Abbiamo un'intera vita davanti a noi!

di QUEEN S OBLADIOBLADA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Crisi ***
Capitolo 2: *** I read the news today oh boy ***
Capitolo 3: *** Paul is dead man, miss him! ***
Capitolo 4: *** Farei di tutto, se servisse a qualcosa... ***
Capitolo 5: *** Hey sig. Lennon! ***



Capitolo 1
*** Crisi ***


É notte, le 24:00, Paul sta suonando il piano, non riesce a riposarsi, mentre il suo amico John sta dormendo sul divano pesantemente, o cosí sembrerebbe, ma tutto ad un tratto si sveglia:
"Oddio John scusa, non volevo svegliarti!" Disse preoccupato il bassista
"Tranquillo, ti stavo ascoltando" Rispose il maggiore sedendosi accanto a lui.
"Sai, a volte vorrei tanto tornare a suonare nei locali di Liverpool, quando avevamo i nostri fun fedeli, e una ristretta cerchia di amici, alla fine con lo stipendio potevamo viverci bene ed era tutto meno stressante ed amichevole e...." Riprese John.
"Hey John cosa diamine stai blaterando, ora siamo famosi FA MO SI!, non puoi dire che preferiresti tornare indietro a quei tempi, ora abbiamo piú soldi e siamo conosciuti quasi dappertutto, non dirmi che disprezzi tutto questo, non ci credo!" Rispose l'amico sbarrando gli occhi e guardandolo diritto in faccia.
" Se non riusciró ad affrontare la situazione ed uscirne al meglio....credo che lascerò il gruppo." Disse con sguardo basso il maggiore.
"John, non puoi dire una cosa simile! Tu sei il nostro leader, chi sarebbero i Beatles senza di te eh?" Paul era sincero, completamente sincero, era dura per lui ammettere che John fosse l'unico ed indiscusso leader, per questo l'affermazione che fece era pura verità, mettendo da parte orgogli competitività o qualsiasi altra roba del genere.
"A te cosa importa, dopotutto se io lasciassi il mio ruolo da leader, andresti tu al comando, non è quello a cui aspiri da sempre Paul?" Disse John sprezzante, non pensando nemmeno alle parole che stava pronunciando.
" Ma che diamine dici eh? Che ti passa per la mente?Per me tu hai solo uno grossa paura, e prendi per pretesto qualsiasi cavolata come sfogo alle tue vere perplessità e intrippi mentali!" Urló quasi il bassista, arrabbiato dalle precedenti affermazioni, ma senza perdere troppo le staffe, ed acquisendo un tono deciso e fermo.
" E di cosa avrei paura...sentiamo ragazzino, di cosa!" Rispose animatamente John, come se fosse agitato, agitato per una verità che Paul stava portando a galla, un veritá che nemmeno lui stesso aveva capito.
"Tu hai paura che io, proprio come tuo padre, tua madre e in un certo senso anche tua zia, ti lasci da solo, da solo nelle tue paure, e sappi che anche a me a volte prendono questi pensieri: che non reggeró mai questo ritmo di vita, che alla fin fine essere famosi non é poi cosí comodo e roba simile, ma ce la dobbiamo fare John, insieme, e tu hai paura che io in tutto questo ti lasci da solo!"
"Forse hai ragione, forse ho paura di rimanere solo in questa faccenda che é piú grande di me, più grande di noi due e più grande dei Beatles! Io non mi riconosco e ho paura di scordare come sono fatto realmente dentro, come tu e pochi altri mi conoscono davvero, il VERO John, ho paura di scordare quello che sono, e di vivere in una menzogna. Vedi Macca, a volte non siamo più noi stessi, perché siamo sovrastati ed oppressi dall'immagine ideale che la gente ha costruito, senza alcuna fondamenta ma soprattutto senza alcun diritto, su di noi!E io voglio ricordare chi sono! E non voglio vivere delle aspettative che la gente fa su di noi, non voglio dover non essere all'altezza e...e"
" Hai ragione John, ma tu non ti aiuti, sai tu stesso che io ti conosco per quello che sei veramente, per le paure che hai, per l'essere insicuro che sei, ma tu continui spesso e volentieri ad usare quella cazzo di corazza da ragazzo duro e forte che non soffre e non ha problemi, che é figo e non dipende da nessuno, solo su se stesso, quasi ti dimentichi che io so chi sei, e che con me non hai bisogno di fare cosí, non ti dico di mostrarti al mondo intero....ma con me puoi farlo, sempre, con George puoi farlo, sempre, e anche con Ringo, e chiunque sia tuo intimo conoscente, affronteremo tutto insieme, io non ti lascio!"
" Tu dici che non mi lascerai affrontare tutto questo da solo, ma.. Come fai a dirlo eh? Come facciamo a sapere che staremo insieme e amici per sempre..." Disse con un velo di malinconia John.
"Lo so e basta John, ti lascerei, solo se schiattassi ahahahah! So quando menti, sei un ottimo attore, lo ammetto, ma i tuoi occhi.....oh i tuoi occhi dicono sempre la verità, per chi li sa leggere....e visto che ho tanta voglia di leggerci dentro ancora e ancora e ancora, non schiatteró così presto..." Disse inspiegabilmente impacciato Paul
" Questo non lo possiamo sapere ahahahah" Rise John, ma in realtà era seriamente preoccupato da questa remota possibilità di abbandono reciproco.
" Cavolo ahahahah abbiamo una vita davanti a noi Johnny! Non moriremo se non tra altri minimo 75 anni!"
"Solo?? Ritornando al discorso di prima... tu Paul.... Tu, diresti di saper leggere nei miei occhi?"
" Si "
" E che diamine ci vedresti???" Disse John quasi come volendo ironizzare su queste affermazioni.
" Ci vedo un ragazzo che é stato abbandonato dal padre.....dalla madre, che sente di non voler vivere appieno, privandosi di qualsiasi cosa che, per realizzarla gli costerebbe un po' di sacrificio e dedizione, perché ha paura, paura di non rientrare nelle aspettative della zia, e dei fun. Paura di essere abbandonato da tutti e rimanere solo"
Disse Paul guardandolo fermamente negli occhi, e posando una mano sulla sua fredda, cosí, tanto per confortarlo. Poteva vedere che negli occhi del maggiore stavano per uscire delle lacrime, che forse avrebbe saputo abilmente trattenere...o forse no.
"E...e poi Johnny, ci vedo un ragazzo che non vuole proprio accorgersi di quanto meraviglioso sia, di quanto può essere importante la sua solo presenza, di quanto sia davvero una bella persona, di quanto sproni la gente che ti circonda...sei un leader nato, con tutte le tue insicurezze e paure, sei John semplicemente John, e io ti amo per quello che sei!"
Disse tutto d'un fiato Paul.
" I...io non...io non so cosa ci vedi di cosí importante in me perché io non sono che un..."
" John....io, e non ci marciare eh, dipendo molto da te, per questo dico che non solo ti voglio bene, perché sarebbe dire poco io ti voglio bene come si vuole ad un fratello, l'amore che ho per te é pari a quello che ho per mio fratello Mike, e.."
Il bassista non riuscì a finire la frase che John affondò il suo volto sulla sua spalla, lo cinse in un abbraccio, piú che altro, era Paul a cingerlo in un abbraccio, John si stava proteggendo e affidando completamente a quel corpo a quell'uomo, al suo amato" fratellino acquisito " che sapeva tutto di lui.
Paul dovette staccarsi a malincuore da quell'abbraccio, per andare da suo padre e dormire a casa sua, glielo aveva promesso....anche se era notte fonda ed aveva un sonno incredibile.
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Capitolo 2
*** I read the news today oh boy ***


Paul era nella sua piccola auto, era notte fonda ormai, e aveva davvero poca voglia di guidare fio a casa del padre, ma glielo aveva promesso. Di sicuro sia lui che suo fratello Mike lo stavano aspettando ancora in piedi, magari Jim era anche in apprensione per il ritardo del figlio. Avrebbero passato un bel fine settimana in famiglia, come i vecchi tempi, ma sempre senza la mamma. Soffrì tanto quando morì, ed ancora adesso, Paul non potrebbe dire di aver superato la questione, non smetterà mai di provare dolore per la morte della madre, ma di sicuro, con il tempo, aveva imparato a conviverci armoniosamente.
Chissà se Mary ogni tanto lo guardava dall’alto, chissà cosa pensava di lui. Lo riconosceva ancora per il ragazzo che conosceva, o lo vedeva diverso, cambiato dalla fama? Paul aveva forse le medesime paure di John? Aveva paura che qualcosa in lui sarebbe potuto cambiare, che un giorno, avrebbe anche potuto non riconoscersi, ma cosa che lo tormentava di più era: Soddisfaceva tutte le ambizioni ed aspettative che il padre si era fatto su di lui? Aveva paura di deluderlo e di non essere all’altezza di tutto ciò che Jim desiderava per lui.
Paul aveva sempre più sonno, quindi accese la radio con il volume al massimo per tenersi sveglio, anche se la strada a quell’ora era praticamente deserta. Si sarebbe fermato alla prima cabina per chiamare e rassicurare la famiglia che per quella sera, avrebbe dormito sulla macchina, perché proprio non era in grado di poter viaggiare ancora a lungo senza mettersi in pericolo. Era arrivato davanti ad un incrocio ed un semaforo, la luce era ancora verde, ma ecco un colpo di sonno…stupido, stupido sonno cazzo Paul svegliati! Il corpo non reagiva alle sue volontà, e come se la situazione non fosse già grave, la luce del semaforo scattò e cambiò in rossa. Dalla sua sinistra stava sfrecciando veloce un camion, e quando si accorse della macchina tentò di frenare, premendo nervosamente il clacson. Paul si svegliò appena in tempo, e accortosi della spiacevole situazione sterzò per non essere colpito dalla grossa vettura, stava sudando a freddo, doveva essere solo un sogno, uno spiacevole sogno, non poteva essere successo proprio a lui. Evitò la vettura sterzando, ma non riuscì a riprendere il controllo della sua macchina che stava andando dritto per dritto su un gigantesco albero di quercia, Paul era paralizzato dalla paura, tentò di evitare anche l’albero ma le ruote della macchina non rispondevano alle sue volontà, ebbe solo il tempo di ripensare ad un flash della sua vita, e si soffermò su una frase che aveva detto a John poche ore prima " Cavolo, abbiamo una vita davanti a noi Johnny! Non moriremo se non tra altri minimo 75 anni!". E con il terrore che non avrebbe mai più potuto rivedere le persone che amava, e con questa frase che gli rimbombava nelle orecchie, senza nemmeno accorgersene morì schiantato con la macchina su quel diamine di albero. Il suo corpo lì dentro non era ridotto bene, sicuramente non tutti lo avrebbero riconosciuto*. Il camionista scappò terrorizzato dal senso di colpa per aver causato la morte di qualcuno, che ovviamente non sarebbe scomparsa solo scappando il più lontano possibile…
Jim era riuscito a contattare John, preoccupato perché di suo figlio ancora non ne vedeva nemmeno l’ombra, John tentò di rassicurarlo, ma anche lui in realtà stava tremando dalla paura, aveva una strana sensazione, poco prima che chiamasse Jim aveva sentito un ansia, tutto d’un botto, senza alcun motivo, e subito dopo si sentì completamente vuoto, una sensazione non solo spiacevole, ma addirittura dolorosa e macabra quasi. Preoccupato chiamò George Ringo e Brian, presero la macchina di John e percorsero la strada che Paul avrebbe dovuto fare per andare da suo padre. Quando videro quella macchina tutta accartocciata, schiantata vicino a quell’albero… .^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^ *Nessuno lo avrebbe riconosciuto per un membro della casa dei lords; cit. A day in the life Salve a tutti, cercando tra i miei vecchi disegni, ho trovato su un quadernino questa storia scritta in modo disordinato e con episodi sparsi senza un ordine cronologico, quindi ho deciso di scriverla e pubblicarla. Spero che qualcuno di voi l'apprezzi, ricordatevi di recensire...se volete. Avevo iniziato un'altra storia, ma visto che é stata quasi praticamente baipassata a parte qualcuno, mi ero scoraggiata e non l'ho più finita, ma una ragazza leggendola mi ha detto che era un peccato non continuarla, perché aveva una trama interessante, così penso che finiró anche quella, a chi interessasse...il titolo é "We can work it out"

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Capitolo 3
*** Paul is dead man, miss him! ***


 
Ringo George e Brian rimasero per qualche momento paralizzati dentro la macchina di John. Egli corse piangendo disperato dentro quella macchina, cercando freneticamente con lo sguardo se quello dentro la vettura fosse realmente Paul, e sperando, in caso fosse lui, che stesse ancora bene. Gli altri due Beatles lo raggiunsero subito dopo, mentre il manager stava cercando una cabina telefonica per avvisare la polizia, ovviamente avrebbe fatto di tutto per lasciare che la situazione non si diffondesse tramite giornali, televisione o radio. Per coincidenza su quella strada desolata, stava passando una macchina con due poliziotti di pattuglia, li fermó e ovviamente contrattó con loro per farsi assicurare la minima discrezione sul tragico evento. John intanto aveva capito che quell'uomo era proprio Paul, e tentava disperatamente e quasi avidamente di trascinare quel corpo privo di vita al di fuori di quella maledetta macchina, per farlo stare in una posizione piú comoda, come se Paul potesse percepire qualsiasi cosa anche da morto.
"Hey ragazzo! Non toccare il morto, é nostro compito portarlo fuori la vettura, potresti peggiorare la situazione del cadavere!" Disse un poliziotto
" Si chiama Paul signore!Non morto, ha un nome sa!" Urló George, come se la colpa della morte dell'amico fosse di quell'uomo. Ringo si avvivinó a lui e si abbracciarono, per evadere un attimo dalla situazione, per farsi piú forti l'un con l'altro, e come per proteggersi e non voler affrontare la realtá che avevano crudelmente davanti agli occhi.
John controllava i due poliziotti che stavano facendo uscire il cadavere, quasi per assicurarsi che lo stessero trattando con dovuta delicatezza. I due poggiarono il corpo privo di vita sul ciglio della strada e Brian ringrazió il celo che in quel momento non si vedeva un anima viva per la strada, di giorno tanto trafficata.
John lo guardó in volto, quel volto che poco prima era stato serio, felice, confortante, dolce e amorevole, ora era sfregiato e i suoi occhi grandi, color nocciola, erano ancora aperti e privi di qualsiasi luce che il maggiore ammirava sempre ma soprattutto erano vuoti, vuoti come era adesso John, che a quella visione inizió a piangere ancora di piú se possibile, e decise di chiuderli per sempre. Il dolore non era piú psicologico, adesso i suoi effetti si stavano rifacendo sul fisico, aveva iniziato a tremare e ogni tanto aveva degli spasmi. 
" Mi avevi detto che avevamo ancora molto da vivere insieme Paul! Avevi detto che non mi avresti mai lasciato solo, ora io sono un uomo perso Paulie, sono morto anche io, se non ci sei tu, come posso pensare anche solo di andare avanti eh? Perché anche tu te ne sei andato? Se esiste un Dio perché cazzo allora non lo ha salvato eh!" Urló arrabbiato.
Appena si tranquillizzó un po' inizió ad accarezzarlo, non curandosi del fatto che avesse ferite e sangue da per tutto, lo sfiorava appena con il suo tocco, quasi avesse paura di fargli male, come se percepisse qualcosa...
" Ma forse é colpa mia, sono io che ti ho lasciato andare e sapevo benissimo che era tardi ed il viaggio era lungo, ma non me ne é fregato nulla. Perdonami Paul, sono stato egoista, mi avevi sollevato il morale e non mi servivi piú, ho pensato bene quindi di lasciarti andare da tuo padre e Mike. Che coglione piccolo, perdonami, non meriti questo!"
George e Ringo si avvicinarono e gli sussurrarono che lui non c' entrava nulla, e poco dopo lo abbracciarono, per confortarsi ancora una volta e sostenersi l'un con l'altro, perché loro erano una famiglia, una famiglia a cui era appena morto un fratello. Ma i tre, intenti a confortarsi e a pensare di dover andare avanti anche senza di lui, non sapevano che cosa stava architettando la mente di Brian
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Erano giorni che i Beatles non si riunivano tutti insieme per suonare, nessuno di loro sapeva se mai sarebbero tornati a farlo. George e Ringo uscivano ogni tanto e facevano lunghe passeggiate per pensare e per cercare di realizzare la situazione, perché non facevano ancora totalmente i conti con la realtá...un presente senza Paul. 
John non usciva con loro, era chiuso in casa, non mangiava, non suonava, a mala pena beveva. Passava i suoi giorni sul letto oppure sul divano, dove fissava con sguardo perso il piano che LUI suonava sempre.
I tre Beatles non si rincontrarono tutti uniti, se si poteva usare la parola tutti, fino a quando Brian non decise di convocarli. George e Ringo riuscirono a stento a portare anche John, arrivati dal loro manager, si sedettero aspettando che egli gli esponesse il motivo di quella convocazione
"Non possiamo far sapere al mondo intero della morte di Paul, é uno scandalo che non potremo sostenere, già tutti i giornali si chiedono perché non rilasciamo piú interviste e perché non partecipiamo agli show. Capite che entreremo in rovina se dovessimo dire la verità...ci serve una soluzione al più presto"
I tre erano tutti molto contrariati e spiazzati da come Brian parlava, in modo cosí distaccato, quasi come se gli importasse piú che ora i Beatles non sarebbero piú esistiti piuttosto che del fatto che Paul fosse morto.
Ma erano tutti e tre in uno stato psicologico pessimo, che non gli permetteva di affrontare la situazione e di opporsi a ció che Epstein gli stava proponendo...infangare la memoria di Paul in tutti i sensi.
La porta si apre e i tre sussultarono, John si alzó di scatto con gli occhi completamente sbarrati 
"P...P.." Era da quella notte che non riusciva piú a pronunciare quel nome.
L'uomo entrato dalla porta era pressoché identico a Paul, se non poche differenze a cui probabilmente nessuno avrebbe dato peso...
"William Campbell" disse il nuovo arrivato tendendo il braccio verso John e porgendogli la mano. Lui ricambió guardandolo con misto di odio e dolore, si sedette e scoppiò in lacrime, Ringo lo abbracció. "Un uomo non doveva piangere" si diceva, ma non riusciva a non pensarci nemmeno per un secondo, qualsiasi cosa su cui i suoi occhi si posassero gli ricordava quell'uomo, ricordi su ricordi, di sensazioni che non avrebbe piú provato con nessun altro. Persino in se stesso aveva una parte di lui ed ora cosa pensava bene di fare quell'insensibile di Brian? Portargli davanti un tizio, che non sapeva nemmeno lui come, assomigliava cosí tanto a LUI, ma che non poteva essere LUI...che aveva in mente di fare?
"Vai subito via di qui, William" disse con disprezzo e una punta di amarezza Ringo.
Alla fine Brian calmó le acque e spiegó cosa aveva in mente. Avrebbero sostituito il loro amico con quel sosia, addirittura il manager gli aveva pagato una plastica, piccolo aiutino per renderli ancora piú somiglianti tra loro.
John li sentiva parlare. Quell'uomo era disposto a rinunciare alla sua vecchia vita, alla sua personalità ma soprattutto alla famiglia. Da come aveva capito aveva una moglie di nome Katy Chapman ed un piccolo figlio Mark David Campbell.
Abbandonare tutto ció che aveva pur di avere fama e soldi, ma che razza di uomo era?
"E parlo proprio io, John Winston Lennon, uomo che lascia fare questo scempio a Brian e a William, uomo che non ha le palle per ribellarsi, chi sta offendendo la sua memoria non sono solo quei due uomini, ma anche Ringo George ed io...io in primis!"
Con questi pensieri Lennon lasció l'edificio e tornó a casa distrutto.
Stava salendo le scale e sentiva le sue forze cedere, oltre a non uscire piú di casa, non riusciva piú a dormire nonostante passasse tutte le sue giornate sul divano o disteso sul letto.
La vista gli si appannó, un po' per le lacrime, che ormai scorrevano esasperate sul volto non curato e sofferente di John, senza che egli ci facesse caso, ed un po' per il sonno.
"Da quel giorno non riesco piú a pronunciare il suo nome...sono un emerito coglione! Darei tutto perché LUI tornasse indietro, sarei disposto a fare di tutto se solo servisse. Paul"
Inciampó sulle scale e cadde, ormai non sentiva alcun dolore. Un unica parola rimbombava invadente nella sua mente "Paul, Paul, Paul"
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"Paul...Paul? A cosa diamine penso appena svegl...ma dive cazzo sto?"
Pensó John che si ritrovò inspiegabilmente, in piena notte, sul tetto delle sale registrazioni di Abbey Road.
Si sentiva strano, aveva la testa pesante e gli pulsava dolorante, non ricordava perché era li, e cosa ancora più sconcertante non ricordava nulla di quella giornata...Amnesia?Aveva visioni strane tutte colorate, era forse perché aveva assunto sostanze stupefacenti che non ricordava nulla? ...Nemmeno di averle assunte?
"Ma che roba ho preso? Questa non é...non é..."
Il ragazzo scorse per la strada, per quanto la mente potesse fargli vedere, due figure, e anche se era strafatto di...non sapeva nemmeno lui di che sostanza, era assolutamente sicuro che quei due erano George e Paul.
Appena quest'ultimo lo vide sul tetto, sbarró i suoi grandi occhi in un espressione tra solievo, il preoccupato e l'incazzato nero.
"JOHN WINSTON LENNON! non-muoverti-di-li! ASSOLUTAMENTE! Ora io e George saliamo a prenderti...é tutto ok, fermo li".
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Spero di avervi incuriosito...credo che dal prossimo capitolo vi sará tutto più chiaro!
Grazie a MaccaMyDear che ha recensito, forse per pena ahahah. Ci vediamo al prossimo aggiornamento ^_~
E tanti auguroni al nostro Paulie

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Capitolo 4
*** Farei di tutto, se servisse a qualcosa... ***


"John, John vieni qui" disse premuroso Paul mentre gli avvolse il suo braccio attorno alle spalle.
"Chi diamine te lo ha dato l' LSD eh?" Disse preoccupato George, mentre i tre scendevano dal tetto. John non rispose, ecco cosa aveva preso...LSD.
Paul gli aveva lanciato un occhiataccia e John si limitava a fissarlo insistentemente con un sorrisetto stupido sulla faccia, era soddisfacente vedere che si preoccupava per lui. Non sapeva perché ma aveva come la sensazione che non vedesse Paul da settimane, e quindi era felice che gli stesse cosí vicino, ma sapeva che era assurda come cosa.
Non sarebbero potute passare settimane senza che loro non si siano mai visti, nemmeno per provare, altrimenti gli mancherebbe anche George no? Le guance di Paul si stavano tingendo di rosso, sintomo di imbarazzo, imbarazzo causato dallo sguardo ebete del maggiore fisso su di lui.
" John, per questa notte starai con me ok, non mi fido a lasciarti da solo! " Ruppe il silenzio il bassista.
"Grandioso. Paul!" Pronunciò quel nome in un modo strano, lento, soffermandosi ed allungando il suono di tutte le lettere di cui era composto, quasi non lo nominasse da tempo. George tornó a casa, accertatosi ormai che il pazzo Lennon stesse in buone mani. I due arrivarono al portone di Paul, con il minore che sosteneva praticamente tutto il peso di John, che oscillava tranquillamente sul suo braccio fermo e stabile. Appena sulle scale, come tutte le persone che si sono bruciate momentaneamente la mente, la razionalitá e che non rispondono a pieno delle proprie azioni perché fatte o perché ubriache, a John che non stava ragionando, e che quindi rientrava in quelle categorie di persone, gli venne la brillante idea di spingere il suo amico per le scale. Paul si ritrovò col sedere sugli scalini, John doveva ringraziare solo il fatto che l'amico fosse un ragazzo molto, molto paziente con lui, mentre il maggiore rideva sguaiatamente. Il bassista lo aveva fulminato con lo sguardo, John si era inginocchiato davanti all'amico, qualche gradino piú sotto e poggió i gomiti sulle sue ginocchia come se nulla fosse.
"Bambino scemo ahahah! Perché ti schianti per terra eh?" Disse John mentre lo guardava diritto negli occhi, sempre con quel sorriso da ebete stampato sulle labbra. Paul capí che era quasi completamente inutile arrabbiarsi ancora di piú, tanto non lo avrebbe capito.
"Ce la fai ad alzarti?"
"E per chi mi hai preso, per una femminuccia?" Disse John avvicinandosi sempre di piú, aveva uno strano sguardo...pieno di...bah, sicuramente Paul si era sbagliato, avrebbe giurato che fosse pieno di...desiderio ecco...ma di cosa? Era in errore sicuramente, il fatto é che non si trovava in se...ecco spiegato il tutto.
Continuava ad avvicinarsi e Paul era letteralmente stregato da quello strano sguardo...non si muoveva, anzi sembró voler ricambiare quel contatto visivo così diversamente intenso dal solito, ma al tempo stesso, quella forza ignota per la quale gli occhi dell'uno si perdevano e incatenavano negli occhi dell'altro gli metteva una certa paura. Paura perché non riusciva a capire da dove venisse quest'attrazione di sguardi, non ne capiva il motivo, paura perché sapeva che non sarebbe assolutamente stato in grado di poter avere un controllo sulle conseguenze di tutto ció, si sarebbe inibito quando le conseguenze fossero arrivate, nessuno di loro due le conosceva, ma nessuno di loro voleva opporsi a qualcosa che partiva da loro ma che era immensamente più grande. Quei lunghi discorsi che erano soliti fare con lo sguardo sembravano crescere sempre piú di intensitá, a volte sia John che Paul avevano come la sensazione di conoscersi da chissá quanto tempo, da chissá quante altre vite passate. L'espressione di John era un continuo alternarsi tra il sorridere, e il serrare la bocca, quasi in un espressione seria...chissá cosa gli passava per la mente in quel momento. Poi il maggiore dischiuse le labbra e Paul sentí una strana sensazione, si morse il labbro, innocentemente. Reagì in modo stupidissimo...da quando in qua John gli faceva quell'effett...ma cosa pensava, era... era....la situazione strana tutto qua! A quel gesto John inclinó leggermente il suo volte e sussurró quasi impercettibilmente
"Paul?" Si avvicinava sempre di piú, troppo lentamente e il minore sentiva una dannata tensione ed un calore nascere dal petto che si diffondeva in ogni minima parte del suo corpo. Era immobilizzato che combatteva con i suoi occhi che desideravano perdersi in quelli del maggiore, ma avevano anche bisogno di ammirare quelle labbra schiuse cosí pericolosamente vicine, dalle quali si percepiva un respiro leggermente affannato e carico di desiderio, avido desiderio, rispecchiato dall'espressione intensa degli occhi.
"Paulie?" Sussurró ancora John con voce roca.
"J..John?" Riuscí appena a sbiascicare un Paul esterrefatto con gli occhi sbarrati e la bocca semi aperta, che respirava affannosamente ed aveva strane emozioni.
"Guarda che ce la faccio ad alzarmi da solo eh!" Disse John -scattando- in piedi, seguito subito dopo da un Paul ancora sconcertato, non sapeva bene il perché, ma era anche...deluso? Si poteva ritenere cosí per quale arcano mistero? I due entrarono a casa del minore
"Tranquillo Macca dormo io sul divano!"
"Ma no John, tu dormirai comodo nel letto!"
"C..con te?" E rieccolo quel sorrisetto ebete. Sembrava sprigionare dagli occhi tutta roba con concetti troppo diabetici per lui.
"Ma che vai blaterando, io sul divano, te sul letto!"
"Ma non sarebbe la prima volta che dormiamo insieme che cambia?" Giá che cambiava?Aveva ragione...
"I..io ora voglio dormire solo, cosí avevi il lettone solo per te.. tutto qui!"
"Hey aspetta, io non voglio dormire con te eh! Sia chiaro, volevo solo farti dormire in un posto piú comodo del divano, non è giusto che dormi scomodo per me, il letto è grande e si può divid.."
"No John, é tutto per te, guarda, mettiti questi e cambiati, qualsiasi cosa chiamami, e quando tornerai ad essere il solito stronzetto ci facciamo una bella chiacchierata ok?" John ignora la risposta del ragazzo e si toglie i pantaloni, mentre Paul si gira per lasciarlo vestire in pace e riposarsi anche lui finalmente dopo una lunga giornata
"Se resti non ti mangio..."disse sarcastico il maggiore, mentre Paul si arrestó obbedendo a quella che era piú che altro una richiesta.
"Siamo amici da tanto Paul, e c'è anche una certa confidenza no?"
"Sbrigati a vestirti che fa freddo!"
"Ma quanto siamo scazzati Macca! Non sei costretto ad assistere al mio semi nudismo se ti faccio cosí schifo da farti arrossare quelle guanciotte!" Disse con ironia Lennon.
"Quindi..." Riprese il maggiore avviandosi verso Paul "Buonanotte" disse dandogli una leggera schicchera sulla guancia destra. John aveva sempre pensato che le sue fossero le guance piú morbide che chiunque essere umano abbia avuto, erano dei deliziosi marschmellow da assagg..evitiamo certi discorsi...posó delicatamente le sue labbra sulle guance e gli scoccó un bacio, vedendo che Paul era rimasto imbambolato in un espressione teneramente stupita, si giró soddisfatto e si avvió barcollante nel letto, allontanandosi da lui prima che l'LSD non lo compromettesse con azioni affrettate e non ragionate, che pregiudicassero la sua giá aggravata situazione...quella sera sembrava davvero un finocchio!
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"Hey John,mi hai svegliato...ma dove diamine pensi di andare eh, hai la fissa per i balconi ed i terrazzi, entra fa freddo e nel tuo stato é pericoloso!" Disse Paul rivolgendosi ad un John sfinito e quasi impaurito che si trovava sulla ringhiera del balcone.
"Paul vieni qui!" Il ragazzo obbedì accendendo prima la lampadina del terrazzo che emanava una fioca luce, quando poté appurare il fatto che John sembrava davvero distrutto, forse aveva fatto qualche brutto sogno.
"P..Paul" disse il maggiore come se avesse appena visto un fantasma. Tese una mano verso il suo volto e lo sfioró appena, Paul sorrise scosso da quel contatto e appena vide quel sorriso John inizió a piangere con le labbra piegate in un sorriso sollevato e lo abbracció, come se non credesse che fosse li e dovesse avere un contatto fisico con lui. Paul non capiva bene, di sicuro aveva fatto un brutto sogno peró. Il minore ricambió l'abbraccio appoggiando la sua mano dietro la testa dell'amico e la strinse a se confortandolo.
"Se te lo dicessi penseresti che mi comporto proprio come un ragazzino di sei anni che ha avuto un incubo e corre piangendo dalla mamma, ma é stato terribile perché...perché..." Disse agitato il maggiore sfiorando involontariamente il collo di Paul con le labbra.
"Tranquillizzati ok? Non posso vederti così...io non ti giudico che questo ti entri nel tuo cervello Lennon" Disse Paul confortante mentre si staccò dall'abbracció e arruffó con fare scherzoso i capelli folti e ramati di John.
"Ho sognato che tuo padre mi chiamava...e io e gli altri siamo andati a cercarti, e abbiamo visto la tua macchina schiantata su un albero e tu...tu eri morto...a Brian non importava un cazzo e chiamó un tizio che ti assomigliava un certo William Campbell che doveva sostituirti perché nessuno doveva sapere che eri morto e..."
"John, John, mi vedi? Sono qui...non é successo nulla, sono vivo!" Disse Paul tranquillizzandolo e accarezzandolo sulle guance.
"L..lo so ma era terribile, piú che un sogno sembrava un ricordo, e questo mi ha fatto pensare che......come sarebbe la mia vita senza di te Paul?" Il minore rimase spiazzato da quella domanda.
"Io credo che sarei un uomo vuoto senza di te John, non sarei nulla...e credo che per te..."
"Per me sarebbe lo stesso Paul, sarei un nowhere Man, in pratica uno zombie Paulie!" Rispose John e Paul scherzando inizió a dargli schiaffetti spingendolo dentro casa.
"Me la stai tirando Lennon? Mi vuoi morto per caso? Eh eh? Mi vuoi morto Johnny boy?" Paul continuava a spingerlo all'indietro fino a quando il maggiore inciampó sul letto e Paul lo seguí a ruota, cosí si ritrovarono uno sopra all'altro e rossi dall'imbarazzo
"Credo che sia tu Paul a volermi morto" disse John rimanendo immobile in quella posizione, cosí come il bassista.
"Perché?"
"Dormi con me?" Disse John che aveva proteso la sua mano verso il minore, con l'indice che si muoveva sul suo nasetto, perfettamente all'insù, dall'alto verso il basso quasi come se stesse disegnando la sua linea con quel tocco leggero e delicato, atteggiamento raro in John, come del resto l'atteggiamento che aveva avuto per tutta la serata, dato purtroppo dall'LSD che aveva preso.
"Si" rispose Paul imbarazzato e datosi un altra volta la buona notte, si coricarono e dormirono tranquilli, anche se, Paul non glielo aveva detto, ma egli stesso aveva sognato di schiantarsi con la sua macchina addosso ad un albero, e come anche gli aveva riferito John, sembrava più un ricordo che un sogno ^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^.^
Spero di avervi incuriosito ancora di piú, mi é molto difficile esprimere i sentimenti delle persone, essendo io una ragazza fredda e che odia esprimere emozioni, quindi mi sto davvero molto impegnando, spero che questo si noti. Ringrazio ancora MaccaMyDear per aver recensito ;D

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Capitolo 5
*** Hey sig. Lennon! ***


Esco dalla mia macchina, qualcuno mi chiama:
“Signor Lennon?”
Mi volto, ha un non so che di familiare. Si avvicina con delle foto in mano, una di esse rappresenta i Beatles
“Vuole un autografo?” chiedo retoricamente, ma lui non mi risponde e continua a scorrere le foto, fino a soffermarsi su una in particolare. Ma che scherzo è questo? Quella non è reale, deve essere un disegno molto realistico
“Uno scherzo di pessimo gusto ragazzo!”
“Voi mi avete portato via mio padre! Guardi signor Lennon, guardi attentamente!” Continua a dire sbattendomi sotto gli occhi quel…fotomontaggio o qualunque altra merda sia.
Mio Dio, non riesco nemmeno ad immaginare una cosa del genere, è orrenda! Ma chi cavolo è questo pazzo eh!?
Guardo la foto:una macchina accartocciata addosso ad un albero, per essere precisi, la macchina di Paul. Io, George e Ringo disperati al cospetto di un…di un…Sento dolore solo a guardare questo pezzo di carta!
“Provi a ricordare Lennon, lo ricorda?”
“Se ne vada, se ne vada, non è divertente!” Dico con voce spezzata. Quella foto mi ha letteralmente terrorizzato!”
“Si ricorda con chi lo avete rimpiazzato?”
“R…rimpiazzato? Ma chi cazzo sei? Un mostro?!”
“I mostri siete voi, lei in particolare Lennon!”
“Che vuole da me eh? Disgraziato!”
“Il disgraziato è lei! Sa, lui la giudicava un vero amico, lo vedeva come un fratello, forse anche qualcosa di p..”
“Non capisco cosa insinua!”
“Insinuo che nonostante tutto ciò, lei ha pensato bene di sostituirlo!”
“Ma cosa? Sostituito? Ma cosa dice!”
“Sostituito perché morì in un incidente d’auto!”
“Lei deve essere un pazzo! Paul è vivo, e lei mi sta mettendo paura!” Gli urlo, ormai tra le lacrime
“Il nome William Campbell, le dice qualcosa?”
In effetti non mi è nuovo, ma non glielo dico.
“Lei e i suoi amichetti mi avete portato via mio padre da me!”
Ho capito che è completamente uscito di testa, meglio non dargli corda…
“Ha lasciato tutto, il suo modo di essere , il lavoro, la famiglia per venire a rimpiazzare il vostro amichetto!”
Decido di rientrare in macchina e andare via, lontano da questo scapestrato.
“Signor Lennon, lei sta per entrare nella storia!”
Mi giro, che cosa diamine ha in mente di…ha una pistola. Non riesco a muovermi, sono totalmente paralizzato dalla paura.
Quattro spari, quel rumore terrificante mi rimbomba nelle orecchie. Ho un forte dolore in mezzo al petto, che si diffonde poi per tutto il corpo. Cado a terra. Credo di essere..
“John, John! Hey mi stai facendo preoccupare!”
Paul
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Salve! il capitolo è cortissimo...So di avervi confuso le idee, è il mio intento ( Il problema ora sta a come chiarirvele nei prossimi capitoli… )
Spero che vi interessi! Al prossimo aggiornamento ^_^
 

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