PLATFORM 11.

di staringatthemoon_
(/viewuser.php?uid=849883)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo UNO. Green eyes. ***
Capitolo 2: *** Capitolo DUE . White daisy. ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO TRE. The luna park. ***



Capitolo 1
*** Capitolo UNO. Green eyes. ***


Image and video hosting by TinyPic PLATFORM 11

CAPITOLO UNO.

Secondo me c'è sempre un modo per raccontare una storia triste.
La si può addolcire.
Non c'è una storia triste che non possa essere addolcita con una canzone di Ed Sheeran.
Anche il più amaro dei caffè può diventare il più dolce grazie a pochi granelli di zucchero.
Avevo avuto un cuore e un'anima, credetemi, e li avevo usati entrambi.
Li avevo usati per lei.
Fermai i miei pensieri .
I miei piedi mi avevano condotto proprio lì. In quella stazione nel centro di Torino. Su quel binario, il binario 11.
Scrutai i passanti.
Vidi i volti di grandi e piccoli, di ogni razza e colore.
Ma non il suo. Lei non c'era.
Erano le 7:35 . Presto la luce avrebbe avuto il sopravvento sul buio.
Come in quella tarda estate di cinque anni fa, quando ero all'ultimo anno di liceo.
Ora tutto era diverso.
C'erano migliaia di canzoni che sembravano parlare di noi, eppure noi non parlavamo più.

CINQUE ANNI PRIMA

Corsi alla stazione, i passeggeri del binario 11, quello che proveniva da Rivoli, erano già scesi. Speravo solo di trovare i miei amici ancora lì.
Era il primo giorno di scuola ed ero già in ritardo.
《Kevin sei in ritardo, come sempre.》 sorrise il Pirata vedendomi.
Era il mio migliore amico, si chiamava Lorenzo , ma per tutti era il Pirata da quando in terza media aveva portato per un mese una benda sull'occhio, dicendo a tutti di essere caduto. In realtà per colpa di un obbligo era stato costretto a rasarsi il sopracciglio destro .
《Scusate non è suonata la sveglia. Ciao Giada》 dissi abbracciandola. Giada era la mia migliore amica , nonché mente del gruppo.
Si, né io e né il Pirata eravamo delle cime.
《Allora hai portato la roba》 tagliò corto il Pirata.
《Ti ho già detto di non chiamarla cosi.》rispose Giada 《Comunque eccola》
《Sarà lo scherzo del secolo!》sorrisi.
《Sì, quell'idiota di Riccardo se lo merita!》affermò Lorenzo versando la vodka in una bottiglina d'acqua 《Prima che possa accorgersene sarà già fuori come un balcone》
《Non staremo esagerando?》chiese Giada 《potrebbe essere sospeso》
《Cos'è hai bevuto o sei innamorata?! Certo che se lo merita! Sarà la rivincita degli sfigati! 》
《 Zitto Lorenzo, sei solo ancora arrabbiato per la questione del Pirata》 rise Giada.
《Arriva.》dissi . Eppure non era solo. Con lui c'era una ragazza.
Grandi occhi verdi e una voluminosa chioma nera.
Sorrideva. Mai i miei occhi avevano visto un tale sorriso.
Tra le labbra carnose una sigaretta e in mano un pacchetto di Chesterfield Blu , proprio come quelle di James Dean.
《Dai Kev, ora! Sostituisci le bottiglie》 urlò Giada.
Ma rimasi immobile ad ammirare quella visione celestiale.
Folgorato da quel sorriso che voleva nascondere quei grandi occhi verdi e tristi.
Poi scomparve. I grandi occhi verdi furono sostituiti da un vuoto che mai sarei riuscito a colmare.
《Ma che ti è preso?》 urlò il Pirata. 《Chi era quella ragazza?》 chiesi ancora sognante.
《Non è roba per te, amico.》sospirò Giada, se solo l'avessi ascoltata.
Mi arrivò uno spintone.
《Che diavolo ti è preso? Era davanti a te!》 continuò ad urlare il Pirata.
《Abbassa la voce》 intervenne Giada.
《 Sei solo arrabbiato per il tuo dannato sopracciglio.》
《E tu eri troppo preso da quella minigonna! Devo forse ricordarti della volta in cui Riccardo ti ha inzuppato la tuta di piscio? !》
《Basta ragazzi..》sussurrò Giada 《 Andiamo in classe》
Fu il percorso più silenzioso della mia vita.
Il Pirata camminava davanti a noi, senza voltarsi.
Giada messaggiava al telefono, senza distogliere lo sguardo dallo schermo luminoso.
Mentre io guardavo il pavimento e ripassavo mentalmente le mie scuse per il Pirata.
Immerso nei miei pensieri non mi accorsi di dove i miei piedi mi stessero portando.
Mi ritrovai sbalzato all'indietro prima di poter posare il piede a terra.
《Scusami.》sussurai, poi alzai lo sguardo. Era lei, lei e i suoi grandi occhi verdi.
《Scusami ero distratta》balbettò lei.
Abbassò velocemente gli occhi e si passò distrattamente una mano tra i capelli color mogano.
I nostri volti erano così vicini che avrei giurato di sentire il suo respiro sul mio collo.
Non furono più di 3 secondi, ma quando finì mi sentii di nuovo vuoto.
Era la seconda volta in meno di mezz'ora.
《Su in classe!》urlò il Falco.
Il Falco era il vice preside nonché professore di Fisica. Era una figura mitologica che fiutava ovunque la puzza di "trasgressione delle Regole".

Le Regole erano sostanzialmente 4 :
1. Correre in classe al suono della campanella.
2. Non pomiciare.
3. Non fumare.
4. Non sostare fuori scuola alla fine delle lezioni.

Inutile dire che trasgredire la Regola numero 3 era molto comune.
Invece trasgredire la 2° costava una suadente sospensione.
Io, Giada e il Pirata corremmo in classe.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo DUE . White daisy. ***


Image and video hosting by TinyPic PLATFORM 11.

CAPITOLO DUE.

Quando aprii la porta rimasi sorpreso .
Al posto della vecchia e grassa professoressa di latino, c'era un uomo sulla trentina intento a scrivere al computer.
Quella figura buffa mi colpì dal primo attimo.
I capelli ricci e neri , gli occhiali di forma rettangolare e una ridicola polo rosa.
Sembrava appena uscito da una parodia di bassa lega di Harry Potter.
Ma si sa alle scale piace cambiare , e a quanto pare anche ai professori.
《 Salve. Siamo..》 cercò di dire Giada ma fu interrotta dal professore.
《In ritardo, siete in ritardo. Ai vostri posti ora.》 disse il professore non alzando gli occhi dal computer.
《 Cos'ha ? La ragazza l'ha mollato?》disse il Pirata. Tutti scoppiarono in una risata contagiosa, o quasi.
Una figura emergeva dalla massa. Cupa e isolata in un angolo della classe. La ragazza dai grandi occhi verdi . Aveva lo sguardo perso nel vuoto. Come una bambina stufa di guardare il mondo solo dalla sua piccola altalena.
Quella ragazza era un mistero.
Si girò e per un attimo incrociai i suoi grandi occhi verdi.
Distolsi lo sguardo e sorrisi.
《A quanto pare abbiamo trovato il comico della classe》rise il professore 《Bene procediamo con l'appello》
《 Alfieri Giulia 》
《Presente》 《Biancardi ..》 《Presente》 urlò Giada interrompendo il professore che la fulminò con lo sguardo.
《Brambilla Riccardo》 《Presente..》 disse annoiato Riccardo.
L'appello continuò. Presto avrei scoperto il nome di quella ragazza.
《Marini Kevin..Kevin Marini? È assente?》
《Ah..no. Presente, scusate professore.》dissi imbarazzato.
《Ecco l'imbranato della classe》 disse Riccardo imitando il professore. Lo ignorai.
《Bene..Moriello Giorgio》
《Presente》
《Rossi Lorenzo》
《Presente..il comico è sempre presente》
《Sorvoliamo...Violante Sofia ?》
《Presente》 Quelle poche parole sussurrate bastarono per farmi capire di chi fosse quella voce . Sofia. Allora era Sofia il suo nome.
《Kevin questo è per te.》 sussurrò Giada passandomi un bigliettino.

"Ci vediamo stasera al luna park, Marini.
Alle 20 vicino al lago artificiale..sii preciso .
- S.V."

Sorrisi guardando quel bigliettino strappato dall'ultima pagina di un quaderno qualsiasi.
Le ore passarono in fretta e corsi a casa , emozionato all'idea di incontrare Sofia .

Varcai la porta di casa intorno alle 19.
Mia madre e mio padre erano in soggiorno.
Cattivo segno: volevano parlarmi.
Corsi in camera mia senza emettere un fiato.
《Kevin..》 sussurrò mia madre, feci finta di non sentire.
Mi fece una doccia fredda e indossai un paio di jeans e una t-shirt con una frase di Wilde.
"A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni sospetto."
Mi sarebbe servita da promemoria.
Mentre vagheggiavo sentii bussare alla porta: mia madre.
Erano le 19:30.
Aprii la porta.
《Mamma sono di fretta. Potremmo parlarne dopo?》supplicai.
《Dov'è devi andare così di fretta?》chiese mia madre.
《Al luna park》
《Credevo non ti piacessero i luna park..va bene se devi uscire..》sospirò mia madre 《ne parliamo domani》 mi diede un bacio sulla fronte e scese in soggiorno.
La seguii pochi istanti dopo .
《Io esco》 dissi.
《Non fare tardi》sospirò mio padre.
Le 19:47. Avevo 13 minuti per arrivare dall'altro lato della città. Non ce l'avrei mai fatta.

Arrivai vicino al lago artificiale alle 20:11.
Lei era già lì. Seduta sulla riva.
Una Chesterfield Blu tra le mani.
Mi parve quasi di averla sentita ridere.
Il vento faceva volteggiare i suoi capelli come foglie dai riflessi dorati in autunno.
Io ero alle sue spalle incapace di dire qualunque cosa, come ipnotizzato da quella figura tanto enigmatica e misteriosa.
Gettò una margherita nel lago.
《 Pensavo non venissi .》 sospirò lei osservando il suo riflesso nello specchio dell'acqua.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** CAPITOLO TRE. The luna park. ***


Image and video hosting by TinyPic PLATFORM 11.

CAPITOLO TRE.

Si alzò , lasciando oscillare i morbidi capelli sulle note del fruscio delle foglie.
S'incamminò verso le giostre , mentre io rimanevo lì immobile, incapace di compiere qualsiasi altra azione che non fosse fissarla.
《Non vieni, Marini?》sorrise con la sigaretta tra le rosee labbra.
Annuii e senza emettere alcun suono la seguii , come ipnotizzato.
《 Vuoi una sigaretta? 》 chiese incrociando i miei occhi nocciola.
《 Non fumo》 risposi imbarazzato. 《Dai! Si vive una volta sola, fa che sia veloce e indimenticabile. Prendi》 sorrise porgendomi il pacchetto bianco e blu.
《Carpe diem!》dissi scrollando le spalle e stringendo tra i denti il filtro della sigaretta intriso di tabacco.
《 Sai accenderla? 》 chiese Sofia titubante fissandomi con i suoi occhioni.
《 C'è sempre una prima volta 》 dissi tossendo. Mi stavo letteralmente affumicando.
《 Dammi e respira 》 affermò posando la sigaretta dalle mie labbra alle sue. 《Sono un imbranato》sussurrai fissando le mie scarpe.
《 Dai andiamo! 》disse Sofia stringendomi la mano.
Salimmo sulla ruota panoramica.
《 È tutto così piccolo da qui..》 sospirai.
《 Però è anche tutto più bello. Non noti i difetti e la malizia delle cose》 disse Sofia guardando il vuoto 《Tutto è più brutto visto da vicino》
《Tu no.》
《Bella mossa,Romeo. Ma tu non sei Q e io non sono Margo》 sospirò Sofia appoggiando la sua testa sulla mia spalla.
《 Già 》 sorrisi stringendola tra le mie braccia.

DALL'ALTRA PARTE DELLA CITTÀ.

《Entriamo in questo supermercato. Sono tutti al luna park, nessuno ci sentirà! 》 sorrise malizioso Riccardo .
Eccolo là. Cioè Riccardo Brambilla e i suoi due compagni di scorribande.
Cioè Giorgio e Marco. Erano fuori al supermercato di proprietà di quell' anziano di cui nessuno più ricordava il nome. Riccardo e i suoi si stavano arrovellando il gulliver per sapere cosa fare della serata. Proprio come nella più fedele imitazione di Arancia meccanica.
Una cosa era certa: Riccardo come Alex Delarge era più che disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza quella sera. 《Riccardo che vuoi fare?》chiese Giorgio sospettoso.
《Paura Giorgio? Puoi restare qui.》affermò Riccardo orgoglioso.
《 Io rimango qui con Giorgio》sospirò Marco.
《 Perfetto. Entro da solo.》 disse Riccardo rompendo il vetro della porta principale.
《 Perfetto.Nessun allarme.》
Purtroppo per il nostro Affezionatissimo, nel magazzino del supermercato c'era ancora qualcuno.
Mentre girava per il supermercato alla ricerca di tesori e ricchezze , il nostro Affezionatissimo fu attirato verso il muro di mattoni da due potenti braccia .
《 Non è come sembra》disse affannosamente Riccardo .
Aveva gli occhi chiusi e il terrore nel cuore.
《 Credo di aver compreso anche troppo bene.》
Riccardo aprì gli occhi.

AL LUNA PARK.

《 Ci pensi mai al futuro? 》 chiese Sofia stringendosi a me.
《 Certo. Ci siamo io e Lorenzo e giochiamo alla x box 》 risi.
《 Non ti facevo così profondo》 rise lei.
《 Scendiamo》 chiesi.
《 Okay.》
La serata passò vagabondando tra le bancarelle, ridendo e scherzando.
Accompagnai Sofia sulla porta di casa sua.
《 Telefonami》 disse dondolando sulle punte.
《 O telefonami tu 》 sorrisi avvicinandomi .
《 Vieni a trovarmi 》
《O mi trovi》affermai mentre i nostri nasi si sfioravano.
《 A domani》sorrise mordendosi il labbro inferiore e chiudendo la porta.
Guardai l'orologio.
00:01.
Scoppiai a ridere.
《 È il mio compleanno. 》

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3144017