Il viaggio del veliero.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il cugino. ***
Capitolo 2: *** I sette Lord. ***
Capitolo 3: *** La nebbia. ***
Capitolo 4: *** Gli invisibili. ***
Capitolo 5: *** Credere in voi stessi. ***
Capitolo 6: *** Il drago. ***
Capitolo 7: *** L'isola delle Tenebre. ***
Capitolo 8: *** La terra di Aslan. ***



Capitolo 1
*** Il cugino. ***


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Dopo la loro ultima volta a Narnia, i cinque erano stati divisi: Peter, Emily e Susan erano stati trasferiti con il loro padre, mentre Edmund e Lucy, insieme ai loro zii e al cugino Eustace. Quella mattina in particolare, Lucy stava facendo la spesa ed Edmund aveva intenzione di arruolarsi nell’esercito e aveva portato con se un documento falso per dimostrare che aveva 18 anni. “Alberta Scrub?” domandò il soldato, vedendo il suo documento e notando che era un nome da donna. “E’ un errore di ortografia: dovrebbe essere Albert Scrub.” Spiegò Edmund. “Edmund, dovresti aiutarmi con la spesa non credi?” intervenne Lucy, rovinando il suo piano. Il ragazzo si riprese il documento falso, mentre quello dopo di se gli scompigliò i capelli chiamandolo Pulce. I due fratelli caricarono la spesa sulle loro bici. “Pulce, avrà avuto forse due anni in più di me. Io sono un sovrano, ho combattuto delle guerre!” commentò Edmund, durante il viaggio di ritorno. “Non in questo mondo.” Commentò Lucy con una ridarella. Una volta rientrati, trovarono loro zio a leggere un giornale e non sembrò interessato a preparare il pranzo. Edmund gli fece una linguaccia, pensando che tanto non poteva vederlo attraverso la carta. “Papà! Edmund ti fa le linguacce!” esclamò Eustace. Il ragazzo aveva un viso particolare, caratterizzato da lentiggini, capelli biondi e occhi azzurri. Era carino si, ma insopportabile. Edmund cercò di acchiapparlo per dargli qualche schiaffone, ma l’altro si limitò ad urlare come una donna. Intanto, Lucy aveva trovato una lettera da parte di Susan. I due proseguirono in camera per leggerla. “Qui è tutto molto bello, ma papà lavora sempre. E’ una grande avventura, ma niente supera i nostri giorni a Narnia. Sono giusto stata invitata da un console britannico che oltretutto è molto affascinante. Peter ed Emily si sposeranno tra due mesi, dovevate esserci quando glielo ha proposto, è stato dolcissimo e la fede è bellissima. Perciò spero non vi dispiaccia stare a Cambridge ancora per qualche altro mese.” Lesse Lucy. “Qualche altro mese?! Come faremo a sopravvivere?” commentò poi. “La vera domanda è: si sposeranno sul serio questa volta?” disse Edmund, quasi infastidito. “Dovresti farti passare questa cotta per lei.” Commentò la più piccola. “Come se fosse facile.” Edmund si soffermò a guardare un quadro sulla parete che raffigurava una nave sull’oceano, ma a lui sembrò qualcosa di già visto. “Ehi Lucy, hai già visto questa nave?” le chiese. “Si, sembra un veliero di Narnia vero?” rispose la sorella con entusiasmo. “C’erano una volta due orfani di cui una fiera, che blateravano di Narnia e della sua era.” Intervenne Eustace. “Ti prego, fammelo picchiare.” Digrignò i denti Edmund. “Dovreste leggere libri veri, come quelli che leggo io.” Commentò dopo. “E sono quei libri che ti hanno insegnato a rubare caramelle ai tuoi genitori? Li ho trovati sotto il tuo letto e sai una cosa, li ho leccati uno ad uno.” Esclamò Edmund ridendo. Mentre i due litigavano, Lucy si soffermò a guardare il quadro e notò che l’acqua stava iniziando a muoversi, il vento dell’oceano le scompigliava i capelli e le arrivarono gocce d’acqua in viso. “Edmund, il quadro si muove!” esclamò. 
“Ora basta con questo stupido disegno!” Eustace prese il quadro in mano mentre l’acqua iniziò a riempire la stanza e quasi ad affogarli. I tre si sbrigarono a tornare in superficie, non avendo più fiato e notarono che il veliero era proprio dietro di loro. Credendo fosse un nemico, iniziarono velocemente a nuotare più in là, mentre alcuni uomini si gettarono in acqua per afferrarli. Lucy si sentì prendere la gamba e si voltò, vedendo un volto conosciuto. “Caspian! Edmund, è Caspian!” esclamò la ragazza. Edmund, Lucy ed Eustace salirono a bordo e si accorsero che si trattava di un veliero di Narnia, di cui Caspian era a capo. “Sono davvero contenta di essere di nuovo qui, che emozione.” Commentò Lucy, mentre riceveva un asciugamano. “Sei stato tu a chiamarci?” chiese Edmund. “No, non questa volta.” Rispose Caspian. A quel punto, si udì una voce femminile che proveniva da un raggio di sole. “Benvenuti signore e signori, sul veliero dell’alba!” esclamò Emily, in piedi vicino al timone. Edmund e Lucy risero. “Era buona?” domandò, scendendo e andando verso di loro. “Si.” Rispose il fratello ridendo. “Mi sto dedicando un pò al teatro. Ma, sai, ero a fare un bagno in piscina e mi sono ritrovata nell’oceano,quindi..” commentò la ragazza, abbracciando i due fratelli. “Sono contento di rivederti.” Continuò Edmund. Emily sorrise, quando si sentirono dei gridolini femminili: era Eustace steso a terra, con un topo che cercava di fargli la respirazione bocca a bocca. “Toglietemi questo coso! Toglietemelo di dosso!” gridò. Il topo saltò via da lui, assieme alla sua spada ed a una piuma sull’orecchio. “Lui è Ripicì.” Lo presentò Emily. “Vostre maestà.” Si inchinò l’animale. “Ha parlato, lo avete sentito anche voi?!” si meravigliò anche Eustace, non sapendo dove si trovasse. “Si, parla sempre. Il problema è farlo stare zitto.” Commentò un minotauro. Eustace, alla sua vista, svenne. “Ho detto qualcosa di male?” chiese poi l’animale. Tutti si misero a ridere, mentre Caspian salì sugli scalini della prua. “Equipaggio, rendete omaggio a Lucy ed Edmund, sovrani di Narnia.” Disse Caspian. Emily si schiarì la voce verso di lui, volendo esser conosciuta anche lei. “..E a mia sorella.” Continuò. L’equipaggio applaudì ai sorrisi di chi non vedeva l’ora di tornare a Narnia.

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Capitolo 2
*** I sette Lord. ***


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Quando si furono asciugati e rivestiti, i quattro proseguirono in una stanza dove erano presenti tutte le loro armi. Lucy recuperò il suo pugnale e la sua pozione, Emily i suoi pugnali ed Edmund mise gli occhi sulla spada di Peter. “Mi dispiace, quella è stata già prenotata!” esclamò Emily, afferrando la spada e giocandoci. “Per te ho conservato questa.” Disse Caspian, porgendogli la sua torcia. “Oh, grazie.” Rispose Edmund, meno entusiasta del solito. Misero gli occhi su una mappa presente sul tavolo. “Dopo che ve ne siete andati,  è regnata la pace su tutta Narnia.” Spiegò Caspian. “E’ ti sei trovata una regina in questi tempi?” chiese Emily, dandogli alcune pacche con un sorriso furbo. “No, nessuno all’altezza o nessuna fantastica come te.” Rispose Caspian sorridendo e dandole un bacio sulla guancia. Emily ricambiò il sorriso e poi notò che sulla parete erano stati messi dei ritratti di sette uomini. “Loro chi sono?” domandò. “Dopo aver ucciso nostro padre, Miras ha fatto sparire anche loro, i sette lord, amici del re.” Spiegò Caspian. “Ed intendi trovarli?” domandò Edmund. “Si, si trovarono nelle isole solitarie.” Rispose il ragazzo. “E cosa c’è dopo le isole solitarie?” chiese Lucy. “I confini del mondo.” Le sussurrò Emily all’orecchio, prima di ridere. Forse la prendeva un pò troppo sul divertente.
***
Mentre viaggiavano, Caspian ed Edmund si sfidarono in un combattimento. Edmund non si esercitava con la spada da un pò ed era fuori fase. Fu in quel momento che Eustace si svegliò, venendo fuori dal magazzino dei cibi. “Passato il mal di mare?” domandò Emily, divertita. “Ho una salute di ferro.” Commentò il cugino. Fu a quel punto che qualcuno gridò: “Terra!”
***
Caspian e il capitano della nave videro attraverso il binocolo che erano giunti ad un’isoletta deserta. Emily, Caspian, Edmund, Lucy, Eustace e Ripicì presero le scialuppe e scesero sulla terra ferma. Inizialmente non si udì nulla, ma Caspian prese i suoi amici ed andò a controllare la città: era deserta. Si soffermarono su una chiesa. “Credo che tu voglia stare di guardia.” Disse Caspian ad Eustace. “S-Si certo, buona idea!” esclamò il ragazzo, afferrando il coltello che Caspian gli offrì. Gli altri entrarono in chiesa e videro un libro con dei nomi cancellati. “Che cos’è?” chiese Edmund. “Sembra un tariffario: mercanti di schiavi.” Rispose Emily. Improvvisamente le campane iniziarono a suonare a da esse scesero alcuni uomini che li attaccarono, fin che non si udì un grido femminile: quello di Eustace che aveva un coltello puntato alla gola. “Se non volete risentire un altro urlo da femminuccia da questo qui, vi consiglio di gettare le armi.” Disse l’uomo che lo teneva in ostaggio. Gli altri lasciarono le armi, mentre Edmund guardava male il cugino. “Chi ti credi di essere stolto?! Io sono il tuo re!” esclamò Caspian, mentre veniva legato. “La pagherai per questo.” Digrignò i denti Edmund. “Veramente, sarete tutti a pagare.” Commentò l’uomo, mentre portava via Emily, Eustace e Lucy. “Gli altri due in cella!”

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Capitolo 3
*** La nebbia. ***


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Mentre Lucy veniva messa all’asta, Caspian ed Edmund cercarono un modo per liberarsi da quella cella buia e puzzolente. Il più grande cercò di dare calci alle grate, ma senza successo. “E’ inutile, non si può uscire da qui.” Disse una voce nell’ombra che raffigurava un uomo vecchio, malconcio, secco. Ma Caspian lo riconobbe, era Lord Bern, imprigionato anche lui. “Voi mi ricordate un re che in passato ho tanto amato.” Gli disse il vecchio non appena lo vide. “Quello era mio padre.” Continuò Caspian. L’uomo si alzò subito a fatica per stringergli la mano calorosamente, quando da fuori si udirono delle grida di una bambina. Edmund si affacciò per vedere e notò che una famiglia era stata appena separata: la moglie veniva portata via attraverso un carro e poi su una scialuppa in mezzo a tanta altra gente. “Ma dove li stanno portando?” domandò Edmund. “Continuate a guardare.” Rispose il Lord. Dopo che la scialuppa ebbe raggiunto il mare aperto, intervenne una nebbia fitta e verde che ricoprì le persone, facendole sparire. “Dove sono andati?” chiese Caspian. “Nessuno lo sa. Ogni giorno la nebbia porta via decine di persone che non tornano più.” Spiegò Lord Bern. “Bisogna trovare Emily e Lucy!”
 
“Io offro 150 per lei!” gridò un uomo, riferendosi ad Emily. Le fu messo un cartello con su scritto Sold. Poi, toccò ad Eustace. “Può sembrare piccolo, ma è forte.” Disse il venditore. “Ve ne libero io. Anzi, vi libero di tutti quanti!” esclamò un altro uomo con un cappuccio. Improvvisamente se lo tolse e il mantello scoprì Ripicì e il capitano del veliero. Da altri angoli della città intervennero altri soldati di Narnia, mentre Edmund, Caspian e il Lord venivano tirati fuori dalla cella. Ripicì libero dalla catene i suoi amici, così che potessero uccidere chi gli sbarrasse la strada.
Gli abitanti della città furono contenti che quelle minacce fossero state sconfitte, così non dovevano più rischiare di esser venduti o dati in pasto alla nebbia. “Mio re!” chiamò il Lord,che aveva in mano una spada rovinata e vecchia. “Mio signore, lei è Emily, mia sorella.” Disse Caspian. “La figlia perduta! Oh, che piacer conoscerla!” esclamò l’uomo, stringendole la mano. Emily gli diede la mano un pò scossa e cercò di fare un sorriso, poi le porse la spada. “Ce ne sono sette di queste spade e vanno riunite alla tavola di Aslan, solo così potrete sconfiggere la nebbia.” Spiegò egli. “Grazie mio signore.” Gli disse Emily e non appena si fu allontanato, la consegnò ad Edmund. “Voglio che la tenga tu.” Edmund la ringraziò con un sorriso divertito. “Che c’è? Almeno qui sanno chi sono. Sono la loro regina e non la quinta Pevensie di cui nessuno sa l’esistenza.”  Commentò Emily, mentre tornava con la scialuppa verso la nave. “Sai, dovresti essere più sicura di te stessa.” Continuò Edmund. Emily si limitò a remare e non a pensare a quanto avrebbe voluto avere quella sicurezza che aveva anche suo fratello. 

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Capitolo 4
*** Gli invisibili. ***


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Mentre Edmund si impegnava a riaggiustare la spada che Emily gli aveva dato, Eustace aveva portato con se il suo diario per scrivere della sua avventura. E’ passato un pò da quando siamo su questa puzzolente nave: qui sono tutti letteralmente fuori di testa, compreso il cugino Edmund che continua a giocherellare con quella spada insieme a quell’orribile topo. Emily..Beh, lei è carina. Ma girano voci che sia impegnata con qualcun altro, anche se Edmund gli fa gli occhi dolci. Quando ebbe chiuse il libricino, davanti a lui apparve un gabbiano. “A Cambridge ci sono le trappole per i topi. A proposito, sai dove posso trovare del cibo?” chiese al gabbiano. “Ma con chi diamine stai parlando?” gli chiese un centauro. “Ho dato per scontato che lui sapesse..” Eustace non finì la frase che la creatura si mise a ridere: “Parla con gli uccelli!” Il ragazzo cacciò via il gabbiano e poi si avviò silenziosamente nel magazzino delle scorte, prendendo velocemente un’arancia e mettendosela nelle tasche. “Sai che rubare non fa di te un uomo d’onore?” intervenne Emily, scoprendolo. “Non so di cosa tu stia parlando!” esclamò l’altro, intento a tornare in superficie. La ragazza tirò fuori la sua spada e gliela puntò alla gola. “Anche bugiardo, bene.” Commentò e poi gli porse un’altra spada, tornando alla luce del sole. “Vediamo cosa sai fare.” Eustace afferrò bene la spada e la mosse a casa verso di lei. “Che diamine stai facendo?! Non la muovere a caso! E’ una danza ragazzo!” esclamò la ragazza ridendo. Gli altri stettero a guardare come lei si divertiva con lui. Salì sulla balconata di legno, quando Eustace non le sfiorò quasi il viso con la spada e lei perse l’equilibrio. Eustace guardò in mare preoccupato, ma in realtà ella aveva solo finto di cadere. Gli apparve alle spalle, lo spinse indietro e infilzò la lama verso l’arancia nascosta nella sua tasca, mentre lui cadde a terra. Tutti si misero a ridere. Emily gli riconsegnò il frutto e gli fece un occhiolino, mentre lui diventò rosso in viso.
***
Davanti a loro, apparve un’altra isola. Inizialmente una spiaggia, ma più in là si poté notare un enorme prato. Per la notte si accamparono lì ed Emily si mise a leggere mentre Eustace la fissava curioso, fin che non si addormentarono tutti. Durante la notte, delle creature con piedi enormi analizzarono tutti quelli che si trovavano lì e notarono che Emily sapeva leggere.
Le tapparono la bocca e la afferrarono, ma lei non poté vederli, perché sì, erano invisibili. La trasportarono fino al grande prato e le rubarono la sua spada. “Che cosa volete da me?! Lasciatemi andare!” esclamò la ragazza. “Vogliamo che tu entri nel castello e legga l’incantesimo che rende tutto quello che è invisibile, visibile.” Disse una voce roca e spaventosa. “Quale castello?” domandò, vedendosi attorno e non notando alcun castello. A quella domanda, una porta si aprì. “E se non lo faccio?” “La morte.” Rispose ancora l’altro. Emily rabbrividì a quella parole e lentamente entrò nel castello, proseguì per le scale ed arrivò in un grande biblioteca. Su un leggio di legno, c’era poggiato un grande libro, ma le parole del suo titolo erano scomposte. Ai lati del leggio, Emily notò il disegno di un angelo che soffiava, così,soffiò anche lei sulla copertina e apparve la scritta Il libro degli incantesimi. Con entusiasmo, Emily iniziò ad analizzarlo, trovando un incantesimo che forse le interessava. “Il volto di chi ha sognato, per la sicurezza che hai sempre desiderato.” Accanto alla pagina dell’incantesimo, ce n’era un’altra, uno specchio. Emily vide il volto di Susan: lei sì che era bella, coraggiosa e sicura di se stessa. Dentro di se Emily sentiva la sicurezza, la voglia di sacrificare se stessa per aiutare gli altri. Ma quando andò a guardarsi sul vetro di una porta, non vide altro che il suo solito viso. Voleva a tutti i costi riusare quell’incantesimo, così stappò la pagina e se la mise in tasca. Fu in quel momento che si udì un forte ruggito e le pagine iniziarono ad andare avanti da sole, mentre Emily sentiva il proprio nome pronunciato da una voce conosciuta, quella di Aslan. Si guardò attorno, ma del leone nessuna traccia. Vi era una pagina aperta, proprio dell’incantesimo che serviva a lei ed iniziò a recitarlo.
 
Intanto, gli altri si erano svegliati ed Edmund notò che Emily era scomparsa. Seguirono le grandi orme fino al giardino: non potendoli vedere, le creature li disarmarono. “Chi siete?! Fatevi vedere!” esclamò Caspian. “Non possiamo farci vedere! Ma siamo grossi e abbiamo denti affilati!” rispose uno di essi. Improvvisamente, Edmund riuscì a vedere qualcosa: si trattava di nani, con la barba lunga ed un solo piede. “E ci schiaccerete con i vostri piedoni?” rise Edmund. Si accorsero che pian piano stavano diventando visibili, voleva dire che l’incantesimo aveva funzionato. Da dentro il castello, uscirono Emily ed un uomo con una veste da camera. “Caspian, lui è Coriakin, l’isola e la sua.” Spiegò Emily. “E questi cosa sono?” domandò Lucy. “Ottopodi, li ho resi invisibili per proteggerli.” Rispose Coriakin, mentre entrarono tutti nella libreria. “Dalla nebbia, vero?” intervenne Edmund. L’uomo prese una grande mappa e la aprì sul pavimento: essa si muoveva, come se rappresentasse le isole solitarie durante il suo corso. “Dovete trovare tutte le sette spade e riunirle sulla tavola di Aslan: essa si trova sull’isola di Ramandù. Il centro del vostro problema, è là.” Spiegò l’uomo, indicando un’isola oscura, dalla cui fuoriusciva la nebbia verde. “L’isola delle tenebre. Solo in questo modo l’incantesimo della nebbia verrà sconfitto. Seguite la stella azzurra, lei vi guiderà. Ma attenzione, vi metterà tutti alla prova. Perché prima di sconfiggere le tenebre, dovrete sconfiggere le tenebre dentro voi stessi.”

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Capitolo 5
*** Credere in voi stessi. ***


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Il vento si era alzato e il tempo iniziava ad essere pessimo per navigare: erano giorni che la nave vagava incontrollata ed Eustace continuava a scrivere il suo diario. Per ragioni a me sconosciute, abbiamo seguito il consiglio di un vecchio che va in giro con una veste da camera. Sono giorni che c’è questo brutto tempo e i marinai sembrano scoraggiati. A parte quello stupido topo.
Quando si fece buio, Emily si mise al letto, ma non riuscì a dormire. Prese da sotto il vestito il foglio con l’incantesimo che aveva strappato e lo recitò. Si alzò ed andò a specchiarsi. Come precedentemente, Emily vide che il suo aspetto cambiò: assunse quello di Susan. Si sentì benissimo, bellissima e soprattutto sicura di se. Lo specchiò sembrò diventare una vera e propria porta, così ci entrò. Si ritrovò in un giardino, in cui molte persone la stavano aspettando, soprattutto uomini. Indossava un vestito blu e si sentiva sicura sui tacchi che aveva ai piedi. Alla sua destra e alla sua sinistra apparvero Edmund e Peter, poi Lucy. Si soffermarono davanti ad una fotocamera con il sorriso. “Mamma sarà felice di avere tutti i suoi figli in una foto.” Commentò Peter. “Ma, dov’è Emily? Dove sono io?” domandò lei, confusa. “Chi diamine è Emily?” intervenne Peter, tenendo la posa da fotografia. “Edmund, forse dovremmo tornare a Narnia!” esclamò, divincolandosi. “Che diavolo è Narnia?” continuò Edmund. Il flesh della fotocamera iniziò ad accecarla e a non farle capire più niente. Si coprì gli occhi, gridò di voler andar via  e si ritrovò davanti allo specchio, con il suo solito aspetto. Accanto a lei, c’era Aslan. “Che hai piccola?” le chiese. “Io volevo solo essere più sicura di me stessa, ma non volevo tutto il resto. Peter non sapeva nemmeno chi fossi.” Rispose Emily. “Hai rinnegato te stessa. Sei stata tu a scoprire Narnia, ricordi? E senza di te nessuno saprebbe della sua esistenza.” Spiegò il leone. “E cosa dovrei fare?” domandò la ragazza. “Devi impegnarti dentro di te. Chiedi l’appoggio dei tuoi amici, loro sono qui per te.” Rispose Aslan. Emily annuì e al primo battito di ciglia, si ritrovò nel letto. Prese il foglio e lo bruciò, infine.
***
Edmund e Caspian dormivano insieme su due amache diverse: Caspian stava facendo un brutto sogno ed Edmund non riusciva proprio a chiudere occhio, ma teneva la propria spada con se: quella che le aveva dato Emily. Vide che dal basso la nebbia verde aumentava verso di lui, ma cosa fare? Non poteva mica usare la spada contro di essa. Improvvisamente, la nebbia assunse il volto della strega bianca, che continuava a tormentare il ragazzo. “Ciao Edmund, quanto tempo. Sai, io posso aiutarti, posso farti diventare il mio re.” Gli disse. Allora il ragazzo afferrò la spada e gliela puntò contro spaventato, quando accanto a lui apparve Emily. “Ed, non riesco a dormire.” Gli disse, mentre Caspian si svegliò di colpo. “Non solo tu, c’è qualcuno che gioca con le nostre menti.” Commentò Edmund.
Finalmente iniziò a spuntare il sole e anche una nuova isola da esplorare. Era caratterizzata da una spiaggia, come le altre e un vulcano dietro di essa.

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Capitolo 6
*** Il drago. ***


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Eustace si era diviso da tutti gli altri, stanco ormai di loro. Emily,Caspian ed Edmund trovarono una corda agganciata che portava ad una grotta, così la seguirono. Dentro di essa, c’era un piccolo lago con dentro una statua d’oro di un uomo. “Pover’uomo.” Commentò Emily. “Povero Lord.” Commentò Edmund, vedendo che accanto a lui c’erano uno scudo e una spada di chi doveva essere molto importante. Il ragazzo prese un ramo lì vicino e tentò di avvicinare la spada, ma presto esso divenne d’oro ed Edmund lo gettò via. “E’ acqua magica: fa diventare le cose oro. Un incantesimo probabilmente. Quello è Lord Restimore.” Spiegò Caspian. Edmund estrasse la spada che gli aveva dato Emily e raccolse dall’acqua l’altra. “Quella non è diventata d’oro.” Commentò la ragazza. “Perché sono entrambe magiche.” Disse il fratello, prendendo la spada per se. Edmund sembrò incuriosito da quell’acqua: prese una conchiglia lì vicino e la bagnò, presto divenne d’oro. “Dovremmo raccoglierne un pò, chissà cosa potrei fare con quest’acqua. Potrei diventare invincibile. ” Sussurrò poi tra se e se. “Nessuno è più invincibile di nessun altro.” Commentò Caspian. “E chi lo dice?” chiese l’altro, guardandolo male. “Io.” Rispose il re. “Mi spieghi chi ti credi di essere?! Prima Peter e adesso tu! Io sono bravo a regnare più di entrambi! Dovrei averla io la sua spada! E dovrei avere anche la sua ragazza se vogliamo dirla tutta!” esclamò Edmund. Caspian si sentì troppo offeso e i due iniziarono una vera e propria sfida l’uno contro l’altro, fin che Emily non si mise in mezzo. “Smettetela! Ma non capite? Questo posto vi sta mettendo alla prova!” esclamò. Una volta averli divisi, tornarono verso le scialuppe, ma non videro Eustace. “Dov’è Eustace?” chiese Lucy. “Vado a cercarlo.” Disse Edmund. “Vengo con te.” Intervenne Emily.
 
I due trovarono una fossa piena di oggetti preziosi, in oro e altri gioielli. Edmund notò una scarpa bruciata di Eustace e anche i suoi vestiti. Su quei gioielli vi era un incantesimo. “Oh, povero Eustace. E adesso cosa dico a zia Alberta?” esclamò Edmund, preoccupato. Intanto Emily aveva trovato un’altra spada. “E’ Lord Ortisian.” Disse poi. Mentre tornarono alle scialuppe, Edmund udì uno strano battito di ali alle proprie spalle: si abbassò e avverti anche Emily alla vista di un drago. Ma era troppo tardi,perché il possente animale l’aveva presa tra i suoi artigli. Tentò di liberarsi dalla sua presa, ma senza successo. Fu a quel punto che il drago la condusse vicino al vulcano in eruzione. Aveva scritto qualcosa con il fuoco: Io sono Eustace.
***
Eustace era stato colpito dall’incantesimo presente negli oggetti d’oro ed era stato trasformato in un drago. “Tutti sanno la pericolosità degli oggetti del drago.” Disse Caspian. Il drago lo guardò male. “Beh, chiunque sia di qui.” Continuò. “Resteremo qui per la notte e penseremo a cosa fare.” Continuò Emily, che riunì dei rami d’albero e grazie al fuoco di Eustace, poterono avere un pò di calduccio. Quando si fu fatta sera, Emily andò da Edmund che stava osservando le stelle in cielo. “E’ bellissimo.” Commentò. “Ho visto di meglio.” Ribatté l’altro, con un piccolo sorriso. “Cosa intendevi prima? Perché tu e Peter siete così tanto in conflitto?” domandò Emily. Edmund si fermò un attimo a pensarci, come se stesse creando un discorso nella propria testa.
 
 
“Un giorno, tutti e quattro siamo entrati in un capanno assieme a nostro padre. Avevano salvato un gruppo di ragazzi dalle bombe. Peter mise gli occhi su qualcosa che anche io avevo notato: era forse la cosa più bella che avessi mai visto.” Raccontò Edmund. “E cosa c’era dentro quel capanno?” chiese l’altra. Edmund tolse lo sguardo dal mare e lo mise su di lei per risponderle: “Tu.” Emily tolse gli occhi da lui, mentre il cuore le pompava a mille. Nervosa si mise a dormire vicino a Eustace.
***
L’alba svegliò la ragazza e la prima cosa che notò, era Eustace che piangeva. Le lacrime gli scendevano dai grossi occhi azzurri sulla pelle dorata da drago. “Ehi, perché stai piangendo?” gli chiese. Ma lui spostò solo la grande testa, senza rispondere. “Ti manca la tua famiglia? Anche a me manca sai? Tra circa un mese dovrei sposarmi: chissà se farò in tempo a tornare.” Disse Emily ridendo e avvicinandosi a lui. “Sai, non ho mai visto un drago a Narnia. Solo fauni e stupidi minotauri.” Continuò, posando una mano su quella che doveva essere la sua guancia. Il drago avvicinò la testa a lei e quasi ci si strofinò facendo le fusa come un gatto. Emily lo accarezzò e quando mise gli occhi sul cielo, vide che in alto era presente una luminosa stella di colore blu. “Caspian svegliati! C’è la stella azzurra!”

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Capitolo 7
*** L'isola delle Tenebre. ***


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Il veliero dell’alba seguì la stella azzurra fino all’isola di Ramandù. Fu lì che trovarono la grande tavola di Aslan piena di cibo come se fosse un banchetto. Ma più in là, tre Lord erano sotto un incantesimo: immobili come statue, ma respiravano ancora. Quando Edmund si accorse che sulla tavola c’era anche il pugnale della strega bianca, riunirono tutte le spade che avevano trovato, comprese le tre già presenti. Dall’alto, la stella azzurra scese sulla terra e si trasformò in una bellissima ragazza. “Un benvenuto a tutti alla tavola di Aslan.” Disse. “E voi chi siete?” chiese Caspian, ammaliato dalla sua bellezza. “Io sono Liliandill, figlia di Ramandù, sono la vostra guida.” Spiegò egli. “Siete una stella, siete bellissima.” Commentò l’altro. “Se è causa di distrazione per voi, cambio aspetto!” esclamò la ragazza. “No!” dissero insieme Caspian ed Edmund. Emily roteò gli occhi e sospirò: “Che cosa è successo a quegli uomini?” “Sono arrivati qui con una grande oscurità negli occhi e hanno iniziato a combattersi l’uno con l’altro. L’isola di Ramandù non accetta l’oscurità, così sono stati pietrificati. Ma quando sarà tutto finito, torneranno come prima.” Spiegò Liliandill. “Ma abbiamo trovato solo sei spade, ne manca una.” Commentò Edmund. La stella indicò un’isola poco più in là da dove si trovavano: emanava una nebbia verde e oscura. “E’ sull’isola delle tenebre che lo troverete. Dovrete avere un grande coraggio.” Rispose. “A presto.”
***
Attraverso il veliero, navigarono fino all’isola delle tenebre. Eustace avvertì una brutta aria e si tirò indietro. “Ehi! Dove credi di andare?! Insomma, sei un drago accidenti! Combatti!” gli urlò Emily. Il drago pensò che aveva ragione: allora voltò la testa e seguì la nave fino all’isola. La ragazza proseguì verso una delle stanza in cui Edmund si stava mettendo la propria armatura. Emily gli porse la spada di Peter. “Credo che questa dovresti averla tu. Non penso serva molto nelle mani di una donna.” Commentò, Edmund sorrise appena e la prese,prima di posare una mano sulla guancia ed avvicinarsi per tentare di baciarla. Emily si scansò appena e gli coprì la bocca scuotendo la testa.
Quasi ci stava, ma amava troppo il suo Peter per tradirlo. Caspian si posò sulla prua per guardare in faccia tutto l’equipaggio: sapeva cosa li avrebbe aspettati,oscurità e brutti pensieri. “Cavalieri di Narnia, oggi siamo qui per salvare i nostri cari. Non abbiate paura,combattete contro la vostra stessa mente. Per Aslan e per Narnia.” Disse Caspian. Tutti lo acclamarono e quasi ne fu sorpreso: credeva di non essere un vero re come suo padre, quella era la sua più grande paura.
 
Entrarono lentamente dentro l’isola e primi brutti pensieri iniziarono ad arrivare subito. Emily vide davanti a se l’ombra della strega bianca che rideva di lei. “Mi spieghi cosa credi di fare? Davvero sei così sicura di farcela da sola?” le disse. Emily la guardò male: “Io ti ho sconfitto. Tu sei morta.” Ribatté. Un battito di ciglia e si trovò davanti Lucy. “Em, stai bene?” le domandò. La ragazza annuì, quando si udirono delle grida provenienti da uno scoglio. Edmund prese la propria torcia e lo illuminò, facendo vedere agli altri che si trattava di un Lord che teneva ben stretta in mano la sua spada. “Andate via! Non mi avrete mai!” gridò. “E’ Lord Rhoop. Non vogliamo nuocervi mio signore!” esclamò Caspian, che fece salire a bordo l’uomo. “Dovete andarvene da qui.” Disse subito poi. “Abbiamo la spada, andiamocene!” esclamò Edmund. Caspian diede subito gli ordini al capitano, ma Lord Rhoop gli afferrò il braccio. “Non svelategli i vostri pensieri o prenderà le loro sembianze!” disse poi. Fu in quel momento che Edmund fece una smorfia col viso. “Edmund, a cosa stavi pensando un attimo fa?” gli domandò la sorella preoccupata. “Dannazione,scusatemi tanto.” Imprecò Edmund e poi mise gli occhi sull’acqua: da essa, comparve un gigantesco mostro lungo e con gli artigli ritirati: come se fosse un pipistrello. Ma questo era assai molto più spaventoso e cercò di attaccare l’albero della nave. Eustace tentò di sputargli il suo fuoco contro, ma di conseguenza il Lord gli lanciò la sua spada, credendo fosse una minaccia. Caspian ed Emily notarono che un artiglio del mostro era finito sulla nave e pian piano si stava dissolvendo. “Può essere sconfitto.” Commentò Emily. Allora Caspian radunò tutti i suoi uomini, che usarono delle corde per attirare la grande testa sulla nave. Edmund prese la spada di Peter si arrampicò, fino alla torre di vedetta. “Vengo con te!” esclamò Emily.
***
Eustace volò fino ad una spiaggia, sulla quale atterrò. Fu lì che comparve Aslan. Lo guardò indifeso e gli tolse la spada dal petto. Infine graffiò sulla sabbia e pian piano la sua corazza d’oro iniziò a scomparire, fino a farlo tornare ragazzo.
 
Edmund ed Emily si trovarono faccia a faccia con il mostro e l’unica cosa che dovevano fare, era conficcare la spada dentro di lui. Ma la mente di Edmund non era del tutto pulita. Sapeva che il ricordo della strega bianca lo avrebbe perseguitato per sempre. “Cosa credi di fare Edmund? L’eroe?” disse la nebbia,sotto sua forma. “Ed, è solo la tua immaginazione, lei è morta.” Sussurrò Emily, mettendosi davanti al suo volto. Ma il ragazzo sembrava non ascoltarla, così gli prese la maglia e l’attirò a se per baciarlo con passione sulle labbra e distrarlo dai suoi brutti pensieri. Riaperti gli occhi, Edmund strinse bene la spada in mano e trafisse il mostro,uccidendolo.
Il sole tornò a splendere sull’isola e da lontano si poterono vedere gli abitanti di Narnia che erano stati portati via dalla nebbia. L’incantesimo era sciolto, ciò voleva dire che Eustace aveva riunito tutte le spade sulla tavola di Aslan.“Emily! Emily,sono qui!” esclamò il ragazzo in acqua. Emily rise e si tuffò in acqua insieme a lui. “Sei stato bravo amico mio.” Gli disse, dandogli il cinque.

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Capitolo 8
*** La terra di Aslan. ***


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Erano ormai arrivati al confine delle isole solitarie e quindi alla terra di Aslan. Si trattava di un prato di fiori bianchi, ma su acqua. Eustace, Caspian, Lucy, Emily ed Edmund l’attraversarono, fino ad arrivare ad una piccola spiaggia su cui si innalzava un’onda, ma ferma, come se formasse un varco. Lucy vide a terra l’ombra del leone e si guardò a fianco, accorgendosi che era lì con loro. “Siete stati davvero bravi, ragazzi. Ma come sempre, il vostro viaggio termina qui.” Disse il leone. “Queste sono le tue terre?” chiese Lucy. “No piccola, le mie terre sono oltre l’oceano.” Rispose. “C’è mio padre lì?” intervenne Caspian. “Solo tu puoi saperlo.” Gli disse Aslan. Caspian si avvicinò a quell’onda e la sfiorò con le dita. Emily sussurrò il suo nome, non capendo cosa stesse per fare. Ma il re si voltò con gli occhi lucidi, rinunciando a quell’impresa. “Non posso abbandonare il popolo che lui mi ha lasciato.” Disse tra se e se, guardando gli occhi della sorella e stringendole le mani. Emily gli asciugò le lacrime e poi lo abbracciò, sapendo che ormai era arrivata la sua ora. “Bene, credo tocchi a me adesso.” Disse, fra se e se. La ragazza diede un bacio sulla testa di Aslan e abbracciò Lucy. “Sei sempre invitato alla mio matrimonio se vuoi.” Disse ad Edmund. “Non so se ce la farò.” Continuò l’altro. Emily abbassò la testa alla sua risposta. “Sai, ci vuole coraggio ad amare qualcuno che ama qualcun altro.” Commentò poi, il ragazzo. Emily si trattene dal piangere, ma lo abbracciò, dopotutto gli voleva bene. Eustace intanto stava versando qualche lacrima. “Io non capisco… Non ti rivedrò più?” le chiese. “Certo che mi rivedrai, non ti preoccupare. Sei cresciuto tanto in questi giorni, come lo sono stata io alla tua età. Sono molto fiera di te.” Gli disse, per poi abbracciare anche lui. “Tornerò mai?” domandò al leone. “Si, dopotutto la tua famiglia è qui.” Rispose Aslan, riferendosi a Caspian. Emily andò verso il varco e si voltò una sola volta indietro. “Ci vediamo dall’altra parte gente!” esclamò, per poi scomparire. Tutti quanti risero ed Eustace aveva ancora le lacrime agli occhi. “Sta tranquillo, fa questo effetto a tutti.” Commentò Edmund. “Beh,ora,credo sia il momento di andare.” continuò. “Ma non eri felice di essere qui?” chiese Lucy. “Si,ma io amo il nostro mondo.” Spiegò il fratello. Lucy iniziò a versare lacrime e abbracciò stretto il leone, uno dei tanti che gli sarebbe mancato di più, poiché non potevano più tornare. “Verrai a trovarci nel nostro mondo?” gli chiese la più piccola. “Lì mi conoscerete con un altro nome ed io veglierò su di voi.” Rispose Aslan. Dopo che tutti si salutarono e dopo aver saputo che anche Eustace sarebbe tornato, i tre si avviarono verso il varco e dopo una nuotata, si ritrovarono nella stanza da dove erano partiti. Rimisero il quadro del veliero al suo posto e tornarono alle loro vite. Parlarono molto di Narnia in quei giorni, fin che i due fratelli non tornarono da suo padre. Ma non si sarebbero mai e poi mai,dimenticati di quel mondo.
 
FINE.

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