Farneticazioni di una disagiata

di mik wicked
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


- Aveva così poche idee, che non le diceva a nessuno
per paura di rimanere senza.  - 

CAPITOLO UNO
 
È divertente vedere la rabbia degli altri scoppiare. Tu sei lì, che ascolti la tua musica sparata a mille, e davanti a te vedi la gente che gesticola come se fosse indemoniata, mentre la tua musica è l’unico sfondo sonoro. Vedi le loro bocche muoversi e il fatto di non sentire quel che dicono rende tutto più.. interessante. Sembrano galline. Anzi, nemmeno loro muovono così tanto le ali. Le persone invece, quando parlano, agitano così tanto le braccia che sembrano vogliano prendere il volo.
Pensate che combinazione letale sarebbe se ci aggiungiamo anche la Red Bull, nell’ipotesi che ti faccia volare anche fisicamente oltre che psicologicamente. In pratica sarebbero tutti delle papere volanti che sparano cazzate ovunque.
Wow, certe volte mi stupisco dei miei pensieri così filosofici. Dovrei renderne partecipe anche la mia prof di filosofia, forse così capirebbe che i suoi 6 stentati sono privi di senso.
 Perché ammetiamolo, quante persone sono capaci di ascoltare la musica, perdersi in immaginazioni correlata a essa e allo stesso tempo osservare le persone che ci sono intorno sfornando pensieri così filosofici da superare quelli di Hegel? Non lo sapete? Beh ve lo dico io, poche.
Ora qualcuno di voi che non ha avuto l’immenso piacere di studiare filosofia si chiederà chi è Hegel. Dall’alto della mia immane intelligenza vi darò una risposta semplice ed esaustiva: un filosofo del cazzo che ad ogni pagina ti brucerà tutti i neuroni del cervello fino a lasciarti in una sorta di deficit totale paralizzante (chiedo scusa a tutti gli amanti di questa materia “divina”). E poi mia madre si chiede perché filosofia è la materia in cui vado peggio, bah.
Mica posso dirle “ehi scusa dolce genitrice, ma in mancanza dei neuroni appena deceduti, non posso andare oltre le conoscenze basilari appena acquisite. Ma consolati, almeno quando ti parlo uso questa sorta di linguaggio altolocato”.
Ok lo ammetto, la parola “altolocato” mi è appena venuta fuori così dal nulla, dai recessi più bui della mia mente, e non ne conosco il significato specifico riportato sul dizionario, ma:
1 ispira fiducia
2 suona così AULICO (altro parolone a effetto sorpresa)
3 mia madre non farà mai domande.
 E beh che dire, dopo questo inizio poco promettente una persona normale si chiederebbe dove voglio arrivare con tutto sto discorso ( che in realtà non è nemmeno lungo, ma dettagli).
 Bene, volete sapere la risposta? Sì?
… Beh anche io lo vorrei sapere.
 Perché prima di cominciare tutta questa serie di pensieri logici non ho pensato al fatto che uno dei miei difetti più grandi è fare discorsi senza senso, o meglio, un senso per me ce l’hanno, ma a un certo punto perdo il filo e tutte queste perle di saggezza si spargono come il ketchup che cola dai miei panini.
“Tessa!! Basta guardare la TV, devi andare a scuola!”
E chi la guarda la TV? Io guardavo i miei due porcellini d’India compiere il lavoro che ci ha affidato Madre Natura: portare avanti la specie. Lo fanno così bene, loro si che sono dediti al lavoro.
 Il fatto che poi mia sia persa in macchinazioni mentali senza meta non vuol dire che tutto ciò non abbia uno scopo. Perché sì ragazzi, tutto questo ragionare ha un motivo: tenere la mia mente pronta.
No, non sono pazza, però dopo aver letto tutti quei libri sui vampiri ho paura che qualcuno possa leggere nella mia mente. Quindi secondo il mio ragionamento, più penso più la mia mente diventa ingarbugliata, più la mia mente si fa confusa, più si crea un muro di cose incomprensibili, e quindi impossibile da leggere. Ok sono un genio, o forse ho qualche leggero problemino , ma preferisco non dirlo in giro.
“Tessa!”
La genitrice sta alzando il suo livello di colesterolo solo per me. Sono questi piccoli gesti a parlare del suo affetto per me. Un affetto simile a quello rivolto ai pesci rossi.
Forse non lo sapete ma un sacco di gente non ama i pesci rossi. Non puoi abbracciarli. Non puoi metter loro un guinzaglio e portarli a fare quattro passi. Non hanno senso dell’umorismo, e tutto quello che fanno è mangiare e dormire. Hey, un momento! Ho appena descritto me!
“Tessa porco Billy crepato! Hai tre secondi per alzarti o ti brucio tutti i fumetti!”

Cazzo, cazzo, cazzo. Allarme rosso! Ripeto: ALLARME ROSSO!

Veloce come solo io saprei fare nei momenti di massima emergenza mi alzo, accarezzo il gatto, metto le scarpe, ficco in bocca una pastina, prendo la cartella, metto il cappotto e apro la porta alla velocità della luce. Tutto questo per finire col strozzarmi davanti al cancello nel tentativo, invano, di prendere fiato.
“Porc-sca-a pa-cdndj-letta”
Traduzione: porca paletta. La più dolce delle esclamazioni che ho nel repertorio, ma che esce fuori con una serie di colpi di tosse, mugolii poco definiti e versi tombali. Tutto questo grazie a quella dolce donna che molti definiscono madre.
E da qui la mia più grande considerazione: Karl Kraus era un mio antenato. Perché? La pensiamo allo stesso modo. Come diceva lui, molti desiderano ammazzarmi e molti desiderano fare conversazione con me. Dai primi mi difende la legge. Dai secondi ci pensa la mia lingua quando non è troppo pigra. Forse in quest’ultimo punto lui non aveva problemi.
Ok, basta pensare a vanvera. Penso che nella mia vita sia più il tempo passato a divagare mentalmente che a interagire attraverso l’uso della parola. Ciò non vuol dire che io sono asociale. Perché se serve sono simpatica, davvero. Il problema è che le batterie mi si scaricano subito e dopo un po’ diventa una mission impossible continuare qualsiasi discorso col genere umano.
Ma sul serio, non sono così male come sembra. Tranne che a scuola. Lì entro in modalità zombie. Ma, ehi! Non si può essere perfetti e direi che ho già fatto abbastanza sforzi per non diventare una misantropa.
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutte! Questa è la prima volta che mi cimento in un genere comico- romantico, quindi questo primo capitolo è una sorta di esperimento. Spero che a qualcuna di voi sia piaciuto, perché infondo ritrovo un po’ di me stessa in questo personaggio (soprattutto nei ragionamenti senza logica, sono messa male, lo so aahha) e per la prima volta voglio provare a scrivere una storia col mio pessimo umorismo, ma insomma tentar non nuoce ahaha! Se qualcuno/a vuole lasciare una recensione mi farebbe molto piacere, anche per sapere il vostro parere o per avere qualche consiglio J
Grazie a tutte, ciao!
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Era un bambino presuntuoso e saccente. Quando la maestra di prima elementare
gli chiese: “Ma tu credi in Dio?”, lui rispose:
“Be’, credere è una parola grossa. Diciamo che lo stimo”.
 


CAPITOLO 2
 
Quando dicevo che la mattina sono in modalità zombie non scherzavo.
Una volta la mia migliore amica mi disse: “Sei così apatica di prima mattina che potrei puntarti addosso un fucile e la tua unica reazione sarebbe accigliarti”. Beh, in quel momento non ho avuto la forza di contraddirla, forse perché aveva pienamente ragione. Questo, poi, spiegherebbe il motivo per cui mi trovavo in questa situazione.
“Ha capito signorina Feber?”
“Sì sì”
No, non avevo capito niente. Appena la prof d’inglese si era messa a cincischiare sul mio clamoroso ritardo ( cinque minuti, CINQUE CAZZO DI MINUTI), avevo scollegato quei pochi neuroni attivi. Non era colpa mia se con gli occhi mezzi chiusi non riuscivo a trovare il mio tesserino elettronico. Intanto quella donna, simile a una vacca in overdose, muoveva la bocca guardando la classe, come se qualcuno la stesse davvero ascoltando, per poi posare nuovamente lo sguardo su di me. Che cosa aveva da guardare non lo so, ma la cosa cominciava a diventare seriamente fastidiosa. Un altro minuto e mi sarei sicuramente addormentata in piedi, poco ma sicuro.
Una pecorella vicina al suicidio..
Due pecorelle vicine allo strapiombo..
Tre pecorelle accanto alla rupe..
Quattro pecorelle in procinto di saltare..
 Fu un leggero bussare alla porta ad interrompere il mio idillio interiore (e che idillio oserei dire eh!).
“Avanti”
“Buongiorno professoressa Ziccardi. Sono venuto da lei a portarle un nuovo alunno che da oggi farà parte della classe”
Non ascoltai altro. Dopo un’occhiata veloce alla prof e al preside mi defilai velocemente verso il banco. Siano ringraziati tutti i santi! San Giuseppino, San Francesco e San Colombo! I miei miti. Per oggi la mia tortura mattiniera era finita.
“Salvata in corner Tessa” disse ridendo Kayla, seguita a ruota da Terri.
Erano le mie due migliori amiche (ok, forse le uniche che potevano definirsi tali), ed erano le uniche che riuscivo a sopportare senza volere la loro morte.
“E con questa posso dichiarare finito il breve momento di attività celebrale. Vi prego, svegliatemi quando suona la campanella” e mi appoggiai con un sospiro al muro.
Eravamo disposte in tre banchi uniti e per mia fortuna il mio era il posto meno in vista. Questo mi permetteva di ricorrere a quelle che io chiamavo “sedute rigeneranti”, o come li chiamava Terri “pisolini ricaricatori”.
“Prima dovresti dare un’occhiata al nostro nuovo compagno. Va che fusto!”
Svogliata mi girai verso le tre figure in piedi, dirigendo lo sguardo verso il ragazzo. Terri aveva ragione, non era niente male e di certo non mi facevo problemi ad ammetterlo. Se c’era una cosa che accumunava tutte e tre, era il “vizio” di osservare tutti gli esponenti decenti del genere maschile. Non eravamo delle oche assatanate, per carità, a quello ci pensavano Cinzia e il suo gruppetto. A noi piaceva, semplicemente, constatare una cosa ovvia, senza tergiversare come delle stupide dicendo “Ma no, non mi piace”, “Chi quello? Ho visto di meglio”, per poi sbavarci dietro come delle fontane. Ditemi che senso aveva fare così.
Noi almeno eravamo coerenti. Che poi mica vuol dire che uno ti piace se ammetti la sua bellezza. Anche mio fratello è bello, ma mica gli salterei addosso ogni volta che lo vedo Santa Patata!
Ritornando al discorso iniziale.. mh, niente male il nuovo arrivato. Questo lo dimostra già il fatto che ho perso due minuti di riposo solo per guardarlo, pensate voi! Ben piazzato, con i muscoli al punto giusto, capelli scuri ondulati, due labbra carnose e.. occhi verde smeraldo che mi guardavano.
Mi dispiaceva per lui, se voleva un bel vedere doveva spostare gli occhi un po’ più a destra. Io di certo non ero chissà cosa, con dei semplici capelli castani, occhi del medesimo colore e un fisico normale.
“Tessa? Ti sei incantata?”
La voce di Kayla mi scosse dai miei pensieri.
“No, stavo solo guardando il nuovo pezzo di manzo. Cinque euro che farà subito comunella con Riccardo e Joshua”
“Non c’è scommessa, è fin troppo ovvia la cosa. Come ti sembra comunque? A me piacciono le braccia, guarda che figo il tatuaggio!”
“In effetti, ora che me lo fai notare.. comunque mi piacciono gli occhi. Peccato per l’accostamento dei capelli. Il verde sta meglio col biondo”
“Sempre puntigliosa tu eh” rise Terri.
La mia risposta fu una linguaccia. Non era colpa mia se avevo questa mania dei particolari. Sapevo benissimo che io non ero perfetta, ma questo non mi impediva di dire la mia sugli altri. Per mia fortuna loro due ci avevano fatto l’abitudine ormai e non si arrabbiavano più.
Comunque sia a un certo punto dovevo essermi addormentata sul serio perché una violenta gomitata mi svegliò.
“Cazzo succede?” borbottai incazzata.
Guardandomi intorno notai un piccolo gruppetto attorno ai nostri banchi. Alcuni dei miei compagni risero vedendomi, ormai ci avevano fatto l’abitudine. Altri invece stavano parlando col tizio nuovo, che a quanto pare era seduto di fronte a me.
Quello che ancora non avevo capito era chi cazzo mi aveva svegliato e soprattutto perché.
“Kayla..?”
“Ok, non guardarmi così dai. Lucas voleva presentarsi e io non riuscivo a svegliarti. Lo sai che quando dormi nemmeno un cannone riesce a svegliarti!”
“E questo dovrebbe consolare le mie povere costole?!”
Una risata maschile ci interruppe. Ed eccolo lì, il nuovo coglione della classe. Se prima era solo un bel pezzo di manzo, ora mi stava altamente sul cazzo.
“Solo perché la tua amica ti ha svegliato..?”
Lo guardai stranita, non capendo.
“Tess.. hai pensato ad alta voce” mi sussurò piano Terri.
Ah.. cazzo.
“Beh..?”
Giusto.. lui aspettava una risposta.
“Sì”
“Sì cosa?”
“Sì alla tua domanda”
“Sei sempre così acida?”
“Sì”
“Gentile mai?”
“Sei un gatto?” gli chiesi interessata.
“No..” rispose decisamente spiazzato.
“Allora no, non sarò mai gentile” e sorrisi dolce. Sentivo le mia amiche quasi strozzarsi mentre cercavano di trattenersi dalle risate. Beate loro che stavano solo a guardare.
“Che scorbutica.. guarda che lo so che ti piaccio, ti ho visto prima.”
Povero illuso.. Vedevo già gli sguardi di Riccardo e Joshua che lo guardavano compassionevoli. Anche loro erano passati sotto i miei raggi X ricevendo il medesimo trattamento.
“Ti ho guardato perché sei un bel pezzo di manzo”
“Sono.. un bel pezzo di manzo??”
Aveva lo sguardo stralunato, forse non aveva ancora capito dove volevo parare. Ma sarebbe rimasto nell’ignoranza ancora per poco, infondo una delle mie doti era la schiettezza.
“Sei un bel pezzo di manzo, ovvero figo come direbbero le altre ragazze, con un fisico da paura e un volto da baciare, soprattutto con le labbra che ti ritrovi. Gli occhi poi, se fossi una donnetta di mezz’età in crisi di astinenza, mi manderebbero all’altro mondo in un secondo.
Sei in sostanza decisamente scopabile quindi è pressoché impossibile non fare considerazioni su di te o non guardarti. Ciò non vuol dire che mandi i miei ormoni in subbuglio dopo averti guardato per neanche un minuto. Ho solo espresso un parere oggettivo che esalta le tue qualità di cui tu sei perfettamente a conoscenza, visto il tuo comportamento. Tuttavia ti chiedo gentilmente di evitare di farti stupide teghe mentali su di me perché non sono disposta a mandare oltre questa conversazione o questa sorta di rapporto sociale appena iniziato. Ci sono tante dolci ragazze pronte a soddisfare qualsiasi bisogno tu abbia e con ciò ho detto tutto. È stato un piacere immenso conoscerti, ancora di più parlarti, ma ora tutto questo conversare mi ha fatto venire fame quindi se non ti dispiace ne approfitterei finché non arriva la prof. Grazie amico, ciao!”
E dopo questa perla di saggezza che aveva esaurito tutte le riserve di energia, mi voltai verso Kayla.
“Mi presti cinquanta centesimi, per favore?”
 
ANGOLO AUTRICE
Eccomi tornata con il secondo capitolo J lo so, ad ogni parola peggioro sempre di più, probabilmente morirò acida e zitella a vita ma insomma, ma non potevo creare una protagonista timida e smielata, avrei finito con l’odiarla ahahah. Spero che a qualcuno di voi stia piacendo la storia, mi farebbe piacere sentire i vostri pareri! Alla prossima.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


- Guarda questa ape piccola e brutta. Fa il miele. Io sono una persona di aspetto gradevole e tutto quello che so fare è un po’ di cerume nelle orecchie -


CAPITOLO TRE


Insopportabile. Era insopportabile all’inverosimile.
Erano passate appena due settimane dall’arrivo del nuovo arrivato e sembrava che fosse scoppiata la Terza Guerra Mondiale. Da una parte c’era il gruppo delle oche che mi lanciava saette ovunque andassi e dall’altra c’era il nuovo coglione che non perdeva nessuna occasione per attaccare briga con me. Tutto questo per il discorso che gli avevo fatto la prima volta! Ma si può? Se avessi saputo che esistevano ragazzi così permalosi non gli avrei mai rivolto la parola. Nemmeno io quando avevo il ciclo e le ovaie girate ero così bisbetica Santi Lumi!
“Feber, vuoi renderci partecipi delle tue congetture? A quanto pare la mia lezione è troppo noiosa per lei”
La voce gracchiante della prof di storia distrasse tutti da quello che facevano e questo mi portò, purtroppo, al centro dell’attenzione. Come se non bastasse il ghigno di quella sguattera di Cinzia e l’occhiata simile di Lucas m’irritò parecchio.
“Allora Feber?”
Riportai l’attenzione su quella donnetta che doveva avere meno di cinquant’anni, ma che vestita così sembrava mia nonna quando andava la domenica mattina in chiesa. Mi aveva chiesto qualcosa.. il problema era cosa.
“..Può ripetere la domanda?”
La mia richiesta produsse uno scoppio di risate in generale ma mica era colpa mia se mi ero distratta, dimenticandomi così cosa aveva chiesto cavolo.
“Silenzio! E lei signorina, oggi le metterò solo una nota, ma la prossima volta la mando dal preside!”
Feci una smorfia, ma rimasi zitta. Una nota mi sembrava troppo esagerato, infondo non lo facevo apposta a essere smemorata e di gente distratta ce n’era a palate, perché cazzo doveva beccare proprio me?!
“Ben le sta!”
Quel mormorio sghignazzato (non sono sicura che esistano i mormorii sghignazzati, ma questa è la descrizione che gli si addice meglio a quella sottospecie di mugolio) proveniva dall’altra parte della classe, ma riuscì lo stesso a sentirlo. Non ci voleva di certo un genio a capire che la fonte era Cinzia, la quale a quanto pare si era creata un bel pubblico con cui diffamarmi.
Si poteva denunciare una compagna di classe per diffamazione progressiva? O non esiste proprio una cosa del genere? Perché in questo caso è assolutamente necessaria una petizione per risolvere la questione. Forse Greenpeace..
Purtroppo le mie considerazioni furono interrotte da un nuovo scoppio di risa mal celato, che però la cara professoressa sembrava non sentire proprio. Allora ce l’aveva veramente con me quella stronza!
Fatto sta che la cosa cominciava a farmi incazzare seriamente.
Chiariamo subito una cosa, io non sono una persona violenta, o almeno non lo dimostro in modo palese, ma quando alcune cose mi disturbano e continuavano a ripetersi.. beh in quel caso difficilmente riuscivo a trattenere il mio istinto omicida.
“Tess.. calmati, non fare scenate” sussurrò piano Terri per non farsi sentire.
“Giuro che li uccido tutti, uno per volta, e sarò così cruenta che in confronto a me American Horror Story sembrerà una serie per bambini” sibilai.
La mia minaccia invece di preoccuparla la fece ridere. Probabilmente era dovuto al paragone che avevo usato, però ero seria al riguardo. Certa gente mi stava altamente sul cazzo e se sopportarli era difficile, figuriamoci stare a sentirli mentre producevano gorgoglii vomitevoli che dovevano assomigliare a delle risate.
Stupidi scimpanzé mal evoluti, aspettate solo che io trovi il momento giusto e vi sterminerò tutti fino a lasciare delle luride briciole al vostro posto.
“Allora Feber, ancora persa nelle tue congetture? A cosa stai pensando questa volta, altri pezzi di manzo?”
La lezione era appena finita e davanti a me Lucas stava scimmiottando la voce della vacca di storia. Altre prese per il culo insomma e questo voleva dire solo una cosa: più incazzatura. Da notare, poi, che al giorno d’oggi solo i bambini facevano il verso agli altri, quindi ditemi voi con che gente devo condividere l’aria..
“Ma no, probabilmente era occupata a pensare a cosa da nerd con le sue compagne”
“O a fantasticare su ragazzi con cui probabilmente non potrà mai stare!”
Altre risate. Ridevano e continuavano, come se non avessero altro da fare quelle stupide puttanelle. Non mi ritenevo una sfigata, ma continuare a sentire polemiche da quelle che si ritenevano delle belle ragazze era qualcosa che andava oltre alla mia concezione di “ammissibile”.
A questo punto una persona normale sarebbe scoppiata come una bomba a orologeria sparando cattiverie per seppellire vive queste galline che dell’intelligenza non vedevano neanche l’ombra.
 Io invece me ne stavo lì a guardarle, mentre un sorriso cominciava a comparirmi sul volto finché non divenne un ghigno enorme. Non fraintendetemi, se volessi sarei capacissima di stendere delle cretine a suon di parole, ma mi ero appena ricordata che ora c’era la lezione di motoria e questo voleva dire.. pallavolo.
Probabilmente il re dei coglioni davanti a me mi stava prendendo per una disagiata di livelli apocalittici ( e come dargli torto del resto), ma in mente avevo un piano ben preciso. Forse non potevo diventare un’assassina seriale (non volevo distruggere quel poco di reputazione che avevo, sempre se ne avevo mai avuta una), ma si da il caso che io sia molto brava negli sport.
It’s time for the war (la mia cultura si sta espandendo a livelli internazionali, incredibile!).
Ride bene chi ride per ultimo bambocci.
Mi cambiai a tempo record in spogliatoio per poi dirigermi in palestra. Ora si che le cose si faranno interessanti.
“Tessa, stai gongolando in un modo terrificante!”
“Gongolando? Chi, io? Non so di cosa parli” risposi con una voce angelica per poi scoppiare a ridere come una psicopatica.
Forse lo ero davvero. Non angelica, per quello ci vorrebbero come minimo una decina di esorcismi, cure psichiatriche e bagni nell’acqua santa. Mi riferivo piuttosto alla psicopatica, ma solo un po’ eh. Una volta i miei avevano persino provato a mandarmi da una psicologa, ma avevo così paura che mi trovasse qualche malattia mentale che feci di tutto per boicottare la cosa. E se ve lo state chiedendo ( mi riferisco a voi, voci immaginarie della mia testa cui ho assegnato l’immagine di diversi porcellini svolazzanti ricoperti di nutella), sì, il mio piano funzionò. D'altronde è difficile andare dalla psicologa con entrambe le gambe rotte (non era quello il piano originale, ma l’importante è il fine, non i mezzi!).
“Bene ragazzi, dividetevi in due squadre e cominciate a giocare”
Al cenno del prof mi diressi verso la prima metà del campo seguita da Kayla e Terri e dagli altri compagni di classe che solitamente erano in squadra con me. Fortuna vuole che il principino Lucas e le gondole fossero insieme nell’altra squadra. Tale era la mia felicità che sghignazzai come uno scoiattolo e abbracciai Terri, solo così sarei riuscita a trattenermi dallo saltare come un canguro.
“Tess riprenditi! Abbiamo capito cosa vuoi fare, ma di questo passo invece di giocare morirai affogata dalla tua saliva! Nemmeno il mio cane sbava così tanto!”
Ah, la sua dolcezza. Era come un fulmine a ciel sereno, ma la adoravo lo stesso. Le diedi un bacio insalivato sulla guancia e poi scappai via ridendo mentre lei mi mandava addosso imprecazioni che di sicuro erano peggiori dell’ Avada Kedavra di Voldemort.
“Cominciate ragazzi!”
Fu a quel punto che diventai una sorta d’indemoniata.
Uccidili, uccidili, uccidiliiii
Con quel dolce ritornello cominciai a correre a destra e a sinistra recuperando tutte le palle che potevano cadere nel mio campo. Ma la parte più bella arrivò quando cominciai a schiacciare.
Dio, mi sentivo Hercules durante le sue dodici fatiche. Più attaccavo e più mi esaltavo. Schiacciate a destra, schiacciate a sinistra, l’importante era fare fuori il nemico!
“Feber!”
“Prof!” gridai di rimando.
“Hai intenzione di uccidere i tuoi compagni?”
“Sìì”
Mi lanciò un’occhiata così incandescente che fui costretta a borbottare un “no” poco convinto.
Anche se quel dolce ometto mi adorava, purtroppo era costretto a limitare la mia furia omicida (non penso che l’assicurazione della scuola possa permettersi troppe spese).
Così con uno sbuffo cercai di “limitare” la forza. Che tristezza, proprio ora che ci avevo preso gusto uff. Quando però mi ritrovai sotto rete con Lucas-il-re-dei-coglioni non riuscì a fare a meno dal lanciargli un’occhiata beffarda.
“Beh Feber, sei una ragazza piena di sorprese non c’è che dire. Forse dovrei cambiare idea su di te mh” disse guardandomi in modo.. strano. Come se fossi un topo da laboratorio e lui lo scienziato pazzo. Quelli che venivano rinchiusi in gabbia piccolissime, riempiti di sostanze strane, imbottiti di chimici e poi gettati nell’immondizia alla fine dell’esperimento.
“Io non voglio essere il tuo topo!” sbottai disgustata da quell’immagine.
“Ma che..”
Ecco, solo dopo aver notato lo sguardo stralunato di tutti i presenti capì di aver appena detto un’enorme cazzata..
Se qualche volta riuscissi a dividere la bocca dai pensieri mi risparmierei un casino di problemi.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ed eccomi qua col terzo capitolo! Spero vi piaccia :)
 

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