Essere Corvonero non è sempre sinonimo di intelligenza

di Kimly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


-Hai fatto le selezioni per la squadra di Quidditch?- ripeté per la seconda volta Sophie Fawcett, guardando il ragazzo come se non avesse capito bene.
Michael Corner, suo migliore amico da non sapeva neanche lei quanto, sorrise di fronte a quell'espressione e annuì.
-Che c'è di strano, Soph?- chiese Padma Patil, appoggiando la schiena alla poltrona e chiudendo gli occhi per sentire meglio il crepitio del fuoco che scoppiettava nel caminetto della Sala Comune.
-Lui odia volare.- chiarì Anthony Goldstein, scuotendo la testa bionda -E odia giocare a Quidditch.-
-Non è vero!-
Terry Steeval guardò Michael di traverso e, scambiandosi un'occhiata complice con Anthony, disse con un sorriso.
-Non è che ci sei andato per una ragazza, vero?-
-Capelli neri, occhi a mandorla, sorriso dolce... Ci sono andato vicino?- gli fece eco Anthony e i due ragazzi scoppiarono a ridere.
Padma aprì un occhio e, senza farsi vedere, si voltò verso Sophie che aveva assunto il solito broncio infantile.
-Ti piace Cho Chang adesso?- soffiò proprio Sophie, gli occhi erano quasi ridotti a due fessure minuscole per la gelosia, ma Michael sembrava non accorgersene. Anzi, non se ne accorgeva proprio, perché tutti i loro amici, e perfino i conoscenti, sapevano quello che Sophie provava per il suo migliore amico, ma Michael era semplicemente cieco.
-Beh, bisogna ammettere che è carina.- se ne uscì Terry, grattandosi il mento con la bacchetta -Ed è molto popolare tra i ragazzi e le ragazze.-
-Sì, non è male, ma non è esattamente il mio tipo.- ammise Anthony, stropicciandosi un occhio per il sonno.
-Nessuno è il tuo tipo, Ant.- Terry rise di gusto -Sai, la donna perfetta non esiste.-
Padma e Sophie gli lanciarono un'occhiataccia che lo fece solo ridere.
Sophie aveva aperto bocca, pronta per parlare ancora, ma proprio in quel momento entrò nella Sala Comune Cho Chang. Era con alcune delle sue amiche, tra cui spiccava l'implacabile Marietta Edgecombe, e Roger Davies con un gruppetto di suoi amici.
Quello era il gruppo dei popolari, ma stranamente a Sophie era sempre piaciuta Cho.
Sembrava davvero una brava ragazza, dolce e simpatica, una persona che poteva sostenerti in qualsiasi momento e situazione.
Per essere amica di un tipo da brivido come la Edgecombe e un idiota come Davies doveva anche essere paziente, ma tutto questo era prima, prima di sapere che Michael aveva una cotta per lei e i suoi bei capelli perfetti.
Sophie aveva dei capelli tutt'altro che perfetti: una massa scura che si spettinava facilmente, lunghi e difficili da gestire, proprio come lei e il suo caratterino.
Michael era il solo capace di renderla dolce e affettuosa, la sola persona che conoscesse ogni più piccola parte di lei e della sua vita.
Michael era l'amico più caro che aveva.




-Fammi indovinare, Cho.- iniziò Roger Davies, sedendosi su un divanetto vicino alla finestra -Vuoi quel Corner nella squadra perché lo trovi carino, dico bene?-
Cho sorrise, mostrando i denti bianchissimi e perfetti.
-Cosa te lo fa credere? Ha dodici anni, è praticamente un bambino!-
-E tu ne hai tredici.- Roger la guardò da capo a piedi prima che lei si sedesse di fronte a lui -Anche se sembri più grande, sei una bambina anche tu!-
-Grazie per il complimento, Roger.- Cho sbuffò -Te l'hanno mai detto che dire a una ragazza che sembra più vecchia è un insulto bello e buono?-
-No, mai.- Roger fece un sorriso smagliante -Alle ragazze basta il mio bel viso, non occorre avere tatto con loro.-
Cho scosse la testa, rassegnata. Le sue amiche erano salite nel loro dormitorio e gli amici di Roger giocavano a scacchi poco lontano da loro. La ragazza si voltò verso il gruppetto di Michael Corner.
Quel ragazzo era davvero carino e sembrava anche incredibilmente tenero e romantico.
Scrutò i suoi amici, ricordando vagamente la ragazza indiana che aveva una gemella Grifondoro e il ragazzo con i capelli biondi che sembrava perennemente annoiato.
Faticava però a ricordare l'altro ragazzo, quel più basso e bruno, con la faccia tonda; ma non poteva ignorare lei, Sophie Fawcett.
Sophie seguiva Michael dappertutto e Cho aveva compreso subito che la ragazza dai capelli neri spettinatissimi aveva un debole per Michael; debole che, per fortuna, non sembrava ricambiato.
Sophie era abbastanza carina, ma decisamente non era bella.
Tralasciando i capelli indomabili, era molto alta per la sua età, e quell'altezza non la rendeva aggraziata, ma goffa e imbranata.
Gli occhi erano probabilmente l'unica vera bellezza della ragazza: erano di un grigio scuro e molto grandi, simili a quelli di un cerbiatto indifeso; ma lei era tutt'altro che indifesa.
L'espressione, spesso imbronciata, era il più delle volte seria e corrucciata, come se tutto il mondo ce l'avesse con lei, e Cho l'aveva sentita più volte lanciare frecciatine ai suoi amici, che oramai non ci facevano più caso.
Michael sembrava il solo privilegiato a godere del sorriso di Sophie, ma lui raramente lo notava.
-Uhuh, Cho, ci sei ancora?- 
La ragazza sussultò e si voltò verso Roger che assunse un'espressione furbetta.
-Fagli un foto, dura di più.-
-Non guardavo Michael, ma i suoi amici. Sembrano simpatici.-
Roger li guardò per circa mezzo secondo prima di voltare la testa e alzare una mano in aria.
-Naa, sembrano i soliti secchioni sfigati. Speriamo che Michael Corner si dimostri all'altezza di entrare nel nostro gruppo.-
Cho si illuminò, gli occhi a mandorla si addolcirono ancora di più.
-Allora hai deciso di farlo entrare nella squadra?-
-Solo perché lo vuoi tu.- Roger le sorrise e si spettinò i lunghi capelli scuri -Lo sai che ho un debole per le belle ragazze che mi fanno gli occhi dolci. Non so cosa ci trovi in quel tipo pelle e ossa, quando potresti uscire con me. Ma so aspettare, per cui stancati in fretta del ragazzino e poi accetta la mia corte.-
Cho allargò il sorriso, lo ringraziò e poi tornò in silenzio a scrutare quello strambo gruppetto di persone.


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-Sei una riserva della squadra da un anno oramai, possibile che non ti abbia ancora visto giocare una partita? È irritante!- sbottò Sophie, un sabato mattina di un ottobre molto freddo, mentre lei e Michael camminavano per un corridoio deserto.
-Non è poi così male. Almeno non devo ammazzarmi di allenamenti quanto gli altri e posso passare del tempo con te.-
Sophie sorrise a quelle parole, ma poi tornò alla carica.
-Sai perché non giochi, vero? Cho ha trovato un nuovo giocattolino con cui divertirsi, un certo Diggory o qualcosa del genere. È Tassorosso.-
Michael storse il naso e sbuffò.
-Lo conosco. È un tipo in gamba ed è anche molto abile a Quidditch, oltre ad essere un bel ragazzo. Il principe azzurro, insomma.-
Sophie non era d'accordo. Certo, Diggory era tremendamente carino, ma lei vedeva solo Michael da tutta la vita ed era impossibile guardare un altro ragazzo che non fosse lui.
A detta di Sophie, nessun ragazzo aveva degli occhi belli come Michael, dolci e comprensivi.
In un anno era riuscito finalmente a crescere di qualche centimetro e la ragazza sapeva che era solo questione di tempo e, prima o poi, Mike l'avrebbe superata, cosa che Sophie si augurava succedesse il più presto possibile.
Il ragazzo aveva poi preso la folle decisione di farsi crescere la zazzera castana, un'idea, le aveva confessato un giorno, arrivata da quell'idiota di Davies, che credeva che così Michael avrebbe avuto più successo con le ragazze.
Sophie, quella volta, aveva quasi perso la pazienza. Michael non aveva certo bisogno di altre ragazze che gli facessero il filo, ce n'erano già abbastanza, e solo perché era riserva della squadra di Quidditch.
-E comunque Cho non mi ha mai trattato come un giocattolino, lo sai bene. Ti da solo fastidio che adesso anche i più popolari siano miei amici. Sei invidiosa della mia popolarità, Soph.-
-Sì, certo, è proprio quello il motivo.- commentò ironica lei, stringendosi i libri al petto -Visto che quell'idiota di Davies è così tuo amico, perché non ti fa entrare nella squadra come titolare?-
-Gli ho chiesto io di posticipare la mia entrata nella squadra di un altro anno. Per alcuni ragazzi è l'ultimo e non vorrei che venissero cacciati dalla squadra per colpa mia.-
-Mike, sei fin troppo buono. Corvonero deve pensare a vincere, non al diritto di anzianità dei giocatori!-
-Credi davvero che potremmo vincere? Con Harry Potter nella squadra di Grifondoro e Draco Malfoy in quella dei Serpeverde? Per non parlare di Diggory a Tassorosso!-
-Draco Malfoy non è poi così bravo e Diggory è l'unico della sua squadra che si salvi. La squadra di Grifondoro è in gamba, te lo concedo, ma Harry Potter ha un problema con i Dissennatori. Hai sentito che è svenuto sul treno, no? Se facessimo entrare un Dissennatore alla partita...-
-Stai scherzando?- Michael non era retorico, perché Sophie era famosa per la sua avventatezza e per la sua passione per lo sport. Probabilmente avrebbe fatto veramente di tutto pur di far vincere ai Corvonero la Coppa di Quidditch.
-Sì, si chiama fare dell'ironia, Mike.- Sophie gli sorrise di nuovo e gli diede una spallata -È solo che voglio vederti giocare e stracciare le altre squadre. Vorrei davvero fare il tifo per te!-
-Sirius Black è evaso da Azkaban e il tuo unico pensiero è voler fare il tifo per me. Sei pazza.-
-Grazie, anch'io ti voglio bene.-
Michael fece per rispondere, ma qualcuno lo stava chiamando a gran voce e sia lui sia Sophie si voltarono contemporaneamente.
Roger stava sventolando la mano e stava correndo nella loro direzione.
-Ehi, amico, ti ho cercato dappertutto!- Roger guardò prima Michael, poi Sophie -Fawcett, è sempre un piacere.-
Roger era ironico e Sophie lo guardò in cagnesco.
-Abbassate le armi, ragazzi, per favore.- Michael si voltò verso la ragazza che subito si rilassò. Sophie non poteva resistere ai suoi occhi nocciola -Quando imparerete ad andare d'accordo? Sono amico di entrambi e vorrei che lo foste anche voi.-
-Io e lei amici?-
-Io e lui amici?-
Roger e Sophie avevano parlato all'unisono, prima di guardarsi nuovamente con uno sguardo minaccioso e allontanare lo sguardo.
-E va bene, ci rinuncio. Perché mi cercavi?- domandò Michael, rivolto a Roger che tornò brioso come sempre.
-Devo parlarti.-
-Ti ascolto.-
Roger puntò gli occhi chiari su Sophie, che strinse ancora di più i libri al petto e sbuffò.
-Ho capito, me ne vado. Tanto avevo il tema di Trasfigurazione da finire.-
-Sicura?- chiosò Michael, per paura che potesse offendersi di essere liquidata così.
-Va' pure, Mike, tranquillo. Anche se continuo a ripeterti che non è normale che un ragazzo di quindici anni chieda a uno di tredici un aiuto in fatto di donne. Cos'è, Davies, il tuo bel faccino non basta più?-
Roger strinse le labbra, ma l’espressione era rassegnata, abituato alle frecciatine che Sophie gli lanciava tutte le volte che lo vedeva.
-Mi piacerebbe parlarti di relazioni, Fawcett, ma sono sicuro che, per la prima volta nella tua vita, non sapresti nulla sull'argomento. Mike, andiamo.-
Roger le fece un segno di saluto prima di andare avanti, ma Michael restò accanto a lei.
-Lo sai che scherza solo, non lo pensa davvero.-
-Figurati se mi interessa cosa pensa Roger Davies. È un idiota!- Sophie abbassò la voce -Non farti coinvolgere in una delle sue folli idee, come l'ultima volta, lo sai che vanno sempre a finire male.-
-Lo farò.- Micheal si sporse per abbracciarla -Ci vediamo più tardi in Sala Comune, va bene? Dicevo davvero quando parlavo di passare del tempo con te.-
Sophie annuì con un sorriso e gli voltò le spalle, diretta verso la Biblioteca.






-Hannah Abbott?-
-Sei.-
-Ginny Weasley?-
-Otto.-
-Pansy Parkinson?-
Anthony storse il naso e alzò il libro, che l'attimo prima gli aveva coperto il viso dalla luce della stanza, per guardare Terry con un sopracciglio alzato.
-Davvero me lo stai chiedendo?-
-Non è così brutta!-
-Possibile che a te piacciano tutte, Terry?-
-Ehi, ho tredici anni, sono gli ormoni.- Terry si aprì in un sorriso e Anthony si sdraiò di nuovo.
-Sapete cosa non mi è chiaro?- domandò Padma, immersa nel libro di Pozioni.
-Com'è possibile che i Serpeverde vadano meglio di noi in Pozioni?- provò Terry, senza prestarle davvero attenzione -Semplice. Piton fa preferenze.-
-No.- Padma si voltò a guardare entrambi -Com'è che ci sono io qui a sentire i vostri discorsi sulle ragazze e non Sophie? Insomma, lei è un maschiaccio, io no, perché sono qui?-
-Beh, vediamo, Sophie ci ucciderebbe se sentisse che diamo dei voti alle ragazze.- iniziò Terry, dando poi il via ad Anthony che continuò.
-E direbbe che siamo dei misogini a classificare solo la bellezza di una persona.-
-E non è così?- domandò Padma, stringendo la bocca come a scimmiottarlo.
-Sì, lo è.- concluse Anthony, facendo spallucce.
-Tutto chiaro.- commentò la ragazza, ironica.
-Abbiamo tredici anni. Ti pare che in una ragazza guardo l'intelligenza o il buon carattere?-
-Terry, prima o poi non avrai più tredici anni e dovrai trovarti un'altra scusa per le tue idee sulle donne.- 
-Oppure ti innamorerai e vedrai che la bellezza passerà in secondo piano.- commentò Anthony, tamburellando le dita sul copriletto del letto a baldacchino.
-Signore e signori, vi abbiamo appena mostrato la saggezza di Anthony Goldstein.- disse Padma, camuffando la voce con la mano -Signor Goldstein, ha altri favolosi consigli da dare al suo amico Terry Steeval?-
Anthony si sporse per guardare Padma e sorrise, rassegnato.
-No, nient'altro, ma se la signorina Patil ha qualche perla di saggezza da voler concedere ad una povera anima perduta.- e il ragazzo indicò Terry -Ti ascoltiamo.-
Padma continuò a guardare Anthony per circa tre secondi, prima di voltarsi verso Terry e sospirare.
-La verità è che a te non piacciono tutte, credi che ti piacciano tutte perché non riesci a parlare con le ragazze. Ed è strano, considerando che io e Sophie siamo ragazze!-
-Non siete ragazze!- esclamò Terry, ma prima che Padma potesse maledirlo passò a spiegare -Cioè, ovvio che lo siete, ma siete mie amiche! Non riuscirei mai a vedervi sotto una luce diversa, siete come delle sorelle! Le altre ragazze, invece, non lo sono e io... mi blocco, ecco. Non riesco ad essere più me stesso, perché cerco sempre il modo di colpire e...-
-E invece fai solo figuracce, lo so.- concluse Padma con un sorriso. Poi si portò i capelli neri dietro le orecchie e continuò -Pensi che alle ragazze non piacerebbe conoscerti per come sei? Sii semplicemente te stesso.-
-Facile a dirlo, ma impossibile da mettere in pratica.- Terry si prese la testa fra le mani -Non riuscirò mai ad uscire con una ragazza!-
-Beh, hai tutta una vita per imparare.- lo consolò Anthony, sdraiandosi nuovamente.
-Sei bravo ad incoraggiare le persone, Ant, davvero. Un asso.- Padma alzò un pollice nella sua direzione, ma Anthony non la vide e la ragazza proseguì -Vedrai che riusciremo ad inventarci qualcosa, Terry.-
-Mi troverai una bella ragazza?- domandò lui, felice. Gli occhioni si illuminarono, dandogli ancora più l’aspetto di un bambino.
-No.- Padma scosse la testa -Prima devi fare pratica, imparare a parlare con loro senza risultare un completo disastro. E forse io so come fare.-






-Allora, Roger, cosa volevi raccontarmi?- domandò Michael, camminando con l'amico per il Parco di Hogwarts.
-C'è questa ragazza che è una bomba, te l'assicuro.- Roger gesticolava energico, pronto a chiacchierare con il ragazzo -E finalmente ha accettato il mio invito di andare ad Hogsmeade insieme il week-end di Halloween. Sai che è effetto fa il villaggio. Magari la porto anche da Madama Piediburro, alle ragazze piace sempre, e lì potremo... darci dentro. Capito, no?-
Michael annuì, passandosi una mano fra i capelli e lanciò un'occhiata all'amico con un sorriso.
-Sono contento per te, ma questo cosa c'entra con me? Volevi semplicemente raccontarmi un'altra delle tue conquiste?-
-So che sei giù per via di Cho, ma lascia perdere, lei è fatta così. Ha quattordici anni e si innamora facilmente.- Roger scosse la testa, come a scacciare un pensiero improvviso -Ma hai un sacco di ragazze che ti adorano, Mike! Devi solo iniziare ad approfittarne.-
-Io non voglio approfittarne!- sbottò Michael con sincerità -E non sono giù per Cho. Mi piace il nostro rapporto, oramai siamo amici, ed è bello così.-
-Mike, Mike, Mike, tu sei troppo buono!- Roger gli passò un braccio intorno alle spalle, assumendo un'aria saggia -Mai diventare amico di una ragazza. Mai! Perché poi lei non riuscirà a vederti in nessun altro modo. Fidati, parlo per esperienza.-
-Cioè di Cho.- puntualizzò Michael, ridendo -Se davvero ti piace lei, perché esci con ragazze che non guarderesti nemmeno?-
-Ah.- Roger sospirò con fare tragico -A volte dimentico che hai solo tredici anni. Sei praticamente un bambino e hai ancora un'idea troppo idealistica e romantica dell'amore. Mi piace Cho? Certo! Ma se lei non mi vuole, non rimarrò a struggermi per lei, il mare è pieno di pesci.-
-Dici così perché non sei realmente innamorato di Cho. Se solo lo fossi...-
-Comunque ho un urgente bisogno del tuo aiuto, amico.- lo interruppe Roger, come se Michael non avesse neanche parlato -Vedi, questa ragazza con cui devo uscire ha una sorella più piccola che, guarda caso, ha una leggera cotta per te e mi ha chiesto se io, il tuo migliore amico, il tuo secondo, avessi potuto mettere una buona parola per lei e farvi uscire insieme.-
-Io non posso andare ad Hogsmeade, mi hanno messo in punizione.- Michael guardò Roger come se fosse pazzo -Non vorrai che infranga le regole per farti uscire con quella ragazza? Se Sophie lo scoprisse, mi ucciderebbe. Già ti odia normalmente, se dovessi far perdere qualche punto a Corvonero, o se dovessi mettermi nei guai con i professori...- Michael sbuffò -Non hai idea di cosa sarebbe capace di fare.-
-Ma chi è Sophie, scusa, tua madre? La tua ragazza? No e no, per fortuna, quindi non c'è nessun problema.- Roger fece schioccare la lingua -E credi davvero che io abbia paura di Sophie Fawcett? Non conosce neanche un quarto degli incantesimi che conosco io.-
Michael alzò un sopracciglio.
-E va bene, neanche la metà, ma questo non cambia niente. Perché la temi tanto, Mike? È la tua vita, la Fawcett non può obbligarti a vivere come lei. Studio, libri e ogni tanto qualche battibecco con gli amici.-
-Ehi, è dalla mia migliore amica che stai parlando!-
-D'accordo, lasciamo perdere.- Roger lo lasciò andare con un sospiro -E comunque che razza di amico pensi di avere? Credi davvero che ti farei infrangere le regole per uscire con una ragazza?-
-Uh, sì.- Michael sorrise -E lo sai.-
-Farò finta di non aver sentito. Per tua fortuna, la sorella di quella dea che ha accettato il mio invito è completamente pazza di te. Preferirebbe passare del tempo qui ad Hogwarts con te che festeggiare Halloween ad Hogsmeade con le amiche.-
-Dimmi che è almeno carina.- 
-Aha, allora non sei davvero così sensibile come vuoi far credere, eh?- Roger rise sonoramente -È molto carina, amico, carina davvero.-
-Va bene.- Michael si morse le labbra -Accetto, ma non coinvolgermi la prossima volta. Per quanto la ragazza sia carina, io...-
-Amo solo Cho Chang.- concluse Roger, scimmiottandolo -Lo so, ho capito. Grazie, Mike, vedrai che non te ne pentirai.-







La sera Michael, Sophie, Padma, Anthony e Terry si riunivano sempre davanti al caminetto, o accanto ad una finestra della Sala Comune, per raccontarsi la loro giornata, qualche aneddoto e notizia interessante, finire i compiti o, semplicemente, per trascorrere del tempo insieme.
-Quindi va bene?- domandò Terry a Sophie, che aveva appena finito di leggere il suo tema di Pozioni -Sei sicura che l'ultima parte non sia troppo sbrigativa e vaga?-
-A me è piaciuto. L'ultima parte inclusa.- spiegò Sophie, facendo spallucce -Hai spiegato perfettamente tutti i passaggi in maniera chiara e precisa, Terry, quindi vedrai che prenderai un bel voto.-
-Uhm, sì, certo.- Terry sbuffò, rosso in viso per il fastidio -Io mi ammazzo di lavoro e Piton non lo nota neanche.-
-Ma se hai una media impeccabile!- esclamò Padma, scuotendo la testa -Tra noi sei il terzo più bravo, subito dopo Sophie ed Anthony.-
-Ed è un complimento, perché è difficile battere Miss Biblioteca e Mister LeggoUnaVoltaSolaeRicordoTutto!- commentò Michael con un sorriso che fece ridere Terry e Padma.
Anthony, come sempre, mostrò il suo sorrisetto soddisfatto e Sophie alzò gli occhi al cielo.
-Ant, io non ti capisco proprio! Potresti essere più bravo di Sophie, o almeno al suo livello, se solo non ti riducessi all'ultimo!- disse Padma con enfasi -Perché non ti applichi un po' di più?-
-Non mi interessa più di tanto avere una media eccellente. Mi basta avere quello che merito con il minimo sforzo.-
-Sei proprio un bradipo.- continuò Padma, lo sguardo fisso sull’amico -Pigro, noioso e... buffo!-
-Buffo?- chiesero all'unisono Terry e Sophie.
-Ci stava bene un terzo aggettivo nella frase, per cui ho scelto quello.-
Padma fece una sorriso divertito e gli altri la imitarono.
-Comunque dobbiamo organizzarci la gita ad Hogsmeade.- disse Terry, riponendo il suo tema al sicuro e stravaccandosi sulla poltrona -Io voglio andare a vedere la Stamberga Strillante.-
-No, non ancora.- commentò Padma, terrorizzata -Quel posto è inquietante.-
-Io ci sto, basta che poi andiamo ai Tre Manici di Scopa.- aggiunse Anthony con il suo solito tono di voce basso -Ho proprio voglia di una buona Burrobirra di Madama Rosmerta!-
-Dai, ognuno scelga un posto dove andare.- dichiarò Padma, strizzando il braccio a Sophie con decisione -Così nessuno si annoierà.-
-Madama Piediburro è fuori discussione, quindi non provarci.- disse Anthony a Padma che sbuffò, offesa.
-Ci siamo andati una sola volta!-
-Ed è stato terribile.- commentò Terry, rabbrividendo all'idea.
-Sai, le ragazze adorano quel posto.-
-Parla per te.- disse Sophie, schifata.
-D'accordo, le ragazze normali adorano quel posto.- si corresse Padma e Terry sembrò guardarla con occhi diversi.
-Ci sono.-
Padma si voltò compiaciuta a guardare Anthony, che si stropicciò un occhio, palesando la sua totale indifferenza.
-Soph, Mike, tocca a voi.- 
-Noi non ci saremo, Padma.- disse Sophie, voltandosi verso Michael che sembrava confuso -Michael è stato messo in punizione e non potrà venire ad Hogsmeade e io ho deciso di fargli compagnia.-
Michael la guardò, stupito dalle sue parole.
-Non ti lascio da solo il giorno di Halloween, Mike.-
Il ragazzo si sentì improvvisamente in colpa: Sophie aveva subito pensato a lui, addirittura avrebbe rinunciato ad Hogsmeade per stare al suo fianco. 
Sophie era davvero la migliore amica che potesse avere, ma Michael doveva darle una delusione per fare un favore ad un altro amico, che lo aveva pregato di aiutarlo.
-Soph, ti ringrazio davvero. È un bellissimo gesto, ma non è necessario.- Michael diede un'occhiata ai suoi amici -Non devi rinunciare alla gita per me, la colpa della punizione è solo mia e non voglio che ci rimetta anche tu.-
-Ma a me fa piacere passare del tempo con te.- Sophie gli scoccò quel sorriso che riservava solo a lui -Non ci rimetto nulla.-
-Sophie.- Michael sospirò e guardò ancora gli altri tre ragazzi. 
Padma, capendo qualcosa, si alzò in piedi e fece un cenno ad Anthony e a Terry.
-Venite, ragazzi, lasciamoli un attimo da soli.-
Michael sentì Terry chiedere cosa stesse succedendo e Anthony dirgli di stare zitto.
Sophie aveva la fronte aggrottata, segno che aveva già capito che qualcosa non andava.
-Soph, io non avevo idea che tu saresti rimasta qui per me e quindi ho... preso degli altri programmi.-
-Oh.- La ragazza mostrò il suo dispiacere e si mordicchiò il labbro, il suo tic più frequente -D'accordo, va bene.-
-Mi dispiace.-
-Ma con chi ti sei organizzato? Con gli altri no...- Sophie ci pensò su -Non mi dire che quell'idiota di Roger rimarrà qui per farti compagnia?-
Michael rise nervosamente e scosse la testa.
-Ti pare? Ogni gita ad Hogsmeade è un'occasione buona per lui per rimorchiare qualche ragazza.-
-Ah, allora Cho?- mormorò Sophie, allargando i suoi occhioni grigi carichi di tristezza.
-No, niente del genere.- Michael sospirò di nuovo -Mi prometti che non ti arrabbierai?-
-Se me lo stai chiedendo, sai già che mi arrabbierò.- Sophie aveva perso il sorriso -Va' avanti.-
-Roger uscirà con una ragazza, ma questa ragazza non gli avrebbe detto di sì se non fosse stato per me.-
-Beh, come darle torto? Solo una malata di mente uscirebbe con Davies.- Sophie sorrise a Michael -Come l'hai convinta, Mike?-
-Uscendo con sua sorella ad Halloween.-
Sophie perse nuovamente il sorriso e mise su un'espressione acida.
-A quanto pare ha una cotta per me.- pigolò Michael, dispiaciuto.
-Ma a te non piace.- disse Sophie con sicurezza -Perché dovresti uscire con lei se non ti piace? Tu non illudi le persone.-
-È vero, ma è solo per questa volta. Per fare un favore a Roger.- Michael fermò Sophie prima che potesse replicare -E poi mi ha detto che è carina. Magari, conoscendola...-
-Ah, ecco perché hai accettato.- Sophie si imbronciò ancora di più -Perché è carina!-
-No! Soph!-
-Stai diventando superficiale come quell'idiota e non te ne rendi nemmeno conto!- La ragazza si alzò dalla poltrona, furiosa -Non ci posso credere che io stavo per rinunciare ad Hogsmeade per te, mentre il tuo unico pensiero era organizzarti con quell'imbecille per uscire con una ragazza carina!-
-Sophie, non capisco perché te la prendi così tanto. È solo per un giorno.- Michael si era alzato per seguire la ragazza e fermarla, ma lei si scostò con violenza.
-Ci avrei giurato che non avresti capito.- disse Sophie, prima di correre al sicuro nel suo dormitorio.
Michael si voltò verso Padma, Anthony e Terry per chiedere informazioni, ma tutti e tre fecero spallucce, fingendo di non conoscere il motivo che aveva tanto fatto infuriare Sophie.








Il week-end arrivò e Padma, Anthony e Terry provarono in tutti i modi a convincere Sophie a chiarire le cose con Michael, ma la ragazza sembrava irremovibile.
Aveva accettato di andare con loro ad Hogsmeade, ma non avrebbe mai e poi mai fatto lei il primo passo con Michael, che d'altra parte sembrava davvero dispiaciuto da tutto quello che era successo. Il ragazzo avrebbe voluto parlare con Sophie, ma le occhiatacce che lei gli lanciava tutte le volte che lui si avvicinava lo facevano sempre desistere.
-Eh, dai, Mike, lasciala perdere.- gli ripeté Roger per la quarta volta, camminando con lui e Cho verso i cancelli di Hogwarts -Sai com'è fatta quella ragazza, ha un carattere impossibile, ma le passerà.-
-Roger ha ragione.- aggiunse Cho, facendogli un sorriso dolce che fece arrossire Michael -Sei la persona a cui tiene di più e chiarirete come sempre.-
-Non riesco a capire perché se la sia presa tanto.- disse Michael, triste -In fondo non avevo idea che avesse già deciso di non andare ad Hogsmeade per me, non è colpa mia!-
Roger alzò un sopracciglio in direzione di Cho, una muta domanda a cui la ragazza rispose con un “no” a bassa voce.
Entrambi avevano compreso ciò che Sophie Fawcett provava per Michael, ma Cho era stata irremovibile. Non avrebbero dovuto dirgli niente, perché non erano affari loro e il segreto di Sophie doveva essere protetto.
-Magari voleva solo passare del tempo con te ed è rimasta ferita dal fatto che tu non volessi lo stesso.- suggerì Roger, poi gli diede un pugno sulla spalla -Ma adesso non buttarti giù. Emily ti sta aspettando vicino al lago. Mi raccomando, non farmi fare brutte figure, amico.-
Cho non riuscì a spiegarsi il fastidio che provò al suono di quelle parole. Le piaceva Cedric, le piaceva davvero, ma ultimamente il suo corpo reagiva anche alla presenza di altri ragazzi e non ne capiva il motivo.
-Passa una buona giornata, Mike.- disse lei, sporgendosi per dargli un bacio sulla guancia che lo fece arrossire nuovamente.
Roger alzò gli occhi al cielo e, dopo aver dato un bacio sulla guancia a Cho, corse dalla sorella di Emily, Helena.
Michael le diede un'occhiata: era davvero una bella ragazza, proprio il tipo di Roger. Alta, snella e con una massa di riccioli scarlatti.
Se la sorella le assomigliava almeno un po', anche Emily non sarebbe stata una delusione.
Dopo aver formulato quel pensiero, ripensò alle parole di Sophie e si sentì davvero superficiale. Era talmente concentrato su quella questione che non notò l'arrivo di Cedric Diggory, il ragazzo che ultimamente girava sempre attorno a Cho.
Trattenendo i morsi della gelosia, lo salutò con un sorriso e si congedò da lui e Cho, pronto a raggiungere il lago. Guardò l'amica un'ultima volta e la vide felice, sorridente e entusiasta.
Fu probabilmente in quel momento che Michael realizzò che Cho non l'avrebbe mai guardato nello stesso modo in cui stava guardando Cedric Diggory.









-Sophie, vuoi smetterla di avere quel muso?- brontolò Padma, infastidita -Mike non voleva ferirti, lo sai! E sai che odia non mantenere fede ad una promessa, per cui non avrebbe mai dato buca a quella ragazza per te, solo perché l'aveva già promesso a Roger.-
-Quell'idiota di Davies.- disse Sophie a denti stretti -Non l'ho mai odiato tanto come oggi! Sta plasmando Mike a sua immagine e somiglianza e non mi piace. Mike non è così.-
-Secondo me hai un'idea un po' troppo perfetta di Michael.- commentò Terry, stringendosi nel mantello e indicando agli amici I Tre Manici di Scopa in fondo alla via.
L'aria era fredda e i ragazzi volevano trovare un posto caldo per ripararsi.
-Cioè?-
-Nel senso che Michael è un ragazzo ed ha tredici anni.-
-Uffa, tu e questa fissazione dell'età.- disse Padma, facendo sorridere Anthony che, come sempre, se ne stava in silenzio.
-No, sono serio questa volta. È normale che a tredici anni inizi ad interessarsi alle ragazze e ad uscire con loro.- spiegò Terry, sciolto -Tu lo vedrai sempre come il ragazzino che ti difendeva ed era carino con te, ma Mike sta crescendo. Magari si è anche annoiato di essere sempre il cavaliere dall'armatura dorata, preferisce essere più simile a Roger Davies che con la sua aria da spaccone fa strage di cuori.-
Padma si voltò verso Anthony.
-Ci vuoi tradurre, per favore?-
Anthony sospirò, sfregandosi le mani che poi mise in tasca.
-Sophie vedrà sempre Michael come il ragazzo perfetto, ma Mike non è un idiota. Roger magari a volte lo spinge in imprese folli, ma sostanzialmente è Mike a dargli corda e ad accettare le proposte di Davies. Ogni cosa che fa è una sua decisione, Roger non ha colpe.-
-Io non sto dicendo che Michael è uno stupido, ma che è troppo buono. Non saprebbe dire di no.- disse Sophie, provando a fargli capire il suo punto di vista.
-Sarà anche troppo buono, ma sa farsi sentire quando è sicuro della sua opinione. Se per Mike è no, è no. E niente gli farà cambiare idea. Sappiamo tutti quanto è testardo.-
Sophie si morse le labbra, pensando alle parole di Anthony.
-Soph, se vuoi che Mike si accorga di te, perché non glielo dici?- chiese Terry, guadagnandosi le occhiatacce di Padma e Anthony.
-Dirgli cosa?- domandò Sophie, abbassando gli occhi.
-Che sei innamorata di lui.-
Sophie rialzò lo sguardo e lo guardò in malo modo.
-Io non sono innamorata di Michael.-
-D'accordo, ora basta chiacchierare. Io sto congelando e voglio qualcosa di caldo.- Padma aveva interrotto Terry, che aveva aperto bocca per replicare, e Sophie approfittò dell'occasione per voltarsi e procedere lungo la via.
Poi la ragazza all'improvviso si bloccò e Terry, che era subito dietro di lei, le finì addosso.
-Ahia, Soph, sei impazzita?- Terry si strizzò il naso che aveva schiacciato durante la colluttazione -Mi sono fatto male.-
-Sentite, io non ho freddo. Voi andate pure ai Tre Manici, io preferisco passeggiare ancora un po'.- chiarì la ragazza, voltandosi verso gli amici e sfoderando un timido sorriso che li preoccupò.
-Ci saranno neanche cinque gradi.- disse Padma, sconvolta -Vuoi forse morire congelata?-
-Io sto bene.- fece spallucce Sophie, incurante del vento che le scompigliava ancora di più i lunghi capelli -E se proprio dovessi avere freddo, creerò un fuoco portatile, ma non mi va di chiudermi in un locale. Davvero, ragazzi, andate pure.-
Anthony lanciò un'occhiata a Padma e lei si aggiustò meglio la sciarpa.
-Come vuoi.- disse poi lei -Se ti dovessi annoiare, sai dove trovarci.-
Sophie annuì e tornò indietro, lasciando i tre amici a guardarla mentre si allontanava.
-È stato qualcosa che ho detto?- chiosò Terry, dispiaciuto.
-No, è per qualcosa che lei non riesce a dire.- disse Padma, guardando Anthony che ricambiò lo sguardo -Qualcosa che non può più tenere nascosto.-







E alla fine Emily non si era rivelata una delusione.
Non assomigliava molto alla sorella Helena: era più bassa, più paffutella e portava i capelli legati in due treccine bionde, ma era davvero molto carina.
Padma l'avrebbe definita “graziosa” e Terry, probabilmente, non sarebbe riuscito nemmeno ad esprimere la sua bellezza.
Anthony le avrebbe dato un sette o forse un otto, ma sicuramente sarebbe piaciuta anche lui, che aveva dei gusti così difficili.
Parlarono per ore, di tutto e niente, e Michael si stupì di quanto fosse facile starle vicino e trascorrere del tempo con lei.
Michael, però, ogni tanto lasciava vagare la mente, mentre Emily gli raccontava qualcosa di divertente, e pensava a Sophie e a Cho.
Sophie, che probabilmente avrebbe passato tutta la giornata con il muso e che non gli avrebbe più rivolto la parola.
Cho, che al contrario avrebbe riso tutto il pomeriggio, divertita dalla presenza di Cedric.
Possibile che Emily, così carina e simpatica, non gli facesse dimenticare il litigio con la sua migliore amica e la gelosia nei confronti della ragazza che gli piaceva?
Michael provò a concentrarsi sulla persona che aveva di fronte a sé, ma i volti di Sophie e Cho continuavano a balzargli alla mente, prepotenti, e godersi il pomeriggio si stava rivelando più difficile del previsto.
Era inutile, pensò il ragazzo.
Pensare in quel momento a qualcun altro che non fosse Sophie e Cho era del tutto inutile e irrealizzabile.







-Secondo voi starà bene? O dobbiamo andare a cercarla e convincerla a stare con noi?- chiese Padma all'improvviso, dopo aver preso un sorso della sua bevanda.
-Io dico di andare a cercarla.- propose Terry, annuendo verso Padma -È una nostra amica ed è Halloween, non possiamo lasciarla da sola.-
-Io dico di darle il tempo per sbollire.- disse Anthony, facendo vagare lo sguardo per tutto il locale.
-E...?- lo incoraggiò Padma, schioccandogli le dita davanti agli occhi per farsi notare.
-E basta. Ho detto la mia. Fine.-
-Potresti spiegarci almeno il perché, come farebbe qualsiasi persona normale.-
Anthony sospirò e prese parola.
-Sappiamo bene tutti e tre che Mike non aveva intenzione di ferirla e che non ha fatto nulla di male, ma Sophie è innamorata di lui, sappiamo anche questo, e quindi anche il più piccolo litigio scatenato da un'insignificante questione la fa andare su tutte le furie.- Anthony attese che Padma e Terry avessero capito e continuò -Vorrebbe che Mike la considerasse sempre al primo posto, e il più delle volte lo fa, perché ci tiene davvero a Sophie, ma Michael sta crescendo ed è normale che da adesso in poi preferisca altre ragazze a Sophie.-
-E per quale motivo? Sophie è la sua migliore amica.- disse Terry, confuso dall'alto numero di parole pronunciate dall'amico. Era una vera rarità.
-Sì, ma rimane solo questo, un'amica.- 
-Ant ha ragione.- aggiunse Padma -Dal momento che Mike non conosce i reali sentimenti di Sophie, non sa che tutte le volte che predilige la compagnia di Cho o di un'altra ragazza Sophie soffre e soffre molto. Non lo da a vedere perché è sempre stata forte, ma noi ce ne accorgiamo perché abbiamo imparato a conoscerla.-
-Mike la conosce meglio di noi, però.- commentò Terry.
-Vero, ma non può immaginare che Sophie sia innamorata di lui, quindi qualsiasi scusa Sophie trovi, lui se la beve.- 
Anthony annuì e guardò Padma.
-Ora capisci perché è meglio che stia sola? Noi non possiamo farla stare meglio. Non vuole che parliamo dei suoi sentimenti, non vuole parlarne neanche lei, e fino a quando ci sarà questo enorme segreto fra lei e Mike le cose non potranno mai andare bene.-
-Ad ogni appuntamento di Mike, Sophie soffrirà.- concluse Padma, dispiaciuta.
-E se ne parlassimo noi con Michael? Se glielo facessimo capire?- propose Terry e Padma e Anthony si ritrovarono a scuotere la testa all'unisono.
-No, è una scelta di Sophie. E chissà come reagirebbe Michael a una notizia del genere.- disse Padma e Terry continuò.
-Potremmo presentare a Sophie altri ragazzi. Insomma, magari si metterebbe l'anima in pace.-
-Non credo che possa funzionare.- replicò Padma, bevendo un'altra volta -Al momento per Sophie esiste solo Michael.-






-Michael. Michael Stebbins.-
Sophie si morse il labbro di fronte alla presentazione di quel ragazzo.
Si era avvicinato a lei con una scusa e aveva iniziato a parlarle del più e del meno come se già si conoscessero da tempo. Quando Sophie gli aveva fatto notare che no, non erano amici e non avevano alcun motivo per chiacchierare, il ragazzo aveva colto l'occasione per dirle il suo nome e Sophie, incredibilmente, era arrossita.
Michael.
Si chiamava Michael.
-Tu sei un'amica di Corner, vero? La riserva dei Corvonero.-
Sophie annuì, ancora frastornata a sentire quel nome. Era una cosa stupida, l'Inghilterra era piena di ragazzi che si chiamavano Michael, ma Stebbins, in un certo senso, quasi glielo ricordava.
Lo stesso sorriso contagioso, gli stessi occhi allegri e quella capacità di farla sentire a suo agio.
-Conosci Cho Chang? La Cercatrice?-
-Sì, la conosco, ma non siamo amiche.- chiarì Sophie, tracciando un confine fra lei e la ragazza che Michael amava.
-Beh, ma sai dirmi qualcosa su di lei?- domandò Stebbins, incoraggiandola a parlare -Vedi, il mio amico Cedric è completamente cotto della Chang e volevo conoscerla meglio. Non so neanche se lei ricambi i sentimenti di Ced.-
-Da quanto ne so sono usciti insieme oggi.- rispose Sophie, stropicciandosi le mani -Ma Cho ha molti pretendenti.-
Il sorriso di Michael si allargò e Sophie non poté non notare quanto, però, il ragazzo fosse anche molto diverso da Mike. Stebbins era biondo, con il naso a punta e gli occhi azzurri. Il fisico era quello di un ragazzo di sedici anni, tonico e robusto, molto lontano da quello scheletrico di Mike.
-Senti, che ne dici di unirti a me e al mio gruppo?-
-Come? Non ti conosco nemmeno!-
Michael si batté una mano su una fronte e scoppiò a ridere.
-Già, già, è vero. Io mi sono presentato e non ti ho lasciato rispondere, ma è perché ti conosco di vista. Sei Sophie, vero?-
-Sophie Fawcett.- dichiarò la ragazza e Michael le prese una mano per stringerla.
-Tanto piacere, Sophie. Visto? Ora ci conosciamo! Qua fuori fa freddo, alla Testa di Porco staremo meglio e, tranquilla, ci sono delle ragazze nel mio gruppo. Non voglio assalirti o cose del genere.-
Sophie ci pensò su e Michael, che ancora le teneva la mano, la fece alzare dalla panchina dove poco prima si era seduta.
-Coraggio, non mordiamo mica! Siamo Tassorosso, siamo famosi per essere buoni con tutti, per cui non devi temere nulla.-
Sophie accennò un sorriso e annuì, incamminandosi con il ragazzo verso il locale.
Stebbins non le lasciò la mano per tutto il tragitto.



Spiegazioni, varie ed eventuali:
Oramai Harry Potter è il mio fandom.
So che ancora molte storie da concludere e continuare, ma è da un po' che sto scrivendo questa storia.
All'inizio l'idea era quella di pubblicarla dopo aver almeno concluso una delle mie storie più lunghe (dal momento che questa sarà altrettanto lunga), ma non ho resistito all'idea di pubblicarla.
In teoria non dovrei aggiungere OC, quindi i protagonisti saranno tutti personaggi creati dalla Rowling, personaggi di cui conosciamo molto poco o quasi niente.
Non ho molto da dire su questo primo capitolo e sul prologo, diciamo che è un primo sguardo sui personaggi: ci sono già accenni sulla loro personalità e il loro modo di fare, ma verranno analizzati ancora di più successivamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate, spero che la mia idea possa piacere.
Un bacione :3



 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
 
 
-Sophie!- tuonò Padma, entrando nella Sala Comune con una furia tale da spaventare i ragazzini del primo anno.
Sentendosi chiamare, la ragazza alzò la testa dal volume di Storia della Magia che stava leggendo e diede un'occhiata all'amica, affiancata da Terry e da Anthony; il primo la scrutava preoccupato, il secondo, dopo uno sguardo furtivo, si sedette accanto a lei senza tante cerimonie.
-Ehi.- li salutò Sophie, facendo un cenno con la mano.
-EHI!? È tutto il giorno che ti cerchiamo, ci hai fatto preoccupare, e te ne esci solo con un "ehi"? Dove diavolo sei stata? Perché non eri a cena e perché mi guardi come se fossi impazzita!?- sbraitò Padma, facendo sobbalzare Terry che corse a sedersi sul bracciolo della poltrona di Sophie, in preda al terrore.
-Secondo voi devo rispondere a tutte le domande che mi ha fatto?- mormorò Sophie, neanche tanto a bassa voce, e Anthony accennò un sorriso, cosa che fece infuriare ancora di più Padma.
-Ant, non ti ci mettere anche tu!-
-Padma, rilassati, okay? Sto bene! Vedi?- Sophie si alzò in piedi per farsi perquisire -Non mi è successo nulla, per cui calmati.-
Padma sembrò sgonfiarsi e riprese a respirare normalmente. Poi si avvicinò agli amici e Anthony si sedette a terra per far accomodare Padma vicino a Sophie.
-E allora dov'eri finita? Siamo morti di paura.-
-Ero con un amico.- mormorò Sophie, facendo la vaga.
-Tu non hai amici.- dichiarò Terry, sicuro -Eccetto noi, ovviamente, e Mike. Aspetta, eri con Michael? Ti ha raggiunta?-
-Niente del genere, Terry.- rispose Sophie, prendendo un bel respiro -Ho passato il pomeriggio con Michael, è vero, ma non il nostro Michael. Con Michael Stebbins, il ragazzo Tassorosso.-
-L'amico di Diggory?- domandò Anthony, stupito.
-Sì, lui. Voleva sapere alcune cose su Cho, ma non gli sono stata molto utile. La conosco appena e tutto quello che so è filtrato dai sentimenti che Mike prova per lei.-
Padma lanciò un'occhiata ad Anthony che ricambiò, annuendo nella sua direzione. Terry passò lo sguardo dall'uno all'altra senza capire il perché di quel gesto e sbuffò.
-Cosa?- chiese Sophie, che aveva notato anche lei lo strano atteggiamento degli amici.
-Michael Stebbins.- disse Padma, tamburellando le dita della mano sul bracciolo della poltrona -È un bel ragazzo.-
-E allora?-
-E ti ha fatto passare l'arrabbiatura che avevi con Mike.- perdurò Padma. Terry, che aveva finalmente capito, si aprì in un sorriso sincero.
-E allora!?- ripeté Sophie, facendo fiammeggiare gli occhi -Ho solo passato un bel pomeriggio, tutto qui. Comunque no, non ho affatto dimenticato il mio litigio con Mike. La mia memoria funziona bene!-
-Soph, rilassati.- disse Terry, mettendosi in mezzo -Padma intendeva dire che è strano che tu faccia amicizia con le persone. Voglio dire, sei una persona tendenzialmente timida. E la tua timidezza si trasforma in ironia pungente, aggressività e freddezza con qualcuno che non conosci. Siamo solo felici che tu ti sia divertita.-
Sophie fece un piccolo sorriso, calmandosi un po'.
-Grazie. Ma questo non vuol dire che le cose fra me e Mike siano cambiate. Non posso credere che non cerchi nemmeno di chiarire le cose con me.-
-Ha chiesto di te a cena. Pensa che tu non sia scesa perché sei ancora arrabbiata con lui.- disse Padma.
-Pensa che il mio mondo giri intorno a lui?- Terry fece per rispondere, ma Anthony lo colpì sul ginocchio e lui chiuse la bocca -Non sono scesa perché ho mangiato un sacco di dolci oggi, quindi non avevo fame.-
I tre amici stettero in silenzio, aspettando che Sophie continuasse. Sapevano tutti cosa moriva dalla voglia di chiedere.
-E... Mike... Dov'è adesso?- mormorò Sophie, facendo finta di nulla, ma tutti e tre si ritrovarono a sorridere.
-Non aveva il coraggio di salire.- fu Anthony il primo a rispondere e Padma aggiunse.
-Ha paura che tu lo incenerisca con un incantesimo.-
-Non è ancora detto che non lo faccia.- soffiò Sophie, mettendo su il muso.
-Beh, ecco la tua occasione.- dichiarò solennemente Terry, indicando l'entrata della Sala Comune.
Michael stava entrando con Cho Chang e Roger Davies, cosa che indispettì ulteriormente Sophie.
Quando l'amico la individuò, salutò Cho e Roger e le corse incontro, tentando un sorriso.
-'Sera.-
Padma scosse la testa, divertita, e si alzò dalla poltrona, seguita a ruota da Anthony e Terry, diretti tutti e tre lontano da Sophie, che aveva voltato la testa di proposito.
-Chissà perché sono scappati, eh?- ironizzò Michael, sedendosi accanto a lei -Con l'atmosfera magnifica che si respira qui.-
-Non è divertente.- commentò lei a denti stretti, ancora girata dalla porta opposta a quella dell'amico.
-Oh, andiamo, Soph, lo sai che odio litigare con te. Perché non possiamo chiarire e basta? Non avrei mai immaginato che avresti rinunciato ad andare ad Hogsmeade per me, altrimenti...-
-Altrimenti cosa? Avresti disdetto il tuo pseudo appuntamento?- sbottò Sophie, voltandosi verso di lui, furiosa.
-Avrei detto subito di no a Roger e lui avrebbe capito.-
-Oh, certo, Davies è famoso per la sua comprensione. E per la sua gentilezza, la sua simpatia e la sua sensibilità. Scusa, forse ho conosciuto un Roger Davies diverso.-
-Perché ce l'hai sempre con lui?- domandò Michael, stupito -Lui mi ha chiesto un favore, ma sono stato io a dire di sì. Io, Soph. Roger non ti insulta ogni due minuti come fai tu, per cui potresti smetterla? Stai parlando di un mio amico.-
-Un tuo amico che è diventato più importante di me.- mormorò Sophie, incrociando le braccia al petto.
-Non è così. E smettila di mettere il broncio, perché sai quanto io tenga a te e alla nostra amicizia. Roger è un mio amico, ma tu sei la mia migliore amica. Nessuno ti potrà mai sostituire.-
Sophie sperò di non essere arrossita, ma anche se fosse successo Michael non se ne sarebbe nemmeno accorto.
-In tutta sincerità, Mike, puoi davvero dire che non credevi che io, la tua migliore amica, ti avrei tenuto compagnia il giorno di Halloween? Davvero?-
Michael sbuffò e si passò una mano sul viso.
-No, l'ho pensato, perché ti conosco.-
Sophie si morse il labbro e sentì un groppo in gola fastidioso.
-Ma visto che ti conosco bene, e so quanto ci tieni alla Coppa delle Case, ai punti per Corvonero e alle regole, supponevo che mi avresti lasciato solo per darmi una lezione e farmi capire di aver sbagliato.-
Il groppo in gola sparì, perché Michael non si era affatto sbagliato.
Sophie ci aveva pensato. Per una frazione di secondo aveva pensato di fargliela pagare, di fargli passare Halloween da solo a meditare sui suoi errori, ma poi aveva deciso di rimanere lì per lui.
Entrambi avevano pensato a tutte e due le opzioni, erano solo arrivati a conclusioni diverse.
Michael si azzardò a dare uno sguardo a Sophie e la trovò ancora accanto a lui, sorridente, quindi si avvicinò per abbracciarla stretta, felice.
-Ti voglio bene, Sophie.-
-Anch'io te ne voglio, Mike, e lo sai.-
 
 
 
 
 
 
 
-Uhuh, qualcuno ha fatto pace o sbaglio?- domandò Roger retorico, rivolto a Cho che era seduta di fronte a lui, intenta a riflettere sulla prossima mossa per vincere la partita a scacchi con l'amico.
Cho, che non lo aveva sentito, fece avanzare il suo alfiere e alzò lo sguardo per sorridere a Roger che scosse la testa.
-Non mi stavi ascoltando, vero?-
-Stavo pensando!- si giustificò lei, aggiustandosi il cerchietto sui capelli -Cosa c'è?-
-Michael e la Fawcett hanno chiarito.- rispose lui, indicando i due amici ancora stretti in quell'abbraccio -Tutto sistemato.-
Cho li guardò per circa due secondi, prima di ritirare lo sguardo come se fosse stata bruciata.
-Che c'è? Non dirmi che sei gelosa, Cho. Hai appena passato uno splendido pomeriggio con il tuo principe azzurro, perché adesso fai così?-
-Da quando usi termini ricercati come "splendido"?- si informò Cho, passandogli la palla per evitare di rispondere.
-Sono Corvonero dopotutto, è nella nostra natura essere intelligenti. E non provarci, non cambiare argomento. So che ti è piaciuto passare il giorno di Halloween con Cedric, l'ho visto dai tuoi occhi non appena ci siamo incontrati davanti alla Sala Grande. Ti piace Cedric e ti piace anche tanto.-
-Sì.- ammise Cho, un po' imbarazzata -Ma... Uff, non posso parlarne con te. Sei un ragazzo!-
-Mi spiace dirtelo, Cho, ma non vorrai davvero parlarne con Marietta? O con un'altra delle tue stupide cortigiane che ridono per ogni cosa?-
-Hai appena detto che i Corvonero non sono stupidi!-
-Beh, mentivo.- Roger le fece un sorriso. Gli occhi azzurri la scrutavano con curiosità -Coraggio, ragazza, dimmi qual è il problema!-
-Mi piace molto Cedric, ma... E ti assicuro che non so il perché, ma ultimamente anche altri ragazzi mi fanno... battere il cuore.-
-E pensi che sia sbagliato?- soffiò Roger, guardandola come se fosse davvero stupida.
-Non è normale. Non ti possono piacere più persone contemporaneamente... O sì?- Cho sbuffò, appoggiando la testa sulle mani con fare disperato -Sono da ricovero, lo sapevo.-
-Quindi fammi capire: ti piace Cedric, ma ti piace anche Michael. Esatto?-
Cho alzò gli occhi a mandorla verso l'amico e scosse il capo.
-Credo che mi piaccia anche un altro ragazzo.-
-Chi?-
-Harry Potter.-
-Oh.- Roger inspirò e poi scoppiò a ridere, ricevendo un'occhiataccia di Cho, che era tutt'altro che divertita -Beh, ti manca un Serpeverde e avrai il quartetto delle Case al completo!-
-Non sei affatto simpatico, Roger!-
-Oh, sì che lo sono. Strano che tu non veda l'ironia che vedo io in tutta questa storia.-
-Mpf.- sbuffò Cho, incrociando le braccia al petto -Non c'è nessuna ironia. C'è solo tanta confusione e nient'altro.-
Roger allungò una mano per stringerle un braccio in segno di conforto e sorrise.
-Rilassati, okay? Smettila di pensare troppo e stai tranquilla. Come andrà, andrà, ma per il momento goditi il ragazzo dei tuoi sogni, se è quello che vuoi realmente. O corri da Mike a dichiararti, lui non aspetta altro, o esci con Harry Potter, non importa. Fai quello che ti senti, Cho, io starò sempre dalla tua parte.-
Cho ricambiò il sorriso dell'amico e annuì.
-Se le ragazze conoscessero anche questo tuo lato dolce, saresti ancora più popolare, Roger.-
Lui le strizzò un occhio e poi glissò con un gesto della mano.
-Troppa popolarità può ucciderti, mia cara. Meglio rimanere con i piedi per terra. Insomma, sono già il più bello, non posso anche essere quello più dolce. Meglio lasciare il ruolo di principe al tuo Cedric, no?-
Cho rise divertita.
-Sei senza speranza. Oh, e comunque, scacco matto.-
 
 
 
-Buongiorno a tutti.-
Padma salutò i suoi amici, prima di sedersi alla tavola dei Corvonero.
Anthony le allungò un toast come se niente fosse, mentre lei si servì del succo di zucca, sotto l'occhio attento di Terry.
-Cosa?- chiese lei, notando lo sguardo dell'amico.
-Sto ancora aspettando la tua mossa.- chiarì Terry, pensieroso -Hai detto che avevi un piano in mente, eppure non mi hai ancora detto nulla.-
-Un piano in mente? Ma di che... Oh. Oh, ho capito.- Padma bevve un po' del suo succo e annuì -Per il tuo problema con le ragazze? Tranquillo, Terry, ci sto lavorando. Ho avuto dei piccoli problemi, ma forse riuscirò nella mia impresa.-
-Potresti accennarmi la tua brillante idea almeno?-
-No.-
-Perché no?-
Padma si voltò verso Anthony che stava sorridendo senza un motivo apparente.
-Che hai da ridere tu?-
-Nulla, non mi è permesso essere felici di prima mattina?-
-No.- rispose Padma, sbattendo gli occhi scuri più volte per prenderlo in giro -No, se il motivo della tua ilarità sono io.-
-Siamo un po' troppo convinti o mi sbaglio?- chiese Anthony, retorico, facendola scaldare ancora di più -Stavo solo pensando a quanto tu e Terry siate fissati con questa cosa. Terry, prima o poi ce la farai da solo a trovarti una ragazza, non hai bisogno di Padma.-
-Grazie tante.- sbuffò lei, offesa.
-Sai che è la verità. Sembrerebbe ancora più sfigato se fossi tu a presentargli qualcuno.-
Padma rise con ironia, proprio per provocarlo.
-E invece no, perché neanche tu conosci il mio ingegnoso piano. Vedrai che ti ricrederai, Ant, e per quanto riguarda te, Terry, questa cosa sarà un successo. O almeno spero.-
-Io punto sul fallimento.- soffiò Anthony, voltando la pagina della Gazzetta e leggendo l'ennesimo articolo su Sirius Black -Comunque, buona fortuna.-
-Non ce ne sarà bisogno, ma apprezzo lo stesso.- replicò Padma, sicura e, prima che Anthony potesse replicare, la ragazza scorse Sophie e Michael e sorrise -Ehi, voi due, siamo qui!-
-Sophie sembra proprio di buon umore oggi.- mormorò Terry e Anthony annuì.
-E conosciamo tutti la ragione.- aggiunse Padma, proprio l'attimo prima che i due si sedettero al tavolo.
-Buongiorno, ragazzi.- Michael fece un sorriso a tutti prima di servirsi la colazione -Qualche novità stamattina?-
-Mmm, niente di che. Terry ha i soliti problemi con le ragazze e Ant...- Padma sospirò, scenica -È Ant!-
Sophie rise, seguita a ruota da Michael e Terry.
-Sai, Terry, posso presentarti qualche ragazza carina se ti interessa. Roger ne conosce tante e...-
-E te ne ha presentata qualcuna?- lo interruppe Sophie, curiosa.
-Beh, sì. Alcune volevano conoscermi per via del Quidditch, sai.-
-Oh, capisco. Per via della tua brillante carriera nel Quidditch.-
Padma alzò gli occhi al cielo: l'idillio era durato pochi secondi. Lanciò uno sguardo a Terry che sembrava terrorizzato e ad Anthony, che si era barricato dietro al giornale. La ragazza riusciva solo a intravedere i suoi capelli biondi.
-Sei sarcastica o sbaglio? Ne abbiamo già parlato. So quello che pensi di Roger, però non posso smettere semplicemente di essergli amico perché a te non va a genio.-
-Non te l'ho mai chiesto, Mike.- replicò Sophie, mantenendo stranamente la calma -Dico solo che potrebbe evitare di trasformarti in una pessima imitazione di se stesso. Tu sei tu e, fidati, sei ad un livello superiore rispetto a lui. Non voglio che diventi una nuova versione di Roger Davies.-
-Non succederà.- Michael, capendo il discorso dell'amica, sorrise -Tranquilla, Soph, sarò sempre il tuo Mike. Va bene?-
Sophie arrossì vistosamente, ma Michael non se ne accorse per via dell'arrivo di Cho e di Roger, entrambi seguiti dalla loro corte, come li chiamava Sophie.
Cho sorrise da lontano a Michael, per poi dirigersi verso il tavolo dei Tassorosso per salutare Cedric.
Michael si sentì improvvisamente svuotato e Sophie, che aveva visto tutta la scena, sbuffò a bassa voce e si accanì sulla sua colazione.
-Mike, buongiorno!-
Nessuno si era accorto che Roger si era avvicinato a loro.
-Mike! Yuuu, stai ancora dormendo?-
Michael sembrò svegliarsi di colpo.
-Ehi, Roger, che succede?-
-Ammiravo te che facevi l'analisi a raggi X a Cho. Lo capisco, davvero, ma non credi che la tua ossessione stia degenerando?-
Michael spostò lo sguardo per posarlo sul ragazzo e fece una mezza risatina.
-Cosa vuoi?-
-Il tuo tempo.- rispose prontamente Roger, sfoderando il migliore dei suoi sorrisi -Tu ed io. Emily ed Helena. Un bel appuntamento a quattro per questo pomeriggio, dopo le lezioni.-
-Questo pomeriggio mi avevi promesso che avremmo studiato insieme, Mike.- replicò Sophie, sporgendosi verso l'amico -Tu ed io.-
-Pomeriggio avvincente.- commentò Roger, lanciando un'occhiata divertita a Sophie che finse di non notare la sua presenza -Dai, Mike, ti prego! Hai tutto il tempo che vuoi per studiare!-
-Roger, questa volta devo dirti di no. L'avevo promesso a Sophie, per cui oggi pomeriggio passo.-
-Aha!- disse Sophie, trionfante, guardando Roger come se fosse un insetto -Grazie, Mike.-
-Però domani sono libero. Puoi rimandare di un giorno l'uscita a quattro, che ne dici?-
Sophie si imbronciò e Roger fu ben felice di esclamare un "Aha!”, imitandola.
-Va bene, amico. Vorrà dire che oggi farò qualcos'altro.-
-Prova a cercare il tuo cervello.- gli consigliò Sophie, addentando una fetta di toast, senza degnarlo di uno sguardo -Dovrebbe essere una bella sfida per te, no?-
 
Roger le fece segno di abbassare la voce e la ragazza corrugò la fronte, provando a capire.
-Ho una certa reputazione, Fawcett. Se determinate ragazze dovessero vedermi parlare con te, potrebbero fraintendere e pensare che io sia... disponibile con tutte.-
-E non è così?- ribatté Michael con un sorriso e Roger scosse il capo.
-Proprio tu dovresti sapere che non è così. Devono avere certi requisiti.-
-Una totale mancanza di gusti in fatto di ragazzi, per esempio.- sbottò Sophie, continuando a guardare ovunque, tranne in direzione di Roger -Ti sembrerà strano, Davies, ma non tutte le ragazze vogliono uscire con te. Con "determinate ragazze" intendi dire ragazze non particolarmente avvenenti, immagino.-
-Esatto.-
-Esatto.- ripeté Sophie, alzando lo sguardo per fargli vedere che stava stringendo le labbra -Esistono anche ragazze poco carine che non vorrebbero uscire con te perché sei un idiota.-
Padma, Terry e Michael risero e perfino Anthony, da dietro il giornale, non poté contenere un sorriso divertito.
Roger si tenne una mano sul cuore con fare scenico.
-Cavolo, che male! Sapere che mi consideri un idiota non mi farà dormire la notte, Fawcett. Mike, noi ci vediamo più tardi o domani. Steeval, Goldstein, buona giornata. Patil... Sei più carina del solito oggi.- Padma gli sorrise in risposta, mentre Terry rideva ancora e Anthony riprendeva a leggere -Fawcett.-
-Davies.- gli fece eco Sophie, mentre Roger si andava a sedere accanto a Cho e alla loro corte.
-Sai, potreste mettere su uno spettacolo comico.- commentò Terry, finendo la sua colazione -Siete spassosi.-
-Vuoi che ti organizzi degli appuntamenti con qualcuna, Terry?-
Il ragazzo la fissò terrorizzato e non disse più nulla, mentre Padma, dopo aver scoccato uno sguardo severo a Sophie, si alzava dal tavolo e salutava tutti.
-Ci vediamo a lezione. A dopo!-
Michael guardò Sophie che fissò Terry che diede una gomitata ad Anthony, che dovette posare a malincuore il giornale.
-Cosa c'è?-
Michael fece un cenno al posto accanto a lui, occupato pochi secondi prima da Padma.
-Perché chiedete a me? Non posso decifrare tutto quello che fa quella pazza.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-È pazza, te lo garantisco.- disse Roger, camminando accanto a Cho. I loro amici erano dietro di loro, intenti a chiacchierare del più e del meno -È completamente sciroccata e non credo che Mike potrà mai guardarla come una ragazza vera e propria.-
-Roger, non dire così. Sophie Fawcett è carina e forse, conoscendola, non è poi così male.-
-Aha, gran bella battuta, Cho.- Roger si avvicinò per darle una spallata e abbassando la voce le disse -E poi, scusa, ma da che parte stai? Se Mike dovesse davvero ricambiare i sentimenti della Fawcett, non sarebbe un problema per te?-
Cho emise uno sbuffo e scrollò le spalle.
-Forse. O forse no. Anzi, magari avrei risolto un problema e riuscirei a capire cosa provo realmente per Cedric.-
-O per Potter.- Roger sorrise di fronte al rossore dell'amica -Che poi, quando diavolo hai parlato con Potter?-
-Non ci siamo proprio parlati. È che si dicono tante cose su di lui ed io ho iniziato a notarlo e a guardarlo più spesso. È carino e vorrei conoscerlo meglio.-
-Esattamente la stessa cosa che hai provato per Mike. Sei sicura di non scambiare il tuo desiderio di fare amicizia per altro? Magari vuoi solo essere amica di questi ragazzi... Bambini a dire il vero. Hai proprio deciso di fare la tata, eh?-
-Hanno solo un anno in meno di me.- dichiarò Cho, stringendosi i libri al petto e distogliendo lo sguardo dal ragazzo -E poi non credo di fraintendere quello che provo. Insomma, con te non ho mai provato niente del genere. Voglio dire, sei carino da morire...-
-Oh, smettila, mi farai arrossire.- la interruppe Roger, facendo scena.
-Ma... Forse perché ero ancora una bambina quando ti ho conosciuto, non ho mai... sentito niente in quel senso. Sei l'amico più caro che ho, Roger, però nient'altro.-
-Tranquilla, Cho, non ti ho fatto alcuna dichiarazione.- disse Roger, facendole un sorriso che Cho etichettò come "strano".
-Lo so che scherzi sempre, ma davvero questa volta sono seria. Non so cosa mi stia succedendo.-
-È la pubertà.- replicò Roger, facendo spallucce -Frega chiunque.-
 
 
 
 
 
 
 
-E anche per oggi quelle maledette lezioni sono finite.- disse Michael, stiracchiandosi -Dimmi che non eri seria prima, Soph. Non lo reggo un pomeriggio di studio.-
-Va bene.- disse lei, uscendo dall'aula accanto al ragazzo -Allora decidi tu cosa fare. Basta che stiamo insieme.-
-D'accordo, Soph, d'accordo. Basta marcare il territorio però. Non sono un giocattolo che tu e Roger continuate a contendervi.- Terry chiuse gli occhi, pronto a sentire l'ira di Sophie... che stranamente non arrivò.
Padma e Anthony, intanto, camminavano in silenzio dietro Terry.
-Io non contendo nessuno.- replicò Sophie, facendogli un sorriso -Sei stato tu a dirmi che per te sono molto più importante di Davies. E questo è sufficiente per me.-
Michael sorrise, rassegnato dalla testardaggine dell'amica.
-Padma, vieni con me? Devo prendere dei libri in Biblioteca prima di tornare nella Sala Comune.-
Padma non rispose e Anthony le toccò una spalla per farle capire che Sophie le stava parlando.
-Padma?-
Sophie, Michael e Terry si erano fermati e la scrutavano come se non fosse in sé.
-Uh? Oh, Merlino, scusate!-
-Oh, Merlino?- ripeté Anthony con ironia -Sicura di star bene?-
-Sì, sto bene.- Padma mise su un sorriso e replicò -Cosa mi hai chiesto, Sophie?-
-Di... venire in Biblioteca con me.- rispose lei, incerta.
-Oh, certo, certo. Biblioteca.- Padma annuì -Tipico dei Corvonero.-
Michael aggrottò le sopracciglia e lanciò un'occhiata a Terry che fece spallucce.
-Beh, voi ragazzi aspettateci nella Sala Comune che noi vi raggiungiamo. Terry, poi devo parlarti.- disse Padma con rapidità -Ho trovato una soluzione per il tuo problema.-
-Davvero?- Terry si aprì in un enorme sorriso felice -Grande! Grazie mille, Padma.-
-Figurati.- Padma prese sottobraccio Sophie, che la guardò come fosse uscita di senno -Andiamo!-
E mentre Padma trascinava una Sophie sconvolta, Michael si voltò di nuovo verso Anthony che subito mise le mani avanti.
-Non guardate me. Ve l'ho già detto: è pazza.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Okay, okay, Padma, siamo arrivate, ora puoi lasciarmi.- Sophie si scostò dall'amica che aggrottò la fronte -Non guardarmi così.-
-Così come?-
-Come se fossi io quella strana.- berciò Sophie, poi abbassando la voce per entrare in Biblioteca continuò -È da stamattina che sei strana. Dopo che hai lasciato la Sala Grande non sei stata più la stessa. Che ti è successo?-
-Sei troppo sospettosa, amica. Non mi è successo nulla. Sono semplicemente io.-
Sophie, non convinta, prese a girare per gli scaffali con la ragazza al seguito che si sistemava i capelli.
-Non importa se non vuoi dirmelo, Padma, ma riesco a capire quando c'è qualcosa che non va. E sono sicura che hai sicuramente qualcosa che non va oggi. Cos'è, i tuoi ti hanno finalmente scelto un pretendente?-
-Prima che i miei genitori mi combinino un appuntamento, dovranno passare su...- Padma si interruppe e guardò di sfuggita Sophie, che stava leggendo i titoli sul dorso dei libri -Dovranno passare secoli. Sai quanto i miei siano fissati su determinati standard.-
-Credevo che per loro bastasse che fosse indiano. “Avere la stessa religione è alla base per un buon matrimonio”, non dicevano così?- domandò Sophie, sfogliando il libro appena preso e poi alzando gli occhi verso il tavolo lì vicino.
Padma notò subito il cambiamento di espressione della ragazza e seguì il suo sguardo. Stava guardando una ragazza minuta, intenta a scrivere su una pergamena nuova, mentre ogni tanto si attorcigliava sulle dita una ciocca dei corti capelli castani. Quando la ragazza notò che la stavano fissando, spalancò i grandi occhi cerulei ed arrossì per poi tornare alla sua pergamena.
-Chi è?- s'informò Padma all'orecchio di Sophie, che nuovamente la guardò in tralice.
-È Lisa Turpin.- Sophie tornò a fissare Lisa -È nel nostro dormitorio da tre anni e ancora non ti ricordi di lei, com'è possibile?-
-Non è una ragazza che attira l'attenzione.- precisò Padma con un sospiro affranto -E mi sembra anche molto timida, per cui probabilmente non le avrò parlato molto, no? Perché t'interessa tanto?-
-Lo sai perché... Oh, Padma, oggi sei proprio fuori di testa, te ne parlo da mesi! Mi dispiace per lei, ecco.- Sophie si mordicchiò il labbro, il suo marchio di fabbrica -È del nostro anno, ma non è ancora riuscita a farsi degli amici e tutti la snobbano perché credono che sia troppo altezzosa. In realtà è semplicemente timida, come fanno a non accorgersene?-
-Tutto qui?-
-E mi sento in colpa. Siamo sue compagne di dormitorio e abbiamo la stessa età. Forse avremmo dovuto coinvolgerla e diventare sue amiche.-
-Anche Sophie Fawcett ha un cuore. Questo è strano.-
Sophie si voltò verso Padma come se non la riconoscesse più. Era rarissimo che Padma la prendesse in giro circa il suo caratterino tutt'altro che accomodante.
-Scherzavo.- Padma si strinse nelle spalle, dispiaciuta -Senti, vuoi davvero diventare sua amica?-
Sophie annuì, imbarazzata. Era pur sempre la solita Sophie che si vergognava a mostrare agli altri quanto in realtà fosse una brava ragazza.
-D'accordo, allora.-
-Ma cosa posso dirle per... Padma!- Sophie si coprì la bocca perché aveva urlato il nome dell'amica senza ricordarsi di essere in Biblioteca.
Madama Pince le aveva fatto segno di stare in silenzio e Sophie si scusò.
-Ciao, tu sei Lisa, vero? Lisa Turpin, giusto?- stava dicendo Padma a Lisa che, intimidita, annuì.
-Quella è la mia amica Sophie Fawcett.-
-So chi siete.- Lisa ebbe il coraggio di replicare. Aveva una vocetta sottile e molto dolce -Dormiamo nello stesso dormitorio da tre anni.-
-Esatto.- Padma annuì e fece segno a Sophie di avvicinarsi -Proprio per questo mi sembra strano che non abbiamo mai passato del tempo assieme noi tre. Voglio dire, le altre due compagne di stanza sono simpatiche, ma tu sei sempre tutta sola, per cui abbiamo pensato di venire qui per conoscerti meglio. Ti farebbe piacere passare del tempo con noi?-
-Con voi?- Lisa spalancò i suoi occhioni chiari -Mi farebbe molto piacere. Sempre che per i vostri amici non sia un problema.-
-Chi? Corner, Goldstein e Steeval?- Padma scrollò le spalle, cosa che impressionò non poco Sophie -Naa, loro sono tipi tranquilli. Lisa, ti divertirai un mondo a stare con noi.-
Lisa si aprì in un sorriso e Sophie in quel momento capì che Lisa, come Padma, sarebbe diventata una sua grande amica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Stai andando a dormire?- domandò Anthony e Padma sobbalzò per la sorpresa.
Lisa era già salita nel loro dormitorio e Terry, che aveva deciso di lasciare un po' da soli Michael e Sophie, che ancora chiacchieravano accanto al fuoco, era andato a dormire da un pezzo.
Padma stava per imitarli, ma Anthony l'aveva fermata prima che potesse salire le scale.
-Secondo te, Goldstein? Questo è l'unico accesso per i dormitori, non si può arrivare da nessun'altra parte.-
-"Goldstein". "Oh, Merlino".- Anthony fece di no con la testa, gli occhi marroni la stavano analizzando -Parli in modo diverso oggi. Oltre a comportarti in modo diverso.-
-Non so di cosa tu stia parlando.-
-Hai passato tutta la sera a parlare con Terry...-
-Del suo problema con le ragazze.- lo interruppe Padma sulla difensiva -Ne parliamo da giorni.-
-Ma non hai trovato una vera e propria soluzione. Avevi parlato di una grande idea e alla fine cos'hai fatto? Gli hai dato qualche tecnica o dritta su come agire. Cosa che, tra l'altro, avevamo già fatto in passato io e Mike. E anche tu, se non erro, gli avevi già dato qualche consiglio.-
-Oh, ma quanto parli? Non eri un tipo silenzioso una volta?-
-Che ti prende?- Anthony la fissò circospetto -Sembri diversa oggi.-
-Continuate a ripeterlo, ma non è vero. Sono sempre io! Qual è il problema, Anthony?-
Anthony fece una smorfia e fece nuovamente no con la testa.
-Beh, questa non è una novità. Se non sbaglio, io e te non siamo mai d'accordo su niente, nonostante siamo amici.- spiegò Padma, pratica.
-Vero.- ammise Anthony con tranquillità.
-Perfetto.- Padma mise un piede sul primo scalino -Quindi anche se oggi mi trovi diversa, mi trovi comunque irritante, no?-
-Vero anche questo.- Anthony si voltò, pronto ad andarsene -Ma preferisco di gran lunga la Padma di ieri. Quindi domani cerca di essere quella Padma e non questa.-
-Cos'ha questa che non va!?- strillò lei, arrabbiata.
-Non ha niente che non va, ma a me piace quella Padma.-
La ragazza sobbalzò di nuovo, ma Anthony se n'era già andato. Allora, Padma salì le scale, diretta verso il dormitorio, con la consapevolezza che qualcosa di nuovo stava succedendo in quel gruppo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
 
 
-Allora, com'è andata?- domandò Padma a Calì che le mostrò un gran sorriso -Oh, no, così male?-
-No, è andata bene! Ti ho fatto appena trovare una nuova amica. Si chiama Lisa e dorme nel vostro dormitorio. Solo voi Corvonero condividete la camera da tre anni senza parlare con tutte le vostre compagne.-
-Perché, escludendo Lavanda Brown, di chi sei diventata amica, Calì?-
-Di tutte! Hermione Granger, per esempio. Io e lei parliamo ogni tanto.- Calì annuì -Certo, non è Lavanda, ma è simpatica.-
-Ah, Lisa.- Padma si posò un dito sul mento, guardando verso l’alto -Sophie me ne parlava da un po'.-
-Beh, grazie a me, ora è nel vostro gruppo.-
-Ti prego, non dirmi che sei stata tu a parlare con lei. Non dirmi che ti sei buttata come il tuo solito.-
-Beh, sì.- Calì scrollò le spalle -Non ci trovo nulla di male.-
-Ah, come devo fare con te? Dovevi sembrare me non solo nell'aspetto, ma anche nei modi! Non avrei mai fatto una cosa del genere. Quello è... coraggio Grifondoro.-
-Non dirlo con quel tono disgustato.- Calì era scioccata dalla sorella che le fece un sorriso accondiscendente. 
-Dimmi cos'altro hai combinato.-
-Ho parlato tutta la sera con Steeval.- Calì sembrava orgogliosa di se stessa -È simpatico quando non balbetta e non fa il timido.-
-Visto? Riesce a parlare solo con me e con Sophie. È un caso grave secondo te?-
-Naa, ha solo bisogno di un aiuto in più.- disse Calì, battendosi una mano sul petto -Ed io sono il vostro aiuto.-
-Hai già fatto abbastanza.-
-Ehi, oramai ci sono dentro!- Calì incrociò le braccia al petto -E tu hai combinato qualche guaio?-
-Non proprio. Vi ho fatto guadagnare dieci punti per aver dato una risposta esatta a Storia della Magia.- Padma si spostò i capelli dalla fronte -Non avrei dovuto, dopotutto siamo sempre in gara per la Coppa delle Case, ma non ho resistito e così...-
-Oh, Merlino, Padma! Sicuramente avranno capito che non ero io.- Calì la interruppe di getto -Odio Storia della Magia e non alzerei mai la mano per rispondere. Che risponda Hermione. È molto più brava, sa praticamente tutto e comunque è sempre Grifondoro che ci guadagna.-
-Non siete in competizione fra di voi a lezione?-
-Affatto. Non siamo come voi.-
Padma strinse le labbra e continuò.
-Comunque solo Lavanda ha capito qualcosa. Ha detto che ero troppo tranquilla e che sembravo... Beh, me. A te qualcuno ha detto niente?-
-Sophie.- rispose subito Calì, quasi divertita -E anche i tuoi amici Corner e Steeval per un momento mi hanno guardata come se fossi pazza, ma poi loro si sono arresi.-
-Sophie no, invece.-
-No.- Calì sorrise -Ma tranquilla, non hanno capito niente. Ora vuoi continuare questo scambio o no?-
-No, questo esperimento mi si è ritorto contro. Voglio stare con i miei amici, non con i tuoi.-
-Idem.- sbuffò Calì, toccandosi la lunga treccia -Ma io te l'avevo detto, no? Che era una cattiva idea. Mi devi un favore.-
-Va bene.- Padma fece per andare via, ma Calì la bloccò.
-Guarda che ero seria prima. Voglio davvero aiutare il tuo amico. Mi fa piacere. Davvero.-
Padma sorrise e annuì.
-Allora incontriamoci a colazione, così sveleremo ogni cosa.-
-Perfetto.- Calì la salutò con la mano -Ah, ultima cosa. Credo che Goldstein abbia una cotta per te.-
Padma sobbalzò, stupita da quell’affermazione.
-Ma che dici!? Ant è un amico.-
-Beh, il tuo amico ha capito subito che non eri tu. E mi ha chiaramente detto che preferisce di gran lunga te a me.-
-E in quale universo questa sarebbe una dichiarazione? Io sono sua amica, tu no.-
-Sei proprio stupida a volte.- Calì scosse la testa e rise -È proprio vero che essere Corvonero non è sempre sinonimo di intelligenza.-
-Calì!-
-Ci vediamo a colazione!-
 
 
 
 
 
-Vi aspettiamo da un pezzo.- sbuffò Terry, quando Sophie scese le scale del dormitorio. Da sola.
Lisa era già lì con i ragazzi e Terry era l'unico che si stava lamentando. Michael le sorrise non appena la vide ed Anthony aggrottò la fronte e chiese.
-E Padma?-
-Non lo so. Quando mi sono svegliata stamattina, lei non c'era.-
-Sarà già andata a fare colazione?- domandò Terry e Lisa, con il suo sottile tono di voce, rispose.
-Andiamo giù e scopriamolo. Forse ci sta aspettando.-
Terry bofonchiò imbarazzato qualcosa, perché Lisa non era né Padma né Sophie e lui non riusciva a parlarle. Quando Sophie e Padma avevano portato Lisa da loro, chiedendo di farla integrare e farla sentire a proprio agio, Terry aveva creduto che l'avessero fatto per lui, per farlo aprire con le ragazze, ma ben presto si era reso conto di essersi sbagliato.
Lisa era troppo timida per riuscire nell'impresa e Sophie sembrava davvero interessata a diventarle amica, cosa più unica che rara.
-E va bene, scendiamo.- si decise Michael, avvicinandosi a Sophie per uscire con lei dalla Sala Comune -Padma non era mai scesa da sola. È strano, vero?-
Sophie annuì, sentendo dietro di lei Lisa, Terry ed Anthony. Tutti e tre camminavano in silenzio.
-È strana da ieri a dirti la verità. Non riesco proprio a capire che le prenda.-
-Cos'ha fatto?- domandò Michael e Sophie dovette abbassare la voce per fare in modo che solo lui sentisse. Era difficile, però, concentrarsi quando Michael era così vicino.
-Beh, avevo detto anche a te che volevo conoscere Lisa.-
Michael annuì.
-E lei improvvisamente ieri non si ricordava né di Lisa né del mio discorso.- Sophie si mordicchiò il labbro -Ma non appena le ho detto che volevo diventarle amica, lei è letteralmente corsa a parlare con lei.-
-Curioso.-
-Assurdo.- lo corresse Sophie con enfasi -Padma è sempre posata e tranquilla, non farebbe cose così avventate. E ieri sera si lamentava di non aver potuto legare i capelli. Non so, c'è qualcosa che non torna.-
Anthony, che si era avvicinato a loro, sbuffò nel sentire quei discorsi e Sophie si sporse oltre Michael.
-Tu sai qualcosa! Avevi detto di non sapere niente, Ant!-
-Ed era così.- chiarì lui, mentre scendevano le scale che si erano appena spostate -Ci sono arrivato da solo e se ci pensate la soluzione è davvero facile. Ed è stata anche sotto i nostri occhi per l'intera giornata.-
Anthony fece uno sguardo eloquente a Sophie che sembrò accendersi all'improvviso.
-Oh. Oh! Oh, no, non l'ha fatto! Ma per quale motivo avrebbe dovuto...?-
Anthony fece cenno a Terry che stava tentando di non scappare via da Lisa che stava provando a fare conversazione.
-Oh!- ripeté Sophie, annuendo -Ant, sei un genio!-
-Sono solo un buon osservatore.- Anthony sorrise compiaciuto -L'avresti capito anche tu, se...-
-Se...?- 
Anthony non finì la frase, perché Michael, silenzioso fino a quel momento, interruppe i due amici.
-Potreste dirmi di cosa diavolo state parlando? Non ho capito una sola parola.-
-Oh, Mike, quanto sei ingenuo.- lo canzonò Sophie, scompigliandogli i capelli e lui mise su il muso.
-Grazie tante. Non mi escludete e ditemi cos'ha Padma.-
-Padma sta benissimo.- chiarì Anthony e Sophie gli sorrise, cosa che fece arrabbiare ulteriormente Michael.
-Ehi, ragazzi!-
Sophie e Anthony risero per tutto il tempo fino alla Sala Grande e Michael continuò a rimanere imbronciato.
Padma era lì ad aspettarli, proprio come aveva detto Lisa, e aspettò che tutti si sedettero accanto o di fronte a lei per dire.
-Buongiorno.-
-Buongiorno.- risposero i suoi amici, chi prima e chi meno.
-Mike, cos'hai?- chiese Padma, notando l'espressione dell'amico che indicò Sophie ed Anthony.
-Questi due stanno diventando troppo confidenti e mi sento escluso.-
Sophie sorrise a Padma, che ricambiò il sorriso.
-Non ti preoccupare, Mike.- disse Padma -Credo di aver capito il problema. È per via di ieri, dico bene?-
Tutti si ritrovarono ad annuire, anche Lisa che conosceva poco Padma.
-Okay, eccovi la risposta.- la ragazza indicò sua sorella che si era appena seduta accanto a Terry.
-Buondì, gente.-
Anthony e Sophie si scambiarono un'occhiata e si diedero il cinque.
-Grande, Ant!-
-Anche tu sei stata brava!-
Michael passò lo sguardo dall'uno all'altra e si voltò verso Padma con un'espressione pomposa.
-Ti sei scambiata con tua sorella? Padma, avevi promesso che non l'avresti mai fatto!-
-Quando l'aveva promesso?- domandò Sophie come se nulla fosse.
-Lo sai! Non appena abbiamo scoperto che aveva una gemella, al primo anno.- perdurò Michael e Calì gli schioccò due dita davanti alla faccia.
-Sono qui, Corner. Potresti anche mostrarti un po' più gentile. Non è assolutamente vero quello che dicono di te, sei tutt'altro che carino.-
-Non era qualcosa contro di te.- si giustificò Michael, provando a farle capire -Solo che non è bello che voi vi scambiate così. Siete due persone diverse, anche se siete identiche.-
-Okay, mi rimangio tutto. Questa è una frase che raramente sentiamo.- commentò Calì, sporgendosi verso Michael e sfiorando Terry che quasi si buttò su Anthony -Sei davvero come dicono. Gentile e carino.-
Sophie boccheggiò di fronte a quel complimento. Ci mancava solo che la sorella di Padma iniziasse a provarci con Michael!
-Comunque, Mike, lo so che ve l'avevo promesso e non lo farò più.- chiarì Padma, guardando tutti i suoi amici -Era solo un esperimento per Terry e pensavo che avesse funzionato, ma da quello che vedo, direi di no.-
Calì stava sorridendo a Terry che stava quasi per sedersi su Anthony che lo spingeva via.
-Andiamo, Steeval, ieri mi parlavi tranquillamente! Cos'è cambiato?-
-Tu!- Terry si voltò per guardarla, ma poi, quando vide la vicinanza fra di loro, spostò lo sguardo sul suo piatto -Ieri non eri tu, eri Padma.-
-No, ero sempre io.- disse Calì con voce sicura -Tutte le cose che ci siamo detti, tutti i consigli che ti ho dato erano miei. Miei pensieri e mie idee.-
-No... Non è la stessa cosa.- Terry si alzò di colpo dal tavolo -Devo andare.-
-Oh, andiamo.- Terry stava correndo via -Terry!-
-Forse non è stata una grande idea.- buttò lì Anthony, rivolto a Padma che annuì e disse.
-Forse ho esagerato.-
-No, invece. Era una grande idea e te lo dimostrerò.- Calì si alzò anche lei, pronta a seguire Terry.
-Calì, lascia stare.- disse Padma, provando a fermarla.
-Non credo che Terry riuscirà più a parlarti.- continuò Sophie e Michael le diede manforte. 
-Già. Meglio se lo lasci sbollire un attimo.-
-Io non mi arrendo!- concluse Calì, correndo fuori dalla Sala Grande.
-Secondo me può farcela.- soffiò Lisa, scoccando un dolce sorriso a tutti -Calì ha proprio il carattere e la grinta adatti per far superare l'imbarazzo a Terry.-
-O nella peggiore delle ipotesi tua sorella lo farà fuori.- dichiarò Anthony con un sorriso divertito.
Padma alzò gli occhi al cielo prima di esclamare.
-Sei sempre il solito, Ant!-
 
 
 
 
 
 
Sophie uscì dalla Biblioteca e quasi sobbalzò quando vide un'orda di studenti camminare stretti in due file diretti chissà dove. Era sicuramente successo qualcosa e Sophie aggrottò la fronte nel tentativo di capire cosa fosse accaduto.
Gli ultimi studenti che, come lei, uscirono dalla Biblioteca palesarono lo stesso sbigottimento della ragazza.
-Cos'è successo?- domandò un Corvonero del primo anno e il ragazzino dovette ripetere la domanda due volte prima che Sophie capisse che stava parlando con lei.
-Non lo so.- disse la ragazza, continuando a fissare gli studenti che, dai colori della divisa, comprese essere Tassorosso -Ma non è raro in questa scuola. Ce n'è sempre una.-
Sophie sentì un fischio e poi una voce che la chiamava.
-Sophie! Sophie Fawcett!-
La ragazza riconobbe subito la zazzera bionda della figura che stava uscendo dalle fila per avvicinarla.
-Stebbins!-
-Sophie, ti ho già detto di chiamarmi Michael.- chiarì lui con un sorriso -Lo so che per te è strano, visto che Corner ed io abbiamo lo stesso nome, ma odio essere chiamato con il cognome. Oramai siamo amici!-
-D'accordo, Michael, rilassati.- Stebbins le strizzò l'occhio dopo che lei l'ebbe chiamato per nome, cosa che fece improvvisamente arrossire Sophie.
La ragazza si schiarì la gola, provando a tornare in sé.
-Che sta succedendo? I Tassorosso sono impazziti?-
-Cosa?- Micheal si voltò verso i suoi compagni di Casa -Ah, non lo sai? Stasera ogni studente dormirà nella Sala Grande. Dicono che Sirius Black sia entrato nella scuola.-
-Stai scherzando!- esclamò Sophie, sconvolta -C... Come può essere entrato nella scuola? Ci sono i Dissennatori sparsi per tutta la zona.-
-Li ha già fregati una volta, non sarebbe così strano.- Michael fece spallucce, come se per lui non facesse differenza -Comunque, che fosse Sirius Black o no, la Signora Grassa è stata attaccata ed è stata lei a parlare di Black.-
-La Signora Grassa?- domandò il Corvonero del primo anno e Sophie si accorse solo in quel momento che era ancora accanto a lei.
-Lui è con te?-
-No.- rispose Sophie velocemente e Michael sospirò.
-Meglio.-
Sophie arrossì di nuovo e si voltò verso il ragazzino.
-La Signora Grassa sorveglia l'entrata della Sala Comune dei Grifondoro.- Sophie guardò di nuovo Michael -Bene o male c'entrano sempre loro, no?-
-Non conosci la storia di Harry Potter?-
La ragazza lanciò un'occhiatina di sbieco a Michael e annuì.
-È ovvio che la conosca. Chi non conosce Harry Potter e la sua storia?-
-No, intendo dire... la storia di Harry Potter e Sirius Black.-
-Non capisco di cosa stai parlando.-
Michael tornò a fissare il ragazzino, poi fece un cenno a Sophie di avvicinarsi.
-Te lo dico più tardi, va bene?-
Sophie annuì e il ragazzino berciò qualche lamentela che non venne ascoltata da nessuno dei due.
La ragazza si voltò verso di lui e disse.
-Raggiungiamo la Sala Grande. Gli altri Corvonero saranno già lì.-
-Ligi al dovere come sempre.- puntualizzò Michael, prima di salutarla e tornare dai suoi amici -A dopo, Sophie!-
 
 
 
 
 
Le luci si spensero, ma quasi tutti gli studenti bisbigliavano ancora, intenti a raccontare per l'ennesima volta la storia della Signora Grassa e di Sirius Black.
I sei ragazzi Corvonero si erano sistemati in un angolino, tutti in cerchio, per poter parlare ancora.
-È stato terribile.- disse Terry, che era sdraiato tra Anthony e Michael per stare il più lontano possibile da Lisa -Tua sorella mi continua a seguire ovunque e non so più come dirle di lasciarmi stare.-
-Quindi le parli?- domandò Padma con un sorriso -Sta funzionando!-
-Non è affatto divertente! Calì rifiuta di capire. Non posso esserle amico, non riesco nemmeno a parlare senza balbettare.-
-Credo che piano piano ti abituerai.- affermò Lisa, guardando Terry che divenne subito rosso -Vedi? Ancora arrossisci quando ti parlo, ma almeno non sposti subito lo sguardo. Io... Io penso di capirti, anch'io sono timida.-
-Ma tu lo sei con tutti, Lisa.- chiarì Michael come se non fosse affatto un difetto -Terry ha proprio qualcosa che non va.-
-Non devi insultarmi solo perché non ho due grandi occhi blu, Mike.- sbuffò Terry, facendo ridere tutti, tranne Sophie che passò lo sguardo da Michael a Lisa e si mordicchiò le labbra.
-Ehi.- bisbigliò una voce -Ehi, voi.-
Tutti si voltarono in sincronia verso la voce che si rivelò essere quella di Roger Davies, che stava strisciando verso di loro assieme a Cho Chang.
-Possiamo unirci? Gli altri si sono già addormentati.-
Sophie si sporse verso Padma per sussurrarle all'orecchio.
-Strano, no? Davies ha sempre argomenti così interessanti.-
Padma soffocò una risatina e fece sdraiare Cho tra lei e Lisa, mentre Roger si faceva spazio fra Michael e Terry.
-Allora, di cosa stavate parlando?- chiese Roger, sfoderano un sorriso che avrebbe fatto arrossire Lisa e Padma se solo avessero potuto vederlo. 
-Niente di che.- rispose subito Terry per paura che qualcuno parlasse della sua fobia -Niente di che. Davvero.-
-Sei stato sufficientemente convincente.- ironizzò Roger, spostando poi lo sguardo verso Michael -Allora domani sei mio, Mike. Come d'accordo.-
-Sì, sì, lo so. L'ho già detto a Sophie, Roger, smettetela di usarmi come arma per distruggervi a vicenda. Voglio bene ad entrambi.-
-In realtà, a me ne vuoi un po' più.- insistette la ragazza, lanciando un'occhiatina trionfante a Roger -Me l'ha detto lui.-
-Uao, adesso sì che non dormirò la notte.- commentò lui, prendendola in giro -Comunque che roba, eh? Sirius Black a zonzo per il castello!-
-Non crederai davvero che sia lui, vero?- mormorò Lisa, mostrando la stessa espressione terrorizzata che aveva Terry -Voglio dire, non può essere davvero lui.-
-Non capisco dove sia il problema. Hogwarts è piena di Dissennatori che appena lo vedranno, lo riporteranno ad Azkaban dove merita di stare.- disse Sophie con semplicità.
-È riuscito a scappare da Azkaban, che non è esattamente un posticino piacevole. Ai Dissennatori potrebbe benissimo sfuggirgli di nuovo.- 
-Ma ci sono i professori qui, c'è Silente.- disse Cho, abbassando un po' la voce per evitare di essere sgridata da un Prefetto -Non stiamo parlando di maghi e streghe qualunque e Black, per quanto pericoloso, rimane una sola persona.-
-Forse hai ragione.- disse Michael, ricambiando il bellissimo sorriso di Cho ed ottenendo uno sguardo truce da Sophie, che aveva contraddetto l'attimo prima.
-Sop...-
-Sophiee!-
Michael non ebbe il tempo di scusarsi, perché vide una figura avvicinarsi con il suo sacco a pelo e, socchiudendo gli occhi nell'oscurità, provò a identificarla.
-È Stebbins, Mike, l'amico idiota del principino Diggory.- chiarì Roger, che si era voltato insieme all'amico al suono della voce.
-Detto da un vero idiota è quasi un complimento.- ribatté Sophie, indispettita -Michael è un ragazzo simpatico e divertente, Mike. Lo scoprirai presto.-
-Michael.- ripeté Roger, sorridendo divertito a Sophie che, nonostante il buio, capì chiaramente che il ragazzo stava ghignando nella sua direzione -Nome interessante.-
-Buonasera, ragazzi. Chiacchiere notturne su Sirius Black o state parlando di cose vostre e vi sto disturbando?- domandò Stebbins, facendo il giro per sdraiarsi accanto a Sophie che gli sorrise. La ragazza parlò prima che Roger potesse rispondere, temendo che potesse commentare con una battutina delle sue.
-Cosa sai esattamente?- chiese lei e Stebbins le si avvicinò per dirle a bassa voce.
-Cosa ci guadagno se te le dico?-
Sophie arrossì e ringraziò il cielo che nessuno se ne potesse accorgere.
-Dimenticavo di presentarmi. Escludendo Sophie, qui nessuno mi conosce. Sono Michael Stebbins, per la cronaca, anche se mi sembra strano che nessuno mi abbia riconosciuto.-
-È difficile notarti, amico, visto che giri sempre accanto a Diggory.- disse Roger con ironia, ma Michael non se ne accorse o finse di non accorgersene e rispose.
-Davies, non credevo che avessi questo tipo di gusti, per questo giri sempre con mille ragazze diverse, vuoi coprire la cosa?- Stebbins rise e scosse la testa -Mi spiace, ma Ced ha un evidente cotta per la tua amica Cho, quindi non credo che accetterebbe le tue avances.-
Cho trattenne una risata divertita e Roger le lanciò un'occhiataccia per ammonirla. Sophie, invece, non ci provò nemmeno a trattenersi, lasciandosi andare in una risata che dovette soffocare per evitare che i Prefetti venissero a toglierle punti.
Padma allungò una mano verso Stebbins per placare qualche possibile discussione.
-Io sono Padma Patil, Michael, piacere.-
-Piacere mio, Padma.- Stebbins le strinse energicamente la mano -Hai una gemella a Grifondoro, vero?-
-Sì, Calì.- rispose lei con un sorriso -Ma siamo molto diverse in fondo.-
-Come quasi tutti i gemelli.-
Padma allargò il sorriso e continuò.
-Loro sono Anthony Goldstein, Lisa Turpin, Terry Steeval e Michael Corner. Beh, Roger Davies lo conosci, credo. Come anche Cho Chang.-
-Conosco voi tre di fama.- chiarì Stebbins, indicando Roger, Michael e Cho -Finalmente ho l'opportunità di vedere con i miei occhi se le voci sul vostro conto sono vere.-
Roger, che era visibilmente spazientito da quel ragazzo, decise di andarsene.
-Vi lascio, truppa, vado a dormire. La festa è ufficialmente finita.-
Cho toccò il braccio a Roger per fargli capire che si stava comportando come un bambino, ma lui le disse.
-Tu che fai, vieni?-
Cho strinse le labbra, ma annuì, perché lì in mezzo Roger era il suo unico amico e, per quanto lasciare Michael le desse un pizzico di fastidio, era meglio non fare vedere a Stebbins quanto feeling ci fosse fra lei e il ragazzo.
-Buonanotte a tutti.- disse Cho e ognuno la salutò gentilmente, mentre Sophie si limitò a lanciarle un cenno che, chiaramente, Cho non poté vedere.
-'Notte.- sbottò Roger a nessuno in particolare ed entrambi tornarono dalla loro corte addormentata.
-Sì, è davvero un idiota, Sophie, ci avevi preso.- disse Stebbins, facendole un sorriso che lei ricambiò -Però forse l'ho beccato io in un momento no.-
-È sempre così, fidati.-
-Soph, ti dispiace? Stai parlando di un mio amico.- puntualizzò Michael, nervoso -Scusa, Stebbins, ma sei venuto per un motivo preciso qui?-
-Mike!-
-Io non vado nel suo gruppo ad insultare i suoi amici. Mi chiedevo solo il perché della visita.- continuò il ragazzo, mentre Terry, Padma e Lisa passavano lo sguardo dall'uno all'altra. Anthony aveva chiuso gli occhi, ma stava ascoltando tutto come se stesse udendo una melodia.
Sophie fece per replicare, ma Stebbins la fermò con la mano.
-No, ha ragione lui, in effetti non sono stato propriamente corretto. Sono qui, comunque, perché sono un amico di Sophie...-
-Un amico di cui non ci aveva parlato.- lo interruppe brusco Michael, rivolto più che altro a Sophie che venne nuovamente fermata da Stebbins.
-E oggi, prima di venire qui in Sala Grande, avevo promesso a Sophie che le avrei parlato della storia di Sirius Black.- continuò il Tassorosso, senza scomporsi.
-La conosciamo tutti.- disse Anthony talmente a bassa voce che Terry e Padma scattarono spaventati -Ovvietà a parte, e cioè che siamo Corvonero, per cui difficilmente non conosciamo qualcosa, e non c'è un solo argomento su cui non abbiamo un'opinione, di solito corretta, Black è famoso per quello che ha fatto, quindi cos'altro potresti dirci che già non sappia tutto il mondo magico e non?-
Terry lo guardò a bocca aperta, Lisa aveva gli occhi sgranati e Padma non riuscì a trattenersi dal commentare.
-Che ti è preso si può sapere?-
-Cosa intendi dire?-
-Che di solito non sei una persona particolarmente loquace, a sentire Sophie.- fu Stebbins a rispondere al posto di Padma che annuì in direzione di Anthony.
-Che altro ti ha raccontato Sophie su di noi?- soffiò Terry, terrorizzato.
-Oh, su di te non molto. Ha detto che sei molto generoso, ma ogni tanto buffo per le tue reazioni e le tue strane ossessioni.- Stebbins alzò gli occhi al cielo -Quest'ultima parte, in effetti, non era molto chiara.-
-Raccontaci di Black, Michael.- pregò Sophie, perché aveva notato l'occhiataccia del suo Michael che sembrava infastidito da Stebbins -Sa molto di più, Ant, o almeno così mi ha fatto credere oggi.-
-Oh, potete giurarci.- Stebbins abbassò la voce e tutti i ragazzi dovettero allungarsi per poter sentire il suo discorso -Il padre di Ced lavora al Ministero, sapete, e conosce molto bene il padre dei gemelli Weasley.-
-Il padre di Ron?- chiese Padma.
-Chi?- soffiò Stebbins, confuso.
-L'amico di Potter.- chiarì Sophie e lui per tutta risposta disse.
-Ci sono troppi Weasley sparsi per Hogwarts, è difficile ricordarseli tutti. Comunque il padre di Cedric l'ha beccato un giorno al Ministero e sembrava visibilmente scosso, ma non ci ha badato più di tanto. Sapete, quando lavori al Ministero, chi può dire con quale problema tu sia andato a incasinarti.-
Michael oramai aveva l'attenzione di tutti, quindi con un sorriso soddisfatto continuò.
-Beh, il signor Diggory ha per caso sentito una conversazione fra i coniugi Weasley, avvenuta al Ministero su “una protezione speciale” che doveva essere richiesta. Sapete per chi?-
-Io sinceramente mi sono perso.- mormorò Terry, che aveva anche appoggiato la testa sul sacco a pelo.
-Sei arrivato alla conclusione senza dirci la parte centrale.- disse Lisa in un bisbiglio e, ovviamente, il modo in cui parlò fece intenerire Stebbins che commentò.
-Lo so, piccina, forse non sono bravo a creare pathos e suspense.- lui sorrise a tutti, ma solo le ragazze ricambiarono il sorriso -Harry Potter è arrivato alla stazione di King's Cross scortato da delle macchine del Ministero della Magia e, fidatevi, non ha niente a che vedere con la sua fama.-
-Come diavolo hai fatto a vederlo arrivare? Sei una specie di stalker?- lo accusò Michael, guadagnandosi un'altra espressione infastidita di Sophie che disse.
-Arriva al punto, Michael, o Mike non ti darà tregua.-
-Sirius Black è evaso da Azkaban per dare la caccia a Harry Potter.-
Lisa cacciò un urletto spaventato, facendo saltare sul posto Terry che la guardò in malo modo.
-Scusami.-
Terry le fece segno di non preoccuparsi, era impossibile arrabbiarsi con una persona come Lisa.
Padma e Sophie si scambiarono un'occhiata, entrambe non sapevano come commentare quello che avevano appena sentito.
-Ne sei sicuro? O sono semplicemente tue supposizioni?- domandò Anthony, provando ad essere logico come sempre.
-Sì, ne sono sicuro. Amos Diggory l'ha sentito dal signor Weasley in persona.-
-Ed è venuto a riferirlo a te?- chiese Michael, dubbioso -Mi pare un po' strano che un argomento così serio possa essere divulgato così, senza alcun problema.-
-Ahhh, voi Corvonero! Devo per forza spiegarvi ogni singola azione ed ogni singolo gesto, altrimenti non sarete mai contenti, vero?-
-Sì!- disse tutto il gruppo in coro e Stebbins rise.
-D'accordo, ho capito. Il signor Diggory ne ha parlato con la moglie e Cedric li ha sentiti e ne ha parlato solo con me, il suo migliore amico.-
-E tu sei venuto a dirlo a noi? Non è molto corretto il tuo comportamento.- chiarì Anthony e Michael annuì nella sua direzione e aggiunse.
-Senza contare che non sono chiacchiere o pettegolezzi senza ripercussioni, se fosse vero sarebbe un argomento privato.-
-E soprattutto non sarebbero affari nostri.- concluse Terry, mentre Lisa e Padma annuivano all'unisono.
Stebbins lanciò uno sguardo rassegnato a Sophie che fece spallucce.
-Okay, finito, vado a dormire anch'io.- disse Stebbins, mentre tutti gli altri si mettevano comodi per fargli capire che non avevano nulla da obiettare in merito.
-Mi dispiace.- sussurrò Sophie al ragazzo, mentre lui le sorrideva come se nulla fosse -Non so cos'abbiano stasera.-
-Oh, io penso di saperlo.- Stebbins le fece l'occhiolino, ma probabilmente Sophie non poté vederlo per via del buio. Si sporse per sfiorarle la guancia con un bacio e disse.
-Buonanotte, Sophie. Ci vediamo domani.-
-D-domani?- soffiò lei in risposta, arrossendo.
-Sì, domani. Mi piacerebbe passare del tempo con te se ti va.-
-Certo, ma...-
-Sophie, basta parlare!- la interruppe Michael, provando a non urlare -Vuoi farci perdere dei punti per chiacchierare con lui?-
Stebbins la fermò ancora, prima che potesse lanciare qualcosa a Michael.
-Lascia stare e vai a dormire. Ti trovo io domani, okay?-
-Okay.- Sophie sorrise e Stebbins tornò dai suoi amici.
-Cosa ti ha chiesto?- domandò Michael, mentre Sophie si sistemava nel suo sacco a pelo -Non è che quel tipo ti sta dando fastidio, vero?
-No, Mike, tranquillo.- Sophie si coprì il viso con le mani, imbarazzata -Non mi da affatto fastidio.-






Spiegazioni, varie ed eventuali:
Pubblico l'ultimo capitolo prima delle vacanze e per ora possiamo dire che si stanno a mano a mano creando tutte quelle reti di rapporti che porteranno a numerosi litigi, fraintendimenti e altro.
Sto cercando di definire bene i personaggi nei primi capitoli e spero di esserci un minimo riuscita. Piccolo chiarimento: Lisa Turpin, così come Sophie Fawcett sono, per chi non lo sapesse, realmente personaggi della Rowling. Citati appena, senza alcuna descrizione, ma non sono OC. L’unica cosa inventata da me è il nome della Fawcett, di cui si conosce solo l’iniziale, la S appunto.
Un grazie speciale a love137063 che ha recensito lo scorso capitolo ^-^
Buone vacanze a tutti <3

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
 
 
La mattina dopo Roger si svegliò con la luna storta: aveva dormito scomodo tutta la notte e non vedeva l'ora di tornare al suo dormitorio per farsi una doccia. Lanciò un'occhiata verso Michael e il suo gruppo, ancora tutti profondamente addormentati.
La sera prima aveva rischiato di dare un pugno a Stebbins, non solo per il suo irritante modo di fare, ma anche e soprattutto perché aveva fatto ridere Cho di lui.
Cho aprì un occhio proprio in quel momento e gli fece un sorriso che Roger non poté non ricambiare.
-Buongiorno, principessa. Dormito bene?-
Cho si stirò dentro il suo sacco a pelo e fece di sì con la testa, ancora mezza addormentata.
-Cos'hai da fare oggi?- domandò Roger, provando a farla svegliare come si deve.
-Che sta succedendo?- borbottò Marietta Edgecombe da sotto il suo sacco pelo. Era ben visibile solo la massa riccia di capelli -Perché sei già in piedi?-
-Perché i Prefetti, insieme agli insegnanti, stanno svegliando tutti.- chiarì Roger, indicando a Cho, che era l'unica che lo stava guardando, gli altri studenti che si stavano alzando -Dobbiamo liberare la Sala Grande per la colazione, quindi, hop hop, Mary, in piedi.-
-No, che scocciatura, ho sonno!- brontolò Marietta, ma le altre cortigiane la fecero uscire dal sacco a pelo e Roger lanciò un'occhiatina quasi disperata a Cho che stava sistemando le sue cose con cura.
-Allora, cos'hai in programma per oggi?-
-Non lo so ancora.- chiarì Cho con un sorriso -Forse mi porterò avanti con i compiti o forse vedrò Cedric, non so. Tu? Ancora con Helena? È quasi un record, o mi sbaglio?-
-Sì, infatti, ma mi sto stancando.- sbuffò Roger, sistemandosi i capelli -Poi ho puntato una Grifondoro niente male, ma non voglio ancora sbolognare Helena per via di Mike.-
-Hai chiesto almeno a Mike se è davvero interessato alla sorella? Magari sta solo facendo un favore a te.-
-È Michael, Cho, è ovvio che mi stia facendo un favore.- commentò Roger, conoscendo bene l'amico -Ma, senza che lui lo sappia, anch'io gli sto facendo un favore.-
-Ah, davvero?-
Roger annuì, mostrando un sorriso furbetto.
-Emily potrebbe davvero piacergli e sarebbe davvero una svolta.-
-Perché?- soffiò Cho, di colpo infastidita -Così finalmente avrà la sua prima esperienza con l'altro sesso e potrete diventare due latin lover, conquistando tutta Hogwarts?-
-Uhuh, saresti gelosa di me, principessa?- ironizzò Roger e Cho piegò la testa di lato, lanciandogli un'occhiata rassegnata -Ah, giusto, non di me, di Mike. Beh, per quanto vorrei davvero che voi due coronaste il vostro sogno d'amore, al momento, cara Cho, hai occhi solo per Diggory ed è evidente. Per quanto ti piaciucchino anche altri ragazzi, Cedric è in cima ai tuoi pensieri.-
Cho arrossì e si premette la coperta sotto il naso, imbarazzata. Grazie al cielo Roger aveva avuto il buongusto di far andare avanti la corte, per evitare che tutti sentissero i loro discorsi.
-Ragion per cui, devo salvare Mike da te, prima che cada nel baratro dell'innamorato perso e faccia la fine della Fawcett. Se Emily lo dovesse conquistare, non ti morirà più dietro, e potrò finalmente godermi il mio amico senza la tua onnipresente... presenza. Oltretutto risolverei anche il tuo problema: se sarai davvero gelosa di Mike, a quel punto capirai chi t'interessa davvero.-
Cho corrugò la fronte, confusa.
-Quindi... Lo stai facendo per Michael, per me o per te stesso?-
-Per tutti e tre!- Roger spalancò le braccia, brioso -Sono o non sono una bella persona?-
Cho sorrise divertita e si alzò in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia.
-La migliore.-
 
 
 
 
 
 
 
 
-Sophie, mi stai ascoltando?- Padma le scrollò le spalle e l'amica, che era appoggiata al tavolo dei Corvonero, intenta a scrutare il vuoto, parve svegliarsi solo in quel momento -Cos'hai stamattina? Sei completamente sulle nuvole!-
Sophie dondolò la testa e lanciò uno sguardo a Michael che l'aveva guardata per tutto il tempo.
-Cosa?- chiese lei, abbassando gli occhi per paura che capisse -Mike, che c'è?-
-Stebbins.- rispose semplicemente lui e Sophie sobbalzò -Non mi avevi mai parlato di lui.-
-Non è che ci sia molto da dire. Però agli altri gliene avevo parlato, vero, ragazzi?-
I suoi amici annuirono, compresa Lisa, e Michael, che si era voltato a guardarli, tornò a concentrarsi su Sophie.
-Come fa a saperlo anche Lisa? Non la conosci da tanto.-
-Michael!- sbottò Padma, mentre Lisa abbassava la testa triste -Questo è scortese!-
-Tipico di te usare un parolone del genere in un momento come questo.- commentò Anthony, sfogliando il giornale.
-Non volevo assolutamente offendere Lisa.- chiarì Michael, sorridendo a Lisa che ricambiò a disagio -Solo che vorrei sapere perché tutti, compresa lei che è l'ultima arrivata, sapevano di Stebbins tranne me!?-
“Stupido, come fai a non capirlo!?” pensò Sophie, mordendosi le labbra e lanciando un'occhiata d'aiuto a Padma che scosse la testa: doveva pensarci da sola.
-Te l'ho detto, Mike, non è niente di che. Ci siamo conosciuti ad Halloween, quando tu hai preferito uscire con quella ragazza, e abbiamo passato il pomeriggio insieme.-
-Quindi avete avuto un appuntamento?- domandò Michael, di colpo serio.
-No!- Sophie arrossì vistosamente, incapace di credere che erano davvero arrivati a quel punto.
-Stai arrossendo, quindi è ovvio che questo ragazzo ti piaccia e parecchio.-
-Non è come pensi.-
Michael sbuffò, infilzando le sue uova con la forchetta e, dopo aver mandato giù il boccone, disse.
-Perché non puoi semplicemente dirmi la verità? Sono tuo amico, non ti prenderai mai in giro. È normale prendersi una cotta, poco importa se è successo con un tipo come Stebbins.-
-Un tipo come Stebbins?- ripeté Sophie, alzando un sopracciglio -Cosa vuoi dire esattamente?-
Anthony abbassò il giornale, di colpo interessato, mentre Lisa si nascondeva dietro Padma, prevedendo lo scatto di Sophie. Michael guardò gli amici e vide Terry scuotere lentamente la testa, capendo che stava entrando in un campo minato.
-Soph, non è esattamente il ragazzo che avrei immaginato un giorno al tuo fianco. D'accordo che non te lo devi sposare, ma come primo ragazzo… Non so, mi sarei aspettato altro da te.-
-Cioè?- sbottò Sophie, infiammandosi -Un Corvonero tutto cervello? È questo il problema, vero? Che forse Stebbins non ha la tua stessa vasta conoscenza su alcuni argomenti?-
-Dubito che conosca qualcosa in più di me su qualsiasi argomento.- precisò Michael, sapendo di stare esagerando, ma non riuscendo a farne a meno -Ma non intendevo questo. Tu sei una ragazza seria e intelligentissima, mentre lui non... Non mi pare alla tua altezza, ecco.-
-Perché devi giudicare le persone senza nemmeno conoscerle? Penso di non aver mai detto niente di cattivo nei confronti di Cho.-
-È un po' difficile trovare un difetto in Cho.- commentò con una risatina Michael, ma Sophie gonfiò le guance ed esplose, proprio come Lisa aveva previsto.
-Ah, certo! Le ragazze che scegli tu sono sempre perfette e prive di difetti, mentre i ragazzi che scelgo io sono degli idioti a caso!? L'influenza di Davies ti sta davvero facendo impazzire!-
-Cosa c'entra Roger adesso?-
-C'entra sempre!- sbottò Sophie, sbattendo un pugno sul tavolo, facendo voltare tutti i Corvonero seduti e anche qualche Grifondoro -Non appena lui ha fatto intendere che Michael non gli andava a genio, tu l'hai assecondato e hai fatto una figura a dir poco pietosa con lui.-
-Sono assolutamente convinto che non fosse minimamente interessato a conoscermi ieri sera, né ad avere la mia approvazione. L'unica cosa che gli importava davvero era starti il più vicino possibile e direi che c'è riuscito.-
-Abbiamo parlato sì e no cinque volte, Mike, siamo solo amici.-
-Beh, non credo che per lui valga la stessa cosa.- continuò Michael, continuando a rimanere tranquillo -Roger mi ha detto...-
-Ti prego, risparmiamelo. Non tutti i ragazzi sono come Davies o come te, da qualche mese a questa parte.-
-Stebbins è più simile a Roger di quanto pensi. Strano, anzi, che tu non veda le somiglianze fra i due. Sono famosi per le loro numerose conquiste, Soph, e non voglio che tu diventi un'altra ragazza della collezione di quel tipo.-
-Piantala di chiamarlo “tipo”, come se fosse una brutta persona. Davies fa lo stesso e non mi pare che tu lo condanni allo stesso modo.-
-È diverso.- puntualizzò Michael, iniziando a scaldarsi -Roger sceglie solo ragazze che sanno bene com'è fatto e, prima di cominciare qualcosa con loro, precisa fin da subito che non sarà una storia seria. Quelle che accettano sanno bene come andrà avanti la relazione.-
-Oh, per favore.- Sophie alzò gli occhi al cielo -Questa è il tuo modo di difendere l'idiota? Le avverte prima di non innamorarsi di lui e spera di cavarsela così? Sono solo scuse e lo sai. Per salvarsi la faccia e passare per un bravo ragazzo, Davies fa loro quel bel discorsetto, ma in sostanza se a una ragazza dovesse piacere davvero, sarebbe normale accettare di starci insieme, provando a vedere se riuscirà a conquistarlo. Tutte lo farebbero.-
-Davvero?- sbottò Michael, assottigliando gli occhi -Se Stebbins ti dicesse di voler solo uscire con te e nient'altro, tu gli risponderesti di sì, sperando di conquistarlo?-
-Come siamo finiti a parlare di me e Stebbins?- domandò Sophie, esausta -Stavamo parlando di Davies.-
-No, stavamo parlando di quanto siano per certi versi simili lui e Stebbins. E se affermi che Roger sia un idiota, un cattivo ragazzo e un pessimo amico, non vedo come ti possa piacere Stebbins, che è anche peggio.-
-Questo lo dici tu, Mike, ma i tuoi gusti in fatto di ragazze e di amici lasciano molto a desiderare, quindi, grazie, ma ho un cervello che funziona bene e le persone che frequento me le scelgo da sola.-
Michael la fulminò con lo sguardo.
-Lascia fuori Cho da questa storia, Sophie. Il giorno in cui troverai una persona fantastica come Cho, potrò davvero dire di essere felice per te.-
La ragazza strinse i pugni, arrabbiata e gelosa per quello che aveva appena sentito.
-Sei davvero uno stupido! Stebbins vale dieci volte la tua preziosa Cho!-
Anche Michael scattò in piedi, fronteggiandola dall'altra parte del tavolo, ma non era arrabbiato, era deluso.
-Non lo pensi sul serio.-
-Certo che sì.-
-Allora ti piace davvero tanto.- soffiò Michael, quasi sconvolto -Soph, non fa per te. Ti farà stare male e basta.-
-Sei l'ultima persona che può giudicare. Cho non ti degna di un'occhiata, ti fa stare male da due anni, eppure sei ancora lì, pronto a starle dietro come un cagnolino tutte le volte che ti fa un mezzo sorrisino. Sei patetico!-
Padma si portò le mani alla bocca con Lisa ancora nascosta dietro di lei; Terry, che l'aveva imitata, nascondendosi dietro Anthony, mormorò un “Merlino!” terrorizzato, mentre l'amico, davanti a lui, passava lo sguardo da Michael a Sophie con uno sguardo concentrato.
-Fa' come vuoi, Sophie, esci con chi ti pare, ma non sperare di venire a piangere da me quando le cose finiranno male. Non troverai la mia porta aperta.-
Sophie trattenne le lacrime a quelle parole e prese il primo libro a caso che trovò nella borsa, per tirarlo in testa a Michael.
-Non hai capito niente, stupido!- sbottò la ragazza, prima di lasciare la Sala Grande in lacrime.
Padma e Lisa si alzarono subito e le corsero dietro.
I ragazzi rimasero al loro posto e Anthony strattonò Terry per fargli capire di lasciarlo andare.
-Scusa, Ant, ma quando ci si mette Sophie fa davvero paura.-
-Non capisco che cosa le sia preso.- disse Michael, risedendosi e massaggiandosi la testa dolorante, ma non riuscendo più a finire la colazione -Perché mi ha detto di non aver capito, quando è evidente che si è presa una bella cotta per quel ragazzo? Voi cosa ne pensate?-
Terry e Anthony stettero in religioso silenzio.
-Coraggio, ragazzi, voi conoscete bene entrambi. Sapete qualcosa che io non so?-
-Come ti viene in mente?- rispose subito Terry, apparendo il più calmo possibile -N... Noi non sappiamo nulla. Tu sei il suo migliore amico e noi non siamo ragazze.-
-Terry vuole dire che Sophie si confida con le ragazze perlopiù. Con Padma in particolare.-
-Ant, tu le capisci bene, secondo te dove ho sbagliato?- insistette Michael, confuso.
-Io capisco bene Padma, non Sophie.- mentì spudoratamente Anthony, ma era impossibile che una persona ingenua come Michael lo notasse -E lei è decisamente più facile da interpretare rispetto a Sophie.-
-Vero.- gli diede manforte Terry, annuendo in direzione di Michael -Se non riesci a capire tu il comportamento di Sophie, non può farlo nessuno.-
Michael si passò una mano sulla faccia, sentendosi improvvisamente in colpa. Era la prima volta che non riusciva davvero a comprendere il problema dell'amica e quell'impotenza lo faceva sentire terribilmente triste.
 
 
 
 
 
 
 
-Quello stupido!- urlò per la terza volta Sophie, lanciando un altro libro sulla parete di fronte a lei -Neanche un troll sarebbe così stupido!-
Lisa era seduta accanto a lei sul letto e le stava accarezzando i capelli, provando a farla calmare; Padma, invece, era in piedi di fronte a entrambe e si era abbassata giusto in tempo per evitare che Sophie la colpisse con il libro.
-Soph, cerca di calmarti. Questa rabbia eccessiva non ti porterà a niente.-
-Sicura?- Sophie, il volto disfatto dalle lacrime, tornò alla carica -Se gli spaccassi un libro in testa, credo che mi sentirei molto meglio. No, ma l'hai sentito? Cho è perfetta, Cho non ha difetti... Cho di qua, Cho di là. Stupido di un Corner!-
Padma si dovette abbassare di nuovo e ringraziò il cielo che Sophie avesse finito finalmente i libri da lanciare.
-Se provassi un attimo a ragionare, potresti vedere anche il lato positivo di questo litigio.-
-Ah, sì. Per esempio?-
Lisa le passò un fazzoletto che Sophie accettò con un mezzo sorriso.
-A me è sembrato geloso di Stebbins. A te no?-
-A me è sembrato un cretino, questo è certo.- disse Sophie, provando a ricordare se Michael avesse detto o fatto qualcosa che potesse dimostrare la sua gelosia -Dici?-
Padma annuì e si sedette sul baule di fronte al letto.
-Ma sì, pensaci! Ha visto il modo in cui Stebbins ti guardava ieri sera e ha visto come tu hai reagito quando te ne ha parlato e l'ha capito.-
-Cosa?-
-Che Stebbins non ti è poi così indifferente.- soffiò Lisa con dolcezza -E non c'è niente di male in questo.-
Sophie arrossì e si nascose il viso fra le mani.
-Oh, Soph, guarda che è una cosa bellissima.- disse Padma con un sorriso -Finalmente ti potrai togliere dalla testa Mike... O, molto probabilmente, ci sarà la svolta che gli farà capire che prova anche lui qualcosa per te.-
Sophie abbassò le mani e lanciò un'occhiatina semi-disperata a Padma che rise e disse.
-Sono strani i ragazzi, vero? Non si è mai accorto che arrossivi per lui, ma appena sei arrossita per un altro ragazzo è come impazzito!-
-La parola giusta non è strani, Padma, è imbecilli.-
Lisa sorrise a tutte e due e disse.
-Dai, Sophie, ti aiuto a rimetterti in sesto. Ti vedi con Stebbins oggi, vero? Non puoi fargli vedere che hai pianto.-
-Lisa ha ragione.- Padma strinse una mano a Sophie e le fece un altro sorriso -Facciamo ingelosire Mike ancora un po'.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-Ehi, Mike, sei in ritardo!- Roger gli diede una pacca sulla spalla e insieme si diressero in direzione del Parco -Cos'hai, amico? Sembri distratto.-
-Lo sono.- sbuffò lui in risposta, triste -Io e Sophie abbiamo discusso.-
-Bella novità. La Fawcett ha di solito un carattere così accomodante. Mi domando come sia stato possibile...-
-Non è il momento di essere ironici, Roger, questa volta è stata una cosa seria. Non avevamo mai litigato così.-
Roger piegò le labbra, capendo quanto l'amico stesse male.
-Su cosa avete litigato?-
-Michael Stebbins.-
-Ah.- Roger ebbe un moto di stizza al suono di quel nome -Sì, ti capisco, anche a me non sta simpatico.-
-Ma non è per quello! Magari è un bravo ragazzo ed è la persona più simpatica di questo mondo, ma non so se hai notato che ultimamente gironzola sempre attorno a Sophie.-
-L'hai conosciuto ieri, Mike, come fai a sapere che le sta sempre attorno?- domandò Roger, di colpo confuso.
-Sophie mi ha detto di averlo conosciuto ad Halloween e, da come parlavano ieri, era chiaro di come siano oramai già in confidenza.-
-Wow, amico, non mi dire che sei geloso della Fawcett?- Roger rise -Potresti avere delle ragazze davvero niente male, lascia perdere quella bisbetica!-
Michael lo guardò malissimo e Roger gli fece un sorriso di circostanza.
-Perdono, perdono, lo so quanto tu sia legato a quella ragazza, ma, davvero, credo che tu debba lasciarle vivere la sua vita come meglio crede. Ha tredici anni! Non è più una bambina e non è ancora un'adulta, quindi è normalissimo prendere cotte assurde o uscire con dei ragazzi belli e privi di contenuto.-
-È la mia migliore amica e di quel tipo non mi fido affatto.- continuò Michael, proprio mentre uscivano dal castello -Tu lo conosci bene, vero? Gioca anche a lui a Quidditch, non puoi non conoscerlo.-
-Hai sentito cos'ha detto ieri, ci conoscevamo di fama, ma non abbiamo mai parlato veramente e, dopo ieri sera, sono sicuro di non volergli parlare mai più.-
-Cos'è, ti ricorda troppo te stesso?- lo pungolò Michael e Roger gli restituì l'occhiataccia -D'accordo, Roger, capisco che non ti possa piacere come persona o come amico, ma mi serve un favore. Quando te ne sei andato, l'ho trattato malissimo, quindi non posso farlo io e tu hai anche la scusa del Quidditch.-
-Cosa mi stai chiedendo, Mike? Di far finta di essergli amico per spiare le sue mosse con la Fawcett?- brontolò Roger, sperando di aver frainteso.
-Lo faresti?-
-Perché dovrei farlo, scusa? Odio quel tipo e, forse non l'hai notato, la Fawcett mi detesta. Sentimento ampiamente ricambiato, tra l'altro.-
-Lo faresti per me.- puntualizzò Michael, intravedendo Emily ed Helena e accennando un saluto con la mano -E davvero vuoi farmi credere che non t'importerebbe niente se Stebbins facesse soffrire Sophie?-
Roger spalancò gli occhi e lo guardò come se fosse pazzo.
-Davvero me lo stai chiedendo? Fidati, non ti piacerebbe la risposta.-
-Non mi piacerebbe la risposta, perché sarebbe una bugia. Fidati.-
 
 
 
 
 
 
-Sophie, Sophie, ti avevo detto che ti avrei trovata!- disse Michael Stebbins a bassa voce, sedendosi accanto a Sophie, intenta a leggere un libro.
La ragazza lo chiuse e gli fece un sorriso.
-Come sapevi che sarei stata qui?-
-Perché sei una Corvonero, la Biblioteca è il vostro regno.-
Sophie scosse la testa, ma il sorriso era ancora lì, perché sapeva che il ragazzo aveva ragione.
-E poi lo sai quando ti avevo detto di averti già vista in giro?- Sophie annuì -Era perché tutte le volte che venivo in Biblioteca con i miei amici o da solo per studiare, ti vedevo qui, sempre dietro qualche libro o a scribacchiare qualcosa sulle pergamene.-
-Mi avevi notato?- domandò Sophie, scettica.
-Non mi credi?-
-È difficile credere a una cosa come questa.-
-Ma è la verità.-
Sophie sorrise ancora e abbassò lo sguardo, imbarazzata.
-Quindi era una scusa quella che hai usato ad Hogsmeade per conoscermi.-
-Sì e no.- dichiarò con sincerità lui -Volevo davvero conoscerti, ma allo stesso tempo mi interessava saperne di più sulla Chang per via di Cedric. Lo so, ti sembrerà una cosa da sfigati, tipica dei Tassorosso, preoccuparsi per gli amici e indagare per conto loro.-
-No, non è così.- Sophie rialzò lo sguardo e si alzò dal tavolo per fargli cenno di uscire dalla Biblioteca -L'avrei fatto anch'io per i miei amici, quindi non penso affatto che sia un comportamento da sfigati.-
Stebbins le sorrise felice e, una volta fuori, le disse.
-Allora, cosa ti piacerebbe fare oggi? Non che si possa fare molto qui ad Hogwarts, ma non abbiamo molte alternative, no?-
-Non lo so...- mormorò Sophie, stringendosi i libri al petto -A te... Tu cosa fai di solito?-
-Ah, allora premetto che per me è un appuntamento.- Sophie arrossì e Michael le fece un sorriso -Anzi, ho dimenticato di chiedertelo. Ci verresti ad un appuntamento con me?-
-Io... Io non sono mai stata ad un appuntamento.- ribatté Sophie, provando a rimanere calma -Non credo che ti divertiresti con me.-
-Certo che mi divertirei!- Stebbins le fece l'occhiolino -Non m'interessano le tue poche esperienze, Sophie, so già che mi piacerà uscire con te.-
-E va bene, d'accordo, ma nel momento stesso in cui ti stai annoiando, non fingere. Dimmelo e io...-
Micheal le prese i libri dalle braccia e le prese una mano che le fece bloccare la conclusione della frase in gola.
-Sai, non è vero le voci che girano sul tuo conto. Dicono che hai un caratteraccio e che non sei affatto gentile, mentre invece mi sto accorgendo che la tua è solo insicurezza.-
-Non è vero.- sbottò Sophie, infastidita da quell'accusa che, per molte ragioni, poteva anche essere vera -Non sono insicura, solo che non mi piace trascorrere del tempo con chi finge di volerlo passare con me.-
-Si chiama insicurezza, Sophie, ah, no!- Micheal le mise una mano sulla bocca, prima che la ragazza potesse replicare -Non voglio sapere l'esatta definizione di insicurezza, non è importante. Merlino, ho sbagliato, hai davvero un caratteraccio.-
Sophie gli lanciò un'occhiataccia, ma quando Micheal le sorrise ancora lei ricambiò.
-Coraggio, piccola saputella, andiamo a fare una passeggiata.-
 
 
 
 
 
 
 
Dopo che Roger e Michael salutarono Helena ed Emily vicino al lago, iniziarono ad incamminarsi verso il castello senza dirsi una parola.
Roger stava pensando a come avrebbe potuto fare quel favore che Micheal gli aveva chiesto qualche ora prima; Stebbins avrebbe subito compreso il cambio d'atteggiamento nei suoi confronti e non aveva alcuna buona scusante per come l'aveva trattato la sera prima.
O meglio sì, ce l'aveva, ma non poteva di certo dirgli di Cho o del fatto che Stebbins avesse, più di una volta, consolato qualche ragazza scaricata da Roger e che, in giro per Hogwarts, quasi tutte andavano dicendo che Stebbins non solo era carino quanto lui, ma oltretutto, a differenza sua, era gentile ed onesto. Forse aveva ragione Mike, loro due erano davvero troppo simili e questo fattore li metteva troppo in competizione per poter essere amici o anche solo avere un rapporto civile.
Micheal, d'altra parte, stava pensando a Sophie e stava provando a trovare un buon modo per farsi perdonare. Avevano esagerato entrambi, ma l'aveva vista correre via in lacrime e sapeva che le parole che lui aveva detto erano di gran lunga peggiori di quelle pronunciate da lei.
-Ho capito, sai, che non ti interessa più Helena.- se ne uscì all'improvviso Micheal, provando a dimenticare Sophie per un attimo -Non le hai quasi rivolto la parola oggi. Cioè sì, ovviamente le parlavi, ma si vedeva che erano frasi di circostanza. Quindi mi chiedo perché insisti ad uscire con lei, quando è palese che tu voglia andare oltre.-
-Wow, non pensavo ci saresti arrivato così in fretta!- Roger ghignò divertito -Il bello è che si dice in giro che tu sia ingenuo! Su alcune cose sei davvero sveglio!-
-Roger, avanti, dimmi cosa c'è sotto.- rimarcò bene Micheal con un sguardo interessato -C'è un piano dei tuoi dietro, vero?-
-Ebbene sì, lo confesso. Sono colpevole.- ironizzò Roger, facendo finta di essere sotto processo -Volevo che il mio migliore amico trovasse in Emily una compagna perfetta, per cui ho sopportato Helena per tutta la giornata per capire se davvero fossi interessato a lei, ma direi che la risposta è palese.-
Micheal lo guardò, aspettando che continuasse.
-Beh, mi hai implorato di diventare amico di Stebbins per capire che intenzioni abbia con la Fawcett. È chiaro chi è la persona per te più importante al momento.-
-Ahh, Roger, te l'ho già spiegato. Sophie è la mia migliore amica, è normale essere preoccupati!-
-Okay, allora hai ancora Cho in testa.- insistette Roger, caparbio -Perché, per quanto tu possa essere stato gentile e carino con Emily quest'oggi, l'ha capito perfino lei che non ti piace in quel senso.-
-Mi spiace, amico, ma è davvero difficile trovare una ragazza che possa competere con Cho. E non solo per il fatto che sia bella...-
-Lo so, lo so. È la mia migliore amica, ricordi? So che è una ragazza gentile e sempre sorridente.-
-Ed è sempre disponibile con tutti.- Roger gli lanciò uno sguardo allusivo -Non in quel senso, Roger! Cerca sempre di aiutare tutti, senza mai tirarsi indietro.-
L'amico sorrise e annuì.
-Già.-
-So che piace anche a te.- precisò Micheal, abbassando lo sguardo per paura che Roger potesse arrabbiarsi -Ma non mi da fastidio, perché tuo sei mio amico. E se mai Cho dovesse uscire con te o diventare la tua ragazza, io non avrei problemi.-
-Davvero?-
-Tu ce ne avresti, se succedesse il contrario?-
-Cioè, se Cho improvvisamente si dimenticasse del suo bel principe e iniziasse ad uscire con te?- Micheal annuì, a disagio -No, Mike, non avrei problemi, perché tra me e Cho non ci sarà mai niente. È vero, mi piace, ma, stranamente, è la prima ragazza della cui amicizia mi importi davvero. E quella sarà sempre più importante di qualche nostro possibile inciucio.-
-Non posso credere che tu abbia davvero fatto un discorso così profondo. Se tutti sapessero come sei fatto...-
-Ah, mi sembri proprio Cho in questo momento!- lo interruppe Roger con un mezzo sorriso -Non sono affatto profondo né dolce, sono solo brutalmente sincero.-
-Sì, certo, ci credo. Comunque penso che...- Micheal si bloccò sul posto, non riuscendo a finire la frase.
-Che diavolo ti è preso?- Roger gli lanciò un'occhiata divertita, ma poi seguì lo sguardo dell'amico e capì ogni cosa.
Michael Stebbins e Sophie Fawcett stavano camminando, tenendosi per mano e chiacchierando come se nulla fosse. Anzi, era Stebbins quello che parlava, mentre Sophie ogni tanto rispondeva e lanciava strane occhiatine alle loro mani intrecciate, forse confusa sul come fossero arrivati a quel punto.
-Com'è possibile che stamattina fossero solo amici ed ora si stiano tenendo per mano?- brontolò Michael, guardando Roger che, rimanendo con gli occhi fissi sui due, scosse la testa.
-Non ne ho idea, amico. Forse stavolta non ti ha proprio detto tutta la verità.-
Roger spostò lo sguardo su Micheal e chiese.
-Devo ancora far finta di voler diventare amico di quel tizio?-
-Sì.- rispose Micheal, tornando a concentrarsi su Sophie -Assolutamente sì.-
 
 
 
 
 
 
 
-A dopo, Lavanda!- Calì salutò l'amica e si fiondò fuori dalla Sala Comune, correndo giù per le scale e sperando di non incontrare nessun professore che potesse toglierle dei punti.
La ragazza rallentò il passo una volta trovatasi di fronte alla Sala Grande e, dopo aver lanciato un'occhiata dentro, sbuffò e marciò verso la Biblioteca. Anche lì fece un buco nell'acqua, quindi decise di uscire verso il Parco, sperando di essere più fortunata. 
Di Terry nessuna traccia, eppure lei era convinta che non si fosse rinchiuso nella Sala Comune dei Corvonero in una giornata libera. 
Oppure sì. Se avesse voluto evitarla, la Sala Comune era l'unico luogo dove Calì non avrebbe potuto inseguirlo. O, almeno, era quello che credeva Terry, perché lei non si sarebbe fermata di fronte a nulla.
“Col cavolo!” pensò la ragazza, girando su stessa e finendo addosso a quelli che si rivelarono essere Roger Davies e Michael Corner.
-Padma?- domandò Roger, dubbioso.
-Sono Calì, genio.- rispose lei, indicando i colori della sua divisa -La sua gemella.-
-Ah, già, giusto.-
Micheal alzò gli occhi al cielo e guardò Calì.
-Cerchi Terry?-
-Tu sì che sei un vero Corvonero.- ammise lei, puntandogli un dito contro -Sì, sai dov'è? Non mi dire che si è nascosto tra i Corvi, perché non mi importa quanti indovinelli io debba risolvere, entrerò in quella Sala Comune se necessario.-
-Che peperino!- rise Roger, sconvolto -Sei decisamente l'opposto di tua sorella.-
-Lo so.- Calì fece un sorriso, sperando fosse un complimento -Voglio davvero aiutare Terry e non m'importa quanto dovrò rincorrerlo, riuscirò ad aiutarlo!-
-Aiutarlo in cosa?- domandò Roger, ignaro di tutto.
-Lascia stare.- soffiò Calì, capendo la situazione -Dimmi solo se è nella Sala Comune, Mike.-
-Sì, è lì.- rispose Micheal, stranito dal fatto che anche lei lo chiamasse così.
-Grazie. Ciao!-
Ed era già schizzata via, prima che gli altri due potessero salutarla a loro volta.
-Credevo che il tuo amico paffuto fosse uno sfigato e invece una ragazza come quella gli corre addirittura dietro. Letteralmente!-
-Non dirmi che a te non è mai successo.- commentò Micheal, divertito e, stranamente, quel momento di ilarità gli aveva fatto dimenticare l'immagine di Sophie e Stebbins insieme -Mi sembra un po' strano.-
-Certo che mi è successo! Ma io sono Roger Davies, caro mio, non un pauroso Corvonero tredicenne.-
-Roger!-
-Sto scherzando! Cavolo, stai diventando permaloso come la Fawcett!-
Micheal si rabbuiò e Roger sbuffò.
-Uff, oggi proprio non posso parlarti di niente e di nessuno!-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alla fine Calì, dopo numerosi tentativi, era riuscita ad entrare nella Sala Comune dei Corvonero che, non appena l'avevano vista, avevano iniziato a bisbigliare e a fare mille congetture sul motivo che l'aveva spinta ad andare da loro.
Padma la vide non appena scese le scale del suo dormitorio e quasi ruzzolò a terra quando la individuò.
-Calì! Cosa ci fai qui?- domandò, mentre la sorella, ignorandola, si guardava intorno -Non puoi stare qui. Se i Prefetti dovessero beccarti, non credo che...-
-Non m'interessa, devo vedere Terry.- la interruppe Calì, brusca -Dov'è?-
Padma si passò una mano sulla fronte e sbuffò.
-Ancora? Calì, basta, è finita.- la ragazza abbassò la voce -Lo scambio non ha funzionato, Terry continua a non riuscire a parlare con le altre ragazze, quindi lascia perdere e continua a goderti questo terzo anno tranquilla.-
-Non penso proprio! Invece di scacciarmi dovresti ringraziarmi, sai? Lisa è diventata vostra amica per merito mio!-
Padma strinse le labbra e annuì.
-Hai ragione, ma Terry non riesce a starti vicino. Te ne sei resa conto o no?-
-Ma ho notato che con Lisa si è aperto subito!-
-Non così tanto.- puntualizzò Padma, provando a farla ragionare -E poi è diverso. Lisa è molto timida come Terry. Forse è proprio lei che riuscirà ad aiutarlo con il suo problema, visto che non lo aggredisce come fa una certa persona di mia conoscenza...-
Calì mise su il broncio e pestò i piedi a terra.
-Voglio essere io quella che aiuterà Terry!-
-Non fare la bambina capricciosa, non è neanche un tuo amico.-
-Certo che lo è!- Calì ci pensò meglio su -Okay, propriamente non lo è, ma lo diventerà, di questo ne sono certa.-
Padma si passò nuovamente una mano sulla faccia, rassegnata.
-Va bene, hai vinto. È nella sua camera.- Padma le indicò il dormitorio del ragazzo -Ma vacci piano, Calì, non esagerare con lui.-
-D'accordo, capo!- Calì fece una posa militare e filò via, proprio mentre dal dormitorio scendeva Anthony che, dopo aver lanciato una strana occhiata a Calì, si voltò giusto in tempo per scontrarsi con lo sguardo semi-disperato e semi-divertito di Padma.
-Cosa sta succedendo?- domandò lui, piazzandosi di fronte all'amica che strinse le labbra.
-Mia sorella sta succedendo!-
-Non credo sia una frase grammaticalmente corretta.-
Padma lo fulminò con gli occhi.
-Oramai si è fissata con Terry e non credo che riuscirò più a tenerla lontana da lui.-
-E che cosa ci sarebbe di male?- domandò Anthony, non capendo -Se Calì vuole essergli amica è una bella cosa, no? Oltretutto, potrebbe anche riuscire a fargli capire che non è poi così difficile parlare con le ragazze. Risolverà il problema di Terry, sfinendolo come solo le sorelle Patil sanno fare.-
-Sai, fortuna che sei intelligente, Ant, perché la comicità non è il tuo forte.-
Anthony sorrise e Padma scosse la testa, rassegnata.
-Non dirmi che ti da fastidio che Terry sia anche amico di Calì?-
-Certo che no, mi va bene che diventino amici.- Padma abbassò gli occhi ed incrociò le braccia al petto -Ma non vorrei che questa cosa si... evolvesse, capisci? Conosco mia sorella e conosco Terry. Lei riuscirà davvero a risolvere il suo problema, so che ce la farà, perché non è tipo da arrendersi e, quando accadrà, non vorrei che Terry mal interpretasse l'atteggiamento di Calì.-
-Hai paura che lui possa prendersi una cotta per tua sorella?- chiese Anthony, ora divertito.
-Guarda che potrebbe succedere! Se lei finisse per aiutarlo, sarebbe la prima ragazza a riuscirci. Capisci cosa intendo?- Anthony provò a decifrare -Nel senso che è normale provare una sorta di affetto per una persona che ti è stata accanto e che ti ha aiutato a risolvere un tuo disagio.-
-Non credi di farti troppe paranoie? Calì è un vulcano in eruzione, lo sappiamo bene tutti, Terry compreso. Se mai lui dovesse iniziare a parlare con le ragazze, non credo che penserebbe subito ad uscire con loro.-
-Stiamo parlando di Terry! Il ragazzo che mette i punteggi alle ragazze in base alla loro bellezza.-
-Lo faccio anch'io.-
-Sì, ma solo quando te lo chiede lui.- Padma lo guardò negli occhi -Lo so che hai capito il mio discorso, perché continui a ribattere?-
-Perché so qual è il reale problema, ma non hai avuto ancora il coraggio di dirlo.-
Padma sobbalzò, incredula dal fatto che l'amico la conoscesse così bene.
-Mia sorella non potrebbe mai uscire con Terry.- soffiò allora lei.
-Lo so.- Anthony sbuffò -Come lo sa Terry, per cui smettila di pensare troppo e vivi serena.-
Padma gli lanciò uno sguardo, notando quanto fosse seccato da quella conversazione, e la ragazza si domandò il perché; ma era Anthony, per cui qualsiasi cosa poteva averlo infastidito.
-Forse hai ragione.- disse alla fine lei, sistemandosi i capelli dietro le spalle -Hai per caso visto Sophie in giro?-
-No, probabilmente è con Mike da qualche parte.-
Padma sorrise e Anthony la fissò come se fosse improvvisamente uscita di senno.
-Niente affatto. Sophie oggi ha avuto il suo primo appuntamento.-
-Però.- commentò Anthony senza entusiasmo -E come l'ha presa Mike?-
-Sarà interessante scoprirlo, no?-
Il ragazzo fece un piccolo sorriso rassegnato e alzò una mano per salutarla.
Padma non ebbe il tempo di ricambiare il saluto e continuò a fissare le spalle del ragazzo che stava uscendo dalla Sala Comune. La ragazzo fece un’espressione confusa: era sempre più difficile cercare di capire quel ragazzo.



Spiegazioni, varie ed eventuali:

Lo so, è passato un sacco dall'ultimo aggiornamento, ma in questo periodo sono incasinata tra gli ultimi mesi e la stesura della tesi, quindi ho sempre meno tempo libero =(
Proverò a pubblicare più spesso da metà novembre, quando la sessione esami sarà finita e dovrò occuparmi "solo" della tesi xD
In questo capitolo notiamo un avvicinamento tra Sophie e Michael Stebbins. A Sophie il Tassorosso piace e lui sembra provare la stessa cosa per la ragazza.
Chi non sembra averla presa bene è proprio Mike, che vuole mandare Roger in "missione" per capire quanto sia realmente interessato Stebbins a Sophie.
Ci saranno scontri? Oh sì, potete scommetterci xD
Per il resto Calì vuole avvicinarsi sempre di più a Terry, vuole essergli amica, aiutarlo e "guarirlo" dal suo problema con le ragazze, ma Padma sembra voler mettere un freno alla sorella. Forse già si capisce il perché, ma sarà anche più chiaro in seguito.
Terry, Anthony e Lisa sembrano quelli un po' più marginati, ma anche loro avranno il loro bel da fare, soprattutto i primi due.
Penso di aver chiarito tutto. Grazie a tutti coloro che leggono e a coloro che hanno commentato <3
Un bacione e a presto :3

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

 

Sophie uscì dal bagno delle ragazze e sobbalzò quando vide chi la stava aspettando proprio fuori dalla porta.

-Mi fai gli agguati adesso?- domandò la ragazza, superando Michael, e avviandosi verso la Biblioteca.

-Mi eviti da una settimana, quindi sì, ti seguirò anche in bagno se devo, perché non ce la faccio più a non parlare con te.- chiarì lui, seguendola -Ho bisogno di te, Soph.-

Sophie arrossì, ma Michael era dietro di lei e non la vide.

-Strano modo di dimostrarlo, visto il modo in cui mi hai trattata. Hai detto che la tua porta sarebbe stata chiusa, quindi non credo che tu abbia tutta questa necessità di avermi accanto a te.-

-Ho sbagliato.-

-Ultimamente sbagli un po' troppo spesso.- continuò Sophie, fermandosi sul posto e facendo un giro per poterlo guardare negli occhi -E dici cose che un tempo non avresti detto...-

-E tu fai cose che un tempo non avresti fatto.- aggiunse Michael, serio -Ti ho vista con Stebbins.-

Sophie arrossì, ma allo stesso tempo gli lanciò un'occhiataccia e strinse i pugni.

-Non ti stavo spiando o cose del genere. È successo e basta. Ero anch'io nel Parco e...-

-Con Emily?-

-Sì.-

Sophie si morse il labbro e abbassò lo sguardo.

-Perché tu sei libero di uscire con le ragazze e io non posso fare lo stesso con i ragazzi? So che Michael non ti piace, ma non lo conosci, non davvero comunque. Conosci solo le voci che girano su di lui e possono benissimo essere false.-

-Sophie...-

-La verità...- Sophie lo interruppe con uno sbuffo -La verità è che stiamo crescendo e che siamo una ragazza e un ragazzo. Forse è difficile rimanere amici con una persona dell'altro sesso quando si cresce.-

-Cosa stai dicendo? Terry ed Anthony sono tuoi amici.- disse Michael, di colpo spaventato -Vuoi dire che non riesci a essere più mia amica?-

-Forse non come prima.- puntualizzò lei, mantenendo gli occhi verso il pavimento -Un tempo potevo raccontarti qualsiasi cosa e tu mi capivi come nessun altro, ma adesso tutte le volte che parliamo... Non riusciamo più a comprenderci.-

-Questo perché non mi parli. Non è vero che mi parli, altrimenti avrei saputo di Stebbins.-

-Perché deve tutto ridursi a Michael? Litighiamo praticamente per tutto!-

-Però ci vogliamo bene, Soph, per cui non dirmi di starti lontano perché non posso farlo. Non ce la farei.-

La ragazza alzò gli occhi e vide la tristezza sul volto di Michael; in quel momento era così tenero e fragile da farle quasi venire voglia di abbracciarlo e dirgli che tutto sarebbe andato bene; ma non poteva.

Sophie odiava essere in quella situazione, anche perché era principalmente colpa sua e Michael non c'entrava nulla. Era lei che gli stava nascondendo qualcosa, ma era anche impossibile ammettere quel qualcosa.

-Mike...-

Il ragazzo si avvicinò e le prese una mano.

-Non mi mandare via, ti prego.-

Sophie spalancò gli occhi, consapevole che il suo cuore sarebbe probabilmente esploso da un momento all'altro.

-Cosa vuoi che ti dica? Se ti dicessi che fra me e Michael c'è qualcosa, come la prenderesti?-

-Male.- replicò velocemente lui, avvicinandosi un po' a lei che arrossì -Ma se questo vuol dire rinunciare alla tua amicizia e a te, allora non importa. Frequenta chi vuoi e riusciremo a far funzionare le cose. Io non rinuncio a noi e tu?-

Sophie non poté fare a meno di sorridere e Michael si avvicinò ancora per tenerla stretta in un abbraccio.

 

 

 

 

 

 

 

-Cariniii.- trillò Roger con ironia in direzione di Cho, che stava guardando Michael e Sophie abbracciarsi -Direi che Mike è completamente partito, ma ancora non se ne rende conto.-

-Perché hai voluto che guardassi questa scena? Era una cosa loro, privata, e noi l'abbiamo violata.- soffiò Cho, non riuscendo più a tenere gli occhi fissi sui due.

Lei e Roger erano dietro una statua, nascosti alla vista di Michael e Sophie che si stavano incamminando chissà dove.

-Volevi ferirmi?- continuò Cho, voltandosi verso Roger che, solo in quel momento, sembrava essersi accorto di quello che aveva fatto.

La ragazza sembrava quasi distrutta e Roger la guardò come se la vedesse per la prima volta.

-Ti piace così tanto allora? Scusa, non credevo che...-

Cho lo interruppe con una mano, l'espressione era una maschera di furia.

-Io non lo so, d'accordo? Non lo so se mi piace tanto, o se mi piace poco, o se la mia è solo una fissa e nient'altro, ma il modo in cui tu cerchi di... di farmi definire quello che provo ogni secondo della mia giornata mi snerva. Non mi serve, capisci?-

-Cho...-

-Non mi serve il tuo aiuto o le tue battutine irritanti, perché lo so che per te io e tutti gli altri siamo solo dei ragazzini alle prese con le prime cotte, ma un tempo lo sarai stato anche tu! Sai cosa vuol dire avere quest'età, essere così pieni di incertezze, di dubbi e sentire cose strane per persone che prima non avresti nemmeno notato. Lo sai!-

Roger mantenne lo sguardo fisso di lei, che si stava mettendo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, provando a riprendere il controllo.

-Oppure no, perché per te è tutto un gioco, no? Il grande Roger Davies non ha i tipici problemi che ha un qualsiasi adolescente. Tu tieni tutti alla giusta distanza proprio per evitare di soffrire ed è per questo che per te è tutto così tremendamente facile.-

Cho lo superò e andò via, lasciandolo lì da solo vicino alla statua e con i sensi di colpa.

 

 

 

 

 

 

Terry diede un'ultima occhiata verso il corridoio deserto, prima di sgattaiolare fuori, sperando di non incontrare nessuno prima di arrivare alla Sala Comune dei Corvonero.

-Beccato!-

Calì era saltata fuori all'improvviso, atterrando proprio davanti a lui, che cacciò un urlo terrorizzato.

-Non farlo mai più!- Terry scandì bene ogni singola parola e poi alzò gli occhi al cielo -Ti prego, smettila di seguirmi, Calì. Non ce la faccio. Ho persino paura ad uscire dalla Sala Comune.-

-Terry, io voglio davvero esserti amica.- disse Calì, facendo un sorriso sincero che lo fece paralizzare sul posto -Non voglio farti paura.-

Lui non rispose, incapace di replicare.

-Terry?-

Il ragazzo sembrava come pietrificato e Calì si avvicinò per scuoterlo.

-Lascia perdere. Più gli stai vicino, peggio sarà.-

Calì si voltò e, solo in quel momento, notò Anthony e Lisa avvicinarsi a loro. Probabilmente avevano visto tutta la scena, ma la ragazza non si era proprio accorta della loro presenza.

-Non lo stai aiutando granché, Calì.- continuò Anthony, mentre Lisa allungava una mano a Terry, che sembrava improvvisamente più tranquillo -Penso che dovresti dargli un attimo di tregua e...-

-Non penso che siano affari tuoi.- lo interruppe lei sulla difensiva -Anzi, ne sono proprio certa.-

Calì lanciò uno sguardo offeso a Lisa che ritrasse la mano da Terry, impaurita.

-Perché lei può toccarlo, parlargli, e Terry non la respinge?-

Anthony lanciò un'occhiata a Lisa che annuì e trascinò Terry con sé per allontanarsi dai due ragazzi. Poi lui tornò a guardare Calì, che aveva incrociato le braccia al petto e lo fissava truce. Era lo stesso sguardo che aveva Padma quando litigavano e forse, per la prima volta, Anthony notò qualche somiglianza fra le due oltre l’aspetto fisico -Padma è preoccupata per te.-

-Oh, sei diventato il galoppino di mia sorella ora? So badare a me stessa, grazie tante.-

-Ne sono sicuro, ma Terry non sa badare a se stesso e, che tu ci creda o no, non sono qui per conto di Padma.-

Calì alzò un sopracciglio, segno che non gli credeva affatto.

-Senti, Terry è un tipo strano. È un grande amico, ma questo suo problema con le ragazze non si risolverà in un giorno, quindi è inutile sfiancarlo così.-

-Fammi capire, non vuoi che gli stia lontano?-

-No.- rispose prontamente lui -Penso che tu possa davvero aiutarlo, ma devi rispettare i suoi tempi. Hai visto che ora riesce a parlarti? E perfino a guardarti negli occhi? Tempo al tempo, Calì.-

-Tradotto per noi poveri mortali il tuo sarebbe... un incoraggiamento?- domandò lei, quasi confusa -Tipo “metticela tutta!”?-

Anthony fece un mezzo sorriso e si voltò, pronto ad andarsene.

-Aspetta!-

Lui si bloccò, ma non la stava guardando.

-Pensi che Lisa possa aiutarlo più di me?-

-Per lui, oramai, Lisa è come Padma e Sophie, quindi direi che tu sei l'unica ragazza che abbia con lui un rapporto diverso.- 

Calì sorrise felice ed Anthony girò la testa per veder quel sorriso splendere sul suo volto.

-Sai che Padma non vorrebbe che mi incoraggiassi. Se mai dovesse venirlo a sapere, se la prenderebbe con te.-

-Correrò il rischio.- disse lui, sbuffando -Non sarebbe la prima volta comunque.-

-Grazie, Anthony.-

Lui piegò la testa, prima di farle un cenno di saluto e andare via.

 

 

 

 

 

La mattina dopo Roger, dopo un duro allenamento di Quidditch, entrò nello spogliatoio maschile, seguito da Michael che gli aveva fatto compagnia, nonostante fosse una riserva.

-Allora?- domandò Michael, mentre Roger, appena uscito dalla doccia, si asciugava i lunghi capelli.

-Allora cosa?- ripeté lui, serio.

-Si può sapere cosa ti è successo? Cosa ti è preso? È tutto il giorno che hai quell'espressione triste. E hai deciso di punto in bianco di allenarti da solo, quando avresti potuto uscire con quella ragazza di Grifondoro che ti piace... Come si chiama? Tessa?-

-Sì, qualcosa del genere.- confermò Roger, sbuffando -Non mi andava di uscire con lei oggi, va bene? Non è un affare di stato se, per una volta, decido di dare buca a una ragazza.-

-Beh, non sarebbe un affare di stato se lo facessi per vedere un'altra ragazza, ma visto che l'hai fatto per passare un pomeriggio con me ad ammazzarti con il Quidditch... Non è che hai una cotta per me?- domandò Michael, prendendolo in giro.

-Oh, Merlino, sono così trasparente? Lo sai che sarai sempre il mio unico vero amore, Mike.-

Il ragazzo sorrise e poi lanciò uno sguardo bieco a Roger che sbuffò ancora una volta.

-Lascia perdere, sono solo di cattivo umore, non è nulla di che.-

Michael non la bevve, ma capì che non avrebbe concluso nulla, quindi decise di lasciare perdere almeno per il momento.

-Senti... Hai già trovato un modo per chiarire con Stebbins e diventargli amico?-

Roger si infilò la maglia e gli lanciò uno sguardo confuso.

-Tu e la Fawcett avete risolto, mi sembra. Sei proprio sicuro di voler continuare il tuo folle piano? Se lei ti dovesse scoprire, non credo che qualche moina e qualche parolina dolce delle tue potrebbe convincerla a perdonarti.-

Michael aggrottò la fronte, confuso.

-Come sai delle “moine” e delle “paroline dolci”?-

Roger fu veloce a mentire.

-Ti conosco bene. So quanto tu possa essere convincente con le parole, sfoderando i tuoi occhioni teneri a tutti. Funzionano anche con me!-

-D'accordo, comunque la risposta è sì. Vorrei che tu gli diventassi amico. O, almeno, vorrei che gli stessi un po' intorno per capire che tipo è e se ci sbagliamo sul suo conto. Soprattutto vorrei capire quali siano le sue vere intenzioni con Sophie.-

-Oh, tutto qui? Dai, allora sarà un gioco da ragazzi.- commentò ironico Roger e Michael fece un sorriso divertito.

-Lo chiedo a te perché so che solo tu puoi riuscirci. Se c'è una cosa che il grande Davies sa fare è stringere amicizia. Sei... un vulcano in piena e le persone amano starti vicino.-

-L'adulazione, la miglior arma per farmi fuori.- Michael rise e entrambi uscirono dallo spogliatoio. Roger allora continuò -Sai, credo che l'unica persona che al momento Stebbins voglia vicino sia una rompiscatole spilungona dai folti capelli scuri.-

Michael gli lanciò un'occhiataccia e Roger rispose con un sorriso smagliante per prenderlo in giro.

-Visto? Non è divertente quando senti cose che urtano la tua sensibilità, immagina cosa proverò io quando dovrò ascoltare i discorsi di quel troglodita.-

-È il migliore amico di Diggory, non può essere così male.- replicò Michael, proprio mentre la squadra dei Tassorosso faceva il suo ingresso nel campo.

Cedric si avvicinò per salutare entrambi, mentre Stebbins finse di non notarli, chiacchierando con un altro compagno di squadra, diretti entrambi verso lo spogliatoio. Dopo che Cedric li ebbe lasciati da soli, Roger si voltò verso Michael e alzò le sopracciglia, quasi a volerlo rimproverare.

-Beh, non puoi biasimarlo. L'abbiamo trattato malissimo l'ultima volta, è normale che adesso non muoia dalla voglia di salutarci.- Roger sospirò e l'amico aggiunse -E poi, te lo ripeto, Diggory mi sembra un bravo ragazzo, Stebbins non può essere tanto diverso da lui.-

-Mike, nelle amicizie c'è sempre un elemento buono e un elemento marcio.- disse Roger, riprendendo a camminare, e Michael, dopo un'ultima occhiata allo spogliatoio, lo seguì.

-E fra noi due chi sarebbe l'elemento marcio?- soffiò Michael, provando a capire.

-Ehm, pronto?- Roger gli diede dei colpetti sulla testa, come se stesse bussando -C'è nessuno in casa? Sono io l'elemento marcio, fulmine.-

-Esageri come sempre. Non sei affatto marcio.-

-Questo perché in fondo anche tu non puoi vivere senza di me.- continuò Roger, dando una pacca sulla spalla all'amico che gli sorrise -Ma la cosa è semplice. Gli opposti si attraggono, giusto? Quindi tu, che sei il bravo ragazzo, sei amico mio, che ho la fama di essere tutt'altro che un bravo ragazzo.-

-Perché le persone non ti conoscono a fondo.- ribatté Michael, con sicurezza.

-E ancora tu, che rimani un bravo ragazzo, gentile, dolce e solare con tutti, sei amico di una bisbetica dal cuore di ghiaccio, antipatica e scorbutica.- Roger guardò Michael -Vedi? È la legge della compensazione. Cerchi negli altri quello che non hai tu.-

-C'è una conclusione in mezzo a tutte queste bislacche teorie?-

-Sì, c'è. Perché vuoi sprecare il mio tempo per stare dietro a una persona che, per quanto sia tua amica, è destinata a fare sempre scelte sbagliate? È la Fawcett il tuo elemento marcio, come lo sono io. E noi siamo fatti così, non possiamo non prendere strade che inevitabilmente ci portano alla rovina.-

-Uao, Roger, vedi sempre il bicchiere mezzo pieno tu, eh?- ironizzò Michael, sbalordito.

-Credo che tu stia sopravalutando le nostre capacità, Mike.-

Michael lanciò un'altra occhiata a Roger, provando a capire cosa diavolo gli stesse passando nella testa in quell’ultimo periodo, ma lasciò perdere ancora e disse.

-So quanto possa darti fastidio passare del tempo con Stebbins, ma te lo sto chiedendo per favore. Ti prego!-

Roger fece oscillare la testa, alzando gli occhi al cielo esasperato.

-E va bene, va bene, smetterò di lamentarmi e farò quanto mi hai chiesto.- Michael gli fece un sorriso -Ma ti avverto, amico, se mai la Fawcett dovesse scoprirlo, non so in che modo potrai placare la sua ira.-

-Ricevuto.-

 

 

 

 

 

-Ricevuto, Padma, ho capito.- ripeté per la terza volta Sophie, sfogliando distrattamente il libro di fronte a sé.

Padma lanciò un'occhiata a Lisa, che annuì nella sua direzione, e lei continuò.

-Sophie, si può sapere cosa ti prende? Non hai capito nulla, perché non mi stavi ascoltando!- 

L'amica sobbalzò e guardò Padma e Lisa che, confuse, ricambiarono lo sguardo.

-T... Tutto bene? Cose sono quelle facce?-

-Sei distante, distratta e completamente in balia dei tuoi pensieri.- replicò Padma, mentre Lisa annuiva ancora -Vuoi raccontarci come stanno le cose fra te e Stebbins o fra te e Mike?-

-Tra me e Michael le cose vanno bene, ci vediamo spesso ed è bello chiacchierare con lui. M... Mi trovo bene.-

Lisa e Padma si guardarono un'altra volta e la prima si sporse verso Sophie: erano tutte e tre in Biblioteca e non potevano fare troppo rumore.

-Michael chi? Con quale dei due ti trovi bene?-

-Lisa ha ragione, ci sono un po' troppi Michael nella tua vita al momento.-

Sophie provò a non arrossire, ma dalle espressioni delle amiche era chiaro che l'intento non riuscì.

-Con Michael... Stebbins. Non è vero quello che si dice di lui in giro, non è poi un così cattivo ragazzo. Mi piace stare con lui.-

-Ti piace stare con lui o ti piace proprio lui?- s'informò Padma, pratica.

Sophie arrossì e usò il libro che aveva davanti per coprirsi la faccia.

-Non lo so.-

-In una settimana siamo già a questo punto?- domandò Padma, confusa -E Mike?-

-Sarebbe un bene se Sophie fosse andata avanti, no? In fondo, da quant'è che provi qualcosa per Michael?- chiese Lisa e Sophie, rossa in viso, abbassò il volume per replicare.

-Da troppo tempo. Forse è davvero arrivato il momento di... lasciare andare i miei...- la voce di Sophie divenne un sussurro -... Sentimenti per Mike e andare avanti.-

-Non è necessario andare avanti se è ancora il nostro Mike che ti piace!- disse Padma con decisione -Pensaci bene, Soph, ti piace davvero Stebbins?-

Sophie sospirò e voltò il viso verso la finestra più vicina.

-Sì, mi piace.-

-Ma...?- domandarono le due amiche, capendo l'espressione della ragazza.

-Ma lui non è Michael.-

Lisa assunse un'espressione triste e Padma allungò una mano per stringere quella di Sophie.

-Io credo che tu debba semplicemente perseguire come obiettivo la tua felicità, Soph.-

La ragazza la guardò.

-Cioè?-

-Ora come ora fai esattamente ciò che ti fa sentire bene. Chi ti fa sentire meglio?-

-Con Michael sono a mio agio e mi piace stare con lui perché ci conosciamo da sempre. Non c'è imbarazzo fra di noi, come c'è quando sono con Stebbins, però...- Sophie passò lo sguardo da Padma e Lisa, incerta -Però con Stebbins riesco a essere completamente me stessa, non c'è niente da tenere nascosto.-

Le due amiche le sorrisero e Sophie ricambiò, un po' più serena.

-Allora continua a uscire con Stebbins e non farti problemi.- disse Padma.

-Vedrai che con il tempo ogni cosa andrà al proprio posto.- aggiunse Lisa, con un sorriso dolce.

Sophie annuì con la testa e disse.

-Grazie, ragazze.-

 

 

 

 

 

 

 

Roger scese le scale dell'entrata del castello, pronto a raggiungere il Parco dove un attimo prima aveva visto scendere Diggory, Stebbins e il loro manipolo di amici.

Lui e Cho ancora non avevano chiarito. Anche se lei aveva provato più volte a parlargli, il ragazzo ancora faticava a far tornare le cose come prima.

Le accuse di Cho bruciavano ancora, soprattutto per il fatto che non erano del tutto errate. Il fattore, però, che rendeva Roger più arrabbiato che ferito era che lui non aveva mai compreso i reali sentimenti di Cho.

Lei era la sua unica vera amica, l'unica ragazza in grado di capire almeno una piccola parte di lui, eppure Roger non si era reso conto di quanto Cho fosse in difficoltà con i suoi sentimenti. Era stato così preso dalle sue conquiste, dal gareggiare con la Fawcett per le attenzioni di Michael e dal Quidditch, da non aver mai prestato più di tanto attenzione alla sua sola amica.

Cho era una costante: c'era sempre e probabilmente ci sarebbe sempre stata, proprio per quello Roger finiva per metterla in secondo piano.

Lei era sempre pronta a dargli consigli, supporto e sorrisi; lui non si era mai preoccupato di fare altrettanto ed era strano. Un tempo aveva creduto che nessuna sarebbe stata all'altezza di Cho e ancora ne era convinto a volte, eppure perché continuava a darle poche briciole del suo tempo e di se stesso?

Non era forse importante quanto, se non più, di Michael e dei suoi altri interessi?

Era grazie a Cho che ora Roger poteva contare sull'appoggio di un amico come Mike, che era per lui alla pari di un fratello. E Cho non aveva mai chiesto nulla in cambio.

Sceso al Parco, Roger diede un'occhiata in giro per cercare Stebbins.

Un gruppo di ragazze Grifondoro gli passò accanto e lo salutarono con un sorriso che lui ricambiò, soddisfatto. Dopotutto si era scelto lui quel ruolo e ora doveva interpretarlo nel migliore dei modi.

Vide Stebbins seduto vicino al Lago Nero; Diggory, qualche metro più lontano da lui, leggeva un libro, mentre gli altri amici parlavano fra di loro. Stebbins, ovviamente, era al centro dell'attenzione.

Roger si fece coraggio e raggiunse i Tassorosso a passo svelto, proprio mentre Stebbins stava facendo ridere i suoi amici.

-Scusatemi.-

Tutti i presenti si voltarono, perfino Diggory alzò lo sguardo dal suo libro.

-Davies.- fece Stebbins con un sorriso divertito -Sei venuto a sentire anche tu le mie barzellette?-

-Sono sicuro che siano davvero spassose, ma no.- Roger provò a reprimere il tono ironico -Devo parlarti un attimo. Posso portarvelo via?-

Gli amici non fecero obiezioni, Diggory continuava a passare lo sguardo da Stebbins a Roger come se li stesse analizzando entrambi.

-D'accordo.- Stebbins si alzò in piedi e si pulì le mani sulla divisa -Andiamo allora.-

Camminando, non si dissero una parola, ma ogni tanto Roger con la coda dell'occhio vide Stebbins lanciargli occhiate sospette.

-Devo tirare a indovinare, o vuoi portarmi fino a Hogsmeade per parlarmi?- domandò a un certo punto Stebbins, ironico -Sai, Madama Piediburro non fa per me. So quanto ti piaccia quel locale, ma davvero puoi parlarmi qui.-

Roger provò a reprimere l'impulso di tirargli un pugno e si fermò all'improvviso, assicurandosi che fossero ben lontani da altre persone.

-Volevo solo farti qualche domanda. Anzi, in realtà una.- Roger provò a fingere indifferenza quando chiese -Tu e Sophie Fawcett state insieme?-

-Perché me lo chiedi?- domandò Michael, stupito.

-Perché tu ed io abbiamo la stessa fama. Ci piacciono le ragazze e le storie serie non fanno per noi, quindi mi chiedevo...-

-Fammi capire.- lo interruppe Michael, divertito -Vuoi saperlo perché così avresti praticamente tutte le ragazze della scuola a disposizione, o perché avevi già adocchiato Sophie e io te l'ho portata via? Perché in entrambi casi la cosa sarebbe davvero interessante.-

-Io e la Fawcett?- Roger rise e scosse la testa -No, no, no, sei completamente fuori strada. Dimentichi che Michael Corner è il mio migliore amico e che la bisbetica che hai scelto come tua prossima vittima è la sua migliore amica. Voglio capire se fai sul serio oppure no.-

-Ti ha mandato Corner a controllare?-

-No, anzi lui mi ha chiesto di farti le mie scuse per come mi sono comportato quella famosa sera.- Stebbins mostrò un'espressione tutt'altro che convinta -Mike si fida di Sophie, sa che lei sceglierebbe solo un bravo ragazzo, ma lui e la Fawcett sono ingenui e non sanno quello che so io di te. Tu ed io siamo uguali e lo sai.-

Michael ghignò e scosse la testa.

-Da un Corvonero mi sarei aspettato di meglio, sul serio .-

-Come?-

-Il tuo discorso non ha senso.- spiegò Michael, sempre più divertito -Corner manda te a scusarsi per il tuo comportamento, ma lui non viene a scusarsi per il suo?-

Roger fece uno sbuffo infastidito, aspettando che il ragazzo continuasse.

-Era questa la tua tattica? Un po' deboluccia, non ti pare?- Michael sorrise ancora -Facciamo così, io dirò cosa penso realmente di Sophie, cosa voglio realmente da quella ragazza, solo quando sarà Corner a venirmelo a chiedere.-

Roger strinse i pugni e disse.

-Davvero?-

-Chi può dirlo?- rispose l'altro, ghignando ancora -Magari sono solo un bugiardo, ma credo che toccherà a Corner scoprirlo.-

-Sai, la Fawcett avrà tanti difetti, ma non è stupida.- replicò Roger, provando a calmarsi -Se la prenderai in giro, lo capirà prima che tu possa farle qualcosa.-

-Oh, allora penso non ci siano problemi, giusto? Corner può dormire sogni tranquilli se pensa che Sophie sappia cavarsela da sola.- Roger non abbassò gli occhi dallo sguardo di sfida di Stebbins -Ma scommetto che lui verrà comunque da me. Deve rispettare il suo ruolo di cavaliere.-

-Per quello basta già il tuo amico Diggory.-

-Attacchi anziché difenderti? Sei proprio messo male se devi prendertela con una persona che non c'entra nulla.- Michael gli fece un cenno di saluto -Direi che ci siamo detti tutto. Rimarrei con te volentieri, ma ho un appuntamento con una certa signorina di nostra conoscenza e non voglio fare tardi. Ci si vede.-

Michael non attese neanche la sua risposta e si incamminò lontano da lui, mentre Roger provava a calmarsi e a decidere la prossima mossa.

Mike si sarebbe arrabbiato molto, visto che l'amico non aveva seguito il piano, ma Roger conosceva le persone come Stebbins e sapeva che non era uno che si sarebbe fatto fregare facilmente. Quanti ragazzi avevano provato a fargli paura per allontanarlo dalle loro amiche, sorelle o cotte e quante volte lui aveva risposto allo stesso modo di Stebbins! Si assomigliavano proprio, questo doveva ammetterlo a se stesso.

Roger attese un paio di minuti prima di procedere anche lui verso il castello, sapendo di essere stato sconfitto e, con la testa piena di pensieri, non si accorse della persona che lo stava aspettando proprio di fronte a uno degli archi del cortile. Le braccia incrociate al petto, l'espressione minacciosa e quel cipiglio di chi era pronto a combattere.

-Davies.-

Roger alzò lo sguardo e si scontrò con lo sguardo duro di Sophie Fawcett.

-Fawcett.- fece eco lui, provando a superarla.

-No, non ti stavo salutando, stavo richiamando la tua attenzione.-

-Wow, hai improvvisamente capito di avere una cotta per me?- la prese in giro lui, cercando una via di fuga, ma Sophie gli bloccava la strada con il suo corpo e Merlino solo sapeva cos'avrebbe fatto se avesse provato a farla spostare.

-Sei un idiota.- rispose lei, arrabbiata -Ti ho visto con Michael prima. Cosa stavate facendo?-

-È il mio migliore amico, non sarà l'ultima volta che ci vedrai insieme.-

-Piantala. Intendevo Stebbins, non Mike.-

-Non dovresti essere con lui adesso?- domandò Roger, mantenendosi sul vago -Sbrigati o arriverai in ritardo.-

-Cos'hai in mente, Davies?- continuò Sophie, guardandolo attentamente come se la risposta l'avesse scritta in faccia e lei stesse decifrando la scrittura -Tu odi Stebbins.-

-Non l'ho mai detto.-

-Sì, invece.-

-Le opinioni su una persona possono cambiare, Fawcett.- spiegò Roger con un sorriso -Magari mi sono reso conto di essermi comportato male e ho deciso di chiarire le cose con lui, non ci hai pensato?-

-Non tu. Mike ne sarebbe capace, ma tu e il tuo ego non accettereste mai di abbassarvi a delle scuse.-

Roger alzò gli occhi al cielo con un sorriso.

-Grazie per il complimento, ma se non ti fidi di me prova a chiedere a Stebbins. Sono certo che lui sarà più sincero. Però, posso darti un consiglio?-

-No.- rispose Sophie, facendosi da parte per farlo passare -Non m'interessano i tuoi consigli.-

-Sei davvero simpatica.- commento lui, ironico.

-E tu poco furbo.- Sophie si voltò a guardarlo -Hai in mente qualcosa, lo so, e so che c'entra Mike, perché per te potrei anche uscire con la Piovra Gigante e non avresti problemi; ma Mike...-

-Sì, stranamente ha un affetto smisurato nei tuoi confronti. Davvero incredibile, non trovi?-

Sophie arrossì, ma l'espressione dura rimase sul suo volto.

-Per quanto Stebbins abbia delle cose in comune con Michael, non è Mike, Fawcett. Cerca di ricordartelo.-

-Questo cosa vorrebbe dire?-

Roger rise di fronte a quel cipiglio deciso.

-Che ci sono cose che si capiscono anche se non le dici. Forse Mike non le capisce, ma il resto del mondo sì, per cui sta' attenta. Le persone odiano essere un rimpiazzo.-

 

 

 

 

 

 

Padma entrò nella Sala Comune dei Corvonero velocemente, nella sua borsa portava con sé cinque pesanti volumi e la spalla le doleva.

Non appena entrò individuò Michael ed Anthony seduti l'uno di fronte all'altro, intenti a terminare i compiti per il giorno seguente. La ragazza si avvicinò a loro e posò la borsa a terra con un sospiro. Entrambi alzarono gli occhi verso di lei che sorrise amaramente.

-È stata una luuunga giornata di studio. Sono distrutta!-

-Quanto ti sei portata avanti con i compiti?- s'informò Anthony, lanciando uno sguardo divertito alla borsa di Padma.

-Non poi così tanto. E poi lo studio è la migliore via di fuga dai miei pensieri.-

-Solo tu e Sophie la pensate così. E quali pensieri ti turbano?-

-Troppi.- sbuffò lei, spostando una poltrona accanto a loro e sedendosi -I miei genitori, Calì, Sophie, Terry... Voi!-

-Ti preoccupi troppo per tutti.- la interruppe Michael, posando la sua piuma d'oca -Escludendo la tua famiglia, noi possiamo cavarcela da soli.-

Padma sorrise all'amico e annuì.

-Sì, lo so, ma non posso fare a meno di pensarci, soprattutto a Terry... A proposito, dov'è?-

-Con tua sorella.- rispose semplicemente Anthony, puntando lo sguardo su di lei per vedere il cambiamento d'espressione.

-In che senso?-

-Beh, pare che abbia vinto una scommessa con Terry e che, da oggi in poi, passeranno almeno un'ora insieme al giorno.- spiegò Michael, lasciando da parte il suo tema e aggiungendo -Sono sicuro che molto presto quell'ora al giorno si trasformerà in due ore e poi tre e poi...-

-Mike!- esclamò Padma, bloccandolo -Non incoraggiare il loro rapporto!-

-Che male c'è? Sono amici.-

-Conosco mia sorella, ha un sacco di amici, ma Terry le interessa particolarmente.-

-E...- iniziò Michael, facendole segno di proseguire.

-E questo non va bene.- continuò Padma, nervosa -Quei due devono smetterla di vedersi.-

-Non credi di esagerare?- soffiò Anthony, lanciandole uno sguardo rassegnato -Sono solo due amici che trascorrono del tempo insieme, tutto qui.-

-Ma se poi...-

-Ne avevamo già parlato, mi pare. Quando arriverà il momento, se mai arriverà il momento, allora potrai preoccuparti e lamentarti, ma per il momento sei solo fastidiosa e nient'altro.-

Michael si voltò verso l'amico, sorpreso. Non era raro che Anthony provocasse Padma, ma non aveva mai superato il limite per evitare di litigarci. Tutti sapevano quanto Anthony odiasse discutere con qualcuno, lo trovava una perdita di tempo. 

Padma, sorpresa quanto Michael, non replicò, ma riprese la sua borsa e salì verso il suo dormitorio, furiosa.

-Hai peggiorato le cose, Ant.- commentò Michael, tornando ai suoi compiti -Adesso, oltre all'essere stressata, sarà anche arrabbiata.-

Anthony fece spallucce e riprese a leggere il libro che aveva di fronte a sé.

-Mi piacerebbe conoscere il motivo che spinge Padma a voler tenere lontani Terry e Calì. Io credo che potrebbero stare bene insieme. In fondo, si compensano a vicenda.-

Anthony fissò l'amico e sbuffò.

-Lo conosci il motivo, Mike. I genitori di Padma sono tradizionalisti, per cui le gemelle possono frequentare solo ragazzi indiani.-

-Stai scherzando? Credevo che fosse una battuta, o comunque solo un semplice desiderio, non un'imposizione.-

-Padma è sempre stata molto chiara sull'argomento. Sai quanto ci tenga alle regole, alla famiglia e alle tradizioni. Lei renderà sicuramente orgogliosi i suoi genitori, presentando loro un perfetto ragazzo indiano.-

-Calì non accetterà mai.- commentò Michael, lanciando occhiatine curiose ad Anthony, che sembrava più strano del solito -Non farà mai qualcosa senza volerlo davvero.-

-Già.-

-Sembrerebbe che Padma voglia frenare Calì il più possibile.-

Anthony sfogliò il suo libro con noncuranza e replicò.

-Io preferirei che fosse Calì a far sciogliere Padma il più possibile.-

 

 

 

 

 

 

Non appena Roger entrò nella Sala Comune, notò Michael seduto con Goldstein, intenti a chiacchierare e a finire i compiti. Deciso a non farsi vedere, sgusciò verso il suo dormitorio, credendo di essersi salvato almeno per quel giorno.

Quando aprì la porta della sua stanza, vide che nessuno degli altri ragazzi era ancora rientrato, ma si accorse troppo tardi di Cho, seduta sul suo letto, intenta ad aspettarlo.

-Sei tornato finalmente.-

-Sì, ma sto per riuscire, quindi ci vedi...-

-Smettila di evitarmi.- lo interruppe lei, alzandosi dal letto e raggiungendolo -Lo so che ce l'hai con me, ma mi sembra assurdo che tu abbia addirittura smesso di guardarmi negli occhi.-

Roger, che si era voltato proprio per non guardarla, si voltò lentamente e alzò lo sguardo su di lei.

-Cosa vuoi?-

-Perché fai tu l'arrabbiato? Dovrei essere io quella a ricevere delle scuse!-

-Ah, sì? Sbaglio, o sei stata tu a urlarmi addosso e a insultarmi? Perché dovrei scusarmi io?-

-Perché hai questa ossessione sulla mia vita privata che mi... da fastidio, ecco.- disse Cho, provando a non arrabbiarsi ancora -Perché mi continui a far vedere quanto Mike tenga a Sophie? Ho capito che non vuoi che tra me e Mike accada qualcosa, ma perché? Perché è il tuo migliore amico e hai paura che te lo porti via, o perché davvero provi qualcosa per me e sei geloso?-

Roger rise. Doveva risultare divertito, ma Cho udì la nota di scherno che l'amico stava usando.

-Ecco, vedi come sei? Credi che tutto il mondo ami e adori Cho Chang, ma non è così, Cho, fidati. Sarai anche bellissima, ma ci sono mille ragazze là fuori alla tua altezza, per cui, rilassati, non sono tutti innamorati di te.-

-Non intendevo questo.- sbottò Cho, ferita. Aveva le lacrime agli occhi, ma Roger non si scompose, oramai era un fiume in piena.

-Ah, no, davvero? Hai mai pensato che io possa voler allontanarti da Mike per evitare di farti soffrire? Come hai detto tu, sono più grande e con più esperienza. Vedo il rapporto che Mike ha con la Fawcett. Al momento magari lui ha una cotta per te, ma sarà solo questione di tempo prima che si accorga di lei, e allora tu cosa farai, Cho? Non è meglio svegliarsi subito e capire di doversi mettere da parte prima che sia troppo tardi?-

-Tu non sai cosa può succedere in futuro, nessuno lo sa.- rispose Cho in lacrime -Ho visto Sophie con Michael Stebbins, per cui, come vedi, le cose possono cambiare. Tra me e Mike...-

-Cosa? Anche se fra te e Mike potesse esserci qualcosa, cosa farai, i giorni pari uscirai con Diggory e quelli dispari con Mike? Ah, non dimentichiamoci di Potter, dov'è lo mettiamo, nel week-end oppure...-

Cho avanzò, singhiozzando, e fece per toccargli il braccio. Roger si scansò in malo modo, facendola sobbalzare.

-Avevi detto che era normale provare sentimenti contrastanti alla mia età.-

-Già, l'ho detto, ma non credevo che tu volessi crearti un harem o trovare un modo per tenere tutti legati a te, perché non puoi, Cho. Non puoi avere tutti e non puoi far felice tutti.-

-Io non so cosa voglio.-

-Se non lo sapessi davvero, non staresti frequentando Diggory.- continuò Roger, provando a calmarsi -Ti prenderesti una pausa per capire, ma stai facendo tutto il contrario.-

-Non merito tutto questo.- disse Cho, scossa dai singhiozzi -Cos'hai ultimamente, si può sapere?-

Roger sbuffò, la rabbia sembrò sgonfiarsi all'improvviso; si passò una mano fra i capelli, prima di avvicinarsi a Cho e stringerla a sé.

-No, non meriti tutto questo, scusami.- Roger le baciò i capelli e lei si rilassò -Volevo solo darti qualche consiglio come fai tu con me, ma oggi è stata una giornataccia, per cui perdonami.-

-Perdonato.- sussurrò Cho, ricambiando l'abbraccio -E scusami anche tu, non avevo capito che lo stessi facendo per il mio bene.-

Roger annuì, nonostante lei non potesse vederlo, e rimasero abbracciati a lungo, entrambi in silenzio.

 

 

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

 

Eccomi di ritorno!

E, se siete arrivati fin qui, complimenti per l'impegno perché questo capitolo è bello lungo xD

Cosa c'è da dire?

Il piano di Mike è miseramente fallito, anche perché Roger ha seguito un piano tutto suo che Stebbins è riuscito subito a smascherare. E Sophie non è affatto stupida, quindi scaverà in fondo per capire cos'ha in mente il duo Mike-Roger.

Passando al resto del gruppo, Calì non molla la presa su Terry. Vuole essergli amica, aiutarlo e non è esattamente una persona a cui è facile dire di no. Non è tipo da arrendersi, nonostante Padma tenti in tutti i modi di contenere la sua foga.

Anthony sembra sempre quello più ai margini dei problemi che coinvolgono tutti gli altri, ma lui è probabilmente il più misterioso di tutti. È un tipo di poche parole, ma agisce da dietro le quinte e muove le fila di molte situazioni, come si vedrà in seguito.

Bon, penso di aver detto tutto.

Grazie a chi leggerà, recensirà o semplicemente darà un'occhiata a questa storiella senza pretese <3
Un bacione :3

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

 

Quando Roger Davies uscì dall'aula di Trasfigurazione, non avrebbe mai immaginato che ad attenderlo ci fosse Michael Corner, il suo migliore amico, al posto del solito gruppetto di ragazze che gli chiedevano di uscire. Non fece in tempo a scappare, perché Michael lo vide arrivare ancora prima di uscire nel corridoio e sventolò una mano per palesare la sua presenza. Sbuffando e pensando già a quale scusa propinargli per dileguarsi il prima possibile, Roger ricambiò il saluto e gli si avvicinò.

-Mi stupisce che tu mi abbia riconosciuto. Sarà una settimana che non ti fai vedere!- gli disse Michael con un sorriso, completamente ignaro del fatto che Roger l'avesse evitato di proposito. Non aveva ancora raccolto il coraggio necessario per dirgli della sua chiacchierata con Stebbins, e Merlino solo sapeva quanto ancora ci avrebbe messo la Fawcett per scoprire la verità.

-Mike, sarò brutalmente sincero con te, così tu potrai arrabbiarti con me, io mi scervellerò per trovare un modo per farmi perdonare e, una volta trovato, torneremo ad essere gli amici di un tempo.-

Michael rise di fronte a quelle parole.

-Di cosa stai parlando?-

Roger gli fece segno di seguirlo e insieme presero a camminare lungo i corridoi del castello.

-Si tratta di Stebbins e della... Fawcett.-

-Hai scoperto qualcosa?- domandò Michael, mal celando la sua preoccupazione.

-È proprio questo il punto.- rispose Roger, congiungendo le mani in preghiera -Non ho scoperto nulla. Perdono!-

-Beh, ma puoi ancora indagare, no? Se Stebbins non sospetta null...-

-Non mi hai fatto finire, Mike.- Roger sospirò e gli lanciò un'occhiata per fargli capire la serietà del discorso -Stebbins ha capito tutto, ogni cosa.-

Michael lo fissò in dubbio e Roger passò a raccontargli tutto quello che era successo fra lui e Stebbins.

-Roger, avevi un compito preciso!- esclamò Michael, incredulo -Avevamo un piano, un'idea su come agire, e tu hai voluto fare di testa tua?-

-Lo so che vorresti uccidermi, ma, credimi, Stebbins avrebbe comunque smascherato la nostra farsa.-

-Pff, non è così sveglio.-

-Certo che sì.- Roger provò a essere chiaro -Mike, quelli come Stebbins e quelli come me hanno affrontato queste situazioni un sacco di volte. C'è sempre qualcuno che si preoccupa per la povera ragazza innamorata del donnaiolo che la sta usando. Lui ed io sappiamo come agire.-

-Non credi di stare esagerando? Siete solo due adolescenti che si divertono un po', ne parli come se foste specialisti del settore.- disse Michael, scettico.

-Perché più o meno è come se lo fossimo.-

Michael alzò gli occhi al cielo e buttò fuori l'aria.

-Senti, Roger, se non volevi aiutarmi, bastava dirlo subito, ma inventarsi quest'assurda scusa...-

-Non è affatto una scusa!- Roger lo fermò con il braccio -Fidati, non sei il primo che prova a frenare Stebbins circa una ragazza e oramai sarà temprato da qualsiasi tipo di attacco.-

-Quindi cosa devo fare? Andare a parlargli personalmente non cambierebbe nulla, giusto?-

-No, però so che muori dalla voglia di andarci.-

-Già.- Michael si passò una mano fra i capelli, nervoso -Non so proprio cosa fare.-

-Pensaci bene.- Roger notò lo sconforto dell'amico, ma non poteva non dirgli tutto quindi aggiunse -E hai un altro problema da affrontare.-

-E sarebbe?-

-Sophie Fawcett.-

Michael assottigliò lo sguardo quando disse.

-Non sei divertente.-

-Non era una battuta. La Fawcett mi ha visto parlare con Stebbins e ha capito che stiamo nascondendo qualcosa. Gli farà delle domande, se non gliel'ha già fatte, e quando lo verrà a sapere...-

-Se lo verrà a sapere.-

-Quando lo verrà a sapere.- rimarcò Roger, energico -Faresti meglio a fare domanda di trasferimento per un'altra scuola, amico, perché la bisbetica sarà implacabile e letale.-

-Non è detto.- disse Michael, ma Roger sapeva che stava immaginando le peggiori torture possibili -Sophie...-

-Ti farà fuori, sì.- lo interruppe ancora l'amico -Perché sai che scaverà a fondo in questa storia e sai che scoprirà tutto, quindi inizia a crearti una buona difesa se vuoi avere salva la pelle.-

 

 

 

 

 

Padma riuscì a fermare Calì poco prima di pranzo, quando la sorella e la sua migliore amica, Lavanda Brown, stavano salendo le scale, dirette alla Sala Comune dei Grifondoro.

-Calì, aspetta, ti devo parlare!-

La ragazza disse a Lavanda di iniziare a incamminarsi senza di lei e l'amica salutò entrambe le gemelle, prima di continuare a salire le scale.

-Cos'è successo?-

Padma la raggiunse, provando a mantenere la calma.

-Perché credi sia successo qualcosa?-

-Perché sei la mia gemella, sei il mio riflesso, e ti conosco meglio di qualunque altro. Tutte le volte che vuoi parlarmi è per rimproverarmi di qualcosa.-

Padma fece una mezza risatina, rassegnata.

-Le lezioni con la Cooman ti stanno dando alla testa. Comunque volevo parlarti di Terry.-

-Ecco, appunto.-

-Capisco che tu voglia renderti utile e che, oramai, tu lo consideri un amico, ma non vorrei che questo rapporto...-

-Sì, ho capito dove vuoi arrivare.- la interruppe Calì, come se fosse già annoiata -Ma io non sono come te, non smetterò di vedere Terry per paura di far arrabbiare mamma e papà.-

-Sii ragionevole.-

-Non lo sono mai stata in vita mia e non intendo iniziare ad esserlo ora.- replicò ancora la sorella, decisa.

Padma sospirò, toccandosi una ciocca di capelli e provando a trovare un buon argomento per farla cedere.

-D'accordo, allora.-

Calì la guardò con tanto d'occhi.

-Finché rimarrete solo amici, non ti dirò più nulla.- Padma le fece un sorriso -Però ti prego di fare attenzione, perché non so quale rapporto ci sia fra te e Terry, ma io lo conosco. Sei una bella ragazza e sei la prima a stargli così dietro, non vorrei che fraintendesse.-

Calì abbassò lo sguardo, ma prima che Padma le potesse chiedere il problema, lei lo rialzò e disse.

-E se fraintendesse? Cosa ci sarebbe di male?-

-Lo sai.-

-Sì, lo so.- disse Calì -Ma io non intendo seguire le regole di papà e mamma, Padma. Vivrò la mia vita come voglio, senza imposizioni.-

-Cosa vuoi dirmi?- domandò Padma, temendo la risposta; perché in fondo Calì aveva ragione, loro erano il riflesso l'una dell'altra e si conoscevano troppo bene.

-Che io non considero Terry come un amico.- replicò lei, senza alcun tipo di vergogna.

-Sei seria?-

Calì fece spallucce e disse.

-Smettila di preoccuparti per me, sorellina. È la mia vita.-

 

 

 

 

 

-Non ti arrendi mai, Sophie?- domandò Michael Stebbins, seduto vicino al lago, mentre Sophie faceva segno di no con la testa.

-Mi arrenderò solo quando mi avrai detto la verità.-

Michael rise e lei non riuscì a trattenere un sorriso.

-Quello non è arrendersi, quello è vincere.-

-Esattamente.-

Michael si avvicinò e le spostò una ciocca di capelli che il vento le aveva portato sul viso; Sophie arrossì, ma disse.

-Non provare ad essere carino per distrarmi.-

-Io sono sempre carino.- replicò lui, facendole l'occhiolino -E grazie di avermi rivelato di essere una ragione della tua distrazione.-

Sophie sorrise e arrossì ancora di più, mentre provava a schiarirsi la voce.

-Non devi preoccuparti di Davies.- disse lui, accarezzandole una guancia -Voleva solo farmi qualche domanda sul Quidditch. Cercava di estrapolarmi qualche informazione sulla squadra, ma, come sai, è un idiota e...-

-D'accordo, va bene, farò finta di crederci.- lo interruppe Sophie, sbuffando.

Michael piegò la testa di lato, osservandola come se volesse leggerle dentro. Lei si imbarazzò e abbassò lo sguardo.

-Cosa c'è?-

-Niente.- sussurrò lui, sorridendo -È solo che credo che tu passi troppo tempo a preoccuparti di Corner.-

-C... Cosa c'entra Mike ora?- boccheggiò lei, continuando a non guardarlo.

-Stai pensando che Davies sia stato mandato da Corner a minacciarmi o qualcosa del genere.- disse Stebbins, perspicace -Ma hai mai pensato che forse a Corner non interessi chi frequenti?-

Sophie sentì un improvviso dolore allo stomaco, come se le parole di Stebbins le avessero dato un pugno. Pensare a un Michael disinteressato era una delle sue paure peggiori.

-Oppure.- continuò Stebbins, capendo di averla ferita -Hai ragione tu e Davies è venuto effettivamente a minacciarmi.-

La ragazza alzò di scatto la testa.

-E...?-

-E niente.- Lui le sorrise -Se fosse davvero andata così, direi che la risposta alla tua domanda è qui di fronte a te.-

Sophie provò a capire e Stebbins le prese una mano.

-Non importa quante volte dovrò affrontare Davies e Corner, continuerò a vederti fino a quando non sarai tu a dirmi di lasciarti in pace.-

Lei sorrise, un sorriso così dolce e felice da far sorridere anche il ragazzo.

-No... Non ti dirò di lasciarmi in pace.- disse Sophie, sapendo di essere arrossita parecchio -Almeno non al momento.-

-Perfetto.-

 

 

 

 

 

 

-Eccomi, ragazzi, scusate il ritardo.- disse Lisa, sedendosi accanto al gruppo a cena.

Erano quasi tutti in silenzio e solo Terry si accorse del suo arrivo, salutandola allegramente. Ultimamente il ragazzo era sempre di ottimo umore e Lisa, come quasi tutti i suoi amici, sospettavano che la ragione di quel cambiamento fosse una certa Grifondoro tutta pepe.

Una volta che Lisa prese posto di fronte a Padma, lei, come risvegliatasi, disse.

-Oh, Lisa, quando sei arrivata?-

-Proprio ora.- replicò lei con un sorriso.

-Mi dispiace, ero sovrappensiero.- disse, lanciando poi un'occhiata agli altri amici.

Anthony stava leggendo un libro, mentre Michael e Sophie sembravano fare di tutto per evitare l'uno lo sguardo dell'altra.

Padma diede di gomito ad Anthony che a malapena sobbalzò prima di guardare l'amica. Lei gli fece un cenno verso Lisa.

-Ciao, dove sei stata?-

-Ero in Biblioteca.- disse lei, prendendo una coscia di pollo -Voi cos'avete fatto oggi?-

-Io ero con Calì.- rispose Terry con un sorriso, servendosi la terza porzione di pesce -Abbiamo passato un bel pomeriggio e l'ho aiutata anche con i compiti.-

Anthony lanciò di proposito un'occhiata a Padma che gli fece segno di lasciar perdere.

-Io ho dormito quasi tutto il giorno.- dichiarò il ragazzo solennemente.

-Strano, eh?- lo prese in giro Padma e lui la ignorò, non nascondendo un sorrisino.

-E tu, Mike, cos'hai fatto oggi?- se ne uscì Sophie, con il chiaro intento di incastrarlo.

-Ero con Roger.- rispose velocemente lui, poi guardandola -Sai, da quando la mia migliore amica ha sempre da fare.-

Sophie arrossì, ma non cedette.

-Ho iniziato ad avere da fare da poco tempo, Mike. Non marcare il territorio, visto che eri il primo ad accusarmi di farlo.-

-Va bene, scusa.- Michael le fece un sorriso -Ma hai ancora qualche ora del tuo tempo da passare con un vecchio amico, vero?-

-Quando vuoi.- disse lei, giocando con la forchetta ed evitando di guardarlo per quello che stava per dire -Sempre che tu abbia del tempo per me, anziché complottare con quell'idio... Con il tuo altro amico.-

-Parli di Roger?-

-Naturalmente.-

A Michael bastò un'occhiata all'amica per capire che ancora non aveva prove certe della sua colpevolezza, ma che le sue erano solo supposizioni.

-Di che cosa stai parlando?- chiese, con noncuranza.

-Lo sai.- replicò lei, guardando poi gli amici -Mike ha mandato Davies a parlare con Michael.-

-Stebbins.- chiarì Michael, a denti stretti.

-Tutti hanno capito che sto parlando di Stebbins.-

-Era solo strano sentirti chiamarlo per nome dopo così poco tempo.- Michael guardò Anthony e Terry in cerca di appoggio. Il primo annuì e il secondo disse.

-Sì, certo, il ragionamento non fa una piega.-

Padma trattenne una risata divertita e Lisa fece lo stesso, coprendosi la bocca con una mano.

-Grazie dell'aiuto.- bofonchiò Michael, poi a Sophie -Comunque non so di cosa parli.-

-Ah, no?-

-No.-

Padma si mise in mezzo per salvare l'amico.

-Soph, magari questa volta ti stai sbagliando. Mike non ha più nulla contro Stebbins. Anzi, proprio stamattina mi diceva di essere felice per te.-

-Davvero?- domandarono all'unisono Sophie e Terry, che si beccò un calcio di Michael, seduto accanto a lui.

-Sì, davvero.- perdurò Padma, dando un pizzicotto sulla mano ad Anthony che capì e disse.

-Ha ragione. L'ha detto anche a me stamattina.-

Lisa annuì e Sophie non poté ignorare che tre suoi amici le stavano dicendo la stessa cosa. La ragazza si voltò a guardare Michael e chiese.

-Devo davvero crederti, Mike? Sei sicuro di non aver fatto niente?-

-Sicuro.- disse Michael con un sorriso -Al cento percento.-

Sophie ricambiò il sorriso e, contenta, tornò al suo roast-beef, mentre Michael si voltava verso Padma per mimarle un “grazie” con le labbra.

L'amica gli sorrise e la questione venne chiusa; i ragazzi, quindi, passarono il resto del pranzo a chiacchierare del più e del meno.

Sophie, ogni tanto, cercava lo sguardo di Michael e, tutte le volte che lui se ne accorgeva, ricambiava con il più bello dei suoi sorrisi. La ragazza si chiese se sarebbe mai riuscita a smettere di guardare l’amico nel modo in cui lo guardava da quasi tutta la vita.

 

 

 

 

 

 

Sedute sul divano della Sala Comune, Padma e Sophie erano prese a terminare i compiti della settimana seguente, quando Lisa, che li aveva finiti quel pomeriggio, chiese.

-Sapete già cosa farete a Natale?-

Le due ragazze alzarono gli occhi per guardarla, cosa che la fece arrossire per l’imbarazzo, poi Padma toccò la spalla di Anthony ai suoi piedi seduto sul tappeto e lui rispose.

-Siamo quasi sempre tornati a casa per le feste.- lanciò un’occhiata a Padma, sapendo quanto lei fosse stupita che lui avesse prestato attenzione a Lisa -Ma se volete quest’anno potremmo rimanere qui tutti insieme.-

-Oppure.- disse Michael, seduto su una poltrona lì vicino e intento a ricontrollare il tema di Trasfigurazione -Potreste venire tutti a casa mia. Quest’anno sarò un po’ triste e solo, visto che mio fratello ha deciso di trasferirsi in Lituania e di non tornare per le vacanze.-

Michael guardò la faccia stupefatta dei suoi amici.

-Ve l’avevo detto, no?-

-No.- risposero tutti all’unisono, fatta eccezione per Sophie, che era una di famiglia e che sapeva tutto.

-E per quale motivo va in Lituania?- domandò Terry, seduto accanto ad Anthony e sporco d’inchiostro sulla guancia -Voglio dire, cosa sappiamo realmente della Lituania?-

-È stata da poco riconosciuta come repubblica indipendente.- disse Sophie, con decisione.

-La capitale è Vilnius.- continuò Anthony, sfogliando distrattamente uno dei suoi libri.

-È entrata anche a far parte…- partì Padma, ma Terry la bloccò, scioccato.

-Ragazzi, era una domanda retorica.- poi aggiunse -Ma la risposta più sensata sarebbe stata: è fredda. Perché non tornare a godersi un Natale nella cara e vecchia Inghilterra?-

-Che è sicuramente uno dei paesi più caldi del mondo, soprattutto a dicembre.- replicò Sophie, ironica. Michael e Padma sorrisero in automatico, mentre Lisa diede una pacca affettuosa a Terry sulla testa che, stranamente, non si scostò.

-Allora, è deciso?- chiese Michael, speranzoso -Natale a casa Corner?-

-O Corner-Fawcett che dir si voglia.- commentò dispettoso Terry, volendo vendicarsi di Sophie, che voltò il viso per non far vedere di essere arrossita.

Padma intervenne in difesa dell’amica, come sempre.

-Io penso di esserci, Mike.-

Anthony si voltò completamente verso di lei.

-E le tue tradizioni? I tuoi genitori ti permetteranno di festeggiare una festa non indiana?-

-Non festeggerò una festa non indiana.- puntualizzò Padma con un sorriso -Trascorrerò una piacevole serata con i miei migliori amici.-

Anthony fece un mezzo sorriso e annuì, segno che aveva approvato la frase appena sentita.

-Terry, Ant, Lisa?- incalzò Michael, già pregustando il Natale in compagnia dei suoi amici.

-Vengo sicuramente, amico.- replicò Terry, toccandosi la guancia e sporcandosi ancora di più con l’inchiostro.

-Anche a me farebbe piacere.- disse Lisa con un sorriso felice.

Anthony guardò Michael e annuì.

-Non posso essere l’unico a non esserci, giusto?-

-Giusto.- Michael guardò Sophie, che aveva messo su il broncio -Vuoi un invito ufficiale anche tu, Soph?-

-Sarebbe carino.- lei provò a trattenere un sorriso e poi, per prenderlo in giro, aggiunse -Visto che non sei mai stato così felice di avermi a Natale, come lo sei per loro.-

-Primo: non ti serve un invito ufficiale, perché le nostre famiglie hanno sempre festeggiato insieme.- Michael alzò due dita -E secondo: io sono sempre felice di averti nella mia vita, non solo a Natale.-

Terry e Lisa si lanciarono un’occhiata d’intesa e nascosero un sorrisino complice, mentre Padma e Anthony quasi si sentirono di troppo in quella situazione.

Sophie capì di essere arrossita più del solito, ma, chissà come, anche quella volta Michael parve non notarlo, ma anzi le si avvicinò per stringerla in un abbraccio.

-Ti voglio bene, Soph.- le sussurrò all’orecchio e lei non ebbe neanche la forza di rispondergli lo stesso.

Roger, che era arrivato giusto in tempo per assistere alla scena, si schiarì la voce per palesare la sua presenza e vide sei teste voltarsi verso la sua direzione.

-Salve, terzo anno.- disse con il suo solito modo di fare baldanzoso -Posso rubarvi Mike per un secondo?-

Sophie gli lanciò un’occhiata poco lusinghiera, mentre tutti gli altri annuirono come se nulla fosse.

-Grazie tante.- Roger fece cenno a Michael di salire nel suo dormitorio e l’amico lo seguì. Una volta chiusa la porta si scagliò contro di lui.

-Che diavolo sta succedendo?-

Michael lo fissò con uno sguardo confuso e Roger si passò una mano sul viso.

-Mike, davvero non ti rendi conto delle parole e dei modi che usi con la Fawcett?-

-Stai insinuando, per la milionesima volta, che mi piaccia Sophie?-

-Mh, fammi pensare.- Roger si toccò il mento, fingendo di rifletterci su -Certo che sì!-

-Roger…-

-Tu non hai la minima percezione di come sei quando stai con lei. Mike, lo dico per te.-

Michael rise, divertito.

-Sai, sembra una scenata di gelosia.-

-Guarda, preferirei che lo fosse, ma in realtà è una predica dal tuo caro e vecchio amico.- disse Roger, sedendosi sul suo letto. Michael rimase in piedi, pronto a sentire le sue parole.

-Spiegati, allora.-

-La Fawcett sta uscendo con Stebbins, giusto?- Roger non attese la risposta dell'amico e continuò -E, almeno a me, sembra che a lei piaccia e molto anche. Se tu continuerai su questa strada, fatta di carinerie affettuose senza arrivare al sodo, penso che la bisbetica potrà prendersi davvero di Stebbins e a starci male sarai solo tu.-

Michael provò a seguire l'intricato pensiero di Roger e, una volta che lui ebbe finito, fece di tutto per trattenere le risate.

-Mike!-

-Perdonami.- Michael si mise una mano davanti alla bocca -Davvero, sto provando a non ridere, ma il tuo discorso non ha il minimo senso. Non dirmi che sei serio.-

-Sono serissimo, invece.-

I due amici si scambiarono un'occhiata e Michael capì che l'amico non stava affatto scherzando.

-Roger, io voglio bene a Sophie. Da morire. Siamo cresciuti insieme e non potrei mai escluderla dalla mia vita.- Il ragazzo si sedette su uno dei letti liberi e poi sorrise a Roger -Ma questo non vuol dire che io provi qualcosa per lei che vada oltre la semplice amicizia. Non è così.-

-Mike...-

-Però, se mai dovesse succedere che io mi svegli improvvisamente innamorato di lei,- Michael alzò gli occhi al cielo, divertito al solo pensiero -Allora, solo in quel caso, potrai darmi una mano, perché è sicuro che per problemi di ragazze correrei da te. Sei il mio migliore amico.-

Roger ricambiò il sorriso.

-Non c'è bisogno di ripetermelo tutte le volte.-

-Certo che sì.- Michael gli lanciò un cuscino che Roger schivò senza problemi -Sono un tipo molto affettuoso, lo sai.-

Risero tutti e due e Roger provò a mettersi l'animo in pace, ma proprio in quel momento entrò Cho e Michael improvvisamente scattò in piedi, imbarazzato.

-Cho... Cosa ci fai qui?-

La ragazza sorrise prima a Michael e poi a Roger, che ricambiò con un gesto della mano. Roger la conosceva bene e aveva subito interpretato alla perfezione lo sguardo che gli aveva lanciato appena entrata nella stanza.

-Volevo... dirti che i tuoi amici chiedevano di te.- Cho addolcì l'espressione nel parlare con Michael -Erano preoccupati.-

-Non siamo quassù da molto.- se ne uscì Roger, facendo un sorriso. Era pessima a dire bugie.

-Questo è vero, ma mi hanno detto che l'hai portato via all'improvviso e così... Avete finito di parlare, vero? Roger mi deve aiutare con una cosa.-

Cho spostò lo sguardo verso il più grande che si sdraiò sul letto divertito e chiese.

-Una cosa cosa?-

-Roger.-

-D'accordo.- sbuffò lui e poi si alzò dal letto -Mike, magari continueremo dopo la conversazione di prima.-

-Credevo che avessimo già chiarito tutto.- disse Michael, confuso.

-E allora ci vediamo domani.- Roger lo accompagnò alla porta -Vuoi almeno farmi gli auguri di Natale o ci salutiamo già qui?-

Michael rise allegramente.

-Io continuo a insistere sulla storia della gelosia.-

-Ciao, amore, ci vediamo.- disse Roger, aprendo la porta e facendolo uscire. Quando si voltò dovette scontrarsi con Cho che aveva assunto un'espressione tutt'altro che incoraggiante.

-Che succede?-

-Stavi di nuovo cercando di convincere Mike di provare qualcosa per Sophie, dico bene?-

-E allora?- Roger si avvicinò alla ragazza -Lui prova qualcosa per lei, solo che è troppo ingenuo per accorgersene. La conosce da così tanto tempo da confondere amicizia con amore o quello che è.-

-Non dobbiamo metterci in mezzo, lo sai.- Cho lo studiò con attenzione -Dimmi che non gli hai detto che Sophie è innamorata di lui.-

-Certo che no, tanto non mi avrebbe creduto. Ma penso che prima o poi qualcuno dovrà farglielo sapere, magari la Fawcett stessa.-

-Hanno tredici anni, Roger, non trattarli come se fossero adulti.-

-Avevi la loro stessa età l'anno scorso, non puoi esserti scordata com'è avere tredici anni. Tutti i problemi iniziano a quell'età. Le differenze fra ragazzo e ragazza iniziano a farsi sentire e non vorrei che Mike si ritrovasse fra qualche anno con il rimpianto di non essersi svegliato prima.-

-Stai davvero dicendo che vorresti prevenire a un ragazzino le...- Cho cercò una parola adatta a descrivere quello che aveva in mente -Sofferenze della vita?-

-Le sofferenze?- Roger rise -Non credi di esagerare? Hai dato un'occhiata alla foto di Sirius Black uscita sulla Gazzetta? Quello è uno che ha sofferto davvero.-

-Black è un assassino.-

-Quindi non dovrei avere pietà per lui?-

-La vuoi smettere!?- sbottò Cho, sistemandosi i capelli, come faceva tutte le volte che era arrabbiata o pensierosa.

-Smettere di fare cosa?-

-Di cambiare argomento o di sfinirmi di parole per farmi lasciar perdere, ma questa volta non andrà così.-

Roger sbuffò di nuovo e si sedette di nuovo sul suo letto.

-Sii sincera, Cho. Mi stai urlando addosso perché pensi che abbia davvero sbagliato, o perché non vuoi che Mike si accorga di quello che prova per la Fawcett?-

Cho rimase colpita dal cambiamento di voce dell'amico e di colpo la rabbia si attenuò.

-Pensi davvero che io farei qualcosa solo per interesse personale?-

-Beh... 50 e 50 almeno.-

-Neanche.-

-60 e 40?-

-Roger!- Cho provò a calmarsi e gli si sedette accanto -Senti, vorrei solo che la smettessi di pressare così tanto Michael. Lui adesso ci ride e scherza su, ma un giorno potrebbe anche stancarsi delle tue continue prediche. L'hai detto anche tu, sta crescendo, e prima o poi non ti chiederà più come comportarsi in ogni singola situazione.-

-Già lo fa adesso.- ammise Roger, dispiaciuto -Il mio fratellino sta proprio diventando grande.-

Cho gli strinse una mano e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo.

-Adoro quando diventi dolce all'improvviso. E ancora di più quando lo sei solo con me o con Mike.-

-Le mie due persone preferite.- disse lui, baciandole la testa.

-Già.- Cho chiuse gli occhi -Mi verrai a trovare anche questo Natale?-

-Sicuro. Ma non ti troverò in compagnia del tuo principe azzurro?-

Cho sorrise e aprì gli occhi, provando a lanciargli un'occhiata.

-No, ci vedremo l'ultimo dell'anno. Natale si passa in famiglia e tu sei parte della mia.-

-E tu della mia.-

 

 

 

 

Terry, Anthony, Lisa e Padma arrivarono insieme di fronte alla casa dei Corner.

Era una villetta a due piani, sobria ma graziosa, non molto distante dalla casa di Sophie.

-I Weasley dovrebbero abitare nelle vicinanze.- disse Terry a nessuno in particolare, ma era Lisa quella che gli camminava vicino, quindi fu lei quella che gli rispose.

-Strano che Mike e Sophie non siano cresciuti anche con Ron, allora.-

-Ron ha cinque fratelli, non aveva bisogno di amici da piccolo.- se ne uscì Anthony con noncuranza. Padma, accanto lui, fece un'espressione rassegnata, ma aggiunse.

-E comunque Ron ha anche una sorella.-

-Perché pensi sempre che voglia insultare l'universo femminile?-

-Perché lo fai. Forse non di proposito, ma lo fai.-

Giunti di fronte alla porta principale e, dopo aver suonato, venne loro ad aprire Sophie, vestita con un elegante abito rosso.

-Wow, Soph.- esclamò Terry, diventato però paonazzo ad un'occhiata più attenta.

-Sono sempre io, per cui tieni a freno gli ormoni.- replicò lei, con il suo solito tono acido.

-Sì, è proprio la nostra Sophie.- disse Anthony, facendo segno a Padma e a Lisa di entrare per prime -Dov'è Michael?-

-In cucina con sua madre.- rispose la ragazza, indicando agli amici il ripostiglio per i cappotti -Sta tentando di aiutarla a cucinare, ma è una frana.-

-Buonasera e buon Natale a tutti.-

Il signor Corner fece il suo ingresso e prese a salutare uno ad uno i ragazzi. Michael assomigliava a suo padre in maniera davvero disarmante. Era difficile parlare al signor Corner in maniera formale e cortese, quando il suo sguardo, i suoi occhi e persino il suo modo di fare ricordavano Mike. Probabilmente il loro amico sarebbe diventato così da grande.

 

 

 

 

 

 

Dopo cena si riunirono tutti nel salotto, mentre i genitori di Michael si occupavano di rimettere in ordine la cucina con l’aiuto del padre di Sophie.

-Per quale motivo non usano un banale incantesimo?- domandò Terry, divorando i biscotti che la signora Corner aveva lasciato sul tavolo al centro della sala.

-I miei si divertono a comportarsi come dei Babbani, a volte.- rispose Michael, seduto come sempre accanto a Sophie, che lo stava osservando con attenzione -E sono convinti che dipendere troppo dalla magia possa risultare dannoso un giorno.-

-Wow.- replicò Terry, passando l’ultimo biscotto a Lisa che lo prese con un sorriso.

-Sono razionali come te.- commentò Padma, scrollando le spalle.

-Sono folli.- ribatté Anthony -Perché sprecare energie? Non si può diventare dipendenti da un semplice incantesimo per lavare i piatti! Non è magia oscura.-

Padma gli lanciò un’occhiata di sbieco, ma Anthony come al solito fece finta di niente.

-Uh, a proposito di magia! Padma, da me ho lasciato il libro di Incantesimi che mi avevi prestato.-

-Me lo puoi ridare dopo le vacanze, non c’è fretta.-

Sophie, però, era già in piedi. Non riusciva mai a stare ferma, soprattutto quando era così euforica e appagata. Stare troppo vicino a Michael, inoltre, la metteva in agitazione, quindi quella era l’occasione perfetta per prendere una boccata d’aria.

-No no, ci vado subito. Ci metterò meno di dieci minuti.-

Michael la seguì con lo sguardo, sotto l’occhio attento di Padma che si accorse di tutto. Provò a fare un cenno ad Anthony, ma poi notò che aveva già visto tutto e si ripromise di chiedergli la sua opinione al riguardo. Il modo in cui Michael aveva guardata Sophie era lo stesso modo in cui il signor Corner guardava la moglie.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sophie entrò in casa e, dopo aver acceso le luci, si mise alla ricerca del libro di Padma. Una volta trovato, andò verso la cucina, perché si era ricordata dei biscotti che lei e suo padre avevano preparato il giorno prima. Ne erano avanzati alcuni e voleva assolutamente che Mike li assaggiasse; che tutti li assaggiassero, anzi.

Quando sentì bussare dalla porta sul retro, sussultò, non aspettandosi alcuna visita quel giorno e a quell'ora. Chi poteva venirla a trovare proprio il giorno di Natale?

Un po' impaurita e un po' curiosa di sapere chi fosse, diede un'occhiata da dietro la tendina gialla e arrossì non appena incrociò lo sguardo di Michael Stebbins, che la salutava da dietro la porta a vetri. Prontamente la ragazza aprì, sorridendogli.

-Michael.- disse -Cosa ci fai qui? E come sai dove vivo?-

-Ciao a te.- rispose lui, passandole un pacchetto quadrato che una confusa Sophie accettò -Posso rispondere non in ordine? So dove vivi perché i Fawcett sono famosi! Tutti sanno dove vivete e cosa fate, cosa mangiate...-

Ad un'occhiata confusa della ragazza, Micheal rise.

-E va bene, mi hai scoperto. Ho chiesto a Cho.-

-E Cho lo sapeva?-

-In realtà sapeva l'indirizzo dei Corner.- Michael notò l'espressione contrita di Sophie, ma fece finta di nulla -Per cui sono passato prima da loro, convinto che ti avrei trovato là e poi tuo padre mi hai detto che eri qui. Un tipo simpatico. Tuo padre, voglio dire.-

Sophie sorrise e gli fece segno di entrare, perché fuori faceva freddo, nonostante lei sentisse molto caldo in quel momento.

-Chi altro sa che sei qui?- domandò lei, non riuscendo a trattenersi.

Michael diede un'occhiata alla cucina e poi sorrise nel vedere la sua espressione preoccupata.

-Mi stai chiedendo se Corner lo sa? Stai tranquilla, nessuno mi ha visto, a parte tuo padre.-

-Bene.-

Il ragazzo si avvicinò a lei.

-Posso chiederti una cosa? Perché ti fai influenzare così tanto la vita dal tuo amico? Non lo capisco. Non penso che lui ti tenga aggiornato su ogni suo movimento.-

-Non mi faccio influenzare.- chiarì Sophie, provando a fargli capire -Solo che Natale è sempre stata una nostra festa e non vorrei che pensasse che l'ho “tradito” o qualcosa del genere, magari invitando te e venendo qui con una scusa.-

-Però! Corner davvero ha una mente così contorta?-

-A volte sì.- rispose lei, sorridendo però all'idea dell'ingenuità di Mike -Si fa un sacco di paranoie e spesso si perde in un bicchiere d'acqua, ma è una brava persona. E sono sicura che quando capirà che anche tu lo sei, non dovrò più preoccuparmi di non ferirlo.-

-Ma lui si preoccupa di non ferire te?-

Sophie alzò lo sguardo verso di lui, provando a controllare il battito del suo cuore, che aveva accelerato dopo le parole di Stebbins. Lei si schiarì la gola e poi disse.

-Non hai risposto alla prima domanda.- Micheal la guardò, confuso -Perché sei qui?-

Il ragazzo indicò il pacco regalo tra le mani di Sophie.

-Per quello principalmente, e perché è Natale e volevo vederti. Lo so, non è una nostra festa, ma mi dispiaceva non vederti fino al rientro a scuola.-

La ragazza si avvicinò e, senza sapere da dove venisse tutto quel coraggio, gli prese una mano. Michael aveva le mani calde, nonostante la temperatura. Gliela strinse con intensità e disse.

-Ti avrei invitato stasera, ma credevo che l'avresti festeggiato con Diggory e gli altri tuoi amici.-

-Ed è così infatti, ma mi mancavi.- Sophie arrossì più del solito e lui le accarezzò una guancia -Quindi ho pensato di venirti almeno a salutare e a darti il mio regalo, prima di tornare alla mia festa.-

-Io non ho niente per te. N... Non pensavo che...-

-Ehi, stai tranquilla.- la interruppe lui -Non mi devi niente. Lo spirito del Natale non è quello di voler semplicemente donare senza aspettarsi nulla in cambio?-

-Che cos'è?- domandò allora Sophie, ripromettendosi però di ricambiare il prima possibile.

-Aprilo e lo scoprirai.-

Sophie scartò il pacchetto e non si stupì di trovare un libro.

-Sono poesie.- chiarì Michael, mentre lei leggeva l'autore: Jacques Prévert -Me l'ha consigliato un'amica, spero ti piaccia. So che ami i libri, ma non so quanto ti possa piacere la poesia.-

-Non ne so molto.- ma sorrideva, felice che lui avesse pensato a un regalo per lei -E anche il francese non è il mio forte.-

-Oh, beh, c'è la traduzione inglese da questa parte, ma credo che un libro vada letto nella sua lingua originale. Per quanto una traduzione sia buona, nella lingua dell'autore il significato rende molto di più. Non trovi?-

Sophie spostò lo sguardo dalla copertina a lui e disse.

-Non so come facciano a dire che tu sei solo un belloccio senza cervello. Nascondi delle doti davvero fuori dal comune.-

-Grazie.-

-No, grazie te lo devo dire io.- Sophie alzò il libro -Mi ha fatto molto piacere vederti. Anch'io... Anche tu mi mancavi.-

Michael sorrise e, ancora mano nella mano con lei, si avvicinò per stringerla in un abbraccio.

-So che non è vero, ma è stato bello sentirtelo dire.-

Sophie non capì appieno quelle parole, ma decise di non ribattere. Quando lo accompagnò alla porta, stettero ancora a stringersi la mano. Michael era fuori, mentre lei ancora dentro, quando le disse.

-Allora, passa un felice Natale, Sophie.-

-Anche tu.- La ragazza ebbe di nuovo l'impulso di abbracciarlo, ma quando si fece avanti per farlo, qualcosa la bloccò. Michael se ne accorse e rise.

-Se vuoi abbracciarmi, non devi imbarazzarti, Sophie. È una cosa bella.-

Lei alzò gli occhi al cielo, poi si avvicinò e si lasciò stringere da lui. Era diverso dall'abbraccio di Mike: era protettivo e confortante, era qualcosa di cui Sophie aveva bisogno senza saperlo.

Quando alzò lo sguardo verso di lui, la ragazza capì cosa stesse per succedere. Gli occhi di Michael erano sempre più vicini - così vicini che riuscì a intravedere delle pagliuzze dorate in tutto quell’azzurro - e i loro nasi si stavano sfiorando.

-Sophie, se sto andando troppo oltre, ferm...-

Sophie si era alzata in punta di piedi, interrompendo le parole di Michael e annullando la già poca distanza fra loro due. Fu un bacio tenero, pacato e di breve durata, ma Sophie sentì il cuore salirle in gola e le guance colorarsi ancora più di rosso. Nonostante si fosse aspettata tutta un'altra persona a cui darlo, fu a Michael Stebbins che Sophie Fawcett diede il suo primo bacio e fu un momento magico per entrambi.

-Sophie!-

La ragazza sobbalzò e si staccò da Michael. Entrambi si voltarono verso la voce che aveva urlato e trovarono Michael Corner e Roger Davies che li guardavano con espressione differenti. Davies era chiaramente sorpreso, Mike era furioso.

-Davies?- soffiò Sophie, incredula -Che cosa ci fai qui? A casa mia?-

-Tecnicamente sono nel tuo giardino, Fawcett.- Roger lanciò un'occhiataccia a Stebbins -E di certo non sono venuto qui per farti gli auguri o altro. Sono andato a trovare Mike, che mi ha chiesto di accompagnarlo a prenderti.-

-Prendermi?-

-Non devi darle spiegazioni, Roger.- disse Michael, provando a non guardare verso Stebbins -Sei mio amico, e se vuoi puoi venirmi a trovare. Non solo a Natale.-

Sophie provò a contenere il moto di gelosia e ripeté.

-Prendermi, Mike?-

-Sì.- rispose lui, mettendo su un broncio da bambino -Era già buio e non volevo che tornassi da sola, perché di questi tempi non si sa mai. Sirius Black è ancora in giro per l'Inghilterra.-

Sophie non volle mostrare la felicità a sentire quelle parole. Mike si preoccupava sempre per lei, ma era piacevole sentirglielo anche dire.

-O il signor Fawcett ti ha detto che non sarebbe stata sola e tu sei corso a controllare?- domandò all'improvviso Stebbins, con un sorriso divertito che Sophie non gli aveva mai visto fare. Sembrava quasi felice di provocare Mike e la ragazza non capì il perché.

-Michael...-

Stebbins le indicò Mike e lei si voltò. La risposta alla domanda era ben visibile nell'espressione di Michael Corner. Era effettivamente venuto a controllarla.

-Mike!-

-Beh, ammetto di essere venuto anche perché sapevo di trovarlo qui, ma non sapevo se ti avrebbe riaccompagnata da me o ti avrebbe lasciata tornare sola.- provò a giustificarsi l'amico, mentre Roger si scambiava occhiate di fuoco con Stebbins. Era difficile per Roger vedere il suo migliore amico bloccato in quella situazione, soprattutto per colpa di un tipo come Stebbins.

-Allora, è vero? Ancora non ti fidi di lui e pensi che io sia un'ingenua che si sta...- Sophie sbuffò, provando a reprimere l'impulso di urlargli addosso -Facendo manipolare, vero?-

-Soph.- provò Mike, iniziando ad avvicinarsi.

-No, Michael, avevi promesso. Mi avevi assicurato di non aver complottato con Davies e invece da quello che vedo l'hai fatto!- La ragazza guardò Roger, che aveva assunto un'espressione indecifrabile e poi tornò a concentrarsi sull'amico -E Stebbins vi ha anche difeso, pensate un po'. Il mostro cattivo, che si sta prendendo gioco di me, ha avuto l'accortezza di non farvi fare una figuraccia; o almeno, farla a fare a te, Mike. So che a Davies non gliene frega niente di cosa io possa pensare di lui.-

Roger fece per rispondere, ma fu Micheal Stebbins a prendere la parola. Appoggiò le mani sulle spalle della ragazza e disse.

-Sophie, calmati adesso. Sono sicuro che volevano solo proteggerti, così come tutti i tuoi amici. Non c'è bisogno di litigare proprio oggi. È Natale! Non roviniamo una festa per un'incomprensione fra me e loro.-

Sophie si rilassò e provò ad annuire, ma Mike la conosceva bene, così come Roger, ed entrambi sapevano che il discorso sarebbe stato solamente rimandato.

-Va bene, allora. Fino alla fine delle feste non parleremo più dell'argomento.- disse lei, facendo dei respiri profondi per calmarsi -Ora voglio solo tornare dagli altri e provare a godermi l'ultima parte della serata. Michael, ti...-

-No.- la interruppe Mike, guardando poi Stebbins con uno sguardo deciso e fermo -Possiamo parlare un attimo? Tu ed io da soli. Sei venuto con una Passaporta, immagino.-

Stebbins annuì, sorpreso dal tono di voce di Michael.

-Bene. Allora ti ci accompagno io e parliamo un po'.-

-Michael...- Sophie lanciò un'occhiata a Stebbins che le fece segno di non preoccuparsi. Le baciò la testa - e Roger vide il suo migliore amico abbassare gli occhi alla vista di quel gesto - e salutò anche Davies prima di avviarsi con Michael.

-Roger.- disse Mike, mantenendo però lo sguardo basso -Accompagni Sophie a casa mia, per favore? Non voglio che torni da sola. Vi raggiungo appena posso.-

Roger annuì e, insieme a Sophie, si incamminò verso la pianura che separava la casa dei Fawcett dalla casa dei Corner.

 

 

 

 

 

-Allora, cosa vuoi fare: tirarmi un pugno o minacciarmi?- domandò Stebbins, distogliendo lo sguardo dalla figura di Sophie che si allontanava sempre di più.

-Stranamente nessuna delle due.- rispose Michael, voltandosi a guardarlo negli occhi, mentre iniziavano a camminare verso la Passaporta -Roger mi ha raccontato cosa vi siete detti prima delle vacanze, quindi eccomi. Sono venuto a chiederti: cosa vuoi da Sophie?-

Stebbins fece un ghigno divertito e Michael provò a controllare la rabbia che stava via via aumentando dentro di lui.

-Non è evidente? Tu potrai non essertene accorto, perché la conosci da sempre, ma Sophie è una ragazza. Ed è fantastica.-

-Lo so che è fantastica.-

-Allora non capisco il problema.- continuò Stebbins, le mani infilate nel cappotto pesante -Se sapevi che era fantastica, sapevi anche che prima o poi qualcun altro, a parte te, se ne sarebbe accorto e avrebbe fatto di tutto per tenersela vicina.-

-Non mi aspettavo uno come te.-

-Perché? Solo perché non ho la fama di essere un bravo ragazzo, pensi che non possa davvero essere interessato a Sophie?-

-Io...-

-Non conosco bene Roger Davies, ma tutti a scuola hanno notato quanto siate amici. E io, che a differenza tua mi fido di Sophie, penso davvero che tu sia un bravo ragazzo, eppure il tuo migliore amico ha una fama peggiore della mia.-

-Come hai detto tu, non lo conosci.- replicò Michael, pronto a difendere ancora una volta l'amico -Roger fa il duro e il bulletto, ma in realtà è buono.-

-E come fai sapere che io non lo sia?- Stebbins studiò lo sguardo di Michael e continuò -Non riesci a fidarti del giudizio di Sophie perché, come amico, sei davvero preoccupato o c'è dell'altro?-

-Non vedo dove vuoi arrivare.-

-Ti semplificherò il discorso.- disse Stebbins, gli occhi alzati al cielo -O la tua è una gelosia fraterna, perché siete cresciuti insieme, siete migliori amici, e non sei abituato a non essere il suo solo punto di riferimento per tutto, o è un altro tipo di gelosia e allora inizierei davvero a capire perché mi odi tanto.-

Micheal sospirò, stufo di dover ripetere nuovamente quelle parole.

-A me non piace Sophie. O almeno, non in quel senso. L'adoro e non c'è niente che non farei per lei, ma questo non vuol dire che io abbia una cotta.-

-D'accordo, allora. Supponiamo che ti creda.- disse Stebbins, indicando al ragazzo la Passaporta a pochi passi da loro -Cosa devo dirti per fare in modo che tu non mi stia più addosso?-

-La verità.- rispose Michael, serio. In quel momento aveva lo sguardo di un adulto -Ti piace davvero Sophie, o è un'altra conquista delle tue?-

-Ti posso assicurare che mi piace davvero Sophie.- replicò con sincerità Stebbins -E visto che la conosci, sai quanto sia intelligente e sveglia. Credo che se ne sarebbe accorta se fingessi solo per conquistarla.-

Michael buttò fuori l'aria ed annuì, senza dire più nulla.

-Sei più tranquillo?-

-Ancora non mi fido, se devo essere sincero.-

Stebbins sorrise.

-Non è un problema, il tempo mi darà ragione.- La Passaporta iniziò ad illuminarsi e, prima di toccarla, il ragazzo aggiunse -Comunque Sophie aveva ragione. Sei davvero una brava persona.-

E Stebbins sparì.

 

 

 

 

 

-Stai bene?- chiese Roger dopo i primi minuti di silenzio. Era buio, ma riusciva comunque a vedere l'espressione preoccupata della ragazza.

-Ti interessa davvero saperlo?- replicò lei con un sussurro abbastanza udibile da Roger, che continuò.

-Te l'ho appena chiesto, no?-

Sophie, che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso, si voltò a guardarlo.

-Cosa credi che Mike gli stia dicendo?-

-È solo preoccupato per te. E prima che tu possa alzare gli occhi al cielo, proclamando al mondo che sei capacissima di badare a te stessa, prova a pensare quanto gli stia costando trovare un punto d'incontro con Stebbins. E lo sta facendo solo per te.-

Sophie si strofinò le braccia con le mani; Roger notò solo in quel momento che era senza cappotto, quindi si sfilò il suo e glielo mise sulle spalle.

-Ora fai il gentiluomo? Sono sconvolta.- ironizzò lei, mentre Roger sbuffò, rassegnato.

-È Natale.- disse lui - Almeno oggi sto tentando di essere gentile con tutti, persino con te.-

Sophie provò a fargli un sorriso sincero, ma risultava difficile ricambiare la gentilezza di Roger Davies.

-Cosa pensi che dovrei fare? Mike odia Stebbins, ma a me piace. Io provo ad accettare le persone a cui lui tiene, nonostante magari a me non piacciano.- spiegò Sophie, lanciando uno sguardo a Roger che sorrise.

-Lo so che non ti piaccio, tranquilla. Non devi trattenerti solo perché è Natale, se non vuoi.-

-Mi spiace, è più forte di me.- Roger le fece capire che non c'era alcun tipo di problema -Perché lui non può fare lo stesso?-

Roger sospirò, rallentò il passo, e fece fermare Sophie, proprio sul punto più alto della collina.

-So che non saremo mai amici e che potresti scrivere una lista di mille e più motivi per cui non mi sopporti, ma posso farti un regalo di Natale?-

Sophie aggrottò la fronte, credendo di non aver capito bene.

-Come?-

-Posso regalarti un consiglio?- Sophie aprì la bocca, ma Roger fu più veloce -Lo so, lo so, non ti interessano i miei consigli, ma almeno questo accettalo.-

-Stavo per risponderti “d'accordo”, Davies.-

Roger sorrise e le mise le mani sopra le spalle, guardandola negli occhi.

-L'argomento di cui non vuoi mai parlare, che riguarda Mike...- vide il cambiamento di espressione di Sophie e continuò -L'abbiamo capito tutti, Fawcett.-

La ragazza abbassò lo sguardo. Pur non riuscendo a vederlo, Roger capì che era arrossita.

-Se non l'avessi notato, stavo baciando Stebbins prima del tuo arrivo.- disse lei con un cipiglio deciso che lo fece ridere.

-Ma era davvero a lui che avresti voluto dare il tuo primo bacio?- domandò Roger, conoscendo bene la risposta.

Sophie non si chiese come facesse a sapere che quello era stato effettivamente il suo primo bacio e sospirò.

-Non c'è niente di male nel provare quello che provi.- commentò lui, sincero.

-Non mi consigliare di dirlo a Mike, perché non potrei mai farlo.-

-Va bene.- Roger provò a essere il più diretto possibile -Non te lo avrei comunque consigliato. Volevo solo farti aprire gli occhi perché, magari è solo un mio pensiero, ma credo che Mike possa davvero ricambiarti.-

-Davies...-

-Fammi finire.- la interruppe lui -Magari mi sbaglio e sto fraintendendo il suo comportamento, ma se così fosse, se il nostro Michael ti dicesse quello che vorresti sentirti dire, cosa faresti?-

Sophie lo fissò dritta negli occhi e non seppe perché, ma non riuscì a mentire.

-Non lo so. Mi piace Stebbins, davvero, ma Mike...-

-Già.- Roger la lasciò andare e si passò una mano fra i capelli -Senti, il mio consiglio è quello di fare quello che ti senti di fare. Vedo che Stebbins ti piace, quindi continua ad uscire con lui se ti fa stare così bene, ma vorrei che non fossi troppo dura con Michael. Se ho ragione, non riesce a comprendere perché gli dia così fastidio vederti con Stebbins, quindi, per favore, prova a non... insultarlo troppo e a capirlo.-

-Come lui capisce me?- domandò lei, ironica.

-Vuoi davvero farlo stare male come lui fa stare male te?- Roger continuò prima che lei gli rispondesse -Ero retorico, so già cosa risponderesti. Per quanto tu ed io possiamo essere diversi, non faremmo mai niente per far soffrire Mike.-

Sophie annuì, ma Roger aggiunse ancora.

-Ti vorrei anche ricordare che lui non sa quanto ti faccia stare male.-

-E la colpa è solo mia.- soffiò lei, quasi concludendo il discorso del ragazzo. Lei gli lanciò un'occhiata e poi disse con sincerità -Grazie, Davies. Non mi sarei mai aspettata di poter parlare in questo modo con te.-

-Strano, eh?- disse lui, sorridendo.

-Mostruoso quasi.- replicò lei, ricambiando anche il sorriso -Da domani potremmo tornare ad odiarci? Ho paura che il mondo imploderebbe se noi iniziassimo ad andare d'accordo.-

-Affare fatto, Fawcett. Da domani tornerai ad essere una bisbetica insopportabile.-

-E tu un idiota senza cervello.- Sophie gli fece un altro sorriso pieno di gratitudine -Beh, più o meno senza cervello. Sarà meglio andare, starai congelando senza il cappotto.-




Note:

Io non so come cavolo passa veloce il tempo! Sembra ieri che pubblicavo il quinto capitolo e invece a momenti è passato un anno! Non so perché non riesca mai ad essere puntuale, ma mi sono posta l'obiettivo, tra i tanti impossibili, di terminare tutte le storie iniziate su questo sito, le long soprattutto.
Quindi non so quanto ci vorrà, non so quanto ci metterò, ma concluderò anche questa storia, perché, anche se non sembra, so già come si evolverà ogni personaggio e/o situazione. Mi manca il tempo di scrivere i capitoli, ma proverò a pubblicare più velocemente possibile.
Grazie ancora a chi ha letto, recensito o solo dato un'occhiata a questa storia!
Ciao :3

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
-E non hai idea di che cosa si siano detti?- domandò Padma, dopo che Sophie le ebbe raccontato tutta la storia.
Le vacanze di Natale erano terminate e loro due erano salite per prime sull'Espresso di Hogwarts, occupando il primo degli scompartimenti vuoti.
Sophie aveva preferito parlarne solo con l'amica, nonostante sapesse che tutti gli altri le avrebbero dato degli ottimi consigli se solo lo avessero saputo.
-No.- sospirò Sophie, affranta -Avevo promesso di non tirare più fuori l'argomento fino alla fine delle vacanze e poi Michael è sparito e così...-
-Chi dei due?- la interruppe Padma, provando a starle dietro.
-Mike. Stebbins ed io ci siamo scritti un sacco di lettere, ma non ha mai menzionato la sua chiacchierata con Mike, quindi ho fatto anch'io finta di niente.- Sophie guardò fuori dal finestrino -Ma adesso sono preoccupata.-
-Questo vuol dire che ascolterai il consiglio di Roger?-
Sophie fece una smorfia.
-Non lo so. Voglio dire, sono sicura che fosse sincero e mi abbia detto quelle parole solo per farmi sentire meglio e per darmi davvero una mano, ma...-
-Ma seguire un consiglio di Roger Davies per te sarebbe paragonabile a passare una giornata intera con Tiger e Goyle.-
-Più o meno.- Sophie si voltò per cercare lo sguardo di Padma -Non potresti suggerirmi come comportarmi? Muoio di curiosità, ma allo stesso tempo vorrei davvero arrabbiarmi con Mike per le bugie che mi ha raccontato... Coinvolgendo voi tra le altre cose.-
Padma abbassò la testa e le mostrò un sorriso imbarazzato.
-Perdonami, Sophie! Volevo solo evitare un altro litigio fra voi due e non avevo idea che Mike avesse coinvolto addirittura Roger per scoprire le intenzioni di Stebbins.-
-Va bene, ti perdono, ma vorrei solo sapere se...-
-Ragazze, buongiorno!-
L'entrata euforica di Terry interruppe la conversazione, facendo sobbalzare Sophie per la sorpresa. Terry non se ne accorse, ma Calì dietro di lui non trattenne un sorriso.
-Calì.- disse Padma, guardandola stranita -Non avevi detto che avresti aspettato Lavanda sul binario?-
-L'ho fatto! Ma poi ho visto Terry e Lavanda si è offerta di andare a prendere lei posto per farmi stare da sola un po' con lui.- spiegò Calì con una scioltezza tale che sconvolse sia la sorella, che la conosceva bene, sia Sophie, che la conosceva meno. Terry, nel frattempo, era diventato paonazzo -Comunque adesso l'ho portato qui sano e salvo, per cui smettila di giudicarmi con gli occhi perché me ne sto andando. Ciao, ragazze. Terry, ci si vede in giro.-
Calì si voltò per dargli un bacio sulla guancia senza alcun tipo di imbarazzo e se ne andò con un sorriso rivolto a Padma che sospirò.
Sophie sventolò una mano davanti a Terry.
-Terry, Terry! Riprenditi!-
-L'ha trasformato in una statua.- disse Padma, sconsolata.
Anthony, Michael e Lisa arrivarono in quel momento e Lisa, capendo cosa fosse successo, si avvicinò all'amico per farlo tornare in sé.
-Sì, sì, s-sto bene.- sussurrò lui, mostrando un sorriso che non sarebbe andato via tanto presto.
-Calì ce la sta mettendo tutta, eh?- commentò Anthony, dopo aver salutato Sophie e Padma.
-Ce l'ha già fatta. Oramai Terry è guarito.- disse Michael, evitando l'angolo in cui era seduta Sophie -Non completamente, ma sono finiti i tempi in cui Terry non parlava davanti alle ragazze.-
-Oh, ma io non parlavo di quello.- continuò Anthony, lanciando un'occhiata a Padma che si raddrizzò sul sedile e fece finta di nulla.
-Non capisco di cosa parli.- ribatté Michael, confuso.
-Tu no, ma Padma ha capito.-
Lisa si schiarì la gola, notando l'occhiataccia di Padma in direzione di Anthony e chiese.
-Come sono andate le vacanze?-
Mentre Padma, Lisa e Terry presero a chiacchierare fra loro, Sophie si alzò dal suo posto per sedersi accanto a Michael che riuscì a non sobbalzare per la sorpresa.
-Allora, cos'hai fatto di bello in questo periodo?-
Michael fece spallucce.
-Niente di particolare. Sono andato a trovare i miei nonni a Brighton per una settimana, ma per il resto sono rimasto a casa.-
-Beh, allora perché non sei mai venuto a trovarmi?- domandò Sophie, insistente.
-Anche tu non ti sei fatta viva.- Michael si voltò a guardarla -Hai... fatto qualcosa di interessante?-
-No.- Sophie si avvicinò e a bassa voce gli chiese -Non mi stavi evitando, vero?-
-Perché avrei dovuto? Ti avrei rivista a scuola, anche se avessi voluto evitarti...- Michael scrollò la testa -Ma non era questo il caso.-
-Quindi è tutto a posto?-
La ragazza aveva cercato di essere il più allusiva possibile e Michael, vedendo il suo viso, sorrise e le accarezzò la testa.
-Va tutto bene, Soph.-
Sophie ricambiò il sorriso e, un po' imbarazzata, si allontanò un po' da lui.
-E fra te e Stebbins come va? Vi siete sentiti durante queste vacanze?-
Michael ci stava provando, questo era evidente a Sophie che, felice, annuì e rispose.
-Ci siamo scritti spesso e continua ad andare tutto bene. Grazie di avermelo chiesto.-
Il ragazzo le fece un sorriso e dall'espressione di Sophie capì che, per quanto lui si sforzasse, ciò che provava era facilmente leggibile sul suo viso. Il fatto che Stebbins gli avesse detto di essere davvero interessato alla sua amica, invece che rincuorarlo, l'aveva agitato ancora di più; e questa sensazione fastidiosa era cresciuta notevolmente durante le vacanze ed era esplosa non appena aveva intravisto la faccia di Stebbins alla stazione e il sorriso pieno di gioia di Sophie nel sentirlo nominare.
Il treno partì in quel momento e Michael ne approfittò per entrare nella conversazione di Lisa, Terry e Padma, ponendo fine al colloquio privato con Sophie.
 
 
 
Gennaio passò in fretta e febbraio portò con sé freddo e nevicate intense.
-Sono quei dannati Dissennatori sparsi lungo il confine di Hogwarts a rendere l’atmosfera ancora più gelida.- commentò quella mattina Terry, tremando da capo a piedi e cercando di avvicinarsi il più possibile al caminetto della Sala Comune.
-Voglio dire, Harry Potter non mi sembra poi così in pericolo e non si hanno notizie davvero certe su dove si trovi Sirius Black.- continuò, allungando una poltrona a Lisa che si stava sfregando le mani congelate.
Padma ed Anthony erano in Biblioteca, mentre Michael e Sophie entrarono in quel momento e senza cerimonie si sedettero a terra, proprio davanti al fuoco.
-Odio questo periodo dell’anno.- grugnì Sophie, con il naso arrossato dal freddo.
Michael le si avvicinò e la circondò in un abbraccio, provando a scaldarla. Sophie, ovviamente, arrossì, ma si lasciò stringere.
-Buongiorno, ragazzi.-
Una voce dolce fece scattare i quattro e Michael fu veloce ad allontanarsi dall’amica per voltarsi verso Cho Chang, che fece finta di non aver notato ogni cosa.
-Come sta andando?- domandò e Terry, stranamente, fu il primo a rispondere.
-Andrebbe meglio se i Dissennatori smettessero di frequentare questa scuola.- poi sorrise e continuò -E sarebbe carino se pensassi un po’ di più alla tua Casa.-
Cho aggrottò la fronte, confusa.
-In che senso?-
-Beh, potresti provare a distrarre il più possibile il Cercatore dei Tassorosso e quello dei Grifondoro, in modo da farci vincere quella dannata coppa di Quidditch!-
Terry stava scherzando, ma il fatto che un semi-sconosciuto avesse notato il suo interesse verso Cedric ed Harry, portò Cho a stringersi i libri al petto, quasi sulla difensiva, anziché ridere insieme a lui.
Sophie e Lisa se ne accorsero e la prima diede un pizzicotto a Terry sulla gamba, che gemette di dolore in silenzio.
-Beh, ehm, ci proverò, d’accordo?- soffiò Cho, lanciando poi un’occhiata a Michael -Ci si vede, ragazzi.-
-Ma che diavolo ti è preso, Terry!?- sbottò Sophie, una volta che Cho entrò nel proprio dormitorio -C’era bisogno di farle una battuta del genere?-
-Ero ironico, non credevo che se la sarebbe presa.- si difese Terry, stringendosi nelle spalle -Non ha senso dell’umorismo quella ragazza.-
-Da quando sei così perspicace sulle questioni amorose?- domandò all’improvviso Lisa, che era stata in silenzio fino a quel momento -Come facevi a sapere di Harry?-
-Me l’ha fatto notare Calì, ma non la stavo accusando di nulla, figuratevi.- 
Sophie guardò Michael, intento a giocherellare con il tappeto della Sala Comune, quando Roger Davies, sbucato fuori da chissà dove, si sedette accanto a loro.
-Mike, Fawcett, magnifica giornata, non credete?-
-Sì, fantastica davvero.- commentò ironica Sophie, stranamente non facendo nessuna smorfia di disgusto nel vederlo -Spero esista un incantesimo che riattacchi le dita dei piedi nel caso mi cadano per il troppo freddo!-
-Beh, sei brava negli incantesimi, non dovrebbe essere difficile per te trovarne uno.- rispose con tranquillità Roger e Sophie accennò un sorrisino verso la sua direzione, prima di tornare a riconcentrarsi sul fuoco del caminetto.
Michael si sconvolse di fronte a quella pacifica conversazione fra i due, ma non quanto Terry che sbarrò gli occhi verso Lisa che ricambiò lo sguardo stralunato.
-Cosa volevi, Roger?- domandò Michael, ancora più immusonito di prima.
-Salutarvi e basta, credo.- rispose lui con una scrollatina di spalle -Va tutto bene?-
-Certo.- disse Michael, guardando poi verso Sophie.
-Ma proprio tutto tutto bene?- continuò Roger, allusivo.
Lisa e Terry nascosero un sorriso e Sophie, sbuffando al cielo, replicò.
-Sì, Davies, va tutto tutto bene. Contento?-
Roger fece un sorrisetto divertito e annuì.
-Sì, molto.-
E a tutti parve quasi sincero.
Michael passò lo sguardo da Sophie a Roger e disse.
-Senti, posso parlarti un secondo?-
Roger annuì, curioso di sapere le intenzioni dell’amico, e fece un cenno a Sophie per farle capire che era tutto a posto. Non voleva che sospettasse un altro sabotaggio alla sua storia con Stebbins.
Chiusa la porta del proprio dormitorio, Michael si voltò verso Roger che si sedette sul suo letto come se niente fosse.
-Senti, volevo chiederti una cosa…- iniziò Michael, abbassando lo sguardo a terra. Era difficile dire quelle parole -Riguarda Cho.-
Roger sfoderò un sorriso divertito e si passò una mano fra i capelli.
-Non ti è ancora passata la fissa per lei? Mike, passa quasi tutto il suo tempo libero con Diggory, lo sai.-
-Sì, lo so.- Michael rialzò lo sguardo e si scontrò con l’espressione rassegnata dell’amico -Ma è vero che ultimamente ha iniziato a interessarsi anche a Harry Potter?-
Roger perse il sorriso e aguzzò lo sguardo.
-Chi te l’ha detto?-
-Se n’è accorta Calì, la gemella di Padma.-
-Beh, non posso né smentire né confermare queste accuse. Cho è la mia migliore amica, i suoi segreti devono rimanere solo i suoi.-
-A me questa sembra una conferma.- soffiò in rimando lui, dispiaciuto. Cho era sempre con Cedric Diggory, ma Michael aveva sempre sperato che prima o poi la ragazza si sarebbe accorta di lui. E adesso saltava fuori che anche il Prescelto era un potenziale rivale.
Roger si alzò dal letto e si avvicinò a lui per abbracciarlo. Michael sorrise, per Anthony e Terry quel gesto sarebbe stato impensabile, si sarebbero vergognati troppo per consolarlo in quel modo, ma Roger era diverso. Nonostante la sua maschera da spaccone, era molto affettuoso con i suoi amici, sempre pronto a slanci di quel tipo.
-Mettiamola così, Mickey. Hai le stesse probabilità di essere notato da Cho quante ne ha Harry Potter. Ma io non ho detto nulla.-
Michael sciolse l’abbraccio, la netta differenza fra lui e Roger lo faceva sentire ancora un bambino, e sorrise ancora di più.
-Grazie, Roger.-
 
 
 
Padma uscì dalla Biblioteca con Sophie e Lisa e subito si voltò verso le amiche, contenta finalmente di poter parlare ad alta voce.
-È uscito l’annuncio per la prossima gita ad Hogsmeade. Sarà il week-end di San Valentino.- disse Padma, lanciando poi un’occhiata a Sophie che non nascose un sorriso divertito.
-Se vuoi chiedermi qualcosa, chiedimela e basta. Non fare allusioni.-
-Trascorrerai il week-end con Stebbins?- domandò allora Padma, curiosa. Lisa era tutt’orecchie.
Sophie si prese alcuni secondi per rispondere, poi fece un bel respiro e, rossa in viso, rispose.
-Sì, me l’ha chiesto questa mattina. Spero solo che non voglia andare da Madama Piediburro.-
-Sarebbe una bell’idea, invece.- replicò Padma. Lei adorava quel posto -Ho sentito che si trasforma a San Valentino.-
-Sophie non è proprio un tipo romantico.- spiegò Lisa, sperando di non offenderla -Però dovresti pensare a qualcosa di carino da regalargli. In fondo, già a Natale non gli hai fatto nulla.-
Sophie annuì, dandole ragione.
-Però non so cosa fargli. Non lo conosco così bene.-
-Beh, ci sarebbe un modo per capire cosa regalargli.- se ne uscì Padma, mentre salivano le scale dirette alla Sala Comune -Ma non ti piacerà.-
-E cioè?-
Padma cercò l’aiuto di Lisa, chiaro sintomo che ne avevano già parlato. La conoscevano bene e sapevano che avrebbe avuto problemi nel trovare qualcosa da regalare a un ragazzo.
-Perché non chiedi a Cho?- propose allora Lisa, mostrandole un sorriso dolce per cercare di non farla arrabbiare -Lei esce con il gruppo di Diggory già da un po’ e conoscerà meglio i gusti di Stebbins.-
-State scherzando, vero?- grugnì Sophie, mentre Padma risolveva velocemente l’indovinello per entrare nella Torre dei Corvonero -Vorrebbe dire avere un debito con lei. Lei.-
-Lo sappiamo che non ti sta simpatica per via di Mike.- Padma sussurrò l’ultima parola in modo che solo le sue amiche la sentissero, ma Sophie la guardò comunque scocciata -Però lei non ti direbbe mai di no. Sei amica di Michael e sai che è sempre gentile con tutti.-
Sophie si sedette su una poltrona e sprofondò in essa. Lisa e Padma si accomodarono sui braccioli, una a destra, l’altra a sinistra.
-Innanzitutto non è vero che mi sta antipatica per via di Mike.- disse Sophie, di colpo nervosa -Non mi piace proprio a pelle. Basti pensare a chi ha scelto come migliore amico.-
-Mi sembravi più accondiscendente con Roger ultimamente.- affermò Lisa e Padma, non sapendo a cosa si riferisse, piegò la testa di lato, soppesando quelle parole.
-Questo non vuol dire che improvvisamente io abbia dimenticato l'idiozia di Davies. Non saremo mai amici e vale lo stesso per Cho.-
Padma aprì la bocca per replicare, ma Sophie la precedette.
-E comunque Cho è sempre gentile con tutti solo perché deve far vedere che è perfetta.- 
Sophie mise su il muso e Lisa le accarezzò la testa, provando a consolarla.
-Non devi esserle amica.- continuò Padma, testarda -Solo chiederle un consiglio. Guarda, è laggiù.-
E Sophie si allungò per guardare dietro di sé. Cho Chang era con parte della sua corte –tra cui spiccava Marietta Edgecombe – e con Roger Davies.
-Il gallo in mezzo alle galline.- mormorò Sophie e Padma le scoccò un’occhiata di rimprovero -E va bene, vado.-
Sophie si avvicinò lentamente al gruppetto e il primo ad accorgersi della sua presenza fu proprio Roger che ghignò nella sua direzione, ma lui evitò di proferire parola.
Marietta e le altre amiche di Cho smisero di parlare e le lanciarono occhiatine curiose.
Cho, invece, le fece subito un sorriso d’incoraggiamento.
-Potrei parlarti?- soffiò Sophie, volendo che solo Cho la sentisse. Ma era impossibile, dato la vicinanza delle sue amiche e di Roger.
-Certo.- replicò Cho, di colpo nervosa, e Sophie sperò che non temesse qualche minaccia da parte sua. Se Mike voleva continuare a starle dietro, ben sapendo di non avere alcuna speranza, a Sophie non importava nulla. O almeno, doveva fingere che non le importasse nulla.
Allontanatesi dal gruppo, Cho continuò a sorriderle comprensiva, come se stesse guardando un bambino.
Sophie odiava ammetterlo, ma sembrava davvero una brava ragazza e la odiava ancora di più per quello.
-Di che cosa volevi parlarmi?-
Sophie si stropicciò le labbra con una mano e poi ebbe il coraggio di parlare.
-Trascorrerò San Valentino con Stebbins quest’anno.- disse, arrossendo più del dovuto. Cho non sembrò stupita da quelle parole -E quindi volevo chiederti un consiglio su cosa regalargli, visto che tu lo conosci sicuramente meglio di me.-
Cho si mise una ciocca di capelli dietro un orecchio, improvvisamente rilassata.
-Beh, credo che tu possa regalargli qualsiasi cosa e gli piacerebbe comunque perché sei tu.-
-Però vorrei fargli qualcosa che gli possa davvero essere utile.- insistette Sophie, pratica.
-Va bene, penseremo a qualcosa.- le disse Cho, continuando a sorridere -Potrei anche chiedere aiuto a Cedric. Lui non dirà nulla a Michael.-
-Ok.- lanciò una breve occhiata a Roger e alle amiche di Cho dietro di loro, che le osservavano desiderosi di sapere cosa si stessero dicendo -Posso chiederti un altro favore?-
-Certo!-
-Potresti non parlare a nessuno di questa cosa?-
Cho le posò una mano su una spalla e Sophie represse l’impulso di scostarsi da lei.
-Non ne parlerò con nessuno. È una promessa.-
 
 
 
 
 
-Allora, eccoti qui, Terry, sano e salvo.- disse Calì in tono divertito, una volta accompagnato l’amico di fronte alla Torre dei Corvonero -Con chi andrai ad Hogsmeade?-
-Con gli altri, come sempre.- rispose lui come se gli avesse fatto una domanda stupida -Tu ci andrai con Lavanda?-
-Io vorrei andarci con te.- disse Calì e la sua sincerità disarmante spiazzò Terry che, paonazzo in volto, provò a bofonchiare qualcosa in risposta -Ma se proprio non vuoi…-
-S… S…- provò lui e Calì assistette ai suoi tentativi con un sorriso -Sarà il week-end di San Valentino. Solo le coppie andranno insieme.-
-Beh, sì, questa è l’idea.- disse ancora lei, senza il minimo imbarazzo -Tu mi piaci, Terry, e non come un amico.-
Terry arretrò di un passo, di colpo spaventato. Com’era arrivato a quel punto?
-Ti sembra così strano?-
-C… Certo che sì.-
-Allora te lo dimostro.- Calì si sporse in avanti e gli sfiorò le labbra, cosa che lo fece arretrare e arrossire ancora di più -Visto? Credi che bacerei chiunque?-
-Calì, la tua famiglia…-
-Me ne frego della mia famiglia.- lo interruppe lei, decisa -E se non mi faccio problemi io, non te li devi fare neanche tu.-
-Tua sorella mi ucciderà.-
-Fregatene anche di lei. Non è una professoressa che ti darà un brutto voto se non seguirai le sue istruzioni.- 
Terry era ancora atterrito e allora Calì sospirò rumorosamente.
-Facciamo così. Ad Hogsmaede staremo ognuno con i propri amici, ma se verso sera avrai voglia di fare un ultimo giro per il villaggio con me, ci vediamo vicino alla Testa di Porco. Trova una scusa con Padma e io ne troverò una con Lavanda. Nessuno saprà mai nulla.-
E, prima che potesse risponderle e senza nemmeno salutarlo, lo lasciò solo.
 
 
 
Angolo Kimly:
Per la serie “ogni tanto ritornano”, sono tornata anch’io.
Nonostante sia sparita da un po’, il mio profilo lo spulciavo spesso e ho deciso, proprio per via di tutto quello che è successo che mi ha dato tanto tempo libero, di riprendere in mano la maggior parte delle mie storie. In particolare, quelle di cui ho già le scene in mente e/o quasi scritte.
Ringrazio tutti coloro che non hanno abbandonato questa storia e chi magari inizierà a leggerla.
Un abbraccio :3

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 
«Mike, vuoi rispondermi?» domandò Padma per la terza volta e Michael sembrò svegliarsi all’improvviso. Sbatté le palpebre un paio di volte e parve mettere a fuoco l’amica, seduta di fronte a lui.

Erano ai Tre Manici di Scopa e stavano bevendo Burrobirre, stanchi di aver camminato per quelle che erano sembrate ore.
La giornata era ventosa, non troppo fredda, ma era comunque bello stare seduti tutti insieme al caldo.
«Cosa mi hai chiesto, Padma?» domandò Michael, provando a far finta di non star pensando ad altro.
Anthony fece un breve sorriso, mentre Terry quasi si strozzò con la sua Burrobirra per contenere le risate. Lisa passò lo sguardo da Michael a Padma.
«Ti ho chiesto se ti preoccupasse la sconfitta dei Corvonero, ma evidentemente hai altro per la testa»
«Harry Potter ha una Firebolt» spiegò Michael, come se fosse la cosa più ovvia del mondo «Sarebbe stato impossibile per noi vincere. Credo che anche quest’anno la coppa non sarà nostra»
«Beh, ce ne faremo una ragione» perdurò Padma, facendo sorridere ancora Anthony. Lei lo ignorò, come sempre «Qual è il problema, Mike?»
«Sophie»
Tutti gli amici lo guardarono incuriositi e lui provò a spiegarsi.
«Sta diventando davvero seria la storia con Stebbins o mi sbaglio?»
«E questa cosa ti preoccupa perché…?» Terry non terminò la frase e gli fece un gesto con le mani, nel tentativo di fargli capire che doveva concluderla lui.
«Perché mi sembra tutto un po’ veloce. Voglio dire, noi siamo ancora ragazzini in fondo e Stebbins ha sedici anni. La differenza di età è notevole»
«Non stanno facendo niente di male» ribatté Terry, quasi sulla difensiva «Hai detto tu che si sono appena baciati»
«E Stebbins non farebbe niente di sconveniente» si mise in mezzo Anthony «Sa che noi gli stiamo addosso e hai ammesso anche tu che non ti è sembrato poi così cattivo, quando ci hai parlato»
Michael non seppe cosa replicare e allora bevve un sorso della sua bevanda.

«Mike» disse Lisa con la sua voce che faceva sempre rilassare tutti «Non è che… quello che ti ha detto Stebbins ti ha fatto capire che Sophie…»
«No, ti prego, Lisa, anche tu no!» la interruppe Michael, quasi sbattendo il boccale sul tavolo. Terry sobbalzò «A me non piace Sophie in quel senso. Vorrei solo che… non precorresse i tempi, ecco»
Nessuno osò rispondere a quell’assurda affermazione e Padma, ricordandosi le parole dell’amico, si voltò verso Anthony, di colpo curiosa.
«Cosa vorresti dire con “noi gli stiamo addosso”?» domandò lei «Da quando sei diventato protettivo, tu?»
Anthony fece spallucce.
«Sophie è anche amica mia»
«Sì, ma tu sei tu» continuò lei, non volendo cedere «Di solito queste cose ti annoiano»
«Tutto lo annoia, in realtà» disse Terry, divertito, e Anthony gli lanciò un’occhiata infastidita.
«Magari la questione di Sophie non mi annoia» Anthony fece un sorriso canzonatorio a Padma, tesa come una corda di violino «Il punto è perché ti crea così tanti problemi credere che mi interessi il benessere di Sophie?»
Padma si strinse nelle spalle e scosse la testa.
«Era solo bizzarro. Tutto qui»
Lisa si allungò per stringere un braccio a Michael, tornato nel suo mondo.
«Sophie è tosta, Mike, ed è sveglia. Sai che non farebbe mai niente di irrazionale»
E Michael, spostando lo sguardo dalla superficie del tavolo agli occhi azzurri di Lisa, si sentì quasi meglio.

 

 

  

Sophie era già stata da Madama Piediburro. Padma l’aveva scoperto la prima volta che erano stati ad Hogsmeade e da allora aveva sempre pregato gli amici se non di tornarci, almeno di passarci davanti.
Dando un’occhiata fuori dal locale, Sophie sperò con tutto il cuore che i suoi amici non tenessero fede alla promessa fatta a Padma, perché la ragazza voleva evitare che Michael la vedesse con Stebbins. Era una cosa stupida, Mike oramai sembrava aver accettato la cosa, ma Sophie preferiva ancora tenere Stebbins lontano dal suo gruppo e non sapeva bene il perché.
«Allora, ti piace?» domandò Michael, facendo vagare lo sguardo per il locale. Un cherubino volante passò sopra le loro teste proprio in quel momento, lanciando coriandoli a forma di cuore che a momenti finirono nel tè di Sophie.
La ragazza provò a non mostrare la sua perplessità, ma Michael rise di fronte alla sua espressione.
«Sapevo che non avresti apprezzato, ma mi sembrava comunque un’idea romantica»
«Non importa, Michael» disse Sophie, facendogli un sorriso sincero «Sono comunque contenta di essere qui»
«Anch’io» ammise lui e lei tirò fuori un pacchetto. Stebbins sembrò sorpreso.
«Buon San Valentino, Michael»
Michael fece un sorriso da bambino e Sophie non poté notare quanto quella felicità le ricordasse quella di Mike. Scosse la testa, provando a concentrarsi sul ragazzo di fronte a sé.
«Un orologio» Michael lo guardò con tanto d’occhi «È un regalo costoso»
«Non così tanto» Sophie tirò fuori un altro pacchetto sottile «Comunque c’è anche questo. Mi sono fatta consigliare per l’orologio, ma non mi convinceva del tutto»
«Sophie, non dovevi» disse lui, mentre apriva anche il secondo regalo «I biglietti per la Coppa del Mondo di Quidditch!?»
«Li avevi già presi?» domandò Sophie, preoccupata.
«No» ammise lui e poi si spinse per prenderle la mano «Grazie mille, Sophie»
«Figurati» disse lei. Poi, sentendosi qualcosa di freddo nel palmo, guardò Michael e lui sorrise.
«Sorpresa!»
Sophie aprì la mano e trovò una collana il cui ciondolo era un piccolo sole.
«Michael! È bellissima»
«In alcune tribù africane il sole rappresenta il potere femminile» spiegò Michael, senza alcun tipo di imbarazzo «E tu sei una delle ragazze più tenaci che io conosca, Sophie. Ricordatelo sempre»
La ragazza non capì appieno il senso di quel discorso, ma decise di non indagare oltre. Lo ringraziò con un sorriso e continuarono a godersi il pomeriggio insieme.

 

 

 

Sophie raggiunse i suoi amici nel tardo pomeriggio e li salutò con un’espressione così serena negli occhi che Michael, nonostante l'umore tetro, non poté non ricambiare il sorriso della ragazza.
«Ragazzi, com’è andata la giornata?» chiese Sophie, sistemandosi meglio la sciarpa mossa dal vento.
«Bene» rispose subito Padma «E a te?»
«Gli è piaciuto il regalo?» domandò Lisa, curiosa.
«Mi ha detto di sì, quindi suppongo che sia vero» Sophie cercò lo sguardo di Michael, come sempre, ma lui si voltò velocemente verso Anthony per chiedergli qualcosa e lei sbuffò «Ma dov’è finito Terry?»
«Ha detto che non si sentiva bene» spiegò proprio Anthony, ma aveva uno sguardo strano che Sophie non seppe decifrare «Sarà già ad Hogwarts»
«Lo troveremo sano e salvo nella Sala Comune, non ti preoccupare» disse Padma, ma sembrava a sua volta preoccupata.
Sophie vide da lontano Cho e Cedric che, mano nella mano, camminavano per uscire dal villaggio e fece segno agli amici di andare avanti senza di lei.
Michael chiese spiegazione con gli occhi a Padma che fece finta di non saperne niente, prima di tirare l’amico per un braccio perché non voleva muoversi.
Sophie, un po’ intimidita, si avvicinò ai due.
«Ciao»
Cedric e Cho, che si stavano sorridendo l’uno l’altra, si voltarono verso di lei.
«Ciao, Sophie» le sorrise Cho e Sophie provò a contenere il fastidio che provava tutte le volte che la vedeva.
«Ah, la famosa Sophie» disse Cedric, facendole un sorriso che la fece imbarazzare «Michael mi parla spesso di te»
Sophie non seppe cosa replicare, per cui provò a ricambiare il sorriso e poi tornò a concentrarsi su Cho.
«Posso parlarti un secondo?»
Cho la guardò confusa. Poi si voltò verso Cedric.
«Va’ pure, Cedric. Io torno ad Hogwarts con Sophie»
Il ragazzo annuì e, dopo aver salutato le due, si incamminò verso il Castello con naturalezza. Sophie non poté non notare quante cose avesse in comune con Mike; a differenza di Stebbins, che a volte di carattere – e quasi Sophie si sentì male al pensiero – assomigliava davvero a Roger Davies.
«Non c’era bisogno di mandarlo avanti da solo» Sophie si sentiva sempre così poco all’altezza di Mike in presenza di Cho e del suo sorriso perfetto «Volevo solo ringraziarti ancora per i consigli che mi hai dato riguardo Michael»
Cho sembrava perplessa e Sophie aggiunse.
«Stebbins. Michael Stebbins»
«Oh, intendi il regalo» un lampo di comprensione accese Cho «Tranquilla, Sophie, mi ha fatto piacere aiutarti. E, dimmi, gli è piaciuto?»
Sophie annuì e, mordendosi le labbra, le allungò una scatola di cioccolatini.
«È per sdebitarmi. Puoi dividerli con Diggory e ringraziare anche lui da parte mia»
Cho passò lo sguardo dai cioccolatini a Sophie, stupita.
«Non ce n’era bisogno»
«Certo che sì» la ragazza sembrò lottare con un mostro interiore «E volevo anche dirti che Terry non voleva offenderti l’altro giorno. Non era sua intenzione giudicare la tua vita o chi frequenti»
«… Lo so. Solo che capisco che, per molti, alcuni miei atteggiamenti possano risultare fastidiosi»
«Che vadano al diavolo, allora» disse Sophie con semplicità «Cho, tu piaci a tutti, e i pochi che non ti apprezzano non meritano il tuo dispiacere»
Cho sorrise di fronte a quell’incoraggiamento e aprì la scatola di cioccolatini.
«Ce li mangiamo mentre torniamo. Ti va?» 
Sophie scacciò via la vocina interiore che le diceva di andarsene da lì da sola.
«Molto volentieri»

 

 

 

Le temperature stavano diventando via via sempre più calde, ma per gli studenti di Hogwarts quello voleva dire solo una cosa: si avvicinavano gli esami.
Sophie stava ripassando per la centesima volta il programma di Trasfigurazione quando una persona si sedette accanto a lei in Biblioteca.
«Fawcett»
«Davies» soffiò lei di rimando, prima di riconcentrarsi sul libro.
«Devo preoccuparmi?» domandò lui, non notando quanto la ragazza fosse impegnata a ripetere a bassa voce tutta una serie di nozioni «Sbaglio o ultimamente, quando guardi Cho, non lo fai con il solito broncio infastidito?»
Gli occhi di Sophie scattarono verso di lui.
«Non hai niente di meglio da fare? Tipo, che so, studiare per i G.U.F.O, visto che per portare la tua squadra alla vittoria è un po’ tardi»
Roger preferì non ribattere a quell’accusa e si avvicinò ancora di più a lei. Madama Pince li aveva puntati e lui non voleva farsi cacciare prima di aver finito il discorso con la ragazza.
«Cos’hai in mente, Fawcett?»
«Non ho in mente niente» rispose lei, sbuffando «Sto solo cercando di andare d’accordo con gli amici di Mike. Sono anche più gentile con te, mi pare»
«Ma io non voglio portarti via Mike»
«Ne sei sicuro?» lo prese in giro Sophie e Roger ghignò in risposta.
Padma e Lisa arrivarono in quel momento, seguite da Michael e Anthony.
«Interrompiamo qualcosa?» sbottò Michael un po’ troppo ad alta voce e Madama Pince fece per avvicinarsi. Lisa pigolò delle scuse e la donna fece capire loro che alla prossima effrazione delle regole sarebbero stati tutti sbattuti fuori.
«Tranquillo, Mike, la stavo solo aiutando per gli esami»
Era una pessima scusa, perché tutti sapevano che Sophie difficilmente chiedeva aiuto a qualcuno, figurarsi poi a Roger Davies. E anche Michael ne era a conoscenza.
«Ci siamo noi adesso» disse Michael, mettendosi seduto a destra di Sophie per marcare il territorio. Roger sembrava divertito, più che intimorito. Diede un’occhiata al resto degli amici di Michael e chiese.
«Dov’è quello scuro? Lo strambo dalla faccia tonda»
«Terry preferisce studiare da solo» spiegò Padma, sedendosi anche a lei al tavolo. Gli altri due lo presero come un via libera e la imitarono.
«D’accordo, mi butto sui libri anch'io» disse Roger, alzandosi «Buono studio, terzo anno»

 

 

 

«Dimmi tutti gli ingredienti della Pozione Restringente» disse Terry, appoggiandosi con le spalle alla Serra numero 3.
Calì tamburellò con la matita il ginocchio del ragazzo. Un gesto così semplice che però, per qualche motivo, lo faceva sorridere felice.
«Sicuramente ci sono le radici di margherita e una milza di ratto. E poi…» Calì provò a sforzarsi di ricordare e poi lanciò la matita lontano «E poi basta, facciamo pausa. Ti prego»
«Due su cinque» disse Terry, scuotendo il capo «Non ci siamo»
«Stiamo studiando da due ore, non ne posso più!»
«Mi hai chiesto tu di aiutarti»
«E l’hai fatto!» disse Calì, prendendogli una mano con semplicità «Ma ora rilassiamoci un po’. Facciamo qualcosa!»
«Non possiamo fare molto» continuò Terry, raggruppando le sue cose con l’unica mano libera «Nessuno sa che siamo insieme adesso»
«Io a Lavanda l’ho detto» affermò Calì, spostando le lunghe trecce scure dietro la schiena. Terry le lasciò la mano, spaventato.
«Sei matta? E se lo dicesse in giro?»
«Stai parlando della mia migliore amica, Terry» Calì lo guardò negli occhi, provando a calmarlo «Non dirà nulla, fidati. E il tuo gruppo starà studiando in Biblioteca, non ci troveranno mai qui»
«Non c’era bisogno di raccontarlo a Lavanda, però»
«Senti, non stiamo facendo niente di male» disse la ragazza, incrociando le braccia al petto, arrabbiata «E se ne parlassi con i tuoi amici, vedresti che anche loro ne sarebbero felici»
«E come la mettiamo con Padma?»
«È mia sorella!» scandì Calì, provando a fargli capire «Sì, andrebbe su tutte le furie, ma poi mi appoggerebbe sempre e comunque»
«Ne sei sicura?» chiosò Terry, per nulla convinto.
«La conosci» disse Calì, voltando il viso verso il pallido sole di primavera «Padma non direbbe mai niente ai miei»
Terry si voltò a guardarla. Era incredibile che fosse così simile a Padma fisicamente e così diversa caratterialmente. E altrettanto incredibile era che per lui, per Terry, Padma era praticamente una sorella, mentre Calì era tutt’altro. Calì era qualcosa di più, molto di più. Le prese una mano, sperando che lei non notasse quanto fosse diventato rosso per quel gesto. Ma Calì non disse nulla. Si lasciò stringere la mano e appoggiò la testa sulla spalla di lui, beandosi di quell’immensa tranquillità.

 

 

 

Angolo Kimly:

Un capitolo un po’ così, di passaggio. Si sta avvicinando la fine del terzo anno e i ragazzi stanno crescendo. Dal quarto anno in poi i problemi cresceranno con loro, ma per ora il gruppo si sta godendo ancora la serenità della scuola.
Terry e Calì non stanno proprio “insieme insieme”. Hanno tredici anni, sono dei ragazzini sotto quel punto di vista, quindi per il momento diciamo che si frequentano come farebbero due tredicenni che si piacciono. Così come Sophie e Stebbins. Volevo evitare che queste “relazioni” risultassero troppo esagerate per la loro età, quindi spero di averle descritte abbastanza bene.

Alla prossima :3

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

 

Giugno era alle porte e tutti gli studenti di Hogwarts erano felici di potersi concentrare solo sulle vacanze estive. 

Quell’anno scolastico era stato duro.

Un assassino a piede libero e i Dissennatori sparsi intorno al castello non avevano certo aiutato a godersi appieno la scuola, ma tutto quello ora era solo un ricordo. Sirius Black sembrava essere sparito chissà dove e nessuno temeva più di poterlo incontrare in qualche corridoio di Hogwarts. I Dissennatori se n’erano andati e l’atmosfera era di nuovo tornata quella di un tempo.

Tutti erano sereni. Tutti, tranne Sophie Fawcett che aveva altro a cui badare.

La proposta che Michael Stebbins le aveva fatto quella mattina l’agitava più del dovuto e non aveva ancora avuto il coraggio di parlarne con qualcuno. Né con Padma, né con Lisa e men che meno con Mike, che la stava aspettando vicino al Lago Nero. 

«Dove sono tutti?» domandò Sophie, avvicinandosi a lui e sedendosi al suo fianco.

«Padma e Lisa sono ancora in Biblioteca» spiegò Michael, che stava sgranocchiando una Cioccorana «Dovrebbero raggiungerci a breve. E Ant sta dormendo, tanto per cambiare».

«È il suo periodo di letargo» disse Sophie, facendo una risatina «Lo sai che il bel tempo lo butta giù».

«Già» Michael sorrise e le passò una Cioccorana «E Terry non so dove sia, ma probabilmente è con Calì».

«Più che probabilmente. Credo che Padma debba rassegnarsi». 

«Sì, lo penso anch’io. A Calì piace Terry e a Terry piace Calì».

«Sono carini insieme, in fondo» ammise Sophie, ben sapendo che Padma l’avrebbe uccisa se avesse detto a lei una cosa del genere «E non credo che i genitori delle gemelle farebbero storie. Calì e Padma hanno tempo per pensare al matrimonio».

«Mh» Michael finì di ingoiare l’ultimo pezzo di cioccolato «Non credo che approverebbero comunque. Proprio perché hanno solo tredici anni, le gemelle sono considerate troppo piccole per interessarsi ai ragazzi».

Michael posò lo sguardo su Sophie, che capì che voleva dirle qualcosa. Una muta domanda che si perse negli occhi del ragazzo.

«Allora, cosa farai quest’estate?» chiese poi Michael, come se niente fosse successo.

Sophie, decisa a non voler discutere con lui, tentò di dimenticare quello sguardo.

«Il solito. Una vacanza con mio padre in qualche località marittima e poi a casa. Ci vedremo come sempre».

«Senti» disse lui, facendole un sorriso gioioso «Quest’anno dovrei passare tutta l’estate a Brighton, e ho chiesto ai miei il permesso di invitare un amico… Oh, beh, in questo caso un’amica. Te».

«Mike» sussurrò Sophie. Tutta l’estate da sola con Michael. Era un sogno.

«E torneremo giusto in tempo per la Coppa del Mondo di Quidditch. I miei sono riusciti a trovare i biglietti per un soffio!»

A quelle parole, un peso si formò nello stomaco di Sophie che, sospirando, gli tese una mano. Michael la prese senza problemi.

«Mike, io andrò alla Coppa del Mondo con Stebbins» Michael mutò espressione, il sorrise gioioso non c’era più «Gli ho regalato i biglietti per San Valentino e… Insomma, lui mi ha invitata ad andare con lui e a trascorrere l’estate con la sua famiglia».

«C… Con la sua famiglia?» gracchiò Michael, stupito. Non era possibile che fossero già a quel punto. Sophie era ancora una bambina e Stebbins gliela voleva portare via.

«Non ho ancora deciso, perché so anch’io che è qualcosa di grosso e non so se sono sicura di volerlo fare» Sophie continuava a scrutare Michael, in attesa di uno scoppio di ira che non avvenne «Ma volevo che tu lo sapessi prima di includermi in qualsiasi tuo progetto. Non so ancora di preciso cosa farò».

Il ragazzo le strinse la mano e Sophie si sentì sollevata. Era strano che non l’accusasse di preferire Stebbins a lui.

«Non importa, Soph. Anzi, grazie di avermelo detto. Oltre alla proposta di Stebbins, però, pensa anche alla mia». 

La ragazza deglutì, rendendosi improvvisamente conto che, qualsiasi scelta avrebbe fatto, uno dei due ci sarebbe rimasto male. 

Se avere tredici anni doveva essere così difficile, si ritrovò a pensare Sophie, voleva smetterla di crescere.

 

 

 

Sophie scese verso il campo di Quidditch e ci mise meno di un secondo ad individuare Roger Davies, che si stava avviando verso gli spogliatoi.

«Davies!» lo chiamò Sophie, sventolando anche una mano per farsi vedere.

Roger, circondato dagli altri ragazzi della squadra, si voltò a guardarla e l’espressione stupita lasciò spazio a un sorriso divertito.

Eddie Carmichael* sussurrò qualcosa all’orecchio di Mandy Brocklehurst* ed entrambi risero. Sophie dovette imporre a se stessa di trattenere le parole che stavano per uscirle dalla bocca.

«Ehi, Fawcett, che ci fai qui? Oggi Mike non è voluto venire».

«Sì, lo so, è con gli altri» Sophie lanciò uno sguardo dietro Roger «Hai davvero preso come riserva Mandy?»

«La conosci?»

«È del mio anno, Davies!» sbottò Sophie, sconvolta dal fatto che lui non lo sapesse «Ed è un disastro!»

«C’è da lavorarci, ma non è male».

«L’hai scelta solo perché è una bella ragazza».

Roger si mise a ridere, segno che Sophie ci aveva preso.

«Allora, me lo dici cosa ci fai qui?»

Sophie abbassò lo sguardo, muovendo i piedi davanti a sé.

«Non so come dirtelo».

«Ohoh» disse Roger, quasi seriamente «Fawcett, lo sai che tra me e te non potrebbe mai funzionare».

«Uff, perché devi sempre credere che io stia per dichiararmi?» lo rimbrottò lei, rialzando lo sguardo. Roger stava ghignando e Sophie capì ogni cosa. Era il suo modo per farla rilassare.

«Ho bisogno di un consiglio ed è strano che sia venuta proprio da te per averlo».

«Le tue amiche…?»

«Mi serviva il consiglio di un ragazzo». 

Roger alzò un sopracciglio.

«Con esperienza» aggiunse Sophie, prima che Roger chiedesse di Anthony e Terry.

«Va bene» Roger posò a terra il suo manico di scopa «Cos’è successo?»

«Stebbins mi ha invitata a trascorrere l’estate con lui e Mike ha fatto lo stesso poco fa».

«Oh»

«Già»

«Era quello che volevi, no? Scegli Mike e fine» Roger scrollò le spalle, come se quella richiesta d’aiuto da parte della Fawcett fosse stata stupida.

«Non ne sono così sicura» provò a spiegare lei «L’intera estate con lui vorrebbe dire… nascondere i miei sentimenti per tutto il tempo».

«D’accordo, allora scegli Stebbins».

«Ma forse il rapporto con lui sta diventando un po’ troppo, per me».

«E allora scegli Mike».

Sophie assottigliò gli occhi e sbuffò rumorosamente.

«Questo sarebbe il tuo modo di darmi un consiglio? Assecondarmi fino allo sfinimento?»

«Non posso darti un consiglio su una cosa come questa, Fawcett» chiarì Roger, provando a farle capire «Ti piace Stebbins, ma non così tanto da trascorrere l’estate con lui, e ti piace Mike, ma troppo per poter trascorrere l’estate con lui».

«Quindi mi stai dicendo di non scegliere nessuno?»

«Ti sto dicendo che se io fossi in te mi prenderei del tempo per capire cosa voglio» Roger colse il suo sguardo e proseguì «E l’estate potrebbe essere quel tempo».

Sophie si morse il labbro e Roger si passò una mano fra i capelli spettinati dal vento.

«Ma io non sono te, Fawcett. Solo tu sai cos’è meglio fare».

Lo sguardo di Roger corse dietro le spalle di Sophie e lei si voltò di scatto. Rilassandosi, vide Padma e Lisa avvicinarsi a loro due e Sophie si riconcentrò sul ragazzo.

«Grazie di niente, Davies».

«Lieto di essere d’aiuto, quando posso» rise lui, prima di salutarla e avviarsi verso lo spogliatoio. Prima di entrare, si tolse la maglia della divisa, mostrando i muscoli modellati dal Quidditch.

Sophie scosse la testa, proprio mentre le amiche la raggiunsero. Padma e Lisa fissavano Roger senza dire una parola.

«Ragazze».

Ancora nessuna parola. 

Roger entrò nello spogliatoio con un sorriso furbo che, stranamente, non indispettì Sophie.

«Perché diavolo si è tolto la maglia?» domandò Sophie, facendo una smorfia di disgusto.

Padma sembrò riscuotersi dalla visione del ragazzo.

«Come fai a fare quella faccia? L’hai visto bene?»

Lisa annuì, rossa in viso.

«È solo Roger Davies!» disse Sophie, non capendo il perché di tanto fracasso.

«E allora?»

«E allora non riuscirei mai a guardarlo da quel punto di vista».

«Perché?» domandò Lisa, ancora paonazza. Sophie non l’aveva mai vista in quello stato.

«Perché è Roger Davies!»

«Lascia stare, Lisa. Sai bene per chi arrossirebbe Sophie, se si togliesse la maglia».

Sophie, per confermare la tesi, arrossì davvero, e Padma e Lisa risero.

«A proposito di Mike, ci ha detto che ti ha invitata a Brighton» iniziò Lisa, il rossore le aveva illuminato la carnagione pallida.

«E ci ha detto di Stebbins» continuò Padma, i lunghi capelli scuri mossi dal vento «Quindi immaginavo di trovarti da qualche parte a riflettere».

Sophie guardò le amiche, aspettando che dicessero altro. Lo sguardo di Padma la stava analizzando con sospetto.

«Ma se avessi dovuto scommettere, non avrei mai puntato su te che vai spontaneamente da Roger Davies per avere un consiglio» disse Padma, facendole un sorriso che non piacque affatto a Sophie.

«Non so che idea vi siate fatte, ma mi serviva solo l’aiuto di un ragazzo che avesse almeno avuto un contatto ravvicinato con l’altro sesso» ad un’occhiata confusa delle amiche, Sophie aggiunse «Oh, non crederete davvero che Anthony o Terry mi sarebbero stati utili? Non ho mai visto Ant interessato a nessuna e Terry ha preso una cotta per l’unica ragazza che non lo considera un amico, per cui…»

Sophie si fermò di colpo, notando l’espressione preoccupata di Padma nel sentire nominare sua sorella e Terry.

«Padma, mi dispiace».

Lisa prese una mano di Padma e lei le fece un sorriso tirato.

«Non c’è niente di cui dispiacersi, non è niente. Comunque, cosa ti ha consigliato Roger?»

Sophie sventolò la mano, decisa a lasciar perdere.

«Non mi ha aiutato per niente. Strano, eh?» concluse con ironia la ragazza, facendo sorridere le sue amiche.

«Dai, torniamo al castello. Ho proprio voglia di passare dalle cucine per sgraffignare qualche biscotto!»

 

 

 

 

 

 

A tre giorni dalla fine della scuola, Padma, Sophie e Lisa stavano preparando i bauli nel loro dormitorio.

Sue Li* e Mandy Brocklehurst, le altre due compagne di stanza, avevano rimandato quell’avvenimento tanto noioso, ma quando Sophie aveva proposto alle amiche di fare lo stesso, Padma era stata irremovibile. Era meglio togliersi il dente il prima possibile.

«Hai già deciso con chi trascorrerai le vacanze?» domandò Lisa, mentre decideva quali vestiti avrebbe indossato per il viaggio di ritorno «Mancano solo tre giorni».

Sophie, che stava lanciando alcuni libri nel suo baule, le lanciò un’occhiatina infastidita.

«No, davvero? Non l’avevo notato» Sophie le fece un inchino di scherno «Grazie, Lisa».

La ragazza, per tutta risposta, fece un piccolo sorriso di scuse, ma Padma venne subito in suo aiuto.

«Non te la prendere con lei. In fondo, ha ragione».

«Non ho ancora deciso, va bene?»

Padma mise l’ultimo maglioncino dentro il baule, prima di chiuderlo e sedersi sul suo letto.

«Dovrai farlo, prima o poi».

Sophie si mordicchiò il labbro e si sedette per terra.

«Domani parlerò con entrambi. Contente?»

«Allora hai deciso!» disse Lisa, chiudendo a sua volta il suo baule e sedendosi sopra.

«… Forse» sussurrò Sophie, nervosa.

Padma, vedendola in difficoltà, saltò su dal letto con un sorriso.

«Sai che facciamo? Andiamo nella stanza dei ragazzi a chiacchierare un po’».

Lisa sorrise e si mise in piedi anche lei.

«Bell’idea. Non ci vedremo per un sacco di tempo, per cui passiamo le ultime sere tutti insieme».

«Ti va, Sophie?» domandò Padma, allungando una mano verso l’amica, ancora seduta a terra.

Sophie si fece tirare su e le fece un sorriso.

«Certo che mi va!»

Scesero dal loro dormitorio, dirette a quello dei ragazzi, quando videro Anthony che sonnecchiava su una poltrona vicino alla finestra. I raggi del sole illuminavano i suoi capelli, rendendoli ancora più biondi. Le ragazze risero di fronte a quella scena e Padma lo raggiunse per toccargli un braccio e svegliarlo.

Anthony fece un verso annoiato e Padma gli diede una schicchera sulla testa, riuscendo nell’intento di svegliarlo.

«Padma» mormorò lui, con la voce impastata del sonno «Perché l’hai fatto?»

«Volevamo stare un po’ con voi, ma non possiamo farlo se tu passi tutte le tue giornate a dormire».

Anthony si alzò dalla poltrona lentamente e sbadigliò in risposta. Lisa e Sophie risero di nuovo, ma Padma, impaziente, batté un piede a terra.

«Dai, Ant! Terry e Mike dove sono?»

«Nel dormitorio a riempire i bauli».

«E tu, quando hai intenzione di preparare il tuo?» domandò Padma, guardandolo come se avesse sempre saputo di coglierlo in fallo.

Anthony sfoderò un sorrisino divertito.

«Già fatto».

Padma mascherò la sorpresa, ma Anthony la conosceva bene e continuava a fissarla, attendendo delle scuse che non arrivarono.

«Comunque, posso parlarti, Padma?»

La ragazza si strinse nelle spalle, perché anche lei lo conosceva bene e sapeva già cosa volesse dirle. Nonostante desiderasse evitare l’argomento, Padma si voltò verso le amiche che, capendo, salirono verso il dormitorio dei ragazzi.

Rimasti soli, Anthony le fece cenno verso la poltrona, ma Padma alzò una mano per fermarlo.

«Non c’è bisogno di farmi sedere, Ant, so già che vuoi parlarmi di Calì e Terry».

«Ti avevo detto di iniziare a preoccuparti solo nel momento in cui fra loro due le cose fossero cambiate» Anthony la guardò con apprensione «Alla fine ci siamo arrivati».

Padma annuì, piegando le labbra in segno di disappunto.

«Lo so. Si piacciono e vogliono passare più tempo insieme, quindi io mi faccio da parte».

«E non sei preoccupata?» domandò Anthony, non convinto da quelle parole.

«Un po’» ammise lei, ricambiando lo sguardo «Però non posso farci niente, no? E poi, ci ho pensato. Magari è solo una cotta passeggera e più mi metterò in mezzo, più li farò avvicinare».

Il ragazzo provò a stare dietro al suo discorso, mentre Padma continuava a parlare.

«Ma se li lascerò fare, magari si stancheranno presto. Alla fine, Terry ha ragione: abbiamo solo tredici anni. Sai quante cose possono cambiare da qui a tre anni?»

Anthony soppesò il discorso dell’amica.

«E se, invece, le cose non dovessero cambiare?»

Gli occhi scuri di Padma si accesero all’improvviso, cercando di capire.

«Se Calì e Terry dovessero continuare a piacersi ed iniziassero a stare insieme, ma insieme sul serio, tu cosa faresti?»

Padma rifletté per pochi secondi e poi, a malincuore, rispose.

«In quel caso, appoggerei Calì nonostante tutto. Le starei vicino, se mai dovesse voler parlare con i nostri genitori».

Anthony, sorpreso da quella confessione, fece per replicare, ma Padma aggiunse.

«D’altra parte, se Calì volesse continuare questa storia, ci sarò sempre io a rispettare le tradizioni di famiglia».

«Quindi, quando sarà il momento, accetterai un matrimonio combinato?»

«Funziona così» rispose Padma, con sicurezza «So che per voi inglesi fa tanto “1800”, ma per noi indiani è diverso».

Anthony annuì, non sapendo bene cosa dirle.

«Ma non parliamone adesso, Ant, c’è ancora tempo!» disse Padma, facendogli cenno di seguila «Coraggio, raggiungiamo gli altri».

Ed Anthony, senza più dire una parola, la seguì.

 

 

 

 

 

 

Sophie vide Michael Stebbins aspettarla vicino al Campo di Quidditch e, in tensione, accelerò il passo per raggiungerlo.

«Ciao» soffiò lei, a corto di fiato.

«Ciao a te».

Michael studiò il suo viso e le fece un sorriso incoraggiante.

«Volevi dirmi qualcosa?»

Sophie, che aveva ripassato il discorso preparato per tutto il tragitto, sentì le parole bloccarsi in gola.

«Va tutto bene, Sophie. Dimmi quello che mi vuoi dire».

Il ragazzo le prese una mano per rassicurarla, ma lei lasciò la presa.

«Michael» iniziò Sophie, un po’ più sicura «In questi mesi, con te, sono stata davvero bene. Però, non posso accettare la tua proposta».

«Ho capito» disse Michael, tranquillo «Hai scelto Corner».

«Mi dispiace tanto» soffiò lei, triste «Io… Io…»

«Provi qualcosa per lui» la aiutò lui, mettendosi le mani in tasca «Lo so. L’ho sempre saputo».

Sophie lo guardò con confusione e Michael non riuscì a non ridere.

«Ma sì, Sophie. Ti ho detto che ti avevo notata, ricordi? E, tra le altre cose, mi ero accorto di te perché avevo capito della tua cotta per Corner».

«E volevi… Non ho capito, qual era il tuo scopo?»

Michael rise ancora e diede un’occhiata al cielo.

«Mah, all’inizio ero incuriosito da te perché avevamo qualcosa in comune» spiegò lui con sincerità «Ma non mi aspettavo che mi saresti piaciuta così tanto. Sei stata davvero una scoperta».

«Qualcosa in comune?»

«Non l’hai ancora capito?» Michael posò lo sguardo su di lei «Anch’io provo qualcosa per la mia migliore amica, ma lei non lo sa. Esattamente come Corner non sa di te».

Sophie non seppe se essere sorpresa o sollevata dalla cosa. Nel dubbio, si indispettì.

«Quindi, fammi capire bene, mi hai usata per fare ingelosire la tua amica?»

«Cosa!? No, certo che no! Ti ho appena detto che piaci davvero, Sophie, così come io sono convinto di piacere a te».

Lei arrossì per quella dichiarazione fatta così a cuor leggero, ma non replicò.

«Però, Corner ti piace oggettivamente di più, e anch'io per questa mia amica provo qualcosa di più… Intenso? Non so come spiegarlo».

«Capisco cosa intendi» mormorò Sophie. La rabbia era svanita in un lampo. In fondo, Michael aveva ragione: quello che lei provava per Mike era di gran lunga superiore rispetto a quello che provava per lui.

«La tua amica… È quella che ti ha consigliato il libro che mi hai fatto a Natale, vero?»

«Sì» disse Michael con un sorriso «Adora la poesia».

«Senti, perché non vai con lei alla Coppa del Mondo di Quidditch?»

«Ma avevo detto che ci sarei andato con te e i biglietti sono già finiti da un pezzo!»

Sophie fece roteare gli occhi.

«Non è importante, Michael. Voglio che tu ci porti lei. Davvero».

Michael le prese di nuovo una mano e la tirò a sé per abbracciarla.

«Sei davvero una ragazza eccezionale, Sophie. Corner sarebbe uno stupido a perderti» Sophie sorrise nell’abbraccio «Non vorrei averti forzato troppo quest’anno».

Lei si scostò per guardarlo in volto e scosse la testa.

«Non mi hai forzato a fare nulla. Ho capito che sono ancora troppo piccola per frequentare un ragazzo, ma non mi pento di averti baciato».

«Meglio così, allora. Non mi pento neanch’io».

Sciolsero l’abbraccio e Michael le allungò una mano.

«Amici?»

Sophie la prese e la strinse con vigore.

«Amici».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Starai con Stebbins, quindi?» domandò Mike, dopo che Sophie gli ebbe parlato.

«In realtà, no. È finita con lui» rispose lei, notando subito l’amico passare dal dispiaciuto al felice. Mike, però, provò a contenersi e continuò.

«È successo qualcosa di grave?»

«Niente affatto. Ho solo realizzato che non sono ancora pronta per stare con qualcuno» Sophie vide di nuovo comparire un sorriso sul volto di Mike «E Stebbins ha sedici anni, quindi dovrebbe uscire con ragazze della sua età».

«Ben detto» disse lui, felice come poche volte nella vita «Lui come l’ha presa?»

«Ha compreso ogni cosa e siamo rimasti amici».

«Amici… Come me e te?» domandò Michael, quasi geloso.

«No» Sophie gli toccò i capelli che erano cresciuti ancora «Non ci sarà mai un amico come te, Mike».

«Però non capisco» prese a dire lui, mentre uscivano dalla Sala Comune per raggiungere gli amici nel Parco «Se non passerai l’estate con lui, perché non vuoi venire a Brighton con me?»

«Voglio stare con mio papà» ammise lei «Durante l'anno lo vedo solo per Natale, quindi mi piacerebbe passare del tempo con lui».

Michael approvò con un cenno della testa.

«E non ci vedremo neanche per la Coppa del Mondo, Mike» aggiunse Sophie, provando a fargli un sorriso «Non posso andarci con Stebbins e non ci sono più biglietti in giro».

«A saperlo, non avrei venduto quello che avevo preso per te! Cavolo, è l’evento più importante dell’anno e tu non ci sarai. Non ci credo!» 

Notando, però, l’espressione triste di Sophie, Michael le prese la mano e lei arrossì.

«Vorrà dire che i miei organizzeranno una cena per festeggiare la fine delle vacanze» disse Michael, gli occhi castani fissi sugli occhi grigi dell’amica «Solo la tua famiglia e la mia».

«Mike, non si festeggia la fine delle vacanze. È da secchioni!»

«Beh, siamo Corvonero, in fondo».

 

 

 

 

 

 

 

Note:

 

* = Eddie Carmichael, Sue Li e Mandy Brocklehurst non sono personaggi inventati, ma reali Corvonero creati dalla Rowling. Sue e Mandy frequentano canonicamente lo stesso anno dei protagonisti e, nella mia storia, condividono la stanza con Padma, Lisa e Sophie.

E siamo arrivati alla fine del terzo anno! Sophie e Stebbins sono rimasti amici, chiudendo il rapporto che avevano prima. Sì, non sono pazza. Ricordo perfettamente che, al quarto anno, loro due andranno insieme al Ballo del Ceppo e così sarà anche nella mia storia. Seguirò il più possibile il canon dei libri, anche se su questi personaggi c’è davvero molto poco. 

Spero di aver chiarito tutto.

Grazie, come sempre, a tutti coloro che si affacceranno a questa storia <3

Alla prossima :3

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 

«Penultimo anno, Roger. Inizi a sentire la vita adulta che ti chiama?» scherzò Cho Chang, salendo sull’Espresso per Hogwarts. Roger, il suo migliore amico, alzò gli occhi al cielo e fece una mezza risatina.
«Due anni possono essere molti lunghi. E non credere che non sentirai la mia mancanza, una volta che ti avrò lasciata sola con la tua corte».
«Non mi piace quello stupido soprannome che Sophie Fawcett ha dato ai nostri amici» disse Cho, pizzicando il braccio del ragazzo «E comunque, la mia corte è anche la tua».
Roger le fece un sorriso bellissimo.
«Forza, vediamo se gli altri hanno già trovato uno scompartimento libero».
Cho stava per rispondergli, ma poi il ragazzo mutò espressione, guardando oltre le spalle di lei, che si girò per capire il perché di tanta distrazione. Cho, allora, provò a mantenere la facciata alla vista di Selina Moore* e William Harper*.
Roger era talmente popolare da avere amici anche fra le schiere dei Serpeverde e, per quanto Cho avesse provato a non avere pregiudizi, proprio non riusciva a tollerare quei due. O, almeno, non riusciva a tollerare Selina, perché in realtà non aveva mai avuto problemi con William. 
«Ciao, Roger» lo salutò proprio William, facendo un sorriso anche a Cho che ricambiò senza troppo entusiasmo. 
William Harper era alto quasi quanto Roger, che aveva superato da un pezzo il metro e ottanta, e portava i capelli biondi lunghi e spettinati. La mascella squadrata gli conferiva un’aria da duro, che non gli si addiceva affatto, e gli occhi verdi erano una specie di ossessione per la sua amica Marietta.
Selina Moore assomigliava al cugino in maniera impressionante: gli stessi capelli biondi spettinati – quelli della ragazza erano arricciati in una cascata di ricci dorati – e gli stessi occhi chiari. Lo sguardo di Selina, però, la trapassò come se fosse fatta di vetro, prima di concentrarsi su Roger.
«Ciao, ragazzi» disse il Corvonero, stringendo la mano a William e dando un buffetto a Selina sulla testa «Cercate uno scompartimento anche voi?»
«In realtà, l’abbiamo già trovato» spiegò Selina, indicando poi il cugino «Ma Will sta già morendo di fame e volevamo andare a cercare la strega con il carrello».
«Ma dai, il treno non è neanche partito» rise Roger, mentre William faceva spallucce «Buona fortuna, allora. Ci vediamo ad Hogwarts».
«Va bene» disse William, poi, rivolto a Cho «Ciao, Cho».
«C-Ciao».
Selina fece un cenno solo a Roger e le lanciò un’occhiata di superiorità che la fece innervosire.
Quando Selina e William si allontanarono, il ragazzo provò a toccare una spalla a Cho, ma lei lo scostò malamente.
«Non dire niente, Roger, non proverò ad andare d’accordo con la Moore. Mi odia!»
«Non odia proprio te come persona. Odia quello che incarni» provò a spiegare lui e Cho alzò le sopracciglia, in cerca di un chiarimento.
«Beh, sei una bellissima ragazza, sei popolare, giochi a Quidditch e hai anche una media scolastica discreta. Sei troppo perfetta per Selina. Pensa che la tua sia solo apparenza».
«Ah, questo sì che mi fa sentire meglio» replicò lei, sistemandosi la frangetta minuziosamente «Io non sono affatto perfetta».
«Questo lo so, ma lei non ti conosce come ti conosco io».
«E non ho intenzione di approfondire la conoscenza».
Marietta sbucò fuori da uno scompartimento all’improvviso, facendo desistere Roger sull’argomento.
«Eccovi, finalmente».
«Scusaci, Mary, ci siamo fermati a parlare» disse Roger, entrando con le ragazze e salutando i loro amici.
«Roger si è fermato a parlare» chiarì Cho, sedendosi facendo un cenno di saluto a tutti «Io aspettavo che finisse di farlo».
«Chi ti ha trattenuto?» domandò Mandy Brocklehurst, i capelli chiari stretti in uno chignon. 
Cho decise di non chiedere cosa ci facesse lei lì, perché notò che Roger non sembrava per niente turbato dalla cosa. 
«Selina e William».
«La Moore e Harper?» domandò Marietta, facendo poi una faccia disgustata «Siamo amici da anni e ancora non capisco come tu possa essere anche amico dei Serpeverde».
«Mary non ha tutti i torti» disse Eddie Carmichael, seduto vicino a Mandy, che provava a seguire i loro discorsi «Non puoi avere amici fantastici come noi e poi stare con le serpi».
«Eddie» provò a rabbonirlo Cho, ben sapendo quanto a Roger dessero fastidio quei discorsi.
«Oh, Cho, non ti ci mettere anche tu!» lo difese Marietta, la massa di ricci sembrava essere aumentata durante l’estate «Secondo me, c’è un motivo se fin dal primo giorno veniamo smistati in quattro case diverse. Ognuno dovrebbe socializzare solo con i propri simili».
«Già, lo penso anch’io» le diede manforte Eddie, mentre Marietta gli faceva un sorriso di compiacimento «Voglio dire, tra i Grifondoro e i Tassorosso c’è anche gente simpatica, ma mi sono sempre trovato meglio con i Corvonero».
«Ovvio, noi siamo noi» provò a ironizzare Mandy, ma conosceva gli altri ancora da poco per poter essere davvero presa in considerazione.
Roger apprezzò comunque il tentativo e guardò Cho in cerca d’aiuto.
«Non puoi negare che i Serpeverde facciano sempre di tutto per farsi odiare» pigolò lei, sperando non se la prendesse per quelle parole.
«Può darsi che siate voi a cercare sempre un pretesto per odiarli. Will e Selina sono okay. Ambiziosi e di carattere come qualsiasi Serpeverde, certo, ma di sicuro non sono malvagi, né tantomeno Mangiamorte, Mary!»
Marietta non sembrò colpita da quell’accusa.
«Hai visto anche tu cos’è successo alla Coppa del Mondo» replicò lei, sicura «Credi davvero che non ci siano futuri Mangiamorti ad Hogwarts? E indovina qual è la Casa più quotata ad ospitarli?»
«Non è detto» replicò Mandy, continuando a voler farsi sentire «Sirius Black non era un Serpeverde».
Marietta sembrò accorgersi di lei solo in quel momento.
«Si può sapere chi ti ha invitata qui da noi?»
«Mary!» tuonò Cho, rimproverandola.
Mandy fece per replicare, ma Eddie, i capelli rossi sparati da tutte le parti, la bloccò con una mano.
«L’ho invitata io. Problemi?»
«Forse ce li ho».
Roger sbuffò di fronte a quel siparietto e si sedette accanto a Cho.
«Ragazzi, calmatevi. È solo il primo giorno».
«Bene, la smetto» disse Marietta, spostando lo sguardo da Eddie a Roger «Però davvero, non so cosa ci trovi in quei due».
«Ma non avevi una cotta per Harper una volta?» ironizzò Cho, dandole un pizzicotto giocoso per provare a farla stare zitta.
«Ho solo detto che è carino. Ma non uscirei mai con un Serpeverde».
«Mai dire mai, Mary» disse Roger, guardando fuori dal finestrino. Finalmente il treno era partito e le campagne inglesi iniziavano ad aprirsi di fronte a loro «Mai dire mai».
 
 
 
 
 
 
 
«Allora, qualche novità?» domandò Michael, provando a mantenere la calma.
Anthony e Padma, da dietro il giornale, lo ignorarono e il ragazzo lanciò uno sguardo a Terry, che diede una gomitata ad Anthony, seduto accanto a lui.
Padma si sporse verso Michael con uno sguardo perplesso.
«Hai detto qualcosa, Mike?»
«Cosa dice di nuovo la Gazzetta?» chiese lui, mentre Anthony chiudeva finalmente il giornale e lo posava sulle gambe.
«Praticamente niente» replicò la ragazza «I soliti articoli allarmisti di Rita Skeeter».
«Allarmisti? Padma, tu eri lì, alla Coppa del Mondo, sai benissimo quello che è successo!» disse Terry, terrorizzato. Lisa gli fece un sorriso per rincuorarlo, ma Terry non si rilassò affatto.
«Non c’è bisogno di agitarsi tanto. Se fosse stato qualcosa di grave, credo che il Ministero avrebbe dato maggiori informazioni».
Anthony guardò Padma con perplessità e lei piegò le labbra.
«Okay, forse il Ministero nasconde qualcosa, ma a che serve preoccuparci?»
Sophie entrò nello scompartimento proprio in quel momento e Michael si alzò per darle un abbraccio.
«Ciao, ragazzi!» 
Michael Stebbins si affacciò dal corridoio e tutti, tranne Mike, ricambiarono il saluto.
«Ci vediamo in giro, Sophie» disse il ragazzo più grande, lasciandoli soli.
Sophie si sedette accanto a Michael, che la guardava di traverso.
«Cosa c’è?»
«Credevo che tu e Stebbins non vi vedeste più».
«Ed è così, in effetti. Ma ci siamo scritti quest’estate» chiarì lei, senza alcun tipo d’imbarazzo «Ve l’avevo detto che saremmo rimasti amici».
Michael era titubante, ma decise di soprassedere.
«Cosa mi raccontate di bello?» domandò Sophie, evitando lo sguardo dell’amico.
«Hai saputo della Coppa del Mondo di Quidditch?» domandò Lisa con curiosità.
Sophie annuì, mordendosi le labbra.
«È stato terribile!» commentò Terry, rabbrividendo al ricordo. Anthony lo canzonò con un sorrisino divertito e Terry gli rispose con un’occhiataccia.
«Fortuna che tu e Lisa non eravate presenti» disse Michael con dolcezza e Sophie non poté fare a meno di arrossire. Adorava sapere che il ragazzo si preoccupava sempre per tutti.
«Vogliamo parlare d’altro, per favore?» sbuffò Padma, stanca di quei discorsi «Tipo, chi sarà il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure?»
«Quanto mi è dispiaciuto quando il professor Lupin ha dato le dimissioni» pigolò Terry e tutti si ritrovarono ad annuire.
«Secondo le statistiche, dovrebbe andarci bene anche quest’anno» disse Anthony, con fare analitico.
«Cioè?» chiese Padma.
«Al primo anno abbiamo avuto Raptor e sappiamo tutti com’è andata a finire» elencò lui, con il suo solito tono annoiato. Terry e Lisa fecero un’espressione impaurita «Al secondo, c’era Allock, che era un ciarlatano, e l'anno scorso Lupin. Quindi direi che quest’anno ci tocca un altro professore competente».
«Raptor era competente» la buttò lì Sophie, guadagnandosi un’occhiata tutt’altro che piacevole da parte di Terry «Dai, è vero!»
«Sophie, non cambierai mai» rise Michael, allungando una mano per accarezzarle la testa.
La ragazza arrossì di nuovo, sotto lo sguardo affettuoso degli amici.
 
 
 
 
 
«Wow» disse Terry.
«Il Torneo Tremaghi» soffiò Sophie con gli occhi sbarrati.
«Wow!» ripeté Terry, gli occhi ipnotizzati sul fuoco del caminetto.
«Già».
Padma, Anthony, Michael e Lisa, seduti accanto a loro, li guardavano divertiti.
«Peccato non poter partecipare» mormorò Sophie, voltandosi verso i suoi amici per ricevere conferme che non arrivarono.
«Cos'è, non siete d’accordo?»
Michael fece tanto d’occhi e scosse con insistenza il capo.
«Ringrazio il cielo che tu non sia maggiorenne. Hai mai letto i resoconti dei tornei precedenti?»
«Non hai idee di quanti incidenti ci siano stati» gli fece eco Padma, seria.
«Qualcuno è anche morto» disse Anthony, stropicciandosi un occhio «Però capisco che il premio sia allettante».
«Forse anche a me sarebbe piaciuto partecipare» ammise Lisa e tutti rimasero sconvolti da quell’affermazione «Sono timida e alcune cose mi terrorizzano, però questo tipo di competizioni mi hanno sempre elettrizzata!»
«Io preferisco di gran lunga fare lo spettatore» dichiarò Terry, sbadigliando sonoramente «Non rischi niente e ti godi lo show».
«Tipico di te, Terry» disse Sophie con un sorriso.
Roger li raggiunse in quel momento e Sophie cambiò espressione. Mise su il suo solito broncio scocciato e Roger spalancò gli occhi nella sua direzione per prenderla in giro.
«Buonasera, piccoli Corvonero».
«Roger» disse Michael, stupito di non vederlo con i suoi amici almeno per la prima sera «Che ci fai qui?»
«Volevo solo salutare il mio caro amico» replicò lui, guardando con aria di sfida Sophie mentre diceva quelle parole.
Michael sorrise, capendo la provocazione, mentre Sophie provava a non rispondere a tono.
«Ma voi due non avevate iniziato ad andare d’accordo?»
«Oh, ma noi ci divertiamo molto di più così» rispose Roger, sfoggiando un sorriso irriverente «Vero, Fawcett?»
Sophie si sciolse un po’ e sbuffò al soffitto.
«Vero, Davies».
«Allora, Mike, il Torneo Tremaghi. Non è meraviglioso?»
«Non sono poi così eccitato» disse Michael, sincero «Hanno anche sospeso il Quidditch».
«E anche quest’anno sarai titolare il prossimo» ironizzò Sophie «Sempre se la regina vorrà concederti un posto in squadra».
«Fino a prova contraria sono io il Capitano, Fawcett».
«E allora smettila di farti incantare dagli occhi dolci della Chang e inizia a prendere in considerazione anche Mike!»
«Ragazzi» li fermò Michael, sospirando «Niente Quidditch quest’anno, per cui direi di rimandare queste considerazioni».
«Dillo alla giustiziera della notte, qui» disse Roger, strizzando l’occhio a Sophie che gli fece una smorfia «E di Malocchio Moody, che ne dite?»
«I miei lavorano al Ministero» rispose Michael «E anche i genitori di Lisa».
«Mamma e papà lo adorano» ammise Lisa con un piccolo sorriso «Nonostante sia considerato un pazzo, lo reputano un grande Auror».
«Deve essere un genio incompreso» Roger colpì Michael su un braccio «Sai che vorrei diventare Auror, no? E se me lo facessi amico per ottenere un colloquio al Ministero?»
«Buona fortuna, allora» disse Michael con un sorriso divertito «Mio padre dice che non è un tipo affatto facile».
«Comunque, si prospetta un anno pieno di colpi di scena!» continuò Roger, eccitato come un bambino.
Padma e Lisa si scambiarono un’occhiata complice, mentre Sophie, Terry e Anthony lo guardavano con rassegnazione.
Michael posò gli occhi sul volto felice dell’amico e sorrise.
«Già, lo penso anch'io».
 
 
 
 
 
 
 
Note:
 
Primo capitolo del quarto anno dei protagonisti, e Roger ha predetto la verità: sarà un anno PIENO di sorprese.
*= Selina Moore e William Harper non sono personaggi inventati. Li ho presi da una lista studenti di Serpeverde stilata dalla Rowling.
Selina Moore dovrebbe apparire in uno dei videogiochi, ma non ne sono sicurissima.
Harper, di cui conosciamo solo il cognome, viene citato una volta da Ginny Weasley, che lo definisce “idiota”. Credo che anche lui compaia in uno dei videogiochi. Mi sono, però, discostata dalla sua descrizione fisica e ho cambiato l’età del personaggio, per esigenze di trama. Dovrebbe avere l’età di Ginny, ma nella mia storia ha la stessa età di Cho, quindi un anno in più rispetto ai protagonisti e uno in meno rispetto a Roger.
E, oltretutto, ho scoperto che esistono un sacco di William Harper famosi nella letteratura, ma mi sono troppo affezionata al nome per cambiarlo (Senza contare che a volte sono davvero pigra come Anthony! xD).
Alla prossima :3

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


 
Capitolo 11
 
 
 
Hagrid stava elencando, ancora una volta, tutte le caratteristiche degli Schiopodi Sparacoda, mentre gli studenti osservavano le creature con circospezione.
Michael lanciò uno sguardo ai suoi amici: Padma e Lisa stavano a debita distanza, ma non si perdevano una parola, prendendo appunti come se ne dipendesse della loro vita; Anthony era seduto a terra, un braccio a sostenere il volto mezzo addormentato, ma Michael era certo che stesse ascoltando; mentre Terry non staccava gli occhi dagli Schiopodi con un misto di terrore e fascino. 
Michael, poi, cercò con gli occhi Sophie e si stupì nel vederla persa nei suoi pensieri. Aveva legato i folti capelli scuri in alto, aiutandosi con una matita rosicchiata, e gli occhi grigi avevano un assunto una sfumatura più chiara per via della luce. Il ragazzo non poté non notare quanto fosse carina in quel momento. Scosse la testa, quasi sentendosi in colpa. Era pur sempre Sophie, la sua migliore amica. Non era poi così normale fare quei pensieri.
«Cosa ti frulla per la testa?» le sussurrò, avvicinandosi e posandole un dito sulla fronte. 
«Chi ti dice che non stia seguendo la lezione?» rispose lei, le guance arrossate.
Michael le lanciò un’occhiata eloquente e Sophie fece un sorriso.
«Pensavo al Torneo».
«Non ne avevamo già parlato? Silente ha tracciato la Linea dell’Età intorno al Calice di Fuoco. Non riuscirai mai a mettere il tuo nome lì dentro».
«Non esistono incantesimi che non possano essere contrastati» continuò lei, testarda.
Michael sospirò, provando a farla ragionare.
«Sophie, per quanto ti conosca, non credo che una studentessa di quattordici anni possa imbrogliare un mago come Silente».
«Silente è un genio, ma non può aver pensato a tutto. Deve pur esserci un modo per arrivare al Calice».
«E poi che farai, ci hai pensato?» insistette Michael «Tutti sanno che non hai l’età per gareggiare, per cui…»
«Ma se riuscissi a battere l’incantesimo di un mago come Silente, magari rivedrebbero le regole e mi farebbero partecipare».
Michael fece per rispondere, ma Sophie lo interruppe di nuovo.
«E poi ho letto che il Calice di Fuoco è un contratto vincolante. Una volta che un Campione viene scelto, nessuno può tirarsi indietro».
«Fallirai, Sophie» disse il ragazzo, mentre Sophie faceva spallucce.
«Vedremo».
Terminata la lezione, Michael e Sophie si affiancarono agli amici per andare a pranzo e la ragazza provò a convincere anche gli altri ad approvare il suo piano.
«Io non sono affatto d’accordo. È contro le regole e metterai Corvonero nei guai» disse Padma, stringendosi i libri al petto.
«Ho sentito che anche i gemelli Weasley avrebbero in mente di aggirare il Calice» buttò lì Terry e Padma si voltò di scatto verso di lui «Sì, me l’ha detto Calì».
«Non ho parlato» mormorò lei in risposta e Anthony le fece un sorriso incoraggiante.
«Comunque, potresti unirti a loro. Tre menti sono meglio di una».
«Se avessimo successo, sarebbero dei rivali notevoli. Sono più grandi e conoscono sicuramente più incantesimi di me» spiegò Sophie «Meglio fare tutto da sola».
«Non servirebbe a niente continuare a dirti che è una pessima idea?» domandò Michael, entrando con gli altri nella Sala Grande.
«No, Mike, lo farò comunque» disse Sophie, sedendosi al tavolo dei Corvonero come se avesse chiuso la discussione.
«Se venissi scelta, faremo il tifo per te!» se ne uscì Lisa, sorridendole affettuosamente.
«Potresti non incoraggiarla?» sbuffò Padma, visibilmente preoccupata.
«Sii positiva, Padma. Magari Sophie ce la farà».
«Grazie, Lisa».
Michael adocchiò Cho entrare nella sala con le sue amiche e la vide salutare Cedric da lontano con un cenno della mano. Sophie, ovviamente, se ne accorse e si rabbuiò.
«Avete saputo di Diggory?» chiese allora Michael, facendo finta di niente.
«Praticamente i Tassorosso non parlano d’altro» replicò velocemente Sophie, indispettita «Chissà se ha già messo il nome nel Calice».
«Sapete» biascicò Terry, masticando una coscia di pollo «Se da una parte vorrei vedere finalmente brillare un’altra Casa che non sia Grifondoro, dall’altra dovremmo sorbirci per molti mesi tutte le fan del principino, in caso dovesse farcela».
«Cos’è, anche Calì lo trova carino?» lo punzecchiò Anthony, guardando però la reazione di Padma che stava mangiando le sue verdure in silenzio.
Terry arrossì e lo guardò in malo modo.
«È facile piacere a tutti quando la genetica è dalla tua».
«Non ha alcun senso, Terry» rise Lisa, bevendo poi del succo di zucca.
«E comunque dovresti tifare per Corvonero» aggiunse Padma, stringendo le labbra.
«Vedrete che saremo l’unica Casa senza un Campione, come sempre» continuò Terry, scuotendo la testa «Troppi libri e poca voglia di sporcarsi le mani. Dovrebbe descriverci così il Cappello Parlante».
«Non ti preoccupare, ci sarò io a rappresentare i Corvonero».
«Uhuh, ho sentito bene?»
Roger Davies li raggiunse affiancato da Cho Chang, che li salutò tutti con un sorriso così meraviglioso che per poco non arrossì anche Anthony.
«Fawcett» la salutò Roger, sedendosi accanto a Michael, mentre Cho rimaneva in piedi.
«Davies. Dovresti smetterla di origliare le conversazioni altrui».
«Ma hai davvero intenzione di fregare la Linea dell’Età di Silente?» domandò lui a bassa voce, per paura che qualche Prefetto lo sentisse.
«E allora?»
«E allora fallirai».
Michael sorrise divertito all’amico e Sophie si accanì sulle sue patate.
«Ti ho mai fatto capire di essere, in qualche modo, interessata al tuo parere?» domandò lei, spigolosa.
«Me lo stai davvero chiedendo?»
Sophie lo guardò e lui alzò le sopracciglia, quasi ricordandole le volte in cui lei gli aveva chiesto un consiglio. Michael, ignaro di tutto, passava lo sguardo dall’uno all’altra, provando a capire.
«Ci vediamo in giro, Davies» lo salutò allora Sophie, facendogli capire che non aveva più voglia di parlare con lui.
Roger si lasciò andare ad una risata – e Michael notò che anche Cho era divertita da quella scenetta – e si alzò dalla tavola.
«Sì, ci vediamo in giro. Allora, forza Corvonero, olè, olè!» ironizzò Roger, alzando i pugni in aria e allontanandosi da loro con Cho, che rideva accanto a lui.
«Che ci trova quella di tanto divertente, lo vorrei proprio sapere».
«Non accanirti su di lei, solo perché ce l’hai con Roger» la difese Michael «Comunque, l’unica cosa positiva di questo torneo e che, forse, diventeremo amici di Krum!»
«Ah, io mi sono portata avanti e gli ho già chiesto l’autografo» disse Sophie, allegra «Mi sembra un ragazzo alla mano, nonostante la fama».
«Potevano far sedere quelli di Durmstrang al nostro tavolo e invece ci toccherà mangiare tutto l’anno con i simpaticoni di Beauxbatons» commentò Terry, anche lui fan accanito di Krum.
«Direi che non ci è andata così male» commentò Anthony e Padma lo guardò per capire cosa intendesse.
Era entrata nella Sala Grande una ragazza di Beauxbatons ed era bellissima: grandi occhi azzurri, il nasino alla francese e un sorriso perfetto.
Anthony non la perdeva di vista, così come Michael, mentre Terry, il più sensibile al fascino femminile, stranamente le diede solo una rapida occhiata e si riconcentrò sul suo piatto.
Il gruppo la conosceva di vista, come tutti, perché quella studentessa aveva attirato gli sguardi della maggior parte dei ragazzi fin dalla sua prima sera ad Hogwarts.
«Continuo a non capire cosa ci troviate di tanto speciale» disse Terry, passandosi una mano fra i ricci ordinati «Fisicamente è da nove, ma ha un carattere odioso».
Terry, però, sembrava uno dei pochi a non trovarla uno schianto. Padma non aveva mai visto Roger Davies, a cui le ragazze non mancavano di certo, guardare qualcuno con gli occhi e la bocca sbarrati. Sophie, notando la cosa, rise.
«Sembra un pesce lesso. Tutte le volte» poi, rivolta a Michael, chiese «Credi anche tu che sia da nove, vero?»
Michael spostò lo sguardo dalla ragazza a Cho, seduta poco lontana da lei, e sembrò risvegliarsi dalla trance. 
«Io non do i numeri alle ragazze, Soph. Ma continuo a trovare Cho molto più bella».
Sophie non la prese bene: gonfiò le guance e si torturò la cravattina della divisa, prima di replicare.
«Credo che tu sia cieco. Non sono un’esperta, ma credo che quest’anno la corona da regina sia passata ad un’altra ragazza».
Anthony distolse lo sguardo e lo puntò su Padma, che gli fece un mezzo sorriso rassegnato.
«Abbiamo finalmente trovato qualcuna degna della tua attenzione, Ant?»
«Mah. Non vado pazzo per le bionde» rispose lui, serio «Ma devo ammettere che si fa notare».
«Non c’è proprio speranza con lui» scherzò Michael, mentre lanciava un pezzo di pane a Roger, ancora ammaliato dalla vista della ragazza straniera.
Roger riuscì finalmente a tornare alla realtà e si girò verso l’amico.
«Ma l’hai vista?» mimò con le labbra il più grande, mentre Michael rideva.
Sophie si sporse per fargli l’imitazione, aprendo e chiudendo la bocca.
Roger non riuscì a risponderle, perché la studentessa di Beauxbatons si era avvicinata per chiedergli qualcosa e lui, nel tentativo di fare conversazione, iniziò davvero ad aprire e a chiudere la bocca come un pesce.
 
 
 
 
 
 
 
Quando Padma e Lisa si precipitarono dentro la Sala Comune all’improvviso, Michael, fino a quel momento stravaccato su una poltrona, scattò in piedi, temendo l’assenza di Sophie.
«Cos’è successo?»
Anthony e Terry, scendendo in quel momento dal dormitorio, raggiunsero gli amici e Lisa non trattenne la risata cristallina.
«Oh, allora è tutto a posto» chiarì Terry, sorridendo alla vista di una Lisa così divertita.
La vista, però, di Padma ancora scossa non fece rilassare Michael.
«Allora?»
«Sophie ha provato a oltrepassare la Linea dell’Età» disse Padma, non sapendo se ridere o preoccuparsi «E… Ecco, ora è in Infermeria».
Michael non attese ulteriori spiegazioni, si lanciò verso l’uscita della Sala Comune e si precipitò lungo i corridoi e per le scale del Castello, diretto all’Infermeria.
Sulla soglia della stessa, Michael riprese fiato, rosso in viso e con il respiro mozzo. Madama Chips lo guardò stralunata e gli si avvicinò.
«Signor Corner, si sente bene?» gli domandò, facendo per tirare fuori dalla tasca del suo grembiule un termometro, ma il ragazzo la fermò.
«No, no, io… sto bene. Sono venuto… a… trovare… Sophie F…»
«La signorina Fawcett sta bene, signor Corner. Non c’era bisogno di affrettarsi a vederla» la interruppe lei, divertita dal fiatone di Michael, «Comunque, vada pure e constati di persona la salute della signorina».
Michael deglutì ed entrò nell’Infermeria. Vide un nugolo di Tassorosso attorno ad un letto e scorse Cedric Diggory, che gli fece un cenno di saluto. Stupito, ricambiò e poi continuò a camminare alla ricerca di Sophie. Superò un signore con la barba, non facendosi domande, e procedette oltre.
«Mike!»
Michael si voltò verso l’uomo e lo scrutò con attenzione. Non era un signore: era Sophie con una corta ed ispida barba grigia. Non trattenne le risate e Sophie fece lo stesso, con le lacrime agli occhi.
«Da vecchia non mi riconosceresti?» domandò lei, ancora scossa dalle risa.
«Non credo che sarai così fra qualche anno» Michael si sedette sul suo letto ed indicò la barba «Non mi sembrava che fossi così pelosa. Non che sarebbe un problema, per me».
«Avevi ragione alla fine. Ho fallito» Sophie indicò i Tassorosso «Ma è bello vedere che non sono l’unica stupida che ha tentato. Summers ha subìto la stessa sorte e i Weasley sono arrivati da poco» e Sophie voltò il viso oltre il suo letto. Michael seguì il suo sguardo e vide i gemelli toccarsi le lunghe barbe con divertimento.
«È strano vedere che il Cappello Parlante si è sempre sbagliato» commentò il ragazzo con un sorriso «A quanto pare, gli unici davvero intelligenti sono i Serpeverde».
Sophie non rispose alla provocazione e Michael vide un mazzo di fiori color indaco e una scatola di cioccolatini appoggiati sul comodino della ragazza.
«Sono… Nontiscordardimé?» azzardò lui e Sophie annuì, toccandosi i lunghi capelli grigi.
«Me li ha portati prima Stebbins quando è venuto a trovare Summers; però Madama Chips non è ancora riuscita a portarmi un vaso. Sono belli, vero?»
Michael annuì e Sophie notò subito il cambiamento d’espressione.
«Oh, ti prego, Mike. Mi ha solo portato dei fiori, non mi ha regalato un anello!»
«Va bene, va bene. Se mi dici che non vuol dire niente, ti credo» disse lui, guardandola poi negli occhi «Anche Stebbins ha messo il suo nome nel Calice?»
Sophie alzò le spalle. «Non ne abbiamo parlato, ma credo proprio di sì».
Michael annuì, non sapendo bene il perché, e poi vide un bastone appoggiato al letto e studiò con gli occhi il corpo dell’amica.
«Non puoi camminare?» domandò, preoccupato.
Sophie sorrise e scosse la testa.
«Quell’idiota di Davies! Appena l’ha saputo, non ha perso occasione per venire qui a gongolare. E mi ha portato un bastone, dicendo che mi sarebbe servito per via dell’età avanzata!»
Michael rise con lei, dopo aver sentito la storia, ma qualcosa, in tutto quello che aveva detto, gli aveva dato fastidio e in un primo momento non capì cosa.
Quando salutò l’amica, che sarebbe stata dimessa in poche ore, e tornò verso la Sala Comune, comprese quale fosse il suo problema. 
Entrò nella Torre dei Corvonero e salì nel dormitorio di Roger, aspettando di trovarlo lì dentro. Non si sbagliò, perché l’amico era effettivamente sul suo letto a leggere un libro. Quando lo vide entrare, chiuse tutto e allargò le braccia nella sua direzione.
«Grazie a Merlino! Mi serviva proprio una distrazione. È tutto il giorno che studio e non penso mi sia entrato nulla in testa!»
«Hai saputo di Sophie?»
Roger fece un mezzo sorriso.
«Oh, quello? È stato meraviglioso. Io ero lì in quel momento, e poi sono andato a trovarla e le ho portato…»
«Sì, lo so, ho visto cosa le hai portato» lo interruppe lui, sbrigativo «E non ti è mai passato per la testa di venirmi a dire cosa le fosse successo?»
Roger fece per rispondere con tranquillità, ma poi chiuse la bocca, notando lo sguardo dell’amico.
«Sei arrabbiato con me, o sbaglio?»
«Direi proprio di sì! La mia migliore amica finisce in Infermeria e io sono stato l’ultimo a saperlo! Avresti potuto dirmelo, invece di precipitarti da lei per prenderla in giro».
Roger si alzò dal letto, sospirando, e gli si mise davanti.
«Continuo a non capire di che cosa, esattamente, tu mi stia accusando» disse Roger, sincero «Pensi che io abbia voluto tenerti nascosto qualcosa, oppure ti dà fastidio che io stuzzichi, come sempre, la Fawcett o semplicemente non vuoi che io le parli? Perché, se ricordo bene, sei stato sempre tu a incoraggiarci ad andare d’accordo».
«Ed è ancora così, Roger, davvero, ma…» Michael non sapeva più come continuare. Qualsiasi discorso che provava a formulare non aveva più senso. Perché avrebbe dovuto avercela con Roger? «È solo che… Non mi è piaciuto non essere subito lì con lei».
«Non era niente di grave, Mike. Se lo fosse stato, sarei stato il primo a correre a cercarti, ma hai visto anche tu che non era nulla» Roger gli mise le mani sulle spalle e si stupì di quanto Michael fosse diventato più alto «E poi sapevo che Padma e Lisa te l’avrebbero detto».
«Scusa. Non so cosa mi sia preso» Michael lo guardò negli occhi, sinceramente dispiaciuto «So solo che ho visto i fiori di Stebbins, e poi c’era quel tuo bastone e io… io…»
«Mike, non ti voglio portare via la Fawcett» chiarì Roger, lasciandolo andare con un sorriso «E da quello che ho capito, anche Stebbins ha smesso di provarci, per cui, ti prego, smettila di farti venire paranoie per niente».
«Hai ragione».
«Ammetti senza paura che ti piace la bisbetica, così tutti noi potremmo continuare a vivere tranquilli».
Michael gli lanciò un’occhiataccia e Roger rise.
«E dai, sei entrato qui come un fidanzato tradito! Se non vuol dire niente questo…»
«Non è come pensi» disse Michael, stufo di dover ripetere quelle parole «Ma tanto continuerai a crederlo, vero?»
Roger fece spallucce, mostrando un sorriso furbetto.
«Comunque, se ti può far sentire meglio, anche Cho era andata a trovarla. Le aveva portato dei cioccolatini, mi pare».
«Sì, mi fa sentire meglio».
«Ci facciamo una partita a scacchi? Così scarichi i nervi».
«Ti ho già chiesto scusa, Roger, per quanto ancora mi vorrai torturare?» chiese Michael, scendendo però con lui nella Sala Comune.
«Oh, non ne hai idea!»
 
 
 
 
 
 
Note:
 
Sono quasi scioccata di quanto io riesca ad aggiornare in fretta questa storia. Di tutte le storie che ho in corso, è quella che ho sempre più voglia di riprendere in mano, nonostante siamo solo all’inizio. Ci sono molto affezionata, diciamo. Non solo perché, da brava Corvonero, vorrei davvero descrivere bene i personaggi della mia Casa, ma anche perché sapendo poco o niente di loro li sento quasi “miei”.
Belle parole a parte, in questo capitolo vediamo i fallimentari tentativi di Sophie di mettere il suo nome nel Calice. Sembra un capitolo un po’ privo di contenuti, ma in realtà si sta muovendo tutto a piccoli passi – ma si sta muovendo! –, proprio perché alcune situazioni precipiteranno all’improvviso.
Summers è, come sempre, un personaggio della Rowling, che viene citato proprio insieme alla Fawcett, quando Madama Chips commenta il tentativo fallito dei gemelli Weasley.
Nel prossimo capitolo, in teoria, vedremo la prima prova dal punto di vista dei Corvonero.
A presto :3

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
 
«Quindi per chi farai il tifo?» domandò Terry, mano nella mano con Calì, uscendo dal Castello. Era il 24 novembre, giorno della Prima Prova, e il freddo pungente penetrava anche sotto sciarpe e cappelli.
Calì gli fece un sorriso divertito e Terry notò quanto fosse ancora più carina tutta infagottata per ripararsi dal vento.
«La smetti di pensare che abbia una cotta per Cedric Diggory? Ho solo detto che è carino. Una volta!»
«Due volte» la corresse Terry, il naso rosso risaltava sul volto pallido «Ma davvero tiferai per Potter?»
«È un Grifondoro!»
«Sai quello che si dice in giro. Sul fatto che abbia messo di proposito il suo nome nel Calice, perché non può fare a meno della fama».
«Non avrai letto l’ultimo articolo di Rita Skeeter, spero. Lo sai che quella donna si diverte a colorare la realtà. Bisogna creare le notizie per vendere» disse Calì, e Terry si stupiva sempre di quanto fosse incredibile. Era la sorella di Padma, per cui l'intelligenza era nella sua genetica, ma Calì aveva le sue opinioni su ogni cosa e difficilmente si faceva scalfire dai pareri altrui.
Era così sicura di sé da mandarlo fuori di testa. Adorava quanto potesse essere sempre piena di energia.
«E poi da quando ti fai influenzare da quello che dicono gli altri? Pensa con la tua testa, Terry».
«È che non so cosa pensare».
«E allora se non sai qualcosa, non dare giudizi affrettati» continuò lei, allungandosi poi per dargli un bacio sulla guancia «Non vedevi l’ora che arrivasse questo giorno, quindi non pensiamo più a Harry o a Rita Skeeter o a nessun altro, d’accordo?»
Terry le strinse ancora di più la mano guantata, annuendo, e poi scorse i suoi amici ai limiti della Foresta Proibita. Quando li raggiunsero, il ragazzo notò che anche Lavanda Brown era lì con loro.
«La Prima Prova sarà là dentro?» domandò Terry, indicando la Foresta terrorizzato.
Lavanda e Calì risero, e Anthony, il volto nascosto quasi interamente dalla sciarpa, fece uno sbuffo rumoroso.
Lisa mise una mano sulla spalla per Terry per infondergli coraggio, ma si guadagnò un’occhiataccia di Calì, che non gradiva la loro vicinanza.
Sophie, Michael e Padma non sapevano se ridere o piangere di fronte a quella scenetta.
«Padma! Calì!»
Le gemelle si voltarono all’unisono nell’udire quella voce e per poco Calì non svenne. Lasciò velocemente la mano a Terry e si avvicinò a Lavanda.
«Quello è…» iniziò Michael, guardando verso l’uomo che li stava raggiungendo.
«Il padre delle gemelle» concluse Anthony e a Sophie non sfuggì il tono tetro dell’amico.
Anjan Patil era un uomo non particolarmente alto, ma con un fascino che aveva sempre incantato le amiche di Calì e Padma. Era vestito con il tipico dhoti indiano e avanzava a passo sicuro, come se fosse certo dell’effetto che provocava nelle persone.
«Papà!» trillò Calì, trattenendo il panico «Perché sei qui?»
«Faccio parte della commissione per la prova di oggi» disse Anjan, facendo un sorriso a ognuno di loro «Io e la mamma sapevamo di questo torneo da quest’estate, ma volevamo farvi una sorpresa».
«E ci siete riusciti» ammise Calì, sentendo lo sguardo confuso di Terry addosso «Uao».
Padma mantenne la calma per la sorella e si avvicinò al padre per dargli un abbraccio.
«È bello rivederti! Rimarrai qui per molto?»
«Non mi hanno dato tante istruzioni. Per oggi devo solo fare in modo che i Campioni arrivino tutti interi alla prossima prova» disse Anjan e il suo sorriso si allargò di fronte a Terry e a Lisa, che avevano sbarrato gli occhi nel sentire quelle parole «Tranquilli, siamo in tanti a garantire la sicurezza».
«Sarà così dura oggi?» chiese Michael, provando a celare la paura. 
«Non vi preoccupate, nessuno si farà del male» rispose Anjan, voltandosi poi verso le figlie «Quanto a voi, ragazze, ci vedremo ancora. Ci sarà un’occasione speciale prima della seconda prova e sono stato invitato a parteciparvi. Sono felice di passare del tempo con voi prima di tornare al lavoro!»
«Anche noi, papà» disse Padma, sorridendo «Non vediamo l’ora».
«Bene» Anjan baciò sulla testa entrambe e fece un cenno di saluto a tutti gli altri «Ci vediamo dentro». E sparì dentro la Foresta.
«Si può sapere che ti è preso?» domandò Terry, quando Anjan era oramai lontano.
«Lo sai che non possiamo rischiare che i miei lo scoprano!»
«Ma se ti comporti come una pazza, tuo padre capirà che nascondi qualcosa» continuò Terry, alzando gli occhi al cielo.
«Non mi sono comportata come una pazza» chiarì Calì, poi rivolta a Lavanda «Vero?»
«A voler essere proprio sincera…»
«Non ce l’aspettavamo, ma ora sappiamo che rimarrà ad Hogwarts per un po’» disse Padma, ergendosi in difesa della sorella «Per cui ti consiglio di tenere un basso profilo, se non vuoi che papà lo venga a sapere».
«Perfetto. Davvero perfetto! Con tutti i lavori del mondo, mio padre doveva per forza lavorare per la commissione di questo stupido torneo!» grugnì Calì, sospirando poi desolata «Andiamo, Lav. Se rimarremo con loro, darò nell’occhio. Papà sa che ad Hogwarts io e Padma frequentiamo amici diversi».
Terry fece per avvicinarsi, ma Calì lo bloccò con una mano.
«Mio padre non è nei paraggi, ma i suoi colleghi sì».
Calì allora salutò tutti, prima di prendere per mano Lavanda e trascinarla dentro la Foresta Proibita.
L’umore di Terry era appena crollato sotto i suoi piedi. Era stato già difficile stare lontano da Calì l’estate precedente, ma sapere di averla così vicino, senza potersi comportare come il suo ragazzo, sarebbe stato anche peggio. Lanciò uno sguardo implorante a Padma che fece spallucce.
«Io non posso fare niente».
«E se provassi a parlare a tuo padre…»
«Ah, pessima mossa» lo bloccò Anthony «Non te lo consiglio».
Padma lanciò un’occhiata di rimprovero ad Anthony, che alzò le mani in segno di resa. Terry si abbatté ancora di più e Lisa, sollevata dal fatto che Calì non fosse presente per attaccarla, si avvicinò di nuovo per dargli una pacca sulla spalla.
«Non rimarrà per tutto l’anno, Terry. Devi solo resistere per qualche settimana e tutto tornerà come prima».
«Lisa ha ragione» disse Padma «E poi io non posso proprio parlare con papà. È una scelta di Calì, se e quando dirglielo».
«Non mi sembrava pronta» ammise Michael, scambiandosi uno sguardo con Anthony che era tornato nel suo solito silenzio pensieroso.
«Terry, su con il morale!» se ne uscì Sophie, che era rimasta zitta per tutto quel tempo. Si avvicinò all’amico e gli strinse una mano «La Prima Prova del torneo sta per iniziare! Non pensare a quello che sarà e andiamo a goderci lo spettacolo!»
Michael fissò teneramente Sophie mentre parlava, sapendo quanto la ragazza odiasse vedere le persone tristi, soprattutto gli amici. 
Il gruppo entrò nella Foresta Proibita, pronti ad assistere alla prova dei Campioni.
 
 
 
 
«Io dico Krum» dichiarò Terry una sera di dicembre, seduto con i suoi amici davanti al fuoco del camino.
Stavano scommettendo su chi avrebbe vinto il Torneo Tremaghi e il ragazzo puntava tutto sulla stella di Durmstrang. Padma e Lisa preferivano di gran lunga Harry Potter e Cedric Diggory, perché volevano veder vincere la propria scuola. Michael, Sophie e Anthony, invece, non avevano ancora deciso, desiderosi com’erano di vedere solo un bello spettacolo.
«Poco di parte, eh?» ironizzò Sophie, che stava rileggendo distrattamente il tema di Storia della Magia di Michael «Tiferai Krum qualsiasi cosa faccia!»
«Hai visto come ha sconfitto il suo drago durante la Prima Prova!»
«Anche gli altri se la sono cavata» disse Lisa, guardando verso Terry che scosse il capo, testardo.
«Il trucchetto di Diggory è stato stupido».
«È stata una gran bella Trasfigurazione» ammise Michael, ancora colpito al ricordo «E poi il suo drago ha veramente seguito il cane».
«Ma ha rischiato di morire bruciato» insistette Terry, quasi soddisfatto di quel dettaglio.
«Ma non è successo» ribatté Padma, pratica.
Anthony, in silenzio come sempre, si godeva quei battibecchi fra i suoi amici. Un sorriso divertito era dipinto sul suo volto, e ogni tanto lanciava occhiatine verso la persona che stava parlando, ben attento a non perdersi una parola.
«E la Delacour non deve essere molto sveglia» continuò Terry, alzando due dita «Voglio dire, la sua idea era a dir poco pietosa. E non ha eseguito così bene il Confundus».
«Il Calice di Fuoco non sceglie i suoi Campioni a caso» si indispettì Padma «Vengono selezionati in base a intelligenza, coraggio e spirito di iniziativa».
«Guarda che non penso che Fleur sia stupida perché è una ragazza. Penso che sia stupida e basta».
«Non credo proprio che sia stupida» disse Sophie, passando il tema a Michael e annuendo «È molto buono, Mike».
«Perfetto». E il ragazzo mise la pergamena dentro la sua borsa, prima di chiedere «Allora, avete già idee su chi portare al Ballo del Ceppo?»
Tutti si rabbuiarono e Michael fece una risata divertita.
«Oh, andiamo, ragazzi, sarà divertente!»
«Sì, molto divertente» gli fece eco con ironia Padma «Mio padre sarà presente alla festa e controllerà che nessun ragazzo mi sia troppo vicino».
«Perché?» chiese Anthony, e gli amici si stupirono del suo tono curioso. Anthony raramente era curioso di qualcosa. «Vorresti avere vicino qualche ragazzo in particolare?»
«Ma no, non è per quello» rispose velocemente Padma, non guardando l’amico negli occhi «Dico solo che se dovessi conoscere qualcuno d’interessante, mio padre sarebbe lì a controllare».
«Non credevo che sarebbe arrivato il giorno in cui Padma Patil avrebbe finalmente dato una possibilità ai ragazzi» rise Michael, quasi scioccato.
«Non ci sono molti ragazzi indiani ad Hogwarts» commentò Lisa, confusa dalle parole dell’amica «E i pochi che ci sono li conosci già tutti».
«Quest’anno siamo un po’ di più, no?» Ma vedendo Anthony alzare le sopracciglia, Padma sospirò «Posso lamentarmi di non essere libera di fare quello che voglio, nel caso volessi farlo?»
Sophie e Michael si guardarono prima di scoppiare a ridere.
«Io appoggio Padma. Preferirei che suo padre non fosse qui» mugolò Terry, mettendo su il broncio «Calì mi ha già detto che non andremo al ballo insieme, proprio per buttare fumo negli occhi a tuo padre».
Padma fece spallucce e provò a fargli un sorriso incoraggiante.
«Vedila così, lo fa per proteggere la vostra relazione».
«È l’evento più eccitante che organizzano ad Hogwarts da anni e non potrò godermelo. Per una volta che avevo anche la ragazza!»
«Non è la fine del mondo» disse Michael, voltandosi poi verso il resto del gruppo «E voi con chi andrete?»
«Perché non ci andiamo tutti insieme?» propose Lisa, sistemandosi meglio il cerchietto blu sulla testa «In fondo, siamo in sei, no? Michael e Sophie, Anthony e Padma, e io con Terry».
«Si potrebbe fare» ammise Padma e Anthony la guardò con tanto d’occhi.
«Stai scherzando!?»
«Se non vuoi venirci con me, potresti andare tu con Lisa e io con Terry» disse Padma sulla difensiva «Così Lisa non rischia di essere uccisa da mia sorella!»
«Non era per quello, figurati» rispose Anthony, coprendosi gli occhi con una mano.
«Ah, no, io ci andrò con Lisa» si mise in mezzo Terry con sicurezza «Farò rodere Calì dalla gelosia! E lei è l’unica che la renda gelosa».
Lisa fece un mezzo sorriso rassegnato, ma era molto legata a Terry e avrebbe fatto di tutto per il suo amico. Sapeva bene quanto Calì fosse gelosa del suo rapporto con il ragazzo, ma Terry era il suo più caro amico. Non l’avrebbe mai visto in nessun altro modo.
Nel frattempo, Sophie, che era arrossita quando Lisa aveva proposto le coppie per il ballo, azzardò un’occhiatina verso Michael e quasi volle colpirlo in testa, quando si accorse che il ragazzo era tutto concentrato su Cho Chang, seduta poco lontano da loro con Roger Davies e la loro corte.
Sophie seguì il suo sguardo e si accorse che oramai Mandy Brocklehurst passava sempre più tempo con i ragazzi popolari. 
«Mike, sei ancora tra noi?» lo pungolò lei con il gomito, e Anthony e Terry sorrisero nel vederlo distratto.
«Hai puntato Mandy, o sei ancora cotto di Cho?» domandò Terry a bassa voce, beccandosi un’occhiataccia di Sophie. Terry allora chiese scusa e mimò di cucirsi la bocca.
«Cho non accetterà mai di venire al ballo con te!» sbottò Sophie, sconvolta dal fatto che l’amico non si fosse ancora messo l’anima in pace «Sai benissimo con chi andrà!»
«Vero. Sarà sicuramente la dama di Cedric, Mike» disse Padma, provando a farlo ragionare. La ragazza desiderava davvero che almeno Sophie riuscisse ad avere la serata dei suo sogni.
«Voglio comunque provare» disse Michael, sicuro «Magari mi dirà di no…»
«Togli il magari» lo interruppe Sophie, ad un passo da urlargli addosso quanto fosse stupido.
«… Però voglio comunque che sappia che sarebbe stata lei la favorita. E che qualsiasi altra persona mi accompagnerà al ballo sarà solo una seconda scelta».
Quelle parole furono troppo per Sophie, che scattò in piedi come una furia. Terry e Lisa si prepararono al peggio, pronti a ripararsi in caso le cose si fossero messe davvero male, mentre Anthony e Padma la fissavano immobili. Michael, come sempre, non capì il perché di quell’azione.
«Vai a dormire, Soph?» domandò lui, dando ancora uno sguardo a Cho.
«Sì, sono stanca. Molto, molto stanca» Sophie raccolse tutte le sue cose e aggiunse «Comunque, Lisa, purtroppo devo bocciare la tua proposta. Ho già un cavaliere per il ballo e non intendo trascorrere la mia serata con Mike, che la trascorrerà a sbavare per qualcuno che non può avere».
Michael la guardò, colpito dal tono rancoroso della ragazza.
«Aspetta, con chi ci vai?» domandò poi, curioso e infastidito allo stesso tempo.
«Sarà una sorpresa» rispose lei velocemente «Buonanotte, ragazzi».
Gli amici la guardarono salire di corsa le scale per il dormitorio. Sbatté la porta così forte che gli altri Corvonero della Sala Comune interruppero le loro conversazioni per capire cosa fosse successo. Ad un’occhiata interrogativa di Roger, Michael gli fece segno di lasciar perdere e si voltò verso gli amici.
«Ma che l’è preso, si può sapere?»
 
 
 
 
 
Terminate le lezioni, Sophie corse via senza dire nulla a nessuno. Velocizzò il passo, diretta verso le Serre dove i ragazzi del settimo anno avevano appena terminato la lezione di Erbologia. Attese di vedere Michael Stebbins in mezzo ai ragazzi di Tassorosso e, appena notò la sua figura familiare, si avvicinò al gruppo.
«Ciao, Michael» lo salutò lei e alcuni suoi amici, nel vederla, fecero delle risatine divertite. Sophie non si stupì della cosa: oramai era all’ordine del giorno vedere ragazzi e ragazze avvicinarsi a qualcuno per fare il loro invito al ballo. Era certa che la popolarità di Stebbins l’avesse messo di fronte a situazioni del genere molto spesso, ma sperò di non essere arrivata troppo tardi.
Sophie aveva passato l’intera notte ad arrovellarsi su quale ragazzo avrebbe davvero accettato un suo invito. Poi aveva ricordato le parole di Terry, e sapeva che ci sarebbe stata una persona di cui Mike sarebbe sempre stato geloso. E quella persona era proprio Michael Stebbins.
«Sophie!» Michael non ebbe neanche bisogno di fare cenno agli amici, che quelli si erano già allontanati. Sophie si voltò giusto in tempo per vedere Cho aspettare Cedric vicino alla fine della strada, e sospirò tetra. Mike era davvero senza speranze.
«È da un po’ che non parliamo io e te» disse Michael con un sorriso «Come stai?»
«Bene, direi. Tu?»
«Ora benissimo» rispose con sincerità lui «Mi è sempre piaciuto passare del tempo con te».
«Allora tieni bene a mente queste parole, mentre ti chiederò quello che sto per chiederti».
«Dimmi tutto».
Michael le indicò la strada per tornare al Castello e iniziarono a camminare insieme.
«Stai facendo progressi con la tua amica?» domandò lei, sperando che non si arrabbiasse per la sua indiscrezione.
Michael piegò le labbra e scosse la testa.
«No, per niente. Anzi, forse le cose sono anche peggiorate».
«Davvero? Mi dispiace».
«Fa niente, vorrà dire che m’inventerò qualcos’altro» Michael piegò la testa con un sorriso e la guardò «Sei venuta a dirmi che finalmente tu e Corner siete una coppia?»
Sophie si bloccò sul posto e arrossì.
«Nono, niente del genere».
«Purtroppo» aggiunse lui per lei e Sophie sorrise.
«Probabilmente avrai avuto altre duecento proposte, ma devo chiedertelo. Verresti al ballo con me?»
Michael rimase sorpreso di fronte a quella domanda e poi scoppiò a ridere. Sophie incrociò le braccia al petto, arrabbiata. Non era certo la reazione che si sarebbe aspettata da lui.
«Lo sai che per tradizione sono i ragazzi a chiederlo alle ragazze?»
«Questo non è il più il Medioevo. In settimana ho visto un sacco di ragazze fare la prima mossa».
«Sei incredibile! Ogni volta che penso di averti capito, tu mi stupisci… In maniera positiva, ovviamente!»
Sophie si sciolse di fronte a quelle parole e, ancora rossa in viso, chiese.
«Quindi è un sì?»
«Certo che è un sì, Sophie» disse lui, ancora divertito «Sarà un onore accompagnarti».
«Sei sempre il solito».
«Però, perché non l’hai chiesto a Corner? Dubito che ti avrebbe detto di no».
«E invece sbagli» ribatté Sophie, mordendosi il labbro «Non è con me che vuole andarci».
Stebbins preferì non chiedere ulteriori spiegazioni, perché lo sguardo di Sophie era diventato così triste che lui non aveva cuore di farle ancora domande sull’argomento.
«Peggio per lui, allora. Ci ha perso lui e ci ho guadagnato io» disse allora Michael e un piccolo sorriso spuntò sul volto della ragazza. Nonostante lui fosse innamorato di un’altra, Stebbins non poteva negare quanto Sophie diventasse, senza accorgersene, ogni giorno più carina «Che colore è il tuo vestito? Così potrò cambiare il colore del mio per abbinarli».
«Rosa antico. Ma non esagerare. Non vorrei che sembrassimo troppo…»
«Fidanzatini?» la anticipò Michael, annuendo «Sì, tranquilla. Chiederò alle mie amiche. Anche perché non ho idea di colore sia il rosa antico!»
Sophie rise di fronte alla sua espressione buffa e seppe di aver fatto un’ottima scelta. Michael Stebbins sarebbe stato il cavaliere perfetto.
 
 
 
 
 
Michael Corner, seduto al tavolo con Anthony, vide Cho Chang entrare nella Sala Comune. Ed era da sola. 
Era davvero incredibile che non fosse circondata dal suo gruppo e allora Anthony si protese verso di lui.
«Non avrai mai più un’occasione del genere. Vai adesso».
Michael annuì e Anthony gli augurò buona fortuna, ma dagli occhi Michael capì che sapeva già come sarebbe andata a finire. Non che lui si aspettasse diversamente.
Era certo che Cho gli avrebbe di no, alludendo come scusa il fatto che sarebbe andata con Cedric Diggory; ma non sapeva da dove gli fosse uscito l’incredibile di coraggio di volersi dichiarare proprio in quel momento.
Quel ballo stava facendo diventare intrepidi anche i più timidi. Michael aveva assistito a dichiarazioni plateali un po’ ovunque, per cui, quando aveva deciso di fare lo stesso, aveva dato la colpa al clima festoso che era sceso sul Castello.
«Cho, ciao» disse Michael e subito Cho gli sorrise di quel sorriso che tante volte aveva sognato la notte «Posso?»
«Certo, siediti pure» Cho gli liberò la poltrona vicino alla sua e lo guardò con i suoi occhi dolci «Volevi parlarmi di qualcosa?»
Michael deglutì e per una frazione di secondo pensò di salutarla e tornare da Anthony, ma poi scosse la testa. Non poteva cedere proprio in quel momento, doveva dirglielo.
«No?» domandò lei, ora confusa.
«No, cioè sì» disse Michael, iniziando a gesticolare «Sì, devo dirti qualcosa e no, non posso rimandare».
Cho lo fissò, in attesa. Perché doveva essere così dannatamente bella? Era una distrazione, non poteva farle una proposta decente se continuava a guardarlo così. 
Michael abbassò lo sguardo, concentrandosi sulle sue scarpe.
«Senti, Cho, mi farebbe davvero piacere se…»
«Se…?»
«Se…»
«Cho! Mike!» Roger li raggiunse all’improvviso e si sedette senza tante cerimonie sul bracciolo della poltrona di Cho «Notizia meravigliosa. Andrò al ballo con quello splendore di Fleur Delacour. Volevo dirvelo da stamattina, ma non vi ho trovati».
Roger notò l’atmosfera intima dei due e indicò prima Michael e poi Cho.
«Ho interrotto qualcosa?»
«Ehm, a dire la verità Michael voleva dirmi qualcosa» chiarì Cho e Roger, conoscendo l’amico, gli mimò un no con la bocca da dietro alla ragazza.
Michael lo ignorò.
«Stavo chiedendo a Cho…»
«Ah, fortuna che per oggi le lezioni sono finite!» disse Marietta Edgecombe, lanciando i suoi libri sul tavolino di fronte a loro. Eddie Carmichael e Mandy Brocklehurst erano dietro di loro, e Michael sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo prima che anche gli altri membri della corte li raggiungessero.
«Non vedo l’ora che arrivi il ballo. Ho proprio voglia di danzare un po’» buttò lì Mandy, lanciando un’occhiatina a Roger che venne ignorata. Eddie si schiarì la gola e Mandy gli batté una mano sulla spalla. Marietta, intanto, si sistemò i folti ricci annoiata.
«Oh, Cho, non sai quanto t’invidio!»
«Ragazzi» Cho richiamò tutti all’ordine e indicò Michael, ancora fermò a metà della sua proposta.
«Corner» dissero all’unisono Marietta ed Eddie, l’una schifata, l’altro interrogativo.
«Michael, che ci fai qui?» domandò Mandy e il ragazzo non resistette più.
«Stavo provando a chiedere a Cho di venire al ballo con me, ma continuate a interrompermi da dieci minuti!»
Nessuno osò dire più niente e Michael, imbarazzato, volle sotterrarsi dalla vergogna. Settimane di preparazione per poi urlarle in faccia le sue intenzioni. Roger si passò le mani sul viso, a disagio. E Michael sapeva interpretare bene le sue reazioni.
Marietta si coprì la bocca con una mano per trattenere le risate, mentre Eddie non provò nemmeno a nascondere il sorriso. Mandy, capendo il clima, provò a portare via i due, ma solo Eddie le diede retta.
«Mary, andiamo» disse Roger, quasi trascinandola via.
Cho aveva cambiato espressione. Non era più dolce e sorridente, ma triste e dispiaciuta.
«Mike…»
«Lo so, lo so» la fermò lui, provando a raccogliere la dignità rimasta «Vai al ballo con Diggory, vero?»
«Mi dispiace così tanto! Ma lui in fondo me l’ha chiesto prima ed io… Mike, non sai quanto vorrei non doverti rifiutare».
«Ero sicuro che l’avresti fatto» ammise Michael, ma il dolore allo stomaco gli fece capire che una piccola parte di lui aveva sperato che non lo facesse «Ma sono certo che anche se non te l’avesse chiesto per primo, avresti comunque scelto Diggory».
«Michael…» riprovò Cho, ma lui si alzò e la fermò con la mano.
«Volevo solo che sapessi che se avessi potuto scegliere, io avrei scelto te. Capisci?»
Cho abbassò lo sguardo con imbarazzo, ma poi lo rialzò e annuì in silenzio.
«Okay» disse lui e poi corse verso il suo dormitorio, al rifugio nel suo letto.
Aveva appena messo il cuscino sopra la sua testa, quando sentì la porta aprirsi. Sperò con tutto il cuore che non fosse ancora Cho, perché vederla ancora guardarlo come se fosse un cucciolo ferito era peggio di un rifiuto.
«Ehi, posso entrare?»
La voce di Roger lo fece rilassare, ma non rispose.
«Voleva salire anche il tuo amico biondo, ma gli ho chiesto se potevo avere l’onore di venire io per primo».
«Per dirmi “te l’avevo detto”?»
«No» rispose Roger e Michael capì che si stava avvicinando «Per consolarti».
«Non ce n’è bisogno. Ero consapevole di come sarebbe andata a finire».
«Per quello stai cercando di soffocarti con il cuscino?» ironizzò Roger, sedendosi sul suo letto e togliendogli il cuscino di dosso «Mike, va tutto bene».
«Mi ha trattato come un bambino».
«Non è vero».
«Tu non hai sentito il tono che ha usato. Come se fossi un poppante innamorato della sua maestra».
«Va bene, mettiamo che sia vero. Ne vale la pena stare qui a piangersi addosso per una ragazza che ti vede come un bambino?»
Michael sbuffò e si mise seduto anche lui.
«Volevo davvero che fosse lei».
«Lo so».
«Però mi sa che alla fine dovrò andarci con Sophie» disse Michael, sospirando «Non che mi dispiaccia, eh».
«Mh, qualcuno ne sarà contento» mormorò Roger, ma quando Michael gli chiese di ripetere, lui disse «Dicevo che magari è un bene andarci con la tua migliore amica. Non sarà romantico, ma ti divertirai comunque!»
«Lo sai? Hai proprio ragione!»
«Io ho sempre ragione» disse Roger e coinvolse Michael in una risata allegra, prima che qualcun altro fece il suo ingresso nella stanza. Era Sophie Fawcett.
«Ant mi ha detto tutto. Come stai?» domandò lei, ignorando Roger e sedendosi dall’altra parte del letto. In tre, iniziavano a stare un po’ stretti, ma nessuno di loro si mosse.
«Sto bene, davvero» pigolò lui, dondolandosi sul posto «Alla fine saremo tu ed io, Soph».
«Che vuoi dire?» domandò lei, stranita «Ti ho detto che avevo già un cavaliere».
«Sì, ma me l’hai detto per darmi fastidio. Non era vero, no?»
«Sai, forse per te sarò sempre la seconda scelta, ma ci sono persone che vorrebbero davvero venire con me al ballo!»
Roger tossì una parola che assomigliava tanto a «Stranamente». Sophie lo ignorò ancora, perché la sua rabbia era tutta per Michael.
«Non crederai che ti avrei aspettata per sempre? Tu ti sei voluto intestardire con Cho e io mi sono organizzata diversamente. Andrò con Stebbins».
«Credevo non vi vedeste più» commentò Roger, seguito poi da Michael.
«Non si vedono più, ma lui continua a gironzolarle intorno».
«Siamo solo amici» chiarì Sophie, ma fu felice di vedere in Michael un pizzico di gelosia «Però andremo insieme».
«Ho rifiutato un sacco di proposte e alla fine mi ritroverò da solo!?»
«Non le hai rifiutate per me, ma per Cho» disse Sophie, non toccata da quelle parole «Affari tuoi».
«Mike, Susan Bones mi ha chiesto di andare al ballo con lei poco prima che entrassi nella Torre. Forse è ancora disponibile».
«Susan Bones?» soffiò Sophie a Roger.
«Tassorosso, capelli rossi, viso carino» elencò Roger e Sophie quasi digrignò i denti.
«So chi è. Tante grazie».
«Susan è molto carina» ammise Michael, pensandoci su, e Sophie si voltò di scatto verso di lui «E non posso rischiare di venire da solo al ballo. Sarebbe da sfigato! Corro a chiederglielo, prima che qualcuno me la porti via!»
Sophie rimase sconvolta di fronte alle parole dell’amico. Non si sarebbe mai aspettata quel discorso da Michael, lui non era così. Capendo chi fosse il modello da cui stava traendo esempio, piantò lo sguardo su Roger che rispose con un’alzata di spalle.
Michael era appena uscito, quando lei si parò di fronte alla porta per fronteggiare Roger.
«Devi sempre dargliela vinta?»
«Avresti preferito vederlo andare da solo?»
«Beh, se lo sarebbe meritato» replicò lei, furiosa «Ero lì con lui quando ha dichiarato che le altre ragazze, dopo Cho, sarebbero state solo seconde scelte. Non è stato un bel modo di parlare».
«Sai cosa intendeva dire».
«Mi sono rotta di dover sempre interpretare le sue parole».
Roger sospirò annoiato e gli posò le mani sulle spalle.
«Fawcett, tu andrai con Stebbins. Non c’è punizione peggiore per Mike».
Sophie non poté non sorridere e la rabbia scomparve all'improvviso. Poi si avvicinò a Roger.
«Fleur Delacour, eh?»
«Lo so! Questa volta ho finalmente trovato qualcuno bello come me!»
«Oh, Davies, sei proprio un idiota».
 
 
 
 
«Ti prego!»
«Calì…»
«Mi devi un favore!» 
Padma la guardò intensamente, non capendo a cosa si riferisse. E poi ricordò. Quando l’anno precedente aveva proposto alla sorella di scambiarsi per sostenere Terry, Calì le aveva detto che prima o poi sarebbe toccato a Padma aiutare lei.
Quel giorno, evidentemente, sembrava essere arrivato.
«Harry me l’ha chiesto all’improvviso e non potevo dirgli di no. Dai, è il Bambino Che è Sopravvissuto! Sarà divertente raccontarlo ai miei figli, un giorno».
«Tu sei pazza» disse rassegnata la sorella, ma sorrideva «Avevo capito che saresti andata con Lavanda, proprio per evitare le domande di papà».
«Lo so! Ma poi Seamus ha invitato Lavanda e lei voleva così tanto andarci con lui e così ho colto l’occasione al volo» spiegò Calì, arrossendo però un poco «E devo dire che mi ha fatto piacere ricevere un invito da Harry».
«Terry sarà contento di sentirtelo dire».
«Ma è diverso! Terry è il mio ragazzo ed è ovvio che quello che provi per lui sia più forte. Però essere “scelta” da qualcuno fa sempre piacere».
Padma sorrise ancora di fronte alla frenesia di sua sorella, ma poi disse.
«Avevo detto che si sarei andata con Anthony».
«Te l’ha chiesto?» domandò Calì, curiosa «Era ora».
«Non mi ha chiesto proprio niente, è stata un'idea di Lisa. Saremmo dovuti andare tutti e sei in coppia, ma poi Sophie ha scelto di andarci con Stebbins e Michael con Susan Bones…»
«Quindi non sei stata la prima a non tenere fede al patto e potrai dire ad Anthony che ci andrai con Ron!»
«Non posso farlo andare da solo. È mio amico» ribatté Padma, non sorpresa del fatto che la sorella le stesse dicendo di scaricarlo.
«Sei sicura che queste non siano solo scuse perché anche tu vuoi andarci con lui?»
«Certo che no».
Calì fece un sorriso furbetto e Padma, conoscendola, temette il peggio.
«Quindi se io dovessi trovare un’altra ragazza per Goldstein, tu accetteresti di essere la dama di Ron?»
Padma si toccò i capelli con nervosismo.
«E papà? Sa che Ant è un mio amico, ma cosa penserebbe se mi vedesse con Ron? E se vedesse te con Harry?»
«Gli dirò che ci hanno pregato di non farli andare da soli. E non c’è rischio che veda qualcosa fra me e Harry, o fra te e Ron. Non ci piacciono e a loro non piacciamo noi».
«E va bene, allora. Ma devi assicurarmi che troverai qualcuna per Anthony».
«Consideralo già fatto!»
 
 
 
 
 
Sophie entrò nella sala comune dei Corvonero velocemente, desiderosa di mettere via i libri e godersi il resto del pomeriggio con i suoi amici.
Poi sentì la musica, una melodia lenta e armoniosa, e si scontrò con gruppi di coppiette che provavano i passi per il ballo oramai imminente.
Quel ballo stava dando alla testa a tutti. Sapeva bene quanto fosse raro che Hogwarts organizzasse cose del genere, ma così era troppo!
Terry aveva sempre un’espressione triste e perennemente imbronciata, per via dell'accordo fra lui e Calì. Anthony era più taciturno del solito e, al minimo accenno al ballo, lasciava la stanza o si immergeva in un libro dei suoi. Michael non vedeva l’ora che quel periodo pre-ballo finisse al più presto, Padma era sempre scontrosa e a Lisa era venuta un’eruzione cutanea da stress, a causa dei continui avvertimenti del professor Vitious sulla condotta più decorosa da mantenere nel corso della serata.
L’unica immune del gruppo era proprio lei, Sophie. Non che quelle occasioni fossero il suo genere - in fondo era Padma quella più mondana delle due -, ma Sophie sarebbe andata al ballo con Michael Stebbins e sapeva che si sarebbe divertita.
Certo, forse le sarebbe piaciuto di più andare con un altro Michael, ma almeno il suo migliore amico non avrebbe trascorso la serata con Cho Chang, che aveva accettato l’invito di Cedric Diggory. Quando Stebbins gliel’aveva detto non aveva dovuto nascondere l’estrema felicità nel sentire quella notizia.
Per poco, però, non le caddero i libri dalle braccia quando vide proprio la sua acerrima rivale chiedere a Michael, il suoMichael, di provare i passi di danza con lei. Lo sguardo di Sophie corse automaticamente verso Roger Davies, che, appoggiato al muro con le braccia incrociate, sembrava essere tranquillo di fronte a quella scena. Ma una piccola ruga sul lato destro della bocca insospettì Sophie, che bene o male aveva imparato a comprendere lo stato d’animo di Roger.
Fu quasi come se le sue gambe si muovessero da sole. Posò i libri sul primo tavolino vuoto e si piazzò di fronte al ragazzo che assunse un’espressione confusa. Ma gli occhi sembravano tristi e a Sophie quel fatto dette fastidio.
«Balliamo, Davies?»
Roger sporse il collo in avanti e spalancò gli occhi.
«Ho sentito bene? O la musica mi sta provocando delle allucinazioni?»
Sophie alzò gli occhi al cielo e gli allungò una mano, che Roger, ancora dubbioso, guardò con sospetto. Era come se avesse paura che, se l’avesse accettata, quella mano l’avrebbe morso.
«Balliamo, dai. Lo stanno facendo tutti ed è un momento di festa, per cui sotterriamo l’ascia di guerra almeno per stasera e balliamo».
Roger, che non aveva staccato gli occhi dai suoi per tutta la durata del suo discorso, lanciò poi un’occhiata dietro la ragazza, alla ricerca di Cho e Michael. Il suo amico continuava a pestarle i piedi, incapace di tenere il ritmo, e Cho gli sorrideva dolcemente, dandogli qualche consiglio.
«E va bene, Fawcett» disse lui, prendendole la mano e facendosi accompagnare verso il centro della sala «Sappi che hai scelto una persona molto ambita. Dovresti sentirti onorata del fatto che io abbia detto sì».
Sophie gli strinse la mano più forte.
«Sei un idiota».
«E tu una stupida».
La ragazza fece per replicare a tono, ma lui fu più veloce.
«Non c’era alcun bisogno di salvarmi dalla visione di quei due, mia eroina. Non è un problema».
«Non mi pareva» disse Sophie, tentando di andare a tempo sotto lo sguardo divertito di Roger «Mi sembravi triste, ecco».
«E…?»
«E non mi piace vedere le persone tristi» pigolò lei, vergognandosi di quell’affermazione «Anche se quella persona sei tu».
Roger rimase colpito, ma non lo diede a vedere. Poi fece un ghigno e accennò ai piedi di lei.
«Sei un disastro».
«La realtà è che non sono molto brava a ballare».
«Mi chiedi di ballare e poi non ne sei capace? Che razza di eroina sei?»
Sophie gli pestò un piede di proposito, ma lui, pur mugolando di dolore, non la lasciò andare.
«Coraggio, segui i miei passi, non è difficile».
La ragazza guardava in basso e Roger si fermò.
«No, Fawcett, devi guardare me, non le mie scarpe».
«Non è così facile, eh».
Roger se la portò più vicino e Sophie lo guardò male.
«Non ci sto provando, sto cercando di insegnarti a ballare».
«Beh, non sei un bravo insegnante».
«Questo perché non mi ascolti. Non devi guidare tu».
«Perché sono una donna!?»
«Sì!» Roger alzò gli occhi al cielo, esasperato. Poi provò a spiegare con lentezza «Non è questione di maschilismo: l’uomo guida i passi, ma sei tu che devi seguirli. Senza alcuna imposizione».
Sophie lo fissò negli occhi per alcuni secondi prima di voltarsi verso Cho e Michael che guardavano nella loro direzione, sconvolti. Vide un barlume di sospetto in Michael che non le piacque affatto.
«Senti, lasciamo perdere» disse lei, allontanando velocemente le proprie mani da quelle del ragazzo «Bisogna essere a proprio agio con il proprio partner nel ballo, e chiaramente io non sono a mio agio con te».
«Che intendi dire?»
«Che per noi due, dati i nostri precedenti e il nostro rapporto, sarà sempre impossibile ballare bene assieme».
Roger, punto sul vivo, le diede ragione annuendo con la testa. Aumentò la distanza tra loro due e, dopo averle fatto una specie di inchino di scherno, se ne andò.
 
 
 
 
 
 
Note:
 
Altro capitolo, altri problemi, questa volta legati al Ballo del Ceppo.
Che dire, ci ho messo un po’ ad aggiornare, perché ho avuto un problema ad un braccio e scrivere per troppo tempo peggiora la situazione. Spero che il braccio migliori presto!
Passando al capitolo, Michael continua ad essere il solito cieco quando si tratta di Sophie. Non si rende conto di quanto le sue parole per lei siano peggio di coltellate, per cui parla e poi non capisce il perché l’amica se la prenda. 
Il Ballo del Ceppo si avvicina e il gruppo dovrà affrontare una serata moooolto movimentata.
Primo vero OC della storia (credo?): Anjan Patil, il padre delle gemelle. Lui, così come la moglie, saranno molto importanti per le storyline di Calì e Padma, per cui lo vedremo ancora.
Non mi chiedete perché abbia scelto proprio Susan Bones per Michael, perché non lo so. Volevo che Michael si trovasse quasi all’angolo, senza più ragazze disponibili, e quindi ho scelto il primo personaggio che mi sembrava più “adatto” a lui. Susan l’ho sempre immaginata dolce e timida, molto simile a Mike, quindi.
Ringrazio tutti coloro che si sono fermati a leggere questa storia. Grazie davvero <3
A presto!

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
 
Roger Davies si sistemò i polsini della camicia con evidente nervosismo. Avrebbe trascorso l’intera serata con Fleur Delacour, una delle ragazze più belle che avesse mai visto. Non avevano mai davvero parlato, ma c’era qualcosa in Fleur che lo mandava in tilt tutte le volte. Cho gli aveva confidato che quella ragazza era in parte Veela, ma Roger era convinto che il suo fascino dipendesse da altro.
Vide il suo amico Michael scendere in fretta e furia verso l’entrata della Sala Grande e lo chiamò.
«Ehi, Mike», alzando poi una mano per farsi vedere. Il ragazzo, scorgendolo, gli fece un sorriso sollevato e lo raggiunse.
«Roger» disse Michael, provando a recuperare fiato «Sono in ritardo. Avevo detto a Susan che l’avrei aspettata di fronte alla sala comune dei Tassorosso, ma ho perso tempo con la cravatta».
Roger gli si avvicinò per sistemargliela e sorrise. Certe cose non sarebbero mai cambiate: Michael sarebbe sempre stato il suo fratellino bisognoso di lui.
«Tranquillo, la Bones è laggiù con i suoi amici» disse il più grande, indicando il gruppo dei Tassorosso. Susan Bones era fasciata da un lungo vestito verde smeraldo, i capelli rossi legati in alto in un'elegante acconciatura.
«Direi che non ti è andata male» ammise Roger, dandogli una pacca su una spalla «Va’ da lei, coraggio».
«Starò tutta la sera con lei» disse Michael, facendo spallucce «Adesso che so che non è arrabbiata, mi conviene aspettare gli altri».
Roger piegò la testa da un lato, non nascondendo un sorriso.
«La Fawcett starà bene, Mike. Non c’è bisogno di controllarla».
«Non la voglio controllare. Voglio solo assicurarmi che passerà una bella serata».
«La vuoi controllare» ripeté Roger, sorridendo «Sai come potrebbe reagire, se se ne accorgesse».
«Allora lo farai tu per me?»
«Oh, dai, non ci eravamo già passati?»
«Ti prego!» disse Michael, guardandolo con uno sguardo implorante «Non dovrai fare niente, se non darle un’occhiata ogni tanto e chiederle della sua serata».
«Mike…» ma Roger non terminò la frase, perché sulle scale era apparsa proprio Sophie Fawcett. L’incredibile combinazione tra vestito elegante, trucco e capelli, l’aveva trasformata in una ragazza incantevole. Michael, vedendo l’amico sbattere le palpebre un paio di volte, si voltò verso le scale in confusione e aprì la bocca senza emettere fiato. 
Sophie era davvero bellissima.
I capelli, di soliti sempre disordinati, erano legati in un chignon morbido. Una piccola treccia incorniciava il viso, mentre alcuni ciuffi le ricadevano sulle guance. Il trucco leggero le risaltava i begli occhi e le labbra sottili.
Sophie, come sempre, notò subito Michael e si avvicinò per salutarlo.
«Mike! Stai proprio bene» ammise lei, il rossore sulle guance le dava un’aria innocente «Davies… Anche tu, più o meno».
Roger fece una risatina e la indicò da capo a piedi.
«Sei splendida».
«Grazie». Il sorriso si allargò ancora di più e quell’improvvisa intesa fra lei e Roger infastidì Michael più del dovuto.
«Sì, sei davvero bellissima, Sophie».
Quel complimento da parte di Michael fece arrossire la ragazza, ma l’unico ad accorgersene fu Roger, perché Cho li aveva appena raggiunti, meravigliosa nel suo abito avorio.
«Ciao, ragazzi. Sophie, sei…»
«Grazie» la bloccò lei, infastidita. Era impossibile trovare qualcosa da ridire a Cho. Era più bella del solito.
«Roger, dobbiamo andare. I Campioni entreranno dopo».
Roger annuì e si voltò verso Viktor Krum, che aveva già preso posto con la sua dama, Cedric Diggory e… ritornò la faccia da pesce lesso. Fleur Delacour, infatti, magnifica nel suo abito color argento, sembrava illuminare l’ingresso.
Sophie rise divertita e Michael scosse la testa, senza parole.
Cho alzò gli occhi al cielo, poi salutò i due più piccoli e con Roger raggiunse i Campioni.
Michael intravide Calì e Padma accanto a Harry e Ron, notando quanto anche loro fossero carine.
«Padma mi sembra scontenta» disse poi Michael e Sophie guardò attentamente la sua amica.
«Beh, lei non voleva andarci con Ron. Sta solo facendo un favore a sua sorella».
Michael allora tornò a concentrarsi su Sophie.
«Allora, pronta per la serata?»
«Certo, e tu?»
«Mh» commentò lui, abbassando lo sguardo «Avrei fatto meglio ad accettare la proposta di Lisa. Mi sarei divertito molto di più con te».
Sophie arrossì di nuovo, ma poi si schiarì la gola.
«Troppo tardi, Mike. Stebbins è laggiù che mi aspetta. Devo andare, ci vediamo dentro!» 
Michael seguì con lo sguardo l’amica raggiungere Michael Stebbins e la vide sorridere al ragazzo, prima di appoggiarsi al suo braccio ed entrare nella Sala Grande.
Rimasto solo, Michael si diresse verso i Tassorosso, sperando che quel ballo non fosse un fiasco totale.
 
 
 
 
 
Terry, Lisa, Anthony e Sue Li, la ragazza che Calì aveva trovato per Anthony, erano seduti al tavolo, quando terminò l’ennesima canzone. 
Anthony lanciò un’occhiatina a Sue, piegando le labbra. La conosceva abbastanza bene: erano dello stesso anno, della stessa Casa ed era una delle compagne di stanza di Padma, Sophie e Lisa. Non era una brutta ragazza – forse le avrebbe dato un sette in circostanze normali e un otto quella sera – ma lui non era mai stato un abile conversatore. E il carattere di Anthony cozzava troppo con il temperamento mite di Sue per rendere il clima meno teso.
Terry e Lisa non aiutavano di certo: il primo era troppo impegnato a sbuffare e a guardare male Harry Potter, che prima aveva ballato con Calì, e adesso sedeva con lei al tavolo dei Campioni. La seconda, invece, provava a consolare Terry, proponendogli di ballare con lei, ma ottenendo sempre un no come risposta.
«Mi dispiace» ammise allora Anthony, guardando Sue che si stava sistemando la frangetta scura «Forse avresti preferito un altro cavaliere».
Sue gli fece un sorriso comprensivo.
«In realtà non sapevo con chi venire. Mandy mi aveva detto che ci saremmo andate insieme, così da non essere da sole, però poi Carmichael l’ha invitata e lei non è riuscita a dirgli di no».
«Capisco» disse Anthony, ma in realtà faticava a starle dietro.
«Ma non devi dispiacerti di nulla» continuò Sue «Non mi aspettavo niente. Quando Calì mi ha proposto di venirci con te, ero sollevata perché comunque ci conosciamo, ma sapevo anche che non avremmo parlato molto».
Anthony le fece un piccolo sorriso e Sue alzò le spalle, come a chiudere la conversazione.
«Che dici, balliamo?» propose allora lui, senza quasi riuscirsi a controllare.
Sue lo guardò con tanto d’occhi, ma poi si rilassò ed annuì, facendosi guidare dal ragazzo nel bel mezzo della sala.
Dall’altra parte della stanza, Padma, seduta al tavolo con sua sorella, Harry e Ron, sbuffò per la centesima volta. Ron sembrava troppo impegnato a guardare in cagnesco Hermione Granger – che era la dama di niente poco di meno di Viktor Krum – per prestare una minima attenzione a lei, e anche Harry pareva essere da un’altra parte con la testa. Si scambiò uno sguardo con Calì, che le mimò uno “scusa” con le labbra. Padma le fece capire che non c’era problema. Era sua sorella e la serata stava andando a rotoli ad entrambe.
Notò Anthony e Sue Li, la sua compagna di stanza, ballare un lento, stupendosi di quella scenetta. Anthony non aveva mai mostrato troppo interesse per le ragazze. Allora perché diavolo la teneva così stretta?
Calì, invece, era troppo occupata a guardare Lisa e Terry, che parlavano vicini per sentirsi oltre la musica.
«Perché diavolo deve starle così vicino!?»
L’arrivo di un ragazzo di Beauxbatons pose fine alle imprecazioni di Calì e alle elucubrazioni di Padma. Chiese di ballare alla sorella, che accettò senza nemmeno pensarci. Padma comprese che voleva far soffrire Terry e sbuffò di nuovo. Ora era da sola lì, ad annoiarsi ancora di più.
Quando vide arrivare Hermione e assistette al litigio fra lei e Ron, capì che quello non era decisamente il suo posto. C’era qualcosa fra Ron ed Hermione, e la gelosia del ragazzo avrebbe portato Ron a rovinare anche la sua serata.
Attese che Hermione li lasciasse soli, prima di chiedergli.
«Hai intenzione di invitarmi a ballare?»
«No».
«Bene» replicò Padma, ma non si diresse da Terry e Lisa. Non voleva che Anthony ridesse di lei, quindi ripiegò su sua sorella, ancora intenta a chiacchierare con il ragazzo di Beauxbatons.
«Ehi, Padma, indovina» disse Calì, vedendola arrivare «Philippe mi stava dicendo che il suo compagno di stanza è indiano!»
Padma la fissò truce, capendo dove volesse andare a parare.
«Calì…»
«Et le voilà» disse il ragazzo di Beauxbatons, indicando oltre le due gemelle «Lui è Kiran».
Padma seguì il dito del ragazzo e puntò lo sguardo su Kiran. E spalancò gli occhi.
Anthony, che aveva visto tutta la scena, smise di muoversi e Sue lo guardò, provando comprendere cosa fosse successo.
«Torniamo al tavolo. Non mi va più di ballare».
 
 
 
 
«Possiamo sederci?» domandò Cedric, tenendo per mano Cho. Avevano appena smesso di ballare e avevano raggiunto il tavolo di Michael Stebbins e Sophie.
«Certo, ragazzi» rispose Michael con un sorriso «Come sta andando?»
«Molto bene» disse Cho, felice «La sala non è mai stata più bella. Non trovi anche tu, Sophie?»
Sophie, intenta ad analizzare Mike, che tentava di ballare con Susan Bones, sobbalzò nel sentire il suo nome e si voltò a guardarla.
«Come?»
Michael rise e le prese una mano.
«Sophie è un po’ tesa, ma so io come scioglierla» disse, allungandole quella che sembrava una bottiglietta d’acqua.
«Michael» lo avvertì Cedric, accennando alla sala piena di professori.
«Tranquillo, non sembra alcool».
Michael era su di giri, Sophie se n’era accorta subito, appena l’aveva visto nella Sala d'Ingresso. Quella serata era per il ragazzo, così come per Sophie, l’ennesima prova che la sua vita sentimentale faceva schifo. Sophie aveva notato lo sguardo di Michael vagare verso una brunetta di Tassorosso, che aveva passato la sua serata a ridere con un ragazzo di Durmstrang. Aveva compreso che quella era la ragazza di cui Michael era innamorato e aveva provato a stargli vicino in un qualche modo. 
«Direi che hai bevuto abbastanza nel dormitorio» ammise Cedric, serio.
«Cedric ha ragione» gli fece eco Cho «Non rovinarti la serata».
«Guarda che sei la ragazza di Cedric, non la mia».
Il tono duro che usò fece imbarazzare Cho che, colpita, non disse più nulla. Quella visione ringalluzzì Sophie, contenta di vedere che finalmente qualcuno era immune al fascino della ragazza. Cho, poi, la guardò, facendole capire di non accettare la bottiglia di Michael.
Sophie, ovviamente, per dispetto la prese subito.
«Alla salute!» disse, alzando la bottiglia verso Cho e guardandola in segno di sfida.
Non le importava di nulla: non badò al bruciore alla gola, allo stomaco che brontolò in segno di protesta per l’improvviso arrivo di alcool e non di cibo, né alle lacrime che avevano minacciato di uscire appena aveva visto Mike con Susan.
Voleva dimenticare quella serata, voleva che passasse in fretta e voleva sentirsi meglio. Michael Stebbins le fece un mezzo sorriso, impossibile capire se fosse orgoglioso o deluso, ma non importava neanche quello.
L’unica cosa importante era che il suo amico Mike stava stringendo una ragazza a sé. L’ennesima ragazza che non era lei.
 
 
 
 
«Senti, Susan» disse Michael, che stava ballando con la ragazza da dieci minuti «Non c’è bisogno che fingiamo di divertirci. Entrambi volevamo venire con altre persone, per cui è normale che l’umore sia un po’… così».
Susan gli fece un sorriso imbarazzato.
«Non è che non mi sto divertendo, Michael. Solo che forse preferirei trascorrere la serata con i miei amici».
«Certo» disse Michael, accompagnandola lontano dalla pista da ballo «Capisco benissimo. Anch’io vorrei stare con i miei amici».
«Perfetto allora» Susan fece per andarsene, ma poi tornò indietro «Mi dispiace che questa serata non stia andando come previsto, ma…»
«Lo so, dispiace anche a me» la interruppe lui, passandosi una mano fra i capelli lunghi «Ci abbiamo provato, ma entrambi siamo da un’altra parte».
«Già» si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia «Grazie, Michael».
Il ragazzo le fece un cenno di saluto, mentre Susan correva dai suoi amici Tassorosso. Fece un sospiro stanco, ma poi sentì una voce.
«Strano, vero? Passi ore ed ore a prepararti, autoconvincendoti che sarà una serata da ricordare e poi arriva ed è… semplicemente una sera come tutte le altre».
Michael guardò la ragazza che gli aveva parlato: capelli rossi e un mare di lentiggini su un bel viso sorridente. Ginny Weasley stava appoggiata ad un angolo della sala e guardava proprio verso di lui.
Michael sapeva quanto Terry e Anthony trovassero carina la Weasley, ma lui non le aveva mai prestato troppa attenzione. Dovette ammettere, però, che la ragazza era davvero graziosa nel suo vestito rosa e verde acqua.
«Tu sei Michael Corner, vero? La riserva dei Corvonero».
«S… Sì» gracchiò Michael «Come lo sai?»
«Conosco Luna Lovegood» disse solo, come se fosse una spiegazione sufficiente. Ma per Michael non lo era. Luna era Corvonero, certo, ma era di un anno più piccola e raramente le aveva rivolto la parola. Si chiese in quale occasione Luna avesse parlato a Ginny di lui.
«Quindi neanche tu ti stai divertendo?» chiese Michael, non sapendo bene cosa dire.
«Credo che ci siano poche persone che si stiano divertendo oggi» ammise lei, poi indicò il gruppetto dei Tassorosso continuò «Io sono stata più fortunata di te, però. Sono venuta con Neville Paciock».
Michael strizzò gli occhi e rise.
«Non la chiamerei fortuna».
«Oh, quindi sei come tutti gli altri. Ti fermi alle apparenze» replicò velocemente Ginny, tagliente.
«Non è vero! È... è solo che Neville non è proprio il massimo della popolarità».
«E chi se ne frega? Almeno lui è un mio amico e non mi ha scaricata con una pessima scusa, come ha fatto la Bones con te».
«Ma sei da sola adesso».
«Sta chiacchierando con alcuni suoi amici, ma si sta comportando da vero gentiluomo stasera».
Michael rimase sorpreso dal modo intelligente che Ginny usava per rispondere alle sue affermazioni. Non era solo un bel visino. Ginny Weasley era davvero forte!
«Neville Paciock se la prenderebbe, se ti chiedessi un ballo?»
«Michael Corner, decido io con chi ballare» disse lei, facendogli un sorriso e allungandogli una mano «E sì, accetto più che volentieri».
Nel frattempo, Sophie e Michael, oramai completamente ubriachi, continuavano a ridere al loro tavolo, mentre Cedric e Cho provavano a farli calmare. L’ultima cosa che volevano era farli finire in punizione, o peggio.
«Stai calmo, Ced, non succede niente se per una sera ti rilassi un po’» stava dicendo Michael, facendo ridere Sophie.
«Ti senti bene?» soffiò Cho alla ragazza, vedendola rossa in viso. Provò a toccarle una guancia, ma Sophie si scostò in malo modo.
«Tu non mi devi toccare» disse lei, a denti stretti «Non mi piaci».
Fu la volta di Michael ridere e Cedric guardò Cho per provare a farle capire che era semplicemente l’alcool a parlare.
«Non importa» disse Cho, tentando di sorridere.
«Oh, sì, non importa, principe» disse Sophie, fissando entrambi «Cho non si arrabbierà mai. Deve mantenere la facciata di principessina perfetta».
«Sophie» la redarguì Cedric, ma la ragazza oramai era partita.
«Come ci si sente, eh, a dover sempre mantenere sotto controllo le proprie emozioni, Cho? Com’è vivere una vita trattenuta pur di piacere a tutti? Te lo dico io: inutile. Perché, indovina un po’, comunque non piaci a tutti. Anzi, semmai è il contrario».
Cho abbassò lo sguardo, dispiaciuta e ferita nel sentire quelle parole, ma non disse nulla. Si alzò semplicemente dal tavolo e se ne andò, seguita due secondi dopo da Cedric.
Sophie sperò di sentirsi meglio dopo aver detto quelle cose, ma non fu così. Si sentì uno schifo. Peggio, si sentì un mostro.
E poi vide Mike ballare allegramente con Ginny Weasley e per poco non gli lanciò addosso un bicchiere. Possibile che riuscisse a ballare con chiunque tranne che con lei?
«Sinceramente, Sophie, perché dovrebbe preferire un altro? Sarei perfetto per lei!» stava dicendo Michael Stebbins e Sophie si alzò in piedi, tirandolo per una mano.
«Andiamo!»
«Ma dove?»
«Fuori» replicò lei, senza pensare «Ho bisogno d’aria».
 
 
 
 
 
Roger stava baciando appassionatamente Fleur dietro un cespuglio di rose. Non ricordava quasi nulla della serata trascorsa, tutto ciò che sapeva era che Fleur era stata fantastica per tutto il tempo. Le passò una mano fra i capelli argentei, assaporando ben bene le labbra della ragazza. Gli aveva per caso parlato dentro la Sala Grande? Non lo sapeva.
Aveva passato ore a perdersi nei suoi occhi azzurri da non rammentare null’altro.
Fleur gli stava baciando il collo, ma non seppe bene il perché delle risate sembrarono destarlo da un pozzo profondo. Conosceva quella risata. Chi era già che rideva così?
Una parte di sé gli stava dicendo di infischiarsene di chi fosse e concentrarsi solo sulle mani di Fleur, che gli stavano accarezzando il viso, ma un’altra parte – una piccola, piccolissima parte – gli diceva che era davvero importante capire a chi appartenesse quella risata.
Michael gli aveva chiesto qualcosa all’inizio della serata, ma ora non sembrava importante. O sì?
«Fleur» sussurrò lui e lei si fermò per scrutarlo con attenzione.
«Oui
«Fleur, io… io…».
Udì di nuovo quella risata e con la coda dell’occhio vide Sophie Fawcett e Michael Stebbins stringersi in un lungo bacio poco lontano da loro. Non che fosse un problema, ovvio. In fondo chi era lui per dire a Sophie Fawcett di non spassarsela un po’? Non stava facendo anche lui lo stesso? Ma c’era qualcosa nella figura della ragazza che lo fece staccare da Fleur.
«Rogér».
«Torno subito, Fleur» disse Roger, provando a non guardarla negli occhi. Il richiamo di quegli zaffiri sarebbe stato troppo forte «Due minuti».
Fleur disse qualcosa in francese, qualcosa che suonava tanto come un insulto, ma questo non lo fermò da raggiungere i due. Si stavano dando parecchio da fare, immersi com’erano in baci profondi, e Roger si guardò attorno, sperando che Mike non decidesse di fare una passeggiata proprio in quel momento.
«Fawcett».
Nessuna risposta.
«Fawcett, stai dando spettacolo».
Michael Stebbins smise di baciarla e lo guardò infastidito.
«Non vedi che siamo impegnati?»
«Oh, lo vedo eccome» replicò Roger, facendogli un ghigno ironico «Ma noto anche che siete entrambi ubriachi. Quindi tu puoi continuare a fare quello che stavi facendo, ma lei viene con me».
Sophie, rossa per l’alcool e i baci, sbatté gli occhi e mosse le mani in avanti per dare enfasi alle sue parole.
«Non sei mio padre, Davies. Sono abbastanza adulta per…».
«No, non lo sei. Sei una quattordicenne che gioca a fare l’adulta» la fermò Roger, non accennando ad andarsene «Forza, saluta il tuo amico e andiamo».
«No» sbottò ancora Sophie, testarda.
«Hai sentito? Ha detto no».
«Ahh, Fawcett» sospirò Roger con fare scenico «Possibile che tu debba sempre rendere tutto così difficile?»
Il ragazzo allungò una mano verso Sophie, ma venne bloccato da Michael.
«Vuole rimanere con me».
«Non sa quello che vuole» provò a spiegare Roger, ma anche Stebbins era andato, per cui non ragionava in maniera lucida «È ubriaca, è triste e tu te ne stai approfittando, quindi te lo chiedo gentilmente: lasciami andare».
Michael alzò un pugno, ma Roger fu più veloce. Lo colpì in pieno viso, buttandolo a terra.
«Davies!»
«La colpa è tua» chiarì Roger, massaggiandosi la mano.
«Sei un primitivo».
«Bene. Allora visto che sono un primitivo, farò così» disse lui, avvicinandosi per caricarsela di peso sulle spalle. 
A nulla servirono le urla e i colpi che Sophie diede alla schiena del ragazzo, Roger riuscì comunque a portarla nella Sala d’Ingresso, dove incontrò Anthony vicino alle scale. Li vide e si avvicinò ai due con fare confuso.
«Che è successo?»
«È successo che la tua amica si è divertita a bere stasera. Stava per fare qualcosa di cui si sarebbe certamente pentita e invece di ringraziarmi mi ha preso a pugni» spiegò Roger, facendola scendere e toccandosi la schiena dolorante «Mh, sei pesantuccia tu».
Sophie fece per colpirlo di nuovo, ma un conato di vomito la trattenne. Anthony le passò una mano sul fianco per sorreggerla.
«L’affido a te, Goldstein. Ho una bionda da paura che mi aspetta e vorrei concludere la mia serata col botto, se capisci cosa intendo».
Roger non attese la risposta di Anthony, ma se ne andò senza neanche salutarli.
«Sophie, ma cos’hai fatto?»
Sophie scoppiò a piangere, mentre la nausea si impossessava di lei.
«Perché non gli piaccio? Perché non si accorge di me? Perché riesce a trovare attraente chiunque, ma non me?»
Anthony non ebbe bisogno di chiederle di chi stesse parlando. La aiutò a salire le scale per accompagnarla al suo dormitorio, non sapendo bene come rincuorarla.
In fondo, chi meglio di lui poteva capire i sentimenti di Sophie?
 
 
 
 
Note:
 
Capitolo più lungo del solito, ma non volevo tagliare il Ballo del Ceppo.
Sono successe un po’ di cose in questo capitolo e gli effetti di questi eventi si vedranno più avanti.
Diciamo che questo ballo è andato un po’ male per la maggior parte del nostro gruppo: Lisa ha passato l’intera serata ad ascoltare le paranoie di Terry, Calì e Padma sono state “scaricate” da Harry e Ron, e Anthony, Michael e Sophie, per quanti sforzi abbiano fatto, non si sono affatto divertiti.
Però, qualche sprazzo di “gioia” c’è stato: Padma ha conosciuto questo nuovo ragazzo – di cui si parlerà anche in seguito – e Michael ha conosciuto Ginny (e noi ben sappiamo che ruolo avrà nella vita di Michael Ginny, che ha ammesso nel quinto libro di aver conosciuto Mike proprio al Ballo del Ceppo).
Ed infine Roger “salva” Sophie da Stebbins. Spero si sia capito a dovere che Stebbins non voleva affatto approfittarsi di lei: lui era ubriaco tanto quanto Sophie, quindi completamente obnubilato dall’alcool. Roger, però, non sopportando Stebbins, l’ha accusato a priori. Questa cosa sarà molto più chiara nel prossimo capitolo, quando Sophie e Roger parleranno di quello che è successo.
Ho provato a rendere il più possibile chiaro l’incantesimo Veela di Fleur. Roger è totalmente focalizzato su di lei e ci mette un po’ a capire che sta succedendo qualcosa fra Sophie e Stebbins.
Spero di aver spiegato bene ogni punto.
Grazie, come sempre, a tutti <3
Alla prossima :3
 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


 Capitolo 14
 
 
Sophie faticò ad aprire gli occhi quella mattina. La testa le faceva così male da darle la nausea e la bocca era troppo asciutta. Aveva sete, era stanca e stranamente le dolevano le mani.
Non ricordava nulla della sera precedente, l’ultima immagine che la sua mente rammentava era Michael che volteggiava fra le braccia di Susan Bones, i capelli rossi sciolti sulle spalle. O era un’altra ragazza rossa che Michael aveva stretto a sé?
Azzardò ad aprire un occhio e il cuore le salì in gola. Quello non era il suo letto.
Si mise seduta e scostò appena le tende blu del letto a baldacchino. Non solo non era nel suo letto, non era nemmeno il suo dormitorio.
Come diavolo c’era finita lì?
Si diede una rapida occhiata, temendo il peggio, ma indossava ancora il vestito del Ballo del Ceppo.
«Ben svegliata, Sophie».
La voce di Anthony fu come bere un lungo sorso d’acqua fresca. Si sentì improvvisamente al sicuro e tranquilla, mentre l’amico si sedeva sul letto accanto a lei, scrutandola con attenzione.
«Tieni» le disse, offrendole quello che doveva essere un decotto per farla stare meglio «Ti aiuterà con l’emicrania e la nausea».
«Grazie». Sophie lo bevve senza fare storie, continuando a guardare Anthony come se avesse scritte le risposte che cercava sul volto.
«Come ti senti?» domandò lui, quando lei terminò di bere.
«Come se avessi fatto un lungo viaggio con la Polvere Volante» provò a spiegare Sophie «E avessi sbagliato uscita un paio di volte».
Anthony, che conosceva bene quanto l’amica soffrisse di stomaco durante quei viaggi, le fece un debole sorriso.
«Ma… gli altri sanno che sono qui?» domandò Sophie, di colpo bisbigliando, per paura che qualcuno potesse fraintendere la sua presenza nel letto dell’amico.
Anthony negò con il capo.
«Ho passato tutta la notte a controllare che nessuno venisse a disturbarti» disse lui, giocherellando con il copriletto «Ho fatto da spola da qui alla Sala Comune, per evitare che Terry o Mike ti vedessero».
«Quindi non hai praticamente dormito?» chiese Sophie, scioccata da quella notizia. Anthony che sacrificava le sue agognate ore di sonno era ben più strano di risvegliarsi nel suo letto.
«Ho sonnecchiato un po’ su quella sedia laggiù, ma era impossibile dormire bene. Al minimo rumore dovevo essere pronto a non farmi vedere».
«Mi dispiace».
Anthony la studiò ancora e poi le chiese.
«Non ti ricordi nulla di ieri sera, vero?»
Sophie ricambiò lo sguardo, circospetta.
«No?»
La ragazza, allora, alluse a lei e a lui con una mano e Anthony fece una risatina divertita.
«No, tranquilla. Tra me e te non è successo niente».
Sophie sospirò di sollievo e, più rilassata, tornò a guardarlo.
«Cos’è successo di così grave allora?»
«Vedi…»
Ma il discorso di Anthony si perse quando Sophie cacciò un urlo improvviso. La ragazza si stava toccando il collo scoperto e poi prese a cercare fra le coperte del letto.
«Tutto bene?»
«La mia collana!» disse lei, fuori di sé «Ho perso la mia collana! Dimmi che l’hai vista, Ant».
«Quale collana?»
«La collana di mia madre, quella collana!»
Non c’era bisogno di ulteriori spiegazioni. Sophie aveva perso la madre durante la Prima Guerra Magica e la collana che le aveva lasciato – un ciondolo molto semplice, a forma di “S” – era la cosa più preziosa che la ragazza possedesse. Non la indossava quasi mai, se non in rare ed importanti occasioni. Anthony suppose che l’amica avesse voluto approfittare del clima di festa ad Hogwarts per poterla sfoggiare. Era il suo amuleto.
«Se dovessi aver perso quella collana, io… io…»
«Calmati. Vedrai che la ritroveremo» provò a tranquillizzarla Anthony, sperando che Sophie non andasse in escandescenza «Forse l’ha trovata Stebbins o Roger Davies».
Sophie si bloccò di colpo e si voltò verso di lui.
«Cosa c’entra Roger Davies?»
Anthony alzò le sopracciglia, incapace di rimandare il discorso.
«Beh, forse perdere la collana di tua madre non è la cosa peggiore che ti sia capitata ieri sera».
«Cosa intendi dire?»
«Dovresti parlarne con Davies» ammise Anthony, di colpo a disagio. Non voleva mettersi in mezzo a quella situazione. Voleva solo fare in modo che Michael non scoprisse che la sua migliore amica aveva dormito nel suo letto e che facesse domande scomode.
«Ant, dimmi quello che sai. Poi valuterò io se parlare o meno con Davies».
«Non conosco tutta la storia» passò a spiegare lui, alzandosi in piedi. Fortunatamente il dormitorio era vuoto a quell’ora. Terry era uscito molto presto quella mattina, mentre Michael non era mai rientrato «So solo che Davies ti ha portata da me arrabbiata ed ubriaca. Mi ha detto che ti ha trovata tra le braccia di Stebbins e che… ecco, vi stavate spingendo un po’ oltre».
Sophie arrossì, sconvolta dalle parole dell’amico. Faticava a ricordare bene le cose.
Quasi sentiva il sapore delle labbra di Stebbins, ma aveva creduto di aver sognato di baciarlo, non di averlo fatto davvero. 
«E Davies non ti ha detto nient’altro?»
«No» sbuffò Anthony, piegando le labbra «Aveva da fare con la Delacour, sai».
«Tipico dell’idiota» sancì Sophie, incrociando le braccia al petto «Devo parlargli, ottimo».
«Ti consiglio di cambiarti prima. Con quel vestito qualcuno potrebbe notare che non hai dormito nella tua stanza».
Sophie non commentò il pessimo tempismo dell’umorismo dell’amico e vide solo in quel momento che lui indossava già la divisa, perfettamente pulita ed ordinata. 
«Controllo che non ci sia nessuno» disse Anthony, uscendo per primo dal dormitorio. Tornò pochi secondi dopo e le fece cenno di seguirlo.
Sophie fece come le venne detto, correndo verso il suo dormitorio. Si cambiò velocemente, senza neanche controllare se Lisa e Padma fossero ancora nei loro letti, e tornò nella Sala Comune. Anthony era ancora lì ad aspettarla, ma non guardava verso di lei, guardava verso uno dei divani della sala, dove qualcuno giaceva addormentato.
Era Michael.
Ancora con il suo completo elegante addosso, dormiva a pancia in giù, un braccio che sfiorava il pavimento, l’altro dietro la testa.
«Non è tornato stanotte?» soffiò Sophie, facendo trasparire la sua gelosia. Con chi aveva trascorso tutta la notte?
«L’ho visto tornare molto tardi e così gli ho consigliato di dormire qui» rispose velocemente Anthony e Sophie non poté non sorridergli, grata di quanto fosse abile a trovare sempre una scappatoia.
«Mike» mormorò lei, accarezzandogli la testa «Mike, svegliati».
«Mh?»
Michael aprì un occhio, cozzando con la visione rosea di Sophie. 
«Soph… Sono stanco morto».
«Sì, lo immagino» rise lei, divertita dalla voce impastata dal sonno dell’amico «Allora perché non vai a dormire nel tuo letto? Lì sarai molto più comodo».
«Mh…?»
Anthony scosse la testa con un sorriso, lanciando poi uno sguardo verso Sophie.
«Ci penso io» le sussurrò all’orecchio «Tu cerca Davies».
La ragazza annuì, abbandonando l’idea di rimanere lì a coccolare Michael. Era così tenero e dolce quando dormiva, così innocente.
Uscì dalla Torre dei Corvonero, non sapendo bene dove avrebbe potuto cercare Roger Davies. Conoscendolo, poteva essere ovunque: a pavoneggiarsi al campo di Quidditch, ad ingozzarsi vicino alle cucine o a bighellonare nel cortile della scuola.
Camminò verso la Sala Grande, sperando di incontrare qualcuno della sua corte.
Fu fortunata: vide Eddie Carmichael, Mandy Brocklehurst e Marietta Edgecombe seduti al tavolo dei Corvonero, intenti a chiacchierare fra loro. 
Sophie li raggiunse e senza tanti preamboli si sedette accanto a Mandy. 
«Ciao. Sapete dov’è Davies?»
Eddie la fissava come se fosse impazzita, mentre Mandy sembrava essere particolarmente interessata al soffitto della sala.
«Ah, Fawcett. Guarda che ne hai di coraggio!» commentò Marietta, i ricci più gonfi del solito. La stava guardando come se fosse intenzionata a colpirla da un momento all’altro e Sophie non ne capì la ragione.
«Scusami, hai qualche problema?»
«Mm, vediamo» replicò Marietta, ironica «Secondo te ho qualche problema con la persona che ha accusato la mia migliore amica ieri sera?»
«Cos’avrei fatto!?»
«Le hai detto che non piace quasi a nessuno, te compresa. Che è una principessina desiderosa di attenzioni o qualcosa del genere» disse Eddie, il tono calmo tradiva però il fastidio nel ripetere quelle parole.
«E Cho ti ha sempre trattata con i guanti» continuò Marietta, offesa «Non è colpa sua se il tuo prezioso Corner preferisce lei a te!»
Sophie rimase colpita dalla durezza nella sua voce, ma non si scompose. Evidentemente aveva combinato più guai del previsto la sera precedente. E forse Davies era l’ultimo pezzo mancante del puzzle.
«Sapete dov’è Davies?» ripeté Sophie, sperando che almeno uno dei tre le rispondesse.
«Vuoi andare ad offendere anche lui?» La voce di Marietta traboccava ironia, ma Mandy finalmente guardò Sophie e provò a farle un sorriso.
«Ha detto che andava verso il Lago Nero, a passeggiare».
«Mandy!»
Sophie si alzò troppo velocemente per udire i rimproveri di Marietta ai danni di Mandy. La ragazza si ripromise di ringraziarla a dovere la prossima volta che fossero rimaste sole.
Corse verso l’ingresso del Castello e poi giù, lungo il cortile, diretta verso il Lago Nero. Faceva freddo, ma per Sophie, che aveva dimenticato il mantello pesante nel dormitorio, quell’aria frizzantina fu un toccasana. Il decotto che Anthony le aveva dato, mischiato al clima di dicembre, iniziava a fare effetto. Quando scorse Roger, seduto su una roccia vicino al lago, il dolore alla testa era scomparso del tutto. 
Era stranamente da solo e sembrava anche pensieroso, ma quando la vide l’espressione sul suo viso tornò quella di sempre: sfrontata e divertita.
«Fawcett!» la salutò, quando lei fu a portata d’orecchio per sentirlo «Anche a te piace passeggiare qui vicino?»
«No, in generale preferisco il percorso opposto» spiegò Sophie, le guance arrossate dal vento freddo «Sai, più verso le Serre o il campo di Quidditch».
«Sempre in disaccordo su tutto, eh?» Roger studiò la sua reazione e poi notò che non indossava il mantello «Hai sangue di drago e non lo sapevo?»
Sophie piegò la testa per provare a capire quella domanda e, quando Roger la indicò, lei glissò con un gesto della mano.
«Ho dimenticato il mantello, ma dovevo vederti».
«Fammi indovinare» disse lui, togliendosi il proprio mantello e passandolo sulle spalle della ragazza senza tante cerimonie «Ti sei ricordata quello che è successo al ballo».
«Sbagliato».
«Ah. Allora Goldstein ha parlato».
«Nemmeno» continuò Sophie, tetra «A dir la verità, mi ha detto qualcosa, ma non tutto. Cos’è successo davvero ieri sera?»
«Vuoi la verità nuda e cruda? O preferisci toni più soft?»
«La verità» disse Sophie, seria «Anche perché dubito che tu riusciresti ad usare toni soft».
Roger le fece un sorriso smagliante, ma poi le fece segno di camminare con lui verso la direzione opposta, proprio verso il campo di Quidditch.
«Tu e Stebbins ci stavate dando parecchio dentro, quando sono intervenuto per provare a farvi tornare in voi, ma eravate troppo ubriachi per darmi retta».
«E?» Sophie lo spinse a continuare, desiderosa di saperne di più. Provò a scacciare la vergogna nel pensare che Davies l’avesse vista in intimità con Stebbins.
«E allora… ti ho portata via con la forza».
In una situazione normale Sophie gli avrebbe lanciato un incantesimo per non aver rispettato una sua decisione, ma era chiaro che la sera prima era stata tutt’altro che lucida. Davies l’aveva davvero salvata un attimo prima del disastro.
«E non hai pensato che io volessi rimanere lì?» domandò comunque la ragazza, perché, d’accordo che l’aveva salvata, ma era pur sempre Roger Davies e non voleva dargliela vinta facilmente.
«No, perché eri totalmente andata. Non era importante cosa credessi in quel momento, perché sapevo che non avresti mai voluto perdere la verginità in uno stato del genere».
Sophie boccheggiò di fronte quella dichiarazione, arrossendo ancora di più. Raccolse tutta la dignità che le era rimasta per parlare ancora.
«Magari non era la mia prima volta».
«Aha» affermò lui, ironico «Senti, mi basta un “grazie”, Fawcett. Non pretendo grosse dichiarazioni di gratitudine».
«E Stebbins?»
«Stebbins?»
Sophie sospirò, provando a trattenere la frustrazione.
«Stebbins come stava?»
«Non era mio compito controllare come stesse» replicò velocemente lui, senza scomporsi «Ma dopo il mio pugno non credo che stesse molto…»
«Wow, wow, frena, frena un attimo» Sophie gli mise una mano sopra la bocca per fermare le sue parole «Hai… hai dato un pugno a Stebbins!?»
«Era l’unico modo per tenerlo tranquillo. Credimi» confermò Roger, dopo aver spostato la mano di Sophie «Era troppo ubriaco per farlo ragionare con le parole».
«Hai dato un pugno a Stebbins! Ma sei impazzito?»
«Si stava approfittando di te».
«Ma sei hai appena detto che era ubriaco!» sbottò Sophie, sconvolta «Anche lui non capiva niente».
«Non importa, Fawcett. Lui è maggiorenne e credo che conosca meglio di te gli effetti dell’alcool. Era il tuo cavaliere, quindi avrebbe dovuto prendersi cura di te, ma non l’ha fatto».
«Non ho bisogno della balia».
«No? Ieri sera hai dimostrato il contrario».
«Spero che tu abbia chiesto scusa a Stebbins» perdurò Sophie, non volendo cedere.
Roger rise, come se avesse sentito la più divertente delle barzellette.
«E Stebbins che dovrebbe chiedere scusa a me, io mi sono solo difeso! Era lui quello che voleva colpirmi per primo».
«Era ubriaco!» disse lei, per quella che le sembrava essere la centesima volta.
«Ripeto, non è importante. Era responsabile per te e si è comportato peggio di un ragazzino».
Sophie sospirò, sapendo che quel battibecco non avrebbe portato da nessuna parte.
«Bene, allora gli chiederò scusa io» affermò lei con sicurezza «Perché tu sai benissimo che non si stava approfittando di me».
Roger fece spallucce. Erano arrivati vicino all’ingresso della scuola e Sophie gli restituì il mantello.
«Allora, ci si vede, Davies».
«Aspetta un attimo» la bloccò lui, prima che potesse scappare «Dopo che avrai parlato con Stebbins, vorrei parlarti di una cosa».
«Stai scherzando?»
«No». E Sophie si stupì della serietà nella sua voce «È piuttosto importante».
«O… Okay. Non riguarda Cho, vero?»
«No, non riguarda Cho. E se ti scusassi anche con lei sarebbe meglio».
«Lo farò appena la vedrò» confermò la ragazza, provando a capire di cosa volesse parlarle Davies «Ma è meglio che Mike non sappia niente di tutto quello che è successo».
«Allora c’è qualcosa su cui finalmente siamo d’accordo!»
 

   
 
 
 
Sophie riuscì a parlare con Michael Stebbins solo poco prima di pranzo. Lo trovò circondato dai suoi amici, seduto sotto il porticato del cortile. 
Quando alzò lo sguardo, incrociandolo con il suo, lei alzò una mano per salutarlo, ma il saluto le si bloccò in gola.
Il segno del pugno di Davies – che si manifestava sotto forma di un grosso livido violaceo – era ben evidente sul suo zigomo destro.
Michael, però, le sorrise e dopo essersi scusato con i suoi amici la raggiunse velocemente.
«Sophie! Non credevo ti fossi già ripresa, altrimenti ti avrei cercata io».
«Anthony mi ha preparato un decotto e ora sto meglio. Tu stai meglio?»
«Seh. Diciamo che il mal di testa e il discorsetto di Cedric di questa mattina mi hanno fatto capire che non toccherò l’alcool per un bel pezzo».
Sophie rise e Michael rise con lei, stupendosi entrambi di quanto niente fra loro fosse cambiato.
«Mi dispiace per quello» disse poi Sophie, accennando al livido «Davies ha esagerato».
«No, affatto. Non ricordo molto, ma Cedric mi ha raggiunto subito dopo il nostro scontro e mi ha detto che ero fuori di me» spiegò Michael, continuando a fissarla negli occhi, nonostante si sentisse in colpa «Sophie, non era mia intenzione sfruttare la tua sbronza per fare qualcosa che non avresti voluto fare. Lo sai quanto io tenga a te, vero?»
«Non devi scusarti di niente, Michael! Eravamo entrambi ubriachi ed entrambi bisognosi di dimenticare le nostre pene d’amore. Diciamo che ognuno ha approfittato dell’altro».
Michael non sembrava convinto e allora Sophie gli prese una mano.
«Ci siamo fermati prima di rovinare la nostra amicizia e va bene così» Sophie alzò gli occhi al cielo «Accidenti, finisce che sono in debito con quell’idiota di Davies!»
Michael si sciolse un po’ e si spinse ad abbracciarla.
«A volte dimentico di quanto tu sia fantastica».
«Ecco, non farlo più» ironizzò lei e poi continuò «Perché non usi un incantesimo per eliminare quel livido?»
«Preferisco che passi da solo. Così mi ricorderò per un bel po’ di quanto sia stato stupido. Ti devo almeno questo».
Sophie rise ancora e questa volta fu lei ad abbracciarlo.
«Non ce n’è bisogno, ma grazie lo stesso».
«È quasi ora di pranzo, vero? Muoio di fame!»
Ed insieme si avviarono verso la Sala Grande, continuando a chiacchierare del più e del meno.
Una volta entrati, si salutarono, entrambi diretti alle proprie tavolate.
Sophie vide che tutti i suoi amici erano già intenti a consumare il pranzo, quindi li raggiunse velocemente. Michael sembrava essersi ripreso del tutto e stava parlando concitato, mentre Lisa e Padma annuivano in sincronia. Terry, immusonito, giocherellava con la forchetta nel suo piatto, mentre Anthony fu il primo a vederla e a farle un sorriso di saluto.
«Ciao, ragazzi».
Michael si bloccò a metà frase e si voltò a guardarla, radioso come Sophie non l’aveva visto da un po’.
«Sophie, eccoti! Morivo dalla voglia di raccontarlo anche a te».
«Raccontarmi cosa?» domandò lei, mentre Padma le passava del pasticcio di rognone.
«Ieri sera ho conosciuto Ginny Weasley».
A Sophie venne in mente l’immagine di Michael e Ginny stretti sulla pista da ballo, ma provò a non mostrare alcun tipo di emozione.
«La conoscevi già».
«Di vista» specificò lui, indicando poi Terry e Anthony «Ed è molto più dell’otto che le ha dato Ant».
Sophie si scambiò uno sguardo con Anthony, che fece spallucce.
«Cosa stai cercando di dirmi esattamente, Mike?»
«Che è impossibile conoscerla e non innamorarsi di lei!»
Sophie si stupì dell’effetto che quella frase scaturì in lei: né rabbia, né dolore… Solo delusione e sconforto.
«C-cosa?» gracchiò, incapace di capire.
«Cioè, ovvio che non sono innamorato di lei, però era per farti capire quant’è fantastica».
Fantastica.
Era lo stesso aggettivo che le aveva detto Michael Stebbins qualche minuto prima, ma Michael, il suo Michael, non l’aveva mai descritta con quella parola.
«Ohi, Roger, vieni qui in un momento».
Michael chiamò ad alta voce l’amico, pronto a sedersi con Cho e la loro corte per pranzare.
«Mike, dimmi tutto».
«Volevo che anche tu sapessi che ieri sera ho incontrato una dea».
Gli occhi di Roger passarono rapidamente da Michael e Sophie e con la stessa rapidità tornarono sul ragazzo.
«Ginny Weasley» chiarì Michael ad uno sguardo confuso di Roger «È intelligente, divertente, bellissima, sveglia…»
«Sembrerebbe la ragazza perfetta» lo fermò Sophie, concentrandosi sul suo piatto. Sentiva gli sguardi dei suoi amici addosso, ma non voleva vederli. Sapeva che l’avrebbero guardata con pietà.
Lei era esattamente come Michael con Cho. Senza speranze.
«Mi fa piacere, Mike» commentò Roger senza troppo trasporto «Quindi vi rivedrete?»
«Certo che sì!»
Sophie si sentì morire di fronte a quell’entusiasmo. 
«E Cho?» sussurrò Lisa, provando a stargli dietro.
«È inutile insistere. Se una persona non ti vuole, non ti vuole» e Sophie ricacciò indietro le lacrime nel sentire quelle parole dette proprio da Michael «Evidentemente non era destino».
Aveva sperato che Michael aprisse finalmente gli occhi con Cho. Sperato che sarebbe andato avanti, che avrebbe smesso di guardare Cho nel modo in cui la guardava. Sophie aveva aspettato pazientemente per anni, sapendo che prima o poi si sarebbe accorto di un’altra ragazza. La verità era che aveva sperato che l’altra ragazza sarebbe stata proprio lei. E invece ora Mike parlava di Ginny Weasley come un tempo le aveva parlato di Cho.
Sophie riuscì a ricomporsi proprio poco prima dell’arrivo di Calì, che salutò tutti con un caldo sorriso.
Terry, invece, le lanciava occhiate di fuoco.
«Ti ho cercato prima, ma non ti ho trovato» disse la ragazza, rivolta proprio a Terry «Mi stai forse evitando?»
«Non ho niente da dirti» mormorò lui, chiaramente offeso «E credevo non dovessimo farci vedere insieme».
Erano tutti troppo concentrati sul battibecco fra Calì e Terry per accorgersi dello stato di Sophie. Tutti tranne Roger, che le passò un fazzoletto senza farsi vedere.
«Oh, andiamo, smettila di fare quel broncio! Dimmi perché sei arrabbiato» continuò Calì.
«E me lo chiedi? Hai mentito! Hai detto che avresti passato la serata con Harry Potter, per non destare sospetti, e invece l’hai scaricato dopo poche ore per spassartela con un ragazzo di Beauxbatons».
Calì, braccia incrociate e capelli legati in una lunga treccia, lo guardava come se fosse un caso senza speranze.
«Non me la sono spassata proprio con nessuno. Ho semplicemente ballato con un altro ragazzo, per cui non provo assolutamente nulla, per non destare sospetti» concluse lei, ripetendo le sue parole «Ma soprattutto per aiutare Padma».
Terry si voltò verso Padma, guardandola male.
«Non mi mettete in mezzo».
«Padma ha finalmente conosciuto un ragazzo perfetto per lei e io le stavo solo offrendo il mio aiuto».
«Ti piace un ragazzo?» soffiò Terry, non credendo alle parole di Calì.
«N-non… lo conosco così bene» rispose Padma, imbarazzata. Evitò accuratamente di guardare verso Anthony, sicura che lui l’avrebbe presa in giro.
«Oh, per favore! Ieri si vedeva chiaramente che ti aveva colpito. Guardate, è quello lì».
Tutti, compreso Roger che conosceva meno le gemelle, squadrarono il ragazzo che Calì stava indicando loro. Era obiettivamente bello: dai lineamenti marcati e la carnagione scura.
«Kiran Punj. Indiano» sottolineò Calì, non notando il disagio di Padma «E Philippe, lì accanto, ci ha appena invitate a fare una passeggiata nel Parco stasera».
Terry studiò Philippe – muscoloso, capelli castani e occhi chiari – prima di rendersi conto delle parole di Calì.
«Hai intenzione di uscirci assieme!?»
Calì sbuffò di fronte a quell’accusa e scosse il capo.
«No, Terry. Sai che Padma è timida, quindi fino a che non prenderà confidenza, io e Philippe le faremo da chaperon».
«Salute» buttò lì Roger, provando a smorzare l’atmosfera. Michael e Lisa trattennero un sorriso, mentre Calì piegava le labbra con fare scontento.
«Tu non uscirai con un altro ragazzo!» sbottò Terry, arrabbiatissimo.
«Non dirmi quello che posso o non posso fare. Ci sono già i miei genitori per quello».
«Calì!»
«Non sarà un appuntamento, te l’ho già spiegato».
«Sai che ti dico? Finiamola qui» Terry stava raccogliendo le sue cose, rosso in viso per la rabbia «Sei ufficialmente libera, escici pure».
E senza aspettare una risposta, se ne andò velocemente dalla sala.
«Non gli corri dietro?» chiese Roger, provando a capire la logica di Calì.
«No», rispose lei, sedendosi al posto di Terry «Prima smetterà di essere così geloso, prima potremo avere una relazione normale. Sto solo aiutando mia sorella e nient’altro».
«Potresti almeno chiedermi se voglio uscire con lui?» domandò Padma, massaggiandosi le tempie. Quei discorsi le davano alla testa.
«Perché, non vuoi?»
«No… Cioè, non lo so» rispose Padma, lanciando occhiatine a Kiran che, non appena se ne accorse, le sorrise «Ha diciassette anni, in fondo, e io solo quattordici».
«E allora? Hai visto con chi è andato al ballo Viktor Krum? Hermione Granger» spiegò Calì, rivolta a tutti gli altri «Dai, non è neanche così carina…»
«Calì!» la redarguì la sorella.
«… anche se devo ammettere che ieri era davvero splendida. Saranno stati i capelli lisci o il vestito» continuò Calì, come se non fosse stata interrotta «Comunque, Padma, stasera ci vediamo all’ingresso del Castello. Sii puntuale».
«Aspetta, io n…»
«Senti, non c’è niente di male nell’uscire con i ragazzi. Nessuno ti giudicherà. Anche perché ci sono cose ben più interessanti di cui parlare».
«Per esempio?» domandò Lisa, curiosa.
«Per esempio, chi ha preso a pugni Michael Stebbins?» Calì guardò Sophie, come se avesse avuto un’illuminazione «Sei stata tu, Sophie?»
«Io?» fece la ragazza, sentendo lo sguardo di Michael addosso «Certo che no».
Michael, che si era voltato verso la tavolata dei Tassorosso per controllare che le parole di Calì fossero effettivamente vere, guardò ancora Sophie, che si strinse nelle spalle, sulle spine.
«Qualcuno vi ha aggrediti ieri sera?»
«Affatto».
«Allora lui ha provato a fare qualcosa che non doveva e tu l’hai colpito?»
«Ho già risposto a questa domanda. Non sono stata io».
«Dai, Mike, lascia perdere» disse Roger, provando a salvare il salvabile «Magari è semplicemente caduto o ha sbattuto da qualche parte».
Michael sembrò essersi ricordato della presenza di Roger solo in quel momento. Lo vide in piedi dietro Sophie, come se si fosse schierato. Fece due più due con una rapidità tale che sconvolse la ragazza.
«Tu sai qualcosa. Vero, Roger?»
«Io che c’entro, scusa? Ieri sera ero con Fleur Delacour» replicò Roger e Sophie notò quanto fosse abile a dire bugie. Quando Michael si metteva in testa qualcosa, però, era difficile convincerlo del contrario.
«So che sai qualcosa. È la mia migliore amica. Dimmelo e basta».
«Io sono qui, eh. Non parlare come se non ci fossi» si mise in mezzo Sophie, ma Michael non la ascoltava. Era troppo impegnato a scrutare Roger, come se lo vedesse per la prima volta.
«Se fosse successo qualcosa a Cho, io te lo direi».
«Ma non le è successo nulla» spiegò Roger, serio «È proprio seduta davanti a te. Sana e salva».
«Sai qualcosa» ripeté ancora Michael, arrabbiato.
«Ora basta, Michael!» Sophie si era alzata in piedi. Era poco più bassa di Roger, ma provò comunque a farsi notare dall’amico «Lascia fuori Davies da questa storia. Stebbins sta bene, io sto bene. Stiamo tutti bene. Smettila di voler dimostrare di tenerci a me solo quando ti fa comodo!»
«Questo cosa vorrebbe dire?»
«Che ti preoccupi sempre troppo tardi» disse Sophie, mordendosi poi le labbra. Forse stava esagerando con lui. In fondo, era bello che s’interessasse a lei. O forse no? «Non importa, lascia stare».
L’arrivo del professor Piton al tavolo dei Corvonero fece realizzare a Sophie che la loro conversazione era stata ascoltata dalla maggior parte della Sala Grande. 
«Fawcett, Corner… Ah, Davies, dovevo immaginarlo che c’entrasse anche lei» disse il professor Piton, guardandoli con il suo sguardo annoiato «Venti punti in meno a Corvonero».
«Venti?» sibilò Michael, sconvolto. L’udito finissimo di Piton colse lo shock di Michael e allora fece quello che i Corvonero avevano ribattezzato “il sorriso del pipistrello”. Il professore era sempre stato spaventoso – Terry aveva confessato di avere avuto anche un paio di incubi su di lui – ma quando sorrideva era anche peggio.
«No, Corner, non venti in totale. Venti a testa». Poi Piton piegò le labbra in direzione di Sophie. «Fawcett, in questo periodo si diverte proprio a far perdere punti alla sua Casa. Ora, tornate a mangiare in silenzio. Se mi costringerete a tornare qui, vi toglierò fino all’ultimo zaffiro».
Sophie era troppo scioccata per registrare a pieno le parole del professore. Non aveva mai fatto perdere punti a Corvonero. Mai. E adesso, in pochi secondi, erano riusciti a far perdere ben sessanta punti in un colpo solo.
Guardò la clessidra dei Corvonero e vide che la sua Casa era scesa dal terzo al quarto posto. 
«Che disastro» commentò Padma, notando anche lei la posizione di Corvonero «Non prendertela, Sophie. Appena cominceremo di nuovo le lezioni…»
«Cosa intendeva dire Piton?»
Padma non si offese per l’interruzione di Michael. Aveva sperato che l’amico non si fosse accorto del commento del professore, ma ovviamente Michael aveva sentito tutto.
Sophie, che sembrò ricordarsi solo in quel momento delle parole di Piton, guardò verso Roger Davies, sperando che lui avesse la soluzione al suo problema. 
«Si può sapere cosa Merlino mi state nascondendo?»
«Niente di niente» replicò velocemente Sophie, notando con la coda dell’occhio Cho che stava uscendo dalla sala con la sua corte «Ma ora devo proprio andare, quindi ci vediamo più tardi».
 
 
 
 
«Cho! Cho!»
Sophie le corse dietro, su per le scale, sperando che la ragazza non la ignorasse.
Cho si fermò proprio mentre le scale avevano iniziato a muoversi, così Sophie poté raggiungerla senza problemi.
«Cho, potrei parlarti?»
Cho si voltò a guardarla, lo sguardo che la trafisse come se volesse incenerirla sul posto.
«È importante» rimarcò Sophie, a disagio.
«Ragazze, vi raggiungo subito» disse Cho alle sue amiche, fra cui spiccavano Marietta e Mandy. Sophie faticava a ricordare il nome delle altre tre.
«Sei sempre troppo buona» disse Marietta a Cho, ma lei non rispose.
«Allora» iniziò Sophie, quando le scale si fermarono e furono rimaste sole «Non ricordo molto della serata di ieri, ma so che non ti ho trattato molto bene».
«Già».
«Mi dispiace».
Cho soppesò quelle parole e poi sospirò.
«Accetto le tue scuse, Sophie» le disse, provando a farle un sorriso «E so che non ti vado a genio per via di Michael, ma non devi aver paura di perderlo per colpa mia. Sto con Cedric, lo sai».
«Sì, lo so».
«Quindi potremmo provare ad essere amiche. In fondo, a me tu piaci».
Sophie alzò un sopracciglio e scosse la testa.
«Senti, so che non sono proprio nella posizione di giudicarti, ma posso chiederti perché ti ostini tanto a non dire quello che pensi veramente?»
Ad un’occhiata confusa di Cho, Sophie passò a spiegare.
«È evidente che non io non ti piaccia e tu non piaci a me, per cui no, non saremo mai amiche» Sophie la guardò attentamente «Ma non c’è niente di male o di sbagliato in questo. Non dobbiamo per forza piacerci. E non è vero che non devo temerti, perché sì, adesso stai con Diggory, ma provi anche qualcosa per Michael. Non mentire, so che è così».
Cho si stupì della maturità nella voce di Sophie e le fece un cenno di assenso, non sapendo bene cosa dirle. La salutò con una mano e la lasciò da sola, diretta dalle sue amiche.
«Ottimo lavoro, Fawcett».
Sophie sobbalzò, colta di sorpresa, e si voltò verso Roger Davies che stava salendo l’ultimo gradino della scala di fronte a lei.
«Guarda che le ho appena detto che non saremo mai amiche».
«Ma ha apprezzato la tua sincerità».
«Che c’è? Che vuoi?»
Roger le sorrise sprezzante, avvicinandosi a lei.
«Ti devo parlare».
«Me l’avevi già detto» chiarì Sophie, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. 
«Non mi pare che adesso tu abbia da fare» disse Roger, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
«E va bene, allora parla».
«Non qui». Roger le fece cenno di salire e Sophie lo seguì senza protestare.
Non parlarono per tutto il tragitto e la ragazza comprese che la stava portando verso la Torre di Astronomia, la torre più alta della scuola.
«È vietato l’accesso alla torre» disse Sophie, una volta arrivati di fronte alla porta.
«Non per noi». 
Roger mosse la bacchetta senza dire una parola e si udì la serratura scattare.
«Dopo di lei, signorina».
Sophie fece un mezzo sorriso rassegnato, prima di uscire all’aperto e scontrarsi con il vento intenso. Nonostante il freddo, era una sensazione piacevole stare lì a contemplare tutta Hogwarts dall’alto.
Roger richiuse la porta e Sophie smise di guardare il paesaggio per concentrarsi sul ragazzo.
«È il mio posto preferito» chiarì lui, per spezzare la tensione.
«Ci porti le ragazze di nascosto?» domandò Sophie, ridendo.
Roger scosse la testa.
«Sì, certo» commentò allora lei, non convinta «Comunque qua non ci sentirà nessuno. Dev’essere davvero importante».
«Davvero importante non direi, però preferivo un posto lontano da orecchie indiscrete. Ti sorprenderebbe sapere quant’è difficile mantenere un segreto in questo castello senza le giuste precauzioni».
«Prima di dire qualunque cosa, volevo chiederti se per caso sapessi perché ho perso dei punti ieri sera».
Roger la guardò come se non credesse alle proprie orecchie.
«Questa è la cosa che ti preoccupa di più? Conoscere il motivo per cui Corvonero non vincerà la Coppa delle Case?»
«Dubito che la vincerebbe comunque, però sì. È la prima volta che perdo punti».
«Uh, immagino quanto questo sia sconvolgente» ironizzò Roger, mentre il vento gli scompigliava i lunghi capelli scuri «Non ne sono certo, ma credo di non essere stato l’unico a vedere te e Stebbins darsi da fare».
Sophie arrossì, capendo il significato delle sue parole.
«Vuoi dire che Piton…? No!»
«Penso di sì» continuò lui, facendo spallucce «Dopo averti lasciata a Goldstein, sono tornato da Fleur e ha beccato anche noi».
«Oddio».
«Magari ti farà sentire meglio sapere che non sei stata la sola a far perdere punti a Corvonero».
«Non esattamente».
Sophie si sistemò i capelli dietro le spalle, lottando contro il vento che glieli ributtava sul volto.
Roger sorrise di fronte a quella scena, cosa che contribuì a innervosire ancora di più la ragazza.
«Senti, probabilmente mi urlerai addosso dopo quello che sto per dirti, ma vorrei che ci riflettessi su».
Sophie smise di toccarsi i capelli e lo fissò, provando a capire.
«Sappiamo bene tutti e due che la cotta per Mike non ti passerà tanto presto, ma sappiamo anche che al momento lui ti considera solo un’amica, per cui potrei esserti d’aiuto».
«Come?» si lasciò sfuggire lei. Era sempre più scioccata dal fatto che oramai chiedesse sempre consiglio a Roger Davies.
«Credo che dovresti passare meno tempo con Mike».
«Stai scherzando?»
«No», rispose con sicurezza Roger «Non dico di non vederlo più, ovviamente, ma solo di provare a passare il tempo anche con altre persone».
«Ho anche altri amici, eccetto Michael» puntualizzò lei, incrociando le braccia al petto. Continuava a non comprendere dove volesse andare a parare.
«Ma sono anche amici suoi. Fawcett, se vuoi davvero che Mike si accorga di te come ragazza e non come amica, devi provare a prenderti i tuoi spazi. Sa che tu ci sarai sempre».
«Ed è un male?» 
«No, assolutamente» chiarì Roger, serio «Ma il più delle volte Mike pensa agli affari suoi, non badando a te, perché sa che sarai sempre disponibile in caso di bisogno».
Sophie provò a stargli dietro e allora Roger le si avvicinò.
«Pensaci! L’unica volta in cui Mike è stato davvero geloso di te è stato quando passavi la maggior parte del tuo tempo lontano da lui».
«D’accordo, ma questo non vuol dire che passerò il mio tempo con te e la tua corte» disse Sophie, decisa «Non accadrà mai, chiaro?»
«Non ti avrei mai chiesto di unirti alla mia corte, Fawcett». 
Sophie allora lo scrutò con sospetto.
«Ma, lasciatelo dire, non sei proprio un tipo socievole» disse Roger, sorridendo di fronte all’espressione offesa di lei «E gli unici amici che hai sono appunto anche amici di Mike, quindi ti toccherà trovare qualcun altro».
«Tipo?»
«Tipo me» continuò lui, indicandosi con fare scenico «E dei miei amici di Serpeverde».
«Cosa?»
«Ti prego, non dirmi che anche tu hai quel tipo di pregiudizi. Non tutti i Serpeverde vogliono conquistare il mondo».
«Forse non vogliono conquistare il mondo, ma sicuramente la maggior parte di loro proviene da famiglie poco rispettabili».
«Non puoi scegliere in che famiglia nascere» ribatté Roger «Ma Selina e Will sono due bravi ragazzi. Garantisco io per loro».
«Questo non mi fa stare meglio».
Roger rise, più rilassato. Era chiaro che Sophie, nonostante i dubbi, stesse davvero riflettendo sulla sua proposta.
«Allora, ci stai?»
Sophie piegò le labbra, incerta.
«In che modo uscire con te e i Serpeverde mi aiuterà a farmi notare da Mike?»
«Io sono un esperto nelle questioni di cuori e poi sono un ragazzo. Ti darò qualche consiglio, oltre le uscite».
Sophie continuava a non essere sicura.
«Fawcett, quello che hai fatto è un chiaro segnale. Non ti sta più bene questa situazione e se non farai nulla per cambiare le cose potresti perdere Mike per sempre».
«Che differenza fa? Per lui sarò sempre e solo un’amica».
«Tu non hai idea di come ti abbia guardata ieri sera. Ti serve solo una mano».
«Davvero mi ha guardata?» mormorò Sophie, imbarazzata.
«Come biasimarlo?» replicò Roger con un sorriso «Ieri eri davvero bellissima».
Sophie gli sorrise di rimando prima di allungare una mano verso di lui.
«E va bene, allora. Accetto la proposta».
«Saggia decisione».
E Roger le strinse la mano, come a suggellare il contratto.
 
 
 
 
 
Sophie aveva trascorso la maggior parte del pomeriggio in Biblioteca. Verso sera aveva saltato la cena – facendosi solo preparare un panino al volo dagli elfi domestici delle cucine – con il chiaro intento di voler evitare Michael a tutti i costi. Sapeva che era solo questione di tempo.
Michael le avrebbe fatto delle domande, pretendendo delle risposte che lei non era sicura di volergli dare.
Aveva parlato ancora una volta con Stebbins, poco dopo aver lasciato Roger davanti alla Torre dei Corvonero, ed insieme al ragazzo aveva provato a raccogliere i ricordi della serata.
Stebbins rammentava delle cose che forse era meglio dimenticare.
Sophie aveva passeggiato nel cortile della scuola fino a tardi e, poco prima del coprifuoco, aveva deciso di tornare verso la Sala Comune, sperando che Michael si fosse arreso e fosse andato a dormire. Avrebbe pensato domani cosa dirgli e cosa tenersi per sé.
 «Mio padre fa il cantante, mia madre è balbuziente. Il mio vestito è bianco e il mio cuore d’oro. Chi sono?» le domandò il batacchio di bronzo e Sophie si fece ripetere l’indovinello altre due volte, provando a fare un ragionamento logico.
«Allora, vestito bianco e cuore d’oro… Padre cantante e madre balbuziente… Mh, un uovo?»
«Bella pensata».
Sophie entrò nella Sala Comune semibuia. I ciocchi del caminetto si stavano via via spegnendo e lei si ritrovò a sospirare di sollievo. Michael si era effettivamente arreso.
Fece per salire verso il suo dormitorio, quando per poco un’ombra sul divano non la fece urlare. 
Michael si stropicciò un occhio, mettendosi seduto. Aveva i capelli più disordinati del solito e gli occhi castani la studiavano come se si aspettasse di vederla scomparire da un momento all’altro.
«Mike, accidenti! Mi hai fatto paura» dissimulò lei, come se fosse normale aver saltato la cena e averlo evitato per tutto il giorno.
«Mi dispiace» ammise lui, alzandosi per andarle vicino «Ma sapevo che saresti dovuta tornare prima o poi».
«Mike…»
«Senti, non mi devi dire niente, va bene?» la interruppe il ragazzo, prendendole una mano «Quello che mi hai detto oggi mi ha fatto pensare. Hai ragione, a volte ti do per scontata e mi dispiace».
Sophie non si aspettava di certo quelle parole. Era lui a scusarsi con lei adesso?
«Se non vuoi raccontarmi nulla, va bene, ma sappi che non volevo opprimerti perché volevo impicciarmi, ma solo perché ero preoccupato. E… ecco, è stato strano sapere che con Roger potevi confidarti e con me no».
Sophie, che aveva trattenuto l’aria fino a quel momento, la buttò fuori, di colpo rasserenata da quella conversazione. Il suo Michael, che si preoccupava sempre troppo.
«E poi ho sentito alcune studentesse del quinto anno dire di averti visto entrare nel dormitorio dei ragazzi con Anthony ieri sera e io…»
Non terminò la frase, sopraffatto dal dubbio. La guardò come un cucciolo ferito e Sophie si sciolse ancora.
«Facciamo così, Mike. Ti dirò ogni cosa, ma poi non ne parlerai più» disse lei, prendendogli anche l’altra mano «Né con me, né con Davies e tantomeno con Stebbins. Prometti?»
«Non devi sentirti obbligata».
«Mike».
«Prometto» disse lui, facendole un sorriso che le scaldò il cuore.
«Per farla breve, ieri io e Stebbins abbiamo alzato un po’ il gomito. Eravamo su di giri e allora siamo usciti in cortile».
«Quanto su di giri?»
«Abbastanza da imboscarmi con lui e… scambiarci effusioni».
Michael le prese il volto fra le mani, guardandola così intensamente da farla quasi svenire.
«Hai… hai per caso…?»
«No, Mike» sussurrò lei, notando quanto i loro visi fossero vicini. Ringraziò la poca luce, altrimenti Michael avrebbe notato il suo imbarazzo.
«Ne sei certa?»
«Stebbins ed io non ricordiamo esattamente ogni cosa, ma a parte baci e strusciamenti vari crediamo di esserci fermati prima».
«E cosa te lo fa pensare?» mormorò Michael, provando a nascondere l’agitazione «Non ho bisogno dei dettagli».
Sophie sentì che quell’argomento toccava particolarmente Michael, il fastidio nel sentire che lei e Stebbins si erano appartati era evidente.
«Siamo stati interrotti. Prima da Piton, ed è per quello che ho fatto perdere i punti a Corvonero, e poi da Davies» disse Sophie, parlando lentamente in modo che Michael capisse ogni cosa.
«Oh».
«È stato lui a colpire Stebbins» continuò la ragazza «E poi ha incontrato Anthony e mi ha affidata a lui. Ant ha deciso di farmi dormire nel suo letto, nel caso fossi stata ancora male».
«Sei stata male?»
«Non avevo mai bevuto alcolici» ammise lei «Capisci ora? Davies sapeva tutto solo perché casualmente si è trovato in mezzo, ma non sarei mai andata spontaneamente a confidarmi con lui». 
Era una mezza verità, ma non era necessario che Michael lo sapesse.
«Non volevamo nasconderti niente, Mike, volevamo solo che non ti preoccupassi più del dovuto. E soprattutto che non facessi nulla».
Michael non rispose: tutto sembrava effettivamente tornare.
«Credevi che avrei preso anch’io a pugni Stebbins?»
«No, ma magari saresti andato a fargli la predica» rispose Sophie «Ma era ubriaco anche lui, non ha colpe».
«Beh…»
Sophie piegò la testa di lato e scosse la testa.
«No, è così. Non ha colpe. E non tirarmi anche tu fuori la storia del “era suo compito prendersi cura di te”».
«Roger» dedusse Michael con un sorriso. 
«Non mi interessa delle opinioni alquanto discutibili di Davies, ma vorrei che almeno tu ragionassi. Il fatto che lui fosse il ragazzo non lo rende il solo responsabile della situazione. Sono un essere senziente anch’io ed è colpa mia se mi sono ubriacata».
«Sì, ma…»
«Niente “ma”. Stebbins non mi avrebbe mai imposto nulla. Mia la scelta, mia la colpa».
Michael, le mani ancora strette al suo viso, si avvicinò per baciarle la fronte e poi la lasciò andare.
«Va bene. Non ne parliamo più».
«Grazie».
Micheal le fece un sorriso affettuoso.
«Alla fine il ballo è stato un fiasco un po’ per tutti».
«Dici?» domandò Sophie.
«Io sono stato scaricato da Susan a metà serata» le ricordò Michael.
«Però hai conosciuto Ginny Weasley».
«L’unica nota positiva» disse lui «Però era un momento speciale, che non ricapiterà più, e io ho sprecato l’occasione di ballare con l’unica ragazza che sarà sempre al mio fianco».
Sophie non poté non sorridere. Le parole di Michael erano così cariche di sentimento da farle sudare le mani.
«Magari organizzeranno un altro ballo l’anno prossimo».
«Perché aspettare?» chiese lui, prendendo la bacchetta e accedendo tutte le luci della Sala Comune.
«Non c’è la musica» fece notare Sophie, rossa in viso.
«Detto fatto». Michael mosse ancora la bacchetta e comparve un grammofono.
«Sveglieremo gli altri studenti».
«Ho insonorizzato la stanza» le spiegò e poi sorrise «Altri dubbi?»
«Sei in pigiama» rise lei, divertita dalla situazione «Non vorrai ballare con me in pigiama?»
«Rimediamo subito» disse Michael, puntandole la bacchetta contro. 
Sophie vide la sua divisa trasfigurarsi in una camicia da notte e gli sorrise.
«Non sarebbe stato meglio trasfigurare i tuoi vestiti?»
«Naa» disse Michael, ridendo «E poi tutta la scuola ti ha vista elegante ieri sera, ma io sono l’unico ad averti vista in camicia da notte».
Sophie allargò il sorriso, imbarazzata da quelle affermazioni. Erano cresciuti insieme e Michael era davvero il solo ragazzo ad averla vista di prima mattina, anche in condizioni disastrose.
«Stavo meglio ieri sera, però».
«Non è vero. Tu sei sempre bellissima, Sophie».
Michael le si avvicinò, fece partire la musica e iniziarono a ballare lentamente.
«Davvero?» domandò lei, insicura.
«Davvero» disse con spontaneità Michael.
Sophie si appoggiò al suo petto e ballarono in silenzio, stringendosi l’uno all’altra come se non volessero più lasciarsi andare.
 
 
 
 
 
Note: 
 
Stranamente questa volta non ho molti chiarimenti da dare xD.
È stato un capitolo quasi tutto concentrato su Sophie e Michael, ma dal prossimo vedremo di più anche il resto del gruppo e soprattutto come il Ballo abbia avuto effetto anche su di loro.
Nonostante Roger abbia già spiegato perché voglia aiutare Sophie, il motivo della sua proposta sarà ancora più chiaro in seguito.
E per quanto riguarda l’ultima scena… Lascio ai lettori l’interpretazione xD
Alla prossima :3

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
 
L’inizio del nuovo trimestre arrivò più in fretta del previsto. Michael, Sophie, Lisa, Anthony, Padma e Terry si misero sotto con i compiti, che avevano trascurato prima di Natale. Sophie s’impegnò più degli altri, desiderosa di riguadagnare i punti che aveva fatto perdere a Corvonero con la storia di Stebbins. Per la ragazza, però, l’inizio del trimestre avrebbe portato anche altre novità: avrebbe dovuto iniziare a trascorrere più tempo con Roger Davies e i suoi amici di Serpeverde. 
Dopo l’accordo stretto con Roger, Sophie era stata tentata di ritrattare tutto il giorno successivo: per quanto disperata, passare parte delle sue giornate con Davies l’idiota e due Serpeverde era davvero troppo.
Le parole di Roger, però, avevano sortito un certo effetto. Michael non la smetteva più di parlare di Ginny Weasley, nonostante si fossero intravisti solo una volta durante una passeggiata al Parco. 
Padma, Lisa, Anthony e persino Terry avevano preso l’abitudine di guardarla come un cucciolo ferito, facendola sentire ancora più patetica di quanto già non fosse.
Le cose dovevano cambiare. E se fosse servito l’aiuto di Roger Davies, diamine, l’avrebbe accettato.
«Ben arrivata, Fawcett. Ti stavamo aspettando».
La ragazza fece un sorriso tirato a Roger, che era vestito con la divisa da Quidditch e la studiava con divertito affetto.
«Devi allenarti?» domandò lei, confusa.
«No», chiarì Roger, accennando poi a Selina Moore e William Harper, che indossavano la divisa da Quidditch dei Serpeverde «Ci facciamo una partita. Così, per rompere il ghiaccio».
Era la loro prima “uscita” ufficiale. Sophie e Roger non avevano ancora trovato una scusa convincente per non destare sospetti in Michael, così la ragazza aveva sperato in qualcosa di più discreto di una partita a Quidditch. 
Sophie squadrò Selina e William: la prima sembrava entusiasta quanto Sophie di passare del tempo assieme, il secondo aveva l’aria tranquilla.
«Ciao, Sophie» disse William, facendole un sorriso cordiale «Io sono William Harper e lei è mia cugina, Selina Moore».
«Sì, so chi siete» disse Sophie, a disagio. Com’era finita a fraternizzare con i Serperverde?
Ad un’occhiata obliqua di Roger, provò a rilassarsi e tentò un accenno di sorriso.
«Mi dispiace che Davies vi abbia coinvolto».
«Non ti preoccupare, vorrà dire che Roger ci dovrà un favore. Vero?» lo punzecchiò Selina e il ragazzo, chiamato in causa, fece una risata spontanea.
«Sarà una specie di esperimento. Visto che la mia corte ha dei pregiudizi su di voi, partiamo con il farvi conoscere una mia specie di amica».
Sophie rimase colpita da quell’affermazione. Lei e Roger erano tutt’altro che amici. Sicuramente erano stato nemici in passato, e forse ora potevano considerarsi alleati, ma di certo non amici.
«Sophie, abbiamo sentito un sacco di cose su di te, ma devo dire che una mi ha colpita particolarmente» disse Selina, e Sophie temette il peggio. Selina era più piccola di un anno e Sophie la superava di parecchi centimetri, ma in quel momento si sentiva come una preda di fronte al suo cacciatore.
Guardò Roger in cerca d’aiuto, ma stranamente lui sorrideva rassegnato.
«Mi piace che tu abbia finalmente fatto scendere dal piedistallo Cho Chang. Hai fatto bene».
William ammonì la cugina con lo sguardo, mentre Roger sospirava al cielo.
Sophie si aprì finalmente in un sorriso rilassato.
«Neanche a te piace Cho?»
«Affatto. Sa il potere che esercita sui ragazzi e lo usa a suo vantaggio. Non mi piace per niente».
Sophie apprezzò la spontaneità di Selina e decise che avrebbe finalmente messo da parte i pregiudizi per conoscerla meglio.
«Va bene, ragazze. Se avete finito di dire cattiverie sulla mia migliore amica, io direi di giocare».
«Approvo» disse William, abbottonandosi meglio la divisa.
«C’è un piccolissimo problema. Io non so giocare».
«Conosci le regole e sei una fan sfegatata del Quidditch» disse Roger «Basta provarci».
«Dai, sarà facile» la spronò Selina, dandole di gomito.
«Corvonero contro Serpeverde o ragazze contro ragazzi?» domandò William, facendo un sorriso incoraggiante a Sophie.
«No, aspettate un attimo» li bloccò lei, tesa «La verità è… che io non so volare».
Roger, che aveva appena preso in mano la sua scopa, la lasciò cadere e la guardò come se la vedesse per la prima volta.
«Come sarebbe a dire?»
«Sarebbe a dire che mi sono ammalata la prima settimana del mio primo anno e, quando ho provato a recuperare, ho comunque fallito. Persino Madama Bumb ha rinunciato».
«Ma impossibile che tu non ci riesca! Ti conosco, sai cose che persino i ragazzi del settimo anno non sanno!» sbottò Roger, incapace di crederle.
«Stai esagerando. Io non sono poi così brava».
«Che problema c’è, ti insegniamo noi» disse Selina con un’alzata di spalle.
Sophie si torturò le mani, in difficoltà.
«Hai paura, vero?» le chiese William, senza la minima traccia di presa in giro «Per quello la Bumb si è arresa. Avevi una fobia e lei non poteva aiutarti».
«Non è che ho paura. Temo solo di fallire com’è successo in passato» chiarì lei «Lo so che è una cosa stupida e tipicamente Corvonero, ma io non sono abituata a fallire. Accademicamente parlando, intendo. Non mi piace non riuscire a farcela».
 «Non c’è niente di sbagliato nel fallire. Guarda me! Sono la prova vivente del fallimento, eppure ho vissuto bene finora».
Sophie alzò un sopracciglio con scetticismo, facendo ridere i due Serpeverde.
«Quello che Roger voleva dire è che dopo un fallimento può sempre arrivare una vittoria» spiegò William e Selina annuì.
Sophie si scambiò un’altra occhiata con Roger, che le fece un bel sorriso.
«Coraggio, Fawcett, corri il rischio».
Alla fine Sophie si fece convincere e il pomeriggio non si rivelò del tutto un fiasco. La ragazza si era davvero divertita e, grazie ai consigli di Davies, Selina e William, era perfino riuscita ad alzarsi di mezzo metro con la sua scopa. 
Passare quelle ore con loro non le era pesato per nulla. Si era legata fin da subito a Selina, di cui ammirava il modo di fare e il rapporto che condivideva con Roger e il cugino. Più difficile da decifrare, invece, era stato proprio William: era un tipo taciturno, nonostante la gentilezza e la cordialità che bilanciavano perfettamente l’esuberanza di Roger e l’impertinenza di Selina.
«Sai, credo che già dalla prossima settimana riuscirai a fare dei giri di campo».
«Ne dubito, ma grazie lo stesso per l’aiuto».
Roger e Sophie avevano salutato William e Selina circa venti minuti prima e stavano salendo insieme verso la Torre dei Corvonero.
«Allora, che te ne pare di loro?» domandò lui, camminando al suo fianco.
«Non mi sono ancora fatta un’opinione».
«Mh, bugiarda» replicò Roger «Ti ho osservata bene oggi, ti sei divertita».
Sophie non poté trattenere un sorriso e il ragazzo le puntò un dito contro.
«Lo sapevo!»
«E va bene, hai ragione, mi sono divertita» ammise lei, per poi ritrarre «Ma non significa nulla!»
Il ragazzo si fermò proprio in prossimità dell’ingresso della Sala Comune e Sophie lo imitò.
«Michael è il tuo migliore amico, ma è anche il mio» disse Roger, facendole un sorriso «Chi lo sa, Fawcett, magari riusciremo a diventare amici anche noi».
Sophie finse un’espressione scocciata, ma poi rise.
«Non esageriamo, Davies. Un passo alla volta».
«Non vuoi proprio cedere, eh? E va bene. Domani ci vediamo nel pomeriggio, vicino alle Serre».
«No, domani vorrei stare con i miei amici o inizieranno a fare domande» disse Sophie con sicurezza.
«D’accordo. E allora ci organizziamo per dopodomani. Sai già cosa raccontare a Mike?»
«Pensavo di far finta di nulla».
«Credo che ci toccherà inventare qualcosa. Mike ti assalirà di domande per scoprire la verità».
«Già, hai ragione» disse Sophie, abbassando lo sguardo. Odiava dover tenere un altro segreto con Michael.
«Ehi» la chiamò Roger e lei rialzò lo sguardo «Mi sono dimenticato di darti questa».
Le prese la mano e le appoggiò qualcosa sul palmo.
«La mia collana! Credevo di averla persa».
La felicità negli occhi di Sophie colpì Roger.
«Era davvero così importante?»
«C’è una storia dietro. Può sembrare stupido, però è l’ultimo ricordo di mia madre. È morta quand’ero piccola, quindi non l’ho mai conosciuta davvero».
Roger non rispose e Sophie strinse a sé il ciondolo.
«Questa collana è diventata il mio portafortuna, è come se lei fosse ancora con me».
«Non è poi così stupida come cosa» disse il ragazzo, toccandosi l’anello nero che portava all’indice. 
Sophie aveva sempre pensato che Roger portasse quell’anello solo come semplice ornamento estetico; invece, sembrava essere molto di più per lui. Attese, nella speranza che lui le raccontasse la propria storia, ma Roger le fece un cenno di saluto e le disse solo: «Ci vediamo in giro, Fawcett», prima di entrare nella Torre dei Corvonero.
Quando lei lo seguì, vide i suoi amici riuniti vicino ad una finestra della Sala Comune.
Michael fu il primo a vederla e ad alzare un braccio per chiamarla.
«Sophie!»
Lei si avvicinò al gruppo e si sedette accanto a Michael.
«Ciao, ragazzi».
«Dove sei stata?» domandò Michael, gli occhi nocciola sembravano più intensi del solito «Sembri aver passato un bel pomeriggio».
«Ho solo studiato nel Parco. Era una bella giornata e non avevo voglia di chiudermi in Biblioteca».
«Domani studiamo tutti insieme?» propose Lisa, che stava per addentare un sandwich.
«Fra poco è ora di cena» disse Terry, guardandola, mentre si grattava il mento con la piuma d'oca «Ti rovinerai l’appetito».
«È solo uno spuntino. Allora, che ne dite per domani?»
«Io non posso» disse Padma, lisciandosi con le mani la gonna già perfettamente liscia.
«Esci ancora con Kiran?» domandò Sophie, non nascondendo la curiosità. Dal Ballo del Ceppo, Padma era stata sempre attentissima a non far uscire una sola parola su quel ragazzo. Per quanto Sophie e Lisa ci avessero provato, l’amica aveva resistito stoicamente alle loro domande.
«Sì».
«E Calì?» chiese Terry, pronto ad esplodere.
«Oh, dai, Terry, ora basta. È uscita con noi solo una volta e non era un appuntamento. Voleva solo essere di supporto».
«Non vale prendere le sue difese. Sei sua sorella».
«Sai che non la difendo solo perché è mia sorella. Ha sbagliato anche lei e lo sa».
«Non mi pare che sia corsa a scusarsi, però» perdurò Terry. Era arrabbiato ed era chiaro che cercasse un pretesto per continuare quella discussione.
«Perché non fai tu il primo passo?» continuò Padma, rimanendo calma.
Terry s’indispettì ancora di più. Si alzò in piedi con rabbia e salì velocemente nel suo dormitorio.
Lisa lo seguì con lo sguardo e poi scosse la testa.
«Gli passerà» disse Michael, guardando poi verso Padma «Un’altra uscita con Kiran. Allora è una cosa seria».
«Cosa te lo fa pensare?» L’imbarazzo di Padma era palpabile.
«Ti conosco».
«Siamo solo curiosi, Padma» si mise in mezzo Lisa «Ti piace o no?»
«Suppongo di sì» bisbigliò lei, lanciando inavvertitamente un’occhiata ad Anthony, che la fissava in silenzio «Voglio dire, è bello e ha ottimi voti, è un giocatore di Quidditch e studierà Medimagia. E poi è indiano».
«È fantastico, Padma!» disse Michael con impeto «E lui mi sembra molto preso da te».
«Già. Chissà perché».
«Perché sei semplicemente perfetta!» sbottò subito Sophie, incapace di capire perché l’amica si buttasse giù così «Guarda che il vero fortunato dei due è lui».
«Concordo» disse Lisa con un sorriso.
«E con me siamo tre» aggiunse Michael, dando poi una gomitata ad Anthony, che continuava ad osservare Padma senza dire una parola.
«Ant!» lo richiamò Sophie, facendo un cenno verso Padma con la testa.
«Oh, sì, sono d’accordo anch’io» commentò lui con la sua solita pacatezza. Gli occhi marroni incatenati a quelli scuri di Padma «Ma tanto non penso che durerà molto».
«Perché?» chiesero all’unisono Michael, Sophie e Lisa.
«Perché a Padma non piace davvero».
Padma rispose allo sguardo di Anthony senza cambiare espressione e poi con tono neutro disse: «E tu lo sai perché…?»
«Perché quando l’hai descritto sembrava che stessi leggendo il suo curriculum. Come un’azienda che vuole assumere il candidato perfetto».
Gli amici lo seguivano senza perdersi una parola, ma Anthony era concentrato solo su Padma.
«Non sembravi una ragazza innamorata» concluse lui con tranquillità.
«Detto da un esperto» ironizzò Padma «Non credo che tu sappia quello che provo».
«No, è vero, ma analizziamo le tue parole, ti va?» Anthony si mise ancora più comodo sulla poltrona e con un sorrisetto canzonatorio continuò «Hai detto che è indiano. È chiaro che ti stai sforzando di fartelo piacere perché condividete la stessa cultura».
«Ho detto altre cose prima di indiano».
«Vero» ammise lui, assecondandola «Sei partita da bello, per poi proseguire con la sua performance scolastica e con quella sportiva, fino ad arrivare al suo futuro da Guaritore».
«Wow, Ant, che memoria!» commentò Sophie, ma nessuno le diede retta.
«Mi stai dicendo che sono superficiale?» domandò Padma, iniziando a scaldarsi.
«No, voglio solo dire che faresti di tutto pur di non infrangere le regole dei tuoi genitori».
«C’è un motivo preciso per cui stasera hai deciso di lanciarmi accuse? Hai avuto una brutta giornata o qualcosa del genere?»
«Affatto» continuò Anthony, calmo «Stavo solo dando la mia opinione, ma se non la vuoi sentire, starò zitto».
«Oramai hai iniziato, sarebbe un peccato non concludere» disse Padma, a denti stretti.
Era una trappola e Michael diede un calcio ad Anthony da sotto il tavolino per farlo desistere dal continuare a parlare.
Anthony, però, sembrava non volersi fermare.
«Hai la sindrome della figlia perfetta. Accetteresti di uscire con un indiano qualunque pur di accontentare mamma e papà».
Padma aprì la bocca per replicare, ma poi la richiuse. Si alzò in piedi con una calma quasi studiata, mantenendo lo sguardo sul ragazzo.
«Va’ al diavolo, Anthony!»
E corse via, verso il suo dormitorio.
«Che ti è preso, Ant?» domandò Michael, mentre Padma sbatteva la porta.
«Ho solo detto ciò che penso» chiarì lui, incrociando le dita davanti a sé «Il fatto che se la sia presa così è sintomo che ho ragione».
Lisa si voltò verso Sophie, che ancora faticava a comprendere il comportamento di Anthony.
«Io vado da Terry, tu da Padma. E voi due, cercate di non combinare altri guai».
«Io non ho fatto nulla» ribatté Michael, alzando le mani. 
Rimasto poi solo con Anthony gli chiese: «Sei sicuro di star bene?»
«A meraviglia».
La mattina dopo, Padma scese a fare colazione senza aspettare i suoi amici. Aveva dormito poco, nonostante le parole, prima di Sophie e poi di Lisa, l’avessero fatta sentire meglio. 
Si sedette al tavolo dei Corvonero e si servì del succo di zucca.
Non dovette aspettare molto prima di vedere entrare Michael, Sophie, Lisa e Terry nella Sala Grande. La raggiunsero velocemente e Sophie le si sedette vicino. Terry, Michael e Lisa, invece, presero posto davanti a lei.
«Non ci hai aspettato stamattina» disse Lisa, guardandola di sottecchi «Sei ancora arrabbiata per ieri?»
«Non sono arrabbiata» chiarì Padma con sincerità «Ognuno può pensare quello che vuole».
«È un ragionamento maturo. Sophie non l’avrebbe mai fatto» ironizzò Michael, facendo un occhiolino all’amica che gli fece la linguaccia. 
«Anthony non scende? Si sente in colpa?» chiese Padma, imburrando una fetta di toast.
Fu Terry il primo a rispondere: «Preferisce saltare la colazione per poter dormire di più. Ci raggiungerà a lezione».
«Tipico di lui» sussurrò Padma, poi si rivolse a Terry «Aspettami qui».
La ragazza si alzò dalla tavolata e si diresse verso il tavolo dei Grifondoro per parlare con sua sorella.
Terry divenne paonazzo, impossibile capire se fosse per la rabbia o l’imbarazzo.
Padma tornò da loro accompagnata da una sorridente Calì, che si sedette accanto alla sorella e di fronte a Terry.
«Buongiorno».
«’Giorno» bofonchiò lui, tenendo lo sguardo basso. Le orecchie rosse che risaltavano fra i ricci scuri.
«Direi che siamo stati lontani abbastanza. Sono stanca di non passare più del tempo con te».
Fu la volta di Sophie e Lisa di arrossire, colpite dalla schiettezza di Calì. Michael e Padma si scambiarono uno sguardo, entrambi imbarazzati da quelle parole.
«I-io n-n-n… Non ti sei c-comportata bene» riuscì a dire Terry, continuando a non guardarla.
«Va bene, hai ragione. Non avrei dovuto mettermi in mezzo alle questioni amorose di mia sorella, ma ti assicuro che non mi è mai passato per la testa di frequentare Philippe e di lasciare te».
Terry finalmente alzò lo sguardo e vide la sincerità nei begli occhi scuri di Calì.
«E saremmo dovuti andare al Ballo insieme» disse il ragazzo, imbronciato, e Calì sorrise.
«Anche a me sarebbe piaciuto, ma temevo che mio padre capisse ogni cosa. Io sono un libro aperto su quello che provo e lui mi conosce bene».
«Allora, tutto chiarito?» domandò Padma, speranzosa.
«Non metterti in mezzo» disse Terry e lei piegò le labbra, rassegnata dalla testardaggine dell’amico.
Calì sospirò e si allungò verso Terry, quasi sdraiandosi sulla tavola dei Corvonero.
«Calì» l'avvertì Padma, vergognandosi del comportamento della sorella.
«È stupido continuare ad avercela con me, quando hai sbagliato anche tu» Terry fece per replicare e lei lo fermò subito «Non mi interessano le tue scuse, non ne ho bisogno. So che dispiace anche a te di aver litigato così, quindi facciamo pace».
Terry, rosso in viso, questa volta chiaramente per l’imbarazzo, guardò ad uno ad uno i suoi amici. Traspirava una lotta interiore sul volto tondo.
«Sai che l’unico ragazzo che mi piace sei tu, Terry» continuò Calì, alzando un po’ la voce. La Sala Grande era sempre più affollata e il vociare degli studenti iniziava a farsi sentire «Anzi, non mi piaci e basta».
«Calì!» provò a bloccarla Padma, che si era quasi pentita di aver portato la sorella a chiarire con Terry. Di certo non si aspettava una dichiarazione d’amore nel bel mezzo della Sala Grande.
«Non mi sentirà nessuno con questo casino, ma anche se succedesse credo che non m’importerebbe nulla». Il coraggio dei Grifondoro era uscito fuori e i Corvonero non potevano che stare a guardarla con ammirazione «Sono innamorata di te, Terry, e vorrei che la smettessi di metterlo sempre in discussione. Anche se parlassi con cento ragazzi, il mio sentimento per te non cambierebbe».
Se avesse potuto Padma sarebbe voluta sparire all’istante, mentre Lisa, Michael e Sophie continuarono ad osservare Calì come se fosse un caso da studiare.
Terry era lì lì per svenire. Il volto era di un intenso color scarlatto e iniziava ad avere caldo. Si nascose il viso con le mani, non sapendo bene cosa rispondere. Sembrava un cucciolo messo all'angolo.
«Ecco il vecchio Terry» commentò Michael, divertito. 
Lisa provò a farlo tornare in sé, ma ad un’occhiataccia di Calì desistette dall’impresa.
«Non devi dirmi che provi lo stesso» chiarì Calì, senza il minimo imbarazzo «Volevo solo che lo sapessi».
«Potevate parlarne in privato» disse Padma, nascondendosi fra le pagine di un libro. Com’era possibile che condividesse il dna con quella pazza di sua sorella?
«Terry, ci sei?» domandò Sophie, lanciandogli un pezzo di toast. Padma le pregò di smetterla: avevano già dato abbastanza spettacolo.
Terry finalmente abbassò le mani, ma il rossore era ancora lì e non sarebbe andato via tanto presto.
«C-c-c-c-c…» inspirò ed espirò, prima di riprovare «Ci vediamo dopo le lezioni, allora?»
Calì si aprì in un sorriso meraviglioso e annuì con vigore, prima di tornare alla tavolata dei Grifondoro.
Nessuno del gruppo disse nulla, mentre Roger Davies, spuntato fuori da chissà dove, nel vederli così scossi commentò: «Tornado Calì ha fatto danni, eh?!»



Note:
La mia proverbiale fortuna aveva messo fuori uso il pc per più di un mese, ma, non so grazie a quale divinità, ieri è tornato da me!
Finalmente gli aggiornamenti saranno più rapidi e non dovrò piu smanettare per ore nel tentativo di scrivere sull'unico pc che mi era rimasto in casa (vecchio, lentissimo e usato tutta la giornata da mia mamma in smart working).
Passando al capitolo, Calì e Terry hanno fatto pace. Non avrei resistito molto a tenerli lontani. In fondo, la loro litigata non era poi così seria e a Calì passa facilmente. Terry è un po' una drama queen, ma lo amo anche per quello <3
Sophie ha iniziato ad "uscire" con Roger e i suoi amici Serpeverde. Messi da parte i pregiudizi, è riuscita persino a superare la sua paura di salire su una scopa.
E infine il litigio fra Anthony e Padma. Loro sono due tipi tranquilli, difficilmente li vedrete urlarsi addosso (non sono Mike e Sophie!), quindi il loro modo di darsi contro risulta sempre pacato e studiato, quasi come una partita di scacchi. Anthony ha solo espresso una sua opinione: è una persona pragmatica e pesa ogni singola parola venga detta, soprattutto da Padma. Lei, invece, è confusa su quello che prova. È la prima volta che si interessa ad un ragazzo e non sa che pesci pigliare... 
Spero di aver chiarito tutto.
Alla prossima :3

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
 
 
«… E poi mi ha detto che era contento che finalmente noi due andassimo d’accordo» concluse Sophie, sfogliando pigramente il libro di Antiche Rune.
Era seduta sotto il loggiato del cortile. Se ne stava appoggiata con la schiena ad una colonna, le lunghe gambe distese, mentre Roger era in piedi di fronte a lei.
Michael, alla fine, si era accorto dell’improvvisa vicinanza fra Sophie e Roger e aveva approvato la loro nuova amicizia. Il ragazzo non aveva avuto problemi neanche con Selina e William, che conosceva attraverso i racconti di Roger. Per Michael, i colori che si indossavano ad Hogwarts non avevano poi così valore.
«Interessante» commentò Roger, sedendosi di fronte a lei ed appoggiandosi alla seconda colonna dell’arco.
Sophie chiuse con un colpo secco il libro, rinunciando all’idea di studiare.
«Non ti aspettavi questa reazione, vero?»
«C’è tempo» disse Roger, passandosi una mano fra i lunghi capelli scuri.
«Però ti ha sorpreso».
«Credevo che si sarebbe ingelosito di Will».
«Perché dovrebbe ingelosirsi? Mi considera solo un’amica» sospirò Sophie, tormentandosi le labbra con i denti.
«Potresti smetterla? Odio quando lo fai» disse Roger, facendo cenno al tic della ragazza.
«Non lo faccio mica apposta!»
«D’accordo, ma ogni volta hai le labbra tutte spaccate».
«È un mio problema, non tuo» ribatté Sophie, sbuffando per la predica. Non era la prima volta che facevano quel discorso.
«Sì, è un problema anche mio. Sono fissato con l’estetica e vedere una ragazza che si rovina le labbra per niente mi urta» insistette Roger. «Metti il burrocacao o usa un incantesimo».
«Sarà fatto, capo» lo canzonò lei, alzando un pollice per prenderlo in giro.
Roger decise di soprassedere su quell’argomento.
«Tornando a noi, anch’io ho parlato con Mike e mi ha ringraziato».
«Per cosa?»
«Mi ha detto che è felice che tu trascorra del tempo con qualcuno» continuò Roger. «E che, con Padma impegnata con il suo amico indiano, Terry con Calì e lui con la Weasley, temeva che tu ti saresti sentita sola».
«Si è dimenticato di Lisa ed Anthony» disse Sophie, non sapendo se sentirsi offesa per quelle parole o contenta che Mike si preoccupasse per lei.
«Non li ha dimenticati, ma mi ha detto che sono due tipi solitari. A loro non dispiace stare per i fatti loro ogni tanto».
«Direi che il tuo piano è ufficialmente fallito. Mike non è geloso e non sente minimamente la mia mancanza».
«Vedremo se la penserà ancora così in futuro» disse Roger, che non sembrava affatto preoccupato. «La Weasley è la novità, ma tu sei la sua migliore amica. Si accorgerà presto che è difficile starti lontano».
«Quindi non annulliamo le nostre uscite?»
«Perché dovremmo? Non ti divertono più?» 
«Non è questo».
«Hai anche imparato a volare grazie a noi. Appena possibile giocheremo quella famosa partita».
Sophie sorrise e annuì. In quelle settimane Roger era diventato importante per lei. Non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma poter parlare con lui, senza filtri, le rendeva le giornate più serene. Il peso delle bugie e dei segreti che doveva sempre portare con Mike veniva alleggerito da Roger, Selina e William. 
Anche il rapporto con i Serpeverde era diventato più stretto e non era raro, per Sophie, trascorrere i pomeriggi solo con loro due, mentre Roger era impegnato con una conquista delle sue.
«Una fobia in meno e tre amici più. Direi che ci hai guadagnato» concluse lui con un sorriso.
«Non era una fobia» disse Sophie, legandosi i capelli scuri con la bacchetta. «Fidati».
«Ah, vorresti dirmi che hai davvero una fobia» la punzecchiò Roger, sfregandosi le mani. «Qual è?»
«Non te lo dirò mai».
«Coraggio!»
«Comincia tu» lo sfidò Sophie. «Dimmi la tua fobia».
«Facile, facile. Ho il terrore dei… conigli».
«Conigli?» ripeté la ragazza, credendo di non aver sentito bene. Roger annuì con un’espressione fin troppo drammatica per essere vera.
«Stai mentendo».
«Per niente» disse lui, scrollando le spalle. «Hai idea di quanto siano subdoli quegli esserini?»
«Io li trovo adorabili» chiarì Sophie, che rise quando Roger spalancò la bocca con fare scenico.
«Sono infidi: si fingono adorabili e poi, tac, ti mordono un dito!»
Sophie scoppiò a ridere e Roger sorrise nel vederla sciogliersi un po’.
«Sei proprio un idiota, Davies».
«Ma sono serio! Ora tu».
Sophie scosse la testa, nonostante la risata fosse ancora presente sul suo volto.
«Non vale, tu hai detto una cosa a caso».
«Sono stato sincero, ma tu ti sei fatta beffe di me» continuò Roger, fingendosi offeso. «Ma sono più maturo e a differenza tua non ironizzerò sulle tue paure».
Sophie sospirò pesantemente e fece per mordersi le labbra un’altra volta, ma ad un’occhiata del ragazzo non lo fece.
«Ok, ho paura dei tuoni, va bene? Così ora puoi prendermi in giro e…»
«In Inghilterra piove praticamente tutto l’anno» la fermò Roger, senza darle retta. «Come fai?»
«In realtà ho paura solo di notte» ammise lei. «E qui a scuola è più facile, perché non sono in stanza da sola e Lisa e Padma mi aiutano».
Vedendo che Roger non commentava, Sophie andò avanti: «Da un paio di anni uso gli incantesimi, insonorizzando la stanza. E prima di Hogwarts mi aiutava Michael».
«Sempre lui, eh?» rise Roger, incredulo.
«Sì, sempre lui» pigolò Sophie, triste al ricordo che quei momenti fra di loro fossero finiti. «Forse non era davvero destino».
Nel sentire l’insofferenza nella voce della ragazza, Roger si spinse verso di lei.
«Credi nel destino adesso?»
«Affatto» rispose lei, alzando appena lo sguardo. «Ma so che tu ci credi».
«Il mio Occhio Interiore è molto sviluppato» ammise Roger, prendendole una mano. «Vediamo cosa leggo nel tuo futuro».
«Non credo a quelle stupidaggini di Divinazione».
«Scettica» Roger le indicò la mano con un dito. «Questa è la linea dell’amore e nel futuro leggo… Leggo un uomo alto e dai lunghi capelli scuri… di nome Michael».
Sophie ritrasse la mano e non poté non trattenere una risata.
«Sei pessimo!»
«Non criticare la mia lettura, ho anche un G.U.F.O in Divinazione».
«E con quanto sei passato? Una A di Accettabile, immagino».
Roger fece spallucce e tornò ad appoggiarsi alla colonna.
«Una sufficienza è una sufficienza. Non faccio lo schizzinoso».
Sophie si guardò la mano e poi tornò a concentrarsi su Roger.
«Sai già con chi passerai il San Valentino?»
«Ho una serie di possibilità, ma non mi precludo nulla».
«Quindi con la Delacour è proprio finita?»
«Mh, sì e no» replicò Roger, indifferente. «Ogni tanto pomiciamo ancora, ma non più come prima. Non apprezza la mia amicizia con Cho. Dice che non è normale avere un’amica così bella e non provarci».
«Beh, non ha tutti i torti» disse Sophie. «In fondo, hai sempre avuto una cotta per Cho».
«Avevo, Fawcett, avevo. Ma ora è solo la mia migliore amica» spiegò Roger con sicurezza. «Probabilmente se la sua amicizia non fosse diventata così importante, sarebbe successo come fra te e Mike».
Sophie volle chiedere più delucidazioni, ma Roger fu più veloce.
«Comunque tu a San Valentino sei impegnata».
«Selina e Will mi hanno già invitata, Davies, grazie tante» disse Sophie. «E pensavo di chiedere a Lisa e ad Anthony di unirsi a noi. Credi che sia una buona idea?»
«Perché no? Più abbattiamo le barriere fra le Case, meglio è».
«Hai parlato come un vero Tassorosso».
«Contengo moltitudini» disse Roger, alzandosi in piedi e scompigliando i capelli già spettinati di Sophie. «Ora sarà meglio che vada».
«Una ragazza?»
«Mi conosci troppo bene, Fawcett».
 
 
 
 
 
«Stai scherzando?» domandò Terry, mentre alzava gli occhi dal suo Tema di Storia della Magia. «Adesso non solo vuoi passare il tuo tempo con i Serpeverde, vuoi anche che lo facciamo noi?»
«Cosa ci sarebbe di male?» disse Michael, difendendo subito Sophie. 
«Mike, sono Serpeverde» continuò Terry, incredulo. «Io non ci sto».
«Fortuna che non l’ho chiesto a te, allora». La voce di Sophie si alzò appena, ma decise di rimanere calma.
Padma ammonì con lo sguardo Terry, prima di voltarsi verso Sophie.
«È solo strano che all’improvviso tu voglia passare del tempo con due Serpeverde e Roger Davies. È successo qualcosa?»
«Non è successo nulla». Sophie si strinse nelle spalle, temendo di insospettire Michael. «Che c’è di sbagliato nel farsi nuovi amici?»
«Ma perché li vuoi imporre anche a noi?» insistette Terry, sbuffando.
«Sai, l’amore non ti rende affatto più simpatico» disse Sophie, sistemandosi meglio il mantello per proteggersi dal freddo.
Avevano deciso di studiare nel Parco, nonostante la temperatura, ma il fuoco portatile creato da Lisa non sembrava abbastanza forte per riscaldare l’ambiente.
«È solo per non festeggiare San Valentino da soli».
«Sophie, San Valentino sarà la prossima settimana. È solo il week-end prima di San Valentino» disse Terry, volendo a tutti costi andarle contro.
«Allora perché lo passerai con Calì?» proruppe Sophie, facendo sorridere Anthony e Lisa.
Terry si voltò a guardarli, ma non ebbe il coraggio di replicare.
«Secondo me hai avuto una bell’idea» la appoggiò Michael con un sorriso.
«Da quando frequenti Ginny Weasley, sei diventato più accondiscendente» disse Padma con un sorriso divertito. 
«Vero. Una volta nessuno poteva stare troppo vicino alla tua Sophie».
Sophie, rossa in viso, spalancò gli occhi verso Terry, ma Michael non si scompose per il commento.
«Mi fido di lei e mi fido di Roger. Se dicono che William e Selina sono a posto, allora lo sono».
«Grazie, Mike» disse Sophie con un sorriso. «Lisa, Ant… Voi che ne dite?»
«Non lo so» rispose Lisa, lanciando un’occhiata ad Anthony. «Preferirei stare solo con voi».
«Non ci credo che tu anche la pensi come Terry. Come Terry, Lisa».
«Ehi» s’indispettì Terry, offeso.
«Per me va bene» commentò Anthony, troncando sul nascere un’eventuale discussione. «È giusto conoscere altre persone. Stiamo crescendo e non sempre gli amici del tuo passato saranno i tuoi amici del futuro».
Sophie, Michael, Padma, Lisa e Terry lo scrutarono con attenzione, cercando di capire dove volesse andare a parare.
«Era una semplice constatazione» chiarì lui, piegando le labbra in un sorriso amaro.
«Suonava tanto come un’accusa» disse Padma, guardandolo con fastidio.
«Ultimamente prendi tutto quello che ti dico come un’accusa. Siamo un po’ nervose o sbaglio?»
Padma fece per replicare, ma Michael fu veloce a parlare per primo.
«Facciamo così. Ad Hogsmeade ognuno andrà con chi vuole, ma a fine giornata ci incontreremo solo noi per un’ultima Burrobirra ai Tre Manici di Scopa. Affare fatto?»
«D’accordo» risposero gli altri e Sophie non poté non sorridergli felice.
 
 
 
 
Il week-end arrivò in fretta e il sabato gli studenti si prepararono per trascorrere il pomeriggio ad Hosgmeade. 
Terry, Padma e Michael si congedarono dagli amici all’ingresso del villaggio, mentre Sophie, Anthony e Lisa s'incamminarono verso i Tre Manici di Scopa: era lì che li avrebbero aspettati Selina e William.
«Lo so che non siete felicissimi di passare San Valentino con loro, ma sono davvero simpatici» disse Sophie, camminando fra Anthony e Lisa, che non sembravano particolarmente di buon umore.
Era da un po’ che Anthony si comportava in modo strano, ma Lisa aveva cambiato espressione proprio nel momento in cui avevano salutato Terry, Padma e Michael.
«Non vorrei ripetermi, ma stiamo per fraternizzare con i Serpeverde» disse Lisa, sistemandosi meglio i guanti per via del freddo. «Non mi sento molto sicura».
«Non credevo che anche tu avessi questi pregiudizi. Sono persone come noi».
«Fammi il nome di almeno un Serpeverde che non è risultato essere malvagio» insistette Lisa, mentre Anthony continuava a starsene in silenzio.
«Non posso ricordarmi tutti i Serpeverde che hanno studiato ad Hogwarts, ma dubito che fossero tutti malvagi».
«Merlino era un Serpeverde» commentò Anthony, come se nulla fosse. Se avesse parlato del tempo, avrebbe usato lo stesso tono di voce.
«Ecco, Merlino! Grazie, Ant».
Lisa lanciò un’occhiatina al ragazzo, indispettita.
«Ma tu da che parte stai?»
«Ci stai pensando troppo» disse lui, ricambiando lo sguardo. «Non ti far influenzare da quel fifone di Terry».
«Ho una mia testa, Ant, non ragiono in base ai pensieri di Terry».
«D’accordo. Allora cerca di mettere da parte la tua opinione su di loro. In fondo, non li conosci nemmeno. Ed è solo il week-end prima di San Valentino, quindi è un pomeriggio come tutti gli altri».
Sophie rimase sorpresa di quel lungo discorso di Anthony. Era strano che si mettesse in mezzo alle discussioni.
Capire quel ragazzo era sempre più difficile.
Entrarono nel locale, già pieno di studenti, e Sophie individuò subito Selina e William, seduti ad uno dei tavoli in fondo.
«Venite». Sophie incitò Lisa e Anthony a seguirla, sperando che l’incontro fra i quattro non desse problemi.
«Ciao, Sophie». Selina le fece un sorriso e indicò le sedie ai tre ancora in piedi.
William studiava con attenzione Lisa e Anthony, che si sedettero senza dire una parola.
«Ragazzi, loro sono Lisa e Anthony». Sophie si voltò verso i suoi amici, ancora timorosi. «Loro, invece, sono Selina e William».
Scese il silenzio e Sophie si morse nervosamente le labbra.
«Ok, avete già ordinato?»
Selina indicò le due Burrobirra davanti a loro.
«Bene. Burrobirre anche per voi?»
«Ci penso io» disse Anthony, alzandosi dal tavolo e lasciandoli soli.
William continuava a scrutare Lisa che, nonostante fosse intimidita, non distolse lo sguardo indagatore.
«C’è qualcosa che non va nella mia faccia?» domandò con fastidio. 
«Vuoi un elenco?» ironizzò William, suscitando lo stupore di Sophie. Il ragazzo aveva un atteggiamento diverso dal solito.
Il ritorno di Anthony con le loro bibite ristabilì il silenzio e Lisa decise di lasciar perdere, prendendo un sorso della sua Burrobirra.
«Sapete, perché dopo non andiamo a Notturn Alley?»
La proposta di Selina fece andare di traverso la bibita a Lisa, che si rovesciò mezzo boccale addosso. 
William non trattenne un sorriso divertito e si scambiò uno sguardo con Selina.
«Stavano solo scherzando, Lisa» si premurò di chiarire Sophie, puntando la bacchetta sui suoi vestiti per ripulirli. «Potreste non spaventare i miei amici, per favore?»
«Lui non sembra spaventato» ammise William, rivolto ad Anthony, che continuava a bere la sua Burrobirra come se niente fosse successo. «Non si può dire lo stesso di lei».
«Mi chiamo Lisa».
«Sì, Will, non è carino non ricordarti il suo nome». Selina fece un sorriso ironico a Lisa.
«Così come non è carino pensare che siamo delle brutte persone, solo perché Serpeverde» ribatté William, sorseggiando la sua bibita.
Sophie provò a capire, ma Anthony fu più veloce a ragionare.
«Sei un Legilimens? Alla tua età?»
«Non è da molto che prendo lezioni, ma è più facile leggere le menti sotto pressione» spiegò il ragazzo, facendo cenno a Lisa, in imbarazzo.
«Mh» commentò Anthony, ma era chiaro che fosse sorpreso dalla bravura di William. Improvvisamente stare con i Serpeverde poteva essere interessante.
«Se origli qualcosa, non puoi prendertela per quello che senti» disse Lisa, non facendosi intimorire da William. «Con la mente è la stessa cosa. È una violazione della mia privacy».
«Denunciami, ma non credo che vinceresti la causa».
Sophie si passò una mano sul viso. Sarebbe stato un pomeriggio molto lungo.
Quando finirono di consumare le Burrobirre, erano già passate diverse ore e Sophie propose una passeggiata per le vie del villaggio.
Anthony era stato in silenzio per tutto il tempo, mentre William e Selina si erano divertiti a stuzzicare Lisa, che non si era fatta scoraggiare neanche per un secondo. Sophie aveva provato a sedare quei battibecchi, ma era davvero impossibile contenere i due Serpeverde. 
Strano a dirsi, ma aveva sentito la mancanza di Roger. A lui avrebbero dato retta e a Lisa stava anche simpatico.
Come se l’avesse sentita, Roger Davies comparve all’improvviso, proprio di fronte a loro.
«Che bella compagnia! Posso unirmi?»
Selina e William gli si avvicinarono per salutarlo e Lisa sembrò rilassarsi subito.
Era incredibile l’effetto che Roger Davies scatenava nelle persone. Sophie era invidiosa del suo successo.
«Fawcett, cos’è quel faccino triste? Ora sono qui!»
«È per quello che ho il faccino triste» ribatté lei, facendolo ridere.
«Allora, com’è andata?»
Sophie scosse la testa nella sua direzione e Roger mise un braccio intorno alle spalle di Lisa, che arrossì.
«Cos’avete combinato voi due?»
«Niente!» risposero all’unisono Selina e William, ma i sorrisi birichini sui loro visi furono una risposta sufficiente per lui.
«Andiamo, Lisa. Un dolcetto da Mielandia addolcirà il tuo pomeriggio».
Roger trascinò Lisa lungo la via principale del villaggio, seguiti da Selina e William che presero a bisbigliare fra di loro.
Sophie, rimasta indietro con Anthony, lo osservò per un minuto. Sembrava essere più distante del solito.
Allungò una mano verso di lui e Anthony la guardò come se fosse pazza.
«Ok, non c’è bisogno che la prendi, volevo solo esserti di conforto».
«Di conforto? Per cosa?»
«Mi sembri giù» spiegò Sophie. «Non leggerò la mente come Will, ma non ci va un genio per capire che hai qualcosa».
«Sto bene, Sophie» disse Anthony, facendole però un sorriso.
«No, non è vero, ma se hai bisogno di parlare con qualcuno, io ci sono».
Gli occhi castani di Anthony smisero di guardarla e tornarono verso la strada.
«Non ho bisogno di parlare».
«Gli altri, alla fine, non si sono fatti vedere» disse lei, provando allora a fare conversazione.
Un muscolo della mascella di Anthony si contrasse, ma non le rispose, avviandosi lungo la strada.
Sophie sbuffò: nuvolette uscirono dalla sua bocca per il freddo intenso. 
Era inutile insistere: l’unica che comprendeva davvero Anthony era Padma.
 
 
 
 
Il 24 febbraio, giorno della Seconda Prova del Torneo Tremaghi, i ragazzi di Corvonero presero posto sulle tribune disposte sulle rive del Lago Nero.
«Credete che dovranno affrontare la Piovra Gigante?» domandò Terry, quasi elettrizzato all’idea.
«Chi lo sa, ma di sicuro non vedremo nulla» sbuffò Lisa, scoraggiata.
Da dopo il week-end ad Hogsmeade, era diventata improvvisamente insofferente a tutto. Sophie aveva accennato a William e a Selina solo una volta e per poco Lisa non se l’era mangiata. Lei, che di solito era sempre così calma e tranquilla.
Padma e Anthony erano seduti l’una accanto all’altro, ma facevano di tutto per evitare di parlarsi o addirittura guardarsi.
«Sbaglio o ultimamente non siamo più affiatati come prima?» sussurrò Sophie a Michael, che stava scrutando verso i Campioni: Harry Potter non era ancora fra loro.
«Non l’ho notato».
«Uh, certo. Ultimamente noti solo chi ha i capelli rossi e un mare di lentiggini» ribatté Sophie, non nascondendo il fastidio.
Michael si voltò verso di lei e si aprì in un sorriso divertito.
«Quindi noterei solo i Weasley?»
«Solo una in realtà».
Michael le prese una mano e Sophie, nonostante il rossore, non cambiò umore.
«Lo so che ce l’hai ancora con me per via di Hogsmeade. Quante volte ti devo dire che mi dispiace di averti lasciata sola? Ho perso il senso del tempo».
Sophie sospirò con fare scenico.
«Non ti preoccupare. Sai che non ero sola» chiarì lei, stringendogli la mano. «C’erano gli altri e poi Davies ci ha raggiunto. Certo, sono sorpresa che lui abbia mantenuto la parola data e tu no, però…»
Michael la interruppe con un abbraccio, ridendo allegramente.
«Ehi, Mike!»
Roger Davies comparve lì accanto a loro e Michael sciolse l’abbraccio. Roger si scambiò uno sguardo complice con Sophie, che fece finta di nulla.
«Che succede?»
«Hai visto Cho? Ieri sera è stata chiamata nell’ufficio del Professor Vitious e non è più tornata».
«Sarà solo in ritardo» disse Sophie, stizzita. «Non è un dramma».
«Cho non è mai in ritardo». L’apprensione di Michael era palpabile. «Hai provato a chiedere a Cedric?»
«Non ho fatto in tempo» rispose Roger, indicando il ragazzo di Tassorosso, oramai pronto per la prova. Harry arrivò in quel momento, tutto trafelato. «Anche Marietta e gli altri non ne sanno nulla».
«Vi aiuto a cercarla» disse Michael, alzandosi subito in piedi per dare una mano.
«Mike, sta iniziando la Seconda Prova!» 
Roger e Michael guardarono la ragazza e i loro sguardi non le piacquero per niente.
«State esagerando. Cho sta bene».
«Come fai ad esserne così sicura? Potrebbe esserle successo qualcosa di grave!»
«Beh, Mike, non pensiamo subito al peggio». Roger provò a calmarlo. «Siamo pur sempre ad Hogwarts».
«Appunto! Da quando studio in questa scuola, ci sono stati attacchi di Voi-Sapete-Chi, Camere dei Segreti e assassini a piede libero».
«Non ha tutti i torti». Il commento di Terry, che insieme agli altri aveva ascoltato, fece voltare in sincronia Roger e Sophie, che osservarono il ragazzo con rassegnazione.
«Roger!»
Marietta li raggiunse velocemente e parlò come se lei e Roger fossero da soli.
«Ho parlato con Stebbins. È tutto ok, sta bene».
«Dov’è? In Infermeria?» chiese Michael, preoccupato.
«Niente del genere, Corner» disse Marietta, indicando il Lago Nero. La prova era appena iniziata: Harry era ancora visibile attraverso la superficie dell’acqua. «È lì dentro».
«È dentro il Lago Nero?» soffiò Terry, rabbrividendo nel dire quelle parole.
«Sì», chiarì Marietta, che lo guardò come se non avesse idea di chi fosse. «Ha a che fare con la prova. Cedric la deve salvare, o qualcosa del genere».
«Oh», commentò Roger, scrollando poi le spalle. «Beh, meno male. Andiamo a sederci, Mary, e godiamoci lo spettacolo. A dopo».
I due se ne andarono e Michael, nel risedersi, seguì con lo sguardo l’amico, guardandolo sconvolto.
«Meno male? Come fa a dire “meno male”? Cho è prigioniera nel Lago Nero!»
«È solo una prova» disse Lisa, quasi ridendo di fronte alle espressioni di Michael. «Starà bene».
«C’è Silente, Mike» continuò Padma, tentando di farlo stare meglio. «Non penserai davvero che metterebbe, di proposito, i suoi studenti in pericolo?»
Michael sembrò riflettere sulla cosa e si rilassò un poco. Sophie sbuffò contrita, ma non disse nulla.
«Ludo Bagman ha detto che ognuno dei Campioni deve recuperare ciò che gli è stato sottratto» ripeté Anthony, serio. «Pensate che abbiano scelto le persone più importanti per i Campioni?»
«Cho per Cedric» commentò ad alta voce Lisa. «E non mi sembra di vedere Ron e Hermione».
Tutti li cercarono fra le tribune, ma effettivamente nessuno riuscì a vederli.
«Non è possibile che non siano qui a tifare per Harry» disse Padma, pensierosa. «Dici che hanno scelto anche loro, Ant?»
«Può darsi».
«Ma perché due ostaggi per Harry?» domandò Terry.
«Ron per Harry, presumo. E Hermione per Krum» spiegò Anthony, intrecciando le dita davanti a sé.
«Davies è qui, per cui per Fleur non hanno scelto lui» disse Sophie, quasi divertita della cosa.
«Già».
«Se voi foste stati i Campioni, chi avrebbero dovuto scegliere come vostri ostaggi?» domandò Lisa, curiosa di conoscere le risposte.
«La mia è facile» borbottò Terry, in imbarazzo. «Calì».
Tutti risero di fronte a quella dichiarazione. Sophie si voltò subito verso Michael e lui, capendo la sua muta domanda, le riprese la mano.
«Non guardarmi così, Sophie. È ovvio che saresti stata tu».
«Davvero? Non Ginny, Cho o qualche altra ragazza?»
«No», le disse lui, accarezzandole la testa. «Solo tu».
La ragazza gli sorrise felice e si lasciò stringere.
«E tu, Sophie?» chiese Padma, temendo però di rovinare quel bel momento fra lei e Michael.
«Non è scontato?»
«Non proprio» s’intromise Terry, come se nulla fosse. «Ultimamente tu e Davies siete molto uniti».
Michael scrutò il volto di Sophie, improvvisamente sospettoso. 
«Non ci provare, Mike. Non c’è paragone».
Il ragazzo non le chiese nulla, ma il dubbio aleggiava ancora nella sua espressione e Sophie volle lanciare un incantesimo per Terry. Alcune volte non si rendeva proprio conto delle bombe che lanciava.
«Tu, Lisa?» chiese Padma, capendo la situazione e volendo distogliere l’attenzione da Sophie.
«Non lo so» ammise Lisa, riflettendoci. «Uno di voi, credo. Forse Terry o te, Padma. O Sophie».
«Padma? Sarebbe stato Kiran?» scherzò Michael, che aveva smesso di abbracciare Sophie.
Padma scosse categorica la testa e Terry le punzecchiò un braccio con un dito.
«Dai, non essere timida e ammettilo».
La ragazza si sentiva lo sguardo di Anthony addosso, ma rispose con tranquillità a Terry: «È una domanda stupida. Anche la mia persona sarebbe Calì».
«Ah, vero» disse Michael, ridendo. «Per chi non è figlio unico, è più facile».
«Anche tu hai un fratello, Mike!» commentò Lisa.
«Sì, ma il mio rapporto con Sophie è diverso».
«Io sono curiosa di sapere cosa risponderà Anthony» se ne uscì Padma. Era lei, ora, a puntare il suo sguardo su di lui. «E non puoi rispondere te stesso».
Anthony la scrutò con attenzione, ma l’arrivo di Kiran interruppe la sua risposta.
«Padma, potrei parlarti per un attimo?»
«Adesso?»
«Sì, tanto non c’è molto da vedere» scherzò lui, indicando il Lago Nero immobile. Nessuno dei Campioni era ancora tornato.
Padma annuì e Kiran gli allungò una mano per aiutarla ad alzarsi dalle tribune.
Si incamminarono verso il Parco, fianco a fianco.
«Cosa le vorrà dire?» domandò Lisa, mentre passava uno zuccotto di zucca a Terry. Il ragazzo, che si era appena lamentato di aver fame, la ringraziò con un sorriso.
«Magari le farà la proposta di matrimonio» ironizzò Terry e Anthony gli lanciò un’occhiata obliqua. «Era una battuta!»
«Ultimamente sei diventato troppo spiritoso» commentò Sophie, ancora offesa per le parole precedenti dell’amico.
«Mpf» disse Terry, finendo lo zuccotto e decidendo di non replicare.
Dovettero aspettare un’altra mezz’ora per vedere finalmente la fine della prova. Cedric Diggory era risalito per primo, Harry Potter per ultimo.
«Harry cade sempre in piedi» disse Lisa, una volta che i giudici diedero i loro voti. «Per quanto sia stato nobile il suo gesto, non meritava il secondo posto».
«Lo dici perché lo pensi davvero o solo perché anche a te piace Krum?» chiese Terry, facendo uno sbuffo.
«Lo dico perché lo penso».
«È chiaro che Silente preferisca Harry» disse Sophie, alzandosi dalle tribune. «È così da sempre».
«Dai, rientriamo» propose Michael, soffiandosi poi sulle mani. «Ho preso tanto di quel freddo da non sentirmi più le dita».
Sophie gli prese una mano e gli fece un sorriso. Michael ricambiò subito e iniziarono a tornare verso il Castello per primi.
«Padma non è ancora tornata» comunicò Lisa, guardando verso il Parco.
«Ant, va’ tu a chiamarla» disse Terry e Anthony alzò un sopracciglio nella sua direzione. «Io sono pieno di dolcetti e Lisa sta congelando. Sii gentile, almeno per una volta».
«Hai mangiato un solo zuccotto» replicò Anthony, che aveva registrato ogni cosa fosse capitata nell’ultima ora. «Ma sarò gentile, almeno per una volta».
Terry fece una risatina divertita e con Lisa seguì Michael e Sophie, che ancora camminavano mano nella mano.
Anthony ci mise poco meno di dieci minuti ad individuare Padma e Kiran. Erano vicini al Campo di Quidditch, sotto uno degli alberi più bassi. Padma era appoggiata all’albero, mentre Kiran le parlava a pochi centimetri dal viso.
Anthony rimase a osservarli meticolosamente e non cambiò espressione neanche quando Kiran si abbassò verso Padma per darle un bacio sulle labbra.
Studiò con attenzione precisa i due per alcuni secondi, prima di tornare sui suoi passi, come se nulla fosse accaduto.

 
 
 
 
 
 
 
 Note:

E anche la seconda prova è andata. 
Non ho molto da dire su questo capitolo, in realtà. Sophie è sempre più legata a Roger, Selina e William, ma i suoi amici hanno ancora dei pregiudizi sui Serpeverde, tranne Michael e Anthony.
Si iniziano, spero, a capire un pò di più i caratteri di Lisa e Anthony, che sono sempre quelli più ai margini.
Il prossimo in teoria dovrebbe essere l'ultimo capitolo del quarto anno, ma forse verrà diviso in due parti.
Alla prossima!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


 
 
 
Capitolo 17
 
 
 
Dalla fine della Seconda Prova sembrava essere tornato tutto alla normalità.
Marzo si rivelò essere un mese relativamente tranquillo: Sophie divideva il suo tempo fra il suo gruppo e Roger, Selina e William; Michael era riuscito a incontrarsi qualche volta con Ginny Weasley e Terry era sempre più felice di trascorrere le giornate con Calì.
Padma, Anthony e Lisa davano l’impressione di essere sereni, ma ogni tanto, durante i pomeriggi insieme, i loro sguardi vagavano, così come i loro pensieri.
Michael, Sophie e Terry, non sapendo come comportarsi, avevano deciso di comune accordo di lasciare loro del tempo: se avessero avuto bisogno di loro, probabilmente l’avrebbero chiesto.
Quel tardo pomeriggio, però, Michael non tenne fede al suo petto e, seduto in Biblioteca accanto a Padma, non poté non provare a parlarle.
«Tutto bene?»
Padma, intenta a leggere un capitolo sulla rivolta dei goblin del 1546, alzò lo sguardo concentrato.
«Uh?»
«Stai bene?»
«Questo capitolo non mi entra in testa» spiegò lei, sbuffando. «È la terza volta che rileggo sempre la stessa riga».
Erano solo loro due: Anthony stava facendo uno dei suoi riposini, mentre Terry, Lisa e Sophie avevano preferito godersi il flebile sole nel Parco.
Padma e Michael, rimasti indietro con i compiti, avevano invece deciso di studiare insieme.
«Passa ad un’altra materia» suggerì Michael, chiudendole il libro. «Se devi affannarti, è meglio occuparsi di altro».
«Gli esami sono sempre più vicini e non vorrei farmi bocciare dal Professor Rüf».
«Padma».
Il tono serio di Michael mise in allarme la ragazza che posò i suoi occhi scuri sul volto di lui.
«Sei strana ultimamente».
«Strana come?» domandò lei, sulla difensiva.
«Strana. Sei spesso sovrappensiero, hai degli sbalzi d’umore notevoli ed è da un po’ di tempo che non assisto agli abituali battibecchi fra te e Ant».
Padma abbassò lo sguardo per pochi secondi, prima di rialzarlo con sicurezza.
«È un periodo un po’ così» ammise con sincerità. 
«C’entra Kiran, per caso?»
«Anche». Sbuffò di nuovo, provando ad essere più chiara. «Per me è tutto nuovo, Mike. Non mi era mai piaciuto nessuno in quel modo. Sto solo provando a far quadrare le cose».
Michael aggrottò le sopracciglia.
«Padma, non è scienza, né un capitolo da studiare. Non devi sforzarti».
«Quindi dovrebbe essere naturale?»
«Certo, guarda Terry e tua sorella. Anche per lui era tutto nuovo, eppure sta andando a meraviglia».
Padma sembrò rifletterci su e Michael le prese una mano.
«Però tu e Terry siete diversi. Sei sempre stata molto razionale, penso sia difficile cambiare da un giorno all’altro».
«Quindi non è così assurdo essere un po’ confusi?»
Michael sorrise e negò con il capo.
«L’amore ci rende molto confusi».
Padma non sembrò convinta di quelle parole, ma non poté non ringraziarlo con un sorriso.
«… Sì, è quello che ti dicevo, Nanette. Oramai mi sembra abbastanza chiaro che non siano solo amici, no?»
La voce di Marietta Edgecombe era poco meno di un sussurro, ma Padma e Michael erano abbastanza vicini da udire le sue parole.
«Ma Roger ce l’avrebbe detto. Non ha mai avuto problemi a parlarci delle sue ragazze» stava dicendo quella che doveva essere Nanette Desford*, una Corvonero della corte di Cho Chang.
La risatina di scherno di Marietta portò Michael e Padma a scambiarsi un’occhiata rassegnata.
«Fino a quando le sue ragazze non sono state le migliori amiche di Michael Corner».
«Pensi davvero che il nostro Roger si potrebbe mai interessare a una come Sophie Fawcett?»
«Perché no? Dopotutto non ha mai frequentato tanto la Moore e Harper come in questo periodo. E in quel gruppetto strampalato chi poteva mancare, se non quella simpaticona della Fawcett?»
Michael fece per alzarsi, ma Padma lo trattenne per un braccio e gli fece segno di non fare rumore.
«Ma una cosa è certa, Nanette» insistette Marietta, spietata. «Non ho mai visto Roger in questo stato. Neanche per Cho».
Michael spalancò leggermente gli occhi e guardò Padma, che fece spallucce: anche lei non aveva idea da cosa derivassero le supposizioni di Marietta.
Padma fece segno a Michael di prendere le loro cose e uscire dalla Biblioteca, in modo da poter parlare liberamente.
«Sophie ti ha detto nulla?» domandò Michael, mentre camminavano lungo il corridoio.
«No, Mike, nulla».
«Ma me lo diresti se ti avesse parlato?»
Padma piegò le labbra in un mezzo sorriso.
«No, non lo farei. Manterrei il segreto di Sophie».
«Quindi non sei affidabile».
«Oh, Mike, per favore. Stiamo parlando di Marietta Edgecombe! Adora fare gossip su qualsiasi persona, lo sai».
«Però è vero che ultimamente Roger e Sophie passano molto tempo insieme. E spesso sono anche stati da soli».
«D’accordo, ma questo non significa quello che pensi. Fino allo scorso anno quei due a malapena si sopportavano. Dovresti essere felice che siano diventati amici».
Michael si sistemò meglio la borsa carica di libri e salì le scale con Padma, diretti alla Sala Comune.
«Lo sono, e molto anche, ma non… Non credo che Marietta direbbe quelle cose se non le pensasse davvero».
«Ma quello che pensa lei non implica la verità».
«E se chiedessi ai diretti interessati?»
Padma sorrise, la rassegnazione dipinta sul volto.
«Sophie ti ucciderebbe anche solo per averlo pensato e Roger ci riderebbe su. Perché non provi a comportarti da persona matura e lasci perdere?»
«Grazie, eh. Cinque minuti fa ti ho fatta sentire meglio e mi becco pure dell’immaturo» brontolò Michael, ma Padma gli prese una mano e rise.
«Va bene, perdonami, ma prova a fidarti di loro, Mike. Sono tuoi amici».
Padma risolse l’indovinello ed entrò nella Torre dei Corvonero con Michael.
«Ok, farò il bravo. Andiamo a svegliare Ant?»
«No, preferisco ributtarmi su quel capitolo. Ci vediamo a cena» disse lei, quasi correndo verso il suo dormitorio.
Michael la seguì con lo sguardo, oramai convinto di non averla affatto sentire meglio in Biblioteca.
 
 
 
«Non solo hanno annullato il Quidditch quest’anno, adesso pure il Campo è fuori uso» brontolò Selina, sistemandosi meglio i calzettoni sulle gambe. «Odio questo stupido Torneo».
«Non è poi così male» commentò William, sfogliando la Gazzetta del Profeta. «Certo, Silente potrebbe almeno fingere di non essere di parte».
«Per quello ho detto che lo odio. Sappiamo già che sarà Harry Potter a vincere. Non importa che tu sia più preparato o che abbia più esperienza, Harry Potter arriverà sempre primo».
«Il cocco del preside».
«Quanto siete brontoloni oggi!» commentò Roger, seduto accanto a Sophie che seguiva il dialogo con divertimento. «Ammazzate proprio l’umore».
Erano nel Parco, stava calando la sera, e Sophie, dopo aver passato tutto il pomeriggio con Lisa, Terry e Calì, aveva notato i tre vicino al Campo di Quidditch e aveva deciso di fermarsi per due chiacchiere.
«Non posso credere che la Fawcett mi abbia rallegrato la giornata» disse ancora Roger, facendola quasi ridere.
«Lieta di essere stata d’aiuto, Davies».
«Dovevamo giocare la nostra partita» si lamentò ancora Selina, schioccando le dita per farsi notare. «Noi ragazze contro voi ragazzi».
«La giocheremo prima della fine della scuola» promise Roger, dandole un buffetto sulla guancia. «Oppure quest’estate».
«Quest’estate?» ripeté Sophie.
«Certo. Me lo concederei un giorno della tua estate, Fawcett?»
«Può darsi».
William la vide sorridere a Roger e non si trattenne.
«Mi sembri quasi guarita, Sophie».
«Guarita da cosa?»
«Da quell’ombra scura che avevi spesso sul volto».
«L’ombra di nome Michael Corner?» lo stuzzicò Selina e Sophie le lanciò un’occhiata ammonitrice.
«Non ho mai detto che fosse causata da Michael, però ti ha fatto bene stargli un po’ lontano. O forse è solo una mia impressione» chiarì William, mettendo da parte il giornale.
«A me sembri più serena e rilassata» confessò Selina, dandole un’occhiata dall’alto in basso. «Ma è anche vero che ti conosco da meno tempo».
I due cugini si voltarono verso Roger, che sicuramente conosceva meglio Sophie e poteva dare un’opinione più azzeccata.
«Credo che tu stia meglio solo quando sei con noi, Fawcett». Sophie aprì la bocca per parlare, pronta all’attacco, ma Roger la bloccò. «E non perché noi siamo migliori dei tuoi amici».
«Beh…» commentò Selina, facendo sorridere William.
«Ma solo perché con noi riesci ad essere più te stessa. Non hai nulla da nascondere».
Sophie si morse le labbra e Roger fece finta di non notarlo.
«Ti guardavo oggi, con i tuoi amici, ed eri esattamente come sei con noi».
«Perché Mike non c’era» concluse Sophie, triste.
«Perché Mike non c’era» ripeté Roger, sapendo di darle un dispiacere, ma non potendo non essere onesto.
«Sophie, perché semplicemente non glielo dici? Risolverebbe tutto» propose Selina, cercando consensi che non arrivarono.
Era la più piccola, quella che meno capiva i problemi amorosi.
«Non devi dirglielo, devi solo non pensarci quando sei con lui» disse William, facendole un sorriso.
Non erano discorsi nuovi, ne avevano già parlato altre volte, ma l’argomento Michael era stato toccato poco ultimamente.
«È molto più facile non pensarci adesso» ammise Sophie con sincerità. «Ho accettato la sua cotta per Ginny Weasley meglio di quanto avessi creduto. Forse sto crescendo».
«O forse ti sei messa l’animo in pace» disse William, lapidario.
Sophie non si offese per quelle parole. Non sarebbe poi stato così strano mettere da parte per sempre i suoi sentimenti per Michael. Era chiaro, oramai, che non sarebbero mai stati ricambiati.
La ragazza si sentì osservata da Roger, che sembrava analizzare la sua reazione al commento di William.
«Tranquillo, Davies, non me la sono presa. Forse Will ha ragione, Mike non mi guar…»
Sophie si bloccò a metà frase. Aveva notato che Michael li osservava da lontano.
Faceva finta di camminare da solo e fare il vago, ma era chiaro che li stesse tenendo d’occhio.
«Ma che…?» disse Selina, dopo aver visto anche lei il ragazzo. «È diventato il tuo cane da guardia adesso?»
«Avevi detto che non aveva problemi con noi» disse William, guardando anche lui verso Michael.
«Ed è così, ve l’assicuro. È strano».
«È geloso» commentò Roger, piegando la testa per controllare meglio gli atteggiamenti di Michael. «Riconosco quello sguardo».
«Geloso? E di chi?»
«Va’ a chiederglielo» disse William, senza tanti giri di parole.
«Ti aspettiamo qui».
Il tono di Roger era diverso dal solito, ma Sophie non se ne preoccupò e si alzò in direzione di Michael.
«Mike, è successo qualcosa?»
«No, no. Prendevo solo un po’ d’aria». Il ragazzo guardò il cielo, che si stava via via scurendo. «Accidenti, non mi ero reso conto di quanto fosse tardi. Rientriamo e andiamo a cena, ti va?»
«Mike, se sei venuto a controllarmi, ti giuro che…»
«Non ti stavo controllando!»
Sophie incrociò le braccia al petto e lo fissò. Lo sguardo carico di accuse.
«Volevo solo essere certo che stessi bene. Lisa e Terry sono rientrati senza di te».
«La tua sta diventando un’ossessione».
«Va bene, scusami; però in effetti oramai è sera e potremmo iniziare ad avviarci a cena».
Sophie non trattenne una risata e l’agitazione di Michael sparì.
«Hai vinto tu, Mike, ma dovrai presentarti a Selina e Will prima».
«Solo questo? Che problema c’è?»
Michael le prese una mano ed insieme tornarono dagli altri tre, che si erano alzati in piedi.
«Ciao, Roger».
«Michael».
Sophie lanciò uno sguardo confuso a Roger che scrollò le spalle, come se niente fosse.
«Selina, William, lui è Michael».
«Piacere di conoscerti» disse William, stringendogli una mano.
«Piacere mio» rispose Michael con un sorriso. «Piacere, Selina».
«Piacere. Hai visto com’è bella stasera la nostra Sophie?»
Sophie arrossì e, da dietro Michael, le fece segno di smetterla.
«Sophie è sempre bella» dichiarò solenne lui e Selina quasi alzò gli occhi al cielo.
«D’accordo, andiamo a cena. Devo abbassare gli zuccheri nel mio sangue dopo questa frase» disse Roger, incamminandosi per primo alla volta del Castello.
Entrarono tutti e cinque insieme nella Sala Grande, poi Selina e William andarono verso il tavolo dei Serpeverde, mentre Michael, Sophie e Roger verso quello dei Corvonero.
Michael e Sophie si sedettero vicino ai loro amici, mentre Roger proseguì poco più avanti e prese posto accanto a Cho.
Bastarono pochi secondi per far capire al ragazzo che lo sguardo di Marietta, seduta di fronte a lui, lo scrutava con fin troppa curiosità.
«Devi dirmi qualcosa, Mary?»
Cho si schiarì la gola e Marietta scrollò le spalle e si riconcentrò sul suo pollo.
Roger diede un’occhiata a Cho, che gli fece un piccolo sorriso, e poi vide Eddie, Mandy, Nanette e Isobel MacDougal* osservarlo senza dire una parola.
«Qual è il problema?» sbottò Roger, già di per sé nervoso. «Ho qualcosa sulla faccia? E che fine ha fatto Marcus?»
«Lo sapresti, se passassi più tempo con noi» commentò perfidamente Marietta.
Roger le fece un ghigno divertito.
«Ah, ecco il problema. Sei gelosa, Mary?»
«Affatto» rispose lei. «Ma credevo che avessi gusti migliori. Passare dalla Delacour alla Fawcett… Non pensavo che avrei mai assistito alla caduta di Roger Davies».
«La Fawcett? Di che accidenti stai parlando?»
«Avere come amici dei Serpeverde è un conto, ma uscire con una come lei».
Roger guardò Cho, che in silenzio consumava la sua cena.
«Vuoi tradurre?»
Cho si scambiò uno sguardo con Marietta e posò la forchetta sul tavolo.
«Si sentono tante cose in giro, Roger. Volevamo solo capire la verità».
«Sarebbe bastato chiedere. Cosa si dice in giro?»
«Passi molto tempo con Sophie Fawcett» spiegò Eddie e Roger notò Mandy quasi rimproverare il ragazzo con gli occhi. «Fai due più due».
«Non sono molto bravo con la matematica» ironizzò Roger. «Perché non me lo dite e basta?»
«C’è qualcosa fra te e Sophie?» domandò allora Cho, stanca di girarci intorno.
«No», rispose lui con sincerità. «Ma qualsiasi cosa dirò, non mi crederete, dico bene?»
«Sei diverso ultimamente». Il tono di Marietta era accusatorio. «Non ti avevo mai visto così».
«Impiega meglio il tuo tempo, Mary. Non perderlo nel tentativo di scoprire cose che non esistono».
Nanette e Isobel presero a parlottare a bassa voce.
«E anche voi due. Lo so che amate i pettegolezzi, ma potreste almeno evitare di spettegolare sui vostri amici?»
Nanette e Isobel annuirono, ma Marietta era ancora sospettosa e non aveva l’aria di una che avrebbe ceduto.
Roger, però, considerò l’episodio chiuso.
 
 
 
La domenica successiva, Roger passò il suo tempo sui libri.
Il sesto anno si stava rivelando sempre più duro e il ragazzo si sentiva già male al pensiero dell’anno successivo, quello dei M.A.G.O.
Quando uscì dal dormitorio, il pomeriggio era quasi finito e Roger notò Cho, Eddie e Mandy seduti vicino al caminetto.
Marcus Belby*, che aveva fatto parte del loro gruppo fino all’inizio dell’anno, passava sempre meno tempo con loro.
Per quanto a Roger dispiacesse che lui, Eddie e Marcus si fossero allontanati, ultimamente il ragazzo aveva compreso quanto fossero cresciuti diversamente in quegli anni.
«Ciao, ragazzi».
«Ciao», disse Cho, facendogli un sorriso. «Hai finito di studiare?»
«Sì, per fortuna» disse, sedendosi teatralmente su una poltrona libera. «Domani non ricorderò nulla, già lo so».
Cho e Mandy risero, mentre Eddie lo studiò con lo sguardo, scuotendo la testa.
«Dove sono le tre pettegole?»
«Roger!»
Roger rise divertito.
«Scherzavo. Dove sono Mary, Nanette e Isobel?»
«In Biblioteca, credo» rispose Mandy, tirando a indovinare.
«Uhm» commentò Roger, vagando con lo sguardo per la sala.
Il gruppetto di Michael stava osservando Anthony e Terry giocare a scacchi. Sophie, stranamente, non c’era.
Roger allora si alzò in piedi.
«Vado a farmi un giro».
«Vuoi compagnia?» chiese Cho, desiderosa di trascorrere un po’ di tempo con lui.
«No, grazie lo stesso. Ci vediamo più tardi, eh».
Roger uscì dalla Torre dei Corvonero e decise di andare alla ricerca di Sophie.
Provò in Biblioteca e nel Parco, ma quando vide che il tempo prometteva pioggia, comprese che Sophie non avrebbe mai rischiato di stare all’aperto e quindi Roger tornò sui suoi passi.
Rientrò nella Sala Comune e, dopo aver individuato Michael e i suoi amici, li raggiunse.
«Quarto anno, buonasera».
«Roger» lo salutò Michael, mantenendo lo sguardo sulla scacchiera. «Sei venuto a guardare il loro torneo? Va’ avanti da ore e sono ancora pari».
«Questa sarà l’ultima partita, Mike, e sarò io a vincere» dichiarò Terry, dopo aver fatto la sua mossa. La Torre di Anthony venne fatta a pezzi.
«Ant è troppo bravo per farsi battere da te» ironizzò Lisa, mentre Padma osservava in silenzio.
«Capisco quanto tutto questo possa essere emozionante, ma avete visto la Fawcett?»
«Sarà in Biblioteca» disse Michael, come se la domanda fosse stupida.
«Ho controllato, non è lì».
Michael lo guardò e corrugò la fronte.
«Hai cercato Sophie per tutto il Castello?»
«Non proprio ovunque».
«Ti starà evitando, Roger. Non sarebbe la prima volta» scherzò Michael, mentre Anthony faceva la sua mossa.
«Da quant’è che non la vedete?» insistette lui, sentendo la pioggia che picchiettava sulle finestre.
«Stamattina è scesa con noi a fare colazione» disse Padma, provando a ricordare. «Poi doveva andare in Biblioteca per riconsegnare un libro e poi…»
«Io dopo la colazione non l’ho più vista» la interruppe Terry.
«Neanch’io» dissero Lisa e Anthony all’unisono.
«E non siete preoccupati?»
Michael studiò la sua reazione con un occhio attento.
«Non sembravi così turbato lo scorso mese, quando era a Cho a non trovarsi più».
«E questo cosa c’entra?»
«Dà da pensare».
Dopo la frase di Michael, tutti si voltarono a guardare Roger. Persino Anthony e Terry misero da parte la loro partita.
Roger non si scompose affatto.
«Mike, vieni con me a cercarla? Non credo che eviterebbe anche te».
Michael sospirò e, stiracchiandosi, si mise in piedi.
Padma fece lo stesso e fece cenno a Lisa, Terry e ad Anthony di alzarsi con lei.
«Andiamo tutti. Dodici occhi vedono meglio di quattro».
Roger le fece un sorriso e uscì con loro dalla Sala Comune, ignorando Marietta che con un sorriso gli chiese se avesse perso qualcosa.
Cercarono Sophie per ore, dividendosi anche in gruppi per controllare più in fretta, ma non riuscirono a trovarla da nessuna parte.
Oramai erano tutti preoccupati, ma Padma suggerì di tornare alla Torre per vedere se magari Sophie fosse tornata nel proprio dormitorio.
Lo fecero, ma quando i ragazzi videro Padma e Lisa scendere le scale del dormitorio scuotendo la testa, iniziarono davvero a temere che le fosse successo qualcosa.
«Roger, hai perso qualcosa?» domandò nuovamente Marietta, provocando le risatine di Nanette e Isobel.
Il ragazzo comprese finalmente il senso di quella frase e si voltò verso il proprio gruppo, che si era riunito in un angolo della Sala Comune.
Michael e i suoi amici lo seguirono e Roger si avvicinò a Cho e alla sua corte.
«Cos’avete fatto?»
«Di che parli?» domandò Marietta, sbattendo le palpebre con finta innocenza. Isobel e Nanette avevano quasi le lacrime agli occhi.
Eddie non trattenne un mezzo sorriso e Roger si scagliò su di lui, inchiodandolo al muro con una mano.
«Roger!» sbottarono Cho e Mandy, mentre lui si metteva faccia a faccia con Eddie, stupito dalla reazione dell’amico.
«Cos’avete fatto a Sophie?»
«Eddie non c’entra nulla, Roger» disse Mandy, provando a strattonargli il braccio che teneva ancora bloccato Eddie. «Te lo posso assicurare».
«Ah, sì? A quanto ne so, potreste essere tutti coinvolti».
«Eddie ed io siamo stati insieme tutto il giorno» continuò Mandy, rossa in viso per quella confessione. «Poi siamo stati con Cho e ci hai anche visti».
Roger sembrò calmarsi nel sentire quelle parole. Mandy non aveva mai assecondato Marietta e le altre, ma era rimasta se stessa anche dopo essere entrata nel loro gruppo. E Marietta non l’aveva mai davvero accettata, soprattutto dopo che Eddie aveva mostrato un interesse per lei.
Lasciò andare il ragazzo che si massaggiò una spalla. Mandy gli prese una mano per farlo stare calmo.
«Tu c’entri qualcosa, Cho? Non ti è mai piaciuta davvero Sophie!»
«Come puoi pensare una cosa del genere?» replicò Cho, ferita dall’accusa.
«Lascia stare Cho. Non ha fatto nulla» disse Marietta, ergendosi in difesa dell’amica. «Siamo state noi tre, ma era solo uno scherzo innocente. Non c’è bisogno di reagire così».
«Cosa le avete fatto?» domandò Padma, pratica. Era inutile stare lì a litigare: occorreva trovare Sophie.
Michael, sconvolto della reazione rabbiosa di Roger, non riusciva a capire perché il gruppo del ragazzo dovesse avercela a tal punto con Sophie.
«L’abbiamo solo rinchiusa fuori dalla Torre di Astronomia. Niente di che» spiegò Marietta, guardando con occhi arrabbiati Roger. Stava decisamente prendendo male quello piccolo scherzo.
«Da quanto è là fuori?» domandò Anthony, provando ad analizzare la situazione con raziocinio.
«Da stamattina» spiegò Nanette, senza nascondere una risatina. «Ma un po’ di pioggia non ha mai ucciso nessuno».
«Siete proprio stupide» commentò Roger, furioso. «Provate a crescere un po’».
Il tono duro di Roger stupì tutti, ma non c’era tempo di preoccuparsi dell’ira del ragazzo. Dovevano andare a liberare Sophie.
Tutto il gruppo della ragazza uscì assieme a Roger, cercando di camminare il più veloce possibile.
«Non possiamo correre» disse Terry, provando a fermare Roger. «Ci toglierebbero dei punti».
«Oggi ha piovuto tutto il giorno» spiegò Roger, scansando la mano del ragazzo. «Conoscete tutti la fobia di Sophie, giusto?»
Michael iniziò a correre e Roger gli stette dietro. Terry si arrese e corse con i loro amici verso la Torre di Astronomia.
Arrivati davanti alla torre, i ragazzi erano esausti dalla corsa. Terry si appoggiava ad Anthony, mentre Padma e Lisa provavano a riprendere fiato.
«È chiusa» soffiò Michael, tenendosi il fianco.
«Non è il solito lucchetto» disse Roger, tirando fuori la bacchetta. «Quelle tre hanno usato uno degli scherzi di Zonko».
«Cosa facciamo?» domandò Lisa, prendendo anche la sua bacchetta.
«Allontanatevi tutti».
Roger puntò la bacchetta sul lucchetto.
«Bombarda
L’esplosione distrusse completamente la porta e Terry si voltò verso Anthony.
«Credo che questo costerà a Corvonero ben più di pochi punti».
Anthony lo ignorò e vide Roger e Michael uscire fuori per primi.
I ragazzi fecero un incantesimo di protezione per evitare che la pioggia battente li bagnasse da capo a piedi. Era difficile individuare Sophie con quel tempo e a quell’ora. Accesero tutti le bacchette per contrastare il buio della sera.
Iniziarono ad urlare il suo nome, fino a che Michael non la vide.
Era rannicchiata a terra, le braccia circondavano le gambe e il volto era nascosto fra le ginocchia. Era chiaramente terrorizzata.
«Sophie!» urlò lui e lei alzò la testa di scatto per guardarlo.
Era in lacrime e Michael notò la paura nei suoi occhi.
Fu questione di pochi secondi: l’attimo prima Sophie era seduta a terra, l’attimo dopo si era alzata e correva verso di loro. 
Michael aprì le braccia, pronto ad accoglierla, quando comprese che Sophie non stava guardando lui. Stava guardando Roger.
Michael rimase paralizzato di fronte a quella scena: Roger la prese fra le sue braccia e la strinse a sé con una tenerezza tale da dargli il voltastomaco.
Cosa c’era davvero fra quei due?
 
 
 
«Mi dispiace, Sophie. Questa volta hanno davvero esagerato» disse Roger, allungandole la sua bacchetta. «Cho è riuscita a farsela ridare».
«Oh, grazie».
Il ragazzo le aveva asciugato i vestiti con un incantesimo e l’aveva fatta sedere davanti al fuoco. Le aveva messo una coperta sulle spalle e stava provando a scaldare le mani con le proprie.
«Almeno ti hanno fatto questo scherzo di domenica. Non hai perso alcuna lezione» ironizzò Roger, facendola quasi ridere.
«Almeno quello. Però vorrei tanto strozzarle quelle tre».
«È colpa mia. Credono che ci sia una storia fra noi due».
Sophie fece uno sbuffo.
«Ma è ridicolo! Comunque, anche se fosse, quale sarebbe il loro problema? È così terribile avere una storia con me?»
«Non ti conoscono» replicò Roger con un sorriso. «Sono un po’ prevenute nei confronti degli estranei, ma non sono cattive».
«Non giustificarle» borbottò Sophie, soffiandosi il naso. «Domani mattina mi toccherà andare da Madama Chips per questo raffreddore».
«Poteva andarti molto peggio, Sophie. Un raffreddore non è nulla».
Lei lo studiò con un mezzo sorriso e gli lasciò le mani.
«È la seconda volta che mi chiami per nome, Davies. A cosa devo l’onore?»
«Oramai siamo amici» puntualizzò lui, allungando nuovamente le mani verso di lei. «Potresti iniziare a chiamarmi per nome anche tu».
«D’accordo, Roger» disse lei, prendendogli le mani. Quelle di Roger erano davvero calde. «Ma vorrei che mi raccontassi la storia del tuo anello, in nome della nostra amicizia».
Roger, stupito, indicò il suo anello nero e lei annuì. Era curiosa di conoscere quella storia da mesi.
«È il mio portafortuna, un po' come la tua collana. Appartiene a mio fratello Chester*. Lui lavora al Ministero».
Sophie gli fece cenno di continuare e Roger piegò le labbra, cercando le parole per riassumere tutto.
«Me lo regalò per il mio primo anno ad Hogwarts. In quel periodo i miei non andavano più d’accordo come prima e non avevano tempo per stare dietro alle mie compere per la scuola. Fu Chester ad accompagnarmi a Diagon Alley, si comportò come un padre con un figlio. Chester mi ha praticamente cresciuto, Sophie, a lui devo ogni cosa».
«Da fuori non sembravi avere tutti questi problemi in famiglia» ammise Sophie con sincerità.
«Non mi piace crogiolarmi» disse lui, facendole un sorriso. «In fondo, ognuno ha i suoi problemi, ma è come reagisci che fa la differenza».
«Sei così diverso da come credevo che fossi» si stupì Sophie e Roger rise, felice di quella dichiarazione.
«Te l’avevo sempre detto quanto fossi magnifico, ma tu non ha mai voluto darmi retta».
Sophie sorrise e poi alzò gli occhi al cielo.
«Per certe cose, invece, sei proprio come credevo che fossi».
«Tipo?»
«Sei un vero idiota».
Micheal stava osservando da lontano Roger e Sophie che ridevano e scherzavano, quando Padma si avvicinò a lui.
«Mike, che cos’hai?»
Dopo aver riportato Sophie al sicuro nella Sala Comune, Lisa, Terry e Anthony erano andati a dormire, mentre il gruppo di Roger non si era più fatto vedere.
Padma era stata sicura che Michael avrebbe fatto il diavolo a quattro una volta tornati alla Torre dei Corvonero e che avrebbe giurato vendetta su Marietta e le sue amiche.
Invece, contro ogni previsione, era rimasto in silenzio tutto il tempo e non aveva provato ad avvicinarsi a Sophie neanche una volta.
«Perché me lo chiedi?»
«Perché ci dovresti essere tu laggiù a confortare Sophie e invece hai lasciato il posto a Roger».
«Sembra che lei preferisca la sua compagnia alla mia» borbottò Michael, offeso.
Padma sospirò e prese posto accanto a lui.
«Ancora con questa storia? Mike, sai quanto Sophie tenga a te».
«Io e Roger eravamo vicini, Padma. Lì sulla Torre. E Sophie ha guardato entrambi, prima di decidere di correre verso di lui». Michael si voltò verso di lei, con un’espressione così fragile da colpire la ragazza. «Poteva scegliere e ha scelto Roger».
«Aveva passato tutto il giorno sotto la pioggia, fuori al freddo. Non ha di certo riflettuto quando è andata da lui».
«Ha agito d’istinto, lo so. La dice lunga sul loro rapporto. Se non dovesse seguire la ragione, il cuore la porterebbe da Roger».
Padma rise di fronte a quelle parole, non potendo farne a meno.
«Sophie non si innamorerebbe mai di Roger».
«E perché no? In fondo, Stebbins era molto simile a lui».
Padma scosse la testa con un sorriso e posò gli occhi su Sophie e Roger, ancora intenti a chiacchierare vicino al fuoco. Michael fece lo stesso, l’espressione corrucciata di chi continua a riflettere sulla cosa.
«Non succederà mai, Mike. Hai mai visto coppia più improbabile di Sophie Fawcett e Roger Davies?»
Padma tornò a guardare Michael e lui ricambiò lo sguardo.
«Cosa ti turba davvero?»
«Il gesto di Sophie mi ha fatto riflettere».
«Te lo ripeto, non c’è niente fra di loro».
«No», chiarì Michael, provando a farle capire. «Mi ha fatto pensare a quello che provo. La gelosia che ho sempre e solo nei confronti di Sophie».
Padma trattenne la curiosità e cercò di mantenere il tono neutro quando gli chiese di spiegarsi meglio.
«Padma, credi che io possa essere innamorato di Sophie?»






Note:

* = Per evitare di mantenere l'anonimato delle altre amiche "ridoline" di Cho, questa volta le ho fatte comparire anche in scena.
Nanette Desford è una Corvonero che compare nei videogiochi di Harry Potter, mentre Isobel MacDougal compare durante una delle cerimonie di Smistamento. Nella mia storia fanno parte della corte di Cho, ma sono più legate a Marietta.
Gli unici componenti maschili del gruppo di Cho sono Roger Davies, Eddie Carmichael e Marcus Belby, che compare nel sesto libro. In questo capitolo si capisce che Roger si è via via più allontanato, ma questo suo rapporto con Eddie e Marcus sarà più chiaro anche in seguito.
E infine ho preso in prestito Chester Davies da "Hogwarts Mystery", dove è appunto presentato come fratello maggiore di Roger.
Chariti gli asterischi, in questo capitolo Marietta, Nanette e Isobel giocano un brutto tiro a Sophie e vedremo se lei lascerà correre o risponderà per le rime.
Senza saperlo, quelle tre hanno riportato a galla la gelosia di Michael che, dopo il gesto di Sophie di "preferire" Roger, si è trasformata in un campanello d'allarme per lui.
Che sia davvero innamorato della sua migliore amica? Chi lo sa!
Alla prossima! 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
 
 
 
Il giorno della Terza Prova tutti gli studenti erano eccitati all’idea di scoprire chi avrebbe vinto il Torneo Tremaghi.
Oltre al torneo, però, gli studenti dovevano studiare per gli esami di fine anno e i ragazzi di Corvonero usarono ogni minuto libero per il ripasso.
Con tutto quello che c’era da fare, il gruppo passava sempre più tempo insieme e a tutti sembrò di essere tornati ai vecchi tempi, quando c'erano solo loro.
Roger si vedeva raramente, impegnato com’era a stare dietro a tutto il ripasso del sesto anno, così come Cho, che quell'anno avrebbe affrontato i G.U.F.O.
«Finalmente ricordo tutti i nomi dei Goblin che combatterono quelle stupide guerre» commentò quella mattina Terry, infilando il libro di Storia della Magia nella borsa. «Sono andato a dormire alle due stanotte!»
«Non starai esagerando? Sono solo esami» disse Anthony, da dietro la Gazzetta del Profeta. 
«Solo esami? Il prossimo sarà l’anno dei G.U.F.O! Quei voti decideranno il nostro futuro. Per sempre!»
Anthony alzò un sopracciglio nella sua direzione, ma decise di non replicare.
«Altri articoli di Rita Skeeter?» domandò Lisa, addentando il suo french toast. 
«Le solite sciocchezze».
«Secondo voi è vero quello che si dice di Hermione Granger?» domandò Sophie, servendosi una seconda porzione di uova. «Ha davvero spezzato il cuore ad Harry Potter?»
«Non credo proprio. Al Ballo del Ceppo quello più interessato a lei sembrava essere Ron, non Harry» rispose Padma, ancora indispettita dal fiasco di quella serata.
«Calì ha sentito dire in giro che Harry aveva chiesto a Cho di andare al ballo con lui» buttò lì Terry e Michael quasi si strozzò con l’acqua.
«C-cosa?»
«Sì, ma lei ovviamente gli ha detto di no. Ha occhi solo per Diggory, ricordi?»
Michael lo riprese con lo sguardo, ma quando notò le occhiatine di Sophie provò a ricomporsi.
«Cosa c’è?»
«Credevo che la cotta per Cho fosse superata».
«Ero solo sorpreso» disse lui, «Tutto qui».
«Adesso che ci penso, Ginny Weasley non aveva una cotta per Harry una volta?» continuò Terry e Lisa quasi scattò sul posto.
«È vero! Al secondo anno gli aveva recapitato uno di quegli strani nanetti di Allock».
Terry rise al ricordo e annuì in direzione di Lisa.
Michael non colse la frecciatina, ma puntò lo sguardo verso Sophie che stava studiando la sua reazione. Le sorrise e Sophie ricambiò subito.
Michael sentì improvvisamente caldo. Da quando la sua migliore amica gli provocava quelle strane sensazioni?
«Sarà meglio andare» disse Padma, dando un’occhiata all’ora. «L’ultima prova sta per iniziare».
Si alzarono dalla tavolata dei Corvonero e s’incamminarono verso il Campo di Quidditch. 
Sophie cercò Roger fra gli studenti del sesto anno, ma non lo vide. Salutò William e Selina, che stavano camminando fra gli altri Serpeverde, e vide Lisa ricambiare il saluto di William con titubanza.
Il gruppo prese posto sulle tribune e Terry allungò il collo il più possibile, nel vano tentativo di capire se avrebbero potuto godersi la prova.
«Non ci credo! Anche questa volta non vedremo nulla» sbuffò, tirando fuori dalle tasche la scorta di dolcetti che si era portato dietro. «Tanto vale aprire i libri per il ripasso».
«Potresti non parlare di studio per almeno due minuti? Siamo Corvonero anche senza avere costantemente il naso sui libri» commentò Lisa, che sembrava aver altro per la testa.
Sophie continuava a cercare Roger tra le tribune e lo individuò dopo pochi secondi, seduto accanto a Cho Chang e a Marietta Edgecombe.
Storse il naso: aveva davvero dei gusti particolari in fatto di amicizie.
«Sophie».
La voce di Michael la riscosse dai suoi pensieri e si ritrovò gli occhi castani del ragazzo che la scrutavano attentamente.
«C-che c’è?» domandò lei, in imbarazzo.
«Ho una proposta da farti».
Anthony, Padma, Lisa e Terry finsero di non ascoltare, ma nessuno di loro intendeva perdersi una parola.
«Anche quest’anno passerò l’estate a Brighton con i miei e anche quest’anno vorrei chiederti di venire con me» disse Michael, facendole il suo più bel sorriso. «Ci sarà anche mio fratello e porterà una ragazza con lui, quindi i miei saranno troppo impegnati con i piccioncini per occuparsi di noi».
Sophie piegò le labbra, provando a trovare una valida scusa per dirgli di no.
«E questa volta non c’è Stebbins a farti una controproposta e potrebbe venire anche tuo padre…»
Michael si stava sul serio impegnando per farla accettare. Sembrava davvero aver pensato a tutto e Sophie non poteva non essere felice nel sapere che, nonostante tutto quello che avessero passato quell’anno, la loro amicizia risultasse essere ancora così forte.
Non importava quante Ginny Weasley Micheal avesse conosciuto.
Non importava quanto tempo Sophie avesse trascorso lontano da lui.
Il loro rapporto era troppo solido per potersi logorare così.
Sophie ricambiò lo sguardo speranzoso del ragazzo e sorrise.
Forse William aveva ragione. Forse, era davvero guarita.
La prospettiva di trascorrere l’intera estate con Michael non le faceva più così paura.
«Va bene, Mike. Ne parlo con mio padre e poi ti faccio sapere».
«Veramente ho scritto a tuo padre tre giorni fa e lui mi aveva detto che non ci sarebbero stati problemi» le disse, palesando la sua felicità con gli occhi. «Quindi è ufficiale: passeremo l’estate insieme».
«Perfetto».
«Perfetto».
Michael le prese una mano e non la lasciò andare per tutta la durata della Terza Prova.
Gli spettatori iniziavano ad essere annoiati: non potevano vedere nulla e il risultato sul vincitore era sempre più incerto.
«E voi come passerete l’estate?» domandò Terry, più per noia che per curiosità, sfogliando distrattamente i suoi appunti di Trasfigurazione.
«Dai miei nonni, come ogni anno». Lisa fu la prima a rispondere, gli occhi puntati sull’enorme labirinto che occupava il Campo di Quidditch. «Ma potremmo vederci tutti insieme qualche volta».
«Affare fatto» disse Terry, allungandole un dolcetto che Lisa accettò con un sorriso.
Terry era una delle poche persone che riusciva a tirarla su di morale senza dirle una parola.
«Calì ed io andremo in India per qualche settimana» disse Padma, come se nulla fosse.
Gli amici la guardarono fra il confuso e lo spaventato e lei si affrettò a spiegare.
«Non andiamo a cercare marito, ma solo a trovare la nostra famiglia. Alcuni di loro vivono ancora lì».
«La prossima volta, di’ questa frase per prima» disse Terry, il volto paonazzo. «Stavo per rimanerci secco».
«Sempre il solito esagerato» commentò Lisa, ridendo di fronte all’espressione sollevata dell’amico.
«Allora le cose con Calì sono proprio serie, eh» se ne uscì Anthony, rimasto in silenzio fino a quel momento, rivolto più a Padma che a Terry.
«Direi di sì».
«E pensate di parlarne con i genitori di Calì?»
«Ant» lo richiamò Padma, non capendo dove volesse andare a parare.
«Non ne abbiamo mai discusso, a essere sincero». Terry sembrò rifletterci su. «Però, in effetti, non sarebbe così sbagliato parlarne con loro. Così non dovremmo più nasconderci».
«Non ti pare un po’ presto?» domandò Padma, lanciando un’occhiataccia ad Anthony, che quasi sorrideva nella sua direzione. «Non state insieme da molto».
«In realtà, se iniziamo a contare dalla fine dell’anno scorso e se consideriamo la nostra giovane età…»
«Ant, potresti non metterti in mezzo a questa cosa?» lo interruppe Padma, arrabbiata.
«Io ho solo fatto una domanda, sei tu che ti stai mettendo in mezzo» replicò lui velocemente. «Dopotutto, la questione riguarda esclusivamente Terry e Calì».
Padma si zittì, ma il broncio rimase sul suo viso e Sophie e Michael si scambiarono degli sguardi confusi.
Comprendere cosa passasse per la testa di Anthony era già difficile normalmente, ma nell’ultimo periodo era quasi diventato impossibile.
Terry e Padma erano quelli più legati a lui, ma il primo sembrava non essersi accorto nulla, mentre la seconda faceva di tutto pur di evitarlo.
Nessuno disse più nulla, mentre il vociare delle tribune si faceva sempre più insistente. C’era chi scommetteva sul vincitore, chi sonnecchiava in attesa della fine della prova e chi chiacchierava del più e del meno.
Terry, Lisa e Padma decisero di ripassare qualche materia in vista degli esami, mentre Anthony appoggiò la testa sulla sua borsa e si mise a dormire.
Michael e Sophie erano intenti a giocare a carte, quando un rumore improvviso li fece sobbalzare di paura.
«Ma che…?»
«È finita?» domandò Terry, chiudendo con un colpo secco il suo libro. «Chi ha vinto?»
«Harry?» azzardò Lisa, provando a scorgere il volto del vincitore fra la folla che si era alzata per fare lo stesso.
«Krum?»
Anthony aprì gli occhi e si alzò subito in piedi per capire cosa stesse succedendo. Pochi secondo dopo, i suoi amici lo imitarono.
«Diggory è morto!»
Sophie credette di aver sentito male e si voltò verso Michael per avere conferma di quelle parole.
Il ragazzo era impallidito, gli occhi sgranati di chi aveva paura di conoscere la verità.
«Non può essere» commentò Lisa, saltando giù dalle tribune e iniziando a farsi largo fra la folla. Anthony le andò dietro, mentre gli altri non ebbero il coraggio di fare lo stesso.
Tornarono dopo pochi secondi, Lisa era in lacrime e corse fra le braccia di Padma, che alzò gli occhi verso Anthony.
«È morto» confermò lui, stringendo le labbra.
Sophie si voltò in automatico verso i Tassorosso, alla ricerca di Michael Stebbins, sperando di non scorgerlo fra la folla. Non era giusto che vedesse il corpo di quello che era stato il suo migliore amico.
Contro ogni speranza della ragazza, Stebbins era lì. E come poteva non essere presente? Era impossibile che si fosse perso un avvenimento così importante per Cedric Diggory, da sempre il favorito alla vittoria del Torneo Tremaghi.
Dopo alcuni minuti di confusione, lo vide correre giù dalle tribune e spingere gli altri studenti per arrivare a Cedric.
«Tutti gli studenti tornino ai propri dormitori!» 
La voce imperiosa del professor Silente non scalfì Sophie, troppo concentrata a preoccuparsi per Stebbins.
«Corvonero! Per di qua!»
I Prefetti e i Caposcuola iniziarono a radunare gli studenti per farli tornare verso il Castello, ma c’erano troppe persone per impedire il disordine.
«Ragazzi, andiamo via» pregò Terry, la nota di paura impressa nella voce.
«Coraggio, andiamo» lo sostenne Padma, che teneva ancora stretta a sé Lisa.
La folla si diradò un poco e Sophie riuscì a scorgere il corpo di Cedric Diggory steso a terra. Un brivido le percorse la schiena e fece per muoversi verso Stebbins, per stargli vicino.
Una mano la bloccò per il braccio e lei sembrò quasi risvegliarsi da quello strano torpore che l'aveva colta.
«Sophie, torniamo alla Torre».
La voce di Roger era diversa dal solito: era dolce, rassicurante… Così lontana dal suo solito tono canzonatorio.
«Mike» disse Roger, chiamando l’amico, che era immobile accanto a Sophie, anche lui senza parole. «Andiamo».
Michael annuì meccanicamente, allungando una mano verso Sophie, che lei prese senza neanche pensarci.
Roger passò lo sguardo dall’uno all’altra, poi si avvicinò a Lisa, ancora in lacrime, e le passò un braccio attorno alle spalle.
Tutti e sette camminarono in silenzio verso il Castello, lasciandosi alle spalle il corpo di Cedric Diggory.
Quando entrarono nella Torre dei Corvonero, gli studenti erano in subbuglio. 
«È tutta colpa di Silente!» stava dicendo Marietta Edgecombe, furiosa. «Non avrebbe dovuto accettare di ospitare il Torneo Tremaghi. È sempre stato pericoloso».
«Ogni Campione era a conoscenza della possibilità di morire» stava ribattendo Eddie Carmichael, chiaramente in disaccordo con l’amica.
Gli studenti più piccoli, impauriti, erano raccolti fra di loro e mormoravano frasi sconnesse.
Qualcuno più grande giurò di aver sentito il nome di Colui Che Non Deve Essere Nominato e Terry per poco non svenne.
«Ognuno nel proprio dormitorio» disse uno dei Prefetti, stanco di dover sentire quei discorsi. «Adesso».
Sophie, Padma e Lisa si allontanarono da Anthony, Terry e Michael e salirono nel loro dormitorio. I ragazzi fecero lo stesso e, finalmente, nella Sala Comune tornò il silenzio.
 
 
 
Era scattato il coprifuoco da un po’, quando Roger decise di scendere dal proprio dormitorio e sedersi su uno dei divani della Sala Comune.
I Corvonero avevano mangiato nella Torre e, terminata la cena, erano stati rispediti nelle loro stanze.
I Prefetti erano stati categorici, ma da pochi minuti erano scattati i turni di ronda e la Sala Comune era finalmente vuota e senza alcun tipo di controllo.
«Mi chiedevo quando saresti arrivato».
Una voce femminile lo fece quasi scattare in piedi, ma poi riconobbe la sagoma dei folti ricci di Marietta e fece un sorriso che, complice il buio, l’amica non poté vedere.
«Da quanto sei qui, Mary?»
«Da almeno un’ora» dichiarò lei e Roger udì benissimo la soddisfazione nella sua voce. «Non è difficile fingere di stare male per ottenere quello che si vuole».
«E tu sei sempre stata bravissima ad ottenere quello che volevi».
«Mh» disse lei, alzandosi dalla poltrona e avvicinandosi a lui. «Non proprio tutto».
Si sedette accanto all’amico e sbuffò profondamente.
«È strano, vero? Che non sia ancora tornata».
«Già».
Quando era scoppiato il caos al Campo di Quidditch, Roger non aveva fatto in tempo a fermare Cho, che si era lanciata verso coloro che avevano gridato la fine di Cedric Diggory.
Aveva avuto giusto il tempo di vederla crollare a terra, come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili, prima di scorgere il Professor Vitious e la Professoressa Sprite aiutarla a tirarsi su e allontanarla dal corpo del giovane.
A nulla erano valse le proteste di Roger, né le suppliche di Marietta di poter accompagnare Cho e starle accanto in un momento difficile come quello.
Roger aveva provato a capire dove potessero averla portata, se in Infermeria o nello studio del Professor Vitious, ma era impossibile fare supposizioni. Quello che era certo, era che Cho non fosse ancora tornata da loro.
«Cosa potremmo mai dirle?» domandò lui, dubbioso. «Ci hai pensato?»
Marietta scosse la testa, i ricci che ballavano anche nell’oscurità.
«Non potrei dirle nulla per farla stare meglio. Non so neanche cosa possa provare in un momento del genere».
Roger si stupì di quanto Marietta potesse essere diversa quando l’argomento di conversazione era Cho. Per quanto fosse pettegola e, a volte, anche cattiva, Cho tirava fuori il lato migliore di lei.
«Posso?» 
Roger e Marietta si voltarono verso Sophie Fawcett, che sembrava arrivata lì quasi per caso.
«Che ci fai qui?» domandò Roger, scioccato dal vederla di fronte a lui.
«Non riuscivo a dormire» disse solo e si sedette su una poltrona, poco lontano da loro. «Fate come se non ci fossi».
«Magari potessimo» commentò Marietta, ma era troppo preoccupata per risultare davvero minacciosa. 
Roger non si stupì quando vide scendere dai loro dormitori anche Padma, Lisa, Anthony, Terry e Michael. Era quasi come se, quei sei, sentissero l’uno la presenza dell’altro.
«Abbiamo tutto il quarto anno al completo?» ironizzò Marietta, ma il tono continuava ad essere diverso dal solito.
«Cho?» domandò subito Michael.
«Non sappiamo ancora niente».
«Pensi che l’abbiano fatta tornare a casa?» chiese Lisa, sedendosi accanto a lui. 
«E farle saltare i G.U.F.O?»
«Oh, Terry, credo che sostenere gli esami sia l’ultimo dei suoi pensieri» disse Sophie e Michael le si avvicinò per metterle una coperta sulle spalle.
Nel sentire il gruppo di Michael scambiarsi opinioni, Roger si rese conto di cosa volesse davvero dire avere il sostegno degli amici.
Era assurdo pensare che gli unici a preoccuparsi per Cho fossero solo lui e Marietta, mentre il resto della corte, che aveva sempre vissuto di luce riflessa, se ne stava tranquillamente a dormire.
Passarono quelle che sembrarono ore e, piano piano, ad uno ad uno i ragazzi caddero addormentati.
Marietta, Lisa e Padma si divisero il divano più grande, mentre Terry, Anthony e Michael presero posto sulle poltrone.
Sophie e Roger, seduti per terra, non riuscivano ancora a dormire.
«Non so proprio cosa fare» sussurrò Roger, consapevole che, ancora una volta, non sarebbe stato all’altezza dell’amicizia di Cho. «Lei mi è sempre stata d’aiuto e io…»
«In una situazione così, non è facile sapere come comportarsi».
Roger si strinse nelle spalle e Sophie gli prese una mano.
«Credo che la cosa migliore che tu possa fare sia starle vicino il più possibile».
«Non posso ancora credere che sia morto» disse Roger, abbassando lo sguardo. «Non sai quante volte ho sperato di disarcionarlo dalla scopa, e solo perché piaceva a Cho. Mi sembra tutto così stupido ora».
Sophie gli fece un sorriso tenero e si avvicinò per abbracciarlo.
Quando sentirono qualcuno entrare nella Sala Comune, si separarono velocemente, temendo l’arrivo di uno dei Prefetti. Sarebbero stati guai grossi, se li avessero beccati alzati a quell'ora.
«Cho» sussurrò Roger, riconoscendo la sua figura.
«C-che ci fate tutti qui?»
Roger si alzò da terra e la raggiunse.
«Eravamo preoccupati».
«S-s-sto b-benissimo».
Cho tremava, impossibile capire se fosse per il freddo o per altro.
Sophie gli allungò una coperta e Roger la prese per coprire Cho, che sembrava quasi distante. Con la testa, era sicuramente da un’altra parte.
«Usciamo un attimo» propose Roger, accompagnandola fuori dalla Sala Comune.
«Dov’eri?» domandò il ragazzo, una volta uscito dalla Torre.
Il corridoio era immerso nell’oscurità, ma Cho era così vicina che era impossibile non notare il dolore sul suo viso.
«E-ero con il professor Vitious. M-mi ha dato qualcosa per farmi calmare, ma poi mi ha consigliato di tornare nella S-sala Comune».
«Ma tu non sei tornata».
Cho abbassò lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
«Ero in Biblioteca. M-mi serviva del materiale».
«Per?»
«Ho i G.U.F.O, l’hai dimenticato?»
Roger non rispose e Cho azzardò un’occhiatina verso di lui.
«Non mentire con me. Cosa stavi cercando?»
«Cedric non meritava di morire. Lo sai anche tu».
«Non esiste un modo per farlo tornare» disse Roger, capendo l’intenzione della ragazza. «Mi dispiace, Cho, ma Cedric è…»
«No», lo bloccò lei, «Non dirlo».
«Anche se non lo dicessi, non cambierebbe nulla».
Cho trattenne le lacrime, ma la voce spezzata colpì Roger dritto al petto.
«Dopo aver capito che non c’era un modo per farlo tornare, ho sperato di vederlo comparire fra i fantasmi della scuola».
«Cho…»
«Lui non voleva morire» continuò lei, cercando di non piangere. «Aveva dei progetti, dei sogni… Non può non aver desiderato di tornare».
Roger non sapeva cosa dirle per farla sentire meglio.
«Non può avermi lasciata qui da sola» terminò Cho, non riuscendo a trattenere oltre le lacrime. «Cedric non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere».
Roger le si avvicinò per stringerla a sé e Cho si appoggiò a lui, per piangere disperata.
«Devo fare in modo di accedere al Reparto Proibito della Biblioteca» mormorò Cho fra le lacrime. «Lì troverò sicuramente un modo per farlo tornare».
«Non credo che lui vorrebbe che lo facessi».
Cho lo spinse via, di colpo arrabbiata.
«Lui avrebbe voluto vivere. E non m’interessa sacrificare i miei principi morali, se questo vuol dire rivederlo!»
Roger fece per replicare, ma Michael, che evidentemente aveva ascoltato tutto, si avvicinò alla ragazza.
«Cedric non approverebbe che tu sacrificassi te stessa per lui».
Cho guardò Michael, quasi come se lo vedesse per la prima volta, e poi tornò a fissare Roger. Scosse la testa, incapace di voler ammettere che entrambi i suoi amici avessero ragione.
«E allora cosa? Mi arrenderò all’evidenza che non tornerà più?»
«Sei stata una persona importante per lui» spiegò Michael, avvicinandosi ancora. «E credo che tu sia una delle poche persone a conoscere ogni cosa di Cedric Diggory. Fa’ in modo che le persone lo ricordino. D’ora in poi, metti un pezzetto di Cedric in ogni cosa che farai. Il suo essere sempre gentile, il suo essere un amico fidato, il suo essere coraggioso…»
Cho non sembrava convinta, ma sembrava seguire il discorso del ragazzo con interesse.
Michael annullò la minima distanza fra di loro per abbracciarla e lei ricambiò lentamente.
Roger sorrise nel vederli così uniti e, una volta terminato l’abbraccio, tutti e tre tornarono nella Torre dei Corvonero.
 
 
 
Gli esami passarono in fretta e Silente pregò tutti gli studenti di lasciare in pace Harry Potter, l’unico presente alla morte di Cedric Diggory e l’unico che fosse a conoscenza di cosa fosse realmente accaduto.
Gli studenti, però, iniziarono a fare congetture, a mormorare fra di loro e a tenere d’occhio Harry in giro per i corridoi della scuola.
Michael, Padma, Sophie, Terry, Anthony e Lisa non vedevano l’ora di tornarsene a casa, stanchi com’erano di tutta quella situazione. Il lutto che era sceso sul Castello li stava annichilendo sempre di più.
«Non ci sarà mai un anno tranquillo in questa scuola» disse Terry quella mattina, mentre camminavano lungo un corridoio del terzo piano.
Erano appena usciti dalla Biblioteca e nessuno aveva voglia di tornare sull’argomento “Torneo Tremaghi”. Era incredibile che, qualche mese prima, l’eccitazione di quella novità quasi non li avesse fatti dormire, mentre adesso si ritrovavano a contare i giorni che li separavano dal loro ritorno a casa.
«Forse è un pensiero stupido, ma a volte penso a cosa sarebbe successo, se la Linea dell’Età non avesse fatto il suo dovere» disse Michael, lanciando un’occhiata carica di significato a Sophie. 
«Più che un pensiero stupido, è un pensiero lugubre» commentò Padma, scacciando dalla testa quell’idea.
«Conoscevo bene i rischi del torneo, Mike» disse Sophie. «Te l’avevo già detto che non avevo paura, no?»
Sophie cercò di dimostrare di essere coraggiosa, ma in cuor suo sapeva che, all’inizio dell’anno, non aveva minimamente preso in considerazione l'idea di poter essere scelta o, peggio, di morire.
Era sempre stata convinta che Silente avrebbe evitato qualsiasi reale pericolo, ma si era sbagliata di grosso. Anche uno come Silente poteva commettere degli errori.
«Sei troppo avventata» continuò Michael, non volendo cedere. «Vorrei solo che, ogni tanto, riflettessi un po’ di più sulle cose».
«D’accordo, terrò conto della tua opinione».
Salirono per le scale, che presero a muoversi all’improvviso. Quando si fermarono, videro Roger Davies di fronte a loro.
«Roger» disse Sophie, sorpresa di vederlo da solo.
Il ragazzo aveva seguito il consiglio di Sophie di stare il più vicino possibile a Cho, che, improvvisamente, si era ritrovata da sola.
Marietta era stata l’unica, assieme a Roger, ad esserle rimasta accanto. Michael e Sophie avevano sentito Nanette e Isobel lamentarsi di quanto Cho fosse diventata apatica e costantemente triste, ben diversa dalla sempre sorridente e popolare Cho di una volta.
Sophie aveva iniziato a dispiacersi per lei. Dopo tutto quello che aveva passato, non meritava di essere abbandonata anche dagli amici.
«Cercavo proprio te, Sophie».
Michael provò a contenere il moto di gelosia.
«Per dirmi?»
«Hai parlato con Stebbins?»
Sophie non si stupì della domanda. Roger gliel’aveva chiesto spesso nell’ultimo periodo.
«No».
«Perché no?» si mise in mezzo Padma, provando a capire l’amica. «Avrà bisogno di conforto dopo quello che è successo».
«Stebbins ed io non siamo poi così amici» chiarì Sophie, stringendosi nelle spalle. «Credo che nessuno gli possa dare conforto, men che meno io».
Roger la fissò attentamente, prima di replicare.
«Di cos’hai paura, Sophie?»
«Di nulla» soffiò lei in risposta. «Come credi che potrei aiutarlo? Il suo migliore amico è morto!»
Padma e Terry le fecero segno di abbassare la voce, perché qualche studente aveva iniziato ad ascoltarli.
«Tu ci hai parlato?» domandò Michael a Roger, non nascondendo la confusione.
«Sì», ammise lui. «Lo so che non ci siamo mai sopportati, ma volevo comunque fargli le mie condoglianze. Gli ho persino proposto di prendermi a pugni, se l’avesse fatto sentire meglio».
«E?» domandò Terry, cercando qualche traccia di lotta sul suo viso.
«Non ha accettato, ovviamente».
Terry sembrava quasi dispiaciuto della cosa. Una rissa sarebbe stato un argomento migliore del torneo e della morte di Diggory.
«Tu lo conosci» continuò Roger, guardando Sophie. «Siete stati insieme e, per quanto tu possa negarlo, sei sua amica. Credo che se lo aspetti da te».
Sophie fece segno di no con la testa.
«Non saprei cosa dirgli».
«Stagli vicino» disse Roger, ripetendo il consiglio che lei aveva dato a lui.
«N-non ce la faccio» ammise lei, facendo dietrofront. «Per favore, non me lo chiedere più».
E corse via, per evitare che Roger cercasse di convincerla ancora.
«Ma che le prende?» domandò proprio lui, rivolto più che altro a Michael.
«I lutti non sono facili per Sophie, da quando sua madre è mancata».
Padma e Anthony si scambiarono un’occhiata, entrambi dispiaciuti di sentire quelle parole.
«Quando è successo, è stato davvero difficile per me starle vicino» proseguì Michael, tentando di far capire i sentimenti di Sophie. «Non è voluta neanche andare al funerale ed è da poco tempo che ha iniziato ad andare al cimitero a trovarla».
Roger si passò una mano fra i capelli, buttando fuori l’aria. Se avesse saputo quanto fosse complicato per Sophie affrontare una perdita, forse non avrebbe insistito così.
«Come sta Stebbins?» domandò Lisa, cercando di cambiare argomento.
«Uno schifo, com’era prevedibile. Ha ricevuto un permesso speciale per assistere al funerale di Diggory. Partirà stasera, insieme ad altri amici di Cedric».
«Anche Cho ha ottenuto un permesso?» chiese Michael.
«Sì, ma ha deciso di non andare».
«Uh, lei e Sophie sono più simili di quanto non credano» commentò Terry, facendo un mezzo sorriso. «Hai provato a convincerla?»
«Ho provato a parlarci, ma alla fine la scelta sta a lei».
«Se non se la sente, è giusto che rimanga qui» disse Padma, seria. «Hai fatto tutto il possibile, Roger».
«Già, ma non è stato abbastanza».
 
 
 
Più tardi, dopo cena, Sophie si arrovellava davanti al caminetto spento della Sala Comune.
Michael le aveva detto che Stebbins sarebbe partito di lì a poco e lei non sapeva bene cosa fare. Voleva davvero andare a salutarlo, ma non poteva pensare al fatto che non avrebbe visto il suo solito sorriso sul volto. L’aveva osservato al tavolo dei Tassorosso, durante i pasti, e aveva letto nei suoi occhi una profonda tristezza.
Il gruppo di Cedric Diggory si era chiuso in un lungo silenzio e Sophie aveva paura di avvicinarsi a loro, spezzando quella bolla sicura in cui si erano riparati.
Cho entrò in quel momento nella Torre e, non appena la vide, le fece un breve cenno di saluto, prima di andare a sedersi dall’altra parte della sala. Quasi senza accorgersene, Sophie le si avvicinò.
«Ciao».
Cho alzò lo sguardo verso di lei.
«Ciao».
«Ci stai ancora pensando, vero?»
«A-a chi ti riferisci?» mormorò Cho, la voce incrinata.
Sophie si rese conto dell’errore e si affrettò a spiegare.
«Stai ancora pensando se andare o meno con i Tassorosso?»
Non c’era bisogno di ulteriori spiegazioni, perché Cho comprese bene il senso di quelle parole. Annuì impercettibilmente e Sophie provò a farle un sorriso.
«Dovresti andarci».
«No, non credo».
«Certo che sì».
Cho distolse lo sguardo da lei, il volto rigato di nuovo dalle lacrime.
«Se ci andassi, sarebbe come ammettere che non c’è più» spiegò lei, torturandosi le mani. «Come ammettere che è effettivamente morto».
Sophie si morse le labbra, il solito tic che non era ancora riuscita a togliersi.
«So quanto sia difficile realizzare che le persone che amiamo non ci siano più».
Cho si voltò a guardarla, in confusione.
«Ho perso mia madre da bambina» ammise Sophie ed ogni volta era sempre faticoso dirlo ad alta voce. «E per il dolore ho deciso di non essere presente al suo funerale. Non c’è un solo giorno in cui non rimpianga di non averla potuta vedere un’ultima volta».
Cho si asciugò le lacrime con le mani.
«Mi dispiace per la tua perdita».
«E a me dispiace per la tua» ammise Sophie con sincerità. «Ma tu sei ancora in tempo, Cho. Gli altri non sono ancora partiti».
«Gli amici di Cedric non mi hanno mai davvero apprezzato. Non credo che mi vorrebbero al suo funerale».
«Penso che vederti lì sia l’ultimo dei loro problemi» disse Sophie, sperando di non offenderla. «E poi i suoi amici amavano Cedric e sanno che lui ti avrebbe voluto presente».
Cho annuì tra le lacrime e si alzò in piedi.
«Tu hai parlato con Stebbins?»
«Non ho avuto il coraggio» dichiarò Sophie, tentando un sorriso. «Mi sa che non avrei mai potuto essere una Grifondoro».
Cho fece una risatina e Sophie continuò.
«Ma gli ho scritto una lettera e vorrei che tu gliela dessi».
«Ah, no, Sophie, sarai tu stessa a farlo».
«Ma…»
«Niente “ma”» la frenò lei, prendendole una mano. Stranamente Sophie non la ritrasse. «Andiamo insieme verso la Sala Comune dei Tassorosso. Non temere, ci sarò io con te».
Sophie si lasciò convincere e insieme scesero verso le cucine.
Era la prima volta che Sophie scopriva dove fosse collocata la Sala Comune dei Tassorosso. Una posizione totalmente opposta a quella dei Corvonero.
«Beh, di certo ai Tassorosso il cibo non manca mai» buttò lì Sophie, a mò di battuta.
Cho fece un piccolo sorriso, ma era visibilmente agitata. Aveva davvero timore del confronto con gli amici di Cedric.
La ragazza condusse Sophie di fronte a delle botti impilate e prese a contare.
«Cosa stai fac…»
«Shh!»
Sophie vide Cho dare dei colpetti sul coperchio della seconda botte, impilata a metà della seconda fila, partendo dal basso.
La sentì canticchiare il nome di Tosca Tassorosso e, appena terminò, il coperchio della botte rovesciò di lato.
Sophie sbirciò dentro e vide quello che doveva essere l’ingresso della Sala Comune dei Tassorosso.
«Ingegnoso» ammise lei, «Ma abbastanza scomodo, no?»
«È l’unica Casa che ha un sistema contro gli intrusi, per questo ti ho dovuta zittire».
«Non ti preoccupare».
«È meglio che entri io da sola» disse Cho, iniziando ad infilarsi nell’apertura. «I Tassorosso sono accoglienti, ma è meglio che non sappiano che alcuni di noi conoscono l’entrata della loro Sala Comune. Chiamo Stebbins e lo faccio uscire».
«D’accordo, vi aspetto qui».
Sophie attese pochi minuti, prima di vedere Cho e Stebbins uscire dal passaggio. Cho fece più fatica di lui, che la aiutò a saltare giù dalle botti.
«Ora capisco perché siete più atletici di tanti studenti» ironizzò Sophie, ma Stebbins sorrise appena.
«Sei venuta».
«Sì», disse Sophie, abbassando gli occhi. «Mi dispiace di averci messo tanto».
«E tu hai cambiato idea» continuò lui, rivolto a Cho, che annuì.
«Spero che per te non sia un problema».
«Non è il mio funerale» commentò Stebbins, facendo spallucce.
L’apatia della sua voce colpì le due ragazze, che si scambiarono un’occhiata.
«C’è dell’altro?» domandò lui, guardando Sophie con aria di sfida. «Aspetta, indovino. Vuoi dirmi che sei dispiaciuta per me, che vorresti aiutarmi in un momento così difficile e che, pur non potendo sapere cosa io stia provando, lo puoi immaginare e mi sei vicina».
Sophie conosceva bene la rabbia che nasceva dal dolore di aver perso qualcuno, per cui non se la prese con il ragazzo. Lei aveva detto cose ben peggiori a chi le era stato accanto dopo la morte di sua madre: suo padre, la sua famiglia e soprattutto Michael avevano dovuto subire tutta la sua ira e la sua frustrazione.
Lo abbracciò di slancio, cogliendolo di sorpresa, tanto che Stebbins indietreggiò di qualche passo.
«Sophie…»
«Hai tutto il diritto di essere arrabbiato, Michael» gli sussurrò teneramente, stringendolo forte. «Urla, piangi, sfogati, fai quello che serve per tirare fuori tutto ciò che senti. È il solo modo di accogliere il dolore e accettare la morte di una persona amata».
Stebbins rimase paralizzato nel sentire quelle parole, ma non riuscì a ricambiare appieno l’abbraccio. Accettare il fatto di essere consolato da qualcuno, voleva dire ammettere di aver bisogno di aiuto. E lui doveva essere forte. 
Per Cedric e per i suoi amici.
«Tieni» disse Sophie, porgendogli la lettera che gli aveva scritto. «Puoi farci quello che vuoi, non sei obbligato a leggerla. Sappi solo che le parole che ho scritto, le penso davvero».
Michael la prese senza fare storie, spostando il peso del corpo da un piede all’altro, indeciso su cosa dire.
Sophie, allora, si avvicinò per abbracciare anche Cho che, dopo i primi secondi di confusione, ricambiò la stretta.
«Sii forte, Cho» le mormorò all’orecchio e la ragazza annuì, sperando che Sophie se ne fosse accorta.
«Devo ancora finire di preparare il baule, quindi sarà meglio che vada» disse Stebbins, in evidente disagio in quella situazione. «La Sala Comune dei Tassorosso è aperta a tutti, Cho, per cui entra pure e fai come se fossi a casa tua».
Cho gli fece un bel sorriso ed entrò per prima nel passaggio. Michael si voltò un’ultima volta verso Sophie, appoggiò un dito sulla tempia e lo alzò nella sua direzione, a mò di saluto.
Sophie fece una risatina, prima di vederlo scomparire nel buco dell’entrata.
 
 
 
L’ultimo giorno ad Hogwarts finalmente arrivò e tutti erano ben felici di poter lasciarsi quell’anno alle spalle.
Padma, quel pomeriggio, si attardò più del dovuto nella Sala Comune, ben sapendo di trovare Anthony ancora nel suo dormitorio. Aveva sentito Terry lamentarsi del fatto che lo stesse aspettando da troppo tempo.
Così, Padma aveva rassicurato Terry, dicendogli che sarebbe stata lei ad attendere l’amico, in modo che il ragazzo potesse raggiungere Calì e godersi gli ultimi momenti insieme.
Entrò silenziosamente nel dormitorio e vide Anthony intento a controllare sotto i letti e dietro i comodini.
«Hai perso qualcosa?»
Anthony le diede una rapida occhiata e le fece il suo solito sorrisino.
«E tu hai perso la strada?»
«No, ho solo preso il posto di Terry. Si era stancato di aspettarti».
«Che bell’ingrato» commentò Anthony, andando verso il bagno. «Ogni anno Terry dimentica qualcosa e, puntualmente, ogni volta passa l’intera estate a scrivermi lettere su lettere per chiedermi che fine abbia fatto la sua spazzola, o il suo libro di Pozioni, o la sua sciarpa…»
«Così hai preso il vizio di controllare bene prima di partire» concluse lei, sorridendo di quella premura da parte di Anthony. «Ti comporti proprio da fratello maggiore, a volte».
«Non che mi piaccia» disse lui, uscendo dal bagno e guardandola. «Va’ pure, ho quasi finito».
«In realtà, volevo parlarti».
Anthony si fermò di fronte a lei e sospirò.
«Allora, su, dimmi».
Padma prese tempo e lui se ne accorse.
«È così grave?»
«Dipende» ammise lei, impacciata. «Vedi, non sono stata molto onesta con gli altri. Non è vero che il viaggio in India sarà solo un viaggio per rivedere i miei parenti».
Anthony non le tolse gli occhi di dosso e Padma si intimidì.
«Continua».
«Kiran vuole presentarmi la sua famiglia».
«E tu gli presenterai la tua?»
«Beh, sarà lì» rispose lei. «Sarebbe maleducato non presentarlo».
«Uh». Anthony si schiarì la gola. «Non ti sembra un po’ prematuro? Voglio dire, vi vedete da poco e tu hai solo quattordici anni».
«Non ci sposeremo subito. Credo che voglia un fidanzamento lungo, nell’attesa che io concluda i miei studi» spiegò Padma, evitando di incrociare il suo sguardo. «Poi, credo che mi trasferirò in Francia, perché lui inizierà a lavorare dal prossimo anno e sarebbe più sensato che fossi io a spostarmi. Troverò lavoro lì, anche se prima dovrò imparare il francese».
«Uao» commentò Anthony, senza entusiasmo. «Ti sei proprio organizzata per bene».
«Pensi che sia fuori di testa, vero?»
«Penso che tu stia idealizzando troppo il vostro rapporto. Quello che provi adesso potrebbe essere molto diverso da quello che proverai fra qualche anno. Guarda Mike. Ogni anno prende una cotta per una ragazza diversa».
«Però Terry non mi sembra aver cambiato idea su mia sorella».
«Ma non le ha chiesto di sposarlo» insistette Anthony, cercando ancora lo sguardo di Padma, che faceva di tutto per non doverlo guardare. «Comunque, non hai bisogno della mia approvazione. È giusto che tu prenda da sola le tue decisioni».
Anthony fece per tornare a controllare il dormitorio, ma Padma gli si parò davanti per fermarlo.
«So che ci hai visto mentre ci baciavamo» disse lei, guardandolo finalmente negli occhi. «Il giorno della Seconda Prova».
«Mi dispiace, non è stato intenzionale. Te l’assicuro».
«N-non volevo le tue scuse, volevo solo…» Padma fece un verso di frustrazione, provando a mettere insieme un discorso sensato. «Ci siamo baciati altre due volte, dopo quella volta, e…»
«Non è affar mio, Padma».
«Ascolta! Io non sono sicura di… aver sentito quello che avrei dovuto sentire».
Anthony corrugò la fronte, tentando di tradurre quelle parole.
«Non hai provato nulla?»
«Non lo so cos’ho provato, ma sono sicura che non è quello che prova Calì quando bacia Terry. Non è così che deve essere».
Anthony la fissò per alcuni minuti.
«Quindi, avevo ragione. Quel ragazzo non ti piace». Padma, che gli aveva preso un braccio per fermarlo, si rese conto di tenerlo ancora stretto e lo lasciò andare. «Se è così, è del tutto insensato che tu accetti la sua proposta di fidanzamento. Non è di alcuna utilità rovinarsi la vita a quattordici anni».
«Non ho mai detto che non mi piaccia» tentò di spiegarsi lei, «Però, forse, non mi piace abbastanza».
Prese a muoversi per la stanza, non sapendo bene come far capire il proprio pensiero.
«O, forse, semplicemente non sono abituata a baciare un ragazzo e quindi mi sto fasciando la testa per niente. Forse, è giusto quello che sento».
«Non so come aiutarti, Padma».
Padma lo fissò e prese un bel respiro prima di parlare ancora.
«Io sì».
«E sarebbe?»
«Mi daresti un bacio?»
Anthony spalancò gli occhi e Padma pensò di non averlo mai visto così scomposto in tutti quegli anni.
«Credo di aver capito male».
«Ant, mi dispiace per come sono andate le cose fra noi quest’anno».
«E questa ti sembra la soluzione?»
«Non saprei a chi chiederlo» replicò Padma, sincera. «Se lo chiedessi a Mike, Sophie mi ucciderebbe. E di certo non esiste che io baci il ragazzo di mia sorella!»
Anthony le si avvicinò e provò a farla ragionare.
«Non devi baciare delle persone a caso per capire quello che provi per Kiran».
«Non sto baciando uno a caso, sto baciando te».
«Che è anche peggio» continuò Anthony, asciutto. «Sono tuo amico, Padma, è ovvio che baciarmi non ti farà sentire nulla».
«Ti provoca così tanto fastidio l’idea di baciarmi?» sbottò Padma, incrociando le braccia al petto. «Non mi sembra di chiederti troppo».
«Non sono la persona giusta. Davvero, sarebbe meglio se capissi quello che senti senza dover… baciare qualcun altro».
«Ti prego» lo supplicò lei, avvicinandosi ancora. «Per favore, Ant, è solo un bacio».
Anthony scosse la testa, provando a fare qualche passo indietro, ma cozzò con la schiena contro un letto a baldacchino e Padma si fece ancora più vicina.
«Farò qualsiasi cosa per sdebitarmi» continuò lei, le mani giunte in segno di preghiera. «Per favore».
Anthony studiò quel viso che conosceva a memoria e Padma notò che era lì lì per cedere.
«Va tutto bene. Sono io a chiedertelo».
Anthony, allora, annuì, nonostante si sentisse già in colpa per quello che stava per succedere.
Padma deglutì e Anthony sospirò profondamente, prima di prenderle il volto fra le mani, annullando la distanza fra di loro. 
Padma chiuse gli occhi, sentendo le labbra del ragazzo premere sulle proprie. Non seppe cosa si mosse dentro di lei, l’unica cosa certa era che non voleva assolutamente interrompere quel contatto. Si spinse verso di lui e appoggiò le mani su quelle di Anthony, provando a prolungare il più a lungo possibile quel bacio.
Fu Anthony ad allontanarsi per primo, anche se Padma non avrebbe mai voluto che lo facesse.
«Wow» sussurrò Padma, il respiro corto come se avesse appena corso una maratona.
Anthony, stoico come sempre, la stava fissando, preoccupato di aver esagerato.
La ragazza lo guardò e Anthony provò a capire cosa stesse pensando.
«D’accordo, o-ora sarà meglio che vada» disse Padma, facendo per uscire dal dormitorio.
Non si stupì di vedere Anthony sbarrarle la strada.
«Padma».
«Non sono arrabbiata o altro, Ant. In fondo, hai solo fatto quello che ti avevo chiesto di fare».
«Dimmi cos’hai sentito».
Padma lo guardò.
«Tu cos’hai sentito?»
Anthony le fece un sorriso amaro.
«Lo sai. L’hai sempre saputo».
Padma non riuscì a negare quell’affermazione. Aveva avuto il timore che Anthony provasse qualcosa per lei da quando sua sorella gliel’aveva fatto notare.
«Ant».
«È questo quello che dovresti provare quando baci la persona che ti piace».
Padma continuava a stare in silenzio, un peso allo stomaco le dava il capogiro.
«L’hai sentito anche tu, vero?» domandò ancora lui, la gola improvvisamente secca. «Io rispetto la tua cultura, Padma, così come rispetto le tue idee e tutto ciò che ti rappresenta, ma non mi sembra giusto che Calì possa seguire il suo cuore e tu no».
«Io non sono Calì».
«Sapevi che avresti sentito le stesse cose, per questo hai voluto baciare proprio me» insistette Anthony, perspicace.
Padma abbassò lo sguardo, colpevole.
«Avevo un dubbio e dovevo togliermelo» ammise lei, a bassa voce. «Ma non cambierà nulla. Anche se non sarà Kiran, io sposerò un indiano, Ant. Fa parte della tradizione della mia famiglia».
«Non ti sto imponendo niente» disse Anthony, calmo. «È perché ti rispetto che non mi sono mai fatto avanti. La scelta è sempre stata tua».
Padma non seppe bene cosa dirgli e lo guardò negli occhi.
«Quindi tutto questo non rovinerà la nostra amicizia?»
«No». Anthony ebbe l’impulso di stringerla di nuovo a sé, ma si trattenne, come aveva sempre fatto. «Adesso sai chi sarebbe stato il mio ostaggio, se io fossi stato uno dei Campioni del torneo».
Padma lo vide allontanarsi da lei, diretto alla porta del dormitorio.
«Sarà meglio andare. Una fantastica estate ci aspetta».
 
 
 
Note:

Mi scuso per l'immenso ritardo, ma avevo proprio difficoltà a scrivere questo capitolo.
All'inizio i POV erano diversi, volevo concentrarmi più sulle reazioni del gruppo, ma poi ho realizzato che era giusto dare spazio anche a Cho e a Stebbins. Sono sicuramente quelli più colpiti della morte di Cedric.
La fine del quarto anno è arrivata e ha portato grandi novità: Padma e Anthony.
Qualcuno di voi aveva già capito che Anthony provasse qualcosa per lei e in questo capitolo si viene a sapere che anche Padma aveva qualche sospetto.
E, finalmente, anche un personaggio criptico come Anthony ha tirato fuori le proprie sensazioni! 
Ringrazio infinitamente tutti i lettori - silenziosi e no - di questa storia. 
Alla prossima! 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


«Per di qua» disse Calì, spingendo la sorella dentro lo scompartimento del treno.

La fece sedere di fronte a sé e sistemò i bagagli velocemente.

«Non cerchi Lavanda?» le chiese Padma, sperando di poter stare finalmente un po’ da sola.

Calì le era stata addosso tutta l’estate e, benché avesse apprezzato la compagnia della sorella, Padma aveva avuto poco tempo per poter riflettere su tutto quello che le era successo dalla fine dell’anno scolastico fino a qualche giorno prima.

«La raggiungerò a breve» chiarì Calì, senza scomporsi. «Non appena arriverà il tuo gruppo e avrò salutato Terry».

«Vi siete visti neanche due giorni fa».

«48 ore sono troppe».

Padma decise di rimanere in silenzio e Calì la scrutò con attenzione. Sapeva che sua sorella avrebbe voluto un momento per sé, ma voleva essere sicura che stesse bene. Non era stata un’estate facile per Padma; allo stesso tempo, però, quei momenti difficili avevano unito ancora di più lei e la sorella.

Calì era stata davvero felice di essere stata l’unica con cui Padma si fosse confidata.

«Glielo dirai?»

Padma incrociò lo sguardo con quello di Calì. Occhi che si specchiavano negli stessi occhi.

«Sai a cosa mi riferisco» insistette Calì.

Padma sospirò e si avvicinò al finestrino dello scompartimento.

«Non sono più così sicura».

«Oh, Merlino, Padma! Abbiamo fatto questo discorso mille volte!» Calì si alzò in piedi per sedersi accanto alla sorella. «Io sarò sempre dalla tua parte, lo sai. E così i tuoi amici».

«Lo so».

«Parleremo con mamma e papà insieme, se è questo che ti spaventa».

«N… Non mi spaventa solo questo» mormorò Padma, sentendo la mano della sorella scivolare nella sua. «Ci sono così tante cose che possono andare male e dopo tutto quello che è successo… Pensavo di saper giudicare bene le persone».

«Padma, tu sei una brava ragazza. Ti fidi delle persone e cerchi di vedere sempre il buono in loro».

Padma le sorrise e Calì ricambiò con la stessa enfasi.

«Non sentirti responsabile per le cattiverie che ti vengono fatte».

Calì le sistemò meglio la spilla da Prefetto e le accarezzò i capelli sciolti.

«Potresti parlargli subito».

«Dobbiamo viaggiare con gli altri Prefetti» le spiegò Padma, pratica. «Preferirei parlargli in privato».

«Purché tu lo faccia» continuò Calì, non volendo cedere. 

«Va bene».

«Promettilo».

Padma sospirò ancora e le strinse la mano.

«Lo prometto».

Calì fece una risatina e l’abbracciò stretta proprio mentre qualcuno aprì la porta dello scompartimento.

«Si può?»

La voce di Terry fece scattare Calì, che si alzò in piedi per corrergli incontro.

«Ciao anche a te, Calì» disse il ragazzo, stringendola a sé, non senza arrossire.

«Mi sei mancato» dichiarò Calì, non vergognandosi di essere di fronte a tutto il gruppo della sorella.

Terry le bisbigliò qualcosa in risposta, i ricci scuri non riuscivano a coprire interamente le orecchie rosse.

«Come sapevate dov’eravamo?» domandò Padma, salutando Sophie, Michael e Lisa, ben attenta a non incrociare lo sguardo con Anthony.

«Calì aveva scritto a Terry che sareste state nel quinto scompartimento della terza carrozza» disse Michael, prendendo posto accanto a Sophie. 

«Per questo mi hai fatta svegliare all’alba stamattina?» proruppe Padma, mentre la sorella le scoccava un sorriso furbetto.

«Sì, ma anche perché non riuscivo più a prendere sonno» rispose Calì con allegria. «Non vedevo l’ora di iniziare la scuola».

«Hai parlato proprio come una Corvonero» scherzò Sophie, ricevendo in risposta una linguaccia. «Cosa succederà poi? Terry deciderà di tirar fuori il coraggio dei Grifondoro?»

«Mi piacerebbe vederlo» commentò Anthony, lanciando ogni tanto occhiatine a Padma, che faceva come se non ci fosse.

«Beh, prima che mi possa davvero trasformare in una Corvonero, torno dai miei simili» disse Calì, sporgendosi per dare un veloce bacio sulle labbra a Terry. «Ci vediamo!»

Calì uscì dallo scompartimento e Lisa si sedette accanto a Padma, mentre Anthony prese posto accanto a Michael e Terry vicino a Lisa.

«Padma».

La ragazza non poté ignorare Anthony ancora a lungo, quindi si voltò verso di lui, come se fosse appena arrivato.

«Sì?»

«Dovremmo raggiungere gli altri Prefetti».

Padma non rispose subito. Non lo vedeva dalla fine della scuola e ritrovarselo così vicino dopo tutto quel tempo le faceva qualche effetto.

Non sarebbe mai riuscita a dirgli tutto, ne era quasi certa. Lei non era Calì e non lo sarebbe mai stata. Era solo Padma. La razionale Padma, che si faceva un sacco di paranoie per poi prendere le decisioni sbagliate.

«Ti ricordi che sei diventata un Prefetto, vero?»

La voce di Anthony la riscosse dai suoi pensieri e annuì.

«E che dovremmo viaggiare con gli altri Prefetti?»

«Sì». Padma si schiarì la gola. «Sì, certo che me lo ricordo. Ero solo… sovrappensiero».

Si alzò velocemente e fece cenno al ragazzo.

«Andiamo?»

Anthony sorrise appena e fece spallucce: «Certo».

«Sei sicura di star bene, Padma?» domandò Sophie, studiando l’amica con curiosità mista ad apprensione.

«Sì, sto bene. È il primo giorno di scuola e quest’anno ci saranno i G.U.F.O. Stavo solo pensando a quanto corra in fretta il tempo».

«Non è un po’ presto per pensare agli esami?» chiese Terry, facendo ridere Lisa che aggiunse: «Proprio tu lo dici? Mi avrai nominato i G.U.F.O in almeno cinque lettere quest’estate».

«Non è vero» borbottò Terry, ma non commentò oltre.

«Noi andiamo» disse Padma, mentre Anthony le apriva la porta e le faceva cenno di passare per prima. «Grazie».

«Prego».

Rimasti in quattro, Lisa si scambiò uno sguardo con Sophie, che scrollò le spalle, confusa quanto lei.

«Sono strani» disse Lisa, cercando una spiegazione da Terry e Michael.

«Il loro rapporto è cambiato dall’anno scorso, ma penso sia normale» disse Michael, appoggiandosi al proprio sedile. «Stiamo crescendo».

«Non fare l’esperto, Mike, anche tu sai che c’è qualcosa che non va» disse Sophie, scuotendo la testa. «Vorrei che Padma me ne parlasse».

«Quando sarà pronta, lo farà».

«Lo pensi davvero?»

«Certo».

«Magari ci stiamo preoccupando per niente» disse Terry, sereno. «Se fosse qualcosa di grave, Calì me l’avrebbe detto».

«Tu sei figlio unico. Il legame fra fratelli e sorelle prescinde da tutto e da tutti, compresi i fidanzati».

«Anche tu sei figlia unica, Lisa» la rimbrottò Terry, colpito sul vivo.

«Sì, ma io certe cose riesco a capirle».

Terry non riuscì a non unirsi alla risata cristallina di Lisa. Gli era mancata davvero tanto la sua migliore amica.

La porta dello scompartimento si aprì un’altra volta e William Harper e Selina Moore fecero il loro ingresso.

«Che ci fate voi qui?» sbottò Terry, che aveva improvvisamente perso il sorriso. Ancora faticava ad accettare gli amici Serpeverde di Sophie.

«Abbiamo ricevuto il tuo invito, Sophie» disse Selina, mostrando un bigliettino e sventolandolo di fronte al viso della ragazza. «Ma non credo che siamo i benvenuti qui».

«Sciocchezze!» disse Sophie, tirando Selina per una manica e facendola sedere fra lei e Michael. «Siete miei amici, quindi siete i benvenuti. Vero?»

«Certo» rispose subito Michael, alzandosi per fare spazio anche a William. «Gli amici di Sophie sono i nostri amici».

William rimase in piedi e lanciò un’occhiata a Terry e a Lisa, sfoderando poi un piccolo sorriso.

«No, non è vero. Quello lì non la pensa come te».

«E allora tu non leggergli nella mente» commentò Lisa, non trattenendo la frustrazione. Sophie si stupiva sempre di quanto William infastidisse la tranquillità di Lisa.

«Non lo faccio di proposito. Semplicemente i suoi pensieri vanno a briglia sciolta». William guardò Terry che sembrava di colpo paralizzato. «Non è molto carino, sai?»

«Cosa pensa?» chiese Selina, curiosa.

«Non è contro di te, è contro di me» chiarì William, quasi abituato ad essere oggetto di pregiudizio. «A te ha dato un numero. Un otto e mezzo».

«Terry!» sbottarono all’unisono Sophie e Lisa, mentre Michael sorrideva rassegnato.

Terry nascose il viso sotto la sciarpa, improvvisamente interessato alle colline inglesi che scorrevano di fronte a loro.

«Potresti imparare a rispettare la privacy altrui?» disse Lisa, indispettita. 

William le si sedette accanto e fece una risatina.

«Cioè, lui dà i punteggi alle ragazze e la colpa sarebbe mia? Sei incredibile!»

«Lo stava semplicemente pensando, non l’ha detto ad alta voce».

«E questo cambierebbe le cose, secondo te?»

«Certo!» 

Michael e Sophie guardarono Lisa. Non era per niente brava a mentire, ma sembrava decisa a mantenere quella linea solo per non dare ragione a William.

«Ma fanno sempre così?» sussurrò Michael a Sophie, che annuì lentamente. «Non credevo che esistesse qualcuno capace di far arrabbiare Lisa».

«Will ha un dono» ironizzò Sophie, mentre Michael si appoggiava alla sua spalla come se nulla fosse.

E Sophie stranamente riuscì a non arrossire.

 

 

«Non mi piace» disse Terry, sedendosi per terra accanto a Michael e ad Anthony. «Non mi piace per niente».

«È solo un’insegnante» commentò Michael, scaldandosi le mani vicino al fuoco del caminetto. «Purtroppo non tutti possono essere come Vitious».

«È una spia del Ministero, è come se Caramell si fosse infiltrato nel Castello!» sbottò Terry, scioccato dall’impassibilità dell’amico.

«Il Ministro della Magia non è così sveglio. Non cambierà nulla».

«Papà poteva avvertirmi che la Umbridge sarebbe stata la nostra nuova insegnante. Mi sarei preparata mentalmente» disse Padma, seduta sul divano con Sophie e Lisa.

«Nessuno dei nostri genitori ci ha detto nulla» ammise Lisa, parlando anche per Michael. I loro genitori lavoravano tutti per il Ministero della Magia. «Forse, è un buon segno».

«Ci saranno dei cambiamenti, vedrete».

«Sei sempre catastrofico, Terry» disse Anthony, laconico. Si era sdraiato per terra e teneva gli occhi chiusi.

«Sophie?»

Terry sperò che almeno l’amica fosse dalla sua parte, ma Sophie alzò le spalle.

«Non mi interessa niente» disse lei, sbadigliando. «Non mi interessa della Umbridge, né dei presunti cambiamenti che farà ad Hogwarts. Finché ci sarà Silente, non c’è da preoccuparsi».

«La presenza di Silente non ha impedito la morte di Cedric Diggory» disse Terry e i suoi amici lo guardarono tutti in malo modo.

«È una cosa orribile da dire» disse Lisa, seria.

«Ma è la verità».

Sophie si alzò dal divano e si stiracchiò come se fosse un gatto.

«Vai a dormire?» domandò subito Michael.

«Vado a salutare Roger» ammise candidamente lei. «L’ho appena intravisto a cena e poi è corso a chiudersi nel suo dormitorio».

«Magari è già a dormire» disse Michael, mal celando il fastidio. Aveva passato un’estate bellissima con l’amica e, nonostante fosse ancora confuso sui suoi sentimenti, non poteva non essere geloso di quanto importante fosse diventato il rapporto fra Sophie e Roger.

«Farò comunque un tentativo».

«Ant ed io abbiamo il turno di ronda» disse Padma, mentre Anthony apriva pigramente gli occhi per scrutarla con attenzione. «Andiamo?»

Anthony si alzò pigramente da terra e, passandosi una mano fra i capelli biondi, annuì debolmente.

Sophie li osservò uscire dalla Torre dei Corvonero e poi salutò Terry, Michael e Lisa, prima di salire verso il dormitorio di Roger.

I compagni di stanza del ragazzo non c’erano. Sophie li aveva visti giocare a scacchi nella Sala Comune e, dalle esclamazioni concitate, la partita sembrava ancora lunga.

Aprì lentamente la porta del dormitorio e diede una rapida occhiata senza entrare. Forse Roger stava effettivamente dormendo e lei non lo voleva disturbare. Si erano scritti per tutta l’estate, ma non avevano avuto l’occasione di vedersi e Sophie ne aveva sentito la mancanza.

Sorrise appena, perché era ancora assurdo pensare che a Sophie Fawcett potesse mancare Roger Davies. Però, era stato strano vederlo a cena. Le era sembrato sfuggente e la ragazza voleva capirne di più.

«Roger?»

Non ottenendo risposta, Sophie si decise ad entrare.

«Roger, ci sei?»

«Sophie?»

«Lumos!» disse lei, allungando la bacchetta di fronte a sé. Roger era seduto sulla finestra accanto al suo letto e la guardava con un sorriso.

«Bastava accendere le candele» le disse, agitando la sua bacchetta senza dire una parola.

La stanza si illuminò all’improvviso e Sophie ci mise poco per abituarsi alla luce.

«Che ci fai qui?» domandò Roger, invitandola a sedersi sulla finestra con lui.

«Dovrei chiedertelo io. Non è da te stare qui da solo, al buio».

«Vero. Di solito c’è una bella ragazza che mi tiene compagnia, al buio» ironizzò Roger e Sophie piegò le labbra in una smorfia.

«Volevo solo salutarti».

Roger le sorrise e la tirò a sé per abbracciarla stretta.

«Mi sei mancata anche tu, Sophie!»

«N-non ho mai detto che mi sei mancato» borbottò lei, ricambiando però l’abbraccio.

«Ma io l’ho capito lo stesso». Roger sciolse l’abbraccio e la guardò negli occhi. «Che c’è?»

«Cos’hai?» domandò lei, cercando di capire il problema con la sola forza del pensiero. «Perché sei qui da solo?»

«Sono preoccupato per Cho» ammise, senza neanche provare a trovare una scusa. Non ce n’era bisogno con Sophie. 

«Come sta?»

«Non ha passato una bella estate».

«Mi avevi scritto qualcosa».

Roger annuì e Sophie provò a fargli un sorriso.

«I genitori di Cedric le hanno voluto parlare e lei ha trascorso un weekend da loro. Ha passato del tempo anche con gli amici di Cedric». Roger la guardò. «Anche con il tuo Stebbins».

Sophie sbuffò e gli diede un pizzicotto sulla gamba.

«Non è il mio Stebbins».

Roger fece una risatina che si arrestò subito. Era davvero preoccupato.

«La verità è che Cho non ha avuto nessuno che le stesse davvero vicino. Voglio dire, c’ero io e c’era Marietta, ma tutti gli altri, tutta la nostra corte, come la chiami tu, l’ha… l’ha abbandonata».

«Sarebbe a dire?»

«Sarebbe a dire che la regina è caduta e che nessuno della corte vuole fare la stessa fine».

Sophie fece una faccia schifata.

«Che razza di amici!»

«Già».

«Sono sorpresa che la Edgecombe le sia rimasta accanto».

«Marietta ha tanti difetti, ma ci tiene davvero a Cho» spiegò Roger, difendendo l’amica. «Sul treno hanno viaggiato da sole».

«Sei rimasto con loro, vero?»

«Certo. Mary ed io abbiamo fatto di tutto per tenere la mente di Cho occupata, ma una volta era circondata di persone e questo lo sa anche lei».

Sophie rimase in silenzio. Qualche anno prima avrebbe desiderato la disfatta di Cho; avrebbe quasi festeggiato nel vederla da sola e privata da quella luce che sembrava emanare e abbagliare chiunque, compreso Michael.

Adesso, però, dopo tutto quello che era successo, non riusciva a non provare pena per lei. Cho aveva perso Cedric, non meritava di perdere anche i suoi amici.

«E penso che le cose peggioreranno» continuò Roger, accarezzandole la testa.

Sophie lo guardò, in attesa.

«Da quando siamo saliti sul treno, Cho è diventata sempre più cupa. Era più facile lontano da Hogwarts, ma adesso che siamo tornati… Tutto qui le ricorda Cedric».

Roger si passò le mani sul viso, prima di tirare un pugno alla finestra. Il vetro vibrò per pochi secondi, ma non si ruppe.

«Non so come aiutarla» disse lui, con frustrazione.

Sophie si avvicinò per abbracciarlo e Roger l’accolse fra le sue braccia.

«Troveremo un modo» gli disse lei, a bassa voce. «Insieme».

 

 

 

 

 

 

«Allora, di cosa volevi parlarmi?» chiese Anthony, camminando fianco a fianco con Padma, che restava in silenzio.

«In che senso?»

«Stasera non avevamo alcun turno di ronda. O l’hai dimenticato?» 

Padma alzò verso di lui lo sguardo che aveva tenuto basso fino a quel momento.

«S-sono un po’ distratta. Mi spiace». Si fermò e sospirò pesantemente. «Torniamo indietro, prima che ci scopra qualcuno e ci tolga qualche punto».

Anthony le prese una mano per fermarla e Padma la scansò subito. La ragazza vide il dispiacere negli occhi nell’amico, ma lui non commentò quel gesto.

«Vuoi dirmi qualcosa, lo so» disse lui, sicuro. «E allora, coraggio, dimmi tutto. Siamo Prefetti, sarà facile trovare una buona scusa».

Padma allora gli indicò un’aula vuota e Anthony la seguì. Il ragazzo si sedette su un banco, mentre Padma gli camminava davanti freneticamente.

«Padma» provò a calmarla lui e lei si fermò.

«È che non so da dove iniziare».

«Perché non provi dal principio?»

Padma fece un debole sorriso e annuì. Per essere notte, la stanza era illuminata a sufficienza per permetterle di vedere l’espressione seria di Anthony.

«L’anno scorso ho detto che sarei andata in India con la mia famiglia».

«Me lo ricordo».

«Beh, ho mentito» disse lei, guardandosi le punte delle scarpe. «A te e agli altri».

Anthony non commentò e Padma si azzardò a lanciargli un’occhiata.

«Continua» le disse solo e lei annuì ancora.

«Sono stata in India con la mia famiglia, ma era per conoscere la famiglia di Kiran». Padma iniziò a torturarsi la spilla da Prefetto per l’agitazione. «I miei genitori non lo sapevano, non avevo avuto il coraggio di dirglielo».

«Perché?» chiese Anthony a bassa voce.

«Non lo so». 

Anthony piegò la testa di lato e le fece cenno di continuare.

«Non ho conosciuto la famiglia di Kiran, Ant» disse allora Padma, appoggiandosi a una colonna della stanza. «Non me l’ha mai presentata».

«Non capisco».

«Ho passato del tempo con lui. Calì mi ha sempre coperto, così i miei non hanno mai avuto sospetti».

«Cosa stai cercando di dirmi, Padma?»

«Kiran… voleva solo divertirsi».

«Divertirsi!?» ripeté Anthony e Padma poté quasi intravedere il controllo del ragazzo incrinarsi dietro la sua maschera di compostezza.

«Come ti dicevo, ho passato del tempo con lui» riprese lei, tentando di non guardarlo negli occhi. Aveva paura di leggere delusione. «Ma quando ha provato ad andare… oltre… gli ho detto che non ero pronta e allora lui… si è arrabbiato».

Padma lo vide aprire la bocca, ma lo fermò con una mano.

«Non mi ha fatto nulla, se è questo che vuoi chiedermi. Sono stata una sciocca. Mi sono sempre professata razionale e capace di comprendere bene i caratteri delle persone e, invece, sono bastate delle belle parole per fregarmi».

Padma guardò Anthony, che continuava a rimanere in silenzio.

«Non pensavo di essere così ingenua».

«Non colpevolizzarti. Hai solo riposto fiducia nella persona sbagliata». Anthony si alzò dal banco e le si avvicinò. «Quando dici che voleva spingersi oltre e che, al tuo rifiuto, si è arrabbiato…»

«Non mi voleva costringere a fare niente, Ant» lo fermò lei, con fermezza. «Appena ho detto che non me la sentivo, ha smesso di baciarmi».

«E poi?» domandò Anthony. «Dopo che ha smesso di baciarti, cos’ha fatto?»

«Non ha voluto parlarmi per giorni, ci ha riprovato un’altra volta, ma al mio secondo rifiuto ha chiuso definitamente con me». Padma guardò per terra, ancora ferita nell’orgoglio. «Fino a quando ho scoperto che aveva altre ragazze con cui faceva gli stessi giochetti».

Anthony sospirò e allungò una mano verso di lei, ma non la toccò per pochi centimetri. Questa volta le stava quasi chiedendo il permesso. Padma sorrise e gliela strinse fra le sue.

«È lui che ci ha perso» sussurrò Anthony. «E non sa neanche quanto».

Padma si avvicinò di più ad Anthony e lo abbracciò stretto.

«Grazie».

«Io non ho fatto niente» disse lui, sorridendo.

«Non mi hai giudicata e avresti potuto farlo».

Anthony si allontanò per guardarla attentamente negli occhi.

«Tutti possono fare errori».

Padma avrebbe voluto continuare. Il suo discorso non era che all’inizio, perché aveva ancora tante cose da dire ad Anthony. In realtà, non erano poi così tante, ma le belle parole che si era preparata sembravano non voler venire fuori in quel momento. Forse, perché erano le parole più difficili che avesse mai dovuto pronunciato.

Anthony l’abbracciò ancora e Padma si ritrovò a pensare che, per quella sera, era abbastanza. Avrebbe potuto parlargli in un altro momento.

C’era tempo, oramai.

Quando tornarono verso la Torre dei Corvonero, Padma entrò per prima e si voltò sorridente verso Anthony, che era dietro di lei.

«Allora, buona…»

«Anthony».

Nel sentire quella voce, Padma si voltò e vide di fronte a sé la sua compagna di stanza, Sue Li, che si era alzata da una delle poltrone davanti al fuoco e si era avvicinata a loro. Padma aveva fatto a caso lei prima e quando la ragazza alzò gli occhi verso Anthony, si scontrò con la solita espressione impassibile dell'amico.

«Ti ho aspettato» continuò Sue, parlandogli con una confidenza che Padma non le aveva mai sentito usare. «Ti dispiace?»

Padma si ritrovò a chiedersi se Sue Li fosse sempre stata così carina. Provò anche a ricordare che voto Anthony le avesse dato qualche anno prima, perché era sicura che lui e Terry avessero classificato anche le sue compagne di stanza.

«No, non mi dispiace».

La voce rilassata di Anthony distolse Padma dai propri pensieri e la fece tornare al presente.

Si accorse che Sue la stava guardando e bastò un’occhiata per capirne il perché. Era di troppo.

«Oh» disse Padma, non sapendo bene come commentare quell’avvenimento.

Anthony e Sue?

Sue e Anthony?

La mente di Padma le stava sicuramente giocando qualche brutto scherzo, perché era impossibile che, proprio quando aveva preso coraggio di dichiararsi ad Anthony, lui si fosse trovato una ragazza.

Il destino si faceva beffe di lei.

«O-okay». Padma lanciò un’ultima occhiata ad Anthony, che ricambiò appena. Si sentiva in colpa, forse? Beh, si disse Padma, faceva bene. «Buonanotte, Sue. ‘Notte, Ant».

«Buonanotte, Padma».

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