The Damon's Diary

di DarkCrow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diary ***
Capitolo 2: *** Meteor shower ***



Capitolo 1
*** Diary ***


Caro diario di Elena,
non so nemmeno come iniziare una pagina di diario e questo è davvero ridicolo.
Io che ho sempre avuto risposte facili per tutti e per ogni situazione, adesso non ne trovo più.
La vita di Elena in stand-bye ha reso tale un po’ anche per la mia.
Non ho mai scritto un diario, anzi devo dire che ho sempre odiato chiunque lo facesse.
Non è normale scrivere i propri segreti o emozioni nascoste in una stupida pagina di diario, però se l’avessi fatto fin dall’inizio sarei, forse, riuscito a gestire meglio queste situazioni di merda in cui mi trovo.
Diciamocela tutta, Elena, io non riuscirò mai a gestire queste situazioni.
Non sono buono e non faccio cose buone, sono egoista e quando si tratta di te non capisco più niente.
Non mi pento di aver salvato Bonnie da Kai ma non voglio nemmeno mentirti sul fatto che non abbia pensato più volte, in quel momento, ad un'unica cosa:
“Lascia morire lei e dopo uccidi lui. Nessuno saprà nulla.”
Ma sarei riuscito a vivere con questo grande segreto, guardandoti negli occhi come se niente fosse?
Io voglio averti senza stupidi trucchi.
L’ho preferito all’inizio, quando ti ho conosciuta, e lo preferisco ancora ora che sei addormentata in quella vecchia cripta piena di ragni. 
Siamo sempre stati come il giorno e la notte, io e te.
Tu non ci avresti pensato su e avresti salvato senz’altro la tua migliore amica.
Hai sempre fatto la scelta giusta, le mie sono sempre state sbagliate.
E’ più facile sbagliare, senza spiegare il perché di tali scelte.
Sappiamo entrambi che le scelte sbagliate sono sempre state a pari passi con il vero me e l’unica spiegazione è sempre stata: “E’ Damon.”
Fare scelte giuste è far domandare alla gente sul perché l’abbia fatto.
Che strana la vita, vero?
Come in una favola ti sei addormentata, solo che questa volta non servirà il bacio del tuo principe a svegliarti. Magari servisse solo questo, non mi fermerai a dartene soltanto uno.
Lo voglio più di ogni altra cosa, in questo momento.
Come mi sento?
Come una buona bottiglia di Bourbon versata a terra. Sprecata.
Si, perché penso che sto sprecando i miei anni ad aspettare qualcuno di cui non sono certo che tornerà.

Ma cosa avevo scritto?
A volte mi prevale ancora la rabbia e non riesco a controllarla.
Sono passati diversi anni ma mi sento come quella sera, incredulo e come un cane rabbioso.
Sto camminando sul filo del rasoio Elena, Stefan mi guarda con quegli stupidi occhietti verdi cercando di compatirmi ogni volta che il suo sguardo incontra il mio.
Se in questo momento tu fossi qui mi faresti la predica con frasi come: ‘’Damon è tuo fratello.’’
Il problema non è lui, sono io.
Cerca di salvarmi da me stesso.
Infondo so che non ci è mai riuscito per questi fottuti  4 anni lontano da te.
Quello è lo stile di Stefan ma sono robe che fai solo tu.
Ho sentito mormorare mio fratello, insieme a Caroline, e ripetere: ‘’Chi lo salverà?’’
Io non voglio essere salvato. Non ho bisogno di essere salvato.
Sono già vivo, più che mai.
Ti ho ricambiata, in un certo senso, salvando Bonnie.
Perché ero più sicuro che questo era ciò che volevi per lei.
E’ stata la mia ultima buona azione.
Non ho più notti tranquille e questo mi distrae dal pensare a te in continuazione.
L’unica in grado di gestire la tua assenza è la streghetta.
Vuole aiutare me, non so cosa le hai detto ma ha funzionato. Davvero.
A volte è snervante, altre volte sembra che io abbia bisogno della sua positività.
Ma sai cosa penso, no?  Che delle buone azioni non cancellano quelle vecchie e cattive.
Sono l’incubo di tutti e il sogno di nessuno, Elena.
Perché dovrei continuare ad andare avanti con la mia vita sapendo che tu non lo stai facendo?
Ero più che certo che tu fossi la mia anima gemella, una di quelle persone che non è facile dimenticare.
Sai come si esce da quelle situazioni?
Non ci si esce. Mai.

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Capitolo 2
*** Meteor shower ***


-Flashback-
Il fatto che un cielo stellato, nell’attesa di vedere quella pioggia di meteore, la mettesse di buon umore fece sorridere Damon.
E quel sorriso stratosferico, che era dipinto sul suo viso, non valeva quanto quell’evento raro che tanto aspettava di vedere.
Il suo mondo era in perfetta collisione con quello di Elena Gilbert, la ragazza che sognava di avere da quando aveva messo piede a Mystic Falls.
L’aveva incontrata in una stradina desolata, proprio mentre il vampiro fissava il cielo stellato, in cerca di risposte o chissà.
I loro occhi erano puntati uno sull’altro mentre lo spettacolo sopra le loro teste dava inizio.
Damon non credeva a quelle ridicole tradizioni, come quella di esprimere un desiderio se vedevi cadere una stella… ma quella sera lo fece. Promise di renderla per sempre felice.
L’aveva assecondata in quell’ennesima avventura, nel bel mezzo del nulla, e quando le cadde una goccia di pioggia sul naso rischiò di mandare in frantumi quella splendida e tranquilla serata, che avevano programmato.
Ma chi aveva mai detto che la pioggia portasse solo tristezza?
Quella sera la felicità si poteva toccare con mano e Damon la stava accarezzando, si stava aggrappando a quell’immensa emozione che gli riempiva il cuore di pura gioia.
Non ricordava un momento più felice di quello, negli ultimi secoli.
Bagnati fradici, con i capelli attaccati sul viso, agli occhi di qualcun altro dovevano sembrare ridicoli ma nessuno riusciva a vedere il sorriso soddisfatto di quella ragazza speciale che aveva di fronte. Le gocce di pioggia imperlavano i suoi occhi scuri e lucidi e il suo sorriso si allargò di più incontrando gli occhi chiari del vampiro, che l’assecondava in tutto. Damon non poté far altro che bearsi di quella sensazione di beatitudine.

- Andiamo è giunto il momento di abbandonare la nave.-

Sussurrò Damon, con leggera ironia, mentre con una mano faceva per tirarla.

-No, no, no, aspetta. Aspettiamo un attimo, tornerà il sereno.-

Lo bloccò lei, facendo spuntare un gran sorriso.
Cosa passava nella sua bella testolina in quel momento?
Di certo non aveva problemi ad ammalarsi ma il fatto che i loro vestiti erano zuppi e appiccicaticci gli faceva desiderare di strapparseli di dosso.
Con una sola, repentina, mossa.
La pioggia le impregnava il viso raggiante e metteva di buon umore persino lui, come poteva non fare altrimenti?
Una goccia le si era impigliata fra le ciglia e Damon con lentezza la liberò, fissando le sue labbra umide e piene.
Aveva voglia di baciarla e poteva farlo liberamente, senza chiederle il permesso, senza far arrabbiare qualcuno, non che questo avesse mai fermato Damon negli anni passati.
La voglia di Elena, di stare sotto la pioggia, lo faceva sorridere.
Aveva intenzione di passare tutta la notte lì? Magari l’avrebbe persino accontentata, solo se avrebbe passato la mattinata a rotolarsi nelle lenzuola del suo grande letto.
Si avvicinò a lei, stringendo le sue mani sul proprio petto, e baciò con passione
le sue labbra, così morbide e lisce, rese ancora più perfette da quella pioggia battente.
Si staccò un attimo per ritrovare i suoi occhi lucidi che lo scrutavano, in attesa di chiedere qualcosa di molto importante. Il fiato le mancava, che fosse per il bacio o meno fece spuntare un mezzo sorriso sul volto sarcastico del vampiro.

“Promettimi che questo durerà per sempre.”

Una semplice frase, pronunciata dalle sue labbra, che non tardò a ricevere risposta.
Sapeva quello che aveva, da sempre, provato per quella splendida creatura che aveva di fronte e che i suoi occhi ansiosi e felici aspettavano di ricevere la risposta che si aspettava.
Sì, quelle emozioni sarebbero sempre durate.
Quell’amore profondo, che finalmente avevano accettato entrambi, sarebbe durato un’eternità e fin oltre.

“Te lo prometto.”

Aveva sussurrato, con un velo di emozione in più, mentre le sue labbra si allargavano in un grande sorriso prima di tornare a baciarla sotto quella pioggia battente che avrebbero ricordato per sempre.



Non doveva ricordare qualcosa di pericoloso per la sua sanità mentale, eppure, non riusciva proprio a farne a meno.
Soprattutto in quella notte così scura e tenebrosa in cui le uniche gocce che cadevano erano dalla sua bocca, quelle del sangue di quella giovane vittima che giaceva immobile sull’asfalto.
Il vampiro si abbassò sulle ginocchia e guardò il viso pallido della sua vittima, il suo cuore batteva ancora… lentamente ma lo faceva.
Stava per ucciderla, non avrebbe mai voluto farlo.
Se Elena si fosse trovata lì tutto questo non sarebbe mai successo.
“E’ colpa sua” pensò Damon.
Nessuno sarebbe più riuscito a salvarlo dall’oscurità che ottenebrava il suo cuore, come potevano fare?
Era come entrare in una stanza buia, restarci per un lungo periodo, qualcuno decide di aprire le imposte e far entrare la luce del sole… sconvolge i tuoi occhi, la stanza, ma quando richiudi le imposte il buio e la desolazione ti assalgono e tu non puoi far altro che comprendere perché tutto ciò è successo.
Il tuo sole è stato oscurato e fino a quando un nuovo giorno non lo rischiarerà non puoi comportarti diversamente.

Damon si alzò e fissò un punto in lontananza, dove si sarebbe aspettato di veder spuntare il fratello, come al suo solito, con quei piccoli discorsetti sul controllo e la forza di volontà.
Li aveva imparati a memoria, in fondo Damon, sapeva che lo faceva per lui ma riempirgli la testa di stronzate non sarebbe servito a qualcosa.
Non riusciva più a tollerare i suoi piccoli occhi tristi, a volte voleva spezzargli l’osso del collo altre volte, un abbraccio, era tutto ciò di cui aveva bisogno. Non lo avrebbe mai ammesso.

-Damon…-

La voce preoccupata di Stefan gli arrivò alle orecchie, mentre Damon chiudeva gli occhi e passava un dito sul rivolo di sangue che sgorgava dalle sue labbra.

-Non adesso, Stefan.-

Lo intimorì con voce tagliente e a velocità disumana sparì da quella strada, lasciando il lavoro sporco al fratello.
Non sapeva con certezza dove stesse correndo fin quando non si ritrovò a fissare, dal basso, il vecchio campanile di Mystic Falls.
Un altro ricordo, uno degli ultimi. Doloroso.
Ovunque posasse gli occhi, tutto, gli ricordava di lei.
Non voleva dimenticarla, voleva solo mettere in stand-by il cervello, ed essere utile per suo fratello, in quel momento. Ma non funzionava.

L’odore di lei nella propria camera da letto era sparito, per lasciare spazio all’odore di alcool pungente che ogni tanto Damon ‘sbadatamente’ versava a terra.
Rompendo accidentalmente uno dei bicchieri di cristallo.
Quello stato di trance gli era costato un intero servizio, che prima o poi avrebbe deciso a ricomprare o si sarebbe attaccato direttamente alla bottiglia.
Forse era arrivato il momento di riprendersi.
Era passato un po’ troppo tempo.
L’avrebbe aspettata ma nel frattempo avrebbe vissuto com’era suo solito fare quando lei non esisteva ancora nella sua vita. 

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