Soledad ( raccolta one shoot e song fiction )

di Zazune
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jougen no tsuki ***
Capitolo 2: *** Memories ***



Capitolo 1
*** Jougen no tsuki ***


Ispirata al penultimo capitolo di " Soledad 1 ": Alexis è morta per dare alla luce Emilia e Tristàn, i gemelli che tutti definiscono figli del miracolo. Ace però, distrutto dal dolore, non accetta la morte della sua amata e tenta il suicidio colpendosi con la sua stessa arma. Cosa pensa il neo re dei vampiri? Come si sente dopo aver perso l'unico amore della sua vita?
CRESCENT MOON

Illumino piano la piattaforma del palco, riproduco il suono delle tavole del parquet. La bellissima luna crescente sparisce tra le nuvole, ed io non ho un ombrello. 

E' trascorso pochissimo tempo da quando Alexis ha dato alla luce Emilia e Tristàn. E da quando, allo stesso tempo, ha esalato il suo ultimo respiro. Tutti sono sconvolti: Allen non si da pace per la morte della sua ultima figlia, Risa piange, Diva e Zwei si abbracciano. Ace invece è immobile, come se il dolore non l'avesse colpito. Beh, niente di più errato. L'ha colpito eccome. L'ha colpito come la lama di un coltello tagliente, che si insinua nel profondo e non da pace. La sua Alexis non c'è più. E nemmeno ha potuto recuperare il suo cadavere, perchè il castello oscuro si stava distruggendo e lui doveva mettersi in salvo. " Chi se ne frega? " pensa il re dei vampiri. Chi se ne frega di salvarsi quando la donna che ama è morta? Tutti piangono, ma perchè? A che scopo? Così lei non tornerà in vita, anche se tutti lo vorrebbero. Lei è morta, e questo per lui è inaccettabile. Ormai è calata la notte. Guarda la luna, è una luna crescente. E' luminosa, quasi quanto il sole. E a lui cominciano a scendere le lacrime, che si stanno mescolando alla pioggia battente. 

Giunge l'alba, come una primavera che discioglie la neve. Se anche il nostro amore congelato un giorno riprendesse a scorrere, caldo, allora io ti abbraccerei nella pioggia senza fine... 

Guarda i passanti, che lo osservano stravolti. Stupidi, che hanno da guardarlo? Non si rendono conto che ha perso per sempre la donna che ama? Non si rendono conto che senza di lei, lui non può vivere? I primi raggi dell'alba illuminano Sabrie. Stupido sole! Come può sorridere in un giorno come questo? La pioggia è ormai cessata. Ace pensa e ripensa a tutto quello che è accaduto. Pensasolo a lei, all'amore della sua vita. Come può vivere in un mondo in cui lei non c'è? No, non può. Non può nemmeno pensare di vivere e crescere i gemelli senza di lei. Prende Artemis, sotto lo sguardo degli altri presenti, e se la punta dritto al cuore, quello stesso cuore che gli ha fatto provare per la prima volta un amore così intenso che non può che risorgere se anche lui morirà, ed incontrerà nuovamente la sua amata. " Amore mio presto ti raggiungerò ". Pensa. Deve farlo, o ora o mai più. Deve andare da lei e porre fine a tutta questa sofferenza. 

Se stai tenendo nascosta la tua risposta, allora ti sussurrerò che va tutto bene, che curerò il tuo cuore ferito. I miei sentimenti calanti, alla fine, sono aumentati con tutti questi segreti. Dici ancora una volta " non cambiare ", e spezzi il rossore delle mie guance. 

Sta per farlo. Sta davvero per andare da lei ponendo fine alla sua vita. Dopo tutto, l'ha giurato quel giorno, quando si sono sposati. Sempre insieme, finchè la morte non li separerà. Ma lui non vuole permettere nemmeno alla morte di portargli via l'amore della sua vita. No, nemmeno lei sarà in grado di strappargli Alexis, perchè lui la raggiungerà. Sa bene che lei non approverebbe, sa bene che gli ha chiesto di occuparsi di Emilia e Tristàn. Ma no, lui nion ne è in grado, è inutile prendersi ingiro ed ingannare anche gli altri. Senza sua moglie lui tornerà ad essere cinico e crudele. Che futuro avrebbero i piccoli accanto a lui? Un futuro di sofferenze, e questo non lo permetterà. Sta quasi per colpirsi, ma si sente bruscamente togliere Artemis dalle mani. Non sa nemmeno chi sia stato, ma cade in ginocchio, furioso. Non può nemmeno morire? E' disperato, piange anche se tutti lo guardano, non gliene importa nulla. E' distrutto dal dolore. Ah, quasi la sente: si ricorda bene come fu il suo primo incontro con sua moglie, ricorda la loro prima volta insieme. Gli disse di non cambiare mai, che lo amava così com'era. E lui non cambiò, e lo fece solo per lei. Perchè la amava. 

Ma la pioggia l'ha presto lavato via, come un fiore di camellia nella neve, di colore brillante. Se un giorno mi svegliassi da questo sogno fugace, ti cercherei, mi chiederei dove andare. Lo scenario che sto osservando pare farmi scordare il desiderio che avevo espresso. 

E adesso? Che cosa gli resta? Che cosa dovrebbe fare? Cade letteralmente a terra, come fosse svenuto, ma non è così. Continua a piangere e a maledire quel destino che gli ha fatto prima trovare l'amore, la donna alla quale sarebbe appartenuto per sempre e che l'aveva cambiato, e che glie l'ha tolta in un modo così meschino e brutale: nel giorno in cui avrebbe dovuto essere più felice: la nascita dei suoi figli. Allen e Risa cercano di fare alzare il figlio, ma non ci riescono. E' letteralmente fuori di sè e non si calma affatto. Zwei lo guarda, e forse è l'unico che comprende il suo dolore: dopo tutto, lui perse Hope. Poi riflette: no. Il dolore di Ace è ben peggiore perchè, inconsciamente, lui sta incolpando le due creature per la morte della madre. E questo potrebbe portarlo sulla strada della solitudine e dell'odio. Ace non riesce a darsi pace: nemmeno può suicidarsi! Non potrà mantenere il giuramento fatto quel giorno all'altare. E si sente sempre peggio. Se solo un giorno potesse svegliarsi da questo brutto incubo! Se solo fosse semplicemente un sogno orribile e, al risveglio, trovasse lei al suo fianco! 

Lontano, tu mi lasci, è una cosa così sfuggevole. Il passato, il presente. Se potessi almeno contare su questi!

I ricordi invadono la sua mente, e lo distruggono: ricorda il primo incontro con la sua Alexis, ricorda che da subito lei parve avere una cotta per lui, che lo intuì perfettamente, e come se lo capì. Si divertì a provocarla in tutti i modi possibili, fino a quando non decise di fare la prima mossa: la desiderava troppo per aspettare oltre. Andò da lei nel cuore della notte e si, temeva anche che lo rifiutasse! Ne avrebbe avuto ogni ragione, ma così non fu. Lo accettò, accettò di essere sua. Accettò i suoi pregi, i suoi difetti, il suo terribile passato che, pian piano, lo stavano un pò rendendo come suo padre voleva: freddo, crudele ed insensibile, incapace di provare amore. Lei riuscì a cambiarlo con la sua dolcezza ed il suo amore. Gli fece capire che anche lui poteva amare ed essere amato, che poteva riscattarsi dagli errori del passato. E ora? Ora cosa rimane? Nulla... solo il vuoto di un dolore incolmabile, ed un presente che non vuole vivere.

Allora ti abbraccerò nella pioggia senza fine, se stai ancora cercando la tua risposta allora ai petali tinti di rosso della camellia nella neve, mi affiderò anche stanotte. E continuerò ad arrendermi a questa tentazione. 

Dopo diverso tempo, Ace si rialza. Ha uno sguardo spento, quei meravigliosi occhi azzurri tipici dei Baskerville hanno perso ogni vitalità. Sembra apativo. Sua madre vorrebbe che prendesse in braccio i suoi figli, ma appena lui fa per prendere la piccola Emilia, qualcosa in lui lo ferma: non ce la fa. Anche se si impegnasse con tutta la buona volontà, in lei rivede in parte la responsabile della morte della madre. Non può crescere i piccoli con questi presupposti: shoccando tutti, ordina a suo padre di affidare le creature a dei contadini, che se ne occuperanno meglio di lui poi, senza aspettare la reazione di nessuno, va verso il suo castello, ancora sconvolto. Una volta al roseto, si ferma, e sente una mano sulla spalla. Lui mette una mano su quella del " fantasma ", e chiude gli occhi sospirando. " Alexis.. so che ti ho delusa ". Mormora. 

" Amore mio, i nostri figli non hanno colpa ". Risponde lei, per poi abbracciarlo da dietro. E in quel momento, per un istante, è come se ancora fosse viva. " Ti amo ". Dice poi. Ace si volta di scatto: è scomparsa. Non c'è più. E' stata solo un'illusione, o veramente lo spirito di sua moglie è tornato per lui? Questo ancora non lo sa nessuno 

Questa storia è struggente, almeno dal mio punto di vista... Ace deve essere sconvolto dal dolore! Ho voluto approfondire meglio i suoi sentimenti alla morte della sua amata, ecosì ho scritto questa breve fan fiction. Cosa ne pensate? Aspettando le vostre recensioni, vi invito a leggere anche le storie correlate a questa ( di cui sotto vi lascerò i link. ). Baci Baci.


Soledad: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3077297&i=1
Soledad ( speciale ) - la storia di Allen & Soledad: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3152788&i=1
Soledad ( speciale ) come tutto iniziò: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3159254&i=1

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Capitolo 2
*** Memories ***


Memories
 
Questa flash fiction è ispirata ai pensieri di Pia quando Kevin venne sconfitto. Vedrete una Pia diversa, innamorata e disperata allo stesso tempo. Spero vorrete leggere e recensire questo capitolo e che vi piaccia. Baci baci!

Sto camminando da diverso tempo oramai. La battaglia si è conclusa da due anni, ed io mi sono ritrovata sola. Ho percepito che le Tenebre hanno distrutto sia parte di Sabrie che il castello oscuro. Ma soprattutto, ho percepito che tu non ci sei più. Sei stato sconfitto dalla tua stessa famiglia, Kevin. Al diavolo le formalità. Si, ora ti posso dare del tu e chiamarti per nome, come non ho mai osato fare in tutto quel tempo in cui sono rimasta al tuo fianco come fedele servitrice. Ricordi, la prima volta che ci siamo incontrati? Tu eri appena arrivato a Sabrie, volevi assistere al matrimonio di Zwei e Diva. Io ero sconvolta dal dolore, dalla rabbia e dalla vergogna: quello spudorato mi aveva prima usata e poi abbandonata. Aveva rovinato la mia purezza e la mia innocenza. Ero giunta fino alla Collina degli Spiriti, ed ero seriamente intenzionata a gettarmi, a farla finita: la macchia e la vergogna erano insopportabili per me. Il mio fidanzato mi aveva lasciata appena saputo cos’era successo, ed io ero rimasta completamente sola e disperata. Nessuno mi aveva teso la mano, nessun aiuto. Ero sull’orlo del precipizio, ma ho sentito qualcosa, qualcuno afferrarmi per la vita da dietro. Io credevo fosse semplicemente un sogno, e feci un passo avanti, sempre più sull’orlo del precipizio. “ Qualunque cosa sia successa, Pia, non sprecare così la tua vita “. Mi sentii sussurrare. E riconobbi subito che era la tua voce. A quei tempi non sapevo ancora quanto in seguito mi sarei innamorata di te: sino a quel momento eri stato solo il padre di Zwei, ti conoscevo solo per sentito dire. Ma non ricollegai subito “ il fantasma dagli occhi azzurri “ a te, e ti chiesi chi eri e cosa volessi da me. Ricordo ancora che tu ridesti a quelle domande. Si, credo sia stato l’unico momento in cui ti ho visto ridere. Mi dicesti che eri Kevin Baskerville, il padre di Zwei. E in quel momento, posso affermare di aver sentito il mio sangue gelarmisi nelle vene: credevo mi volessi fare del male. Ma il resto del discorso mi lasciò strabiliata: mi dicesti che cercavi vendetta, e che probabilmente anche io avrei dovuto vendicarmi per quello che tuo figlio mi aveva fatto. Come facevi a saperlo? Questo non lo so. So solo che in quel momento mi hai dato una rosa, era la rosa nera. Mi dicesti che se l’avessi accettata sarei stata tua per sempre, che in cambio avrei solo dovuto esserti fedele e dirti cosa succedeva a palazzo. E diamine, io accettai. Ora mi rendo conto che non fu solamente la sete di vendetta a portarmi ad accettare: fu quella luce folle che brillava in quell’unico occhio che mi colpì all’istante. Accettai la rosa, e per errore mi punsi con essa. E nei giorni a venire, in me qualcosa cambiò: sentivo un potere oscuro crescere in me, i miei sentimenti negativi si amplificavano e la rosa era sempre più bella e rigogliosa. Poi successe ciò che successe, ed arrivammo allo scontro finale. Poco prima della battaglia però, successe qualcosa di inaspettato tra noi. Allen ti aveva appena ferito nel punto in cui ti mancava l’occhio, prima che tu lo imprigionassi insieme alla figlia. Dio mio quanto sanguinavi! E quanta rabbia lessi nell’altro tuo occhio. Io feci per inchinarmi, ma tu mi bloccasti, e mi chiedesti di medicarti quella ferita. Lo ammetto, in quel momento rimasi sconcertata. No, non perché ti considerassi un mostro, ero semplicemente stupita che mi affidassi un compito così delicato, che volessi farmi vedere quella cicatrice orribile, che era tutto ciò che rimaneva del tuo occhio destro. Ti curai comunque, ma mi accorsi che mi guardavi in modo strano. E fu li che arrivò la richiesta più sorprendente: mi chiedesti di dimostrarti che non pensavo che eri un mostro orribile. Ovviamente io non sapevo cosa fare o che cosa dire. Dopo alcuni istanti, quel bacio. Un bacio inaspettato, ma che non ebbi forza di contrastare. Forse perché già non volevo allontanarmi da te. Perché quello che provavo andava al di la delle parole, era qualcosa di ben più profondo il legame che ci univa: entrambi cercavamo vendetta, ma cercavamo anche amore. Lo trovammo l’uno nell’altra, quella notte. Non so spiegare ancora oggi cosa provai esattamente, so che fu dannatamente intenso. Mi travolse e mi marchiò indelebilmente. Da allora non stetti al tuo fianco solo per la mia vendetta, ma perché mi ero innamorata di te. L’avevi capito? Probabilmente si. E tu? Cosa provavi tu per me? Non lo so, o forse si: forse ricambiavi i miei sentimenti? Così si spiegherebbe cosa accadde alcuni giorni dopo. La battaglia contro la tua famiglia era imminente. Loro erano già al castello oscuro, e io e te eravamo soli al piano superiore. Mi ordinasti di non scendere per nessuna ragione. Io ribattei che volevo essere al tuo fianco, e t ti arrabbiasti. Fu la prima volta che litigammo. Mi dicesti che dovevo obbedire e fuggire, che non avrei dovuto osare presentarmi al piano di sotto o non me l’avresti mai perdonato. Poi mi prendesti la mano. Ci guardammo, io stavo piangendo. Ci dettimo il nostro secondo ed ultimo bacio, ed io mi trovai tra i capelli un fermaglio a forma di rosa nera. E tu mi dicesti che li c’era una parte dei tuoi poteri. Che mi avrebbero protetta e che sarei riuscita a fuggire. Avevo con me una parte di te. E forse non era la sola. Decisi di obbedirti, e fuggii. Ora so che non avrei dovuto farlo. Avrei dovuto stare al tuo fianco! Ma forse tu sapevi la verità. Sapevi, e mi hai impedito di morire. Di morire insieme a quella parte di te che mi hai lasciato, non prima della battaglia finale, ma quella notte. Scappai nella disperazione più totale, e solo mesi dopo trovai la tua tomba: probabilmente era stato Allen a farla costruire, anche se so per certo che era vuota. Ci giungo anche quest’oggi, e mi inginocchio. Piango, abbraccio quella lapide.

“ Ciao amore mio “. Sussurro solamente, continuando a piangere. “ Ho rispettato i tuoi ordini e mi sono messa in salvo. Non rinuncerò alla mia vita, perché so che tu ti arrabbieresti molto “. “Lo sai?  Ho davvero tentato di togliermi la vita, su questa stessa tomba. E ci sarei riuscita, se Bianca non mi avesse fermata. Non te l’ho detto? Ora vivo insieme a tua moglie, e stranamente lei non mi odia. Si prende cura di me, mi ha accolta quando ero alla deriva, sola e disperata. Non so quali siano i suoi fini, ed ora non sto nemmeno a chiedermeli. “ ma sapessi quanto mi costa!  “. Sussurro poi, staccandomi da quella pietra. Metto un fiore sulla tomba, una delle rose nere del nostro roseto, quelle che ti piacevano tanto, ricordi? Ricordi quando restavamo per ore al roseto delle rose nere ad ammirarle? Ah, quanto male mi fanno ora quei ricordi. Mi alzo e mi incammino di nuovo per tornare al castello oscuro. Ci vediamo presto, amore mio… 

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