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di Universo di sogni
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vincoli familiari ***
Capitolo 2: *** Un lavoro per il Fantasma ***



Capitolo 1
*** Vincoli familiari ***


Dunque, salve a tutti e benvenuti nello spazietto dedicato all'autrice. È la prima volta che pubblico qualcosa che scrivo e devo ammettere che sono abbastanza imbarazzata! Siccome ho la maturità fino a lunedì 28, siate clementi se non aggiorno spesso quanto vorrei!
Buona lettura a tutti
Yours faithfully
Universo dei sogni


Vincoli familiari

Vivere in una grotta non è brutto come si crede. Certo, a chi ha vissuto una vita luminosa in comodi appartamenti lussuosi deve sembrare una tortura, ma che cosa può saperne un uomo che ha avuto una gabbia e una grotta come uniche residenze nella sua vita?                                
  Per il Fantasma, abituato alla sua preziosa prigione dorata, il mondo era solo un estraneo con cui aveva a che fare le rare volte in cui si azzardava, a sera inoltrata, ad uscire. Il suo universo era costituito dall'Opera, con i suoi cunicoli segreti, i suoi camerini ed i trabocchetti che Erik aveva personalmente progettato per tenere alla larga gli scocciatori dal suo angolo di paradiso. Non c'è quindi da stupirsi se per lui l'amore non era altro che un astratto insieme di negazioni: non è violenza, non è dolore, non è solitudine... Ma il pensiero di cosa realmente esso fosse  non l'aveva mai spinto oltre ad una superficiale curiosità che col tempo era sbiadita, lasciando posto nella sua mente solo per la musica.                                                                                         
Non era stato per orgoglio che aveva negato a se stesso di amarla bensì perché, con ogni probabilità, non sarebbe stato semplice essere amato con quel volto. Sin da quando aveva sentito Christine piangere per la prima volta nella spoglia cappella del teatro ne era rimasto colpito: aveva una voce pura e melodiosa, ma soprattutto piangeva per aver perso parte della propria famiglia e la cosa lo affascinava. Sophie gli aveva spiegato più volte cosa significasse avere una famiglia ma, per chi non ha conosciuto l'affetto, non è un concetto facile da comprendere.
 "Sei l angelo della musica?"                                                                                                                      
"Si". Da allora Erik si era maledetto innumerevoli volte per non averla lasciata piangere sola ed essersi preso la responsabilità di educare la voce dell'allieva ballerina. Le aveva promesso di aiutarla e da allora ogni sera, alle dieci, quando nessuno poteva udirli, cantavano insieme nella cappella, lei seduta sul l'inginocchiatoio tarlato e lui nascosto alla sua vista. Inizialmente il pensiero di avere per la prima volta qualcuno che aspettava una giornata intera solo per sentirlo cantare lo aveva lusingato e fatto sentire importante, ma non aveva impiegato molto a sentire il peso di quel vincolo che si era stupidamente imposto. E se non fosse riuscito a mantenere la promessa? Se lei, sentendosi delusa da lui, avesse iniziato ad odiarlo?                                                                                                                                              
 Doveva liberarsene prima che, scoperto l'inganno, le parole di lei potessero ferirlo. L'odio era ormai da troppo tempo il suo pane quotidiano: odiava il mondo per averlo creato così, difettoso, e averlo respinto con orrore subito dopo. Odiava sua madre per averlo venduto a quegli zingari violenti che lo avevano costretto a perdere la sua innocenza di bambino, portandolo ad uccidere il suo carceriere per fuggire verso una libertà che non avrebbe mai raggiunto. Odiava se stesso per esser così legato alla vita, una condanna da scontare a cui non si decideva a rinunciare. Si, doveva parlarne con Sophie.Era l'unica, del resto,  con cui potesse dialogare e, per uno strano caso del destino, era anche la direttrice del piccolo corpo di ballo di cui Christine faceva parte insieme alla sorella adottiva Meg Giry, figlia di Sophie. Dalla morte di Gustave la ragazzina era entrata a fare parte della famiglia di Madame Giry e quest'ultima, Erik ne era certo, avrebbe lottato con ogni sua forza per impedirgli di ferirla. Ma non c'era alternativa per l'uomo: doveva liberarsi da quei vincoli familiari, fastidiosi quanto gratificanti, spaventosi quanto gradevoli.
 

 

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Capitolo 2
*** Un lavoro per il Fantasma ***


Lo so, dovrei studiare matematica per il quizzone Maledetto di lunedì ma... Visto che ben 23 persone hanno letto il primo capitolo, non potevo certo lasciarvi così!!! Pronti per un nuovo capitolo?? Personalmente, oltre alla storia credo che sia importante vedere anche come i pensieri dei personaggi si evolvano e cambino in funzione della storia. 
NB: la fanfic che state leggendo è scritta di getto, in base a ciò che i personaggi decidono di fare nel mio cervello. 
Grazie a tutti i miei lettori, spero di esser all'altezza delle vostre aspettative!
Baci a tutti, buona lettura
Yours faithfully
Universo di sogni


Un lavoro per il Fantasma
Erik stava giusto chiedendosi quale sarebbe stato il momento giusto per raccontare a Sophie ciò che lo faceva star male quando questa, dopo essere entrata nella propria stanza, lo trovò seduto sul letto. Qualcosa nella sua espressione gli fece capire che la donna era di pessimo umore.
"Buongiorno angelo della musica. Cosa porta un essere non umano a parlare con una comune mortale?". Lo sapeva, sapeva della sua bugia. Passarono secondi di una lunghezza infinita durante i quali Erik, per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare le parole giuste: "Posso spiegare,Sophie". Non era del tutto certo che alla donna interessasse la sua spiegazione. Più volte avevano litigato ma mai l'aveva vista con quello sguardo, lo sguardo di mamma lupo pronta ad azzannare chiunque sfiori i suoi cuccioli, acuto e penetrante. "Hai la mia attenzione".

"Ho sentito Christine piangere nella cappella tempo fa e sono rimasto cosi colpito dalla sofferenza e dalla solitudine della ragazzina che mi sono lasciato sfuggire una esclamazione di sorpresa. Purtroppo mi ha sentito e mi ha chiesto se ero l'angelo della musica. Sophie, te lo giuro, avrei voluto scappare ma non ne sono stato capace. Ogni sera, tranne quelle in cui Christine partecipa ad uno spettacolo, ci troviamo nella cappella e le insegno a cantare come una soprano dovrebbe fare. A proposito, sapevi che ha un talento naturale? Una voce rara, parola mia, molto più aggraziata di quella della Carlotta. Questo impegno sta diventando un vincolo. È come avere una famiglia: non sono abituato a ricevere affetto e, anche se da una parte ne sono felice, mi rendo conto che mi ci sto affezionando. Devo liberarmene. Una di queste sere credo che le dirò che mi hanno chiamato per aiutare un' altra bambina, prima che scoprendo l'inganno inizi ad odiarmi".
"Non te lo permetto. Erik, Gustave prima di morire le aveva promesso il suo angelo. E tu, caro Fantasma, hai deciso di assumerti questa responsabilità. Ha sofferto troppo per avere altre delusioni. Non farle del male o scomparire, potresti  scoprire un lato di me che né io né te abbiamo mai avuto modo di conoscere". Non le avrebbe mai fatto del male, in fondo si era affezionato a lei, pur non rendendosene del tutto conto. Promise a Sopie di non infrangere la promessa fatta a Christine e sparì nella sua grotta, dove iniziò a comporre il primo duetto della sua vita. Aveva già composto parti di opere ma mai duetti,  infondo chi mai avrebbe duettato con lui? Ora ne aveva occasione e nello scrivere immaginava la propria voce e quella della bambina cantare insieme. Ormai era l'angelo della musica e doveva impegnarsi a restare tale. Aveva un lavoro, ora, finalmente, quei due babbuini dei direttori non avrebbero potuto dire che il Fantasma era stipendiato senza svolgere alcuna mansione.
 
Nel frattempo, Mademoiselle Daae, si muoveva silenziosamente nei corroi dell'opera per uno dei misteriosi incontri serali a cui prendeva parte...


 

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