Mia figlia

di Padfoot_07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Renesmee ***
Capitolo 2: *** Renesmee lullaby ***



Capitolo 1
*** Renesmee ***


E'già passata qualche ora da quando il veleno nel corpo straziato di Bella è entrato in circolo, le ferite si stanno rimarginando a vista d'occhio ed i tratti del suo volto pian piano assumono sempre più i caratteri dell'immortalità.

Non riesco ancora a pensare lucidamente a quello che è appena accaduto, nel giro di poco la situazione è precipitata a dispetto di ogni previsione, AVEVO RISCHIATO DI PERDERE BELLA!

Il pensiero mi doleva e ed era troppo dilaniante per me richiamarlo completamente alla memoria.

Strinsi la mano di Bella, più fredda di quella di un umano, ma ancora non abbastanza per adattarsi alla mia temperatura. Le fedi luccicavano sulle nostre dita intrecciate, il simbolo dell'eternità che di lì a poco ci avrebbe legato.

Sentii qualcunoo avvicinarsi, affinai i sensi fino a riconoscere l'odore di Carlisle avvicinarsi mentre entrava nella stanza .

Mi voltai impercettibilmente senza staccare davvero gli occhi da Bella. Lo sguardo di mio padre era anch'esso rivolto a mia moglie e fui stupito di leggergli in volto un espressione preoccupata.

"Cosa c' è?" chiesi ansioso voltandomi completamente verso di lui "Bella..."

"No non è Bella il problema, sta procedendo tutto come previsto" mi interruppe.

Un colpo allo stomaco mi fece salire alle labbra l' unica alternativa.

"Renesmee?" sussurrai impietrito.

Il mutismo di mio padre mi spinse a considerare la risposta affermativa, come se non bastasse, leggevo il nome della mia bambina nei pensieri di Carlisle. "Mia figlia" ancora mi suonava strano pensarla così, per settimane non avevo fatto altro che considerarla un ostacolo, una minaccia alla vita di Bella ed ora...

"Cos'ha Carlisle? A me è sembrata sanissima" feci ansioso.

"E lo è" convenne mio padre " il problema è che la sua crescita accellerata è sempre stata ed è ancora ora, un mistero per me..."

Non ebbe bisogno di aggiungere altro, leggevo perfettamente nei suoi pensieri l'angoscia che provava nel non sapere come comportarsi per il bene della bambina.

"Temo che dovremo agire alla cieca con lei Edward, Renesmee è unica, non abbiamo termini di paragone"

"Se la caverà" asserii convinto. Non potevo pensare che dopo tutto quel dolore, dopo tutta la sofferenza di Bella per dare alla luce Renesmee, per darci una figlia, le cose potessero mettersi male per lei. Renesmee era forte, lo aveva dimostrato dalla pancia di Bella, era mia figlia dopotutto. Ma stranamente la consapevolezza che fosse più robusta di un normale neonato, non mi rendeva meno ansioso.

"Certo" convenne Carlisle "non dobbiamo preoccuparcene ora comunque" disse lanciando uno sguardo a Bella.

Anche i miei occhi tornarono a scrutare il suo volto, i suoi impercettibile cambiamenti.

"Pensi che soffra?" soffiai tra i denti.

"Non so dirtelo, sarà lei a dovercelo dire una volta che si sarà svegliata. Non conosco gli effetti della morfina durante la trasformazione" spiegò con tono professionale Carlisle.

Strinsi i denti, certamente anche se avesse sofferto le pene dell' inferno, Bella non ce l'avrebbe mai confessato, almeno non in mia presenza. Non voleva che io soffrissi... sentii ancora una volta la rabbia montare a quel pensiero, lei voleva proteggere me, dopo tutto il male che io le avevo fatto, non potevo tollerarlo, non l'avrei mai accettato. Ma lei era Bella era fatta così, non avrebbe mai messo se stessa davanti alle persone che amava.

"Edward" mi chiamò Carlisle strappandomi ai miei pensieri "perchè non vai di sopra a darti una ripulita? Sei coperto di sangue. Non vorrei che Bella ti trovasse così al suo risveglio"

Gettai un occhiata ai miei vestiti e alle mie braccia completamente sporchi di sangue, lanciai uno sguardo a Bella, non volevo lasciarla sola, ma Carlisle aveva ragione non sarebbe stato prudente che Bella mi vedesse in quelle condizioni al suo risveglio.

"Resterò io con lei" mi assicurò mio padre, leggendo la mia titubanza.

Così annuii, baciai la mano di Bella stretta nella mia e la adagiai sulle lenzuola, inerte. Riluttante mi alzai, e con un ultimo cenno a Carlisle mi diressi di sopra.

Dopo essermi ripulito e cambiato, mi incamminai nuovamente per le scale stranamente più lucido.

Forse le cose da adesso sarebbero andate bene, davvero.

A metà scala un suono familiare e nuovo attirò la mia attenzione, un cuore che batteva frenetico, il cuore di Renesmee.

Come attirato da un filo invisibile non resistetti all' impulso di avvicinarmi alla fonte di quel rumore, non sapevo esattamente cosa aspettarmi, come comportarmi, non avevo mai pensato fosse possibile per me avere una figlia e quindi non avevo mai concepito l' idea.

Una forte agitazione mi inchiodò dov'ero.

Improvvisamente sentii due mani fredde spingermi in avanti e nello stesso istante mi voltai per trovarmi di fronte Alice. Fui colpito di vederle, dopo tanto tempo, di nuovo quell'espressione insopportabilemnte elettrizzata stampata in faccia.

La guardai accigliato e lei per tutta risposta mi strattonò ancora.

"Dai paparino, non hai voglia di conoscere tua figlia?" trillò allegra.

Senza aspettare una mia qualche reazione mi trascinò nel salone dove era stata preparata una piccola culla e tutto l' occorrente per accudire la bambina.

Notai vagamente che la stanza era molto affollata, non solo erano presenti all'appello Rosalie, Esme, Emmet e Jasper , ma inaspettatamente anche Jacob era rimasto.

Una parte del mio cervello registrò che gli occhi di Jacob non si staccarono nemmeno per un istante, nemmeno al mio ingresso, dal fagotto, avvolto in morbide copertine, stretto tra le braccia di Rosalie, ma non ci feci caso più di tanto in quel momento.

Deglutii rumorosamente fissando gli occhi su ciò che mia sorella teneva stretto al petto.

Improvvisamente la bambina si mosse, come accortasi di una nuova presenza, e si sporse dalle braccia di Rosalie.

Restai impietrito, cartturato dagli occhi della mia Bella incastonati in quel viso perfetto.

Eccolo l' ennesimo dono meraviglioso che non meritavo affatto.

Mi avvicinai a lei inconsapevolmente, tendendo le braccia.

Non sapevo di volerlo, non credevo di sapere come comportarmi, ma qualcosa più forte di me mi guidava.

Rosalie strinse a sè impercettibilmente la bambina, un sibilo stava già per uscire dalle mie labbra, quando Alice sbuffò sonoramente.

"Rosalie, piantala adesso! E' suo padre, pensi davvero che possa farle del male?"

Rosalie non rispose, ma io potei leggere chiaramente nei suoi pensieri la risposta -SI-

Tuttavia mi si avvicinò lentamente. Non m' interessava di lei in quel momento, non mentre mi sistemava tra le braccia Renesmee.

Il suo peso caldo ed il suo dolcissomo profumo m' investirono. Aveva un odore delizioso, mi ricordava quello di Bella, ma stranamente non mi metteva sete, forse perchè era mescolato ad un altra fragranza delicata, quella che apparteneva a me, alla sua metà da vampiro.

"Ciao Renesmee" le sussurrai dolcemente.

Renesmee si mosse gorgogliando felice tra mie braccia, quasi mi avesse riconosciuto, stringendo una manina alla mia camicia mentre mi chinavo a posarle un bacio sulla fronte liscia e perfetta col più naturale dei gesti.

La rimiravo incantato, lei era "mia" lo leggevo chiaramente dai suoi lineamenti scolpiti nella porcellana, i miei stessi lineamenti... la bocca, il naso, la forma del viso, la fronte, le gote, il bronzo dei suoi morbidi boccoli... erano precisamente tutte mie perfette miniature.

Guardarla era come guardare il mio stesso volto al femminile, ma stranamente, mentre se guardavo me non trovavo nulla di così stupefacente, guardare lei me la faceva sembrare la cosa più bella mai esistita sulla terra, insieme a sua madre.

La pelle era bianca e all' apparenza robusta, come la mia, come quella di un vampiro, ma le gote erano adorabilmente rosate, ed il cuore le pompava veloce sangue nelle vene.

In quel momento mentre la guardavo adorante, la riconobbi assolutamente, e mi accorsi di amarla già come non credevo fosse possibile, l'avrei protetta al costo della vita.

Tutto ciò a cui io e Bella avremmo dovuto rinunciare, il calore, il battito del cuore, il colore così particolare e profondo degli occhi di Bella, tutto ciò di cui avrei sentito la macanza, per uno strano scherzo del destino, sarebbe sopravvissuto in Renesmee.

E mentre un sorriso strabiliante le disegnava due adorabili fossette non potei evitarmi di imitarla, prima di cullarla dolcemente avanti ed indietro al suono di una nuova ninna nanna che saliva dal mio cuore tutta per lei.

My space.

Eccoci quì, qst shot è la prima cs ke scrivo su twilight, anche se ne ho lette di tutti i generi. E' superfluo dirvi qnt adori twilight!!! Ma la cosa che mi ha spinto a scrivere qst, è nel particolare la scarsa presenza nei libri della Meyer di momenti Edward- Renesmee, è sua figlia cavolo! Eppure sembra un rapporto superfluo... Spero vivamente che qst ff nn faccia troppo schifo. In ogni caso sarei davvero felicissima se mi lasciaste qlk commentino, in positivo o in negativo che sia! Alla prox, bacibaci Syria

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Capitolo 2
*** Renesmee lullaby ***


Era una giornata tranquilla, non fosse stato per la preoccupazione che sentivo crescere dentro di me.

Ero angosciato per l’imminente arrivo dei Volturi, ormai i giorni mancanti sembravano un macabro conto alla rovescia per tutti noi; ma parallela a quella, da qualche gorno, sentivo montare l’inquietudine per lo strano comportamento di Bella. C’era qualcosa che mi nascondeva, qualcosa che riguardava il destino che ci attendeva. Non era mai stata una brava bugiarda, almeno non per me.

La catenina per Renesmee pareva l’ultimo dono di un genitore, in punto di morte, alla sua bimba.

La sensazione di rassegnazione e insieme determinazione che leggevo in lei, mi preoccupava.

Immerso nei miei pensieri non mi accorsi nemmeno di essermi avviato dalla mia camera verso il salone principale.

All’improvviso il filo dei miei pensieri fu interrotto da una melodia nuova e sorprendente, che fluttuava per le grandi stanze della casa.

In famiglia, oltre a me, l’unica musicista era Rosalie. Ma erano rare le occasioni nelle quali suonava per diletto. Mi pareva improbabile che fosse dell’umore proprio in quel frangente tragico delle nostre esistenze. E poi quella musica aveva qualcosa di diverso e familiare, un tocco diverso da quello di mia sorella.

Mi avviai curioso e sporgendomi scorsi l’alta e scura figura di Jacob, seduto sullo sgabello del piano. Rimasi ad occhi sbarrati, paralizzato dalla sorpresa. Non avevo mai sospettato che Jacob avesse un tale talento.

Mi avvicinai di un passo ancora e, la vidi. La mia piccola Renesmee stava seduta sulle gambe del licantropo, per riuscire ad arrivare ai tasti, ed ogni tanto, tra una nota e l’altra, sfiorava con una mano il braccio del ragazzo e quello spostava i piedi sui pedali, secondo le sue direttive.

Sentii un sentimento forte ed intenso pervadermi il petto. Qualcosa che non avevo mai provato. Era qualcosa di diverso, mi mozzava il respiro e mi colmava il cuore quasi si fosse allargato di dieci misure nel mio petto muto.

Ci misi qualche secondo in più per capire cos’era. Era orgoglio.

Ero orgosglioso della mia bambina, mia figlia. Il viso serio e concentrato mentre sfiorava i tasti d’avorio, quasi li accarezzasse senza peso. Volevo avvicinarmi, ma quasi temevo di rompere la bolla magica che avvolgeva quell’attimo.

Non ero mai stato tanto fiero, tanto felice di una somiglianza di Renesmee con me. Ero più propenso ad ammirare le sue somiglianze con Bella. Ad adorare i miei due amori. Ma quella volta, in quel momento, la consapevolezza del legame che mi univa a lei, l’importanza che avevo avuto anch’io per la sua nascita mi investirono prepotentemente.

Vederla al mio piano, osservarla nel suo profilo e nelle movenze così simile a me, mi fece sentire per la prima volta padre. L’avevo amata dal primo istante in cui aveva visto la luce, ma non avevo ancora realizzato nei fatti che era mia figia, che ero padre. Che era un pezzetto di me.

“No Jake, non quello. Devi pigiare quello a destra.” sentii la voce argentina di Renesmee.

“Oh, scusa Nessie. Ma questi pedali sono minuscoli!” si lamentò giocosamente Jacob. Renesmee alzò gli occhi al cielo.

“Su non te la prendere, tra qualche anno ci arriverai da te, e non dovrai più usare me. Lo sai piccola che sono impedito al piano” rise Jake dandole un buffetto gentile sul nasino.

Renesmee mise il broncio “ma anche se diventerò abbastanza alta, tu resterai vicino a me mentre sono al piano, vero? Non mi lascerai sola?” fece con voce supplichevole “suono meglio quando ci sei”

“Certo Nessie, ci sarò sempre. Tutto il tempo che vorrai.” Fece serio. E in quel momento non ero sicuro che stesse parlando solo delle esercitazioni di piano. “Per sempre” la rassicurò.

Ebbi un moto di stizza per le confidenze che prendeva sempre il ragazzo. Renesmee era ancora una bambina, e già dentro di me,compativo e capivo, quello che aveva passato Charlie con la mia Bella.

Quasi rimpiangevo di avergli reso la vita tanto difficile all’epoca. Pensare a Jacob, tra qualche anno, nella stanza della mia bambina, mi faceva vedere rosso. Per sfortuna di Jacob e fortuna mia, il cagnaccio si ritrovava me in casa e non il buon vecchi capo Swan, pensai sadico.

La voce di Jacob mi riportò al presente.

“Nessie ora devo andare” lo sentii salutare.

La bambina gli pigiò una mano sulla guancia “torno presto, sta tranquilla. Sbrigo delle faccende per il branco e torno subito da te. Promesso.” E le sorrise come non potesse farne a meno. Come se il suo mondo fosse la piccola che gli saltava al collo per stringerlo forte prima di lasciarlo andare.

“Cerco qualcuno che stia con…” cominciò, ma poi mi vide sulla porta “Edward” salutò sorpreso “non ti ho sentito arrivare. Questa casa è così satura di puzza vampirica che non si distinguono i fetori” storse il naso.

Nessie parve risentita dal commento. Per lei avevamo tutti un buon odore. Anche Jacob si accorse del suo faccino corrucciato “Te esclusa Ness. Tu hai l’odore più buono del mondo.” Le sussurrò all’orecchio. Renesmee in risposta gli regalò il più accecante dei sorrisi.

Beh, Jacob doveva ringraziare solo la sua buona sorte e la mia bambina se poteva ancora andarsene in giro con tutti gli arti al loro posto.

“Jacob, non stavi andando” gli feci presente irritato.

“Certo certo” mi liquidò. “A dopo!” ammiccò verso Nessie e in due falcate fu alla porta.

Renesmee era rimasta lì a fissare la porta triste.

Aspettai che le passasse, e dopo qualche secondo spostò lo sguardo cioccolato su di me e mi sorrise, mostrando due adorabili fossette. Quella bambina sapeva come metterci tutti nel sacco.

“Papà, suoni con me?”chiese.

“Sono lo stesso di Jacob? Vado bene anch’io come sgabello” le sorrisi. Renesmee scosse i lunghi boccoli rossi a diniego.

“No, non sei la stessa cosa” mi fece notare “Siete diversi. Lui è il mio Jacob. Tu sei il mio papà” constatò come spiegasse qualcosa di estremamente semplice ad una persona particolarmente ottusa.

“E poi Jacob non sa suonare, tu invece sei il più bravo del mondo. Non puoi fare solo il mio sgabello come Jake”

Il più bravo del mondo. Beh, vero o non vero, l’importante era che fossi il migliore per la mia bambina.

Mi tirò per un braccio e mi portò al piano.

“Renesmee” le dissi issandola sullo sgabello “ti va di suonare insieme a me?”

Gli occhi le brillarono di gioia. Mi premette una manina sul viso, ed il suo assenso mentale fu talmente euforico da strapparmi il più sincero dei sorrisi che avessi fatto da settimane. Dalla visione di Alice.

Posai le dita sui tasti, e guidai le manine di Renesmee. Panna e avorio. Così simili, così piccole ed indifese.

Capii che qualunque cosa fosse accaduta, qualunque destino attendesse me e la sua mamma, lei avrebbe vissuto. Lei sarebbe sempre stata parte mia e di Bella. Sarebbe sempre stata, mia figlia.

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