Zombie Apocalypse.

di xxpetruzxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What is happening? ***
Capitolo 2: *** Creating a plan. ***
Capitolo 3: *** Dangerous. ***
Capitolo 4: *** I just told the truth. ***
Capitolo 5: *** Shoot! ***
Capitolo 6: *** Welcome to Melbourne. ***
Capitolo 7: *** What do we do? ***
Capitolo 8: *** Biscuits. ***
Capitolo 9: *** Oh shit. ***
Capitolo 10: *** Save you. ***
Capitolo 11: *** Daylight. ***
Capitolo 12: *** New start. ***
Capitolo 13: *** I can't believe it... ***
Capitolo 14: *** I'll miss you. ***
Capitolo 15: *** Nightmares. ***
Capitolo 16: *** Christmas is coming! ***
Capitolo 17: *** Everything i didn't say. ***
Capitolo 18: *** Sad Ending. ***



Capitolo 1
*** What is happening? ***


What is happening? – Chapter one.
 

Non sapevo come fosse successo. Sapevo solo che fino a ieri ero sul mio letto a leggere un libro, nella mia casa e in quel momento stavo guardando quest’ultima bruciare davanti ai miei occhi. Come era successo? Non lo sapevo. Sapevo solo che siamo dovuti scappare velocemente dopo che quegli esseri sono entrati nella nostra abitazione, cercando di ucciderci. Situazioni del genere le leggevo solo nei libri, che conservavo gelosamente nel mio scaffale, ormai inesistente. Sapevo solo che dovevo stare alla larga da quegli esseri, comunemente chiamati zombie. Sapevo solo che eravamo in tre, io e i miei fratelli Ashton e Luke, e che stavamo correndo velocemente fra gli alberi di quel bosco, che sembrava infinito. Mi  guardai intorno per capire dove eravamo ma più cercavo di ricordare, più dimenticavo.
 
“Ragazzi aspettate! Fermiamoci sono stanca!” dissi fermandomi e sedendomi di schiena ad un tronco. La testa mi girava e lentamente gli occhi si chiudevano.
“Ehi ehi devi rimanere sveglia! E’ pericoloso fermarsi nel mezzo di un bosco con quei cosi che cercano di mangiarci ogni minuto!” disse Luke avvicinandosi a me.
“Poi soprattutto con poche munizioni.” aggiunse Ashton sputando per terra. Ashton era sempre stato il figlio strano e distaccato, anche se non avevo mai capito il perché. Luke era sempre stato dolce con me e mi aveva sempre dato la libertà di fare le cose che volevo. Ma gli volevo bene perché erano i miei fratelli, del mio stesso sangue. E quando vidi gli occhi azzurri di Luke guardarmi decisi di resistere e così mi alzai lentamente appoggiandomi a quest’ultimo. Io ero la più piccola della famiglia, avendo 15 anni. Luke e Ashton avevano 19 anni, 4 anni più grandi di me. A volte mi sentivo  piccola in confronto a loro, ma non ci pensavo più di tanto. Ci incamminammo lentamente verso la fine del bosco. Stava facendo buio e dovevamo trovare un posto per passare la notte, possibilmente sicuro. Usciti dal bosco, notai una casa in fondo al campo di grano, abbastanza grande. Guardai Ashton che mi fece cenno con la testa e ci dirigemmo verso quella direzione.
 
Dopo pochi minuti arrivammo e subito Luke e Ash si armarono, chi con la pistola e chi con il fucile. Io non avevo armi per difendermi, ma sinceramente in quella situazione mi sarebbero state utili. Anche se non sapevo sparare o uccidere nessuno. Dalla finestra vidi una luce accesa, buon segno.
“Luke! C’è la luce accesa!” sussurrai catturando il suo sguardo. Indicai col capo la finestra e diede una pacca sulla spalla di Ashton.
“Bussiamo e non spaventiamo nessuno ok?” disse Luke riferendosi ad Ashton. Quest’ultimo nascose l’arma e bussò alla porta. Nessuno rispose.
“Secondo me sono scappati.” disse Ashton girandosi e scendendo gli scalini dell’ingresso. Ma dopo pochi secondi la porta si aprì leggermente e dallo spiraglio vidi una signora abbastanza giovane, sulla quarantina.
“Cosa volete?” disse guardando prima me e poi Luke.
“Un posto per la notte, poi ce ne andremo.” disse Luke cercando di convincerla. La signora prima ci guardò e poi aprì la porta facendoci segno di entrare.
“Veloci veloci.” disse sventolando la mano e chiudendo la porta a chiave.
 
Come avevo previsto, la casa, era molto grande e aveva tre piani. Era una casa abbastanza semplice, fatta di legno di ciliegio. Mi guardai intorno e ringraziai la signora che mi sorrise gentilmente. Seguimmo la signora che ci portò in cucina dove erano sedute due persone. Le osservai e aspettai che qualcuno dicesse qualcosa.
 
“Sono i miei figli. Lui è Calum, lei è Halsey. Ne ho anche un altro ma è uscito ad esplorare la zona.” disse appoggiandosi al lavello della cucina. Guardai di nuovo i due e feci un cenno con la mano sorridendo leggermente. Calum sembrava avere l’età dei miei fratelli mentre Halsey sembrava più grande.
“Io sono Karen.” disse la donna incitandoci a parlare.
“Io sono Luke e loro sono i miei fratelli, Ashton e Sony.” disse indicandoci con il dito.
“Siamo scappati dalla nostra casa che è andata a fuoco, e cercavamo un posto per dormire, almeno per stasera.” iniziò Ashton gesticolando con le mani. “Pensa di accettarci?” chiese guardando Karen. Quest’ultima disse di si, e salì le scale. Io mi avvicinai ai due ragazzi seduti al tavolo.
“Ciao.” dissi a bassa voce sedendomi.
“Hey allora…siete dei dintorni?” chiese Calum guardandoci.
“Si di Sydney.” disse Ashton camminando avanti e indietro.
“Però del centro città.” continuai giocando con i miei bracciali. Calum sembrava avere dei tratti asiatici, ma pensai non fosse importante.
“Voi avete ancora la corrente?” chiese Luke scioccato guardando la tv accesa e le luci.
“Si ma ancora per poco. Non credo durerà fino al prossimo mese.” disse Halsey guardandolo. Luke annuì e fermò Ashton. Iniziarono a parlare sottovoce, così non mi intromisi.
“Quanti anni hai?” chiese Calum cambiando discorso.
“15.” dissi sbuffando. Mi scocciava dire la mia età perché mi ritenevo piccola.
“Piccola.” disse infatti Calum, ridendo. Gli diedi una pacca amichevole sulla spalla e risi.
“Tu…sai cosa è successo? Cosa sono quei cosi?” dissi guardando i due, che alzarono subito lo sguardo.
“Credo che ci sia una nuova malattia. Le persone diventano carnivore se le mordi. Come zombie.” disse Halsey seria. “Noi li abbiamo visti al telegiornale e sono disgustosi.” disse continuando.
“Vuoi dire che non sono arrivati da voi?!” dissi quasi gridando. Loro mi fecero di no con la testa e li guardai stupita.
“Oddio…noi ne abbiamo dovuti uccidere un paio e poi siamo scappati, una volta incendiata la casa.” dissi triste e sconvolta.
“Hey sei al sicuro qua, con noi e i tuoi fratelli. Sai sembrano tipi affidabili.” disse rassicurandomi guardandoli.
“Lo sono.” dissi confermando la sua ipotesi.
“Hey Calum.” disse Luke avvicinandosi a noi. “Avete qualcosa per difendervi? Armi?” chiese guardandolo.
“Si abbiamo fucili e pistole per fortuna. Sai nostro padre era un cacciatore…” disse distratto.
“Okay grazie mille.” disse Luke tornando da Ashton.
“Dov è finito?!” chiese d’un tratto Halsey. “E’ buio fuori! Merda.” disse alzandosi nervosamente.
“Stai tranquilla tornerà, lo conosci.” disse tranquillizzandola.
“Chi?” chiesi confusa.
“Nostro fratello. Sai è un tipo strano, da risolvere.” disse Calum guardandomi. Io annuii con la testa e mi alzai, raggiungendo i miei fratelli.
“Stai scherzando Ash!? E’ nostra sorella! Io non la lasc-.” sussurrò Luke prima di girarsi e fermarsi.
“Che succede?” dissi incrociando le braccia guardando prima uno e poi l’altro.
“Niente.” disse Luke guardando male Ashton. Guardai Ashton sbuffare e uscire dalla cucina.
“Sicuro? Sembri preoccupato…” dissi toccandogli una spalla. Lui annuì e mi abbracciò forte, ricoprendomi col suo corpo. Ricambiai sorridendo e mi staccai.
“Ce la faremo.” disse solamente uscendo anche lui. Rimasi nel mezzo della stanza con i miei pensieri e dubbi.
“Hey ti mostro dove dormi…” disse Calum facendomi cenno di seguirlo. Così feci e mi portò nel salotto dove c’era un divano a penisola nero.
“Grazie di tutto davvero.” dissi dandogli un bacio sulla guancia e sedendomi sul divano.
“Non  ti preoccupare.” disse sorridendo leggermente. “Buonanotte.” e uscì salendo le scale. Il salotto era collegato alla porta di ingresso e sinceramente ero un pò spaventata. 
 
 
 
Aprii gli occhi. Con la poca luce che c’era riuscii ad intravedere l’orario. Erano le dieci. Mi alzai per bere un po’ d’acqua, così mi diressi in cucina. Presi un bicchiere e ne versai un poco dentro. Mi girai di schiena al lavello e ne presi un sorso. All’improvviso un rumore mi distrasse; proveniva dal salotto. Spaventata, posai il bicchiere sul tavolo e pian piano mi avvicinai alla porta della cucina. Dopo pochi secondi mi ritrovai di schiena al muro e qualcuno mi tappava la bocca. Non riuscivo a vedere chi fosse ma potevo vedere benissimo una pistola puntata sulla mia fronte. Cercai di gridare invano ma, dopo pochi secondi, la figura mi lasciò stare, indietreggiando di qualche passo.
“Chi sei?” chiese freddamente. Era sicuramente un ragazzo.
“Io..c’è…io e i miei fratelli stiamo qui per la notte.” dissi soltanto, cercando di rimanere il più calma possibile.
“Pensavo fossi uno zombie.” disse il ragazzo, avvicinandosi alla finestra. “Sai ne ho uccisi molti nei dintorni. Per mantenere la mia famiglia protetta.” continuò guardando fuori la finestra.
“Noi abbiamo dovuto incendiare casa per quei…cosi. E così siamo scappati.” dissi osservando la figura nel buio. Tutto d’un tratto si girò e riuscii finalmente a vederlo. Aveva i capelli blu, un gioiello nero sul sopracciglio, le labbra di un rosa acceso e i suoi occhi verdi mi fissavano. Era inquietante ma soprattutto misterioso. Improvvisamente si avvicinò a me e si fermò a pochi centimetri di distanza, facendomi fermare il respiro per un momento.
“Fa attenzione.” sussurrò al mio orecchio, prima di sparire al piano di sopra, lasciandomi confusa e curiosa allo stesso tempo.

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Capitolo 2
*** Creating a plan. ***


Creating a plan. – Chapter 2.
 

Aprii gli occhi. Mi sentivo incredibilmente stanca e debole, non sapevo perché. Riuscivo a malapena ad aprire gli occhi. Comunque mi stiracchiai e mi alzai di malavoglia dal divano, dove avevo dormito. In quel giorno ce ne saremo andati da quella casa e sinceramente l’idea non mi entusiasmava. Preferivo restare là in compagnia piuttosto che addentrarmi nelle foreste.
“Ciao.” disse una voce alla mia destra, una volta entrata in cucina. Mi girai e vidi Calum farmi cenno con la testa. Sorrisi leggermente e mi sedetti al tavolo con lui.
“Gli altri?” chiesi sbadigliando.
“Hey.” disse Luke entrando dalla cucina e aggiungendosi al tavolo. Subito dopo entrò Ashton.
“Sony fra qualche minuto ce ne andiamo.” disse Ashton guardandomi da in piedi. Io annui e mangiai una fetta biscottata.
“Hey ragazzi.” disse Karen appoggiando una mano sulla spalla di Luke. Mi incuriosiva quella donna, era gentile e positiva.
“Ho una proposta: potete restare se volete. Ma mi dovrete aiutare con i lavori dei campi.” disse bevendo il caffè.
“Non lo so…” incominciò Luke, guardando Ashton.
“Luke cazzo pensa! Saremo più al sicuro qua, piuttosto che gironzolare per i boschi rischiando maggiormente!” dissi alzandomi e avvicinandomi a lui.
“Guarda che da nessuna parte è sicuro.” disse Ashton guardandomi.
“Ash non andremo lontano con delle pistole e tante speranze.” risposi gesticolando. Lui sbuffò e così mi avvicinai a Luke.
“Luke restiamo vero?” chiesi guardandolo.
“Si restiamo.” disse guardando Karen, che annuì con la testa. Sorrisi e ringraziai Karen un’altra volta, per averci offerto di restare.
“Hey! Ma a che ora sei tornato ieri?! Mi hai fatto preoccupare!” esclamò Karen all’improvviso. Mi girai e il tizio misterioso fece la sua entrata, sedendosi al tavolo. Io mi appoggiai al lavello, osservando la scena.
“Solita ora.” rispose soltanto, addentando una fetta biscottata.
“Michael non puoi uscire quando ti pare e piace! Ora abbiamo delle persone e la loro vita dipende anche da te!” disse Karen avvicinandosi a questo Michael. In quel momento lo vedevo benissimo: aveva una carnagione pallidissima, quasi come un vampiro.
“Restano qua?” chiese guardando sua madre. Lei annuì ed uscì dalla stanza.
“Hey io sono Luke e lui Ash.” disse indicando suo fratello. Michael fece un cenno con la testa e spostò il suo sguardo su di me.
“Lei è Sony, nostra sorella.” disse Ashton indicandomi. Io non dissi niente continuai a guardare Michael, che mi fissava.
“Si ok. Calum mi mostri dove sono le armi?” chiesi guardando il diretto interessato. Lui si alzò e fece cenno di seguirlo. Dopo pochi secondi arrivammo nel retro della casa, dove c’era una specie di garage. Una volta aperto quasi mi spaventai per la quantità enorme di armi presenti nel magazzino.
“Wow…” dissi soltanto avvicinandomi al bancone. Erano davvero tante, quasi un centinaio.
“Merda con queste si che si ragiona!” disse Ashton dietro di me, sorpassandomi.
“Le potete usare se volete. Sono già cariche.” disse Calum prendendone una e lanciandola a Luke.
“Tu…sai sparare?” chiese Calum  guardandomi.
“Non ancora…ma voglio imparare.” dissi soltanto osservando Luke provare il mirino.
“Ti insegno io.” disse una voce dietro di me. Mi girai e vidi Michael avvicinarsi.
“Hey bello non voglio che nostra sorella corri dei pericoli ok?” dissi Ashton  avvicinandosi minacciosamente.
“Hey calmatevi.” dissi distanziandoli. “Ash non posso rimanere così a vita. Dovrò pur difendermi.” dissi guardandolo.
“Ma sei ancora piccola!” disse Luke avvicinandosi.
“Luke porca puttana. Tu preferiresti che io muoia a causa di uno zombie o che lo spari, salvandomi il culo?! E poi che cazzo non sono piccola!” dissi alzando il tono della voce. “Ormai lo vedi anche tu che il mondo sta andando a puttane! E poi se sono piccola come dici tu, preferisco vivere piuttosto che morire.” continuai, uscendo dal magazzino ed entrando in casa. Mi ero stufata di essere considerata una stupida ragazzina di 15 anni. Gli dimostrerò ben altro.
Salii le scale e al secondo piano vidi tre stanze. Ne aprii una ed entrai, chiudendomi la porta alle spalle. La stanza era interamente coperta di poster di rock bands, piuttosto conosciute e che amavo. C’era un letto a due piazze, un comodino, una scrivania con alcuni libri sparsi e una chitarra elettrica nell’angolo della stanza. Ero talmente presa, che non mi accorsi il rumore della porta.
“Wow.” sussurrai avvicinandomi ai poster.
“Li colleziono da quando avevo 13 anni.” disse qualcuno. Mi girai e mi resi conto di chi fosse quella stanza.
“Oh scusa non volevo entrare è c-che volevo…c’è…” dissi imbarazzata giocando con i miei bracciali.
“Non ti preoccupare.” disse Michael guardandomi.
“Sai anche io ascolto le stesse band quindi ero incuriosita…” dissi ridendo arrossendo.
“Sei la prima che incontro che ascolta questo genere.” affermò sedendosi sul letto. Lo seguii con lo sguardo e mi fece segno di sedersi accanto a lui. Ero indecisa ma lo feci.
“Allora…Sony. Dimmi un po’ di te.” disse guardandomi.
“Beh non c’è molto da sapere…semplice ragazza di Sydney.” dissi abbassando lo sguardo. Non c’era molto da dire su di me in realtà.
“Lo so.” disse soltanto incrociando le braccia dietro la testa.
“Cosa?” chiesi guardandolo non capendo.
Hai paura dei tuoi demoni.” disse soltanto guardandomi negli occhi
“Io…non mi piace molto parlare di me.” risposi abbassando lo sguardo.
“A me fa paura il presente.” disse guardando fuori dalla finestra. Qualcosa mi diceva che anche lui nascondeva una parte di sé.
“E perché?” chiesi curiosa.
“Perché non potrai mai sapere quello che accadrà. Anche in questo momento, migliaia di persone fanno cose, ma tu non lo sai.” disse soltanto gesticolando.
“Quanti anni hai?” chiesi guardandolo. Lui distolse lo sguardo dalla finestra e lo posò su di me.
“19. Credo tu sia più piccola.” disse ridacchiando. Io di risposta sbuffai e incrociai le braccia, facendo la finta offesa.
“Che c’è?” chiese ridendo.
“E’ che non mi piace essere una ragazzina.” dissi alzando gli occhi.
“Fidati non crescere, è una trappola.” disse sorridendomi. “E poi comunque ti ho trovato un nuovo soprannome.” disse ridacchiando.
“Comunque per l’età che hai potresti essere mio fratello.” dissi ridendo, cambiando discorso. Lui rise e si scompigliò i capelli.
“Lo so, piccola. Ma anche il tuo ragazzo o il tuo amico.” disse sorridendo. Arrossii per il soprannome e cercai di non darlo a vedere. Lo sentii solo ridacchiare, segno che mi aveva visto.
“AIUTOOO!” sentii gridare dal piano inferiore. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e scendemmo velocemente, sperando in meglio.
 












 













ANGOLO AUTRICEEEE JDUHNUW:
HEYLA PEOPLE! Allora ci tengo a ringraziare le poche lettrici che hanno iniziato questa avventura con me! :D
E' davvero importante sapere che ci siete, quindi RECENSITE! Scrivetemi qualsiasi cosa, difetti e pregi e cose
così. Cercherò di migliorare e di soddisfare le vostre richieste! ;) A me particolarmente piace molto questa storia!
E' diversa dalle altre, è molto stile TWD, serie che adoro! *fa gli occhi a cuore*
Spero vi piaccia vivamente! Per qualsiasi informazione etc. vi lascio il mio kik: xxpetruzxx
Baciiiiii!! xx

Sony xx

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Capitolo 3
*** Dangerous. ***


Dangerous. – Chapter 3.
 

“AIUTOOO!” sentii gridare dal piano inferiore. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e scendemmo velocemente, sperando in meglio.
“Che succede?!” chiesi preoccupata guardando Luke, Ash e Calum. Notai Karen accasciata per terra contro al muro, con gli occhi spalancati dalla paura.
“Uno zombie ci ha attaccati. Eravamo sul retro e voleva uccidere mia madre.” disse Calum guardando la madre sconvolta. Capii che anche quel posto non era più sicuro.
 
 
 
“Allora. Io, Calum e Ashton ci occuperemo del retro. Porteremo tutte le armi dentro, così da non rischiare più di essere attaccati.” disse Michael guardando i diretti interessati.
“E io e Luke?” chiesi guardandolo.
“Tu e Luke vi occupate di questa.” disse indicando la porta d’ingresso.
“E cosa facciamo? La barrichiamo?” chiese Luke guardando Michael confuso. “E se entrassero? Come faremo poi ad uscire?” continuò gesticolando.
“Hai ragione allora. Luke tu aiuta sul retro, qui ci penso io.” disse Michael dando una pacca sulla spalla di Luke. I tre si avviarono e incominciarono a portare mano a mano le armi in casa, appoggiandole sul tappeto del salotto.
“Preso tutto?” chiese Michael raggiungendoli in salotto.
“Manca un’arma…Sony potresti andare a prenderla?” chiese Calum osservando tutte le armi. Feci di si con la testa e mi recai sul retro. Entrai nel garage e presi l’arma che era sul tavolo da lavoro. Non ebbi nemmeno il tempo di girarmi che caddi a terra, vedendo uno zombie davanti a me. Spaventata gridai aiuto, ma decisi comunque di non aspettare un miracolo. Riuscii a raggiungere l’arma caduta a pochi centimetri da me. La presi in mano e cercai di sparare allo zombie, mancando il bersaglio. Ormai era sul punto di mordermi quando riuscii finalmente a centrare la sua testa, che schizzò di sangue, sporcandomi. Gridai per lo spavento e iniziai a piangere, ancora stesa per terra.
“Oh mio dio!” disse Luke avvicinandosi con gli altri. “Oddio portiamola dentro.” continuò, prendendomi in braccio e portandomi in casa. Mi misero sul divano e aprii gli occhi lentamente, ancora spaventata.
“Oddio stai bene?” chiese Ashton guardandomi. Io, ancora scossa, non risposi e chiusi gli occhi.
“Noi abbiamo sentito dei colpi e siamo subito venuti ad aiutarti.” disse Calum guardandomi preoccupato. “E’ colpa mia dovevo andarci io, maledizione!” disse coprendosi la faccia.
“Non è colpa tua, doveva succedere no?” dissi a bassa voce toccandogli un braccio, per tranquillizzarlo.
“Non ti ha…morso vero?” chiese Michael guardandomi.
“No per fortuna. Ma per poco lo avrebbe fatto.” dissi ripensando alla scena. Luke mi abbracciò forte e così fece Ash.
“Devo assolutamente insegnarti a sparare.” disse Michael serio, salendo al piano di sopra e scendendo con due pistole.
“Hai ragione. Ormai non è più sicuro.” disse Calum andando in cucina da sua madre, aggiungendosi a Halsey. Michael mi porse una pistola e la presi.
“Ha la sicura. Andiamo.” disse aprendo la porta, facendomi passare. “Ah voi chiedete a mia madre cosa dovete fare.” disse Michael riferendosi ai miei fratelli, prima di chiudere la porta.
“Vieni.” disse gesticolando con la mano. Lo seguii e arrivammo appunto in un campo, probabilmente il loro. C’erano degli alberi e delle corde appese a essi.
“Allora. Io adesso legherò una bottiglia a questa corda e la farò muovere ok? Tu cerca di spararla.” disse legando la bottiglia di vetro.
“Okay. Ora. Togli la sicura.” disse indicando la pistola.
“Fatto.” dissi guardandolo. Lui prese la sua e mi mostrò come ricaricarla.
“Ora questa è la postura.” disse portando le braccia in avanti. Cercai così di imitarlo.
“Abbassa le spalle.” disse posando le mani sulle mie spalle.
“Okay. Quando sei pronta spara.” disse coprendomi le orecchie con le mani. Sparai un colpo, sussultando, ma mancai il bersaglio.
“Ancora.” disse indicando la bottiglia. Anche il secondo tentativo fallì. Sbuffai rumorosamente.
“Non riesco. E’ impossibile.” dissi abbassando la pistola.
“Ehi non dire così. Fai una cosa: pensa a qualcosa che ti fa incazzare molto.” disse guardandomi e ricoprendomi le orecchie. In quel momento ricordai molte cose, felici e tristi e assorta nei miei pensieri, non mi accorsi di aver colpito il bersaglio, frantumando la bottiglia in mille pezzi.
“Wohoo! Bel colpo piccola.” disse Michael, guardandomi. Sorrisi e riprovai ancora, riuscendo finalmente a colpire le bottiglie.
“Ok ok. Ora che sai come usare un’arma potremo essere tutti più tranquilli.” disse prendendomi la pistola di mano.
“Ehi ora è mia quella!” dissi guardando prima lui poi la pistola.
“C’è scritto Sony per caso?” disse ridendo osservando la pistola.
“Ah perché c’è scritto Michael vero?” dissi imitandolo. Lui scoppiò a ridere e mi porse la pistola.
“Me la pagherai Sony.” disse ridendo, dirigendosi verso casa sua.

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Capitolo 4
*** I just told the truth. ***


I just told the truth. – Chapter 4.
 
“Luke tu ti occuperai dei campi, Ashton aiuterà Michael a controllare che nessuno si avvicini alla casa.” disse Karen, riferendosi ai due. Luke fece un cenno con la testa ed uscì, lo stesso fecero Ash e Michael.
“Io? Posso aiutare in qualche modo?” chiesi guardandola. Lei si girò e si guardò intorno, per trovare qualcosa da farmi fare.
“Non so…che ne dici se mi aiuti a portare queste balle di bottiglie d’acqua?” chiese indicando le bottiglie sul tavolo.
“Ok. Dove le porto?” chiesi iniziando a prenderle.
“Le porti di sopra. Ti mostro dove, vieni. Abbiamo tipo uno sgabuzzino o qualcosa del genere.” disse Karen, cominciando a salire le scale. La porta era vicino la camera di Michael, così non mi preoccupai più di tanto. Doveva essere sicura.
“Ecco le appoggi qui.” disse battendo una mano sul tavolo di legno dentro alla stanza. Annuii e posai la prima balla, scendendo e portando le altre.
“Manca solo questa?” chiesi scendendo di nuovo in cucina. Lei annuì e così la presi, o almeno provai.
“Ahio!” esclamai. Mi facevano davvero male le braccia dopo aver portato più di venti balle da un piano all’altro.
“Non ti preoccupare la porto io.” disse abbassandosi per prenderla. Purtroppo quello che vidi non fu un’ illusione, o frutto della mia immaginazione. Sorrisi e la ringraziai sovrappensiero e mi diressi subito fuori casa, dove a pochi metri c’erano Michael e Ashton.
 
 


“Ehi come va?” chiesi avvicinandomi ai due.
“Bene. Perché stai fuori? E’ pericoloso.” disse Ashton guardandomi, con il fucile in mano.
“Posso rubarti Michael un attimo?” chiesi guardando Michael e poi Ash.
“Come mai?” chiese Ashton, alternando lo sguardo fra me e Michael.
“Uhm devo parlargli di una cosa.” dissi guardandolo. Ash annuì e così ci lasciò da soli sul terrazzo.
“Allora cosa mi devi dire di così importante?” chiese, facendo le virgolette mimando il “così importante.”
“Ecco io non so come dirlo. E’ che sono anch’io sconvolta e…” provai a dire, guardando il panorama.
“Hey che succede? Mi stai facendo preoccupare.” disse girando lo sguardo verso di me.
“Io non sapevo se dirtelo o no.” dissi continuando a guardare il paesaggio.
“Tua madre…è stata morsa.” continuai tutto d’un fiato, coprendomi la faccia.
“COSA?! MA..TU…SCHERZI  VERO? NON TI CREDO!” disse passandosi le mani tra i capelli e strizzando gli occhi.
“Io mi dispiace…” dissi a bassa voce. Era davvero scioccato.
“Guardami.” disse abbassando il tono della voce. Io mi girai e abbassai lo sguardo.
“GUARDAMI CAZZO! DIMMI CHE E’ UNA BUGIA!” disse alzando il mio mento con un dito, costringendomi a guardarlo.
“E’…la verità Michael. Tua madre è stata morsa al braccio.” dissi guardandolo negli occhi. Lui mi lasciò il mento e trattenne le lacrime, aggiustandosi nervosamente i capelli.
“Michael…io…” cercai di confortarlo, inutilmente.
“Shh. Non dire niente.” disse prima di andarsene, chissà dove. Avevo combinato un casino.
 


 
“E’ pronto ragazzi!” gridò Karen dalla cucina, così ci avviammo a mangiare. Erano le 8:00 e Michael era tornato da poco, da chissà quale posto. Mi sedetti al tavolo, vicino Luke e Ash e iniziammo a mangiare.
“Volevo ringraziarvi ragazzi, avete lavorato tanto oggi.” disse Karen, guardando i miei fratelli. Loro la ringraziarono e sorrisero. Io mi fermai ad osservare Michael, che a sua volta mi stava guardando. Sembrava quasi arrabbiato con me. Avevo solo detto la verità, non era una bugia. Quel pomeriggio lo vidi il morso sul braccio destro: era rosso scuro, violaceo ed era anche abbastanza grande. Vabbè che ho 15 anni, ma la vista ce l’ho ancora.
“Non ho fame.” disse Michael spostando il piatto in avanti e alzandosi. Io lo guardai confusa, ma non riuscii ad intendere cosa volesse farmi capire. Il suo sguardo era impassibile. Quando mi fece un cenno della testa, indicando le scale, capii.
“Neanche io. Penso che andrò a dormire. Notte.” dissi alzandomi e salendo le scale. Aprii la porta della sua camera e la chiusi dietro di me.
“Cosa c’è?” chiesi guardandolo steso sul letto con gli occhi chiusi.
“Voglio i dettagli.” disse soltanto.
“I dettagli? Non ci sono dettagli! Lo so che è difficile da capire ma è stata morsa ok? Fra un paio di giorni si trasformerà! Se non ci credi corri di sotto e alzale la manica!” dissi abbastanza infuriata, tanto da fargli aprire gli occhi di scatto.
“Tu non sai cosa significa!” gridò alzando la testa con le lacrime agli occhi.
“Ah si? Tu non mi conosci non sai quello che ho passato!” gridai di risposta.
“Sei solo una bambina!” gridò alzandosi dal letto, indicandomi con un dito.
“AH SI? LA PENSI COSI’? TU NON VUOI SOLO ACCETTARE LA VERITA’ MICHAEL! TU PENSI CHE I TUOI AMICI O PARENTI POSSANO VIVERE PER SEMPRE? BEH TI SBAGLI. TUTTI PRIMA O POI MUOIONO! CREDI CHE IO NON SIA STATA MALE QUANDO I MIEI GENITORI SONO MORTI IN UN INCIDENTE STRADALE? PENSI CHE IO STIA BENE?! Mi dispiace. Ma questa è la realtà.” dissi con le lacrime agli occhi, girandomi per andarmene.
“Oddio scusa io…” disse a bassa voce.
“Cosa? Ti vuoi scusare? Ormai è troppo tardi...” dissi abbassando la maniglia della porta.
“Aspetta.” disse dietro di me.
“Non ho niente da aspettare, tantomeno nessuno.” dissi girandomi e guardandolo.
“Ragazzi?” mi girai e Calum era dietro la porta, e si grattava la nuca nervosamente.
“Dimmi.” disse Michael sorpassandomi.
“Nostra madre, ha la febbre altissima.” disse Calum guardando Michael. Quest’ultimo si girò verso di me e mi guardò. Avevo solo detto la verità.

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Capitolo 5
*** Shoot! ***


Shoot! – Chapter 5.
 
 
Ehi mamma come stai?” chiese Michael avvicinandosi a lei. Aveva gli occhi chiusi, molto sudata e si agitava parecchio. Sicuramente mancava poco alla trasformazione. Avevo letto una volta in un libro che la febbre era uno dei sintomi principali, prima di trasformarsi in uno zombie. Non è bellissimo da dire, ma è così.
“Prima ha avuto tipo un calo di zuccheri e poi ho notato che aveva la febbre molto alta.” disse Calum toccandole la fronte. Calum le voleva molto bene, come Michael e Halsey. Io avevo già combinato un casino a dirlo a Michael, pensa Halsey e Calum…L’avrebbero presa sicuramente male. Gliel’ avrebbe detto Michael o non gliel’ avrebbe detto proprio.
“Calum secondo me di sopra sta più comoda.” dissi attirando la sua attenzione. Lui annuì e la prese in braccio, portandola di sopra.
“Michael ti posso parlare?” chiese Ashton guardandolo. Michael fece di si con la testa e si recarono in cucina, chiudendo la porta. In salotto rimanemmo solo Luke, Halsey e io.
“Pensi si riprenderà?” chiese Halsey a Luke, gurandandolo speranzosa.
“Non so ma penso di si.” disse Luke sorridendo. Se solo avrebbe saputo che in poche ore si sarebbe trasformata, non l’avrebbe detto.
Intanto Michael e Ashton uscirono dalla cucina, e non mi piacque molto lo sguardo confuso del primo, tant’è che lo guardai per capire a cosa stava pensando.
“Ragazzi dobbiamo organizzarci meglio ok?” intervenne Ashton, guardandoci.
“Cioè?” chiese confuso Luke.
“Cioè che da oggi qualcuno farà la guardia in soffitta per vedere se ci sono cose anomale vicino la casa.” disse Ash alludendo a Halsey. Quest’ultima annuì e si recò di sopra in soffitta.
“Tu e Luke farete la guardia ok?” disse Ashton guardando me e Luke.
“E tu che farai?” chiesi io incrociando le braccia.
“Io starò fuori con Michael a controllare ulteriormente la zona.” disse uscendo con quest’ultimo.
“Luke come stai?” chiesi sorridendo avvicinandomi a lui.
“Bene dai. Piuttosto tu…come stai?” chiese abbracciandomi.
“Anche io abbastanza bene.” dissi staccandomi.
“Ehi ho visto che passi molto tempo con Michael.” affermò guardandomi. Lo guardai confusa.
“Uhm si. E’ un bravo ragazzo.” dissi guardandolo.
“Posso darti un consiglio da fratello?” chiese guardando la porta. Annuii per farlo parlare.
L’illusione è una cosa fantastica, solo se sai gestirla.” disse guardandomi sorridendo.
“MAMMA!” sentimmo gridare dal piano di sopra. Io e Luke ci guardammo e corremmo di sopra.
“Si sta svegliando.” disse Calum guardandoci. Avevo un brutto presentimento. Anche Halsey arrivò di corsa per poi guardarci confusa.
Mi  avvicinai lentamente e notai che Karen muoveva le mani e agitava la testa. All’improvviso aprì gli occhi e quasi non mi spaventai.
“CALUM!” lo tirai giusto in tempo, evitando il peggio. Lo zombie tentò di morderlo sporgendosi in avanti, probabilmente sentendo l’odore della carne.
“Mamma…” sussurrò Calum piangendo. Non c’era tempo per le spiegazioni, lo tirai su facendolo alzare.
“Sparala Calum!” gridai porgendogli la mia pistola. Lui la prese tremando e la puntò verso lo zombie, ormai a pochi passi da noi. Le sue mani tremavano e stava piangendo. Ad un certo punto abbassò la pistola sussurrando che non ce la faceva.
“Devi farlo Calum altrim-.” non finii la frase che un colpo colpì la testa dello zombie, facendolo cadere per terra. Mi girai e Michael aveva la pistola ancora puntata verso lo zombie, e aveva gli occhi lucidi. Dietro di lui c’era Ashton, anche lui sconvolto.
“Oddioo!” disse Halsey abbracciando Calum, caduto in ginocchio vicino il corpo della madre.
“Calum, Halsey, vi dobbiamo parlare.” dissi avvicinandomi ai due.
 
 
 
 
“Stai scherzando vero?!” gridò Halsey alzandosi dalla sedia.
“Halsey stai calma!” gridò Michael.
“Come posso stare calma?! Sei mio fratello perché non mi hai detto niente?!” gridò Halsey avvicinandosi minacciosamente a Michael.
“Oh calmatevi. E’ stata colpa mia ok? Io ho visto il morso, io l’ho detto a Michael.” gridai intromettendomi tra i due. Loro si girarono verso di me contemporaneamente.
“E perché l’hai detto solo a lui?! Anche noi siamo suoi fratelli!” gridò indicando se stessa e Calum, seduto al tavolo con le mani fra i capelli.
“Senti anche io ero sconvolta ok? E lo sono ancora. Non sapevo a chi dirlo poi ho visto Michael e l’ho detto. Ormai è morta non puoi fare più niente!” gridai infuriata verso Halsey.
“Per te è facile! Volevo vedere se fosse morto qualcuno dei tuoi parenti!” gridò Halsey avvicinandosi a me.
“Halsey…” sussurrò Michael intromettendosi.
“VAFFANCULO!” gridai prima di buttarla giù, iniziando a colpirla.
“Ragazze basta!” gridò Calum, cercando di dividerci. Lo stesso fece Michael.
“Brutta puttana non ti permettere mai più di parlare della mia vita ok?!” gridai colpendola più volte in pieno viso.
Vedevo il sangue uscire dal suo labbro, ma non mi importava. Avevo molta rabbia dentro di me e non sapevo controllarla.
“Sony cazzo!” disse Michael tirandomi indietro, separandomi da Halsey.
“Io me ne vado da sta casa!” gridai uscendo dalla porta della cucina, sbattendola. Presi la giacca ed uscii dalla porta di casa. Mi inoltrai verso il bosco, con la pistola in mano, sperando in meglio.
 









ANGOLO AUTRICE:
Heyyyy ragazzuoleee. Grazie mille per aver letto anche questo capitolo, e spero che la storia in generale vi stia piacendo. Questo è un capitolo molto movimentato, con uccisioni e discussioni. Cosa farà Sony?
E gli altri? Cosa succederà? Se volete saperlo, lasciate una recensione e posterò il prossimo capitolo ;)
Coooomunque anche il prossimo capitolo sarà abbastanza movimentato ;) Molto direi.
Shippate i #sokey? HAHAHA io sì, shippo me stessa con Michael lol.
Ok vi lascio!

Sony xx

 

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Capitolo 6
*** Welcome to Melbourne. ***


Welcome to Melbourne. – Chapter 6.
 
 

Ero sul divano con Luke, a guardare la TV.  Ashton era a lavoro, e sarebbe tornato poco tempo dopo.
Erano le 7 di sera quando ricevemmo una telefonata. La telefonata che cambiò la nostra vita, per sempre.
“Mamma, papà…sono in ospedale.” disse Luke alzandosi e guardandomi disperato.
“Hanno fatto un incidente grave.”  disse iniziando a piangere. Io mi alzai e lo abbracciai  forte. Avevo circa 11 anni quando successe. Ci recammo subito in ospedale, per vedere i nostri genitori. Entrammo nella stanza dove erano situati. Quasi mi venne da piangere, vedendoli. Un macchina li teneva in vita, gli aghi sotto la pelle, la mascherina per respirare. Sembravano morti, se non fosse per il cesto, che si alzava e abbassava costantemente. Ci avvicinammo lentamente e ci sedemmo vicino a loro.
“Hey.” incominciò Luke emozionato. Probabilmente lui capì la gravità della situazione prima di me.
“Mamma mi manchi.” dissi io prendendole la mano. Era fredda, come un cadavere.
“Io non so cosa è successo però spero che ti rimetterai presto.” continuai guardandola. Solo in quel momento notai la nostra somiglianza. Occhi grigi come la pietra, capelli scuri come il cielo a mezzanotte, e il naso a punta. Luke assomigliava più al padre, soprattutto per gli occhi. Quel maledetto 31 novembre, la morte me li portò via, lasciando uno spazio incolmabile nel mio cuore.
 
 


Aprii gli occhi. Era solo un sogno. Uscii da quella specie di caverna e mi incamminai subito, per non rischiare a lungo. Avevo solo passato una notte fuori, e già mi stavo preoccupando. O tornavo, o continuavo a rischiare. Da sola. Mi sentivo osservata e infatti, non appena girai lo sguardo, un paio di zombie mi seguiva. Decisi di ucciderli, tanto erano pochi. Ma una volta uccisi, (sprecando tra l’altro 4 munizioni), notai una mandria di zombie venire verso la mia direzione. Saranno stati un centinaio. Impaurita corsi indietro, cercando di raggiungere il più in fretta possibile la casa, avvisando gli altri di fare bagagli e andar via.
Non so come ma arrivai in poco  tempo. Notai da lontano Luke, puntarmi il fucile dal terrazzo.
“PORCA PUTTANA LUKE SCENDI!” gridai avvicinandomi. Lui sentito ciò, scese dal terrazzo, chiamando anche gli altri.
“Sony!” disse Luke abbracciandomi forte. Mi mancavano i suoi abbracci. “Mi hai fatto preoccupare.” continuò staccandosi.
“Ehi.” disse Ash abbracciandomi. Non sembrava così entusiasta.
“Ragazzi ce ne dobbiamo andare, ora!” dissi guardandoli seriamente.
“Che?!” intervenne Michael, spuntando dal gruppo. “Tu che ci fai qui?” chiese guardandomi sorpreso.
“Senti testa pelata non c’è tempo ok? Degli zombie ci stanno raggiungendo dobbiamo andare via subito!” dissi quasi gridando guardandolo.
“Oh merda.” disse Ashton indicando un gruppo di zombie arrivare.
“Andiamo ora!” dissi correndo verso la macchina, parcheggiata fuori la casa. Gli altri mi seguirono e alla guida si sedette Ashton. Dietro c’eravamo io, Calum e Michael. Luke era nei posti anteriori con Ashton.
“Porca puttana le armi!” gridò Michael uscendo di corsa ed entrando in casa. Uscii pochi secondi dopo con una borsa piena di armi.
“Certo che ci stanno per mangiare e tu pensi alle armi!” dissi ad alta voce guardandolo male.
“Certo. Ma lo sai che dopo ci dovremo coprire il culo vero?” disse guardandomi facendo una smorfia.
“Ma quanti sono?!” gridò Ashton, accendendo il motore e partendo, prendendo la strada opposta.
“Ma…Halsey?” chiesi guardandomi intorno.
“Se n’è andata ieri…dopo di te.” disse Calum girando la testa per guardarmi. Annui pensierosa e appoggiai la testa al finestrino.
“E ora? Dove andremo?” chiesi guardando Calum e Michael.
“Non so. La cosa migliore è cercare un posto sicuro, tipo un negozio blindato o qualcosa del genere.” disse Michael ricaricando il fucile a pompa. “Ehi comunque sono contento che sei tornata.” continuò guardandomi. Sorrisi leggermente e riappoggiai la testa al finestrino. In pochi minuti mi addormentai, per la seconda volta.
 
“ –città! Non possiamo rischiare!”
Aprii gli occhi e notai Ashton gridare contro qualcuno.
“Ragazzi…che succede? Perché siamo fermi?” chiesi stropicciandomi gli occhi.
“La macchina. Ha finito la benzina. E siamo nel bel mezzo della città.” disse Calum sbuffando.
“E’ colpa vostra! Avete una macchina senza benzina durante un’ apocalisse!” gridò Ashton sbattendo le mani sul manubrio.
“La benzina finisce! Sai quanti chilometri abbiamo fatto?!” gridò Michael.
“Da quanto tempo siamo in macchina?” chiesi intromettendomi.
“2 ore.” rispose Luke girandosi.
“Porca puttana e vi lamentate se la benzina finisce?! Piuttosto cosa facciamo ora?” dissi guardandoli.
“Dobbiamo cercare un posto sicuro, moriamo di sicuro qua fuori!” disse Michael aprendo lo sportello e scendendo. Lo imitai e mi guardai intorno. Vidi un cartello con una scritta sbiadita, piena di polvere. La pulii un po’ con la manica della mia giacca e lessi sorpresa.
 
“Welcome to Melbourne.”

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Capitolo 7
*** What do we do? ***


What do we do?! – Chapter 7.
 

 
“E se…siamo a Melbourne?” chiese Luke avvicinandosi a me.
“A quanto pare…” dissi guardando la scritta. Mi ricordavo quando mamma e papà ci portavano là. Era molto vivace come città e mamma mi comprava sempre lo zucchero filato quando andavamo in centro. Risi a quel pensiero.
“Perché ridi?” chiese Luke guardandomi.
“Ah…ti ricordi quando mamma e papà ci portavano qua e ci compravano le caramelle?” dissi ridendo guardandolo.
“Si me lo ricordo.” disse Luke ridendo.
“Mi mancano.” affermai fissando la scritta. Alzai lo sguardo verso Luke, il quale mi abbracciò.
“Anche a me…anche a me.” sussurrò stringendomi. Erano già passati 5 anni dall’incidente.
“Ragazzi dobbiamo andare.” disse Michael avvicinandosi. Ci staccammo e seguimmo Michael.
“-rchè è pieno di zombie là! Andiamo verso est!” disse Ashton guardando la mappa. Probabilmente stava discutendo con Calum.
“Ma se andiamo verso ovest ci sono più posti per rifugiarci!” urlò Calum guardando Ashton.
“Ragazzi! Smettetela. Si va dove c’è meno probabilità di essere morsi.” dissi avvicinandomi alla mappa.
“A nord. E’ l’unica via d’uscita.” affermai seguendo con il dito la via sulla mappa.
“Sony a nord non c’è niente cazzo!” gridò Ashton guardandomi. “Scusa. E’ che cerco solo di proteggervi.” disse sistemandosi i capelli.
“Ovunque andremo ci saranno degli zombie. Se andiamo a nord, sud, est, ovest! Quindi muovete quel culo e andiamo da qualche parte.” disse Michael prendendo la borsa con le armi dalla macchina. La aprì e tirò fuori una balestra, carica con frecce.
“Avanti prendete un fucile.” disse avvicinandosi a noi.
“No tu no.” disse guardandomi serio.
“Michael so sparare.” dissi guardandolo. Lui annuì e tirò fuori dalla sua tasca una pistola. Era la mia.
“Tieni. La volevi no?” chiese alzando un sopracciglio. Annuii e la presi, mettendola in tasca.
“Non voglio che ti faccia del male.” sussurrò al mio orecchio per poi gridare un “Andiamo!” e seguire verso nord.
 
 
“Giù giù.” sussurrò Calum, una volta arrivati in città. Ci nascondemmo accovacciati dietro una macchina.
“Guarda Cal.” disse Michael indicando col dito un punto. “Ce ne sono due. Facciamoli fuori. Hai il silenziatore?” chiese guardando la sua arma. Calum annuì e si avvicinarono pian piano ai due zombie, sparandoli e colpendoli in testa.
“Bel colpo bro.” dissero dandosi il cinque.
“Via libera!” sussurrarono facendoci un cenno con la mano. Avanzammo e li seguimmo.
“Ragazzi c’è un supermercato in fondo.” dissi indicando in fondo alla strada.
“Sembra tranquillo. Potremo provare a raggiungerlo.” disse Ashton.
“ASH!”gridò Luke. Ashton si girò di scatto e sparò uno zombie, che lo stava per assalire.
“Cazzo c’è mancato poco.” sussurrò allontanandosi dal corpo morto, caduto a terra.
“Merda. CORRETE!” gridò Michael indicando un gruppo di zombie dietro di noi.
“Cazzo Ash non avevi il silenziatore?!” gridò Luke guardandolo. Lui fece di no con la testa e iniziammo a correre verso il supermercato in fondo alla via. Una volta arrivati aprimmo la mega porta di vetro e la chiudemmo dietro di noi.
“Corri presto trova dei bastoni per bloccare la porta!” disse Ashton tenendo chiusa la porta. Annuii e corsi fra i reparti per trovare qualcosa di utile. Per fortuna trovai per terra due tubi a gancio e glieli porsi. Li incastrò fra le maniglie della porta e sospirò appoggiandosi sulle ginocchia.
“Ragazzi ci sono un sacco di provviste qui, e la porta può resistere anche una settimana!” disse Calum guardandosi intorno.
“Hai ragione. Staremo qui finché possiamo ok?” disse Michael guardandoci.
“Dai sta facendo buio troviamo qualcosa da mangiare.” disse Luke avviandosi per i reparti. Lo seguii.
“Bleah. Chissà da quanto tempo sono qua.” affermò Luke guardando le scatole con la carne.
“Io  direi di prendere tipo scatole di fagioli, o cose confezionate.” dissi cercando fra gli scaffali.
“Ecco.” sussurrai prendendo una scatola di fagioli.
“Si ma non basta per tutti! Ah ecco.” disse Luke prendendo qualcosa dagli scaffali.
“Mmh?”
“Burro di arachidi col pane.” disse leggendo le confezioni.
 
 
“AHAHA ti ricordi quando hai pisciato per terra?” chiese Ashton, guardando Luke ridendo.
“Eddai avevo 4 anni!” disse Luke arrossendo. Tutti risero guardando Luke.
“Si anche tu quando hai tirato un calcio al pallone e mi hai preso in faccia però!” intervenni io ridendo. Certo che ne avevamo passate tante da piccoli.
“Calum quando aveva 9 anni ballava imitando Beyoncè.” disse Michael mangiando.
“Non ci voglio credere HAHAH.” disse Luke tenendosi la pancia dal ridere.
Dopo un po’ di tempo, potevo dire di essere tornata a sorridere.















HEYYYYYY!
Hey bitchez. No okay.
BTW, come va? Io tutto bene diciamo ;) ecco a voi un altro capitolo!
Spero vi piaccia! Diciamo che è una storia un pò strana, con personaggi strani
e cose strane LOL.
Tuuuutto strano *ride*
Lasciatemi un parere su questo capitolo o comunque sulla storia in generale!
Mi fa piacere sapere il vostro giudizio e migliorare qualcosa!
Al prossimo aggiornamento!

Sony xx

 

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Capitolo 8
*** Biscuits. ***


Biscuits. – Chapter 8.
 

 
“Sony! Sveglia!” sentii dire. Aprii leggermente gli occhi e vidi Luke scuotermi ripetutamente.
“Mmh un altro po’…” mugugnai girandomi dall’altra parte.
“Ci servi!” disse ridendo, iniziando a scuotermi di nuovo.
“Okay okay.” dissi alzandomi e stiracchiandomi.
“Dai vieni son già tutti svegli.” affermò Luke iniziando a camminare.
“Mi fa piacere guarda!” dissi ridendo seguendolo. Attraversammo il reparto principale e arrivammo all’entrata, dove avevamo mangiato la sera prima.
“Giorno.” dissi sbadigliando, sedendomi vicino Ashton.
“Giorno.” rispose Calum alzando la mano.
“Alla buon’ora!” disse Michael guardandomi. Risposi con il dito medio, provocando diverse risate.
“Okay ti avevo lasciato i biscotti ma a quanto pare me li magno io.” disse Michael prendendo la scatola di biscotti e iniziando a mangiare.
“Doppio vaffanculo.” dissi alzando nuovamente il dito contro di lui.
“Allora oggi ristrutturiamo un po’ qua?” intervenne Luke guardando tutti.
“Dobbiamo rafforzare questa porta.” disse Calum indicando la porta dietro di noi. “E pulire un po’ di casino.” continuò gesticolando.
“Dividiamo i compiti?” chiesi io guardando tutti.
“Calum e Ashton si occuperanno della porta visto che sono più forti di me.” affermò Luke ridacchiando.
“Voi due?” chiesi guardando Luke e Michael.
“Noi puliremo la zona e tu ci aiuterai.” disse Michael alzandosi.
“A lavoro!” continuò incamminandosi fra i reparti del supermercato. Io e Luke lo seguimmo.
“Uhm allora io direi di raccogliere tutto il cibo utile e metterlo in una cesta.” disse Luke iniziando a prendere cose dagli scaffali.
“Si ok ho capito porto io la cesta.” dissi trovandone una per terra. Luke iniziò a riempirla con cibi e medicinali vari.
“Lukeeee!” sentimmo gridare dall’altra parte del supermercato.
“Dimmiii!” gridò Luke sentendo la voce di Ashton.
“Vieni abbiamo bisogno di una mano.” gridò Ash di risposta.
“Continuate voi ok?” disse Luke girandosi verso di noi, prima di sparire dietro gli scaffali.
“Ooookay.” disse Michael prendendo delle bende.
“Non credi sia strano? Insomma prendere le cose così senza pagare?” chiesi ridendo. “No okay è una domanda stupida. Perché siamo in un apocalisse e quindi se non pren-.”
“Oh la puoi piantare? Sto cercando di concentrarmi.” disse prendendo un pacco di biscotti. “L’ultimo.” sussurrò leggendo la confezione.
“Quello è mio vero?” chiesi fissando il pacco di biscotti.
“Ovvio che…no.” disse sorpassandomi.
“Ehi ma ti devi far perdonare.” gridai raggiungendolo.
“Mmh?” chiese guardandomi.
“Dai prima ti sei mangiato i miei biscotti.” dissi guardandolo.
“Ah giusto. Vabbè troverò un altro modo per farmi perdonare.” disse facendomi l’occhiolino e tornando all’entrata.
“Allora abbiamo raccolto praticamente tutto quello che è rimasto.” disse poggiando il cestino sulla cassa.
“Oh mio dio quelli sono bisc-!”
“Shh sono miei ok?” disse Michael fermando la mano di Calum. Quest’ultimo rise e annuì.
“Ma hai una mania per i biscotti per caso?” chiesi guardandolo confusa e divertita.
“E tu hai la mania di non chiudere quella bella boccuccia?” chiese guardando prima me e poi le mie labbra.
“Beh sì può darsi…” dissi allontanandomi.
“Allora come va con la porta?” chiesi raggiungendo Ash e Luke.
“Insomma. Questa maniglia si sta rompendo, e non credo sarà molto sicuro quando succederà…” disse Ashton indicando la maniglia della porta.
“Proviamo a metterci dei carrelli così se si romperà, gli zombie impiegheranno più tempo per entrare.” affermò Luke indicando una fila di carrelli vicino la cassa.
“Buona idea.” dissi prima di tornare dai due pazzi.
“Ehi ancora qua?” chiese Michael ridendo.
“Si perché come vedi ci sono molti posti dove andare.” dissi guardandomi attorno sarcasticamente.
“Aaaaah. Davvero sei strana.” disse Calum mangiando un biscotto.
“Ah sì però a lui li dai i biscotti eh?” chiesi guardando Michael, facendo la finta offesa.
“E’ mio fratello.” disse mangiandone uno ridendo.
“E io cosa sono? Spazzatura?” chiesi guardandolo.
“Davvero state litigando per dei biscotti?” chiese Calum intromettendosi.
“Sì.” dicemmo all’unisono.
“Uhm interessante.” affermò Calum mangiandone un altro.
“Si no finiscili pure.” disse Michael guardandolo ridendo.
“Era quella la mia intenzione.” rispose Calum, ricevendo in risposta un pugno sul braccio.
“Io me ne vado.” dissi girandomi incamminandomi.
“Dove?” gridò Michael.
“Ti interessa?” chiesi girandomi.
“Sì.” disse guardandomi.
“Okay vado a dormire se hai bisogno sono nel reparto 2.” urlai prima di recarmi al reparto per schiacciare un pisolino.
 










HEYYY!
Non ho molto tempo per fare un'angolo accurato sorry ;(
Lasciate una recensione eee leggete in molte ;)
Alla prossima!

Sony xx
 
 
 

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Capitolo 9
*** Oh shit. ***


Chapter 9 – Oh shit.
 
“Sony svegliati dai!”
Aprii gli occhi e mi guardai intorno confusa. Ero ancora nel reparto 2.
“Cosa c’è?” chiesi guardandolo.
“Sono stanco.” affermò Michael sedendosi accanto a me.
“E quindi?” chiesi seguendolo con lo sguardo.
“Ma mi annoio, e quindi ti romperò le palle.” disse ridacchiando guardandomi. Giuro che lo uccido.
“Ma…serio? C’è tu mi hai svegliato perché ti annoi e hai sonno?”
“Si perché? Non ho una ps4 o il computer, sei una valida alternativa.” disse ridacchiando appoggiandosi sulla mia spalla.
“Ehi scordatelo alzati da qua.” dissi allontanandomi.
“Eddai! Mi fai da cuscino!” disse facendo il labbruccio.
“Che scemo…” dissi spingendolo e alzandomi.
“Dai raggiungo i ragazzi, vieni o dormi?” chiesi guardandolo. Sembrava davvero stanco.
“Dai no vengo ho un’idea.” disse alzandosi e pulendosi i jeans, rigorosamente neri.
 
 
“Quindi? Vuoi giocare al gioco delle 20 domande?” chiese Calum ridendo. Ma che bella idea, davvero! In un’ apocalisse zombie ovviamente si gioca. Okay.
“Esatto. Dai uno fa una domanda e tutti rispondono a turno okay?” chiese Luke guardandoci. Annuii e ci sedemmo in cerchio.
“Allora…mmh.” disse Luke pensando. “Non ho idee.”
“Faccio io.” disse Michael pensando. “A che età il primo bacio?” chiese guardandoci.
“Posso non giocare?” chiesi ridendo alzandomi. Mi guardarono tutti confusi.
“Solo perché non l’hai mai dato non significa che non possa giocare.” affermò Ashton ridendo. Alzai il dito medio in risposta.
“Scherzi?!” chiese Michael guardandomi. Si okay ero abbastanza sfigata da non aver mai dato un bacio.
“Nope. Non è colpa mia se tu hai tante ammiratrici e io manco un ragazzo.” dissi ridendo guardandolo.
“Ehiii smettila di prenderlo in giro!” disse Luke ridendo.
“Grazie amico ma la tua sorellina è un po’ testarda.” affermò facendomi l’occhiolino. Giuro che glielo tolgo quell’occhio.
“Io ascolto ma non gioco ok? Cristo!” dissi sedendomi di nuovo per terra.
 
“Aahaha oddio muoio.” disse Calum tenendosi la pancia dal ridere. Si stavano raccontando delle barzellette. Avevamo passato almeno due ore così.
“E poi mi ric- Aspettate. Ho sentito un rumore.” disse Luke guardandoci serio. Noi smettemmo di ridere e ci alzammo, preparando le armi. Ci avvicinammo alla porta d’ingresso e notammo un bel gruppo di zombie attaccati alla porta, che cercavano di entrare. I tubi erano ormai piegati e mancava poco per spaccarli.
“Oh cazzo correte sul retro!” urlò Ashton guardandoci. Tutti iniziarono a correre sul retro e io, ovviamente, presa dal panico rimasi a fissare la porta d’ingresso. Dopo pochi secondi mi resi conto di essere rimasta indietro e iniziai a correre verso l’altra uscita.
“Porca puttana.” sussurrai correndo fra i reparti, notando solo due munizioni nella pistola. Arrivai all’uscita e la aprii, trovandomi un altro gruppo di zombie proprio davanti alla mia faccia. “Sono fottuta.” pensai, chiudendo la porta, rimanendo incastrata nel supermercato.
 
Luke’s POV:
“C’è mancato poco.” dissi poggiandomi sulle ginocchia, riprendendo fiato.
“Dov è Sony?” chiese Calum guardandoci. Mi guardai intorno ma non trovai nessuno. Oh merda.










BITCHESSSSS!
Okay. Ragazze scusate per il capitolo di merda ma okay. E' un capitolo di passaggio (?).
Se avete visto ho iniziato un'altra storia eheh ;) SEMPRE SU MICHAEL CHISSA PERCHE'..
xD. Era un'idea che mi frullava in mente così l'ho fatta. Ci tenevo a precisare che io le storie
non le so assolutamente tenere per molto, quindi a malincuore, questa storia penso arrivi
a 18 capitoli. Ehhhh già. Non capisco come facciano le ragazze a tenere una storia per 60 capitoli.
:O E' UN PARTO.
Se vedemooossss (Lol)

Sony xx

 

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Capitolo 10
*** Save you. ***


Chapter 10 – Save you.
 
Luke’s POV:
“Dobbiamo trovarla porca puttana!” gridai scalciando una bottiglia vuota. Noi eravamo riusciti a scappare ed eravamo sul tetto di un palazzo. Avevamo provato ad uscire dalla porta d’emergenza ma un gruppo di zombie aveva provato ad attaccarci, così avevamo trovato un’ uscita dal tetto del supermercato.
“Cazzo che facciamo?” chiese Calum guardandoci. Ero davvero preoccupato.
“Luke stai calmo troverà una via d’uscita.” affermò Ashton guardandomi.
“Ashton vaffanculo. Michael andiamo.” dissi facendogli un cenno col capo. Lui mi seguì e così decisi di scendere e cercare un modo per salvarla da quei cosi.
“Voi state qui ok? Noi andiamo a prenderla.” disse Michael girandosi e guardando gli altri. Annuirono e così scendemmo dalla scala, fino ad arrivare sul retro del palazzo.
“Vai tu, io ti copro.” disse Michael dandomi il suo fucile. Mi guardai intorno e per fortuna non trovai tracce di zombie, così avanzammo lentamente verso il supermercato. Dovevamo trovare un modo per entrare e prendere Sony.
“Luke aspetta.” disse Michael accovacciandosi a terra. Mi girai e lui indicò un gruppo di zombie davanti al supermercato. Lo imitai e ci nascondemmo dietro un muretto.
“Cosa vuoi fare?” chiesi a Michael, mentre ricaricavo il fucile. Lui aveva la balestra e, per quanto potesse essere forte, era comunque pericoloso.
“Tu li distrai in qualche modo. Quello.” disse indicando un pezzo di marmo. “Tiralo addosso, così verranno verso di te. Poi corri e vai sul retro. Fai la stessa cosa là, in modo da potermi far entrare. Capito?” mi spiegò il suo piano e annuii, raggiungendo il pezzo di marmo posizionato nel mezzo della strada.
“Ehi!” gridò Luke scagliandoglielo contro, attirando l’attenzione degli zombie, facendoli avanzare verso di lui.
“Sul retro! Andiamo!” sussurrai seguendolo sul retro, dove trovammo altri zombie.
“Questo.” sussurrai prendendo una bottiglia di vetro rotta. Gliela lanciai il più lontano possibile, così riuscimmo a sbarazzarci per un po’ di quei cosi. Non avevamo molto tempo però.
“Andiamo, non abbiamo molto tempo.” affermai avvicinandomi alla porta d’emergenza del supermercato.
“1.2.3.” ed entrammo, scalciando la porta.
 
 
Sony’s POV:
“Cosa faccio?” pensai presa dal panico. Ero circondata da zombie e non vdevo una via d’uscita. Trovai una specie di condotto, così spaccai la placca che lo proteggeva e mi infilai dentro. Era buio e non riuscivo a vedere niente. Mi ricordai di avere un accendino e lo presi dalla tasca posteriore dei miei jeans, creando un’atmosfera alquanto inquietante. E, per la prima volta in vita mia, aspettai un miracolo.
All’improvviso sentii delle voci e mi preoccupai, pensando fossero zombie. Mi avvicinai cautamente e notai due figure, muoversi lentamente fra i reparti. Notai un ciuffo blu e così mi affrettai ad uscire.
“Uhm?” disse Luke girandosi.
“Luke!” gridai saltandogli addosso. Lui mi strinse forte e mi posò a terra.
“Cazzo mi hai fatto preoccupare.” disse abbassandosi di poco.
“CI hai fatto preoccupare.” affermò Michael sottolineando la prima parola.
“Hey.” dissi abbracciandolo. Mi sentii strana a quel contatto, e mi staccai poco dopo.
“Come avete fatto ad entrare?!” chiesi guardandoli scioccata. “Insomma c’erano un sacco di zombie e…” chiesi indicando la porta.
“Te lo racconteremo. Ora dobbiamo andare.” disse Luke sorridendomi. Ricambiai e ci dirigemmo verso l’entrata principale.
“Perché siamo qui?!” chiesi stupita. Insomma era proprio lì il gruppo di zombie, e poi era scomparso.
“E poi perché non ci sono più gli zombie?!” chiesi osservando Luke salire sopra la cassa e aprire una mattonella del soffitto.
“Shh. Fai troppe domande.” disse Michael girandosi e sorridendomi.
“Fanculo.” sussurrai alzando il dito medio, ridendo. All’improvviso si girò e tolsi il dito fischiettando.
“Smettila.” disse avvicinandosi al mio viso.
“Ragazzi andiamo!” gridò Luke, già sopra il terrazzo. Mi sbrigai e salii sopra la cassa e saltando, prendendo la mano di Luke, che mi tirò su. Così fece Michael.
“Ragazzi!” gridò Calum dall’altro palazzo. Lo salutai con la mano e saltai, arrivando dagli altri.
“Sony!” esclamò Ashton abbracciandomi. Vidi Luke guardarlo male, ma non capii cosa intendesse.
“Hey Cal.” dissi abbracciandolo.
“E ora?” chiesi guardandomi intorno. Eravamo sul terrazzo di un palazzo, come avremmo fatto a sopravvivere?
“E ora si continua a sperare.” disse Michael guardandomi. Sorrisi leggermente e mi incamminai con gli altri, cercando di non finire più nei guai.











ANGOLOOOO UUHUHH
Spero siate fiere di me *applausi* eh si. HO AGGIORNATO UHUH.
Scusate se qualche volta aggiornerò in ritardo ma ho anche iniziato l'altra storia e...si.
Ceh capitemi vi prego haha ;)
Cosa succede in questo capitolo? Sony viene salvata per fortuna e continuano a spostarsi
di città in città. Ggggià. Spero vi sia piaciuto il capitolo, anche perchè voglio sapere i vostri
pareri. Ringrazio chi segue la storia, e chi la recensisce. Se vi va leggete anche l'altra,
"prank call.", che aggiornerò forse stasera ;)
Baaaaaaciii xx

Sony xx

 

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Capitolo 11
*** Daylight. ***


Chapter 11 – Daylight.

 

 
Il cielo era sereno, sembrava una giornata d’estate, quelle dove si soffoca dal caldo. La sera invece si moriva dal freddo, provocando dei brividi lungo la schiena che andavano via difficilmente. Soprattutto quando a proteggerti è solo una felpa. Anche perché quando ero scappata non avevo fatto valigie e via, ma avevo preso una felpa qualsiasi e l’avevo indossata velocemente, mentre uscivo da quella che io chiamavo “casa mia.”
Ero stesa sul prato, a pancia in su, e osservavo il cielo. C’erano molte stelle e la luna brillava più del solito. Ero davvero stanca e stressata, tant’è che chiusi gli occhi e mi risvegliai dopo non so quanto. Erano le nove, più o meno. Imparai a capire l’orario in base al clima. Se era più freddo del solito, vuol dire che era sera tardi, altrimenti era ancora pomeriggio. Portai le mani dietro la mia testa e sospirai, aprendo gli occhi e guardando le stelle. Mio padre mi aveva insegnato ad osservare il cielo, sin da piccola. Sapevo riconoscere le costellazioni e raccontare la loro storia. Cosa piuttosto strana per una ragazzina.
Mi girai di colpo quando sentii un rumore di foglie secche provenire dalle mie spalle, quasi presi un infarto. Ma mi calmai subito dopo. Era solo il vento. Mi ristesi sull’erba e sbuffai.


“Boooo!” gridò qualcuno, facendomi gridare ancora più forte.”Davvero ti sei spaventata?” chiese Michael ridendo, sedendosi accanto a me.
“Certo! Poteva essere uno zombie!” dissi tenendo una mano sul petto.
“La tua faccia è stata epica!” disse imitando la mia faccia. Risi ancora più forte, guardandolo.
“Dai ti ho fatto ridere.” disse guardandomi sorridendo. Chiusi gli occhi stendendomi per l’ennesima volta.
“Come va?” chiese probabilmente guardandomi.
“Va.” affermai ancora ad occhi chiusi. Sinceramente non stavo bene, insomma era accaduto tutto in poco tempo.
“Non mentirmi.” disse stendendosi anche lui. Lo guardai con la coda dell’occhio e lo vidi osservare il cielo. Con il riflesso della luna, sembrava ancora più misterioso e intrigante. Era davvero affascinante.
“Novità?” chiesi guardandolo. Mi guardò e scosse la testa, prestando la sua attenzione alla luna.
“Mi ha sempre affascinato la luna.” afferma guardandomi. Sorrisi e distolsi lo sguardo.
“Guarda.” disse attirando la mia attenzione. Si tolse la giacca di pelle e alzò la manica, mostrandomi un tatuaggio.
“To the moon?” chiesi guardando il tatuaggio. Lui sorrise e lo guardò.
“L’ho fatto l’anno scorso. E’ davvero importante per me.” affermò guardandomi. “Sai mio padre mi diceva sempre che quando vuoi gridare, sfogarti, parlare con qualcuno lontano, devi parlare alla luna.” continuò abbassandosi la manica.
“E’ bellissimo quello che hai detto.” affermai guardandolo. Suo padre doveva essere un uomo di sani principi.
“Lo so. Per questo ne ho tatuata una parte.” disse sorridendo leggermente.
“A me è sempre piaciuto osservare il cielo, soprattutto le stelle.” dissi guardandolo. “E’ un modo per rilassarmi.” affermai ridendo. Mi guardò confuso e poi rise anche lui.
“Quindi sai anche le costellazioni?” chiese eccitato come un bambino. Annuii e iniziai ad indicarne alcune.
“E quella cos’è?” chiese indicandone una.
“E’ l’orsa maggiore.” dissi seguendone la linea col dito.
“Sembra un cane.” affermò ridendo. Lo guardai ridendo e continuai ad elencarne altre, ridendo alle sue strane affermazioni.
 


“Che ore sono?” chiesi ridendo.
“Ah non lo so, non ho un orologio.” disse ridendo. Era piacevole guardarlo ridere, non so perché. Mi rendeva felice anche a me. Iniziai a sentire freddo così mi strinsi maggiormente nella mia felpa.
“Credo sia meglio andare.” affermai tremando dal freddo. Feci per alzarmi ma “Resta.” disse Michael bloccandomi il polso. Mi guardava con quei suoi occhi verdi, o forse azzurri, insomma non l’avevo mai capito veramente. Annuii e mi sedetti nuovamente, portando le gambe al petto.
“Sai tu sei come la luna a volte. Sembri vicina ma sei così distante.” affermò guardandomi. Lo guardai per capire la sua frase.
“Cosa vuoi dire?” chiesi distogliendo lo sguardo.
“Non ti capisco. Sei complicata. Un po’ come me.” spiegò togliendosi la giacca di pelle.
“Che stai fac- g-grazie non ce n’era bisogno.” affermai imbarazzata, sistemando la giacca sulle mie spalle.
“Si come no, stavi tremando.” disse ridacchiando. Risi a mia volta.
“E’ vero, sono complicata. Ma anche tu non sei da meno.”
“Beh a volte le imperfezioni diventano perfette se si incontrano.” affermò accendendosi una sigaretta.
“Quindi vuoi dire che siamo imperfezioni perfette?” chiesi guardando il fumo uscire dalle sue labbra.
“Esatto.” disse portandosi la sigaretta alle labbra, inspirando un po’ di fumo.
“Da quando fumi?” chiesi osservando la sigaretta.
“Da quando è iniziata questa merda.” disse gesticolando. Annuii distrattamente e lo guardai finire la sigaretta.
“Che c’è?” chiese ridendo guardandomi.
“E’? Niente, pensavo.” affermai giocando con i braccialetti.
“E a cosa?” chiese sorridendo.
“Fai troppe domande.” dissi ridendo leggermente.
“Mi piace quando ridi.” affermò attirando la mia attenzione. “Sembra quasi che tu sia felice, sembri un’altra persona.”
“Ho pensato la stessa cosa di te.” pensai, o almeno credevo di averlo fatto.
“Uhm l’ho detto ad alta voce vero?” chiesi imbarazzata.
“Beh credo di si.” disse guardandomi.
“Sbaglio o sta facendo giorno?” chiesi osservando il cielo.
“Si. Ma tanto gli altri si sono ubriacati, quindi non dovrebbero preoccuparsi.” affermò pensandoci su.
“Ma oddio li abbiamo lasciati da soli su quel terrazzo. Sono un disastro.” dissi ridendo. Ormai il sole stava sorgendo.
“Non avresti dovuto seguirmi.” dissi mordendomi il labbro, pensandoci su.
“Forse.” affermò ridendo. Lo spinsi divertita e continuai ad osservare il sole, pian piano iniziava a farsi vedere, illuminando la città.
“E ora?” chiesi guardandomi intorno.
“Vaffanculo.” sussurrò, prima di premere le sue labbra sulle mie.













HEYYYY:
Ho cercato di allungare il più possibile il capitolo, spero vi piaccia! Lasciate una recensione e fatemi
sapere se volete il prossimo capitolo! ;) Byeee

Sony xx

 

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Capitolo 12
*** New start. ***


Chapter 12 – New start.
                      
“Allora come ti senti?” mi chiese guardandomi sorridendo.
“Non lo so. Mi manca tutto, la casa, le mie cose, perfino la mia scuola. Mi manca tutto.” affermai sbuffando e sedendomi su una delle sedie posizionate al centro della stanza. Era un magazzino abbandonato, uno di quelli giganti dove di solito si portano i grandi imballaggi da spedire. Non era un granché, puzzava di muffa ed era abbastanza buio, ma andava bene comunque.
“Anche a me, non sai quanto…Se penso a quello che successo davvero rimango scioccato. Anzi già lo sono.” disse Luke sedendosi nella sedia accanto alla mia. Lo guardai e notai la sua stanchezza. Aveva le occhiaie e, in 15 anni di vita, non le avevo mai viste sul suo viso. I capelli biondi erano spettinati e abbastanza trasandati. Gli occhi azzurri a stento rimanevano aperti.
“Luke riposati davvero, sei stanco morto.” dissi guardandolo seriamente. Aveva un gran bisogno di rilassarsi.
“Non posso. Ash e Michael sono fuori e io sono l’unico qua. Se succede qualcosa…” accennò alzandosi dalla sedia.
“Luke davvero ho le armi con me sono al sicuro.” lo incoraggiai, attirando la sua attenzione.
“Sicura?” chiese guardandomi preoccupato.
“Certo vai.” dissi alzandomi e posandogli un bacio sulla guancia. Sorrise e si recò in fondo al magazzino, in una stanza appartata. Ero sola. Mi sedetti di nuovo sulla sedia e mi appoggiai allo schienale. Era passata una settimana, dal bacio. Che poi non era stato un bacio in quanto io mi ero spostata subito ed ero fuggita, senza parole. “Perché l’ha fatto?” continuavo a pensare. Non avevamo più parlato da quel giorno e io, non avevo intenzione di farlo, anche perché l’aveva deciso lui di “provare a baciarmi.” Ma insomma chi bacerebbe una…come me? Sono solo un disastro, combino sempre guai e di certo non sono bella. Non mi ritengo brutta ma molte altre ragazze sono più affascinanti e sensuali. Ma mi sta bene così, perché preferisco essere me stessa con un paio di skinny jeans e una camicia, piuttosto che dei tacchi da chissà che misura e un vestito cortissimo. Non sanno quante volte mi sono sentita rifiutata per la musica che ascoltavo, il modo di vestire o il mio carattere. Sono solo me stessa, e a volte fa male esserlo.
 
 
 
Camminavo lungo la via dietro il magazzino, con mille pensieri in testa e una sigaretta in mano. Avevo iniziato a fumare da un paio di giorni, probabilmente per il nervoso. “Se Ashton lo scopre mi fa fuori.” pensavo, mentre facevo un altro tiro alla sigaretta. Pioveva, poco, e ovviamente non avendo un ombrello camminavo inerme sotto l’acqua. Adoro la pioggia. E’ qualcosa di indescrivibile, mi rilassa parecchio. Finii la sigaretta e la gettai sul marciapiede, abbassandomi le maniche della felpa. Non so quanto avremmo resistito in quel magazzino, anche perché il cibo era praticamente finito e dovevamo per forza spostarci. Era un continuo movimento, soprattutto se volevi sopravvivere. A volte ho anche pensato di non difendermi, farmi mordere da uno di quei cosi e finirla lì. E lo pensavo ancora. Almeno non avrei avuto più sentimenti e non avrei creato più problemi.
“Hey!” sussurrò qualcuno alle mie spalle. Presi la pistola dalla mia tasca e mi girai, notando qualcuno dietro l’angolo. Cercai di riconoscere la sua voce ma non ci riuscii. Così mi avvicinai cautamente e girai l’angolo.
“Cosa vuoi?” chiesi al ragazzo davanti a me, puntandogli la pistola contro.
“Ma allora ci sono altri vivi!” esclamò guardandomi sorpreso.  “Comunque sono Bryan.” continuò porgendomi la mano. Lo guardai attentamente e abbassai la pistola, riponendola in tasca. Era un ragazzo alto, biondo, con gli occhi azzurri. Mi ricordava molto mio fratello di viso. Era davvero bello.
“Cosa vuoi?” richiesi, questa volta più calma.
“Stavo cercando gente in giro. Sei da sola?” chiese guardandomi sorridendo.
“Uhm no ho il mio gruppo. Tu?” chiesi a mia volta.
“Idem. Volevamo aiutare un po’ di gente, abbiamo cibo, vestiti etc…” disse gesticolando. Lo ascoltai attentamente e decisi di consultarmi con gli altri.
“Vieni ti porto da loro.” affermai incamminandomi sotto la pioggia.
“Non mi hai detto il tuo nome.” affermò affiancandosi a me.
“Sono Sony.” dissi girandomi per guardarlo. Lui annuì e mi seguì in silenzio fino al magazzino. Aprii la porta principale e la chiusi dietro di me, facendo entrare anche Bryan. Erano tutti seduti per terra ed erano in silenzio. Il rumore della porta li risvegliò e prestarono attenzione a noi due.
“Ragazzi lui è Bryan. Bryan loro sono i miei fratelli e due amici.” dissi indicandoli. Lui alzò la mano e li salutò.
“Perché è qua?” disse Ashton alzandosi e incamminandosi minacciosamente verso la figura accanto a me.
“Buono Ash. Vuole aiutarci, diglielo.” lo incoraggiai guardandolo.
“Si io e il mio gruppo abbiamo un sacco di rifornimenti, vestiti, e un posto dove dormire. Non è distante da qui, ci siamo fermati in una scuola, sapete quella ad ovest.” disse parlando tranquillamente.
“Allora?” chiesi guardando tutti speranzosa.
“Bryan puoi scusarci un momento?” chiese Michael avvicinandosi e tirandomi per un braccio, portandomi dagli altri.
“Cosa vuoi?!” chiesi liberandomi dalla sua presa.
“Sony non ci fidiamo. Insomma chi cazzo lo conosce a quello?!” sussurrò Ashton, osservando il ragazzo da lontano.
“Ash stai tranquillo, vuole aiutarci.” affermai guardandolo.
“Si ha ragione. Qua ormai abbiamo finito le scorte e poi abbiamo bisogno di una doccia calda.” si intromise Calum riferendosi ad Ashton.
“Non lo so è che non mi fido. Insomma qual è il trucco? Cosa vuole in cambio?” chiese Ash guardandomi attentamente.
“Niente. Vuole solo aiutare.” affermai incrociando le braccia al petto.
“Non mi fido. Insomma guardalo! E’ troppo…sicuro di sé.” affermò Michael guardandolo.
“Solo perché è più bello di te? Oh scusa non volevo!” dissi sarcasticamente, guadagnandomi un’occhiataccia da Michael.
“Ragazzi io proverei, non ci costa niente. Luke tu cosa dici?” chiese Calum guardandolo.
“Io proverei.” affermò Luke. Ritornai con lo sguardo su Ashton e lo rassicurai.
“Allora ragazzino portaci a questa scuola.” disse Michael prendendo la balestra, incamminandosi. Io semplicemente mi affiancai a Bryan e lo seguii, come il resto del gruppo.
“Quanti anni hai?” chiese Bryan lungo il tragitto.
“15. Tu?”
“16 quasi 17.” affermò sorridendo.
“Sei di queste parti?” chiesi guardandolo.
“Si sono nato e cresciuto qui a Melbourne. Anche se ho sempre voluto vivere a Sydney.” affermò scalciando i sassolini con i piedi.
“Io sono nata a Sydney.” dissi ridacchiando. Lui mi guardò sorpreso e rise anche lui.
“Allora dov’è sta scuola?” chiese Michael intromettendosi. Lo guardai male e lui ricambiò lo sguardo.
“Eccola.” disse Bryan indicandola. Era un edificio grigio, con una grande porta d’ingresso vetrata. Mi ricordava molto l’ingresso del supermercato. Era molto grande e doveva essere sicuramente un college.
“Tu venivi qui…intendo a scuola?” chiesi fissando l’edificio.
“Già. E’ davvero bello come edificio.” affermò guardandomi per poi salire le gradinate. Lo seguimmo ed entrammo nella scuola. Silenzio. Un assordante silenzio.
“Venite siamo qua.” disse Bryan portandoci in una stanza in fondo al corridoio. Come avevo immaginato era davvero grande e luminosa, le pareti ricoperte di armadietti e le aule di fronte a questi. Bryan aprì la porta ed entrammo in un’aula, trovandoci di fronte altri ragazzi.
“Hey loro sono Sony…” iniziò lasciandoci presentare.
“Michael, Ashton e Luke.” continuai indicandoli. Nella stanza c’erano altre cinque persone, quasi tutti ragazzi, tranne due ragazze.
“Hey io sono Sophia. Loro sono Matt,  Taylor, July e Finn.” disse la ragazza indicandoli. Sorrisi e strinsi la mano a tutti. Sembravano davvero bravi ragazzi.

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Capitolo 13
*** I can't believe it... ***


Chapter 13 – I can’t believe it…
 

 
Quindi siete di Londra? Come mai siete qui?” chiese Calum guardandoli. Eravamo ancora nell’aula, (probabilmente di Francese dati i cartelloni appesi ai muri), e cercavamo di spezzare la tensione che si era creata. Con me c’erano Calum e Michael, i miei fratelli erano non so dove…dovevano parlare, almeno così mi avevano detto.
“Dovremmo essere in vacanza…bellissima proprio!” esclamò sarcasticamente Taylor. Era un ragazzo alto, con la pelle scura, e gli occhi color nocciola. Sembrava davvero socievole e anche sicuro di sé.
“Comunque dobbiamo fare qualcosa, almeno dividerci i compiti. Che ne dite?” chiese Matt, alzandosi dalla sedia. Era un ragazzo bassino, con gli occhiali e le lentiggini. Dedussi fosse il più serio, soprattutto per il modo in cui si poneva agli altri.
“Ovvio. Alcuni andranno a prendere il cibo fuori e gli altri controlleranno qui dentro.” intervenne Michael, aggiustandosi i capelli. Ormai la tinta era andata via, ed era rimasto un colore azzurrino. Distolsi lo sguardo da lui e guardai Calum.
“Tu cosa ne pensi?” chiese Calum sottovoce, guardandomi perplesso.
“Non so. Vado a cercare Luke e Ash.” dissi alzandomi e raggiungendo la porta dell’aula.
“Dove vai?” chiese Sophia. Mi girai e notai lo sguardo di tutti sulla mia figura. Sophia era un po’ più grande di me, e anche più bella. Aveva dei lunghi capelli biondi e degli occhi che facevano invidia al cielo.
“Uhm cerco Luke e Ash.” dissi guardandoli. “I miei fratelli.” precisai aprendo la porta e chiudendola alle mie spalle. Decisi di percorrere il corridoio, e controllare ogni porta aperta, cercando di sentire qualcuno parlare. Arrivai all’inizio del corridoio e aprii leggermente una porta, sentii delle voci.
“- è presto. Lo sai che non sarà pronta per questa cosa. Neanche io lo sono ancora Ash.”
“Lo so è che io davvero non…riesco a tenermelo dentro ancora per molto…per quel poco che mi resta voglio viverlo al meglio e prendermi cura di voi.”
“Vieni qui.”
Guardai i miei fratelli abbracciarsi e sorrisi a quella scena. Ma poi tutto svanì come una nuvola di fumo. Come una foglia trascinata via dal vento. Vidi Ashton girarsi per togliersi la camicia e, ancora incredula, vidi qualcosa sul fianco destro. Era un morso. Mi coprii la bocca con le mani e scese una lacrima, due lacrime, forse più di tre. Andai via correndo, non curante degli zombie, non curante del giudizio degli altri, forse non curante della vita. Mio fratello era stato morso e io non me n’ero accorta. Non ero riuscita ad impedire ciò e mi sentivo davvero da schifo. Mi sentii tradita da Luke, che non mi aveva detto niente al riguardo, da Ash che l’aveva nascosto per forse troppo tempo. “Forse non sono così importante.” pensai, mentre correvo fra quelle mura spoglie. Arrivai alla fine del corridoio e mi fermai. Mi sedetti per terra a gambe incrociate, contro un armadietto, e incominciai a piangere. Forse quella nun fu una buona idea, soprattutto quando vidi degli zombie avvicinarsi a me, intenti a mangiarmi. “Addio.” pensai chiudendo gli occhi e allacciando le gambe al petto.
 
 
Michael’s POV:
“Uhm cerco Luke e Ash, i miei fratelli.” disse prima di scomparire fuori dall’aula. Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Solo perché avevamo “litigato” non significava che non m’importasse di lei…anzi. La cercavo sempre con lo sguardo, per studiare ogni suo movimento, per capirla. Perché era davvero irrisolvibile, come me d’altronde. E a me serviva completare il mio puzzle, quello incompleto da ormai troppo tempo. Lei. Era il pezzo mancante.
“- stai bene?”
Alzai lo sguardo e notai Sophia passarmi una mano davanti agli occhi. Sorrisi distratto ed uscii dalla porta, cercando Sony. Girai per le aule ma niente, nessuna sua traccia. Iniziai a preoccuparmi, soprattutto quando vidi Luke e Ashton camminare lungo il corridoio, da soli.
“Hey che ci fai qui?” chiese Luke poggiandomi una mano sulla spalla.
“Sony dov’è?” chiesi abbastanza preoccupato. Loro si guardarono e riposarono lo sguardo su di me.
“Non era con te…c’è con voi?” chiese Ashton tirando fuori il fucile. Luke mi guardò in attesa di una risposta.
“No lei aveva detto che vi stava cercando così è uscita fuori per parlare con voi. Non l’avete vista per niente?!” chiesi sconcertato guardando i due.
“Oddio oddio…andiamo presto!” intervenne Luke correndo per i corridoi. Lo seguimmo e controllammo ogni singola aula aperta, senza trovare un’anima viva…o almeno morta.
“Presto di qua…ho sentito qualcosa.” dissi girando l’angolo, notando una massa di zombie avvicinarsi agli armadietti. Indicai gli zombie e ci avvicinammo lentamente uccidendone una dozzina. E lì la vidi. Era accasciata contro un armadietto, con lo sguardo perso chissà dove, le lacrime bagnavano il suo viso. Mirai uno ad uno gli zombie e conficcai una freccia in testa ad ognuno. Luke e Ashton mi guardarono confusi ma quando indicai il punto dove l’avevo vista, corsero verso di lei, uccidendo gli ultimi zombie rimasti lungo gli armadietti. Mi abbassai al suo livello e le controllai le braccia, non notando segni particolari. Lo stesso feci al collo. Probabilmente era svenuta, aveva gli occhi chiusi ma respirava ancora. La presi in braccio e mi girai, notando Luke e Ashton avvicinarsi a lei preoccupati.
“E’ svenuta ma sta bene.” dissi soltanto guardandola fra le mie braccia.
“Cosa è successo? Perché era lì tutta sola?!” chiese Ashton mettendosi le mani fra i capelli. Era davvero agitato.
“Non lo so. Ma stava piangendo…” accennai percorrendo velocemente il suo viso con il pollice. Mi chiesi se fossi io la causa e riguardai Ash e Luke.
“Non dirmi che ha sentito…” sussurrò Ash guardando Luke, spalancando gli occhi. Luke si passò una mano fra i capelli biondi e si morse il labbro. Lo faceva spesso quando era nervoso.
“Dai portiamola dentro.” dissi percorrendo il corridoio, arrivando all’aula di francese. Aprimmo la porta e la poggiammo sul divano che probabilmente avevano messo i ragazzi.
“Oddio cosa è successo?!” chiese Calum, alternando il suo sguardo fra noi e Sony.
“E’ svenuta e stava per essere morsa dagli zombie. Per fortuna l’abbiamo trovata.” risposi guardandolo. Lui annuì incerto e si avvicinò al divano.
“Ragazzi mi dispiace davvero interrompere ma volevo farvi sapere che Matt, July e Finn sono usciti per trovare qualcosa da mangiare.” intervenne Bryan. Lo guardai male e riposai lo sguardo su Sony.
“Sono usciti senza armi?” chiese Ashton guardando Sophie, Taylor e Bryan. Loro annuirono e Ash si sedette sulla sedia insieme a Luke.
“Sono entrati degli zombie prima. Ed era un posto sicuro eh?” chiesi abbastanza incazzato guardando Bryan. Davvero non lo sopportavo.
“Non l’ho mai detto. Ho detto che è un posto per dormire e abbiamo vestiti e cibo a sufficienza.” disse fischiettando. Non so cosa mi prese ma lo raggiunsi in fondo all’aula e lo presi per il colletto della maglia.
“Senti bamboccio biondo finto. Non siamo qui per scherzare su chi ha le palle ok? Domani stesso ce ne andiamo così non rivedrò la tua brutta faccia da minchione.” dissi fra i denti guardandolo negli occhi. Lui sorrise sarcasticamente e mi sputò in faccia. Lo lasciai cadere e iniziai a sferrargli dei pugni sullo stomaco.
“Fermati cazzo!” intervenne Sophie cercando di fermarmi. Luke la tirò via e lo ringraziai mentalmente. Continuai a picchiarlo fino a quando non sentii una voce provenire dal divano. Mi alzai da terra, lasciando Bryan sul pavimento. Subito Sophie lo raggiunse e lo aiutò a rialzarsi. “Fratellino…” sussurrava abbracciandolo. Distolsi lo sguardo da quella scena pietosa e raggiunsi il divano, dove Sony era finalmente sveglia.












ALOHAAAAAAA!
Alloraaaa...ecco un nuovo capitolo, postato il giorno dopo. Grazie grazie. HAHA. No vabbè mi volevo far
perdonare per l'assenza di una settimana quindi...TADAAAA! 
Colpo di scena enorme! Ash con il morso...chi l'avrebbe mai detto? Il prossimo capitolo spiegherà tutto
e forse sarà un pò depresso e profondo vi avverto...:) Quindi lasciatemi una recensione se volete che 
continui e faccia capitoli ;) Ho cercato di allungarlo il pù possibile, per rendere più piacevole la lettura.
Spero vi sia piaciuto!

Sony xx

 

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Capitolo 14
*** I'll miss you. ***


Chapter 14 – I’ll miss you.
 
 
“Ehi.” disse Michael avvicinandosi. Mi girava la testa incredibilmente e la vista era offuscata. Mi alzai dal divano con fatica e mi appoggiai su un braccio di quest’ultimo. Mi guardai intorno e notai la classe di Francese e Luke e Ash venirmi incontro.
“Ehi.” risposi guardando Michael. Sembrava abbastanza agitato. Come se qualcosa lo turbasse.
“Che succede?” chiesi guardando i tre davanti a me. Luke e Ash si scambiarono un’occhiata e “Ti dobbiamo parlare.” dissero guardandomi preoccupati. Annuii e guardai Michael, che a sua volta mi stava guardando.
“Uhm perché mi sento così da schifo?” chiesi guardandolo. Lui rise leggermente e passò una mano fra i capelli.
“Diciamo che se non ti trovavo saresti già morta e sepolta. Non ti ricordi niente?” mi chiese sorridendo.
“No.” affermai guardandolo. Lui annuì ed uscì dall’aula, come del resto Bryan e Sophia, che fino a quel momento non avevo notato.
“Lo so.” iniziai appena gli altri chiusero la porta. “Quanto ti resta?” chiesi guardando Ash. Lui mi guardò scioccato e iniziò a parlare.
“Non lo so. Sta solo peggiorando. Senti io lo so che sei arrabbiata con me ma capiscimi. Non è facile dire a tua sorella che stai per…morire.” iniziò cercando le parole. “E lo so che non ti ho detto niente ma perdonami. Ero spaventato anch’io e non sapevo cosa fare. A volte le persone che sembrano forti sono quelle più deboli e tu lo sai bene. Per questo ti chiedo di restare finché potrò farlo io.” disse in lacrime guardandomi. Mi scese una lacrima lungo la guancia e anche altre. Mi fiondai fra le sue braccia e piansi. Piansi a lungo, pensando che non avrei più abbracciato mio fratello, non avrei più rivisto quei suoi occhi verdi che a volte sembravano marroni, non avrei più riso, pianto, perché lui non ci sarebbe stato. Non mi sarei più arrabbiata con lui, perché non ci sarebbe stato. Ashton Irwin, non ci sarebbe stato. E le mie lacrime chiedevano perdono in silenzio, per quante volte l’ho trattato male o non mi è importato di lui. “Mi dispiace Ash.” sussurrai staccandomi. Lui mi sorrise e quella fu l’ultima volta che lo vidi farlo.
 
 
“Voglio…solo sapere perché non mi hai detto niente.” affermai guardando Michael. Lui si morse l’interno guancia e mi guardò. Nei suoi occhi vidi tristezza, forse delusione. Perché lo sapeva che aveva sbagliato, e ora non voleva ammetterlo.
“Non puoi mentire ad una bugiarda Michael.” dissi andandomene.
“Aspetta.” mi fermò girandosi. Mi fermai e lo guardai. Lui sospirò e si appoggiò al davanzale della finestra. Non sapevo nemmeno che aula fosse, ma poco importava. Incrociai le braccia, aspettando che dicesse qualcosa.
“Si io lo sapevo. Ma non te l’ho detto perché non volevo ferirti. E lo so che già mi odi per aver provato a baciarti.” iniziò mordendosi il labbro indeciso. “Ma volevo che fosse Luke o Ashton di persona a dirtelo. Io mi fido dei tuoi fratelli, sono brave persone. Ashton mi ha donato la sua fiducia. Ha detto che vuole che mi prendo cura di te. E io lo farò. Nonostante i tuoi sbalzi, nonostante mi odi ok? Io ci sarò.” finì passandosi una mano fra i  capelli. Non so cosa mi prese ma lo abbracciai, e lui ricambiò. Ero stata una stupida per aver dubitato su Michael. L’aveva fatto per proteggermi e ci teneva a me. Sorrisi e mi staccai dall’abbraccio.
“Scusa davvero.” dissi guardandolo. Lui sorrise e ricambiai. Mi alzai in punta di piedi e gli lasciai un bacio sulla guancia, prima di uscire dall’aula.
 
 
 
Era il 22 maggio. Me lo ricordo bene quel giorno. Fu il giorno in cui tutto cambiò. La mia vita soprattutto. Ricordo il suono di una pistola in lontananza, i pianti, il suo sguardo. Il mio viso terrorizzato al pensiero. Ricordo tutto. E ricordo quando Luke uscì da quella stanza, tremante, con la pistola in mano e gli occhi lucidi. Ricordo quando cadde a terra piangendo, ricordo le sue lacrime cadere sul pavimento. A volte vorrei risvegliarmi con un’amnesia, così da non ricordarmi niente. Ricordo quando andammo via da quel posto, con fin troppi ricordi. Ricordo le cose che non dovrei ricordare in questo momento. Perché è tutto così sbagliato? Riscossi la testa dai miei pensieri e guardai Luke. Mi guardò sorridendo leggermente.
“Dove andremo ora?” chiesi strizzandomi gli occhi. Ero molto stanca, soprattutto dopo quello che era successo.
“Non lo so. Dobbiamo trovare un posto anche per una notte.” affermò guardandosi intorno.
“Ehi ragazzi.” ci raggiunsero Calum e Michael. Sorrisi ai due e continuai a camminare.
“Come stai?” sussurrò Michael guardandomi.
“Sto.” risposi camminando a testa bassa.
“Ehi non voglio vederti così ok? Rianimati sembri uno zombie.” disse spingendomi amichevolmente. Lo guardai fingendomi offesa e lo sorpassai ridendo. Di risposta mi sollevò e mi mise sulle sue spalle.
“Oddio mettimi giù!” urlai ridendo. Mi girai e vidi Calum e Luke ridere.
“Vedi qualche cosa da lassù? Tipo case o…dai hai capito.” disse alzando la testa per guardarmi. Alzai lo sguardo e cercai di vedere qualcosa.
“A parte la tua testa mezza grigia mezza blu, ho visto una casa laggiù.” dissi indicando una casa a qualche miglia da lì.
“Ragazzi lo sapete che se arrivano gli zombie è colpa vostra vero?” disse Bryan intromettendosi. Ebbene sì c’era anche lui con Sophie. Gli altri avevano deciso di restare nella scuola. Noi avevamo preso qualche scorta ed eravamo partiti il giorno stesso.
Shut up Bryan!” esclamò Michael girandosi per guardarlo. Io risi e mimai uno “Scusa.” con le labbra verso Bryan.
“Dai ragazzi non litigate.” intervenne Sophie guardandoci.
“Ma ha iniziato lui! E poi lo sa che se arrivano gli zombie lui scappa come una femminuccia. Povero.” disse Michael ridendo mettendomi giù.
“Ha parlato quello che ci prova con tutte.” disse Bryan avvicinandosi.
“Scegli. Questo pugno.” incominciò indicandone uno, “Ti manda all’ospedale. Quest’altro al cimitero. Quale vuoi?” disse Michael guardandolo beffardo. Risi a quell’affermazione e intervenni.
“Dai Michael lascialo in pace. Siamo in mezzo alla strada e non è così sicuro fare a botte qua.” affermai spingendolo in avanti.
“So camminare.” affermò fermandosi.
“Allora cammina.” risposi guardandolo. Lui sbuffò e si incamminò svogliatamente.
“Bravo ragazzo.” affermai, guadagnandomi una sua occhiata.
“Io non sono bravo. Sono cattivo. Sono punk rock.” affermò guardandoci serio.
“No tu sei Michael Clifford e basta.” dissi ridendo.












Heyyyyyyy!
Niente da dire. A voi la parola :) Recensite e ditemi cosa ne pensate.

Sony xx

 

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Capitolo 15
*** Nightmares. ***


Chapter 15 – Nightmares.
 
 
“A- Ashton?” dissi avvicinandomi alla figura. Le sue labbra erano curvate in un sorriso malinconico, forse triste. I suoi occhi mi guardavano, sembravano scrutarmi nel profondo. Mi sentivo protetta.
“Scusa.” disse soltanto guardandomi. Cercai di capire a cosa si riferiva ma non ci riuscii. Perché avrebbe dovuto scusarsi?
“Mi dispiace per tutto.” cominciò abbassando lo sguardo. “Non sono mai stato il fratello perfetto, ho combinato dei casini e non ti ho mai dimostrato cosa significa essere un fratello che si prende cura di te. Mi dispiace se ti ho fatto arrabbiare qualche volta ma anche io ho dei sentimenti. Oppure quando pensavo solo a me stesso e non a voi due, che eravate più importanti.” finì guardandomi. Le lacrime scendevano lungo il mio viso, come sul suo.
“Ash…Ash!” urlai cercando di fermarlo invano. Era andato via, lasciandomi sola in quella nube di fumo, che pian piano mi stava risucchiando, portandomi alla realtà.
“Ash!” urlai aprendo gli occhi e gridando il suo nome. Cercai di regolarizzare il respiro e mi guardai intorno. Era solo un sogno, un brutto sogno. Mi alzai svogliatamente e aprii la porta della camera in cui ero, chiudendola alle mie spalle. Asciugai alcune lacrime passando le dita sul mio viso e mi recai in cucina. Perché Ashton si era scusato? Era mio fratello e io lo volevo bene, non ce n’era bisogno. Tutti commettiamo errori o no? Cercai di trattenere le lacrime ed entrai in cucina, notando la presenza di qualcun altro.
“Hey Son- ma stai piangendo?” chiese Michael guardandomi. Tirai su con il naso e presi una bottiglietta d’acqua dal tavolo. Eravamo in quella casa da ormai una settimana e si stava anche bene. Non era grandissima ma era comunque un buon rifugio.
“No.” risposi soltanto, percorrendo il corridoio che portava nella camera dove ero situata.
“Non sono cieco sai?” disse seguendomi. Sbuffai ed entrai in camera, sedendomi sul letto. Alzai lo sguardo e notai Michael guardarmi dall’entrata.
“Cosa vuoi?” chiesi bevendo un po’ d’acqua.
“Mi preoccupo.” affermò sedendosi accanto a me.
“Non ce n’è bisogno, me la so cavare.” risposi alzando lo sguardo.
“Era Ash vero?” chiese guardandomi. Annuii soltanto, cercando di cancellare il suo ricordo dalla mia mente.
“Lui ti protegge Sony. Anche se non è qui lui veglia su di te, e su Luke. Non devi avere rimorsi ok?” disse parlando sotto voce, cercando di non svegliare nessuno.
“Mi manca. E anche tanto. Non sai quante cose avrei voluto dirgli ora. Tutte le cose che non gli ho mai detto.” spiegai piangendo. Mi asciugò qualche lacrima e mi strinse forte, cercando di calmarmi.
“Shh smettila. Devi essere forte non devi abbatterti. So che è difficile ma devi abituarti.” sussurrò accarezzandomi i capelli. Mi staccai dall’abbraccio e sorrisi leggermente.
“Scusa per la maglietta.” dissi ridendo asciugandomi alcune lacrime.
“Sei più importante tu credimi.” disse ridendo.
“Sono come una candela Michael. Decido di bruciare me stessa per dare luce agli altri. E sai cosa? Mi sono stufata di bruciare senza avere nulla in cambio.” dissi guardandolo.
“Io lo farei.” affermò giocando con i suoi braccialetti.
“Cosa?”
“Brucerei me stesso per te.” affermò alzando lo sguardo.
 
 
 
 
 
“1,2,3!”
Aprii gli occhi di scatto, notando un flash abbagliarmi la vista. Vidi Calum scattarci una foto e Luke ridere.
“Uhm…?”
Mi girai e notai Michael al mio fianco. Probabilmente ci eravamo addormentati insieme.
“Ohw guarda che carini!” esclamò Calum passando la foto a Luke. Mi alzai di scatto e gli strappai la foto dalle mani.
“Allora uno: che ci fate voi qui? Due: dove avete preso quella?” chiesi indicando la fotocamera. Era probabilmente una polaroid, una di quelle che stampa la foto al momento.
“Uno: vi stavamo cercando. Due: L’ha trovata Luke. Tre: che facevate voi qua?!” chiese Calum guardando Michael e poi me.
“Cazzi nostri, comunque…ditemi perché cazzo ci hai fatto la foto?” chiese Michael alzandosi, andando verso Calum.
“Dai siete venuti bene!” esclamò Luke battendo il cinque con Cal. Improvvisamente mi ricordai della foto che avevo in mano, e che non avevo ancora visto. Risi guardando la mia faccia ma nel complesso non era male.
“Non è venuta male in effetti…” disse Michael guardando la foto.
“Parla per te.” dissi prendendogli la foto di mano e poggiandola sulla scrivania.
“Dai andiamo a mangiare qualcosa.” dissi uscendo dalla camera.
“Giorno.” salutai tutti entrando in cucina.
“Ciao.” salutò Bryan seguito da Sophia.
“Hey.” mi salutarono Ciara e Katy. Sorrisi alle due e mi sedetti a tavola, cominciando a mangiare pane e burro. Loro erano le proprietarie della casa. Erano molto gentili e avevano deciso di unirsi al nostro gruppo, offrendoci un posto dove stare. Ciara e Katy erano gemelle e avevano vent’anni. Vivevano lì da sempre e nonostante tutto, riuscivano a proteggere la casa dagli zombie.
“Hey.” entrò Calum seguito da Luke.
“Ciao!” le due esclamarono all’unisono. Guardai Michael e ridemmo come scemi. I due ci guardarono confusi e si sedettero a tavola. Avevamo subito notato la cotta che avevano Katy e Ciara per i nostri fratelli. Chissà se loro ricambiavano.
“Novità?” chiese Bryan guardandoci.
“Se le avevo magari le dicevo o no?” disse scorbutico Michael. Gli diedi un calcio alla gamba da sotto al tavolo e lui mi guardò dolorante.
“Possiamo per una volta stare in pace belli e buoni?” chiesi guardando i due in questione. Annuirono e continuarono a mangiare in silenzio.
 
 
 
“Tatadaaaaa!” esclamò Michael uscendo dal bagno. Ci girammo tutti di scatto e con mia grande sorpresa notai Michael e…i suoi nuovi capelli.
“Ma fai sul serio…?” chiese Calum guardandolo. Risi alla sua reazione.
“Eddai una volta che sono felice mi rovini il momento…Fanculo.” sussurrò ridendo.
“Sei diverso però stai bene.” dissi io guardandolo. Sorrise e si sedette con noi sul divano.
“Ma come mai hai trovato una tinta nel bagno?” chiese Luke ridendo.
“Sai Ciara e Katy sono parrucchiere quindi è logica la risposta.” mi intromisi guardando Luke.
“Dai ragazzi non fatene un dramma, cambio colore ogni mese!” esclamò Michael toccandosi i capelli.
“Sembri un vampiro.” affermai ridendo.
“Allora stanotte vi ucciderò tutti. Muahah!” esclamò guardandoci. Risi a quella scena e pensai che forse, anch’io avrei cambiato qualcosa di me stessa.

















Aloha!!!
Ragazze scusate tantissimoooo per il ritardo perdonooo ^-^
Innanzitutto come state? Io abbastanza bene ;) Finalmente è sabatoooo huhuh! :D
Vi volevo chiedere due cose:
1) Vi piace la storia?
2) So che è presto ma preferite due finali? Uno buono e uno cattivo? Perchè non saprei proprio
come fare! :0 Ho mille idee in testa e sinceramente mi sarebbe più comodo fare in questo modo, magari
non deludendo nessuno.
Fatemi sapere e recensite blah blah haha :) Grazie di cuore a tutte le lettrici!

Sony xx

 

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Capitolo 16
*** Christmas is coming! ***


Chapter 16 – Christmas is coming!

 

Passarono. I giorni intendo. Passarono velocemente, tant’è che non mi accorsi del tempo che man mano volava via, come le foglie in autunno. Giorno dopo giorno mi abituai a non rivedere più la mia casa, la mia città, Ashton. Dio solo sapeva quanto mi mancava. Mi sentivo incompleta, come se un pezzo di me si fosse staccato dagli altri, lasciando un vuoto profondo e pauroso. Quando scendeva la notte, e tutto si faceva più scuro, i pensieri offuscavano la mia mente, lasciando spazio alle lacrime. Il giorno era abbastanza tranquillo, con Calum e Michael che scherzavano continuamente. Erano fantastici quei due. A volte li invidiavo, forse perché riuscivano a nascondere il terrore, o forse non l’avevano mai provato. Io e Luke invece passavamo le giornate intere a parlare del più e del meno. A volte non parlavamo neanche. Eravamo strani noi due, ci capivamo col silenzio.
“Hey vi dobbiamo dire una cosa.” intervenne Ciara guardandoci entusiasta. Alzai lo sguardo e scossi la testa, cercando di capire il filo del discorso.
“Oddio ho paura.” affermò Calum ridendo.
“Allora. Ogni anno di solito, organizzavamo una festa. Una specie di ballo. Diciamo che per noi è una tradizione. E ho pensato di farlo anche quest’anno visto che natale è vicino. Che ne dite?” spiegò velocemente Katy sorridendo. Spostai lo sguardo sugli altri e annuii. Insomma ci voleva un po’ di svago.
“Si ma il problema è dove andiamo? E’ pieno di zombie!” disse nuovamente Calum serio. In risposta ricevette una pacca sulla spalla da parte di Michael.
“Ma davvero non ci arrivi? La faremo qua scemo.” disse Michael ridendo, mentre il mio sguardo era posato su Calum.
“E…quando sarebbe?” chiesi alle due sorelle.
“Domani sera. Sai abbiamo ancora degli ormeggiamenti rimasti dall’anno scorso. Li possiamo appendere e poi abbiamo la radio. Giusto per fare qualcosa o no?” disse guardandomi. Annuii e mi alzai da tavola.
“Voi che ne dite?” chiesi a Sophia e Bryan.
“Per me va bene.” affermò Bryan, seguito da Sophia.
“Perfetto. Ah e per i ves-.” cominciai io.
“Non ti preoccupare abbiamo tutto noi.” dissero ridendo.
“Va bene ci vediamo domani sera allora. Notte.” dissi salutando tutti, recandomi verso la mia camera.
“Sony?” sentii alle mie spalle.
“Uhm? Hey Lukey.” dissi girandomi e raggiungendolo.
“Posso dormire con te? Non mi va di stare solo.” disse ridendo. Annuii sorridendo e ci stendemmo sul letto, addormentandoci poco dopo.
 
 
Il giorno dopo.
“Devi essere perfetta.” disse sovrappensiero Ciara, rovistando fra i vestiti del suo armadio. Mancavano poche ore alla festa e dovevo ancora truccarmi e vestirmi.
“Ma anche no.” affermai ridendo.
“Fid- ECCO!” urlò Ciara prendendo un vestito. Lo osservai e non era per niente male. Era lungo, nero e aveva la gonna semitrasparente di tulle.
“Wow.” dissi rigirandomelo fra le mani. Era il vestito dei miei sogni.
“Provatelo dai.” mi incoraggiò Katy sorridendomi.
 
“Oddio sei uno schianto!” dissero all’unisono le sorelle. Arrossi al complimento e mi guardai allo specchio. Mi sentivo strana però non a disagio. Era la prima volta che indossavo un vestito del genere.
“Okay grazie. Ora però devo truccarmi!” esclamai recandomi velocemente in bagno. Passai velocemente un po’ di matita nera dentro l’occhio e un po’ di eyeliner sulla palpebra. Ritornai velocemente in camera e aspettai le due sorelle, che intanto si stavano preparando.
Scendemmo le scale e non trovammo nessuno. Ridemmo notando i ragazzi e Sophia avventati sul cibo. Le ragazze avevano preparato delle ciotole con degli arachidi e patatine, gli ultimi pacchi rimasti. Tossimmo per finta, attirando la loro attenzione. Diciamo che la reazione dei quattro fu davvero sorprendente.
“Ma sei mia sorella?” chiese Luke avvicinandosi.
“Purtroppo si.” dissi ridendo. Rise anche lui e mi lasciò un bacio sulla guancia.
“Mi concede questo ballo?” chiese Luke prendendomi la mano. Risi a quella scena e annuii recandomi in salotto, seguita dagli altri.
“E io con chi ballo?” chiese Calum seguendoci.
“Con Michael ovvio.” affermai girandomi ridendo. Lui guardò suo fratello confuso e rise.
“Che la festa abbia inizio!” urlò Ciara accendendo la musica.
 
 
“Avrei voluto che anche Ashton fosse qui.” dissi guardando Luke.
“Anche io. Mi manca molto. Non sai quanto.” affermò Luke bevendo un po’ d’acqua. Stesi la testa sullo schienale del divano e cercai di non pensarci.
“Anche a me manca.” affermai chiudendo gli occhi.
“Vado in bagno.” disse Luke alzandosi dal divano e salendo le scale. Notai Calum ballare con Ciara. Probabilmente era ubriaco, e mi chiedevo dove diamine avesse trovato l’achool.
“Uhm…”
Girai la testa e notai Michael davanti a me.
“Hey.” lo salutai.
“Posso offrirle un ballo?” chiese porgendomi la mano. Sorrisi e annuii, afferrandola.
“Allora io non sono brava a ballare quindi si dai.” cercai di giustificarmi.
“Pensi che io sappia ballare?” chiese guardandomi.
“Che ne so magari eri un ballerino nella tua vita precedente.” affermai ridendo, seguendolo in mezzo al salotto.
“Ma…okay niente domande.” disse ridendo. Girai lo sguardo e notai Luke ballare con Katy. Sorrisi alla scena e riposai lo sguardo sulla figura davanti a me.
“Stanno bene insieme eh?” disse Michael guardandomi. Annuii e iniziai a muovere qualche passo incerta.
“Hey seguimi.” disse Michael ridendo. Cercai di seguirlo e pian piano ci presi la mano.
“Vedi non sei così male. Ehi comunque sei bellissima in quel vestito.” affermò guardandomi. Arrossii abbassando la testa e continuai a ballare.
“Guardami.” disse alzandomi il mento. “Sono serio. Dovresti sentirti anche tu così, come ti vedo io.” iniziò guardandomi.
“Non riesco Michael. Ci provo ma davvero, trovo mille difetti in me.”
“Guarda che a volte i difetti agli occhi degli altri possono sembrare pregi. Per me sei perfetta.” affermò avvicinandomi a lui. Sorrisi e mimai un grazie con le labbra.
“Forse da quando ti ho conosciuto ho ritrovato l’ossigeno sai? Prima ero chiuso nella mia gabbia, non riuscivo a respirare. Ti paragono all’aria a volte, l’aria di cui ho bisogno.” disse facendomi fare una piroetta.
“Smettila.” sussurrai ridendo leggermente.
“Dopo ti devo far sentire una cosa.” sussurrò sorridendo.
“Tipo?”
“Tipo una sorpresa?” disse ridendo guardandomi. Lo imitai e sorrisi, pensando che se potessi fermare quel momento, l’avrei fatto.














Heyyyy!
Lo so Mikey è troppo dolce aw *-*
Coooomunque mancano 2 giorni alla fine della scuola ;) Questo significa che avrò moltoooo più tempo per aggiornare etc..
Ho molte idee per molteee storie da iniziare, sia one shots che a capitoli :) Spero vi piaccia questo capitolo! E niente!
Ah grazie per i commentini °-° e le views al trailer :D davvero apprezzo i vostri complimenti :) Grazie grazie grazie!
Ci vediamo alla prossima!

P.s = Saluto quella pazza di fede :) ahahha

Sony xx

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Capitolo 17
*** Everything i didn't say. ***


Chapter 17 – Everything i didn’t say.
 

 
“Quindi…tu suoni?” chiesi alludendo alla chitarra.
“Si da ormai quando avevo 12 anni.” affermò iniziando ad accordarla. Ero incantata a guardarlo sfiorare le corde della chitarra, quando alzò lo sguardo e sorrise.
“Che c’è?” chiese guardandomi.
“Niente.” affermai ridendo.
Dopo pochi secondi iniziò ad intonare una melodia, alle mie orecchie sconosciuta.
“Tutto quello che non ho detto.” disse sorridendomi. Lo guardai confusa ma stetti in silenzio, sentendolo cantare.
 
“Wait, don't tell me
Heaven is a place on earth
I wish I could rewind all the times that I didn't
Show you what you're really worth (What you're really worth)

The way that you held me
I wish that I'd put you first
I was wrong I admit, numb from your kiss
While you were slipping through my fingertips

Taking every breath away
With all of the mistakes I've made
From all the letters that I've saved
This is everything I didn't say
I wish I could've made you stay
And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late
This is everything I didn't say…”


“W-wow…” cercai di trovare le parole per esprimere quello che stavo provando.
“Allora? Ti è piaciuta o no?” chiese posando la chitarra a terra.
“Scherzi? E’ fantastica!” esclamai sorridendo.
“L’ho scritta io. So che non è finita per-.”
“Ehi niente scuse. E’ stupenda.” affermai guardandolo.
“…ma la devo finire.” disse ridendo alzandosi. Feci la stessa cosa e scendemmo di sotto, dove ad aspettarci c’erano Sophie e Bryan.
“Uhm…gli altri?” chiesi guardandoli.
“Non ne ho idea.” disse Bryan guardandoci.
“Presto dobbiamo trovarli!” esclamai guardando Michael. Lui annuì e prese la balestra, rimasta sul tavolo. Io tirai fuori la pistola che avevo nella felpa e ci recammo sul retro, dove c’era il cortile. Aprimmo velocemente le porte scorrevoli e uscimmo fuori, guardando in ogni angolo. Dopo pochi secondi notammo Calum correre da solo verso di noi. Veniva dalla foresta.
“Presto andiamo ragazzi!” gridò spaventato.
“Che succede?” chiesi iniziandomi a preoccupare.
“Gli altri sono rimasti nella foresta cazzo! Sono intrappolati abbiamo bisogno d’aiuto!” spiegò velocemente guardandoci.
“Cazzo…Luke!” dissi sovrappensiero, iniziando a correre.
“Sony aspetta!” disse Michael raggiungendomi. Mi addentrai nella foresta e corsi fra gli alberi, seguita da Michael e Calum.
“Venite di qua!” gridò Calum voltando a destra. Lo seguimmo ed arrivammo ad una specie di lago, dove alcuni zombie correvano affamati.
“Sono lì dentro.” disse Calum indicando una tenda.
“Cazzo perché c’è una fottuta tenda nel bel mezzo di una foresta?!” chiese Michael guardando suo fratello.
“Eravamo usciti per trovare qualcosa e siamo capitati qua. L’abbiamo trovata e abbiamo pensato di vedere cosa c’era all’interno ma…” illuse Calum guardando gli zombie.
“Cosa facciamo ora?” chiesi guardando Michael.
“Vieni.” disse porgendomi la mano. La presi e corremmo dall’altro lato del bosco, dove potevamo intravedere Luke e le sorelle nella tenda.
“Ora. Tu prendi quei sassolini e li tiri ok?” chiese guardandomi. Annuii e iniziai a tirarli agli zombie che, una volta visti, corsero verso noi due.
“Correte!” gridò Michael a tutti, prima di prendere la mia mano e correre per tutta la foresta.
Dopo pochi minuti uscimmo da quell’incubo e sospirai.
“Uh. C’è mancato poco.” disse Michael dividendo le nostre mani e poggiandole sulle ginocchia. Mi girai  e notai anche Luke e Calum venire verso di noi.
“Ciara e Katy?” chiesi guardando dietro di loro.
“Non lo so dovrebbero essere già qui.” disse Luke respirando pesantemente. Corsi di nuovo verso la foresta e tornai nel posto di prima. Gli zombie erano scomparsi.
“Kate? Ciara?!” urlai chiamandole. Nessuna risposta. Mi avvicinai di più alla tenda e, coprendomi la bocca con le mani, indietreggiai spaventata.
“A-aiut-to.” provò a dire Ciara, alzando il suo braccio verso di me. Sentivo le lacrime scendere sul mio viso mentre mi avvicinavo sempre più, guardando le due sorelle ormai piene di sangue.
“Oddio…io…” provai a dire qualcosa ma non ci riuscii.
“At-ten-ta!” provò ad avvertirmi Katy indicando debolmente la sua destra. Mi girai e uno zombie mi venne addosso, cercando di mangiarmi.
“Ahhhh!” urlai, mentre ormai ero a terra. Cercai di prendere la pistola dalla tasca posteriore ma non ci riuscii. Un colpo di pistola mi riportò alla realtà, e così scostai lo zombie sopra di me e vidi Calum, Luke e Michael guardarmi preoccupati. Quest’ultimo mi abbracciò forte, e io ricambiai.
“Oddio…loro…io…” cercai di spiegare fra le lacrime.
“Shh è finita. E’ finita.” sussurrò Michael al mio orecchio.
Non era finita. Non riuscivo a vedere una fine. Vedevo sempre virgole in pagine di punti, e più andavo avanti, più aumentavano. Vedevo sempre il buio più oscuro, manco uno spiraglio di luce. Non vedevo una fine e forse non ci sarebbe mai stata.

















Ehiiii!
Piangete se vi dico che questo è il penultimo capitolo? Ebbene si. Come ho già detto metterò due finali,
uno positivo e uno negativo. Spero vi piacciano tutti e due :) Non ho molto da dire, ci vediamo ai due finali!

Sony xx

 

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Capitolo 18
*** Sad Ending. ***


Final Chapter – Sad Ending.
 

 
Ritornammo a casa. Ormai ero abituata a chiamarla “casa” e sinceramente non mi pesava molto chiamarla così. Subito raccontammo tutto a  Sophia e Bryan, che rimasero scioccati nel sentire l’accaduto. Io ero ancora scossa, e l’immagine delle due sorelle era impressa nella mia mente.
“-cosa ne pensi?” chiese Calum guardandomi. Alzai lo sguardo e guardai tutti. Li studiai uno ad uno, nei minimi dettagli. Eravamo solo ragazzi cresciuti troppo in fretta, giocavamo con le armi e ci sporcavamo di sangue. E non era affatto divertente. E mentre li guardavo sorridevo, sapendo che ormai quella era diventata la mia famiglia: parlavo, scherzavo, condividevo tutto con loro. Volevo bene a tutti, chi con i pregi, chi con i difetti, ma bene o male mi avevano sempre salvata.
“Grazie.” dissi soltanto guardandoli. Calum si girò confuso per guardare anche gli altri e Luke mi venne incontro, abbracciandomi. Lo strinsi forte a me, come se avessi paura di lasciarmelo fuggire.
“Non so cosa ti sta succedendo ma sappi che rimarrai sempre la mia piccola sorellina.” sussurrò Luke al mio orecchio. Sorrisi staccandomi e gli lasciai un bacio sulla guancia, alzandomi sulle punte.
“Vado a dormire. Notte.” dissi guardandoli. Mi fermai qualche secondo in più su Michael, che mi guardava serio. Ricambiai lo sguardo e salii le scale, e ad ogni scalino, un pensiero volava via dalla mia mente, allontanandosi sempre più, fino a scomparire del tutto. Aprii la porta della camera e la socchiusi dietro di me, sospirando. “Non ho paura della morte.” pensavo, mentre mi sfilavo la maglia che indossavo. “Non mi fai paura.” pensavo, mentre mi guardavo allo specchio. “Non mi fai paura.” ripetevo mentalmente, mentre toccavo il fianco destro. “Non ho paura.” dissi, sfiorando il morso. Era successo tutto così in fretta che nessuno se ne accorse, neanche io inizialmente. Ma poi inizi a sentirti debole, dolorante e allora capisci. Capisci che la morte gira e non puoi essere sempre fortunato, perché un giorno la ruota si fermerà proprio nel punto in cui ti trovi. E allora non puoi più fuggire. Mi infilai sotto le coperte e sospirai, rannicchiandomi su me stessa.
 
Mi rigirai nel letto e aprii gli occhi lentamente.
“Hey.” disse soltanto attirandomi maggiormente a sé.
“Cosa ci fai qui? Non…puoi stare qui.” dissi titubante guardandolo.
“Devo parlarti.” disse poggiando la schiena contro la testiera del letto. Annuii debolmente e tossii, imitandolo.
“Cosa vuoi?”
“Non mi piace fare giri di parole ma…mi hanno morso.” affermò torturandosi le mani. Non ebbi nemmeno il tempo di aprire bocca che le sue labbra si posarono sulle mie, dando inizio ad un bacio dolce ma violento, con il sapore delle lacrime a completarlo. E mi sentivo debole in quel momento, forse anche troppo. Sarei morta da un momento all’altro e anche Michael, per uno stupido gioco chiamato vita. E quando ci allontanammo per guardarci sorrisi e “Non sei l’unico.” dissi fra le lacrime, prima di cadere fra le sue braccia.
“Quando è successo?” chiese guardandomi in lacrime.
“Nella foresta.” dissi soltanto. Il suo sguardo si spense.
“E’ colpa mia sono arrivato in ritardo dovevo…” disse coprendosi la faccia. Tolsi le mani e lo guardai.
“Michael non ho paura della morte…Tu hai paura?” chiesi guardandolo.
“Se ci sei tu l’oscurità fa meno paura.” affermò stringendomi. “A me hanno morso ieri mattina. Ero uscito con Calum…lui ritornò in casa dicendo che sarebbe ritornato dopo poco, e lo fece…ma nel frattempo uno zombie mi ha morso da dietro e…non l’ho detto a nessuno.” spiegò guardandomi. Gli strinsi la mano e chiusi gli occhi, appoggiando la testa sul cuscino. Ripensai ad Ashton, ai miei genitori. Avrei potuto rivederli, guardarli negli occhi e sorridergli. Avrei potuto dirgli che mi mancavano, che li pensavo sempre e che non lasciavano mai la mia mente. Ci sarebbero stati per me.
“Ti amo.” sentii dire. Mi girai e sorrisi guardandolo. Anche lui ci sarebbe stato per me, l’aveva sempre fatto e ne ero felice.
“Anche io.” dissi chiudendo gli occhi addormentandomi, per sempre.
















COME PIANGERE.
Piango davvero ^-^ questo è il primo finale, quello triste...(si era capito no? O.o)
Fra pochi giorni caricherò quello felice diciamo...il lieto fine. 
Tutti i ringraziamenti etc li farò nel prossimo capitolo quindi...niente.
Lascio a voi la parola ^-^

Sony xx

 

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