Pokémon: Linked Adventures

di DoubleLife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova partita ***
Capitolo 2: *** Non può essere! ***
Capitolo 3: *** Piccoli imprevisti ***



Capitolo 1
*** Nuova partita ***


Il nitido bagliore del sole subentrava dalle piccole fessure della malandata tapparella arancione. Per Sofia non era affatto piacevole scoprire una lama di luce percorrerle silenziosa la guancia, arrivando addirittura ad accecarle l'occhio destro.
Un sorriso sbilenco infastidito prese il posto della faccia assonnata della ragazza.
Accidenti alla luce!
Si mise di schiena sulla testiera del letto, scoprì le gambe dal morbido piumino rosaceo e coprì invece i piedi con delle confortevoli ciabatte di peluche poco distanti da lei. 
In pochi secondi era già in piedi, a stiracchiarsi pigramente le braccia. Alla ragazzetta non parve importante in un primo momento a che ora si fosse svegliata; diede più ascolto all' improvvisa fame che subito la assalì come un predatore farebbe se avesse davanti la sua preda alle luci dell'alba. 
Un grosso sbadiglio precedette la sua lenta e svogliata camminata verso la cucina.

Non si udiva nessun rumore per tutta la casa, se non lo strusciare delle suole della ragazza che risultava fastidioso sopra il tappeto arabo rosso che ricopriva il corridoio conducente alle candide piastrelle di ceramica della stanza in cui si stava dirigendo. Probabilmente sua madre era uscita per fare una commissione prima del suo risveglio. 
Sofia sbuffò sonoramente, evidentemente infastidita dall'assenza della donna. Già da tempo non aveva mai avuto occasione di salutare la madre di mattina e, ogni volta che questa ritornava di sera, tirava fuori le stesse scuse: "Sai, oggi il capo mi ha dato il turno dell'altra mia collega e non ho potuto dire di no!" oppure, "Abbiamo riordinato la merce fino a dieci minuti fa, ho fatto una corsa per arrivare il prima possibile. Ti prego, non arrabbiarti". E poi sgattaiolava in cucina, preparando la cena il più velocemente possibile. Qualche volta capitava che Sofia dovesse cucinare prima che lei arrivasse, presumendo che la donna dovesse essere molto abbattuta dalla giornata di lavoro. 
Mentre apriva il frigorifero per prendere il latte, notò un biglietto sorretto da una tonda e semplice calamita blu attaccato sull'anta del frizzer. 

 
Buongiorno tesoro. Ti ho lasciato un piccolo pensierino sopra il divano, nel caso ti servisse per oggi. In bocca al lupo!

In bocca al lupo per cosa? Sophie rilesse il biglietto, cercando di capire cosa intendesse dire la madre con l'ultima frase. 
Poi tutto le fu più chiaro quando uscì dalla cucina, superò il corridoio, strusciando al solito le ciabatte sul tappeto, e si diresse nella direzione opposta in cui si trovava pochi istanti prima. Poggiava su uno dei morbidi cuscini di cotone blu una graziosa borsa a tracolla piuttosto capiente, con una grossa e semplice stampa di una pokéball sopra. 
Sofia si coprì la bocca per evitare di urlare e corse subito in camera sua. Come poteva essersi dimenticata che quella mattina sarebbe stata una delle più importanti della sua vita? Cercò i vestiti che la sera prima aveva adagiato sulla stampella accuratamente, li afferrò e, inciampando sui suoi stessi piedi, si chiuse in bagno. 

In pochi minuti era lì, davanti allo specchio rettangolare che rifletteva il suo corpo finalmente pronto. Lo sguardo vagava dalle semplici scarpe da tennis bianche leggermente ingrigite che dondolavano sistematicamente avanti e indietro alle lunghe ed olivastre gambe, anch'esse agitate, ai pantaloncini di jeans chiaro caratterizzato dal grosso bottone a forma di pokéball lucido che traspariva dal top a sbuffo avorio a scollo tondo; la faccia ovale della giovane era definita dalle labbra carnose, leggermente incurvate in un sorriso nervoso e dai grossi occhi scuri. Le sopracciglia marcate, curate e dal taglio deciso, erano piegate verso il basso, rendendo la sua espressione furiosa. Nel frattempo Sofia pettinava i capelli freneticamente, cercando di farli apparire al loro meglio. Infine si mise una modesta visiera rossa, prese la sua borsa e, senza perdere altro tempo, si fiondò fuori casa. 

Quel giorno ad Albanova il sole splendeva alto nel cielo, senza esser nascosta da nessuna nuvola che avrebbe potuto minacciare un cambiamento meteorologico; il vicinato si godeva la giornata al meglio, deliziandosi della brezza estiva rifrescante che soffiava incontrollata, rendendo l'aria più respirabile già di quanto non lo fosse prima; Sofia avrebbe desiderato fermarsi e chiaccherare con i suoi vicini, ma il suo ritardo non le permetteva ciò. Si diresse verso il grosso edificio che era collocato nella parte estrema del piccolo quartiere in cui viveva e vi entrò senza alcun indugio. 
Era talmente agitata che, appena mise piede nel laboratorio, la ragazza si era scontrata improvvisamente con un individuo e si rese conto solo pochi secondi dopo di essersi ritrovata per terra con questo a sfregarsi la testa per la violenta craniata che gli aveva dato.
Appena la ragazza riaprì gli occhi, cercò di mettere a fuoco sulla persona che giaceva sdraiata a poca distanza da lei.
Ma chi è?

Salvataggio in corso...

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Salve a tutti! Grazie per aver letto il prologo di questa storia e spero che vi abbia interessato! 
Come potete notare, la mia storia ammette personaggi originali non solo miei, ma anche vostri! Perchè non partecipate anche voi? ;) mi farebbe piacere, lettori, se anche voi cominciaste questa nuova avventura nella regione di Hoenn! Cercherò di fare del mio meglio per rendere questa storia interessante e misteriosa, con la presenza di molti personaggi di vostra fantasia! Possono essere sia buoni che cattivi, capopalestra o ranger e molto altro! Tutto può rendere più particolare queste avventure intraprese da Sofia, la mia sbadata allenatrice u.u' basta compilare la seguente scheda sotto e mandarmela per messaggio! 

Nome:
Età:
Professione(allenatore, ranger, fantallenatore, ...):
Descrizione fisica:
Descrizione psicologica:
Avventure intraprese in precedenza (se ne ha avute):
Palestre/ Leghe battute (se ne ha avuto l'occasione):
Squadra (inserire le mosse)/ Primo Pokémon:
Relazione:
Obiettivo:
Che ne potrebbe pensare di Sofia a primo impatto?

Basta anche scrivere poche cose, per farmi capire come adattare i vostri OC durante il racconto.
Spero ci possa essere un seguito e scrivetemi in tanti!
DoubleLife.


 

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Capitolo 2
*** Non può essere! ***


Sofia dovette sforzare la vista per capire a chi avesse dato una craniata tanto forte da stordirla. La testa le doleva terribilmente e sembrò che massaggiarla non servisse granchè, se non a scompigliarle i capelli che aveva pettinato disperatamente prima di lasciare casa.

Ma chi è?

La prima cosa che le saltò subito all'occhio fu lo stravagante scarabocchio che occupava gran parte del braccio sinistro: riconobbe solo una grande mezzaluna e una lunga coda che si estendeva fino a quanto le permetteva la vista in quel momento; un azzurro tendente al verdastro contrastava il rosso mattone che riempiva la forma tondeggiante che sarebbe potuta essere un'ala della creatura che Sofia cercava ancora di identificare. Ma la ragazza pensò di spostare lo sguardo altrove, concentrandosi invece sul viso del tipo. Il mento sfuggente caratterizzava la faccia, rendendo questa magra e adulta e la pelle, leggermente abbronzata, rendeva più incisivi i suoi occhi, scuri come la pece. I ciuffi ramati ricadevano su questi, facendo sì che la mora centralizzasse poco dopo l'attenzione sui dinamici capelli rossi che parevano più ordinati dei suoi; le mani poggiavano su dei pantaloni mimetici larghi caratterizzati dalla molteplice quantità di cerniere che percorrevavo il tessuto alquanto militaresco. Era possibile intravedere una cintura placcata in argento che reggeva un borsellino da uomo nero di modeste dimensioni ben visibile dal fianco destro del ragazzo, lo stesso colore che riprendeva anche l'aderente canotta estiva che stava indossando. 

Il ragazzo la stava guardando leggermente infastidito per l'espressione imbambolata che la giovane gli aveva riservato da qualche istante da quando si erano ritrovati sullo stesso pavimento per puro caso; ci volle una delle sue frasi per farla riemergere dai suoi pensieri.
-Ehi, sveglia!-
La voce profonda e maschile la richiamò immediatamente sull'attenti, facendo diventare paonazza la ragazzina. 
-Oh, scusami-, sibillò imbarazzata Sofia, rendendosi ancor più ridicola di quanto già non lo fosse stata durante la sua scrupolosa analisi. Si rialzò immediatamente e gli tese una mano, ma questo preferì rialzarsi da solo. Una volta in piedi, sebbene anche Sofia avesse una certa altezza, si sentì a disagio vicino al rosso, che la superava minimo di cinque centrimetri.
-Ohi, tutto apposto lì in fondo?-, squillò una nuova voce. Proveniva dal fondo della sala.

-Sì professore, stiamo bene-, rispose lo spilungone. Nel frattempo un'altra figura avanzava verso noi visibilmente preoccupata. 
Era un uomo di mezz'età alquanto robusto. Moro ed abbronzato come Sofia, indossava un paio di bermuda cachi e un camice bianco da dottore che faceva trasparire la camicia floreale sgargiante che faceva a pugni con un paio di sandali da mare color terra. Insomma, era il perfetto turista tedesco che la ragazza non si sarebbe mai aspettata di vedere in un laboratorio di ricerca che si dedicava allo studio dei Pokémon.

L'uomo posò sulla mora uno sguardo amichevole e rise spensieratamente.
-Sai, fare le ore piccole di notte non è il massimo quando si ha un incontro importante il giorno dopo-, le disse ammiccando un occhio. Poi le tese una mano e si presentò.
-Te dovresti essere Sofia, giusto? Tua madre mi aveva già avvertito che saresti venuta oggi per ritirare il tuo primo Pokémon. Io sono il professor Birch, piacere!-. Sofia, se prima avvampava per la vergogna, ora stava ricambiando il sorriso sfoggiandone uno altrettanto raggiante e benigno.
-Ora seguimi, avrai sicuramente voglia di sapere chi ti sta aspettando in fondo al laboratorio-. La futura allenatrice fremeva all'idea di ritrovarsi tra una decina di passi dinanzi ai starter della regione di Hoenn. Aveva sognato da anni il momento di poter diventare indipendente, libera di poter visitare interamente il luogo dove era nata e cresciuta con una meravigliosa squadra Pokémon che avrebbe assemblato durante il suo lungo cammino, verso l'ambita Lega Pokémon. A scuola le avevano insegnato che, per battere i Superquattro, avrebbe dovuto collezionare tutte le medaglie delle palestre della regione, guidate da un rispettabile capopalestra temuto da ogni allenatore che ambiva alla vittoria; Sofia, che non era stata una grande studiosa durante la sua carriera scolastica, non appena lo venne a sapere tempo fa durante le noiosissime lezioni della professoressa di storia, cominciò a studiare meticolosamente per raggiungere un nuovo obiettivo che le si era parato davanti: diventare la prossima campionessa della regione di Hoenn. La madre, entusiasta dell' adolescente che si era improvvisamente interessata allo studio, decise di contattare il laboratorio di ricerca e candidare sua figlia come prossima allenatrice Pokémon, permettendole il migliore dei modi per cominciare a mettere in frutto tutto ciò che aveva imparato dai libri di testo ormai consumati.

Sofia aveva il cuore in gola. Tra pochi istanti avrebbe incontrato i famosissimi starter della sua regione: Torchic, Mudkip e Treecko.     

Aveva riflettuto a lungo, la sera precedente, su chi avesse potuto scegliere tra loro il giorno successivo e, dopo un paio d'ore, era caduta esausta sul letto soddisfatta della sua decisione, ritenendola la più giusta da fare. 

Ma non sempre bisogna fidarsi delle aspettative. 

Per poco non le cadevano le braccia. Sul piano rettangolare color cemento che emergeva da dietro il professore non poggiavano i tre tanto rinomati Pokémon che credeva di trovare. Si ritrovò invece un Chikorita, un Cyndaquil e un Totodile che si stavano guardando attorno piuttosto disorientati.

I starter di Johto.

Cosa ci facevano in un laboratorio di Hoenn?

-Eccoci qui!-, esclamò orgoglioso l'uomo, richiamando l'attenzione dei tre piccoli starter. Guardavano Sofia con grande gioia. Lei, al contrario, si sforzava di rimanere sorridente sebbene le fossero cadute tutte le grande aspettative che si era fatta i giorni precedenti. E il ragazzo, che nel frattempo li aveva seguiti silenziosamente, aveva intuito qualcosa nella sua espressione che non fosse felicità.

-Questi miei piccoli amici ti aspettavano da stamattina. Ti presento Cyndaquil, il Pokémon Fuocotopo, Totodile, il Pokémon Mascellone e, per terminare in bellezza, Chikorita, il Pokémon Foglia.-, poi si rivolse a loro, con lo stesso esuberante tono che aveva riservato alla sua ospite e gli presentò Sofia. Questa scosse amichevolmente la mano, salutandoli timidamente a distanza; fecero la stessa cosa i tre piccoli esseri.
-A te la scelta, ora.-, disse infine il professore, sorridendole un'altra volta. 
-Vorrei avere un attimo per pensare, prof-, bofonchiò con un certo turbamento la ragazza, -sono davvero combattuta!-. La risatina nervosa che seguì dopo confermò i dubbi dell'osservatore; non era affatto contenta della situazione in cui si era ritrovata.
-Certo, fai pure con comodo-, rispose cortesemente il professore, -Non hai tutta la giornata a disposizione, ricorda!-
Sofia si allontanò dai tre piccoli Pokémon, incamminandosi verso la libreria che si estendeva verso l'estremo sinistro del laboratorio. 

Non solo non sapeva chi scegliere, ma i suoi piani futuri erano stati distrutti dalla presenza degli alternativi starter che, in quel momento, li stava odiando come mai non si sarebbe aspettata di farlo. 

-Qualcosa non va?-, domandò timidamente qualcuno alle spalle di Sofia. Era il ragazzo che qualche minuto prima aveva incrociato accidentalmente, procurandogli un leggero bernoccolo sotto il ciuffo rosso. 
-Non capisco. Ci dovrebbero essere Mudkip, Torchic e Treecko sopra quella pedana-. Poi rivolse lo sguardo al professore, -e invece mi trovo dei Pokémon che mai mi sarei aspettata di trovare.- e si rivolse direttamente al rosso, -Insomma, siamo a Hoenn e ci stanno starter di Johto che attendono la mia decisione. Qualcosa non va proprio, secondo te?-.
-In effetti. Però non serve granchè entrare in crisi perchè non trovi quello che aspetti di vedere. E' proprio un atteggiamento da ragazzina viziata quello che vedo.-. Sofia lo guardò furiosa: come si permetteva di darle della viziata? 
-Ehi, tu. Chi ti credi di essere?-, ringhiò l'adolescente con voce roca. Il rosso ricambiò lo sguardo minaccioso con uno di sfida. 
-Daraem Kaito, piacere.-. Sofia, se avesse avuto la giusta occasione, gli avrebbe dato un'altra testata per fargli ricacciare quel nome dalla quell'insopportabile bocca sorridente. 
-Bene Daraem, penso di aver deciso quale Pokémon prendere.-, dichiarò la ragazza con lo stesso tono che lui usò pochi attimi prima. Lo spilungone rimase taciturno, lasciando che fosse la sua espressione a rendere ancora più furente la mora. Senza indugiare oltre, Sofia raggiunse il professore, ormai stanco di dover badare a quelle piccole pesti, che giocavano a fare la lotta. Quando la vide arrivare, il suo viso si illuminò.
-Eccola, la nostra neo allenatrice!-, gridò l'uomo in camice, attirando l'attenzione dei tre starter. -Hai scelto?-. Sofia annuì, sebbene non fosse completamente sicura della sua scelta. I tre Pokémon la guardavano con grande aspettativa.

Deglutì con fatica.

-Scelgo te, Chikorita!-. Al minuto quadrupede brillarono gli occhi per la felicità e un vivacissimo verso di esultanza si elevò per tutto il laboratorio, investendo le orecchie di tutti i presenti. Gli altri due starter rimasero taciturni, probabilmente delusi dal fatto di non esser stati la sua scelta. Sofia non esitò ad accarezzarli, nella speranza di rinfrancarli con un po' di coccole.
-Perfetto! Tieni, con questa pokéball potrai portare sempre con te il tuo Chikorita-, e le affidò una lucente e tradizionale sfera dalle tinte rosse, nere e bianche. -Le hai già scelto un soprannome?-. Ma la novellina non si curò di dargli una risposta e si girò dalla parte opposta. I suoi occhi infuocati incrociarono quelli del giovane.
-Ehi Daraem, vorrei sfidarti!-, urlò con montato entusiasmo la mora. -Non ti dispiace, vero?-
-Perchè no? Servirebbe ai miei Pokémon riprendere un po' d'aria!-
Per Sofia si prospettava un'interessante e primissima lotta pokémon contro uno sbruffone che aveva conosciuto da solo quella mattinata. E lui si divertiva a sfoggiare un sorriso strafottente, pensando che la vittoria sarebbe stata sua.

Il professore guardò la scena esagitato.

Non può essere!

Salvataggio in corso...


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Buonasera e buona domenica! ^^ Vorrei ringraziare tutte le persone che, tra ieri e oggi, mi hanno recensito e mandato le schede dei propri OC! Sono proprio contenta di sapere che qualcuno voglia sapere come continua questa storia, mi sono commossa ç_ç 
In questo capitolo appare un nuovo personaggio, ossia Daraem! Si ringrazia ShadowMewtwo99 per avermi concesso di usare il suo personaggio per scrivere il proseguimento della storia. Devo dire che è stato difficile mettersi nei panni di un personaggio non proprio e provare a fargli spiccicare parola con Sofia, la mia sbadatona che pare non vada d'accordo con questo ragazzo tutto pepe(?)! Speriamo in futuro che possano riappacificarsi...
Nel prossimo capitolo, arriverà una nuova persona! O anche più di una persona, chissà... ;)
Alla prossima!
DoubleLife



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Capitolo 3
*** Piccoli imprevisti ***


Piccoli imprevisti
Nel frattempo...
 
-Merda!-

L'imprecazione fece sobbalzare Furret. Non doveva essere molto tranquilla la sua allenatrice, se sbottava con quella parola. 
-Merda, merda, merda!-. Caspita, ma cosa le stava prendendo? Nemmeno il furetto lo sapeva. Certo, la sua compagna aveva sempre avuto un carattere abbastanza particolare, come lui stesso lo definiva, ma raramente l'aveva sentire pronunciare parole tanto... fiorite.

Misha stava sudando freddo. Era la prima volta che, sebbene stesse usando la cartina, non era in grado di orientarsi. La commessa che aveva consultato al Market le aveva consigliato di comprare la mappa più grande, quella che era provvista di più dettagli possibili. Così, le aveva detto cordialmente, avrebbe viaggiato più facilmente verso la prossima città, che non era tanto distante da quella in cui si trovava in quel momento. La ragazza, seguendo i consigli della giovane donna, se avesse saputo prima che la cartina datelele in seguito era invece quella fatta appositamente per quelli che avevano già viaggiato nella regione di Hoenn, non la avrebbe mai ascoltato. Gli unici punti che riusciva a malapena a vedere erano all'estremo destro di quell'inutile pezzo di carta che teneva in mano da non meno di un'ora.

I suoi occhi chiari balenavano da una parte all'altra della mappa, alla disperata ricerca di una scritta che le avrebbe potuto dare un prezioso aiuto. E, dopo una decina di minuti, aveva sbottato con una serie di imprecazioni di cui il suo Furret non aveva mai sentito pronunciare dalla sua angelica voce, la stessa che lo aveva accompagnato da quando era stato un piccolo Sentret.

-E adesso?-, mugugnò appena la ragazza, usando poi un tono che pareva tutt'altro che irato. Misha non lo avrebbe mai voluto ammettere, ma la situazione era più che evidente: si era definitivamente persa. Quando questo pensiero attraversò la sua mente, si arrabbiò nuovamente. Come era possibile? Lei, che aveva viaggiato in un'intera regione da sola collezionandone tutte le sue medaglie, allenandosi duramente con i suoi Pokémon, davvero si era persa in un continente dove aveva messo piede due giorni prima? Doveva tenere alto il suo titolo da fantallenatrice, non sfigurare in partenza!

Furret emise un leggero borbottìo, attirando l'attenzione della ragazza. Sembrava leggermente triste. Quando la sua compagna reagiva così esageratamente davanti alle difficoltà, sapeva cosa stava covando sotto a quell'insopportabile e orgogliosa maschera che sfoggiava unicamente in quelle situazioni. Misha era disperata. 

La fantallenatrice si pose sul morbido tappeto di foglie che ricopriva il paesaggio circostante, ispirando a pieni polmoni. Un leggero profumo di miele investì le sue narici, facendo così emigrare i suoi pensieri altrove. 
Si era persa e non sapeva cosa fare.

 
***


Il professor Birch era esagitato. Ma cosa avevano in testa i giovani d'oggi?

Era chiaro che Sofia non sapesse nulla di Daraem, avendolo conosciuto da meno di dieci minuti nel suo laboratorio. Ciò di cui era a conoscenza l'uomo era necessario a dover fare cambiare idea ai due ragazzi; ma ormai era troppo tardi per intervenire.

-Forza, allora andiamo!-, strillò allegramente la mora, facendo cenno alla sua piccola amica di seguirla. Quella rispose con uno squittìo di gioia, saltando giù dal rettangolo di cemento su cui era scomodamente seduta. Anche lei non vedeva l'ora di combattere. 
Dall'altra parte del laboratorio le aspettava Daraem, anch'egli emozionato. Non che fosse condizionato da quella presuntuosa di cui aveva fatto conoscenza quel giorno, ma non vedeva l'ora di battersi al fianco dei suoi Pokémon un'altra volta. Da giorni non aveva avuto l'occasione di poter vedere i suoi compagni e ciò gli era dispiaciuto. Aveva viaggiato per giorni e giorni, senza sfidare nessuno. Riprovare l'adrenalina che lo percorreva senza sosta fino ad eccitarlo fu come una rinfrescante boccata d'aria in montagna.

Daraem, anche se non lo voleva ammettere, era su di giri. Uscì dal laboratorio più euforico che mai, ma mantenendo la sua lenta e disinvolta camminata fino ad aver superato la porta dell'ingresso.

Aveva fatto la scelta giusta? Sofia non ne era del tutto sicura. Aveva avuto dieci minuti per decidere chi scegliere tra i Pokémon del professore e, per colpa della sua fretta, aveva ottenuto uno starter probabilmente inadatto alle sue capacità da neo allenatrice. Se avesse potuto avere più tempo, avrebbe probabilmente scelto tra Cyndaquil e Totodile. Ma perchè aveva chiamato Chikorita? Che fosse stata condizionata da quegli irresistibili occhioni rossi emozionati quando la guardavano? Sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe ammesso se mai avesse dovuto giustificare la sua scelta a sua madre, sempre se glielo avesse chiesto.

Sofia sentì nuovamente il calore del sole scaldarle le spalle. Era finalmente fuori dal tetro edificio dai toni grigi.

Il rosso le aveva lanciato, ancora una volta, un'occhiata strafottente. La ragazza era arrivata al limite della sua pazienza, ma cercò di restare lucida.
-Cosa c'è, ansia da prestazione novellina?-, domandò con tono scherzoso Daraem. Era sicuro che, se la avesse provocata ulteriolmente, le avrebbe fatto perdere la concentrazione. Sofia non rispose alla sua provocazione, ma lasciò che Chikorita saltellasse qualche metro più avanti rispetto a lei. Non aveva alcuna intenzione di ammettere che era agitata per la sua prima sfida da allenatrice. 

-Avanti, combattiamo!-

Daraem stava per ridere. Ma cosa era, una lotta wrestling? Mancava solo che si prendessero a pugni con dei guantoni da box e chiamassero un albitro per terminare il tutto; però non si scompose. Prese una delle sfere dal borsellino nero e la lanciò verso per terra, facendo attenzione a non colpire nessuno dei presenti. Un fascio di luce precedette l'entrata in scena del suo Pokémon.

Un massiccio Swampert comparve davanti a Daraem, emettendo uno scuro ringhio che fece strillar terrorizzata  la piccola Chikorita. Sofia sentì bruciare le labbra, guardando il grosso anfibio cobalto prendere posto nel cortile del laboratorio di ricerca. 
-Possiamo cominciare.-, dichiarò Daraem. -Lascio a te la prima mossa.-.

Bene, benissimo. La voglia di ritirarsi aumentava vertiginosamente, ma non si mosse di un centrimento dalla postazione in cui si era messa. Strinse la pokéball che il professore le aveva dato prima che uscisse fuori, facendosi forza. La piccola starter verde attendeva un suo ordine.
Sofia sembrò disorientata. 

-Ah, sì. Le mosse del tuo Chikorita sono azione, ruggito, tossina e verdebufera.-

Perchè un Chikorita sapeva avvelenare e fare stormi di foglie già alla sua prima forma? Pareva più confusa di prima. 

-Chikorita, usa azione!-. Chikorita corse verso Swampert, facendola apparire ancora più piccola dinanzi al suo nemico. Il giovane sembrò impietosito dal confronto.
-Swampert, usa protezione e scansa Chikorita!-, urlò il ragazzo. Il suo Pokémon obbedì e subito creò uno scudo verdastro, scontrandolesi contro. L'impatto fu così violento che l'esserino volò via. Sofia sbiancò spaventata, osservandola rotolare fino ai suoi piedi. 
-Non vedi? E' chiaramente impossibile che tu possa lottare con me.-, disse l'allenatore, con un tono serio. -Ritirati, sei in tempo.-. 
Perchè lo avrebbe dovuto fare? Non aveva motivo di lasciare la battaglia inconclusa. Anche se ciò che aveva visto sembrava aver già segnato l'esito della lotta, Sofia era decisa a continuare; Chikorita sembrava esser d'accordo con lei, perchè si rialzò, sebbene stordita, e si mise in posizione.
Daraem, rimanendo in primo luogo stupito dalla tenacia del piccolo starter, passò al contrattacco.
-Swampert, gelopugno!-. Chikorita schivò per un pelo un minaccioso pugno congelato che colpì invece il terreno rigoglioso, creando una fossa di modeste dimensioni completamente gelata. La novellina rabbrividì, come se avesse ricevuto lei stessa il pugno; ma pensò subito di rispondere al suo attaco in maniera strategica, ordinando al Pokémon Foglia di avvelenarlo.
-Chikorita, usa tossina!-. Una polverina violacea, sprigionata dalla sua testolina lucida, andò a finire in faccia a Swampert, che risentì ben presto degli effetti della mossa. Daraem non sembrava affatto preoccupato delle condizioni del suo Swampert: lui aveva fiducia nel suo Pokémon.
-Swampert, ora usa cascata!-. Il Pokémon, che strabuzzava gli occhi stranito, ritornò lucido e fece ciò che gli era stato ordinato. Con un'incredibile potenza investì Chikorita, che nel frattempo aveva tentato la fuga inutilmente verso la parte più nascosta del cortile. Un agghiaciante verso assordò i presenti, terminando con un secco e breve tonfo. Ormai Chikorita era stata sconfitta.

Sofia la raggiunse immediatamente. La lotta, anche se durata pochi minuti, aveva già stabilito il suo vincitore, rendendo la perdente più ferita di quanto la ragazza non pensasse. Il suo Pokémon a malapena gracchiò sulle sue braccia, facendole salire un grosso senso di colpa. La gola era secca e non riusciva a proferire alcuna parola. 

Oh, cavoli. Stava quasi per piangere. Aveva gli occhi lucidi, un viso contratto che sforzava di rimanere neutro. Ma le sopracciglia la tradirono, poichè corruggiate in un'espressione che tra non molto sarebbe stata triste. 
Daraem, ritirando il suo Pokémon, l'osservò. Non sapeva quanto fosse opportuno raggiungerla e dirle qualcosa, ma guardarla deprimersi con in braccio un Chikorita esausto non era ciò che sperava vedere.
 
-Cosa avete combinato, ragazzi!-, urlò il professore. Era uscito di corsa dopo aver sentito quel terribile suono propagarsi nel loro piccolo quartiere.


***


-Tutto pronto?-
-Tutto pronto, procediamo con l'esperimento.-. Il Pokémon, intrappolato in una gabbia arruginita apparentemente vecchia, cominciò ad impazzire. Non aveva intenzione di fare lo stesso esperimento che aveva segnato il compagno della cella accanto, ormai stecchito da giorni. Guardarlo privo di vita lo rendeva ancor più terrorizzato all'idea di dover fare anche lui la stessa esperienza.
Uno dei due scienziati lo tenne fermo, afferrandolo da dentro la gabbia. -Se non facciamo subito, romperà la gabbia!-. Il suo collega, senza indugiare oltre, prese un minaccioso e grosso ago, trasferendo un nauseabondo liquido blu sotto il folto pelo. La cavia urlò dando ancor più di matto. 
-Prendi la morfina e un sonnifero, subito!-. Quello corse da un estremo all'altro del piano, procurando gli oggetti richiesti. 

Sapevano che questo esperimento era rischioso, ma finora i risultati avevano dato degli effetti positivi sulle cavie. Loro si erano affidati a questi risultati e si erano proposti per testare il prodotto su alcuni Pokémon selvatici, specialmente sui Zigzagoon, che se ne potevano trovare a bizzeffe per tutta la regione di Hoenn. 

Appena lo scienziato tornò esausto nella stanza in cui stavano facendo degli esperimenti, per poco non vomitava. Il suo compagno era a terra, con la faccia violentemente squartata, come il suo stomaco. Il suo camice era completamente sporco di sangue, come il pavimento e i muri circostanti. 
L'uomo spalancò gli occhi spaventato.
Il Pokémon aveva rotto la gabbia in cui era stato rinchiuso, lasciando la stanza. E sembrava molto pericoloso, da quello che lui stesso aveva potuto constatare.

L'esperimento era riuscito.

Salvataggio in corso...


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Buon pomeriggio!  Sono ritornata con nuovo capitolo di questa fantasticerrima(?) storia! Ringrazio chi mi segue e chi recensisce questa ff, ha tutta la mia gratitudine. 
In questo capitolo ci stanno varie situazioni che accadono più o meno nello stesso momento. La prima, dedicata a Misha , OC di Taiyou_no_shita! Si è messa in un bel pasticcio, come farà adesso? 
La seconda parte, dedicata a Sofia e Daraem. La lotta, per quanto possa esser stata breve, è stata molto incisiva. :c 
La terza parte, nonchè la più intrigante a mio parere, preannuncia qualcosa di veramente inaspettato. Perchè sì, questo non l'avrei mai scritto io, ma l'ho fatto o_o sembra una scena molto simile ad Alien xD
Nel prossimo capitolo compariranno altri personaggi, vorrei farvi gustare ogni attimo di questi primi capitoli.
Nulla, con questo vi lascio. Seguitemi e recensitemi e ci si becca alla prossima volta!
DoubleLife

 

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