Infinity

di _Misaki_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 ***
Capitolo 17: *** Cap. 17 ***
Capitolo 18: *** Cap. 18 ***
Capitolo 19: *** Cap. 19 ***
Capitolo 20: *** Cap. 20 ***
Capitolo 21: *** Cap. 21 ***
Capitolo 22: *** Cap. 22 ***
Capitolo 23: *** Cap. 23 ***
Capitolo 24: *** Cap. 24 ***
Capitolo 25: *** Cap. 25 ***
Capitolo 26: *** Cap. 26 ***
Capitolo 27: *** Cap. 27 ***
Capitolo 28: *** Cap. 28 ***
Capitolo 29: *** Cap. 29 ***
Capitolo 30: *** Cap. 30 ***
Capitolo 31: *** Cap. 31 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***



Era un nuvoloso mattino di inizio settembre, una giornata di lavoro come tante altre per gli agenti della SIA. Appena messo piede in ufficio, erano stati subito spediti a svolgere indagini di approfondimento in un hotel. La polizia avrebbe voluto chiudere il caso classificandolo come suicidio, ma qualcosa non tornava, così si erano per scrupolo rivolti all’associazione investigativa di Seoul.
Gli agenti si trovavano sul luogo del delitto: la stanza numero 512, al quinto piano del Royal Suite Lotte Hotel. Il produttore di una nota casa discografica era stato impiccato nella sua camera d’albergo; sotto i suoi piedi non c’era nessun appoggio col quale avrebbe potuto compiere un gesto simile da solo, né uno sgabello né alcun tipo di rialzo.
«Questo è sicuramente un omicidio a porte chiuse …» disse Hana spostandosi dal volto un ciuffo dei suoi lunghi capelli castani e ondulati. Era una ragazza poco più che ventenne, aveva un viso grazioso e gli occhi grandi color nocciola. Da circa due anni era entrata a far parte dell’agenzia investigativa SIA, ma solo da pochi mesi aveva iniziato a lavorare in squadra con altri due ragazzi più grandi di lei di quasi sette anni, Lee Joon e Yang Seungho. Quest’ultimo, essendo il più esperto, svolgeva il ruolo di capo. «Aish! Sono solo le otto e sto già morendo dal mal di testa! Qualcuno ordini un caffè prima che mi venga un esaurimento!» brontolò.
Joon e Hana sapevano bene che il loro capo perdeva facilmente la pazienza se aveva lo stomaco vuoto, quindi Joon si affrettò a chiamare il solito bar per farsi consegnare direttamente in hotel tre caffè e delle brioche. Meglio andare sul sicuro, non si sa mai che la cucina del bar dell’hotel non fosse di gradimento a Seungho; sarebbe stata la fine per tutti.
«La scena del crimine è completamente pulita, non ci sono tracce … deve essere stato un professionista.» osservò Hana.
«Nella stanza affianco …» Disse Seungho sfogliando il registro dell’albergo «c’è il cantante che la vittima stava promuovendo in questo periodo. Interessante... Andiamo a fare due chiacchiere con lui, magari saprà darci qualche spiegazione.»
«Pensi sia coinvolto con l’omicidio?» chiese Joon.
«Non ne sono sicuro, ma dobbiamo verificare.» rispose il più grande.
«Non ha l'aria da assassino... e poi chissà quale potrebbe essere il suo movente...» continuò Joon portandosi una mano dietro alla nuca e facendola passare tra i capelli corvini, nel tentativo di riflettere.
«Potrebbe essere una questione di soldi... o per qualche litigio riguardante il suo lavoro.» ipotizzò Hana.
«Aaah… i giovani d'oggi, farebbero di tutto per i soldi …» osservò Joon con fare da uomo vecchio e vissuto.
«In ogni caso è meglio portarlo in centrale per un interrogatorio. Potrebbe rivelarci qualche particolare utile alle indagini.» interruppe Seungho.
I tre agenti bussarono alla porta accanto. Dalla stanza si sentì una voce in lontananza dire «Arrivo!» poco dopo un ragazzino sui vent'anni coi capelli scompigliati e l'aria scocciata e con addosso solo un paio di jeans aprì la porta.
«Lee Taemin-sshi?» domandò il capo per accertarsi che fosse lui.
«Sono io» rispose il ragazzo.
«Wow... ragazzino ti pare il modo di andare in giro?» Esclamò Joon coprendo gli occhi ad Hana «Sei troppo piccola per guardare ... e tu copriti!»
«Hey!» si lamentò la ragazza che ormai era più che maggiorenne.
Senza dire nulla, Taemin andò a prendere una maglietta tra quelle ammucchiate sul letto e se la infilò. «Scusate, ma stavo per farmi la doccia. La polizia mi ha buttato giù dal letto e mi ha lasciato solo pochi minuti fa.»
«Bene ... ed ora parlerai con noi...» Disse Joon entrando nella stanza insieme agli altri tre e iniziando a curiosare qua e là.
«Da quanto tempo fai parte di questa casa discografica?» iniziò a domandare Hana.
Taemin fece un profondo respiro prima di parlare «Ascoltate, se pensate di trovare qualcosa contro di me vi sbagliate, io non c’entro assolutamente nulla!»
«Allora non avrai problemi a rispondere a ciò che ti chiederemo …» Intervenne di nuovo Joon smettendo di rovistare per la stanza e riavvicinandosi ai colleghi.
«Abbiamo bisogno di interrogarti, o non potremo accertarci della tua innocenza.» spiegò la più piccola in tono pacato.
«D'accordo, risponderò anche alle vostre domande, ma poi lasciatemi andare, non ne posso più di questa storia!»
«Non ti importa se il tuo manager è morto?» chiese Joon come per rimproverarlo di essere troppo superficiale e distaccato nei confronti dell’omicidio.
«Non era esattamente il manager, era solo il produttore... lo conoscevo a malapena... credetemi, sono rimasto scioccato anch'io quando l'ho saputo stamattina, ma sono davvero esausto dopo l'altro interrogatorio della polizia!»
«Meglio portarlo in centrale, lì lo interrogheremo con calma.» ordinò Seungho.
 
Nel frattempo, dal bar che i tre agenti frequentavano abitualmente, era partita l’ordinazione e una delle cameriere era arrivata alla reception del Lotte Hotel. Chiedendo chi avesse richiesto i caffè, era stata indirizzata alla stanza 512. Prese quindi l’ascensore e raggiunse il quinto piano, dove parte del corridoio era stata transennata.
«Ma che succede qui?» disse tra sé e sé. «E’ permesso?» chiese ad alta voce dopo aver oltrepassato le transenne, incurante della scritta ‘keep out’ stampata su di esse.
«Sera, sai vero che non potresti entrare?» disse Hana arrivandole alle spalle insieme a Joon, Seungho e Taemin.
«Hana!» esclamò sorpresa l’altra ragazza voltandosi verso di loro spalancando incredula gli occhi di un profondo marrone scuro «Ma allora siete voi che mi avete fatto fare tutta questa strada per dei caffè! Avrei dovuto immaginarlo ...»
«Ciao Bellissima! Come va?» La salutò Joon sorridendo come se questa esclamazione imbarazzante fosse la cosa più naturale del mondo.
«Bellissima? Joon, stai cercando di ottenere uno sconto per caso?» insinuò Sera guardandolo male.
«Forse ... Ma per ora dammi il caffè per favore, sono stanchissimo!» rispose il ragazzo.
«Ecco qua …» disse Sera consegnando il caffè e le brioche «In tutto fanno 13000 won … contando anche la consegna!»
«Boss, oggi tocca a te pagare …» come sempre Joon dimostrava di essere tirchio.
«Va bene, va bene ...» Senza fare storie, Seungho iniziò a contare i soldi nel proprio portafogli. «Aish! Mi mancano 1000 won ...»
«Ma questi boss che vanno in giro squattrinati?» Disse Hana per scherzare.
«Sera ... lo sconto di cui parlavi prima si può avere, vero?» chiese Joon un po’ divertito e un po’ speranzoso.
Sera sospirò rassegnata «Ah, non fa niente, lo aggiungerò io alla cassa ... ma in cambio ditemi, cosa sta succedendo qui?» La ragazza era un’aspirante scrittrice di gialli, il lavoro nella caffetteria le serviva principalmente per mantenersi perché dalla scrittura non guadagnava poi molto. In più aveva avuto la fortuna che Joon, Seungho e Hana fossero diventati clienti abituali proprio del suo locale; parlare con dei veri e propri agenti era di grande ispirazione per i suoi romanzi e per questo era sempre molto curiosa riguardo alle indagini che stavano svolgendo i tre.
«Mi dispiace ma non possiamo dirti nulla ...» le rispose Joon in tono vago, poi si avvicinò e le sussurrò all’orecchio «C’è stato un omicidio …»
Sera annuì ripetutamente come per dire "sì, e poi?"
«Dammi un bacio e ti dirò di più!» si interruppe Joon incurvando le labbra in un sorrisetto compiaciuto.
«Ti ho già fatto 1000 won di sconto!» Si lamentò Sera che voleva sapere più dettagli.
«Forza tesorino ... torna al lavoro, oppure ti licenziano …» Tagliò corto Joon con un’altra delle sue uscite imbarazzanti.
«Tesorino?!» Esclamò Sera con un’espressione mezza schifata sul volto, lasciato ben visibile dai lunghi capelli neri e lisci che durante le ore di lavoro erano sempre legati in uno chignon «Ma che hai oggi? Mi stai facendo salire il diabete!»
«Un cascamorto e uno squattrinato … andiamo bene!» si lamentò Hana.
Taemin osservando la scenetta imbarazzante non poté fare a meno di ridacchiare. Seungho invece mangiava il suo cibo felice e contento.
«Va bene, vi lascio lavorare ... mi racconterete meglio la prossima volta che passate a trovarmi al bar!» Disse Sera sottolineando che prima o poi avrebbero dovuto raccontarle i dettagli.
«Vero, è meglio andare, stiamo lavorando in fondo ...» concordò Joon che forse era tornato sulla terra. I tre salutarono Sera che tornò al bar; stavano per avviarsi alla sede della SIA quando Hana esclamò «Un secondo che finisco la brioche!»
«Così non sembriamo molto professionali …» disse Joon rubandole l’ultimo pezzettino di brioche «Buono!»
«La mia brioche!» Protestò la povera Hana.
«Lee Joon!!! Tu sei il meno professionale di tutti!» Si arrabbiò Seungho che ci teneva particolarmente alla “piccola” Hana. «Cascamorto, tirchio e ladro di brioche, prendi Taemin e portiamolo in centrale!»
«Oh no, no! Non vorrete toccarmi con le mani sporche di brioche!!!» Esclamò tutto a un tratto Taemin, rivelando la sua natura schizzinosa da personaggio famoso.
Joon si leccò le dita «Ora sono pulite, andiamo.» lo prese per il braccio e lo portò all'auto.
Taemin rimase a dir poco scioccato dalle loro rudi maniere «Ma siete degli agenti o dei trogloditi?!» Nonostante le sue lamentele non ci fu nulla da fare, i tre lo portarono nella stanza degli interrogatori senza esitazioni.

 
Fine cap. 1

Eccoci con una nuova storia!!!
Ok, i non amanti dei dialoghi si staranno già strappando i capelli ... ma non temete, questa volta ho aggiunto più descrizioni e legato di più i vari dialoghi (almeno ci ho provato :P), quindi la struttura da chat è sparita quasi del tutto kkk
Finisco dicendo che questo è il secondo esperimento di fanfiction scritta in chat con Miwako Lee e FunnyPanda_, spero vi piaccia! ^^
Mi farebbe molto piacere ricevere recensioni per sapere se vi è piaciuta o se dovrei migliorare qualcosa ^^
Nei limiti del possibile pubblicheremo ogni sabato. Alla prossima~ ^^/

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***



 
«A pensarci bene … ieri sera, sarà stato intorno alle undici? Stavo rientrando in hotel e passando dalla hall ho visto che il produttore era seduto ai tavolini vicino allo schermo del televisore. Non credo mi abbia notato, era in compagnia …» disse Taemin scostando con un movimento del capo il ciuffo di capelli biondi che gli era sceso leggermente sugli occhi.
«In compagnia di chi?!» chiese Seungho con tono aggressivo. L’interrogatorio si era già protratto troppo a lungo ed era quasi mezzanotte. «Donne? Non puoi essere più preciso?»
«Aish! Sono stanco anch’io! E’ il secondo interrogatorio che mi fanno in un giorno!» si lamentò Taemin che aveva già raggiunto il limite da un pezzo. «Comunque no, non erano donne. Erano due uomini vestiti di tutto punto.» Il ragazzo fece un’altra breve pausa «Avevano un’aria minacciosa … non li ho visti in faccia, erano coperti bene.»
Mentre Seungho lo riempiva di domande, Hana e Joon controllavano lo svolgersi dell’interrogatorio da oltre il vetro della saletta, registrando il tutto accuratamente sui computer.
«E non hai notato nient’altro?» continuò il leader.
«No, ero stanco e avevo bevuto, avevo solo fretta di tornarmene in camera senza essere visto.»
«E va bene, non c’entri niente.» rinunciò Seungho esausto.
«Posso tornare a casa?» chiese Taemin con un barlume di speranza negli occhi.
«No. Per stanotte stai in cella.»
«CHE COSA?!»
«Hai capito benissimo.»
Senza tanti convenevoli, Seungho ammanettò l’idol e lo portò in una cella per poi raggiungere gli altri due oltre il vetro.
«Cazzo! Non ne posso più! Non fa altro che lamentarsi!» sbottò sbattendo malamente la porta alle sue spalle.
«Come mai lo hai messo in cella? Si vede lontano un chilometro che non ha fatto nulla, e sa ben poco ...» disse Joon non capendo le intenzioni del suo capo. «Comunque stai tranquillo, domani magari saprà darci altri dettagli ...»
«Ho il sospetto che i due con cui parlava il produttore fossero loro ...» disse Seungho con tono grave «l'omicidio troppo perfetto ... le questioni di soldi ... se lo lasciassimo in libertà sicuramente loro lo farebbero fuori ...»
«Beh, ma lasciarlo lì da solo non so se può essere una buona idea, in fin dei conti loro potrebbero anche scoprire che lo teniamo nascosto …» osservò Hana.
«Dimmi che non dobbiamo fargli da balia, ti prego!» scongiurò Joon.
«Sono stanco per pensare ... e non ho voglia di portarmelo a casa.» mise in chiaro il capo.
«Ho un’idea ...» interruppe Joon con un sorriso che non prometteva nulla di buono sul volto «Credo che sia ora di darti più fiducia piccola Hana ... quindi perché non lo tieni d'occhio tu?»
«Ehi, un secondo ...» si lamentò la ragazza «Dovrei portarmelo a casa io?»
«Sapete una cosa? Voi due insieme siete geniali! Portatevelo a casa vostra, fate come volete.» commentò Seungho con l’aria di chi ha già altri problemi per la testa.
«Io lo ucciderei dopo tre secondi, quindi, Hana, sei tu la scelta perfetta! Dopo questa avventura sarai un agente migliore, fidati!» Joon cercò di dare delle motivazioni qualsiasi, sicuro che Hana non avrebbe potuto tirarsi indietro.
«In che situazione mi state cacciando …» sospirò la ragazza ormai arresasi ai fatti. Essere la più giovane del gruppo non le avrebbe permesso comunque di mettersi contro un ordine dei suoi superiori.
«Ciao Seungho! Ci vediamo domani!!!» Esclamò Joon felice e soddisfatto per aver incastrato Hana, poi lasciò in fretta l’ufficio e se ne tornò a casa.
«Arrivederci capo!» Lo salutò anche la più piccola, che prima di tornare a casa passò a liberare dalla cella Taemin «Tu vieni con me ...».
«Ciao ragazzi ...» Seungho ricambiò distrattamente il saluto. Mentre gli altri parlavano aveva dato un’occhiata al suo cellulare; durante l’interrogatorio lo aveva lasciato nella tasca della giacca appesa all’attaccapanni. C’erano cinquantatré chiamate perse, tutte dalla sua ragazza.
Seungho compose il numero e rimase per un po’ in attesa di risposta.
«YAAA!!!» fu la risposta dall’altro capo del telefono.
«Ciao amore …» rispose Seungho senza badare al malumore di Soomin, la sua ragazza.
«Dove sei?! Ti avrò chiamato cinquantamila volte e non mi hai mai risposto!!! Pensavo fossi morto!»
«Scusa ma il lavoro mi ha tenuto impegnato ... mi sono dimenticato di dirti che non sarei venuto né per pranzo né per cena.» Tentò di scusarsi lui.
«E quando mai il tuo lavoro non ti tiene impegnato, ah?»
«Lo so, lo so ... sto uscendo adesso, per mezzanotte e mezza al massimo sono a casa, vai pure a dormire.»
«Sono tre mesi che non vado a letto ad un orario decente per aspettarti!!! Ho davvero raggiunto il limite, non posso sempre arrivare al lavoro stanca per colpa tua!!!»
«Ti ho detto di dormire pure, io ho le mie chiavi!» Ribatté lui alzando un po’ la voce. Un attimo dopo se ne pentì, era perfettamente consapevole di essere in torto, ma lo stress lo stava facendo diventare scorbutico, troppo spesso apriva bocca senza riflettere.
«Fottiti, Seungho!» furono le ultime parole furibonde di Soomin prima di riattaccare il telefono in faccia al suo fidanzato. Prima di andare a letto, la ragazza chiuse per bene la porta lasciando le chiavi inserite nella serratura, così Seungho non sarebbe potuto entrare.
«Soomin?! Soomin?!» provò a chiamarla, ma ormai aveva già messo giù «Aish!» imprecò tirando un calcio alla sedia.
 
Nel frattempo Hana era arrivata a casa con Taemin al seguito; entrò e lo fece accomodare sul divano.
«Bene, per stanotte puoi dormire lì.»
«Qui? Ma è pulito? Non è che ci è salito il gatto?»
«Che gatto?»
«Quello nero che c'era prima sul pianerottolo ...»
«Non è mio, non è mai entrato in casa.»
«Ah ... allora... non hai una coperta, un pigiama, lo spazzolino e tutto il resto da prestarmi?»
Mentre Taemin faceva l’elenco delle sue esigenze, il gatto di cui aveva parlato poco prima entrò di soppiatto dalla finestra.
«Il cuscin ... WAAAAAAAA!» disse Hana sorpresa. Il gatto balzò sul divano e iniziò a pulirsi, lanciando uno sguardo di sfida a Taemin coi suoi luccicanti occhi gialli.
«Ma avevi detto che non era tuo! Questo coso è assatanato!!!!!» Si lamentò Taemin.
«Non è mio! E’ di Kaori, la vicina!» protestò Hana ancora incredula della situazione. Il gatto scese dal divano e iniziò a strusciarsi sulla gamba della ragazza per farsi coccolare.
«Ma guardalo il ruffiano ...» protestò Taemin.
«Beh, vado a riportarlo alla vicina ...» disse Hana prendendolo in braccio «Tu intanto puoi prendere il cuscino e una coperta dalla mia camera da letto, nell'armadio, in basso a destra.»
«Ok, grazie.» Mentre Hana era dalla vicina, il ragazzo prese le cose dall'armadio e le buttò come veniva sul divano; poi andò in bagno e si infilò sotto la doccia.
Appena tornata in casa, Hana si guardò intorno ma, non vedendo Taemin, pensò che fosse ancora a cercare le coperte «Ma che fine ha fatto?» disse tra sé e sé. Andò anche in camera a controllare «Hey!?». Improvvisamente il ragazzo spuntò alle sue spalle. Era appena uscito dalla doccia, aveva tutti i capelli bagnati e solo un asciugamano legato in vita. «Hana, dove tieni il phon?»
«Waa!» Esclamò lei presa alla sprovvista, arrossendo visibilmente in viso «Basta spaventi per oggi!!! È in bagno il phon!! Nell'armadietto!»
«Grazie!» rispose sorridendo Taemin per poi tornare in bagno come se nulla fosse.
«Ma tu guarda quel ragazzo ... si vede che è un idol. Pff»
 

Fine cap. 2

Ed eccoci al secondo capitolo! Il panda ha la ragazza :3 e che ne sarà di Taemin ora che è sotto la stretta sorveglianza di Hana? Muhaha lo scoprirete solo continuando a leggere i prossimi capitoli (??)
Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la fanfiction tra i preferiti/ricordati ecc...
Let us know more con una recensione kkkk (io ci provo sempre)
Al prossimo capitolo~
 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***



Il mattino seguente, Seungho si presentò in ufficio con gli stessi vestiti del giorno prima. La barba era leggermente ricresciuta, producendo un pessimo contrasto con i capelli tinti di biondo. Anche le sue occhiaie erano persino peggiori del solito. Appena entrato in ufficio, senza nemmeno salutare Joon, si diresse subito in bagno. Dopo essersi rinfrescato alla bell'e meglio tornò in ufficio.
«Hana? Non è ancora arrivata?» chiese al suo subordinato.
«Non ancora.» rispose Joon «Ma a te cosa è successo? Perché quella faccia?» Domandò notando lo stato pietoso in cui si trovava Seungho «Sei stato sveglio tutta la notte a fare un appostamento?» provò ad ipotizzare.
«No ... la mia fidanzata, mi ha chiuso fuori di casa ...» rispose Seungho sconsolato. «Credo sia arrabbiata perché non l'ho avvertita che sarei tornato tardi … così ho dormito in macchina …»
Joon scoppiò in una fragorosa risata. «Oh mio dio!!! Non ci posso credere ... tu ... che ti fai chiudere fuori casa ... da una donna!!!» il ragazzo non riusciva a capacitarsi di come il suo boss, sempre così autoritario e irascibile si facesse annientare dalla fidanzata, trovava il tutto piuttosto esilarante. «Chi lo avrebbe mai detto! Hahahah!!!»
«Ya!! Non puoi neanche immaginare quanto sia difficile avere una ragazza!!!» lo rimproverò Seungho.
«Eccoci! Scusate il ritardo!» Interruppe Hana entrando in ufficio con Taemin.
«Heii!! Hahah» Joon li salutò senza riuscire a smettere di ridere. Neanche a dirlo, la prima cosa che notò Hana fu la terribile faccia stanca del boss «Oddio, che ti è successo boss?!»
«Senti questa ... il lidah ha dormito in auto perché la fidanzata lo ha chiuso fuori casa!» Le spiegò Joon scoppiando di nuovo a ridere rumorosamente. La reazione di Hana e Taemin non fu da meno «Ahaha non l'avrei mai detto che saresti stato un fidanzato sottomesso!!! Ahaha!!!» osservò la ragazza tra una risata e l’atra.
«Smettetela! Voi single non potete nemmeno immaginare quanto sia difficile! E adesso andiamo a fare colazione, ho fame!»
«Sai che non ti prenderò più sul serio, vero?» Joon pensò bene di rincarare la dose «Comunque la prossima volta puoi venire da me ... In fondo siamo amici, ci conosciamo da sempre …»
«Ya!!! Così mi prendi in giro meglio?!»
«E io che volevo fare qualcosa di buono ... La prossima volta dormi ancora in auto allora!»
«Andiamo!» ordinò Seungho tagliando corto. Tra una risata e l'altra, i tre più Taemin si avviarono al solito bar vicino alla sede della SIA.
«Buongiorno!!!» disse ad alta voce Joon entrando nel caffè. Sera, vedendo arrivare i suoi amici, corse subito ad accoglierli col sorriso stampato sulle labbra. «Ciao a tutti!»
«Hey piccola! Come va oggi?» Disse Joon facendole l’occhiolino. L’idea era quella di provarci con Sera, ma come sempre la tecnica era un vero fallimento, oltre ad essere imbarazzante. La ragazza, per quanto Joon le stesse simpatico, trovava le sue uscite davvero pessime e, soprattutto sul lavoro, preferiva ignorarlo. «Seungho, che hai fatto?!» chiese perplessa vedendo in che stato si trovava il leader.
«Basta, non ripeterò di nuovo la stessa storia!» cercò di salvarsi il diretto interessato.
«La sua ragazza l’ha chiuso fuori casa.» spiegò brevemente Hana.
Anche Sera scoppiò a ridere «Hahah non lo facevo così sottomesso!» Seungho la guardò malissimo, così decise di cambiare discorso «Sedetevi pure qui.» Disse facendoli accomodare ad un tavolo davanti alla vetrata del bar «Posso già prendere le ordinazioni?»
«Io il solito.» rispose Hana «Tu, Taemin?»
«Io cappuccino e brioche al cioccolato … con spolverata di cacao sopra!» ordinò l’idol esigente.
«Anche noi il solito.» conclusero Joon e Seungho.
«Ok, arrivo subito!» Sera preparò le ordinazioni, poi fece cenno alle sue due colleghe di sostituirla un attimo, così si sarebbe fermata a parlare con gli altri giusto un minuto. La cosa era un po' contro le regole del locale, ma finché il capo non c'era non avrebbe potuto accorgersene. Ormai lavoravano insieme da più di un anno e capitava spesso che ci si aiutasse a vicenda.
«Eccomi!» disse Sera appoggiando ordinatamente le cose sul tavolo. Subito dopo avvicinò una sedia e si accomodò al tavolo con gli altri.
«E la mia spolverata di cioccolato?» Chiese Taemin.
«Guarda bene ... è proprio qui …» Rispose Sera un po’ infastidita, indicando una lieve spolverata di cacao sulla brioche.
«Ma io pensavo di più ...» si lamentò deluso.
«Mi spiace.» si scusò Sera fingendo un sorriso.
«Beh, vorrà dire che mi farai uno sconto.» Disse Taemin esibendo il suo fascino da star.
«Hei, hei, vacci piano!!!» intervenne immediatamente Joon, geloso del piccoletto. «Mangia e zitto!» così dicendo gli ficcò la brioche in bocca per metterlo a tacere.
«Allora, che è successo ieri? Chi è lui?» Chiese Sera, ancora curiosa riguardo agli avvenimenti del giorno precedente.
«Lui è un indagato.» rispose Hana ridacchiando divertita.
«Indagato? E’ il possibile killer!? Questo ragazzetto?!» Chiese incredula l’amica.
«In realtà sembra non c'entri niente, però potrebbe avere informazioni interessanti.» Le spiegò Hana.
«Io lo sbatterei dentro per villaneria …» disse Joon per lanciargli una frecciatina.
«Volevo solo lo sconto! E non provarci mai più!!! Non toccare le mie cose con quelle mani lerce!» Si difese il piccoletto.
«Hei, hei, calmi! Dai che ho poco tempo, chi è morto ieri?» Sera, curiosa come sempre, aspettava con impazienza più dettagli. Hana iniziò quindi a spiegarle brevemente la vicenda « … E’ morto un produttore discografico, e lui è la star che stava promuovendo.»
«Wow! Ma quindi è famoso!»
«Direi proprio di sì!» disse Taemin rivolgendosi a Sera in tono di superiorità.
«Però non ti ho mai visto in TV.» Osservò un po’ delusa.
«Hana ... Non starai raccontando troppo?» Joon la fermò. Dopotutto aveva paura che trapelassero all’esterno informazioni sensibili.
«Non ho mai detto nulla in giro e non lo farò nemmeno questa volta, prometto!» cercò di tranquillizzarli Sera.
«Se lo fai ti arresto!» Disse Joon.
«Non ne avresti il coraggio!»
Improvvisamente Joon estrasse le manette dalla tasca interna della giacca sorridendo maliziosamente «Mettimi alla prova ...» alle sue spalle la collega di Sera le faceva cenno di tornare al lavoro picchiettando il dito contro l'orologio che teneva al polso.
«Hahaha non ora, sennò oltre a farmi arrestare mi licenziano pure ... fai il bravo, ci si vede!» la ragazza salutò tutti con la mano e scappò al lavoro.
Joon la osservò allontanarsi sorridendo come uno scemo. Neanche un attimo dopo Seungho lo riportò alla realtà «Hei, faccia da idiota, bevi il caffè che si raffredda!»
«Disse quello che sembra un barbone ...»
«Vuoi che ti licenzi, Joon?»
«Non se lo dico a Soomin … lei mi difende sempre …»
«Non osare provarci anche con Soomin, cascamorto!» Nonostante i frequenti litigi dell’ultimo periodo non si poteva certo dire che Seungho non amasse la sua ragazza.
 
Mentre serviva ai tavoli, Sera andò accidentalmente a sbattere contro un uomo vestito di nero che stava attraversando il bar. «Oh, mi scusi! Stava cercando un posto libero?» L’uomo non rispose, si limitò a tenere lo sguardo basso; un cappello nero nascondeva alla perfezione i suoi lineamenti. Sera lo osservò per un attimo e poi riprese a parlare «Hem … prego, da questa parte.» gli fece strada sorridendo e lui si limitò a seguirla.

Fine cap. 3

Ed eccoci con il capitolo 3!!! Forse un po' poco denso di novità, ma ... la buona notizia è che il prossimo capitolo lo anticiperemo a mercoledì anzi che sabato! :3 Spero vi sia piaciuto!
Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la fanfiction tra le preferite! :D
Siamo curiose di sapere il vostro parere ;)
Al prossimo capitolo~ ♥
_Misaki_, Miwako Lee e FunnyPanda__

 

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***



Erano arrivate le cinque e mezza di pomeriggio e per quel giorno Sera aveva finito il suo turno al café. Prima di tornare a casa, aveva deciso di passare a salutare una sua amica, Soomin, nonché la fidanzata di Seungho. Si cambiò in fretta liberandosi della divisa del locale per indossare un comodo paio di jeans e una maglietta, poi salì in macchina e si diresse a casa di Soomin. Una volta arrivata suonò il campanello e attese risposta.
«Ehilaa!!!» disse Soomin aprendo la porta. Era vestita con abiti comodi e aveva i lunghi capelli dai riflessi rossi legati in una coda di cavallo. Probabilmente stava controllando le foto scattate nell’ultimo servizio, lavorava come fotografa. «Che ci fai qui?»
«Ciao! Lo farai dormire in casa il fidanzatino oggi?» Domandò Sera ridendo scherzosamente.
«Forse ... dipende da come mi risponde la prossima volta …» Soomin fece entrare l’amica.
«Cos'ha combinato?» chiese sedendosi.
«Vediamo ... dopo essere stato al lavoro per sedici ore filate senza nemmeno degnarsi di chiamare o almeno rispondere alle mie chiamate, ha osato alzare la voce con me ...» Soomin porse da bere all’amica.
«Grazie» disse Sera prendendo il bicchiere che le stava porgendo Soomin «Non hai tutti i torti ad essere arrabbiata ... oggi è venuto al bar con gli altri, sembra stiano lavorando a qualcosa di importante ...»
«A me sembra che si sia trovato un'altra! Altro che lavoro ... inizio a sospettare che stia fuori di proposito ...»
«Davvero!?» Esclamò Sera sorpresa, scostandosi dallo schienale «Non avrei mai sospettato di lui! Da come parla di te sembra così innamorato!»
«Sicuramente non lo dice a te che mi tradisce ... che ne dici? E io che idiota sono in ansia per lui tutto il giorno ...»
«Magari è davvero impegnato col lavoro ... da quello che so ieri c'è stato un nuovo caso. Ti ha accennato a nulla del genere?»
«No ... oltre al fatto che non lo vedo praticamente da due giorni, non mi parla mai del suo lavoro ... quando gli chiedo qualcosa cambia subito argomento ...»
«Capisco ... questa volta non si sono sbilanciati a dire nulla nemmeno a me. Di solito almeno qualche dettaglio me lo raccontano ...»
Soomin restò ad ascoltare di cosa si trattasse senza aggiungere nulla.
«So solo che hanno ucciso un produttore al Lotte Hotel di Seoul e ora l'idol che promuoveva è sotto protezione degli agenti. Lo hanno interrogato ma sembra non c'entri nulla.»
«Non vedo che ci sia di pericoloso ...» Commentò Soomin per poi fermarsi un attimo a riflettere. Bevve un po’ dal bicchiere che teneva tra le mani. Improvvisamente lo posò sul tavolo «Basta!!! Ho deciso! Scoprirò se Seungho mi tradisce o no! Userò le mie capacità di ficcanaso e di donna per sapere la verità!»
Alla reazione improvvisa di Soomin, Sera non poté trattenere una risata amichevole «Ti darò una mano!» aggiunse con un sorriso.
«Davvero?!»
«Sì, vengono spesso al bar dove lavoro, cercherò di spillargli qualche informazione.»
Soomin si alzò dalla sedia e abbracciò Sera «Grazieeeeeeeeeeee!!!»
«Figurati, altrimenti a che servono le amiche?» Rispose facendo lo stesso.
Sera non si trattenne per molto, la giornata di lavoro era stata faticosa e inoltre Seungho sarebbe potuto tornare da un momento all’altro ed era meglio che lui e Soomin si chiarissero senza che nessuno interferisse.
 
Nel frattempo alla base della SIA, i tre agenti stavano discutendo del nuovo caso sotto agli occhi confusi di Taemin. Ormai non c’erano più dubbi, i responsabili non potevano che essere loro o le prove non sarebbero scomparse così perfettamente. Lo stesso per i testimoni, nessuno aveva visto né sentito nulla e l’omicidio era stato inscenato come un suicidio. Se non fosse che sotto la vittima non c’erano appoggi, nessuno avrebbe messo in discussione che si fosse impiccato da solo; avrebbero trovato un movente qualsiasi e chiuso il caso.
«Scusate ma … chi sarebbero loro?» chiese Taemin.
Seungho all'inizio si mostrò un po' titubante, diede un'occhiata anche alle espressioni degli altri e poi si decise a parlare «Sono un'organizzazione criminale.» fece una pausa «Alcuni li chiamano anche uomini in nero perché indossano solo abiti di questo colore quando lavorano per l'organizzazione. Nessuno sa la vera identità dei componenti ...»
«Stiamo cercando di arrestarli da cinque anni, ma sono praticamente imprendibili! Ogni volta che ci avviciniamo di un solo passo, loro scompaiono nel nulla ...» aggiunse Joon con aria depressa.
«Addirittura?!» Esclamò Taemin.
«Sì ... purtroppo sono capaci di compiere il peggiore degli omicidi senza lasciare la minima traccia.» confermò Hana.
Taemin deglutì nervosamente «Questo significa che ... sono loro che stanno cercando di farmi fuori?»
I tre agenti annuirono con sguardo serio.
«Ma ... non mi lascerete morire, vero?»
«Non ti avremmo portato con noi ... e non ti avrei ospitato a casa mia …» lo rassicurò Hana.
«Quindi mi stai salvando la vita, Hana!»
«Sì, diciamo di sì ahaha» Hana rispose in tono divertito per smorzare la tensione.
«Lo fa solo perché è obbligata ...» Lo “rassicurò” Joon.
«Haem ... comunque ... questi uomini in nero potrebbero essere quelli con cui stava parlando il produttore?»
«Sì, sospettiamo di loro anche per questo.» rispose Hana.
«Boss ... a che pensi?» Chiese Joon a Seungho, vedendo che non stava ascoltando la conversazione. Il ragazzo si risvegliò dai suoi pensieri e fece un lungo sospiro «A dire il vero sto pensando a Soomin ... credo sia meglio tornare a casa per oggi, non c'è più nulla che possiamo fare.»
«Come vuoi, boss ... a me va sempre bene tornare a casa prima!» I tre agenti spensero i computer, rimisero in ordine i faldoni e uscirono. Come il giorno precedente, Taemin andò a casa con Hana.
 
Una volta uscito dall’ufficio, Seungho salì in macchina e si diresse verso casa. Ormai erano tre mesi che lui e Soomin convivevano ma non era mai successo che litigassero fino a questo punto. Dopo aver parcheggiato si era affrettato alla porta di casa, ora, però, qualcosa lo fermava. Era indeciso se bussare o semplicemente entrare. Alla fine optò per la seconda ipotesi.
Soomin gli aprì e lo squadrò da testa a piedi «Ciao.» Lo salutò con tono di voce piatto. Seungho la guardò con aria colpevole ed entrò in casa «Soomin ...» disse attirando la sua attenzione «Mi dispiace per ieri ... ero veramente nervoso ... ho esagerato.»
«E te ne sei accorto prima o dopo aver capito che avresti passato la notte fuori!?»
«Lo so, lo so, non avrei dovuto farlo lo stesso ... avrei dovuto richiamarti subito, ma davvero, questo periodo è un po' brutto … avevo appena finito un interrogatorio durato tutto il giorno e non ci stavo più con la testa ... perdonami!»
«E allora rallenta il ritmo ... anche tu hai una vita, sai? Non esiste solo il lavoro ...» Poi Soomin gli fece cenno di sedersi a tavola «Siediti o la cena si raffredda ...»
Seungho sorrise dolcemente vedendo che Soomin, nonostante tutto, gli aveva preparato la cena. «Purtroppo il tempo stringe e questa volta è davvero importante ...» disse appendendo la giacca. Appoggiò una chiavetta usb con i dettagli del caso vicino al computer e subito dopo corse a tavola. «Grazie per la cena!» Le disse prima di sedersi dandole un bacio.
«Non posso lasciarti morire di fame … poi sarei accusata di omicidio!» rispose lei scherzando. Poco prima, Soomin non aveva potuto fare a meno di adocchiare la chiavetta usb. Leggendo il suo contenuto avrebbe scoperto la verità sul caso che il suo ragazzo stava seguendo, e di conseguenza avrebbe scoperto anche se era davvero così impegnato. Seungho, intento ad abbuffarsi, non sospettava minimamente le intenzioni di Soomin.
«Hehehe mi sei mancata un sacco ieri!» Le disse amorevolmente. Il litigio tra i due sembrava risolto prima del previsto.

Fine cap. 4

Ed eccoci alla fine anche del capitolo 4! :D
Seungho si è salvato, ma riuscirà a salvare anche l'usb con i file dell'indagine? Muahahah chissà ...
Come sempre, grazie a chi ha recensito e a chi ha messo la storia tra i preferiti ^^
Fateci sapere se vi è piaciuto ;) we are curious hahaha
Al prossimo capitolo~ questo sabato :D
 

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***



 
A quasi una settimana dall’omicidio ancora non si sapeva nulla sui presunti colpevoli. Gli agenti si stavano impegnando a fondo, interrogando quanta più gente possibile, controllando le telecamere di sorveglianza e i registri dell’hotel. Avevano anche controllato la vita privata e lavorativa del produttore. L’unica cosa che era emersa era che, spesso, i soldi che investiva nel business dello spettacolo, li aveva racimolati attraverso giri loschi e amicizie poco raccomandabili. Tuttavia non c’erano tracce dell’organizzazione degli uomini in nero, nemmeno un microscopico indizio portava a loro.

I tre agenti, come sempre, durante la pausa si erano recati al bar vicino all’ufficio, dove lavorava Sera. Questa volta ad accoglierli non erano state né lei né le sue colleghe, ma un ragazzo nuovo. Non era molto alto ma aveva un fisico ben allenato e un viso gradevole. I capelli erano corti e tinti di biondo. Sera aveva salutato gli altri da lontano con un’espressione come a voler dire ‘mi spiace ma da adesso non potrò più fermarmi a parlare’. Entrambe le colleghe erano state sostituite da due ragazzi. Quello che aveva servito gli agenti si chiamava Jonghyun, l’altro invece, Key. Anche lui era piuttosto affascinante, aveva i capelli neri, non troppo corti, la frangia gli ricadeva morbida sulla fronte andando a nascondere una vecchia cicatrice che tagliava una piccola parte del sopracciglio destro. Pochi giorni di lavoro e si era sparsa la voce nel quartiere, col risultato che la clientela femminile del negozio si era triplicata rispetto a prima.
«Chissà perché hanno sostituito i baristi … Magari c’era poca clientela femminile e hanno pensato bene di metterci due ragazzi attraenti ...» Ipotizzò Seungho bevendo il suo caffè.
«Non credo che licenzino delle persone per un così futile motivo.» Osservò Hana poco convinta.
«Perché non chiedete alla vostra amica?» Propose Taemin.
«Già, potremmo davvero chiederlo a Sera ...» concordò l’unica ragazza del gruppo.
«Mi sembra un po' indaffarata però ...» Taemin indicò Sera che stava parlando con Key in modo amichevole. La scena suscitò in Joon un misto di gelosia e rabbia, se non avessero cambiato il personale adesso Sera sarebbe lì a parlare con loro, non a sorridere alle parole del suo collega. Hana fece cenno all’amica di venire al tavolo, ma lei risponde a gesti che non aveva tempo e si scusò, per poi tornare di corsa a servire ai tavoli.
 «A quanto pare è troppo impegnata ^^;;» si arrese Hana.
«Direi di tornare al lavoro.» ordinò il boss.
«Sì, andiamo …» Rispose Joon.
 
Verso le cinque e mezza, Sera finì il turno di lavoro, salutò gli altri e andò a cambiarsi. Poi uscì come sempre dalla porta sul retro, che era la più vicina al parcheggio. Joon era uscito prima dal lavoro per andare a parlare con Sera. Per ottenere il permesso aveva raccontato a Seungho di avere degli impegni importanti che proprio non poteva rimandare. Una volta arrivato sul retro del cafè, si era fermato ad aspettare Sera davanti alla macchina di lei.
«Uh? Che ci fai qui?» Esclamò sorpresa la ragazza non appena lo raggiunse. Sera gli sorrise e la sicurezza di Joon iniziò a vacillare rendendo trasparente il suo imbarazzo «Hem ... C … Ciao!»
«Qualcosa non va?» gli chiese lei con un’espressione confusa sul volto.
«Ero … Passato per … Ecco ... Ti abbiamo messo nei guai per caso?» Non era questo che voleva dire Joon, ma ormai la situazione gli era sfuggita di mano e non riusciva ad esprimersi come avrebbe voluto «Le tue college ... cioè … Sono state sostituite da quei due tizi ... Non vorrei che magari poi venissi licenziata anche tu perché ti fermavi a parlare con noi ...»
«Ah, no, no! Tranquillo, non c'entrate nulla!» lo rassicurò Sera, pensando che dopotutto era stato carino a preoccuparsi per lei. «Diciamo che da qualche giorno stanno succedendo cose strane qui …»
«Cose strane?»
«Sì, quattro o cinque giorni fa è entrato un tizio un po’ particolare ... tutto vestito di nero ... non parlava e si nascondeva la faccia col cappello. Ad un certo punto ha chiesto di poter parlare con il direttore ... non so cosa si siano detti, ma il giorno dopo le mie colleghe erano state sostituite.»
«Un uomo vestito di nero?»
«Sì. Non so chi fosse … ma da quel giorno in poi sono successe cose strane ... mi sembra che il locale sia come tenuto d'occhio, si respira un’atmosfera diversa, come di tensione …»
«Accidenti ...» Joon iniziò a preoccuparsi, un terribile sospetto si era insinuato nella sua mente «Ok, senti, mi racconterai quello che è successo mentre andiamo alla centrale. Sali in macchina, guido io!» il ragazzo prese le chiavi dalle mani di Sera e occupò il posto del guidatore.
«C … come alla centrale? Mi vuoi arrestare!?» chiede Sera confusa e preoccupata allo stesso tempo. L’espressione seria di Joon non presagiva nulla di buono.
«Muoviti! Non fare domande!» le ordinò l’agente componendo il numero di Seungho sul cellulare e avviando la chiamata.
«Ok, ok.» Sera salì in macchina senza ancora riuscire a spiegarsi che stesse succedendo.
Pochi secondi e Seungho rispose dalla centrale “Pronto?”
“Seungho! Abbiamo un problema! Credo ... Sto venendo alla centrale con Sera.”
“Che ci fai con Sera?!” chiese il boss, il tono della sua voce si era leggermente alterato, dopotutto Joon aveva dato un’altra scusa a Seungho perché gli permettesse di lasciare prima l’ufficio.
“Hem … io ... non pensarci! Abbiamo un problema e basta!” Tagliò corto l’altro ragazzo.
“Ok, ti aspettiamo qui.” Seungho riattaccò il telefono.
In tutto questo Sera fremeva, perché non sapeva cosa stesse succedendo, perché odiava gli ordini anche se aveva ubbidito e perché Joon stava parlando al telefono mentre guidava la sua macchina senza neanche averle chiesto il permesso. La confusione stava lasciando spazio a una certa arrabbiatura «Mi vuoi spiegare che succede?! Non ho fatto niente per essere portata in centrale!» Sbottò senza riuscire più a trattenersi, cercando, quasi invano, di non usare un tono troppo acido.
«Non hai fatto nulla, non preoccuparti e seguimi.» rispose Joon parcheggiando davanti alla centrale e scendendo dall’auto. Sera lo seguì con un sospiro e in un attimo raggiunsero gli altri in ufficio «Seungho!»
«Joon, si può sapere cosa c’è?» chiese Seungho.
«Credo che c’entrino gli uomini in nero …» rispose Joon.
«Che stai dicendo?» Cercò di capirci di più Seungho che si stava allarmando.
«Sera, raccontagli quello che hai detto a me, per favore.»
«Hem ... ok.» Sera ripeté di nuovo il racconto di pochi minuti prima.
«Vuoi dire che c'entrano con il gestore del locale?!» Chiese Seungho al collega.
«Può essere ...» rispose lui «Ma non capisco perché sono interessati proprio a questo bar ... Sono preoccupato per lei ora …»
«Mmm ... forse è perché noi frequentiamo il bar ... magari ci stanno tenendo d'occhio.»
«E quindi che facciamo? Se mettessero in mezzo anche persone collegate a noi sarebbe un disastro!»
«Ma chi sono gli uomini in nero?» Sera interruppe i discorsi di Joon e Seungho «E cosa c'entriamo io e le mie colleghe?»
«E’ meglio se non sai nulla …» le rispose Joon ancora indeciso sul da farsi.
Sera non aveva nessuna voglia di ribattere, chiuse gli occhi stanchi e appannati strofinandoli leggermente con le dita, poi li riaprì «Scusate, ho mal di testa … è stata una giornata pesante. Posso tornare a casa?»
Joon guardò il boss «Cosa facciamo, Seungho?»
«Per oggi possiamo lasciarla andare … non abbiamo la certezza che c’entrino loro.» rispose lui.
Joon non era convinto al cento per cento della decisione «Non posso appostarmi sotto casa sua? So che rasenterebbe lo stalking, ma non mi fido …» disse sottovoce a Seungho. Quest’ultimo ci pensò un attimo prima di rispondere. «Non ti preoccupare, non è ancora successo nulla. Credo che siamo noi il loro obiettivo … lasciale il tuo numero. Se sarà in pericolo potrà chiamarti.»
«D’accordo.» rispose Joon senza contraddire il suo boss.
«Magari sono io ad essere troppo suscettibile, meglio se vado a riposarmi un po’.» disse Sera. Tutta questa storia le sembrava così strana, in fondo potevano anche essere tutte sensazioni e strane coincidenze.
«Aspetta, ti do il mio numero.» le disse Joon scrivendolo su un foglietto di carta e passandoglielo.
«Grazie.» rispose lei, poi salutò anche gli altri due con un cenno del capo.
«Ciao, Sera, e mi raccomando, non stressarti troppo per questa storia.» la rassicurò Hana.
«Non preoccuparti, Hana. Ci vediamo domani.» rispose alla più piccola, sorridendo. Poi uscì dall’ufficio.
Dopo poco anche gli agenti finirono di lavorare e tornarono a casa a godersi un po’ di riposo. Taemin tornò di nuovo a casa con Hana, finché non si fosse sistemata questa faccenda sarebbe stato troppo pericoloso lasciarlo senza una scorta.

Fine cap. 5

Finalmente ha fatto la sua comparsa la Jongkey! :D  E' stata breve ma avranno modo di riscattarsi u.u
Come sempre ringrazio moltissimo LoveInfinite che ha recensito il capitolo precedente e chi segue o legge la nostra fanfiction! :) ♥
Please, let us know more con una recensione~ :D 

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***



Terminata la stancante giornata di lavoro, Seungho era tornato a casa, dove Soomin lo aspettava.
«Sono tornato!» Disse con aria stanca dopo essere entrato.
«Ciao ... Tutto ok? Mi sembri stanco e preoccupato ...» gli chiese Soomin.
«Ah, non preoccuparti, è solo che l’indagine che sto seguendo si sta facendo complicata ...»
«… Che per caso riguarda il produttore discografico morto all'hotel Lotte la scorsa settimana?» lo interruppe inaspettatamente lei.
«C ... come fai a saperlo?» le chiese sorpreso e preoccupato allo stesso tempo.
«Mai lasciare in giro una chiavetta USB quando la tua fidanzata pensa di essere tradita …» «Hai ... letto tutti i file sull'USB?» Chiese conferma Seungho, sperando di aver capito male. Attendendo la risposta deglutì nervosamente e appoggiò le mani sulle spalle di Soomin.
«Si ... te l'ho già detto, quando una ragazza pensa che il suo fidanzato la stia tradendo, diventa meglio dell'FBI o che so io ...»
«Aish! Ho paura che tu sia in pericolo...»
«Perché? Ho solo letto dei file, non ho mica ucciso nessuno! Non arrestarmi!» disse Soomin un po’ scherzando e un po’ facendo sul serio.
«Non intendevo quello … chiunque sappia troppo su questo caso può essere in pericolo ...»
«Quindi anche tu lo sei ...»
«Probabilmente sì ... ma è il mio lavoro, posso difendermi, invece tu no. Non mi sento sicuro a far finta di nulla, preferirei tenerti con me, almeno potrei proteggerti.»
«Stai tranquillo! Non sono direttamente coinvolta, ho solo dato una sbirciatina ... e poi scusa, chi mai sarebbe così idiota da prendere di mira la fidanzata di un detective?» disse ridendo per smorzare la tensione di un discorso che le sembrava esageratamente tragico.
«Purtroppo succede spesso ... come ricatto ... e in questo caso da ora sei direttamente coinvolta.» Seungho fece una pausa, poi riprese «Non ti lascerò sola, capito?»
«E come farai a lavorare se devi stare con me?»
«Ti porterò con me alla centrale. Non preoccuparti per il lavoro, passeremo la comunicazione che non potrai presentarti per un po’ … c'è a rischio la tua vita e non è cosa da poco!»
«Non mi piace ... io voglio andare al lavoro! Non voglio doverti seguire come un cagnolino perché pensi che io sia in pericolo ...»
«Soomin ... lo so che il tuo lavoro ti piace, ma la tua vita è più importante! Sono dei pazzi criminali a cui stiamo dando la caccia da cinque anni, non si fanno scrupoli a uccidere.»
«Sei paranoico ... troppo ...» tagliò corto lei andando a sedersi a tavola.
«Soomin ... non essere testarda!»
«Ho detto no! Fine della questione.»
«Aish …»
 
 E così il giorno dopo non ci fu verso di tenere Soomin a casa dal lavoro. Un'altra terribile giornata era cominciata in centrale, ma qualcuno stava per fare tardi …
«Tae!!! Sveglia! Mi farai arrivare tardi!» urlò Hana al ragazzo che era ancora chiuso in camera. In genere Taemin si svegliava presto senza problemi, ma oggi evidentemente non era giornata.
«Arrivo!!!» Rispose lui dopo aver dato un’occhiata alla sveglia che aveva spento più volte. Era davvero tardissimo! Si catapultò fuori dal letto e si vestì. «Scusa ma oggi non riuscivo a svegliarmi.» Disse passando una mano dietro alla nuca, imbarazzato. E come non perdonarlo con un’espressione così angelica sul volto?
«Dai, andiamo. La colazione puoi farla portare in ufficio.» Disse pacatamente Hana.
«Ok, ok ...» Taemin seguì la ragazza senza fare storie, sentendosi un po’ in colpa.
 
Arrivati in ufficio, trovarono Seungho preoccupato e nervoso come non mai. «Aish, aish, aish! Soomin sa tutto e non ha voluto essere messa sotto protezione! Diventerò matto a forza di stare in pensiero per lei!»
«Come ha fatto a scoprire tutto?» chiese Hana stupita.
«Ha letto i file nell'USB che ho dimenticato sul tavolo qualche giorno fa.»
«Accidenti ...»
«Perché lei sì e Sera no?» interruppe Joon «Idiota di un Seungho ...»
«Soomin ora è direttamente coinvolta ... Sera non sa nulla su questa faccenda.» cercò di giustificarsi il boss senza rendersi conto di essere veramente paranoico. Gli uomini in nero non potevano certo immaginarsi che Soomin avesse letto i file sull’indagine, non sarebbe diventata un bersaglio così facilmente. In più l’ansia che provava Seungho per Soomin era esattamente la stessa che provava Joon per Sera, ma anche di questo il leader sembrava non accorgersene minimamente.
«Non sa nulla?! E’ direttamente coinvolta anche lei, sai?! Quanto sei scemo ...» Joon sfogò la sua preoccupazione su Seungho, ma quest’ultimo era troppo occupato ad angosciarsi per Soomin. Senza dargli corda si mise a lavorare, immerso nei suoi pensieri. Taemin in tutto questo non sapeva che dire, quindi come al solito era sgattaiolato fuori a prendersi una cioccolata calda e qualcosa da mangiare alla macchinetta.
 
Anche al cafè un'altra giornata di lavoro era iniziata e finita in fretta. Una volta terminato il suo turno, Sera salutò i nuovi colleghi e andò a cambiarsi. Appena entrata nel camerino schiacciò l’interruttore della luce, ma non si accese nulla. Le tornò in mente che la lampadina si era fulminata la sera prima. Avanzò un po’ a tentoni. L’unica flebile luce a rischiarare la stanza era quella che proveniva dai bagni dello staff. Sera si avvicinò all’armadietto ma come fece per aprirlo notò che era stato forzato. La serratura era rotta e lo sportello era stato lasciato socchiuso. All’interno era tutto a soqquadro. Provò a muovere i vestiti e la borsa per vedere se mancava qualcosa. Pochi secondi dopo si sentì un rumore di passi provenire dal bagno. Sera, che era concentrata sul suo armadietto, sobbalzò. Per un attimo si convinse che dovevano essere Jonghyun o Key, probabilmente non si era accorta che fossero entrati. Improvvisamente, però, giunse alle sue orecchie anche un altro rumore piuttosto sinistro, come qualcosa di metallico sbattuto sul pavimento o su una parete e trascinato esattamente nella sua direzione. La ragazza cominciò ad avere paura, prese la borsa lasciando lì tutto il resto e uscì senza cambiarsi. Si affrettò verso la macchina che aveva parcheggiato vicino all’uscita. Cercò le chiavi nella borsa ma non le trovò. Forse per l’agitazione, o forse perché le erano cadute nella fretta, non riusciva proprio a trovarle. Un cigolio stridulo arrivò fino alle sue orecchie. Qualcuno stava aprendo la porta alle sue spalle e l’avrebbe raggiunta in un secondo. Istintivamente iniziò a correre più veloce che poteva verso la centrale. Senza voltarsi indietro prese il telefono e chiamò Joon.
 
Joon era seduto alla scrivania e il cellulare era lì affianco a lui. Vedendo comparire il numero di Sera sul display rispose immediatamente, preoccupato “Sera … tutto ok?”
“Non esattamente …” rispose lei con la voce non molto ferma e interrotta dal fiato corto per la corsa “Sto venendo lì in centrale.”
“Ok, ti vengo incontro!” Joon riagganciò il telefono e si precipitò fuori dalla centrale.
«Che succede?!» chiese Seungho senza ottenere risposta. Joon stava già correndo giù dalle scale. Quando vide Sera in lontananza la chiamò ad alta voce. Lei, appena lo raggiunse, si fermò un attimo a riprendere fiato, poi si girò, ma dietro di lei non c’era nessuno.
«Aish ... mi sa che sto diventando pazza ...»
«Che cosa succede?» Le chiese Joon.
«Nel camerino c'era qualcuno ... e l'armadietto era staro forzato. Mi sono spaventa e sono corsa fuori …»
«Ora giuro che uccido quell'idiota di Seungho ...» disse Joon tra sé e sé «Vieni …» prese per mano Sera e tornò in centrale con lei.
Appena arrivato, Joon spalancò la porta «SEUNGHO!!!» Alzò la voce in tono molto arrabbiato.
«Che succede?!» Rispose l’altro ragazzo alzandosi dalla scrivania.
«L'armadietto di Sera è stato scassinato e qualcuno l'ha inseguita ... ora prova a dirmi che non è direttamente coinvolta!!!» senza lasciare a Seungho il tempo di ribattere lo prese per il colletto della camicia «Ora tu la metti sotto la mia protezione!»
«Hei, calmati ...» disse scrollandosi di dosso la mano del collega che, dopo un primo attimo di collera, aveva allentato la presa «Per fortuna non è successo nulla ... ma ora che ne abbiamo la certezza prenderemo provvedimenti.»
«No! Anche prima la certezza c’era, ma tu ti preoccupi solo di Soomin senza pensare anche alle conseguenze per le altre persone coinvolte!!! Io te l’avevo detto ... sei un agente, cazzo! Il tuo lavoro è quello di proteggere tutti, non solo la tua ragazza!» riattaccò Joon che non si era calmato per niente.
 «Joon, calmati ... va bene, ho commesso un errore, però non è il caso di reagire così.»
«Poteva rimetterci lei, però!»
Sera in mezzo a questo litigio si sentiva in colpa, essendone almeno in parte la causa, ma non sapeva come fermarli. Anche Hana e Taemin rimasero a guardare senza dire nulla, non era la prima volta che Joon e Seungho si trovavano in disaccordo e Hana sapeva bene che presto avrebbero smesso di litigare da soli. Joon finì di urlare e si lasciò cadere su una sedia sbuffando. «Egoista …»
Seungho passò sopra anche all’ultimo della lunga serie di rimproveri da parte di Joon. Da una parte il suo collega aveva ragione, ma dall’altra quello che era successo a Sera era servito a rendere la possibilità che loro li stessero tenendo d’occhio ancora più concreta. Ci fu una breve pausa di silenzio in cui nessuno disse nulla, poi Seungho prese la parola «Ok, da oggi ti affido Sera.»
«Grazie.» rispose Joon, poi si rivolse alla ragazza «Sera, ora andiamo al tuo appartamento così prendi un po’ di cose e ti trasferisci da me per qualche tempo.»
«Ok.» Sera accettò senza ribattere, a se e come andare al lavoro il giorno seguente ci avrebbe pensato dopo. Sera e Joon si avviarono.
«Hana?» la chiamò il boss «Quando hai finito quello che stai facendo puoi tornare anche tu a casa. E tu, Taemin, non distrarla ... e basta svaligiare le macchinette della cioccolata calda!»
«Ok, grazie.» rispose l’agente.
«Uffa! Non ho niente da fare!» protestò l’idol.
«Ho quasi fatto, inizia a prepararti, Tae.» gli disse Hana affrettandosi a rimettere a posto gli ultimi fogli.
«Agli ordini!» rispose Taemin con il bastoncino per girare la cioccolata in bocca. Ormai si era quasi affezionato ad Hana. Dopo circa mezz’ora anche Seungho tornò a casa.
 

Fine cap. 6

Zam zam, la vicenda prosegue e sempre più persone rimangono coinvolte! Soomin non vuole cedere, o forse sarà solo Seungho ad essere troppo paranoico?
La convivenza di Taemin e Hana procede tranquillamente e ora anche Sera è in pericolo!
Cosa succederà? Lo scoprirete solo vivendo muahaha :3
Please, leave a comment ;)

Avviso importante: non potrò pubblicare per due settimane, il prossimo capitolo non so ancora in che giorno precisamente potrò pubblicarlo, sicuramente tra il 3 e il 5 agosto :) Grazie per la pazienza e a presto~

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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***



 
Il giorno seguente Seungho e Soomin si svegliarono di buon’ora. Come tutte le mattine, Soomin preparò la colazione e i due si fermarono un po’ a tavola per parlare dei loro impegni prima di andare al lavoro.
«Oggi tornerò di nuovo un po' tardi, spero di essere qui per cena!» disse Seungho.
«Io ho un servizio fotografico. Non so a che ora rientrerò, dipende se l'altro collega vuole fare anche delle foto notturne o meno ...»
«Sai già con chi lavorerai?»
«Non ancora … Saremo all'Hotel dove hanno ucciso il tizio del vostro caso.»
«Al Lotte Hotel?!» chiese conferma il ragazzo allarmandosi un po’ «Cavolo... non sarà pericoloso?»
«Mica faccio foto incriminanti!» ribatté Soomin «Devo fare un servizio sul loro giardino ... Quello tutto yoga e Buddha, Fiori e monaci pelati. Qualcosa di pacifico, insomma.» concluse la frase con un sospiro, aggiungendo un «Che bello …» in tono ironico.
«Però il posto è pericoloso! Voglio dire... hanno ucciso un uomo lì!»
«Ma io non c'entro con lui, quindi non mi può succedere nulla. Al massimo uso il collega come scudo.» Disse ridendo.
«Non so se ridere o piangere …»
 
Dopo circa mezz’ora Soomin era arrivata sul luogo del servizio fotografico. Il giardino era già stato assediato dallo staff che stava posizionando le luci e i pannelli riflettenti. Purtroppo per Soomin, il suo collega sarebbe stato Anthony Meager, un fotografo famoso per le sue stravaganze e la sua “abilità” nel rovinare le foto con Photoshop. Nonostante avesse poco più di trentacinque anni, ne dimostrava parecchi di più, un po’ anche per il suo look poco curato e la costituzione eccessivamente magra e fragile. Appena arrivato sul luogo si era messo a dare direttive improponibili su dove posizionare le luci, facendo innervosire Soomin che nei suoi lavori aveva sempre preferito valorizzare la luce naturale.
Mentre Soomin parlava con l’addetta alle luci, Meager comparve alle loro spalle. Dopo aver premuto con l’indice sulla montatura degli occhiali fece un colpetto di tosse e prese la parola «Ecco … pensavo di aggiustare il contrasto con Photoshop, quindi le luci le metterei dall’altra parte.»
«Photoshop non è ammesso in questa rivista. Lo scopo è mostrare la bellezza naturale del luogo, non creare luci innaturali, quindi non se ne fa nulla.» rispose Soomin un po’ infastidita.
«Sì, ma un po’ di ritocco grafico non guasterebbe … tutti i più grandi fotografi lo usano.»
«Buddha non concorda!» disse Soomin accarezzando la panciona della statua di Buddha che si trovava affianco a lei. Ormai si era messa a giocherellare senza prestare troppa attenzione al suo collega. Insistere con le spiegazioni sarebbe stata fatica sprecata. «No Photoshop, no luci inutili, controlla di aver inserito la memory card e metti bene a fuoco le foto!» ordinò allontanandosi dalla statua e iniziando a lavorare.
Dopo innumerevoli foto, scattate da diverse prospettive, si spostarono tutti in un angolo del giardino dove si trovava un grande albero molto particolare. Quell’albero aveva più di un secolo, e proprio per quel motivo era stato considerato una memoria da salvaguardare quasi fosse sacro. Quando venne approvato il progetto di costruzione dell’hotel sorsero diversi problemi e si giunse alla conclusione che, al posto di abbattere l’albero, si sarebbe costruito un giardino per esaltare ancora di più la sua presenza.
Soomin si avvicinò per ispezionare quello che sarebbe stato il pezzo forte del servizio fotografico «Dovremmo fare delle foto da qui ... E magari prenderlo da più angolature ... tipo da qu …» le parole della ragazza furono bloccate da una visione che la fece sbiancare in volto. Il corpo di un uomo con la divisa dell’Hotel era impiccato ad un ramo dell’albero ed oscillava debolmente a destra e a sinistra. Le mani erano ricadute lungo i fianchi e la testa era leggermente reclinata su un fianco.
«Che succede signorina Soomin?» chiese preoccupata l’addetta alle luci.
«Merda! Chiamate la polizia!!» urlò Soomin.
L’addetta alle luci si avvicinò e quando scorse il corpo dell’impiccato si lasciò cadere a terra urlando in preda al panico. Anche Meager iniziò ad agitarsi e a tremare.
Le urla avevano attirato il personale dell’Hotel che era subito accorso sul luogo. Nel frattempo Soomin aveva prontamente scattato delle foto con l’intenzione di mostrarle a Sera e agli agenti nel caso ce ne fosse stato bisogno.
«Presto, chiamate la polizia!» disse di nuovo. Un uomo del personale dell’hotel si affrettò al telefono. Mentre aspettavano l’arrivo delle forze dell’ordine, Soomin provò a salire sull’albero, per vedere se l’uomo impiccato avesse ancora qualche speranza di salvezza, ma ormai non c’era più nulla da fare.
«Signorina, non tocchi nulla!» ordinò un poliziotto irrompendo sulla scena. Soomin si fermò come le era stato ordinato.
«Chi ha ucciso quell'uomo!?» chiese in tono accusatorio lo sbirro.
«Non lo sappiamo ...» rispose il receptionist «E’ sparito parecchie ore fa e poi è stato ritrovato qui dagli addetti al servizio fotografico …»
Senza badare troppo alle parole dell’uomo, il poliziotto e i suoi colleghi iniziarono subito a transennare la scena del crimine.
«Signorina, le dispiace scendere da lì!?» disse rivolto a Soomin che stava avendo qualche problema a tornare ai piedi dell’albero. Il receptionist si affrettò a portarle una scala.
«Per ora il servizio fotografico è sospeso. Vi porterò tutti in centrale per un breve interrogatorio.» ordinò il poliziotto. Soomin dopo essere scesa seguì gli sbirri in centrale, stando ben attenta a nascondere la memory della reflex.
Alla centrale, vennero fatte ai testimoni solo domande di routine. La polizia già sospettava che il caso fosse collegato al precedente omicidio nello stesso Hotel. Pensarono quindi che sarebbe stato opportuno avvisare direttamente gli agenti della SIA per far sì che se ne occupassero loro.
 
A rispondere alla chiamata del poliziotto fu Seungho, il quale poi riferì subito agli altri agenti l’accaduto.
«Quindi gli assassini del produttore discografico sono ancora in giro all’Hotel … dobbiamo stare attenti!» Disse Joon allarmato.
 «Faccio subito la richiesta per un sopralluogo all’Hotel. Nei prossimi giorni faremo una perquisizione totale e un appostamento nella zona.» avvertì il capo.
«Ok!» rispose Hana.
«Sì!!! farò un vero appostamento!!!!» disse esultante Taemin.
 «Non farai un appostamento!» puntualizzò Joon.
«Ma sarò con voi che fate l'appostamento!» continuò Taemin.
«E ci sarò anch'io!!!» Puntualizzò Sera che sperava di poter prendere spunto dalla situazione per uno dei suoi gialli.
«Tu e Sera starete qui ... l’Hotel non è un posto sicuro.» Joon cercò di calmare il loro entusiasmo, ma Sera e Taemin stavano già fantasticando sull’appassionante lavoro degli agenti.
«Ma mi ascoltate?!» cercò di nuovo di ottenere la loro attenzione il ragazzo.
Hana interruppe i discorsi degli altri tre «Ma non possiamo lasciarli da soli ... se gli assassini si approfittassero della nostra assenza?»
Seungho ci pensò un attimo e poi rispose «Forse hai ragione, saranno molto più al sicuro con noi ...»
«Aish.» fu l’unico commento del povero Joon, che per l’ennesima volta non era stato considerato dai colleghi.
 
La sera, Seungho si affrettò a tornare a casa. Essendo ancora più in apprensione di prima per Soomin, riattaccò con la solita storia «Soomin ... mi hanno telefonato in centrale per il nuovo omicidio dell’hotel. Non dovresti andare a lavorare domani.»
«Perché no? Non posso mancare a un matrimonio!»
«Aish ...» Seungho fece una pausa, indeciso se insistere o lasciar perdere. «Va bene, vai, ma tieni sempre il telefono a portata di mano!»
«Certo, certo.» rispose lei per tranquillizzarlo, sapendo però che non avrebbe comunque fatto come lui le chiedeva.
La sera, dopo cena, Soomin decise di chiamare la sua amica per dirle delle foto che aveva scattato quel giorno all’impiccato. Quando le arrivò la chiamata, Sera stava sparecchiando la tavola. Si pulì le mani su uno strofinaccio e rispose «Pronto?»
«Yaaahh!!!» Urlò Soomin dall’altro capo del telefono. Stava chiamando Sera dal balcone, in modo che Seungho non potesse sentirla.
«Che succede?» chiese Sera prendendosi un colpo.
«Vuoi indagare su un omicidio con me?»
«Che omicidio?»
«Quello che c’è stato oggi al Lotte Hotel. Ero lì per lavoro e ho fatto le foto al tizio impiccato e alla scena circostante.»
«Oooh» esclamò Sera stupita «Aspetta, aspetta ... Joon potrebbe sentire.» le disse sottovoce chiudendosi in camera.
«Joon?» chiese Soomin non sapendo che Sera era stata messa sotto la supervisione degli agenti «Sei a casa di Joon? Conosci Joon il collega di Seungho?»
«Sì, non te ne ha parlato Seungho?»
«No, non mi parla mai del lavoro … e tu, pervertita! Te la fai con Joon e non me lo dici nemmeno!?» dice scherzando dopo essere arrivata alla conclusione, errata, che i due si frequentassero.
«Ma cosa vai a pensare!?» rispose Sera ridendo «Ieri ho avuto dei problemi al café e hanno deciso di mettermi sotto la loro protezione ... Joon sarebbe la mia scorta.»
«Ah …» disse Soomin un po’ delusa.
«Oggi ero con Seungho, Joon e la loro collega Hana alla centrale. Hanno detto che vogliono andare a fare un sopralluogo all'hotel ... probabilmente mi porteranno con loro. Non ti ha detto niente Seungho?»
«Mmmm … No, ma credo che ora me lo dirà visto che lo ucciderò!!! Se non ti dispiace vado a parlargli ... Domani ti faccio sapere di più se vuoi aiutarmi.»
«Ok, ci si sente domani!»
Dopo aver riattaccato il telefono, Soomin andò in salotto, dove Seungho stava guardando la televisione, comodamente seduto sul divano.
«Seungho! C'è qualcosa che hai scordato di dirmi per caso?»
«Cosa vuoi sapere di preciso?» rispose lui senza capire dove la ragazza volesse andare a parare.
«Tutto ...»
«Su cosa? Sul caso? Su cosa ho mangiato oggi? Su che mutande ho su?» Disse assumendo sempre più un tono scherzoso «Le mutande sono rosse per la cronaca. Vuoi vedere?»
Soomin con fare sospettoso si avvicinò e spostò leggermente il bordo dei pantaloni di Seungho per controllare «Mmm … sì, sono rosse.» Poi si sedette accanto al ragazzo. Lui la baciò, come faceva spesso, poi riprese a parlare «Cosa devo dirti? Che ti amo?»
Soomin arrossì per un attimo, poi si schiarì la voce e decise di non lasciare che Seungho cambiasse discorso «Parlavo di Joon e Sera ...»
«Ah ...» rispose lui una volta realizzato a cosa si riferisse Soomin «Temiamo che Sera possa diventare un bersaglio degli uomini in nero, così Joon si è offerto di farle da scorta. Per qualche tempo starà a casa sua.»
«E se finissero a letto?!» Ipotizzò Soomin tanto per scherzare «Tra quei due c'è mooooolta chimica ...»
«E quale sarebbe il problema?» chiese Seungho non mostrandosi minimamente preoccupato.
«Ok, questa risposta non me l’aspettavo ...»
«Come lo facciamo noi possono farlo anche loro.»
«E nemmeno questa!»
«Tra l'altro è quasi mezzanotte ... non sei stanca? Ne sono successe di cose oggi!»
«Un pochino ... Arrampicarsi sugli alberi è faticoso!» rispose Soomin scherzando.
«Vediamo ... ti faccio un massaggino.» così dicendo Seungho andò in camera e fece stendere Soomin sul letto.
«Mr. Pervertito, non eri stanco?» ribadì lei con aria sospettosa.
«Chissà ... magari mi hai rinvisolato col bacio di prima!»
«Buona notte eh …» disse in tono imperativo Soomin per poi dare un bacio al suo ragazzo con l’intenzione di dormire subito dopo. Seungho però ci riprovò di nuovo non lasciandola andare e continuando a baciarla.
«Noooo! Bastaaa!» disse lei ridendo un po’. Si staccò da Seungho e si infilò sotto le coperte.
«Ok, ok, la smetto.» Questa volta il ragazzo si arrese definitivamente. Entrò nel letto anche lui e spense la luce. «Buona notte, Soomin.»

Fine cap. 7

Siamo tornateeeeeee!
Scusate l'attesa, spero sia rimasto almeno un po' di interesse per la storia hehe
Anche perché le cose si stanno facendo interessanti ... cos'è che fanno di solito Seungho e Soomin in un letto? muahahaha  hem, stavo dicendo, si fanno interessanti perché c'è stata un'altra vittima u.u e presto ci saranno nuove ipotesi sui colpevoliiii~
Comunque, spero vi sia piaciuto questo capitolo :D
Let us know more con una recensione, please ;)
Alla prossima~
_Misaki_

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Capitolo 8
*** Cap. 8 ***


 
Soomin, dopo aver fatto colazione e aver riordinato i piatti, si infilò la giacca per andare al lavoro. Prese la reflex e tutti i suoi accessori, la borsa e diede un bacio di buona giornata a Seungho. Improvvisamente però le arrivò una chiamata.
«Pronto?» rispose mentre si infilava le scarpe.
«Soomin!! E’ successa una cosa terribile!!» a chiamarla era una ragazza dello staff e dalla voce sembrava anche piuttosto preoccupata.
 «Cosa?»
«Anthony Meager ... Lo hanno trovato morto in casa sua!!! Credono sia stato ucciso ...»
«Anthony Meager?!»
Dall’altro capo del telefono la ragazza annuì.
«Amore, che succede?» chiese Seungho comparendo dall’altra stanza.
«Meager …» rispese lei dopo aver salutato l’interlocutore e concluso la chiamata.
«Ha fatto un altro disastro?» Provò ad ipotizzare il ragazzo, sapendo che Soomin si lamentava spesso del suo collega dai bizzarri gusti fotografici. La ragazza però non rispose e si limitò a guardare Seungho con aria pensierosa e preoccupata. «Che sta succedendo?» chiese di nuovo lui, questa volta con aria più preoccupata. Finalmente Soomin trovò la forza di parlare «Era una mia collega al telefono … mi ha detto che Meager è stato trovato morto in casa questa mattina.»
«Che cosa!?»
«Forse non è morto, lo hanno ucciso ...» spiegò meglio lei.
«Ti hanno dato altri dettagli? Devo assolutamente andare a controllare.»
Soomin scosse la testa in segno di negazione.
E tu non provare ad andare al lavoro da sola! Da ora sei sotto la mia protezione!» Questa volta Seungho non volle sentire scuse. Si infilò la giacca e prese per mano Soomin avviandosi alla macchina.
«Alla fine ci è riuscito a mettermi le manette da pazzo protettivo …» commentò lei un po’ scocciata.
Seungho la guardò negli occhi con espressione così seria sul volto da risultare quasi spaventoso «Hey ... vedi di non fare quella faccia. Lo sto facendo per il tuo bene e lo sai.»
Soomin entrò in macchina senza rispondere.
«Ora dobbiamo andare immediatamente sul luogo dell'omicidio. Mentre siamo in macchina chiamo gli altri agenti.» disse Seungho per poi attivare le chiamate vocali dalla macchina.
 
A casa di Hana la mattina procedeva tranquilla. La stanzina che prima Hana usava per stirare era stata sgomberata e adibita a camera per Taemin. Un po’ piccola ma comunque funzionale, aveva anche una finestra e un piccolo armadio. Hana era già pronta per andare al lavoro e stava preparando la colazione per lei e per Taemin, quando improvvisamente le squillò il telefono. Lesse sul display e vide che si trattava di Seungho, quindi si affrettò a rispondere.
«Hana! Il fotografo che lavorava ieri con Soomin è stato ucciso!»
«Che cosa?! State andando sul luogo del delitto?»
«Sì, sto andando con Soomin a casa del fotografo.» Seungho mandò per messaggio il nome della via ad Hana e le disse di raggiungerlo al più presto.
«Ho capito, arriviamo tra poco.» Rispose la ragazza, poi riagganciò la chiamata.
Subito dopo avvertì Taemin «Tae!! Preparati subito, abbiamo un'emergenza!»
Il ragazzo spuntò fuori dalla camera già cambiato. «Ho sentito qualcosa della chiamata …» Taemin si avvicinò molto a Hana, tendendo poi un braccio verso il tavolo dietro di lei per prendere qualcosa da mangiare. «Vuoi partire subito?» le chiese rimanendole a pochi centimetri di distanza e sgranocchiando il cibo.
«Sì …» Rispose Hana arrossendo leggermente. «Se sei pronto andiamo, non c'è tempo da perdere.»
«Agli ordini boss!» Rispose Taemin sorridendo. I due portarono via qualcosa da mangiare e andarono subito al lavoro.
 
Da quando Sera era a casa di Joon, lui aveva deciso di lasciarle la sua camera e di trasferirsi sul divano. Sera si sentiva un po’ in colpa per quella specie di sfratto, ma in fondo l’aveva deciso lui, quindi non aveva obbligato nessuno. Quando la chiamata di Seungho arrivò, Joon era in bagno a lavarsi i denti. Senza pensarci si asciugò le mani e rispose prima ancora di essersi sciacquato la bocca «Pvonto??»
Seungho non fece caso più di tanto allo strano verso uscito dalla bocca del collega «Il fotografo è stato ucciso, dovete raggiungermi a casa sua al più presto!»
«Qvuale vtogravo?»
«Il fotografo che era all'hotel ieri, quello che ha trovato l’impiccato insieme a Soomin. Venite a casa sua il prima possibile!»
«Ok.»
Dopo aver riagganciato la chiamata, Seungho inviò un messaggio con l’indirizzo del fotografo anche a Joon.
Subito dopo il ragazzo uscì dal bagno «Sevraa!!!»
La ragazza, che si stava cambiando in camera, aprì la porta, ritrovandosi davanti Joon con addosso solo un asciugamano «Che succe … de …» Appena lo vide ebbe un attimo di esitazione nel rispondere e arrossì visibilmente in viso. «Hem …» distolse lo sguardo.
«Dvobbviamvo anvdvare …» Joon si ricordò improvvisamente di essere ancora impiastricciato di dentifricio, fece segno di aspettare con la mano, tornò in bagno e si sciacquò la bocca. Un attimo dopo uscì di nuovo. «Scusa …» disse, come se il problema fosse il dentifricio … «Preparati, dobbiamo andare ... hanno trovato un fotografo morto ...»
«Capito, capito, dammi un secondo e arrivo.» Sera tornò in camera, finì di cambiarsi, si pettinò velocemente e uscì.
«La colazione la prendiamo mentre andiamo ... ti va?» chiese Joon dal salotto dopo essersi cambiato.
«Ok!» rispose Sera uscendo dalla camera «Sono pronta!»
«Bene, allora possiamo avviarci.»
I due salirono in macchina, passarono a comprare la colazione e si diressero velocemente sul luogo dell’omicidio.
 
Una volta arrivati all’appartamento di Anthony Meager, gli agenti trovarono Seungho e Soomin ad aspettarli fuori dalla porta. La polizia aveva già svolto le prime indagini e transennato la scena del crimine. Seungho aprì la porta ed entrò, seguito da tutti gli altri. Ai loro occhi si presentò una scena piuttosto cruda: il cadavere era seduto davanti al computer, le braccia pendevano ciondolanti lungo i fianchi. La testa, caduta sulla tastiera, era rivolta verso l’entrata della stanza. Gli occhi erano aperti e la bocca spalancata, come se cercasse di prendere aria. Non c’erano segni di ferite. Unici indizi un computer in standby e una tazzina di caffè mezza vuota posata sulla scrivania.
«Ti prego, fai che ci siano delle impronte …» disse Joon varcando la soglia insieme agli altri. Poi si girò verso Sera. La ragazza stava osservando attentamente la stanza e il cadavere. Non le era mai capitato di trovarsi su una vera scena del crimine. Essere in quella stanza le dava una strana sensazione, da una parte era dispiaciuta e disgustata per quello che era successo, dall’altra era curiosa e non riusciva a distogliere lo sguardo, come se volesse analizzare ogni singolo dettaglio.
«Sera, non guardare.» Joon interruppe i suoi pensieri coprendole gli occhi con le mani.
«Ehi! Voglio vedere anch’io!» protestò lei spostando le mani del ragazzo.
«No, no. Non puoi guardare.» insistette lui coprendole di nuovo gli occhi, facendola un po’ innervosire.
«Scusate, io non sono un poliziotto o niente del genere ...» intervenne improvvisamente Soomin «Ma anche se noi tre "saremmo in pericolo" non sarebbe meglio se stessimo fuori dalla porta? Sai com'è, inquinamento di prove e robe simili ... mi sbaglio, Seungho?»
«Non preoccuparti, Soomin.» le rispose lui «La polizia ha già svolto le prime indagini, basterà che restiate sulla porta. Però se non ti va di restare qui dentro esci pure … è capitato qualche volta che chi non era abituato a vedere scene del genere si è sentito male, e non vorrei ti succedesse lo stesso ...»
Soomin annuì e chiese a Sera di uscire con lei, dirigendosi fuori dall’appartamento.
Seungho si avvicinò al cadavere e ne osservò attentamente le condizioni. Le labbra erano arrossate ed emanava un leggero odore di mandorle «E’ stato avvelenato con del cianuro di potassio!»
«Hana, il computer è acceso …» le disse sottovoce Taemin, che non era uscito con le altre e aspettava gli agenti sull’uscio. Il ragazzo, guardando nella stanza, aveva notato il led verde che lampeggiava sulla cornice del monitor.
«Taemin ha ragione … vediamo un po' che stava scrivendo Meager …» disse l’agente più giovane a Seungho, il quale stava ancora ispezionando la zona circostante il cadavere. Il leader si infilò dei guanti e premette un tasto per riattivare lo schermo. Sul computer si aprì un file sul quale era appuntato un elenco.
Foto1: giardino
Foto 2: la luce
Foto 3: ombre
[...]
Foto 17: café asad
Dsfdhg zzzz
 
Le lettere insensate erano state digitate erroneamente quando il volto della vittima aveva sbattuto sulla tastiera, non poteva essere diversamente. Ma la parola café apparentemente non aveva alcun senso.
«Che hai trovato?» chiese Joon avvicinandosi al PC e a Seungho, vedendo che quest’ultimo fissava lo schermo senza dire nulla.
«Sembrerebbe un elenco … probabilmente stava dando il titolo alle foto. Ma che c'entra il titolo café?»
«Apri la foto ...» suggerì Joon.
Seungho aprì la foto, si trattava di un normalissimo scatto del giardino dell’Hotel. Non c’era nulla che potesse far pensare ad un café.
«Non vedo nessuna connessione ...» disse Joon.
«Nemmeno a me viene in mente nulla …» aggiunse anche Hana riflettendoci su.
Seungho si guardò di nuovo intorno. Prese in mano la tazza di caffè, ne osservò il contenuto e la rimise a posto. «Il cianuro sarà sicuramente stato nel caffè ... le analisi lo confermeranno. Però non credo che Meager si riferisse a questo …»
«Cosa può avere visto per essere stato fatto fuori?» Rifletté Joon.
«Non ne ho la più pallida idea ...» disse Seungho sospirando «Torniamo in centrale e aspettiamo che ci mandino i risultati delle analisi.»
 
Nel frattempo, Soomin aveva portato Sera fuori dal palazzo dove si trovava l’appartamento del fotografo.
«Sera, vieni qui ...» le fece cenno di avvicinarsi.
«Che c’è?» chiese l’amica.
«Guarda ... ho stampato le foto!» Soomin tirò fuori dalla borsa le foto e le mostrò a Sera.
«Oh!» esclamò lei sorpresa da come le foto fossero state scattate con precisione, come se Soomin non le avesse fatte di nascosto «Questo è il tipo impiccato ... cavolo, non sarà meglio consegnarle a Seungho?»
«Mi prendi in giro?» disse contrariata Soomin «Ora vuoi fare quella brava e consegnare tutto a Seungho quando non vedevi l'ora di indagare?!»
«E’ vero che vorrei indagare ... ma non potrebbero essere d'aiuto per il caso? Sono molto precise come foto …»
«Secondo te la polizia non ne ha fatte altre?! Certo, le mie sono migliori, sono una fotografa dopotutto! Ma comunque anche loro ne hanno scattate alcune …»
Nel frattempo i tre agenti e Taemin avevano lasciato l’appartamento del fotografo ed erano usciti a cercare Sera e Soomin.
«Che fate qui?» Chiese Joon spuntando alle loro spalle.
«Ah … ho accompagnato Soomin a prendere una boccata d'aria …» mentì Sera passando le foto all’amica, che le nascose. Soomin sorrise e annuì.
«Non è prudente allontanarsi troppo dagli agenti …» osservò Hana.
«Mica siamo andate lontano!» Protestò Soomin.
«Hana ha ragione. Comunque abbiamo finito qui, torniamo in centrale.» ordinò Seungho.
Subito dopo gli agenti e gli altri tre tornarono in centrale per lavorare sul caso.

Fine cap. 8

Siamo alla fine anche di questo capitolo! :D Questo Anthony Meager ha fatto una breve comparsa ma forse la sua morte ha lasciato un indizio importante. Cosa c'entrerà il "café" con il suo avvelenamento? Gli agenti riusciranno finamente a dare un nome e un volto agli uomini in nero?
Le indagini continuano! Restate con noi~
Al prossimo capitolo ^^
Colgo l'occasione per ringraziare Loveinfinite che recensisce ogni capitolo! Ci fa molto piacere, thank you~ :D

_Misaki_
 
 

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Capitolo 9
*** Cap. 9 ***



 
Il giorno seguente arrivò in centrale il mandato per il sopralluogo al Lotte Hotel, così gli agenti si recarono sul posto. Seungho andò ad interrogare il personale dell'hotel portando con sé Soomin. La ragazza era presente il giorno dell'omicidio del receptionist, perciò avrebbe potuto testimoniare se qualcuno degli interrogati non avesse detto la verità. Joon invece controllava l'edificio insieme a Sera, ispezionò soprattutto i luoghi in cui erano stati visti gli uomini in nero parlare col produttore, la stanza del primo omicidio e il giardino. Hana, insieme a Taemin, era appostata fuori dall'hotel per controllare eventuali mosse sospette di chi entrava, usciva o frequentava la zona. Mentre Hana era tutta concentrata sul suo lavoro, Taemin non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Da quando aveva iniziato ad affascinarlo così tanto non lo sapeva neanche lui, ma in quel momento si sentiva piuttosto strano.
«Che c'è?» Chiese Hana sentendo lo sguardo del ragazzo su di lei.
«N … niente.» rispose lui arrossendo leggermente e distogliendo lo sguardo «Proprio niente …»
«Se noti qualcosa di strano dimmelo, eh. Potrebbe essere fondamentale per le indagini.» Gli ricordò lei.
«Certo, mi ero solo distratto un attimo hehe sai, è difficile stare concentrati durante gli appostamenti.» si giustificò Taemin sorridendo imbarazzato.
«Ok.» Rispose semplicemente Hana con un sorriso, per poi tornare concentrata sul suo lavoro.
Improvvisamente si sentì uno sparo. Il vetro sinistro che dava sui sedili posteriori dell'auto di Hana andò in frantumi causando un forte frastuono e spargendo schegge ovunque. Taemin si spaventò e non sapendo come reagire ad una situazione del genere fece la cosa peggiore: abbassò il finestrino e si sporse per guardare da dove era partito il colpo.
«Stai giù!!!» Lo ammonì Hana preoccupata.
Taemin eseguì immediatamente l’ordine abbassandosi e nascondendosi dietro alla portiera.
Gli spari non si fermarono al primo colpo. La macchina di Hana fu colpita diverse volte. La ragazza riuscì a individuare il colpevole e rispose al fuoco.
Il forte rumore dei colpi arrivò fino all’hotel, mettendo in allarme gli altri agenti.
«Che sta succedendo?!» disse Seungho interrompendo l'interrogatorio «Soomin ... andiamo a controllare!»
«Col cazzo ... io rimango qui ... sei tu quello che ha la pistola!» rispose lei che non aveva nessuna intenzione di farsi colpire.
«Ovviamente mi aspetti all’ingresso dell’hotel, ma non restare qui con gli interrogati ...» sentì che gli spari non si fermavano e si affrettò ad uscire «Aish … Hana potrebbe essere in pericolo!»
 
«Ma che succede?!» disse Joon per poi correre fuori dall’hotel con la pistola in mano. Sera lo seguì fino alla Hall dell’albergo, dove si fermò con Soomin.
Joon uscì e si riparò dietro a un bidone cercando di individuare l’obiettivo e iniziando poi a sparare. Seungho invece usò un muro come scudo aprendo poi il fuoco. Purtroppo il loro intervento non fu abbastanza veloce, l’uomo aveva colpito Hana ad una spalla quando si era sporta dal finestrino per sparare. La ragazza riuscì solo dopo a ferirlo ad una mano, facendogli cadere la pistola a terra. L’uomo tentò la fuga ma Seungho e Joon riuscirono a colpirlo ad entrambe le gambe. Le ferite erano solo superficiali, ma gli impedivano di correre. Un secondo dopo Seungho e Joon lo raggiunsero e lo immobilizzarono.
«Hana!» urlò preoccupato Taemin vedendo il sangue che fuoriusciva abbondante dalla spalla della ragazza.
«S ... stai bene?» chiese lei pigiando con forza la mano contro la ferita.
«Io sì, ma tu sei ferita! Dobbiamo andare subito in ospedale!»
«L'importante è che stai bene. Chiama Seungho per favore ... senza uscire dalla macchina.»
Taemin fece come gli aveva chiesto Hana, chiamando ad alta voce Seungho.
«Joon, pensaci tu a portare questo qua all'associazione ... lo medicheranno quanto basta per non farlo crepare, vado a vedere come sta Hana.» disse Seungho lasciando l’uomo a Joon e precipitandosi da Hana e Taemin.
«Come state?» chiese il leader accorgendosi immediatamente dopo dell’inutilità della sua domanda «Aish! Taemin, portala subito in ospedale! Io e Soomin vi seguiamo con l'altra macchina!»
Taemin eseguì gli ordini mettendosi al posto di guida e affrettandosi verso l’ospedale. Seungho andò a chiamare Soomin e seguì la macchina di Hana.
 
Joon nel frattempo aveva ammanettato l’uomo della sparatoria e l’aveva portato in macchina. Sera l’aveva raggiunto subito dopo.
«Sera, stai bene?» le chiese Joon controllando se aveva riportato ferite.
«Io non ho niente, sono rimasta nascosta tutto il tempo ... quello lì invece ...» rispose lei osservando disgustata le ferite dell’uomo ammanettato e seduto sui sedili posteriori.
«Quello lì se lo è meritato … ha ferito uno dei nostri agenti. Ora andiamo ...» Concluse Joon facendola salire davanti e mettendo in moto la macchina. Appena arrivati in centrale, Joon lasciò il malvivente nelle mani dei colleghi e si precipitò con Sera all'ospedale per sapere delle condizioni di Hana.
 
Seungho e Taemin lasciarono le macchine davanti all'ospedale. Taemin scese dall’auto e prese in braccio Hana affrettandosi verso l’entrata. Seungho e Soomin lo seguirono a pochi passi di distanza. I medici intervennero immediatamente e portarono Hana in sala operatoria. Gli altri tre aspettarono fuori e vennero raggiunti anche da Sera e Joon. Dopo quasi un’ora di intervento, nessuno era ancora uscito a dar loro notizie. Taemin era agitatissimo «Aish ... è tutta colpa mia!!! Non dovevo lasciare che facesse tutto lei! Perché sono sempre un peso?!» disse lasciandosi cadere su una sedia della sala d’aspetto tenendosi la testa tra le mani.
«Non è colpa tua ...» cercò di tranquillizzarlo Joon «Per prima cosa non sei un agente, non avevi modo di difenderti. Il tizio era nascosto bene ... se un'agente come Hana non l’ha visto, un civile sicuramente non lo avrebbe mai notato ... e poi era suo compito proteggerti. Non le succederà nulla, è una ragazza forte ...»
«Joon ha ragione» annuì Sungho «Non potevi fare nulla, vedrai che Hana starà bene.»
Taemin li guardò senza riuscire a dire nulla. Anche Sera e Soomin erano piuttosto preoccupate per le condizioni dell’amica.
Dopo circa un'ora le porte della sala operatoria si aprono e i dottori uscirono spingendo la barella su cui giaceva Hana, priva di sensi. Tutti e cinque si avvicinano per avere notizie.
«Come sta?» Chiese Sera.
«Si riprenderà?» Continuò Taemin.
Il chirurgo prese la parola per spiegare la situazione «E’ fuori pericolo. Il proiettile è stato estratto con successo. Al momento è sotto sedativi … le abbiamo fatto anche una trasfusione di sangue. Per qualche giorno dovremo tenerla sotto osservazione, ma presto verrà dimessa.»
Taemin tirò un sospiro di sollievo «Resterò io con lei finché non si risveglierà!»
«C'è un problema però.» lo interruppe Seungho.
«Che problema?» Chiese il ragazzo più giovane.
«Chi ti sorveglierà mentre Hana è addormenta?»
«In effetti era lei la mia scorta …»
«Potrebbero ucciderti da un momento all'altro, non devi rimanere solo.»
«Può stare con noi ...» propose Soomin.
«Almeno finché non dovrà restare in ospedale è meglio affidarli ad un collega, poi una volta dimessa Hana vedremo in che condizioni è e decideremo sul da farsi.»
«Ok, e chi sarà questo collega?» chiese Taemin con sguardo serio.
«L'ho chiamato poco fa, dovrebbe arrivare a momenti.»
«Che velocità ...» osservò Soomin «Ma perché non può stare con noi?»
«Perché io sono uno solo e non è facile proteggervi tutti e tre, e per ora Hana dovrà restare un po' all'ospedale, ma noi non possiamo fermare le indagini, o sarà troppo tardi quando arriveremo alla soluzione.»
Mentre Seungho terminava il discorso, un ragazzo alto dai capelli mori fece la sua comparsa. Soomin rimase a bocca aperta vedendolo «Posso essere messa sotto la sua protezione?» chiese con aria sognante.
«Ti ricordo che hai un ragazzo …» la rimproverò Seungho.
Sera osservò attentamente il nuovo arrivato cercando di inquadrarlo. Joon e Seungho lo salutarono calorosamente.
«Minho! Ciao! Come va?» gli chiese Joon.
«Ciao a tutti!» rispose lui con un sorriso «Allora, devo badare a questo pischello?»
«Eh?» chiese Taemin sentendosi tirato in causa ma non comprendendo pienamente il gergo di Minho.
«Sì, Minho, è a lui che dovrai badare. Ti presento Taemin.» disse Seungho.
«Bene. Piacere, io sono Minho.» disse porgendogli la mano.
«Piacere mio.» rispose Taemin stringendo la mano del nuovo arrivato in modo poco convinto.
«Mi sfugge un particolare ... perché devo farti da scorta?» chiese Minho «Che hai combinato per farti scortare?»
«Non ho combinato niente, spilungone!» protestò Taemin.
«Hana è stata ferita da uno degli uomini in nero … e stava proteggendo lui quando è successo ... è una storia lunga, meglio se leggi il fascicolo.» rispose Joon passandogli il fascicolo che conteneva i dettagli sul caso.
«Ora andiamo da Hana? Potrebbe svegliarsi da un momento all’alto!» chiese Taemin preoccupato per la ragazza.
«Ok pischello Taemin, non fare arrabbiare Minho … è un consiglio!» disse Joon facendo un po’ il verso all’altro agente.
«Basta chiamarmi cosììì!!!» si lamentò di nuovo il più piccolo avviandosi verso la stanza di Hana.
Minho fece lo stesso. Poi si sedette sull’unica sedia della stanza leggendosi il faldone che gli aveva prestato Joon. Intorno a lui aleggiava una rara aura carismatica che sembrava farlo risplendere di luce propria, dava proprio l’impressione di essere il classico studente modello.
Taemin, imbronciato, si appoggiò al davanzale limitandosi ad osservare quella che ormai considerava la sua Hana nella speranza che si riprendesse presto.

Fine cap. 9

Le indagini proseguono e tutto porta di nuovo al luogo del primo omicidio. A quanto pare però il nemico aveva previsto le mosse degli agenti ... se la caverà la povera Hana? E come si evolverà la sua situazione con Taemin ora che ha fatto la sua comparsa l'agente Minho?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli! :D
Come sempre ringrazio i nostri lettori e Loveinfinite che recensisce sempre ^^ ci farebbe piacere ricevere anche altri pareri ... si lo so che fa fatica hahaha
Ok, alla prossima~ :D
 

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Capitolo 10
*** Cap. 10 ***



 
Taemin e Minho rimasero in ospedale ad accudire Hana. Tutti gli altri, invece, tornarono in centrale. Seungho rimase in ufficio con Soomin e Sera, controllando i documenti e pianificando le prossime missioni. Joon invece interrogava l’uomo della sparatoria. Dopo un’intera giornata a fare domande con le buone e con le cattive, però, l’uomo non aveva ancora detto una sola parola. Joon tornò quindi in ufficio con aria abbattuta.
«Joon ... ha parlato?» chiedse Seungho appena vide il collega varcare la soglia.
«No. Non apre bocca ... Siamo ad un punto morto.»
«Aish ... » imprecò Seungho un po’ demoralizzato. Sospirò rumorosamente e cambiò argomento «Poco fa mi hanno mandato delle informazioni dalla polizia. Analizzando la stanza di Meager hanno trovato nel cestino un bicchiere di carta del café dove lavora Sera.»
«Ehi, aspetta ...» interruppe Sera «Io non c'entro nulla, eh …»
«Ummm …» disse Joon con aria circospetta «Hai mai visto Meager al café?»
Sera ci pensò un po’, poi rispose «Non lo so ... è un tipo particolare, se l'avessi visto me lo ricorderei ... ma non escludo che frequentasse il locale in orari in cui io non ero di turno.»
«Sembra che il contenuto del bicchiere sia stato versato successivamente nella tazza ... se il veleno era nel caffè l'assassino potrebbe essere uno che lavora in quel locale.» Aggiunse Seungho.
«Quindi l'assassino è andato al bar, ha preso il caffè e poi lo ha portato a casa di Meager … oppure Meager stesso ha comprato quel caffè avvelenato. Dobbiamo tenere d'occhio di più quella caffetteria.» propose Joon.
«Già, ma come?» chiese Seungho.
«Potremmo farci aiutare da lei!» disse Joon riferendosi a Sera «Lavora lì ... Potrebbe esserci utile!»
«Riprenderò a lavorare e cercherò qualche informazione. Dopotutto le mie colleghe sono state sostituite senza un motivo, non sarebbe stano se chiedessi di saperne di più.»
«Mmm ... sì, si può fare.» concluse Seungho «Ovviamente, Joon, tu controllerai a distanza il locale per evitare che le succeda qualcosa di imprevisto.»
 
Nel frattempo, all’ospedale, Hana aveva ripreso i sensi. Appena se ne accorse, Minho le rivolse un sorriso non esattamente formale «Ben svegliata! Come ti senti, Hana?»
La ragazza si sentiva ancora stanca e faceva fatica a ricollegare i pezzi di ciò che era accaduto. Si mise a sedere sul letto stropicciandosi gli occhi. Taemin, che era rimasto tutto il tempo vicino alla finestra, si precipitò verso il letto spostando Minho e mettendosi tra lui e Hana. «Hana!!! Come ti senti? Ti fa male la spalla?» chiese preoccupatissimo.
«Sto meglio, grazie.» rispose Hana felice di rivederlo, poi si rivolse al collega; non si aspettava affatto di trovarlo lì a assisterla in una camera d’ospedale «Minho, è un po' che non ci si vede!»
«Lo conosci?» chiese Taemin con un tono di gelosia nella voce.
«Sì, siamo colleghi.» Rispose lei «Ma lui lavora per un'altra unità di solito.»
«Ah.»
Minho non riuscì a restare in silenzio e spuntò da dietro a Taemin «Certo che ci conosciamo! Non è solo una collega, è anche la mia ex fidanzata!»
«Ex che?!» disse Hana con aria incredula.
«Cosa!?» urlò Taemin non credendo a ciò che aveva appena sentito.
«Ti crea problemi, pischello?»
«Hana, sta dicendo la verità? Questo spilungone ti baciava e passava le serate con te?!» chiese sempre più allarmato Taemin, immaginandosi le cose più terribili che potevano essere successe tra Hana e Minho. Minho gli lanciò uno sguardo di sfida.
«No, Minho, ma io non mi ricordo!» disse Hana sempre più stupita per le parole del collega.
«Oh, mai dai! Non fare la timida!» insistette Minho.
«Non è che sei tu il bugiardo?!» gli rinfacciò Taemin.
«Dai, adesso basta! Lasciamola riposare! Sono qui fuori se ti serve qualcosa, Hana.» tagliò corto Minho «Andiamo Taemin.»
«Ok …» disse Hana esitante.
«Riposati e riprenditi in fretta! Questo tipo che continua a parlare solo di te non lo sopporto già più!» Aggiunse Minho riferendosi a Taemin.
«Spilungone dal dialetto sbilenco ... vai fuori da solo, io sto qui a farle compagnia!» si oppose l’idol.
«Mi riprenderò in fretta, non preoccupatevi, andate pure a riposarvi.» li rassicurò Hana per farli uscire in modo da avere un po’ di pace.
«Sì Hana!» obbedì immediatamente Taemin. «Ti lascio qui l'acqua e il cellulare. Se hai bisogno chiamami pure!»
Hana lo ringraziò e subito dopo Taemin lasciò la stanza insieme a Minho.
 
Il giorno seguente il piano per tenere sotto sorveglianza il café ebbe inizio. Sera si guardò allo specchio sistemandosi il colletto dell'uniforme. Non era passato molto da quando era stata inseguita da uno sconosciuto fino a fuori dal locale e il pensiero che la situazione si potesse ripetere la rendeva nervosa.
«Heilà!!!» esclamò Key spuntando alle sue spalle «Che bello rivederti! Come sono state le vacanze?»
«Ciao Key!» Lo salutò lei per poi inventarsi la prima cosa che le veniva in mente «Bene … avevo proprio bisogno di riposarmi un po'! Sai, troppo stress mi faceva immaginare cose strane …»
Un attimo dopo li raggiunse anche Jonghyun che inaspettatamente diede una pacca sul sedere a Key. «Hey bellissime ~» esclamò per poi mettere un braccio intorno al collo del collega. «Sera! Come stai? E’ da un po' che non ci si vede!»
«Bene, grazie! Voi?»
Key non rispose e si affrettò a dire «Sera, oggi stai dietro al bancone, non affaticarti troppo! E ora torniamo al lavoro o ci licenzieranno!»
«Ah aspettate un attimo!» Disse lei per richiamare la loro attenzione.
«Si?» rispose Key.
«C'è un dubbio che mi assilla già da un po' … avete idea del perché ci sia stato questo cambio del personale improvviso? Sapete, non vorrei essere licenziata da un giorno all'altro!» Buttò lì sperando di ottenere qualche informazione.
«Tranquilla, Sera. Non so perché ci sia stato, ma ho sentito dire al capo che ti tiene stretta perché grazie a te i clienti abituali continuano a frequentare il locale.» rispose Jonghyun.
«Ah … già, in effetti ci sono quei miei amici che mi vengono a trovare spesso …» disse lei restando sul vago, riferendosi agli agenti. «Tu invece, Key? Sai nulla?»
«No … Io avevo fatto domanda di assunzione un po’ di tempo fa, ma non mi chiamavano mai. Poi all'improvviso mi è arrivata la chiamata del boss … Magari le tue ex colleghe hanno fatto qualcosa di brutto ...»
«Capito …» rispose Sera mettendosi dietro al bancone e stringendo il fiocco del grembiule dietro alla schiena.
«Bene, noi andiamo a servire. Io e Key ufficialmente siamo etero, quindi non dire a nessuno che stiamo insieme!» disse Jonghyun facendo l’occhiolino a Sera.
«Hahah Ok.» rispose lei sorridendo. In realtà l’aveva scoperto solo oggi che quei due si frequentavano in quel senso.
 
Per tutto il giorno Sera cercò di estorcere qualche informazione in più ma non raccolse nulla di rilevante. Il direttore del locale stranamente non si fece vedere nemmeno una volta. Alla fine del suo turno, Sera salutò i colleghi «Ragazzi, io vado per oggi!»
«D'accordo!» Rispose Key in modo amichevole «Stai attenta mentre torni a casa! E riposa per bene, che dalla prossima volta torni a servire!»
«Ok!  A domani!»
Dopo aver lasciato la sala, uscì dalla porta dello spogliatoio come faceva di solito, ma senza cambiarsi. Dopo l’ultima volta non voleva restare troppo tempo da sola dove c’erano gli armadietti per paura che succedesse di nuovo la stessa cosa. Joon la stava aspettando fuori in macchina. «Ciao! Com’è andata?» Le chiese con un sorriso appena aprì la portiera.
«Aish ... E’ stato molto stressante. Non è più come prima, non si può mai abbassare la guardia hehe» rispose lei sfilando il grembiule dell’uniforme e lasciandosi scivolare sul sedile.
«Devi solo rilassarti. Non temere, non ti succederà nulla. Ci sono io!» cercò di rassicurarla lui. Sera ascoltò solo distrattamente le ultime parole. La sua attenzione era stata catturata dal riflesso nello specchietto retrovisore.
«Sera, mi stai ascoltando?» le chiese il ragazzo vedendo che non rispondeva.
«Ah, sì … scusa ma ho visto qualcosa di strano …»
«Cosa?» chiese Joon allarmato.
«C’era qualcuno affacciato dalla porta dello spogliatoio. Non sono riuscita a vedere chi fosse, è rientrato subito dopo che me ne sono accorta.»
Joon si girò ma effettivamente non c’era più nessuno. «Scendo a controllare, tu rimani qui.» scese dall’auto chiudendola a chiave e si diresse vero la porta. Era aperta. Entrò e accese le luci dello spogliatoio. Si guardò intorno ma non c’era nessuno. Uscì e tornò in macchina.
«Non c'è più nessuno … poteva essere chiunque visto che il locale era aperto.» disse sedendosi al posto di guida.
«Ok. Uffa, tutta questa gente che vedo solo io mi sta facendo diventare paranoica!» disse Sera un po’ delusa dall’ennesima situazione strana. «Comunque, Jonghyun e Key non mi hanno saputo dire nulla … Key ha detto che è stato assunto parecchio tempo dopo aver fatto domanda, lo ha chiamato direttamente il boss. Jonghyun invece ha detto che non mi hanno licenziata per mantenere i "clienti abituali", che suppongo siate voi agenti … quindi può essere che il direttore c'entri qualcosa coi colpevoli?»
«Può darsi … riferirò a Seungho e poi andremo a controllare.» Poi si rivolse a Sera in tono più dolce «Ora torniamo a casa. Sarai stanca …»
«Sì, sono stanca morta!» Disse Sera rimettendosi comoda appoggiata al sedile.
Joon mise in moto l’auto e tornarono a casa sua.

Fine cap. 10

Ed eccoci anche alla fine del capitolo 10! La Jongkey ha fatto di nuovo la sua comparsa :3
Ammetto che tra le immagini fatte finora quella del cap 10 è la mia preferita XD
Taemin sembra avere un nuovo rivale, Minho!
In più le indagini proseguono e sembrano portare ai café di Sera ... chi ci sarà dietro a tutti questi omicidi? Lo scoprirete nei prossimi capitoli ~
Come sempre ringrazio per la recensione :D
_Misaki_
 

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Capitolo 11
*** Cap. 11 ***



 
Hana si trovava ancora in ospedale con Taemin e Minho. Sera era tornata a lavorare alla caffetteria e Joon teneva d’occhio la situazione. Seungho e Soomin invece erano rimasti in ufficio. Questa volta ad interrogare l’uomo della sparatoria era stato Seungho. Dopo un’intera giornata di domande e minacce, però, l’indagato non aveva ancora aperto bocca. Di lui non si sapeva ancora nulla. Né il nome, né per chi lavorasse, né se fosse effettivamente parte dell’associazione degli uomini in nero. Verso sera, Seungho era quindi tornato in ufficio a sistemare i documenti e le richieste di perquisizione. Soomin, che aveva aspettato per tutto il giorno seduta sul divano, era parecchio annoiata.
«Soomin?» la chiamò il suo ragazzo avvicinandosi a lei.
«Si?» rispose lei alzando lo sguardo dal cellulare.
«Ti vedo triste ... c'è qualcosa che non va?» le chiese lui un po’ preoccupato.
«Più che triste … Annoiata! Voglio tornare al lavoro … Sono stufa di stare qui e non fare nulla, non solo non sono di aiuto ma sono pure un peso … Mi fa piacere passare più tempo con te ma non stiamo davvero insieme, cioè, è lavoro, non tempo libero ...»
«Ahaha io invece sarei felice di non lavorare … ma sai, averti qua è tutta un'altra storia …»
«Si, come no. Se tu non lavorassi ti terrei occupato a casa!»
«Tienimi occupato anche qua allora …» disse Seungho in modo malizioso. Sapeva perfettamente che non era quello che intendeva Soomin con “ti terrei occupato”, ma infondo non c’era nessuno a parte loro due. Dopo aver avvicinato ancora di più il suo volto a quello della ragazza, posò le labbra sulle sue iniziando a baciarla.
«Nonononoooo ...» ribatté lei staccandosi immediatamente da Seungho «Sei al lavoro, Seungho! Concentrati!!!»
«Ogni tanto va bene prendersi una pausa …» si giustificò il ragazzo con espressione innocente sul volto sedendosi accanto a lei.
Soomin era arrossita visibilmente in volto «Yah! Pervertito! Non qui!!»
«Capo!!! Abbiamo un problema!!!!!» un altro agente fece irruzione senza preavviso nella stanza.
Soomin sospirò sollevata «Lavoro, vai al lavoro … Ci sono problemi!»
«Che succede?» chiese il ragazzo.
«Il sospettato si è tolto la vita!!!!» disse allarmato l’altro agente.
Seungho si alzò di scatto dal divano «Che cosa!?!?!»
«Aveva nascosto una capsula di veleno e l'ha ingerita!» spiegò l’agente, poi si accorse della presenza di Soomin «Ecco … magari non è una visione adatta a chi non è abituato a certe cose …»
«Ok, aspettami qui Soomin, torno subito.» disse Seungho lasciando la stanza insieme al collega. Soomin annuì e lo aspettò in ufficio.
All’interno della cella il cadavere era steso a terra con la schiuma alla bocca, gli occhi spalancati e i muscoli facciali contratti in una smorfia disgustosa. Orami non c’era più nulla da fare, era completamente morto e non avrebbe più potuto fornire alcuna informazione.
«Aish …» imprecò Seungho tra sé e sé. Subito dopo aver controllato la situazione, avvertì il centro analisi per l'autopsia e comunicò il decesso dell’interrogato anche a Joon, Hana e Minho.
«Ho fatto … andiamo a casa, Soomin? E’ tardi.» disse rientrando in ufficio con aria stanca.
«Yes! Grazie! Aaah … Non vedevo l'ora! Senza offesa per il morto …» rispose lei, che non ne poteva più di aspettare senza fare nulla. Così i due tornarono a casa.
 
All’ospedale, Hana era nella sua stanza a riposarsi un po’. Minho era a bere un caffè davanti alle macchinette mentre leggeva i fascicoli delle altre persone coinvolte nel caso. Taemin aveva approfittato della distrazione dell’agente per intrufolarsi nella camera di Hana. Bussò alla porta, la socchiuse appena e attese risposta. «Hana, posso entrare?»
«Oh, ciao Tae!»
Taemin andò a sedersi sulla sedia accanto al letto di Hana. «Come stai?»
«Molto meglio, grazie.»
«Meno male, mi ero preoccupato un sacco oggi!» disse lui, arrossendo leggermente.
«Grazie mille … Noi agenti siamo forti, non c'è bisogno di preoccuparsi.» Disse lei per tranquillizzarlo «Come va con Minho? State facendo amicizia?»
«Hem ... a proposito di Minho …» Taemin fece una pausa indeciso se aprire il discorso o meno. «E’ vero che stavate insieme?»
«Ehm … è una storia un po’ complicata ...» iniziò a spiegare lentamente Hana, cercando le parole giuste e arrossendo un po’ per la domanda ricevuta. «Diciamo che … ai tempi delle superiori eravamo compagni di classe e ho ricevuto diverse richieste di fidanzamento da lui ... visto che insisteva tanto ho deciso di accettare, così ci siamo messi insieme. Siamo usciti un paio di volte ma la nostra relazione non funzionava, quindi in meno di tre giorni ci siamo lasciati ...»
«Lo sapevo che era noioso da morire quello spilungone!» esclamò Taemin senza pensare. A dire il vero la notizia che Minho non avesse frequentato a lungo Hana lo aveva reso piuttosto felice. «Noioso?» chiese Hana ridendo appena.
«E ... al momento ti piace qualcuno?» pensò bene di indagare il ragazzo. Aspettando la risposta guardava altrove per non incontrare lo sguardo di Hana che lo avrebbe imbarazzato troppo. «Chi lo sa ...» rispose la ragazza lasciandolo sulle spine. «Cerca di andare d'accordo con Minho o la convivenza con lui sarà una tortura!» cambiò discorso.
«Ok ...» Ormai era un po’ che Taemin pensava a come avvicinarsi ad Hana. Già il fatto che lo chiamasse Tae e non Taemin-ssi voleva dire che in un certo senso si era avvicinato a lei. Quello che lo lasciava nell’indecisione, però, era il rischio di affrettare troppo le cose e rovinare tutto. «A me a dire il vero piace una ragazza …» provò ad accennare.
«Ah sì? E chi è? Se si può sapere …»
«Segreto!»
«Ahaha immaginavo avresti risposto così!»
Taemin lanciò un’occhiata all’orologio appeso al muro della stanza. «Sono già le sette … l'orario delle visite è finito.» disse con un’espressione imbronciata ma tenera sul volto «Io e lo spilungone dormiremo nella stanza qui accanto.  Ce lo hanno concesso in via eccezionale finché non ti dimetteranno.»
«Ok.» rispose Hana con un sorriso «Buona notte per dopo! Ci si vede per la colazione!»
«Buona notte Hana!» Taemin si alzò dalla sedia e prima di lasciare la stanza salutò Hana con un bacio sulla guancia. Hana non se lo aspettava, ma dopo un attimo di esitazione sorrise dolcemente.
 
Finalmente il venerdì sera era arrivato, il giorno dopo sarebbe stato un giorno di vacanza dopo una lunga settimana stressante. Come sempre negli ultimi giorni, Joon era andato a dormire sul divano, mentre Sera si era “impossessata” del suo letto. Essendo ancora abbastanza presto, pensò di mandare un messaggio a Soomin per sentire come se la passava. Era passato un po’ dall’ultima volta che l’aveva vista.
«Ciao~ come va?»
«Hiiii!! E’ venerdì sera, quindi tutto beneee ... just relaxing ... e tu? ^^ »
«Anche io! Ma è presto ... uff, non ho voglia di dormire. Hai programmi per domani?»
«Almeno dormi in un letto, Joon dorme ancora sul divano XD … Se per programmi intendi pulire da cima a fondo l'appartamento perché è un caos, allora sì, ho programmi! Tu che mi dici?»
«Secondo me a forza di dormire sul divano si riempirà di dolori peggio di Seungho XD Nessun programma per ora ... solo qualche problema >__< »
«Cosa vuoi dire con dolori peggio di Seungho?? O.O non ti azzardare sai! u.u Quale problema? Posso aiutarti?»
«Il problema dorme sul divano in questo momento ... pensavo fosse diverso. Mi avevano detto di tutto su di lui le mie due colleghe ... però sembra che non sia vero niente. Insomma, temo di non essere più così indifferente a lui ...»
«Non ti seguo ... Che ti avevano detto le tue colleghe? E non sei indifferente al divano? Hahah no scherzo, non sei indifferente a Joon sentimentalmente? Mi stai dicendo, che ti piaceeeeee ???»
«Hem ... una cosa del genere u///u ... hai presente all'inizio, quando lo avevo appena conosciuto? Circa un anno fa ... mi ero presa una cotta per lui ma mi avevano subito messa in guardia che era il tipo di ragazzo che ci prova con tutte, quindi avevo lasciato perdere a priori. Però non mi sembra così ... o lo nasconde molto bene.»
«Yaaaah!! Devo dirlo a Seunghooooo!!! Che neeewwsss !! Comunque conosco Joon da un bel po’ e posso dirti che non è quel tipo di ragazzo, fa solo l'idiota quando è attorno a ragazze carine che gli piacciono ... Se me lo avessi detto prima magri ora stareste insieme u.u *cupido mode on*»
«Yaaah!!! Tu non dirai niente a nessuno! O_O ah ... ummm ... non lo so, non fa più l'idiota da un po’, sembra una persona seria, davvero. La convivenza sta diventando faticosa da sopportare, non vorrei si accorgesse che mi piace dopo che l'ho snobbato per tutto questo tempo ... insomma, mi sembravano battute super idiote 'bellissima' e espressioni terribili varie ...»
«Perché è più a suo agio con te ora ... Quindi è se stesso! ^^ »
«Mah, se lo dici tu ... aish, tutto troppo complicato >__< »
«Love is not easy ... -.-  Gli uomini non danno abbastanza attenzioni!!»
«E' riferito a Seungho? Hehe»
«Nuooooo ... Tutta tua immaginazione ...»
«Vedrai che si farà perdonare nel fine settimana ... :3 »
«Pulendo l'appartamento spero! XD »
«Hahaha chissà~ ci sentiamo presto, buon fine settimana!»
«A presto! Anche a te!»
E così terminò la conversazione tra le due amiche.

Fine cap. 11

Hello~ Mi scuso per il ritardo con cui ho pubblicato, purtroppo ho avuto qualche problema con l'html di efp <__<
Beh, che dire? Oltre alla situazione generale si evolve anche quella sentimentale muhahaha
Spero vi sia piaciuto e ringrazio chi segue la storia e chi recensisce :D
Al prossimo capitolo! :)
 

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***



Il sabato mattina Sera e Joon volevano solo dormire beatamente e riposarsi ma, alle otto in punto, il telefono di Joon cominciò a squillare con parecchia insistenza. Il ragazzo, non sopportando più il suono, si alzò e andò a rispondere. «Pronto?» chiese con voce irritata e ancora leggermente impastata dal sonno.
«Pronto ... Lee Joon?» Rispose la voce di una giovane donna.
«Chi parla?» chiese lui confuso.
«Sono un testimone oculare dell'omicidio ... so qualcosa che potrebbe essere rilevante alle indagini.»
«Di cosa si tratta?» La notizia svegliò definitivamente Joon.
«Non posso rivelare nulla per telefono. Non mi sento molto sicura ...»
«Perché ti fai avanti solo ora?!»
«Ecco ... non era il momento giusto … Sono sicura che mi avrebbero uccisa.»
«La polizia esiste per questo ... Comunque posso incontrarti?»
«Sì ... però vorrei incontrati in un posto diverso dalla centrale. Ho paura che possano riconoscermi e uccidermi.»
«Han River, ore 12, al café Nodeul. Va bene?» (http://seoulistic.com/wp-content/uploads/2013/03/jpeg.jpg)
«Perfetto! A dopo.» Rispose la ragazza con tono un po’ troppo entusiasta.
«A dopo ...»
Joon terminò la chiamata e andò a svegliare Sera. Dopodiché i due si cambiarono, fecero colazione e si avviarono verso la meta.
 
Nel frattempo all’ospedale aleggiava la solita aria di sfida tra Taemin e Minho. Hana aveva solo chiesto un bicchiere d’acqua, ma i due ragazzi stavano facendo a gara a chi riusciva a portargliela per primo!
«Spostati Minho!»
«Ma che fai, pischello?!» lo fermò Minho facendogli lo sgambetto.
Taemin inciampò finendo rovinosamente a terra e rovesciando l’acqua.
«Stai attento a dove metti i piedi!» disse con tono di superiorità Minho, che nel frattempo aveva raggiunto la stanza di Hana. «Ciao Hana!» disse passandole il bicchiere.
«Maledetto ...» Imprecò Taemin andando a prendere degli stracci e asciugando il pavimento.
Nel frattempo l’altro ragazzo continuò il suo discorso con Hana «Ho parlato con il medico ... ti dimettono tra due giorni!»
«Oh, bene! Ma cos'è tutto questo casino che state combinando?»
«E’ il pischello che fa casino ...»
«Sembrate dei bambini dell’asilo.» Gli fece notare la ragazza, scocciata e perfettamente consapevole che Taemin non era l’unico colpevole. Neanche un attimo dopo il ragazzo più piccolo fece irruzione nella stanza. Non essendosi arreso a portare l’acqua ad Hana, le passò il bicchiere sorridendo in modo adorabile. «Hana, ti ho portato l'acqua!»
«Grazie Tae!» Rispose un po’ perplessa la ragazza, prendendo il bicchiere tra le mani.
Minho avrebbe ucciso volentieri quello che considerava un fastidioso ragazzino. Taemin da parte sua lanciò uno sguardo di disprezzo a Minho per avergli fatto lo sgambetto.
Il più grande prese la parola incurante dell’occhiata rivoltagli «Comunque … Dopo che ti dimetteranno e mentre ti riprendi, starete entrambi nel mio appartamento. Così potrò tenervi d'occhio.»
«Che!? Io non voglio!» Protestò Taemin.
«Non c'è problema, ti mollo a Seungho o a Joon, mentre Hana starà con me.»
«Non se ne parla neanche ...» al solo pensiero l’idol rabbrividì. Lasciare Hana sola con quel pervertito di Minho giorno e notte? Non era nemmeno da pensare.
«Sicuro che non saremo d’impiccio?» chiese Hana non molto contenta di passare tutto quel tempo col ragazzo che al liceo l’aveva stressata fino a farle accettare, anche se per poco, la sua dichiarazione d’amore.
«Non ti preoccupare Hana, è il mio lavoro.» le sorrise lui volendo convincerla a tutti i costi.
«Qualsiasi cosa succeda io resto con Hana!» puntualizzò Taemin.
«Allora non lamentarti o lascio che ti uccidano! Sono io il capo d'ora in poi!» si impose Minho.
Taemin questa volta si limitò a guardarlo male, ma dentro di sé lo stava insultando pesantemente.
«E va bene Minho, verremo a casa tua, però ad una condizione: che vi diate una calmata!» concluse Hana.
«Che intendi?» Chiese Minho.
«Intendo che dovete piantarla di fare i casinisti, si sente solo voi qui all’ospedale!»
«Io sono calmissimo!» protestò Taemin «Sono una persona matura e responsabile. Non faccio gli sgambetti e non ci provo spudoratamente con la mia ex!» ogni riferimento era puramente casuale ovviamente … Minho avrebbe voluto mollargli un ceffone.
«Cosa?» Chiese la ragazza non capendo a cosa si stesse riferendo.
«Niente, niente ... andiamo spilungone, lasciamola riposare!» Tagliò corto Taemin trascinandosi via anche Minho.
«Ciao cara!» fece in tempo a salutarla l’agente.
«A dopo …» rispose lei cercando di nascondere di essere irritata dal comportamento del ragazzo. «Quei due sono peggio di cane e gatto …»
 
Sabato mattina, a casa di Soomin e Seungho, tutto procedeva secondo i piani della ragazza. I due si erano alzati presto e avevano dato inizio al progetto di pulizia intensiva della casa.
«Amore, ma che casino c'è? Non so da dove iniziare!» Disse Seungho non avendo idea di dove mettere le mani.
«Se non mi costringessi a seguirti tutti i giorni al lavoro non sarebbe così in disordine ... E’ colpa tua!» gli rinfacciò Soomin. «Inizia col raccogliere i tuoi vestiti dal pavimento ...» aggiunse facendo una faccia schifata.
«Non fare quella faccia ...» rispese lui raccogliendoli.
«E’ la tua immondizia ...» continuò Soomin, lanciando in faccia a Seungho uno dei suoi boxer.
«Ma ieri sera non ti facevano così schifo quando me li hai tolti!» disse scherzando Seungho. In realtà le aveva semplicemente abbandonati lì lui per sbaglio. Era un bel po’ che non avevano tempo di fare proprio un bel niente pur convivendo …
«Ma se russavi ieri?!» rispose lei scandalizzata dalla perversione del suo ragazzo.
«Scherzo amoreeeeee!» disse lui andando a mettere i vestiti in lavatrice.
I due si impegnarono a fondo per pulire la casa. Nel tardo pomeriggio, finalmente, anche l’angolo più remoto luccicava come uno specchio. Solo Soomin e Seungho erano tutti imbrattati e impolverati.
«Dovrei farmi una doccia ma sono troppo stanco!» si lamentò lui.
«Poverinoooo ...» non perse occasione di deriderlo Soomin.
«... vai prima tu allora.»
«Ovvio!» rispose lei che si era già alzata. Soomin si fece la doccia, mentre Seungho aspettò il suo turno sul divano. Quando finalmente il bagno fu libero, anche lui andò a lavarsi. In men che non si dica arrivò l’ora di cena.
«Cosa facciamo da mangiare?» chiese Seungho.
«Non lo so ... cosa vuoi mangiare?»
«Pizzaaaaa!!!»
«Chiama e ordinaaaaaaaaaaa ...» disse Soomin imitando il tono di voce di Seungho.
«Chiama tuuuu … io devo riprendermi dal bagno.» Seungho inventò una scusa a caso per faticare di meno. Così Soomin chiamò la pizzeria e ordinò. Dopo un po' finalmente arrivano le pizze. Quando suonò il campanello, Seungho andò ad a aprire la porta, pagò e portò la cena in cucina. «Buon appetito amore!» disse un attimo prima di fiondarsi sul cibo.
«Non ingozzarti!»
«Tranquilla, mi rimarrà uno spazio anche per te.»
«Che stai dicendo?»
«Niente, niente. Mangia la pizza che è buonissima!»
Visto i discorsi insensati che stava facendo Seungho, Soomin ne approfittò per cambiare discorso «Sai per caso se a Joon piace qualcuno?»
«Mmm ... non saprei. Perché?» Ora che ci pensava non sapeva nulla sulla vita sentimentale dei propri colleghi e che Joon fosse single per lui era un dato di fatto. Non si era mai posto il problema che potesse piacergli una ragazza.
«Così ... comunque, sei sicuro?»
«Non avrai una cotta per lui, spero ...»
«Per chi? Joon? No ...» disse ridendo, come se la cosa fosse impensabile. E in effetti l’unico ragazzo che piaceva a Soomin era Seungho e nessun’altro.
«Sarà ... bene, pizza finitaaaaa! Ho ancora fame ...» Disse aspettando che anche Soomin finisse di mangiare per poter sparecchiare.
«Hai ancora fame?»
«Sì.» disse annuendo anche col capo.
«Diventeremo poveri solo per comprare cibo a te …»
Dopo questa strana conversazione, i due andarono sedersi sul divano a guardare la televisione. Quella sera, però, non c’era proprio niente di interessante da vedere, e Seungho si era stancato pure di fare zapping tra programmi inutili. Anche Soomin era piuttosto annoiata, per tutto il tempo era rimasta con la testa appoggiata sulla pancia di Seungho e il sonno stava prendendo il sopravvento su di lei. Seungho però la scosse un po’ per vedere se era ancora sveglia.
«Mmm?» fu il verso indefinito che uscì dalla sua bocca.
«Ops, dormivi?»
«Perché mi hai svegliata?»
«Perché non va bene dormire subito dopo cena ...» Seungho usò la prima scusa che gli venne in mente. Poi come per scusarsi la baciò sulla fronte.
«Come non va bene?! Pancia piena chiama riposo!» rispose lei che ormai si era perfettamente svegliata.
«Digerisci male e poi rimani stordita per tutto il giorno …» Improvvisante una malsana idea sfiorò la mente di Seungho. Il ragazzo cominciò a fare il solletico a Soomin.
«Noooo!» disse lei spingendo via le mani del suo ragazzo.
«Muahaha pensi forse di cavartela così?» Seungho la prese in braccio e iniziò a correre per tutta la casa, finché non raggiunse la camera da letto e la fece cadere sul materasso morbido.
«Yaaah! Seunghoo! Mi gira la testa!» protestò lei ridendo divertita.
Senza dire nulla Seungho si spostò sopra di Soomin.
«Pesi, sai ... Sei ingrassato?» disse lei continuando a ridere.
«Ma se non mi sono neanche appoggiato a te!»
Soomin provò ad alzarsi per non rendergli le cose troppo semplici, ma fu prontamente bloccata.
«Ehi, dove pensi di andare?» le disse Seungho con un sorrisetto ammiccante sul volto. Il ragazzo la baciò appassionatamente, tenendole le braccia ferme contro il letto ma stando attento a non farle male. Poi decise di concentrarsi sul collo lasciandole una scia di baci e scendendo fino al colletto della camicia che portava come pigiama. Seungho lasciò la presa sui polsi di Soomin e cominciò ad aprirle i bottoni della camicia uno ad uno con molta calma, lasciando un bacio per ogni bottone aperto. Soomin spostò le mani sui capelli di Seungho, accarezzandoli con le dita e non riuscendo a trattenere un gemito di piacere. Arrivato all’ultimo bottone, Seungho tornò a baciarla sulla bocca. La ragazza ricambiò il bacio in modo molto intenso, questa volta mettendo le braccia intorno al collo di Seungho. Improvvisamente, però, Soomin interruppe il bacio sussurrando «Non va bene così ...» vicino all’orecchio di lui. Seungho non capì subito a cosa si stesse riferendo, ma la voce così provocante di Soomin lo stava eccitando ancora di più. Un attimo dopo, lei fece scendere le sue mani lungo i fianchi di lui arrivando alle estremità della maglietta, gliela sfilò e la lanciò sul pavimento. Poi mise di nuovo le braccia intorno al collo di Seungho e lo tirò verso di sé, ricominciando a baciarlo con foga. Lui ricambiò il bacio in modo molto passionale e le tolse del tutto la camicia, lasciando cadere anche quella sul pavimento. Erano passati così tanti giorni dall’ultima volta che avevano passato del tempo insieme come una vera coppia. Nonostante tutti i litigi e le incomprensioni dell’ultimo periodo, i sentimenti che provavano l’uno per l’altra da ormai tre anni erano innegabili. Tutto ciò di cui avevano bisogno, era semplicemente trovare il tempo di dimostrarsi a vicenda quanto si amassero.

Fine cap. 12

Dal momento che non ci sarò per il weekend ho pensato di anticipare la pubblicazione di un giorno :)
Questo è un capitolo malvagio con una scena hotttttt (in realtà non è hot per niente XD) lascio il seguito alla vostra immaginazione u.u
Alla prossima~
 

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***


 
Dopo aver ricevuto la chiamata da quella ragazza sconosciuta, Joon e Sera si erano recati subito nel luogo prestabilito per l'incontro, nei pressi del Fiume Han. Essendo sabato, raggiungere il posto in macchina aveva richiesto parecchio tempo. Durante il fine settimana, infatti, molte famiglie e coppiette sceglievano quella zona come meta per passare la giornata insieme. Joon e Sera percorsero velocemente la strada gremita di gente e raggiunsero il Café Nodeul, famoso per lo splendido panorama sul fiume. Appena varcarono la soglia, una ragazza si alzò da uno degli sgabelli a forma di dado disposti intorno ai tavolini rotondi e salutò Joon con la mano. «Sono qui!»
«Eccola!» esclamò Joon avviandosi verso di lei «Andiamo … Ma stai attenta, ok? Potrebbe anche essere una trappola.» avvertì Sera di stare in allerta.
«Ok.» rispose lei seguendolo fino al tavolo.
La ragazza andò incontro a Joon, gli afferrò immediatamente il braccio e lo fece sedere accanto a lei. Sera si sedette di fronte ai due cercando di nascondere il fatto di essere infastidita a causa del comportamento così appiccicoso della ragazza. Guardandola da vicino, Joon ebbe la sensazione di averla già vista. Aveva un volto familiare, ma non riusciva proprio a ricordarsi chi fosse. Lei invece sembrava conoscerlo molto bene «Ciao Joon! Quanto tempo ... non pensavo che ci saremmo rivisti in circostanze del genere!» disse con tono tragico. La sua voce squillante risvegliò Joon dai suoi pensieri.
«Suppongo che ora dovrai farmi delle domande ...» continuò lei «Quindi perché lei è qui? Chi è? Non è un problema se ascolta?» chiese in modo un po’ antipatico riferendosi a Sera.
Nessuno dei due rispose alle sue domande ma, al contrario, fu Joon ad aggiungere un nuovo interrogativo. «Scusa ma … non riesco a ricordarmi, ci siamo già visti?»
«Pabo!» strillò lei con voce stridula sfoderando il suo aegyo, probabilmente pensando di risultare carina «Eravamo compagni di liceo! Sono io, Soyoung!»
Nel frattempo ordinarono da bere e da mangiare, così Sera trovò qualcosa su cui scaricare il nervoso, il panorama non la distraeva abbastanza.
«Oh! Soyoung! Mi sembravi familiare! Scusa se non ti ho riconosciuta, ma sei cambiata parecchio!» rispose Joon un po’ imbarazzato per non essersi ricordato di lei. In effetti Soyoung ai tempi del liceo era una ragazza bassa e cicciottella, mentre ora era più alta e in splendida forma, cosa che innervosiva ancora di più Sera.
«Comunque scusate, che maleducato! Soyoung lei è Sera, Sera lei è Soyoung!»
«Piacere!» rispose Sera fingendo un sorriso.
«Ah ciao ...» la salutò Soyoung poco interessata a sapere chi fosse l’altra ragazza «Scusa, puoi cambiare tavolo? Così noi due parliamo in privato.»
«Oh, non fate caso a me, parlate pure, io mi faccio gli affari miei.» rispose Sera sorridendo e sottintendendo che non aveva intenzione di andarsene.
«Oh, sì, lei può restare, tranquilla, è una collega!» aggiunse Joon dicendo una bugia. Poi continuò il discorso «Non voglio metterti fretta, mi piacerebbe molto rimanere a parlare dei vecchi tempi … ma cosa sai esattamente dell'omicidio?»
Soyoung, anche se un po’ indispettita dalla presenza dell’altra ragazza, decise comunque di rispondere alla domanda di Joon «Ho visto una scena terribile! Un uomo impiccato! Stavo camminando nel corridoio dell'hotel, e ho visto un uomo uscire da una stanza, ho guardato cosa c'era oltre la porta aperta e c'era un uomo impiccato! E’ stato terribile!» così dicendo si avvicinò di più a Joon prendendogli di nuovo il braccio e fingendo di essere sul punto di piangere a causa dei ricordi scioccanti. Joon non ci mise nemmeno un secondo a capire che il racconto di Soyoung era tutta una menzogna. La porta della stanza d’hotel, infatti, era stata trovata perfettamente chiusa.
«Ah, certo ...» finse di crederle «E come era quest’uomo? Alto, basso, grasso, magro? Indossava qualcosa di particolare?»
«Non ricordo quasi nulla, solo che aveva un maglione molto appariscente e una mascherina come quelle per l'influenza ... ero così scioccata che non ricordo altro!» anche questa descrizione era chiaramente inventata. Gli uomini dell’associazione non avrebbero mai indossato vestiti di colori stravaganti, le loro divise erano solo ed esclusivamente nere.
«Ok, grazie mille Soyoung! Sei stata di grande aiuto!» disse Joon mentendo di nuovo nel giro di pochi minuti.
«Figurati! Sapevo di poterne parlare con te! Ma ora che ti ho detto tutto credo di essere in pericolo! Temo che avrò bisogno della tua protezione!» questa volta la ragazza lasciò andare il braccio di Joon prendendo invece la sua mano come per implorarlo di non abbandonarla.
«Non devi preoccuparti di questo! Sono sicuro che non ti succederà nulla!» la rassicurò lui lasciandole la mano.
«Come no!? Vuoi dire che te ne vai di già?» chiese lei con una nota di disappunto nella voce.
«Eh sì, abbiamo altri testimoni da ascoltare! È un lavoro senza fine! Mi dispiace …» esclamò Joon. Ormai una bugia in più non avrebbe fatto alcuna differenza.
«Ma che peccato! Però ora hai il mio numero, chiamami!» ci provò di nuovo Soyoung non nascondendo per nulla il suo vero scopo.
«Ma certo! Lo farò di sicuro!» esclamò Joon pur sapendo che in realtà non l’avrebbe mai fatto. «Andiamo, Sera?»
«Arrivo!» rispose la ragazza finendo quello che aveva nel piatto e alzandosi da tavola.
 
Appena uscito dal bar, Joon tirò un sospiro di sollievo. «Che perdita di tempo, accidenti! Si vedeva lontano un kilometro che erano tutte frottole!»
«Già ... mi chiedo quale fosse il suo vero scopo.» disse Sera.
«Non lo voglio immaginare ...»
«Magari sperava in un ritorno di fiamma …» provò a ipotizzare scherzosamente «Non è che era una tua ex e non te lo ricordi?»
 «Perché tutti pensano che abbia avuto un sacco di ex? Non è vero ...» Protestò Joon. «Non sono quel tipo di ragazzo!»
«Haha, ma io non volevo insinuare nulla!» rise lei.
«Ok basta ... Visto che siamo qui, cosa ne dici di fare una passeggiata sul fiume? Anche per noi è giorno di riposo infondo.» le chiese con un sorriso. In più di un anno era la prima volta che aveva l’occasione di passare del tempo da solo con Sera fuori dal contesto lavorativo.
«Ok, tanto non ho nulla da fare.» rispose lei cercando di non dare a vedere che aveva apprezzato parecchio la proposta.
Joon la prese per mano e iniziò a camminare lentamente. Sera arrossì in volto imbarazzata. Istintivamente guardò la sua mano, poi Joon, poi ancora la mano, poi Joon.
«Cosa c'è?» le chiese lui vedendola un po’ in confusione.
«La mano …» Subito dopo, Sera si maledì mentalmente per averglielo fatto notare.
«Oh scusa ...» disse Joon lasciandola andare «Ma stammi vicino …»
«Sì, sì, non scappo …»
«Comunque, ci sei già venuta sulle sponde del fiume Han?» le chiese Joon.
«Non proprio … non mi è mai capitato di girare bene questa zona.»
«Allora lo farai oggi! Che ne dici?»
«Va bene ... c'è un sacco di gente che passeggia qui!» osservò lei guardandosi intorno.
 
Dopo un intero pomeriggio speso a camminare sul sentiero in riva al fiume, cominciò a farsi sera. Cambiarono anche le persone che animavano il quartiere e iniziarono ad accendersi le luci delle strade e dei negozi.
«Forse è meglio tornare verso casa ... comincia a fare freddino.» disse Sera stringendosi nelle spalle e incrociando le braccia davanti a sé per scaldarsi un po’.
«Come vuoi ... Prendi questa intanto.» Joon le passò la sua giacca.
«Sicuro che non ti serve?»
«Sì, sono vestito più pesante, quindi non ho freddo, tranquilla.»
«Grazie allora!» rispose lei accettando più che volentieri la giacca.
Quando passarono di nuovo davanti al ponte Banpo, oltre ai giochi d’acqua della fontana, erano state accese anche le luci colorate e decine di coppiette erano sedute sulle sponde del fiume a godersi lo spettacolo.
«Certo che col buio è ancora più bello qui!» osservò la ragazza fermandosi un attimo a guardare il panorama.
«E’ vero. A me piace molto di più quando ci sono tutte queste luci accese, è molto più romantico!» rispose Joon fermandosi anche lui.
«Eh già, infatti è pieno di coppiette … che invidia hehe.»
Joon la guardò e sorrise «Quanto vorrei fossimo noi …» disse sotto voce senza farsi sentire.
«Hai detto qualcosa?» chiese Sera voltandosi verso di lui. Era sicura che avesse parlato ma non era riuscita a distinguere le sue parole.
Joon, senza pensare a ciò che stava facendo, si avvicinò al volto della ragazza baciandola improvvisamente. Sera rimase per un attimo immobile non sapendo come reagire. La ragione le diceva che avrebbe dovuto staccarsi da lui, ma infondo che importanza poteva avere? Il ragazzo che le piaceva la stava baciando, perché rovinare tutto? Sera ricambiò il bacio, che si fece più intenso. Joon da parte sua fu felice e anche un po’ sorpreso di non essere stato respinto. Posò delicatamente una mano sul volto di Sera, mentre portò l’altra sui fianchi della ragazza e la strinse a sé, annullando la distanza rimasta tra i loro corpi. Dopo un bacio mozzafiato, i due rimasero abbracciati. Joon allontanò un po’ il viso da quello di lei ridendo leggermente «Non me lo sto immaginando, vero?» disse lasciando trasparire un po’ di imbarazzo.  
«No, direi di no.» rispose Sera anche lei sorridendo imbarazzata.
«Quindi se ti invitassi ad un appuntamento romantico non rifiuteresti?»
«Certo che no!»
«Sera …» disse Joon facendo poi una pausa «Ti andrebbe di uscire con me, adesso?»
Sera annuì con un cenno del capo. Joon con un sorrisetto compiaciuto sul viso la baciò di nuovo, questa volta in modo più dolce e pieno di sentimento. Dopo essere rimasti un po' di tempo a godersi la serata sul fiume, i due decisero di tornare a casa. Finalmente dopo tanto tempo, un po’ per caso e un po’ facendosi coraggio e lasciando da parte l’imbarazzo, erano riusciti anche loro a dichiarare i propri sentimenti.

Fine cap. 13

Tadaaaan~ tra indagini e testimoni falsi un'altra coppia si è formata! ♥
Ora mancano solo Hana e Taemin :3 speriamo che tutto questo romanticismo nell'aria non distragga gli agenti dal loro lavoro hahaha
Come sempre, ringrazio i lettori e soprattutto la nostra fedele lettrice Loveinfinite u.u
Let us know more con una recensione~ ;)

_Misaki_

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***



Arrivato il lunedì, Hana fu dimessa dall’ospedale. Ancora aveva bisogno di riposo e cure, ma poteva tornare a casa e ripresentarsi in clinica solo per la riabilitazione. La mattina, Minho si era presentato da Hana con Taemin per portarli entrambi a casa sua.
«Finalmente ti dimettono!» disse Minho.
«Già! Non ne potevo più di stare in ospedale!» rispose lei mettendo nella borsa le ultime cose.
«Guarda che anche se verrai a casa mia non vuol dire che tu non debba stare a riposo, mia cara!»
«Ovviamente io vengo con voi, così ti aiuto io, Hana! Minho sarà impegnato a fare la guardia fuori di casa! Ci deve proteggere!» Intervenne Taemin piazzandosi tra Minho e Hana.
«Benissimo!» disse Hana scoppiando a ridere.
«Hei, hei, quale guardia fuori casa, pidocchio?!» lo rimproverò Minho indispettito.
«Vacci piano con gli insulti, spilungone!»
«Ricordati che vivi a casa mia e io ho una pistola, quindi oltre a lasciarti in mano ai cattivi posso anche ucciderti!»
«Hana, l'hai sentito!? E’ un criminale! Non temere, ti proteggerò io!»
«Minho, ricordati che anch'io sono un'agente ... ti posso arrestare!» provò a stare al gioco Hana, sperando che poi la smettessero di fare i bambini.
«E io arresto te …» disse Minho con fare malizioso.
«Ma saresti in torto.» concluse Hana
«Guasta feste ...» continuò Minho con aria di disapprovazione. La voglia di Taemin di schiaffeggiarlo era ormai altissima, ma riuscì a trattenersi. In compenso si abbracciò Hana «La mia Hana mi difende! E ora basta fare casino, portaci a casa, spilungone!»
«Tzk, sai vero che dormirai nella cuccia del cane?»
«Che?!»
Con questo bel trambusto, i tre andarono a casa di Minho, dove il ragazzo aveva già preparato la camera col letto matrimoniale per lui e Hana, e un futon che teneva nell'armadio e avrebbe disposto nel salotto la sera, per Taemin.
«Hana, io e te dobbiamo dividere il letto ... Mi dispiace ma questa è la casa di uno scapolo … non ho mai ospitato nessuno per la notte!» provò a discolparsi Minho con aria innocente.
«Hei, hei, hei ...» lo interruppe Taemin «Hana è una ragazza, dovresti lasciale il letto e venirci anche tu nella cuccia del cane come me!» protestò.
«No se non vuoi dormire con me sopra ... e non ci tengo ad averti sotto.» rispose Minho con nonchalance.
«Questo è yaoi …» Osservò Hana spalancando gli occhi.
«Neanch’io ci tengo, Minho … ma ci hai provato con Hana fino allo sfinimento! Come faccio a sapere che non le metterai le mani addosso!?»
Hana provò a risolvere la questione proponendo un’altra soluzione «Se hai un divano dormirò là! Oppure dormite voi due insieme e io sul futon.»
«No, tu devi stare comoda ... Lui può anche sacrificarsi per una volta nella vita ...» concluse Minho senza accettare repliche.
«Vale anche per te Minho …»
«Taemin … io rischio la mia vita per un bimbo come te! Mi sembra il minimo dormire comodo!»
Minho fu irremovibile e riuscì nel suo intento di relegare Taemin al futon e di convincere Hana a dormire con lui. Che poi Hana non fosse esattamente entusiasta di questa soluzione è un’altra storia …
 
Nel pomeriggio, i tre andarono alla centrale, in modo che Hana e Minho potessero aggiornarsi sul caso. Entrati in ufficio trovarono Seungho e Soomin seduti davanti al computer. I due stavano analizzando delle foto e dei file in cerca di qualche indizio.
«Ciao Hana!» disse Soomin, correndo ad abbracciare la ragazza più piccola.
«Ciao!» rispose lei sorridendo.
Anche Seungho si alzò per salutare la collega. «Come va il braccio, Hana? Ti stai riprendendo?»
«Molto meglio! Grazie!» disse Hana.
«Comunque, non c'è bisogno che torni subito al lavoro a tempo pieno, ti terremo aggiornata da casa!» la rassicurò Seungho.
«Ok, grazie!»
Poi Seungho si rivolse improvvisamente a Minho con aria aggressiva «E tu, Minho, vedi di trattarla bene ... se osi sfiorarla anche solo con un dito ti concerò esattamente come ti concerebbe suo padre ... tutti sanno come l'hai perseguitata al liceo!»
«Io? Quando mai!» Provò a difendersi l’altro agente «Dovresti stare attento a lui piuttosto ...» disse rivolgendosi a Taemin. L’idol, tirato in causa, avrebbe voluto farla pagare a Minho, ma si limitò a fissarlo con sguardo omicida.
«Visto? Per me ha la rabbia!» disse Minho ridendo.
Nel frattempo Soomin si era spostata a parlare in privato con Hana. «Allora, come va? Tra Minho e Taemin c'è tensione! L’ho notato l'ultima volta che li ho visti ...»
«Si, non stanno zitti un secondo, continuano a litigare!» confermò Hana con un’espressione esasperata sul volto.
Improvvisamente la porta dell’ufficio venne aperta. «Eccoci! Abbiamo notizie!» disse Sera. La ragazza era appena uscita dal lavoro al café ed era andata insieme a Joon ad aggiornare gli altri sulle loro indagini.
«Che tipo di notizie?» Chiese Hana.
«Il proprietario della caffetteria non si fa vedere in giro da circa una settimana e la cosa è abbastanza strana ... ma soprattutto, a quanto pare è l'unico ad aver parlato con uno degli uomini in nero ...» Iniziò a spiegare Sera.
«Quindi da questo potremmo supporre che sia lui uno dei colpevoli ... e che abbia collegamenti con l'associazione degli uomini in nero ...» concluse Joon.
«Bene.» disse Seungho dopo aver ascoltato attentamente «Richiedo subito un mandato per perquisire la sua casa e interrogarlo. Potremmo trovare qualche informazione rilevante.»
«Speriamo che sia ancora qui e che abbia lasciato tracce ... Non vorrei avesse già lasciato la città ...» disse Joon.
«Lo scopriremo presto ...» affermò Seungho, che si era già messo a preparare tutto il necessario per ottenere il mandato. «Ok, per oggi non possiamo fare altro ... ma credo che otterremo presto il permesso.»
Joon annuì. Seungho si alzò dalla sedia e allungò la schiena «Bene, possiamo tornare a casa ... ormai è ora di cena.»
«Finalmente!» esclamò Joon, stanco per la lunga giornata di appostamento fuori dalla caffetteria.
«E’ ora di andare anche per noi ... Hana deve riposarsi.» affermò Minho con fare da ragazzo premuroso, cosa che mise ancora più in guardia Taemin.
«Ci vediamo presto ragazzi ... tenetemi aggiornato con il caso per favore!» continuò l’agente.
«Ah, un’ultima cosa …» li fermò di nuovo Seungho «Presto ci arriverà il mandato, ma non possiamo presentarci tutti insieme, sarebbe pericoloso per Taemin, Sera e Soomin, e anche Hana non è nelle condizioni di lavorare.» Fece una pausa per essere sicuro che lo stessero ascoltando «Andremo solo io e Joon. Gli altri staranno qui in centrale con Minho. Sera, dovrai prenderti un altro giorno di pausa dal lavoro o Joon non potrebbe intervenire in caso di necessità.»
«Ok, stasera chiamerò e dirò che domani non potrò presentarmi al lavoro.» disse Misa pensando già a una scusa.
Dopo aver concordato come agire, tornarono a casa. L’ultimo ad uscire fu Seungho, che chiuse l’ufficio e si avviò con Soomin verso la macchina.
 
Una volta tornati a casa, Hana, Minho e Taemin, cenarono e passarono un po’ di tempo a parlare; finché non arrivò il momento che Minho aspettava più di tutti. Il ragazzo si era già preparato per dormire e si era infilato sotto le coperte, con Hana al suo fianco che era tutto tranne che entusiasta della situazione.
«Come va? È abbastanza comodo il letto?» le chiese.
«Se, se …» rispose Hana «Non è il letto il problema.»
«Qual è allora? Dimmi tutto …»
«La situazione. Tu ... io... un solo letto …»
«Oh ... No, tranquilla! Se russo puoi tirarmi un calcio!»
«Va beh. Facciamo finta di niente ... Buonanotte.» disse Hana girandosi dall’altra parte.
«Buona notte!» Rispose Minho con un sorriso a 32 denti, mettendosi comodo con il viso rivolto verso Hana.
Dopo poco, anche Taemin uscì dal bagno indossando dei pantaloni grigi e una canottiera attillata bianca che metteva in risalto il fisico ben allenato. Al posto di andare a dormire nel suo futon, si fermò davanti alla porta della camera di Minho e Hana e si appoggio allo stipite della porta fissandoli. Hana non poté fare a meno di notare la bellezza di Taemin. Ovviamente la cosa non sfuggì neanche a Minho, che non perse occasione di sfilarsi la maglietta e scoprire i suoi addominali. Appena vide la scena, Taemin sbiancò in volto «Lo sapevo! Vuoi metterle le mani addosso! Pervertito! Hana, attenta! Si sta spogliando!»
«Tu cosa ci fai in camera mia?» chiese Minho con aria scocciata.
«Minho, perché ti sei spogliato?!» esclamò Hana preoccupata.
«Ho solo caldo ...» si giustificò lui «E comunque, Taemin, sei tu il pervertito che spia la gente!»
«Che?! Io non dormo così presto … resto qui a controllare finché non dormite.» sottolineò l’ultima parola.
«Ma io non riesco a dormire con qualcuno che mi guarda …» disse Hana, che altrimenti avrebbe rischiato di fissare Taemin con troppa insistenza e non sarebbe certo riuscita a dormire.
«Allora resto qui nella stanza affianco ... se fa il maniaco urla!» le disse l’idol. Poi se ne andò nell'altra stanza, ma rimase in pensiero tutta la notte e non riuscì a chiudere occhio.

Fine cap. 14

Ed eccoci alla fine di un nuovo, folle capitolo XD
Chiedo scusa a tutte le fan di Minho, ma il fatto è che nella mia immaginazione quell'uomo si presta troppo a questo tipo di ruoli XD
Le indagini sembrano giunte a una svolta ... il direttore del locale in cui lavora Sera potrebbe essere uno dei maggiori sospettati! Si starà nascondendo ancora a Seoul? Oppure avrà già lasciato il paese? :3
Spero che la storia sia ancora interessante anche se lunga e ringrazio loveinfinite per la recensione!
A presto~
_Misaki_

 

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***



 
Il giorno seguente, Seungho aveva già tra le mani il mandato di perquisizione. Dopo aver lasciato gli altri in centrale con Minho, Seungho e Joon si diressero a casa del sospettato. Il suo appartamento si trovava in una zona poco frequentata, non molto distante dal café. Una volta giunti davanti alla porta, suonarono più volte il campanello, ma nessuno rispose.
«Aish ... non avrà già lasciato la città spero!» disse Seungho un po’ scoraggiato.
«Proviamo a chiedere ai vicini, magari hanno visto o sentito qualcosa ...» suggerì Joon.
«Buona idea!»
I due non fecero in tempo ad allontanarsi dalla porta, che la vicina di casa, un’anziana signora, era già uscita dal proprio appartamento, allarmata dalla presenza dei due.
«Che succede?» Chiese con espressione preoccupata.
«Buongiorno signora. Potrebbe dirci se il signore che abita qui affianco è in casa?» chiese cordialmente Joon.
«Siete qui per lui? Ha fatto qualcosa di male?» chiese la signora, agitandosi ancora di più.
«No, signora. Stia tranquilla.» rispose Joon sorridendo.
«Comunque non saprei ... è un uomo piuttosto riservato. Non è sposato e vive da solo ... qui nel condominio non facciamo molto caso a quando esce o a quando è in casa.»
«Capisco … grazie per aver risposto alle domande.»
«Si figuri.» rispose l’anziana signora, per poi tornare in casa.
Una volta constatato che non avrebbero ottenuto nulla chiedendo in giro, Joon si rivolse al collega «Seungho, dobbiamo entrare per forza in altri modi ...»
«Non ci resta che sfondare la porta.» concordò Seungho.
I due estrassero la pistola da fodero, pronti ad intervenire una volta varcata la soglia dell’appartamento. Joon assestò un calcio alla porta che si aprì facilmente visto che, con loro sorpresa, non era chiusa a chiave. Dall’appartamento proveniva un puzzo terribile. Gli agenti si divisero e attraversarono con cautela le stanze.
«L'ho trovato!» disse Joon appena mise piede nella camera del proprietario della caffetteria. Seungho lo raggiunse immediatamente. Ora si spiegava il motivo di quel terribile odore. Steso a terra in una pozza di sangue si trovava il cadavere dell’indiziato. Sul suo collo era stata inferta un'evidente ferita e il cadavere era già in stato di putrefazione.
Seungho si coprì il naso e la bocca con un fazzoletto ed entrò nella stanza, avvicinandosi al corpo della vittima «Temo sia qui da circa una settimana. Questo è un problema ... non abbiamo più un colpevole.»
«Quindi gli assassini sono ancora in giro e noi siamo di nuovo al punto di partenza ...» osservò Joon. Il ragazzo si portò un braccio davanti al viso per proteggere naso e bocca dall’odore nauseante e raggiunse il collega.
«Aish … non c'è rimasto molto da fare qui.» Disse Seungho guardandosi ancora un po’ intorno «Nessun indizio, solo questo schifoso cadavere ... chiederò alla scientifica di analizzarlo.»
«Sì, ora come ora non possiamo fare niente.» concordò Joon.
Dopo aver fatto mettere sotto sequestro l’appartamento, i due tornarono in centrale. Appena entrarono in ufficio, Hana si alzò dalla sedia, ansiosa di avere notizie «Avete scoperto qualcosa?»
«Nulla ...» rispose Joon «Siamo al punto di partenza ... l’indiziato è morto.»
«M … morto?» chiese titubante Sera, che conosceva la vittima, essendo il suo datore di lavoro.
«Sì, morto! Lo hanno ucciso … Un taglio netto alla carotide. Morto e dissanguato in un attimo …» rispose Joon. Sera deglutì nervosamente.
«In ogni caso il problema principale è che non abbiamo più un sospettato ... siamo di nuovo al punto di partenza.» osservò Seungho.
«Questo caso è più difficile del previsto!» disse Hana.
«Cosa facciamo ora?» Chiese Joon «Quale pista seguiamo? Se lui non c'entrava con gli Uomini in nero allora chi? Che collegamento c'è? Non capisco ...»
«Aish ... non ci resta che ricominciare tutto d'accapo un'altra volta ...» concluse Seungho «Hana, Minho, lascio a voi il compito di controllare le foto e i documenti sulle analisi dei luoghi del crimine e sulle vittime.»
«Ok!» rispose Hana.
«Io andrò con Soomin a fare sopralluoghi nei posti in cui sono avvenuti gli omicidi e faremo nuovi interrogatori.» Proseguì Seungho.
«Ma io non posso tornare a lavorare?» si lamentò Soomin.
«Mi spiace Soomin, ma la tua presenza è importante perché puoi verificare le testimonianze di chi era presente il giorno del tuo servizio fotografico.» le spiegò l’agente.
«Che palle.» disse lei.
«Joon e Sera, voi continuerete ad indagare al locale ... c'è qualcosa che non mi torna lì dentro.»
«Ok.» rispose il collega «Spero solo di non dare troppo nell'occhio ... Mi servirebbe una copertura migliore ...»
«Purtroppo non saprei come altro fare a non mettere in pericolo Sera ... a quanto pare il personale è stato interamente rinnovato da quelli dell'organizzazione, anche infiltrarsi non sarebbe possibile.»
«Aish ... Non posso restare fuori dal locale tutto il giorno. Certo ogni tanto entro, ma non posso farlo spesso o darei nell’occhio.»
«Hai altre idee?»
«No ... Non mi viene in mente nulla.»
«Allora non abbiamo altra soluzione.»
 
Subito il giorno seguente, gli agenti si divisero i ruoli come aveva ordinato Seungho.  Quest'ultimo si trovava con Soomin a controllare per l'ennesima volta sui luoghi del crimine.
«Maledizione!» disse tirando un calcio ad un mobiletto dell'hotel «Come è possibile che non ci sia nulla di nulla!?»
«Calmati!» gli disse Soomin appoggiando una mano sulla sua spalla «Se le prove non c'erano la scorsa settimana o quella prima ancora non salteranno di certo fuori ora! Non arrabbiarti ...» Seungho fece un lungo sospiro cercando di calmarsi. «Forse è meglio passare agli interrogatori.»
«Ma non uccidere nessuno se ti danno le stesse risposte che ti hanno dato l'ultima volta, ok?» disse Soomin «Magari hanno anche dimenticato qualcosa ...»
«Tranquilla, non ucciderò nessuno.» Seungho rise dolcemente. Vedere che la sua ragazza cercava di calmarlo gli aveva messo tenerezza.
«Io ti aspetto qui allora.»
«Hei, devi venire con me, li interroghiamo qui all'hotel.»
«Ma è noiosooooo!» Cercò di corromperlo a lasciarla andare facendo gli occhioni dolci.
«Niente da fare ... se fai la brava stasera ti porto a cena fuori, ok?»
«No, dai … per favoreee ...» lo pregò.
«Dai, dai, un ultimo sforzo.» Disse lui per poi darle un bacio.
«Antipatico ...»
«Ma che cattiva, ti ho detto che ti porto anche fuori a cena …» Seungho fece finta di fare il broncio.
«Muoviti o la cena salta ...» disse Soomin incamminandosi.
 
Nel frattempo Hana si trovava alla centrale con Minho e Taemin. I tre stavano facendo passare di nuovo tutti i documenti dell'omicidio: file, foto, registrazioni delle telecamere, qualsiasi cosa. Hana era seduta al computer, Taemin era affianco a lei e Minho si trovava alle loro spalle.
«Nulla ... non c'è nulla ...» disse lo spilungone «Non riesco a trovare nuovi collegamenti o che altro … E’ come se fossero invisibili, non avessero impronte, nulla ... non staremo dando la caccia a dei fantasmi?»
«Minho, i fantasmi non esistono.» lo contraddisse Taemin.
«Certo che esistono i fantasmi!» Affermò Minho con tono di superiorità.
«Accidenti … si vede che sono dei professionisti, finora non hanno commesso il più piccolo sbaglio.» disse Hana.
«Sono sempre un passo avanti a noi, e quando riusciamo ad avvicinarci a loro tutto ci scivola via dalle mani …» continuò Minho.
«Propongo di uscire a mettere qualcosa sotto i denti. Ho fameeee!» li interruppe Taemin facendo la faccia tenera per convincere Hana.
«Ok, facciamo una pausa. Magari con lo stomaco pieno riusciremo a trovare cose che non abbiamo notato prima.» disse lei.
«Se lo dici tu ...» aggiunse Minho. Stranamente il ragazzo non stava dando corda a tutto ciò che Taemin diceva o faceva. Hana pensò che era meglio non farglielo notare, almeno si sarebbe goduta un po' di tranquillità. Così i tre uscirono a mangiare.
 
Nel mente, al café, si svolgeva tutto come al solito. Joon con la scusa che era mezzogiorno e che si era fatto conoscere dai colleghi di Sera come suo fidanzato, era andato a pranzare al bar per tenere compagnia alla ragazza e ovviamente per tenere d’occhio i suoi colleghi, che per lui erano tutti uomini sospetti e troppo provoloni con le donne, soprattutto con Sera.
«Sera!» la salutò Joon entrando nel locale.
«Ciao!» disse lei facendogli strada verso un tavolo libero.
«Come sta andando oggi? Tutto tranquillo?» le chiese lui.
«Tutto regolare ... ci hanno comunicato che presto il locale verrà affidato ad un altro titolare.»
«Un'altra persona? Sapete già chi è? Dovrò fare dei controlli su di lui …»
«Ancora non sappiamo chi sarà, credo che ce lo presenteranno nei prossimi giorni.»
«Occhi sempre aperti, ok? Magari anche questo ci prova e la cosa non mi piacerebbe per niente …» mentre Joon faceva i suoi discorsi da geloso, Jonghyun si accorse che Sera era ferma a parlare con lui e non perse occasione di richiamarla «Sera! Non perdere tempo, non vedi che siamo pieni di clienti?!»
«Arrivo!» Rispose lei in tono di scusa.
«Gli sparo …» borbottò Joon.
«Ah, non preoccuparti …» gli disse Sera, avvicinandosi poi al suo orecchio «Jonghyun e Key sono gay ... ma non dirlo a nessuno!»
«Forse era meglio non saperlo.» disse Joon, che ora avrebbe dovuto mantenere il segreto. «Comunque, non puoi prenderti una pausa e mangiare con me?»
«Temo proprio di no, sono di turno ...»
«Uffi …»
Sera segnò le ordinazioni di Joon e gli diede un bacio sulla guancia «A dopo!»
«A dopo!» rispose lui sorridendo.
 
Hana, Minho e Taemin erano appena entrati in un ristorante. Si erano seduti ad un tavolo e stavano leggendo il menù parlando tra di loro.
«Che stanchezza ...» Disse Hana appoggiandosi allo schienale.
«Hana ... ti fa ancora tanto male il braccio?» le chiese Taemin preoccupato.
«Non dovresti sforzarti troppo ...» aggiunse Minho.
«No, no, ormai è andato a posto quasi del tutto!» rispose Hana sorridendo e muovendo un po’ il braccio per far vedere che era tutto a posto. Taemin, però, era più che sicuro che Hana dicesse così per non farli preoccupare «Ma ancora devi stare attenta ... e poi lavorare al computer tutto il giorno con un braccio solo non fa bene alla schiena.»
«Lo so, ma non preoccupatevi, ci starò attenta e farò diverse pause, ok?»
«Ok, se vuoi stasera ti faccio un massaggio!» propose Taemin.
«Vediamo come sto stasera.»
«Non allargarti troppo Taemin …» lo rimproverò Minho, che non poteva sopportare che qualcuno si avvicinasse a Hana. «E comunque, io ho fame ... quando arriva la cameriera?»
Dopo poco arrivò la cameriera, una ragazza straniera, forse americana, dal seno piuttosto prosperoso.  «Cosa posso portarvi?» chiese in modo esuberante.
«Per me un hamburger!» ordinò per primo Taemin.
«Io un panino al tonno.» disse Minho.
«Prendo anch’io un hamburger.» Hana fu l’ultima a ordinare.
Taemin, in modo infantile, lanciò uno sguardo di sfida a Minho come a dire “Guarda, io e Hana abbiamo gli stessi gusti, io sono più adatto di te a lei!”. Minho però ignorò l’idol e si limitò a guardare insistentemente fuori dalla finestra.
«Che c’è fuori dalla finestra?» gli chiese Hana incuriosita.
«Ah?» Minho fu distratto dai suoi pensieri «Nulla, perché?»
«Non so, stavi guardando fuori come se ci fosse qualcosa di interessante.»
Il loro discorso fu interrotto dall’arrivo della cameriera «Ecco a voi!» disse la ragazza sempre in modo esuberante appoggiando i piatti sul tavolo.
«Sembra buonissimo!» esclamò Hana.
«Già!» aggiunse Taemin.
Minho li ignorò e iniziò a mangiare. Vedendo che si era venuta a creare questa strana situazione e pensando che Minho fosse triste, Hana cercò di tirare fuori un discorso per alleggerire la situazione «Cosa facciamo dopo cena?»
«Potremmo anche chiudere l’ufficio e tornare a casa … tanto le prove non verranno fuori.» disse Minho. Un’affermazione strana per un agente a cui è stato assegnato un caso così importante.
«Hum …» bisbigliò Hana poco convinta «Allora ci guarderemo un film.» propose.
«Sì, buona idea!» intervenne Taemin. Minho fece cenno di sì con la testa senza parlare.

Fine cap. 15

Colpo di scena! Il direttore del café di Sera è stato assassinato! La scoperta del colpevole è ancora lontana ... Come si evolverà la situazione?
Lo strano atteggiamento di Minho a cosa sarà dovuto? 
Al prossimo capitolo! :)
Ps: Stavolta non sono molto soddisfatta dell'immagine per il titolo :/ 
 

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Capitolo 16
*** Cap. 16 ***



Era passata un'altra frustrante settimana d’indagini andate a vuoto. Soomin aveva ripreso a lavorare scortata da Seungho, mentre Hana, ripresasi un po’ dalla ferita al braccio, aveva sostituito il collega in ufficio. Con lei anche Minho e Taemin collaboravano a svolgere le indagini. Sera e Joon come prima tenevano d’occhio la caffetteria.
 
Martedì mattina, Soomin stava lavorando al suo nuovo progetto: un set fotografico ambientato a Bukchon, un angolo di Seoul rimasto immutato dagli anni settanta. La ragazza stava camminando tra le case in stile tradizionale, fermandosi ogni tanto per fare qualche scatto suggestivo destinato ad una rivista sui viaggi turistici a Seoul.
Seungho camminava al suo fianco, aiutandola a portare l'attrezzatura. «Guarda che bella quella casa!»
«Attento! Non farla cadere!» lo rimproverò lei «Non guardare la casa, guarda l'attrezzatura che costa più di te!»
«Sì, sì sto attento, non la rompo!» si lamentò lui.
«Rompila e io rompo la tua macchina, ok?!»
«Che malfidata …» Seungho fece una pausa, poi riprese la parola «Comunque, qual è la prossima tappa?»
«E’ la casa in fondo alla strada.» disse Soomin accelerando il passo sfruttando il fatto di doversi portare dietro solo la borsa e la macchina fotografica.
«Piano! Sono io quello coi borsoni pieni di roba!» Si lamentò Seungho che faticava a starle dietro.
«Ti aspetto là! Muovi il sedere, esercizio!» Seungho la raggiunse e appoggiò i borsoni per terra. Poi si portò le mani sulla schiena massaggiandola. «Aish!»
«Stai invecchiando ah?» disse scherzosamente Soomin dandogli un bacio sulla guancia «Grazie.» gli sorrise.
«Beh, gli uomini maturi hanno il loro fascino.» Ribadì Seungho.
«Ma tu sei vecchio ... e a me piace la tua macchina!» disse lei scherzando.
«Yah! Baciami immediatamente o ti abbandonato qui con i borsoni!»
«No!» rispose lei ridendo.
Mentre i due scherzavano allegramente, qualcuno stava sfrecciando sulla larga via che costeggiava il villaggio di Bukchon a bordo di un’auto sportiva. 
Soomin era scesa dal marciapiede per attraversare. Prima di affrettarsi a raggiungere il lato opposto della carreggiata diede le spalle alla strada per poter scattare qualche foto anche da quell’angolatura. Improvvisamente, Seungho sentì in lontananza il rombo di un motore. Si guardò intorno e in un secondo vide l'auto sportiva avanzare verso di loro a velocità elevatissima. Fu una questione di attimi; strattonò Soomin per un braccio tirandola verso di sé. La ragazza, senza ancora rendersi conto di ciò che stava accadendo, lasciò cadere la macchina fotografica che raggiunse l’asfalto con un tonfo. La macchina passò a pochi millimetri dal marciapiede per poi allontanarsi insieme al frastuono e scomparire dopo una curva.
«Ci è mancato un soffio!!!» esclamò Seungho tenendo Soomin stretta a sé «Stai bene?»
«S … sì.» disse Soomin dopo aver realizzato ciò che era successo «Ma quel tipo non guardava la strada o voleva investirmi per caso?» le sue parole lasciarono trasparire una certa paura.
«Spostiamoci da qui prima che ripassi quel cretino. Con tutto lo spazio che c’era poteva benissimo stare più in là! Aish!» Disse Seungho. Nulla gli toglieva dalla testa che l’intenzione dell’autista fosse proprio quella di investire Soomin. Non c’era da stupirsi che si trovasse nel posto gusto al momento giusto, era solo un ulteriore segnale che si trattava di uno di loro.
 
I due decisero di entrare in un bar e fare una pausa.  «... se il suo scopo fosse stato davvero quello di investiti?» Seungho diede voce a i suoi pensieri.
«Come, scusa? Pensi davvero che qualcuno ... ma perché?» disse lei con tono titubante.
La cameriera interruppe il loro discorso comparendo con un block notes in mano e un sorriso stampato in faccia «Posso prendere le ordinazioni?»
«Per me un milk-shake.» ripose Seungho.
«Io una tisana ... devo rilassarmi.» disse Soomin.
«Ok, torno subito!»
«Dicevo ...» riprese il ragazzo «Pensare che sia solo un incidente sarebbe la cosa più logica, ma ...»
«Ma? Vai avanti, tanto più spaventata di così …»
« ... dopotutto tu sei ancora un testimone ... e quale modo migliore di eliminarti se non facendolo sembrare un incidente?»
«Ecco a voi milk-shake e tisana rilassante!» interruppe di nuovo la cameriera posando le ordinazioni sul tavolo.
«Grazie ...» rispose Seungho assicurandosi che la cameriera si allontanasse di nuovo dal loro tavolo.
«Ma non sono un testimone, in fondo non ho visto nulla, non so nulla ...» disse Soomin.
«Meager ne sapeva tante quante te ... eppure è stato ucciso.»
Soomin deglutì nervosamente. Se prima era sicura che non le sarebbe successo nulla, ora iniziava ad avere seriamente paura. Delle lacrime silenziose le rigarono il viso.
«Soomin ...» Disse Seungho spostandosi accanto a lei e abbracciandola. «Non preoccuparti, ci sono qui io, non ti succederà niente.»
Soomin abbracciò a sua volta Seungho, senza dire niente.
«Per oggi forse è meglio se lasciamo stare il servizio fotografico. Hai bisogno di calmarti, ok?» disse sorridendole.
«Ok …»
Seungho le asciugò le lacrime dalle guance e le diede da un bacio appena accennato sulla bocca.
«Seungho … sai, vero, che non sei vecchio e che a me piaci tu e non la tua macchina?»
Seungho scoppiò a ridere intenerito «Certo che lo so! Dai, finiamo di bere questa roba che il divano e la tv ci aspettano!» Disse cercando di risollevare un po’ il morale a Soomin. Poi iniziò a bere il milk-shake, tenendo però la mano della ragazza.
Soomin accennò un sorriso «Me ne dai un po’? ... la tisana fa schifo ...»
«Haha ok, ma non troppo eh!»
 
Una volta tornati a casa, Soomin era più rilassata, così la sera, mentre erano seduti sul divano cercando qualcosa da vedere in tv, Seungho provò a riaprire l'argomento.
«Senti, Soomin... per caso hai visto chi c'era alla guida di quell'auto?»
«No... era troppo veloce e non ho avuto tempo. Ma credo avesse i capelli tinti … di biondo. Ma no ne sono sicurissima ...»
«Ummm ... biondo ... un colore vistoso per un possibile assassino ...»
«Tanta gente si tinge i capelli di biondo ... non l'ho visto in faccia, quindi potrebbe essere chiunque e nessuno …»
«Almeno possiamo ridurre la cerchia dei sospettati. Deve essere anche giovane ... le persone di una certa età non si tingono in Corea, o almeno, se lo facessero si guadagnerebbero gli sguardi di disapprovazione di molti ...»
Soomin alzò le spalle, come per dire che non ne aveva idea, poi abbracciò Seungho «Ufff ... perché proprio io?»
«Perché così hai voglia di coccole, altrimenti mi snobberesti sempre!» la prese in giro Seungho.
«Perché devi proteggermi ...»
«Hahaha ma sentila, la mia impertinente!» disse Seungho per poi darle un bacio.

Fine cap. 16

Zam zam zam! Le nostre ragazze pensavano forse di essere fuori pericolo? E invece no! è.é
Che altro succederà prima che riescano a trovare il colpevole?
Ringrazio chi legge la fanfiction e Loveinfinite che recensice ^^
Let us know more~ al prossimo capitolo!
_Misaki_

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Capitolo 17
*** Cap. 17 ***



Erano passati già due giorni dall'incidente da cui Soomin si era salvata per poco. Gli altri erano stati messi al corrente di tutto ed era stato detto loro di stare in allerta. La situazione sembrava però essere tornata di nuovo stabile. Inoltre, a Sera, Jonghyun e Key era stato presentato il nuovo proprietario della caffetteria, un ragazzo che, a dispetto delle apparenze, aveva meno di 30 anni. Ovviamente Jonghyun e Key facevano in continuazione commenti su come la sua barba e i suoi baffi fossero un'espressione di mascolinità.
Il lavoro era appena iniziato e il proprietario era già nel locale. Seduto comodamente su una sedia osservava che i suoi dipendenti non commettessero errori. La cosa più inquietante, però, era il modo in cui osservava Sera, sembrava quasi che volesse farle scoppiare la testa tanto era intenso il suo sguardo.
«Ma secondo voi perché si fa chiamare G.O?» Chiese sottovoce Sera ai suoi colleghi.
«Sarà un soprannome» le rispose Jonghyun «Le iniziali del suo nome ... non saprei onestamente ... non riesco a pensarci ... quei baffi sono troppo sexy ...»
«Io scommetto che ha a che vedere con le sue magnifiche natiche …» disse Key un po’ scherzosamente e un po’ maliziosamente.
«Mah ...» commentò Sera poco convinta della esageratamente decantata bellezza di G.O «E comunque, potrebbe evitare di fissarci così ... mette ansia!»
«Etero!» sbuffò Jonghyun «Quando un uomo ti guarda così, è perché ti vorrebbe portare a letto … mia cara sei fortunata!!»
«A me sembra più che voglia farmi saltare le cervella ma dettagli …»
 
Dopo aver osservato attentamente il suo nuovo personale, G.O decise di andare a fare delle commissioni, lasciando a Jonghyun il compito di gestire il locale. «Jonghyun» richiamò l’attenzione del suo dipendente «Lascio a te il locale. Questa sera chiudi tu, ti pagherò gli straordinari ...» concluse G.O con voce profonda e seria.
«Agli ordini boss!» esclamò Jonghyun in risposta. Un sorrisetto compiaciuto si fece largo sul suo volto.
Anche una volta arrivata sera G.O, come aveva detto, non si era più fatto vedere al café. Ormai mancava poco alla chiusura e i clienti rimasti nel locale non erano più di cinque o sei.
«Uff ... odio fare la chiusura del locale!» Si lamentò Key.
«Già, ormai a quest'ora è già buio fuori.» Concordò Sera.
«Forza, forza, muovere i sederi! Non c'è tempo da perdere!» disse Jonghyun.
«Uffa ...» si lamentò Sera andando a sparecchiare i tavoli rimasti vuoti.
Improvvisamente un uomo entrò nel locale. Era visibilmente di fretta e nervoso. Indossava una giacca di pelle nera e una felpa con il cappuccio alzato. Una mascherina gli copriva il volto e alle mani aveva dei guanti dello stesso colore della giacca. Tenendo le mani in tasca, attraversò il locale, dirigendosi in fretta e furia verso Sera che era appena tornata al bancone.
«Scusi, il locale sta per chiudere …» provò a dire lei, ma l’uomo estrasse una pistola e mise un braccio intorno al collo della ragazza.
«Voi!» urlò richiamando l'attenzione di Key e Jonghun «Prendete i soldi e metteteli in una busta! Oppure faccio saltare la testa a questa bella cameriera!»
Jonghyun e Key, spaventati, si avvicinarono alla cassa, e con un po’ di indecisione iniziarono a mettere i soldi in un sacco. Sera in preda al panico provò a divincolarsi, ma temeva che l’uomo avrebbe fatto partire un colpo dalla pistola che le teneva puntata contro la tempia.
«Ferma o ti ammazzo!» urlò lui aumentando la pressione della stretta intorno al collo di Sera. «E voi datevi una mossa!!!»
 
Joon stava aspettando Sera in macchina, ma ormai si era fatto tardi e lei non era ancora arrivata. Il ragazzo scese dall’auto e si avvicinò alla vetrata della caffetteria. Da fuori vide quello che stava succedendo e decise di intervenire. Estrasse la pistola del fodero ed entrò nel locale. Il rapinatore si accorse immediatamente di Joon e distolse lo sguardo da Jonghyun e Key per rivolgendolo verso di lui.
«Tu! Non fare un altro passo o la ammazzo!» urlò il rapinatore
«Butta la pistola a terra e allontanati da lei lentamente! Tieni le mani in vista!» urlò Joon mostrando il distintivo. Sperava che l’uomo avrebbe esitato almeno un po’ trovandosi davanti ad un agente.
«Dimentichi chi ha l'ostaggio ...» Replicò lui come se non aspettasse altro.
«Butta la pistola o sparo!»
«Se spari la ammazzo!»
«Potrei spararti alla testa senza sfiorarla …»
«Oh, io non credo proprio …» il rapinatore portò Sera più davanti a sé perché gli facesse da scudo. Se fosse stata un'altra persona, probabilmente Joon non avrebbe esitato, ma ad essere tenuta in ostaggio era la sua Sera e se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
«Perché non prendi i soldi e te ne vai?» Joon provò a convincere il rapinatore.
«Tzk, perché mi arresteresti ... invece farò fuori lei, loro due e anche te!» disse indicandoli uno ad uno con la pistola. Jonghyun e Key avevano smesso di trasferire i soldi e si erano nascosti sotto al bancone.
«Dille pure addio ...» Disse l’uomo sogghignando e riavvicinando la pistola alla tempia della ragazza. Sera guardò per l’ultima volta Joon, poi chiuse gli occhi, aspettandosi l’imminente contatto con il proiettile. Il rapinatore si scostò appena da Sera prima di premere il grilletto. Joon, vedendo che l’uomo faceva sul serio e sembrava un po’ troppo abile per essere un semplice rapinatore da quattro soldi, sfruttò il momento per colpirlo. L’uomo lasciò cadere la pistola emettendo un debole lamento e si strinse il braccio ferito con la mano opposta. Sera aveva sentito lo sparo, ma non aveva provato alcun dolore, per un attimo pensò di essere già morta, poi aprì lentamente gli occhi e vide Joon correrle incontro.
«Sera, stai bene?!» le chiese abbracciandola forte.
«Joon ...» sussurrò Sera realizzando improvvisamente di essere ancora viva. Il cuore le batteva talmente forte che avrebbe potuto scoppiare e la calma che aveva mantenuto fino a quel momento iniziò a vacillare facendo esplodere il suo stress emotivo in pianto.
«Shhh» le disse Joon cercando di calmarla «Tranquilla, ci sono io ora. E’ tutto finito ...»
Jonghyun e Key uscirono da sotto il tavolo e iniziarono a parlare tra di loro, felici di essersi salvati e di non aver perso neanche i soldi. I clienti rimasti nel locale erano tutti spaventati e si era alzato un certo mormorio nel café. Il rapinatore, invece, aveva sfruttato il trambusto per fuggire dalla porta sul retro.
Joon non perse tempo e chiamò Seungho per avvertirlo dell’accaduto «Hyung, questa non è una coincidenza …» disse prima di riattaccare il telefono e aspettare con Sera e gli altri clienti che arrivasse la polizia.
 
Dopo poco arrivarono tre agenti della polizia. Il boss era un ragazzo dai capelli castani. Appena mise piede nel locale, subito inciampò.
«Atteno hyung!» urlò con voce squillante il suo collega più giovane. Il terzo agente, invece, era più alto degli altri due e si limitava a stare in silenzio e ad osservare ciò che gli stava intorno con aria seria.
Il boss, dopo essersi ricomposto dalla quasi caduta rise imbarazzato e si avvicinò a Joon per presentarsi «Hem, salve, sono Onew.» disse porgendogli la mano «Qual è il problema?»
«Qual è il problema!? Mi prende in giro!?» Rispose Joon coi nervi a fior di pelle «C'è stata una rapina e hanno tentato di sparare alla mia ragazza ... ecco qual è il problema!»
«Si calmi!» gli disse Onew, che non si aspettava una risposta in tono tanto arrabbiato «Ci hanno mandati qui senza darci spiegazioni, ora che sappiamo tutto, provvederemo.»
Joon non rispose, si rendeva conto che non era colpa della polizia e gli dispiaceva essere stato così sgarbato.
«Mir, Thunder.» Onew chiamò i suoi due agenti «Pensate ai clienti, io penso a loro, quando saremo sicuri che stiano tutti bene passeremo all'identikit del rapinatore.»
«Sììì Hyuuung!!!» Disse Mir nel suo solito tono di voce esuberante. Thunder invece eseguì gli ordini con efficienza senza fare troppo rumore.
«Vediamo un po'... non ci sono stati feriti, vero?» Chiese Onew osservando Jonghyun, Key e Sera.
«No, nessun ferito» rispose Key «Hehehe ce la siamo vista brutta ma stiamo bene!»
 
Seungho aveva detto a Soomin quello che era successo, così i due si erano precipitati al bar ed erano arrivati pochi minuti dopo la polizia.
«Sera stai bene!?» chiese al alta voce Soomin entrando nel locale e dirigendosi subito verso l’amica. Sera fece cenno di sì con la testa in modo poco convinto e Soomin la abbracciò. Anche lei aveva da poco provato la stessa sensazione di rischiare la vita e provava un certo senso di solidarietà per l’amica. Onew, però, non sapendo chi fossero Soomin e Seungho, li interruppe. «Ah, un momento ... voi chi siete?»
«Sono un agente, non si preoccupi.» rispose Seungho «Se non le dispiace mi occuperei io di loro due.» aggiunse poi indicando Sera e Joon «Credo ci sia una correlazione tra il caso che stiamo seguendo e questa rapina ...»
«Oh, certamente, non si preoccupi, penserò io a tutto il resto.»
«La ringrazio.» Poi si rivolse a Joon, Sera e Soomin «Possiamo andare in centrale ...»
Appena usciti dal locale, Seungho prese un attimo in disparte Joon «Credi che potrei chiederle ora dettagli sul rapinatore o è meglio se aspetto domani?»
«Non lo so ... forse è meglio se aspetti domani, per stasera posso fornirtela io una descrizione.»
«Ok, scrivimi i dettagli stasera, ora credo sia meglio se la riporti a casa ... non è prudente restare in giro … a quanto pare hanno iniziato ad agire.»
«D'accordo ... ti manderò un’e-mail.»
Anche se la scusa ufficiale data a Onew era che si sarebbero recati in centrale, Seungho pensò che fosse meglio per tutti se fossero tornati direttamente a casa. Ormai era buio e, come aveva detto Joon, non era il caso di fare domande a Sera per il momento.
Anche i clienti del locale stavano tutti bene, così la polizia fece loro solo qualche semplice domanda di routine e li lasciò andare.
 
Anche una volta arrivata a casa, Sera non era esattamente di buon umore. Non faceva altro che pensare a quello che era successo e chiedersi se avrebbero provato ad ucciderla di nuovo. A quanto pare nonostante Joon le facesse da scorta non era poi tanto al sicuro, quelli dell’associazione degli uomini in nero sarebbero stati capaci davvero di tutto pur di non lasciare in vita nessuna delle persone coinvolte, anche se solo minimamente, con l’omicidio. E la cosa peggiore era che lo avrebbero fatto passare per un incidente, in poche parole, era impossibile prevedere come sarebbe successo. Sera rimase persa in questi pensieri anche dopo cena, quando lei e Joon si erano seduti sul divano a vedere la televisione nel tentativo di rilassarsi un po’. Non faceva altro che pensare che in quel maledettissimo café lei non voleva più rimetterci piede. Però allo stesso tempo sentiva come un dovere aiutare le indagini, non poteva tirarsi indietro proprio ora che le cose si stavano muovendo. «Domani ...» i pensieri si trasformarono in parole senza che se ne accorgesse «Devo proprio tornarci al café?»
«Se vuoi puoi stare a casa per domani ... non penso che il tuo nuovo boss avrà problemi con questo.» le rispose Joon.
«Allora prenderò di nuovo un giorno di riposo. Comincio a temere che mi licenzino per colpa di tutte queste assenze.» disse spostandosi più vicino a Joon e abbracciandolo. In fondo la paura non può durare per sempre, magari sarebbe bastato qualche giorno di riposo per dimenticare le sensazioni negative e riprendere il lavoro senza angoscia. Joon la strinse tra le sue braccia senza aggiungere nulla. Rimasero così per un bel po’, finché Joon non si accorse che la ragazza aveva chiuso gli occhi e si era quasi addormentata. «Aigo ...» Pensò un attimo a cosa fare, poi decise di non svegliarla. La prese in braccio e la portò in camera, appoggiandola sul letto e coprendola con le coperte. «Buona Notte, Sera.» sussurrò dandole un bacio sulla fronte. Il sonno di Sera però era ancora leggero, perciò si era accorta che Joon stava per andarsene. Aprì appena gli occhi per guardarsi intorno e lo trattenne afferrando delicatamente la manica della sua maglietta «Resta qui ...» gli disse con voce assonnata. Joon rimase leggermente sorpreso dal gesto «Ahm ... va bene ...» Andò a cambiarsi e si infilò sotto alle coperte con lei. La abbracciò, facendole appoggiare la testa sul su petto e la coccolò finché anche lui non si addormentò.
 
Seungho, a mezzanotte passata, era ancora davanti al suo computer. Con gli occhi arrossati aggiornava e riaggiornava la pagina dell’e-mail in attesa dell’identikit del rapinatore che avrebbe dovuto inviargli Joon.
«Ma che sta facendo quel pirla di Joon?» borbottava ogni tanto tra sé e sé.
Soomin si avvicinò alle sue spalle e picchiettò sulla sua spalla con un dito.
«Sì?» rispose Seungho girandosi verso di lei.
«Vieni a letto per favore? Non riesco a dormire ... mi servi tu, o chi mi salva dai brutti sogni?» disse Soomin sfregandosi gli occhi stanchi per il sonno. Seungho non poté fare a meno di notare che in quel momento Soomin sembrava proprio una bambina, e ciò gli fece molta tenerezza. Il ragazzo guardò il computer, poi di nuovo Soomin «Ah, al diavolo l’e-mail.» spense il computer e andò in bagno «Arrivo.» Si cambiò e raggiunse Soomin a letto. Si sdraiò accanto a lei e la abbracciò da dietro.
«Ora va meglio …» disse Soomin sbadigliando e addormentandosi quasi subito. Anche Seungho non ci mise molto da addormentarsi visto tutta la stanchezza che aveva accumulato durante la giornata.

Fine cap.17

Pensavamo forse che loro si sarebbero fermati? Sarebbe stato troppo ingenuo ... finché ci sarà anche una sola persona che conosca vagamente il loro operato non la lasceranno certo in vita.
Ha fatto la sua comparsa anche G.O, l'affascinante (lol) nuovo direttore del café! Che ne sarà di lui, ingaro di ciò a cui sta andando incontro?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli! :3
Ringrazio loveinfinite e kimjonghyun23 che hanno recensito il capitolo precedente ^^ Ricevere le vostre opinioni sulla storia è sempre un piacere ^^
Alla prossima~
_Misaki_
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Cap. 18 ***



Il giorno dopo la rapina al locale, Sera aveva deciso di assentarsi dal lavoro, mentre aveva saputo che Jonghyun e Key si erano presentati regolarmente. Seungho aveva accompagnato di nuovo Soomin a scattare delle foto, mentre Hana, Tae e Minho avevano appena concluso il loro lavoro in centrale.
«Anche per oggi abbiamo finito!» esclamò Hana.
«Finalmente!» disse Taemin.
Da qualche tempo trovare parcheggio vicino alla sede era diventato difficoltoso, perciò Minho aveva proposto agli altri due di parcheggiare la macchina al di là del parco di fronte alla centrale. Certo, c'era da camminare un po', ma comunque il parco era carino, quindi sarebbe stato piacevole fare due passi in mezzo al verde, prima e dopo il lavoro. Una volta arrivati al parco, notarono che l’illuminazione non era delle migliori. Sul sentiero c’erano pochi lampioni e tra gli alberi non si riusciva a scorgere nulla per quanto era buio. Minho camminava davanti ai due colleghi «Muoviamoci ... si sta facendo davvero buio!» Proprio quando Minho accelerò il passo, due uomini vestiti di nero che si confondevano con l'oscurità del parco, spuntarono fuori da dietro gli alberi. Entrambi, armati, si scagliarono verso i tre. Il parco era inverosimilmente deserto a quell'ora, nessuno si sarebbe accorto di quello scontro. Non potevano che essere loro … di nuovo. Taemin non sapendo come difendersi e non avendo armi cercò di stare tra Hana e Minho.
«Ma che succede!?» disse Hana mettendosi sulla difensiva.
Senza aprire bocca, i due iniziarono a colpire Hana e Minho sia con mosse di arti marziali, sia con dei pugnali che indubbiamente sapevano usare molto bene.
«Ma sono dei ninja o cosa?!» si lasciò scappare Taemin spaventato quanto incredulo da ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi.
Hana cercò di difendersi il meglio possibile ma il suo collega la fece preoccupare fin dall’inizio: Minho si era già fatto atterrare miseramente da uno dei due aggressori.
«Minho!!!» urlò Hana.
Il ragazzo si rialzò e reagì ma senza riuscire a colpire seriamente il suo avversario, il quale schivava agilmente tutti i suoi colpi.
«Aish ...» Taemin si sentiva spacciato e non sapeva come intervenire. Se avessero continuato ad atterrare Minho, Hana non ce l’avrebbe mai fatta da sola. Come se non bastasse il suo braccio non era ancora guarito del tutto. L’idol si guardò intorno cercando una possibile arma ma non vide nulla. Per un po’ si limitò ad osservare lo scontro. Hana si stava impegnando al massimo per tenere testa al suo avversario e tenere d’occhio cosa stava combinando il collega. Minho sferrò un pugno che per una volta andò a segno, facendo cadere uno dei due.
Taemin approfittò del fatto che gli aggressori non erano ancora riusciti ad arrivare a lui per chiamare i rinforzi. Prese il cellulare e compose il numero di Joon.
«Joon, dove sei? Dov'è Seungho? Ci sono quelli dell'organizzazione!» Disse in tono concitato appena l’agente rispose alla chiamata.
«Cosa? Dove sei!?» chiese Joon allarmato.
«Al parco davanti alla centrale! Ci stanno attaccando, Hana non può combattere a lungo col braccio così … e Minho è debole!»
«Arriviamo immediatamente!» Joon chiuse la chiamata, avvertì Seungho e insieme si precipitarono immediatamente sul posto, lasciando Sera e Soomin in centrale con altri agenti.
 
Le energie di Hana si stavano esaurendo, a causa della spalla infortunata non riusciva a muoversi come avrebbe voluto. Minho notò che Hana era in difficoltà e iniziò a combattere con più energia.
Un attimo dopo, Seungho si avventò contro uno dei due gettandolo a terra. Joon invece colpì con un pugno l'altro mandandolo k.o per qualche secondo e riuscendo ad atterrarlo. I due aggressori non ci misero molto a valutare la situazione di svantaggio in cui si trovavano. Dopo essersi scambiati uno sguardo di intesa indietreggiarono per un attimo. Bisbigliarono qualcosa tra di loro, poi si avventarono di nuovo contro Joon e Seungho con più violenza, riuscendo a buttarli a terra. In un attimo i due agenti erano di nuovo in piedi, ma gli aggressori si stavano già dando alla fuga.
«Accidenti stanno scappando!» disse Hana pronta ad inseguirli. Seungho, ancora col fiato corto per lo scontro la fermò. «Per ora lasciamo perdere.» Hana annuì.
«Aish!» all’ordine di Seungho anche Joon abbassò la guardia e si mise a scrollare via dai pantaloni la polvere che ci si era fermata con la caduta.
Dopo poco, Seungho chiamò in disparte Minho «Minho ... magari oggi non eri particolarmente in forma, ma vedi di fare di meglio le prossime volte. Non devi mai essere fuori allenamento! Sareste potuti morire tutti oggi!»
«Sì, mi dispiace. Mi hanno solo colto di sorpresa, non ero pronto ad un attacco ...»
 
Nel frattempo, Hana si era precipitata da Taemin «Tae stai bene?»
«Io tutto a posto, ma il tuo braccio?»
«E’ tutto ok. Voi?» chiese riferendosi anche agli altri.
«Io tutto ok.» rispose Joon «Ma tu dovresti andare in ospedale per un controllo ... il braccio sanguina ...»
Hana controllò il braccio, c’era una piccola ferita nuova ma la spalla sembrava a posto «Ok, ma vedrai che sarà tutto a posto.»
«Li accompagno io in ospedale ... non mi fido a lasciarli soli.» Disse Seungho, tornato dalla ramanzina a Minho. «Joon, tu torna in centrale e aspettami lì con Soomin e Sera.»
«D’accordo. A più tardi, e fate attenzione!» ripose Joon per poi dirigersi di nuovo alla centrale.
Seungho portò i due in ospedale, dove il braccio di Hana fu nuovamente sistemato. Per fortuna era solo un graffio. Il più grande li seguì fino a casa e si accertò che arrivassero sani e salvi.
 
Mentre Mihno era in bagno, Taemin pensò di cogliere l'occasione per parlare un po' con Hana. Dopo essersi avvicinato furtivamente alla camera, bussò alla porta «Hana, posso entrare?»
«Sì, entra pure.»
Taemin entrò e si sedette sul letto accanto a lei. «Tutto bene?»
«Sì, tutto bene. Meno male che hai chiamato Joon!»
Taemin era un po’ imbarazzato. Ormai erano giorni, anzi, settimane che avrebbe voluto dichiarare i propri sentimenti a Hana, ma ogni volta finiva per girarci intorno. Poi era arrivato Minho e aveva reso il tutto ancora più complicato. Pensò a come iniziare il discorso, ma prima ancora di accorgersene stava già esitando di nuovo.  «Ecco ... a dire il vero mi dispiace di non aver potuto fare altro ... vorrei poterti proteggere, ma non ne sono capace.»
«Non preoccuparti, hai fatto quello che potevi fare!» gli disse Hana sorridendo. «E meno male che non sei stato imbambolato come un pesce lesso!»
«Hei, non mi chiamo mica Minho!» aveva sviato lui stesso il discorso e lo stava mandando avanti allontanandosi sempre più dall’obiettivo. Si stava davvero odiando per questo.
Hana scoppiò a ridere per le parole di Taemn. «Chissà che gli è preso a Minho ...»
«Era forte prima? Cioè ... voglio dire ... almeno al tuo stesso livello?» chiese Taemin.
«Si, è uno di quelli che si è sempre allenato regolarmente e anche più del necessario.»
«Uhmmm ... allora è strano.» il ragazzo fece una pausa «Ma , comunque ...»
«Sì?»
«Ecco ... come dire …» Taemin si rese conto che stava facendo la figura dell’idiota. Più pensava a cosa dire, meno le parole gli uscivano dalla bocca. Poi finalmente trovò il coraggio di parlare. «E’ un po' di tempo che volevo dirti una cosa!»
«Dimmi! Sai che per qualsiasi cosa ti turbi puoi parlarne con me.»
«Da qualche giorno ... anzi, qualche settimana a dire la verità ... vorrei dirti che.. ecco.. mi piaci!» disse Taemin arrossendo in volto.
 
Minho nel frattempo era uscito dalla lunga doccia e mentre stava andando nella sua stanza, sentì Hana e Taemin parlare in camera. Si avvicinò alla stanza e si mise a origliare ciò che dicevano, stando attento a non farsi scoprire. Quando si rese conto che Taemin si stava dichiarando gli prese un colpo!
«Eh?» chiese Hana con espressione a dir poco stupita. Le sue guance si erano colorate di un lieve color rosso «Non credo di aver capito bene ...»
«Ecco, sì ... mi piaci da quando ti ho conosciuta ormai. Avrei dovuto dirtelo molto prima, ma poi è arrivato Minho e ho avuto così poche occasioni di restare da solo con te ...»
«Voglio dire ... tu sei un idol, bellissimo e curato, con un sacco di fan che ti adorano ... sei sicuro di provare qualcosa del genere per un’agente?»
«C … che vuoi dire? Sei molto più carina di tante altre! Certo che provo qualcosa per te, e poi ...»
«Non che mi dispiaccia, anzi! Mi fa davvero molto piacere ... » Hana cercò le parole giuste in modo impacciato.
Minho iniziò ad innervosirsi e intervenne «Ciao Ragazzi!» disse entrando nella stanza con un sorriso forzato stampato in volto «Che fate?»
«Minho?!» urlò Taemin.
«Sì?» disse l’altro ragazzo sedendosi sul letto tra i due.
«D ... da quando sei qui?!» si accertò Taemin.
«Sono appena uscito dalla doccia, perché?» finse il più grande «Ho interrotto qualcosa?»
«Sì! Stavamo sparlando di te, spilungone! Ora vado a farmi la doccia!» Mentì Taemin uscendo velocemente dalla stanza.
«In realtà stavamo giusto pensando di fare una tisana rilassante, ti va?» Hana cercò velocemente un altro argomento sperando che Minho non avesse sentito quello che lei e Taemin si erano detti poco prima.
«Si, stavo proprio pensando di berla anch’io!» rispose Minho.
«Hem, Hana …» prese la parola Taemin «... pensaci con calma a quella cosa di prima. Io per stasera passo la tisana. Vado a farmi una doccia.»
«Ok. Nei prossimi giorni ne riparliamo!» dopo la risposta di Hana, Taemin lasciò la stanza sotto lo sguardo soddisfatto di Minho.
«Come mai sei rossa in viso? Fa troppo caldo per caso?» chiese Minho.
«Rossa? Che dici, sono le pessime luci della camera!» disse lei per difendersi.
 
Mentre Minho si divertiva a stuzzicare Hana, Taemin, sotto la doccia, stava sfogando le sue frustrazioni sul doccino «Aish!». Come era prevedibile, picchiandolo contro il muro si ruppe, così Taemin uscì di soppiatto dalla doccia, cercò lo scotch e lo riaggiustò approssimativamente. Poi si cambiò e raggiunse con nonchalance i due che stavano bevendo la tisana.
«Buona la tisana?» chiese come se non fosse successo nulla.
«Sì ... ne vuoi un po’?» chiese Minho in tono derisorio.
«Ah ... hem, credo che andrò subito a letto ... hehe sono così stanco oggi!»
«Buona notte Taemin-ssi! Tra un po’ vado anch'io.» disse Hana rivolgendosi prima a Taemin, poi a Minho.
Taemin nel sentire che Hana aveva ricominciato a chiamarlo in modo formale, temeva che la ragazza volesse prendere le distanze da lui. «Buona notte Hana, come sempre, se hai bisogno chiamami!» disse cercando di non dare a vedere la sua delusione e il suo disagio. Poi si infilò nel futon e sprofondò la testa tra le coperte. Per tutta la notte non fece altro che rigirarsi nel letto pensando che il tempismo della dichiarazione era stato pessimo, che aveva fatto una figuraccia e continuava a struggersi per nulla.
 

Fine cap. 18

Il primo tentativo di dichiararsi di Taemin è stato interrotto ... che ne sarà di lui e Miwa?
E Minho? Cosa lo avrà fatto diventare così debole? Ma soprattutto, perché?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli! ^^
Come sempre ringrazio loveinfinite :)
Lasciate una recensione, siamo curiose di sapere se vi sta piacendo la fanfiction~ hehe :D

_Misaki_

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Capitolo 19
*** Cap. 19 ***



Dopo un weekend di pausa, Sera aveva deciso di tornare a lavorare al café per aiutare le indagini. Come sempre, Joon la accompagnò ma quando fermò la macchina davanti al locale per farla scendere, lei esitò, limitandosi a guardare davanti a sé con sguardo perso.
«Devo portartici in braccio al locale o ci vai con le tue gambine?» le chiese Joon in tono scherzoso, richiamando la sua attenzione. «O se preferisci puoi chiamare e darti malata ...»
«Ho capito, ho capito, vado ...» rispose Sera facendo ricorso alla poca voglia di tornare in quel café e aprendo la porta fiaccamente.
«Rimarrò qui, e poi a pranzo verrò come al solito ... non ti preoccupare, ok?» le disse Joon sorridendo per poi darle un bacio sulla guancia.
«Va bene! A dopo!» anche lei sorrise e uscì dall’auto.
Appena entrata nella caffetteria, Sera salutò gli altri come al solito. Il primo a risponderle fu Key «Hello Beautiful!»
«Ciao Key! E’ andato tutto bene in questi giorni?»
«Tutto tranquillo, niente più drammi! Ma il nuovo boss ... mmmh …»
«Che ha fatto?» chiese Sera sotto voce per non farsi sentire da G.O.
«E’ sexy da morire ...»
«Hahahah pensavo avesse qualcosa che non andava!»
«Nah, sempre il solito figo!» Dopo questa conversazione Key tornò a servire ai tavoli ammiccando alle clienti. Anche Sera si mise all’opera aspettando che arrivasse G.O per scusarsi dell’assenza degli ultimi giorni, ogni tanto rideva tra sé e sé per quello che aveva detto Key. Il nuovo proprietario del locale non si fece attendere a lungo; appena entrato nel locale si avvicinò subito a Sera. Lei lo salutò accennando un inchino «Buongiorno!»
«Vieni di là a parlare. Vorrei un po' di privacy.» disse lui senza perdere tempo.
«Va bene.» rispose lei seguendolo in ufficio. Appena G.O chiuse la porta alle sue spalle, Sera decise di prendere la parola per prima. Si sentiva un po’ nervosa e a disagio. «Mi dispiace per essermi assentata così spesso di recente, prometto che farò il possibile per rimediare.»
«Proprio di questo volevo parlare …» le parole di G.O le fecero temere che sarebbe stata licenziata. «Visto ciò che è successo, se vuoi posso cambiati gli orari.» continuò lui «Metterò uno dei ragazzi al posto tuo nel turno di chiusura.»
Sera tirò un sospiro di sollievo «Se non crea disturbo mi farebbe un grande favore ... sa, dopo quello che è successo preferisco finire quando c’è ancora luce fuori.»
«Non c'è problema!» rispose G.O con un sorriso affabile.
«La ringrazio!» proprio in quel momento, Sera notò che il ragazzo aveva una fasciatura sul braccio destro, nello stesso punto in cui anche il rapinatore aveva riportato la ferita. Il suo volto assunse un’espressione di stupore e preoccupazione allo stesso tempo.
«Che c'è?» le chiese G.O notando la sua reazione.
«Ah, niente, niente. Ho notato la fasciatura che ha sul braccio e mi chiedevo se si fosse fatto male.» Mentì Sera «Scusi se sono un po' indiscreta.»
«Ahah no, niente, non preoccuparti. Ristrutturando casa sono caduto e sono finito su dei vetri ... ed ecco il risultato.» rispose lui ridendo imbarazzato.
«Ah, mi dispiace, deve farle male!»
«Sì, ma sono un uomo forte, sopporto.» disse G.O con una nota di vanto nel tono della voce.
Sera si trattenne a stento dal ridere. Quella di G.O sembrava una battuta, ma temeva che non lo fosse. «Hem ... bene, allora torno a servire ai tavoli!»
«Vai pure.» disse con un sorriso.
Sera lasciò l’ufficio e tornò al lavoro.
 
Nel frattempo, alla centrale della SIA, Minho aveva chiesto a Hana di seguirlo un attimo fuori dall'ufficio per dirle cose importanti.
«Dimmi. Che succede?» chiese Hana appena rimasero soli.
«Hem ... senti, devo parlarti di una cosa seria.» tergiversò Minho.
«Di che si tratta?» la ragazza si fece più seria.
«Non dovresti fidarti di nessuno ... Avanti è chiaro che c'è una talpa! E potrebbe essere chiunque! Anche Taemin-sshi!»
«Perché questo discorso? Taemin è sotto la nostra protezione, non può essere un infiltrato …»
«Se è successo tutto ciò non può che esserci un motivo ... E questo mi porta a pensare che tra noi ci sia una talpa. Non dico che sia per forza Taemin, potrebbero anche essere Joon o Seungho ...»
«Ne hai parlato anche con gli altri?»
«No, solo con te ... Non mi fido di loro. Ti conosco da sempre e so che non staresti dalla parte dei cattivi.»
«Come fai ad esserne così sicuro?» disse Hana con tono serio. Il discorso di Minho non la convinceva. Perché dubitava degli altri fino a questo punto? «Comunque terrò gli occhi aperti su tutti.»
Minho annuì e tornò in ufficio sotto agli occhi perplessi di Hana «Bah ...»
 
Per tutto il giorno Sera aveva pensato e ripensato alla coincidenza tra la fasciatura di G.O e la ferita del rapinatore. Alla fine era arrivata alla conclusione che poteva benissimo trattarsi di una semplice coincidenza, perciò aveva aspettato a dirlo agli altri. Durante la cena arrivò alla conclusione che in ogni caso era meglio accennare la cosa almeno a Joon, se poi fosse stato un dettaglio irrilevante poco importava.
«Senti ...» disse attirando la sua attenzione «Esattamente in che punto avevi colpito il rapinatore?»
«Sul braccio ... Perché?»
«Sul braccio destro? In questo punto?» Disse indicando il punto in cui G.O aveva la fasciatura.
«Non me lo ricordo bene … sì, più o meno era lì.»
La ragazza si fece più seria «Oggi G.O mi ha convocato nel suo ufficio per discutere dei turni di lavoro, e ho notato che sul braccio destro, proprio in quel punto aveva una fasciatura. Gli ho chiesto cosa gli fosse successo, e mi ha detto che si era fatto male ristrutturando casa ...»
«A cosa stai pensando? Credi che sia lui il rapinatore?»
«Non vorrei arrivare a conclusioni affrettate ... però è una strana coincidenza.»
«Non saprei ... Comunque se ti fa sentire più sollevata, ne parlerò con Seungho ...»
«Ah, come vuoi, non fa niente ... lo sapevo che era una stupidata, però sai, magari poteva servire a qualcosa hehe»
«Mai dire mai!»
«Ok, ok ... io qui ho finito, sparecchio, così intanto se vuoi puoi avvertire Seungho.»
«Ok!» Così dicendo Joon andò in camera a prendere il cellulare e fece una chiamata al suo collega. Dopo più di un minuto Seungho rispose.
«Pronto?»
«Come mai ci ha messo tanto a rispondere? Che facevi?»
«Che ti importa? Che vuoi a quest'ora di notte?» in realtà non erano neanche le dieci di sera, ma quando il leader era scocciato gli piaceva drammatizzare.
«Scusa, ma vivi in quale parte della Corea che ha un diverso fuso orario? Comunque ...»
«Su, veloce …»
«Sera oggi ha parlato con il suo nuovo capo … credo si chiami G.O ... e ha notato che ha una fasciatura al braccio. Sullo stesso braccio e in un punto simile al quello della ferita del rapinatore. Lui le ha detto che si era fatto male ristrutturando casa ... Coincidenza?»
«Ummm ... interessante ... direi di approfondire la faccenda. Ti affido questo incarico: domani indaga un po' al bar ... magari trovi anche qualche conoscente che ci dica se davvero sta ristrutturando casa ...»
«Davvero? Aish …» provò a protestare Joon.
«Cosa c'è che non va? Ora lasciami dormire.»
«Vecchio ...»
Senza dire nient’altro, Seungho riattaccò il telefono.
Appena sentì che Joon aveva smesso di parlare, Sera lo raggiunse «Cos'ha detto?»
«Di fare domande al locale … io, non tu.»
«Umm ... non è facile non risultare un impiccione così ... comunque, se hai bisogno del mio aiuto fammi sapere!»
«Certo! Grazie. Ora non è meglio se vai a riposarti? Mi sembri stanca.»
«In effetti un po’ sì … mi fai compagnia?»
Joon corse subito verso di Sera e se la caricò in spalla «Sì! Hehehe»
«Aiuto! Mettimi giù!»
Dopo essere arrivato ai piedi del letto Joon la rimise a terra. Visto che entrambi erano stanchi per la lunga giornata, si infilarono sotto il piumone caldo a dormicchiare.
«Buona notte Sera.» disse Joon dandole un bacio sulla guancia e abbracciandola da dietro.
«Buona notte Joon.» rispose lei stringendo la sua mano.
 
Seungho dopo aver riattaccato il telefono in faccia a Joon borbottò qualcosa tra sé e sé.
«Ehi vecchio! Che borbotti?» gli chiese Soomin.
«Vecchio a chi?!» rispose lui in modo scorbutico mettendosi a sedere sul divano «Aish, la schiena mi sta distruggendo … mettimi un cerotto qui ... quello per il mal di schiena.» disse indicando approssimativamente il punto dolorante.
«Vecchio ... Qual è il problema? Sai che se vai a letto arrabbiato poi mi tiri calci nel sonno … non ti lamentare se ti mordo poi!»
«Aish! Non è colpa mia se mi viene mal di schiena! E poi quel rompi palle di Joon mi chiama mentre mi metti i cerotti! Come fa uno a non arrabbiarsi!»
«Yaaah! Non usare quel tono con me, chiaro? Sei peggio di una donna incinta con gli ormoni a mille!»
«Ma se non ti ho detto niente?! Sarai tu la donna con gli ormoni a palla!»
Soomin a dir poco innervosita tirò una ciabatta a Seungho e si chiuse in camera.
«Yah!!!» urlò Sueungho senza ottenere risposta. Dopo aver capito che qualsiasi cosa sarebbe stata inutile, si guardò intorno pensando a dove mettersi a dormire. «Aish …» prese delle coperte e si sistemò dei cuscini per dormire sul divano.

Fine cap. 19

E così G.O sta ristrutturando casa ... chissà che ci combina il baffo ...
Ringrazio loveinfinite per la recensione ^^
Se la fanfiction vi sta piacendo lasciate un commento~ :D
Al prossimo capitolo! ^^
_Misaki_

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Capitolo 20
*** Cap. 20 ***



 
Hana era appena stata all'ospedale per l'ultimo controllo proprio quella mattina. Subito dopo si era diretta in centrale con Minho e Taemin. Arrivata davanti all’ufficio, aprì la porta e salutò Seungho e Soomin.
«Buongiono!!! Ho fatto l'ultimo controllo, sono in piena forma adesso!» disse sorridendo contenta.
«Ben tornata a tempo pieno nelle indagini!» la accolse Seungho.
«Finalmente!» disse Soomin correndo ad abbracciare Hana.
«Oh Soomin! Voi tutto bene?» Hana fece la domanda che non avrebbe mai dovuto fare. Il litigio della sera prima tra Soomin e Seungho non era ancora stato chiarito.
«Cosa intendi per tutto bene?» chiese Soomin.
«Hem, hem ... cambiando discorso ...» intervenne Seungho «Minho, da oggi hai finito con questo caso. Grazie per la collaborazione, ci si vede!»
«Cosa?!» chiese Minho sbalordito «Non se ne parla nemmeno ...»
«Perché no?» chiese sorpreso Seungho.
«Dopo tutto quello che è successo non ho intenzione di lasciare che quei tizi vincano facilmente! Me la pagheranno per avermi umiliato ...»
«Minho ... forse non dovresti prenderla così sul personale …» Il leader cercò di persuaderlo ad abbandonare il caso e seguire gli ordini della SIA secondo cui Minho doveva essere solo un supporto temporaneo fino alla guarigione di Hana, poi avrebbe dovuto occuparsi di altri crimini.
«Perché no!? Una mano in più vi può essere utile ...»
«Ok, ok, se ci tieni così tanto ti terremo nella nostra squadra di indagine ... spero non soffrirai troppo la mancanza di Hana ora che può tornare a casa sua …»
«E perché dovrebbe ... ahahah» Disse Hana guardando male Seungho e non riuscendo a trattenere una risatina nervosa.
«Pff ...» sbuffò Minho offeso dal leader.
«Comunque, da cosa si parte oggi?» chiese Hana cambiando discorso.
«Aiutateci un po' con questi file ... stiamo visionando anche le telecamere e cercando informazioni su G.O ... nome vero, residenza, data di nascita … In qualità di agenzia investigativa dovremmo avere accesso a questi dati ma invece risultano riservati … qualcuno ha bloccato l’accesso al suo database. E’ strana questa cosa.»
«Perché G.O?» Chiese Soomin.
«Già ... perché lui?» Aggiunse Minho.
«Ieri sera mi ha chiamato Joon, ha detto che G.O ha una fasciatura nello stesso punto in cui è stato ferito il rapinatore e se l'è fatta ferendosi con un vetro mentre ristrutturava casa …
ho mandato Joon e Sera a fare domande in più, ma volevo accertarmi su chi fosse veramente G.O ... di lui si sa solo che ha comprato la caffetteria e anche i documenti dell’acquisto sono protetti.»
«Sei solo paranoico …» sbottò Soomin per poi cambiare stanza.
«Mmm ... » si affrettò ad intervenire Minho «Potrebbe essere solo una coincidenza ... chi si rapinerebbe da solo?»
«Crediamo che la rapina fosse solo una scusa per eliminare Sera ... di fatto non è stato rubato neanche un centesimo al locale. Quindi il rapinatore potrebbe essere uno di loro ... e identificarlo ci porterebbe avanti nelle indagini.»
«O forse non è riuscito a rubare niente solo perché è arrivato Joon …» sdrammatizzò Minho mostrando un po’ troppa insistenza nel voler scagionare a tutti i costi G.O. «Poteva benissimo essere un qualsiasi ladruncolo ...»
«Tutto è possibile …» disse pacatamente Seungho. Il ragazzo iniziava a sospettare delle vere intenzioni di Minho, ma decise di continuare il discorso e far finta di niente. «Secondo Joon, però, era un po' troppo abile per essere un ladruncolo da strapazzo.»
Minho intuendo dal tono di voce di Seungho che qualcosa non andava si limitò ad annuire.
 
Nel frattempo al café le cose scorrevano regolarmente, era quasi mezzogiorno e il locale iniziava a riempirsi. G.O aveva deciso di fermarsi più del previsto perché aveva, a sua detta, finito la ristrutturazione a casa. Ovviamente Sera non aspettava altro che arrivasse Joon a pranzare.
«Sera ...» la chiamò G.O spuntando alle sue spalle «Verresti un secondo per favore che devo parlarti?»
Sera si guardò un attimo intorno. Joon non era ancora arrivato «Sì? C'è qualche problema?» Chiese mascherando dietro a un sorriso la poca voglia di dedicargli del tempo proprio in quel momento.
«Devo dirti una cosa abbastanza importante. Seguimi nell’ufficio.»
Sera lo seguì senza lamentarsi.
«Ecco, ieri, quando mi hai chiesto se mi ero fatto male al braccio ... ecco, mi ha fatto piacere che tu ti fossi interessata a me. Volevo Dirtelo ...»
«Ah, si figuri!» rispose sorridendo «Volevo solo accertarmi che stesse bene.»
«Non tutti si preoccupano così per il loro prossimo, mi ha molto toccato ...» G.O abbracciò Sera senza preavviso e le sussurrò all’orecchio «Vorresti metterti con me?»
«Che!?» chiese Sera allontanandolo da sé tutta rossa in volto «Scusi ma veramente sono fidanzata!»
«Ah, certo che stupido ... non ci avevo pensato …» disse G.O con sguardo triste «Beh ... Posso almeno invitarti a casa mia per una cena? Vorrei ricambiare la tua gentilezza in qualche modo.»
«Hem ... il fatto è che … prima dovrei consultarmi col mio ragazzo ... hehehehe E’ un tipo un pochino geloso, potrebbe offendersi …»
«Ah, capisco ... mi farai sapere, ora torna pure al lavoro, abbiamo un sacco di clienti.»
«Sì, vado subito.» rispose Sera uscendo dall’ufficio frettolosamente.
Poco dopo Joon entrò nel locale e la ragazza andò ad accoglierlo «Ciao Joon!» gli disse col sorriso stampato in volto. Lui ricambiò il saluto. Sera voleva raccontare a Joon quello che le era appena successo, quindi pensò in fretta ad una scusa per potergli parlare in privato.
«Ah, devi andare in bagno? Prego, da questa parte ...» disse tirandolo per la mano fino nel bagno del locale.
«Queste cose non si possono fare nei bagni di un bar, Sera!» urlò Joon allarmato pensando a chissà cosa.
«Ma che stai dicendo?» disse Sera chiudendo a chiave la porta. «Poco fa sono stata nell'ufficio di G.O …» iniziò a raccontare.
«E …?» chiese lui confuso.
Sera abbassò il tono di voce «E mi si è dichiarato! Voglio dire ... lo sa benissimo che stiamo insieme, poteva evitarselo ... comunque ho rifiutato. Ma non è finita qui! Mi ha proposto di uscire a cena con lui!»
«E cosa gli hai risposto?»
«Ovviamente gli ho detto che eri geloso e non mi avresti mai permesso di uscire con un altro ... non che sia vero ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.»
«Sei una donna ... queste cose non dovrebbero piacerti? Farti sentire bella? O cose così ...»
«Dovrei sentirmi bella perché un boss sospetto mi fa le avance? non voglio uscire con quello lì ...»
«Sembri paranoica.» disse Joon ridendo lievemente «Rilassati! Non è successo nulla di grave!» nonostante Joon volesse dimostrare di essere maturo e di non ingelosirsi per così poco, in realtà dentro di sé avrebbe voluto farla pagare a G.O per essersi avvicinato con così tanta leggerezza alla sua ragazza.
«Forse avrei dovuto uscirci per farti ingelosire un pochino …» Provò a stuzzicarlo Sera che era rimasta quasi delusa dalla tranquillità con cui aveva risposto Joon.
«Pfff... Non sono un tipo geloso ...» si atteggiò lui.
«Neanche un pochino? Niente di niente? Sicuro?» Insistette lei.
«Ti sembro geloso per caso?»
«Uffi …»
«Cosa?»
«”Cosa” cosa!?» li interruppe una voce familiare che proveniva da oltre la porta del bagno. «Cosa state facendo lì dentro, scostumati!»
«Oh, c'è Key ...» disse Sera aprendo la porta.
«No, aspettate, cioè ... ah proprio una sveltina ... temevo voleste coinvolgere anche me!» disse Key un po’ scherzando e un po’ immaginandosi chissà quale attività illecita avesse preso luogo nel bagno.
«Nemmeno se mi pagassero …» rispose Joon indispettito dalla presenza dell’altro.
«Tranquillo Key, non ti stavamo rubando il posto segreto dove vieni con Jonghun ...» disse la ragazza scherzando. In realtà sapeva che ogni tanto i due durante la pausa si chiudevano in bagno per davvero, il ché le sapeva molto di fiction televisiva.
«Che schifo …» disse Joon staccandosi immediatamente dal lavandino al quale era appoggiato, anche lui lavorando un po’ troppo negativamente con la fantasia.
«Dovevo solo parlargli in privato.» continuò lei per poi notare le espressioni sui volti dei due. «Ragazzi, ma a che diavolo vi state immaginando?» chiese guardandoli imbarazzata. Non volendo veramente conoscere la risposta, cambiò subito discorso «Comunque, abbiamo finito di parlare ... meglio uscire.»
Così Sera e Key tornarono a servire ai tavoli, mentre Joon a mangiare. Al locale quel giorno non successo nient’altro di strano, solo G.O ogni tanto veniva fulminato con lo sguardo da Joon.
 
Quella sera Hana poté finalmente tornare a casa sua senza dover più dipendere da Minho. Per Taemin, invece, non era ancora arrivato il momento di tornare ad abitare a casa propria, infatti era ancora sotto la sorveglianza della ragazza. Ciò però gli diede la possibilità di parlare in privato con lei di ciò che era successo la sera prima. Dopo cena si fece coraggio e provò a riaprire il discorso. «Hana ... per quello che è successo ieri ... ecco, non voglio metterti fretta, però … ci hai già pensato per caso?»
«Hem ... diciamo che la situazione è un po' complicata. Sto cercando di trovare un accordo tra cuore e ragione.» rispose lei in maniera enigmatica.
«C … cioè?»
«Perché ... la ragione mi dice che potrei fare dei passi avventati ... il cuore ... eh, è già tuo,
Taemin.» ripose lei imbarazzata.
Taemin non credeva alle sue orecchie. Pensò di essersi sbagliato, poi si disse che non poteva aver frainteso «Stai dicendo che ti piaccio?» le chiese con una nota di felicità nella voce.
Hana annuì e nascose il volto nell’ampio colletto del maglione.
«Q ... quindi è un sì!» ripeté Taemin ancora incredulo per rendersi conto che fosse tutto reale. Felice come non lo era mai stato si avvicinò a Hana e la abbracciò forte.
«Ehi, mi soffochi!» gli disse lei ridendo, ancora rossa in viso.
«Oh, ora che mi hai detto di sì non solo ti soffoco, ti riempio anche di baci!» disse scherzosamente Taemin inondandole la faccia di baci.
«Stupido …» disse Hana sorridendo e diventando ancora più rossa. Il cuore le batteva tanto forte da rischiare di scoppiare.
«Non sono stupido.» rispose Taemin sempre tenendola abbracciata. Poi le diede un bacio dolce e pieno d’amore, questa volta sulla bocca. Hana era sempre stata la “piccola” del gruppo, ma dopotutto era anche lei grande abbastanza da potersi innamorare, e per quanto, sempre ligia al dovere, mettesse in ogni caso il lavoro al primo posto, questa volta aveva la certezza che se non avesse aperto il suo cuore e dato retta ai suoi sentimenti se ne sarebbe pentita. Poco importava se erano nel bel mezzo del caso più difficile che le fosse mai stato assegnato nella sua giovane carriera, per una volta anche lei aveva il diritto di essere felice.

 
Fine cap. 20

Finalmente abbiamo la risposta di Hana! 
Invece G.O è sempre più sospetto... sarà davvero innamorato di Sera o sarà tutta una finta?
Continuate a seguirci e lo scoprirete ;)
 

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Capitolo 21
*** Cap. 21 ***


 
Nonostante fosse passato un altro giorno, Seungho e Soomin non erano ancora riusciti a chiarirsi. Inoltre, sul luogo di lavoro, non era semplice tenere nascosti i loro rapporti conflittuali. Infatti gli altri in ufficio si erano accorti che tra i due qualcosa non andava. Mentre Hana, che tutto sommato conosceva abbastanza bene Soomin, aveva preferito non intromettersi nelle faccende private dei due, Minho, che era nel gruppo solo da qualche settimana, decise inaspettatamente di avvicinarsi alla ragazza. Sfruttò un momento in cui gli altri erano presi dal lavoro per rivolgerle la parola. «Soomin ... qualcosa non va? Mi sembri un po' giù da ieri.»
«No, sto bene grazie.» Rispose lei senza dare troppa confidenza all’agente.
«Sei sicura? Mi sembrano un po' tesi i rapporti tra te e Seungho ... non per essere indiscreto ma non vorrei soffrissi per uno così ... non sa darti l’importanza che meriti.»
«Bhe ... Lui …» Soomin esitò per un attimo «Sì, è vero! Uff ... Mi dà per scontata, devo sempre fare quello che dice … sono grande abbastanza per badare a me stessa!» sbottò senza più riuscire a trattenersi.
«Mi spiace davvero tanto ... ma già il fatto di riuscire a riconoscerlo è un grande passo. Vedrai che tutto si sistemerà, con o senza di lui ...»
«Hem ... Se lo dici tu ...» il discorso di Minho l’aveva lasciata perplessa, così non gli diede corda e provò ad allontanarsi da lui. Il ragazzo, però, l’afferrò prontamente per il polso. «Hey, se avrai problemi, non esitare a chiamarmi!» le sorrise amichevolmente.
Dalla sua scrivania, Seungho aveva notato che Minho si era avvicinato in modo sospetto a Soomin e lo stava osservando nervoso, indeciso se mettere da parte l'orgoglio e intervenire o restare a guardare.
«Hem .... Grazie …» rispose Soomin arrossendo in volto «Lo farò sicuramente.» poi appoggiò la mano su quella di Minho, allontanandola dal suo polso. Il ragazzo la assecondò e si allontanò soddisfatto. Così come Minho, anche Seungho aspettò l'occasione giusta per avvicinarsi a Soomin e dopo la pausa pranzo, prima di rientrare in ufficio, le rivolse la parola.
«Soomin ... che ti ha detto prima Minho?»
Soomin lo squadrò da testa a piedi e poi continuò ad avanzare entrando nell’ufficio.
«Soomin!»
«Credevo non mi parlassi ...»
«Aish .» il nervosismo assalì di nuovo Seungho. Perché la sua ragazza doveva essere sempre così umorale e arrabbiarsi per ogni stupidata? Era disposto a scendere a patti, ma non aveva certo intenzione di prendersi tutte le colpe e strisciare da lei chiedendole perdono. Così decise che era inutile continuare e si allontanò infastidito. Minho nel frattempo si era impossessato del computer di fronte a quello di Soomin e appena Seungho si fu allontanato, intervenne «Hei!» richiamò l’attenzione di Soomin senza alzare troppo la voce «Soomin ... è successo di nuovo?»
«Cosa?!» ripose lei seccata.
«Il litigio con Seungho …» Minho non si fece frenare dal comportamento brusco della ragazza.  «Dovresti parlarne con qualcuno ... tenere le cose per te ti fa diventare irascibile ...»
«Sono sempre irascibile quando c'è di mezzo lui ...» Soomin fece una pausa, poi riprese a parlare «Comunque Minho, apprezzo molto il tuo interessamento, ma non preoccuparti ... È solo un vecchio scorbutico.» disse ridendo nel tentativo di disinteressare Minho dalla questione.
«Ma no, dico sul serio ... anch'io avevo un’ex con cui litigavo spesso e parlarne con gli amici mi ha fatto bene ... che ne dici di uscire noi due stasera? Andiamo a bere qualcosa, parliamo tra amici e dimentichiamo i nostri problemi per un po'.»
Inizialmente la proposta non andò molto a genio alla ragazza. Da quando poteva considerarsi suo amico Minho? «Riflettendoci però ... Non mi farebbe male uscire senza di lui ... E poi scusa, anche tu sei un agente quindi non corro pericoli!» le parole che le uscirono dalla bocca dissero tutto il contrario di quello che aveva pensato fino a pochi secondi prima e l’idea iniziava ad interessarla.
Seungho aveva sentito quasi tutto mentre scorreva distrattamente i file sul suo computer e non poteva sopportare oltre. Si avvicinò ai due e sbatté una mano sulla scrivania di Minho. «Vedi di fare poco il cascamorto ... che noi abbiamo litigato o meno, resta sempre la mia ragazza e non ti permetto di provarci spudoratamente con lei! Siamo benissimo in grado di risolvere questa faccenda da soli come abbiamo sempre fatto.» si rivolse al ragazzo in modo visibilmente arrabbiato.
«Seungho! Smettila!» lo ammonì Soomin «Cercava solo di essere gentile e amichevole, visto e considerato come ti comporti!»
«Soomin ... lo sai che sono disposto a parlare, ci ho provato anche prima anche se non hai voluto ... ma qualsiasi cosa succeda tra noi, non voglio che tu esca con un altro, soprattutto con lui ... non è solo perché sarei geloso, ma anche perché non ho idea di quale sia il suo secondo fine visto tutto questo improvviso interesse da parte sua ... e starei in pensiero per te!»
«Minho, ti dispiace andartene?» chiese Soomin.
«Ok ... sappi che io ci sono sempre se hai bisogno.» si alzò e uscì dall’ufficio, convinto che la lite si sarebbe conclusa nel peggiore dei modi.
«Aish ... Fa venire i brividi quell’uomo …» commentò Soomin appena Minho si fu richiuso la porta alle spalle. Seungho le rivolse uno sguardo interrogativo, ma lei non aggiunse altro e cambiò argomento. «Allora … Cos'è quella storia che sei geloso?
 «Beh, sei la mia ragazza ... non dovrei esserlo?» sentendo le parole di Seungho, le labbra di Soomin si incurvarono in un sorriso.
«Solo perché ogni tanto ... spesso in realtà ... litighiamo non vuol dire che non ti voglio più bene.» continuò lui.
«E’ colpa tua se litighiamo.» intervenne Soomin nascondendo come sempre i suoi sentimenti dietro ad una maschera di scontrosità.
«La colpa è sempre nel mezzo ...» disse Seungho «Ma farò finta che sia mia.»
«E comunque non sarei uscita lo stesso con Minho ... È inquietante ...»
«Concordo ... fino a ieri moriva dietro a Hana e adesso guardalo ...»
«Starà cercando di ingelosirla …»
«Mah ... può essere. Ci vedo sempre poco di vero in quello che dice.»
Soomin alzò le spalle come per dire “non ne ho idea” e abbracciò Seungho. Finalmente anche questo equivoco era stato chiarito.
 
Quella sera Minho era solo. Era un po’ che non usciva a divertirsi la sera, da quando gli erano stati affidati Hana e Taemin precisamente. Così dopo cena si cambiò e andò a bere con gli amici di sempre. Una volta raggiunto uno di quei tipici locali coreani, entrò e si diresse al tavolo, dove tre ragazzi avevano già iniziato a bere.
«Ciao ragazzi!» li salutò con un cenno della mano.
«Oh, ciao Minho! Era da un po' che non ci si vedeva!» rispose il più grande del gruppo. Un ragazzo con la barba che, a dispetto delle apparenze, non aveva ancora compiuto trent’anni.
«Dove sono finiti i tuoi muscoli? Ti sei rammollito un po’, caro …» disse in modo molto simile ad un rimprovero il più giovane del gruppo.
«Taci Key!» lo zittì Minho. «Piuttosto ... come va da voi? Soprattutto tu, G.O ... quella cosa ...»
Gli amici di Minho erano proprio Key, Jonghyun e G.O, ovvero i colleghi e il capo di Sera. Quest’ultimo riempì il bicchiere di Minho fino all’orlo. «Eh ... quella ragazza ...» iniziò a raccontare «Non è voluta venire a casa mia, quindi per ora nulla di fatto, ma troverò un modo per riprovarci e andrà a buon fine.»
«Scusa G.O, ma non sei al suo livello ... non puoi pretendere.» intervenne Key, come sempre per criticare. G.O gli tirò una gomitata sul braccio per zittirlo.
«Aish ... speravo in qualcosa di fatto ...» commentò Minho.
«E con Soomin? Come sei messo? Sei riuscito a ...» Chiese il più grande lasciando in sospeso la frase.
«No. Aveva litigato con Seungho e ho provato a guadagnarmi la sua fiducia … c'era quasi stata! Ahaha l'avrei portata qui stasera così ci saremmo divertiti un po' ... ma Seungho si è messo di mezzo. Non pensavo fosse così possessivo ...»
«Oh oh, e quindi Seungho è possessivo e irascibile hahah ...» disse Jonghyun che fino a quel momento era rimasto in silenzio «Chissà come è messo Joon?»
«Joon e Sera sono talmente appiccicosi che sembrano stati attaccati con la colla ... non è facile portargliela via da sotto al naso …» Spiegò G.O.
«Perché non provi a farli litigare? Così avresti più possibilità!» Suggerì Minho.
«Hai ragione!» esclamò l’altro «Però avrei bisogno di un aiuto ... come faccio a farli litigare?»
«Beh ... io e Key siamo le due persone più vicine a Sera ... potremmo spargere qualche voce falsa sul suo conto ...» propose Jonghyun.
«Tipo?» chiese G.O.
«Non lo so ... magari un tradimento.» proseguì Jonghyun.
«Potremmo far comparire qualche ragazza che dice di essere la fidanzata di Joon ... così magri Sera pensa che Joon la stia prendendo in giro …» ipotizzò Key.
«Ma non possiamo, dovremmo raccontare tutto alla ragazza che ci fa da collaboratrice ...» osservò G.O.
«Tzk, la soluzione ce l'avete sotto al naso ...» le labbra di Jonghyun si incurvarono in un ghigno «Ormai lo sa mezzo mondo che tu hai portato Sera in ufficio per dichiararti, G.O. Non ci sarebbe nulla di strano se la nostra adorata pettegola di turno Key raccontasse a Joon cosa avete fatto in realtà in quell'ufficio ... anche se non l'avete fatto davvero, Joon non può sapere se lei mente. Quando lui le chiederà se lo ha tradito e lei negherà, tutti noi sosterremo il contrario … lui andrà su tutte le furie e si lasceranno sicuramente!»
 «Hai ragione … è proprio una bella idea!» disse G.O soddisfatto del piano.
«Hei, hei, un momento, pettegola a chi?!» protestò Key.
«Ma dai, amore … lo sai che è un tuo pregio, senza i tuoi pettegolezzi come faremmo?» lo adulò Jonghyun.
«Beh, effettivamente senza di me non sapreste fare nulla …» si prese la sua rivincita Key.
«Comunque dì la verità, G.O. Non vedevi l'ora di passare per un seduttore strafigo.» Lo Rimproverò Minho un po’ geloso che il compagno porterà a termine il suo piano prima di lui.
«Ma io lo sono sempre stato, è solo questione di tempo!» si vantò l’altro. «E comunque è deciso, domani ci si diverte!»
«Un brindisi ai fraintendimenti!» disse a voce alta Jonghyun sollevando il bicchiere. Tutti gli altri fecero lo stesso. «Konbae*!!!»
 
*Cin Cin 

Fine cap. 21

Colpo di scena! Minho,G.O, Key e Jonghyun sono tutti buoni amici!
Conquistare Sera, Soomin e Hana? Cosa avranno in mente? <_<
 

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Capitolo 22
*** Cap. 22 ***



Il giorno seguente, Key, Jonghyun e G.O erano pronti per la loro messa in scena. Aspettarono pazientemente che Joon mettesse piede nel locale e poi Key si fece avanti. Il ragazzo era appena entrato, salutando allegramente con un «Buongiorno!», quando Key precedette Sera e gli si fiondò davanti. «Ciao!» gli diede il benvenuto «Oggi è proprio pieno il locale, intanto che si libera un posto vieni un attimo di qui ad aspettare.» senza accettare repliche fece strada all’agente. Joon lo seguì disorientato «Non saltarmi mai più davanti in quel modo! Fai paura ...» poi si voltò un attimo indietro passando velocemente in rassegna con gli occhi la sala «Ma c'è un tavolo libero lì …» fece notare a Key indicando il posto vuoto.
«E’ prenotato.» si inventò Key con una nonchalance tale che Joon non mise nemmeno in dubbio le sue parole. «Ah …» rispose rassegnato.
«Joon!» Key richiamò di nuovo la sua attenzione.
«Sì?»
«Aiutami un attimo, devo prendere uno scatolone pesante lì nello sgabuzzino.» senza aspettare la risposta lo trascinò nello sgabuzzino e si chiuse dentro con lui. Joon deglutì nervosamente ma cercò di rimanere tranquillo e cordiale «Quale scatolone devo prendere?»
«Non c'è nessuno scatolone.» ammise Key come se mentire fosse la cosa più naturale del mondo. «Ti ho portato qui per uno scopo ben più nobile ...»
Joon iniziò ad avere seriamente paura «Scusa ma sono ancora etero ... E posso picchiarti visto che sei un uomo ...»
«Hei!» protestò l’altro in tono offeso «Non ti ho ancora detto di cosa si tratta e già vuoi alzare le mani!? OMO! Sono qui solo per metterti al corrente di una cosa!»
Joon rimase in silenzio osservandolo con aria interrogativa. Dopo pochi secondi Key riprese a parlare «... Immagino tu non sappia cosa ha fatto con G.O la tua piccola e innocente Sera.» disse in tono estremamente malizioso.
«Come scusa?»
«Magari ti avrà raccontato che è stata nell'ufficio di G.O ... ma non è che abbiano esattamente parlato ... io ovviamente ho sentito tutto!»
«E cosa hai sentito di preciso?»
«Beh, probabilmente ora non mi crederai, dirai che sono un bugiardo eccetera, eccetera, ma Sera ti ha tradito con G.O … e non escludo che sia successo altre volte.»
Joon scoppiò in una fragorosa risata che lo portò istintivamente ad asciugarsi una invisibile lacrimuccia dagli occhi. «Certo ... Hahaha»
«Sapevo avresti reagito così ... ma è la pura verità!» Key posò una mano sulla spalla del ragazzo «Mi dispiace.»
«Sì, certo ... G.O ... Haha buona questa ...» scansò la mano di Key ed aprì la porta, uscendo dallo stanzino. Per quanto la cosa gli sembrasse completamente insensata, le parole di Key avevano insinuato un piccolo dubbio nella sua mente. Era come se avesse piantato un semino destinato a crescere e crescere fino a trasformare in realtà quella che, di fatto, era solo una bugia. Key questo lo sapeva bene, e poteva ritenersi soddisfatto di come aveva recitato il suo ruolo.
 
Nel frattempo, alla centrale di polizia, Taemin era stato messo di nuovo sotto interrogatorio.
Seungho aveva acconsentito che ad accompagnare l'idol alla centrale fosse Minho. Mentre Onew interrogava Taemin, Mir, Thunder e Minho osservavano lo svolgersi del tutto da dietro al vetro e dai monitor.
«Potrebbe essere lui la talpa ...» Disse Minho con aria seria e pensierosa, tenendo le braccia incrociate davanti al petto «Non mi convince … Ha l'aria innocente ma sento che sta nascondendo qualcosa.»
Onew aprì la comunicazione con i colleghi al di là del vetro «Pausa!» subito dopo lasciò la stanza dell’interrogatorio e raggiunse gli altri. «Minho, saresti così gentile da portare un caffé per me e uno per Taemin?»
«Se vuoi vado io, così lo prendo anche per me.» propose Mir.
Inaspettatamente Minho si oppose «No! Faccio io! Non preoccuparti ... Ne porto uno anche a te, Mir ...»
«Grazie mille Minho!»
«Ah ... ok ... grazie» dissero rispettivamente Onew e Mir.
«Torno subito!» Minho si affrettò verso la macchinetta. Appena la porta si era richiusa alle sue spalle, lo sguardo di Onew si era fatto più serio «Thunder» si rivolse sottovoce al suo sottoposto «Controllalo a vista.»
«Sì.» disse Thunder eseguendo gli ordini con la massima discrezione.
Mentre aspettavano il ritorno di Minho, Onew tornò dentro alla stanza con Taemin. «Ottimo lavoro, stai andando bene.» si complimentò con l’idol.
«Grazie!»
 
Minho stava preparando i caffè completamente ignaro del fatto che Thunder lo stesse sorvegliando a distanza. Era la sua occasione di agire. Oggi avrebbe finalmente portato a termine metà dell’incarico assegnatogli. La possibilità gli era stata servita su un piatto d’argento. Con un gesto abile estrasse una fialetta dalla tasca interna della giacca e ne versò il contenuto nel caffè destinato a Taemin. Quando ebbe in mano tutti e tre i bicchieri tornò dagli altri. «Ecco i caffè! Questo è per te ...» disse amichevolmente passando un bicchiere a Mir. «Vado a portare questi a Onew e Taemin …» Minho bussò alla porta della sala interrogatori. «Ho portato i caffè.» una volta entrato passò un bicchiere a Onew e appoggiò quello incriminato sul tavolo, davanti a Taemin.
Onew guardò Thunder, che era tornato prima di Minho per non destare sospetti, aspettando il segnale. Thunder alzò la mano. Era il segnale.
«Spero non sia troppo forte!» disse Minho ignaro di tutto.
Onew appoggiò il suo caffè sul tavolo «Nessun problema, Minho!» in un attimo gli fu addosso e lo colse di sorpresa, immobilizzandolo e ammanettandogli le mani dietro alla schiena.
«Ma che fai!? Solo perché non è buono mi arresti?» protestò Minho pensando ad uno scherzo.
«Non dire sciocchezze, Minho ... o dovrei dire, uno dei colpevoli ...» Onew non accennò a lasciarlo andare «Seungho aveva ragione, prima o poi un errore dovevate farlo anche voi dell'associazione degli uomini in nero!»
Minho deglutì nervosamente «Colpevoli? Ma di che stai parlando!?»
Onew non si dilungò in spiegazioni, mentre Minho stava perdendo il controllo e alzando la voce, lasciando trasparire tutta la sua agitazione «Ma sei impazzito!? Sono un agente!!!»
Mir e Thunder si precipitarono nella stanza in attesa di ordini.
«Portatelo via.» disse Onew lasciandolo nelle loro mani.
Minho fece resistenza in tutti i modi, ma i due poliziotti lo tenevano ben fermo.
«Vi state sbagliando!!!»
Thunder e Mir caricarono Minho in macchina e lo portarono alla centrale della SIA.
Onew strinse la mano a Taemin «Ottimo lavoro! E’ stata una buona idea quella di fingere un tuo nuovo interrogatorio per spingere Minho a rivelarsi.»
«Grazie, sono contento di essere stato d’aiuto.»
Onew riaccompagnò Taemin in centrale e mise da parte il caffè avvelenato come prova.
 
Alla centrale della SIA, Seungho, insieme a Soomin e Hana, stava aspettando con ansia il risultato del suo piano. Quando vide arrivare i poliziotti con Minho in manette, si precipitò verso di loro un po' compiaciuto della riuscita del piano e un po' deluso di non essersi sbagliato su Minho. Si avvicinò a lui «E così eri davvero tu la talpa ... ecco spiegati tutti quei comportamenti strani ...»
«Vi state sbagliando!» disse per l’ennesima volta Miho divincolandosi.
«Le tue scarse abilità di combattimento, l'insistenza a voler rimanere nelle indagini ... sono tutte cose che mi hanno insospettito. Non sarà difficile avere una prova della tua colpevolezza.»
«Maledetto bastardo!» disse Minho preso da un nuovo scatto d’ira. Cercò di liberarsi per picchiare Seungho ma fu del tutto inutile.
«Mi hai delusa parecchio …» disse Hana. Minho non le rispose.
«Portatelo in cella e assicuratevi di non lasciargli nulla con cui suicidarsi o tentare la fuga.» diede ordini Seungho. Gli agenti della SIA accorsero ad aiutare la polizia. Perquisirono Minho e lo imprigionarono.
 
Mentre Seungho e Hana pensavano a come interrogarlo e discutevano su quale fosse il modo migliore per interrogarlo, Onew aveva raggiunto la SIA con Taemin. Appena lo vide, Soomin rimase infatuata dal suo fascino. Insieme ad un’altra collega di Seungho non poté fare a meno di commentare quanto fosse bello: il fisico perfetto, i lineamenti affascinanti e persino il taglio di capelli gli donava molto.
«Chissà se sarà single?» disse Soomin.
«Piacerebbe tanto saperlo anche a me!» le diede corda la collega, sognando ad occhi aperti.
«Tu però non sei single.» osservò Seungho spuntando alle spalle di Soomin. Si era accorto dell’effetto che aveva Onew su di lei e non poteva che essere un po’ gelosetto. «Voglio essere anch'io elogiato così!»
«E quindi? Potrei diventare single molto presto se continui così …» disse con un tono parecchio convincente che lasciò spiazzato Seungho. Soomin scoppiò improvvisamente a ridere «Ma Seunghooo!!» lo abbracciò «Non ti lascerei mai! Devo renderti la vita impossibile ...»
«Ah ecco, mi pareva …» disse il ragazzo in tono scocciato, dandole poi un bacio.
 
Una volta finita la giornata di lavoro, come sempre, Sera era uscita dal café ed aveva raggiunto Joon in macchina. «Ciao!» lo salutò sorridendo dopo essersi richiusa la portiera alle spalle. «Oggi non ti ho visto tutto il giorno, neanche a pranzo.»
Joon era talmente perso tra i suoi pensieri da non essersi accorto dell’arrivo di Sera. La ragazza, notando che lui non la stava ascoltando, provò a sventolare una mano davanti al suo volto chiamandolo per nome «Joon?»
Il ragazzo tornò al presente. «Oh, sì … sei arrivata, andiamo.»
«Qualcosa non va?» gli chiese Sera.
«No, tutto ok ...» rispose lui senza aggiungere nient’altro e tenendo lo sguardo fisso sulla strada. Sera decise di non forzarlo a prestarle attenzione pensando che poteva semplicemente essere stanco o non stare bene. Anche una volta arrivati a casa Joon evitò di rivolgere la parola a Sera. Andò a farsi una doccia e si chiuse subito in camera da letto. Sera, dopo essersi anche lei fatta una doccia, si era messa a preparare la cena. Quando entrò in camera per chiamare Joon, però, lo trovò già addormentato in mezzo al letto. Doveva sicuramente essere distrutto per il lavoro, pensò lei, e decise di non disturbarlo. Per quella sera cenò da sola e si addormentò sul divano.

Fine cap. 22
 

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Capitolo 23
*** Cap. 23 ***



Il giorno seguente iniziarono gli interrogatori di Minho. Seungho, la mattina, si recò con Hana e Joon nella cella dove era stato isolato il colpevole. Lo presero e lo trascinarono a forza nella sala interrogatori. Poi iniziarono a fargli delle domande, ma lui si ostinava a tenere la bocca ben cucita. Nemmeno le maniere forti riuscirono a piegarlo. Gli agenti non gli concessero un attimo di pausa, per ore si diedero il cambio sperando di sfinirlo e indurlo così a parlare.
«Come fa a non cedere!?» si lamentò Joon. «Sono ormai ore che lo interroghiamo ...» Il ragazzo uscì dalla stanza esasperato. L’operazione si stava dimostrando più complessa e frustrante del previsto.
«E’ davvero un professionista.» disse Seungho, che assisteva Joon dall’altra parte del vetro. «Lo abbiamo stanato solo poco tempo fa con tutto che lo abbiamo sempre avuto vicino a noi.»
«Vi do il cambio per un po'.» disse Hana rientrando dalla pausa.
«Ok, io resto oltre il vetro. Joon, visto che il tuo turno è appena finito prenditi un po' di pausa.» ordinò Seungho.
«Va bene. Io vado allora, ci vediamo più tardi.» rispose Joon con aria stanca.
«Resta nei paraggi, tra circa mezz'ora ci serve di nuovo il tuo aiuto.»
«Sì boss, tra mezz’ora sarò di nuovo qui.»
 
Hana entrò nella sala interrogatori. Minho era legato alla sedia e ridotto in condizioni pietose a causa di tutti i colpi che aveva dovuto incassare. La ragazza si sedette di fronte a Minho, sulla sedia che si trovava dalla parte opposta del tavolo rispetto all’interrogato.
«Allora … non vuoi proprio dire niente?»
Minho la guardò direttamente negli occhi per un attimo. «Tzk, cosa dovrei dire?»
«Per chi lavori?»
«Uomini in nero ... è così che li chiamate voi.»
«Quello lo sappiamo. Ci servono i nomi!»
Le labbra di Minho si incurvarono in un piccolo ghigno malvagio. Ostinato rimase in silenzio.
«Per quanto tempo hai intenzione di tenere quella bocca chiusa?» disse Hana in modo calmo ma autoritario. Minho alzò le spalle e la guardò come se volesse metterla alla prova. «Potete anche smetterla, non dirò nulla …» Il suo fisico e la sua mente erano ancora lontani dal raggiungere il limite. Aveva la certezza che qualcuno sarebbe venuto a salvarlo, era solo questione di tempo. Tutto ciò che doveva fare era tenere nascoste le identità dei suoi compagni ed aspettare.
 
Nel frattempo Joon si era preso un caffè alla macchinetta ed aveva raggiunto l’ufficio dove si trovavano solo Soomin, Taemin e un altro agente. Bevve velocemente il caffè e buttò il bicchiere nel cestino. Poi si sedette alla scrivania con aria sconsolata, limitandosi ad osservare il vuoto, immerso tra i suoi mille pensieri.
«Hem ... Joon?» Soomin gli si avvicinò e lo scosse leggermente.
«Eh?» il ragazzo tornò alla realtà e indirizzò il suo sguardo verso di lei.
«Tutto ok? Hai lo sguardo fisso nel vuoto … a che pensi?»
«Tutto ok ... hem … più o meno.» rispose in modo elusivo, senza però riuscire a mentire.
«Dai, parla … Cosa è successo? Riguarda Minho?» provò ad ipotizzare Soomin.
«No, no, Minho non c'entra niente. Diciamo che ho un problema con Sera …» il suo sguardo si fece ancora più triste.
«Cooosa!?» involontariamente la voce di Soomin si alzò di un tono per lo stupore.
«Shhh, non urlare …» Joon le fece segno di abbassare la voce e si guardò in giro imbarazzato.
«Impossibile, non ci credo! Voi due problemi? Aish ... cosa sta succedendo al mondo improvvisamente? Cosa le hai fatto?» La prima cosa che saltò per la testa a Soomin fu che Joon doveva aver combinato qualcosa che aveva fatto arrabbiare Sera.
«Non riesco a capirla ... non capisco perché avrebbe dovuto farmi una cosa del genere ...» provò a spiegarsi il ragazzo.
«Cosa? Buttare quelle magliette orrende? Lo avrei fatto pure io.» Tirò ad indovinare Soomin.
«No, non ha buttato via niente … si tratta di qualcosa di davvero molto serio.» Joon fece una breve pausa come per cercare il coraggio. Ripetere a voce alta tutto ciò che finora si era limitato a pensare lo avrebbe reso terribilmente più vero. «Temo che Sera mi stia tradendo. Cioè ... io non voglio credere che lei lo abbia fatto, ma mi hanno detto che lei ...»
Soomin rimase per un attimo allibita «Joon» si fece seria «Conosco Sera da molto tempo e posso assicurarti che non farebbe mai una cosa del genere. E poi con chi scusa? Riflettici bene, praticamente lavora e poi viene a casa con te, non esce mai la sera né con te né con altri amici … Non è possibile ...»
«Mi hanno detto che è successo al locale … nell'ufficio di G.O.» preso da un improvviso scatto d’ira sbatté un pugno sul tavolo. Soomin sobbalzò colta di sorpresa.
«Nell'ufficio di G.O, con G.O?» ripeté dubbiosa «Ne hai parlato con lei? Voglio dire ... prima di trarre conclusioni affrettate dovresti parlarne con lei!»
«Non gliene ho ancora parlato ... quando la vedo non mi va proprio di parlarle e ho finito con l'evitarla da ieri sera.»
Soomin assestò uno schiaffo sulla testa di Joon.
«Ahi!» si lamentò il ragazzo.
«Parlale! Non hai altra scelta se non vuoi finire con il cuore a pezzi per qualcosa che potrebbe non essere mai successo!» lo rimproverò «Guarda come va sempre a finire tra me e Seungho ... litighiamo e poi facciamo pace. Fa bene litigare, sai?»
«Quindi secondo te non è successo niente?» chiese mentre una piccola speranza si faceva strada dentro di lui.
«Ma ovvio! E’ troppo innamorata! Lo si capisce da come ti guarda … »
«E va bene, mi farò coraggio e chiarirò tutto con Sera.»
«Almeno qualcosa hai capito! E comunque sono sicurissimissima che non è successo nulla! E guarda che se non le parli mi arrabbio …»
«Ok, ok, lo farò. Grazie, Soomin.» disse Joon sorridendole.
«Ora torna al tuo interrogatorio, i criminali non si incastrano da soli …»
«Hehe, ok. Tu fai da supporto morale a Seungho ... tornerà distrutto!» così dicendo si alzò e raggiunse Hana e Seungho per dare loro il cambio.
 
Arrivò la sera e ancora Minho non aveva aperto bocca. Seungho, Hana e Joon tornarono in ufficio per una pausa.
«Soomin, Taemin, purtroppo noi dovremo fermarci qui la notte ... è meglio se non gli lasciamo un attimo di respiro, così avremo più probabilità che ceda. Ovviamente non siete costretti a passare la notte qui in ufficio ... ho chiesto alla polizia di farvi da scorta.» Disse Seungho «Saranno qui a momenti e vi riaccompagneranno a casa.»
«Dovete passare anche al locale a prendere Sera ... starete tutti insieme a casa di Seungho per stanotte, così sarà più facile controllarvi.» aggiunse Joon.
«Ok, per me non c’è problema.» rispose Taemin.
Soomin invece protestò come al solito «Uffa!»
Dopo poco Onew, Thunder e Mir arrivarono alla centrale della SIA.
«Salve ragazzi!» Salutò Onew entrando in ufficio. «Per oggi siete stati affidati alla mia squadra.»
«Ciao!» rispose Soomin cercando di sembrare composta mentre dentro di sé già faceva pensieri impuri su Onew.
«Tu sei Soomin, giusto?»
«Sì, giusto.» la ragazza sorrise, contenta che si ricordasse di lei. «Quindi rimarrete con noi questa notte?»
«Sì, vi scortiamo fino a casa tua e di Seungho e staremo con voi.» poi fece una pausa «Bene, se ci siamo tutti possiamo andare. Soomin e Taemin vengono con me e Mir; Thunder passa a prendere Sera e ci raggiungerà con l'altra autovettura.» diede ordine Onew.
«Sì signore!» rispose Soomin, diventata estremamente obbediente. Il fatto che la ragazza apprezzasse così tanto Onew dava un po’ fastidio a Seungho, ma ormai la conosceva fin troppo bene e sapeva che non perdeva occasione per stuzzicarlo e ingelosirlo, quindi non se la prese più di tanto e non disse nulla.
«Torniamo al lavoro Seungho?» Joon interruppe i suoi pensieri.
«Sì, andiamo.» rispose avviandosi. Anche Hana tornò con loro nella stanza dove si trovava Minho.
 
Nel frattempo al café Sera aveva finito il turno. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare allo strano modo di comportarsi di Joon. Ormai la stava palesemente ignorando dal giorno prima e non rispondeva nemmeno ai messaggi. Improvvisamente le venne in mente di quella volta che Soomin aveva litigato con Seungho perché, a causa del lavoro, non si era fatto sentire per uno giorno intero. Probabilmente Joon doveva essere preso dagli interrogatori di Minho. La ragazza si convinse che era così e che non era il caso di prendersela. Sicuramente ora la stava aspettando fuori dal locale come sempre. Riportando il vassoio al suo posto vide i marschmallow impacchettati ed esposti vicino alla cassa insieme a tanti altri dolci della caffetteria. Perché non comprarne un po’ per Joon? Magari si sarebbe tirato su di morale.
«Key, segnami questi!» disse al collega porgendogli il sacchetto di marshmallow.
«D'accordo!» rispose lui battendo il codice alla cassa e stampando lo scontrino. Sera gli porse i soldi e prese i dolci. «Thank you!»
«Hai finito per oggi, non dovresti andare? E’ stata una giornata pesante ...» le fece notare Key. La sensazione che ebbe Sera era che Key si aspettasse una risposta precisa da lei. Ma non aveva idea di cosa volesse sapere. «Sì, ora vado. Ieri Joon era un po’ depresso ... quindi gli porto un raglino.» rispose sorridendo.
«Ah!» disse facendole intendere di aver capito e di non avere intenzione di chiederle altro. «Allora ci vediamo domani , bye honey!»
«A domani!» ricambiò il suo saluto per poi uscire dal locale. Per un attimo si era sentita alleggerita dai suoi problemi, non poteva nemmeno immaginare che Key ne fosse la causa. Si guardò intorno, ma nel parcheggio non c’era la macchina di Joon. «Dov'è finito? Forse ha fatto tardi al lavoro …» pensò tra sé e sé. Rimase un po’ lì ad aspettare, ma non passarono molti minuti che un ragazzo piuttosto alto e dalla carnagione pallida le si avvicinò «Sera? Sei tu, giusto?»
«Sì, sono io. Tu sei …?» chiese lei. Doveva averlo già visto da qualche parte, ma non si ricordava proprio chi fosse.
«Sono Thunder, un collega di Joon ... io e i miei colleghi ci siamo occupati della rapina. Ricordi?» La spiegazione del ragazzo le riportò alla memoria la sua identità. Era uno degli agenti della polizia. In linea di massima poteva fidarsi. «Sì, ora mi ricordo. Come mai qui? E’ successo qualcosa?»
«No, nulla di particolare ... è solo che Joon, Seungo e Hana continueranno a lavorare tutta notte, quindi saremo noi della polizia a fare da scorta a te, Taemin e Soomin. Per stanotte abbiamo deciso che staremo tutti a casa di Soomin e Seungho.»
«Ah, ho capito.» lo sguardo di Sera si rabbuiò per un attimo. Poi seguì Thunder fino alla macchina.
 
Poco dopo erano tutti a casa di Soomin. «Dunque … so che è stata una cosa improvvisa, ma dove potremmo dormire noi agenti? Ovviamente lasciamo il letto a te e Sera e il divano a Taemin ...»
«Tranquilli, non è poi così piccola questa casa!» disse Soomin svelando i segreti di casa Yang. «In due potete dormire sul divano letto, mentre gli altri due possono usare la stanza per gli ospiti.» la ragazza aprì una porta che a prima vista poteva sembrare quella di un semplice ripostiglio, ma in realtà nascondeva una stanza abbastanza accogliente con un letto a castello.
«Oooh!» esclamò sorpreso ed entusiasta Onew «Sei proprio piena di risorse! Una donna da sposare!»
Soomin arrossì visibilmente «Hehehe, ma dai, smettila …»
«Haha, tranquilla.» cercò di rimediare Onew «Non volevo metterti in imbarazzo, non soffierei mai la ragazza a Seungho, stavo solo scherzando.» si portò una mano dietro alla nuca, imbarazzato anche lui.
«Hiiiii Yaaaahhhh!!!» il clima pacifico della casa fu spezzato dall’urlo di Mir che si tuffò sul letto schiamazzando come al solito.
«Mir! Comportati come si deve!» lo rimproverò Onew, che conosceva fin troppo bene il carattere esuberante del collega.
«Bene.» riprese la parola Soomin «Il bagno è in fondo al corridoio. Sera, io e te useremo quello della mia stanza. Buona notte!»
«Buona notte anche a voi!» rispose cordialmente Onew.
«Let's party tonight!» urlò di nuovo Mir con la sua pessima pronuncia inglese.
«Mir!» lo rimproverò Thunder.
Sera scoppiò a ridere «Sembrano i vecchi tempi dei pigiama party!»
«Solo che non c'erano quattro ragazzi nella stanza accanto ... tra cui un ragazzo scimmia ...» osservò Soomin dopo essere entrata in camera con Sera, in modo che gli altri non sentissero le loro conversazioni. «Come è andata oggi?»
«Niente di nuovo, solo G.O un po' più insistente del solito. Pensa che è saltato fuori a farmi domande su come va con Joon ...»
«E perché dovrebbe farti domande? Quel tizio è ambiguo otre che brutto baffuto ...»
«Non lo so. Non ci conosciamo così bene da potermi confidare con lui ... senza contare che mi aveva fatto anche una strana dichiarazione qualche tempo fa!»
«Dichiarazione? Quale dichiarazione?!» Soomin, pensando a ciò che le aveva detto Joon quella mattina, si allarmò.
«Sì, mi ha detto che era rimasto colpito da me e mi ha chiesto se volevo uscire con lui ...» cominciò a raccontare Sera «Mi è sembrato anche piuttosto insistente ... quando gli ho detto che ero fidanzata con Joon mi ha invitata a cena!»
«E tu ci sei andata?» chiese Soomin con voce tremante, temendo una risposta positiva.
«No!» mise subito in chiaro l’altra ragazza «Gli ho detto che Joon era geloso e non mi avrebbe lasciata andare ... non mi ispira fiducia G.O.»
Soomin sospirò sollevata. «Dovresti licenziarti da quel posto ...»
«Ci ho pensato un sacco di volte ... ma poi non potrei più aiutare le indagini.»
«Lo so, ma comunque siamo ad una svolta con Minho arrestato, quindi non credo che il tuo aiuto serva più … per favore, licenziati. Quel G.O non mi piace e non voglio che ti accada qualcosa ...»
Sera ci pensò un attimo «Proverò a parlarne con Joon … quando lo rivedrò. Ormai sono due giorni che è praticamente sparito. Gli mando un messaggio della buona notte magari …» disse prendendo in mano il cellulare e digitando «... ma sarà impegnato con l'interrogatorio.»
«Troppo arrabbiato per rispondere ...»
«Arrabbiato? Per cosa?»
«Ah … hem … ho detto arrabbiato? Intendevo impegnato … vedrai che domani potrete parlare tranquillamente .» tagliò corto Soomin. Anche se sapeva che i due stavano passando un brutto momento per uno stupido fraintendimento, non voleva intromettersi tra di loro. Finse uno sbadiglio «Che stanchezza ... credo che me ne andrò a letto ... Buona notte!»
«Buona notte Soomin!» disse Sera appoggiando sul comodino il cellulare e preparandosi anche lei per andare a letto.
«Aish … pabo Joon.» borbottò Soomin. 

Fine cap. 23
 

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Capitolo 24
*** Cap. 24 ***


 
Il mattino seguente, le sveglie di tutti quelli che erano in casa suonarono alle sette in punto.
«Mmmm» mugugnò Sera con gli occhi mezzi chiusi, allungando il braccio per raggiunge il telefono e spegnere la sveglia. Un attimo dopo Onew bussò alla porta «Buongiorno ragazze!» disse con un sorriso «La colazione è pronta!»
Soomin si infilò sotto le coperte senza rispondere. La mattina nemmeno il fascino di Onew poteva svegliarla. Sera si mise a sedere sul letto «Arriviamo!» la ragazza scosse appena Soomin ma non ci fu niente da fare, quindi si alzò, andò a farsi una doccia e a vestirsi e poi controllò il telefono. Non c’era nessun messaggio, nessuna chiamata e neanche una risposta alla buona notte che aveva inviato la sera prima a Joon. Ciò la rattristò un po’, ma non voleva che gli altri se ne accorgessero, quindi cercò di far finta di niente. Appena mise piede fuori dalla porta, si trovò davanti Taemin, che camminava in corridoio col sorriso stampato in faccia e il telefono in mano. Il ragazzo si stava scambiando dei messaggi con Hana.
«Hanaaa~~ buon giorno!»
«Tae~ dormito bene?»
«Sì ma mi manchi~ tra poco sono lì in centrale.»
«Oh~ mi sei mancato anche tu :** »
«A presto, bacio <3»
«Bacio <3»
 
Quando furono tutti pronti, Soomin compresa, si divisero: Onew, Mir, Soomin e Taemin andarono alla centrale, mentre Thunder sostituì Joon portando al lavoro Sera. Quest’ultima non sapeva se essere preoccupata o arrabbiata per il comportamento di Joon. Se davvero era così impegnato col lavoro, perché Seungho e Hana avevano trovato il tempo di farsi sentire mentre lui no? Sicuramente c’era sotto qualcos’altro, ma cosa? Prima di uscire di casa si era ricordata dei marschmallow comprati il giorno prima. Un’altra volta si trovò a maledire il proprio lavoro, non poteva nemmeno andare in centrale e portarglieli di persona, almeno avrebbe avuto una scusa per parlargli. Decise di affidarli a Soomin, chiedendole di darli a Joon e di riferirgli che era preoccupata e di contattarla quando aveva tempo.
«C’è un po’ di traffico …» disse Thunder riportando alla realtà Sera.
«Scendo qui.» disse lei aprendo la portiera dell’auto «A presto!» salutò Thunder e raggiunse l’ingresso del locale che era comunque abbastanza vicino.
«Buona giornata.» rispose lui tenendola d’occhio finché non scomparve dentro al bar.
 
Nel frattempo gli altri erano arrivati in centrale.
«Oh, Tae sei arrivato~!» disse Hana prendendogli il braccio in modo tenero.
«Ciao Hana!» Taemin le sorrise e le diede un bacio. Poi si accorse della stanchezza che traspariva dal suo volto nonostante stesse sorridendo. «Cavolo ... hai un aspetto distrutto … non hai dormito stanotte?» le chiese preoccupato.
Soomin ignorò Seungho per l’ennesima volta e si precipitò verso di Joon «Joon!!!» lo chiamò per richiamare la sua attenzione «Non avete dormito, vero?» il ragazzo annuì. Soomin gli passò il pacchetto di marshmallow «Da parte di Sera. Richiamala, è davvero preoccupata ... Ma prima fatti una dormita.»
«Un pacchetto di marshmallow … vuoto?» le chiese perplesso.
«Oh, beh, erano buoni …» disse sorridendo sperando di essere perdonata. Durante il tragitto in macchina se li era mangiati tutti! Joon la guardò male «Erano per me quindi ... me ne ricomprerai un pacchetto nuovo! Comunque hai scoperto qualcosa?» chiese a bassa voce.
Soomin ignorò la richiesta di Joon e passò direttamente alla domanda appena ricevuta «Scoperto cosa?»
«Di Sera ...»
«Ah, parlane con lei … comunque tranquillo.»
«Questo vuol dire che le hai parlato e sai qualcosa di certo?»
«Non mi intrometto tra di voi ...» rispose andandosene. Joon sospirò sconsolato.
 
«Minho ancora non ha cantato.» disse Seungho parlando con gli altri.
«Le ventiquattro ore di interrogatorio stanno per scadere, vero? Poi potrete tornare a casa per un po'?» chiese Taemin, pensando soprattutto a Hana. Vederla così stanca lo rattristava, non voleva che stesse male per colpa del lavoro.
«Sì. Spero che Minho parli presto ...» rispose Hana sospirando.
 
Le ventiquattro ore erano passate già da un po’, ma Minho non aveva ancora aperto bocca. «Ora basta …» disse Seungho rassegnato «Riportiamolo in cella.» i tre rinchiusero di nuovo Minho e lasciarono le chiavi ad altri agenti di turno. «Meglio se ci rimettiamo in forze e pensiamo a qualcosa di più efficace.» propose il leader.
«Come fa a resistere?» disse Joon esausto.
«Non riesco a capacitarmene …» continuò Seungho «Siamo liberi fino a domani mattina.» disse poi rivolto sia a Joon sia a Hana.
«Ok, allora io vado. Ci si vede domani!» la ragazza salutò i compagni e passò a prendere Taemin. «Eccomi! Sono libera, possiamo andare!»
«Sì! Andiamo Hana!» disse Taemin tutto contento per poi darle un altro bacio.
 
Prima di tornare a casa, Joon decise di andare alla caffetteria e parlare con Sera. Prima o poi avrebbe dovuto farlo e più aspettava più le cose sarebbero peggiorate. Nonostante la speranza che Sera non lo avesse tradito fosse quasi una certezza, sapere la verità da Sera in persona lo rendeva agitato.
«Buongiorno.» salutò entrando nel locale. Sera non si aspettava che sarebbe passato a trovarla, ma la cosa la rese felice almeno per un attimo. Si sbrigò a servire le ultime cose che aveva nel vassoio e si affrettò verso di Joon, prima che Jonghyun o Key la precedessero. 
«Joon-ah!» gli andò in contro sorridendo.
«Ehy...» disse lui leggermente imbarazzato. Sera non poté fare a meno di notare le profonde occhiaie sul suo volto «Avete lavorato tanto? Mi sembri così stanco …»
«Abbiamo interrog … provato a interrogare Minho ... ma non ha aperto bocca per ventiquattr’ore filate …»
«Hei, hai bisogno di un po' di riposo!» disse dandogli un bacio affettuoso sulla guancia. «Vuoi mangiare qualcosa?»
«Sì, grazie ... e magari anche un caffè per tenermi sveglio.» Joon fece una pausa, poi riprese a parlare «Senti … poi potresti prenderti qualche minuto di pausa? Vorrei parlarti …» il modo in cui Joon lo chiese, fece preoccupare Sera. Era forse successo qualcosa di grave?
«Aspettami un attimo qui, vado a chiedere se posso andare in pausa così pranzo con te.»
«Bene ...» rispose Joon. Meglio del previsto, avrebbe potuto parlarle con calma.
 
Sera andò a bussare all'ufficio di G.O «Boss?» chiese prima di entrare.
«Si, bella? Entra pure.»
Sera rimase sulla porta, il modo in cui G.O le si rivolgeva la insospettiva sempre di più «Avrei bisogno di un'oretta di pausa … è abbastanza urgente, la posso recuperare stando qui un'ora dopo la fine del turno?»
«Oh ... è successo qualcosa di grave?» le chiese con un tono che poteva sembrare apprensione.
«Ecco ... il mio ragazzo deve parlarmi urgentemente, non so ancora di cosa si tratta, ma è davvero un'emergenza.» esagerò un po’ Sera.
«Oh, il tuo ragazzo …» G.O diede l’impressione di rifletterci un po’ su «Ok. Recupererai l’ora alla fine del turno.»
«Grazie, boss.» Sera fece un inchino formale, chiuse la porta e corse a cambiarsi. Subito dopo raggiunse Joon che la stava aspettando all’ingresso del locale. «Eccomi, ho preso un'ora di pausa!» gli disse sorridendogli nervosamente «Usciamo un po' da qui e andiamo a mangiarci qualcosa di decente?»
«Va bene.»
 
I due andarono a pranzare in un posto lì vicino, raggiungibile a piedi, visto che un'ora di pausa non era tanta. Quando portarono quello che avevano ordinato, Joon non aveva ancora accennato a ciò di cui voleva parlarle, perciò fu Sera a chiederglielo. «Di cosa volevi parlarmi? Riguarda il caso?» disse prendendo della carne dal piatto e iniziando a mangiare.
«No ...» rispose Joon titubante «non riguarda il caso …» il ragazzo prese fiato, ma le sue parole risultarono comunque sfumate e poco decise «riguarda noi due.»
Improvvisamente Sera si cominciò a sentirsi davvero preoccupata, smise di mangiare e lo guardò come per dirgli di continuare.
«Mi è giunta voce di una cosa ...» ricominciò lentamente lui. Si stava sforzando di trovare le parole giuste mentre la ragazza era rimasta a fissarlo con sguardo interrogativo «E-ecco ... Sarò diretto ...» fece di nuovo una pausa «Mi hai tradito con G.O ...» Joon voleva solo chiederglielo ma per qualche strana ragione la frase risuonò più come un’affermazione.
«Cosa!?» disse Sera esterrefatta, alzando un po' troppo la voce. Subito cercò di rimodulare il tono e di parlare in modo più pacato «E da chi ti sarebbe giunta questa voce?» per quanto si sforzasse di mantenere la calma una nota di disappunto nella voce era più che evidente.
«Non cambiare argomento …» rispose Joon, che iniziava ad agitarsi.
«Non sto cambiando argomento, se permetti vorrei sapere chi dice certe stupidaggini sul mio conto!»
«Non importa chi l’ha detto ... dimmi solo se è vero. Non mi va di essere preso in giro!»
«Certo che importa! Chi può essere di così affidabile da spingerti a dubitare di me quando è ovvio che non è vero! Come avrei potuto tradirti, scusa?! E perché avrei dovuto soprattutto!?» Le parole di Joon erano state la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. «Non mi rivolgi la parola da tre giorni e all'improvviso te ne esci con un'accusa del genere!? Non hai visto tutti i messaggi che ti ho mandato? Non hai mai neanche pensato di rispondere alle mie chiamate!» Nel tono di voce di Sera si notava perfettamente che era offesa, delusa e anche arrabbiata con Joon. Il ragazzo non si aspettava una risposta del genere. Si rendeva conto che se l’equivoco era cresciuto fino a quel punto era stata colpa sua e iniziò a pentirsi di non averne voluto parlare prima. Non sapendo come controbattere rimase in silenzio, ma ciò non fece altro che peggiorare le cose. Da parte sua Sera interpretò il silenzio di Joon come indifferenza e ciò la ferì ancora di più.
«Evidentemente sono solo io l'idiota che si preoccupa di giustificarsi per qualcosa che non ha fatto.» Sera si alzò senza finire di mangiare «Questi sono per quello che ho ordinato io.» disse lasciando dei soldi sul tavolo, poi prese il cappotto e la borsa e uscì dal ristorante.
«Aspetta …» disse Joon nel tentativo di fermarla, ma ormai era troppo tardi.
 
Sera tornò al lavoro, anche se era in anticipo decise di entrare ugualmente nel café. Era così arrabbiata che non le importava se non aveva mangiato niente. Con aria scocciata andò a cambiarsi e poi tornò a servire ai tavoli.
«Hey, honey! Che succede?» le chiese Key. Il ragazzo era più che certo che il suo piano fosse andato in porto e voleva averne la certezza.
«Niente.» rispose Sera, involontariamente in modo un po’ brusco. Per Key questa risposta era più che sufficiente per capire che si trattasse di un litigio tra lei e Joon, se si fossero chiariti sarebbe tornata felice e contenta dalla chiacchierata. Soddisfatto e senza aggiungere nient’altro, il ragazzo tornò al lavoro.
Il tempo trascorse in fretta. Per tutto il pomeriggio Sera aveva guardato spesso l’orologio. Erano quasi le sei, il suo turno stava per giungere al termine e lei non aveva ancora deciso cosa fare. Era ancora terribilmente arrabbiata con Joon e credeva che anche lui non avesse voglia di vederla, esattamente come era successo nei tre giorni precedenti. Sera riportò a posto il vassoio e si avviò verso lo spogliatoio, quando G.O la chiamò.
«Sì?» rispose lei in modo formale.
«Tutto ok?»
«Nessun problema …»
«Intendo ... col tuo ragazzo.» Key aveva comunicato a G.O la riuscita del piano. Era il momento giusto per avvicinarsi a Sera.
«Perché questa domanda?» chiese lei senza sospettare nulla.
«Mi avevi detto che dovevi risolvere una questione importante ... volevo sapere se si è risolto tutto ... o se magari qualcosa ancora non va.»
«Ah …» Sera fece una breve pausa per riflettere e decise di mentire «E’ tutto a posto.» rispose forzando un sorriso.
«Ah ... però ho notato che ultimamente non viene a prenderti lui … oggi hai un passaggio fino a casa?»
«No, ma non c’è problema.»
«Come non c’è problema? E’ tardi, è pericoloso per una ragazza tornare a casa con i mezzi pubblici da sola a quest’ora!»
Sera rimase a guardarlo senza dire niente. Erano solo le sei, è vero che in inverno è buio, ma tutto questo pericolo non riusciva proprio a vederlo. Dove voleva arrivare G.O? Ci stava provando o c’era sotto qualcosa? Impossibile che sapesse dell’associazione di killer che voleva farla fuori, e anche se lo avesse saputo che avrebbe potuto farci, avrebbero semplicemente ucciso anche lui.
«Dai, vieni con me, ti do un passaggio fino a casa.» propose il ragazzo, certo che Sera avrebbe accettato.
«La ringrazio ma per oggi preferisco tornare da sola.» tagliò corto lei, salutando con un inchino e uscendo dal locale. G.O era un po’ indispettito da questo rifiuto secco, ma cercò di non darlo a vedere.
 
Appena fuori dalla porta, la ragazza controllò di avere nella borsa le chiavi di casa. Era più che convinta che Joon non si sarebbe fatto vedere, quindi non sarebbe certo andata a bussare a casa sua. Aveva iniziato a piovere da un po’, ma non aveva l’ombrello. Si affrettò verso la fermata del pullman riparandosi sotto la tettoia. Controllò sul tabellone gli orari; l’ultima corsa era alle sei e due minuti, ma il display del cellulare segnava già le sei e venti.
«Aish …» disse rimettendo in tasca il cellulare e pensando a cosa fare. Improvvisamente qualcuno comparve alle sue spalle «Dove vai?»
Era una voce che conosceva troppo bene, per un attimo pensò che fosse solo suggestione. Si girò lentamente verso il suo interlocutore «Joon?» disse sorpresa di vederlo.
«Andiamo ... L'ultimo bus è già passato ...» continuò il ragazzo avvicinandosi a lei.
«Pensavo non mi volessi più tra i piedi ...» affermò lei con tono più freddo possibile, decisa a rimanere sui suoi passi. Voleva mostrarsi arrabbiata davanti a lui, mentre dentro si sentiva morire e avrebbe solo voluto piangere.
«Non ho mai detto questo …» disse lui con un’espressione dispiaciuta sul viso.
«Sei convinto che io ti abbia tradito, che senso ha tornare a casa con te come se nulla fosse?»
«Non era quello che intendevo … mi hanno riferito questa cosa e come non potevo arrabbiarmi e diventare geloso? Io non ci volevo credere, ma poi ... tutto è diventato dubbio e non sapevo più quale fosse la verità …» cercò di spiegarsi lui.
«Non potevi chiedermelo subito?» chiese lei cercando di mantenere la calma reprimendo il senso di delusione e tristezza. «Sono arrivata addirittura a pensare che fosse solo una scusa per chiudere con me ... non riesco a pensare chi potrebbe averti detto una cosa del genere, e perché poi?»
«Ero troppo arrabbiato all'inizio ... anche se era quasi ovvio che si trattasse solo di un equivoco non avevo il coraggio di sentire la verità da te.»
Sera sospirò rassegnata «Non hai idea di quanto mi sono sentita offesa … ho pensato a te per tre giorni con tutte le buone intenzioni, e poi mi sono sentita accusare così ... mi ha fatto davvero male.»
«Mi dispiace …» rispose Joon tenendo lo sguardo rivolto verso il basso sentendosi terribilmente in colpa.
«Almeno mi credi ora?» chiese lei in modo pacato.
Joon fece cenno di sì con il capo, visibilmente dispiaciuto «Perdonami …»
«Dai, vieni qui.» disse Sera sorridendo e facendogli cenno di avvicinarsi per abbracciarlo. Joon lasciò cadere l’ombrello che teneva in mano e la strinse forte a sé. Per un po’ rimasero così, incuranti della pioggia che scrosciava sull’asfalto e sul tetto di vetro della pensilina. Quando Sera fece per sciogliere l’abbraccio, però, Joon non accennava a spostarsi «Hei, mica posso mettermi a coccolarti alla fermata dei pullman!» disse Sera ridendo.
«Perché no? Non c'è nessuno ...» rispose Joon alzando le spalle.
«Dai, è imbarazzante, torniamo a casa …» ribadì lei sempre ridendo.
«Ok, ok andiamo.» si arrese Joon prendendola per mano e avviandosi verso la macchina.

Fine cap. 24
 

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Capitolo 25
*** Cap. 25 ***



 
Il sole tiepido dell'inverno illuminava con troppa insistenza le vetrate della SIA. Nell'ufficio Hana e Seungho svolgevano il loro solito lavoro, mentre Soomin e Taemin erano in loro compagnia ma si annoiavano non avendo gran ché da fare. Nella parte più sotterranea dell'edifico Minho, nella sua fredda e buia cella, fremeva e non riusciva a darsi pace. I suoi compagni sarebbero venuti a salvarlo? L’associazione degli uomini in nero avrebbe davvero impiegato mezzi ed energie per ridargli la libertà? Improvvisamente il telefono del centralino squillò. Una voce sconosciuta chiese all'addetto di poter parlare con Minho. L'addetto lo mise in attesa e corse ad avvertire il responsabile del caso.
«Seungho, è arrivata una chiamata per Minho, cosa dobbiamo fare?»
Seungho e gli altri si voltarono verso l’addetto presi alla sprovvista. Il leader ci pensò un attimo e poi rispose «Possiamo permettergli di parlarci ... per legge non possiamo intercettare la chiamata, ma qualcosa nelle sue reazioni potrebbe tornarci utile. Che ne pensi Hana?»
«Sono d’accordo, magari è l'occasione buona per dare una svolta alle indagini.» disse la ragazza.
Seungho e Hana seguirono l'addetto e andarono a prelevare Minho dalla cella. Quando arrivarono lui era rannicchiato in un angolo della stanza e sentendoli alzò lo sguardo, probabilmente pensando che fosse già ora di un nuovo interrogatorio.
«Minho» richiamò la sua attenzione il leader.
«Mh?»
«Qualcuno ti cerca al telefono.» Seungho aprì la cella. Minho si alzò dal buio della stanza e uscì. Era visibilmente teso ed agitato, come se sapesse già che si trattava di qualcosa di grave. I due agenti lo scortarono fino alla cabina telefonica riservata ai detenuti, chiusero il vetro che li avrebbe separati da Minho e avrebbe impedito loro di invadere la sua privacy durante la telefonata. Attesero subito fuori, osservando le sue espressioni facciali senza poter sentire le sue parole.
Minho alzò la cornetta del ricevitore rispondendo con un flebile «Pronto?» Dall'altro capo del telefono ripose una voce a lui molto familiare. «Hanno chiamato quelli dell’associazione …»
«E che hanno detto?» il ragazzo sembrava agitato e ansioso di avere risposta.
Seguì una breve pausa dell’interlocutore «Non verranno a salvarti ...»
«Come? Cosa significa?» Minho cercò di mantenere la calma, ma quella breve frase aveva spento l’ultimo barlume di speranza che c’era in lui. Sentiva le forze andarsene, sarebbe potuto scivolare nello sconforto da un momento all’altro.
«Minho ... i capi hanno ritenuto che sarai un sacrificio indispensabile per l'organizzazione ... cerca di capire, non possono esporsi.»
Le parole dell’interlocutore accesero improvvisamente la rabbia del ragazzo, che tirò un pugno al muro con violenza. «Mi stai prendendo per il culo?!» rispose urlando «Sentiamo, cosa dovrei fare adesso, eh?!»
«Niente ... devi solo resistere e non fare nomi.»
«Che stai dicendo!? Ci sei in mezzo anche tu in questa merda! Non puoi far finta che non sia successo niente e sparire!»
«Gli ordini sono ordini, Minho …» la voce risuonò così fredda e distaccata da sembrare finta, come una recita.
«Byunghee!!! Bhyunghee!!!» urlò Minho in preda alla disperazione, ma il suo interlocutore aveva già interrotto la chiamata e tutto ciò che si sentiva dall’altro lato era il rumore del telefono che suonava a vuoto. «Se io vado a fondo vi trascinerò tutti con me! Tutti!» urlò Minho pieno di odio, come se al telefono potessero ancora sentirlo. Poi riagganciò la cornetta e uscì dalla cabina. Con gli occhi rossi e il sangue che gli pulsava nelle vene, seguì silenziosamente gli agenti fino alla cella.
 
Seungho e Hana erano rimasti stupiti da come Minho fosse sconvolto dalla telefonata e, non avendo potuto ascoltare a causa del vetro insonorizzante, non avevano idea di cosa i due si fossero detti. Discussero per quasi un’ora sul da farsi e infine decisero di interrogarlo nuovamente.  Minho si trovava seduto a braccia incrociate davanti al tavolo. La luce puntata addosso dava fastidio ai suoi occhi ormai abituati al buio della cella.
«Allora, sentiamo ... tu stesso hai ammesso di essere dell'organizzazione ...» gli si rivolse Seungho in modo aggressivo.
«Sì, lo ero …» Minho fece una breve pausa «Se parlo avrò totale protezione?»
Le labbra di Seungho si incurvarono in un ghigno soddisfatto. «Non posso assicurarlo ... ma se parlerai al processo avrai uno sconto della pena.»
Minho mostrò un attimo di esitazione. Hana era curiosa di sapere che cosa poteva aver fatto cambiare idea all’interrogato, ma allo stesso tempo aveva paura di scoprire la verità.
«Sono pronto a collaborare solo se mi assicurate che la mia vita non sarà in pericolo anche dopo aver fatto i nomi degli altri.» ricominciò a trattare Minho.
«Se farai i nomi li cattureremo e non avrai nulla da temere finché resteranno dietro alle sbarre.» Asserì Seungho.
Minho sembrò essersi convinto dopo aver sentito le parole del leader. D’altra parte non aveva molto da perdere. «Va bene.» Minho prese fiato e chiuse gli occhi. Non avrebbe fatto i nomi dei grandi capi, non per il momento. Prima di tutto avrebbe incastrato i suoi tre collaboratori, coloro che lo avevano tradito.
«Jung Byunghee, quello che conoscete come G.O; Kim Jonghyun e Kim Kibum, ovvero Key. Sono i miei collaboratori, lavorano tutti al bar di Sera». Seungho e Hana spalancarono gli occhi esterrefatti. I due agenti si guardarono negli occhi.
«Non c'è tempo da perdere, dobbiamo intervenire immediatamente!» Disse Hana facendo cenno a Minho di alzarsi e seguirla in cella mentre Seungho si diresse al piano superiore per telefonare a Joon e metterlo in guardia.
Joon rispose al telefono «Si?»
«Sei fuori dal locale?» chiese Seungho con fare allarmato.
«Sì, perché? Cosa succede?»
«Minho ha parlato! G.O, Key e Jonghyun sono dell'associazione!!!»
«Cosa?!» esclamò Joon incredulo. «Devo fare uscire Sera da lì ... o almeno avvertirla!»
«Dobbiamo agire al più presto, ma non possiamo fare irruzione in modo sconsiderato.» lo frenò Seungho.
«Cosa facciamo?»
«Io e Hana arriveremo a breve … per ora controlla la situazione da dove ti trovi. Appena arriveremo decideremo come agire. Intanto metti in guardia Sera, ma dille di non lasciarsi prendere dal panico e di assecondarli, soprattutto G.O.»
«Ok, ma fate in fretta!»
Seungho interruppe la chiamata. Subito dopo Hana lo raggiunse. «Hai già avvertito Joon? Per ora tutto bene al locale?»
«Sì, ma dobbiamo affrettarci, Joon ci sta aspettando.»
 
I due lasciarono subito l'edificio e in pochi minuti raggiunsero Joon fuori dal café.
«Qual è il piano?» chiese quest’ultimo.
«Dobbiamo lasciare che gli eventi prendano il giusto corso ... diciamo a Sera di assecondare G.O. Tutti sappiamo che ultimamente a cercato di avvicinarsi a lei … e ora tutto ha un senso, probabilmente non ci stava semplicemente provando, voleva isolarla, così sarebbe stata più vulnerabile e avrebbe potuto eliminarla. Sfrutteremo la situazione … Sera si lascerà convincere da G.O a seguirlo e quando saranno soli interverrai tu, Joon, e lo arresterai, se necessario anche con la forza. Nel frattempo io e Hana entreremo nel locale, ci avvicineremo a Jonghyun e Key e li arresteremo prima che possano correre in soccorso di G.O.»
«E’ troppo pericoloso!» disse Joon «Se qualcosa andasse storto Sera potrebbe morire!»
«So che è rischioso, ma è il modo più efficace per separarli e prenderli di sorpresa. E poi ho fiducia in voi, sono sicuro che se manteniamo la calma andrà tutto bene.» lo incoraggiò Seungho.
«D'accordo …»
«Grazie per aver capito.» Seungho rifletté un attimo e poi cominciò a dare ordini per coordinare la missione. «Joon, hai modo di contattare Sera?»
«Posso chiamarla sul cellulare …»
«Bene, io e Hana teniamo d’occhio il locale, tu avvertila e dille ciò che deve fare.»
Joon annuì, poi compose il numero di Sera e attese risposta. La ragazza, come al solito, teneva il cellulare nella tasca del grembiule, vedendo il numero di Joon sul display intuì che qualcosa non andava. Se non fosse stato nulla di urgente gliene avrebbe sicuramente parlato dopo, di solito non la chiamava durante le ore di lavoro. Posò il vassoio sul bancone e andò in bagno per rispondere senza essere sentita.
«Pronto?»
«Sera, sei sola?»
«Sì, sono sola. Joon, è successo qualcosa?»
 «Non ti spaventare, ok? Quello che ti sto per dire è importante, devi ascoltare bene, potresti essere in percolo.»
«Um?» Dall’altro capo del telefono Sera annuì silenziosamente come se potesse essere vista dal suo interlocutore. Joon proseguì col discorso «Minho ha parlato ... G.O, Key e Jonghyun sono suoi complici!»
«Cosa?!» la ragazza, incredula, alzò un po’ troppo il tono della voce. Quando se ne accorse riprese a parlare piano «Cosa? L ... loro sono ...?»
«Sì … abbiamo bisogno del tuo aiuto per arrestarli, te la senti?»
«Cosa dovrei fare esattamente?»
«Crediamo che G.O tenterà anche oggi di avvicinarsi a te. Quando lo farà cerca di assecondarlo. Probabilmente il suo scopo è di isolarti ed eliminarti, ma appena sarete da soli interverrò per fermarlo e arrestarlo.» cercò di spiegare brevemente Joon.
Sera deglutì nervosamente «Come faccio a comunicarvi quando sono sola con G.O?»
«Non preoccuparti ...» disse Joon accortosi della sua esitazione «Io, Seungho e Hana stiamo già tenendo sotto sorveglianza il locale da fuori, appena si avvicinerà a te interverremo. Non permetterei mai a G.O di toccarti, nemmeno con la punta delle dita ...»
Sera ci pensò ancora un attimo, poi arrivò alla sua decisione «Ok, vi aiuterò.»

Fine cap. 25

Scusate il ritardo con cui ho pubblicato il capitolo ... queste settiamane sono davvero infernali x.x
Spero vi sia piaciuto e alla prossima~ ;)
_Misaki_
 

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Capitolo 26
*** Cap. 26 ***



Erano passate ore dall'inizio dell'appostamento fuori dal café. G.O non sembrava volersi avvicinare a Sera, né tanto meno fare un passo falso. Che ai tre sospettati fosse giunta voce di essere stati scoperti? Se le cose stavano davvero così sarebbe stato un bel problema. Tutto sembrava normale, un locale come un altro, ma come potevano essere certi che G.O, Jonghyun e Key non nascondessero delle armi sotto ai vestiti o alle uniformi? Certo avrebbero potuto entrare e arrestarli dando fine a quell’attesa snervante, ma se si fosse dato inizio a un combattimento vero e proprio in mezzo ai clienti? Era troppo rischioso, qualcuno sarebbe sicuramente rimasto ferito. Si stava avvicinando l'ora di chiusura quando improvvisamente qualcosa sembrò muoversi. G.O chiamò Sera, la quale stava servendo ai tavoli.
«Hey ... possiamo parlare un attimo?»
Sera realizzò che il momento di intervenire era arrivato e inevitabilmente sentì la tensione crescere dentro di lei «Certo, ha bisogno di qualcosa?» disse cercando di restare sul vago e sembrare naturale.
«Niente di particolare, ma visto che si è annuvolato e sembra voglia piovere, che ne dici se ti riaccompagno a casa?»
«Oh, beh … ok … tanto anche oggi sono sola hehe. Dovrei cambiarmi un attimo prima di uscire …» mentì.
«Non preoccuparti, posso aspettare.» Così dicendo G.O incurvò le labbra in un sorriso
«Grazie.» Rispose Sera sorridendo in modo forzato e sparendo dietro alla porta dello spogliatoio. Mentre riponeva la divisa nell’armadietto fu quasi tentata di chiamare Joon al telefono per avvertirlo. Prese il cellulare e compose il numero, ma un attimo prima di dare avvio alla chiamata pensò che i tre agenti stavano sorvegliando il locale e probabilmente avevano visto ciò che stava accedendo. Una chiamata di troppo avrebbe messo a repentaglio la missione, non poteva essere certa che nessuno la stesse ascoltando. Lasciò cadere il cellulare nella borsa e raggiunse G.O, che come volevasi dimostrare era rimasto ad aspettarla subito fuori dalla porta.
«Eccomi!»
«Hai fatto in fretta!» le sorrise «Andiamo.»
Nel locale erano rimaste poche persone, ancora dieci minuti al massimo e avrebbero chiuso. G.O affidò le chiavi a Jonghyun e Key. Ora che quei tre si sono rivelati alleati tutta quella fiducia tra capo e dipendenti appare sotto un’altra luce, pensò Sera assistendo alla scena.
Arrivati alla macchina, G.O aprì la portiera alla ragazza per farla entrare e subito dopo si mise al volante. La ragazza sorrise nervosamente sedendosi al posto del passeggero. I minuti le sembravano interminabili, dov’era finito Joon? G.O stava per mettere in moto e poi chissà dove l’avrebbe portata e che ne avrebbe fatto di lei. Proprio mentre pensava queste cose, Joon aprì la portiera di G.O abbassandosi al suo livello per vederlo in faccia «Hey …»
«Mh? E tu che ci fai qui?» chiese l’altro indispettito.
«Credo che non sia difficile capirlo … sai, Minho ci ha detto tutto.» così dicendo Joon fece cenno a Sera di allontanarsi. Al segnale la ragazza aprì la portiera e mise un piede a terra per uscire, ma non fece in tempo a muovere un passo che G.O le afferrò il polso trattenendola. «Dove credi di andare!? Richiudi quella portiera!» urlò furioso.
«Lasciami!!!» Protestò lei strattonando il braccio per liberarsi dalla presa. G.O non le diede ascolto, era intento a cercare di chiudere l’atra portiera che però Joon teneva ferma. «Togliti di mezzo bastardo!»
«Tzk …» Joon senza esitare un attimo di più prese G.O per il colletto della giacca e lo trascinò fuori dall’auto. Sera approfittò della situazione per uscire e allontanarsi dal parcheggio. G.O naturalmente non rimase guardare; per liberarsi dalla presa spintonò violentemente Joon facendolo sbattere contro la macchina accanto alla sua. Poi gli tirò un pugno dritto nello stomaco. Joon si piegò su se stesso dal dolore acuto. Si fece forza e si rimise dritto per poi colpire G.O in pieno viso con tutta la rabbia che aveva in corpo, rompendogli il labbro inferiore. L’altro non si arrese e tornò all’attacco. Per alcuni minuti i due continuarono a picchiarsi e incassare i colpi finché Joon non riuscì a parare un pugno di G.O e gli fece perdere l’equilibrio colpendolo dietro al ginocchio. Anche una volta caduto a terra, G.O continuava a divincolarsi in continuazione, era fuori di sé. Joon gli tirò di nuovo un calcio per farlo stare fermo e gli puntò contro la pistola. «Rimani a terra o sparo! E credimi, la cosa non mi dispiacerebbe affatto ...»
G.O sputò del sangue a terra e rimase fermo pensando a come reagire, ma ormai non c’era più nulla da fare. Joon si abbassò verso di lui immobilizzandogli le braccia dietro alla schiena e ammanettandolo. Poi lo strattonò facendolo rialzare e lo chiuse nella macchina degli agenti rimanendo a tenerlo d’occhio.
 
Nel frattempo anche Seungho e Hana erano entrati in azione. Prima che Jonghyun e Key potessero accorgersi che G.O era in difficoltà e correre in suo soccorso, avevano fatto irruzione nel locale puntando le pistole contro di loro.
«Jonghyun, Key alzate le mani e voltatevi verso il muro!» Urlò Seungho in tono imperativo.
I pochi clienti rimasti cominciarono ad agitarsi e a entrare in panico.
«Mantenete la calma, è tutto sotto controllo!» Li rassicurò Hana. Naturalmente non era del tutto vero, i due potevano essere armati ma al momento non sembravano voler reagire.
«Cosa sta succedendo?» chiese Key incredulo fingendo di non c’entrare nulla. A tradirli fu invece l’espressione arrabbiata di Jonghyun che dentro di sé già imprecava contro di Minho.
«Mani dietro la testa, non azzardate mosse false!» ordinò Hana.
Jonghyun provò a reagire, ma i due agenti erano troppo vicini, il ragazzo non fece in tempo a fare un passo che Seungho lo afferrò per il collo sbattendolo contro il muro «Non pensarci neanche.»
«Ok, ok …» disse Jonghyun girandosi verso il muro e mettendo le mani dietro alla testa, forse sperando ci fosse un’altra occasione di fuggire.
«Più facile del previsto ...» Seungho bloccò energicamente le sue mani dietro alla sua schiena e lo ammanettò. Poi fece in modo da stringere la presa e lo trascinò alla macchina con l'intenzione di fargli abbastanza male. Quando vide che Jonghyun non reagiva, anche Key eseguì gli ordini e Hana lo ammanettò. «Fai piano, sono delicato!» protestò quasi in tono di scherzo. Entrambi furono portati nella macchina degli agenti, le portiere furono chiuse con la sicura in modo che non potessero scappare. Poco dopo l'arresto dei tre, la polizia inviò i suoi agenti Onew, Mir e Thunder che misero sotto sequestro il locale. I tre poliziotti si occuparono anche di interrogare i tre clienti presenti al momento dello scontro e di assicurarsi che stessero bene. Invece Jonghyun, Key e G.O furono portati in centrale con successo e sbattuti dietro alle sbarre in attesa di essere interrogati. Gli agenti dopo aver controllato tutto il procedimento nei minimi dettagli, tornarono in ufficio soddisfatti.
«Bene! Hana, Joon, avete fatto un ottimo lavoro!» si congratulò Seungho.
«Grazie!» rispose Joon battendo il cinque a Seungho e a Hana che sorrideva soddisfatta.
«E grazie anche a voi per la pazienza e la collaborazione.» continuò Seungho riferendosi a Sera, Temin e Soomin. «Per oggi abbiamo finito, quindi Joon vai pure in infermeria per un controllo. Meglio assicurarsi che sia tutto a posto dopo lo scontro con G.O.»
«Ma io sto benissimo, non mi serve!» protestò fingendo di non aver nulla mentre in realtà aveva dolori ovunque.
«Dai, vacci solo per sicurezza, lo sappiamo che stai benissimo ...» provò a insistere Sera un po’ preoccupata per lui.
«Ok, ma solo perché lo dici tu …» si arrese infine Joon andando in infermeria.
 
Un attimo dopo un uomo del personale entrò in ufficio. «Questa è per lei.» disse porgendo una lettera a Seungho con un inchino. Seungho ringraziò e prese la lettera. L’uomo lasciò l’ufficio. L’agente diede un’occhiata alla busta e i suoi occhi si illuminarono all’istante «Oh! Capita a pennello per festeggiare il primo vero successo! Il viaggio-premio per i dipendenti della S.I.A.!»
«Un viaggio? Dove?!» chiese Hana eccitata all’idea di partire.
Seungho aprì la busta e fece scorrere il depliant e i biglietti «Quest'anno è in una spa.»
«Qualcuno mi spiega?» chiese Soomin che non capiva di cosa stessero parlando. Seungho iniziò allora a spiegare «E’ semplice, ogni anno arrivano dei viaggi per gli agenti della nostra associazione. E’ una sorta di bonus.» «Perché non me ne hai mai parlato? Gli atri anni ci andavi da solo?» insinuò sospettosa Soomin.
«Gli altri anni sono stati dati ad altre squadre investigative, ogni anno cambia. Però abbiamo solo due biglietti ... ogni biglietto vale per due persone, quindi dobbiamo decidere chi andrà.»
«Sono sempre più marcioni … perché solo due biglietti se siamo in tre?» protestò Hana offesa.
«Già …» annuì Seungho «Comunque direi di decidere chi andrà facendo un’estrazione.
In quel momento Joon tornò dall’infermeria con qualche cerotto qua e là. «Estrazione? Per cosa?»
«Sono arrivati i viaggi premio per andare domani e domenica alla spa! Questa volta tocca alla nostra squadra!» rispose Hana col sorriso stampato in faccia.
«Finalmente anche noi riceviamo un premio!» esultò Joon.
«Però abbiamo solo due biglietti per due coppie, quindi dobbiamo decidere chi andrà.» L’espressione di Hana si fece più seria.
Seungho nel frattempo aveva preparato dei bigliettini e li aveva messi nel suo cappello con la visiera. «Prego, Hana. Estrai prima tu.» disse porgendole il cappello. Hana si concentrò ed estrasse. Prese il pezzetto di carta tra le mani e lo aprì. Nella parte interna c’era scritto: Hai vinto!
«Ho vinto?» chiese incredula per poi realizzare di essere la fortunata «Ho vinto!!! Sii!!!»
«Brava Hanaaaa!» disse Taemin correndo ad abbracciarla tutto contento che sarebbe andato con lei alla spa.
«E ora tocca a Joon.» disse Sungho porgendo il cappello al collega. Joon, come aveva fatto prima Hana, si concentrò ed estrasse. «Questo qui!» disse prendendo il suo biglietto. Lo girò un attimo tra le mani, poi lo aprì e lesse. All’interno c’era scritto: Hai perso :P
«Noooo! Non è giusto …» protestò Joon deprimendosi.
«Dai, non fa niente, andremo un’altra volta.» cercò di consolarlo Sera anche lei dispiaciuta di aver perso.
«La prossima volta andrete voi!» cercò di tirargli su il morale anche Hana.
Seungho estrasse l'ultimo biglietto e mostrò a tutti la scritta Hai vinto «Hahahah si parte!!!»

Fine cap. 26

E finalmente i colpevoli sono stati arrestati! Ma non credete che sia finita qua ;) C'è ancora molto lavoro da fare per i nostri agenti, e anche le situazioni sentimentali si stanno evolvendo :3
Visto che, per motivi tecnici, salteremo la pubblicazione la prossima settimana, colgo l'occasione per ringraziare chi ci ha seguito per tutto quest'anno, la nostra fedele recensitrice ;) e augurare a tutti Buon Natale e Felice Anno Nuovo~!
 

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Capitolo 27
*** Cap. 27 ***



Qualche nuvola grigia copriva il cielo del sabato mattina, ma niente avrebbe potuto abbattere l'umore di Soomin e Seungho. Due giorni e una notte in una spa di lusso! Anche se fosse scoppiato un temporale si sarebbero potuti godere il weekend.
«Spa, spa, spa, spaaa!» ripeteva allegramente Soomin. I due avevano appena messo piede in camera e stavano subito cercando il costume nelle valigie.
«Eccolo qua!» disse Seungho mettendo da parte il costume e richiudendo la valigia «Da dove partiamo? Piscina, sauna, bagno turco?»
«Mmmmh ...» Soomin si fermò a pensare osservando il depliant «Non lo so … c'è l'imbarazzo della scelta! Cosa ne dici se prima ci rilassiamo nell'idromassaggio?»
«Ottima idea! Vai pure a cambiarti prima tu.»
«Ok!» Soomin entrò in bagno e si cambiò nel suo bikini rosso.
Quando la vide, Seungho rimase imbambolato per un attimo ad osservarla, rapito dalla sua bellezza; poi scosse la testa e tornò in sé. «Hem, dunque vado a cambiarmi anch’io ...» Entrò in bagno e un attimo dopo tornò anche lui con costume da bagno rosso, bianco e blu.
Seungho mise un braccio intorno alla vita di Soomin e i due si avviarono insieme verso l’idromassaggio. Una volta arrivati si accomodarono nella vasca. Essendo ancora mattina la folla non era arrivata e l'idromassaggio era tutto loro.
«Waaa relax perfetto!» disse Seungho sistemandosi vicino a Soomin e tenendole la mano mentre si godeva il massaggio dell'acqua. Anche la ragazza distese i nervi e si rilassò «Perché non ne mettiamo una in bagno al posto della vasca normale?»
«Potremmo farlo davvero quando avrò una promozione.»
«Spero te ne diano una al più presto! Ingrati ... Il mio panda è vecchio e se la merita!»
«Yah! Non sono vecchio!» Dal momento che nessuno poteva vederli, Seungho decise di accennare un bacio sulle labbra di Soomin. Ma la pace non poteva durare troppo a lungo, un'altra coppia mise piede nella vasca proprio in quel momento. «Buongiorno capo!» Hana, in un due pezzi rosa sgargiante, fece la sua comparsa con Taemin al suo fianco. «Vi state godendo la vacanza?»
«Aish … Hana, Taemin! perché non provate la sauna?» tentò di cacciarli gentilmente Seungho. Soomin si mise a schizzare Hana per allontanarla «Piccola malvagia Hana …»
«Ma che!?» protestò lei «Andiamo Tae, qui ci bullizzano!»
«Tsk, solo perché sono più grandi vogliono pomiciare in santa pace.» sbuffò l’idol in modo tenero. «Andiamo, Hana. Facciamo il percorso con le luci!»
«Uh! Figo!» disse Hana esaminando il percorso da lontano con lo sguardo.
«Ecco, fate il percorso con le luci … e non tornate!» aggiunse Soomin ridendo malvagiamente.
I due ignorarono le parole di Soomin, Taemin prese per mano Hana e insieme corsero verso il percorso con le luci come due bambini.
«Dove eravamo rimasti?» chiese Seungho facendo le labbrucce e a Soomin.
«Che sei vecchio e devi farti dare un aumento ...» rispose lei per poi baciarlo.
 
Nel frattempo gli altri due erano finiti a giocare a mission impossible nel percorso con le luci
«Agente Hana, faccio strada io!» disse il ragazzo impugnando una banana presa dalla zona relax e avanzando tra gli spruzzi e le luci colorate.
«Agente Tae, cos'è tutta questa dimestichezza con le banane ...?»
Un’anziana signora che era sulle sdraio a godersi al caldo il relax aveva visto Taemin e lo stava osservando in modo sospettoso. Taemin si guardò intorno e vedendo la vecchia si nascose dietro alla parete. Abbandonò là dietro la banana e terminò il percorso con una capriola. «Tadaaan!»
«Hai mai pensato di entrare nel corpo degli agenti segreti?» chiese Hana stupita dalle sue abilità … tralasciando la banana.
«Sì, ma mi piace anche il mio lavoro di idol, mi manca un po' tornare sul palco, ormai sono in pausa da tanto!»
«Stavo scherzando, è solo che dopo la capriola di prima pensavo potessi essere adatto. Hahah»
«Hehehe modestamente sono piuttosto atletico! Che ne dici di andare nella piscina calda ora?»
«Sì, andiamo!»
Taemin e Hana entrano nella piscina calda ma ovunque si giravano vedevano persone anziane appostate sulle sdraiette dei massaggi, a galleggiare in mezzo all’acqua e in tutti gli altri angoli. Possibile che fosse così frequentata da anziani quella spa!? O l’associazione li stava prendendo in giro o i vecchi sono quelli che hanno i soldi e il tempo per andare alla spa nel fine settimana. Lasciando da parte questo dubbio esistenziale, Hana si avvicinò a Taemin e gli sussurrò all’orecchio «Andiamo in un posticino appartato …»
«Sì, fuggiamo …»
Detto, fatto. I due si trovarono un posticino dove stare, dietro a una roccia finta nascosta da un getto d’acqua per i massaggi. Hana si appoggiò con la schiena alla parete rocciosa, Taemin si avvicinò a lei e senza preavviso la baciò. La ragazza arrossì per un attimo, poi abbracciò Taemin e ricambiò il bacio.
 
Tra un bagno in piscina e un massaggio rilassante, in un batter d'occhio arrivò il sabato sera per le due coppiette alla spa. Qualcuno che era rimasto a casa, però, non se la se la stava passando altrettanto bene. «Arg … ho fame, mi annoio … voglio un massaggio …» Mentre Joon era sdraiato sul divano a lamentarsi e a pensare a quanto probabilmente si stavano divertendo gli altri alla spa, Sera era in cucina davanti ai fornelli ma, anzi che controllare che il cibo nella padella non si attaccasse al fondo, pensava a tutt'altro con lo sguardo perso nel vuoto. Sentendo uno strano odore Joon fece la sua comparsa in cucina «C’è puzza di bruciato …»
Sera si risvegliò dai sui pensieri notando che una presina stava andando a fuoco «Oh no!» cominciò a sventolarla per spegnere il fuoco ma niente, allora la buttò per terra e iniziò a pestarla ma nell’operazione picchiò con il gomito il manico della padella rovesciandola. «Aish!» imprecò Sera lasciandosi cadere su una sedia, rassegnata.
«Chiamo al take away!» disse Joon ridendo.
«Uff, potevi chiamarlo fin da subito.» protestò lei pulendo sommariamente il pavimento. Poi se ne andò sul divano con aria depressa.
«Pff … ora è colpa mia?» la seguì lui.
«Non ho detto che è colpa tua. Ma cerca di capire, ora sono anche disoccupata, è normale che non sia particolarmente felice …»
«Almeno abbiamo tempo per stare insieme!» disse Joon abbracciandola.
«Ma le bollette non si pagano da sole …»
«Va bene anche se lavoro solo io per ora … non è una tragedia!»
«Ma prima o poi dovrò tornare ad abitare a casa mia.»
«Perché non ti trasferisci qui? Sarebbe più semplice per tutti e due …»
«Mi piacerebbe, ma ci sarebbero molte cose da fare. Dovrei vendere l’altro appartamento, trasferire tutte le cose …»
Mentre i due parlavano suonò il campanello. «Vai tu?» chiese Sera. Joon si alzò e andò a rispondere. Era arrivata la cena. I due apparecchiarono e si sedettero a tavola a mangiare.
«Cosa facciamo dopo cena? Cerchiamo qualche film?» provò a proporre Sera.
«Se vuoi …»
«In realtà vorrei farmi un bel bagno caldo sognando di essere alla spa. Però così rimarresti da solo …»
«Oppure possiamo fare il bagno insieme!» affermò Joon con disinvoltura.
«Come scusa?»
«Perché solo tu dovresti farti un bel bagno caldo come alla spa? E poi così si risparmia acqua e tempo …»
«Beh in effetti il ragionamento fila …» disse lei fingendo di essersi convinta, mentre in realtà aveva già capito le palesi intenzioni di Joon. «Per fortuna ho portato da casa anche il costume da bagno!» aggiunse tanto per vedere la sua reazione.
«A cosa serve il costume? Non sei al mare, non ti vede nessuno …» si affrettò a precisare lui.
«Oh beh, io ce l'avrei un'idea di chi mi vedrebbe … una persona che in questo momento sta facendo pensieri poco casti …»
«Ma non è la prima volta che ti vedrei nuda.» Joon annuì convinto alla sua stessa affermazione.
«Ma sentilo!» Sera scoppiò a ridere «Sei proprio un pervertito!»
«But you love me!!» disse Joon in tono quasi serio ma con la sua terribile pronuncia inglese e la bocca mezza piena di cibo. Sera scoppiò a ridere ancora più forte «Ti concedo di sognarti la spa solo per l’impegno che ci stai mettendo!»
Dopo cena, Sera prese il comando della situazione «Bene, ricreiamo una spa in casa!» disse determinata «Tu sparecchia qui, io vado a cercare quello che serve.»
«Yes ma'am!» Joon da bravo casalingo sparecchiò e pulì tutto. Nel frattempo Sera si era messa a cercare per tutta casa qualcosa che potesse tornar loro utile. Alla fine in un angolo dello sgabuzzino trovò delle candeline profumate mai state utilizzate prima. Dopo aver riempito la vasca di acqua bollente accese le candeline e le dispose qua e là per il bagno.
«Ecco fatto!» disse soddisfatta del proprio lavoro.
«Wow!» esclamò Joon entrando nel bagno «Dove hai trovato questa roba? Non sapevo nemmeno di averla in casa!»
«Magia! Hahaha … ho trovato tutto in una scatola remota dello sgabuzzino.»
«Bene, bene …» Joon iniziò a togliersi velocemente i vestiti.
«Quanta fretta …»
«Anche io voglio rilassarmi come i traditori!» disse immergendosi nell’acqua bollente.
Sera si svestì con più calma, si legò i capelli e poi anche lei entrò nella vasca, sedendosi dal lato opposto rispetto a Joon.
«Non ti senti anche tu già rilassata?»
Sera annuì mettendosi comoda con la schiena contro il bordo della vasca. Joon non perse tempo e ne approfittò per avvicinarsi furtivamente a lei «Hello …» disse dandole un bacio sulla guancia e poi un’altro sulla bocca. «Ciao …» rispose lei prima di ricambiare il bacio. Joon si separò un attimo da Sera per avvicinarsi di più e poi ricominciò a baciarla con più passione.
«Ci avrei scommesso haha» Sera interruppe per un attimo il bacio spostando le sue braccia dai bordi della vasca a intorno al collo di Joon.
«Non puoi biasimarmi, stiamo troppo poco insieme e quindi ne devo approfittare …» ricominciò di nuovo a giustificarsi lui con un’espressione fin troppo innocente sul volto.
«Mi sembra giusto …» rispose lei ridacchiando.
Joon appoggiò un braccio sul bordo della vasca per sostenersi e si sporse verso di Sera incominciando a baciarla sul collo, lasciandole un lieve segno rosso. Fece scivolare la mano libera lungo il fianco e la gamba di Sera, poi la portò di nuovo attorno alla vita della ragazza, sistemandosi in modo da avere più spazio.

«Non sai quanto mi mancava stare solo con te …» le sussurrò dolcemente.
La flebile luce delle candele e il leggero profumo di lavanda avevano creato un’atmosfera ancora più romantica e forse anche un Joon più romantico.

Fine cap. 27

Ed eccoci con un nuovo capitolo!!! :D
Buon 2016 a tutti~ !!!

 

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Capitolo 28
*** Cap. 28 ***



Erano passati tre giorni, tre giorni rinchiusi nella stessa cella buia e umida, mangiando poco o niente. Era mattina presto, nonostante i quattro non potessero vedere fuori, non avevano certo perso il senso del tempo. L’orologio appeso in alto, fuori dalla cella, era illuminato da una flebile luce proveniente dal corridoio. Erano le cinque e quarantatré minuti del lunedì mattina. Ora dopo ora la tensione saliva e anche mantenere la calma era diventato impossibile.
«Era proprio necessario spifferare tutto, Minho?!» sbottò improvvisamente G.O in tono polemico. «Sai che ora siamo tutti nella merda, vero?! Quegli stronzi non muoveranno un dito per tirarci fuori!»
Minho non si scompose, rimase appoggiato al muro con gli occhi chiusi e scandì con calma le parole «Se vado a fondo voi venite con me ...»
«Aigo! Smettetela!» interruppe Key «Vediamo di trovare un modo per uscire da qui!»
L’intervento di Key fece arrabbiare ancora di più G.O. Il ragazzo sbatté un pugno contro il muro e alzò ancora di più il tono di voce «Non ci faranno mai uscire di qui con tutta la gente che abbiamo ammazzato!»
«Un modo c'è ...» disse Minho sempre in tono pacato.
«Di cosa parli?» si intromise Jonghyun.
«Dobbiamo negoziare con la polizia.» rispose Minho.
«Anche così non ne usciremo indenni ... merda!» continuò il più basso.
«Jong, forse Minho ha ragione ... se parliamo magari avremo uno sconto sulla pena ...» disse Key.
«Esattamente ...» annuì Minho.
«Mi auguro vivamente che sia così!» strepitò G.O.
«Dobbiamo trovare il modo di essere il più d'aiuto possibile alle indagini … sicuramente oggi verranno ad interrogarci!» continuò Key.
Dopo un attimo di scetticismo, G.O sembrò essersi convinto «Basta, è deciso ... diremo tutto e contratteremo la nostra libertà.»
«E spero che questi agenti ci proteggeranno … una volta confessato tutto rischiamo di essere fatti fuori da un momento all'altro …» aggiunse Key.
 
Alle otto di mattina gli agenti arrivarono in centrale con un weekend di riposo alle spalle. Seungho e Soomin furono i primi ad arrivare. Il ragazzo entrò in ufficio stiracchiandosi «Uff sono già finite le vacanze!» Un attimo dopo arrivarono anche Sera e Joon.
«Buongiorno!» disse la ragazza «Come è andato il weekend alla Spa?»
«Bene! Ci voleva proprio un po' di riposo ... ma adesso ho ancora meno voglia di lavorare!» rispose Seungho. Il solo pensiero di ricominciare la trafila di interrogatori abbatteva tutte le sue energie.
«Disse quello che è stato in una Spa …» si lamentò Joon.
«Voi due tutto bene?» chiese Seungho ignorando la frecciatina del collega.
«Sì, anche noi ne abbiamo approfittato per riposare un po'.» rispose Sera.
Poi il capo cambiò discorso «Tra poco dobbiamo andare ad interrogare i quattro ... ma che fine avrà fatto Hana?»
«Eccomi! Scusate il ritardo!» disse la ragazza più piccola comparendo sulla porta col fiatone. Taemin la raggiunse un attimo dopo «Scusate, colpa mia, mi sono svegliato tardi!»
«Non avevo dubbi che fossi tu il colpevole …» commentò Seungho. «Forza, andiamo a interrogare.»
I tre agenti, come di routine, lasciarono Soomin, Sera e Taemin in ufficio e si diressero verso le celle. Il piano era prelevare i quattro uno alla volta e interrogarli singolarmente. Dal momento che Minho aveva già subito ore di interrogatori le settimane precedenti, decisero di cominciare con G.O, essendo lui il capo probabilmente ne sapeva più degli altri.
Seungho aveva preso posto al tavolo degli interrogatori, di fronte a G.O. Joon e Hana invece controllavano da oltre il vetro e registravano l’interrogatorio. «Bene ... inizi tu o faccio io delle domande?» disse il leader scrocchiando le dita.
G.O, per nulla intimorito, decise di mettere subito in chiaro le cose «Prima di iniziare qualsiasi interrogatorio voglio fare una premessa ... mi faccio portavoce anche di tutti gli altri.» disse guardando Seungho negli occhi. «La nostra associazione non ci verrà certo a salvare, quindi vogliamo contrattare le informazioni che vi daremo con la nostra libertà. Vi posso assicurare che vi daremo informazioni corrette e di estrema rilevanza, quindi ora voglio sapere ... quanto ci guadagneremo noi collaborando?»
I due agenti dietro allo specchio si scambiarono uno sguardo carico di stupore e diffidenza. Poi Seungho prese di nuovo la parola «Non posso dirtelo con precisione, dipende da quante e quanto importanti saranno le informazioni che ci darete. Sicuramente dovrete comunque scontare parte della pena, ma potrebbe essere molto meno gravosa di quella stimata finora. Quindi non perdiamo tempo, iniziamo con l'interrogatorio.»
«Un'altra cosa ...» interruppe di nuovo G.O «Voglio che assicuriate la nostra incolumità finché anche tutti gli altri non saranno dietro alle sbarre.»
«Faremo tutto ciò che è in nostro potere per proteggervi.» promise Seungho. «Ora non perdiamo tempo, dicci per chi lavorate.» il leader sbatté le mani sul tavolo sporgendosi verso l’interrogato.
«Per una vera e propria organizzazione criminale, credo che ve ne siate già accorti …»
«Direi proprio di sì baffuto dei miei stivali …»
«Se pensate di prenderli tutti … voi tre, da soli … beh, vi sbagliate.»
«Lo avevamo già messo in conto. Quali sarebbero le informazioni importanti di cui parlavi?»
«Innanzi tutto, la nostra base … è in un luogo che conoscete molto bene ... si trova all'ultimo piano dell’Infinity Tower di Incheon.»
I tre agenti spalancarono gli occhi. L’Infinity Tower, l’unico grattacielo trasparente al mondo, era stato da poco ultimato; un edificio vicino all’aeroporto, dedicato al tempo libero e al divertimento, perfettamente accessibile al pubblico. Come poteva un’associazione criminale avere sede lì e passare del tutto inosservata?
«Sorpresi?» disse sarcasticamente G.O «L'ultimo piano non è accessibile al pubblico. Lì ci sono i nostri capi. Sono stati loro a finanziarne in parte la costruzione con fondi illegali e ne hanno ottenuto così un paino intero. E’ da lì che ci mandano tutte le direttive.»
«Immagino ci sia qualcos’altro che dobbiamo sapere …» Seungho lo spronò a continuare.
«In tutto siamo 325 killer, noi 4 compresi. Uccidiamo su commissione in tutta la Corea e stavamo progettando di espanderci anche all'estero. Comunque non è poi così difficile localizzarci ... ognuno di noi ha un GPS inserito nel braccio.»
«Assurdo …» disse Seungho attonito «E come dovremmo fare a localizzare questi GPS?»
«All'ultimo piano dell'edificio ci sono delle postazioni di controllo. Circa 50 dei killer non sono altro che hacker e geni informatici. Tengono d'occhio le posizioni degli altri e impartiscono ordini digitalmente.»
«Quindi immagino ci siano solo loro nell’Infinity Tower … cinquanta persone non sono tante da catturare.»
«Frena … ci sono altre 20 persone nel grattacielo … si occupano della parte burocratica, se così si può chiamare …»
«Quindi sanno che siete qui?»
«Esattamente. E sappiamo per certo che non ci salveranno. Come da protocollo verremo rimpiazzati e il nostro numero sarà assegnato a qualcun altro.»
«Aish … dobbiamo fare irruzione il prima possibile. Di sicuro sanno che questi quattro sono stati presi … è un po’ come avvisarli in anticipo …» disse Joon tra sé e sé.
«Chi sono i boss?» chiese Seungho.
«Kim Young-Min e Jung I-Seul. Un uomo e una donna ... sicuramente anche loro saranno all’Infinity Tower
«Bene, può bastare.» disse Seungho alzandosi.
«Comunque …» lo fermò G.O «A nostra discolpa vorrei aggiungere che il produttore che abbiamo assassinato era solo feccia ... aveva un circolo illegale di denaro e droga, da poco aveva cominciato a fare concorrenza ad altri del settore e ci hanno chiesto di eliminarlo per non sporcarsi le mani ... le altre vittime sono state uccise solo per rispettare il protocollo dell'associazione: niente testimoni.»
«Quindi gli altri testimoni sono ancora in pericolo?»
«Tempo due giorni e saremo tutti e quattro rimpiazzati ... quindi sì, continueranno da dove ci siamo fermati. Taemin, Soomin, Sera … e altri che nemmeno conoscete, sono ancora in pericolo.»
«Può bastare.» disse Seungho alzandosi in piedi e facendo cenno ad Hana e Joon di entrare. La situazione era piuttosto preoccupante, avevano temporeggiato fin troppo, ma per la riuscita della missione la tempistica era tutto. Ora che sapevano tutti i dettagli non bisognava perdere nemmeno un minuto. I colleghi lo raggiunsero e lo aiutarono a scortare G.O in cella.
«Hana, Joon, occupatevi di interrogare gli altri tre. Io andrò a discutere con i capi. Dobbiamo organizzare un blitz all’Infinity Tower, non c’è tempo da perdere.» ordinò Seungho dirigendosi dai boss. I due agenti annuirono ed eseguirono gli ordini. Interrogare gli altri fu abbastanza facile, anche loro risposero senza problemi e le informazioni date coincidevano con quelle di G.O.
Grazie alla riunione convocata d’urgenza con i capi, Seungho riuscì ad ottenere la collaborazione di diversi agenti: L’indomani tutto sarebbe stato pronto e avrebbero potuto fare irruzione nell’Infinity Tower.

Fine cap.28

Con questo capitolo vengono finalmente alla luce molte cose. Ci stiamo avviando verso la conclusione.
Riusciranno gli agenti a distruggere l'organizzazione criminale? Lo scopriremo presto ;)
_Misaki_
 

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Capitolo 29
*** Cap. 29 ***



Il giorno seguente tutto era già pronto per il blitz. Gli agenti si trovavano in macchina verso Incheon. Nonostante avessero ottenuto parecchi rinforzi che li avrebbero aiutati ad annientare il nemico, la tensione era palpabile nell'aria; persino Seungho che di solito guidava in modo rilassato, quel giorno era visibilmente nervoso. Dopo un silenzio carico di angoscia, finalmente Joon prese la parola per alleggerire l’atmosfera «Seungho, tutto ok?»
«Um …?» Il leader sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri «Sì, tutto ok.»
«Mi sembri troppo teso ... sai che non va bene ...»
«Non preoccuparti, è tutto sotto controllo. Avete con voi l'equipaggiamento, vero?»
I due annuirono.
«Hana, ti occuperai tu della password e delle impronte di G.O?»
«Sì, ho tutto l'occorrente.» lo rassicurò lei.
«Quanto manca all'arrivo?» chiese Joon.
«Tra circa dieci minuti saremo ad Incheon.»
Dopo poco raggiunsero l'Infinity Tower. Aspettarono che tutti gli agenti dell'associazione raggiungessero il luogo e prendessero posizione all'interno dell'edificio, poi i tre entrarono confondendosi con la folla dell'ora di punta.
«Cavolo quanta gente ... speriamo non rimanga coinvolto nessun civile.» commentò Joon entrando in ascensore con gli altri.
«Andrà tutto bene, i nostri agenti sono pronti ai loro posti.» disse Hana. Seungho si limitò ad annuire. La riuscita o il fallimento della missione gravavano soprattutto sulle sue spalle essendo il leader. Arrivati finalmente all'ultimo piano, si trovarono di fronte alla porta che aveva loro descritto G.O. Un cartello vietava l’accesso ai non autorizzati.
«Hana, tocca a te.» disse Joon lasciandole spazio davanti ai sensori della porta.
La ragazza prese una piccola valigetta nella quale teneva l'occorrente ed estrasse la falsificazione delle impronte di G.O; poi si avvicinò al lettore e digitò la prima password. Con un leggero suono di conferma, il lettore accettò la password e richiese il passaggio successivo. Hana appoggiò quindi la riproduzione delle impronte sul lettore e, dopo pochi secondi che sembrarono interminabili, comparve la scritta "access allowed". La porta fece un clack e si sbloccò.
Seungho impugnò la pistola e si avvicinò per primo dicendo agli altri di seguirlo. Aprì la porta con energia e iniziò ad avanzare. Hana e Joon lo seguirono anche loro armati. Evidentemente, però, non erano stati abbastanza indiscreti, alcuni assassini dell'associazione li stavano già aspettando a pochi passi dall’ingresso. Seungho sparò un colpo per farli indietreggiare e poi andò all'attacco. Questione di pochi secondi e sarebbero arrivati i rinforzi.
«Merda! Ci stanno già aspettando ...» imprecò Joon.
«Sono stati più veloci del previsto …» osservò Hana.
I tre agenti si erano già lanciati in un corpo a corpo con i killer, quando dal corridoio giunse alle loro orecchie un rumore di passi frettolosi. Erano i rinforzi.
«Andate avanti, vi copriamo le spalle!» disse il capo dell'altro gruppo gettandosi contro il nemico con i suoi sottoposti.
«Ricevuto!» esclamò Seungho «Joon, Hana, da questa parte!» Il leader, che aveva studiato minuziosamente il percorso insegnatogli da G.O, fece strada agli altri due.
Un’unità di agenti seguì i tre e fece in modo di farli avanzare il più possibile tenendo impegnati i killer che man mano li attaccavano. In cinque minuti la squadra di Seungho era arrivata davanti all'ufficio, dove tre killer controllavano la porta d'ingresso.
«Hana, sinistra. Joon destra. Io quello al centro.» ordinò velocemente; poi iniziò a colpire il nemico. Il killer per un po' rispose al suo attacco, ma i suoi riflessi non erano all'altezza di quelli di Seungho, che riuscì a colpirlo dietro alla nuca con l'impugnatura della pistola, facendolo svenire sul pavimento. Anche Hana e Joon non persero tempo e attaccarono gli altri due. Hana fermò un pugno del nemico con la mano destra mentre con la sinistra fece leva sul gomito per poi portargli il braccio dietro alla schiena in una morsa dolorosa e finirlo con un colpo sulla nuca che lo rese inoffensivo. Joon attaccò più volte il nemico che però rispondeva abbastanza bene ai colpi. Persa la pazienza gli diede un pugno in pieno volto, stordendolo e poi con un calcio lo scaraventò contro la porta che si aprì con frastuono. I rumori provenienti da fuori avevano già attirato l'attenzione dei due boss rifugiati nell'ufficio. Non appena la porta si aprì e il killer cadde inerme all’ingresso della stanza, i due boss si girarono verso i tre agenti con sguardo spaventato. Erano un uomo e una donna sulla cinquantina. Entrambi panciuti e ben vestiti, probabilmente marito e moglie. La donna era anche ricoperta di gioielli da testa a piedi. A difenderli c'erano due uomini altissimi e muscolosi che avevano tutto l'aspetto di boxer o wrestler.
«Che aspettate!?» urlò la donna in tono fastidiosamente acuto.
I due si scagliarono all'attacco con un urlo inquietante. Il cagnolino che aveva in braccio la donna, un chiwawa, iniziò ad abbaiare rabbiosamente come se avesse visto un gatto. Lei diede un buffetto al cane e scappò con il marito attraverso una porta situata in fondo alla stanza, sulla destra.
Uno dei due uomini andò verso Joon, lo prese al collo e lo spinse con forza verso l’armadio di vetro, frantumando in mille pezzi la vetrina. Il ragazzo era stato preso un po’ alla sprovvista. Durante l’impatto alcuni frammenti di vetro lo avevano ferito al collo e al volto, penetrando con forza sotto la sua pelle. Il dolore gli aveva fatto cadere di mano la pistola che ora si trovava sul pavimento. Il gigante aumentò la presa sul suo collo nel tentativo di strangolarlo. Joon riuscì ad estrarre il coltellino che teneva tra i pantaloni e la cintura e a conficcarlo nel braccio dell'omone. Quest’ultimo allentò la presa con un lamento di dolore e ancora più adirato sferrò un pugno diretto ai denti di Joon. Il ragazzo era riuscito a riprendere fiato e schivò l’attacco, il pugno finì sui vetri rotti che ferirono il killer. Joon, sferrò a sua volta un destro diretto alla bocca dello stomaco dell'avversario, recuperò la pistola e gliela puntò alla tempia. Il killer, frastornato, si bloccò per un attimo, ma subito dopo provò di nuovo a disarmare Joon, senza temere per la propria vita. Vedendosi costretto ad agire, Joon sparò senza esitazione e il nemico si accasciò davanti ai suoi occhi in una pozza di sangue.
Nel frattempo l'altro aveva preso di mira Seungho, scartando Hana perché non la riteneva un’avversaria degna essendo una donna. Il Killer si avvicinò a Seungho con una velocità impressionante, sferrandogli una gomitata in pieno volto. Il leader fece in tempo a parare il colpo a pochi millimetri dal proprio viso e assestò un calcio con molta energia nello stomaco dell'avversario.
Hana si era fermata per un attimo valutando se servisse il suo aiuto o meno, ma l’ordine di Seungho le permise di proseguire «Hana, non preoccuparti per noi, segui i boss!!!»
«Ricevuto!» disse lei andando verso la porta che, però, i due avevano chiuso a chiave. Sparò alla serratura e aprì la porta con un calcio. Si trovò davanti a una lunga serie di scale a chiocciola piuttosto ripide e alzando lo sguardo realizzò che i due stavano salendo sul tetto! Hana li rincorse correndo su per le scale e in pochi secondi fu alle loro spalle.
Dopo essersi liberato del proprio avversario, Joon aveva aiutato Seungho e con facilità avevano eliminato l’altro killer. Subito dopo avevano raggiunto Hana.
Le sagome dei due erano boss erano l’una affianco all'altra. La donna aveva ancora in braccio il cane che abbaiava senza sosta.
«Alzate le mani o sparo!» ordinò Hana ad alta voce.
I due si girarono verso l'agente ma non accennarono ad obbedire, i loro sguardi si spostarono di nuovo verso il cielo. Improvvisamente un forte vento e un frastuono invasero le orecchie dei presenti. Un elicottero stava atterrando sul tetto dell'Infinity Tower!
«Ma che diavolo!?» esclamò Joon coprendosi il viso con l’avambraccio.
L'elicottero era atterrato permettendo ai due boss di salire, non senza qualche difficoltà viste le loro scarse doti atletiche.
Joon prontamente corse dalla parte del pilota e gli puntò contro la pistola. «Spegni il motore o sparo!!!»
Il pilota si voltò verso di lui un po' spaesato.
«Non pensarci neanche, Ambrogio!!!!» urlò la boss donna che si era quasi riuscita a salire.
«Spegni il motore!» ripeté di nuovo Joon.
Il pilota si voltò verso la donna, poi di nuovo verso Joon. Alla fine decise di tradire i due boss per salvarsi la vita.
«Questa ti costerà cara, fottuto traditore!» imprecò il boss uomo.
Hana e Seungho nel frattempo erano corsi alle spalle dei due. Li tirarono a forza giù dall'elicottero e li ammanettarono. Anche il pilota fu fatto scendere con le mani alzate e fu ammanettato. I due boss cercavano di divincolarsi, soprattutto l'uomo, che provò anche a tirare un calcio sullo stinco di Seungho nell’estremo tentativo di liberarsi, cosa che si rivelò del tutto inutile visto che l’agente lo fermò con fin troppa facilità e aumentò la presa sui suoi polsi per poi colpirlo alla testa. «Vedi di stare buono, vecchio!»
«Nooo! La mia chiwawa!!!!!» urlò disperata la donna divincolandosi dalla presa di Hana. La ragazza le puntò la pistola alla testa. «Se non ti calmi sparo prima al tuo chiwawa e poi a te!»
«Omo! Quanta crudeltà!!!!» scoppiò a piangere la donna. Hana alzò lo sguardo al cielo infastidita.
Il pilota, invece, sembrava non avere intenzione di fuggire. Presto la squadra di supporto raggiunse gli agenti anche sul tetto e fu pronta a portare via i due boss e il pilota, lasciando ai tre il tempo di riprendere fiato dopo gli scontri.
«Seungho, è arrivata anche la polizia per aiutarci a portarli via.» lo avvertì uno degli uomini.
«Perfetto, ottimo lavoro.» rispose lui. Finalmente i tre potevano rilassare i nervi e lasciare l’edificio. «Ci penseranno loro a ripulire tutto, possiamo andare.» disse rivolto a Hana e Joon per poi dirigersi nel parcheggio a recuperare l’auto.

Fine cap. 29

E questa volta sono stati arrestati i veri boss!!! E' stato un lavoro davvero lungo e difficile, ma i nostri agenti ce l'hanno fatta! ;)
Però non è ancora finita (anche se ci siamo quasi) ... le cose ora devono tornare alla normalità e ci saranno altri risvolti dal punto di vista sentimentale :3
_Misaki_

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Capitolo 30
*** Cap. 30 ***



Martedì pomeriggio, ore sei e quarantacinque. La missione era stata portata a termine. Dopo anni di ricerche da parte della SIA erano stati proprio loro, Seungho, Joon e Hana, ad arrestare i boss degli uomini in nero. La squadra speciale stava ripulendo la scena dello scontro e rintracciando tutti gli altri Killer sparsi per la Corea grazie ai computer nella base nemica. A breve non ci sarebbe più stata traccia di questa organizzazione criminale. I tre agenti, stanchi ma soddisfatti del lavoro compiuto, erano appena arrivati in centrale, dove qualcuno li stava aspettando ...
«Oppaaaaaaaaaaaaaaa!!!» urlò Soomin saltando in braccio a Seungho non appena quest’ultimo varcò la soglia dell’ufficio. «Come stai?» gli chiese preoccupata.
«Hui» esclamò lui dolorante, prendendola al volo «Piano, piano ... sono un po' ammaccato!»
«Cosa!? Hanno picchiato il mio Seungho-ya!? No, no, no ... ora vado a sculacciarli!» disse Soomin dandogli un bacio.
«Haha non temere, li ho già sistemati per le feste!» si vantò il leader.
«Yeah!» ormai Soomin non aveva la minima intenzione di staccarsi da lui per il resto della giornata. Si era preoccupata così tanto che rivederlo sano e salvo l’aveva resa la fidanzata più felice e affettuosa del mondo.
«Se farmi picchiare ti fa questo effetto vado in missione più spesso!» scherzò Seungho.
«E se poi ti rompi qualcosa perché sei vecchio? No, no, poche missioni per te ...»
«Non sono vecchio …» ed eccoli tornare a i soliti discorsi.
«Come vuoi … hehe» lo lasciò vincere dandogli una piccola pacca e un altro bacio.
 
Nel frattempo Joon aspettava il suo turno per ricevere anche lui un bacio. Non appena lo vide entrare, Sera si precipitò verso di lui. «Joon-ah! Che hai fatto in faccia? tutti questi graffi!» disse preoccupata accarezzandogli appena la guancia con le dita.
«Nah ... tranquilla, nulla di ché ...» si atteggiò come al solito lui. «Li ho stesi tutti, questi sono solo segni di una battaglia vinta!» disse con aria seria. Sera scoppiò a ridere «Pffffff, cosa stai dicendo? Hahahaha»
«Credo di avere battuto troppo forte la testa contro il vetro, hehe.» si giustificò Joon «Necessito di coccole …» fece gli occhioni dolci. Ovviamente Sera ci cascò in pieno come al solito «Povero Joonie! Veni qui …» disse dandogli un bacio e abbracciandolo forte.
«Sì! Con tanti baci mi passerà tutto!» la abbracciò a sua volta.
«Però dovreste andare tutti a fare un controllo … soprattutto tu, Joon, sei quello conciato peggio!» disse Sera che voleva assicurarsi che si sarebbe fatto medicare le ferite.
«Nah, stiamo bene ... vero Seungho?»
«Joon ... non fare il figo che normalmente fai un sacco di scene anche solo quando ti sbucci un ginocchio!» puntualizzò Seungho.
«Vecchio panda ...» protestò lui.
 
Nel frattempo anche Taemin era corso dalla sua Hana tutto preoccupato e l’aveva abbracciata forte, forte «Hanaaaa! Come stai? Cosa ti hanno fatto? Non hai idea di quanto fossi in pensiero tutto il girono senza avere tue notizie!»
«Sto bene, Tae, non preoccuparti, è tutto finito.» lo rassicurò lei.
«Hanaaaaa!» Taemin la riempì di baci.
«Taeee! Non in pubblico!» protestò la più piccola imbarazzata.
«Ma tanto anche gli altri lo fannooo ... però adesso vieni, andiamo all'ospedale! Devo assolutamente sapere se stai bene!!!»
«Ma sto bene, Tae! non ti fidi?»
«Taemin ha ragione» si intromise Sera «Tutti a fare un controllo generale, subito!» Senza che i tre potessero obiettare nulla, Sera, Taemin e Soomin li spedirono all'infermeria dell'associazione. Come previsto non avevano nulla di grave, solo qualche graffio e contusione che sarebbero andate via con un po' di riposo. In compenso ottennero una settimana intera di riposo per riprendersi.
 
Era già passato qualche giorno dal blitz alla Infinity Tower. Seungho si stava lentamente riprendendo ma dolorini qua e là non lo lasciavano in pace, quindi la sera si era rannicchiato sul divano emettendo qualche strano lamento. «Oiiiiii …»
«Cosa ti fa male?» chiese Soomin avvicinandosi a lui.
«Più o meno tutto ... devo cambiare la fasciatura sul braccio, poi mi fa male il livido che ho sulla gamba e anche la schiena!»
«”Io non sono vecchio!”» gli fece il verso Soomin, andandosene in cucina.
«E mi abbandoni così? Dov'è finito tutto l'amore dall'altro giorno?» disse lui in tono disperato.
Dopo due minuti la ragazza tornò con l’occorrente per cambiare la fasciatura, creme varie e anche del cibo.
«Oh! Non mi hai abbandonato!»
«Shhhhh! Ora sono io il capo in questa casa!» lo zittì Soomin facendo un ghigno malefico.
«Cosa vuoi farmi?» chiese Seungho, inerme e terrorizzato.
«Mangia ...» disse lei passandogli delle patatine.
«Oh … grazie!»
«Ora ti cambio la fasciatura … Cosa vuoi che ti faccia?» disse Soomin come a intendere che era ovvio, non lo avrebbe certo torturato a morte. «E poi ti faccio un massaggio alla schiena ... Ma non farci l'abitudine eh …»
«Che brava fidanzatina che ho!» esclamò Seungho commosso.
«Pfff, certo! Credevi fossi un mostro? Guarda che sono la migliore!» disse Soomin scherzando.
«Umm, aspetta ... devo togliere la maglietta? Così è più facile.»
«Sì ... Devo spalmare questa.» rispose mostrando il tubetto della crema.
«Aspetta, eh …» con il braccio sano si sfilò la maglietta rimanendo a petto nudo.
«Ora buono, niente idee strane ...» puntualizzò Soomin.
«Sono fermissimo, amore.» rispose Seungho girandosi di spalle rispetto a lei per permetterle di massaggiargli la schiena e rifare la fasciatura.
«Tu continua a mangiare …» ordinò la ragazza.
«Ok!» neanche a dirlo Seungho aveva già la bocca piena. «E dopo voglio anche un bacinooo!»
Soomin interruppe il massaggio e gli scompigliò un po’ i capelli, poi si rimise all’opera. Quanto tempo era che non erano così affettuosi l’uno con l’altro? Seungho non lo sapeva ma in quel momento si sentiva in paradiso. Per non lasciarsi commuovere, decise di iniziare un nuovo discorso «Allora presto potrei tornare a fare la fotografa!»
«Se l'agente tutto ammaccato non ha più obiezioni ... sì!»
«Finché non è in pericolo la tua vita non ho obiezioni!» fece una breve pausa, poi sembrò aver realizzato l’intero significato della frase in ritardo «Però non sono così ammaccato, dai ... anche gli altri non saranno messi tanto meglio!»
«Almeno non hai nulla di rotto o non sei morto … avevo paura …» confessò lei. A sentire le parole della sua ragazza Seungho si sciolse ancora di più «La mia Soomiiiiiiiiin»
«Non fare così! Sei entrato in un covo pieno di killer professionisti con mille mila armi e io ero in una stupida centrale con uno stupido Taemin che cercava di farmi imparare dei passi di danza senza sapere come stavi, se ti eri fatto male … fa paura non sapere se tornerai vivo la sera!»
«E’ lo stesso che ho provato io quando avevo paura che i killer ti trovassero …» disse Seungho in tono dolce.
«Si ma io non sono in costante pericolo tutti i giorni …»
«Per fortuna missioni così impegnative non capitano tutti i giorni! Quindi puoi stare tranquilla.» disse girandosi verso di lei e sorridendole.
«Non posso ... Joon potrebbe accecarti accidentalmente con una pinzatrice! E’ pericoloso anche in ufficio!»
«Yah! Smettila di dire stupidaggini!» Seungho iniziò a ridere come un matto.
«E’ la verità ...» aggiunse, anche lei ridendo.
«Yah! Un po' di fiducia nel tuo ragazzo!»
 
Come da previsione di Seungho, anche dalle altre parti non è che se la passassero meglio.
Come si sa tutti i dolori spuntano fuori dopo un po’, e infatti …
«Seraaaaa ...» un certo Joon era seduto sul divano aspettando che la sua ragazza gli portasse da bere, lamentandosi come un bambino di quattro anni «Arriva o no il succo?» Tra i tre era forse quello conciato peggio. A causa della botta contro il vetro e dei vari scontri si era procurato un taglio al collo, lividi ovunque e una spalla dolorante. In più aveva anche una fasciatura alla testa.
«Arrivo, arrivo, un attimo di pazienza ...» rispose lei cercando di essere comprensiva e non perdere la calma. Gli porse il bicchiere e si sedette accanto a lui sul divano. «Attento a non rovesciarlo!»
«Grazie!» disse lui prendendo il bicchiere tutto contento «Non lo rovescio …»
«Come va la spalla?»
«Se non la muovo tanto non fa male ... quel gorilla mi ha preso alla sprovvista e sbattuto contro l’armadio a vetro … aish …»
«Povero Joon-ah …» disse lei in modo compassionevole. «E’ colpa sua se ti sei riempito di tagli!»
«Già ... omone brutto e pelato!»
«Pure pelato!»
«Non tutti possono avere una bella capigliatura come la mia ... Bacio?» Joon non perse occasione per ricevere attenzioni. Sera gli diede un bacio sulla guancia «Meglio che ti cambi la fasciatura e disinfetti il taglio sul collo ... sai prima che mi diventi pelato ...»
«Disinfetta, disnfettaaa! Non voglio diventare pelato!» disse lui agitandosi troppo e facendosi male alla spalla. «Ahi!» se la massaggiò un po’ con la mano «Accidenti, devo stare più attento.»
«Calmo …» interruppe un attimo il lavoro, poi finì di togliere la fasciatura a Joon «Uh, guarda che buco che ti sta uscendo in testa!» disse scherzando.
«Quale Buco?! Specchio! Portami uno specchio!» urlò Joon nel panico più totale.
«Quassù.» rispose tranquilla lei indicando col dito l’attaccatura dei capelli un po’ accentuata di Joon «Dai, dai, non ti preoccupare, ti voglio bene lo stesso! Hahaha»
«Non voglio diventare pelato!» rispose depresso Joon.
Nel frattempo Sera aveva disinfettato i tagli e rifatto la fasciatura. «Joon-ah …» disse finendo di sistemare il cerotto sul collo «Stavo scherzando!» lo abbracciò delicatamente «E’ ancora presto per fasciarsi la testa! … Che di fatto è già fasciata ma ... hem … niente, lascia stare.»
Joon scosse la testa in segno di no «Sei la fidanzata peggiore … bacio per farti perdonare!» ordinò facendo le labbrucce.
«Yah! Almeno sono sincera! Dovresti darmelo tu un bacio!»
«Ma tu sei crudele!»
«Crudele? Non è vero!»
«Mi hai dato del futuro pelato ... questo è essere malvagi!»
«Ma … ma … ti ho solo avvertito perché tu possa prendere precauzioni. Non ti lascerei mai da solo contro la caduta inesorabile dei capelli!»
«Che!? Inesorabile!? Qualcuno chiami un dottore!» disse lui mettendosi a ridere.
«Hahaha dicono che a pensare cose perverse ricrescano ... magari devi sfruttare di più la fantasia!»
«Davvero vuoi che inizi a pesare cose perverse?» disse Joon squadrandola da testa a piedi e leccandosi le labbra in modo sexy.
«Nonono, aspetta … aish!» come sempre Sera si era fregata da sola «Facciamo che ti dò il bacio che volevi e la finiamo qui.» ritrattò sfoderando il suo sorriso migliore «Dopotutto i capelli non spariranno tanto facilmente!»
«Scelta migliore …» accettò Joon. Sera gli diede il bacio che gli aveva promesso.
«Sento già i capelli che mi ricrescono!»
«Bene, bene.» commentò lei ridendo.
 
Si sa che gli uomini si lamentano sempre troppo, invece le donne sopportano meglio. Infatti Hana, nonostante avesse riportato anche lei qualche graffio non faceva tante storie. Quello in panico, però, era Taemin. «Hana, mi raccomando, siediti sul divano, alla cena ci penso io, penso a tutto io!» disse il ragazzo andando verso i fornelli … che erano vicini al telefono con cui chiamò per farsi portare del pollo fritto.
«Che cucini oggi di buo … ma ... ma...!!!»
«Cucino del pollo …» cercò di dire in modo convincente il ragazzo.
Pochi minuti dopo bussarono alla porta e Taemin con tanto di grembiule da bravo casalingo andò ad aprire e pagò il pollo. «Ecco Hana!» disse appoggiando la scatola di cartone sul tavolino davanti al divano.
«Sicuramente non è bruciato hehe» scherzò lei.
«Volevo una cena perfetta ma le mie doti culinarie non sono all'altezza …» Taemin prese una coscia di pollo e la avvicinò alla bocca di Hana. «Fai aaaah»
«Aaaaaaaaaaaah» ubbidì Hana presa un po’ alla sprovvista.
«Bravaaa!» disse Taemin imboccandola tutto contento.
«Adesso fai tu Aaaaah»
Ovviamente Taemin non se lo fece ripetere due volte. La cena proseguiva per il meglio con un’overdose di coccole, quando una chiamata inaspettata interruppe l'atmosfera romantica.
«Chi rompe a quest'ora?» disse Taemin alzandosi dal divano e pulendosi le mani sul grembiule per andare a rispondere.
 
“Pronto, Taemin-ssi?”
“Sì, sono io.”
“Sono Shin Kyeong Min dell’agenzia SM.”
Taemin annuiva ascoltando attentamente, mentre Hana lo osservava dal divano.
“La contatto per il contratto che ha firmato con il direttore dell’agenzia. Ora che le indagini della polizia sono concluse deve tornare al lavoro ... ha già perso troppo tempo, e il tempo è denaro!”
“Oh, ma è un'ottima notizia! Mi è stato assegnato un nuovo produttore e manager?”
“Certamente ... e dalla prossima settimana potrà tornare in studio per registrare il nuovo album!”
“Ma è fantastico!”
“Spero che in questi mesi si sia tenuto in forma ... abbiamo un sacco di lavoro da recuperare!”
“Certamente! Non vedo l'ora di ricominciare!”
“Sono contento di sentire il suo entusiasmo! Saranno mesi lunghi e faticosi quelli che la aspettano …”
“La ringrazio per avermi chiamato, settimana prossima verrò al lavoro!” rispose Taemin inchinandosi anche se logicamente l’interlocutore dall’altro capo del telefono non poteva vederlo. “La fatica non mi spaventa!”
“Si riposi più che può ... le servirà! Nel fine settimana la farò chiamare per ulteriori dettagli.”
“Grazie, arrivederci!” disse Taemin concludendo la chiamata.
 
Il ragazzo si tolse il grembiule, lo appallottolò e lo lanciò dove capitava «Yeeeeee!!! Hana, Hana, Hanaaaaaaaa! Ricomincio a lavorare!!!» disse correndo da Hana e iniziando a saltellarle intorno.
«Siiiii!!!» esclamò lei abbracciandolo, sapendo quanto Taemin tenesse al proprio lavoro. Il ragazzo la abbracciò forte a sua volta e la baciò.
«E visto che ora sono di nuovo libero potrò portarti alla casa di Gangnam!»
«Sì! Finalmente!!! Non vedo l'ora!» disse Hana anche lei euforica.
«Vedrai, ti piacerà un sacco!!!»
«Dobbiamo festeggiare!» la ragazza andò in cucina a prendere il gelato e due coppette. Per fare un dispetto a Taemin prese un po’ di gelato con il dito e glielo mise sul naso.
«Che fai?» chiese il ragazzo ridendo.
«Freddo, eh?»
«Piccola malvagia! Adesso ti faccio vedere io!» Taemin si pulì il gelato dal naso e la baciò, prima piano, poi più appassionatamente. Nel baciare Hana si sporse più verso di lei, finché non si ritrovò sopra di lei. Fece scivolare le sue mani sotto alla maglietta di Hana, osservando attentamente la sua reazione. La ragazza fermò le sue mani.
«Uh?» mormorò lui arrestandosi. Un attimo dopo Hana ribaltò la situazione ricominciando a baciarlo.
«Ummm, dovevo aspettarmelo da un'agente ...» disse Taemin piacevolmente sorpreso, per poi mordersi il labbro inferiore.
«Gne, devo festeggiarti …»
«Sono tutto tuo …»
 Hana incominciò a sbottonare la camicia dei Taemin. Lui improvvisamente si tirò un po’ più su facendo un sorrisetto provocante la baciò. Alzandosi dal divano la prese in braccio; Hana strinse le gambe intorno alla sua vita e iniziò a baciargli delicatamente il collo, facendo emettere così un gemito di piacere al ragazzo. «Andiamo di là …» disse Taemin col respiro affannato. Hana con un sorriso malizioso sul volto annuì. Taemin entrò nella camera da letto e chiuse con un piede la porta alle sue spalle.

Fine cap. 30

Siamo alla fine del penultimo capitolo TT___TT
La situazione si è ristabilita e pian piano tutto tornerà alla normalità ...
Ovviamente in questo capitolo abbiamo inserito qualcosina anche su Miwa e Tae, mancavano solo loro hehe piccoli birichini :3
Continuate a seguirci untill the very end ;)
_Misaki_
 

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Capitolo 31
*** Cap. 31 ***



La settimana di riposo per gli agenti era giunta al termine. Soomin aveva ripreso a lavorare come fotografa, durante la lunga assenza le erano arrivate parecchie richieste di molti clienti a cui doveva provvedere al più presto. Taemin aveva ripreso il lavoro e stava producendo un nuovo album con la sua agenzia. Era tornato a vivere nella sua casa di Gangnam, anche se non perdeva occasione per far visita a Hana appena ne aveva tempo. Anche Sera non se l'era sentita di trasferirsi definitivamente da Joon, quindi era tornata a vivere nel suo appartamento, aspettando di vedere come sarebbero andate avanti le cose tra di loro. In più proprio quel giorno le era arrivata una chiamata importante da una rivista, finalmente aveva trovato un nuovo lavoro! Avrebbe comunicato la notizia agli altri quella sera stessa. Infatti, proprio quel giorno all'associazione della SIA si sarebbe tenuta una festa per promuovere gli agenti e premiarli per l'ottima missione svolta.
«Tesoro? Sei pronta?» chiese Seungho comparendo alle spalle di Soomin che stava facendo gli ultimi ritocchi al trucco.
«Oppa!! Mi ha spaventata ...» disse lei sobbalzando e portandosi una mano sul cuore. «Sì, sono pronta ...»
«Scusa …» disse lui osservandola da vicino «Come sei bella!» accennò un bacio sulle sue labbra e le sorrise dolcemente.
«Grazie ...» rispose lei sorridendo e uscendo dal bagno.
«Bene, possiamo andare.» Seungho si diresse verso la macchina con Soomin e insieme si avviano alla festa.
 
Nel frattempo Taemin era passato a prendere Hana a casa. Fermatosi davanti alla porta suonò il campanello. La ragazza corse subito ad aprire.
«Ciao!» la salutò lui con un sorriso ebete stampato in faccia dopo averla vista vestita così bene.
«Fai un effetto diverso vestito così elegante ...» osservò lei scrutando Taemin nel suo smoking.
«Positivo o negativo?»
«Sexy!»
Taemin arrossì leggermente in volto «Hem ... ecco ... dovevo essere alla tua altezza!»
«Non imbarazzarti, stavo scherzando!»
«Ma ... ma ...» provò a ribattere Taemin che ci era rimasto un po’ male. «Andiamo sexy Hana, non posso competere con te …»
«Non dire stupidaggini sexy man, andiamo o arriveremo in ritardo!»
«Così va meglio ... hehe, andiamo.»
Continuando i loro strani discorsi, i due si avviarono alla festa.
 
Joon era arrivato sotto casa di Sera, stranamente si sentiva nervoso. Suonò al citofono chiedendosi perché gli sudassero così le mani. Un attimo dopo Sera rispose «Ciao!»
«Hei!» rispose lui sorridendo, anche se era consapevole che lei non poteva vederlo dall’altro capo del citofono. Sera lo raggiunse direttamente fuori da casa. Vedendola avvicinarsi Joon rimase a bocca aperta «Wooow ... sei splendida!» disse sorridendo ancora di più.
«Haha ma dai, non esagerare.» rispose lei imbarazzata arrossendo leggermente. «Comunque, ho buone notizie! Indovina?» disse sviando il discorso.
«Ummm ... mi darai un bel bacio?» tirò ad indovinare Joon.
«Oltre a quello ... finalmente ho un nuovo lavoro! Mi hanno richiamata gli editori della rivista, mi hanno presa per scrivere alcuni dei loro articoli!»
«Fantastico!» esclamò Joon abbracciandola «Sono contento per te!»
Sera lo abbracciò a sua volta sorridendo felice «Andiamo?»
«Certamente!» Joon appoggiò il braccio di Sera sul suo e la accompagnò alla macchina.
 
Poco dopo tutti erano arrivati alla festa. Uno dei responsabili dell’associazione introdusse la serata con un discorso molto serio e noioso che non ascoltò quasi nessuno. Poi finalmente passò alle promozioni; chiamò man mano gli agenti sul piccolo palco, appositamente allestito per la serata, spendendo qualche parola per ognuno di loro.
Quando fu il turno di Seungho, Joon e Hana, si congratulò calorosamente per la riuscita della missione e annunciò la loro promozione ad un livello superiore. Da quel momento in poi sarebbero state assegnate loro missioni di gran lunga più rilevanti e meno lavoro in ufficio, oltre ad avere un aumento dello stipendio. Infine il boss chiuse il discorso invitando tutti a divertirsi, godendosi tutto quello che era stato preparato per la serata e lasciò il posto alla musica.
Joon si precipitò giù dal palco prendendo Sera per mano e trascinandola in mezzo alla pista da ballo. Sapeva bene che la sua ragazza era sempre piuttosto riluttante all’idea di ballare, ma questa volta non sarebbe scappata. Sera lo seguì, presa alla sprovvista, in panico perché da perfezionista che era non sopportava di mostrare agli altri che non sapeva ballare molto bene. Joon le cinse la vita e iniziò a ballare guidando i suoi passi.
Anche Seungho scese dal palco raggiungendo Soomin. «Mi concedi un ballo?»
«I-io? B- ballo?» chiese lei un po’ titubante.
«Sì, non vuoi ballare col tuo bellissimo ragazzo?» disse vantandosi scherzosamente lui.
«Ma ... Non sono capace ...» rispose lei arrossendo.
«Non dire così, lo so che sei brava!» disse facendole l’occhiolino «E poi ti guido io.»
«Nah ... Preferisco guardare gli altri ...»
«Che ti succede? Sei imbarazzata perché c'è tanta gente?» chiese lui sorpreso dal cambiamento di carattere di Soomin che di solito era molto più decisa.
«Mi vergogno ...» si giustificò lei. Vedendo l’espressione implorante sul volto di Seungho, però, non poté resistere «Aigo ... Solo un ballo, ok?»
«Come vuole la mia Soomin!» rispose lui baciandola sulla guancia per poi prenderla per mano e portarla con sé a ballare.
Nel frattempo Taemin era andato da Hana «Hana, vieni anche tu, vero?» chiese facendo un sorriso innocentino.
«Arrivo!» rispose lei. Taemin andò verso il centro della pista dopo aver preso per mano Hana e iniziò a ballare distinguendosi subito dagli altri per la sua bravura nella danza, e anche Hana non era da meno.
 
La serata proseguì tranquilla e dopo un po' che suonava musica più vivace, improvvisamente partì il lento. Taemin strinse di più Hana, avvicinandola a sé.
«Sei bravo anche con questo genere di musica!» si complimentò lei.
«Ovviamente …» disse scherzosamente lui sorridendo. Dopo poco, però, i due decisero di fermarsi e riposare per un po’, quindi andarono a sedersi ad un tavolino e Taemin prese qualcosa da bere per sé e per Hana.
«Eccomi!» disse porgendole il bicchiere.
«Grazie Tae. Siediti qui con me, oggi finalmente passiamo un po' di tempo insieme!»
«Già.» rispose lui sedendosi accanto alla ragazza.
«A mezzanotte dovrebbero esserci i fuochi d'artificio!»
«Allora dobbiamo assolutamente vederli!» rispose Taemin lanciando poi un’occhiata all’orologio «... ormai manca poco.»
 
«Ohohohooooo ... a me piacciono i lenti!» esclamò Joon maliziosamente appena si accorse che la musica era cambiata.
«Joon ... ti avrò pestato i piedi almeno dieci volte, e siamo in mezzo alla pista …» puntualizzò Sera imbarazzata.
«Infatti i miei piedi chiedono pietà …» disse Joon scherzando e stringendo Sera più vicina a sé.
«Peggio per te …» rispose lei rassegnata.
«Mi fai un massaggio quando arriviamo a casa?» le chiese lui facendole l’occhiolino. Visto che il secondo fine del suo ragazzo era fin troppo evidente, Sera decise di rimanere sul vago «Se starò ancora in piedi ...»
«Vuoi andare a sederti?»
«Fra un po'.»
«Allora ti piace stare appiccicata a questo bel ragazzo e ballare …»
«Bel ragazzo … hahaha» ripeté lei mettendosi a ridere.
«Yah! Vorresti dire che non sono bello?»
«Sei narcisista ed egocentrico …» così dicendo Sera si stringe di più a Joon e gli diede un bacio.
 
Anche Seungho e Soomin stavano ancora ballando «Come va? Passato l'imbarazzo? O preferisci andare a mangiare qualcosa?»
Soomin teneva nascosto il suo volto tra il collo e la spalla di Seungho «Faccio schifo …»
«Nah, lo sai che per me sei sempre la migliore.» cercò di risollevarle il morale lui dandole anche un bacio sulla guancia.
«Grazie.» rispose lei dandogli un bacio sul collo.
«Se uscissimo un po' sul balcone?»
«Ok ... Così forse recupero un colorito normale!» rispose Soomin contenta della proposta e ancora rossa in viso per l’imbarazzo.
Seungho si avviò verso il balcone tenendola per mano. Gli invitati erano tutti nella sala principale a ballare o conversare, quindi lì fuori non c’era nessuno e in più non era molto illuminato. Seungho teneva ancora il suo braccio intorno alla vita di Soomin «Va meglio?»
«Sì, grazie. Scusa se mi sono lamentata ... Ma sono negata a ballare …»
«Sei molto più brava di quanto credi …» disse lui sorridendo «Forse qui fa un po' freschino.» Seungho si tolse la giacca e la appoggiò sulle spalle di Soomin.
«Tu non hai freddo?» chiese lei abbracciandolo per scaldarlo.
Seungho fece cenno di no con la testa «Sto bene.» poi la abbracciò a sua volta e avvicinò il volto a quello di lei per baciarla.
«Yah! Siamo in pubblico pervertito!» lo interruppe Soomin dandogli un pugnetto leggero di rimprovero.
Seungho si guardò in giro «Non ci vede nessuno, sono tutti a ballare ...» così dicendo ricominciò a baciarla.
«Pervertito …» brontolò lei ricambiando il bacio.
Improvvisamente Seungho scese a baciarla sul collo, poi risalì di nuovo sulle sue labbra mordicchiandole leggermente il labbro inferiore. Improvvisamente scoppiarono in cielo i primi fuochi d’artificio che li fecero sobbalzare. A Soomin, presa alla sprovvista dal frastuono, scappò un piccolo gridolino.
Hana e Taemin erano pronti già da un po’ a scattare sul balcone e appena sentirono i fuochi si precipitarono fuori, trovandosi però davanti Seungho e Soomin teneramente abbracciati.
«Ops ... abbiamo interrotto qualcosa?» chiese Taemin sogghignando.
«No, no. Stavamo solo aspettando i fuochi.» rispose Seungho con nonchalance.
«Io mica me li aspettavo ...» commentò sottovoce Soomin, sfiorandosi con le dita il labbro che Seungho le aveva mordicchiato.
«Se volete andiamo a vedere i fuochi di sotto …» propose Hana, ma lei e Taemin non fecero in tempo a lasciare i due di nuovo soli che una folla di persone si accalcò sul balcone per vedere lo spettacolo pirotecnico.
 
Joon, invece, aveva portato Sera nel giardino sul retro dell'edificio per vedere i fuochi. I due erano teneramente abbracciati l’uno all’altra e Sera teneva appoggiata la sua testa sulla spalla di Joon.
«Belli, vero?» chiese lui. Sera annuì con un cenno del capo.
«Sono contento di essere qui con te.» disse Joon lasciandosi andare ad un momento di romanticismo e lasciando un bacio sulla tempia di Sera.
«Anch'io.» rispose lei dandogli un bacio sulla guancia «Mi manca quando mi ero trasferita a casa tua.»
«Puoi venire quando vuoi … il codice lo sai hehehe. Senza di te mi sembra un po’ vuota, sai ... Prima non stavo mai tanto in casa per via del lavoro, ma con te mi piaceva stare lì e rilassarmi.»
«Verrò a trovarti più spesso.» disse lei avvicinandosi di più per poi baciarlo dolcemente.
Tra un romanticismo e l’altro la serata giunse presto al termine. Nei giorni seguenti ognuno di loro tornò alla propria vita e al proprio lavoro, ritagliando il tempo per incontrarsi appena ne avevano l’occasione.
 
Erano passati più di sei mesi dall’ultima missione. La calura estiva cominciava a farsi sentire. Un’auto rossa sfrecciava sull'autostrada. Alla guida Seungho era intento a comunicare le direttive alla sua squadra. «Joon, Hana, mi sentite?» chiese dopo aver attivato i comandi vocali.
«Forte e chiaro!» rispose Hana.
«Chiarissimo!» esclamò Joon.
«Sono all'uscita del tratto Incheon-Seoul. Joon, tieni d'occhio l'uscita di Seoul.»
«Ricevuto!» rispose Joon guardando attraverso il mirino del fucile.
«Hana, come siete messi al posto di blocco?»
«Pronti per riceverli.» affermò la ragazza in tono deciso.
«Perfetto. Li abbiamo in pungo!» esclamò il leader con un sorriso soddisfatto sul volto «Chiudo.»

 
E gli altri che fine hanno fatto?
 
I capi dell’associazione, una volta catturati, furono finalmente condannati all’ergastolo per aver commissionato innumerevoli omicidi ed essersi rivelati gli artefici di numerosi traffici illeciti.
Anche gli altri killer erano stati tutti consegnati alla giustizia e puniti ognuno secondo la gravità e la mole di crimini commessi.
Per quanto riguarda Minho, G.O, Jonghyun e Key, invece, erano stati molto collaborativi e si erano resi utili nell’identificazione e nello smantellamento della sede criminale. Certo anche loro avevano dovuto scontare qualche anno in carcere, ma grazie alla buona condotta si erano risparmiati il peggio.
Minho era stato accettato di nuovo tra gli agenti e, con le dovute cautele, aveva ricominciato a lavorare in veste di loro alleato svolgendo mansioni più semplici e controllate. La sua conoscenza dell’organizzazione criminale si stava rivelando utile per le missioni future.
Anche G.O era stato rilasciato presto a patto che continuasse a rimanere sotto il controllo degli agenti e a collaborare con loro. In proposito aveva aperto un night club in una zona malfamata della città, postazione molto utile per studiare i movimenti dei personaggi più loschi e riferire eventuali problemi alla S.I.A.
Jonghyun e Key? Beh, erano stati i più utili alle indagini, e così ottennero addirittura il permesso di trasferirsi in una succursale in America. Negli anni di prigione avevano dimostrato di non voler assolutamente più passare dalla parte del cattivo. I due, infatti, avevano progetti ben più grandi per il loro futuro, ovvero, il matrimonio. Avevano comprato una bella casa negli Stati Uniti vicino alla succursale americana della S.I.A., che si era allargata solo recentemente, e si occupavano di missioni in coppia, neanche a dirlo continuavano a fare strage di cuori di povere ragazze ingenue che non sospettavano della loro relazione.

Fine.

E siamo arrivate alla fine anche di questa lunghissima storia TT___TT
Dopo tanti mesi fa un po' effetto dover mettere la spunta su "conclusa", ma tutto è bene quel che finisce bene!
Ringrazio chi ci ha seguite fino all'ultimo e ha sempre recensito, chi ha solo letto, chi ha messo la storia tra le preferite e le seguite e chi vorrà leggerla in futuro (ma chi?? lol)
Spero vi sia piaciuta almeno un po' e che non vi abbia deluso il finale ... fateci sapere cosa ne pensate con una recensione~ ;)
Al prossimo progetto~
_Misaki_
 
 

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