Il Mondo, Il Sopra e Il Sotto

di __IRIDE__
(/viewuser.php?uid=848906)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L' inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Tra Sogno e Realtà ***
Capitolo 3: *** Il ProSopra ***



Capitolo 1
*** L' inizio di tutto ***


Rintoccano melodiosamente le campane. Una quindicenne spalanca i suoi occhioni celesti e tende le labbra in un sorriso di pura gioia. È la mezzanotte del suo quindicesimo compleanno. Felice, si alza dal suo letto ed esce sul bancone della sua stanza. Osserva il cielo per minuti interminabili, finché non nota che una delle stelle è più luminosa e più grande delle altre. Sembra che si avvicini di più ogni secondo che passa. In poco tempo, la stella prende le sembianze di un bellissimo angelo. La ragazza lo fissa incredula e, spaventata, cerca di tornare nella sua stanza. <> <> <> <> <<È plausibile che tu sia così diffidente. Ma se io ti dicessi che tu non sei una ragazza come tutte le altre, che sei speciale... ti verrebbe in mente qualche episodio in cui ti è sembrato di esserlo veramente?>> <> <> <> <> Iride attende qualche secondo. È stravolta ed indecisa sulla scelta da prendere. "Infondo provare non costa nulla." Pensa "Ma se tutto ciò fosse un' allucinazione, tutti mi prenderebbero per pazza." <> risponde infine <> E, prima che lei potesse aggiungere altro, Clipin scompare così com' era apparso. Iride rientra nel letto. Le ci vuole molto tempo prima di riuscire a riprendere sonno ed a sprofondare in un sogno popolato da angeli e farmacie e dalla voce...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Tra Sogno e Realtà ***


Il giorno soggiunge fin troppo presto. Un' allegra donnina entra nella stanza di Iride canticchiando tra le labbra e sorreggendo con le mani un vassoio. Scosta le tende per fare entrare la luce e canticchia, sta volta ad alta voce: << Buongiorno Buongiorno piccolina! Guarda che sole che c' è 'sta mattina! Gli uccellini cinguettano tutti attorno a te! E se tu non lo sai io ti spiegherò il perchèèèèèè... èèèèè il tuo compleanno, adesso hai un anno in più! E' il tuo compleanno, cresci sempre più! E' il tuo compleanno, ma che grande che sei! Ancora tanti auguri, luce degli occhi mieiiiiiiiiiiii!>> Iride, che ascolta quella canzoncina ormai da sette anni, sorride ed applaude alla giovane zia, che da quando i suoi genitori sono morti la cresce come una figlia. Il ricordo dell' incidente è ancora vivido, sebbene sia successo sette anni fa. Tornavano dalle vacanze con tutta la famiglia sul furgoncino. Iride, l' allora ventenne zia, ed i due cugini stavano seduti infondo a discutere di trucchi, acconciature e pop star del momento. Il sole era alto nel cielo e faceva molto caldo. Il Nonno Timperio, che guidava il pullman, era molto stanco. Nonno Zaccaria si rifiutava di dargli il cambio. C' era un sacco di gente su quel furgoncino: -Iride, Papà Geremias e Mamma Sheira -Nonno Timperio, Nonna Rachelies ed ovviamente Zia Edera -Nonna Letra e Nonno Zaccaria -Zio Andreius, Zia Hashore ed i loro figli Sommy e Trespa. Fra tutti loro, solo Sommy, Trespa, Zia Edera ed Iride ne erano usciti vivi. Era stato un incubo. Il furgone aveva iniziato a perdere benzina. In pochi secondi il sole l' aveva infiammata raggiungendo così anche il furgoncino. Con riflessi sveltissimi, Iride aveva spaccato il vetro con una pietra che aveva preso come souvenir e lei, la zia ed i cugini avevano fatto appena in tempo ad uscire, poi era esploso tutto. Una famiglia scomparsa per sempre. Tutti i sopravvissuti avevano età pari o inferiore ai vent' anni: Zia Edera ne aveva venti, Sommy diciotto, Trespa dodici ed Iride otto. Tutti e quattro avevano riportato ferite più o meno gravi: - A Zia Edera erano toccati due giorni di coma, per poi risvegliarsi in un' amnesia temporanea di una settimana. - Sommy aveva il viso segnato da vari graffi ed una botta alla testa lo aveva privato della vista - Trespa era caduta malamente dal furgoncino ed aveva perso l' uso delle gambe. - Quanto a Iride, era quella che aveva avuto le lesioni meno gravi: aveva rotto entrambe le braccia ed aveva avuto bisogno di mesi di cure ed interventi, ed una strana voglia azzurra le si era formata su un fianco, ma dopo ciò nessuna conseguenza. A parte lei... la voce. Ormai era un tormento. L' angoscia che le provocava sentire quel tono così freddo e tagliente era pari a quella che aveva avuto durante l' incidente. O nei mesi degli interventi. O ancora dopo, nel breve periodo all' orfanotrofio con Trespa, durante il quale Sommy e Zia Edera, entrambi già maggiorenni, avevano quasi costretto le autorità a permettere loro l' adozione delle due ragazze. Da quel giorno, i quattro avevano formato una nuova famiglia. Si consideravano fratelli, fatta eccezione per Edera che tutti chiamavano Zia. La donnina tira su il vassoio e lo sistema sulle gambe incrociate di Iride. In quel momento arrivano Trespa, Sommy ed Adel, il cane guida di Sommy, i quali fanno gli auguri ad Iride e si siedono attorno al suo letto. La ragazza sorride ed ammira la sua colazione speciale: Croissant, caffèlatte fumante, macedonia, biscotti freschi al cioccolato ed una bella fetta di torta. Soffia la candelina che sta su quest' ultima ed esprime un desiderio: "Vorrei tanto vedere dove sono i miei genitori..." Senza farlo apposta, questo pensiero le fa venire in mente ciò che era accaduto la sera prima, quando si era alzata a mezzanotte. Se poi fosse effettivamente successo o lo avesse soltanto sognato, non lo sapeva, ma aveva promesso di andare alla farmacia del paese. Così, dopo aver divorato la sua colazione, saluta la sua famiglia ed esce di casa. Impiega tre quarti d' ora per raggiungere "Sani&Salvi" e quando finalmente arriva, trova una lunghissima fila di persone. "Grandioso" pensa fra sè e sè "Passerò qui tutta la mattina!" Dopo un' ora arriva finalmente il suo turno. Arriva davanti al bancone e dice: << Buongiorno! >> << Buongiorno a lei signorina, in cosa posso esserle utile? >> chiede con gentilezza il signorotto dietro il bancone. << Cercherei Sarah... >> << Eccomi qui! >> soggiunge una terza voce. Appartiene ad una bellissima ragazza dagli occhi verdi ed i capelli rossi. << Dunque... mi chiamo Iride, ho quindici anni... so che forse portà sembrarle strano che io mi presenti, però vede il fatto è che 'sta notte ho sognato un tizio strano... che mi ha detto di venire qui... di cercare lei... e che lei mi avrebbe dato tutto ciò che mi serve..>> << Magari questo tizio strano era un angelo... di nome Clipin? >> Iride rimane esterrefatta. Dunque non era un sogno. Tutto vero, tutto reale. Sarah capisce dalla sua espressione che la risposta è sì. << Seguimi, coraggio! >> dice. Iride obbedisce. Dopo aver attraversato un labirinto di corridoi, Sarah si arresta davanti a quello che sembra un vicolo cieco. << Abbiamo sbagliato strada? >> domanda la ragazzina confusa. << Oh, niente affatto, guarda! >> Come se fosse una cosa naturale, la famacista stacca un capello dalla testa di Iride ed uno dalla propria e li appoggia su un mattone con su incisa una S con le ali. Improvvisamente il muro ed il pavimento si dissolvono e le due cadono e le due cadono nel vuoto. ANGOLO AUTRICE: Ecco che l' avventura della nostra Iride comincia. Dove le porterà la caduta? E' tutto normale o si tratta di un imprevisto? Spero che vi piaccia la storia. Bacioni. __IRIDE__

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il ProSopra ***


~E' la caduta più lunga e dolorosa che sia mai stata affrontata al mondo. Iride sente la pelle tirare verso l' alto ed i piedi le bruciano forte. Si sente come invasa da uno strano tepore ed anche se percepisce l' intorpidimento totale del suo corpo, si sente rasserenata quando getta un' occhiata verso Sarah e vede che lei le sorride. Tuttavia, il dolore fisico è atroce. Dopo qualche minuto sembra che le sue gambe stiano per carbonizzarsi, gli occhi le lacrimano e bruciano tremendamente, le sembra di perdere la vista, l' udito, l' uso della parola... è per questo che non riesce a credere ai suoi occhi quando atterra con delicatezza su una cosa bianca e soffice. Una nuvola. La stanza in cui si trova è completamente bianca. Dopo i primi istanti di smarrimento totale, Iride riesce a sussurrare:
<< Ok, sono morta e sono in paradiso. >>
<< Tesoro, per prima cosa non sei morta. Seconda cosa, hai indovinato, ma... noi preferiamo chiamarlo "Il Sopra". E, più precisamente, non siamo esattamente lì, ma in una piccola periferia che chiamiamo "ProSopra", dove portiamo i nuovi prima di entrare a far parte del nostro mondo. Benvenuta. Qui, come ti ha detto Clipin, troverai tutto ciò che ti servirà per sopravvivere da oggi in poi. Seguimi. >>
Iride si guarda attorno palesemente spaesata. Non ha la minima idea di cosa fare. Osserva la chioma di fuoco della sua guida e, scesa dalla nuvola, la segue ciecamente, anche perchè altrimenti si perderebbe in un posto enorme come quello. Sembra quasi un negozio normale, in alcune zone si vendono cibo, bevande, giocattoli, ma in altre si notano facilmente piccole nuvole, vestiti bizzarri ed altri oggetti che in un qualsiasi posto nel Mondo non troveresti mai. Dopo un paio di minuti, Sarah si ferma davanti ad uno scaffale ed Iride la imita.
<< Ottimo. Questa è la zona delle luci. Ogni angelo ha una luce personale, che equivale alla magia dei maghi, non so se mi spiego. >>
<< Limpida come l' acqua. >> risponde Iride intimorita.
<< Dunque, tu hai conservato e coltivato la tua luce dentro te per quindici lunghi e difficili anni. >>
<< Come fa a sapere che sono stati difficili? >>
<< Oh, tesoro, ti prego, dammi del tu. Mi fai sentire molto vecchia se usi il lei, invece ho solo quindici anni in più di te. Comunque, avrai ogni risposta quando sarà il tempo di averla. Adesso non lo è. >>
<< D' accordo. >> annuisce lei mortificata.
 << Torniamo alla tua luce. E' giunto il momento di tirarla fuori e depositarla in un oggetto, che potrai scegliere tra questi. Mi raccomando, scegli con cura, aspetta di sentire dentro te la risposta, non decidere a prima vista. >>
Iride annuisce nuovamente e guarda tutti gli oggetti che ci sono: gioielli, peluches, occhiali, penne per scrivere, telefonini e...
LEI. La piccola macchia azzurra, precisamente uguale a quella che ha sul fianco. Afferra d' istinto quel ciondolo e lo porta a Sarah.
<< E' questo. Sono sicura. >>
<< Scelta interessante. Cosa ti ha attratto di questo buffo ciondolo? >>
<< E' identico alla voglia azzurra che ho sul fianco. >> e così dicendo la scopre lievemente e vi accosta il ciondolo.
Sarah esamina con cura le due macchie e sussurra con espressione sbalordita: << Davvero impressionante. Sono perfettamente uguali. Beh, ora tira fuori la luce. >>
<< Non ho la minima idea di come si faccia. >>
<< Non è poi tanto difficile. Basta volerlo. Basta conoscere i propri pregi ed i propri difetti. Basta sognare. Per fare uscire la luce, devi fare qualcosa che rappresenti il tuo più grande sogno. >>
Iride riflette per qualche minuto, poi canta una canzone armoniosa e delicata. Il testo sembra d' epoca medievale:
" Oh, piccola principessa,
quanta grazia negli occhi tuoi
in cotanta piccolezza
la sofferenza sottrai a noi
Oh, mia bella principessa,
la tua infanzia non è vissuta
con la rabbia e la freddezza
troppo in fretta sei cresciuta.
Oh, mia cara principessa,
non celar le sofferenze
che ti affligon con insistenza
tra dolori e penitenze.
Oh, mia amata principessa,
che te ne vai da tutti noi
ora la rabbia e la freddezza
sono anche negli occhi tuoi."
Iride chiude gli occhi ed una lacrima scende dal suo occhio sinistro. Poi una da quello destro. Poi molte altre le seguono. Sarah sta in silenzio e contempla la ragazzina. Questa, improvvisamente, si sente sollevare da terra. Un calore inaspettato avvolge ogni sua cellula. E' come essere di nuovo tra le braccia dei suoi genitori, riascoltare le loro voci, ridere con loro. Le lacrime versate fino a pochi minuti prima sembrano non essere mai esistite. Improvvisamente, forse per la prima volta da sette anni, Iride è felice. E' il quindici aprile, e finalmente la ragazza gusta nuovmente il sapore della felicità. Poi, l' effetto finisce. Iride cade nuovamente a terra e il senso di oppressione torna, accompagnato da una spiacevole conoscenza... la voce.
"Iride... io sono un tuo amico... non lasciarti ingannare da questi stolti... procurano solo illusioni, come hai potuto vedere. Ma io, io posso darti la gioia a cui tanto hai agoniato... basterebbe soltanto..."
<< Ragazzina, tutto bene? >>
<< Cosa? Oh... sì, sì, tutto benissimo >>
<< Beh, allora lasciatelo dire. Mai visto un angelo con una luce grande quanto la tua. E' stato uno spettacolo incredibile! >>
Guardandosi attorno, la ragazza scopre di essere osservata da tutti. Possibile che sia stato qualcosa di tanto singolare da far sì che anche il vecchio commesso la guardi esterrefatto? Iride comincia ad agitarsi, non le piace essere al centro dell' attenzione. Per fortuna, una signora rovescia una bottiglia di quello che sembra vino e così tutti distolgono lo sguardo. Che sollievo!
<< E' stato davvero così stupefacente? >> chiede debolmente a Sarah.
<< Stupefacente è dir poco. Credo che nemmeno Sinock abbia mai visto una cosa simile! Devi tenerci davvero tanto a diventare una cantante. >>
<< Cosa? Diventare una cantante? Non è questo il mio sogno. >> risponde Iride indignata.
<< Ah no? Ed allora perchè quella canzone? >>
<< Quella... l' ho scritta io... p-per mia madre... insomma... immagino tu sappia. >>
<< Sì... capisco. Quindi il tuo sogno è rivedere i tuoi genitori? >>
<< No. Io voglio essere felice. Riavere i miei genitori mi renderebbe così. >>
<< Oh... capisco >> Sarah è allibita. Non si aspettava un sogno così. Insomma, tutti i quindicenni che le arrivano in consegna da Clipin hanno sogni che in confronto a quello sembrano spregevoli ed egoistici. Iride sembra molto diversa dagli altri. E questo potrà esserle d' aiuto o meno.
<< Dunque, adesso è il momento di fabbricarsi i vestiti. >> la donna prferisce interrompere il filo dei suoi pensieri per evitare di farsi delle idee sbagliate. Conduce la sua piccola apprendista verso un angolo del ProSopra pieno di frammenti di stoffe, cotone, fiocchetti, nastri, fili... insomma, sembra la versione molto disordinata di una sartoria.
<< Fabbricare? >> domanda lei stupita.
<< Esatto. Prendi questi ritagli, mettili insieme e creati un vestito. Non è difficile. Basta volerlo. >>
<< L' ho già sentita questa. >> sorride la ragazzina correndo verso dei ritagli azzurri e blu. Una volta raccolto quello che le sembra il necessario, Iride si siede ad un tavolo e contempla ciò che ha raccolto: un pezzo di stoffa blu, uno verde acqua grande il doppio ed un nastrino rosso. Si concentra. Come realizzare un vestito? Beh, Zia Edera le aveva insegnato che per prima cosa bisognava immaginarsi ciò che si voleva realizzare. Una tuta unica con pantaloncini blu e t-shirt verde acqua, cinta in vita da una cintura rossa si fa strada nei pensieri di Iride non appena lei chiude gli occhi. Quando li riapre, ciò che si era immaginata compare dinnanzi a lei. Strabiliata, prende il completo e lo porta a Sarah.
<< Curioso, >> osserva lei << Sarai l' unico angelo donna a portare i pantaloni. >> La ragazzina sorride.
<< Ora, se non ti dispiace, ne faccio quattordici copie uguali. Ogni angelo ha un abito suo, diverso da tutti gli altri ed è importante che sia sempre vestito allo stesso modo. >>
Così Iride si trova ad avere una sporta con quindici tute ed una stramba collana. Pagano alla cassa con quelle che sembrano pietre preziose e tornano nel punto in cui sono cadute.
<< C' è un' ultima cosa che devi sapere. Stanotte, prima di entrare nel Sopra, verrai sottoposta ad un test, ed a seconda del risultato ti daranno una categoria. Mi raccomando, stai attenta. >> fa una piccola pausa per guardarla negli occhi. << La risposta è dentro di te. >>
Poi cadono di nuovo, a Iride sembra di bruciare. Dopo quelli che sembrano secoli, atterrano nuovamente davanti al muro con la lettera S. Iride domanda: << Come lo dico a mia zia ed ai miei cugini? >>
<< Non c' è bisogno che tu dica loro nulla. Sanno già tutto da sette anni. >>
Con questa risposta secca, Iride si sente congedata e torna a casa riflettendo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3141373