Idols' Portrait

di AuraNera_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - No, aspetta, COSA?! ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Preparazione Psicologica ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Leggere Attentamente Il Foglio Illustrativo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Turbolenze Aeree... e non ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Qui abbiamo perso la ragione ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Sorridete, siete su Candit Camera! ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - We Are... Idiots! EXO! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - AAA, cercasi Kai disperatamente ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Disagi in 'Via del tutto Eccezionale' ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Chanyeol il Fungo e le Ombre Coreane ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Inversione di Ruoli ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Trasferta in palestra, Giocheremo a Deutschball! ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - Da Idol a Fan ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - Shish! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - C'è Posta per Te ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - EXO a Domicilio ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Love Me Right, Left, Up and Down ***
Capitolo 18: *** Extra - Abbiamo un'altra Chiamata in Linea! ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 - Ci sono Montagne... e Montagne ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18 – Bagni di Folla e di Follia ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 - Ciack, Si Gira! ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 - We Are (Still, Forever and Ever) One! ***
Capitolo 23: *** Epilogo: Tu Che Mi Hai Sempre Aspettato - Pt.1: La Porta ***
Capitolo 24: *** Epilogo - Tu Che Mi Hai Sempre Aspettato - Pt.2: Il Portone ***



Capitolo 1
*** Prologo - No, aspetta, COSA?! ***


Prologo: No, aspetta, COSA?


3° Persona P.O.V.

Il silenzio, o meglio, il quasi silenzio bisbigliante dell’aula era accompagnato dal tamburellare costante della matita sul tavolo bianco, dove la ragazza stava appoggiata ad osservare il suo foglio pieno di schizzi.
I suoi occhi marroni scrutavano quei segni più o meno comprensibili e armoniosi, quasi stesse cercando in quelli il segreto dell’universo.
Accanto a lei, un’altra ragazza era nella sua stessa identica situazione, l’unica differenza è che sbuffava come una locomotiva mentre disegnava, storcendo la bocca sottile in una smorfia poco convinta.
Sbirciò attraverso i lunghissimi capelli marrone chiaro la sua compare, che aveva sbattuto la testa sul foglio.
“Sara…” la chiamò ridacchiando. L’altra girò la testa.
“Uccidimi” fu la tetra risposta.
“Facciamolo assieme” ribatté la prima.
Sara rise e si raddrizzò riprendendo la matita. Poi si corrucciò osservando nuovamente il suo operato… trasalendo quando sentì la presenza della sua professoressa dietro le spalle.
“Questo non è male” disse quella indicando uno dei progetti. “Continualo, lavoraci su.”
Poi passò oltre.
“Prima o poi prenderò un infarto” sibilò rigidamente la ragazza. L’altra annuì.
“Ehi, Brina… “ chiamò Sara ad un tratto, scostandosi i ciuffi di capelli troppo lunghi dal viso, che le ricaddero indietro, sulle scapole.
“Cosa?” rispose l’altra, Sabrina.
“… non so, mi sono dimenticata” rise l’altra, accompagnata dal facepalm della prima.


Sara e Sabrina erano due ragazze strane, sempre un po’ perse. La prima era più giovane di un anno e mezzo  rispetto alla seconda, con occhi marroni leggermente a mandorla (cosa di cui andava fiera), e i capelli più chiari. Portava gli occhiali, essendo miope, ma non li considerava necessariamente un peso. Anzi, se portava troppo tempo le lenti diventava storna.
Sabrina, invece, godeva di ottima vista. Anche lei aveva occhi e capelli marroni. La chioma, tra l’altro, era lunghissima, le arrivava ai fianchi ed era perfettamente liscia.
Entrambe avevano un carattere serio e  tranquillo di norma. Ossia: quando non erano assieme. Altrimenti diventavano le peggio matte dalla risata facile. Avevano gli stessi interessi, spesso le stesse reazioni a una stessa situazione. Insomma, erano in perfetta armonia l’una con l’altra.
A farle conoscere, la curiosità della prima verso la musica ascoltata dalla seconda. Un gruppo coreano e cinese che Sara aveva già sentito nominare, gli EXO.
Inutile dire che era diventata una loro fan nel giro di un mesetto.
E, bene o male, le notizie girano, quindi sapevano tutti che Sara e Sabrina ascoltavano musica ‘cinese’ (per loro era tutto compreso nella lingua cinese, anche coreano e giapponese, thailandese, ARAMAICO) e che parlavano addirittura la lingua.
Ok, su questo bisognerebbe fare un piccolo appunto. Sara aveva studiato giapponese e Sabrina coreano, poi l’una aveva insegnato all’altra. Non sapevano dire proprio tutto-tutto-tutto ma se la cavavano, ecco. Sapevano anche buttare giù qualcosa in cinese, ma era meglio evitare.
Bene, probabilmente qualcuno si starà chiedendo cosa possa centrare tutto questo discorso con le due ragazze impegnate nella progettazione di un vaso in un liceo artistico di una città conosciuta abbastanza, sì, ma non così tanto. Anzi, relativamente poco.
Bene, teoricamente niente. Ma, come si sente dire, il mondo è imprevedibile. E queste due ragazze avrebbero imparato molto presto il vero significato di quella frase.


“Sara, Sabrina… venite un momento fuori, per favore”
Le due si irrigidirono e si guardarono negli occhi perfettamente in sincro.
“Eh?” mormorò piano la più giovane, sorpresa.
“Tranquille, non è niente di male… vogliamo solo proporvi una cosa” disse la professoressa con un sorriso.
Dopo un’altra fugace occhiata, le due uscirono.
Si trovarono davanti il dirigente che conversava in inglese con un signore piuttosto distinto, dall’aspetto orientale, che scrutò le due ragazze molto attentamente.
“Sono molto giovani” osservò scettico quello, in inglese.
“Siamo in un liceo artistico, dopotutto” fu la risposta del dirigente, che sorrideva alle due, le quali, da parte loro, non stavano capendo un fico secco.
Ad un certo punto la più grande tirò una gomitata nelle costole a Sara.
“Ahia!” si lamentò, guardandola storto.
“Guarda il cartellino del tipo” la ignorò l’altra. La più giovane eseguì… e ci rimase di sasso.
“Maccoss…” sussurrò. Su quel ritaglio c’era chiaramente scritto ‘SM Entertainment’.
“Ragazze… ragazze ci siete?” chiese la prof sventolando la mano davanti agli occhi alle due che avevano la mandibola che stava spazzando il corridoio.
“Questo signore ha chiesto, anche se non direttamente, a voi di fare dei ritratti ad alcuni ragazzi, che, a quanto pare, sono i membri di un gruppo. Dato che voi vi intendete almeno un po’ di queste cose ho pensato che potevate prendere l’iniziativa con molto entusiasmo, senza contare che siete molto brave. Il nome del gruppo è… ecco… - controllò qualcosa su un foglio che aveva in mano – Oh, ecco. EXO. Che ne dite?” spiegò sorridendo il preside.
Le due stettero in silenzio a guardare gli adulti presenti come se fossero degli alieni per talmente tanto tempo che avrebbero potuto essere scambiate per due statue di cera. Poi, Brina si mise a ridere fortissimo, tenendosi la pancia.
“P-pesce d’aprileeee!” strillò forte continuando a ridere. Risata che si estinse poco dopo, insicura. “…o forse no?”
“Sabrina… sono seri…” bisbigliò Sara, che sembrava stesse per rimanerci secca.
“Ah. … no... no, aspetta, COSA?” sbottò allora lei.


In un aula poco distante, un’altra ragazza stava ticchettando velocemente con le dita sopra una tastiera, gli occhi che scattavano da quella allo schermo, aggiungendo spesso dei colpi di mouse.
Nella concentrazione si mordicchiava il labbro inferiore e quasi non batteva le palpebre, indaffarata com’era nel montaggio di quel video.
“BUUU!” strillò ad un certo punto qualcuno nel suo orecchio, facendole mollare il mouse che stringeva con forza nella mano.
“AH! SARA! SEI IMPAZZITA PER CASO?!” sbraitò la ragazza, guardando in cagnesco l’altra, che se la rideva della grossa.
“S-scusa ahahahaha non ho potuto resistere, Silvia!” ribatté dopo un po’ Sara, mentre si teneva la pancia.
“Torna a far foto” le rimbeccò quell’altra, tornando al suo lavoro.
“RAGAZZE! Per cortesia!” le richiamò la professoressa.


Silvia e Sara erano le altre due della ‘compagnia’. Cioè, facevano comunella con la prima Sara e Sabrina. Per riconoscere le due omonime, venivano spesso usati i loro soprannomi. La prima Sara era Aura, Sarr o Layla, ma spesso veniva chiamata con il suo vero nome. L’altra era invece spesso e volentieri chiamata Seir, e ogni tanto si sentiva volare un Kaila.
Seir era una ragazza fisicamente forte e meno femminile rispetto alle altre. Aveva i capelli neri corti, rasati sul lato destro del volto e più lunghi sul sinistro, andando a formare un ciuffo. Aveva anche gli occhi neri e persino la pelle era più scura del normale.
Silvia invece era una dal carattere deciso, non si lasciava mettere i piedi in testa facilmente. Aveva una cascata di capelli marroni che le arrivavano fino a metà schiena più o meno e gli occhi scuri. Era la vicina di casa di Ayumi, quindi praticamente sempre appartata in casa sua.
Così aveva conosciuto gli EXO, dato che la sua amica ne era diventata una fan non poté fare altro che andarle dietro. Seir, dal canto suo, ne aveva sentito parlare da entrambe le ragazze della sezione di Arti Figurative.
E, come quelle due, anche loro stavano per imparare il significato della parola ‘sorpresa’.


“.... –spetta COSA?!”
Silvia e Seir si guardarono non appena l’urlo si levò dal corridoio.
“Questa è Sabrina” dissero entrambe in coro, mentre la loro professoressa andava a vedere cosa diavolo fosse tutto quel rumore.


Sabrina si accorse troppo tardi di aver urlato. Si tappò la bocca con una mano, mentre i presenti la guardavano allibiti, tranne Sara che stava diventando sempre più pallida. Una porta si aprì sul corridoio, rivelando una professoressa dell’indirizzo di Multimedia non troppo felice.
“Si può sapere che cos’è tutto questo baccano?” chiese, le mani sui fianchi.
Il dirigente le sorrise cordiale e le si avvicinò per spiegarle il tutto.
“Scusale, la loro è stata una reazione… alquanto sorpresa” disse, ridendo sotto i baffi. “Effettivamente stavo passando anche da lei perché nel progetto, oltre che dei ritratti, sono previste anche delle foto. Mi saprebbe indicare due delle sue ragazze…?” chiese l’uomo.
La professoressa si massaggiò il mento pensierosa, poi puntò lo sguardo sulle due già presenti.
“Silvia! Sara!” richiamò, e la porta, da socchiusa, si spalancò di nuovo e le due ragazze quasi caddero in terra dallo spavento.
“Dato che eravate dietro la porta ad origliare, direi che sappiate già la situazione. E poi vi ho viste fare comunella con questa due” continuò indicando le due ragazze di Arti Figurative. “Inoltre ve la cavate, quindi direi che non ci sono problemi. Fatevi spiegare quello che dovete fare e poi tornate in aula” comandò imperiosa, girando sui tacchi e tornandosene nella sua aula.
Non appena la porta si fu chiusa, Silvia si voltò immediatamente verso l’uomo coreano, e immediatamente notò il cartellino.
“Oh…” riuscì ad articolare semplicemente, sbiancando anche se non ai livelli di Aura, che ormai sembrava più o meno una statua di gesso. A Seir stavano spiegando la situazione, e lei mano a mano faceva svanire il suo atteggiamento sicuro. Sabrina, dopo il suo urlo da stadio, si era irrigidita e fissava il vuoto come se potesse dirle come doveva comportarsi.
“Ragazze?” le chiamò il dirigente, mentre cercava di  non ridere. Quattro sguardi stravolti e vitrei si girarono verso di lui.
“L’iniziativa parte a maggio. Vi occuperà anche la prima parte delle vacanze, presumo”.
“No, non le vacanze…” si lamentò Seir, con somme espressioni basite da parte di Silvia e Sara. Sabrina fu più attiva e le tirò uno scappellotto gentile.
“Ma sei scema? Sara sono gli EXO! Quei dodici disagiati che ci fanno sclerare, ridere, piangere e non so quant’altro! EXO!” strillò mettendosi a saltellare.
“Questa è la volta buona che muoio” disse Silvia, mentre Aura dietro di lei annuiva.
“Allora, accettate?” chiese il dirigente sempre sorridendo.
“Ovvio!” esclamarono tutte assieme, chi sorridente, chi ancora un po’ scombussolato.
“Bene, allora vi arriveranno i dettagli tra qualche giorno. Ora tornate in aula”.

 

-


Il giorno dopo erano tutte appartate a casa di Sabrina, con i nuovi pezzi degli EXO sparati a tutto volume.
“Brina, lo hai già detto a  tua mamma?” chiese Aura alla ragazza che le era seduta di fianco.
“No, scherzi? Quella sclera! E poi va avanti secoli con ‘Oooh, conoscerai Channie, il mio Channie, chiedigli l’autografo, mi raccomando” mentre ha gli occhi a cuoricino. E non parliamo di mia sorella, dopo non la tiriamo più giù dal lampadario!” sbottò quella gesticolando animatamente.
“From the chandelieeeeeeeeeeer” le fecero eco le due Sare, guadagnando così un paio di occhiatacce da parte delle restanti due.
“Ma, seriamente, come facciamo? Cioè, io vedo Kai e crepo!” esclamò Silvia, alzandosi dalla sedia mentre proprio la parte di ‘Call Me Baby’ del primo ballerino partiva. “Oooh, TACI!” gridò allora la ragazza, rigettandosi sulla sedia tra le risate delle altre.
“Quella più nei guai è Brina, che ha la bellezza di tre bias al primo posto!” rifletté Aura, battendo una mano sulla spalla della suddetta ragazza.
“Taci, voglio vederti a te quando incontreremo Lay!” rimbeccò Sabrina, facendo imbarazzare Sarr che si portò il volto tra le mani.
“Secondo me Sara muore…” disse Silvia riferendosi alla timidezza e all’insicurezza della ragazza.
“Non lamentatevi che ci devo lavorare io con questa! Voi non dovrete sopportarvi le sue paranoie! Si metterà a lamentarsi perché il suo tratto è troppo scuro, gli occhi sono piccoli, le sfumature sbagliate, e poi…” iniziò ad elencare Sabrina, interrotta da un cuscino lanciato dalla ragazza a attorno a cui girava tutto il discorso della più grande.
“YAAAH!” urlò  quella, scatenando l’ennesimo scroscio di risate.


Intanto, a Seoul…


Suho P.O.V.

Il manager entrò mentre finivamo di riprovare ‘Exodus’. Era ormai da due ore che provavamo ininterrottamente, quindi avrei comunque annunciato una pausa di qualche minuto.
Non appena finì la canzone ci sedemmo per terra mentre il manager con un sorriso ci invitava al silenzio.
E ovviamente dovetti sprecare quel poco fiato che mi rimaneva per cacciare un urlo per far stare zitti alcuni dei ragazzi, primi tra tutti Chanyeol, Baekhyun e Chen.
“Allora ragazzi! Ho una buona notizia da darvi!” esordì il manager battendo due volte le mani per richiamare l’attenzione generale. A quelle parola ci scambiammo uno sguardo curioso tra di noi, mentre Xiumin tirava uno scappellotto a Baek prima che questo ricominciasse a parlare.
“Abbiamo deciso di farvi andare in Italia per provare a girare un nuovo programma” esordì  il manager, e subito ci fu un coro di “Oooh!” seguito da qualche applauso.
Sospirai. Talvolta la capacita di attenzione dei miei compagni era pari a quella di un cucchiaino. Grazie al cielo si zittirono da soli.
“Bene… abbiamo deciso di non farvi andare in città troppo grandi come Roma o Milano per la quantità di gente che potrebbe rallentare le iniziative previste. Per cui abbiamo optato per un Capoluogo di Provincia parecchio a nord, abbastanza famoso per il livello storico ma non troppo abitato. La città si chiama Trento”.
A nessuno di noi il nome diceva niente, a nessuno fatta eccezione per Yixing, che conosceva bene i fatti storici. Mi annotai mentalmente di chiedergli qualche informazione, mentre lui domandava qualcosa a proposito di un concilio.
“Non è detto che lo show sarà pubblicato, perché non sarete da soli. Andrete in una scuola d’arte a fare una sorta di servizio fotografico artistico e vi faranno dei ritratti. Dipende tutto dalle ragazze che la scuola ha selezionato per l’iniziativa” continuò a spiegarci l’uomo.
“Ragazze?” chiese Kai, alzando un sopracciglio.
“Esatto. Quattro ragazze, due per le foto e due per i ritratti. E… sono tutte e quattro vostre fan”.
E qui partirono alcune preoccupazioni. Andare in contatto con delle fan ci preoccupava un po’. E se fossero state delle sasaeng?
“Adesso vi lascio. Appena avrò i profili delle ragazze ve li farò avere. Continuate pure” e così dicendo il manager lasciò la sala.
Ci fu qualche secondo di silenzio. E poi il caos più totale.
Chi aveva paura, chi era eccitato, chi si era perso nei propri pensieri, che voleva ricominciare a provare, chi stava per avere una crisi di nervi… io appartenevo all’ultima categoria.
“SILENZIO!” urlai. “Ragazzi! Non sappiamo ancora come sono queste ragazze, e neanche che età hanno! E poi, non penso che siano degli incompetenti, non ci avranno affibbiato il primo stalker spacciatore che passa. Dobbiamo fidarci.”
Uno ad uno, chi più convinto e chi meno, annuirono tutti.
“Bene. E ora ricominciamo” comandai.

 

Angolino nascosto nell'ombra:

Ebbene, sì, a tutti quanti: questa è una demenziale e non una malinconica, depressa, quantaltro. E non è una One Shot.
Sto facendo progressi, gente.
Allora. Questa FanFiction è dedicata a quelle tre folli delle mie amiche:
Sabrina - _Lolli910 (Ho sempre i dubbi atroci sul tuo nick, unnie)
Sara_di_Multimedia - seir_yume (Ho i dubbi anche sul tuo, tipo se c'erano maiuscole. Lo so, sono una ragazza molto sveglia e attenta)
Silvia - silviettina9999 (il tuo è perfetto perché me lo sono fatto scrivere, grazie DonnaH)
Sara_di_Arti_Figurative altro non è che la sottoscritta.
Spero che qualcuno legga questa roba a cui tengo particolarmente e che mi diverto a scrivere e ringrazio che lascerà un segno del proprio passaggio.
La storia andrà a P.O.V. ma anche in terza persona, che vi indicherò come ho già fatto.
Vi chiedo scusa per le distrazioni e gli errori che ci saranno nel corso della storia che (credo) avrà 20 capitoli + prologo + epilogo.
Non me la sono sentita di aggiungere il genere 'comico' perché io sono comica come un elastico per capelli. Inoltre, non sono abituata a scrivare roba con l'intento di far ridere (e sottolineo intento) ma c'ho provato a non scrivere una cosa depressa di tanto in tanto ahahahah
Ok, vi ho assillato a sufficenza.
Se avete domande, chiedete e vi sarà risposto (?)
Buona serata! (E buon complemese Suho, ho pubblicato oggi per quello e perchè le tre mi stavamo minacciando di morte perché sì, perché è il mio bias, o uno dei tre degli EXO, e perché è il LidaH).


Aura_

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Preparazione Psicologica ***


Capitolo 1 – Preparazione psicologica


Ore 18:25 – Trento
Brina P.O.V.


Avevo lo stomaco chiuso e non riuscivo a mangiare. Stavo davvero per vomitare. Non riuscivo a smettere di pensare a quella situazione.
Ero euforica, ma preoccupata. E pensare che i ramen istantanei non si possono conservare una volta cotti! Almeno, non credo. Ma perché ho detto che volevo cenare? Che cos’ho in testa? Gli EXO?
Si, effettivamente sì.
Mannaggia a loro.
“Sabrina, tesoro, stai bene?” mi chiese mia madre, preoccupata.
“Sì, certo, mamma…” risposi distrattamente, mangiando qualcosa dalla mia ciotola. “Semplicemente non ho molta fame… capita anche a me alcune volte!” dissi poi facendole l’occhiolino e provando a fare un sorriso convincente. Con scarsi risultati.
“Si vede lontano un miglio che stai mentendo” mi disse allora mia sorella.
“Oh, zitta tu!” le rimbeccai facendole la linguaccia, alla quale rispose subito.
Non volevo proprio dirglielo. Non potevo dirglielo. Sarebbe scoppiato il finimondo.
Purtroppo tra il prometterselo e il mantenerlo ci sono di mezzo una madre e una sorella rompiscatole e ansiose quanto Suho omma. 
Quindi, dopo cinque minuti di ‘eddai, diccelo, non tenerti tutto dentro, sono la tua mamma/sorellina, per favore, dai, dai, dai, dai’ persi le staffe e, sbattendo una mano sul tavolo (e fracassandomela) sbottai.
“Gli EXO vengono in Italia, nella mia scuola e io devo fare un ritratto a ciascuno di loro, ok?” dissi tutto d’un fiato. Sì lo so, sono una checca nel tenermi dentro le cose, almeno con loro.
E quando me ne accorsi mi schiaffai una mano in faccia, facendola poi scivolare fino a che non mi coprì la bocca. ‘Ops’ pensai, mentre l’inferno si scatenava.
“Oddio… ODDIO! Quegli EXO? Gli EXO dall’exo planet? Quei fighi della malora? Quelli di cui io ho il braccialetto con in simbolo di Bacon e tu la collana con quello di Sehunnie? Gli stessi che cantano dentro tutti i tuoi album? Quelli che sono tornati con il comeback Exodus? Quelli…” partì a razzo mia sorella.
“SI, QUEGLI EXO, QUANTI ALTRI NE CONOSCI?” sbraitai io esasperata, mentre lei iniziava a saltellare in giro per casa unendosi a mia madre.
“IL MIO CHANNIE! VIENE QUI IL MIO CHANNIE! MIA FIGLIA FA UN RITRATTO A CHANNIE!”
“XIUMIN! SUHO! LAY! CHEN! CHANYEOL! BAEKHYUN! D.O.! TAO! KAI! SEHUN! EXO-K! EXO-M! WE ARE ONE!”
“ODDIO!” ruggii io, prima di fare una ritirata spettacolare e chiudermi in camera e buttarmi sul letto in una salto ben poco felino. Sembravo più che altro una foca, ma ben poco m’importava. Osservai a lungo la parete dove stava appeso il poster di quei ragazzi, nell’era di XOXO, all’epoca ancora dodici. Mi venne una fitta al cuore.
‘Kris e Luhan non ci saranno…’ fu il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi nonostante l’ora, ancora completamente vestita.


Ore 18:25 – Seoul
Tao P.O.V.


Ero seduto a tavola con gli altri, dopo cena, mentre osservavo i loro volti stanchi, ascoltavo le loro voci che discutevano sulle prove che avevamo, avevano fatto, mentre io me ne stavo seduto a guardarli, a ripassare mentalmente, ad accennare le mosse di danza.
Il mio piede era peggiorato e mi era stato negato di partecipare ai Comeback Stage, di provare, di ballare, persino di muovermi troppo e senza stampelle.
Abbassai lo sguardo, stringendo i pugni. Mi sentivo inutile e basta. Talmente tanto che quasi non sentivo l’eccitazione per le notizie fresche del giorno precedente.
Quasi, per l’appunto.
Le mie mani si rilassarono mentre il mio pensiero andava vacillando da un’ipotesi all’altra. Cercavo di pensare a dei volti occidentali, al colore degli occhi, quello dei capelli…
Non ero preoccupato, Suho aveva ragione: di sicuro avevano selezionato bene quelle quattro. Quindi ero contento e curioso. Non avevamo praticamente mai l’occasione di parlare con delle fan, e conoscerle poi!
Saremmo partiti tra un paio di settimane, intorno all’inizio di maggio.
Rialzai lo sguardo sui miei compagni, cercando di sentire se qualcuno aveva qualcosa di interessante da dire a riguardo. Purtroppo solo Lay e Suho ne stavano parlando, o meglio, il ragazzo cinese spiegava quello che sapeva sulla città al leader. E a me non interessava, come non volevo sentirli parlare delle prove.
Possibile che non capissero come mi sentivo?
“Vado in camera” annunciai, stampellando fino alla mia stanza senza curarmi degli sguardi degli altri sulla mia schiena.
Mi chiusi la porta dietro le spalle e mi sedetti sul mio letto, sbuffando.
Controllai il cellulare tanto per fare qualcosa, e subito lo sguardo mi cadde su un messaggio il cui mittente era ‘Yifan gege’.

Ciao Tao. Come va? Meglio il piede?

Fissai per qualche minuto il messaggio senza sapere bene cosa rispondergli. Infine mi decidetti.
Ciao gege. No, il piede è peggiorato, e ora non posso fare praticamente nulla, oltre il fatto che Suho è costantemente in ansia quando per sbaglio mi lascio sfuggire una smorfia.

Immagino. Ma dopotutto è di Joonmyun che stiamo parlando. La mamma ansiosa.

Già…

Tao. Non mi hai ancora risposto. Come stai?

Ti dico solo questo: è in questi momenti che mi manchi da morire gege.
Era così, Kris mi mancava tantissimo. Quando era ancora con noi, negli EXO, mi stava vicino nei miei momenti tristi. Mi capiva con uno sguardo, anche se non lo dava a vedere. Senza farsi notare, mi sussurrava parole di incoraggiamento.
E ora non c’era più. Non avrebbero più fatto prove con noi. Neanche quello stupido ritratto.
“Kris e Luhan non ci saranno… e noi dobbiamo fare finta che non ci siano mai stati” pensai con amarezza sbattendo la nuca contro il materasso.


Ore 20:32 – Trento
Silvia P.O.V.


Mi ero appartata a casa di Sara. Lo facevo costantemente, perché lei era praticamente sempre da sola e io praticamente sempre annoiata. E poi, avevamo delle cose molto importanti sulle quali discutere prima che io partissi per la mia casa più grande in un paesino in mezzo ai monti. Era già un miracolo che fossi ancora a Trento.
Avevamo sparate le canzoni degli EXO, e le nostre chiacchiere erano interrotte solo da qualche breve pausa di adorazione per i punti preferiti delle canzoni e per bere un sorso di succo alla pera.
Io e Sara dovremmo essere la campionesse nazionali di bevitrici di succo alla pera.
“Oddio Silva, come faremo quando ce li ritroveremo davanti?” mi chiese Sara dopo aver finito il suo succo, prendendo a camminare in giro per la stanza.
“Io appena vedo Kai muoio, sappilo” fu la mia risposta. Lei rise, una risata colma di agitazione. Non sopportava molto bene l’ansia pre-evento, ma almeno quando doveva esserci con la testa si calmava. Me lo aveva sempre detto anche lei, quando si avvicinavano i suoi spettacoli. Speravo che la ‘regola’ valesse anche per i dieci ragazzi.
“Io quando vedrò Lay mi scioglierò… per quella maledetta fossetta… ma poi che dovremmo fare, inchinarci? Perché boh, loro si inchineranno, ma noi di solito stringiamo la mano. Cosa facciamo? Gli stringiamo la mano mentre ci inchiniamo? Gliela stringiamo prima? Durante? Dopo il segnale acustico ‘bip’?”
Ok, la ragazza stava sclerando. E di brutto aggiungerei. Inoltre aveva due brutte occhiaie.
“Sara… ma hai dormito?” chiesi osservandola.
“Ma ti pare?” fu la tetra risposta.
Sospirai. Quella ragazza mi sorprendeva. Si riempiva di corsi e cose varie e come riuscisse a fare tutto pur avendo una media scolastica piuttosto alta, mangiando e dormendo e scrivendo lo sapeva solo lei. O solo Lay, dipende da come vogliamo metterla. Se adesso smetteva pure di dormire eravamo messe male.
“Tutti questi film mentali non ti fanno bene, Sara” le dissi, e lei ridacchiò, facendo spallucce. “Ma io in realtà non capisco bene di cosa abbiamo esattamente paura. Insomma mica ci sbranano! … o almeno, spero tengano D.O. al guinzaglio” continuai poi io, fissando insistentemente l’armadio bianco.
“Timore riverenziale?” ipotizzò la mia compare mentre digitava qualcosa sulla tastiera. Quindici secondi dopo partì Exodus.
“Può darsi. Oppure abbiamo paura che ci odino. Non sappiamo quanto possano apprezzare il nostro livello di fingirlaggio” borbottai.
“Lo credo anche io…” mormorò la ragazza sospirando. Mi mordicchiai il labbro mentre la osservavo. Diavolo, la stavo facendo diventare paranoica.
“Mah! Andrà tutto bene! Ci divertiremo secondo me! Dopotutto sono cretini quanto noi se non di più!” risi io, seguita a ruota dall’altra.
Poi mio padre suonò il campanello e mi chiamò all’appello chiedendo a Sara: “Hai una sorella in più che ti avanza?”.
Ma che spiritoso. Abbracciai la ragazza e la lasciai da sola al suo destino. Povera. Promisi a me stessa che le avrei scritto durante le vacanze. Anche solo per assicurarmi che non si sarebbe suicidata.
Montai nell’auto e mi cacciai gli auricolari nelle orecchie, facendo partire Best Luck. Io amavo quella canzone e la voce di Chen. E il solo pensare che presto lo avrei incontrato assieme agli altri mi fece salire l’emozione mista ad un po’ d’ansia.


20:32 – Seoul
Lay P.O.V.


Stavo seduto nel soggiorno del dormitorio a leggere. Ossia: stavo guardando la stessa riga da circa dieci minuti perché ero perso nei miei pensieri.
E Chanyeol lo aveva notato e stava ridendo della grossa. O almeno, sospetto sia per questo che stava ridendo, con lui non si sa mai.
Grazie al cielo riuscii a concentrarmi sul libro quei dieci minuti che mi servivano per terminare il capitolo, poi lo chiusi.
Dimenticandomi del segnalibro. Ops.
Scrollai le spalle pensando che era l’ultimo dei miei pensieri.
Primo tra tutti, ero stanco. Così appoggiai la testa sullo schienale del divano sprofondando un po’ con un sospiro.
Fare Cina – Corea e Corea – Cina di continuo era un po’ frustrante. Sia perché ci si stancava sia perché mi dispiaceva di non essere presente agli eventi legati al comeback per via del film.
Inoltre avevo fatto un paio di quelle figuracce colossali in videochat. Eh vabbè, io almeno ci avevo provato.
Poi mi avevano dato la possibilità di muovermi più indipendentemente, e io avevo accettato. Subito dopo mi ero ritrovato assillato dai nove membri che avevano dato di matto perché avevano paura che me ne andassi. Ma gli avevo rassicurati, non l’avrei fatto.
E poi c’era la questione dei ritratti. Sarebbe stata una pausa delle registrazioni, pausa che mi avevano concesso, grazie al cielo. Sarebbe stato ancor più frustrante fare Italia – Cina e Cina – Italia.
Ero curioso di andare in Italia. Non c’eravamo mai stati. Sapevo poco di quella città, Trento. Era stata sede di un concilio perché era a metà tra l’Italia e il territorio tedesco. Ancora si parlava il tedesco.
Ma noi sapevamo tanto il tedesco quanto l’italiano. Per fortuna ci avevano garantito che le quattro parlavano scioltamente l’inglese.
Quindi, grazie al cielo, non avremmo comunicato a grugniti come i cavernicoli. Perché sarebbe stato abbastanza imbarazzante per loro e per alcuni di noi. Per gli altri sarebbe stata solo un’occasione come un'altra per fare confusione. Della serie… venti anni e non dimostrarli.
Mi diedi mentalmente del nonno.
Guardai l’orologio. Giusto in tempo. Dovevo prepararmi per tornare in Cina. Di nuovo.
Mi alzai stiracchiandomi.
“Yixing hyung, devi già partire?” mi chiese Baekhyun, guardandomi alla ricerca di segnali che potessero definire le mie condizioni. Stare in gruppo con Suho gli stava facendo un po’ male.
“Già. A quanto pare devo essere là prima. E ho dimenticato di preparare alcune cose” risposi per poi dirigermi di nuovo verso la mia stanza.
Ero curioso riguardo alle ragazze. Entro un paio di giorni avrebbero dovuto arrivare i loro fogli con le presentazioni. Probabilmente me li avrebbero inoltrati per mail. Meglio chiederglielo più tardi.
Non avevamo modo di conoscere molte occasioni di conoscere delle persone al di fuori di quelle con le quali lavoravamo, e anche in quel caso spesso i rapporti erano strettamente professionali. Per questo motivo questa iniziativa era una bella ventata d’aria fresca.
Incontrare delle persone normali e girare non imbacuccati con occhiali cappello e mascherina come degli agenti segreti col raffreddore.
Vista in questa prospettiva era piacevole come idea. Dipendeva tutto da loro, da quelle quattro.
Tuttavia, non ero preoccupato.
Emozionato piuttosto. Tanto.


Ore 02:07 – Trento
Aura P.O.V.


Aprii gli occhi incerta, vedendo tutto buio. I pochi contorni che i miei occhi riuscivano ad intravedere erano terribilmente sfocati. Che bella la miopia!
Avevo lo stomaco chiuso, quella stupida nausea che mi impediva di stare sdraiata in modo confortevole cosicché potessi prendere nuovamente sonno.
E invece no!
Attenta a non far rumore mi misi seduta e inforcai gli occhiali. Non che cambiasse molto.
Dato che il mio orologio era a lancette nere su sfondo nero non si leggeva bene di giorno, figurarsi di notte. Per cui se volevo sapere l’ora per poi potermi insultare con maggiore foga, dovevo uscire dalla mia camera per guardare lo stereo in soggiorno.
E tutte le volte dovevo fare l’agente segreto per evitare di svegliare la mia sorella maggiore, con cui condividevo la camera.
Mannaggia a lei che aveva il sonno abbastanza leggero.
Mi alzai in piedi un po’ traballante e feci un passo verso la porta.
E da là le mie ossa e articolazioni varie decisero di dare un concerto. ‘Ma che diamine!’ pensai contrariata camminando verso quella dannatissima porta.
Perché doveva avere il vetro quella stupida cosa? Bisognava aprirla in un modo particolare altrimenti faceva un casino bestiale.
Finalmente riuscii a vedere l’ora. Le due di notte. Ah ok. E a che era ero andata a dormire? A mezzanotte. Due ore. Beh, facevo progressi.
Mi sedetti sul divano e mi misi addosso la coperta, sospirando. Ma perché dovevo soffrire di ‘insonnia da agitazione’? Maledetta me.
E, maledizione, perché mia mamma ha il sonno leggero come un fazzoletto della scottex con morbistenza?
“Sara… che ci fai sveglia?” mi chiese seria.
“Non riesco a dormire” risposi, per poi pensare che potevo risparmiarmela. Se fossi riuscita a dormire, non sarei stata di certo lì. Feci un facepalm all’interno della mia mente.
“Lo noto” sbuffò infatti mia mamma, facendomi cenno di andare in camera con lei.
I miei genitori sono separati, per cui mia mamma ha un intero letto matrimoniale a disposizione. Quando ho il raffreddore o la tosse o non riesco a dormire mi dice di andare dentro con lei. Anche perché se mia sorella si sveglia per colpa mia mi scuoia.
“Ti vedo pensierosa da un paio di giorni. Più del solito. Per caso è successo qualcosa di brutto?” mi chiese mia madre accarezzandomi la schiena. Io sospirai.
“Non di brutto… ma mi mette un po’ di agitazione” risposi piano.
“Ah, quindi è successo qualcosa per davvero” ribatté lei in un tono che nascondeva l’ordine di raccontarle subito ogni cosa.
E io glielo raccontai, perché non avevo niente di meglio da fare e perché altrimenti me l’avrebbe chiesto fino a che non le sarebbe finito il fiato.
Le raccontai degli EXO, dei ritratti e delle compari. Mia madre aveva una faccia epica.
“E me lo dici così? Dovresti esserne felice!” mi rimbeccò.
“Io ne sono felice! Però ho la tremarella al solo pensiero… anzi, direi più che altro la nausea” borbottai con una risata nervosa.
“Ma va là, sciocca! Andrà tutto bene. Ora ti faccio il the così ti calmi e poi dormi. Ne parliamo con più calma domani, ok?” mi disse sorridendomi e accarezzandomi una guancia. Io annuii e lei sparì per dirigersi in cucina. Mi stravaccai sul letto matrimoniale con un piccolo sorriso.
‘Ma perché non glielo ho detto subito?’


Ore 02:07 – Seoul
Sehun P.O.V.


Camminavo su e giù per il soggiorno. Forse sarebbe stato meglio dire che camminavo in tondo. Ogni tanto mi sedevo sul divano, mi torturavo le dita, mi mangiucchiavo le pellicine del labbro e le unghie. La nostra estetista mi avrebbe ucciso, ma non me ne curavo.
Ero completamente in ansia.
Guardavo nervoso l’orologio appeso sulla parete, che segnava le due di notte.
‘Fanculo’ pensai rivolto a non so bene cosa. Forse a me stesso perché non riuscivo a dormire. Forse a quel dannato orologio che ticchettava troppo lentamente.
Non lo sapevo.
Sbuffai, prendendo un cuscino e spiaccicandomelo in faccia.
I pochi suoni che c’erano mi arrivavano ovattati alle orecchie per via del ‘ripieno’ contenuto nella federa. Ciononostante sentii chiaramente qualcuno che da dietro mi chiamava, senza riconoscerne la voce.
“Sehun.”
“Mgnnnnf” fu la mia risposta. Doveva essere un segnale per dire a chiunque fosse che lo stavo  ascoltando.
Tuttavia, il cuscino mi fu strappato via dal volto, cosicché mi ritrovai faccia a faccia con... Suho.
‘Oh, perfetto’ pensai.
“Sehun. Vai a dormire” mi disse senza troppi mezzi termini. Anzi, più coincisa di così la frase non poteva essere.
“Ci riuscissi, volentieri” fu la mia risposta mentre tentavo di riprendermi il cuscino, che lui non sembrava intenzionato a ridarmi.
“Sei agitato?” mi chiese, mentre allungava il braccio indietro, fuori dalla mia portata, dato che io ero inginocchiato sul divano e lui in piedi dietro allo schienale.
“Ma va?” risposi. ‘Eddai, rivoglio il mio cuscino!’ pensavo intanto.
E lo ricevetti. In testa. Ci rimasi così male che non riuscii a reagire, totalmente colto alla sprovvista. Così, quando il mio hyung mollò la presa, quel coso morbidoso mi rimase in equilibrio sulla testa a mo’ di cappello.
“Non dovresti” mi disse semplicemente, mentre inclinavo la testa per togliermi di dosso il mio ridicolo copricapo e iniziando a sistemarmi i capelli. Joonmyun nel frattempo si era seduto accanto a me, sorridendo.
“Siamo tutti emozionati per l’iniziativa... dopotutto è la prima volta che andiamo in Italia, almeno come gruppo. Però manca ancora un po’ alla partenza, e non puoi non dormire, altrimenti collassi durante le prove” disse mentre fissava anche lui l’orologio.
Io annuii soltanto. Aveva perfettamente ragione, lo sapevo.
“Chiedo a Kyungsoo se ti prepara qualcosa per calmarti? Credo sia ancora sveglio” propose il leader.
Accettai con un sorriso per ringraziarlo. Suho aveva il potere di calmare le persone quando erano in ansia.
Peccato che non funzionasse così tanto per quando eravamo troppo rumorosi. Poveretto.
In Italia saremmo stati intrattabili.
E avevo il presentimento che lui lo sapesse benissimo.


Ore 10:45 – Trento
Seir P.O.V.


Programma della giornata? Il solito.
Svegliarsi, caffè, tornare in camera, accendere il computer e iniziare a ripassare, imparare e riadattare coreografie varie. E nel ‘varie’ erano comprese le coreografie di quei ragazzi.
Ne avevamo imparate un po’ ormai. Avevamo iniziato con History, poi MAMA, poi Overdose, che oramai sapevamo. Ora facevamo pratica con Wolf e Growl. Poi io e Sara sapevamo il teaser di Two Moons e qualche pezzo di Moonlight.
Io sapevo qualche passo di tutte le coreografie. Mi divertivo parecchio ad impararle. Però non mi piaceva troppo inventarle.
Silvia e Sabrina preferivano cantare. Sara faceva un minestrone di tutto ed era contenta, come al solito.
Ciononostante, di quel gruppo inventato un po’ così per caso e per puro divertimento, io ero la main dancer. E la cosa mi divertiva.
Avevo ripassato tutte le coreografie, stavo rifacendo History ed ero arrivata nel punto dove si sentiva ‘dung, dung, dung’ e dove Kai stava in piedi da solo.
E un pensiero folle mi venne in testa.
‘Chissà cosa ne penserebbero loro del nostro ballo...’ mi chiesi, fermandomi a pensare.
Potevo provare a proporlo alle altre, ma constatai che sarebbe stato uno spreco di tempo e di fiato. Per esempio, Sara sarebbe morta prima, Silvia si sarebbe rifiutata e Sabrina boh, probabilmente si sarebbe messa a ridere fino a piangere o si sarebbe strozzata con la sua stessa saliva, prima o dopo.
Quindi no, decisamente no.
Mi sedetti per terra, in mezzo alla saletta prove che avevo allestito in soffitta, a gambe incrociate.
Non avevo detto ancora niente a nessuno. Tanto avrebbero risposto con ‘Ah, bene’ o cose simili. O almeno i miei genitori. Erano dei vecchietti e non mi capivano.
Così avrei aspettato di andare dalla mia sorella maggiore e da mio cognato, dove li stavo convertendo alla musica coreana. Lì avrei raccontato tutto e chiesto alloggio per maggio e giugno.
Era un piano perfetto. Con i miei genitori ci avrei parlato dopo. Dopotutto era una cosa di scuola, avrebbero dovuto apprezzare il mio insolito entusiasmo.
Anche se, dovevo ammetterlo, un po’ ero preoccupata. Insomma, stavamo per conoscere ed interagire con i nostri idoli, i ragazzi che ci facevano ridere anche per ore di fila fino alle lacrime.
Il record di risate lo teneva Sara, incredibilmente, con tre giorni a ridere di fila. Tutte noi ci chiediamo come cavolo avesse fatto, persino lei, anzi, soprattutto lei.
‘Sì, qualcuno ci resterà secco’ pensai divertita rialzandomi per mettere un’altra canzone da ballare, un po’ stufa di stare ferma a rimuginare. Quello era il compito delle altre.
Io preferivo scaricare la tensione ballando tutto il ballabile, per poi tornare in camera a disegnare e fare altro.
Ok, forse avrei dovuto studiare qualcosa… anche se non era esattamente la mia passione. Anzi, diciamo pure che lo studio e io non siamo compatibili.
Risi un po’ rigidamente, pensando che, dopotutto, dovevano capirmi.
Quella situazione stava mettendo già dal principio alla prova il mio cuore!


Ore 10:45 – Seoul
Kai P.O.V.


Mi ero fiondato in sala prove non appena avevo potuto. Suho aveva dovuto rincorrermi per farmi prendere una giacca per scacciare il poco freddo che c’era.
Che cavolo però, correvo, non avevano il tempo di riconoscermi e mi tenevo caldo. Che problema c’era?
Ah, queste madri!
Ero da solo nella sala mentre facevo un po’ di riscaldamento. Teoricamente avrebbe dovuto esserci anche Sehunnie con me, ma il leader lo aveva lasciato riposare un attimo di più perché non aveva dormito la notte.
L’agitazione dava brutti scherzi a tutti.
Io non riuscivo a stare troppo tempo fermo, dovevo muovermi fino a stancarmi al livello ‘collasso sul divano’ per smaltire l’agitazione. Sehun aveva l’insonnia, Tao sembrava depresso, Suho aveva crisi isteriche apparenti. Per quanto riguardava alcuni membri, mi sembravano sempre uguali.
Tipo Lay, che era sempre carino e disponibile con tutti, o Xiumin che si comportava come se la cosa non lo riguardasse. Anche Chanyeol non era cambiato molto… rideva come al solito per qualunque cosa, ma almeno riusciva a distrarci facendo l’idiota e trascinandoci con lui.
Questo era il lato positivo di avere Chanyeol in gruppo.
Finii di fare stretching e flettei il collo facendolo scricchiolare. Mancava solo la base musicale.
Iniziai riscaldandomi con MAMA, la canzone del nostro debutto. Era da tre anni che stavamo assieme, tre lunghi anni che sembravano passati in uno schiocco di dita. Tre anni di soddisfazioni, di sacrifici, di risate e di pianti.
Avremmo affrontato anche questa cosa assieme e io non chiedevo di meglio. Anche perché l’idea di partire per uno stato ancora inesplorato per noi era sempre una grandissima emozione, e farlo assieme completava la mia impazienza.
Il nostro problema erano le ragazze, come probabilmente noi eravamo il loro. Non sapevamo minimamente che cosa aspettarci, non un nome, un volto, un’età. Ma la cosa che più ci preoccupava era, ovviamente, il loro comportamento e il loro approcciarsi a noi.
Nonostante mi fossi imposto di credere alle parole di Suho, ero comunque nervoso. Soprattutto perché il leader stesso non sembrava credere un granché alle sue stesse parole.
Avevo ballato tre canzoni e stavo sbagliando una marea di passi rispetto al mio standard. Mi fermai, passandomi una mano tra i capelli bagnati e scuotendo la testa.
Non dovevo pensare a quello mentre ballavo. Dovevo concentrarmi sui passi e sulla musica.
Ma il mio cervello aveva fatto le valigie con tanto di biglietto di auguri con sopra scritto l’invito di raggiungerlo al più presto in Italia, dove si era recato.
Imprecai contro me stesso, sedendomi di getto per terra e strapazzandomi i capelli.
A quel punto, speravo solo che maggio arrivasse in fretta.
 


Angolino nascosto nell'ombra:

I'm Baek, people! (?)
Ok, scusate, battuta pèessima, vado a sotterrarmi.
Che dire, in questo capitolo mi sono divertita a collegare le varie reazioni delle quattro ragazze a quattro di quei ragassuoli, aggiungendoci pure gli stessi orari, perché sì (?). Con il fuso orario, le ore uguali risultano in tempi diversi, dopotutto.
Quindi, Brina e Tao che sono nostalgici, Silvia e Lay che devono partire, Sara e Sehun che soffrono di insonnia, Sara e Kai che ballano finoo allo sfinimento.
Mi sono divertita a scrivere della parte di Sehun, io e le altre avviamo iniziato a shippare lui con il cuscino (Sehscino, nuova OTP della vita! *okno*)
Non ho più molto da dire.
Bene.
Enjoy the Mayo!

Aura_

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Leggere Attentamente Il Foglio Illustrativo ***


Capitolo 2 – Leggere Attentamente il Foglio Illustrativo


Silvia P.O.V.


Era scattato l’allarme rosso. O l’allarme bianco rettangolare con lettere stampate di nero, come preferite.
Erano arrivati i fogli per le presentazioni da mandare agli EXO. Quella mattina.
Quindi, appena era suonata la ricreazione, c’era stato un fuggi-fuggi generale da parte di me e Sara, scattate fuori dall’aula culturale dove eravamo, fino a che non ci scontrammo, nel vero senso della parola, con Aura e Sabrina.
Avevamo tutte il cellulare in mano e decidemmo di provare a chiedere alla madre di Sarr se potevamo andare a pranzo da lei. La prima a chiamare fu proprio la ragazza, che ottenne l’ok non appena le disse la motivazione.
Io ero l’unica che non doveva chiedere, abitando a un metro forse da lei. Al massimo non mi sarei fermata a pranzo, ma punto.
Le altre due chiamarono le rispettive madri e nel giro di dieci minuti avevamo già confermato la nostra presenza.
Prendemmo qualcosa da mangiare nel silenzio quasi totale da parte nostra, che era calato dopo il caos iniziale. Poi andammo a sederci in un angolo del corridoio dove ci mettemmo a studiare la fatidica scartoffia.
“Allora… Nome e Cognome… c’era da aspettarselo, era ovvio. Età, classe e indirizzo… ok, fino a qua tutto bene” iniziò Sabrina, un po’ agitata.
“Come indirizzo dovremmo mettere fotografia e disegno, altrimenti non so se ci capiranno qualcosa” borbottò Seir osservando il suo foglio corrucciata.
“Facciamo le professionali: scriviamo in nome vero e proprio e tra parentesi la traduzione per comuni mortali”. Ci trovammo tutti d’accordo con Sara.
“Ecco, questa è la parte obbligatoria. E poi c’è…” iniziò Brina, tentennando.
“La fonte dei nostri problemi” completai io, annuendo.
Sì, le domande che gli EXO avevano concordato. Chi glielo aveva lasciato fare? Tra l’latro erano domande che ci mettevano anche abbastanza in imbarazzo. Per esempio la voce ‘Canzoni preferite’. Brina si era lamentata sia per la domanda in sé che per il poco spazio che c’era.
“Insomma! Io non so decidermi! E inoltre alcuni titoli sono lunghissimi tipo ‘Two Moons at Night’ e ‘Angel – Into Your World’” sbottò.
Sospirai. Quella situazione ci stava togliendo quel poco di sanità mentale che e c’era rimasta.

 

-


Bussai alla porta di Sara che stavo ancora masticando l’ultimo boccone del pranzo. La sorella maggiore della ragazza mi venne ad aprire.
“Oh, ciao Silvia. Dobbiamo ancora finire di mangiare, vieni” mi salutò cordialmente.
Io varcai la soglia trovando le tre ragazze inaspettatamente serie. Voglio dire, più serie del solito. Stavano ridacchiando senza troppa convinzione. Forse la situazione era ancora recuperabile, allora.
“Salve” salutai io, sedendomi sul divano. Le altre tre scattarono in piedi, ignorando le lamentele della padrona di casa, e assieme ci fiondammo in camera della ragazza.
“Allora…” esordì Sabrina, guardandosi attorno un po’ persa. “…Ci servono delle penne”.
Aura si era alzata e aveva tirato fuori quattro classiche pene bic nere da un sacchetto nascosto nel su armadio, che avrebbe tranquillamente potuto essere lo scenario per uno spettacolo di marionette del ‘libro della giungla’.
Ne lanciò una a testa, per quanto riguarda Sabrina quasi in testa, tenendosi la quarta e tornando al suo posto.
“Cominciamo con le cose semplici” esordì dopo qualche istante di immobilità. Tutte scrivemmo il nostro nome e cognome.
“Chissà se avranno qualche reazione vedendo che ci chiamiamo tutte con nomi inizianti per ‘s’ e che ci sono due omonime” ridacchiai lanciando uno sguardo anche alle altre.
“Oddio è vero” scoppiò a ridere Seir, accompagnata dalle altre che si guardavano a vicenda con sguardi del tipo ‘ops’. Forse nemmeno se ne erano accorte, realizzai facendo un facepalm all’interno della mia mente.
Come età eravamo a scaletta. Io ero la più piccola, mi mancava qualche mese ai diciotto anni, che Aura aveva già compiuto da un mesetto abbondante. Le altre due erano già diciannovenni, Seir da poco e Brina da ormai quasi mezzo anno.
Tutte scrivemmo, per chiarezza, la nostra età italiana e quella coreana, dato che loro contavano un anno di più.
Invece, per i settori eravamo a coppie e tutte in quarta superiore.
Dopo la parte obbligatoria, fummo tentate ad appoggiare le penne e snobbare totalmente la parte degli EXO. Poi convenimmo tutte sul fatto che sarebbe stato ben poco educato. Così prendemmo un bel respiro profondo e iniziammo a leggere le domande dei dodici disagiati.


Brina P.O.V.


La prima domanda era: da quanto seguite il gruppo?
“Questa si può fare” dissi, impugnando meglio la penna. La mia risposta era l’unica diversa, dato che ero l’unica che gli aveva seguiti dal debutto. Le altre erano entrate nell’era di XOXO.
“Bene, e una è fatta. Io ringrazio il cielo che le domande non sono obbligatorie” borbottò Silvia, raddrizzando la schiena.
“Lodiamo il sole!” si affiancò Sara buttando le mani al cielo e alzando la testa verso la sua bellissima lampada a forma di mongolfiera.
Io nel frattempo avevo dato uno sguardo alla prossima domanda.
“Ragazze… ci chiedono i soprannomi. Che cosa facciamo?” chiesi io attirando l’attenzione delle altre.
“Io e Sara dobbiamo metterli di sicuro. Prima che ce li affibbino loro” esordì la mia compagna di classe, incrociando le braccia e annuendo convinta.
“Senza ombra di dubbio” convenne l’altra Sara.
“Mmm… perché non scrivete Layla e Kaila?” chiesi con un sorrisino.
“MA SEI FUORIIIII?!?!?” sbottarono entrambe in contemporanea. Io e Silvia ci mettemmo a ridere come due idiote alla faccia rossa di una e a quella fin troppo bianca dell’altra.
“E allora tu scrivi Chanyeolla o Sehunna!” sbottò Seir. Io mi strozzai con la mia stessa saliva iniziando a tossire come una forte fumatrice.
Appena ci fummo riprese ricominciammo a optare per i vari soprannomi. Io inserii Brina e stavo ancora valutando se mettere o meno Lolli, anche se praticamente nessuno mi chiama così.
Silvia non aveva messo dentro niente, e se ne stava con le braccia incrociate ad aspettarci. Poi, sotto costrizione, aveva aggiunto Sissi. Per poi cancellarlo.
Le due Sare avevano inserito Seir e Ayumi, i nomi delle loro due alter ego; in più la seconda aveva aggiunto Aura.
Poi c’eravamo distratte perché la ragazza aveva una lista immemore di soprannomi e ce li stava elencando tutti. Per esempio c’è chi la chiamava Phantom, Salsa, Salsedine, Sarr, TonnaH, Amica Smemorina, Oracolo e chi più ne ha più ne metta.
Avevamo finito il primo foglio tra una cosa e l’altra, e io avevo seriamente paura di vedere quello che ci avevano chiesto. Conoscendoli, tra le domande seguenti avremmo potuto trovare ‘a che gusto la pizza?’. O pijja, come dicono loro.
Sorrisi pensando ai dieci che giocavano con la mozzarella filante mentre ridevano come dei deficienti. Avrei dato qualsiasi cosa per assistere ad uno spettacolo del genere.
Girai la pagina… e mi strozzai di nuovo, questa volta con il the che stavo bevendo dal bicchiere. Anche Aura aveva avuto la mia stessa reazione, per questo, inevitabilmente, iniziammo a ridere come due idiote.
“Cribbio… ci chiedono il o i bias!” sbottò Silvia non appena si focalizzò sulla domanda.
Ci guardammo negli occhi. Ognuna era a conoscenza dei bias degli altri.
I miei erano Chanyeol, Sehun e Lay. Quelli di Silvia, Kris e Kai, seguiti a brave distanza da Chen. Kai era anche il bias di Seir, seguito poco dopo da Chanyeol e D.O. Invece, Ayumi aveva una preferenza particolare per Lay, poi seguito da Chen e Suho.
Ma parlarne tra di noi e ammetterlo davanti a quegli stessi ragazzi era tutta un’altra cosa.
E fu così che saltammo la domanda, mettendoci a ridere imbarazzate.
Le domande dopo erano simili, voce preferita, ballerino preferito e avanti così. Sarr aveva scritto Chen e Baekhyun, promettendo a sé stessa di specificare il perché ai ragazzi se avrebbero mai affrontato il discorso.
Silvia aveva scritto Chen pure lei, mentre io dopo riflessioni profonde ma anche no, avevo deciso di saltare la domanda come Seir.
Quella del ballerino la saltammo tutti meno che Seir, che mise il suo Bias; mentre persino lei si arrese a quella del rapper, perché non riuscivamo a deciderci.
Poi ci chiesero la canzone preferita, e anche lì ci furono delle vere e proprie crisi esistenziali.
Seir sbuffava come una locomotiva e si era messa a girare per la camera. Io e Silvia eravamo a gambe incrociate con la testa fra le mani a osservare con occhio accusatore le scartoffie.
L’unica tranquilla era Sara, che stava allegramente compilando la domanda, aggiungendo Miracles in December versione coreana, Two Moons versione cinese e fermandosi per riflettere se aggiungere o meno Hurt e History e in quale versione. Beata lei che aveva le idee chiare.
Alla fine io emisi un verso frustrato e scrissi a caratteri cubitali ‘TUTTE’ sul foglio, per poi sbattere la penna sulle piastrelle del pavimento sbuffando convinta.
Aura mi guardava scandalizzata prima di buttarsi sul pavimento a ridere come un’ossessa, mentre Silvia la guardava senza capire cosa cavolo le fosse successo.
Seir invece decise di saltare la domanda e di smetterla di complicarsi la vita.
Le due vicine di casa avevano concordato su Miracles in December coreana, History cinese e Promise. Silvia aveva aggiunto My Answer is You e El Dorado, entrambe cinesi e Sara Hurt in entrambe le versioni.
Ci chiedevano la coreografia preferita. Quei ragazzi erano ovviamente decisi a farci complicare la vita.
Seir risolvette la situazione come avevo fatto io con le canzoni, suscitando altre risate dalla sua omonima. Che, inutile dirlo, la imitò poco dopo.
“Anche se, sinceramente, avrei qualche ripensamento su Call Me Baby...” ammise poi con la voce bassa, facendoci ridere. Le feci qualche carezza a mo’ di presa in giro. Sara era la piccola innocente del gruppo, o almeno ci provava. Poveretta.
Io scrissi a chiare lettere ‘in crisi’, mentre Silvia saltava la domanda.
E poi arrivò il peggio.
“No...”
“Non può essere”
“Ma davvero?”
“Ma si può essere così scemi?”
“Gli sembrano domande da fare?”
“A quanto pare...”
A metterci in crisi una sola parola. O meglio, tre lettere maiuscole.
OTP.
Ci chiedevano chi shippavamo.
“Gliele tiro in testa le shipping!” me ne uscii io, mentre le due Sare erano mezze morte, una dal ridere e l’altra dalla vergogna.
Silvia, dal canto suo, aveva tranquillamente afferrato la sua penna e aveva scritto con la massima tranquillità la sua risposta. A caratteri cubitali, tra l’altro.
“Ma cos... hai veramente scritto qualcosa?” le domandò la sua vicina di casa, sgranando gli occhi. Lei scrollò le spalle.
“Certo”, e ci allungò il foglio. Tutte e tre ci affacciammo e leggemmo quelle poche parole.
‘Io shippo tantissimo la HunHan’.
Ci guardammo, in silenzio. E poi scoppiammo a ridere all’unisono, rotolandoci per terra e tenendoci la pancia.
Noi altre tre non scrivemmo nulla, ma ne parlammo. Io shippavo la BaekYeol e anche un po’ la HunHan. Aura adorava la Kray e in generale quelle più coccolose, quindi anche la BaekYeol non le dispiaceva, assieme alla HunHan versione coccolosa. Tenera, lei. Silvia oltre alla HunHan, shippava tantissimo assieme alla sua quasi coinquilina la Kray. Praticamente shippavano i loro bias.
E poi c’era Seir, che era tutt’altro che innocentina come l’altra Sara. Praticamente lei shippava ogni coppia possibile ed immaginabile purché sensata, a partire dalla KaiSoo. Noi dicevano che lei era la KaiSoo vivente, perché la identificavamo in Kai e un po’ nella parte creepy di D.O.
E poi avevamo le nostre personalissime shipping. Ossia: Aura e Lay che erano la LayRa, Seir e Kai diventavano la KaiRa, poi c’era la SilChen ossia Silvia per Chen e la mia con Sehun, la SabHun.
Ovviamente non facevamo sul serio. Nessuna di noi li voleva realmente come ragazzi. Come amici, invece sì, eccome.
Eravamo arrivate all’ultima domanda, che era segnata come domanda obbligatoria.
“Numeri di cellulare?” chiese Seir, confusa. Sara lesse ad alta voce la spiegazione in inglese, traducendola in poco tempo in italiano.
“Praticamente vogliono poterci contattare in caso di necessità. Ossia: se si perdono per Trento”.
“O per l’istituto”.
“Giusto”.
Ridendo, scrivemmo le quattro sequenze di numeri, per poi scambiarci il cinque. E anche questa era fatta.
“E ora, ragazze, vai con le foto!” esclamò Seir, afferrando la sua enorme macchina fotografica.
Ci fece qualche scatto ciascuna, fino a che non facevamo una faccia per lo meno decente, poi Silvia fece lo stesso a lei. Prese poi ad armeggiare con la macchina.
“Ragazze, foto di gruppo!” esclamò, inserendo l’autoscatto.
E, ammettetelo, qui ci stava il mio “Dite ‘Yehet’!”
“YEHET!”


(Qualche Giorno dopo, a Seoul...)
P.O.V. Chen


<<” Ragazzi!” Suho ci richiamò all’attenzione, sventolandoci un foglio bianco e una penna davanti al naso per farsi dare retta. “Il manager e il presidente della SM hanno concordato le domande obbligatorie per le ragazze del liceo in Italia, e ci hanno chiesto se vogliamo inserirne alcune” ci comunicò.
“Davvero possiamo farlo?” domandò Bacon strabuzzando gli occhi contornati di eyeliner. Il leader annuì. Tutti accettammo con entusiasmo e elencammo una serie di domande, alcune anche abbastanza imbarazzanti...>>

E finalmente il gran giorno era arrivato.
Eravamo tutti in dormitorio mentre Joonmyun apriva la busta e estraeva le carte. Tutti eccetto Yixing, che era in Cina e a cui avremmo passato le carte tramite mail dopo averle scansionate.
“Leggiamo una ragazza per volta o andiamo in ordine di domanda?” chiese Sehun, interessato.
“Facciamo per domanda!” esultò Chanyeol. Tutti concordammo e i quattro fogli vennero dati a quattro di noi. Uno capitò a me, quello della ragazza chiamata ‘Sabrina’. Gli altri fogli passarono a Xiumin, Baekhyun e Tao.
A turno dicemmo i nomi delle ragazze. E iniziammo subito a strepitare.
“Sabrina, Silvia, Sara e... Sara” ripetemmo tutti.
“A parte che iniziano tutte per ‘s’... pure due omonime dovevamo avere?!” esclamò Kai, portandosi le mani tra i capelli esasperato.
“Accidenti, che casino! Potevano farci caso anche loro!” borbottò D.O, incrociando le braccia.
Bene o male, comunque, passammo alla successiva.
“Allora... abbiamo due ventenni, una diciannovenne e una diciottenne... Non sono molto più piccole di noi!” realizzò Sehun, notando che le due maggiori avevano solo due anni in meno di lui e Kai, che annuì, ancora un po’ preoccupato per i nomi.
Almeno i cognomi erano completamente diversi, mentre nel nostro gruppo io, Kai, Suho e Xiumin avevamo lo stesso identico.
Questo in ogni caso non ci aiutava, Yixing si era documentato in parte e ci aveva informato che loro si chiamavano per nome anche tra ‘non amici’.
Passammo poi alla voce “classe”, dove loro avevano scritto che, in Italia, erano in quarta superiore. Inoltre ci avevano scritto i settori.
“’Multimedia’... sono un po’ confuso” borbottò Baek, osservando il suo foglio, quello di una delle due Sare. Xiumin, invece era alle prese con le parole ‘Arti Figurative’. Per fortuna, notammo, le ragazze ci avevano risolto i dubbi scrivendoci dei secchi ‘fotografia’ e ‘disegno/pittura’ accanto.
“Quindi... Sabrina e la Sara più piccola faranno i ritratti e le altre le foto...” rifletté a voce alta Joonmyun.
“Sì, Suho, siamo tutti colpiti dal tuo acume, ma ora ci sono le nostre domande!” strillò Chanyeol beccandosi diverse occhiatacce da parte di altri membri, leader in primis. Io non riuscii a non ridacchiare.
“Vediamo... Sabrina segue il gruppo dagli albori. Wow, quindi ci ha seguito per tutte le ere!” esclamai, sbirciando la risposta della ragazza più grande.
“Invece Silvia ha scritto che ci conosce più meno da XOXO” continuò Tao, e gli altri due ci comunicarono che anche le due omonime erano delle Exotic da Wolf.
“Non è male... almeno da due anni. Ormai ci devono conoscere piuttosto bene” osservò Sehun, un po’ a disagio. Comprensibile, anche io mi sentivo un po’ strano nel pensare che non sapevo nulla su di loro e invece quelle ragazze conoscevano praticamente anche il mio numero di scarpe.
“Oh!” esclamò Minseok  ad un tratto. “Ragazzi, hanno inserito dei soprannomi, almeno la Sara più giovane... vediamo... ‘Aura’ e ‘Ayumi’” ci disse il maggiore.
“Ayumi è un nome giapponese! Chissà perché si fa chiamare così!” esclamò Baek schioccando le dita, come se gli fosse venuta chissà quale intuizione geniale.
“Sabrina ha messo ‘Brina’. Praticamente toglie la parte di nome che la accomuna con le altre” dissi sorridendo al nomignolo della ragazza.
L’altra Sara si era presentata come Seir e Silvia aveva scritto qualcosa, ma poi aveva scarabocchiato la sua risposta. Quindi rimaneva Silvia.
Ci restammo tutti un po’ male quando la nostra curiosità di conoscere i loro bias non fu soddisfatta. Tutte e quattro avevano saltato la domanda.
“Si saranno vergognate” disse Joonmyun.
“Tanto glielo chiederemo fino a che non ce lo diranno” sbottò convinto Baekhyun, venendo appoggiato da Chanyeol, Sehun, Kai e il sottoscritto. Eh, perché quando ci vuole ci vuole. Il nostro leader non sembrava essere troppo d’accordo con noi, infatti scosse la testa appoggiandoci sopra la mano.
Notai che Sabrina non aveva scritto nulla nemmeno nelle tre domande successive, rispettivamente vocalist, dancer e rapper preferito. Per la prima domanda, solo Aura e Silvia avevano scritto qualcosa.
“Ehi, conquisti cuori ChenChen!” esclamò Chanyeol notando che entrambe le ragazze avevano scritto il mio nome. Sara aveva aggiunto anche Baekhyun. Io abbassai lo sguardo un po’ imbarazzato.
“Ehi” mi richiamò Kyungsoo “Mica ce la siamo presa” mi rassicurò. Io sorrisi.
Per quando riguardava i ballerini, il nome di Kai spiccava sul foglio di Seir, che era l’unica ad aver scritto qualcosa. Quella dei rapper, di domanda, era invece stata allegramente snobbata da tutte e quattro.
“Indecise le ragazze!” esclamò Kai non appena ebbe finito di gonfiare il petto come un pavone per essere stato nominato come il miglior ballerino per una delle artiste.
‘Grazie al cavolo, sei il Main Dancer!’ pensai scuotendo la testa.
Abbassai lo sguardo sul foglio nuovamente... e inavvertitamente lessi la risposta alla domanda successiva. Iniziai a rider incontrollato, mentre gli altri mi guardavano, probabilmente pensando che fossi diventato del tutto scemo all’improvviso.
Chanyeol mi rubò il foglio e, letta la medesima cosa, iniziò a ridere pure lui.
Dopo cinque minuti buoni, riuscii a mostrare il motivo di così tanta ilarità. Alla voce ‘canzone preferita’, nostra, si intende, Sabrina aveva risposto con un chiaro e tondo ‘TUTTE’ scritto a caratteri cubitali in stampatello maiuscolo.
Anche gli altri si misero a sghignazzare. Quelle ragazze iniziavano a starci simpatiche e stavano sciogliendo un po’ la tensione che provavamo fino a pochi minuti prima.
Ayumi e Silvia concordavano su Miracles in December in coreano, Promise e History in cinese. La maionese colpisce ancora, a quanto pare. La prima aveva aggiunto anche Two Moons in cinese e Hurt in entrambe le versioni. L’altra aveva optato per My Answer e El Dorado, entrambe in cinese.
Seir aveva saltato la domanda.
Mi misi a ridere nuovamente alla risposta di Brina alla domanda ‘Coreografia Preferita’. Aveva scritto ‘in crisi’. E doveva esserlo sul serio, per darci delle risposte del genere.
La coppia di omonime aveva adoperato la stessa risposta delle canzoni di Sabrina, ‘tutte’. Silvia non aveva scritto nulla.
Infine, la domanda che ci rendeva più curiosi.
Le OTP.
Anche se non ci aspettavamo che qualcuno rispondesse.
E lì, Silvia ci sorprese. Aveva scritto grande come Chanyeol ‘Io shippo tantissimo la HunHan’.
E lì ridemmo per dieci minuti buoni, canzonando il nostro maknae come se non ci fosse stato più un domani. Lui reagiva tirandoci qualcosa, dai cuscini alla lattina di coca cola. Mezza piena.
Così Suho ci ordinò di pulire mentre si segnava i numeri di cellulare delle quattro in un posto sicuro e andava ad inviare le informazioni a XingXing.
Sorrisi mentre Baek si lamentava con Sehun per la sua maglia. Quell’iniziativa prometteva bene.
Quelle ragazze erano fuori almeno quanto noi.
 

Angolino nascosto nell'ombra:

Salve. Come accennato, aggiorno prima perché domani parto.
Non so bene da cosa mi sia uscita questa... cosa.
Però adoro il titolo del capitolo.
Non ho molte cose da dire.
A parte ringraziere centordici volte tutti i santi che seguono, preferiscono e ricordano la storia. Krisus, siete TANTISSIMI, mi commuovo.
Spero che il capitolo vi piaccia, recensite se ne avete voglia, ridete che fa bene e non prendete troppo sole.
Ohorat, gente!

Aura_

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Turbolenze Aeree... e non ***


Capitolo 3 - Turbolenze aeree... e non


Xiumin P.O.V.


Erano gli ultimi di aprile ormai. Non era particolarmente freddo, di certo non era caldo e nella valigia avevamo messo di tutto e di più.
Ci avevano raccomandato di non infilare il dormitorio nei borsoni, e noi, tanto per cambiare, avevamo preso dietro il dormitorio nostro, quello degli SHINee e la nonna di Baekhyun per la felicità di Lay.
Insomma, solo io avevo una valigia più grande di me, un borsone e uno zaino. E non ero quello più pieno.
Stavamo camminando per i corridoi dell’aeroporto verso la sala d’attesa, tentando di sopravvivere all’assalto delle fan che ci afferravano i vestiti, le braccia, le valigie e qualsiasi altra cosa.
‘Mannaggia a loro’ pensai ringhiando nella mia mente, mentre qualcuno urlava nel mio orecchio un “Minseok oppaaaaa” che poteva risparmiarsi, dato che eravamo a venti centimetri di distanza.
La ignorai e affrettai di poco il passo per portarmi più vicino a Tao, che già era in difficoltà con le valigie per via del piede, figurarsi con quell’orda di ragazzine urlanti che tra un attimo si facevano spuntare le ali pur di venirci accanto.
Fortunatamente raggiungemmo la sala d’aspetto, ove ci tennero dei posti riservati, dove le fan non potevano passare.
Quella situazione mi stava facendo passare la voglia di andare in Italia a farmi fare un ritratto e delle foto da delle loro compagne di Fandom. Ricacciai indietro il pensiero, sgridandomi per essere così scettico e burbero.
Erano pur sempre dimostrazioni d’affetto, e quelle povere ragazze italiane non si meritavano di essere giudicate fin dal principio.
Sapevo a malapena che faccia avessero!
Sì, perché Joonmyun si era accorto che, assieme ai moduli con le nostre domande, le ragazze ci avevano inviato delle foto con i loro nomi e soprannomi nel caso delle due omonime.
Sabrina, la più grande, aveva dei capelli lunghissimi (le arrivavano quasi ai fianchi) marroni come gli occhi. Sembrava essere piuttosto alta e anche magra.
Sara, Seir, aveva invece i capelli mori cortissimi, rasati in alcuni punti e tenuti lunghi per formare un ciuffo sull’occhio sinistro. Aveva gli occhi scuri e la pelle un po’ più abbronzata del normale.
L’altra Sara, Ayumi, aveva i capelli lunghi fino poco sotto le scapole, marroni come quelli di Sabrina e con lo stesso colore di occhi, tra l’altro leggermente a mandorla. Aveva gli occhiali dalla montature piuttosto larga e un’unica fossetta sulla guancia destra, esattamente come Yixing.
L’ultima, la più piccola, Silvia, aveva i capelli vaporosi e lunghi marrone scuro, proprio come gli occhi e la faccia leggermente paffuta.
Avevano fatto anche una foto tutte assieme, e da quella si poteva vedere che Ayumi e Brina erano alte uguali e spiccavano di qualche centimetro sulle altre due.
Avevano un’aria simpatica ed erano anche piuttosto carine, avevamo constatato.
Davvero non si meritavano il mio scetticismo, pensai sospirando. Ero un po’ stanco ed ero sicuro che sull’aereo non avrei dormito un granché. Un po’ per l’eccitazione, un po’ perché i miei compagni di band erano silenziosi come un martello pneumatico in azione. Un martello per membro, s’intende.
Ma era anche per questo che gli volevo bene.
Feci un piccolo sorriso, mentre osservavo Sehun che soffiava a tradimento sul collo di Lay per far sorridere Tao.
‘Proprio degli idioti’ ripetei a me stesso.
“Ragazzi, dobbiamo andare!” ci richiamò il manager. E da lì, fu tutto un casino di borse borsoni, valigie, zaini, sacchetto della cooperativa vicina, una trombetta che non so dove Chanyeol abbia preso e Chen che chiedeva l’ubicazione del bagno.
Io, silenziosamente, mi avviai verso il metal detector, facendo passare quello che dovevo e sorpassando senza un solo rumore quella strana porta che ti fracassava i timpani con un allarme se per caso dimenticavi qualcosa di metallico addosso.
Come capitò a Chanyeol, che si guardò attorno spaesato, non capendo cosa avesse sbagliato. Una signora si avvicinò a lui con una sorta di bastone che serviva a trovare gli oggetti metallici.
L’unico problema è che il ragazzo era una torre e lei un Puffo. Doveva mettersi sulle punte per arrivare a sventolare quel ‘coso’ vicino alle orecchie a sventola del mio compagno.
Tutti gli altri non furono così tonti da dimenticarsi che la fibbia della cintura era metallica, grazie al cielo.
Così riuscimmo finalmente a raggiungere il nostro aereo, prima di aver depositato le valigie. Io avevo tenuto con me solo lo zainetto, che conteneva cellulare, il necessario per ascoltare musica, macchina fotografica e qualcosa da mangiare, anche se, probabilmente, ce ne avrebbero dato anche sull’aereo.
Il resto era vuoto, per ficcare dentro la giacca una volta arrivati, perché ci avevano detto che lì era già abbastanza caldo.
Salimmo sull’aereo assieme agli altri passeggeri, comprese alcune fan sia coreane che occidentali. C’erano poi alcuni adulti dall’aria più distinta che parlavano una lingua a me sconosciuta, con ogni probabilità l’italiano.
Sembrava essere una lingua complessa e piena di suoni. Grazie al cielo le quattro conoscevano l’inglese.
Mi accomodai al mio posto. Ero in mezzo tra Suho e Chen e oltre il corridoio, in fila con noi, c’erano Tao, Lay e Sehun. Davanti a loro stava Kyungsoo assieme al manager e a un’altra donna occidentale che non aveva dato segni di interessamento nei nostri confronti. Tanto meglio, non avrebbe infastidito il nostro povero compagno.
Gli avevo chiesto se volesse fare cambio posto, ma lui aveva detto che andava bene così. Avrebbe chiacchierato con Kai, che stava accanto a lui appena dopo il corridoio, quindi davanti a noi, assieme a Baekhyun e Chanyeol.
Solo il pensiero che quei due si fossero seduti vicini non mi piaceva. Così mi sporsi oltre gli schienali per controllare la situazione. E, purtroppo,  confermai i  miei timori.
Chanyeol era seduti vicino al finestrino. E lui soffriva terribilmente l’altezza.
Sospirai sprofondando nuovamente nel sedile e mettendomi gli auricolari, conscio del fatto che sarebbe stato un viaggio molto, molto lungo.
E infatti, neanche tempo di partire, che il gigante con i padiglioni auricolari sporgenti iniziò a tartassare il suo vicino.
“Baeeeekieeee... facciamo cambio posto? Mi fa paura stare vicino al finestrino...”.
“No, Chanyeol, ormai ho la cintura”.
“Ti preeeeeeeegoooooooo”.
“No. Resta lì”.
“Bwing Bwing!”.
“...non commento”.
Chanyeol sbuffò e passò a torturarsi preoccupati i lacci della felpa.
‘Come se noi non prendessimo mai un aereo’ pensai tra me e me, divertito dalla scena.
Il decollo poi, fu un momento tragico per il gigante. Aveva impiantato le unghie nel braccio del suo migliore amico che continuava a lamentarsi. Poi, quando l’aereo era decollato, aveva lanciato uno strillo poco credibile dato il suo vocione profondo.
Due posti più in là, Kai rideva in modo isterico, mentre Kyung sembrava volersi smaterializzare all’istante. Il leader, vicino a me, stava tentando si calmare il nostro compagno, che stava dando decisamente i numeri.
“Oh mio dio.... ODDIO... ODDIOOOOOO!!! Aiuto hyung!! FATEMI SCENDEREEE!!”. Urlava peggio di un’aquila. Insopportabile.
“Chanyeol mi stai fracassando un timpano” mormorò Baekhyun seduto al suo fianco intento a leggere un libro. O almeno, era quello che ci voleva far credere... infatti teneva il romanzo troppo vicino alla faccia e, soprattutto, al contrario.
Praticamente ci si nascondeva dietro per non farsi vedere dal suo migliore amico mentre lo prendeva in giro.
“Chanyeol... la tapparella... ABBASSA LA TAPPARELLA SE NON VUOI VEDERE DI SOTTO IMBECILLE!” ululai dopo l’ennesimo tentativo di Suho di farlo stare zitto.
“...Ah, già. Grazie hyung” rispose lanciandomi un sorriso formato maxi prima di oscurare l’oblò.
‘Oh, non ti preoccupare... abbiamo solo attirato l’attenzione di tutto l’aereo’ pensai con una nota di disappunto.
Le prime tre ore di viaggio trascorsero senza troppi intoppi. Io conversavo allegramente con Chen e Suho, anche se quest’ultimo svolgeva allo stesso tempo il suo ruolo di leader riprendendo i due ragazzi della fila davanti quando bisticciavano o ridevano troppo forte.
Almeno Lay gli dava una mano per quanto riguardava i membri presenti nel lato sinistro, anche se non ce n’era poi tanto bisogno. Dopotutto, Kai e D.O. riuscivano a tenere un volume di voce civile, anche se il vero pericolo lo rappresentava il più piccolo.
Sehun giocherellava e scherzava con Tao, e intanto si mettevano anche a dialogare con Jongin su quello che stavamo andando a fare.
Io e Suho stavamo cercando di imparare almeno le parole base di italiano. Dapprima anche Jongdae ci aveva provato... purtroppo si metteva a ridere ogni due per tre.
“Allora... Ci...aaaaa...o” provò ad articolare il leader, per poi ridacchiare imbarazzato dal suo disastroso tentativo di dire il corrispondente italiano di annyeong.
“Ci sono un sacco di saluti” sentimmo dire a Lay dalla fila accanto. A quanto pare si era unito al discorso senza che noi ce ne accorgessimo.
Ala fina, tre second dopo, eravamo in sei a provare a parlare quel poco di italiano che riuscivamo. Anche se, ogni tanto, anche tutti gli altri membri si aggiungevano, chi serio, chi meno.
“Puoncccioooorn-oooh” se ne uscì Sehun ad un certo punto, facendoci ridere di gusto.
“Ko.. mesta... i..i?” provò a rispondergli Tao, che non aveva neanche la più pallida idea di come si pronunciasse. Per coronare il tutto, Sehun sbagliò la pagina, aprendo quella dei giorni della settimana.
“Merr..kole...dì!” rispose convinto, mentre Chen al mio fianco dava una testata allo schienale di Kai da quanto rideva.
Provammo a imparare qualcosa, ma scoprimmo che era una lingua davvero complessa, nonostante mancassero alcune cose come i suffissi onorifici. Però avevano un sacco di variazioni diverse nei verbi e anche tante lettere tutte diverse tra loro come suono.
Baekhyun aveva detto che come pronuncia gli ricordava un po’ il giapponese, ma lui era giapponese quanto lo ero io, quindi non so se credergli o meno.
Alla fine almeno i saluti principali li avevamo imparati. Al massimo avremmo chiesto alle ragazze di farci qualche lezione accelerata. Noi in cambio potevamo insegnare loro il coreano o il cinese, a loro scelta.
Passate le tre ore di viaggio, un curioso campanello attirò la nostra attenzione e la voce del, probabilmente, pilota ci informò di qualcosa in italiano. Per poi stare zitto. A quanto pare il coreano è un optional. E anche l'inglese.
Tre minuti dopo, l'aereo iniziò a tremare sempre più violentemente, gettando la maggior parte di noi nel panico.
Ecco che cosa aveva detto  il pilota. Una turbolenza particolarmente violenta.
"Moriremo tuttiiiiiii" strillava Chen, ridendo, più che altro per far andare in palla Chanyeol, come se ce ne fosse bisogno. Gli tirai un calcio facendolo mugugnare, mentre Joonmyun non sapeva come far stare zitto il gigante davanti a noi.
'Lo abbiamo definitivamente perso' pensai, mentre quello soffocava Baek in un abbraccio mentre invocava il suo aiuto.
"BAEKIEEEEEE, SALVAMI TI PREGOOOOO!!!"
"TI SEMBRO UN PARACADUTE PER CASO?!"
Nella fila accanto, Tao aveva impiantato le unghie nel braccio di Yixing, che si era addormentato da poco, svegliandolo. Il commento dell'unicorno appena destato fu: "Da quando ci sono ci sono i terremoti in aria?".
Tutto questo durò circa due minuti, poi ce ne vollero altri dieci per liberare Bacon dalla stretta spasmodica del suo migliore amico, che, per inciso, lo stava facendo soffocare. Poi la situazione si stabilizzò, più o meno.
Così erano passate cinque ore, ed eravamo circa a metà viaggio.
Ci servirono il pranzo, che era all’italiana. Avevamo degli spaghetti con una sorta di sughetto che a me sembrava di carne. La hostess lo aveva chiamato ‘Ragù’.  E non ci erano state date le bacchette, solo forchetta, coltello e , grazie al cielo, tovagliolo.
E dico grazie al cielo perché, anche se sapevamo utilizzare quelle specie di forconi in miniatura, non eravamo troppo pratici. E quela pasta era demoniaca.
E così, tempo dieci minuti, eravamo più o meno tutto sporchi di ragù. Devo dire che Joonmyun aveva davvero dei bellissimi mustacchi.
Il maknae, invece, era diventato una sorta di pellerossa, e aveva centrato anche Tao e Lay muovendo troppo la posata, dandogli un fantastico effetto 'flagellamento'.
Per quanto mi riguarda, io dovevo assomigliare a Rudolph in quel preciso istante, perché il mio adorabile vicino Jongdae continuava a darmi dentro con il gomito facendomi saltare la forchetta dritta dritta nel setto nasale.
"Chen se ci provi un'altra volta ti faccio una parrucca con quella pasta" lo minacciai.
"Naaaaah~ non ne saresti capace~" mi canzonò il ragazzo.
"Ah sì?" ghignai, compiacendomi nel notare la sua faccia preoccupata.
Gli tirai uno spaghetto sulla faccia, mentre lui squittiva.
"Minseok!" strillò, mentre io me la ridevo della grossa.
"Bambini..." ci richiamò Suho scherzando.
"Sììììììììììì, Omma?" fu la favolosa risposta di ChenChen, mentre si esibiva i  un sorriso a quattromila denti.
Suho sospirò scuotendo la testa e ritornò alla sua pasta.
Le sei ore di viaggio successive le passammo più o meno tranquillamente, rientrando pur sempre nei nostri standard, ovviamente.
Ossia Lay e Sehun che si perdevano durante l'impresa nominata 'troviamo il gabinetto' e Chanyeol che sclerava all'atterraggio.
Una volta sceso da quella 'trappola infermale con le ali', parole sue, il gigante si era inginocchiato per terra e aveva urlato "Terraaaaaaaaa!"
"Tranquillo, Chanyeol, ci siamo solo noi qui" borbottò Kyungsoo sarcastico buttando gli occhi al cielo.
L'altro si raddrizzò ridendo imbarazzato, ma ancora con le ginocchia tremanti. Mi ripromisi di intervenire personalmente se si fosse ritrovato nuovamente vicino al finestrino.
Mentre ero immerso in questi pensieri, notai che il nostro Yoda si era avvicinato a Bacon e stavano confabulando.
E questo voleva dire una sola cosa: guai in vista.


Baekhyun P.O.V.


Mi sentivo un po' in colpa verso Chanyeol... non mi aspettavo che il finestrino gli facesse così paura.
Quindi stavo pensando a un modo per scagionarmi con me stesso. Un modo originale, così da festeggiare nello stesso momento il nostro arrivo in Italia.
Sapevo che eravamo arrivati in una città chiamata Venezia, dove a quanto pare avremmo dormito per una notte, per poi andare a Trento il giorno successivo, con calma.
Faceva piuttosto caldo, così mi sfilai la giacca rimanendo in felpa, venendo imitato da più o meno tutti i membri.
Intanto camminavo sulla pista d'atterraggio sgranchendomi le gambe e facendo scrocchiare le spalle, sempre pensando al famoso piano per far ridere il mio amico.
In effetti non era così difficile... sarebbe bastato dirgli 'nocciolina' e lui si sarebbe accasciato per terra in preda alle convulsioni.
Ma ebbi un'idea migliore, che mi fece incurvare le labbra in un sorrisetto compiaciuto.
"Channieee~" lo richiamai, facendogli cenno di avvicinarsi, sotto lo sguardo curioso di Chen e Sehun.
"Cosa c'è Baek?" mi chiese il gigante non appena mi raggiunse.
"Sai... pensavo che..." iniziai, prima che il nostro maknae, avvicinatosi, mi interrompesse.
"Perché, tu pensi, Bacon?" ridacchiò. Io ignorai la frecciatina, ignorando anche Chen che ridacchiava divertito.
"...pensavo che le ragazze sarebbero contente di sapere che siamo arrivate..." conclusi.
La loro reazione fu quella sperata: sorrisi più o meno furbi e maligni si dipinsero sui loro volti.
Lo presi come un segno affermativo.
Agguantai il cellulare, tolsi la modalità aereo e poi scelsi un numero a caso tra i quattro.
Optai per Silvia, solo perché era quella che aveva il nome più difficile da pronunciare. Misi il vivavoce mentre la chiamata partiva, ignorando lo sguardo mezzo preoccupato che Xiumin ci stava lanciando da quando avevo richiamato Chanyeol.
Insomma, non sempre facevamo casini.
Quella volta sì, ma non sempre.
Dopo qualche squillo, una voce dolce e un po' acuta ci rispose con una parola a noi sconosciuta.
"Pronto?"


Silvia P.O.V.


Indovinate dov'ero?
Esatto, a casa di Sara. Stavamo sedute sul divano, da sole, a leggere alcune fanfiction. Avevamo le lacrime agli occhi da quanto stavamo ridendo.
"O... Oh mio... KRISUS! AHAHAHA! OH SEHUN!" riuscì ad articolare la mia vicina tra le risate, mentre io stavo per sputare un polmone.
"O..Ok. ce la possiamo fare" dissi poi riprendendomi, mentre l'altra andava avanti a ridacchiare.
Tuttavia, leggemmo solo un paio di righe prima che lo squillo antipatico del mio cellulare ci distraesse dalla lettura. Sbuffando, mi alzai dal divano.
“CHI DIAVOLO È CHE ROMPE?” ringhiai afferrando quell’aggeggio e notando il numero sconosciuto. Feci un sospirone e poi...
“Pronto?” chiesi con la voce più civile che trovai nel mio repertorio, mentre la mia ‘collega’ soffocava una risata.
E da qui iniziarono le cose strane. Sentivo nella cornetta vari rumori, come se fossero all’esterno. Inoltre c’era un gran vociare... e non italiano.
Senza dire una parola scostai il cellulare dall’orecchio e misi il vivavoce, così che sentisse anche Sara.
“Pronto?” ripetei, preparandomi al peggio. Perché sì, avevo già una mezza idea di chi poteva esserci dall’altra parte della cornetta.
“Yeoboseyo?” rispose una voce conosciuta poco dopo.
Appunto.
Sara aveva sgranato gli occhi e si era messa la mano davanti alla bocca. Io annuii e buttai gli occhi al cielo, prima di passare al caro, vecchio e pratico inglese.
“Salve” esordii per fargli capire che esattamente cretina non ero, a differenza loro.
“Oh, Annyeong! Io sono Baekhyun degli EXO!” esordì l’idiota di turno che sia io che la mia compagna avevamo riconosciuto.
“Io sono Chanyeol!” sentii urlare da un vocione profondo.
“Chanyeol stai zitto” rimbeccò qualcuno in coreano, probabilmente Sehun. Poveri stolti, non sapevano che noi il coreano lo sapevamo anche abbastanza.
“Piacere, io sono Silvia” risposi, per poi fare un cenno all’altra ragazza di dire qualcosa. Però quella era sotto shock e quindi decisi di prendere in mano la situazione.
“C’è anche Sara qui con me” ripresi.
“Salveeee...” salutò allora la ragazza con un filo di voce. Dall’altra parte della cornetta risero.
“Oh, che bello sentire le voci di almeno due di voi~” commentò una voce a me ben nota... e apprezzata.
Mimai ‘ChenChen’ con le labbra a Sara che saltellò sul divano simulando un applauso degno di una foca.
“Scusate, ma... quale Sara?” chiese Sehun dopo un paio di secondi di silenzio.
“Aura” specificò la ragazza ridacchiando imbarazzata. Se parlava ancora più piano avrei dovuto farmi mettere i sottotitoli per non udenti.
“Aaaaaaaah” rispose il maknae.
“Bene... volevamo solo dirvi che siamo atterrati a Venezia sani e salvi e che...”
“BAEKHYUUUUUUUN!!!”
L’urlo di Suho interruppe la discussione. Sentivamo un leader un po’ isterico riprendere i ragazzi. Chanyeol riuscì a chiudere la chiamata dicendoci: “Bye Bye~”.
Poi solo una serie di ‘tu tu tu’.
 

Angolino nascosto nell'ombra

Allora. Non chiedetemi da dove mi è uscta questa... cosa.
Ho esagerato la soffritura (?) di vertigini di Chanyeol, così, perrché ci voleva qualcuno che sclerasse sull'areo. Per quanto riguarda Lay che si perde nel cercare in bagno, beh, grazie showtime ;D
Povero quella volta c'era pure riumato male.
Ordunque (?)
Non ho niente da spiegare qui (??)
Quindi... sì,beh... ciao.
XOXO <3

Aura_

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Qui abbiamo perso la ragione ***


Capitolo 4 – Qui abbiamo perso la ragione


Sehun P.O.V.


Dopo essere rimasti  una notte in un albergo a Venezia, ci hanno caricato su un pullman diretto verso nord.
Appiccicati al finestrino, osservammo la grande pianura ornata da campi di girasoli, aree coltivate e alberi dall’autostrada.
Noioso. Terribilmente noioso.
Mi gettai sul sedile sbuffando. Ero seduto di fianco a Jongin, compagnia che sarebbe stata anche piacevole, se non si addormentasse sempre e costantemente. Lo avrei svegliato nei peggio modi, ma non avevo voglia di subire una ramanzina da Suho. Inchiodato com’ero su quel mezzo di trasporto, non potevo evitarla in alcun modo.
Conversavo con Tao, seduto davanti a me, del più e del meno, dato che anche Lay, seduto di fianco a lui, si era addormentato di sasso.
Effettivamente, un po’ capivo i due primi ballerini. Yixing, per esempio: nell’ultimo periodo non era rimasto fermo un istante. Kai, da parte sua, non stava mai fermo punto.
Nemmeno quando dormiva. Infatti mi aveva tirato due calci mica male durante il viaggio.
“Sai, sono fermamente convinto che dovremmo separare Baekhyun e Chanyeol per i ritratti...” mormorai dopo che il quindicesimo popcorn lanciato da quei due, seduti dietro di me, mi arrivò in testa.
“Tu dici?” rispose Tao innocentemente.
“Sì. Ci devono fare i ritratti, mica impazzire o fargli da balie. Per questo c’è Suho” ripresi alzando le spalle.
“EHI” sentii dire al diretto interessato, seduto con Kyungsoo nella fila accanto a quella di Tao.
“Sarangae, Suho hyung~” lo canzonai facendo l’aegyo. Lui per tutta risposta sospirò, mentre il resto di noi ridacchiava.
E io in cuor mio sapevo che questo sarebbe stato il minimo.
Continuai per un po’ a chiacchierare con i membri svegli o non troppo imbecilli. E sia chiaro che ogni riferimento a Baekhyun e Chanyeol è puramente casuale. Del tutto proprio.
Poi, ad un certo punto, la pianura scomparve e ci ritrovammo stretti tra i monti. Era stato un cambiamento radicale, nemmeno me ne ero accorto. E nemmeno eravamo abituati ad avere i monti così vicini... e diciamo che non erano esattamente delle collinette.
Tutti, e dico tutti, schiacciammo il naso contro il finestrino per scrutare quello scenario completamente nuovo.
“Kai... KAI! JONGIN!” urlai al mio vicino di sedile nell’orecchio mentre lo strapazzavo a furia di scuoterlo per le spalle.
“Se...hun... sto per... vomitare” boccheggiò la bella addormentata. Lo ignorai, lanciandolo verso il finestrino, sul quale lui sbatté la testa rumorosamente. E dove rimase inchiodato.
“Jongin?” lo chiamai.
Niente.
“Ragazzi lo abbiamo perso” annunciai, alzando le mani simboleggiando la mia innocenza.
“Kai è morto?” chiese Baek da dietro di me.
“A quanto pare” fu la risposta di Chen, che occupava il sedile accanto a quello di Kai.
“NOOOOOOO, KAIIIIII!!!” ululò Dumbo dietro di me, ricevendo lo zaino di Bacon in faccia.
“Stiamo scherzando, folletto rimbambito!” gli disse.
“Ah... EHI! Non mi chiamare così, eyeliner scaduto!”
“COS...? Orecchie pipistrellose!”
“Puffo scolorito!”
“Fiamma imbecille!”
“Lucciola storna!”
“Siete dei cretini tutti e due, Bacon e Uova” fu il commento di Chen, che si stava rotolando per terra dalle risate, mentre Suho stava richiedendo l’intervento delle divinità Aramaiche.
“Zitto, dinosauro urlante” strillarono i due migliori amici in sincro.
“Ne ho sentite di peggio” li liquidò Chen, tornando a osservare fuori dal finestrino, sogghignando per la reazione stupita e poco reattiva degli altri due.
Vidi chiaramente Kyungsoo buttare gli occhi al cielo, mentre Minseok, vicino a Jongdae, ridacchiava.
Io tornai a cercare di svegliare Jongin, che ormai stava praticamente sbavando. Mi domando come abbia fatto a addormentarsi durante una sonora craniata contro il vetro, con quei due che bisticciavano dietro e mezzo sdraiato sul sottoscritto.
Yixing, invece, si era destato da qualche minuto e sbadigliava a manetta, mentre guardava con gli occhi brillanti e insonnoliti il panorama.

 

-


Un’ora dopo stavamo portando i nostri bagagli nella camera dell’hotel. Ci avevano diviso a coppie nelle stanze, così non saremmo stati ‘troppo rumorosi’ come aveva detto il manager, conscio del fatto che la sua era una speranza vana.
Ok, tralasciamo questi dettagli.
Io ero in camera con Tao, Kai con Kyungsoo, Suho con Yixing, Chen con Chanyeol e Baekhyun con Minseok, anche se ho visto che il gigante e il puffo hanno convinto i due coreani degli M a stare in camera assieme e di lasciare loro due a condividere l’alloggio.
Questi sono i momenti in cui mi piacerebbe abbracciare Joonmyun e consolarlo, anche se lui non capirebbe il perché.
Successivamente, dopo esserci sistemati un minimo, mettemmo negli zaini una bottiglietta d’acqua, cellulari e una felpa e ci accingemmo a fare il nostro primo giro di perlustrazione della città.


Lay P.O.V.


Trento era una cittadina tranquilla, molto tranquilla rispetto a Seoul. Meno auto, edifici più bassi e un sacco di italiano.
Nessuno di noi capiva nulla di ciò che succedeva attorno a noi, e Jongin continuava a chiedersi perché stessero tutti cantando.
Io mi guardavo attorno curioso, rischiano più volte di finire addosso a un palo o a una persona. Quando mi scusavo suscitavo risate e sguardi perplessi. Soprattutto quando avevo chiesto perdono a un lampione, troppo occupato ad osservare il Duomo.
Ci avevano portato là alcuni giorni prima dell’iniziativa per ambientarci, ma dubitavo che la nostra situazione si sarebbe risolta così facilmente.
Uscimmo dalla piazza del duomo e ci ritrovammo in alcune vie piuttosto affollate e con vari negozi.
Subito i miei compagni entrarono in modalità ‘shopping’ e iniziarono a sparpagliarsi, incuranti di Suho che gli ordinava di stare uniti. Lo sentii sbuffare esasperato, mentre si metteva le mani nei capelli.
Io e Kyungsoo tentammo di dargli man forte, ma eravamo pur sempre in svantaggio numerico. Solo dopo mezz’ora riuscimmo a radunarli tutti di nuovo e alcuni erano già riusciti a comprarsi qualcosa.
A volte erano più indisciplinati che dei bambini delle elementari.
Riuscimmo a riprendere il giro, quando Sehun si avvicinò a Jongin ed insieme iniziarono a confabulare. Niente di anormale, erano i due più giovani e grandi amici... forse stavano solo commentando il bel tempo.
Purtroppo sapevo di sbagliarmi. Ma almeno provavo a non pensarci troppo, tentando di distrarmi con una scusa ‘innocente’. Fino a che...
“Joonmyun hyung~” lo richiamarono i due in coro durante una pausa gelato in una piazzetta. Il leader sospirò, pronto al peggio e Minseok gli batté una mano sulla spalla a mo’ di incoraggiamento.
“Cosa?” chiese ai due che avevano un enorme sorrisone stampato sul volto. Davvero grande. A troppi denti.
‘O - oh’ pensai, cercando di non apparire troppo interessato alla conversazione.
“Hyung ci annoiamo~ vogliamo andare a trovare le ragazze~” mugolò il maknae appoggiandosi alla spalla del complice facendo gli occhioni.
“Non vi basta il casino che ha combinato Baekhyun? Ora vi ci mettete anche voi?” li riprese Suho con una punta di durezza nella voce.
“Ma noi vogliamo solo conoscerle! Sono sicuro che anche loro vogliono! Eddai~” si inserì il primo ballerino dando man forte all’altro.
Dopo qualche minuto di tira e molla, il leader cedette.
“Mi raccomando, però, non infastiditele, anche perché loro adesso hanno lezione. Anzi, no. Yixing” quasi mi stozzai sentendomi chiamato in causa, Xiumin intervenne personalmente battendomi un paio di volte la mano sulla schiena. “Va’ con loro per favore. Tienili d’occhio” mi pregò il leader. Io acconsentii, tirando fuori il cellulare per cercare di capire come arrivare alla loro scuola.

 

-


Scendemmo dall’autobus assieme ad alcune persone. Io mi guardavo attorno un po’ spaesato, non capendo dove diavolo dovevo andare. E i due ragazzi con me non mi erano d’aiuto, dato che continuavamo a schiamazzare in coreano attirando l’attenzione.
Joonmyun mi aveva informato che un collaboratore dell’SM sarebbe arrivato per guidarci all’interno dell’istituto.
Ma ancora non c’era nessuno.
“Kai, Sehun, Lay!”
Ok, scherzavo.
Ci dirigemmo verso l’uomo che ci aveva chiamato, inchinandoci vicendevolmente e presentandoci. Lui ci condusse verso il liceo che scoprimmo essere situato dopo una curva e una discesa. Praticamente attaccato alla fermata. Però era piuttosto ben nascosto e a prima vista non sembrava affatto una scuola.
Invece, appena entrati, ci esibimmo un una serie di ‘woah!’ meravigliati nell’osservare quello spettacolo. Sembrava un incrocio tra una scuola e una mostra d’arte. Ovunque era pieno di colore e statue e sculture. Inoltre c’era una vetrina che mostrava dei lavori.
Non poteva essere altro che una scuola d’arte.
“Volete fare un giro dell’istituto?” ci chiese il nostro accompagnatore, che sarebbe stato anche il nostro traduttore, scoprimmo. Faceva Kim di cognome, era un cognome molto diffuso in corea.
Stavo per rispondere affermativamente, mi sarebbe piaciuto, ma venni interrotto dal più piccolo.
“Se è possibile vorremmo conoscere le ragazze” disse, mentre Kai dietro di lui annuiva con gli occhi che brillavano.
All’espressione interrogativa del signor Kim, io sorrisi e alzai le spalle. Così l’uomo chiese l’ubicazione delle ragazze... che non ci seppero dire, a quanto pare. Perché l’interprete chiese un’altra cosa e ci chiese di attenderlo per qualche istante.
“Yixing hyung... tu hai capito qualcosa?” mi chiese Jongin titubante. Io scossi la testa.
“Come potrei?” gli domandai.
Il signor Kim era tornato indietro e aveva chiesto qualcos’altro. Dopo aver ottenuto la risposta si girò verso di noi e ci chiese di seguirlo.
“Vi porterò dalle ragazze della sezione Multimedia, che attualmente sono in palestra per la lezione di educazione fisica...” ci spiegò. In effetti stavamo percorrendo un corridoio piuttosto lungo... e sentivamo una musica farsi sempre più forte.
L’interprete aprì la porta e noi ci trovammo avvolti da una canzone sconosciuta e martellante, con la professoressa di sport con tanto di tuta e fischietto che ci sorrideva cortese.
“Tutti i professori delle quattro ragazze sono stati informati del vostro arrivo,  così eviterete di ripetere troppe volte una stessa cosa.
Noi lo ringraziammo, per poi guardare la scena. Alcuni ragazzi erano in file per fare il salto in alto. Saltavano in ordine con la prof che li osservava dalla cattedra.
E quella che doveva saltare in quel momento era...
“Ma quella è Seir!” esclamò Kai, sgranando gli occhi.
Infatti, la ragazza partì di corsa, avvicinandosi ai materassoni blu e alla corda elastica che sostituiva la sbarra. Fece i tre passi speciali, saltò sorpassando la corda, atterrò di schiena sui materassi. Solo che per il troppo slancio effettuò una capriola e sparì oltre il bordo del materasso, suscitando l’ilarità di alcuni suoi compagni di classe, di una in particolare.
“Quella è Silvia” disse Sehun, indicando la ragazza che si stava sbellicando dalle risate tenendosi la pancia, mentre Sara spuntava da dietro il materassone ridendo pure lei. Poi, inavvertitamente, la maknae si girò verso di noi e la sua risata andò scemando, mentre il suo viso passava ad un’espressione stupefatta.
Ci aveva visto.
Kai agitò la mano allegramente, mentre anche Sara ci notava e iniziava a guardarci come se fossimo degli alieni.
Restammo qualche secondo così, poi la professoressa ordinò alle due di avvicinarsi e agli altri di continuare a saltare come dei canguri. O come dei cavalli, dato che effettivamente stavano saltando una sorta di ostacolo abbastanza simile a quello che saltavano i cavalli nelle gare.
Inoltre, io non ho mai sentito di canguri che saltano gli ostacoli e...
“Yixing!”
Ritornai con un brutto tonfo sulla terra, sbattendo le palpebre e cercando di capire cosa fosse successo. I miei due compagni mi guardavano stupiti e le ragazze ridacchiavano.
Sara disse qualcosa all’altra, che annuì convinta.
La traduzione del signor Kim arrivò fulminea.
“Ha detto: sembra proprio una reazione degna di Sara” disse.
Noi non capimmo il significato di quella frase, mentre le due, realizzando che ci avevano appena tradotto ciò che avevano detto, scoppiarono a ridere.
A noi sfuggì un sorriso, sembravano simpatiche.
“Piacere di conoscervi! Io... noi... cioè...” iniziò Sehun, titubante. Lo capivo, era difficile presentarsi a qualcuno che ci conosceva già.
“Sehun, Jongin e Yixing, lo sappiamo” rispose Silvia con un sorriso.
“E voi siete Silvia e Seir” continuò Kai, gonfiando il petto. E Seir si mise a ridere a crepapelle, mentre Silvia inarcò un sopracciglio con una faccia perplessa e leggermente scocciata.
“È Silvia, non Shilbia. Sil-via” articolò secca, incrociando le braccia al petto, mentre l’altra si accasciava per terra tenendosi la pancia. “Piantala, Seir!” esclamò allora, spingendola con un piede facendola rotolare per terra, like a buffalo, proprio.
“Ah... ehm... scusaci” ribatté il maknae imbarazzato. Lei scrollò le spalle e ci sorrise.
“Oh, fa niente. In giapponese è peggio, diventa Shirubia” rispose. Non era per niente imbarazzata dalla nostra presenza, mentre l’altra era già più titubante.
“Ma... le altre due non ci sono?” chiese Jongin, guardandosi attorno un po’ triste.
“Sono in un’altra classe” gli ricordai, per poi voltarmi verso le due, sorridendo gentilmente. “Voi sapete in che classe sono?” chiesi.
Silvia e Sara si scambiarono uno sguardo un po’ strano, malizioso forse, poi la più grande annuì.
“Prof, possiamo..?” chiese la maknae del loro gruppo.
“Andate pure” rispose la professoressa, come ci fu tradotto dal signor Kim.
“Seguitemi” disse Seir, venendo affiancata dall’amica immediatamente. La prima disse qualcosa in italiano alla seconda, che si mise a ridere annuendo.
“Ha detto... ‘fossetta’” ci disse l’interprete. Le due davanti risero imbarazzate, i miei compagni scoppiarono tenendosi agli armadietti decorati del corridoio e io divenni color peperone. Rosso, specifichiamo, perché i peperoni possono essere anche verdi e gialli.
Girammo verso destra, aprendo una porta gialla, come il peperone, esatto, per poi salire una scalinata. Arrivati in cima girammo verso sinistra e Silvia bussò alla porta, da dove provenivano le urla di una voce maschile.
La discussione ci fu interamente tradotta, così riuscimmo a capire cosa Silvia stesse chiedendo.
“Buongiorno. Possiamo rubarle Sabrina e Sa... ma dov’è Sara?”
“Ha avuto il permesso per continuare un progetto di sotto. Comunque prego, Sabrina, esci pure”
“Grazie!” disse una voce sconosciuta da dentro, prima che la maggiore tra le ragazze facesse capolino dalla porta, dove si bloccò, ancora mezza dentro la classe.
“Oh” fu il suo commento mentre usciva del tutto e chiudeva la porta senza guardarla, e di conseguenza mandando due manate al vento prima di centrarla.
“Sehun” completarono in coro le altre due ridendo. Brina si schiaffò una mano in faccia. Poi si inchinò presentandosi in coreano.
Sgranammo gli occhi. Primo, perché sapeva il coreano; secondo, perché aveva una pronuncia praticamente perfetta.
Lei si raddrizzò sorridente.
“Vado a recuperare Sara, aspettatemi” canticchiò, prima di marciare lungo il corridoio diretta alle scale. Ci rimanemmo così interdetti che trascorremmo quei cinque minuti di attesa nel più completo silenzio. O quasi, dato che le due ragazze continuavano a ridacchiare.
Poi, dalle scale iniziarono a provenire dei rumori. O meglio, delle esclamazioni.
“Sabrina toglimi le mani dagli occhi..iii.. mi st.. inciampandoAAAH! Che male... ma che cosa fai, stappami gli occhi!” stava dicendo una voce. Ci lanciammo degli sguardi divertiti mentre tutti i presenti ridacchiavano sotto i baffi.
Le due ragazze girarono l’angolo. Aura era davanti e aveva le mani di Sabrina sugli occhi, privati dagli occhiali sempre dalla più grande. Inoltre, Sara si stava tenendo una gamba e avanzava saltellando su un piede solo, facendo così ondeggiare il camice che una volta doveva essere bianco.
Così facendo pestò un piede all’altra.
“AHI CHE MALE!” esclamò mollando la ragazzina, che svelta riacciuffò gli occhiali.
“Così impari!” le rimbecco, inforcando l’oggetto per tornare a vedere chiaramente e girandosi, finalmente verso di noi.
La salutammo con la mano sorridendo, mentre lei si irrigidiva diventando prima rossa, poi bianca, poi viola, poi blu... insomma, un semaforo.
“Sara, respira” le consigliò Silvia, ridendo. Lei prese fiato, poi si portò le mani al volto e si accasciò per terra, mugugnando.
“Forse non è stata una grande idea Sabrina” riprese la maknae, mentre Seir rideva talmente forte da far tremare i muri.
“Credo tu abbia ragione” annuì Sabrina ridendo, per poi iniziare ad accarezzare la ragazza nel tentativo di consolarla. Io mi accucciai per vedere se fosse ancora viva, e proprio in quel momento lei alzò lo sguardo. Si ritirò su in piedi scattando come una molla, atterrando nei pressi della porta della sua classe.
Purtroppo per le, quella si aprì di scatto, spintonandola e facendola finire addosso a Sabrina.
“Oh, scusa!” esclamò una ragazza. “Sabrina, tra un po’ devi rientrare. E abbassate il tono, state facendo un casino assurdo” disse quella, per poi richiudere la porta.
Ayumi aveva di nuovo le mani sul volto, rossa dalla vergogna, mentre Sabrina si scusava ridendo. La più piccola tra le due le tirò uno scappellotto.
Brina si raddrizzò e si avvicinò a noi con Sara che si nascondeva prima dietro di lei, poi dietro le altre due, guardando ovunque tranne che nella nostra direzione.
“Bene. Io devo tornare a fondermi il cervello a matematica. Ma prima devo dire una cosa importante” annunciò la più grande delle ragazze.
Si piantò di fronte al nostro maknae incrociando le braccia al petto e prendendo fiato, seria.
“Sehun” iniziò, prendendo una pausa ad effetto e completando la frase in italiano.
Aura e il signor Kim sgranarono gli occhi, mentre Seir e Silvia iniziavano a ridere a crepapelle. Sabrina fece una ritirata straordinaria rientrando in classe, mentre ci salutava con la mano esibendosi in un sorriso a trecencinquantamiladenti. Uno squalo bianco, proprio.
“Che ha detto?” chiese Sehun a chiunque potesse degnarlo di una risposta. Le tre ragazze rimanenti si guardarono negli occhi e tradussero in coro in inglese la frase.
“Sehun... sei un bel procione”.
Io provai a soffocare le risate, mentre Jongin scoppiava proprio, indietreggiando fino ad addossarsi ad una porta, che aprì appoggiando inavvertitamente il gomito alla maniglia e inciampando dentro l’aula, purtroppo piena.
“Oh, mian haeyo~” disse sempre ridendo alle persone all’interno della stanza, inchinandosi.
Usci è richiuse la porta, mentre io scuotevo la testa.
“Forse è meglio andare, prima che combiniate altri disastri” ripresi i due più piccoli. Senza ascoltare le loro lamentele mi inchinai alle ragazze.
“È stato un piacere conoscervi, scusate la confusione” dissi un po’ imbarazzato per quello che era successo.
“Oh, qua a scuola cose del genere sono l’ordine del giorno, non vi preoccupate!” sorrise Seir, mentre le altre due annuivano.
Ci accompagnarono giù per le scale, poi ci salutammo e le tre tornarono nelle rispettive aule.
Noi, accompagnati dal signor Kim, tornammo in albergo in auto, con l’adulto che guidava al mio fianco.
“Yixing!” mi chiamarono da dietro. Mi girai.
“Come ti sono sembrate?” mi chiesero.
“Carine, simpatiche” risposi.
“Secondo me sono fuori di testa!” rise Kai, mentre Sehun il procione lo appoggiava, ridendo pure lui.
Io scossi la testa divertito. Sì, erano abbastanza fuori di testa. Silvia era piuttosto controllata, Seir era più furba, Sabrina era spontanea ed ilare e Aura era abbastanza timida. Ma erano delle ragazze apposto, ero sicuro che sarebbe stata un’esperienza piacevole.

-


Non appena tornammo all’albergo, i nostri compagni ci assalirono tempestandoci di domande. Almeno, la maggior parte di loro. Xiumin se ne stava zitto, Kyungsoo era in bagno e il leader tentava di tenerci calmi. Io mi allontanai dalla calca per andarmi a sedere sul letto, mentre il primo ballerino rispondeva.
“Sono fuori di testa ragazzi! Vi giuro, sono fantastiche, non mi sembrava nemmeno di essere una persona famosa che incontrava delle fan!”  esclamò estasiato.
“Confermo! Ci divertiremo, poco ma sicuro!” continuò Sehun.
Joonmyun mi guardò e io annuì.
Sì, ci saremmo divertiti di sicuro.


Seir P.O.V.


Ero appena rotolata ‘like a buffalo’ giù dal tappeto  del salto in alto, ritrovandomi distesa sul pavimento della palestra. Sentii Silvia mettersi a ridere prima di scoppiare anche io.
Mi raddrizzai e la raggiunsi, ma nel frattempo lei aveva smesso di prendermi in giro, distratta da qualcos’altro.
E che qualcos’altro, signori miei!
La bellezza dell’Unicorno, del Procione e... del mio bias!
Sentii una sorta di vulcano in eruzione dentro di me. Che ci posso fare, era pur sempre Kai!
Ci avvicinammo solo quando la prof ci richiamò, e così andammo a conoscere i nostri idoli.


Silvia P.O.V.


Avevo appena visto Sara sparire oltre il bordo del materassone. Un attimo prima saltava e un attimo dopo... puf! Non c’era più.
Mi stavo letteralmente sbellicando, mentre la vedevo rialzarsi un po’ rossa in viso.
Non so per quale arcano motivo mi voltai, fattostà che lo feci, inchiodandomi sul posto quando realizzai chi stavo guardando.
Smisi di ridere mentre la mia faccia assumeva un’espressione basita, o da pesce lesso, guardate un po’ voi.
Riassumiamo. Nello stesso luogo dove mi trovavo io avevo il maknae più inespressivo del pianeta, il ballerino cinese con quella fossetta FA-VO-LO-SA, e... quel ragazzo. Quello che ricopre praticamente tutti i ruoli, quello che cambia da idiota puccioso a ballerino sexi.
Insomma, quel cretino del mio bias.
Mi avvicinai assieme a Sara al richiamo della prof, pronta ad affrontare psicologicamente qualunque scambio di battute.
Ma che sbagliassero il mio nome no, eh!


Sabrina P.O.V.


Uscii dalla classe di matematica dove stavo facendo la muffa. Mannaggia a Sara che mi aveva abbandonata da sola a comprendere quella roba. Che non stavo comprendendo, tra l’altro.
Mi fermai di colpo che non ero ancora uscita del tutto dell’aula.
“Oh” fu il mio geniale commento.
“Sehun” completarono Sara e Silvia, ridacchiando.
Eggià, Oh Sehun in carne ed ossa lì presente, con tanto di Zhang Yixing al suo fianco. Due bias su tre, ma che culo. Volevo defenestrarmi.
Poi c’era Kai, e ho pensato che almeno ci avevano fatte secche tutte e quattro... senza volerlo.
Poi realizzai che Sara non c’era e che, assolutamente, doveva conoscere Lay.
Dopotutto li shippavo, erano entrambi così carini ed innocenti!
Quindi, dopo essermi presentata in coreano, mi raddrizzai con un sorrisone enorme e annunciai ai presenti la mia missione di recupero, per poi sparire giù per le scale.


Aura P.O.V.


Non capivo cosa avesse indotto Sabrina a staccarmi dai miei pennelli mentre ero tutta concentrata a dipingere e a trascinarmi su per le scale tappandomi gli occhi.
“Vedrai, è una bella sorpresa” mi aveva detto, mentre inciampavo nei miei e nei suoi piedi e sugli scalini.
Le intimavo di lasciarmi andare e di ridarmi gli occhiali che mi aveva rubato, interrompendomi solo per mugolare dal dolore quando la mia adorata compagna di classe che avrei strozzato tra pochissimo mi faceva sbattere contro qualcosa. Tipo il cancelletto delle scale, che presi con lo stinco, mettendoli a saltellare sulla gamba sana, con la quale pestai il piade a Sabrina, che lasciò la presa sui miei occhi.
Velocemente, le rubai gli occhiali di mano e me li sistemai, per poi voltarmi e...
ALLARME FOSSETTA.
Che cavolo ci faceva Lay lì?
Ok, era ufficiale. Avrei ucciso Sabrina.
 

Angolino nascosto nell'ombra:

E dopo aver urlato a caso perché mi ero accorta che effettivamente oggi era il 31 e, ops, dovevo aggiornare, ci sono.
Allora. Primissimo incontro con i ragazzi, con Seir che rolla like a buffalo più e più volte, Silvia che si incacchia perché sbagliano il suo nome (a proposito: la pronuncia coreana mi è stata detta dalla mia unnie, Lolli, invece la pronuncia giapponese mi pare fosse quella), Brina che comunica a Sehun di essere un bel procione (lo avevo letto in un gruppo facebook e da allora continuiamo a dirlo) e Sara che si ammazza salendo le scale.
Tutto normale.
Insomma, in qualche modo sono sopravissuti tutti. Vi avverto che il prossimo capitolo sarà un po'... come dire....
Disagiato. ecco.
Io penso che la storia diventerà noiosa, ma le mie unnie mi inacciano di morte quando lo dico. Ma io lo penso comunque :P
Vabbè. Alla prossima!
XOXO :*
 

Aura_

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Sorridete, siete su Candit Camera! ***


Capitolo 5 – Sorridete, Siete su Candit Camera!


Aura P.O.V.

“Ok. Che cavolo ci facciamo noi qui? Voglio dire... è il due maggio. Ieri era l’uno. Domani domenica tre. Insomma, oggi è VA-CAN-ZA. Chi ha avuto la brillante idea di portarci qui?”. Seir borbottava a pari merito con una caffettiera.
A proposito di caffè. Mi sarebbe servito in quel momento. Stavo sbadigliando a manetta. Che poi, chissà perché si diceva proprio così, ‘a manetta’. Voglio dire, se sbadiglio tanto non sono mica da arrestare, no?
Mi resi conto della cazzata che avevo appena pensato e sorrisi come un ebete, non curandomene perché le altre sapevano che ero fatta così e che non dovevano farsi domande in proposito.
“Ricordati che oggi piove pure” sentii dire a Sabrina, mentre indicava la pioggia dalle grandi finestre.
“ECCO, ANCHE PEGGIO” sbottò l’altra, iniziando a fare la ronda di pattuglia attorno a un palo che reggeva l’estintore. Una volta ci avevo sbattuto la testa contro. Sì, sono una persona intelligente.
“Beh, dobbiamo decidere alcune cose per l’iniziativa” spiegò Silvia.
“A quanto pare questa sarà l’aula che utilizzeremo noi per i ritratti” borbottò Brina rivolta più a me che alle altre due, che a quanto pare sarebbero state in Aula Posa. Mi piaceva quell’aula. Aveva i computer ed era immersa nella penombra.
Però mi piacevano anche le aule di pittura, erano così colorate e era sempre bello osservarle.
Ok, no. Era meglio non andare per farfalle e iniziare la conversazione.
Ahahaha, farfalle. Sehunnie!
Mi tirai uno schiaffo sotto lo sguardo incredulo delle altre tre.
“Devo pur svegliarmi in qualche modo” mi giustificai scrollando le spalle.
“Oh, sì, certo”
“Non prendermi in giro, Sabrina!”
“Ahahahahaha”
“Unnie cattiva” mugugnai, facendole la linguaccia.
“VOGLIAMO COMINCIARE?” sbottò Silvia esasperata. Finalmente riuscimmo a stare un minimo concentrate. Mai far arrabbiare la nostra maknae.
“Dica DonnaH” le diedi io la parola, chiamandola con il soprannome che solo io usavo con lei.
“Allora... voi due” e indicò me e Brina “dovrete decidere con che tecnica farete il ritratt-“
“Matita” la interrompemmo entrambe all’unisono.
“Va bene. E per voi è facile. Noi due dobbiamo scegliere tutti gli effetti che vogliamo applicare alle foto. Dopotutto si tratta di degli scatti fotografici artistici” disse Silvia.
“Beh, prima inizieremo con degli scatti semplici, direi. Dobbiamo metterli a loro agio” borbottò Seir, tamburellando le dita sul banco, ancora contraria al fatto di essere a scuola un pomeriggio di vacanza.
“Dovete metterli o mettervi a loro – barra – vostro agio?” domandai io con un piccolo ghigno.
“Entrambi” mi concesse Silvia ridacchiando.
“Io opto più per la seconda” si intromise Sabrina.
“Gni” disse Seir.
“Gna” ribatté Brina.
“Gne”. Eh, mancavo solo io.
“Gnipsilon”.
Guardammo Silvia in un misto di stupore e perplessità. Da dove se l’era tirato fuori lo ‘gnipsilon’?
Tempo due secondi e scoppiammo a ridere tutte e quattro come delle deficienti. Come delle deficienti quali eravamo, preciserei.
Dopo essere tornate serie, più o meno, ma opterei per il meno, riprendemmo in mano il problema che affliggeva, anche se ben poco, le due ragazze di Multimedia. E fu allora che Sabrina si batté il pugno su una mano.
“Ahia! Mi sono fatta male!” uggiolò subito dopo, mentre noi altre ci esibivamo con i migliori facepalm del nostro repertorio. “Coooomunque! Ho avuto un’idea fantastica!” riprese con un sorriso a trecencinquantamila denti degno dello stesso Chanyeol.
“Aiuto. Mi devo preoccupare?” chiese Seir con un sorriso furbo, ricevendo una gomma in testa dalla ragazza.
“No. Potreste fare degli interventi in Photoshop per mettergli i poteri!” esclamò estasiata.
“Woah! Bella idea!” affermai entusiasta battendo le mani come una foca.
“Lo so, sono un genio” si pavoneggiò la unnie, ammiccando. Io buttai gli occhi al cielo.
“Ok, andata” acconsentirono Silvia e Sara, scambiandosi il cinque.
“Ho un’altra idea!” me ne uscii io.
“Sentiamo, TonnaH” fu l’incoraggiamento di Silvia.
“Io ho fatto il corso di body painting, ricordate? Potremmo unire le due cose... nel senso, noi li dipingiamo sulla faccia e sulle braccia, e sottolineo, FACCIA E BRACCIA, magari riprendendo il tema dei poteri, e voi fate le foto. Ta-daaaa” spiegai io. L’idea fu accolta.
“Per il resto, faremo un po’ quello che ci viene” decretò Seir, annuendo convinta.
“Bene, signore mie. Ci abbiamo messo dieci minuti in tutto. Che si fa?” disse Sabrina, stiracchiandosi. Nessuna di noi aveva intenzione, o la possibilità, di tornare a casa momentaneamente. Così ci sedemmo attorno al tavolo per fare un tentativo di discussione civile.
Per l’appunto, tentativo. Ci ritrovammo a parlare mooolto intelligentemente del drama EXO Next Door. Che già di per sé è una cosa cretina, figuratevi cosa stava venendo fuori.
“Di certo un buon caffè è essenziale, ma non pensavo che fosse così essenziale. Insomma, poi usava il macinino dell’età della pietra!”
“O anche prima! Secondo me quel coso lo ha ereditato da uno stegosauro”
“Attiva la lucertola!”
Ci mettemmo a ridere tutte e quattro all’idea di uno stegosauro iperattivo.
“Gli stegosauri avevano un cervello grande quanto un noce, sapevate?” se ne uscì Silva, come se fosse una cosa strettamente collegata al drama.
“Ah, è vero, lo sapevo anche io. Però bisogna dire che non è importante quanto grande è il cervello, ma quanto è sviluppato” rispose Brina.
“Giustamente. E penso che noi ne siamo la prova”. Ci guardammo prima di rimetterci a ridere. Per l’appunto.
“Ragazze!” esclamò Sabrina, facendosi improvvisamente seria. Tutte noi la imitammo, ben consce del fatto che, quando lei o un’altra di noi faceva così, c’era ben poco da stare serie.
E infatti.
“When I’ll get a car...”
“Oh no, non dirmi che è quello che penso…”
“...I’ll name it Chanyeol...”
“Per favore, risparmiaci.”
“...so I can...”
“NON. DIRLO.”
“...Park Chanyeol”.
Silenzio. E nel mare del silenzio, tre facepalm risuonarono.
“Dai, era carina!” sbuffò un’offesissima Brina.
“Credici” sbuffò Seir, per poi scoppiare a ridere, non riuscendo più a trattenersi. Inutile dire che fu seguita a ruota da me e da Silvia, che diede in omaggio anche una craniata mica male sul tavolo. In mancanza dell’armadio di camera mia aveva optato per un tavolo, logico. Lei DOVEVA tirare una testata da qualche parte. (*)
Ne va del suo onore. No, aspetta... va beh, tralasciamo.
“Se tu park Chanyeol... Key park il camioncin?” chiese poi Sara, grattandosi il mento in un moto di finta perplessità.
“Minho, eh” fu il commento di Brina, alzando le mani in senso di resa. (**)
“Allora il camioncin lo park... Taemin?” proposi io schioccando le dita.
Silenzio. Scambio di sguardi. Sessione di ridarella collettiva. Again.
Mentre ancora ridevo, mi distrassi nell’osservare una piuma dalla dubbia e ignota provenienza. E, dato che sono una persona molto matura e, soprattutto, intelligente, mi misi a soffiarci sopra per farle prendere il volo. Solo che si allontanò un po’ troppo. Aish.
Lo sguardo, dalla piuma, mi cadde sulle finestre. ‘Mazza quanto pioveva. E si era alzato pure il vento. Potevo capirlo da un lampione della luce che stava ballando il tacatà. Mi domando come mai l’SM non lo abbia ancora assunto.
Sorrisi, mentre una nuova folata di vento lo faceva ondeggiare a destra e sinistra, destra e sini... oh. Sehun, aggiungerei. Che con il vento ci sta tutto.
“Ragazze, come siamo maleducate!” esclamai, indignata.
Le altre, che stavano discutendo su qualcosa che boh, non so, vabbè, si girarono verso la sottoscritta con delle facce a punto di domanda meravigliose.
“Quel lampione ci sta salutando!” ripresi, convinta, per poi agitare la mano con un sorrisone enorme.
Potevo percepire la perplessità nell’aria.
“Sara... no. Davvero, no” mi disse Seir, avvicinandosi a me per patpattarmi una spalla.
“Gne” fu la mia matura risposta.
“Ragazze! Un piccione che vola!” esclamò Sabrina, che era intelligente quanto me, se non di più, mentre indicava il suddetto volatile che si stava facendo una doccia fredda.
E da lì, ci venne spontaneo.
“GULL! I CAN’T EXPLAIN WHAT I FEEL!”
Eh, vabbè, quando ci vuole ci vuole.
“Yehet~” commentò Sabrina, mettendosi a ridere.
“Ohorat~” acconsentii io.
“Kkaepp sooong~” continuò Seir.
“ChenChenChen~” cinguettava invece Silvia. “Ma... perché un piccione è sotto l’acqua?” chiese poi, riprendendosi in due millesimi di secondo.
“Sta cantando singing in the rain” rispose convinta Sabrina alla domanda, annuendo.
“Non farti domande” fu invece il consiglio proveniente dal coro formato da me e dalla mia omonima.
“Ah, ok” acconsentì Silvia mentre la unnie aveva attaccato con la canzone, saltellando come un tacchino amputato nel tentativo di riprodurre il balletto tiptap. Ok, abbiamo capito che non è il suo genere. Il Suho genere. Ok no.
“Piove, senti come piove, madonna come piove, senti come viene giù, UUUUUUUUUUUUH!”
Eh, io non sono da meno.
“AUUUUUUUU!!!” si aggiunse Seir.
“AH SARANGHAEYO! Nantennemmonoppignò!” urlammo tutte in coro, storpiando la canzone.
“Poisserà! Yoggerà!” continuammo io e Sabrina, prendendo le uniche due parole che riuscivamo a pronunciare, si fa per dire, del rap di Growl in coreano.
“Bannanna!”
“Cipolla!”
“Camin!” (***)
“Telecamera!”
“COSA?”
Dal ridere mi ero accasciata per terra in posizione supina, e da lì avevo dato la notizia, notando il congegno tecnologico. Chissà da quando era lì. Non me ne ero mai accorta. Magari c’era sempre stata.
Dalla mia posizione di lucida-pavimenti riuscii a vedere le mie compagne scambiarsi un’occhiata preoccupata. Chissà perché poi.
Mah.

(Nel frattempo...)
Kyungsoo P.O.V.

<<”Abbiamo installato un paio di telecamere nelle aule dove vi faranno i ritratti e le foto. Dopotutto stiamo valutando o meno se produrre uno show” ci spiegò il manager, dopo averci riunito.
“Ma... loro lo sanno?” chiese Yixing, vagamente perplesso.
“No. Non sanno né delle telecamere, né dello show. Vogliamo che siano naturali” fu la risposta.
“Ma quindi noi possiamo controllarle?” chiese Jongdae, con un sorriso non troppo rassicurante. E questo non era bene. Per niente.>>


Sì, potevamo ‘controllarle’, anche se, secondo me, l’aggettivo ‘spiarle’ era più adatto. Stavamo osservando da un computer una visuale di un’aula completamente dipinta negli stili più disparati, con dei grandi tavoli uniti al centro e alcune sedie.
Sapevamo che avevano mandato le tre in quell’aula per parlare di alcune cose, ma non erano ancora arrivate. E alcuni di noi stavano diventando paranoici.
“Ma perché non arrivano? Uffaaa...” borbottava a macchinetta Chanyeol, appoggiato al suo inseparabile compagno di idiozie.
“Stanno entrando!” ci avvertì Chen, interrompendo, grazie al cielo, le due lagne.
Per capire quello che le tre si sarebbero dette durante l’incontro avevamo richiesto l’aiuto dell’interprete, il signor Kim. Il volume era alto, così anche noi potevamo sentire la loro lingua, e abituarci ad essa. Anche se io non ci speravo troppo.
“Ok. Che cavolo ci facciamo noi qui? Voglio dire... è il due maggio. Ieri era l’uno. Domani domenica tre. Insomma, oggi è VA-CAN-ZA. Chi ha avuto la brillante idea di portarci qui?” stava cianciando una di loro, Seir, marciando nella stanza con il passo poco felpato di chi è costretto a fare qualcosa contro la sua volontà. Le altre tre la seguivano. Ayumi sembrava essersi appena svegliata, teneva gli occhi semiaperti e sembrava capire a stento dove si trovasse. Le altre due erano più o meno normali. Per il momento.
La loro maknae intanto aveva provato a calmare la contrariata ragazza, aizzata anche dalla loro unnie che aveva ricordato il fattore ‘pioggia’, spiegandole che dovevano decidere qualcosa per l’iniziativa.
“A quanto pare questa sarà l’aula che useremo per i ritratti” disse Sabrina rivolta ad Ayumi, che annuì distrattamente, mentre guardava un punto imprecisato. Dopo qualche secondo però, si tirò uno schiaffo dritto in faccia, suscitando l’incredulità sia nostra che delle sue compagne.
“Ma che cavolo fa?” sentii Tao domandare, a metà tra lo scioccato e il divertito. Chanyeol e Chen, invece, avevano già iniziato a ridere.
“Mi devo pur svegliare in qualche modo” si stava intanto giustificando la ragazza.
“In effetti sembra più sveglia adesso” riflettei ad alta voce io, sorridendo. Ci fu chi concordò con me, mentre ridacchiavamo per l’infantile bisticcio tra le due ragazze di Arti Figurative. Furono zittite da un’uscita improvvisa e un po’ esasperata di Silvia, che le rimise in riga.
“Ha carattere, la ragazza!” esclamò Baek, applaudendo come una foca. Intanto quella aveva chiesto la tecnica alle due disegnatrici, che manco l’avevano lasciata finire, rispondendo all’unisono.
“Va bene. E per voi è facile. Noi due dobbiamo scegliere tutti gli effetti che vogliamo applicare alle foto. Dopotutto si tratta di degli scatti fotografici artistici” diceva intanto la maknae.
“Beh, prima inizieremo con degli scatti semplici, direi. Dobbiamo metterli a loro agio” borbottò Seir in risposta
“Metterci a nostro agio?” domandò Jongin ridacchiando..
“Dovete metterli o mettervi a loro – barra – vostro agio?”. Anche Aura ci si era messa, mentre apostrofava le due colleghe di Multimedia con una risatina.
“Entrambi” concesse Silvia ridacchiando.
“Non hanno tutti i torti” sentii dire a Joonmyun, vicino a me. Io sorrisi, la pensavo come il leader.
“Io opto più per la seconda” si era intromessa intanto Sabrina.
“Gni” disse Seir.
“Gna” ribatté Brina.
“Gne” fu la risposta di Sara.
“Che discussioni intelligenti” fu il commento sarcastico di Jongdae, mentre scuoteva la testa divertito.
“Gnipsilon”. Ci mancava solo Silvia.
“Ne abbiamo persa un’altra” dissi io, ridacchiando. Persino le tre ragazze sembravano esserci rimaste male. Poi scoppiarono a ridere tutte e quattro.
“Che ragazze curiose” borbottò Yixing, facendoci ridere. E, tanto per cambiare, lui si guardò attorno confuso, non capendo cosa avesse detto di tanto divertente.
“Ahia! Mi sono fatta male!”. Fu l’esclamazione di Brina a riportarci con gli occhi sullo schermo. La ragazza si massaggiava un palmo mentre le altre tre si davano una manata sulla fronte, Aura togliendosi addirittura gli occhiali. Poi la ragazza più grande si riprese, annunciando alle altre tre che aveva avuto un’idea, mentre sul suo volto si dipingeva un sorrisone enorme.
“Mi sembra di vedere Chanyeol” fu il commento di Kai in proposito.
“Ci dobbiamo preoccupare?” stava intanto domandando Seir, ricevendo per risposta una gomma in testa dalla unnie.
“No. Potreste fare degli interventi in Photoshop per mettergli i poteri!” svelò la maggiore alla fine.
“Woah! Davvero possono farlo?” chiese Sehun stupito, mentre noialtri ci scambiavamo degli sguardi euforici. Sguardi che raddoppiarono di intensità ed eccitazione quando anche l’altra ragazza dei ritratti propose la sua idea, il body painting. Che, facendo due più due, si riesce a capire di che cosa si trattava.
“Che cos’è il body painting?”. Ok, dimenticavo che Chanyeol è scemo. Ma tutti tranne lui e Baekhyun avevano capito.
“Bene, signore mie. Ci abbiamo messo dieci minuti in tutto. Che si fa?“ stava intanto domandando Sabrina, mentre si stiracchiava.
Tempo dieci minuti e stavano parlando del drama, più precisamente di Sehun e del caffè. E, ovviamente, avevamo iniziato a prenderlo in giro, il nostro povero maknae.
Ci stupimmo non poco quando venne fuori l’argomento dello stegosauro con troppa caffeina in circolo. Poi iniziammo tutti a ridere, Chanyeol, Chen e Jongin cascarono addirittura giù dai divano, rischiano di tirare giù qualcosa.
“Fate attenzione, per l’amor del cielo!” esclamò Suho.
“Certo, Omma” rispose il primo ballerino, per poi schivare un cuscino che i nostro leader gli aveva lanciato.
Nel frattempo le ragazze si erano fatte improvvisamente molto serie, e questo bastò a zittirci e a farci riconcentrare sullo schermo. Brina aveva richiesto l’attenzione e...
“When I’ll get a car...”
“Oh no, non dirmi che è quello che penso…” sussurrò Silvia.
“...I’ll name it Chanyeol...”
“Per favore, risparmiaci” intervenne Seir.
“...so I can...”
“NON. DIRLO.” Aura congiunse le mani come in preghiera.
“...Park Chanyeol”.
Silenzio più totale. E, mentre le tre ragazze si schiaffavano una mano in fronte davanti a una finta offesa Sabrina, noi iniziammo a ridere incontrollati come un gruppo di scalmanati.
“AHAHAHAHA MA SONO FANTASTICHE AHAHAHAHAH”
“DOVE LE HANNO TROVATE? AHAHAHAHA”
Questi erano i commenti che si sentivano, o qualcosa di molto simile. Io stavo tentando di non perdere il fegato perché sì, era davvero moooolto divertente. E non avevano ancora finito.
“Se tu park Chanyeol... Key park il camioncin?”.
“Min-ho, eh”.
“Allora il camioncin lo park... Taemin?”.
Silenzio. Poi ci mettemmo a ridere ancor più di prima.
Avevano tirato dentro Gli SHINee, quindi c’era la minima possibilità che fossero anche Shawol e fan di altri gruppi ancora.
Ci mettemmo di più a riprenderci, questa volta, anche perché Aura aveva iniziato a giocare con una piuma. Le nostre risate coprivano i discorsi delle altre tre. Poi, la ragazza perse potere sulla piuma e si soffermò ad osservare la finestra, dapprima sorridendo, poi diventando seria.
“Ragazze, come siamo maleducate!” esclamò ad un tratto, attirando l’attenzione delle altre tre. “Quel lampione ci sta salutando!” riprese poi, come se fosse ovvio, per poi salutare il suddetto lampione.
Mi girai ad osservare i miei compagni. Avevano uno una faccia più scandalizzata dell’altro. Poi, Baek si mise a ridere, mentre Tao chiedeva a Sehun se lui avesse capito la battuta. In realtà nessuno di noi l’aveva capita, mentre le altre ragazze a quanto pare sì, perché iniziarono a scuotere la testa.
“Ragazze! Un piccione che vola!” esclamò poi Sabrina. E poi...
“GULL! I CAN’T EXPLAIN WHAT I FEEL!” esclamarono tutte e quattro in contemporanea e con una certa teatralità. Riscoppiammo a ridere, mentre Jongdae si nascondeva il volto dietro alle mani. Si era pentito di aver cantato quella canzone, secondo me.
“Yehet~” disse Sabrina, ridendo.
“Ohorat” la seguì Aura.
“Kkaepp sooong~” confermò, a caso, Seir.
“ChenChenChen~” cinguettava invece Silvia. Nel frattempo Chen, Sehun e Baek volevano cambiare pianeta per le figure di cacca che stavano facendo. Anche se, secondo me, le peggio figure le stavano facendo le quattro.
Anche se, dovevo ammetterlo, Jongin aveva ragione. Erano fantastiche.
“Ma... perché un piccione è sotto l’acqua?” chiese dopo qualche secondo Silvia.
“Sta cantando singing in the rain” rispose convinta Sabrina, facendoci scoppiare di nuovo. E la situazione peggiorò quando la ragazza iniziò a riprodurre il musical a modo suo, inciampando circa quattro volte. E lì rischiammo di perdere Baek, ormai non respirava più da quanto rideva.
Ma la situazione da lì degenererò più di quanto non fosse già al momento. A partire fu la Sara più giovane.
“Piove, senti come piove, madonna come piove, senti come viene giù, UUUUUUUUUUUUH!”
Il signor Kim ci tradusse le parole e ci spiegò che quella era una canzone italiana. O meglio, avrebbe dovuto essere una canzone italiana.
“AUUUUUUUU!!!” si aggiunse Seir per assonanza, o in alternativa completamente a caso.
“AH SARANGHAEYO! Nantennemmonoppignò!” urlarono tutte in coro. Non so grazie a quale miracolo riconoscemmo la nostra canzone, Wolf. Perché quello non era coreano, era la lingua dell’EXO Planet. Restava comunque terribilmente divertente, erano comunque più brave di noi quando avevamo provato a parlare in italiano.
“Poisserà! Yoggerà!” stavano urlando intanto le due di Arti Figurative, riproducendo a loro modo due parole di quello che avrebbe dovuto essere il rap di Growl in coreano.
E da lì partirono a fare citazioni strane e talvolta incomprensibili.
“Bannanna!”. Ok, Wolf cinese.
“Cipolla!”. Questa non l’ho capita.
“Camin!”. Questa ancor meno.
“Telecamera!” urlò Aura ad un certo punto, quando, dopo essersi sdraiata supina dal troppo ridere, incrociò indirettamente il mio sguardo.
“COSA?” Sbottarono le altre in coro. Per tutta risposta, la perplessa ragazza indicò la telecamera.
“Per voi ci hanno scoperto?” chiese Xiumin, curioso e ancora ridacchiante per l’esuberanza delle quattro.
“Vediamo” risposi io.
Ayumi si era rialzata, spazzolandosi i vestiti con le mani, e guardava le tre compagne con la testa leggermente inclinata.
“Voi l’avevate mai notata?” chiese, innocentemente.
“No, questa non c’era” rispose Seir, prontamente, scrutando il suddetto aggeggio come se volesse disintegrarlo con il solo sguardo.
“Ehi, Kyungsoo, fa più paura di te!” scherzò Xiumin. Io gli rivolsi un’occhiata omicida.
“No, Minseok, vince lui” ribatté Kai, scrollando le spalle con un sorrisetto beffardo sul volto. Tornai ad osservare lo schermo, lo avrei ucciso dopo.
“Ok, riflettiamo. Perché dovrebbe esserci una telecamera qui?” chiese Sabrina, rivolgendosi alla platea di tre persone.
“Ma davvero non ci arrivate? Questa è la stanza dei ritratti. La telecamera di solito filma persone famose. Noi, cioè, voi, farete un ritratto a persone famose. Fate uno più uno!” sbuffò Silvia, che si era pietrificata sul posto quando Seir le fece notare che era accesa e in funzione.
Seir se ne uscì con una parola che era meglio non ripetere, a detta dell’interprete, ma sotto costrizione ci fece capire che la ragazza aveva detto: “...cazzo”.
L’altra Sara aveva aperto e chiuso la bocca un paio di volte, indecisa. Poi aveva scosso la testa, aveva inspirato e se ne era uscita con: “Shish”. Nemmeno il signor Kim sapeva cosa significasse.
Sabrina, invece, era rimasta a scrutare la telecamera. Poi si era messa a ridere e aveva preso a salutarci agitando le mani, mentre esibiva il suo sorrisone.
“Annyeong haseyo~!” aveva esclamato.
Poi, assieme alle altre, era scappata fuori dall’aula, lasciandoci da soli a ridere come degli idioti.
 
Angolino nascosto nell'ombra:

(*): Silvia quando viene a casa mia, si siede su una sedia vicino al mio armadio bianco. Quando ride, gli tira sempre una testata.
(**): Minho si legge come ‘Mi no’, che è dialetto e significa ‘io no’
(***): Allora... Bannanna ho spiegato perché. Cipolla perché Onew degli SHINee mi ricorda onion, ossia cipolla; oppure in Baby don’t cry cinese, ad un certo punto sembra che Lay gridi, appunto, cipolla. Camin è stata presa dall’italianizzazione di Overdose, in realtà sarebbe il ‘Come in!’ iniziale.

Buonasera care cioffane (?)
Questo è in assoluto il capitolo più demente che io abbia mai scritto. E volete sapere il perché? Perché queste siamo esattamente noi in classe.
Sì, siamo persone molto intelligenti.
Lo so.
Non ho molto da dire.
Buone stelle cadeti!

Aura_

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - We Are... Idiots! EXO! ***


Capitolo 6 – We are... Idiots! EXO!

 

Seir P.O.V.
 

Ero al settimo cielo. Ci avevano lasciato la palestra. Erano passati tre giorni dalla figuraccia con la telecamera e quei giorni non erano serviti a farci passare la vergogna e il disagio mentale. Ok, quello ce lo avevamo piantato nei geni, lo ammetto.
E quel bel dì dovevamo incontrali di nuovo. Con che coraggio, non ve lo so dire.
Grazie al cielo, o meglio, alla segreteria, ci avevano lasciato la palestra per provare prima che arrivassero loro.
“Insomma, praticamente siamo una quarantina in tutto all’interno dell’edificio scolastico tra insegnanti, studenti e personale vario” stava dicendo Silvia, confermando ciò che tutte e quattro avevamo potuto notare.
“Precisamente” confermò Aura che stava facendo stretching da mezz’ora. Ci metteva sempre una vita, colpa della disciplina ferrea che la sua insegnante applicava durante le sue lezioni di danza moderna. Ok, magari esagero un po'. Però io ci mettevo tre minuti e le altre di conseguenza.
Mi girai di scatto con un espressione dolorante quando la mia omonima si lasciò cadere in spaccata senza troppi complimenti. Sentivo male io per lei, che diceva che male non ne sentiva.
"Non ho mai visto una cosa del genere comunque" mugugnò da sopra il suo ginocchio sinistro, riferendosi alla situazione scolastica di quel giorno.
"Nemmeno io" confermò la nostra unnie, mentre si dondolava sui piedi. "Si vede che è davvero una cosa seria".
Quel giorno la scuola era mezza, anzi, quasi completamente vuota, causa sciopero. Praticamente avevamo cinque ore su sei libere, se non fosse che ci avevano fissato il primo incontro con gli EXO proprio per l'occasione.
Che culo, della serie.
"Seir... ci sei?"
Mi voltai verso Silvia, che mi aveva chiamato, e notai che Sara aveva finito i suoi esercizi, ringraziando Krisus.
"Bene! Iniziamo!" esclamai allora, sorridendo a trecencinquantamila denti.
"Che facciamo?" chiese Sabrina.
"History! Per piacere, è da tantissimo che non la facciamo!" esclamò convinta Aura, saltellando. Che bambina che era alle volte.
"E History sia!" approvò Silvia, annuendo.
Così ci mettemmo in posizione e io misi la musica da cellulare. Misi la prima versione che mi capitò sotto mano. Che risultò essere quella cinese.
"ENJOY THE MAYOOOO!"
Eh vabbè, era inevitabile. Come inevitabili furono le risate che ne seguirono. Ecco una nostra caratteristica: sappiamo ridere sempre per le stesse cose.
Ripresi in mano il cellulare, optando allora per la versione coreana.
Ripassammo tutta la coreografia che avevamo adattato per quattro. Io imparavo i passi di hip hop, mentre Sara se la cavava con l'adattamento e l'improvvisazione. La gran parte delle canzoni che non avevano coreografia o che non l'avevano ufficiale erano state riempite dalla ragazza, che non conosceva l'espressione 'stare fermi'. Ok, io non dovrei parlare.
Dopo History passammo a MAMA, che non prendemmo seriamente neanche per un minuto perché ci mettemmo a cantarla. E a parte 'Careless, careless, shoot anonymous, anonymous' eccetera, non la cantammo bene perché non avevamo voglia di fare le persone intelligenti. E quando mai. Soprattutto dopo la parte 'mamamamamamamamamamama' dove sbrodolammo tutte e quattro, mettendoci a ridere.
Combo!
Poi provammo Wolf, che ormai ci veniva abbastanza bene e Growl, dove ci mancava la parte a terra. Nel punto dove ci si deve ritirare su dal ponte spostando il peso verso avanti. La teoria c'era, la pratica un po' meno. Nel senso che io ce la facevo a volte, Sara era capace ma si sfracellava apposta, contenta lei, Silvia a volte perdeva l'equilibrio e Sabrina era una causa persa, cadeva una volta e continuava a ridere.
Per cui decidemmo che la nostra spina dorsale ne aveva abbastanza per quel giorno. Provammo i teaser loro e non solo. Ossia: le coreografie che creavamo per noi stesse. La prima che aveva fatto una cosa simile era stata Ayumi, che si era creata nel giro di due settimane una coreografia su There is a Place di Kris. Nostalgica. E ampiamente fuori di testa, dato che è una canzone di quattro minuti e mezzo circa.
Poi noi due sapevamo Two Moons interpretando i nostri bias. E lei mi aveva costretto a insegnarle Deep Breath di Kai. Silvia aveva imparato My Lady e Sabrina Baby don't Cry. Assieme poi sapevano il teaser dei loro bias, Kai e Sehun in What is Love.
In quel momento Sara stava ripassando Deep Breath, l'ultima della sfilza di teaser. In modo professionale, con espressività e tutto. La ragazza mi faceva paura, sembrava una Kai folle al femminile. Mamma mia. Lei era identica al suo bias sotto diversi aspetti, primo fra tutti la fossetta. E poi cambiava completamente con la musica. Poi se si sbagliava si metteva a ridere o faceva dei derp favolosi, ma questi sono dettagli.
"Bene... ci manca Overdose" dissi dopo dieci minuti, tempo che Sara si riprendesse dopo essersi distrutta una gamba in modi a noi e anche a lei sconosciuti.
"E facciamola, è passata solo poco più di un'ora!" sbuffò Silvia, scrollando le spalle.
Così ci mettemmo in posizione e feci partire la canzone, in cinese questa volta, perché dopo l’italianizzazione della versione coreana non potevamo materialmente farcela.
Per riuscire a fare Overdose avevamo dovuto cambiare alcune cose, tra cui la presa iniziale. Essendo quattro persone precise non potevamo fare l’originale, perché Sara faceva la parte di Sehun. Così, ci eravamo ingegnate per cambiare la presa, facendola senza la persona sotto: due in ginocchio e una in piedi sulle gambe. Silvia era la più leggera tra noi, così stava sopra, mentre io e  Brina la ‘innalzavamo’ sorreggendola per non farla cadere come un sacco di purè.
Poi, il resto era stato piuttosto facile. Cambiavano un po’ di posizioni e numeri, ma andava bene così. Riarrangiare l’albero di Wolf era stato più difficile.
Un’altra cosa che, anche in MAMA avevamo cambiato, erano i salti di Tao, alla quale si sostituiva Ayumi con una rovesciata. E fu proprio dopo questa sua dimostrazione della poca ginnastica artistica che aveva imparato a danza che sentimmo un applauso. Anche abbastanza rumoroso.
‘Merda’.
I dieci EXO al completo ci stavano guardando con occhi luccicosi mentre applaudivano estasiati. Mentre noi avevamo delle facce da trote salmonate.
 

Chanyeol P.O.V.
 

Avevamo convinto l’interprete e il manager a lasciarci da soli con le ragazze. Dopotutto, Sehun, Kai e Lay avevano constatato il loro buon livello d’inglese.
Così ci eravamo diretti verso la loro scuola. Grazie al cielo Yixing si ricordava dove fosse. Fu un sollievo, lui era portato a dimenticare le cose piuttosto che a ricordarle. La trovammo stranamente vuota, ci dissero a causa dello sciopero. Grazie al cielo qualcuno del personale parlava l’inglese.
Ci dissero poi che le ragazze erano in palestra e ci chiesero se volessimo essere accompagnati. Prima che Suho potesse acconsentire, Lay disse che sapevano già dove fosse. Infatti Sehun e Kai erano già partiti per la tangente... ossia un corridoio piuttosto lungo e dritto.
Tutti eravamo persi a guardare i dintorni particolarmente colorati. Mi sarebbe piaciuto che la SM fosse in quello stesso stile, con di tutto e di più. Purtroppo ci dovevamo accontentare delle nuvole nella practice room.
“Ragazzi, vediamo di non perderci subito!” ci richiamò il leader, dato che ci eravamo fermati ad osservare delle strane sculture esposte in una vetrinetta all’entrata.
In una normale occasione, saremmo scappati o l’avremmo ignorato. Joonmyun hyung avrebbe dovuto ringraziare le ragazze almeno per questo giorno.
Arrivammo più o meno alla fine del corridoio quando riconoscemmo le note che concludevano Deep Breath, uno dei soli di Kai. In silenzio, ci affacciammo alla porta.
Le quattro stavano discutendo animatamente su qualcosa, solo che non si capiva una prugna candita, perché parlavano in italiano. L’unica parola che riuscimmo ad estrapolare fu ‘Overdose’, e da lì intuimmo che stavano per fare.
Infatti, circa un minuto dopo misero da cellulare la nostra canzone... voglio dire, la versione degli M. L’avevano adattata per quattro persone.
‘Non sono male!’ aveva borbottato Kai, che osservava le mosse delle ragazze.
‘Quella... lei... come si chiamava... Sara, Aura! Lei ha uno stile un po’ strano’ osservò Sehun mentre osservava la ragazza fare le sue parti nella coreografia.
‘Mah’ borbottò Yixing che si stava semplicemente godendo la coreografia come tutti gli altri non ‘esperti’. Io poi, proprio non dovevo parlare.
Le ragazze erano parecchio concentrate, tanto che non si erano ancora accorte della nostra presenza. Sinceramente ero curioso di vedere le loro reazioni. Così attesi saltellando da un piede all’altro la rovesciata in sostituzione ai salti complicati del panda che avevamo in gruppo, che segnò la fine della coreografia.
Baekhyun, al mio fianco, non ci pensò due volte e iniziò ad applaudire spontaneamente seguito da me, Chen e poi tutti gli altri.
Quelle si girarono scioccate con gli occhi che tra un attimo cadevano dalle orbite e si mettevano a rotolare. Seir se ne uscì con una qualche parola incomprensibile a noi comuni mortali coreani e cinesi, facendomi sorridere divertito.
Ci fu un attimo di stallo. Poi, mentre la più piccola delle quattro si decideva a provare a dire qualcosa, Ayumi si mise a correre. Era proprio scappata da una porta secondaria lasciata aperta ed era sparita in uno dei corridoi.
“Maccoss...? Sara... SARAAAA!!” la chiamò la sua compagna di classe, iniziando ad inseguirla. Da parte mia, iniziai a ridere talmente forte da avere un incontro ravvicinato con il pavimento della palestra. E non ero il solo. Qualcuno dei membri mi faceva compagnia e, incredibile, anche Seir, la quale faccia era diventata più o meno dello stesso colore dei miei capelli in Overdose, ironia della sorte, un po' per l'imbarazzo e un po' no.
“Non è stata una buona idea” sospirò Suho, passandosi una mano tra i capelli, proprio mentre Sabrina tornava indietro.
“Ragazze, l’ho persa...” esclamò agitando le mani nel semi-panico. La più grande di Multimedia si mise a ridere ancora più forte in risposta, iniziando a rotolare.
“Oh, ti prego!” le rimbeccò Silvia, dandole tre manate sulle braccia, per poi marciare verso l’uscita secondaria trascinando con sé la loro unnie. “Andiamo a vedere dov’è finita quell’altra”. Comandò.
Le tre ragazze uscirono e noi non potemmo fare altro che andare con loro.
 

Aura P.O.V.

 
Non so bene quando siano capitati in palestra, ma un po’ di coreografia devono averla vista.
‘OHMMIOKRIUSUSCHEFIGURAAAA!’ era l’unico pensiero di senso circa compiuto che riuscivo a formulare.
Insomma, l’idea più geniale che mi era venuta in mente era stata quella di evacuare immediatamente. Ero corsa su per le scale che portavano a una metà del primo piano, quello con i laboratori scientifici, di Design e le aule computer e mi ero chiusa in bagno.
Era il posto più sicuro che ero riuscita a trovare, perché i ragazzi, a rigor di logica, non ci potevano entrare. Le mie compari, invece sì. Cribbio.
Infatti Silvia mi trovò nel giro di dieci minuti e ‘bussò’, nel senso che stava per buttare giù la porta.
“SARA! Esci da lì!” mi urlò.
“Non ci penso nemmeno! Lasciami qui a morire!”
“Non fare la scema, dai, ci hanno pure applaudito”.
“Appunto, ci hanno viste!”
Andammo avanti così per un po’, fino a che Sabrina non se ne uscì con: “Sara, tra due minuti abbiamo storia dell’arte”.
Oh-oh. Oh Sehun. Mai, e dico MAI far arrabbiare il professore di storia dell’arte. Sapevamo che era l’unico professore presente ed eravamo intenzionate ad andare, anche se della nostra classe c’eravamo solo io e Sabrina. Gli altri quattro che si erano presentati, avevano girato i tacchi e abbandonato l’edificio.
Mi fiondai fuori dal bagno.
“Devo andare a recuperare lo zaino!” sbottai, facendomi poi largo tra idols vari e ridacchianti per poi correre giù dalle scale quasi ammazzandomi.
“A volte è un bene che questa qui sia una secchiona” sentii Seir commentare.
“NON SONO UNA SECCHIONA!” le urlai dal fondo della scalinata, mentre lei attaccava a ridere.
“Infatti, tu sei un palettona!” rispose Brina convinta.
“Sabrina ti prego!” esclamammo in coro io e Silvia, mentre gli EXO ridevano. Già, avevamo parlato in inglese tutto il tempo, capitava anche in circostanze normali. Più raramente in coreano, giapponese e poco e nulla spagnolo tra me e Silvia. Perché non lo sapevo bene, per quello.
Beh, bene o male raggiungemmo l’altra scala per l’altra parte del primo piano, quella con le aule culturali e ci infiltrammo nella 101, la prima a sinistra del corridoio più piccolo.
“Buongiorno prof” esclamai in contemporanea con Sabrina, prendendo posto in un banco a caso.
“Buongiorno a voi ragazze. Pensavo che non ci fosse nessuno” sospirò il professore, che stava distrattamente tamburellando le dita sulla cattedra.
“Ottima deduzione” fu il commento di Silvia, che era entrata assieme a Sara e ai ragazzi in aula. Tanto c’era posto per tutti.
La lezione passò nella nullafacenza più totale, con noi quattro balde giovani che discutevamo su qualunque cosa ci passasse anche solo per l’anticamera del cervello, o almeno prima che il professore ci chiamasse a fare da interpreti. Così fece lezione di storia dell’arte a uno dei gruppi più famoso della corea e non solo. Una cosa da tutti i giorni.
“Amo la normalità di questa scuola” esclamai una volta fuori dall’aula, mettendomi a ridere da sola. Lo so, sono piuttosto preoccupante. Ma gli altri non ci fecero poi tanto caso e io tornai allegramente a saltellare per i corridoi mentre li portavamo nel laboratorio dei ritratti, l’aula 003.
Ci accomodammo sulle sedie mezze rotte e gli sgabelli disegnati e graffiati, anche se Silvia si sedette su un tavolo e io rigorosamente per terra.
“Allora” esordì la unnie “Siamo qui riuniti oggi per esporre ai qui presenti EXO il nostro programma!” concluse sorridendo.
“...solo che voi avete installato una telecamera e avete sentito i nostri discorsi, quindi non abbiamo niente da dirvi” concluse Silvia annuendo.
Ci fu un momento di silenzio carico d’imbarazzo. Loro perché non sapevano che fare, noi perché stavamo ricordando le innumerevoli figure di cacca che avevamo fatto. Mi nascosi la faccia tra le mani mugugnando e sdraiandomi sul pavimento.
“Possiamo vedere qualche vostro disegno?” chiese ad un certo punto Xiumin, curioso.
“Oh mio diesel Minseok ha parlato, miracolo!” mi sussurrò Seir nell’orecchio. Io sorrisi, mentre Sabrina saltava in piedi a molla.
“Signorina si vanno a prendere le teche dei disegni!” esclamò prendendomi per un braccio e iniziando a trascinarmi, nonostante fossi ancora col sedere in terra e stessi spazzando l’aula. Io opposi resistenza.
“Signorina la informo che esistono le foto sul cellulare su quella bellissima applicazione chiamata Instagram” le comunicai, tirando fuori il mio cellulare e passandolo a Xiumin.
L’effetto fu più o meno quello di tirare fuori un po’ di miele nei pressi di un alveare. Loro vennero attratti dal mio cellulare come delle palline di piombo da una calamita.
“Woah~” esclamarono nel vedere i nostri disegni, con tanto di bavetta alla bocca. Poi inevitabilmente videro alcune foto un po’ strane e dovemmo aspettare dieci minuti che Chanyeol riprendesse una posizione civile dopo essersi gettato a pesce sul pavimento dopo aver visto Sabrina con le mollette nei capelli. E intendo mollette da bucato.
Poi, all’improvviso nell’aula risuonò ‘qualcosa’. Sembrava una sorta di animale morente misto a una porta cigolante. Per farla breve: uno stomaco che reclamava.
“Oh, kkaeppsooong~!” si lasciò sfuggire Seir, ridendo come una matta, accompagnata dal facepalm della Silvia, dall’headpalm di Sabrina e da me che personalmente mi ero messa a cantare Growl. Perché il suo stomaco stava ringhiando.
Io osservai le facce perplesse dei ragazzi e decisi che tanto ormai, figuracce ne avevamo già fatte.
“Come potete notare siamo persone intelligenti e molto normali” dissi loro seria, suscitando la loro ilarità. Continuarono a ridere anche durante il piccolo spostamento a piedi che dovevamo percorrere per arrivare al nostro punto di ristoro di fiducia.
Era una sottospecie di fast-food dove si mangiava solo  pizza, praticamente. Mentre marciavamo di fronte a loro li sentimmo iniziare a borbottare "piyya, piyya".
"Stupidi ragazzi" mi sussurrò Silvia. Scossi la testa divertita. Queste era una delle cose che lei diceva più spesso, assieme a 'FA-VO-LO-SO' e 'Osceno'. Anche, 'Sara regalami un Chen' era piuttosto gettonata ma dettagli.
Persa nei miei pensieri, sbattei quasi contro una colonna. Indietreggiai e mi scontrai contro Chanyeol, che non mi aveva vista.
Santa pera, è veramente troppo alto.
"Oh..." fece lui.
"Sehun" rispondemmo tutte e quattro in coro, facendo girare il procione dallo sguardo perplesso. O almeno credo. Non lo so, lui e la sua poker face!
In un modo o nell'altro riuscimmo ad ordinare per noi e per i dieci ragazzi, che mangiavano circa il triplo di noi balde giovini. Non so dove facessero stare tutta quella roba. Forse in tasca.
Riuscimmo addirittura a sederci in un tempo che non superava la mezzora, intralciate solo da Kai che si era messo a saltellare estasiato quando aveva appreso che facevano anche delle piccole cotolette di pollo. Lo ammetto, sono davvero buone, però poteva darsi un contegno.
"Avete un bias stupido" soffiai a Sara e Silvia in modo che gli EXO non mi sentissero. Loro annuirono, una che rideva e l'altra mezza sconvolta, mezza rassegnata al suo triste destino.
Povera maknae, tra Chen, Jongin e Kris ne aveva da sopportare...!
Eravamo davvero tantissimi e occupammo due tavoli  di quelli lunghi e con tante sedie. Noi quattro non eravamo intenzionate a separarci, per cui abbandonammo alcuni di loro al tavolo alle mie spalle. Iniziammo a favoleggiare e discutere su tutto come nostro solito, mentre i ragazzi ci imitavano, talvolta guardandoci un po’ perplessi.
Noi eravamo abituate a sentir parlare coreano e cinese, loro non lo erano con l’italiano. E la cosa era divertente.
Ancora più divertente fu la loro reazione alla pizza. Nonostante non fosse la pizza più eccellente del mondo, era pur sempre italiana e abbastanza superiore a quella che avevano in corea. La loro mozzarella non filava così tanto.
Molti di loro fecero delle sceneggiate assurde, tipo passare la pizza a quelle di fronte chiedendogli di tirare. Così, la mozzarella saltò spiaccicandosi sulla faccia e sui vestiti che lanciò una bella imprecazione.
“IL LINGUAGGIO!” sbuffò il leader che aveva civilmente preso il coltello con cui stava provando a tagliare quel latticino diabolico. Dovetti fare appello a tutte le mie riserve di autocontrollo per non mettermi a ridere. Era identico a Capitan America nel secondo film degli Avengers. Dovevo evitare di ridere perché lui stava parlando in coreano e noi eravamo decise a tenerli all’oscuro delle nostre capacità linguistiche al di fuori dell’inglese. Così sarebbe stato più divertente.
Non potevo fare lo stesso discorso per quanto riguardava Lay, che ogni tanto si metteva a parlare in mandarino. Come in quel momento, che in una frase avevo capito ‘pomodoro’ e va bene e ‘paperelle’, che non so quanto possano centrare con una pizza.
Jongin continuava ad osannare il pollo, che a quanto pare era di suo gradimento, e Jongdae era arrivato a minacciare di mangiarglielo se continuava a cincischiare.
E da quel momento il primo ballerino era diventato più muto di una tomba.
“Toglietegli tutto, ma non il suo pollo” sghignazzò Sabrina che, come me, stava seguendo la scena.
“Mi hai rubato le parole di bocca” risposi io. “E come punizione ti ruberò un patatina!” conclusi, sgraffignandole il cibo.
“Gna”
“Gne”
“Gni”
“Gnipsilon”.
E giù a ridere.
Finito di mangiare decidemmo con Suho, l’unico che ci prestava attenzione, quando avremmo dovuto iniziare i ritratti e le foto.
“Allora... oggi non si può fare, perché queste due hanno pomeriggio... e domani è meglio di no, giovedì siamo piene di verifiche e dobbiamo studiare. Inoltre, giovedì abbiamo rientro io e Aura e lei ha coro... giusto?” chiese Brina,  io confermai con un cenno. “Quindi... venerdì?”
“Va bene” sorrise il leader. Aww che carino. Niente da fare, il potere del bias è troppo forte da sopportare.
Si offrirono di riaccompagnarci a scuola, ossia ci scortarono senza sentire se noi eravamo d’accordo o meno. E Chanyeol prese una craniata colossale contro un cartello del punto di ristoro, che all’andata aveva facilmente evitato dato che non stava saltellando come un tacchino monco, nonostante io e le altre gli stessimo urlando di stare attento.
“Se loro durante le iniziative hanno intenzione di ascoltarci come stanno facendo adesso, non voglio neanche immaginare cosa ne verrà fuori, mi trasferisco in Alaska prima” decretò Silvia leggermente esasperata.
“Signore mie, preghiamo, e che Krisus ci assista!” se ne uscì allora Sabrina, alzando le mani al cielo alla ‘lode al sole’. E, sotto lo sguardo preoccupato dei dieci ragazzi, tutte e quattro ce ne uscimmo con:
“AAAAAMEEEEEN!!!”
 

Angolino nascosto nell'ombra:

Ok. Questa volta non vi do il permesso di uccidermi, come faccio di solito quando ritardo. Ho delle spigazioni.
Avete presente quelle scatolette con tante belle lucine che ti indicano internet che va/non va? Ecco. Da me quando va è verde, quando è disconnesso è rosso e quando stacco un cavo si speg ne e diventa grigio.
Bene.
Ieri mattina mi alzo con tutta l'ntenzione di pubblicare e tac.
Grigio. Sia internet che l'ADSL.
Ho odiato qualunque cosa. E le mie unnie mi hnno dovuto sopportare mentre scleravo incavolata nera, perdonatemi ragazze, non ce l'avevo con voi.
Ma ora ci sono. E spero che entro 4 giorni il problema si risolva percgé devo aggiornare GoL. O in caso entro 9, per questa storia again.
O dovrò anticipare le date, nonostante mi scocci interrompere l'equilibrio.
Allora. Questo capitolo non mi convince troppo (a parte le frasi finali, che adoro), ma molti di voi lo stavano aspettando e eccolo: l'incontro tra i 10 disagiati con le 4 trolpe.
Venerdì è il giorno prefissato, ma... no, non credo che andrà tranquillamente la faccenda. E vi lascio una Preview:

< Insomma, mi ero perso.>>

Ok. Detto questo, mi scuso di nuovo, ringrazio le 2 persone che hanno inserito la storia tra le seguite e vi saluto.
XOXO! :*
 

Aura_

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - AAA, cercasi Kai disperatamente ***


Capitolo 7 – AAA, cercasi Kai disperatamente


Kai P.O.V.


Era giovedì, e faceva caldo, molto caldo. Mi veniva voglia di togliermi la maglia, ma sapevo che Suho mi avrebbe tirato qualcosa. E lui era il meno crudele. Ogni riferimento a Kyungsoo è puramente casuale, si intende.
Eravamo di nuovo in giro per Trento, i membri avevano avuto la brillante idea di uscire a prendere un gelato. Il problema è che non tutti i gelatai conoscevano l'inglese, o lo conoscevano in modo mooolto approssimativo. Inoltre, decifrare i gusti era per noi una missione impossibile, così andavamo per colore.
Peccato che Chen fosse stato attratto da quello sbagliato, uno strano gelato al gusto di birra. Lo assaggiai pure io, faceva davvero schifo. Io me la cavai con del limone e una cosa che sembrava latte dolce. (*)
Gironzolammo a caso nella zona, gustando il gelato e lamentandoci per il caldo.
Curiosammo allegramente per i negozi delle vie. E con 'allegramente' intendo che Joonmyun ci doveva rincorrere per non perderci. Era divertente vederlo impazzire, così ci sparpagliammo. Ti vogliamo bene, lidaH. Mi imbattei così in una maglia abbastanza bella. Solo che non sapevo quanto fosse affidabile il mio inglese, così andai a cercare il leader, anche per chiederli un 'prestito a tempo indeterminato'.
Solo che... Suho non c'era. E neanche Kyungsoo. Chen nemmeno. Yixing neppure. Chanyeol e Baekhyun, se ci fossero stati, gli avrei sentiti.
Insomma, mi ero perso. E il cellulare era scarico, morto e sepolto. Pace all’anima sua. Come la mia allegria e spensieratezza in quel preciso istante.
"E adesso che faccio?"


Silvia P.O.V.


Stavamo uscendo da scuola in quel preciso istante, quando il cellulare mi vibrò insistentemente nella tasca dei pantaloni. Chiesi alle ragazze un po' di silenzio, cercando di recuperare un po' dei miei polmoni, perché stavamo ridendo per qualcosa che non ricordo.
Virgola, tanto per cambiare.
Schiacciai sul bottone verde, accorgendomi che era Suho, il quale si era premurato di darci tutti i numeri dei ragazzi un paio di giorni prima. Sia ringraziato il cielo che almeno il leader aveva la sanità mentale che andava a scatti. Non dico sempre, sarebbe troppo, per lui, per noi e per tutti.
"Pronto?" risposi.
"Abbiamo perso Kai".
Appunto.
Mi bloccai in mezzo alle strisce pedonali, e le due Sare mi trascinarono via da lì praticamente di peso, dicendomi che bloccavo il traffico o qualcosa di simile.
Appena fui al sicuro sul marciapiede, mi decisi a rispondere al leader, mettendo il vivavoce.
"Puoi ripetere per favore?"
"Abbiamo perso Kai per Trento" ripeté lui angosciato.
E noi, per tutta risposta, ci mettemmo a ridere talmente forte da attirare l'attenzione di alcuni passanti, che ci guardarono preoccupati.
"Ragazze... seriamente... non lo troviamo più da dieci minuti" riprese Suho, tentando di riportarci alla serietà. Povero leader, ci riuscì solo in parte con me e Aura, perché le altre due si erano letteralmente spalmate sull’asfalto del marciapiede, ululando ‘Lost in Trentoooo’.
“Si... serie... serissime... dove lo avete persoahahahaha, di preciso?” formulai tentando di reprimere le risate, riuscendoci in parte.
“Non lo so...”
“Questo c’è di molto aiuto!” sbuffai ironica e spazientita.
“Abbi pazienza, loro non conoscono Trento” mi disse Sara, quella in piedi, tirandomi una manica. Poi si rivolse allo schermo del mio cellulare. “Riesci a descrivermi più o meno il luogo?” chiese. Aww, ogni tanto questa ragazza è la dolcezza.
“C’erano tanti negozi ed era parecchio affollato rispetto al resto della città... non era molto lontano dalla stazione e nei pressi c’era una piazza con una fontana in centro” descrisse lui.
“Fontana? Era grande e c’era un tizio con una forchetta formato maxi appresso?” chiese di nuovo la mia vicina di casa.
“Sì! Proprio quella!” esclamò il leader sollevato.
“Non lo troveremo mai” decretò Ayumi, ridendo esasperata. “Lì c’è un casino di gente e dubito che quello resterà fermo in un punto!”
“Secondo me lo troviamo a Bolzano” riemerse Sabrina a caso dal Tartaro.
“A parlare tedeskenn con gli sconosciuti! Ja, ja, ja!” esclamò Seir convinta, facendoci ridere tutte e quattro.
“Vi prego, aiutateci...”. Sembrava che Joonmyun si stesse per mettere a piangere, e la nostra amica Suho biased intervenne personalmente per evitare che ciò accadesse.
“Tranquillo, lidaH, ci pensiamo noi... o meglio, prima vi inviamo il gruppo M e poi il gruppo AF che oggi ha pomeriggio e che dovrebbe andare a mangiare. Per cui arrivederci e buon appetito!” così dicendo afferrò per un gomito la suo ridacchiante compare e se la trascinò dietro diretta al posto dove mangiavano. Io, dopo qualche secondo di tentennamento, mi riaccostai alla bocca l’apparecchio.
“Joonmyun oppa, tornate nella piazza con la fontana del tizio con la mega forchetta e aspettateci. Io e Seir arriviamo”.


-


Circa un quarto d’ora dopo stavamo correndo nella direzione di quei nove ragazzi che sembravano delle anime in pena o delle anime sceme. Ah no, solo sono anime sceme, nota per me.
“Salve ragazze!” ci salutò allegramente quel cretino del mio bias, quello presente, con un sorriso che, no, non dovrebbe farmi, soprattutto adesso che vorrei spadellargli qualcosa in testa, a lui e ai suoi compagni.  No, dai, a Yixing e Suho no. Uno perché Aura mi avrebbe ucciso, due perché erano gli unici due che stavano diventando più bianchi del latte parzialmente scremato dalla preoccupazione. Ed eviterei anche Kyungsoo, quel ragazzo mi inquieta alquanto. Non sono ancora un’aspirante suicida.
“Allora, poche chiacchiere e dividetevi in gruppi, dobbiamo andare a cercare quell’idiota del vostro compagno di band” decretai stizzita.
Loro, probabilmente leggermente sconvolti dal mio comando imperioso, mi osservarono come se avessi detto che Kai e Onew degli SHINee odiano il pollo.
“Ok, facciamo che ve lo ripeto più piano. Dividetevi. In. Due. Gruppi. Che. Andiamo. A. Cercare. Kai” sillabai, inspirando per mantenere la calma.
Piano piano i ragazzi si divisero continuando a guardarmi come se fossi Sailor Moon. Non erano precisamente a metà, naturalmente, essendo in nove era matematicamente impossibile, a meno che il dolce Kyungie non decidesse di affettarne uno a metà seduta stante. Mi preoccupai non poco quando vidi la beagle line al gran completo in un solo gruppo, grazie al cielo assieme a Kyungsoo e Yixing. Sehun, Tao, Suho e Minseok erano nell’altro.
“Allora... chi va con chi?” mi chiese Seir, intuendo che volevo fare.
“Io prendo quei tre...” dissi sottolineando le due parole finali, chiaro riferimento a Chen, Chanyeol e Baekhyun, almeno per me e le altre Gulls. “Tu vai con Omma e company. E vai piano che c’è Tao” le raccomandai.
“A volte, ossia spesso, non sembri la maknae” sorrise la ragazza. Io, da brava Chen biased, la fulminai con lo sguardo.
“Zitta e vai” le ringhiai, facendola ridere.
“Signorsì, Vostra Grande Signoria!” mi urlò mentre salutava con una mano me e i cinque ragazzi che mi avrebbero seguito. Io ricambiai con un cenno, per poi guardare il mio gruppo e inspirando dal naso.
Mi stavo pentendo della mia scelta.
“Andiamo” dissi solamente, prendendo la direzione opposta a quella di Seir.


3° Persona P.O.V.


Seir rideva ininterrottamente per qualunque cosa, ormai, con somma esasperazione da parte di Suho che diceva di aver a che fare con ‘Chanyeol 2, il ritorno’.
Sehun e Tao proseguivano a braccetto, parlando di qualunque cosa, apparentemente fregandosene del compagno perduto.
Xiumin poteva essere scambiato tranquillamente per un normale turista, dato che se ne stava a tre metri dal resto del gruppo ad osservare la città.
Si spostarono in una piccola piazzetta affollata tanto per distanziare l’altro gruppo, e iniziarono a decidere le mete e quello che dovevano fare.
“Allora. Credo che Jongin non se ne starà bello fermo in un punto visibile ad aspettarci, no. Credo piuttosto che scorrazzerà a caso in giro per le strade e tutti i negozi in preda al panico per cercarci. Quindi ha uno stacco di circa – Seir guardò l’ora sul suo cellulare - mezz’ora di vantaggio da noi, sperando che abbia avuto il buonsenso di restare comunque in zona, o almeno di provare a rispettare l’intento”.
“E quindi?” chiese Minseok, chinando la testa di lato.
“Quindi boh. Dobbiamo cercarlo ovunque e sperare di trovarlo o che lui ricordi la strada per tornare all’albergo o a scuola entro un’ora e mezza, da Sara e Sabrina. Sperando di non perderci a nostra volta, chiaro” sorrise la ragazza, per poi osservare i dintorni privi di Kai.
“Allora dobbiamo iniziare a esplorare i negozi” concluse Sehun, dirigendosi verso un negozio di capo d’abbigliamento femminile, con Tao a seguito.
“RICORDATEVI CHE NON SIAMO QUI A FAR COMPERE!” ululò il leader, già rassegnato in partenza. Sapeva che ci avrebbero messo parecchio tempo a ritrovarlo e che, con ogni probabilità, avrebbero perso anche i due maknae se non fosse andato con loro.
Così Seir si ritrovò a girare con Minseok, che più silenzioso di così non si può. Sbuffò.
‘Mi sto annoiando…’


‘Mannaggia a me che mi sono sacrificata, potevo semplicemente dividerli, ma perché a me…’
Questi erano i pensieri fissi di una Silvia particolarmente scazzata mentre tentava di tenere sotto controllo tre ragazzi che sembravano in overdose di estasi o di una qualche droga potente, comunque. Voleva solo urlare al mondo la sua frustrazione, ma decise che forse non era il caso di allarmare mezza città e di ricevere telefonata anche da scuola per rispondere alla domanda ‘Perché stai urlando’ da un’esterrefatta Sabrina.
Sara non ci avrebbe poi fatto tanto caso, la sentiva urlare quotidianamente da casa sua, dato che vivano separate da un muro.
Grazie al cielo Kyungsoo metteva terrorismo con un solo sguardo, impedendo che i sovraeccitati si perdessero come ‘quel cretino del mio bias’ come la maknae delle ragazze aveva soprannominato indistintamente sia Kai, il diretto interessato dell’occasione, che Kris. Chiamava così anche il caro Kim Jongdae di tanto in tanto, ossia quando non fingirleggiava.
Inoltre, doveva stare attenta anche a Yixing, altro ragazzo gettonato a perdersi, che però notando la sua quasi crisi di nervi, le stava vicino per darle sostegno morale. ‘Grazie, unicornino, per fortuna che esisti tu!” pensava la ragazza, sorridendo al primo ballerino cinese a mo’ di ringraziamento.
Quando la situazione divenne insostenibile, però, si vide costretta a separarli.
‘Peggio dei marmocchi dell’asilo, i miei cugini a confronto sono degli arcangeli e cherubini vari’ pensava Silvia spazientita, mentre si metteva tra Chen e Chanyeol, spintonando il secondo in modo che accanto a lei si mettesse Lay.
Ghignò poi, pensando che l’altra cara maknae del loro gruppo di quattro, Ayumi, sarebbe morta in quel preciso istante, dato che era più timida e avrebbe avuto affianco due bias al posto di uno.
“Non sorridere in quel modo, fai paura” la apostrofò Baekhyun, a distanza di sicurezza.
La ragazza pregò una qualche entità divina che qualcosa cadesse sulla testa alla striscia di bacon più fastidiosa e chiacchierona dell’universo per tramortirlo all’istante.
E D.O. ascoltò le sue preghiere, curioso a pensarla così, tirando uno scappellotto al collega vocalist, che lanciò un urletto sorpreso. E ben poco virile, si potrebbe aggiungere.
Di nuovo Silvia si ritrovò a ridacchiare con una leggera nota di sadismo sul suo volto, mentre con gli occhi cercava in continuazione il giovane coreano.


Nel frattempo, a scuola, le due colleghe di Arti Figurative erano appena tornate nell’edificio, e stavano stravaccate davanti alla porta del laboratorio a discutere di qualunque cosa, momentaneamente disinteressate al visual disperso.
“Oh” decretò ad un certo punto Sara, raddrizzandosi dal muro sul quale era appoggiata con la schiena.
“Sehun” rispose Sabrina, che stava provando a non addormentarsi.
“Mi sono seduta sul registro di classe” borbottò Aura, prendendo il suddetto oggetto tra le mani e spostandolo. Sabrina scrollò le spalle.
“Almeno gli tenevi caldo” borbottò. Sara rise.
“Sì, lo covavo. Così dopo nascevano tanti registr-pulcini!”.
E poi si misero a ridere sbattendo il cranio contro il muro sul quale erano appoggiate.


Dire che Joonmyun stava diventando isterico era un eufemismo. Si era agganciato al braccio di Sehun evitando che passassero troppo tempo in uno stesso negozio, ignorando le lamentele dei due maknae.
“Hyung... mi stai fermando la circolazione...” si lamentava il maknae mentre veniva ritrascinato in piazza dal leader con Tao a seguito che cercava di non ridere troppo forte.
A volte avere delle stampelle tornava utile.
Trovarono Xiumin vicino a una fontanella, che si guardava in giro spaesato. E senza ragazza appresso.
“Oh no, non dirmi che abbiamo perso anche Seir!” sbottò Suho, spalancando gli occhi. Il maggiore ridacchiò sommessamente e indicò un parco nelle vicinanze.
“Ero andato a cercarlo là e Seir si è infilata nella cooperativa vicina a cercarlo. Mi ha detto di aspettarvi e aspettarla qua” spiegò tranquillamente lo hyung, divertito dall’ansia eccessiva del loro leader.
“Calmati omma, non penso che Jongin si farà mettere sotto da un camion oggi... insomma, non ha ancora r...” provò a dire Sehun, ma la presa sul suo polso si fece ancora più stretta.
“Non ti azzardare a finire la frase, signorino” lo riprese con quella che doveva essere una voce severa, ma che lo faceva assomigliare più che altro a un vecchio gufo con dei cuccioli troppo vivaci.
“Hyung... il polso... me lo stai massacrando... lasciami...” pigolò il maknae, concentrandosi sul male per non mettersi a ridere causa Joongufo.
Quello allentò gli artigli sbuffando, e si voltò nel cercare la ragazza... scoprendo che li stava osservando appoggiata alla fontana con un ghigno divertito.
“Una grande famiglia felice” rise non appena la raggiunsero.
Per tutta risposta, Tao e Sehun si scambiarono uno sguardo monello e le fecero un gavettone a sorpresa, facendo ridere a crepapelle Minseok e sospirare un leader a metà tra l’imbarazzato e il divertito.
Seir, dal canto suo, era ormai bagnata e felice.


Il gruppo di Silvia, nel frattempo, manco era arrivato nella seconda piazza principale della città: Piazza Fiera. Riguardo al perché...
“Possiamo prendere un gelato?” chiese Baekhyun con gli occhi dolci al suo gruppo.
“Ma Baekhyun-shi, lo abbiamo già preso prima!” esclamò Yixing, guardandolo stupito.
“Però fa caldo~” si lamentò l’altro, sdraiandosi contro quel gigante del suo migliore amico, che da canto suo rideva per lo scambio di battute che assomigliava a quello tra un bambino piccolo e piagnucoloso e un genitore stupito da tale reazione.
Chen era più occupato a osservare divertito Kyungsoo cercare di far finta di non conoscerli e Silvia che invocava i santi aramaici, reazione degna di Junmyeon.
“Ma a qualcuno di voi interessa la sorte di Jongin?” sbuffò esasperata la ragazza guardandoli negli occhi uno per uno.
La beagle line fece spallucce sorridendo, per poi tirare avanti come se nulla fosse successo.
“Aiutatemi” boccheggiò allora la maknae delle quattro artiste portando una mano alla fronte e guardando verso l’alto.
“Ringrazia che non vivi a stretto contatto con loro tutto l’anno” le ricordò D.O. sorridendo leggermente alla teatrale esasperazione della giovane.
“Ringrazierò Krisus per questo” ribatté lei, per poi scattare a raggiungere ‘quei tre’, lasciando allibito Kyungsoo e confuso Yixing, che aveva seguito metà del discorso, perdendosi nei meandri della sua mente contorta e, come la definiva la Pancetta e l’intero fandom, unicornosa.
“Non lo prendiamo il gelato” sibilò Silvia a Baekhyun... gelida.
“Eddai~” pigolò il ragazzo, provando con l’aegyo.
E fallendo miseramente.
“NO. Vuoi che te lo ripeta? No. No, no e no. Enne. Oh.” ‘Sehun!’ aggiunse mentalmente.
L’eyeliner boy fece per ribattere ancora, ma Silvia lo fulminò seduta stante manco fosse Jongdae e lo precedette, sbuffando esasperata!
“Ma tu l’inglese lo capisci? No! Te lo dico in italiano: no! In tedesco: nein! In giapponese: iie! In coreano: anyeo! In ostrogoto: dbhsagfe!!!” Ululò, mettendosi le mani tra i capelli e facendo girare il fiume di gente che camminava attorno a loro.
“Okay” uggiolò allora Baek, facendosi piccolissimo dietro a Chanyeol, che rideva ininterrottamente da quando la ragazza aveva finito la sua sfuriata.
Quest’ultima intanto si era affiancata a Chen e aveva ripreso a marciare verso quella ‘benedetta piazza’, come l’aveva chiamata lei.


Driiiiiiiiiiin!
“La lezione è finita, andiamo in pace!”
“Ringraziamo krisus... Sara devi ancora rifare lo zaino”.
“Ah... cavolo”.
Sabrina si schiaffò una mano sulla sommità del capo, esibendosi in uno dei suoi ‘famosi’ headpalm. Intanto, Sara rifaceva velocemente il suo zaino, constatando che persino la professoressa se ne era andata abbandonandole nell’aula.
Di nuovo.
“Amen, sorella, sono lenta!” sbottò lanciandosi lo zaino sule spalle e a momenti volando per terra per lo slancio eccessivo sommato al peso del suo sapere, che rischiava di tramortirla.
“Andiamo, va’! C’è Kai che è ancora disperso per Trento” la riprese la sua unnie, prendendola per un polso.
“Chi? Dove? Cosa?” fece la più piccola, cadendo giù dalle nuvole. La maggiore roteò gli occhi.
“Niente, Layla, tornatene nel tuo mondo di unicorni che saltellano su nuvole fatte di zucchero filato” le rispose, tirandole un buffetto.
“Gne”.
“Gna”.
“Senti, gna, corri che sta arrivando il tre!”
“Maccoss..? KYAAAAAAAAAAAA!!! IL BUUUUUUUUUUSSSSS!!!”
Le porte si richiusero proprio quando arrivarono le due ragazze che si schiantarono una contro il vetro e l’altra contro la compagna.
“Ahia”.
Fortunatamente, il conducente notò le due arzille ragazze che quasi avevano rotto la porta e i loro rispettivi nasi contro essa e le lasciò salire, guardandole perplesso.
Arrivarono in stazione dopo dieci minuti di viaggio, discutendo sulle tappe da fare nella ricerca del primo ballerino, visual, rapper e quasi-maknae degli EXO... quando se lo ritrovarono davanti.
Alle prese con un venditore di strada.
Che provava a vendergli calzini.
Parlando in un italiano fortemente accentato.
Kai. Calzini. In italiano accentato.
A quella vista si misero a ridere tutte e due, appoggiandosi l’una all’altra e momentaneamente mandando a sgusciare gamberetti la loro operazione di salvataggio.
Tentarono di riprendersi, con difficoltà, e si avvicinarono al povero coreano e al venditore di calzini.
“Compra calzini, belli calzini!”
“Ah... ehm...” Jongin si guardò attorno spaesato, vedendo come in una visione celestiale le due ragazze di Arti Figurative venirgli incontro.
“Grazie, davvero, ma decliniamo l’offerta” disse Sabrina con un sorriso al signore che vendeva calzini.
“No, no! Calzini belli, io regala calzini a te!” rincarò quell’altro.
“No, grazie” rispose più secca Sara, incrociando le braccia.
“Se tu compra calzini, tu ti sposare!” ci provò ancora il venditore, annuendo convinto.
“Oh, il problema è che noi siamo già sposate! Questo – Sabrina indicò un confusissimo Jongin – è nostro marito. Arrivederci e grazie!” concluse velocemente la ragazza, prima di prendere per un braccio sia il coreano che la sua collega artista e trascinandoseli dietro in fretta, uno palesemente perplesso e l’altra piegata in due dal ridere.
“Ma che gli hai detto?” domandò il primo ballerino, sollevando un sopracciglio mentre sorrideva, contagiato dalla più piccola delle due, che si era appoggiata contro un muro e oramai aveva le lacrime agli occhi.
“Niente di importante, lascia stare” rise Sabrina, prendendo a braccetto Aura e ordinandole di dichiarare conclusa la missione di recupero. La diciottenne afferrò il suo cellulare e fece partire una chiamata, respirando profondamente per tentare di non ridere nella cornetta.


Aura P.O.V.


“Pronto?” mi rispose il leader, con voce leggermente secca. E questo significava solo una cosa: lo stavano facendo disperare.
“Ehm... sono Sara... sono con Sabrina... e abbiamo trovato Jongin” dissi esitante.
Comprendetemi, ero al telefono con il mio bias. Non è una cosa che mi capita ogni giovedì pomeriggio.
“Davvero? Oh! GRAZIE SHISUS!” lo sentii esclamare. Non mi trattenni e mi misi a ridere, lanciando il cellulare a Sabrina e riagganciandomi alla parete della casa.
“Shisus ahahahahahaha”.
“L’abbiamo persa” sentii dire a Jongin dietro di me.
“Signorina ridolina, ci aspettano in piazza Italia. Recupera le tue interiora e muoviamoci!”

 

-


La prima cosa che successe non appena arrivammo?
Silvia ci raggiunse di corsa e tirò uno scappellotto deciso al suo bias, brontolando qualcosa in italiano tipo ‘stupido idiota’ o qualcosa del genere. Ero occupata a controllare che non si fosse perso nessun altro, ma a quanto pare le due ragazze di Multimedia avevano fatto un buon lavoro.
I  nove ragazzi più Seir ci raggiunsero saltellando.
“Sara, ti sei gettata in una fontana per caso?” le domandò Sabrina non appena notò la ragazza completamente infradiciata.
“Nah, solo un piccolo scherzo da parte dei maknae” sorrise quell’altra, affiancandoci. Tao e Sehun, dietro di lei, ghignarono soddisfatti, per poi avvicinarsi e dare il cinque a Kai.
Proprio in quel momento, quando tutta l’attenzione era sul Jongin ritrovato e salvato dalle vie di Trento, Sehun se ne uscì con: “Sapevo che non ti avremmo avuto fuori dalle scatole per molto e che in generale non ti sarebbe successo nulla. Dopotutto, dovevi ancora rimorchiare”.
Io mi bloccai di colpo, sgranando gli occhi. ‘Wa da fak’ riuscii ad articolare nella mia mente.
Junmyeon aveva iniziato a boccheggiare cambiando colore facciale una ventina di volte, Seir era diventata rossa come un cocomero (l’interno... e privo di semi), Yixing era perso nel suo mondo, da bravo bias adorabile e gli altri non erano nel mio campo visivo.
Ma penso che persino a Istanbul abbiano sentito l’urlo da valchiria in combattimento da parte di Sabrina, che si materializzò davanti a Jongin, già scombussolato di per suo, per poi iniziare a urlargli in faccia, nello stupore generale.
“TU! Non ti puoi permettere neanche di pensare a fare determinate cose!” sbraitò la unnie.
“Ma è stato Sehun...” provò a giustificarsi pigolando il visual, con inesistenti, più che scarsi, risultati. Perché ormai Brina era partita per la tangente a schiamazzare e bisognava aspettare solo che le batterie si esaurissero.
“Non puoi, figlio degenere! Ti defenestro! Come ti permetti, QUI CI SONO MINORENNI!” continuò imperterrita.
Oh no. Sapevo già dove sarebbe andata a parare. E anche le altre due ragazze. Gli EXO invece erano rivolti verso Silvia, effettivamente minorenne.
Purtroppo Sabrina è più... complessa, diciamo.
“COME AYUMI E SEHUN!”
Appunto.
Tutti i presenti strabuzzavano gli occhi, mentre io sorridevo, intenerita dalla follia della mia unnie.
“Eeeh... in realtà io ho ventun anni... e Sara diciotto... siamo entrambi maggiorenni... l’unica minorenne è Silvia...” provò a dire Sehun, ma Sehunna era di un altra opinione, naturalmente.
“NON È VERO! Silvia è adulta e vaccinata! E voi siete minorenni!” esclamò convinta.
Io, di fronte allo sguardo spiazzato e in evidente difficoltà del maknae procione, che cercava in me una risposta o spiegazione coerente, alzai tranquillamente le braccia in segno di resa.
“Almeno sono vaccinata” fu il mio geniale commento.
 


(*) Intendo il Fiordilatte. Non so se in Corea lo abbiano.

Angolino nascosto nell'ombra:

INTERNET È CON ME!
Ok, la smetto.
Cose da dire sul capitolo: è disagiato. E io lo adoro.
L'idea mi è venuta perché Kai si era perso a Londra, se non sbaglio. E quindi, perché non farlo perdere anche qui? *crudeltà time*
Le sfuriate di Sabrina diventeranno storiche in questa ff. E avrete modo di capirne il perché.
La cosa del registro è successa sul serio, esattamente questo discorso. L'autobus per fortuna no, non mi sono ancora schiantata contro ahahah. Ma il venditore di calzini che era convinto che i suoi fossero calzini di fidanzamento-matrimonio, beh, è reale. La cosa fa più ridere se si pensa che Kai calzini... non ne porta.
Ohorat.
Comunque la fontana del tizio con la maxi forchetta è quella del Nettuno in piazza Duomo. Per specificare.
Ok. Perdonate il ritardo, ora internet dovrebbe andare bene. Spero. Quindi, prossimo aggiornamento il 9, prima che io ritorni nel luogo in cui la storia è narrata.
Yehet a tutte, ragazze.

Aura_

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Disagi in 'Via del tutto Eccezionale' ***


Capitolo 8 – Disagi in ‘Via del Tutto Eccezionale’


Brina P.O.V.


Io sono seriamente convinta di una cosa: dovrebbero imbottire banchi e sedie scolastiche per renderle più confortevoli. Così, se almeno non capisci qualcosa della lezione, ti metti giù e dormi. Giusto?
Invece, starsene con braccia incrociate con sopra appoggiato il mento non è la cosa più comoda dell’universo.
Sara, al mio fianco, non aveva questo genere di problemi, perché era crollata su una mia spalla e sonnecchiava tranquillamente. Quella spalla ormai aveva la forma della sua testa, era stata creata solo per farle da cuscino.
Ma la lasciavo fare. Dopotutto lei era una delle due maknae, quella coccolosa, a differenza di Silvia che era l’evil maknae. O meglio, la serious maknae.
Vabbè, non era importante. Non riuscivo a pensare a nulla, avevo il cervello in pappa. Viva la papapapa! Col popopopopopopomodorooooo! Ok, basta.
Il professore continuava a borbottare qualcosa di teoria, ma io non ci stavo davvero capendo una cippa, e se devo dirla tutta, ero troppo stanca per provarci.
Sentii la porta che si apriva, ma ne io né la ragazza che mi stava usando come cuscino ci facemmo molto caso, era normale che le bidelle entrassero con le loro scartoffie per un motivo o per l’altro. Così mantenni la mia posizione, mezza sdraiata sui miei gomiti e mezza sulla testa di Sara, e gli occhi chiusi.
Almeno fino a che non sentii due risate e due voci particolarmente famigliari.
Sollevai una palpebra e provai a mettere a fuoco la stanza. Quando ci riuscii e riconobbi del tutto chi era entrato, mi sollevai di scatto facendo cadere Sara sul banco... e facendole prendere una sonora capocciata.
“Ahi~” si lamentò lei, senza alzarsi. Accidenti, era proprio rincretinita quella mattina!
“Ayumi~” la chiamai scuotendola. Lei mi mugugnò qualcosa, nascondendo il volto tra le braccia. Aww, che cucciola. La spupazzerei volentieri. No, aspe, non era proprio il momento di fangirleggiare.
“Ehi~... ci sono Chen e Chan” le bisbigliai all’orecchio mangiando anche un po’ dei suoi capelli.
Bareah.
Lei si tirò su di getto, con il risultato che lei prese la seconda sonora craniata dell’ora e io la prima. I due ragazzi, per tutta risposta alla nostra rincoglionitaggine, si misero a ridere, leggermente inteneriti.
Io lanciai loro un sorriso, prima di tornare a massaggiarmi il cranio con una mano e quello di Ayumi con l’altra, dato che lei aveva nuovamente occupato mani e braccia a nascondersi il volto per la vergogna, mugugnando qualcosa di sconnesso.
Almeno avevamo ancora dieci minuti di lezione, giusto il tempo per riprendersi un attimo. Mandai mentalmente a coltivare pannocchie il prof e la sua lezione e mi concentrai sul solleticare la mia compagna. Sì, soffriva il solletico, come la sottoscritta e Seir e Silvia.
Ecco, questa era una delle cose che gli EXO non dovevano venire a sapere, subito dopo i bias e le OTP. Silvia a parte.
Poi realizzai che non aveva molto senso cercare di nascondere che soffrivamo il solletico quando io stavo per fare il solletico a Sara di fronte a Chen e Chanyeol, e ribadisco, CHEN E CHANYEOL. Così abbandonai l’idea solleticosa e mi misi a punzecchiarla semplicemente, mentre mi appoggiavo al suo braccio.
“Posso mangiarti?” le domandai d’istinto. Lei si girò a guardarmi con una faccia alla ‘wa da fak’ mentre io le sorridevo.
“Paga le tasse” mi rispose, facendomi la linguaccia. Io mi finsi offesa.
“Ehi, ci sono i diritti d’autore!” esclamai indignata.
“Gne”.
“Gna”.
E poi ci mettemmo a ridere. Come delle idiote. Le quali eravamo.
La campanella suonò e Sara non aveva ancora messo in ordine. Come al solito. Almeno, per via di questo suo vizio, aveva sviluppato una sorta di velocità nel riordinare le sue cose.
Così, nel giro di due minuti scarsi ci ritrovammo in piedi davanti ai due ragazzi con un sorriso degno del gigante con le orecchie a sventola.
Li precedemmo fuori dalla stanza, parlando tra noi.
Jongdae picchiettò sulla spalla di Sara per richiamare la sua attenzione.
“Non mi sembravate molto sveglie durante la lezione. Avete capito quello che stava spiegando?” ci chiese sorridendo alla ‘vi sto prendendo per i fondelli’. Come se non ci arrivassimo da sole. Comunque... fondelli... fornelli... ho fame.
Grazie al cielo Sara non si era persa nel suo mondo, cosa che di solito faceva lei e non io, e aveva risposto al ragazzo.
“In realtà abbiamo smesso di provarci dopo i primi dieci minuti. Stava parlando in greco antico” spiegò lei, scrollando le spalle. Quella frase confuse non poco il caro Chanyeol.
“Ah, davvero? Ma perché stava parlando in greco?” ci chiese, sinceramente curioso. Io, Sara e il Troll ci osservammo prima di scoppiare a ridere.
“Ma no~! Non sul serio!” riuscii ad articolare io, mentre cercavo di non seminare qualche organo a random. Non mi sembra il caso di far crescere un albero di polmoni e un cespuglio di reni qui in mezzo alla scuola, giusto?
Giusto.
“Stava parlando in italiano!” stava tentando di spiegare la mia sociaH, anche lei sulla buona strada per diventare una donatrice di organi tramite esplosione causa ridarella.
“Ah” se ne uscì il gigante, sempre più  confuso. “Quindi... voi non capite l’italiano...?”
‘Ritenta, Chanyeol, sarai più fortunato!’ pensai, ma decisi che non era il caso. “Certo che lo sappiamo, è la nostra lingua dopotutto, se non la sapessimo saremmo messe moooolto male~” canticchiai.
“Ma allora... come avete fatto a non capire?” ci chiese ancora il fratello spilungone di Yoda.
“Perché era un concetto difficile e usava parole... ricercate, ecco. Difficili da sentire in giro. Praticamente parole da nonni” cercai di spiegargli ancora, sorridendogli come si fa con un bambino piccolo.
“Quindi sembrava aramaico” concluse Sara, annuendo decisa, sperando che il discorso fosse chiuso e compreso. Ma mai sottovalutare la testa di coccio di Channie.
“Aspetta... mi sono perso... non era greco un attimo fa?” ci chiese confuso. Io ci rimasi talmente male che mi misi a ridere a crepapelle, appoggiandomi a un muro, mentre Sara, dopo essere rimasta a bocca aperta incapace di reagire per qualche secondo, gonfiò le guancie e incrociò le braccia.
“Ragazze, lasciate perdere” rise Chen, dando delle amichevoli pacche sulle spalle al gigante, che non aveva ancora capito di che stavamo parlando e perché stavamo ridendo.
“Oh santo rio mare vulevù patè avek muà!” se ne uscì Aura sbattendo la testa contro un muro, di proposito questa volta.
Comunque, le craniate del giorno ammontano a tre.
Proprio in quel preciso istante, dalle scale che portavano alle aule culturali sbucarono una Seir rossa che più rossa non si può, una Silvia che si stava per trasformare in Hitlera, non si sa bene per quale assurdo motivo e infine, Sehun con un ghigno che andava da un orecchio all’altro e Yixing che boh, sembrava del tutto estraneo alla situazione del resto del gruppo. Infatti ci sorrise e ci salutò allegramente.
Potevo percepire sia me stessa che Sara scioglierci nello stesso preciso istante. Il potere della fossetta non scherza.
“Che succede?” chiesi alle due ragazze di Multimedia in italiano, tanto per incuriosire gli orientali presenti.
“Biologia, apparato riproduttore: ti dico solo questo” ringhiò Silvia, guardando in cagnesco Sehun. Aura le appoggiò una mano sulla spalla.
“Comprendilo, è in piena fase ormonale” le sussurrò, massaggiandole la spalla in segno di conforto, a cui la ragazza rispose gentilmente con un grugnito. Il gentilmente era ironico, ovviamente.
Io nel frattempo stavo evocando qualunque santo aramaico, greco o ostrogoto che mi potesse dire perché mi ero scelta quel procione ‘in piena fase ormonale’ come bias.
Risposta non c’è, o forse, chi lo sa.
Io non credo di volerla sapere, perché mi verrebbe solo più voglia di defenestrarmi.
Tornando sulla terra, dato che oggi sono più Yixing io di Lay e Layla, mi avviai lungo il corridoio nominato da alcuni a me ignoti studenti ‘Via del Tutto Eccezionale’ dietro a Seir, ancora versione semaforo rosso e muta come un palo, del semaforo appunto, che a sua volta seguiva una Silvia in versione caffettiera spagnola e Sara, che era ancora sotto shock post-fossetta. Oppure si era persa. O entrambe.
Ok, buona l’ultima. Ayumi si era fermata in mezzo al corridoio di colpo, dopo un’attenta riflessione su chissà che cosa, eccetto la fossetta, s’intende.
“Devo chiamare madreeee” borbottò, in italiano, afferrando il cellulare e allontanandosi da noi, manco dovesse discutere del piano per conquistare il mondo. O almeno, poteva portarsi dietro me e Yixing, dato che eravamo entrambe bias dell’unicorno e che quindi potevamo aiutarla nel pianificare la supremazia di quelle creature arcobaleno e coccolose.
Ok, forse però sua madre non centrava con quel piano.
“Ehi, Sabrina. Cos’è che ha detto?” mi chiese Chen, chinando la testa verso la direzione che la ragazza aveva preso.
“Ehm... I’m going to calling ommaaaa” dissi, tentando di non scoppiargli a ridere in faccia come un’emerita cretina.
Non tanto per ciò che avevo appena tradotto, più che altro per come lo avevo detto, imitando il tono di Sara quando diceva ‘madreeee’. Praticamente diceva la parola velocemente e in tono leggermente sull’acuto per poi allungare la lettera finale usando un tono piuttosto grave.
Il perché, non lo so io, non lo sa lei, non lo sa nessuno.
Mentre raggiungevamo il bar di fronte alla palestra, dopo che la sweet maknae ci ebbe di nuovo onorato con la sua distratta presenza, mi venne l’illuminazione. E, no, Baek non centra nulla.
Chanyeol, che non capiva che greco antico e aramaico era un modo di dire. Sehun, che dovrebbe defenestrarsi. Lay, a capo della setta degli unicorni. Facciamo uno, più uno, più uno...
Mi portai i palmi alle guancie, schiaffeggiandomi da sola e facendomi pure male. BIAS LIST AL COMPLETO!
“Unnie, stai bene?” mi chiese Aura, mentre Seir era entrata in modalità zerbino spalmandosi sul pavimento scolastico.
“No~” boccheggiai agonizzante, mentre le due maknae si scambiavano uno sguardo altamente perplesso. E parzialmente scremato, aggiungerei.
“Voglio un Bubble Tea”. La voce di Sehun ci distrasse, facendoci voltare tutte e quattro nella sua direzione al rallentatore. Tra l’altro, io con le mani ancora sulle guancie e Seir ancora per terra. Ma sono dettagli irrilevanti.
“Sehun... ti svelerò un segreto” gli disse Silvia, accarezzandogli la testa, mettendosi sulla punta dei piedi, perché è un procione spilungone. Ahah, rima.
“Oppa” la corressero in coro tutti i coreani presenti. E anche assenti fino a quel momento, non mi ero resa conto che al bar erano riuniti tutti gli EXO al gran completo.
“Oppa” acconsentì Silvia glacialmente calma, tanto che neanche Minseok ci riusciva. “Qui in Trentino non vendono Bubble Tea. Il bubble Tea più vicino è a Milano, a tre ore circa di auto da qui. Se vuoi farti tutta quella strada, accomodati, ma noi non ti accompagniamo” concluse, girando i tacchi e dirigendosi verso Aula Posa, lasciandoci tutti di stucco.
“Mi spiace Sehun... oppa. Non sei l’unico evil maknae qui” gli sorrise Sara, mostrando la stessa fossetta di Yixing al ragazzo. Poi lanciò uno sbuffo a metà tra l’esasperato e il divertito. “Farò un casino tremendo con questi onorifici. In Italia non si usano” borbottò, arruffandosi i capelli e gonfiando le guance. Aww, che carina~.
No, aspe’, fermi tutti belli e bacucchi. Sto fangirleggiando un po’ troppo.
“Unnie~ dobbiamo andare a prendere i cavalletti~” canticchiò la mia collega, saltellando verso di me e inciampando su Seir, che si era messa a gambe incrociate e seguiva interessata i discorsi, ignorando totalmente la ritirata strategica di Silvia.
“Dovresti raggiungere la nostra serious maknae, prima che ti defenestri” consigliai a Kaila, mentre io e Aura la issavamo in piedi.
“Difficile, in Aula Posa non ci sono le finestre” ridacchiò quella in risposta.
“Ne creerebbe una apposta per defenestrarti, Silvia ne è capace” affermò Sara, quella piccola, in tono terribilmente serio. Sara grande si limitò a ridere, per poi farci ciao-ciao con la manina e scomparire nella penombra dell’aula, a preparare luci e sfondi e altre cose di loro competenza. Io feci per seguire la mia compare più piccola quando qualcuno mi bussò sulla spalla.
“Avanti~!” sorrisi io, girandomi di centottanta gradi, incontrando così lo sguardo perplesso del LidaH.
“Ehm... noi che facciamo?” mi chiese, leggermente spiazzato dalla mia risposta, tentando molto probabilmente di non ridermi in faccia.
“Ehm. Ehm. Eeeeeehmmmm~” fu la mia intelligentissima risposta. Mi girai verso Sara, cercando un aiuto. “Ayumi, richiedo l’aiuto del pubblico” le dissi.
“Per chi mi hai preso, Gerry Scotti?” ribatté lei, che probabilmente, realizzai, manco sapeva di che stavamo parlando.
“Ti prendo anche per Gerry FrittiInPadella, ma aiutami, plis” la pregai congiungendo le mani e italianizzando la parola finale, tanto che a Kris sarebbe venuto un infarto. Povero LidaH inglisciuto.
“Allora... considerando che noi possiamo solo fare due ritratti in un colpo, ne dobbiamo mandare otto in Aula Posa. Indi per cui, necessitiamo di uno smistamento. Purtroppo, Silente non mi ha ancora fornito di Cappello Parlante, ragion per cui dobbiamo arrangiarci” se ne uscì lei. Io mi domando da dove le escano certe affermazioni. Neanche mia nonna le usa!
“Eeehm~ già”. Avevo capito che non avevo capito una cispa di ciò che la ragazzina aveva in mente, così feci ciò che mi diceva il cuore: rispondere cose idiote tanto per far vedere che non ero partita per unicornolandia e lasciar fare alla mia compare.
“Allora... ci sono volontari per i ritratti?” chiese lei. Ah, geniale.
Chanyeol se ne uscì con un super sorrisone assurdo e alzò una mano, facendo ridacchiare sia me  che Sara.
“Ok, allora abbiamo la Baekyeol” decretò la mia collega, lasciando di stucco tutti. Baekhyun non aveva aperto bocca, ma sapevamo che sarebbe andata così, lo sapevano anche loro, il mio cuore da shipper me lo comunicava.
“Bene, tutti gli altri possono dirigersi in quell’aula lì... state solo attenti a non rompere niente” raccomandai rivolgendomi a tutti gli altri, per poi marciare verso l’Aula Murales, dove dovevamo ricercare i cavalletti, telai, chiamateli come volete.
Solo che quei dannati cosi erano grandi più di Chanyeol e pesavano, cribbio. Inoltre, entravano a pelo dalle porte in larghezza, mentre in altezza dovevi fare le manovre stile camion comprese di ‘bipbip’. E non solo in retromarcia.
Per cui io e la mia collega ci ritrovammo a fissare con quasi astio quei due aggeggi non capendo da che parte iniziare la nostra missione di trasporto, sotto lo sguardo perplesso e divertito della Baekyeol.
Fu quando diedi la parte superiore del cavalletto in testa ad Ayumi, segnando così il suo quarto headshot giornaliero, che lei si rivolse ai due coreani.
“Oppa~” li chiamò mugolando per il dolore, facendo l’aegyo. “Potete darci una mano?”
Fidatevi quando vi dico che nessuno, nessuno, è del tutto immune agli aegyo di Ayumi. Riesce a smuovere persino un po’ Silvia, il che è tutto dire.
Decisamente, però, quei due non erano la nostra maknae, anzi, si rivelarono essere delle mozzarelle, perché cedettero subito, e pure fangirleggiando per l’adorabilità della ragazza, aiutandoci a trasportare quei cosi fino all’Aula Decorazione Pittorica, la 003... che era dall’altra parte della scuola.
Evvai.
Come se non bastasse, mentre attraversavamo il corridoio, la luce si spense improvvisamente.
“BAEKHYUN!” urlammo io e Sara in contemporanea, riferendoci al suo potere, la luce. Lo facevamo sempre anche quando lui non era presente, ormai era un’abitudine. Ma dato che lui era presente, effettivamente, noi dovevamo usare l’onorifico, così aggiungemmo un calmissimo ‘oppa’ dopo dieci secondi buoni di silenzio.
Lui strabuzzò gli occhi sorpreso, poi sorrise e alzò le mani in segno di resa.
“Oh, kaeppsooong~” fu il suo geniale commento.
Poi ci mettemmo tutti e quattro a ridere.


Silvia P.O.V.


Si era rotto il marchingegno che faceva srotolare lo sfondo bianco da carta.
Ecceccavolo, però. Era troppo in alto per me e per Seir perché riuscissimo a tirarlo giù, così prelevammo una delle sedie girevoli dalla postazione computer più vicina.
Per l’appunto. Girevoli.
Chiesi a Seir di tenermi fermo quell’aggeggio così da non farmi fare un capitombolo, poi mi misi in piedi, sulle punte e allungai le braccia afferrando così l’estremità del rotolo e iniziando a tirarlo.
Proprio mentre i ragazzi entravano dalla porta, facendo balzare Seir di riflesso, che spintonò la sedia con me ancora sopra in equilibrio precario.
Mi accucciai di colpo lasciando perdere il rotolo, facendo venire un mezzo infarto, oltre che a me, anche a Junmyeon omma.
“Seir, ricordati che quando non ci saranno testimoni oculari ti ucciderò”  ringhiai alla ragazza, che si era messa a ridere.
Sospirai. Dovevo aver fatto qualcosa di molto brutto nella mia vita precedente per meritarmi tutto quello che stava succedendo. Il leader si offrì gentilmente di tenermi la sedia, probabilmente si era accorto che la mia unnie non era affidabile. Non che ci volesse un genio.
Io sorrisi e mi rialzai a prendere il telo, per poi srotolarlo fino a terra e ancora più avanti.
“Vuoi continuare a ridere o pensi di darmi una mano?” muggii alla ragazza che si era immedesimata in un tappeto per la seconda volta in un giorno, un vanto persino per lei.
“Aaaah, una mano!” urlò sempre ridendo Sara, sbeffeggiandosi di Baekhyun con una citazione dello Showtime.
“SARA! Non siamo nella casa stregata e Baekhyun non c’è neppu- DOVE DIAVOLO SONO BAEKHUYN E CHANYEOL?” sbottai accorgendomi dell’assenza dei membri principali della beagle line.
“Sono con Aura e Sabrina a fare i ritratti” mi rispose Sehun con tutta l’espressività della quale era capace. Ossia con la sua classica poker face.
“Ah~ capisco~” dissi io seriamente annuendo più e più volte, facendo ridere i ragazzi. Poi punzecchiai con la punta della scarpa Sara e le feci cenno di aiutarmi.
Dopo qualche secondo Seir si tirò in piedi, grazie al cielo, e iniziò a spostare le luci assieme alla sottoscritta, sistemando cavalletti e macchine fotografiche e accendendo il computer.
“Mi sembra di fare davvero un photoshoot” se ne uscì il mio adorato ChenChen. Io ridacchiai.
“Voi state facendo un photoshoot. Artistico, ma è pur sempre quello” gli dissi sorridendo, mentre sistemavo anche l’ultima luce, quella mobile.
Dopodiché mi girai verso i presenti e, prendendo un bel respiro, mi preparai psicologicamente.
“Da questo momento in poi, - esordii, puntando i miei occhi in quelli dei ragazzi a intermittenza - l’iniziativa ha inizio” conclusi seria.
 

Angolino nascosto nell'ombra:

Non so cosa mi fossi fumata all'epoca, quando ho scritto questo capitolo, e il successivo.
Yixing deve avermi somministrato qualcosa di molto potente. Ma tanto.
Non c'è molto da dire a riguardo, un corridoio della scuola si chiama così, è i posto che collega le aule culturali al bar e lì succede un po' di tutto. Non che il resto della scuola sia tranquilla, ma vabbè.
L'iniziativa ha così inizio. Cominciamo bene ahahahahaha 
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, XOXO <3


Aura_

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Chanyeol il Fungo e le Ombre Coreane ***


Capitolo 9 – Chanyeol il Fungo e le Ombre Coreane


Aura P.O.V.


Ci mettemmo ben un quarto d’ora buono a montare i cavalletti. Quegli affari maledetti erano mezzi scassati e io non sono una persona molto paziente.
Così ogni tanto mi allontanavo di qualche passo e urlavo a quel diabolico affare un “YAH!” forte e chiaro. Così, per intenderci fin da subito che ero io che comandavo.
Ma quello era zuccone. O forse era un melone. Nah, i meloni sono dolci, non potrebbero far dannare così tanto una povera anima come me. Per quanto riguarda le zucche, ancora possiamo parlarne.
“Sara, è da cinque minuti che stai fissando a vuoto il cavalletto. Posso capire che ti stia facendo un torto personale, ma sei inquietante e lui non si monterà certo da solo” mi disse Sabrina scrollandomi.
“Torto... ahahah torta...” fu il mio commento sognante.
Per quanto riguarda i due baldi giovini, se la stavano ridendo della grossa ancora per il mio urletto isterico alla coreana. Probabilmente non se l’aspettavano. Deve essere ancora quello per forza, comunque, perché l’intelligentissimo discorso appena concluso tra me e la mia unnie era stato svolto utilizzando l’italiano come lingua selezionabile.
Ergo, i due coreani non avevano capito un beneamato cetriolo.
Avrei dovuto smetterla di pensare a torte e cetrioli, perché mi stava venendo fame, nonostante le due fonti di nutrimento non si accordassero bene fra di loro. A meno che non fosse una torta salata ai cetrioli, in quel caso, tutto tornava.
Soddisfatta della mia geniale intuizione, finii di montare il cavalletto, appoggiandoci sopra le mie cose: un foglio bianco completo e millemila matite per rendere il chiaroscuro efficacie senza impazzire troppo nel misurare costantemente la pressione che la mia mano faceva sulla graffite.
Ok, balle. Lo avrei fatto comunque. E sarei impazzita a cambiare matita ogni parola di Baekhyun. Ossia ad ogni millesimo di secondo.
Amen, era quello che avevo scelto di fare e mi piaceva.
“Finito?” mi chiese Sabrina.
“Finito” confermai io.
“Bene. Ora...” borbottò lei, iniziando a guardarsi attorno.
“Le luci” finii io al posto suo. Eravamo tornate a parlare in inglese, per la felicità dei due ragazzi che ci osservavano inebetiti. Anche se avessero voluto, non li avremmo lasciati aiutarci. La scelta delle luci era una cosa fortemente delicata e necessitava di uno studio accurato.
Tutta una questione di ombre. Quelle stracavolo di ombre proprie e portate. Vabbè.
Armeggiammo un po’ con gli interruttori cercando di ricordarci come avevamo messo le luci. Poi concordammo su fatto che la nostra memoria era affidabile quanto quella di un budino e facemmo una mappetta su un foglio strappato da un quaderno a caso. Tipo quello di storia, su cui non sorgevano appunti dal 2010, più o meno.
Finalmente finimmo di immedesimarci un tecnico luci e passammo al tecnico audio. Noi avevamo un bisogno fisico e morale della musica.
In realtà ci serviva solo a fangirleggiare di più, rendendo meno monotona e pesante la situazione. Fissai la Baekyeol riflettendo. Forse era il caso di non mettersi a gorgheggiare come pavoni nella stagione delle piogge con loro presenti.
Non sono sicura, in realtà se i pavoni gorgheggino. E neanche di quale sia la stagione delle piogge. Qui il tempo fa quello che gli pare. Quindi potrebbe essere una stagione delle piogge perenne. Che si trasforma nella stagione delle nevi e del caldo tropicale.
Sabrina stava collegando le casse mentre io creavo la playlist. Misi un po’ di tutto: EXO, SHINee, Super Junior, Girls Generations, f(x), B.A.P, BTS eccetera. Attaccai l’Ipod e schiacciai play. Partì ‘Ring Ding Dong’ degli SHINee, una delle mie canzoni preferite.
Io e Sabrina ci guardammo negli occhi mentre un ‘Beibeeeeeeeeeee!’ si diffondeva nell’aria. In simultanea prendemmo fiato ed espirammo.
“Pronta?”
“Pronta”.
E scattammo alle nostre postazioni prendendo in mano una matita a caso. E quasi cadendo dallo sgabello.


Baekhyun P.O.V.


Le vedemmo lanciarsi, letteralmente, contro gli sgabelli e afferrare una matita mentre volavano. Ridacchiai. Non era una cosa normale.
Ok che io di normalità proprio non potevo parlare, però quelle due sembravano pronte a tutto per farmi una spietata concorrenza, almeno fino a quel momento.
Ma, dici minuti dopo, iniziai a pensare che quelle due soffrissero di personalità multipla. Se prima erano delle ragazze che non facevano altro che cretineggiare allegramente, in quel preciso istante erano cambiate radicalmente, diventando di colpo serie e precise.
Il tutto poteva essere riassunto con una parola sola: professionalità.
In tutto quello c’era solo un problema. Io e Chanyeol non siamo fatti per restare fermi immobili su delle sedie. Così iniziammo a chiacchierare in coreano, nella ferma convinzione che loro non capissero una mezza fava di ciò che stavamo dicendo.
“Chanyeol-ah”.
“Neh”.
“Che mi racconti?”
“Mi annoio”
“Anche io. Dimmi qualcosa”.
“Qualcosa”.
Lo fulminai con lo sguardo, mentre lui sorrideva a quarantamila denti, come se la sua fosse la battuta più originale del mondo. Sabrina sbuffò e a me quel suono ricordò terribilmente una risata trattenuta. Persino Sara mi sembrava avesse l’ombra di un sorriso sul volto.
“Chanyeol” chiamai allora lo spilungone di fianco a me.
“Dimmi” rispose prontamente lui.
“Ma secondo te capiscono quello che diciamo?”
“Non saprei. Dici che parlano il coreano?”
“Te lo sto chiedendo apposta, salamino in salamoia!”
Sabrina sbuffò di nuovo. Stava chiaramente ridendo. Stava chiaramente ascoltando noi. Che stavano chiaramente parlando in coreano.
“Voi parlate il coreano” esclamai sconvolto, osservando le due. Quelle fissarono me. Poi Chanyeol. Poi si scambiarono uno sguardo tra di loro. Infine si misero a ridere. Una conferma decisamente esplicita. Mi passai una mano tra i capelli sconvolto. Chanyeol, invece, rideva pure lui, quasi cadendo dallo sgabello. Un classico insomma.
Le due ragazze tornarono più o meno serie continuando a tracciare linee su linee con le loro matite. Poi, all’improvviso, di punto in bianco, la più grande iniziò a ridere, dapprima piano, poi sempre più forte, fino ad accasciarsi in terra tenendosi la pancia, mentre farfugliava qualcosa indicando il suo ritratto, quello di Chanyeol.
Ayumi scrutò il foglio, poi Sabrina, poi di nuovo il foglio, poi Chanyeol, infine di nuovo Sabrina. Alzò le spalle e continuò a disegnare, mentre l’altra si contorceva ai suoi piedi, mentre io la fissavo allibito e Chanyeol le faceva compagnia.
“Sara...?” chiamai la ragazza, vagamente preoccupato, ma trattenendomi dal ridere pure io.
“Non ti preoccupare. È una cosa normalissima” mi rispose lei con nonchalance. Ah, bene.
Dopo dieci minuti, però, Sabrina era ancora in terra che rideva, talmente forte che sovrastava la musica.
“Unnie... tutto ciò non è normale nemmeno per te. Che cos’hai?” le chiese premurosamente la più piccola, accucciandosi e accarezzandole il capo in un gesto di ironica pietà.
L’altra la guardò con occhi lucidi di lacrime causa troppo ridere ed esclamò: “Fungo!”
“Cosa?” chiesi io.
“Cosa?” mi fece eco Sara, sbattendo le palpebre confusa. L’altra continuò imperterrita a ridere e a indicare il suo disegno.
“No, cioè ahahahahah, guardalo hahahahahah è un fungo funghissimo ahahahaha”. Stava per sputare un organo. Sara intanto aveva ripreso a simulare la sua assistenza a una partita di pingpong a tre tra la ridente quasi piangente collega, il suo operato e Chanyeol.
E poi si mise a ridere pure lei, accarezzando la testa della sua unnie. Io ancora non capivo dove vedessero un fungo in Chanyeol. Al massimo era una torre, ma un fungo proprio...
Sabrina, dopo essersi rialzata, iniziò a cancellare alcune cose, probabilmente il fungo, mentre Sara era tornata all’opera. Ma in altri dieci minuti non riuscirono a concludere nulla, Sabrina perché rideva troppo, Sara perché era andata in crisi per un qualche motivo, alzandosi e andando a nascondersi sotto un tavolo.
“Ahahahaha, adesso è una medusa! Ahahahhahhahaha UNA MEDUSA, SARA!”
“Non sono degna del mio settore... merito di morire sotto questo tavolo... Krisus perdonami anche se disegni peggio di me...”
Mi passai una mano sul volto mentre Chanyeol rideva in modo isterico. Fino allo spasmo, aggiungerei. Lui di certo non mi poteva aiutare a sistemare qual casino. E dire che non era neanche colpa nostra, o perlomeno mia.
Sto perdendo colpi.
Mi avvicinai a Sara, che si stava dondolando seduta abbracciandosi le ginocchia mormorando qualcosa talvolta in italiano, talvolta in inglese e persino in giapponese. La cosa mi lasciava sconvolto e non poco.
“Sara yo-dongsaeng? Dai, vieni fuori dal tavolo... aiutami con quei due” la pregai inginocchiandomi al suo fianco, indicando alla ragazza Chanyeol e Sabrina che stavano fino alle lacrime ridendo sdraiati in terra abbracciati, per poi congiungere le mani come in preghiera e tirare in fuori il labbro inferiore.
La più piccola sbatté innocentemente le palpebre per qualche secondo, come se si fosse appena accorta magicamente del caos che alleggiava nell’aula. Poi si rabbuiò di nuovo, scosse la testa e... “No. Lasciami morire qui, oppa” rispose, tetra.
“Ma non hai fatto niente di male~” provai a rassicurarla con un sorriso, indeciso se mettermi a ridere, a piangere, a piangere dal ridere o a ridere dal piangere.
“Sì. Ho creato un obbrobrio. Quel disegno non merita di vivere. E io nemmeno” concluse, tirando su con il naso. Io, spiazzato, non potei fa altro che tirarle un paio di delicate pacche affettuose sulla schiena, prima di alzarmi, beccando lo spigolo del tavolo con la testa, e dirigermi ad osservare i due lavori appena iniziati.
Non vedevo né funghi né obbrobri. Forse, gli unici funghi presenti erano gli allucinogeni che Sabrina aveva assunto e fatto assumere alla maknae di Arti Figurative che facevano vedere a quest’ultima disegni schifidi che non esistevano.
Picchiettai un dito sulla spalla di Sabrina.
“Sabrina yo-dongsaeng, la tua maknae sembra avere qualcosa che non quadra” la richiamai.
Lei, sempre ridendo, strisciò letteralmente fino all’altra e la scosse energicamente fino a farle sbattere la testa contro la gamba del tavolo.
“Ahioo~” si lamentò quella, dandole delle sberle sulle braccia mentre l’altra rideva. Sbuffai divertito. Erano buffe.
Chanyeol dietro di me non si era ancora ripreso.
“Che cavolo, che ha, un attacco epilettico? Bisognerebbe chiamare Suho e la sua cassetta di pronto soccorso e Lay con il ‘chuchuchu~’ in questi casi” rifletté ad alta voce la più grande, strofinandosi il mento.
“Vado subito!” esclamò Sara, tirandosi in piedi di getto e scappando fuori dall’aula urlando ‘Suho oppaaa~’.
“Maccoss? Sara!? SARAAAAAA!!! STAVO SCHERZANDO, TORNA QUI, SARAAAA!!!” urlò Sabrina accorgendosi che la maknae aveva appena fatto un ‘dileguossi sire’ di gran classe.
Poi si lanciò fuori dall’aula lasciando me a fissare la porta spalancata con un’espressione ebete sul viso e Chanyeol che rideva D.O solo sa perché.


Seir P.O.V.


Avevamo sistemato tutto e Silvia si era avvicinata alla postazione fissa di scatto, mentre io tenevo l’altra macchina al collo, prendendomi così la responsabilità degli scatti mobili.
I primi cinque minuti era andata bene, Kai che ammiccava all’obiettivo, Silvia che gli intimava di piantarla, gli altri che schiamazzavano, Suho che li riprendeva.
Insomma, una cosuccia da nulla, tutto normale.
Dopo i secondi cinque minuti, ossia dieci minuti in tutto, non sarà una cima in matematica, ma fino a qui ci arrivo, la situazione era già degenerata, con sommo disappunto da parte di Silvia, che si stava chiedendo perché non poteva avere la fortuna di lavorare con solo ‘due idioti per volta’, come ha detto lei.
Ogni riferimento alle nostre colleghe è puramente casuale.
“Mi sembra di lavorare con un branco di asini arrapati” borbottava, mentre io ridevo. Non ci posso fare nulla, la maknae in versione caffettiera mi faceva spanzare.
Va beh, facciamo che analizzo la situazione e vi faccio capire cosa stava facendo salire l’omicidio alla nostra adorabile, piccola e dolce Satana in miniatura.
Praticamente, stavamo facendo degli scatti di coppia a Sehun e Kai, quando loro hanno scoperto l’acqua calda in America. O meglio, che un qualsiasi oggetto non trasparente del tutto, proietta una qualche tipo di ombra se messa sulla traiettoria di un fascio di luce. È una cosa elementare, si sa, la sappiamo tutti, ok.
Io però avevo i miei seri dubbi, mentre Silvia non c’è neanche passata per il dubbio, era passata subito alla certezza.
La certezza che i nostri idoli erano più scemi di quello che davano a vedere di solito. Ok, non scherzano normalmente, ma pensavo che metterli in un ambiente e in delle circostanze di un photoshoot avrebbe tirato fuori il lato professionale sopito e sepolto in loro.
Aish, mi sbagliavo della grossa.
E infatti eccoli, in tutto il loro, non indifferente, splendore e nella loro, ancor meno nascosta, demenza giocare alle ombre cinesi.
Tra l’altro, stavano battibeccando su un’ombra in particolare, quella dove rivolgevi i palmi verso di te e incrociavi i pollici.
“Ti dico che è una farfalla, Jongin hyung”
“No che non è una farfalla. È chiaramente una gallina che vola”
“Non è una gallina con un razzo nel cu-“
“SEHUN!”
“- nas-ehm-becco. BECCO” scandì bene il maknae mentre il leader mandava gli occhi al soffitto. “Resta una farfalla”.
“Ti dico che non è un insetto! Tu e le tue farfalle, ne sei fissato dall’era di Overdose, quando te lo hanno assegnato come simbolo. E io che speravo che l’era di MAMA non ti lasciasse segni, sei un caso irrecuperabile, Sehunnie” lo canzonò il primo ballerino coreano arrufandogli i capelli.
Aspettate.
Sehun è fissato con le farfalle? Questa cosa dovevo dirla assolutamente a Sara. Lei quando vedeva un farfalla, si metteva sempre a fangirleggiare, cinguettando ‘Sehunnie!’.
“NON TOCCARMI I CAPELLI!”  strillò in modo molto poco virile il ragazzo-farfalla. Nemmeno Chen, Xiumin e Baek facevano acuti del genere.
“E tu smettila di urlare così. Mica ti stanno castrand-“
“ADESSO BASTA!” tuonò Junmyeon, tappando la bocca ad entrambi, per poi girarsi verso di noi ed inchinandosi a mo’ di scusa. Io dovetti fare appello a ogni singola particella di autocontrollo per non spalmarmi a terra e ridere fino ad avere le convulsioni.
“Dobbiamo continuare con gli scatti singoli di Sehun. Jongin, sei pregato di toglierti da lì di tua spontanea volontà” ringhiò la maknae, desiderando che qualcosa arrivasse a salvarla da tutto quello. Povera illusa, era segregata qui. Evitai di dirglielo ad alta voce, perché mi avrebbe ficcato una lampadina in bocca, attaccata alla corrente e usata come luce extra.
E io manco sono Chen – barra – Baekhyun.
Jongin si affiancò a me brontolando qualcosa come ‘stupido ragazzo, non lo vede che è una gallina’ e io gli scoppiai a ridere in faccia senza ritegno. Perché quando è troppo è troppo.
“Non è una gallina” riuscì a dire, continuando a ridacchiare, avvicinandomi alla zona fotografica e inginocchiandomi mentre regolavo lo zoom e tutto il resto.
“Ah no? E cos’è allora?” mi chiese con un velo di arroganza il bias che io e la maknae condividevamo. Prima che io potessi anche solo formulare un pensiero per poi tramutarlo in parola per rispondergli, Silvia si era messa a sbraitare.
“È un aquila, santo cielo, uno stracavolo di rapace! Avete presente l’aquila? Quella che vi tiro addosso io tra un attimo con l’ordine di cavarvi gli occhi se non state zitti e calmi per almeno il tempo di uno scatto, non vi chiedo tanto!”
Ma ormai, Kai era fuggito, inseguito da un Kyungsoo armato di una tastiera precedentemente sottratta a un computer, fortunatamente non quello che stavamo utilizzando, altrimenti sì che Silvia si sarebbe messa a fare gli urli degni di una Chen valchiria. Nel suo periodo, aggiungerei.
Per la valchiria, mi auguro che Jongdae certe cose non le abbia.
Comunque, il mio bias nanetto stava seguendo l’altro perché, a quanto pare, voleva dargli una lezione per come mi aveva parlato. La cosa aveva del carino, ma non riuscivo a smettere di ridere, se non per cantare: “Eeeeeeeeee l’amoooooor avvoooolgeraaaaaaaaà!”.
Rigorosamente in italiano, perché in inglese non la ricordavo e in coreano non la sapevo.
Sì, sono una scippatrice incallita della Kaisoo, come si poteva capire. Mentre Silvia no, diceva che non ce li vedeva, infatti mi stava guardando con aria da ‘Not My Style’. Kris approved, insomma.
Fattostà che dopo due minuti, Satansoo mi riportò su un piatto d’argento, o meglio, per un orecchio il caro Jongin, che pigolava un ‘mi fai male~’ con una vocina da Chipmunk.
“Chiedile scusa” borbottò il ragazzo con gli occhi grandi, pacato ma minaccioso.
“Mian haeyo~” mi disse Jongin facendo gli occhi da cucciolo.
A quel punto non mi trattenni e gli arruffai i capelli ridacchiando. Quando non ci si metteva, era la dolcezza fatta a ragazzo. Poi, altre volte, diventava... altro. Tipo... vietato ai minori, ad Ayumi e Sehun.
Finito di strapazzargli il cuoio cappelluto, tornai a svolgere il mio lavoro, fotografare Sehun in tutta la sua espressività.
Lui si atteggiò per un po’, e poi iniziò a fare gli aegyo, facendoci fangirleggiare.
“Oooh~ che carino~” scuoricinai io saltellando, stando ovviamente attenta all’apparecchio fotografico appeso al mio collo. Sehun mi gettò un occhiataccia.
“Io non sono solo carino. Io sono figo. Perché nessuno mi dice mai che sono figo?” borbottò ad alta voce.
‘Povero, piccolo procione incompreso’ pensai, mentre ghignavo assieme a Silvia che, in italiano da brava evil maknae, continuò a prenderlo in giro senza che i presenti capissero un tubero di quello che stavamo dicendo.
“Sese... sei un figo carino” ridacchiò lei, scattando un’altra foto, mentre la porta alle nostre spalle si apriva. Una Sara col fiatone per una probabile corsa fece la sua apparizione, mostrando una faccia confusa.
“Chi è il figlio del canarino, scusa?” ci chiese, sbattendo innocentemente le palpebre. Sia io che Silvia la fissammo attonite per qualche secondo.
Ed entrambe ci spalmammo poi sul pavimento ridendo come delle ossesse, mentre Aura continuava a fissarci aspettando una risposta sensata, che naturalmente non arrivò.
Così fece spallucce e si girò verso il leader, che ci guardava preoccupato.
“Suho oppa! Sabrina unnie mi ha mandato a chiamare te e Yixing perché dice che Chanyeol ha un attacco epilettico dal troppo ridere e ci serve una man-“ iniziò veloce la sweet maknae, prima che un urlo della unnie la fermasse.
“SARAAAAAA!!! TORNA INDIETRO STAVO SCHERZANDOOOO!!!”
“Ah...” mormorò la ragazza, girandosi verso la porta con aria innocente e leggermente persa. Poi si riscosse e si rivoltò verso gli attoniti presenti, sorridendo e scrollando le spalle. “Falso allarme allora. Ciao ciao~!” cantilenò per poi saltellare via.
“Layla~” la chiamai con tono canzonatorio, senza pensare bene a ciò che dicevo.
“ZITTA!” mi rimbeccò lei, in giapponese, per poi sparire fuori dall’aula, imbarazzatissima.
“Perché ‘Layla’?” mi chiese Chen, confuso.
“Perché Aura è tale e quale al nostro amico Unicorno” sorrise Silvia, prima di tornare all’opera, ignorando lo sguardo altamente perplesso di Yixing.


Chanyeol P.O.V.


Non riuscivo praticamente più a respirare da quanto ridevo. Quelle due erano simpatiche, poi Sabrina mi faceva ridere perché rideva e di conseguenza ridevo anche io, poi mi aveva dato del fungo, penso che lo userò come soprannome. Poi Sara non ho capito perché si è messa sotto il tavolo e perché è scappata fuori dall’aula, ma sto davvero ridendo troppo.
Anche Baek, che stava provando a rimanere calmo e fermo, non ce l’ha fatta e adesso si sta rotolando per terra anche lui.
Anche se eravamo in quella posizione, notammo le due ragazze rientrare marciando, serie. Ci ricomponemmo, diventando seri anche noi.
Tutti e quattro ci scrutammo per qualche lungo secondo, in silenzio.
Infine ci rimettemmo a ridere tutti e quattro, tenendoci la pancia e piangendo. Mi sentivo stranamente leggero, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Quelle quattro erano una forza, diverse dall’idea di fan che c’eravamo fatti. Forse, tutte le fan del mondo sono diverse da loro, chi lo sa.
Magari quelle italiane fanno morire dal ridere, oppure erano solo quelle quattro.
Dopo qualche minuto ci riprendemmo e tornammo alle nostre postazioni, cercando di stare seri. E riuscendoci male.
“Baekhyun, stai FERMO!” lo supplicò urlando scandalizzata la più piccola tra le due ragazze disegnatrici.
“Non mi hai chiamato ‘oppa’, quindi non penso proprio che lo farò” la scimmiottò lui facendole la linguaccia. La ragazzina reagì tirandogli la gomma e beccandolo in fronte perfettamente. Che mira. Poi gli restituì la linguaccia.
Si guardarono per qualche istante prima di riprendere a ridere come due ragazzini.
“Oppa~” lo chiamò poi Sara, sempre sorridente.
“Neh?” rispose Bacon, inclinando leggermente la testa da un lato.
“Mi ripassi la gomma?” fece gli occhi dolci lei. Il mio compagno si chinò a raccogliere subito il suddetto oggetto da terra, del tutto succube al potere dell’aegyo. Poi gliela rilanciò delicatamente, così che lei la prendesse senza problemi.
“Gamsahamnida” canticchiò lei in coreano, continuando il ritratto, mentre al suo fianco Sabrina si rimetteva a ridere.
“È tornato a essere un fungo ahahah! Guarda Sara! È un fungo!” Stava sclerando di nuovo.
“Non è un fungo Sabrina” le disse Sara seria. “È un happy meal”.
Io strabuzzai gli occhi e ricominciai a ridere assieme a Baek, Sabrina e Ayumi stessa.
“Ma perché scusa?” chiese mister Eyeliner, sempre ridacchiando.
“Perché è Happy Virus!” rispose pronta la ragazzina indicando me. Non aveva tutti i torti effettivamente, per cui mi alzai e le diedi il cinque.
“Ahahahaha, giusto! È un Happy Fungo!” decretò infine Brina, battendo le mani come una foca.
E, mentre esplodevamo ancora una volta in un altro scroscio di risa, mi chiesi se l’attività sarebbe mai finita.

 

Angolino nascosto nell'ombra:

Abemus sonnum! *sbatte la testa sul tavolo*
Ok, no, scusatemi. Non c'è molto da dire riguardo a questo capitolo...
Sì, davvero è successa la cosa del fungo con Chanyeol (Sabrina gli stava facendo un ritratto da fotocopia, io invece avevo mia sorella) e sì, io mi sono seduta sotto il tavolo e mi deprimevo mentre lei rideva.
Siamo due, o meglio, quattro persone intelligenti.
Il 'dileguossi sire' è preso da Cenerentola della Disney -mi pare- e la canzone del Re Leone la so in inglese, in realtà, però non sono sicura che Seir la conosca e quindi ciccia, non avevo voglia di approfondire e ve la prendete così.
Ah. Gli aggioornamenti diventeranno di ogni 15 - 14 giorni. Il prossimo dovrebbe essere di lunedì, un qualche genere di lunedì. La scuola non perdona.
Spero che voi invece possiate farlo, eheh.
Bene. Arrivedorshi! (?) 
 

Aura_

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Inversione di Ruoli ***


Capitolo 10 – Inversione di Ruoli


Brina P.O.V.


L’attività procedeva bene, salvo idiozie da parte mia, nostra, vostra, loro e di tutti quanti. Ma non avevo fatto i calcoli con la dolce e innocente Ayumi.
O meglio, con la sfumatura ansiosa e angosciata che il suo carattere di solito placido, tranquillo e distratto assumeva in questo particolare periodo dell’anno e, notate bene, ho detto dell’anno.
Il suo problema, e di conseguenza quello di tutti noi, poteva essere riassunto in tre semplici banali parole. Uno: spettacolo. Due: di. E tre: danza.
Grazie, sanità mentale di Sara di essere rimasti con noi, arrivederci e alla prossima puntata. Nel frattempo, qualcuno le inietti un calmante, per piacere.
La piccoletta stava facendo per la quattordicimilionesima volta il giro ellittico attorno ai nostri cavalletti usandoli come due fuochi, manco fosse in pianeta, mentre io, Chanyeol, Baekhyun e qualche altro osservatore, tipo tutti gli altri, la rimiravamo stupiti.
O meglio, i dieci tizi là erano scandalizzati ma ridacchiavano ogni volta che quella imprecava in una lingua a caso, scegliendo tra italiano, inglese, tedesco, spagnolo, giapponese, coreano e cinese. Poi ogni tanto si aggiungeva la lingua dell’EXO-planet. Ecco, una bella macedonia.
Io e le altre tipe manco ci facevamo caso al plurilinguismo, più che altro continuavamo a dirle di stare ferma. Personalmente, mi stava facendo venire il mal di mare che, per inciso, neanche soffro.
“Sara, ritorna sulla terra, che ho bisogno di te per i ritratti” le dissi per l’ennesima volta, quando mi venne accanto. Lei mi guardò con occhi folli e disperati.
“TU NON MI COMPRENDI!” sbraitò esasperata, in italiano.
“No, come non ti comprendevo l’anno scorso e quelli indietro ancora, quando saltellavi per le aule culturali e i laboratori, cosa che hai fatto anche questa mattina, per inciso, perché io non faccio danza o qualche altra disciplina che sfocia in uno spettacolo” sospirai, tentando di non prenderla per la testa e portarla vicino al muro e iniziare a picchiarla così, ripetendo a ritmo ‘smettila, smettila, smettila, smettila...’.
Mi limitai a sbuffare quando la vidi ripartire, attenderla e farle lo sgambetto. Ci mancò poco che finì per terra, ma i suoi riflessi almeno in quello la salvavano, altrimenti sarebbe stata per terra il novantacinque percento del tempo.
Che ragazza meravigliosamente tonta!
Va beh, fatto sta che la recuperai dal pavimento dove era collassata a gambe incrociate con la testa tra le mani e la trascinai fino allo sgabello.
Lei, ubbidiente ma ancora in panico, prese la matita e osservò il ritratto con sguardo perso, poi Chanyeol, poi il ritratto, poi me.
“Che cosa devo fare?” mi chiese con voce piccola e piccina. Io la osservai basita. Non sapevo se abbracciarla e coccolarla perché mi faceva tenerezza o picchiarla perché, diamine, lo faceva fino al diamine di ieri questo diamine di ritratto. Diamine.
“Correggere e perfezionare il mio ritratto, come io sto facendo con il tuo. Vedi? Per esempio qui sto usando la gomma pane per aggiungere dei colpi di luce in più dove ce ne è bisogno. Comprendi?” sillabai, buttando gli occhi al cielo quando lei annuì nonostante mi stesse guardando come se avessi parlato aramaico.
E sono sicura di non averlo fatto, perché non lo so.
Le altre due non mi erano molto d’aiuto, perché Seir rideva all’impazzata per la rincretinitaggine causa spettacolo imminente di Ayumi e Silvia prendeva a testate il muro per lo stesso motivo. O per altro, non lo so, Silvia prende spesso a craniate muri e armadi, a detta di Aura.
Gli EXO, invece, manco avevano capito di che stavamo parlando, quindi ci guardavano come se fossimo degli alieni. Anche se effettivamente loro erano alieni, quindi poteva essere sufficientemente normale. Quindi unicorni. No, hanno Lay in gruppo, sarebbe normale anche quello, per loro.
Allora... sterco di vacca che parla e cammina. E balla ‘Call Me Baby’ con tanto di movimenti sexy.
Perfetto.
Mi facepalmai. Che diavolo andavo a pensare?
“Brina, tutto ok?” mi chiese Baekhyun, mentre soffocava le risate. Io annuì, mettendomi a ridere. Sterco di vacca. Da dove mi veniva fuori?
Silvia si avvicinò e osservò i ritratti, poi la sottoscritta, indicando Sara che, diligente, si era messa al lavoro.
“Ce la fai con lei?” mi chiese sorridendo. Io annuì.
“Al massimo le tiro una botta in testa o una gomma o l’intero cavalletto o Chanyeol” la rassicurai, facendo spallucce.
“Se le tiri il cavalletto salva il ritratto, mi raccomando” raccomandò Seir, mentre faceva delle foto ai membri rimanenti. A quanto sembrava, loro dovevano documentare anche l’iniziativa e dovevano fare foto su altri sfondi, quindi li stavano portando in giro per la scuola.
“Certo, lo farò” risposi facendole l’occhiolino.
“Certo, Mulan, pensa al cavallo!” decretò Aura al mio fianco, guardandomi male. Io le scoppiai a ridere in faccia e lei intensificò lo sguardo omicida. Se fosse stata Zeus o Jongdae, a quest’ora sarei un mucchietto di cenere fumante.
“Vedo volare scintille” rise Baekhyun e trascinandosi dietro l’amico grattacielo anche conosciuto come Chanyeol.
“Prega che non ti frigga, Bacon oppa” fu la risposta ringhiata della sweet maknae al momento poco sweet. Quei due si misero a ridere fortissimo, anche se il più grande tentò di fare l’offeso per essere stato chiamato con il suo commestibile soprannome.
Nel senso che la pancetta è commestibile, non che il soprannome in sé è commestibile. E Baekhyun stesso non deve essere mangiato, chiaro.
Lasciamo perdere.
Nel frattempo io mi ero lanciata sulla mia collega, che brontolava come una pentola a pressione, lanciandole le braccia al collo.
“Daaaaaaiiii, in realtà mi vuoi beneeee” le strillai in un orecchio miagolante, mentre la spupazzavo, quasi tirandola giù dallo sgabello.
“Gne”. E questa fu la sua unica risposta. E allora iniziai a farle il solletico. E lei cadde definitivamente giù dallo sgabello. Con me sopra.
Prendemmo una sonora craniata l’una contro l’altra, le diedi una gomitata nello stomaco e io battei il ginocchio.
“Ahiuuu~” pigolammo entrambe, dopodiché Sara mi spinse di lato iniziando a tenersi lo stomaco e tirando giù qualche imprecazione tipo ‘mannaggia a chi ha inventato i gomiti’ e simili. Io invece mi massaggiavo convulsivamente la testa tanto da assomigliare ad Hamtaro.
Eppure l’unico criceto nei dintorni era Xiumin, che al momento rideva come tutti gli altri.
I ritratti della Baekyeol erano decisamente a buon punto, un paio di giorni e gli avremmo finiti. Se andavamo avanti con quel ritmo finivamo addirittura in anticipo. Stessa cosa per le foto. Avevamo iniziato a domandarci del perché dei due mesi, ma nessuna di noi quattro aveva fretta.
Chi non vorrebbe avere a che fare con dieci adorabili imbecilli?
Quel giorno avevamo a disposizione solo due ore, comunque, richieste in via del tutto eccezionale in orario scolastico. Cioè, lo avevamo richiesto ai professori quando li avevamo incontrati, non nella via della scuola, intendevo che... Aish, lasciamo perdere, mi sto confondendo.
Il motivo era semplice.
La ragazza al mio fianco, alias signora ‘sononelpanicopernienteaiuto’, alias Sara aveva le prove generali. E doveva essere in teatro alle due di pomeriggio.
E la scuola finiva all’una e dieci.
E lei doveva preparare i bagagli e truccarsi, senza contare il trasporto e il pranzo.
Insomma, avevamo preso la quarta e la quinta ora, poi lei se ne sarebbe andata e io sarei tornata in classe per l’ultima ora.
Però, oltre al fatto che Sara era moralmente nel pallone e fisicamente di nuovo in bilico sullo sgabello mezzo scassato, avevo a che fare con Bacon e Uova, il duo perfetto e altamente sovraeccitato.
Soprattutto con il terzo membro della beagle line presente, Chen, che sfuggiva dal controllo della ‘squadra M’ per venire a demolire il parabrezza alla sottoscritta.
“KIM JONGDAE, SE NON TI LEVI SUBITO DALLA MIA TRAIETTORIA VISIVA  IN LINEA RETTA MIEI OCCHI E BAEKHYUN TI TIRO UNO SGABELLO!” ululai, facendo girare tutti, ma proprio tutti, anche perché la maggior parte dei presenti non aveva capito nulla fatta eccezione per ‘Kim Jongdae’ e ‘Baekhyun’, perché io, dall’altro dei miei neuroni pigri, avevo sbraitato in italiano.
“Chen, ti ha ‘cortesemente’ invitato a toglierti da là” tradusse ridendo Aura, per poi scuotere la testa.
“Anche perché dobbiamo procedere dalle altre parti” concluse Silvia, abbandonando la macchina fotografica al sostegno che la reggeva attorno al suo collo e balzò verso di noi, osservando i ritratti con un sorriso.
“Devo ancora capire come fate” sorrise, scompigliandoci i capelli, per poi saltellare via seguita da Seir che ci salutò con una mano.
Con un sospiro, mi rimisi al lavoro, e per cinque minuti ci fu la pace. Poi, la Baekyeol iniziò ad annoiarsi.
E quindi a rompere le scatole. Perché è da sempre la cosa che sappiamo fare meglio, citazione della pubblicità delle brioche. Kinder mi pare. Kleine Kinder, ich esse sie zum Frühstück.
Sì, vabbè, lasciamo perdere me e il mio tedesco.
“Sabrina?”
“Was?” risposi. Sara mi guardò stupita.
“Warum sprichst du Deutsch?” mi chiese quella, senza neanche pensarci.
“Ich weiß es nicht” risposi, mentre Chanyeol e Baekhyun ci guardavano altamente perplessi. Probabilmente stavano cercando di capire in quale lingua ci fossimo messe a parlare.
“Oh. Gut” concluse lei, annuendo seria (*). Poi ci mettemmo a ridere entrambe, sia perché la nostra sanità mentale era andata a verniciare ponti, sia perché la Baekyeol ci stava guardando sempre più confusa.
Avete presente nei cartoni animati – barra – anime, quando al posto degli occhi mettono una spirale? Ecco, uguali.
“Tranquilli, è solo tedesco” spiegai io.
Poi la campanella suonò e Sara saltò su come una molla.
“Askhjujfgahfhbjkgj!” mi urlò, facendo un minestrone tra l’italiano e il giapponese. Devo ancora capire perché, quando è agitata, parla giapponese. Non è una cosa normale. Ok che io di normalità proprio non devo parlare...
“Cosa?” chiesi, tentando e non riuscendo di non riderle in faccia.
“DEVO ANDARE E NON HO MESSO VIA UN BROCCOLO!” strillò in preda al panico mettendosi a saltellare come uno stambecco a cui hanno pestato uno zoccolo.
“Non credevo ti servisse un broccolo per lo spettacolo” osservai io, fingendo innocenza. Lei mi trucidò con gli occhi.
“Te lo tiro il broccolo, Kronk!” (**)
“Novantanove scimmie saltavano sul letto! Una cadde in terra e si ruppe il cervelletto!” risi io, mentre lei aveva istinti omicidi. Prima che potesse tirarmi fuori le budella e farne portamatite, la rassicurai. “Metto via io, tranquilla, tu vai”.
Questo cambiò immediatamente il suo umore, perché mi sorrise gettandomi le braccia al collo e spupazzandomi.
“Gomawoyo, unnie!” mi disse frettolosamente, afferrò lo zaino e si fiondò fuori dal laboratorio, salutando i due EXO, che ancora non avevano capito quello che stava succedendo.
“Io ancora non ho capito che aveva Sara” mi disse infatti Baek, dato che Chanyeol si era messo a ridere. Io, che stavo mettendo a posto il tutto, decisi di sollevarlo da questo suo bruciante quesito.
“Oggi ha uno spettacolo di danza e quindi è fuori come un balcone” spiegai brevemente.
“Sara fa danza?” mi chiesero i due in coro. Io annuì.
“Entrambe le Sare, però Aura fa danza moderna, che in realtà non ho ben capito in cosa consista, dice che non è danza classica ma usano le punte comunque e poi fanno altro... boh, un bel minestrone. Seir invece fa hip-hop” conclusi io.
“Ah” fecero loro, facendomi ridere.

 

-


Per qualche arcano, assurdo e a me ignoto motivo, ci aspettarono fuori da scuola.
E subito, Jongin e Sehun aggredirono la povera Seir chiedendole, e cito testualmente, ‘perché diamine non ci hai detto che fai hip-hop’. Quella diventò rossa, poi viola, poi blu, poi color tramonto, insomma, fece tutte le gamme che andavano dal giallo polenta al blu oltremare. Poi si mise ad inseguirmi, perché ero l’unica che poteva aver svelato l’arcano.
Aveva escluso le due maknae, una perché attualmente incapace di intendere e volere e l’altra perché era rimasta in sua compagnia tutto il tempo.
Proprio quest’ultima se ne uscì con un grido che quasi fracassò tutti i vetri della scuola. Ci mancherebbe solo quello, sono praticamente l’unica cosa ancora del tutto intera.
“Si vosotros seguías haciendo así me volveré loca!” sbraitò Silvia in spagnolo (***). Nessuno aveva capito una fava impanata di quello che aveva appena ruggito, ma il suo tono ci intimò di stare in riga e sull’attenti.
Per un minuto buono non volò una mosca.
“Ok, sono calma. Allora. Perché siete qui?” chiese la maknae, sistemandosi i capelli. Io mi mangiai la mano per soffocare le risate.
“Ehm, sì, ecco... insomma...” sbrodolò Junmyeon peso alla sprovvista.
“Volevamo chiedervi se possiamo venire con voi ad assistere allo spettacolo!” trillò Chen, con un sorriso che partiva da un lobo e terminava all’altro.
“Esatto! Noi non andiamo quasi mai da nessuna parte, se guardiamo uno spettacolo o assistiamo a un concerto veniamo sempre assaliti dalle fan” continuò Minseok con un tono leggermente triste.
“E poi sarebbe divertente, per una volta saremmo noi i fan e voi, o meglio, lei gli ‘idoli’” commentò Chanyeol con un sorriso più grande della scuola.
Io sospirai.
“La ucciderete, ne siete consapevoli?” chiesi io con aria tetra.
“Abbiamo Lay” mi rispose con naturalezza Kai, sbalordendo chiunque. Mi misi a ridere.
“Va bene. Al massimo avrete Ayumi sulla coscienza” acconsentii io. Ci mettemmo d’accordo sul dove e come andare e poi ognuno andò per la sua strada.


Sara P.O.V.


Guardai l’orologio. Le cinque del pomeriggio.
‘Ah’ pensai, contrariata. Mancava un’ora e mezza. Alle prove generali. E tre ore allo spettacolo in sé. Io e le mie compagne avevamo fatto di tutto e di più per ammazzare il tempo, tranne sparare ai fazzoletti perché non munite di fucile.
Ok, era pessima.
Va beh, le prime ore di nullafacenza erano trascorse tra cibo, chiacchiere, stretching, prove e riprove per perfezionare qualunque piccolo, minuscolo dettaglio.
Eravamo persino arrivate a fare la sbarra, non so se mi spiego. E in quel momento stavamo stravaccate a guardarci nelle pupille sangue di Achille (****)... no, aspettate c’è qualquadra che non cosa.
Oh beh, fa lo stesso.
“Che cosa facciamo, ragazze?” chiese una mia compagna di danza, Martina, sbuffando.
“Perché non facciamo dei balli di gruppo?” propose un’altra, Teresa. Io scattai in piedi come una molla, sorridendo.
“Ci sto” dissi.
Così, in quattro, ‘scappammo’ dal retro, di fuori sul piazzale, scalze vestite solo con la canotta nera e le culottes che non ci arrivavano manco a metà coscia. Dovevamo ballarci noi, in quelle condizioni. Beh, non proprio così.
Tre coreografie e tre costumi diversi: in una ci infilavamo una larga maglia grigia e avevamo la coda e fantasmini o calzetti molto corti neri. Nella seconda, usavamo una maglia nera larga e bucata, calzetti neri più lunghi dei precedenti e un braccialetto luminoso, raccogliendo i capelli in una crocchia. Nell’ultima avevamo la bellezza di tre canzoni per toglierci tutto, infilarci le calze, il body societario, le culottes, rifarci la coda, toglierci il braccialetto e metterci dei calzetti rossi.
Fattostà che in quel momento eravamo praticamente in mutande a fare il ballo del Criceto. Avrei dato qualsiasi cosa per vedere Xiumin farlo. Magari vestito da raviolo o da Hamtaro, sarebbe stato il top del top.
Va beh, fin qui tutto ok, a parte la sanità mentale che aveva fatto le valigie con tanto di biglietto di auguri e se ne era andata al polo sud a fare compagnia ai cugini di Kyungsoo.
I miei problemi arrivarono quando, inavvertitamente e non mi ricordo neanche il perché, guardai a destra e a... sinistra. A quel punto rimasi impalata come se invece delle ossa avessi un palo della luce in corpo.
Il mio primo pensiero fu ‘merda, sono praticamente in mutande’. Poi, con calma, mi domandai perché diamine loro erano lì. E mi risposi pure.
Dopo qualche secondo presi fiato e mi voltai.
“Sara, tutto a posto?” mi domandò... Sara, una delle mie compagne di danza, una delle altre due che si chiamavano come me. Perché mezzo mondo femminile portasse il mio stesso nome, non ho mai chiesto di domandarmelo. Aish. Lasciamo perdere.
Io mi voltai verso di lei sorridendo.
“Non ti preoccupare, sto solo architettando la morte delle mie amiche e del mio gruppo preferito” dichiarai con leggerezza.


Chen P.O.V.


Ok, volevo scoperchiare un tombino, buttarmi dentro al buco di testa, tirare lo sciacquone, che non c’è, per inciso, e ridere fino a che le mie budella non sarebbero esplose stile bomba di Hiroshima.
Non tanto per la situazione in sé, perché il balletto idiota era adorabile, quanto per la reazione di Aura, che ci aveva guardato come se fossimo appena spuntati dal suddetto tombino cantando ‘MAMA’.
Dopo averci guardato per un tempo interminabile con gli occhi versione pesce palla, effetto ingigantito dal fatto che era truccata fino a sembrare un’altra persona, si rigirò nuovamente verso le sue compari, che assistevano incuriosite alla scena.
Prese fiato e poi si rigirò di nuovo, con un sorriso sadico sul volto.
“Voi tre” decretò. “Qui. Adesso”.
Ovviamente si stava rivolgendo alle tre ragazze, che avanzarono verso di lei dopo essersi scambiate un’occhiata alla ‘oh merda’. Chissà cosa diventava Sara quando era arrabbiata.
In un lampo mi vidi passare davanti agli occhi una Sara versione valchiria nel suo periodo che tirava urla di battaglia mentre con la pittura rossa si tracciava due linee sulle guance. Per poco non mi misi a rotolare per terra dal ridere.
Intanto, le quattro stavano spiegando che noi volevamo fare quell’inversione di ruoli perché poteva sembrarci una cosa simpatica, e lei ci aveva fulminati con lo sguardo uno a uno. Forse dovrei ricordarle che quello è il mio potere, ergo è già occupato.
“Ok. Va bene” acconsentì Sara calmissima, praticamente impassibile. Tutti tirarono un sospiro di sollievo. O almeno prima che la seconda maknae ri-assumesse il ghigno malefico versione ‘cattiva Disney’ e facesse segno alla sua omonima di raggiungerci, per poi iniziare a confabulare con le altre.
“Va bene” le sentimmo dire, mentre ridacchiavano.
“Voi. Cosa avete intenzione di fare? E perché solo io?” indagò la maggiore delle Sare. La sweet maknae si girò verso di lei con il suo classico sorriso innocente.
“Prova a pensarci, sono sicura che capirai”. Poi si voltò verso le sue compari e trotterellò nella loro direzione domandando qualcosa che ci fu tradotto come ‘ce l’avete la Macarena?’.


-


Grazie al cielo eravamo arrivati lì prima, perché la sala non era troppo grande e c’era più o meno il mondo. Eravamo rimaste un po’ con Sara e le sue ‘colleghe’, prima che loro andassero a fare le prove generali. Noi avevamo aspettato che queste finissero per poi prendere posto in un punto dove si vedesse bene. Occupavamo quasi una fila intera solo noi.
Poi, in mezz’ora, era arrivata l’intera Trento, probabilmente.
Inoltre, circa a metà del tempo di nullafacenza che avevamo a disposizione, Seir era arrivata all’illuminazione e, no, Baekhyun non c’entra nulla.
Insomma, Aura aveva costretto le due ragazze a costringerci ad andare a vedere anche lo spettacolo di Seir. E noi ne eravamo entusiasti. E lei un po’ meno.
Nel quarto d’ora che seguì, confabulammo un piano per non annoiarci mentre ci facevano i ritratti, Perché, a detta di Baek e Chan, stare seduti su degli sgabelli per tanto tempo era abbastanza monotono. E Sabrina non ci diede torto, scusandosi in tutte le lingue che conosceva.
Poi, venne l’illuminazione. Ognuno di noi avrebbe preso un block notes e una matita e ci saremmo messi a fare i ritratti alle ragazze. Così poi potevamo fare agli altri il test delle macchie, quelli che ti misurano un qualcosa di psicologico. Perché si sa, le nostre abilità di disegno erano pari a quelle di un ornitorinco.
Con l’orticaria.
Comunque loro approvarono, mettendosi a ridere probabilmente al solo pensiero di quello che avremmo combinato.
Come dare loro torto?
Mentre stavamo animatamente discutendo, le luci si spensero e un signore vestito da pinguino sbucò da dietro le quinte, armato di microfono e scartoffie varie. Quello lì iniziò sorridendo un discorso lunghissimo e interessantissimo e un sacco di altri ‘issimi’.
Ovviamente, in italiano.
Ergo, quasi una fila di sedie del teatro non aveva capito una provola affumicata. Quindi, per tutta quella parte del tempo, noi dieci ci scambiammo occhiate perplesse, mentre le tre provavano a tradurci le frasi a mezza voce, finendo per parlare una sopra all’altra e sbrodolando allegramente.
Finito quel monologo, il sipario si alzò... mostrandoci delle schiene. Tantissime schiene. Il tutto perché partiva un video che ci mostrava ‘la vita nelle lezioni di danza’. Praticamente facevano le idiote. Tutte.
“Ohmioddiocheaskfdjbgjkgk.” Sbrodolò Sabrina qualche posto più in là.
“Che succede?” chiese Xiumin, affacciandosi per vederla. La ragazza si stava mangiando le dita e aveva gli occhi a cuoricino.
“Sta fangirleggiando sulle bimbe piccine, lasciatela nel suo mondo unicornoso” spiegò brevemente Silvia.
Il video finì con un ‘E adesso: pubblicità!’, che, a dette delle tre ragazze, era il tema dello spettacolo.
Sempre loro, le inimitabili, non stettero zitte e ferme trenta secondi durante lo spettacolo, ridevano e fangirleggiavano per qualunque cosa. O almeno, fatta eccezione di quando ballava Sara, allora calava un silenzio d’oltretomba. Ossia tre coreografie.
Per quanto ci riguarda, noi festeggiavamo e schiamazzavamo a bassa voce per tutto lo spettacolo, dall’inizio alla fine. Inoltre, ci fu un momento in cui prendemmo un bello schioppone, perché partì nientepopodimenochè... ‘Heart Attack’, la nostra canzone. Quando ballava Aura.
“Qui c’è il suo zampino” sussurrammo io, Chanyeol, Sehun e Kai all’unisono, facendo ridere le tre.


Quando Sara uscì, e ci mise un po’ perché doveva salutare il mondo e, cito testualmente quello che lei ci disse ‘essermi districata i capelli dalle forcine che sono persone orribili’, saltellò verso la fine della sala, sorridendo.
“Soddisfatta?” le chiese Sabrina. Lei scrollò le spalle.
“Sì, almeno fino a che non vedrò il video. Allora inizierò a lamentarmi”.



(*) Dato che non so quanta gente parli il tedesco qui, traduco.
Kleine Kinder, ich esse sie zum Frühstück.  Piccoli bambini, io li mangio per colazione
 “Was?” --> Cosa?
“Warum sprichst du Deutsch?” --> Perché stai parlando Tedesco?
“Ich weiß es nicht”. --> Non lo so
“Oh. Gut” --> Oh. Bene
(**) Le follie dell’imperatore, un cartone animato. Praticamente, verso l’inizio, fanno una cena, e  c’è una citazione favolosa di Kronk che dice ‘Vuoi Broccoli?’.
Più in su ho anche aggiunto una citazione di Mulan, quando esplode un carretto con i cannoni, Mushu viene catapultato fuori e dice una cosa simile a quella che borbotta Sara qui.
Ve lo dico perché no so effettivamente quanta gente abbia visto Mulan e Le follie dell’imperatore.
(***)“Si vosotros seguías haciendo así me volveré loca!”  --> Se continuerete a fare così mi farete diventare pazza!
Questo me lo ha detto Silvia, io non parlo spagnolo.
(****) Questa è una cosa che dice mia sorella, ‘Achille sangue nelle pupille’. Ecco, Aura lo storpia.

Angolino nascosto nell'ombra:

Se io sono davvero così quando ho gli spettacoli?
.....sì.
Lo ammetto.
Bene. Non ho altro da dire se non che, yehet, sono contenta perché credo che riuscirò a pubblicare tutta la storia senza ritardi. O comunque questi si svilupperanno tra un po', ma va bene, POSSO FARCELA, CONFIDATE IN ME.
Questo capitolo e alcuni dei successivi non mi convincono appieno, ma li ho fatti leggere a Silvia in antepria e lei ha preso a craniate il mio armadio ridendo quindi direi che può andare (?).
Ok, basta. XOXO, popolo!


Aura_

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Trasferta in palestra, Giocheremo a Deutschball! ***


Capitolo 11 – Trasferta in Palestra, Giocheremo a ‘Deutschball’


Kai P.O.V.


Camminavamo svelti per le vie scolastiche, diretti all’aula dei ritratti per non so quale morivo. Ci aveva reclutati Sabrina, e con ‘ci’ intendo il sottoscritto, Baekhyun e Chen. Arrivammo davanti al laboratorio, la ragazza aprì, o meglio, spalancò decisa la porta senza bussare.
“SARA! ... oh..” mormorò, quando si accorse che l’aula era già occupata da una classe che la guardava con occhi sbarrati dallo stupore.
“Kkaeppsooong~” urlò Baekhyun, afferrando la porta e richiudendola facendola sbattere. Poi, tutti e quattro ci demmo alla fuga, ridendo come rincoglioniti.
Fino alle lacrime.
Ci fermammo davanti al bar, riprendendo fiato. Sabrina si rizzò quasi immediatamente senza nessun preavviso, rischiando di far cozzare le nostre due crape.
“OhsehunmioD.O.dovediaminesonofinititutti!” sbrodolò iniziando a camminare in circolo quando...
‘Call me baby!’
Ci girammo stupefatti verso la palestra. Perché era partita la nostra canzone?
Sabrina, con rinnovate energie, marciò a mo’ di grande capo generale augh verso la fonte sonora, spalancando la porta con un gesto secco del braccio.
“SARAAAAAAAAAA!!!” urlò ancora lanciandosi verso la ragazza che stava momentaneamente montando un cavalletto, prima di voltarsi a guardare la sua unnie con occhi sbarrati. Poi partì a correre, inseguita da Brina, fino a che non si nascose dietro a Suho.
“Oppa, mi vuole uccidere” pigolò spaventata, mentre Seir, dall’altra parte della palestra, partiva a ridere. Silvia invece assisteva alla scena con un certo contegno, anche se pure lei aveva un sorrisetto divertito a incurvarle le labbra.
“PERCHÉ CAVOLO NON MI HAI DETTO CHE ERAVAMO PASSATE IN PALESTRA? TU, PICCOLA INGRATA!” sbraitò ancora la maggiore, mentre girava in tondo al leader che osservava la scena tentando di non mettersi a ridere.
“Mi dispiaceeee~” uggiolò ancora Sara per poi mettersi a correre disperata per la palestra, arrampicandosi sul quadro svedese. Arrivata in cima però, la vedemmo impallidire.
“UNNIEEEEEEEE” urlò con voce acuta, chiudendo gli occhi e aggrappandosi stile koala a un paletto.
“...cacchio” commentò Silvia, partendo a razzo a recuperare dei materassoni.
“Che c’è?” chiese Jongdae a nome di tutti, facendoci uscire da quella sorta di trance nel quale eravamo caduti.
“Sara soffre di vertigini. Non aveva mai passato il terzo blocco. E non ci sono i materassi, non dovrebbe neanche toccarlo quel coso” ci spiegò Seir, guardando la ragazza che mugolava, le unghie piantate nel legno del quadro svedese, mentre le labbra erano curvate in un piccolo sorriso e scuoteva la testa.
“Ben ti sta! MUAHAHAHAHAHAH!!” sbraitò Sabrina, girandole la schiena e marciando verso il cavalletto lasciato per metà smontato.
“Beeeeeneeeee... la vostra unnie è impazzita. E dobbiamo tirare giù Sara” affermò Baekhyun, osservando vagamente preoccupato la ragazza che non si era mossa di un millimetro.
“No, lasciatela lì. E non sono impazzita!” continuò la maggiore delle ragazze, sedendosi su uno sgabello.
“Ma che sei mestruata?” chiesi in contemporanea con Sehun. Ci scambiammo il cinque, ridendo divertiti, mentre quell’altra passava da una gamma di colore all’altro in cinque secondi.
Ora capisco perché fa un settore di pittura. Quando è alterata diventa una tavolozza lei direttamente.
In ogni caso, entrambi sentimmo l’aura omicida emanata da lei. E anche Sara che si era messa a rotolare per terra, l’altra Sara che guaiva, Junmyeon che ci sgridava per la nostra maleducazione, Yixing che tentava di rassicurare Aura e Silvia che se ne usciva con ‘sono entrata in un covo di matti’.
Insomma, una cosa normale.
“VOI...”
“Aiuto, oppa...”
“Chiedete scusa a Sabrina!”
“AHAHAHAHAHAHA”
“Dai, non è difficile, scendi piano, ti tengo fermo il quadro svedese”
“Fatemi uscire da qui”.


Lay P.O.V.


Riuscii a far scendere Sara dal quadro svedese, e ora stavo tentando di farla alzare dal pavimento, dove si era accucciata diventando più o meno una palla.
“Non lo farò mai più...” mormorò con un filo di voce, mentre si dondolava avanti e indietro.
Sì, sembrava decisamente una palla.
Le accarezzai la schiena, tentandola di convincerla ad alzarsi. Cosa che fece all’improvviso, alzandosi, quasi tirandomi una testata, prendendo un cavalletto, quello perfettamente montato, e allontanandolo dall’altro con un grugnito.
“Tao, Lay. Tocca a voi” ci richiamò con tono pratico, mettendosi a sedere su uno degli sgabelli e lisciando il foglio.
“Non dovevate finire i ritratti della Baekyeol?” chiese Silvia sollevando un sopracciglio.
“Anyeo. Ho già fatto io” rispose l’altra maknae con un sorrisino, per poi indicare l’album ai suoi piedi. La maknae vera e propria corse a vederli e sorrise annuendo convinta.
“Approvo, TonnaH”
“La ringrazio DonnaH”
“Aspetta... tu hai fatto cosa?”
“Gne”. Detto questo, Ayumi girò le spalle a Brina, lasciandola di stucco. Poi sospirò.
“Che ho fatto?” chiese rivolta alla schiena della più piccola, che si era imbronciata stile aegyo.
“L’hai traumatizzata” rise Seir che si era avvicinata alla sua omonima per spupazzarla, mentre Silvia tirava giù qualcosa in spagnolo.
“Daaaaaaaai, Ayuuuuu~ lo sai che ti voglio bene~” fece Sabrina, abbracciando l’altra.
“IO NO” fu la secca risposta di Sara, che fece cenno a Tao di sedersi di fronte a lei. Da quel momento in poi, divenne impossibile relazionarsi con la ragazza.
All’incirca per dieci minuti. Poi riprese tranquillamente a parlare con Sabrina senza nessun problema. Per cui la situazione era abbastanza stabile, fatta eccezione per quando mi perdevo tra le nuvole, penso cumulonembi, e dovevano usare il megafono per tirarmi giù.
“Lay oppa. Oppa. Oppa. Oppa. Oppa. Yixing oppa. Unicorno oppa. Oppa. Oppa” ripeteva Brina a macchinetta, mentre Sara e Tao ridevano. Io sbattei le palpebre e sorrisi.
“Sì?” chiesi solamente. La unnie si spalmò la mano in faccia e la fece scorrere verso il basso guarda domi come per dire ‘ma mi stai prendendo in giro?’. Poi iniziò a ridere pure lei, mentre in sottofondo Silvia urlava qualcosa a qualcun altro.
Ci voltammo sia io che il maknae cinese e vedemmo un turbine di gente che correva a caso.
Ayumi nel frattempo si era inclinata ad arco rampante per vedere che stava succedendo. “Ah, è normale’ fece lei, vedendo Silvia rincorrere Sara strepitando, mentre l’altra se la rideva. Non che gli altri ragazzi fossero molto partecipi. La maggior parte stava imitando le due di Multimedia e correva in giro a caso schiamazzando. Altri se ne stavano fermi a chiacchierare o a guardarsi in giro.
“Anche quello è normale” disse Tao rivolgendosi ai nostri compagni di band.
“Quindi non c’è nulla di cui dobbiamo preoccuparci” concluse Sara, riconcentrandosi sul suo disegno e facendo ridere Sabrina.
“LE VOGLIAMO FARE QUESTE BENEDETTE FOTO?” urlò ad un certo punto Silvia che aveva una faccia omicida degna di Kyungsoo quando Baekhyun entra in cucina e inizia ad assaggiare tutto.
Insomma, una di quelle che, quando le vedi, devi scappare se vuoi tenerti la testa sul collo e l’anima appresso.
Infatti si misero a correre, mentre la maknae si spalmava entrambe le mani sulla faccia e latrava una cosa che sembrava un ‘basta, ci rinuncio’.
“Ayu, ancora non mi hai spiegato perché siamo state trasferite in palestra” se ne uscì Brina di punto in bianco, come se tutto il casino che si stava formando nella palestra non fosse assolutamentissimamente un suo problema.
“Ah. Sostanzialmente, è stata una richiesta da parte del loro manager. Perché non possono vegetare tutto il tempo e devono continuare a provare le coreografie. E ci serviva uno spazio più grande dove lavorare assieme. E qui abbiamo anche lo stereo, quindi...”  spiegò rapidamente lei.
“No. Wait. Loro proveranno qui? Davanti a noi?” le domandò la maggiore, sgranando gli occhi stile pesce palla. Un pesce sabralla. Tra un attimo le sarebbero spuntate anche pinne e branchie e poi avrebbe iniziato a correre in giro alla ricerca di un acquario.
“Sì... perché?” rispose innocentemente Sara.
“Moriremo di feels, Ayu. È stato un piacere conoscerti” rispose Brina.
“Tragica” le dicemmo in contemporanea io, Tao e Aura, mentre Chen e Sehun passavano correndo nel corridoio tra cavalletto e noi due che posavamo. Sabrina, intanto, si era magicamente ricordata dei ritratti di Yeol e Baek e aveva ripreso in mano la teca dei disegni.
“Siamo state brave” decretò sorridendo.
“Beh, cerchiamo di esserlo ancora” ribatté l’altra, sorridendo agli occhi sbrilluccicosi della maggiore. Aveva proprio gli occhi a stellina, stile manga. Sentii Tao ridere vicino a me, mentre le due ragazze tornavano a essere professionali in due nanosecondi.
A noi due modelli non rimase altro che rimanere seduti e scribacchiare con la matita sul notes, dando vita a mostri che sarebbero dovuti rimanere solo nelle nostre teste.

 

-


“Ok, mi sto esaurendo, non ce la posso fare!” sbottò improvvisamente Sara, lanciando la matita sul materassone vicino. “Così non si dovrebbe danneggiare la mina” ci spiegò in risposta alla tacita domanda posta dalle occhiate interrogative mia e di Tao.
“Fatti una corsa” scherzò Sabrina, stiracchiandosi.
“Ok”
“Che cosa?!” strabuzzò gli occhi la unnie, mentre la minore saltava a molla via dallo sgabello e partiva a correre in circolo per la palestra, fermandosi solo a recuperare la matita. Tornò al suo posto e si risedette, incrociando le braccia.
“Ehm... Sara? Che stai facendo?” le chiese Jongin, tentando di non mettersi a ridere.
“Zitto, voi avete fatto la stessa identica cosa fino a quindici minuti fa. Non avete il diritto di giudicarmi. Avevo bisogno di sfogarmi” ribatté quella, alzando il mento in segno di sfida a contestare le sue parole. Il ragazzo si limitò ad annuire per poi mettersi a ridere.
“Touchè” disse.
“No, effettivamente abbiamo bisogno di una pausa. Almeno noi”. Sabrina indicò sé stessa, Ayumi il sottoscritto e Tao.
“E anche io e Sara” borbottò Silvia, incenerendo con lo sguardo Baekhyun per motivi a me ignoti. Probabilmente non poteva farlo con Chanyeol perché su di lui sarebbe stato del tutto inutile.
“Bene, allora. Che si fa?” chiese Seir, spostandosi da un piede all’altro contenta.
Silenzio d’oltretomba.
Iniziai a guardarmi in giro, un po’ a disagio. Se non lo sapevano loro che cosa potevano fare nella palestra della loro scuola.
“Ci sono!” saltellò Sabrina alzando la mano come se stesse rispondendo a un’interrogazione. “Giochiamo a Deutschball!”
“Deutschball?” chiesero in contemporanea le altre tre, ridacchiando.
“Sì” confermò l’altra. Poi si misero a ridere tutte e quattro all’unisono, per motivi a noi sconosciuti. In seguito, Sara ci spiegò che Sabrina aveva giocato sulla pronuncia tedesca della parola... ‘tedesco’ e che altro non era che il Dogeball.
“Toglietemi una curiosità” disse Chanyeol, riferendosi alle ‘colleghe’ di Arti Figurative. “Ma voi qui studiate tedesco? No perché vi ho sentito parlare piuttosto spesso...”
“Sì, qui si fa italiano, logico, inglese e tedesco fino al biennio. Quindi ogni tanto ce ne usciamo con qualcosa in quella orribile lingua” ci spiegò Silvia prima che una delle due ragazze potesse aprire bocca.
“Ah~ anche a noi ogni tanto ci dicono, o meglio, ordinano di dire qualcosa in tedesco” disse Jongin.
“Ah sì? Tipo?”
“Sehun , a te l’onore” disse Kai con un cenno al maknae, il quale prese fiato e...
“Ibiribiri”.
Nessuno disse nulla per una manciata di secondi. Poi, all’improvviso, manco fossero una sola persona, iniziarono tutte e quattro a ridere come iene sotto solletico-tortura. Aura e Silvia si spalmarono per terra e continuavano a farfugliare in italiano e a ridere ancora più forte, mentre le altre due più grandi si riprendevano piano e passavano a guardare preoccupare le due non respiravano, a momenti.
“Sara”.
“Sì, Sabrina?”
“Abbiamo perso le maknae”
“Me ne sono accorta”.
E giù a ridere di nuovo.
Sehun stava provando a fare l’offeso, ma non ce la faceva proprio perché quelle due ridevano così tanto che facevano ridere anche lui. In qualche modo, però, la risata di Sehun fece ridere ancora di più le quattro ragazze e ci vollero ben dieci minuti prima che queste si riprendessero.
“Mi... fa male... la pancia!” rantolò Ayumi, ancora in posizione zerbinale. Sabrina si spalmò una mano sopra alla testa.
“Ci credo, banana!” le disse, prima di prenderla per le mani e tirandola in piedi.
“Perché stavate ridendo in quella maniera?” chiese loro Jongdae, sorridendo divertito.
“Perché quello non era tedesco cari miei!” esclamò Silvia allargando le braccia alla ‘abemus papam’.
“Era Sehunnese” continuò Sabrina, annuendo convinta.
“Maionese...” borbottò pensierosa Seir.
“ENJOY THE MAYO!” urlarono le due unnie per poi mettersi a ridere... di nuovo. Chissà, forse era una malattia. Dopotutto avevamo happy virus qui con noi presente. Bah.
“Ora siamo noi maknae ed avere perso quelle due” rifletté Silvia osservando le due ridere abbracciate. Sara le guardò un attimo, sorridendo, poi dedicò la sua attenzione a Sehun.
“Cos’è di preciso che stavi dicendo?” chiese.
“Beh... doveva essere ‘ti amo’... perché non lo ho detto bene?” chiese lui, sinceramente perplesso.
“Ehm... no, mi dispiace deluderti” continuò la ragazza, soffocando una risata. “Tu hai detto una cosa strana tipo ‘ibiribiri’, mentre in realtà è ‘ich liebe dich’. È... un po’ diverso...” concluse lei mettendosi a ridere di nuovo, non riuscendo più a contenersi e scusandosi pure, mentre era piegata in due.
“Ma sembra che ti stiano condannando a morte!” esclamò Baek, spalancando la bocca.
“Baekhyun, tutto il tedesco è una grandissima condanna a morte” rispose Silvia, facendoci scoppiare a ridere.
“Allora si gioca?” se ne uscì Sabrina di nuovo all’improvviso.
“Aehm... io non posso...” pigolò Tao alzando una mano e facendosi piccolo.
“No problem, non gioco io” disse subito Aura, saltellando via verso le panchine. Si sedette a fianco a Tao, guardando di sbieco le palle. “Io continuo a pensare che sarebbero meglio quelle di gommapiuma. Sono più morbidose” e detto questo scrollò le spalle e si appoggiò con la schiena al muro, osservando le squadre che venivano formate.
I capigruppo erano Suho, ‘perché tu sei il leader’, e Sabrina, ‘perché sei la più grande delle ragazze’.
Quindi Suho, Chanyeol, Jongin, io, Kyungsoo e Seir da una parte e Sabrina, Silvia, Sehun, Jongdae, Baekhyun e Minseok dall’altra.
“Per te sono equilibrate?” sentii chiedere a Sara e l’altro scollò le spalle.
“Abbastanza”.
“YIXING!” mi richiamarono undici voci diverse di tutti i giocatori. Alzai le mani in segno di resa.
“Scusate”.


Tao P.O.V.


Era un peccato. A me piaceva giocare a quel gioco. Sospirai e Sara mi lanciò un’occhiata preoccupata e dispiaciuta.
“Mi dispiace che tu non possa giocare per colpa mia” le dissi. Lei scrollò le spalle.
“Non ti preoccupare. Non è che mi piaccia tanto giocare a palla. Spesso sto seduta anche quando ce lo fanno fare in palestra. O meglio, faccio altro pregando che un pallone non mi colpisca dritto in testa. Cosa che accade sempre e puntualmente” mi spiegò lei, ridendo.
Mi ero seduto vicino alle casse, Sabrina faceva la playlist mentre Sara nascondeva nello spogliatoio femminile i cavalletti con i ritratti, lo stesso fecero Silvia e Seir con le luci, dopo aver segnato le posizioni di esse con lo scotch di carta.
Alla faccia della professionalità insomma.
Sara si era risistemata accanto a me e Sabrina aveva fatto partire la playlist. La prima canzone fu Lady Luck.
“Unnie” la chiamò Aura, mantenendo il suo sguardo sulle sue scarpe. “La canzone... è la versione che penso io?”.
‘Perché, quante versioni abbiamo?’ pensai perplesso, dato che si era già capito che era quella coreana. Forse Sara si riferiva a quello, ma mi sembrava strano...
“Sì, tranquilla” fece la maggiore ridendo.
Poco dopo capii che cosa intendevano. La canzone era stata ‘tagliata’ in alcuni punti dove c’erano quei... suoni, chiamiamoli così.
“Avete modificato la canzone?” chiesi sbigottito a Sara, mentre seguivamo la partita. Lei ridacchiò.
“Idea di Sabrina. Ha ‘censurato’ la canzone. Ma dico, censurare una canzone, è ridicola ogni tanto!” mi spiegò, prima di far scattare un braccio e impedire che la palla mi arrivasse sul naso.
“Grazie” dissi. Lei mi fece un cenno, distratta.
Nel frattempo, Chanyeol e Baekhyun si erano messi a litigare perché ‘la palla era mia’. Suho scuoteva la testa, Seir rideva, Silvia discuteva con Kyungsoo di quanto costassero i biglietti per volare in Antartide. Sabrina stava cantando a caso, non si sa bene il perché.
“Normale” decretai io.
“Assolutamente” mi rispose Sara, che canticchiava tra i denti la stessa canzone di Sabrina.
“Baekhyun ci ha detto che parlate il coreano” dissi, tentando di fare conversazione.
“Più o meno” rispose lei.
“E il cinese?” chiesi curioso. Lei sbuffò, uno sbuffo che sembrava una risata.
“Da far rigirare nella tomba qualunque persona di nazionalità cinese morta” ribatté lei, ridacchiando.
“Non può essere così male, dai” risi io allora. “Prova a dirmi qualcosa”.
“Tipo?” Le proposi uno scioglilingua. Lei mi guardò allibita, ma ci provò comunque. E si dimenticò i versi, iniziando a sparare sillabe a caso, tanto che perfino Lay si girò a guardare che cavolo stava dicendo, finendo per procurarsi una pallonata nello stomaco.
“No, non è così” e glielo ripetei, tentando di non ridere troppo forte. Ayumi ci riprovò e sbagliò di nuovo. A qual punto non mi trattenni e iniziai a ridere tanto da far girare tutti nella nostra direzione.
“YAH!” esclamò Aura, indispettita, gonfiando le guance e voltandosi dall’altra. “Provaci tu a dire uno scioglilingua italiano”.
“Spara” la sfidai io. Lei prese fiato e...
“TRENTATRETRENTINITUTTITRENTATREDATRENTOTROTTELAVANOFELICIVERSOTRENTO” .
E tutti noi dieci ci esibimmo in una perfetta faccia alla ‘wtf’.
 

Angolino nascosto nell'ombra:

I'm Baek! (?)
Cose da dire in questo capitolo:
Sì, Sabrina ha veramente censurato Lady Luck.
No, non so se Dogeball si scriva Dogeball
Sì, soffro di vertigini
Sì, Sabrina ogni tanto impazzisce (lo facciamo tutti, ma fa lo stesso)
Sì, io e Silvia abbiamo reagito così all'ibiribiri di Sehun.
LOL
Allora. Ce altro posso dire. Ho paura che tra un paio di capitoli, anche I'P potrà iniziare a ritardare :'C
No mea culpa *lnon studio latino e si vede, ai em sorri* o almeno non del tutto. Scuola superiore portami via. o, aspettate. Ho detto qualcosa di sbagliato.
Amen.
Insomma, non ho molto tempo.
Pooooi... questo capitolo è disagiato. punto. Non ci sono altri modo per descriverlo. Anche perché a me non piace poi molto.
Spero che a voi faccia ridere.
XOXO a tutti, ragazzi! E Hwaiting per chi è nella mia stessa identica situazione!


Aura_

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - Da Idol a Fan ***


Capitolo 12 – Da idol a fan


Suho P.O.V.


Dopo quasi un mese che stavamo in contatto con quelle ragazze, era ormai fine maggio, potevamo dire di conoscerle abbastanza bene.
Dai piccoli gesti, sguardi e parole che si scambiavano, si notava un legame stretto. Ogni tanto loro raccontavano cose ma il più delle volte facevamo gli allegri idioti. Ciononostante, avevamo iniziato a notare dei piccoli particolari.
Ad esempio, come tutte cambiassero quando erano da sole o in alcuni momenti dove si perdevano con la mente. Diventavano molto più tranquille, Sabrina posata e leggermente malinconica, Seir quasi annoiata e leggermente inquietante, Silvia non si capiva bene su cosa riflettesse con così tanta serietà mentre Sara aveva i suoi momenti di tristezza.
Tutto sommato, però, non ci facevamo molto caso. Anche perché spesso si rimettevano assieme prima che riuscissimo a notare cosa potesse passare per la testa a quelle quattro, tra richiami o auto schiaffi, come avevo notato faceva soprattutto Sara.
Una cosa che non era mai successa, invece, era stata quella di incontrarle separate. Quelle tipe si muovevano sempre in gruppo. Invece, quella mattina, entrammo che Aura stava sistemando i cavalletti da sola, in silenzio.
“Buongiorno” la salutammo, ma lei non diede cenno di averci sentito.
“Ha le cuffie nelle orecchie” ci fece notare Jongin, e Baekhyun le andò vicino e le picchiettò una spalla.
“OH SANTA COTOLETTA IMPANATA!” se ne venne fuori lei, saltando in piedi dalla posizione accucciata in cui era posizionata poco prima. Si mise una mano sul cuore e sospirò, prima di spegnere l’Ipod e tornare a sistemare il cavalletto, imprecando tra i denti qualcosa in italiano.
“Dove sono le altre tre?” chiese Minseok.
“È tutto troppo tranquillo, vero? Oggi è lunedì e quindi Silvia sta tornando giù dai monti del Tirolo dove fanno i Loacker. Però si è ritrovata imbottigliata dal traffico, come Seir del resto, dato che anche lei abita su per i monti. Sabrina invece... non ha sentito la sveglia. L’ho chiamata cinque minuti fa e mi ha detto che ‘arriva’. Quindi sono qui da sola, sì” concluse, ridacchiando. Non ci guardava in faccia, mentre di solito lo faceva.
“Non sei a tuo agio quando non ci sono quelle tre, non è vero?” le chiese Jongdae, che a quanto pare aveva notato quel piccolo particolare. Lei, di nuovo girata ad armeggiare con quel ‘dannato arnese’, annuì.
“Potrà sembrarvi strano, o forse no, ma io non sono una persona molto socievole di solito. Mia sorella dice che sono cresciuta a 'pane e vaffanculo'. Anche Sara, da quello che ne so ha qualche problema a relazionarsi. Silvia no, lei è una persona che... coinvolge, più che altro. Sabrina invece è una persona decisamente più dolce, quindi non ringhia addosso ad ogni cosa che respira come facciamo io e la mia omonima”. Rise di nuovo, prendendosi in giro da sola. “Non si può piacere a tutti” fece poi, girando la testa per sorriderci.
“Quanto è vero” le fece eco Sehun.

 

-


Passarono all’incirca dieci minuti prima che arrivasse Sara, altri cinque che arrivasse Silvia e un quarto d’ora prima che si presentasse la unnie.
“Alla buon ora!” la accolse Seir, sbeffeggiandola e scompigliandole la lunghissima chioma.
“Ehi. Sono lenta. Amen, sorelle e... fratelli” aggiunse, voltandosi verso di noi facendoci ciao-ciao con la mano.
“E sei anche sorda. Quest’anno quella sveglia starà premeditando il suicidio tanto si sente inutile” fu il commento di Aura.
“Sara, è la vecchiaia. L’udito e la vista sono le prime cose che ci lasciano” s’intromise Silvia.
“Quindi in pratica io sono vecchia dentro” concluse l’altra, riferendosi ai suoi occhiali. La maknae line femminile si guardò negli occhi e iniziò a ridere mentre noi le guardavamo con l’aria più stupefatta della terra.
“Gna”
“Gne”
“Gni”
“Gnipsilon”.
‘E rieccole’ pensai, mentre si facevano la linguaccia a vicenda.
“Oggi non ho voglia di fare questi cosi” borbottò Sabrina, indicando i ritratti. Sara per tutta risposta sbadigliò e si accoccolò sulla sua spalla.
“Sara sei fuori uso?” le chiese la sua omonima, scoccandole un’occhiata. L’altra alzò la mano con il pollice sollevato per poi sollevarsi a sua volta e....
“AYUMI BATTERY DEAD. SHUTDOWN, SORRY!” e si schiantò per terra allegramente.
“Ok, oggi non riusciamo a metterci in moto” decretò allora la ragazza più grande.
“Va bene” dissi io, confuso.
“E quindi?” mi fece eco Baekhyun.
“Ehm... si fa conoscenza?” Sparò la maggiore. Ma quando vide i ghigni sul volto della maknae line meno Tao, che ancora stava ridendo per lo ‘spegnimento’ in stile Zelo di Aura, e la beagle line, probabilmente si pentì amaramente di ciò che aveva appena detto.
Pace all’anima di quelle quattro. Sospirai e mi sedetti in cerchio come tutti, manco fossimo bambini dell’asilo... anche se spesso poco ci mancava. E quel poco era segnato dalla nostra altezza.
“Facciamo ‘obbligo o verità?’” chiese Chanyeol con il suo sorriso da faro da nave.
“Vostro Onore, io mi oppongo, obiezione” fu la risposta di Aura, che era resuscitata, in qualche modo. Probabilmente si era messa sotto carica senza che noi ce ne accorgessimo.
“Facciamola più semplice. Ci facciamo delle domande e rispondiamo, a meno che non sia una cosa troppo personale o imbarazzante” intervenne Kyungsoo. Le quattro si sbrigarono ad annuire prima che qualcun altro di noi potesse anche solo dire ‘pollo al curry’. Anche se, effettivamente, non avevamo un buon motivo per dirlo. Vabbè.
“Accetto! Let’s speak!” esclamò Sabrina, applaudendo come una foca.
“Let’s speck?” chiese Sara-piccola, confusa. Avevamo imparato che lei prendeva spesso fischi per fiaschi.
“I like speck!” intervenne Sara, l’altra, con un sorriso degno di Chanyeol.
Silvia non commentò, piuttosto si spalmò una mano sulla faccia scuotendo la testa.
 “Ok, allora. Chi inizia?” chiese Minseok tentando di non ridere, guardandosi in giro e interrompendo la ridicola situazione.
Silenzio.
La Sara maknae si mise a ridere e tutti la guardammo perplessi.
“Scusatemi. È un riflesso incondizionato” spiegò, tentando di darci una spiegazione e confondendoci ancor di più. Lei allora ci liquidò con un ‘lasciate perdere’.
“Se nessuno parte vado io!” esclamò Jongin allora con un sorriso. E io, dato che ero seduto accanto a Silvia, la sentii imprecare qualcosa che ricordava vagamente una minaccia di morte. “Come vi siete conosciute voi quattro?” chiese, curioso.
“Gomitolo!” trillò Seir e dando il cinque a Sara.
“Eh?” domandammo noi in coro.
“Manovella” disse Sabrina, sghignazzando allegramente.
“Eh?” ripetemmo noi, mentre ormai tutte e quattro se la ridevano allegramente.
“Andiamo con ordine!” intervenne Silvia. “Io e Aura siamo state le prime a conoscerci. Praticamente siamo andate alle medie insieme, pur essendo in classi, corridoi, piani e avendo un orario diverso. Solo che io avevo fatto amicizia con una sua compagna di classe delle elementari e allora ci siamo presentate. E poi...” attaccò a ridere, spalmandosi una mano in faccia.
“...e poi io sono tornata a casa e ho trovato mia mamma che parlava con una signora che non avevo mai visto, la nuova inquilina dell’appartamento di fianco al nostro. Lei aveva appunto detto ‘ho una figlia della tua età’ che... parararaaaaaaan! Dall’ascensore è spuntata Silvia e noi eravamo tipo... ‘Ah. Ok’” concluse Sara.
“Questa non la sapevamo nemmeno noi!” esclamarono le due più grandi all’unisono.
“Come non lo sapevate?” si stupì Tao. Seir fece spallucce, per poi andare avanti con il racconto.
“Proseguendo. Io Silvia l’ho incontrata mentre ero a casa di Sara. Ad un certo punto suona il campanello e questa viene dentro sbraitando qualcosa che non ricordo e poi... ‘Ah. Piacere’. La normalità proprio” sorrise, mentre la maknae rideva di gusto, spalmandosi sulla vicina di casa. “Effettivamente però ho conosciuto Sara per prima. E anche lì... non è stato molto normale” rise infine.
“Il gomitolo?” chiese Yixing con un sorriso.
“Proprio lui, il mitico. Praticamente, il primo giorno di scuola, dopo aver passato mezz’ora sotto la sede perché la prof era assente e noi dovevamo andare in succursale che non sapevamo dov’era, siamo arrivate alla seconda... terza... quello che era, ora. E, per farci conoscere meglio, abbiamo fatto il gioco del gomitolo. Praticamente ci dovevamo lanciare un gomitolo e dire nome, cognome, eccetera e poi rilanciarlo, tenendo però un pezzo di filo. Così veniva fuori una ragnatela. Mi ricordo che la prof era in mezzo e io pensavo: ‘se le suona il cellulare rido’. E infatti...” Sara fece un segno eloquente con la mano e si mise a ridere. "Comunque, è arrivato il turno di Seir e lei ha detto le parole magggiche. Ossia: mi piacciono gli anime e manga"
"Sì, e poi io mi sono girata e ho visto questa che aveva un sorriso degno di Chanyeol" sghignazzò Seir, prendendo il posto della sua omonima che rideva e si contorceva addosso a Silvia, che le pappattava la spalla.
“Quindi... prima Aura e Silvia, poi le due Sare, poi Seir e Silvia... ma Sabrina?”
“Calma, calma, calma. La maknae line si è conosciuta in prima media. Ma Silvia, all’inizio, non faceva questa scuola. Era in un liceo scientifico ed è venuta qui in terza. E quindi Sara è arrivata qui da sola e ha conosciuto l’altra Sara, in prima. Mentre io sono arrivata da loro in seconda e ho conosciuto per prima la mia collega disegnatrice” spiegò Brina.
“Con la manovella” concluse Chanyeol. La maggiore schioccò le dita per poi indicarlo.
“Esatto. Praticamente eravamo in aula di Disegno dal Vero e quei banchi sono enormi, e si posso inclinare. Io dovevo inclinarlo e allora ho iniziato a maneggiare la manovella ma era bloccata. Allora mi sono girata verso di lei e le ho chiesto: ‘scusa, tu ce la fai?’ lei ci ha provato e: ‘no, mi dispiace’. E poi: ‘piacere, comunque, Sabrina’, ‘ah, piacere, Sara’. È stata piuttosto buffa come cosa” ridacchiò lei.
“Toglietemi una curiosità, alla fine la manovella l’avete sbloccata?” chiesi io, mentre le osservavo perse nel ricordare i bei momenti passati. Loro mi fissarono e...
“No”. Tutti ci mettemmo a ridere.


Silvia P.O.V.


Seguirono altre domande da parte loro, cosa abbastanza normale dato che noi, volenti o nolenti, sapevamo anche circa quante volte al giorno andavano in bagno.
Ci chiesero come avevamo conosciuto il k-pop, e si misero a ridere quando io, Sara e Sara rispondemmo ‘Sabrina’ in coro. Per coronare il tutto, lei si era alzata e aveva iniziato a fare teatrali inchini.
La domanda successiva fu di Baekhyun, che ci chiese se c’erano delle frasi che noi dicevamo spesso. Quindi molto stile Yehet, Ohorat, Kaeppsong e Not My Style.
“Paga le tasse” ce ne uscimmo nuovamente io e le due Sare in coro, indicando Sabrina e mettendoci a ridere nel notare il nostro coretto. La nostra unnie ci guardò male prima di scoppiare a ridere.
“Perché?” ci chiesero loro, stupiti.
“Ma boh, tu le chiedi qualcosa e lei ti guarda e fa ‘paga le tasse’” la imitò Aura, facendoli scoppiare a ridere e venendo picchiata dalla maggiore.
“E voi altre tre?” domandò ancora Bacon, curioso.
“Beh... Silvia dice spesso ‘FA-VO-LO-SO’, oppure ‘Osceno’” ridacchiò di nuovo la mia collega maknae.
“E tu quando vai a dormire fai sempre ‘SHUTDOWN, SORRY!’ e poi ti schianti sul letto” rilanciai allora.
“Lo fa anche in classe, ma ogni tanto dice ‘Ayumi battery dead’. Poi sbatte la testa sul banco, si fa male e inizia a ridere” continuò Sabrina, mentre rideva. “Sapete... come Jello dei BAP, è il suo, e anche il mio, bias” spiegò poi. I ragazzi annuirono. “Seir invece quando ci scrive mette un sacco di lol nei suoi messaggi. Lolla tanto e a caso” continuò Sabrina.
“Lol lol lol lol lol lol lol lol lol lol” iniziò Ayumi, prima che Sara iniziasse a farle in solletico facendola mugolare e squittire.
“Ah! Sara dice anche ‘non rimpiango nulla!’. Di solito lo dice quando noi parliamo di aver visto cose... ehm... strane” ridacchiò Sabrina. Loro ci guardarono male e un po’ scandalizzati. Chissà a che pensavano.
“...cioè voi senza maglia o simili” conclusi io, annuendo. Gli EXO si misero a ridere, alcuni imbarazzati, altri decisamente divertiti.
Ne elencammo anche altre, del tipo le nostre imprecazioni a base di ortaggi o in ogni caso cose commestibili, e gli immancabili ‘ti defenestro’ e ‘gni, gna, gne, gnipsilon’.
Poi fu il turno di Sehun, che provò a richiederci le OTP, con sommo divertimento da parte mia che ridevo nel constatare che proprio da lui, Hun della HunHan, fosse partita la domanda. Vendetta sugli altri che lo avevano preso in giro? Probabile.
Aura immediatamente fece uno shutdown e si schiantò su Sabrina, la quale iniziò a scrollarla.
“Saraaaaa, non mi lasciareeeeee!” urlava teatralmente.
“Sabrinaaaaa, tra un po’ vomitooooo!” fu la risposta dell’altra.
“No, sul serio, non possiamo dirvi una cosa del genere” riprese Seir.
“Io lo ho fatto!” intervenni, guadagnandomi l’occhiataccia della mia compagna di classe.
“Tu sei un caso a parte” mi rimbeccò, mentre io ridevo.
“Non mi sembrate comunque di quelle fissate, comunque, cioè che credono che le coppie esistano davvero. Tipo quelle che hanno fatto un caos quando hanno scoperto la storia con Taeyeon” borbottò Baek, rabbuiandosi un po’.
“Beh, ragazzi, voi due assieme siete l’ammooooreeee” esclamarono assieme le due di Arti Figurative facendo anche il cuore con le braccia nello stesso istante. Se ne accorsero subito dopo e si voltarono di scatto a guardarsi. “Tuuuuu” dissero assieme, di nuovo. Nel frattempo gli EXO si stavano sbellicando.
“Dicevo! Voi due sarete anche l’ammore, ma nah, me gusta sapere che sei fidanzato” continuò Sabrina, riportando la serietà.
“Quindi...” iniziò Bacon con gli occhi che luccicavano.
“TaeHyun approved, yup!” annuì decisa Ayu spalancando le braccia alla ‘Titanic’. E beccandomi quasi in faccia.
Minseok ci chiese se praticavamo sport o cose del genere.
Vennero così a sapere che Sara faceva danza moderna da otto anni, che usava le punte da due e mezzo e raccontò loro di quando si era storta la caviglia una settimana prima del saggio.
“Praticamente mi sono slogata sia il muscolo, che non era guarito bene dalla precedente perché sono scema e un terremoto e non sono rimasta ferma abbastanza, sia il tendine e quindi dovevo usare le stampelle. Sono rimasta a casa tre giorni salvo le prove generali, dove Silvia mi ha accompagnato a vederle... e mi ha quasi buttando in terra con la portiera della macchina, ma dettagli”. Le tirai un pugno sul braccio, imbarazzata, mentre gli altri ridevano.
“Hai fatto lo stesso il saggio?” le chiese Tao.
“Sì. E il giorno dopo faceva malissimo. E anche il saggio successivo. Mi ero uccisa una caviglia” rise lei, mentre il maknae cinese la guardava alla ‘ma tu sei fuori’.
Poi anche Seir raccontò da quanto faceva hip-hop, che aveva iniziato a scuola, saggi vari e poi raccontò di quando si era fracassata il polso, mostrandolo in modo che  vedessero l’osso spostato. “Anche il ginocchio è strano, però vabbè, ormai sono abituata a farmi male. Quando ero piccola sono caduta di testa sulle scale, però sono ancora viva... anche se avevano dovuto portarmi all’ospedale”. Suho diede quasi di matto, con sommo divertimento da parte nostra.
E poi, tra me che mi sono rotta qualunque tipo di osso con tutta la nonchalance del mondo e Sabrina che anche lei aveva avuto le sue, ci fu chi ci domandò come facessimo a essere ancora integre.
“Cartilagine, signori miei” fu la teatrale risposta di Aura.
“Ma davvero” rispose Jongin con una risata non troppo convinta.
“Andiamo, poi voi proprio non potete parlare. Noi ogni tanto ipotizziamo di rapirvi per mettervi a dormire” se ne uscì Sabrina, incrociando le braccia e annuendo convinta.
“Della serie: ‘qualcuno inietti un sonnifero a quei ragazzi’” continuò Sara. “E, sì, lo so che i sonniferi non si iniettano” concluse.
“Ci siete voi, però. Non possiamo deludere le EXO-L” ci disse Chen.
“Sì, ma noi vi gradiremmo vivi” rilanciò Sabrina, che a quanto pare stava dichiarando guerra al mondo. Sentii Suho sospirare come se anche avesse fatto il mio stesso pensiero. Gli battei una mano sulla spalla alla mo’ di incoraggiamento e incrociai le braccia godendomi la scena.
“Ok, ma se non facciamo quello che facciamo, voi siete tristi e/o deluse e allora noi ci sentiamo inutili... anche se effettivamente ho sentito che alcune mi reputano inutile anche se faccio quel che devo fare...” mormorò Sehun piano.
“Stupide galline figlie del pollaio” sputò con acidità Sara, facendo ‘swishhh’con i capelli per enfatizzare la cosa.
Sehun le regalò un breve sorriso, mentre Brina si era chiusa in un silenzio da monaco buddhista. Tutti noi presenti sentimmo come un’aura oscura liberarsi dalla unnie. Io e le due omonime ci scambiammo uno sguardo alla ‘o-oh cavallo’, mentre la più grande si alzava in piedi.
Ci osservò tutti per un lungo istante, poi prese fiato e...
“E CHE CASPITA!” urlò, facendoci scattare in piedi tutti dallo spavento. Sabrina marciò fino a trovarsi a un palmo di muso da Sehun, o meglio, dal mento di Sehun, perché il ragazzo in questione era decisamente più alto di lei.
“ORA ASCOLTAMI, SIGNORINO MIO BELLO, MAKNAE PROCIONE TACCHINO PAPPAGALLO ARCOBALENO DEGLI STIVALI DEL MIO CUORE... STO PER IMPRECARE... E QUESTO NON VA BENE” e qui noi dovemmo reprimere una risata, perché Sabrina non imprecava quasi mai, e se lo faceva diceva praticamente sempre ‘sto per imprecare’. “SECONDO TE, QUELLE, CAPRE, PECORE, GALLINE, POLLE...” fece per proseguire, ma Seir decise di intromettersi, ridendo tanto che tra un attimo le partiva la milza.
“Chicken!” esclamò, riferendosi all’amore di Kai verso il pollo. Questo fece partire anche me, perché diciamocelo, non si può rimanere seri quando Sabrina sclera e quando c’è di mezzo Kai e il suo pollo.
“...esatto, CHICKEN!” ruggì Sabrina, mentre io e la mia collega ci rotolavamo per terra. “INSOMMA! TU DAI RETTA A QUELLE...” prese fiato. “...COSE... CHE TI DICONO CHE SEI SENZA TALENTO?! MA MI PRENDI PER IL C...” partì, prima che Sara, color melanzana dallo sforzo di trattenere i polmoni al loro posto, la interrompesse.
“...deretano, Sabrina. Deretano” sibilò per non scoppiare.
“...deretano...” acconsentì Sabrina, e Sara non si contenne più, raggiungendosi sul pavimento, mentre gli EXO erano troppo attoniti per farlo. “E TU SARESTI SENZA TALENTO? SENTI, ASCOLTA, E-X-O LISTEN!” citazioni di Call Me Baby, signori. “ANCHE SE NON HAI LA VOCE DI CHENCHEN, PORCA PUZZOLA, HAI UNA BELLA VOCE E, SANTO BROCCOLO, TI SEI MAI VISTO MENTRE BALLI?”.
Ok, Sabrina era partita per la tangente e arrivederci e grazie. Però prendeva punti per il pezzo sulla voce di ChenChen.
Sehun intanto stava provando a ribattere, incredibilmente intimorito dalla furia cieca di Sabrina.
“Ma c’è Jongin...” articolò prudentemente. Ma non troppo.
“KAI UN... KAIVOLO!” muggì infatti Sabrina. Sehun ci riprovò di nuovo...
“Ma...” ...prima di venire di nuovo placcato da Sabrina.
“SEN TIMI BENE, CICCIOBELLO, SE TI HO SCELTO COME BIAS CI SARA’ UN MOTIVO!”. Ecco, questa era una cosa che non doveva dire, ma pazienza, perché l’espressione alla ‘ci sono rimasto di merda’ di Sehun era qualcosa di impagabile. Non so se per il bias o per il ‘cicciobello’, comunque.
“Cos...?” boccheggiò, sorpreso.
“SI’, HAI CAPITO BENE, TU ALIAS IL BEL PROCIONE, L’UNICORNO E L’HAPPY VIRUS SIETE I MIEI BIAS E, SANTO KRISUS, SEI TROPPO ALTO!” sbraitò. Probabilmente aveva il torcicollo a forza di guardarlo dal basso verso l’alto. Sembrava che fosse finita lì, ma Sabrina sembrò rendersi conto di quello che aveva appena ammesso e decise che morire di vergogna da sola non era bello. E quindi... “AYUMI!” urlò.
“DICA!” rispose allo stesso modo quell’altra, sempre color melanzana.
“DILLO ANCHE TU!”
“SEHUN SEI TROPPO ALTO!” facepalm generale, prego. Quello di Sabrina riecheggiò per tutta la palestra, e Sara rise.
“MA NOOO! DIGLI QUELL’ALTRA COSA!”  le spiegò con... calma? Tanto ormai urlavano per partito preso.
“AH! SEHUN, SE SEI UN MEMBRO DEGLI EXO DELLA SM, CI SARA’ UN MOTIVO! E TE LO DICO DA NON BIASED!”
“ GIA’ CHE CI SEI, DIGLI I TUOI BIAS, FAMMI COMPAGNIA!”  ruggì l’altra. Ecco, aveva deciso che la mia vicina di casa poteva passare a miglior vita, pace all’anima sua.
“SONO LAY, SUHO E CHEN!” urlò quell’altra. Il leader tossì imbarazzato, mentre assieme a Lay diventava di un bel color ciliegia. Chen invece se la stava ridendo della grossa. Ayumi, dal canto suo, aveva appena realizzato ciò che aveva detto, e riacquistò in un lampo il color viola scuro che l’aveva abbandonata, prima di sbraitare un’ultima frase. “ORA, CON PERMESSO, VADO AD IMPICCARMI!”  e scappò fuori dall’aula, con Sabrina a seguito, mentre tutti e quattordici ridavamo come iene che avevano inalato gas esilaranti. E pure molto potenti.
Dopo cinque minuti, decidemmo di mandare qualcuno a recuperarle, qualcuno che non fosse un bias. Optammo per Xiumin che ce le riportò... vive, per lo meno, spiegandoci che le aveva trovate in un bagno che ridevano e piangevano abbracciate e che, essendo quello delle ragazze, non se l’era sentita ad entrare.
Non appena si sedettero, Sabrina guardò i presenti e si rimise a ridere, mentre Sara era entrata in una sorta di trance. Sospirai. Tanto vale stare tutte nello stesso brodo.
“E va bene, avete vinto almeno una delle risposte che non eravamo intenzionate a davi sui fogli. Allora... io ho come bias Kai. Chen e...” mi bloccai. Mi ero messa nei guai da sola.
Complimenti, Silvia!
“...e Kris” conclusi a bassa voce. Poi iniziai a guardare interessata il soffitto, tentando di ignorare il fastidioso silenzio che era andato a crearsi.
“I miei invece sono Kai, Chanyeol e D.O” intervenne Sara capendo che la situazione non stava prendendo la piega più spensierata. Grazie collega, ti devo una brioche al cioccolato.
“A proposito di Kris” iniziò cauto Minseok.
‘Eh no, però! Che faccio se questi si deprimono?’ pensai esasperata.
“...voi che ne pensate?”. Silenzio d’oltretomba. Noi ci guardammo con la domanda ‘e adesso che cacchio gli diciamo?’ marchiata a fuoco nello sguardo.
“Che dobbiamo dirvi, scusate? Cioè...” Aura sbuffò, cercando di formulare frasi di senso compiuto e gesticolando a caso. “Insomma. Ovviamente non abbiamo appreso la notizia... le notizie” marcò poi, riferendosi anche a Luhan “con allegria portami via a mangiare da mia zia che si chiama Pia... però che possiamo dirvi? Scelta loro” concluse, esitando.
“Infatti. Se stavano male non lo possiamo biasimare. Ci dispiace che abbiano lasciato il gruppo, perché eravate l’ammmore!” Sabrina fece un cuore con le mani. “Però siete esseri umani, e come tutti avete i vostri limiti. E quindi comprendiamo perfettamente loro due, come comprenderemmo perfettamente chiunque di voi se, in un futuro decideste di seguire il loro... esempio? Quello che è, insomma” concluse la ragazza, decisa.
“Quindi non siete arrabbiate con noi per aver rotto la promessa?” chiese Baekhyun, stupito.
Io, Seir e Sabrina rispondemmo con un chiaro e secco ‘no’. Aura, invece, ce li fece perplimere ancor di più.
“E quando mai avreste infranto la promessa?” chiese, sollevando un sopraciglio. Gli EXO la guardarono con un’espressione alla ‘wtf’.
“Beeeeeeeeeeh” iniziò Junmyeon, prima che Chanyeol attaccasse a ridere.
“Sembri una pecora, hyung” intervenne.
“E io che stavo provando a fare un discorso serio” borbottò Sara buttando gli occhi al cielo, mentre Suho inceneriva simbolicamente con lo sguardo uno Yoda un po’ troppo cresciuto.
“Dai, vai avanti” la invitò Yixing, sorridendole, probabilmente dimenticandosi di essere uno dei suoi bias e, inconsapevolmente, anche il suo ultimate. Vabbè. Tanto se lo era dimenticato anche Sara.
“Quello che intendo dire è che, nonostante voi continuiate assiduamente a dire ‘sorry, abbiamo rotto la nostra promessa, ci dispiace, tanto love comunque’, la promessa di per sé non è stata infranta. A meno che voi non ci crediate più, in quel caso tutto normale. Insomma, voi dicevate che EXO-K più EXO-L più EXO-M uguale one. Correggetemi se sbaglio” s’interruppe, probabilmente per la suspense.
“No, è corretto” la invitò a proseguire Chen.
“Bene. Le fan vi osservano e a nessuno, nessuno, nessuno, NESSUNO, è sfuggito che i primi fan di ognuno di voi sono gli altri. Ok, è poco comprensibile. Insomma, tipo Chanyeol che sbandiera ai quattro venti che ‘io sono il fan numero uno di Kai’ ecco. Stessa identica cosa, ma tutti i membri per qualunque altro compagno. È abbastanza chiaro?” chiese, non sicura di aver formulato qualcosa di comprensibile. I presenti annuirono. “Bene. Io sono sicura che questa cosa non è cambiata. Magari Yifan e Luhan non saranno più membri degli EXO-M, ma sono e restano degli EXO-L. E, se la promessa non m’inganna, questo significa che noi siamo ancora un tutt’uno e niente è stato infranto. È solo... cambiata la disposizione. Tutto qui” concluse, con un sorriso.
Inutile dire che i dieci ragazzi erano a bocca aperta. Qualcuno aveva gli occhi lucidi. Tipo Suho.
“Che nessuno si commuova, altrimenti piangiamo anche noi” minacciò ridendo Sabrina e sbloccando la situazione. I dieci ragazzi si lasciarono andare a una risata liberatoria, mentre Aura sembrava incredibilmente soddisfatta di ciò che aveva detto.
“Ha ragione la nostra sweet maknae” intervenne Sabrina, con un sorriso che avrebbe fatto invidia alla Enel per energia luminosa emanata e circondando con un braccio le spalle di Sara. “Quindi piantatela di fare i musoni, che non ci piace, no-no!” fece finta di sgridarli, ma in realtà stava ridendo pure lei.
“Ok, ok, va bene, la smettiamo. Però è solo grazie a voi, ok? Se accettate di essere le responsabili del nostro sorriso, sorrideremo!” fu la risposta spiazzante di Chanyeol. La unnie si fermò dal saltellamento per fissarlo sbalordita, come tutte noi altre.
“Chanyeol?” lo chiamò poi.
“Sì?” fece quello.
“...posso abbracciarti?” chiese ancora. L’altro si mise a ridere con suo vocione da contrabbasso e allargò le braccia, dove ci si tuffò Sabrina gridando un ‘sììììììììììììììììì’ felice.
“Ehi, ci sono anche io!” fece Seir, nel senso di ‘sono anche io biased’ e unendosi all’abbraccio, mentre il resto di noi rideva divertito.
“Sì, insomma, abbracciare un membro degli EXO... una cosa da tutti i giorni” sussurrai a Sara, ironica. Lei mi sorrise radiosa.
“Amo questo liceo” disse. Io mi misi a ridere.
“Dai ragazze, vogliamo bene anche a voi! Facciamo l’abbraccione di gruppo!” urlò Jongdae, avvicinandosi. Io mi fiondai immediatamente verso di lui abbracciandolo e, girandomi verso Sara che mi guardava divertita, non potei trattenermi.
“Sara, possiamo adottare un Chen? Ti preeeeegooo~! Possiamo tenerlo?” miagolai, facendo ridere di gusto sia il ragazzo a cui ero praticamente appesa, sia la mia compagna.
 

Angolino nascosto nell'ombra:

Yehet!
Y E H E T...
Allora. Ho da comunicare una cosuccia leggermente spiacevole. (?) Sostanzialmente... non ho tempo. Non riesco più a scrivere, è un casino, davvero, aiuto.
QUINDI. Proverò ad essere regolare con gli aggiornamenti di qvesta shtoriella. MA! Non prometto nulla.
E Ora, vi comunico altre due cose, cche dai, vanno bene.
1) Ci sarà un extra. Perché sì. Non so esattamente quando lo metterò, però ci sarà ahahahah
2) L'epilogo sarà forse diviso in due. Perché temo che diventerà un po' tanto lungo.
Ok, che dire. Questo è uno dei capitoli più 'deprimenti' perché si parlano di cose delle quali NON VORREI MAI PARLARE CON LORO. Proprio per questo l'ho messo m*la coerenza*. Ho espresso il mio pensiero. E ricordo che all'epoca, Tao era ancora negli EXO. (sigh).
Ok, prima che qualcuno mi defenestri, vado a... preparare la borsa...
...
Sottaceti.


Aura_

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - Shish! ***


Capitolo 13 – Shish!


Seir P.O.V.


Dovevamo metterci a lavorare, nostro malgrado. Dopotutto avevamo cazzeggiato abbastanza. Io e Silvia c’eravamo fatte installare i computer apposta e stavamo iniziando a Photoshoppare. Ayumi e Brina, invece, avevano deciso di lasciare i dettagli dei ritratti, che potevano fare senza l’aiuto dei modelli, per ultimi, e così avevano già iniziato a ritrarre Minseok e Junmyeon precedentemente.
Però, quel giorno, i ragazzi avevano deciso di provare davanti ai nostri occhi. Ok, va bene, ma solo fino ad un certo punto.
“Moriremo di feels” ci aveva detto Sabrina, sconsolata.
“Piano: loro provano, noi fissiamo il più possibile il desktop e i nostri fogli. Così abbiamo qualche speranza di sopravvivenza” osservò Aura.
“Buon piano, anche se sarà un po’ difficile” accettò Silvia.
“Teniamo duro” conclusi io.
Ma loro ci volevano male, molto male.
Malissimo.
A dimostrare questa mia affermazione c’è il fatto che la prima canzone che provarono fu Call Me Baby. Con movimenti sexy che manco la Bomba. Un muovimento secsi... una mano ala cinturaaa... ok, fermiamoci.
Io e Silvia ci incollammo proprio allo schermo, nel senso che i nostri nasi erano appiccicati al desktop, mentre Sabrina si era alzata e aveva tappato gli occhi a Sara prima che questa potesse solo dire ‘sottaceti’.
Sì, Sara se ne esce con sottaceti, cetriolini e bruschette a caso. Lasciamo perdere, che altrimenti mi viene fame.
Ovviamente commentarono il nostro per loro assurdo comportamento, ma la nostra risposta arrivò tramite Silvia che li liquidò con un secco: “Noi non vogliamo morire di feels”. Solo lei riusciva a dire certe frasi con tranquillità e senza sembrare una decerebrata. Io mi mettevo a ridere, Sabrina prima si incartava e poi mi raggiungeva e Sara diventava prima rossa, poi bianca e infine si spegneva.
La maknae era invece la nonchalance fatta a persona.
Beata lei.
In ogni caso, com’era assolutamente prevedibile, i ragazzi si sbellicarono parecchio, mentre Silvia sbuffava irritata qualcosa come ‘non sanno che significa’ oppure ‘ dovrebbero provarci a mettersi nei nostri panni’.
A parte che gli andrebbero corti e forse anche stretti, perché molti di loro sono parecchio più alti di noi, però va bene.
Ok, scusatemi, non lo faccio più. Forse.
Decisero di non minare oltre la nostra... ehm... sensibilità e di provare qualcosa di un po’ più legale, come dice Sabrina. La loro scelta ricadde su Overdose.
E quelle in overdose sembravamo noi e le nostre fantastiche facce nel puro stile ‘pesce lesso’. Ossia: occhi a palla, sguardo vitreo e assente, bocca spalancata tanto che a momenti sbavavamo e totale rilascio degli arti superiori a ondeggiare mollemente vicino ai fianchi.
Uno spettacolo divino, insomma.
Sabrina e Sara si chiudevano la bocca a vicenda con una mano e tenevano la matita a mezz’aria con l’altra. Silvia non era messa tanto meglio di me, ma lei è più adattabile e si mise a fare loro delle foto durante la seconda parte della coreografia.
Alla fine di questa, i ragazzi si sbellicarono un altro po’, soprattutto quando le due disegnatrici si dovettero risvegliare da quella sorta di trance nel quale erano cadute.
“Sara... i ritratti... dobbiamo...”
“Sì... ritratti... quali ritratti...?”
“Già... no, cioè, questi...”
“...SHUTDOWN, SORRY!”
“OH, ANDIAMO!”
Dato che Aura si era letteralmente lanciata dallo sgabello, Yixing si era avvicinato per vedere se si era disintegrata una spalla, ma Silvia gli tagliò la strada.
“Se le vuoi bene, nei prossimi dieci minuti devi girarle talmente lontano da sembrarle un satellite, o questa ci muore sul serio” gli disse tentando di rimanere seria, anche se si vedeva benissimo che stava per scoppiare. Io iniziai a ridere come tutti i ragazzi, Lay si aggiunse a noi con qualche secondo di ritardo, Sabrina aveva una faccia alla ‘wa da fak’ e Sara se ne uscì con ‘ti ho sentito!’ ancora rigorosamente sul pavimento.
E non sembrava intenzionata ad alzarsi.
“Sara, che cosa ci fai ancora per terra?” le chiese Sehun.
“Osservo il mondo da un’altra prospettiva” fu l’immediata risposta. Sabrina e Silvia si schiaffarono le mani in faccia scuotendo la testa.
“Non sapevo che il mondo fosse il soffitto della nostra palestra scolastica” osservai io ghignando. Lei si mise seduta guardandomi in modo molto serio.
“Sono tante le cose che tu ignori...” mormorò tetra. Poi si rialzò e tornò a disegnare come se nulla fosse. Noi tutti ci rimanemmo talmente male che rimanemmo qualche secondo fermi a guardarla.
‘Che.... cosa’.
“Okkeeeeeeeeiii” fece poi la unnie, rimettendosi a disegnare. Anche i ragazzi scossero la testa per poi tornare alle loro prove.
Io ritornai alla mia postazione computer, dove stavo scorrendo le foto alla ricerca dell’ispiration per degli effetti. Optai per una foto di Chanyeol e Junmyeon dove erano seri ma in una posa un po’ più dinamica. Perfetta per uno scontro acqua-fuoco.
Silvia, al mio fianco, se la stava vedendo con Kai, o meglio, con lo sfondo. Stava mescolando diverse foto di posti tutte assieme, con diverse sfumature e distorsioni, il tutto basato su una spirale nera che avvolgeva anche lo stesso Jongin.
“Ti sei complicata la vita” le dissi.
“Lo so. Non ricordarmelo” mi rispose. Le altre due ridacchiarono.
“Zitte voi” rimbeccammo all’unisono io e la maknae. Per tutta risposta mi arrivò una gomma in testa, lanciata con precisione da Brina.
Lei e Aura dovevano farlo diventare un nuovo sport, il ‘lancio della gomma’.
Nel successivo quarto d’ora le cose andarono meglio, noi riuscimmo a proseguire con il nostro lavoro, le altre due andavano avanti con i ritratti e i ragazzi provarono senza fare troppo caso a noi.
Poi, ovviamente, tornarono all’attacco.
“Ehi” mi bisbigliò qualcuno all’orecchio, qualcuno che non avevo sentito avvicinare perché ero molto concentrata su quello che stavo facendo. Dallo spavento sobbalzai mentre mi voltavo di scatto, prendendo una sonora capocciata contro la testa presumibilmente vuota di Kim Jongin. Nel frattempo, Sara aveva rsposto con 'Playboy', nonostantre non stesse facendo caso a noi.
“Ahia!” esclamammo entrambi strofinandoci la testa, mentre gli EXO se la ridevano allegramente, Sabrina ci guardava stupita e Silvia scuoteva la testa borbottando qualcosa a proposito dell’alto tasso di imbecillità presente in quella palestra.
Sara manco si era accorta di quello che era successo e continuò a disegnare tranquilla prima che si accorgesse che era l’unica a fare qualcosa di buono per l’umanità. E quindi, di conseguenza, interruppe la sua opera.
“Che è successo?” chiese infatti sbattendo innocentemente le palpebre, con la matita ancora a mezz’aria.
“Niente Sara, tranquilla” le borbottò Sabrina. L’altra maknae gonfiò le guance offesa, poi iniziò ad osservare la scena.
“Scusa Seir” borbottò Jongin, imbarazzato.
“Gni” decretai io, mentre le altre proseguivano con ‘gna, gne, gnipsilon’. “Cosa c’è?” chi chiesi poi, o meglio, gli grugnii. Diamine se aveva una testa dura.
Sul volto dell’altro apparve un ghigno in puro stile ‘cattivo Disney”, solo che era qualcosa vietato ai minori. Sì, vabbè, insomma, avete capito che tipologia di sorrisi aveva tirato fuori.
“C-che c’è?” gli chiesi, indietreggiando e inciampando sulla maknae.
“Conoscete la coreografia di Playboy? Perché in caso contrario possiamo insegnarvela” ammiccò quel tizio che avrei ucciso non appena la mia rincoglionitaggine post trauma sorriso si fosse esaurita.
Accidenti alla bias list.
Tra parentesi, Aura ci aveva visto giusto.
Prima di ogni mia plausibile ipotetica risposta, che probabilmente avrebbe viaggiato sullo stesso livello di intelligenza degli ‘shish’ che Sara tirava fuori nei momenti meno probabili, arrivò Sabrina, che prese per una spalla il ragazzo girandolo verso di lei. Da lì gli urlò in faccia talmente forte che mi fischiarono le orecchie per un paio di secondi.
“STOOOOOOOOOOOOOOOOP!”
Kai, spiazzato, sbatté le palpebre, cercando di prepararsi in fretta e psicologicamente per le ormai famose sfuriate nonsense di Sabrina.
“BRUTTO BROCCOLO!” appunto. “COME OSI, TU, ESSERE PROFANO...” eh, addirittura. “...ROVINARE L’INNOCENZA DI QUESTE POVERE FANCIULLE! TU NON PUOI, QUELLA COREOGRAFIA È ILLEGALE!” e rieccola! “DEVO RICORDARTI CHE CI SONO MINORENNI!” nonostante non si stesse riferendo a Silvia ma a Sara, di nuovo e come al solito. Lasciamo perdere, il cervello di Sabrina è qualcosa di sconosciuto a noi comuni mortali.
Sì, lo so che dovrei stare zitta in proposito.
Nel frattempo la mia unnie si era tuffata a pesce verso la nostra sweet maknae e le aveva circondato la testa con le braccia, sbraitando ai quattro venti.
“VOI NON RIUSCIRETE A CORROMPERE QUEST’ANIMA PURA, IO NON LO PERMETTERO’!” continuò poi.
“Unnie....mi stai soffocando” si fece udire la vocina di Sara.
“AH! ....cioè.... ehm.... scusa” borbottò quella, lasciandola andare. Aura tossicchiò un paio di volte, per poi sorridere e guardare il primo ballerino, che neanche a dirlo c’era rimasto malissimo.
“Prendilo come un ‘no grazie’” gli suggerì, ridacchiando.
“Ehm... va bene...” riuscì a sillabare, ancora troppo sconvolto.
“Sabrina, ce lo hai scandalizzato!” sentii ridere Silvia dietro di me.
“Se l’è cercata lui” rispose l’altra.
“Shish” borbottò Sara, tornando a sedersi e tirandosi dietro la unnie. “Che figure mi fai fare” le borbottò.
“Ma lui... la coreografia... LORO!” balbettò quell’altra, prima che Sara le tirasse una gomma in testa.
“Se vuoi formulare una frase di senso compiuto fai pure. Altrimenti questa è una matita, quella è una gomma e quello è un ritratto. Braaavaaaa~” le disse accarezzandole la testa.
“Non sono una decerebrata Layla” sbuffò Brina, mettendo il broncio. Quell’altra la guardò come a chiedere ‘sicura?’ e Sabrina le restituì la gomma, prendendola perfettamente sul naso.
Poi finalmente si accorsero di essere osservate da tutti noi altri. “È tutto normale” garantii io, tentando di non ridere davanti ai loro derp scandalizzati.
“Se lo dite voi” fu il commento molto poco convinto di Baek.
“Da che pulpito viene la predica!” esclamammo tutte e quattro in coro, facendoli ridere.
“Giovanni Pisano!” esclamò Sara, saltando in piedi dallo sgabello. Tutti i presenti la osservarono con uno sguardo alla ‘wtf’. “Ma sì, dai, pulpito... se preferivate Nicola bastava dirlo!” sbuffò, infastidita, per poi prendere la matita e allontanarsi dal cavalletto.
“Dove vai?” le chiese Silvia.
“A cercare il Santo Graal! In bagno, dove volete che vada?” rise quella, prima di sparire fuori dalla palestra. In tutto questo, eravamo riuscite a confondere ancora di più i dieci ragazzi.
E io non ho ancora capito perché Sara si era portata la matita in bagno.


Sehun P.O.V.


Sara ritornò solo quando Playboy finì. Inciampò sullo sgabello di Silvia e cadde addosso a Seir.
“Ops” disse, grattandosi la testa imbarazzata.
“Bentornata sulla terra, Sara” la canzonò quell’altra iniziando a farle il solletico.
“Nooo~” pigolò quella, diventando una palla e iniziando a rotolare sotto la tortura solleticosa della sua omonima.
“’No’ nel senso che non sei tornata sulla terra?” le chiese Sabrina, sorridendo alla ‘ti sto prendendo in giro’. Come se non si fosse capito.
“Anche” approvò la minore, raggiungendo il suo posto di lavoro. “Abbiamo quasi finito, noto” disse, annuendo, probabilmente soddisfatta.
“Già. Tra un po’ possiamo vegetare” le rispose l’altra.
“E andare a ballare con gli Oompa Loompa!” Ridacchiò Seir, prendendole in giro. Per tutta risposta, le altre due si alzarono, si presero a braccetto e iniziarono a saltellare in una strana danzetta.
“Oompa Loompa! Oompa Loompa!”
“Secondo te, che droga hanno assunto?” mi sussurrò Jongdae all’orecchio, ridendo.
“Non so. Dovremmo chiedere a Yixing. Jun dovrebbe dirgli di stare attento alle cose che spaccia”. Ci mettemmo a ridere come due idioti.
“Vi prego, non ditemi che state per fare il balletto degli Oompa Loompa anche voi, per favore!” esasperò Silvia, guardandoci con occhi spiritati. Per tutta risposta iniziammo a ridere ancora di più
“Ragazzi... per favore! Dobbiamo provare!” ci richiamò all’attenzione il leader. Poveretto. Lo stavamo facendo impazzire più del solito, per cui decisi che, per il momento, potevo assecondarlo.
Per il momento, l’ho già detto?
La canzone che provammo fu ‘Baby Don’t Cry’, dove io e Jongin avremmo dovuto fare un pezzo a mollo. Solo che la palestra scolastica era, ovviamente, sprovvista di piscinette che apparivano e scomparivano.
Quindi ci ritrovammo a stare per terra a fingere.
“Se avevate bisogno, bastava chiedere. Andavo alle macchinette, prendevo dell’acqua e creavo delle pozzanghere apposta per voi” ci disse Silvia, con tutta la nonchalance della quale era capace. Tanto che non riuscimmo a capire se stesse scherzando o meno.
“Sembra che vi abbia appena detto che io ho trovato il Santo Graal in bagno prima. Dovreste vedere le facce che avete in questo momento” ridacchiò Aura, che nel frattempo aveva effettuato il cambio con Sabrina.
“Beh... andava bene comunque... grazie” esalò Kai, ancora perplesso. Silvia e Sara-grande si misero a ridere, Sara-piccola era tornata a finire il ritratto ignorando il resto del mondo e Sabrina stava riflettendo, probabilmente sul senso della vita, con tanto da posa da ‘Pensatore’. Siamo anche in tema artistico, quindi perché no.
“Conoscendo la coreografia in sé, sembravate dei pesci fuor d’acqua... appunto. Però, sì, andava bene lo stesso” ci disse, annuendo convinta.
“E così non era neppure illegale, no, Brina?” domandò Seir alla maggiore reprimendo una risata.
“Questa tua affermazione è esattevolmente esatta!” proclamò la unnie alzandosi e spalancando le braccia al cielo.
‘D’accordo biased... se lo dici tu’ mi ritrovai a pensare, ridacchiando. Lei mi lanciò un’occhiata torva, manco avesse letto il mio pensiero.
“Tuuu... ti stai prendendo gioco di noi...” mi sibilò la unnie.
“Può darsi” ghignai in risposta.
“Brutto sedano rapa infame” ringhiò Brina. Aura, affianco a lei, sollevò un sopracciglio, senza staccare gli occhi dal ritratto.
“Sedano rapa? E questa da dove l‘hai tirata fuori?” chiese, venendo puntualmente ignorata.
“Non riesci a fare di meglio?” la provocai io. Sì, ero consapevole che me le stavo cercando. Lei infatti passò in rassegna tutti e sette i colori dell’arcobaleno sul viso e, se avesse potuto, avrebbe buttato fuori fumo dalle narici.
“Tu... tu... tu... TU... TUUU...!” iniziò a ripetere come un disco rotto.
“Sehun, richiama più tardi, ora è occupato” se ne uscì Ayumi, mentre faceva distrattamente la punta a una matita, la puliva dai residui di polvere di graffite e controllava che fosse ben appuntita. In circostanze normali avrei ridacchiato, ma momentaneamente ero leggermente preoccupato per la reazione di Sabrina.
Difatti, lei stava per tirarmi uno dei suoi micidiali proiettili-gomma, ma si era bloccata, indecisa se tirarla a me o a Sara. Ne approfittai per fuggire e abbandonando la maknae di Arti Figurative al suo destino. Non appena venne centrata dalla gomma da cancellare, emise un urletto strozzato.
“COME HAI OSATO? POTEVI FARMI SBAGLIARE, SEI FUORIII??? LA PROSSIMA VOLTA TI FACCIO INGOIARE GOMMA, MATITA E RITRATTO. E SIA CHIARO: QUEST’ULTIMO TE LO RIFAI DA SOLA!” sbraitò subito dopo. Ok, è chiaro che era stata centrata quando aveva appena appoggiato la matita precedentemente temperata sul foglio.
“Scusaaaa...” esalò la maggiore, allontanando lo sgabello.
“Ma lei non era la sweet maknae?” mi sussurrò Jongin all’orecchio, un po’ pallido.
“È quello che mi chiedo anche io...” gli risposi.
Seir, vedendoci scandalizzati e non poco, decise di darci una spiegazione perlomeno plausibile.
“Sara è un po’ ansiosa. Quando succede qualcosa che può rovinare i suoi piani, quando ne ha, diventa peggio di me... alias, una scaricatrice di porto. E dato che è una distratta cronica, spesso si mette nelle peste da sola” rise.
Anche noi ragazzi iniziammo a ridacchiare, sciogliendo un po’ il nostro stato d’allerta post ipotesi ‘Ayumi è stata posseduta’. E quest’ultima se ne venne fuori con qualcosa del tipo ‘ansiosa a chi’, ma nessuno le dava veramente retta.
Povera.
Dopo questa... ehm... breve pausa, decidemmo di tornare all’opera.
Più o meno, dato che sia Jongdae che Baekhyun avevano attaccato a cantare a caso. E, dato che la canzone in questione era Miracles In December in coreano, ossia una delle canzoni preferite delle due maknae, ci fu un momento di stallo totale.
Mi ricordai che le tre minori erano fregate anche dalla ‘bias list’, due per Chen e l’altra per Kyung. Sabrina moriva di feels comunque. E come biasimarle: anche a noi che, uno pensa, ‘eravamo abituati’, veniva la pelle di pollo.
La pelle di Onew. Ok, perdonatemi.
Però quelle, dopo cinque minuti dal fine dell’esibizione, erano ancora ferme immobili.
“Ragazze?” le richiamò Baekhyun, mettendosi a ridere di fronte ai loro sguardi vitrei e stralunati. “Come... va?”.
“Come pensi che vada? Sto morendo internamente! SONO PIENA DI FEELS, UN KRAPFEN MI FA UNA PIPPA!” ululò Sara-piccola, per poi abbracciarsi e iniziare a dondolarsi avanti e indietro sullo sgabello.
“Was” commentò Sabrina, guardandola.
“Ok, qualcosa mi dice che le abbiamo uccise” decretò D.O. con una risata a stento trattenuta.
“Sì, lo penso anche io” commentai a mia volta, prima di venire incenerito dallo sguardo di Sabrina.
“ZITTO” sibilò.
“Ma che ho fatto!” le chiesi alzando le mani come dire ‘mi arrendo’. Lei sbuffò e tornò a dedicarsi al suo disegno, mentre Sara era ancora in trance. Silvia si era, come al solito, ripresa in due millesimi di secondo ed era andata dall’altra maknae per ‘patpattarle’ una spalla e Seir ci stava fissando con sguardo indecifrabile.
Nel senso che non so se definirlo ammirato o omicida.
“Ok, non ce la posso fare. Ragazze, dobbiamo fare una pausa, i miei neuroni non reggono”. Seir sbatté la testa sulla tastiera. Silvia, tornata al suo fianco, sobbalzò e si lanciò sopra la maggiore, spingendola via dalla tastiera e sistemando il ‘casino che hai combinato’, come disse lei.
“Sì, vabbè, non è successo nulla” borbottò con uno sbadiglio Sara-grande. Quell’altra si portò una mano sul volto in un moto di esasperazione.
“A quanto pare non è solo Ayumi a diventare nervosa quando c’è di messo il suo operato” ridacchiò Chanyeol, ricevendo un’occhiataccia da Silvia e una perplessa da Sara che, puntualmente, non stava seguendo ciò che accadeva sulla terra.
"Voglio vedere se quando uno di voi si buttasse a pesce dal palco durante un'esibizione non vi fermate per vedere se è possibile recuperarlo" fu la risposta ringhiata della maknae. Evitammo di ricordarle, più che di dirle, che noi dal paco c'eravamo già caduti in un paio di occasioni.
Le quattro, a quanto pare stanche sul serio, si spostarono sui materassoni, sedendocisi sopra oppure tuffandocisi a pesce. Iniziarono a chiacchierare di qualunque cosa, a noi sconosciuta, in italiano.
Scambiai un'occhiata d'intesa con Jongdae, Baekhyun e Jongin. No, così non andava.
"Ragazze, venite un attimo qui?" le richiamò Bacon, mentre il leader lo guardava con uno sguardo alla 'qualunque cosa tu stia progettando non permetterti'. Sguardo che, puntualmente, fu ignorato.
Le quattro si guardarono vicendevolmente e Sara-piccola borbottò 'oh oh cavallo'; poi si alzarono e ci raggiunsero.
"Che c'è?" ci chiese Sabrina, sorridendo. Un sorriso fintamente ingenuo, che nascondeva preoccupazione. Eh mamma mia, nessuno che si fidi di noi qui.
...Ok, lo ammetto, avevano ragione.
Perché le trascinammo a ballare MAMA con noi. Nel senso che noi ballavamo con loro, ma loro rimanevano ferme, incapaci di intendere e volere. I cosiddetti feels. Io ridacchiai ad osservare la faccia da pesce lesso di Sabrina, che dopo averle fatto questo scherzetto mi avrebbe appeso per le orecchie al quadro svedese. Ma ne valeva la pena.
Ma dopo cinque minuti erano ancora piantate lì. Se non fosse stato che battevano ancora le palpebre le avrei date per morte.
“Ragazze?” le provò a chiamare Minseok hyung, non riuscendo a reprimere una risata. Ma quelle restarono impalate e allora ritenemmo necessaria un’urgente consultazione di gruppo.
E fu così che ci venne in mente l’idea geniale per risvegliarle. Ok, geniale mica tanto, invece che per le orecchie la unnie mi avrebbe appeso per le caviglie, o per i polsi dietro la schiena come nell’antica tortura. Ayumi mi aveva confidato che adorava i musei delle torture. ‘Si imparano un sacco di cose interessanti!’ aveva trillato con gli occhi che sbrilluccicavano.
Anvedi la sweet maknae.
Coooomunque. Ci dividemmo in gruppetti. E poi attaccammo. Chanyeol e Baekhyun avevano preso Seir per spalle e piedi, io avevo deciso di morire prendendo Brina a mo’ di principessa, con un braccio sotto le ginocchia e uno a sorreggere le spalle. Almeno ero galante, al contrario di Jongin, che si era caricato in spalla Silvia a mo’ di sacco di patate, con tanto di risata isterica. Tutte e tre avevano iniziato a strepitare, chi tirandoci gomitate, Seir, chi prendendoci a pugni, Silvia, chi urlandoci nelle orecchie, Sabrina. Ma in tutto questo mancava la presenza di Sara. Per cui scaricai sul materassone della palestra la unnie, ignorando le sue minacce di morte post volo, per concentrarmi su Jongdae. A quanto pare Ayumi era rimasta rigida come un palo, e Chen la stava trasportando così, dritta. La appoggiò di fronte ai materassini dove erano state lanciate con conto alla rovescia e scaricate con assai scarsa grazia anche Sara e Silvia. Aura si girò verso il suo bias, con un sopracciglio sollevato.
“E adesso?” chiese. Lui sorrise e le diede una spintarella sulle spalle, facendola cadere dritta con un palo di schiena sui materassoni. “Oh” disse solamente la ragazza, prima di iniziare a ridere a crepapelle, trascinandoci tutti dietro di lei. Il leader scuoteva la testa come dire ‘povere ragazze’.
E, inevitabilmente, finimmo per lanciare anche lui sui materassoni, mentre sbraitava in coreano.
“Sehun! Sei un brutto carciofo! Ma tu guarda che bias mi sono trovata!” iniziò a brontolare Sabrina. Io mi inchinai sorridendo.
“Il piacere è tutto mio!” ghignai. Lei mi folgorò con le pupille.
“Vatti a defenestrare”. E, subito dopo: “Sto per imprecare!”. Silvia attaccò a ridere assieme a Jongdae, Seir stava facendo finta di strangolare Baekhyun mentre Chanyeol faceva un video con il cellulare e Yixing parlava allegramente con Sara.
Dal mio canto, fui colpito sulla spalla da un pallone tirato dalla unnie. “Ahia~” pigolai, facendo l’aegyo. Ma lei incrociò le braccia e si voltò dall’altra parte. Verso il muro d’arrampicata, chissà che stava osservando. Era buffa.
“Sehun ha fatto arrabbiare la unnie” sentii spiegare Aura a un confuso Lay, che mi lanciò un’occhiata di rimprovero, alla quale risposi con un’alzata di spalle.
“Sabrina yo-dongsaeng! Perché non possiamo andare d’amore e d’accordo come Yixing hyung e Sara yo-dongsaeng?” pigolai rivolto alla schiena ricoperta di capelli, tanti capelli, della maggiore delle ragazze. I due chiamati in causa si scambiarono un’occhiata alla ‘e noi che cavolo centriamo?’.
“Perché tu non sei il tenero Unicorno!” mi rispose la mia biased come se fosse ovvio.
“Infatti, lui è il bel Procione!” intervenne Seir, interrompendosi da ridere quel che bastava per dire la frase.
“Esatto” confermò Sabrina, per poi sorridermi e tornare a rivolgersi a me. “Vedi, Sehun oppa, io e te abbiamo un rapporto di amore-odio. È un dato di fatto” mi spiegò con tono gentile.
“Nel senso che sbraita ai quattro venti e ti insulta pubblicamente e ortaggiosamente, ma in realtà ti vuole bene” disse Silvia convinta.
“E per te vale lo stesso discorso” esclamarono poi assieme le due di Multimedia indicando Jongin, che si puntò a sua volta con l’indice mimando un ‘io?’ con le labbra.
A coronare il tutto, Chanyeol rideva come una iena che aveva inalato gas esilaranti assieme a Sara-grande e Jongdae stava massacrando di solletico la maknae, mentre l’altra più piccola si era nascosta dietro a XingXing e Junmyeon per evitarlo.
Scrollai le spalle. “È colpa tua che sei così acida, perché io sono un maknae dal comportamento esemplare”.
E, con in sottofondo il ‘come no’ di gran parte gli altri membri, mi ritrovai a correre in giro per la palestra inseguito da una Sabrina in versione ‘valchiria nel suo periodo’.
 

Angolino nascosto nell'ombra.

Sono tornata. Sono ancora viva.
Per poco.
Perché i BAP hanno combackkato e io non ho anchora guardato l'MV... lo farò più tardi. E morirò.
Ma non  vi preoccupate, resusciterò in tempo per la lezione di classica e moderna che mi aspetta tra qualche ora, quindi avrete il continuo della storia ahahhaha
Bene. Capitolo di sclero complero.
Sì, non è il primo e non sarà l'ultimo.
.....non ho nulla da dire. Quindi.... OHORAT


Aura_

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - C'è Posta per Te ***


Capitolo 14 – C’è Posta per Te


Chanyeol P.O.V.


<< ”Te lo ho detto hyung, sono davvero fantastiche ahahahahah! ---come? Oh! Dici davvero? Mmm... adesso chiedo”. Mi girai verso gli altri membri, che erano seduti sui letti e i divani di una della stanze-appartamento nelle quali alloggiavamo. “Junmyeon hyung!”

“Allora siamo d’accordo. Spero che possano, altrimenti sarà un problema... Va bene. Appena so qualcosa ve lo dico. Annyeong~” riattaccai con il sorriso sul volto. Era fatta. >>


-


“Buongiorno oppa!” ci salutò una più che sorridente Sabrina. Che era sdraiata per terra, con il cavalletto addosso.
“Che cavolo hai fatto, Sabrina?” sbottò il leader mentre io la liberavo, non trattenendo una risata.
“Vediamo... Sara è andata a prendere l’altro cavalletto e le altre due le luci. Io stavo sistemando questo, sono inciampata e questo coso mi è caduto addosso. E poi siete arrivati voi e...”
“Sabrina, che cavolo hai fatto?”. Ok, ora le ragazze sono al completo. Iniziai a ridere assieme alla unnie per il coretto, mentre loro ci osservavano basite.
“Si aprono le scommesse!” dichiarò Silvia.
“Secondo me Chanyeol stava facendo fare un valzer al cavalletto, ma nella posizione finale l’ha fatto cadere addosso alla unnie...” ipotizzò Aura.
“È stato un tentato omicidio! ...però Sabrina ha attutito l’impatto e il cavalletto è ancora vivo. Gioite, donne delle Arti Figurative!” concordò Seir, prima di prendere a braccetto la sua omonima e iniziare a saltellare per la palestra canticchiando Gee delle Girls Generation.
Silvia nel frattempo si era facepalmata mentre Sabrina rideva. Come al solito.
“Perdonatele, sono in ansia pre-spettacolo entrambe, e questo le induce a sparare cretinate più grandi del normale” ci spiegò la maknae. La maggiore, dal canto suo stava facendo la coreografia della canzone cantata dalle due saltellanti compari assieme a Baekhyun.
“Un altro spettacolo?” chiese Jongin, sollevando un sopracciglio. Ayumi ritornò sulla terra.
“Sì. Però non vi conviene venire a vederlo. È una coreografia che abbiamo fatto già al saggio e in più ci sono tuuuutte quelle di ginnastica ritmica e artistica. È un po’ una palla, non verranno neanche loro” e indicò le ragazze con un cenno della mano.
Invece Seir era diventata rossa come un peperone nel ricordarsi della sorta di ricatto che la sweet maknae aveva imposto, appoggiata dalle altre due, che avevano già comprato il biglietto per tutti, noi compresi. E non avevano accettato indietro i soldi.
“Ragazze, dai, oggi abbiamo solo due ore” ci richiamò Brina, battendo le mani per reclamare la loro attenzione.
“Sì, mamma” risposero le altre tre.
“Gna” rispose la maggiore, dando via al coretto.
Io stavo diventando impaziente, e tutti gli altri ragazzi con me. Quando disegnatrici e fotografe presero il loro posto, noi restammo impalati a fissarle seri.
“C’è qualcosa che non va?” chiese Sara insicura, rigirandosi la matita tra le dita. Io sorrisi e scambiai uno sguardo d’intesa con gli altri.
Mia l’idea, mio l’onore.
“Abbiamo una sorpresa per voi”.

-


Avevamo sistemato sul divano letto il computer, così ci saremmo stati più o meno tutti. Stava andando tutto secondo i piani, mancavano solo loro.
Accesi la webcam e inviai la chiamata, a cui risposero subito, probabilmente ci stavano aspettando. Per qualche momento non parlò nessuno, assaporammo semplicemente la felicità di poterci di nuovo guardare tutti negli occhi.
Poi il cellulare di Junmyeon squillò.


Sabrina P.O.V.


Eravamo per strada dirette all’albergo dove i ragazzi alloggiavano.
“Per voi dobbiamo preoccuparci?” chiesi.
“Sì” e “Boh” furono le risposte sovrapposte di Silvia e Seir. Sara stava guardando per aria e prese una spallata contro un palo. “Ahia”. Noi altre tre ci facepalmammo.
“Layla~” ridacchiò Seir.
“Gne” rispose quell’altra. Nel frattempo eravamo arrivate, e c’erano già Xiumin e Chen che ci aspettavano. E inevitabilmente ci fu uno scambio di sguardi e sorrisetti che recitavano ‘Xiuchen’ con tanto di insegne luminose al neon.
“Ciao ragazze!” ci salutarono i due.
“Ciao” rispondemmo noi, ancora con il sorrisetto da maniache, facendoli preoccupare non poco. Aura si riprese tirandosi uno schiaffo e riprendendo il suo sorrisetto innocente. Sese, innocente un corno.
Vabbè.
“Adesso spiegateci. Perché ci avete chiesto di venire qui?” chiese Silvia incrociando le braccia. Per tutta risposta quegli altri ghignarono e Jongdae fece partire una chiamata. “Myeon hyung, è tutto apposto? ....allora saliamo” e chiuse la chiamata, mentre Minseok si rivolgeva a noi.
“Ora lo vedrete” fu la sua risposta, e ci fece strada.
“Chottomatte kudasai, oppa” lo interruppe Aura, impuntandosi e parlando in giapponese a caso, mischiandolo con l’onorifico coreano. Così, a gradire.
“Cosa?” chiesero i due ragazzi, tentando di non ridere.
“Stiamo davvero salendo nelle vostre stanze?” chiese, sollevando un sopracciglio.
“Sì, perché?” rilanciò l’oppa che ‘più oppa non si può’ come aveva preso a chiamarlo la maknae line.
“Perché potremmo essere sasaeng” risposi con naturalezza io, per poi ridacchiare malefica e sfregandomi le mani. I due ragazzi exosi mi osservarono perplessi prima di attaccare a ridere.
“Unnie please” fu la reazione delle altre, completo di facepalm.
“Dai venite” insistette Minseok. E noi ubbidimmo, non prima di esserci guardate perplessamente un’ultima volta.
“Prendiamo l’ascensore, vero? Sono vecchia”. Ero in astinenza da minchiate, quel giorno. Oppure mi ero inconsapevolmente fumata qualcosa. La stessa cosa la pensarono tutti i presenti, perché mi rifilarono l’ennesima occhiata basita della giornata.
“Se tu sei vecchia, io cosa sono?” chiese Xiumin, reprimendo una risata.
“Sei un fossile” fu la risposta nonchalante, tanto per storpiare il francese, di Aura. “Tranquillo, ti porteremo dall’Esperto Fossili e ti riporteremo in vita. Un bel tipo Roccia-Ghiaccio. Un Amaura selvatico” continuò poi lei a macchinetta. Grazie, maknae, di tenermi compagnia nell’essere fuori come un balcone.
“Che caspita stai sparando TonnaH?” le chiese Silvia, mentre Seir, che nel frattempo aveva schiacciato il pulsante per chiamare l’ascensore si spalmava contro quest’ultimo e iniziava a ridere come un’ossessa.
“Pokémon” spiegai io mentre quell’altra ridacchiava imbarazzata, conscia dell’enorme cavolata che aveva appena detto.
“Se ci mettiamo ancora un po’ a salire Junmyeon e gli altri ci danno per dispersi” ridacchiò Jongdae. Tutte noi quattro notammo come il sorriso dei due ragazzi si fosse ampliato nelle parole ‘gli altri’. Ci scambiammo un’occhiata perplessa senza capire a cosa fosse dovuta la loro reazione.
Giusto il tempo di rifletterci nel... ehm... ‘viaggio’ in ascensore, prima che spuntassimo davanti a un leader che buttò gli occhi al cielo non appena ci vide.
“Alle tante” sbuffò, ma poi sorrise. Oggi l’happy virus era particolarmente attivo e contagioso, a quanto pareva.
Ci fecero strada attraverso la porta aperta. Era una sorta di appartamento in miniatura, notammo. Nel senso, non c’era una cucina vera e propria, ma un posto per il frigo e un fornelletto per, probabilmente,  fare the, caffè o simili e un tavolo. Poi c’era il presunto bagno e la presunta camera da letto. Le tre stanze più l’entrata erano collegate al soggiorno dove c’era un presunto divano letto aperto, dove erano riuniti tutti gli EXO e che ci guardavano con dei sorrisi che andavano da un orecchio all’altro.
Tutta quella felicità iniziava ad essere inquietante.
“Ci avete riunito qui per un rito satanico? No, perché con quelle facce me lo fate presupporre al cento percento” se ne uscì Silvia. Per tutta risposta i dieci si misero a ridere, tanto per cambiare e aumentare i nostri sospetti, e ci fecero cenno di raggiungerli sul divano letto, proprio al centro, davanti a una pila di cuscini con un qualcosa sulla sommità.
“Ora chiudete gli occhi” ci istruì Chanyeol, che venne fulminato con gli occhi stessi da Seir e Silvia seduta stante. Aura, invece, aveva scrollato le spalle e si era tappata gli occhi dopo essersi tolta gli occhiali. Io ero rimasta lì come un baccalà.
“...fatelo o lo facciamo noi” minacciò Baek.
“Provaci e ti azzanno quelle belle dita che ti ritrovi” rispose Seir con un ghigno, ma ubbidimmo lo stesso.
Silenzio.
“Vedete qualcosa?” ci chiese Jongin. Io butta gli occhi al cielo da dietro le mani e le palpebre, dimenticandomi che loro non potevano vedermi.
“No, non so ancora vedere attraverso corpi e masse non trasparenti o semitrasparenti. E poi, anche se fosse, senza occhiali vedrei solo una massa sfuocata. Dunque, un emerito pippolo. Grazie per l’interessamento comunque” rispose calma la sweet maknae, facendo ridacchiare tutti i presenti.
“Ok, ora riapriteli” ci disse Sehun. Io mi tolsi le mani dagli occhi e mi ritrovai ad osservare... un computer con relativa webcam. Feci per chiedere ‘e allora’? ma poi mi bloccai, quando mi resi conto che effettivamente  qualcosa non andava. Contai gli EXO presenti.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undic... aspettate...
“UNDICI E DODICI?” strillai, indicando il computer dove Kris e Luhan ci stavano osservando curiosi, facendoli scoppiare a ridere. Io mantenni la mia posizione, ossia dito puntato contro una macchia del monitor che corrispondeva al naso di Luhan e bocca aperta. E occhi spalancati tanto da fare invidia a Kyungsoo.
Seir si era impietrita e passava dal pallido al color pomodoro. Sembrava una lucina dell’albero di Natale. Silvia non era nel mio campo visivo e Aura non si era ancor rimessa gli occhiali, quindi non vedeva un beneamato broccolo.
“Che cavolo urli, unnie? Il timpano destro mi serve ancora” borbottò inforcando le lenti e mettendo finalmente a fuoco ciò che stava succedendo. Ci vollero un paio di secondi perché realizzasse chi si trovasse davanti. Spalancò piano la bocca per poi richiuderla di scatto. “Ripensandoci, non penso che il mio timpano destro sia così importante” fu la cosa più intelligente che trovò da dire.
Io distolsi lo sguardo dallo schermo per guardarla male, e notai che Silvia aveva provato a darsi alla fuga, inciampando nel... ehm... ‘copri-divano’ e di conseguenza ruzzolando giù da esso, per poi scappare verso l’ingresso sbraitando frasi incomprensibili in spagnolo. Aura sbatté piano le palpebre, poi sorrise e... “Vado a prenderla, solo un secondo” annunciò, prima di alzarsi. Borbottò qualcosa alla sua vicina di casa dopo averla raggiunta e la convinse dopo qualche istante a tornare indietro.
Silvia fissò Kris. Yifan fissò la nostra maknae, che si voltò a fissare l’altra maknae. “TonnaH, posso usare lo shish?” le domandò a mezza voce.
“Fai pure” rispose l’altra, scrollando le spalle. Silvia prese fiato e...
“SHISH” ringhiò rivolta a Kris. Lui sollevò elegantemente un sopracciglio.
“Shit?” ci chiese, perplesso. Gli EXO in carne ed ossa e lì presenti si misero a ridere fortissimo, mentre noi quattro ci rizzammo come se avessimo all’interno un meccanismo a molla e iniziammo ad agitare casualmente mani e braccia davanti a noi ululando:
“Nooooo~ shishhhh~” articolammo tutte, sembrando delle celebro-lese.
Yifan ridacchiò, mentre Luhan stava per sputare un polmone, ridendo in modo isterico e di conseguenza invecchiando di circa quarant’anni, e battendo le mani a una velocità inaudita.
“Sembra una foca, unnie!” ridacchiò Aura aggrappandosi al mio braccio e indicando sempre la famosa macchia dello schermo, che adesso faceva da pizzetto al cinese più grande. Io la osservai con l’aria da ‘wtf’ più convincente che riuscii a trovare. “Dai~ guardalo è un cervoca!”
Seir si sporse per osservare la sua omonima. “L’unione tra un cervo e una foca?” chiese. L’altra annuì.
“Sì. Anche se... ora che ci penso sembra l’unione tra un cervo e un’oca...” rifletté.
“E allora chiamalo fochervo” intervenne Silvia. Sara batté le mani.
“Geniale!” trillò. In tutto questo siparietto, Yifan e Luhan ci stavano guardando scandalizzati, mentre gli altri dietro di noi ridevano come iene imbizzarrite, alcuni cadendo dal divano.
“Ma adesso parliamo di cose serie!” ci sovrastò la voce acuta di Silvia. “Tuuu!” e indicò Kris. “Che diamine hai fatto hai capelli?”.
Effettivamente aveva delle... ‘cose’ lunghe e viola e, oh no, non doveva essere nemmeno concepita una cosa simile.
“Pam! Kris versione prugna” se ne uscì Aura battendo le mani una volta e spalancando le braccia stile YMCA. Yifan la guardò male.
“Questi capelli sono in my style” disse serio.
“Luhan, picchialo, ti prego” si rivolse la maknae al cervo. Anzi, al fochervo. Quell’altro si mise a ridere di nuovo. Evidentemente era la sua unica utilità quel giorno.
“Ok... nota per noi, a Kris non piace il pollo e invece approva le prugne” continuò imperterrita Aura, che si era persa sul cammin di nostra vita, probabilmente quello arcobaleno che portava a unicornolandia.
Io le buttai le braccia al collo e iniziai a spupazzarla. Con il risultato che iniziammo a rotolare e prendemmo una sonora capocciata l’una contro l’altra.
“Unnie~ ma perché~” pigolo quell’altra, massaggiandosi il cranio.
“Perché ti sarango” risposi io, come se fosse naturale, imitando i gesti della mia dongsaeng. Lei mi guardò male.
“Se questo è il tuo modo di volermi bene, allora odiami, ti prego” mi disse seria e congiungendo le mani a mo’ di preghiera.
Luhan si decise a parlare invece che ridere come un demente e basta tutto il tempo. Peccato che lo fece in cinese, quindi non capimmo un beneamato finferlo.
Amen, che volete che vi dica.
Yixing rise e rispose affermativamente, almeno sul sì e no c’eravamo. Dwe dwe dwe.
“Che cavolo ha detto?” chiese Seir, sollevando un sopracciglio.
“Non lo so, ho studiato giapponese io, mica cinese” borbottò Silvia, che aveva incrociato le dita sotto il meno e stava scrutando il suo prugnoso bias. E no, non era uno sguardo esattamente benevolo. Kris se ne accorse e ricambiò l’occhiata. Aura si accorse di quello scambio di... ehm... convenevoli, e prese a ridere, indicandoli.
“Sembra che si stiano contendendo un pezzo di pollo!” rise, facendo partire anche la sottoscritta e Seir. Silvia stava ancora trucidando il suo bias versione grattacielo con le retine.
“Chicken isn’t in my style” le rispose Yifan lanciandole un’occhiata di sufficienza. La sweet maknae scrollò le spalle.
“E allora vi contentavate una prugna” rilanciò lei, rigirandosi tra le dita un ciuffo di capelli marroni.
“Come mai ti sei fissata sulle prugne, Sara?” le chiese Baekhyun, ridacchiando. Lei lo fissò diventando seria.
“Perché nella mia testa c’è un Zitronen” rispose, come se fosse ovvio. Io e le altre due ci facepalmammo mentre gli EXO compresi i due ‘emigrati’ la osservarono con un punto interrogativo ben visibile piazzato in fronte. Solo Yixing annuì come se fosse una cosa nei suoi standard.
Anche se probabilmente lo era.
“--- Sara” rifletté Luhan indicando la nostra sweet maknae. Tutte noi lo fissammo e gracchiammo un ‘eh?’ all’unisono. Quel tipo, fochervo, quel cacchio che è, non la piantava più di parlare incomprensibilmente.
“Sta solo riflettendo su chi è chi tra di voi” ci spiegò Tao. “E prima ha chiesto se siete sempre così”. Ah. E Lay aveva annuito. E noi avevamo fatto la figura delle disagiate.
Perfetto. Almeno sapevano con chi avevano a che fare.
Ci presentammo in fretta... talmente in fretta che sovrapponemmo le nostre parole, con il risultato che venne una cosa tipo... Silsarbrinra. E loro non avevano capito un beneamato broccolo. Ma noi eravamo troppo impegnate a ridere per calcolare le loro richieste di ripeterli. E Suho prese il nostro posto, mentre noi ci contorcevamo sul divano-letto.
"Quindi non capite il cinese" ci fece Luhan sorridendoci, vagamente malizioso. Noi quattro ci scambiammo uno sguardo d'intesa neanche fossimo la stessa persona, rendendolo chiarissimo per noi e indecifrabile per  i ragassuoli che ci osservavano.
"Esatto" risposi. "Non capiamo un'acca" ripresi. Poi sogghignai e le altre mi imitarono.
"Tuttavia, voglio proprio vedere quanto di queste prossime frasi tu riuscirai a capire, mio caro cerbiattino" lo canzonò Seir, iniziando una bella discussione in italiano.
"Penso che a confronto siamo più cinesi noi che italiani voi. Loro dieci sono qui da circa un mese e non sanno neanche salutarci correttamente, a momenti" continuò Aura, accarezzandosi il mento pensierosa.
"Per cui non mi sembrate nelle condizioni si prenderci in giro" concluse Silvia sorridendo beffarda in direzione di Yifan, che aveva elegantemente sollevato il sopracciglio sinistro.
Sentivo l'atmosfera della stanza che mi parlava. E diceva: WTF.
Iniziammo a ridere, rassicurandoli farfugliando e sovrapponendoci che non avevamo detto loro nulla di male. Anche se non credo ci abbiano preso troppo sul serio.
Passammo a chiacchierare di cose varie, e i dieci ragazzi si divertirono un mondo ad elencare le innumerevoli figure di deretano che avevamo fatto in quei trenta giorni. Tipo quelle della telecamera 'nascosta'. O il fungo. O le mie sclerate epiche.
"Zitto, procione" sibilai. Il maknae ammiccò verso di me.
"Intanto sono un bel procione" puntualizzò con un ghigno. Io sbuffai, trucidandolo con le pupille, mentre le altre tre ridacchiavano.
"Concediglielo Sabrina" mi disse Silvia, patpattandomi la spalla scavalcando Sara che aveva preso a giocare con la manica della mia felpa. Era entrata in modalità 'Yixing'.
“E va bene. Ma resta fastidioso come una zanzara nel fianco” obbiettai io, facendo fare ‘swishhh’ ai miei capelli e schiaffeggiando la sweet maknae, che mi tirò uno scappellotto, offesa. In tutto questo, i due cinesi non più exosi se la stavano ridendo della grossa.
“Perché ‘Procione’?” ci chiese Luhan, che venne puntualmente ignorato da noi quattro.
“AH MA ALLORA LO SAI L’INGLESE” sproloquiammo tutte e quattro in coro indicandolo. Il cerbiatto spalancò gli occhi sorpreso dalla nostra reazione.
“Ehm... sì...?” boccheggiò.
“Ma che... BRUTTO BROCCOLO!” ululai con tutto il fiato che avevo nei polmoni. L’altro continuò a guardarmi preoccupato mentre diventavo verde broccolo, viola prugna e poi di altri colori.
“Era palese che ci stesse pendendo per il culo prima, dai...” disse Silvia con aria da diplomatica, facendo un gesto elegante con la mano.
“Deretano, Silvia” la corresse Ayu, annuendo. “È un oppa cattivo” continuò poi, mettendo il broncio. Poi si fermò a riflettere. “Forse dovrei dire ‘gege’...? Mah! Comunque sei cattivo” concluse, annuendo decisa e facendogli la linguaccia.
Poi si rimisero a ridere, sia lei che Lulù.
Diciamo che il pomeriggio andò avanti così, fino a che...
“OHSEHUNKRISUSINSEGNAMIAVOLARE CHEORANEHOBISOGNO!” esclamò Aura guardando l’orologio e saltando in piedi sul divano letto per... lo spavento...?
“Che cavolo...?” le chiese Seir, mentre la acciuffava per la maglietta e la rimetteva seduta.
“Io dovevo andare a danza! Devo correre, teletrasportarmi, volatilizzarmi, SPARIRE!” esclamò, spalancandole le braccia per poi schiaffarsi le mani in volto.
“Ehm... prendi il bus dopo, no?” suggerii io.
“Giusto! Però devo partire subito!” rispose, osservando i ragazzi presenti e proiettati sul desktop.
“Vai pure. Dance is in my style” disse Kris, manco le stesse dando la benedizione. Luhan la salutò agitando la mano e sorridendole.
“A questo punto vado anche io, prendiamo lo stesso bus” si aggiunse Silvia.
“Ma sì, andiamo tutte, altrimenti fa troppo buio” confermò Seir.
Tutti annuirono e noi, in fretta e furia, facemmo armi e bagagli, salutammo e ce ne andammo. E sia io che Sara inciampammo nello zerbino e finimmo addosso alla porta dell’ascensore. Che si aprì il secondo dopo facendoci ruzzolare.
Perché dobbiamo farci riconoscere sempre.


...Il giorno seguente


“Tu ci hai capito qualcosa?”
“No.”
“Perfetto. Nemmeno io”.
Io e Sara ci mettemmo a ridere nascoste dal quaderno di fisica mente guardavamo per la prima volta un nuovo esercizio.
Davanti al mio naso, nella mia borsa, il mio cellulare vibrò. Stando attenta a non farmi vedere, lo osservai. Mi era arrivato un messaggio da Line. Lo aprii e lessi in una chat che non riconoscevo, il testo in inglese.

“*Baekhyun ha creato il gruppo*
- Ciao, ragazze :D Ho creato il gruppo così potete parlare comodamente con tutti e dodici. Richiesta di Luhan hyung e Yifan hyung :* - “

Ci rimasi lì secca. Tanto che il telefono scivolò dalla presa ormai debole delle mie dita per sfracellarsi per terra. Questo attirò l’attenzione della nostra insegnante.
Fortunatamente intervenne Sara, che si chinò in fretta a raccogliermelo, per poi riemergere e rivolgersi alla nostra insegnate con un sorriso.
“Mi scusi prof, mi è caduto il temperamatite!” sorrise innocentemente, mostrando alla donna il suddetto aggeggio che aveva recuperato prima di inabissarsi. Non appena la prof di fisica ci ebbe ridato le spalle, la sweet maknae mi restituì il cellulare, appoggiandomelo sulle gambe.
“Che cavolo è successo?” mi chiese.
“Guarda Line”.
Per poco non volò anche il suo cellulare.
“Unnie”
“Cosa?”
“Posso tirare loro un cuscino?”
“Tutti quelli che vuoi Ayu. Anche l’intera fabbrica”.
 

Angolino nascosto nell'ombra:

Sì, ci sono.
Allora. Ve lo avrei detto che sarebbero comparsi anche Yifan e Luhan. Tra parentesi, Kris ha avuto i capeli versione prugna più avanti, ma concedetemelo. Lo dovevo a uno sclero che abbiamo avuto io e Silvia.
Poi sì, ci sono altre citazioni tipo 'nella mia testa c'è dentro un Zitronen'. Non fatevi domande a riguardo ahahahah
Bene. Spero di avervi detto tutto. Scusatemi se i capitoli successiuvi perderanno demenzialità e ilarità, ma sto avendo un calo di ispirazione. Mi dispiace. 
XOXO :*
 

Aura_

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - EXO a Domicilio ***


Capitolo 15 – EXO a Domicilio.

 
 
Brina P.O.V.
 
 
Erano gli ultimi giorni scolastici, ma i professori non sembravano essersene accorti, perché non avevano mollato il ritmo nemmeno per un attimo. Sbadigliai, contrariata, soprattutto perché era solo la seconda ora. Ambè, almeno era sabato.
Sentii un peso sulla mia spalla, e mi girai ad osservare Ayumi, che si era comodamente sdraiata sopra di me, chiudendo gli occhi. Effettivamente, era da tutta la mattina che era stranamente silenziosa.
“Ayu?”
“Mmh?”
“Stanca?” l’altra annuì, strisciando la testa contro la mia spalla ricoperta dalla manica corta della maglietta.
Io non ero convinta però.
“Ayu... quando sei stanca?” le chiesi. L’altra si tirò su per potermi guardare in faccia.
“Abbastanza. Come al solito unnie” rispose, sollevando un sopracciglio come a dire ‘ma che vuoi da me stamattina?’.
Io però, conoscevo bene la mia polla, o meglio, la mia unicornina, e le leggevo l’espressione colpevole e il ‘facciamo finta di niente’ negli occhi scuri, sotto ai quali c’erano due brutte occhiaie che spiccavano sulla pelle pallida.
Un po’ tanto pallida, anche per lei e spesso faceva concorrenza a me per il biancume.
Le poggiai due dita sulla fronte. Mi bloccai. Lei sospirò sconfitta. Io le tirai uno scappellotto.
“Brutta cretina, sei venuta a scuola con la febbre. Di nuovo”. Era così tutti gli anni.
Lei sbuffò, sollevandosi dalla mia spalla sulla quale si era appoggiata una seconda volta. “Sì. E con ciò? Era solo a trentasette e mezzo. Non si può considerare una vera febbre. Sto bene” rispose prontamente, puntualmente. Come tutte le volte in cui si ammalava.
Lanciai gli occhi al cielo. “Sara, ti proibisco severamente di fermarti questo pomeriggio a ritrattare. Ok?” imposi. Lei fece gli occhi da cucciolo.
“Eddai, unnie~” mi pregò sporgendo il labbro inferiore.
“N.O” risposi, implacabile. L’altra mi fece la linguaccia e iniziò a cantare l’omonima canzone dei BTS. ‘No’, intendo, non ‘linguaccia’... vabbè.
 
 
-
 
 
“Sabrina, finalme...! Dov’è Sara?” furono le prime cose che sentii dire alle due di Multimedia, in un piacevole coretto. Capitava spesso, eravamo arrivate a sospettare di essere lievemente telepatiche.
Perché no.
“Ho appena finito di convincerla a tornarsene a casa a dormire sotto innumerevoli strati di coperte con un the caldo e di non venire qui a fare i ritratti” sbuffai. Quella ragazza era dannatamente cocciuta alle volte.
“Fammi indovinare... è venuta a scuola con la febbre. Di nuovo” borbottò Seir, che la conosceva bene quanto me, se non di più.
“Probabilmente ha preso freddo ieri tornando da danza” ipotizzò Silvia, mentre alle nostre spalle, la porta si apriva.
“Salve a tutte e... tre? Dov’è Sara? Di solito è Sabrina che manca e che arriva dopo dieci minuti con tutta calma” osservò Jongin.
“YAH! È successo una sola volta!” mi difendetti, per poi tornare sull’argomento principale. “Spiegateglielo voi due... io vado a trovare una supplente” e mi dileguai.
 
 
Silvia P.O.V.
 
 
Sabrina tornò con a seguito una nostra amica.
“Ragazzi, lei è Valery. Valery, trattieni la sincope, ho bisogno di te per fare  ritratti” rise la maggiore, battendo la mano sulla spalla alla nuova arrivata.
Valery ha la stessa età di Seir, anche se è più piccola di quest’ultima. Kpopper di natura, piuttosto bassina, capelli neri e corti e occhi scuri e tenerella. Quando lei e Aura si incontravano, passavano più tempo a spupazzarsi a vicenda che altro.
Diciamo che la nostra ‘sorella maggiore’ acquisita. Anche se tutti dicono che la più grande tra le tre sembro io.
Sì, tra le tre, perché Sabrina e Seir sarebbero le madri. Che culo, eh? Mi ritengo fortunata di non essere ancora a mendicare sotto a un ponte.
Vi voglio bene ragazze.
Comunque.
Ricominciammo a lavorare, ovviamente non dopo che Suho avesse finito di darsi alla frustrazione contro la sua biased malaticcia. Tutte cose come ‘non le fa bene alla salute’ e ‘dovrebbe prendersi più cura di se stessa’.
Garnier.
E qualcuno dovrebbe spiegare a Suho che il rapporto di Sara e la sua salute fisica è un po’ basato sul... menefreghismo. Ecco. Non eccessivamente, ma quanto basta.
Ogni tanto, dalla mia postazione computer, lanciavo uno sguardo a Valery. Solo per assicurarmi che a) fosse ancora viva, b) non avesse perdite di sangue da naso o bava dalla bocca, c) stesse facendo quello che doveva fare, che la poteva aiutare a salvarsi da un infarto.
Senza contare che era stata lei a chiederci di farglieli conoscere. E non era stata la sola. C’era anche... Stella. Che io avevo visto due volte, forse. Stella era un’amica di Sabrina che si era diplomata l’anno precedente e che stava frequentando l’accademia delle belle arti a Venezia.
Però era sclerata quanto noi, e quindi approviamo.
Tornando sulla terra, più precisamente nella palestra del nostro piccolo liceo disperso in una cittadina già dispersa di per suo. Ok che io che vengo da un paese non dovrei aprire bocca a riguardo... ma sono dettagli.
“Silvia, che stai facendo? È da un paio di minuti che fissi il desktop come se stessi decifrando il codice Maya”.
Io mi voltai al rallentatore verso il volto sorridente di Chen.
“Senti un po’, bias Kim Trollollol Jongdae, ti conviene restare zitto altrimenti ti infilo su per la narice destra questa tastiera. E sono sicura che non sia divertente perché lo ho già sperimentato su alcuni compagni di classe particolarmente ed insopportabilmente dementi” minacciai.
Per tutta risposta, quell’altro si mise a ridere e io tornai a fissare il desktop.
Chissà perché, avevo una strana sensazione.
 
 
-
 
 
Dovevano eleggermi al grado superiore di veggente, altro che fotografa. Inchinatevi a me, o esseri inferiori.
Ok la smetto.
Comunque: me e le mie sensazioni; avevamo ragione. Eravamo sulla strada di ritorno con EXO appresso. Non tutti, grazie al cielo. C’erano Suho, Sehun, Lay e Kai. Suho e Lay erano venuti per i bias feels nel confronto della biased, Sehun e Kai... i maknae feels? Non lo so e penso non lo sappiano neanche loro.
Fattostà che ci sono. E povere noi.
Era venuta anche Valery, non appena aveva saputo che la sua sis era ammalata. Ci aveva chiesto, e con ‘ci’ intendo a Sabrina, che cosa avesse, come stava, perché, quando, come, dove e perché.
Una cosa come trenta volte.
Ma questi sono dettagli.
Scendemmo dall’autobus stando attente a non perdere due membri a caso, che iniziano uno con ‘L’ e l’altro con ‘K’, per non fare nomi.
Dato che il secondo si era già perso e il primo... il primo era un miracolo che fisicamente fosse ancora qui con noi, a detta degli altri membri.
Li accompagnai fino al quarto piano del condominio dove abitavamo io e Sara, e la sottoscritta si affacciò un secondo alla porta del proprio appartamento per gridare al fratello delle dolci parole.
“SONO QUI AFFIANCOOOOOO!!!”
Ehm, dolci. Sì.
Dettagli, tutti dettagli.
Bussai alla porta di casa di Sara. Mi rispose sua sorella. Il suo sguardo si soffermò sulle ragazze alle mie spalle e poi sue ragazzi exosi. Ridacchiò, riconoscendoli.
“Prego, esercito di Mordor” disse ridendo, facendoci posto. Era vestita di tutto punto per uscire, probabilmente per andare in università. “Dite a mia sorella che torno per cena. A proposito: lei sta dormendo in camera di mia mamma” disse a me e alle ragazze, poi salutò con una mano i ragazzi e ci lasciò.
Io feci strada, dato che conoscevo quell’appartamento come le mie tasche.
Stravaccata in diagonale sul materassone dormiva la mia compagna di scleri. Era tutta raggomitolata, con una mano chiusa a pugno vicino alla faccia e l’altro sotto il cuscino. Dietro di me, stavano tutti fangirleggiando, nessuno escluso. Io scoccai loro un’occhiata perplessa.
Sabrina, ignorandomi, mi superò e si buttò sul materasso, abbracciando la povera febbricitante.
“Ayuuu~ Sveglia, ci sono le tue unnie e i tuoi oppa~” cinguettò spupazzandola. L’altra si appallottolò ancora di più, mugugnando e sparendo interamente sotto le coperte.
Seir si aggiunse a Sabrina, Valery seguì Seir, e poi mi tuffai anche io sopra le altre, tutte impegnate a svegliare la bella addormentata.
“Gnnnn... che cosa...” mugolò quella, aprendo gli occhi assonnati e trovando quattro ragazze sdraiate sopra di lei e quattro ragazzi che la salutavano dalla porta. “Uh?” fu il suo geniale commento, mentre sbadigliava. Poi si mise seduta, facendoci rotolare like a buffalo sul pavimento, sorridendo e stropicciandosi gli occhi. “Annyeong” riuscì ad articolare, prima di sbadigliare di nuovo.
“Come stai?” le chiese subito Suho, da brava mammina premurosa.
“Mmh” rispose la ragazzina, annuendo. E poi: “Mi passate il termometro?” chiese.
Era sul comodino di fianco a lei, glielo passò Sabrina. Dopo qualche istante, ci disse che aveva trentasette preciso.
“Quindi è tutto ok” esclamò sorridente.
“Ma potrebbe salire di nuovo” obbiettò Kai, con approvazione delle unnie.
“Nah, con questa dormita sono a posto. E poi domani è domenica, me ne sto a casa ed è tutto ok. Mi ammalo due volte l’anno, ed è una febbre estremamente passeggera, probabilmente per la stanchezza accumulata”
“...dato che sei una scavezzacollo” completammo io e Sabrina in coro, e lei come risposta ci fece una linguaccia.
“Quindi è tutto ok?” chiese Sehun a conferma.
“Yehet, tutto a posto, sto bene” rispose l’altra, con un sorriso.
“Ohorat” rispondemmo tutti e otto in coro, mettendoci a ridere, Sehun con tanto di perplessità facciale.
 
 
-
 

Aura fece vedere la casa ai ragazzi, ma non ci mise molto, perché era un buco di appartamento. ‘Un buco comodo, ma pur sempre un buco’, parole sue. Ci buttammo sul divano, per terra e sulle sedie, iniziando a blaterare a caso.
Ossia: Suho che ogni dieci minuti chiedeva ad Ayu se stesse bene, con relativa risposta affermativa. D‘altro canto la biased approfittava dello spazio per chiedere a noi e ai ragazzi se volevamo qualcosa da bere o da mangiare. Poi iniziarono a parlare uno sopra all’altra, sbrodolando.
Quando si capisce in base a che criterio vengono abbinati bias e biased, volume uno.
Nel frattempo, rispondevo a dei miei compagni di classe che mi chiedevano aiuto per i compiti di fisica, e io rispondevo da brava ragazza quale sono.
“Senti un po’, emerito imbecille, queste cose le sanno fare anche i criceti che non hanno altro a cui pensare che ai semi di girasole e a guardare Hamtaro!” e fangirleggiare su Xiumin. Sì, ho detto che rispondevo, non in che modo.
Comunque.
In sottofondo dovevano sentirsi alcuno ‘aigoo’ e questo avrebbe procurato qualche interrogativo ai miei compagni di classe, al di fuori di quelli dovuti dalla fisica cricetosa.
Nel contempo, gli EXO ci scrivevano per informarsi sulla salute di Ayu, che stava visualizzando un messaggio di sua sorella. Era un audio e lei lo fece partire.
“YEAHIROMISEYOU!”
Sara si coprì la faccia con una mano, in seguito a quello sbraitamento degno di un cantante metal.
“Scusatela, fa così da quando ha sentito Promise” pigolò da dietro il suo palmo. Valery cominciò a ridere fino a rotolare giù dal divano. E continuò anche là. “Non c’è niente da ridere” borbottò imbronciata la padrona di casa.
Nel frattempo gli EXO non presenti stavano intasando la chat di Line con adesivi. Soprattutto, confondevano Luhan e Yifan, che non stavano capendo una mazza di ciò che era successo. Tra l’altro il mio bias se ne era uscito con ‘Ayumi chi?’ e io avevo preso a testate il tavolino del soggiorno, sotto gli sguardi perplessi di tutti i preseti meno Sara.
Era abituata a vedermi fare headshot.
“Questa cosa fa molto da... ‘I was a leader too?’” commentò Sabrina. Poi iniziammo a ridere mentre gli EXO non capivano esattamente di che diamine stavamo parlando.
“Ma infatti lui è un emerito imbecille!” esplosi, allargando le braccia alla ‘with open arms’. Luhan approved, insomma.
“Come i tuoi compagni criceti che pensano ai semi di girasole in vece che alla fisica?” chiese Seir, che stava lentamente diventando bordeaux per il troppo ridere.
“Esatto”. E poi, tutte assieme: “Xiumin approva”. E giù a ridere di nuovo.
“Scusate, noi ci siamo persi” alzò una mano Jongin. Sara-grande si alzò per accarezzargli la testa.
“Sssssht, va tutto bene, è tutto normale...” gli disse, accarezzandogli i capelli e annuendo ripetutamente, ignorando gli sguardi perplessi che le venivano riservati.
“Va bene... qui non si capisce più se Ayu vi ha passato la febbre o cosa” commentò Sehun.
“Naaah, siamo disagiate di nostro, con febbre, ebola o broncopolmonite” rispose Valery spostandosi un ciuffo di capelli a mo’ di divaH. Tutto questo ignorando il ‘stai zitto butto broccolo’ di Sabrina e la risposta di Sehun ‘ma io sono un bel procione’.
Lay, in mezzo a tutta quella confusione, non aveva trovato niente di meglio da fare che ridere in modo disagiato, mentre Suho era in una posa da ‘perché a me’.
Ayumi ed io avevamo iniziato a parlare a caso, invece.
“Solo io lo trovo quite funny?” mi chiese, cambiando a caso da una lingua all’altra, così che gli altro capissero ‘dbhsgfhga abbastanza divertente?’.
Io concordai con lei ridacchiando. “Dopotutto... Stay hungry stay foolish!” esclamai in risposta. Ridacchiammo come due cretine.
“EVERYBODY DANCE NOW!” urlammo assieme alla fine, iniziando a rotolare sul pavimento, mentre Suho ci fisava stupito con un semi-sorriso scandalizzato in volto, Yixing continuava a ridere perso nel suo mondo unicornoso, Jongin aveva elegantemente sollevato un sopracciglio ignorando Seir che lo prendeva a cuscinate per motivi a me ignoti e Sehun bisticciava con Sabrina, che lo liquidava con un gesto altezzoso della mano mentre ghignava divertita da tutto e tutti. Valery, dal canto suo, aveva avuto una specie di Shutdown, ma si era ripresa e, da brava sorella maggiore, ci fece compagnia dal ridere sul pavimento.
“Sono partite” declamò Suho ridacchiando. La unnie annuì.
“Sì, sono impazzite del tutto”.
La reazione di noi tre?
“Dora dora dora doraga dora!”
Eccola.
I quattro ragazzi ci fissarono stupiti, Seir rideva con me e Sara e Valery con Brina andavano avanti a cantare la canzone a memoria.
“Sarebbe da filmarvi, lo giuro” disse ad un tratto Sehun.
“Provaci e ti rosicchio via un polso” ringhiai in risposta. Di fianco a me, Ayu si mise a fare ‘gnomgnomgnomgnom’ facendo finta di mangiucchiarsi una mano.  Il risultato? Si trovò tre ragazze su quattro appese al collo. E io ero l’eccezione che non la stava spupazzando.
“Quei momenti in cui mi chiedo perché sono io la maknae. Cioè... con che elementi!” declamai, fissando il leader. Quello si mise a ridere.
“Tu sei la evil maknae” asserì Jongin. Io lo trucidai con le pupille.
“No, semplicemente non sono una demente patentata, caratteristica che, per fortuna non ho ‘ereditato’ da nessuno di voi tre bias exolosi” declamai con orgoglio. Contrariamente a ciò che mi aspettavo, lui scoppiò a ridere. E questo non fece altro che aumentare le mie ipotesi sulla patente di demenza, con tanto di sigillo bollato.
“In realtà tu ci ami” ammiccò quello. Buttai gli occhi al cielo.
“Oh, Krisus, Shisus e sacrosanta polenta coi finferli!” imprecai. Grazie Ayumi, che mi insegni queste perle di... ehm... saggezza culinaria. “Sì, siete i miei bias mica per niente... ma restate dei dementi patentati” conclusi con orgoglio.
Ci fissammo per qualche istante, prima di metterci a ridere come due cetrioli. Grazie Sabrina che rincari la dose di insegnamento di Ayumi aggiungendo frutta e verdura.
Le vitamine fanno bene alla salute.
 

Se vi dico che non abbiamo fatto altro che ridere tutto il giorno, mi credete?
Vi faccio degli esempi.
Avevo di nuovo imprecato in spagnolo e adesso ascoltavo le due di arti figurative che cantavano ‘Living la Vida Loca’, mentre mi facepalmavo teatralmente e Seir... Seir rideva.
Come è normale che sia.
Avevamo parlato su qualunque cosa, e avevamo assistito alle discussioni su delle sfumature di colore di qualcosa che non ricordo tra Ayumi e Sabrina.
“Secondo me è turchese“
“No, è lo sfondo che ti frega. È una leggera sfumatura di blu... cobalto, se devo tirare a indovinare”
“...Nel blu, dipinto di rosso! Sehun è caduto nel fosso!”
“Unnie please”
“Aspetta, perché proprio io devo cadere nel fosso?”
“Perché sei una farfalla... e quindi voli”
“Ayu, please”
“Non copiarmi, brutta prugna”
Eh, vabbè, cosa volete che vi dica.
Ogni tanto a Sara saliva la febbre, che si riabbassava subito. Lo si capiva dal passaggio da normale-coma e dal coma-normale.
Quando era nella versione coma si raggomitolava contro qualcuno. Una volta Brina, una volta Valery e una volta Yixing. E questo fece partire il fangirleggiameto della Layra da parte delle due maggiori e di Kai.
“Jongin, stai zitto” gli rimbeccai. Sì, solo per il piacere di dargli fastidio.
“Ma che ho fatto!” si difese lui, facendo gli occhi da cucciolo.
“Ti assomiglia, lo sai? Anche tu quando hai la febbre ti accuccioli contro qualcuno” intervenne Junmyeon, non prima di aver lanciato gli occhi al cielo per il nostro continuo bisticciare.
Povero LidaH.
“Oh mio Dyo! Questi feels!” declamò Seir portandosi le mani al cuore e volando giù dal divano alla ‘I believe I can fly’. O alla ‘Sehun è caduto nel fosso’, fate un po’ voi. E poi, dalla posizione di scalda-piastrelle ha iniziato a ridere e rotolare.
Non fatevi domande, è meglio per noi, per voi e per tutti.
Amen.
 
 
Angolino nascosto nell'ombra:
 
Salve. Sì, lo so, dovevo aggiornare ieri.
Ma prima ero in contemplazione dell'immenso (non sto scherzando, sono rimasta un'ora in cucina a guardare la tangenziale dalla finestra. Capite perché mi chiamano Layla?), poi avevo danza e sono andata a fare canederli. E poi avevo sonno.
PS: canederli = cibo. Punto. Così unnie nonn ha sulla coscienza quelli che non sanno cosa sono. Contenta? *Sabrina: ahahahahahah cibo!*
Sì, è contenta.
Dicevo.
Non so da dove mi sia uscita sta cosa. Quindi non fate domande.
LOL
Valery, il capitolo è tutto tuo ahahahahaha così sei contenta, ti ho messo pure assieme agli u-kiss.
L'altra apparizione del capitolo, Stella, è della storia di Unnie, Moonlight. Ve la consiglio, sempre sugli EXO, è... lupesca e powerful. Yehet, insomma. Lei su EFP è _Lolli910.
Ok.
Bumshakalaka, gente! (?)
 
 
Aura_
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Love Me Right, Left, Up and Down ***


Capitolo 16 – Love Me Right, Left, Up and Down


Ayumi P.O.V.


Ok. Adesso.
Se io vi dico ‘Comeback’... voi a che pensate?
E se aggiungo un pezzetto, facendolo diventare ‘Comeback degli EXO’?
Se è vero che noi fangirl, sotto certi aspetti, siamo tutte uguali, credo che tutte conosciamo i disagi che questo evento, per certi versi lieto e per altri meno, tipo il nostro portafoglio, i nostri feels e le nostre cosiddette ovaie.
Bene, noi ragazze lo sappiamo. E invece penso che quei disagiati che ci fanno disagiare in modo disagiato non ne siano propriamente al corrente.
Infatti, ci stavano osservando spaesati dato che li stavamo riempiendo di insulti ortaggiosi o comunque commestibili. Poi capirono il perché del nostro blackout totale della capacità di intendere e volere. Si misero a ridere. E noi ricominciammo daccapo. E loro ridevano ancora di più.
Risultato? Non stavamo facendo un cribbio di nulla. A parte sparare cazzate e minacce che non stavano né in cielo, né in terra, né in universi paralleli tipo il Mondo Distorto o l’EXO Planet o il Pianeta Mato o qualunque altra realtà contemporanea e alternativa.
Sì, Sabrina, sto parlando con te.
“ECLISSATEVI! NON VOGLIO INTRAVEDERVI NEMMENO DA LONTANO! SOPRATTUTO TU, SEHUN! VAI VIA! GIURO CHE VI INFILO DUE CAROTE NEL NASO! UNA PER OGNI NARICE! A TESTA!”
Appunto.
Seir sclerava, rideva, si incazzava, rideva di uovo, rotolava, strisciava, trottolava, saltellava, dondolava, ballava... Ava, come laaaaavaaaaaa!!!
Io e Silvia eravamo tutte un ‘OHMIDDYO!’ unico. Cioè facevamo le persone esaltate, poi ci giravamo una verso l’altra, univamo le mani e ridacchiavamo come due ragazzine alla loro prima cotta, ci abbracciavamo, ci staccavamo, Silvia sbatteva la testa contro il muro e io nel frattempo emettevo qualche verso nella lingua Mato.
Himchan, saresti fiero di me.
“Ragazze, insomma! È un comeback, mica la fine del mondo!” ci disse Chen, ridendo. Noi quattro lo guardammo malissimo, io e altra biased in primis.
“Zitto. Tu e la tua fottutissima voce. Via... per favore, sparisci” boccheggiai io, scuotendo la testa.
“Hai un attacco epilettico, Ayu?” mi chiese Jongin. Avevano iniziato a chiamarmi col mio soprannome sempre più spesso. Così, perché no.
“No, ma non garantisco per il futuro” risposi, andando a farmi un giro, mentre Sabrina tirava una scarpa di Sehun dall’altra parte della palestra dopo esserne entrata in possesso in qualche modo. E lui rideva come un ebete.
Beh, almeno la sua risata alla Babbo Natale ci sollevò un po’ il morale. Anche perché eravamo un disastro. Felici e disperate al contempo. Un po’ come quando ti consegnano una prova: sei curioso e ti stai rodendo il fegato nell’attesa ma al contempo speri che sia accidentalmente caduta nel cesso al professore e che abbia tirato lo sciacquone.
Tira l'acqua e guarda giù, la scartoffia non c'è piùùù!
Purtroppo per noi, e per fortuna in generale, direi, non eravamo possibilitate a buttare nel gabinetto con sciacquone gli EXO, anche perché si sarebbero incastrati.
E poi erano più alti e forti di noi, ma quelli sono dettagli irrilevanti.
Suho stava osservando la scarpa.
“Questo mi ricorda qualcosa” borbottò, lanciando un’occhiataccia alla sua sinistra dove Chanyeol e Kyungsoo, una volta intercettato il trucidamento tramite pupille, si misero a ridere.
“Scusa leader” esalò in qualche modo lo spilungone. Suho si limitò a sospirare.
"È duro il lavoro di una madre" gli disse Sabrina, che aveva momentaneamente smesso di sparare puttanate, probabilmente per riprendere fiato tra una carota e l'altra, e stava patpattando la spalla al LidaH.
"Eh, già... a chi lo dici" affermò lui.
"Ti capisco... ti capisco eccome"
"EHI! IO SONO UNA FIGLIA ESEMPLARE!" le urlai, facendola iniziare a ridere. In risposta, le tirai una gomma in stile palla da baseball, beccandola sulla crapa.
"AHIA! FIGLIAAAA!!!" urlò lei.
"JUNMYEON! ANCHE NOI SIAMO DEI FIGLI ESEMPLARI!" urlò Jongin.
"COME NO!" rispondemmo noi ragazze e Suho in coro.
"E POI DEVI CHIAMARLO HYUNG!" gli ricordò Silvia.
"BUMSHAKALAKA, BITCHES!" urlammo io e Seir assieme, per poi scappare fuori dalla palestra, mentre i ragazzi ridevano, Silvia era in aria da 'non so se è in my style o meno' e Brina ci gridava dietro cose senza senso.
"MACCHECAAAAZZ?!"

 

-


Non riuscimmo a garantire l'ordine, per coi mandammo momentaneamente ad allevare trote salmonate ritratti e foto.
E buonanotte al secchio.
Purtroppo per noi, avevamo scoperto che un passatempo degli EXO era guardare le reaction ai video delle fan.
Era uscito il loro nuovo MV, Love Me Right.
Noi eravamo EXO-L.
E non lo avevamo ancora visto.
E quindi eravamo di nuovo sul divano letto del loro albergo e ci stavamo mangiando anche le unghie dei piedi, invocando Krisus, Shisus e tutti gli altri.
"Dai, su ragazze!" ci disse Baekhyun, soffocando male una risata.
"Kaisoo?" domandai io, ma la mia voce venne sovrastata da quella di Silvia.
"Dai su? DAI SU MI STAI DICENDO? Oddio, Baek, sapevo bene che eri scemo, ma non pensavo fino a questi livelli. Dimmi che stai scherzando, ti prego, ti supplico ti SCONGIURO!" sbraitò la maknae. In risposta il main vocal alzò un sopracciglio. E Silvia urlò tutta la sua frustrazione, in spagnolo, ai quattro venti.
"E poi sono io quello che non usa gli onorifici" borbottò Jongin.
"Io non sono coreana, gli onorifici sono roba da coreani e orientali in generale. Quindi sono tecnicamente scusata" ringhiò quell'altra da dietro le sue mani.
"Touchè" borbottò la unnie, stravaccandosi su sua moglie. Che, non ci crederete mai, rideva.
Sì, è sarcasmo.
Seir ride sempre. E di solito anche unnie, ma giuro che non l'ho mai vista avere tante crisi isteriche tanto concentrate in un lasso di tempo sostanzialmente breve. E voi non potete capire quanto la cosa mi diverta.
"Versione cinese o coreana?" ci chiese gentilmente Tao.
"VERSIONE VI FICCO IL COMPUTER IN POSTI IN CUI IL COMPUTER NON DOVREBBE STARE" urlò Sabrina, scandalizzando il povero Zitao.
"VERSIONE CINESE!" ululò Silvia.
"VERSIONE COREANA!" trillò Seir in contemporanea.
"VERSIONE DE CHE?" chiesi io cadendo dalle nuvole, e gridando perché gridavano anche loro. Mi guardarono male. "Ah... del video..." ci arrivai allora, annuendo. Lay si mise a ridere.
Nel frattempo, Sabrina inveiva contro il canale Youtube dell'SM e le due di Multimedia litigavano silenziosamente riguardo alla versione dell'mv. Silenziosamente nel senso che si lanciavano sguardi che se non uccidevano, poco ci mancava. Tossicchiai, per richiamare l'attenzione, ovviamente fallendo in modo misero.
"OOOOOOOOOOOOHIIIIIII!!!" urlai allora alzandomi in piedi sul divano per innalzarmi sopra alle altre tre che per fortuna mi diedero retta. Per fortuna per loro, lo stadio successivo era prenderle a scarpate e quello dopo ancora prevedeva il loro defenestramento. "Grazie" dissi, ironica.
"Prego" mi rispose a tono Seir. La trucidai con le pupille.
"Volevo dire. Quando abbiamo visto Call Me Baby siamo partite dalla versione cinese. Nonostante la tentazione della versione della 'c', che ne dite di partire da quella coreana questa volta?" domandai cauta.
A Silvia, più che altro, eravamo noi le due fissate con gli M della situazione. Le altre due erano più sui K. Quando si parla di equilibrio. La maknae mi diede retta e ragione, e io afferrai il mouse.
"Benvenuti all'inferno" annunciai tetra, mentre i ragazzi si mettevano a ridere. Prima che Brina potesse ricominciare a minacciarli con le sue terribili armi-ortaggio, magari alzando la posta da carote nel naso a melanzane in gola o in altre parti del corpo, cliccai sul video.
Tutte e quattro fissammo per qualche secondo il nostro viso riflesso nello schermo intero nero con la rotellina che girava. Mamma mia che facce da patibolo che avevamo. Mi venne quasi da ridere. Quasi, per l’appunto.
Il video partì.
'Oh yeah!'
Sabrina bloccò il video. “NOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
Rifacemmo partire il video dopo averle tappato la bocca.
'Come on!'
Sabrina ri-bloccò il video e, da dietro il palmo della mia mano, disse qualcosa. Qualcosa che ovviamente non comprendemmo. “DFGNKHFDJKLHZGJVBFJKL!!!”
“Penso abbia detto che vi vuole... ehm... bene” tossicchiò Silvia, probabilmente entrata in mezzo-coma al colpo di petto che Kai dava all’inizio del video, così come Seir. Tanto per partire in bellezza. Questo non la fermò dal riprendere la unnie. “Ora, Brina, di grazia vorremmo vedere il video, se non lo blocchi ogni quarto di secondo” e lo fece ripartire.
A nostro rischio e pericolo, s’intende.
“Io già sono confusa” dissi mentre vedevo EXO, spogliatoi, campi di gioco, fumo rosa?, lampadari di cristallo e il faccione di Kai che sembrava essersi appena soffiato il naso in primo piano.
'Take your time~'
“Baek, una doccia no? Sei lercio” commentò Seir, osservando il vocalist nel video che giocava con una palla da football americano. E, nei successivi secondi, si teletrasportava in campo a fare il ballo del qua-qua, come non mancammo di far notare canticchiando in modo demente la canzoncina io e Sabrina.
Seguirono scene di scazzosità generale, sempre del video parlando, dove Suho lanciò il casco contro la recinzione.
“Già che c’eri potevi tirarlo in testa a Baek. Magari gli raddrizzavi qualche rotella” ipotizzò la maknae, concentrata sul video musicale. La canzone le rispose da sola: nononono!
'So tonight~'
“Almeno lui è più pulito” commentò di nuovo Silvia.
“Wa Da Fak!” proclamammo intento noi restanti tre osservando la Xiuchen che, infilati dei guanti di lattice e mascherine, osservavano il fumo rosa. E qui partirono le prime teorie.
“Ma voi qui vi siete fumati qualcosa” dissi io. Gli EXO iniziarono a ridere. “E soprattutto, DI CHI ERA QUELL’OCCHIO?” continuai io, bloccando il video.
“Boh” mi risposero. Io li guardai male. Maccome.
“Secondo me è Kai” disse la unnie. Noi altre tre ci trovammo d’accordo, non sul sicuro, ma d’accordo che sì, Kai ci poteva stare. Proseguimmo.
“Sì, vi siete fumati il fumo rosa. Non avete più le mascherine a avete quell’aria assorta...” borbottai di nuovo io.
“Televisori? Una specie di aiuola delle rotatorie? Macchecazz?” chiese Sabrina  nel frattempo.
“Troppe domande ragazze” ridacchiò Minseok.
“Sì, peccato che nemmeno voi sappiate risponderci” rispose piccata Silvia. “E adesso dove cappero corrono quei due. E soprattutto, perché siete vestiti di rosa?” riprese, osservando Kai e Sehun che correvano in un vicolo. Così, a gradire.
Poi Xiumin giocava di nuovo al piccolo chimico, e la mia modesta opinione aggiunge anche la parola drogato alla lista. Di nuovo in spogliatoio e... Chanyeol in tenuta a strisce e quadretti che variavano dal blu scuro al fuxia.
“Sul serio, chi cacchio – woooooo rap! – vi ha vestiti per questo video?” chiese Seir, fermandosi a metà della frase in preda ai bias feels. Lui si limitò a ridere.
“Sempre meglio dei Pathcode, dove la maglia di Sehun era un pezzo di una stoffa per divani molto brutta e Chen sembrava mio nonno” borbottò la maknae. Asserii. Quella maglia era davvero oscena, come aveva proclamato l’intero fandom.
E non siamo esattamente pochi, eh.
“Comunque approviamo i capelli bianchi” concluse unnie, mentre la parte di Channie si concludeva, apparivano a caso Jongin e, probabilmente, Kyungsoo nella scena e immediatamente c’era un’interferenza che ben s’intonava a una sorta di campanellino spastico nell’audio.
Dal secondo 0:37 al 0:45 ci fu un silenzio attonito. Poi, tutte e quattro in contemporanea aggredimmo la barra spaziatrice e fermammo il video. Ci guardammo negli occhi e...
“OHMIOKRISUS! SEHUN RAPPA! RAPPA PER DAVVERO! OH MIO NONNO IN CARIOLA! OH SEHUN, CHE IN QUESTO CASO CI STA TUTTO!” urlammo. Oddio, non abbiamo detto tutte la stessa cos, ma il senso era questo. Ci fu qualche secondo di silenzio.
“Bravo Procione” disse Sabrina. “Ma... che cavolo ci facevi sdraiato sui binari del treno?”
“Infatti. Non lo sai che il treno dei desideri all’incontrario va ma ti investe comunque?” conclusi io, facendo ripartire il video prima che qualcuno si facesse troppe domande su quello che avevo appena detto. Comunque avevamo stoppato il video proprio mentre tutti e nove volavano con dei derp meravigliosi.
L’audio ci propose un urletto non eccessivamente virile, da parte di colui che classificai come Baekhyun. Sì, dai, ci stava. Era una DivaH, dopotutto.
“Di nuovo l’occhio di Kai?” chiese Silvia, sollevando un sopracciglio. “Allora forse prima era qualcun altro”.
“Mah” rispondemmo tutti in coro. E quando dico tutti, intendo tutti, EXO compresi. Lasciamo perdere, che è meglio.
“Ciao Kyungsoo, guarda dove vai” borbottò Sabrina, mentre ci informavano del titolo della canzone. Just love me right! Ah-ah!
“No, I love you left” borbottammo tutte e quattro in coro. Ci osservammo basite e iniziammo a ridere.
Kyungsoo di nuovo, Kai a caso, quel video musicale era la patria delle shipping. E io sono sicura che non fosse stato del tutto fatto per caso.
“Ciao LAYYYY!!! VESTITI PER L’AMOR DEL CIELO DISGRAZIATO!” sentii urlare Sabrina. Io ero appena morta, invece. Fissavo l’Yixing del video con una camicia di jeans forse anche qualche taglia più piccola del dovuto, sbottonata praticamente del tutto, così, a gradire.
“Penso di aver appena visto Shisus” mormorai a mezza voce.
“Sara, cerca di resuscitare” mi diede man forte la mia vicina di casa battendomi una mano sulla spalla, per poi far ripartire il video, che ci fornì qualche secondo di ballo del qua-qua due, il ritorno, la vendetta e la pizza ai funghi porcini.
“Xiumin si annoia ahahahahah” rise Sabrina in modo isterico, con tanto di tick all’occhio destro. Ah, i bias feels layosi avevano colpito anche lei.
“Chissà che c’è di interessante sul soffitto” borbottai, osservando Kai seduto barra mezzo stravaccato su un letto che guardava per aria. “Sì, vi siete indubbiamente fumati qualcosa”. Oppure, chissà, forse non erano poi tanto porcini quei funghi.
“Uuuh, abbraccio di gruppo~” fangirleggiò Brina battendo le mani e dondolando sul sedere. Per poi bloccarsi quando vedemmo Kai passeggiare sempre con la sua aria da stoperstarnutiremerdaccia. Anche conosciuta come faccia da bad boy. Ma di bad c’era solo la mazza da baseball che portava in spalla e che poi faceva roteare. Per sua fortuna, almeno quella era blu.
“Ma che cacchio c’entra la mazza da baseball con il football americano? Cioè, già il football centra poco...” borbottò Silvia, più che domandare. Tanto quei dieci ne sapevano quanto noi. Soprattutto Tao, che per colpa del suo arto non aveva partecipato alle riprese. Da quello che ci aveva detto, avevano fatto tutto un casino e ora era in una sorta di periodo di pausa. Finiti i ritratti in Italia, lui sarebbe tornato prima in Cina e poi da là sarebbe partito per delle cure specifiche in America, così ci aveva detto.
Ma torniamo al video.
Sehun era di nuovo sui binari. E noi quattro ci facepalmammo. ‘Che cavolo fa’ pensai.
Nel frattempo era comparso Xiumin, senza becher, senza Chen e, per fortuna, senza fumo rosa. In compenso, qualche secondo dopo, quello fumato era Baekhyun. Almeno era bianco-grigiastro.
Non che la cosa mi consolasse più di tanto.
Ed era anche riapparso Chen.
“Oh mio dio, che è che è morto là?” chiese Sabrina, sporgendosi appena verso il laptop.
“Che ne so, non si capisce un Kaivolo con tutto quel nebbiume” rispose Seir, sbuffando come una locomotiva, cosa dovuta anche all’arrivo di Chanyeol con i suoi capelli. Che venne poi raggiunto dai tre di prima che giocavano ai videogiochi e a distruggere poveri televisori innocenti con palle da cannone usate al posto delle palle da bowling.
“Questo video ha sempre meno senso. E non ne aveva già dal principio” si esasperò Silvia.
“Dove stiamo andando a finire” annuii io, per poi scuotere la testa. Aggiungere il bowling agli sport.
“Bravo Procione” ri-intervenne Sabrina, guardando il suo bias mentre veniva spupazzato da Chanyeol, che a quanto pare approvava pure lui. Insomma, il ‘piccolo’ maknae sta crescendo. E anche Chen guardava per aria. Con i fumi rosa. E Silvia fangirleggiava da brava biased. Io ero già morta un po’ prima e quindi ero incapace di intendere e di volere.
Più del solito, insomma.
E vedere Lay che, rubato il letto a Jongin, si dava al canto con tanto di primo piano non mi stava aiutando affatto. Iniziai ad elencare la lista della spesa che, per inciso, neanche dovevo fare. Tanto i ragazzi ridevano così forte da non sentire nemmeno i loro pensieri e le gulls erano sclerate quanto me.
“BAEKHYUN PERCHÉ SCULETTI? WAEEEE?!”
Per l’appunto.
“Sottaceti. SOT-TA-CE-TI” sillabai, gli spiriti vitali che fuggivano in Cavalcanti style.
“Ma che cavolo fate in quello spogliatoio? PERCHÉ VI STATE SALTANDO ADDOSSO?” sbraitò Silvia.
Seir tossì, e il suono che produsse somigliava molto a ‘Hormone War’. Non voglio nemmeno immaginare a che stava pensando quella tizia. E che cosa centravano i BTS, soprattutto. Ma non volevo sapere nemmeno quello.
“SUHO TI SEMBRAVA QUELLO IL MOMENTO DI CANTARE?” ululò Sabrina.
“CON QUALI LUCI ROSSE, POI! MI FATE PENSARE MALE!” le diede man forte Seir.
“MACCHECCAVOLO VAI A PENSARE, KAILAAA!”  si oppose invece la maknae.
“Mandarini” commentai io, con gli occhi spalancati tanto da far invidia a Kyungsoo. Che in quel momento aveva lanciato il secondo urletto non molto virile alla ‘mi hanno pestato un piede’ della canzone. Eh, così ammassati capita.
‘O almeno... speriamo che fosse il piede... Aish, Seir mi sta contagiando, NUOOOO!!!’ pesai, mentre si scatenava ancora il caos attorno a me.
“BAEKHYUN LEGGE AHAHAAH- OHMMIOSHISUS, MA È MORTO XIUMIN!” Sabrina non prendeva neanche più fiato tra un urlo e l’altro. Probabilmente respirava attraverso i pori della pelle, come le cavallette. O almeno, erano le cavallette? Mah.
“Si sono palesemente fumati qualcosa” Silvia iniziava ad appoggiare la mia teoria.
“XIUCHEN!” Seir invece era fisse sempre allo stesso punto.
“Cetriolini” e io anche.
Comunque strillammo tutte e quattro allo sculettamento generale.
“Ma perché adesso c’è anche Sehun con Kai. E poi, quest’ultimo dove cavolo la teneva la bomboletta spray? Prima non ce l’aveva!” borbottò Silvia senza fiato, gesticolando in modo casuale.
“La teneva nelle mutande, maknae-ah. Non c’è altra logica spiegazione” annuì, Seir, che era entrata in modalità Sekai.
“E chissà quanta altra roba ci teneva dentro!” esalò Sabrina, tappandomi la bocca prima che io potessi dire ‘formaggino’.
“ODDIO SI ABBRACCIANO AHAHHAHAHA” fangirleggiò la mia omonima. Io stavo ridendo perché Kai sembrava essersi incastrato nella maglia e Sehun... a lui non glene fregava un benemerito. E continuava imperterrito a camminare.
“Adesso spiegatemi perché Kai imita L di Death Note su un materasso dove poco fa c’era Lay e prima ancora c’era lui di nuovo e CHE CAVOLO AVETE DA BALLARE?!" sclerava invece Silvia.
Nel frattempo lo stesso Jongin si era alzato e aveva preso un rotolo di carta igienica in sostituzione ai fazzoletti, perché i ragazzi stavano piangendo dal ridere.
“Fai bene Yixing a facepalmarti” borbottai io rivolta al mio Ultimate nel video, che sdraiato sul conteso letto aveva un’espressione alla ‘nooo~ il vaso di mamma!’. E intanto la Sekai correva.
Così.
A gradire.
“AHAHAHAHA UN LAMPIONE!” urlò Sabrina, ridendo in modo isterico. A me arrivò in testa il rotolo della carta igienica e l’impatto mi servì a sbloccare le mie rotelle bloccate dalla ruggine della demenza.
“Ma perché dormite sul pavimento? Nel dormitorio non ci sono letti per tutti?” chiesi, confusa.
“Sara, si sono fumati qualcosa”.
“Ayu, ti sbagli, Chanyeol non sta dormendo”
“Ayumi, guarda, Kai sta ballando... e ha scritto Awesome awesome sulla maglia”.
“Modesto insomma”. Passai il rotolo a Sehun, anche perché stava picchiando Kyungsoo dal troppo ridere. Per altri, urgeva bombola di ossigeno, ma a quelle doveva provvedere Kai tirandole fuori dalle sue mutande.
“Adesso corre anche la Xiuchen. PERFETTO, INSOMMA!” sbraitammo tutte e quattro in coro. Tra l’altro, pareva che Chen se la stesse ridendo a più non posso.
“Palline rimbalzine? MACCHECAZZ?” domandai esasperata, gridando tutto il mio sconforto a un quadro appeso alla parete sopra la testa di Tao. Un quadro osceno, tra l’altro, di quelli brutti che si trovano nelle stanze d’hotel. Ew.
Nel frattempo la compagnia della dormita sul pavimento si era seduta e si deprimeva. Evviva. E poi gente correva a caso. Evviva parte due.
“KAI TOGLI QUELLA KAIZZO DI MANO DA LÌ!” ulularono le due unnie.
“KAI NON IMPORTUNARE DALÌ!” intervenni io allora.
Poi per i successivi undici secondi ci fu un susseguirsi di cose, persone, oggetti, case, libri, auto, viaggi e fogli di giornale. Probabilmente persino a Kyungsoo era venuto il mal di testa, tanto che nel video si era messo ad urlare sotto alla luce rossa.
Seir fece per dire qualcosa, ma la rapeface sul suo volto mise in allarme il mio essere, e io rubai la carta igienica dalle mani di Baekhyun e la lanciai in testa alla mia eonni.
Altri due secondi di caos e poi... e poi successe.
Kai, con i suoi capelli fuxia, senza Sehun, che chissà dove era finito e spero non nel posto più volte sopracitato prima, e con la sua meravigliosa mazza blu, rompeva botilia e amazava mia figlia.
Bloccammo il video, tutte con la stessa espressione facciale.
Espressione alla ‘WAEWTF’. Un nuovo stato d’animo introdotto da noi fangirl, presto nelle sale dei cinema.
“Allora. ALLORAALLORAALLORA. In principio era il Verbo. Poi venne il football americano, poi Kai e la sua mazza da baseball, poi lo pseudo-bowling e adesso Kai e la sua mazza da baseball che giocano allo pseudo-golf. HO DIMENTICATO QUALCOSAAA?” sbraitai senza alcun ritegno.
Silenzio.
“Bene” feci ripartire il video e gli EXO si misero a ridere.
Kai fece una piroetta e scomparve, facendo spuntare Lay, con sommo macchecazz da parte di unnie.
Ci fu l’ennesimo insieme di cose relative e fine a se stesse, come la Xiuchen nei boschi, la gente che balla, D.O seduto, Baekhyun che urlava un acuto dei suoi e che passeggiava in un cortile asfaltato ripreso dall’altro e... e di nuovo Sehun che aspettava sdraiato sui binari il treno dei desideri.
Italo approved.
Seguì il naso di Kai.
“Ma regolatelo il cacchio di zoom” si indignò Sara, scuotendo la testa.
“E QUELL’OCCHIO DI CHI ERA? MA VI DIVERTITE COSÌ TANTO A INFILARE LE PUPILLE A RANDOM NEI VIDEO?” sclerò Sabrina.
“Secondo me quello era Kyungsoo” borbottò Silvia.
“Meglio noto come Achille sangue nelle pupille” convenni io.
Sehun si accarezzò i capelli, in piedi sui binari e Jongin stava facendo il bad boy spruzzando vernice spray su un muro già imbrattato di per suo. E poi ci tirò addosso la mazza da baseball, che quasi gli finì di nuovo addosso.
“WAE” sbraitammo tutte e quattro una sorta di domanda non posta. Tanto non sapevano risponderci.
Cose a caso, cose a caso, cose a caso, spogliatoio vuoto. Fine della canzone. Love Me Right, EXO, SM entertainment.
Fine.
‘SM, che cavolo dai da mangiare ai tuoi artisti di così avariato?’ pensai, mentre i ragazzi finivano di ridere.
“Allora, ragazze. Parere?” ci chiese Chanyeol, asciugandosi una lacrimuccia.
Noi quattro ci guadammo. Poi guardammo loro.
“VI SIETE INDUBBIAMENTE FUMATI QUALCOSA”. E qui finì il discorso.
Con la versione cinese andò leggermente meglio, perché bene o male le cose erano le stesse.
Solo che c’era più Yixing, con il suo orologio da polso disegnato e che rappava. E io ri-iniziai con la lista della spesa.
Insomma. Tanta robba. Con sedici 'b'.
Venne poi il momento di ascoltare tutte le altre canzoni del repackage, tranne Love Me Right, appena sentita, e First Love.
“Avete presente quell’evento di rilascio di dieci ore che avevate fatto? Ecco, noi l’abbiamo scaricata. E quindi non è nulla di nuovo per noi” spiegò Sabrina, fiera di sé stessa, dato che era lei che scaricava gli album per poi fornirceli, non senza un qualche mese di ritardo.
Così arrivò il momento di Tender Love. La nostra reazione al cinese e coreano fu uguale. Ci mettemmo a fare un misto tra danza egizia, ola, ballo del qua-qua e macarena. Neanche a dirlo, i dieci ci stavano fissando come se fossimo impazzite. Eppure avrebbero dovuto conoscere, o quanto meno prevedere, gli effetti del fangirleggiamento.
“Che c’è? È orecchiabile!” disse loro Silvia, scrollando le spalle. Io mi misi a ridere, chiudendo la bocca a Sehun. Non appena gli mollai il mento quello la riaprì, cosa che mi fece ridere ancora di più.
Smisi quando sentii la maknae che mi si era appiccicata addosso, tremante.
“DonnaH? Che c’è?” chiesi. Lei mi indicò l’ultima traccia. Io osservai il titolo e impallidii di colpo.
EXO 2014.
Ricambiai la stretta di Silvia e iniziammo a dondolare e guaire. Seir ci osservava con un sopracciglio sollevato. Sabrina sospirò, selezionò la canzone coreana e si unì al nostro abbraccio.
Tempo un minuto ed eravamo tre fontane, più Seir che sospirava e ci teneva il rotolo della carta igienica, ormai dimezzato. Sperai, in un momento di quasi lucidità, che gli occupanti di quella stanza non avessero urgenze proprio quel giorno, perché la cosa poteva risultare scomoda.
Approfittammo della pausa tra versione cinese e coreana per soffiarci il naso.
“Mamma mia, che circolo d’acqua ragazze!” ci prese in giro Seir.
“Beata te che-che non riesci a p-piangere” ribatté Sabrina.
“Questi feels” soffiammo noi due maknae in coro mentre continuavamo a stritolarci e dondolarci. Gli altri presenti risero, ma noi non ci facemmo caso, troppo preoccupate per la nostra sorte. Magnifica e crudele, come quella di ogni fangirl.
Al contrario di Love me Right, la versione cinese di Promise aka EXO 2014 non fu affatto un colpo meno potente. Tutt’altro. C’eravamo evolute stile Pokémon da fontane a cascate del Niagara, con tanto di cartolina.
Tanto che Chanyeol, Yixing e Chen, gli autori della canzone, ci abbracciarono consolandoci, rispettivamente Sabrina con l’happy virus, io con l’unicorno e Silvia felicemente con l’arancia. Seir era invece so done with her life da brava Kyungsoo biased.
“Vi odio. E vi amo al contempo. Maledetti voi” mugolai io, stritolando Lay.
Dopotutto, cose che accadono una volta sola nella vita, no?
 

Angolino nascosto nell'ombra:

Sarò sincera con voi. All'inizio, mentre lo scrivevo, il capitolo non mi piaceva.
E poi è successo. Mi è partito il cervello e adesso è un mamma mia che disagio unico. Almeno secondo la mia modesta opinione.
Passiamo al commento.
Non mi ricordo esttamente che fine avesse fatto Tao all'epoca, ma la cosa (che probabilmete si rivelerà una grossa cazzata, ahemmm) che mi sono inventata per la storia mi serve per mandare avanti la storia stessa.
Allora. Sì, Sabrina ci mette SECOLI E MILLENNI  a passarci le cose che scarica, ma ci mette SECOLI E MILLENI per tutto, quindi amen. Sì, unnie, hai il diritto di uccidermi, dato che ti prendo in giro in tutti gli angoli. Sì, sono una figlia degenere. Però tale madri tale figlie *fugge*
Achille sangue nelle pupille... ve l'ho già spiegata un po' di tempo fa. È tornata per ché mi sembrava accurata per Kyungie e la sua aria alla 'ti uccido la famiglia nel sonno, poi ti spacco i denti e li uso per decorarti la faccia a mosaico'.
La nostra reazione a Love Me Right e Promise non è stata esattamente così (quella di Tender Love sì, e lo è tutt'ora). Cioè, non so le due maggiori che reazione abbiano avuto, io e Silvia abbiamo urlato qualcosa a caso tutto il tempo, non si capiva niente tranne 'si sono indubbiamente fumati qualcosa'. Con Promise eravamo abbracciate a piagnucolare, ma non eravamo disperate. Massimo una lacrimuccia.
I prossimi capitoli saranno spastici. Perchè non centrano niente con foto e ritratti. Apparte il prossimo (più o meno) e un paio verso la fine. Il prossimo sarà l'Extra e poveri noi.
Capirete perchè.
Ancora una cosa: potrebbero esserci dei ritardi, purtroppo, perchè la scuola mi sta uccidendo. Mian hae.
Ultimissima cosuccia: mi dispiace che nessuno abbia recensito il capitolo scorso, però vedo che le visualizzazioni sono abbastanza costanti e che la gente che segue, ricorda e preferisce aumenta quindi GRAZIE DI CUORE A TUTTI! <3


Aura_

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Capitolo 18
*** Extra - Abbiamo un'altra Chiamata in Linea! ***


Extra – Abbiamo un’altra Chiamata in Linea!

 

Chen P.O.V.
 

Era una mattina gioiosa, gli uccellini cantavano, il sole splendeva e... e le ragazze si stavano raccontando i loro sogni strani di quella notte, invece che svolgere il loro lavoro.
Tanto per cambiare
“Ero a scuola, nella nostra scuola apparentemente, e lì per lì mi sembrava un'assemblea di istituto. Invece di essere la nostra scuola però aveva qualche piano in più, ho la sensazione fossero quattro ma forse erano di più... comunque. Sono scesa, volevo andare al bar. Quindi vado giù e per strada incontro Valery. Andiamo al bar prendiamo da mangiare e nel mentre la signora del bar mi chiede se ci siamo già viste. Io le rispondo di sì, allo spettacolo hip-hop di fine anno di mia sorella, cosa successa realmente. Poi finiamo di mangiare e andiamo al primo piano. Tenete conto che gli spazi sono tutti più grandi, allargati. A quanto pare voi due c'eravate già con me, mentre Valery non c'era più, mah. Noi tre siamo salite e non ricordo cosa, come, dove e quando, ma continuavamo a sentire riferimenti agli EXO ovunque. E quindi ridevamo e ridevamo, e gli altri ci guardavano male. E qui partono le cose strane: appena salimmo le scale non passò più nessuno, solo alcuni studenti ogni tanto. Quindi sembrava ci fosse lezione, ma non era così. Era come se la scuola contenesse un albergo. Un po’ tipo college, con i dormitori ai piani di sopra. Incontriamo specificatamente alcune persone, tra cui tua sorella Ayu, e anche con loro riferimenti agli EXO e giù a ridere. Ci alziamo di piano, eravamo tipo al secondo, e succede qualcosa di... particolare: siamo fuori che chiacchieriamo e ridiamo facendo roll like a buffalo sulle scale quando da una delle camere esce Luna... delle F(x). Esce, prende il giornale, ci vede, la salutiamo sorridendole da persone normali, altra cosa strana considerando che fino a poco prima stavamo rotolando, ci saluta e poi richiude la porta. Noi ci guardiamo con un'espressione molto furba. Saliamo di due piani, andiamo al quarto, ci fermiamo sulle scale, apparentemente della scuola, ma più larghe. E chiacchieriamo, rolliamo like a buffalo di nuovo cercando di fare silenzio ma con un fail totale. Ad un tratto da una camera apre la porta... Hoya. E io ero tipo... ‘ciao Hoya, da quanto che non ci vediamo’. È il ballerino degli Infinite. Appena apre ci fermiamo a guardarlo, io lo saluto da persona normale, lui fa lo stesso timidamente e richiude la porta. Appena richiude la porta mi sblocco ed inizio a fangirleggiare ma subito dopo si riapre la stessa porta quindi di scatto ridiventiamo serie. Mah. Comunque. Scendiamo di un piano. Anche su quel piano ci fermiamo sulle scale a ridere ma Ayu no, tu te ne eri andata a caso. Quindi in due sulle scale a chiacchierare, ad un tratto scende le scale Dongwoo, che è il rapper degli Infinite, gli Infinite mi stalkeravano in ‘sto sogno, tutto sorridente come al solito, ci vede, ci saluta, lo salutiamo, fangirleggio un po’. Però lui lo nota, corre da me dicendo ‘feels, i miei feels’ e poi mi abbraccia fangirleggiando a sua volta barra prendendomi in giro. Da lì poi torniamo giù, incontriamo Jongin che rapisce Seir e mi sono svegliata”.
Sabrina prese fiato dopo tutta la pappardella di sogno, mentre noi tutti eravamo sdraiati a ridere sul pavimento.
“Ehi, perché devo essere rapita da Jongin?” urlò Seir, ridendo tanto che a momenti le partiva un polmone.
Sabrina era comunque stata l’ultima di una lista di sogni strani. In pratica erano comparsi un sacco di gruppi a caso: noi in primis, BigBang, Infinite, F(x), SNSD e altri.
“Ragazze, ma di preciso, quanti gruppi seguite?” chiesi, sollevando un sopracciglio divertito dall’elenco.
“Troppi” mi risposero in coro. Tuttavia, dopo un paio di pressioni, vennero fuori dei nomi in generale più precisi, comunque quelli che seguivano di più. Oltre a noi c’erano gli SHINee, le F(x), le SNDS, i Super Junior anche se non li riconoscevano ancora, da quello che ci dicevano, i BTS, i B.A.P. e i VIXX.
La lista della spesa, insomma.
Avevano iniziato anche a seguire altri gruppi ancora, tipo i BigBang, gli U-KISS, le EXID e altri gruppi, tanti altri, soprattutto Sabrina.
Tuttavia, quelli precedentemente elencati andavano più che bene.
“Junmyeon hyung... dopo devo proporti una cosa...” dissi al leader, ignorando il suo sguardo preoccupato e saltellando via.
 

Sabrina P.O.V.

 
Chissà perché Suho aveva voluto portare e collegare il suo laptop. Questo era il quesito del giorno.
Per cinque minuti, poi ce ne dimenticammo e iniziammo a finire il nostro lavoro. Sì, perché ormai io e Sara avevamo ritrattato sia Jongdae e Kyungsoo, era stato divertentissimo, tra l’altro, continuavamo a cantare e loro ci aiutavano con la pronuncia coreana, ed eravamo già a buon punto con quelli della Sekai. A tal proposito, maledetta me il giorno in cui decisi di lasciare quei due in gruppo assieme e per ultimi.
Avete presente quando nello Showtime Sehun dice e prova che non può stare fermo per più di tre secondi? Beh, io lo CONFERMO. Ma perché deve essere un mio bias, perché. Wae.
“Sehun, se non stai fermo e zitto e immobile ti tiro questa gomma sul setto nasale” lo minacciai ringhiando.
“Non devi neanche respirare bel Procione” mi scimmiottò Kai, ridendosela sotto i baffi che, per inciso, manco aveva. Chissà come sarebbe Jongin con baffetti alla messicana e sombrero che canta ‘Bailando’. Maracas comprese nel prezzo. Lee Soy un Dorito Taemin approva.
“Sehun ti tiro davvero il dori... la gomma. Attento” ripetei, distraendomi dai miei pensieri.
“E sarebbe la decima volta della mattin... uh? Junmyeon oppa! Ti sta video chiamando qualcuno!” esclamò la sweet maknae.
“Ah” disse solamente il ragazzo, lasciando gli altri provare Love Me Right e andando a rispondere. Il laptop era lontano dai due computer e dai cavalletti, perché lo avevamo appoggiato sulla cattedra, tanto la scuola era finita. Così lo potemmo solo sbirciare da lontano mentre rispondeva.
“Annyeong hyung!” esclamò contento. Ma con chi diamine stava parlando?
 

Suho P.O.V.

 
Doveva esserci stata una qualche riunione all’SM, oppure si erano ritrovati apposta tra loro per un qualche motivo. Dico questo perché era strano che così tanti artisti fossero riuniti nello stesso posto tutti assieme anche all’interno di una stessa agenzia. Eppure c’erano Leeteuk, Heechul e Kyuhyun dei Super Junior, gli SHINee al gran completo, Amber delle F(x), Taeyeon delle SNSD e Changmin dei TVXQ.
“Junmyeon-ssi! Quanto tempo!” mi salutò il leader dei Super Junior sorridendo.
“Imbarazzante come tuo solito?” lo spinse via Amber.
“Nella norma, non ti preoccupare” risposi io buttando gli occhi al cielo.
“I ragazzi ti fanno dannare?” mi chiese invece Changmin ridacchiando al pensiero.
“No... non più di tanto... almeno non me” risi piano, sbirciando al di là del desktop. Quando mi chiesero che intendevo staccai le cuffie e mimai un conto alla rovescia con le dita. E poi Silvia e Sabrina esplosero assieme.
“SEHUN SANTO SHISUS! LA VUOI SMETTERE DI MUOVERTI? PERSINO LO SGABELLO HA LA NAUSEA A FORZA DI ROTEARE MANCO FOSSE UN PIANETA! PIANTALAAAA!”
“KIM JONGDAE RIDAMMI IL MOUSE O GIURO CHE, PER QUANTO IO POSSA ADORARTI, TE LO FICCO SU PER IL...”
“DERETANO” si fece sentire la voce distratta di Ayu, a caso.
“...CULOOOO!”
“...fanno dannare loro più che altro” conclusi ridendo, prima che un terrorizzato Chen mi si spalmasse addosso pigolando.
“Hyung mi vuole uccidere” bisbigliò con fare teatrale. Io scoppiai a ridere.
“Nah non lo farebbe mai” ribattei. Dall’altra parte dello schermo osservarono esterrefatti l’arrivo di Silvia che recuperò per un orecchio il main vocal sibilando qualcosa che non colsi, probabilmente in italiano o in spagnolo, chi lo sa.
“Eh?” chiese infatti Jongdae.
“Credo abbia detto che non può compiere un omicidio nei tuoi confronti perché sarebbe un peccato mondiale, ma chiede a qualche divinità mongolica se può massacrarti” si fece udire di nuovo Sara, che aveva fatto cambio con Sabrina prima che questa uccidesse il maknae.
“Ah. Grazie”
“Prego... Sehun, però. Sei davvero una seccatura. Proprio un brutto mandarancio” s’imbronciò la ragazza.
“Non ero un bel procione?” chiese ammiccando. Ma era difficile battere Ayu su quel campo. Infatti quella scrollò le spalle con nonchalance.
“Infatti. Ma come può, secondo te, un bel procione essere anche un bel mandarancio? Insomma, i mandaranci hanno la buccia arancione, e i procioni quel pelo grigio-marrone...” Ayumi scosse la testa e andò avanti con il suo disegno.
“Un... bel procione?” sentii chiedere a Taeyeon. E fu così che Silvia si rese conto di aver minacciato di morte Jongdae in diretta. Osservò a bocca aperta chi effettivamente la stava osservando con interesse, per poi ricomporsi mentre si schiariva la voce.
“Dovevo aspettarmelo” dichiarò, facendo scoppiare a ridere me, Jongdae e gli altri.
“Che cosa?” chiese Seir, dall’altro lato della palestra, ma venne ignorata dalla maknae.
“Ragazzi, lei è Silvia, la maknae delle quattro ragazze... ed è quella con i piedi più per terra” la presentai io. Tutti gli altri la salutarono in coro e lei sorrise.
“ALLORA! Smettila di ignorarmi maknae-ah!” tuonò la voce di Sara prima che anche lei comparisse nel raggio della webcam, scambiasse delle occhiate e se ne tornasse ai computer non prima di aver assunto una tonalità vermiglia. “Continua pure ad ignorarmi maknae-ah. Arrivederci!” borbottò solamente.
“Oddio, Suho, che diamine sai guardando” mi fissò con aria da diva la unnie, avvicinandosi a sua volta, ma fermandosi prima di essere inquadrata. Fece dietrofront prima iniziando a tirar giù tutto l’orto. “Aura se ti vuoi bene non ti avvicinare!” comandò alla sweet maknae che la guardava confusa, per poi fissare Seir che si era spalmata contro gli altri materassoni.
Cominciavo a pentirmi di aver dato ascolto a Chen.
Sabrina tornò indietro dopo un paio di minuti, vide Heechul e si mise a ridere, accasciandosi sotto la cattedra.
“Lei è, o era, dipende se è ancora viva, la unnie, Sabrina” la presentai, fissandola preoccupato. “Ma che le prende?” chiesi poi a Silvia.
“Effetto Super Junior” mi rispose.
“Effetto Rocchetta” sentii Aura dai cavalletti.
“...TonnaH... no” commentò la serious maknae, scatenando la risata dell’altra, che non sembrava interessata a schiodarsi dal suo sgabello.
“Ayu, vieni qui, dai” la chiamai. Lei sollevò un sopracciglio, si alzò e iniziò a camminare nella nostra direzione.
“Solo, attenta a non morire” concluse Silvia. E la sua vicina di casa si immobilizzò a metà strada, guardando il laptop con sospetto.
“Posso rimanere qui?” chiese al sottoscritto.
“Ok” risposi ridendo, e girai il computer. “Ragazzi, lei è Sara, la seconda maknae, anche se più grande di Silvia”.
“Oh acqua san Benedetto” se ne uscì la ragazzina, sgranando gli occhi. Chen le saltellò vicino e la afferrò per un braccio.
“Così non scappi via come hai fatto con noi” rise. L’altra lo fulminò con gli occhi.
“Era diverso” sbottò con voce più acuta del normale, mentre diventava rossa.
“Aigoo” si sentì parlare il mio computer, e le ragazze si misero a ridere. Nel frattempo, Sabrina era resuscitata e Seir si era avvicinata di nuovo.
Nel giro di un quarto d’ora conquistarono i non-presenti. Seir e Amber sembravano conoscersi da una vita, avevano un feeling pazzesco e un rapporto bias-biased oltre ogni limite umano, Ayumi rideva per Heechul, che non aveva manco riconosciuto all’inizio perché, come aveva detto lei ‘non ho ancora iniziato a studiare i Super Junior, capitemi’. Sabrina invece fangirleggiava su Baekhyun e Taeyeon, con tanto di occhi a cuoricino. Silvia e Kyuhyun erano so done with their life, probabilmente sarebbero andati d’accordo. Changmin anche si stava divertendo, soprattutto dopo che la maknae line aveva ammesso di averlo battezzato ‘Mr. Acuto Idraulico Gel’.
Il casino maggiore lo avevano fatto con gli SHINee, che era uno dei gruppi più apprezzati dalle quattro. Cose già viste da noi, i litigi perché non volevano dire il bias, la canzone preferita, cose così.
Lo avevano fatto anche con SuJu , SNSD e F(x), ma se con i primi ancora non li riconoscevano fatta eccezione per Sabrina che aveva mezzo mondo, tipo Ryeowook, Kyuhyun, Leeteuk e Heechul; con le restanti due era stato più facile perché c’era solo un membro per gruppo. Tra l’altro, Sabrina era Taeyeon biased e Seir stimava e trovava particolarmente simpatica Amber. Le due maknae erano in alto mare anche con quei due gruppi.
Alla fine vinsero i cinque rompi_tappi_di_sughero come li aveva definiti la unnie e scoprirono che ben tre su quattro avevano come bias Jonghyun, a cui si univa Taemin nel caso di Silvia. Brina aveva cambiato bias tre volte, partendo da Key, passando per il maknae fino a scegliere Minho, fermandosi per dubitare su Onew e il suo pollo e sulla voce da feels del dinosauro di turno.
“Tanto per cambiare” avevano commentato le altre tre.
“Gna. Che volete? Ero una giovincella indecisa all’età di dodici anni” sbottò la maggiore.
“Fai così anche adesso unnie” ribatté Sara.
“Beh, con i gruppi molto numerosi è normale e più difficile”
“Sì, ma fai così anche con i gruppi meno numerosi”
“...Ayu, taci”
“Ok” rise la ragazzina. Nel frattempo io stavo cercando di tradurre ai Super Junior ciò che le quattro dicevano in inglese. E loro ridevano e parlavano in italiano. E alle loro facce esterrefatte si scusavano con la canzone Sorry Sorry, coreografia inclusa.
A dir la verità, all’inizio ci provavano anche a rispondere in inglese, ma non c’era proprio niente da fare. Quelle quattro non ci provavano nemmeno, partivano a ridere e a prenderli per i fondelli, scusandosi subito dopo.
Oh mai sciupa gol! ...No, scusate, ahahahahhaha non volevo, giuro! Mian haehahahahahahh~”
Una cosa così. Ma tanto quegli altri ridevano più di loro.
 

Il giorno dopo...

 
Quella volta la chiamata mi arrivò direttamente da un dormitorio di un gruppo estraneo all’SM.
“Annyeong!” salutai allegramente, e subito Sabrina si fece riconoscere.
“ANCORA?! DI PURE A LEETEUK CHE QUESTA VOLTA NON CI PROVI NEMMENO A PARLARE IN INGLESE, PIUTTOSTO PARLIAMO IN COREANO NOI! E RIFERISCI AD HEECHUL CHE SE PROVA A BACIARE LA WEBCAM DI NUOVO MI IMPEGNERO’ MOLTISSIMO NEL LANCIARGLI UNA SCARPA CHE LO COLPISCA IN TESTA FINO IN COREA!” ululò.
“Tranquilla Sabrina, non sono i ragazzi dell’SM” ridacchiai io.
“Ah” commentò solo quell’altra. Seir, nel frattempo, si era allegramente spalmata sul pavimento e rotolava, Silvia era uscita dalla palestra dicendo una cosa come ‘basta, vado ad acconciare il pelo dei barboncini di Kai’ e Sara era caduta dallo sgabello per lo spavento, massaggiandosi un orecchio.
“Ahia, unnie” pigolò, allontanandosi da Sabrina. “Omma- cioè, App...no, OPPA, che cavolo questi onorifici... mi ha fatto male~” piagnucolò lei avvicinandosi a me fino a che non vide l’autore della videochiamata, che ancora non aveva detto una mezza parola e se ne stava lì a fissarmi con la bocca aperta e l’espressione a metà tra lo scandalizzato e il divertito.
“Tranquillo, è normale” lo rassicurai in coreano, tentando di non ridere. Ayumi lo stava ancora osservando, l’espressione leggermente corrucciata.
“Sai, Junmyeon oppa... lui mi ricorda Himchan dei B.A.P.” mi disse poi, annuendo leggermente.
“Beh, Ayu... forse perché lui È Himchan dei B.A.P.” le risposi, ridendo. Lei sbatté le palpebre innocentemente, facendo vagare lo sguardo da me a Himchan e da lui al sottoscritto, con aria persa.
“Ah” sussurrò, osservandolo. Poi tornò a guardare me. “Ma perché faccio sempre queste figure di cacca? Spiegamelo. Cosa c’è che non va in me. Mia sorella lo diceva che sono stata scambiata nella culla... aish, unnie, non ci sento più da questo orecchio... sono una causa persa”. Tornò a guardare il visual dall’altra parte dello schermo. “Mian hae, sono un cervello di papera. Non sono degna di essere una Babyz. Siete liberi di scacciarmi dal fandom. Ma come si fa a uscire da un fandom? Mah. Comunque... non lo so. Sono scema, punto. Virgola. A capo” disse.
La cosa andò avanti per un paio di minuti, e le cose che diceva diventavano sempre più randomiche, fino a chissà quali livelli, dato che aveva preso a parlare in italiano. “Cappelli e cammelli. Papaveri e papere. Martelli e mantelli. Pomodoro e ravanello. Io con l’ombrello. E bellissime borse di cobra” esalò infine. Poi le tappai la bocca. E lei mi guardò, stupefatta di trovarmi lì, a quanto pare.
Era davvero partita.
E in sottofondo si sentivano solo le risate degli altri membri, soprattutto Chen, Kai e Tao. A loro si aggiunse anche Himchan che era rimasto muto tutto il tempo. “Tranquilla, tutto ok” riuscì ad articolare.
“Ah” commentò di nuovo Sara da dietro la mia mano. Allora la lasciai andare. E lei si mise a ridere, facepalmandosi.
“Ayu con chi stai.... ah. Ciao Himchan” se ne uscì Sabrina avvicinandosi alla collega. Quell’altro ricambiò il saluto, ma non venne considerato dalle due che avevano iniziato a bisticciare.
“Il mio timpano ti odia unnie”
“Scusa timpano... ma che ci fa lui lì?”
“Chi, il mio timpano? È normale che stia nell’orecchio”
“Ma no... LUI! Che ci fa lì?”
“Chi? Himchan?” chiesi io.
“SI!” rispose lei.
“Beh... io ci vivo qui” rispose confuso il ragazzo, indicando dietro di sé quella che doveva essere la sua stanza nel dormitorio.
“...tutto molto vero” approvò la unnie. Il visual dei B.A.P. si mise a ridere.
“Hyung, ti senti bene? Perché parli da solo?” chiese la voce di Daehyun, prima che Dae stesso apparisse nello schermo, sorridendo e salutandoci.
“Aish, Jung Daehyun, sei una piaga. Perché non posso parlare in pace una volta con qualcuno senza che tu venga a rompere le...” si fermò prima di dire qualcosa di non molto carino, cosa che fece rotolare dal ridere il main vocalist.
“...le sardine” concluse al suo posto Sabrina. Sara si mise a ridere.
“Che cavolo ridete vo...i” ci raggiunse Seir, accompagnata da Silvia che osservò con sguardo severo il cantante che rotolava. Poi fissò la sua compagna maknae.
“Pensi che sia tardi per comprare un biglietto per volare in Siberia, TonnaH?”
“Temo di sì, mon amour” rispose l’altra, sorridendo innocentemente, a cui la minore rispose con un teatrale sospiro.
“Ehi! Io sono un tuo oppa, dovresti portarmi rispetto!” la ‘sgridò’ Daehyun. Per tutta risposta Silvia inarcò un sopracciglio ironicamente perplessa.
“Ma dai” fece. “Peccato che non ho molta intenzione di interagire con persone dal quoziente interattivo pari a quelle di un criceto. Ossia: che pensa solo al cibo”. Si voltò verso l’esterno della webcam: “Senza offesa, Xiumin oppa” aggiunse, per poi tornare a guardare i membri dei Best Absolute Perfect.
“Ahahahaha, mi piace la ragazza” si aggiunse una terza voce.
“Zitto un po’ Youngjae” rimbeccò Daehyun all’altro vocalist, che per tutta risposta si piegò in due dal ridere, apparendo nel nostro campo visivo.
“Saaaalve” declamarono assieme le due colleghe di Arti Figurative. “Arrivedeeeerci” dissero di nuovo quando il maggiore dei due litiganti afferrò il suo migliore amico tirandolo sul pavimento dove iniziarono ad azzuffarsi, ridendo e imprecando. "Tuuu!" conclusero, indicandosi a vicenda.
Himchan si stava facepalmando con rassegnazione. “Scusateli, sono fatti così... non avete idea di che cos’è vivere in dormitorio con loro”borbottò, passandosi la mano tra i capelli.
“Io una mezza idea ce l’ho” borbottai io, lanciando un’occhiataccia alla beagle line che aveva iniziato a guardarsi in giro fischiettando. Il visual dell’altro gruppo rise.
“Sì, immagino tu abbia ragio... SANTO CIELO, VOI DUE, LA VOLETE PIANTARE?” urlò poi ai due vocalist che facevano sempre più casino ogni secondo che passava. Purtroppo non ottenne l’effetto sperato.
“HYUNG HA COMINCIATO LUI!”  urlarono infatti assieme.
“Voiii!” esclamarono le quattro ragazze assieme, indicandoli in sincro. “Noiiii!” decretarono allora indicandosi tra di loro.
“Che cavolo sta succedendo qui?” si fece sentire il vocione da contrabbasso di Yongguk, prima che questo affiancasse Himchan seguito dai due maknae, uno che osservava la scena ridendo e l’altro che osservava noi.
“Annyeong haseyo, LidaH, Zelo, Jongup... ora posso morire in pace” boccheggiò Sabrina. Si scambiò un’occhiata con Ayumi e poi tutte e due urlarono in contemporanea: “SHUTDOWN, SORRY!” e si accucciarono sotto la scrivania, mentre la risata allegra del maknae del gruppo si faceva sentire.
“Ah, loro sono le ragazze dell’iniziativa?” chiese il leader con un sorriso.
“Esatto. Le due che si sono appena lanciate sul pavimento, Ayu e Sabrina, si occupano dei ritratti, mentre queste altre due, Seir e Silvia, due fanno le foto” rispose Kyungsoo, perché io ero impegnato a verificare che Ayumi non si fosse fatta troppo male, dato che aveva tirato una sonora craniata contro la cattedra.
“Capisco” ridacchiò Yongguk, mentre la unnie si rialzava borbottando qualcosa come ‘sono troppo vecchia per questa cos- Sehun e tu che cavolo hai da ridere’. Sara era rimasta per terra e rideva perché ‘il tavolo parla con le voci dei B.A.P’. Silvia faceva finta di non conoscere nessuno dei presenti tranne qualche rara eccezione e Seir era momentaneamente dead inside.
“È un piacere fare la vostra conoscenza, ragazze! Non è vero, Jongup?” disse Daehyun, affiancando il minore e gettandogli un braccio sulle spalle.
“Ne~” rispose il minore, con un leggero sorriso.
“Aww, che patata!” fangirleggiò Sabrina, iniziando a volteggiare e tramortendo due maknae, maschile e femminile, inciampando nei suoi stessi piedi.
“Daehyun oppa, sei davvero una piaga. Lascia stare il povero Jongup oppa” lo riprese Sara-piccola, spuntata dal pavimento stile suricate.
“Ma... ma... mi ferisci, così.... Aliù!” provò a fare il tragico il logorroico vocalist, buttando lì un nome a caso.
“Ayu, c’eri quasi. In realtà mi chiamo Sara, comunque. Piacere” lo corresse la seconda maknae, con un sorriso innocente.
“Bene, Sara... quella dietro di te è per caso una statua? Non ha detto una parola tutto il tempo!” rise Youngjae.
“Aniyeo, lei è... Sara, o Seir. È sotto effetto dei feels. Prima c’ero anche io, ma a differenza sua parlavo anche troppo e, soprattutto, a vanvera. E io di solito non parlo proprio, strano, no? Le casualità della vita” Ayu scosse la testa, poi si girò verso la sua omonima e fece ciao-ciao con la mano a tre millimetri dal naso della maggiore. “Eonni~ sveglia, ci sono le gocciole~” cinguettò allegra.
Silenzio.
“Elettroencefalogramma piatto, signori. La dichiaro clinicamente morta. Non serve neanche l’autopsia. Causa del decesso: feels. Youngjae è colpa tua” borbottò Brina, che teneva il polso all’amica come se volesse sentire le pulsazioni.
“E che ho fatto io?” chiese confuso il vocalist, che venne puntualmente ignorato.
“Dobbiamo organizzare il funerale, prima che il cadavere marcisca e inizi a putrefarsi. Ayu, occupati della tomba” istruì l’altra Sara la unnie.
“Ok. Posso prendere quella con gli spuntoni di ferro dentro? Quella usata nelle antiche torture?” chiese, con gli occhi che brillavano. Sgranai gli occhi tanto che temevo si staccassero dalle orbite per poi iniziare a rotolare, assieme ai due maggiori dei B.A.P. e al resto degli EXO meno Yixing. Mi dimenticavo che Ayu aveva il suo lato oscuro.
“...No. Direi di no, Ayu” rispose Sabrina, patpattandole una spalla con aria semi-scandalizzata. Silvia, dal canto suo, stava facendo di tutto per non ridere.
“Peccato. Penso le sarebbe piaciuto. La usano anche in D. Gray – Man i due gemelli Noah Jasdero e Debitto quando provano ad ammazzare Kuro-chan~” mugolò la ragazzina mettendo il broncio.
“Guardate che io non sono ancora morta” obiettò finalmente Seir, che aveva assunto rapidamente un color pomodoro. Anzi, pomodoro-ciliegina, già che siamo in tema B.A.P., perché no.
“Shht! Zitta e fai il cadavere!” le disse Brina, liquidandola con la mano. “Sto pensando a che fiori abbinare alla lapide”.
“Aspetta, ma la lapide quando l’abbiamo decisa?” chiese Silvia, reprimendo con enorme sforzo l’ennesima risata.
"...non l'abbiamo... aish!" borbottò la maggiore. Sara intanto stava urlando al miracolo, saltellando in giro per la palestra, sbraitando ai quattro venti.
“Lo spirito di Krisus è tra di noi! O forse è Shisus! Nobody knows! Uh~” concluse, iniziando a canticchiare Voodoo Doll dei VIXX.
“La situazione sta diventando decisamente paranormale” commentò Yongguk quando Aura tornò tra di noi, ridendo e sorridendo a parecchi denti. E le due maknae, scoppiarono a ridere assieme, farfugliando qualcosa di incomprensibile.
“Tu dici?” chiesi io, ridacchiando. “Sono sempre così queste quattro. Tranne quando lavorano seriamente, in quel caso cambiano completamente” aggiunsi poi.
“Ti crediamo” risposero i sei ragazzi in coro, guardandosi a vicenda.
“Oh, sì, certo, parlate come se noi non ci fossimo e non vi capissimo” s’intromise piccata Silvia, incrociando le braccia al petto, in coreano.
“Non lo parlate quasi mai è difficile per noi ricordare che lo parlate!” provò a difendersi Baek, ma quelle manco lo ascoltavano.
“Non capisco niente, dente da latente~” canticchiava Aura. “Come potrete notare, ora non stiamo lavorando” affermò poi, con un sorrisino innocente.
“Dente da latente, Ayu?” chiese Seir, sollevando un sopracciglio. Quell’altra annuì.
“È stata la prima cosa che mi è venuta in testa. Ma... credo di non sapere esattamente che significa” rispose.
“...tu sei strana. A me veniva in mente parente, perdente, demente, ma latente...” borbottò la maknae, accarezzandosi il mento. L’altra maknae fece spallucce. “Faccia da demente...” rifletté ancora Silvia, girando la testa fino a incrociare gli occhi di Daehyun. Sorrise con un’ironica dolcezza.
“EHY! Io sono un tuo...” esclamò quello, prima che la ragazza lo interrompesse.
“...il mio oppa, ti devo portare rispetto e bla, bla, bla...” sbuffò l’altra in tono leggero, liquidandolo con un altezzoso gesto della mano. Poi si fissarono e iniziarono a ridere come due dementi, per l'appunto.
“Fatemi indovinare. È il suo bias” Disse solamente il visual del gruppo non fisicamente presente in quella palestra, squadrandoli con un ghigno divertito.
“C’hai azzeccato, Himchan oppa. Beccati in pieno” annuì la unnie, per poi fissare i due ‘litiganti’. “Vanno d’accordo... a modo loro” riprese.
“Davvero-davvero” commentò Seir.
“Silvia, sei fregata. Adesso ti romperà l’anima assieme a quel povero patato di Jongup” scosse la testa Ayumi.
“Eddai, non sono così tremendo” obbiettò il main vocalist, asciugandosi una lacrimuccia.
“Come no!” esclamarono ironici i due maggiori del gruppo, buttando gli occhi al cielo. Sentii Seir ridacchiare per questo e commentare con un ‘le shipping non esistono mica per caso’.
“Magari da solo no... ma con quell’altro sì!” esclamò convinta la sweet maknae indicando Youngjae, il quale si indicò a sua volta e mimò un ‘io?!’ con le labbra. La ragazza sorrise per confermare.
“Ha ragione” sospirò Yongguk, passandosi una mano tra i capelli.
“EHY!” protestò la vocal line, scatenando le risate generali.
“Bene, ragazze, è stato un piacere parlare con voi, ma adesso dobbiamo andare, abbiamo degli impegni” sorrise il visual dopo aver controllato l’orologio.
“ASPETTA!” urlò Youngjae.
“Aish, Yoo Youngjae, mi hai assordato” sibilò Himchan.
“Prima dovete dirci i bias” ordinò il main vocal, ignorando il maggiore.
“MA VOI IDOL CE L’AVETE CON ‘STA STORIA DEI BIAS!” ruggì Sabrina, urlando tutta la sua frustrazione alla lampada al neon, con tanto di braccia alzate alla ‘altolà il sudore!’.
“’Stocazzo” rispose invece Seir, ringhiando. Io tossii, strozzandomi con la mia stessa saliva.
Bonjour finesse! Alla faccia del francesismo!” la canzonò Aura.
“Zitta un po’, Layla”
“Gne, Kaila”
“Gni”
“Gna”
“Gnipsilon. Comunque, Daehyun e Zelo” concluse con nonchalance la maknae.
Tanto per cambiare.
“NON LO SO, FORSE IL MAKNAE, MA CHE CAVOLO VOLETE CHE NE SAPPIA IO BGFAHGFDSNGVJKB!” aggiunse Sabrina, prendendo a pugni il muro e, occasionalmente, Sehun.
“Oddio, Junhong, scappa!” consigliò il maknae degli EXO, fingendo una scena drammatica. Quell’altro si mise a ridere.
“Jello e Jongup~” canticchiò Sara. “Però è stato davvero difficile, siete il gruppo che più mi ha dato problemi. Tanto love a tutti ragazzi” concluse mimando un cuore con le mani e aggiungendoci un accenno di aegyo.
Seir si era impietrita di nuovo. E allora Sabrina la indicò e grugnì un qualcosa che assomigliava a “Junhong e Youngjae”, prima di prendere per un polso l’altra maggiore e trascinarla via. “A MAI PIU’ RIVEDERCI!” ululò quando fu a distanza di sicurezza. Le due maknae si misero a ridere come delle dementi, appoggiandosi l’una all’altra e ruzzolando per terra di conseguenza.
 
Il giorno dopo del giorno dopo...
 

Seir P.O.V.

 
Mi chiedo cosa avessi fatto di male nella mia vita precedente. Dovevo essere stata una persona davvero malvagia per meritarmi tutto quello.
“Annyeong” mi salutò un più che sorridente Kim Taehyun, meglio noto come V. Dietro a lui, i Bangtan Boys al gran completo.
“Eh ma allora è un vizio!” fu la cosa più intelligente che trovai da dire, sbattendo le mani sulle mie gambe, a braccia tese.
“Cosa? ...No, aspe’ non dirmelo... SUHO, L’HAI FATTO DI NUOVO! MA TU LO FAI APPOSTA!”
“NON VUOI PIU’ BENE ALLA TUA CASTELLI!”
“Wa da fak, Ayu”.
“Che sta succedendo qui?” chiese Silvia, entrata in palestra in quel momento.
“Non lo so, ma unnie ha già iniziato a sbraitare, quindi sarà una grande, splendida giornata!” cinguettò Ayumi, ridendo felice.
“CI SONO I BTS!” ruggii io, perplimendo alquanto i sette ragazzi al di là dello schermo.
“DOVE?!”
“In Corea del Sud, Ayu”
“No, cretine, in videochiamata. E io dovrei essere la più piccola?”
“Ma che ne sapevo io di dove erano i BTS. E possono non essere in Corea, unnie. Scusa, DonnaH, è stato un riflesso incondizionato”.
“Scuse accettate, TonnaH”
“Ora glielo chiedo”. Come una furia, Sabrina corse fino a schiantarsi contro la sottoscritta, facendomi iniziare a imprecare. “VOI”.
“NOI” risposero seri i sette ragazzi. Sentii chiaramente l’eco del facepalm combinato delle maknae.
“VOI. Siete in Corea adesso?”.
“No. In albergo in Giappone”
“...cavolo. Ayuuu~, avevi ragione tu!” canticchiò quella che dovrebbe essere la maggiore mentre le altre due ci raggiungevano.
“Ah. Davvero. Beh, certo che avevo ragione... a proposito di cosa?” chiese Sara, confusa.
“Niente Layla” rispose Sabrina. L’altra scrollò e spalle, degnando la sua attenzione allo schermo del laptop.
“...MA QUELLI SONO I BTS!” ululò, assumendo una posizione degna dell’urlo di Munch.
Facepalm, prego.
“Sara, ma fino ad adesso dov’eri?” le chiese Silvia, sollevando un sopracciglio.
“Volteggiavo~ nell’etere~ come un atomo dei filosofi pluralisti... se erano loro” canticchiò la ragazza, piroettando su se stessa e atterrando in quarta. La danza classica le stava facendo male. Molto male.
“E poi dicono che noi siamo strani” commentò Hoseok, mettendosi a ridere.
“Calma, J-Hope oppa, CALMA. Non c’è paragone tra noi e te. O meglio, magari c’è ma, tu il maestro, noi le allieve” ribatté Aura, annuendo convinta.
“Oh, iu ar veri no fun” rispose il ragazzo, prendendola in giro. Ayumi si mise a ridere per la pronuncia inglese che, come già sapevamo, era semplicemente oscena.
Leader, tu ti salvi.
Per quanto riguarda Taehyun, mi auguro che avesse intenzione di parlare in coreano, perché il suo inglese era frammentato e incomprensibile, come tutte e quattro avevamo già confermato da tempo.
“Don’t tach mai feisù!” risero le due minori, ridendo. Anche il ballerino dei Bangtan, riconosciuta la citazione, si stava sbellicando. Io e le altre ci scambiammo un’occhiata d’intesa.
“Jimin? YOU HAVE GOT NO JAMS!” urlammo tutte in coro, incrociando all’unisono le braccia al petto, pronte a goderci ogni loro ipotetica reazione.
E tutti i ragazzi, EXO compresi, avevano la mandibola che spazzava il pavimento. Tranne Rap Monster. Lui sorrideva e annuiva, dicendo qualcosa come ‘quelle sono le mie ragazze’. Alla faccia dei coreani che danno poca confidenza, insomma.
“Scusateci, era d’obbligo” disse Silvia.
“Scusateci...” ripeté Sabrina, fissandomi con un sorriso malizioso.
“ESCHIUS MIIII!” urlammo di nuovo tutte e quattro, attaccando a ridere fino a che non ci ritrovammo una sopra all’altra a contorcerci sul pavimento. Nel frattempo, Jimin aveva preso una sfumatura che rasentava il viola melanzana.
“Scusaci, Jimin... è più forte di noi” provai ad articolare. Quello non afferrò, purtroppo e, con un sorriso, scosse la testa.
“Pardon?” chiese, educatamente. E poi si rese conto dell’errore.
“PARDON?” esclamarono infatti le due maknae, ossia le due che erano più lontane dallo sputare un polmone. Jongkook sparì dalla webcam, probabilmente si era messo a rotolare dal ridere.
“HO DETTO SCUSATECI, È PIU’ FORTE DI NOI!” ululai io in qualche modo. Speravo solo che le bidelle lascassero correre se avessero sentito il gran baccano che stavamo facendo.
Sì, un po' tardivo come pensiero, lo ammetto, dato che era un mese abbondante  che andavamo avanti a fare schiamazzi degni di scimmie in calore. Ma questi sono dettagli.
"E io che pensavo che il nostro dormitorio fosse un covo di matti" ridacchiò Jin, scuotendo la testa divertito.
"...pensi bene, Seokjin. Hai perfettamente ragione" lo interruppe Silvia, naturalmente con una frase onorifico free.
"Scusatela, in italiano non ci sono gli onorifici e quindi lei non li usa. Non è per mancarvi di rispetto..." spiegò l'altra maknae, gesticolando come una piovra che fa put your hands up in discoteca.
"Anche se spesso mi passa la voglia di portare loro rispetto, hanno il quoziente intellettivo di un pomodoro ciliegina... con tutto il rispetto verso i pomodorini" aggiunse in italiano la maknae vera e propria. Ayumi si soffocò con la sua stessa saliva, iniziando a tossire a ripetizione, con Tao che le dava delle energiche pacche sulla schiena.
E vi lascio immaginare la delicatezza di uno che fa wushu.
"Che c'è? Che ho detto di tanto terribile da farti stofegare like Jin quando Kookie ha declamato 'Oh my God, holy shit!" esclamò la minore, imitando il maknae dei bangtan.
E dicendo così fece stofegare sia Jin che Suho. E ridere tutti gli altri.
"Imitazione perfetta!" approvò Jimin mentre si sganasciava, tentando di non ruzzolare giù dalla sedia, cosa che aveva dell'impegnativo, dato che Taehyun si era spalmato su di lui in preda ad un'apparente crisi epilettica.
"Stiamo cedendo al delirio" declamò Suga, asciugandosi una lacrimuccia.
"Ma sì! Let's go party!" urlò V, saltando in piadi con un braccio sollevato tipo superman.
"Everybody dance now!" gli diede corda Silvia, ridendo abbondantemente.
"Let's go to the beach, insomma!" buttò lì Sabrina, mezza esasperata. Purtroppo aveva a che fare con creature della stessa età mentale di un embrione, più o meno.
"Beach" commentò Jimin, annuendo.
"Bitch?" chiese V, sgranando gli occhi scandalizzato. Jin si era stofegato di nuovo.
"Bitch?" fece eco Ayumi al suo bias, non capendo che aveva capito, o meglio, perchè aveva capito ciò che affettivamente aveva capito.
"No, beach" provai io.
"Bitch" concluse Kookie, facendo cenno di dinego.
"BEACH, RINCRETINITI! B-E-A-C-H!" sillabò esasperata Silvia, momentaneamente in versione Lucifero. Ci mancava solo che si mettesse a masticare Jongdae stile chewing-gum alla fragola. O meglio, all'arancia.
Si limitò ad ululare il suo sconforto quando nessuno la prese sul serio. Infatti c'eravamo di nuovo messi a ridere come deficidenti.
"Non c'è mai una videochiamata tranquilla qui con voi" fu il commento del leader.
"Non l'abbiamo mica voluto noi" gli rispose la sua biased.
"Touchè".
"Paté"
"Lacchè"
"Frappè"
"Ma perchè?" chiese Sabrina, e i due si misero a ridere.
"Ma che bevete assieme al latte la mattina?" ci chiese il maggiore dei Bangtan, leggermente rosso in viso, non so se per il ridere, perchè eravamo imbarazzanti o perchè aveva rischiato di morire già due volte soffocato.
Forse tutte e tre le cose assieme. Povero Jinger.
"E chi è che beve il latte la mattina?" domandai io a mia volta, osservando le altre tre che scossero la testa con tanto di scrollatina di spalle all'unisono. "Ecco appunto" conclusi.
"Comunque, in caso, tranquillo, era rrobba bbuona~" canticchiò Sara, stiracchiandosi. Alla faccia scandalizzata di Jin iniziò a ridere e farfugliare. "Tranquillo, stavo scherzando, non assumiamo sostanze stupefacenti" balbettò.
"Ah, ok, mi stavo preoccupando" fece quello, passandosi una mano tra i capelli nervosamente. Noi quattro ci guardammo tra di noi scandalizzate, per poi guardare male lui.
"Ma che, sei serio?" chiese Sabrina, sgranando gli occhi. L'altro fece spallucce.
"Non si sa mai" rispose candidamente.
"Ma che hanno messo a te nel bubble tea, altro che noi" sbottò Silvia non molto gentilmente. Jimin scosse la testa.
"Dai, lasciamo perdere, lo hyung ha una immaginazione fervida e l'ansia a mille, dovreste saperlo".
"Yah!" protestò il maggiore. Il ragazzo dai capelli arancioni rise.
"Piuttosto..." intervennero assieme Kook e Vcon un ghigno leggermente sadico. Il che, unito al fatto che stavano spettegolando come due comari fino a trenta secondi prima, non presagiva nulla di buono.
Noi quattro, manco fossimo la stessa persona, alzammo una mano assieme per fermarli, sospirammo e poi: "NON DITELO, LO SAPPIAMO. VOLETE SAPERE I NOSTRI BIAS!" sbraitammo. I due maknae ci fissarono con gli occhi a pesce-palla.
"Già..." borbottò Kook.
"Parlano spesso in contemporanea, non preoccupatevi" ridacchiò Jongin.
"Ah" disse Taehyun, scuotendo la testa subito dopo tornando sorridente. 'Mazza se sembrava il figlio della Baekyeol. Sorriso rettangolare e somiglianza vaga con Baek e vocione basso in contrasto con il suo faccino da cucciolo di Yeol. E il derp e la demenza che appartenevano ad entrambi.
"Allora... ce li dite?" che chiese il Golden Maknae, sfoderando un sorriso dolcissimo. Tanto che sentii Sara borbottare in italiano una cosa come 'mi si alza il diabete', qualcosa del genere. Sì, stava fangirleggiando... a modo suo.
"NO" ringhio Sabrina.
"Vi prego~" pigolarono i tre della maknae line, sfoderando tutto l'aegyo del quale erano capaci, ossia una dose non indifferente di pucciosità. E diabete.
'Jimin, che cavolo vuoi' mi ritrovai a pensare, sbuffando come una locomotiva. Lo sapevo stavo diventando un peperone. Nel frattempo, Jin osservava il soffitto come a chiedere un miracolo, Namjoon sembrava essersi rassegnato al fatto che il miracolo non sarebbe avvenuto mai, Hoseok rideva ininterrottamente da inizio chiamata e Yoongi... era Yoongi. Con tutto l'I don't give a shit possibile.
"No. Ho det... detto... di NO, NOOOOO, NO, NO, no, no... n-no... n- OH E VA BENE!". Sabrina contro aegyo: 0 -1. Come al solito. I tre festeggiavano e si davano il cinque. "Vi prego, non lasciatemi da sola" ci supplicò a bassa voce in italiano. Silvia annuì, battendole una mano sulla spalla, come a dire 'tranquilla, ci sono io, ma vai prima tu, che ti sei messa nei casini per prima'.
Con tutte le ragioni.
"V, Jongkook" borbottò la unnie, guardando dappertutto tranne che nella webcam, con il risultato dell'apparente visione di Krisus.
"Jimin, Jin" sorrise Silvia.
Io e Sara ci guardammo. Lei osservò i Bangtan. E si mise a ridere.
"Interpretatelo come 'J-Hope'" suggerì la maknae. L'altra maknae si schiarì la voce, tornando per lo meno in posizione eretta.
"Esatto, J-Hope alias J-Horse you are really dirty... dirty water. E poi ET telefono casa e Spicy Arhabiatthaaaa~. Con tutto ciò che ne comporta" concluse, riferendosi a V l'alieno e a Suga l'inconsapevole parlatore d'italiano. E si rimise a ridere.
"Che vuoi dire?" le chiese il leader degli EXO in contemporanea con quello dei BTS.
"Cari miei... non so se avete presente il numero di quoziente intellettivo che fanno in tre. Quando vi vediamo nei video c'è lei che continua a tirare testate al tavolo" spiegò Silvia.
"E tu all'armadio" ribatté quell'altra.
"Sono dettagli TonnaH"
"Naturalmente, DonnaH".
"Ah. Ho capito" annuì Namjoon.
"Tocca a te" mi indicò Jimin. E non so con quale forza divina gli risposi un 'maknae line e probabilmente anche Suga, ma sì, forse, non lo so, un po' tutti!', per poi coprirmi la faccia con le mani.
I sette ragazzi risero.
"Il riso abbonda sulla bocca degli stolti... adesso mi spiego come mai gli idol sono così scemi" ridacchiò Aura in italiano, con sommo Wa Da Fak da parte degli orientali.
 

Il giorno dopo ancora del giorno dopo del giorno dopo

 
Sabrina P.O.V.

 
Tema: descrivi la tua giornata tipo di questi ultimo mese.
Svolgimento: delirio più totale. Riassunto perfetto.
Vi descrivo la situazione: qualcuno aveva drogato Ayumi, probabilmente Yixing, che stava sparando cazzate che non esistono né nell'EXO-Planet, né in the Galaxy.
E ovviamente noi le andavamo dietro.
Mentre quel povero santo di Junmyeon stava provando ad avere una conversazione con il suo pc.
"Sì, qui va tutto bene..."
"L'UOMO DEL MONTE HA DETTO SI'~!"
"...relativamente... oggi ci sono le raga-"
"AAAAH~ UNA MANO~!"
"HA CINQUE DITA!"
"-zze un po' sopra le righe..."
"Ma tu stai PARLANDO IN DIALETTO!"
"...ed è un po' difficile tenerle a bada"
"SA VOLELO, PUTEL?"
"COSA?!"
"Come si può notare".
"UNNIE, AMPLIFON TI MIGLIORA LA VITA!"
"MACCHECAAAZ~?"
"...scusatemi in momento... RAGAZZE!"
"GULLS~! I CAN'T EXPLAIN  WHAT I FEEL!"
"NINA C'HA IL PANE... CHE E' DA MANGIARE!"
"BOOMSHALAKA!"
"RAGAZZE! PER FAVORE, STO PROVANDO A-"
"BALLARE LA RUMBA!"
"LA MACARENA!"
"LA SALSA!"
"AL POMODORO!"
"CI SONO I VIXX IN VIDEO CHIAMATA, POTETE ABBASSARE UN PO' IL VOLUME PER PIACERE?"
Silenzio d'oltretomba.
E poi io decisi di iniziare con una colossale figura di m... hemmental.
Ossia: corsi davanti al pc fino ad arrivare praticamente in braccio al leader e urlai alla webcam con tutto il fiato che avevo in corpo e tra un po' anche quello che non avevo.
"ASCOLTATEMI BENE, COL CAVOLO CHE VI DICIAMO I BIAS~!"  e poi corsi via con una risata che doveva essere sadico-malefica ma che assomigliava più che altro al verso di un gabbiano con le emorroidi.
Ammesso e non concesso che i gabbiani possano avere le emorroidi, ovvio.
"...scusate, lei era Sabrina... che ci crediate o no, è la maggiore" sentii presentarmi il leader. Ehi, prima o poi diventerò famosa, se non nel mondo del kpop, tra gli artisti del mondo del kpop. E così metteranno fuori da ogni concerto un cartello con stampata su la mia faccia derposa e la scritta 'IO NON POSSO ENTRARE'.
Oddeo, ghe ingubbo.
"Ah" sentii ribattere qualcuno, N, probabilmente. E poi l'inconfondibile risata di Ravi si propagò per tutta la palestra.
"Come ci sono i VIXX? Ma da quando?" sentii chiedere dalla mia collega.
"Beh... da qualche anno ormai" le risposi. Lei mi rifilò un'occhiataccia da 'ma sei seria o mi pigli per il deretano?'. Povera Ayu.
"Da una manciata di minuti soltanto" le rispose il leader.
"Ah.  Che figura di cacca. Ma ormai dovremmo esserci abituate a fare figure di cacca. Quindi..." la sweet maknae si avvicinò al pc, osservando i sei ragazzi che sorridevano. "Scusateci. Siamo disagiate, come avrete potuto notare. Mi dispiace... anche se devo dire che vi ho visto fare di peggio, quindi mi auguro che possiate comprenderci" disse seria, per poi inchinarsi, girare i tacchi e andarsene dicendo qualcosa come 'basta, vado a ballare Catallena'.
E Silvia si mise a ridere senza ritegno.
Seir si avvicinò a me. "Almeno non è Something... quella canzone è imbarazzante da ballare".
Io le gettai uno sguardo di sufficienza. "C'è di molto peggio. quello è... ehm... 'sexy classico'" borbottai. Lei lanciò gli occhi al cielo.
"Per me è imbarazzante uguale".
"Dimenticavo, tu sei molto manly, miss hiphop" la presi in giro io, ttaccando a ridere.
"Di sicuro è più manly di Luhan" sentii commentare Sara.
"Non che ci voglia tanto, anche una scarpa tacco dodici è più maknly di Luhan" ribatté Silvia.
"Luhan è manly come una bottiglia di Chanel numero cinque" concluse Ayu, prima di prendere sottobraccio la vicina di casa e tornare vicino al leader. E io presi per un braccio Seir iniziando a trascinarla verso la medesima direzione, mentre lei si opponeva con tutte le sue forze.
Solo che eravamo già inquadrate dalla webcam, e stavamo dando spettacolo, sotto lo sguardo allibeatles della nostra makane line.
"Aish, queste unnie" borbottò Aura, scrollando le spalle e sorridendo ai sei ragazzi, come per rassicurarli. Non che ce ne fosse poi troppo bisogno: Ravi, Ken e Hongbin se la ridevano alla grande, N spupazzava il maknae e Leo... Leo li guardava male.
Tutto nella norma, insomma.
"Mi sembra di vedere uno dei programmi, giuro. Sono cretini uguali e li vediamo da un computer. L'unica differenza è che c'è l'eco quando parlo. YEOL-LALALA-IU-UUUH~!" cantilenai, ridendo e rotolandomi per terra.
"E poi ero io quella che si era drogata. Voglio dire..." Ayu si girò verso Silvia e Taekwoon, ossia gli unici due ancora capaci di intendere e di volere. "A voi pare normale?"
Entrambi scossero la testa.
"Tra biased e bias ci si intende. Non trovi Ayu?".
"Senza ombra di dubbio, Silvia".
E poi il loro sguardo ricadde su Ravi.
"EHMMM~" borbottarono entrambe, per oi mettersi a ridere.
"Ma perchè voi dite il bias?" ringhiai, facepalmandomi.
"WAEEE~" mi fece eco l'altra unnie.
"Ormai è diventata tradizione" risposero con nonchalanche quelle altre due, facendo ridere gli EXO e anche Hakyeon, il quale, grazie a Krisus, aveva mollato Hyuk che era probabilmente morto. Nemmeno lo vedavamo più nell'inquadratura.
Ken, dal canto suo stava per sputare il fegato, dato che i polmoni li considerava troppo preziosi. Dopotutto doveva continuare a parlare fino all'esaurimento.
Nostro, s'intende.
Ciononostante, nulla gli impedì di farci una domanda. "Ma voi chi siete?"
E ciò innescò risposte diverse.
"Chi sei? Goku, non lo sai?"
"Sono la voce della tua coscienza~"
"...ma che, sei serio? Junmyeon te l'ha detto prima!"
"Sono un fungo".
"Scusa, Sara, non ero io il fungo?" chiese Chanyeol, confuso. Aura parve pensarci un attimo.
"Obiezione accolta" affermò infine.
"Fungo?" chiese Hongbin, confuso.
"Fungo" confermammo io, Ayu e la Baekyeol.
"Allucenogeno" commentò Ravi.
La mia risposta?
"VI ABBIAMO GIA' DETTO CHE NON ASSUMIAMO SOSTANZE STUPEFACENTIII!"
Perchè io valgo.
 
 
​Angolino nascosto nell'ombra:
 
CHIEDO UMILMENTE SCUSA PER IL RITARDO, SONO UNA BRUTTA PRUGNA.
...è stato un periodo impegntivo. E questo capitolo è lungo più del doppio di un capitolo normale.
Per la gioia di chi, come me, è patito di altri centordici gruppi oltre agli EXO.
PS: Himchan e Suho sono amici sul serio, Amber ha inviato una lettera dove diceva al LidaH degli EXO di 'smetterla di essere così imbarazzante', Ravi ha pubblicato una foto su Istagram con Kai e Taemin. Suho si è spupazzato V durante i MAMA, mi pare. E anche Hoseok, e era lui.
Allora, le perle di questo captolo.
Il sogno iniziale è stato veramente sognato da unnie. E que gruppii che non sono stati nel sogno di Brina, li abbiamo sognati io e Seir.
Silvia sogna i suoi compagni di classe vestiti di paiettes e le loror madri che la invitano a prendere il he, ma quelli sono dettagli.
Il 'Lee Soy Un Dorito Temin' lo ho preso da un pezzo che il brillante maknae canta in Sherlok prima del, mi pare, secondo ritornello. In cui ci informa che è un dorito. Già.
Sì, sono fissata con la parola deretano, ahahaha. Sì, io e le altre tre ci mettiamo a ridere soltanto a vedere i SuJu
sì, chiamo Changmin Mr. Acuto Idraulico Gel
Sì, non riconosco i SuJu
Sì, è la nuova fragranza di Giorgio Armani. (scusatemi)
Comunque, l'inglese dei SuJu fa davvero schifo. Se cercate l'english game capirete di che parlo. Heechul è quello che bacia gente a caso e quindi perchè no.
La cosa che io riconosca Himchan senza riconoscerlo peplie anche me ed è capitato due volte. 1) Nell'MV di Going Creazy di Jieun con Yongguk (e una volta appurato che era lui sul serio mi sono messa a ridere come una cretina, perchè il leader ha mandato a morire il visual, non so se mi spiego. Tra parentesi, io li shippo quei due *coffcoff*); 2) In una foto con V.
La cosa dei cappelli e cammelli non vi so dire da dove è partita. Ogni tanto faccio l'elenco a caso. E ho inqietato u mio compagno di classe. Comunque quando sono agitata parlo a vanvera a bassa voce e spesso da sola. Le interrogazioni sono incluse. Ho qualche problema.
Daehyun è una piaga.Che nessuno lo neghi.
Io AMO D.Gray-Man. E spero di aver decritto  adovere la bara delle torture, perchè non miricordo il nome vero e prorpio.
Eviterò di raccontare il 'Non vuoi più bene alla tuia castelli'. Sclero delle prof di Storia dell'arte. Vabbè.
Anche i BTS in inglese lasciano a desiderare. Sì, bias, sto parlando con voi. Su Youtube ho trovato una coompilation di quattro parti chiamata 'Shit BTS says'. Oppure la Bangtan Bomb 'let's speak english'. Attenzione: non mi prendo la responsabilità di organi sputati in giro per casa.
Potrebbe essere un nuovo programma su MTV: non sapevo di essere una donatrice di organi - kpop edition.
Scusatemi again, è la sera.
...sì, erano i filosofi pluralisti. Scusate, ho scoperto di amare la filosofia. E l'Inferno di Dante.
Sugaha parlato inconsapevolmente in italiano una volta, leggendo un menù. Trovate su YT anche quello. Io sono morta a vederlo, tanto per avvertirvi.
I VIXX sono quelli che conosco meno, quindi la loro parte lascia un po' a desiderare. Scusatemi per quello e per i tanti errori ortografici.
Counque i miei bias sono Leo e Ravi, quelli della maknae idem con patate, Seir ha scelto N e unnie non lo so ahahahah
XOXOa tutti, vado a stampare Kai (?)
 
 
Aura_

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Capitolo 19
*** Capitolo 17 - Ci sono Montagne... e Montagne ***


Capitolo 17 - Ci sono montagne... e montagne.

 

Silvia P.O.V.

 

Sabrina era salita in piedi su una sedia e aveva reclamato l'attenzione con una trombetta di Carnevale ritrovata da chissà che posto, dato che eravamo a giugno e il Carnevale era effettivamente  passato da un po'. Trombetta di carta arricciata che si distende quando ci soffi dentro e che si rompono dopo tre millisecondi.

Sono dettagli.

"Udite-udite, popolo dell'EXO-planet!" proclamò la maggiore usando un birillo come megafono e tentando di non cadere giù dal suo poco rassicurante palcoscenico. "Giungo qui tra voi, come se fino ad adesso non ci fossi stata, per annunciarvi..." si bloccò con aria ispirata e gli occhi chiusi, mentre noi la guardavamo confusi. Socchiuse una palpebra fissandoci. "Voglio il rullo di tamburi" bisbigliò in italiano a noi tre.

"Non lo farò" risposi, scuotendo la testa sorridendo. Le altre due scossero la testa e le spalle, sembrava che qualcuno avesse fatto loro l'elettroshock. Seir iniziò a tamburellare a caso su una tastiera e Sara sbatacchiava due matite sulla cattedra. Delicatamente, per non rovinare la mina.

La unnie annuì soddisfatta, risollevando il birillo. "...vi annuncio che l'iniziativa è finita! Ritratti e foto sono stati ultimati!" e mollò il suo amplificatore vocale per terra senza troppi complimenti per poi iniziare ad applaudire da sola come una deficiente.

Ayu si avvicinò a me. "Glielo diciamo?"

"Al tre"

"Uno..."

"Due..."

"Tre."

"UNNIE HAI PARLATO IN ITALIANO!"

 

Dopo aver spiegato a quei poveri coreani che diamine stava sbraitando Sabrina in piedi su una sedia pericolante, loro esultarono e ci fecero i complimenti.

Poi, restammo a fissarci in silenzio con un sorriso ebete per qualche istante.

"E adesso?" chiese Tao, grattandosi la testa perplesso. "Manca ancora mezzo mese prima del nostro ritorno in Corea!"

"Beh, intanto pensiamo a festeggiare la fine dell'attività" esclamò Baekhyun, sorridente.

"Giusto! Qualche idea?" lo appoggiò Jongin, guardando noi. Noi rimanemmo zitte, a riflettere.

"Non saprei" borbottai io, accarezzandomi il mento.

"Adesso ci sono le Feste Vigiliane, però recentemente non c'è nulla di interessante. Magari, prima che voi ve ne andiate qualcosa riusciamo a fare" riprese Aura, scuotendo la testa leggermente.

“Trento non è una metropoli, non c’è un granché da fare” riprese Sabrina.

“E allora andiamo fuori Trento!” esclamò Chanyeol. Noi lo guardammo stranite, per vedere se fosse serio o meno. “Dai ragazze non fate quella faccia. Dopotutto siete tutte maggiorenni...” si ricordò, in seguito alla mia occhiataccia eloquente, un piccolo dettaglio. “Ah... quasi tutte maggiorenni” precisò allora. Io annuii in segno d'approvazione.

"Per la mia età non ci sono problemi. So come convincere i miei" presi la parola poi.

"Ok, ma il problema rimane. Dove andiamo?" riprese Jongdae, incrociando le braccia al petto e accarezzandosi il mento con fare pensoso.

E lì ci partì la lampadina. Ci guardammo tutte e quattro, io e le due Sare con un sorriso da stupratore seriale che preoccupò non poco i coreani e Sabrina con un'espressione a dir poco terrorizzata.

"Gardaland" dicemmo in coro tutte e quattro, chi eccitata e, indovinate chi con rassegnazione.

"Che?" fu l'immancabile risposta.

"Gardaland" ripetei io. "Un parco divertimenti con taaante montagne russe e altre cose".

Vidi Baekhyun e Zitao assumere delle sfumature verdognole, ma tutti gli altri sembravano eccitati dall'idea.

"Ragazze, io non so..." provò ad obbiettare Sabrina, ma Seir iniziò a parlarle sopra.

"Visto il nostro numero dovremo prenotare un pullman, credo da venti persone circa... anche se l'autista costerà un po'" rifletté la mia collega.

"Per quello non preoccupatevi, ci pensiamo noi al pullman" ribatté Suho. E da lì ci furono quindici minuti buoni di 'ma no dai non serve dividiamo la somma guai a te se ti azzardi' eccetera.

Tanto alla fine vinse Junmyeon lo stesso. Il potere 'perchè_te_lo_dico_io' delle madri. "Ci organizziamo noi per il resto. Vi facciamo sapere noi per l'entrata eccetera. Andate in pace".

 

Qualche giorno (e tanti scleri) dopo...

 

"Siamo tutti pronti?"

"Sì, signor capitano!"
"Non ho sentito bene!"

"Sì, signor capitano!"

"Oh~"

"Sehun~"

"PARTIAMO O NO?" sbraitai, stanca del teatrino che Sabrina stava mettendo in scena accompagnata dal coretto delle due omonime. Le altre tre si misero a ridere e salirono finalmente. Avevo parlato con l'autista e gli avevo detto di non fare caso al casino che, sicuramente, avremmo fatto. Lui si era messo a ridere e aveva detto che c'era abituato.

Ah beh, buon per lui.

Io e Ayu eravamo sedute davanti, lei verso il finestrino e io che potevo zampettare avanti e indietro per tirare scappellotti a destra e manca a quei cretini che stavano seduti dietro a noi e alle altre due, sulla stessa nostra riga, dietro all'autista. Anche se presto avrei tirato uno scappellotto anche a loro.

"Silvia, rilassati. Questo sarà solo l'inizio di una giornata alquanto particolare. Tanto vale che ti arrenda al disagio" mi disse l'altra maknae, offrendomi il doppio attacco per le cuffie assicurate al suo Ipod. Io lo fissai, per poi posare il mio sguardo sulla sua proprietaria.

"Ho un'idea migliore... hai la cassa?". Lei si illuminò e tirò fuori l'oggetto dall'immancabile zainetto verde con le spalline blu che si portava sempre appresso nelle gite. Tempo dieci minuti e stavamo facendo il coro degli alpini.

Ubriachi. E in coreano correggiuto.

Insomma: un disastro. Perlopiù i ragazzi dietro ridevano, tranne Chen che, seduto dietro di me, aveva avuto la grandiosa idea di trapanarmi un timpano con i suoi acutazzi da paura.

"Ora capisco perché si tiene a un metro dal microfono di solito" bisbigliai a Sara, che se la rise della bella.

"Che dici, cara maknae-ah~?” sentii cinguettare il nostro adorato bias canterino.

"Niente!" cinguettò a sua volta Sara allegra.

"Stavo solo dicendo a Sara che io mi scelgo i bias che o cantano bene o che ballano bene" buttai lì. Anche, ripensandoci e sottoponendo la mia stessa frase a controlli più approfonditi, risulta che essa era un'affermazione piuttosto scontata.

"...non credo di aver capito bene" mormorò Sara, guardandomi stranita. 'Oh-oh' pensai, preparandomi psicologicamente agli strafalcioni che la mia compare faceva. "Tu vuoi un D.O. che canta in rumeno?"

Appunto.

Mi misi a ridere talmente forte da cadere dal sedile, atterrando di culo nel corridoio in mezzo ai sedili, con le due unnie che mi guardavano stranite.

Kyungsoo, dietro a Seir, ci osservò con la sua solita espressione alla mo' ti uccido velata di genuina perplessità. "Cos'è che dovrei fare io?"chiese confuso. Per tutta risposta mi misi a ridere ancor più forte di prima, rotolando.

"Niente, oppa. Nulla" rispose Sara, che era diventata una melanzana dal ridere e dall'imbarazzo.

"Parlando di cose serie... cosa volete fare di giostra giù?" ci chiese Sara, quella grande, con un ghigno da Ursula della sirenetta.

"Tutte le cose centrifugose a testa in giù" rispose subito Sara l'altra, con somma approvazione da parte mia e di quell'altra.

"Io passo" dissero assieme Baekhyun, Zitao e Sabrina.

"Siete delle amebe" borbottò Aura, accoccolandosi nel sedile e imbronciandosi leggermente.

“Si chiama istinti di sopravvivenza, Ayu” le rispose Baekhyun con tono da divaH.

“È la stessa cosa”. Jongdae le sorrise.

“Tranquilla, Ayu, ti accompagno io ovunque~” e le fece l’occhiolino. Grazie al cielo, vivere un mese e mezzo in contatto con quelle creature ci aveva aiutato a temprare il nostro spirito. Quindi, evitavamo di scioglierci in brodo di giuggiole tutte le santissime volte che sfarfallavano le ciglia, si umettavano le labbra e... si palpavano il culo a vicenda, si vabbè, cose molto normali, mi dicono.

Mah, coreani.

“Grazie oppa!” trillò la ragazza allegra.

“Ehi, non vi dimenticate di me!” sentii dire da Sehun nel retro fila. Anche Kai e Xiumin avevano espresso allegramente il loro appoggio. Chanyeol e Suho non erano poi molto convinti. Lay non lo sapeva e Kyungsoo era so done.

Sorrisi a Sara.

“Hai ragione, sarà una grande giornata ricca di disagio”. E poi ci mettemmo a ridere.

“Ehi ragazze! Facciamo un cosa!” sentii dire da Chanyeol. Io mi voltai anche per Ayu che, soffrendo il mal d’auto e il mal di pullman, era meglio che stesse ferma e guardasse la strada di fronte a lei.

“Cosa?” chiese Seir.

“Diamoci degli obbiettivi, se non adesso, giù. E poi facciamoli” propose lui.

“Accolta la proposta. Sarà divertente!” rispose Sabrina, ridendo. E da lì partirono già i primi obbiettivi.

“Io voglio comprare una foto” disse Seir.

“Io non voglio vomitare” borbottò la unnie.

“Tragica” la sgridò un coro di circa sei persone.

“Io voglio cantare sulla salita di una montagna russa” intervenne Sara. Io inarcai un sopracciglio.

“Davvero?”

“Sì. L’ho fatto anche l’ultima volta che ci sono stata, circa quattro anni fa. Ho cantato ‘Oh bella ciao’ sulla salita delle Magic Mountains.” rispose seria. Sabrina scoppiò a ridere.

“E ‘sto giro che vuoi cantare?”. Lei si schiarì la voce e...

“Porta in alto la mano! Segui il tuo parmigiano~ muovi il pecorino; sono il fantasma formaggino~!” cantilenò in italiano. Ci fu un silenzio interdetto per qualche secondo.

Poi noi tre ci mettemmo a ridere fortissimo, mentre Sara traduceva in inglese la sua canzoncina.

Quando tutti noi ci calmammo ci fu di nuovo silenzio.

“Io voglio salire sulla giostra dei cavalli”.

Ci voltammo tutte e quattro sbigottite verso Baekhyun.

“Anche io~!” pigolò Yixing con gli occhi che brillavano. Se spalancavo ancora un po’ le palpebre mi sarebbero scappati i bulbi oculari.

“Siete seri?” chiese Sara.

“Ayu, guarda davanti” si limitò a borbottare Sabrina, venendo ignorata dall'altra maknae.

"Davvero? Non ci state prendendo in giro?" chiesi io, inarcando un sopracciglio.

"No... io non ci sono mai salito" mugolò Lay, tormentandosi i lembi della maglia. Riuscii chiaramente a sentire Aura di fianco a me che era entrata in modalità 'fangirleggiamento attivo'.

"Ok, contenti voi!" esclamò Sabrina, ridendo. "Se volete v'accompagno'.

"Siamo un gruppo di cretini, lo sapete?" ci chiese Minseok, ridendosela della grossa.

"YEHET!" rispondemmo in coro.

 

Aura P.O.V.

 

"Le mie gambe hanno perso la loro funzione" borbottai camminando come una mezza paralitica. "Ho le formiche ai piedi" pigolai, per poi iniziare a saltellare come un tacchino monco in giro per il parcheggio. Inutile dire che mezzo gruppo mi imitò poco dopo.

"Ragazzi! Se ci mettiamo ancora un po' perdiamo l'apertura!" ci richiamò Seir. Io gettai un'occhiata all'orologio e scrollai le spalle.

"C'è tanta gente, eonni. E ho paura che la perderemo comunque. Tanto vale mettersi in fila velocemente, quindi dobbiamo  muoverci comunque.

E fu così che la nostra comitiva entrò nel magico mondo di Gardaland. Faceva già un caldo pazzesco, ed erano le dieci del mattino. A mezzogiorno sarei ufficialmente evaporata. Tutte noi, o meglio, tutti noi, eravamo il meno coperti possibili, braghe corte e canotte o maglie leggerissime. Io avevo la mia bellissima canotta nera della Tezenis con su scritto di bianco XO diverse volte. 'Ex - O', capite? Mi avevano preso in giro un po', ma vabbè.

L'avevo messa apposta.

"Cavolo, Ayu, avevi ragione, siamo in ritardo" borbottò Sabrina fermandosi i lunghi capelli con un mollettone grande quanto la sua mano. Mi misi a ridere.

"Sei diventata una palma, unnie".

"Beh, e allora? Le palme hanno stile!". Mi misi a ridere ancor di più.

Facemmo bim bum bam o meglio, kawi bawi bo, per decidere chi andava a prendere i biglietti. Alla fine vennero selezionati Kyungsoo e Jongdae, ma Suho decise di accompagnarli comunque, raccogliendo i soldi.

Non appena si furono allontanati, iniziarono i problemi.

"Allora... che ne dite di farci riconoscere?" chiede Baekhyun, ridendo.

"Che hai in mente?" chiese Silvia con un'espressione che io interpretai come oh krisus insegnami a volare che ora ne ho bisogno. Bacon si limitò a ghignare.

Dopo qualche giro di carta-forbice-sasso venimmo estratti io, eonni e Yixing. Jongin si grattò il mento pensieroso per poi battersi il pugno sul palmo dell'altra mano.

"Ci sono! abbiamo un main dancer e le due ragazze ballerine... quindi, musica e ballate" ordinò.

"Qui?" chiesi io, sgranando gli occhi a mo' di pesce palla.

"No, sul tetto del pullman, mentre torniamo. Certo, qui e adesso. Sehun, a te l'onore di scegliere la canzone" disse Kai al suo collega.

"Mmm... Overdose, direi, la canzone con la quale ci siamo ufficialmente conosciuti. Basta il ritornello, non preoccupatevi!" ci 'rassicurò' il maknae.

"Vi faccio un cappello, io, altro che!" ringhiò Sara.

"Unnie, posso massacrarlo?" chiesi io invece a Sabrina.

"No, meglio di no" rispose lei, piegata in due dal ridere.

“Peccato. Avrei voluto essere Attila almeno una volta nella vita” risposi, beandomi delle arie scandalizzate di coloro che mi circondavano.

Sì, comunque vinsero loro e lo facemmo. E alla fine i rimanenti applaudirono come delle foce, sbellicandosi dal ridere. E io minacciai di tirare loro in testa la crema solare, che alla fine mi limitai a mettere sulle spalle.

“Che cavolo state facendo?” borbottò D.O., arrivato in quel momento con i biglietti.

“Chiediglielo al tuo amico vocalist” ringhiò Seir, indicando Baekhyun che, fischiettando, faceva finta di niente. Io mi limitai a sospirare sconsolata sistemandomi sulla testa il mio bellissimo cappello nero con visiera degli EXO, era di Overdose, manco a farlo apposta. Quello di Lay, per la precisione.

“Ragazzi, non vorrei allarmare nessuno... ma manca un biglietto”. Ci voltammo tutti al rallentatore verso Chen che stava ricontando più e più volte i pezzettini di carta, imprecando sottovoce in coreano.

“Non è possibile! Io prima gli ho contati ed erano giusti!” obbiettò Junmyeon, accigliato. Jongdae fece spallucce e il leader sospirò. “E va beh, vorrà dire che andrò a prenderne un altro...”

“Scusate”.

Io e le altre quattro ragazze ci girammo a quel richiamo nella nostra lingua. Davanti a noi c’era una ragazza, più o meno della nostra età.

“Sì?” chiese Sabrina, sorridendo cortese.

“Ecco... avete perso un biglietto? Eravate in fila davanti a me e lo ho trovato” disse lei.

“Oddio, grazie! Eravamo disperati, non lo trovavamo!” esclamammo tutte e quattro, prima che Sabrina si girasse e provasse ad essere cagata dai ragazzi, trovandosi a sbraitare tre secondi dopo. E così ci furono dieci persone che si inchinarono ripetutamente a caso.

Stavamo dando spettacolo. Again.

Non era importante. La ragazza si mise a ridere. “Di niente, non importa...” si guardò le scarpe imbarazzata. “Scusate... posso fare una foto con voi? Sono una vostra fan” aggiunse, timidamente. Noi quattro sgranammo gli occhi.

“Grande! Batti il cinque, compare!” rise Sabrina. I dieci ragazzi avevano la mandibola che spazzava il cortile.

Fatta la foto, la ragazza ci salutò e noi entrammo finalmente nel parco divertimenti. E io iniziai a dare di matto.

“Dove andiamo? Che facciamo prima? Avete messo la crema solare? Chanyeol, anche sulle orecchie? Bravo. Aish, che caldo... Muovetevi! Dove andiamo?”.

Sabrina mi tappò la bocca. “Overdose da zuccheri, Ayu?” mi chiese ridendo.

“Non parlarmi più di Overdose, ti prego” borbottò Sara. Baekhyun si mise a ridere. “Baek, ti annego!” sbottò allora.

Fuga d’Atlantide!” trillammo assieme io e Silvia, recuperando una mappa e osservando il percorso migliore per arrivarci.

“Sono partite” decretò Suho, osservandoci con affetto.

 

Abbandonammo gli zaini nel mucchio apposito, tenendo cellulari e altre cose preziose nei marsupi che un paio di noi, tra cui io, avevamo. La coda segnava quaranta minuti. “Mettiamoci comodi” decretai.

Il tempo passò relativamente in fretta, tanto parlavamo allegramente tra di noi. Io e Seir, in particolare, avevamo incentrato i nostri discorsi sui videogiochi. Lei mi stava istruendo su Minecraft, io le esponevo le mie opinioni e apprezzamenti su Dark Souls.

“Ragazze basta parlare in greco, mi viene mal di testa” si lamentò Silvia. Noi due ci mettemmo a ridere.

Finalmente venne il nostro turno.

“Io tengo le mani sollevate all’altolà il sudore durante la discesa. Chi è con me?” Seir mi diede il cinque e anche la Xiuchen era d’accordo. Il megabarcone aveva file da quattro posti. Noi quattro del deodorante borotalco ci sedemmo davanti. Dietro avevo Baek, che nella stessa fila aveva Chanyeol e le due unnie, dietro ancore c’era Tao, Sehun, Jongin e Kyungsoo e infine Yixing e Junmyeon con altra gente.

“Si parte~” cinguettammo allegramente noi ragazze, prima di ritrovarci quasi parallele rispetto a terreno un secondo più tardi.

“Attenzione alla botta al culo, tiratevi indietro sul sedile!” avvertii i ragazzi.

“Ahia!”

“...come non detto”.

“Oddio... oddio è alto... oddio moriremo... ODDIO”. Mi girai verso Baek.

“Sei serio? Questo è niente”. Lui mi guardò con occhi spiritati, tanto che nell’iride destra leggevo HE e in quella sinistra LP. Era abbastanza divertente come scena. “Dai su. Piuttosto, occhio. Ora si vola~”

“Cosa?!” esclamò lui con voce strozzata. E poi iniziò la discesa.

“ALTOLA’ IL SUDOREEEE~”

“EOMONIM!”

“YEHET~”

Credo che noi quattro della prima fila abbiamo bevuto un litro d’acqua tra prima e seconda discesa.

 

Appena scesi, Baek baciò la terra.

“Dove andiamo?” chiesi io, senza curarmene. Mi avevano innescata.

“Ehi, calma piccoletta, ne abbiamo già perso uno” mi disse ridendo Kai.

“Resusciterà” ribattei freddamente io.

“Sì, tranquilla, fai pure come se io non ci fossi e non stessi agonizzando per terra in questo preciso istante" mi riprese il cantante sarcastico. Scrollai le spalle e ghignai.

"Seguirò il tuo consiglio, mio caro" lo canzonai. Jongdae iniziò a ridere, piegandosi in due. "E comunque, davvero, questo era un niente. Solo due discese e qualche schizzo, poi la navigazione, lì, è anche lenta. Ripigliati, dai".

Senza aspettare risposta mi caricai lo zaino sulle spalle e saltellai verso Seir, che consultava la mappa con la stessa concentrazione di uno studioso su un papiro in geroglifico.

O almeno così deduco.

"Ayu" mi disse, sorridendo. "Adesso che ci siamo riscaldate penso che possiamo passare al Blue Tornado". Spalancai la bocca mentre sorridevo e iniziai a saltellare in giro manco avessi un meccanismo a molla all'interno.

"Ohmmioddyo. ODDIO. Lo sto facendo sul serio. lo sto per fare. ODDIO!" saltai praticamente in braccio a Seir, che rideva per la mia reazione.

Non ero mai stata su quelle giostre psichedeliche e non vedevo 'ora di salirci su e rischiare la pelle. Non potevo esserne più felice.

"Io sto a terra" disse subito Sabrina. Qualcun altro, tipo Baekhyun, si unì a lei. "Sentite, voi andate pure a suicidarvi come meglio credete; io e tutti coloro che hanno ancora un briciolo di istinto di sopravvivenza in corpo andiamo a fare qualcos'altro" propose allora la unnie.

"Ok. Ci troviamo davanti al Mammut quando abbiamo finito" acconsentì Sehun, per poi afferrarmi per un braccio trascinandomi via. Con l'altra mano teneva Silvia e bastò poco perché noi iniziassimo a trascinare lui. Tra maknae ci si intende.

Dietro di noi un vociare concitato e divertito.

"Ehi, aspettateci!"

"Ma c'è davvero un mammut?"

"Io non so con chi andare..."

Alla fine quasi tutti vennero con noi. "Ragazzi, sul Blue Tornado saremo divisi in coppie. Io sto con Ayu, ci siamo già messe d'accordo, voi iniziate a pensarci così da fare meno casino una volta su" comandò Seir una volta che ci fummo messi in fila. Jongin, non più così spavaldo, si appiccicò a Kyungsoo squittendo. Sehun, offeso, prese sottobraccio Lay e seguì me e la mia omonima, mentre l'unicorno rideva. Jongdae e Chanyeol si erano affiancati mentre la maknae e lo hyung vociferavano eccitati.

"Un po' mi dispiace per Junmyeon. Lui voleva venire, ma sapeva che si sarebbero persi quegli altri tre" dissi a... beh, a chiunque avesse la briga di starmi a sentire.

"Sì, non capisco il perché, sinceramente... c'era Sabrina con loro, non erano apposto?". Io, Seir e Silvia ci girammo verso Xiumin. E ci mettemmo a ridere, accasciandosi sulle staccionate che definivano il percorso a serpentina che dovevamo percorrere.

"Con Sabrina? Al sicuro? CON SABRINA?"

Unnie ti vogliamo bene, sappilo.

Finalmente la coda finì... o meglio, eravamo precisamente davanti al cancelletto che ci separava dalla giostra. Io saltellavo da un piede all'altro, palesemente in ansia. "Ayu, calma" rise Jongdae dietro di me.

"Non eri tu quella che aveva fretta?" mi canzonò Sehun. Io gli lanciai un'occhiataccia di quelle che saprebbero uccidere se solo fosse una cosa fisicamente possibile.

"Sì. Sono eccitata, però è la prima volta che salgo su una giostra così... così wow... e quindi... quindi niente" e mi esibii in una risata isterica. "Aish, mi batte il cuore a mille" borbottai, mettendomi una mano sul petto e costringendomi a respirare con calma. Contrariamente a ciò che dicevo e facevo, avevo un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all'altro.

Venne il nostro turno e io squittii estasiata, praticamente lanciando lo zaino negli appositi spazi. Gli addetti mi fecero togliere anche il marsupio al quale legai il cappello. Mi sedetti poi sui sedili plasticosi e abbassai la sicurezza, schiacciandola ben bene addosso a me che mi ritrovai infine stile companatico nel sandwich. E, per coronare il tutto, un addetto con la stessa voglia di vivere di una magnolia spinse la sicura per verificare che fosse sistemata a dovere, facendola rimbalzare sul mio pancino e riuscendo a farmi sfuggire uno sbuffo.

"Che delicatezza" ringhiai una volta che si fu allontanato. Sara rise, ma in quell'istante l'attrazione si mise in moto. Io e la mia omonima eravamo in centro, più o meno, davanti c'erano Silvia e Minseok che lanciavano gridolini e dietro Kai e Kyungsoo, il primo che imprecava spaventato e il secondo tranquillo.

Io, per colpa dell'agitazione, uscii di gamella, iniziando a sparare cose che non stavano nemmeno sul Pianeta MATO.

"Ma... eonni. Se qualcuno perde una scarpa qui... come si fa?"

"...non lo so Ayu. Che cavolo di domanda è."

"...Uuuh, guarda! Una torre!"

"Sì, Sara... una torre... Ma ci pensi che io, Blue Tornado, sto salendo sul Blue Tornado? Insomma, sto salendo su me stessa!". Ci mettemmo a ridere come due deficienti.

E la salita era finita.

"Oh... OHSALAMINOINSALAMOIAAAAAAAAA!" urlai con tutto il fiato presente nei miei polmoni e probabilmente anche quello assente.

Non c’è molto da raccontare riguardo a quel giro. Sentivo poco oltre al fischio del vento, il rumore della mia testa che sbatacchiava contro il paraocchi  del sedile e, soprattutto, le mie grida random. Urlavo cose come ‘yehet’, ‘ohorat’ e ‘che figata’ interrompendomi forse per prendere fiato.

La prima cosa che io dissi non appena l’attrazione si fermò fu: “Mi è venuta fame”. Seir, in contemporanea, aveva iniziato a  imprecare contro una botta presa all’orecchio. Sentivo Minseok e, più distante, Jongdae urlare cose come ‘UN ALTRO GIRO!” e Silvia che rideva sfacciata. Non sentivo i maknae, invece, forse erano morti.

Tempo di scendere e recuperare gli zaini e la stabilità sulle gambe e ci fiondammo a vedere le foto, favolose tra l’altro. Nell’ordine, c’erano Silvia e Minseok che avevano un sorriso che facevano concorrenza a quello di Chanyeol e J-Hope. Poi io e Sara che rispettivamente esibivamo una faccia da ‘uuuh, una nuvola~’ e l’urlo di Munch con frangetta che copriva interamente gli occhi. Dopo ancora, Kyungsoo con la pokerface e Jongin con gli occhi fuori dalle orbite, Lay che rideva ma con la faccia spiritata e Sehun che gridava qualcosa che interpretai come ‘Yehet’ e, infine, Jongdae con la lingua di fuori e Chanyeol con gli occhi mezzi chiusi e la bocca storta.

Derp.

 

Scoprimmo che gli altri erano andati sul Brucomela. Penso di essermi facepalmata di brutto.

“Ma sftate sfcherzando?” domandò Sara con la bocca piena di panino. Stavamo mangiando in coda al Mammut, con i treni che ci passavano sopra la testa. Urlando. Zitao li guardava con aria preoccupata.

“Devo proprio salirci anche io?” pigolò. Io mi limitai a fargli una carezza sulla testa, mettendomi sulla punta dei piedi. Grazie danza, mi stai aiutando moltissimo a raggiungere questi tizi partoriti da un grattacielo. Col cavolo che lo lasciavo a terra, comunque.

“Tranquillo, è più o meno sullo stesso livello della prima che abbiamo fatto” gli dissi, incrociando le dita. Non era vero niente, ma questo parve rassicurarlo un poco. Sì, solo un poco, perché ai suoi occhi ero diventata una pazza scalmanata non appena avevo messo piede nel parco.

Non avemmo fortuna come sul Blue Tornado: mancavano solo tre posti, una volta raggiunto l’apice della cosa. Di conseguenza, in quattordici ci spalmammo ai lati facendo passare qualcuno più indietro di noi per poter salire tutti assieme appassionatamente sullo stesso trenino.

Aww.

Ovviamente, questa dolce prospettiva d’amore e amicizia doveva essere interrotta dalla SabHun che litigava come una coppia di vecchi sposi.

“Sehun, vogliamo riprodurre Love Me Right? Vuoi sdraiarti sui binari anche qui?” sentii proporre Sabrina con crudele ironia.

“Ti tiro una ciabatta” rispose il maknae piccato.

...Wait. Una ciabatta? ‘Oh Shisus, lo abbiamo contagiato’ pensai mettendomi a ridere senza un apparente vero motivo. E guadagnandomi occhiate sorprese, soprattutto dagli sconosciuti compagni di ciufciuf.

Poveri Kristi.

Anche sul Mammut si stava in coppia, e questa volta ero dietro a Seir accanto a Tao. Non volevo abbandonare il povero piccolo panda di un metro e ottanta_e_passa. E uva passa. E non saluta.

Aish, che frutti maleducati. Scoperto perché i panda mangiavano solo bambù.

Mi voltai verso Silvia, dietro di me. "Sto diventando preoccupante DonnaH".

Lei sollevò un sopracciglio. "Sempre stata TonnaH"

"Molto vero". Iniziammo a muoverci e Zitao si aggrappò al mio braccio. La mia povera circolazione. "Tao oppa, mi lasci i lividi così".

Niente. Era momentaneamente morto dentro, ma solo spiritualmente, perché la sua morsa era fin troppo viva.

Me ne liberai solo quando iniziò la discesa, perché diedi uno strattone che tra un attimo mi staccavo la pelle nell'atto di alzare le braccia per urlare qualcosa come 'Eeeh Macarena!~'. Feci tutto il giro tirando su e giù le braccia per evitare di troncarmele in giro a caso. Riuscivo a sentire, concentrandomi per sorpassare le onde sonore emesse da Tao, gli altri ragazzi, tipo Jongin che stava accanto a Seir e Junmyeon che rideva assieme a Silvia, che invece squittiva esaltata.

Eravamo davvero un gruppo di dementi, come dimostrarono le foto. Eravamo tutti a bocca aperta, chi con un sorriso grange quanto una galleria, chi disperato.

“Infondo non era così male” sussurrò Zitao. Quando mi voltai nella sua direzione, vidi che era diventato più bianco di me.

‘Oh merdaccia, mo’ ci sviene qua’.

 

“Adesso spiegatemi: come avete fatto a convincermi a venire qui?” ci urlò addosso Baekhyun, a me e Jongdae, la voce più alta di quindici ottave. Sbattei innocentemente le palpebre.

“Sembri un delfino oppa” risposi con dolcezza.

Ok, facciamo un passo indietro con la storia. Neanche il tempo di dire ‘Raptor’ che Zitao e Sabrina erano scomparsi, da soli. Io, Sara e Silvia c’eravamo messe a pregare perché la nastra unnie non si perdesse nel parco o nei suoi pensieri. E non so quale delle due ipotesi sia la più probabile.

Poi c’eravamo accorte di Baekhyun. Lui non ci aveva sentito e non sapeva in che cosa consisteva il nuovo giro. Scambio di sguardi tra me e Jongdae, stesso ghigno malvagio.

Ok, ammetto di averci aggiunto anche un ‘oh ca...lcestruzzo, sto diventando telepatica pure con lui’ e mi trattenni dal gridare ‘TUUU!’ in mezzo alla folla. Sarebbe stato poco, umm... professionale.

Sì, vabbè.

Così avevamo distratto in chiacchiere Baek, cosa parecchio facile, tra parentesi, e lo avevamo incastrato stile panino tra la metà di noi. Quando si accorse dove effettivamente lo stavamo portando, divenne rosso, poi sbiancò e passò a una bella tonalità di verde. Insomma, divenne la bandiera italiano formato Corea. E la cosa non ha uno stracavolo di senso, ma va bene così. Siamo tutti felici.

Tranne la bandiera, che si era messo a gridare il suo sconforto a Chanyeol, che lo rideva, pigliandolo per il culo spudoratamente. Aaah, l’amour~.

Verso i tre quarti della fila, il vocalist si acquietò, probabilmente perché aveva perso la voce e perché aveva raggiunto gli ultrasuoni. Si limitava a guardare con sguardo spiritato i monitor che trasmettevano a ripetizione la storia di alcuni scienziati attaccati da un’enorme bestia volatile. Ossia: il coso su cui stavamo per salire.

Io e Chen c’eravamo messi a braccetto contenti e ci ritrovammo perfettamente in grado di scegliere il posto a noi maggiormente gradito.

“Prima fila?” chiesi, saltellando come una molla impazzita.

“Prima fila” mi rispose lui, che faceva su e giù con la testa per guardarmi negli occhi, ridacchiandosela. Dall’altro lato, Seir e Chanyeol decisero che ci avrebbero fatto compagnia.

E così fu, i due EXO interni e noi gulls esterne. Eonni mi aveva detto che sul primo posto non facevano il video, ma tutti noi quattro ce ne eravamo usciti con un chiaro e forte MA CHISSENEFREGA e il resto lo sapete.

Dietro di me si erano seduti Junmyeon e Yixing e ancora Baekhyun e Xiumin. La maknae line era in linea con Unicorno e LidaH e dietro di loro c’erano Silvia e Kyungsoo.

Partimmo e Baekhyun lanciò un urletto talmente acuto da risultare femminile. Io e Jongdae ci mettemmo a ridere, anche se la mia era più una risata isterica.

“Oh, un’altra torre!” risi, rimbecillita del tutto. Stavo diventando davvero preoccupante. E non ero la sola.

“Dove~?” domandò il ragazzo al mio fianco.

“Lì~” risposi, imitando il suo tono idiota.

“È vero~” cantilenò Chen. Ci fissammo e ci mettemmo a ridere come dei deficienti. Mi rigirai in tempo per vedere la discesa da paura che ci aspettava.

“RAGAZZI È UN PIACERE AVERVI CONOSCIUTO, ADDIOOOO~” riuscii ad urlare prima di precipitare. Risi tutto il tempo e il mio bias non era da meno. E continuammo, non si sa bene il perché, o forse era colpa di Baek che era praticamente morto.

“È una fortuna che sui primi posti non ci fosse il video” dissi io con un sussurro a Seir e Silvia, in italiano.

“Wae?” mi chiesero loro, curiose.

“Perché... da quanto ridevo... credo di...” mi avvicinai ancor di più, “aver sbavato”. Ci fissammo per un paio di istanti e poi iniziammo a ridere, accasciandoci a terra.

 

Sabrina e Zitao non si trovavano più. E quindi li chiamammo al telefono. Ma ovviamente Sabrina non ci rispose, e allora chiamammo Tao, che al contrario sollevò subito la cornetta.

“Seir~” cinguettò

“Ciao,Tao gege. Mi passi un secondo Sabrina?” disse Seir alla cornetta, dato che avevamo il vivavoce potevamo sentire tutti tutto.

“Pronto~?” sentimmo quell’altra.

“SEHUNNA, LO STRACAZZO DI TELEFONO!” ruggì Sara, attirando l’attenzione di alcuni passanti. Dettagli.

“Uh?” rispose quell’altra. Io e Silvia ci facepalmammo, ma preferimmo non commentare.

“Dove cavolo siete?” chiese la maknae sospirando esasperata.

“Siamo appena scesi dalla monorotaia~” rispose la unnie. Sentii chiaramente la mia mandibola staccarsi e rotolare in giro a caso per il parco.

“Davvero?” chiesi.

“...no, per finta”.

“Yah, non rubarmi le battute”. Lei rise.

“Sabrina” riprese Seir.

“Sara” rispose quell’altra.

“Unnie” la sgridai io.

“Ciuchino~” trillò lei.

“BASTA, CI RINUNCIO” sillabò Silvia, girando i tacchi e andandosene.

“Vedete di trovare l’Oblivion, la giostra nuova che scende in perpendicolare e aspettateci là sotto, vi aspetterà Baek e, da quel che ho capito, anche XingXing che non se la sente. E ASPETTATECI” sillabai nella cornetta, per poi attaccare giù.

Corsi fino ad affiancare Silvia, sollevando il naso osservando la visibile discesa in perpendicolare. Il coso con i sedili si bloccava per farti vedere la tua morte in faccia e poi ti lasciava cadere giù. Ma chi ce lo faceva fare?

Dopo questa bella riflessione, corsi letteralmente nella fila, assieme a Silvia. Stavamo squittendo come due cincillà. Sono creature adorabili i cincillà.

La coda era bellissima, sembrava di trovarsi in un laboratorio di ricerca o qualcosa del genere. Come il Raptor, anche l’Oblivion aveva la sua storia. Praticamente eravamo degli scienziati che valicavano il buco nero per poi tornare sulla terra tramite un secondo buco. Ma chi se ne importava, fuori facevano quaranta gradi e il tendone era fresco.

Solo che la coda continuava di fuori. Sotto al sole. E noi ci passammo cinquanta minuti là sotto, a morire.

E poi, arrivò il dramma. Eravamo in dieci e avevamo a disposizione tre file da sei.

“Io voglio stare davanti!”

“Meglio in mezzo!”

“Siete matte? Io voglio stare dietro!”

“In mezzo è meglio, appoggio Chanyeol”

“METTETEVI DOVE VI PARE, IO STO DAVANTI!” sbraitò Silvia. Io mi appiccicai a mo’di cozza al suo braccio ed eonni fece la stessa cosa col mio arto. Eravamo diventate una catena di cozze, gli scogli ci fanno una pippa.

Pasta alle vongole per tutti~!

Alla fine davanti assieme a noi si misero Jongdae, Xiumin e Junmyeon, un po’ perché lo voleva lui, un po’ perché ce lo avevano mandato gli altri. Un po’ perché voleva staccarsi da quelle altre cozze che volevano la mamma.

L’ho già detto che siamo dei molluschi, vero? Vero.

Dietro stavano Chanyeol, Jongin, Sehun e Kyungsoo. E riuscii a percepire chiaramente il ‘Yehet’ di partenza.

Poi, impazzii di colpo.

“Oh cielo, che sto facendo. Moriremo” e mi misi a ridere in modo isterico.

“Oh sì, è stato un vero piacere conoscervi” mi fece eco Silvia, stritolandomi la mano.

“Credo che mi si stia fermando la circolazione” borbottai.

“Io mi sento come in un passeggino” intervenne Chen.

“Come diamine fai a ricordarti... no, aspetta, ho cambiato idea, NON LO VOGLIO SAPERE” sbraitò la maknae. Non ero l’unica ad essere impazzita.

“Ehi! Vedo i ragazzi da qui!” sentimmo Suho.

“DOVE?” urlammo tutti quanti, infischiandocene allegramente di tutti coloro che avevano preso il nostro stesso giro. Perché noi valiamo.

Ma il peggio arrivò quando li vedemmo, perché la Xiuchen lanciò un urlo combinato, di quelli acuti e belli potenti che solo loro sapevano produrre. Solo per salutarli. Dal mio posto riuscii a vedere i quattro ragazzi oscillare la testa confusi. Will delle Rovine di Gorlan ha proprio ragione: la gente guarda raramente verso l’alto.

“Siamo giunti al capolinea, ragazzi. E tanti saluti” sentii dire a Seir. Rigirai la testa in avanti appena in tempo per vedere il mondo inclinarsi, per osservare in prima fila non Sky la discesa in tutto il suo splendore e verticalità.

“OH PORCA PUTTANAAAA~!” riuscii ad urlare mentre ci sganciavano. Mi accorsi solo in seguito che il buco dove ci eravamo infilati era stato abbellito con una scenografia: sembrava che le cose venissero davvero inghiottite lì dentro.

Ma io e compagnia eravamo troppo impegnati ad imprecare.

Altra cosa che non mi aspettavo era il vapore all’interno del buco. Ne mangiai una gran quantità assumendo poi una faccia probabilmente schifata. E proprio lì avevano deciso di scattarci la foto. Mi salì un attimo il porca paletta l’asino repetta ma mi passò anche in fretta perché, sapete com’è la storia, ero a testa in giù.

Non appena ci fermammo notai che eravamo diventati tutti dei Super Sayan.

“Se io vi dicessi di fare un altro giro... cosa rispondereste?” chiesi alle due ragazze.

“SUBITO” risposero in coro. E Jongdae si mise a ridere.

 

Sabrina stava ridendo da un quarto d’ora per la foto che le avevo mostrato, la mia e di Seir. La cosa è riassumibile con una parola sola.

Derp.

“E la domanda sorge spontanea...” iniziai io.

“DOVE SI VA?” completammo in coro tutti e quattordici, per poi metterci a ridere come dei dementi. Silvia fu la prima ad incamminarsi.

“Dove vai?” le chiese Sehun. Lei sorrise.

“Chi lo sa. Chi mi ama mi segua!” rise, facendo altri due passi per poi girarsi nuovamente. “Quindi seguitemi. Adesso” concluse, tirando poi dritto per la sua strada.

Finimmo sullo Space Vertigo, una torre di parecchi metri. Tu ci salivi in cima e poi ti mollavano giù. Una delle poche attrazioni dove non ti facevano la foto.

Inutile dire che alcune persone tentarono di scappare e non faccio nomi, mi avete capita perfettamente. Li placcammo.

“Qui ci saliamo tutti assieme. Lo ha fatto anche Key e non è morto, quindi su con la vita!” trillai io.

“Ma tu ci sei mai salita?” mi chiese Baekhyun, la faccia momentaneamente color avorio. Io sfoderai il mio miglior sorriso innocente e scossi la testa. Lui sospirò.

La torre era esagonale e ogni lato aveva quattro posti. Io mi trovai esterna con al mio fianco Yixing, seguito da Baekhyun e Junmyeon. Gli altri non gli vedevo, sentivo solo un vociare confuso, coperto dagli urletti poco virili di Baekhyun.

“BAEK PLEASE, SOFFRO DI VERTIGINI ANCHE IO!” sbraitai esasperata.

“Davvero?” mi chiese il mio Ultimate girandosi verso di me.

“Yup, ma non credo che sarà un troppo grosso problema... insomma, sono già salita sulle altre!” sorrisi. Lui comunque mi prese la mano e io andai in bodo di giuggiole per praticamente tutta la salita.

Mi risvegliai una volta arrivata in cima. La scena fu più o meno questa.

“Che bello, il lago~… AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

Scoprii più tardi che anche Seir aveva pensato la mia stessa identica cosa. Tale madre tale figlia.

 

Il delirio arrivò con la giostra delle Tazze. Che altro non era che una giostra dei cavalli con delle tazze poco ferme. Era divertente perché una volta finito il giro non riconoscevi più l’asfalto dal cielo e ti ribaltavi.

Perché ovviamente prendemmo quelle che giravano su solo stesse, in cerchio con altre due tazze e assieme alla giostra intera. Insomma, manco la luna girovaga così tanto.

Neanche il tempo di far partire la giostra che già stavamo girando come delle trottole impazzite. Eravamo già rincoglioniti al cubo e continuavamo a ridere.

La situazione peggiorò quando la giostra arrivò al culmine della velocità.

“AHAHAHAHA UNA TEIERA~!” urlai ad un certo punto, riferendomi alla teiera che dominava il centro della giostra. Come se non l’avessi mai vista, sì.

Almeno evitammo di cadere di faccia una volta scesi, limitandoci a barcollare come ubriachi, ridendo e strillando e tenendoci in piedi aggrappandoci gli uni agli altri.

Arrivammo così, in qualche modo, davanti alle Magic Mountains. Sabrina e Tao rimasero a terra, mentre Baek decise di salire.

“Ho sopportato quell’altra, questa non deve essere così terribile”

“Nah, solo due giri della morte e un avvitamento piuttosto largo, qualche curva e basta” rispose Silvia scrollando le spalle.

Questo giro mi misi assieme a Junmyeon, più o meno verso la fine del serpentone. Davanti avevo Chen e Baek, dietro Chanyeol e Silvia. Kyungsoo e Seir erano ancora più avanti, così come Kai e Lay e Sehun e Umin.

La cosa andò relativamente bene, urlai a pieni polmoni, ridendo ancora inebetita dalle tazze nonostante il quarto d’ora abbondante di coda. Purtroppo a me il mal di testa o i capogiri non passano così in fretta.

 

Prima che il sole tramontasse decidemmo di farci una allegro gavettone a vicenda, salendo sul Colorado Boat, un percorso completamente sull’acqua che veniva attraversato su delle ‘barche’ fatte a tronco scavato. Ovviamente, due discese dove di schizzavi ben bene e tempo sufficiente per mizzarsi completamente con gavettoni fai da te.

Facemmo due giri per accontentare tutti. Ossia: noi ragazze e Baekhyun, che voleva separarci. La prima volta demmo retta a lui ed entrai nel tronco con Kyungsoo, Jongin e Sehun. Che, neanche a dirlo, mi infradiciarono completamente dopo due metri. D.O. mi aiutò a vendicarmi dopo la prima discesa, quella della foto, dove inquadrarono me nell’atto di strozzare per finta il maknae, che se la rideva della grossa. Kai stillava e Kyungsoo aveva alzato le braccia con la poker-face.

La situazione aveva davvero del ridicolo.

E alle altre non era andata meglio, perché si era divisa la beagle line nelle tre barche, buttando l’acqua anche in posti dove l’acqua non dovrebbe starci.

Ovviamente, neanche il tempo di sciugarci che eravamo in fila di nuovo, e questa volta non riuscirono a separarci ed entrammo tutte e quattro nello stesso tronco.

“Ragazze!” le chiamai, “Che ne dite di metterci in posa per la foto?”

Loro approvarono.

“Vai, spara un’idea” mi disse Sabrina.

“Fatte il simbolo delle EXO-L con una mano e lo sguardo alla Satansoo”. La foto venne perfettamente e fu comprata da Sabrina e Silvia.

Gli EXO erano così divisi: Kyungsoo, Junmyeon e Yixing; i tre maknae; la beagle line e lo hyung per ultimi. Non appena videro la nostra foto, e anche le loro ovviamente, si misero a ridere fino ad avere le convulsioni.

Più che altro perché sembravamo dei castori.

 

Facemmo un altro giro sul Blue Tornado e questa volta mi aggregai a Silvia. Seir ci stava davanti con la sua dolce metà. Non appena glielo dissi volle uccidermi, ma mi stavo già soffocando da sola con la mia saliva dal troppo ridere, quindi lasciò perdere.

“DUE CUORI E UN CESTINO!”  le urlai da dietro quando ci sedemmo, già bloccate dalle protezioni.

“VAFFANCULO AYUMI!” mi rispose a gran voce la mia dolcissima eonni. Io scoppiai a ridere senza ritegno mentre la giostra partiva.

“TonnaH, guarda, c‘è un castello con le lucine!” esclamò Silvia, indicandomelo. Lo notai solo in quel momento grazie alle luci che stavano sui merli, visibili grazie al buio che era calato mentre facevamo la fila. Grazie a cielo ci eravamo asciugati prima che il sole tramontasse grazie ai quaranta gradi della giornata.

“È vero~” cantilenai. Ci guardammo per un istante e poi...

“Oh che bel castello, ma con dirondirondello~ Oh che bel castello...” e a quel punto arrivammo in cima, “ma con diron... diron... daaaAAAAAAAAH~!”

In qualche modo tornammo a terra, dove ci attendevano coloro che non erano saliti. E ovviamente Sabrina mi chiese perché eonni stesse facendo finta di soffocarmi. Beh, in realtà avrei qualcosa da ridire sul finta.

“Non puoi ucciderla, Seir. Mi serve ancora, altrimenti da chi vado quando mi annoio?” borbottò Silvia, straccandomela di dosso. Io mi appiccicai a lei e a Junmyeon, piagnucolando.

“Oppa, vuole uccidermi” pigolai. Lui si mise a ridere dandomi un paio di pacche sulla schiena.

“Facciamo un altro giro sul Black Hole?” propose Chen sorridendo.

“Purtroppo c’è troppa coda ed è tardi... Piuttosto qualcos’altr...” neanche il tempo di finire la frase che Baekhyun ci aveva interrotto.

“GIOSTRA DEI CAVALLI!” urlò iniziando a saltellare come un canguro a cui hanno pestato un pied... ehm, zampa.

Ci fu un sospiro generale.

Ma dieci minuti dopo eravamo lì. Io, Silvia, Kyungsoo e Xiumin ci rifiutammo di salire e ci limitammo a scattare foto-ricatto di coloro che erano saliti. Inquadrando anche i volti scandalizzati delle madri dei bambini che erano saliti.

Inutile dire che ci spanzammo dal ridere.

“Perché non siete saliti? Era divertente!” ci sgridò Sabrina una volta scesa con un sorriso che si estendeva da un orecchio all’altro.

“Nah, è stato molto più divertente fotografarvi” ribatté Silvia imitando l’espressione della maggiore.

“...MAKNAE DAMMI SUBITO QUEL CELLULARE!” urlò la unnie, mettendosi a inseguire DonnaH per tutto il parco.

“Sul serio, non fate così i seriosi... ok, è per poppanti, ma non siamo qui a fare le persone intelligenti” mi disse Seir. Io la osservai.

“Lo hai detto eonni”. Mi rivolsi poi agli altri. “Seguitemi, ultima giostra!” urlai.

“Non doveva essere questa l’ultima?” mi chiese Minseok.

“Sì, ma facciamone una tutti assieme” risposi e lui annuì.

Cinque minuti dopo eravamo accanto all’uscita, in cosa per il trenino. Inutile dire che occupammo un vagone solo noi. Niente di eclatante, un paio di gallerie con farfalle e cavallette inquietanti che cantavano, funghi allucinogeni e il sole dei Teletubbies versione rape-face.

E non intendi dire che aveva una rapa in faccia, sia ben chiaro

 

“Bene ragazzi. Giochiamo a un gioco chiamato... ‘DOVE CA...STORO È IL NOSTRO PULMINO’?!”

Sospirai, avvolgendo le lenti a contatto usate in un fazzoletto ed essermi messa gli occhiali per permettere ai miei occhi di riposarsi. La serata sarebbe stata ancora molto lunga.


 

Angolino nascosto nell'ombra:

Voi non potete capire ciò che ho appena fatto. Penso di star per morire dal ridere.
Avevo appena pubblicato questo capitolo... nell'altra storia. Che, oltre ad essere al capitolo trenta e passa, e pure a tema Pokémon. Mi capite?
Quanto sono scema.
Ok. Tento di ripigliarmi.
Scusate il ritardo, ma ho dovuto farlo. Calmarmi un ttimo e prendere un po' di respiro. Per modo di dire, insomma.
Ho avuto: impossibilità nel toccare il pc per l'intara durata della settimana comunitaria, incremento delle lezioni di hiphop, febbre, fine e inizio del qudrimestre, compleanni, dimenticanze di chiavetta con su le storie quando finalmente potevo scrivere.
Ci manca solo l'invasione aliena e poi siamo apposto.
Ah, dimenticavo, ormai quasi tutti i miei capitoli rasentano le dieci pagine e mi ci vuole più tempo a scriverli.
Spero che compriendiate. Siete studenti anche voi che leggete immagino, sarete stati tutti almeno una volta nel mio stesso brodo.
Pardon moi. (?)
Su questo capitolo dico solo che il 90% è tratto da una storia vera. Lol.
Ok. Vado a tentare di recuperare il tempo perso (sogna Aura... SOGNA)
XOXO!


Aura_

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Capitolo 20
*** Capitolo 18 – Bagni di Folla e di Follia ***


Capitolo 18 – Bagni di Folla e di Follia


Sabrina P.O.V.

 

Ayu – Buonasera a tutti~
Ayu – Ragassuoli EXOsi, stasera a mezzanotte, mi pare, ci sono i fuochi d’artificio per le Feste Vigiliane. Ci incontriamo per vederli assieme? *.*
Seir – Me gusta. MogliaH, da te?
Brina – Va bene. Ma Sehun sta fuori dal cancello
Silvia – Scema.
Seir – Lol
Ayu – Da notare che ho chiesto ai ragazzi e invece mi rispondete voi, mentre loro non mi cagano di striscio.
Chen – Scusa Sara kekeke.
Chen – Sarebbe bello però. Io ci sto.
Channie – Sarebbe anche meglio incontrarsi prima.
Silvia – Noi prima siamo a fare la
Color Run.
Baek - ...la che?
Brina - Color Run.
Ayu – Praticamente andiamo a verniciarci di corsa.
Kai – Che figata! Possiamo venire?
Sehun – Yehet!
Brina – No, Sehun, tu non puoi.
Sehun – E perché?
Brina – Perché mi
irriti
Suho - ...
Silvia – La penso come te, LidaH.
Ayu – Idem.
Ayu – Dai unnie, non possono lasciarlo in albergo da solo.
Brina - ...molto bene. Ma se mi fai incavolare ti annego nell’Adige.
Seir
That’s Amoreee~
Brina - ...MogliaH vale anche per te
Lulù – Voglio le foto di voi versione arcobaleno!
Silvia – Le avrai Han, non ti preoccupare
Ayu - ...Yixing gege, diventeremo dei veri unicorni :D
Lay – Non vedo l’ora :DD
Seir – Lol
Kris
Color Run isn’t in my style
Silvia – E te pareva.
Seir – Lol again.

 

-


Come previsto, il giorno dopo ci trovammo in piazza del Duomo.
O meglio, quello era l’intento.
Ok, vi  spiego: la piazza è tipo duecento metri quadrati, o meglio, rotondi, ma ci abbiamo messo mezz’ora a trovare i dieci che, ovviamente, non potevano stare fermi in un punto della piazza e aspettare che noi li trovassimo, NO.
Dovevano girare come un branco di caproni.
E fu così che li recuperammo in Piazza Fiera per poi riportarli indietro, imprecando tra le loro risate imbarazzate. Poi li aiutammo a trovare una taglia della maglia che potesse stare loro e che non facesse da reggiseno sportivo.
Anche perché sono tutti dei baldi fanciulli e che non necessitano di reggiseno. Non hanno niente da reggere, insomma.
Una volta prese le maglie, rigorosamente bianche fatta eccezione per qualche striscia colorata e la scritta ‘Color Run’ sul petto, mandammo i ragazzi in un negozio a caso a cambiarsi. Della serie, col cavolo che vi spogliate in mezzo a una piazza con noi presenti. Non che fosse un brutto vedere, anzi... ma preferisco vivere. Ho ‘solo’ diciannove anni. Mi sento vecchia.
“E adesso che si fa?” chiese Baek, che si stava sistemando la maglia con occhio critico.
“Si aspetta il nostro turno” rispose Silvia. Seir, nel frattempo, stava armeggiando col suo zaino e mi avvicinai per vedere che caspio stava facendo.
Tre secondi dopo avevo una striscia rossa che mi trasformava in un catello di divieto di sosta umano. Avevo pure i pantaloni grigi per simulare il palo, fate un po’ voi.
“Wae” le chiesi. Lei si mise a ridere, ovviamente.
“Oh no, è partita la strega Disney” sentii Ayu dietro di me. Inutile dire che diventò la bandiera del Giappone umana.
Dieci minuti dopo, quando iniziò la nostra corsa, eravamo tutti degli arcobaleni, a parte Lay e Layla che erano due unicorni per loro volere. Io ero un unicorno pappagallo a detta delle mie carissime dongsaeng. Un pappacorno.
Perché ho come bias sia Sehun che Yixing.
Capitele.
A dirla tutta, più che una ‘Color Run’ era una ‘Color Walk’. Nessuno di noi aveva la benché minima intenzione di correre, come anche la maggior parte delle persone presenti in quella piazza.
E non eravamo esattamente in pochi.
Una mandria di sfaticati. Ohorat~.
Io presi a braccetto Chanyeol, senza considerare la sua effettiva altezza di quasi due metri. La scena risultante, come mi riferì la mia carissima collega di Arti Figurative, fu quella del ‘gobbo di Notre Dame con i capelli lunghi’.
“Ma grazie Ayu. Sempre gentile, eh” borbottai facendole la linguaccia.
“I figli crescono secondo l’esempio dei genitori” cinguettò lei in risposta, facendomi marameo con la mano per poi scappare a nascondersi di fianco a leader, che le rivolse uno sguardo sorpreso nel constatare che stava ridendo come un’inebetita e lui non ne conosceva il motivo.
Beh, tutto sommato ci avevano fatto l’abitudine.
La parte divertente fu l’arrivare alla prima ‘color zone’. Non solo perché ci inseguivano armati di colore spray mentre noi scappavamo ridendo senza ritegno, ma anche perché gli addetti erano rimasti basiti non poco nel ritrovarci già colorati dalla testa ai piedi.
Questo non impedì loro di rincarare la dose.
Arrivammo alla fine della corsa, alla postazione del colore rosso che, guarda caso, era proprio sotto casa di Ayumi. Citofonammo a sua madre perché scendesse a vederci e a conoscere gli idoli di sua figlia imbrattati pure loro.
“Salve” salutò cortese. In italiano, perché altre lingue non ne sapeva.
“Madreee, non ti capiscono così. Devi dire ‘Annyeong haseyo’" spiegò la ragazza.
“...è troppo complicato Sara” rise lei dopo un attimo di ‘che cavolo sta dicendo questa’ iniziale.
“Ma’, dire sternocleidomastoideo è più difficile!” strepitò quell’altra.
E fu così che dopo un paio di tentativi, la madre di Sara imparò a salutare in coreano. Poi, dopo aver litigato con il suo cellulare per farci delle foto, tornò su in casa salutando con la mano, con sommo divertimento da parte nostra.
Appena finito di farci imbrattare di colore rosso ci facemmo altre foto che inviammo al gruppo di Line. Luhan apprezzò molto, intendo dire che ci prese per i fondelli per i due mesi a seguire.
Yifan ribadì che non era nel suo stile e Silvia gli mandò un audio dove urlava tutta la sua frustrazione, rigorosamente in spagnolo. “Così per farlo perplimere un po’” ci spiegò. Ma quando Kris rispose che lo spagnolo non era nel suo stile, la maknae minacciò di andare fino in Cina ad accopparlo.
“Non puoi uccidere il tuo bias” le disse Ayu mentre rideva fino alle lacrime.
“Come no? Il cielo mi dia un segno se non posso!” strepitò Silvia.
Ironia della sorte, si mise a piovere. Rimanemmo tutti basiti e in silenzio per qualche istante.
“MA SERIAMENTE?” urlammo poi tutti e quattordici.
“Ok, per questa volta lo lascerò in vita” si arrese la maknae con sommo divertimento da parte nostra.
“Ok, piove, c’è la musica e la gente balla, che aspettiamo?” strillò un sovraeccitato Jongin afferrando per un braccio Ayu che non si oppose. Ben presto noi restanti dodici li raggiungemmo dando inizio al vero e proprio delirio.
In articolare, io e le altre tre Gulls cantavamo Dancing in the Rain dei B.A.P. che in quel frangente ci stava tutta.
Per fortuna i temporali estivi passano relativamente in fretta e presto tornò a splendere il sole. Mentre aspettavamo l’autobus che ci avrebbe portato in stazione ci asciugammo completamente, fatta eccezione per i capelli miei e di Ayu che ci mettono le ere geologiche per tornare alla loro forma originaria e asciutta.
...ok, vada per l’asciutta. Non si sa bene quale sia la forma originaria dei nostri capelli. Capelli wae.
Comunque.
In qualche modo arrivammo in stazione.
“Ah, me la ricordo questa piazza!” ridacchiò Jongin. Io e Ayu ci scambiammo uno sguardo che esprimeva una cosa del tipo ahahahacalzini. Meglio omettere quella parte a Seir, che altrimenti diventava gelosa per la questione del marito.
Non si sa se per me o per Kai, ma diventava gelosa. Mah, queste shipping.
“E adesso?” ci chiese Minseok, guardandosi attorno.
“Adesso si aspetta l’autobus per arrivare a casa mia” risposi io come se fosse ovvio. Perché effettivamente doveva essere ovvio.
“Di già? Sabrina, sono le tre e mezza del pomeriggio. Hai voglia che arrivi la mezzanotte!” rispose Sehun sollevando un sopracciglio.
“Ok, obiezione accolta. E quindi? Che volete fare?” ribattei io, facendomi coraggio.
“Boh” fu la risposta unanime. Sospirai esasperata. Che branco di amebe.
“Va beh, io vado a casa. Ciao” li salutai con la manina, salendo sull’autobus e piantandoli lì. Fui ovviamente raggiunta da tutta la comitiva due secondi dopo. E occupammo tutto l’autobus, naturalmente, eravamo un esercito di gente.
E poi ci fissavano tutti, suscitando in me una grande voglia di urlare una cosa come ‘che c’è, non avete mai visto quattro italiane dipinte assieme a centordici orientali altrettanto dipinti?’.
...anche se, riflettendoci...
“Sabrina, quando dobbiamo scendere?” mi chiesi Silvia.
“Alla fermata scorsa, ragazze” risposi io tranquilla, andando a prenotare la fermata. Sì, mi meritavo lo scappellotto che mi tirò la mia mogliaH, ma che ci volete fare: so’ scema.
Dopo un’allegra scarpinata giungemmo a casa mia, dove richiesi l’attenzione. “Ascoltatemi... la mia è una famiglia di kpopper... ok, mio padre si salva un attimo, ma mia madre e mia sorella sono delle EXO-L. Chanyeol, se ti trovi in un matrimonio combinato con me, non farti domande. Peggiorerebbe solo la situazione. Baekhyun, se ti trovi uno scricciolo di undici anni che strilla come un delfino attaccato al collo a mo’ di koala, è normale. Se mi sentite sbraitare anche in aramaico, va bene così. Bene, ora possiamo entrare”. E, tentando di ignorare le loro facce sconvolte, divertite, preoccupate e consapevoli, bussai, reprimendo le risate isteriche che mi stavano salendo.
Mi aprì mio padre, grazie al cielo che, non appena vide tutto il plotone di gente chiese genuinamente: “Ma ci stiamo tutti in questa casa, sì?”.
‘Eh, bella domanda papà’ pensai, ma mi limitai a sorridere e ad entrare nella casa.
“Sono tornataaa~” cinguettai saltellando e quasi inciampando nel tavolo. “Ma chi ce lo ha messo qui ‘sto coso?” borbottai massaggiandomi lo stinco.
“Sabrina, lascia che ti presenti ‘quel coso’, conosciuto anche come... CHANYEOL!”. Mia madre fece la sua entrata in scena spalmandosi sulle guance le mani stile urlo di Munch.
“No, mamma. Chanyeol è il nome dell’auto. Because we Park Chanyeol” risposi io come se fosse naturale, con tanto di swishhh da parte dei miei capelli, che andarono a schiaffeggiare la povera Ayumi che si stava facepalmando in quel preciso istante, naturalmente in contemporanea alle altre due. Fine della favola: i miei capelli si incastrarono nelle sue dita e lei finì per mangiarseli. E dire che erano ricoperti di colore. Povera Ayu.
“Unnie! Non potevi evitare?” strillò infatti lei, restituendomi i miei capelli. Intanto mia madre non s’era mossa di un millimetro.
“Tale madre tale figlia” rise Chen, il quale aveva notato la mia medesima cosa. Peccato che la mia carissima Eomonim avesse scelto proprio quel preciso istante per rianimarsi.
“SABRINA” sillabò.
“Dica” risposi sospirando. Mia madre più Chanyeol in casa nostra uguale niente di buono per me. Potevo dire addio alla mia vita libera da single, mia madre mi avrebbe incastrato in un matrimonio combinato con il gigantesco Yoda e avrei passato il resto della mia vita a nascondermi dalle sasaeng. E manco avevo vent’anni.
“SI VA A CENA”. Io sollevai in sopracciglio e dietro le tre ragazze tentarono in tutti i modi di non mettersi a ridere diventando sempre più rosse ad ogni secondo che passava. Soprattutto Seir. Ayu continuava a schiarirsi la voce e Silvia respirava manco stesse partorendo.
Alla fine scoppiammo a ridere in contemporanea.
“Mamma... sono le quattro, quando hai intenzione di cucinare?” riuscii a buttare fuori tra le risate. La mia genitrice prese ad accarezzarsi il mento con fare pensieroso, anche se si capiva da lontano un anno luce che stava fingendo e sapeva già esattamente come ribattere.
“Obiezione accolta” disse poi sorridendo. Nel frattempo l’Europa Line si era spalmata sul pavimento in preda ad apparenti attacchi epilettici, mentre l’Asia Line era sempre palesemente più perplessa.
Welcome to the Adams Family~
“E quindi?” chiese mia mogliaH, che tra un attimo abitava lì pure lei, con tutte le volte che era venuta per fare hip-hop. Voglio dire, non faceva hip-hop a casa mia, ma a Trento e lei abitava su in tanta malora. O, per dirla come Ayu, ‘in montagna con le mucche sempre col muso in giù~ mentre cantano contente i coro fanno mu~’.
Si vede che è nostra figlia. Silvia invece è stata forse scambiata nella culla. Almeno una delle sue personalità. Perché secondo me la maknae è bipolare...
Lasciamo perdere.
“Accomodatevi fuori in giardino, è tornata ad essere una bella giornata~ vi preparo il the freddo~” e saltellò di nuovo in cucina. Osservai le facce ancora esterrefatte dei ragazzi coreani e cinesi e scoppiai a ridere di nuovo, conducendoli fuori. E anche lì rimasero impalati come delle pigne mentre io e le ragazze sgobbavamo per trovare sedie sufficienti affinché riuscissimo a sederci tutti. Impresa che si rivelò inutile, perché mancavano un paio di sedie. Quindi un paio dei ragazzi presero posto per terra a gambe incrociate mentre Ayu si sedette in braccio alla sua eonni accoccolandosi.
“Che succede? Oggi sei molto affettuosa” rise la sua poltrona personale.
“Gne” rispose quell’altra.
Feci per aprire bocca e continuare con la nostra classica uscita, ma venni bloccata da una boccata d’acqua non prevista, che sputacchiai in faccia a Baekhyun senza troppi complimenti, per poi alzarmi in piedi pestando forte le scarpe per terra e urlando con tutto il fiato che avevo un corpo: “GNAAAAAAAAAAAAA~!”. Poi mi accorsi di aver sbagliato e, finalmente, riuscii ad imprecare contro il cielo il nome di mia sorella. “ELENAAAA-“ mi interruppi perché avevo bevuto di nuovo, dato che ci stavano facendo, lei e i miei genitori, altri gavettoni.
Quella volta Baek si abbassò in tempo e io beccai Xiumin.
“Sabrina usa Idropompa. È superefficace” borbottò Sara al mio fianco, mentre si strizzava i capelli. “Aish, si erano appena asciugati”
“Mi è sembrato di rivedere EXO Next Door”.
“Colpa di mia sorella che non mi ha chiamato a conoscere Bacon” disse mia sorella uscita in quell’istante dalla casa.
“VIENI QUI, PICCOLO DEMONIO!” sbraitai, alzandomi e iniziando a inseguirla, afferrandola subito dopo per poi sollevarla senza troppi problemi perché era un insetto stecco, con le convulsioni per il troppo ridere ma pur sempre un insetto stecco.
Purtroppo gli spasmi ebbero la meglio e ci ritrovammo entrambe a ruzzolare tra l’insalata del piccolo orto di ma madre che, manco a dirlo, spuntò in quel preciso istante.
“OH MIO DIO! LA MIA INSALATA!” sbraitò, avanzando minacciosa con un mattarello in ma- MA CHE CAVOLO CI FACEVA CON UN MATTARELLO IN MANO?
La sua vendetta fu spietata... o meglio, fradicia. Infatti mia madre raggiunse la pompa dell’acqua e fece un’ulteriore doccia a tutti, mia sorella, EXO,  muro di casa e insalata compresi.
Bagnata e ridente, mia sorella si appese a Baekhyun.
“FAMIGLIA!” ruggii io, “PERCHÉ SIETE COSI’ DEGRADATI E DISAGIATI E DECOLORATI?!”. Loro mica avevano partecipato alla Color Run, eh.
“Decolorati unnie?” chiese Ayu inclinando la testa leggermente.
 “ESATTO!”
“Ma qui sei l’unica mozzarella!” rise mia moglie.
“Se ci fossero qui i Bangtan Boys invece che gli EXO, con Suga potresti competere... ma forse anche con Lay e Sehun, mah...” rifletté Silvia, massaggiandosi il mento.
“Ecco! Unnie è una Suga-girl!” rise Sara tirandosi su dalla sua omonima e saltellando verso la compagna maknae.
“Oh my Suga girl~” canticchiarono le due in coro. Poi diventarono serie di colpo, guardarono tutti i presenti, ossia EXO scandalizzati, mia sorella appesa a Pancetta, mia madre che sorrideva con la pompa dell’acqua e il mattarello ancora in mano, mio padre che scuoteva la testa affacciato dalla finestra e io e mia mogliaH che eravamo derpose e poi tornarono a guardasi tra di loro, assumendo un’aria superiore. “I don’t give a shit. Swag” dissero in coro facendo swishhh con i capelli.
Rimasi un po’ in silenzio a guardarle, poi allargai le braccia tese ai miei lati in modo da formare una linea retta orizzontale e parallela rispetto al pavimento, per poi ondeggiare la parte superiore del corpo. “I’m a airplane~” canticchiai sul ritornello di Badman dei B.A.P.
Seir completò in quadretto alzandosi in piedi ed esclamando abbassando la voce il più possibile: “Peace, CYEAH!”
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi ci mettemmo a ridere come delle scimmie che litigano per il mango. Il cesso al mangooo~
Yixing dovrebbe smetterla di drogarci il the di nascosto.


Finalmente arrivò un orario decente per la cena e noi ci caricammo su un autobus, esattamente dipinti come eravamo da quel primo pomeriggio.
Non immaginate la faccia del tizio della reception barra cassa. Grazie al cielo mia madre aveva avuto l’accortezza di prenotare perché altrimenti sarebbe stato da spararsi.
“Prevedo Spicy Arhabiatthaaaa~” sentii dire Silvia. Per poco non ci spalmammo in quattro sul pavimento a ridere.
“Insomma, un po’ di contegno!” ci riprese mia sorella. Io la punzecchiai e lei squittì. Mia madre sospirò.
“Ragazze, qui nessuno capirà nulla di cosa ordinare...”
“...dobbiamo dividerci in gruppi!” dissero Sara e Silvia dandosi il cambio. Così mettemmo Suho a capotavola, perché non ci voleva stare nessuno e lui era il leader, ruolo che poteva tranquillamente essere rinominato come ‘vittima sacrificale’. Ai suoi lati ci disponemmo noialtri, reclutando anche mia sorella come traduttrice personale di Baekhyun, dato che non si era staccata un attimo dal suo braccio.
Dovemmo leggere circa due volte a testa l’intero minuto e io mi trattenni dall’impulso di tirare giù tutti i santi quando Jongdae e Yixing si erano dimenticati il loro ordine. Grazie al cielo Ayu e Silvia si erano annotate il tutto sulle note del telefono.
Neanche a farlo apposta, Kyungsoo aveva preso le penne all’arrabbiata e Sehun le linguette ai frutti di mare. E continuarono a chiederci perché stavamo ridendo. Inutile dire che non rispondemmo loro, anche perché ero un po’ preoccupata dato che Ayumi e Silvia praticamente non stavano respirando.
Noi non-orientali, sobriamente, avevamo preso pizze, strangola preti, tortel de patate e patatine fritte. Insomma, i grandi classici per una cena.
Un cameriere ci portò pane e grissini, grissini che non vidi nemmeno, dato che parirono in un battito di ciglia. Ayu mi passò uno dei suoi, dato che era riuscita ad afferrare un pacchetto.
“Vi rovinerete l’appetito” borbottai io masticando.
“Senti da che pulpito viene la predica” mi fece la linguaccia Seir.
“Sabrina chiudi la bocca mentre mangi” mi riprese mia madre.
“Sabrina chiedi la brocca mentre cianci” ripeté Ayumi a modo suo, giocherellando con le posate con la mano sinistra mentre con la destra si appuntava le ultime cose sul telefono. Quando si dice ‘multitasking’.
Ma anche amplifon.
Durante la cena volarono patatine, spaghetti, posate, imprecazioni, tante imprecazioni e tappi di bottiglia d’acqua, perché avevamo assolutamente proibito alcolici... soprattutto a me e a Lay.
“Credetemi, unnie è l’unica persona al mondo in grado di ubriacarsi con una birra analcolica”. Sbuffai.
“Ancora questa storia?” ringhiai con due patatine infilati negli angoli della bocca. Tre quarti del tavolo si mise a ridere per la mia voce distorta. Beh a dirla tutta ormai ridevamo per qualsiasi cosa, ragione in più per evitare l'alcool. Eravamo già degenerati di nostro.
“È anormale come cosa. Dobbiamo farti conoscere~” cinguettò la ragazza soffiando nella mia direzione un bacino. Poi si mise due patatine come me e... “È ancora verde... sono andati a nord due ore fa”. Silvia spiaccicò la faccia nella sua pizza al tonno per il troppo ridere e Jongin le lanciò poco delicatamente il suo tovagliolo.
“Ma sei seria?” le chiesi invece io. Lei si limitò a sorridere.
L’Era Glaciale regna” rispose soltanto.
Grazie al cielo i ragazzi erano riusciti a convincere mia mamma che avrebbe pagato Suho per loro, perché secondo me avevano ordinato e si erano pappati anche un cameriere a tradimento. Nemmeno io mangiavo così tanto.
“Vi odio. Mangiate anche il locale e siete degli spaghetti” piagnucolò Aura. “Io mangio un tocchetto di cioccolata e divento un bufalo e poi rotolo”.
“Se tu sei un bufalo che rotola, che dovrei essere io?” ribatté Seir indicandosi. Quell’altra si girò, fissandola intensamente.
“Tu sei una top model!” ammiccò con il tono più ispirato che trovò, aggiungendo anche una posa alla ‘dipingimi come una delle tue ragazze francesi’.
Ci mettemmo dieci minuti a recuperare le due omonime dall’asfalto, appena in tempo per trascinarle sull’autobus, dove continuarono a ridere, ovviamente.
“Siete un caso disperato”
“Ma se sei peggio di noi!”
“Nessuno ha mai detto il contrario”. E come volevasi dimostrare, mi aggiunsi.
Erano le dieci di sera e mi faceva già male la pancia dal ridere e non ero la sola, sicuramente. Avevo paura che qualcuno dei ragazzi vomitasse qualcosa, con tutto quello che avevano mangiato, ma non successe. Probabilmente avevano quattro stomaci come le mucche. Solo che loro non ruminavano.
Chen a parte, forse, lui era un cammello, dopotutto.
Appena arrivati a casa decidemmo che era un’ottima serata per dare fondo a una vaschetta di gelato affogato al cioccolato. Andai assieme ad Ayu a prenderlo in cucina: lei prese gelato e cucchiaini e io mi armai con le centordici coppette necessarie, pregando tutti gli dei vichinghi di non inciampare in qualche ostacolo presente ma anche no a caso. Missione che portai a termine con successo.
“Unnie” mi chiamò la mia collega.
“Dica” risposi.
“Serve un macete”.
“...Maccoss?”
“Sì. Mi serve un macete per aprire il gelato”. Mi duole ammetterlo, ma era terribilmente seria.
“Non ce l’ho il macete Ayu. Perché non lo apri come i comuni mortali?” suggerii ironica. Alle mie spalle si stavano trattenendo dal ridere come degli ossessi solo perché non volevano perdersi neanche una sillaba del discorso. E come dare loro torto?
“Perché io non sono un comune mortale. Io sono un unicorno”. ‘Oh Gesù, Giuseppe e Maria’ imprecai mentalmente, mentre quell’altra ERA. ANCORA. FOTTUTAMENTE. SERIA.
“E di solito gli unicorni aprono il gelato con un macete?” chiesi io, esasperatamente perplessa.
“Certo che no, come faremmo a tenerlo in mano? Usiamo il corno. Ma ora non posso usarlo perché devo mantenere la mia copertura. Quindi mi serve un macete” rispose lei scialla.
“...passami la maledetta scatola, la apro io” sbuffai. Lei si mise a ridere innocentemente assieme agli altri.
“Per Ayumi uno a zero, palla al centro” decretò Chen ridendo.
In qualche modo riuscimmo a sopravvivere fino a mezzanotte. Nel frattempo erano arrivati i miei cugini e i miei zii e... insomma, eravamo centordici. E, prendendo esempio dagli elefanti che si dondolavano sul filo di una ragnatela, anche noi iniziamo a diventare ingeneri per creare una sorta di torre di Babele salendo e arrampicandoci uno sopra all’altro. Io finii chissà come in braccio a Channie con sommo fangirleggiamento da parte di mia madre.
“Ma perché dovevo usare proprio te come poltrona?” gli chiesi con un sospiro esasperato. Lui mi sorrise.
“Non lo sai che a noi diverte far fangirleggiare la gente?”. Gli tirai una tallonata negli stinchi che non gli fece tanto male, dato che si mise a ridere. Accidenti a loro, adesso si spiegano molte cose. Moltissime.
Bum!

Tao sobbalzò e mi tirò una gomitata nelle costole. Io quasi rischiai di cadere giù da Chanyeol che si mise a ridere, tirando una manata fino a colpire la testa di Seir, la quale rimbalzò su quella di Ayu che mi morse la lingua.
“Ahia!”
Bum!
“Aia, aia~” canticchiò Silvia la pubblicità dei wurstel. Contenta lei.
“Ma ci pensate che qui si canticchia ‘se c’è la goccia è Jin? Che sia l’indizio per dirci qualcosa?” intervenne Sara di nuovo. Io mi preparai psicologicamente perché, a quanto pare, la nostra cara sweet maknae era in una di quelle sere nelle quali perdeva le sue facoltà mentali.
Bum!
“Del tipo che Jin esce solo quando il clima è uggioso, nevoso o comunque umido?” le diede corda Silvia
“Esatto!”
“INIZIANO I FUOCHI!” sbraitai esasperata dal disagio delle mie figlieH. Ma dico, che famiglia ho partorito. Metaforicamente parlando, s’intende.
Mi passò molto in fretta, però, perché il quadretto era troppo tenero, soprattutto per la presenza di alcuni aegyo umani, per esempio i due unicorni, che avevano la stessa espressione identica.
Stavo fangirleggiando internamente.
Bum!
“Sono già finiti?” s’imbronciò Ayumi.
“Eh, è la vita” risposi io. Buonasera finezza, grazie per aver bussato alla mia porta!
Bum!
“Aniya!”
“Aigoo”
“Ottokkae!”
Bum!
“Bene gente. E adesso, tutti a nanna!” esclamai io balzando giù da Chanyeol e battendo le mani due volte a mo’ di foca. E dalla platea, specialmente dalle altre tre gulls che avrebbero dormito da me, mi arrivarono occhiate del tipo ‘wtf, ma sei seria?’
Eh vabbè, io ci avevo provato.

 

Angolino nascosto nell'ombra.

CYEAH.

I B.A.P. vengono in Italia gente. Ed è cosa buona e giusta.
Lo so, probabilmente lo sapevate già tutte, ma gulls, I can't explain what i feel, non sono mai andata ad un concerto in vita mia. Ok, la smetto.
Scusate per il ritardo, ma ormai non ve lo sto neanche più a dire, mancano tre-quattro capitoli e tantovale che ormai la pubblichi tutta in ritardo.
Dico così perchè so che almeno il prossimo capitolo non arriverà nell'immadiato perchè: a) sarà difficile da scrivere, b) IL TEMPO AIUT!, c) ho scritto a mano una one-shot sui BTS e voglio trascrivere quella prima che i BTS facciano un nuovo music video che mi sconvolga tutto quello che ho già scritto con tanta fatica e tentando di non farmi sgamare dai prof.
Non l'ho scritta interamente a scuola, nooooo... *innocent blink*
Passiamo al capitolo.
In realtà io non ho fatto la Color Run, ma quest'anno ho intenzione di farlo. E no, non era per le feste Vigiliane, ma perdonatemela, volevo troppo fargliela fare.
La prima parte del capitolo è scritta nella chat, per questo ci sono anche Han e Fan e faccine e lol gratuiti.
Non so se Piazza Duomo è duecento metri quadrati, ho sparato a caso.
La cosa della Strega Disney è perchè Sewir ride come Ursula della sirenetta, più o meno.
Povera Sabrina, quanto la stressiamo con 'sta storia di Sehun. Sì, sono stata io ad iniziare. Unnie ti voglio bene, e lo scrivo in tutti i capitoli adesso che ci penso. Divemterà l'angolo dell'Unnie ti voglio bene anche se sono mscosta nell'ombra.
Sì, questa è una delle sere in cui la mia sanità mentale va a schiacciarsi un pisolino lasciandomi incustodita.
Per chi se lo fosse domandato, lo sternocleidomastoideo è un muscolo.
Silvia ha puntualmente istrinti omicidi contro i suoi bias e, occasionalmente, anche i miei. Kris in primis. Ma in realtà vuole loro bene. Sotto sotto.
La madre di Sabrina è un genio e, sì, è Chanyeol biased.
Sabrina e i suoi swishhh mi schiaffeggiano spesso e volentieri.
La canzoncina della montagna con le mucche che fanno mu esiste, penso sia tipo dello zecchino d'oro. Comunque è vero che eonni tra un attimo abita da unnie. Dopotutto soo mogli e mogliaH
La famiglia di Sabrina fa gavettoni random. E 'oh mio dio, la mia insalata' è una citazione di Sabrina stessa. Sempre lei è molto pallida e Seir la chiama mozzarella. E dato che Silvia è sempre sconvolta dal color lenzuolo di Suga ho fatto il paragone.
Sempre parlando di mr. zucchero idraulico gel, abbiamo preso Super Girl deu SuJu M e ci abbiamo cacciato Suga in mezzo. E il rapper lavato con perlana, qua, era quello che ripeteva sempre swag ed è il 'non me ne importa un benemerito' in forma umana.
'I'm an airplane' è frutto di uno sclero recente (5 marzo ahahaha) per la mossa di danza. Invece che la testa muovi il busto e voilà: aereoplano. Invece, Cyeah è Cyeah.
La cosa della top model è uscita fuori realmente una volta che eravamo uscite assieme. È stata la prima cosa che c siamo dette. Capite a che livello di degrado siamo?
La cosa del macete è fresca fresca di sta sera. Solo il macete, non l'intera discussione.
"Se c'è la goccia è Gin" me la canticchiava mio padre. Penso sia riferito ad un formaggio, ma non ne ho idea.
Bene ho finito dii scrivere 'sta roba chilometrica.
Vi ho annoiato a sufficienza e... niente, basta.
...CYEAH.


Aura_

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Capitolo 21
*** Capitolo 19 - Ciack, Si Gira! ***


Capitolo 19 – Ciack, Si Gira!

 

Silvia P.O.V.

 

Da quando ci avevano separato in classi diverse, i nostri pranzi tutte assieme erano diventati occasionali. Ma, quando succedeva, la nostra colonna sonora che ci accompagnava sempre era lì, immancabile.

“Patateeeeeeeeeeeeee!”

Eccola. La signora al banco che avvisava la gentile clientela che le patatine fritte erano pronte e chi non le aveva ricevute prima poteva finalmente metterci le mani sopra.

“Patateeeeeeeeeeeeee!”

“Oggi ci hanno chiamato in via del tutto ufficiale per parlarci dell’iniziativa... chissà che vogliono dirci” borbottò Ayumi ad un certo punto, masticando la crosta della sua pizza.

“Boh... spero niente di brutto” fece eco Sabrina.

“Patateeeeeeeeeeeeee!”

“Se ci rifanno fare le cose daccapo gli ammazzo” decretai il pulendomi le mani unte di olio di pizza nel tovagliolo.

“Cotolettineeeeeeeee!”

“Uuuh! Sono mie!” cinguettò Seir, alzandosi e saltellando per prendere le sue sospirate cotolettine di pollo, lasciando noi altre tre al nostro tavolo, sprofondate in un silenzio ruminante. “Che ftavamo dicfendfo?” chiese tornando, con un pezzo di pollo in bocca.

“Patateeeeeeeeeeeeee!”

Scoppiammo inevitabilmente a ridere.

 

-

 

“Ciao raga-“

“Ok, belli, adesso ditemi che sta succedendo” decretai io interrompendo il saluto che il leader ci stava rivolgendo.

“Ci hai chiamato belli” ammiccò Jongin strizzandomi l’occhio. Shisus, lo ammazzo, sento la tua approvazione.

“Ok, la rifaccio. Ok, buzzurri, adesso ditemi cosa. Stradiamine. Succede” ringhiai io. Chen sottolineò il ‘ciack due’ mettendosi a ridere senza ritegno.

“Niente, hanno semplicemente autorizzato il programma” rispose finalmente Suho in tono lieve, sorridendoci.

Silenzio.

“E VOI CE LO DITE COSI’?” sbraitò Sabrina dopo l’aria da wtfhadettoquesto generale. “Oh, sì, certo, per voi è tutto normale, no? Ah sì, programma, che vuoi che sia, io con i programmi mi ci scompiscio!” continuò poi a strepitare la unnie, tanto da assomigliare ad un picchio al quale hanno rubato le uova.

Nel frattempo, i ragazzi ci guardavano con una faccia che esprimeva qual è il problema scusate da qualunque angolazione. Tipo gli striscioni di buon compleanno che si vedono da due chilometri di distanza. Insomma, la loro perplessità era palpabile.

L’SM ha fatto loro il lavaggio del cervello, non si ricordano più che cosa vuol dire essere una persona normale, a quanto pare. Non trovo nessun’altra logica spiegazione.

“Aspettate, volete dire che andiamo in televisione?” chiese Sara, inclinando la testa di lato.

“Esatto” le rispose Yixing, sorridendo genuinamente. La sua biased però passò tutte le gradazioni del rosso prima di biascicare qualcosa che i presenti non afferrarono.

Questo è il problema” tradussi io le sue parole. “Avete mai pensato al fatto che noi non siamo idol?” chiesi poi ai ragazzi. Loro mi fissarono confusi e io resistetti all’impulso di mandare a cagare tutto il mondo e trasferirmi sulla luna, in qualche modo.

“Beh... no?” mi rispose infatti Jongin, un po’ esitante, forse percepiva le ondate omicide che emanava la mia persona.

“Me ne sono accorta” ringhiai io sbattendomi una mano in faccia. “Lasciate che ve lo spieghi in pochi semplici passi. Già è stato difficile avervi davanti al naso per questi quasi due mesi senza avere una sincope, figuratevi registrare un programma con voi con la consapevolezza che il suddetto programma andrà effettivamente in onda! Per chiarirci, non solo per noi stare davanti ad una telecamera è motivo di grande imbarazzo, insomma, di solito io e Seir stiamo dietro la telecamera e le altre due raramente partecipano come attrici ad un nostro video. Un nostro video, capite? E si imbarazzano per quelli! Inoltre, voglio ricordarvi delle vostre fan sasaeng ammattite che ci rintraccerebbero e verrebbero a squartarci. E, sinceramente, no grazie”.

Dopo il mio monologo i ragazzi si guardarono tra loro per qualche istante. Beh, a parte Lay, che si era distratto borbottando un ‘i vostri sono video di tutto rispetto’ più al pavimento che a noi. Va beh, apprezzo il pensiero.

“Sono le fan il problema?” chiese infine Suho. ‘Ma è impazzito del tutto o quando parla nessuno mi ascolta?’ pensai esasperata.

“Di tutto quello che ho detto hai afferrato solo questo?” chiesi invece ironica. Sì, ero mezza in crisi e stavo andando in escandescenza. E Jongdae doveva averlo notato, perché si mise a ridere, esattamente come faceva tutte le volte in cui andavo in escandescenza.

Era un suo vizio, probabilmente lo faceva anche con il leader. Che non so per quale assurdo motivo si trattenesse nel lanciare un scarpa, a lui come agli altri. Ogni tanto avrebbe dovuto lanciarla anche a se stesso.

Come in quell’istante.

“No, ho capito... però i produttori hanno deciso e.. beh, i ritratti non li abbiamo mica fatti noi” raddrizzò il tiro il leader, facendomi annuire.

“E grazie al cielo” borbottammo tutti in risposta. Ma proprio tutti. Ci guardammo un secondo un po’ sbalorditi. Poi Sabrina si schiarì la voce.

“Cosa dovremmo fare, allora?” chiese in un mix di curiosità e rassegnazione.

“Beh... innanzitutto dovrete parlare un po’ di voi, presentarvi, dire in cosa consiste il vostro lavoro, cose così. Sapete per... farvi conoscere al pubblico” iniziò ad elencare Chanyeol.

Silenzio. E poi...

“NO”

“Ve lo scordate proprio, questo assieme all’aegyo”

“Io passo”

“Unnie posso dire che sono un unicorno?”

“...”

“...No, Ayu. Non credo sia una buona idea”

“OK, allora sono un tacchino”

“TonnaH, ti prego”

“Un tacchino, non un santo”.

“...Qualcuno le tiri una botta in testa, vi prego”. E fu così che alla mia povera vicina di casa arrivarono degli scappellotti dietro la nuca da parte della beagle line più Sehun. E quella stessa vicina di casa divenne una palla mugolando.

“Ma cosa vi ho fatto di male? Perché mi picchiate?” pigolo, scappando dietro ad un materasso. Inutile dire che non perdonò nessuno di noi e ci tenne il muso per una decina di minuti.

“...posso continuare a spiegarvi la situazione o non vi interessa più?” ci chiese ad un certo punto Suho, che ci stava guardando con un’aria da cane bastonato. Poveretto.

“No, prego, abbiamo tutta la tua attenzione... no, volevo dire... HAI CAPITO!” provò a rispondere Sabrina, con il risultato opposto, dato che Seir si mise a ridere talmente forte da non farmi quasi sentire i miei pensieri. Sara le scoccò un’occhiataccia, ancora offesa per prima, mentre io patpattai una spalla al leader che scuoteva il capo sconsolato.

Stare a contatto con quelle creature ci stava facendo tanto male, indubbiamente.

“Vai, lidaH, al massimo glielo spieghiamo noi che dobbiamo fare” sbuffò Sara, girandosi verso il suo bias, che le diede retta, probabilmente troppo sconvolto per provare a ribattere.

“Dicevo... poi gli operatori monteranno i video che sono stati fatti mentre voi lavoravate ai ritratti e cose così... e in più vorrebbero che ci faceste provare le cose ‘che avete fatto voi nei biennio’... mi hanno detto di dirvi così e che voi sapete già quello che intend-“. Ancora una volta non lasciammo finire Junmyeon... cioè, non lo lasciai finire.

“SI’ SO PERFETTAMENTE QUELLO CHE VOGLIONO DIRE, MA NON LO FARO’” sbottai io. All’occhiata confusa del ragazzo io puntai secca un dito in direzione del resto del gruppo, che sembrava una balbettante bambocciosa banda di babbuini. Grazie professoressa McGranitt per queste perle di saggezza. “Te li immagini quelli a fare oreficeria?” ringhiai io.

Prima di ogni sua ipotetica risposta, intervenne la sua biased. “Possiamo sempre annegarli nella vasca del decapaggio” disse in tono neutro. Sia io che il leader ci girammo al rallentatore, io con un sopracciglio inarcato e lui con gli occhi spiritati. Poveretto, Ayumi lo scandalizzava alle volte.

“Così gli blocchi la crescita” le dissi, la voce che vibrava appena per una risata repressa. “E comunque, non credi di esagerare?” continuai dopo essermi schiarita la voce.

“No. Nessuno deve colpirmi la nuca” sibilò lei, co gli occhi che mandavano lampi. Poi si voltò come se nulla fosse successo e uscì marciando dalla palestra. “Vado a richiedere l’aiuto dei professori. E... ad accendere un cero in chiesa. Abbiamo un urgente bisogno di un aiutino da qualcuno di più potente di noi, là in alto”.

 

-

 

I miei incubi si avverarono. Me ne resi veramente conto solo quando mesi piede nell’aula di oreficeria con i capelli già legati e il camice bianco di cotone addosso, gentilmente prestato dagli insegnanti di diverse materie. Eravamo in dodici a non averlo, dopotutto. Sara e Sabrina non facevano testo, lo usavano anche per dipingere quindi ne erano fornite.

Eravamo corse in giro in quattro come delle cretine tra laboratori di smalti, discipline plastiche scultoree, pittura e design del legno a rattaccare qualcosa che ci impedisse di trasformarci in persone flambé.

Croccanti fuori e teneri dentro!

...perdonatemi. Stavo dicendo... ah sì. Ovviamente i ragazzi ci sono corsi dietro, alcuni di loro. Nocciolo dell’albicocca: oltre a confondere i professori parlando in coreano mentre noi quattro povere discepole di Shisus stavamo provando a formulare delle frasi di senso compiuto, furono capaci di perdere Zitao nella struttura. Struttura che, piccolo appunto, giravano in lungo e in largo da due mesi.

Mistero della fede.

Riuscimmo a tornare nel laboratorio sani e salvi e al completo. È stato difficile, ma ce l’abbiamo fatta. Amaro Montenegro, sapore vero. Non sapevo nemmeno il perché io stessi pensando tutte quelle assurdità. Stare a stretto contatto con quei dieci mi stava facendo alquanto male.

Spiegammo ai ragazzi molto in fretta in cosa consisteva il laboratorio e cosa dovevano fare, soprattutto ciò che dovevano evitare di fare. Tipo dare fuoco al laboratorio, a noi, a loro stessi, ad un cameraman o all’insegnate che aveva avuto il coraggio di sostenerci nell’impresa. Perché di coraggio si trattava.

La prof passò ad accenderci le fiamme, verdi, per la saldatura. Gli avremmo fatto fare un minuscolo ciondolo con un filo di una qualche lega del nonsoche che come colore assomigliava all’ottone. Forse era anche ottone, ma non ci era dato saperlo o comunque lo avevamo dimenticato.

Mentre noi mettevamo tutto il materiale necessario sui banchi da orafo, i ragazzi facevano i disegni per il progetto del loro manufatto. O perlomeno ci provavano.

"Ragazzi, per la centesima volta: fate qualcosa di semplice, abbiamo poco tempo, evitate i cerchi piccoli e i troppi dettagli, no, non puoi fare cos- ANDIAMO, MA IO PARLO GRECO?" sbottò Sabrina dopo che ripeteva per l'ennesima volta le stesse cose.

"Beh, faccelo tu il disegno!" replicò a tono Sehun. Lei lo guardò con un'occhiata di fuoco per poi iniziare a respirare nello stesso modo in cui te lo insegnano in sala parto, per reprimere l'omicidio nei suoi confronti, probabilmente. Poi, all'improvviso, un  ghigno le si delineò in volto.

"Ok. Facciamo il vostro logo. Quello facile, ad esagono. No, non il labirinto di Overdose, altrimenti stiamo qua fino a domani minimo. Alle postazioni!" comandò lei, per poi afferrare un foglio a caso tra quelli forniti, un compasso, un righello e una matita. In un minuto scarso disegnò il logo dei ragazzi e scappò fuori dall'aula, a fare le fotocopie, probabilmente.

Nel frattempo, io e le due omonime stavamo spiegando ai ragazzi come si usavano i vari arnesi del mestiere.

"Non dovete toccare e torcere il filo con le mani, anche perché a volte esso è incandescente ma anche quando è freddo, quindi usate le pizze. Ci sono vari tipi di pinze, adattatevi alle vostre esigenze, in caso vi diciamo noi quali. Quello lì... sì, esatto, col manico nero, è un tronchesino- Chanyeol sta attento che quello taglia. Serve per tranciare il filo, direi di sì che sono sicura sul fatto che tagli. Allora... dopo averlo tagliato sistemate il filo con la carta vetrata. Poi accostate i pezzi che dovete saldare nella posizione che volete e le fermate con le due pietre. Se non stanno i fili, li fate stare, usate il martello, e batteteli su quel coso di metallo fino a che non si raddrizza. Ok, per saldare mettete un po' di roba bianca acquosa sul punto da saldare e dintorni col pennello, poi mettete un frammento della lega - sì, esatto, quella strisciolina di metallo scuro che vi abbiamo tagliuzzato - tra un filo e l'altro, scaldate il filo equamente e poi fate sciogliere la lega. Assicuratevi che si sia saldato, e soprattutto di aver saldato su quella tavoletta, non bruciate il banco da orafo o la prof brucia voi" diceva Seir.

"Se il filo si è bruciato prendetelo con questa pinzetta, facendo attenzione a non toccarlo perché brucia e tanto, lo portate di là, dietro quell'angolo. Lì c'è una vaschetta che contiene dell'acido, acido leggero, non fate quella faccia. mettete dentro il lavoro, aspettate cinque minuti e recuperatelo. Sciacquatelo nel lavandino, perché anche se il liquido di decapaggio non è tanto aggressivo è pur sempre un acido" continuò Ayu, indicando il luogo.

"Com'è che lo hai chiamato?" chiese Chen sollevando un sopracciglio. La ragazza scrollò le spalle.

"Non so come si dica in inglese. In italiano lo chiamiamo decapaggio" spiegò.

"AL DECAPAGGIOOO!" urlò Sabrina rientrando a grandi balzi nell'aula e distribuendo il disegno fotocopiato ai ragazzi.

"A-LLL... DE..KA..PPAGIOH!" urlò anche Chanyeol. E Seir prese una craniata contro il banco da orafo da quanto rideva.

 

-

 

In qualche modo sopravvivemmo a tutto quello scempio. Baekhyun e Minseok si bruciarono le dita per sbaglio, ok, ma per il resto niente di così catastrofico, gli avevamo messo un cerottino e basta, solo per dimostrare che non eravamo esseri senza cuore.

Il passo successivo consisteva nel fargli provare pittura e multimedia. Sì, assieme, perché il tempo stringeva.

Niente di così complesso, io e Seir gli facevamo provare la macchina fotografica spiegando un  po' di roba e Photoshop e le altre due gli facevano fare delle prove con acquerello e acrilico.

"Se gli facciamo fare mosaico o olio diventa notte" aveva decretato Sara, mentre Sabrina era scomparsa di nuovo, corsa probabilmente a recuperare qualche pennello che non fosse della stessa consistenza delle scope di paglia, tipo quelle della befana. "Dobbiamo dipingere, non raschiare il foglio" aveva spiegato ai ragazzi la minore delle due.

L'unico avvertimento da parte mia era stato: "Rompete qualcosa della macchia fotografica e vi affogo nel water".

Sono ancora tutti vivi, quindi deduco che troppo male la situazione non sia andata. Il peggio è stato il programma su computer, per loro intendo, perché io e Sara stavamo ridendo talmente forte che è dovuta intervenire Sara l'altra a spiegare a Lay cosa stava sbagliando nell'usare il lazo magnetico. Poi era dovuta scappare di nuovo perché Sehun aveva buttato l'acquerello per terra per sbaglio e Sabrina lo stava per uccidere. Ayu l'aveva mandata a prendere della carta assorbente e aveva spiegato al maknae che aveva fatto di male con voce atona.

Il che stava a significare che tra un attimo uccideva qualcuno. Non regge molto bene l'ansia la mia collega maknae.

Avevamo ancora i camici addosso. Sì, anche io e Sara, nonostante lavorassimo al computer a tempo pieno. Sabrina aveva paura che i ragazzi scoprissero il dripping e iniziassero a farlo. Con l'acrilico. Che è indelebile.

Mai visione del futuro fu più azzeccata.

"Io li uccido" esalò con occhi spiritati Sabrina avvicinandosi a noi, che in quel momento stavamo spiegando gli strumenti di Photoshop al leader, che fece scorrere lo sguardo da me, a Sara, a Sabrina fino all'altra Sara che aveva sbattuto la testa sul banco mentre Chen, armato di acquerello, le patpattava una spalla e Kyungsoo strappava di mano a Jongin il pennello con l'acrilico.

"Che è successo?" chiese Suho al pinguino.

"Kai si è messo a fare il pazzo con l'acrilico e ha mandato delle gocce di colore diluito in giro, beccando Ayumi nell'occhio" rispose scuotendo la testa.

"Ah, ecco perché pigola" fu la risposta di Seir, prima che si rigirasse, prendesse sottobraccio Tao per istruirlo sulla macchina fotografica.

 

-

 

Quando tutti e dieci ebbero fatto il giro di tutte e quattro le postazioni, noi li mandammo allegramente fuori dalle palle per pulire il casino che avevano fatto.

Pentendocene quando, una volta uscite, non li trovammo davanti al bar della scuola dove avevamo categoricamente detto loro di aspettarci.

Sì, dovevamo aspettarcelo da un lato. Ma questo non mi impedì di urlare ai quattro venti il mio sconforto, in uno splendido coretto con Sabrina. Seir si sedette per terra scuotendo la testa e Ayumi non trovò niente di meglio da fare che andare alle macchinette a prendersi del cioccolato.

E non tornò più.

“Ma è così difficile? Cioè, oddio, probabilmente Ayu è andata ad impiccarsi, ma che diamine, dalla palestra al bar sono cinque fottuti metri! Appena esci da lì lo vedi, e ci siamo assicurate che uscissero dalla parte giusta tutti, anche se abbiamo dovuto recuperare Lay!” stava ringhiando Seir, ancora per terra.

“Nuoooh, dobbiamo salvare nostra figlia!” urlò Sabrina, mettendosi a correre. E anche lei  non tornò più.

“Ma che è, un fil dell’orrore?” sbuffai io, prendendo la mia collega multimediale per la mano, issandola in piedi ed iniziando a trascinarla per i corridoi.

“Silviaaa~!”

“Ma che?” chiesi io sentendo la voce di Sara, iniziando a guardarmi in giro una volta arrivata in vista delle macchinette.

“Silviaaaaaaaaaaaaaa~!”

“È sopra” borbottai iniziando a salire le scale, guidata dalla voce di Sabrina, questa volta.

“SHILBIAAAAAAAAAA~” e questo era Chen, che ancora non aveva imparato a pronunciare bene il mio nome per colpa del suo fortissimo accento coreano. Ma, parliamone, era Chen, non potevo ucciderlo tutte le volte.

“MogliaaaaaaaaaaH~! Chiamò di nuovo Sabrina quando avevamo raggiunto solo la prima rampa di scale.

“Che c’è?” chiese questa, sollevando un sopracciglio.

“...ciao”. E si mise a ridere.

“...ok. Chi ha dato da bere a Sabrina? Lei l’alcool non lo regge manco un pochino. Avanti, chi è stato?” chiese l’altra più grande.

“Nessuno” rispose Lay. E il fatto che avesse risposto Yixing, un po’ mi puzzava.

“Niente, Silvia. Ero venuta a prendere cioccolato alle macchinette e loro mi hanno rapita. Senza il mio cioccolato. Lei è arrivata a cercarmi e i ragazzi hanno simulato un arresto, rapendola con me. E lei ha attaccato a ridere ed urlare cose come ‘sono innocenteeee’ oppure ‘let me free~ let me breathe~’ tipo Error. Poi siete arrivati voi e... ma non vi sembra una scena delle follie dell’imperatore? Mi sento molto Kronk in questo momento. Volete broccoli?” disse l’altra ragazza, sorridendoci.

“...TonnaH, andiamo a prendere la cioccolata. Quando avete finito di fare i deficienti raggiungeteci al piano di sopra, nell’aula di modellistica-“

“Non serve” disse il leader, interrompendomi mentre avevo già una gamba sollevata per scendere le scale. E in quella posizione rimasi mentre mi mantenevo in equilibrio appoggiandomi a Sara e tenevo lo sguardo perplesso ancorato a quello di Suho, la testa girata in una posizione scomodissima. “Ho parlato con i manager, che ci hanno detto che la raccolta materiale per il programma è terminato. Mancano le vostre mini-interviste e... basta. Dopo dovranno solo montare lo show e mandarlo in onda” spiegò lui.

“Ah” replicai io, appoggiando il piede sul gradino più in basso e mollando la spalla di Sara, che la ragazza provvedette a massaggiarsi. “E quindi voi, invece che aspettare Suho al bar come vi era stato detto per poi riferirci la cosa siete andati in giro a cretineggiare?” chiesi io con uno sguardo che avrebbe fatto invidia alla progenie del diavolo, probabilmente. Credo ai pronipoti di terzo grado.

“Esatto” confermò con tutta tranquillità Chanyeol, sorridendo. Io sospirai, prendendo a braccetto la mia vicina di casa.

“Credo che serva un po’ di cioccolata anche a me”.

 

-

 

Sabrina P.O.V.

 

Alla fine era tardi per registrare quel giorno.

Quindi eravamo andate lì anche il giorno dopo, sempre nello tesso liceo, sempre nella stessa palestra.

Palestra che era diventata un... un... boh, non saprei nemmeno io come definirlo. Cavalletti, luci, sfondi, cose che non esistono né in cielo né i terra.

“Ciao ragazze!” ci salutò Minseok, venendoci incontro quasi saltellando.

“Che cosa cavolo è successo qui?” riuscì solo a dire io, gli occhi spalancati a mostrare tutta la loro sfericità. Tra poco avrebbero abbandonato le orbite e allora potevamo fare la corsa con le biglie.

“Ehm... abbiamo... allestito la zona, presumo” ci rispose lui, grattandosi la testa un po’ spaesato dalla nostra reazione. Insomma, avevamo gli occhi spalancati e la bocca altrettanto, con tanto di rivolo di bava.

Uno spettacolo, insomma.

“Dai, venite, credo che sia tutto pronto per cominciare” ci disse il ragazzo iniziando ad incamminarsi. Noi restammo impiantate al nostro posto, pietrificate e lui si voltò ancora più perplesso. “Ehm... ragazze?”

“Xiumin, uccidici” riuscii ad articolare io. Lui sollevò un sopracciglio e poi si mise a ridere.

“Non è così male, ve lo posso assicurare” provò a rassicurarci lui.

“Facile, fai questo lavoro da tre anni” rimbeccò Silvia alzando gli occhi al cielo e facendo un passo incerto in avanti. Poi si fermò, tornò sui suoi passi e afferrò l’altra maknae per un braccio, distraendola dalle sue pippe mentali; a giudicare dalla faccia che Ayu aveva, doveva essersene fatte non poche.

Io e Sara restammo ferme per qualche altro istante, poi lei balzò in avanti lasciandomi lì come un avocado caduto dall’albero.

“Sabrina, se non ti muovi chiamiamo Sehun” mi urlò, grazie al cielo in italiano, Silvia, facendo ridere di gusto Seir. Ayu era ancora persa nel suo mondo e probabilmente non si era neanche accorta di Chen che le aveva messo un braccio attorno alle spalle e le stava chiedendo qualcosa. Qualcosa che non sentii, perché Sehun aveva urlato un ‘che cosa ho fatto adesso?’ mentre si avvicinava a noi.

“Abbiamo intenzione di iniziare?” chi chiese Suho, richiamandoci all’attenzione.

“Iniziare con cosa?” chiese Sara, ripiombando giù dalle nuvole. Per fortuna il leader non capì la rincoglionitaggine della ragazza ed interpretò la sua domanda come ‘con quale delle robe che dobbiamo fare cominciamo’, e le sorrise.

“Abbiamo concordato sul fatto che voi magari non vi sentiate esattamente a vostro agio-“

“Ma guarda un po’” commentò sarcasticamente Silvia, spostandosi i capelli dietro alle spalle e incrociando le braccia al petto. Il leader proseguì, ignorando il commento.

“-quindi abbiamo pensato che fosse meglio iniziare a fare le foto di gruppo con noi per il programma” concluse.

“Davvero gentile da parte vostra” borbottò di nuovo la maknae e io le tirai una manata sulla spalla. “Che c’è? È paranormale questa situazione!” si giustificò lei scrollando le spalle. Suho sospirò.

“Non prendetevela con me” disse solamente.

“Aspetta. Dobbiamo fare delle foto” dissi io.

“Sì” confermò Minseok, tornato da noi dopo una breve gita nei dintorni assieme a qualche altro EXO a caso.

“Con voi”
“Esatto”

“...ah”. Mi voltai verso Ayu, che stava osservando il botta e risposta come se guardasse una partita di ping-pong. “Uccidimi” le ordinai in italiano. Lei inarcò un sopracciglio, poi sollevò la mano e finse di spararmi mormorando un flebile bang. Io mi lasciai cadere per terra.

“Mi ha detto lei di ucciderla” spiegò la mia collega, e Chen attaccò a ridere. Non so se ridessero anche gli altri, riuscivo solo a sentire Chen, la stessa persona che canta ad un metro e mezzo dal microfono perché altrimenti lo si sentirebbe troppo. Capitemi.

Cinque minuti dopo avevamo delle signorine che ci stavano sistemando i capelli fuori posto e ci incipriavano il naso. Nel vero senso della parola, non ci stavano accompagnando al gabinetto. Sara, quella piccola, continuava a girarsi e a starnutire per poi scusarsi con la ragazza. Comunque noi quattro eravamo immerse in un silenzio imbarazzante, fatta ovviamente eccezione per gli acuti eccììììù della seconda maknae. Lei e la polvere non vanno d’accordo.

“Ragazze, non state andando al patibolo” ci disse Baekhyun, che naturalmente non aveva niente mi meglio da fare che stare a guardarci e a prenderci in giro.

“Taci” gli rispose la dolcissima eonni, mangiandosi in po’ di fondotinta e assumendo una smorfia disgustata di conseguenza. Bacon continuò imperterrito a ridere, guadagnandosi uno scappellotto da parte mia non appena le hairstyle mi mollarono.

Mi spettini!” urlò lui con voce acutissima, scappando.

“Non è un vero problema nel tuo caso, fattelo dire” ribattei io. Cavolo, a questi esseri puoi mettere in testa un sorcio morti e sono dei fotomodelli uguali. Cavolo.

“Ragazze, siete pronte?” ci chiese gentilmente Yixing.

“No, ma fa lo stesso” rispose Layla rivolgendo al suo ultimate un sorriso sconsolato. Lui si imitò a guardarla confuso. Ultimamente ci guardavano spesso confusi. Ah, i feels.

“Sai qual è il mio più grande problema, unnie?” mi disse la ragazzina, scostandosi dal nostro unicornosissimo bias. Io le feci un cenno per farla andare avanti con la frase, non sapevo dove volesse andare a parare. “Che sono fotogenica come la luna. Ossia: vedi sempre una cosa fighissima ma quando provi a fotografarla viene fuori una merda. Ovviamente la differenza tra me è la luna è la cosa fighissima” e si mise a ridere. Io le andai dietro e buttandole un braccio sulle spalle.

“Faremo i derp assieme” le risposi ridendo. Ci fissammo negli occhi per un paio di secondi e poi...

“DEEEEEEEEEEEEEERP!”

Non esagero quando dico che tutta la palestra si girò a guardare che caspio c’eravamo fumate così all’improvviso.

 

-

 

Ayumi fissava la telecamera che la doveva riprendere con aria scandalizzata, manco fosse un maniaco.

“Ayu, devi presentarti, non dichiarare guerra all’SM e alle sasaeng in una volta sola, lasciando il tuo indirizzo di casa in post-produzione” le disse per la, penso, diciottesima volta Seir. L’altra annuì ma non abbandonò lo sguardo da cerbiatto che sta per essere investito da un camion.

“Siamo pronti?” ci chiese il cameraman, grazie al cielo dotato di capacità di esprimersi in inglese, altrimenti l’avrei vista dura. Voglio dire, più dura di quanto già non fosse.

“Non proprio” borbottò Sara, però mandò un cenno affermativo al signore, che accese la telecamera.

“Ok, vai” le disse Chanyeol, istruendola da dietro l’inquadratura. Lei lo guardò confusa.

“...ok, esattamente che devo dire?” chiese, mettendosi a ridere. Ovviamente tutti i ragazzi le andarono dietro, mentre noi altre la guardavamo come dire ‘ti prego, almeno provaci, concentrati’.

“Presentati, fa’ qualcosa!” le urlò Sehun dai retrofila.

“Ehm... Annyeong...? ...presumo” iniziò lei, grattandosi la testa e sorridendo imbarazzata. “Sono Sara, della sezione Arti Figurative. Mi occupo dei ritratti” continuò. Quando le fecero cenno di andare avanti ciondolò la testa, esitante.

“Ayu, parla di cosa ti piace fare, hobby, quello che vuoi” le disse Chen.

“Ma soprattutto fai la persona normale” conclusi io. Lei mi mandò un’occhiataccia.

“Faccio i ritratti assieme a Sabrina nella speranza che qualcuno mi venga prima o poi a salvare da quella donna”. Poi si voltò verso di me e sorrise. “Ti voglio bene Brina”.

“Io no!” esclamai io dalla mia postazione. Lei ridacchiò e tornò a fissare la telecamera e a parlare con essa. Alla fine se l’era cavata meglio del previsto.

Finite le riprese individuali ci avevano fatto gironzolare un po’ nella parte di palestra che non era diventato uno studio cinematografico così da riprenderci allo stato brado.
Ossia: in preda a tutta la demenza che potevamo dimostrare.

Le regole da rispettare erano poche: non fate capire che siete fan del kpop, non fatevi scappare onorifici tra di voi o soprannomi legati, non parlate di gruppi e bias, non ballate le coreografie kpop e cose del genere. Insomma, recitare le parti di persone normalissime che facevano dei ritratti e foto ad alcuni sconosciuti. Da parte loro avrebbero tagliato tutte le parti in cui facevamo le cose sopra elencate e mostravamo troppa confidenza con i ragazzi. Tipo quella volta in cui Chen mi si era avvicinato, dopo circa un mese, e mi aveva mostrato una foto del bagno della loro camera d’albergo chiedendomi quale fosse l’utilizza del lavandino basso. Ossia il bidet.

Dovevamo evitare cose del genere perché, si sa, le sasaeng non si fermano davanti a niente e nessuno.

“Bene ragazze! Bel lavoro!” ci disse infine il cameraman.

“Abbiamo finito?” chiese Silvia e lui annuì. E noi iniziammo a fare il girotondo urlando qualcosa del tipo ‘sì, il derp non ci ha sconfitte!’ o simili.

Siamo pur sempre noi.

Quando quei minuti di disagio si furono esauriti raggiungemmo i ragazzi all’esterno della palestra, dove si erano diretti qualche minuto prima che finisse il tutto per parlare con il loro manager di non so cosa.

“Oddio finalmente non dobbiamo più venire in questa scuola! Fino alla fine delle vacanze non la voglio più vedere!” esclamò Seir mentre camminavamo verso il gruppo di ragazzi che aveva un’aria un po’... abbacchiata?

Noi quattro ci scambiammo uno sguardo un poco perplesso prima di raggiungerli. Tutti evitarono accuratamente il nostro sguardo anche dopo la nostra richiesta di esporci il loro problema.

Poi tutti guardarono il leader, che era ovviamente la cavia per le risposte scomode e lui sospirò.

“Abbiamo parlato con il manager” ci disse, degnandoci di uno sguardo. E alleluia, aggiungo io, eravamo fermi lì come dei cactus da cinque minuti a fare quell’assurdo gioco del silenzio.

“Oddio, è morto qualcuno? Avete delle facce!” esclamò Silvia.

“No, no, niente di cose grave... è solo che...” ridacchiò nervoso il leader.

“Attenzione alla suspense” sussurrò Ayu facendo vibrare i palmi tesi. No, non ce la facciamo proprio a rimanere seri per più di due minuti di fila.

“Hanno anticipato il nostro rientro in Corea. Pariamo tra tre giorni”.

E silenzio fu.

 

Angolino nascosto nell'ombra:

Allora.
È da tre mesi che non aggiorno, e non so se se ne è accorto qualcuno. se sì, scusatemi.
Se no... scusatemi uguale. La One shot sui BTS mi ha preso più tempo del prevto, perrché io mi aspettavo una tredicina di pagine massimo e invece... invece ne sono saltrate fuori quarantam ci va bene, mea culpa.
Poi ho deciso di scrivere prima un capitolo dell'altra long che sto mandando avanti perchè l'avevo troppo malcagata e allora, per giustizia (e anche per le idee, ma quello è un altro discorso) ho deciso di malcagare questa, 'sto giro.
Inoltre non avevo un cavolo di briciolo di idea per questo capitolo, ho aspettato a vedere se arrivava l'illuminazione che, ovviamente, non è arrivata (se non per la cosa iniziale di patateeeeeeeeeeeeee). Di conseguenza il capitolo mi fa anche sucìfficientemente schifo.
Mi dispiace, davvero. Spero che almeno convinca voi.
Ammesso e non concesso che un 'voi' ci sia ancora. Dopo tre mesi, non si sa mai, non nel mio caso comunque.
L'unica cosa che ho da dire è che quella cosa del bidet me l'hanno raccontata ed è vera, poi non per tutti i coreani è così. Seolji delle EXID in Weekly Idol ha detto di volere un bidet.
Che poi, cos'avrà tutto il mondo contro i bidet. Sono così comodi.
Va beh. Non vi annoio oltre.
Resistete, manca solo l'ultimo capitolo e l'epilogo (che temo verrà fuori lungo eterno)
PATATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

 


Aura_
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 20 - We Are (Still, Forever and Ever) One! ***


Capitolo 20 – We are (Still, Forever and Ever) One!

 

Ayumi P.O.V.

 
Dire che ci mettemmo qualche secondo ad assimilare la notizia è un eufemismo. Restammo un minuto, tipo, con la bocca spalancata a mo’ di pesce con tanto di bavetta. Ormai noi e la bavetta stavamo diventando un essere solo.
Non che la cosa mi entusiasmasse poi tanto, mi sentivo un troll o un San Bernardo.
Diversamente da solito, però, non c‘erano i ragazzi che ridevano e ci chiedevano se stavamo bene. No, loro fissavano con sommo interesse il pavimento scolastico.
Che cosa ci trovassero in esso, non lo so. Però mi sembrava essere un’antica statua egizia venerata. Così alzai le mani e... “Simba” dissi.
Tutti i presenti mi guardarono confusi. Bene, almeno non guardavano più il pavimento.
“Scusatemi, mi sembravate troppo il popolo della savana inchinato davanti al future Re Leone” tentai di spiegare alzando le spalle. Alcuni ridacchiarono senza troppa convinzione.
“A cosa dobbiamo questa deliberata decisione?” chiese finalmente Silvia, prima che io potessi uscirmene con un’altra delle mie minchiate.
“Al fatto che siamo stati veloci-“ Xiumin intercettò lo sguardo di noi ragazze, decisamente eloquente. “Ehm... siete state veloci... e, sapete, chi ha tempo non perda tempo”.
“Non ha tutti i torti” sentii ammettere a Sabrina.
“Tu proprio lo dici” esclamammo in coro e Seir, mentre Silvia faceva passare gli occhi da uno di noi all’altro. Riuscivo a sentire il suo criceto che faceva gli straordinari dalla mia postazione. Probabilmente era in fase di accettazione, con però un’informazione aperta che recitava Error 404, Not Found.
Oppure Error 24, VIXX. Anche se ne dubito, tra le due maknae quella si perde tra le fresche frasche, sono io.
“Oh... che palle, non vi parlo più” borbottò quell’altra, incrociando le braccia al petto e imbronciandosi.
“Fatemi capire” intervenne Silvia finalmente. “Questa è l’ultima volta che ci vediamo?”
E silenzio fu, again.
Chiunque abbia il telecomando, la pianti di metterci in pausa, per cortesia. È frustrante.
“No, noi dobbiamo... ecco... dobbiamo ancora...” iniziò a farfugliare Chanyeol, gesticolando come una piovra che fa Zumba.
“NO” tagliò corto Baekhyun.
Yixing si schiarì la voce. “Oggi ormai è tardi... però volevamo salutarvi come si deve, non ci sembrava giusto andarsene così...”
“Quindi, diamo il tempo allo staff di smontare la zona e ci ritroviamo qui... per l’ultima volta. Così ci salutiamo come si deve... vi va?” concluse Tao.
Tutte, mezze in trance, annuimmo. In quel momento avevamo un’energia vitale pari a quella di uno stegosauro.
E gli stegosauri sono estinti. Comprendete?
“Ok allora. Dopodomani... in palestra. Ci vediamo” disse Kyungsoo. Poi tutti i ragazzi si voltarono e tornarono nella suddetta stanza a registrare la loro intervista. Noi restammo fuori, davanti al bar vuoto della scuola, a guardare punti insignificanti. Io evitavo accuratamente il pavimento, fissando più che altro delle cose rivestite con carta con giornale appese al muro.
“Non sono solo io a sentire una strana sensazione di vuoto, vero?” chiesi con un mezzo sorriso.
“No Ayu, non sei l’unica” mi rispose Seir dopo qualche secondo.
 

Il giorno dopo.

 
Secondo Sabrina, urgeva una riunione di emergenza. Ma, dato che non aveva avuto modo di rapirci, ci mettemmo d'accordo per trovarci a casa sua il giorno seguente. E così eravamo sedute in camera sua con un the ghiacciato a fissarci gli alluci.
Non sto scherzando, non ci stavamo guardando negli occhi nemmeno per sbaglio.
"Careless, careless!" sentimmo ad un certo punto fuori dalla porta.
“Elena, per piacere” esclamò Unnie con tono da DivaH. La sorella di questa fece capolino dalla porta indossando il felpone invernale di Baekhyun, che le era arrivato poco rima dal corriere.
Inutile dire che era giugno inoltrato e doveva star schiattando dal caldo in quell’affare, ma Brina ci aveva detto che praticamente ci dormiva pure con quel coso.
Probabilmente viveva nel freezer in questo periodo.
“Allora ragazze. Voi come state messe con la fase ‘accettazione’?” ci chiese la padrona di casa.
“Ho ancora da staccare la testa di Kai a colpi d’ascia, quindi male” rispose impassibile la maknae. Io mi ritrovai a ridacchiare. Silvia è una di quelle persona che ha degli istinti omicidi fortissimi nei confronti dei suoi bias. Per questo si è fatta una lista mentale su chi deve uccidere prima o dopo. Più o meno è così: Kai, Heechul, Daehyun, Siwon eccetera, eccetera.
Le due unnie la stavano guardando un po’ male.
“Mah. In realtà ci sono rimasta un po’ lì... però dopotutto lo sapevamo che sarebbe finito” borbottai poi dondolandomi sulle mani che sì, tenevo sotto il fondoschiena.
Dettagli.
“Ma voi vi rendete conto che forse non gli vedremo mai più?” sbottò Seir.
“Nah, almeno un’altra volta nella vita andremo di sicuro. Io devo andare ad un loro concerto. E anche a uno dei B.A.P, BTS, VIXX e Super Junior” rispose Silvia.
“Idem” aggiunsi.
“Tanti auguri” ci disse Sabrina.
“A chi tanti amanti ha!” sorrisi io. “Tanti auguri! In campagna ed in città!”
“Ayu, ti prego, ritorna seria” mi riprese la mia omonima. Io sbuffai.
“Deprimersi non servirà a nulla” rimbeccai. Le altre tre mi fissarono stupite.
“Lo hai detto davvero o abbiamo avuto un’allucinazione collettiva? Un miraggio?” mi chiese la unnie. Io scrollai le spalle.
“Signore, festeggiamo! Portiamo lo Champagne!” esclamò Seir balzando in piedi con un braccio levato nella notte, anche se era giorno, cantando in segno di vittoria, ma di cosa poi, un inno militare. In realtà era pomeriggio ed era zitta.
“Vuoi davvero darmi da bere, MogliaH?” chiese Sehunna. Noi altre tre ci guardammo negli occhi e scuotemmo la testa.
Mai dare dell’alcool a Sabrina.
MAI.
 

Il fatidico giorno.

 
Eravamo ormai giunte davanti alla scuola quando ci mancò il coraggio necessario ad entrare, attraversare un corridoio ed entrare in palestra.
Io e Silvia continuavamo a guardarci. Facevamo passare lo sguardo dalla porta a noi stesse per poi ripete l’azione. Ed eravamo messe così da... beh, quasi cinque minuti. Sì, occasionalmente guardavo anche l’orologio, ma più per tic ossessivo compulsivo che per controllare da quanto tempo stessimo facendo le guardie svizzere dalla testa poco immobile.
E vestite in modo meno buffo, aggiungerei.
Povere guardie svizzere. Riguardo all’orologio poso soltanto aggiungere che quando lo tolgo finisco sempre per guardarmi il polso vuoto, sembrando un’inebetita. Più del solito, intendo.
Naturalmente il giorno prima non avevamo concluso nulla, limitandoci a sparare cavolate più grandi di noi. Almeno ci eravamo distratte, ok, ma ci eravamo scavate la fossa da sole, sostanzialmente.
Ci guardammo di nuovo, io guardai velocemente l’orologio, tornai a fissare la maknae, aprì e chiusi la bocca, non sapendo cosa dire. I pensieri mi scorrazzavano in testa senza prendere una forma di senso compiuto in modo da essere successivamente espressi. Silvia sospirò.
“Chiamiamo Junmyeon?” propose.
“Mi sembra la migliore, e unica, idea che abbiamo avuto fino ad adesso, quindi...” risposi. Ci fu ancora qualche istante di silenzio durante il quale noi studiammo ogni singolo particolare l’una delle pupille dell’altra.
“Chiami tu?”
“Perché?”
“Sei la sua biased”
“Non ce la posso fare”. Silvia sbuffò e prese il telefono e attese. Non appena si sentì la voce di Suho rispondere, la ragazza mise il vivavoce.
“LidaH oppa, siamo qui fuori” disse Silvia.
“Ehm... e allora entrate” rispose lui. Eh, non aveva tutti i torti effettivamente.
“Non troviamo l’ispirazione e la motivazione per farlo” risposi io. Lo sentii ridacchiare piano.
E poi: “Ok, vengo a prendervi” e mise giù.
Trentadue secondi dopo fece capolino dall’entrata della scuola e io realizzai che era stata un’idea di merda chiamare il proprio bias a farsi venire a prendere. Se prima non trovavo il coraggio di entrare, adesso ero fermamente convinta di voler girare i tacchi e scappare, arrivare nel mio letto e morire lì per disidratazione post pianto stile Fontana di Trevi. Invece rimasi ferma, immobile a fissare il leader degli EXO manco fosse un’apparizione celeste, tentando di reprimere quell’impulso nella mia testa che mi diceva ‘piangi, piangi’. Non eravamo a Roma. E anche se fosse stato, di Fontana di Trevi ce n’è già una, c’è il copyright.
Silvia mi batté due volte la mano su una spalla e iniziammo a muoverci come due automi lungo quei corridoi che conoscevamo benissimo, ma che attualmente non avevano proprio nulla di confortante.
 

Silvia P.O.V.

 
La palestra era stata sgomberata da tutto quell’ambaradam de roba che c’era due giorni prima. Al loro posto, quattordici sedie messe in cerchio, nove delle quali occupate. Suho prese posto in una decima e le altre quattro erano palesemente per noi. Ma io e Sara rimanemmo in piedi, congelate.
Ero riuscita a mantenere un certo contegno fino a quel momento, ma a quel punto era troppo anche per me.
Prima di qualsiasi nostra ipotetica reazione, il cellulare di Junmyeon suonò di nuovo. E dalla risposta che diede alla cornetta, una cosa del tipo: ‘Ma che, tutte e quattro vi siete dimenticate dov’è la palestra?’, dedussi che le nostre unnie erano arrivate e che erano messe male quanto noi a livello psicologico.
Attendemmo in silenzio che Myeon tornasse tra di noi, lasciando le altre due in piedi assieme alla sottoscritta e Sara, e si risedesse. E silenzio fu di nuovo.
“Avete intenzione di sedervi?” ci chiede dopo due minuti buoni Baekhyun, con un accenno di risata scarsamente convinta nella voce.
“Io resto volentieri qui” rispose Sabrina.
“Dove?” chiese allo stesso tempo Ayu.
“Sulle sedie” rispose Sehun, ignorando la sua biased che a sua volta non ci fece poi tanto caso.
Lo scambio di battute era palesemente idiota, ma potevo comprendere un pochino il disagio di Sara. I ragazzi non si erano disposti l’uno accanto all’altro lasciando le quattro sede vuote vicine. No, i nostri posti erano misti tra di loro.
Sospirando decisi di prendere in mano la situazione e anche la mano di Aura bisbigliandole all’orecchio di sedersi tra Yixing e Junmyeon. Io ero un po’ più in là, tra Jongin e Chen. Quest’ultimo era accanto a Baekhyun, che stava vicino a Yixing. Accanto a Jongin c’era invece un’altra sedia vuota, che io catalogai destinata a Seir, e poi c’erano Kyungsoo, Chanyeol, un’altra sedia vuota, Sehun, Zitao e Xiumin, che alla fine stava accanto a Junmyeon.
Un cerchio amoroso, insomma.
Tempo che le due unnie si sedessero ai rispettivi posti, facilmente identificabili per i bias, e Chanyeol attaccò a parlare, con la domanda più semplice e scontata del mondo, ma era già qualcosa.
“Come va?”.
Noi quattro ci guardammo come se ci avessero appena chiesto quanto è la radice quadrata di 209764.
“Abbastanza... credo” rispose Sara esitando.
“Siete un po’ confuse” affermò Chen.
“Siamo un po’ spiazzate. È la prima volta che ci ritroviamo ad affrontare una cosa del genere” risposi io.
Seguì un altro silenzio.
“Sembriamo ad una veglia funebre” borbottò Kyungsoo. Quasi tutti i presenti si lasciarono andare ad una breve risata. Risata la quale aveva un suono orrendo e falsissimo. Assomigliava più a un... oh. No, non parlo di Sehun.
Mi resi conto solo in quel momento che effettivamente c’erano delle persone con gli occhi lucidi. Tipo Ayu, Lay, Jongin e Baek. Anche se forse Sara stava sbadigliando.
Prima che la situazione degenerasse il leader prese la parola di nuovo. Come c’era da aspettarsi gli tremolava la voce. Rimane pur sempre il leader. “Allora... questa è l’ultima volta che ci vediamo, immagino. O comunque l’ultima volta che ci incontriamo qui”.
“Non potete iscrivervi a scuola?” chiese Sabrina di getto. Jongdae sollevò un sopracciglio.
“Noi a scuola ci siamo già stati” obbiettò sorridendo confuso.
“Rifate le superiori. Sono convinta che voi siate un po’ capre in fondo. Ripetere gli argomenti vi farebbe solo bene. Anzi, chiamate Kris. Così impara a dis... beh, perlomeno a tracciare delle forme con un senso almeno apparente” le tremolava il labbro inferiore e Sehun le patpattò una spalla a mo’ di incoraggiamento. Non ci crederete mai se vi dico che ha ancora quella mano.
“E Leo” aggiunsi io. I miei bias non sanno disegnare, lo abbiamo capito.
“Sì, anche lui” confermò Aura, che ormai si era spalmata addosso a Yixing e si faceva accarezzare.
“Ma Taekwoon non fa parte degli EXO” affermò Chanyeol intelligentemente. Più o meno.
“Lo sappiamo” borbottai io lanciando gli occhi al cielo. Seguì altro silenzio, e il leader, che era stato precedentemente interrotto, tanto per cambiare, dal nostro discorso senza un senso degno di tale nome apparente, si sentì autorizzato a continuare con il suo discorso.
“Ehm... sì... Ecco. Volevo solo dirvi che è stato un piacere lavorare con voi e che ci riguarderemo il programma e ci assicureremo che nessuno abbia da ridire, per quanto possiamo fare, ecco... sì, insomma. Grazie” concluse chinando il capo timidamente.
“Ma che cavolo ringraziate” rispose con tutta la grazia della quale era dotata Sara, quella grande.
“Quello che intende dire, immagino, è che per noi è stato un piacere” ri-interpretò Brina.
“Esatto. Un grosso piacere” aggiunse Seir.
“Un enorme piacere” annuì io con un sorriso.
“Shish” commentò Sara, che aveva ripreso una postura civile e si stava torturando le mani. Poi decise di degnarci di una frase con un senso compiuto. ”Ci mancherete” sospirò.
“Ma ci sentiremo” disse Tao sorridendo.
“Vi videochiamiamo!” ululò Baekhyun fracassando un timpano ai suoi vicini. Chen gli pestò un piede sibilando e l’altra squittì. Noi altri ridacchiamo. Grazie al cielo il suono era migliorato almeno un pochino.
“E poi abbiamo il gruppo” aggiunse Sehun annuendo.
“E voi sentirete parlare di noi. Come è successo da qualche anno a questa parte” ci strizzò l’occhio Jongin.
Vidi le due di Arti Figurative sorridere e annuire, mentre il leader si asciugava le lacrime di nascosto.
“Detto questo...” proclamò Kyungsoo alzandosi con un sorriso di quelli carini, e non da stupratore seriale che viene a trovarti nel mezzo della notte, iniziando poi a camminare verso lo spogliatoio seguito da Chen, Sehun e Yixing.
“Ma lo sanno che quello è lo spogliatoio femminile?” chiese innocentemente Sara in italiano, fissandoci. Io e Sara ci guardammo iniziando a ridere come delle cretine mentre Sabrina scrollava le spalle.
“Speriamo che nessuno abbia dimenticato un reggiseno al suo interno” rispose gaia.
“AAAH! OHMMIODYO, UNA QUARTA!” urlò Seir e ci mettemmo tutti a ridere, incuranti dei coreani e cinesi ce ci fissavano parecchio perplessi.
“Scusate... ragazze? Possiamo interrompervi dal... ehm... ridere a caso per qualcosa di molto italiano?” ci chiamò Yixing sventolando la mano a mo’ di ciao-ciao.
“HAHAHAHAHA MOLTO ITALIANO AHAHAHAAH”
“A quanto pare non hanno trovato alcun reggiseno”
Quando siamo sovragitate tendiamo a metterci a ridere tanto e a caso. Dopo qualche minuto ci calmammo, e tornammo ad osservare i quattro che erano appena tornati dalla migrazione da un punto della palestra all’altro. Solo che, rispetto a quando erano partiti per quella loro, uhm, piccola avventura,  stringevano una borsa di plastica per ciascuno in mano.
“Secondo voi vogliono soffocarci con quella?” sentii chiedere a Sara piccola.
“No, non credo. Perché dovrebbero?” rispose Sara l’altra.
“Infatti, se mai dovremmo essere noi a soffocare loro” conclusi io. Sentii Sabrina grugnire qualcosa, qualcosa che doveva essere una risata.
Poi si schiarì la voce e disse: “Ok, avete la nostra almeno parziale attenzione” e sorrise. Junmyeon sbuffò una risata mentre i quattro ragazzi in piedi si dividevano e si piazzavano ognuno davanti a una di noi. Chen, davanti a me, mi sorrise e mi allungò la borsa che teneva in mano. Io feci passare lo sguardo da lui alla borsa.
“Ci avete fatto un regalo?” domandai basita. Lui amplio il sorriso.
“Sì. È una bella borsa di plastica vero? Tranquille: tutto riciclato. Noi all’ambiente ci teniamo” rise. Io sbuffai.
“Sei un cretino” borbottai mentre, curiosa, afferravo la borsa e sbirciavo al suo interno. Spalancai la bocca.
“Oh Shisus che ci guardi dall’alto della groppa di un cavallo!” sentii esclamare Sabrina, coperta alla mia vista da Sehun.
“Ma questo è il vostro nuovo album!” aveva urlato Seir, probabilmente assordando Kyungsoo. Sbirciai in direzione di Ayu e la trovai a studiare con interesse il poster che era anche nella borsa. Come se avesse sentito il mio sguardo incrociò i miei occhi e sorridente mi sillabò ‘lo hanno autografato’.
Svelta pescai anche il mio poster ed effettivamente sì, lo avevano autografato tutti i dieci, nonostante Tao nella foto non c fosse. Effettivamente cantava in quasi tutte le canzoni dell’album però, quindi aveva ancora un mezzo senso.
C’era un ultima cosa sul fondo del sacchetto. Era un cappello, ma la cosa strana è che ci era scritto ‘Kris’. E, a giudicare dal motivo sul davanti, doveva risalire all’era di Overdose.
“È la cosa più recente che c’è e ti abbiamo preso questo perché, per ovvi motivi, gadget di Kris non ne venderanno più... e alle altre... beh, per fare uguale per tutte” mi spiegò Jongdae notando che fissavo il cappellino con un’aria a metà tra lo sconcertato e il viso di Gollum. Il mio tesssorooo.
Tornai a guardare l’album.
“Siete davvero dei cretini” mugolai con le lacrime agli occhi mentre mi appendevo al mio bias, quello stelloso. Lui si mise a ridere allegramente e io gli tirai un pugnetto sulla spalla.
Sabrina aveva fatto più o meno la mia stessa fine saltando praticamente in braccio a Chanyeol per tentare vagamente di abbracciarlo decentemente, con risultati abbastanza scarsi.
Sara era rimasta immobile a guardare il cappellino, naturalmente di Kai; a stento sbatteva le palpebre.
“Ho trovato Sehun!”. Tutti ci voltammo verso la maknae che aveva aperto l’album ed estratto la card. Poi fissò i presenti e: “Non so se mettermi a ridere o piangere”. E, nel dubbio, iniziò a fare entrambe le cose. Un po’ me lo aspettavo.
“Ora non si capisce se piange per non ridere, ride per non piangere, piange dal ridere o ride dal piangere” osservò Yixing e la sua biased annuì, sempre piegata in due dal ridere e con i lacrimoni che scendevano.
“Aigoo” commentò Junmyeon battendole delicatamente una mano su una spalla. Sabrina si era arresa e aveva iniziato a lacrimare pure lei, appesa al suo ultimate, e alleluia aggiungerei. Sara faceva l’uomo manly della situazione e si limitava a tirare su con il naso mentre Kyungsoo le accarezzava la schiena con aria da condoglianze. Io mi ero staccata da Chen solo perché ero curiosa di vedere chi avrei trovato come card.
Alla fine si rivelò essere Kyungsoo, Sabrina aveva Suho e Sara Xiumin. Le card non le scambiammo nemmeno, nonostante avremmo potuto farlo. Erano le nostre e ci eravamo già affezionate.
La giornata passò anche abbastanza in fretta: parlammo un altro po’, un po’ di pianti qui e là e un’ultima foto con loro.
“Questa la appendo alla parete” sentii dire a Sara.
“Assieme al poster” annuì io.
“Ovviamente” rispose.
Quando arrivò il momento dei saluti non c’era più verso di sciogliere i vari abbracci. Ci eravamo appesi ad ogni singolo membro e infine eravamo chiusi in un abbraccio di gruppo dove non si capiva bene chi stava abbracciando cosa, chi e soprattutto dove. Un macello.
Poi i ragazzi salirono sul van e partirono, lasciandoci lì sul marciapiede appena fuori dalla scuola, da sole. Ci stavamo tenendo le mani tutte e quattro, probabilmente per sollevarci il morale.
“Chi ha voglia di un gelato?” chiese Sabrina.
 

Il giorno dopo.
 

Ero distesa sul mio letto, a pensare. A chi non ve l dico nemmeno, sarebbe inutile.
Ayu mi aveva scritto chiedendomi come me la stavo passando, io avevo risposto che, appunto, ‘passerà’. Lei aveva scritto poi, sul gruppo grande dove c’eravamo tutte e quattro, più Valery, ‘si chiude una porta e si apre un portone’ e poi era sparita. Nessuno di noi aveva commentato quella sua uscita fino a quel momento.
Il cellulare vibrò di nuovo e pensai che fosse qualcun’altra a dire qualcosa a riguardo, o una delle mie amiche che mi chiedeva di andare a fare un giro al lago ad un orario meno improbabile della mezzanotte.
E invece era Line, sulla Chat di gruppo.
Era una foto inviata da Baekhyun dove si vedevano i tre della beagle line, Yixing e Sehun. Poi avevano fotografato anche a tradimento Kyungsoo, Suho e Xiumin e infine Kai e Tao. Erano già all'aereoporto, pronti a partire. Infine, il pezzo di bacon aveva scritto una piccola frase.
 
Baek – Ci mancano già le nostre yo-dongsaeng~ :’(
 
Io sorrisi e bloccai il cellulare.
‘Non dobbiamo fare altro che aspettare in nostro portone’.
 
 

Angolino nascosto nell’ombra:
 
E questo è l’ultimo capitolo.
Un ultimo capitolo molto lacrimoso direi ma immagino che più o meno tutte saremmo state tristi. Ah, sì, io nel dubbio mi metto a ridere e piangere in contemporanea. Credo che sia una cosa un po’ inquietante. O almeno, mi inquieto da sola.
Una volta le amiche di Slivia sono piombate in camera sua e l’hanno portata al lago. Quando me lo ha raccontato ho  riso per sempre.
Se qualcuno se lo fosse chiesto, la radice quadrata di 209764 è 458. Avevo una calcolatrice accanto e ho scritto un numero a caso abbastanza difficile da fare a mente.
Bene. Ci manca solo l’epilogo che sarà diviso in due perché ho da raccontare ancora due cose che riguarda le ragazze e i ragazzi.
E sarà abbastanza divertente.
Spero.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, perdonate l’attesa, è stato piuttosto complicato da scrivere, in più sono andata in GMG e appena tornata (e resuscitata dal coma) sono subito andata con le ragazze della storia in una casupola sui monti a vivere con loro.
E a ridere per Siwon-cavallo, ma questa è un’altra storia.
Ok, basta, mi sembra di essere una cassetta per le storie da bambini.
XOXO ci vediamo all’epilogo (che spero arrivi entro  tre anni lol)
 
Aura_
 

PS: Mi sono dimenticata d scriverlo nel capitolo scorso e adesso è davvero tardi, ma... Lis, è stato un piacere incontrarti al concerto dei B.A.P. a Milano <3

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Capitolo 23
*** Epilogo: Tu Che Mi Hai Sempre Aspettato - Pt.1: La Porta ***


Epilogo: Tu Che Mi Hai Sempre Aspettato (Pt.1: La Porta)

 
3° Persona P.O.V.
 
“Ma dobbiamo chiamarli noi o ci chiamano loro?”
“Forse è meglio aspettare loro”
“...”
“Sì, ma alle tante”
“...”
“Oh, eccoli, ci stanno chiamando!”
“Annyeong~ da quanto tempo mie care yo-dongsae...” Jongdae si bloccò all’improvviso, poi si avvicinò alla webcam. “Ayumi?”
“Dica”.
“Che diavolo hai fatto ai capelli?”. La ragazza, ora con i capelli neri e blu, scoppiò a ridere.
 
Da quando i ragazzi erano partiti erano cambiate molte cose. Fin da subito.
Per esempio, Tao aveva lasciato il gruppo. Aveva anche provato a togliersi dalla chat di gruppo di Telegram, creata al posto di quella di Line per comodità, ma le ragazze lo avevano ri-inserito scrivendo sotto ‘Huang Zitao se ti azzardi a toglierti di nuovo veniamo in Cina e ti prendiamo a calci nel deretano’. O una cosa così comunque.
In un anno cambiano molte cose davvero. E non solo i capelli di Sara. Ma forse è il caso di dare una veloce spolverata.
 
Dopo quel fatidico giugno non successero troppe cose. Le quattro si separarono, andarono al mare e tante belle cose. Anche perché non riuscirono a vedersi con Silvia all’estero spesso e volentieri, Sabrina impidocchiata da sua sorella, Seir a lavorare con suo papà ed Aura... beh, lei si annoiava e veniva portata in giro da un posto all’altro per impedirle di stare un’estate chiusa in casa a scrivere. Come avrebbe fatto più che volentieri.
Per un periodo non sentirono neanche i ragazzi, impegnati con il comeback di Love Me Right, ma l’occasione si era presentata con gli ultimi da agosto, cioè quando si erano tutte riunite a casa della Sara-grande a fare cose, come dissero loro. Letteralmente.
“Cosa fate di bello?” aveva chiesto Baek, sorridendo. Le quattro si erano guardate, sorridendo imbarazzate e poi...
“Cose” avevano risposto. I nove ragazzi le avevano guardate tutti con il sopracciglio sinistro inarcato. Tranne Kai, lui aveva il destro, ma lui vale.
“No dai, sul serio”.
“Guardiano lo Showtime”
“Sottotitolato in italiano da unnie”
“Con Lay che ha un cottonfioc in testa”
“E Baek che parla in dialetto”.
“E facciano Popcooorn~” cinguettarono assieme le due di Arti Figurative. Silvia mandò gli occhi al cielo.
“Sì. Queste due hanno provato a dire ‘popcorn’ alla kaeppsong, ma si sono bloccate alla P perché non riuscivano a dirlo in sincronia... tra l’altro, si erano bloccate in posizione alla ‘sto cagando’. Salvatemi, vi prego” borbottò.
“Ti voglio bene anche io Silvia”.
“Okkkeiii... a parte questo che ci raccontate?” chiese ancora Xiumin.
“Una cosa molto buona” disse Sabrina seria.
“Che?” chi chiese Sehun.
“Aglio tritato. Tu mi vuoi male” continuò Ayu.
“Davvero non capisco” scosse la testa Suho.
“Scaloppine al limone, fecola di patate, aaaah, non lo so, frutto della passione, Saikebon al bacon, torta all’uva...” proseguì Seir come se nulla fosse successo.
“Non era alle olive?” chiese Sara. Le quattro si guardarono per un po’ prima di fare spallucce in contemporanea.
Morale della favola: nessuno dei ragazzi capì un cavolo di niente di quella prima chiamata Skype, e misero giù. Poco dopo, però, Seir inviò un video sulla chat di gruppo dove loro guardavano il video del loro primo concerto, più precisamente quando c’era My Lady. Con tanto di movimenti molto sexy eseguiti per terra davanti ad uno specchio. Con zoom sui due primi ballerini, perché no.
Solo che si sentivano le urla di Ayumi e Brina in coro, perfettamente in coro che starnazzavano ‘noooo, noooo, noooo, noooo’ a ripetizione. Piccolo appunto: in Italia erano le due di notte.
 
Dyo – Abbiamo paura per la vostra sanità mentale.
Brina – Fate bene. Comunque è colpa vostra.
 
-
 
Sara se ne stava impiantata davanti all’edificio scolastico a fissarlo come se fosse un’astronave aliena piena di tanti piccoli V travestiti da Matoki che avevano i poteri di MAMA. E invece era ancora solo la sua scuola, piena di disagi e disagiati, che a stento non cadeva in testa ai suoi stessi studenti. Insomma, nulla di nuovo. La classe la conosceva, era tutto normale.
Se non fosse che stava per iniziare il quinto anno. L’anno della maturità. E mancavano solo nove mesi.
“Sara?”
“Sabrina?”
“No, Hugo”
“Pampalugo”.
“...devo risponderti o entriamo?”
“Io resto volentieri qui”. Sabrina sbuffò e la trascinò per un braccio all’interno della sede scolastica. “Ci pensi che questo è il nostro ultimo anno?” cinguettò poi mentre andavano ad accalcarsi davanti agli orari come qualunque altro studente. Sì, perché la scuola, pur provvista di tre mesi di tempo e personale, non metteva mai fuori gli orari in tempo. Quindi c’era la calca di studenti che sgomitavano per vedere dove cavolo dovevano andare.
“No guarda, non me ne ero accorta” replicò la minore, saltellando per individuare l’orario. “Ah, si inizia con il botto” commentò.
“Chimica?”.
“Non letteralmente, unnie. Progettazione” rispose. Sara afferrò le spalle della maggiore e la voltò. “009, signorina. Prego, marciamo”. Inutile dire che la loro marcia, che comprendeva in tutto otto metri forse, si interruppe presto causa scontro con la maknae.
“NON CE LA POSSO UMANAMENTE FARE” sillabò a voce decisamente alta, anche se nessuno ci fece particolarmente caso.
“Eonni dov’è?” chiese Sara, guardandosi in giro.
“Non me lo chiedere, non lo so”.
“Rintracciamola”.
 
Brina – MogliaH, ovunque tu sia, muovi il seirbooty
Baek – Avete perso una compagna?
Silvia – Molto perspicacie, Baekhyun
Baek – Oppa
Silvia – sì, va bene, Baekhyun oppa.
Seir – Arrivo, non disperate
Ayu – certo che arrivare pseudo in ritardo il primo giorno di scuola...
Seir – Eeh... le corriere sono quelle che sono
Seir – Ma voi tre state scrivendo tutte assieme quando nella realtà siete a meno di tre metri di distanza?
Brina -  ...
Ayu - ...
Silvia - ...eheheeeeeh~
Seir - *facepalm*
Xiumin – È il primo giorno di scuola?
Seir – Già.
Brina – E siamo il quinta.
Luhan - ...eee... quindi?
Ayu – MORIREMO TUTTI
Lay – Tranquille, verrò a curarvi io.
 
-
 
I giorni iniziarono a passare e le attività scolastiche iniziarono.
Molto in fretta.
“Qualcuno mi spiega come facciamo noi a portare i libri il primo giorno di scuola perché vogliono fare lezione se non ci mettono gli orari? Cosa siamo noi? MEDIUM?”. Già, neanche alla ricreazione del primo giorno si stava tranquilli. C’erano già cose da raccontare.
“No, eonni, i medium sono quelli che parlano con la gente morta. In caso pensano che noi siamo dei veggenti” rispose pratica Sara. L’omonima si girò a fissarla con occhi mezzi spiritati e la minore scosse le spalle. “Lupus in tabula insegna” spiegò e poi batté il cinque a Silvia, che si era messa a sghignazzare senza ritegno.
“Comunque, cos’è successo?” chiese la più grande del gruppetto.
“Ah, madreH, nulla di particolare, in realtà. La nostra prof di filosofia ha dato di matto perché nessuno aveva dietro nulla. E quando le abbiamo detto il perché ha eruttato tipo Vesuvio. Anche se non ho capito esattamente con chi ce l’avesse” rispose Silvia.
“Ah” aveva commentato la maggiore.
E più i giorni passavano, meno ci si capiva qualcosa. Come al solito.
“Tu. Perché hai l’impronta rossa di due mani sul petto altezza tette?” chiese Seir indicando il camice di Sabrina con un sopracciglio elegantemente inarcato.
“Chiedilo a lei” borbottò secca quell’altra fulminando con un’occhiata... benevola la collega pittrice che si esibì in uno dei suoi soliti sorrisi innocenti.
“Che hai fatto Sara?” rise Silvia. L’altra tornò seria, indicò la compagna e...
“Kokum”.
Silvia si spalmò in terra dal ridere mentre Sara la fissava confusa. “Eh?”
“Non hai riconosciuto la citazione?”
“No”
“DISONORE!”
“...ma...”
“DISONORE SULLA TUA MUCCA!” e Ayu marciò via, lasciandone due ridenti e una confusa.
 
Seir – Ragazzi... la sweet maknae ha appena disonorato la mia mucca
Sehun – Tu hai una mucca?
Seir – No... è quello il punto
Suho – Ma va tutto bene in quella scuola, sì?
Silvia – Bella domanda, se lo stanno chiedendo tutti in sala.
 
-
 
La comunicazione arrivò durante una sonnacchiosa ora di Storia dell’Arte da una parte e una più allegra di ripresa dall’altra. Ed arrivò inaspettata.
‘EXPO?!’
“Silvia” chiamò Sara mentre il prof stava dietro ad altri loro compagni. “Ma ci portano davvero fuori in gita?”
“Così pare” rispose quella sorridendo. Poi, di nascosto, tirò fuori il cellulare.
 
Silvia – Ragazzi andremo a visitare la Corea del Sud.
Kai – Davvero? E quando?
Silvia – Ottobre.
Chanyeol – E dove state?
Silvia – A Milano.
Chanyeol - ?
Kai - ??
Chen - ???
Silvia – Ok, adesso smettetela.
Silvia – Andiamo all’EXPO
Sabrina – Ma lol
 
“Figo andare da qualche parte” sorrise Ayu, stravaccata sul suo banco mentre usava il quaderno per coprire gli sbadigli.
“Abbiamo appena iniziato la scuola e tu sbadigli?” chiese la maggiore.
“Io sbadiglio anche mentre dormo unnie” rispose quell’altra.
“È un po’ strana come cosa” rispose ancora l’altra, mentre sbirciava i messaggi sul gruppo e sbuffava una risata. “Se non sapessi quanto sono impegnati direi che non hanno niente da fare dalla mattina alla sera. Sono sempre lì che ci rispondono”.
“Bilocazione unnie. È l’unica spiegazione plausibile” borbottò Sara, per mettersi poi ad ascoltare la professoressa.
 
Il giorno della partenza
 
“È stata una fortuna poter andare tutte assieme, vero?” chiese Sabrina facendo ‘cucù’ nello spazio tra i due sedili del pullman davanti a lei, dove era seduta la maknae line.
“Yup. Non era affatto scontato” rispose a più grande delle due, più verso il finestrino.
“E noi di solito abbiamo sfiga” concluse l’altra.
“Già” asserì Seir da dietro. Poi ri-sprofondarono tutte e quattro nel loro silenzio sonnacchioso, le due dietro che guardavano video sul cellulare di Sara e le due maknae che ascoltavano musica con lo doppiatore e gli occhi chiusi.
Questo fino al loro arrivo.
 
Ayu – EXO, siamo all’EXPO. Ora ESCO dal pullman.
Baek – Sì Sara... sì.
 
“Non mi danno soddisfazione” borbottò la ragazza voltandosi verso la sua unnie, mentre erano seduti, loro e relative classi, davanti ad un piccolo chiosco in attesa che il professore di motoria e dei volontari tra gli studenti tornassero con i biglietti per tutti.
E mentre Silvia patpattava la spalla alla vicina di casa, Brina afferrò il telefono.
 
Brina – Date soddisfazione alla sweet maknae, esseri immondi
 
“Grazie unnie”
“Di niente mia cara. Certo che qui c’è proprio l’universo”.
 
Sehun – Esseri immondi? Ti invio una mia foto senza maglia, poi ne riparliamo
Brina – NON OSSSSARE.
Brina – Con quattro S, sì.
Silvia – Modesto il maknae
 
“Ragazze sono tornati con i biglietti, andiamo a prenderli!” chiamò Seir, che aveva fatto la vedetta.
 
Brina – Arrivederci e a più tardi, andiamo a conquistare il metal detector (?)
Ayu – Largo babbani, devo entrare nel padiglione coreano.
Luhan – Tornate vincitrici!
Silvia – Lo faremo Han.
 
Il metal detector si rivelò essere con una corsia apposta per i gruppi di persone, dunque non ci misero esattamente i secoli per arrivare dall’altra. Solo i decenni, ma era già qualcosa.,
“Ragazze, al tre ci si fionda dentro”. E praticamente le quattro, dopo essersi tolte zaino, felpa, scarpe, braccialetti, orecchini, il dente laccato d’oro e anche le mutande tra un po’, volarono oltre il posto di controllo, prima di rifare armi e bagagli e dirigersi verso le scale, mobili o non.
“Prendiamo le scale mobili?” propose la più grande. Ma prima di ogni loro ipotetica reazione, il professore di motoria le agguantò tutte e quattro per un gomito e ruggì un ‘baggianate, le scale mobili sono per i vecchi’, prima di trascinarle su per le scale normali.
“Talmente per i vecchi che mia nonna ha l’ansia solo a vederle le scale mobili” borbottò Ayumi massaggiandosi il braccio una volta arrivata in cima.
“Amen” borbottò Silvia, incamminandosi dietro ad un euforico e sempre più generalesco professore di educazione fisica che saltellava lungo il passaggio rialzato. Che altro non era che un corridoio decorato con tutte le bandiere del mondo.
Un corridoio lungo.
Lunghissimo.
“Ragazze, vedo la luce!”
“Esagerata, mica è così lungo”
“...intendo che è finito il passaggio”
“...molto vero”
“RAGAZZI!” tuonò il professore, facendo trasalire mezzo mondo. “Adesso siamo nel cardo, che, se avete studiato un po’ di storia romana, è la strada principale assieme al decumano. Siamo esattamente in linea con l’Albero della Vita...”
“Namu!” sussurrò Seir ridendo.
“-siete liberi di andare dove volete, ma alle otto meno dieci ci troviamo tutti qui, che guardiano lo spettacolo di luci dell’albero e poi torniamo al pullman. Tutto chiaro?”
Una frettolosa risposta positiva e poi le ragazze schizzarono, tenendosi per mano, verso il padiglione della Sud Corea. Era una costruzione bianca, circondata dalla fila.
“Sentite! Musica coreana!” trillò Sara mettendosi a saltellare in giro, incurante degli sguardi perplessi che riceveva dagli estranei. Silvia le mise elegantemente una mano in testa e la spinse contro il terreno.
“Forza pallina salterina e Co. Andiamo a metterci in coda”.
Manco a dirlo, dieci minuti dopo ballavano sulle note di Call Me Baby. Con la gente che le guardava male. E poi Breath dei B2ST. E la gente che le guardava peggio.
Per non parlare di quanto misero Up&Down delle EXID.
 
Brina – Ragazzi, siamo pronte ad entrare nell’SM. Ma la gente all’EXPO, non lo sa.
 
-
 
E il trenta settembre, conosciuto alle ragazze come il compleanno della maknae, arrivò. E con esso, i finti pianti di commozione di Sabrina.
“La nostra piccolina è diventata grande! Seir, il nostro pulcino è cresciuto!” e si soffiava teatralmente il naso.
“Le avete dato da bere?” chiese la festeggiata all’orecchio della sua vicina di casa.
“No” sorrise quella.
“Allora Lay ti ha passato dell’altra roba buona?”
“...già più probabile”
“IL MIO PULCINOOOO!”
“... ma sei sicura che fosse buona?”
“...”
 
Silvia – Yixing oppa, la roba era buona?
Lay - ...?
Sehun – Ma che cavolo...?
Silvia – La tua biased sta dando di matto non poco
Chanyeol – AHAHAHAHAHAHAHAHA
Ayu – Non ridere, è preoccupante. Credo di averle somministrato degli allucinogeni per errore.
Ayu – È CONVINTA CHE LA MAKNAE SIA UN PULCINO!
Chanyeol – AHAHAHAHAHAHAHAHA
Kris – Chicken isn’t in my style.
Silvia - …
Silvia - Ma perché io mi illudo ancora di poter contare su di voi?
 
Nel giro di un’ora si trovarono contagiate dal delirio del piccolo pollo di Sabrina e dei neo diciotto anni di Silvia. E una cosa tira l’altra. E si trovarono a giocare al gioco della cavallina.
E Ayu si acciaccò la schiena.
“Al prossimo compleanno facciamo qualcosa di un po’ meno impegnativo” borbottò la ragazza con i capelli colorati, massaggiandosi la parte dolorante. “Mi sento vecchia”
Tasi vah” rispose la maggiore tra loro. Nel frattempo il cellulare vibrò.
 
Chen – Tanti auguri mia yo-dongsaeng <3
Silvia - Aww~ Grazie mio caro~
 
E fu così che tutti i membri degli EXO iniziarono a farle gli auguri, facendo impazzire i cellulari delle presenti in una sinfonia di vibrazioni.
 
Kai – Ti manderemo un regalino~
Silvia – Ho seriamente paura
Sabrina – Lol
 
Ma il regalino arrivò sul serio. Un mese  e mezzo dopo, ma arrivò. “È la maglia di Call Me Baby” rise Silvia, rotolandosi sul letto di Sara mentre le indicava, in qualche modo il sacchetto. “Mi sta enorme ahahahahaha”
“Beh sono stati carini”
“Molto. Ma con le taglie... non ci sanno fare!”
“Non hanno le stylist mica per niente. Secondo me manco si cambiano le mutande da soli tra un attimo”.
 
-
 
“Attenta a quando cambi la marcia”
“Attenta a tirare su il freno a mano”
“Non fare le rotatorie contromano”
“Non fare nulla contromano”
“Per accendere la macchina gira il volante e per fare le curve gira la chia... no, ASPETTATE”
“C’è qualquadra che non cosa”
“E poi ci sono i cristalli di saggio che fanno mano con la ciao-ciao”.
“Avete finito di far loro raccomandazioni cretine? Le guide le ha già fatte, sa guidare. Deve solo passare la prova pratica”
“Non voglio andare in autostrada”
“Ma è la cosa più bella!”
“Ma è lunga e non voglio vomitare in testa all’esaminatore!”
“Sara, mentre guidi sei concentrata, non starai male... e poi, l’autostrada è dritta”
“...”
“Dai su”.
“...”.
 
Ayu – Fatemi gli auguri
Tao – Perché?
Ayu – Voi fatemeli
Xiumin – Auguri. Perché?
Ayu - ...
Ayu – Mi sto cagando in mano.
Baek - ...?
Seir – Deve fare l’esame pratico per la patente
Baek – Ah...
Chen – Ricordati di accendere i fari.
Luhan – Ricordati di accendere l’auto
Silvia – Non è deficiente, non così tanto almeno
Ayu – Grazie Silvia.
Lay – Che la benedizione degli unicorni sia con te
Suho - ...seriamente?
Ayu – Grazie Xing, ne farò buon uso.
-
Ayu – Ho passato l’esame! :DD
Lay – Ringrazia gli unicorni! :D
Ayu – GRAZIE.
Chen - ...non so se ridere o ridere.
Brina – Nel dubbio, preghiamo tutti gli unicorni. Diamine, sono creature dannatamente carucce.
 
-
 
“MI È FINITA LA MELA NELLA SCOLLATURA!”
“EONNI RECUPERA LA MELA DALLA SCOLLATURA DI SABRINA!”
“EEEH? E PERCHÉ IO?!”
“PERCHÉ È TUA MOGLIE, OVVIO!”
“Ma come ha fatto una mela di tutto rispetto a cadere nella scollatura di Sabrina?”
“Ehm... sai com’è, lo spacco è sexy
“La mela la recupero da sola, GRAZIE”
Erano riunite tutte assieme appassionatamente, di nuovo, a festeggiare, questa volta, il compleanno di Sabrina. E, ovviamente, erano finite a fare il gioco della mela, dove senza toccarla con le mani dovevano farla scendere fino alla pancia. E, chissà come, la suddetta mela era finita nel petto della festeggiata, che in quel momento si stava freneticamente frugando nella maglia, ignorando la maknae che fissava il soffitto in attesa di un qualche miracolo, l’altra maknae che se la rideva rotolando sul pavimento e Seir che era diventata color colla stick della Pritt.
“Eonni non è fatta per questi giochi” constatò Silvia, accarezzandole con fare materno una spalla. L’altra mugugnò qualcosa in risposta, con le mani ben piazzate in faccia.
“Ho ritrovato la mela!” esclamò Sabrina alzando vittoriosa il suddetto pomo, che si era addirittura ammaccato, non si sa bene come. E Ayumi, che si stava accingendo ad alzarsi mentre riprendeva a respirare come una comune mortale tornò a rotolare sul pavimento.
 
Suho – Tanti auguri Sabrina!
Brina – Grazie mille! =D
Xiumin – Come stanno andando i festeggiamenti?

Brina – Oh bene. Riassumiamo: abbiamo sbagliato a mettere le candeline sulla torta e sembrava compissi zero-due anni, Seir mi sta morendo, Silvia credo voglia suicidarsi e Ayu mi sta pulendo casa.
Dyo - ...che caspita...?
Brina – Ah sì, io in tutto questo tengo alto l’onore della Val di Non. VIVA I POMI!
 
-
 
Ayu – Ragazze.
Baek – Sara ci siamo anche noi in questo gruppo
Silvia – Appunto
Seir – Lol
Ayu – RAGAZZE.
Brina – Che c’è
Seir – C’è che io son l’Innominato... COL THE!
Sehun – Che cazz.
Brina – Sehun non imprecare.
Suho – Sehun trattieniti
Ayu – RAGAZZE È IMPORTANTE
Baek – Ci siamo sempre anche noi
Chen – Lascia perdere che è meglio
Brina – Spara Ayu
Seir – ONLY ONE SHOT! ONLY ONE SHOT! U ONLY HAVE A CHANCE, U KNOW?
Ayu – È proprio questo il punto.
Brina – Eh?
Ayu – I B.A.P. Stanno tornando.
Silvia – Ah
Brina - ...
Seir - ......
Suho – Ah già. Himchan me lo ha detto.
Ayu – A me lo ha detto Facebook. Sono una persona felice.
Ayu – Ciononostante, moriremo tutte. TUTTE.
Baek – Io ci rinuncio.
 
-
 
Ayu – Ragazzi, Zelo non è più patata
Seir – HA GLI ABS
Silvia – Il nostro bias ci vuole male
Brina – Valery ha trovato in Yongguk il suo Ultimate.
Chen – Si salvi chi può.
 
-
 
L’inverno stava arrivando. Sì, citazionismi casuali al Trono di Spade. E arrivò dicembre. Per la precisione, il nove di dicembre. A casa di Ayumi.
“Siete pronte?”
“No”
“Ok”.
E Silvia azionò il video. “Sing For You”
“Io spero solo che non sia una Miracles in December parte due, perché potrei mettermi a piangere tantissimo” borbottò Sara, mentre aspettavano che il video si caricasse.
“Quoto” risposero in coro Silvia e Sabrina. Sara si limitò ad annuire con pathos.
Il video partì ma dovettero fermarlo perché Sabrina aveva attaccato a ridere ruzzolando giù dal divano.
“RAGAZZE GUARDATELO AHAHAHAHA SEHUN VOLA AHAHAAH”
“L’abbiamo persa”.
 
Silvia – Sehun, che cavolo ci facevi vestito da astronauta nello spazio?
 
Fecero ripartire il video. E ci fu un silenzio interrotto solo da qualche verso perplesso o risate sbuffate o mugolii da fangirl. Fino al secondo 48 circa.
“Perché il nostro bias è da solo a deprimersi in una stanza?”
 
Seir – Kai, perché ti stai deprimendo da solo in una stanza?
 
“Oddio perdono Baek dal finestrino”
“Oddio Chen canta”
“Oddio è sparito Baek”
“Oddio che patatosa che è la voce di Sehun quando non rappa”
“Non c’è più Chen. Xiumin se l’è mangiato”
“Perché Kai sta distruggendo una stanza?”
 
Ayu – Perché mi state facendo sparire i bias? Prima Chen e mo Lay... lidaH mi rimani solo tu.
 
“Ecco, non dovevo nominarlo. Perché Suho e Chanyeol si scazzottano? COSA DIAMINE SUCCEDE IN QUESTO MV?!”
 
Brina – Kai, rompere gli specchi porta sette anni di sfiga, attento
 
“Bene, ora sono spariti tutti. Tranne Baek. Che era sparito prima”
“Kai è diventato Batman”
“Perché diamine Kai balla sotto la neve mezzo svestito?”
“Perché questi si scazzottano, si abbracciano, e si scazzottano e...? BAH.”
“E intano Sehun vola”
“M’è sparito l’ultimo bias”
“Kai vuole farsi investire da Kyungsoo”
“QUELLA È UNA FOTTUTA BALENA!”
“Toh guarda, sono ricomparsi tutti”
“...”
 
Chanyeol – Com’è?
Brina – Un vostro video
Lay – E quindi?
Seir – Non abbiamo capito un cavolo di niente. Come da copione.
 
-
 
Silvia – Qualcuno mi spieghi che diamine di canzone è Unfair.
 
-
 
La scuola finì, Natale passò e tutte le ragazze erano ingrassate di qualche chilo, così temevano almeno. Ah, e ovviamente le due biased dell’unicorno avevano dato seriamente di matto quando il ragazzo in questione s’era messo a piangere allo Showcase, minacciando di prendere il primo aereo per la Corea per abbracciare lui e prendere a calci nel posteriore tutti gli altri se non lo consolavano.
I ragazzi avevano regalato alle quattro gli album di Sing For You, facendo a sorteggio per i membri.
“Veramente, abbiamo messo i nomi in un sacchetto e poi li abbiamo pescati” giurò solennemente Baekhyun quando si video chiamarono per farsi gli auguri di Natale. In ritardo.
“Dove siete adesso?” chiese Suho, che aveva cappello e barba finta, con sommo divertimento da parte delle quattro.
“Al fronte” urlò Ayumi, fuori dall’inquadratura della webcam. Kyungsoo sollevò elegantemente un sopracciglio.
“Al maso, da Ayu. In una sala, su dei materassoni gonfiabili”
“E a fare i balli sexy in stile Kyungsoo”
“E ad urlare boomshakalaka alla fine del countdown”
“E a tastare lo spumante... che fa schifo a tutte e quattro”
“E a vedere il film di Yixing... del quale non abbiamo capito una mezza fava. Ovviamente”
“Perché ovviamente?” chiese Lay inclinando la testa.
“Perché siete EXO, un gruppo kpop. E dunque sopra a qualsiasi nostro tentativo di comprensione”
 
-
 
Nel periodo nuovamente scolastico, con l’inizio del secondo quadrimestre, non avevano potuto sentirsi molto. A parte un messaggio vocale da parte di Seir che sbraitava qualcosa molto in fretta alla cornetta, qualcosa del tipo:
“Baekhyun, di gentilmente a Taehyung che vado ad ammazzarlo tra pochissimo, e di divulgare la notizia affinché raggiunga anche Jimin e Jungkook. Grazie”.
E i ragazzi non avevano capito quale fosse il problema. E non lo capirono neanche con Silvia (“E già che ci siete, chiedete a Jin se è morto... o comunque se e chi muore). Ci pensò Sara a chiarire le idee, parlando del prologo dei BTS.
“Con tutti i gruppi che comebackkano o comebackkeranno, non possiamo stare tranquille un attimo, è un attentato continuo alle nostre vite” aveva aggiunto.
Insomma, era già iniziato tutto da settembre con Run, e le cose si stavano complicando. Inizialmente a novembre, con i VIXX con Chained Up, poi gli EXO stessi con Sing For You, poi i B.A.P. con Feel So Good. Eccetera, eccetera.
“Daehyun mi dovrà spiegare perché indossa un fottuto cappellino rosa. Comunque i B.A.P. si sono drogati. E i VIXX devono smetterla di spogliarsi. E i BTS di tramare alle nostre spalle. Che diamine, le loro storie negli MV stanno diventando peggio delle vostre, il che è tutto dire. Ma perché Daehyun ha un dannato cappellino rosa?”aveva sclerato Silvia in un audio. Chen aveva risposto registrando la sua risata, e la maknae lo aveva mandato a quel bel paese.
Con molto amore.
 
-
 
Brina – Ragazzi moriremo giovani. Sappiate che vi abbiamo voluto bene.
Brina – Guardatevi bene dalle sasaeng. Mangiate e dormire.
Ayu – Soprattutto tu Zhang Yixing.
Silvia – Salutateci gli altri gruppi. Abbiamo voluto bene anche a loro.
Chen - ...ma cosa sta succedendo?
Ayu – È l’ansia pre-morte
Luhan – Per cosa?
Seir – È già il secondo quadrimestre
Tao – E...?
Brina – Abbiamo la maturità.
Ayu – E centordici ore di tirocinio da fare
Kris – Il tirocinio non è nel mio stile.
Kris – Perché io lavoro già. LOL.
Silvia - ...
Silvia – Sacrosanto Shisus, quanto sei tonto.
 
-
 
“...ma qualcuno lo ha preso il cerone?”
“Io ho il rossetto!”
“Con sto cerone è una tragedia” borbottò Sara mentre si lasciava truccare gli occhi da Valery.
“Beh, intanto noi ce lo abbiamo” rispose l’altra allegramente.
“Mmh. Che poi a me manco piace dovermi vestire da pagliaccio”.
“Ma dopo lo abbiamo lo struccante?” chiese Sabrina, passando loro vicino dopo aver recuperato un rossetto da mettere a Seir.
“...”
“Ah. Corbezzoli”. Il cellulare delle quattro vibrò.
 
Silvia – Vi vedo!
 
“DonnaH è qui. La vedete voi sugli spalti?” chiese Sara alzandosi in piedi.
“Un cavolo proprio” borbottò Sabrina.
“Hun broccolo vorrai dire” ammiccò Valery, ricevendo il rossetto in testa da parte della maggiore. “Ahia~” mugolò quella.
“Vista! ...Sabrina è vicino ai tuoi” esclamò Seir
“Mia mamma s’è adottata la maknae?” replicò la maggiore a nessuno in particolare. Prima di una qualsiasi ipotetica risposta da parte delle altre, la professoressa saltellò vero di loro battendo le mani.
“Siamo tutti pronti?”. In risposta, un gruppo di sguardi mezzi truccati e mezzi no, vestisti con tute da imbianchino colorate a pois con bombolette spray e dripping e i capelli cotonati e acconciati nel modo più disparato. “Siate dei pagliaccetti bellissimi~!” fangirleggiò la prof, chiamando poi le colleghe a braccetto per poi mettersi a cinguettare in compagnia.
“Io adoro questa donna” rise Sara, lanciando il cerone a un compagno che ne aveva bisogno.
“Ragazzi venite a prendervi il naso!”
“Il naso fa poti-poti!” squittì Valery ricevendo il suo.
“Sì, ma quando lo hai indosso non funziona” ribatté Sabrina.
“Ohw. Che peccato...”
“Già. Per questo il poti-poti lo hanno montato sulla base”
“Ragazzi, tutti sugli spalti, ora si comincia”. E tutti andarono a sedersi.
“Ma siamo gli ultimi?”
“Già”
“....chemmerda”.
 
“E il primo classificato tra i secondi posti... è il liceo artistico Vittoria!”
“Oddio, siamo secondi!”
“ANDIAMO AI NAZIONALI RAGAZZE!”
“Grazie Shisus!”
 
Silvia – Ho sentito nominare il nome del mio bias invano
Brina - ...Macoss, come hai fatto
Ayu – Chi è Ivano?
Kris - ...
Seir – ABBIAMO VINTOOOO
Brina – SIAMO SECONDEEE
Kai - ...decidetevi.
Lay – Ivano??
Ayu – Ivano???
Silvia – Io ci rinuncio
 
-
 
Quando, nel mezzo di una pausa delle prove per i futuri concerti e comeback, Junmyeon tirò fuori il telefono cellulare e attaccò a ridere senza un apparente motivo, gli altri otto si preoccuparono non poco. Per non palare del manager.
“Hyung? Che succede?” chiese Baekhyun, chinandosi per guardare il leader che si stava rotolando dalla posizione prona a quella supina e viceversa a velocità quasi innaturale con le lacrime agli occhi. Ovviamente quello non riuscì a rispondere.
“Sarà lo stress...?” aveva suggerito Sehun. Chanyeol, dal canto suo, aveva attaccato a ridere per partito comune. Kai si grattava la testa perplesso, Jongdae non sapeva se ridere o preoccuparsi, Minseok discuteva con il manager se era il caso di chiamare la guardia medica e Yixing sembrava del tutto deciso a provare a capirci qualcosa, fissando con ostinazione e  serietà il leader che si contorceva, affiancato da Chanyeol. In tutto quel casino, Kyungsoo aveva fatto la cosa più intelligente: preso il cellulare del leader e guardato cosa lo aveva fatto tanto ridere.
“Ragazzi, è questa foto” sbuffò divertito girando lo schermo verso i compagni di band. La foto ritraeva le quattro ragazze travestite da Carnevale fotografate in una delle aule dell’istituto.
Avevano loro spiegato, al tempo di Halloween, che le assemblee di istituto del loro liceo a volte prevedevano un tema dove era possibile travestirsi. E la spiegazione era giunta con allegate le ragazze truccate da Eyeless Jack, Teschio messicano, bambola voodoo, bambola creepy, rispettivamente Seir, Silvia, Ayumi e Valery. Sabrina era truccata da procione.
Poi c’era stata la volta dell’assemblea a tema anni 50/60/70/80. Infine, quel giorno, assemblea di Carnevale. Brina era vestita da spaventapasseri con i capelli tinti di giallo con una bomboletta spray, male, perché erano alla fin fine marroni con i pois gialli. Seir si era travestita da Kai, con la parrucca bianca, la
sua felpa con su scritto ‘Kai 88’ e le lenti a contatto rosse. Silvia era travestita da icona di Instagram, Valery da geisha e Ayu... da procione. “Sono una bellissima prociona” aveva scritto poi.
Ed era per questo che Suho rideva.
 
-
 
*Brina ha aggiunto Valery*
Valery – OHMIOSHISUSSABRINACHEHAIFATTO
Brina – Tranquilla, mica c’è Yongguk
Brina – La conoscete (quasi) tutti, lei è Valery e ormai è praticamente di famiglia. Quindi ve la pigliate.
Xiumin - ...ok
Valery – ODDYO, QUELLO È XIUMIN!
Brina - ...vi giuro che non è sempre così.
Ayu – A meno che non si tratti di Yongguk. In quel caso è anche peggio.
 
-
 
Passò il compleanno di Seir, dove giocarono al pepero game e si scoprì che Valery e Ayumi erano dei portenti. Passò il comeback giapponese dei B.A.P., Kingdom (Ayu – BABY WASSUP! LADY TURN UP! LALALALALLALALALA!). E anche il compleanno della sweet maknae, dove passarono al gioco dei foglietti.
Insomma, nei compleanni delle due omonime si sbaciucchiarono, anche solo per sbaglio. E rischiarono più volte di perdere la Sara-grande, eternamente imbarazzata da quei giochi, mentre il "kiss duo" si comportava come se fosse tutto perfettamente normale.
E infine, i VIXX e i BTS fecero capolino nella loro pagina di Youtube, i primi con Dynamite e i secondi con il terzetto di video musicali composto da Young Forever, Fire e Save Me. Ma non era quello il problema.
“I B.A.P. FANNO TAPPA A MILANOOOOOOO!!”
QUESTO era il problema. Le quattro erano una più sclerata dell’altra. Seir aveva preparato le mascherine dei Matoki corrispondenti ai bias ‘preferiti’ di ognuna delle quattro. Quindi lei stessa aveva Jokomato, Sabrina Kekemato, Sara Dadamato e Silvia Totomato. Valery aveva Shishimato e Tatsmato era toccato a una loro compagna di scuola, Monica, ma le due non riuscirono ad andare al concerto. Inoltre fu colei che acquistò i biglietti.
L’altra Sara, dal canto suo, era diventata l’allegoria dell’ansia. La maknae aveva invaso casa sua più volte con l’intenzione di mollarle un ceffone e dirle calmati, ma era difficile prendere Ayumi quando iniziava a correre in giro a mo’ di trottola impazzita.
Silvia aveva fornito il passaggio. Perché non era davvero il caso che guidassero le ragazze con la patente: il rischio di finire in un fossato era particolarmente alto. Così Silvia trovò l’alternativa, meglio conosciuto con il nome di ‘genitore’.
Sabrina, infine, aveva fornito la casa per le ‘riunioni d’emergenza’.
E così arrivò il 7 maggio. E la giornata iniziò... a scuola.
“Qualcuno mi spieghi come faccio a rimanere concentrata. Qualcuno mi faccia rimanere concentrata. Qualcuno mi tiri una botta in testa”. Sabrina tappò la bocca alla compagna di classe.
“Ayu taci, ti prego”
“Gbdhgsgfbljh?”
“Eh?” e le tolse la mano dalla bocca.
“Dicevo... sentirai cantare live Daehyun... VEDRAI ZELO... e mi dici di tacere?”
“NON RICORDARMELO”
Finite le ore scolastiche... no, non è vero... uscite da scuola in anticipo, le quattro fecero scalo a casa di Ayu per depositare i bagagli scolastici e recuperare ciò che serviva loro per il concerto, poi, armate di mascherina, cibo, auricolari, musica, cassa e quant’altro, partirono alla volta di Milano, Busto Arsizio, PalaYamamay.
“Ragazze ho portato la nilox, così possiamo documentare la nostra esperienza!” trillò Seir, tirando fuori la suddetta dallo zaino e montandola sul bastone per riprendere con un campo più largo.
“Se vuoi ogni tanto lo passo, così riprendo anche da qui davanti!” la chiamò l’omonima, seduta sul sedile del passeggero dato il mal d’auto. “Collego l’Ipod?” chiese poi.
“Vai TonnaH!”
 
Silvia – Boomshakalaka gente, si parte!
Suho – Divertitevi!
Brina – Ayu dice: in auto? Un sacco! :D
Seir – Beh, in effetti siamo un pochino (troppo) euforiche.
Silvia – Sentirò dal vivo Jung Daehyun gente.
Baekhyun – Salutamelo! :D
Brina – Possiamo provarci, ma potrebbe essere un po’... distante, ecco.
Seir – Tentar non nuoce.
Silvia – Tireremo fuori lo striscione che abbiamo preparato con su scritto ‘Baekhyun ama Daehyun’
Baekhyun - ...state scherzando... VERO?!
Silvia - :)
Chanyeol – kekekekekeke
 
“Ragazze c’è impazzito il navigatore. Gi dice di girare a destra tra trecento metri... e siamo in una rotatoria”
“Eh no, che palle, ha resistito tutto il viaggio sto cacchio di tomtom... non ci può mollare proprio quando siamo a Busto Coso!”
“Ok, s’è ripres- ragazze. C’è scritto PalaYamamay”
“Questa volta sul serio, Ayu? Non è come prima che hai letto ‘BAP’ invece che ‘BAR’, vero?”
“No, sta volta sul serio! Siamo arrivate! E DAEHYUN STA FACENDO UNA LIVE SU VAPP ADESSO!”
“ODDIO SIAMO ARRIVATE!”
“ODDIO, SONO COSI’ CRETINA!” Sara si spalmò in faccia le mani e fissò le compari con occhi spiritati.
“Che succede?”
“Ho dimenticati di stampare i banner per With You!”
“...E CHISSENEFREGA! PENSAVO FOSSE QUALCOSA DI GRAVE!”
“ME È GRAVE!”
“MA SMETTILA!”
“SI SENTONO LE FOTTUTE CANZONI DA QUI!”
“Scusate”. Le quattro si girarono al rallentatore verso un signore in tenuta da corsa che le aveva appena chiamate. “C’è un sacco di confusione qui. Sapete dirmi chi gioca?”
“Nessuno” rispose Sabrina. “C’è un concerto”
“Ah. E di chi?”
“B.A.P., un gruppo sudcoreano”
“Ah. Beh... grazie lo stesso” e il signore corse via. Dopo dieci secondi, le quattro scoppiarono a ridere.
“Bene! Ora vediamo da dove si entra!”
E all’entrata, per iniziare bene e far capire chi comandava, ossia il tempo atmosferico, trovarono una ragazza svenuta.
“Uhm. Questo non è bello” borbottò Sabrina.
“Scusate, voi. Siete appena arrivate?” chiese un membro dello staff, come annunciava il cartellino.
“Esatto” disse Sabrina.
“Dovete cambiare i biglietti. Seguitemi” disse la ragazza. “Voi non sapete il casino che c’è. Bisogna stare impuntati per vedere chi deve andare dove... a proposito. Che biglietto avete?”
“Elite, senza benefit card” rispose Ayu. “Eonni, compriamo il lightstick?”
“Certo!”
Così cambiarono il biglietto stampato in un biglietto vero e proprio, comprarono il lightstick, vennero scortate nella loro coda e vennero numerate sulla mano con un pennarello rosso: dal numero 197 al 200. E poi attesero circa tre quarti d’ora fuori, ridendo e scherzando.
 
Ayu - E l'attesa iniziò
Valery - Dopo voglio sapere tutto, tutto, TUTTO
Brina - Sì, però, cosa, stai calma
Valery - ...Yongguk ç.ç
Lay - L'attesa è la virtù dei forti
Chen - L'attesa non è una virtù Yixing
Lay - Shht, zitto, che non se ne è accorto nessuno
Seir - ...
 
Infine venne il loro turno di entrare, tragitto che compirono squittendo alla pari dei cincillà. Venne loro strappata una parte di biglietto, scesero delle scale, fecero una curva e scostarono un tendone.
“WOOOOAAAH! CHE FIGATA!” fu l’esclamazione generale. Il palazzetto dello sport era buio, molto. Le macchinette del fumo facevano il loro sporco lavoro creando un'atmosfera quasi irrealistica. Le luci provenivano dai lightstick verdi, rigorosamente a forma di Matoki, e dal megaschermo che dominava il palco principale, dove stava una scritta che recitava "Where are you now?"
Insomma, uno scenario di pura poesia. E come ogni scenario poetico che si rispetti, qualcuno, impersonificato in questo caso da Ayumi, dovette rovinarlo.
"Ci pigliano pure per il culo. Noi siamo qui che moriamo dai feels... E LORO CI CHIEDONO DOVE SIAMO ADESSO?"
"Non sanno quello che fanno" scosse la testa Silvia, spingendola verso i posti liberi. Riuscirono, fortunatamente, a stare tutte su una linea.
E da lì aspettarono. Di nuovo. Urlando ogni tanto 'B.A.P.!' o 'Saranghae' benché mancasse un'oretta all'inizio del concerto.
Che iniziò in ritardo, anche se di poco. E da lì, furono suoni, urla, luci, colori, siamo tanto felic, palloncini, balletti sexy, semi infarti e corde vocali con timpani annessi andati ad annaffiare baobab.
Come ogni concerto che si rispetti.
 
Suho - Come è andata?
Brina - DAEHYUN E LA SUA VOCE, ESALO L'ANIMA
Silvia - Se Zelo si azzardava a spogliarsi lo trucidavo
Seir - Siamo molto felic
Ayu - Jongup è una patata
 
Nel viaggio di ritorno persero Ayumi, che si accasciò sul sedile e lì rimase. I feels uccidono.
 
-
 
Ma se a maggio il loro pensiero fisso era stato il concerto, una volta passato quest'ultimo una nuova realtà fece loro cucù.
"MA SIAMO GIA' A MAGGIO, LA FOTTUTA MATURITA'"
E fu così che, fino a metà giugno, lasciarono praticamente solo Valery a socializzare con gli EXO.
 
-
 
L'estate arrivò come una ventata d'aria fresca, per quanto fresca potesse essere un'estate. Dopo una sessione di esami passati a fare avanti e indietro dalla casa alla scuola e dalla città alla casa e combinazioni varie, fu indispensabile per le quattro preparare un borsone o una valigia, salutarsi e andare ognuna per la propria strada... o meglio, per il proprio mare. Chi pochi giorni, chi una settimana e chi poco più, ma fu un periodo di pacchia totale dove però non smisero di scriversi il messaggio quotidiano.
Niente di troppo interessante, tra le discussioni sonnacchiose e i poveri EXO che si lamentavano perché non potevano andare al mare anche loro e, al contrario, dovevano provare e riprovare nuove  e vecchie, ma neanche tanto, coreografie in una saletta che, pur munita di aria condizionata, non riusciva a salvarli dal caldo estivo e dalla voglia di una sana vacanza.
Infine, i ragazzi fecero rodere il fegato a chiunque volendosene alle Hawaii, meritatamente.
Tranne Lay. Lui chissà dov’era.
 
-
 
Baek – Ciao ragazze! Come andiamo? :D
Silvia – In pullman.
Ayu – N°6 per la precisione.
Suho - ?
Chen – E dov’è che state andando?
Silvia – Polonia
Ayu – Cracovia
Kai – E a far che?
Ayu – GMG. La Giornata Mondiale della Gioventù. Anche se alla fine sono dieci giorni.
Silvia – Dieci giorni nei quali saremo scarsamente reperibili.
Chen – Salutatemi il signor Francesco
Ayu – Lo faremo senz’altro.
Baek – Amen.
 
-
 
E tornate da Cracovia le due maknae erano a dir poco morte. E passarono nel letto il giorno seguente.
E poi ripartirono di nuovo, armate di borsone e prelevate dalla madre di Sabrina, dirette sul cucuzzolo della montagna dove i nonni di Sabrina avevano gentilmente accettato di ospitarle assieme a quelle altre due.
“Siamo tornate, madri!” decretò Silvia scendendo dalla macchina e aprendo le braccia alla Titanic. Sara ci mise qualche momento in più, prima di avanzare lentamente davanti a Sabrina che non poté fare a meno di notare la sfumatura verdognola che il volto pallidino della ragazza aveva assunto.
“Mai più curve in montagna senza l’Ipod” esalò la ragazza dalle ciocche che da blu erano divenute turchesi. Sabrina le patpattò la testa.
“La madre-padre dov’è?” chiese l’implacabile maknae.
“Dorme”. Ci fu un istante di silenzio.
“Ma è l’una di pomeriggio, unnie” affermò Ayu.
“Lo so” annuì la più grande. Le maknae si guardarono, per poi assumere un’espressione molto furba, per ghignare infine.
“Cooosa avete fatto ieri seraaa~?” cinguettarono le due.
“YAH! Non pensate a cose strane!” strepitò la maggiore, venendo sovrastata dalle altre due, mentre aprivano e chiudevano porte e trascinavano le valigie, ridendo.
In tutto questo, Seir continuò a dormire placidamente finché Sabrina non si lanciò alla Pocahontas sul suo letto, cantando a gran voce la canzoncina della pubblicità della Nutella: “Buongiorno a questo giorno che si sveglia oggi con te~”.
 
-
 
Era notte nell’appartamento. E anche fuori a dire il vero. Le due eonni dormivano in una stanza su due letti singoli, mentre le maknae sul matrimoniale nell’altra camera. Con un po’ di disappunto da parte delle più giovani, perché a loro parere la madre-madre e la madre-padre avrebbero dovuto dormire assieme come una bella novella coppia di spose quali erano; anche se, a ben pensare, la cosa aveva un senso, dato che Sabrina aveva il meraviglioso dono di disarcionare dal letto chiunque.
Le due maknae stavano sdraiate nel loro letto a ridere e rotolare, perché Silvia stava decidendo un soprannome da dare agli EXO, in lingua spagnola o portoghese. Avevano appena decretato il nome di Sehun, ossia ‘mi pequeñita mariposa arco-iris’, mia piccola farfalla arcobaleno, e la discussione si era spostata sulle due maggiori.
“Facciamo così: prendiamo i loro bias e vediamo che shipping sono” propose Silvia.
“Ci sto! Allora... Con gli EXO l’unica accettabile è quella tra Kai e Lay... che non so minimamente come si chiami”
“Già... beh, loro sono la DaeJae, assolutamente”
“La DaeJae è vit-“ Silvia bloccò la più grande afferrandole il braccio d’improvviso.
“Sara” disse seria, fissando la ragazza negli occhi, che imitò la sua espressione. “...SONO LA VMIIIIIN~!!!”
E Sara si alzò dal letto matrimoniale e andò in cucina sbraitando qualcosa a caso e ignorando Sabrina che era uscita dalla sua camera per vedere che cavolo stava succedendo.
Dopo il disagio delle Shipping, le due minori si misero a dormire... finché un molleggiamento del materasso, seguito da un tonfo non svegliò Sara la quale, temendo che Silvia fosse caduta dal letto, si girò nella direzione dell’amica... appena in tempo per vederla schizzare fuori dalla stanza alla velocità della luce. Ayu, miope com’era e senza occhiali, con tanto di rincoglionimento dato dalle quattro del mattino, non riuscì a fare altro che osservare con pigro stupore la vicina di casa che, dopo qualche secondo di assenza, stava lentamente tornando sui suoi passi.
“Ho bisogno di una banana” sbottò seria, vedendo che l’altra la fissava. E Sara si mise a ridere fortissimo, quasi rotolando giù dal letto.
E quando, il giorno dopo, uscì l’MV di That’s My Jam dei B.A.P, non poterono far altro che ridere nell’osservare Zelo che rappava con una banana in mano. “Avrà i crampi anche lui, il mio bias mi capisce”.
 
-
 
“Odio le corriere”
“Hai visto che ce l’hai fatta ad arrivare fin qui?”
“Tutto ciò ha messo a dura prova la mia psiche. E mi stupisco del fatto che tu abbia ancora voglia di avermi tra i piedi, non abbiamo fatto altro che vederci e vivere assieme questa estate”.
Silvia era rimasta sola nella sua casa su per i monti e Sara era andata a vivere con lei per qualche giorno.
Il tutto può essere riassunto in: giro illegale di mojiti drogati.
 
Silvia - Qualcuno mi spieghi che problema hanno i commentatori delle olimpiadi
Ayu – SU LE MANI DAI DIVANI!
 
Oppure:
 
Ayu – Masterchef è con noi
Silvia  - O noi siamo con Masterchef?
Valery – Questo è il dilemma
 
Ma il delirio venne quando iniziarono le serie di comeback.
“Sara ma tu hai visto l’MV di Suga?”
“...quale MV?”
“Quello del suo mixtape”
“...ma non doveva uscire a settembre?”
“A quanto pare no”
“Mh. Allora ci guardiano prima Fantasy dei VIXX, che sarà la morte e poi...”
Agust D
“...che?”
“Non lo so. Non me lo chiedere”
Ma il bello arrivò con gli EXO, che ritardarono di circa dieci ore il comeback di Lotto, arrivando in Italia a quota tre di notte.
“Quindi che si fa?” chiese Sara alla padrona di casa. L’altra sbirciò gli orari delle olimpiadi.
“Alle tre e zero-otto corre Bolt”
“Quindi... sveglia, EXO, Bolt, letto?”
“Andata”
E così fu.
 
-
 
Sabrina parlava con Baekhyun, Chanyeol e Suho tramite Skype.
“Ciao Sabrina. Che...stai facendo?” la salutò il bias.
“Bagagli” rispose la ragazza, lanciando un reggiseno sul letto con nonchalance senza fare minimamente caso all’imbarazzo dei tre coreani.
“Ehm... partite finalmente per il viaggio della maturità?” chiese Junmyeon dopo un po’. La ragazza scosse la testa.
“Aniya. Ci trasferiamo a Bologna noi quattro. Per l’Accademia, sapete... il viaggio della maturità mi sa che salta, non riusciamo più a farlo” borbottò, mentre piegava una felpa, concentrata.
“Che peccato però” disse Suho. Sabrina si voltò a fissarlo. Sembrava dispiaciuto, ma... non abbastanza. Non per i suoi canoni perlomeno. E la frase successiva di Baekhyun confermò i suoi dubbi.
“Non ti preoccupare, sono sicura che si presterà un’occasione, prima o poi” aveva detto. Sì: qualcosa bolliva in pentola. La unnie poteva sentire da lì Ayu gridare ‘i miei sformatini di spinaci!’.
“Cooosa state architettando voi?” chiese dubbiosa, avvicinando il suo occhio sinistro e il suo naso alla webcam. E i tre cominciarono a tergiversare e a sparare fuori cose assurde. Anzi no, solo in due: il leader stava zitto e si godeva le sceneggiate della Baekyeol.
“Ma niente Sabrina~ Adesso, scusa ma devo... andare a... mmm scoprire come fa il coccodrillo, sì. CIAO”. E Baek  schizzò via, seguito da Chanyeol che borbottava qualcosa a proposito di spazzolare un lama domestico.
O un alpaca.
“Suho, seriamente. Mai pensato di rivolgerti ad uno psicologo?”
“Ci ho pensato eccome. Ma ho paura che scapperebbe a gambe levate”.
 
-
 
“Uuuh! Carino!”.
Mollate allegramente le valigie in mezzo alle palle le quattro si sparpagliarono per l’appartamento apposta per gli universitari, dove sarebbero state loro quattro a vivere assieme per parte degli anni successivi.
“Ricapitoliamo: un bagno, cucina unita al salotto, se così vogliamo chiamare il divano buttato lì a caso e due camere da due” fece il punto della situazione Silvia comodamente seduta sulla tavola abbassata del cesso.
“Direi che è perfetto” si fece sentire Sara. “C’è anche un piccolo ripostiglio, adiacente al cucilotto”.
“E tu ci sei dentro?” chiese Sabrina, che assieme all’altra maggiore stava iniziando a spostare le valigie nelle varie stanze, ovviamente divise unnie e maknae.
“Certo ce no. Io sono dentro all’armadio della mia camera. Ciao unnie” rispose la seconda maknae, proprio mentre la più grande apriva il mobile.
“Ayu. Esci”.
“Ma è comodo. Prova!”
“Ragazze a che punto siam- perché siete nell’armadio?” chiese Silvia.
“Ehm... ci stiamo immedesimando in un lenzuolo. Rigorosamente piegato e stirato”.
“Iniziamo bene”.
 
-
 
La convivenza era pacifica, tutto sommato. Incredibilmente, quelle che bisticciavano di più era moglie e mogliaH, su cose strane come il stirare le cose e quanta verdura e carne bisognava mangiare. In tutto quello le maknae se ne stavano allegramente accomodate sul divano a guardare Weekly Idol.
La normalità appena creata venne interrotta dal campanello.
“Andate ad aprire voi, sto cucinando” disse Sabrina.
“Andate voi due, io so palando con vostra madre” si aggiunse Seir
“Vado io, tu tieni il computer sulle gambe” disse Sara alla maknae, per poi andare alla porta e ritrovarsi davanti al naso un pacchetto per loro quattro portatogli da un corriere.
Un pacchetto dalla Corea del Sud.
La mittente era una ragazza che faceva il trucco agli EXO e che aveva spedito loro già altra roba da parte dei ragazzi.
“Cos’è TonnaH?” chiese Silvia quando la ragazza tornò al suo posto.
“I ragazzi ci hanno mandato qualcosa. Madri, smettetela di cianciare e venite qui” rispose Sara, richiamando l’attenzione.
Scartato il pacchetto, le verdure non furono poi più così importanti.
“QUESTI SONO DEI FOTTUTI BIGLIETTI DI UN FOTTUTO CONCERTO!” ruggì la unnie.
“Sì. E sono per il... Full K Concert. Quell’evento gigantesco dove ci saranno tipo una marea di gruppi...” fece notare Silvia.
“Ci sono anche dei pass per il backstage e biglietti aerei per Seoul” aggiunse Ayu.
“E... è tutto ripetuto per cinque volte. Cinque biglietti, cinque pass... siamo sicuri sappiano contare?” chiese Seir.
Le quattro si guardarono.
“C’è una lettera” fece notare la maknae, per poi prenderla e leggerla.
 
Ciao ragazze!
Sorprese? Adesso avete il vostro viaggio della maturità!
Siamo sicuri che ve lo siete chieste: abbiamo contato anche Valery nel pacchetto. Perché sì.
Abbiamo pensato a tutto noi, non vi preoccupate! Come avete visto, avete i biglietti e i pass, che sono per i membri dello staff. Questo perché abbiamo previsto la vostra presenza anche i due giorni prima del concerto, così da presentarvi un po’ tutti.
Qualcosa ci dice che vi piacerà.
Avete l’aereo tra un mese, così potete prepararvi. Speriamo che i vostri genitori siano d’accordo, in realtà, perché non abbiamo contato molto bene quest’ipotesi.
Comunque.
Anche l’aereo e l’alloggio sono già stati messi a punto. Quindi... ci vediamo presto!

- EXO
 
Ci fu un secondo di silenzio.
“Un giorno li ammazzerò”. Tutte e quattro annuirono a quella frase.


 
Angolino nascosto nell’ombra:
 
Che vi devo dire io?
Non ho un granché da dire a mia discolpa. Ho avuto da fare.
Diciamo che non è stato un periodo splendido e che la scuola ha deciso che tenermi in ostaggio è un’ottima idea. E c’è da aggiungere che io ho un talento enorme nel mettermi nei guai da sola.
Infine, recuperare tutto ciò che è successo in un anno e scrivere questo capitolo senza la minima ispirazione non è stata cosa da poco. Almeno per me.
Il capitolo sembra più lungo di quello che è, perché i testi della chat sono impilati e occupano un casino di spazio.
La seconda parte dell’epilogo arriverà. Non vi so dire quando, ma arriverà. Mi scuso già in anticipo.
L'evento a cui le ragazze andranno è naturalmente inventato. Come tutta la storia. Passatemela, ve ne prego.
Spero che vi sia piaciuto, comunque.
Alla prossima!
 
Aura_

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Capitolo 24
*** Epilogo - Tu Che Mi Hai Sempre Aspettato - Pt.2: Il Portone ***


Epilogo: Tu Che Mi Hai Sempre Aspettato - Pt.2: Il Portone

 

3° Persona P.O.V.

 

“Bene. Dove cazzo siamo?”

Il soggiorno in Corea del Sud partiva benissimo. Senza parlare del fatto che era circa la quinta volta che quella domanda veniva posta nel giro di ventiquattr’ore nel contesto aeroporto.

“Non voglio più vedere un aereo per il resto della mia esistenza” sbuffò Silvia mentre cercava con gli occhi la sua valigia. Perché sì, tutte erano riuscite a portarsi appresso il loro bagaglio a mano meno che Silvia.

“Beh, mia cara, a piedi in Italia ci torni da sola” cinguettò Sabrina che era fin troppo attiva. Almeno considerando che fino a qualche secondo prima stava dormendo sull’aereo. La seconda maknae, invece, stava ancora dolcemente poltrendo seduta sul suo bagaglio e sorreggendosi la testa con le mani.

“Lo vedo! Il bagaglio è l- EHI TU, COREANO, GIU’ LE MANI DALLA MIA DANNATISSIMA VALIGIA” ruggì Silvia tutto d’un tratto, facendo girare tutta la popolazione lì intorno indipendentemente dal fatto che la capissero, cosa assai improbabile, o meno.

Le altre quattro, dal canto loro, stavano diventando bordeaux per tentare di non scoppiare a ridere come delle troglodite, cosa non del tutto facile, considerando che avevano ben poche ore di sonno alle spalle e dunque tutto diventava potenzialmente divertente o irritante.

“Benvenute a Seoul ragazze!” esclamò Sabrina una volta che Silvia fu tornata con bagaglio appresso. Le altre sorrisero.

E poi: “Tutto molto bello... ma dove diamine è l’uscita?”. Valery si strinse nelle spalle, non avendo ascoltato la domanda, e si limitò a fissare i dintorni con aria sognante. E a momenti venne lasciata lì dopo che le altre quattro trovarono, aggregandosi alla massa di altre persone loro compagne d’aereo, l’uscita.

Appena arrivati in vista delle porte, inquadrarono subito un signore distinto vestito di tutto punto che reggeva un cartello con delle scritte in romanji. Più precisamente i loro nomi.

“Hanno scritto di nuovo Shilbia. Passati due anni ancora non hanno imparato” sospirò la maknae affranta, ignorando le risate, soffocate o meno, delle altre ragazze. In particolare l’altra maknae che nel provare in modo disperato a non ridere come una scema sembrava un cucciolo di pterodattilo.

“Mi sta implodendo un polmone” sibilò a fatica, mentre provava a darsi un contegno. Fallendo miseramente.

 “Buongiorno” aveva salutato l’uomo in italiano con sommo macoss da parte delle presenti.

“MA LEI È L’INTERPRETE DI DUE ANNI FA!” ruggirono poi le quattro ragazze dell’iniziativa facendo sorridere l’uomo e prendere uno schioppone a Valery.

“Esatto” rispose lui, indicando l’uscita. “Vogliamo andare? Il van è fuori che ci aspetta per portarvi all’hotel. E poi dritte nei backstage!” sorrise poi.

“Stai scherzando? Saranno almeno trentotto ore che non chiudo quasi occhio” pigolò Ayu, spalancando le palpebre.

“Temo che tu debba reggere Sara” rispose Sabrina.

“Porco kimchi” ribatté allora quell’altra, affranta.

Dopo questa allegra scenetta, accompagnate dalle quindici scuse che l’interprete Kim rivolse loro dopo l’uscita della seconda maknae, le ragazze si trascinarono dietro le valigie per poi salire sul van  e partire alla volta del loro hotel. Tragitto che percorsero stando incollate ai finestrini per vedere più Seoul possibile, inerpicandosi le une sopra le altre e spiaccicando i nasi contro i finestrini con sommo divertimento da parte dell’autista e del loro accompagnatore.

“Ragazze” chiamò la maggiore.

“Dica” rispose Seir senza staccare gli occhi da panorama.

“Di fare le persone normali neanche l’idea” riprese la unnie, manco stesse stipulando un patto sacro.

“Pensavo fosse ovvio” replicò Valery con la voce più normale del mondo. Le due maknae si limitarono a soffocare una risata, in perfetto accordo con la sorella maggiore.

 

-

 

“Mi sento davvero cogliona”

“Io mi sento figa invece”

Sfoggiando il tesserino che le contrassegnavano come membri dello staff, le cinque si erano accomodate nei backstage e avevano iniziato a girovagare senza meta.

“Sto posto è enorme!” osservò con assai molto capitan ovvio feel Valery, guardandosi attorno girando il collo in un modo quasi inconcepibile per un essere umano. Sembrava essersi incarnata momentaneamente in un gufo.

“Ci perderemo” asserirono in coro Sara e Sabrina.

“E allora verrò a-“ ripigliarvi, avrebbe voluto dire la maknae, ma fu interrotta da un urlo da valchiria da parte di Valery, che acchiappò due compari a caso e le trascinò in un ripostiglio adiacente spiaccicandosi poi contro un muro, urtando nel processo una scopa che finì inevitabilmente sulla crapa a Sabrina.

Seguì un attimo di caos.

“Perché a meeeeeee!?!”

“CHE CAVOLO VALERY, CHE CASPITA C’È ORA?”

“È perché hai sfiga Unnie”

“Faffance-“

“BOYFRIEND!”

“-triolo Ayu”

E Seir rideva, guadagnandosi occhiate altamente perplesse da parte di quei poveri sei ragazzi che erano capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

“Comunque questi ripostigli salvavita, più o meno, compaiono sempre nei posti più opportuni” borbottò Ayu a nessuno in particolare.

“La stanza delle necessità due-punto-zero” annuì Silvia, per poi voltarsi e camminare lungo il corridoio. “Andiamo, dobbiamo trovare il camerino degli EXO e stare là, stando a quanto ci è stato ordinato. E Shisus solo sa quanto ci metteremo”.

“Non lo sa manco lui temo, è al militare” rispose Sara, trotterellandole dietro, trascinando quella statua di sale dallo sguardo spiritato che era diventata Valery, la quale a sua volta era spinta dalle altre due.

“E allora siamo fottute” aveva decretato Silvia, che ciononostante aveva continuato a marciare sicura per i corridoi, ignorando palesemente Sabrina che strepitava sul linguaggio scurrile, come se qualcuno potesse realmente capirle dopo che l’Interprete le aveva cordialmente mollate alla cavolo di orto in mezzo al cheddiamine è sto posto.

In tutto quel teatrino i Boyfriend le avevano fissate con delle espressioni che facevano invidia a qualsiasi pesce stecchito nei banconi al supermercato, per poi scambiarsi vicendevolmente delle occhiate sconvolte e altamente perplesse.

 

-

 

“Hyung ho fame. Voglio del pollo”

“Jongin-ah, porta pazienza ancora per un po’, dai”

“Hyung mi scappa”

“Chen, ma che hai, quattro anni?”

“No, mi diverto semplicemente a romperti le scatole hyung. Saranghae~”

“...ma perché io vivo ancora con voi? Dovevo darmi all’ippica”

“OH MIO KYUNGS- ahia Kyung~ -QUELLO È UN GOLBAT! DEVE ESSERE MIO!”

“Chanyeol per cortesia, contieniti almeno qui. Yixing, almeno tu non dargli retta, che poi ce lo perdiamo come due settimane fa nel backstage di The Show”.

“Hyung voglio la mamma!”

“E tu non dare retta a Chen, Baekhyun. Cielo, siete insopportabili alle volte”

“Hyung...”

Cosa c’è Jongin?”

“...ho fame”

“...”

“...”

“...Devo cambiare lavoro. Seriamente”.

Il manager si mise a ridere osservando il volto esasperato del povero Junmyeon alle prese con i suoi sovreccitati cuccioli. Quel giorno erano particolarmente irrequieti, probabilmente per l’imminente arrivo delle ragazze.

...imminente?

“Shht! Fate silenzio ragazzi, qui c’è qualcuno che dorme!” intimò l’adulto, ottenendo l’effetto sperato e tanta curiosità. Con il risultato di un ammassamento di teste generale stile sette nani quando trovano Biancaneve che dorme nei loro letti. Con la differenza che le ragazze che ronfavano erano quattro su cinque.

L’eccezione, meglio nota come la minore tra le due omonime, stava leggendo qualcosa sul suo Kobo munita di auricolari nelle orecchie. Le altre erano addormentate in giro con cuscini di più o meno fortuna.

“...sono già arrivate?”

“Nah, sono ologrammi” rispose Chen, per poi avvicinarsi all’unica che non stava ronfando della grossa fino a staccarle un auricolare, stupendosi nel non registrare alcuna reazione sorpresa da parte di Sara, che si limitò a sorridere e a salutare continuando a leggere quello che stava leggendo.

“Shht, sono al momento clou del capitolo! Ah, non mi sono spaventata perché una mandria di cento bisonti avrebbe fatto meno rumore” disse semplicemente, con un sorriso.

“Amh... ok?” borbottò Jongdae, grattandosi il retro dell’orecchio perplesso, voltandosi verso i compagni e facendo spallucce. Ci fu un silenzio imbarazzante durante il quale gli EXO entrarono nella stanza e chiusero la porta, fino a che Sara, con tutta la tranquillità del mondo non sospirò, spegnendo il Kobo e togliendosi gli auricolari. Infine si voltò verso i ragazzi, sfoderò un sorrisone a molti denti e saltò praticamente in braccio al Main Vocal cinguettando quanto fosse felice di vederlo. I restanti EXO si misero a ridere, mentre Silvia si era tirata su di scatto all’urlo della collega chiedendo che ore fossero.

Le altre parevano morte.

“Sonno eh?” chiese Jongin chinandosi ad osservare Seir che ronfava placidamente.

“Oppa, io mi sposterei. Se Eonni si sveglia in questo preciso istante stai certo che ti tira un cazzotto” lo avvertì Ayu, che si era appiccicata al suo Ultimate bias controllando quanto fosse dimagrito. Il povero Kai fece un salto indietro spaventato guardando la maknae nella probabile speranza di un suo aiuto.

Lei, per tutta risposta biascicò un ‘toh, sono arrivati gli idioti’ per poi tornare ad abbassare le palpebre. “Svegliatemi tra qualche ora” ordinò, rubando gli auricolari all’altra maknae.

“Il jet-lag uccide” spiegò quest’ultima, prendendo a scuotere Sabrina, che non ne voleva sapere.

“Posso capire. Quello che non capisco è perché non stia dormendo anche tu” rispose Minseok con il tono da genitore.

“Ah, io? Se mi mettessi giù a dormire sarei solo più rimbambita. Soffro d’insonnia, sono bene addestrata a perdere ore di sonno a gradire” rise Sara, che stava disarcionando la maggiore dalla panchina mentre questa prendeva a mugolare qualcosa di sconnesso.

“Però non ti fa bene perdere delle ore di sonno” ribatté Yixing genuinamente preoccupato. L’altra si fermò per guardarlo proprio quando era riuscita a svegliare la maggiore, che esordì a modo suo: “BRUTTO BROCCOLO!” urlò felice.

Poi la seconda maknae si accasciò per terra ridendo fino quasi morire, tanto che Silvia aprì gli occhi di nuovo e si staccò gli auricolari, fissando l’altra che rotolava con un sopracciglio elegantemente sollevato.

“Sara?”

“TonnaH?”

“AHAHAHAHA MI FA MALE PERDERE ORE DI SONNO AHAHAHAHAHA”

“Sì, le fa molto male” constatò il manager, facendo ridacchiare i nove ragazzi. Poi Sara tornò seria di colpo ed indicò Yixing.

“Veramente mi stai facendo la predica su quanto mi faccia male perdere ore di sonno? DAVVERO? TU ME LO DICI?!” strepitò.

“Non ha tutti i torti” annuì l’altra maknae, mentre Chanyeol attaccava a ridere.

In quel momento si aprì la porta e ne entrò Minho, con una di quelle magliette nere a buchi che potrebbero anche evitare di essere messe per l’utilità che hanno. Qualunque cosa stesse per dire fu inghiottita dallo strillo di Sabrina.

“TETTORALI!” urlò tirando una manata non voluta alla dormiente Sara, che replicò con un assai intenzionale calcio. “TETTORALI MOGLIAH, SUPPORTAMI! TETTORALIIIIII!!!” continuò ad urlare quell’altra fuori di sé, facendo svegliare anche Valery. Inutile dire che come vide Xiumin e Baekhyun si mise ad urlare anche lei.

“IO MI TRASFERISCO IN ANTARDTIDE!” ululò la maknae, coprendo le imprecazioni di Seir che non aveva gradito il brusco risveglio.

“Soooono le dieci di mattinaaaa e tuuuutto va beeeeeneeeee!” aveva cantilenato Sara, dopo aver guardato l’ora.

Mr. Tettorali aveva fissato con gli occhi a palla il leader degli EXO, che si era limitato a sorridergli e scrollare le spalle. “Ti ci abituerai” gli aveva sillabato in coreano.

 

-

 

Da come avevano capito le cinque dopo aver smesso di urlare ai quattro venti il loro... sconforto?, tutti i gruppi dell’SM che erano in attività o che comunque potevano essere presenti all’evento erano arrivati al gran completo in contemporanea. Dunque errano presenti Super Junior, Girls’ Generation, SHINee, F(x), EXO, Red Velvet e NCT di qualche sorta.

Bisognava riconoscere a tutti questi bei pargoli la velocità con la quale si erano abituati alle cinque scalmanate. Forse alcuni persino un po’ troppo bene, considerando che Leeteuk e Heechul erano andati a salutare con dei baci sulle guance le cinque. Heechul rigorosamente in mutande.

“Perché i coreani avranno questa inculcata convinzione che noi italiani ci salutiamo baciandoci?” aveva chiesto Valery mentre batteva una mano sulla spalla di Seir, eternamente imbarazzata dai bacini sulla guancia, nonché altrove.

“Per lo stesso motivo per cui non usano e non sanno cos’è un bidet” rispose Sara.

“E per lo stesso motivo per cui Ravi chiama Taemin tofu” rincarò la dose Silvia. “Anzi... appena lo incrocio devo proprio chiederglielo” rifletté.

“Pensi ci saranno anche i VIXX?” chiese Ayu con gli occhi sbrilluccicosi.

“Ci saranno. Me lo ha detto Leo l’altro giorno” rispose Yixing dall’altra parte della sala.

“Quanto siete patati” aveva fangirleggiato allora la ragazza, battendo le mani come una foca.

“Quando arrivano io e Taemin andiamo a salutare Ravi. Se volete andiamo assieme, così ve li presentiamo” propose Jongin.

“SI’ PER FAVORE! ...cioè... sì, volentieri! ...grazie” aveva sorriso a quattrocento denti la ragazza dai capelli mezzi turchesi, ricevendo l’approvazione da parte di tutte le altre quattro.

“Vengo anche io!” pigolo Lay nuovamente. Anche Kyungsoo si aggiunse, volendo salutare Hongbin. E Ayumi continuava a fangirleggiare perché erano tutti patati, per lei. Valery invece non aveva ancora capito chi fossero i fantomatici VIXX. Per tutta risposta Silvia le aveva tirato sul naso un telefono a caso.

“Fatti una cultura, sorella infedele!”

“Non sono mica una suora!”

“Non sorella in quel senso! Vai e guardati Voodoo Doll, Hyde e altra roba a caso!” comandò imperiosa la maknae. “MA SOPRATTUTTO BEAUTIFUL LIAR!” completò in coro con Sara, per poi iniziare con quest’ultima a farfugliare sillabe sconnesse nelle quali gli unici suono riconoscibili furono ‘Leo’ e ‘Ravi’.

Tempo cinque minuti, ossia ciò di cui ‘l’infedele’ necessitò per finire di vedere l’MV di Voodoo Doll e: “Già li amo”.

“Bene, perché sono arrivati!” rise Taemin, spuntato da chissà dove. Le due maknae saltarono come un’unica molla e si precipitarono davanti alla porta quasi accoppandosi, con sommo divertimento da parte di Sabrina. Una volta che si furono tutti accodati, Silvia spalancò la porta con un gesto secco.

Ritrovandosi faccia a faccia con GDragon. Il quale aveva alle sue spalle il gruppo dei BigBang al completo, ammutolito di colpo. Si osservarono in silenzio per qualche secondo, fino a che il leader non aprì la bocca, probabilmente per salutare come la cortesia comanda.

E fu allora che Silvia richiuse la porta, sbattendogliela in faccia, per poi lanciarsi, urlando nuovamente cose incomprensibili, sulla sua compagna di fanfaluche. “Porco kimchi!” si era lasciata sfuggire questa, facendo ridere Valery.

Le due maggiori, dal canto loro, si erano scambiate un’occhiata furba e aveva nuovamente aperto la porta di scatto, al di fuori della quale i cinque ragazzi erano ancora piantati lì a cercare di capire qualcosa di tutta quella situazione. “BOOMSHAKALAKA!” avevano urlato Sara e Sabrina, per poi chiudere la porta.

Per poi riaprirla: “Taeyang oppa, perché caspita sei sempre mezzo nudo? Ma mettitela una maglia!” borbottò Sara, chiudendo la porta.

E ancora: “TopTopTop! ...Top hyung!” e porta chiusa.

Infine: “Tu adesso mi spieghi come mai in Eyes, Nose, Lips avevi una scritta sul petto, tanto per cambiare nudo, in portoghese”. Poi Seungri bloccò la porta con un piede, ghignando.

“Avete ancora qualcos’altro da dirci?” chiese divertito.

“Avremmo tantissime cose da chiedervi, per esempio il motivo per il quale Taeyang canta in una doccia in Sober o da dove vi è uscita BaeBae oppure come mai ogni tanto fate la balla triste e partorite Blue e If You, che tra parentesi sono la vita” rispose con tutta la nonchalance che l’intero popolo francese può possedere Silvia. Daesung si mise a ridere finendo quasi con in culo per terra, mentre Jiyong stava diventando viola nel tentativo di non fare la fine del più giovane.

“O ancora, perché Seungri oppa ha deciso di usare allegramente il qui presente Oh Sono Un Bel Procione Sehun come poltrona ai MAMA” le diede man forte Sabrina.

“Io dico solo che vorrei essere felice come il leader quando faceva l’angelo nel prato e ricordare ai presenti che siamo tutti torte di riso” concluse Sara.

Poi si presentarono come persone civili e ognuno riprese la propria strada, le due maknae imitando Seungri che imita Taeyang mentre balla I’ll Be There, facendo ridere il maknae che si sfracellò di faccia nel per mezzo del cammin di quel backstage.

 

-

 

Neanche il tempo di riuscire a mettere bene a fuoco i VIXX che un grido squarciò l’aria.

“TOFU!” aveva esclamato Ravi nel vedere il maknae degli SHINee. E Silvia aveva fatto dietrofront imprecando in mongolo con sommo wtf da parte dei presenti. Tranne Sara, ovviamente. Lei si era limitata e ridere e ad andare di sua spontanea volontà a ripescare quell’altra.

“Non puoi ucciderlo davanti ai suoi migliori amici, dai” aveva tentato di placarla cinguettando.

“ME NE FOTTO DEI SUOI MIGLIORI AMICI, TANTO AMMAZZERO’ ANCHE LORO UN GIOR- non è vero, Taemin è troppo carino- MA QUELL’ESSERE È TROPPO IDIOTA” continuò a cincischiare la maknae.

“È un po’ bipolare?” sentirono sussurrare in modo perfettamente udibile Hyuk a nessuno in particolare.

“Appena un attimo” aveva risposto nello stesso modo Jongin, facendo ridere i presenti e sorridere appena Leo. Ma bastò per far partire Sabrina con i suoi schiamazzi.

“Oh mio Dyo quanto è carino, me lo mangerei volentieri!” iniziò a cianciare spargendo cuori.

“Se non stai attenta ti azzanna lui, come ha azzannati Ravi, il leader e anche il manager” elencò Ayumi tenendo il conto con le dita. Nel frattempo alcune persone si stavano salutando civilmente, mentre Hakyeon rideva.

“Non sono cambiate per nulla da quella videochiamata” affermò.

“Sì, purtroppo per noi, voi e chiunque altro” aveva borbottato Silvia, che aveva preso il tofu come un’offesa personale.

“Quale videochiamata, scusate?” aveva chiesto Valery guardando le compari.

“È UNA LUNGA STORIA” schiamazzarono tutte e quattro in coro nonostante fossero a mezzo metro di distanza le une dalle altre. Ma se un comune essere umano sarebbe diventato sordo, la ragazza che aveva posto la domanda fu capace di ignorare bellamente l’urlata risposta per fiondarsi su Hongbin che stava parlando tranquillamente con Kyungsoo.

“MA TU SEI IL TIZIO FIGO DELLA BAMBOLA VOODOO!” ululò alla luna che manco c’era, dato che non era neanche mezzogiorno. Il povero quasi-maknae si guardò attorno spaesato, cercando appoggio nelle persone a lui più vicine. Sfortunatamente, la persona che gli stava affianco era Ken, il quale giustamente aveva approfittato dell’aria nei suoi polmoni per prenderlo per i fondelli da bravo maggiore.

“Perdonala, ha fatto la vostra conoscenza, mmm, più o meno quindici minuti fa” disse Sabrina tappandole assai poco delicatamente la bocca.

“Comunque ci credo che lui è tizio figo, è il visual dei VIXX che sono già abbastanza visual di per loro” affermò Silvia scrollando le spalle.

“Sì, era di Hyde a parte. Mamma mia che derp ragazzi” fu il commento di Seir.

“Ma quando mai? Io non perdo mai la mia bellezza” si pavoneggiò il leader scostandosi la frangia dalla fronte. Taekwoon gli diede un colpetto sul collo per tutta risposta, prima di tornare alla sua conversazione con Lay.

Conversazione molto silenziosa e fatta perlopiù di patataggine.

In compenso il trio medusa venuto male, come disse Silvia, stava schiamazzando nel modo più palese possibile, spintonandosi per i corridoi fino a quando Ravi spinse Taemin addosso a Valery, che urlò per non si sa bene quale motivo nell’entrare in contatto con il coreano. Nel frattempo Wonshik era stato bellamente picchiato e preso a calci dai compagni di band e da Kai, che ci stava trovando un sommo divertimento in tutta quella situazione.

“Se dovessi descrivere i VIXX in tre parole sarebbero concept, eleganza, wrestling. E credo che i motivi siano abbastanza chiari” disse Ayu guardando la scena con tenerezza, prima che le corde vocali di Sabrina si riattivassero a mezzo sputo dal suo orecchio, disinstallando dal sistema il timpano della più giovane.

“FERMI TUTTI! FERMI. TUTTI...”

Silenzio.

“DOPPIO PARRY!” urlarono le due Sare in coro, prima che la maggiore le zittisse con uno scappellotto.

“Esattamente, cosa siete venuti a fare qui oggi se non state provando?” chiese legittimamente la Unnie.

“Beh, diciamo che proveremo velocemente dopo che avranno finito di sistemare fuochi e luci. E poi devono discutere con i manager prima, per la scaletta... Insomma, proveremo per un quarto d’ora alla cavolo tra un po’, ma meglio arrivare prima” spiegò Kyungsoo, gesticolando appena.

“Chi tardi arriva male alloggia” disse Valery.

“Chi va a Verona perde poltrona” replicò Seir.

“Chi va a Milano perde il divano” si aggiunse Sabrina.

“Chi va a Torino perde il motorino” continuò Silvia.

“E chi va a La Spezia perde la zia” concluse Ayu, per poi continuare esitando, date le facce sconvolte dei coreani. “E la zia... sta a Forlì”.

Ken si mise a ridere talmente forte che si sdraiò per terra in mezzo al corridoio, aggrappandosi alla gamba di Leo che rimase impassibile e, anzi, gli tirò un calcio. Ravi e Taemin si erano spalmati addosso e si reggevano vicendevolmente così come i due maknae e il leader si dava un contegno.

Che perse quando Sabrina se ne uscì con un’altra delle sue. “Ma se dopo provate vuol dire che dovrete cambiarvi!”

“Beh... sì” asserì Yixing, confuso, mentre Jongin e Kyungsoo si scambiavano occhiate perplesse.

“Nel camerino” continuò la maggiore delle ragazze con convinzione.

“Di solito un camerino serve a quello” le fece notare l’altra maggiore.

“Giusto”. E Sabrina si diede alla fuga, chiudendosi in un altro magazzino stanza delle necessità e delle scope e si chiuse a chiave. “Ma no grazie! Troppi tettorali in una volta sola!” si udì attraverso la tavola di legno.

E tra i VIXX che stavano per sputare un organo a testa e gli EXO più Taemin che si guardavano l’un l’altro nella speranza di capirci qualcosa, le quattro ragazze restanti si fissarono, scrollarono le spalle e mollarono la Unnie lì.

“Voi non l’avete un po’ di fame?”.

 

-

 

Inutile dire che Sabrina, uscita dallo stanzino, si perse miseramente.

Fu Yesung a riportarla all’EXOvile senza spiegarci esattamente come avesse fatto a ritrovarla. Perché Yesung parla tanto, sì, ma quando non serve. E soprattutto, non in inglese, come ogni Super Junior che si rispetti.

Ovviamente, il pranzo era consumato da tutti i membri dell’SM family in un minuscolo spazio vitale. C’era gente arrampicata anche sui muri. Tipo Sehun, che fa Spiderman a tempo perso, almeno a detta di Sabrina.

Inutile dire che vi erano quintali e quintali e quintali di cibo che sarebbero bastati a sfamare l’esercito coreano. Ah, inutile specificare che di quei tanti quintali di cibo, un buon quarantotto percento era pollo, di qualunque sorta, forma o dimensione.

“Alla faccia della dieta” aveva sussurrato Valery in italiano.

“Mangerò come un maiale!” si lagnò Seir, che al pollo non sapeva resistere.

“Pumba, tu sei un maiale” commentò distrattamente Sara, mentre osservava ‘qualcosa di molto strano’, a detta sua.

“Ayu, quello è Kimchi” gli spiegò ridendo Jongdae, dopo che la ragazza era ferma da cinque minuti a osservare con l’occhio del porca troia la pietanza. Passò dunque a fissare col medesimo sguardo il cantante, che continuò a ridere.

“Porco kimchi!” esclamò decisa, facendo sì che Chen iniziasse a rotolare, non si sa bene come dato che fisicamente dove ci sta un corpo non ce ne può stare un altro e quella stanza era piena di corpi e di cibo.

Fattostà che si rimpinzarono fino ad essere satolli come uova sode. “Credo che se adesso mi soffiassi il naso ne uscirebbe del riso” asserì Seir, facendo ridere le più giovani, mentre la più vecchia si limitò ad un sorriso.

“Mi verrà un abbiocco di quelli che resterà scritto negli annali della storia” borbottò quest’ultima.

“Sì Unnie, i presenti ti faranno una statua e se la terranno in dormitorio” rispose Silvia. Leeteuk sputò l’acqua in faccia ad uno degli NCT, che non gradì particolarmente. Kyuhyun aveva invece dato il cinque alla collega evil maknae e in quel momento se la stavano ghignando in un modo assai poco implicito, mentre Ryeowook, Suho e Valery avevano lanciato un fazzoletto a testa a quella povera anima bagnata. Nel frattempo, tutti i membri dei SuJu prendevano per i fondelli il leader, che si stava scusando con il malcapitato in tutte le lingue che conosceva.

Ossia una sola.

Le due omonime si erano spiaccicate l’una sull’altra e avevano le convulsioni dalle risate.

“Mi fa male la pancia!” esalò la minore, le mani a reggersi la sopracitata zona, come se questa potesse staccarsi e abbandonare il luogo di sua spontanea volontà in cerca di pace.

“Comunque, alla faccia della dieta sul serio ragazzi!” scherzò Silvia indicando i miseri rimasugli di quello che si erano appena scofanati.

“Bah, io ho ancora fame” borbottò Onew, grattandosi la testa imbarazzato. Non pochi concordarono con lui. Le cinque italiane, dal canto loro, avevano la mandibola che spazzava il pavimento.

“Come, prego?” squittì Valery. “Voi avete ancora fame? Io non mangerò a cena probabilmente E VOI AVETE ANCORA FAME?”. Gli orientali si guardarono tra loro e poi annuirono.

“In realtà sono sorpresa che voi siate così sazie” affermò Amber.

“Alla faccia” bisbigliò Sabrina. “Beh, almeno state sicuri che non vi rubiamo il cibo” ci scherzò su.

“Ah beh, sarebbe stato difficile anche in caso contrario. Penso che gli unni nella loro epoca d’oro possedessero più grazia nel razziare rispetto al loro avventarsi sul cibo da morti di fame” commentò Silvia, fortunatamente in italiano. Peccato che l’altra maknae scegliesse sempre i momenti sbagliati per bere e finì per immedesimarsi in una miniatura della Fontana di Trevi, con l’acqua che le usciva dal naso.

Credo di star per morire” rise poi, tossendo e piangendo nello stesso istante. E perplimendo non poco i presenti, che tuttavia attaccarono a ridere pure loro. Qualcuno, tipo Eunhyuk, Siwon, Sunny e Baekhyun, si misero pure a lacrimare come la ragazza dai capelli mezzi turchesi.

“Beh, abbiamo Yixing. Ti cura lui” rispose Chanyeol.

 

-

 

Nel pomeriggio, le luci erano state fissate e i gruppi si accinsero a provare. Questo significò che le ragazze passavano il tempo a scappare da uno spogliatoio ad un altro tentando di non vedere troppi abs, o troppe trippette, in una volta. Ovviamente fallirono miseramente. Con relativa sincope.

“Io ammazzerò Ravi” ringhiò Silvia.

“No, non puoi. Primo, è il mio rapper preferito. Secondo, fallo per gli LR” rispose Ayu, che aveva avuto un salvataggio fulmineo da parte di Sabrina, che le aveva tappato gli occhi con una mano. L’altra era impegnata a serrare la bocca di Valery prima che potesse uscirsene con qualche commento anche solo lontanamente pervertito.

“Lo faccio per gli LR” si arrese infine la maknae.

Continuando il loro giro, rischiarono di perdere definitivamente Valery incrociando gli U-Kiss, poiché nel suo tentativo di fuga, venne afferrata dalla minore delle omonime per un braccio, ma per lo slancio fece una curva e si spiaccicò allegramente contro un muro, ammaccandosi il naso.

“Ops” cinguettò Sara, mollandola subito.

“Ti prego, fai il piccione” stava implorando nel frattempo Sabrina, rivolta verso Eli. Silvia fissò la lampada al neon sopra le loro teste in preda allo sconforto, mentre Seir raggiungeva una notevole sfumatura violastra nel tentativo di non ridere, rischiando di conseguenza il collasso di un polmone.

“Ma non vi si può lasciare da sole un momento che fate tutta questa confusione?” chiese loro Leeteuk, spuntando a caso da un corridoio alle spalle delle cinque.

“Ok, prima di tutto mi hai fatto venire un infarto, da dove sei saltato fuori” saltò in aria Sara, fissandolo con occhi sgranati tanto da far invidia a Kyungsoo. Il ragazzo si mise a ridere serenamente, mentre l’altra si metteva in modo molto teatrale una mano sul cuore.

“Secondo: sei il leader dei Super Junior, il gruppo con la stessa serietà delle iene del Re Leone, e ti lamenti del casino che facciamo noi?” chiese esasperatamente perplessa Silvia.

“Avete imparato dai migliori” rispose il maggiore ampliando il suo sorriso.

“Oh mamma” si lasciò sfuggire Sabrina, schiaffandosi una mano in faccia.

“Ah, comunque sono venuto a cercarvi perché parlavo con i miei membri e Ryeowook è venuto a scoprire che fate un liceo artistico e ha una richiesta...” iniziò a spiegare Leeteuk, mentre gli U-Bacini salutavano cordialmente e se la davano palesemente a gambe.

“Sarebbe?” chiese, non senza un po’ di timore Seir.

“...potete disegnargli una giraffa?”.

 

-

 

Non ci fu molto da fare quel pomeriggio. Le tre ragazze di Arti Figurative disegnarono diverse giraffe e anche altre cose a richiesta, divertendosi con vari idol dei vari gruppi presenti, mentre le due ragazze di Multimedia variavano le loro attività dal disegno allo schiamazzare chiassosamente.

“Vi ripeto che Jung Taekwoon disegna meglio di me” affermò con sicurezza la maknae, mentre l’altra maknae aggiungeva in automatico un ‘oppa’ dopo il nome del cantante, il quale, chiamato in causa, aveva chinato la testa ridendo imbarazzato.

“Non so se qualcuno disegna peggio di Leo hyung” s’intromise Wonshik, ricevendo un calcio dal maggiore.

“Sì, io” replicò Silvia, sicura di sé stessa.

“E mia madre” aggiunse Ayu, mentre disegnava una grande papera seguita da dodici paperotti, ognuno recante un nome diverso. “È più grande Sungmin oppa o Shindong oppa? Non ricordo sinceramente” se ne uscì poco dopo, battendosi la matita sul mento in modo ritmato.

“Shindon- aspetta. Vuoi dirmi che quelli siamo noi SuJu?” chiese Heechul sporgendosi da sopra la sua biased.

“Yup”

“E... perché delle papere?” chiese Kyuhyun, alzando la testa dal suo telefono, mettendo in pausa il gioco di guerra che aveva avuto tutta la sua attenzione fino a quel momento.

“Perché il vostro leader viene chiamato papera. E quindi lui è mamma papera e voi siete i suoi paperotti” spiegò seria la maknae.

“...non so se ridere o trovare la cosa adorabile” borbottò Seir dal suo angolo dove si intratteneva con i Tettorali.

“Non voglio osare pensare cosa tirerai fuori con noi” rise Baekhyun.

“Il sistema solare” rispose quella.

“Oh santo cielo” rise Key, “Ma hai pensato a tutti?”

“Naaaaah~”

“E per noi avevi qualche idea?” chiese N, sinceramente curioso. A quel punto Sara alzò lo sguardo, incrociò gli occhi di Silvia e si mise a ridere assieme a lei.

“Quando fanno così è perché non lo volete realmente sapere” affermò Valery, mentre le due maggiori e tutti gli EXO annuivano a quelle parole.

“No, dai, ora sono curioso” mise il broncio Ken, appendendosi alla serious-maknae.

“Ok. Avevamo pensato ai dei pffffffff- lottatori su un ring ahahahahaha” rispose quella in un modo poco serious. E furono non pochi a raggiungere il pavimento sganasciandosi dalle risate.

E ovviamente in quell’istante arrivò uno dei manager dei VIXX, che stava cercando disperato i sei ragazzi perché questi erano evasi, fortunatamente già bardati per le prove, dal loro camerino, senza dire niente, per rifugiarsi in quello di EXO e SHINee, dove per un qualche arcano motivo stavano anche i Super Junior. Si stava un tantino stretti in quel camerino, considerando che c’era gente coreana senza fondo che ancora mangiava, Kai che ballava a caso con somme acclamazioni da parte di Tae-ofu e Ravi-olo, le ragazze stravaccate per terra che disegnavano e alcuni sovraeccitati, Heechul e Ken per dirne alcuni, che saltellavano ovunque.

“Ragazzi!”

“Mickey Mouse manager hyung!” strillò Hyuk scavalcando con un balzo sia Sabrina che Valery e passando sopra Sara con un secondo, venendo imitato dai restanti VIXX poco dopo. Naturalmente le tre non li cagarono di striscio.

“Non avete paura di essere calpestate?” chiese Hakyeon, che da bravo leader aveva avuto un minimo di Garbo, assieme a Leo.

“Ehi, abbiamo frequentato quella trappola mortale del liceo artistico, siamo temprate nello spirito” aveva risposto Sabrina mostrando il pollice alzato, mentre dalla sua destra la seconda maknae completava la frase con ma non nel corpo.

E mentre rideva, N fu recuperato dall’orecchio dal manager e portato via.

 

-

 

Verso le otto di sera, l’interprete Kim venne a bussare alla porta del camerino.

“Ragazze vi porto a cena” disse semplicemente.

“CENA?! MA SE A PRANZO ABBIAMO MANGIATO PER LA SETTIMANA A VENIR- ok, arriviamo” rispose Sabrina in italiano, facendo ugualmente sbellicare i presenti anche se non avevano compreso una mezza lenticchia.

“Ci vediamo in Hotel~” aveva canticchiato Jongdae salutandole con la mano, alche Silvia si era girata e aveva puntato il dito contro i coreani.

“È una minaccia per caso?” sussurrò assottigliando gli occhi.

“Può darsi!” esclamò Sehun, mentre Suho scuoteva la mano sconsolato. Poi la porta si chiuse e il gruppetto di sei iniziò a marciare in silenzio.

“Comunque a Leeteuk sono piaciute le mie papere” aveva borbottato senza nessun preavviso o nesso logico Sara, mentre si accomodavano nel van. “Era fiero di essere mamma papera” continuò, allacciandosi la cintura di sicurezza.

“Le papere sono carine” confermò Sabrina, battendole una mano su una spalla in modo da mostrare il suo supporto. Dietro di loro, Valery e Seir si erano addormentate nel giro di un millesimo di secondo di sasso sulle spalle di Silvia, che fissava spiritata davanti a sé per non fare la stessa fine. Tuttavia, fallirono tutte e tre cinque minuti dopo massimo, con sommo divertimento da parte dell’interprete.

Si svegliarono circa mezz’ora dopo, arrivate nel locale dove dovevano cenare. “Ragazze, ripigliatevi” biascicò Sabrina, spiaccicandosi in faccia una mano per poi stropicciarsi gli occhi. Silvia riaprì gli occhi subito per poi scrutare i dintorni accigliata, Valery grugnì, Ayu spostò appena la testa per poi lasciarla ricadere e Seir non diede cenno di aver sentito il richiamo. Alla seconda sollecitazione, le due che avevano accennato al risveglio aprirono gli occhi a tutti gli effetti, mentre dovettero praticamente scaraventare la seconda maggiore giù dal van per destarla.

Per poi venire inseguite da lei per tutto il parcheggio, rischiando di venire investite tre volte e guadagnandosi rimproveri in dialetto coreano, ai quali risposero scusandosi in una lingua a caso, ridendo e schiamazzando.

“Ora capisco perché non sono diventato un manager” ridacchiò l’interprete quando Valery si nascose dietro di lui cercando di sfuggire alla maggiore delle omonime che tuttavia l’afferrò comunque e se la caricò a mo’ di sacco di patate, seguita dalle altre tre che ridacchiavano con assai poco contegno.

Come precedentemente annunciato, non mangiarono un granché a cena. In realtà, fu già un miracolo se riuscirono a mangiare, dato che ogni tre secondi si distraevano perché non capivano una parola del menù, perché una parola gliene ricordava una italiana e così via. Per non parlare delle due maknae che, a metà del pasto, intrapresero una profonda discussone che riguardava gli orientali e il riso.

“La mia domanda è: gli orientali ce lo avranno mai il cagotto?” chiese Sara, alzando gli occhi dal presunto kimbap e fissando i presenti. Sabrina fu rapida a coprirsi la bocca con un fazzoletto prima di sputare il riso, Valery non così tanto con l’acqua, rischiando di soffocarsi. Purtroppo la sweet maknae era seria come non mai e la maknae vera e propria appariva interessata.

“Non so. Ma perché ti è venuto in mente?” chiese Silvia. L’altra indicò con un cenno le loro ciotole di riso bianco.

“Beh, quando in Italia abbiamo mal di pancia mangiamo riso in bianco per farcelo passare. Gli orientali vivono di riso bianco. Di conseguenza gli orientali non dovrebbero mai avere il cagotto”.

“Sì, la questione regge”. Le due si sorrisero l’un l’altra furbamente per poi tornare a nutrirsi con tutta la tranquillità del mondo, ignorando le altre persone sedute al loro tavolo, le quali avevano la mandibola che spazzava il pavimento da quanto tenevano la bocca aperta, esterrefatte.

 

-

 

It’s raining man! Allelujah! urlò a pieni polmoni Sabrina lanciandosi di panza sul letto che le era stato assegnato, nella camera delle genitrici. Una cosa simile era accaduta nella stanza della maknae-line, con l’unica differenza che Silvia cantava Fly dei GOT7. Tornando alle due maggiori...

“Ommioddio, questo letto è maledettamente comodo” aveva bofonchiato Sara dopo aver raggiunto la compare sull’altra sponda del letto, mangiucchiandosi un po’ di cuscino.

“Le altre tre non devono sapere che abbiamo un letto matrimoniale o-“
“Oh, ma quanto siete belline! Due cuori e un lettino!”

“-o si metteranno a fangirleggiare. Soprattutto Ayumi” aveva concluso con un sospiro la maggiore, mentre la sopracitata ragazza aveva iniziato a ridere e volteggiare con gli occhi a cuoricino, prima di evadere alla velocità della luce urlando la lieta novella alle altre due compagne.

“Finalmente madre e madreh si comportano come moglie e mogliah. Dormono vicine-vicine sul lettone” cinguettò la ragazza spalancando la porta della propria camera, composta da una strana sorta di letto matrimoniale con sopra un letto a castello girato nell’altra direzione. Valery aveva subito conquistato la vetta e da lì rispose.

“Quanto sono carine!” diede retta alla minore, mentre Silvia annuiva.

“Quelle due si devono sposare. Tanto in Italia è legale” aveva affermato.

“Cosa è legale?”. A quella voce improvvisa, le tre cacciarono un urlo acuto in sincro e si girarono verso la portafinestra che conduceva all’inesplorato balcone. Lì se ne stava Heechul, comodamente appoggiato ad uno stipite, ghignate e con un sopracciglio sollevato per la reazione delle tre.

“TU! MI HAI FATTO SALIRE L’ORCO PORCO!” urlò Sara, chiaramente in italiano, lanciando un cuscino al ragazzo che se la rideva non poco.

“Stavamo parlando dei matrimoni tra due maschietti o due femminucce, che ora sono legali nel bel paese” rispose Valery nel frattempo, dopo essersi infilata due calzini identici nella mani e usandoli tipo burattini che si baciano.

“Interessato?” chiese Silvia.

“In che senso?” ribatté lui.

“Ah boh, magari tu e Leeteuk o Donghae ed Eunhyuk ci fate un pensierino” rispose Silvia senza pensarci due volte. La maggiore delle tre iniziò a ridere talmente forte da rotolare giù dal letto a castello, mancando fortunatamente Sara, la quale tossiva in modo teatrale per colpa di saliva andata di traverso. Heechul invece aveva ampliato il ghigno.

“Chissà” aveva risposto. Poi aveva salutato con la mano e se ne era tornato in camera sua. “Ah sì, abbiamo le camere comunicanti! Leeteuk mi ha mandato a dirvi che se avete bisogno di qualcosa, mamma papera è disponibile!” aveva urlato ridendo.

“Viva mamma papera!” aveva risposto Sara, resuscitando. Si voltò poi sorridendo verso le altre due e: “Sopraluogo?” propose.

Due minuti dopo avevano recuperato le maggiori e si muovevano silenziosamente per i corridoi alla mo’ di Kronk delle follie dell’imperatore. Come le peggio stalker si posizionavano in modo del tutto casuale vicino a delle porte, cercando di capire origliando chi fosse ospitato al suo interno.

“Riassumendo, le nostre stanze sono una di fronte all’altra, noi abbiamo Leeteuk, Kyuhyun e Heechul da una parte e Leo, N e Hyuk dall’altra, mentre voi a destra avete GDragon e Taeyang e a sinistra Yesung e Ryeowook. Poi in quella porta laggiù sull’angolo ci stanno i restanti VIXX e i restanti Big Bang, quelle due camere sono apparentemente vuote e lì abbiamo tutta la zona Girls’ Generation e NCT. In quell’altro corridoio ho visto Yixing che bussava a tutte le camere perché s’era scordato la sua e quindi presumo ci siano gli EXO e gli SHINee, dato che ad un certo punto gli ha aperto Jonghyun” elencò Silvia, scribacchiando su una mappetta precedentemente disegnata sull’immancabile sketchbook della vicina di pianerottolo.

“Da qualche parte ci sono degli altri gruppi femminili ma boh, non ho capito bene chi è dove. Ah, le due camere apparentemente vuote appartengono alle F(x) che non si sa bene dove fossero, ma le ho viste entrare prima” aggiunse Seir.

“Poi boh, da qualche parte ci saranno le stanze per i gruppi che arrivano domani” concluse Sabrina, sbadigliando. “Io vado a dormire. Sono morta” concluse, trascinandosi assieme all’altra maggiore nella sua stanza, lasciando le tre maknae nella loro.

“Io vado a vedermi il panorama” se ne uscì Silvia di punto in bianco, spalancando la portafinestra e uscendo sul balcone, trovandosi Kyuhyun con la schiena appoggiata alla balaustra e le braccia incrociate al petto.

“Buonasera” ghignò quello.

“L’83 line sta facendo le cose zozze e ti ha mandato fuori dalla stanza?” chiese la maknae al maknae, senza riuscire a trattenersi. L’altro sollevò un sopracciglio, per poi far guizzare lo sguardo dietro alla sua interlocutrice, dove le altre due si era spatocciate per terra e ridevano fino alle convulsioni.

“Hai detto una cosa simile anche a Heechul prima, vero?” chiese, ignorando bellamente la voce di Leeteuk che lo riprendeva per il mancato onorifico. Sara aveva attaccato a ridere ancora più forte una volta compreso che i due maggiori dei Super Junior avevano sentito perfettamente le uscite di Silvia. Valery, dal canto suo, stava tentando disperatamente di lavarsi i denti, ma era la terza volta che sputava il dentifricio sullo specchio in preda al delirio generale.

“Sì, l’ho fatto. Sai, quando ci vuole, ci vuole. Perché, che ha fatto?” chiese la più giovane, curiosa.

“Ah, è entrato in camera e ha proposto una fuga amorosa a Junsoo hyung e poi è andato in bagno cantando Love is an open door” rispose il minore di casa SuJu, scrollando le spalle.

“Questa cosa che lui si creda Anna di Frozen, e anche Elsa occasionalmente, deve finire. Mi sto preoccupando” borbottò l’italiana, scuotendo la testa.

“Credo di star per perdere il pancreas” esalò Sara alle sue spalle.

“Credo che Yesung abbia le mie mutande” si sentì la voce del leader, seguito dal sonoro sputacchio di Valery, che ancora si stava lavando i denti.

“Sis, ancora?!” le urlò Sara, in preda alle risa isteriche.

“Questa volta era acqua, ho lavato lo specchio!” rispose la maggiore nello stesso modo.

“Sarà una notte lunga e tempestosa” commentò Silvia.

 

Effettivamente, l’indomani mattina vi era gente con una gamba depilata e l’altra no, gente chiusa fuori sul balcone, gente che passeggiava per il corridoio in mutande... a tal proposito.

“MA PORCO BAE BAE, COPRITEVI VOI DUE!” era stato il tormentone dell’una e mezza quando Silvia, aprendo la porta della stanza per recuperare un caricabatterie dalle due maggiori si era trovata i due ragazzi del 1988 dei Bigbang nel corridoio che chiacchieravano amabilmente in boxer. Così, a gradire.

Il fattore mutande era stato piuttosto famoso in quella nottata. “Yesung ci ha gentilmente comunicato che ha scambiato le sue mutande con quelle del leader. Alle fottute due di notte ha bussato alla porta per dircelo perché aveva voglia di fare conversazione e Ryeowook l’aveva sbattuto fuori dalla stanza per questo” aveva raccontato Sabrina, mentre tentava di non addormentarsi sulla sua colazione.

“Poi alle tre è stata la volta di Chen che si è sognato la sveglia e ha destato tutti gli EXO, metà Super Junior e Girls’ Generation e noi perché era profondamente convinto che fosse tardi. Non accorgendosi che erano le tre e diciassette” continuò Sara.

“Oppure se ne era accorto, ma perché no” commentò Silvia.

“Noi siamo dovuti andare a placare i nostri altri vicini di stanza perché N picchiava Hyuk, che picchiava Leo, che picchiava N. E ovviamente, Ken rideva senza essere di nessuna utilità, e le ha prese da Silvia per questo” riferì Ayu.

“Io non ci ho capito nulla, ma a stasera non ci arrivo” concluse Valery, sottolineando le sue precedenti parole con uno sbadiglio.

“Secondo giorno” sillabò Silvia, mandando giù una generosa sorsata di caffè.

 

-

 

Quando arrivarono nuovamente i quei backstage camminando assieme agli EXO e una persona si lanciò con la stessa delicatezza di una donna-cannone sulla schiena di Yixing urlando qualcosa a caso in cinese mandarino fu chiaro a tutti che era arrivato Jackson con GOT7 a seguito.

“Io torno all’hotel” biascicò Silvia con un tono sconfitto, mentre l’esuberante ragazzo faceva ciò che sapeva fare meglio.

Cioè un sacco di fracasso.

Tuttavia, Silvia cambiò idea in uno virgola due secondi poiché dalle loro spalle spuntarono in tutto il loro non indifferente splendore anche i restanti six dei GOT. E dunque anche Mark. Del quale la maknae si era profondamente innamorata, in senso figurato. Più o meno.

“Scherzavo, resto. Non trovate anche voi che sia una splendida giornata?” cinguettò sempre la maknae, sorridendo con tutti i denti che possedeva. Sara alzò gli occhi al cielo, la vicina di pianerottolo e la unnie ridacchiavano e Valery fissava un punto imprecisato del muro persa in chissà quali pensieri.

“Scusatemi un secondo. Ma arriva altra gente?” chiese, a nessuno in particolare.

“Ehm... così pare?” rispose Sabrina.

“...ma anche i B.A.P?”

“Lo spero per loro o vado a prendere a calci nel deretano Choi Junhong fino a portarlo qui” replicò Silvia, scrocchiandosi le dita delle mani.

“Ricordati di portarti dietro una scaletta per arrivarci con più comodità. Non sottovaluterei la sua altezza” borbottò Sara in risposta, massaggiandosi il pizzetto che non aveva.

“Torno in Italia” affermò Valery.

“Buona fortuna” le risposero le altre quattro in coro, guadagnandosi un’occhiata ferita dall’amica alla quale risposero ridacchiando. Poi Ayu si rigirò verso i GOT7.

“Adesso voglio sapere chi ha partorito il concept di Just Right. Per due motivi sostanzialmente. Motivo numero uno: io mi guardo cose come If U Do e Hard Carry... e poi mi ritrovo sta cosa. Motivo due: è una delle cose più belle che abbia mai visto”. I ragazzi si misero a ridere.

“Qualcuno mi dica che Bang Yongguk resta a casa” esalò Valery.

“Certo, lasciano a casa il leader. Mi pare logico” commentò la madre-padre con sarcasmo.

“Esatto. Per fare un piacere a me” rispose l’altra.

“Ma smettila” le disse Sabrina. Compito che sarebbe spettato a Silvia, se non fosse stata ridotta ad una brodaglia per colpa di Mark.

“Tu guarda ‘sto mandarancio che c’ha afflosciato la maknae” scosse la testa Sara, patpattando la testa della compare.

“...non dirmi che l’hai chiamato mandarancio perché parla in mandarino, ti prego” pregò Sabrina fissando dritta negli occhi l’altra delle Arti Figurative con un tono lamentoso. L’altra la fissò a sua volta per poi sorridere e scrollare le spalle.

“Sai come si dice: i tali con l’anello erano la compagnia dell’anello; loro col cinese, la compagnia degli agrumi”.

“...credo che tornerò in Italia con te Val”.

 

-

 

In quella mattinata successe di tutto. Avendo montato luci, il programma della mattina e del primo pomeriggio era provare i microfoni e l’audio per i vari gruppi. Questo voleva dire che si dovevano trovare tutti in quella location nel giro delle otto del mattino, più o meno.
Naturalmente, neanche a dirlo, arrivarono tutti assieme e l’unica soluzione fu rinchiudersi nel camerino degli EXO per sopravvivere alla marea di coreani che si saltavano addosso gli uni sugli altri nel tentativo di salutarsi e gli ammassamenti di ragazze che si fermavano a chiacchierare.

No, le cinque se ne stavano con l’orecchio sinistro appoggiato alla porta, aspettando un via libera da parte del manager degli EXO, che aveva avuto pietà delle loro anime e si era lasciato coinvolgere, pur ridacchiando confuso quando le italiane gli avevano sbattuto la porta in faccia.

Tuttavia vi era un complotto alle loro spalle che ben presto si mostrò in tutto il suo splendore.

“In che senso dobbiamo cooperare nella prova dei microfoni?” aveva chiesto la maggiore con una voce ridicolmente acuta mentre puntava minacciosamente il suo mollettone extra-large verso quel pover’uomo del manager, che si era preso l’incarico di comunicare loro la lieta novella.

“Nell’unico senso possibile...? Suppongo” aveva risposto Silvia dal retroscena.

“Ma! Ma- ma- ma- ma...!” balbettò Sabrina.
“Machine!” concluse Ayu, mentre si innalzava dal suo seggio per seguire senza particolari proteste quello che la maggiore vedeva come un boia.

Cinque minuti dopo i due umori contrastanti si erano uniti in una sol cosa: le cinque marciavano dirette verso il palco cantando a gran voce e con molto patriottico coraggio la parte dell’inno italiano che comunicava al meglio, a loro parere, il loro stato d’animo: “Stringiamoci alla corte, siam pronti alla morte, siam pronti alla morte l’Italia chiamò!” ruggirono in sincro, lanciando un grido di approvazione mentre poggiavano in contemporanea il loro piede sul palco.

“Porco schifo! È un palco abnorme!” si lasciò sfuggire Silvia a voce un tantino alta, facendosi così individuare da un membro dello staff che sorrise e marciò loro incontro, sbrodolando qualcosa in dialetto.

“Ragazze, sono lieto di presentarvi il vostro capo per questa mattinata. Lui regolerà i microfoni in base a quello che voi gli direte” disse l’interprete Kim, mentre le cinque si scambiavano delle occhiate perplesse.

“Cosa dovremo fare esattamente?” si degnò poi di dare voce al quesito di tutte Sabrina.

“È molto semplice: vi sistemerete tutte in un settore abbastanza lontano dal palco e da lì avrete delle radioline e ci comunicherete come regolare o meno i microfoni affinché si sentano bene le voci degli Idol”.

“Eh ma mica li conosco tutti per nome!” obbiettò Sara, spalancando gli occhi.

“Immagino” rise l’interprete. “Li faranno cantare uno per volta e poi li sistemerete di conseguenza. Poi canteranno e così vi accerterete dell’efficienza del volume”.

“Ah ok” asserì Valery.

“Bene allora, ragazze! Alle vostre postazioni!”

Postazioni che ci misero secoli a raggiungere perché lo spazio era dannatamente grande e per arrivarci vi erano da attraversare numerosi cunicoli e cunicoletti i quali formavano un vero e proprio labirinto al di sotto dei seggi che sarebbero stati successivamente occupati da miriadi di fan. Con la differenza che nessuno dello staff si era degnato di indicare loro fisicamente la strada.

“Finalmente! Ce l’abbiamo fatta!” urlò Sabrina dopo che ebbe raggiunto la sua postazione.

“Sei arrivata ultima... lentona!” si sentì la voce di Sara all’interno della radiolina, conseguenti ronzii di essa permettendo.

“Non rompere i cornicioni” sbuffò la maggiore.

“Ehm... ragazze? Possiamo iniziare?” chiese la voce dell’interprete, il quale stava palesemente cercando di reprimere il WaDaFak crescente nel suo petto. Al via libera delle ragazze fecero sistemare il primo gruppo, al quale ne seguirono molti altri. Troppi altri.

Quando fu il turno degli EXO, Silvia non poté fare a meno di esimersi dal commentare: “A Chen potete anche spegnerlo il microfono”. A parte questo non andò poi troppo male e le tre furono libere di dileguarsi il più velocemente possibile.

Perdendosi anche nel ritorno.

 

-

 

Mentre vi era il gran fermento per gli altri preparativi, le cinque vennero sfruttate per questa e quella commissione in giro per il backstage, tipo andare a recuperare gli ultimi idol, fare presente ad alcuni gruppi che dovevano provare le coreografie e via dicendo. Nel farlo, si imbatterono e videro cose che i comuni mortali non avrebbero mai dovuto vedere. Tipo Heechul che sbaciucchia gente a caso, perché era felice. Quando ci provò con Silvia, rischiò di essere castrato.

Oppure quando arrivarono a distanza di pochi secondi gli uni dagli altri i BTS e i B.A.P. I primi li sentirono arrivare anche da Busan, probabilmente, dato che il Backstage sembrava voler crollare. Ovviamente la maggior parte della colpa andava ad Hoseok che pareva aver ingerito un’eccessiva dose di caffeina. Probabilmente si era appropriato della porzione che spettava a Yoongi, dato che quest’ultimo esprimeva la stessa voglia di vivere di una vongola. Jungkook conversava amabilmente con il leader, mentre Seokjin rideva tenendosi lo stomaco. Infine, la 95 line camminava fianco a fianco sottobraccio, scherzando in modo molto rumoroso.

“Oh-oh” disse Sara, girandosi verso la vicina di casa che si era tuttavia già gonfiata d’aria, pronta per declamare il suo urlo di battaglia.

“LA VMIN!” strillò senza riuscire a contenersi. I due ragazzi si girarono un po’ perplessi e alquanto preoccupati, tutti gli altri BTS ridevano, Sabrina faceva finta di non conoscere nessuno dei presenti, Seir si era spiattellata addosso alla maggiore mentre provava disperatamente di non soffocare dal ridere, Sara tirava testate ad un muro chiedendo il perché a Krisus e Valery si massaggiava con fare inquietante la fossetta sul mento più sexy Gaston.

Fu in quel momento di stallo che i B.A.P. apparvero in tutto il loro splendore. La prima ad accorgersene fu Sara, che aveva ormai una macchia rossa sulla fronte assai poco gradevole a furia di colpire a craniate la parete. Aprì la bocca, per poi chiuderla nuovamente, infine diede un’altra testata al muro per rimanere lì ferma immobile. “Tiratemi fuori da qui” biascicò mugolante. Silvia era appesa alla VMin, Sabrina era ancora troppo impegnata a fingere di essere capitata lì per caso, Sara stava ancora in terra a ridere e Valery... Valery se ne accorse, prese fiato e...

“SARAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!”

“Seh, me ne sono accorta sis” rispose quell’altra senza muoversi di un millimetro e mangiandosi dell’intonaco.

Quando la ragazza provò a darsi alla fuga per colpa di un Bang Yongguk selvatico, Sabrina si ripigliò e saltò tipo Uomo Ragno addosso alla malcapitata, finendo così per ruzzolare per terra.

“Tu non vai proprio da nessuna parte!” aveva strillato la maggiore.

“Splendida giornata, non trovate?” se ne era uscito allora Daehyun inspirando profondamente. La maknae, ancora appesa a una delle sue ship preferite, annuì con pathos. Il tutto mentre Himchan si stava accertando se Sara-piccola avesse o meno un trauma cranico.

Ancora dopo, Ayumi fu mandata a recuperare proprio i BTS dal loro camerino perché dovevano fare le prove. Spalancando la porta la ragazza dichiarò: “Ok, coreani! Il tempo delle vostre prove è giunto!”. In inglese, pregando che Namjoon capisse quello che stava dicendo.

Per fortuna, il leader interpretò correttamente e intimò agli altri di sollevare i deretani. Al seguito di questa sollecitazione vi furono non poche lamentele, Yoongi si fece sfuggire un paio di brutte parole e Jimin chiese chi è che glielo faceva fare.

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare” rispose la ragazza tutto d’un fiato e guadagnandosi non pochi sguardi perplessi. Coì decise che, figura da psicopatica fatta, tanto valeva completare l’opera. “Non vi attardate. Guai a voi, anime prave!” esclamò, per poi scappare in fretta dalla stanza.

Nel frattempo, Sabrina e Silvia erano andate a distribuire bevande ai GOT7, i quali stavano cretineggiando apertamente. Tant’è che fecero ridere Jackson mentre beveva e lui, per non strozzarsi, sputazzò tutto il liquido per terra e anche un po’ addosso a Bambam.

“Bareah!” esclamò Silvia, balzando di lato per evitare la scia bagnata. Sabrina aveva recuperato uno straccio alla velocità della luce e lo aveva lanciato in faccia all’artefice di quel casino, che stava tossendo e ridendo nello stesso momento.

“Senti tu, Jackson Pollock, pulisci un po’!” comandò, per poi uscire con maknae a seguito.

Nel corridoio trovarono Ayu, la quale nascosta dietro un angolo fangirleggiava in compagnia di Hani delle EXID sulle Oh My Girl. Inevitabilmente si aggiunse anche la maggiore delle italiane, mentre la più piccola cambiava strada con tutta la nonchalance possibile.

Ultimo delirio, ma non per importanza, fu il pasto. Qualcuno ebbe la brillante idea di ficcare a tradimento dei cetrioli dentro al... al qualunque cosa stessero mangiando. Sabrina fu l’unica a mangiarli come una comune mortale, poiché Seir e Valery li avevano messi da parte, non gradendoli. Furono le due maknae ad avere la reazione più curiosa: Silvia si mise le mani in volto e iniziò a scuotere la testa mentre Ayu attaccava a ridere fino alle lacrime.

“Cetrioli...” sussurrò la prima in tono sconsolato.

“AHAHAHAH CETRIOLI AHAHAHAHAH” ripeté la seconda, rotolando.

“Che... succede?” chiese Suho, alquanto perplesso.

“Ah, non fateci caso. È da quando sono tornate dalla Polonia che si comportano così. A quanto pare davano loro da mangiare una miriade di cetrioli e quindi adesso non li possono più vedere, tantomeno mangiare, o succede... questo” spiegò Sabrina, con relativa tranquillità.

“È come se avessero contratto una sorta di allergia. Soprattutto Sara” aggiunse Valery.

Sara ci mise una vita a finire di mangiare tra una risata e l’altra, rischiando di strozzarsi un’ottantina di volte.

 

-

 

La sera la loro guida/interprete portò le quattro a provare il cibo di strada, con somma approvazione della sweet maknae che era da tutta la vita che voleva farlo, ma in generale anche delle altre. Perché il cibo è vita.

Satolle come uova sode, se ne erano tornate in albergo per concedersi un meritato sonno.

Che non fu loro concesso, naturalmente.

A parte qualche simpatico rematch della nottata precedente, si erano aggiunti altri gruppi. Quindi bussò alla loro porta Namjoon, colto da una strana ispirazione che lo portava al volersi esercitare in inglese aulico all’una di notte accompagnato da J-Hope, il quale aveva iniziato a correre per la stanza urlando, e Suga, che si era addormentato sulla prima zona morbidosa disponibile.

Abbandonata Valery in camera nel tentativo di contenerli per andare a cercare Jin perché si ripigliasse quei tre, le due maknae si imbatterono in Himchan che chiacchierava con Suho su quanto fossero comodi i culi di Jongup e Sehun. Inutile dire che Silvia trovò il discorso interessante mentre Sara sgranava gli occhi oltre ai limiti umani. In tutto quello, Seokjin era occupato a fare da mamma chioccia ai tre maknae. Alle due ragazze disse che era Namjoon a dover badare a Hoseok e Yoongi.

Silvia gli rispose assai poco cordialmente che entrambi stavano facendo un pessimo lavoro.

Sempre girovagando in quella zona, trovarono Daehyun che stava importunando Jongup mentre Zelo si era placidamente addormentato. Yongguk in tutto quel macello lavorava.

Silvia andò a chiamare Valery per mandare a dormire il leader e scacciare dalla loro camera il cavallo, il ghiro e Shakespeare. Tornando, le due appresero con somma disperazione che Daehyun aveva preso ad importunare anche Ayu, che oramai era troppo cotta per opporsi.

“Lascia stare quella povera donna e quel pover’uomo, tu piaga d’Egitto che non sei altro!” ruggì Silvia.

“Tesoro mio bellissimo, vai a dormire, che hai sonno” diceva invece Valery.

Inutile dire che le tre rimasero invischiate in un miscuglio eterogeneo di B.A.P, BTS e Suho per davvero troppo tempo.

Le due maggiori, nel frattempo erano state reclutate dagli INFINITE perché questi ultimi avevano perso sia il maknae che Dongwoo e avevano chiuso in uno sgabuzzino il leader.

Dimenticandosi quale sgabuzzino fosse.

 

-

 

Andate a dormire alle cinque del mattino più o meno. Le tre poterono godersi finalmente qualche meritata ora di profonde nanne, dato che ci sarebbero state le prove generali del concerto di quella sera e non volevano rovinarsi la sorpresa.

E sinceramente, ne avevano fin sopra i capelli di quei matti e un sano pomeriggio libero per visitare Seoul era un’idea ampiamente più allettante.

Dopo aver pranzato girarono la città in lungo e in largo, comprando souvenir e facendo foto da brave turiste, godendosi appieno il loro viaggio della maturità.

Vero le sei di sera tornarono in albergo per sistemarsi a dovere per la serata.

“Dobbiamo essere fighe signore” aveva decretato Sabrina.

“A me basterebbe non assomigliare alla sposa cadavere” aveva ribattuto Ayu, riferendosi alle profonde occhiaie che tutte e cinque avevano.

“Fondotinta” aveva risposto Valery. “Chili di fondotinta”.

E così dopo doccia, trucco e parrucco, ossia un po’ di fondotinta e una spazzolata, le tre furono scortate nuovamente nel mondo esterno, dirette al concerto.

Il luogo dove esso si sarebbe tenuto sembrava diverso, gremito di gente com’era. E cinque avevano naturalmente dei posti molto belli, e da sedute, grazie al cielo.

“Se fossimo state in piedi penso sarei morta alla prima canzone” borbottò la unnie.

“E la mia povera schiena non avrebbe gradito” rispose Sara.

Chiacchierano e unendosi ai cori sporadici delle varie fan, stringendo i loro cinque diversi lightstick, aspettarono che tutto iniziasse.

Finalmente le luci calarono e le prime note si diffusero nell’aria facendo urlare tutte le persone attorno a loro. In quel momento le ragazze si girarono per guardarsi negli occhi, le une con le altre.

Quando tutto era cominciato, nessuna di loro si sarebbe mai aspettata quel finale. Quando il progetto era finito, nessuna di loro credeva veramente nel si chiude una porta, si apre un portone. Se qualcuno avesse detto loto tutto ciò che avevano passato o anche solo una parte di quello che avevano riso loro non ci avrebbero creduto. Eppure erano lì, con i timpani messi a dura prova per gli strilli e il volume della musica e un grosso sorriso stampato in volto e negli occhi.

Le cinque ragazze si presero per mano e cominciarono a guardare il concerto, perché dopo di esso sarebbe successo qualcos’altro. Forse sarebbe stato qualcosa di meno eclatante, ma chi può dirlo?

Se chiusa una porta si apre un portone, chiuso il portone... che succederà mai?

 

 

FINE.

 
Angolino nascosto nell'ombra:
Ebbene sì, dopo molto, mooooolto tempo dalla pubblicazione della prima parte di questo Epilogo, la storia si conclude qui.
Sinceramente sono molto contenta. Contenta di avercela fatta nonostante tutte le avversità, gli impegni, i ripensamenti. Sono passata da scrivere un capitolo in dieci giorni a non riuscire a scriverne uno in un anno, con pochi passaggi in mezzo. Per questo la storia ha perso quella piccola porzione di popolarità che aveva e della quale io sono stata tanto orgogliosa. E lo sono tutt'ora: sono soddisfatta di questa storia. Forse non di come è venuta ma di quello che significa per me e ha significato, anche se solo per qualche momento, per voi. Quando nelle recensioni leggevo che qualcuno di voi si era risollevato un po' il morale per questa storia che rasenta il demenziale (volendo usare un eufemismo) non potevo fare a meno di sentire una punta di orgoglio. Per quanto mi riguarda, questa storia presenta in sé parti vere mescolate alla fantasia, frammenti di diletto che io voglio ricordare. Voglio ricordarmi del divertimento passato assieme a Sara alias Seir, Sabrina, Silvia e Valery, anche se qualcosa tra noi, durante il tempo passato dietro alla stesura di questo racconto, potrebbe essere cambiato, spezzato o rafforzatosi. E anche se l'anno prossimo perderò ogni legame con loro, iniziando l'Università, questa storia resterà qui a ricordarmi che qualcosa c'è stato, ed è stato per me prezioso.
E chiunque abbia letto anche solo una parola di questa... ehm... cosa... ne ha fatto parte. E io vi ringrazio di tutto cuore. Non farò nomi, in questo caso, voglio che vi sentiate tutti partecipi senza meriti particolari a nessuno perché ognuno si è sentito libero di fare ciò che si sentiva. Dopotutto, questa è una storia nata per rilassare e divertire e se così è stato sotto ogni punto di vista, anche meglio!
Spero che questa piccola "avventura" vi sia piaciuta. Vi auguro tante belle cose e nella speranza di avervi strappato un'ultima risata e di rivederci ancora, in qualche modo, mi ritiro definitivamente nell'ombra.
Grazie di nuovo a tutti quanti!
 
AuraNera_

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