Kiss Me Again

di zouisheart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



 
Capitolo 1 

È una ragazza semplice, di quelle che sognano dietro ai libri o alle poesie e anche se la vita è carogna non importa. Una buona ragione per sorridere la trova sempre. È un tipo così. Ed è carina, questo bisogna dirlo. Non del genere vistoso, quelle che ti giri a guardarle. Più semplice, ma ha qualcosa che ti accapiglia, niente da dire, ce l'ha. Come una specie di limpidezza, di trasparenza. È quel tipo di donna che quando ce l'hai tra le braccia, sai che è lì, proprio tra le tue braccia e da nessuna altra parte. Non so se avete presente, ma è una cosa rara e bellissima, nel suo genere.
La gente la descrive così Cheryl Knox.  Come una ragazza felice, piena di attenzioni e nessuna sofferenza. Eppure nessuno lo sa che, proprio dietro a quel dolce sorriso spensierato, si trova tanta tristezza. Ma nessuno riesce ad accorgersene. Le poche persone che la conoscono realmente la classificano come forte, piena di energie. Ed è vero. Vero perché Cheryl è forte. Ha saputo superare tante sofferenze. È caduta, ma è ancora intatta. Si è rialzata e ha raccolto le sue forze ed è tornata più potente di prima.
A volte sembra un po' esaltata. Le scappa qualche battuta di troppo o ride a vanvera senza un significato ben preciso. Ci sono alcuni momenti in cui sembra cupa, ma in realtà è solo assorta nei suoi pensieri o in un libro. E se c'è una persona che conosce ogni suo particolare, ogni sua fissazione è quel ragazzo che le è stato accanto. Quel piccolo uomo che l'ha sorretta in ogni momento, che l'ha aiutata a sopportare tutti i mali e l'ha fatta rivivere molte volte. E, forse, è proprio lui a renderla così, unica, potente. Lui, la roccia su cui si è appoggiata e continuerà a farlo per sempre, sicura di trovarla sempre pronta a sorreggere il suo peso.
-Sono a casa- la voce di Cheryl risuona nell'aria e l'abitazione sembra riprendere vita.
Chiude la porta prima di poggiare delicatamente le chiavi e appendere il giubbotto. Dal corridoio arrivano rumori e grida. Non fa in tempo a girarsi che si ritrova di fronte a due occhioni castani.
-Mamma- urla il piccolo.
Lo prende in braccio facendolo roteare in aria prima di strofinare tra loro i nasi e dargli un piccolo bacio sulla fronte.
-Piccola peste, hai fatto il bravo?- gli chiede prendendogli la manina e incamminandosi verso il salotto.
-Mi sei mancata mammina- risponde ignorando la domanda postagli.
Gli scompiglia i capelli sorridendo. Intanto sulla porta della cucina, appoggiato allo stipite, c'è il baby-sitter di quel piccolo scricciolo.
-Controllare questo bambino è una cosa impossibile- con voce esasperata si butta sul divano.
Cheryl, con un sorriso, si siede accanto a lui.
-Che ci vuoi fare è una peste, ma dai mica sarà stato così terribile-
-I cartoni non li ha voluti vedere neanche un minuto, non ha voluto fare merenda e mi ha costretto a giocare ai pirati tutto il pomeriggio. E ti assicuro i pirati sono difficili da fare- risponde con fare di chi ha tanta voglia di relax.
La madre di quel furbetto che adesso gioca con le macchinine tira indietro la testa ridendo a crepapelle.
-I pirati non li ho mai provati-
-Te li sconsiglio-
Entrambi scoppiano in una sonora risata mentre il piccolo si avvicina ai due saltando sulle gambe della madre.
-Tu invece, com'è andata l'intervista?- le chiede puntandogli gli occhi.
-Stupendamente, ma senza di te non ce l'avrei mai fatta ad andare. Grazie Lì- gli fa gli occhi dolci.
-Sono contento. Lo sai che per te farei di tutto pur di vederti sorridere. Poi il minimo per ripagarmi è preparare la cena-
-Non ci allarghiamo troppo, Payne- gli risponde prima di stringerlo in un abbraccio e sussurrargli "Grazie".
-Mamma, ma lui è il mio papà?- li interrompe il bambino.
Si scambiano un veloce sguardo colpevole per poi puntarlo sul piccolo che attende la risposta.
-No lui non è il tuo papà- Cheryl, con tono gentile, risponde.
-E allora  chi è il mio papà?- chiede con il classico tono dei bambini curiosi.
Cheryl non ha mai affrontato quell'argomento con il figlio ed è uno dei pochi che la fa tremare. È suscettibile su quel discorso e parlarne con un bambino lo rende ancora più complicato. Cerca di parlare più volte, ma non riesce a trovare le giuste parole per esprimersi. Il bambino la fissa interrogativo prima che il ragazzo seduto accanto a lei prenda parola.
-Wyatt, io sono Zio Liam e questo lo sai già. Non sono il tuo papà, ma è come se un po' lo fossi- afferra dolcemente il piccolo facendolo sedere sulle sue gambe -Vedi, a volte avere un padre non è essenziale. Poi tu hai la mamma, hai me, c'è Arleen. Non ti bastiamo?- gli sorride.
Il piccolo annuisce con la testa e, nonostante la sua espressione non sembra essere molto convinta, sorride per poi tornare di nuovo ai suoi giochi.
I due ragazzi rimangono per un attimo perplessi dal discorso appena avvenuto, ma cercano di non pensarci dirigendosi in cucina per preparare la cena.
E mentre il pomodoro inizia a scoppiettare sulla pentola la voce di Cheryl spicca nell'aria -Dici che dovrei dirgli di suo padre?-
-Ma non ti montare la testa, ti ha fatto solo una domanda, se va bene non ci penserà più. Quando sarà più grande gli dirai quello che senti, è ancora troppo piccolo. In fondo ha solo due anni.-
La ragazza si fa scappare un sospiro, mentre incomincia a mettere la tovaglia sul tavolo -Già, solo due anni e mi chiedo come faccia ad essere così intelligente-
-In effetti, chissà da chi avrà preso? Sicuramente non dalla madre!- Liam non riesce a concludere la frase che si ritrova inzuppato -Ma sei scema?- gli chiede mentre cerca di asciugarsi.
-Sicuramente tu mi superi- risponde divertita.
-Cos'é che sono?- con un ghigno in volto si avvicina a lei per afferrarla dai fianchi.
-No Liam, il solletico no- sorridendo cerca di dimenarsi, ma i robusti muscoli di lui la trattengono impedendole di scappare.
Inizia a muovere le mani provocando la sua risata -Smettila, ti prego- per poi ridere ancora più forte e accasciarsi a terra.
Le risa di Cheryl si espandono nell'aria confondendosi con quelle di Liam. I due hanno da sempre, pur conoscendosi da poco più di due anni, avuto un rapporto basato sul semplice concetto di amicizia, ma c'è qualcosa che va oltre quel tipo di legame. Qualcosa che li vede quasi come due fratelli.
I due, ormai, si sono ritrovati accasciati a terra a ridere come due ragazzini -Lo sai vero che ti odio?- si volta verso di lui sorridendo.
-Oh si, poi con quel sorrisetto ti credo proprio- ricambia anche lui -Lo sai che mi piace farti ridere-
-Magari, però trova un altro modo, invece di straziarmi ogni volta- gli risponde provocando la sua risata.
-Si può sapere cosa state facendo?- l'immagine di Arleen, con le mani sui fianchi, compare nella vista dei due. La sua faccia è contatta in una smorfia perplessa e, quasi, maliziosa.
-Qualcuno ha avuto la brillante idea di farmi il solletico- risponde, con un leggero strato di imbarazzo, Cheryl alzandosi in piedi e riprendendo ad apparecchiare.
-Voi due avete degli atteggiamenti troppo ambigui negli ultimi giorni.- lascia quelle parole prima di dirigersi nella direzione di Wyatt.
-Ti sembra ambiguo fare del solletico?- con una smorfia indecifrabile le chiede Liam, dopo essersi rialzato.
Arleen evita di rispondere andando a baciare il piccolo.
-Comunque,cara Arleen, qua quella ambigua sei tu- urla in modo tale che lo senta ricevendo, di tutta risposta, un bell'insulto.
 
Arleen Styles , una ragazza con un carattere particolare, non sei mai sicuro di conoscerla bene.
È sempre stata quella ragazza poco sicura di sé, abbastanza timida e dalle lacrime sensibili.
Vive con un duro passato alle spalle, raccontato soltanto in un quaderno dedicato all'unica persona che ha amato davvero. Fa fatica a mostrare quella che è veramente, ha pochi amici veri dei quali si fida ciecamente.
É sempre pronta ad aiutare tutti, ma é la prima che non si occupa di se stessa.
Ogni mattina la vedi sempre con gli occhi stanchi di qualcuno che ha pianto tutta la notte, ma questo non lo ammette mai.
Nell'ultimo periodo l'unica cosa  che la convince è il suo corpo ed è la cosa più strana, non si mette in mostra però cerca sempre di vestirsi in modo tale da sembrare carina.
Il suo viso è rigato da ricordi indelebili che si notano in particolar modo nei suoi occhi..
La sua dolcezza però è unica, si possono definire cattive soltanto le sue battutine, ma non sono un problema.
Dopo l'insulto dedicato con il cuore a Liam, Arleen si dirige verso il piccolo e salutandolo esclama - Ragazzi ci vediamo dopo -
Non ricevendo risposta si dirige verso la porta, prende il parka, la borsa ed esce.
Un fiocco di neve le cade sulla guancia e un sorriso compare sul suo viso. Inizia a camminare fino ad arrivare alla buca delle lettere più vicina alla casa. Si affretta a frugare nella borsa alla ricerca di una lettera sigillata scritta qualche mese prima. Rilegge l'indirizzo della casa che fino a qualche anno fa aveva rappresentato la sua tana, l'accarezza e la infila con delicatezza nella fessura apposita. Chiudendo la borsa inizia a camminare sulla strada di casa ripensando al suo ultimo gesto.
Entrando dentro sente  la risata di Wyatt rimbombare tra le pareti.
Senza dire niente torna nella sua camera dalle pareti ricche di scritte e disegni pieni di significato che lei stessa ha disegnato frutto del suo grande senso artistico.
È così stanca d'aver bisogno di una bella doccia calda e di un bel letto dove dormire.
Prende l'asciugamano e i vestiti di ricambio e si dirige verso il bagno davanti alla camera di Liam.
Entra e chiude la porta a chiave.
L'acqua calda le scorre tra i capelli e il bagnoschiuma scivola sul corpo delicatamente.
Dopo circa mezz'ora di puro relax la voce di Liam fuori dalla porta urla qualcosa, a lei incomprensibile e di poca importanza.
Inebriata dal profumo dello shampoo al cocco continua a far la doccia finché una chiave  non si inserisce nella toppa della porta.
 La voce di Arleen urla il nome del ragazzo in segno di rimprovero, ma lui, come se niente fosse, si sistema i capelli specchiandosi. Arleen più irritata che mai, gli ordina ferocemente di uscire, ma ciononostante Liam inizia una conversazione.
-Arleen stai sempre da sola, dovresti passare più tempo con noi. Ti chiudi sempre in camera, vieni solo a mangiare e qualche volta a vedere un film. Scrivi sempre sul quel quaderno. Sarebbe ora che smettessi di tenerti tutto dentro e iniziassi a raccontare qualcosa anche a me, a noi volevo dire-
Alla parola quaderno una scintilla scatta nella mente di Arleen.
Con una lacrima pronta a scendere sul suo zigomo perfetto implora Liam - Esci ti prego, lasciami qui da sola-
A queste parole Liam alzandosi lascia un biglietto appoggiato all'asciugamano e esce dal bagno.
Qualche secondo dopo Arleen sgattaiola fuori  dalla doccia e prendendo l'asciugamano fa cadere il biglietto per terra.
Con la solita malinconia si veste, ma stavolta, al posto di andare a rinchiudersi nella sua camera "piena di pensieri ", decide di scendere, anche se ad ogni gradino c'è un pezzo di rimorso in più.
Arrivando in salotto vede negli occhi di Liam accendersi una luce e con un sorriso la invita, gesticolando, a sedersi di fianco a lui, ma lei decide di mettersi sulla poltrona più lontana  da tutti .
Liam passandole vicino le sussurra un felice "Grazie".





Ciao a tutti. Vi proponiamo questa fan fiction che scoprirete pian piano. Speriamo vi piaccia e fateci sapere il vostro parere con una recensione.
Vi aspettiamo in tanti.
A presto con il secondo capitolo.
Un bacio. 

Ariele e Alessia


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



 
Capitolo 2

È sabato. L'aria di prima mattina veglia nell'aria, un leggero venticello fa strusciare le foglie sugli alberi appena nate, il sole è sorto da un pezzo, ma si può ancora notare nel cielo un piccolo pezzo di luna.
Nella stanza che affaccia sulla strada del terzo piano di un piccolo palazzo, Cheryl ha appena aperto gli occhi e si stiracchia ancora assonnata il corpo. Si stringe alle coperte prima di mettersi a sedere fissando la parete dolcemente colorata di un azzurro intenso. Passano alcuni minuti prima che, con un movimento rapido, scendendo dal letto, si infili le ciabatte dirigendosi verso la porta ancora chiusa. Attraversando il corridoio si imbatte in un dolce profumo di frittelle; facendosi cullare dal gustoso odore, entra nel bagno chiudendosi l'anta della porta alle spalle.
Velocemente, come ogni mattina, si sfila la grande maglietta stropicciata per entrare nella doccia. L'acqua scivola rapida sul suo corpo, la stanza si inebria dell'aroma del doccia schiuma e i pensieri ricorrono nella sua mente.
Pochi minuti dopo, avvolta nel caldo tessuto dell'accappatoio, compie gli altri passi della sua routine quotidiana. Una volta infilato il suo vestitino preferito, fa per raccogliere l'asciugamano appena caduto, ma nel compiere l'azione, da sotto il mobile, spunta un piccolo foglio di carta.
Incuriosita si affretta  a raccoglierlo e leggerne il contenuto. Segni leggeri sono tracciati sopra esso, una scrittura ordinata e comprensibile, poche parole riempiono il bianco della pagina.
"Prometto che un giorno riuscirò a liberarti da quella tua gabbia"
Incredula sorride consapevole del mittente di quel messaggio.
Annebbiata dai più insensati pensieri decide di uscire dal bagno per dirigersi al piano di sotto, dove Liam è occupato a dar la colazione al suo piccolo figliolo.
Stampa un amorevole bacio sulla testa di Wyatt -Buongiorno amore-
-Buongiorno Liam- prosegue poi dirigendosi verso il pensile per prendere una tazza.
-E a me il bacio?- chiede con un sorriso il castano.
-Mhh se vuoi ti vado a chiamare Arleen- si morde maliziosamente il labbro inferiore sedendosi sulla sedia opposta al diretto interessato.
Il viso gli inizia a colorarsi di rosso mentre visibilmente imbarazzato abbassa lo sguardo.
-Mamma oggi mi porti al parco?- disturba il silenzio il piccolo rivolgendosi alla madre con occhi dolci.
-Perché no, scricciolo- risponde spettinandogli i capelli. - Vieni anche tu, Liam?- chiede questa volta rivolgendosi al ragazzo di fronte a lei.
Rialzando lo sguardo dalla tazza incrocia gli occhi azzurri di Cheryl che attendono una risposta -Sì, certo. È una bellissima giornata-
-Sii, che bello. Ci divertiremo tanto- esulta felice Wayat scendendo dalla sedia.
E mentre il piccolo si dirige a giocare, i due amici iniziano una piccante conversazione.
-Liam- lo richiama- per caso ti sei scordato di avvertirmi di qualcosa?-
-Non capisco-
-Non fare il finto tonto, Payne-
-Dio santo, Cheryl, perché sottintendi tutto-
Entrambi scoppiano a ridere prima che la ragazza tiri fuori il piccolo foglietto trovato poco prima in bagno -Così è un po' più chiaro?-
Lui, più imbarazzato che mai, si porta una mano sulla fronte sorridendo.
-Tu sei malefica, Knox! Cosa devo fare con te?-
Scoppiano a ridere - Lo sai che lo posso essere e poi te l'ho sempre detto di non nascondermi mai le cose. Quindi lo sai che ti aspetta una punizione spietata?-
-Tu intanto mi dici come hai fatto ad averlo, poi vediamo cosa sei in grado di fare-
-Payne, Payne, quanto sei ingenuo. Non sai mica con chi hai a che fare. E comunque, era sotto il mobile del bagno. Quindi mi sa che questo dolce pensiero non sia arrivato al destinatario-
Sul suo viso si dipinge una smorfia indecifrabile che sta tra il confuso e la delusione.
-Come sotto il mobile del bagno?-
-Esattamente, proprio lì-
-Ma credevo l'avesse preso, ieri sera è anche scesa con noi- si lascia andare allo schienale della sedia mentre sbuffa rumorosamente.
-Avanti, non ci si arrende così. Non l'avrà visto. Puoi sempre farglielo avere.- sorride maliziosamente alzandosi dalla sedia.
Liam scoppia a ridere per poi afferrare quel piccolo foglietto tra le mani e rileggerlo.
-Allora Wayatt, andiamo al parco?-
Il piccolo grida felice saltando tra le braccia della madre.
Dopo essersi preparati e sistemati, i tre si dirigono verso il parco, ma non prima di aver lasciato un grande foglio sul tavolo con su scritto "Ti aspettiamo al parco".
Arleen si é appena svegliata. Al suono della chiusura della porta fa un sussulto tra le coperte ancora calde. Un brivido, le percorre la schiena appena infila il piede destro nella ciabatta ancora congelata.
Scende giù e in cucina vede sul tavolo un piccolo biglietto, si avvicina incuriosita e lo legge.
Un lieve sorriso le compare sul lato destro delle sue soffici labbra.
Decide per una volta di godersi l'infanzia di Wyatt e di passare del tempo con lui.
Si veste velocemente ed esce senza pensarci troppo.
Arrivando al parco vede immediatamente Cheryl vicino all'altalena con il piccolo, ma di Liam non c'è traccia. Una volta vicino Cheryl, ancora incredula, le consiglia di andare al bar per aiutare Liam a prendere la merenda per Wyatt.
Con un sorriso si incammina ritrovandosi  Liam, poco dopo, davanti a sé, con una busta in mano.
Ritornando al  parco, consegnano la merenda e, mentre Cheryl si affretta a dar da mangiare al piccolo, i due si siedono su una panchina per scambiarsi qualche parola.
- Hai dormito bene questa notte ? - chiede.
-Abbastanza - risponde Arleen. Le voci si spengono velocemente e gli unici suoni udibili sono quelli della città. Entrambi, non vedendo più né Cheryl né Wayatt incominciano a guardarsi intorno fino a quando non la vedono in lontananza camminare verso un albero a cui Wyatt é molto affezionato.  É diventato un po' il suo albero: il solito gioco che si fa da bambini quando ci si crea uno spazio proprio senza regole, dove ciò che succede lo decidi tu e nessuno  può intromettersi.
Liam, esasperato dal troppo silenzio, inizia nervoso a strusciare le mani sulle cosce pronto per parlare - Sai nell'ultimo periodo ho capito che vorrei costruire con te un rapporto, per te non voglio essere solo il coinquilino di cui ti ricorderai a stento quando saremo vecchi decrepiti-
Entrambi scoppiano a ridere.
Arleen al sentir quelle parole si accorge, improvvisamente, di aver sbagliato tutto nella sua vita e di aver perso troppo tempo. Lo abbraccia e gli sussurra  - Mi dispiace per ciò che sono stata, scusami. Il mio passato ha condizionato il mio presente. -  alzandogli gli da' le spalle mentre, finalmente, i suoi occhi verdi, quasi sempre cupi, prendono una luce diversa.
Qualcosa in Arleen sta cambiando, ma la sua mente e il suo cuore sono in lotta e non sarà facile instaurare la pace.

  

 
 

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