Cacciatore di stelle

di Love Girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un regalo speciale per la festa del Tanabata ***
Capitolo 2: *** Gocce di memoria ***
Capitolo 3: *** Primi... incontri ***
Capitolo 4: *** Quel che sarà... ***
Capitolo 5: *** Per Favore... ***
Capitolo 6: *** Che succede qui??? ***
Capitolo 7: *** Un Giorno In Città Con Te ***
Capitolo 8: *** Rin! ***
Capitolo 9: *** Ci sarà mai un posto per me nel tuo cuore? ***
Capitolo 10: *** -INUYAAAASHAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!- ***



Capitolo 1
*** un regalo speciale per la festa del Tanabata ***


Cacciatore di stelle

Un regalo speciale per la festa del Tanabata

Ero felice. Lo ricordo bene, quel Tanabata.
Io, mamma, papà e Sota, che all’ora aveva solo 2 anni, eravamo andati in terrazza per vedere le stelle.
-papà, papà! Mi racconti la leggenda del Tanabata? - dico tentando di non inciampare nel kimono. –ancora, Kagome? Te l’ho raccontata un migliaio di volte! - mi dice sbalordito. –e dai, papà! Per favore! – adoravo quella leggenda. Vi erano molte versioni, ma la mia preferita era, è e resterà sempre quella che mi raccontava il mio dolce papà. Non so perché, né rammento come è nata questa stramba idea, ma ripensando a lui ho in mente, sin da quando ero piccola, una specie di cacciatore di farfalle, ma per me lui era come un cacciatore di stelle, l’unica felicità che allora conoscevo.
Lui sospira rassegnato e, prendendomi in braccio, inizia a raccontarmi quella dolce storia che oramai conosco a memoria, mentre io sorrido soddisfatta alla mia buona mamma, che tiene in braccio il mio fratellino mentre dorme.
Mentre scendiamo le scale del condominio abbandonato dove viviamo, papà riceve una telefonata che lo fa sbiancare e tornare di corsa in terrazza. Mamma ci accompagna a letto e lo segue. Io mi alzo di nascosto e li seguo. Appena lì, li vedo ancora al telefono, pochi minuti dopo papà chiude la chiamata e mamma inizia ad urlare e a imprecargli contro di tutto e di più, finché lui non cade a terra in lacrime e lei lo abbraccia disperata. Sento Sota piangere e mi precipito a coccolarlo. Me li ritrovo poi alle spalle.
-tesoro, lascia stare e vai a nanna, da brava, domani ti devi alzare presto e andate dagli zii e daicuginetti, eh?- mi dice mamma abbracciandomi e baciandomi in lacrime incandescenti –mamma, perché piangi?- le dico asciugandole una lacrima che, pigramente, le solcava il volto. –nulla, amore… Caro, daglielo ora il suo regalo del Tanabata e dalle anche quello di Sota, che poi lei dovrà dare al fratellino domani, vero?- dice prima rivolta a papà e poi a me. Annuisco insicura –bene, questo è il nostro regalo per il Tanabata, piccola mia!- mi dice papà porgendomi un carillon con una forma sferica con dei piedi in ferro e una serratura d’argento, bianco con degli arabeschi rosa chiaro, in porcellana e con alcune stelline qua e là giallo fosforescente brillantinate. Papà mi mette al collo un ciondolo con un chiave, anch’essa d’argento, con la parte superiore in argento dove c’è scritto il mio nome. Doveva essergli costato un occhio. Poveri mamma e papà, nelle nostre condizioni come hanno fatto? E tutto per un mio capriccio… -vedi, si apre così…- dice il mio cacciatore e mi fa dare uno scatto a sinistra. Si sente una dolce musica, la riconosco subito, è una delle mie preferite di quelle che papà suonava alla tastiera elettrica, “Futari No Kimochi”. Sorrido mentre mi brillano gli occhi. Mi accorgo solo ora che il coperchio del carillon si alza e ne escono quattro personaggi. –ma… ma è la nostra famiglia!- dico euforica –aspetta, guarda, se, invece di aprire facendo lo scatto a sinistra, lo facciamo a destra… quando inizia a suonare, suona “Sotanshi”! allora? Ti piace? È come quello che volevi da 9 mesi, no?- li abbraccio felice rischiando di far sfracellare al suolo il regalo appena ricevuto –no! Non è come quello! Quello non c’erano le nostre canzoni né la mia famiglia! Lo avete fatto fare apposta per me! È un regalo fantastico! Il più bello che avrò mai in tutto il resto della mia vita! grazie! Ma… non credete che lo possa rompere? In fondo ho solo 5 anni...- Papà sorride, mal celando un po’ di malinconia, e mi accarezza il volto –ci fidiamo di te, Kagome-chan, e poi sappiamo tutti e tre che non sei una bambina qualsiasi, sei molto più matura dei tuoi 5 anni. Ora a nanna, su e, cara, forse è meglio se lo diamo noi a Sota…- mamma annuisce e mi prende in braccio, portandomi nel mio lettino e dandomi, ognuno, un tenero abbraccio, qualche carezza, alcuni baci sulla guancia e sulla fronte e qualche altro sul capo, quasi non mi volessero lasciare andare.
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-Io non andrò mai in orfanotrofio! MAI! E NEPPURE I MIEI FRATELLI!!- urla il bambino di 8 anni davanti a degli uomini vestiti in nero che si siedono in salotto mentre io, Sesshomaru e la mia sorellina, in braccio a me, saliamo in camera nostra in lacrime.
Shihori ha fatto un anno oggi, un anno dalla morte della mia mamma, un anno che mio padre è caduto in depressione e noi nella fame, dato che lui non lavorava quasi più… e ora… anche lui non c’è più con noi. Avrei capito se fosse morto, anche se si fosse ucciso, avrei capito quasi più del gesto che ha fatto, abbandonare tre figli, abbandonare un bambino di 5 anni e una di appena 1 a un mocciosetto di 8 anni, per spedirci in un orfanotrofio, un maledetto orfanotrofio di Tokyo chiamato Yurai’s children, come ha potuto?! Che padre è?!
-ho paura, Sesshomaru, che facciamo? Domani lasceremo questa casa… che bel Tanabata che abbiamo avuto, accidenti!- replico. Cosa voleva fare un bambino di 8 anni, solo in un mondo schifoso come questo?! Soprattutto portandosi dietro due bimbi di 5 e un anno?
-mmm… IDEA! Scapperemo!- lo guardo perplesso –sca…scappare? Ma… ma tu vai a scuola… e noi tra qualche anno anche….- dico, ma lui mi interrompe –io le cose basilari le so, so le parole di uso comune e so fare i calcoli di vita quotidiana! E, soprattutto, so leggere bene, posso imparare sempre leggendo i libri e poi insegnerò io a voi!- urla, tanto che per poco quegli uomini non lo sentivano e facendo svegliare Shihori, mentre io lo guardo impaurito e dubbioso. –accidenti! Scusa, Shihori! Su, dormi ora…- dice cullandola dolcemente –ma… gli uomini qui sotto?- chiedo ancora titubante –tranquillo, allora dormiranno beati- dice sorridendomi e facendomi l’occhiolino, convincendomi del tutto. Noi tre siamo molto simili. Sesshomaru ha i capelli neri e corti, gli occhi color ambra, la carnagione chiara, un viso tanto innocente, fiero e amorevole, simile a papà, se togliamo l’amore che non aveva più negli ultimi tempi e l’innocenza; io ho i capelli come Sesshomaru, gli occhi del medesimo colore e anche la carnagione uguale, un viso innocente, spesso imbronciato e pensieroso; Shihori è troppo piccola per avere dei tratti già fermi, che non cambieranno, ma per ora ha i capelli neri, corti, visto l’età è normale, gli occhi blu-turchese, come la mia mamma, la pelle leggermente ambrata, come papà, e un visino angelico come la mamma.
Alcune volte vorrei che Shihori non fosse mai nata, così la mia mamma sarebbe ancora con me, ma poi mi vergogno di quello che ho detto, ringrazio i Kami per avermi dato la mia sorellina e di prendersi cura della mia mamma, che, sono sicuro, mi proteggerà sempre.
-su, birba, a letto! Tra qualche ora si va a fare un giretto…..!- sospiro e mi dirigo a preparare tre zainetti con cibo, abiti e i pannolini per Shihori. Mi butto sul letto a piangere, Sesshomaru ha portato Shihori in camera nostra, ha messo a posto le tre borse e le ha poggiate vicino la carrozzella della mia sorelline e ora mi sta abbracciando e sussurrando parole di incoraggiamento e, come se fossero una ninna nanna, mi addormento.

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Capitolo 2
*** Gocce di memoria ***


Cacciatore di stelle

Gocce di memoria

Alle sei del mattino, mamma mi chiama con un dolce bacio, cosa quasi rara ultimamente.

-cucciola, dai, vieni a fare la doccia- ed eccomi qua, con un frettoloso getto d’acqua che mi colpisce mentre alcune copiose lacrime escono dagli occhi neri della mia mamma, che ora appaiono più profondi e tristi.

Mi ritrovo in un momento con una salopette a gonna rosa e una maglietta bianca, con delle ballerine bianche e due nastrini lilla. I miei genitori, sempre sul lastrico, sempre pronti a comprare ogni cosa per noi. Per me in modo particolare.
Li vedo li.. con un viso funereo, delle occhiaie spaventose, gli occhi arrossati dal pianto, e… due valigie con sé. –mamma, di chi sono quelle valigie?- chiedo innocente e spaventata –di nessuno, cara…- fa mamma mentre io mi preoccupo. Sota piangeva, forse anche lui sentiva quell’aria di mistero che ci avvolgeva. Ma lui si calma subito, basta il suo regalo, un peluche di un orsetto giallo di nome poh.
Dopo pochi minuti, eccomi qui, davanti la casina dei miei zii. Zia Sakura e Zio Jun corrono incontro, prendono le valigie e Sota, che, nuovamente, dormicchia.
-mamma…. Portatemi con voi… per favore… oggi voglio stare con voi…- dico con le lacrime agli occhi per dei brutti presentimenti. Mamma mi guarda in lacrime e, mordendosi il labbro inferiore per trattenere le lacrime, scuote la testa ed entra in auto di corsa senza proferire altre parole. Papà stringeva i pugni mentre parlava disperato ai zii. Poi mi da un bacio e parte veloce verso casa.
-andiamo, kaggy…- dice zio Jun, mettendomi una mano dietro le spalle e portandomi dentro il minuscolo appartamento, anche se, come me e zia, anche lui fissava la nuvoletta di polvere che l’auto di papà aveva lasciato, anche lui in lacrime.
E, come se non mancasse, il cielo ha iniziato a piovere forte all’improvviso, come se anche lui piangesse. Le sue lacrime, mischiate alle nostre erano come gocce di memoria. Gocce di memoria per i proprietari di quella mini auto vecchissima, rossa come il sangue, che avevano parcheggiato davanti ad un condominio abbandonato che era saltato in aria con una bomba-carta.
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Come stabilito, alle 3 del mattino Sesshomaru mi chiama, io sono terrorizzato all’idea di essere scoperto. E, come se mi avesse letto nel pensiero, mio fratello mi rassicura dicendo che li ha messo un sonnifero, uno di quelli che usava papà per non sentire Shihori piangere, quindi un sonnifero potentissimo, nella tazza del tè e ora ronfano come ghiri assatanati.
-pronto, inu-chan?- sospiro e annuisco poco convinto, lui mi da un bacio sulla fronte –andrà tutto bene, promesso- faccio una smorfia e prendo i zaini. Sesshomaru mi da una leggera pacca sulla spalla –sessomaru…..- lui mi guarda perplesso –si?- abbasso lo sguardo –ma noi ora ce ne andiamo… ma sai già dove andare?- lui sorride-ovvio che si, scemotto, è il mio posto segreto per quando devo piangere o sfogarmi. Però è lontano…..-
In punta di piedi, Sesshomaru scende e porta le borse fuori, per poi aiutare me a far scendere la carrozzella con Shihori.
Ad un tratto, però, da una delle due poltrone dei due tizi si sente un tonfo…. Un orologio era caduto dai jeans di quei due…. L’orologio…. Che papà aveva donato a mamma… perché lo avevano loro?
Non avevo tempo per chiederglielo, si stavano per svegliare, ma non potevo lasciare l’orologio di mamma in mano a quei due gorilla. Di slancio prendo l’orologio e corro fuori, dove Sesshomaru mi guarda male –che ci facevi li dentro?! Potevano scoprirci!! Sai che…- si blocca, guardandomi la mano, escoriata dalla fibbia dell’orologio mal preso. Me la prende fra le sue mani –che cavolo ha fatto?- la apre e vede l’orologio. Sbianca e sbarra gli occhi –e…e… e questo? Come lo fai ad avere tu? Da quando ce l’hai?- sentivo delle gocce calde bruciarmi la mano, così allungo l’altra mano e gli asciugo alcune lacrime –è caduto a quei due…….- si fa pensieroso, ma lo squillo di tromba che è mia sorella lo ridesta e, prima che desti anche quei due tizi, andiamo velocemente fuori dal cancello, coccolando la piccola.
-ehy, voi due!- dice una voce roca dietro di noi. Sussulto, mentre Sesshomaru si mette sulle difensive –e lei chi è? Che vuole da noi?- fisso terrorizzato l’uomo mezzo ubriaco che ci guarda minaccioso –dovrei dirlo io… che ci fate qui? Tornate a casa immediatamente o chiamo la legge!- Sesshomaru sorride in tono di sfida –lo faccia pure, signore- l’uomo chiama la polizia di Tokyo e io guardo interrogativo e impaurito sesshomaru che all’improvviso da un calcio all’uomo, appena costui ha chiuso la chiamata, e mi fa segno di camminare il più veloce possibile. L’uomo ci ha perso di vista, noi ci siamo nascosti in un cortile e vediamo arrivare la polizia, che guarda distrattamente in giro, ma che poi prendono l’uomo sotto braccio dicendo di portarlo all’ospizio.
Sospiro e ci rincamminiamo verso la nostra nuova casa.
Dopo un po’ vedo l’orologio segnare le cinque. “mamma mia che sonno!!!!” penso, mentre un enorme sbadiglio si fa strada in me -ahahah, tranquillo, cucciolo, siamo quasi arrivati, un kilometro circa e poi siamo a “casa”……- annuisco assonnato, sono circa le 6.
Quando arriviamo davanti a una casa abbandonata, Sesshomaru si ferma e guarda triste la porta semi chiusa –eccoci……- sussulto.
-la…la… la casa dei Takira? La casa delle streghe? Quella disabitata da cento anni?- lo guardo sconvolto, lui annuisce e apre la porta.
-oh, Kami!- non credo più a ciò che i miei occhi vedono…. Mio fratello dove cavolo ci ha portati?!
Lui mi guarda dispiaciuto, mentre io fisso il tutto…. Come si può vivere in una casa che non è più una casa?! Ha una stanza…. Forse prima erano due, giacchè c’è il solco di un muro che divide in due la stanza. Ma non è questa la cosa brutta…. A terra è pieno di cocci di bottiglie, cosa che fa pensare che la casa è frequentata; e dove dovrebbe esserci una terza stanza o un bagno c’è un immenso giardino, che d’invero ci farà compagnia dato che non ci sono tende o nulla per parare il vento; la porta quasi cade a pezzi, è pieno zeppo di povere, non c’è neppure una coperta…….. come faremo a vivere là?! Infastidito dalla polvere esco fuori in “cortile” ma vengo investito da un suono…. Simile ad una grande esplosione…. Mi affaccio alle grandi siepi e agli alberi che nascondono il “giardino” e vedo un condominio cadere a pezzi e un’auto rossa e molto antica volare via… insieme a un grido e poi un’eco di una voce femminile che urla *ADDIO KAGOOME! ADDIO SOOTA!* e una di un uomo che dice *ADDIO ORSETTO, ADDIO RAGGIO DI STELLA E ABBI CURA DI TUO FRATELLO* ma l’eco maschile lo sento solo concentrandomi molto, le urla sono state lanciate poco prima dell’esplosione quindi è già tanto che le sento e poi l’esplosione ha coperto troppi suoni, per non parlare di urla e bisbiglii della gente e del lamento di Shihori. –InuYasha, vieni dentro, non è bello vedere certe cose… Kami proteggete le anime delle vittime di quest’esplosione…- io entro e dico a bassa voce –Kami, vegliate, proteggete bene Kagome….-
Intanto un tuono spezza il silenzio, inizia a piovere… fisso l’orologio di mamma, 7 del mattino in punto. Inizio a piangere. Piango per mamma, per quella coppia, per quei due orfanelli…. Per Kagome, che non conosco, ma che spero di conoscere, e che ora ha addosso un enorme responsabilità, suo fratello. Anche il cielo piange, entrambi piangiamo a gocce grosse, gocce fredde come uno schiaffo, vuote come la neve, disperate come la voglia di morire, gocce che pare siano fatte di memoria, memoria di quello schiaffo datomi da Sesshomaru quando augurai esplicitamente a Shihori di morire, memoria di quella nevicata improvvisa a marzo, quando papà si tentò di uccidere, memoria di quella voglia di morire che ebbi io, che ebbe Sesshomaru e che ebbe papà… e chi lo sa…. Forse anche mamma una volta avrà chiesto di morire, forse per non dover patire più le prepotenze e le violenze di papà contro di lei…
Sesshomaru entra, esce di casa e torna, dopo una ventina di minuti con una scopa, una coperta enorme, alcune cose da mangiare e dei soldi…. –d…dove hai preso queste cose…?- lui abbassa lo sguardo, poi lo rialza al cielo con lo sguardo che chiede perdono…. Lo sguardo con cui LE chiedeva perdono, prende in braccio Shihori che dorme, mi abbraccia, mettendo la piccola fra noi, posando addosso a tutti e tre la coperta e sussurrando –non importa….-

 

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Capitolo 3
*** Primi... incontri ***


 

Cacciatore di stelle

Primi... incontri

Alle otto di quella stessa giornata un poliziotto venne a casa.
-buongiorno, signori Higurashi… allora, non è semplice per noi… siamo qui per riferirle che suo fratello, Hiroshi Higurashi, e la sua consorte, Mayumi Higurashi…- lo zio alza un dito per farlo tacere e guarda serio me –Kagome, va in camera da Sango e Kohaku e porta con te Sota- io lo guardo contraria –no, zio! Questi due signorini parlano della mia mamma e del mio papà!- ma zio mi ammutolisce con un occhiata, così prendo Sota e vado da Sango, ma, una volta in camera, lascio Sota nella culla e mi accoccolo sull’uscio della porta del mini salottino dell’appartamento per non farmi vedere e ascoltare. –come è successo?- chiede lo zio con la voce tremante –un esplosione, una bomba carta, si pensa. I due corpi sono volati un po’ distanti l’uno dall’altro, circa un metro… quando siamo arrivati non c’era da fare più nulla… ma, a me che ho visto entrambi i corpi per l’ultima volta, ha fatto strano vedere che, nonostante fossero morti, il cuore fermo, tutti pieni di sangue, gli occhi vuoti e il corpo gelato, entrambi sussurravano le stesse frasi- resto paralizzata “morti? Bomba carta? Nulla da fare? Ma di che parlano questi due scemi? No! Non possono essere i miei genitori!” scoppio in silenziose lacrime, conficcandomi le unghie nelle mani per non singhiozzare o gemere. –che… cosa sussurravano?- questa volta è zia a parlare –frasi strane… una canzoncina…. Watashi no soba de anata no sonzai wa, watashi wa uchigawa ni atatakaku kanji saseru anatanoegao ga watashi no mottomo kurai yoru o terashi. Anata wa yūkan ni watashi wa omoikkiri de hogo shitai watashi no fuan o tatakattadarou to yakusoku shimashita. Mada wareware wa, wareware wa 2tsu no sekai ni sunde iru koto o shitte irushi, koreha, anata ga anatanokokoroni tsuneni atta koto ga, anata wa, nani ga imamade watashitachi o yaburu nai to nobetaga, soreha, wareware wa tsuneni bunri shite iru koto o kanojo no tame ni aru. Watashi wa anata o aishi, soreha hontōda ga, ai wa riko-tekidearu to watashi wa, kono-jikan wa watashi no monoda mono o kyōyū shite, anata no iu koto o iu shite kudasai suru koto wa dekimasen'node, anata ga kettei suru hitsuyō ga ari, o konomi Dovi o okonatte kudasai. Watashi no namae o yobu, watashi no gimon o shōkyo, kōzan de te o ire, watashitachi no chūjitsu-sa wa, anata ga jikan no owari made, watashitoisshoni taizai sa remasu koto o shimeshite iru anata no kokoro ga aru to iu. Sorekara watashi wa seikatsu no tame ni anata o aishitemasu. (l’ ho preso da questo link in inglese, l’ho tradotto in italiano, adattato in italiano e tradotto in giapponese… https://www.youtube.com/watch?v=JNKPf758RIY ING= Your presence by my side, makes me feel warm inside, your smile lights up my darkest nights.. you promised that against my fears you'd bravely fight you'd protect me with all your might. Yet you know that we live in two different worlds and that's she'd always be in your heart you said nothing will ever break us apart, yet for her you'd always depart. I love you, it is true but you have to decide please, you have to make up your mind because love is selfish and i can't share whats mine and please mean what you say this time Call my name, clear my doubts place your hand in mine Say my heart is where your loyalty lies Prove that you'll stay with me till the end of time then i will love you all my life. ITA= La tua presenza al mio fianco mi fa sentire caldo dentro, il tuo sorriso illumina le mie notti più buie. Hai promesso che avresti coraggiosamente combattuto contro le mie paure, che mi avresti proteggere con tutte le forze. Eppure si sa che viviamo in due mondi diversi e questo è, che avevi sempre nel tuo cuore, ma hai detto niente ci potrà mai spezzare, ma è per lei che ci siamo sempre separati. Ti amo, è vero, ma si deve decidere, per favore, devi fare la tua scelta, perché l'amore è egoista e non posso condividere ciò che è mio e, ti prego, dì quello che dici, questa volta. Chiama il mio nome, cancella i miei dubbi, metti la tua mano nella mia, dì che il tuo cuore è dove si trova la nostra fedeltà, dimostra che rimarrai con me fino alla fine dei tempi. Allora io vi amerò per tutta la vita)- sgrano gli occhi e, istintivamente porto la mano al ciondolo con la chiave dando uno scatto a sinistra senza carillon –f…f… Futari no Kimochi..- scoppio in lacrime e corro in camera di Sango, dove i miei cugini mi guardano perplessi. Li ignoro e mi sdraio sul letto, in posizione fetale, tenendomi le ginocchia strette al petto come per farmi male, singhiozzando e gemendo disperata. Poi, d’improvviso, sento due manine abbracciarmi, e un ciuccio sfiorarmi il braccio. Apro gli occhi e vedo Sota, appena svegliatosi, abbracciarmi silenzioso. Lo prendo in braccio e lo abbraccio continuando a piangere in modo straziante. Dopo pochi istanti Sango e Kohaku si fiondano su di me, abbracciandoci. Solo dopo mezz’ora circa arrivano gli zii in camera, trovando quattro bimbini che dormono abbracciati, con gli occhi asciutti, le ciglia dure per il pianto, me che ancora singhiozzo nel sonno.
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Sono le due del mattino, ormai è il 9 luglio.
Mi sono svegliata ora, non ho più sonno. Oggi non ho cenato, né ho bevuto.
Di solito, in questi casi, vado da mamma e papà, costringo papà a svegliarsi e ad andare in terrazza a vedere il cielo notturno e a vedere alcune immagini che ha lui di stelle, per poi finire la nottata che lui canticchia Futari o Soutanshi e che io mi addormento fra le sue braccia. Ma ora papà non c’è. Mi affaccio dal balconcino della stanzetta fissando il cielo. C’è una leggera frescura, causa della pioggia incessante del giorno. Il cielo è stellatissimo, anche se qua e là galleggiano alcune nuvolette. Mi attirano maggiormente due stelle, le più luminose, che però sono lontane fra loro. Immagino siano i miei genitori, che l’esplosione ha fatto volare lontani ma che tentano di avvicinarsi e che brillano per me... E per Sota. Prendo il carillon dalla mia borsetta di Hello Kitty, faccio fare uno scatto a sinistra e canticchiando Futari a bassissima voce. No, non mi basta, non basta osservare le stelle, fingere che due stelle più luminose siano la mia mamma e il mio papà o cantare una canzone che cantava sempre papà per sentirmi vicina a loro. Mi metto un pantalone, una maglia e una felpa, con le scarpe e, in punta di piedi esco la porta di casa. Vado verso casa, ma mi accorgo ben presto di aver sbagliato strada. Mi ritrovo, così a girovagare senza meta per quella strada, senza sapere più se andare a destra a sinistra per tornare, per lo meno, a casa degli zii.
-ehy, piccolina, che ci fai qui?- Dice una voce alle mie spalle e io, istintivamente urlo e scappo, ma lui mi prende in braccio e mi coccola, solo ora vedo che è mio zio. –oh, zio, sei tu…- lui mi guarda un po’ severo –non devi andare via così, e se ti capitava qualcosa? Dì un po’… anche tu volevi andare a vedere la tua casa… o meglio… le macerie…- io lo guardo facendo la finta tonta –macerie?- lui mi guarda contrariato –Kagome! Non si dicono le bugie! Lo so bene che hai sentito, non ti dovrei conoscere, sei troppo uguale a Hiroshi, non so fino a dove hai ascoltato e se hai sentito solo tu o anche Sango, ma tu hai origliato!- poi mi sorride benevolo, mi da un bacio sulla fronte e andiamo dove fino a quella mattina sorgeva casa mia. Appena lì fisso il cielo d’istinto e sembra che le due stelle di prima ora siano vicinissime. Sorrido, mi avvicino alla montagna di macerie non ancora del tutto rimossa –m…mamma….- intravedo un braccialetto, quello che chiedevo sempre a mamma, uno d’argento, con delle stelle e delle farfalle che pendevano da esso. Glielo aveva regalato papà per il loro fidanzamento. Lo infilo veloce in tasca e vedo zio piangere. Lo abbraccio scoppiando in lacrime. Poi mi sento stranamente osservata e istintivamente giro la testa verso alcune siepi, dove per pochi secondi vedo due oggetti ambrati, che poi spariscono, insieme alla sensazione di essere osservata… chi lo sa, forse erano occhi… nah e chi vive nella casa abbandonata dei Takari?! Nessuno col sale in zucca!-
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Sono le nove del mattino quando Shihori si sveglia.
Tossisco pesantemente per la polvere, così mi alzo, mangio una brioche e inizio a spazzare, buttando tutto fuori in giardino, dove vedo, attraverso le siepi, alcuni uomini togliere le macerie di quella casa.
Vedo passare di lì una bambina, guardava dispiaciuta quella casa, aveva dei capelli lunghi e neri, con una frangia, indossava una maglia bianca e una gonna rossa, si accorge che la fisso, si gira, io mi nascondo, all’improvviso la sento che mi tocca un braccio –pst! ehy, tu! Che hai da guardare, marmocchio?!- io la guardo irritato –e tu che ci fai a casa mia?!- lei ride –questa la chiami casa, marmocchio?!- scatto su –e perché tu dove abiti?!- lei si incupisce –in orfanotrofio, prima….. ora non ho più nulla, sono scappata… ok, marmocchio?- abbasso il capo colpevole –scusa- lei sorride appena –scuse accettate, marmocchio- io sbuffo –oh Kami!!! Ma la finisci di chiamarmi marmocchio?!- la vedo ridere di gusto –non mi hai detto come ti chiami, come faccio a chiamati con altri nomi? Dimmi come ti chiami e non ti chiamerò più marmocchio- sorrido –InuYasha- ei annuisce, ma che cavolo si annuisce, ‘sta papera?! –InuYasha… me lo ricorderò. Io comunque mi chiamo Kikyo, ora vado, se mi trovano mi riportano in quel carcere- scappa via, una bimba della mia età costretta a girovagare sola.
-SESSHOMAAAARUUUUU!!!!- urlo, mentre Shihori ride e Sesshomaru inarca un sopracciglio –che?- gli racconto così della bambina, e dopo svariate proteste riesco a convincerlo a ospitare la ragazzina.
-Ma ciao, InuYasha!!!!- mi abbraccia…. Ma chi le ha dato tutta sta confidenza?! Ci conosciamo da stamani! –ehm… c…ciao?- arrossisco vivacemente. E anche questa sera, Sesshomaru è andato via ed è tornato dopo una mezz’ora con cibo e soldi…. E anche sta volta non mi vuole dire dove le ha prese… ha preso anche un pigiama per Kikyo, che si è cambiata davanti a noi… o meglio, da bimba innocente quale è, lei voleva cambiarsi davanti a noi, ma Sesshomaru mi ha preso per un braccio, rosso come un pomodoro maturo, e mi ha fatto uscire in giardino con lui. –perché siamo usciti, Sesshomaru?- lui mi guarda rosso –bè perché tu sei un maschietto… noi siamo dei maschietti e Kikyo è una femminuccia…- io lo guardo senza capire –e allora?- lui scuote la testa e arrossisce il doppio –bè…. Ecco…. Si vabbè te lo spiegherò quando sarai più grande- quando rientriamo lei dorme beata sul pavimento in un angolo –I…InuYasha? Ti spiace a…alzare la coperta?- dice Sesshomaru prendendo Kikyo fra le braccia. Io alzo la coperta e, appena Sesshomaru posa Kikyo e Shihori nel letto, mi infilo e mi addormento.
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Sono circa le due del mattino, mi sono svegliato, risento ancora le urla di quelle due persone…. Mi siedo e penso…. Penso a me, penso a Kagome, alla bomba, se si è salvata, se è morta… no lei non era tra i corpi… allora si sarà salvata! Si… ma dov’è? Sta bene? E soprattutto? Che mi importa, se neppure la conosco? Intanto sento dei bisbigli in strada, così sguscio dal letto, ma Kikyo, nel sonno, mi abbraccia. Arrossisco e delicatamente sposto la mano. Esco, mi avvicino alle siepi. –m…mamma…- dice una bambina, prendendo qualcosa dalle macerie di quella casa. Lo mette al polso, forse un bracciale o un orologio… “pezzente, rubare ad un morto. Puah!” si gira verso un adulto che è là vicino e scoppia a piangere… non so perché, ma credo di averla mal giudicato… all’improvviso si gira verso di me, la vedo, un metro da me, occhi scuri, color cioccolato, capelli corti, un fiocco dietro la nuca, un jeans rosa, una maglia verde e una felpa sbottonata bianca come le scarpette. Ma… Oddio e se denunziasse che siamo qui? Mi nascondo. La vedo fissare le siepi ancora pochi istanti, fare spallucce ed andarsene, mano nella mano con quell’uomo. Devo dire che è una bimba molto carina… e simile a Kikyo… ma perché ora penso a kikyo e perché faccio paragoni? Mah!

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Capitolo 4
*** Quel che sarà... ***


Cacciatore di stelle

Quel che sarà…

Quella mattina era il 10 luglio, quella mattina io e Sota andammo via dalla casa degli zii.
Era una mattina leggermente coperta con un cielo molto scuro, nonostante le nuvole fossero poche. Io sono appena uscita dalla doccia insieme a Sango, ma la zia non mi fa vestire sola, dice che devo muovermi, così mi veste lei. Vado in salotto, avvertendo che tutta quell’agitazione proviene da lì, e vedo due uomini che mi tendono la mano amichevolmente, sorridendo. –vieni, piccola, tu e tuo fratello andrete a fare un giretto con noi, ti portiamo da tanti bimbi con cui giocare, eh? Prendi le tue cose, su, da brava- vorrei non farlo, ma non ho scelta, prendo le valigie non ancora disfatte in lacrime, il mio fratellino con il ciuccio in bocca che tiene la mano, o meglio due dita, di uno dei due uomini, mentre l’altro prende le valigie, e vedo, partendo in auto, la casa dei miei zii allontanarsi sempre più.
Arrivata lì una donna anziana, con una benda all’occhio, credo malato, che mi sorride gentilmente, mi tende la mano e accompagna me e Sota in una stanzetta piccola con un mini bagno che a me pare troppo stretto per i 5 posti letto che la camera ospita. Ma a quanto pare, per ora gli unici ospiti siamo noi. –allora, Kagome, giusto? Io sono Kaede, questo è l’orfanotrofio “Yurai’s children”, abiterai qui, per un po’… vieni andiamo a conoscere gli altri bambini!- mi prende in braccio e mi porta da alcuni bimbetti, una quindicina circa. Sota arriva allegro saltellando dalle scale. –ragazzi, lei è Kagome e lui è il suo fratellino Sota. Mi raccomando, fate i bravi e trattateli bene, sono piccolini!- così dicendo va via –ciao!- dice un bambino dagli occhi color terriccio e i capelli di un bel nocciola chiaro –io mi chiamo Akitoki Hojo, tu?- mi porge una manina –ehm… Kagome Higurashi- ignoro la sua mano stringendomi nelle spalle. –ciao, io sono Chiharu Chiasa- mi dice una bimba dagli occhi vivaci e grigi, i capelli lunghi e castano chiaro, più di quello di Sango, meno di quello di Hojo. Rido divertita e la bimba mi fa una smorfia –che ho di tanto buffo?!- mi ammutolisco –scusa, non volevo offenderti, mi diverte il tuo nome… Chieharu significa mille primavere, no? E Chiasa mille mattine, giusto? Mi ha fatto ridere che entrambi abbiano a che fare con il numero mille, tutto qui- sorride –ah si? Non sapevo il significato del mio cognome- sorrido e lei mi invita a giocare con le sue bambole, mentre Hojo gioca con Sota.
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2 agosto
-signor Kumo, i marmocchi si sono salvati- L’uomo si rabbuiò –rammentami… rammentami l’età delle pesti…- aveva la testa bassa –ehm… 5 e 2 anni signore…- l’uomo sorrise –bene, lasciali, non sanno nulla- fece cenno al ragazzo di andare ma l’altro rimase lì –ma signore… il fratello di Higurashi sa... e vorrà adottare i nipoti…- l’uomo spense il sorriso –in tal caso… uccidete l’uomo!-
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Due mesi dopo….
-Sakura, ce l’ho quasi fatta, ho quasi in mano la loro adozione!- urla felice l‘uomo, abbracciando allegro la moglie –davvero caro?? AHHH CHE BEEELLOOOOOOOOO!!!!!- Sango e Kohaku sorrisero allegri.
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48 ore dopo….
-mi spiace signora Higurashi… suo marito non ce l’ha fatta… l’auto che l’ha investito ha ridotto in modo orrendo il corpo… mi spiace, le mie più sentite condoglianze…-
Kohaku guardò il tutto perplesso, Sango scoppiò, con la madre, a piangere disperata.
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Poche ore dopo…
-piccoli, mi spiace, ma la vostra mamma ha provato a volare verso la felicità. Ora è in viaggio, voi andrete dai vostri cuginetti- disse uno dei due omoni a Sango e Kohaku. Kohaku piangeva, Sango no, era afflitta dai sensi di colpi, la madre si era buttata dal balcone per disperazione avanti a lei… e lei non aveva fatto altro che piangere, non l’aveva salvata, era colpa sua.
Si incamminarono verso l’orfanotrofio “Yurai’s Children”.
Appena lì…. –SANGO! OH SANGO COME SONO FELICE DI VEDERTI! MI MANCAVI! NON SAI… ehi, ma che è successo? E poi… perché sei qui?- lo so, sono la solita chiacchierona. Abbraccio la cuginetta e chiedo a Kaede se possono dormire nella mia stanza. Porto tutte le loro cose, su, nella mia stanza, Sota e Kohaku restano giù a giocare con Chiharu e Akitoki, anche se non so perché lo chiamo per cognome, mah! –vieni qui, cucciola! Che è successo?- sapevo già cosa fosse successo, lo immaginavo, ma volevo che si sfogasse. Mi racconta tutto in lacrime, mentre io la consolo dicendo che non è colpa sua.
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Un anno dopo…
-si…SIGNORA KAEDE CHE AVETE?!?!?- urlo impietrita, mentre la mole dell’anziana donna mi cade avanti. Ed ecco, che la nipote della donna, Kurai Masa, appare da dietro –VIA TUTTI!!! Zia! Zia come stai?- Kaede non risponde, chiamano l’ambulanza, un infarto, riposo assoluto, le uniche parole che capisco. Ma allora.. chi si occuperà di noi??? –ehm… bambini, mia zia sta male, perciò mi occuperò io di voiiiiiii- sorride, ma io non mi fido molto.
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Un anno dopo…
Le cose da quel giorno sono cambiate, dai 6 anni in su (io allora ne avevo sei, ora ne ho sette) i ragazzi dovevano aiutare a fare la spesa, a cucinare ecc.… mentre noi ragazze dovevamo cucinare e fare le pulizie di casa, mentre Kurai stava bela e calma nel suo studio, solo io so il mal di stomaco che ho a causa dei detersivi e dei loro odori. Sota ora è più cupo, triste ed isolato. Mentre il povero Kohaku è più maturo di me alla sua età, quasi.
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7 luglio
Abbiamo trovato, davanti casa, una bimba con la febbre alta, di qualche mese più piccola di Sota e Kohaku. Si chiama Rin, è molto carina e gaia, mi spiacerebbe se quel bel sorriso si spegnesse. Continua a dire che un ragazzo dai capelli corti e neri l’ha portata lì, noi stavamo tornando da scuola quando l’abbiamo vista addormentata davanti l’uscio, ed era sola. Continua a chiamarlo, Sessho, dice che un bimbo di 7 anni e una di 3 lo hanno chiamato così, pregandolo di tenerla con loro, ma lui l’aveva lasciata lì. Questa notte per me, un tempo era gaiosa, oggi…
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Oggi era giorno di adozioni… di nuovo! Hanno preso solo me, ma in ora ho rotto tre vasi, scarabocchiato quadri e picchiato il figlio del vicino… e ora rieccomi qui. È una nostra tattica, mia, di Sango, di Sota, Kohaku e Rin, con cui siamo molto amici, quasi fratelli. Non vogliamo separarci, e anche se odiamo quell’orfanotrofio, non vogliamo andare via e separarci e neppure lasciare Hojo e Chiharu. Speriamo solo che Kaede si riprenda presto, è ancora in coma. Già ieri ha avuto un altro infarto ed è entrata in coma…
Sospiro e mi prendo, silenziosamente, gli schiaffi che condivido con la mia “famiglia”
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-AHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!! SIGNORINA KURAII!!!!! HO UN’EMORARGIA!!! HO DELLE PERDITE DI SANGUE!!!!!!!- urlo fiondandomi nello studio della donna, che mi guarda scioccata –c…cosa…? Dove…?- arrossisco –nelle… parti basse…- si passa una mano sulla fronte, oddio Kagome, che infarto! Non basta mia zia a farmi spaventare… è normale, sei una ragazza… si chiama ciclo mestruale, anche a Sango verranno, tranquilla, hai 10 anni, è normalissimo!- mi patta gentilmente la testa. –e il mal di schiena e ml di pancia che ho…?- ride –ahahah tranquilla fa parte del ciclo, come il nervosismo e il mal di testa- per la prima volta, vidi la signorina Kurai… umana.
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 Mi sento strana, ho 13 anni e mezzo, quasi 14 a marzo, ma ultimamente il desiderio di famiglia che ho da quando sono orfana, sta diventando una fissa, non posso vedere carrozzine, donne gravide o robe simili per scoppiare in lacrime… ma lo rivelo solo al mio carillon e al mio diario segreto, oramai zuppo di lacrime.
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Kikyo e Shihori sono sempre più affiatate, sembrano sorelle. Devo dire che, nonostante inizialmente non la sopportavo, mi sta iniziando ad esser simpatica e devo ammettere che è proprio carina… sarà… sarà la mia sorellina!
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Un anno dopo…
Vedo spesso quella bimba che vidi tempo fa, passare davanti quella casa, o meglio dove prima c’era quella casa. Insieme vi è una ragazzina della setta età e due bimbi di 3 anni, che credo vadano all’asilo. Non so perché, ma quella bambina mi ricorda molto Kikyo… che sia sua parente? Mah! Meglio però se non mi impiccio…
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Un anno dopo ancora…
Le giornate passano monotone, Sesshomaru ora ha 10 anni, ma non mi piace quel che fa, ogni sera torna con qualcosa di nuovo, e con soldi, credo stia imparando a rubare…. Anzi, ha imparato da due anni.
L’altra sera era il 7 luglio… sono passati due anni dal nostro abbandono, dalla fuga, dall’orologio e dal mistero ancora irrisolto che circonda quell’orologio… due anni di silenzio perché chi ci sente ci può denunziare alla polizia e farci andare in orfanotrofio, due anni di Kikyo.
Il 6 abbiamo trovato, rannicchiata a terra, una bimba di 4 anni con la febbre alta, è stata con noi tutta la notte, mentre io e Shihori pregavamo Sesshomaru di tenerla con noi, Kikyo non diceva nulla, né si né no, ma il giorno, verso ora di pranzo ha portato la ragazza in orfanotrofio, sapeva che l’avrebbero trovata gli orfani che tornavano da scuola.
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Tre anni dopo…
Oramai ho 10 anni, e oggi sono venuti due orfani, Koga e Ayame, se non sbaglio. Sono “amici” di Sesshomaru e ci hanno chiesto ospitalità. Intanto, di nascosto, Sesshomaru e Koga sono andati alla mia vecchia casa,ancora disabitata, e vogliono ritrovare le chiavi, per andarci segretamente a vivere, tanto è una casa isolata, in campagna, chi andrebbe a vedere lì?! Nella casa di un miliardario forse defunto?! Nessuno. Sta mattina Kikyo ha avuto una forte perdita di Sangue, meno male c’era Ayame, le ha spiegato qualcosa, ma a noi maschietti non ha fatto sentire nulla, solo loro e Shihori, in quanto ragazza. Chissà che è successo…
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Una settimana dopo…
-CE L’ABBIAMO FATTAAAAAAA!!!!!!!!!! SIIIIII!! ABBIAMO DI NUOVO CASAAAAA!!!!!!!- urla Sesshomaru mentre io gli tiro in testa una scarpa ricordandogli di non urlare.
-ah già… domani notte si torna a casa, porteremo con noi solo i soldi e il cibo e roba simile, la carrozzella di Shihori e cose che non usiamo più lasciamole qua-
Annuisco, non ho più la paura che avevo un tempo, e Sesshomaru, purtroppo, non è più come anni fa, sorridente, coccoloso, amorevole… no ora è freddo e distaccato, credo sia l’influenza di Koga, odio quel ragazzo, anche se, a dire il vero, se si facesse male, ci starei male anche io...
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Quando siamo entrati a casa, abbiamo trovato un ragazzino della mia età, un certo Miroku, era nella soffitta, unico luogo dove non avevano visto. E anche lui è entrato nella… ma si, perché no, possiamo benissimo chiamarla gang, e dato che il più grande è Sesshomaru… la gang di Sesshomaru&Co. … si, suona bene
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Ho 14 anni, quasi…, Koga e Ayame mi passano avanti e si sbaciucchiano di continuo (è da poco dopo che siamo a casa che stanno insieme)… io e Kikyo stiamo provando a stare assieme, e per ora va tutto ok, anche se, a una festa in discoteca, abbiamo incontrato una gang che sembra essere capeggiata dal figlio del capo della Yakuza e che ha messo gli occhi su Kikyo… grrrrrr che nervi!!!!!!!!!!!!!! Se lo prendo, quel Naraku, lo gonfio di Schiaffi!!!! Chi si credono di essere, quei 6 pagliacci?! Soprattutto quel Jakotsu che si veste da ragazza e mi ha messo gli occhi addosso! AAAAHOH!! IO SO FELICEMENTE ETERO E FIDANZATO ANCHE, OH!
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-Kikyo… Kikyo… KIKYOOOOOOOOOOOO!!!!- urlo in lacrime. Come avevo potuto lasciare che succedesse? Che Naraku me la portasse via, uccidendola? Non è stato un incidente come vuol far credere, tutto perché lei si è rifiutata a concedersi a lui. Ma la cosa più orribile è che lui si è travestito da me e l’accoltellata, e lei, in punto di morte, ha detto <>. Ho dovuto abbandonare lì il corpo… quando sono tornato a casa, pochi minuti fa, sono salito qui, su un albero chiamato Goshinboku, voglio vivere qui per sempre, morire qui. Ma… ora che ci penso… se Kikyo ha detto così e ha creduto che Naraku fossi io… significa che non aveva fiducia in me! Questa conoscenza mi strappa il cuore dal petto, così mi metto sull’albero e lì resto.

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Capitolo 5
*** Per Favore... ***


Cacciatore di stelle

Per favore…

-AHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!! MI SONO SVEGLIATA TARDI, FARÒ TARDI A SCUOLA GIUSTO IL GIORNO DEL MIO COMPLEANNO!!!!!!! AHHHHHHHHHHHH!!!!! SOTA, KOHAKU, SANGO, SVEGLI… ehy, ma dove cavolo sono?- mi guardo attorno, nella stanza semivuota “saranno andati a scuola senza di me…” penso e sconsolata scendo giù per un morso alla colazione e una fuga prima che la signorina Kurai mi veda.
-Ah! Finalmente ti sei svegliata, Kagome!- dice Sango guardandomi con aria di rimprovero –scusa, Sango… ma te potevi chiamarmi, no?- la vedo fulminarmi con lo sguardo -È QUELLO CHE HO FATTO, SCEMA! MA TU DORMI COME UN GHIRO!- e mi getta contro il bento e una brioche –mmmm… bella colazione per il mio compleanno…- rabbrividisco all’occhiata di Sango che mi fa intendere si sta per trasformare in Jack lo squartatore – ah si? E spiegami… CHE CAZZO DI COLPA C’HO IO CHE TE RONFI!?!?! ORA MANGIA E ZITTA!- eseguo mentre Sota si avvicina a Sango –Cuginetta… stiamo facendo parecchio tardi… la professoressa ci metterà una nota… io e Kohaku andiamo…- e si volatilizzano insieme, mentre poco dopo anche io e Sango siamo alle pazze corse.
Arriviamo finalmente a scuola ma con mezz’ora di ritardo. Bussiamo e apriamo –scusi professoressa, abbiamo perso la metropolitana e…- la prof ci fulmina –Higurashi, sempre voi! Filate IMMEDIATAMENTE a posto prima che chiami le vostre fam… ehm…- la prof si ammutolì dispiaciuta –sedetevi, su- annuiamo talmente tristi che non diamo peso neppure al dolore alle gambe o al fiato corto.
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Lezione finita….
Sospiro, per tutta la giornata pensavo alla mia famiglia, oramai non ricordo nulla di loro, ne vero nome, ne aspetto, ne voce, solo ciò che raccontavo a Sota da piccolo, ma non ricordo quando mi successero ma solo quando le raccontavo… che brutta sensazione… raccolgo i libri, butto il bento ancora intatto nella spazzatura e, insieme a Sango esco dalla scuola media, dove ci stanno aspettando Sota e Kohaku che sono usciti appena il bidello ha suonato la campanella, per loro è facile, fanno solo la prima media, noi dobbiamo fare gli esami invece… So per certo che i miei pensieri ora combaciano con quelli della mia cugina gemella.
Saluto con un bacio i piccoli e insieme andiamo a casa. Stamattina, mentre correvo, ho visto una grande casa su cui avanti c’era un albero e su un ragazzino che sembrava addormentato, così decido di passarci vicino, ma non entro in quella casa. Il ragazzo è ancora lì su… ODDIO E SE È MORTO? Decido quindi di andare a vedere, ma lo sento respirare, avvicino titubante una mano sul suo petto e lui si sveglia –oh, scusa…- dico impaurita –lui mi fissa a bocca aperta, poi ghigna –tsk, Kikyo, sei ancora viva, eh, veccia strega? Come mai sei tornata? E perché hai finto di morire??- mi guarda irato –Ki...Kikyo? scusi, ma chi è Kikyo?- dico confusa mentre il tizio mi fulmina con gli occhi –KIKYO SMETTILA DI DIRE BALLE!- lo guardo stranita –ma allora sei scemo forte, marmocchio! Ho detto non sono Kikyo!!- vedo uscire un ragazzino dagli occhi nero-grigi della nostra età –Vedi, maledetta? Ti sei tradita, mi hai chiamato marmocchio, Kikyo mi chiamava così! Va via, maledetta!- lo guardai adirata mentre sentii quel ragazzo dire –InuYasha finalmente ti sei svegliato, erano 5 giorni che non aprivi gli occhi… ehy, buongiorno, splendore- dice poi riferendosi a me e stringendomi a sé come se ci conoscessimo da secoli o come se fossimo una coppia –bellezza, sai, io ho una malattia incurabile… vorrebbe essere la madre dei miei figli- dice poi toccandomi il sedere –CHEEEE?????- strillo troppo scioccata per muovere un muscolo mentre Sango viene verso di me –Kagome ma che…. KAGOOOOME!!! CHI CAZZO È STO TIPO CHE TI STA A TOCCARE?!?!- urla mentre da a schiaffi il ragazzo che appena la vede mi lascia subito –scusi, signorina, sono stato un vero maleducato, non mi sono presentato, Miroku Daisuke, al vostro servizio- dice guardandomi come in una muta preghiera di silenzio e baciando la mano a Sango come se fossimo nel Sengoku. Vedo Sango arrossire –noi siamo Kagome e Sango Higurashi e se non vi dispiace dobbiamo tornare in orfanotrofio prima di una lavata di capo- dico io salutando Miroku e guardando in cagnesco InuYasha, anche se tra me e lui, per il nome, il cane è lui, e correndo a tutta velocità verso Sota e Kohaku.
Torniamo all’orfanotrofio, ma Rin ci dice di farci vedere vicino al supermercato perché lei ha detto alla signorina Kurai che noi eravamo li per comprarle del miele per il suo mal di gola, motivo per cui oggi ha saltato scuola. Facciamo come dice, ma mentre siamo là… incontriamo InuYasha e Miroku, ma questa è sfiga!
-buongiorno, donzelle e… fanciulli? Chi sono?- chiede Miroku –lui è il fratello di Sango, Kohaku, mio cugino, e lui è Sota, mio fratello- presento io mentre i miei fratelli si presentano ai due –dove andate?- dice Miroku –al supermercato, voi?- InuYasha mi guarda in modo strano, ma non gli do peso –passeggiavamo… e ci chiedevamo… ma… ci tenete proprio a stare in orfanotrofio? So che trattano male e… volevamo che venivate a stare con noi e i nostri amici…- io sono titubante, Sango ci pensa, Sota ha gli occhi che brillano e Kohaku, più maturo di Sota, capisce che non sono cattivi e ci chiede di accettare. Guardo Sango e insieme annuiamo –bene, raga…zzi? Si vabbè parlo con voi che siete grandi, vi accompagniamo un attimo a prendere alcune vostre cose, non tutte oggi, e andiamo a casa- annuisco e torniamo all’orfanotrofio, ma, siccome è una fuga, entriamo dal retro, precisamente dalla nostra finestra, la stessa stanza di Rin, che ora è di certo in cucina. Faccio la scaletta su Sango, mi arrampico sul bidone dell’immondizia e con un salto mi aggrappo a una scala mignon che tiro giù e si allunga, che è attaccata al davanzale della mia finestra. Solo ora mi accorgo di avere ancora la gonna della divisa e che sotto ho un InuYasha che è incazzato e un Miroku maniaco, arrossisco e, appena la scala tocca terra mi abbasso la gonna e salgo con la mia famiglia su in camera e piano togliamo i libri dagli zaini e mettiamo abiti e io metto anche il mio carillon. Tutti scendono dalla scala con gli zaini, anche il mio, e poi io richiudo dalla mia stanza la scala e con un salto precipito sul bidone, per poi avvicinami al gruppo. Non sapevo che avevo fatto rumore e che Akitoki si era affacciato in tempo per vedere me e Sango andare via con le ombre dei nostri fratelli avanti, non aveva però visto InuYasha e Miroku.
Appena lì vedo un ragazzo di circa 18 anni venirci in contro e… brrr, mamma mia che freddezza che ha questo ragazzo –ragazze lui è il capo della nostra Gang, Sesshomaru, dentro ci sono Koga e Ayame, non date peso alle loro smancerie amorose. Ci dovrebbe essere anche la sorella di InuYasha e Sesshomaru, Shihori, ma è partita ieri per qualche mese…- disse Miroku facendoci entrare, ma mentre stavo per entrare io, lui mi ferma e dice –poi, splendore, non mi avete più risposto… mi darete l’onore di un figlio con voi?- “n-no… non doveva parlarmi di figli… già sento le lacrime… no no dai Kagome non piangere ti prego” mi dico mentre fiumi d’acqua minacciano di scorrere dai miei occhi. Guardo Sango che capisce al volo, allontano in malo modo Miroku e vado dietro la casa oramai in lacrime. Miroku mi guarda allibito –ma che… ho detto…?- chiede mentre Sango sorride malinconica –nulla, Miroku, non è colpa tua, ma… non so come spiegarlo, il problema di Kagome…- poi viene verso di me abbracciandomi e io mi stringo forte a lei in singhiozzi.
Vado in camera con lei e lì mi accovaccio sul letto fregandomene della gonna e mi ascolto in lacrime il carillon. Solo allora vedo InuYasha fissarmi –Kikyo tutto ok?- dice preoccupato, ma di risposta ha un cuscino in faccia –NON MI CHIAMO KIKYO, MALEDIZIONE! CHIAMAMI KAGOME! Per… per favore, ti prego, chiamami Kagome…- sorride –ok…- lo vedo poi sghignazzare -…Kikyo!- ringhio e gli butto un altro cuscino dietro, mentre lui si allontana ridendo di cuore. Appena chiude la porta però improvvisamente anche io scoppio a ridere. Tutto sommato… non è stato un mal compleanno.
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Oggi ho visto una ragazzina… era identica a Kikyo… mi ha toccato e stranamente mi sono svegliato dalla potenza dei sonniferi che prendevo appena mi svegliavo, e devo dire che quando Miroku ci ha provato come sempre mi sono anche un po’ incavolato, ma a lui sembra piacere la cugina, Sango, è per lei che mi ha convinto e ha convinto tutti gli altri a farle venire a vivere da noi. Mi sono divertito molto però a vederla saltare come una pazza per entrare in camera, e soprattutto mi è molto piaciuto vedere quel che aveva sotto la gonna… ODDIO STO DIVENTANDO COME MIROKU!!! NOOOO!!!!!! Vabbè capirai, sono umano anche io… solo che poi mi ha fatto un tale imbarazzo quel rigonfio nei pantaloni che sempre aumentava di più e non riuscivo a spiegare… e dire che pensavo di risolvere chiedendo a Miroku, ma quello è scoppiato a ridere a crepapelle. Inutile bonzo corrotto… se non fosse figlio illegale di un bonzo e una donna oramai defunta forse non sarebbe così… e il bonzo di cui è figlio è corrotto come lui, meno male non tutti sono così se no poveri noi!
Mi ha rimasto però perplesso molto il suo comportamento quando ha sentito Miroku chiederle un figlio… ok lo shock, l’imbarazzo, la figuraccia fatta… ma scoppiare a piangere… quando poi è entrata in camera sua ho visto Sesshomaru scuotere la testa contrariato.
Quando sono entrato in camera sua era accovacciata, con tutta la gonna alzata o quasi, e già risentivo quel formicolio, così non mi sono avvicinato ma sono rimasto sulla soglia a fissarla finché non si è girata e non ho visto che piangeva ancora e che aveva un carillon che suonava attaccato al ciondolo che porta al collo –Kikyo, tutto ok?- so che non si chiama Kikyo ma mi viene spontaneo chiamarla così e poi mi piace quando si arrabbia, infatti improvvisamente ho ricevuto un cuscino in piena faccia e un urlo che diceva –NON MI CHIAMO KIKYO, MALEDIZIONE! CHIAMAMI KAGOME!- io intanto me la godevo dal divertimento, ma poi si è fatta piccola piccola come un agnellino e ha detto –per… per favore, ti prego, chiamami Kagome…- mi ha fatta tanta tenerezza, così, per farla ridere, ho detto un –ok… Kikyo!- sghignazzando e poi ridendo e ricevendo l’ennesima cuscinata in faccia. Chiudo la porta e, come volevo, la sento ridere. Sorrido allegro e mi ricordo del mio “problemino” e richiedo minaccioso a Miroku il suo aiuto e, dopo altre mille sue risate finite poi con un mio pugno, mi suggerisce una doccia gelata a marzo… brrr maledetto freddo di 30 marzo… ma come fanno Sango e Kagome con quelle minigonne?! Mi faccio la doccia ed esco, chiedo poi agli altri che ne pensano dei 4 nuovi, Koga sembra molto “contento” dell’arrivo di Kagome, ci avrà puntato su gli occhi, mentre Ayame non è altrettanto felice, anzi. Ma chi più mi sconforta è Sesshomaru che, dopo la reazione esagerata e misteriosa, le urla e poi la risata appena sentita da parte di Kagome la crede pazza… ma secondo me non è vero… cioè, la risata e le urla le so perché le ha fatte, il pianto… ci sarà un perché, ne sono certo! Comunque, a parte Kagome, gli altri hanno fatto una buona impressione, educati e corretti i ragazzi, bella, simpatica e con la testa sulle spalle Sango. A un tratto sento un -AAUGURI KA-CHAAAAAN!!!- da parte dei tre orfani venire dalla stanza di Sango e Kagome e poi un timido –grazie- sussurrato da Kagome. Quindi… è il suo compleanno e lei piange? Ah no, non lo posso sopportare, ora ci penso io, tanto sono ancora le 8 di sera e facciamo in tempo a fare qualcosina.

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Capitolo 6
*** Che succede qui??? ***


Cacciatore di stelle
Che Succede Qui???
-ma che succede qui?- chiede Sesshomaru, vedendo me armeggiare pericolosamente con carta e penna con fare da ingegnere.

-Sango! Tu… tieni occupata Kagome! Sota, tu mi aiuterai a comprare il regalo! Kohaku e Miroku, voi comprerete gli addobbi, Ayame, tu vedi che fanno tutto bene… Ah, Sesshomaru! Tu… cucini!- dico mettendogli un grembiulino rosa confetto a cuori, che era della nonna e che lo fa sembrare un po’ Barbie al maschile –bene, io vado!- dico correndo via con Sota –allora… Sota, vero? Bene… cosa piace a tua sorella?- chiedo distratto –mm… stelle… ma so che a lei sono sempre piaciuti i diari segreti, perché spesso non vuole aprirsi a parole e vorrebbe sfogarsi cosi, scrivendo- dice lui.
Entriamo in un negozio chiamato “stella dei desideri”.
-buonasera, in cosa posso esservi utile?- chiede una commessa “meno male non c’è Miroku!” –ehm… un regalo per una ragazza di 14 anni… ama le stelle, la musica, i diari…- dico io, mentre la ragazza mi strizza l’occhio –è per la fidanzatina, eh? Bè, ho il regalo perfetto per te!- dice dandomi un piccolo diario rosa pastello tempestato di cuori e con al centro un orsacchiotto che abbraccia un cuore enorme. Solo ora, facendo andare la luce sul diario, noto che alla luce ci sono dei brillantini dorati a forma di stelle, ma che non si sentono al tocco, e non si notano se non va la luce a farli brillare. Sorrido, era ciò che ci voleva per lei –è perfetto, grazie, quant’è?- chiedo prendendo il portafogli –nulla, è un omaggio, sono rari i ragazzi dolci come te, aspetta che ti faccio il pacco… come si chiama?- dice incartando il diario e una penna con su un orso che abbraccia un cuore, quasi fossero un completo –Kagome- la vedo scrivere e chiudere il pacco… mah! –grazie- dico correndo via.
passando davanti al supermarket, vedo Kohaku che compra delle candeline –PORCA PUTTANA! LA TORTA!- urlo avvilito -Tranquillo, l’ha fatta Sesshomaru- dice Kohaku raggiungendomi.
Torniamo a casa, Kagome è ancora in camera, Miroku stava mettendo l’ultimo festone, Ayame applaudiva soddisfatta e… Sesshomaru-Barbie-Dolce-Forno stava guarnendo la torna… ok, sto per ridergli in faccia! –mamma, Ayame… non hai esagerato a far cucinare tanto e con le decorazioni… siamo pochi…- dico fissando tutto, soprattutto il barbie.
-naaah, che capisci tu di donne! Dai valla a chiamare! Sango è in bagno, quindi ci raggiungerà a momenti-
Annuisco e corro su a chiamare Kagome, che però… DORME?!?!?!? AH NO, SIGNORINA!! La scuoto e lei apre un occhio assopita –oh… Inu-chan, sei tu…- e chi si aspettava? Un momento... –I…Inu-chan?! Mi hai dato del cane?!- dico isterico e lei, per tutta risposta scoppia a ridere –ora sei tanto nervoso che i capelli sono leggermente alzati e sembri un gatto, ahahah!- faccio il muso, ma devo dire che mi piace vederla ridere, è un suono che voglio non si spenga mai –no, dai non essere imbronciato!- dice guardandomi colpevole, con quegli occhi pucci immensamente tristi –no no no! Non ti rattristire!- dico più triste di lei, avevo spento la sua risata… -ok, comunque… come mai qui?- dice guardandomi curiosa –ti cercano giù…- dico e lei, per tutta risosta sorride curiosa, si alza di scatto facendo muovere la gonna benedetta che la scopre un po’, e prendendomi per mano mi tira dietro –andiamo, InuYasha!- dice sorridente –s…si!- dico seguendola e sorridendo.
Giù vi era un enorme silenzio e appena arriviamo –SORPRESAAAAAAAAAAAAAA!!!!!- urlano mentre io sobbalzo con tre battiti in meno –auguri, Ka-chan! Dice Ayame infilzandogli in bocca un tramezzino –mangia, ho cucinato io! ^u^- dice mentre Sesshomaru le fa le lampade abbronzanti con lo sguardo. Vedo poi Kagome ricevere altri stuzzichini in bocca, senza che riesca ad avere il tempo di mangiare, fino ad avere le guance gonfie come una ranocchia. Rido, prima che lei inizi a tossire (o almeno tenta, ma la bocca è troppo piena per tossire) –Ayame, basta! Ora la ammazzi!- dico mentre lei fa la faccia come per dire ‘è proprio ciò che voglio!’. Do alcuni colpi dietro la schiena a Kagome, finchè non sputa tutto in un piatto. –Ma insomma, Ayame! Quasi la uccidevi!- la rimprovera Koga –io non voglio ucciderla…- risponde la rossa, piccata -…volevo solo soffocarla!- dice poi a voce più bassa.
Dopo la cena, Kagome va a prendere una cosa in camera, ma tarda, così la vado a chiamare, ma dice di non trovare la sua chiave, senza si sente persa. L’aiuto a cercarla, lei si mette a vedere sotto il letto, e io la trovo vicino il comodino. Mi giro per rendergliela ma vederla cosi, a gattoni con la testa a terra e la gonna che lascia veder troppo mi fa alle alla ‘sua’ salute… tossisco, bordeaux dall’imbarazzo. Lei si alza di scatto, così faccio tintinnare la chiave e lei per tutta risposta mi abbraccia. Arrossisco, se possibile, di più anche perché il suo ‘petto’ è troppo incollato a me. “ahi, di nuovo quel formicolio.. che pizza!” stringo le gambe, quasi dovessi urinare, i troppi ‘bel vedere panoramici’ di oggi ed essere nella stanza con lei, non era di certo qualcosa di positivo. –ehm… ah! Il mio regalo!- dico porgendo il pacchetto con la carta blu a stelline e il fiocco rosso. Lei lo apre, cosa strana, giacchè nessun giapponese apre, per educazione, i regali davanti a chi te lo ha fatto. –Scusa, Inu-c…InuYasha- si corregge e io sorrido divertito –lo so che non dovrei aprirlo davanti a te, ma son troppo curiosa. Scusa, non voglio che tu pensi che io tenga più al regalo che al gesto o a te…- dice in difficoltà-tranquilla, anzi è meglio, così so se ti piace!- la vedo aprire e fissare estasiata il diario, per puoi metterlo alla luce della candela che illuminava la stanza //candela perché purtroppo non potendo farsi scoprire, in quella casa non usano acqua o corrente, per l’acqua vanno alla sorgente vicino casa e per la corrente tipo per il cellulare, il frigo ecc… usufruiscono di un po di quella rubata ai pali con i cavi telefonici e ai lampioni delle strade, rare, di la vicino, ma non posso accendere la luce non per la bolletta perché rubandola ai cavi non risulta che loro consumano, ma perché qualcuno potrebbe vedere la luce. LG// e notando i brillantini –wow è bellissimo! Grazie InuYasha!!- urla abbracciando, ma quello spostamento d’aria fa spegnere la candela… e non so bene cosa mi succede, ma… la bacio. Sento il suo cuore accelerare, gli occhi sgranarsi e il viso scottare, anche se ho gli occhi chiusi me ne accorgo.
All’improvviso un candela appare sulla soglia –che succede qui?-
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“che succede qui… non esiste una frase più odiata da me, ora!
Caro Diario,
Sango mi ha rotto per tutta la sera… Quel Miroku qui, Miroku li, InuYasha cosi, InuYasha colà, Sesshomaru giù, Sesshomaru su, Koga a destra, Koga a sinistra, Ayame dentro, Ayame fuori (?) non ne potevo più!! Ma d’altro canto, lei voleva distrarmi intanto che gli altri organizzavano tutto per la festa, tra cui tu!
La festa… QUASI CI RESTAVA SECCA!! Perché? Perché quella gran deficiente di Ayame mi ha infilzato di sandwich e io non riuscivo a masticare… e poi la sento dire “non volevo ucciderla… volevo solo soffocarla”! tsk! Ma che le ho fatto?!
A parte questo è andato tutto bene, ma a quanto ho capito non ha cucinato Ayame ma Sesshomaru… avrei voluto vederlo XDXD Sango ha detto somigliava a una Barbie in versione maschile ahahah
Ma… la cosa che più mi impensierisce è… InuYasha
Perché? Bè… diciamo che... ehm… SI VABBÈ HAI CAPITO, NO? No… mi… lui mi… MI HA BACIATO! OK? Ma dico si può? Incazzarsi con un diario, come se tu mi capisci… ufff che frustrazione! Ecco, lo sapevo… sono di nuovo bordeaux! Ma è possibile che il primo bacio scombussoli così tanto???
Chissà che sarebbe successo se Sango non fosse entrata in camera mentre lui ancora mi baciava… forse avrei risposto al bacio… in quell’istante non pensai nulla, ma ora ho un istinto killer contro Sango! Meno male che ha visto solo che eravamo li, non essendoci luce non ha visto che lui mi stava baciando… e ora eccomi qua, le due di notte e io, nel mio pigiama rosa a gambe incrociate sul letto e piegata sul comodino a scriverti… DIO CHE SONNO! QUESTA GIORNATA è STATA TROPPO STRESSANTE! So solo che poi InuYasha mi è venuto vicino, io non lo guardavo in faccia, lui mi chiede scusa e poi se ne viene con un “ma era il tuo primo bacio??” mentre io arrossisco e annuisco “oh Kami! Scusa, scusa, scusa!” io lo guardo stranita e poi quella ‘santa’ di Sango mi rapisce per venire a dormire… ed eccomi qui, con il mio carillon vicino a te, il mio pigiamino rosa, i capelli leggermente umidi per il bagno appena fatto, la chiave al collo e il viso fortemente arrossato… sembro una bimba… aaaaaah, che sonno… a domani, diario, sperando di non metterti di nuovo mal umore”
Mi do mentalmente della stupida per dire di dar mal umore a un diario. Metto il diario nel terzo cassetto del mio comodino che chiudo a chiave e giro la chiave nel carillon a sinistra, mentre la dolce musica di Futari No Kimochi. A bassissima voce la canticchio. Sento nel buio la mia famiglia sorridere, anche se non li vedo. Mi sto quasi addormentando quando, dopo aver sentito Sota e Kohaku russare leggermente per il raffreddore e sentire Sango mugolare nel sonno, la porta si apre.
Chiudo d’istinto gli occhi e smetto di cantare all’improvviso, mentre il carillon continua a suonare, questa volta Soutanshi. Sento il nuovo arrivato avvicinarsi a me. Dannazione, sono con il capo rivolto al soffitto e con la mia delicatezza capirebbe che sono sveglia. Si continua ad avvicinare finchè non mi è di fronte. “InuYasha…” penso, riconoscendo il suo profumo. –Kagome, sei sveglia…?- sibila quasi in modo impercettibile. Non mi muovo. Lo sento sospirare e girarsi per andarsene, avrei voluto sospirare di sollievo, quando lui si gira, si piega su di me e mi ribacia, spalanco gli occhi, fortunatamente lui li ha chiusi e non vede che sono sveglia. Mi impongo mentalmente di risimulare un sonno profondo, lo sento poi staccarsi ed andarsene senza far il minimo rumore. “CHE CAZZO HA FATTO?!?!?!” dico scattando a sedere e toccandomi le labbra con gli occhi sbarati.
-che succede qui…?- dice una voce impastata dal sonno

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Capitolo 7
*** Un Giorno In Città Con Te ***


Cacciatore Di Stelle
Un Giorno In Città Con Te

-che succede qui..?- Dannato Sesshomaru!!
-nulla, ho… avuto un incubo, si ecco, ehehehe!- “perché ho mentito?” –ok… vuoi un po’ d’acqua?- rabbrividisco. Perché è sempre tanto freddo? O solo con noi estranei? –n… no grazie lo stesso- sorrido e lui se ne va muto.
Mi riaddormento, stanca.
Mi sveglio il mattino poi, sussultando, stavo per svegliarmi, quando avevo sentito una voce… un uomo che diceva “la chiave, tu hai la chiave per incastrarli… Kaggy-chan…” non ricordo quella voce, ma scoppio a piangere. –KA-CHAN! Che succede? Che hai? Stai male?- dice Sango, visibilmente preoccupata, avvicinandosi al mio letto –Sa… SANGOOO!!!- Piango buttandole le braccia al collo –ka-chan…- dice accarezzandomi la schiena. So bene a cosa pensa… io non ricordo il volto dei miei, lo ricordo solo per i personaggi del carillon, né ricordo la loro voce, ma ricordo bene il giorno in cui feci quella stessa mossa… la feci quando venni a sapere che erano morti, prima di ributtarmi a singhiozzare sul letto abbracciata da lei e i bimbi e addormentarci mentre io ancora singhiozzavo… ricordo bene quel giorno… ma non ricordo più neppure il volto di zio Jun e zia Sakura… nulla…
Mi asciugo gli occhi e andiamo a fare colazione, anche se non mi sono calmata del tutto, ma nessuno dice nulla. –psss… Sango… ma dobbiamo andare a scuola o non possiamo,,,?- ma il mio “sussurro” lo sentono tutti –ehm… non credo, Kagome…- dice InuYasha, ma io lo ignoro e guardo il ghiacciolo per ricevere conferme, non ricevendo nulla, neppure un occhiata che mi faccia capire sospiro avvilita e vado a lavarmi i denti e a vestirmi, uscendo poi per una passeggiata da li vicino. Mi sento seguita. Mi giro di scatto e mi trovo InuYasha quasi addosso –che vuoi?- dico fredda –nulla… di la verità… eri sveglia sta notte.- non lo guardo in faccia –e se pure fosse? E cosa te lo fa CREDERE?- lo guardo con aria di sfida –l’ho sentita nel bacio… comunque… sappi che sono stato solo con un'altra ragazza… ma il primo bacio l’ho dato a te!- dice andando via. “come se me ne fregasse qualcosa della tua vita sentimentale! O forse... mi interessa? No ma che penso! No, non me ne importa un fico secco!” ma allora perché sapere che ha avuto un'altra mi fa rattristare? Perché sapere che il suo primo bacio è stato quello che ha dato a me mi fa stare bene? Perché sto tanto male a vederlo allontanarsi… NO! NON TI FAR VENIRE STRANI PENSIERI; KA-CHAN! NON SI FAAAA!!!!
Torno in casa. –Kagome… a quanto vedo… ti manca la vita di prima… se vuoi tornare puoi andare…- dice InuYasha avvicinandosi con il capo basso –COSA?!?! NO!! NON VOGLIOANDARMENE DA QUI! VOGLIO RESTARE CON TE!!- urlo senza pensare, arrossendo dopo appena mi rendo conto di ciò che ho detto. InuYasha mi guarda confuso e leggermente in imbarazzo –cioè… con te, ma anche con Sesshomaru, Koga e Ayame! Eheheh- dico imbarazzata, lui per tutta risposta sorride appena –beh… allora, dato che ti manca la città… ti va di venire a fare la spesa con me?- annuisco illuminata da un largo e sincero sorriso. Prendiamo circa 6897,553 ¥ (50 €) e usciamo e andiamo in città-
-tu conosci più negozi di me, Kagome. Io vengo in città di rado… dove andiamo?- mi dice guardandomi imbarazzato “forse è imbarazzato perché ripensa a quel che ha fatto… nah, non è tipo… allora boh!” –ehm… Yamey è quello con più sconti su marche più o meno famose… ma Ikiya ha più prodotti e sono con più di qualità, anche se ha prezzi altrettanto alti…- dico pensierosa –che ne dici se vediamo entrambi e poi decidiamo da chi andare?- annuisco ed entriamo nel primo negozio da me nominato.
-mmmm… ricordiamoci di avere solo 7000¥…- dice, mentre io lo guardo male –non ho le mani bucate!- dico piccata. All’improvviso guardo il reparto alimentare –Ahhhh!!! InuYasha!! Guarda!! Sono Kawaiissimi questi wagashi rosa a forma di animali, cuori e stelline con le faccine!!- dico prendendo in mano una scatola di dolcetti a forme con delle faccine pucciose disegnate su. Prendo il carrello senza chiedergli nulla e ci metto due scatole –tanto costano 413¥, ma hanno il 50% di sconto, quindi invece di spendere 826¥ ne spendiamo solo 413!! Uhhhh guardaaa!!!! Ci sono sconti pazzeschi!!! Bene!! Iniziamo dalla colazione… miso per la zuppa, tofu, sottaceti, takuan (ravanelli), umeboshi (prugne), pesce, uova per il tamago kake gohan, alghe nori, fiocchi di mais, latte, cioccolata, frutta, pane per toast, burro, marmellata, caffè, succo d’arancia. Per il pranzo noodles,… uh, ci sono benti già pronti! Bene… 7 di riso Hayashi, 7 chazuke, 7 takikomi gohan, 7 kamameshi, 7 sekihan, 7 zosui, 7 okayu e 7 amorice. Per la cena… una zuppa e tre contorni di solito…quindi… boh, poi si vede! Prendiamo qualcos’altro… spaghetti, pesce, verdure, riso, magari altre verdure, legumi, qualche spezia, sushi già pronto, sashimi, ramen, udon e soba già pronti, altro tofu e natto, thè… Sesshomaru beve il sake? Si prendiamoglielo! Ehm… che altro…? Basta, si? Uh c’è il tonkatsu già prooontooo!!! Lo vogliooooo!!!- dico mettendo anche quest’ultimo nel carrello, in cui oramai c’è una piramide che oscilla e quasi cade –dai possiamo andare- dico provando a spostare il carrello invano –InuYasha… mi aiuti…?- dico triste di dover chiedere aiuto e non riuscire a fare da sola –tsè! E perché dovrei! Piuttosto… credi ce la faremo con i soldi?- sorrido –siiii!!!!! E ora… MUOVITI AD AIUTARMI, BRUTTO PELANDRONE!!!- urlo mentre lui porta il carrello alla cassa del tutto terrorizzato. Sorrido con aria di sufficienza. Passiamo tutto sulla cassa. –bene… sono… 153263 ¥ (1111€ è un puro caso la cifra in euro sia quattro volte uno)- annuisco, mentre InuYasha mi guarda sbiancando e del tutto contrario, io non capisco -153263…- “O, CAZZO!!! NOI ABBIAMO SOLO 6897¥!!!” guardo triste il commesso, un ragazzo di 22 anni, da poco deve aver finito la scuola –ci scusi… non abbiamo portato abbastanza soldi…- dico con gli occhi lucidi, sbattendo le ciglia pe non piangere –oh… dai, per sta volta ve lo offro io… ma la prossima volta fate attenzione, piccoli! Avete come portare tutta questa roba?- sbianco –ecco, noi…- l’uomo fa una smorfia e poi sospira –siete fortunati, sto per chiudere. Vi do un passaggio. Dove abitate?- guardo InuYasha che chiama Sesshomaru e dice di fasi aspettare a un miglio da casa, senza dirlo direttamente. –l’indirizzo preciso non lo ricordo, vi do io le indicazioni- dice –ok, io ho ancora mezz’ora di lavoro, fatevi un giro e tornate dopo- annuiamo e usciamo.
-ehy, InuYasha… sai… siamo vicino al mio orfanotrofio… mi chiedevo se potessi fare un salto, senza farmi vedere…- lo vedo annuire insicuro. Sorrido e andiamo vicino a quell’alto edificio che per anni è stato la mia casa. Lacrimo. Mi avvicino alla finestra. A quest’ora staranno cenando. Spio dai vetri, Hojo sta parlando con un poliziotto che prende nota di tutto, Chiharu sta piangendo abbracciata a Rin, in singhiozzi anche lei, mentre la signorina Kurai si asciuga gli occhi. Sento confusionariamente Hojo dire ‘rapita, credo… ragazzo dai capelli neri e corti… 6 ombre… loro e i dei rapinatori… forse la nostra età… non so…’ “ma di che parla… NON DITEMI CHE STA DICENDO CHE SONO STATA RAPITA!!!! Ma non è vero... Hojo… TI ODIO!!” piango dando un pugno isterico alla finestra. Tutti si girano verso di me, se InuYasha non mi avesse tirato via mi avrebbero vista. Inizio a dare calci isterici al muro –ma che succede?!- dice InuYasha confuso e anche leggermente irato –credono che mi avete rapito!- dico abbracciandolo in lacrime. –oh.. su calmati, andiamo a casa- “casa… che bella parola.. da quanto non la sentivo dire… casa…” sorrido, mi stacco, mi asciugo gli occhi prendendolo per mano e tornando verso il negozio, mentre lui guarda le nostre mani imbarazzato –Andiamo InuYasha!- -s…si-
Arriviamo, dopo essere partiti dal negozio, al posto stabilito da Sesshomaru. –ragazzi, ma la vostra mamma e il vostro papà?- chiede impiccione il commesso –sono... A lavoro! Ehehe, lavorano tanto, anche se non portano tanto a casa…- dico bugiarda. –ciao, Ka-chan!- mi saluta la mia best –Sango, ciao!- dico sorridendo dal sedile posteriore e ricordandomi solo ora di avere ancora la mano intrecciata con InuYasha, che prontamente lascio –eheheh- dico imbarazzata “OMG che figura, in un anime avrei un gocciolone tipico del pensiero o mio dio! Santi Kami che figura! Speriamo non abbia visto nulla o non me la levo più dai piedi.
Prendiamo i sacchetti della spesa e salutiamo andando verso una casa vicina ma abbandonata. Appena il commesso va via, andiamo nella vera casa. –oddio, ragazzi, come avete fatto con soli 6897¥ a comprare tutto?- chiede Miroku –beh, miss mani bucate ha fatto gli occhi dolci al commesso e lui ha offerto quello che non riuscivamo a pagare, cioè quasi tutto- gli un pugno in testa –IO NON HO FATTO GLI OCCHI DOLCI A NESSUNO; STUPIDO TESTONE! ERO TANTO DISPIACIUTA PER TUTTI NOI CHE MI VENIVA DA PIANGERE, RAZZA DI IDIOTA!!- urlo mentre Sango mi tiene ferma per evitare che lo uccida. Mi calmo e metto a posto la spesa.
-quanto sei stupida, Kagome!-
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LE HO CHIESTO POCO! SOLTANTO DI NON SPENDERE TANTO! E LEI? “si, InuYasha!” CAZZO, IL BELLO è CHE HA DETTO PURE SI! E POI? HA PRATICAMENTE SVALIGIATO IL REPARTO ALIMENTARE! E MENOMALE CHE DOVEVAMO CONFRONTARE I NEGOZI! TSK! MAI FIDARSI DI LEI! Però… intanto abbiamo cibo per due mesi, se non scadono prima! Però… CHE NERVIII!!!! BISOGNAVA PROPRIO FARE GLI OCCHI DOLCI A QUEL MANICHINO MANIACO?!?!? E poi nega pure…!
Però.. quando è scoppiata a piangere… mi si è spezzato il cuore… povera piccola, si preoccupa tanto di non farci passare guai per lei… e poi, quando mi ha preso per mano… INUYASHA, IN SOMMA!! MA CHE TI PRENDE! U AMI KIKYO, NON QUESTA TIZIA!
Però, dopo cena l’ho chiamata in disparte…
-Quanto sei stupida, Kagome!- dico duro, la vedo prima confusa, poi arrabbiarsi –COME SAREI IO???- urla, è davvero una sciocca, è una ragazza tanto forte, ma sa solo gridare per darsi coraggio –stupida- dico menefreghista –senti, Kagome, io ti chiamo così perché se davvero pensi che a noi importi se passiamo dei guai per te? Se passassimo dei guai scapperemmo prima di finire in gatta buia, non ci interessa. Sai, credo di aver capito il tuo problema. Tu sei cupa e solare, urli per darti coraggio perché ti senti sola, e credo che ti abbia reagito a quel modo, quando Miroku ti ha fatto quella richiesta perché a te manca una famiglia e ne vorresti una… e sai che ti dico? Che tu, trovando me hai trovato una famiglia!- dico deciso, la vedo arrossire e abbassare lo sguardo. Sussulto saltando indietro imbarazzato –cioè… non che io… cioè… che trovando me hai trovato il nostro covo, e quindi la nostra gang, la tua nuova famiglia… cioè la gang ora è la tua famiglia… e anche io… ma perché io ci sto dentro, capisci??? Oddio che imbarazzo, ma che dico?!?!?- e, colpo do scena –ahahah, Inu-chan sei uno spasso!- dice piegata in due –e comunque… grazie… sei il primo che mi capisce davvero!- mi abbraccia, che buono il suo profumo alla frutta. –però… ora avrei sonno e dovrei andare a dormire…- rimango a guardarla confuso –ok, allora aspetto così ti rimbocco le coperte e ti do la buonanotte- dico confuso –ehm… no! dovrei cambiarmi, se non hai capito!- arrossisco –scusa!- corro fuori urlando un buonanotte e cadendo s mio fratello –Sesshomaru!- dico mentre quello che una volta era il mio fratellino premuroso e gentile e ora è un pupazzo di neve senza sentimenti mi fissa freddo –InuYasha, non ti avvicinare più a Kagome! E ti avviso, alla prima occasione lei è fuori- così dicendo gira i tacchi e va verso la sua stanza –ehy, aspetta, Sesshomaru! Perché?- chiedo confuso –perché è pazza, non lo vedi? Ha continui sbalzi d’umore, ti picchia senza veri motivi e poi hai visto come ha reagito ieri? È pazza!- dice senza voltarsi, lo giro io –non è pazza! Ha solo una leggera fissa per una famiglia, da domani di sicuro si calmerà, ci ho già parlato io! La sua responsabilità è mia, l’ho portata io qui!- dico sicuro, lui si rivolta e va zitto in camera.
-AHHH!!!! KOGA!!! CHE CI FAI QUI!! MANIACO!! DEPRAVATO!!! LUSSURIOSO!!! PERVERTITO!!! FUORI DALLA MIA STANZA!! ORAAA!!!!- oh, no! Kagome! Ma che sta facendo quel maledetto!!! Apro di scatto la porta –Kagome!- o… mio… Dio… -AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!! INUYASHAAAAAAAA!!!!!!!!!!!! ANCHE TU????????????? FUOOOOOOOOORIIII!!!!!!!- dice la ragazza in intimo lanciando furiosa cuscini a destra e a manca –KOGA, HO DETTO FUORIIIIIIIIIIIII!!!!!!! E GUAI A CHI RIENTRA SENZA BUSSARE!!! E NON GIRATEVI A GUARDARMI!!! MANIIIIIACIIII!!!!!- urla. Certo che di fiato ne ha da vendere –InuYasha, allora? Hai detto che la smetteva!- ringhia Sesshomaru –io ho detto da domai!- dico io ironico. Mi mostra l’orologio –lo hai detto cinque minuti fa… sono le 00:02… è già domani!- dice duro ma ironico –lo so, ma è colpa mia e di Koga, soprattutto di quel lupastro…- Sesshomaru inarca un ciglio, appena visibilmente –la smetti di chiamarlo così solo perché ha il viso simile ad un lupo?- ah lo difende pure??? –lui mi chiama botolo ringhioso! E comunque è colpa sua, è entrato in camera di Kagome mentre lei era in intimo che si stava cambiando, così, sentendola urlare sono andato anche io in camera per vedere che succedeva e così se l’è presa anche con me…- lui si gira –capisco. Domani le do le chiavi della stanza o fai il chow chow da guardia, INU-CHAN?- dice marcando il nominativo con cui mi ha chiamato Kagome prima –faccio io, se le dai la chiave sarebbe capace di restare chiusa dentro tutta la notte e se succedesse qualcosa non potre… un momento… MA CHE DICI, QUESTE PORTE NON HANNO LA SERRATURA, NON SONO IN STILE OCCIDENTALE!- dico mentre vedo un leggero sorrisino beffardo comparire e scomparire sul suo volto. Torna a dormire. Me l’ha fatta. Eppure sono felice, per una volta dopo secoli rivedo un suo sorriso.

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Capitolo 8
*** Rin! ***


Cacciatore di stelle
Rin!

“Caro Diario,
è strano come tutto, pian piano, può finire… stavo cominciando a pensare che InuYasha fosse innamorato di me… avevo appena capito di amarlo, quando lui si è iniziato ad allontanare da me.. cos’ho di male? Perché? Sono grassa? Piagnona? Boh! Proverò a parlagli dopo, ora chiudo altrimenti se vedono che non mi alzo credono che stia male, ciao, scappo
Tua
Ka-chan”
Chiudo il diario e corro a pranzo. È passato un mese e mezzo da che InuYasha e Koga mi hanno visto in intimo. Quante cose sono successe! Allora… prima di tutto Ayame ha tentato più volte di uccidermi, mi sono accorta di essere perdutamente innamorata di InuYasha, è arrivata la mia beniamina, Rin-chan, Sesshomaru sembra avere un debole per quest’ultima, mi sono confidata con Ayame, Sango e Rin della mia cotta e ora sono in ottimi rapporti con Ayame e… InuYasha mi ha allontanato…
Cosa vi ha colpito di più? TUTTOOOO???? O povera me, quanto dovrò raccontare!
Allora, InuYasha è venuto in camera mia, il giorno dopo a scusarsi per avermi vista seminuda e mentre parlavo mi ha baciata, fino a qui, oramai non è più una novità, fatto sta che senza accorgermene ho risposto al baci, una PESSIMA scelta, perché quando è entrato io ero in camicia da notte, una che andava male ad Ayame e che mi aveva regalato, ma che a me andava leggermente corta, mi sono ritrovata, così, che nel bacio, che sarebbe dovuto essere un bacio non corrisposto o per lo meno casto, la mia ‘amata’ sottana si era ‘leggermente’ alzata e che de bravo etero, il mio Inu-chan si è ritrovato spinto da impulsi quasi convulsionari, e dico letteralmente convulsionari perché, non so come-dove-quando-e-perché, ma lui tremava e anche perché, come nelle crisi un attimo e tremi convulsionariamente, io da seduta mi sono ritrovata soltanto in un attimo letteralmente sdraiata sul letto, tanto che ho aperto di scatto gli occhi e l’ho spinto in malo modo via da me. Lui, senza dire una parola, per tutta risposta si è alzato e andato via. Maledettamente siamo a soltanto una settimana che siamo qui e già inizia ad avere troppa confidenza!! Ma da allora ho capito di amarlo.
 
Ayame, appena ha saputo che ‘mi sono lasciata guardare nuda’ dal suo ‘cucciolo amoroso’ è entrata in camera con un ‘bellissimo’ coltello urlando –EEE OOOOORAAAA A NOOOOIII DUEEEEE!!! NE RESTERÀ SOOOOOOLOO UUUNAAAA!!!!- e se non mi fossi scansata quell’ coltello mi avrebbe come minimo trapassato, ma fortunatamente ha ‘solo’ bucato tutta la parete. E dopo ha tentato di avvelenarmi mettendo un po’ di veleno nel mio tè ma che fortunatamente puzzava e che ho buttato prima di bere anche solo una goccia, per non parlare del fatto che praticamente mentre eravamo in città mi ha spinto per strada o che mentre guardavo nostalgica la mia ex scuola e entravo nel negozio di armi vicino ad essa e che carezzavo un arco stile nuovo, non quelli stile Pocahontas, quelli moderni con frecce ad incastro, lei ha preso un accetta e quasi me la lanciava se non avesse notato il negoziante.
 
E poi le due cose più shoccanti: l’arrivo di Rin e la cotta di Sesshomaru.
 
Allora, ho chiesto a InuYasha se potevo comprare un arco per me e una specie di boomerang gigante per Sango come quelli che usavamo a scuola e lui ha accettato, così siamo tornati avanti al caro negozio di fronte alla scuola e ho preso una scorta di frecce (100) e un arco moderno, mentre Sango ha preso uno di quei grossi aggeggi che ha ribattezzato ‘Hiraikotsu’ come quello di scuola. Era pomeriggio e maledettamente l’ora di uscita da scuola, precisamente da QUELLA scuola. Siccome eravamo già fuori, non potevamo rientrare, così alcune mie compagne mi hanno visto mentre andavo via. –ma quella non era Kagome?- dice Ayumi –no… ti sarai sbagliata…- dice triste una vocina… “RIN! Le dobbiamo mancare tantissimo…” penso, così faccio un fischio. Ricordo che all’orfanotrofio ognuno aveva un fischio diverso e bisognava fare il proprio e quello della persona a cui si chiedeva di venire vicino per parlare da parte. Così faccio il mio fischio e il suo. Speriamo capisca.
Pochi secondi dopo vengo toccata da dietro. Sussulto girandomi –CHI CA… OH, RIIIIN!!! HAI CAPITO!!!- dico abbracciandola mentre lei sorride e inizia a lacrimare. Anche i miei occhi piangono. –Ka-chaaan!! Sango!! Perché siete andate via! Mancate tanto a me, Akitoki e Chiharu! Akitoki ha addirittura chiamato la polizia dicendo che ti hanno rapito…- io scoppio in lacrime, abbracciando InuYasha –è colpa mia… passerete dei guai per me! Non è giusto! No! io torno all’orfanotrofio!- dico mentre lui mi guarda serio –NON TI AZZARDARE, SA! Senti, sapevamo i rischi, ora se torni io mi vado ad auto-denunciare per il tuo rapimento! Ok? E smettila di piangere! Non è morto nessuno!- lo strattono tra i singhiozzi –non sto piangendo!- mi guarda –si invece!- continuo a strattonarlo –no, ti dico!- e continuiamo così per secoli fra si e no, finchè Sango non urla un –Bastaaaa!!!!!- Rin, vuoi venire da noi?- Rin si illumina in un sorriso annuendo felice. Dimenticandomi di avere ancora la maledetta gonna vado sotto l’orfanotrofio e rifaccio quei vecchi salti riprendendo la scala. Lasciamo i libri di Rin e mettiamo più vestiti possibili. Quando scendiamo, mi sistemo la gonna e do uno schiaffo a InuYasha come se nulla fosse –EHY! PERCHÈ QUESTO SCHIAFFO?- dice indicando la guancia colpita e arrossata –InuYasha… di che colore ho gli slip?- dico calma. Lui come se avessi chiesto di che colore ho gli occhi mi fa un –ROSA, NO? PERCHÈ ME LO CHIEDI? E POI CHE C’ENTRA?- bingo, ci era cascato! –perché significa che mi hai spiato sotto la gonna quando sono salita- e con molta calma gli do un pugno in testa. Ringhia –calma cucciolotto, non ringhiare!- dico in tono di scherno –grrr!! E poi che colpa ho se tu fai i salti mortali con la minigonna???- dice furioso –tu, a prescindere dal mio abbigliamento devi avere mani, occhi e box bel a posto! Posso anche andare in giro nuda, tu devi fare il bravo ragazzo!- così dicendo vado avanti, prendo arco e frecce e torniamo a casa.
-Miroku? Ayame? Venite a vedere? Abbiamo una nuova ragazza!!- urla Sango, Sesshomaru sbuffa. Rin entra, radiosa come mai. –ciao! Io sono Rin!- Sesshomaru si affaccia dal piano di sopra e rimane a fissare con la bocca semi aperta la mia piccola amica. –Rin? RIIIINNNNN!!!!!!- urla Kohaku catapultandosi fuori dalla sua stanza e saltando dal piano superiore a quello inferiore –oh, Rin! Che bello ci sei anche tu!- dice abbracciandola, mentre Sesshomaru quasi lo uccide con lo sguardo e torna in camera sua. Arriva anche Sota –RIIINNN!!!- oh no! ti prego no! ricordo che per molto quei due non si sono parlati perché avevano entrambi una cotta per Rin… infatti ora è calato il silenzio…
La accompagniamo in camera mia e di Sango. –Sango, Ayame, Rin… secondo voi cos’è quando ti senti felice appena vedi una persona che ti sorride… e se ti succede solo con lui?- chiedo. Ayame mi fulmina con lo sguardo –chi è? KOGA???- si butta addosso facendomi cadere a terra –NO! è… beh… ecco… questa persona… è…- prendo fiato e urlo in un solo respiro -QUESTAPERSONAÈINUYASHA!!!- dico arrossendo. Ayame sbianca –da…davvero è lui e non Koga..?- annuisco rossa. Si porta una mano alla bocca, si alza e scoppia a piangere –scusa, Kagome!! Scusa per tutto!- sorrido –tranquilla, anche io lo avrei fatto se fosse stato InuYasha al posto di Koga- (ancora non sapevo che avrei vissuto tale situazione molto più presto di quel che credevo).
Una settimana dopo...
-InuYasha… possiamo parlare...?- dissi entrando nella stanza del ragazzo… avevo deciso di volergli chiedere di essere il mio ragazzo.
-mh…?- dice girando la testa verso di me. Era sdraiato sul letto, le cuffie a tutto volume perché si dovette togliere entrambi per sentirmi. –ecco io volevo dirti che… che…- mi siedo sul letto ad un passo da lui, ma le parole non escono. Così decido di avvicinarmi e di baciarlo. Mi avvicino piano, come avevo spesso visto nei film, mi aspettavo che mi avrebbe baciato, che almeno fosse rimasto li, fermo, invece si era scostato e girato dall’altra parte. Perché? Mi alzo in fretta, umiliata, e vado via in lacrime. Perché poi piangevo? Perché lui prima mi aveva baciato e ora non voleva sapere nulla di me… perché…?
****** ******** *******************************************************
Allora? Cosa succede????
Prima Ayame tentava di uccidere Kagome e ora no.
Il mio fratel-ghiacciolo appena ha visto l’amichetta di Kagome e Sango è diventato sempre più rimbabito, sta sempre a fissarla!
E soprattutto… Kagome!
CAZZO, l’altra volta se non mi avesse spinto via non so che avrei fatto! Il bello è che non so neppure perché mi ci sono buttato sopra! Sembravo attratto da lei come una calamita al ferro! Poi mi ha picchiato perché fa i salti mortali e io le guardo sotto la gonna… e infine mi tenta di baciare! È davvero difficile capirla! O la fa apposta o non lo so, mi vuole morto! Meno male che in estate le docce fredde non fanno male come in inverno! Però… ho deciso di allontanarmi…
L’altra volta mi ha fermato lei, ma se una volta io fossi più forte di lei e lei non riuscirebbe a fermarmi? No, no! ci starò lontano per almeno… PER ALMENO CENT'ANNI!!

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Capitolo 9
*** Ci sarà mai un posto per me nel tuo cuore? ***


Cacciatore di stelle

Ci Sarà Mai Un Posto Per Me Nel Tuo Cuore?

Mi sveglio ansimando, sconvolta, spaventata. Sono le cinque del mattino. Mi passo una mano sulla fronte, sudata. Apro il mio diario, sono 7 mesi che non vi scrivo su una riga…
“Caro Diario,
Quanto ho dormito questa notte, oh! Ma in fondo è un periodo che non succede nulla se non tensione. Si, solo tensione. Perché? Beh… Da che è arrivata Rin c’è un gran casino a casa… Kohaku e Sota sono di nuovo tesi e sempre pronti a bisticciare come quando eravamo all’orfanotrofio… Sesshomaru è più teso di loro, sempre scontroso, sempre più buio e glaciale… Miroku ultimamente esce troppo con Sango… non vorrei che la molestasse… o che la convincesse a… oh Kami, meglio non pensarci! Poi Koga ci prova sempre con me, ma nel frattempo se la spassa con Ayame, il che mi fa piacere, ma allora perché non la smette di rompermi? Giuro che prima o poi lo castro, quel lupastro! OH NO! PARLO COME INUYASHA! Vabbè poco male, almeno nei pensieri… e a proposito di InuYasha… che dire… lui è il mio caso disperato… è passato un anno, quasi, da che sono qui... 7 mesi che io e InuYasha non parliamo… strano eh? Lo so… non ti ho scritto tutto questo tempo, ma che dirti? Ogni giorno avrei scritto le medesime parole, giacchè succedevano le stesse cose allo stesso tempo… e sai perché ti ho scritto solo oggi? Bè… non so se ti ho detto quando, quella volta, prima di svegliarmi ho udito una voce che diceva “tu hai la chiave per incastrarli…. Kaggy-chan”, ma comunque, ho appena fatto un sogno… o forse un incubo… non saprei come definirlo… fatto sta che mi sembra di aver già vissuto alcuni momenti, ma quei momenti, nel sogno, li vedevo da altri occhino i miei perché altrimenti io non mi sarei vista da piccola… e poi vi erano altri momenti che io non ho mai vissuto… allora… il mio sogno era… strano! Praticamente [ero davanti a un tizio… un uomo con una maschera sul volto e con solo un occhio scoperto… litigavamo… e poi sono tornato a casa, una grande casa! Enorme! Una donna molto bella aveva in braccio una bambina carinissima, io la chiamo Kaggy-chan. Poi si fa vedere che torno, ma l’uomo mi licenzia, vengo pignorato tutto: casa, abiti… tutto e che per avere un tetto torno dal tipo che mi ha licenziato e mi metto in debito con lui… la mia bambina ha 3 anni e ho un figlio di 2 anni che si chiama Sota (il che mi fa pensare che vivo il ‘sogno’ da parte di papà…)… poi vedo il momento in cui ‘Kaggy’ chiede un carillon che ha visto in una vetrina, chiedo a mia cognata, cui la mamma ha il negozio in cui vi era il carillon, se lo può far fare con la nostra famiglia e con uno speciale meccanismo che se si da uno scatto a sinistra inizi la musica Soutanshi e a destra Futari No Kimochi, ricordo che quando lavoravo avevo un pianoforte e una pianola elettrica e le suonavo spesso alla mia piccolina, e poi faccio avere un ripostiglio segreto vuoto. Ma non vedo dov’è (il sogno non me lo fa vedere) poi vedo che una mattina notte di 7 luglio mentre sto con la mia famiglia in terrazzo e stiamo tornando a ‘casa’ ho una chiamata da quell’uomo che dice che se non pago tutto il debito entro il giorno dopo ucciderà me e la mia famiglia. Così do a kaggy (a me) il carillon e durante la notte lo riprendo e dentro metto dette lettere e delle foto.] ora… che mi vuol significare questo sogno? Dov’è questo scompartimento segreto? Cosa c’è nelle lettere e nelle foto? E chi è quell’uomo con un occhio? E perché ho il timore che andando avanti perderò tutto e metterò nei guai tutti? E perché piango, soprattutto?” mi chiamano... “ora devo andare, caro diario… alla prossima… tua Kagome…” ripongo il diario e guardo l’orologio… le 8… non mi sono neppure resa conto che si sono tutti svegliati e che mi hanno visto scrivere… “AHHHHH!!! BASTA!!! MAMMA MIA CHE STRESS!”
Vado in cucina, ma sfortunatamente lacrimo, silenziosa come mai nel piangere. Maledette copiose lacrime mi rigano il volto. InuYasha mi guarda, dopo mesi che ci dicevamo poco e nulla, si avvicina e mi accarezza una guancia asciugandomi con il pollice le lacrime –che è successo, piccola?- non lo guardo negli occhi, semplicemente, zitta, mi avvicino, lo abbraccio forte poggiando la testa sulla sua spalla e piangendo. Tremo, lo so che anche lui lo sente –oh, dai, non piangere, ti prego. Se piangi io… ci sto male…-- dice quasi in un sussurro inudibile –e poi a giorni sarà il tuo 15° compleanno, insomma! Ho un idea, ti va di andare in discoteca? Magari che so… forse ti rallegri un po’, no? ma ora non piangere su…- dice carezzandomi i capelli affettuosamente. Annuisco –grazie… InuYasha… ma il tuo compleanno… quand’è?- abbassa lo sguardo –un giorno, forse mai- dice sorridendo ironico –sappi solo che ho la tua stessa identica età.- così dicendo mi da un bacio sulla fronte e va via, a chiedere a Sesshomaru il consenso per la serata e lasciandomi ancora mezza lacrimante e con un viso vivacemente rosso.
XXXX
Una settimana dopo…
Abbiamo appena smesso di mangiare, da una settimana ogni giorno tocco ovunque il carillon in cerca dello scompartimento segreto… ma nulla … oggi è il mio 15° compleanno… vado in camera mia, frugando nel mio armadio in cerca di qualcosa di decente da mettermi, c’è, lo so che c’è, l’ho messo stesso io nello zaino quando lasciai l’orfanotrofio! Trovato! Metto silenziosa gli shorts di jeans, una camicia beige stile country, allacciata su tre bottoni e poi con un nodo che lascia scoperto gran parte del ventre, scollata ma non troppo, delle ballerine nere con un tacco basso e degli scalda muscoli marroni. Lego i capelli in una coda alta nella prima metà della nuca e lasciando gli altri sciolti sotto, metto un po’ di mascara, un ombretto marrone con varie sfumature e un rossetto rosso. Guardo poi Sango: minigonna rosa a metà coscia, la sua maglia verde stile costa, le sue ballerine come le mie. Alzo lo sguardo al trucco, non c’è che dire… è perfetta anche solo con l’eyeliner nero, il mascara e il rossetto…. IL MIO rossetto, precisamente! Ha i capelli lasciati sciolti, di lato, mossi naturali come i miei. Sorrido, ricordando ogni momento trascorso assieme a questi abiti: quando impacciate entrammo nel negozio e ci guardavamo attorno rosse e indecise; quando usciva con i nostri abiti monacali e andavamo nei bagni dei bar a cambiarci e facevamo lo stesso al ritorno… o quando mettemmo la matita la prima volta, con le mani tremanti e urlando ogni secondo perché ci facevano senso gli occhi, che poi io la misi come ombretto facendo il contorno dell’occhio e tutti ci guardavano come alieni, o quando ci mettemmo l’eyeliner e facemmo la coda tanto lunga da arrivare alle tempie e quel maledetto inchiostro che non andava via con nulla! Ahahah quanti ricordi!
Usciamo e chi ci ritroviamo d’avanti? Ayame! Ma… MA COME SI È CONCIATA?!?!?! Descrivo brevemente il suo ‘look’: Eccessivamente troppo! Scarpe bianche con un tacco vertiginoso che a occhio e croce sarà di 15 centimetri e più; abitino rosso che copre appena il sedere, lungo 3 centimetri sotto la fine del perizoma (che forse neppure esiste del tutto e so che ha il perizoma perché è così attillato che vedo persino i pori della pelle!!!) con una ‘dolce’ scollatura a cuore che fa intravedere troppo l’intimo nero, i lunghi capelli rossi lasciati sciolti, il rossetto fucsia acceso, l’ombretto blu elettrico e l’iris viola tra i capelli. La guarda stranita. Alle sue spalle ci sono Miroku, inuYasha e Koga. Guardo Koga, ha il viso diviso in tre parti: disgustata che sembra urlare “cosa cazzo credi di fare, sei orribile, sei peggio di una puttana!”, maliziosa che invece strilla “eheheh, vedi se stanotte non passi nel mio amato letto, baby!” e la terza che sembra di un padre premuroso che vorrebbe quasi aggredirla con un “che credi di fare?? Tu così non esci, chiaro?? E se ti stuprassero??? Muoviti ad andarti a cambiare!!!”. Si avvicina e le sussurra un –vatti a cambiare, non voglio che qualcuno ti scambi per un hostess di turno, chiaro? Tu sei mia! Chiaro?- la vedo arrossire tanto che non capisco più quali siano i capelli, quale ‘l’abito’ e quale il volto. Koga ha una maglia smanicata verde e dei jeans chiari strappati che gli fanno tanto la figura da Bad Boy, con quella faccia da furbacchione che ha, poi! Poi guardo Miroku, fissa Sango ammaliato e anche lei lo guarda allo stesso modo. Miroku ha dei jeans neri, una camicia lilla metà dentro i jeans e metà fuori in un pittoresco e studiato disordine, aperta fino al petto e le maniche arrotolate ai gomiti. InuYasha ha lo stesso vestiario, ma con la camicia bianca, si saranno messi d’accordo? È affascinante. Mi sta sorridendo beffardo, si sarà accorto che gli sto letteralmente sbavando. Odio il suo atteggiamento da ‘sono sexy? Infinitamente! Lo so? Ovviamente! Me ne vanto? Certo che si!!’! È uguale a Sesshomaru! Si avvicina –sei bellissima… cioè… carina!- sussurra -tu sei appena passabile!- dico piccata –su via, scherzavo!- dice divertito –ah-ah-ah! Divertente!- faccio offesa mentre tutti ridono. Sota e Kohaku scendono assieme ma non si guardano minimamente in faccia, uno guarda a destra e l’altro a sinistra. Indossano gli stessi abiti: felpa gialla e blue jeans. Sesshomaru scende, vestito con una camicia azzurra e i jeans bianchi. MA INSOMMA, POSSIBILE CHE PER ANDARE IN DISCOTECA BISOGNA METTERE SOLO CAMICIE???. E infine arriva lei, la diva: Rin! Bella, nei suoi jeans corti con la piega piena di strass, una maglia con le spalle scoperte di un vivace arancione, come lei. Ha solo un ombretto rosato e un lucidalabbra, ma è bellissima anche così, semplice. Ayame è appena tornata, con un abitino blu elettrico, più lungo di circa dieci centimetri, poco attillato, senza l’intimo di prima, le scarpe bianche, un po’ più sobria e anche il trucco è più adolescenziale, nonostante sia bianco-grigio-nero con varie sfumature e un rossetto rosso ma meno vivace di prima.
-allora, abbiamo prenotato ben 5 taxi. Andremo in coppie. Io con Sango.- dice Miroku porgendo galantemente il braccio alla mia migliore amica. Koga fissa me e Ayame, gli occhi di quest’ultima sono quasi invasi dalle lacrime, io lo guardo severa e InuYasha lo guarda malissimo. –Koga…- prega in un sussurro Ayame, lui si gira, le sorride, le fa una carezza e con tono dolce le dice –allora? Stai con me, bimba?- poi in un secondo lei lo aveva baciato buttandogli le braccia al collo. Ci sono poi avanti a noi Kohaku e Sota che contemporaneamente chiedono a Rin (che è di spalle a noi) di stare in coppia con uno di loro. Sesshomaru è dietro e la fissa silenzioso. Un momento… ma non fissa lei!!! LE STA FISSENDO IL SEDERE!!! COME SI PERMETTE QUEL BRUTTO CAFONE DEPRAVATO!!! ORA GLI FACCIO VEDERE IO!!! LO SPELLO VIVO!!! Ma InuYasha sembra essersi accorto di ciò che succede e così interviene prontamente–Sesshomaru, che ne dici di accompagnare Rin? Sono certo che a lei farebbe piacere, no?- e Rin arrossisce all’inverosimile, segno che è stata colta in flagrante! Bene! Almeno standole accanto non potrà fissarle il sedere, altrimenti con la mano pesante che le abbiamo insegnato ad avere io e Sango, gli passerebbero tutte le voglie. Sorride. Si mettono vicini e vanno, anche loro, a prendere il taxi. Sota e Kohaku vanno nello stesso taxi. Lo guardo –siamo rimasti solo noi, Kagome, si va?- annuisco e gli prendo involontariamente la mano.
“oh, InuYasha…. Ci sarà mai un posto per me nel tuo cuore?”
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Non so cosa sia successo oggi a Kagome, quando si è alzata piangeva, l’ho vista piangere, così dopo mesi che avevo deciso di non parlarle più del necessario, mi avvicino , le carezzo la guancia e con il pollice le asciugo gli occhi –che è successo, piccola?- non risponde, non mi guarda neppure negli occhi, semplicemente, zitta, si avvicina, mi abbraccia forte poggiando la testa sulla mia spalla e piangendo. "addio sogni di starle lontano! Beh, almeno giuro che starò attento a stare con le gambe belle chiuse" penso. Trema, lo sento –oh, dai, non piangere, ti prego. Se piangi io… ci sto male…-- sussurro –e poi a giorni sarà il tuo 15° compleanno, insomma! Ho un idea, ti va di andare in discoteca? Magari che so… forse ti rallegri un po’, no? ma ora non piangere su…- dico carezzandole i capelli. Annuisce –grazie… InuYasha… ma il tuo compleanno… quand’è?- abbasso lo sguardo –un giorno, forse mai- dico sorridendo ironico, non voglio sappia che sono nato il suo stesso giorno e che non lo voglio festeggiare perché… AHHH BASTA! HO DETTO CHE NON CI AVREI PIÙ PENSATO! –sappi solo che ho la tua stessa identica età.- così dicendo le do’ un bacio sulla fronte e vado via, ma sento che è rimasta li immobile e rossa.
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Abbiamo appena smesso di mangiare, da una settimana Kagome è strana, ogni giorno tocca ovunque il carillon… oggi è il mio… suo… cioè nostro 15° compleanno… vado in camera mia, frugando nel mio armadio vedendo cosa mettere, non so bene come ci si veste per andare in discoteca. Anche Miroku ha la stessa mia espressione sul viso, cosa ci dovremmo mettere??? Così cerchiamo gli abiti più simili che abbiamo e decidiamo di usare dei jeans neri e delle camicie, lui lilla e io bianca. Ma dentro i jeans non ci piace fuori neppure, così la mettiamo un po’ dentro e un po’ fuori, e per farci vedere la sbottoniamo un po’ sul petto. Ma decisamente fa caldo, così arrotoliamo le maniche ai gomiti. Decisamente non male. Il lupastro invece ha una maglia smanicata verde e dei jeans chiari strappati, proprio da mascalzone, non c’è che dire. Vestito un po’ banalmente. Meglio noi! Scendiamo e chi vediamo? Le tre girls una più bella e sexy dell’altra! O meglio tre sono sexy, due sono belle e una è bellissima: le due belle sono Sango e Kagome e la bellissima è lei, la mia Kagome. Un momento… da quanto non penso a Kikyo? Da… moltissimo… che l’abbia dimenticata? Meglio! Guardiamo un po’ l’abbigliamento delle tre dive. Iniziamo con… Ayame! Ma… MA COME SI È CONCIATA?!?!?! Descrivo brevemente il suo ‘look’: Eccessivamente troppo! Scarpe bianche con un tacco vertiginoso che a occhio e croce sarà di 15 centimetri e più; abitino rosso che copre appena il sedere, lungo 3 centimetri sotto la fine del perizoma (che forse neppure esiste del tutto e so che ha il perizoma perché è così attillato che vedo persino i pori della pelle!!!) con una ‘dolce’ scollatura a cuore che fa intravedere troppo l’intimo nero, i lunghi capelli rossi lasciati sciolti, il rossetto fucsia acceso, l’ombretto blu elettrico e l’iris viola tra i capelli. La guarda stranito. Sorrido, anche Kagome ha la stessa espressione. Guardo Koga, ha il viso diviso in tre parti: disgustata che sembra urlare “cosa cazzo credi di fare, sei orribile, sei peggio di una puttana!”, maliziosa che invece strilla “eheheh, vedi se stanotte non passi nel mio amato letto, baby!” e la terza che sembra di un padre premuroso che vorrebbe quasi aggredirla con un “che credi di fare?? Tu così non esci, chiaro?? E se ti stuprassero??? Muoviti ad andarti a cambiare!!!”. Si avvicina e le sussurra un –vatti a cambiare, non voglio che qualcuno ti scambi per un hostess di turno, chiaro? Tu sei mia! Chiaro?- la vedo arrossire tanto che non capisco più quali siano i capelli, quale ‘l’abito’ e quale il volto. Guardo poi Sango: minigonna rosa a metà coscia, maglia verde senza spalline, ballerine con un tacco molto basso. Alzo lo sguardo al trucco, non c’è che dire… è perfetta anche solo con l’eyeliner nero, il mascara e il rossetto. Ha i capelli lasciati sciolti, di lato, mossi naturali come quelli di Kagome. Miroku e lei si scambiano occhiate ammaliate. E ora… Lei, l’oggetto di quasi tutti i miei pensieri, Kagome: shorts di jeans, una camicia beige stile country, allacciata su tre bottoni e poi con un nodo che lascia scoperto gran parte del ventre, scollata ma non troppo, delle ballerine nere con un tacco basso e degli scalda muscoli marroni. Ha i capelli legati in una coda alta nella prima metà della nuca e lasciando gli altri sciolti sotto ed ha messo un po’ di mascara, un ombretto marrone con varie sfumature e un rossetto rosso. È bellissima, è riuscita ad essere sexy senza esagerare “addio progetti di tenere la patta dei jeans chiusa facilmente, dovrò cucirla per trattenermi, ora!” penso. È affascinante, e da come mi guarda si direbbe che apprezza la mia vista, mi sta praticamente sbavando dietro, anzi avanti. Le sorridendo beffardo. Amo il fatto che lei odia quando sfoggio il mio atteggiamento de sbruffoncello che lei chiama ‘’atteggiamento da ‘sono sexy? Infinitamente! Lo so? Ovviamente! Me ne vanto? Certo che si!!’ ‘’! Dice che sono uguale a Sesshomaru! Mi avvicino –sei bellissima… cioè… carina!- sussurro -tu sei appena passabile!- dice piccata –su via, scherzavo!- dico divertito, tanto che per poco non le rido in faccia –ah-ah-ah! Divertente!- fa l’offesa mentre tutti ridono. Sota e Kohaku scendono assieme ma non si guardano minimamente in faccia, uno guarda a destra e l’altro a sinistra. Indossano gli stessi abiti: felpa gialla e blue jeans. Sesshomaru scende, vestito con una camicia azzurra e i jeans bianchi. E infine arriva lei, la diva per cui ultimamente c’è tensione: Rin! Bella, nei suoi jeans corti con la piega piena di strass che le fanno un sedere niente male, ma poi dico io, a 13 anni già con i jeans push-up? Non c’è più religione!, una maglia con le spalle scoperte di un vivace arancione, come lei. Ha solo un ombretto rosato e un lucidalabbra, ma è bellissima anche così, semplice. Ayame è appena tornata, con un abitino blu elettrico, più lungo di circa dieci centimetri, poco attillato, senza l’intimo di prima, le scarpe bianche, un po’ più sobria e anche il trucco è più adolescenziale, nonostante sia bianco-grigio-nero con varie sfumature e un rossetto rosso ma meno vivace di prima. Se non la conoscessi avrei detto ‘meno battona’.
-allora, abbiamo prenotato ben 5 taxi. Andremo in coppie. Io con Sango.- dice Miroku porgendo galantemente il braccio alla ragazza. Koga fissa Kagome e Ayame, gli occhi di quest’ultima sono quasi invasi dalle lacrime, Kagome lo guarda severa e io lo fisso con manie killer. –Koga…- prega in un sussurro Ayame, lui si gira, le sorride, le fa una carezza e con tono dolce le dice –allora? Stai con me, bimba?- poi in un secondo lei lo aveva baciato buttandogli le braccia al collo. Ci sono poi avanti a noi Kohaku e Sota che contemporaneamente chiedono a Rin (che è di spalle a noi) di stare in coppia con uno di loro. Sesshomaru è dietro e la fissa silenzioso. Un momento… ma non fissa lei!!!le fissa il sedere... hai capito il ghiacciolo! Beh, in fondo come dargli torto, con quei jeans soprattutto… Ma Kagome sembra non essere d’accordo e anzi ha degli sguardi assassini contro Sesshomaru, così intervengo, aiutando anche Sesshomaru e Rin a conoscersi dato che si vede benissimo che la scintilla è scattata –Sesshomaru, che ne dici di accompagnare Rin? Sono certo che a lei farebbe piacere, no?- e Rin arrossisce all’inverosimile, segno che è stata colta in flagrante perfetto! Sorrido. Si mettono vicini e vanno, anche loro, a prendere il taxi. Sota e Kohaku vanno nello stesso taxi. Kagome mi guarda –siamo rimasti solo noi, Kagome, si va?- annuisce e mi prendo la mano.
“oh, Kagome…. Ci sarà mai un posto per me nel tuo cuore?”

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Capitolo 10
*** -INUYAAAASHAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!- ***


Cacciatore di stelle

-INUYAAAASHAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!-

Mezz’ora dopo arriviamo in un quartiere di periferia desolata. Ho sempre pensato che le discoteche erano delle cose tipo… che so… una musica spacca timpani e schifosamente metal, con uomini playboy, donne mezze nude, droga, alcool, di tutto di più… oltre luci al neon accecanti che fanno pure male agli occhi e bene al portafogli dell’oculistica, invece… la musica è alta, ma non così tanto come immaginavo, la musica è piacevolmente orecchiabile, e come in molti film, il locale si estendeva in basso, ed è quasi interamente ricoperto di lastre di vetro spesso in cui fluttuava un liquido fucsia fluo, come le luci al neon. Mi tolgo la giacca e la passo ad InuYasha, che la poggia in un angolo con quella sua e degli altri. In questo momento inizia una canzone che tanto amo, un po’ vecchia, di un vecchio trio, i Cascada. Ho sempre desiderato di essere come Natalie Horler, bella, brava… perfetta come voce, corpo e stile. “Bad Boy” è la canzone perfetta per questo momento, InuYasha è il mio Bad Boy, mi tratta come un giocattolo, ora mi ignora per ben sette mesi senza alcun motivo e ora sembra essere innamorato di me… iniziamo a ballare. Vedo che InuYasha mi sorride, penserei che mi stesse mangiando con gli occhi, ma so che non gli interesso. Bah!
-InuYasha, mi dici dov’è il bar?- gli urlo nelle orecchie– si guarda attorno, e poi fa segno a un angolo –grazie- dico, ma vedo che si è incupito. Confusa dal suo atteggiamento mi allontano verso il bar.
-buonasera, mi da un succo- il tizio mi guarda stranito ma mi accontenta –ecco a lei, metto sul conto di?- -pago in contanti- dico dandogli i soldi. Inizio a bere, ma un ragazzo della mia età mi chiama –Kikyo! Cosa ci fai tu qua! Tu sei… eri…!!!- mi giro, chi è, InuYasha del passato?. Due occhi color sangue mi fissano. –no, mi chiamo Kagome, spiacente- il ragazzo si avvicina, i suo capelli lunghi e neri mi fanno il solletico –oh, scusa. Naraku, piacere- dalla sua bocca esce un odore di fumo che mi fa salire la nausea –piacere tutto tuo, dico sgarbata, chi gli ha dato sta confidenza? Lui sghignazza –che ci fa una bella bambina come te qui tutta sola?- dice avvicinandosi di più –mi scanso un po’ e sguscio via da lui, alzandomi –ho la tua stessa età, bambina sarà tua sorella! E poi non sono sola, sto con degli amici, da cui sto tornando- lascio il bicchiere ancora quasi pieno e mi allontano, ma lui mi prende la mano e mi trascina dall’altra parte… “è finita, Kagome, dovevi star zitta e forse riuscivi a scamparla” penso mentre un urlo terrorizzato esce dalla mia voce, un urlo che invoca un nome, il suo nome –INUYAAAASHAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!-
********************************
Appena entrati Kagome mi da la sua giacca che lascio con la mia insieme alle altre degli altri. La vedo guardarsi intorno con gli occhi che brillano. Io invece ci sono venuta già troppe volte… è qui che tutto è iniziato, dannazione! No, non devo pensarci! Ora c’è Kagome!
Inizia a ballare, sensuale, agile e io la imito, non distogliendo gli occhi da lei, mentre mille pensieri mi attraversano il cervello, e non tutti sono monacali.
-InuYasha dov’è il bar?- mi urla, mi guardo attorno e glielo indico. Mi incupisco, quella scena l’ho vissuta più di un anno fa con Kikyo, è così che è iniziato tutto quel casino madornale, la canzone che inizia ora è What Hurts The Most, della stessa cantante che però non conosco. Il titolo è azzeccatissimo. Quello che fa più male…
Dopo un po’ mi accorgo che Kagome ci sta mettendo davvero troppo, così tento di avvicinarmi al bar, quando… -INUYAAAASHAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!-




//capitolo corto, lo so, ma il pc ha un virus e, madonnina mia santa, mi ricarica sempre la pagina o cambia urle perdo il testo. e con lui anche la pazienza. sorry. spero possa aggiustarlo presto. by Love Girl// 

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