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di iviaggipsicadelici
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio. ***
Capitolo 2: *** Mutatio. ***



Capitolo 1
*** L'inizio. ***


Adele si girò di scatto verso la fanciulla e con un lieve gesto la spinse contro il muro al lato opposto della camera.
La sua ferocia brillava focosa all'interno dei suoi occhi,la rabbia la scuoteva da dentro e i suoi capelli, neri come la pece,danzavano spietati lungo la sua schiena.
Un altro gesto elegante e soave con la mano sinistra e le ginocchia della ragazza cedettero,costringendola a inginocchiarsi.
Di colpo il respiro iniziò a mancarle e il suo volto in pochi minuti divenne di un rosso violaceo.
Adele strinse i denti in una smorfia compiaciuta.

Si avvicinò alla ragazza e si chinò verso di lei,si avvicinò alle sue labbra,sentendo l'odore della sua morte trapelare in ogni fibra del suo corpo.

“Oh mia dolce Atena,sei così bella,sei così forte,sei così coraggiosa...” sorrise inclinando il viso “Ma non sei mai stata abbastanza,non sei mai stata al mio livello..tutti ti elogiavano,tutti ti amavano,eppure guardaci ora.” Il suo viso si contrasse e con un altro lieve gesto la lasciò respirare.

Le afferrò il viso tra le mani,guardandola negli occhi.
“Tutti mi hanno sempre visto come 'quella cattiva',nessuno si è mai interessato realmente ai miei interessi,nessuno! Eppure ho cercato di apparire nei migliori dei modi,ho cercato di essere positiva,ho cercato di piacere alla gente,ma nessuno è mai riuscito a guardare oltre quella maledetta profezia,quella dannata profezia che mi ha condannato a una vita di sofferenze.
Ma ti dirò una cosa Atena,io ho sempre creduto che almeno tu,almeno tu mia dolce Atena,saresti riuscita ad andare oltre a tutto,pensavo che almeno mi avresti difeso contro le ingiustizie di questo regno depravato..” Prese un attimo fiato lasciando andare la ragazza “E lo hai fatto,mi sei sempre stata accanto,mi hai sempre rassicurata e difesa...per questo non potrò mai perdonare il tuo tradimento.”

Non potette dire nient'altro,perchè in quel momento una donna dai capelli biondi irruppe nella stanza.
Portava un vestito bianco e una coroncina argentea le posava sopra la nuca. Era ormai consumata dalla vecchiaia,dagli anni passati,ma il suo sguardo,la sua figura,emanavano energia,forza e ciò la rendeva terribilmente attraente.
Puntò verso Adele il bastone che stringeva nella mano sinistra e recitò parole veloci e incomprensibili.
Un marchio illuminato apparve sulla fronte della ragazza che si dovette piegare per sopportare il dolore causategli.
“Mi dispiace” sussurrò la donna per poi ripetere il procedimento,questa volta,puntando il bastone verso Atena che anch'essa cadde a terra contorcendosi.

Una luce invase la stanza,forte limpida e rassicurante.
Il dolore delle due ragazze scomparve e di colpo rimasero sole,loro due in un enorme stanza vuota,bianca.

“Mi dispiace..” disse con voce flebile Atena rivolgendosi ad Adele “Ti voglio bene e te ne vorrò sempre,sorella.” ed entrambe persero i sensi.

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Capitolo 2
*** Mutatio. ***


Titania si chiuse la porta alle spalle,gettandosi a terra schiena contro il muro e testa tra le ginocchia.

I suoi singhiozzi si fecero intensi e in quel momento non era più una regina,era soltanto una fragile donna affranta e distrutta.

Si era ripromessa che avrebbe mantenuto sempre sicuro il suo regno e la minaccia era nata proprio lì,nel suo castello,era stata cresciuta e resa potente da lei stessa.

Mentre piangeva i pensieri iniziarono a tormentarla,come aveva potuto crescere così le sue figlie?Cosa aveva sbagliato nella sua ferrea educazione per aizzarle una contro l'altra?

Gli occhi di Adele la tormentavano,non gli aveva mai visti tanto feroci.

Ma ora aveva altro a cui pensare.

Si diresse nella stanza affianco e prese tra le sue braccia la piccola Kira.

Le sorrise dolcemente e cercò di asciugarsi le ultime lacrime rimaste sul suo viso.

Doveva tutelarla,era suo dovere tutelare quella piccola creatura.

Le diede un dolce bacio sulla fronte e la guardò negli occhi per poi lasciarla nella sua culla.
Iniziò a correre,in preda alla follia e alla tristezza,raggiungendo in pochi attimi la torre più alta del castello.

Era forte,ma non abbastanza.
Era rischioso,ma non abbastanza.
Strinse forte il bastone tra le sue mani,appoggiando la fronte su esso.

Le parole le fluivano dolcemente dalla bocca e le lacrime tornarono a irrigarle il viso.

Recitava l'incantesimo sentendo la sua energia vitale abbandonarla lentamente.

Ma era decisa,era decisissima a sopravvivere,per il suo regno e per Kira.

Di colpo un onda energetica iniziò ad espandersi intorno a lei superando prima le mura del castello e superando poi le cinta del suo regno.

Si lasciò cadere a terra esausta,ma viva.

 

 

 


Kira stava seduta nel salotto principale ad importunare Admond,il suo maggiordomo “Quando potrò aprire i regali?Quando?E' vero che oggi diventerò regina?Il bastone della nonna diventerà mio?E poi?Cosa succederà?Dovrò governare il regno tutta sola?”.
La sua impazienza cresceva sempre di più ed esplose in un urlo di gioia “Sono così felice Admond,finalmente ho 9 anni.”

Admond sorrise dolcemente alla giovane donna senza rispondere a neanche una delle sue domande,si sedette di fianco a lei e la prese in braccio.
“Non avere fretta di crescere e non essere troppo curiosa,le tue domande avranno risposta,ma non adesso!” le diede un veloce bacio sulla guancia e si allontanò impegnato con le faccende domestiche.
Kira cresceva esattamente come Adele,i lunghi capelli neri che l'avrebbero caratterizzata e resa riconoscibile da tutti gli abitanti del regno,la carnagione chiarissima,perlacea,le labbra gonfie e il nasino fine e regolare.

Due gocce d'acqua se non fosse stato per gli occhi color ghiaccio di Kira,contro gli occhi color petrolio di Adele.
Questo particolare,rendeva Kira la bambina più bella del reame.

Mise il broncio annoiata,non soddisfatta dalle risposte di Adomnd,quando un tonfo la fece sobbalzare.
Alzò gli occhi e si diresse verso la finestra,incerta e impaurita.

La aprì piano,con il cuore in gola.

Si affacciò ma non riuscì a vedere nient'altro che il cielo.
Ma all'improvviso,proprio qualcosa dal cielo puntava proprio verso di lei e le sue labbra si allargarono,lasciando andare un sorriso a trentadue denti.

Dalla finestra entrò un grosso uccello,dotato di artigli prorompenti e piume dorate.

Kira si mise ad inseguirlo su e giù per la stanza ridendo e cercando di acchiapparlo.

Poi si fermò proprio al centro della stanza e il grosso gufo si andò a posare sulla sua spalla porgendo il becco verso il collo,come a voler ricercare la sua attenzione e le sue carezze.

Quel bisogno di affetto venne ricompensato subito dalla giovane donna che iniziò a fargli i grattini lungo l'attaccatura delle ali e quasi il gufo sembrò fare le fusa.

Sigy era stato trovato quando ancora non era in grado di volare da Kira,nei giardini del castello e iniziò immediatamente a prendersene cura.

In cambio,Sigy,le promise amore e devozione.

Non era un gufo normale,aveva qualcosa di speciale,era in grado di percepire le emozioni di Kira e questo lo rendeva l'amico ideale.

La difendeva e la accompagnava ovunque essa andava,quasi come fosse lo spirito guida dalla fanciulla.
Si posò sul davanzale della finestra iniziando a gongolare la testa in tutte le direzioni,quasi a voler comunicare qualcosa.

Kira si guardò intorno e si avvicinò all'animale “Non è sicuro adesso,qualcuno potrebbe vedermi e se la nonna venisse a sapere che esco dal castello..oh,chissenefrega” Fece qualche passo indietro,abbassando il tono della voce “Mutatio axio”.

Di colpo le sue lunghe braccia si trasformarono in ali e poi tutto il suo corpo iniziò a mutare e in pochi secondi un gufetto prese il poso della bambina.

Kira saltellò verso Sigy,nel suo nuovo corpo da uccello e si mise di fianco ad esso.

Pochi secondi dopo era alta nel cielo,fianco a fianco al suo migliore amico,sentendo l'aria e il calore del sole avvolgerle la pelle,le piume.

Piroettava nell'aria come se lo avesse fatto per tutta la vita,si gettava ferocemente in direzione dei topini nel campo,solo per il gusto di immedesimarsi totalmente in gufo,senza mai però far del male a quelle piccole creaturine.

Giocherellando a destra a sinistra si allontanò più del solito dal castello e quando si posò un secondo,per riprendere fiato,su un ramo di un albero,una grossa mano l'afferrò.

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