I can't take my eyes off you

di 30lucia121
(/viewuser.php?uid=574078)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Di nuovo l’assordante e fastidiosissimo suono della mia sveglia, interrompe il mio sonno profondo.
 Stamattina preferirei essere presa a sassate piuttosto che dovermi alzare per andare a lezione. Che poi, inutile specificare “stamattina”, ormai questo pensiero è fin troppo ricorrente.
 Scosto le coperte e mi dirigo verso il bagno, notando la mia coinquilina già pronta, seduta comodamente su uno degli sgabelli della cucina sorseggiando il suo caffè. La vedo scuotere la testa, in segno di rimprovero, osservando la mia figura mentre si trascina verso il bagno.
 Cerco di darmi una sistemata e di preparare la mia borsa alla svelta, data la mia pessima abitudine di mettere la sveglia all’ultimo minuto. Dopo di che, io e Meredith ci dirigiamo insieme verso l’ateneo che si trova a pochi passi dal nostro appartamento.
 La saluto non appena si allontana per andare alla facoltà di economia, nel frattempo io mi avvio verso medicina. Ogni volta che le nostre strade si separano, provo molta invidia nei suoi confronti:la sua università è colma di bei ragazzi e ragazze simpatiche; nella mia sono tutti secchioni brufolosi che alzano la testa dai libri solo se strettamente necessario.
 D’altronde, medicina è il mio sogno di sempre e ripetermelo mi aiuta a superare il fatto di aver scelto un percorso di studi molto più lungo e faticoso.

Mi siedo in un banco vuoto nel mezzo dell’aula e finalmente accendo il telefono. Ieri, dopo aver chiamato mia madre per rassicurarla del fatto che sono ancora viva, l’ho spento per non avere distrazioni e riuscire a studiare decentemente.
 Dopo aver inserito il pin, apro whatsapp e scorro annoiata le notifiche dei vari gruppi, fino a che non mi appare una conversazione che ormai avevo dimenticato, o meglio che avevo cercato di dimenticare.
 Harry Styles: Ciao Kate, è passato così tanto temp..
 Dall’anteprima riesco solo a leggere queste parole che fisso per qualche secondo, non avendo il coraggio di aprire l’intero messaggio.
 Avrà sicuramente un favore da chiedermi o, comunque, so bene quanto il signorino non sappia stare da solo, sarà semplicemente in cerca di qualcuna che gli faccia disfare le lenzuola.
 Per fortuna, il professore Grimes entra in aula, puntuale come suo solito, e pone fine alle mie riflessioni. Infatti, ripongo il cellulare nella tracolla per estrarvi il quaderno degli appunti e iniziare a seguire quella che sarà la nuova spiegazione di anatomia.

“Non riuscirai ad ignorarlo” dice decisa Meredith, mentre divora il suo tramezzino. La mensa del nostro ateneo non offre spesso del cibo di qualità, per questo, quando il menù non è di nostro gradimento, io e la mia coinquilina ci portiamo qualcosa da casa da mangiare nel parco, proprio come oggi.
“Per questo il suo cercarmi mi infastidisce tanto. E lui lo sa!” esclamo piuttosto irritata.
“Apri quel dannato messaggio, avanti” mi incita lei.
“Oh d’accordo” rispondo brontolando.
 Harry Styles:Ciao Kate, è passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti. Non abbiamo messo una parola fine né alla nostra amicizia né a tutto il resto. Forse perché nessuno dei due lo voleva.
 Ti andrebbe di uscire una di queste sere?
Dopo averlo letto ad alta voce, non riesco a fare a meno di commentare:”Tutto il resto, come riesce a sminuire tutto lui, nessuno mai.”
 “Kate smettila di far la bambina capricciosa che critica ogni parola. Si sa che i ragazzi  non sono bravi ad esprimersi, soprattutto in questi casi” ribatte Meredith, con ovvietà.
“Si ma perché adesso? Non vedo Harry da più di un anno e io sono tornata mesi fa. Mi attaccherò a qualsiasi cosa, come dici tu, ma non puoi biasimarmi se con lui sono prevenuta.”
 “Hai ragione, ma ce l’ha anche lui: voi due non avete mai chiuso realmente e forse doveva solo trovare il coraggio di scriverti!”
Perché questa ragazza deve sempre mettermi in difficoltà con i suoi discorsi filosofici che guardano al di là delle apparenze? Io sono molto più pratica, o è bianco o è nero, nessuna sfumatura ed, inoltre, immaginare Harry timoroso o poco audace è impensabile.
“Comunque io adesso ho lezione, ma se fossi in te gli concederei almeno un’uscita” conclude Meredith, lasciandomi un bacio sulla guancia.

Le successive ore passano molto più velocemente rispetto all’inizio della mattinata, dato che sono in ospedale per il mio annuale tirocinio. Lavorare in questo ambiente, a contatto con i pazienti, non ha fatto altro che confermare la passione che nutro per la medicina. Non mi pesano affatto queste ore, anzi le sostituirei volentieri a quelle di studio.
 Termino l’ultima vista, con accanto Liam, il mio supervisore ed eccellente chirurgo, e mi avvio verso il mio stanzino per togliere il camice e raccogliere la mia roba.
“A domani, Kate. Se vai avanti così mi costringerai a darti valutazioni molto alte” mi saluta Liam, sorridente.
“Magari domani me ne sto a letto. Ciao Liam” gli rispondo, agitando la mano.
 Esco dal grande edificio bianco che ormai mi ospita da molti anni e prendo la strada di casa. Immersa nei miei pensieri mi ricordo del messaggio di Harry e decido di seguire il consiglio della mia amica. Sono davvero troppo curiosa per far finta di nulla. Cerco comunque di rimanere distaccata:
 Domani sera?
 La sua risposta, con mia sorpresa, arriva dopo poco minuti:
 Ti passo a prendere alle 8. Sono felice di rivederti.
 Sono già entrata a casa, quando leggendo la sua risposta mi compare un sorriso che non riesco a trattenere.
“Allora hai ceduto. Quando esci con Harry?” domanda immediatamente la mia coinquilina.
“Domani. Me ne pentirò, lo so” dico tornando alla realtà e ricordandomi quanto Harry riesca ad essere gentile e egoista allo stesso tempo

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE: ciao a tutte, sono di nuovo qui con una nuova storia. Non ho resistito e mi sono rimessa a scrivere, spero dia una bene.
 Mi auguro di ricevere qualche recensione a questo prima capitolo, sperando come sempre che sia di vostro gradimento.
 Baci, L.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Da quando ho deciso di vedermi con Harry, il tempo sembra essere volato. Avrei voluto prendermela con calma e pensare bene a cosa potrebbe dirmi e soprattutto come potergli rispondere. Invece, sono già le 18.30, ho appena finito il mio turno all'ospedale, preceduto da un'intensa mattinata di studio, e non ho idea di cosa aspettarmi. Odio l'ignoto, odio non sapere cosa mi aspetta e odio lui, perché con lui è sempre così: è imprevedibile in ogni cosa che fa e finisce sempre per spiazzarmi, nel bene e nel male.

"Harry, ti prego lasciami parlare un secondo.." provo a supplicarlo nuovamente dopo che l'ho invitato  nel mio appartamento specificando che avrei dovuto riferirgli una cosa importante, ma lui continua a baciarmi il collo, senza volermi ascoltare.
Mi alzo dal divano, con suo disappunto, e prendo coraggio:"Mi hanno offerto una borsa di studio che mi permetterà di frequentare le lezioni per il prossimo anno negli Stati Uniti."
Silenzio. Il ragazzo di fronte a me mi fissa, privo di alcuna espressione.
"Ho accettato" continuo, quasi in un sussurro.
"Quindi?" domanda quasi scocciato.
"Davvero non riesci a dire nient altro?"
"Hai fatto la tua scelta. Ora devo andare" dice semplicemente, alzandosi e uscendo da casa mia.
Io sono rimasta qui, in salotto, in piedi a fissare la porta che ha appena chiuso. Non posso credere che mi abbia lasciata in questo modo.

Il ricordo di quel giorno mi fa ancora male e vorrei che mi facesse provare rabbia, ma in realtà mi mette solo tristezza. Da quella volta non ho più rivisto né sentito Harry.
Eppure all'aeroporto, il giorno della mia partenza, credevo davvero che sarebbe arrivato almeno per dirmi ciao; il giorno del mio compleanno, a San Francisco, speravo in una sua telefonata; quando tornai, dopo una delle esperienze più belle della mia vita, ero ancora lì che lo cercavo tra la folla.
Mi sono illusa per così tanto tempo che almeno per stasera non voglio crearmi alcun tipo di aspettativa.

Una volta arrivata a casa, mi faccio una lunga doccia, con lo scopo di svuotarmi la mente da tutto.
Mi preparo con calma, con Meredith che mi fissa un po' preoccupata. Lei sa bene quanto ho sofferto per Harry, non solo dopo la notizia della mia partenza. La nostra non è mai stata una relazione che definirei "normale" e spesso la cosa mi faceva soffrire. Mi ha ribadito comunque che dovevamo affrontare questa situazione o non ne sarei mai veramente uscita.
Alle otto in punto il citofono dell'appartamento emette il solito suono metallico e scorgo la figura di Harry dal piccolo schermo all'entrata.
"In bocca al lupo" mi saluta la mia coinquilina, senza troppa ironia.
"Ci vediamo dopo" le dico, dandole un bacio sulla guancia.
Scendo rapidamente le scale e quando lo vedo appoggiato alla sua macchina, sorridente, mi sento svenire. È ancora quel bellissimo ragazzo che mi fece ballare tutta la notte a quella stupida festa universitaria, ricordandomi di essere una ragazza di poco più di vent'anni e non solo una studentessa di medicina.
"Non stare lì impalata, fatti abbracciare" esordisce lui, avvicinandosi a me. Mi stringe tra le sue braccia e vengo immediatamente rapita dal suo profumo. Mi lascio finalmente andare e finisco per ricambiare il gesto.
"Ti va di bere qualcosa?" domanda poi gentilmente.
"Certo" dico sorridente, forse troppo, e salgo nella sua macchina.
Il viaggio è stato breve, fortunatamente. Arriviamo davanti ad uno dei tanti locali di Londra e vi seguo Harry all’interno. Siamo un po’ più lontani dal centro, essendo oggi venerdì avremmo trovato molta gente e non avremmo avuto alcuna possibilità di parlare. Questo posto, infatti, sembra meno caotico e oserei dire più intimo.
“Cosa vi porto ragazzi?” chiede il cameriere, una volta che ci siamo accomodati al tavolo.
“Due birre chiare” risponde prontamente il ragazzo seduto di fronte a me. L’altro annuisce e si dirige verso il bancone.
Mi ritrovo a fissare Harry, sperando con tutta me stessa che sia lui il primo a parlare dato che non ho idea di cosa poter dire. Lui, però, si limita a fissarmi a sua volta, sapendo bene quanto odiassi queste situazioni che generavano solo imbarazzo, almeno per me.
Le nostre ordinazioni arrivano in pochi minuti, solo allora Harry si decide a parlare:”Come ti vanno le cose, Kate?”
“Vanno bene. Tu come stai?”
“Sto bene” dice semplicemente, per poi bere un sorso della sua birra.
“Sembriamo due al primo appuntamento” continua, ironizzando.
“Non ci vediamo da non so più quanto tempo, Harry” ribatto ovvia.
“Credi che non abbia mai pensato di chiederti prima di uscire? Credi davvero che sia stato facile ignorarti per tutto questo tempo?” risponde lui a tono.
“Nessuno ti ha obbligato.” Non può di certo passare lui per la vittima.
“No, certo. Io ho solo cercato di non pensare solo a me stesso. Ti ho fatto vivere la tua esperienza, mettendomi da parte e quando sei tornata avrei voluto vederti, ma magari eri riuscita a dimenticarti di me e ripiombare nella tua vita non mi sembrava corretto. Poi, però, l’altro giorno ti ho vista: stavi uscendo dalla biblioteca e diamine io non ti avevo mai dimenticato. Così ho provato a mandarti un messaggio, certo di ricevere un “no” come risposta” esclama, tutto d’un fiato.
“Sai qual è il problema, Harry? Dici di non pensare a te stesso, ma di certo non hai pensato a me. Io non volevo che ti mettessi da  parte e che mi lasciassi in quel modo.
Fai il discorso del secolo, ma non hai idea di quanto abbia desiderato anche solo una telefonata. Non ti permetto di farmi questo, non di nuovo.”
“E cosa volevi, Kate? Una relazione a distanza? Funzionava a malapena quando vivevi qui” risponde duro.
“Fottiti” esordisco, lasciandogli i soldi della birra, per poi avviarmi verso l’uscita.
È successo di nuovo, io mi apro con lui, gli mostro le mie debolezze, e lui non fa altro che calpestarle e sminuire il nostro rapporto.
Lo sento chiamarmi un paio di volte, ma non mi giro, non ne ho la forza. Prendo un taxi e me ne torno a casa, ancora una volta con il cuore a pezzi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sei scappata, non è questo il modo di risolvere le cose.

È da quando sono rientrata in casa che fisso il messaggio di Harry. Come può riuscire ad essere così irritante? Prima dice di avermi lasciata per il mio bene e poi sostiene che a malapena eravamo riusciti a tenere in piedi una relazione qui a Londra. Come avrei potuto restarmene lì seduta ad ascoltarlo mentre sminuiva tutto quello che abbiamo passato insieme?
Non sono scappata, volevo solamente andarmene.
“Guai a te se gli rispondi. Gli hai dato una possibilità, adesso basta Kate. Basta farti del male” esordisce Meredith, dopo avermi consolata tra le sue braccia.
“È lui che continua a distruggermi, ogni volta” ribatto io, con la voce esausta.
“Questa sarà l’ultima. Forza adesso dormi, domani andiamo a fare shopping” esclama, entusiasta della sua idea, per poi lasciare la mia camera.

Come pianificato, io e la mia coinquilina alle 9.30 ci troviamo nel centro londinese, pronte ad entrare in ogni negozio che capiti lungo il nostro cammino. Adoro fare compere con lei: ci consigliamo a vicenda, dato che ormai dopo anni di convivenza conosciamo perfettamente i gusti dell’altra. Meredith, in particolare, ricorda ogni capo del mio armadio, tanto che quando devo uscire, per qualsiasi occasione, lei ha già pronto l’abbinamento perfetto per me. È geniale in questo ambito.
Dopo un paio d’ore, occupate a provare vestiti e accessori di qualunque genere, ci fermiamo in una caffetteria.
“Buongiorno ragazze, potete accomodarvi a questo tavolo. Un minuto e siamo subito da voi” ci accoglie immediatamente una donna, all’entrare del locale. Rispondiamo entrambe con un sorriso e ci accomodiamo, noi insieme alle troppe buste che contengono i nostri acquisti.
“Molto carino questo posto. Dovremmo venire qui, invece di far colazione al sudicio bar dall’università” osserva la ragazza seduta accanto a me.
“Mer è a un quarto d’ora di metro da casa. Non mi sveglierò mai prima solo per un posto più carino” le dico, scoppiando a ridere.
“Sei incorreggibile” mi rimprovera lei.
“Ciao ragazze, cosa posso portarvi?” Ci giriamo verso al voce che ha interrotto le nostre chiacchiere e alla vista del ragazzo con in mano il blocchetto per le ordinazioni, quasi cado dalla sedia.
Harry. Harry e di nuovo Harry. Tra tutti i bar che ci sono a Londra, io sono entrata in quello dove lui lavora. Devo sicuramente avere un mostro verde chiamato “Sfiga” sulla spalla, non c'è altra spiegazione.
“Oh ciao Kate, Meredith. Che piacere” continua, accompagnando il saluto con un ghigno beffardo.
“Mi spiace non poter dire lo stesso. Comunque due caffè macchiati, grazie” risponde dura la mia amica.
“Senz’altro” ribatte lui, a tono.
Si allontana verso il bancone e mi accorgo di fissarlo solo quando Meredith mi agita la mano davanti agli occhi:”Meglio il bar dell’università” dice, una volta attirata la mia attenzione.
“Ci puoi giurare!”
Dopo pochi minuti, Harry ci porta i nostri caffè e non perde occasione per fissarmi. I suoi occhi verdi sono sempre stati magnetici per me, tanto che non riesco a distogliere lo sguardo dal suo e la cosa mi imbarazza. Infatti, sento le mie guance andare a fuoco e non di certo per il caffè bollente.
Posando la tazza ormai vuota, noto un biglietto sotto di essa:
Tra 20 minuti finisco il mio turno. Aspettami qui fuori.
Meredith me lo strappa immediatamente dalla mani e dopo averlo letto mi rivolge uno occhiata di rimprovero.
“Cosa sei il suo cane per caso?”
“Lo sai com’è fatto” dico scrollando le spalle.
“Oh certo che lo so. Non vorrai assecondarlo di nuovo?”
“Non sono una codarda” esclamo, riferendomi al messaggio della sera prima.
“Certo che non la sei, ma non sei neanche una stupida!”
“Voglio solo dimostrarglielo:”
“Non devi dimostragli proprio niente Kate.”
“Ti prego Mer” le sussurro, in modo che non renda le cose ancora più difficili.
“Te l’ho già detto che sei incorreggibile?” domanda retorica, facendomi sorridere.
“Ti voglio bene” le dico, dandole un bacio sulla guancia, per poi guardarla uscire dal bar, non prima di fulminare Harry con lo sguardo.
Mi alzo a mia volta e, dopo aver pagato, esco dalla caffetteria, sedendomi sulla panchina appena fuori, per aspettare che lui finisca il turno di lavoro.

“Non pensavo saresti rimasta” afferma una voce roca che conosco fin troppo bene, alle mie spalle.
“Scappare non serve a niente, no?” dico, girandomi per vederlo di fronte a me con una sigaretta tra le labbra.
“Da quando hai riniziato a fumare?” gli chiedo, poi, notando quel particolare.
“Da quando sei partita.”
Con quella risposta, apro la bocca per rispondere, ma rimango a fissarlo, incapace di fare uscire alcun suono. I primi mesi in cui stavamo insieme Harry fumava solo quando litigavamo, anche se ciò accadeva spesso, o quando era particolarmente nervoso. Voleva smettere da tempo e un giorno fece qualcosa di inaspettato:

“Harry domani ho un esame, non posso uscire con te stasera. Possiamo uscire domani, o quando ti pare. Ma non stasera, smettila di fare il bambino” urlo esausta, dopo aver subito il suo solito comportameno insistente.
“Lo facevo per te, per farti distrarre e alzare la testa dai quei libri” mi risponde lui, urlando a sua volta.
“Ti ho già detto che non posso ancora alzarla, devo ripassare. Perché non vuoi capirlo?”
Harry non mi risponde, prende la giacca e esce sul mio balcone.
“Dai accenditi quella stupida sigaretta. Magari così li risolvi i problemi” dico furiosa, seguendolo.
“Non ho più preso un pacchetto da quando siamo usciti per cenare in quel bel ristorante . Pensavo che così non avremmo più litigato.”

Quel ricordo mi fa tornare alla mente quanto Harry sappia essere dolce. Alcuni suoi discorsi mi ricordavano quelli dei bambini che avevo incontrato nel mio anno di tirocinio in pediatria. E, come mi accadeva con quest'ultimi, ogni volta le sue parole mi facevano sciogliere e dimenticare quanto mi avesse fatto imbestialire poco prima con la sua arroganza e prepotenza.
“Riproviamoci, Kate” afferma deciso, interrompendo i miei pensieri.
“Riproviamo ad uscire insieme. Stavo bene con te, come non stavo da tempo. Adesso so cosa vuol dire stare senza di te e voglio darci un’altra possibilità. Questa sigaretta è l’ultima, se mi dici di sì, non prenderò un altro pacchetto” continua, avvicinandosi pericolosamente a me, prendendo ad accarezzarmi il braccio.
“Non posso dirti di sì” sussurro, abbassando lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo.
“Non puoi o non vuoi?”
Oh diamine, lui e le sue domande trabocchetto. Lo vorrei da morie e so che me lo legge negli occhi, ma non sono sicura di riuscirci.
“Rispondimi Kate.”
Incrocio il suo sguardo e vedo quell’Harry che mi faceva stare bene, che mi ha stravolto la vita, ma che l’ha resa migliore. Si, perché prima di incontrarlo la mia vita era solamente l’università, neanche Meredith era riuscita a schiodarmi dalla mia scrivania. È il mio Harry ed io sono ancora pazza di lui, dannazione.
“Sarà la nostra ultima possibilità” affermo, infine, cercando di avere un tono deciso.
Sul suo viso appare il solito ghigno soddisfatto e i suoi occhi si illuminano. Posa una mano sulla mia nuca e mi avvicina a lui con forza. Le sue labbra entrano in contatto con le mie e ben presto le nostre lingue tornano a danzare insieme.
In questo momento ho la conferma di tutto: sono esattamente dove vorrei essere e con chi voglio essere. Ho sempre saputo che Harry mi mancava, ma non pensavo di dipendere ancora da lui.





SPAZIO AUTRICE: ecco il mio terzo capitolo. Purtroppo non ho ancora ricevuto recensioni per questa storia, ma spero sia di vostro gradimento. Ad ogni modo, mi piacerebbe molto che qualcuna delle lettrici silenzione mi facesse avere il suo parere. Vi sarei davvero grata.
Detto questo, ringrazio infinitamente chi ha messo sin da subito la mia storia tra le seguite. Grazie, grazie, grazie.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Ciao Kate, sbaglio o oggi sei particolarmente felice?” mi saluta Liam, porgendomi il camice.
“Ciao Liam. Oh no, sono solo riposata” dico restando vaga.
“Lavoriamo insieme da qualche anno ormai e mi è capitato poche volte di vederti entrare sorridente prima di affrontare un turno di notte” ribatte sospettoso.
“Non esagerare. Dai andiamo a prenderci un caffè, attacchiamo tra 15 minuti.”
Liam mi segue verso la macchinetta e, con la coda dell’occhio, noto che studia attentamente ogni mia espressione.
“Adesso ricordo” esordisce mentre aspettiamo in nostri caffè. “Non ti vedevo così da quando venivi accompagnata da quel tipo riccio!”
“Non ti seguo” provo a dire convinta.
In realtà so bene a cosa si riferisce: ogni volta che facevo la notte, cercavo di dormire nel pomeriggio e Harry si coricava accanto a me, per farmi compagnia e soprattutto perché sapeva che averlo vicino a me, mi rilassava. Svegliarmi con lui, poi, mi rendeva incredibilmente di buon umore e, per questo, quando mi accompagnava al lavoro ero sempre fin troppo radiosa.
I mesi del tirocinio del terzo anno, infatti, erano incredibilmente volati: Harry appena poteva, si adeguava ai miei orari e passavamo il resto del tempo che non dedicavo all’ospedale insieme. Quell’anno lavorava per una piccola azienda online e quindi mentre studiavo, lui si dedicava a questo piccolo progetto.
Stasera, mi sento proprio come in quel periodo: l’incontro con Harry di poco fa, mi ha reso così felice da non riuscire a mascherarlo.
“Che ne pensi Kate?” La domanda di Liam interrompe i miei pensieri e mi fa andare di traverso l’ultimo sorso del mio caffè bollente.
“Non mi stavi ascoltando, vero?” chiede lui, una volta che smetto di tossire.
“Scusami stavo ripassando mentalmente quello che ho studiato oggi, questa sessione mi sta decisamente stressando” dico, sforzando un sorriso, per risultare più credibile.
“Ci sono passato anche io. Inutile dirti che è l’ultimo anno e devi tener duro, però ti posso assicurare che questo lavoro ti darà molte soddisfazioni” mi rassicura lui, mettendomi una mano sulla spalla.
“Non vedo l’ora!”

Guardo l’orologio e mancano dieci minuti allo scoccare delle sei, ciò vuol dire che il mio turno sta finalmente per finire. Adoro questo posto, ma a volte la notte risulta piuttosto noiosa e quindi passa più lentamente.
Dopo aver certificato la fine del mio lavoro per quella mattina, vado a cambiarmi, per poi uscire dall’edificio. Il mio stomaco brontola rumorosamente e così decido di fermarmi al bar dall’altra parte della strada. Mi fermo qui spesso per sgranocchiare qualcosa, fortunatamente apre molto presto, trovandosi vicino all’ospedale.
“Ciao bellezza, cosa posso portarti stamattina?” mi saluta Justin, con il suo solito tono malizioso. Lavoro nello stesso ospedale dal terzo anno di università ed è da quel giorno che questo ragazzo non smette di fare battute viscide sul mio conto. Per sua fortuna, vengo qui soprattutto dopo il lavoro e non ho la forza per insultarlo, come meriterebbe. Solo Harry era riuscito a cucirgli quella boccaccia:

Stanotte abbiamo avuto due urgenze, sono stravolta” esclamo, buttandomi tra le sue braccia, una volta uscita dal mio reparto.
“Ultimo sforzo verso il bar per riempirci di zuccheri?” domanda Harry, facendomi sorridere.
“E me lo chiedi?!”
Ci dirigiamo verso la nostra destinazione e ci sediamo al bancone, sapendo che a quell’ora non avremmo trovato molta gente. Dal canto mio, sono certa di non trovare Justin, è troppo pigro per iniziare a lavorare così presto ed è ance fortunato, poichè la proprietaria è sua madre.
“Mamma mi aveva detto che facevi orari improponibili in quell’ospedale. Per questo sono qui così presto, solo per te, dolcezza!” Stacco lo sguardo da Harry, per voltarmi verso Justin che esce in quel momento dal retro, guardandomi con insistenza e finendo per distruggere ogni mia certezza.
“Spero di aver capito male” gli risponde immediatamente il mio ragazzo con tono duro.
“E tu chi diavolo sei?” domanda Justin, fin troppo sfrontato.
“Non ti deve importare. Rivolgiti ancora a lei in quel modo e dovrai imparare a lavorare senza un braccio” ribatte Harry, stringendo i pugni e avvicinandosi a lui.
Vedo il pomo d’Adamo di Justin fare su e giù lungo la sua gola, in segno di preoccupazione. So bene l’effetto che fa Harry da arrabbiato: il suo sguardo si incupisce, i muscoli della mascella si irrigidiscono e la sua voce mette i brividi.
Infatti, vedendo la reazione del ragazzo, scocca la lingua sul palato come segno di vittoria e mi trascina fuori dal bar.

“Una brioche al cioccolato e un cappuccino, grazie” rispondo con fare annoiato.
“Ecco a te. Sei più bella da quando non frequenti più quel mezzo bulletto” dice porgendomi la mia ordinazione.
Roteo gli occhi, senza dare troppa importanza alle sue parole, impegnata a divorare quello che ho davanti.
“Ciao, salutami tua madre!” Esco dal locale e mi dirigo verso il mio appartamento, pensando al momento in cui mi butterò sul mio letto.

Voglio uscire con te stasera.
Mi sveglio con questo messaggio che Harry mi ha inviato poche ore prima. Come al solito lui non chiede, pretende, ma so che è il suo modo di fare e a me piace così com’è.
Alle 8?
Dopo pochi minuti il mio telefono squilla e appare il nome di Harry sullo schermo:
“Dov’eri finita?” domanda appena accetto la chiamata.
“Mi sono appena svegliata.”
“Perché non mi hai detto che avevi la notte? Avevo voglia di un pisolino oggi pomeriggio.”
“Non ci ho pensato. In realtà, non so bene come comportarmi con te in questo momento!”
“Kate smettila di pensare a cosa fare. Dovresti fare come hai sempre fatto, non sono mica uno sconosciuto” esclama, offeso.
“Hai ragione” dico rassegnata. Alla fine se vogliamo riprovarci, dobbiamo davvero comportarci come prima, o almeno tentare.
“Lo so. Alle 8 sono da te” afferma soddisfatto, per poi chiudere la chiamata.


Puntuale come sempre, Harry suona il mio campanello.
“Sei davvero felice quando c’è lui nella tua vita” ammette Meredith, mentre sto per uscire dal nostro appartamento.
“Già” dico sorridendo, per poi salutarla con la mano.
Esco da casa e trovo, di nuovo, Harry Styles appoggiato alla sua macchina.
“Ciao” dico, un po’ imbarazzata dal suo sguardo.
Lui nota il rossore sulle mia guance e si passa la lingua sulle labbra, facendomi rabbrividire.
“Sali forza, ho una cosa da farti vedere.”
Durante il viaggio, ci allontaniamo dalla zona universitaria e ci avviciniamo al centro. Il ragazzo al volante gira nella direzione di un quartiere colmo di nuovi complessi residenziali, fermandosi, in fine, davanti a uno di essi.
“Che ci facciamo qui?” domando perplessa.
Harry sventola davanti ai miei occhi un paio di chiavi, sfoderando un sorriso enorme.
“Non stai più con Gemma?” chiedo di nuovo, sorpresa.
“No, non sopportavo più mia sorella e il suo fidanzato. Mentre eri via ho lavorato in fabbrica, facendo straordinari su straordinari. Ho racimolato un po’ di soldi per potermi trasferire. Adesso lavoro solo nel bar in centro che mi avrebbe preso solo con qualche esperienza lavorativa e avevo delle ottime referenze” mi spiega, fiero di sé.
“Sono orgogliosa di te, Styles. Adesso, però, voglio proprio vedere come hai conciato questa casa” dico ridendo, beccandomi una sua occhiataccia.
“La camera da letto è il mio capolavoro” risponde, infine, mordendosi il labbro inferiore.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


È mattina ed io mi trovo nel letto della nuova casa di Harry Styles.
Quando lo avevo lasciato, lavorava come PR per le discoteche della zona universitaria e dormiva sul divano della sorella. La classica vita di chi pensa solo a divertirsi senza alcun tipo di responsabilità.
Invece, adesso sono stesa su un letto matrimoniale con lenzuola che sanno di ammorbidente, al centro di una camera ben arredata che non puzza di alcool. Harry si è addirittura alzato alle 5 per andare ad aprire il bar, quando prima, a quell'ora, non era ancora rientrato in casa. Come ho già detto, quel ragazzo riesce sempre a sorprendermi!
Dopo questa mia breve riflessione, decido di alzarmi e cercare il telefono nella borsa. Trovo un paio di messaggi di Meredith che pretende di avere ogni dettaglio della serata, uno di Liam che mi chiede di pranzare insieme prima dell'inizio del nostro turno pomeridiano, ma ciò che mi sorprende è il terzo mittente di quella mattina: Zayn.
Ciao Katy, ci beviamo qualcosa una di queste sere?
Il solo chiamarmi con quel nomignolo mi disgusta. Sa bene quanto lo odio, ma da quando lo conosco non ha mai smesso di chiamarmi così.
Zayn è un ragazzo che studia economia con la mia coinquilina, la quale ci ha presentati dopo che tornai dall'America. Quando lo vidi per la prima volta notai semplicemente un bellissimo ragazzo, moro, abbastanza alto e con uno sguardo così penetrante da mettere in imbarazzo anche la più spavalda delle ragazze. Così decisi di uscirci fino a che si rivelò un idiota sotto tutti i punti di vista. Zayn è, infatti, il classico figlio di papà che frequenta l'università per non lavorare e che non sa fare altro che ostentare la sua ricchezza. Per questo, dopo averlo sentito parlare solo della sua macchina e delle sue numerose carte di credito, l'avevo lasciato perdere. Da buon viziato che si rispetti, però, non ha mai accettato il mio "rifiuto" e ogni tanto prova ancora ad uscire con me, nonostante non perda occasione di strusciarsi contro ogni essere del sesso femminile davanti ai miei occhi.
E come da manuale, ora eccolo qui, dopo settimane di silenzio, proprio quando ero certa di essermene liberata. Decido comunque di ignorare la sua proposta e prepararmi per incontrare Liam.

Oggi sembra che le lancette dell'orologio non abbiano alcuna intenzione di muoversi. Sono ore che passeggio avanti ed indietro per i corridoi del mio reparto, piuttosto annoiata. Ho già fatto la mia pausa alla macchinetta del caffè e ora non mi resta che aspettare le 21.
Harry stasera esce con alcuni suoi amici che non vede da tempo, quindi non sarà fuori ad aspettarmi.
Fortunatamente, ho una coinquilina fantastica che mi aspetta a casa con la cena pronta e al sol pensiero sento il mio stomaco brontolare.

"Hey, eccoti finalmente. Stavo morendo di fame”” mi accoglie Meredith, non appena metto piede nel nostro appartamento.
“E senti che profumino. Sei da sposare Mer” dico abbracciandola, per poi aiutarla ad apparecchiare la tavola. Lei, a sua volta, riempie i piatti con le sue deliziose tagliatelle al ragù. Non ho mai apprezzato le sue origini italiane quanto stasera.
“Tra un boccone e l’altro vedi di raccontarmi di ieri sera, così eviti di ingozzarti” ironizza Meredith, mentre mi rivolge uno sguardo impaziente.
“Harry vive da solo” esclamo, vedendola sbarrare gli occhi come risposta.
“Gemma l’ha cacciato?”
“No. Quando ero via, ha lavorato come operaio ed è riuscito a mettere da parte qualcosa. Ti rendi conto? Non ha sperperato tutto in feste e divertimenti vari. Quando stamattina mi sono svegliata nel suo letto ancora non ci credevo.”
“Credi sia cambiato?” domanda curiosa, dopo il mio racconto.
“Sembra di sì. Insomma si è svegliato alle 5 del mattino per andare ad aprire il bar, credo sia semplicemente cresciuto” dico scrollando le spalle.
“Meglio tardi che mai” mi risponde lei, con un mezzo sorriso.
"“So che non ti convince, anzi non ti ha mai convinta. Ti assicuro, però, che quando mi sono svegliata, dopo aver passato la notte con lui, ero davvero felice. Non mi capitava di esserlo da troppo tempo e l’ha notato persino Liam!”
“L’ho notato anche io, tesoro. Solo stai attenta, non meriti di soffrire ancora.”
Le rivolgo un sorriso, facendo cenno con il capo, per poi avviarmi verso il lavandino per lavare i piatti.
“Quasi dimenticavo: si è rifatto vivo Zayn. È stancante la sua ostinazione!”
“Mio dio. Sembrava solo un gran figo quando mi chiese di te” commenta la mia coinquilina, alzando gli occhi al cielo.

La sveglia inizia a suonare senza alcuna pietà alle 7.30 e io avrei ancora bisogno di tutta la mattina a letto, per sentirmi davvero riposata.
Scosto con evidente disappunto le coperte del mio letto e mi trascino verso il bagno. Mi fermo davanti allo specchio e mi ripeto mentalmente che questo è l’ultimo trimestre del mio ultimo anno all’università. Posso farcela, devo resistere ancora per poco.
La mia opera di autoconvicimento viene interrotta dalle urla di Meredith:”Kate c’è un pacco per te!”
Con gli occhi ancora mezzi chiusi, la raggiungo e firmo la ricevuta all’uomo in divisa lavorativa davanti alla mia porta. Prendo quel piccolo pacco  tra le mani, senza aver una minima idea di cosa si tratti. Strappo, curiosa, il cartone che avvolge quel misterioso oggetto e vi trovo un portafoto con un biglietto:
Dato che non vuoi rispondermi, voglio farti ricordare che con me eri felice.
La foto mostra me e Zayn in una discoteca di Londra. Ricordo quella sera:

“Mer ho visto Harry,me ne voglio andare” dico abbassando lo sguardo.
“No, non tornerai a chiuderti in casa. La vita continua e conosco qualcuno che ti farà dimenticare quello stronzo” esclama lei. “Lui è Zayn e vuole offrirti da bere” continua presentandomi il ragazzo al suo fianco, per poi sparire nella pista da ballo.
“Piacere, tu devi essere Kate. Se non riesco a farti cambiare idea, ti accompagno io a casa” mi dice all’orecchio, mostrando un bellissimo sorriso.
Dopo un po’ di tempo passato a chiacchierare e qualche ballo, Zayn ferma il fotografo del locale, mettendosi in posa con me davanti all’obbiettivo.
“Volevo avere un ricordo di questa bella serata!”

Ammetto che quella serata era decisamente migliorata grazie a lui, fino a che non si  è rivelato l’egoista che conosco bene.
Mi ritrovo, per questo, a fissare quella foto: non lo vedo in nessun modo come un gesto romantico, soprattutto dopo aver notato la sciccosa cornice di diamanti. Un altro modo per sottolineare il fatto che sia ricco. Non ha ancora capito che detesto questo genere di cose?!
Sono così concentrata su quell’oggetto che non mi accorgo che qualcuno è entrato nel mio appartamento:”Che stai guardando?” mi interrompe una voce roca.
Harry è in piedi davanti a me, con due caffè di Starbucks tra le mani.
“Niente di importante” rispondo, sorridendo immediatamente per la sorpresa. Harry, però, non bada a me e mi ruba il portafoto dalle mani.
“Che cazzo ci fa con Malik?” urla furioso, lasciando cadere entrambi i caffè sulle mattonelle del mio salotto.








SPAZIO AUTRICE: Sono tornata con un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma niente di ciò che scrivevo ultimamente mi convinceva. Spero sia valsa la pena aspettare e che avrete voglia di dirmi cosa ne pensate di quello che ho scritto e dell'entrata di un nuovo personaggio.
Grazie di cuore a chi continua a leggere la mia storia e a chi la segue.
Baci ,L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


“Harry calmati! Quella foto risale a mesi fa!” esclamo, sconcertata dalla sua reazione.
“E perché la stavi riguardando? Nostalgia Kate? Ti ha portato nella sua villa o in un ristorante di lusso?”
“No. Cosa stai insinuando, Harry?”
“Oh non prendermi in giro. So bene di cosa parlo: è il figlio del proprietario del bar dove lavoro, dell’appartamento in cui vivo e di mezza Londra. Mai avrei creduto che tu potessi uscire con lui e tenere addirittura una vostra foto, cazzo Kate!” Il ragazzo di fronte a me continua a sbraitare, mentre lo vedo stringere i pugni.
“L’avrò visto due volte, diamine! Appena ho capito che era solo un bambino viziato, l’ho lasciato perdere e questa benedetta foto me l’ha spedita lui poco fa. Non ne ricordavo nemmeno l’esistenza! E vuoi sapere quando l’ho conosciuto? In una stupida discoteca dopo essere tornata dall’America, ti avevo visto e volevo tornarmene a casa. Meredith me l’ha presentato e per poco è riuscito a farmi smettere di pensare a te. C’è riuscito solo quella sera, sai? Tu, però, sei solo capace di ringhiarmi addosso a prescindere. Quindi adesso esci da casa mia!” concludo furiosa, riprendendo fiato. È come se fosse tornato l’Harry di un anno fa che non voleva sentire ragioni.
“Spero siate felici insieme. Mettila sul comodino, così ti addormenti guardando il suo bel faccino” dice ironicamente, prima di uscire sbattendo la porta dell’appartamento.
Lo guardo andarsene, senza riuscire a proferire parola. Quando si comporta in questo modo non lo capisco, è come se volesse avere ragione a tutti i costi.
Mi butto sul divano del salotto, esausta, reggendo ancora quella stupida fotografia. Non riesco a trattenermi e la spezzo a metà, gettandola sul pavimento.
“È un coglione” esordisce la mia coinquilina, facendo capolino dalla sua stanza.
“Non vi ho interrotti perché altrimenti lo avrei preso a calci” continua, sedendosi di fianco a me.
“Mi toglie le forze” ribatto io, buttando la testa all’indietro.

“No Mer, proprio non mi va” dico piagnucolante, per l’ennesima volta.
“Devi smetterla di farti condizione la vita da Styles. Julie ci aspetta!” mi rimprovera, decisa, mentre si pettina i lunghi capelli biondi.
Effettivamente, quella sera avevamo in programma di andare alla festa di compleanno di Julie, una ragazza che avevamo conosciuto il primo anno qui a Londra. È stata la nostra vicina di casa per due anni, poi si è trasferita in centro con il suo ragazzo, Niall. Adoro entrambi, sono molto simpatici e credo, inoltre, che Niall sia il ragazzo più buono che abbia mai conosciuto. Ho sempre invidiato il loro rapporto, decisamente meno irrequieto di quello con Harry.
“E mettiti il vestito blu, ti sta d’incanto” continua, più con un ordine che con un consiglio.
“D’accordo, dammi 10 minuti” affermo, sconfitta.

Arriviamo al locale, situato affianco del nostro ateneo, notando già una folla di persone. Ci facciamo largo tra la gente per cercare di entrare e trovare la nostra amica.
“Finalmente siete arrivate, non ci speravo più” esclama una voce alle nostre spalle.
Sia io che Meredith ci voltiamo e appena riconosciamo Julie, ci stringiamo tutte in un abbraccio, riportandole i nostri auguri.
“Oh grazie, siete sempre così carine” replica lei, accasciandosi su di me.
“E tu sei molto ubriaca” dichiara la mia coinquilina, ridendo di quella scena.
“Sì, ma sei comunque bellissima amore. Ciao ragazze!” proclama, stavolta una voce maschile che prende la festeggiata tra le sue braccia.
“Ciao Niall” diciamo in coro io e Meredith, beandoci di quella dimostrazione di affetto dei due.
“Bene, noi andiamo a prendere da bere, ci vediamo in pista!” Detto ciò, Mer mi trascina verso il bancone, facendomi l’occhiolino.
Stiamo aspettando da qualche minuto i nostri cocktails, quando, guardandomi in giro, credo di riconoscere una testa riccia dall’altra parte del bancone. È voltato di spalle e sta abbracciando una ragazza. No, non può essere lui, mi ripeto nella mia testa, mentre non smetto di fissarlo.
I miei muscoli si irrigidiscono, la bocca si asciuga per la mancata salivazione e gli occhi iniziano a pizzicare quando il ragazzo si gira per baciarla. Sì, è proprio lui. Lo riconosco dalla sua mascella, dalle sue labbra carnose e dal modo in cui i ricci gli ricadono sulla fronte. Non ci voglio credere.
“Kate ma cosa stai guardando?” prova ad attirare la mia attenzione Meredith. Nel momento in cui anche lei guarda nella mia stessa direzione, mi prende per mano e mi dirige verso l’uscita.
“Tesoro non dire niente, ce ne andiamo. Mando un messaggio a Julie, capirà” spiega, accarezzandomi il viso. Io mi limito ad annuire, mentre la seguo verso il nostro appartamento.
Entriamo in casa senza fare alcun tipo di rumore, come se avessimo paura di svegliare qualcuno.
“Se vuoi sfogarti..” mi dice, lasciando la frase in sospeso.
“Credimi, non ho niente da dire” sostengo, con una nota di disapprovazione.
Sto per entrare in camera per togliermi il vestito, quando il mio cellulare inizia a squillare: Louis.
“No, non ora” dico, dando voce ai miei pensieri.
Louis è il migliore amico di Harry: un brunetto dagli occhi di un azzurro disarmante,  nonché la sua spalla destra per quanto riguarda alcool e ragazze. Non ho mai avuto un gran rapporto con lui, anche perché credo che mi abbia sempre vista come quella che gli aveva rubato il compagno di giochi.
Il fatto è che ho già tre chiamate perse dallo stesso numero e Louis non è un tipo molto insistente, è sempre stato troppo pigro per questo. Alla quarta chiamata decido, dunque, di rispondere.
“Che vuoi Louis?” dico seccata.
“Kate scusa se ti chiamo a quest’ora, ma Harry sta male e..”
“Non mi importa” lo blocco.
“Chiede di te. Siamo sotto casa tua e non se ne vuole andare. Ti prego, fallo salire, non posso lasciarlo qui fuori” chiede lui, con voce supplicante.
“Portalo su” affermo atona, chiudendo la chiamata.
“Ma con chi parli a quest’ora?” mi chiede la mia coinquilina, sporgendosi dalla porta di camera mia.
“Harry è ubriaco e Louis lo sta portando su. Dormirà sul divano, quando gli sarà passata la sbronza gliela farò rimpiangere!” le spiego, cercando di rimanere calma.
“Se si sveglia senza coglioni, non fare domande!” replica Mer, facendomi ridere.
Dopo poco, vedo i due salire le scale e noto, in particolare, Harry aggrappato alla spalla dell’amico. Come al solito affronta i problemi come farebbe un ragazzino e non sa nemmeno che l’ho visto mettere la lingua in gola ad un’altra ragazza. Al sol pensiero rabbrividisco e mi vien voglia di lasciarlo dormire sul pianerottolo.
“Grazie” esordisce Louis. Sforzo un sorriso e lo saluto, portando Harry sul divano.
“Dormi con me Kate.” Questa volta è il riccio a parlare, appena mi stacco da lui.
“Và al diavolo Harry” ribatto io, chiudendo, poi, la porta della mia camera a chiave.

Mi sveglio di malumore e appena riaffiorano i ricordi della sera precedente, mi viene il vomito a pensare che dovrò ancora avere a che fare con Harry Styles. Ma come si dice: via il dente, via il dolore. Per questo, dopo essermi lavata e cambiata in bagno, prendo coraggio e vado verso il salotto. A mia sorpresa, però, in casa non c’è nessuno. Mi guardo introno e vedo un bigliettino sul tavolo della cucina:

Sono un cretino e lo sono sempre con te, la cosa migliore che mi sia mai capitata.
Sono dovuto scappare al bar.
Ti chiamo dopo, Harry.

Dopo aver letto quelle misere righe, prendo il telefono e lo spengo. Basta farmi condizionare la vita da Styles.









SPAZIO AUTRICE: come prima cosa vorrei scusarmi del fatto che ultimamente faccio passare più tempo tra la pubblicazione dei vari capitoli. Ultimamente, però, sono poco convinta di ciò che scrivo e quindi lo modifico, forse troppe volte, prima di pubblicarlo. Mi auguro, comunque, che la storia continui a piacere.
Ringrazio davvero tanto chi segue la mia storia e ringrazio le mie lettrice, sperando sempre in qualche vostra recensione.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sono troppo arrabbiata, frustrata e nervosa per rimanermene a casa. Per questo, nonostante manchi ancora un’ora all’inizio del mio turno pomeridiano, esco e mi dirigo verso il bar vicino all’ospedale. Raggiunta la mia destinazione, prendo posto in uno degli sgabelli al bancone e aspetto di essere servita. Come temevo, Justin è di turno e appena i nostri sguardi si incrociano, gli spunta la sua solita espressione viscida sul volto. Si mette una mano tra i capelli biondo cenere con fare sicuro e si avvicina a me.
“Era un po’ che non ti facevi vedere, bambolina” afferma, leccandosi il labbro superiore.
Credo che, in questo momento, la mia espressione sia un misto tra il disgusto e lo sconforto. Infatti, mi limito a dire:”Un the freddo, per favore.”
“Con piacere” risponde lui, fissandomi in modo al quanto irritante.
Forse venire qui non è stata un’ottima idea. Ho sicuramente smesso di pensare a Harry, ma Justin riesce a peggiorare ulteriormente la mia giornata.
Dopo aver bevuto il the con molta calma, sotto lo sguardo vigile del ragazzo del bar, decido di alzarmi e di avviarmi verso l’ospedale.
“Sarai mia, bella Kate” mi salita Justin, senza ricevere risposta.
Oggi l’ospedale è particolarmente deserto: i corridoi non sono caotici come al solito, non sento nemmeno  il continuo vociferare delle infermiere. È comunque un’atmosfera che, visto l’evolversi di questa giornata, un po’ mi tranquillizza. Entro nel mio stanzino per mettermi il solito camice bianco e posare la mia borsa, per poi camminare verso il mio reparto.
“Ciao Kate, hai visto che calma oggi? Mi sento quasi di troppo” scherza Liam, appena mi vede.
“Allora non era una mia impressione” ribatto, sorridendo.
Infatti, il turno procede a rilento: ci limitiamo a visitare qualche paziente e controllare qualche cartella. Il resto del tempo, girovaghiamo per gli ampi corridoi, chiacchierando del più e del meno.
“Allora farai la tesi con il professor Smith?” chiede Liam ad certo punto.
“Sì, ci siamo già incontrati qualche volta. Adesso dovrei mandargli i primi capitoli, se solo mi decidessi a non mettere in dubbio ogni cosa che scrivo” rispondo, un po’ abbattuta.
“Ehi è normale. In ogni caso, se hai bisogno di una mano, non esitare a chiedere. Ci sono passato, potrei essere utile” enuncia, mostrandomi un grande sorriso.
“Non puoi immaginare quanto questo possa farmi piacere.”
“Bene, allora dopodomani, dato che abbiamo il turno notturno, puoi portarmi quello che hai scritto fino ad ora. Ci do volentieri un’occhiata.”
“Grazie Liam, davvero!”
“Kate sei una brillante studentessa, nonché un’ottima collega. Non dovrò aiutarti più di tanto” sostiene, mettendomi un braccio sulle spalle.
Più lavoro con Liam e più mi convinco del fatto che vorrei diventare un medico proprio come lui. È in gamba, gentile e sempre molto disponibile quanto si tratta di aiutare qualcuno. Si è laureato nei tempi con ottimi voti e si è dato da fare fin da subito. Sarei matta a non invidiare la sua carriera.
“Il nostro noioso turno è finito” continua, dando un’occhiata al costoso orologio sul polso.
“E io sono esausta senza aver fatto nulla. Ci vediamo, io te e la mia tesina” esordisco, facendogli l’occhiolino. Mi saluta anche lui e ci dividiamo per poter andare a cambiarci.

Sto già tornando verso casa, quando decido di accendere il telefono per vedere se Meredith è ancora in casa o se dovrò ordinare qualcosa da mangiare, dato che di cucinare non se ne parla. Conoscendomi, la mia coinquilina mi ha aspettato per la cena e mi avvisa di aver preparato la trota al forno, proprio come piace a me. Come farei senza di lei?
Scorrendo, poi, le chat di whatsapp, oltre a qualche messaggio dei miei colleghi di università per qualche assurdo gruppo di studio e di mia madre che sostiene che mi facciano lavorare troppo, non posso non notare i 22 messaggi di Harry e le sue 31 chiamate.
Che turno hai oggi? Ti vengo a prendere all’uscita.
Kate?
Hai intenzione di ignorarmi per tutto il giorno?
Kate accendi il telefono, questo gioco non mi piace.

La cosa si ripete negli altri 18 messaggi. Il fatto è che io non sto giocando, non sono capace di farlo con i sentimenti delle persone. Inoltre, non capisco come lui, dopo una sola notte, riesca a dimenticare la nostra inutile litigata e il suo tradimento. Io non sono un computer che puoi resettare quando ti pare e piace. Non per niente, se penso ancora a lui avvinghiato a quella ragazza, non riesco a trattenere le lacrime.
Mi sto asciugando il viso con la manica della mia giacca quando arrivo davanti al mio appartamento e mi blocco: Harry è seduto sui gradini dell’entrata, con una sigaretta tra le labbra.
“Che ci fai qui?” domando, mentre la voce si spazza ancora per le lacrime.
“Mi vuoi far morire Kate?” ribatte lui, senza alzare lo sguardo.
“Ero al lavoro” mi giustifico, senza dare troppa importanza alla sua preoccupazione.
“Già, me l’ha detto Meredith prima di sbattermi la porta in faccia!”
“Avrei fatto lo stesso. Basta Harry, sono così stanca di te, di noi. Vattene ti prego, mi hai già fatto male abbastanza, non credi?”
“Male? Cazzo Kate abbiamo solo litigato e io ho esagerato, lo so e per questo ti chiedo scusa. Il fatto è che Malik ha tutto e vederlo vicino a te che sorrideva, mi ha fatto scattare. Non potevo credere che avesse il potere di portarmi via anche te” replica, gettando la sigaretta a terra.
“Certo. Quindi tu fai la persona matura: ti compri un altro pacchetto di sigarette e baci la prima bella ragazza che trovi in discoteca?” Quella domanda fa sbarrare gli occhi al ragazzo di fronte a me e sul suo viso appare un’espressione confusa.
“Ti ho visto. Ero al compleanno di Julie quella sera, ma mentre io mi son fatta pregare per uscire, tu eri già ubriaco con il tuo amichetto Louis in cerca di una nuova vittima da prendere in giro!” spiattello tutto, furiosa, con le lacrime che tornano a rigarmi il viso.
“Dio Kate, non dire così. Louis mi ha accusato di non passare mai del tempo con lui da quando sei tornata. L’unico errore che ho fatto è stato quello di bere così tanto, perché ho allontanato quella ragazza, di cui non ricordo nemmeno il viso, immediatamente” confessa, mordendosi il labbro. “E lo so che fumare non risolve niente, ma ho passato tutto il giorno qui ad aspettarti e avevo bisogno di qualcosa che mi calmasse. Di qualcosa che mi impedisse di piombare all’ospedale e portarti via con me.”
“No, Harry sono io quella che sbaglia, che ogni volta crede che tu possa cambiare. La casa, il lavoro e tutto il resto, una bella messa in scena. Tu, però, sei sempre il solito ragazzino e io sono stufa della tue stronzate.”
Detto questo, faccio per aprire la porta: ”Non sono stronzate. Se volevo fare ancora la vita di prima, perché ti avrei cercata di nuovo? La mia vita è cambiata da quando ti ho incontrata a quella festa e tutto il resto ha perso di importanza, ti prego..” prova a fermarmi, bloccando la porta.
“Non mi basta più. Lasciami andare, me lo devi.”
A quelle parole, il riccio abbassa lo sguardo e molla la presa, permettendomi di entrare in casa. Prima di salire le scale, mi giro e attraverso il vetro lo vedo allontanarsi a testa bassa, mentre si accende l’ennesima sigaretta.
Lasciarlo andare mi distrugge, sento una fitta al cuore che mi toglie il fiato. Non posso, però, continuare così. Fa troppo male e io sono stanca di soffrire.






SPAZIO AUTRICE: Voglio, come prima cosa, ringraziare come sempre coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite. Inoltre, molte grazie anche a voi che leggete pazientemente ogni capitolo e mi dite cosa ne pensate. Il vostro aiuto è fondamentale.
Detto ciò, spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento e se avete dei consigli per migliorare questa storia non esitate a scrivermi.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Mi sveglio con l’impressione che un camion sia passato sul mio esile copro, più e più volte, durante la notte. La sensazione è, poi, confermata quando, una volta entrata in bagno, vedo la mia immagine riflessa allo specchio: i miei occhi azzurri sono gonfi e rossi, contornati, inoltre, da marcate occhiaie che mi ricordano di aver dormito solo poche ore.
Sospiro e mi do una risciacquata, tentando invano di migliorare questo mio aspetto trasandato.
Oggi, fortunatamente, è il mio giorno di riposo all’ospedale, non sarei riuscita ad affrontare un turno di sei ore. In ogni caso, devo andare a lezione, sperando di riuscire a concentrarmi e a smettere di pensare a ieri sera.
Faccio un altro lungo respiro e vado in camera a vestirmi, cercando di non svegliare Meredith. In questo momento, la sto invidiando parecchio: la maggior parte delle sue lezioni del primo semestre sono terminate, quindi rimarrà a letto e so già che non si sveglierà prima di mezzogiorno. Devo ammettere, però, che se l’è meritato dato che è rimasta a consolarmi fino a che non sono riuscita ad addormentarmi.
Esco finalmente di casa e mi avvio verso l’ateneo, stranamente senza aver fatto troppe corse.

Come ogni mattina, il piccolo piazzale è pieno di studenti che aspettando l’inizio delle lezioni. Mi guardo intorno e capisco che non mi sento più parte di questo posto, o forse è sempre stato così. Sta di fatto che ora che ho iniziato a lavorare grazie al mio tirocinio, l’università mi sta un po’ stretta. Per questo, sono felice che sia l’ultimo anno prima di entrare “nel mondo degli adulti”.
Immersa nei miei pensieri, mi dirigo in aula dove dovrò passare il resto della mattinata. Sbuffo e poso i libri sul banco davanti a me, vedendo pian piano altri ragazzi occupare il resto dei posti.
Come da manuale, non riesco ad ascoltare neanche una parola delle lezioni di quella mattina. Continuo nervosamente a guardare il cellulare, come se mi aspettassi che Harry si faccia vivo. La sera prima l’ho cacciato e ora voglio che mi corra dietro? Sono davvero incontentabile quando si parla di lui.
Eppure, mi sembrava che le cose andassero finalmente per il verso giusto, invece lui non è cambiato poi così tanto e io non voglio essere la ragazza zerbino che si fa calpestare in ogni occasione.

Con grande sollievo, terminata la mattinata, esco dall’aula per andare a casa a pranzare, dato che il mio stomaco sta brontolando da due ore.
“Ehi Kate, aspetta” una voce alle mie spalle mi chiama mentre sto uscendo dall’ateneo. Non sono sicura che chiami proprio me, ma d’istinto mi volto e vedo Zayn. Sbuffo, per l’ennesima volta da quando mi sono alzata, e mi volto di nuovo verso la mia direzione, tentando di ignorarlo.
“Credo che tu mi debba almeno un grazie” continua seguendomi, per poi raggiungermi e prendermi per un braccio.
“Grazie. Ciao” dico, sforzando un sorriso, scrollando via la sua mano.
“E smettila di essere così acida. Styles ha un brutto effetto su di te” ribatte, passandosi la lingua sul contorno delle labbra.
Quando sento quel nome, il suo nome, un brivido percorre tutto il mio corpo. Se solo sapesse l’effetto che ha realmente Harry su di me..
“Tu che ne sai?” riesco solamente a dire.
“Oh io so tutto, soprattutto per quanto riguarda le cose che vorrei fossero solo mie!”
“Cose? Scendi dal piedistallo Zayn, non puoi comprare tutto” esordisco, fiera della mia risposta.
“Io dico di sì.” Detto questo, mi trascina verso di sé, posando senza alcuna delicatezza le sue labbra sulle mie. Gli metto le mani sul petto per allontanarlo e lo vedo mettere vie il cellulare.
“Un’altra bella foto di noi! Stavolta la spedirò direttamente a Styles.” Zayn mi rivolge un sorriso soddisfatto e si allontana, facendo finta di non sentire le mie lamentele alternate ad una serie di insulti.

“Ti rendi conto? Come minimo adesso Harry penserà che gli ho raccontato un sacco di bugie” esclamo furiosa, dopo aver raccontato tutto a Meredith.
“Questo sì che è un bel casino” afferma lei, scuotendo la testa.
Dopo pochi secondi di silenzio, il suono del citofono nel nostro appartamento ci fa sobbalzare, senza interrompersi.
“Chi è?” domando spazientita, senza guardare lo schermo.
“Scendi immediatamente” sentenzia Harry, dall’altro capo del citofono.
D’istinto guardo immediatamente Mer, che mi mima un “Auguri” con la bocca. Prendo la giacca e scendo le scale con il cuore in gola, pronta ad affrontare l’ira di quello che è da poco il mio ex ragazzo.
“Ho interrotto qualcosa? Scenderà anche Malik tra due minuti?” domanda atono.
“Non sai di cosa parli” sostengo, cercando di non soffermarmi troppo sulla sua figura. È così bello anche se i suoi capelli sono spettinati, il maglione tutto stropicciato e i pantaloni non perfettamente tirati.
“Mi sono sentito una merda, Kate. Mi hai fatto sentire insignificante ieri sera, per un bacio che non ho nemmeno cercato, e poi vedo questo!” Stavolta mi urla in faccia, mentre mi mostra la foto che ha scattato questa mattina Zayn.
“Mi ha tirato a sé, non sono così forte da riuscire a respingerlo immediatamente. Non capisci che l’ha fatto solo per farti innervosire?”
“Quindi non l’hai voluto quel bacio?”
“No” rispondo decisa.
“Allora, adesso, dimmi: perché dovrei crederti quando tu mi hai cacciato neanche 24 ore fa?”
È diverso da com’era ieri sera: il suo tono è più deciso, quasi tendente al sarcasmo e le sue mani tremano dalla rabbia, non più per il freddo.
“Sai benissimo che quello che ti ho raccontato non è una bugia” dico in mia difesa.
“Giusto. Tu sei troppo perfetta, troppo intelligente, troppo tutto. Non posso non crederti. Io, invece, sono uno stronzo che ha voglia di prenderti in giro e di raccontarti un sacco di balle.”
“Non volevo dire questo..”
“Io credo di sì. Ho sempre saputo di non essere abbastanza per te, ma quando eravamo insieme smettevo di pensarci. A quanto pare, anche tu sei di questo parere” decreta, abbassando lo sguardo.
“No, ma non è facile crederti, sai?!”
“Quando abbiamo deciso di riprovarci, per me voleva dire lasciarsi il passato alle spalle. Ma non posso andare avanti da solo, Kate.”
“Io non posso cancellare tutto, Harry” ribatto, cercando di fargli capire che le notti passate a piangere perché lui non chiamava, le ho fatte io, non lui.
“Ho sbagliato con te, cazzo lo so. Adesso , però, non posso strisciare ai tuoi piedi per sempre!”
“Bastava non ubriacarsi e non baciare una sconosciuta” affermo, senza guardarlo negli occhi.
“Ti ho già detto come stanno le cose” risponde duro, mettendomi un dito sotto il mento per costringermi a guardarlo: “Basta volerlo, Kate.”
I miei occhi sono fissi nei suoi e non posso ignorare il cuore che inizia ad esplodermi nel petto.
“Perché sono così dipendente da te?” chiedo più a me stessa che a lui.
Alle mi parole, lo vedo sorridere e quando le fossette compaiono ai lati della sua bocca, non posso fare a meno che imitarlo.
“Voglio davvero questo” esordisce, avvicinando le nostre labbra, fino ad unirle in un bellissimo bacio.
“Allora basta litigare” aggiungo, senza staccarmi da lui.







SPAZIO AUTRICE: Come prima cosa mi scuso per il ritardo, è passato tropo tempo dalla pubblicazione del mio ultimo capitolo. Non ho scuse, spero solo che sia valsa la pena aspettare.
Come sempre, ci tengo a ringraziare coloro che seguono la mia storia e vorrei, sì sono ripetitiva, sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo.
Grazie di cuore a chi avrà la pazienza di leggere e recensiere la mia storia.
Baci, L.

  

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Il mese di Dicembre ormai è iniziato e come ogni studentessa stressata che si rispetti, le vacanze sono il mio ultimo pensiero. L’imminente inizio della nuova sessione di esami mi rende nevrotica ed estremamente fragile: ripeto continuamente termini, definizioni e argomenti fino ad arrivare al limite dove il mio corpo esplode in un pianto liberatorio. Se qualcuno mi vedesse, non esiterebbe a chiudermi in un istituto psichiatrico. In realtà, io sto bene, è solo che non so come liberarmi dall’ansia.

Oggi, finalmente, è il 12 dicembre, ovvero l’ultimo giorno della sessione, quindi l’ultimo esame. Sono le 8 e mezza, io sono seduta in uno dei primi banchi dell’aula aspettando che la commissione si presenti per iniziare a chiamarci per cognome. Devo specificare, viste le mie marcate occhiaie, che sono sveglia dalla 5 in quanto il mio corpo di dormire non ne voleva sapere.
Quando i primi professori entrano, le mani iniziano a tremare. Sono preparata, lo so, ma so anche di essere molto emotiva e parecchio stanca, quindi non vorrei dimenticare tutto quello che ho studiato solo per paura dell’ennesimo esame.
Al termine dell’appello con cui si sono verificati gli effettivi presenti, l’esame inizia. I primi studenti dell’elenco vengono chiamati e si siedono ad uno ad uno davanti ai diversi professori e assistenti. Nessuno alle loro spalle, me compresa, osa parlare. Siamo tutti in un silenzio a dir poco inquietante.
Dopo il primo gruppo, dal quale ben pochi tornano sorridenti, il docente riprende in mano l’elenco:”Bennet, Kate Bennet “ esordisce a gran voce il professor Parker, indicandomi il posto vuoto davanti a uno dei suoi assistenti.
Mi accomodo e dopo aver salutato cordialmente, gli pongo il mio libretto perché lui verifichi i miei dati. Senza accorgermene, dopo neanche due minuti, sto già rispondendo brillantemente alla prima domanda e così faccio anche per le seguenti. Infatti, in men che non si dica, sono fuori dall’aula che saltello per aver passato anche questo esame, consapevole che me ne restano solo ancora un paio.
Accendo il cellulare e chiamo immediatamente mia mamma per sentirmi un po’ elogiare, mentre mi dirigo verso casa.
“Buongiorno tesoro, finalmente riesco a sentirti. Buon compleanno, ho provato ha chiamarti prima ma è partita la segreteria!” Mia mamma risponde dopo pochi squilli e io rimango a bocca aperta. Mi sono dimenticata del mio compleanno, non di quello di un’amica o di un parente, proprio del mio. Il troppo studio deve avermi davvero fuso il cervello.
“Kate ci sei?” riprova la mia interlocutrice.
“Si, eccomi. Grazie mille mamma, ho anche passato l’ultimo esame della sessione!”
“Sono così fiera di te. Io e tuo padre non vediamo l’ora di riabbracciarti!”
“Torno tra poco, lo sai. Adesso ti devo lasciare, salutami tutti” taglio corto, prima che mi travolga con il suo sfrenato sentimentalismo e tiro fuori le chiavi per entrare nel mio appartamento.
Apro la porta e non vi trovo nessuno. Stamattina sono uscita molto presto e quindi non ho incontrato Meredith, ma a quanto pare anche lei si è dimenticata del mio compleanno. Scrollo le spalle dato che non ci ho mai dato troppa importanza e noto un bigliettino sul tavolo:
Esci subito e vieni a casa mia. H.
Il cuore mi batte a mille e le mie labbra si allargano in un sorriso. Ho proprio voglia di vedere Harry e di strare davvero con lui, mentre in questo ultimo periodo dormiva accanto a me mentre io studiavo. Così esco di nuovo da casa e prendo l’autobus sotto casa mia , impaziente di rivederlo.

La casa di Harry è buia, fuori non c’è la sua macchina e sembra che non ci sia nessuno in casa. Mi chiedo se si sia dimenticato di avermi invitata o se abbia semplicemente avuto un imprevisto.
Provo, comunque, a bussare e con mia sorpresa la porta è aperta. Entro quasi in punta di piedi, sussurrando un flebile:”Harry?”
Non appena pronuncio il suo nome, le luci si accendono e da dietro al divano spuntano Harry, Meredith ed altri nostri amici, compresi Julie e Niall.
“Buon compleanno Kate” urlano tutti insieme, venendomi ad abbracciare o meglio a stritolarmi. Dietro di loro rimane Harry, che dopo aver aspettato pazientemente che ringraziassi tutti, si avvicina a me, lasciandomi un bacio a fior di labbra per poi porgermi una piccola scatola rossa.
“Sono negato in queste cose, spero solo che ti piaccia” dice un po’ imbarazzato.
“Sono sicura di sì, anche se non dovevi” ribatto, sorridendogli.
Apro il mio regalo e vi trovo una collana d’argento con un ciondolino a forma di cuore. Niente di troppo vistoso, ne eccessivamente sdolcinato, solo bellissimo.
“Lo adoro” affermo, abbracciandolo. Harry, di risposta, fa un sospiro di sollievo e mi fa girare per allacciarmi al collo il suo regalo.

La giornata prosegue a casa del mio ragazzo mentre ci abbuffiamo di cibo tra cui patatine e pasticcini e raccontiamo qualche aneddoto divertente. Bevo anche qualche bicchiere di vino, dato che i miei amici non perdono occasione per brindare, anche senza un motivo particolare. Scopro che hanno organizzato tutto Meredith ed Harry e quest’ultimo, in particolare, ha avuto l’idea, sapendo già che lo studio mi avrebbe fatto dimenticare questo giorno.
Verso sera i ragazzi se ne vanno e lasciano me ed Harry soli nella sua nuova casa. Sistemiamo un po’ prima di decidere di ordinare una pizza da mangiare a casa. Sono esausta e non avrei proprio voglia di uscire.
“Mi hai fatto passare una bellissima giornata” dico ad Harry, giocando con il mio ciondolo, mentre lui lava i piatti.
“Non ho fatto niente di eccezionale” risponde, scrollando le spalle.
“Per me è stato eccezionale. Ho passato il mio compleanno con le persone a cui voglio bene, senza la necessità di andare in una discoteca ad ubriacarsi.”
“Già” sussurra lui, senza alzare lo sguardo.
“C’è qualcosa che non va?” chiedo, notando un suo improvviso cambio d’umore.
Harry spegne l’acqua del lavandino, si asciuga le mani e fa un passo verso di me, senza distogliere lo sguardo dal mio. Non riesco a decifrare la sua espressione e quando sto per chiedergli altre spiegazioni, mi interrompe:”Non credevo fosse così difficile..” esordisce lasciando la frase in sospeso.
“Ma che?” domando, senza riuscire ad aggiungere altro. Mi sta dicendo che quello che ha fatto per me oggi è stato uno sforzo, un qualcosa di innaturale che non vorrà mai più fare?
“Smettila di pensare” sentenzia, cingendomi i fianchi, come se potesse leggermi dentro.
“Ti amo, Kate.”
Deglutisco rumorosamente e sbarro immediatamente gli occhi. L’ha detto davvero? Quando siamo stati insieme, prima che io partissi, non l’aveva neanche accennato. Credo che non mi abbia mai detto nemmeno uno stupido “ti voglio bene”, e ora che fa? Mi dice che mi ama? Mi ama. Harry Styles mi ama.
“Non era esattamene la reazione che mi aspettavo” continua, asciugando con l’indice una lacrime che sta scorrendo lungo la mia guancia.
“No, è che sono così felice” dico tra i singhiozzi. “Ti amo anche io Harry, non ho mai smesso di amarti!”
“Così va meglio” decreta sorridente, per poi unire le sue labbra con le mie.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Harry muoviti o saremo in ritardo come al solito!” esclamo con il tentativo di far uscire il mio ragazzo dal bagno.
“Dobbiamo andare per forza?” ribatte, aprendo la porta con fare annoiato. “Avrei in mente un modo migliore per trascorrere la serata” continua, facendo scorrere il suo sguardo sul mio vestito blu.
“Togliti immediatamente quel sorrisetto dalla faccia e andiamo” dico cercando di nascondere il mio lieve imbarazzo con un tono autoritario che provoca solamente una sua sonora risata.
Finalmente usciamo dal suo appartamento e ci dirigiamo verso il ristorante, dove abbiamo appuntamento con Niall e Julie. So bene che Harry odia questo tipo di serate, ma i due mi hanno pregato di convincerlo perché avevano una comunicazione importante da farci.
Dopo aver parcheggiato l’auto, troviamo i ragazzi all’entrata che ci fanno segno di seguirli. Il posto è molto carino e non troppo elegante fortunatamente, dato che il mio ragazzo ha rifiutato categoricamente di indossare una camicia, inoltre il menu sembra davvero appetitoso.
Dopo aver ordinato, Niall si decide a parlare:”Volevo aspettare la fine della cena, ma non resisto più” esordisce lanciando un occhiata complice a Jiulie. “Dato che tra pochi mesi entrambi saremo laureati, abbiamo programmato di fare il master all’estero. Con questo voglio ufficialmente informarvi che a settembre io e la mia splendida ragazza partiremo per l’Australia!”
Niall, dopo aver concluso il suo discorso, bacia la ragazza al suo fianco sulle labbra e ci guarda con un enorme sorriso stampato in volto.
“Oddio è fantastico. Insomma so che questo è sempre stato il tuo progetto Jiulie. Sono così felice per voi, sarà una bellissima esperienza!” dico per poi alzarmi e abbracciargli.
Harry si limita a sorridere e so benissimo che questa notizia non l’ha toccato più di tanto. Invece, io sono già consapevole del fatto che Jiulie mi mancherà da morire e spero che riusciremo a mantenere la nostra amicizia anche se ci troviamo in parti opposte del mondo.
“E lei è il mio progetto, quindi diciamo che il suo sogno è diventato anche il mio. Non l’avrei lasciata andare per nulla al mondo” enuncia ad un certo punto il biondino seduto davanti a me, distraendomi dai miei pensieri.
Fisso i due che si scambiano sorrisi, mentre l’ultima frase di Niall mi rimbomba nella testa per tutto il resto della cena.

“È stata una bellissima serata, dovremmo uscire più spesso insieme” sentenzia Jiulie, una volta usciti dal ristorante. Sia io che Harry rispondiamo con un sorriso tirato: lui in quanto certo che niente al mondo lo costringerà a fare un’altra uscita a quattro ed io perché mi sento strana e particolarmente invidiosa della coppia che mi si presenta davanti.
Dopo esserci salutati, salgo in macchina e nel tragitto verso il mio appartamento risulto insolitamente silenziosa, tanto che anche Harry se ne accorge.
“Sei strana” dice semplicemente, dopo aver accostato l’auto davanti al mio portone.
“Sono solo stanca.”
“Non sei mai stata brava a mentirmi, Kate. Stai già pensando a quanto ti mancherà Jiulie? Quando lei partirà, tu starai già lavorando e vedrai che non sarà così terribile” suggerisce, tentando di consolarmi, mentre mi accarezza il dorso della mano.
“Non sono così dipendente dalle persone come pensi tu” rispondo acida.
“Non è questo che volevo dire. Si può sapere che cosa ti prende?”
Nel momento in cui pronuncia quella domanda lo guardo intensamente negli occhi e quando sento i miei pizzicare distolgo lo sguardo. Faccio un respiro profondo, per poi gettare la bomba che mi tengo dentro da metà cena:”Non sono il tuo progetto.”
“No, non ci posso credere. Davvero mi stai rinfacciando di non essere come Niall Horan?” esclama Harry, cambiando immediatamente espressione e alzando il tono di voce.
“Cos’ha di sbagliato Niall?”
“Niente, se vuoi un cagnolino che scodinzoli di gioia ad ogni tua decisione.”
“Mi bastava che ti comportassi in modo diverso per una delle mie decisioni.”
“Pensavo l’avessimo superato!”
“Mi hai lasciata troppo facilmente” replico, stavolta abbassando lo sguardo.
“Non è questo il problema. Kate non puoi cambiarmi, non sarò mai il ragazzo che vuoi. Quello da uscite a quattro, per bene o che non dice parolacce. Non sono Niall, cazzo!” Il ragazzo al mio fianco parla tutto d’un fiato, finendo per sbattere le mani sul volante.
“Vattene” dice, poi, senza guardarmi.
“Vattene” grida più forte ed io non me lo faccio ripetere. Esco, quasi spaventata, dalla macchina e corro fino ad arrivare davanti alla mia porta di casa.
Entro cercando di non far rumore, per non svegliare Meredith ed una volta raggiunta la mia stanza mi butto sul letto, facendo sprofondare la faccia nel cuscino per soffocare i singhiozzi.


Oggi è il 23 dicembre e non sento Harry da tre giorni, ovvero dopo la nostra ultima litigata. Sono sul treno in compagnia della mia eccessivamente grande valigia, diretta verso casa dei miei genitori, dove passerò la settimana di Natale. Harry sapeva che sarei partita e nonostante ciò sta continuando ad ignorarmi.
Ho pensato a lungo a quella discussione e so che è nata dalla mia ennesima paranoia. Le parole di Niall mi hanno fatta morire dentro, come se mi fossi resa conto che io ed Harry non riuscivamo a superare neanche un piccolo ostacolo, mentre lui e Jiulie li buttavano giù insieme.
Credo che passerò il Natale a tormentarmi con mille pensieri, ho solo paura di scoprire la conclusione a cui mi condurranno.

Non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancata la mia famiglia. Ho passato una settimana meravigliosa: ho aiutato mia madre a cucinare, ho guardato qualche stupido film comico con mia padre, ho pettinato le bambole con le mie due piccole cugine e ho raccontato alla nonna dell’università, facendola commuovere quando l’ho invitata alla mia laurea per il mese di luglio.
Nel frattempo, però, controllavo ossessivamente il cellulare e a parte per qualche messaggio di auguri di Natale, lo schermo non si illuminava mai.
Ho deciso, comunque, di tornare a casa per la festa di Capodanno, dato che sarà l’ultimo che potrò festeggiare con i miei amici di Londra. Inoltre, Meredith mi ha informata che sta aiutando quelli della sua facoltà ad organizzarla in una villa poco fuori dalla città e mi ha assicurato che sarà spettacolare. Come potevo dirle di no?!

“Siamo davvero bellissime” esordisce la mia coinquilina nel momento in cui ci guardiamo entrambe allo specchio. Avevamo passato l’intero pomeriggio del 31 dicembre a preparaci e devo ammettere che il risultato non è niente male. Notando la mia espressione soddisfatta, Meredith tira fuori il cellulare e ci scatta una foto:”Ci divertiremo Kate, te lo prometto” esclama, per poi abbracciarmi.
Ovviamente, prima di partire le avevo raccontato tutto e per quello si era data così da fare per quella serata. Voleva vedermi felice anche senza quel ragazzo riccio dagli occhi verdi che mi aveva cambiato la vita alla prima volta che lo incontrai.
Meredith è riuscita davvero nel suo intento: appena entriamo nella location della festa rimango a bocca aperta. Le illuminazioni rosse che richiamano l’allestimento dei tavoli creano un’atmosfera magica e festosa allo stesso tempo.
“Sei la migliore” le dico prendendo due bicchieri di champagne e brindando con lei.
“Sì, lo so” ribatte, facendomi la linguaccia.
La musica ci attira immediatamente al centro della pista, dove salutiamo Niall e Jiulie ed altri ragazzi che frequentano la stessa università di Mer. Balliamo tutti insieme fino allo scoccare della mezzanotte. Quando l’intera sala inizia ad urlare le ultime cifre del countdown, un ragazzo mi attira a se e mi stampa un bacio sulle labbra. Sento intorno a noi la gente farsi gli auguri e stappare bottiglie di vino e non riesco a non sorridere sulle labbra di questo misterioso ragazzo.
“Scusami, non ho resistito. Sono Max, comunque” dice sorridendomi a sua volta.
“Bhe buon anno Max” rispondo, provocando la risata di entrambi.






SPAZIO AUTRICE: Mi scuso per il vergognoso ritardo. Ho avutoproblemi con il rottame che è diventato ormai il mio computer e sono praticamente sparita da efp. Scusatemi ancora, spero solo che questo capitolo vi piaccia e valga l'attesa dato che contiene dei cambiamenti rispetto al precedente andazzo della storia.
Spero di avere un vostro parere, positivo o negativo.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


“È stata una bellissima serata” urla Mer a squarcia gola, una volta uscite dalla villa. Sfodera un sorriso così bello che mi fa dimenticare del male ai piedi dovuto alle scarpe alte e delle palpebre che minacciano di chiudersi da un momento all’altro, dato che sono orami le 6 di mattina. Comunque, di risposta, mi limito ad abbracciarla e a dirigermi insieme a lei verso casa. r
“Non ci divertivamo da tanto insieme Kate” dice ad un certo punto. “Insomma, viviamo insieme da quando siamo matricole ed entrambe stiamo per concludere la nostra laurea magistrale. Fai parte della mia vita e questo è il mio modo per dimostratelo” conclude, un po’ imbarazzata. Meredith non è mai stata una ragazza particolarmente affettuosa e sdolcinata, ma per me c’è sempre stata. Ha passato notti a consolarmi, sera ad aspettare che finissi il turno in ospedale con la cena pronta, giornate a fare shopping con me consigliandomi al meglio per abbandonare quel look da liceale che ancora mi portavo dietro, e questa notte ha fatto sì che potessi distrarmi al meglio.
“Sei la mia migliore amica, Mer. La laurea non cambierà mai questa cosa” affermo, stringendola più forte.
“Oh ci puoi giurare” ribatte decisa, spettinandomi i capelli.
“E dato che ti ho concesso anche un momenti zuccheroso, sei decisamente in debito. Quindi, parlami di quel Max” continua, trasformando il suo sorriso da allegro ad eccessivamente malizioso.
“Sapevo che la cosa non ti sarebbe sfuggita” rispondo, alzando gli occhi al cielo. “In ogni caso, è stato solo un bacio. Abbiamo scambiato due chiacchiere e devo ammettere che è simpatico, ma sai benissimo che non mi butterò tra le braccia di uno sconosciuto.”
“Pensi sempre troppo Kate! Dovresti fare una cosa e basta, proprio come quando hai baciato lui a mezzanotte. Non ti sei sentita libera? Perché il tuo sguardo diceva proprio questo e non capisco perché tu debba rinunciare ad una cosa bella.” La mia coinquilina espone tutto molto lentamente, cercando di incidere nella mia testa ogni parola. Per questo resto a fissarla per qualche secondo, mentre ormai ci troviamo davanti al portone del nostro palazzo.
“Lo amo ancora” parlo quasi sussurrando.
“E credi che non lo sappia? Dico solo che potresti provare ad uscire, insomma ad andare avanti senza di lui. Kate sono più di dieci giorni che non lo vedi e non lo senti, direi che lui ci è riuscito.”
“Hai ragione, solo che fa male, di nuovo” ammetto, abbassando lo sguardo.
“E qui fuori fa freddo, entriamo prima di prenderci una broncopolmonite” ironizza Meredith, tentando di alleggerire l’atmosfera.
Una volta entrate in casa, ci spogliamo rapidamente in quanto non vediamo l’ora di buttarci nel letto. Entro in camera mia e mentre metto in ordine i vestiti, Mer si affaccia dalla porta:”Qualunque decisone tu prenda, io sarò con te.”
“Lo so” e lo dico con convinzione, mostrandole un ampio sorriso.

Dopo il capitolo delle vacanze, sono tornata alla solita routine. Gli ultimi due mesi del mio tirocinio sono iniziati, ma fortunatamente non ho più le lezioni, poichè ho già frequentato i corsi che mi permetteranno di portare a termine gli ultimi due esami previsti dalla mia università.
Arrivo puntuale all’ospedale, non troppo entusiasta di iniziare l’anno con un turno notturno, e dopo essermi cambiata, estraggo dalla tasca dei jeans il cellulare, con l’intenzione di spegnerlo. Mi ritrovo, però, a fissare lo schermo che ritrae me e i miei amici per il mio compleanno, in particolare Harry è dietro di me e mi tiene stretta tra le sue braccia. La mia mente, purtroppo, ripercorre quella giornata senza preavviso e il “ti amo” di Harry mi rimbomba in tutto il corpo.
Sarò debole, troppo poco orgogliosa o quant’altro, ma non resisto e gli invio un messaggio, guidata semplicemente dal mio cuore:
Mi manchi Harry.
Respiro profondamente, come se in quel frangente avessi trattenuto il fiato, e dopo aver lasciato il cellulare nella borsa, cammino verso il mio reparto.
“Buon ultimo primo giorno mia piccola tirocinante” mi saluta raggiante Liam, abbracciandomi.
“Ciao dottore, anche se ancora per poco dato che miro a rubarti il posto” ricambio così il saluto, facendolo ridere.
“Allora come sono andate le vacanze?” chiedo, intanto che nei corridoi regna la calma assoluta.
“Proprio di questo volevo parlarti. Come ti avevo detto ho avuto il Capodanno libero dopo anni e quale occasione migliore di chiedere a Claire di sposarmi?!”
“Oh mio dio, dici sul serio?” domando, sbarrando gli occhi per lo stupore. Ero a conoscenza del fatto che Liam e questa ragazza si frequentassero da un paio d’anni. L’avevo vista qualche volta in ospedale e avevamo avuto a malapena il tempo di presentarci. Inutile dire che sembrava uscita da una copertina di moda, ma lei e Liam mi piacevano molto insieme, soprattutto perché ogni volta che parlava di lei, gli brillavano gli occhi, come se ogni volta tornasse adolescente.
Comunque, non credevo che fossero già a questo punto.
“Sì, Kate a settembre ci sposiamo e festeggerai con noi da neodottoressa.“
“Accetto con piacere. Sono così felice per te, è proprio il lieto fine che ti meriti” ribatto, con una lieve nota di tristezza, e forse invidia, nella mia voce.
“Avrai anche tu un per sempre, Kate. Ne sono certo!”

Terminato l’orario di lavoro, torno a casa distrutta. Non sono più abituata ai ritmi dell’ospedale e temo che avrò bisogno di molto riposo, prima di riuscire a riprendermi.
L’appartamento è vuoto, segno che Meredith è già andata in università per seguire le ultime lezioni o rivedere la tesi con il rettore. Improvvisamente, però, mi sento sola, come se avessi bisogno di qualcuno che mi aspetti a casa, pronto ad abbracciarmi fino a quando mi addormento. Harry mi faceva sentire così bene quando lo faceva.
Appena il suo ricordo sfiora di nuovo la mia mente, una lacrima cade lungo la mia guancia. Scuoto la testa e mi impedisco di stare male. Così, mi cambio pronta a cadere in un sonno profondo che mi faccia smettere di pensare a lui, almeno per qualche ora.

“Buongiorno dormigliona” mi accoglie la mia coinquilina, quando entro ancora in coma in cucina.
“Che profumino” riesco solo a dire.
“Non credo che sia una coincidenza che tu ti sia svegliata proprio mentre sto preparando il pranzo, ma farò finta di niente” dice sospettosa, facendomi poi l’occhiolino.
“Sei da sposare” esclamo, mandandole un bacio con la mano.
La osservo mentre mescola non so cosa in diverse pentole e decido, nel frattempo, di accendere il cellulare. Noto di avere un messaggio non letto e con il cuore a mille, apro la conversazione, ma rimango subito delusa:
Ehi Kate, come va? Se to lo stai chiedendo, sono Max. La tua coinquilina è stata così gentile da passarmi il tuo numero di telefono. Mi piacerebbe molto bere qualcosa con te una di queste sere.
“Ma diventerei subito vedova” sentenzio, dopo aver letto il tutto.
“E perché mai?” domanda lei, confusa, girandosi a guardarmi.
“Hai dato il mio numero a Max!”
“Certo che sì. Sappi che l’ho rivisto per pure caso: frequenta legge nel nostro ateneo. Deduco che ti ha chiesto di uscire? E bravo ragazzo.”
“Meredith!!”
“Smettila di piagnucolare e mangia questa carbonara. Stavolta mi sono superata!”
“Sei scorretta” mi arrendo, senza dignità, davanti al piatto fumante di spaghetti e genero una risata vittoriosa della ragazza seduta accanto a me.
“Penso che ci uscirò” ammetto dopo aver divorato anche il bis. Harry non mi risponde da più di 5 ore e sono così stanca di aspettarlo.
“Penso che sia un ottima idea” cinguetta Mer, facendomi roteare gli occhi.
Dopo aver sparecchiato, decido, dunque, di rispondere al ragazzo della notte di Capodanno:
Ciao Max, mi farebbe piacere uscire con te.
La sua risposta arrivò immediatamente:
Passo a prenderti domani alle 8, sono molto felice di rivederti
A quella risposta sorrido e dopo averlo comunicato a Meredith, data la sua insistenza, mi convinco che passerò una bella serata. Max non mi farà di certo innamorare in poche ore e non ho intenzione di sposarlo il giorno dopo, ma ho bisogno di distrarmi da lui, da Harry.







SPAZIO AURICE: per farmi perdonare per il vergognoso ritardo del capitolo precedente, ecco qui, a distanza di pochi giorni, un nuovo tassello della mia storia.
Voglio ringraziare coloro che l'hanno inserita tra le seguite e coloro che continuano a leggerla. Vorrei davvero avere un vostro parere, mi farebbe molto piacere, soprattutto dato che siamo ad un punto di svolta.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Dopo cinque giorni  di ripresa del tirocinio, arrivo a sabato esausta. Stamattina ho faticato più del dovuto per alzarmi e scrivere l’ennesimo capitolo della tesi. Meredith, poi, non è stata d’aiuto, dato che ha continuato a tartassarmi di domande inerenti alla serata che mi aspetta.
Dal canto mio, però, non sono così entusiasta: Max mi aveva fatto passare una bella serata, questo è vero. Credo, comunque, di essere stata fin troppo impulsiva e precipitosa quando ho deciso di accettare il suo invito.  Mi sto concentrato sul lavoro e sull’università in questi giorni, ma ciò non vuol dire che  l’abbia dimenticato e che il fatto che non si è degnato nemmeno di rispondere al mio messaggio non mi provochi ancora dolore.
Il pomeriggio passa velocemente e un’ora prima del mio appuntamento, chiudo definitivamente i libri per riuscire a prepararmi. Non dedico troppo tempo a questa fase: decido, infatti, di vestirmi in maniera semplice e poco appariscente, ornando il tutto con un velo di trucco, quasi non percepibile ad occhio nudo. Finisco per guardarmi allo specchio, dopo aver sistemato anche i capelli, e quando noto i miei occhi tristi nel riflesso, non riesco a non pensare ad Harry. Mi chiedo cosa stia facendo in questo momento e com’è possibile che per la seconda volta mi abbia lasciata andare così facilmente. Mi chiedo se gli manco nella maniera insopportabile in cui lui manca a me e se ogni tanto guarda il cellulare con la voglia di chiamarmi. Me lo chiedo dal giorno in cui ha smesso di cercarmi e nel farlo nuovamente sento gli occhi pizzicare.
No, mi rifiuto di piangere ancora per lui. Caccio indietro le lacrime e tiro sul col naso, decidendo di scendere sotto casa per aspettare Max.
Uscita dal portone, noto un'auto sportiva che parcheggia proprio davanti a me e vedo il finestrino abbassarsi:”Che tempismo!” esclama Max dal veicolo.
“Ciao. Ero pronta e stufa di restare in casa” dico, sforzando un sorriso.
“Allora che aspetti? Sali!”
“Dove siamo diretti?” chiedo dopo essermi accomodata sul sedile del passeggero.
“Un bar in centro organizza il solito aperitivo di rito dopo le feste. Ci sarà della buona musica e molto da mangiare” spiega, soddisfatto. “Spero non avessi in mente cena a lume di candela, sono un tipo molto più alla mano” continua, stavolta con un sorriso un po’ più timido, speranzoso di aver azzeccato la sua scelta.
“Oh no, certo che no. Il tuo programma è perfetto.”
Dopo poco tempo, il ragazzo parcheggia l’auto prima dell’inizio della zona riservata ai residenti e si precipita ad aprirmi la portiera:”Dato che prima non ne ho avuto modo” si giustifica, porgendomi la mano. Lo ringrazio timidamente, dato che non sa che questa eccessiva galanteria mi mette a disagio, ma non ci voglio dare troppo peso.
Nel percorso che ci porta al locale, io e Max parliamo un po’ di tutto: delle nostre università, progetti per il futuro o semplicemente per l’estate dopo la laurea. Rispetto a prima, sono molto più rilassata, tanto che non percepisco esattamente dove sono, fino a che un cameriere non mi rovescia un liquido arancione sui miei stivaletti marroni.
“Cazzo” impreca sottovoce, ma appena lo sento, ancor prima di girarmi, mi si raggela il sangue nelle vene.
“Scusami tanto, non ti ho proprio vista. Bevi tutto quello che vuoi, offro io” continua pacatamente, mentre asciuga il piccolo disastro.  Quando, però, alza lo sguardo per incrociare quello della sua vittima, si blocca anche lui di colpo.
Non riesco a non maledire mentalmente Max che con tutti i bar presenti a Londra, ha deciso di portarmi proprio in quello dove lavora Harry.
“Non preoccuparti. Non è grave, vero Kate?” interviene  il mio accompagnatore, dato che entrambi sembriamo pietrificati.
“Bene” dice semplicemente Harry, per poi allontanarsi, non prima di avermi riservato un sguardo indignato.
Deglutisco rumorosamente e seguo Max all’interno.
Beviamo e mangiamo molto bene, nonostante si tratti di semplici stuzzichini e aperitivi. Max parla continuamente, cercando ogni tanto di coinvolgermi maggiormente nella conversazione, ottenendo uno scarso risultato. Mi dispiace per lui, ci sta mettendo ogni buona intenzione, ma io non riesco a non cercare Harry tra la folla e a non soffermarmi sulla sua figura ogni volta che lo trovo.
“Ti vedo distratta” afferma il mio interlocutore, ad un certo punto.
“Scusami, ho avuto una settimana dura all’ospedale. Sono solo stanca”ribatto, cercando di sembrare il più convincete possibile.
“Allora pago e ti riporto a casa”
Una volta usciti dal bar e diretti verso la macchina, trovo il coraggio di chiedergli scusa:”Mi dispiace, sono stata bene stasera.”
“Anche io, molto. Vorrei replicare il prima possibile!” Rispondo annuendo, non troppo convinta di questa cosa. Alla fine non mi ero annoiata, ma essere nello stesso posto di Harry mi aveva decisamente deviata da Max e non potevo certo farne una colpa a quest’ultimo. Forse in un altro posto, solo io e lui, potremmo avere una serata come si deve. O forse no..

Mi sveglio dopo una lunga dormita e decido di accendere il telefono per chiamare mia madre, dato che è un po’ che non la sento. Dopo la musica iniziale, il cellulare emette un bip che mi fa notare una notifica di whatsapp della sera precedente:
Vai a dirlo al tuo ragazzo che ti manco.
Allora non aveva perso il cellulare, cambiato numero o chissà cosa, come avevo pensato in questi giorni. Harry mi aveva consapevolmente ignorata e aveva smesso di farlo solo per dirmi una delle sue cattiverie.
Non è il mio ragazzo.
Rispondo semplicemente, anche se non ha alcun diritto di avere giustificazioni da parte mia.
Scendi.
Leggo più volte quel breve messaggio, arrivato pochi secondi dopo, incredula del fatto che si trovi davvero sotto casa mia di domenica mattina. Prendo il cappotto e scendo velocemente, troppo velocemente, le scale e lo trovo davanti al portone.
“Esci con ogni sconosciuto che ti fa due moine adesso?” urla non appena nota la mia figura.
“Abbassa la voce o sveglierai tutto il palazzo” dico mantenendo la calma.
“Rispondi Kate” ordina, abbassando il tono, rendendolo comunque duro.
“Avevo bisogno di uscire. Tu non mi rispondi e non mi cerchi da troppo tempo, cosa dovevo fare? Aspettarti quando non sapevo neanche se saresti tornato?”
“Mi hai cercato dopo molto tempo anche tu e finisci per sbattermi in faccia la tua nuova conquista. Quindi evita di fare la vittima” ribatte atono.
“E tu non mi hai risposto, Harry. Poi mi hai cercata solo per scagliarti contro di me, come sempre. Non sapevo che mi avrebbe portata lì. Non avrei mai accettato” esclamo, ovvia.
“Per cui adesso stai con lui?”
“È la prima sera che esco con lui.”
“Non sopporto il fatto che tu esca con qualcun altro, figurati con qualcuno che vedi per la prima volta. Cazzo Kate e se fosse stato un maniaco?”
“L’ho conosciuto la notte di Capodanno” confesso, abbassando lo sguardo.
“Oh allora la prossima volta, verremo anche io e Judith, Jessica..insomma qualcosa del genere” ghigna in maniera confusa e chiarisce quando nota il mio sguardo interrogativo:”La mia conquista di Capodanno!”
“Bene. A questo punto non abbiamo più niente da dirci” dichiaro, sentendo un conato di vomito, mentre pronuncia l’ultima frase.
“Fanculo” esordisce poco dopo, allontanandosi da me, per poi salire in macchina e sfrecciare via.
Ecco fatto, un'altra giornata rovinata da Harry Styles, penso mentre entro nel mio appartamento, con le lacrime agli occhi.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


“Che razza di idiota” esordisce la mia coinquilina durante la cena che mi aveva gentilmente preparato, aspettando come sempre che finisse il mio turno.
Appena ero tornata, mi aveva tartassato di domande sull’appuntamento con Max, di certo non si sarebbe immaginata l’ennesima comparsa di Harry.
“Domani facciamo shopping, ne hai bisogno” continua poi, entusista della sua trovata.
“Ehm, no Mer. Domani devo incontrare il rettore per le tesi” ribatto, non troppo convinta.
“Non vedevo l’ora di finire la mia di tesi, ma adesso che siete tutti impegnati tranne me, vorrei averci messo più tempo” dice lei, sbuffando.
“Ti stai lamentando di passare l’intera mattinata a letto?” le domando incredula.
“No. Volevo solo fare la vittima” afferma, ridendo di gusto con me.

La mia sveglia suona alle 8 del mattino e tentando di non svegliare Meredith, mi preparo velocemente per  poi prendere la metro verso il centro insieme a Juilie che mi sta aspettando sotto casa.
“Hai qualche idea su cosa potrebbe desiderare Mer?” domanda la ragazza, mentre iniziamo a camminare per i negozi.

“Guarda un ciondolo d’argento alla gioielleria all’angolo da quando viviamo insieme. Non so più quante volte l’ho sentita sospirare davanti a quella vetrina ed il costo è perfetto per il nostro budget” rispondo fiera.
“Ottimo. Quindi non ci resta che pensare ai coriandoli, fiori e festoni vari” conclude Jiulie, sorridendomi.
“Non cantare vittoria. Ti avviso che voglio che la sua laurea sia invidiata da tutti i suoi colleghi!”
Dopo un paio d’ore, usciamo dall’ultimo fiorista cariche di borse. Abbiamo preso veramente ogni cosa che possa esplodere o cantare di qualsiasi tipo di festività. Ad un certo punto, mi ero talmente fatta prendere dall’entusiasmo che volevo persino prendere dei petardi, stile ultimo dell’anno. Fortunatamente Julie mi ha frenata, ricordandomi il fatto che ci troviamo in uno degli atenei più prestigiosi di Londra.
“Allora ci vediamo mercoledì. Sarà felicissima. Sei un’amica fantastica Kate” mi saluta Juilie mentre carica i nostri acquisti nella sua macchina, strappandomi un sorriso di soddisfazione.
“Grazie Jiulie” rispondo, agitando la mano per poi entrare in casa.

“Ma che diavolo..” biascica Meredith, ancora mezza addormentata, quando io e Jiulie entriamo nella sua stanza, svegliandola con delle trombette.
“Buongiorno” la salutiamo in coro, sghignazzando tra di noi.
“Siete fortunate che non voglio finire in carcere senza aver preso quella dannata laurea” ci minaccia, a sua volta, tirandoci il cuscino.
Facciamo colazione tutte e tre insieme nella cucina del nostro appartamento, dove Mer risponde radiosa ad ogni nostra domanda sulla cerimonia e su quello che ha programmato per il dopo.
“Ti ricordi che andremo nel ristorante di Louis e del fratello, vero Kate?” domanda, ad un certo punto incerta.
“Certo e so quanto si mangi bene in quel posto” rispondo sorridendole, per tranquillizzarla.
Dopo aver sparecchiato, iniziamo a prepararci, concentrandoci soprattutto sui Meredith: indossa un completo nero, con tanto di tacco dodici, che fa risaltare la sua figura longilinea, i lunghi capelli biondi raccolti da un lato scopro il suo bellissimo viso. Resto a guardarla incantata e quasi non scoppio a piangere.
“Sei favolosa” dico per poi abbracciarla.
“Sì, lo ammetto” scherza, facendomi l’occhiolino. “Forza, andiamo a prendere quel benedetto pezzo di carta” continua, esortandoci ad uscire.

La proclamazione dei vari laureandi è stata molto bella. Sfilavano tutti davanti alla commissione della facoltà di economia con le loro toghe ed i loro sorrisi fieri. Non mi sembra vero che tra pochi mesi sarò io una di loro.
I genitori della mia coinquilina, seduti accanto a me, hanno pianto per quasi tutto il tempo, mentre la sorella più piccola, Armonie, si voltava dal lato opposto imbarazzata. Io ho filmato quasi tutta la cerimonia, fino alla consegna della laurea a Meredith, la quale si è voltata verso di noi, agitandola in aria a mo di trofeo. Inutile dire che ha provocato la risata di tutta l’aula magna.
Adesso io Niall, Julie ed alcuni compagni di corso di Meredith siamo fuori dall’edificio, muniti di festoni e trombette, che aspettiamo l’uscita della nuova dottoressa.
“Eccola, sta arrivando” ci avverte Dan, il suo compagno di studi per eccellenza.
Ci posizioniamo tutti vicino all’entrata e non appena esce la riempiamo di coriandoli, stelle filanti e fiori, accompagnati da un grande frastuono di trombette.
“Voi siete completamente matti” esclama Meredith tra le risate, mentre le viene la prima bottiglia di vino da stappare.
“Grazie” urla, poi, mentre riempie i calici a tutti i partecipanti.
Successivamente alle congratulazioni e foto varie, ci spostiamo al Brew. Sono così felice per la mia migliore amica che non penso al fatto di poter incontrare Louis. Non ci siamo mai rivolti la parola, se non era strettamente necessario, non vedo perché avremmo dovuto cominciare proprio ora.
Il ristorante, comunque, è molto carino e moderno. Prevale il colore bianco, associato a diversi colori accessi che variano in ogni sala.
“Congratulazioni Meredith, vi faccio accomodare in questa sala, sarà tutta per voi” afferma Louis, non appena ci raggiunge all’ingresso. Seguiamo tutti la festeggiata e ci accomodiamo nella grande tavolata.
Dopo pochi minuti, Louis ed un altro ragazzo iniziano a portarci qualche antipasto. Con la cosa dell’occhio, mi giro verso i due camerieri e quasi non rischio di soffocarmi con il vino. Harry. L’altro ragazzo è proprio Harry.  Com’è possibile che sia qui a servire? Non ha già un lavoro? Cos’ha il destino contro di me per accanirsi ogni volta?
Dato che tossisco rumorosamente, attiro l’attenzione di Harry, il quale scompare prontamente dietro al bancone per vuotarmi un po’ d’acqua. Al suo ritorno, mi porge il bicchiere con sotto un tovagliolino, del quale non capisco l’utilità, fino a che non lo giro:
Non sapevo che fosse la laurea di Meredith fino a pochi minuti fa. Louis mi ha chiesto di aiutarlo dato che ha tutto il ristorante prenotato. Non ti rovinerò la giornata. H.
“Oh ci può giurare” sentenzia Meredith alle mie spalle, dopo aver sbirciato il contenuto del biglietto.
“Non è un problema infatti” ribatto, scrollando le spalle. “Inoltre, dato che non sei ancora completamente sbronza, credo che tu debba aprire il nostro regalo” dico, infine, facendola ridere.
“Sì è meglio!”
Le porgo il piccolo pacchettino, avvolto da una luccicante carta rossa e non appena legge il nome della gioiellerie sul fiocco, mi guarda a bocca aperta. Scarta il tutto in un nano secondo e quando si trova il ciondolo tra le mani, salta di gioia come una bambini.
“Siete gli amici migliori dell’universo” proclama, mentre il padre la supplica di rimanere ferma per poterle agganciare al collo il nostro regalo.

“È stato il giorno più bello della mia vita” borbotta la mia coinquilina, mentre la metto a letto.
“Mi preparerai ancora molte cena, soprattutto dopo avermi fatto pulire il tuo vomito all’ingresso” le dico, puntandole il dito contro. In quel momento, però, chiude gli occhi e sono certa che non la vedrò sveglia almeno fino a domani pomeriggio. Spengo la luce dalla sua stanza, per poi dirigermi nella mia. Rassicuro qualche amico del fatto che l’abbia portata a casa sana e salva, fino a che apro l’ultima conversazione:
Harry Styles: comunque eri bellissima Kate.
Sospiro profondamente. Fisso il messaggio per qualche minuto e con un coraggio che tengo nascosto da quando ho conosciuto quel ragazzo, cancello il tutto e mi metto immediatamente a dormire.













SPAZIO AUTRICE: ciao a tutti, allora come prima cosa voglio ringraziare coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite. è davvero un onore per me.
Dico grazie anche a coloro che recensiscono la mia storia e che hanno la pazienza di leggere ogni capitolo. Siete meravigliosi.
Infine, spero di fare un lavoro perlomeno decente e che questo capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative,
Aspetto i vostri commenti.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Sono passate settimane dalla laurea di Meredith: lei ha trovato immediatamente un'azienda che l'ha assunta come tirocinante, è molto felice del suo lavoro e di un collega in particolare; Niall e Julie sono da poco partiti per l'Australia ed appena arrivati non hanno perso l'occasione di farci diventare verdi dall'invidia per i meravigliosi paesaggi che hanno fotografato; ho saputo addirittura che Zayn si è finalmente deciso a lasciare l'università per lavorare seriamente nell'azienda del padre.

Per quanto riguarda me, in questo periodo sto cercando in tutti i modi di mettermi in testa le nozioni inerenti all'ultimo esame, con pochi risultati. Sto cercando in tutti i modi di riempire la testa con tanti termini medici, ma incredibilmente questi si accantonano e lasciano spazio ad altri pensieri, in realtà solo ad uno: Harry Styles. Da quando lo conosco credo di non aver passato un solo giorno della mia vita senza pensare a lui, anche solo per un attimo. Non l'ho più visto né sentito da quella volta al ristorante del suo amico Louis, forse anche lui, come gli altri, era passato ad un nuovo capitolo della sua vita che non includeva me. Infatti, dopo quell'ultimo messaggio era sparito. Ci siamo sempre ritrovati dopo ogni litigio e anche dopo io mio periodo di studi in America, ma questa volta, pur sentendomi ancora legata a lui, avevi bisogno di una boccata d'aria fresca che doveva necessariamente includere la mia laurea e, soprattutto, la decisione inerente alla specialistica.

 


"Kate io vado a lavorare, ci vediamo domani?" domanda la mia coinquilina, sbraitando orgogliosa dal salotto.

"Sì, questa sarà l'ultima di altre innumerevoli notti" rispondo,raggiungendola, con fare teatrale. Meredith chiude dietro di sé la porta dopo avermi salutata e come accade spesso in questo periodo, il nostro appartamento mi sembra tremendamente vuoto. Lei lavora dalla mattina fino al tardo pomeriggio e spesso con miei turni non riusciamo a vederci per giorni interi, pur vivendo nella stessa casa. Sapevo che le cose sarebbero cambiate e non gliene faccio certo una colpa, spero solo di giungere anche io ad una svolta.

Immersa nei miei pensieri faccio colazione, dato che la mia penultima notte è stata molto faticosa, non avevo intenzione di fermarmi al bar dell'ospedale rischiando di incontrare quel viscido di Justin, sarebbe stata solo un'ulteriore seccatura. Dopo essermi riempita lo stomaco con i cerali, mi butto nel letto esausta, sperando di addormentarmi il più velocemente possibile.

 


"Ma che diamine.." mi sveglio infastidita da un suono meccanico che mi rimbomba nella testa e ci metto qualche secondo a collegarlo a quello del citofono di casa. Guardo l'orario dallo schermo del cellulare e sono solo le 10 di mattina, ho dormito troppo poco e muoio dalla voglia di sfogare la mia rabbia repressa su chi sta continuando a suonare quel dannato citofono. Mi trascino letteralmente verso lo schermo in cucina che mi mostra un Harry che non ha intenzione di togliere il dito dal campanello. Alla vista di quel ragazzo credo che il mio cuore abbia fatto una capriola, coinvolgendo anche fegato e polmoni.

"Ma sei impazzito?" riesco a rispondere attraverso il marchingegno.

"Fammi salire o ne avrai per tutto il giorno" esordisce lui, calmo ma sicuro di sé, come sempre. Dal canto mio, mi limito a sbuffare prima di aprirgli la porta d'ingresso.

Dopo poco, mi trovo Harry davanti a me che entra in casa senza fare tanti complimenti.

"So che hai avuto la notte, io ho aperto il bar e adesso vorrei dormire con te, da solo non riesco e sono settimane che non recupero queste ore di sonno." Trovo conferma di ciò che dice dal suo volto visibilmente stanco che all'inizio avrei associato ad una festa finita troppo tardi o ad una sbronza non smaltita. In ogni caso, niente di tutto ciò mi intenerisce:"Sai che ho avuto la notte e vieni qui a svegliarmi poche ore dopo? Solo perché tu non riesci a dormire? Sei il solito egoista" affermo esausta dalla situazione.

"Ti prego" supplica, abbassando lo sguardo.

Sono sfinita, non mi reggo quasi in piedi e so che non cederà facilmente. Con che faccia tosta si ripresenta qui dopo tutto questo tempo? Questa domanda mentale scatena, immediatamente, in me tutti i ricordi delle nostre litigate e dei giorni a seguire dove io raccoglievo i pezzi del mio cuore che ogni volta distruggeva, per poi riprendermi quando lo decideva lui. Stavolta, però, non sarebbe andata così:"Sto con un altro" sputo, guardandolo dritto negli occhi.

"Cosa cazzo hai detto?" La sua espressione da cane bastonato muta in quella di un toro imbufalito, ma io non devo farmi scoraggiare, non questa volta, non adesso che sto aspettando la mia svolta che non arriverà mai se continuo ad aggrapparmi a lui.

"Hai capito benissimo."

Harry mi fissa per un tempo che mi sembra interminabile, analizza attentamente la mia espressione, mentre io faccio di tutto per non cedere. Il mio sforzo viene ripagato quando senza proferir parola esce dal mio appartamento. Non mi sento per niente sollevata, ma devo abituarmici: tra me ed Harry è finita.







SPAZIO AUTRICE: chiedo umilmente perdono per questo vergognoso ritardo. Non ho scuse, se non quella di una mancata ispirazione in questi mesi e non volevo di certo pubblicare un capitolo scritto di fretta. Spero che chi ha seguito la mia storia fino al precedente capitolo, continui a farlo. Inoltre, per farmi perdonare, pubblicherò entro una settimana il capitolo 15. Ringrazio anticipatamente chi leggerà e recensierà la mia storia.
Baci, L.

  

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"Metta un'ultima firma qui e la rivedrò per la sessione di laurea." Il professore mi indica i passaggi per verbalizzare il mio ultimo esame e quando pronuncia quella frase, non riesco a smettere di sorridere. Ancora non ci credo che a luglio, nonché tra solo un mese, verrò proclamata dottoressa. È vero che ho finito la tesi tempo fa, ma il fatto di dover ancora studiare non mi proiettava veramente alla laurea.
Saluto cordialmente il professore e mi dirigo verso l'uscita digitando il numero di Meredith:"Ce l'ho fatta!" esclamo non appena risponde.
"Non avevo il minimo dubbio, sei grande Kate" urla lei a sua volta.
"Voglio festeggiare stasera!"
"Non sai come mi rende felice sentirtelo dire. Basta studiare, basta piangere, basta tutto. Devi divertirti, te lo meriti troppo." E ha ragione, ha ragione da vendere. In questi anni mi sono spaccata la schiena sia sui libri che all'ospedale, dimenticandomi troppo spesso di me stessa. Non voglio soffermarmi sul resto, voglio solo godermi questo momento.
Dopo aver riattaccato, mando un messaggio a mia mamma e a Liam e da entrambi ricevo complimenti su complimenti che mi riempiono il cuore.

"Allora dove mi porti stasera?" domando a Meredith quando finalmente esce dal bagno tirata a lucido.
"Andiamo nel locale dell'università, c'è una super festa e vedrai che ci saranno anche alcuni tuoi colleghi" risponde orgogliosa del suo programma.
"Giusto, così posso invitarli ufficialmente alla mia laurea. Alla mia laurea, suona così strano!"
"Oh andiamo smettila di fare la protagonista" mi rimprovera, facendomi ridere. "A proposito, hai pensato bene alla lista degli invitati?" chiede in seguito.
"Lui non ne farà parte" dico secca, senza neanche pronunciare il suo nome.
"Sei sicura?"
"Si e non voglio più parlare di lui, né stasera, né mai." Di risposta, Mer si limita a sorridermi per poi trascinarmi fuori dall'appartamento.

Abbiamo ballato per così tanto tempo che mi fanno male i piedi. La serata è stata molto carina, ho parlato con alcuni miei compagni di università e ho addirittura flirtato con il barman. Non uscirò con lui, non sono ancora pronta per questo, ma il solo fatto di averci scambiato due chiacchiere mi ha fatto sentire, come dire, leggera, come non mi sentivo da tempo.
"Bene ragazzaccia, è ora di riportarti a casa" dice ad un certo punto Meredith, notando che sto continuando a massagiarmi i piedi.
"Direi proprio di si!"
Ci dirigiamo verso l'uscita e mentre mi guardo intorno lo vedo. Lo vedo in lontananza perché potrei riconoscerlo anche nel bel mezzo di un flash mob. Sta fumando una sigaretta insieme a Louis, si scambiano battute e la sua risata sembra trafiggermi il petto. Lo vedo sereno, non credo abbia bevuto molto e non ha nessuna oca bionda in torno.
"Kate muoviti!" Meredith mi richiama alla realtà e mi fa voltare immediatamente. Mi limito ad annuire e a seguirla, ignorando volutamente di parlarle di Harry. Le ho fatto capie che quel capitolo appartiene al passato e devo essere coerente con tutto ciò. Non so se un giorno riuscirò a guardarlo senza provare una sorta di tormento interiore, ma se non ci provo sin da subito, non riuscirò mai ad andare avanti. Nel frattempo, mentre ci dirigiamo verso il nostro appartamento, i ricordi della prima volta in cui vedi Harry Styles si rifanno vivi, senza chiedere permesso:

"Una cocacola per cortesia" chiedo alla barista piena di piercing e tatuaggi che mi guarda come se fossi un'aliiena.
"Hai paura che qualcuno possa approfittare di te bellezza?" afferma, poi, una voce maschile alle mie spalle. "Se no non c'è motivo per il quale tu debba bere una coca senza ruma" continua nel momento in cui mi giro per individuare il mio interlocutore.
"Non credo siano affari tuoi"ribatto in modo brusco.
"Vorrei tanto che lo fossero" sorride, sicuro di sè, senza distogliere mai lo sguardo dal mio. Ed è proprio quando sorride che non riesco a non imitarlo. Questo ragazzo è davvero belissimo, tanto che mi imbarazza, ma cerco di non darlo a vedere.
"Balla con me" dice, poi, allungandomi la mano. Io non riesco a rifiutare quell'invito e scopro immediatamente che quel ragazzo, oltre ad essere di una bellezza disarmante, è anche incredibilmente divertente.

Quella sera, infatti, mi divertii come non facevo da tempo,o perlomeno da quando avevo iniziato l'università. Tante volte mi ero sentita in debito con Harry per aver dato una scossa alla mia vita, ma forse è stato proprio questo il suo ruolo: prepararmi ad una vera svolta, non ad una semplice sbandata.








SPAZIO AUTRICE: come promesso eccomi qua con un nuovo capitolo. Ho voluto inserire il ricordo dell'incontro con Harry dato che nei primi capitoli era solo acennto. Spero, come sempre, che vi piaccia quello che scrivo. Ringrazio di cuore chi continua a leggere e soprattutto a recesire la mia storia, siete meravigiose.
Baci, L.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Kate svegliati, non mi sento bene!" Sento Meredith scrollarmi da un sonno profondo e quando il mio cervello dà un vero significato alle parole da lei pronunciate, scatto fuori dalle coperte. I miei occhi ancora mezzi chiusi individuano la mia coinquilina, sulla soglia di camera mia, che sghignazza:"Sarai un ottimo medico" esordisce, prima di correre via a gambe levate.
"Ma sei diventata idiota in una notte?" rispondo mentre la rincorro per tutto l'appartamento.
"Mi avevi detto di svegliarti come si deve, di modo che, almeno per il giorno della tua laurea, non rimanessi in coma" si giustifica, nascondendosi dietro il bancone della cucina.
"Ma non di farmi morire d'infarto!" Esclamo, tirandole un cuscino.
"Sapevo di starti a cuore" ironizza, scansando il colpo. "Però basta polemizzare, vatti a preparare" ordina lei, indicandomi la porta del bagno.
Obbedisco, sconfitta, ed entro subito in doccia. I pensieri si affollano immediatamente nella mia testa: tra poche ore sarò davanti ad una commissioni di illustri medici e professori a discutere la mia tesi di neurochirurgia. Mi sento così piccola davanti a questo evento, tanto che non mi sembra vero che sono davvero giunta al termine del mio percorso universitario. Ripenso all'enorme felicità provata quando avevo scoperto di essere stata ammessa ad una delle università più prestigiose di Londra, un grande balzo nel vuoto per me che avevo sempre vissuto in un piccolo paese di provincia. Ripenso agli occhi pieni di orgoglio dei miei genitori quando gli sventolai in moduli davanti, saltellando per tutta casa. Non nego che in questi cinque lunghi anni mi sia mancata la mia famiglia, ma scegliere un'università lontana da casa mi ha fatta crescere sia come studentessa che come persona. Ed a questo proposito, non posso non ripensare al primo giorno in cui misi piede nel mio attuale appartamento ed incontrai per la prima volta Meredith:

"Avanti" dice una voce proveniente dall'interno.
"Ciao, io sono Kate, tu devi essere Meredith" dico facendo capolino, notando la ragazza circondata da mille scatoloni.
"Sarò Meredith ancora per poco se non ricordo dove diamine ho messo tutti i miei documenti" risponde con tono lamentoso, iniziando a frugare tra le sue cose. Io, in automatico, mi guardo intorno e noto un portafoglio sul bancone della cucina, con affianco una carpetta arancione.
"Credo che questo sia tuo" affermo timidamente. Lei si gira in un lampo e sbarra gli occhi:"Ecco, questo è il modo giusto per fare una bella impressione alla nuova coinquilina. Sono proprio svampita, è che il treno è arrivato tardi, ho corso come una matta per prendere l'autobus ed ora eccomi qui sull'orlo di una crisi di nervi che cerco una cosa che si trova esattamente dietro il mio culo. Brava me" dice tutto d'un fiato, coprendosi la faccia.
"Comunque sono felice di conoscerti, anche se non si direbbe" continua facendomi ridere.
"Mi fido."
"Ti va una carbonara? Devo farmi perdonare per questa pessima accoglienza!"

Fu proprio così, dalla prima volta in cui la vidi, che scoprì innanzitutto le dote culinarie di Meredith e la sua personalità frenetica.
Sorridendo per questo ricordo, esco dalla doccia ed inizio ad asciugarmi i capelli. I miei vestiti, ovvero dei pantaloni neri a vita alta abbinati ad una camicetta bianca, sono appesi alla porta del bagno, accuratamente scelti dalla mia coinquilina.
Finisco la preparazione con un filo di trucco e dopo aver indossato il tutto, mi infilo le decoltè nere. Guardo il mio riflesso allo specchio e sorrido: mi piaccio vestita in questo modo, sono elegante, ma senza esagerare. Finalmente vedo una ragazza serena e fiera di quello che è riuscita a concludere.
"Sei bellissima Kate" esordisce Meredith, aprendo la porta del bagno. "Ho proprio un gran gusto" aggiunge poi, facendomi l'occhiolino. La raggiungo abbracciandola e rimaniamo in quella posizione per un po'. Sono pienamente consapevole che tanti ostacoli che mi si sono presentati in questi anni non li avrei superati senza di lei.
"Ti voglio bene Mer" le dico quasi in un sussurro.
"E ti conviene" sdrammatizza a sua volta.

"In bocca al lupo tesoro, siamo fieri di te" mi dice mia mamma, con gli occhi lucidi, mentre sto per raggiungere i primi posti, insieme agli altri laureandi, già con la toga nera addosso.
Do un bacio ad entrambi i miei genitori e faccio la linguaccia a Mer, sorridendo, poi, agli altri miei amici che sono venuti a sostenermi.
I membri della commissione iniziano a chiamare il primo ragazzo, Steve Allen, per la discussione della tesi. La sua, in particolare, parla delle malattie ereditarie ed il suo modo brillante di esporre l'argomento coinvolge tutta la platea.
Nel momento in cui finisce la discussione, alcuni professori gli rivolgono qualche domanda per approfondire l'argomento della sua tesi, Dopo di che, Steve torna al suo posto e sospira profondamente, sicuramente più leggero dei restanti.
"Benton, Kate Benton." Il rettore mi risveglia dalle mie osservazioni su Steve e scatto in piedi.
"Prego signorina si accomodi e inizi pure" continua, una volta riuscito ad associare il nome alla mia figura. Un po' titubante mi dirigo verso la postazione che si trova davanti ai professori, voltandomi timidamente indietro. I miei occhi scorgono tra la folla Meredith, la quale mima un  "Falli neri" così convinto che mi dà la carica giusta e riesce ad alleviare la tensione. Inizio, così, ad esporre le mie argomentazioni sulle nuove tecnologie inserite nell'ambito della neurochirurgia, esponendone pregi e difetti. Più vado avanti, più mi sciolgo e riesco maggiormente a esporre con convinzione quello per cui lavoro da mesi.
Al termine, il professori si consultano tra di loro, finché uno in particolare prende la parola:" Complimenti per aver trattato questo ostico argomento in maniera così brillante e chiara. Non abbiamo domande a riguardo, può andare a sedersi signorina Benton."
Sorrido timidamente, ringraziando per l'attenzione la commissione, e torno a sedermi. Mentalmente mi faccio un applauso per il mio autocontrollo, dato che in questo momento vorrei gridare di gioia e credo che l'adrenalina che ho in corpo sarebbe in grado di farmi fare un doppio salto carpiato.
Successivamente vengono chiamati gli altri miei colleghi, ognuno dei quali espone il proprio argomento con convinzione ed una punta di orgoglio. Dopo l'ultimo studente, i professori escono dalla stanza per decidere i punteggi da assegnare ad ognuno di noi che andranno a sommarsi al nostro voto di laurea.

Inizia la proclamazione, procedura molto più rapida di quella precedente, tanto che tocca subito a me.
"Kate Benton si è laureata dottoressa per la facoltà di medicina e chirurgia con un punteggio di 110 su 110 con lode. Complimenti!" Il rettore mi stringe la mano e dal fondo dell'aula della grida di incitamento provenienti dai miei amici fanno ridere tutti. So bene che è stata un'idea di quella scalmanata della mia coinquilina, ma non potevo chiederle di contenersi, non sarebbe stato nella sua indole.
Munita di tesi e toga esco dall'aula e vengo travolta da coriandoli, stelle filanti e botti vari. I miei amici non si sono proprio risparmiati. Tutti mi abbracciano calorosamente facendomi mille complimenti. Scorgo, poi, Liam in lontananza con la sua ragazza, quindi li raggiungo sprizzando gioia da tutti i pori. "Sei grande dottoressa" esclama lui abbracciandomi. "Liam non aveva esagerato, sei proprio una forza ragazza" aggiunge lei, congratulandosi a sua volta. "Grazie ragazzi, siete stati fantastici a venire qui per me!"
"Non me lo sarei mai perso. Inoltre abbiamo una cosa per te: questi sono due inviti per il nostro matrimonio, porta chi vuoi" esordisce Liam, porgendomi le due buste. Non resisto e lo abbraccio di nuovo, cercando di non singhiozzare. Sono così felice per loro che vorrei che si sposassero adesso, per rendere questo giorno ancora più speciale.
Gli altri invitati ci raggiungono e facciamo qualche foto di gruppo, anche con i miei genitori. Mentre sorrido all'obiettivo penso che questo sia il giorno più bello della mia vita. Mi auto convinco che merito questa gioia e l'amore di tutte queste persone. Chi mi ha sostenuta dall'inizio alla fine è qui a festeggiare con me, il resto è solo un capitolo chiuso della mia vita.




SPAZIO AUTRICE: Incredibile ma vero, ho pubblicato un nuovo capitolo senza far passare un'eternità. Cosa ne pensate? Come potete dedurre, ho incentrato il capitolo su Kate e sulle sue riflessioni. Mi è piaciuto dar voce ai suoi pensieri perchè questo giorno è molto importante per lei e meritava tutta la nostra attenzione. Spero che questa idea piaccia anche a voi.
Ringrazio di cuore chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite, chi continua a leggerla e chi ha la pazienza di recensire ogni capitolo. Mi rendete molto felice.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


"Ragazzi basta brindisi o finirò per non reggermi più in piedi" dico tra le risate, mentre Meredith mi riempie l'ennesimo bicchiere.
Dopo la proclamazione ci siamo spostati in pub vicino alla zona universitaria. I miei genitori e Liam sono rimasti solo per il rinfresco e l'apertura dei regali: ho ricevuto dei bellissimi orecchini d'oro bianco. Invece, stamattina, mamma e papà mi hanno fatto trovare un assegno per coprire le spese della specialistica. Sono stati davvero premurosi anche perché quando ricomincerò a lavorare in ospedale, inizierò ad essere pagata, ma loro hanno voluto comunque rendermi le cose più facili.
Sono rimasta con i miei amici a festeggiare con forse un po' troppo vino. Parliamo dei nostri progetti post laurea, della nostra estate o semplicemente della prossima occasione per ritrovarci.

"Grazie ancora di cuore a tutti, siete fantastici" dico salutando i ragazzi, mentre usciamo dal locale, con le lacrime che minacciano di colarmi sulle guance arrossate per il troppo vino.
"Adesso la porto via, se no finirà per singhiozzare come una ragazzina" esordisce Meredith, trascinandomi di peso verso casa e facendo ridere tutti.
"Guarda che non stavo per piangere" ribatto, mettendo il broncio per risultare credibile.
"Come no!"
La mia coinquilina continua a prendermi in giro fino a che non arriviamo sul pianerottolo del nostro appartamento. Mi blocco quando sullo zerbino di casa noto una lettera "per Kate". Il mio nome è scritto in un corsivo raffazzonato che conosco fin troppo bene, tanto che sono ancora immobile a fissare la busta quando Meredith inizia a scrollarmi:"Ehi Kate, ci sei??Vuoi che la bruci??" domanda con un po' di preoccupazione nella voce. Scuoto la testa, prendo la lettere ed entro in casa.
Mi siedo sul divano, seguita da Meredith e fisso ancora per qualche secondo l'oggetto che tengo tra le mani. Meredith mi accarezza una guancia e fa per alzarsi, ma la blocco all'istante:"Ti prego, da sola non credo di farcela."
A quelle parole, ci sistemiamo l'una accanto all'altra e così mi decido ad aprire la busta, iniziando a leggerla:

Ciao Kate,
ho provato a scriverti così tante volte che ho perso il conto.
In questo momento, sto immaginando la tua espressione scocciata, mentre leggi questa frase. So bene quanto le mie parole abbiano perso di credibilità, ma voglio provarci lo stesso.Forse quello che sto facendo è sbagliato, ma con te ho sbagliato tante di quelle volte che credo tu ci abbia fatto l'abitudine.
Ma ancora una volta sono stato egoista e poco attendo a quello che tu volevi davvero comunicarmi: so che non hai un altro e forse lo sapevo anche mentre me lo dicevi.
Ti ho osservata da lontano in questo periodo. Ti ho vista quasi sdoppiarti tra università e ospedale e poi, quando tornavo a casa, finivo per immaginarti mentre mi raccontavi dell'ennesima emergenza o del capitolo della tesi che non riuscivi a scrivere.
Da una parte speravo che tu avessi voltato pagina, sarebbe stato più facile incolpare te della nostra rottura. Sapevo, però, anche se non volevo ammetterlo, che mi avevi detto quelle parole solo perché eri certa che così mi avresti allontanato e che questa sarebbe stata la cosa migliore per te.
Mi conosci così bene che a volte la cosa mi spaventa. Comunque avevi,anzi, hai ragione da vendere: oggi ti sei laureata, hai finito esami e tirocinio in serenità, senza pianti o sfuriate. Ed è proprio questo quello che ti meriti: serenità. Per tutto il tempo in cui siamo stati insieme io non sono mai riuscito a dartela, se non in episodi rari, troppo pochi per cancellare il male che ti ho fatto.
A volte penso che l'unica cosa giusta che abbia fatto per te, sia stata quella di farti ballare la sera in cui ci siamo incontrati. Sono riuscito a farti ridere, a farti sentire leggera, a farti sentire bella. Con me, però, non è così semplice come quella sera: ti ho fatta piangere ed arrabbiare troppe volte, lo so. Però, Kate, se quella sera io ho salvato la parte giovane e spensierata di me, tu mi salvi continuamente. Tiri fuori qualcosa di buono in me, quel qualcosa che non sapevo neanche dove cercare prima di conoscere te.
Non ti sto dicendo tutto questo per delle semplici scuse, non sarebbero sufficienti, ma per dimostrarti che ho capito. Ho capito dove ho sbagliato e cosa sto perdendo ogni giorno che non passo insieme a te. Ho capito che mi piace da morire dormire con i tuoi orari impossibili, mi piace vederti la mattina mezza addormentata che ti trascini verso il bagno, mi piace sorprenderti solo per vedere che come sorridi a me non sorridi a nessun altro, mi piace vederti orgogliosa dei risultati che hai conquistato con la passione che metti in tutto quello che fai. Sai Kate, personalmente ho poche certezze,ma una cosa la so: vorrei vedere tutte queste cose per il resto della mia vita.
Per questo, adesso, ti chiedo un'ultima possibilità: apri la finestra e guarda fuori.
Se mi vorrai,
Tuo per sempre H.











SPAZIO AUTRICE: allora, come prima cosa, mi scuso per il capitolo forse un po' troppo corto. La mia intenzione è stata quella di incentrarlo sulla lettera di Harry e quindi spero venga comunque apprezzato.
A questo punto, credo che molte di voi abbiano immaginato cosa succederà nel prossimo capitolo, ma se Harry è imprevedibile, potrebbe esserlo anche Kate.
Ringrazio nuovamente chi ha inserito la mia storia tra le seguite e chi continua a leggerla e recensirla. Ultimamente non ho avuto molte recensioni, spero che con l'avvicinarsi alla fine della storia, queste possano aumentare. Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate, sono aperta a qualsiasi tipo di consiglio.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Quando termino la lettera, una lacrima scende lungo la mia guancia ed istintivamente mi giro verso Meredith. La sua espressione è indecifrabile: non capisco se sia sorpresa, arrabbiata, rassegnata o commossa. Inutile, però, che mi soffermi più di tanto su di lei, quando non riesco a capire cosa sto provando io.
Non posso negare che la lettera sia molto dolce e che sia quello che mi sono sempre aspettata da lui, ma c'è sempre un "ma". Ha aspettato così tanto tempo per farlo: e se fosse troppo tardi? Se fossi riuscita davvero a voltare pagina ed iniziare un nuovo capitolo senza di lui?
Sto ancora fissando Meredith, convinta che lei sappia le domande che mi stanno affollando la testa. Dopo un tempo che mi sembra lunghissimo, lei sospira profondamente e guarda nella direzione della finestra del nostro salotto, dove mi soffermo anche io.
Per un attimo, avevo dimenticato la richiesta finale della lettera di Harry. Così mentre mi alzo, sento le gambe molli e il cuore che mi martella il petto, e non appena mi affaccio, trattengo il respiro con la bocca spalancata, incapace di emettere alcun suono.
Harry è dall'altro lato della strada, appoggiato al muro del palazzo di fronte, con affianco a sé un telo, sorretto alle estremità da piccoli ganci. Su quest'ultimo vi è una frase, scritta con la pittura rossa, che rimbomba in ogni fibra del mio corpo:"Kate mi vuoi sposare?"
Mi ritrovo in un vortice di emozioni che mi risucchia a tal punto da non riuscire a parlare, ne tanto meno a muovermi. Sento a malapena la mia coinquilina dietro di me:"Non ci posso credere!"
"Non.." provo a dire a mia volta, ma le lacrime iniziano a far velo sui miei occhi e a scorrere velocemente sul mio viso, spezzandomi la voce.
"Ehi ehi, tranquilla. Fai quello che ti senti, segui il cuore, la testa, o quello che vuoi. A questo punto non c'è una cosa giusta o sbagliata, conta solo quello che vuoi tu." Meredith mi abbraccia, asciugandomi il viso, cercando di calmarmi.
"Non so cosa pensare, fare o dire. Comunque credo che dovrei scendere" dico, non troppo convinta della mia decisione.
"Lo credo anche io" ribatte lei, sorridendomi.
Apro il portone di casa e a pochi metri da me lo vedo. Nel momento esatto in cui i suoi occhi incontrano i miei, lui sorride. Sorride in un modo che non gli ho mai visto fare prima: è gioioso, orgoglioso, speranzoso e titubante allo stesso tempo. È così bello che avrei preferito fosse calvo e con la pancia in quel momento, giusto per rendere le cose un po' più semplici. Ci fissiamo per qualche secondo, finché non decido di attraversare la strada.
"Kate finalmente" sussurra, il giusto per farsi sentire, avvicinandosi a me.
"Aspetta, ti prego" riesco a dire. Se mi buttassi subito tra le sue braccia, non riuscirei più a pensare in maniera razionale e adesso non sono pronta a lasciarmi andare.
Lui arretra di qualche passo e mi osserva mentre passo davanti al telo pitturato.
"Non è niente di che, so che un anello ti avrebbe spaventata più ti quanto tu non lo sia già" esordisce ad un certo punto, tenendo lo sguardo basso.
"Mi conosci bene" rispondo sforzandomi di sorridere. In effetti, la sorpresa con tanto di lettera era stata perfetta, pensata a doc per me. Non avrei mai voluto, pensando ad un futuro, una proposta con gioielli o fuochi d'artificio. L'ha realizzata perfettamente, non c'è che dire.
"Senti, so che ti stanno frullando mille domande in testa, ma non voglio una risposta adesso. So bene che una lettera o una frase scritta su un lenzuolo non possono cancellare ogni cosa. Però Kate, voglio solo dirti, ancora una volta, che ho capito dove sbagliavo. Ho capito che se voglio davvero questa cosa tra me e te, ed è così, non posso pensare solo a me. Non voglio più farlo.
Occuparmi di te, farti addormentare per affrontare il turno di notte, distrarti quando hai mille pagine da studiare, è la cosa più bella e giusta che abbia fatto in tutta la vita. E sai cosa? Mi veniva spontaneo farlo, non ci ho mai pensato, lo facevo e basta. Per questo non trovo altra soluzione che stare con te, per sempre.
Non dobbiamo sposarci domani, possiamo fare tutto con calma. Sappi, però, che io sono qui e sono pronto. Sono davvero pronto per te!"
Harry termina di parlare con quasi il fiatone, gli occhi lucidi e le labbra secche. Vederlo così vulnerabile è una novità per me, ma la cosa non fa altro che aumentare il mio tormento interiore.
"Non piangere ti prego" aggiunge poi, notando che lo sto fissando con le guance bagnate dalle innumerevoli lacrime.
"Sono così.." inizio, ma poi scuoto la testa.
"Parlami Kate, dimmi qualsiasi cosa. Inutile dire che accetterò ogni tua decisione, ma dimmi come ti senti."
"Vorrei tanto dirti di sì, Harry."
"Ma? Cosa ti frena? Se è quello che vuoi.." Alzo la mano per interromperlo e provare a formulare un discorso: "Vorrei poterti dire di sì con il cuore, dirtelo senza paranoie, senza mille domande e mille paure. Avrei tanto voluto abbracciarti e dirti che sarebbe andato tutto bene, ma non ce l'ho fatta. Sono qui, di fronte a te, senza sapere cosa fare.
La verità è che non sono più sicura di quello che c'è tra me e te, come lo ero una volta." Appena pronuncio l'ultima frase, abbasso la testa e mi copro la faccia. Non pensavo di riuscire ad ammetterlo, soprattutto non davanti a lui.
"Io lo so, ne sono certo. Capisco che tu abbia dei dubbi, diamine anche io li avrei. Ti chiedo solo di fidarti di me, per l'ultima volta."
"Non so se ce la faccio."
"Io so che ce la farai, so cosa c'è tra di noi, c'è stato qualcosa fin da subito. Pensaci Kate, ti supplico. Io ti aspetterò, ho già un doppione delle chiavi di casa mia e ti ho fatto spazio nell'armadio.
So che sei migliore di me, per questo ho così tanta fiducia in te."  E mentre lo dice mi prende le mani e se le porta all'altezza della bocca. È così vicino che potrei svenirgli tra le braccia, ma devo essere forte.
"Ti aspetto" afferma di nuovo, baciandomi il dorso della mano, per poi lasciarla e dirigersi verso la sua macchina.


"Te l'ho già detto quanto ti voglio bene?" domando retorica a Meredith, mentre prepariamo entrambe i nostri borsoni.
"Sì Kate, so di essere una bellissima persona" ribadisce lei, mentre mi mostra un sorriso smagliante. Scoppio in una fragorosa risata, scuotendo la testa, e mi rimetto a piegare la roba per il weekend.
Meredith è stata davvero un tesoro: dopo che le raccontai, per filo e per segno, di quello che ci eravamo detti io ed Harry, non aveva esitato a prenotare un weekend in una spa, promossa dall'azienda per cui lavora. Era da tempo che mi proponeva di andarci per staccare un po' dalla quotidianità, ma fino alla laurea non ho mai avuto tempo e quale momento migliore di questo? Avevo proprio bisogno di rilassarmi e schiarirmi le idee. Anche se lei mi aveva proposto di torturare Harry con una lunga attesa, io volevo prendere una decisione il prima possibile.
"Allora si parte. Non vedo l'ora di coccolarmi dentro quei morbidissimi accappatoi" esclama la mia coinquilina sognante.
Dopo aver chiuso la porta di casa e saliamo sulla macchina di Meredith, sistemiamo i bagagli nel baule, e ora siamo pronte a partire.


La mia coinquilina non si è data un limite: ha prenotato qualsiasi tipo di trattamento, tanto che abbiamo passato due giorni con la faccia coperta da creme e cetrioli, le gambe avvolte nel fango e le mani immerse in qualche liquido benefico.
"Vedi ti hanno aperto tutti i pori" ha ripetuto Meredith dopo ogni trattamento. Devo ammettere, però, che la mia pelle è molto più liscia e morbida.
Inoltre, abbiamo passato un po' di tempo nell'idromassaggio e nella piscina termale e questo è stato davvero rilassante ed oltre a aprirmi altri pori, mi ha schiarito le idee. La mia testa è diventata sempre più leggere e le domande confusionarie hanno fatto spazio all'unica cosa che conta davvero: quello che voglio.
Il weekend è comunque passato in un batter d'occhio ed in questo momento siamo già sulla strada di casa. La struttura distava pochi chilometri da Londra, quindi non impieghiamo molto ad arrivare al nostro appartamento.
Meredith parcheggia accanto a casa nostra, nel posto riservato ai condomini, ed entrambe scendiamo a prendere i borsoni. Nel raggiungere il portone d'ingresso, entrambe non riusciamo a non buttare un occhio sul telo ancora appeso davanti al nostro palazzo.
"Allora Kate, siamo tornate a casa, sai che non resisto più. Hai deciso cosa fare??"
Sorrido quando noto l'impazienza negli occhi della mia coinquilina. So bene quanto abbia resisto a tempestarmi di domande durante il nostro soggiorno alla spa e l'ho apprezzato tantissimo, è una decisione troppo importante, non potevo farmi influenzare da nessuno.
"Sì ora so cosa fare" affermo decisa.





SPAZIO AUTRICE: eccomi con il nuovo capitolo. Sono veramente curiosa di sapere cosa ne pensata della reazione di Kate.
Ringazio, ancora una volta perche non mi stancherò mai di farlo, chi segue e recensisce la mia storia.
Baci, L.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Giro la chiave e faccio partire l'auto di Meredith verso una delle destinazioni più importanti della mia vita. Lo scorso weekend ho pensato e ripensato a questo momento e ho cercato per tutto il tempo di capire cosa volessi veramente, cercando di farlo coincidere con la cosa migliore per me. Non ho fatto liste dei pro e dei contro, non ho analizzando la relazione mia e di Harry e non ho chiesto pareri a nessun altro al di fuori della mia coscienza.
Ho capito subito che non dovevi affrontare la situazione come affronto un caso clinico, dovevo solo capire me stessa, senza compromessi e senza ignorare alcuno dei miei sentimenti.
Ormai sono quasi giunta al quartiere residenziale di Harry e quando parcheggio l'auto davanti alla sua casa, faccio un respiro profondo e mi ripeto mentalmente:"Ce la puoi fare."
Sono ormai quasi le nove di sera, quindi Harry dovrebbe aver terminato il suo turno al bar, qualunque esso sia, e spero vivamente che non sia uscito, ho bisogno di fare quello che devo fare ora. Speranzosa, suono il citofono senza troppa insistenza e poco dopo la sua figura appare da dietro alla porta. Indossa una tuta abbastanza vecchia e tra le mani regge un piatto di pasta che, non appena, mi vede cade in terra rompendosi in mille pezzi. "Kate, ciao. Ehm, entra pure" dice dopo aver scalciato via i resti della sua cena.
"Sembri sorpreso di vedermi, avevi già smesso di aspettarmi?" chiedo, notando la sua reazione ed il suo strano modo di fissarmi, come ad assicurarsi che fossi realmente lì.
"Assolutamente no. Solo non ti aspettavo così presto, ero certo che mi avresti fatto penare per un bel po'" afferma con un mezzo sorriso.
"Avrei voluto, ma non sarebbe stato giusto. Dovevo prendere la mia decisione ed ora che l'ho presa sono qui."
"Ti ascolto." Harry parla con un tono di voce molto basso e non trovo più niente del ragazzo sicuro che ho conosciuto tempo fa. Si siede sul divano appoggiando le mani tramanti sulle gambe e continua a deglutire, mentre respira molto profondamente.
"Che c'è?" domanda ad un certo punto, notando il mio sguardo insistente su di lui.
"Non ti ho mai visto così" dico indicandolo con la mano.
"È un "all in" per me, se perdo questa mano, perdo tutto." Annuisco alla sua riflessione e mi siedo sulla poltrona accanto a lui.
Stavolta sta a me ispirare profondamente per farmi coraggio. Mi soffermo di nuovo sulla figura di Harry e i suoi occhi mi ricordano tutto quello che abbiamo passato: amore, odio, litigi, passione, sorprese, delusioni e mille altre emozioni in antitesi tra loro. Ora, però, basta pensare al passato. Siamo qui, adesso, io e lui ed è giusto capire se siamo ancora Harry e Kate, due persone autonome che ogni tanto si scontrano, o siamo arrivati al punto che non possiamo più stare separati.
Con questa mia ultima riflessione, decido che è il momento di parlare:" Allora inutile dire che ho pensato molto alla tua proposta ed ho tante cose da dirti. Avevo pensato di scriverti una lettera, ma credo di aver bisogno di guardarti negli occhi. Per questo ti chiedo, cortesemente, di non interrompermi, perché se non lo faccio adesso, non lo farò mai più." Il ragazzo di fronte a me si limita ad annuire, con aria preoccupata, e mi guarda in attesa che io riprenda il mio discorso.
"Harry ti ho conosciuto in un momento della mia vita dove, per me, esistevano solo i libri. Mi hai fatta divertire come non facevo da tempo, dandomi quello scossone di cui avevo bisogno. Lo studio è importante certo, ma mi sarei persa tante cose che non avrei più avuto indietro.
Sai, credo di essermi innamorata di te già da quella sera: il modo in cui mi guardavi, il tuo sorriso e la tua voce, mi facevano girare la testa.
Forse è proprio questo che mi ha fregata e mi ha resa così dipendente da te, infatti ti permettevo di venire a casa mia alle 6 del mattino ubriaco e di buttare via la tua vita con Louis. Avrei dovuto darti anche io lo scossone di cui avevi bisogno, ma io avevo paura di perderti e sono sempre stata un passo indietro."
Faccio una lunga pausa per evitare di piangere adesso, dato che siamo solo all'inizio. Il fatto è che tra di noi ci sono state troppe cose non dette che hanno finito per ingigantirsi dentro di me e adesso pregano per uscire.
Riprendo il discorso dal momento in cui il mio cuore si è spezzato la prima volta:"Comunque stavo bene con te ed ero certa che fosse lo stesso per te. Poi, però, è arrivata la mia borsa di studio e tu mi hai spezzato il cuore. L'hai calpestato e lasciato in un angolo il giorno in cui te ne sei andato dal mio salotto.
Mi sono ritrovata dall'altra parte dell'oceano, da sola, con il cuore in mille pezzi. Quando sono tornata, mi hai semplicemente chiesto di lasciarmi tutto alle spalle, senza preoccuparti del fatto che ho passato la maggior parte del tempo a sperare in una tua telefonata. Harry, tu non ti sei mai preoccupato per questo, hai solo promesso di non prendere un altro pacchetto di sigarette, ma io ci sono cascata di nuovo. Ti ho visto in quella casa nuova con il tuo nuovo lavoro e pensavo davvero che tu stessi crescendo. Non è stato proprio così: hai insinuato che stessi con Zayn per i soldi e hai ricominciato a bere con Louis per poi bussare alla mia porta ubriaco, di nuovo.
Ancora una volta, però, fui io a sbagliare: ti perdonavo tutto perché pensavo al fatto che quando non litigavamo, stavamo bene insieme. Eri in grado di rendermi così felice che tutti quelli che mi stavano accanto se ne accorgevano.
Tuttavia, lo sbaglio più grande lo commisi  a quella cena con Jiulie e Naill: volevo essere come loro, sai? Volevo che anche tu scegliessi me, mettendo ogni cosa da parte e che fossi disposto a seguirmi ovunque. Volevo di più."
Smetto di parlare ed Harry si morde il labbro tremante. Dal canto mio, mi sento più leggera, avevo proprio bisogno di essere onesta con lui, ma soprattutto con me stessa. Troppe cose non ho mai voluto ammettere da quando ci siamo conosciuti.
Harry, forse troppo impaziente, interrompe il silenzio che si è creato tra noi:"Mi dispiace Kate, ho sempre visto le cose  a mio modo ed ero così cocciuto da credere che fosse l'unico modo possibile. Io.."
"Non ho finito, sono qui per darti una risposta, non mi pare di averlo fatto" lo interrompo immediatamente. Lui mi guarda confuso, ma mi lascia continuare.
"Ci tenevo a dirti queste cose, avevo bisogno di tirarle fuori da tanto tempo. Questo, comunque, è il passato. Per me non si cancella nulla perché quello che sono adesso è dovuto a tutto ciò. E grazie a quello che abbiamo vissuto insieme sono arrivata alla mia conclusione: Harry, io non sarei mai potuta stare con uno come Naill. Ero convinta di volere quel tipo di rapporto, ma non è così. Nemmeno io ti avrei seguito dall'altra parte del mondo, certo non ti avrei lasciato in quel modo, ma siamo diversi. Devo smetterla di aspettarmi che tu ti comporta come farei io, quando tu da me non ti aspetti niente. Volevo cambiarti quando, in realtà, mi sono innamorata di te per quello che sei e me l'ero dimenticata.
Per questo, nonostante io possa avere tanti motivi per dirti di no, io non riesco a non dirti di sì: ti amo Harry, non ho mai smesso di amarti, di aspettarti e di volerti con me."
Il ragazzo davanti a me ha gli occhi e la bocca spalancata. Dopo alcuni secondi, prende fiato e finalmente parla:"Ridimmelo ti prego." La mia espressione interrogativa, lo fa continuare:"Dimmi ancora che mi vuoi sposare, l'ho sognato così tante volte che voglio assicurarmi che sia vero."
"Sì, Harry. Ti voglio sposare" dico convinta, con un radioso sorriso stampato in volto.
"Finalmente" esordisce, alzandosi dal divano per stringermi tra la sue braccia. Sta ancora tremando mentre mi annusa i capelli e si accoccola tra il collo e la spalla. Appena il suo respiro torna regolare, alza la testa, i nostri sguardi si incrociano per un secondo e poi mi bacia.
Mi sembra di vivere uno di quei momenti che vedi nei film, dove tutto è al suo posto. Questo è il momento in cui capisco perfettamente che non siamo più solo Harry e Kate, forse non lo siamo mai stati, ci serviva solo tempo per capirlo.






SPAZIO AUTRICE: Ancora non mi sembra vero, ma ho realmente pubblicato l'ultimo capitolo di I can't take my eyes off you.
So che molte di voi si aspettavano questo lieto fine, quindi forse non rimarranno sorprese. Vi assicuro, però, che ho provato a pensare anche al no di Kate, ma mi sembrava troppo surreale e non in linea con il personaggio che ho sviluppato in questa storia. Spero comunque di non aver deluso nessuno con quest'ultimo capitolo.
Voglio ringraziare ancora una volta chi ha recensito la mia storia, chi l'ha fatto pazientemente dai primi capitoli e chi l'ha inserita tra le seguite. Siete meravigliosi. Ringrazio anche le mie lettrici silenziose, sperando che ora che siamo giunti alla fine, vogliano farmi sapere il loro parere.
Sono un po' triste di aver terminato questa mia seconda ff, ma spero comunque di tornare presto a scrivere e nel frattempo, magari, di leggere qualche bella storia.
Alla prossima,
Baci, L.

  

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3166515