Tutta colpa del gatto

di La_Birba
(/viewuser.php?uid=183874)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cookies ***
Capitolo 3: *** Delusione ***
Capitolo 4: *** Passione ***
Capitolo 5: *** Ti amo ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

 

La mia più grande passione erano gli animali; in particolar modo i gatti. Fin da piccola avevo sempre avuto una particolar predisposizione verso gli animali. Ogni volta che ne trovavo uno ferito lo curavo fino a quando non guariva. Era proprio per questo motivo che aveva deciso di iscrivermi all'università, volevo diventare veterinaria. Mio padre diceva che non sarebbe mai stato il mio lavoro, ero troppo emotiva per lui. Non aveva tutti i torti, ogni volta che trovavo un animale investito mi mettevo a piangere a dirotto. In effetti piangevo per qualunque cosa, un libro, un film, una canzone, tutto! Eppure ormai avevo preso la mia decisione e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Ho sempre pensato che se non ci fossimo stati noi uomini la terra sarebbe stata un posto perfetto. Amavo la natura soprattutto la sua tranquillità.

Ero una ragazza come tante, non ero ricca e neanche bella. All'età di dodici anni litigai con la voglia di crescere e mi punì lasciandomi alta un metro e cinquantatré. La vita di una persona bassa è terribile, ogni volta che andavo al cinema davanti a me si sedeva un tipo alto almeno due metri. Mi ero poi arresa ad andare nelle prime due file insieme ai bambini. Era imbarazzante.

La mia vita amorosa non era da meno! Avevo avuto un paio di ragazzi, ma mai nulla che mi facesse dire “Lui è il mio vero amore”. Non credevo a certe sciocchezze. Non ero una principessa dai lunghi capelli fluenti che doveva essere salvata da un drago. Ero più che altro la classica ragazza che anche se stava ora a pettinarsi appena metteva piede fuori casa la testa le si gonfiava incredibilmente. Ero quella a cui il vento non li faceva andare dietro la testa in una posa tutta eroica, no, i miei mi si spiaccicavano sulla faccia. Come ho detto prima non ero esattamente bella però non ero nemmeno un rospo, ero la classica via di mezzo. Bionda con gli occhi nocciola. Non avevo il fisico da barbie purtroppo, anzi ero piccola e piatta, in tutti i sensi! Quando litigai con la voglia di crescere anche la misura del seno era inclusa probabilmente.

 

Era il primo anno di università, mi ricordo che avevo preso una casetta vicino alla scuola. Era domenica, ero salita un giorno prima per mettere apposto le mie cose. Era un appartamento microscopico. Tre camere, un bagno e la cucina, niente di più. C'era una puzza di muffa già dalla scala. Quando entrai quel odore si sentì ancora di più. Mi nauseava, dovetti contenere un conato di vomito. Aprii la finestra per respirare un poco, ma da essa entrava solo lo smog del traffico. Ero al primo piano in pieno centro di una città trafficata giorno e notte. Il posto in cui ero cresciuta era un paesino in mezzo al verde, una conca diciamo. C'era un'umidità incredibile e il freddo ti entrava nelle vene ma in compenso era tranquillo. Non passavano molte macchine, ne tanto meno camion. Anni prima avevano costruito una strada statale che tagliava completamente fuori il mio paese. Ora invece mi ritrovavo nel posto più caotico e confusionario di sempre.

Dopo poco arrivarono i miei coinquilini. Lena, la mia migliore amica dai tempi dell'asilo, e Sean. Lei voleva diventare una tatuatrice, era piena di pircing e tatuaggi infatti, i pochi che avevo anch'io me li aveva fatti lei, aveva proprio un talento secondo me. C'erano dei corsi in quella città così avevamo deciso di diventare coinquiline. Lei era davvero bellissima, lunghi capelli neri sempre perfetti, non l'avevo mai vista scombinata. Occhi azzurri sempre rigorosamente truccati di nero. Lui, invece era mingherlino e ossuto. Occhiali spessi come i fondi di bottiglia. Era sempre stato nella nostra compagnia. Non era l'anima della festa, anzi parlava poco e niente, era sempre sulle nuvole o con il naso in qualche libro; era il classico secchione.

 

Quel giorno all'interno dell'università si teneva un buffet e una specie di presentazione. Gli studenti che volevano potevano andarci per fare amicizia, conoscere i futuri compagni e i professori. Lena ed io ci andammo solo per il cibo gratis. Lì incontrai la cotta più grande della mia vita. L'unico per il quale avrei potuto dire essere un vero principe azzurro. Non era amore ma era una cosa strana; Kyle, il mio vicino di casa. Un ragazzo perfetto di due anni più grande di me, giocavamo sempre insieme. Da piccoli eravamo letteralmente inseparabili. Era alto, magro e con un sorriso stupendo, biondo con gli occhi verdi. Era dolce, spiritoso, insomma il ragazzo perfetto. Crescendo ci eravamo divisi, ma io lo ammiravo sempre dalla finestra. Erano ormai anni che non lo vedevo. Si era trasferito un po' di tempo fa, era stato quasi un lutto per me.

 

  • Ehi nana!

 

Accanto a lui c'era poi Matt. Suo fratello della mia età, non avevo mai capito come potesse essere nato un simile idiota con gli stessi geni di Kyle. Era uno dei grandi dubbi della mia vita. L'unica cosa che avevano in comune era l'altezza, per il resto lui era l'opposto; moro con gli occhi tendenti al nero. Infondo non tutte le ciambelle escono con il buco.

Mentre ero immersa nei miei pensieri mi arrivò una spallata che mi fece quasi cadere.

 

  • Ehi nana. Non si usa più salutare? Dunque alla fine ce l'hai fatta a passare il test di ammissione.

 

Feci finta di non ascoltarlo. Matt era uno di quei studenti brillanti che riusciva a passare con ottimi voti facendo il minimo. Era sempre in giro con qualche ragazza mentre io dovevo studiare il doppio di lui e avevo la metà della sua media. Aveva preso a chiamarmi “nana” da anni ormai. A volte cambiava anche con “gnoma” o “puffa”. Io ero più matura, lui era solo un marmocchio con un cervello troppo poco sviluppato per essere considerato adulto. Gli feci una smorfia, non volevo abbassarmi al suo livello.

 

  • Matt su non dare fastidio. Samantha ben trovata! Non sapevo ti fossi iscritta qui.

 

Kyle, lui sarebbe potuto essere il mio principe azzurro. A lui feci un vero sorriso. Annuì, stavo per rispondere con qualche frase brillante quando sentii del trambusto alle mie spalle. Mi voltai e c'era Lena che litigava con una ragazza per vai a sapere quale motivo. Conoscendola sarebbe venuta alle mani. Era una ragazza un po' aggressiva a volte. Mi misi una mano sulla fronte mentre tutti stavano assistendo alla lite, mi scusai, rivolta solo a Kyle e andai dalla mia amica. La trascinai via, non volevo che la situazione degenerasse. Dopo anni che non lo rivedevo, se la prima impressione era la cosa più importante ero proprio fregata!



** tadannn :) ok è solo l'inizio però spero vivamente che vi sia piaciuto :) per correzioni e accorgimenti vari mi trovate qui :) fatemi sapere cosa ne pensate se vi va' :) grazie :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cookies ***


Cookies

 

 

Perfetto la lite tra Lena e l'altra tizia era avvenuta solo perchè la stava fissando. Era una tipa un po' aggressiva, ma non era cattiva, anzi era un'ottima amica. Fin da piccole ci divertivamo a fantasticare di viaggiare il mondo. Molti ci definivano come sorelle, dov'era una c'era anche l'altra, eravamo appiccicate come la colla. Un rapporto che grazie al cielo non è mai cambiato. Quando il mio primo ragazzo mi tradì, andammo insieme a tirare delle uova marce sulla sua macchina, era una tipa vendicativa. Mi infondeva coraggio e facevo cose pazze solo con lei. Il mio primo tatuaggio lo feci alle spalle dei miei genitori, lei falsificò le firme e ci facemmo tatuare un ramo di ciliegio sulla gamba. In genere se lo fai senza il permesso dei tuoi dovrebbe essere una cosa piccola e ben nascosta, ma come appunto dicevo facevo cose folli con lei. Lo scoprirono la sera stessa, non la vidi più per almeno un mese, in realtà non vidi neppure il sole per un mese. Mi obbligarono a stare chiusa in casa in castigo. Non mi annoiai mai tanto, durante quel periodo imparai a fare a maglia con mia nonna. Feci anche una sciarpa a Lena, quando gliela regalai mi guardò come se fosse la cosa più bella del mondo. Avevo usato una marea di colori, la indossa ancora oggi, un po' ne vado orgogliosa.

 

Dopo aver detto addio a far bella impressione nella nuova università andammo in giro per la città. Avevo un pessimo senso dell'orientamento, Lena invece sapeva riconoscere ogni strada, divenne la mia guida. L'unico tratto di strada che avrei imparato in quei mesi sarebbe stato casa-scuola. Ero una frana, per me tutto era uguale. Girammo un po' per qualche negozio. Lei tornò di buon umore velocemente, bastava offrirle qualcosa da mangiare, più precisamente un dolce, e la rabbia le passava. L'indomani sarebbero iniziate le lezioni per me, sapevo che non sarei più uscita di casa. Facevo fatica a studiare e durante gli esami orali mi mangiavo le parole, andavo facilmente in agitazione per una semplice interrogazione. Avrei ben presto riempito la casa di appunti, riassunti e tesine. Tendevo a scrivere molto per farmelo rimanere impresso nella mente, purtroppo però ero disordinatissima e quando avevo bisogno di qualcosa non lo trovavo mai. Quell'anno avevo comprato vari raccoglitori per ogni materia, speravo di riuscire ad essere ordinata. Mangiammo in un ristorantino sul mare, sembravamo una coppietta romantica. Non avevamo mangiato molto al buffet, io mi ero incantata a guardare Kyle e lei era troppo presa dalla tizia che la fissava.

 

Quando tornammo Sean non si era mosso da dove l'avevamo lasciato, sul suo letto con un libro in mano. Era un tomo enorme di astronomia, era un patito per le stelle e tutte quelle cose strane di cui io non capivo nulla. Era soprattutto fissato sugli alieni. Secondo me a volte era proprio lui a sembrare un extraterrestre. Nell'università in cui mi ero iscritta, oltre al mio corso di veterinaria, c'era anche quello di Sean, giurisprudenza che frequentava Matt e poi medicina di Kyle. Nei miei momenti romantici, che erano molto pochi, mi immaginavo la nostra casa, al piano terra il mio studio da veterinario, primo piano il suo studio da dottore privato e al secondo la nostra casa.

Dato che le tre camere erano uguali in quasi ogni cosa non discutemmo molto sulla divisione. La mia aveva la finestra che dava direttamente sulla strada, mentre nelle loro due vedevi solo il palazzo di fianco. Nelle camere c'era una scrivania, il letto con il comodino e la lampada, un armadio e una sedia. I mobili erano sporchi, alcuni appiccicosi. Erano di color legno scuro, le pareti bianche sporche, il cuscino della sedia strappato. L'affitto costava davvero poco e solo ora comprendevo il motivo. La puzza di muffa mi avrebbe dovuto far capire molte cose già da prima.

 

Ringrazia mentalmente mia madre per avermi messo in valigia delle lenzuola, quelle che erano dentro all'armadio erano non sporche, di più. Mi avevano fatto schifo solo prendere con due dita, le avevo nascoste sotto al letto. Non volevo neppure sapere cosa ci si nascondesse, avevo paura di trovare cadaveri di qualche topo o simili. Quella notte dormii poco e niente, il continuo rumore del traffico mi tenne sveglia. Mi svegliai con delle occhiaie incredibili. Il mio primo giorno non partiva di certo nel migliore dei modi. Il biscotto mi si sciolse nel latte, cosa che mi fece diventare ancora più triste. Odiavo quando mi capitava. Andai poi a pettinarmi, c'era un ciuffo che non voleva stare giù, sembrava non sentire la forza di gravità e quel che era peggio era precisamente sopra la testa. Dopo vari tentativi mi misi un cerchietto e mandai tutto al diavolo. Una volta vestita e preparata partii, Sean era partito chissà quanto tempo prima di me, non l'avevo neppure visto quella mattina. Probabilmente voleva essere il primo, durante il tragitto mi capitò la peggior sfortuna dell'intera giornata. Incontrai Matt fermo a un semaforo con accanto una tipa mozzafiato. Aveva delle gambe chilometriche, credo che solo le sue gambe fossero alte quanto me. Sembrava una specie di modella, cercai di non farmi notare. Lui la teneva stretta per i fianchi e lei rideva alle sue battute. Aveva i denti bianchissimi, i capelli perfetti, come poteva essere così bella di prima mattina? Mi guardai in una vetrina, io sembravo la brutta coppia della maialina dei muppets.

 

Matt mi vide e mi fece cenno di avvicinarmi. Io sospirai e siccome la strada da percorrere era la stessa non potevo di certo cambiare percorso.

  • Buongiorno nana!

 

Mi mise un braccio sulla testa. Ero troppo stanca per poter trovargli da dire e anche per rispondergli.

 

  • Se un giorno mi facessi male potrei usarti come stampella, sei all'altezza giusta.

 

Non avevo le forze per rispondere a un simile idiota. Lui rideva e anche lei. Quando il semaforo divenne verde mi liberai dal suo stupido braccio e velocizzai il passo. Non avevo davvero voglia di sentire qualche altra battuta. Il resto della giornata passò tranquillamente fortunatamente. Al ritorno non feci brutti incontri. La giornata passò nella norma. Lena al pomeriggio andò a fare un corso per i tatuaggi. Sean rimase anche al pomeriggio all'università quindi ero da sola. Mi trascrissi in bella gli appunti che avevo preso quella mattina fino a quando non suonò il citofono. Erano le 15:00, chi cavolo mai poteva essere?

 

  • Chi è?

  • Sono Matt! Nana mi apri?

 

Sospirai un paio di volte, non bastava averlo visto quella mattina ora veniva anche a trovarmi a casa. Era un incubo. Premetti il tasto e aprii la porta. Lo aspettai sull'uscio mentre saliva le due rampe di scale. Aveva una scatola in mano.

 

  • Maledizione come fai a vivere in questo posto?! Cos'è questa puzza?! Nana da quand'è che non ti fai una doccia eh?

 

Non poteva essere vero. Presto ci sarebbe stata puzza di putrefazione, l'avrei ucciso e nascosto sotto al letto. Trattenni i miei istinti omicidi. Mi spostai per farlo entrare, mi domandai cosa ci fosse in quella scatola, la mia curiosità non tardò a essere saziata. Poggiò lo scatolone per terra e la aprì. Al suo interno c'era un batuffolo tutto nero; un gattino. Era piccolo, avrà avuto un paio di settimane, gli occhietti già aperti e miagolava, probabilmente aveva fame. Lo presi in braccio, era poco più grande di una mia mano. Non riuscivo a trattenere un sorriso guardando quel piccoletto. Non avevo mai avuto un gatto, mia mamma non me lo aveva mai permesso, diceva che avrebbe sporcato casa e lei era una fissata dell'igiene. Ogni tanto sfamavo i randagi, ma nulla di più. Era la cosa più bella che avessi mai visto, sentii già di amarlo. Presi un piattino e ci versai un po' di latte. Lo posai a terra e bevve affamato. Mi ero completamente scordata di Matt troppo presa da quel piccolo batuffolo nero.

 

  • Vuoi studiare da veterinaria giusto? Ti ho portato la cavia a cui dovrai badare. Tu sarai la mamma ed io il papà.

  • Cosa?

  • Infondo l'ho trovato io Nana quindi è anche mio. Non posso tenerlo però, dove vivo io non vogliono animali e poi so che ti sono sempre piaciuti molto i gatti. Verrò a trovarlo ogni tanto.

 

La mia fonde di felicità di quella giornata si stava trasformando anche in un fonte di irritazione. Però annuii, quel piccoletto aveva già conquistato il mio cuore e se averlo con me significava dover passare qualche giornata con quel idiota, avrei anche potuto sopportarlo. Non riuscivo a smettere di sorridere guardandolo mentre si sporcava tutto il musetto con il latte. Serviva un nome da dargli.

 

  • Comunque gli ho già dato un nome, si chiama Cookies!

 

Era un nome terribile! Mi voltai per dirglielo ma se n'era già andato, mi aveva lasciato da sola. Anzi ormai non ero più sola, con me c'era..Cookies!





***tadann :) si ho chiamato il gatto Biscotti però mi piaceva come suonava e con la S in fondo xD dettagli :) ok spero che vi sia piaciuto il secondo capitolo perchè a me è piaciuto un sacco scriverlo xD soprattutto l'inizio della mattinata di Samantha xD è terribile quando i biscotti si sciolgono nel latto ammettiamolo! 
cos'altro volevo dire, ah sì l'unico amore a prima vista in cui credo è per gli animali <3 ammetto che anch'io ho un gatto nero ma il mio ha 10 anni e pesa 7chili e mezzo! non è esattamente un batuffolino xD <3 ma lo amo lo stesso :) vabbè ringrazio tutti :) un bacio immenso e alla prossima :D fatemi sapere se vi piace ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Delusione ***


Delusione

 

Ero ancora tutta emozionata di avere un gattino quando mi fece la pipì in una ciabatta. Mi ricordai solo in quel momento di quante cose avrei dovuto comprare. Non avevo niente, neppure una cuccetta dove farlo dormire. La scatola in cui Matt l'aveva portato era enorme e non poteva servire a nulla. Feci un paio di ricerche in internet e scoprii che vi erano vari negozi in centro, l'unico vero problema era, sarei riuscita a trovarli? Ma soprattutto sarei riuscita a tornare a casa? Ero convinta che mi sarei persa, quella volta fu una della poche volte che ebbi ragione. Ero uscita lasciando che il piccoletto curiosasse per casa. Avevo anche lasciato un post-it sul frigo con su scritto semplicemente “GATTO”. Lena avrebbe capito, Sean sapevo che non l'avrebbe neppure letto.

Mi ero stampata una cartina per arrivare al negozio più vicino, dopo qualche svolta non sapevo già più dove mi trovavo. Provai a chiedere informazioni ai passanti ma andavano tutti così di fretta che non mi notarono neanche. Se fossi stata una modella alta un metro e settanta ero convinta che mi avrebbero visto tutti. Imprecai ancora una volta contro la mia altezza. Dopo una mezz'ora abbondante trovai un negozio di animali, comprai di tutto e di più. Mi ero portata il bancomat, grazie al cielo. Durante gli anni del liceo alla sera andavo a servire in una pizzeria, mi ero ammucchiata un bel gruzzoletto, credo di averlo speso quasi tutto quel giorno. Diedi il mio indirizzo per farmi portare ogni cosa a casa. Non sarei mai riuscita a portare tutti i giocattoli che avevo comprato, la lettiera, il tira-graffi e cibarie varie. Era stato davvero un commesso gentile.

Quando uscii ecco che mi trovavo davanti al secondo grande dilemma della mia vita, come tornare a casa? Provai a vagare per quelle vie tutte uguali, sperando in una botta di fortuna e di ritrovarmi dinanzi alla mia porta di casa. Non avvenne ovviamente, anzi tutto il contrario.

Mi sentii chiamata da una voce a me conosciuta, mi voltai era Kyle. Ero davvero felice di vederlo quando poi notai la persona al suo fianco, era Sean.

 

  • Ehi Samantha! Come va?

 

Mi stava sorridendo bello come sempre. Gli dissi in un modo tutto mio di biascicare parole che mi ero persa. Mi disse che mi avrebbero accompagnato loro, anche Sean doveva andare a casa a studiare. Scoprii che non ero così distante da casa, ci mettemmo solo dieci minuti. Arrivati davanti al portone si salutarono con un bacio. Non uno normale, ma da fidanzati, uno di quei baci che dai con passione alla persona che ami. Rimasi pietrificata, ero senza parole. Quando si staccarono entrambi erano arrossiti. Notai poi i loro sguardi, nessuno mi aveva mai guardato con quegli occhi. Ero seriamente invidiosa di un amore così grande, ma soprattutto perchè con Kyle non avrei mai avuto speranze. Ero rimasta così basita dal pensiero che lui non sarebbe mai stato mio che lo salutai con freddezza assurda. Mossi appena la mano, non riuscivo a parlare.

Salii le scale con flemma. Tutti i miei sogni erano andati in frantumi. Pensavo che prima o poi si sarebbe accorto di me e avrebbe capito di amarmi. Non l'avevo mai visto in compagnia di nessuna ragazza, quindi ogni tanto mi capitava di pensare che si stesse preservando per me. Invece non solo era fidanzato ma pure con un ragazzo del mio gruppo. Tutte le mie possibilità di conquistarlo erano andate a farsi benedire.

 

  • So che ti piaceva, mi dispiace. Ti sarei grato se non lo dicessi a nessuno però. È ancora un segreto, sei l'unica a saperlo per ora. È la prima volta che usciamo insieme..come coppia intendo. Presto lo renderemo pubblico, anche per questo ci siamo baciati davanti a te.

 

Annuii. I segreti ero abbastanza brava a tenerli per me. Mi stampai un sorriso in faccia e gli dissi.

 

  • Non preoccuparti! Anzi sono felice se lo siete anche voi.

 

Un flebile sorriso comparve anche sulle sue labbra. Mi mise una mano in testa e mi scompigliò i capelli. Non era un atteggiamento suo, non lo avevo mai visto così felice. Non ero innamorata di Kyle quindi non dovevo e non potevo farmi dei problemi. Ero cotta di lui ma nulla di più, prima o poi me la sarei fatta passare. Entrammo in casa, il gatto mi accolse aggredendomi una scarpa. Lo presi in braccio e lo mostrai a Sean, glielo presentai. Gli diede una carezza per poi chiudersi in camera a studiare. Dopo poco arrivò il fattorino con ogni cosa. Sistemai tutto in camera mia. Feci un discorso molto articolato sul fatto che dovesse fare i bisogni nella lettiera. Mi guardò come se fossi pazza. Quando Lena arrivò impazzì di gioia quando le mostrai Cookies. Avrei voluto raccontargli anche di Sean ma mi trattenni.

Quel giorno feci le grandi pulizie, sotto al letto non trovai cadaveri ma oltre ai lenzuoli luridi che ci avevo messo io c'era solo tanta polvere. Pulii a fondo anche l'armadio. Anche il piccolo mi diede una mano nella pulizie, oh certo mordicchiandomi la caviglia. I miei piedi a quanto pare erano i suoi più grandi nemici. Alla sera lo misi a dormire nella sua cuccetta, ma lui non ne voleva sapere. Quando mi sdraiai sul mio letto e spensi la luce iniziò a zampettare per la stanza. Provai a non considerarlo ma lui iniziò a miagolare. Sbuffai e accesi la lampada.

 

  • Che hai tesoro?

 

Non mi rispose. Si avvicinò e mi guardò. Sospirai lo presi in braccio e me lo misi sotto alle coperte. Iniziò a strusciarsi contro di me e a fare le fusa. Non so esattamente quando riuscii ad addormentarmi, so solo che mi svegliai con una palla di pelo nera in testa. Anche quando mi alzai lui rimase nel letto. Si rimise comodo e si accoccolò sul mio cuscino dove prima c'era la mia testa. Quando mi sarebbe piaciuto fare lo stesso.

Quella mattina andò tutto per il verso giusto. Mi ero davvero svegliata di buon umore. La giornata fu perfetta fino a quando arrivò Matt. Arrivò nel tardo pomeriggio per vedere Cookies. Appena entrò in casa si tolse le scarpe e i suoi piedi furono i nuovi bersagli della piccola belva. I giocattoli che gli avevo preso non erano stati neppure considerati per un momento.

 

  • Ehi nana, mio fratello mi ha detto che ieri ti sei persa! Sei proprio tonta! Ahi!

 

 

Giocherellava con il piccolo e senza volerlo gli aveva conficcato un'unghia nel dito. Quando tirava fuori gli artigli faceva male, mentre invece i suoi morsi facevano solo il solletico.

 

  • Ben ti sta!

 

Gli feci una linguaccia. Dopo gli mostrai tutto ciò che avevo comprato. Mi tirò contro la pallina con i sonagli. Mi prese preciso in fronte. Scoppiò poi a ridere. Si sdraiò sul mio letto con il gatto sulla pancia. Aveva riso così tanto che gli facevano male gli addominali, che simpatico! Ero convinta che prima o poi l'avrei ucciso, dovevo solo trovare il posto ideale per liberarmi del cadavere. Fece ancora qualche battuta sull'arredamento, l'odore e altro. Ormai non lo ascoltavo neppure più mi ero sdraiata anch'io ma dalla parte opposta a lui. Il letto era in verticale e noi eravamo entrambi in orizzontale, lui era alla mia sinistra. Avevo chiuso gli occhi cercando di volare lontana da quelle battute squallide, volevo estraniarmi da quel idiota accanto a me con il quale dovevo condividere il piccolo. Sentivo che parlava di qualcosa ma non lo ascoltavo. Stavo pensando a cosa mangiare quella sera, carne o pesce? Era un'ardua decisione. Mi sentii premere il naso, aprii gli occhi e trovai lui. Eravamo naso a naso, trattenni il fiato. Che diavolo stava facendo?

 

  • Ehi nana, mi stai ascoltando?

Si tirò leggermente su.

  • Immagino di no. Sei così tonta! Sabato sera, festa in maschera, casa mia. Direi che puoi collegare queste parole come più ti piace. Credo che il risultato non cambi! Ti aspetto eh!

 

Si alzò completamente, salutò tutti, diede un piccolo bacio a Cookies e se ne andò. Entrò poi Lena in casa, venne in camera mia.

 

  • Ho incontrato Matt! Mi ha detto della festa! Oh finalmente qualcosa di bello! Dai sbrigati vieni di la che cerchiamo dei costumi per il tema.

 

Avevo ripreso a respirare, per un attimo avevo pensato che quel idiota mi volesse baciare. Ero proprio una sciocca, lui usciva solo con ragazze l'opposto di me e poi non avrei mai e poi mai corrisposto a un possibile bacio, ne ero certa!



**** Tadan :) ok questo è per la cosa de "IL PRINCIPE AZZURRO è GAY" xD ahahah :) ok sì mi sono divertita xD per il resto mannaggia so perfettamente di aver usato il clichè della festa però sono dettagli :) amen dai :) vabbè comunque se vi piace o per consigli o altro mi trovate :) lasciate una recensione se vi va' :) un grazie in anticipo a tutti :D

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Passione ***



Passione

 

 

Lena non vedeva l'ora di partecipare alla festa, non faceva altro che saltellare per casa entusiasta. Cookies si era nascosto sotto al letto terrorizzato dai suoi schiamazzi. Avevamo guardato un paio di siti per dei travestimenti. La maggior parte ti lasciavano mezza nuda. Lei scelse cameriera sexy, io sfruttando la mia altezza optai per cappuccetto rosso. Sean decise di non travestirsi affatto. Credo che andasse alla festa solo per Kyle. Affittammo tramite il sito i due travestimenti, ce li avrebbero portati a casa entro un paio di giorni.

Le giornate successive procedettero nella norma, a volte Matt veniva a casa per giocare un po' con il piccolo. Le sue battute peggiorarono giorno per giorno. Inoltre scoprimmo effettivamente che Cookies era un maschietto. L'avevamo sempre dato che scontato ma ora ne avevo la certezza. Ogni tanto mi capitava di invidiarlo, mentre io studiavo o comunque ricopiavo gli appunti lui giocava beato. Inoltre non faceva altro che dormire e mangiare. Iniziava a fare i primi salti, sul letto ci arrivava solo se si arrampicava. Una volta gli erano cadute addosso tutte le coperte e non riusciva più a trovare l'uscita, si era messo a piangere finchè non ero andata a liberarlo. Adoravo coccolarlo, riempirlo di baci. Lui era il mio fidanzato perfetto! Ogni volta che lo guardavo riusciva a tirarmi su il morale e strapparmi un sorriso.

La settimana trascorse fin troppo veloce. Sabato pomeriggio Lena si stava acconciando i capelli alla perfezione. Il costume le stava davvero bene, era forse un po' volgare ma contenta lei. Quando glielo avevo fatto notare mi aveva dato della “verginella”. Il mio era una classico vestitino da bambina con tanto di mantellina rossa. Mi feci i boccoli, ci stavo anche bene, mi sentivo quasi carina. Quando poi vidi Lena truccata e vestita, il mio umore precipitò a terra. Lei era davvero stupenda! Non avrei mai potuto competere! In ogni duetto che si rispetti c'è il tipo bello e poi il tipo brutto, io facevo parte di quest'ultimo gruppo. Alla fine mi andava anche bene così, non volevo di certo essere al centro dell'attenzione. Prendemmo un taxi, Lena non sarebbe mai riuscita ad arrivare fino a casa di Matt con i tacchi che si era messa.

 

Matt e Kyle abitavano in una casetta in centro al decimo e ultimo piano di un palazzo da poco costruito. Fortunatamente c'era l'ascensore, l'appartamento lo condividevano con ad altri tre o quattro ragazzi, insieme avevano deciso di fare quell'assurda festa. Arrivammo praticamente per ultime, la casa era già piena di persone. Tra i ragazzi c'erano qualcuno che non si era travestito, Sean quindi non fu l'unico. Mi sono sempre chiesta cosa partecipi a fare ad una festa in maschera se poi non ti travesti?

Le ragazze erano praticamente tutte più nude che vestite. C'erano diverse infermiere come Lena, ma anche poliziotte e altro. Mi sentii improvvisamente a disagio. La mia migliore amica si butto nella mischia io rimasi un po' in disparte, andai al tavolo del buffet a vedere cosa avrei potuto mangiare. Un tizio travestito da tarzan che lasciava seriamente poco all'immaginazione si avvicinò a me dicendomi qualcosa come “Ehi cappuccetto, anch'io ho qualcosa di grande per te” ma avevo preferito non considerarlo, era palesemente ubriaco. Grazie a tutta la calca che c'era riuscii a fuggire da tarzan. Presi qualcosa da mangiare, una birra e fuggii sul terrazzo. Eravamo quasi agli inizi di ottobre, ma in quella casa c'era un caldo immenso e a me serviva una boccata d'aria.

 

  • Ehi Nana! Alla fine sei venuta, allora che ne dici? Ti piace la festa?

 

Possibile che tra tutte quelle persone Matt dovesse proprio venire a importunare me?! Scrollai le spalle e mi appoggiai alla ringhiera. Lui mi imitò. Rimanemmo per un po' li in silenzio. Notai poi il suo vestito, non capivo cosa fosse.

 

  • Che ti sei messo addosso? Sei un direttore d'orchestra?

  • No, sono un conte!

 

Detto questo si mise il monocolo* e gonfiò il petto come se fosse un nobile d'altri tempi. Scoppiai a ridere era troppo buffo e lui rise con me. Un ragazzo lo richiamò dentro ci salutammo con un cenno. Rientrai per prendermi da bere, erano tutti ubriachi persi. Io non reggevo l'alcool ma sapevo i miei limiti, dopo un paio o forse più di birre ero già piuttosto allegra. Alle due di notte lentamente le persone iniziarono ad andarsene. Era dall'inizio della serata che avevo perso di vista sia Sean che Lena. Ora che la casa si stava svuotando non si vedevano ancora. Alle tre ero rimasta solo io e il proprietario di casa. Gli altri coinquilini erano nelle loro camere con qualche dolce infermiera.

 

  • Credo che Lena se ne sia andata con tarzan. Vuoi che ti riaccompagno io a casa? Conoscendoti nana ti perderesti subito.

 

Merda! Perchè non riusciva mai a tenere chiuse le gambe quella ragazza!? Matt aveva ragione non avevo la più pallida idea di come avrei fatto ad arrivare a casa mia, inoltre non ero neppure troppo lucida. Qualche pensiero con un senso riuscivo ancora a farlo. Sospirai e annuii. Prendemmo di nuovo un taxi, anche lui aveva bevuto quindi non voleva rischiare. Arrivammo al mio buco e quando aprii la porta non c'era nessuno. I miei coinquilini si erano persi chissà dove. Quello che avvenne poi non me lo sono mai spiegato, so solo che non ero in me e non avevo il controllo del mio corpo. Non ho mai capito se fosse stata la birra a fare tutto o altro.

Fatto sta che Matt mi baciò. Io all'inizio fui presa alla sprovvista però poi partecipai anch'io, non so poi in che modo ci ritrovammo sul mio letto a baciarci. Nel giro di poco tempo fummo nudi sotto le coperte. Non su amore fu semplicemente la passione del momento, o forse avevo davvero bevuto troppo.

Quella notte dormii meravigliosamente, venni svegliata con una luce terribile negli occhi. Qualcuno aveva aperto le finestre e gli scuri. Misi la testa sotto al cuscino.

 

  • Nana è ora di alzarti! Svegliaaaa!

 

Una voce urticante mi stava gridando nelle orecchie di prima mattina. Alzai la testa e vidi Matt difronte a me. Non bastava il mal di testa post-sbornia, ora c'era anche lui a disturbarmi di prima mattina! Arrossii solo incrociando i suoi occhi. Mi ricordai di essere nuda e della sera prima. Mi tirai su coprendomi con il lenzuolo. Dovevo fare mente locale e vestirmi.

 

  • Scusami non è che potresti uscire?

  • Ma come? Ti sei scordata che ti ho già vista nuda questa notte? Inoltre quando mi sono svegliato ho dato un ulteriore occhiata.

 

Mi fece l'occhiolino, io basita gli tirai il cuscino gridandogli “FUORI!”. Mi rivestii. Uscii dalla mia camera e mi ritrovai Matt che stava preparando colazione. Stava tostando il pane per poi metterci sopra la marmellata. Cookies che era sul tavolo, quando il pane usci fuori pronto fece un risalto indietro terrorizzato che ci fece ridere entrambi. Lui accese la micro-televisione e mangiammo senza dire nulla. Dopo poco arrivò Lena, bestemmiando e lamentandosi, quando poi notò Matt si zittì subito. Mi guardò con la bocca spalancata e con la faccia stupita. Lui sembrò non accorgersi di nulla era troppo intento a guardare i cartoni animati ed io sorrisi a lei con faccia angelica. Lei mi guardava come per dire “non me la racconti giusta”, non aveva forse tutti i torti. Quando il programma finì lui prese le sue cose e se ne andò, lo accompagnai alla porta.

 

  • Ci vediamo domani, nana!

 

Mi fece l'occhiolino, mi diede un bacio sulla guancia e scappò di corsa giù dalle scale. Ero rimasta basita, lui non era mai stato così carino con me ed io non sapevo più nulla. Non mi capacitavo ancora di quanto fossi stata facile, anche se lo conoscevo da una vita non l'avevo mai sopportato, oltre a un paio di battute e rispostacce non c'era mai stato niente tra noi. Mi misi il cuore in pace dicendomi che era stata tutta colpa dell'alcool e nulla più.


*non so se si chiama davvero così ops xD



****tadannnn :) ok ehm sì non ho niente da fare il sabato sera e sono un po' un'asociale quindi ecco a voi il capitolo :) ammetto che sono piuttosto soddisfatta di questo, mi piace :) spero che lo stesso valga per voi :) fatemi sapere se vi va' intanto un mega grazie a tutti coloro che la leggono che la seguono ecc ecc :) grazie grazie grazie :)
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10203048058121589&set=pb.1809452979.-2207520000.1436035704.&type=3&theater

ok si ecco vi lascio la foto del mio gatto nero da cui ho preso spunto Cookies..sì lui non è esattamente un gattino ora è 8 chili di morbidezza, fusa e pelo <3 :) volevo però rendervi partecipi del mio più grande amore :) <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Ti amo ***




Ti amo

 

 

Lena mi guardava ancora stupita con la bocca spalancata. Le raccontai ogni cosa e lei esclamò un “Allora non sei la verginella che sembravi eh?!”. Avevo un mal di testa pazzesco, ero convinta di non aver bevuto così tanto, a quanto pare mi sbagliavo. Mi andai a sdraiare per stare un po' tranquilla. Cookies iniziò a miagolare ai piedi del letto perchè voleva salire, sospirai lo presi e lo posai in fondo ai piedi. Sprofondai di nuovo la mia testa nel cuscino. Ero sconvolta, era accaduto tutto troppo velocemente. Matt lo conoscevo dai tempi dell'asilo, eravamo amici ci scambiamo le figurine, la merenda, giocavamo spesso insieme. Dopo le medie c'eravamo un po' persi, lui era diventato il ragazzo che era mentre io non ero più cresciuta. Lui era sbocciato come un fiore in primavera, io ero stata invasa dall'acne giovanile. Mi aveva iniziato a dare strani soprannomi e a prendermi in giro. Avevamo iniziato a uscire con compagnie diverse, ognuno per la sua strada ed ora le nostre strade erano tornate a combaciarsi, forse anche troppo.

Io mi ero sempre accontentata dei ragazzi, piacevo a pochi e quelli che invece piacevano a me erano irraggiungibili, come Kyle appunto. Matt aveva sempre avuto successo con le ragazze, essendo la sua vicina di casa vedevo spesso portare diverse ragazze a casa sua quando i genitori non c'erano. In genere i maschi maturano dopo le femmine, lui ed io eravamo l'eccezione alla regola. Spesso mi capitava di leggere sul mio terrazzo alla sera, amavo l'arietta fresca d'estate che ti faceva tirare un sospiro di sollievo dall'afa. Lui mi chiamava “Nana” e mi salutava.

 

L'unica cosa positiva era che il sesso non avrebbe rovinato niente dato che non eravamo esattamente amici. Io avrei continuato a odiarlo in silenzio e lui sarebbe stato sempre il solito idiota. Era stata solo una serata strana, continuavo a ripetermi. Mentre ero immersa nel mio stato di agonia-meditazione post-sbornia, Cookies decise che era giusto impastarmi una gamba. Quei maledetti artiglietti! Facevano malissimo, so che era un gesto d'affetto però era davvero terribile! Mi voltai e lo presi in braccio strapazzandolo un po'. Ci giocai un po' con un dito. Era davvero bellissimo. Mi mordicchiava il dito come se fosse un nemico feroce. Mi feci una doccia, presi una pastiglia e uscii con Lena. Un po' di sano shopping faceva sempre bene, comprai anche dei croccantini particolari per Cookies. Sperai che gli piacessero, a volte faceva lo schizzinoso, lo stavo viziando troppo quel gatto.

Il giorno seguente dopo scuola Matt venne a trovare il piccoletto. Gli aveva comprato una spazzola. Non ne fu molto felice, appena gli dava una spazzolata si girava per morderla. Era proprio divertente, mi faceva sempre ridere di gusto. Era stupendo come ogni cosa per lui fosse un mistero o un nemico giurato. Non fu di molte parole Matt quel giorno, non fece neppure le solite battute stupide. Dopo un'oretta disse che se ne doveva andare, lo accompagnai alla porta e lo salutai. Quando stavo per chiudere la porta, lui ci mise un piede in mezzo.

 

  • Ma che fai?!

 

Non rispose mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Fu tutto troppo veloce, non riuscii a respingerlo o a spostarmi. Il bacio fu così passionale che corrisposi, non so seriamente perchè o per come ma ci ritrovammo a letto. Di nuovo! Inoltre stavolta ero del tutto sobria! Se non contavamo sabato sera, era davvero tanto tempo che non entravo in intimità con un ragazzo. Invece ora era la seconda volta che lo facevo, con una persona che non era il mio ragazzo e soprattutto che non avevo mai sopportato. La cosa peggiore era che ci sapeva fare, mi piaceva davvero tanto. Non riuscivo neppure a descrivere il piacere che mi faceva provare, non ero mai arrivata al culmine dell'orgasmo ma con lui quella volta sì! Una volta finito ci ritrovammo nudi nel mio letto, io ero ancora frastornata.

 

  • Questo..questo che significa?

Lui scrollò le spalle, mi fece un sorriso enorme e mi disse

  • Non saprei, magari la voglia del momento.

Mi fece l'occhiolino. Sospirai mettendomi la testa tra le mani.

  • Questa cosa non deve uscire da qui! Non devi dirlo a nessuno ok?!

 

Mi sentivo quasi sporca, compiaciuta ma sporca. Avevo avuto un solo ragazzo più o meno serio con la quale l'avevo fatto, ora invece mi ritrovavo nel letto con un emerito idiota. Mentre ero lì che mi crogiolavo su quanto fossi diventata una ragazza facile da portare a letto mi sentii palpeggiare. Lui aveva allungato una mano sul mio seno.

 

  • È più piccolo di quel sembra!

 

Gli tirai un ceffone e lo sbattei fuori dalla mia camera. Come si permetteva? Provai un sentimento di odio misto a repulsione. Mi vestii e quando andai nell'altra stanza lo mandai a casa senza tanti preamboli. Lui mi salutò con un altro occhiolino e un sorriso a trentaquattro denti. Quella sera non riuscii a raccontare nulla a Lena. Avevo paura che mi giudicasse, o forse semplicemente non mi andava di dirglielo. Non era una cosa così importante infondo da essere raccontata.

Il giorno dopo accadde di nuovo e il giorno dopo ancora. Ero entrata in una sorta di turbine della passione o dell'indecenza che dir si voglia, da cui non riuscivo a uscire. Appena mi baciava mi sentivo avvampare dentro e il mio corpo vibrava. Ad ogni suo tocco i miei ormoni facevano i saltelli di felicità. Non ero più padrona del mio corpo, lui riusciva a zittire la vocetta della mia coscienza. Alla sera mi ritrovavo a pensare che forse una specie di relazione c'era tra noi due, basato semplicemente sul sesso ma era comunque una relazione. Eravamo praticamente sempre soli in quanto Lena aveva il suo corso al pomeriggio e Sean o era all'università oppure con Kyle. Solo durante il week end non ci vedevamo. Lo passavamo con i nostri amici. A Lena non avevo ancora raccontato niente, anche se erano già passati due mesi. Cookies iniziava mettere su sia pelo che ciccia. Era letteralmente una palla, ma lo amavo lo stesso. Ero convinta che lo avrei visto rotolare un giorno.

Arrivarono gli esami di metà anno ed io per colpa di Matt avevo mille materie indietro da studiare. Era piena di pagine da guardare e studiare. Non riuscivo proprio a capire come facesse! Per alcune settimane non ci vedemmo per studiare, dovevo almeno provarci! Alla fine dei conti, lui riuscì a prendere in quasi tutti 30, io arrancai alla sufficienza, li avrei rifatti a fine anno, non potevo avere una media così bassa!

La mia mente e il mio corpo era stato plagiato da quel vortice di passione e depravazione di cui ero vittima e complice.

Passati gli esami ricominciammo la nostra strana “relazione”. Non l'avrei mai ammesso a me stessa ma mi sentivo davvero bene. Il tutto si rovinò con una velocità disarmante, accadde precisamente il 12 gennaio, mentre stavamo per raggiungere l'apice del piacere lo sentii sussurrare:

 

  • Ti amo..

Era stato poco più di un sospiro ma ero sicura di aver sentito bene. Dato che la mia mente era oscurata da altro, l'unica risposta che riuscii a dargli fu:

  • Cos'hai detto?

 

Forse avevo parlato a voce quasi troppo alta, ma ero seriamente sconcertata da quella dichiarazione. Lui si sedette accanto a me e ci guardammo per minuti che a me parvero essere secoli. Lui abbassò lo sguardo e strinse il lenzuolo. Non sapevo seriamente cosa dire, mi sentivo impacciata e non mi uscivano le parole.

 

  • Ecco sì vedi io..io ti amo! Ti amo da molto tempo ormai. Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo perchè avevo notato come guardavi mio fratello. Quando mi ha raccontato che stava insieme a Sean sono stato felice oltre che per lui anche per me, perchè non avrei avuto rivali in amore. Speravo ti accorgessi di me così mi sono fatto avanti. Anche Cookies è stato tutta una scusa per vederti quando volevo. Mi..mi dispiace.

 

Era una dichiarazione in piena regola! Ero basita, stavo andando nel panico, non sapevo cosa rispondere. Io ero sicura di non amarlo, ma non potevo di certo dirglielo. Ero combattuta, rimasi in silenzio per trovare le parole giuste. Lui però capì tutto ancor prima che io riuscissi a dire qualcosa, lo sentii sospirare, lo vidi alzarsi, vestirsi e andarsene. Io rimasi lì a crogiolarmi, riuscii solo a piangere.



***tadan :) ok sarò sincera non so bene se mettere il rating giallo o arancione ma alla fine il rapporto tra i due è appena appena citato quindi magari giallo basta :) comunque bo oh mio dio non so cosa scrivere nel mio piccolo angolo autrice xD che dire spero che vi sia piaciuto anche questo, lo scorso l'ho messo sabato sera questo lo metto adesso che è venerdì sera..sì se ve lo state chiedendo alla sera non ho un piffero da fare xD vabbè :) ringrazio tutti tutti tutti :D :D ciao ciao alla prossima :) per consigli, critiche o altro potete lasciare una recensione se vi và io sono qui :D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epilogo ***


oh mio dio so che sono in un ritardo pazzesco..due settimane mannaggia..scusatemi! sono stata presa dal lavoro e dai manga xD poi avevo scritto la prima pagina su una chiavetta così oggi ho dovuto riniziarla da capo -.- vabbè comunque scusatemi ancora ecco a voi il capitolo conclusivo :D



 

Epilogo

 

 

Riuscii solo a piangere, niente di più. Strinsi il cuscino soffocando i miei singhiozzi. La mia emotività stava prendendo il sopravento su di me. Mi sentivo in colpa per non avergli risposto, perchè sapevo che a volte il silenzio poteva davvero far male. In casa eravamo solo io e Cookies, forse per qualche suo strano istinto felino comprese la mia tristezza e iniziò a miagolare per salire sul letto cercando di arrampicarsi. Riuscì nel suo intento e venne a leccarmi una mano. Io appena sentii quella piccola e dolce carezza ruvida mi tolsi il cuscino dalla faccia e incrociai i suoi dolci occhietti. Non riuscivo a smettere di singhiozzare ma neppure a non sorridere guardandolo. Me lo coccolai un po', si mise a farmi le fusa continuamente. A suo modo stava cercando di consolarmi. Lui lo amavo e lo sapevo perfettamente, invece per Matt non sapevo esattamente cosa provavo davvero. Quella specie di relazione e soprattutto la sua dichiarazione mi aveva mandato la testa in confusione.

Lena arrivò dopo poco, appena vide i miei occhi rossi e gonfi si precipitò subito sul letto facendo fare un sobbalzo a Cookies che, nel frattempo si era addormentato cullato dai grattini. Le raccontai tutto con ancora la voce un po' impastata dal pianto. Mi cullò un po' tranquillizzandomi e poi scese a comprare il gelato. Ce ne mangiammo mezzo chilo ciascuna! Lei cambiò discorso raccontandomi cose stupide solo per farmi pensare ad altro, il suo piano riuscì perfettamente.

 

I giorni dopo non incrociai Matt neppure per sbaglio era palese che cercasse di evitarmi. Io ormai avevo le mie abitudini e uscivo sempre alla stessa ora, salvo imprevisti come ad esempio quando litigavo con la sveglia, ma non lo incontravo neppure sulla strada per andare all'università. Spesso mi capitava di pensarci, mi sentivo in colpa e meschina. Lo stavo facendo star male e me ne dispiacevo. Dopo una settimana lo vidi nei corridoi, stava venendo nella mia direzione quando dischiusi le labbra per dire qualcosa lui non mi guardò neanche. Mi superò senza battere ciglio. Dovevo ammettere che mi mancava, lui era divenuto parte della mia quotidianità. Era strano non parlargli e addirittura non poterlo vedere più. Odiavo dirlo ma amavo anche tutte quelle piccole attenzioni che mi dava. Spesso mi portava la colazione a scuola, a volte mi sussurrava all'orecchio che ero bellissima. Come donna apprezzavo quei gesti, mi sentivo davvero carina ogni tanto. Decisi di scrivergli una lettera per scusarmi e magari ritornare amici, almeno così speravo. Non potevo mica promettergli un amore che non avrei saputo dargli. Mi feci accompagnare un giorno da Lena, anche perchè io da sola non sarei mai riuscita ad arrivarci. Lei mi aspettò al pian terreno, io salii fino al suo appartamento. Arrivata difronte alla porta esitai a suonare. Ero certa che non mi avrebbe fatto spiegare ed era proprio per quello che avevo scritto quelle poche righe. Sospirai, pensai “ora conto fino a tre e poi suono”, arrivai quasi a duecento poi smisi di contare. Feci un respiro profondo, finalmente mi convinsi e suonai. Appena lo feci me ne pentii subito, non ero davvero pronta per un faccia a faccia con lui.

Aspettai un poco e non sentendo nessun rumore mi avviai verso le scale tirando un sospiro di sollievo. Subito dopo mi aprii una ragazza bellissima. Aveva delle gambe chilometriche, i capelli ricci perfetti e rossi. Indossava un vestitino azzurro che a me non sarebbe mai stato così bene. Mi disse cosa desiderassi io iniziai a blaterare della mezze frasi e sillabe senza in realtà dire nulla. Gesticolavo moltissimo presa dall'agitazione. Le misi poi la lettera in mano dicendo “Matt” e poi scesi le scale alla velocità della luce. Mi diedi della stupida, in quel foglio c'erano scritte solo banalità e poi perchè quando avevo visto quella tizia ero stata colta dall'agitazione? Compresi infine che stavo impazzendo.

 

Un paio di giorni dopo senza aver avuto nessuna risposta, mentre stavo andando all'università incontrai Matt. Aveva il braccio sulle spalle della ragazza che mi aveva aperto nel suo appartamento. Non so perchè ma tutto il senso di colpa che avevo provato fino a quel momento stava svanendo, lasciando il posto al delirio. Lei rideva alle sue battute, sembrava un'oca e aveva i denti persino storti. Quei capelli rossi fuoco ero convinta fossero semplicemente tinti e nulla di più, le gambe chilometriche erano storte. Non mi sembrava più tutta questa bellezza anzi! Li superai senza dire nulla e svuotando la mente. Non volevo sentire delle possibili battute su di me. Non avevo mai provato tanta rabbia in vita mia, non solo odiavo quell'oca ma anche Matt!

 

  • Semplice sai, sei gelosa!

 

Avevo raccontato i miei pensieri a Lena e lei mi sapeva dire solo questo?!

 

  • Prima ti faceva piacere avere tutte le attenzioni di Matt per te, ma ora non sopporti che lui le dia a un'altra. Tesoro lo hai praticamente rifiutato che ti aspettavi? Che si rinchiudesse in un convento di clausura? Dovresti tirare fuori il carattere e riprendertelo!

 

Al di là delle prime, l'ultima frase era sensata. Quando avevo una cotta per Kyle non avevo fatto niente, ero semplicemente stata passiva senza mai prendere una posizione. Ora però sarebbe stato diverso!

 

  • Credo che infondo anche tu ne sia innamorata in realtà. Devi solo rendertene ancora conto.

 

Stavo già pensando al mio piano di conquista quando disse quella frase. Arrossii e abbassai gli occhi, non sapevo cosa rispondere a tale affermazione. L'unica cosa di cui ero certa era che mi mancava e che odiavo davvero vederlo con quell'altra! Dovevo parlargli, magari da soli però. Il giorno dopo non lo vidi e neppure quello successivo. Avevo paura che andando a casa sua mi avrebbe di nuovo aperto quella tizia, mi irritavo solo al pensiero. Una mattina mi feci portare in taxi fino al suo palazzo, lo aspettai davanti al portone. Alle sei spaccate ero lì ad attenderlo. Non mi feci prendere dalla mia emotività e cercai di rimanere calma. Dopo un'ora e un quarto uscì da quella maledetta porta. Da solo! Si fermò e ci guardammo, dopo lui si voltò e si diresse probabilmente verso l'università.

 

  • Matt aspetta ti prego. Devo parlarti.

Sembrava non volermi sentire, non mi aspettava e non rallentava neanche il passo. Dovevo correre per stargli dietro.

 

  • Mi dispiace! So che volevi una risposta, ma non ce l'avevo neppure io la risposta. Ero confusa e non sapevo..

  • Maledizione Samantha, confusa? Siamo andati a letto per mesi! Se avessi provato qualcosa per me non credi che te ne saresti accorta?

 

Era arrabbiato ma almeno si era fermato e mi stava guardando negli occhi. Io avevo il fiatone dovetti un attimo riprendere il fiato.

 

  • Lo so è vero! Sai come si dice? Ci si rende conto davvero di qualcosa soltanto quando la si perde. Mi dispiace.

Lo vedevo vibrare dalla rabbia. Io dovevo ancora riprendere il respiro regolare. Lui si voltò stava per incamminarsi di nuovo.

  • Ti chiedo solo di riprovarci..

L'ultima frase l'avevo appena sussurrata. Non ero neppure certa che l'avesse sentita ma ero troppo stanca per inseguirlo ancora. Mi inginocchiai a terra stremata non solo dalla corsa. Ero distrutta dentro, mi sentivo un'inetta. Trattenni le lacrime, la mia emotività aveva di nuovo preso il sopravento su di me. Stavo avendo una lotta interiore e non mi resi conto di nulla finchè non accadde. Matt si era accucciato e mi aveva baciato.

Io non ero più riuscita a trattenere le lacrime. Lui aveva le mani sulle mie guancie, mi asciugava le lacrime con le dita mise la sua testa contro la mia e parlò a bassa voce così che solo io potessi sentirlo.

 

  • Ti amo piccola nanetta, credi che sia stato facile per me evitarti. Mi è scattata una rabbia dentro leggendo quella lettera, pensavo che magari Naomi potesse sostituirti, ma nessuna potrebbe mai farlo. Dove potrei mai trovarla una piccola come te? Basta piangere, magari se ci riproviamo stavolta proviamo a partire da zero, d'accordo?

 

Annuii. Mi diede un bacio sul naso. Si alzò in piedi e mi porse la manoper aiutarmi ad alzarmi. La afferrai e mi tirò a sé abbracciandomi. Mi baciò e mi strinse forte a sé. Afferrò poi la mia mano e non me la lasciò mai più.



 

**************************************************************************************************************************************************************

 

Cookies stava sonnecchiando sulla poltrona, anche quella giornata finalmente era giunta al termine. Ero stravolta, volevo solo sedermi comodamente e invece mi sarei dovuta accontentare di una normale sedia in cucina. Mi misi a leggere di cose che già avevo letto chissà quante volte. Sentii poi chiudere la porta di casa, Matt era arrivato da lavoro. Mi venne a dare un bacio e mi posò una mano sulla pancia.

 

  • Come stanno le mie due principesse?

Gli sorrisi

  • Potrebbe andare meglio! Lo sai cosa stavo pensando? È tutta colpa del gatto!

  • Che cosa è colpa del gatto?

  • Se ancora oggi stiamo insieme e se ci siamo sposati e se presto diventeremo mamma e papà!

  • Come sarebbe a dire colpa? Io direi che è un gran merito del nostro bel miciotto.

Lo andò a svegliare per accarezzarlo.

  • Se lo dici tu!

    Andai al suo fianco per dare due coccole a quella piccola (ormai non più) palla di pelo nera e baciai mio marito.

  • Ti amo idiota!







    tadannn :) maledizione è la prima storia che ha un numero pari di capitoli :) vabbè fa nulla :) sarò sincera non credevo di terminarla già però scrivendola ho notato che avrebbe avuto ormai senso finirla qui :) per chi mi conosce sa perfettamente che non mi piace trascinare molto le storie e neppure fare troppo capitoli :) quindi ecco :) spero comunque che questo capitolo conclusivo vi sia piaciuto e che non abbia deluso qualche aspettativa :) per il resto spero che la lettura in sè di questa storia non vi abbia annoiato o altro :) grazie mille a voi piccoli folli che seguite e che avete letto questa piccola storiella :) grazie di cuore :) un bacio enorme a tutti :) e alla prossima ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3168245