Il sogno

di un battito di ali
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


I braccialetti erano ancora sull'isola di Nicola; Toni, Cris e Vale avevano deciso di organizzare una piccola festicciola in onore del loro leader che aveva deciso di tornare a curarsi e di sconfiggere il cancro, questo sarebbe stato l'ultimo momento di svago per Leo prima del rientro in ospedale e nessuno sapeva quando ne avrebbe avuto un altro... All'alba decisero di partire, erano tutti molto stanchi, ma non volevano perdere altro tempo. A guidare il furgoncino rosso era sempre Cris; a differenza del viaggio di andata, adesso erano tutti tristi per l'amico a cui erano state date pochissime possibilità di vita, ma gli sarebbero stati accanto durante questa dura battaglia e lo avrebbero aiutato a non mollare mai. Leo stava guardando fuori dal finestrino quando si addormentò... POV'S LEO Ero da solo, non capivo dove mi trovassi, provai a girarmi e rigirarmi in cerca di qualche indizio che mi indicasse il luogo in cui fossi ma niente intorno a me c'era solo il nulla. Ad un certo punto vidi un ragazzo venirmi incontro: avevo i capelli ricci e neri ed indossava dei pantaloncini neri ed una canotta arancione, era Davide, l'amico scomparso un anno prima durante l'operazione al cuore... -Davide sei tu?- chiesi -Si Leo sono io, sono Davide- mi rispose per poi farmi un sorriso. Io non continuavo a capire cosa stesse accadendo, ero impaurito da quella situazione, per fortuna con me c'era Davide che mi diede una pacca sulla spalla per poi dirmi -Leo non ti devi preoccupare questo è solo un sogno- -Di che sogno stai parlando?- domandai -Te ti sei sempre chiesto il motivo per cui il tumore fosse venuto a te e non ad un'altra persona, dicevi che se non avessi avuto il tumore tutto sarebbe stato meglio; ma questo non è vero e questo sogno te lo dimostrerà- Non capivo sempre di più, stavo per chiedere spiegazioni ma non ne ebbi il tempo perché all'improvviso ci ritrovammo in un luogo che io conoscevo molto bene e che oramai consideravo come la mia seconda casa: eravamo all'esterno dell'ospedale. -Davide perché mi hai portato qui?- -Siamo venuti qui perché voglio farti vedere tutto ciò che sarebbe accaduto se non ti fossi ammalato e di come sarebbe cambiata la vita di noi braccialetti senza di te- disse per poi indicarmi la testa e la gamba; non portavo più la protesi e i capelli mi erano ricresciuti, quindi Davide non stava dicendo una bugia -Davide la vostra vita sarebbe rimasta la stessa anche senza di me- risposi -No Leo senza di te sarebbe stato tutto diverso, ed ora ti spiego il motivo.-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Io e Davide entrammo in ospedale, camminare su due gambe senza dover zoppicare era la sensazione più bella del mondo; tutto era rimasto uguale: medici che correvano da una parte all'altra e pazienti che si facevano delle passeggiate in giro per i corridoi. -Davide ma se mi hai portato qui significa che nessuno dei braccialetti è stato dimesso?- chiesi io, lui si fece scuro in volto e poi rispose -Si Leo quasi tutti sono rimasti in ospedale nessuno di noi è riuscito a guarire, l'unico ad essere uscito è Toni- -Posso andare a salutare gli altri magari se vado da loro li farò felici- il mio amico fece un cenno con la testa per indicarmi di seguirlo... Ci ritroviamo davanti ai finestroni della mensa, c'era Cris seduta ad un tavolo con un vassoio di cibo ancora pieno davanti a lei -Cristina è ricoverata da più di un anno, non è riuscita a sconfiggere l'anoressia- mi disse Davide -Posso andare a parlarci?- lui mi fece cenno di si con il capo, entrai in quella sala e mi sedetti nella sedia vuota a fianco a quella sua -Ciao Cris- lei alzo lo sguardo -Ci conosciamo?- io non capivo- Cris non mi riconosci sono Leo?- -Io non conosco nessun Leo, ti ha mandato la psicologa per farmi mangiare vero?- come era possibile che la mia ragazza non mi riconoscesse -No non mi ha mandato la psicologa io sono...- non ebbi il tempo di finire la frase che Davide fece cenno di no con la testa, in quel momento capii che io e Cris non ci conoscevamo -Scusa credo di averti scambiata con un'altra ragazza, ciao- dopo aver detto ciò tornai da Davide -Leo te e Cris non vi siete mai visti prima d'ora, per questo voi due non vi conoscete; Cris senza la forza che gli hai trasmesso te non è riuscita a guarire- ciò che il bello mi aveva appena detto mi fece intristire -Ma quella forza che gli ho dato io non gliel'ha data Vale o qualcun altro di noi braccialetti- -Loro due non si conoscono, ed il gruppo dei braccialetti rossi non è mai esistito perché eri stato te a crearlo- Non volevo credere alle mie orecchie -Davide voglio andare da Vale, voglio che lui e Cris si conoscano, voglio che Vale dia la forza a Cris, quella forza che non ho potuta dargli io- -Va bene, si trova nella stanza 215- era la stessa stanza in cui anche io ero stato ricoverato, si trovava al piano inferiore ma non volevo prendere l'ascensore e quindi incomincia a correre, cosa che non facevo ormai da anni... La mia corsa fu interrotta quando mi andai a scontrare contro un uomo dal camice bianco -Ti vorrei ricordare che questo è un ospedale- era il dottor Carlo che parlava -Ah si Carlo scusa- -Ma ci conosciamo?- a quella frase rimasi a bocca aperta -Carlo c'è qualche problema?- stavolta era la Lisandri a parlare; all'improvviso mi si avvicina Davide, si chino verso di me e mi bisbiglio all'orecchio -Leo nessuno ti conosce qui, te non sei mai stato malato e quindi neanche ricoverato- detto ciò ripresi la mia corsa verso la stanza di Vale, lasciando i due medici rivolgersi sguardi curiosi...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Finalmente arrivai davanti alla stanza di Vale, prima di entrare mi appoggia al muro per riprendere fiato, davanti a me c'era la finestra; ciò che vidi però mi fece intristire: il vice-leader era sdraiato sul letto ed intorno a lui c'erano Nicola e Nora. Finalmente trovai il coraggio di entrare e decisi di bussare alla porta, a darmi il permesso di entrare fu la mamma di Vale, aveva un fazzolettino in mano segno che aveva pianto da poco - Scusate il disturbo, ma vorrei parlare con Vale- chiesi ricordandomi del fatto che nessuno mi conoscesse, la madre si spostò per permettermi di parlare con lui -Ciao io sono Leo, lo so che questa è la prima volta che ci incontriamo, ma ti vorrei chiedere un favore- -Cosa vuoi?- aveva gli occhi rossi, anche lui aveva finito di piangere da poco -Ti volevo chiedere se potevi andare a parlare con una ragazza, il suo nome è Cristina ed è ricoverata qui a causa dell'anoressia ed ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto per dargli forza- dissi tutto d'un fiato -E quel qualcuno sarei io?- feci cenno di si con la testa -Dovrei dare la forza necessaria per guarire ad una ragazza che nemmeno conosco, quando sono io il primo che vengo aiutato dai miei parenti ed amici per non perdere la speranza ed andare avanti, come può un malato aiutare un altro malato- quell'ultima frase mi fece rabbrividire, ciò significava che era di nuovo malato -Che malattia hai?- chiesi nella speranza di ricevere una risposta diversa dal cancro -Se lo vuoi proprio sapere ho un tumore al braccio, ora vattene!- mi disse con le lacrime agli occhi, decisi di obbedire a Vale e lasciai la stanza; poco prima di uscire fui fermato da Nicola -Scusalo se ti ha risposto così, di solito è sempre gentile con gli altri; ma oggi per lui è stata una giornata difficile, i medici gli hanno detto che domani gli amputeranno il braccio in modo che il tumore non si espansa in altra parti del corpo. Per lui è una cosa difficile da accettare soprattutto perché un anno fa gli hanno anche amputato una gamba; quindi scusalo se ti ha risposto in quel modo.- -Non si preoccupi, faccia un in bocca al lupo a Vale anche da parte mia e gli dica di non mollare mai anche di fronte alle situazioni più difficili, arrivederci- lascia la stanza con le lacrime che mi ricavano il volto -Ha deciso di curarsi troppo tardi, quando ormai il tumore aveva preso tutto il braccio, l'unico modo per fermarlo era amputarglielo- mi disse Davide- Ciò significa che senza di me Vale aveva deciso di non tornare a curarsi- il mio amico mi fece cenno di si con la testa... -Posso andare dagli altri?- -Vieni ti porto da Toni- Nel giro di pochi secondi ci ritrovammo davanti ad una casa famiglia -Davide perché siamo venuti qua?- non capivo il motivo per cui fossimo venuti qui -Toni dopo che è stato dimesso dall'ospedale è stato costretto a venire qui- Non potevo crederci -Come è stato costretto a venire qui?- -Leo era stata la mamma di Vale a fare in modo che Toni rimanesse sotto l'affidamento del nonno- a quel punto capii che senza di me Toni e Vale non si erano incontrati e quindi neanche suo nonno e Nora -Posso andare a parlare con Toni?- chiesi a Davide -No Leo mi dispiace ma non si può, è permesso andare solo ai parenti- mi rattristi perché avrei voluto andare a parlare con Toni anche se sapevo che non mi avrebbe riconosciuto. -Davide, voglio tornare in ospedale, voglio andare da Rocco- Il bello si fece scuro in volto -Vedi Leo,Rocco non si trova più in ospedale- e nel mentre finiva quella frase ci ritrovammo in un altro luogo, un luogo in cui avrei preferito non trovarmi...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Eccoci qua, intorno a noi ci sono file e file di lapidi con incise nomi di persone che sono venute a mancare e parenti che portano fiori ai propri cari; ci trovavamo in un cimitero, non avrei mai voluto essere in quel luogo, soprattutto in quel momento e in quella circostanza... -Davide se mi hai portato qui significa che Rocco- non riuscii neanche a finire la frase che scoppiai in lacrime: il piccolo del gruppo, l'imprescindibile, il ragazzino che è stato a lungo in coma non c'era più. In quel momento Davide mi abbraccio, stare tra il calore delle sue braccia mi fece tornare la forza di parlare -Cosa gli è successo?- chiesi -L'operazione che Rocco ha subito alla testa non è andata bene, ci sono state diverse complicazioni; ad operarlo non è stata la Lisandri ma sono stati il dottor Abele ed Alfredi; ce l'hanno messa tutta ma non sono riusciti a salvarlo. Rocco è morto sotto i ferri, proprio come me- Non volevo credere alle mie orecchie -Perché non è stata la Lisandri ad operarlo, perché ha lasciato eseguire un'operazione così complessa ad altri due chirurghi? Perché?- in quel momento volevo sapere tutto ciò che era accaduto -Perché erano state le tue parole, quelle di Cris e di tutti gli altri braccialetti a farle superare la sua paura e a convincerla ad operare un ragazzino di undici anni- poi continuo a parlare sempre lui -Se tu non avessi fatto parte della vita di Rocco, se non fossi diventato suo amico sarebbe successo tutto questo; ma grazie alla tua presenza quotidiana accanto a questo ragazzino in coma hai fatto si che un medico tornasse ad operare dopo tanti anni e a salvare vite ad i suoi pazienti- mi disse -Non ci posso credere, questo è soltanto un incubo, quello che dici è tutto falso sono tutte bugie, la vita degli altri sarebbe stata uguale o per alcuni anche meglio- l'amico accanto a me continuava a far cenno di no con il capo -Se dici di no perché tu sei morto lo stesso, perché anche se al tuo fianco avevi me e i braccialetti rossi non hai superato l'operazione che hai subito al cuore, perché?!- continuai però questa volta alzai un po di più il mio tono di voce -Perché è fatta così la vita: si vive ma si muore anche. Ma te per me sei stato fondamentale perché quel pomeriggio in ascensore mi hai permesso di far parte dei braccialetti rossi, entrare a far parte del vostro gruppo mi ha fatto maturare, mi ha fatto capire il vero senso della vita, a fatto in modo che io fossi più gentile con i miei amici e che non bisognava prenderli in giro soltanto perché erano un po' sovrappeso od erano senza una gamba; te di tutti gli altri cinque braccialetti sei stato quello più importante non solo per me ma anche per gli altri, perché te pensi prima a noi e poi a te stesso- rispose lui tutto d'un fiato. Forse era vero quello che diceva Davide, forse il fatto che io avessi il tumore da anni era un segno divino, forse dovevo compiere una missione e quella missione dovevo farla io e nessun altro, per questo il cancro è venuto a me e non ad un altro ragazzo della mia stessa età e con le mie stesse caratteristiche. -Grazie Davide per avermi fatto fare questo sogno e grazie per avermi fatto capire tutta la verita- dissi io -Non sei tu a doverti ringraziare, quello a ringraziarti sono io... Il tuo sogno finisce qui però prima mi devi promettere una cosa, mi devi promettere che non mollerai mai più e che se in qualsiasi momento e luogo avrai bisogno di aiuto lo chiederai ai tuoi amici, me lo prometti?- -Te lo prometto- e lo abbracciai -Ciao Leo, ora devo andare- mi disse lui -Ciao Davide, ciao ti voglio bene- risposi mentre lui pian piano scomparirà. Avrei voluto stare ancora del tempo con lui ma ad un tratto sentii una mano appoggiarsi a me e pronunciare più volte e di seguito il mio nome: era Toni -Ehi amico ben svegliato, spero tu abbia fatto un bel sogno; ti ho svegliato perché siamo arrivati davanti all'ospedale- mi disse il furbo con la sua solita allegria. Scesi dal pulmino e ci incaminammo tutti e quattro verso l'ingresso, però prima di entrare mi fermai -Prima di entrare vi volevo ringraziare per tutto quello che avete fatto e per tutto quello che farete, grazie- è durante l'abbraccio di quei quattro miei amici sussurri a bassa voce ed osservando verso l'alto -Grazie anche a te Davide- Ora ero più forte e potevo superare al meglio il periodo difficile che avrei dovuto affrontare in quell'ospedale.

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