Voodoo doll.

di silviaspanda
(/viewuser.php?uid=435011)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Concert? ***
Capitolo 3: *** Where am I? ***
Capitolo 4: *** What makes me 'me'? ***
Capitolo 5: *** Why not me? ***
Capitolo 6: *** Videogames ***
Capitolo 7: *** Monday. ***
Capitolo 8: *** Saturday night. ***
Capitolo 9: *** Jealousy. ***
Capitolo 10: *** Just for tonight. ***
Capitolo 11: *** Good Morning sweetie! ***
Capitolo 12: *** Stupid Feelings. ***
Capitolo 13: *** I'm trapped under your spell. ***
Capitolo 14: *** Cigarettes and revelations. ***
Capitolo 15: *** Learn to knock,Paul. ***
Capitolo 16: *** Our love is a mess. ***
Capitolo 17: *** Liar. ***
Capitolo 18: *** Sick Little Games ***
Capitolo 19: *** Being Blue is Better Than Being Over It ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologue.
"alla fine sono una brava ragazza"

Sono le sette e quarantanove, e la mia testa è troppo pesante per stare su dritta.
Fa freddo e in classe non c'è il riscaldamento; l'unica cosa che mi viene da dire è un secco, sonoro, inappropriato e gigantesco 'porca troia!', ma non lo dirò perché io sono una brava ragazza, diciamo.
Cerco di riaddormentarmi stando in quella posizione più che scomoda, ma dato che il sonno mi pervade, me la faccio andare pure bene.
Improvvisamente, quando finalmente percepisco che le braccia di Morfeo mi stanno accogliendo con calore, sento una mano che mi batte sulla schiena.
-Ciao Paul!- esclama una voce familiare alle mie orecchie, così fantidiosa da farmi raggelare il sangue bollente nelle vene.
-Ciao Warrie- Esclamo fredda, alzando appena la testa per vedere la figura di quel ragazzo alto e moro davanti a me.
Warrie è il mio migliore amico, o un qualcosa di simile; lo conosco da almeno dieci anni e ancora non sono impazzita.
Warrie è una persona strana. E per ciò intendo un rompicoglioni.
Ma non uno di quei rompicoglioni che perlomeno sono simpatici o fanno battute teneramente spontanee, no, lui ha sempre quello stupido ed irritante sorrisino stampato sulle labbra, quell'aria da "gran figo" e quell'inutile giubbino di pelle che, a detta sua, attira più ragazze.
-Ti sei alzata dalla parte sbagliata del letto?- mi domanda, appoggiando il suo zaino a terra, sedendosi poi al banco di fianco al mio, stravaccandosi sulla sedia di plastica verde.
-Sì, probabile- dico sgranandomi gli occhi e rispondendo con una punta di acidità.
Più che una punta direi una cisterna di acidità, ma non voglio dare un'impressione sbagliata di me.
-Ti capisco,oggi mia sorella mi ha svegliato con un secchio d'acqua in faccia...- risponde lui affranto, passandosi una mano tra i capelli corvini. Quando si atteggia in questo modo toccandosi continuamente i capelli e mettendo su quelle espressioni da sofferente io-sono-figo-voi-plebe mi verrebbe da scoppiare a ridergli in faccia, ma non lo faccio, perché sono una brava ragazza come già ho detto.
E voi dovete crederci.
-Ma chi?- domando con finto stupore, assumendo un'espressione a mò di sfottò di cui lui non si è nemmeno reso conto.
-Cosa?- chiede lui stupito.
-Ma chi te l'ha chiesto?- rispondo scorbutica, ritornando alla mia posizione iniziale, ovvero quella da "lasciatemi dormire fino a che non si torna a casa".
Mattinata di merda.
-Sai Paul,dovresti trovarti un ragazzo,magari avrai modi di fare meno da mestruata costante- mi consiglia, tirando fuori il tomo di letteratura inglese, lasciandolo cadere pesantemente sul banco, facendogli fare un tonfo che fa tremare il banco.
Odioso bastardo che disturba il mio sonno spensierato.
-Sai War, dovresti davvero stare zitto e non continuare a svegliarmi di continuo, sono le otto e la gente comune vuole dormire- gli intimo a mia volta, alzando la testa leggermente, lasciando che la massa di capelli neri che mi ricade sul banco di muova lentamente.
-Oh occhio,sta arrivando la mafia- dice ignorando il mio (simpaticissimo) commento e indicando la gang che stava entrando in classe.
Per gang intendo LA gang,composta da Irwin, Hemmings, Clifford e Hood.
Il primo è un gran coglione, troppo affezionato a quelle cose che le donne hanno, quelle cose chiamate tette.
Ma anche ad un altro ente sempre riservato alle donne, quella che comincia per V e finisce per agina.
Giuro di aver sentito un suo orgasmo una volta passando per il bagno dei ragazzi, e direi che da quell'episodio la crescita mi si sia bloccata, dato che arrivo a stento al metro e sessantadue.
Il secondo è inutile. Non parla spesso, e se lo fa è per dire qualche stronzata o qualche commento poco carino sul culo delle ragazze che si porta a letto.
Non riesco a capire perché mezzo istituto gli sbavi dietro manco fosse Dio sceso in terra.
Sinceramente è carino, lo devo ammettere, con quei capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo, alto spropositatamente e con le spalle larghe, ma non è affatto il mio tipo, e sicuramente io non sono il suo.
E con questo non voglio passare per la complessata cronica del tipo "sono brutta la società non mi accetta", perché se fosse per lui non cambierebbe di molto se avessi la faccia come il culo o meno, dato che mira solo alla mia amica che ho fra le gambe, ma non ci vado a letto insieme per principio.
Ma che discorsi mi tocca fare...
Tornando a noi, Clifford invece è il più 'normale',e francamente mi è quasi simpatico.
Ogni mese o due torna a scuola con una tinta diversa sui capelli, sempre più strana e più appariscente. Scommetto sulla mia chitarra che un giorno tornerà pelato.
Poi c'è Hood, Calum Hood.
Il più odioso fra gli odiosi, se proprio devo dirlo.
Cinico, sbruffone, inappropriato, anticlimatico, idiota.
Fa battute quando non deve,nei momenti meno appropriati, lasciandoti quella risatina amara in bocca, che non sa di niente e, cosa più importante, è falsa, un po' come lui.
E' un doppiogiochista, meschino e incoerente, e lo da a vedere praticamente ogni qual volta apre bocca, ma a quanto pare sembro l'unica ad accorgersene, dato che sono l'unica su tutto l'istituto che non lo vede come una specie di divinità o che so io.
Credo che se potessi lo prenderei a testate. Ma non lo farò, perché sono una brava, bravissima ragazza.
E poi mica spreco energie per quella faccia di merda.
Io lo detesto, ma lui sembra essere impassibile nei miei confronti.
Perciò, lo tollero, potrebbe non essere tanto male nel profondo della sua persona .Ma tipo molto in fondo. Nelle viscere. Nei piedi. Nelle unghie dei piedi. 
Michael si siede davanti a me, e per notarlo non ho nemmeno dovuto alzare la testa, dato che con quei capelli rosa shocking riuscirebbe a richiamare l'attenzione dall'entrata.
-Bei capelli amico- mento spudoratamente senza farmi sentire. Sono semplicemente orrrendi quei capelli.
-Grazie, Pauline, sempre la solita eh?- risponde girandosi verso di me il ragazzo, con un sorriso sul volto.
Oh, ho fatto una figura di merda.
Ci sono abituata.
Sento la porta chiudersi di getto, con un colpo secco, poi il silenzio totale. Alzo la testa all'udir di quel rumore.
Mi ha spaventata durante il mio sonno prezioso, grazie prof.
-Buongiorno ragazzi!- ci saluta la professoressa di inglese, una megera pelle e ossa con i capelli così biondi, ma talmente biondi che splendono alla luce solare. Altro che Pantene.
-Salve professoressa Borner- esclama la classe annoiata alzandosi. Anzi, alzarsi è una parola troppo grossa, diciamo che ci siamo appoggiati ai banchi malamente cercando di metterci su due piedi.
-Bei capelli prof!- echeggia Calum dall'altra parte della classe, causando come mia reazione uno sbuffo sonoro e un'alzata di occhi al cielo.
Dio, quanto è irritante.
Quella vocetta fastidiosa e acuta è equiparabile al suono della sveglia alle sette del mattino; ma non le sette del mattino di, che so, mercoledì, no, le sette di mattino della domenica. E questo è un insulto pesante considerando che alla domenica non sono fuori dal letto prima delle due di pomeriggio.
La classe ride. Mi verrebbe anche a me da ridere, ma non voglio dargli la soddisfazione di fargli sapere che ha fatto una battuta quasi decente. "Battuta" se una roba urlata con quella voce fastidiosa è una battuta allora forse io dovrei andare al cabaret, altro che a scuola.
- Grazie Hood,non si smentisce mai- gli domanda la Borner quasi abbozzando qualcosa che dovrebbe essere un sorriso. Non l'avevo mai vista sorridere e  sinceramente vivevo anche senza vederlo, dato ora rimarrò traumatizzata a vita.
-Lei invece non cambia mai parrucchiere?- prosegue impertinente, provocando l'ennesima risata della classe, alla quale sorride beffardo, sentendo già il suono di una nota disciplinare piantarsi sul suo diario con onore.
Io l'ho detto che è un bambino.
Un bambino di cinque anni intrappolato nel corpo di un diciassettenne.

ANGOLO AUTRICE
Ehilaa!
Allora,premetto che è la mia PRIMA fanfiction sui 5sos,e siccome sono totalmente INNAMORATA di Calum Thomas Hood,volevo scrivere una fanfiction.
E' un esperimento,perché se piace la continuo,se no elimino.
Quindi vedo come va questa settimana.
Comunque,se volete questa è la mia fanfiction su Justin 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1915945
Se vi va passate e datemi un commento pure su quella.
Ciao belle 
                                   Sil 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Concert? ***


Concert?
"Magari ci sarà Jay-Z e ci farà firmare un contratto discografico"


 
Pauline

Il suono della campanella echeggia per tutta la scuola, scatenando una furia di pecoroni che tirano giù la porta per andare in mensa.
Davvero,non capisco perché lo fanno,il cibo della mensa è qualcosa di ributtante, e se devo dirlo io, che amo il cibo in ogni sua forma e non faccio differenze di alcun tipo, credetemi, la situazione è critica.
E' quasi peggio della cugina di quella zia lontana che non vedo mai e che preferisco non vedere, zia Rosamunde o cose del genere, roba da dimenticare, lei e i suoi dieci gatti di cui trovi i peli pure nella zuppa.
Che schifo, detto così sembra che provengo da chissà quale orrenda famiglia.
Ovviamente io sono l'elemento favoloso della dinastia degli Anderson, perché sono Pauline Valerie Anderson e quindi sì, sono la migliore.
Okey forse no.
Mentre cerco di uscire dalla classe tentando, seppur invano, di non essere schiacciata da qualche affamato ragazzo, mi si avvicina Warrie, ridendo. War è quel genere di persona che quando ride fa un casino infernale e ti verrebbe da sbattergli la testa al muro con violenza finché non la pianta. Per questo non ride spesso in pubblico, mentre con me ride come un deficiente 'tanto mi conosci', eh grazie al cazzo.
-Perché minchia ridi?- gli domando scorbutica riuscendo finalmente ad uscire da quell'aula che puzzava di chiuso e detersivo per i vetri.
-Perché ho appena parlato con Calum, è una sagoma quel ragazzo!- mi risponde Warrie tenendosi la pancia per il troppo ridere. Amico, come stai messo.
-Divertente! Se non fosse per il fatto che... non è divertente- gli smorzo l'entusiasmo, simulando questa finta risata che è una delle cose che mi riescono meglio. Proprio non mi va giù quel Calum.
War ferma la sua isterica ilarità, si asciuga le lacrime e mi guarda con quegli occhi azzurri, probabilmente pensando che i miei hanno un colore davvero orrendo. Sono così anonimi, a volte neri, a volte castani. Da piccola ricordo di aver avuto un periodo in cui pensavo che fosse figo avere gli occhi scuri dato che li avevano tutti, poi crescendo mi sono resa conto che non era così. Non che mi freghi molto del colore delle mie iridi, ma non mi sarebbe dispiaciuto avere gli occhi più chiari.
-Andiamo,ho visto che ridevi alla battuta di questa mattina!- mi dice poi, ignorando il mio attimo di umorismo sarcastico. Ingrato inutile.
-Veramente mi stavano cadendo le palle a terra rovinosamente, però sì, ridevo, hai proprio ragione- lo sfotto ancora una volta.
-Ammettilo, se non avesse fatto lui la battuta, ma per esempio, l'avesse fatta Irwin staresti ancora ridendo- cercò di farmi ammettere Warrie mentre scendevamo le scale dirette alla mensa.
-Mi dispiace, non rido alle batutte di uno che al posto che guardarti gli occhi ti guarda le tette- rispondo ridendo mentre prendo i nostri vassoi. 
-Allora che mi dici di Clifford? Mi sembra che ti stia particolarmente simpatico...- domanda di nuovo, con finto fare accusatorio e  tono geloso mentre andiamo al nostro tavolo. Io e Warrie ci sediamo allo stesso tavolo dal primo anno, quindi tutta la scuola sa che quel tavolo nell'angolo è il nostro. Ci sono dei disegnini con l'idelebile fatti da noi, degli adesivi appiccicati e innumerevoli gomme da masticare sotto, quindi non ci si siederebbe comunque nessuno lì.
-Oh, non essere geloso, lo sai che il mio unico, fidato e insostituibile migliore amico sei tu!- gli intimo, facendo gli occhioni dolci. Il vantaggio di avere gli occhi scuri.
-Aww non guardarmi così, io sono incazzato con te!- mi dice mettendo le braccia conserte.
Lo abbracciai e lui si crogiola in un brodo di giuggiole.
Gli abbracci sono il suo punto debole,l'ho scoperto a otto anni quando lui aveva preso l'ultimo ghiacciolo all'amarena e per farmelo dare l'ho abbracciato e me lo ha regalato.
Che genio del male che sono, perfino da bambina escogitavo piani diabolici per ghiaccioli, gelati, caramelle e merde simili.
Circa due minuti dopo succede l'impensabile: Hood si avvicina al nostro tavolo e si siede pure a fianco a  me.
Ma che vuoi? Inquini la mia aria vitale con il tuo essere rincoglionito. Io credo che abbia anche qualche neurone bruciato. Mi guarda squadrandomi da cima a fondo, sfoggiando un qualcosa che secondo lui dovrebbe essere uno sguardo ammaliante e seducente. Mi viene da ridergli in faccia, ma mi trattengo. Spesso ho l'impulso di ridere addosso alle persone, penso si sia capito.
-Hey ragazzi, questa sera io, Michael, Ashton e Luke facciamo una sorta di concerto al locale della 142, venite? Ci piacerebbe avere un vostro parere, poi magari vi offriamo qualcosa- propone con tono convincente e un sorriso smagliante.
Prima che potessi dire un freddo 'sono impegnata' tipico della mia  persona, Warrie si accorda sul fatto che sicuramente saremmo andati.
Cosa ne pensi di un no accompagnato da un sonoro schiaffo in faccia? Come si permette questa faccia di culo del mio migliore amico di procurarmi piani per la serata? Io contavo di vegetare sul divano a guardare Friends, e invece mi trovo a dover andare in uno squallido locale di cui non sapevo neanche l'esistenza per vedere quattro persone che mi stanno sul cazzo suonare due strumenti. Ma oh.
-Fantastico, a dopo allora, si comincia alle 21.00. Ciao Warrie, ciao Pauline- dice marcando il mio nome come per farmi un dispetto, sorridendo di nuovo con quella sua faccetta da schiaffi.
Alza i tacchi e se ne torna da dove è venuto, per fortuna direi.

Calum

-Hanno detto sì in dieci porca puttana!- esclamao estasiato, convinto che anche gli altri avrebbero condiviso il mio entusiasmo, che solitamente li fa tanto ridere. E invece se ne stanno lì come emeriti coglioni davanti a dei vassoi gialli della mensa. Ma quali sono i vostri problemi.
-Fantastico!- mi appoggia Ashton con entusiasmo, arrivando alle mie spalle con una scodella di purè o qualcosa di simile indefinibile. Ecco perché mi porto il cibo da casa.
-Quindi 'sta sera alle 20.30 ci troviamo noi e la gente arriva alle 21.00?- chiede Michael alzando la testa dallo schermo del cellulare dal quale sta guardando qualche video di merda su YouTube. Dio, che disperato.
-Esatto, e non vi azzardate a ritardate, intesi facce di merda?- domando retorico, senza aspettarmi una risposta dato che dovrà essere obbligatoriamente positiva.
-Quindi il nostro 'pubblico' sarà di dieci persone?- domanda Luke con il suo solito fare annoiato, alzando la testa dal piatto dove sta giocherellando con della pasta condita con non-so-esattamente-cosa. Luke è il mio migliore amico, cioè anche gli altri lo sono, ma non quanto lo è Luke; è con lui che ho più rapporto, gli dico tutto e lui dice tutto a me, non che con gli altri due non sia così, ma so di potermi fidare più di lui. Per quanto non abbia una gran reputazione con le ragazze, è uno a posto, di cui ti puoi fidare tranquillamente, e mi sono tolto un sacco di scheletri dall'armadio confidandomi con lui.
-Come siete pessimisti, dai, incrociamo le dita no?!- ci incita Ashton, che è come sempre quello più allegro e cazzone. E' un bravo ragazzo, ma dovrebbe rivedere le sue priorità; nel senso, cazzo, non puoi farti qualsiasi essere che abbia un buco lì sotto. Un po' di pudore, per Dio. Quando cerco di dirglielo però lui mi guarda con disprezzo e mi dice sempre che sta "sperimentando prima che sia troppo tardi" o "tanto fai lo stesso pure tu". Ma almeno io guardo in faccia le ragazze con cui scopo prima di farci sesso.
-Proviamoci, magari ci sarà Jay-Z e ci farà firmare un contratto discografico e...okay non credo proprio, ma tanto vale provare, no?!- ironizzo dipingendo un sorriso smagliante sul mio volto.
Ma nessuno ride. Eh no cazzo, voi ridete brutti pezzenti.
-Siete simpatici come dei catterpillar- proseguo osservando le espressioni attonite dei miei amici. A volte sanno essere davvero troppo seri per i miei canoni. E io non sono mai serio.
Ashton mi dedica un sorriso compassionevole, come se gli dispiacesse che nessuno avesse riso alla mia battuta stra fantastica e divertente, mentre Michael mi guarda male con quel suo sguardo di ghiaccio che mi mette spesso in soggezione, cosa non facile data la persona che sono io; Luke invece si limita a guardarmi come se fossi appena sbarcato da chissà quale pianeta lontano dove non conoscono cosa sia una battuta divertente.
La campanella suona appena in tempo per salvarmi il culo da una situazione più che imbarazzante, e ci dirigiamo velocemente in classe, senza proferire mezza parola.
E' il nostro momento.


ANGOLO AUTRICE
EHI ♥
SCUSATE,MA NON MI RICORDAVO DI AVERE UNA SECONDA FANFICTION LOL
Comunque,per il banner devo rignraziare hjsdimples,non è fantastico? jkfgdf
Spero che il capitolo vi piaccia,prometto di aggiornare più spesso.
Se mi lasciate una recensione vi bacio tutti uno ad uno kjfghb
Un bacio ♥
Sil ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Where am I? ***


Where am I?
"Ma quanto minchia è alto? O sono io che sono bassa?"


 
Pauline

-Mamma, io esco!- urlo prima di far sbattere la porta dietro di me. I miei genitori sono sempre stati piuttosto permissivi, quandi non gli importa molto dove vado o con chi. Certo, se uscissi con dei drogati o dei serial killer se ne interesserebbero un po' di più, ma dal momento che sanno che le mie interazioni sociali al di fuori della famiglia si limitano a War e qualche altra persona della classe, non se ne fanno un problema.
-Torna per le 23,30 e non più tardi, signorina!- esclama mamma mentre guarda uno di quei telefilm che guardano tutte le vecchie racchie pettegole del salone di parrucchiere che frequenta. Dopo che ho messo piede in quel posto ho deciso che i parrucchieri sono persone da evitare categoricamemente. Hanno fatto andare a puttane il cervello di mia madre con quelle stupide serie tv e non glielo perdonerò mai, mai vi dico.
-Contaci, madre- risi fra me e me. A volte sono così simpatica.
Prendo un respiro profondo e comincio a camminare in direzione della meta prestabilita dove sarei dovuta andare ad assistere a quello stupido pseudo concerto di quei quattro cretini. Anzi, cinque, anche se War non suonava sembrava entusiasta per i ragazzi. Ma chi cazzo li calcola. L'aria autunnale che respiro è leggermente fresca, ma non troppo, riesco a vedere una nuvola di fumo grigio alzarsi alta nel cielo pallido, proviene sicuramente da qualche camino non troppo lontano da qui, appartenente a qualche vicino un po' troppo freddoloso. 
Ottobre è il mio mese preferito.
Il fruscio lieve delle foglie mi rilassa, vedere passare poche macchine per le stade della mia via mi da tranquillità, e stringermi nel mio classico giacchetto di jeans mi da un senso di conforto. Quel giacchetto ha passato l'ira di Dio ma è ancora con me. E' un mio tratto distintivo insieme alla canotta nera dei Sex Pistols e l'eyeliner un po' troppo marcato, mischiato all'ombretto nero. Non me ne importa molto di sembrare una ragazza carina e posata, sono quella che sono, con il mio sarcasmo e il mio essere acida e irresponsabile. Rido troppo forte e fumo moltissimo e ne sono consapevole, ma non faccio nulla per migliorarmi, perché questo fa parte di me. Non che mi freghi molto di quello che gli altri pensino di me, ma ne ho una vaga idea. Sento un leggero spiffero di vento travolgermi ed entrarmi nelle ossa.
Il clima non è troppo rigido, si può benissimo stare all'aperto senza finire insieme a Sid e Manny ai tempi dell'era glaciale, ma ciò nonostante il vento non manca.
Dopo dieci minuti di incessante camminare e ascoltare il rumore dei miei passi, mi trovo a Surrey Street numero 96. Sto cercando di andare al luogo del concerto di Michael e gli altri, ma non credo di sapere dove sia il locale della 142. Intendiamoci, non vado mai per questi locali, il mio ideale di divertimento è un film con Jack Black e delle caramelle gommose, e poi mi chiamo Pauline Anderson, non Google Maps.
Sono pessima, non fate commenti su di me.
Dopo aver cercato invano per qualche minuto un'anima viva che potesse darmi indicazioni, ovviamente con esiti non positivi, decido di chiamare Warrie, ma il signorino non è raggiungibile. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo incazzata.
Appena lo vedo gli chiedo dove tiene quel suo telefono di merda.
Ogni santissima, fottutissima, maledettissima volta che lo chiamo non risponde mai.
Ma il telefono dove lo tiene? In culo?
Sfogliando la lista dei contatti, senza sapere ne perché ne quando l'avessi memorizzato, mi trovo il numero di Clifford nella rubrica.
Davvero, come cazzo faccio ad averlo?
Nonostante le mille domande su come abbia ottenuto il suo numero, rabbrividendo ad ogni possibile opzione, lo seleziono; con titubanza faccio partire la telefonata e scelgo di mettere il vivavoce. Ho seriamente paura.
Magari è come il mio migliore amico, il telefono lo tiene ovunque fuorché in mano.
Sto per attaccare, muoviti deficiente, non ho tutta la sera.
-Pronto?- sospira qualche secondo dopo la voce di Michael al cellulare. Non sono mai stata così felice di sentire quel vocione roco.
Il suono di quella voce però esce metallico e leggermente a scatti, dato che ho un iPhone del dopo guerra ereditato da mio cugino.
-Ehm, Michael sono Pauline, ascoltami, sto cercando di venire al vostro concerto ma non so dove minchia sono e Warrie ha il cellulare in chissà dove e non mi risponde. Ora sono A Surrey  Street 96, dove vado da qui?- formulo la frase talmente in fretta che non so neanche che ho detto e se l'ho detto giusto. Spesso ho questo difetto di parlare talmente veloce da non capire manco quel che cazzo dico.
-Wow, rallenta- mi risponde ridendo dopo qualche istante- Non c'ho capito un cazzo. E poi, come cazzo sai il mio numero, hai precedenti penali per stalking?- chiede lui ancora ridendo. Attenzione abbiamo un cabarettista qui, mamma mia quanto rido. Chiudo gli occhi e sospiro infastidita, cercando di trattenermi dal rispondergli cose tipo 'sei coglione?' o 'senti io a quel concertino di minchia non ci vengo più ciao' e chiudere la chiamata con una scena da diva incredibile, ma credo si offenderebbe, perciò evito.
-Clifford, senti non ho nessuna cazzo di voglia di venire lì di mio, quindi dimmi dove devo girare e arrivo, prima che esca qualcuno dal boschetto qui affianco e mi uccida; guarda che poi vi mancherei terribilmente eh, non ti conviene rischiare che accada una cosa del genere. Puoi sbrigarti? Grazie mille- dico scandendo ogni parola come se volessi che mi sentisse alla perfezione.
Sento solo dei rumori provenire dall'altro capo del telefono, come se Michael stesse pensando a cosa dirmi.
Ti ho lasciato a bocca aperta eh, testa colorata? Non te l'aspettavi vero, mh?
-Però, ne hai carattere- dice con (finto?) stupore- e di fantasia, soprattutto- prosegue, questa volta  ridendo.
-Hey, che ti aspettavi? Shweppes- cercando di imitare Uma Thurman nella famosa pubblicità, con risultati a dir poco scarsi. Scusami Uma, non lo farò mai più.
-Comunque vai sempre dritto poi gira a destra, io ti aspetto davanti all'entrata- mi spiega, con un tono piuttosto divertito.
-Grazie Michael, sei più utile di quanto mi aspettassi- lo sento ridere e attacco il telefono.
Seguo le istruzioni di Michael e arrivo a destinazione. Un locale scialbo, brutto e vecchio. Proprio come mi aspettavo. Già da lontano riuscivo a sentire l'odore di tabacco scadente e bottiglie di vino da quattro soldi. Faccio spallucce e mi affretto a raggiungere il luogo
Riconosco Michael quasi immediatamente, dato che solo lui ha quei capelli molto improbabili.
-Ce l'hai fatta!- esclama facendomi segno di dargli il pugno.
Oddio, ma che vuole questo? Trattengo una faccia vagamente schifata e lo osservo, alzando un sopracciglio.
-Ma che bello!- dico con finto entusiasmo ricambiando il pugno. Mi sento così ritardata, ma davvero questi qui si salutano così?
Entriamo nel locale e un'ondata di calore e puzza di alcool mi avvolge. Fatemi andare a casa mia e andrà tutto bene. Piuttosto mi metto in ordine camera e mi piego i calzini. Per favore.
Mi guardo in giro per quelle quattro mura dipinte di rosso alla bene meglio, ma di Warrie non c'è traccia.
-Dove Cristo si è cacciato quell'imbranato?- chiedo inconsciamente a me stessa.
Ora parlo anche da sola, poi mi illudo di trovare anche un fidanzato. Sogna Paul, sogna.
-Paaaaul!- urla una voce che riconosco subito. Mi giro e vedo Warrie a braccetto con Hood, fantastico.
Quando si dice prendi uno paghi due.
Osservo il largo sorriso di Warrie di fianco a quell'altro cretino e trattengo un conato di vomito.
-Ciao- dice Calum mettendo su un sorriso di strafottenza. Dio quanto è maledettamente odioso. Mi da fastidio anche solo il pensiero di lui che respira la mia stessa aria.
-Hey- rispondo al saluto cercando le sigarette nella borsa.
Fumo quando sono nervosa..non che lo sia ora cioè, vi pare? Per cosa poi?
-Spero ti piaccia la nostra esibione, per me significherebbe molto, Paul- dice questa volta sorridendo a trentadue denti. Pure bipolare questo adesso. 
Che poi, chi ti si incula, sinceramente.
In ogni caso, non nego che mi abbia fatto piacere sentirmelo dire. Cioè, non che me ne freghi qualcosa di quello che pensa quell'individuo sottosviluppato, ma almeno conta il pensiero, no?
Sorrido di rimando, cercando di essere il più sincera possibile, cosa che, nei suoi confronti, mi riesce piuttosto difficile.
Do uno sguardo al basso che tiene stretto fra le mani e gli occhi mi si illuminano di colpo, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quello splendido strumento, tant'è che mi stavo per bruciare con la sigaretta.
-E' un Gibson Thunderbird quello? Oddio, ma è fantastico!- dico entusiasta, per poi ricompormi subito. Ma che cazzo faccio.
-Uhm sì, come lo hai riconosciuto?- chiede felice, sorridendo e osservando a sua volta il suo basso- Di solito la gente non lo nota nemmeno, ma io ne vado fierissimo, è un gioiello!- dice con un velo di presunzione misto ad euforia. Sulle labbra non riesce a dissolversi quel sorriso che gli si è dipinto addosso, e mi guarda con quelle iridi nere, che riflettono nelle mie, altrettanto scure e accecate dei riflettori che continuano a girare per il locale. Porca troia, spegneteli!
-Facile, suono il basso anche io!- dico -E uno di quelli è decisamente un sogno- sospiro con gli occhi sognanti, rivolgendo finalmente lo sguardo al mio interlocutore, spegnendo la sigaretta in un vaso dove erano piantate delle piante finte, probabilmente di plastica. Che squallore.
-Beh, significa che te lo lascerò usare qualche volta, così, per sapere come suoni, sono proprio curioso Anderson- mi dice con un tono che sembra quasi di sfida, avvicinandosi a me come se fosse attratto in qualche modo.
-Hai paura della concorrenza, Hood?- domando provocatoria, sapendo di scatenare qualche reazione interessante da parte del morettino davanti a me. Mi sta piacendo questa conversazione, sento la tensione nell'aria e nel poco spazio che ci separa.
-Non ne ho bisogno- mi dice, sfiorandomi un fianco con un tocco delicato, come se non volesse farmi male o che so io.
Lurido depravato toglimi le mani di dosso. Sento un brivido percorrermi la spina dorsale, e prima che possa controbattere con una delle mie fantastiche uscite sarcastiche, Ashton passa affianco al ragazzo, toccandogli un braccio e facendogli segno con la testa di salire sul palco. Mi fa l'occhiolino e corre verso il palco. Oh, non corriamo troppo che 'sta sera già ci sono state troppe novità e la cosa non mi garba poi così tanto.
-Ciao a tutti i presenti! -dice Calum, forse con voce un po' troppo alta al microfono, per salutare le dieci persone che erano al locale, tra cui me e quell'idiota di War, che si era piazzato affianco a me con mille occhiatine maliziose. Lo odio da ora.-Siamo qui per suonarvi alcuni dei nostri pezzi!- conclude, allontanandosi dal microfono.
Sembrava felice. Per un momento ho anche pensato che fosse simpatico. Ugh, momenti di scarsa lucidità dovuti alla stanchezza, sicuramente. Mica mi metto a fare pensieri sullo stato d'animo di quel coso lì con dei capelli osceni e un basso bellissimo.
-Io sono Calum, loro sono Michael, Ashton e Luke!- fa per riavvicinarsi al microfono, ma questa volta modera il tono di voce- Speriamo che le nostre canzoni vi piacciano- esclama facendo alzando entrambi i pollici. Per Dio evita- La nostra prima canzone è Try Hard- e si allontana nuovamente dal microfono.
Attaccano a suonare e mi lasciano un po' spiazzata; sono davvero bravissimi, ma la cosa che più mi colpisce è sicuramente il suono del basso. 
"She's dropping out of school cause she don't need the grade, 
The colors in her hair don't seem to fade, 
I get dressed up when I go out but she gets dressed down 
She's 17 I've told her I'm 20, 
I couldn't take her out cause Mom's got no money, 
It's stuff like this that makes me wish that I could change somehow 
Sitting here at home, it's obvious [...]"

Avrei potuto stare a sentire solo quello per ore ed ore. Non perché lo suonasse  Calum, pfft, ma perché quello specifico basso sembrava avere un suono differente, e le dita abili del moro che si muovono sicure sulle corde sembrano essere d'accordo con me.
Guardo attentamene Calum, e scruto ogni suo minimo particolare: non era bello, ma era dannatamente affascinante.
I lineamenti marcati sotto quella luce rossastra sembravano essere messi in risalto, il naso grosso e ben definito piazzato in mezzo al viso sembrava perfetto per quel viso paffuto e dalla mascella forte, spessa; le labbra carnose e rosee sembravano quasi biascicare quei versi di canzone che cantava, lasciando uscire quelle parole con una voce soave, acuta, ma piacevole all'udito.
"She's so out of reach, and I'm finding it hard cause 
She makes me feel, makes me feel, 
Like I try, like I try, like I'm trying too hard, 
Cause I'm not being me, and it's getting me down 
She makes me think, makes me think, 
That I try, that I try, that I'm trying too hard again 
Cause I'm trying too hard again. [...]"
Mi piace guardarlo cantare, suonare, ridere e lasciarsi sfuggire qualche nota fra una risata e l'altra; quando sorride, lo ammetto, sorrido anche io automaticamente. Quella goffaggine così adorabile questa sera non sembra infastidirmi affatto. Ma che cazzo mi succede?
Avete presente quando di una persona vi colpisce il carisma?, ecco, era quello che non riusciva a farmi distogliere gli occhi da lui, quel carisma.
Ciò nonostante continuava a non piacermi come persona, avevo come l'idea di dover ancora scoprire un suo lato nascosto. Cioè non che ora me ne fotta qualcosa di Calum Thomas Hood, ma penso che alla fine, se è la persona che ho il presagio che sia, verrà presto a galla la verità e potrò urlare un 'io l'avevo detto' a tutti quelli che non mi credevano.
E' tipo un Happy Meal: credi che ci siano solo patatine e i Chicken McNuggets ma poi c'è anche la sorpresina.
Okay forse non è un buon paragone, ma rendo l'idea all'incirca.
"She's got a rude tattoo but she keeps it covered, 
I play guitar but she's into drummers, 
She's seen my face around but she doesn't even know my name 
I pierced my lip so she thinks I'm cool, 
I ripped my jeans and I dropped out of school, 
I followed her around the town but she thinks that I'm a weirdo now 
Sitting here at home, it's obvious [...]"
Non sono brava nei paragoni ed è palese, ma vi giuro che ho un brutto presagio su quel ragazzo, e in qualche modo mi sento anche coinvolta.
"[...]But now, who knew? 
She's in the crowd of my show 
Nothing to lose, 
She's standing right in the front row 
The perfect view, 
She came along after all, 
But here's something that you should know [...]" 
Senza che me ne renda conto, il concerto è finito ed i ragazzi ringraziano, seguiti dagli applausi dei presenti. Si guardano intorno soddisfatti, sorridendosi l'un l'altro.
-Piaciuto?- mi chiede Calum entusiasto, balzando giù dal palco con un salto che ha dell'incredibile, per poi abbracciarmi.
E tutta questa cofindenza chi te l'ha mai concessa scusa?
-Siete molto bravi, mi tocca ammetterlo- dico cercando di ricambiare l'abbraccio, cosa che mi riesce difficile, visto che è come se un palloncino abbracciasse un fottuto cactus.
Impossibile.
Ma quanto minchia è alto? O sono io che sono bassa? Penso la risposta sia più per la seconda, ma voi continuate a credere che sia lui ad essere troppo alto per me.
Mi sorride e mi accarezza il braccio, ma prima di sciogliersi da quell'abbraccio si avvicina al mio orecchio, scostandomi una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio:-Ho pensato a te per tutta la canzone- mi rivela, facendomi percorrere un'altro brivido per la schiena. Per un attimo ho pensato di non aver sentito manco bene- e tu mi stavi fissando, ti ho vista- conclude, per poi spostarsi e rivolgermi un sorriso scherno, girandosi infine verso Warrie, senza lasciarmi tempo di ribattere.
Brutto bastardo. Sento l'odio scorrermi nelle vene, ma non posso fare a meno di sorridere.
"Un bastardo con lo sguardo attento" penso fra me e me.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** What makes me 'me'? ***


What Makes Me "me"?
"
A meno che Calum non sia Kellin Quinn non ci uscirò, ne sono più che certa"


Sto cercando di mangiare un pacchetto di patatine da cinque minuti, ma il mio caro, carissimo migliore amico non me lo permette. Continua a scuotermi il braccio, impedendomi di aprire il pacco. Alzo per l'ennesima volta gli occhi al cielo e gli intimo di mollarmi il braccio e lasciarmi mangiare in pace, senza essere tempestata di domande scomode e fastidiose.
-Warrie,per la decima volta,no- dico adirata alla domanda 'ma allora, ti piace sì o no?'.
E avete capito di chi stiamo parlando. Quell'individuo classificato come  Anwar Arthur Percival, affettuosamente Warrie, mi stava angosciando con questa storia da almeno tre giorni. Che poi, sinceramente, non ho mai capito perché il diminutivo di Anwar fosse Warrie; cioè, gliel'ho dato io questo soprannome, ma non so esattamente perché: avevamo otto anni e Anwar, per le mie facoltà intellettive dell'epoca, era troppo difficile, quindi presi a chiamarlo Warrie o War, un nomignolo semplice e senza troppe pretese. Da lì tutti lo chiamano Warrie, persino sua madre, e credo che siano poche le persone a sapere il suo vero orrendo nome. Quando mi fa incazzare davvero tanto lo chiamo con il suo nome intero, secondo nome compreso, e lui diventa rosso fino alla punta delle orecchie. Non capisco se dalla rabbia o dalla vergogna, ma poco importa, sinceramente. 
-Sicura?- chiede ansioso per l'undicesima volta il mio amico. Lo osservo malamente e finalmente apro il mio pacchetto di patatine, liberandomi dalla sua presa con uno strattone. Quel ragazzo sa essere davvero fastidioso quando vuole, ovvero sempre. Spesso mi chiedo perché un così bel ragazzo debba essere così stupido. Ma come cazzo fa a vivere con la consapevolezza di avere l'intelligenza e l'arguzia di un comodino da camera da letto? Come ho detto, è un peccato, perché quel fottuto bastardo ha degli occhi azzurri mozzafiato e un viso perfetto, senza nessuna imperfezione, che combinato con quei capelli corvini e il fisico statuario lo rendono un gran bel ragazzo, ma poi apre la bocca e la magia svanisce del tutto.
-La smettiamo o vuoi delle ripetute randellate sui denti?- domando spazientita, mangiando le patatine con gran foga, ovviamente senza offrire. Il cibo equivale a vita ed è troppo poco per condividerlo.
-Ma ti ha abbracciato e...-lo interrompo prima che quell'ultimo briciolo di pazienza che mi rimane se ne vada del tutto affanculo. L'ho detto io che è esasperante questo ragazzo.
-War, datti fuoco, sul serio. Calum non mi piace e non succederà mai nulla, va bene?- strepito, accartocciando il pacchetto vuoto e gettandolo in un cestino affianco a noi.
Siamo nel giardino della scuola, ed essendo autunno inoltrato, fa un freddo fottuto. Attorno a noi ci sono alcuni ragazzi, fra cui una coppietta che si bacia con trasporto e diciamo che penso che se la campanella non suona entro due minuti questi scopano qui. Un po' di pudore, per Dio. 
Sento come se War stesse esitando prima di rispondere, e sento i suoi occhi puntati su di me, nonostante io stia guardando la coppietta di innamorati e non lui, riesco a percepirlo.
-Warrie...che c'è?- gli chiedo con voce comprensiva, girandomi verso di lui con fare affettuoso. 
-Ti devo dire una cosa. Però non ti arrabbiare; non farlo, poi ti vengono le rughe e ti stressi- dice torturandosi le mani.
-Muoviti, la ricreazione finisce- esclamo ticchettando sul polso per figurare un immaginario orologio.
-Gli ho dato il tuo numero- farfuglia Warrie velocemente, rosso in viso e imbarazzato. Lo guardo per qualche minuto con le sopracciglia aggrottate prima di esplodere in un impeto di rabbia.
-Tu cosa?!- domando, urlando talmente forte da richiamare l'attenzione di quasi mezzo istituto, coppietta di innamorati compresa.
-He he he, ops- cerca di giustificarsi, evitando un incontro ravvicinato con i miei occhi colmi di disappunto.-Oh dai, non è la fine del mondo Paul- cerca di dissuadermi, mettendo su una smorfia. Come si permette questo rincoglionito di sperperare il mio numero in giro, soprattutto passarlo ai ritardati mentali canterini.
-Infatti, molto peggio! Vaffanculo, War- esclamo, questa volta a voce leggermente più bassa, ma pur sempre incazzata.
-Almeno avrai un appuntamento o qualcosa del genere, mi sembrava abbastanza interessato...- cerca di giustificarsi il bastardo.
-A meno che Calum non sia Kellin Quinn non ci uscirò, ne sono più che certa- rispondo, mettendomi a braccia conserte e mutando la mia espressione in un broncio.
-Non fare così...magari sarete solo amici, in fondo avete la passione del basso in comune, no?- chiede in un disperato tentativo di calmare le acque e rimediare al danno commesso. Pfft, ruffiano.
-Mh, forse hai ragione- gli concedo, restando con le braccia strette contor il petto- ma rimani comunque una testa di cazzo- sbuffo, osservando un largo sorriso dipingersi sulle labbra del mio amico.
La campanella che segna la fine della ricreazione trilla e tutti ritornano nella propria classe come capre. Lasciamo passare tutta la calca di ragazzotti sudati e umidicci ed entriamo in classe.
Dopo dieci minuti dalla fine dell'intervallo entra in classe il prof. Ferguson, professore di lettere e materie umanistiche.
E' un uomo alto sulla trentina, con i capelli scuri e occhi verdi, fisico asciutto e palestrato, praticamente il Brad Pitt dei poveracci. Le mie compagne gli sbavano dietro mentre lui si scopa quel cesso a pedali della prof. di educazione fisica. Come fa a trombarsela mi chiedo, spero almeno gli metta un sacco sulla testa mentre lo fanno.
Anzi, evito di immaginarmi certe cose per il bene della mia sanità mentale.
Ad ogni modo, trovo la sua materia estremamente, orribilmente, dannatamente noiosa, però trovo anche tutte le altre in questo modo, perciò non posso lamentarmi più di tanto, anche perché, tutto sommato, è abbastanza simpatico...quando sta zitto.
-Allora ragazzi, oggi vorrei proporvi un tipo di tema da svolgere diverso dal solito- spiega, scrutandoci tutti con la coda dell'occhio mentre apre la sua ventiquattrore- non sarà una cosa privata, che esporrete in modo scritto e che leggerò solo io, ma sarà una cosa che farete a voce, davanti all'intera classe!- conclude con un sorriso quasi a mo' di sfottò.
Nella classe non si sente una minima voce, tutti ci guardiamo atteriti, smarriti. Ma che cazzo fa questo, si alza la mattina e gli vengono 'ste idee del cazzo, placati ti dico.
Hemmings alza la mano, anche lui alquanto disturbato. Si morde il labbro e osserva il professore con quegli occhi azzurri, quasi  trasparenti, apatici. Mi piacciono i suoi occhi, sono un bel colore, un azzurro così intenso da far invidia al cielo estivo, sono così belli, se avessi potuto scegliere un colore per i miei di occhi, avrei scelto di sicuro quello. Peccato che i miei sono color merda e fanno schifo, che tristezza.
-Su cosa sarebbe il tema?- chiede con cortesia, cercando di rimanere concentrato.
-Il tema della vostra esposizione è "cosa fa di me 'me'?"- spiega Ferguson con un sorriso a trentadue denti,-chi vuole esporlo per primo?- domanda poi retorico.
Il primo a proporsi fu James Alcott; o meglio, non si era proposto, stavamo andando in ordine alfabetico...merda.
Io sono la seconda nell'elenco, che fortuna eh? 
Dopo una decina di minuti incessanti in cui Alcott non ha fatto altro che parlare a macchinetta, torna a sedersi con la sua A+ quotidiana.
Mi sono sempre chiesta come cazzo faccia ad essere bravo in ogni fottuta materia, ma ha una vita al di fuori dello studio?
Ti prego Signore, se mi fai prendere almeno un sei ti offrirò una pizza e verrò sempre in chiesa. Oddio, magari non proprio sempre, facciamo tipo a Natale e a Pasqua. No dai, facciamo che ti offro solo la pizza.
Mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la cattedra. Mi sembra di avere le gambe fatte di gelatina, sento lo sguardo di tutti posarsi su di me, e la cosa non mi piace affatto. Metto le mani in tasca e appena arrivo alla cattedra il prof mi fa segno di girarmi verso i miei compagni
-Dunque...cosa fa di me quella che sono? Non lo so, sicemramente, forse la mia innata strafottenza e il mio sarcasmo pungente, o magari il mio essere costantemente acida e, diciamocelo, abbastanza antipatica alle volte. Non sono una di quelle che appena le vedi dici "wow, che tipa!" oppure "vorrei proprio farmela, quella lì!" e simili, anzi, al contrario, sono più una che appena la vedi dici "ma da quale avanzo di manicomio è uscita questa?"- biascico, suscitando qualche risatatina fra la classe-Trovo sexy chi suona il basso, questo perché io suono il basso.Vorrei tingermi i capelli di rosso, ma me ne pentirei subito, perché sono un'eterna indecisa e odio cambiare. Adoro il cibo spazzatura anche se non dovrei, non aspetto altro che Kellin Quinn suoni alla mia porta con due biglietti per un concerto degli Sleeping With Sirens in prima fila. Sono strana e odio un 90% degli umani che camminano su questa Terra. Come avrete capito non so cosa sto dicendo e sono agitata, come il 70% delle volte che parlo con la gente. Sto dicendo troppe statistiche ed è strano, perché io e la matematica siamo due mondi totalmente paralleli e... credo di aver finito- concludo finalmente girandomi verso il professore.
Noto con incredibile stupore che la classe è stata attenta alle mie parole, come se fossi Obama o cose simili, quando invece stavo parlando di cose totalmente a caso buttate insieme in un calderone di grammatica scorretta e cose che non c'entrano nulla l'una con l'altra.
-Brava Anderson, una A più che meritata, mi piacciono le cose spontanee- 
Grazie Signore, la pizza è tua.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Why not me? ***


 
Why not me?


Pauline's POV.

Finalmente è finita l'ultima ora del venerdì scolastico.
Il tema del Professor Ferguson mi ha sfiancato.
Il mio cervelletto non è abituato ad elaborare così tante cose.
Di solito mi viene detto che 'sono intelligente,ma non mi applico',mentre la verità è che sono intelligente,ma non voglio sprecare tempo a parlare con quei pezzotti dei miei compagni o i professori.
Tutto fiato sprecato.
Mi dirigo verso il mio armadietto e cerco di mettere la combinazione.
Che le mettono a fare poi,mica ci nascondo droga lì dentro,è una scocciatura ricordarsi sempre quei dannati numeretti.
Apro l'armadietto e mi trovo dietro Hood.
'Così ti piacciono i ragazzi che suonano il basso eh?'Chiese con malizia appoggiandosi all'armadietto affianco.
'Vattene Hood.' Dissi cercando di mantenere la calma,cosa molto,molto difficile
'Andiamo,come darti torto,sono dannatamente affascinante.'Proseguì con modestia.
'Nei tuoi sogni.' Controbattei evitando di girarmi verso di lui.
'Dillo che sei innamorata di me!'Strepitò il moro.
'Mi arrechi fastidio,se non lo hai capito.'Dissi a denti stretti chiudendo di botto l'armadietto.
'Per quale motivo?'Chiese il ragazzo ridendo.
'Sei fastidioso come una piaga di locuste,inappropriato,sbruffone e credo fermamente che la tua età mentale sia pari a quella di un bambino di cinque anni.'
'Cioè sono dannatamente irresistibile?'Domandò Calum con un sorriso di complicità.
'Cioè sei dannatamente coglione.' Risposi puntando l'indice sul suo petto.
'Cambierai opinione prima o poi,ne sono sicuro piccola.' Disse avvicinandosi a me.
'Penso proprio di no.E non chiamarmi piccola.' Ribattei per poi andarmene.
Lo sentii ridacchiare.
Odioso.
Mentre uscivo dalla scuola assolta nei miei pensieri,vagamente contorti per altro,sentii una voce chiamarmi.
'Hei Pauline.' Mi salutò la voce.
Mi girai per cercare di trovare chi mi stava chiamando e vidi Michael.
'Hei.' Risposi cercando di sembrare il meno forzata possibile.
'Ehm...Si,mi chiedevo se ti andasse di uscire questa sera.' Disse mettendosi una mano dietro la nuca.
Non so esattamente che fare.
Le alternative sono tre: scoppiargli a ridere in faccia,dirgli di sì,dirgli di no.
'Perché no?' Dissi con un tono che doveva essere deciso,ma era tutt'altro.
'Perfetto,allora ti passo a prendere alle 20.30,a 'sta sera.' Disse per poi allontanarsi con un cenno.
Magari sarebbe stato interessante,uscire con un ragazzo al quale non mi ero mai minimamente interessata.

Calum's POV.

Era un venerdì sera tranquillo,uno dei tanti passati a casa di Luke a cazzeggiare,fra una partita di COD e l'altra,mangiando orrende caramelle gommose miste a pop-corn scadenti.
'Ragazzi io vado.' Disse Michael guardando l'ora dal suo cellulare per poi posare il joystick sul divano.
'Vai a puttane?'Chiesi ridendo.
Mi diverte così tanto vedere le espressioni mortificate delle persona quando  faccio questo tipo di esclamazioni
'Non sei simpatico.-Disse facendo una smorfia-Esco con una ragazza.'
La mia reazione e quella degli altri due fu abbastanza sgomentata.
'Povera lei.' Esclamò Ashton mettendo in pausa il videogame,con sguardo di furbizia.
'Dai,sono così male?'Chiese sistemandosi i capelli allo specchio,convinto di una risposta positiva.
Nessuno rispose.
'No dai...'Disse Luke cercando di incitarlo.
'Intanto siete voi gli sfigati che non hanno un appuntamento questa sera.' Ci rinfacciò il bastardo con un sorriso che mi infastidii parecchio.
Dopo qualche minuto il campanello suonò.
Michael era di sopra a mettersi in tiro,perciò mi alzai e aprii la porta svogliatamente.
'Cia..Calum?'Chiese la ragazza alla porta,che non era altri che Pauline.
Quella ragazza mi manda in crisi il sistema nervoso.
Non riesco a capire se mi odii o le sono indifferente,ha dei modi di agire strani,e anche dei modi di essere alquanto...insoliti.
Ciò però non toglie che sia una bella ragazza,cioè una di quelle che sarebbe bella anche con i trucco sfatto,la mattina,coi capelli arruffati.
Porta i capelli corvini di media lunghezza,sempre sciolti,di modo da nascondere il viso.
Ha dei bellissimi occhi castani scuri,nascosti da due linee di eyeliner nero fin troppo spesse,e le labbra rosee,a cuore,le quali, sono leggermente martoriate per via del suo vizio di mordersele dal nervosismo. 
'Si,di solito mi chiamano così,ma tu puoi chiamarmi questa sera.'Dissi cercando di abbordarla.
Pessimo.
'Ma anche no facciamo.Dove sta Michael?'Domandò alzando un sopracciglio.
'Che te ne fai di lui quando hai davanti tutto ciò?'Dissi indicandomi.
'Dobbiamo uscire,e ora placa i tuoi ormoni.' Sbraitò ferma,cercando di guardare dietro di me,nel tentativo di scorgere Michael.
Ha rifiutato di uscire con me per uscire con lui?
Che cosa c'è di sbagliato in lei?

'Eccomi!' Disse Michael con un sorriso,apparendo alle mie spalle.
'Andiamo?'Disse Pauline ricambiando il sorriso.
Dio,quel sorriso.
Salutarono e se ne andarono.
Tornai sul divano e mi sedetti al fianco di Luke ed Ashton,abbastanza pensieroso.
'Che hai Cal?' Domandò Luke,vedendomi leggermente distratto dai nostri soliti discorsi.
'Come fa ad uscire con quello?'Chiesi sbuffando,ignorando la domanda del biondo.
'Gelosino?Rawr.'Disse Ashton dandomi una gomitata nelle costole.
Ashton è fatto così,cerca sempre nuove coppie da commentare,tipo una di quelle racchie che non ha altro da fare nella sua inutile esistenza.
'Non sono il tipo.-Dissi in tutta sincerità-E lei non è il mio tipo.'
'Vedremo.' Proseguì lo stesso.

ANGOLO AUTRICE
SCUSATE.ancora una volta vi ho fatto aspettare,però è ricominciata la scuola e non ho più molto tempo libero,appena lo ho cerco di scrivere,ma non uccidetemi pls.
Anyway,spero che il capitolo vi piaccia,a me piace un sacco kajfhur ma il mio commento è inutile lol
So,spero mi lascierete commenti!
Scusate ancora,vi amo.
Silvia ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Videogames ***


Videogames.

Pauline's POV

'Quindi dove mi porti?'Chiesi a Michael titubante.
Di solito sono piuttosto strafottente,o comunque cerco di tenere un tono distaccato e/o scazzato.
Non mi piace che la gente sappia troppo di me.
Ma quando ho un appuntamento non riesco.
Sono nervosa,mi viene caldo e arrossisco.
E io ODIO arrossire.
Mi fa sembrare Heidi,e il mio sguardo da cerbiatto smarrito non aiuta affatto.
'Da quanto ho capito ti piacciono i videogames,giusto?'Mi domandò facendo un sorriso che mi rassicurò.
'Mi piacciono?Li amo.'Dissi per tutta risposta.
'Come pensavo.Ti porto al centro commerciale,al negozio di videogiochi fanno una maratona,giochi a tutto ciò che ti pare quanto ti pare.'Disse entusiasto,con gli occhi color acquamarina che gli brillavano.
Aveva proprio dei begli occhi,non erano ne verdi ne azzurri,semplicemente bellissimi,sempre sorridenti e pieni di curiosità.
Sento che sarà un appuntamento fantastico.
***
Dopo qualche minuto di risate misto a cazzate,arrivammo al centro commerciale.
Il negozio di videogiochi è forse il negozio più grande del centro commerciale,il che è fantastico;finalmente al posto che investire soldi in negozi di vestiti li hanno investiti in videogames.
Già dall'entrata riuscivo a scorgere le tre tipologie di videogamer:il nerd,il nerd ignaro e il nerd comune.
Entrammo e scegliemmo un classico: Fifa 2013.
Mentre Michael lo prendeva da uno scaffale lo vidi esitare.
'R-ragazzi?Che ci fate qui?!'Chiese nervosamente ad Ashton,Luke e Calum.
Che minchia ci facevano lì?
Addio pace,addio tranquillità,vi ho voluto bene.
'Oh,siete qui anche voi?Quanto è piccolo il mondo!'Esclamò Calum con finto stupore,come se sapesse che saremmo venuti qui.
'Ricordi quando te lo ho detto questa sera?'
'Che sbadato,devo essermelo dimenticato!'Disse sghignazzando.
Mi scappò un risolino soffocato.
Quel ragazzo era astuto.
E voleva a tutti i costi rendere impossibile il nostro appuntamento.
Chissà perché fra l'altro.
'Partita a Fifa?Che dite?'Chiesi divertita.
'Io contro di te Anderson.'Disse Calum cercando il joystick.
'Ci sto.'Accettai con tono di sfida.
Ci osservammo per un lungo istante,sentivo la tensione che c'era fra noi due.
Osservai quegli occhi castano scuro con attenzione,senza mai distogliere lo sguardo.
'Veramente,l'appuntamento sarebbe fra di noi...'Ci interruppe Michael.
'Dopo farete una partitina pure voi due,ora voglio vedere uno scontro epico fra quei tizi lì.Magari finisce con un lancio di tv e console.E P I C O.'Esclamò Ashton estasiato.
Stai calmo,non sprecherei una tv per una testa di cazzo.
'Okay,io sono team Paul.'Disse Michael con un sorrisino beffardo.
La dolcezza.
'Che galante,non ti facevo così.'Disse Luke tirando una leggera gomitata ad Irwin.
I due si misero a ridere,finchè non furono fermati da un pugno di Michael dritto sulla spalla.
Cominciammo la partita.
A dieci minuti dall'inizio segnai il primo goal.
'DILETTANTEE!'Strepitai balzando velocemente in piedi rinfacciandogli lo strepitoso goal che avevo appena segnato.
'Fortuna,tutta fortuna.'Disse orgoglioso.
'Idiota,proprio idiota.'Risposi mettendo le braccia conserte.
Si mise a ridere a mi mise una mano sulla spalla,stringendomi a se.
Michael lo fulminò con lo sguardo e lui tornò ad azionare la partita.
Dopo tanti intensi giri del campo a vuoto,inutili tiri sbagliati,falli e goal mancati,segnai un altro punto,ma non con un normale goal,uno di quelli talmente belli e puliti che meritavano almeno due replay.
'A ME SEMBI UNA SEGA A 'STO GIOCO.'Esclamai tirandogli una gomitata,sotto gli applausi di Michael e i risolini degli altri due marrani.
'Ti sto facendo vincere se non lo avevi capito.'Disse cercando di giustificarsi.
'Tutte scuse Hood.Sei una pippa a Fifa,ammettilo.'
'Va bene,lo ammetto,ma solo per vederti sorridere.'Disse avvicinandosi.
'Non ci provare amico,sono pur sempre ad un appuntamento.'
Vidi Michael soddisfatto.
Lo so,sono brava,lo so.
La partita finì con un 2-0 combattuto.
Se non lo avevate capito ho vinto io.
AMATEMI.
'Vieni Pauline,ti porto a casa,si è fatto tardi.'Disse Michael dopo alcuni elogi,con un sorriso.
Mi sembrava contento,dato che nonostante non avessimo giocato insieme,ci avessi scherzato,riso e parlato.
In effetti era tardi,era mezzanotte.
Il negozio stava per chiudere,ed il proprietario ci stava per prendere a calci nel culo.
Salutammo Luke,Ash e Calum.
'Notte piccola.Ammetto che sei forte,nessuno a mai battuto re Hood.'Disse Calum per salutarmi.
'Re Hood?Direi più giullare Hood.Qui c'è solo un sovrano,e qualla sono io.Notte.'Dissi per poi fare un uscita scenica abbracciata a Michael.
DRAMA QUEEN.
Ma anche no.
Arrivammo davanti al mio condominio.
'Notte Paul.Spero usciremo di nuovo in futuro.Spero il più presto possibile.Sono stato bene con te.'Disse Michael abbracciandomi.
'Grazie a te,ho passato una bella serata.'Risposi mettendo la testa nell'incavo del suo collo.
E avevo passato veramente una serata bella.
Sembrava una festa da ragazzini delle elementari,quelle dove tutti urlano e si sbracciano.
Il negozio sembrava appartenere a noi cinque,fra urlini e risate.
Ed è ciò che mi piace.
Lo vidi sorridere e poi voltarsi.
Svoltò l'angolo e scomparve.

ANGOLO AUTRICE
CIAO,UCCIDETEMI,CIAO.
Non pubblico da un sacco.
Ma capitemi,ero sempre stanca,colpa delle scuola.
Spero il capitolo vi piaccia perché io lo amo,caso chiuso.
A parte l'inizio,quello non mi riesce mai bene lol
ANYWAY ringrazio le 19 persone che hanno recensito,e tutte le altre che hanno messo nei preferiti|seguite|ricordate.
Un bacio
Silvia ☼




Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Monday. ***


                                                                                              

Pov.Pauline

Alzai leggermente la testa dal cuscino per recuperare il cellulare e controllare l'ora.
Le 6.22 di lunedì 28 ottobre.
Non avevo già più sonno a quell'ora,fantastico.
Mi alzai svogliatamente dal letto e notai che la federa del mio cuscino era sporca del mascara che non avevo tolto la sera prima.Ero nettamente sicura di sembrare un panda.
Non mi strucco mai la sera,o per malavoglia o per semplice dimenticanza.
Visto che ero già sveglia forse per una volta nella mia vita sarei arrivata in anticipo a scuola,e non in ritardo come di mio solito.
Scelsi un maglione grigio,un paio di pantaloni neri e le mie solite scarpe ormai consumate dal tanto che le avevo indossate.
Indossai i due capi e le scarpe e scesi in cucina a prendere una mela.
Presi la mela dal cesto,salutai mia sorella Nina,la quale non mi degnò di uno sguardo perché troppo impegnata a seguire le vicende di Patty,Matias e Antonella,stampai un bacio in guancia a mio padre e chiusi la porta dietro le mie spalle.
Osservai il cielo grigio,che dava segni di mandare giù un bell'acquazzone.
Sarebbe potuto essere un bel lunedì magari.
Non avrei mai creduto di dirlo in tutta la mia vita.

Lunedì è sinonimo di sofferenza,eppure ero convinta che forse oggi sarebbe successo qualcosa di bello.
Arrivai a scuola e mi precipitai in classe.
Posai lo zaino e mi sedetti su un banco.
Dato il mio metro e sessantaquattro,i piedi non arrivavano a terra.
In classe c'erano già quasi tutti,eccetto Warrie,ritardatario (o ritardato?) cronico.
'Ehi Paul,sei di buon umore oggi?'Chiese Warrie entrando in classe con la sua solita irriverenza.
'Può darsi.'Disse muovendo le gambe avanti e indietro.
'Motivi?'Chiese Warrie con un sorriso beffardo.
'Non pensare male,pervertito.'Risposi un po' troppo ad alta voce.
La prof di biologia entrò e mi sedetti al mio posto.
Cominciò  a spiegare cose noiosissime e,francamente,inutili.
Sentii una pallina di carta arrivarmi sulla mano.
Lo aprii.
'Hei,ti va un po' di Schweppes solo io e te?'
Capii chi poteva essere l'unica persona così malata sulla faccia della terra,e non avete bisogno che vi dica chi è.
A Calum scappò una risatina soffocata che si udì per tutta la classe.

Cercai una penna dall'astuccio e strappai un angolo di una pagina del quaderno.
'Torna sui siti a bollino rosso a smanettare.Con affetto,Pauline.'
Lanciai il foglietto dopo che la prof si girò verso la lavagna.
Lo guardai con la coda dell'occhio sorridere al bigliettino e mettersi a scrivere.
Ancora una volta mi arrivo un bigliettino;
'Casa mia o casa tua?Porto io l'occorrente.' Mi veniva da ridere.
Quel ragazzo era incorreggibile.
'Sei un idiota,Hood.'Scrissi con una penna rosa.Non so perché proprio di quel colore.Era il primo colore che vidi nell'astuccio.
Lo lanciai ancora una volta al diretto interessato.

Pov.Calum

Mi arrivò il bigliettino di Pauline.
Cercai di aprirlo,quando mi trovai davanti la professoressa di biologia.
'Hood,cosa diavolo sta facendo?!'Urlò quella megera in menopausa.
'Prof,che cosa vuole che le dica,questi incivili dei suoi alunni mi torturano con bigliettini insulsi.'Dissi appoggiandomi allo schienale della sedia,soddisfatto delle risate che avevo suscitato in classe.
'Non faccia lo spiritoso con me,Hood.Avanti,mi faccia vedere quel bigliettino.'
Mi strappò il bigliettino dalle mani e lo aprì.
Notai un leggero sorriso che svanì immediatamente.
'Dove sono gli altri bigliettini?'Chiese infastidita.
'Chiedo l'aiuto del pubblico.'Dissi girandomi verso la classe.
Tutti risero.Soddisfazioni.
'Ho un programma da mandare avanti,si muova!' 
'Dai prof,non ci sarà mica nulla di male a parlare con la signorina Anderson,non crede?'
Pauline mi fulminò con lo sguardo.
'Hood,Anderson,datemi quei fogliettini,il preside vi aspetta.'Disse la vecchia.
Le porsi i bigliettini e mi alzai insieme a Pauline per andare in presidenza.
La presidenza era praticamente la mia seconda casa,almeno ogni giorno ci finivo per qualcosa che avevo fatto.
La prof chiese a Christa Todd di segnare chi parlava.
Ma che siamo,alle elementari?
Mentre percorrevamo il corridoio dietro alla prof,misi una mano sul fianco di Pauline e la avvicinai a me per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
'Fai parlare me,ci so fare.Ti tiro fuori dai guai.'Dissi al suo orecchio.
Sentivo il forte profumo di miele dei suoi capelli che mi entrava nel naso.
'Mi sembra il minimo.-Disse scrutando il mio viso.-Ma non ti aspettare una ricompensa o qualcosa di simile.'
'Non sono il tipo.'Dissi stringendola ancora di più.
Entrammo in presidenza e il Signor Morrison mi salutò calorosamente.
'Hood,ancora qui?Che hai combinato ora?'Chiese per poi notare Pauline.
'Signor Morrison,i due alunni si scambiavano bigliettini mentre io spiegavo un argomento,ed inoltre Hood risponde con menefreghismo e strafottenza.Inammissibile.'Disse la professoressa a braccia conserte.
'Suvvia,sono ragazzi,un bigliettino è una piccolezza.E probabilmente non sa quello che combina il ragazzo di solito.-Disse guardandomi male,cosa che mi fece sorridere come un ebete.-Ragazzi,però ha ragione la prof,parlatevi fuori dalla scuola.Potete andare,ora devo occuparmi di un ragazzo che ha intasato i bagni dei ragazzi.Adolescenti,questi animali!'
Aspetti che rido.HA HA HA.
La prof guardò con disprezzo il preside e ci ordinò di tornare in classe.
Uscendo dalla stanza Pauline si assicurò di chiudere bene la porta alle sue spalle.
'Questo sarebbe il tuo modo di coprirmi?Bella merda!'Esclamò ridendo.
'Hei Anderson,ti aspetto davvero a casa mia.Quando vuoi,dove vuoi,in tutti i luoghi e in tutti i laghi.'
'Me ne ricorderò Calum,me ne ricorderò.'

ANGOLO AUTRICE
CIAAAAO.
Tutto bene?Spero di sì.
Comunque,finalmente il settimo capitolo!
Spero vi piaccia,è un po' più lungo degli altri perché è un bel po' che non aggiorno,e vi chiedo scusa.
La scuola mi porta via un mucchio di tempo libero,quindi o studio o dormo lol.
Anyway,lasciatemi dei pareri e ditemi che ne pensate.
Un bacio.
Silvia.☼

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Saturday night. ***


                                                                                                                                         
 

Pov.Pauline

Ahh quanto amo il sabato sera.
Hai sempre quella sensazione di libertà assoluta che ti permette di rilassarti a pieno.
A maggior ragione,se i tuoi genitori sono fuori a cena da amici e tua sorella minore è a casa di una sua amichetta a dormire.
Decisi di guardare un po' di tv,in quanto quella sera davano Skins,oltretutto la sesta stagione,la mia preferita.
Non che non ami anche le precedenti,ma la sesta ha quel carisma che ti fa venir voglia di vedere tutta la stagione,episodio per episodio,uno dopo l'altro.
Mi appollaia comodamente sul divano accompagnata da una Coca-Cola e delle patatine al ketchup,e girai su MTV.
L'unico riscontro positivo di quel canale era,appunto,Skins,dato che vedere tamarri litigare come dei maiali e copulare come galline non è proprio la massima aspirazione che una persona con un po' di sale in zucca ha.
L'episodio era appena cominciato.
'Mini,io ti amo.'Sussurò Alo a Mini mentre cercavano di fare cose innominabili in un bagno di una discoteca.
'Sei un coglione,lei non ti ama!'Urlai contro il personaggio.
'Contadinello,tu ami fare sesso con me,non me!'Urlò la bionda al rosso.
'Visto,te l'avevo detto!' Strillai di nuovo con la bocca strapiena di patatine.
Sentii il campanello suonare.
'UN ATTIMO.'Gridai al tizio alla porta in tensione per il fatto che Liv stava scoprendo la coppia a fare cose sconce.
Il campanello suonò con ancora più insistenza.
Credo che a furia di urlare non avrò più voce domani mattina.
'Arrivo,Santo Iddio.'Strepitai di nuovo.
Mi alzai controvoglia e aprii la porta cercando di avere uno sguardo seccato verso chi stava interrompendo il mio sabato sera da persona solitaria (meglio conosciuta come futura gattara sola e depressa).
Riconobbi la persona che mi stava davanti in più o meno dieci nanosecondi.
Calum.
'Hei Anderson!'Mi salutò muovendo la mano in segno di saluto.Irritante.
'Vai via,sto guardando Skins.'Sbraitai acida.
'Mmmh che noiosa che sei.Non preferisci passare una serata in compagnia di un bel ragazzo,dolce e simpatico?'Disse pieno di modestia.
'Oh,e dove sarebbe questo  ragazzo?Me lo presenti?'
'Molto divertente.Non si invita la gente ad entrare in casa?'
'Se proprio devi...'

Senza farselo dire due volte,entrò e poggiò la giacca su una sedia,sedendosi poi sul divano come se fosse casa sua.
'Uh,patatine.'Disse allungando una mano sul sacchetto.
'Mh,qual buon vento ti porta qui?'Chiesi seccata,sedendomi al suo fianco.
'Ho bisogno una mano con i compiti di matematica,non capisco un cazzo.'Esclamò con un sorriso malizioso.
'Veramente io in matematica faccio pena,te lo sei scordato?'
'Ah beh,in questo caso potremmo fare altro non ti pare?'

'Dove vuoi arrivare,essere di dubbia intelligenza?'Domandai sospettosa.
Ma che cazzo vuoi.
'Ricordi lunedì,quando ti dissi che potevamo vederci qualche volta?Bhe,ho deciso che casa tua era  il luogo perfetto,e anche se non sei d'accordo ora,mi avevi detto che te ne saresti ricordata.'Rispose con furbizia.
'Non te ne scappa una eh?'­Constatai divertita.
'Che vuoi fare?'
'Bhe,io veramente stavo guardando la tv...'
'Che gnocca.'Urlò guardando l'attrice che interpretava Mini.
'Che volgare che sei.'Dissi con disprezzo.
'Parla colei che ha urlato in faccia ad un personaggio che è un coglione.'
Come faceva a saperlo?
'Mi perseguiti?!'Esclamai sconcertata.
'No,ho solo aspettato un po' prima di suonare il campanello.'
'Calum Hood non dorme,lui ti osserva,sempre.'Dissi con tono tetro.
Rise divertito.
Aveva una bella risata.Osservai anche le piccole rughette che si formavano intorno ai suoi occhi,erano dolci.
Era una di quelle persone a cui la bocca è stata creata per sorridere ed ammetto che quando sorrideva ci sapeva proprio fare.
Pauline piantala.

'Non hai pensato di dare una festa?'Chiese stupito.
'Mh,no.E non ci pensare neanche.'
Se organizzassi seriamente una festa senza il permesso dei miei come minimo mi toglierebbero i viveri.
'Dai,potrebbe essere divertente!'Mi incitò con insistenza.
'Ho detto no.Ora trova un passatempo o sei gentilmente pregato di sbattere il tuo culo fuori da casa mia.'
'Bhe,una mezza idea ce l'avrei...-Mi sussurrò avvicinandosi al mio orecchio.-Ma tu non ci starai mai.'
'Non ci provare nemmeno.Non ti toccherei neanche con un guanto di gomma.'Esclamai schifata.
'Non intendevo quello!Intendevo fare scherzi telefonici...So che sei attratta sessualmente da me ma ehi,tieni a bada gli ormoni!'
Pensai veramente male,dato le stronzate che partorisce il suo cervello.
'Oh,scusa se di solito partorisci minchiate atomiche.'Cercai di difendermi.
'Comunque ho il numero della professoressa di biologia...Ehehe.'
'E sentiamo,come fai ad averlo?'Chiesi alzando gli occhi al cielo.
'Con tutte le volte che sono finito in presidenza te lo chiedi pure?'Rispose ovvio.
Ci sedemmo sul tappeto e Calum mise il telefono in mezzo con il vivavoce.
Suonava libero,ma ancora nessuna risposta.
'Magari sta dormendo,sono le undici...'Dissi con il fiato sospeso.
'Anderson,hai paura?'Chiese stupito.
Scossi la testa.Cioè,un po' avevo paura,solo per il fatto che potesse scoprirci.D'altronde (purtroppo) era la mia prof e poteva bocciarmi quando le pareva.
'Pronto?'Chiese una voce dall'altro capo del telefono.
La voce era inequivocabilmente quella della professoressa,era solo leggermente impastata per colpa del sonno.
'Pronto pizza?'Chiese Calum camuffando la sua voce,facendola somigliare a quella di un ispanico o qualcosa che doveva essere similare
Mi scappò da ridere,ma cercai di soffocare le risate.
'Non è una pizzeria,notte.'Disse la donna assonnata.
'Ma come mi hanno detto che...'-Venne interrotto dalla professoressa in preda ad un attacco di ira.
'HOOD LASCIAMI DORMIRE E ELIMINA IL MIO NUMERO DALLA RUBRICA.Cordiali saluti la prof Wilson.Ah,preparati lunedì ad una bella interrogazione.'Sbottò per poi attaccare.
Scoppiammo a ridere per dieci minuti buoni,imitando la donna e le sue reazioni brusche...
finché non vidi mamma e papà sulla porta.
'Oh beh...Salve,stavo giusto andandomene.Vi ringrazio della serata,cioè,nel senso...'-Ancora una volta venne interrotto dai miei,che sembravano di pessimo umore.Probabilmente la cena è stata uno schifo totale.
'Vai ragazzo.Pauline,accompagnalo alla porta,parleremo domattina,siamo troppo stanchi per stare a sentire le scuse.Notte.'Disse mia madre prima di andare su per le scale sfinita.
Papà la seguì a ruota per evitare di parlare con un ragazzo della mia età,che descriveva 'tutti idioti e maleducati,dannati diciassettenni!'.
Accompagnai Calum alla porta.
'Bhe a lunedì perciò.Non presentarti mai più a casa mia senza preavviso.O semplicemente,non presentarti e basta.'Dissi sorridendo.
Devo ancora capire perché noi ragazze facciamo così:io volevo che venisse ancora qualche volta,incredibile a dirsi.
Ma non volevo dimostrarglielo.
'Come vuoi.Mi sono divertito questa sera.'-Disse per poi lasciarmi un bacio sulla guancia-'Ci vediamo.'Disse per poi svoltare l'angolo con un sorriso ebete.
L'avevo valutato male,lo ammetto,ma è solo un amico,nulla di più.
Lo giuro.



ANGOLO AUTRICE.
ALLORA.Da quanto tempo.
Scusate davvero se non ho aggiornato!Potete anche uccidermi lol
Scusate,ma non sapevo come continuare ed inoltre è un capitolo moscissimo.Esiste 'sta parola poi?
Comunque,scusate,ma a parte i motivi sopra elencati ho anche un sacco di studio,scusate ancora.
Anyway,spero vi piaccia questo capitolo e spero mi lasciate pareri :)
E se non dovessi aggiornare prima di allora,buon Natale!
Un bacio
Silvia

Flashfic su Luke: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2293893&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Jealousy. ***


 
Pov.Pauline

Una nuova giornata di scuola mi attendeva,"che bello"!
L'aria era gelida,gli anfibi picchiavano sulla strada battuta,e le foglie si staccavano lentamente dagli alberi,ormai spogli.
Warrie ed io passeggiavamo tranquilli in direzione di quell'edificio maledetto,parlando in modo animato (per animato intendo urlando,lo sapete),quando appena fuori dalla scuola, notai Heather Willis e Amber Graham distribuire foglietti colorati,con scritte a caratteri cubitali.Non ci diedi molto peso,pensando fossero degli stupidi fogli per il consiglio di istituto dei quali avrei fatto carta straccia.Ma dovetti ricredermi non appena le due porsero a me e Warrie uno di quei fogli.


 
'Siete invitati al ballo di fine trimestre,il 15 dicembre,vi aspettiamo in tanti!

Ricordate di trovare un buon accompagnatore,la coppia più affiatata sarà eletta 'Re e Reginetta del ballo'!'

Cordiali saluti,il comitato studentesco.'

 

Dentro di me ero totalmente in panico.Ho sempre odiato i balli studenteschi.
Caro comitato studentesco,perché cazzo li organizzi?!
Non siamo in un film americano,in questa generazione nessuno sa ballare un lento o gli importa di essere regina o re del ballo.
Ma la cosa che mi tormenta fin dai tempi delle scuole medie è la ricerca dell'accompagnatore.
Ammetiamolo,sono negata in queste cose,non a caso ho avuto un solo ragazzo in tutta la mia vita.
Per Warrie invece è tutto il contrario;lui con le ragazze ci sa fare,e non poco.
Non esagero se vi dico che tre quarti della parte femminile dell'istituto gli sbava dietro.La restante parte è innamorata invano di Luke Hemmings,ma ora non voglio parlare di lui o delle sue conquiste.D'altronde Warrie,per quando ODII ammetterlo,è veramente un bel ragazzo:i capelli corvini tirati su a mo' di cresta da un sacco di brillantina esaltano la mascella perfetta,la pelle ambrata dovuta alle origini afroamericane della madre facevano contrasto con gli occhi azzurri come il ghiaccio,il sorriso invece era un sorriso posato e veramente sensuale,il fisico slanciato e le braccia muscolose.
Non è per niente il mio tipo però.
A scuola nelle ore successive successe il caos.Delle ragazze,evidentemente respinte da partner con cui volevano partecipare al ballo,si chiusero in bagno a piangere disperate,alcuni ragazzi cercavano di non far notare quanto fossero tesi per questa storia,altri,in prevalenza sfigati,si chiusero in aula a complottare verso il comitato.
Come immaginavo,Warrie aveva già milioni di pretendenti che volevano andare al ballo con lui,delle quali non gli fregava nulla,dato che a lui interessava solamente Marie Collins,una esile e timidissima ragazza con i capelli rossi tutta lentiggini,la quale però,neanche a dirlo,era innamorata di Luke.
Ah,amore,quanto ti odio.
Io ero convinta di passare quel sabato 15 dicembre a casa,con i miei amati film horror,del gelato al cioccolato,rubando la rete wi-fi alla mia vicina,fregandomene di quegli sfigati che stavano al ballo a scambiarsi baci fintissimi e contendersi una corona di plastica che probabilmente averebbero comprato in qualche mercatino delle pulci.
Finalmente,come un miraggiò,arrivò anche l'ultima ora di quel mercoledì spossante.
Mi diressi verso l'uscita velocemente,intenta ad andarmene il prima possibile da quel covo di pazzoidi.
Mentre stavo per aprire la porta di ingresso,vidi quella troietta di Elsa Thompson avvinghiata a Calum,mentre gli sussurrava qualcosa all'orecchio.
So che può sembrare squallido,ma mi appostai dietro il muretto per spiarli.
Non dite niente,perfavore,mi faccio abbastanza pena già da sola.
Lui sorrideva maliziosamente,guardandola intensamente negli occhi.
Non sto parlando di quelli che stanno sopra il naso,quelli che stanno più in basso,avete capito su.
'Allora ci vediamo domani tesoro.'Disse la ragazza lasciandogli un bacio sulle labbra.
Nella mia testolina stavano passando un sacco di immagini di Elsa sotto torture medievali.
'A domani!'Rispose lui con il solito sguardo da idiota che volge alle ragazze belle.
La mora si allontanò con il suo solito fare da primadonna.
Prima che Calum se ne andasse uscii dal mio nascondiglio e mi diressi verso di lui.
'Che ci fai con la Thompson?Capisco che magari sei in astinenza,però non accontentarti delle facili...'Dissi per poi rendermi conto che forse la mia non è stata un'azione intelligente.
'Prima cosa:perché mi spii,potrei denunciarti per stalking!-Esclamò ridendo alla sua stessa battuta.-Seconda cosa:sei...gelosa?'Proseguì incuriosito.
Avvampai.Io?Gelosa?Di quel coso?MAI!
'No,ero qui in giro e ho visto che eri con quella tipa...state insieme?NO NON SONO GELOSA,MI STO SOLO PREOCCUPANDO PER TE!Senza motivo,ma mi sto preoccupando per te.' Cercai di giustificarmi.
'Si stiamo insieme,ma non preoccuparti,se vuoi di zucchero ne ho anche per te,il mio amico Bob ha sempre voglia di essere coccolato...'Disse intendendo cose sconcie.
'Mi dispiace ma io non ti toccherei neanche con la mano di qualcun'altra.-Sputai acida.-Bhe stai attento a quella..andrai con lei al ballo?'Chiesi con titubanza.
'Probabile.Ma a te che importa?'Domandò stranito.
'Lasciamo perdere...Addio e tante cose belle.'Dissi andandomene.
NON SONO GELOSA SAPPIATELO,LO GIURO.
Va bene,lo ammetto,sto  mentendo.

ANGOLO AUTRICE
Ciao gente.Da quanto non aggiorno?TROPPO.
Scusate,ma capitemi,sono in quinta ginnasio,ho sempre un sacco da studiare,passo i pomeriggi interi sui libri di latino e greco cc
Scusate,aggiornerò prima la prossima volta.
Anyway,spero vi piaccia il capitolo,a me non tanto,ma il prossimo sarà migliore,giuro.
Ci sarà il ballo,e ci sarà un particolare che non vi aspettate..
Non spoilero niente però!
Grazie per l'attesa,vi lascio una gif di quella che sarebbe Pauline lol,
Un bacio

Che bella è,aiuto **
 
 
Silvia!
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Just for tonight. ***


 
Just for tonight.

Pauline's POV.

Passo davanti allo specchio per l'ennesima volta.
Non sono abituata a mettere gonne,perciò mi riesce difficile riuscire ad abituarmi a vedere le mie gambe bianchissime scoperte.Solitamente porto jeans strettissimi,o comunque nulla che mostri quei due stecchi storti delle mie gambe.
Maledetto Warrie che mi ha obbligato categoricamente ad andare a quello stupidissimo ballo studentesco.
Che senso ha andare? Starò seduta sola ad un tavolo a maledire quelle stupide coppiette odiose tutte smancerie. Oltretutto non so ballare,ma proprio faccio letteralmente schifo.A malapena so camminare senza arroccolarmi.
Non mi piace la figura che vedo riflessa nello specchio.Non mi appartiene.Il mio corpo è fasciato in un vestito fino alle cosce monospalla dal corpetto elaborato,ai miei piedi porto dei tacchi troppo alti per i miei standard e il mio trucco è troppo forte.Andiamo,rossetto rosso? Sapete con chi state parlando? I capelli sono l'unica cosa che Warrie mi ha lasciato tenere al naturale,infatti li ho lasciati ricadere lisci sulle spalle,dato che con le acconciature non me la cavo per niente bene. Sarebbe stato mille volte meglio stare a casa con degli orsetti gommosi a guardare Death Note.Molto molto meglio.
Sento il campanello suonare e un urlo di Warrie.
'Muoviti Paul,siamo già in ritardo!' Mi rimproverò il ragazzo.
Mi duole ammetterlo,ma Warrie è un cazzo di splendore con lo smoking.
La camicia bianca fa contrasto coi capelli scuri e la pelle ambrata,il papillon slacciato lo fa sembrare uno di quei fighi dei college americani e gli occhi azzurri sono dannatamente magnetici.
'Io non ci volevo neanche andare a quello schifo.'Risponsi prendendo la giacca che avevo lasciato sul divano.
'Magari trovi il tuo cavaliere.'Disse cercando di inzigarmi.
Sa che con l'amore sono una sfigata,e ci prova gusto a vedermi in preda ad una furia omicida nei suoi confronti evidentemente.
'Muoviti Romeo o ti spezzo le gambine.A proposito,chi è la tua Giulietta?'Domandai in modo beffardo salendo nella sua macchina.
Warrie si sistema al posto del guidatore e sorride.
'Non so,devo ancora scegliere.' Mi rispose.
Maledetto,sa di avere potere sulle donne.Maschilista.
'Poco modesto mi dicono.' Affermai.
'E tu? Vestita così non sembri neanche la solita,forse hai qualche possibilità!'Mi sfotté 'sto bastardo.
'Io starò seduta a vomitare per quelle coppiette smielose innamorate perse.Ew.' Dissi con una smorfia.
'Non ci credo neanche se lo vedo.Vedrai che qualche sfigato lo troverai.' Mi assicurò posteggiando l'auto.
Scendiamo dall'auto e mi sembra di avere delle zavorre ai piedi.Come fa una ragazza normale a camminarci?
'Tienimi idiota,prima che cado con questi cosi ai piedi.' Strillai mentre mi aggrappo al braccio di Warrie.
Varchiamo la soglia della palestra della scuola,ovvero dove si terrà il ballo questa notte.
'Posso andarmene già da subito?' Chiesi scoraggiata guardandomi in giro.
'Assolutamente no.-Disse affiancandosi a una ragazza mora tutta curve con uno sguardo piuttosto malizioso.- La notte è giovane.' 
"La notte è giovane.",sei di grande aiuto Warrie.
Presi posto abbastanza incazzata affianco ad un tavolo libero.
Incrociai le braccia al petto e sbuffai.
'Hei piccola,che ci fai qui tutta sol..Pauline?-Chiese una voce schifosamente familiare.-Wow.' Proseguì scrutandomi attentamente.
'Non rompere il cazzo Hood,vai dalla tua tipa.' Risposi scorbutica.
'La mia "tipa" si sta strusciando addosso al tuo amico.' Disse,ma non sembrava molto triste.
Portò un bicchiere di qualche alcolico indefinito alla bocca.
Si leccò le labbra e mi guardò dritto negli occhi.
Con quella camicia era maledettamente sexy.
Ecco,l'ho detto.
'Non bere troppo,sono sicura che non lo reggi.' Dissi non troppo convinta.
'Cazzate! Se mai sarai tu che non lo sai reggere,non sono mica una ragazza io.' Rispose con un sorriso bastardo.
'Vogliamo scommettere?' Lo sfidai.
In fondo sono una che l'alcool lo regge.
Più o meno.
Ma non posso dargliela vinta,non potrei mai.
Dopo qualche decina di bicchiere cominciavamo entrambi a dare segni di cedimento.
Oppure semplicemente eravamo ubriachi come il piscio.

'Ti arrendi Anderson?'Chiese balbettando Calum.
'No.Tu si invece?' Domandai di rimando. 
'Assolutamente no.' Disse avvicinandosi pericolosamente ai miei domini.
Via via,ho bisogno i miei spazi.
'Allontanati,sei più ubriaco di me.' 
Sentivo il suo flebile respiro sulle labbra,il suo leggero tocco sui fianchi.
Odore di alcool misto ad acqua di colonia.
'Hai voglia di baciare me quanto io ho voglia di baciare te,Pauline?' Chiese con voce roca.
Ciò che successe dopo fu alquanto strano a dirsi; sentii le sue labbra che si posavano lievemente sulle mie,le nostre lingue cercarsi,il nostro respiro mescolarsi.
Mi sentivo dannatamente bene.
Fu un bacio piuttosto lungo,questo lo ricordo.
Di ciò che successe dopo invece avevo un vago ricordo.
Ricordo un'insana corsa alla ricerca di un taxi,ricordo dei baci sul collo lievi,ricordo dei sorrisi sinceri,ma non ricordo niente altro.
Ma ora non sono sicura che importi.
Ciò che voglio sapere ora è perché sono le tre di mattina e sono nello stesso letto di Calum Hood,avvolta tra le sue braccia.

ANGOLO AUTRICE

Eccomi tornata huhu 
Gioite con mee!
Okay la smetto lol 
Ve l'ho detto che questo capitolo era abbastanza sorprendente,e avrebbe dato una svolta alla storia.
Non c'è bisogno che vi spieghi cosa succede nell'ultima sequenza,spero.
Comunque,sto modificando i capitoli precedenti,arricchendoli o riscrivendone dei pezzi,perciò se volete rileggete anche gli altri capitoli lol 
Alla prossima,
Un bacio 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Good Morning sweetie! ***


Good Morning sweetie!

Pauline's POV.

Mi sveglio cullata da un flebile suono di chitarra,proveniente dall'esterno.
Il sole batte insistente sulle finestre,riflettendo sul letto disfato dove non riesco più a riaddormentarmi.
Le candide coperte bianche,sciupate per colpa della nottata brava trascorsa la notte prima,sono ai piedi del letto.
Ormai senza più alcuna traccia di sonno,mi alzo,incuriosita dalle note che sento in ripetizione da quasi un'ora.
Notando di essere appena in intimo,mi approprio di una maglia grigia trovata a terra,probabilmente appartenente a Calum.
E' abbastanza lunga da coprire anche le gambe,anche se solo fino a metà coscia,ma meglio di niente.
I piedi nudi si muovono a passo lento sul freddo pavimento,e si dirigono fino ad un piccolo terrazzo da dove provengono le soavi note musicali.
Mi si presenta davanti Calum,seduto su un piccolo sgabello,a petto nudo,con una chitarra fra le mani,intento a suonare qualcosa.
Il sole pallido fa risaltare la carnagione ambrata,e le braccia possenti stringono la chitarra con sicurezza.Lo sguardo è fermo,concentrato sulle corde dello strumento.
Batte il piede a ritmo della melodia,e sorride.
'Buongiorno...' Sussurrai imbarazzata,con un leggero sorriso in volto e le gote color rosso porpora,appoggiandomi allo stipite della porta-finestra.
'Oh,ciao Pauline,non ti avevo notata.' Disse posando la chitarra a terra,alzandosi dal piccolo sgabello.
Non so che dire,l'imbarazzo che provo è indescrivibile,se penso a quello che è successo la sera prima.
'Ascoltami,so che quello che è successo ieri notte è stato un errore,okay? Non sono sicura che ci possa essere qualcosa tra noi.'Dissi insicura.
Il moro si avvicina,prendendomi per i fianchi,sorridendo in modo beffardo.
Che cazzo sorridi,cioè io sono seria per una volta nella mia vita e tu mi ridi in faccia,grazie.
'Lo so,lo so che siamo un errore,ma posso affermarti che,quello di ieri notte,è stato l'errore più bello che abbia mai fatto.'
Disse lasciandomi un bacio sulle labbra.
Lo pensava davvero,glielo si leggeva negli occhi.
E spero di non aver sbagliato a leggere.
'Cazzo,Cal ascoltami,io ancora non so cosa provo per te,ma se sorridi così io non riesco a resisterti,intesi?'Gli rimproverai mordendomi un labbro.
'Intesi.' Rispose sorridendo di nuovo.
Mi piace davvero quando sorride,ha quel sorriso che poche persone hanno,uno di quelli in grado di farti sentire come se tutti i problemi siano svaniti in un colpo.
'Sai,potrei quasi affermare che il tuo sorriso è meglio dei Coldplay,cosa che non ho mai detto a nessuno.I Coldplay sono vita,perciò il mio è un complimento serio.' Dissi tracciando cuori immaginari sul suo petto,riuscendo a scovare due tatuaggi sulle clavicole,cosa che la sera prima non ero riuscita a fare,data la fretta con cui successe tutto.
'Sono onorato,Anderson.So che forse dovrei ricambiare con una frase d'effetto,una di quelle che a le ragazze piace sentirsi dire,ma non ne sono capace.Perciò accontentati di un banalissimo "grazie mille,tu sei stupenda invece".'Rispose allacciando i nostri bacini e carezzandomi la schiena,provocandomi un brivido.
Arrossii terribilmente.
Ecco che effetto mi fa questo ragazzo,maledetto.
'Mi è piaciuto veramente ieri notte,dovremmo rifarlo qualche volta.' Proseguì malizioso.
'Non ci provare Hood.' Risposi scompigliandogli i capelli.
'Comunque la maglia era mia,prego.-Ironizzò notando ciò che indossavo.-Puoi tenerla,se ti piace.' 
'L'avrei tenuta lo stesso,grazie.' Dissi mentre lui staccava le braccia dai miei fianchi,intento a riporre la chitarra.
'Vuoi che ti riaccompagni a casa piccola?' Domandò rientrando in casa,facendomi cenno di fare altrettanto.
'A dire la verità non ho voglia di tornare a casa.Ci sarà mia madre pronta ad urlarmi addosso per non essere tornata e Warrie a ricordarmi quello che è successo ieri notte,e rimproverarmi per non aver risposto alle sue trentadue chiamate.Emozionante la mia vita.' Dissi tutto ad un fiato.
'Oh beh,i miei non ci sono fino alle tre,perciò puoi stare qui.Sempre che la tua idea di pranzo sia composta da avanzi di lasagne e verdure insipide.' Rispose appoggiando la chitarra su un cavalletto in camera sua.
Camera sua aveva delle pareti avorio,le quali erano coperte per una buona parte da finestre,le quali filtravano una luce intensa,e da posters.
'Piuttosto che tornare a casa mi accontento.' Affermai,prendendo fra le mani un portachiavi che giaceva sul suo comodino.
'Molto fine.' Dissi aprendo il portachiavi,il quale nascondeva una foto di una modella seminuda,la quale indossava solo un paio di microscopiche mutande.
'Ehm...Ops?' Si giustificò scoppiando in una fragorosa risata,stendendosi sul letto.
'Farò finta di non averlo visto.' Confermai sedendomi sulla parte opposta del letto su cui era sdraiato Calum.
Il ragazzo mi prese per un braccio delicatamente e mi fece stendere affianco a lui.
Adagiai la mia testa sul suo petto,ancora nudo,e chiusi gli occhi,godendomi i battiti del suo cuore che palpitavano.
'E ora?' Domandai,insicura su un futuro noi.
'E ora ci proviamo,che abbiamo da perdere?'Rispose sicuro di sè,giocherellando con i miei capelli.
Già,che avevo da perdere?


ANGOLO AUTRICE

Buonaseraaa!
Allora,il capitolo per una volta,mi piace da morire!
Spero piaccia anche a voi!
Dunque,avevo intenzione di chiedervi una cosuccia: se scrivessi un'altra storia in questa categoria? Che dite? E soprattutto,su chi la scrivo,ancora su Cal o su Luke,Michael o Ashton? Datemi pareri,sono indecisa da morire haha.
Un bacione
Silvia.



Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Stupid Feelings. ***


 

 
Stupid Feelings.

Calum's POV.

Mi staccai lentamente dalle labbra di Pauline,cercando di riprendere fiato.
'Non dirmi che siamo già a quel punto...' Disse Pauline accarezzandomi il collo,attraendomi a sè,di nuovo.
'Ancora no piccola.'Sussurrai al suo orecchio dopo un altro bacio.
Le accarezzai i fianchi nudi,sentendo al tatto una piacevole sensazione.
Al mio tocco,la mora incurvò la schiena e sorrise beatamente.
Mi piaceva vederla così dannatamente presa da me,dalle mie carezze,dai miei baci,persino dal mio respiro.
Presi a baciarle il collo lentamente,e la ragazza gemette. 
Cominciai anche a baciare ciò che stava sotto,e mi avete capito.
Questa storia andava avanti da un po' ormai.
Da quando successe la prima volta la sera del ballo,dalla quale è passato quasi un mese e mezzo,non avevamo più smesso di farlo,anche se la nostra relazione non era ancora perfettamente definita.
Sentivo che mi piaceva quella ragazza,non era come le altre,ma al tempo stesso non sapevo come comportarmi con lei,sembrava così indifferente,come se alla fine di avere una relazione non gliene importava poi molto.
Sentii il mio cellulare suonare sulle note di 'Teenage Dream' di Katy Perry.
Smisi di baciare Pauline per un attimo e mi allungai verso il comodino,dove giaceva quell'affare infernale.

'Non rispondere...' Mugolò dolcemente la ragazza,mettendosi sopra di me,accarezzandomi il petto.
'Capisco che sei dipendente da me Anderson,ma potrebbe essere Barack Obama che si complimenta per il mio perfetto culo o robe del genere.' Dissi ironico.
La ragazza mi guardò male,non sapendo se ridere o gettarmi insieme al fastidioso cellulare giù dalla finestra.
'Sarà quel cazzone di Luke o qualche altro tuo amico.- Disse seccata.- Non sarà nulla di poi così importante,dico bene?' Proseguì baciandomi il collo.
Pauline era così,non le piaceva che qualcuno rovinasse i nostri momenti,le piaceva la quiete e la tranquillità,le piaceva sentire gli schiocchi fra un bacio e l'altro,i respiri affannosi.
Eravamo intenti a fare...cose,quando vidi Ashton spuntare sulla porta di camera mia con un sorriso ebete stampato sulla faccia e un non so che di isterico.
Anche Paul doveva averli notati,dato che si scansò coprendosi con la coperta le grazie.
'Ecco perché dovevo rispondere.' Dissi quasi divertito.
Pauline si vestì in fretta e furia,maledicendo Ashton e il resto della banda per essere arrivati senza preavviso.
'Ma che cazzo fai poi,non ti hanno insegnato che si suona il campanello alle porte altrui?!' Sbraitò Paul.
'Beh,fiorellino di campo,io l'ho pure chiamato il tuo scopamichetto per dirgli che saremmo venuti,ma non mi ha risposto,ne sai qualcosa?' La stuzzicò il ragazzo.
'Fottiti Irwin.' Disse fredda la mora.
'Forza ragazzi,non è successo niente...'Dissi cercando di rabbonirli.
'Non è successo niente? Questi pervertiti erano sulla soglia a guardarci scopare!' Strepitò acidamente e visibilmente irritata Pauline.
Ad Ashton scappò una risata sguaiata,mentre gli altri due cercavano di mostrarsi indifferenti,fissandosi la punta delle scarpe.
'Siamo qui per le prove...' Disse con un filo di voce Luke.
Mi ricordai solo in quel momento degli accordi del giorno prima.
'Avete ragione,scusate ragazzi.-Mi scusai con i miei amici.- Ci vediamo domani piccola.' Dissi lasciando un bacio a fior di labbra a Pauline.
'Si...a domani.' Mi congedò Paul freddamente,lanciando uno sguardo di disprezzo agli altri.
Appena la ragazza se ne andò,Luke,Ashton e Michael mi rivolsero uno sguardo malizioso.
'Ancora vi vedete tu e la Anderson eh? Immagino i discorsi profondi sul senso della vita che tenete quando siete insieme.' Disse Ashton tirando fuori le bacchette per suonare la batteria.
'Quella ragazza mi manda il cervello a prostutite.-Controbattei prendendo il basso.-E' così splendida in tutto ciò che fa...'
'Soprattutto quando scopate immagino!' Strepitò Luke accordando le corde della chitarra.
'Ow eddai,- Dissi lanciando un cuscino in faccia al caro Hemmo.-a me piace davvero Pauline.'
I ragazzi stettero in silenzio un po'.
Era raro sentire frasi serie uscire dalla mia bocca.
'Le relazioni non si basano solo su quante volte andate a letto insieme alla settimana,Calum.' Mi rimproverò Michael che,per quanto ne sapevo,aveva una specie di debole per la mia Anderson o cose del genere.
Sono arrivato a mettere la parola 'mia' e 'Anderson' nella stessa frase,sto messo maluccio.
'Lo so bene,guardate che non è che facciamo sesso e basta.' Dissi adirato.
'Quasi...' Proseguì Ashton.
'E voi cosa ne sapete?' Sputai acidamente.
I ragazzi sapevano bene che quando mi incazzavo era meglio starmi alla larga,perciò non risposero e cominciammo a provare,senza dire mezza parola.

Pauline's POV.

Tornai a casa spedita,a passo svelto,ancora alquanto imbarazzata.
Questa storia andava avanti ormai da troppo tempo.
Eppure quel ragazzo era diventato la mia dipendenza,non riuscivo a stare tranquilla se non sentivo il mio corpo a contatto con il suo.
Non mi ero mai sentita così presa da qualcuno,e questa cosa non andava bene.
Sapevo per esperienza che ad affezionarsi alle persona alla fine non si ricavava nulla di nulla,se non pianti e delusioni,ma non riuscivo a distaccarmi da quel maledetto idiota.
Lo amavo,mannaggia,lo amavo da matti.
Mannaggia a me,a quella stupida che non sono altro,che mi innamoro sempre di quello che mi fa male,di quello che non va bene per me.
Come potevo anche solo pensare di innamorarmi di Calum Hood? Era una follia.
'Paul ma dove ti nascondevi?! E' da ieri che non mi rispondi ai messaggi!' Strepitò una voce dietro le mie spalle.
'Warrie...scusami,sono un po' presa in questo periodo,è già tanto che lo accendo questo coso.' Dissi indicando il cellulare.
'Sei un po' presa da una persona che si chiama Calum,ha i capelli castani,gli occhi neri e il sorriso da bambino?' Domandò beffardo Warrie.
'Si nota molto come pensavo,vero?' Sussurrai sconfortata abbassando lo sguardo.
Warrie non lo sapeva di me e Calum,o per lo meno,non sapeva che ci vedessimo ancora dopo la notte del ballo.
'Lo sai che a me puoi dirlo Anderson.A me non sfugge nulla.Da quanto va avanti questa manfrina?' Disse pacatamente mettendomi una mano sulla spalla.
'Quasi due mesi..'Dissi sottovoce,quasi imbarazzata.
'COSA?' Strillò Warrie.
'Non urlare infedele!' 
'Scusa era l'emozione.' Si giustificò il moro.
Mi era mancato quell'idiota di Warrie.
Gli raccontai tutto,ma quando dico tutto intendo proprio tutto,compreso come mi sentivo,che lo amavo.
Il ragazzo,non appena finii il mio discorso si accarezzò il mento,mi guardò per un lungo istante e tirò un sospiro.
'Niente da fare,sei persa di lui.'
Ed era dannatamente vero.

ANGOLO AUTRICE
Bonjour!
Okay smettiamola con il francese,domani ho anche la verifica,porca zozza.
Ma ve ne fregherà poco e niente,perciò,che ve ne pare del capitolo?
SILVIA HA AGGIORNATO DOPO POCO TEMPO,LA FINE E' VICINA!!
Okay.
Dopo secoli,anni ed ere geologiche abbiamo un POV di Calum.
Qui possiamo denotare che entrambi cominciano a provare qualcosa l'uno per l'altra,cuccioli.
Comunque,saranno quattro settimane che guardo le visite ai capitoli e ho notato un bellissimo 1367 sul numero di visite del primo capitolo,waaaaao!
Grazie milleeee!
Ovviamente ringrazio tutte tutte,quelle che recensiscono,quelle che hanno la storia tra le seguite,preferite e ricordate,ma anche quelle che leggono silenziosamente,grazie di cuore.
Inoltre,volevo avvisare,chi interessato, che ho cominciato la nuova FF su Michael,yay!
Vi lascio il link a fine capitolo.
Grazie Grazie Grazieee!
Un bacione grande grande.
Silvia 

FanFiction su Michael:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2553173&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** I'm trapped under your spell. ***


 
I'm trapped under your spell.
 
Pauline's POV.

Picchiettavo nervosamente la penna sopra il raccoglitore verde,quasi in modo maniacale,assolta nei miei pensieri.Di tanto in tanto alzavo lo sguardo verso la vecchia lavagna nera appesa al muro,cercando di decifrare i simboli scritti sopra,ma la mia mente non era d'accordo.Proprio non riuscivo a capire cosa ci fosse scritto,non riuscivo a concentrarmi in nessun modo.Ancora pensavo a ciò che era successo venerdì,o per meglio dire,a ciò che era successo negli ultimi due mesi.Possibile che mi fossi davvero innamorata? Riflettevo sulle parole di Warrie,sapevo che erano veritiere,che ciò che provavo era palese agli occhi di tutti,eccetto che a quelli di Calum.Eppure non volevo ammetterlo a me stessa,per via del mio orgoglio,per via del mio pessimismo.
Andiamo,chi si innamorerebbe di un disastro?Nessuno.
O perlomeno,quale disastro si innamora?

Ciò che più mi stava tormentando la mente era però il pensiero di non piacere a lui,perché forse già sapevo che lui voleva solo e solamente una cosa,e quella cosa era il sesso.
E allora perché non la smetto di fare a botte con me stessa e mi metto l'anima in pace?
Questa storia mi stava uccidendo.
Decisi perciò che lo stesso pomeriggio sarei andata da Calum e avrei messo la parola ''fine'' a questa storia,senza ma ne perché.
Osservai di sottecchi Hood,che sedeva al secondo banco nella fila affianco alla mia,intento a copiare dal suo compagno affianco le risposte esatte.
Si mordeva il labbro inferiore e osservava il foglio di Alcott con aria attenta,quasi interessata.
Probabilmente si era svegliato tardi,dato che sembrava essersi vestito ad occhi chiusi e pareva non essersi nemmeno pettinato,ma ai miei occhi restava comunque bellissimo,con quell'aria da eterno bambino e quel sorriso beffardo sempre dipinto su quelle splendide labbra che amavo far combaciare con le mie.
La campanella suonò improvvisamente,facendomi leggermente sussultare.
Una mandria di capre con malfunzioni cerebrali si avventò verso la porta,cercando di arrancare fino all'uscita,mentre io mi alzai in modo flemmatico,riponendo i vari libri e quaderni e prendendo lo zaino da terra.
'Hei Paul!' Strepitò Warrie dietro di me entusiasto non appena uscii dalla classe.
'Ciao Warrie.' Risposi un po' meno euforicamente abbracciandolo.
'Allora,usciamo oggi? Sono secoli che non usciamo insieme!' Disse sciogliendosi dall'abbraccio osservando imperterrito lo schermo del cellulare.
Sbiancai leggermente,quasi spaventata dal dargli buca ancora.
Mi dispiaceva,ma avevo bisogno di chiarire veramente con quella testa di cazzo.
'Warrie io...Cioè mi piacerebbe tanto,credimi ma...devo chiarire con Calum,non riesco ad andare avanti con questa storia ancora per molto...'Dissi,quasi lasciando in sospeso la frase,presa dai sensi di colpa.
Il ragazzo scollò gli occhi dal cellulare e lo cacciò in tasca,per poi osservarmi per un attimo con uno sguardo vuoto,freddo.
'E poi finirete per scopare ancora.Pauline perché non ammetti a te stessa che lo ami?Cosa c'è di male o sbagliato?' Mi chiese severo,fermando entrambi davanti alla porta principale della scuola.
'Ascolta,non voglio innamorarmi va bene?Non voglio soffrire o cose simili per un cazzo di ragazzo,non sono pronta e non voglio esserlo.Odio il fatto di amarlo così tanto,perché mi sto rovinando da sola.Ora se permetti dovrei andare.'Dissi cercando di mantenere un tono calmo,andandomene a passo svelto sotto gli occhi di Warrie.
Il ragazzo mi guardò in lontananza,e gli scappò una risatina che si udì per tutto il viale.
'Non cambierai mai Anderson!' Sbraitò con un tono sarcastico.
Lo ignorai totalmente e presi la strada per andare verso casa di quel coglione di Calum.
Non appena mi trovai davanti alla porta di ingresso suonai il campanello,insicura se sentirmi a disagio o sicura di me.
Mi aprì il diretto interessato,il quale,non appena mi vide,sgranò gli occhi.
'Ciao piccola,che ci fai qui?' Domandò rivolgendomi uno dei suoi odiosissimi e meravigliosi sorrisi.
Era una cosa impossibile,risultava attraente anche con una stupida canotta rossa e dei pantaloni della tuta grigi,come era mai possibile?
'Ho bisogno di parlare con te...' Sussurrai quasi decisa.
'Oh,ho capito...-Disse osservandomi con quegli occhi neri da cui riuscivo a scorgere euforia e malizia.- Entra dolcezza.' Proseguì lasciandomi entrare e dandomi un bacio a fior di labbra.
'Cal...'Dissi osservando le mie scarpe,che in quel momento parevano molto più confortevoli da guardare che non le iridi scure del moro.
'Aspettami di sopra.' Mi disse sorridendo.
Acconsentii,non so neanche il motivo,ero troppo tesa per contestare.
Sentii la musica provenire dallo stereo spegnersi mentre salivo le scale.
Aprii la porta di camera sua,che oramai era un posto a me familiare,e osservai i fogli sparsi sulla scrivania.
Testi di canzoni,compiti mai finiti e lettere mai inviate.
Mi avvicinai e cercai di leggerne alcune frasi,ma per via della scrittura difficilmente decifrabile fu quasi inutile.
'Eccomi piccola...-Sussurrò il ragazzo prendendomi per i fianchi,attraendomi a se.-Di che hai bisogno di parlare?'Disse prendendo a baciarmi il collo,lasciando piccoli succhiotti quà e là.
No,dovevo resistergli,per quanto impossibile fosse.

Calum's POV.

'Senti io..'Cercò di dire Paul interrompendosi.
Continuai a baciarle il collo,sentendo il dolce profumo di vaniglia che spruzzava sempre sul collo. 
'Tu..?' Chiesi sedendomi sul letto e trascinandola verso di me,baciandola.
Era un vantaggio dell'essere alto almeno quindici centimetri in più di lei.
Non riusciva a continuare la frase,e questo era perché era dannatamente presa da me.
'Io credo che dovremmo smetterla...' Disse allontanandosi di ben poco,dato che le mie mani erano ferree sui suoi fianchi.
'Smetterla? E perché mai?'Domandai vago slacciandole il bottone dei jeans.
'Perché questa non è una relazione sana.' Proseguì non troppo convinta.
Sorrisi e cominciai a sbottonare i bottoni della camicia scozzese che portava,mentre proseguivo a baciarla in modo abbastanza spinto.
'E io non ho intenzione di innamorarmi di te più di quanto già non sia.' Proseguì.
All'inizio non diedi peso a quelle parole,ma quando elaborai il tutto capii che Pauline Valerie Anderson era innamorata persa di me.
'Quindi alla fine ce l'abbiamo fatta.' Sussurrai lanciando la sua camicia da qualche parte remota della stanza.
'Ce l'abbiamo fatta a fare cosa?' Domandò lei lasciandosi prendere,facendomi sdraiare sul letto e togliendomi la canottiera,accarezzandomi il petto.
'Ad innamorarci l'uno dell'altro,come due idioti.' Dissi cercando di slacciare quel dannato laccetto del reggiseno.
Sorrise,e questo mi bastò come conferma che oramai,quella ragazza era totalmente mia.

ANGOLO AUTRICE

RAGHI HO AGGIORNATO DOPO POCO PER DUE VOLTE DI FILA,COSA MI SUCCEDE?!
Comunque buongiorno o buonasera adorate lettrici!
Allora,personalmente questo capitolo non mi dispiace,ma non prendeteci troppo la mano,la storia non è ancora finita e ancora un mucchio di cose devono succedere...hehe.
Dunque,vi ringrazio ancora infinitamente per le bellissime recensioni allo scorso capitolo che erano ben 7,ma vi amo si.
Grazie davvero,siamo arrivate a 43 recensioni,aaaaw.
Comunque,spero recensiate in tante e che il capitolo vi piaccia.
Un bacione 
Silvia.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Cigarettes and revelations. ***


Cigarettes and revelations.

Calum's POV.

Osservavo il soffitto di camera mia con un sorriso ebete stampato sulle labbra da un bel po' ormai.
Il sole rimbalzava dalle vetrate ai muri color avorio e il soffitto era illuminato di una fioca luce arancione che tendeva al rosa.Tenevo un braccio dietro il collo e l'altro sulle spalle di Pauline.
Girai flemmaticamente la testa in direzione del viso della  ragazza,e stetti a guardarla dormire per qualche minuto.
Non ero mai stato un grande osservatore,e lo sapevo bene,ero sempre stato piuttosto superficiale nel vedere le cose;per me,se un qualsiasi oggetto era verde,era verde e basta,non verde petrolio con sfumature color smeraldo,solo banale e scialbo verde,nulla di più.
Ma quando i miei occhi squadravano il viso di Pauline,quella dannata ragazza,non riuscivo a non osservarne nel dettaglio ogni minimo particolare.
Ai miei occhi quella ragazza era semplicemente perfetta,con quegli occhi sempre marcati da una linea di eyeliner nero che lei riteneva banalissimi occhi castani,ma che in realtà erano un mare colmo di misteri,paure,ansie...e quei capelli,che erano sempre arruffati,di un colore castano che si avvicinava al nero,che lei usava come nascondiglio per non farsi guardare da occhi indiscreti.E quel corpo,Dio quanto fremevo dal desiderio di averlo sempre e solo mio,di sentire sempre al tatto quella pelle morbida,che amavo baciare.
'Ti a..' Sussurrai appena,prima di interrompermi a metà della frase.
Stavo davvero dicendo quella frase? Quella frase che aveva solo due parole,cinque lettere e appariva così innocua,ma che in realtà non mi azzardai mai a dire,per paura di gettarla al vento.
Oltre a non essere un osservatore,non ero nemmeno un tipo da relazioni serie e smielate,proprio non mi piacevano.Ad essere sinceri non ero un tipo da relazioni e basta.
Dicevo di voler viaggiare da solo,di non aver bisogno di una ragazza per portare ordine nella mia vita,ma la realtà era che,solamente,non ero mai riuscito a sentirmi tanto attaccato ad una ragazza.
Il pensiero di una relazione seria mi metteva ansia,avevo sempre il timore di fare qualcosa di sbagliato.
D'un tratto,quasi con un certo tempismo,Pauline sollevò le palpebre,imbrattate di eyeliner,e sorrise.
'Buongiorno.'Le sussurrai,più sicuro,convinto che lei non avesse sentito il mio tentativo di giurare di amarla,lasciandole un bacio a fior di labbra.
'Hood è pomeriggio inoltrato,sei indietro.' Mormorò con una smorfia e con quel sarcasmo che tanto amavo.
'Beh,ma che senso avrebbe dirti buon pomeriggio,se ti sei appena svegliata? Logica Anderson,pensaci.' Controbattei soddisfatto della mia teoria.
Paul amava questi discorsi senza ne capo ne coda,sapevo che le piacevano perché non era una che amava mettere un punto alle cose.
'Ma che problemi hai?'Sospirò,per poi alzarsi dal letto.
Come al solito,aveva indosso una delle mie magliette,il che non mi dispiaceva affatto,dato che stavano forse meglio su di lei,alla  quale erano grandi di almeno un paio di taglie,che a me,anche se quella era la oggettivamente mia taglia.
Accese una sigaretta presa dalla mia scrivania e rimase a guardare fuori dalla finestra per un po',immobile,le gambe tese e gli occhi fissi in un punto.
Tirava una boccata di fumo dietro l'altra,senza mai però staccare lo sguardo da un punto fisso,che in quel momento era il gatto di quella squilibrata della signora Ryan.
Mi sdraiai su i gomiti e la osservai di nuovo,domandandomi cosa ci fosse di così interessante nel gatto di quella troia della vicina.
'Dì un po',le pensi davvero le cose che hai detto?' Domandai con un filo di voce,alzandomi a mia volta dal letto,per poi affiancarmi a lei,osservando un punto non definito del tetto della casa a fianco.
'A cosa ti riferisci?-Chiese lei,senza staccare lo sguardo,gettando il mozzicone giù dalla finestra.-Al fatto che penso che la nostra sia una relazione poco sana o al fatto che...mi sono innamorata di te?' Proseguì.
'Un po' tutte e due.Cioè,ti stai contraddicendo da sola,o sbaglio?'
La ragazza mi guardò in cagnesco,per poi volgere lo sguardo solamente ai miei occhi scuri.
'Non lo so,cioè penso di credere davvero in ciò che dico,non sono una che lancia parole al vento,pondero ciò che dico,e lo avrai capito oramai.Ma il fatto è che io non riesco a capire cosa ci lega veramente,oltre al...beh lo sai.In più,io lo credo,di essermi presa una bella sbandata per te,ma non voglio ammetterlo.
Poni il caso che vada male alla fine,come più o meno il novantacinque percento delle cose che faccio;se mi innamoro,come la affronto? Io non sono mai stata innamorata veramente...Cosa mi assicura che tu sia innamorato di me almeno la metà di quanto lo sono io di te?'
Disse in modo pacato,con un leggero velo di insicurezza nelle iridi color cioccolato.
Esitai nel darle una risposta concreta.Nella mia mente si destreggiavano mille opzioni,mille parole che non avrei mai detto.
'Lo so che siamo un casino,un disastro,probabilmente anche la coppia più assurda che il globo abbia mai visto,cioè,dopo Gwyneth Paltrow e Chris Martin ovviamente,-Notai un sorriso che si dipingeva sul suo viso,accompagnato dalle sue gote rosse come il sole che ormai era quasi del tutto calato.-ma io amo te,Pauline,io ti amo davvero,e non credo di essere mai stato così sicuro di qualcosa come lo sono sul fatto di amarti.Perché te sei come l'ultimo biscotto,il primo giorno di primavera,la prima cotta,le canzoni sulla spiaggia di sera in pieno Giugno,tu sei come un temporale estivo,una canzone dei Mayday Parade,insomma sei il mio sorriso.' Conclusi torturandomi le mani e cercando di non sorridere come un ebete.
Ci fu un silenzio imbarazzante,disturbato solo dal leggero vento che faceva muovere gli alberi all'esterno.
Cercai di spezzare il silenzio con una frase di cui io stesso mi meravigliai di aver pronunciato con così tanta schiettezza e spigliatezza:
'E tu,tu mi ami?' 

Pauline's POV.

Persi almeno dieci battiti cardiaci. Io amare qualcuno? 
Mi torturai l'interno delle guance,delle labbra,e qualsiasi altra cosa che potessi martoriare con i denti,per reprimere le emozioni che non riuscino ad esporre,che non mi sentivo di dire.
Con quale coraggio avrei potuto rispondere che non lo sapevo,che non sapevo se lo amavo o meno?
Non mi era mai piaciuta la parola 'Amore'.
Un qualsiasi dizionario avrebbe riportato di fianco a quella parola,la definizione di 'sentimento intenso e profondo di affetto,rivolto verso una persona, un animale, un oggetto.O anche,sotto un altro punto di vista un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona.' ma io,personalmente l'avrei definito semplicemente come 'Modo semplice e veloce con cui i tuoi stupidi ormoni fottono la tua stupida vita.'
Il tempo sembrava scorrere ancora più lento del solito,inesorabile,pieno di cose che avrei voluto strillare.
'Io...-Mi incitò con lo sguardo.-non lo so.' Dissi sospirando,sotto lo sguardo deluso di Calum.
Complimenti Pauline,hai rovinato un'altra grande occasione,solo per il tuo stupido orgoglio,la tua stupida paura di amare.
Sei un'idiota,cara Pauline.


ANGOLO AUTRICE

Salve belliffime (ah okay Silvia,tranquilla,le f toppano.)
Allora,come va questo mese di maggio?
E' l'ultimo mese di scuola raghi,manca poco awaw
In Anyway,il capitolo.
Beh,che dire,vediamo un POV di Calum lungo quanto la Bibbia e un Calum appunto dolce come il miele ed una Pauline indecisa come me quando si tratta di quale gelato scegliere.
Ditemi cosa ne pensate bellezze,ora vado a studiare Algebra perché domani ho la verifica,e datemi la buona fortuna (anche se servirebbe un miracolo).
PUBBLICITA' (PIU' CHE) OCCULTA
 'Don't be afraid,you're already dead.'(FF su Michael,per intenderci): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2553173&i=1
'Like Magnets'(Flashfic su Ashton): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2588571&i=1

Dopo questa pubblicità mi dileguo
Adios bellezze,alla prossima
Silvia!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Learn to knock,Paul. ***


 
Learn to knock,Paul.

Calum's POV

'Quindi ti ha liquidato con un ''Non lo so.''? Cazzo,che idola!' Strepitò Ashton divertito,dopo che raccontai a lui e agli altri della mia dichiarazione a Paul.
Ammetto di non essere uno che si interessa di ciò che gli altri provano per me,ma quando si tratta di Pauline a me importa eccome,il problema è che non so spiegarmi perché.
'Non dovresti essere dalla mia parte o cose simili?' Domandai stranito passandomi una mano tra i capelli neri.
Poggiai poi la stessa mano sulla guancia e sbuffai,volgendo il mio sguardo a Luke,che stava immobile appoggiato allo stipite della porta,intento a fumare una sigaretta,probabilmente la quarta da quando era in camera mia.
Nell'aria si respirava ancora il profumo dolciastro della ragazza,misto a nicotina e dopobarba.
Mi passai la lingua sulle labbra,sentendo ancora il sapore del burrocacao di Paul. 
Ashton rise divertito ancora una volta,per poi essere ripreso da Michael.
'Te l'avevo detto che Pauline non era roba per te.Troppo seria.' Sussurrò Michael con il suo solito tono che oscillava sempre fra l'accusatorio e il tetro.
Odiavo quando cercava di darmi consigli,come se lui sapesse cosa prova realmente quella ragazza,come se lui sapesse come deve andare avanti una relazione.
Michael non sa nulla di Paul,così come non lo so io,così come non lo sa neanche Warrie,che è il suo migliore amico,perché Pauline è un Problema di quelli con la P maiuscola.Non mi fraintendete,per ''Problema'',lascio alludere ad un bellissimo problema,non uno di quelli catastrofici,non uno di quelli irrisolvibili,uno di quelli che ti devi rimboccare le maniche per risolverli,uno di quelli con cui alla fine impari a convivere,che in fin dei conti sono diventati piacevoli.
Lo ignorai,facendo finta di non averlo sentito.
'Perciò che faccio ora?' Domandai ai miei amici.
Ashton si ricompose,fermando la sua ondata di ilarità e guardandomi fisso con le sue iridi verdi.
'Beh,mettila alle strette,no?' Rispose ovvio Ash.
'Che intendi dire?' Domandai nuovamente,in modo ingenuo.
Il castano scosse la testa ed alzò gli occhi al cielo,quasi infastidito dalla mia domanda.
'Intendo,falle capire che deve inquadrare al più presto ciò che vuole fare,cioè,se vuole stare con te o no.Non può cavarsela con un ''Non lo so.'',giusto?' Mi spiegò il ragazzo.
Aveva ragione,non poteva cavarsela così,con una risposta indecisa,che poi non era neanche una vera e propria risposta.
Al volo mi arrivò un'idea,una di quelle di cui non mi ero mai sentito così fiero,un'idea che ero prettamente sicuro che avrebbe avuto successo.
'Giusto.Ora levate i vostri sudici culi da casa mia,ho in mente una cosa.' Dissi con un sorriso di malizia sul volto.
Michael e Ashton,dopo avermi salutato con un "Ciao bassista sfigato.",uscirono insieme,confabulando qualcosa probabilmente contro di me.
Luke si scostò dallo stipite della porta,si avvicinò alla finestra e gettò il mozzicone di sigaretta giù.
Rimase con le spalle rivolte verso la finestra a guardarmi,con quel suo solito sguardo di disprezzo che volgeva a tutti,quello sguardo che piaceva a tutti,nessuna eccezione.
Luke era sempre così,pacato,riflessivo,si faceva sempre un'idea perfetta della persona con cui stava parlando,anche solo scambianvi un ''ciao'',un anonimo ''ciao'' che non traspariva alcuna emozione.
'Non fare stronzate Calum,non ti conviene.' Mi rimproverò Luke guardandomi fisso con quei suoi occhi azzurri come il ghiaccio.
'Non devo fare stronzate,seguo solo il consiglio di Ashton.' Mi giustificai.
'Appunto.-Disse torturandosi il piercing affisso al suo labbro,lasciandosi scappare una risatina non troppo convinta.-Che hai in mente Thomas?' Domandò.
'Vedrai,no? Se te lo svelo,poi tu farai di tutto per farmi cambiare idea,e non voglio che accada.Per una volta,voglio che si faccia solo e solamente di testa mia.' Sospirai alzandomi dal letto in cerca di una maglia pulita,dato che quella che indossavo puzzava di fumo in una maniera indicibile.
'Ma tu fai sempre di testa tua.- Disse quasi come fosse un altro rimprovero.- Ed è per questo che cerco di farti ragionare ora,per quanto riguarda la Anderson.Insomma,chi ha mai visto Calum Hood preso da una ragazza come in questo periodo? Non lo so,sembra quasi che voi due facciate a gara.Intendo,siete talmente occupati a mettervi i bastoni tra le ruote per non capire che la vostra sarebbe una relazione perfetta,siete due opposti,ci hai mai fatto caso?State facendo una gara a chi si innamora meno,quando in realtà non riuscite a vedere che non c'è niente che si completi più dell'amore che provate l'uno per l'altra.' Recitò saggiamente il biondo,che in quel momento non riusciva a smettere di fissare il tatuaggio che giaceva sul mio avambraccio.
'E' questo ciò che intendo;stai cercando di farmi cambiare idea,ancora.Sono convinto di ciò che sto per fare,andrà tutto per il meglio,fidati di me.' Dissi deciso.
Luke si diresse verso la porta con un pizzico di sconforto che gli si leggeva negli occhi,non troppo soddisfatto.
'Come ti pare,Cal.Ci vediamo domani a scuola.' Sospirò per poi uscire chiudendo la porta.
Ecco,adesso niente e nessuno mi poteva fermare,ero pronto ad attuare il mio piano.

Pauline's POV

'Dai Paul stai diventando di un paranoico assurdo.Cazzo,Cal non ti fa bene per niente,ti rincoglionisce e ti fa diventare peggio di quella stronza di Algebra che ancora mi deve dare i risultati del test,pff.'Strepitò Warrie appoggiando i piedi sopra al tavolino ed incrociando le braccia al petto.
'Lo so War,ma è più forte di me...Cioè,quale cogliona dice al ragazzo che ama che non sa se lo ama o meno.'Dissi,rendendomi conto che era una cosa abbastanza contorta.
Non riuscivo a pensare ad altro,che cazzo pensavo in quel momento?
''Non lo so'',ma che risposta è?!
Dio,Pauline mai una ne fai giusta.
Warrie mi guardò un po',probabilmente non sapendo se ridere,dirmi di andare a farmi fottere o prendermi a schiaffi.
'Quindi lo ami? Lo sapevo,OTP fino alla fine dei tempi.'Strepitò con una voce fastidiosamente acuta.
'Zitto idiota.Che faccio ora? Cioè ho paura che ora mi odi,sai,mi ha fatto una dichiarazione da pelle d'oca...' Sussurrai insicura,sprofondando sul divano accanto a lui.
'Vai da lui e digli che la verità è che lo ami più di Zac Efron,il che è decisamente una dichiarazione assurda detta da te.' Disse ridendo da solo alla sua stessa battuta squallida.
'Mh...Forse hai ragione.Vado subito? Oddio sono già in ansia!' Strepitai mettendomi le mani tra i capelli corvini.
'Muoviti gambe di gelatina,vai da lui,accoppiatevi,procreate e date luce a bimbi kiwi.' Disse tirandomi su dal divano con una certa irruenza.
'Vado,vado..'Sospirai rassegnata,convinta che alla fine era la cosa più giusta.
Dieci minuti dopo mi ritrovai nella via diretta a casa di Calum,con il cuore che palpitava sempre più ad ogni passo.Mi sembrava una cosa più che familiare,conoscevo la strada per arrivare a casa sua a memoria.
A volte,la notte,quando non riuscivo a dormire,pensavo a come eravamo arrivati a quel punto,io e Calum.Mi sembrava così strano essere passati dall'essere due persone totalmente intolleranti l'una all'altro all'essere due persone che hanno persino dei rapporti insieme.
Senza rendermene conto arrivai a casa di Cal.
Suonai il campanello,sicura che mi avrebbe aperto proprio lui,ma al suo posto mi aprì una ragazza sulla ventina,incredibilmente somigliante a Calum,sicuramente sua sorella.
'Cerchi mio fratello?'-Domandò con un sorriso-E' di sopra,presumo tu conosca la strada diretta a camera sua.' Proseguì facendomi entrare,lasciando chiudere la porta alle sue spalle,tornando a fare ciò che stava facendo.
Eccome se la conoscevo la strada di camera sua,la conoscevo più che bene.
Arrivata in cima alle scale mi diressi verso la porta di camera sua,girai la maniglia della sua porta e rimasi lì,impalata,non sapendo come reagire a ciò che mi si parava davanti.
Non capivo neanche se lo stavo vedendo veramente o era una mia illusione,qualcosa che mi stavo creando io,qualcosa che in realtà non esisteva.
Ed invece era tutto vero,c'era davvero Elsa Thompson sopra a Calum,e si stavano veramente baciando,stavano veramente facendo tutto ciò che avremmo dovuto fare in realtà soltanto io e Calum.
Eppure mamma me l'aveva sempre detto,''Impara a bussare,prima di entrare''.


ANGOLO AUTRICE
STO URLANDO.
Sì PERCHE' IL CAPITOLO MI PIACE DA IMPAZZIRE ED IL 5 GIUGNO I 5SOS SONO ANCORA IN ITALIA,URLO COME UN CANE RAGHI AIUTO.

Comunque,buonasera!
Allora,ci ho messo un po' a pubblicare il capitolo ma nel complesso mi piace molto.
La trama si infittisce hehe,colpi di scena assurdi che mi vengono in mente nelle lezioni di madrelingua inglese.
Anyway,ho bisogno un attimo di spazio per ringraziarvi come se non ci fosse un domani
SIAMO A 63 RECENSIONI,90 PERSONE HANNO QUESTA STORIA FRA LE PREFERITE,14 FRA LE RICORDATE E 85 FRA LE SEGUITE,NO MA SCHERZATE?! VI AMO,GRAZIE MILLE,AIUTO! 
Grazie seriamente bellissime,grazie di tutto.
Comunque,avevo in mente di dirvi che,udite udite,STO PER PUBBLICARE IL PRIMO CAPITOLO DELLA FANFICTION SU LUKE,NON SO PERCHE' LO STO SCRIVENDO IN CAPS LOCK PERO'.
Spero che seguirete,me e i miei scleri pure lì,dovrei pubblicarlo fra sta sera e domani,yey.
Quindi,dopo questo angolo autrice immenso,mi dileguo e vi ringrazio ancora!
Silvia!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Our love is a mess. ***


 
Our love is a mess. 


Pauline's POV.

Sentii la terra mancarmi sotto ai piedi,un nodo alla gola,le ginocchia tremare.
Dovevo aspettarmelo,cosa credevo?,che sarebbe diventato il mio principe azzurro?
Sapevo fin dal principio che non era una cosa sana,che non avremmo mai dovuto cominciare quella specie di "relazione",me l'ero sempre detta.
Eppure devo sempre rimanere scottata prima di rassegnarmi su qualcosa.
Eppure ora ero lì,pronta ad urlare al mondo che sì,anche io lo amavo,ma avevo il cuore che scoppiava,le lacrime che non ce la facevano più ad essere trattenute,la gola che bruciava,sintomi che,sicuramente,quando stai per dire 'ti amo' a qualcuno,non si dovrebbero provare.
'P-Paul...ehm...' Recitò il moro,facendo adagiare la ragazza sull'altra parte del letto,mentre lui si alzò,rivestendosi.
La ragazza mi scrutò con disprezzo e sbuffò.
'E lei che ci fa qui?'Domandò infastidita la bionda con una smorfia.
Cazzo,quanto la detesto.
'Un attimo solo,Elsa...-Temporeggiò Calum,volgendo lo sguardo a me.-Ti va una sigaretta?' Domandò serafico,come se fosse una situazione regolare.
Non avevo la forza di insultarlo,ero troppo delusa per farlo,perciò annuii flebilmente,muovendo appena la testa,facendo scuotere il beanie.
Il ragazzo prese il pacchetto di sigarette dalla scrivania insieme all'accendino,e scendemmo insieme le scale.
Appena fuori nessuno dei due osava parlare,io mi sentivo così...fuori luogo,lì,con quell'immagine stampata in testa e una sigaretta scadente fra le labbra schiuse.
Ancora non mi sapevo spiegare perché Calum comprasse quelle sigarette del cazzo;erano le classiche sigarette che compri quando non hai abbastanza spiccioli per prenderti le Marlboro o le Lucky Strike,quelle sigarette che arrivano subito al filtro dopo due boccate.
C'erano tante cose che non mi sapevo spiegare di Cal oltre ai suoi gusti pessimi in fatto di sigarette,come ad esempio il perché calzasse sempre e solamente Vans,o il perché non riuscisse a suonare nessun'altro basso al di fuori del suo,o anche perché passasse le sue domeniche leggendo fumetti o guardando cartoni animati,perché beveva il the con un solo cucchiaio di zucchero e così via.
Ma quella che non riuscivo proprio a trovare un perché sensato era il perché stesse scopando con Elsa Thompson,che lui stesso riteneva una puttana,che l'aveva abbandonato al ballo per strusciarsi su Warrie,che non si interessava realmente a Cal,che non lo amava nemmeno la metà di quanto lo amassi io.
'Perché...' Sussurrai sovrappensiero,cercando di dare una risposta alle mie domande.
'A cosa vuoi che dia una spiegazione?-Domandò il ragazzo gettando il mozzicone,per poi riaccendere subito dopo un'altra sigarettta.-Al fatto che stavo scopando con Elsa o al fatto che non vuoi amarmi?' 
Sentii,per l'ennesima volta,le mani tremare.
'Io non ho mai detto ''Calum non ti amo'',ho solo detto che non sapevo di amarti.Che gran cogliona la Anderson eh? Ma forse,anche tu non sei da meno.Giuri di amarmi,dici che sono il tuo sorriso,e poi,non appena qualcuno fa crollare il tuo stupido castello di certezze,tu ritiri tutto,e scopi con un'altra.Forse qui,le teste di cazzo,sono due,non solo io.' Dissi tenendo lo sguardo fisso su una foglia che si spostava sul cemento,smossa dal vento.
La sigaretta che stringevo fra l'indice ed il medio si stava per spegnere,lasciando cadere gli ultimi residui di cenere sulle mie scarpe.
Calum si morse il labbro inferiore e gettò il secondo mozzicone proprio sulla foglia che aveva catturato la mia attenzione.
'Non sopporto il fatto che tu non riesca ad aprirti con me,dirmi quelle cazzo di parole che costruirebbero le fondamenta al mio "castello di certezze",come lo chiami tu; si tratta di due parole,'ti amo',due parole che ormai non hanno nemmeno più un significato,dato che siamo la generazione delle frasi dette con troppa semplicità.' Sbraitò appoggiandosi allo stipite della porta d'ingresso,accompagnato da un sonoro sbuffo.
'Questo non spiega perché stavi scopando con quella puttanella.Sai,il mio intento era venire qui da te e dirtele quelle fottute paroline magiche,perché sembra che tu non aspetti altro,che ti servano così tanto.A che cazzo servono? Per vanto,per vezzo,per certezza? Non servono a nulla,ecco cosa.
'Mi mancano i tempi in cui il nostro era un rapporto di solo sesso.' Disse tranquillo,come se fosse la cosa più normale da dire in quelle circostanze.
'E allora perché non torniamo a quello!?' Sbottai senza più capire il filo logico che collegava il nostro discorso.
'Perché non sarebbe più solamente sesso,Cristo,Pauline! Quello sarebbe amore,lo so.E vuoi sapere perché lo so? Perché io lo sentivo già l'amore,durante le nostre ultime volte.Il respiro che si mescola,le labbra che si cercano,i corpi a stretto contatto uno con l'altro,ecco,quello è amore,l'amore che piace a me,e che so che piace anche a te.Perché il nostro è amore,per quanto tu voglia negarlo.'Sospirò il moro.
'E allora,se è sempre stato amore,perché siamo in questo casino?' Domandai con un filo di voce.
'Perché l'amore è questo,un grandissimo casino.' Rispose azzardando un sorriso.
Ci fu un attimo in cui il silenzio regnò sovrano,e nessuno dei due osava parlare.
'Che farai ora con Elsa perciò?' Domandai cercando di rompere il silenzio,sistemandomi il beanie grigio,gentile omaggio di Calum,che per altro,lo cercava da settimane,senza sapere che ormai era nelle mie grinfie.
'Mi sembra ovvio.'Sussurrò avvicinandosi alle mie labbra.
'Dillo...' Soffiai sulle sue labbra,sentendo il bisogno di avere certezze.
'Sono solo tuo.' Disse lasciandomi un bacio casto sulle labbra.
'Solo mio.' Ripetei io convincendomi e lasciandogli un altro bacio sulle labbra.


ANGOLO AUTRICE
Heyaaa!
Eccomi qui con il sedicesimo capitolo!
Questa volta vi ho fatto aspettare un po' di più,ma quest'estate pubblicherò sempre ogni settimana,impegni permettendo ovviamente.
Anche perché,sono intenzionata a pubblicare seriamente la FanFiction su Luke che ho già  pronta e continuare quella su Michael,perciò,una volta finita quest'altra storia,non vi libererete di me in questa categoria!
Passando al capitolo,se pensate che sia già tutto risolto fra i nostri protagonisti allora non mi conoscete,la storia ancora non è finita...Non faccio spoiler però hahaha.
Ancora una volta voglio ringraziarvi delle visite,che per altro sono tantissime,cioè 2295 solo al primo capitolo!,delle recensioni,dell'aver inserito la storia fra le ricordate,preferite e seguite,siete davvero tante,grazie mille!
Quindi,grazie di nuovo e buon inizio vacanze!
Silvia!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Liar. ***


Liar.
 


Pauline's POV

Uscii dalla doccia strisciando i piedi fino allo specchio, dove osservai minuscole goccioline di vapore evaporare lentamente.
Probabilmente i bambini in Africa mi odiano, dato che per farmi una sola doccia praticamente svuoto l'acquedotto, però mi rilassa una doccia calda prima di andare a dormire, sin da quando ero bambina.
Ci sono certi ''riti'' che non ho mai smesso di attuare, tipo questo o tanti altri, ad esempio leggere prima di dormire, addormentarmi con gli auricolari, scrivere con la penna blu, ed altre stronzate che solo una come me potrebbe avere come manie.
Il telefono era poggiato sul mobile vicino al lavandino, segnava quindici messaggi e due chiamate perse.
Praticamente quando sono in doccia si coalizzano tutti per scrivermi messaggi e chiamarmi, mentre quando sono annoiata e sola come un cane non mi cerca nessuno,ok.
Le due chiamate erano di Warrie e Nina, la mia sorellina di tredici anni.
Fastidiosa come la peste nera e totalmente diversa da me, in tutto.
Un po' come il sole e la luna;lei era il sole,con quel temperamento esplosivo e la voglia di socializzare e fare nuove esperienze, con la curiosità che si percepiva dai suoi occhi ed il sorriso sempre sulle labbra, ed io la luna, triste e cupa, che non trasmette nulla, ombrosa, sempre in parte nascosta.
Erano le nove e dodici, e Warrie sicuramente non stava dormendo, così decisi di chiamarlo, per sapere che cazzo aveva bisogno.
'Cazzo vuoi?' Sbraitò dall'altro capo War,il quale aveva una voce vagamente impastata.
'Non dirmi che già dormivi, checca.- Sospirai ridendo- Che hai bisogno,comunque? Ho visto che mi hai chiamata.'
'Ah boh,tipo Clifford mi ha chiamato dicendo che aveva bisogno di te, ma non rispondevi ai messaggi. Perciò mi ha detto di dirti di rispondrgli...un'ora fa...era urgente...OPS.' 
Sorrisi, pensando a quanto fosse coglione Warrie.
'Lo richiamo, grazie Warrie per essere così totalmente non utile. Ci vediamo domani a scuola, notte merda.' Attaccai io, senza nemmeno aspettare una risposta del ragazzo. 
Chissà di che aveva bisogno Clifford di così urgente, in fin dei conti non avevamo mai avuto questo gran dialogo.
Certo, eravamo usciti insieme a cazzate varie, ma alla fine la cosa era finita in niente, terminata praticamente ancor prima di iniziarla.
Pensai che alla fine potevo aspettare a richiamarlo, prima avrei riguardato i messaggi.
Avevo anche due messaggi in segreteria, non credevo di essere così famosa.
Dieci messaggi erano solo di Michael, due del mio gestore telefonico e tre di Calum, mentre i messaggi in segreteria erano sempre di Michael.
Ignorai totalmente i messaggi della compagnia telefonica e andai subito a controllare quelli di Cal.
Ogni tanto mi schifavo da sola, stavo mettendo quel falso asiatico prima di tutto e tutti e non andava bene,però non riuscivo a smetterla.

''Ok,non sono tagliato per questo tipo di messaggi, ma volevo solo dirti che sono tre mesi, tre mesi di noi, tre mesi che mi sopporti e non mi mandi a cagare direttamente, tre mesi che ti ho affianco nonostante  tutto, tre mesi difficili, ma splendidi solo perché ti ho avuta al mio fianco, grazie, grazie davvero''

Non mi aspettavo niente del genere e non sapevo nemmeno che era tre mesi che...beh che...stavamo insieme? Si dice così? Dio,quanto mi fa strano dirlo.
Questo era il primo messaggio, il secondo era una foto che ci avevano scattato al ballo,di cui non sapevo nemmeno l'esistenza.
Eravamo io e lui,uno davanti all'altra, i nasi che si toccano e le mani che si intrecciano, un sorriso ebete ed i capelli arruffati, una coppietta da dieci più che generalmente mi avrebbe dato il voltastomaco, ma che in realtà, in quel contesto, mi piaceva da morire.
Il terzo messaggio era invece uno stralcio di un bigliettino che mi aveva inviato durante l'ora di biologia, per il quale eravamo finiti anche in presidenza.
Non credevo l'avesse tenuto.
Ero in preda a una tempesta interiore, ero felice, ma al tempo stesso stranita, pensando fosse un tipo che di queste cose se ne fotte altamente.
''Ti amo''

Digitai,senza pensarci.
Lo rilessi e pensai 'Cristo Paul, sei così di poche parole'.
Però mi piaceva, ci stava bene, lo sentivo davvero.
Prima che riuscissi a premere 'invio',sentii qualcosa colpire i vetri della finestra.
Mi precipitai a guardare cosa cazzo fosse, 'oddio moriremo tutti, è l'Apocalisse' pensai ad alta voce.
'Oppure gli alieni, mamma andiamo in cantina' proseguii, propriamente seria.
'Oddio Clifford, che cazzo fai?' Strepitai aprendo la finestra e guardando il ragazzo con la chioma verde sotto la mia finestra con una manciata di sassolini presi dal mio giardino.
'Devo parlarti, è urgente!' Sbraitò il ragazzo,sbracciandosi come non mai.
'Ti apro la porta,non fare Robin Hood e non ti arrampicare sull'albero.' Sospirai.
Che cazzo vuole questo alle nove e trenta di sera,di giovedì,per giunta?
'Dimmi...' Sussurrai aprendo la porta.
Lo invitai a salire in camera mia, dato che c'era papà in giro, e non mi andava che sapesse che altri diciottenni schifosi oltre a me girassero a piede libero per casa.
'Senti, cerco di dirtelo con poche parole, evitando intrecci troppo incasinati...Calum si vede ancora con Elsa.' Farfugliò sedendosi sul letto.
'Per dio,evita di dire stronzate.' Dissi infastidita.
'Credi che ti stia dicendo stronzate? Secondo te quando ti dice che ha da fare, cosa deve fare realmente? Dio Cristo Paul, non te lo sei mai chiesta? Sei così innamorata da non vederlo?' Controbattè pacatamente il ragazzo,come se fosse una cosa normale piombare a casa mia e dire '' hei Paul,il tuo ragazzo ti tradisce, buona serata e tante cose belle. Ah, sei un'idiota perché non te ne sei accorta''.
'Hai altre ''prove''? Perché dovrei crederti?' Domandai picchiettando con le dita sulla scrivania.
Michael fece spallucce e mi guarò fisso negli occhi.
'Perché dovrei mentirti? Tanto non ti innamoreresti in ogni caso di me. Cosa credi, che quei messaggi dolci che ti manda siano dedicati solo a te? Scrive esattamente le stesse cose ad Elsa, apri gli occhi, Paul. Non voglio che tu soffra ancora per colpa sua.' Sussurrò alzandosi in piedi.
'Michael io...grazie...' Riuscii a dire soltanto.
Non piango mai.
Non perché sono una persona forte o altro, solamente perché lo trovo futile, non riesco a piangere, nemmeno quando sono sola.
Eppure in quel momento scoppiai a piangere fra le braccia di Michael, come una bambina, una bambina che ormai aveva capito che le favole non esistono.


ANGOLO AUTRICE
Hellow.
SCUSATE DEL RITARDO,lo scrivo in ogni capitolo, mi dispiace, ma proprio faccio fatica a scrivere o trovare tempo per scrivere.
Quando ho tempo non ho ispirazione, e quando ho ispirazione non ho tempo.
In 'sto periodo davvero ho avuto pochissimo tempo, fra esami e ospedale non ero mai in casa, scusatemi davvero.
Cercherò di aggiornare il prima possibile, anche perché ho un sacco di idee e poi mi dispiace far aspettare tutte voi.
Ho recentemente notato che la storia è fra le più popolari della categoria,wow!
Grazie di cuore, vi ringrazio tutte, le 74 che hanno recensito, le 113 che hanno messo la storia nelle preferite, le 19 che l'hanno fra le ricordate e le 101 che l'hanno fra le seguite,grazie davvero!
Che dire se non ci vediamo al prossimo capitolo?
Grazie di nuovo di vero cuore,
Silvia!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Sick Little Games ***


Sick Little Games.


Michael's POV.

'Hai fatto quello che dovevi fare, Mich, smettila di fare il depresso, cazzo!' Esclamò Ashton, gesticolando come un pazzo.
Smetto per un attimo di guardare la punta delle mie scarpe, e alzo la testa in direzione del castano.
Gli occhi verdi, che tendono ad essere castani quando è particolarmente annoiato, sembrano quasi apatici mentre mi scrutano da capo a piedi.
Si sistema le ciocche più ribelli di capelli sotto la bandana rossa, poi sbuffa.
'Lo so, Ash, ma credo che forse avrebbe dovuto scoprirlo da sè...no?' Domandai, giocherellando con la cannuccia che giaceva nella mia lattina di aranciata, ormai sgasata.
Il ragazzo seduto di fronte a me alza gli occhi al cielo, e ancora una volta, sbuffa, per poi tornare ad osservare i miei occhi.
'Sai perché alla fine se l'è scopata Calum? Perché hai i ritmi di un bradipo morente. Dio, Michael, prima la inviti ad uscire e poi la lasci nelle grinfie di Cal, ma a che cazzo di gioco stai giocando? No perché, amico, che gioco di merda!' Disse Ash con il suo solito fare saccente. In effetti, ho proprio giocato male le mie carte.
Ero così vicino dall'averla per me, così vicino dal sentirla mia, ma è svanito tutto in un attimo.
Ho sbagliato, lo ammetto. Le bugie non servono a niente.
'Ascolta, sono uno che ha bisogno del suo tempo.' Mi giustifico, mordendomi il labbro inferiore.
'Sei un coglione, ecco cosa sei.Se avessi preceduto quel falso asiatico, ora staresti con la Anderson.' Sbraita di nuovo Ash, con fare quasi paterno.
'Lo so, ma non posso cambiare le cose...poi lei sembra davvero innamorata di Calum e...' e sono fottuto. 
Non volevo continuarla, quella frase. Perché io di ragazze, posso averne tante, tutte quelle che voglio, ma mi sto rovinando per una in particolare.
Mento ai miei amici, li metto nei casini, solo per una stupida, meravigliosa, bellissima ragazza che non mi guarderà mai nello stesso modo in cui la guardo io. Me lo chiedo spesso, perché proprio Pauline, alla fine, è una ragazza come tante altre...se non fosse per quel sorriso che ha sempre un non so che di malinconico, quegli occhi scuri che passerei ore a guardare, quella risata che ti entra nelle ossa, quel suo sarcasmo, quel suo essere sè stessa nel migliore dei modi. 
'...Ash,se ti dico una cosa, mi prometti che non mi giudichi? Come quando mi sono tino i capelli di rosa? Cioè mi hai sfottuto, ma non mi hai giudicato, giusto? Ecco, non farlo neanche qui, per favore, eh, dai?' Dissi giocherellando con le maniche del maglione, fin troppo lunghe.
'Se non parli ti schiaffeggio. Muoviti testa verde.'
'Sai no, 'sta roba di Elsa e Calum? Può essere che sì ecco...beh non sia vera. Ma hei, almeno posso dire di avere fantasia e grande capacità recitativa, vero Ash?' Domandai titubante, ridacchiando nervosamente.
Ecco, l'ho detto. Sono sempre stato bravo ad inventare bugie, non per altro infatti finivo sempre nei casini.
Ashton mi osserva, accarezzandosi i capelli. Mi sento nervoso da morire, e adesso l'ho detto semplicemente ad Ashton, immagino quando lo dirò ai diretti interessati.
'Ma bravo, testa di cazzo.-Disse soltanto, quasi divertito.- Perché? Voglio una motivazione valida, Clifford. E non dire 'perché mi piace Pauline', perché hai rotto le palle.' Proseguì con la solita incontenibile finezza.
Mi sedetti più comodo sulla sedia, cercando di farmi il più piccolo possibile,sotto lo sguardo fulminante di Ash, che sembrava a metà fra l'incredulo e l'incazzato.
Merda.
'Ehm...beh...non lo so. Credo sia, primariamente, perché ho un debole per Pauline, ma anche perché...perché...- Come potevo concludere quella frase? 
'Perché sei geloso di Cal?' Domandò serafico Irwin, appoggiandosi al bancone della sua cucina.
Suona ancor più patetico quando lo dice qualcun altro. Nella mia testa sembrava meno stupido.
Geloso di Calum, era proprio il mio stato in quegli ultimi mesi.Mi ero ridotto ad essere geloso di un cretino che ragiona come un bambino, e non era nemmeno la prima volta.
La prima volta che mi sono sentito davvero geloso di Calum è stato quando l'hanno eletto Capitano della squadra di Lacrosse alle medie, mentre io ero stato eletto ''Co-Capitano''. Sul momento ero tipo ''Wow, cazzo! Devo essere un gran figo ora!'', ma poi, realizzai che il Co-Capitano era davvero una merda. Certo, appoggiavo e sapevo per primo i piani del ''sommo'' Capitano Hood, ma non era poi 'sto gran privilegio.
E sentivo come se d'un tratto, Calum fosse diventato migliore di me, una sensazione a dir poco sgradevole. Non che mi fosse mai interessato qualcosa del Lacrosse, o dell'essere addirittura Capitano della squadra, mi interessava soltanto di essere migliore di lui in qualcosa.
'Si nota?' Domandai senza pensarci, con una voce acuta, quasi fastidiosa.
'Uhm, sì. Si è sempre notato, Michael, cioè sembra che ti dia quasi fastidio quando lui raggiunge qualche traguardo...' Sospirò Ashton, come se si fosse levato un peso.
Prima che potessi controbattere in un quasivoglia cattivo modo, suonò il campanello.
Ashton trascinò i piedi fino all'uscio, seguito da me.

Calum's POV.

'Hood, amico!' Strillò Ashton appena aprì la porta.
'Irwin!' Risposi di rimando, cercando di dimostrarmi con i soliti fari contenti e spensierati.
Notai proprio dietro ad Ashton, Michael. Proprio la persona che volevo vedere meno di tutte.
Gli rivolsi uno sguardo di collera, per poi entrare in casa, togliendomi la felpa e abbandonandola sul divano.
Michael sembrò quasi sbiancare alla mia vista. Codardo.
'Allora, ho interrotto un discorso importante?' Domandai, sfregandomi le mani l'una con l'altra.
I due si guardano nervosi, scuotendo la testa in segno di dissenso.
'Bene! Ce l'ho io un discorso importante da fare.- Incalzai, volgendo un altro sguardo a Michael, che cercava di scomparire.- Che hai Michael, sei a disagio?' Domandai, con tono falsamente ingenuo.
Ashton osservò il ragazzo con uno sguardo a metà tra il compiaciuto e lo sgomentato.
'No, perché dovrei?' Domandò torturandosi l'interno delle guance.
'Non so, forse perché metti in giro voci non vere sul mio conto?' Domandai, avvicinandomi a Michael con fare minaccioso.
Che motivi aveva di dire a Pauline che mi frequento ancora con Elsa? Cioè, so che ha una specie di favoritismo verso Paul, ma mettersi tra me e lei, non credevo ne fosse capace. O perlomeno, non credevo fosse così...meschino.
'Ascolta, Cal, ne possiamo parlare, non...- Cercò di giustificarsi balbettando, impaurito.
Mi avvicinai sempre di più, osservandolo con disprezzo.
'Che motivi hai avuto? Ti piace vedermi litigare con lei? Credi che io non sia quello giusto per Paul? Voglio una risposta o giuro che- Sento la mano di Ashton appoggiarsi sul mio pugno, lasciato a mezz'aria, nel tentativo di colpire Michael.
'Ragazzi, vi sembra il modo di ehm...tenere una discussione?' Domandò retorico cercando di riportare la pace.
O forse perché non vuole sangue sui cuscini.
'Non ti immischiare.' Risposi sgarbatamente, cercando di liberare il pugno dalla sua mano.
Michael mi osserva con quelle iridi di un colore indefinito tra il verde e l'azzurro. 
'L'ho fatto perché Pauline piace a me, mi è sempre piaciuta, e tu lo sapevi e l'hai sempre saputo. Non appena sono riuscito a chiederle di uscire e farmi coraggio, ti sei messo in mezzo, per dimostrarti migliore o che so io, come al solito.Ecco perché.' Si giustificò Michael.
Francamente, l'ho sempre saputo, a Michael piaceva Paul, ma non mi è mai fregato molto.
All'inizio meditavo soltanto di scoparmela  quando mi andava, lo ammetto, ma ora penso davvero di essermi preso la cotta più grande che abbia mai preso. A dire la verità, penso sul serio di amarla. Non mi sono mai sentito così con nessuna ragazza con cui io sia stato, è semplicemente assurdo come una persona ti possa far sentire certe cose.
'Evidentemente, tu non interessi a lei. Hai idea del casino in cui mi hai messo!?'
'Sì, ho idea. Ma se mi ha creduto è perché alla fine la tua ragazza non si fida poi così tanto di te, non ti pare?' Domandò con quel suo sorrisino bastardo che si dipinge sulle labbra quando pensa di aver fatto un'osservazione intelligente.
'So che Paul si fida di me, lo so per certo. Le avrai raccontato qualcuna delle tue stronzate e avrai ingigantito la cosa, non è così? Credevo tu fossi mio amico, lo pensavo davvero.' Sputai acido.
'E io credevo davvero che tu non fossi lo stronzo che hai dimostrato di essere, quanto è ingiusta la vita eh? Devi sempre essere migliore di me in tutto, ma qual'è il premio? Pauline? La consapevolezza di essere migliore del tuo migliore amico?' 
Lo osservai, scocciato. Michael queste cose le rinfaccia sempre durante un litigio. E' davvero un bambino, alle volte.
'Prova a rimetterti di nuovo tra me e Paul e giuro che il mio pugno ti arriva davvero dritto sulla faccia, 'sta volta.' Conclusi, abbassando finalmente i pugni.
'Ma dimmi, te la tieni buona perché scopa bene o per illuderla come più ti piace?' Chiese, con un sorriso bastardo sul volto.
'Sai, Clifford, mi innamoro anche io, ho anche io questa debolezza, purtroppo.' Risponsi solamente, riprendendo le distanze e ripescando la mia felpa dal divano, per poi uscire e chiudermi la porta alle spalle.
Ora, mi resta solo da chiarire un gran bel casino.

ANGOLO AUTRICE 

Heyaaa! Sono le 2.31, domani devo partire e teoricamente dovrei dormire, ma praticamente sono qui a scrivere.
Allora, scusatemi il tempo che ho impiegato a scrivere il capitolo, ma è estate e praticamente è arrivata una botta di vita sociale improvvisa e dopo aver studiato latino per metà luglio, sono riuscita a scrivere.
Duuunque. Il capitolo mi sembra piuttosto lungo, e abbiamo un POV di Michael, ci stava proprio bene, sorry.
Mi piace come capitolo, sembra quasi scritto da una persona che non sta pubblicando a notte fonda.
Btw, ho in mente di pubblicare una nuova fanfiction, su Calum e Luke versione Punk!Edit e un nuovo personaggio obv, perciò appena trovo un briciolo di tempo, credo la pubblicherò.
In ogni caso, l'altra notte, mentre non riuscivo a dormire, pensavo che, non ho mai scritto nulla su Ashton, se non una misera Drabble schifina ew. Perciò non so, dite che dovrei scrivere una OS su Ashton? Se qualcuno la legge, prometto di scriverla! Boh, è tardi e il mio cervello perde funzionalità.
Sarà meglio andare a dormire, e niente, vi ringrazio per le recensioni, che sono 88, assurdo davvero, e per tutto il resto, davvero grazie grazie grazie!
Silvia! 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Being Blue is Better Than Being Over It ***


Prima che mi scriviate messaggi incazzatissimi sul fatto che non aggiorno dal paleolitico, leggete l'angolino in basso, vi spiegherò tutto lì. Scusatemi l'enorme periodo di assenza!
______________________________________________________



Being Blue is Better Than Being Over It
"so che sarai fottutamente incazzata con me, ma possiamo vederci e chiarire tutta questa storia? Ne ho davvero bisogno... mi dispiace, mi manchi e sì, ti amo"


 

Pauline

Appoggio la testa al finestrino sudicio del treno, che sembrava vecchio di quarant'anni e non troppo igienico, come se pulirlo fosse un compito troppo arduo per quei cazzo di addetti, ma poco importa in questo momento della pulizia di uno schifoso treno statale. L'unica cosa che mi interessa è andare via e basta. Guardo fuori, il paesaggio che passa veloce, le distese verdi che sfumano sotto i miei occhi. Sta piovendo forte, lo scroscio della pioggia incessante quasi copre quello del treno sulle rotaie, un fastidioso rumore metallico che sarebbe meglio non sentire.
Ho provato a mettermi gli auricolari, per distrarmi un po' da questa realtà scomoda che sto vivendo in al momento, ma nemmeno loro, le mie fidate amiche cuffiette e la mia musica, sono riuscite a distrarmi da questa situazione di sconforto in cui mi trovo, cosa davvero rara, dato che in vita mia, la musica è sempre stata ciò che mi aiutava di più in qualsiasi circostanza. Ma non in questo momento.
Ora come ora, mi sembra che nulla abbia importanza, nulla può penetrare dentro quell'armatura che mi sono costruita attorno; non mi sarei mai dovuta innamorare, ma è successo, e ne sto pagando le conseguenze.
Sei mesi fa credevo di essere la ragazza più intoccabile del mondo, come se nessuno potesse farmi innamorare, ed ora sono qui a piangere per qualcosa, anzi, qualcuno, che non meriterebbe mai e poi mai le mie lacrime, qualcuno con cui ho sprecato tempo e amore.
Ma adesso sono qui, su questo treno diretto a  Melbourne, e non intendo guardarmi indietro. Mi è stato proposto di frequentare una delle scuole più prestigiose d'Australia, e con il desiderio di portare un'aria nuova nella mia vita, ho accettato, senza ripensamenti. Certo, mi sarebbe mancata la mia scuola, Warrie, i miei genitori e la mia Sydney, ma ho bisogno di un nuovo inizio, la routine opprimente che sostenevo da quasi diciotto anni di vita mi stava decisamente stretta. Sento il treno fermarsi di colpo, e capisco che finalmente sono arrivata a Melbourne, la mia nuova città. Mi alzo da quello schifosissimo sedile e prendo il mio trolley, che giace affianco a me dall'inizio del viaggio. Scendo dal mezzo e respiro a pieni polmoni l'aria nuova che mi circonda. I palazzi in lontananza, il contatto con nuove persone e le nuove abitudini mi avrebbero certo fatto dimenticare tutto: gli ultimi mesi di scuola, Elsa Thompson e quel suo culo basso che aveva incredibilmente successo con i ragazzi, la disastrosa uscita con Michael Clifford e...Calum. Lui non mi sarebbe di certo mancato. Ok, forse un po', magari. 
Un pochino soltanto. 
Giusto quel poco, roba del tipo che me lo dimenticherò subito.
 Sì, proprio così, farò nuove conoscenze e mi dimenticherò di quel falso asiatico con le labbra più soffici della Terra e gli occhi più belli che abbia mai vist...Pauline, datti un contegno, per Dio.
So che un taxi mi aspetta alla fermata più vicina per arrivare al college, che dista parecchio dal centro, quindi cerco di raccapezzarmi in questa stazione che sembra grande quanto Sidney a momenti. 
Dopo almeno un migliaio di piedi pestati, "mi scusi" a vuoto e incessanti bestemmie, trovo la fermata del taxi appena fuori dalla stazione, e, giustamente, non c'è nemmeno l'ombra di un cazzo di fottutissimo taxi. Questa si chiama fortuna e se cercate l'aggettivo "fortunato" sul dizionario, sotto la voce e la definizione vi esce la mia foto del libretto scolastico grande una pagina (super imbarazzante per altro) con tanto di nome scritto in inchiostro dorato sotto. Secondo nome compreso. E non scherzo. 
Visto che il taxi non si muove ad arrivare, tiro fuori il mio cellulare dalla borsa, il quale è ormai quasi scarico. Dio, ci manca solo che mi sono dimenticata il caricatore a casa e posso definire la mia vita un completo schifo.
Scorro l'indice sul display e osservo i messaggi:

Hey Paul, come sta andando il viaggio? Rispondimi prima delle vacanze natalizie magari, grazie.
Ah, e mi manchi xx


Warrie sa essere un vero bastardo a volte, ma per il resto del tempo è quasi dolce. Se solo fosse qui avremmo già riso come dei pazzi a prendere in giro i passanti con vestiti, calzature e acconciature improbabili, tipo quella vecchia del cazzo a cui ho chiesto informazioni,-che giustamente non mi ha neanche degnata di uno sguardo-la quale sfoggiava una bellissima gonna viola con fantasia floreale rosa e verde. Ma è legale vestirsi così, almeno?
Ad ogni modo, continuo a scorrere il dito sul display rotto del mio reperto storico meglio conosciuto come iPhone 4 del dopoguerra;

Pauline, come va? Chiamami appena arrivi, e non dimenticartene, come fai di solito...

Possibile che mia madre abbia veramente scritto un messaggio in lingua corretta e comprensibile senza aggiungere qualcosa come 62 emoji a parola? Probabilmente ha scritto mia sorella con il cellulare di mia mamma, è l'unica spiegazione plausibile per questo fenomeno più unico che raro.

Hey Paul, so che sarai fottutamente incazzata con me, ma possiamo vederci e chiarire tutta questa storia? Ne ho davvero bisogno... mi dispiace, mi manchi e sì, ti amo xx

Calum e il suo essere occasionalmente dolce mi provocano una sensazione a metà tra il disgusto e la tenerezza in questo momento, non mentirò. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo leggendo quelle parole sullo schermo.
Forse non mi amavi abbastanza mentre scopavi con un'altra. Mi viene in mente solo questo, nulla altro. Schifoso bastardo che però mi manca. Mi ha fatto soffrire, è vero, ma forse lo amo ancora anche io.
All'inizio scopavamo e basta, è vero, ma poi per me è diventato come una specie di dipendenza, non riuscivo più a fare a meno di lui e lo odiavo per questo; cioè, non lo odiavo come all'inizio, non lo odiavo per il suo essere così sconsiderato, inappropriato, maleducato e per i mille altri difetti su cui potrei scrivere un intero libro senza mai stancarmi, anzi, al contrario lo amavo per quei modi di fare che aveva, lo odiavo perché non mi ero mai sentita così stupida  e impotente in una situazione del genere. E forse, mentre io ero innamorata di lui, lui era innamorato dell'idea che qualcuno lo amasse così incondizionatamente e senza regole.
Scorro il dito per rispondere a quel messaggio, ma nel momento esatto in cui metto mano alla tastiera il telefono si spegne, scarico fino all'ultimo. Fottuto tempismo.
Il taxi finalmente arriva e si ferma davanti a me, starnazzando quel cazzo di clackson orribile. Ma chi ti ha dato il permesso esattamente?
Apro la portiera e salgo, sentendo un odore di caffè bruciato, sudore e tappetini bagnati impregnarmi le narici. Che bel servizio per una scuola privata, wow, vale davvero i soldi spesi!
In più la radio trasmette delle bellissime canzoni latino-americane proprio poco fastidiose eh, sia mai. E l'autista puzza di prosciutto. Evviva Pauline, la fortuna è sempre e comunque a tuo favore!
Tuttavia cerco di non lamentarmi o sradicare la radio con violenza e sbatterla in testa al taxista mentre andiamo al college e mi godo il mio viaggio, seppur un po' scomodo e poco profumato.
Intanto penso a quello che potrebbe avere da dirmi Calum dopo che mi ha tradito per la seconda volta in relativamente pochi mesi di "relazione".
"Oh scusa amore, è stato uno sbaglio, sono erroneamente inciampato nella vagina di Elsa, però ti amo, lo giuro!" o cose simili, probabilmente si parerebbe così il culo. Idiota.
Appoggio la testa contro il finestrino e chiudo gli occhi, stressata. Cosa dovrei rispondere a quel dannato messaggio? Lui mi manca, ma non posso certo fargliela passare liscia di nuovo e mostrarmi come la solita ragazzina innamorata che puoi fregare quando vuoi. Lo giuro, mi faccio suora appena finisco il college, così non avrò mai più di questi problemi. Sospiro, aspettando di arrivare al college e lasciarmi alle spalle tutto questo, ignorando Hood e i suoi stupidi tentativi di riappacificarsi con me.
Dopo circa una mezz'oretta in cui l'autista non ha fatto altro che cantare e guardarmi le tette dallo specchietto, arriviamo alla dannatissima scuola. Prendo la mia valigia e mi affretto ad uscire da quella merdosissima auto. Osservo l'edificio e sospiro: il mio nuovo inizio.
Mi dirigo verso l'entrata a passo cadenzato e varco la soglia. Ci sono alcuni ragazzi nei corridoi e appena mi vedono mi guardano straniti. Merda, forse ho qualcosa in faccia.
Cerco di ignorarli e vado verso la segreteria, dove devo ritirare il mio orario per la settimana, dato che oggi è soltanto martedì e ho ancora altri tre giorni di scuola da fare. Vita di schifo.
Aspetto davanti a quella dannata segreteria per dieci minuti buoni e non arriva nessuno a darmi il benvenuto. Potrei seriamente offendermi e tornare a Sidney in quella scuola di pezzotti. No ok, magari no.
-Cerchi qualcuno?- domanda un ragazzo alto e dai capelli castani e ricci, che gli cadono invadentemente davanti agli occhi. Una spuntatina no?
-Starei aspettando di ricevere il mio orario per la settimana, sai com'è...- dico, visibilmente scocciata mentre osservo il ragazzo in tutta la sua figura. È altissimo e magro, ha gli occhi color cioccolato e un nasino davvero carino spruzzato di lentiggini. Oh è molto saggio da parte tua Pauline fare commenti sul naso delle persone dopo che sei stata con Calum Hood e hai visto il suo naso per niente fine da vicino, molto vicino.
-Oggi la segreteria è chiusa...- dice, sorridendo. Che figura di merda, wow facciamo progressi, persino il primo giorno dopo neanche dieci minuti di permanenza.
-Ah...non mi aveva avvisato nessuno di questo...- rispondo, osservando la punta delle mie Converse nere.
Il ragazzo scoppia a ridere e mi guarda, sento i suoi occhi addosso. Cazzo guardi cespuglio.
-Sono Ryan, comunque. Tu sei...?- domanda porgendomi la mano ossuta.
-Pauline, ma chiamami Paul- rispondo, sorridendogli e dandogli la mano a mia volta.
-Allora, Paul, ti presento un po' la scuola, ti va? Deduco tu sia nuova...- Oh mio dio, in questa scuola c'è persino Sherlock Holmes 2.0! Sono esterrefatta. Ma veramente, Ryan? Ti sembrano domande da fare?
-Deduzione davvero brillante, Ryan! Ti chiamerò Sherlock d'ora in poi- gli dico con finto entusiasmo, facendolo scoppiare a ridere fragorosamente
Già mi piace, questo posto.

Calum
-Ancora attaccato a quel maledetto telefono stai? Forza Calum, Pauline non è l'unica femmina dotata di vagina, dovresti saperlo- dice Ashton mettendo le mani sulle mie spalle, mentre io sono seduto- o per meglio dire, stravaccato- sul divano di casa mia senza alcuna voglia di esistere. 
Perché cazzo non mi risponde? Lo vedo che ha visualizzato il messaggio, le da così fastidio rispondere?
-Lo sa, Ashton, ma evidentemente quella di Pauline è la sua preferita- controbatte Luke più serio che mai rendendosi poi conto della cazzata incredibile appena detta e scoppiando persino a ridere della sua stessa battuta. No dico, ma manco io lo faccio. Non ti fai un po' pena, Lukey?
-Ragazzi, basta sfottermi, per Dio. È una cosa seria per me questa. La amo davvero tanto e voglio sistemare questo casino- dico, lasciandomi cadere a peso morto sul divano di pelle nero. Ho combinato un casino in passato, è vero, sono stato con Elsa, ma dopo quell' "incidente" non mi sono più nemmeno sognato di pensare a lei in quel modo. Mi sono reso conto del mio errore e la mia storia con Pauline sembrava andare meglio di sempre, ma poi quella testa di cazzo di Michael si è dovuto mettere in mezzo con le sue fottutissime balle e ora sono rovinato e senza la mia ragazza.
Gli altri due non parlano, e Luke si limita ad alzare gli occhi al cielo, come se fosse lui quello a cui la sua ragazza non rivolge nemmeno la parola da settimane intere.
-Ha detto Michael di dirti che gli dispiace- dice Ashton poco dopo, a voce bassa e con lo sguardo puntato sulla punta delle sue scarpe. Come se me ne potesse fregare qualcosa delle scuse di Clifford.
-Beh, dì a Michael di ficcarsele su per il culo le sue inutili scuse da stronzo cronico-rispondo acido coprendomi la faccia con uno dei cuscini color panna che decorano quello scomodissimo divano merdoso di casa mia.
-Qualcuno ha bisogno di un po' di sano sesso- sghignazza Luke sotto i baffi prima di ricevere un cuscino in faccia dal sottoscritto. Che cazzo ridi rincoglionito, io sono in lutto per il mio piccolo e povero cuore spezzato e tu pensi al mio uccello che non lavora da quasi due mesi. Grazie, migliore amico.
-Ragazzi, non so che fare. Non mi risponde ai messaggi, alle chiamate, se vado sotto casa sua i suoi mi scuoiano vivo e con la mia pelle ci fanno il copricesso- dico tragico mettendomi sui gomiti. 
-Magari puoi chiedere a Warrie, quel tipo è il migliore amico di Pauline, no? Saprà perché non ti risponde al telefono- suggerisce Ashton accarezzandosi il mento, simbolo che per partorire questa enorme soluzione si è davvero impegnato al massimo delle sue facoltà.
-Sei un genio a volte, Irwin- gli dico alzandomi in piedi di scatto e lasciandogli un sonoro bacio sulla fronte.
-Se provi a farlo con me ti taglio le palle e ci gioco a biglie, Hood- mi dice Luke schiacciandosi in un angolo della poltroncina su cui sedeva comodamente da almeno un'ora e mezzo. Stupido idiota che non apprezza le mie dimostrazioni di affetto. Ashton si pulisce la fronte con il cuscino e finge di emettere conati di vomito.
-Oh, siete dei guastafeste assurdi- dico ironicamente prendendo le chiavi di casa dal bancone e mettendo in contemporanea le scarpe-Fate quello che cazzo volete, io intanto vado da quel tizio, torno fra un'oretta- continuo, chiudendomi la porta alle spalle con una certa fretta.
Corro verso casa di Warrie, che dista parecchio dalla mia; sono impaziente di sapere.
Pauline mi manca, cazzo se mi manca. Andava tutto così bene fra noi due e si è rovinato tutto. Non posso sopportare l'idea che lei possa dedicarsi a qualcun altro, amare qualcun altro e vivere quello che abbiamo vissuto noi due con qualcuno che non sia io. L'ho delusa e probabilmente mi odierà, ma voglio riparare ai miei danni. So di essere un casino, ma quando sto con lei mi sembra di essere perfetto nella mia imperfezione, mi sento leggero, come se non dovessi nascondere il vero me stesso perché so che in ogni caso lei lo accetterebbe. È questo che amo di lei, è sempre se stessa ed è impossibile non esserlo a mia volta quando sono con lei. La amo, e la rivoglio indietro.
Arrivo davanti a casa di War e suono ripetutamente il campanello con insistenza. E muoviti, Cristo!
Dopo minuti che a me sembrano un'eternità, la figura di Warrie appare sull'uscio e mi guarda stranito.
-Ciao Calum...come mai qui?- domanda alzando un sopracciglio e passandosi una mano fra i capelli corvini.
-Dov'è Paul? Non risponde alle mie chiamate, ai miei messaggi...tu ne sai qualcosa?-
Il ragazzo mi guarda sconcertato, poi ride, cosa che mi fa innervosire parecchio, dato che non vedo nulla di divertente in tutto questo.
-Ma come, non te l'ha detto?- chiede, con un sorriso divertito dipinto sulla faccia.
-Dirmi che cosa, Warrie?- domando a mia volta, cercando di non farmi scappare la pazienza.
-È andata in un college a Melbourne, ha cambiato città, credevo lo sapessi-
Per un attimo credevo stesse scherzando. Lo guardo incredulo e penso sia tutto uno scherzo per farmela pagare; sì, deve essere per forza così. Non può essersene andata senza avermi detto nulla, senza avermi salutato.
-Scherzi, non è così?- 
-Sono serissimo, Calum, mi dispiace- dice, chiudendo la porta.
Guardo la porta di legno chiusa davanti a me per qualche minuto, senza riuscire- e nemmeno volere- realizzare quello che Warrie mi aveva appena detto. Per un attimo penso sia tutto perduto, non ho più diritto ad una seconda possibilità, è finita, ma poi, a pensarci bene, se Paul non può venire da me, sarò io ad andare da Paul, fosse l'ultima cosa che faccio. 


ANGOLO AUTRICE

Ciaaao bellezze! Da quanto tempo eh? Quasi un anno, wow... scusatemi.
Avevo sempre in testa questa fanfiction, l'idea che molte persone la leggevano e si aspettavano un finale mi attanagliava, davvero. Solo che, come ho detto in altre storie che ho pubblicato in questi mesi, non mi soddisfava più: rileggevo i vecchi capitoli e non riuscivo a capacitarmi di come questa storia abbia potuto avere tutto il successo che ha riscosso. Ho pensato più volte di eliminarla, davvero, ma alla fine non ce la facevo mai, ci sono troppo affezionata. E poi, molte di voi mi hanno mandato messaggi privati in cui mi chiedevano se avessi intenzione di continuarla, che vi eravate affezionate anche voi. Per questo ho deciso di tenerla, le darò un finale decente e aggiornerò regolarmente, promesso. Spero che qualche lettrice sia rimasta dopo tutti questi mesi, perché io sono tornata con più idee di prima e non ho intenzione di rimandare questa volta. Inoltre, come ho scritto nella descrizione, sto man mano modificando tutti i capitoli per rendere la storia un po' più dettagliata e ben scritta, quindi se volete rileggere tutta la storia in queste settimane modificherò i vari capitoli, cosa che ho già fatto con i primi due. 
Quindi nulla, spero che il capitolo vi piaccia, mi sembra un po' più lungo del solito e spero che questo ritorno (probabilmente inaspettato) vi abbia fatto piacere!
Vi lascio i link delle storie che ho pubblicato in questi mesi d'assenza, se volete leggerle mi farebbe più che piacere ricevere qualche parere!
Grazie di avere aspettato e di non essermi venute a cercare con le torce e i forconi ♥
Silvia ☼

But if you loved me, why'd you leave me? (Os su Ashton): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2818735&i=1


And if you ever feel lonely just look at the moon (Os Cake): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2850296&i=1

Who Knew (Os su Calum): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3022802&i=1

Boy's Next Door (Long sui Malum): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3108432&i=1

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2055016