Truly, Deeply, Madly-Veramente, Profondamente, Follemente

di Scarlet Tabby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Bambino Sopravvissuto ***
Capitolo 2: *** Prime Impressioni ***
Capitolo 3: *** Un Gatto Natalizio ***
Capitolo 4: *** Terrore e Trionfo ***
Capitolo 5: *** Il Ritorno A Casa Dell'Eroe ***
Capitolo 6: *** Innocenza Perduta ***
Capitolo 7: *** For All We Know ***
Capitolo 8: *** Giorni Trascorsi ***
Capitolo 9: *** Riunione Felice ***
Capitolo 10: *** Notte Tranquilla ***
Capitolo 11: *** Feste Felici ***
Capitolo 12: *** ...E Per Il Resto Della Mia Vita ***
Capitolo 13: *** Innamorati Felici ***
Capitolo 14: *** Amici e Famiglia ***
Capitolo 15: *** Un Altro Compleanno ***
Capitolo 16: *** Crisi e Litigi ***
Capitolo 17: *** Sorpresa ***
Capitolo 18: *** Crepacuore ***



Capitolo 1
*** Il Bambino Sopravvissuto ***


Capitolo 1: Il Bambino Sopravvissuto
 
1 Novembre, 1981
 
Per tutto il giorno, un gatto soriano grigio sedette all’angolo di Privet Drive in un piccolo sobborgo del Surrey. Per tutto il giorno, il gatto guardò gli occupanti del Numero 4, i Dursley. Non conoscendolo, qualcuno avrebbe potuto pensare che il gatto avesse uno sguardo di disprezzo nei suoi occhi verde smeraldo. Ma di certo, i gatti non potevano fare una cosa del genere. Il gatto rimase nel suo angolo di strada dalle prime ore del giorno fino a tarda notte, quando tutti i residenti di Privet Drive furono andati a dormire.
Fuori dall’oscurità giunse un uomo dall’aspetto spettacolare. Aveva una lunga barba d’argento con capelli corrispondenti. I suoi abiti color porpora strusciavano attorno al suo corpo alto mentre camminava per la strada. I suoi occhi azzurri scintillavano dietro gli occhiali a mezzaluna al chiarore dei lampioni. L’uomo si fermò e guardò direttamente il gatto.
<< Immaginavo di vederla qui, professoressa McGranitt >> sorrise.
Il gatto mosse la sua coda prima di trasformarsi in una donna di mezza età con i capelli neri raccolti in una crocchia stretta. I suoi occhi verdi fissarono l’uomo dietro occhiali squadrati.
<< Come faceva a sapere che ero io? >> chiese, senza preoccuparsi di restituire il sorriso.
<< Mia cara professoressa, non ho mai conosciuto nessun altro gatto seduto in una posa così rigida >>.
Lei derise la sua osservazione e si diresse con lui verso il Numero 4. << È vero, Albus? Quello che vanno dicendo? >>
<< Sì, Minerva. È vero. Voldemort se n’è andato >>.
Rabbrividì sentendo menzionare il nome. << E i Potter? James e Lily? Sono... >>
<< Temo di sì. Sono stati uccisi. Mi dispiace tanto, mia cara. So quanto eri affezionata a loro. Ma il piccolo Harry è sopravvissuto >> le disse, mettendo un braccio confortante attorno alle sue spalle.
Lacrime silenziose si fecero strada sulle guance pallide di Minerva McGranitt. << Che ne sarà del bambino? Non hai davvero intenzione di lasciarlo qui, vero? >> Albus annuì. << Ma non puoi! Li ho guardati tutto il giorno e sono la peggior specie di Babbani che si possa immaginare. Starebbe molto meglio... >>
<< Lontano dalla fama che sfortunatamente ora ha >> la interruppe. << È più sicuro che resti qui. Sono l’unica famiglia che ha, Minerva >>.
A queste parole, una nuova ondata di lacrime le riempì gli occhi. Aprì la bocca per rispondere quando il rombo di un motore giunse dal cielo.
<< Ah, questo sarà Hagrid. Sta portando Harry >>.
Minerva alzò le sopracciglia, dubitando le capacità di Hagrid, ma non disse nulla mentre una motocicletta volante gigantesca atterrava in strada accanto a loro.
Un uomo gigante con folti capelli scuri e la barba scese dalla moto, tenendo un piccolo fagotto nella sua mano gigantesca. << Professor Silente, signore. Professoressa McGranitt >> fece un cenno di saluto a loro. << Eccolo, signore, sano e salvo. Si è addormentato mentre volavamo su Bristol >>.
Hagrid consegnò il bambino ad Albus. Minerva rimase immobile e guardò verso il basso il suo piccolo viso addormentato. Scostò i capelli neri dal suo viso con le sue dita sottili. Un taglio a forma di fulmine era inciso sulla sua piccola fronte. Con riluttanza, permise ad Albus di posizionare il bambino sulla soglia del Numero 4. Attaccò una lettera indirizzata al signore e alla signora Dursley sulla coperta di Harry.
Hagrid tirò su col naso le lacrime. << Beh è meglio che porti indietro questa moto a Sirius Black. Buona notte, professori >>.
<< Ti ringrazio Hagrid >> Albus disse mentre Hagrid riavviava la moto e volava via nella notte.
Minerva non aveva tolto gli occhi di dosso dal bambino. << Albus, sei sicuro che debba andare in questo modo? Non potremmo... >>
<< No, Minerva. Ha bisogno di stare con la famiglia. Quando sarà abbastanza grande, gli verrà detto. Lo vedremo di nuovo, non temere >>.
<< Albus, c’è qualcosa che devo dirti. Ma non qui >>. Con questo, scomparve sul posto con un piccolo ‘pop’.
Albus aggrottò la fronte in confusione. Aveva bisogno di seguirla, ma prima doveva prendersi cura di Harry. Suonò il campanello e proprio quando Vernon Dursley aprì la porta, Albus sparì proprio come aveva fatto Minerva.
La sua voce echeggiò nel vento: << Buona fortuna, Harry Potter. Il bambino sopravvissuto >>.


Angolo della traduttrice.
Ciao, ed ecco a voi la traduzione del primo capitolo di questa fanfiction.
Come potete vedere questo capitolo è molto corto e si tratta solamente di un'introduzione. 
Inoltre se qualcuno è interessato all'originale la potete trovare qui.
Spero che vi piaccia e a breve pubblicherò il secondo capitolo.
A presto,
Barby96sb

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Capitolo 2
*** Prime Impressioni ***


Capitolo 2: Prime Impressioni
 
1 Settembre, 1941
 
<< Benvenuti ai nostri nuovi studenti, e bentornati a quelli vecchi. Solo alcuni annunci prima di festeggiare: il nostro custode il signor Pringle ha un elenco riveduto degli articoli vietati sulla porta del suo ufficio, così come sulla scheda annunci in ogni sala comune. La Foresta Proibita continua ad essere, ovviamente, vietata a tutti gli studenti. E sono felice di condividere che abbiamo una nuova aggiunta al nostro personale di quest’anno. Albus Silente, famoso per aver scoperto i 12 usi del sangue di drago nel 1932, arriverà più tardi questa sera e assumerà la carica di professore di Trasfigurazione e direttore della Casa di Grifondoro prendendo il posto del professor Prewitt, che attualmente sta godendo il suo ritiro con la sua famiglia allargata. Sono sicuro che siamo tutti eccitati e orgogliosi di avere il professor Silente a fare parte della nostra scuola. E ora, godiamoci la nostra cena >>.
Una giovane ragazza, i suoi occhi color smeraldo puntati contro il preside durante il discorso, si voltò verso il suo piatto mentre frotte di cibo apparivano di fronte a lei. Mangiò in silenzio, contemplando l’idea di un nuovo professore e direttore della Casa. Ovviamente lei lo conosceva di nome. Non solo le sue scoperte riguardanti il sangue di drago erano diventate famose in tutto il mondo dei maghi, ma il suo nome era stato trovato in una manciata di documenti della scuola di due decenni prima per tutti i suoi riconoscimenti accademici. Non deve essere molto vecchio, pensò, spingendo i suoi occhiali squadrati indietro sul naso, almeno rispetto al resto dei professori. Desiderò di aver avuto il tempo di andare in biblioteca prima di dormire per scoprirne di più su di lui. Normalmente non sarebbe stata così preoccupata per un nuovo professore, ma Trasfigurazione era la sua materia preferita, e prendeva la sua istruzione di quella molto seriamente. Inoltre, il professor Silente sarebbe stato il suo direttore della Casa, e se non gli piaceva, sapeva che la sua testardaggine avrebbe creato conflitto con lui nel futuro.
Finito il suo pasto, spinse la sua treccia corvina dietro la schiena e seguì il resto della sua Casa fino alla Torre di Grifondoro. Andò dritta fino al dormitorio delle ragazze del terzo anno. Dopo aver raggiunto il suo letto, tirò fuori il suo baule, passando le dita pallide sopra le lettere scrostate verdi e oro, leggendo ‘Minerva M. McGranitt’. Sorrise ricordando di averle viste nuove di zecca per il suo undicesimo compleanno. Mentre tirava fuori il suo libro di Trasfigurazione, finalmente decise di incontrare il suo nuovo professore con una mente aperta. Dopotutto, con tutti i suoi premi, deve sapere quello che sta facendo.
La mattina dopo a colazione ricevette l’orario delle lezioni dal Preside Dippet in persona. Lei lo guardò interrogativa, ed egli disse al tavolo di Grifondoro che il professor Silente era appena arrivato a scuola e si stava preparando per la sua classe. Minerva prese il suo orario e lo esaminò mentre osservava a se stessa che l’apparente mancanza di organizzazione del professor Silente non prometteva nulla di buono per le sue capacità di insegnamento. Sospirò quando si accorse che Trasfigurazione era la sua prima classe della giornata. Finì di mangiare e si precipitò su per le scale per raccogliere i suoi materiali.
Minerva arrivò in anticipo ad un’aula vuota. In realtà, l’aula era tutt’altro che vuota. Priva di persone sarebbe stata un’espressione più azzeccata. Prese posto davanti, vicino alla cattedra del professore. Si guardò intorno, notando i piccoli oggetti luccicanti e ronzanti che coprivano la maggior parte delle superfici, i mobili colorati appesi al soffitto e i gloriosi schemi di Trasfigurazione appesi alle pareti. Decidendo che aveva un sacco di opportunità per esaminare tutte quelle curiosità, Minerva tirò fuori la sua pergamena, la piuma, la bacchetta e i libri. Aprì uno dei testi da dove si era interrotta la sera prima, quando i suoi compagni del terzo anno entrarono nella stanza. Con la coda dell’occhio, vide una figura vestita di viola uscire dalla porta dell’ufficio dietro la cattedra. Mise via in fretta il suo libro e alzò lo sguardo. Fu piuttosto sorpresa di quello che trovò.
Albus Silente si ergeva alto e fiero, ma per niente altero o intimidatorio. I suoi capelli ramati cadevano intorno alle sue orecchie e una barba corrispondente copriva la metà inferiore della sua faccia, scendendo di circa due pollici sotto il suo mento (o almeno dove Minerva pensava fosse il suo mento). Un sorriso gentile abbelliva le sue labbra ben formate. Il suo naso era lungo e leggermente adunco. Occhiali a mezzaluna riposavano davanti agli occhi più azzurri che lei avesse mai visto. Come due zaffiri preziosi, scintillavano mentre guardava l’aula con gli studenti.
Minerva si accorse che lo stava guardando a bocca aperta e la chiuse quando questi cominciò a parlare con voce potente ma gentile.
<< Per quelli di voi che non riuscivano ad indovinare, io sono Albus Silente, il vostro nuovo professore di Trasfigurazione. E per i Grifondoro nella stanza, sono anche il vostro nuovo direttore della Casa, come senza dubbio vi ha detto il professor Dippet. Ora, so che il professor Prewitt aveva fatto fare a voi tutti trasfigurazione animale di base nel vostro secondo anno. Scarafaggi in bottoni e cose simili? >> Gli studenti annuirono. << Bene, oggi inizieremo con qualcosa di un po’ più impegnativo, così posso giudicare il vostro livello di abilità. Dimostrerò la lezione e poi camminerò tra di voi mentre vi esercitate >>.
Dimostrò il metodo corretto per trasformare un porcospino in un puntaspilli. << Non scoraggiatevi se non riuscite ad ottenere il risultato desiderato. Capisco che questo è più avanzato di quello che siete abituati a fare >>. Il professor Silente cominciò a muoversi per la stanza, chiedendo a ciascuno dei Grifondoro e dei Tassorosso i loro nomi mentre osservava i loro tentativi falliti di realizzare puntaspilli. Si fece strada per la stanza e infine tornò davanti dove Minerva sedeva, assorta nel suo libro. Il porcospino era raggomitolato nella scatola aperta che le era stata data.
<< Troppo difficile, signorina... >>
<< McGranitt, signore. Minerva McGranitt. E no, l’incantesimo non era troppo difficile >>. Mise il suo libro giù mentre parlava.
  << Signorina McGranitt, credo che quello sia un testo di Trasfigurazione del sesto anno, non quello assegnato a questa classe >>.
<< Sì, signore. Mia sorella mi presta i suoi libri quando ha finito con loro. Ho già letto questo una volta durante l’estate, quindi sto soltanto rivedendo i passaggi con cui ho avuto dei problemi. Io naturalmente ho il testo del terzo anno se preferisce che legga quello, anche se l’ho già letto quattro volte >>.
Silente sorrise incuriosito all’apparente genialità di questa giovane ragazza. << Bene signorina McGranitt, se la lezione di oggi non ti ha dato nessuna difficoltà, perché c’è un porcospino e non un puntaspilli seduto sulla tua scrivania? >>
<< Beh ho pensato che poteva riutilizzare il porcospino per le classi future se lo avessi ritrasformato dopo aver finito >>.
Silente rimase sbalordito, ma continuò semplicemente a sorriderle. << Vuoi dire che sei in grado di cambiare un piccolo mammifero in un oggetto inanimato e poi ritrasformalo di nuovo al terzo anno? >> Minerva annuì. << Potresti dimostrare per favore? >>
Minerva agitò la bacchetta verso la piccola creatura e mormorò l’incantesimo. Un puntaspilli viola apparve al suo posto.
<< Non ci sono spilli >>, commentò Silente. Gli spilli erano di solito un segno che lo studente non era stato in grado di trasfigurare l’intero animale. Un errore comune per una giovane strega o mago.
 << Ne vuole un po’, signore? >> Minerva agitò la sua bacchetta ancora una volta e sei spilli d’argento apparvero nel puntaspilli. Silente sgranò gli occhi.
<< C’è qualcosa di sbagliato, signore? Dovrebbe essere di un colore diverso? Ho dato per scontato che le piacesse il viola in base alle sue vesti >>. Mormorò un altro incantesimo e il viola si trasformò in strisce scarlatte e d’oro. << Colori Grifondoro >>, Minerva sorrise e i suoi occhi brillarono al proprio fenomenale lavoro.
Silente sbatté lentamente le palpebre al puntaspilli e poi a Minerva. Una strega tredicenne capace di fare una perfetta trasfigurazione animale complessa, con il controllo di scegliere il colore a suo piacimento ed evocare spilli, il tutto senza bisogno di dire l’incantesimo chiaramente, cosa che i giovani studenti avevano disperato bisogno di fare nel loro lavoro di bacchetta.
<< Vuole il porcospino indietro adesso, signore? >> Il professore si limitò ad annuire, ancora immerso nei propri pensieri in merito alla capacità della ragazza finora. Cambiare un animale in un oggetto inanimato era una cosa, ma cambiare un oggetto inanimato in un animale vivente in tutta la sua complessità era tutto un altro insieme. Sicuramente non aveva padroneggiato anche questo risultato?
La prossima cosa che seppe era che il porcospino si stava arrampicando intorno alla sua piccola scatola, come nuovo. Silente lo fissò per un attimo mentre Minerva lo guardava in attesa, sperando di non essersi messa troppo in mostra. Era sicura che le sarebbe piaciuto quest’uomo, e pregava di non aver fatto una cattiva impressione su di lui.
Silente si schiarì la gola e si riscosse. << Hai fatto svanire gli spilli prima o dopo aver trasfigurato il puntaspilli? >>
<< Nessuno dei due, signore. Li ho semplicemente integrati nell’incantesimo per essere trasfigurati nei suoi aculei originali >>.
 << Questa è magia incredibilmente avanzata per una strega della tua età >>.
<< La ringrazio, signore >>.
<< Puoi continuare a leggere qualsiasi libro di Trasfigurazione tu scegli, signorina McGranitt >>, le disse mentre si dirigeva verso la propria cattedra. Minerva riprese subito la sua lettura sulle trasfigurazioni umane. Lui la guardò per un momento, chiedendosi come avesse imparato così tanto, e quanto fosse consapevole della sua immensa abilità. Sembrava perfettamente umile e cortese. Probabilmente avrebbe mantenuto quelle caratteristiche nel suo futuro.
Mentre l’ora volgeva al termine, Silente assegnò un breve saggio alla classe e li congedò. Minerva preparò la sua borsa dei libri dopo aver scritto il suo compito. Si avvicinò alla cattedra dell’insegnante.
<< Professor Silente? >>
Alzò lo sguardo dal resoconto che stava scrivendo e le sorrise. << Sì, signorina McGranitt? >>
<< In alcune delle mie letture, mi sono imbattuta nel concetto di Animagus. Sono piuttosto curiosa di saperne di più a riguardo, e mi chiedeva se magari lei era a conoscenza di testi che potrei guardare >>.
<< Questa è magia eccezionalmente complessa, signorina McGranitt. Molto più avanzato di qualsiasi cosa si insegni a Hogwarts. Ma in base a quello che ti ho visto realizzare qui, sono sicuro che tu sia in grado di capire. Se puoi aspettare un momento, recupererò alcuni libri dalla mia collezione privata per te >>.
Dopo aver ringraziato profusamente il suo nuovo professore, Minerva lasciò la classe con altri tre libri nella sua borsa e un grande, bellissimo sorriso sul volto.
Albus Silente la guardò andare e ridacchiò al suo entusiasmo. Oh Merlino, pensò, non mi aspettavo nessuno così. Sarà impegnativa, sono sicuro.
Mentre Albus preparava per la sua prossima lezione, sorrise, sapendo che Minerva McGranitt sarebbe molto probabilmente andata a finire per essere lo studente di cui sarebbe stato più orgoglioso. 

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Capitolo 3
*** Un Gatto Natalizio ***


 Capitolo 3: Un Gatto Natalizio
 
23 Dicembre, 1941
 
Albus Silente era seduto nel suo ufficio e guardava la neve cadere fuori dalla finestra accanto alla sua scrivania. Il fuoco scoppiettava allegramente nel camino. Sospirò e si volto a guardare la pila di saggi del sesto anno sulla sua scrivania. Di solito gli piaceva rilassarsi con gli amici durante i giorni che precedono il Natale, ma ora che aveva un lavoro fisso insegnando alla prossima generazione di maghi e streghe, era sempre impegnato a prepararsi per le classi, correggere saggi, e gestire la Casa di Grifondoro. Senza dubbio, amava la sua nuova posizione. A trentasei anni, era uno dei più giovani professori della scuola, ma l’insegnamento era adatto a lui. Sfidava i suoi magnifici talenti in molti nuovi modi e la sua pazienza e compassione erano esercitate ogni giorno. Ogni volta che uno studente padroneggiava un nuovo incantesimo, una scintilla di gioia si accendeva nell’anima di Silente.
Il suo miglior studente finora era Minerva McGranitt. La ragazza era una meraviglia. La sua abilità non cessava mai di sorprenderlo. Il programma del terzo anno era di gran lunga al di sotto delle due capacità, ma Albus non aveva ancora messo a punto un modo corretto per sfidarla, a parte prestarle sempre più libri. Sembrava divorare i contenuti immediatamente, restituendoli a lui entro una settimana, sempre ringraziandolo infinitamente per la sua generosità. Gli unici libri che non aveva ancora restituito, si rese conto, erano i tre sugli Animagus che le aveva dato dopo la loro prima lezione. Non era preoccupato però. Probabilmente voleva rileggerli per comprenderli meglio.
Tornò a correggere i compiti quando sentì un graffiare alla porta, seguito da un pianto strano. Aprì la porta e vide una piccola sfocatura d’argento strisciare nel suo ufficio. Un piccolo gatto soriano corse tutto intorno alla stanza, ritornando alla fine a scalpitare sull’orlo della veste di Albus. Il piccolo gatto sembrava piuttosto nervoso.
<< Da dove vieni, piccolo? >> Prese su il gatto che si contorceva e lo esaminò. Il gatto smise di muoversi e fisso i luminosi occhi azzurri di Albus. I profondi occhi verde smeraldo del gatto erano spalancati dalla paura. Albus socchiuse gli occhi mentre cercava di identificare dove aveva visto quel colore molto specifico di verde. Le marcature di carbone attorno agli occhi erano strane... quasi come degli occhiali squadrati...
Tutto ad un tratto, il piccolo gatto saltò via dalla sua stretta e fuori dalla porta. Pochi secondi dopo, tornò e si fermò sulla soglia, fissandolo.
<< Vuoi che ti segua? >> Albus ridacchiò. Il gatto si allontanò e gli agitò la coda. Albus lo seguì mentre il micio camminava silenziosamente per il castello. Si fermò sul suo percorso e lo guardò quando raggiunsero il ritratto della Signora Grassa, l’ingresso della Torre di Grifondoro.
Fino a questo punto, Albus era divertito dal piccolo animale e certamente curioso di sapere le sue origini. Ora era preoccupato. Perché un gatto incantato avrebbe dovuto portarlo ai dormitori della sua Casa? Disse la parola d’ordine e seguì il gatto grigio all’interno. Una volta dentro, l’animale divenne ansioso ancora una volta, corse fino a quando, finalmente, non saltò in cima ad un tavolo vicino al camino. Il gatto si posò su di un libro aperto e guardò su con gli stessi occhi spaventati. Albus si spostò per prendere il gatto, pregando che il libro aperto non fosse uno di quelli che aveva prestato a Minerva il suo primo giorno. Fu ancora più sgomento che non solo era uno di quei libri, ma proprio il volume dove era descritto in modo approfondito il processo per essere un Animagus.
Albus si lasciò cadere su una delle poltrone rosse e soffici con un gemito. Minerva si sedette sul bracciolo della poltrona  mentre Albus chiudeva gli occhi, assorto nei suoi pensieri. Un attimo dopo, li riaprì e si alzò.
 << Signorina McGranitt? >> Il gatto lo guardò e annuì. Albus sospirò. << Immagino che ti sia trasformata e non riesci a ritrasformarti, non è vero? >> Lei annuì di nuovo. << Io posso ritrasformarti, non temere >> le disse e il suo corpo si rilassò un po’. << Tuttavia >> si agitò di nuovo. << Ti devo avvertire che l’incantesimo richiesto non è pensato per un Animagus senza il pieno controllo delle sue trasformazioni. Potrebbe essere doloroso e possibilmente consumare la tua magia fino a farti perdere coscienza; io non so che effetto avrà >>.
Minerva annuì, saltò giù dalla sedia e strofinò la piccola testa contro le caviglie di Albus, mostrando la sua fiducia in lui. Albus le rivolse un sorriso triste. << Signorina McGranitt, temo di doverti esaminare per essere sicuro che tu abbia davvero fatto una trasformazione completa. In caso contrario, l’incantesimo potrebbe fare più danno che beneficio >>.  
Lei risaltò sul tavolo in modo che la potesse vedere meglio. Lui  mosse gentilmente le grandi mani lungo la sua testa, la schiena, le gambe e la coda, controllando ovunque che non ci fossero tracce della fisiologia umana. Quando fu soddisfatto che era infatti completamente felina, la portò verso un’area aperta del pavimento e indietreggiò. Alzando la sua bacchetta, chiese se era pronta. Lei annuì un’ultima volta e chiuse gli occhi in preparazione per ciò che stava per accadere. Albus fece un respiro profondo, pregando di non farle del male.
Eseguì l’incantesimo. Minerva gridò e sobbalzò un po’ mentre la magia la costringeva a tornare nella sua forma umana. Quando il cambiamento fu completo, si accasciò sul pavimento, completamente inerte. Albus corse al suo fianco, prese il suo corpo delicato tra le braccia e la portò fuori dalla torre.
Quando arrivarono in infermeria, Albus chiamò la guaritrice. Madama Byrne si precipitò fuori trovando un molto sconcertato professor Silente con una giovane studentessa tra le sue braccia. Albus la mise delicatamente su uno dei letti mentre spiegava quello che era successo. Madama Byrne eseguì alcuni incantesimi diagnostici su Minerva mentre Albus guardava, la fronte corrugata per la preoccupazione. Infine, la guaritrice parlò: << Starà bene, professor Silente. Le ha effettivamente consumato la magia, e ci vorrà un po’ affinché la recuperi, ma non ci sono danni permanenti >>.
<< Grazie mille, Madama Byrne. Quando si sveglierà? Quanto tempo durerà il ricovero? >>
<< Sfortunatamente non c’è modo di saperlo. Potrebbe stare bene tra qualche giorno o tra qualche settimana. Lei è molto giovane, e la magia immatura richiede più tempo per essere recuperata, ma deve essere molto potente per aver ottenuto una trasformazione completa in Animagus, e questo dovrebbe ridurre il suo tempo di ricovero. Dobbiamo solo aspettare e vedere. Lei starà bene, professore. È tardi. Dovrebbe andare a riposarsi >>.
<< Per favore, mi faccia sapere quando si sveglia >>.
<< Certo. Buonanotte, Albus >>.
<< Buonanotte. E grazie ancora >>.
Albus dormì pochissimo le due notti successive. L’idea che uno studente fosse in ospedale, incosciente, a causa di un libro che le aveva dato gli pesava come un macigno nella mente. La sua stupidità l’aveva messa a rischio. Avrebbe dovuto prevedere che sarebbe successo, una ragazza con le sue abilità. Da giovane, avrebbe potuto fare la stessa cosa. C’era così tanto di Minerva che gli assomigliava: la sua curiosità, il suo intenso desiderio di imparare tutto quello che poteva. Ma le loro differenze erano ciò che lo confondevano su di lei; Minerva era silenziosa, ma non timida, gentile e amichevole, ma in qualche modo riservata e distante. Era una ragazza molto interessante, soprattutto per una persona così giovane. Sperava che sarebbe stata in grado di guarire rapidamente.
Alle prime ore del mattino di Natale, Albus fu svegliato da grida provenienti dal cammino del suo salotto. Si gettò addosso la sua vestaglia per poi incontrare la faccia di Madama Byrne tra le fiamme verdi.
<< Si sta svegliando >>.
Albus non sentì più niente mentre si precipitò fuori dalla sua stanza per raggiungere l’infermeria. Quando arrivò, Madama Byrne era in fermento vicino al letto di Minerva. Si allontanò per prendere una sedia ad Albus quando questi si avvicinò.
Le palpebre di Minerva di aprirono e incontrarono il sorriso luminoso e gli occhi color zaffiro del professor Silente. Sbatté le palpebre un paio di volte e ricordò l’orrore della sua trasformazione. Rimase senza fiato alla realizzazione che molto probabilmente stava per essere espulsa.
<< Va tutto bene, signorina McGranitt. Sei in infermeria. Ti ricordi cos’è successo? >> le chiese con tono rassicurante.
<< Sì, signore. Da quanto tempo sono qui? >> Minerva cominciò ad agitarsi in imbarazzo.
<< Quasi due giorni. Buon Natale, tra l’altro >> Albus le sorrise luminoso.
<< Buon Natale, professor Silente >>. Minerva fu sollevata quando in quell’istante Madama Byrne tornò al suo fianco. L’evidente preoccupazione del professor Silente per il suo benessere la faceva sentire sia euforica e un po’ a disagio. Nessuno, oltre i suoi genitori forse, l’aveva mai guardata come aveva fatto lui ora: preoccupato e orgoglioso allo stesso tempo.
Minerva notò ora il mucchio di regali impacchettati su un tavolino vicino al suo letto. Sorrise e il professor Silente seguì il suo sguardo. Albus sorrise. Ogni bambino, anche l’intelligente Minerva, amava il Natale. Quando Madama Byrne si allontanò di nuovo, Albus consegnò a Minerva uno dei suoi regali.
<< Ho molte cose che vorrei discutere con te, signorina McGranitt, ma adesso è la mattina di Natale e meriti di aprire i tuoi regali >>.
Minerva prese il pacchetto da lui con uno dei suoi rari sorrisi pieni sul suo viso. Annunciò il mittente di ogni regalo mentre Albus li dava a lei uno alla volta e procedette nel rimuovere metodicamente l’involucro. Albus ridacchiò al pensiero di come gli piaceva strappare in modo infantile la carta dei doni a causa del suo entusiasmo per i suoi regali.
<< E i suoi regali, professore? Non dovrei essere l’unica ad avere tutto il divertimento >> Minerva disse dopo che tutti i suoi regali furono scartati e appoggiati sul tavolino.
<< I miei mi aspettano nelle mie stanze, e sinceramente dubito che siano belli come i tuoi >> Albus rispose, guardando i regali che aveva ricevuto: un maglione e un barattolo di zenzerotti da sua madre, nuovi libri di Trasfigurazione da sua zia e suo zio, un bel set di scacchi nuovo da suo padre, e un libro sugli incantesimi per il trucco da sua sorella. Minerva derise l’ultimo, incuriosendo Albus .
<< Tua sorella è Helen McGranitt, giusto? >>
<< Sì, signore. È al settimo anno in Grifondoro. Bionda, carina, e estroversa. Per niente simile a me, come ama sottolineare >> Minerva rispose, roteando gli occhi.
Scegliendo di ignorare l’auto-disapprovazione di Minerva, Albus la interrogò ulteriormente. << Lei è andata a casa per le vacanze, e tuttavia tu sei rimasta a scuola? >>
<< Sì, signore. Lei si trasferirà a Londra dopo il diploma,  così ha voluto vedere la famiglia per le vacanze. Ed io volevo stare qui per... beh... >> Minerva si interruppe.
<< Esercitarti per diventare un Animagus, sì sono recentemente venuto a conoscenza di questo fatto, signorina McGranitt, il che ci porta all’argomento che ha certamente bisogno di essere discusso... >>
Minerva lo interruppe, << Professor Silente, voglio che lei sappia che quando ho chiesto per quei libri all’inizio del trimestre, ero veramente solo curiosa riguardo la materia. Ma quando ho letto come si faceva a diventare un Animagus, sembrava una sfida interessante. Io non le ho mentito per ottenere quei libri, lo giuro... >>
Questa volta fu il turno di Albus ad interrompere: << Non ho pensato che tu cercassi di manipolarmi, signorina McGranitt >>.
<< Mi dispiace di averle causato tutti questi problemi >>. Minerva abbassò la testa per la vergogna delle sue azioni rischiose.
<< La tua sicurezza e benessere non sono un problema, signorina McGranitt. Ma devo farti capire la gravità della situazione. La trasformazione in Animagus di solito non è tentata da persone più giovani di venticinque anni, almeno. E anche allora, si è sempre fatto con un mentore. Hai un incredibile potere magico, signorina McGranitt, quindi non sono troppo scioccato dal fatto che tu possa diventare un Animagus ad una così giovane età. Ma è stato molto, molto sciocco tentare da sola. Se fossi rimasta bloccata nel bel mezzo di una trasformazione o avessi modificato solo una parte del tuo corpo, non ci sarebbe stato nessuno ad annullare i tuoi errori. Saresti potuta finire molto peggio di come sei ora, con solo un esaurimento di magia. È per questo che se desideri continuare i tuoi sforzi per diventare un Animagus, devo chiederti di promettere che non lo farai se non sotto la mia diretta supervisione >> spiegò Albus.
<< Vuole dire... vuole dire che lei mi aiuterà, professore? >> Minerva chiese esitante.
<< Sì, certo. Come tuo insegnante, è mio dovere facilitare il tuo apprendimento. Pensavi che mi sarei rifiutato di aiutarti? >>
Minerva arrossì un po’ e giocherellò con il bordo della coperta del letto. << Be’, ho pensato che se glielo avessi chiesto, mi avrebbe detto che sono troppo giovane e che non sarei stata in grado di farlo. Volevo solo provare, signore >> Minerva rispose tranquillamente.
<< Signorina McGranitt, non c’è mai alcun male nel chiedere aiuto. E mentre altri possono essere in disaccordo, trovo giusto cercare di spingere se stessi a fare sempre meglio, che, per te, è un bel po’. Dalle mie esperienze con te, c’è una probabilità piuttosto elevata che tu riesca in tutti i tuoi tentativi >>.
Minerva sorrise. Lacrime si formarono nei suo occhi verdi, ma le trattenne. Mai nessuno, ad eccezione di suo padre, le aveva dato tali elogi per il suo talento.
Vedendo il suo leggero imbarazzo alle sue parole, Silente cambiò discorso: << Allora, signorina McGranitt, in base al bel regalo di Natale di tuo padre, direi che giochi a scacchi. Ed essendo tu, mi piacerebbe azzardare l’ipotesi che tu sia abbastanza brava. Mi illudo ad affermare che sono un giocatore di scacchi superbo. Sarei onorato se volessi unirti a me in una partita >>.
Lei accettò prontamente, e lui evocò una scacchiera a galleggiare perfettamente tra di loro, lui sulla sedia e lei nel letto d’ospedale. Giocarono sei partite in totale, fermandosi solo per godersi un po’ del banchetto di Natale che Madama Byrne portò loro dalla Sala Grande. Le loro abilità erano molto bene assortite. Tutte le partite terminarono molto vicine, con Albus e Minerva vincenti ciascuno tre partite. Albus sorrise allegramente all’intensa concentrazione di Minerva su ogni mossa. Il suo approccio era molto più leggero, facendo battute e conversando con i pezzi incantati. Al termine dell’ultima partita, che Albus vinse di poco, lui le diede la buonanotte, promettendo di tornare per un’altra partita il giorno dopo, visto che avevano bisogno di uno spareggio.
Minerva chiuse gli occhi e si addormentò, sorridendo al pensiero che questo era stato uno dei Natali più divertenti che avesse mai avuto.
Lontano nelle sue stanze, Albus non poté fare a meno di pensare la stessa cosa anche lui cedendo al sonno.

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Capitolo 4
*** Terrore e Trionfo ***


Nota dell'Autore: Sono consapevole del fatto che le mie date non corrispondono a ciò che è nei libri di JKR, ma questa linea temporale funziona meglio per la mia trama. Quindi, per favore, abituatevi. Spero che vi piaccia!

Nota del Traduttore: Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo. Riguardo al commento dell'autrice, tenete anche conto che questa fanfiction è stata scritta prima di Pottermore e quindi non tiene conto delle rivelazioni lì dentro. Detto questo, buona lettura!

Capitolo 4: Terrore e Trionfo
 
5 Aprile, 1944
 
Minerva sedeva nella biblioteca, assorta con il naso dentro un libro di testo. Cercava in tutti i modi di studiare la teoria degli incantesimi rallegranti, ma aveva tutt’altro a cui pensare. Le cose ad Hogwarts non andavano come avrebbero dovuto. Strane cose stavano accadendo. Gli studenti Nati Babbani venivano attaccati da qualche misterioso assalitore. Tre giacevano pietrificati in Infermeria, e Minerva temeva che la prossima vittima non sarebbe stata tanto fortunata. Appoggiò il suo libro e aggrottò la fronte al pensiero. Essendo purosangue, sapeva che non aveva niente di cui preoccuparsi, ma questo non le alleviava la preoccupazione. Sapeva che se Hogwarts non era sicura per gli studenti, i consiglieri l’avrebbero chiusa e sarebbe stata una tragedia per le generazioni a venire.
Ad Hogwarts non mancava più solo la sicurezza al momento. Il professor Silente si era assentato periodicamente nel corso dell’ultimo anno. Per Minerva, era la perdita del suo mentore e amico. Due anni prima, una volta lasciata l’Infermeria dopo il Natale, aveva cominciato a ricevere lezioni private da Silente tre volte alla settimana. Passavano due ore la domenica pomeriggio praticando le sue trasformazioni di Animagus, avendo discussioni intellettuali sugli ultimi articoli di Trasfigurazione Oggi, e giocando a scacchi. Sotto il suo occhio vigile, aveva ottenuto il pieno controllo dei suoi poteri di Animagus.
Aveva preso l’Espresso di Hogwarts per Londra alla fine dello stesso anno, incontrando il padre che l’aveva portata direttamente al Ministero della Magia per registrare la sua forma di Animagus con le autorità. Un piccolo sorriso raggiunse le sue labbra, quando ricordò le parole che le disse suo padre quel giorno.
<< Minerva Morrigan McGranitt, sei stata chiamata così in onore di due dee leggendarie: una della saggezza e una della guerra. Con ogni nuovo potere che guadagni, voglio che tu ti ricordi delle tue omonime. Che tu abbia sempre la forza di essere al tuo meglio, e la saggezza per sapere come farlo. Sei una potente Grifondoro, e so che farai la cosa giusta quando il tuo tempo di metterti alla prova arriverà >>.
Queste divennero le parole su qui Minerva avrebbe basato la sua vita, e le lezioni che avrebbe impartito a tutti quelli che la conoscevano.
Il suo flusso di pensieri fu interrotto dall’anziana bibliotecaria, Madama Andrews, che le disse dolcemente che era ora di andare, visto che aveva bisogno di chiudere la biblioteca. Minerva, a malincuore, mise i libri nella sua borsa e tornò alle sue riflessioni sulla via del ritorno verso la Torre di Grifondoro.
Il professor Silente era andato via di nuovo. Le loro riunioni settimanali erano state diminuite semplicemente ad ogni volta che lui era a scuola di domenica. Ma la loro mancanza di frequenza non aveva diminuito il suo entusiasmo per loro. Lui era l’unico insegnante che lei avesse mai conosciuto che avesse preso la sua educazione sul serio proprio come lei. Le chiedeva le sue opinioni su questioni, e la sfidava, costringendola ad approfondire i problemi e, pertanto, le proprie idee. Era capace di insegnarle magia che aveva solo sognato di tentare da sola. Nel corso degli ultimi due anni, l’assoluto fascino che provava per l’uomo era solo aumentato, proprio come aveva fatto il suo affetto per lui. Aveva scoperto che la parte migliore della sua giornata era il luccichio nei suoi occhi quando le sorrideva, cosa che faceva abbastanza spesso. Era l’unica persona che avesse incontrato che la potesse lodare all’infinito, ma allo stesso tempo sfidando la sua intelligenza e abilità in tutta la loro misura. Lei lo considerava come un padre e un migliore amico, così come un insegnante.
Le sue riflessioni furono ancora una volta interrotte, questa volta dall’ultima persona che avrebbe voluto vedere.
<< Ah, buona sera, Minerva. Non mi aspettavo di vederti. Non sei di pattuglia stasera >> disse. I suoi ricci ondulati scuri brillavano nella penombra del castello, i suoi occhi luminosi mentre la guardava.
<< No, Riddle. Non ho il servizio da prefetto stasera, e sono abbastanza sicura che non ce lo abbia neanche tu >> rispose lei bruscamente. I suoi occhi lampeggiarono di fastidio al prefetto di Serpeverde, stringendo le labbra in una linea sottile di disprezzo.
<< Sono solo di ritorno da una serata con il professor Lumacorno su alla Torre di Astronomia. La sua compagnia è davvero molto piacevole, così come quella degli studenti che invita. Dovresti accompagnarmi qualche volta. So che il professore ne sarebbe felice >> le disse, la sua voce piena di fascino.
<< Non ho alcun desiderio di essere raccolta come una farfalla rara da nessuno, e anche se volessi passare il poco tempo libero che ho con il professor Lumacorno, di sicuro non andrei con te, Riddle >> Minerva ribatté. Non aveva mai avuto tanta pazienza per la falsa sincerità, e la sua tolleranza era ancora più bassa a quell’ora della notte. Le sue labbra divennero più sottili in quel momento.
<< Per favore, chiamami Tom >> le disse. Mostrò quello che pensava sicuramente fosse il suo sorriso vincente.
<< Non desidero essere amichevole fino a quel punto con te. Ti suggerisco di scendere nei sotterranei e non spendere più tempo nascosto vicino al bagno delle ragazze >>.
Lui sorrise sommessamente. << Ma certo, Minerva. Nel caso che non ti veda nei prossimi giorni, Buona Pasqua >>.
Minerva non restituì il suo augurio e invece si voltò semplicemente di scatto per continuare il suo percorso verso il suo dormitorio.
Dopo le vacanze, la partecipazione del professor Silente alle classi fu così scarsa che venne mandato un sostituto dal Ministero. Dire che il professor Tofty era meno che adeguato era un po’ un eufemismo. Era un maestro di Incantesimi, e non qualificato a insegnare Trasfigurazione oltre il secondo anno. I compagni del quinto anno di Minerva divennero preoccupati per i loro GUFO, e chiesero a Minerva di far loro da tutore. Le lezioni occasionali con due o tre studenti si trasformarono in sessioni programmate una volta alla settimana con venti a trenta studenti di tutte le età e di tutte le Case. Insegnare veniva molto naturale a Minerva. Mentre, da una parte, era sempre distante con i suoi compagni di classe, aveva una compassione e una pazienza nascosta che venivano fuori nelle sue lezioni di tutor.
Ma tra l’insegnamento, lo studio per i suoi GUFO e i propri doveri da prefetto, Minerva si stava stancando. Una sera, durante i suoi turni serali, per poco non cadde dalla stanchezza. Entrò nella classe più vicina per fare un pisolino in forma di gatto.
La prossima cosa che percepì era che lunghe dita la stavano grattando dietro le orecchie. Lei fece le fusa e aprì gli occhi assonnata. Furono accolti dalla scintilla del suo azzurro preferito. All’improvviso si ricordò del pisolino e il fatto che avrebbe dovuto svolgere il suo servizio da prefetto. Saltò giù dalla scrivania su cui giaceva, trasformandosi nella sua forma umana a metà salto.
Silente alzò le sopracciglia. << Molto interessante, signorina McGranitt. Vedo che ti sei esercitata >>.
Lei lo guardò, sconvolta per il proprio comportamento inappropriato. Essere colta letteralmente a dormire sul lavoro dall’insegnante il cui parere significava molto per lei era assolutamente mortificante. << Mi dispiace, signore, io stavo facendo la mia ronda ed ero così stanca e... >>
Albus alzò la mano per farla tacere. << Non c’è bisogno di scusarsi, signorina McGranitt. Sei una studentessa di sedici anni che sta facendo più lavoro di quanto faccia la maggior parte dei professori di questa scuola >>.
<< Non più di lei, signore >>.
<< Tuttavia, hai diritto a un po’ di riposo. Anche se è sulla mia scrivania >> aggiunse con un sorriso.
<< Oh professor Silente, non mi ero resa conto di essere nella sua classe! Mi dispiace tanto! Dovrei tornare alla mia ronda, signore >> disse Minerva mentre un rossore si impossessava delle sue guance pallide.
<< La tua ronda è finita, signorina McGranitt. Siamo ben oltre la mezzanotte. Se devi andare da qualche parte, è tornare alla Torre di Grifondoro per dormire. Hai ovviamente bisogno di un po’ di meritato riposo, con tutto quello studio che so che stai facendo, insieme al tutoring ai tuoi compagni di classe. Suppongo che potresti prendere in consegna le mie classi e nessuno si accorgerebbe che io manco >>.
Minerva sorrise. << Nessuno potrebbe sostituirla, signore. Abbiamo sentito molto la sua mancanza. E posso finalmente capire perché un mago con la sua immensa abilità voglia insegnare. È sia stimolante sia gratificante >>.
<< Ti piace insegnare? >>
<< Sì, signore. Ora faccio due sessioni di tre ore ogni settimana >>.
<< Non c’è da stupirsi che tu sia così esausta, signorina McGranitt! >> esclamò Silente.
<< Potrei dire lo stesso di lei, professore. Bentornato, tra l’altro. Ha avuto fortuna questa volta? >> chiese lei astutamente.
<< Mi chiedevo quando avresti capito dove sto andando. Come fai a saperlo? >>
<< Beh, non so niente per certo, naturalmente, ma suppongo che un grande mago come lei stia facendo la stessa cosa che i miei genitori stanno facendo là fuori: cercando l’Europa per Grindelwald e i suoi seguaci, nel tentativo di fermarlo >>.
<< Ipotesi molto astuta. Non mi aspettavo niente di meno da te, signorina McGranitt. Non ero a conoscenza del fatto che anche i tuoi genitori stessero lavorando con gli alleati >>.
<< Sì, signore. Essi sono, come dice mio padre, ‘Grifondoro con il dovere di lottare per la libertà’ >> Minerva sospirò, ricordando il pericolo in cui era la sua famiglia, forse proprio in quel momento.
<< Penso che mi piacerebbe molto tuo padre e sono sicuro che tu abbia preso gran parte della tua forza da lui >>.
<< Credo di sì, signore. Questa guerra è una cosa terribile, sia per i Babbani che per i maghi. Ma se qualcuno può trovare Grindelwald e sconfiggerlo, quello è lei, Professor Silente. E dopo può tornare a scuola e fermare questi attacchi >>. Minerva lo guardò con un lampo di giovinezza negli occhi.
Albus sospirò e le rivolse un sorriso triste. La sua magia e la sua mente erano così mature, ma aveva ancora la speranza ingenua di una bambina. Era molto rigenerante. << Apprezzo la tua fede in me, Signorina McGranitt. E visto che hai nominato questi attacchi, mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi >>.
L’espressione di Minerva cambiò diventando molto seria. << Mi turbano molto, signore. Gli attacchi sono incentrati sui Nati Babbani, che è abbastanza sconvolgente, ma provengono dall’interno del castello. Tutti sono molto preoccupati per questo fatto in particolare, credo >>.
Silente annuì: << Sono d’accordo con te su tutti i fronti. Hai qualche idea su come il colpevole stia operando? >> Lui, giustamente, pensava che le sue idee avessero molto merito. Era tremendamente attenta e aveva l’intelligenza per collegare i dettagli che altri avrebbero mancato. Essendo in Germania così spesso, Albus non poteva negare che non era stato presente abbastanza da poter notare qualcosa di utile.
Minerva sospirò. << Purtroppo, nulla basato su prove evidenti, ma gli attacchi non sono strettamente di natura magica; nessun incantesimo sta facendo questo. Deve essere una sorta di creatura. E ho i miei sospetti su Tom Riddle. Sfortunatamente non è sufficiente per accusarlo, ma sembra sempre che si aggiri furtivamente un bel po’. Ed è troppo affascinante per il suo bene >>.
Ad Albus venne da ridere. << Non pensi che forse abbia una cotta per te? Sei una bella ragazza con un talento pari al suo, dopo tutto >>.
Minerva lo schernì e alzò gli occhi. << Ci sono ragazze molto più belle di me e se gli piaccio, è solo per quello che pensa di poter fare con le mie capacità >>.
<< Sembra che tu abbia simili sentimenti anche per il professor Lumacorno, ho notato. Ma almeno per quanto riguarda lui, le sue intenzioni, per quanto egoistiche, sono innocenti. Ma cercherò di tenere d’occhio il signor Riddle quando posso. Ma ora, signorina McGranitt, devi davvero tornare alla Torre di Grifondoro per ottenere qualche ora di sonno >>.
Minerva guardò l’orologio Babbano che Silente teneva sulla scrivania. Si leggeva 3:15.
<< Oh non avevo idea che fosse così tardi! >>
<< È tutto a posto, signorina McGranitt. Ma posso suggerirti di raggiungere la torre nella tua forma da gatto soriano? Al signor Pringle piacerebbe nient’altro che dare punizione a un prefetto. E nel caso sia chiamato via di nuovo la prossima settimana, buona fortuna con i tuoi G.U.F.O.. Ho piena fiducia che sarai una piacevole sorpresa per i tuoi esaminatori >>.
Minerva sorrise. << Grazie, signore. Farò del mio meglio per renderla orgoglioso >>.
<< L’hai già fatto, mia cara. Buonanotte >>.
<< Buonanotte, signore >>. Uscì dalla porta, contenta che i gatti non potessero arrossire. Non aveva mai usato un termine affettuoso con lei prima, e le era piaciuto molto più di quanto sapeva avrebbe dovuto.
Albus guardò il piccolo gatto lasciare l’aula prima di andare nel suo ufficio dietro la scrivania. Si sdraiò sul divano davanti al camino. Rifletté sulle cose che Minerva gli aveva raccontato riguardo agli attacchi e Tom Riddle. Aveva sempre saputo che il ragazzo non era mai stato del tutto autentico, e lui era contento che anche Minerva l’avesse notato. Gli altri insegnanti adoravano il ragazzo, ma Albus non si era mai adeguatamente avvicinato a lui. Era molto contento che Minerva fosse i suoi occhi e le sue orecchie intorno al castello quando lui era via. Ma lo infastidiva il fatto che lei dovesse sapere così tanto. Si sentiva il dovere di proteggerla dal male.  Lei era così brillante e cortese, ma poteva vedere che era spaventata e nervosa proprio come chiunque della sua età. Avrebbe dovuto essere più attento in futuro riguardo le informazioni che avrebbe condiviso con lei, soprattutto visto che era consapevole dei suoi sforzi nella guerra. E avendo anche i genitori che combattevano, non era giusto che lei dovesse preoccuparsi così per ogni influenza adulta nella sua vita. Era una linea sottile quella che stava camminando, tenendola consapevole del mondo, ma proteggerla dalle crudeltà in esso. Cercava di trattarla come un adulto, ma momenti come stasera gli ricordavano quanto ancora era bambina, a sedici anni. Era così innocente, e lui sperava di non essere quello a spezzare la sua visione giovanile del mondo. Poteva solo pregare che non le succedesse nessuna tragedia a causa di questa terribile guerra. Lentamente cominciò ad addormentarsi nel suo ufficio, i suoi sogni popolati da mostri nel castello e la morte sui campi di battaglia.
Le prossime due settimane trascorsero in una macchia indistinta per Minerva. Silente era davvero stato chiamato via di nuovo, ma lei era troppo occupata con i suoi G.U.F.O. per sentire veramente la sua mancanza. Come ci si aspettava, lei passò tutti i suoi esami pratici e teorici a pieni voti.
L’esame pratico di Trasfigurazione le diede particolarmente piacere. L’esaminatore, il professore Marchbanks, le chiese se era la stessa Minerva McGranitt che si era registrata come un Animagus due anni prima. << Perché se lo sei, ragazza, sei la più giovane in oltre due secoli! >>.
Minerva rispose semplicemente trasformandosi dove si trovava. Camminò lentamente in cerchio prima di ritrasformarsi, ricevendo una forte risata di gioia dal professor Marchbanks e applausi da ogni esaminatore e studente della stanza. Il centro dell’attenzione non era un posto dove Minerva avrebbe voluto essere, ma si sentiva orgogliosa di se stessa comunque.
Tre giorni dopo la fine degli esami, avvenne un disastro. Una ragazza del terzo anno di Tassorosso fu trovata morta nel bagno delle ragazze al secondo piano. Minerva non la conosceva personalmente, ma la cosa la deprimeva proprio come per il resto della scuola. La sicurezza fu aumentata drasticamente e il professor Silente tornò a scuola per le restanti tre settimane. Gli studenti dovevano essere accompagnati ai pasti da un insegnante e non erano autorizzati ad andare al di fuori dei loro ambienti comuni, tranne per le classi.
In qualità di prefetto, Minerva aveva un po’ più di libertà, facendo ancora le ronde, ma solo con un altro prefetto ad accompagnarla. Fu durante una ronda subito dopo la morte di Mirtilla che sentì il preside dire a Tom Riddle che, a meno che il colpevole non fosse stato catturato, Hogwarts non avrebbe riaperto il settembre successivo. L’unica cosa che Minerva poté fare fu trattenere le lacrime fino a che non ebbe raggiunto il suo letto nella Torre di Grifondoro. Hogwarts era una casa per lei, a volte anche più della tenuta di famiglia sulla costa scozzese. Senza questa scuola, lei e centinaia di altri studenti sarebbero stati derubati di un’educazione di livello mondiale.
Era così sconvolta mentre correva nella sua stanza che non sentì uno dei ragazzi del terzo anno chiedere se qualcuno avesse visto Rubeus Hagrid.

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Capitolo 5
*** Il Ritorno A Casa Dell'Eroe ***


Nota dell'Autore: Minerva è un po' folle in questo capitolo. Ricordatevi che è una ragazza di 17 anni con una cotta seria (anche se non lo ammetterà ancora per un po'). Inoltre, Albus non agisce nel modo più responsabile. Ne ha passate delle belle e non è ancora guarito completamente da tutte le sue ferite e traumi. Quindi considerate tutto questo mentre leggete. Buona lettura!
Capitolo 5: Il Ritorno A Casa Dell’Eroe
 
26 Marzo, 1945
 
L’intera Sala Grande scoppiò in evviva ed applausi. Quasi tutti gli studenti, inclusa Minerva, avevano una copia della Gazzetta del Profeta di quella mattina di fronte a loro a colazione.
 
MAGO OSCURO GRINDELWALD SCONFITTO
 
Quello che molti di loro avevano trascurato di notare era il sottotitolo: Eroe Albus Silente Mancante Quando Gli Auror Prendono Grindelwald In Custodia.
Minerva si sentiva strana. Mancante. Aveva sconfitto Grindelwald, così come tutto il mondo magico sapeva che avrebbe fatto. E forse non sarebbe tornato a casa. Avrebbe potuto essere morto da qualche parte a Dresda. No, non devo pensare in questo modo, Minerva si rimproverò. Questo era il suo professor Silente. Sarebbe tornato. Doveva farlo. Doveva assolutamente farlo.
Minerva fu come un fantasma per tutta la settimana seguente. Continuò con la routine della sua vita, ma non c’era niente di vitale in lei. Il professor Tofty era tornato ad insegnare Trasfigurazione a tempo indeterminato, e di conseguenza, Minerva continuò con le sue sessioni da tutor. Aiutò i suoi compagni al meglio, ma la scintilla per l’apprendimento e l’insegnamento che una volta era il segno distintivo della sua esistenza sembrava essere scomparso insieme a Silente.
Continuò anche i suoi compiti da prefetto. Non sapeva come mai, ma sembrava sempre essere in coppia con Tom Riddle. Da quando aveva ricevuto il premio speciale nel giugno scorso per aver posto fine agli attacchi misteriosi catturando Rubeus Hagrid, era diventato positivamente insopportabile. Gli insegnanti pensavano che non potesse sbagliare. Gli altri studenti, in particolare i Serpeverde, veneravano il terreno che camminava. Minerva trovava la cosa piuttosto fastidiosa. Avrebbe scommesso la sua bacchetta che il giovane Hagrid era innocente. Non aveva mai conosciuto un ragazzo dolce e più innocuo. Sì, aveva un’affinità strana per strane creature, ma non avrebbe potuto essere l’autore di quei crimini orribili. Ma la parte importante era che gli attacchi si erano fermati.
E pure la guerra dei maghi sarebbe finita ora. I suoi genitori sarebbero finalmente tornati a McGranitt Cliffs per restare, e la comunità magica poteva tirare un sospiro di sollievo.
Tutto quello a cui Minerva riusciva a pensare era il suo professore dagli occhi azzurri. Se avesse condiviso le sue preoccupazioni con qualcuno dei suoi amici, avrebbero assunto che lei era innamorata di lui. E lo era, in un certo senso. Non in senso romantico, certamente. Lei aveva appena diciassette anni e lui aveva una buona ventina d’anni più di lei, ed era il suo professore innanzitutto. Ma nonostante questi fatti, lui era il suo migliore amico. Non c’era nessun altro con cui avrebbe mai voluto condividere le sue gioie e le paure più che con lui, e nessuno con cui si sarebbe mai trovata così a suo agio. E ora poteva essere finito per sempre.
Quasi due settimane dopo la caduta di Grindelwald, due settimane passate per Minerva a perlustrare ogni centimetro di ogni edizione della Gazzetta del Profeta per trovare un accenno di Silente, ci fu finalmente un nuovo titolo:
 
FERITO SILENTE TROVATO, TRASFERITO A SAN. MUNGO
 
Minerva espirò completamente per la prima volta in tanto tempo. Era vivo. E di nuovo in Gran Bretagna. Doveva vederlo, questo lo sapeva. Non c’era alcun motivo razionale per questo, ma il pensiero consumava la sua mente. Doveva vederlo. Ma come?
Lui sicuramente non avrebbe permesso l’accesso ai visitatori; era una persona troppo privata per volere sostenitori brulicanti dal suo letto da malato. E una lettera non sarebbe stata sufficiente. Inoltre, se fosse stato ferito gravemente, non sarebbe stato in grado di ricevere la posta comunque. Probabilmente stava ottenendo qualsiasi tipo di lettere dai suoi fan ora, e qualsiasi cosa da Minerva si sarebbe solo persa nella confusione.
Il resto della giornata Minerva divenne sorda e cieca al resto del mondo, architettando con cura il suo piano.
Quel finesettimana salì sull’Espresso di Hogwarts per Londra con il resto degli studenti che si recavano a casa per le vacanze di Pasqua. Ma Minerva non aveva alcuna intenzione di tornare a casa, almeno non ancora. Lasciò il suo bagaglio con i facchini alla stazione di King’s Cross e si affrettò fino a un vicolo appartato. Grazie a Merlino ho superato quel dannato test di Apparizione il mese scorso! Minerva pensò mentre scompariva con un soffice ‘pop’.
Apparve al lato opposto della strada rispetto una boutique con un vecchio manichino vestito stranamente nella finestra, dietro un cartello con la scritta ‘chiuso per ristrutturazione’. Minerva si chinò in un altro vicolo.
Un gatto soriano di colore argenteo uscì un attimo dopo e si sedette sul bordo del marciapiede, gli occhi si smeraldo che fissavano intensamente il manichino. La sua coda scattava avanti e indietro con impazienza. Dopo quasi un’ora, una donna vestita con una lunga gonna a strisce, stivali da pioggia gialli, e una giacca blu scura da uomo si avvicinò alla vetrina. Sapendo che questa era la sua occasione, Minerva attraversò la strada come un lampo e saltò nella finestra dopo la strega in visita.
L’aveva fatto. Minerva McGranitt, prefetto di Hogwarts, si era appena intrufolata dentro l’Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche. E ora doveva trovare il suo professore. Si nascose sotto una sedia in sala d’attesa e lesse l’elenco sul muro. ‘Quarto Piano: Danni da Incantesimi’ sembrava un buon posto come un altro per iniziare.
Vedendo la via libera, si precipitò in ascensore prima che le porte si chiudessero. Fu in grado di rimanere nascosta restando accovacciata sotto un carrello per il cibo. Si rimproverò internamente per aver permesso i suoi peli di gatto così vicino al cibo dei pazienti. Eppure, pensò, faccio il bagno molto più regolarmente e in modo più efficace rispetto la maggior parte dei gatti. Il carrello lasciò l’ascensore al quarto piano, con grande fortuna di Minerva.
Mentre si muoveva con il carrello, Minerva fu presa dal panico. Cosa diavolo stava facendo? Stava abusando dei suoi poteri da Animagus per intrufolarsi in un ospedale, e per cosa? Per visitare il suo insegnante ferito. Probabilmente non era nemmeno cosciente. Allora, qual era il punto? Così che potesse vedere che era lì? Tutto questo era sciocco, e lei lo sapeva. Ma se fosse stato sveglio? Ovviamente l’avrebbe riconosciuta. Come avrebbe reagito? Sarebbe stato felice di vederla? Molto probabilmente si sarebbe offeso per il suo comportamento inadeguato e l’avrebbe buttata fuori.
Il carrello si fermò di colpo e Minerva ascoltò mentre la guaritrice parlava con un uomo in piedi vicino alla porta.
<< Un nuovo Auror di turno, vedo. E qual è il tuo nome, ragazzo? >> la guaritrice chiese allegramente.
<< Scrimgeour, signora >>. La sua voce era bassa e roca, come il ringhio di un leone.
<< Bene, signor Scrimgeour, ho la cena per il nostro eroe >> rispose lei allegramente.
<< Io non credo che il signor Silente sia sveglio, ma sono sicuro che sia possibile lasciare lo stesso il vassoio >>. Il cuore di Minerva si fermò. Non riusciva a credere alla sua fortuna. Avrebbe sorriso se non fosse così pietrificata dalla paura.
<< Farò proprio così. Terresti la porta per me, eh caro? >>
Scrimgeour tenne la porta aperta per la guaritrice e Minerva fu quasi schiacciata dalla ruota del carrello poiché si era spostato improvvisamente in avanti. Entrarono nella stanza privata poco illuminata di Silente. Minerva scattò sotto il letto mentre il carrello si avvicinava. Il più silenziosamente che poteva, la guaritrice posò il vassoio del pasto sul tavolo accanto al letto e rapidamente se ne andò.
Minerva rimase ora sola con l’eroe addormentato. Saltò con cautela sul letto e semplicemente lo fissò per un momento. I suoi capelli ramati e la barba erano un po’ più lunghi rispetto all’ultima volta che l’aveva visto. Un piccolo sorriso abbelliva le sue labbra. I suoi lineamenti erano molto più morbidi quando dormiva. Molto dignitoso, pensò lei. Lo analizzò da cima a fondo. Sembrava sano, per quanto poteva vedere. Sollievo e affetto la inondarono a questo pensiero. Prima che lei potesse pensare alle sue azioni, strofinò la testa pelosa contro il suo braccio e fece le fusa.
Albus seppe che era Minerva prima ancora di aprire gli occhi. Le grattò le orecchie mentre si sedeva sul letto. Che bel modo di svegliarsi, pensò con un sorriso.
<< Sono contento che tu sia qui. Qualcosa mi diceva che se qualcuno poteva intrufolarsi nella mia stanza custodita d’ospedale, saresti stata tu >>.
Lei saltò giù dal letto per trasformarsi, e si sedette ai piedi del letto nella sua forma umana.
<< Non è arrabbiato, vero, signore? >> Minerva chiese timidamente, i suoi occhi che scrutavano preoccupati il suo volto.
<< Sono sorpreso che tu possa fare qualcosa di così follemente rischioso, ma come ho detto, sono molto felice che tu sia venuta. L’ospedale consente solo alla famiglia di visitarmi, nel tentativo di proteggere la mia privacy, ma vuol dire che sono un po’ solo durante la mia guarigione >> rispose con un sorriso triste.
<< Sicuramente la sua famiglia la visita però? >>
<< Ho solo il mio fratello minore, e oserei dire che non vorrebbe venire a trovarmi. Non siamo intimi, purtroppo. È per questo che sono lieto che tu sia venuta. Anche se non dovresti rimanere troppo a lungo. Non vorrei che tu ti faccia prendere mentre ti muovi furtivamente nell’ospedale >>.
<< Certo, signore. Sono stata molto attenta venendo qui. A proposito, sono venuta sotto il carrello che ha portato la cena >> Minerva indicò il vassoio accanto a lui. << Ma sarei prudente, signore. A volte perdo il pelo quando sono nervosa >> Minerva aggiunse mentre un rossore rosso brillante si insinuava sui suoi zigomi alti.
Albus rise. << Starò attento, mia cara, grazie >>. Prese il vassoio e si offrì di condividere il suo pasto con Minerva, che lei gentilmente rifiutò. Consumò volentieri il suo pasto in compagnia per la prima volta in quasi un mese.
<< Allora dimmi, come vanno le cose a Hogwarts? Dubito che sarò in grado di tornare fino al prossimo trimestre e mi manca >>.
<< Niente di interessante, temo. Hagrid si sta stabilendo nei terreni della scuola come assistente di Ogg. La squadra di Quidditch di Grifondoro continua a giocare abissalmente >> Minerva sospirò. Nessuno avrebbe mai indovinato la passione di Minerva per il Quidditch. Non perdeva mai una partita, e si divertiva a giocare informalmente con i suoi amici.
<< Mi sono sempre chiesto perché non hai fatto i provini per entrare nella squadra della tua Casa >> Albus osservò.
Lei si strinse nelle spalle. << Ho sempre voluto, ma nessuna posizione si è liberata fino al mio quinto anno, e in quel momento ero troppo impegnata facendo il tutor e con i miei doveri da prefetto. E poi, avevano bisogno di Battitori, e quella è l’unica posizione a cui sono assolutamente inutile >>.
<< Capisco. Le circostanze erano contro di te, come spesso accade per molti di noi. E a proposito di essere occupata, presumo che tu faccia ancora il tutor? >>
<< Sì, signore. Sempre di più ogni settimana. Sto diventando piuttosto popolare, di conseguenza >> Minerva rise.
<< Qualche studente interessante? >> chiese Albus. Era via da scuola da più tempo di quello che voleva, e non conosceva i suoi studenti così come avrebbe voluto. Ma i pareri di Minerva sui suoi compagni di classe erano di solito molto astuti.
<< C’è uno del primo anno in Grifondoro che mi interessa. Alastor Moody. Più veloce con la sua bacchetta che con la sua mente, il che lo mette un bel po’ nei guai. Ma passerà quando crescerà. Posso dire che c’è un sacco di potenziale. E ho incontrato un paio di ragazze che mi piacciono di Tassorosso. Pomona Sprite del quinto anno e Poppy Chips del quarto anno. Poppy è una ragazza molto dolce e sembra eccellere in tutto. Niente di eccezionale, ma è completa e apprende velocemente. Stessa cosa con Pomona. Anche se lei preferisce Erbologia per qualche motivo che non capirò mai >>.
<< Hai lasciato Erbologia quest’anno, giusto? >> Albus commentò con un sorriso, sapendo fin troppo bene della sua frustrazione con le piante.
<< Sì, grazie al cielo >>.
<< Hai fatto bene nel tuo G.U.F.O., allora perché non continuare? >>
<< Mi piace la vita all’aria aperta, ma non sono per niente ‘aperta’. Preferisco solo passare il mio tempo a scuola con interessi più accademici. Non penso che perfino io sarei in grado di mantenere Eccezionale in dieci corsi per i M.A.G.O. come ho fatto per i miei G.U.F.O..
<< Quindi stai frequentando... >>
<< Trasfigurazione, Difesa, Incantesimi, Pozioni, Antiche Rune e Aritmanzia >> Minerva finì per lui.
<< Così hai lasciato anche Astronomia, Babbanologia e Storia della Magia? >>
<< Sì, signore. È solo che non ho trovato Astronomia o Babbanologia molto pratici per me. Di sicuro non al livello dei M.A.G.O., comunque. E semplicemente non posso prendere più sul serio il professor Rüf, da quando è arrivato in classe come un fantasma due anni fa >> spiegò Minerva.
Albus sorrise al ricordo del suo collega che lasciava il suo corpo accanto al caminetto nella sala insegnanti. << Sì, non mi sorprende da parte tua, signorina McGranitt >>.
Albus guardò l’orologio vicino al suo letto. << Ho paura che la nostra visita debba finire ora, mia cara. La mia guaritrice sarà qui da un momento all’altro per somministrare una delle tante pozioni che mi hanno prescritto >>.
Minerva lanciò un’occhiata verso la porta alle sue parole. << Oh cielo. Beh mi limiterò a cercare di sgattaiolare quando la porta si apre >>. Si alzò in piedi e si spostò vicino a lui. << Sono così felice che lei sia sano e salvo. Forse qualche volta potrò sentire tutto riguardo al suo trionfo a Dresda. Ma ora lei deve riposare in modo da poter guarire e tornare a Hogwarts a cui lei appartiene >>. Minerva sorrise e gli accarezzò la mano.
<< Questa è la mia intenzione, mia cara. E certamente ti dirò tutto riguardo alle mie imprese qualche volta. Ora vai, prima che la guaritrice venga. E grazie ancora per il tempo e il rischio che hai corso per vedermi >>.
Minerva semplicemente gli sorrise ampiamente e si trasformò davanti ai suoi occhi, e trotterellò verso la porta. Proprio in quel momento, la guaritrice entrò e Minerva corse fuori. Albus le sorrise e bevve la pozione che gli fu data. La guaritrice poi andò via immediatamente, lasciando Albus di nuovo solo.
È stato molto dolce da parte sua fargli visita. Sciocco, però, molto sciocco. Lei sarebbe potuto essere catturata un numero illimitato di volte e avrebbe potuto avere gravi ripercussioni con il ministero. Era il tipo di comportamento che gli ricordava che lei era ancora la giovane, impetuosa Grifondoro che aveva portato in Infermeria con la magia consumata durante il suo terzo anno. Ora diciassettenne, era un’adulta legalmente nel mondo dei maghi, ma solo al sesto anno a Hogwarts. Indipendentemente da questo fatto, apprezzava la sua compagnia più della maggior parte di maghi e streghe di un decennio più vecchi di lei. Era brillante, attenta, gentile e possedeva un incredibile senso dell’umorismo che sapeva veniva fuori sol quando era più a suo agio. Lui riusciva a capire perché lei non era molto intima con i suoi compagni di classe, essendo molto più matura rispetto ad ognuno di loro. Aveva amici, a dire il vero, ma non aveva osservato lei avere alcuno rapporto con nessuno di loro come aveva con lui. Non era sicuro di come si sentiva riguardo a questo.
Albus Silente si addormentò, quella notte, in uno stato di conflitto. Aveva avuto una bella serata con la sua allieva prediletta, ma le implicazioni di tale affermazione cominciavano a dargli dei problemi.
Minerva fu in grado di lasciare il San Mungo molto più facilmente di come era entrata. Ritornò nel vicolo buio per trasformarsi. Recuperò il suo bagaglio dalla stazione del treno prima di apparire in Scozia.
Aprì gli occhi e guardò su verso la sua tenuta di famiglia. Lo stile Rinascimentale massone creava un imponente edificio che intimidiva maggior parte dei visitatori, ma per Minerva, era la sua casa. Sorrise mentre attraversava le grandi porte doppie del grande atrio. Suo padre attraversò il lungo corridoio dal suo studio per salutarla. I suoi occhi azzurri chiari si illuminarono quando la vide.
<< Minerva, ragazza! Non ti aspettavamo a casa per le vacanze. Che piacevole sorpresa! >> esclamò in un forte accento scozzese mentre abbracciava sua figlia più giovane.
<< È stata un po’ una decisione dell’ultimo momento, Pa. Ma ho pensato che con la guerra finita, tu e la mamma sareste tornati a casa e mi siete mancati tutti così tanto >> rispose Minerva, ancora intrappolata tra le braccia di suo padre.
Charlotte McGranitt, sentendo voci nell’ingresso, uscì per accogliere sua figlia a casa. I suoi capelli biondi, sempre fluenti intorno alle spalle, splendevano nella luce. Minerva aveva sempre pensato che sua madre fosse la donna più bella del mondo ed era felicissima di aver ereditato i suoi favolosi occhi verdi, se non altro.
<< Lascia che la ragazza respiri, Emmett >> lo prese in giro mentre andava a catturare la figlia nel proprio abbraccio. << Son felice che tu sia venuta, cara. Helen è anche lei qui, con un fidanzato >>.
<< Un altro? >> Minerva alzò le sopracciglia e strinse le labbra in ansia. La sua perfetta sorella cambiava fidanzato più spesso di quanto la maggior parte delle persone cambi le lenzuola sui loro letti. Anche se a suo merito, Helen portava solo i migliori a vedere i suoi genitori.
<< Sii gentile, Minnie, è un bravo ragazzo >> il padre difese.
Lei lo fissò all’uso di quel soprannome. << Mi hai chiamato Minerva e ti suggerisco di rivolgerti a me in quanto tale. E sono tutti bravi ragazzi. Perché non ne sceglie semplicemente uno? Io lo farei sicuramente se avessi ogni scapolo del Ministero della Magia ad adularmi come fanno per lei >> Minerva brontolò.
Emmett McGranitt rise alle idee chiare della sua bambina. << Ha solo ventuno anni e tu hai solo diciassette anni. Non c’è alcun bisogno che una di voi due pensi al matrimonio ancora >>.
<< Esattamente. Ora venite, voi due. Andiamo tutti a fare conoscenza con lui e puoi dirci tutto riguardo cose della scuola durante la cena, Minerva >>. Charlotte fece entrare la sua famiglia nella sala da pranzo per unirsi ad Helen e il suo fidanzato.
Minerva sospirò, rassegnandosi al suo destino di chiacchierare con un tizio del Ministero per il resto della serata, e seguì i suoi genitori a cena.

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Capitolo 6
*** Innocenza Perduta ***


Nota dell'Autore: Questo è stato probabilmente il capitolo più difficile per me da scrivere. Spero che mostri emozioni oneste. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Capitolo 6: Innocenza Perduta
 
4 Ottobre, 1945
 
Tutto era finalmente apposto nel mondo. Questo bel pensiero scivolò nella mente di Minerva quando di svegliò quella Domenica. Era il suo diciottesimo compleanno e non sarebbe stato rovinato dalla guerra per la prima volta in quasi un decennio. E questo significava, naturalmente, che il professor Silente era a scuola per festeggiare con lei. Dubitava che lui avrebbe fatto qualcosa per esso, ma stare semplicemente con lui dopo tutte le sue assenze negli anni precedenti la rendeva abbastanza felice.
Si alzò dal letto per esaminare il suo piccolo mucchio di regali. Ricevette una bellissima spilla color smeraldo dai suoi genitori che lei appunto subito al collo delle sue vesti. Sembrava piuttosto bella, completando il rosso del suo distintivo da Caposcuola. Ottenne una scatola di Zenzerotti da sua sorella, insieme ad un abbonamento rinnovato per Trasfigurazione Oggi. La sua anziana zia e zio le mandarono una copia molto rara della seconda edizione di Quidditch attraverso i secoli. Sfogliò le vecchie pagine prima di scendere a fare colazione.
Una volta seduta, fu avvicinata da circa una cinquantina di studenti, ognuno dei quali l’aveva avuta come tutor ad un certo punto. Poppy Chips le porse un pacchetto incartato.
<< Volevamo prenderti qualcosa per mostrarti il nostro apprezzamento per i tuoi sforzi. Nessuno merita un felice compleanno più di te, Minerva. Abbiamo tutti contribuito per prenderti questo. Spero che ti piaccia >> Poppy sorrise mentre porgeva a Minerva il suo regalo.
Gli occhi di Minerva si riempirono di lacrime mentre strappava l’involucro colorato. Dentro c’era l’orologio più bello che avesse mai visto. La faccia era incastonata con rubini piccoli al posto dei numeri e le lancette d’oro erano delicate e intricate. L’involucro esterno era d’oro, semplice ed elegante.
<< Si trasforma in un orologio da taschino quando lo si gira a testa in giù >> Alastor Moody aggiunse. Minerva lo capovolse e l’orologio si trasformò effettivamente in un orologio da taschino con il leone di Grifondoro inciso sulla parte esterna. Lo aprì per vedere la stessa faccia del bellissimo orologio in miniatura. Di fronte alla faccia c’era una scritta : Che Tu Possa Continuare A Ispirare Gli Altri.
Minerva inghiottì il groppo in gola e ringraziò tutti per il bel regalo. Non era mai stata particolarmente vicina ad uno di questi studenti, nonostante quanto le piacessero molti di loro. Non si era resa conto di quanto importante lei potesse essere.
Dalla tavola degli insegnanti, Albus guardava la scena con un sorriso. Era molto contento che al signor Moody fosse piaciuto il suo suggerimento per il regalo e per di più contento che Minerva si rendesse conto di quanto era amata.
Il pasto di Minerva fu ancora una volta interrotto, questa volta da parte di un elegante gufo reale grigio. Lasciò cadere una lettera davanti a Minerva e volò via. Era un po’ confusa. Aveva già ricevuto gli auguri di compleanno da parte di tutti quelli che conosceva. Le sue dita sottili aprirono timidamente la busta dall’aria ufficiale. I suoi occhi si strinsero mentre leggeva il contenuto, allargandosi per lo shock quando raggiunse la parte inferiore della pagina. Girò lentamente la testa per guardare direttamente Silente. Lei lo fissò, shock e orrore scritto su tutto il viso. Albus stava per alzarsi quando improvvisamente lei lasciò la Sala Grande. Albus appellò la lettera e l’orologio da dove era seduta Minerva al tavolo dei Grifondoro prima che studenti curiosi potessero arrivarci. Albus bandì l’orologio nel suo ufficio, per riportarlo a Minerva in seguito, e lesse la lettera di fronte a lui.
 
Cara signorina McGranitt,
Sono spiacente di informarla che i suoi genitori, Emmett e Charlotte McGranitt, sono stati uccisi questa mattina ad Anversa. Erano in viaggio per testimoniare in un procedimento del Wizengamot contro un gruppo di seguaci del mago oscuro catturato di recente, Gellert Grindelwald. Due degli imputati sono fuggiti dalla custodia e hanno praticato l’anatema che uccide sul signore e la signora McGranitt con delle bacchette rubate. Da allora sono stati arrestati e condannati a vita ad Azkaban.
La prego di accettare le più sincere condoglianze da tutto il Ministero della Magia.
 
Cordiali saluti,
Castor Selwyn
Applicazione della Legge Magica
 
Albus mise la lettera in tasca e si precipitò fuori dalla Sala Grande per trovare Minerva.
Quasi inciampò su un gatto soriano d’argento, in piedi immobile nel salone d’ingresso, gli occhi chiusi per concentrarsi. Albus la prese in braccio e la portò nel suo ufficio. Lei si contorse e lo graffiò in segno di protesta.
<< Shhh, Tabby, va tutto bene. Starai bene >>. Ripeté le frasi rilassanti fino a quando raggiunse il suo ufficio, dove la posò sul divano. Lei chiuse di nuovo gli occhi.
<< So quello che stai facendo e non ti aiuterà. Stai solo prolungando l’inevitabile. Le tue emozioni umane sono offuscate mentre sei un gatto. Stai cercando di sopprimere il tuo dolore. Ma a meno che tu rimanga un gatto per il resto della vita, dovrai provare i tuoi sentimenti. Più aspetti, peggio sarà >>. Lei aprì gli occhi e lo guardò mentre lui si sedeva sul divano accanto a lei. << Per favore, lascia che ti aiuti >>.
Lei si trasformò e fissò il camino vuoto. La tensione silenziosa che la circondava era palpabile.
Rimase immobile, lo sguardo fisso nel vuoto, gli occhi di lui fissi sulla sua forma rigida. Alla fine lei fece un respiro profondo.
<< Se ne sono andati >>.
<< Sì >> Albus rispose semplicemente.
<< Ma, signore >> Minerva si girò verso di lui: << È il mio compleanno >>. Con questo, scoppiò in singhiozzi isterici, i suoi profondi occhi verdi che versavano lacrime sulle guance. Albus si avvicinò a lei e lei strinse i pugni nelle sue vesti, piangendo contro il suo petto. Lui mise le braccia intorno alle sue spalle e la tenne stretta. Rimasero così per un po’. La lasciò piangere fino a che non esaurì le lacrime. Non parlò, sapendo che non c’erano parole che potevano aiutarla in quel momento.
Alla fine i singhiozzi si placarono e lei spostò il viso da lui per riprendere fiato. Lui la liberò dal suo abbraccio. Alcune ciocche di capelli neri si erano liberati dalla sua solitamente perfetta treccia e lui li spostò delicatamente dal suo viso arrossato.
Al suo tocco morbido, Minerva alzò lo sguardo verso il suo bel sorriso triste, i suoi occhi azzurro scuro brillavano di eterna compassione  mentre la guardava.
<< Come ti senti ora, mia cara? >> chiese a bassa voce.
Minerva contemplò un attimo la risposta prima di rispondere: << Vuota. Non so se sento qualcosa. Tutto sembra solo... sparito >>.
<< Quello passerà. Potrebbe volerci un po’, ma otterrai un po’ di te stessa indietro. Vuoi una tazza di tè, mia cara? >> Minerva annuì in silenzio.
Lo guardò mentre si muoveva per l’ufficio, facendo il tè in una teiera che aveva evocato, appellando una scatola dei suoi zenzerotti preferiti dalle cucine. Si guardò intorno nell’ufficio. Non era mai stata in quella stanza prima, tutti i loro incontri precedenti si erano tenuti in aula. Lungo una parete, notò un bellissimo uccello dal piumaggio rosso vivo e oro appollaiato su un alto piedistallo d’oro. L’uccello la guardò con la testa girata da un lato.
<< Signore, è una fenice quella? >>
Albus si allontanò dal tè che stava facendo. << Ah sì, mi ero dimenticato che non avevi mai incontrato Fanny. Bellissimo uccello, un compagno molto fedele da anni ormai. Vieni a salutare il nostro ospite, Fanny >> indicò l’uccello che svolazzò e si posò vicino a Minerva. << Stai attenta, è piuttosto capriccioso >>.
Minerva allungò cautamente la mano verso la fenice. Trillò una singola nota e strofinò la testa soffice contro la sua mano. Fanny cantò una canzone dolente. Quando ebbe finito, volò di nuovo al suo trespolo. Strano, pensò Albus, Fanny di solito non accoglie le persone così in fretta. Anche se,è un buon giudice riguardo il carattere delle persone.
La purezza delle emozioni nella canzone di Fanny fece venire lacrime fresche a Minerva. Silente le offrì il suo fazzoletto mentre si avvicinava con il tè.
<< Sarò mai completamente intera di nuovo? >> Prese il soffice materiale bianco e asciugò gli occhi umidi.
<< Purtroppo no. Tragedia e perdita o ti fanno diventare più forte o ti devastano totalmente, ma non si è mai gli stessi di prima. Sono questi gli eventi che ci invecchiano più di tutti gli anni che abbiamo vissuto. La tua intelligenza ti ha sempre fatto più matura, ma ora hai perso l’innocenza e la fede nel mondo che una volta possedevi. Ma non lasciare che questo ti rompa, signorina McGranitt. Loro non vorrebbero questo per te >>. Tornò a sedersi accanto a lei, mettendo un vassoio con le cose per il tè sul tavolo accanto a loro.
Minerva sospirò, asciugandosi le lacrime fresche che le colavano dagli occhi e prese uno zenzerotto dal vassoio e il tè che lui aveva versato per lei.
<< Lo so che non vorrebbero. Penso di essere sotto shock. Avevo appena aperto il loro regalo questa mattina, vede? >> Gli mostrò la bellissima spilla che aveva ricevuto.
<< Probabilmente lo hanno inviato prima di partire per il Belgio. Ma se ti può essere di ogni conforto, questo dimostra che quelli che ci amano non ci lasciano mai veramente >>. Lei lo guardò con aria interrogativa. << Ogni volta che tu guardi questa bella spilla,  tu penserai a loro. Ogni memoria che tu hai dei tuoi genitori li mantiene vivi nel tuo cuore >>.
<< E nel volto di mia sorella >> Minerva aggiunse, prendendo un sorso di tè alle erbe. Lui la guardò, chiedendo silenziosamente spiegazioni. << È identica a mia madre. Lunghi capelli biondi, struttura sottile, le mani aggraziate. Ma ha gli occhi di mio padre. Azzurro chiaro. Io ho gli occhi di mia madre >>.
<< Allora sono sicuro che anche tua sorella veda i vostri genitori quando ti guarda >>.
<< Credo di sì, ma dubito che saprò mai quello che lei vede in me. Non siamo intime. Dovrò scriverle per i preparativi del funerale >>. Minerva si asciugò gli occhi per l’ultima volta, gli restituì il suo fazzoletto e mise giù la sua tazza di tè.
<< Sì, questo è sicuramente meglio >>. Si alzò per accompagnarla fuori.
<< Verrà, signore? >> chiese, voltandosi verso di lui dalla porta.
<< Al funerale? Sì, certo, se desideri che venga >>.
<< Lo vorrei. Renderebbe le cose più facili, credo. Grazie mille per la sua gentilezza, come sempre >>. Minerva lo abbracciò, senza preoccuparsi al momento di quello che era opportuno. Lui ricambiò l’abbraccio.
<< È il minimo che potessi fare, mia cara. Le mie condoglianze e... beh... Buon Compleanno >>. La liberò dal suo abbraccio, andando alla sua scrivania per recuperare l’orologio di Minerva. << Non dimenticarti di questo. Si tratta di un bellissimo strumento >>.
<< Lo è. È stato così dolce da parte degli studenti pensare a me >>. Minerva prese l’orologio, lo rigirò, e mise l’orologio in tasca.
<< Sei molto amata, signorina McGranitt. Fidati dei tuoi amici e non dimenticare mai quanto sei importante, specialmente in questo momento difficile >>.
<< Mi fido di lei, signore, e questo è tutto quello di cui ho bisogno adesso. Grazie ancora >>. Si alzò in punta di piedi e posò un casto bacio sulla sua guancia e se ne andò.

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Capitolo 7
*** For All We Know ***


Note dell'Autore: Questo è il mio capitolo preferito finora. Spero davvero che vi piaccia! È da un po' che non vediamo dentro la testa di Albus, così ho pensato che sarebbe stato un bel cambiamento. La relazione ADMM cambia da qui in avanti. Buon divertimento!

Capitolo 7: Per Quel Che Ne Sappiamo
 
11 Giugno, 1946
 
Albus sospirò mentre si infilava una caramella al limone in bocca. Sapeva che non doveva sentirsi malinconico. Dopo tutto, quella era una festa. Le feste per il diploma dovevano essere occasioni felici. Era egoista da parte sua sentirsi in quel modo, ma non poteva farne a meno. Minerva McGranitt avrebbe lasciato Hogwarts, e lui, per sempre. Il castello non sarebbe stato più lo stesso senza i suoi acuti occhi verdi e lucidi capelli neri mentre girovagava volutamente per i corridoi. Più nessun bel gatto soriano che saltava sulla sua scrivania. Non più discussioni intellettuali e non più partite pomeridiane di scacchi.
Smettila, amico. È una tua studentessa. E una tua amica. La rivedrai di nuovo. Probabilmente al Ministero. Una strega brillante come lei potrebbe avere la scelta su tutti i dipartimenti.
Sorrise e scosse la testa al pensiero. Lei avrebbe assolutamente odiato il Ministero. Troppa illogica burocrazia per i suoi gusti. Si rese conto che non sapeva cosa lei avrebbe fatto dopo Hogwarts. Si fece un appunto mentale di chiederglielo quella sera al ballo. Lasciò le sue stanze per andare giù alla Sala Grande.
Il diploma a Hogwarts era uno spettacolo da vedere. Gli studenti più giovani se ne andavano sull’Espresso di Hogwarts al mattino, ad eccezione di quello che avevano parenti che si diplomavano. Le famiglie dei diplomati sarebbero tutti arrivati per la cerimonia pomeridiana, dove il Preside, il Caposcuola, la Caposcuola e lo studente con il massimo dei voti avrebbero fatto tutti un discorso alla classe diplomata. Minerva essendo sia Caposcuola sia studente con il massimo dei voti, offrì sentimenti bellissimi per i suoi compagni di classe, lasciando ben pochi nella stanza con gli occhi asciutti.
Più tardi quella sera, fu dato un grande ballo per la classe diplomata, le loro famiglie e lo staff. Albus si sentiva un po’ triste per la sua allieva preferita. Sua zia e suo zio erano troppo deboli per viaggiare e sua sorella era troppo impegnata al lavoro per partecipare. Erano passati solo pochi mesi dalla morte dei suoi genitori. Lei, naturalmente, sarebbe apparsa come la quintessenza di grazia e di equilibrio, ma lui sapeva che era triste lo stesso per il fatto che era sola.
Albus entrò nella Sala Grande e ne ammirò la bellezza. Come Vicepreside, aveva curato la sua decorazione, ma gli elfi domestici avevano superato le sue aspettative. I lunghi tavoli delle Case erano spariti, sostituiti da una moltitudine di piccoli tavoli circolari messi su un lato della sala. Un tavolo da buffet con rinfresco stava accanto le doppie porte e una grande orchestra era stata messa sul palco rialzato dove di solito stava il tavolo degli insegnanti. Il centro della stanza era stato sgombrato per fungere da pista da ballo. Luci colorate brillavano tutt’intorno, con una moltitudine di fiori che decoravano ogni tavolo. La Sala Grande sembrava una scena di una fantasia.
La serata di gala era già in pieno svolgimento quando Albus arrivò. Genitori e studenti si affollavano intorno a lui per avere un momento con l’eroe. Notò che più “zie single” erano venute alla cerimonia del diploma di quest’anno. Fu adulato dall’attenzione femminile, ma non gli piacque per niente. Nessuna di quelle donne voleva conoscere lui, ma volevano solo essere viste con Albus Silente, il salvatore del mondo magico.
La sua alta statura lo teneva almeno una testa sopra il piccolo gruppo che lo circondava. Grazie a questo fatto, egli fu in grado di vedere la visione eterea che entrò nella Sala Grande. La prima cose che vide fu l’incredibile vestito scarlatto. Le abbracciava il busto come una seconda pelle, fluendo giù per le lunghe gambe, fluttuando attorno a lei quando si muoveva. Lui spostò gli occhi dai suoi fianchi leggermente ondeggianti, la vita sottile e seno ben formato. L’abito era stato tagliato abbastanza basso per mostrare un pizzico di décolleté. Le maniche erano lunghe e strette, ma larghe sulle spalle per mostrare la sua cremosa pelle pallida. Si era tolta gli occhiali per l’evento, ma i suoi scintillanti occhi di smeraldo guardavano intorno come un falco. Si voltò, sembrava cercare qualcuno. Il retro del vestito era scollato e i suoi setosi capelli scuri erano stati tirati in un elegante tocco francese. Il retro del suo collo sembrava incredibilmente morbido e seducente, così come il resto di lei. Ogni uomo nella stanza si girò due volte a quella visione in rosso. Albus non ne ebbe bisogno. Non le toglieva mai gli occhi di dosso.
Albus si scusò dalla folla di donne intorno a lui e si diresse verso la dea davanti a lui.
<< Buona sera, professor Silente >> sorrise. Il cuore di lui svolazzò.
Le prese la mano e sfiorò leggermente le labbra contro di essa. << Buona sera, signorina McGranitt. Posso dire che stasera sei incantevole? >>
Lei arrossì un po’. << Grazie, signore >>.
<< Ti piacerebbe ballare, mia cara? >> Lei annuì e lui la prese dolcemente per un braccio e la condusse al centro della pista da ballo. Il gruppo iniziò a suonare una popolare melodia Babbana.
 

For all we know,
We may never meet again.
Before you go,
Make this moment sweet again.
So love me tonight,
Tomorrow was made for same.
Tomorrow may never come,
For all we know.

 
Lui le prese la mano destra con la sinistra e mise l’altra sulla sua vita sottile. La mano sinistra di lei sfiorò i suoi capelli ramati quando la appoggiò sulla sua forte spalla. Albus la guidò senza sforzo intorno alla pista in un dolce valzer. I loro occhi erano legati gli uni agli altri ed erano quindi ignari degli sguardi che ricevevano da quasi tutti nella sala.
Il cuore le batteva forte quando lui la toccava. Tutto in lui la affascinava. Non riusciva a credere che lei avesse l’eroe del mondo magico tutto per sé, anche se solo per pochi minuti. Ma, naturalmente, Minerva lo aveva visto come un eroe ancor prima di chiunque altro. E lei lo vedeva come molto più di questo. La sua genialità, la sua passione incommensurabile e il suo umorismo infantile la attiravano a lui in un modo che non avrebbe mai pensato possibile. E la sensazione che aveva, scivolando sulla pista, era diversa da qualsiasi cosa che avesse mai conosciuto. Voleva che durasse per sempre.
Albus le sorrise dolcemente, i suoi occhi azzurri brillavano come sempre. Si sentiva una pressione nel petto. Avrebbe voluto tenerla stretta, sentire la sua pelle morbida, respirare il suo profumo e non lasciarla andare. Lei era così bella e non se ne rendeva nemmeno conto, tale era il suo fascino. Era molto più bella di quanto avesse mai immaginato, le sue vesti scolastiche coprivano le curve femminili. Se solo avesse saputo...
Questa idea lo spaventava. Doveva smettere. Lei era una sua studentessa, si fidava di lui come un padre. E presto se ne sarebbe andata.
Quando la musica si fermò e i musicisti fecero una pausa, lui la condusse a un tavolo vuoto. Le spostò la sedia, sempre il perfetto gentiluomo, e prese il posto accanto a lei.
<< La Sala Grande ha un aspetto magnifico >> disse lei. Si sentiva un po’ imbarazzata dopo il ballo sorprendentemente intimo che avevano condiviso. Il momento era finito ed era piuttosto difficile per lei tornare alla normalità.
<< Sì, gli elfi domestici hanno fatto un lavoro magnifico. Ti piace l’orchestra? >> chiese, sentendosi un po’ fuori di sé, cercando di dimenticare gli inappropriati pensieri lussuriosi che aveva avuto pochi istanti prima.
<< Oh sì, sono molto bravi. Lei è proprio un bravo ballerino, signore >>. Lei sorrise.
<< Grazie, mia cara. La tua abilità supera la mia, temo >>. Le rivolse un altrettanto commovente sorriso.
<< Mio padre ballava con me quando avevamo delle feste in casa >>.
<< Ti ha insegnato bene. So che ti mancano stasera. Mi dispiace che tu debba essere qui da sola>>.
Lei scosse la testa. << Io non sono sola. Con lei qui, non sono affatto sola. Ma non è necessario che lei si senta obbligato a sedersi con me, comunque. Starò bene e non voglio monopolizzarle la serata >>.
<< Posso dire onestamente, signorina McGranitt, che non c’è nessuno con cui preferirei spendere questa serata >>:
Lei arrossì di un colore da rivaleggiare con il suo vestito. << Grazie, signore. Sono sempre grata della sua compagnia >>.
Albus decise di passare a un argomento meno intimo. << Mancherai ad Hogwarts. Sai, mi sono reso conto che ti ho mai chiesto quali sono i tuoi piani dopo che avrai lasciato questo posto. Hai intenzione di lavorare al Ministero? So che molti dei tuoi compagni lo faranno >>.
Lei alzò le sopracciglia a lui. << Certo che no. Onestamente mi ci può vedere a fare il leccapiedi burocratico? >>
Lui rise alla sua scelta di parole e l’ovvio disprezzo per una tale idea. << No, devo dire, che non posso >>.
<< Voglio fare ricerca. Trasfigurazione, naturalmente. Spero di poterle pubblicare. I miei genitori mi hanno lasciato un po’ di soldi, quindi non devo davvero preoccuparmi per questo. Andrò a casa al McGranitt Cliffs e sistemerò la tenuta. Poi speravo di vivere a Londra, almeno per un po’>>.
<< Sarò molto interessato nel vedere le tue ricerche. Aspetterò con il fiato sospeso per i tuoi risultati >>.
Lei rise la sua melodica, risata ariosa che il mondo sentiva troppo raramente. << Lei sarà il primo a leggerli, lo prometto. Spero che potremmo rimanere in contatto, signore. La sua amicizia è molto importante per me e mi mancherà molto quando me ne andrò >>:
<< E a me mancherai te, mia cara. Più di quanto tu creda >>.
I loro occhi si incontrarono ancora una volta e si zittirono. Il preside Dippet interruppe il momento, per il quale entrambi erano segretamente grati. Augurò a Minerva ogni bene e chiese ad Albus di andare a controllare un’emergenza nelle serre.
Albus si alzò e le baciò la mano mentre le augurava la buonanotte. Minerva rimase seduta, guardandolo andare via.
Il problema alla serra richiese quasi un’ora per essere sistemato. Nel momento in cui Albus tornò nella Sala Grande, le festa si stava esaurendo. Con suo grande disappunto, la dea in rosso era introvabile.
Al piano superiore nella Torre di Grifondoro, Minerva McGranitt trascorse la sua ultima notte nel suo letto a baldacchino, sognando di scintillanti occhi azzurri e danze che non finivano mai.

Nota della Traduttrice: Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma ho avuto qualche problema di salute. Comunque spero che questo capitolo vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate! 

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Capitolo 8
*** Giorni Trascorsi ***


Nota dell'Autore: Così sono passati quattro anni da quando Minerva si è diplomata. Ecco com'è progredita la sua vita...

Capitolo 8: Giorni Trascorsi
 
23 Luglio, 1950
 
<< Buongiorno, bellezza >>
<< Mmmm. Buongiorno >>. Si strofinò contro il suo petto nudo. << Che ore sono? >>
<< Quasi le otto >> disse mentre l’avvicinava a sé.
<< Otto? Maledizione! Devo andare! >> Saltò giù dal letto, cercando i suoi vestiti.
<< Devi proprio? Non puoi mandare un gufo dandoti malata? >> Lui stese le sue braccia muscolose e il petto sul letto.
Minerva fermò la sua frenesia e lo fissò in cagnesco. << Jack Spinnet, lo sai benissimo che non manderò un gufo dandomi malata quando sono perfettamente in grado di andare a lavorare >>. Continuò a mettersi le calze e si gettò addosso le vesti nere da lavoro.
Lui allungò la mano per prenderle il braccio quando passò accanto al letto. << Non vorresti solo stare qui con me tutto il giorno? >> Le rivolse un sorriso bianco perlato, i suoi occhi castani oscurati dal desiderio.
Lei strisciò attraverso le lenzuola per dargli una bacio veloce. << Lo sai che vorrei. Ma sai anche che non lo farò >>. Si spostò da sopra di lui per tirare su i lunghi capelli neri in un semplice chignon sulla base della nuca. << Vieni da me a pranzo? >> chiese lei con un piccolo sorriso.
<< Certo. Qualsiasi cosa pur di vedere il tuo bel viso >>.
Minerva alzò gli occhi mentre lasciava il suo appartamento. Si smaterializzò a Diagon Alley e arrivò al Ghirigoro giusto in tempo per il suo turno.
Mentre metteva in ordine la nuova partita di libri, Minerva pensava a Jack. Trascorreva quasi ogni notte con lui. Dopo tutto, era terribilmente bello: mascella volitiva, capelli color sabbia, corpo incredibile. Sorrise al pensiero. Ma qualcosa era semplicemente... sbagliato. Affezionata com’era a lui, non era innamorata, e non lo sarebbe mai stata. E questo la frustava a non finire. Lui era assolutamente perfetto sulla carta; era gentile e sexy ed intelligente con un futuro molto brillante presso il Dipartimento Di Incidenti Magici e Catastrofi. Sospirò mentre metteva i libri sugli scaffali. Doveva rompere con lui.
Potrebbe non avere senso per molte persone mettere fine ad una relazione che va perfettamente bene, ma in quattro anni che viveva da sola e frequentava ragazzi, non era mai stata una da mantenere un rapporto, se non ne vedeva un futuro.
Era l’unica cosa su cui lei e sua sorella erano completamente d’accordo. Ma mentre Helen passava ad un uomo diverso ogni mese, Minerva dava loro un po’ più di tempo e spaziava di più. Vedeva Jack da quasi sei mesi. Sei mesi sembrava abbastanza a lungo. Inoltre, la sua ricerca stava soffrendo a causa di tutto il tempo che aveva trascorso con lui. Avrebbe dovuto farla finita prima che lui si affezionasse troppo. Forse l’avrebbe fatto quando lui sarebbe venuto a prenderla a pranzo. Difficile, forse, ma Minerva aveva sempre preferito un approccio diretto per qualunque cosa.
Jack arrivò alle 12:30 in punto. Peccato che sia così puntuale. Così pochi lo sono, pensò mentre lui la baciava sulla guancia. Le prese il braccio mentre attraversavano Diagon Alley per raggiungere la gelateria di Florian Fortebraccio per pranzo. Chiacchiere riguardo le loro mattine li intrattennero mentre mangiavano. Quando i loro piatti furono sparecchiati, Minerva si allungò per tenergli la mano, uno sguardo determinato negli occhi.
<< Qual è il problema, splendida ragazza? >>
Oh, perché deve dire cose del genere?È assolutamente orribile sapere che sta mentendo, ma credergli tutto in una volta, pensò Minerva.
<< Non sono di certo splendida, ma non è questo il punto al momento >> rispose.
<< Tu sei splendida, e qual è, se posso chiedere, il punto? >>
Minerva fece un respiro profondo e lo guardò dritto negli occhi. << Questo deve finire. Tu ed io, non funziona >>.
Il suo volto era abbattuto. << Cosa significa che non funziona? Non sei felice? Non mi ami? >>
<< Sono felice, suppongo, ma è proprio questo il problema, Jack. Io non ti amo. E non penso di aver mai potuto. Sei un uomo straordinario e farai un’altra ragazza molto felice, ma non sono io. Mi dispiace >>. Lasciò andare la sua mano e aspettò la sua risposta.
Jack sospirò e non parlò per un momento, cercando il suo viso. Alla fine disse: << Niente che possa fare per farti cambiare idea? >>
Lei sorrise tristemente. << No, niente. È per il meglio >>.
Lui sorrise di rimando. << Così decisiva. Suppongo che sapevo che stava arrivando alla fine. Non sarei mai stato quello giusto per te alla fine. Mi mancherai, però. È  stata una bella corsa >>.
<< Lo è stata. Grazie per essere stato così comprensivo, Jack >>.
<< È tutto quello che un uomo può fare, Minerva. Spero che tu trovi il tuo uomo. Mi piacerebbe incontrarlo quando lo troverai. Dovrà essere il tizio più incredibile che abbia mai camminato sulla terra per meritare il tuo amore >>.
<< Beh, non lo so, ma ti auguro ogni felicità. E ora devo andare al lavoro prima di essere licenziata per il ritardo >>. Si alzò dal tavolo.
Lui pagò il conto e ridacchiò mentre camminavano fuori dalla gelateria. << Non ti licenzieranno mai. Ma affrettati a tornare così non ti preoccupi troppo. Ti manderò un gufo con qualunque cosa che hai lasciato nel mio appartamento >>.
<< Grazie, Jack. Per tutto >>. Lei lo baciò rapidamente sulla guancia e si avviarono ognuno per la propria strada.
Quando tornò in libreria, non poté fare a meno di sentirsi un po’ più leggera. Era di nuovo single, non necessariamente un modo di essere che lei amasse, ma la promessa di nuove cose a venire era qualcosa per cui non vedeva l’ora. A Minerva non piaceva essere inattiva. Il cambiamento era sempre buono perché teneva la sua mente lontana da quanto profondamente scontenta era. Non era stata veramente felice dopo aver lasciato Hogwarts, così le piaceva pensare che qualsiasi cambiamento l’avrebbe portata più vicino alla vita soddisfacente che tanto desiderava.
<< Un gufo è venuto per te, mentre tu eri fuori, Minerva >> il suo capo le disse mentre lei entrava nella stanza sul retro.
<< Grazie, signor Blott >>. Prese la busta dalla sua mano. Riconobbe la scrittura fiorita e aprì la nota.
 
Cara sorella,
È da un po’ che non pranziamo insieme. Come ti suona domani al Paiolo Magico?All’una? Inviami la tua risposta il più presto possibile. Ho tante cose da dirti. A presto.
Con Amore, Helen
 
Minerva pensò per un momento. Il giorno dopo era Sabato. Lei non lavorava nei finesettimana, il che era probabilmente meglio visto che ad Helen piaceva andare avanti per un po’.
Effusiva. Questo era ciò che era Helen. Calda, generosa ed effusiva. Così come Minerva era prudente e riservata, così sua sorella era quasi l’opposto.
Minerva inviò rapidamente la sua risposta positiva all’invito di sua sorella e tornò al lavoro, levitando i libri al loro posto nel negozio.
Un allocco volò attraverso la finestra aperta del negozio e lasciò cadere una lettera davanti a Minerva.
<< Popolare oggi, non è vero? >> Il signor Blott sorrise. Minerva alzò le sopracciglia per ammonirlo e poi guardò la lettera. Fece un ampio sorriso quando vide la scrittura elegante in cui era scritto il suo nome sul retro della busta. Subito aprì la lettera.
 
Mia cara signorina McGranitt,
Vorrei congratularmi con te per la pura genialità del tuo ultimo articolo in Trasfigurazione Oggi. Le tue osservazioni sul controllo emotivo delle trasformazioni in Animagus erano entrambi penetranti ed eloquenti. Solo tu potevi fare giustizia a questo problema complesso. Una nota, però: ho sentito che la tua sezione di stabilizzazione emotiva era un po’ carente, rispetto al resto del foglio. Eppure, sei arrivata più vicino alla perfezione che mai. Ben fatto, come sempre.
Sinceramente tuo, Albus Silente.
 
P.S. Sono ancora lusingato dalla tua gentile dedizione.
 
Il cuore di Minerva diede un fremito alla sua lode. La sua opinione era ancora l’unica che veramente contava per lei. Ed ecco perché dedicava ogni articolo che scriveva “Ad Albus Silente, che mi ha insegnato tutto quello che so e inspira la mia ricerca”. Lui aveva completamente ragione sulla sezione di stabilizzazione emotiva. La ricerca che aveva fatto era carente su quel particolare argomento e avrebbe potuto prendersi a calci per non aver fatto di più per questo. Tuttavia, a lui piaceva il suo lavoro. E questo la rendeva più felice di quanto non volesse ammettere. Non l’aveva più visto dal suo ballo del diploma e la loro scarsa corrispondenza era niente in confronto a vederlo e parlare con lui come faceva ad Hogwarts.
Minerva si bloccò improvvisamente. È per questo che non mi posso innamorare. È lui. È sempre stato lui. Nessuno mi fa sentire come mi fa sentire lui. Sei mesi di sesso incredibile con Jack non si avvicinano nemmeno a come mi sento ricevendo una breve lettera da Silente. Oh è assolutamente stupido, Minerva si rimproverò. Beh, non c’è niente da fare al riguardo. Probabilmente avrà una moglie e un figlio oramai. Mi limiterò a continuare come ho fatto fino adesso e spero di trovare qualcuno che gli si avvicini.
Era una trista consapevolezza per Minerva. Fece senza troppa convinzione il suo lavoro per il resto del pomeriggio. Poche ore dopo, il signor Blott se ne andò per cenare con la sua famiglia, chiedendo a Minerva di chiudere, come al solito. Minerva sedette dietro al registro nel negozio vuoto, scrivendo furiosamente note per il suo prossimo articolo di Trasfigurazione.
Quando arrivarono le otto, Minerva raccolse le sue note e le mise nella sua borsetta con la sua bacchetta. Incantò le porte e le finestre della libreria prima di uscire nella notte di Londra.
Avrebbe potuto smaterializzarsi dritta nel suo appartamento, ma la serata era calda e la luna splendeva luminosa, così decise di camminare. A un isolato di distanza da lei, tre uomini all’inizio dei loro trent’anni stavano barcollando lungo la strada verso di lei. Il capo del gruppo, un uomo alto, con i capelli ricci castani si stava mettendo in mostra per i suoi amici, gridando incantesimi vari a lampioni e bidoni della spazzatura, cambiando i loro colori e facendoli sbattere tra di loro. L’uomo dai capelli rossi alle sue spalle teneva una bottiglia di Whisky Incendiario.
L’uomo biondo gridò a quello rosso: << Ehi, passa la bottiglia, Bilius! L’ho comprata io ed è la promozione di Ed che stiamo festeggiando. Come mai se tu che porti quella dannata cosa? >>
Bilius gli porse il liquore dopo aver preso lui stesso un sorso. Si voltò verso l’altro uomo: << Va bene, Ed. Basta con quella merda. Non dovresti tornare da quella tua donna? >>
Ed fermò il suo ridicolo comportamento e si voltò verso i suoi compagni. << No, non mi aspetta fino a domani pomeriggio. Così ho tutta la mattina per smaltire la maledetta sbornia che sto pensando di prendere stasera! >> Lanciò un forte grido come risata e i suoi amici lo seguirono immediatamente.
Improvvisamente, l’uomo biondo notò Minerva che camminava dall’altra parte della strada. << Ciao, dolcezza. Ti piacerebbe bere un drink con noi, eh? >>
Minerva non rispose, ma raggiunse nella sua borsa la sua bacchetta magica, per ogni evenienza.
L’uomo biondo non cedette e barcollò attraverso la strada per afferrarla per un braccio. Minerva si girò di scatto verso di lui, la sua bacchetta puntata alla gola di lui. << Lasciami immediatamente>> disse lei con voce bassa e minacciosa. Egli fece come chiesto. << Ora vai a casa e dormici su, a meno che non tu non desideri essere trasfigurato in un sasso sulla strada >>.
Ed tirò via il suo amico. << Andiamo Jim. Non vuoi una cagna così in ogni caso >>.
Tutti si allontanarono furtivamente nella direzione opposta e Minerva, in un impeto di furia scozzese, diede fuoco alle loro scarpe prima di materializzarsi direttamente a casa, dove scoppiò subito in lacrime, soprafatta dalla rabbia e dalla paura.
La mattina dopo, Minerva si svegliò tardi dopo una notte di sonno agitato. I suoi sogni erano stati afflitti da pensieri di Silente, Jack e quei pazzi ubriachi della sera prima. Nel complesso, uno stato piuttosto inquietante di sonno.
Fece un bagno piacevole con una tazza di tè da prima colazione inglese, dopo di che fece un po’ di pane tostato nel suo piccolo angolo cottura. Fissò il suo guardaroba, alla ricerca di un vestito da indossare per il pranzo. Decidendo che il vestito blu era quello con meno probabilità di ricevere disprezzo da Helen per il senso della moda di Minerva, se lo mise e fissò i capelli in uno chignon facile ed elegante.
Minerva arrivò presto al Piolo Magico e prese un tavolo per aspettare la sorella.
<< Minnie! >> Helen fece irruzione nel bar e gettò le braccia al collo della sorella.
<< Non chiamarmi così, Helen >>. Minerva abbracciò sua sorella comunque. << È bello vederti. Come stai? >>
Helen lasciò Minerva, si sedette dall’altra parte del tavolo e gettò la chioma di capelli d’oro dietro alle spalle. << Sto una meraviglia, tesoro, e tu come stai? >> Helen disse con troppo entusiasmo, un gran sorriso sul volto, che le arrivava fino ai suoi occhi azzurri.
<< Io sto... bene >> Minerva rispose timidamente, guardando piuttosto incuriosita la sua bellissima sorella. Helen era solitamente felice, ma questo sembrava un po’ eccessivo. << Riguardo a cosa sei così allegra, Helen? >>
<< Be’, stavo aspettando che lui arrivasse, ma suppongo di potertelo dire ora. Sono troppo eccitata. Mi sposo!
<< Oh, Helen, congratulazioni! Chi è? Qualcuno che conosco? >>
<< Edward Potter. Era un anno sopra di me in Grifondoro, ma non l’aveva mai conosciuto allora. Ma lavora presso il Dipartimento di Applicazione della Legge Magica, che è un piano sotto di me ai Trasporti, e abbiamo avuto modo di parlare in ascensore e be’, stiamo insieme da quattro mesi. Mi ha chiesto di sposarlo la settimana scorsa e avremo il matrimonio nel mese di novembre. Ha appena ricevuto una grande promozione e dice che con il suo aumento, può finalmente darci la vita che vuole. Oh, è così fantastico, Minerva. So che lo adorerai. Oh ed eccolo qui! >>
Minerva seguì lo sguardo eccitato di Helen fino alla porta. Incontrò gli occhi di un uomo alto, attraente, con i capelli ricci castani. Lei rimase a bocca aperta, ma presto si ricompose mentre Edward Potter si avvicinava per salutarle.
<< Ciao, amore mio >>. Diede un bacetto sulle labbra ad Helen e si voltò verso Minerva. Nessun sguardo di riconoscimento attraversò il suo volto. << E questa deve essere la sorella intelligente di cui mi hai parlato. È un piacere conoscerti, Minerva >>. Minerva gli permise di stringerle la mano. Il suo tocco le fece venire la pelle d’oca.
<< Molto piacere di conoscerla, signor Potter >>. Minerva tornò velocemente a sedersi.
<< Helen, tesoro, mi dispiace ma non posso restare a pranzo. Sono solo venuto per dire ciao mentre ero in strada per andare in ufficio. Grande promozione, molte cose da fare, lo sai. Ma ti verrò a prendere per la cena alle otto, se va bene >>.
<< Oh, be’, sì, certo. Sei sicuro che non puoi restare per una tazza di tè, almeno? >> Helen era avvilita.
<< Non posso. Credimi, vorrei poterlo fare, ma sarei dovuto andare stramattina, se non per il fatto che avevo un terribile mal di testa e mi sono dovuto stendere un po’ >>. Ci scommetto che lo hai fatto, tu sporco ubriacone, Minerva pensò. << Devo proprio andare. Piacere di averti conosciuto, Minerva. Spero di non essere così di fretta la prossima volta >>. Baciò la sua fidanzata e fece ancora una volta un sorriso alle due donne prima di precipitarsi fuori di nuovo. Helen lo guardò allontanarsi e sospirò.
<< Be’, questa è la vita di una persona intraprendente, suppongo >>.
<< Helen, non puoi sposarlo >>.
Helen strinse gli occhi a Minerva. << Ma di che cosa stai parlando? Ovviamente ho intenzione di sposarlo! >>
Minerva si chinò vicino a sua sorella dall’altra parte del tavolo. << Lo sai che non partecipo mai nella tua vita se non è importante. Ed è molto importante che ti sbarazzi di lui >>.
Helen si appoggiò allo schienale, sollevano le sopracciglia in domanda. << E perché mai, di grazia? >>
<< L’ho incontrato ieri sera. Lui e i suoi amici erano terribilmente ubriachi e stavano causando un completo putiferio. Uno di loro ha anche cercato di portarmi con loro. Tutti e tre erano scortesi, odiosi e assolutamente vili. E tu vali molto di più di uno sciocco arrogante come Edward Potter >>.
<< Perché lo fai? >> chiese Helen con voce tranquilla, senza alzare gli occhi dal tavolo.
<< Faccio cosa? >> Minerva si calmò dalla sua tirata arrabbiata.
<< Prendi tutto ciò che significa qualcosa per me e cerchi di distruggerla. Fin da quando eravamo piccole, tu disprezzavi tutto quello che mi piaceva >>. Helen alzò gli occhi per incontrare quelli della sorella. << Edward è un buon uomo, Minerva. Lui mi ama e io lo amo. Lui e i suoi amici si sono divertiti un po’ stupidamente da ubriachi. Non è la fine del mondo. Sarà un marito fantastico e un padre meraviglioso un giorno. Io so di non essere intelligente come te o seria o forte. Ma ti prego di darmi credito per il fatto che ho un po’ di gusto >>.
<< Helen... non volevo dire... >> balbettò Minerva.
<< Smettila. Non so perché ho pensato che saresti stata felice per me. Sei troppo distante e fredda per essere felice per qualsiasi motivo. Finirai amareggiata e da sola, proprio come mamma e papà pensavano che avresti fatto. Non ho bisogno del tuo veleno nella mia vita felice, Minerva. Addio >>. Helen si alzò dal tavolo e si precipitò fuori, le lacrime rigavano il suo bel viso.
Minerva rimase seduta, attonita, incapace di muoversi. Stava solo cercando di aiutare sua sorella dicendole la verità. Helen era l’unica famiglia che Minerva aveva. Non poteva perderla.
Per settimane, Minerva cercò di inviare un gufo a sua sorella, chiamarla con la Polvere Volante, anche visitare la sua casa o il Ministero. Ma Helen non voleva vederla o parlarle. Un’altra cosa che le sorelle McGranitt avevano in comune: quando provocate erano entrambe testarde come muli. Dopo un mese di tentativi falliti, Minerva decise che le cose terribili che sua sorella le aveva detto quel giorno dimostravano che non aveva bisogno di Helen così come Helen, ovviamente, non aveva bisogno di lei.
Minerva non rivide mai più Helen.

Nota della Traduttrice: Ecco il nuovo capitolo tradotto, che cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Grazie a tutte le persone che seguono e hanno messo la storia tra le preferite. Al prossimo capitolo! 

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Capitolo 9
*** Riunione Felice ***


Nota dell'Autrice: Minerva ha avuto un periodo difficile ultimamente. Tempo per un po' di divertimento e un po' di romanticismo...

Capitolo 9: Riunione Felice
 
1 Luglio, 1953
 
Minerva si svegliò presto quella mattina, troppo ansiosa per restare a letto più a lungo. Fece il bagno e colazione in fretta. Dopo di che, trascorse, a suo parere, una quantità esorbitante di tempo a vestirsi e a farsi i capelli.
Finalmente decise di indossare il suo vestito verde con finiture in oro. Era più stretto di quelli che di solito indossava, ma l’orlo e la scollatura erano molto modesti in modo che non si sentisse troppo imbarazzata.
Dopo molti tentativi falliti di eleganti e complicate acconciature, Minerva raccolse i capelli in un semplice chignon alto, troppo frustata per fare qualcos’altro. Decise di non indossare un cappello, visto che ne aveva solo uno che le piaceva e nero non si sarebbe abbinato bene con il suo vestito.
Giocò brevemente con l’idea di fare qualche incantesimo di trucco ma decise di non farlo. Era stata fortunatamente benedetta con lunghe, scure ciglia e una carnagione perfetta, così non ritenne necessario truccare il viso.
Controllò il bellissimo orologio d’oro sulla cappa. Diceva 11:30. Aveva un’ora intera prima di dover essere al Paiolo Magico. Ci voleva solo una camminata di quindici minuti dal suo appartamento, venti se faceva con calma. Sospirò e guardò la lettera appoggiata sul tavolo della sua cucina per la millesima volta da quando l’aveva ricevuta la settimana prima.
 
Mia cara signorina McGranitt,
È passato troppo tempo dall’ultima volta che ci siamo visti. Vorresti unirti a me per il pranzo del primo luglio alle 12:30 nel Paiolo Magico? Attendo con ansia la tua risposta e ancora di più di vederti di persona dopo tutti questi anni.
Sinceramente tuo,
Albus Silente.
 
Lei sorrise per l’emozione di rivedere il suo caro professore di nuovo. Sperava che lui l’avrebbe riconosciuta. Sette anni erano un periodo piuttosto lungo e non era sicura di come era invecchiata. Lei immaginò che lui non fosse cambiato. Forse si sarà lasciato crescere la barba e i capelli. Sarebbe un bello spettacolo da vedere, Minerva pensò.
Decidendo che non poteva più aspettare, Minerva trasformo il suo orologio d’oro e mise l’orologio da taschino in borsa con un sorriso. Controllò il suo aspetto ancora una volta allo specchio e decise che era soddisfacente. Con ciò, si diresse al Paiolo Magico.
Albus arrivò a Londra un’ora prima del suo appuntamento con Minerva. Si sedette al Paiolo Magico leggendo la Gazzetta del Profeta del mattino, controllano ansiosamente la porta per l’arrivo della sua ex allieva preferita. Quando la porta si aprì alle 12:15, Albus distolse lo sguardo da un articolo sulla nomina di un certo Edward Potter a capo dell’Ufficio di Collegamento degli Auror.
Il respiro di Albus si bloccò in gola quando lei entrò. Se possibile, era ancora più bella a venticinque anni che quando ne aveva diciotto vestita a tutto punto. Era una visione in verde, i suoi occhi che corrispondevano alla tonalità più profonda del vestito stretto. Aveva la stessa sofisticata maturità che aveva a scuola, ma ora aveva l’eleganza e la morbidezza di una donna adulta. Albus faticò a stare in piedi quando lei si avvicinò, visto che le sue ginocchia si erano improvvisamente trasformate in gelatina. Ma rimase in piedi e diede un bacio sulla sua morbida mano cremosa.
<< Signorina McGranitt, sei uno spettacolo incantevole da vedere per questi vecchi occhi >>.
Minerva gli sorrise ampiamente mentre si sedevano a tavola. << Suvvia, non è invecchiato più di me negli ultimi sette anni, signore >>. Era vero, era rimasto esattamente lo stesso. I capelli e la barba erano più lunghi, come aveva previsto Minerva, entrambi  che superavano di poco le sue spalle. Stava iniziando ad avere capelli grigi sulle tempie. Ma aveva ancora lo stesso bellissimo sorriso, la stessa scintilla negli occhi.
<< Mia cara, preferirei di gran lunga se tu mi chiamassi Albus. Mi fa sentire meno come un tuo superiore e più come un amico in questo modo >>.
<< Certo, Albus. In tal caso, mi devi chiamare Minerva >>.
<< Allora, che cosa stai facendo, Minerva? So che sei ancora al Ghirigoro. Stai ancora lavorando sulle tue ricerche? >>
Minerva annuì. << Va tutto un po’ più lento, ma non sono ancora a corto di idee, quindi continuerò a farlo finché qualcosa di meglio non arriva sulla mia strada. E il signor Blott mi tratta bene quindi non mi dispiace essere una semplice libraia, per ora comunque. Sai quanto mi piacciono i libri >>.
Albus sorrise e poi sembrò un po’ imbarazzato. << In realtà è dovuto al nostro amore per i libri che sono qui oggi. Devo confessare che non si tratta di una visita puramente sociale >>.
Minerva si appoggiò allo schienale della sedia, alzando le sopracciglia in domanda. << Oh? E qual è quest’ulteriore motivo misterioso? >>
Albus iniziò a sembrare un po’ nervoso; era uno stato in cui Minerva non amava vederlo. << In primo luogo, devo purtroppo farti una domanda un po’ personale, se posso? >>
<< Dipende da che si tratta >>. Minerva cominciava a sentirsi un po’ nervosa di per sé. Cosa poteva chiedere di lei  che lui già non sapesse?
<< Sei attualmente sposata, impegnata, o in qualsiasi tipo di relazione romantica? >>
Lei rise: << Mamma mia, questa sì che è una domanda personale. E la risposta è no. Io sono, per il momento, libera come un uccello >>.
Albus sorrise, per più ragioni di quanto fosse giusto per il compito a portata di mano. << È molto bello sentirlo, visto che non avrei potuto fare la mia offerta con la coscienza pulita se la risposta fosse stata no >>.
Questa volta fu il turno di Minerva a sorridere. << Offerta? >>
<< Minerva McGranitt, siedo davanti a te in veste di Vicepreside della Scuola di Magia Stregoneria di Hogwarts, per chiederti se volessi considerare di accettare la posizione di bibliotecaria scolastica >>.
Albus non era sicuro di cosa fare dell’espressione di lei, così cominciò a chiacchierare riguardo l’offerta. << Vivresti nel castello e riceveresti due mesi e mezzo di ferie durante l’estate. L’offerta ufficiale da parte del Preside con tutti i dettagli così come lo stipendio e altro sono in questo pacchetto >>. Spinse la busta sul tavolo verso di lei. Lei non sembrò registrare che era lì, continuava a fissarlo con quei grandi occhi verdi, così lui continuò. << Potresti avere ancora tempo a sufficienza per le tue ricerche, se vuoi continuare. Mi dispiace di non poterti offrire un posto da insegnante, visto che sarebbe andato meglio per le tue abilità, ma purtroppo non ce ne sono disponibili al momento quindi... >>
Minerva scelse quel momento per fare il più grande sorriso che avesse mai fatto e mise un mano su quella di lui per fermare le sue divagazioni.
<< Grazie, Albus. Non sai cosa significa per me. Mi piacerebbe accettare la tua offerta ufficialmente >>.
Lui sorrise luminosamente e le strinse la mano prima di lasciarla. << Sono molto contento, mia cara >>. E lo era. Minerva stava tornando da lui. Avrebbe potuto vederla tutti i giorni e non più come allieva, ma come collega. L’idea lo affascinava.
<< Mi piacerebbe essere una bibliotecaria, credo. Sappiamo entrambi che sarei veramente solo qualificata per insegnare Trasfigurazione e che la posizione è attualmente occupata dal migliore insegnante che ci sia >>.
I suoi occhi brillarono allegramente, dandole farfalle allo stomaco, proprio come quando aveva diciotto anni. Alcune cose non cambiano mai. Forse vedendolo tutti i giorni avrebbe causato alle sue reazioni per lui di calmarsi. O forse no. Non era più il suo professore. Non c’era bisogno di avere la stessa distanza che aveva quando era una studentessa. E quel pensiero la rendeva felice.
<< Oh Albus, non vedo l’ora di tornare a Hogwarts dopo tutti questi anni. È tutto quello che ho sempre desiderato da quanto l’ho lasciata sette anni fa. Grazie mille per aver pensato a me >>.
<< Beh, quando Madama Andrews ha annunciato il suo ritiro, Armando mi ha chiesto se avessi avuto qualcuno che prendesse il lavoro e ho subito pensato a te. Io non credo che qualsiasi studente, passato o presente, conosca la biblioteca come te, mia cara >>.
Lei rise. Gli era mancato quel suono. << Questo è probabilmente vero. Ho certamente passato abbastanza tempo là. E sono molto impaziente di spenderne ancora di più. Quando posso venire? >>
Albus era contento che lei non avesse perso il suo entusiasmo. << Le tue stanze saranno pronte per te circa il mese prossimo. Ti invierò un gufo quando conosco la data esatta >>.
Il resto del loro pasto consistette nel recuperare informazioni sulla vita dell’altro. Discussero le idee di Minerva sulla ricerca e Albus fu in grado di darle alcune indicazioni preziose. Albus era stato recentemente inserito nel Wizengamot, che lo teneva molto occupato.
Alle tre, Albus dovette tornare a Hogwarts per consegnare la risposta di Minerva al Preside Dippet.
Minerva andò immediatamente dal signor Blott e gli diede due settimane di preavviso. Era triste di vederla andare via, visto che era di gran lunga il suo miglior dipendente, ma le augurò buona fortuna, sapendo che Hogwarts era il posto giusto per lei.
Un mese dopo, Minerva si materializzò alle porte di ingresso di Hogwarts. Aveva ristretto tutti i suoi averi per farli entrare all’interno di una borsa. Fu accolta da un uomo enorme, alto sette piedi e muscoloso. I suoi occhi scuri le sorrisero dietro a folti capelli scuri e barba corrispondente.
<< È bello vederti di nuovo, Minerva. Voglio dire, Madama McGranitt >>.
Minerva sorrise mentre lui prendeva la sua borsa. << Per favore, chiamami Minerva. È meraviglioso essere tornata, Hagrid. Come stai? Ogg ti tratta bene? >>
Iniziarono il viaggio fino al castello. << Oh sì. È a posto. Sto imparando molto >>.
<< Sono contenta >> rispose Minerva, guardando i terreni di cui aveva sentito così tanto la mancanza. << Niente qui sembra essere cambiato. Tutto è proprio come mi ricordo >>.
<< Volevamo che tu lo riconoscessi quando saresti tornata >> disse una voce proveniente da dietro le grandi porte di quercia del castello. Albus, vestito in fluenti abiti azzurri, si diresse verso di loro, con un sorriso sul volto. << Grazie, Hagrid. Posso occuparmene io da qui >>. Hagrid consegnò la borsa di Minerva a Silente e fece un cenno a ciascuno di essi prima di arrancare di nuovo verso la sua capanna.
Albus levitò la borsa di Minerva per far si che li seguisse nel castello, dove le baciò la mano in segno di saluto. Brividi le passarono su  e giù per la schiena al tocco di lui.
<< Bentornata a casa, Minerva >>.
<< È bello essere a casa, grazie Albus >>.
Salirono le scale della Sala d’Ingresso fino al terzo piano, dove Albus la guidò lungo il corridoio ovest, dove si fermò di fronte a un grande ritratto. L’uomo nella cornice era seduto accanto a una grande pila di libri e fece un cenno a loro due mentre si avvicinavano.
<< Le tue stanze sono qui, attraverso il ritratto di Peter il Pensieroso. Puoi dargli qualsiasi parola d’ordine che tu desideri. Ne ho scelta una per cominciare mentre stavo impostando i tuoi alloggi >>. Si girò verso il mago calvo. << Tabby >>.
Il ritratto si aprì, rivelando un arco abbastanza grande da attraversare. Minerva sorrise alla parola d’ordine scelta da lui.
<< Dopo di te, mia cara >>.
Camminò attraverso la porta e finì nella stanza più squisita che avesse mai visto. I pavimenti erano in mogano, con un grande tappeto marrone accanto al camino sulla parete di fronte. Un divano di grandi dimensioni e due poltrone di chintz creavano una salotto accanto al fuoco. Sulla parete a sinistra c’era un bancone con un lavello, un fornello e un forno. Contro la parete destra c’era una grande scrivania con una sedia dallo schienale dritto che guardava fuori a una finestra che dava sul lago sottostante.
<< Questo è il salotto, con un piccolo angolo cottura nel caso avessi il desiderio di farti qualcosa. Ho decorato io in attesa del tuo arrivo. Tutto può essere cambiato, se vuoi qualcosa di diverso >> Albus le disse. Sperava che le sarebbe piaciuto, visto che aveva speso un po’ di tempo a cercare di trovare cose che le sarebbero piaciute.
<< Non avrei potuto fare di meglio se l’avessi fatto io. È assolutamente perfetto, Albus >> Minerva gli disse. Ed era perfetto. Non aveva mai visto una stanza così favolosa.
<< Sono molto felice che ti piaccia. La camera da letto è attraverso quella porta >> Albus indicò dall’altra parte della stanza. Si mossero oltre il camino per osservare la stanza accanto.
La camera da letto era altrettanto sensazionale. Il letto era molto grande, con un baldacchino di un profondo, ricco broccato d’oro. Le lenzuola, tuttavia, erano in tartan verde brillante. Lei, come ogni fiera donna scozzese, amava un po’ di plaid, ma questo sembrava eccessivo. Guardò dal letto ad Albus.
Lui ridacchiò al suo fastidio evidente. << È inteso come scherzo, mia cara. So bene di non dare a te lenzuola di tartan >>. Agitò la bacchetta e il piumino e i cuscini si trasformarono in modo da abbinarsi all’oro del baldacchino.
Lei guardò il resto della stanza. C’era un grande armadio a sinistra della porta con una vanità e un grande specchio accanto. A sinistra c’era uno scaffale mezzo pieno e un’altra poltrona di chintz accanto alla finestra. Si diresse verso lo scaffale per esaminare i libri.
<< Ah, sì. Ho pensato che una libreria vuota sembrava così triste, così ho portato alcuni regali di ambientazione per te >>. Erano tutti libri Babbani, alcuni di Agatha Christie, un po’ di Shakespeare e una raccolta di fiabe di Hans Christian Anderson.
<< È stato molto carino da parte tua, Albus. Grazie. Mi piacerà leggerli. Che cosa c’è di là? >> chiese, indicando un’altra porta accanto alla vanità.
<< La tua suite da bagno >> Albus disse con un sorriso.
<< Suite da bagno? >>
<< Sì. Perché non dai un’occhiata? >>
Minerva aprì cautamente la porta per trovare un bagno dall’aspetto piuttosto normale. La toilette era attraverso una piccola porta sulla sinistra. Il lavandino era sotto uno specchio sulla destra. Ma al centro della stanza c’era la vasca più bella mai vista. Era di porcellana bianca, oblunga e avrebbe potuto facilmente contenere Hagrid e un amico di uguali dimensioni. C’erano quattro rubinetti, ciascuno con un gioiello di colore diverso sul rubinetto, proprio come nel bagno dei prefetti al settimo piano.
Minerva fece il giro della vasca, a bocca aperta. << Albus, questo è incredibile! >> Lo guardò con un sorriso. << Tutto è incredibile. Grazie >>.
<< È stato un piacere. Spero che tu sia felice qui >>.
<< Lo sarò. Lo so >> rispose lei.
Ritornarono in salotto. Albus si voltò verso di lei. << Ho lasciato la tua borsa in camera da letto. Ti do un po’ di tempo per sistemarti. Posso accompagnarti a pranzo all’una? >>
<< Sì, grazie, mi piacerebbe molto >>.
<< Molto bene, mia cara. Ti lascio a prepararti e ci rivediamo presto. Dopo pranzo, forse puoi andare in biblioteca e riprenderci contatto >>. Egli uscì dal ritratto, girandosi per sorriderle.
<< Mi sembra meraviglioso. E grazie ancora, Albus >>.
Con questo, si voltò per andarsene e Minerva spacchettò i bagagli, sentendo felicità e promessa per il futuro più che mai. 

Nota della Traduttrice: Ed ecco per voi un altro capitolo tradotto. Finalmente Minerva è tornata ad Hogwarts e adesso le cose possono solo migliorare... Spero che vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate, così avviso l'autrice :)

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Capitolo 10
*** Notte Tranquilla ***


Note dell'Autrice: Breve capitolo per tutti. Solo un po' di fluff con il nostro mago preferito. Buon divertimento :)

Capitolo 10: Notte Tranquilla
 
17 Febbraio, 1954
 
La serata era molto avanzata, quasi mezzanotte. Albus aveva appena finito di correggere alcuni saggi del primo anno scritti molto male. Aveva bisogno di uno stimolante.
Fanny dormiva sul suo trespolo dall’altra parte dell’ufficio rispetto alla sua scrivania, così niente fortuna per una canzone allegra. Che peccato, pensò Albus, deluso dal fatto che ora avrebbe dovuto divertirsi da solo. Raggiunse il cassetto della sua scrivania e tirò fuori un sorbetto al limone e s’infilò la piccola caramella gialla in bocca. Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa da fare. Non era davvero in vena di leggere. Si alzò dalla scrivania e alla fine decise che avrebbe potuto fare una passeggiata intorno al castello.
Mentre si aggirava per i corridoi vuoti, i pensieri di Albus si diressero verso Minerva, come spesso accadeva. Si era ambientata molto bene. La biblioteca non aveva mai visto tale organizzazione. Alcuni degli studenti pensavano che i libri fossero stati stregati per mettersi a posto da soli, tanto lei era efficiente; se un libro veniva lasciato su un tavolo, lo si poteva trovare nel suo posto sullo scaffale entro un’ora. Era anche in grado di continuare la ricerca che era così brava a fare. Anche se, gli aveva confidato, il suo pozzo di idee cominciava a scarseggiare.
<< Non è che non sono più interessata, è solo che la mia strada per trovare le mie risposte sembra rallentare >> gli aveva detto in una delle loro frequenti passeggiate per i terreni. Ogni mattina dopo colazione, trascorrevano una mezz’ora o giù di lì a camminare attorno al lago e anche di più durante i finesettimana. Quella era la parte preferita del giorno per Albus. Non era mai stato una persona molto mattiniera, ma si sarebbe volentieri svegliato all’alba pur di passare del tempo con lei. La sua bellezza spontanea e grazia, la sua intelligenza e il talento impressionante, il suo umorismo brillante e veloce: tutti combinati per creare la donna più bella del mondo, o almeno così pensava Albus.
Sospirò, sapendo che si era innamorato della sua migliore amica. Ma ahimè, pensò, io non sono che il suo gentile  mentore e amico. Ero il suo professore. Non mi amerà mai più di così. Questo lo sapeva. E tuttavia... c’erano alcuni momenti in cui vedeva qualcosa di diverso nei suoi occhi di smeraldo che non riusciva a capire. E c’erano dei momenti quando le sue prese in giro e battute argute erano quasi di natura provocanti.
Albus scosse la testa, dissipando la falsa speranza che lei potesse amarlo come lui amava lei. Senza rendersene conto, era finito al terzo piano, di fronte al ritratto di Peter il Pensieroso.
<< La dama non è nelle sue stanze, buon signore >> gli disse il ritratto.
<< Non è tornata questa sera? >> chiese Albus, chiedendosi cosa Minerva stesse facendo così tardi.
<< No, signore. Non è qui da quando se n’è andata questa mattina presto >>.
Albus ringraziò Peter e si diresse verso il corridoio est e verso la biblioteca. E infatti, accanto alla porta alla scrivania del bibliotecario, sedeva Minerva, addormentata sopra alcune note della ricerca. Il suo chignon di solito stretto, aveva cominciato a disfarsi, ciocche di capelli lucidi che si arricciavano sul suo viso.
Sospirò, prendendo un momento per ammirare la sua bellezza durante il dolce sonno. Così tranquilla e così vulnerabile. Era diversa da come l’avesse mai vista.
Si mosse silenziosamente al suo fianco, prendendo delicatamente gli appunti, la piuma e l’inchiostro da sotto la sua testa e li mise nel primo cassetto della scrivania. La prese dolcemente tra le sue braccia e la portò fuori dalla biblioteca. Lei non si svegliò, ma sospirò assonnata e si strofinò contro la sua spalla. Camminò con lei il più silenziosamente che poteva mentre tornava al ritratto.
Peter il Pensieroso lo guardò in attesa, aspettando la parola d’ordine. Albus si rese conto che non sapeva la sua parola d’ordine.
<< Minerva? >> chiese a bassa voce, << Minerva, ho bisogno di sapere la tua parola d’ordine>>.
<< Albus >> disse lei nel suo stato di dormiveglia.
<< Sì, mia cara, sono qui. Ma ho bisogno... oh >>.
Il ritratto si aprì alla menzione del suo nome. Lui arrossì un po’ e sorrise mentre la portava nella sua camera da letto.
Spostò senza bacchetta le lenzuola d’oro e la posò sul cuscino. Poi tirò fuori la sua bacchetta per liberare i suoi capelli dal suo chignon, permettendo ad essi di dispiegarsi in ricche onde nere dietro la sua testa. Non l’aveva mai vista con i capelli sciolti. L’ammorbidiva notevolmente. Poi trasfigurò i suoi vestiti in una camicia da notte di semplice cotone rosso. Ad Albus piaceva di più quando era in rosso. Alla fine tirò le lenzuola sulla sua forma addormentata e le diede un lieve bacio prolungato sulla sua fronte.
<< Buonanotte, mia Minerva. Sogni d’oro >> le sussurrò prima di uscire rapidamente dalle sue stanze. Si avviò verso le sue stanze, molto contento di aver deciso di fare una passeggiata quella sera.
Minerva si svegliò la mattina dopo con un grande sorriso sul volto. Aveva sognato, come aveva fatto il più delle volte, di essere tra le braccia amorevoli di Albus. Ma questo sogno era stato diverso. L’aveva portata dalla biblioteca al suo letto. Si alzò dal letto e vide che indossava una camicia da notte non familiare. Minerva sorrise ancora di più mentre faceva il suo bagno mattutino, sapendo che almeno uno dei suoi sogni era la realtà.

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Capitolo 11
*** Feste Felici ***


Capitolo 11: Feste Felici
 
24 Dicembre, 1955
 
Natale era un periodo meraviglioso ad Hogwarts. La neve copriva i terreni come glassa bianco-argentea su una torta. La Sala Grande era sempre decorata splendidamente, ma quest’anno era meglio che mai. Il nuovo professore di Incantesimi, Filius Vitious, aveva un meraviglioso senso estetico per le decorazioni. Hagrid e Ogg avevano trascinato dodici tra i più perfetti, enormi pini nella Sala Grande, e il personale, sotto la direzione magistrale di Vitious, li aveva fatti diventare unici l’uno dall’altro e assolutamente splendidi. Hogwarts non era mai stata così magica.
Ma le vacanze erano un momento piuttosto difficile per Minerva. Era l’unico periodo in cui si sentiva veramente sola. Quando gli studenti andavano a casa dalle loro famiglie, a Minerva veniva ricordato quando sgradita fosse alla casa felice di sua sorella. E quando tutti i suoi colleghi andavano a fare shopping di  regali per le loro famiglie in Hogsmeade, Minerva rimaneva indietro perché non aveva nessuno a cui comprare i regali.
Grazie agli dei per Albus. Era l’unico che aveva notato che lei era più cauta del solito intorno a Natale e spendeva gran parte delle sue energie incoraggiandola ad entrare nello spirito delle festività. Ma i suoi sforzi l’addoloravano. Più attenzione le dava, tanto più si illudeva che lui avrebbe potuto innamorarsi di lei. Quando la lasciava dopo una partita a scacchi o una tazza di tè o una passeggiata nel parco, riacquistava i sensi e si rassegnava alla disperazione di un amore non corrisposto.
Quella sera, si stava preparando per la festa di Natale del personale. Non c’era stata nessuna festa l’anno precedente visto che troppi studenti erano rimasti a scuola per poter permettere a tutto il personale di lasciare il loro posti per alcune ore. Quindi questo era la prima festa di Minerva con i suoi colleghi.
C’era anche un motivo in più per festeggiare quest’anno. Il preside Dippet era stato molto malato ultimamente e si era ripreso a sufficienza per tornare ai suoi doveri abituali. Albus aveva fatto entrambi i loro lavori per mesi e con Armando di nuovo in salute si era liberato da un grande peso sulle spalle. Tutto il personale fremeva di eccitazione per una serata di adulte frivolezze.
Minerva controllò il suo riflesso nel grande specchio della sua vanità. Sorrise. Era sinceramente felice del suo aspetto, un evento raro. I lunghi capelli neri sciolti in una torsione, non molto diversa da quella della danza del diploma. Indossava il suo vestito festivo preferito, un tartan verde militare e marrone con un corsetto scollato e una gonna lunga che scivolava come onde intorno alle sue gambe quando si muoveva. Minerva si sentiva come non si sentiva da anni: bella.
La stanza del personale era stata trasformata. Sembrava come se una cartolina di Natale fosse esplosa sulle pareti. Stelle filanti rosse e verdi erano state appese tutt’intorno, con scintillanti fiocchi di neve d’argento che rivestivano le pareti. Candele di Natale brillavano su ogni superficie. Lumacorno aveva ottenuto una cassa di vino fatto dagli elfi per l’occasione, e gli elfi domestici sorpassarono se stessi sulla varietà di gustose prelibatezze natalizie.
Minerva trascorse gran parte della festa parlando con Filius Vitious. Era nuovo, proprio come lei, e un mago molto interessante. Si sedettero, mentre parlavano, dato che Vitious era alto come i fianchi di Minerva e nessuno dei due voleva essere a disagio per la differenza di altezza. Aveva circa dieci anni più di lei, un maestro di Incantesimi e un famoso campione di duello. Ebbero una conversazione piacevole, ma Minerva non poteva fare a meno di desiderare di poter passare più tempo con Albus. Ma egli era immerso in una conversazione con Galatea Gaiamens, la professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure, riguardante il recente incidente con un Molliccio nell’armadio delle scope al sesto piano. Minerva continuava a lanciargli sguardi. Era molto bello nel suo abito blu notte.
Vitious lasciò la festa presto per finire un po’ di correzioni, in questo modo Minerva fu lasciata ai propri pensieri. Ogni volta che si avvicinava per parlare con Albus, Horace Lumacorno sembrava intercettarla per vantarsi di qualche strega o mago famoso che conosceva, il tutto mentre le fissava il petto. Fu molto sollevata quando il preside Dippet chiese di parlarle per quanto riguardava l’inventario della biblioteca, costringendo Lumacorno a trovare qualcun altro da cercare di impressionare.
Minerva e il Preside chiacchierarono per un bel po’. Albus venne per unirsi a loro e si resero conto che erano gli unici tre rimasti nella stanza del personale.
<< Sembra che siamo stati abbandonati, amici miei. Devo dire, però, che non sono sorpreso di essere stato lasciato con i miei due collaboratori più devoti e di talento >> osservò Dippet.
Minerva arrossì leggermente alla sua lode e cambiò frettolosamente argomento. << Dovremmo riordinare? >>
<< Certo che no! Siamo in ferie per la serata. Lascia che se ne occupino gli elfi domestici >> le disse Dippet.
<< Anche gli elfi domestici hanno bisogno di una vacanza, signore >>. Minerva sorrise. Albus la guardò, con anche lui un sorriso sulle labbra. Il mondo vedeva raramente la sua compassione nascosta.
Dippet notò l’espressione sul volto di Albus. << Bene, allora, vi lascio ad esso. Questo vecchio ha bisogno del suo riposo. Buonanotte >>.
Albus e Minerva diedero la buonanotte al preside e Minerva tirò fuori la sua bacchetta per mettere in ordine la sala professori.
<< Non c’è bisogno che resti, Albus. Posso occuparmene da sola. Non ci vorrà molto >>.
<< Sciocchezze, mia cara. Ho cercato di parlarti da solo per tutta la notte >>.
Minerva arrossì una tonalità di violento color cremisi. Tenne la schiena ad Albus, insicura su come rispondere.
<< Allora, cosa ti rende così sensibile alle esigenze degli elfi domestici, Minerva? >>
<< Abbiamo degli elfi domestici a McGranitt Cliffs. Sono due, Twila e Zara. I miei genitori ci hanno insegnato ad essere rispettose e a trattarli come se fossero parte della famiglia. E lo faccio ancora. Ho mandato loro regali di Natale questa mattina >>. Non guardò Albus in faccia mentre parlava, aveva troppa paura per guardarlo. Aveva bevuto un po’ di vino e non era fiduciosa nella sua capacità di nascondere i suoi veri sentimenti per lui.
<< Ho sempre pensato che il vero segno distintivo di una persona buona è nel modo in cui lui o lei tratta i suoi inferiori, non i suoi eguali. Hai un grande interesse per gli altri, Minerva >>.
<< Hmph. Sono certamente niente in confronto a te >>.
<< Oh? >>
Si voltò verso di lui e lo guardò dritto in quegli occhi di zaffiro. << Albus Silente, tu sei l’uomo più gentile, più compassionevole che il mondo abbia mai visto >>. Si voltò di nuovo. La sala degli insegnanti era quasi tornata alla normalità.
<< Mi lusinghi, mia cara >>.
Lei fu in grado di rilevare il suo sorriso nella sua voce. Non rispose, avendo paura di quello che avrebbe potuto dire. Finì di mettere in ordine l’arredamento e si avviò verso la porta. << Buonanotte, Albus. Buon Natale >>.
<< Minerva, aspetta un attimo, per favore >>.
Si fermò e si girò sulla soglia. << Sì? >>
Lui si diresse verso di lei fino a quando il suo corpo non fu che a pochi centimetri da quello di lei. << Vischio >> sussurrò.
Lei alzò lo sguardo per vedere un piccolo rametto appeso sopra di lei. Prima che potesse parlare, le labbra di lui incontrarono quelle di lei. Fu delicato in un primo momento, poi sempre più appassionato. Avvolse la vita di lei nel suo abbraccio, tirandola il più vicino possibile a lui. Spostò il suo labbro inferiore e approfondì il bacio. Le braccia di lei serpeggiarono attorno al suo collo mentre la sua bocca si muoveva contro quella di lui, le sue dita tra i suoi capelli. Il suo intero essere era in fiamme. Era meglio che nei suoi sogni più selvaggi. Gemette nella bocca di lui in pura estasi.
E poi era finita. Lui la lasciò andare e si allontanò, lasciandola da sola sulla soglia. Albus scomparve nel corridoio buio.
Minerva era sopraffatta dall'emozione. Riusciva a malapena a stare in piedi, il suo petto era teso ed era senza fiato. Barcollò fino alle sue stanze in stato confusionale. Le lacrime le scorrevano liberamente e silenziosamente lungo il viso. Non era sicura se fosse dalla felicità o dalla delusione.

Nota dell'Autore: Quando mi è venuta l'idea per questa storia, questo è il capitolo che avevo in mente. Tutto si è formato attorno a questo. Questo e i prossimi due capitoli sono i miei preferiti. Stanno arrivando presto. :)
Nota della Traduttrice: Scusate per l'attesa ma sono andata in vacanza e lì dov'ero la connessione non c'era :( Comunque finalmente è successo qualcosa! Vi piace? :)

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Capitolo 12
*** ...E Per Il Resto Della Mia Vita ***


Nota dell'Autrice: Questo è il mio capitolo preferito finora. Ho pianto. Non che io voglia i miei lettori in lacrime, ma vorrei sapere che risposta emotiva suscita questo su di voi. 


Capitolo 12: ...E Per Il Resto Della Mia Vita
 
2 Aprile, 1956
 
Quasi quattro mesi passarono. Quattro mesi di conversazioni imbarazzanti, sguardi di vergogna e di elusione nei corridoi.
Minerva McGranitt era infelice. Era finalmente riuscita a baciare l’uomo che aveva amato per dieci anni. E lui pensava che fosse un errore. Non voleva parlare con lei e riusciva a malapena a guardarla. Aveva perso il suo migliore amico e non aveva modo di riaverlo indietro.
Albus Silente era infelice. Aveva fatto un terribile errore. Aveva finalmente avuto il coraggio di baciare la donna più bella che avesse mai conosciuto, la donna che aveva amato per quasi un decennio. Era stato il momento più bello della sua vita. Ed aveva paura di nominarlo per scusarsi della sua impetuosità. Il mago che aveva sconfitto Grindelwald era troppo codardo per affrontare il rifiuto di una donna. Godric Grifondoro si starebbe rivoltando nella tomba. E ora, lei non gli parlava, e riusciva a malapena a guardarlo. Aveva perso la sua migliore amica e non aveva modo di riaverla indietro.
Nel bel mezzo della loro agitazione personale, il Preside Dippet aveva subito una terribile ricaduta della sua malattia nel mese di febbraio. Era morto alla fine di Marzo. Dopo il funerale, il Consiglio dei Governatori aveva immediatamente e all'unanimità nominato Albus Preside. Aveva continuato a insegnare alle sue classi in modo che i suoi studenti non soffrissero per un sostituto fino a quando un nuovo professore di Trasfigurazione fosse stato trovato. Filius Vitious fu scelto per essere il nuovo vicepreside di Albus, nonostante quanto fosse nuovo tra il personale di Hogwarts. Era molto affidabile e un grande amico di Albus, e i Governatori quindi avevano approvato la nomina.
Albus sedeva alla sua nuova scrivania nell'ufficio del Preside. Fanny lo guardava dal trespolo vicino alla finestra. Molti degli strumenti magici che si trovavano precedentemente nella sua aula erano appoggiati su varie superfici, girando e ronzando felicemente, ignari del disagio del loro proprietario.
Albus sospirò con ansia. Scrisse rapidamente ma attentamente una nota con il suo inchiostro viola preferito e la sigillò.
<< Fanny? >> La fenice svolazzò verso di lui per atterrare sulla scrivania. << Puoi gentilmente consegnare questo a Minerva, per favore? Ci sarà un regalo extra che ti aspetta quando torni >>.
Fanny scomparve con la nota in uno scoppio di fiamme. Albus lo guardò allontanarsi, lo stomaco contratto per l’attesa nervosa.
Minerva era sul punto di chiudere la libreria per la sera. Aveva messo tutti i suoi appunti via nella sua scrivania e aveva messo a posto le cataste, controllando che nulla fosse fuori posto. Una palla di fuoco esplose due piedi di fronte a lei. Lei fece una salto indietro per la sorpresa quando Fanny si posò sulla sua spalla. Trillò alcune note mentre lasciava cadere la busta tra le sue mani. Le strofinò il collo un po’ prima di volare via di nuovo tra le fiamme.
Minerva, stupita, aprì la pergamena.
 
Minerva, potresti venire nel mio ufficio al più presto? Ho un paio di questioni che devono essere discusse. La parola d’ordine è ‘Mielandia’.
Albus
 
Aggrottò la fronte. Le sue parole sembravano... fredde. Si stava tristemente abituando al suo comportamento distante, e non le piaceva per niente. Quello che le piaceva ancora meno era l’idea di essere sola con lui nel suo ufficio. Di solito essere sola con Albus le metteva un sorriso sul volto. Ora, aveva paura che avrebbe pianto. Un scintillio di quegli occhi di zaffiro e sarebbe stata spacciata.
Tuttavia, Minerva si fece strada fino al primo piano verso la statua gargoyle all'ingresso delle stanze del Preside.
<< Mielandia >> diede con comando alla statua. Questa saltò da parte per rivelare una scala girevole. Mentre Minerva entrava sulle scale mobili, avrebbe giurato che il gargoyle le avesse strizzato l’occhio.
I gradini si fermarono davanti ad una grande porta di quercia con un grifone in ottone per battente. Minerva spazzolò nervosamente gli inesistenti capelli fuori posto dal viso e bussò. Da dentro, sentì Albus concederle l’ingresso.
Aprì le porte ed entrò nel suo nuovo ufficio per la prima volta. Era senza dubbio suo. Una parte di lei voleva sorridere alla meraviglia pura dell’ufficio. Si guardò intorno vedendo grandi librerie, Fanny sul suo trespolo, gli oggetti esili che sbuffavano fumo sui tavoli, i ritratti dormienti dei precedenti presidi e, infine, Albus dietro l’enorme scrivania. Lui cercò di sorridere, ma sembrava più addolorato che felice, e Minerva l’aveva notato. Sperava che questo incontro fosse il più veloce possibile.
<< Preside >> Minerva fece un cenno al suo nuovo capo in segno di saluto.
<< Per favore siediti, Minerva >>.
Lei fece come lui aveva chiesto, prendendo una delle due sedie di fronte alla scrivania. Attese in silenzio che lui parlasse, incrociando le mani in grembo per impedir loro di tremare. Era così difficile restare da sola con lui in questo modo.
Albus fece un respiro profondo. << Minerva, come sai, è mia intenzione continuare a insegnare alle mie classi per il resto di quest’anno. Tuttavia, Hogwarts avrà bisogno sia di un nuovo professore di Trasfigurazione sia di un nuovo direttore della Casa di Grifondoro per il prossimo anno. A mio parere, l’unica scelta per entrambe queste posizioni sei tu. Vale a dire, se vuoi accettare >>.
Minerva fu colta di sorpresa. Aveva sempre voluto questo lavoro, ma una parte di lei non avrebbe mai potuto vedere nessuno a parte Albus in quella posizione. A causa dello shock per la morte di Armando Dippet, lei non aveva neppure contemplato l’idea di un altro professore, per non parlare del fatto che sarebbe stata lei! E direttore di Grifondoro? Professionalmente, era tutto ciò che aveva sempre desiderato. Se solo lei e Albus fossero stati in termini migliori, avrebbe potuto correre ad abbracciarlo per ringraziarlo e avrebbero celebrato con una partita a scacchi e una tazza di tè. Ma, purtroppo, Minerva aveva smesso di cedere ai suoi impulsi. Non poteva permettersi eventuali sciocchi gesti romantici. E con Albus, sembrava che non sarebbe mai accaduto di nuovo.
Dopo un momento di silenzio, Minerva rispose: << Ovviamente accetto. Cercherò di fare del mio meglio per Grifondoro, e per Hogwarts. Sono onorata dalla sua fede nelle mie abilità. Grazie, Preside >>.
Era così distante. Le sue parole erano a posto, ma non era Minerva. Non la sua Minerva. Non ce la faceva più. Doveva dirglielo. Anche se lei lo avesse odiato per quello che lui provava, almeno l’avrebbe saputo.
Albus raccolse ogni grammo del suo coraggio da Grifondoro. << Minerva, c’è un’altra cosa che ho bisogno di discutere con te. C’è stata una tensione tra noi... da Natale, e deve essere affrontata>>.
Minerva aprì la bocca per parlare, ma Albus alzò la mano per fermarla. << Per favore fammi parlare, Minerva >>. Si alzò dalla scrivania e l’aggirò per andare a sedersi sulla sedia accanto a lei. << So che dovrei chiedere scusa per averti baciata. Eravamo soli, e avevo avuto un po’ da bere, e tu eri così assolutamente bella, e non ho potuto farne a meno. Ed è proprio per questo che non riesco a chiedere scusa per quel bacio. Perché ti amo, Minerva. Ti ho amato per anni, e capirò se non provi lo stesso, ma ho semplicemente dovuto dirtelo. Ti amo veramente, profondamente, follemente e per il resto della mia vita >>.
Minerva McGranitt, per la prima volta nella sua vita, era davvero senza parole. Le girava la testa a causa della potenza delle parole di lui. Non poteva credere che questo fosse reale. Doveva essere un sogno. Così fece l’unica cosa che poteva fare in quel momento.
Minerva si alzò dalla sedia, lacrime che si raccoglievano nei suoi occhi, e si gettò su Albus, le labbra di lei su quelle di lui con tutta la passione e la gioia di dieci anni pieni di amore.
Albus, sconvolto dall’esuberanza della sua risposta alle sue parole, si riprese rapidamente e restituì il bacio con gentilezza.
Alla fine, Minerva interruppe il bacio per respirare. << Ti amo anch'io. Nel caso non fosse stato chiaro >>.
Entrambi sorrisero e tornarono al loro bacio. I ritratti sul muro esplosero in acclamazioni e applausi. Minerva saltò giù dal grembo di Albus, la sua faccia arrossata per l’imbarazzo. Albus era altrettanto rosso sulle guance.
<< Ah, forse dovremmo continuare questa conversazione nel mio salotto? >> Fissò malamente i suoi predecessori sulla parete.
<< Sì, è meglio, credo >>. Albus le permise di salire le scale per arrivare alle sue stanze private per prima.
Si voltò ancora una volta verso i ritratti. << Non una parola. Ciascuno di voi >>. Armando Dippet strizzò l’occhio a Albus mentre questi correva su per le scale per unirsi a Minerva.
<< Mi dispiace molto per questo. Ora, dove eravamo rimasti? >> La prese tra le braccia mentre stavano in piedi accanto al camino e sensualmente la baciò sul collo.
Lei strinse le braccia attorno al suo collo, ma esitò. << Albus? >>
<< Mmm? >> Non allontanò la sua attenzione dalla sua pelle liscia per darle una risposta adeguata.
<< Perché sei sparito dopo avermi baciata a Natale? >>
Alla fine lui mosse la testa all'indietro. Fece un mezzo passo di distanza da lei e guardò negli occhi color smeraldo che amava così tanto. << Beh... ho capito che ti stavo tenendo un po’ stretta, e tu hai fatto un rumore e ho pensato che mi stavo... beh... forzando su di te. E mi sono vergognato così tanto che sono scappato via, come un codardo. Non potrei mai sopportare di farti del male, Minerva>>.
<< Io non credo che potresti mai farlo, Albus. E per la cronaca, il suono che ho fatto era uno di felicità. Perché tu mi rendi molto, molto felice >>. Sorrise imbarazzato a lei. << Così è per questo che mi hai evitato per tutti questi mesi? Vergogna e paura di un rifiuto? >> chiese lei.
<< Pensavo che mi stessi evitando perché mi odiavi? >> ribatté lui.
<< Certo che no! >> Sorrise Minerva. << Oh, siamo stati piuttosto sciocchi, non è vero? >>
Albus ridacchiò. << Sì, sembra così. Mi dispiace molto, professoressa >>.
Minerva inclinò la testa in confusione. << Professoressa? >> Poi i suoi occhi si spalancarono al ricordo. << Oh, è vero! Avevo dimenticato! >>
<< Per essere la più giovane professoressa che Hogwarts abbia mai avuto, perdi la memoria facilmente >> sorrise, dandole un bacio sulla punta del naso.
Lei rise piano. << Beh tante cose sono successe negli ultimi dieci minuti, Albus. Sono davvero il più giovane professore nella storia di Hogwarts? >>
<< Sì, e anche la più bella >>.
<< Grazie, Albus. Ti amo >>.
<< E io amo te, mia cara >>.
Non parlarono per un bel po’ di tempo, scegliendo di utilizzare le loro labbra per uno scopo più piacevole. In quel momento, Albus e Minerva furono più felici di come erano mai stati nella loro vita.


Nota dell'Autrice: Spero non sia stato troppo angosciante per voi. Odio l'angoscia, ma è davvero necessario creare momenti dolci come questo che significano veramente qualcosa per i personaggi. Spero che tutti lo amiate tanto quanto lo amo io!
Nota della Traduttrice: E finalmente ce l'hanno fatta! Ed era anche ora ;) Comunque voglio ringraziare tutti voi lettori, tutti quelli che hanno recensito, messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Grazie veramente! Comunque la strada di questa storia è ancora lunga, non vi preoccupate. Dunque ci sentiamo al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 13
*** Innamorati Felici ***


Nota dell'Autrice : Questo è il più lungo capitolo che abbia scritto finora e sono esausta. È un po' di fluff, che credo Albus e Minerva si siano meritati. Grazie a tutti i lettori che hanno recensito e che seguono la mia storia. Buon divertimento :)

Capitolo 13: Innamorati Felici
 
11 Giugno, 1956
 
Gli ultimi due mesi del trimestre furono complicati per Albus. In primo luogo, Albus stava cercando di abituarsi a gestire tutto ciò che coinvolgeva essere Preside. In secondo luogo, stava ancora preparando gli studenti per gli esami e la transizione ad un nuovo professore. E, infine, era troppo occupato con i compiti prima menzionati per trascorrere del tempo con Minerva come avrebbe voluto lui.
Albus era diventato sempre più frustrato con qualsiasi domanda del suo tempo che lo portava via da Minerva. Trascorreva i fine settimana al Wizengamot e con il Ministro della Magia o in incontri con i Governatori Scolastici, e i suo giorni erano trascorsi in classe. Albus e Minerva si vedevano ai pasti, ma non potevano certamente avere una pomiciata seria di fronte a tutta la scuola. Erano entrambi irremovibili sul mantenere la loro relazione segreta, essendo entrambi persone molto private, e non conoscendo le conseguenze se si fosse venuto a sapere che il nuovo Preside era in una relazione con la giovane donna a cui aveva appena dato un posto da insegnante.
Ma ogni sera, quando chiudeva a chiave la biblioteca, Minerva andava giù per vedere Albus per un paio d’ore prima di coricarsi. Prendevano una tazza di tè o facevano forse una partita a scacchi veloce prima che Albus la scortasse al terzo piano nelle sue stanze. Recentemente, le loro partite a scacchi erano state sostituite da lunghi baci sul divano o un sensuale massaggio alla schiena per Albus dopo una giornata particolarmente impegnativa. Lui ricambiava sempre, nonostante le proteste di Minerva. Aveva bisogno di coccole molto più di lei, ma lei accettava sempre il suo tocco amorevole in ogni caso. Le loro serate finivano sempre con Albus che annunciava che era ora per Minerva di andare a far riposare la sua bellezza. Lui la scortava da Pietro il Pensieroso e la lasciava con solo un tenero bacio della buonanotte.
Una notte sul suo divano, Albus interruppe un bacio particolarmente passionale per riportarla alle sue stanze. Minerva era piuttosto frustrata dall’interruzione.
<< Albus Silente, la mia compagnia ti annoia? >> esclamò.
Alzò le sopracciglia a lei, sorpreso dal suo sfogo. << Certo che no! Perché mai mi fai una domanda del genere? >>
Minerva abbassò la testa, incapace di incontrare il suo sguardo. << Sembri essere un po’ di fretta per farmi andare via >>. Sapeva che non era vero e si vergognava di pensare una cosa del genere su di lui, ma era sempre lui a decidere quando lei doveva andare.
Lui le sollevò gentilmente il mento per guardarla negli occhi. << Minerva, non voglio mai che tu te ne vada. Mai. Tuttavia, se rimani più a lungo, nessuno di noi due dormirà. E non riesco ad immaginare di essere in forma per i miei studenti la mattina se perdo il sonno a favore di una notte di passione >>.
Minerva si alzò in piedi. << Hai ragione, naturalmente. Hai cose più importanti di cui preoccuparti invece che baciarmi >>. Sapeva che le parole erano un po’ dure, ma sapeva che era vero. Si stava comportando egoisticamente distraendolo dai suoi doveri. Gli sorrise dolcemente per mostrargli che non era arrabbiata veramente con lui. Passò le sue dita tra la sua barba ramata. << Mi dispiace di monopolizzare il tuo tempo >>.
Lui le prese la mano nella sua e le baciò il dorso della mano. << Mi hai frainteso, mia cara. Non vorrei niente di più che spendere tutti i miei giorni e in particolare tutte le mie notti con te. Ma, ahimè, non posso. Quindi devo riportarti alle tue stanze. Non appena gli studenti se ne vanno dopo il diploma la settimana prossima, voglio passare ogni momento della giornata con te. Le tue mani... >> Si alzò e baciò entrambi i suoi palmi. << Il tuo volto... >> Sfiorò le sue labbra su ciascuna delle sue guance. << I tuoi occhi... >> Le baciò dolcemente le palpebre. << E tutto il resto di te >>. Con questo, la prese tra le sue braccia. Lei urlò di sorpresa e gli posò un grosso bacio sulle labbra con un sorriso. Risero entrambi mentre lui la portava fuori dall’ufficio. La mise giù una volta passato il gargoyle. Camminarono fino alle sue stanze sotto braccio. Le diede il solito bacio affettuoso sulle labbra prima di tornare giù alle sue stanze.
Durante il tragitto, contemplò la loro relazione. L’amava. Per Merlino certo che l’amava. Ma era frustrato. Voleva così tanto portarla in camera sua, farla sdraiare sul letto e fare l’amore con lei come aveva sognato tante volte. Ma era così impegnato. Voleva prendersi il tempo per compiacerla, come meritava. Voleva assaporare ogni centimetro del suo corpo incredibile.
Ma anche non voleva metterle fretta per qualcosa per cui lei non era ancora pronta. Sentiva che lei lo voleva come lui voleva lei, ma era molto più giovane di lui. Non sapeva quanto fosse esperta o quali fossero le sue aspettative. Era abbastanza certo che non fosse mai stata con qualcuno vecchio come lui. Poteva essere all’altezza di quello che lei voleva da lui? Aveva vissuto come un monaco per anni. Non c’era stato nessuno che avesse voluto a letto in tanto tempo.
Si preoccupò per tutto il tragitto fino al suo letto. Ma mentre si sdraiava per dormire, seppe che non c’era mai stata una donna che aveva amato come Minerva, e amandosi l’un l’altro come facevano loro, tutto sarebbe andato bene.
Su nella sua stanza, accuratamente progettata dall’uomo che amava, anche Minerva era preoccupata. Amava Albus più di come le parole possono esprimere, e negli ultimi due mesi, lo aveva imparato ad amare ancora di più. Sedeva in biblioteca tutto il giorno, un sorriso sciocco sul suo viso mentre pensava a lui e alle sue morbide carezze e parole d’amore. E quando era da sola, fantasticava. Mentre lui era molto più vecchio di lei, non era affatto un vecchio. Dai loro abbracci, Minerva poteva dire che aveva un forte corpo muscoloso. Non vedeva l’ora di vedere sotto le sue vesti, sentire la sua pelle sulla sua. Più tardi quella sera, si addormentò immaginando il suo corpo premuto contro di lei, amandola, corpo e anima.
Il diploma venne e se ne andò. Tutti gli studenti e le loro famiglie andarono a casa. La maggior parte del personale se ne andò dopo pochi giorni per visitare i loro amici e famiglie. Solo Vitious e Lumacorno erano rimasti nel castello con Albus e Minerva per la metà di giugno. I quattro mangiavano la colazione nella stanza dello staff.
Lumacorno, come al solito, dominava la conversazione. Minerva faceva del suo meglio per non ascoltare i suoi borbottii, guardando invece Albus dall’altra parte del tavolo mentre mangiava il suo pane tostato e marmellata, fingendo interesse per tutto ciò che Horace diceva. Lui sorrise e Minerva si riprese per ascoltare Lumacorno.
<< ...Così ho detto ad Abraxas che mi sarei ovviamente unito a lui in Spagna per un mese o giù di lì. Dal momento che il resto del personale se n’è andato, ho pensato che non vi sarei mancato >>.
<< Sentiremo sempre la tua mancanza, Horace. Ma devi a tutti i costi unirti al signor Malfoy. Ha un figlio piccolo, credo? >> Albus disse, dando una delicata strizzatina d’occhio a Minerva all’idea della partenza di Lumacorno. Una persona in meno di cui preoccuparsi nei corridoi.
<< Ah sì. Il giovane Lucius. Sta per fare due anni, ha detto Abraxas. Dovrebbe essere un grande mago, quel ragazzo. Sarò impaziente di insegnare ad un Malfoy >>. Lumacorno continuò in questo modo per il resto del pasto.
Vitious si chinò per parlare con Minerva. << Visiterai qualcuno di affascinante quest’estate, Minerva? >>
<< Oh no, non io. Faccio un salto alla mia tenuta di famiglia a volte nel mese di luglio, ma sarò qui per la maggior parte dell’estate. Albus mi aiuterà con i programmi di studio di Trasfigurazione. E, naturalmente, dovrò trasferirmi nella Torre di Grifondoro come Direttrice della Casa >>.
<< Sarai meravigliosa, Minerva. Sei certamente più che qualificata. Ed Albus mi ha detto che hai già avuto esperienza di insegnamento? >>
<< Beh, in un certo senso. Albus era via per un bel po’ durante la guerra, per cui ho istruito circa cinquanta studenti ogni settimana in Trasfigurazione per farci passare gli esami >>.
<< Direi che è un’esperienza meravigliosa! >> Vitious esclamò con un sorriso, mentre Albus si alzava dalla tavola.
<< Mi dispiace interrompere tutti e due, ma Filius, probabilmente dovremmo andare nel mio ufficio al lavorare sul personale per il prossimo anno. Minerva, se vuoi unirti a me dopo pranzo, possiamo iniziare la nostra discussione dei programmi di studio. Horace nel caso in cui non ti veda prima della tua partenza questo pomeriggio, abbi un meraviglioso viaggio >>.
Minerva trascorse la mattinata imballando le cose di cui non aveva bisogno urgente in sacchetti e scatole da spostare alla Torre di Grifondoro. Si preparò un panino al formaggio per il pranzo, e si diresse verso l’ufficio di Albus verso l’una.
Quando entrò, colse la fine delle parole di Albus. << E con Madama Byrne che se ne va, abbiamo ora bisogno di una nuova direttrice dell’infermeria >>. Le fece cenno quando bussò. << Ah, Minerva È già ora? Filius, devo concludere il nostro incontro ora. Passa un bel tempo in Irlanda. Possiamo risolvere il resto quando torni la settimana prossima >>.
Vitious annuì e uscì dall’ufficio. Non appena la porta si chiuse, Albus si diresse dove stava Minerva, avvolgendo le sue braccia intorno alla vita di lei. Lei mise le sue braccia intorno al suo collo ed entrambi sorrisero.
<< Salve, Preside >>.
<< Salve, Professoressa >>.
Si scambiarono un lungo bacio sensuale prima di separarsi.
<< Così, anche Filius sta partendo? >>
<< Sì, sembra che abbiamo quattro giorni con il castello tutto per noi prima del ritorno di Galatea. Pensavo che magari desideri condividere le mie stanze per questi pochi giorni, mentre noi muoviamo le tue cose alla Torre di Grifondoro? >>
<< Oh sì, sembra meraviglioso >>. Minerva lo baciò felicemente alla prospettiva.
Albus terminò il bacio. << E per quanto vorrei baciarti tutto il giorno, dobbiamo proprio preparare il tuoi programmi di studio >>.
<< Suppongo che tu abbia ragione, amore mio. Ma potremmo farlo in salotto? In questo modo possiamo accoccolarci sul divano >> aggiunse con un grande sorriso.
<< Mia cara Minerva McGranitt! Non ho mai pensato che tu mischiassi il lavoro con il piacere>>.
<< Beh per te, ho pensato di fare un’eccezione >>.
Si accoccolarono effettivamente sul divano e furono in grado di finire quasi la metà dei programmi di studio prima di cena.
Albus chiamò gli elfi domestici per ordinare una cena privata per loro due. << Noi siamo gli unici qui, quindi tanto vale mangiare in tutta comodità >>. Fecero un pasto meraviglioso a base di filetto di sogliola e insalata nizzarda con una bella bottiglia di Sauvignon Blanc.
Dopo che i loro piatti furono banditi in cucina, Minerva chiese Albus sull’argomento che aveva in mente. << Albus, non volevo origliare, ma ti ho sentito dire per caso che Madama Byrne è in partenza? >>
 << Odio farti carico con le mie sventure del personale, ma visto che lo chiedi, sì. Madama Byrne si è ritirata. Così quest’anno ho bisogno di trovare una nuova infermiera, oltre che a un nuovo bibliotecario. E sono appena stato informato che il professor Abbott intende perseguire altri interessi dopo l’anno prossimo così ho anche bisogno di iniziare a pensare a un nuovo professore di Erbologia >> Albus sospirò.
<< Hai qualcuno in mente? >>
<< Nessuno. Ma conosco abbastanza persone al San Mungo, sono sicuro che mi potranno dare buoni consigli per la posizione da capo-infermiera. Suppongo che dovrò mettere un annuncio sulla Gazzetta del Profeta e dovrò far fare a Filius colloqui con gli applicanti. Se sei a conoscenza di qualcuno, sarei felice di sentire i tuoi suggerimenti >>.
<< Purtroppo, non conosco dei bibliotecari. Ma conosco una medimaga che potrebbe gradire la posizione. Poppy Chips. Era pochi anni dietro di me a scuola. Attualmente lavora nel reparto dei bambini al San Mungo, ma non credo che sia molto felice a Londra. So che sarebbe una capo-infermiera meravigliosa per la scuola >>.
<< Le farò mandare un gufo da Filius appena ritorna. Ricordo la signorina Chips, e penso che se sarà adeguatamente qualificata, sarà perfetta. Grazie, mia cara >>.
Chiacchierarono riguardo argomenti più felici per il resto della serata, fino a quando Albus tentò di soffocare uno sbadiglio.
<< Oh Albus, sei esausto. Vai a letto, tesoro. Ci vediamo domani >>.
Albus aggrottò la fronte. << Pensavo che saresti rimasta? >>
Lei lo baciò sulla guancia. << Vorrei che la nostra prima notte insieme sia spesa facendo qualcosa di più che dormire >>.
Lui sorrise ampiamente. << Abbastanza giusto, mia cara. Domani abbiamo l’intera giornata da trascorrere insieme. Senza lavoro e senza dover impacchettare. Quindi riposati abbondantemente. Non voglio una donna stanca tra le mie mani >>.
Lei sbuffò una risata. << E io voglio che tu abbia tutta la tua forza. Quindi fila a letto anche te. Colazione in camera mia alle otto. Non farmi aspettare >>.
<< Mai, amore mio >>. Si diedero un bacio della buonanotte e lei lasciò l’ufficio.
Albus apparve la mattina dopo, alle otto in punto. Minerva gli aprì la porta, indossando un grembiule bianco sopra il suo vestito verde. Si accorse che era lo stesso vestito che aveva indossato per il loro pranzo a Londra qualche anno prima. Faceva cose meravigliose per la sua forma sinuosa.
Lo baciò sulla guancia in segno di saluto. << Buongiorno, Albus. La colazione è quasi pronta >>.
<< Hai cucinato la colazione? >>
<< Beh, mi hai dato un angolo cottura. E io sono una cuoca perfettamente capace. Così ho pensato che sarebbe stato un bel modo per cominciare la nostra giornata >>.
Lo guidò al tavolo che aveva apparecchiato. Mise giù un grande piatto di pane tostato insieme alle uova, bacon, haggis*, e la marmellata preferita di Albus.
<< Una completa colazione inglese. Sei una meraviglia, mia cara >>.
<< Spero che ti piaccia >>.
<< Oh, ne sono sicuro >> le disse mentre le spostava la sedia.
Mangiarono il bellissimo banchetto, entrambi entusiasti di trascorrere l’intera giornata insieme. Quando ebbero finito di mangiare, Minerva eliminò i piatti e il cibo con un elegante gesto della bacchetta.
<< Ti piacerebbe una lunga passeggiata per i prati, mia cara? È una bella giornata >> Albus chiese.
<< Che bella idea. Ne sarei lieta >> rispose Minerva.
Camminarono tutto intorno alle serre, al campo da Quidditch, e le colline alle spalle del lago. Dopo alcune ore, Minerva propose di tornare al castello per il pranzo.
<< No, credo di avere un’idea migliore, se ti fidi di me per prendermi cura di questo pasto? >>
<< Certo. Mi fiderei di te per qualsiasi cosa, Albus >>.
Lui sorrise e le baciò la fronte. << Da questa parte, per favore >>. La condusse in un boschetto appartato sulle colline, pieno di fiori di campo. Agitò la bacchetta e un pic-nic completo apparve su una grande coperta.
Mangiarono panini e bevvero succo di zucca. Per dessert, Albus aveva preparato una varietà di biscotti. Minerva prese due Zenzerotti, e Albus mangiò tutto il resto.
Minerva rise mentre lui divorava i biscotti. << Sei così goloso di dolci! >>
<< Sì, e tu no, vero? >>
<< Mi piacciono i dolci, certo. Ma c’è un limite alla quantità di zucchero che si può consumare per volta >> rispose lei.
<< Davvero? Non ne ho trovato uno >>. Si cacciò in bocca una caramella al limone per sottolineare il suo punto.
Minerva rise di nuovo. << Così sembra. Sai anche di dolci >>.
<< Davvero? >>
<< Sì. Quando ci baciamo, sai di limone e cioccolato. Sei abbastanza appetitoso >>.
<< E tu sai di tè caldo alla menta. E profumi di lavanda. Non ho mai apprezzato quello che è un profumo di lavanda completamente inebriante fino a quando non ho sentito l’odore su di te >>. Albus si sdraiò sulla coperta con un sorriso, le mani dietro la testa.
Minerva si sdraiò accanto a lui, la testa sul suo petto e il braccio appoggiato sul suo stomaco. Sorrise soddisfatta. << Sono così felice che possiamo avere questo tempo insieme. Ti amo molto>>.
<< E io amo te. Ho aspettato il momento giusto per portarti qui. L’ho trovato alcuni anni fa e ho pensato che era molto romantico. Così ho subito pensato a te >>.
<< Sei dolce. Grazie. È un posto bellissimo. Molto romantico, davvero >>. Minerva si spostò verso l’alto e lo baciò. Lui si mise a sedere e le baciò la schiena con fervore. Lei passò le dita tra i suoi capelli lunghi. Le mani di lui vagavano sul corpo di lei. Minerva gemette di desiderio e lo spinse sulla schiena, appoggiando il corpo sul suo. Le sue mani si mossero per afferrarle il sedere. Mosse le gambe per dargli una miglior presa, ma nella foga della loro passione, diede un calcio alla brocca di succo di zucca. Minerva strillò e balzò in piedi mentre il fiume di succo le inzuppava il fianco del vestito. Albus agitò la bacchetta per pulire il disordine. Tutte le cose da picnic scomparvero per tornare al castello mentre si alzava. Lanciò un incantesimo di asciugatura sul vestito, ma c’era ancora una macchia.
<< Oh, cara. Mi dispiace tanto. Questo è uno dei miei vestiti preferiti su di te >>.
<< È tutto a posto. Gli elfi lo renderanno come nuovo. Ma è un po’ appiccicoso >> gli disse, arricciando il naso alla consistenza sulla sua pelle.
Albus sorrise in modo allusivo. << Faremmo meglio a tornare al castello e a tirarti fuori dal quel vestito, allora >>.
Lei rise. << Penso che sia il miglior consiglio che mi hai dato in tutto il giorno >>:
Tornarono al castello mano nella mano, fermandosi ogni tanto per un bacio. Quando finalmente raggiunsero le grandi porte di quercia, Albus la prese tra le braccia e la portò nel castello.
<< Tu non mi porterai su per le scale >>.
<< Certo che lo faccio! >> rispose lui con entusiasmo. La tenne stretta e corse su per la rampa di scale, le lunghe gambe che facevano due scalini alla volta. Alla fine la mise giù davanti al gargoyle che proteggeva il suo ufficio. La baciò dolcemente. << La mia bellissima Tabby >>.
Il gargoyle balzò da parte.
<< Oh Albus, quella non può essere la tua parola d’ordine >>.
Ridacchiò. << Solo per i pochi giorni in cui nessuno verrà qui tranne noi >>. Salirono sulla scala mobile, pomiciando per tutta la salita. Stavano camminando mentre si baciavano, ma Minerva non stava prestando attenzione. La sua attenzione era tutta su Albus. Fu piuttosto sorpresa quando finirono miracolosamente nella sua camera da letto. Non si preoccupò di guardarsi intorno. Aveva Albus e un letto, e questo era tutto quello che voleva.
Cominciò a sbottonargli le vesti, spingendoli lontano dal suo corpo fino a quando non fu lasciato solo con i suoi boxer blu marino. Il suo corpo era in forma e muscoloso e assolutamente perfetto. Gli passò le mani sul petto, fermandosi appena sotto lo stomaco. Poteva vedere il suo desiderio e la eccitava.
Lui la voltò, sbottonando il retro del suo vestito, baciandole la nuca. L’abito cadde in una pozza verde ai piedi di lei. Si girò verso di lui, con indosso solo un corsetto di pizzo nero con mutandine corrispondenti. Si allungò per liberarsi i capelli. Caddero in onde di seta sulle sue spalle. Albus sorrise, gli occhi scuri di desiderio.
Lui mormorò sottovoce mentre la fissava. Improvvisamente, entrambi i loro indumenti intimi scomparvero. Ad Albus si blocco il respiro in gola. << Sei bellissima >> sussurrò, guardando la sua pelle perfetta, seno perfetti e forma formosa. Lei arrossì un po’. Si avvicinò a lei. << Sei la cosa più perfetta che abbia mai visto >>.
<< Ti amo, Albus >>.
Si scambiarono una bacio appassionato e caddero sul letto, dimostrando il loro amore fino a quando entrambi, chiamando il nome dell’altro in pura estasi, tornarono normali, completamente sazi oltre ogni aspettativa.
Minerva baciò il petto del suo amante mentre lui le strofinava i capelli con il naso.
<< Spero di essere stato all’altezza delle tue aspettative, Minerva >>.
<< Tu hai distrutto tutte le aspettative che avevo, Albus. È stato incredibile. Spero di essere stata in grado di accontentare anche te >>.
<< Oh sì, mia cara. Più di quanto avrei mai immaginato fosse possibile >>. Le baciò di nuovo i capelli. << Perché non porti mai i capelli giù? Sono incredibilmente sexy >>.
Lei rise piano e guardò verso di lui. << Li porto su in modo che uomini come te mi prendano sul serio e spero dimentichino che sono solo una giovane donna mentre sto lavorando >>.
 << Non potrei mai dimenticare che donna meravigliosa tu sia, soprattutto ora. Anche se, se iniziassi a portare i tuoi capelli giù, non credo che sarei in grado di resistere a rapirti nei corridoi >>.
<< Per quanto possa essere meraviglioso, saremmo entrambi licenziati. Così ora i miei capelli sono solo per te. Hai me. Il mio cuore, la mia anima, e ora il mio corpo e i miei capelli >>.
Albus sorrise. << Non sono il mago più fortunato che sia mai vissuto? Ora, che ne dici di un bagno, mia cara? >>
<< Perfetto >> sorrise. Minerva seguì Albus in bagno e rimase a bocca aperta. Era il suo bagno dalle sue stanze al terzo piano.
<< Ho cambiato i nostri bagni al momento della partenza per la nostra passeggiata di questa mattina. Ho progettato questa vasca da bagno nella speranza che avremmo potuto usarla insieme. Ho pensato che ora sarebbe un buon momento come un altro >>.
<< Oh sei un fantastico mago. Andiamo? >>
Fecero un lungo bagno caldo, pieno di bollicine al profumo di lavanda. Poi ebbero una cena semplice in salotto, Albus in vestaglia viola, Minerva in una cremisi che lui aveva trasfigurato per lei.
<< Rosso di nuovo? >>
<< Mi piaci in rosso. Fin dal tuo diploma in quell’abito incredibile, mi piace pensare a te come la mia dea scarlatta >>.
Minerva arrossì e alzò gli occhi. << Sei impossibile. Ma terrò la tua inclinazione per questo colore in mente per il futuro >>.
Andarono a dormire quella notte avvolti l’una nelle braccia dell’altro, sognando il loro futuro felice insieme.


Nota della Traduttrice: Oddio! Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma tra il rientro a scuola, le verifiche e tantissimi compiti, non ho proprio avuto tempo per aggiornare. Comunque spero che il capitolo vi piaccia, è veramente uno dei miei preferiti ;) Fatemi sapere cosa ne pensate e scusate ancora per il ritardo.

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Capitolo 14
*** Amici e Famiglia ***


Nota dell'Autrice: Ancora un po' di fluff! Spero che piaccia a tutti!


Capitolo 14: Amici e Famiglia
 
1 Agosto, 1956
 
<< Poppy, dove vuoi questo? >> Alastor Moody chiese burbero. A soli 25 anni, Moody era già diventato il miglior Auror del Ministero della Magia. Era sulla strada per diventare una leggenda con il numero di maghi oscuri che aveva catturato. Portava cicatrici da guerriero agguerrito. E ora stava muovendo mobili.
Minerva guardava dalla soglia dell’infermeria mentre la sua cara amica, Poppy Chips, dirigeva Alastor e il bagaglio per le stanze dell’infermiera. Minerva era felice di avere un’amica nel castello con lei. Lei e Poppy erano rimaste in contatto dopo aver lasciato la scuola ed erano diventate molto legate quando erano state entrambe residenti a Londra. Ma la presenza di Moody la incuriosiva. Minerva decise che era il momento giusto per salutare.
<< Come si sta ambientando, Madama Chips? >>
<< Oh Minerva! Eccoti! Mi chiedevo quando ti avrei vista. Stiamo solo spacchettando. Non dovremmo metterci troppo. Ricordi Alastor, naturalmente >>.
<< Certo! È bello vederti di nuovo! >>
Moody si avvicinò per stringerle la mano. << Quindi sei un insegnante adesso, vero? >>
<< Così sembra. Dopo tre anni passati da bibliotecaria, sarà bello fare di più che zittire gli studenti da una scrivania e mettere a posto i loro libri >>.
Moody annuì. << Beh, starai bene. Non avrei mai capito le leggi di Gamp, se non fosse stato per te. Ma per quei ragazzi è meglio che stiano attenti. Non sei morbida come Silente >>.
<< Mi stanno fischiando le orecchie? >> disse una voce dalla soglia.
Le due donne risero e Moody divenne improvvisamente molto interessato al pavimento sotto i suoi piedi. Albus entrò con un sorriso. << È un piacere vederla, anche per me, signor Moody. Come si sta ambientando, Infermiera? >>
<< Oh bene, Preside. Alastor mi sta aiutando a disfare le valigie e Minerva è passata solo per salutarmi >> rispose Poppy.
<< Sono contento che tutto sia di suo gradimento. Il signor Moody avrà bisogno di un alloggio per la notte? >>
<< No, signore. Porterò Poppy fuori a cena nel villaggio e poi tornerò a Londra >> rispose Moody goffamente.
Albus non fece caso al disagio di Moody. << Molto bene. Madama Chips, se ha bisogno di qualcosa, non esiti a chiedere. Minerva, posso parlarti un attimo? >>
Minerva seguì Albus nel corridoio. Guardò a destra e a sinistra prima di far scivolare le braccia intorno alla sua vita, baciandola dolcemente e sorridendo. << Ciao >>.
Lei ricambiò il sorriso. << Ciao >>.
<< Volevo farti sapere che io sarò con mio fratello, Aberforth, questo pomeriggio per festeggiare il mio compleanno, ma mi piacerebbe passare la serata con te, se posso >>.
<< Albus! Perché non mi hai detto che era il tuo compleanno? >>
<< Non volevo che ti creassi dei problemi a causa mia. Quindi verrai nel mio ufficio alle sei? >>
Lei sospirò, la sua mente correva pensando a quello che poteva fare per il suo compleanno nelle prossime otto ore. << Certo. Buon divertimento con tuo fratello, tesoro >>. Lo baciò dolcemente e andò a ricongiungersi con i suoi amici in Infermeria.
Un gufo si affacciò alla finestra con un messaggio per Alastor subito dopo la partenza di Albus. Lui lesse la lettera con uno sguardo torvo e scrisse una rapida risposta.
<< Dov’è quel maledetto uccello? >> ringhiò mentre il gufo volava fuori dalla finestra aperta. << Bene. Vado alla Guferia. Torno presto >>.
Una volta che se ne fu andato, Minerva fece a Poppy la domanda che affliggeva la sua mente. << Allora... tu e Alastor? >>
Poppy rise e arrossì. << Ero la sua infermiera, quando l’anno scorso era al San Mungo prima che iniziassi nell’Ala dei Bambini. Abbiamo avuto modo di parlare molto e mi ha portato fuori una volta dimesso. Non è niente di serio. Lui è così impegnato a salvare il mondo e io sono occupata con il mio lavoro. Ma cerchiamo di vederci quando siamo entrambi liberi. È meraviglioso quando ha tempo per esserlo >>.
<< Bene, noi sappiamo che è un bravo ragazzo. Finché sei felice, Poppy >>.
<< Oh lo sono. E per quanto riguarda te? Vi siete già sposati tu e Silente? >> Minerva alzò gli occhi scettica alla stupidità e impertinenza della domanda. << Oh, per favore, Minerva! So che hai sempre avuto un debole per lui. Ed il modo in cui ti guardava proprio adesso? Si è illuminato! Tiene sicuramente a te >>.
<< Sì, beh noi siamo molto amici. So che tiene a me come io tengo a lui >>.
In quel momento, Alastor ritornò e Minerva li lasciò a spacchettare. Sorrise mentre camminava fino alla Torre di Grifondoro fino alle sue nuove stanze. Non avrebbe dovuto nascondere la verità a Poppy. Ma la relazione era così nuova. Voleva solo Albus tutto per sé per un po’ di tempo. L’avrebbe detto a Poppy alla fine, quando avrebbero avuto più tempo insieme in privato.
Dopo aver cercato nel suo cervello per quasi un’ora, Minerva decise finalmente che cosa fare per il compleanno di Albus. Sorrise tra sé e sé e scese nell’ufficio di lui per preparare.
Disse la sua parola d’ordine (“Caramella Mou”) e salì su per le scale dietro il gargoyle. Il suo ufficio era un disastro. C’erano decine di lettere in attesa di essere lette, orari da essere finiti, e documenti semplicemente ovunque.
Lei si avvicinò a Fanny per coccolarlo per un momento, esaminando la stanza come un campo di battaglia. << Credo che al nostro mago preferito faccia comodo un po’ di aiuto, non credi? >> La fenice cinguettò d’accordo.
Minerva si spostò per sedersi dietro la scrivania di Albus. Una parte di lei non voleva disturbare la sua scrivania senza il suo permesso, ma sapeva che di lei si fidava, sia personalmente che professionalmente così decise di usare il suo miglior giudizio con tutto il suo lavoro sparso.
Trascorse un paio d’ore rispondendo alla maggior parte delle sue lettere, organizzando le montagne di documenti, e scrivendo alcune note ad Albus con suggerimenti per la programmazione degli orari.
Durante il tentativo di trovare un po’ d’inchiostro in un cassetto (non trovava che il viola fosse un colore adeguato per le attività ufficiali), si imbatté in un file con su scritto MMM in inchiostro rosso. Curiosa come un gatto, lo aprì. Al suo interno c’erano ritagli di giornali e riviste. Ogni singolo articolo era stato scritto da o su Minerva. Tutti gli articoli che aveva scritto e tutte le menzioni di lei sulla Gazzetta del Profeta. L’ultima pagina era una sua fotografia dal profilo della sua carriera su Trasfigurazione Oggi otto anni prima. Minerva prese la foto e guardò la versione più giovane di se stessa. Non sembrava molto diversa. Aveva un sorriso sornione e una determinazione feroce nei suoi occhi. La Minerva di oggi sorrise alla sua vecchia se stessa e andò per rimetterla a posto quando notò qualcosa scritto sul retro.
In un elegante scrittura verde, Albus aveva composto una poesia:
 
I suoi occhi come smeraldi, preziose gemme tanto care
La sua forma con le sue curve, desidero stringere vicino
La sua mente così acuta supera tutti gli altri senza paura
Le sue labbra carnose e rosse, fantastico di baciare
La sua mano esile nella mia, una sensazione che mi manca
Il suo cuore pieno di amore per me, quello sarebbe beatitudine
 
Una lacrima cadde lungo la guancia di Minerva. Le parole erano così semplici, ma il sentimento era bellissimo.
Proprio in quel momento, sentì dei passi fuori dalla porta e rapidamente mise via il file. Alzò lo sguardo proprio mentre Filius entrava.
<< Oh, Minerva, mi dispiace interromperti >>.
<< Nessuna interruzione, Filius. Stavo riordinando la scrivania di Albus e rispondendo ad alcune lettere per lui. Anche se dovrei scusarmi, in quanto questo genere di cose è il tuo lavoro, immagino >>.
<< In realtà, Minerva, è il tuo lavoro. Beh, non ufficialmente, ma dovrebbe esserlo. Albus voleva farti diventare la sua vice, ma il Consiglio di Amministrazione non avrebbe approvato una vicepreside così giovane. Così ho deciso di prendere la posizione, sapendo che Albus te la darà quando i Governatori penseranno che tu sia pronta >>.
Minerva era atterrita. << Davvero? Voleva farmi professoressa di Trasfigurazione, Capo della Casa di Grifondoro e Vicepreside se avesse fatto a modo suo? >>
<< Certo. Sa meglio di chiunque altro quanto tu sia capace. Sei molto più organizzata di me, e tu e Albus lavorate meravigliosamente insieme; l’ho visto >> sorrise Vitious.
<< Beh, io sono lusingata che entrambi possiate pensare così bene di me >> Minerva arrossì.
<< Non è adulazione quando è vero. Ora devo andare e dare il benvenuto alla nostra nuova Capo Infermiera. Potresti far sì che Albus veda queste relazioni sul bilancio quando torna? >>
<< Certo, Filius >>.
Con questo, Vitious se ne andò. Minerva finì d’organizzare e poi salì nelle camere private di Albus per preparare la sua sorpresa di compleanno.
Albus fece ritorno a Hogwarts poco dopo le sei. Era prudente dopo un pomeriggio teso e piuttosto imbarazzante con Aberforth. Nessuno dei due si era veramente divertito, ma erano l’unica famiglia che ciascuno di loro aveva. Aberforth sapeva così come Albus quanto fosse importante la famiglia, anche se non ci si piaceva.
 Albus si trascinò fino al suo ufficio, più ansioso di vedere Minerva ad ogni passo. Una parte di lui sperava che lei avesse programmato qualcosa per il suo compleanno, visto che gli avrebbe fatto bene un po’ di divertimento, ma la parte più nobile di lui sapeva che non le aveva detto niente riguardo il suo compleanno così che lei non si agitasse per lui.
Albus Silente non era un uomo a cui piaceva essere accudito. Gli piaceva molto prendersi cura degli altri – Minerva in particolare – ma non il contrario. Ma conoscendo Minerva, si era probabilmente inventata qualcosa con quella meravigliosa testa che aveva.
Ma quando raggiunse il suo ufficio, era vuoto. Si avvicinò per nutrire Fanny e notò che la sua scrivania era miracolosamente pulita. Dopo un’attenta ispezione, vide pile ordinate, ciascuna delle quali etichettata con una nota da Minerva. Sembrava che lei non solo avesse organizzato la scrivania, ma scritto le risposte a tutte le sue lettere, finito i suoi orari, e anche fatto proposte relative alla redazione sul bilancio di Filius. È una meraviglia. Come avrei mai potuto sopravvivere senza di lei? Pensò con un sorriso.
<< Minerva? >>
<< Quassù! >> chiamò dalle sue stanze private.
Albus si affrettò su per le scale per trovare il salotto illuminato da decine di candele galleggianti. Minerva era distesa sul divano in un abito rosso spettacolare, le sue ciocche corvine a cascata lungo la schiena.
Albus rimase un attimo a fissare la visione davanti a lui.
<< Buon compleanno, Albus >>.
Si avvicinò a lei senza una parola e la baciò esattamente sulla bocca.
<< Sei meravigliosa >>. La baciò di nuovo. << Ti amo >>. Si sporse in avanti per un altro bacio, ma Minerva lo fermò.
<< Ho altri piani per noi, e li rovinerai se ti ecciti troppo presto >>.
<< Allora il tuo piano è quello di non eccitarmi? >>
Minerva sorrise diabolicamente. << Oh, certo che lo è. Ma più tardi. Ora è tempo per la cena >>.
Mangiarono una pasto sontuoso con tutti i piatti preferiti di Albus. Chiacchierarono parlando del loro giorno mentre mangiavano.
<< Quindi ti sei divertito con tuo fratello questo pomeriggio? >> chiese Minerva.
<< Suppongo di sì. Non siamo mai andati veramente d’accordo, ma lui è mio fratello. Sono molto più felice qui con te >>.
<< Posso incontrarlo qualche volta? >>
<< Certo. È il barista della Testa di Porco. Luogo terrificante. Perfetto per Aberforth, in realtà>>.
<< Sembra... delizioso >>.
Albus ridacchiò, con gli occhi scintillanti.
Finirono la cena e Minerva fece sparire i piatti. Albus sembrò deluso.
<< Nessun dessert? >>
Minerva represse un sorriso e disse, più seriamente che poteva, << la pazienza è una virtù che dovrebbe essere apprezzata >>.
Albus fece il broncio e Minerva rise con gioia.
<< Oh, va bene. Vieni a sedere >>. Lei lo guidò fino alla scacchiera, il suo abito cremisi frusciante mentre si muoveva.
<< Questo vestito è bellissimo, mia cara >>.
<< Sono molto felice che ti piaccia. L’ho preso apposta per te. Ammira l’abito dopo; ho qualcos’altro che penso ti possa piacere >>. Con un gesto della bacchetta, i pezzi degli scacchi si trasformarono da marmo a caramelle. I pezzi bianchi erano ora al gusto di limone e i neri erano al gusto di ciliegia. Giocarono una buona partita piena di risate e di conversazione fino a quando Albus non si stufò di essere in grado di mangiare le caramelle solo quando catturava uno dei pezzi di Minerva. Allungò la mano e afferrò il re e lo morse a metà. Lei rise al suo infantilismo. << Suppongo che questo significhi che hai vinto >>.
<< Beh, è il mio compleanno. Mi stavi lasciando vincere in ogni caso >>.
<< Mi permetto di dissentire! >>
<< Beh in entrambi casi, questo è stato un modo molto intelligente e divertente per trascorrere la serata. Grazie, Minerva >>.
<< Sono contenta che ti sia piaciuto, Albus. Ora la prossima cosa che ho pianificato... >>
Lui la interruppe. << Mi dispiace, mia cara, ma in questo momento ho un piano tutto mio >>. La prese in braccio e la portò in camera da letto.
Lei rise. << Che coincidenza! Questo era anche il mio piano! >>


Nota della Traduttrice: Ce l'ho fatta a pubblicare! Scusate per la lunga attesa, ma mi sono ammalata e ho avuto moltissimi impegni di recente. Comunque questo capitolo è un regalo di Natale per voi. Buona lettura e buone feste :)

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Capitolo 15
*** Un Altro Compleanno ***


Nota dell'Autrice: Originariamente non era mia intenzione avere due compleanni di seguito, ma mi sembrava giusto così. Quindi spero che non vi dispiaccia altro fluff da compleanno. Divertitevi, e per favore recensite se vi va.


Capitolo 15: Un Altro Compleanno
 
4 Ottobre, 1957
 
Minerva odiava il suo compleanno. Da bambina aveva detestato quando cadeva perché creava un divario imbarazzante per la scuola. Hogwarts richiedeva che gli studenti del primo anno compissero undici anni prima del 1° Settembre e dal momento che il compleanno di Minerva era un mese dopo, finiva per avere quasi un anno in più dei suoi compagni di classe.
Ora il suo compleanno la deprimeva. Ogni anno, da quando aveva compiuto diciotto anni, era la stessa storia. Si vestiva di nero, indossava il suo cappello preferito, e si appuntava la spilla che i suoi genitori le avevano dato il giorno in cui erano morti. Poi passava la giornata a McGranitt Cliffs, visitando le tombe di sua madre e suo padre, e vagava per l’enorme casa piena di ricordi. Per alcuni anni, aveva avuto sua sorella Helen con lei per alleviare la solitudine, ma erano passati tanti anni da quando aveva visto sua sorella per l’ultima volta.
Ma ora aveva Albus. L’uomo più meraviglioso del mondo che aveva amato per anni l’amava altrettanto. Minerva non sarebbe più stata sola al mondo.
E comunque, i compleanni erano difficili. L’anno prima, il suo compleanno era stato di Domenica, così lei era stata in grado di lasciare Hogwarts per il giorno, come faceva di solito. Ma quest’anno era diverso. Non sarebbe stata in grado di lasciare le sue lezioni per la giornata. Si rassegnò a rimanere al castello e sperare di dimenticare la data.
Albus aveva sempre notato Minerva diventare un po’ giù di morale all’inizio di Ottobre. E anche se lei non gli aveva mai detto nulla, ovviamente lui sapeva perché. Aveva sempre chiesto un’aspettativa per il suo compleanno, che il professor Dippet, conoscendo il significato, le aveva sempre concesso. Albus era pronto a fare lo stesso. Ma quest’anno non aveva chiesto un giorno di ferie.
Albus sorrise tra sé, conoscendo le sue ragioni. Lei non avrebbe mai lasciato la classe finché era in grado di insegnare. Il dovere prima, pensò, proprio come la Regina. E Minerva era una regina per lui. Così regale ed elegante in tutto quello che faceva, comandando rispetto come la più grande regale che ci sia mai stata. Lei, più di chiunque altro, meritava di avere un buon compleanno. Iniziò a programmare una sorpresa per la donna che amava.
Minerva si svegliò presto quella mattina, come sempre al lunedì. Chiamò l’elfo domestico per una tazza di tè e si rilassò nel bagno mattutino, sentendosi piuttosto triste per la giornata. Uscì dal bagno, si appuntò i capelli nel suo solito chignon e si vestì in abiti neri da insegnamento. Fissò la sua spilla sul collo della veste e guardò nello specchio.
<< Buon compleanno a me. Già trenta. Come vola il tempo quando uno è solo >>.
<< Tu non sei sola >> le disse una voce. Minerva si voltò per vedere Albus in piedi sulla soglia. Si diresse verso di lei, e lei gli cadde tra le braccia con un triste sospiro.
<< No, sembra che non lo sia >>.
<< Né lo sarai mai >>. La baciò dolcemente sulla fronte. << Buon compleanno, mia cara Minerva. Ora prendi il tuo mantello. È ora di andare >>.
<< Andare? Albus, ho le lezioni >>.
<< No, non ce le hai. Le ho cancellate. Ho detto a Filius che sono stato chiamato via per una questione urgente. Abbiamo insieme l’intera giornata. Ho fatto alcuni disposizioni per noi. Quindi, per favore, prendi il mantello in modo che possiamo andare >>.
<< Disposizioni? >>
<< Sì. Non capita tutti i giorni che l’amore della mia vita compia trent’anni. In realtà, è solo oggi>>.
Minerva sorrise, afferrò il mantello e corse con Albus giù per le scale. Tutta la scuola era a colazione, quindi nessuno li vide lasciare i giardini e smaterializzarsi via insieme.
Riapparvero davanti alla casa di famiglia di Minerva. L’aria di mare frustava intorno a loro mentre camminavano in casa.
<< So cosa significa oggi per te, Minerva, quindi per favore fai tutto quello che fai di solito. Sono qui se hai bisogno di me >>.
<< Ho sempre bisogno di te, Albus >>. Gli prese la mano e lo condusse verso il retro della casa e fuori verso la collina dove giacevano le tombe di Emmett e Charlotte.
Minerva fissò le lapidi per lungo tempo. Albus spostò la sua attenzione dalle tombe al viso di lei, poi al mare oltre le scogliere e di nuovo a Minerva. Lei incontrò il suo sguardo e cominciò a piangere molto delicatamente. Nascose il viso nel suo petto. Lui le massaggiò la schiena dolcemente. Poi, senza dire una parola, Minerva gli prese di nuovo la mano e lo condusse di nuovo in casa.
Albus accese il fuoco nel grande camino mentre Minerva si rannicchiava sul divano. Si sedette accanto a lei e lei si accoccolò vicino a lui.
<< Sarebbero molto orgogliosi di te. Sono sicuro che tu lo sappia >>.
<< A volte non sono così sicura, Albus >> Minerva rispose tranquillamente.
<< Minerva, tu hai trent’anni e sei già un Animagus registrato, Maestra di Trasfigurazione, professoressa a Hogwarts, e Direttrice della Casa di Grifondoro. Chiunque ti conosca è orgoglioso di te. Io so di esserlo >>.
<< Sì, è tutto molto bello, ma sei consapevole che questa è la prima volta in sette anni che ho avuto compagnia per il mio compleanno? Mia sorella era solita stare con me, ma abbiamo avuto un terribile litigio, ed è tutta colpa mia. Non vuole parlare con me o vedermi. Albus, tu sei l’unica persona che abbia mai incontrato che mi capisca veramente e, sapendo chi sono veramente, mi ami comunque. Sono distante, fredda e aspra e nessuno dovrebbe avere la propria vita avvelenata da me>>.
Albus era leggermente sbalordito. << È questo che ti ha detto? >>
Minerva annuì stordita, non sapendo quali conseguenze la sua improvvisa esplosione di emozioni avrebbe avuto.
<< Minerva, voglio che tu ascolti molto attentamente. Sto per dirti la stessa cosa che ho cercato di insegnarti da studente, e ogni giorno da allora. Sei incredibilmente dotata e speciale e importante. Tu sei una benedizione per il mondo e soprattutto per me, e lo sei stata dal giorno che ti ho incontrato. Se tua sorella non ti apprezza, la perdita è sua. Capisco quanto sia importante la famiglia, e mi dispiace tanto che tu non possa avere la tua con te. Ma se me lo permetterai, farò in modo che tu non sia mai più sola al mondo, soprattutto per il tuo compleanno. Perché ti amo, Minerva. Veramente, profondamente, follemente e per il resto della mia vita >>.
Minerva non rispose subito. Non sapeva come fare. Voleva credere alle sue parole, ma una parte di lei non poteva. Non si era resa conto fino a quel momento quando Helen l’avesse ferita. Minerva guardò negli occhi azzurri di Albus, pieni di amore, compassione e sincera preoccupazione.
<< Grazie, Albus. Non so cosa farei senza di te. Ti amo >>. Posò un dolce bacio sulle sue labbra e fece un respiro profondo. << Ora penso che ne abbiamo avuto abbastanza di me che si sente dispiaciuta per se stessa. Vuoi una tazza di tè? >>
Albus, alla fine, fu in grado di trasformare le sue labbra in un ghigno. Oh Minerva. Sempre così decisiva. << Sì, se non è troppo disturbo >>.
<< Nessun disturbo >>.
Proprio mentre parlava, un elfo domestico apparve con un vassoio di tè e pane tostato. << Ha bisogno della sua colazione, Miss Minerva. E lo stesso il suo professore. Twila e Zara è molto felice che mostriate il vostro amore adesso. Hanno Miss Minerva e il suo professore bisogno di altro? >>
<< No Twila, grazie >>.
Il piccolo elfo scomparve, lasciando Albus piuttosto confuso mentre Minerva versava il tè. <>.
<< Che cosa voleva dire con l’essere contenta che mostriamo il nostro amore? E come fa a conoscermi? >> Albus sollevò le sopracciglia in domanda.
Lei sorrise segretamente. << Twila e Zara ci hanno serviti al funerale dei miei genitori, al quale hai così cortesemente partecipato con me. Ma non si mostrano a meno che non vogliano essere visti. Ti conoscono anche dalla foto che ho di te nella mia stanza. Chiedono sempre di te quando sono qui. Dopo il funerale, è stata Zara ad informarmi che ero innamorata di te, e tu di me. Il che, ovviamente, non era vero al momento. E gliel’ho detto, ma lei mi ha detto di aspettare e vedere. Sembra che avesse ragione >>.
<< Gli elfi sono molto più saggi di quanto noi gli diamo credito. I tuoi soprattutto, a quanto pare>>.
Mangiarono una piacevole colazione, dopo la quale Minerva diede Albus un tour della tenuta. Infine, raggiunsero la sua stanza.
Albus entrò e si guardò intorno. Minerva lo osservò dalla porta, un sorriso divertito dalle labbra. Albus non era sicuro di cosa pensare. L’arredamento era semplice ed elegante, i colori tenui. C’erano cornici che costeggiavano il comò e libri che riempivano gli scaffali su ogni pareti. Era molto simile alle sue stanze a Hogwarts: ordinata, organizzata, esteticamente gradevole, ma non troppo personale. Aveva pensato che, forse, la sua stanza d’infanzia avrebbe rivelato un po’ più su di lei, ma non vedeva nulla nella camera da letto che non conoscesse già. Era proprio come Minerva, era riservata e custodita, non volutamente o amaramente, ma come la nebbia in montagna, lo incuriosiva e lo sconcertava.
Le foto sul comò erano piuttosto interessanti. Una mostrava Minerva e la sorella, una era dei suoi genitori, una dei suoi zii, e una di Albus stesso. Era stata presa dalla Gazzetta del Profeta quando era stato dimesso dal San Mungo nel 1945 dopo la guerra. Non era molto affezionato a quella particolare foto.
<< Tieni tutti i miei ritagli di giornale? >> le chiese per scherzo.
<< No, solo questa immagine. Sembri sempre forte e coraggioso come sempre, ma il modo in cui ti sposti dalla macchina fotografica mostra la tua vulnerabilità. Mi piace veramente. Ed è l’unica fotografia tua che ho >>.
 << Da quanto tempo ce l’hai? >>
Lei arrossì. << Da quando l’ho ritagliata dalla carta. Sei sempre stato importante per me, e voglio sempre la tua presenza con me ovunque io sia. Ma purtroppo non ho il tuo dono con le parole, e non c’è una poesia sul retro >>.
Fu il turno di Albus ad arrossire. << Ah, così hai trovato il mio file >>.
<< Sì >> rispose lei. << L’anno scorso, quando ho organizzato la tua scrivania. Mi dispiace per aver curiosato. Ma era così dolce e così bella >>.
<< Beh, avevo intenzione di dartela alla fine comunque. Niente di male. Sono contento che ti siano piaciute le mie stupide rime >>.
<< Non erano stupide, erano incantevoli. Quando l’hai scritto? >>
<< Quando ho ritagliato l’immagine dalla carta >>.
<< Ma è stato quasi dieci anni fa! >>
<< Ispiravi il mio amore allora come fai ora, mia cara. Anche se sono molto più felice ora perché posso prenderti tra le braccia e baciarti in realtà, non solo nei miei sogni >>. Dimostrò il sentimento, poi si tirò indietro per prendere una piccola scatola dalla tasca. << Ora, è il momento del tuo regalo. Buon compleanno, tesoro >>.
Lei aprì la scatola per trovare un favoloso paio di orecchini. Avevano un diamante al centro, un ametista di sopra, al di sotto uno zaffiro, un rubino a sinistra, e uno smeraldo sulla destra.
<< Spero che ti piacciano. Li ho visti, e la loro eleganza e unicità mi hanno ricordato te >>.
<< Oh, Albus, sono splendidi! Ma è troppo! >>
<< Nulla potrebbe mai essere troppo per te >> le disse, raggiante al suo entusiasmo.
<< Grazie >>. Lei lo baciò dolcemente e andò allo specchio a mettere il suo favoloso regalo.
Più tardi, Twila e Zara prepararono loro un pranzo fantastico, dopo il quale Minerva fece fare ad Albus un tour escursionistico del parco della tenuta.
Per cena, Albus portò Minerva fuori in un ristorante babbano molto lussuoso seguito da una discoteca babbana per andare a ballare. Minerva trovò conforto e gioia pura tra le sue braccia quella notte, proprio come faceva di solito. Ma quella sera era speciale. Erano insieme, e per la prima volta in dodici anni, Minerva aveva davvero avuto un compleanno felice.


Nota della Traduttrice: Finalmente ce l'ho fatta!! Scusate la lunga assenza, ma ho avuto tantissimi impegni :( Comunque ecco un altro capitolo tradotto e spero che vi piaccia ;) Fatemi sapere!

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Capitolo 16
*** Crisi e Litigi ***


Nota della Scrittrice: Mi è piaciuta l'idea dallo scorso capitolo di far lasciare Hogwarts alla nostra coppia preferita per un po' e vedere come questo affetti la loro relazione, così ho deciso di portarlo avanti. Giusto per avvisarvi, Minerva andrà un po' fuori di testa, ma Albus farà tornare tutto OK. Dopo tutto, è quello che fa. Per favore recensite con commenti o altro! E grazie a tutti voi che continuate a seguire TMD. Io lo adoro e sono felice che lo adoriate anche voi. Buon divertimento!


Capitolo 16: Crisi e Litigi
 
6 Luglio, 1960
 
Durante l’estate, lo staff mangiava i pasti nella stanza del personale o separatamente nelle loro stanze, piuttosto che stare cerimoniosamente nella Sala Grande. Minerva era un po’ malinconica quella mattina. Albus era a Berlino per la settimana per partecipare alla Conferenza della Confederazione Internazionale dei Maghi. Dopo cinque anni in una relazione romantica, lui le mancava così tanto quando doveva lasciarla, soprattutto per più giorni alla volta. Era proprio come una donna appena innamorata, depressa quando il suo amante era via e stordita per il suo ritorno. Anche se nessuna persona sulla faccia della terra avrebbe mai visto Minerva McGranitt agire in modo distratto. Eccetto forse Albus. Quando sarebbe tornato, l’avrebbe accolto in modo corretto. Sorrise a quel pensiero durante la sua colazione. Comprò una nuova vestaglia rossa che sapeva lui avrebbe apprezzato toglierle da dosso.
Come al solito, Minerva non si impegnò troppo in conversazioni con i colleghi durante il pasto, preferendo invece sfogliare la Gazzetta del Profeta. Si soffocò con le sue uova quando arrivò a un titolo a pagina tre.
 
Edward Potter Nominato Capo Applicazione Della Legge Magica
 
Lesse attentamente l’articolo, notando quante persone erano state citate lodando le capacità e le qualifiche di Potter per la posizione. Sembrava che fosse molto apprezzato, e per questo era contenta. Helen meritava di essere sposata a un brav’uomo, anche se l’esperienza di Minerva con lui era stata il contrario. Quando raggiunse l’ultimo paragrafo, una frase quasi fermò il suo cuore: Questa nomina porta più felicità al signor Potter, visto che lui e sua moglie hanno proprio recentemente accolto il loro primo figlio. Hanno avuto un bambino. Helen ha avuto un bambino. Minerva era una zia.
Perlustrò l’articolo, ma non fu più fatta menzione del bambino. Era un bambino o una bambina? Quando era nato? Qual era il suo nome?
Helen ed Edward erano sposati da quasi dieci anni. E Minerva non era stata invitata al matrimonio, e non aveva ricevuto l’annuncio della nascita del suo nuovo nipote o nipotina. Era orami chiaro più che mai che i Potter non volevano avere niente a che fare con Minerva.
I due giorni successivi passarono in una nebbia. Continuò con i movimenti della vita, ma non aveva alcun interesse per niente.
La sera in cui Albus aveva programmato di tornare, lei andò fino alle sue stanze e si sedette con Fanny per un po’. L’uccello notò la sua evidente angoscia e le cantò una canzone. Immediatamente, si sentì meglio. Sua sorella fluttuò via dalla sua mente, e il ritorno a casa di Albus diventò la sua attenzione. Ringraziò Fanny e salì rapidamente nella camera da letto di Albus per cambiarsi nella sua nuova vestaglia.
Albus era felice di essere a casa. La conferenza era stata illuminante e piacevole. Aveva incontrato molte persone nuove, tutte molto influenti nelle loro rispettive nazioni, e aveva visto molti vecchi amici che gli erano mancati. Ma stare lontano da Minerva era sempre difficile. Era diventato molto abituato ad averla vicino in questi ultimi anni. Poteva rimanere solo la notte con lui durante le pause del trimestre perché essere Direttrice della Casa era un lavoro ventiquattrore su ventiquattro, ma passavano sempre alcune ore preziose insieme la sera, mentre lui scriveva lettere e lei correggeva dei compiti. Era molto difficile mantenere la loro relazione fuori dal dominio pubblico, ma significava anche che non si sarebbero mai stancati l’uno dell’altro. Il loro tempo insieme era prezioso e entrambi lo trattavano come tale.
Quando entrò nel suo ufficio, incandescenti lettere rosse con scritto ‘BENVENUTO A CASA’ galleggiavano sopra la sua scrivania con una freccia rivolta verso l’alto sotto le scale per le sue stanze. Il suo corpo stanco per il viaggio ricevette nuova energia mentre salive le scale. Minerva lo stava aspettando indossando la vestaglia più spettacolare, fatta interamente di pizzo scarlatto che mostrava un bel po’ della sua pelle gloriosa. L’afferrò intorno alla vita, facendola oscillare in cerchio prima di metterla giù e baciarla.
Lei si staccò con un grande sorriso. << Bentornato >>.
<< È molto bello essere a casa. Mi sei mancata >>.
Il resto della notte trascorse nella passione, i due amanti in estasi per essersi ricongiunti.
Il giorno seguente fu un giorno pigro. Né Albus né Minerva si cambiarono dalle loro vestaglie. Minerva chiese tutto sulla conferenza, leggermente gelosa di tutte le meravigliose streghe e maghi che Albus aveva incontrato. Lui le chiese anche scusa per il ritardo della sera prima. Albus si era Materializzato nella Testa di Porco per avere un drink veloce con Aberforth. Il cuore di Minerva sprofondò alla menzione del fratello di Albus. Si ricordò della sua famiglia e il dolore di non poter conoscere il nuovo bambino. Minerva non disse nulla, comunque. Non voleva preoccupare Albus con i suoi problemi. Le sarebbe passata abbastanza presto. Non c’era soluzione al suo problema, quindi non era di nessuna utilità essere troppo sconvolta per quello.
Il suo silenzio fu notato. << Minerva, va tutto bene? >>
Lei alzò lo sguardo e sorrise dolcemente. << Certo. Perché non dovrebbe esserlo? >>
<< Sembri piuttosto distante >> insistette, spostandosi più vicino a lei sul divano.
<< Ero solo persa nei miei pensieri. Sto bene, davvero >>.
Albus fece scivolare un braccio intorno alla sua vita. << Beh se questo è vero, ti piacerebbe trascorrere il Giorno della Bastiglia a Parigi? >>
Gli occhi di Minerva si illuminarono. << Davvero? >>
<< Sì, uno dei miei più cari amici e sua moglie hanno un castello appena fuori dalla città. Quando l’ho visto alla conferenza, ci ha invitato a stare con loro >>.
Lei alzò le sopracciglia. << Noi? >>
<< Ebbene sì, gli ho detto che mi sto vedendo con una donna incantevole a cui non riesco proprio a sopportare di separarmi >> le disse con una bacio sulla fronte.
Lei rise. << Mi piacerebbe andare. Quando si parte? >>
<< Partiremo venerdì e rimaniamo per la settimana se va bene >>.
<< Oh che meraviglia! Lo dirò a Poppy. Lei sarà in grado di dire che sono a Cliffs, se qualcuno chiede >>.
Albus sorrise e le diede un bacio sul naso. Era un bene per Minerva avere Poppy come amica. Era contento che lei avesse qualcuno con cui parlare e passare del tempo. Apprezzava particolarmente che avessero qualcuno nel castello che li coprisse quando volevano disperatamente tempo da soli.
<< Meraviglioso. Farò sapere a Nicholas e Perenelle di aspettarci >>.
Minerva aveva riconosciuto quei nomi, ma non riusciva a collocarli. Ma quando arrivarono al vasto castello, fu presentata ad una coppia che le fece cadere la mascella.
Un uomo che sembrava di mezz’età con i capelli sale e pepe, occhiali rotondi e un pizzetto ben curato li salutò.
<< Benvenuti nella nostra umile dimora! Sono così contento che entrambi siate potuti venire >>. Strinse la mano ad Albus e andò a baciare quella di Minerva.
<< Nicholas, questa è Minerva McGranitt. Minerva, posso presentarti il nostro padrone di casa, Nicholas Flamel? >> Albus indicò il suo amico e la sua innamorata a turno.
<< Nicholas Flamel! >> lei rimase a bocca aperta.
<< Albus, è davvero necessario che tu metta in guardia la gente sull’incontrarmi. Soprattutto le persone che conoscono la mia reputazione. E sì, signorina McGranitt. Sono Nicholas Flamel. Ho scoperto la pietra filosofale, che crea l’Elisir della Vita e trasformerà qualsiasi metallo in oro puro. Compirò 633 anni il prossimo mese. Mia moglie Perenelle ha appena compiuto 612 anni. E ora che ci siamo chiariti, possiamo goderci la nostra vacanza e conoscersi l’un l’altro oltre la reputazione >>. Disse tutto questo in un tono piuttosto annoiato, come se lo dovesse fare spesso. Ma sorrise in modo piuttosto amichevole mentre lo faceva.
Entrarono nel castello. Era pieno di opere d’arte e mobili degli ultimi 500 anni. Sorprendentemente, era un effetto piuttosto gradevole. Minerva si sentiva come un bambino in un negozio di caramelle. C’era così tanto da vedere, così tante cose che Flamel conosceva, tanto da assorbire! Albus ridacchiò mentre gli occhi luminosi di lei dardeggiavano, cercando di prendere su tutto. Lui sapeva che le sarebbe piaciuto qui, come piaceva a lui.
Perenelle Flamel scese una grande scalinata per salutare gli ospiti. Per la seconda volta in una decina di minuti, Minerva si ritrovò a bocca aperta. Perenelle era la donna più affascinante che avesse mai visto. Aveva i capelli lucidi del colore dello champagne ammucchiati sulla testa in un’intricata ed elegante acconciatura. La sua pelle aveva un rossore femminile permanente. C’era un ampio sorriso amichevole sulle sue labbra rosa. Indossava un abito color lavanda e favolose scarpe abbinate. Ma la parte più squisita del suo aspetto erano i suoi gioielli. Le sue dita, orecchie, collo e polsi sembravano sgocciolare con l’oro. Su chiunque altro, tutti quegli ornamenti sarebbero stati troppi. Ma su Perenelle, erano naturali ed eleganti.
<< Minerva, questa è la mia meravigliosa moglie, Perenelle >>. Nicholas offrì a sua moglie la mano per accompagnarla giù dagli ultimi gradini. << Tesoro, questa è Minerva, la donna straordinaria di cui Albus ci ha raccontato negli ultimi vent’anni >>.
Perenelle salutò Minerva molto calorosamente, con una sottile nota di accento francese. Minerva non poteva fare a meno di essere contenta che Perenelle fosse felicemente sposata, perché nessuna donna al mondo poteva avvicinarsi a Perenelle. Lei era assolutamente perfetta. Minerva non poté fare a meno di sentire una piccola fitta di gelosia quando Albus sorrise radioso mentre Perenelle lo baciava sulla guancia.
Nicholas e Perenelle li condussero in salotto. Minerva parlò sottovoce all’orecchio di Albus: << Venti anni? >>
Lui rise e le mise un braccio attorno alla vita. << Prima eri la mia studentessa brillante, poi la mia brillante ex studentessa che si faceva pubblicare per la sua ricerca, e poi la mia bella e brillante collega, e ora la donna perfetta di cui io sono innamorato. Quindi sì, sto parlando di te da vent’anni >>.
Minerva sorrise e lo baciò sulla guancia e con amore passò le dita tra la sua barba sempre crescente.
Le due coppie condivisero una bevanda nel salone, chiacchierando allegramente sull’Alchimia, Trasfigurazione, Hogwarts, la Francia e su di tutto. Perenelle si scusò per controllare la cena.
 << Avrai una piacevole sorpresa, mia cara >> Albus disse a Minerva << Perenelle è una cuoca favolosa >>.
Minerva era un po’ sorpresa pensando a Perenelle Flamel, 612 anni e coperta di gioielli costosi, cucinare la cena. Nicholas sembrò leggerle la mente. << Sia Perenelle che io siamo cresciuti poveri e non abbiamo mai avuto elfi domestici. Quindi cuciniamo noi e facciamo noi le pulizie. E abbiamo avuto un sacco di tempo per diventare bravi a fare entrambe le cose >> disse con un sorriso.
Un’ora più tardi, gli venne servito il più incredibile gallo al vino in una sala da pranzo vittoriana.
<< Perenelle, questo è assolutamente incredibile. Albus non esagerava con i tuoi talenti >> Minerva disse alla padrona di casa.
<< Sono molto contenta che ti piaccia, Minerva. So che il gallo al vino è uno dei piatti preferiti del nostro Albus. Lo faccio ogni volta che ha il tempo di farci visita >>.
Il resto del magnifico pasto fu speso discutendo i piani per la settimana. Tutti erano d’accordo di andare a Parigi per il Giorno della Bastiglia. Nicholas e Perenelle erano presenti al momento della presa della Bastiglia e apprezzavano le celebrazioni babbane che la commemoravano ogni anno.
Così la mattina del 14 luglio, Perenelle prese Minerva nel suo immenso camerino. Era quasi delle dimensioni della sala da pranzo e piena di ogni stile e colore dei vestiti che si possa immaginare, sia magico che babbano. Minerva non aveva portato nessun vestito babbano con lei, così Perenelle si offrì di prestarle tutto quello che voleva.
Con un paio di incantesimi di alterazione, Perenelle mise Minerva in una bellissima gonna blu scura di media lunghezza e una giacca abbinata sopra una semplice camicetta di seta bianca. Perenelle insistette anche nel voler fare i capelli di Minerva. Con un gesto della sua bacchetta, Perenelle creò uno stile ‘vecchio Hollywood’ di onde sensuali. Minerva fu piacevolmente sorpresa da quanto carina sembrava. Perenelle esaminò il suo lavoro allo specchio.
<< Oh, quanto sei fortunata, cherie, a non aver bisogno di alcun incantesimo di trucco. Sei semplicemente belle rotolando giù dal letto. Sono molto gelosa >>.
Minerva fece una pausa mentre si metteva i suoi orecchini preferiti (il suo trentesimo regalo di compleanno da parte di Albus). << Lo trovo difficile da credere, signora Flamel. Siete facilmente la donna più bella che abbia mai visto >>.
 << Sei molto dolce. Ma dopo 612 anni, ho trovato molti modi per rendermi bella per mio marito. Lui mi compra i gioielli per, come dice lui, ‘adornare la mia bellezza’, ma mi faccio bella per rendere giustizia ai gioielli >>. Si lasciò sfuggire una risatina. Minerva rise con lei, e si mise un po’ di rossetto per far sentire meglio Perenelle.
Le due donne scesero la grande scalinata nei loro vestiti babbani, andando incontro ai loro uomini che erano entrambi molto eleganti nei loro abiti a tre pezzi.
<< Finalmente! Avrei dovuto sapere che saremmo stati in ritardo per la nostra prenotazione >> borbottò Nicholas prendendo il braccio di sua moglie.
Lei lo rimproverò scherzosamente. << Mais non, Nicholas. Sai che non ci baderanno per noi >>.
Albus baciò la guancia di Minerva. << Vedo che Perenelle ha messo le mani sul tuo aspetto. Sei stupenda, mia cara >>.
<< È stata un po’ una lotta per impedirle di mettere la metà dei suoi gioielli su di me. Ma sono contenta che ti piaccia. Anche te sei molto bello >>.
<< Grazie. Ora dobbiamo andare. Nicholas odia essere  in ritardo >>.
Si smaterializzarono dal castello e finirono davanti a un ristorante: Le Jules Verne.
Minerva si voltò in circolo per capire dove si trovavano. Subito dietro di loro c’era un balcone che dava sull’orizzonte di Parigi. Erano 148 metri in aria, al secondo piano della Torre Eiffel.
Il maitre salutò i Flamel personalmente e portò i quattro al miglior tavolo del ristorante. Il pasto era divino, il vino squisito.
Quando ebbero finito il dessert e il caffè, il conto non arrivò. Nicholas e Perenelle si alzarono semplicemente per andarsene. Albus e Minerva li seguirono. Mentre uscivano, Nicholas spiegò loro la situazione. << Sono proprietario di un parziale di questa struttura. Jules Verne è stato un mio ottimo amico. In realtà era un diretto discendente della sorella di Perenelle. Così ho contribuito a finanziare il ristorante e l’ho chiamato con il nome del nostro pro pro e così via nipote. Come risultato, non pago mai per mangiare qui >>.
Minerva annuì e tacque. Nipote. Lei poteva avere un nipote. O forse una nipote. Non lo sapeva, e non lo avrebbe scoperto tanto presto. La sua depressione di un paio di giorni prima tornò a piena forza.
Albus notò il suo improvviso cambiamento di comportamento. << Stai bene, Minerva? >>
Lei tentò un sorriso. << Sì, sto bene >>.
Non le credeva, ma sapeva che era meglio non premere sul problema. Gliel’avrebbe detto se ci fosse stato qualcosa che non andava. Le posò un bacio rassicurante sulla tempia mentre camminavano lungo la Senna con i Flamel.
Minerva rimase persa nei suoi pensieri fino ai Giardini  delle Tuileries Si fermarono in mezzo alla folla babbana per guardare i fuochi d’artificio.
Albus stava iniziando ad essere preoccupato per quanto Minerva fosse silenziosa. << Sei sicura di stare bene? >>
<< Sto bene, Albus. Ma se me lo continui a chiedere, diventerò molto arrabbiata con te >> rispose lei con una piccola occhiataccia.
<< Mi dispiace >> disse piano.
<< Non ti preoccupare. Non è niente. Ma apprezzo la tua preoccupazione >>. Per mostrare che non c’era rancore, lo baciò dolcemente sulla bocca.
Un grido interruppe il loro bacio. C’era un branco piuttosto volgare di giovani ubriachi a breve distanza. Perenelle era nel mezzo, flirtando in francese. Nicholas guardava, divertito a quanto attraente altri uomini trovassero sua moglie. Ma uno dei francesi notò Minerva e Albus.
<< Eh! Ma belle, tu es trop jeune pour lui. Ne lui baises pas! Viens avec moi!* >> Afferrò Minerva intorno alla vita per trascinarla via da Albus. Lei gridò per la sorpresa.
Una fiamma di rabbia si accese all’interno di Albus. << Lasciala! >> gridò. Il francese non lo fece. Così Albus lo stese con un pugno. L’uomo cadde e Albus prese Minerva e si smaterializzò con lei sul posto.
Quando furono tornati a Château Flamel, Albus la lasciò andare e la guardò su e giù con apprensione. << Stai bene, Minerva? >>
Lei era un po’ scossa, ma l’adrenalina del momento svanì in fretta e fu in grado di sorridere al suo salvatore. << Questa è la terza volta che mi fai questa domanda stasera. Ed io sto ancora bene. Ma davvero, Albus, ho pensato che la violenza fisica fosse al di sotto di te >>.
<< Nulla è al di sotto di me quando si tratta della tua sicurezza. Mi dispiace di aver causato uno spettacolo >>. Abbassò la testa per la vergogna.
Lei gli mise le braccia al collo. << Posso ringraziare il mio coraggioso cavaliere? >>
Lui si limitò a sorridere mentre lei si mosse in avanti e lo baciò appassionatamente. Si separarono al suono di un forte crack.
Nicholas e Perenelle si erano appena materializzati di nuovo a casa. La signora Flamel ridacchiò al rossetto sbavato su tutte le labbra di Albus. Nicholas era meno divertito.
<< Sei consapevole che ho dovuto Obliare un’intera folla di ubriachi babbani dopo la tua piccola rozza bravata? Sei molto fortunato che il Ministero francese sa che posso prendermi cura di me stesso >>.
Perenelle gli mise una mano sul braccio. << Mon cher, si è risolto il problema. Tutto è finito. Lascia che Minerva continui a ringraziare Albus. Vieni dentro con me, per favore >>.
Guardò la sua bella moglie e si addolcì immediatamente al suo sorriso seducente.
Albus si fece avanti. << Nicholas, sono molto spiacente di averti causato problemi >>.
<< Va tutto bene, Albus >> Flamel rispose, non distogliendo gli occhi dalla moglie. << Perenelle ha ragione. È finito. Niente di male. Avrei fatto lo stesso se uno qualsiasi di questi luridi ranocchi avesse messo una mano sulla mia signora >>.
Condusse la moglie in casa. Perenelle si voltò con un sorriso e un occhiolino per gli amanti sul suo prato davanti.
 
*Mia bella, sei troppo giovane per lui. Non lo baciare! Vieni con me!


Nota della Traduttrice: Ciao a tutti! Scusate immensamente per il ritardo nell'aggiornare, ma è stato un periodo impegnatissimo tra scuola, visite e impegni vari! Adesso che è estate cercherò di aggiornare più velocemente. Comunque spero questo capitolo vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate! :) Al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 17
*** Sorpresa ***


Nota dell'Autrice: Questo deve succedere. Tenetelo a mente per questi prossimi capitoli. Per favore recensite se vi va. Buon divertimento :)


Capitolo 17: Sorpresa
 
20 Gennaio, 1962
 
<< Sto morendo. Per favore metti fine alle mie sofferenze >>.
<< Preside, sei il peggior paziente che abbia mai avuto! È solo un virus intestinale. Starai bene tra una settimana >>.
<< Spero proprio di sì, Madama Chips. Ho messo la mia salute nelle tue mani capaci >>. Albus prontamente si girò e vomitò nella ciotola accanto al suo letto d’ospedale.
Minerva entrò in Infermeria in quel preciso momento. << Suppongo che questo risponda alla mia domanda su ‘come ti senti?’>>
Albus si asciugò il viso e gemette verso di lei. << Minerva, se mi ami, devi semplicemente lasciarmi morire >>.
Madama Chips sbuffò: << Oh, non posso sopportare queste sciocchezze. Minerva, sarò nel mio ufficio se dovessi avere bisogno di qualcosa >>. Poppy si affrettò ad uscire dalla stanza.
Minerva si fece strada fino al fianco di Albus. << Va bene, muoviti più in là >>.
Albus si spostò verso il bordo della sua branda per dare spazio a Minerva. Si sedette accanto a lui, lasciando che la testa di lui le riposasse sul petto. Gli accarezzò dolcemente i capelli. Stavano diventando sempre più grigi. Ma le striature di grigio sembravano molto di grande distinzione, mescolate con le rimanenti di colore ramato.
Albus sospirò pesantemente. << Se sto per morire, questo sarebbe il modo di farlo >>.
<< Albus, non stai per morire. Poppy dice che stai facendo il bambinone su tutto questo. So che stai scherzando riguardo al morire, ma vorrei che non lo facessi. Non è divertente. In realtà, è piuttosto sconcertante >>.
<< Mi dispiace, amore mio. Hai ragione. Starò bene presto. E allora potrò sollevare te e Filius dalla noia completa di fare tutto il mio lavoro >>.
Gli baciò la tempia. << Non è un problema. Lo facciamo bene, ed è importante che tu stia meglio>>.
<< Non che mi lamenti, ma forse non dovresti avvicinarti così tanto a me. Non vorrei che tu prendessi quello che ho >>.
<< Sciocchezze. Io non mi ammalo mai >>.
Due settimane dopo, Minerva aveva la nausea e Albus fece un sorrisetto da accanto al suo letto d’ospedale. << Ti avevo detto di stare lontano da me, mia cara >>.
<< Albus, mi sento malissimo. Se hai intenzione di agire da superiore, puoi andartene >>.
La baciò sulla fronte. << Mi dispiace. Ma è semplicemente miracoloso >>.
<< Che cosa? >> Lei lo guardò con aria scettica, respirando lentamente per evitare che il suo stomaco si sconvolgesse troppo.
<< Che puoi essere a letto malata e ancora essere così bella >>. I suoi occhi brillarono di gioia.
Lei fece un piccolo sorriso. << Con bugie del genere, puoi stare qui tutto il giorno >>.
<< Nessuna bugia. E temo di non poter rimanere a lungo; devo andare a lezione >>. Albus aveva preso le lezioni di Minerva per la durata della sua malattia per permetterle di riposare. Lei aveva protestato, ma gliel’aveva data su all’insistenza di entrambi Albus e Poppy.
Dopo che Albus se ne fu andato, Minerva si alzò a sedere sul letto sentendosi molto frustrata. Poppy venne a controllare i parametri vitali di Minerva. << Io non riesco a capire. Quando Albus era malato, era sudato, febbricitante e con la nausea. Tu non hai i primi due sintomi. E a guardarti, mi verrebbe da pensare che tu stia più che bene >>.
<< Beh io non sono febbricitante per niente. Mi sento solo stanca tutto il tempo e sento un forte bisogno di vomitare in vari momenti della giornata. Oltre a questo, sto perfettamente bene >>.
Dopo una settimana sentendosi sempre uguale, Minerva prese in mano la situazione. Albus entrò nella classe di Trasfigurazione un minuto in ritardo e scoprì che Minerva aveva già iniziato la lezione. Si fermò sulla soglia e la guardò, con un cipiglio spaventosamente serio sul suo viso solitamente felice.
Minerva dimostrò rapidamente la lezione e istruì gli studenti del secondo anno a lavorare prima di andare in corridoio a parlare con Albus.
<< Non posso lasciare i miei studenti a lungo. C’è qualcosa che posso fare per te, Albus? >> chiese innocentemente. Sapeva che era arrabbiato e sarebbe stato interessante vedere come avrebbe gestito la situazione. Non era mai stato arrabbiato con lei prima. Dallo sguardo sul suo volto, era molto arrabbiato.
<< Minerva, per il nome di Merlino, che cosa stai facendo? >> chiese lui, la sua voce in un tono pericolosamente basso.
<< Sto insegnando. È il mio lavoro >>.
<< Poppy approva tutto ciò? >>
<< Non proprio... >>
<< Torna in Infermeria in questo istante >>.
<< Albus, sto bene! Sono terribilmente annoiata e sono perfettamente in grado di insegnare! >>
<< Minerva, non posso lasciartelo fare! Anche se ti senti meglio, non voglio che tu soffra per un ricaduta. Pensi che mi piaccia vederti in ospedale per due settimane di fila? Ma se ancora non ti senti bene, questa è la cosa migliore per te >>. L’espressione di lui si addolcì. << Ho bisogno che tu stia bene, Minerva >>.
Minerva lo guardò, un luccichio determinato nei suoi occhi, la fronte aggrottata.
Albus sospirò. << Vedo che non riuscirò a vincere questa discussione. Per favore prendila con calma. Non lavorare troppo >>.
Lo abbracciò intorno al collo e lo baciò sulla guancia. << Grazie, tesoro >>.
<< Basta che mi prometti che andrai a vedere Poppy dopo la lezione >>.
<< Lo farò. E ci vediamo a cena >>.
Albus sorrise. << Certo >>. La baciò sulla fronte e tornò nel suo ufficio.
Minerva fece come le era stato detto e si sentiva stanca ma soddisfatta alla fine della giornata. Dormì nel suo letto per la prima volta da settimane.
Ma tanto per cambiare, il suo sonno fu bruscamente interrotto alle sei del mattino da una violenta ondata di vomito. A causa di questo saltò la colazione e con attenzione di vestì per la giornata. Ma mentre si allacciava la cintura sulle sue vesti, le sembrò stranamente stretta. Strano, pensò, come posso aver guadagnato peso quando vomito ogni mattina? Oh dei. Nausea. Mattina. Nausea mattutina.
In stato di totale e completo shock, Minerva si ritrovò in Infermeria.
<< Minerva! Sei bianca come un lenzuolo! Hai avuto una ricaduta? >>
Minerva non riusciva a parlare. Afferrò Poppy per un braccio e la trascinò nel suo ufficio privato.
<< Minerva! Qual è il problema? >>
<< Penso di essere incinta >>.
Poppy sbiancò. << Pensi? Quando hai avuto l’ultima mestruazione? >>
<< Non ne sono sicura >>. Minerva chinò il capo.
<< Come fai a non esserne sicura? >>
Minerva alzò gli occhi e si mise sulla difensiva, << Io non presto molta attenzione! Tra Albus che era malato e la mia malattia, sono stata un po’ distratta, Poppy! >>
<< Calmati. Prendi la pozione anticoncezionale ogni mese, giusto? >>
<< Quando mi ricordo... >>
Poppy era atterrita. << Minerva! Questo è ridicolo! Come hai potuto essere così sbadata? >>
Lacrime bruciarono negli occhi di Minerva. << Non lo so, io non lo so! Potresti per favore fare l’incantesimo in modo da poter essere sicure? >>
Poppy fece un passo indietro e puntò la bacchetta contro Minerva. Un caldo bagliore giallo fu emesso dal ventre di Minerva. << Sembra che io abbia diagnosticato male il tuo virus allo stomaco. Sei incinta >>.
Minerva non pianse. Divenne insensibile. << Che cosa farò? >> sussurrò.
Poppy mise un braccio confortante intorno alle spalle della sua amica. << Albus sarà probabilmente contento! Vi sposerete? >>
<< Oh no, non voglio che mi sposi solo perché avremo un bambino. Non è giusto per nessuno di noi. Oh Poppy! Eravamo così felici! Tutto era semplicemente perfetto e ora tutto cambierà >>.
<< Sì, i bambini tendono a cambiare le cose. Se lo vuoi veramente, posso... posso occuparmene... >>
<< Oh no, Poppy. Non potrei farlo. Non ad Albus. Hai ragione. Probabilmente sarà entusiasta. Spero >>.
<< Minerva, mi dispiace dirlo, ma hai una classe tra tre minuti >>.
<< Dannazione, hai ragione. Devo andare, Poppy. Ci vediamo più tardi >>.
Poppy le diede un rapido abbraccio. << Sei sicura che starai bene ad insegnare? >>
Minerva se ne andò velocemente e richiamò Poppy: << Dovrò stare bene! Grazie di tutto, Poppy. Ci sentiamo dopo >>.
Minerva passò la giornata, grazie agli dei. Le sue mani continuavano inconsciamente a scivolare verso il basso per sentire il suo stomaco e il piccolo bambino che ci cresceva dentro. Saltò il pranzo per correggere dei compiti, ma sapeva di dover andare a cena in modo da non fare preoccupare Albus troppo. Così si sedette alla sua sinistra durante la cena, silenziosa e pallida, mordendosi la lingua per tenersi per sé la notizia monumentale.
Albus non si perse il suo nervosismo. Sorrise e le mise una mano rassicurante sul ginocchio sotto il tavolo. Lei mise la mano sulla sua e la strinse. << Ho bisogno di parlarti in privato, dopo cena, se non sei troppo occupato, Albus >>.
<< Per te, io non sono mai troppo occupato. Vieni nelle mie stanze, dopo aver finito di mangiare. Ho intenzione di andare ora per finire alcune lettere prima che tu venga >>.
Lei annuì mentre lui si alzava. Per i successivi venti minuti, spinse il cibo in giro sul piatto. Alla fine non ce la fece più. Doveva dirlo ad Albus.
Minerva tremava mentre saliva le scale dietro al gargoyle. Albus fece un sorriso luminoso quando lei entrò. Dopo averla vista chiaramente, il suo sorriso si spense. << Minerva stai di nuovo male? >>
Lei scosse la testa. << Non sono mai stata malata >>.
<< Hai preso il mio virus intestinale e trascorso due settimane in Infermeria >>.
<< Sì, ma non ho mai preso alcun virus intestinale >>.
Albus ridacchiò in confusione. << Minerva, ti ho tenuto una ciotola mentre vomitavi. So che eri malata >>.
Lei sorrise debolmente. << Te l’ho detto, non mi ammalo mai >>.
Albus si avvicinò a lei. << Temo di non capire >>.
<< Temo di non essermi ancora completamente abituata all’idea pure io >>. Fece un profondo respiro. << Albus, sono incinta >>.
I suoi occhi si fecero molto grandi e un sorriso ruppe le sue labbra. << Sei sicura? >>
<< Sì, Poppy ha fatto l’incantesimo di diagnosi questa mattina >>.
<< Minerva! Questo è meraviglioso! >> L’abbracciò forte e la lasciò andare rapidamente. << Oh, cara, ti ho fatto male? >>
<< No, Albus. Non sono così delicata. Non ancora, comunque >> rise Minerva.
Si baciarono felicemente. Dopo un interrogatorio da Albus, Minerva si rese conto che non sapeva nulla di più sulla sua condizione a parte il fatto che era davvero incinta. Tornarono insieme in Infermeria in modo che Poppy potesse fare altri esami. Alla fine, scoprirono che Minerva era incinta di dieci settimane e avrebbe avuto il bambino all’incirca all’inizio di Agosto. << Che meraviglioso regalo di compleanno! >> Albus esclamò nell’apprendere la notizia.
Albus e Minerva trascorsero la serata rannicchiati sul divano, entrambe le loro mani riposavano sulla pancia leggermente arrotondata di Minerva. L’eccitazione di Albus nell’essere un genitore era contagiosa. Ben presto si ritrovarono a discutere su come decorare la stanza del bambino e di come avrebbero gestito un bambino a Hogwarts. Decisero anche il nome: Catharine Ariana Charlotte per una bambina e Brian Albus Emmett per un bambino.
 Nella loro euforia per la gravidanza, sia Albus che Minerva dimenticarono il tempo. Quando l’orologio suonò la mezzanotte, Albus si alzò per portare Minerva nelle sue stanze.
<< Per favore, fammi restare, Albus. Solo per stanotte. Ti prego, tesoro, non posso stare senza di te stanotte >> Minerva supplicò.
<< Ma per quanto riguarda i tuoi Grifondoro? >>
<< I miei cuccioli staranno bene per una notte. La nostra famiglia è più importante in questo momento >>.
Lui la tenne stretta. << Come padre di tuo figlio, sono d’accordo. Ma, come Preside, devo insistere che andiamo alla Torre di Grifondoro >>. Minerva abbassò tristemente la testa. Lui le inclinò il mento e sorrise. << Insisto che andiamo alla Torre di Grifondoro dove entrambi passeremo la notte >>.
I futuri genitori si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altra, ognuno con visioni della loro piccola famiglia.




Nota della Traduttrice: Mi scuso infinitamente visto il ritardo nel pubblicare questo capitolo. Purtroppo ho avuto un'estate frenetica, piena di impegni e anche adesso che è ricominciata la scuola non ho un attimo libero. Vi assicuro che voglio finire di tradurre la storia, solo ci metterò più tempo ad aggiornare tra i capitoli. Ringrazio tutti quelli ancora interessati che hanno la pazienza di aspettare tutte le volte. Grazie infinite!!! :)

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Capitolo 18
*** Crepacuore ***


Nota della Traduttrice: E così c'è l'ho fatta! Ecco a voi un altro capitolo. Mi dispiace per l'attesa, ma ho avuto tantissimi impegni :/ 


Capitolo 18: Crepacuore
 
30 Giugno, 1962
 
Minerva era incinta di sette mesi, splendente, e più felice di quanto non fosse mai stata in vita sua.
Albus era così orgoglioso. Aveva solo sei settimane di distanza dall’essere padre. La sua Minerva era raggiante e meravigliosa. Ogni volta che la guardava con la sua pancia rigonfia, il suo cuore si gonfiava di amore.
Una sera, quasi due mesi prima, si stavano riposando sul divano nel salotto di Albus. Minerva era appoggiata sul petto di Albus, le mani di lui sulla pancia di lei. Tutto a un tratto, sentirono un colpetto da dentro il grembo di Minerva.
<< Dei! Che cos’era? >> Albus saltò su al movimento.
Minerva si mise a ridere. << Il bambino ha appena scalciato! L’avevi mai sentito prima? Il piccolo Brian o Catharine è stato molto impegnato lì dentro da un po’ >>
<< Da quando? >>
<< Pochi mesi, credo. Ero sicura che l’avessi sentito, Albus >>.
<< No, questa è di certo la prima volta. Cos’altro fa il nostro piccolo? >> Albus sorrise.
<< Oh, il nostro bambino è già notevole. Quando ho freddo, il bambino mi scalda, e se sento caldo, il bambino in qualche modo mi raffredda >>. Minerva sorrise raggiante al suo fagottino di gioia.
<< Questo è incredibile! >> Albus era stupito del suo bambino non ancora nato.
<< Poppy dice che a volte accade con i bambini magici. Lei è un po’ perplessa che io abbia sentito tutte queste cose così presto, però. La maggior parte delle streghe non avvertono tutto questo fino al terzo trimestre di gravidanza >>.
<< È proprio come hai detto tu. Il nostro bambino è notevole. Scommetto che stai per dare alla luce la più grande strega o mago del mondo >>.
<< Oh potrebbe essere un Magonò per quanto mi importa. Fino a quando il nostro bambino è felice e sano e sicuro, sarò contenta >>.
La baciò. << Come sarò io, Tabby. E parlando di gatto soriano, ti sei trasformata da quando sei incinta?>>
<< Ho chiesto a Poppy, e non era sicura degli effetti, quindi non oso provare >>.
<< Questa è probabilmente la cosa migliore >>.
Entrambi rimasero in silenzio per un po’. Albus sorrise. Tutto era così perfetto. Questo sarebbe il momento perfetto. Albus convocò silenziosamente una piccola scatola di velluto dal suo ufficio. Arrivò dietro Minerva e finì nella mano aperta di Albus.
<< Minerva? >>
Lei sospirò e si rannicchiò più vicino a lui. Era profondamente addormentata. Albus mise la scatola con l’anello in tasca e portò Minerva a letto.
Ora che la scuola era finita, Albus e Minerva avevano molto più tempo insieme. Mentre la loro relazione non era ancora nota, la maggior parte del personale aveva ipotizzato che fossero più che amici. Minerva aveva fatto un ottimo lavoro nel nascondere la gravidanza. Le sue vesti da insegnamento erano lente in ogni caso, quindi se le teneva senza cintura, scorrevano bene sulla sua pancia.
Ma il corpo di una donna cambia più di così durante una gravidanza. Il suo già ampio seno era cresciuto fino, a suo parere, a una dimensione spaventosa e premeva contro le sue vesti altrimenti lente. Minerva lo trovava un bel fastidio, ma Albus sembrava abbastanza contento, così come gran parte della popolazione maschile di Hogwarts. Aveva quasi schiaffeggiato un ragazzo del sesto anno di Tassorosso perché le aveva fissato il petto così intensamente durante la lezione che aveva trasformato parzialmente il suo amico in una lucertola. Lo studente si era scusato profusamente e nessun danno duraturo era stato fatto, ma dopo tutto questo, Minerva aveva alterato tutti suoi vestiti affinché fossero due taglie più grandi.
Lei sembrava fluttuare per la stanza con le sue vesti ondeggianti. Albus amava semplicemente guardarla. I suoi movimenti erano ancora agili e aggraziati, anche se non più veloci come quelli di una volta. Dovevano essere i suoi istinti felini che la tenevano agile. Sorrideva molto di più e ogni poro sembrava trasudare gioia. Lei era sempre bellissima, ma in gravidanza, era semplicemente... magica. Albus ridacchiò alla sua scelta di parole.
Albus stava finendo una relazione di bilancio, mentre Minerva svolazzava dentro e fuori dall’ufficio, imballando per i suoi tre giorni a Londra. Detestava lasciarla, ma come Stregone Capo del Wizengamot, doveva andare in tribunale per i casi importanti. Lei gli assicurò che sarebbe stata bene e gli diede una bacio d’addio.
Appena lui si smaterializzò da oltre i cancelli di Hogwarts, Minerva sentì la sua mancanza. Il bambino iniziò a tirare calci come un matto. Si strofinò il ventre dolcemente mentre tornava nelle sue stanze alla Torre di Grifondoro. << Lo so, piccolo. Manca anche a me. Non preoccuparti; tornerà presto da noi >>.
Minerva raggiunse il suo salotto. Il suo corpo era come se fosse in fiamme. C’era qualcosa di sbagliato. I calci del bambino divennero più veloci e più forti, come se il piccolo stesse rabbiosamente cercando di scappare dai suoi confini. Poi il dolore cominciò.
Era come se un migliaio di attizzatoi caldi perforassero il suo addome. Minerva si piegò in due per il dolore. Non riusciva a muoversi. Cadde a terra accanto al suo divano. Le sue gambe sentirono presto umide e leggermente appiccicose. Sangue. Lo sapeva prima ancora di guardare in basso. C’era qualcosa di molto, molto sbagliato.
Con urli e gemiti di dolore, Minerva trascinò il suo corpo gonfio fino al camino. Afferrò una manciata di scintillante polvere verde e la gettò nel camino. Le fiamme verdi ruggirono. Stava cominciando a perdere conoscenza. Non riusciva a concentrarsi su cosa fare. << Aiuto. Per favore. Aiutami. Albus. Aiuto... >> Tutto divenne nero.
Su nell’ufficio di Albus, Fanny fu improvvisamente svegliato dalla Polvere Volante. Sentì la voce di Minerva. Sentì il dolore che stava provando. La fenice scomparve in una fiammata.
Albus era in ritardo per il tribunale a causa del suo addio prolungato alla sua bella Minerva. Stava camminando in fretta per il corridoio del Ministero, quando fu fermato da una palla di fuoco. Fanny volava in cerchio, starnazzando. Albus era molto preoccupato. Fanny cantava, tubava, e trillava ma mai aveva starnazzato come stava facendo adesso.
<< Cos’è successo, Fanny? Minerva sta bene? >>
L’uccello gridò ancora più forte e scomparve in un’altra palla di fuoco. Il cuore di Albus quasi si fermò. Si scusò con il Wizengamot e si materializzò subito indietro a Hogwarts, correndo attraverso le porte fino al castello.
Fanny volò nel salotto di Minerva e vide il sangue. Atterrò accanto a lei e cominciò a tubare dolcemente e piangere. Le sue lacrime caddero sugli abiti intrisi di sangue di Minerva. Il sangue cominciò a dissiparsi.
Albus fece irruzione nella stanza, respirando pesantemente. Trovò Fanny accanto a Minerva. Lei aveva un aspetto orribile. Sembrava... Non poteva sopportare di pensare a quella parola... morta.
Fanny saltò da parte quando Albus prese Minerva tra le sue braccia. Respirava ancora, ma appena. Corse in Infermeria, con Fanny che gli volava dietro.
Poppy stava prendendo un tè con Alastor quando Albus, con le lacrime agli occhi, corse in Infermeria. Guardò il corpo inerte, insanguinato di Minerva e urlò. Ma il suo istinto professionale prese immediatamente il sopravvento.
<< Mettila sul letto. Alastor, porta Albus fuori >>.
<< Poppy, devo stare con lei >> Albus supplicò.
<< Non posso lavorare con te qui. Fuori >>.
Albus resistette, ma Alastor lo spinse nel corridoio. Moody si appoggiò al muro, sempre la forza forte durante una crisi. Albus passeggiava nervosamente. Fanny atterrò sulla spalla del mago e la strofinò in modo confortante.
All’interno dell’Infermeria, Poppy Chips stava lavorando rapidamente per quanto le permettesse la bacchetta.  Era tutto quello che poteva fare per mantenere le sue mani impegnate. La sua migliore amica era incosciente, e quando si sarebbe svegliata, avrebbe ricevuto la notizia peggiore che si possa immaginare.
Dopo quasi un’ora, Poppy permise ad Albus di entrare. Si precipitò al suo letto. Era pallida, ma respirava tranquillamente. I suoi occhi si aprirono.
<< Albus? >> sussurrò.
<< Sono qui, Minerva. Come ti senti? >>
Lei deglutì a fatica. << Non ne sono sicura >>. La sua voce era roca e tremante.
Poppy si avvicinò, gli occhi rossi di pianto. << Sei molto fortunata ad essere viva >>.
Albus premette per ulteriori informazioni. << Il bambino sta bene? >> Afferrò la mano di Minerva e si preparò al peggio.
<< Mi dispiace così tanto >>.
Minerva scoppiò in lacrime. Ogni singhiozzo trapassava il cuore di Albus come un coltello.
Poppy continuò: << Il bambino se n’era andato già dal tempo in cui ho cominciato. Non c’era niente che potessi fare >>.
Minerva riuscì a parlare: << Cosa è successo? >>
<< La magia del bambino non era compatibile con il tuo corpo. Senza le lacrime della Fenice, neanche tu saresti sopravvissuta. E anche >> la voce di Poppy si incrinò. << Oh Minerva! Ho provato, l’ho fatto davvero! Ma... non puoi più avere figli >>.
Albus aveva le lacrime che gli scorrevano liberamente lungo il viso. Si schiarì la gola. << Era un bambino o una bambina? >>
<< Una bambina >>.
Né Albus né Minerva erano in grado di parlare.
<< Sarò nel mio ufficio, se avete bisogno di qualcosa. Mi dispiace >>. Poppy uscì dalla stanza con Alastor.
<< Grazie, Poppy >> disse Albus quietamente.
Tenne Minerva tra le sue braccia per un lungo periodo. Entrambi piansero finché non ne potevano più.
Minerva fu la prima a rompere il silenzio. << Mi dispiace tanto, Albus >>.
<< Minerva, non chiedere scusa a me! Sono io che dovrei chiedere scusa a te. Non avrei dovuto lasciarti. Se fossi stato lì, allora forse... >> Il suo respiro gli si catturò in gola.
<< Smettila subito. Non posso avere te che ti senti in colpa. Tu non l’hai sentita, Albus. Sono stata io. Non chiedermi come lo so, ma non poteva rimanere nel mio corpo. Era in dolore. Mi dispiace tanto. Avrei dovuto essere più forte per lei >>.
<< Minerva, questa non è colpa tua più di quanto non sia colpa mia. Almeno tu stai bene >>.
Fanny volò nella stanza e si posò sul letto accanto alle gambe di Minerva. La guardò con i suoi lucenti occhi neri. Lei gli accarezzò la testa.
Albus accarezzò la schiena dell’uccello. << Grazie, Fanny. Hai salvato la donna che amo >>. Albus si rivolse a Minerva. << Mi ha avvisato del tuo fastidio >>.
<< Grazie, Fanny. Sembra che tu sia l’eroe del giorno >>. Minerva baciò dolcemente il suo becco. La fenice cominciò a cantare per la sua strega e il suo mago preferito. Era una canzone di perdita e di dolore, ma anche un canto di speranza. Quando finì si cantare, volò fuori dalla finestra aperta e lasciò i genitori addolorati.
Albus baciò la guancia di Minerva. << Non doveva essere. Per qualche ragione, tu ed io non siamo fatti per essere genitori >>. Nuove lacrime si formarono nei suoi tristi occhi azzurri.
Minerva aveva le lacrime anche lei. << L’amavo così tanto, Albus >>.
<< Anche io l’amavo >>.
<< E lei ci amava. So che ci amava. La sentivo diventare più felice ogni volta che eri vicino a noi >>. Minerva strinse la mano di Albus per supporto.
<< Abbiamo ancora l’un l’altro. Però... >> Fissò le lenzuola del suo letto d’ospedale. << Ti capisco, se desideri interrompere il nostro rapporto, dopo quello che è successo >>.
<< Albus Silente, ti amo e ti amerò sempre. Ho bisogno di te ora più che mai. Non parlare mai più in quel modo >>.
Le baciò la mano in risposta. Non sapeva cosa dire. Pensò alla piccola scatola nera nel cassetto della scrivania. Ora, più che mai, voleva consolidare la sua presenza nella sua vita. Ma ci sarebbe stato un tempo migliore per questo, un tempo più felice. Non poteva immaginare loro di nuovo felici  per un po’. Lo sarebbero stati, ovviamente, ma per ora sarebbero stati tristi.
Catharine Ariana Charlotte McGranitt Silente. La sua vita era finita prima ancora di cominciare. Nessuno al di fuori delle quattro persone in Infermeria quel giorno avrebbe mai saputo di lei. Ma per Albus e Minerva, lei sarebbe stata sempre la più grande strega del mondo.


Nota dell'Autore: Mi dispiace tantissimo. Ho davvero odiato scrivere questo capitolo. Ma doveva succedere; Albus e Minerva non possono essere genitori. Non funziona logisticamente. Per favore recensite con i vostri pensieri, ma cercate di non odiarmi. Saranno felici di nuovo, lo prometto.

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