Con te imparo..parole nuove

di Axyna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Malfoy è cattivo gne gne ***
Capitolo 2: *** Collaborare con il furetto ***
Capitolo 3: *** Conversazione con Potter? Puah! ***
Capitolo 4: *** Hai detto adorabile..! ***
Capitolo 5: *** Io non ti odio davvero ***
Capitolo 6: *** Un passo alla volta ***
Capitolo 7: *** La Pentola Dorata ***



Capitolo 1
*** Malfoy è cattivo gne gne ***


Se questi personaggi adorati fossero miei, io sarei ricca, talmente ricca da farmi schifo e vivrei in Irlanda, in una villa! Ma non sono miei e quindi mi accontento di prenderli in prestito per qualche ora.


Con te imparo..parole nuove


E come sempre erano arrivati alle mani.
Harry si tastò delicatamente il labbro spaccato con la mano sinistra, mentre con la destra teneva fermamente la bacchetta.
Gli occhi puntati in quelli grigi, il sangue di un taglio su una tempia scendeva a incorniciare il viso pallido in una macabra visione.
Harry storse le labbra. Con quei capelli biondi, il rosso non gli donava per niente.
- Vuoi continuare questa storia ancora a lungo, Malfoy? -
Draco Malfoy lo guardò alzando un sopracciglio.
- Perché? Non è la stessa cosa che vuoi tu? -
Harry lo guardò stupito.
- Picchiarci come se non ci fosse un domani, ti sembra il mio sport preferito Malfoy?!
- Oh no, al povero innocente Potty non potrebbe mai piacere fare il violento, o farlo violento.. – soffiò il biondo in un modo che Harry poté definire nella sua testa solo come malizioso.
Le sue guance si colorarono di rosso e lui si maledì internamente.
- Non osare insinuare niente Malfoy.-
Il biondo si limitò a sghignazzare apertamente di lui.

I Serpeverde e i Grifondoro erano schierati ai lati opposti del corridoio e da ognuno dei due schieramenti provenivano schiamazzi di incitamento, con qualche eccezione.
Una scarruffata Hermione Granger si fece spazio tra la folla, scuotendo la testa in segno di sconforto.
- Harry.. anf.. Harry basta. Dovreste smetterla di prendervi a botte. E' una settimana in particolare che non vi date tregua e lo sai che abbiamo perso un sacco di punti? E’ Malfoy, lo fa apposta e..-
La sua voce venne bruscamente interrotta dal Serpeverde, scocciato al limite dalla sua saccenza.
- E basta mezzosangue. Nessuno riuscirebbe a sopportare le tue continue lagne:  Oh Harry basta, falla finita. Non capisci. Malfoy è cattivo gne gne, lo fa apposta a farci perdere punti gne gne- continuò facendole il verso e causando nel fronte Serpeverde uno scroscio di risate e insulti verso i Grifondoro.
- Sei tu che dovresti smetterla, deficiente platinato che non sei altro-  urlò la riccia, offesa.
Harry, essendo molto più fisico, si scagliò contro Malfoy e ricominciarono a darsela di santa ragione.
Un pugno di Malfoy lo colpì allo stomaco facendolo piegare in due e non riuscì a fermare il gemito che gli fuoriuscì dalle labbra. Ripresosi diede una testata sulla pancia di Malfoy che boccheggiando lo colpì in un occhio, gli occhiali volarono e si ruppero e lui incespicò di qualche passo gemendo.
- Harry no! – una Ginny Weasley in piena crisi di panico riuscì a sfuggire alla presa di Hermione che la teneva per le braccia e si avvicinò talmente tanto ai due che nel momento in cui Harry si stava rialzando, un pugno del biondo diretto verso il moro la centrò in pieno naso.
Fu come se fosse sceso un velo di silenzio in tutto il corridoio.
Della durata di due secondi.

Ginny proruppe in un grido talmente forte che pure Malfoy fece un passo indietro.
- Oh merda! Ginny!- sia Harry che Hermione si avvicinarono a una singhiozzante Ginny-con un grosso bitorzolo rosso al posto del naso-Weasley, cercando di calmarla.
Harry divenne viola dalla rabbia e egli occhi verdi ebbero un fremito di rabbia folle. Malfoy rimase a guardarlo.
- Capisco me, ma i miei amici non li devi toccare nemmeno con un dito Malfoy. Questa è la volta buona che ti ammazzo.- ringhiando prese il biondo per il collo e cominciò a stringere e a scuotere, forse nel tentativo inconscio di sentire qualcosa muoversi in quel cervello annacquato.

Qualche secondo dopo:
- Potter giù quelle mani! Immediatamente!-
Piton.
Qualche Serpeverde doveva averlo chiamato.
Perché i Grifoni erano così lenti in queste cose?!
Sbuffando, tolse le mani dal collo diafano del biondo, il quale mostrava chiaramente i segni delle dita del moro.
-Te la farò pagare Potter- gracchiò Malfoy.
La voce era affaticata ma la lingua era ancora più velenosa di prima.
- Adesso voi due venite con me dal Preside, mi avete scocciato. A testa vi verranno tolti 20 punti.-
Draco era perplesso! Non l’aveva mai punito, perché cominciare adesso?!
- E tu signorina Granger, accompagni la signorina Weasley in infermeria.-
Al cenno affermativo della ragazza, si avviò verso l’ufficio del Preside.
I due ragazzi lanciandosi occhiate al vetriolo seguirono di malavoglia l’insegnante.

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Capitolo 2
*** Collaborare con il furetto ***


Erano nell’ufficio del preside da meno di 5 minuti, Piton li aveva lasciati soli dicendo loro che il Preside sarebbe arrivato a momenti, e l’aria era tesa e pesante.

-          Ti odio Potter.-

Harry lo guardò alzando un sopracciglio.

-          Visto che hai aperto il tuo cuore sappi che il sentimento è reciproco Malfoy.-

-          Non scherzo Potter.- tenne a precisare il biondo ricambiando lo sguardo.

-          Non scherzo nemmeno io Malfoy.-

-          Bene.

-          Bene.

Si lanciarono un'altra occhiatina e poi distolsero gli occhi.

Calò il silenzio.

Due minuti dopo fece la sua entrata il Preside.

-          Ragazzi miei buonasera.

Gli occhi di Albus Silente brillavano.

Draco si chiese come faceva. 

Inoltre aveva sempre quel sorrisino, come se sapesse tutto di ciò che lo circondava, o che sapesse addirittura cosa c’era nell’anima di chi aveva davanti. Era inquietante e a lui non piaceva.

Harry invece sentiva sempre un moto di affetto verso quegli occhi azzurri, caldi e maliziosi, che sembravano prendersi gioco di lui in modo affettuoso.

-          Buonasera Preside- dissero entrambi

-          Mi è stato riferito che ancora una volta vi siete azzuffati.. e che la signorina Weasley ne è andata di mezzo..-

-          Si è interposta tra noi due, è stato inevitabile – lo interruppe il biondo.

-          Inevitabile un paio di palle- Harry si alzò nervoso.

Si era parzialmente calmato ma le parole del biondo gli avevano fatto tornare voglia di prenderlo a botte fino a cambiargli i connotati.

-          Calmati Signor Potter, la signorina è nelle mani di Poppy, nel giro di qualche ora tornerà fresca come una rosa. Però la cosa ha delle conseguenze signor Malfoy.-

Il suddetto ragazzo sbuffò irritato.

-          Ovviamente verrete messi in punizione entrambi. Ora vi farò una domanda. Signor Malfoy, per lei è un gioco perdere tutti i punti della vostra casata?- chiese arricciando le labbra.

Malfoy storse la bocca scontento.

No che non gli piaceva! Ma doveva mettere le mani addosso allo Sfregiato...

La sua mente si bloccò qualche secondo.

Mettere le mani addosso allo sfregiato per riempirlo di botte. Si corresse.

-          Certo che no Preside...-

-          E Harry, tu non pensi al danno che le vostre azioni provocano alle vostre Case?-

-          Si signore.. mi dispiace-

Sospirando Albus si prese la lunga barba tra le dita, in modo pensieroso.

-          La punizione deve essere sempre decisa.- li guardò – Chissà se...-

-          Cosa signore?-

Il Preside sorrise – Niente Signor Potter, niente. Vi manderò un gufo non appena deciderò ciò che dovrete fare. Arrivederci.-

I ragazzi annuirono e salutarono il Preside.

Una volta usciti di lì, si divisero senza degnarsi di un occhiata. Non sapendo che si sarebbero ritrovati un ora dopo in infermeria a farsi curare le ferite.

 

La lettera arrivò dopo cena, quando erano già nelle loro stanze ed entrambi  si preparavano per andare a letto.

In infermeria Malfoy non lo aveva degnato di uno sguardo, sembrava quasi offeso.

Principino dei miei stivali.

Era stata una giornata veramente da dimenticare: oltre allo scontro con Malfoy, che gli aveva procurato non pochi problemi, aveva esaurito le sue forze per calmare Ron al quale era venuta una mezza crisi nel sapere che la sua sorellina era stata messa di mezzo a una lite tra lui e il biondo.

Si stava sfogando, facendolo sentire in colpa, nonostante Ginny fosse tornata sana e salva in dormitorio era sempre agitato.

 “Giuro che se becco quel platinato lo faccio diventare viola dalle botte” ruggì Ron.

Un gufo planò dalla finestra aperta dritto verso il letto di Harry, lasciando cadere una missiva sulle lenzuola e tornando da dove era venuto.

 

Harry scosse la testa, sorrise a Ron e aprì incerto la sua lettera, che sapeva essere uguale a quella della Serpe.

 

Buonasera ragazzi miei.

Ero molto indeciso sulla punizione giusta da dare ad entrambi, ma alla fine sono arrivato a questa soluzione:

Il professor Lupin si è gentilmente offerto di recarsi in Irlanda per procurarmi alcuni oggetti.

Potrebbe prendere una passaporta e essere là in pochi minuti ma mi ha suggerito che non gli dispiacerebbe andare in treno.

Ho colto l’occasione e ho deciso che anche voi due andrete con lui. Dovrete comportarvi civilmente e aiutare in professor Lupin se ne avesse bisogno.

Si può dire che questa non sia una vera e propria punizione.. fino a che non alzerete le mani, s’intende.

Vi ho mai parlato di quanto il signor Gazza abbia bisogno di un aiutante per pulire tutti i corridoi dai sotterranei fino al settimo piano?

 

Partirete domani mattina alle otto, portatevi l’indispensabile per un giorno. Il professor Lupin vi aspetterà in sala grande alle 7;45.

Buon lavoro ragazzi.

 

Albus Silente    

 

 

Pensava peggio.

Harry tirò un sospiro di sollievo, certo collaborare con il furetto non sarebbe stata di sicuro una passeggiata ma ci avrebbe provato.

Non voleva certo ritrovarsi a pulire i pavimenti per sette piani con Gazza e la sua gatta malefica!

Collaborare con il furetto. Più facile a dirsi che a farsi.

 

Malfoy, in camera sua imprecava verso il destino crudele e si lamentava con il suo compagno di camerata Blaise Zabini.

-          Che palle.. e poi mi viene data la colpa! Che colpa ne ho se nel momento in cui carico un pugno la Rossa Lentigginosa mi si para davanti! Non è che mi potevo fermare no?- sbuffò – E poi gli sta bene, una lezione se la meritava!- aggiunse in un soffio. – che giornata del cazzo….-

Primo: lo Sfregiato lo aveva ridotto a un colabrodo.

Secondo: Piton si era arrabbiato.

Terzo: il Preside aveva deciso di mandarlo in punizione con Potter per collaborare con lui.

Quarto: aveva rivisto la brutta faccia di Potter per l’ennesima volta in infermeria.

Quinto: la punizione veniva supervisionata dal professor Lupin.

Sarebbe stato circondato da Grifondoro!

Non sarebbe resistito.

Sesto: non riusciva a togliersi dalla mente gli occhi arrabbiati di Potter. Perché cavolo non aveva reagito quando lo aveva preso per il collo?

Inutile pensarci. Si prese la fronte con la mano, scuotendo in modo drammatico la fronte.

-          Ah! Blaise, che vita di merda!.- detto questo si chiuse in bagno a lavarsi.

Blaise Zabini che lo aveva guardato di sottecchi tutto il tempo, sorrise dietro a una mano: non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma Draco Malfoy aveva bisogno di Potter.

Gli avrebbe fatto bene, se lo sentiva.

 

Ringrazio Beatrix91 per aver commentato il primo capitolo. Scusa la brevità ma la lunghezza sarà all'incirca uguale per ogni capitolo :) Silente vorrebbe solo la felicità del suo pupillo e se magari finisse anche la faida tra le due Case nemiche.. penso che salterebbe di gioia xD

Ringrazio anche tutti quelli che hanno letto e messo la storia tra le seguite.. e le ricordate *_*! Grazie :)

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Capitolo 3
*** Conversazione con Potter? Puah! ***


La mattina seguente si ritrovarono in sala grande. Harry sempre sonnacchioso e Malfoy tirato a lucido.

Harry guardandolo storse le labbra. Possibile che tenesse così tanto alla sua figura da apparire un vero e proprio narcisista?

Non aveva un ciuffo fuori posto e i tratti erano impassibili eccetto per la linea della bocca un po’  corrucciata ma.. quasi elegante.

Harry corrucciò le sopracciglia. No, Malfoy non era elegante, era vanitoso e con la puzza sotto al naso.

 

-          Buongiorno ragazzi, se siete pronti possiamo andare, vi raccomando però di seguire le direttive del Preside, non sarò magnanimo con voi se mi farete arrabbiare. –

I ragazzi sbuffando si incamminarono insieme al professore fino alla stazione.

Durante il cammino il biondo purosangue non si fece disattendere cominciando a lamentarsi di come gli dolessero i piedi e di come non fosse elegante sporcarsi le scarpe col fango e la terra.

Harry scosse la testa. L’aveva detto lui: spocchioso e narcisista.

 

-          Sta zitto Malfoy! Ti sei sporcato le scarpette? Beh sai quanto ce ne frega? Ti stai sempre a lamentare, nemmeno tu fossi di vetro, falla un po’ finita!!- il biondo lo fulminò con un occhiataccia

-          Perché Potter? Pensi che me ne importi qualcosa se al signorino qua presente, io urti i nervi? Oh ma per carità mai tediare il Sopravvissuto con delle lamentele..-

-          Malfoy ti giuro che se non chiudi quella bocca..-

-          Cosa fai razza di babb..?-

Si erano talmente avvicinati che i loro visi erano a una spanna l’uno dall’altro.

-          Basta ragazzi.- la voce perentoria del professore era velata di impazienza.

 

Harry, allontanandosi da Malfoy, ringhiò un insulto tra le labbra, mentre il biondo accennò un sorrisetto sarcastico, inumidendosi le labbra con la lingua sensualmente e facendogli l’occhiolino.

Il moro preso alla sfuggita da quel gesto, incespicò perdendo quasi l’equilibrio a causa di un dislivello del terreno, dando così al biondo un motivo in più per sghignazzare di lui.

Harry lo guardò storto.

 

Arrivarono alla stazione miracolosamente senza problemi, troppo stanchi per fare alcunché.

-          Professore.. senta..-

Lupin si girò a guardare il moro studente, accennando un sorriso.

-          Dimmi pure Harry.-

-          Si, ecco.. mi chiedevo una cosa.. non ci avete mai parlato di treni che potevano partire dalla stazione.. insomma che andassero verso destinazioni così precise intendo.. io pensavo che da qui passasse solo il treno di andata e ritorno per Hogwarts..-

-          In realtà è così Harry, ma il Ministero ha concesso al Professor Silente un binario speciale da usare per particolari ricerche scolastiche o per viaggi di lavoro.. è un treno particolare sia per il modo in cui viaggia ma anche per il fatto che va veloce a seconda di come vuole il Preside: lento se è un viaggio di piacere e vuole godersi il viaggio, veloce se è necessario che lo sia. Agli studenti non è concesso salirci ma il Professore ha deciso di fare un eccezione per voi. In realtà mi chiedo dove sia la punizione..-

    

I ragazzi lo sapevano benissimo: sicuramente il treno sarebbe andato a passo d’uomo solo per farli stare più tempo assieme e.. passare quelle ore in compagnia senza poter alzare un dito sull’altro era una grande punizione!  In ogni caso dovettero dare ragione al Professor Lupin... non era quello che si aspettavano.

 

Il treno era già la che li aspettava.

Era un treno molto simile all’Espresso di Hogwarts ma parecchio più piccolo, formato solo da tre vagoni.

Harry lo guardò affascinato, gli erano sempre piaciuti i treni.

Si ricordava di quando i suoi zii regalavano a suo cugino treni in miniatura per la sua collezione, perfetti in ogni dettaglio. Harry ne era rimasto molto affascinato, specie quando li prendeva di nascosto e li faceva muovere con la magia senza rendersene conto.

Sorrise tra se e Draco lo guardò di sottecchi, alzando un sopracciglio.

Quando salirono, entrambi i ragazzi si sorpresero della grandezza e dell’eleganza di quei vagoni.

L’interno era ampliato dalla magia e i colori brillanti delle stoffe e dei legni non formavano un accozzaglia, come i ragazzi pensavano visto il carattere esuberante del Preside, ma erano perfettamente coordinati.

-          Adesso come previsto dal Preside vi lascerò soli in un vagone, seduti vicino. Come vedete niente posti doppi ma posti a una fila sola quindi scegliete quello che preferite e sedetevi accanto. Vi avverto una mossa sola contro l’altro e passerete il resto dei vostri anni a Hogwarts chini sui pavimenti con Gazza. Vi tengo d’occhio.–

I ragazzi inorridirono e annuirono. Il professore a dispetto del tono di voce usato sorrise loro conciliante facendo intuire a Harry che si, quelle cose le pensava davvero, ma che c’era passato anche lui e nonostante tutto li capiva bene.

 

Appena il professore li lasciò soli nacque un piccolo battibecco iniziale sulla scelta del posto:

  • Io sto a destra! – sentenziò il biondo
  • No Malfoy ci sto io a destra, mi piace il lato finestrino!
  • Che piaccia a te non è problema mio, io l’ho detto prima e io ci vado!
  • Okey, ma poi non ti lamentare se ti vomito addosso…
  • Ma che schifo Sfregiato!! Stai dalla parte del finestrino ma tieni ogni tua sostanza organica lontana dalla mia persona!

Harry ridendo sotto i baffi allo sguardo assassino e oltraggiato di Malfoy si sedette al lato finestrino.

Nonostante il piccolo battibecco, il viaggio proseguì quasi tranquillamente, condito di sbuffi e piccole gomitate per farsi spazio.

 

PV M

Malfoy non era mai stato il tipo da chiacchiera ma il silenzio era una cosa che odiava e dopotutto lo Sfregiato aveva sempre avuto su di lui un qualche ascendente che gli faceva sempre ricercare la sua attenzione. Se ne era reso conto e la cosa non gli faceva piacere.

Aveva voluto la sua amicizia, ma non sapeva se era ciò che voleva davvero.

Forse “Potter” era stata la prima parola che aveva imparato a dire. Non lo sapeva ma anche se fosse stato non ne sarebbe rimasto sorpreso. I suoi genitori avevano parlato di questo Harry Potter da quando era nato e lui ne aveva sempre avuta un immagine platonica. Quando era giunto il momento di fare la sua conoscenza aveva dato per scontato che Harry Potter fosse una cosa sua, che avrebbe potuto avere.

Gli apparteneva visto che aveva sempre fatto parte di lui.

Ma quando quel bambinetto moro aveva rifiutato la sua amicizia qualcosa si era spezzato dentro di lui e aveva cominciato ad odiarlo.  

Tutti potevano averlo eccetto lui. Perché??

 

Draco fece un sospiro.

Non voleva la sua amicizia, ma voleva capire cosa c’era di speciale in quel nanetto con gli occhiali e una cicatrice a fulmine sulla fronte.

 

-          Senti Potter..-

-          …-

-          Potter?

-          .. –

Draco si girò a guardarlo solo per vederlo addormentato con la testa sul finestrino.

Poteva essere più idiota?

Lui era lì che si scervellava per fare una conversazione decente e Harry Potter si addormentava!

Draco, offeso al limite, si giro dandogli le spalle.

Conversazione con lo sfregiato? Puah!

 

Il moto ondulatorio del treno che li accompagnava da un ora, un ora densa di silenzio (per colpa di Potter!), fece si che anche Draco si addormentasse.

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Privato:

Perdonate il ritardo, ho degli esami da preparare! Ringrazio infinitamente tutti coloro che leggono e che commentano. Grazie, mi fa davvero piacere! La mia storia non è un capolavoro, lo so, ma scrivere aiuta e vedere che piace aiuta ancora di più! :) Baci

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Capitolo 4
*** Hai detto adorabile..! ***


 

Il treno ondeggiava con fare lento e il sole lo aveva riscaldato tanto che all’interno delle cabine c’era un piacevole tepore.

 

PV P

Harry dormiva pacificamente, come in una sorta di bozzolo caldo, sognando nuvole azzurre e boccini dorati.

Un improvviso peso sulla spalla lo fece sobbalzare leggermente e aprire gli occhi.

Una testa biondissima e conosciuta faceva bella mostra di sè sulla sua maglia nera risaltando in tutta la sua chiarezza.

Draco Lucius Malfoy.

Harry sbatté le palpebre.

Come c’era arrivata la testa della sua nemesi, a cui faceva schifo solo il pensiero di essere accanto a lui, sulla sua spalla?

Un improvviso pensiero perfido gli impossessò la mente.

Svegliarlo e prenderlo in giro per il resto dei suoi giorni, anche solo per vendicarsi di quello era successo.

Ma poi i suoi occhi si spostarono sulle bionde ciglia che quasi sfioravano la pelle candida delle guance e sulle labbra, appena aperte, così rosse da contrastare nitidamente col resto del viso.

E si disse che no, non lo avrebbe fatto, non lo avrebbe svegliato.

Non era da tutti i giorni vedere il viso rilassato del proprio nemico, la cui smorfia schifata e il suo ghigno spietato facevano sempre bella mostra di se ogni volta che fissavano il suo volto.

Si limitò a guardarlo.

E ci si perse.

Dopo un tempo che non seppe definire, il tremolio delle palpebre di Draco (così aveva ormai cominciato a chiamarlo dentro di sè) lo avvertì del suo imminente risveglio.

In fretta, senza movimenti strani, appoggiò la testa sul vetro freddo del treno fingendosi addormentato.

In quell’istante una lama grigia fece la sua apparizione seguita dalla sua compagna. Lentamente gli occhi del ragazzo biondo si abituarono alla luce che filtrava birichina tra i lembi della tenda del treno. Una mano stretta a pugno andò a stropicciare un occhio mentre il suo corpo si sistemava meglio su quell’appoggio fortuito su cui era mollemente adagiato.

Caldo e confortevole..

Si strusciò lentamente verso la fonte di quel calore chiudendo gli occhi e ripercorse con la mente gli eventi accaduti appena qualche ora prima.

Si era ritrovato rinchiuso in un vagone del treno con Potter accanto per il resto del viaggio.. e già questo era una maledizione divina.. con l’intimazione del preside di non fare a botte perché, al minimo sgraffio evidente, avrebbero ripulito il pavimento della Sala Grande con la lingua.

Un incubo..

Al Preside, era evidente, mancavano delle rotelle.

Si erano fissati con odio per circa un ora, visto che erano stati obbligati a sedersi fianco a fianco. Poi per il ritmo altalenante del treno e quel rumore continuo delle rotaie si erano appisolati. Lui con la testa poggiata al sedile dietro di lui. Potter con un braccio piegato a sostenere la testa su una mano.

E fin li nemmeno una piega.

Ma non ricordava che il sedile emanasse quel leggero tepore e profumasse di buono. E non ricordava che fosse di traverso visto che di lato ci stava solo Potter.

Potter..

Potter?!

Aprì gli occhi grigi di scatto, allontanandosi precipitosamente da quel calore, che poi identificò come la spalla di Potter.

………………………..

……………………

……………..

Si era addormentato sulla spalla di Potter.

………….

Si era veramente addormentato sulla spalla di Potter.

………………….

Si era veramente addormentato sulla spalla di Potter e ci stava da Dio.

………………………

Cazzo.

Addormentato.

Spalla.

Potter.

Dio.

……………..

Voleva morire.

- oh porca…- imprecò

 

Harry James Potter represse una risata all’imprecazione poco sottile del suo compagno di treno. Aveva seguito il suo risveglio con la voglia prepotente di aprire gli occhi e vedere le espressioni del ragazzo.

Aveva percepito bene la guancia di Draco strofinarsi alla sua spalla alla ricerca di calore.
E ne era rimasto più che stupito.

Quando poi lo aveva sentito ritrarsi alla svelta aveva capito che il biondo aveva ricollegato solo in quel momento i fatti di qualche ora prima.

E non era cosciente di quello che faceva.

Aveva avvertito una strana sensazione nel ritrovarsi Malfoy così vicino. Che fosse bisessuale se ne era accorto già da un anno e la cosa non lo turbava più come faceva i primi tempi, ma provare una qualche tipo di attrazione per quel biondino era quasi impensabile.

Decise che ci avrebbe pensato più tardi: quella era un ottima occasione per prendere un po’ in giro quella serpe.

 

-          Ben svegliato. –

-          Cazzo Potter vuoi farmi venire un infarto?- strillò il biondino

-          Malfoy.. ti sei addormentato sulla mia spalla- sogghignò

-          Cos? No!!!!

-          Come no?-  Disse il moro sghignazzando -Guarda qua- disse indicandosi la spalla, - quella è un po’ della tua bavetta-

Malfoy inaspettatamente arrossì sulle gote,  imbronciandosi.

-          Non dire idiozie-

-          Che sguardo adorabile in questo momento ti dovrei fare una foto- disse il moro ridendo

-          Cosa?

Il moro lo guardò alzando un sopracciglio - Ho detto che ti dovrei fare una foto –

-          Non quello. Hai detto adorabile. - Il tono di voce di Draco era neutro e un leggero rosa si stava estendendo sulle sue guance.

-          Eh? - .si schiarì la voce il moro - .Macchè! Ho detto..-  si bloccò-.. impagabile-

-          Si certo..-

Harry arrossì e si diede dell’idiota. Ma cosa gli veniva in mente.. chissà che idee si stava facendo il biondo.

 

 

In quel momento però non ebbe il tempo di ribattere e di negare tutto che la voce del professore li interruppe.

 

-Su, ragazzi, si scende. Preparatevi.-

 

 

 

 Spazio Privato:

Grazie a tutti coloro che leggono e che mettono la mia storia tra le seguite, ricordate e preferite! Grazie mille davvero! Non sapete quanto mi fate contenta :)

Detto questo ringrazio le mie tre commentatrici: Beatrix91, fange69 e S_h_a_e_L. Grazie per le vostre parole! un bacio

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Capitolo 5
*** Io non ti odio davvero ***


Appena scesi dal treno e presi i bagagli, il professor Lupin li avvisò che, mentre loro dormivano beati nel loro vagone, era arrivato un gufo dal Preside con precise istruzioni sulla loro permanenza in Irlanda.
- Bene ragazzi, sono stato informato dal Preside sul motivo che ci ha portato a recarci qua e anche su quale sarà il nostro compito... -
Draco Lucius Malfoy sbuffò – Potrebbe essere più preciso professore..?-
Il professore sorrise – Non abbiate fretta di sapere le cose.. comunque visto che il viaggio è stato lungo e stancante direi che possiamo prenderci qualcosa di caldo. Poi ci avvieremo verso la locanda vicina per sistemarci -
Gli sguardi dei due nemici si incrociarono.
- E' un'ottima idea professore - disse Harry e Malfoy annuì concorde.
La stanchezza si faceva sentire e il freddo del pomeriggio irlandese cominciava a penetrare nelle ossa.
 
Il locale che trovarono sulla strada principale era caratteristico e caldo: la struttura era in legno e il bancone aveva delle rifiniture in argento davvero belle.
Lupin li aveva portati in un pub frequentato da maghi quindi potevano comportarsi secondo natura, senza paura di essere scoperti dai babbani.
Appena si avviarono verso uno dei tavoli una cameriera molto giovane e carina, con i capelli castano ramato e con il naso spruzzato di simpatiche lentiggini, si  avvicinò a loro per prendere le ordinazioni.
Il sorriso che la ragazza fece ad Harry Potter fu per Draco una cosa disgustosa.
E anche come quel fesso ricambiò il sorriso, nauseo Draco nel profondo.
-Allora cosa vi porto bei ragazzi?- il tono di voce della cameriera era cristallino e chiaro.
Harry sorridendole le ordinò una burro birra.
La ragazza sbattendo le ciglia con civetteria, appuntò l’ordine. Il professor Lupin ordinò invece una cioccolata calda fondente. 
 
-Mentre tu vuoi qualcosa?- chiese la cameriera al ragazzo biondo mentre il suo sguardo era calamitato dal moro con occhi verdi.
-Si, che tu te ne vada. – il tono astioso di Draco fece girare di scatto la ragazza, stupita.
-Malfoy! Ma ti sembrano i modi?-
Draco non rispose, fulminò Harry con un'occhiataccia al vetriolo e si alzò in piedi spintonandolo, irritato dalla cameriera e dal contesto che si era creato intorno a loro.
Uscì dal pub sotto lo sguardo curioso del professor Lupin che era certo si fosse perso un passaggio.
 
-Scusalo.- la ragazza sorrise al moro, leggermente imbarazzata, alzando le spalle e andando a prendere i loro ordini.
 
Ma che gli prendeva ora a quel furetto capriccioso?
 
- Harry, so che non sarà semplice per voi comportarvi bene ma cercate di cogliere da questa esperienza buoni consigli per il futuro. -
- Che intende professore?-
La ragazza portò loro le ordinazioni e con un sorriso si allontanò.
- Harry, l'odio porta odio. E' necessario che da entrambe le parti ci sia uno spiraglio che faccia entrare la luce.. -
- Professore sta cominciando a parlare come Silente -
Lupin rise e gli scompigliò i capelli.
Harry finì la sua burrobirra pensieroso.
 
Finite le loro ordinazioni e diretti al bancone per pagare, Harry chiese una burrobirra calda da portar via.
Draco era scorbutico ma fuori faceva freddo, era febbraio e la temperatura la sera calava molto in fretta.
Il biondo non l'avrebbe ringraziato ma poco importava. Forse poteva fare lui il primo passo per aprire quello spiraglio.
 
Usciti fuori dal locale, la differenza di temperatura fece rabbrividire leggermente sia Harry che il professore.
Draco era poco distante da loro, in una piccola piazza seduto su una panchina di cemento.
L'aria persa a osservare il cielo, le braccia incrociate per ricercare il calore e le gambe accavallate elegantemente.
 
- Harry mi son ricordato che devo chiedere alcune informazioni al proprietario del pub, avviati da Draco e aspettatemi insieme là. Senza fare sciocchezze - lo sguardo che Lupin fece ad Harry fu di avvertimento ma sottintendeva anche qualcos'altro. Speranza? Fiducia?
Harry annuii e si avvicinò al ragazzo.
- Malfoy... -
Draco si girò verso la sua voce e sul suo viso il moro intravide un velo di tristezza sostituito subito da un'espressione di circostanza.
- Mh?-
-  Cerchiamo di non peggiorare la nostra situazione. Mi impegno per primo per far si che possiamo abbassare l'ascia di guerra. Io non ti odio davvero -
Draco sgranò gli occhi e gli ci volle più di qualche secondo per sbarazzarsi di quella espressione stupita.
Harry gli porse la burrobirra calda come segno di pace. Anche lui si sentiva strano, aveva sempre pensato di odiare il biondo ma in realtà quello che provava verso di lui era rabbia, incertezza, incomprensione.
Malfoy aveva fatto tanto male a lui e ai suoi amici con le sue azioni ma ammise con se stesso che lui stesso non era stato da meno. Si provocavano e si ferivano a vicenda come due gatti arrabbiati.
Draco prese la burrobirra tra le mani e abbassò la testa in segno di ringraziamento.
- Potter non t’allargare con frasi ambigue.. - sorrise in modo sghembo.
Harry contraccambiò il sorriso, sedendosi accanto a lui, contento anche solo di aver fatto un passo verso il biondo.
 - Mi spieghi però che ti aveva fatto quella povera cameriera? - 
- No, non ho voglia di parlarne adesso - 
Harry non disse altro e rimase ad osservarlo di sottecchi. 
Draco sorseggiava la bevanda e il calore, in contrasto con il freddo, gli aveva arrossato le guance. 
Harry ammise con se stesso che in quel momento se lui non fosse stato Draco l'avrebbe baciato. Quell'atmosfera giocava brutti scherzi alla sua mente. 

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Capitolo 6
*** Un passo alla volta ***


PV M
 
Lo odio. Odio lui, odio lei, odio tutta questa situazione.
Cazzo.
Maledetto quel vecchio barbuto di Silente e le sue stupide, stupidissime idee.
 
Draco si diresse con rabbia verso una piazzetta e si sedette su una delle panchine che aveva adocchiato prima di entrare nel locale, stringendosi nelle spalle, sentendo il ghiaccio del cemento oltrepassare il tessuto dei pantaloni che indossava.
Sbuffò risentito. Maledetto anche questo freddo.
Era rabbioso con tutto, pure con se stesso e non riusciva a comprenderne il vero motivo.
Aveva fatto la figura dell'idiota uscendo dal locale.
 
Centrava Potter. Era sempre colpa sua.
Con quella sua aria da bravo ragazzo.. poteva prendere in giro tutti ma non lui.
 
Potter...
Gli urtava i nervi la sua sola vista.
Si sentiva strano, provava dentro di sè l'assurda necessità di attirare la sua attenzione, doveva infastidirlo, esibirgli la sua presenza, fargli capire che il mondo non girava solo attorno alla sua persona e alla sua cicatrice.
Doveva rendersi conto che davanti a lui c'era un Malfoy.
 
Sono qua, perchè non hai stretto la mia mano quando ci siamo conosciuti?
Potevamo essere compagni..
Potevamo essere.... amici?
 
Ma che andava pensando?! Lui era un Grifondoro idiota. Perbenista fin dentro le ossa.
 
Il cervello gli rimandò le immagini di quello che era successo sul treno, si era creata una situazione strana e aveva osservato Potter sotto un'altra luce.
 
Si certo, sotto un'altra luce...
ti ci sei strusciato contro, vorrai dire..
 
Quasi si strozzò con la saliva al ricordo di come si fosse strofinato sulla spalla del moro verso la fine del viaggio in treno.
Che figura misera e che imbarazzo.
Il broncio torno a far capolino sul bel viso del biondo.
La biondissima testa fu scossa come per scacciare una mosca o un pensiero irritante e gli occhi si alzarono al cielo.
 
Potter nel bene o nel male aveva sempre fatto parte della sua vita.
Nemmeno era nato e già gli sembrava di conoscerlo...
I suoi genitori sussurravano il nome di Harry Potter e nei loro occhi aveva visto molte cose: mistero, timore, odio ma anche ammirazione.
Tutto ciò aveva solo aumentato il suo interesse. Cosa aveva fatto quel bambinetto per essere così famoso, così conosciuto? temuto, amato, odiato.
Aveva aspettato il momento in cui avrebbe potuto conoscerlo a scuola, stringergli la mano e portarlo sotto la sua ala, sotto il suo cerchio ristretto di compagni. Sarebbe stata un'amicizia importante e tutti sarebbero stati orgogliosi di lui, Draco Malfoy.
Ma poi qualcosa si era spezzato, era stato rifiutato, ferito.
Non poteva sopportare la figura che Potter gli aveva fatto fare davanti a tutti. Aveva un'immagine da rispettare. Essere un Malfoy era un peso che adesso più che mai gli gravava addosso come un masso.
 
Scosse la testa cercando di non soffermarsi su pensieri legati alla sua famiglia e al nome che portava.
Lui era influenzato dalla sua famiglia e dal giro di amicizie che aveva ma anche Potter basava la sua vita sui suoi amici.
Sul treno aveva notato quanto l'amicizia influenzasse Potter. Li proteggeva come se fossero la sua famiglia e cercava di essere corretto con tutti, ma quando non aveva i suoi amici tra i piedi era diverso.
Gestibile, meno irritante del solito.
 
- Malfoy...-
 
La voce di Potter lo fece sobbalzare dallo spavento e non fu certo che la sua espressione strana fosse stata camuffata in tempo.
 
-Mh?-
 
Le parole che pronunciò Potter e la bevanda calda che gli offrì subito dopo furono come una doccia ghiacciata e al contempo furono un balsamo lenitivo per il suo orgoglio e la sua anima .
Forse in quel momento erano quelle le parole di cui necessitava perchè dopo averle ascoltate si sentì meglio.
 
Beh, Potter era sempre un'idiota, ma non era male in fondo. Molto in fondo...
 
Io non ti odio davvero.
 
Erano parole dense, pesanti, con un certo significato.
 
E lui? lui lo odiava davvero?
Forse no, ma le cose non potevano modificarsi in uno battito di ciglia, le ferite che si erano causati nel corso degli anni bruciavano ancora, come un ferro caldo su una ferita aperta.
 
Potevano stringersi oggi  quella mano che anni prima era stata ignorata?
 
- Potter non t’allargare con frasi ambigue.. -
 
Il sorriso che si scambiarono fu il primo passo.

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Capitolo 7
*** La Pentola Dorata ***


Dopo qualche breve frase scambiata più per spezzare il silenzio che altro, i due ragazzi si diressero alla Pentola Dorata, una locanda che il Professor Lupin aveva trovato nei dintorni.
Era un luogo spartano, in legno e pietra, ma l'aria che si respirava all'interno era accogliente e rilassata.
La proprietaria della Locanda Anna Maria che stava dietro ad un bancone all'entrata del locale, era una signora bionda, florida, con un bel sorriso materno che conquistò subito Harry, cosa che non successe a Draco che storse il naso appena varcò la soglia.
Il Professor Lupin, che si era appostato su un divanetto vicino l'entrata con un libro in mano, vedendoli arrivare appioppò a Harry la chiave della loro stanza comune.
Malfoy che già stava brontolando su quanto fosse rozzo un posto del genere,  troppo fatiscente per i suoi gusti si bloccò congelato sul posto.
Una camera in comune? Due letti nella stessa stanza? Loro due assieme?
- Ma col cazzo che resto in camera con lo sfre.. ouch..giato!! - Harry gli aveva dato una gomitata in un fianco
- Malfoy!! - Draco gli rese pan per focaccia
- Draco, non ti è permesso un linguaggio del genere e smettetela di comportarvi da incivili - Lupin si alzò di scatto dal divanetto.
I due ragazzi si guardarono in cagnesco pronunciando delle scuse a denti stretti.
- Mi spieghi perchè devi fare così Malfoy? Anche io non salto dalla gioia a stare in camera con te ma pensavo volessi provare anche tu a... - Harry cercò le parole -.. a sopportare questa situazione..-
Malfoy lo guardò negli occhi. Era arrabbiato. Era sempre arrabbiato.
Harry si sentì un pò desolato per la situazione difficile che stava vivendo. Malfoy lo incuriosiva ma era un mix di esplosioni negative che faceva fatica a sopportare nonostante avesse promesso a se stesso di provarci.
Malfoy si grattò la nuca in modo irritato. Per lo sfregiato era tutto meraviglioso, sorrideva a tutti, si metteva a suo agio ovunque, si faceva amare da tutti! Anche la locandiera sembrava impazzire per quel rimbambito occhialuto. E lui....?
- Dov è la chiave? -
Harry lo guardò indeciso cercando di capire se voleva la chiave per sequestrare la camera solo per lui o se avesse deciso di provarci.
- Dobbiamo stare impalati qua ancora per molto?! La chiave?!-
Harry sussultò porgendogliela.
Draco gliela strappò dalle mani, inchinò la testa in segno di saluto generale indirizzato a tutti e a nessuno in particolare e si avviò su per le scale che portavano alle camere.
- Muoviti Sfregiato, il letto vicino alla porta è il mio-
Harry girò gli occhi nelle orbite sbuffando.
Il professore gli diede un buffetto su una spalla e Harry lo guardò.
- Domani Harry la sveglia è alle 7;30, fatevi trovare pronti che vi spiegherò in cosa consiste la nostra permanenza qui -
- Certo, buonanotte Professore e.. buonanotte Anna Maria.. ci perdoni per... -
- Tranquillo ragazzo, mi siete simpatici- sorrise a Harry che contraccambiò seguendo il biondo su per le scale.
 
Entrando in stanza vide la valige del biondo posizionata sul primo letto e la sua sul pavimento.
Harry arricciò il naso.
Di Draco non c'era traccia mentre si sentivano dei rumori provenire dal bagno posizionato sulla parete di fronte.
 
- Si Draco, figurati.. vai prima tu.. non c'è neanche bisogno di chiedermi se ho bisogno DI PISCIARE!- disse Harry alzando la voce in un climax crescente.
In risposta dal bagno di udì l'accensione della doccia.
Harry contò fino a 10 e si buttò sul suo letto sbuffando.
Cretino di un Malfoy.
 
Harry gemette svegliandosi. I suoi occhi non abituati al buio ci misero un pò a identificare la stanza.
Si era addormentato e non se ne era accorto. Se la sua vescica non lo avesse trascinato fuori dal mondo dei sogni chiedendo urgentemente di essere svuotata si sarebbe svegliato la mattina seguente.
Aveva ancora i vestiti del viaggio addosso e pure le scarpe. Girò il viso verso il letto di Malfoy che beatamente su un fianco gli dava la schiena. 
Si alzò traballante con gli occhiali piantati in faccia. Probabilmente gli avevano segnato in modo definitivo il viso oltre a fargli venire un mal di naso atroce.
Aprì le tende della stanza che la sera prima non aveva neanche notato e il riverbero della luna evidenziò la schiena coperta di Malfoy e il suo respirare, su e giù, regolare.  
Avrebbe voluto urlargli contro ma la vescica vinse sulla rabbia e Harry corse al bagno.
Alla fine decise di farsi una doccia al volo, per togliersi la stanchezza e le ore di viaggio che aveva addosso. Uscì dalla stanza con solo un asciugamano a coprire le parti intime. Stava gelando e in fretta e furia si mise il pigiama ributtandosi sul letto.
Guardò l'orologio erano le 5;15 del mattino.. sbuffando mise la sveglia, si girò da un lato e pian piano si riaddormentò.
L'ultimo pensiero fu per Malfoy, su come potersi vendicare della sua completa stronzaggine bionda. 

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