Give me love and fill me in

di Letizia25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Due ragazzi ***
Capitolo 2: *** 2. Parentesi...? ***
Capitolo 3: *** 3. Confusione ***
Capitolo 4: *** 4. Piccoli cambiamenti ***
Capitolo 5: *** 5. Sentimento ***
Capitolo 6: *** 6. Uscita ***
Capitolo 7: *** 7. Differenze e gelosia ***
Capitolo 8: *** 8. Storia ***
Capitolo 9: *** 9. Dammi amore ***
Capitolo 10: *** 10. Riempimi ***



Capitolo 1
*** 1. Due ragazzi ***


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1.
Due ragazzi
    


Prende l’ennesimo sorso dal boccale di birra ormai quasi vuoto e lascia che i suoi occhi verdi vaghino per quel locale ancora vuoto, silenzioso, tranquillo. Le pareti dipinte di un bordeaux ormai sbiadito a causa della luce del sole che ogni giorno entra in quel salone dalle grandi vetrate che danno sulla strada trafficata. Le mensole dietro al bancone piene di alcolici e bicchieri di tutte le forme. Foto appese ai muri in cornici vecchie quanto loro. La musica che dall'impianto stereo si fa sentire lieve, quasi impercettibile, proprio come un dolce sottofondo. L’aria di benvenuto che si fa sentire in ogni angolo.
Sospira e beve, ancora una volta, come ogni giorno, da quelli che ormai sono diventati tre lunghi mesi. Beve e la testa inizia a girargli un po', e lui capisce un po’ meno di ciò che lo circonda, mentre la vista torna ad essere appannata, offuscata dalle lacrime che minacciano di scendergli dagli occhi. 
No, non vuole piangere, non deve farlo. La supererà, supererà anche questa, come ha sempre fatto, a testa alta, senza voltarsi indietro. Sono passati tre mesi, eppure non sta bene, non ancora. Ha bisogno di tempo, per convincersi che è tutto finito, che non c'è più niente da fare, non c'è più niente da cercare. C'è solo il suo cuore distrutto da rimettere in sesto, passo dopo passo. 
Dovrebbe trovare un modo per uscire dal buco nero in cui è andato ad infilarsi, senza accorgersene. Dovrebbe cercare di combattere, e non di lasciarsi sopraffare. Dovrebbe essere più forte e combattere. Dovrebbe mandare tutto a quel paese e ricominciare da capo, come se niente fosse successo.
Dovrebbe.
Ma non fa niente, lascia che tutto lo inghiotta, che lo faccia sprofondare, che lo faccia impazzire lentamente, cosicché alla fine di lui non rimarrà più niente, neppure un piccolo granello di sabbia. Non combatte, non si ribella a niente. Non ne ha le forze, tutte annullate dalla più grande bugia del mondo, quella di cui tutti parlano, su cui si scrivono libri, canzoni, poesie, su cui si fanno film, per cui impazziscono, uccidono, si tolgono la vita. L’amore, la cazzata più grande di tutte.
Cerca di calmarsi un attimo, cerca di non pensare a niente di tutto quello che è successo ma che non avrà più un futuro. Perché se inizia a rimuginarci sopra è la fine, sul serio. Ma non c’è niente da fare, non c’è mai stato modo di opporsi a quella forza che sconvolge tutto e tutti nella frazione di un secondo e fa toccare il cielo con niente. Quella forza che poi lo ha spaccato, lo ha distrutto, con la stessa velocità, con la stessa facilità, facendo vagare per le strade solo pezzi di lui che non riescono a stare insieme. Quella forza in cui all’inizio credeva, sperava. Quella forza che poi gli ha portato via tutte quelle poche certezze che aveva.
Beve un altro sorso di birra e sospira. Deve liberarsi di tutto quel casino che ha dentro. Deve liberarsi di quel peso che lo opprime, che lo trascina verso quel posto senza ritorno in cui non vuol mettere piede. Deve reagire, deve salvare le poche cose che gli sono rimaste e per cui vale ancora restare in piedi.
Ma proprio non ha idea di come fare.
Finisce la birra, lascia i soldi sul bancone ed esce, in silenzio, senza notare gli occhi scuri puntati su di lui.
Esce e torna a casa, a passo lento, stanco, incerto, a causa dell’alcol che gli circola nelle vene, quasi volesse prendere il posto del sangue da quanto ce n’è. Cammina con lo sguardo puntato a terra, senza curarsi minimamente degli altri passando, urtandoli quando gli passano vicino o andandogli a sbattere direttamente davanti. Non gli interessa.
Non gli interessa più di niente, né di nessuno. Ha perso tutto, ha perso chi, teneva insieme tutto quel casino dentro di lui, ha perso quell’unica persona che lo guidava per capire, passo dopo passo, che gli era stata accanto sempre, in ogni momento, aiutandolo, senza chiedere niente in cambio. L’aveva persa senza un perché, un motivo ben preciso. E quel motivo mancato, quella spiegazione dovuta ma mai ricevuta, in quei tre mesi non ha fatto altro che fargli male, segnandolo con cicatrici sempre più profonde ad ogni ricordo. 
Attraversa la strada e si ferma davanti la porta a vetri del condominio dove abita. La apre a fatica, con le mani che gli tremano e con le lacrime che ancora minacciano di uscire dai suoi occhi, benché lui non voglia.
Perché piangere significherebbe crollare del tutto, vorrebbe dire darla vinta al dolore.
E lui, nonostante cerchi una via di fuga nel bere, non vuole cadere del tutto. Perché ha paura di non riuscire a rimettersi in piedi dopo, da solo, senza l’aiuto di qualcuno che lo aiuti a sostenere tutto quel peso che si porta dietro da tanto tempo.
Sospira e si passa una mano sul viso stanco, per poi spogliarsi ed andare a fare una doccia, giusto per smaltire la sbronza e per rimettersi un po’ in sesto, per quanto sia possibile farlo. Perché alla fine, nessuno lo nota, quanto lui stia male. Nessuno ci fa caso. Ciò significa che il suo piano sta avendo effetto.
Non far entrare più nessuno nella tua vita, così non rimani fregato.
Eccolo qui, il suo nuovo mantra. Allontanare tutto e tutti da lui, preferisce rimanere solo, anche se sa che così non riuscirà mai a farsela passare del tutto, da solo non riuscirà mai a combattere quel dolore che ha dentro, ad ogni respiro, ad ogni ricordo che torna e che ogni volta fa sempre più male.
Si osserva allo specchio, non sorprendendosi più del suo riflesso, lo stesso da tre mesi.  Occhiaie scure e pesanti attorno agli occhi, stanchi e spenti, privi di qualsiasi luce. La pelle così chiara, pallida, da far paura. Capelli completamente spettinati. Barba da fare.
Sospira distrutto e lascia che poi il getto d’acqua calda gli allievi un po’ i brutti pensieri, almeno per qualche minuto di pace, cosa di cui ha assoluto bisogno.

Intanto al bar dove il ragazzo era seduto fino a quasi un quarto d’ora prima, due occhi scuri, che non avevano fatto altro che osservarlo da lontano per tutto il tempo, erano rimasti incantati sul vetro colorato della porta d’entrata del locale, quasi il rosso potesse spuntare da un momento all’altro.
Occhi scuri della ragazza seduta in fondo al locale, sullo sgabello dietro al bancone e con il grembiule grigio chiaro legato in vita. Occhi che hanno osservato quel ragazzo dai capelli rossi e dagli occhi verdi così chiari da sembrare trasparenti, quasi come il mare. Un verde che lei era solita vedere luminoso e vivo le prime volte in cui quel ragazzo veniva lì al bar. Un verde che tuttavia si era lentamente spento in quegli ultimi tre mesi, che aveva perso la sua luce passo dopo passo. 
La ragazza sospira e si passa una mano tra i capelli mori che le arrivano fin otto le scapole, mentre cerca di non pensare a quel ragazzo misterioso che l’attira peggio di una calamita, benché non lo conosca minimamente. Sta ancora cercando di capire come mai non riesca a toglierselo dalla testa, il perché non riesca a non lasciarlo stare.
Sospira e dà un’occhiata al locale semi vuoto, alle cose rimaste sui tavoli da mettere in ordine, che altrimenti Bill non perderebbe occasione per farle una piccola ramanzina con il sorriso sulle labbra. È venerdì sera, ed è stranamente molto stanca. E che per fortuna sabato non è sabato, altrimenti sarebbe davvero morta. 
Si alza e mette tutto in ordine, controllando poi se il vecchio James, seduto al suo solito tavolo vicino una delle vetrate, ha bisogno di qualcosa. E l'uomo, dopo aver risposto alla domanda della mora, le fa segno di avvicinarsi a lui un momento. 
«Quel ragazzo ti interessa parecchio in questi ultimi tempi, a quanto vedo.» dice, appena lei si siede, facendola arrossire nella frazione di un secondo. 
«No James, sul serio. Non è il mio tipo.» risponde lei, e sa di non star dicendo il vero.
L’uomo sorride, sotto i baffi grigi e brizzolati. «Hollie, ti conosco da quando eri piccola come lo sgabello su cui eri seduta. Non mentirmi, tanto sai che non servirebbe.»
E, a quelle parole, la ragazza non può fare a meno di sorridere, perché James la conosce davvero troppo bene perché lei possa permettersi di potergli raccontare balle. «Mi incuriosisce. È diverso.»
«Diverso il termine o diverso lui?»
A quella domanda, Hollie gli riserva un’occhiata seria. «Entrambe le cose.»
E a quel punto, James inizia a ridere di gusto, perché sa di aver visto giusto. La mora invece sbuffa e sorride, divertita da quell’uomo che per lei è sempre stato come il nonno che non ha mai conosciuto, ma a cui si è affezionata subito. La stessa cosa è successa all’uomo, che aveva sempre desiderato avere un nipote. E, grazie al cielo, lui ed i genitori della ragazza sono sempre stati grandi amici, quindi non c’era niente in contrario.
E ora entrambi hanno bisogno tanto l’uno dell’altra. Lui perché sta invecchiando, e gli anni cominciano a farsi sentire sulle sue ossa stanche. E lei perché gli si è affezionata così tanto che senza proprio non potrebbe stare. Tanto che, alla fine, James è andato a vivere dai genitori di Hollie – quando lei ha trovato un appartamento tutto per sé – che si sono offerti di dargli una famiglia e un po’ di compagnia con tantissimo piacere.
E ora che entrambi sono seduti dentro lo stesso bar in cui si sono conosciuti ormai diciassette anni prima, allo stesso tavolo che ormai Bill – il proprietario del locale – tiene riservato esclusivamente per James. E si sorridono, osservandosi complici, divertiti, da quelle cose che riescono a capire guardando semplicemente l’altro negli occhi.
«Quel ragazzo ha qualcosa dentro che mi attira senza che io possa farci niente.»
E in fondo sa che è vero, che quel ragazzo silenzioso, dagli occhi persi e stanchi, così vuoti da farle paura, la incuriosisce davvero tanto. Eppure il perché proprio non riesce a spiegarselo. Quel rosso è un grande punto interrogativo nella sua vita, a cui Hollie vuole trovare una risposta, come cerca sempre di fare per ogni cosa che la intriga. Vuole cercare di capire cosa ci sia dietro a quel silenzio, a quelle occhiaie, a quel senso di tristezza e di abbandono che quello sconosciuto si porta dentro. 
«Allora segui questa attrazione. Non lasciare che non abbia neppure una possibilità.»
E Hollie annuisce alle parole dell’uomo, convinta, sicura, determinata. Sa che ci sarà tanto da fare, sa che si sta per buttare in una cosa che non ha né capo né coda. Una cosa che lei avrebbe potuto benissimo non considerare e andare avanti con la sua vita senza che quel ragazzo potesse minimamente cambiare qualcosa. Eppure no, lei non è così, non lo è mai stata. Non si è mai tirata indietro per cose simili, non ha mai negato il suo aiuto a chi sapeva lo necessitata.
E lei lo ha notato, che quel ragazzo ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino. Ora come ora non le interessa il perché. Le basta vedere quella richiesta muta che quegli occhi così chiari urlano in silenzio. Perché una persona così distrutta come lui non l’aveva mai vista in vita sua. E sa che il dolore non è una bella compagnia, non lo è mai stata. Perché, anche se non sembra, pure lei lo ha provato, per parecchio tempo, prima di stare meglio. Le ci sono volute tutte le sue forze per non cadere, per non permette alla tristezza di prendere il sopravvento. E alla fine ci è riuscita. Certo, se ci pensa, un po’ di dolore c’è ancora e ci sarà sempre, annidato lì, in un piccolo angolo del suo cuore. Però ora riesce a conviverci, e giorno dopo giorno, passo dopo passo, va sempre un pochino meglio.
Hollie lo sente dentro, in ogni cellula, che quello sconosciuto ha vissuto qualcosa che l’ha segnato irrimediabilmente. E non vuole che si rovini la vita. Perché nessun dolore, per quanto intenso e potente sia, non merita che la vita, qualsiasi vita, venga sprecata.
La mora prende le mani dell’uomo, tra le sue affusolate e sottili, prima di sorridergli, complice e sicura, rendendolo orgoglioso di lei senza saperlo. 
«Non lo farò, lo sai che non riesco mai a tirarmi indietro per cose come questa. Non sarei io.»
E James sorride, perché ormai ha visto tante cose in vita sua. E lo sa, che quella situazione potrà portare solo grandi cambiamenti, che nessuno dei due ragazzi potrebbe mai aspettarsi. Sorride, perché non c’è cosa migliore e più bella di quella che preso unirà Hollie e lo sconosciuto.






Letizia
Ciao a tutti! <3
Allora, premetto che ancora non so di preciso da dove mi sia spuntata fuori questa piccolina :3.
Spero solo che vi piaccia tanto, perchè io la adoro *^*.
Spero anche che il trailer vi sia piaciuto, ci ho messo secoli per farlo *^*.
Bene, detto questo, vi ringrazio tantissimo già da ora e spero di poter leggere qualche commento da parte vostra :
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto ;). Non mordo mica! <3
Ci sentiamo la settimana prossima, un bacione, Letizia <3

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Capitolo 2
*** 2. Parentesi...? ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
2.
Parentesi…?
 
 
 
Una settimana, il ragazzo dai capelli rossi è di nuovo al bar, stessa ora degli altri giorni, seduto allo stesso sgabello davanti al bancone, sguardo basso e stanco, distrutto, occhiaie scure attorno agli occhi, e il solito boccale di birra che Hollie gli ha appena servito.
La ragazza lo osserva attenta, curiosa, rapita, da quei tratti morbidi, dalle linee del viso, dai capelli tutti scompigliati, senza neppure un verso, da quello sguardo basso e assente, opaco, lontano, distante. Lo osserva un attimo, giusto per non farsi beccare, e poi torna a mettere a posto e a pulire i tavoli.
Intanto il ragazzo non si è minimamente accorto di niente, assorto com’è nei suoi pensieri. Osserva il boccale di birra da mezzo litro, senza neppure vederlo davvero, perso in quel vortice da cui non riesce a trovare una via di fuga. A malapena riesce a sentire la musica che si propaga tranquilla nel locale, a basso volume, per non dar fastidio ai clienti di quel sabato pomeriggio, che già stanno iniziando ad aumentare.
Sospira, accorrendo il bicchiere, sentendo piccoli brividi propagarsi a causa del vetro freddo rispetto alla pelle tiepida delle sue mani. Lo prende e far per portarselo alle labbra, per annebbiare i sensi e non pensare per un po’, perché è stanco di vedere sempre quegli occhi azzurri nella sua testa, notte e giorno, senza riuscire a liberarsene. Quegli occhi che gli hanno fatto male, lo hanno fatto a pezzi, lentamente, quasi si fossero divertiti a vederlo soffrire. Quegli occhi che lo stanno facendo diventare pazzo, perché nonostante tutto gli mancano come l’ossigeno e non sa più cosa fare. È perso, confuso, quasi si trovasse sulla Terra per caso, senza una ragione ben precisa, senza sapere in che direzione muovere un passo. E tutto a causa sua.
Fa per bere, ma la voce di Hollie lo blocca, sorprendendolo un poco. Perché la mora vuole provare, a conoscerlo, a capire cosa nascondano quegli occhi tristi, vorrebbe capire, vorrebbe aiutare. Perché lei, con le mani in mano, al suo posto, non sa stare, non riesce a rimanere indifferente alle persone che stanno male.
«Qualunque sia il tuo problema, non te ne libererai mai riempiendoti d’alcol.» gli consiglia, seria, che nonostante ami il suo lavoro, proprio non riesce a sopportare le persone che bevono per dimenticare i loro problemi, rovinandosi la salute. Non osa guardarlo in faccia, perché sa benissimo che le sue guance potrebbero tingersi un po’ di rosso nella frazione di un secondo, mettendo subito in mostra cose che vorrebbe tenere lontane, al sicuro. Però gli si avvicina, curiosa.
«Forse è l’unico modo che mi resta, perché cose estreme non le prenderò mai in considerazione, neppure fosse l’ultima scelta che ho.»
E la ragazza capisce bene a cosa lui si stia riferendo. E sorride lievemente, sempre a testa bassa, mentre mette a posto i bicchieri ormai puliti. Sorride perché condivide in pieno la scelta del ragazzo, nonostante non conosca cosa lo affligga. «Ci sono altre cose che aiutano a non pensare.»
Il ragazzo beve un lungo sorso dal boccale, ma lo posa poi subito, contrariato. Evidentemente non è giornata per potersi estraniare dal mondo anche solo per cinque minuti e non pensare a niente. «Se ti riferisci a droghe o cazzate varie, no. Non ho intenzione di rovinarmi così.»
Tanto la mia vita è già rovinata.
E la sua voce è dura, fredda, distante, tagliente. Perché lui ci aveva provato, a cercare una via più drastica, per non pensare, per annullarsi, per non star più in quel modo. Aveva comprato addirittura tutto il necessario per farsi ancora più male, forse senza saperlo. Ed era pronto, era pronto a toccare il punto di non ritorno, era pronto a perdere quel poco che restava di lui. Poi, però, aveva cambiato idea all’ultimo secondo. Aveva deciso che quello non era il modo giusto e non lo sarebbe mai stato. Aveva capito che qualche altro modo lo avrebbe pur trovato. E alla fine aveva ripiegato all’alcol, rifugiandosi nel bar non lontano da casa, dove ormai era un cliente abituale già prima di tutto quel casino.
Alla sua risposta, Hollie strabuzza gli occhi per l’insinuazione del ragazzo e – per sbaglio – li punta in quelli di lui. E subito le guance le si diventano lievemente più rosee, mentre le mani cominciano a tremarle lievemente. Perchè, diamine, quel ragazzo è davvero bello. Molto più bello di quanto sembra osservandolo da lontano per lunghi minuti. Bello nei capelli rosso fuoco – tinti – e tutti spettinati; nella barba da fare sulle guance, sugli zigomi, sul mento; in quegli occhi chiari, stanchi e tristi, pieni di un qualcosa di sbagliato e privi di ciò che davvero servirebbe.
«Infatti non intendevo quelle porcherie.» risponde Hollie, riprendendosi appena in tempo, prima che il ragazzo potesse iniziare a pensare qualcosa di strano su di lei.
«Allora illustrami. Se hai un altro modo per l’auto-annullamento, sarei ben felice di ascoltarlo, dato che cercare di tramutare il mio sangue in alcol sembra non avere alcun effetto.» risponde lui, la vista già appannata, i sensi già inebetiti, la testa che già gira un po’, l’effetto della birra che già inizia a dare i suoi sintomi su quel corpo troppo stanco.
E Hollie vorrebbe rispondere, davvero. Vorrebbe fargli capire che una cosa simile non si può fare, che è impossibile. Ma le parole non le escono dalla bocca, rimangono intrappolate lì, nella gola, senza trovare una via d’uscita. E fanno male, quelle parole non dette, fanno male, perché lei sa che sono importanti, che forse potrebbero aiutare quel ragazzo che non conosce, ma di cui sta cercando una specie di cura benché nessuno glielo abbia chiesto.
Intanto, lui continua a darsi dello stupido, ogni secondo che passa, mentre continua a bere, finendo il boccale, così da avere dentro ben mezzo litro di birra. Si sta dando dello stupido, perché avrebbe potuto sparare qualsiasi cazzata, avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, così poi quella ragazza lo avrebbe lasciato stare, da solo, nel suo angolo, solo, in balia di onde che non riesce e non vuole controllare, lasciando che tutto lo faccia sprofondare in quel posto senza ritorno che è il dolore. Invece ha permesso che il suo bisogno venisse fuori. Ha permesso che l’alcol prendesse il sopravvento sul serio, aprendo quelle porte che lui avrebbe preferito rimanessero chiuse, a tutto e a tutti, lontane dalla portata degli altri, persino dalla sua.
«Prima di tutto vieni con me, che questa volta la birra ti ha fatto davvero un brutto effetto.» commenta sicura la ragazza, togliendosi il grembiule e lasciandolo sul bancone, per poi andare a prendere il giacchetto ed avvertire Bill che si prende qualche ora di permesso e «Tranquillo che torno per stasera, non ti lascio da solo.» aggiungere, prima di sgattaiolare fuori, dove il rosso la aspetta in piedi, con gli occhi chiusi e schiena e nuca poggiate al muro, tradendo così la sua poca stabilità in quel momento.
Hollie sorride un po’, a vederlo così, quasi rilassato, senza tutto quel peso che ha dentro e che – da quel che lei ha capito dalle parole dure di lui e dal modo in cui le ha dette – lo fa affondare, lentamente. E si ritrova a pensare di nuovo che è davvero bello, tanto da farle mancare il fiato.
«Hai finito di farmi la radiografia?» commenta lui, aprendo improvvisamente gli occhi e facendola arrossire all’istante, e così tanto, che è costretta ad abbassare la testa per la vergogna. Avrebbe potuto fare più attenzione a non farsi vedere, invece di farsi beccare così, completamente imbambolata ad osservarlo attenta, in un modo che lei – un modo che lui non conosceva – non aveva mai usato connessuno, neppure con i pochi ragazzi con cui aveva avuto una storia.
Non dice niente, semplicemente si avvia verso casa.
E lui no, non lo sa il perché la stia seguendo, mezzo ubriaco, per quelle vie che da troppo tempo non percorreva. Si ritrova a seguire una sconosciuta, di cui non sa assolutamente niente. Una sconosciuta che ha negli occhi ciò che a lui manca, così tanto da far male. Una sconosciuta che ha provato a fargli vedere un’uscita da quello schifo in cui si è ritrovato, forse quasi dandogli una piccola speranza, quando tutti gli altri attorno a lui l’avevano persa, lasciandolo da solo ad affrontare tutto. E non sa neppure perché abbia fatto quell’osservazione al comportamento della ragazza. Insomma, non era la prima volta che ritrovava qualcuna ad osservarlo. Solo che, dopolei, non ci aveva fatto caso. O almeno, fino a che quella sconosciuta non si è presentata nella sua vita cambiando le carte in tavola. E lui, adesso, un po’ di paura ce l’ha, perché proprio non sa cosa aspettarsi.
Neppure Hollie sa cosa stia facendo. Non ha mai portato qualcuno a casa sua, nel suo appartamento, neppure i ragazzi che frequentava. Non si volta indietro, potrebbe avere qualche ripensamento, cosa che, ora come ora, non l’aiuterebbe minimamente. Perché quel ragazzo che non conosce ha bisogno di aiuto, di tanto aiuto. E lei glielo darà volentieri. Non lo lascerà da solo. Non permetterà che si rovini la vita.
Solo se lui le darà il permesso di farlo.
Camminano in silenzio, a fianco, senza sapere di preciso cosa dire. Forse perché non si conoscono. Forse perché non vogliono rovinare quella strana atmosfera di calma, di quiete, di cui entrambi avevano bisogno per rimettere a posto le idee, che tuttavia restano confuse, forse più di prima. Forse perché hanno paura, paura di fare la mossa e rovinare qualsiasi cosa addirittura prima che nasca. Che poi, cosa dovrebbe nascere?
Niente.
Semplicemente, niente.
Non hanno niente in comune, non si conoscono. E probabilmente questa piccola e stranissima parentesi tra di loro non avrà alcun effetto, non porterà alcun cambiamento. Dopo questo pomeriggio, entrambi torneranno alle loro vite, e forse i scambieranno qualche parola quando si incontreranno per strada, oppure passeranno l’uno accanto all’altra senza dar segno di aver condiviso qualche ora della loro vita con l’altro.
Già, peccato che ad un tratto, senza che loro ne siano consapevoli – le loro dita si sfiorano.
Ed è un istante, sul serio, prima che miriadi di scosse elettriche si propaghino dentro Hollie, scuotendole ogni cellula, arrivando a farle battere fortissimo il cuore nel petto, senza che lei riesca a controllarlo. Quelle scosse le mozzano il respiro in gola, che le fanno tremare le mani, che non le fanno capire più niente e la fanno agitare, perché lei, quell’emozione lì, forte e vera, non l’ha mai provata davvero e non sa quale effetti, quali conseguenze, quali sintomi possa portare con sé.
Il ragazzo invece si sente sprofondare ancora di più, si sente risucchiato dai ricordi che in un istante si impadroniscono della sua testa e del suo cuore. E il buio torna, più forte, più cupo, impossibile da fendere. E non è valso a nulla ogni suo sforzo per cercare una vita di fuga, niente è servito per restare a galla, o almeno provarci, nonostante il risultato disastroso. Quelle dita lui non avrebbe mai dovuto toccarle. Non sarebbe mai dovuta accadere una cosa simile. Non ora che forse stava iniziando a vedere un misero spiraglio.
E si guardano, per un istante che pare un secolo. Si osservano attenti, incapaci di capire cosa stia accadendo. Verde chiaro di lui nel color cioccolato di lei. Qualcosa che manca e qualcosa che c’è. Brividi lievi su di lei, ferite che si riaprono su di lui. Entrambi incapaci di reagire, in quell’istante in cui niente è tutto e tutto è niente, in cui quelle poche cose certe iniziano a vacillare, deboli, non abbastanza solide e forti per resistere a quel qualcosa che James aveva visto prima di loro e che sta già iniziando a fare un po’ effetto.
E intanto i secondi poi continuano ad andare avanti, mentre loro due non sanno davvero che cosa aspettarsi, lasciando che quel qualcosa lentamente prenda sempre più campo, creando una piccola bolla, fatta solo per quei due ragazzi ignari di tutto quel che sta accadendo attorno e dentro a loro, incapaci di dividere i loro occhi così simili eppure così diversi.
«Siamo arrivati.» riesce a dire Hollie, indicando con la mano la porta nera dietro di sé, senza riuscire a staccare lo sguardo da quello così triste e magnetico del ragazzo davanti a lei.
Ragazzo che annuisce appena, alle parole della mora, non capendo assolutamente di tutto quel grande casino.






Letizia
Ciao a tutti! <3
Allora, che cosa ve ne pare? Questa nostra Hollie che fa il primo paasso e che invita il nostro Mike a cas, wow!
Bene, vediamo secondo voi che cosa potrà succedere ;). Sono davvero curiosa di sapere che cosa immaginate *^*.
Allora, eccovi l'avviso: aggiornerò domenica 19 aprile, perchè fino al 18 sono in Austria *^*.
Quindi, detto questo, vi saluto :). 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :3.
Grazie mille per recensioni, visite, preferiti, ricordati, seguiti. Sul serio, mi avete fatto una sorpresona immensa *^*.
Ci sentiamo presto! Un bacione, Letizia <3

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Capitolo 3
*** 3. Confusione ***


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3.
Confusione
 
 
 
«Questi sono gli asciugamani e questo è lo shampoo.» spiega Hollie, mettendo tutto quanto in mano al ragazzo che ancora non le ha staccato gli occhi di dosso da quando sono entrati in casa di lei, mettendola un po’ – anzi, parecchio – a disagio senza saperlo. Perché quegli occhi verdi e così chiari da sembrare trasparenti, su di lei hanno un effetto parecchio strano. La fanno impallidire e arrossire subito dopo nella frazione di un nano secondo. Le fanno nascere nella testa idee che non hanno un cavolo di senso. E non va bene, non va affatto bene. Perché lei, a conti fatti, ancora non conosce quel ragazzo.
Perché nessuno dei due ha pensato di presentarsi all’altro. Semplicemente perché entrambi continuano a pensare che quella piccola e strana parentesi tra di loro rimarrà tale,quindi non c’è alcun bisogno di aggiungere niente. Assolutamente niente.
Il ragazzo prende quelle poche cose, e tuttavia non si decide a muoversi di lì. Perché quella ragazza davvero ha qualcosa che lui non aveva notato prima, a cui non aveva fatto minimamente caso. Perché quegli occhi scuri, nell’istante in cui si sono incontrati, gli hanno fatto vedere un po’ di luce, gli hanno fatto trovare quello spiraglio, quella piccola via di fuga che cercava da tanto, troppo tempo. La guarda, la osserva a lungo, perché ha paura. Paura di quel qualcosa misto al dolore che sento dentro e che non sa spiegare, paura di dire cose sbagliate, paura di ciò che potrebbe derivare da tutta quella strana faccenda.
Poi è un attimo.
«Michael Clifford.»
Il ragazzo parla, spezza il silenzio imbarazzante tra di loro, lasciando entrambi sorpresi. Perché quel niente è stato appena soppiantato da qualcosa, da un nome, il suo, che doveva restare nel suo angolo, nascosto, per non cominciare assolutamente niente. Perché con quel nome, inevitabilmente, entrambi sanno che quel qualcosa è iniziato, lento, e forse inesorabile, e ha già iniziato a tessere le sue fila fitte ed intricate. O forse il processo è già iniziato da un po’ e forse loro stanno cominciando a rendersene conto solo ora.
«Hollie Ryan.»
E pure lei, dicendo il suo di nome, non si rende conto di star peggiorando tutto, di star dando inizio a qualcosa da cui non ci sarà mai un ritorno, per nessuno due. Forse un ritorno indietro potrebbe poi anche avvenire, ma nessuno dei due sarebbe più lo stesso. Tutto sarebbe cambiato, ogni certezza, ogni sogno, ogni speranza infranta. Sarebbe completamente un’altra cosa.
Solo che né Michael né Hollie sembrano essersene resi conto. Si osservano, si studiano, senza capire davvero niente di tutto quel grande casino in cui son andati a cacciarsi senza neppure saperlo davvero. Perché la vita è strana, strana davvero, e fa sempre in modo e maniera che le cose vadano come ha progettato lei, sempre.
Le loro mani sono strette, delicatamente, l’una all’altra, timorose di non saper ben cosa fare. Si stringono tremanti, con i brividi ben visibili sulla pelle, con la paura, il timore che si fanno avanti, si rendono presenti a quei due ragazzi incapaci per il momento di capire cosa stia succedendo attorno a loro.
«Il bagno è la stanza in fondo al corridoio.» riesce a dire Hollie, senza dividere i suoi occhi scuri, grandi e profondi da quelli chiari di lui, di quello sconosciuto che adesso lo è un po’ meno.
Michael annuisce, sovrappensiero, per poi lasciare la mano della ragazza e andare nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle e poggiarvi la testa. Sospira forte, e una scia di brividi gli attraversa la schiena.
Cosa sta facendo? Non è da lui comportarsi così, seguire una sconosciuta, in casa sua, usare il suo bagno. Ma cosa diamine gli sta succedendo? No è così che sarebbe dovuta andare. Lui sarebbe dovuto rimanere a quel bancone a bere quella birra, ancora e ancora, quella sera, fino a che non ne avrebbe avuto abbastanza, così da tornare a casa ubriaco fradicio, per non ricordare niente, assolutamente niente. Eppure, eccolo lì, ubriaco solo a metà, con la testa che sta lavorando troppo per i suoi gusti, su cose che non stanno né in cielo né in terrà.
Scuote la testa, piano, che poi gli gira. Si spoglia lento e, grazie al cielo, i suoi vestiti non puzzano d’alcol come al solito, altrimenti chi lo sente Luke, il suo coinquilino?
Una volta che tutti i vestiti sono a terra, entra nel box doccia, e lascia che l’acqua calda miti tutto: i battiti forti e veloci del suo cuore, quell’insicurezza che sente da quando ha messo piede in quel piccolo appartamento, la voglia di annullarsi, il voler dimenticare.
E mentre quelle piccole gocce scorrono sulla sua pelle così chiara da sembrare neve, Michael ha in mente solo una cosa: due occhi grandi, dal color cioccolato, che lo mandano davvero del tutto in confusione. E lui, il perché, proprio non lo capisce, gli sembra tutto così strano, a partire dalla stessa Hollie. Perché andiamo, quale persona sana di mente ospiterebbe a casa sua un ragazzo che non conosce, mezzo ubriaco e che, volendo, potrebbe farle qualsiasi cosa? Per fortuna lui non è così, non lo è mai stato e non ci tiene a diventarlo.
Eppure… Quella ragazza mora ha qualcosa, un qualcosa che lo attrae, forse un po’, ma che sicuramente lo incuriosisce, un modo di fare tutto suo.
Scuote nuovamente la testa e si strofina i capelli.
Non deve pensare più cose come questa. In fondo, è stato proprio un pensiero simile a fargli perdere la testa per Abby. E non Michael non ha alcuna intenzione di fare lo stesso errore. Perché amare è un errore. E lui ha paura di amare, di innamorarsi ancora, perché tanto sa già come tutto andrà a finire, e alla fine la bugia si rivelerà per quello che è sempre stata, solo fottutissime cazzate.
 
Intanto Hollie, seduta in salotto, sta cercando di non dare di  matto.
Cosa diamine le è saltato in mente?! Far entrare in casa sua un completo estraneo… Ma cosa cavolo pensava mentre faceva la cazzata più grande della sua vita?! Accidenti a lei e a quando non sa stare al suo posto. Accidenti alla sua lingua lunga e alla sua voglia di aiutare gli altri.
Sospira e si passa nervosamente una mano tra i lunghi capelli scuri, per poi sedersi meglio sul divano rosso.
Insomma, quel Michael potrebbe essere un serial killer, uno con problemi mentali o tante altre cose, e lei lo ha fatto entrare e gli sta pure facendo usare il bagno! Ma come le è saltato in testa! Però…
Michael non sembra così, con quegli occhi stanchi, quel modo di fare schivo, sulla difensiva. C’è qualcosa sotto, ne è certa, anche se il perché preciso non riesce a trovarlo, come tutte le altre volte che si incaponisce di voler aiutare qualcuno a tutti i costi.
Una volta Ashton, migliore amico di lei e di suo cugino, le ha detto che è brava a leggere le persone, che le basta un’occhiata per capire che qualcosa non quadra.
«Ma non è vero, questo lo vede anche un cieco.» aveva ribadito lei, solo che la seguente risposta del riccio l’aveva lasciata completamente senza parole. «Invece non è così. Tu sei nata per aiutare gli altri, Hollie.»
E quella frase adesso continua a rimbalzarle nella testa, come per convincerla che ciò che sta facendo per Michael sia nella norma, o almeno nella sua di normalità, che in fondo una possibilità a quel ragazzo dai capelli rossi deve pur darla, perché non lo conosce. E ci si mettono pure le insinuazioni di James a infierire, che con quel suo «Quel ragazzo ti interessa parecchio in questi ultimi tempi, a quanto vedo.» non ha fatto altro che farla pensare e ripensare tutto il pomeriggio.
A proposito di James… Oggi non l’ha visto al locale. Chissà cos’è successo.
Così, mentre cerca di non pensare allo sconosciuto che gira per casa, prende il cellulare e subito compone il numero dell’uomo, che ormai conosce a memoria, per poi attendere qualche squillo, prima che una voce sorpresa non si fa sentire. «Hollie, che succede?»
E la ragazza, a quella domanda, si ritrova a sorridere un po’, che tanto l’uomo non cambierà mai, si preoccuperà sempre troppo per lei, anche quando non ce n’è alcun motivo. «A me niente, a te? Oggi non ti ho visto.»
James ridacchia un po’, facendo tirare un sospiro di sollievo alla mora, che stava già pensando a troppe cose.
«Ero solo un po’ stanco. Dopotutto, inizio ad avere una certa età.»
«Allora non è niente di grave, grazie al cielo.»
«Sì, tranquilla. Sono io qui quello che dovrebbe preoccuparsi per te, non il contrario!»
Hollie ride di cuore a quella piccola insinuazione, e subito i suoi pensieri tornano al ragazzo dai capelli rossi, che è appena uscito dal bagno con l’asciugamano legato stretto in vita, mettendo in mostra il resto del corpo e facendo irrimediabilmente arrossire la mora, che subito ammutolisce e inizia a giocare con il bordo del cuscino per il nervosismo.
Hollie, c’è Michael seminudo in casa tua, calmati, per piacere.
Cerca di ripeterselo più e più volte nella testa, mentre il cuore le batte davvero troppo forte nel petto, come se volesse uscirne, mentre un sudore freddo inizia a farsi sentire sul collo e sulla schiena, mentre le mani cominciano a tremarle un po’ per il forte imbarazzo che prova.
«Hollie, c’è quel ragazzo da te? Quello del locale?» chiede James, facendola tornare alla realtà e facendola sbiancare nella frazione di un secondo. Perché, andiamo, solo lui potrebbe pensare una cosa simile, e ciò che più sconcerta la mora è che quel che l’uomo pensa è solo la pura e semplice verità.
«Tu come…?»
James ride forte, facendola arrossire ancora di più e facendola ancora più sprofondare nell’imbarazzo.
«Hollie, te l’ho già detto, ti conosco, e so che non avresti tardato a farti presente a lui. Sono sicuro che andrà bene, quindi sta’ tranquilla.»
E la mora si calma un attimo, quanto basta per riprendere in mano i suoi nervi saldi e cercare di vedere tutta la situazione più lucidamente, perché ha sperimentato troppe volte che il nervosismo e l’ansia non l’hanno mai portata da nessuna parte, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi…
Ed eccolo lì, nuovamente il pensiero di quel rosso che la incuriosisce davvero troppo si fa strada nella sua testa, come a voler imporre la sua presenza a tutti i costi, come a voler marcare il fatto che quel rosso non le è minimamente indifferente. Però…
Hollie è preoccupata. Preoccupata del fatto che tutta quella storia potrebbe diventare troppo grande da affrontare, potrebbe trasformarsi in un qualcosa che non ha mai sperimentato davvero e non saprebbe proprio come gestire. Perché lei, di quel sentimento di cui molti parlano, cantano, scrivono non sa proprio niente. Non lo ha mai provato, nei suoi diciannove anni di vita. E non sa se per adesso sia un bene o un male.
Sospira, un po’ più tranquilla, e risponde all’uomo, con uno strano sorriso sulle labbra. «Lo spero, James, lo spero davvero tanto.»
Poi si salutano, che lui ha delle cose da fare. Ed è proprio quando Hollie posa il telefono sul tavolinetto davanti al divano, con la testa nuovamente invasa da Michael e da tutti i pensieri che lo riguardano, che una voce si fa sentire tutt’ad un tratto, facendola sobbalzare per lo spavento.
«Speri per cosa?»
È Michael a fare quella domanda, un po’ strana, a detta di lui, forse addirittura troppo invasiva. Però vuole sapere, vuole capire perché la mora abbia usato quel tono per pronunciare quelle poche parole. Un tono pieno di speranza, quel sentimento che lui ha perso da veramente troppo tempo da non sapere più cosa sia, cosa voglia dire provarlo, quale effetto abbia su una persona, soprattutto su di lui. Perché la prima cosa che Michael ha dimenticato, di quel passato che proprio non vuole ricordare, sono soprattutto tutte le emozioni che provava, tutte le emozioni legate ad Abby, di ogni tipo, che alla fine sono riuscite a fargli solo male.
Hollie alza lo sguardo, e subito gli occhi verdi di lui le mettono soggezione, con quell’aria fredda distaccata, diffidente, come un muro a proteggerlo da quel qualcosa che cerca a tutti i costi di tenere lontano, proprio come le persone attorno a lui. E lei non capisce, come possa esserci così tanto rancore verso gli altri, non le pare possibile cercare di allontanare gli altri. Però lei non è Michael, lo sa bene. E probabilmente, quello strano ragazzo ha le sue ragioni per comportarsi in quel modo, ragioni che forse non importa che lei conosca.
O almeno, questo è ciò che pensano entrambi, mentre si osservano cauti, confusi per tutto quello che sta succedendo, attenti a cosa dire prima di aggiungere altro, prima di azzardarsi a far sì che quel qualcosa che ha iniziato ad unirli prosegua il suo corso tra di loro. Eppure, c’è proprio quel qualcosa che li spinge, da dentro il cuore, a proseguire quello strano cammino su cui sono andati a trovarsi.
Ed è proprio quella spinta, che dà a Hollie la possibilità di giocare la prima carta che le è venuta in testa. Una carta che non sa bene dove li porterà. «Spero che tu venga a trovarmi stasera al locale, così magari mi fai compagnia, dato che alla fine sono tutti amici di Bill.»






Letizia
Ciao bellissimi!!!!! Eccomi ad aggiornare anche questa storia :).
Allora, cosa ne pensate di Holli e di Mike? E dei loro sentimenti? Eheheh, sono curiosa di sapere come secondo voi si evolveranno le cose ;).
Quindi, vi prego, FATEMI SAPERE CHE PENSATE, ci conto :3. Mi bastano anche 20 parole, non di più.Perchè se non vi interessa la storia, posso anche cancellarla, basta che me lo facciate sapere, anche se a me dispiacerebbe e neppure poco :(.
Comunque, intanto vi do appuntamento alla prossima settimana, poi vedremo.
Un bacione e grazie mille per tutto. A presto, Letizia <3

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Capitolo 4
*** 4. Piccoli cambiamenti ***


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Attenzione please. Scrivo anche qui così sono sicura che lo leggerete ;)
Allora, volevo dirvi che per tutto maggio posterò OGNI DUE SETTIMANE.
Perchè ho troppe cose da fare, e non riuscirei a fare tutto altrimenti.
Scusate :(. Buona lettura <3
 
4.
Piccoli cambiamenti
 
 

 
Un mese. Un lunghissimo mese è passato da quando Michael ha accettato l’invito di Hollie ad andare al suo locale, la sera dello stesso giorno in cui si sono conosciuti. Un mese da quando entrambi si sono sorpresi della scelta di lui. Un mese, da quando Michael ha sentito muoversi qualcosa di minuscolo dentro il suo cuore, un cuore che sembrava ormai insensibile a tutto. Un mese da quando Hollie non capisce più ciò che prova per il rosso. Un mese, da quando tutto ha iniziato a cambiare, lentamente, per entrambi.
Perché Michael non aveva minimamente creduto di ripresentarsi a quel bar esattamente il giorno dopo, e tutti gli altri a venire, assiduamente. Ha continuato a bere in quel mese, a bere davvero tanto, quasi fosse proprio l'alcol l’unica medicina per quel dolore sordo che ormai lo accompagnava da veramente troppo tempo. Eppure, senza accorgersene sul serio, giorno dopo giorno, il suo boccale di birra restava sempre più pieno sul bancone, al contrario delle sue parole che uscivano dalle sue labbra quasi fossero fiumi.
E non si era minimamente accorto dei sorrisi sulle sue labbra, ogni volta che si ritrovava ad osservare Hollie al lavoro, mentre scambiava battute con James – che il rosso aveva avuto modo di conoscere – oppure mentre serviva altri clienti la sera, soprattutto il sabato, con quell’aria allegra e gentile che – Michael l’aveva imparato, a forza di osservarla a lungo, senza riuscire a staccare gli occhi da lei – era una caratteristica di quella mora che tutt’ora sta imparando a conoscere.
È lei, Hollie, ad averlo colpito così tanto, senza rendersene neppure conto. Perché quella ragazza in quel mese si è rivelata una sorpresa continua, già dalla sera in cui lui è tornato al locale e lei gli ha sorriso, nel modo più dolce e più sincero che abbia mai visto. E la cosa che davvero lo ha colpito, in quelle settimane, è che il dolore pian piano sta andando via, lentamente il pensiero di Abby e di tutto quel che è successo gli fa meno male, gli lascia il cuore più leggero, passo dopo passo. Solo che il rosso non sa né a chi o a cosa attribuire questo cambiamento, né se questa sia una cosa positiva o no.
Perché ha seriamente paura adesso, Michael, di quello che potrebbe venire dopo, un qualcosa che lui non saprebbe, non sarebbe in grado né di riconoscere, né di gestire. Ha paura di amare di nuovo, Michael, ha paura che possano accadere le stesse cose, che il dolore possa poi tornare e fargli compagnia. E lui non è pronto, e forse mai lo sarà, non sarà mai pronto abbastanza per ricominciare da capo, dopo l’ennesimo colpo. È certo di non potercela fare ancora una volta. Sta già faticando davvero troppo per la prima, una seconda lo distruggerebbe immediatamente.
Sospira stanco e pensieroso, mentre si passa una mano tra i capelli colorati e porta la punta delle dita sulle corde della sua chitarra elettrica, quella nera, quella con una X bianca al centro. La sua compagnia di viaggio da tutta una vita. Un regalo da parte dei suoi che ha sempre custodito con estrema cura.
Ed è mentre suona, mentre lascia che la musica lo calmi un po’, mentre lascia che le note gli entrino dentro e tocchino tutti i punti giusti, mentre sente che una bolla gli si forma attorno isolandolo da tutto il resto, facendogli dimenticare ogni più piccola cosa, che il suo coinquilino entra nella sua stanza, spezzando tutta la magia con il suo «Ehi, testa di rapa, è da un quarto d’ora che ti aspettiamo di là.» che fa sorridere un po’ il rosso, perché Luke Hemmings non cambierà mai, ne può star sicuro.
«Hemmo, finiscila. Arrivo.» gli risponde alzandosi dal letto e seguendo il ragazzo biondo per le scale dell’edificio, fino al garage inutilizzato del condominio, in cui Michael e Luke vivono. Un garage gentilmente offerto da tutti i residenti del palazzo, dato che nessuno sa di che farsene.
«Clifford, la prossima volta ti porto una sveglia!» esclama Ashton – il più grande del gruppo, quello che si è unito da ultimo a quello strano gruppo di ragazzi con una passione infinita per la musica – mentre una risata esce dalle sue labbra e mentre porta una mano tra i ricci, tenuti fermi da una bandana rigorosamente nera, come un segno distintivo. Perché, in fondo, Ashton Irwin la passione per quel colore – dopo quella per la batteria – non potrebbe mai cambiarla con nient’altro al mondo.
«L’importante è che sia concentrato, e che Miss Gentilezza non gli sia dentro la testa.» commenta invece Calum – il ragazzo moro seduto su uno dei tre sgabelli con in mano il suo basso bianco e nero tra le mani – con aria divertita, mentre nota l’espressione accigliata del rosso.
«Hood, la finisci? Sei davvero fastidioso quando ti ci metti.» borbotta sedendosi sull’altro sgabello, mentre sente le guance arrossarsi solo un po’, per il semplice fatto che il moro si è appena riferito a Hollie e, a Michael, sentir parlare di quella ragazza fa un effetto davvero strano, un effetto che non riesce a capire, che non sa minimamente spiegarsi. Grazie al cielo non ha detto il nome di lei, altrimenti chissà quante rotture di scatole e quante domande. Domande a cui non è ancora sicuro di poter dare una risposta.
«Beh, dopo le prove andrà da lei, così non si lamenta e non ci intasa il cervello di cuoricini volanti.» aggiunge Luke, sistemandosi il ciuffo biondo, mentre vaga per la sala con i suoi occhi azzurri in cerca della sua chitarra e dell’ultimo sgabello rimasto libero.
Michael non risponde a quell’insinuazione, perché non è vera. Ma tanto con quei tre ha perso le speranze, continueranno sempre a dire e fare ciò che vogliono, testardi e rotture di scatole quali sono. Rotture di scatole di cui, tuttavia, il rosso non potrebbe mai e poi mai fare a meno. Perché sono i suoi migliori amici, con cui ha condiviso tantissime esperienze fantastiche in quegli ultimi anni. Perché sono le persone che lo conoscono meglio di chiunque altro. Perchè  loro ci sono stati, quando il mondo gli è caduto addosso, quando si è sentito morire giorno dopo giorno dopo che Abby gli aveva inflitto il peggiore dei dolori, quando non aveva avuto più voglia di niente, nelle volte in cui avrebbe preferito farla finita sul serio. Per fortuna non è mai arrivato a quei punti. E questo in gran parte grazie a quei tre scemi che non potrebbe cambiare mai, neppure per tutto l’oro del mondo. Perché son la sua famiglia.
Luke prende posto e, prima di iniziare, gli scossa un sorriso d’intesa, un sorriso che riguarda l’argomento, o meglio, la ragazza di cui stavano parlando fino a qualche secondo prima. Un sorriso di chi la sa lunga e che ha già capito come andrà a finire. Il problema è che Michael sa cosa stia passando per la mente del biondo, proprio adesso, e no, non sarà mai d’accordo su ciò che pensa. Non si innamorerà di nuovo, non commetterà lo stesso errore ancora. Una volta è stata più che sufficiente.
Luke non insiste oltre. Sa che l’amico ha bisogno ancora di molto tempo per superare il passato. Per questo fa cenno ad Ashton di dare il tempo. Ed è un attimo, prima che le note, la musica, le melodie, i testi, ogni singola parola li catturi, prenda ogni loro singola cellula e la faccia fremere come non mai. Perché a loro quattro la musica fa quest’effetto: li prende, li rapisce, li porta in un mondo a parte, un mondo dove non pensano a niente, dove tutto è dimenticato e ci sono solo loro ed i loro strumenti a fare compagnia, per viaggiare con la mente, per ricordare, per dimenticare, per sfogarsi, per essere liberi. La musica è quella cosa che davvero li unisce come una famiglia, come se fossero una cosa sola, come se solo quando sono tutti e quattro insieme potessero dare il loro meglio.
Ed è mentre Michael pensa, mentre le parole gli vengono da sole sulle labbra, mentre le sue dita si muovo sulle corde della chitarra seguendo da sole gli accordi, le note; che il pensiero di Hollie, i suoi occhi scuri ed il suo sorriso ampio e luminoso, tornano a fargli compagnia, facendogli spuntare uno strano sorriso sulle labbra. Un sorriso che non passa inosservato agli altri tre che si scoccano una lieve occhiata d’intesa.
Ma di questo, Michael sembra non accorgersene, perso com’è a ricordare i piccoli particolari dell’altro giorno, passato proprio in quel bar dove ormai è di casa, dove va ogni pomeriggio subito dopo le lezioni all’università che ha finalmente ripreso a frequentare dopo mesi. E ricorda di come si sia sentito, di quel piccolo calore che ha percepito in fondo al petto, un calore che non provava da tanto, troppo tempo, ma che tuttavia non ha saputo distinguere. Non ha saputo capire quel segnale, forse lampante, forse a malapena lieve, del fatto che qualcosa stia cambiando.
Però lui lo sente, di essere un po’ diverso dal Michael di quattro mesi prima. Sente che il ricordo di Abby giorno dopo giorno fa un po’ meno male, che il peso sul cuore si fa sempre più lieve, che Hollie è sempre più al centro dei suoi pensieri, soprattutto negli ultimi giorni. E Michael proprio non sa spiegarsi il perché quella ragazza lo abbia incuriosito così tanto, fin da quando l’aveva ospitato a casa sua per quella doccia, per poi accettare quell’invito al locale. È stato molto strano, l’inizio di quel qualcosa che li sta legando sempre più l’uno all’altra senza che nessuno dei due riesca a rendersene conto. Un inizio strano che, tuttavia, piace ad entrambi e a cui entrambi si ritrovano spesso a pensare, con le labbra incurvate in un sorriso lieve.
A Michael, Hollie interessa parecchio, però quel suo interesse ancora non sa ben definirlo, non riesce a capirlo del tutto, non riesce a toglierci le gambe. Sa solo che gli piace passare il tempo con lei. Gli piace chiacchierare con lei, oppure starla a sentire quando si sfoga e non si ferma finchè non ha detto tutto quel che pensa. Gli piace osservarla di nascosto mentre serve i clienti al locale e lui è lì al bancone a studiare, con quel suo calice di birra che rimane sempre più pieno. Gli piace quando gli fa la linguaccia ogni tanto, oppure quando gli sorride dolce. Gli piace quando gli scompiglia i capelli e ride forte, rendendogli il cuore un po’ più leggero. Gli piace sapere che lei lo aspetta sempre a braccia aperte, dato che ogni volta che va al bar, lei lo saluta con un abbraccio fantastico, che lo riscalda tutto e che gli fa davvero tanto piacere.
E sinceramente, Michael non ci sta capendo niente. Non sta capendo il perché Hollie lo incuriosisca così tanto. Non capisce perché gli faccia piacere starle vicino e passare un po’ di tempo con lei. Non capisce perché da quando la conosce, le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa. Non capisce più niente. Perché è tutto un casino, e Michael lo sa bene. Forse non capisce perché ancora non è sicuro di niente di tutto quel che sente dentro. Forse non vuole farlo per paura, forse non vuole vedere cose che potrebbero rovinare tutto.
Perché lui le cose con Hollie non vuole rovinarle. Vuole capire, Michael, anche se sa di non essere ancora pronto per le risposte che cerca ma che forse potrebbe già conoscere, se solo provasse ad aprirsi un po’ di più, soprattutto con lei. Perché, nonostante abbia iniziato a parlare tanto, a farsi conoscere almeno un po’, non riesce a dirle tutto. Non riesce ancora a raccontare la sua storia. Hollie qualche volta gli ha chiesto qualche spiegazione, spiegazioni che però lui non è riuscito a dare, rinchiudendosi nel suo solito silenzio e nella sua solita freddezza, facendo così capire alla mora che per adesso di quell’argomento è meglio non parlare.
E Michael lo sa che fare così è da egoisti, lo sa che Hollie sta solo cercando di aiutarlo fin dalla prima volta che hanno parlato, sa che non vuole fargli del male. Però lui non ci riesce a fidarsi del tutto, non ancora. Ha bisogno di tempo, per capire, per cercare quelle risposte di quelle domande fatte a metà. Domande che lo stanno mandando più in confusione di quanto già non sia.
Però di una cosa è certo: lei lo fa stare meglio, nel suo piccolo. E a questo, Michael non vuole rinunciare.
Non vuole rinunciare a Hollie.





Letizia
Ciao bella gente! Come state? Spero bene :3.
Scusate questo micorscopico ritardo, ma ieri anche se era festa non ho toccato per niente il PC, povera me.
Ma parliamo di questo capitolo qui!!!!!! Insomma, qui abbiamo un POV solo Mike incentrato sui suoi sentimenti. Ma quanto è tenero questo ragazzo? Io giuro che prima o poi svalvolo, perchè è dolcissima *^*.
E beh, qui i ragazzi ci stavano, almeno un pochino. Diciamo che saranno principalmente delle comparse, piccolini loro *^*.
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto. E, beh, credo sia doveroso ringraziarvi con tutto il mio cuore, per ogni cosa, sul serio :3 <3.
Ci sentiamo presto, Letizia <3

 

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Capitolo 5
*** 5. Sentimento ***


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Ho pubblicato una One Shot qualche tempo fa, si chiama Imprevedibile (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3114723&i=1).
E... Povera me, ho deciso di fare una long sui personaggi di questa piccina, di cui stanotte ho pubblicato il primo capitolo.
Si chiama Inatteso (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3117088&i=1).
E questo è il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=y5HUGJ0iRm8).
Spero che possa piacervi e, vi prego, fatemi sapere che ne pensate! 
Buona lettura! <3


5.
Sentimento
 


Mi piace Michael. Merda.
Un altro mese è passato. Un altro mese che Hollie ha tolto su calendario in camera sua. Un altro mese in cui la mora non ha fatto altro che maledirsi in ogni lingua presente sulla terra. Perché, diamine, James aveva ragione. Aveva dannatamente ragione su tutto. E non va bene, non va affatto bene.
Perché il rapporto tra lei e Michael è solo all’inizio. Perché lui non si è ancora aperto del tutto con lei, fa ancora fatica, una fatica che Hollie nota bene ma a cui cerca di non mettere pressione, prendendola per i tempi di cui necessita. Perché non è possibile che dopo due mesi lei possa dire una cosa simile di un ragazzo; lei, a cui prima di decidersi bene su qualcuno serve davvero tanto tempo. Eppure, con Michael è davvero tutta un’altra cosa, è tutto completamente diverso.
Sono stati i due mesi migliori di sempre, da quando Michael è entrato nella sua vita. Mesi di sorrisi timidi da parte di entrambi, di battute stupide, di lunghe chiacchierate al bancone del bar, di pochi minuti passati insieme quando lui la accompagna a casa dopo il turno. 
Mesi durante cui lei si è sempre ritrovata a pensare a quel ragazzo dai capelli rossi, durante cui non ha fatto altro che pensare a come poterlo aiutare. Mesi durante i quali il suo interesse per Michael non ha fatto altro che aumentare, lentamente, costantemente. E il problema che il batticuore ogni volta che lo vede non le è passato inosservato. Come non le è passato inosservato neppure il fatto che i brividi le percorrano la schiena ogni volta che le sorride; oppure il tremito alle mani quando sono vicini.
Mi piace Michael.
Sono giorni che se lo ridice nella testa, giorni in cui sta cercando di capire se quello che prova è vero oppure è solo frutto della sua testa. Perché Hollie non sa cosa sia l’amore, non l’ha mai provato sul serio. Eppure, quelli sono i classici sintomi. O almeno, così le ha spiegato Mey, che la sua migliore amica, ha definito tutte quelle piccole cose che Hollie sente ogni volta che Michael le è vicino o fa capolino tra i suoi pensieri.
«Non sei innamorata. Non ancora, almeno. Però ti piace, e neppure poco.» questo le aveva detto la rossa, come conclusione della loro lunga chiacchierata, durata per parecchie ore, con cui la mora era finalmente riuscita a mettere un punto fermo a quel qualcosa che non riesce tutt’ora a capire.
Solo che… Adesso non sa proprio come fare, non sa come comportarsi, cosa dire, cosa non fare per evitare che Michael lo scopra. Perché ha paura che, se lui sapesse dei suoi sentimenti, le cose tra loro due cambierebbero drasticamente. Non ne è certa, Hollie, ma ha questa brutta sensazione ogni volta che pensa di dirgli tutto, per togliersi quel qualcosa dal cuore.
Tuttavia… È veramente sicura di quel che prova? Che tutto quello che sente dentro per quel ragazzo non sia solo un’illusione? In fondo non si è mai innamorata sul serio, e tutte quelle cose ancora non le capisce. Ha avuto qualche esperienza, con qualche ragazzo, e pura non lo è più. Però… Ogni cosa che le fa provare Michael non l’ha mai sentita con nessun altro prima di lui. E forse è questa la spiegazione più semplice di tutte, quella che le serve per capire che non c’è niente di male, niente di sbagliato in ciò che sente.
È insicura, Hollie. Insicura di quell’universo che non ha mai esplorato e che fatica ad immaginare, perché non ci ha mai messo piede. Eppure, le piace sentire dentro quelle emozioni, quelle sensazioni che le scaldano il cuore e l’anima nella frazione di un secondo. Le piace sapere che ci sia qualcuno che ha un posto speciale nel suo cuore. Soprattutto, le piace sapere che quella persona sia Michael e non qualcun altro.
Quel ragazzo schivo, diffidente, eppure così bello e semplice allo stesso tempo da farla andare completamente in confusione nella frazione di un secondo. Quel ragazzo che la attira e la incuriosisce come mai nessuno prima era riuscito a fare.
Le piace tutto di Michael, o almeno, tutto quel poco che sa su di lui, quel poco che ha conosciuto grazie a tutti quei pomeriggi passati insieme. E, per adesso, quella piccola parte le piace, le piace davvero tanto.
E si ritrova a sorridere, per l’ennesima volta, quel pomeriggio, mentre pensa proprio a quel ragazzo dai capelli colorati e a quel sorriso dolce e timido che gli ha visto sul viso l’altro giorno, giusto per un attimo, un attimo sufficiente per aumentare la speranza dentro di lei. Perché Hollie spera con tutto il cuore che Michael si apra con lei, che si fidi di lei. Perché vorrebbe tanto far parte in qualche modo della vita di quel ragazzo, vorrebbe potergli essere più vicina, in un modo che neppure lei è davvero sicura di volere.
«Hollie, concentrati per piacere!» la riprende Bill, facendole cadere di mano il bicchiere di mano, che l’uomo prontamente afferra prima che tocchi il suolo.
«Scusa, Bill.» risponde lei, facendolo sorridere.
«Guarda che ti capisco. È bello essere innamorati. Vorrei solo non perdere la mia unica dipendente perché troppo intenta a vedere tutto in rosa.»
A quelle parole, Hollie non risponde, non osa emettere fiato, perché le immagini di Michael le si riversano prepotentemente nella testa, ad intasargliela, per farle battere il cuore più forte nel petto, per farla sospirare senza un motivo apparentemente valido. Michael, perché proprio lui?
Sente le guance andarle a fuoco e le mani tremarle, mentre cerca di rimettersi in sesto, mentre cerca di non pensare a lui, che le è entrato dentro per poi non uscirne più, che si è aggrappato ad ogni grammo del suo cuore per non lasciarlo più, per farla pensare troppo, per farla preoccupare. Per farle provare emozioni che prima di lui non aveva mai sentito sulla pelle, dentro ad ogni cellula.
Michael per Hollie è come il vento. Lo sente addosso e non può impedire che la accarezzi, che la faccia sentire bene, viva. Ma quando è lei che tenta anche solo di sfiorarlo per un semplice istante, lui si allontana, schivo, sfuggevole, impossibile da toccare, da raggiungere.
È un puzzle complicato, di cui cerca disperatamente la soluzione, senza mai arrivarne a capo, nonostante tutti gli sforzi che fa anche solo per avvicinarsi a lui, almeno di un solo passo.
È quel colore dell’arcobaleno tra il blu e il viola. Quel colore che nessuno riesce mai a definire, perché ognuno lo vede in maniera diversa, a seconda del proprio gusto o della propria personalità
È quel tunnel quasi quasi completamente buio, in cui a malapena si riesce a vedere la luce in fondo. Quella luce che disperatamente si cerca di raggiungere, pur di uscire da quel posto.
Michael è un enigma che la attira in un modo indescrivibile, che le prende ogni senso e lo stravolge, che la manda in confusione, che le fa sentire qualcosa di forte dentro al cuore, un qualcosa che giorno dopo giorno si fa sempre più profondo, più grande, più intenso. Un enigma di cui vuole svelare il mistero ad ogni costo, perché dentro sente che è la cosa giusta da fare
Sospira, Hollie, e cerca di tornare con la testa sul lavoro, anche se crede che non sarà affatto una passeggiata togliersi dalla testa quel benedetto ragazzo. Ed è mentre prepara l’ennesimo caffè di quel pomeriggio, che una voce ormai anche troppo nota si fa sentire, facendola sorridere.
«Signorina, posso rubarle due minuti del suo tempo, oppure è troppo prezioso che può essere usato solo per pensare ad un certo ragazzo che viene qui tutti i pomeriggi e che mi sta molto simpatico?»
Hollie si volta con un sorriso divertito sulle labbra, prima di porgere all’uomo un caffè macchiato lungo.
«Certo che puoi, James. Michael non ha mica l’esclusiva.» risponde lei, mentre l’uomo prende un sorso.
«Ma non manca ormai molto.» commenta, facendola irrimediabilmente arrossire. «Ho visto come sospiravi prima. Non ti era mai successa una cosa simile, quindi deduco che questo ragazzo sia davvero importante.»
La mora abbassa un po’ la testa, non sapendo proprio cosa rispondere, perché non ha le idee per niente chiare.
«Lui… Io… Non so neppure se considerarlo un amico oppure no.» si ritrova ad ammettere, buttando fuori uno di tutti quei dubbi che la tartassano, che la fanno preoccupare, da quando ha iniziato a capire almeno un po’ ciò che sente per quel ragazzo.
James sorride sotto i baffi, prima di prendere un altro sorso. «Da un punto di vista esterno, sembrate molto più di ciò che pensi tu.»
«James, non continuare con questa storia, per favore.»
«Tanto sai che ho ragione.»
E Hollie si morde la lingua, perché purtroppo è vero. James ha sempre avuto ragione su ogni singola cosa che la riguarda, da quando si conoscono.
«E se anche fosse? Probabilmente non avrei neppure una possibilità.» continua lei. Perché, anche se non sembra, Hollie ha notato che Michael è bloccato da qualcosa, che c’è qualcosa in lui che non va, che forse quel qualcosa è molto più grande di lei. Lei, che molto probabilmente non è forte a sufficienza per mandarlo via, per aiutare quel ragazzo, nonostante lo voglia a tutti i costi.
«Non hai provato, non puoi dirlo con certezza.» ribatte l’uomo, posando la tazzina ormai vuota sul bancone.
Hollie rimette in ordine e serve velocemente un altro cliente, prima di tornare a dare attenzione all’uomo.
«Hai mai pensato che forse lui potrebbe non essere minimamente interessato a me?» prosegue, portando alla luce il suo dubbio più grande. Michael la ricambia? Prova qualcosa per lei? Oppure la considera come una semplice amica con cui passare un po’ di tempo? Per lui, lei conta qualcosa? O è solo un modo per distrarsi e per cercare una scappatoia da quel qualcosa che lo fa stare male?
«Se così fosse, lui non verrebbe tutti i giorni qui e non rimarrebbe fino a che non hai finito il turno.»
«E se lo facesse semplicemente per amicizia o, più semplicemente, per cortesia?»
«E perderebbe tutto quel tempo solo per cortesia?» chiede James, mettendole una piccola pulce nell’orecchio, fastidiosa, che smuove qualcosa dentro di lei. Lei, che tuttavia continua a restare la ragazza insicura e un po’ timida, perché situazioni come quella non le ha mai vissute, e vorrebbe tanto non commettere un passo falso.
«Ma almeno hai mai visto come ti guarda?»
«Come dovrebbe guardami, scusa?»
James ride di gusto, con gli occhi, con le labbra. Ride e Hollie non sa davvero cosa pensare. Che cosa c’è di divertente in quella situazione che non ha né capo né coda?
«Hollie, ormai sono vecchio, e di ragazzi innamorati ne ho visti tanti in vita mia. Certo, ogni coppia ha la sua di storia. Ma non si può confondere lo sguardo di una persona innamorata.» spiega pazientemente l’uomo, sorridendole gentile, in modo paterno, confortante. Un modo che forse inizia a far vedere ad Hollie le cose in modo un po’ diverso rispetto a prima.
«Lui mi piace… Davvero tanto.»
«Questo ormai anche un cieco lo ha capito da tempo.» prosegue l’uomo, senza che il sorriso lasci le sue labbra. «Tuttavia c’è un ma, giusto?»
Hollie annuisce, a quella piccola e semplicissima domanda. Si passa distrattamente una mano tra i capelli lungi e sospira, stanca, confusa e un po’ spossata, prima di poggiarsi allo scaffale delle bibite.
Dubbi, domande, paure, insicurezze. Tutte cose che la turbano. Tutte cose che vorrebbe mandar via, pur di avere tra le mani almeno una cosa certa, una soltanto, da cui magari provare a partire, da cui buttarsi in quel qualcosa che non riesce ancora a definire ma che vorrebbe tanto scoprire. Solo se Michael glielo permetterà e le darà l’opportunità di farlo.
Tuttavia… Sarà davvero in grado di superare una prova simile? Sarà forte abbastanza per non spaventarsi dalle difficoltà che incontrerà? Riuscirà ad aiutarlo, almeno un po’?
Perché è quella la sua più grande paura.
«Ho paura di non essere abbastanza.»
«Di non essere abbastanza per cosa?» dice una voce, facendola sobbalzare.
Perché Michael Clifford è appena entrato nel locale, e lei non sa proprio che cosa fare.





Letizia
Ciao bellissim! Sopresa, pubblico un po' (parecchio?) in anticipo e dopo vi spiego perchè, tranquilli ;).
Allora, qui abbiamo la nostra Hollie, piccina che è questa ragazza *^*. E sì ragazzi miei, TRA I DUE E' LA PRIMA CHE CAPISCE I SUOI SENTIMENTI *^*.
Qui facciamo grandissimi passi da gigante, bene bene. Ora, vediamo che succederà alla loro uscita ;).
Spero che questo capitolo vi piaccia :3. Giuro, è stato un parto *^*.
E spero che pure la nuova storia vi entusiasmi, perchè giuro che mi sta prendendo da far schifo. E io che questo mese volevo studiare :/, sono solo riuscita ad incasinarmi ancora di più, povera me!
Ed ecco il perchè ho postato in anticipo. DOMANI SARO' AL CONCERTO A TORINO DEI 5SOS CON LA MIA MIGLIORE AMICA. E poi passo il fine settimana lì, quindi non avrei potuto aggiornare in ogni caso, scusate per tutti questi cambi. Giuro, da giugno torna tutto regolare, promesso ;) <3.
Scusate per le note chilometriche, ma avevo qualche comunicazione da dare :3.
Grazie di tutto, sul serio, per ogni singola cosa, vi voglio davvero troppo bene *^*. Un bacione e a presto, Letizia <3

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Capitolo 6
*** 6. Uscita ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
6.
Uscita
 
 
 
«Niente Michael, tranquillo.» gli fa sapere Hollie con un sorriso sulle labbra, mentre il cuore la batte forte dentro al petto perché proprio non si aspettava che il ragazzo arrivasse così presto al locale quel giorno.
Il rosso sospira divertito e si siede al solito posto al bancone, proprio davanti a lei, per poi schioccarle un occhiolino, che le fa diventare le guance ancora più rosse di quanto già non siano. E lui sorride, alla reazione della mora, sperando di non aver esagerato troppo con quel gesto che non usava più da un bel po' di tempo.
Hollie non perde tempo e gli prepara subito il soliti boccale di birra, benché spera che il ragazzo voglia smetterla di rovinarsi in questo modo. Certo, da un po' di tempo sta bevendo molto meno rispetto a quando lo ha conosciuto, ma la mora vorrebbe che la smettesse del tutto. Perché a lui ci tiene, davvero tanto, e non vuole che stia male, per nessun motivo al mondo. 
Michael la osserva lavorare, con addosso quello sguardo concentrato che tanto gli piace e che gli fa battere il cuore un po' più veloce del normale. E non riesce a non sorridere, mentre quella strana sensazione di benessere si fa strada dentro di lui e lo fa stare meglio, gli fa sentire dentro quel calore di cui ha bisogno e che fa tremare ogni sua cellula. 
«Ecco a te.» gli dice Hollie, posando il boccale colmo di birra davanti a lui, che osserva il bicchiere come se in realtà non lo vedesse. La mora gli lancia un'occhiata stranita, non comprendendo il comportamento del rosso. Vorrebbe chiedergli cos'abbia, ma l'ennesimo cliente da servire la distrae dal suo intento.
E mentre lei prepara l'ennesimo caffè della giornata, Michael non le stacca gli occhi di dosso, preso com'è a cercare di trovare quel coraggio che gli manca per fare una cosa. Una cosa a cui sta pensando da settimane ma che non è mai riuscito a mettere in pratica. Però vuole farlo almeno una volta, vuole provare di nuovo, solo per trovare una conferma che gli manca. Solo se Hollie accetterà, perché potrebbe benissimo anche non farlo. In fondo non hanno mai parlato di "relazioni" e potrebbe darsi che lei abbia già altro a cui pensare. 
Però vuole tentare, perché sa che non avrebbe niente da perdere. O almeno lo spera. 
Non appena Hollie si volta, lui non perde l'occasione e le fa quella proposta, con il cuore che gli batte fortissimo nel petto e che lo fa rabbrividire dalla punta dei capelli a quella dei piedi. Perché è troppo tempo che non fa una cosa simile e ha paura di commettere troppi passi falsi. 
«Hollie, ti andrebbe di uscire con me stasera, appena finisci il turno?» chiede tutto d'un fiato, in un sussurro così basso che ha paura di non esser stato sentito.
Solo che Hollie ha sentito eccome, e si volta verso di lui cercando di mantenere i nervi saldi, perché ha troppa paura di aver capito male. E incontrare quegli occhi verdi così belli e intensi, da avvolgerla in un qualcosa che le fa arrossire violentemente le guance e la fa rabbrividire, non le fa affatto bene. 
«Hollie?» la chiana Michael, facendola uscire dal suo stato di trance e facendola sobbalzare. 
«Sì?» risponder lei, cercando di calmarsi e di mantenere almeno un minimo di lucidità per affrontare quella situazione che non si sarebbe mai aspettata di poter vivere.
«Vuoi uscire con me stasera?» le chiede nuovamente Michael, stavolta con una sicurezza di cui non si sarebbe mai creduto capace. Una sicurezza che forse lo sta aiutando a uscire da quel buio in cui era caduto e da cui non aveva saputo come liberarsi, fino a quel momento. 
Forse questa è la volta buona, pensa. E un sorriso lieve si impossessa delle sue labbra non appena incontra quegli occhi color cioccolato che tanto gli piacciono. 
Hollie non sa cosa rispondere. Proprio non riesce a credere a quello che ha appena sentito. Michael vuole uscire con lei. Glielo ha chiesto. Non se lo è immaginato. È tutto vero. E lei non alcuna intenzione di rinunciare ad un'occasione simile. Perché vuole provare. Cosa non lo sa neppure lei, ma vuole provare. 
«Certo.» risponde, mentre un sorriso luminoso e felice si impossessa delle loro labbra, e mentre il cuore batte fortissimo, a causa di quell'emozione che li fa sentire vivi e brucianti come stelle.
 
E così la serata passa, nell'attesa che Hollie finisca il turno. 
Gli occhi che sempre più spesso vanno a controllare il quadrante dell'orologio. Gli sguardi impazienti che si incontrano con sempre maggiore insistenza. Le mani che non riescono a stare ferme, né sul grembiule, né sul bancone. I brividi che lentamente corrono sulla pelle. La curiosità che non riescono a contenere. La felicità per ciò che sta per succedere. L'impazienza che sempre meno riescono a gestire. Il batticuore che si sente distintamente nel petto. L'ansia di non saper bene come fare o cosa dire. 
E finalmente arrivano le cinque. E Bill non fa neppure in tempo ad uscire dall'ufficio per salutare la mora, che lei ed il rosso sono già fuori dal locale. 
«Forse questa è la volta buona per lei.» commenta il proprietario del bar, facendo annuire James, che «Già, lo credo anch'io.» concorda, con il sorriso sulle labbra, perché è seriamente sicuro di averci visto giusto tra il rosso e la mora.
 
«Dove vuoi portarmi?» chiede la ragazza quando sono ormai parecchio distanti dal locale, cogliendo Michael totalmente impreparato, perché non aveva minimamente pensato a nessun posto in particolare per quell’evento. Aveva solo cercato di trovare il coraggio per farlo, ma non aveva pensato al resto. Però...
«Vieni con me.» le dice, facendo intrecciare le loro dita ed accarezzando piano quella pelle tiepida. E si sorprende nel notare quanti brividi riesca a procurargli fare una cosa simile come quella. Si sorprende nel percepire che, grazie alle loro mani unite, gli spazi vuoti dentro di lui sembrano colmarsi, lentamente, quasi timorosi di non voler cicatrizzarsi sul serio, come se fossero quelle ferite che si porta dentro da mesi a comandare tutto, perché lui non è forte abbastanza per contrastarle.
Soprattutto, si sorprende del senso di pace che quella stretta riesce a dargli, senza che lui chieda niente, senza che abbia fatto intendere ciò di cui aveva bisogno. Pace. Tranquillità. Nessuna preoccupazione. Assoluto silenzio nella sua testa. È questo ciò di cui ha bisogno e che, prima di Hollie, non era riuscito a trovare da solo.
E sorride, Michael, mentre porta un braccio sulle spalle della mora per avvicinarla a sé e tenerla stretta, quasi a non voler farla scappare, quasi come se non volesse perderla. Perché è proprio così: Michael tiene troppo ad Hollie per permettersi di perderla o di mandare a puttane tutto quello che in quei due mesi li ha uniti in un modo che nessuno dei due avrebbe mai creduto possibile. Un qualcosa che forse sta iniziando a capire ma che comunque non riesce ad accettare, non ancora, sempre a causa di quelle ferite che gli ricordano cose troppo recenti per essere dimenticate così in fretta.
E nonostante tutto, quei due mesi passati in compagnia di quella ragazza sono stati i migliori della sua vita, questo non può e non vuole negarlo, per nessun motivo al mondo. Due mesi in cui ha notato quanto la loro amicizia – o in qualsiasi altro modo si possa chiamare quel che c’è tra loro due – si sia rafforzata, intensificata, fino a diventare qualcosa di più. Un qualcosa di cui però lui ha paura e non è del tutto sicuro di voler conoscere fino in fondo. Eppure… Hollie è lì, accanto a lui, e non lo ha mai lasciato, neppure una volta. Inconsapevolmente, si è presa cura di lui per tutto quel tempo, lenendo quel dolore che lo avrebbe ucciso lentamente, a lungo andare, se fosse rimasto solo. Ed ecco perché non vuole perderla: perché sa che senza di lei non saprebbe più come fare. E si ritrova a sorridere, un po’, Michael, senza un perché ben preciso.
Hollie sorride tra sé e sé a vederlo così, un po’ meglio rispetto a come lo aveva conosciuto, nascondendo poi il viso sul petto di Michael e facendolo ridere di gusto a causa di quel gesto inatteso e così tenero da fargli battere fortissimo il cuore nel petto, come non succedeva da tanto tempo.
«Sai che dovresti ridere più spesso?» gli dice la mora, attirando così su di sé l’attenzione del ragazzo che si ferma in mezzo al pontile dove stanno camminando da ormai qualche minuto. Lei lo osserva, non capendo il perché del suo atteggiamento. Cosa ha detto di sbagliato?
Michael le riserva un’occhiata che la scava dentro, fino nel profondo, come a voler scoprirla di tutto, come a voler conoscere ogni singola cosa di lei, senza che lui riesca a darsi un contegno. La osserva intensamente, perché quelle parole sono riuscite a toccare un tasto che nessuno sfiorava da molto tempo, un tasto che solo quelle esatte parole erano in grado di sbloccare. Un tasto che sarebbe dovuto restare al suo posto, da solo.
«Non sono uno a cui piace farlo.» risponde atono, cambiando totalmente la sua espressione e allontanando i suoi occhi chiari da quelli scuri della ragazza, dando il via ad uno di tutti quei pensieri che gli attanagliano la testa e non lo fanno ragionare per bene, non gli lasciano spazio per vedere tutta la situazione in maniera più lucida. Perché quelle parole hanno involontariamente riportato a galla così tanti ricordi che lui aveva cercato di allontanare e di nascondere da tutto e da tutti. Perché ricordare fa male, soprattutto quelle cose, che per lui sono sinonimo solo di ferite che difficilmente si cureranno e che probabilmente lo faranno restare solo. E Michael lo sa bene. Soprattutto adesso, con il cuore che gli sta chiedendo tregua, perché non ce la fa più, a reggere tutte quelle cose. È un cuore stanco, il suo, troppo stanco per portare quei pesi da solo.
Sospira e si passa una mano sul viso, cercando di calmarsi e di controllarsi, tentando di rimandare indietro quelle immagini, ma sembra tutto completamente inutile. Perché quelle immagini, nonostante tutti i suoi sforzi, sono di nuovo lì, dentro la sua testa, e lui non sa più come farli uscire, come tenerli lontani.
Hollie lo osserva. E sente gli occhi farsi più lucidi ogni secondo che passa. Perché non voleva dare il via a quel qualcosa che non conosce ma che sa che fa soffrire Michael. Non voleva farlo star male, benché di preciso ancora non conosca il perché dell’atteggiamento del ragazzo. Solo che adesso è troppo preoccupata, e proprio non sa più che cosa fare per migliorare la situazione. Perché vedere Michael distrutto, con gli occhi che celano una richiesta immensa di aiuto che lui si ostina a non far uscire sono la cosa più straziante di tutte.
Ecco perché, alla fine, Hollie prende il viso del ragazzo tra le sue mani fredde, facendo così scontrare nuovamente i loro occhi così diversi nel colore ma così simili nei sentimenti che celano.
«Michael, io… Io non so cos’hai, ok? Non lo so, e questa cosa mi uccide, perché… Perché, cazzo, vorrei aiutarti e non so come fare. Vorrei prendere tutto quel che hai dentro e buttarlo chissà dove. Perché tu non hai idea di quanto mi faccia male vederti così.» e si ferma, non aggiunge altro perché non serve. Perché non avrebbe mai creduto possibile tirar fuori i suoi pensieri così. Perché il cuore sta battendo troppo forte nel petto, per l’ansia e l’adrenalina che le circolano dentro, a causa di tutto quel coraggio che le è servito per lasciarsi andare, per aprire il suo cuore a Michael e renderlo partecipe del fatto che a lui ci tiene, e neppure poco.
Si ferma anche perchè lo sguardo del ragazzo davanti a lei adesso è cambiato ancora, impenetrabile, diffidente, stanco, forse lontano, assente da tutto quello che c’è attorno a lui. Eppure…
«Hollie, io… Ho una paura fottuta.» riesce a rispondere a mala pena lui, con la voce molto più simile ad un sussurro, perché non è abituato a permettere agli altri di entrare e di conoscere le sue paure. E perché le parole della mora si sono impresse nella sua mente come un marchio, indelebile, profondo, che non vuole andarsene da dentro di lui per nessun motivo al mondo, come se avesse il potere di sanare almeno un po’ quello che ha dentro e che lo manda in pezzi ogni volta che torna, ogni volta più potente di quella precedente.
«Mike, ci… Ci sono io con te. E ti prometto che da solo non ti lascio.»
Il rosso sorride e non ci pensa due volte a stringere la mora in un abbraccio così inaspettato da lasciarla senza respiro per un po’. Un abbraccio caldo, dolce, timido, un po’ impacciato. Esattamente come loro due, che non vogliono ammettere che qualcosa c’è, un qualcosa di forse troppo intenso e senza alcuna logica, che li spaventa da morire, a causa delle ferite e a causa dell’inesperienza che li segnano. Un abbraccio a cui Hollie si ritrova a rispondere stringendo quel ragazzo come se dovesse salvarlo da quel baratro in cui sta lentamente cadendo, nonostante tutti gli sforzi che fa per cercare di uscirne. Un abbraccio che marca ancora di più quanto siano diventati indispensabili l’uno per l’altra, quanto si vogliano bene senza neppure rendersene conto.
 
«Allora ci rivediamo domani al bar?» chiede Hollie, sulla porta dell’appartamento del ragazzo, con il sorriso sulle labbra, sperando in una risposta positiva che non tarda ad arrivare, con un cenno affermativo del capo del rosso che «Ci vediamo, scricciolo.» dice salutandola e facendole nascere sulle labbra un sorriso che non va via quando gli lascia un bacio leggero sulla guancia e neppure quando si chiude la porta alle spalle.
Porta su cui Michael si ritrova pochi secondi dopo a battere i pugni, con le lacrime che gli rigano le guance in silenzio, mentre i singhiozzi cercano in ogni modo di uscirgli da petto. Perché, nonostante sia stato il pomeriggio migliore di tutti dopo tanto tempo dopo quel momento di debolezza, Michael non ha fatto altro che vedere due occhi blu nella sua testa, mentre era con Hollie, occhi che non voleva ricordare, che hanno rovinato tutto anche se lui aveva cercato di non darlo a vedere, che hanno mandato a puttane in un secondo quello che aveva costruito con la mora. Gli occhi di Abby.





Letizia
Ciao a tutti, cari i miei lettori! <3
Allora, che capitolo denso anche questo! Insomma, i nostri Hollie e Michael sono usciti insieme! Topolini loro.
Che poi, ve lo sareste mai aspettate Michael che le chiede di uscire? Bello questo nostri bimbo! Però... C'è questa Abby che ha rovinato tutto, in un istante.
Secondo voi, chi è e che cosa è successo con Michael? Dai dai, voglio tante idee, tante supposizioni! Insomma, fatemi sapere, che ci conto! <3
E, per favore, se avete tempo e voglia, vi va di passare pure da Inatteso? Giuro, tengo moltissimo a quella storia, e vorrei più pareri possibili per migliorarla oppure sapere che cosa ne pensate.
Grazie di tutto, come sempre. Non so come farei senza di voi. Siete meravigliosi!
AVVISO NUMERO 1: DAL 7 GIUGNO TORNO A POSTARE UNA VOLTA A SETTIMANA, quindi tenetevi pronti u.u
AVVISO NUMERO 2: TRA QUALCHE GIORNO ARRIVERA' LA NUOVA LONG SU ASHTON, esattamente dal 1° giugno. Si chiamerà Insegnami a vivere, ed intanto vi lascio il banner:

 
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Poi, ho scritto un OS ROSSA SLASH (MUKE), per chi avesse voglia di dare un'occhiata, eccola qui: A little bit of wine.
Detto questo, vi saluto, con un bacione immenso ed ancora un grazie infinito! Vi voglio bene, Letizia <3

 

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Capitolo 7
*** 7. Differenze e gelosia ***


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(Per cortesia, leggete le note in fondo, sono importantissime oggi! <3)
7.
Differenze e gelosia
 
 
 
E da quel pomeriggio sono passati intanto altri tre mesi.
Mesi durante cui i sentimenti di Hollie per Michael si sono intensificati, si sono approfonditi, si sono delineati meglio e in un modo che neppure lei avrebbe creduto possibile. Si sono fatti più vividi e più chiari, comprensibili, giorno dopo giorno. Si sono fatti vivi sempre più spesso, prendendo campo nel cuore della mora che si è lasciata trasportare, si è lasciata invadere da quelle sensazioni che prima di allora non aveva mai conosciuto. Sensazioni ed emozioni che si sono rivelate essere molto più belle di quanto avesse immaginato, che hanno toccato ogni angolo del suo cuore e della sua anima riscaldandola con quel sentimento che adesso è completamente sicura di provare. Adesso è sicura di essersi innamorata, Hollie.
Si è innamorata di Michael.
E l’ha capito lentamente, di essere diventata preda di quel sentimento.
Forse per il fatto che nessuno l’hai mai incuriosita come ha fatto Michael. Forse perché non ha esitato neppure un secondo a decidersi di aiutarlo con quel problema che ancora non conosce. Forse perché lo pensa di continuo, senza farlo di proposito, sempre più spesso da quando sono usciti. Forse perché le batte fortissimo il cuore ogni volta che sono insieme. Forse perché si sente tremendamente bene ogni volta che lui la chiama o le invia un messaggio. Forse perché si è resa conto che, senza di lui, non ci sa proprio stare.
Perché lo vorrebbe con sé sempre, in ogni momento della sua vita. Lo vorrebbe con sè appena si sveglia, a colazione, a pranzo, a cena, quando è felice, quando si sente triste, quando è arrabbiata. Lo vorrebbe con lei ogni giorno, perché solo lui riesce a riempire le sue giornate, a dare un senso a tante cose che prima di lui non lo avevano. Lo vorrebbe con sé perché ha bisogno di lui.
Perché Michael le ha dato una forza che non avrebbe mai pensato di avere dentro, per affrontare i problemi che in quegli ultimi tempi le si sono presentati davanti: James che è stato operato, sua madre che ha perso il lavoro, il locale che per forze maggiori ha perso clienti, Mey che si è trasferita a Melbourne per l’università.
Michael… Il suo chiodo fisso da ormai cinque lunghi mesi.
Mesi durante cui ha finalmente scoperto quel sentimento che chiunque conosce in un modo o nell’altro. Mesi durante cui è riuscita a conoscere meglio quel ragazzo. E forse si è innamorata pure così, Hollie: conoscendolo, armata di tutta la sua pazienza. Si è innamorata dei suoi silenzi prolungati, delle sue risposte secche e dure, dei suoi occhi lucidi e stanchi, di quei capelli tinti di rosso, dei suoi gusti musicali un po’ particolari, dei suoi momenti di rabbia improvvisi e dei suoi sorrisi rari.
Si è innamorata delle loro mani che si uniscono sempre più spesso, dei loro occhi che si cercano senza tregua, degli abbracci che sono diventati parte integrante dei loro saluti – come i baci sulle guance di cui lei nono riesce mai a fare a meno – e delle sensazioni che solo lui è in grado di farle nascere dentro al cuore.
Si è innamorata, e non c’è sensazione migliore di questa.
Ed è con questa consapevolezza che ha combattuto, durante quegli ultimi tempi. Perché si è accorta che Michael non sta bene, che lentamente il dolore sta tornando dentro di lui. Ed è proprio con quella consapevolezza che ha agito, con più tenacia e con più determinazione. Perché non vuole perdere Michael, per nessuna ragione al mondo. Non può permettersi di perdere quella persona che lentamente gli è entrata dentro al cuore per non lasciarlo più. Perché vuole aiutarlo, vuole togliergli quel peso che ha dentro al cuore da troppo tempo, vuole aiutarlo a dimenticare, vuole aiutarlo a combattere quel dolore che neppure lei riesce più a sopportare, vuole fargli tornare il sorriso sulle labbra.
Vuole dargli tutto quell’amore che ha dentro e che è solo per lui. Lui, che la fa stare bene senza rendersene minimamente conto. Questa è forse una delle poche certezze che ha e che vuole seguire fino in fondo, a cui mai potrebbe rinunciare. Perché non vuole rinunciare  a Michael, per nessuna ragione al mondo.
 
Michael… Che invece non sta bene, per niente.
Michael, che ha provato a combattere da solo i suoi ricordi ma non ci è riuscito. Che ha tentato di combattere il dolore da solo ma è stato sconfitto. Che ha cercato di estirpare quel senso di vuoto e di inadeguatezza da dentro il suo cuore, ma non ce l’ha fatta.
Perché Abby, a causa di tutto quello che gli ha fatto, gli ha tolto pure il cuore, gli ha tolto pure la voglia di innamorarsi e di mettersi in gioco, gli ha tolto la forza che aveva per uscire dalle brutte situazioni, gli ha tolto il calore e e la voglia di vivere. Gli ha tolto ogni singola cosa.
Poi però è arrivata Hollie. E tutto è cambiato. Perché con lei, Michael si sente di nuovo vivo, sente che il dolore può combatterlo, si sente un po’ più forte, sente che i pochi cocci rotti che sono rimasti di lui si stanno rimettendo al loro posto, sente che quelle ferite che aveva dentro stanno guarendo.
E tutto grazie a quella ragazza mora, che non l’ha mai lasciato, che non se n’è mai andata, che gli ha dato molto di più di quanto lui si sarebbe mai aspettato, che l’ha aiutato senza mai chiedere niente in cambio, che è sempre stata paziente, che non ha mai forzato niente.
Hollie. La sua amica. La ragazza per cui sa di provare qualcosa di forte.
Eppure, proprio quel provare qualcosa di forte per lei è ciò che lo blocca, che gli provoca dolore. Perché lui lo sa che Hollie e Abby sono completamente diverse, sa che la mora non gli farebbe mai del male, sente che forse lei potrebbe dargli quell’amore di cui tanto ha bisogno per stare bene, sente che forse con Hollie potrebbe essere la volta giusta, che forse potrebbe davvero trovare quel qualcuno che lo vorrà nonostante tutto, che gli darà quell’amore di cui sa di avere un bisogno disperato.
Agogna amore, Michael, come non l’ha mai fatto nessuno. Lo agogna eppure allo stesso tempo ne ha paura, e non sa spiegarsi perché. Forse perché stava bene quando era innamorato. Eppure è proprio a causa dell’amore se adesso è in quelle condizioni. Ma non si fida, Michael. Non si fida più dei sentimenti che prova, non si fida perché non è pronto a dare nuovamente tutto, a mettere nuovamente in gioco tutto quel poco che ha per poi venir mandato via con niente, con a malapena la forza di respirare.
E non sa più che cosa fare. Perché Michael non è più riuscito a togliersi dalla mente i ricordi legati ad Abby.
Quei ricordi che si sono impiantati lì, nel cuore, nella testa,e non l’hanno mai lasciato in pace. Quei ricordi che hanno rovinato quel piccolo e debole rapporto che stava costruendo con Hollie. Quei ricordi che hanno mandato a puttane il suo sforzo. Perché le cose all’inizio stavano andando bene, cazzo, stavano andando davvero bene. Lui stava meglio e non pensava più alla sua ex, perché c’era Hollie che occupava la sua testa e anche un pezzo del suo cuore. C’era lei e andava tutto bene.
Però adesso non basta più. Non basta più tenerla nella testa o portarla nel cuore. Per far funzionare tutto dovrebbe averla sempre vicino, sul serio, nella sua vita, ogni giorno, e dovrebbe combattere tutti i suoi demoni, le sue paure e le sue ferite. Dovrebbe vincere tutte quelle cose. Ma se Hollie non è accanto a lui, che senso ha tutto questo? Che senso ha stare male se lei potrebbe benissimo non voler stare con uno come lui? Perché sotto sotto lui ha sempre visto bene la mora con Luke, il suo coinquilino, entrambi sempre di buon umore, sempre sorridenti e pronti ad aiutare in qualsiasi modo. E la capirebbe, Hollie, se per caso incontrasse il suo migliore amico e magari trovasse quello giusto per lei. Glielo augurerebbe con tutto il cuore.
Perché nessuno vuole un puzzle a cui mancano troppi pezzi. Nessuno vuole una persona che non ha più niente e che non vuole dare quel poco che gli è rimasto.
La capirebbe se decidesse di allontanarsi da lui. Ma farebbe male allo stesso modo.
Perché Michael lo sa, di essersi innamorato di lei. Lo sa, lo sente dentro che quelle sensazioni che provava all’inizio della loro amicizia non erano semplici sensazioni, da relegare in un angolo. Lo sentiva che quella sua voglia di vederla sempre, il più spesso possibile, non era dovuta solo alla curiosità. Avrebbe dovuto intuire il perché del suo continuo batticuore, ogni volta che posava gli occhi su di lei.
Lei, che gli è entrata dentro in silenzio, quasi in punta di piedi, per non far rumore, per evitare di mandare in frantumi quel poco che c’era da salvare. Lei, che gli è stata vicina nonostante lui non le avesse mai chiesto niente. Lei, che con un semplicissimo sorriso riesce a migliorargli la giornata. Lei, che lui pensa ogni minuto.
Lei, per cui si è reso conto di essersi innamorato nel momento peggiore di tutti.
Perché anche se è sicuro dei suoi sentimenti, benché senta che forse potrebbe riprovare, il ricordo di quel che è successo con Abby lo frena. Perché ha troppa paura di soffrire ancora.
 
Quella sera al locale di Bill c’è parecchia gente, la musica più alta del solito e molte più ordinazioni che circolano dal bancone ai tavoli. Un’eccezione in quell’ultimo periodo durante cui la clientela era diminuita parecchio. Un’eccezione presa con il sorriso sulle labbra da Bill e da Hollie, che quella sera si sta divertendo un mondo a preparare bibite e servire i clienti ai tavoli, mentre il proprietario è dietro al bancone a riempire i boccali di birra o i calici di spumante o vino.
La ragazza sorride divertita nel vederlo alle prese con un Chianti rosso scuro che per non poco andava a finire in terra, rovinando il parquet vecchio quanto il locale ma sempre perfetto. E fa quasi per prendere i bicchieri ormai vuoti su un tavolo, quando una mano che picchietta sulla sua spalla non la fa voltare.
E subito lei sgrana gli occhi per l’immensa sorpresa, perché proprio non si sarebbe mai aspettata lui in quel posto. Suo cugino che viene a trovarla, questa sì che davvero è una cosa bellissima.
«Luke! Che ci fai qui?» chiede a voce parecchio alta per superare il volume della musica.
«Sono venuto a salutarti, non posso?» risponde lui divertito, passandosi distratto la mano tra i capelli biondi.
Hollie ride e lo abbraccia di slancio, lasciandosi stringere dal ragazzo che la alza da terra. Caspita, da quanto tempo non si vedevano loro due? Un’eternità.
«Come te la passi con il vecchio Bill?» chiede il biondo appoggiandosi al muro.
«Bene, per fortuna. In fondo sono l’unica dipendente che ha.» risponde lei divertita. «Tu, invece, novità?»
«No, né con l’Università, né con gli altri. Ah, Ashton mi ha chiesto di salutarti.»
La mora ringrazia e poi abbraccia di nuovo il ragazzo, perché lui deve andare da un’altra parte e lei deve tornare a lavoro. Ed è proprio mentre stringe a sé il cugino, che nota due occhi verdi nell’angolo opposto della sala. Occhi verdi che riconoscerebbe dovunque e che adesso la stanno osservando straniti, vuoti, spenti, eppure allo stesso tempo disperati, stanchi e pieni di una rabbia sorda che Hollie non riesce a spiegarsi.
Perché Michael ha visto tutto. Ha visto come Luke e Hollie si sono salutati. Ha visto come lei guardava il biondo, l’ha notata bene quella scintilla in quegli occhi scuri che lui non ha mai neppure intravisto quando erano insieme. Ha visto come si sono stretti, ha visto come si sono sorrisi e come parlavano, quasi si conoscessero da tutta una vita. Ha visto quanto Hollie fosse felice di vedere il suo migliore amico. Ha notato pure quanto lo fosse Luke, che mai prima di allora aveva visto così felice.
Non ha bisogno di spiegazioni, non ha bisogno di niente. Ha solo bisogno di altro tempo, per immagazzinare il dolore che già sente arrivare, che va sommato a quello che non è andato via. Ha bisogno di tempo, perché si è reso conto troppo tardi di amare Hollie. E ora lei è di qualcun altro. E forse è meglio così, forse non era destino che loro due potessero avere qualcosa insieme. Però fa male, fa male comunque.
Perché un po’ Michael è geloso. Perché avrebbe voluto avere Hollie tutta per sé, perché non avrebbe mai pensato di poterla condividere con qualcuno. E, nonostante sappia che Luke è un bravissimo ragazzo, non è pronto a lasciar andare la mora. Però non sa che fare, si sente impotente e svuotato di tutto.
Perché lui in fondo, ci aveva sperato che con lei potesse essere la volta buona. Aveva creduto che con lei non avrebbe più sofferto. Aveva pensato che forse sarebbe potuto essere felice e che sarebbe stata lei a donargli quell’amore di cui aveva un bisogno disperato. Ma non sarà così. E a lui non resta che farsene una ragione, in silenzio, senza ribattere a quella decisione che il destino ha preso per lui. Ecco perché se ne va da lì.
E Hollie lo vede andarsene, li vede quegli occhi diventare lucidi, lo vede quello sguardo spento. E l’unica cosa che le interessa è risolvere la questione. Perché forse ha capito. Forse ha capito che cosa è successo a Michael, forse ha capito cosa gli provochi tanto dolore. Ed è per questo che vuole rimediare, perché vuole salvarlo e vuole spiegargli che quel che ha visto è solo un errore.
Perché lei è innamorata di Michael, non di Luke, come invece crede lui. Ma questo, lei non lo sa.
«Io, scusami… Ma devo andare.» dice infatti al cugino prima di correre a prendere la giacca per poi uscire e seguire Michael per le strade poco trafficate di quel venerdì sera. Deve trovarlo.
E Luke la lascia andare. Perché anche lui ha visto Michael, al locale, e non ha avuto bisogno di molto tempo per collegare tutti i fili. Spera solo che per entrambi quella si riveli essere davvero la volta buona.






Letizia
Ciao bellissimi! <3 Allora, che dirvi di questo capitolo
E adesso, passiamo agli avvisi :/. Scusate, ma per tutto giugno sarà così. Allora, abbiamo una Hollie che si rende conto di AMARE MICHAEL (saltimao felici e urliamo di felicità *^*)!!!! Brava la nostra piccina! ;) :3
E, cosa ancora più bella, anche Michael si rende conto di AMARE HOLLIE. Ma che caro che è!!!!!! Solo che, purtroppo, il nostro caro ragazzo dai capelli colorati ha ancora in testa questa Abby. E ricordo di questa qui fa diventare Michael geloso di Hollie e di Luke. Piccolino il nostro amore *^*. 
Dai dai, non disperate, che nei prossimi capitoli ne vedremo di belle, parola di Leti. E mi raccomando, fatemi sapere quel che ne pensate della storia! Anche 20 parole di numero sono sufficienti, non chieso moltissimo. Sul serio, mi farebbe davvero tantissimo piacere sapere che cosa ne pensate, anche poco mi basta! Non ho mai mangiato nessuno, giuro! Quindi non preoccupatevi! <3
Detto questo, passerei agli avvisi e al promemoria degli aggiornamenti:
- ogni lunedì e giovedì (aka, DUE VOLTE A SETTIMANA) aggiornerò Insegnami a vivere. (la storia su Ashton *^*)
- ogni mercoledì aggiornerò Links. (la storia a 4 mani con Nanek finalmente online!)

- ogni giovedì aggiorno pure Inatteso.
- ogni sabato aggiornerò The only reason e Give me love and fill me in, tanto manca poco alla fine di entrambe queste storie u.u
Quindi, giugno sarà un mese davvero intenso per me con tutte queste fanfiction :P. Ma non disperate, mi sono organizzata al meglio e non dovrebbero esserci problemi, o almeno lo spero.
Grazie di tutto, sul serio, grazie per ogni cosa! <3 Vi amo davvero troppo, sappiatelo, sappiate che senza di voi questa piccolina non ci sarebbe stata. Ricordatevelo sempre ;) <3
Un bacione e a presto, Letizia <3

 

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Capitolo 8
*** 8. Storia ***


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8.
Storia
 
 
 
«Michael, aspetta!»
Hollie grida, lo chiama ad alta voce, sperando che lui si fermi, che la ascolti, che non pensi male, che non creda che tra lei e Luke possa esserci qualcosa. Perché forse sa che quella sensazione riguardo ai pensieri di Michael che ha provato non è del tutto errata. Spera solo che non sia come sta pensando lei, perché proprio non vorrebbe perdere quel ragazzo per nessuna ragione al mondo. È troppo importante per lei, e non ce la fa a lasciarlo andare. Spera solo di non averlo ferito, perché non potrebbe mai perdonarselo. 
Però lui non si ferma, non vuole starla a sentire, non gli importa di quel che vuole dirgli, non ha voglia di sentire scuse e menzogne a cui già sa di non riuscire a credere. Tanto è sempre la stessa storia. Non ci sarà mai la volta buona per lui, per poter dire di aver trovato quella giusta. Solo tante belle parole e tante stronzate, sono tutte puttanate. E l'amore è la bugia più grande del mondo. 
Questa è l’unica cosa di cui è sicuro, per ora. Anche se poi sicuro del tutto non lo è. Perché adesso, Michael, non è più sicuro di niente, non ha più alcuna certezza a cui potersi tenere per non affondare di nuovo.
Continua a camminare, con il cuore che gli batte forte nel petto e gli fa mancare un po' il respiro, non lo fa pensare, non lo fa voltare indietro, verso quella ragazza mora che sta correndo pur di farlo fermare, pur di non lasciarlo andare. E quei passi dietro di lui, Michael li sente, forti e chiari e così nitidi da far ancora più male, da rendere tutta quella situazione ancora più difficile da affrontare. 
«Michael!» Hollie lo chiama ancora, con la voce spezzata e con il cuore che fa dannatamente male, con troppi pensieri che le attanagliano la testa, con quella flebile speranza che ha e che non vuole andarsene. Perché, diamine, Michael deve capire che è stato tutto un malinteso. Deve capire che nel suo cuore c’è posto solo per lui e per nessun altro al mondo. E del perché se ne frega, Hollie. Perché adesso non ha bisogno di risposte, ha solo bisogno di agire, deve agire.
Ma il ragazzo non si volta, non la degna neppure di uno sguardo. Semplicemente, cerca di starle il più lontano possibile, perché non sa cosa potrebbe fare se fossero l'uno davanti all'altra. Perché quei fottutissimi ricordi di lui e di Abby non vogliono dargli pace, non vogliono andarsene dalla sua testa e neppure dal suo cuore, nonostante lui lo voglia con tutto se stesso. Continua a camminare, con il cuore che si sgretola lentamente per la gelosia, la delusione, il dolore che avrebbe soltanto voluto tenere il più lontano possibile. Arriva alla porta del suo condominio con gli occhi lucidi e con il cuore che fa male, ma male sul serio. E fa per aprirla, quella porta, così da poter lasciare tutto il resto fuori, e tenere dentro quel poco di buono che gli rimane. Ma la mano di Hollie che lo blocca lo fa sussultare e lo fa voltare verso di lei nella frazione di un secondo.
«Cosa vuoi da me?!» le urla contro, occhi contro occhi, con tutta la rabbia che ha dentro e che non lascia spazio a nessun altro sentimento, non adesso, quando sono la gelosia ed il dolore a parlare per lui in quella situazione troppo delicata per la quale Michael non vede una bella fine.
Hollie non risponde, o almeno non subito, persa com’è in quello sguardo duro e freddo che non ha mai visto sul viso del ragazzo davanti a lei. Non si sarebbe mai aspettata che Michael le avrebbe urlato contro, non si aspettava quel suo essere così freddo nei suoi confronti. In realtà, non si aspettava niente. Solo che fa male, sentire di non essere ben accetta. Fa male sapere di averlo ferito senza volere. 
«Voglio solo spiegarti come stanno le cose.» risponde a stento, con la voce molto più simile ad un sussurro, che si fa sentire a fatica. Perché un po' di paura, Hollie ce l'ha. Perché lei non vuole perderlo. Vuole dimostrargli quanto lui conti per lei, quanto sia diventato importante in così poco tempo. 
Ma Michael scuote la testa, affranto, e «Non voglio sapere niente da te.» le fa sapere, con un tono di voce così duro da lasciarla completamente senza parole. 
Lui si volta e non la guarda neppure per un secondo. Apre la porta ed entra. Però li sente lo stesso i passi di Hollie che lo seguono sulle scale. E tutto fa ancora più male. Perché ora come ora vorrebbe solo dimenticare tutto e lasciarsi andare, perdersi e non tornare più. 
Entra nel suo appartamento e fa per chiudere la porta. Ma il piede della mora la blocca e la ragazza riesce ad aprire. Ed è quando finalmente i loro occhi si incontrano di nuovo, che ogni cosa cade completamente. 
Perché sembra che nel color cioccolato della mora ci sia quel qualcosa che Michael stava cercando da tutta una vita e che finalmente ha trovate. Eppure non si fida, lui. Non adesso che ha capito come stanno le cose.
Hollie invece rimane ancora più basita, perché non avrebbe mai creduto che una persona potesse provare tutto quel dolore, solo per amore, solo per aver donato la cosa più bella di tutte. E lo vede in quegli occhi verdi da sembrare trasparenti, lo vede quel dolore sordo e duro che Michael non è riuscito a combattere.
«Michael, io–»
«Non mi interessano le tue cazzo di spiegazioni!» esclama lui, abbassando velocemente la testa e dirigendosi a passo veloce in cucina, non chiudendo la porta di casa. Perché vuole scappare, Michael. Perché sa di non essere forte abbastanza per affrontare quella situazione. Perché, a conti fatti, lui non avrebbe neppure il diritto di comportarsi così con Hollie. Lei non è sua, non lo è mai stata. E forse da adesso non lo sarà mai.
Apre il mobile vicino al frigo e ne estrae una bottiglia piena di un liquido trasparente. Un liquido che avrebbe voluto non dover bere più per il resto dei suoi giorni. Perché con Hollie aveva creduto di aver trovato la sua medicina, eppure non è così. Lei è di Luke, o almeno è molto vicina a diventarlo, quindi che senso ha continuare a farsi mille illusioni.
Ed è per questo che si attacca a quella bottiglia di vodka liscia che Luke tiene sempre di riserva per quando va alle feste con gli altri due. Ed è mentre beve, mentre lascia che lentamente l’alcol gli annebbi ogni senso, che non sente i passi di Hollie che arrivano.
Hollie, che entra nella stanza e gli strappa la bottiglia dalle mani.
Hollie, che non vuole lasciarlo andare, non vuole lasciarlo cadere per nessuna ragione al mondo.
Hollie, che aveva esitato un attimo prima di seguire Michael in casa sua.
Hollie, che adesso lo sta guardando così intensamente da lasciarlo completamente spiazzato.
«Lasciami stare.» le dice, ma non ci crede neppure lui, perché vorrebbe invece che nonostante tutto lei restasse, che lo salvasse da quello che sta diventando, che lo aiutasse a togliere da dentro di lui quei ricordi troppo scomodi che fanno male, che lo feriscono senza lasciargli via d’uscita.
«Certo, così poi continuerai a bere e a non risolvere niente.» commenta la mora. Ed è la prima volta che Michael sente quel tono duro e severo nella voce della ragazza, un tono pieno di rimprovero, un tono che un po’ lo scuote, che lo fa reagire, anche se non nel modo migliore.
«Ma cosa puoi saperne tu? Cosa puoi capire?!»
«Allora aiutami a capire, Michael!» esclama lei in risposta, esasperata da quel comportamento testardo con cui ha a che fare da quando lo ha conosciuto, perché lei non lo capisce, è vero, ma vorrebbe tanto poterlo fare, se solo lui non glielo impedisse tutte le volte.
«Io voglio aiutarti, Michael. Sono qui e non ti lascio.» continua, con la voce che secondo dopo secondo diventa sempre più flebile, quasi un sussurro, man mano che si avvicina al ragazzo per far intrecciare le loro mani, per fargli capire che lei non se ne andrà e che lo aiuterà, a qualsiasi costo.
«Non puoi aiutarmi Hollie. Nessuno può farlo.» ribatte lui. E chissà, magari è davvero come dice lui.
Ma Hollie scuote la testa, testarda pure lei, e si avvicina ancora di più a Michael. Ha fatto così tanto in quegli ultimi mesi per cercare di farlo stare meglio, e non può mollare, non adesso quando ormai è ad un passo da cambiare tutto, forse.
Fa incontrare i loro occhi prima di parlare. Cioccolato nel verde.
E una scossa attraversa il loro cuore; una scossa che entrambi ormai conoscono bene, che non riescono più a negare a loro stessi, nonostante tutto; una scossa che si fa sentire fin nel loro angolo più profondo e li fa fremere, li fa tremare quel tanto che basta per renderli consapevoli una volta per tutte di quel sentimento che ancora non riescono a capire del tutto e che li lega in un modo che non avrebbero mai creduto possibile.
«Io voglio provarci invece.» dice Hollie, decisa come mai prima di allora era stata in vita sua.
«Non serve combattere per me, Hollie, tanto ormai ci ho rinunciato.» risponde Michael, affranto, stanco, spossato, deluso da tutto quello che sta succedendo e che vorrebbe tanto cambiare.
«Io a te non rinuncio, sappilo.» continua la ragazza, testarda, riuscendo ad ottenere l’attenzione dell’altro.
E Michael, a quelle parole, inizia lentamente a capire di aver fatto un enorme sbaglio, che forse le cose tra Hollie e Luke non stanno come pensava lui, che forse Hollie per lui c’è, c’è davvero e non scappa via. Glielo ha appena fatto capire. C’è e non la perderà. C’è e c’è sempre stata in tutti quei mesi senza mai lasciarlo una sola volta. E forse è l’ora che lui si apra, che le racconti quel dolore di cui non riesce mai a liberarsi. Perché è il minimo che possa fare per ringraziare la mora di tutto quello che ha fatto per lui senza chiedere niente in cambio, neppure una sola volta.
«Allora hai voglia di sentire una storia?»
E a quelle parole, Hollie finalmente capisce che è arrivato il momento che tanto aspettava. Forse Michael le rivelerà il perché di tutto il suo dolore. Solo… è davvero pronta per affrontare quella rivelazione? È davvero pronta ad entrare completamente nella vita di quel ragazzo che ha stravolto la sua senza chiederle neppure uno straccio di permesso? È davvero sicura di essere abbastanza forte per poter continuare ad aiutarlo? Non lo sa. Non sa più niente, Hollie, non adesso. Non con gli occhi lucidi di Michael davanti ai suoi.
Per questo annuisce e basta, perché forse le parole vanno risparmiate per un altro momento.
 
E Michael parla, parla tanto, con la voce che trema, con il cuore che fa male, con le lacrime agli angoli degli occhi, come se fossero indecise se scendere o meno. Racconta la sua storia con il cuore in mano, perché nessuno – oltre ai suoi migliori amici – ne è al corrente proprio perché lui non si è aperto con nessun altro a parte loro. E fa male, fa male ricordare, fa male riaprire anche solo di poco quelle ferite che aveva cercato di curare in tutti quei mesi. E ci sarebbe pure riuscito, se solo Abby non gli fosse tornata in mente. 
Hollie lo ascolta in silenzio. Non commenta, non gli fa sapere quello che pensa. Ascolta attenta ogni singola parola che esce da quelle labbra rosee e lascia che le entrino nel cuore per restarci e per farle capire tutto sul serio. E lo capisce davvero, Michael, lo capisce e resta ancor più sconvolta quando capisce il motivo. Un motivo che aveva intuito a malapena e che credeva fermamente che non fossi quello giusto. E si maledice per essersi sbagliata così tanto. 
«Avevo diciassette anni quando i miei divorziarono senza… Senza darmi uno straccio di spiegazione…» inizia, ma subito la voce trema e lui deve fare appello a tutto le sue forze – compresa quella che la mano di Hollie nella sua gli dà – per non cadere di nuovo, per non venir risucchiato da quei ricordi che fanno ancora male e che sembra non vogliano lasciarlo in pace. «Stavo male, Hollie. Io… Per me loro erano tutto e vederli… Vederli divisi mi ha distrutto, completamente… Erano forse l’unico cosa sicura nella mia vita, per il semplice fatto che cercavano di andare avanti nonostante tutte le difficoltà… Ma alla fine hanno infranto tutto…» e si ferma di nuovo, Michael, perché ricordare dei suoi genitori che si urlano contro giorno dopo giorno a tutte le ore non gli ha mai fatto bene; per questo si affretta a continuare, perché non vuole più pensarci, per il momento. «Io… Non sapevo cosa fare… Avevo iniziato a bere e a chiudere tutto di me… Non parlavo con nessuno, trattavo tutti male… Poi… È arrivata Abby. E ti giuro che tutto ha iniziato ad andare meglio… Lei… Aveva detto che ci sarebbe stata e che… Che mi avrebbe aiutato in ogni modo… Io… Io stavo bene con lei, perché non mi faceva pensare ai miei e mi faceva sentire come il re del mondo… Stavo davvero bene e ci tenevo a lei… Io… L'amavo, l'amavo sul serio. E lei lo sapeva… Solo che…» e qui si ferma.
Perché non vorrebbe continuare, Michael. Vorrebbe chiudere mente e cuore per allontanare tutto e per non stare più male. Ma sa che, qualsiasi cosa facesse, sarebbe tutto inutile. Semplicemente, si volta, e i suoi occhi chiari incontrano quelli scuri di Hollie, che lo osserva con la stessa intensità e gli sorride dolce, prima di stringere più forte la mano di quel ragazzo che non potrebbe lasciare, non dopo tutto quello che le ha detto. Ha solo un’idea molto vaga, Hollie, di quello che ha passato Michael. Ed è per questo che vuole saperne molto di più. Non le importa se e quanto male le farà. Ha bisogno di sapere per poterlo aiutare.
«Abby… Io… L’ho vista una sera in discoteca… Aveva detto che non ci sarebbe andata… Invece… Invece era con mio cugino… E si stava divertendo sotto al mio naso… Il… Il giorno dopo a casa mi sono trovato un biglietto sul frigo… È stato un bel gioco, ma adesso mi hai stancata
E a quelle parole, tra loro due piomba un silenzio pesante. Un silenzio che amplifica tutto quel dolore le lentamente sta tornando a galla.

 




Letizia
Ciao bellissimi! Mamma mia, che capitolo anche questo!
Finalmete conosciamo la storia di Mike, povero il nostro piccino :'(. Ora, lo so, non sono brava a trovare "scuse" plausibili al dolore dei miei personaggi, però credo che la cosa che ha vissuto Mike sia parecchio seria.
E beh, a questo punto secondo voi che cosa succederà? Fatemi sapere, ci conto!
Grazie come sempre per ogni cosa, sul serio, vi adoro! Grazie per recensioni, preferiti | ricordati | seguiti! <3
Scusate le note brevi, ma devo fare in fretta.

Bacio, Letizia <3

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Capitolo 9
*** 9. Dammi amore ***


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Questo è il penultimo capitolo, buona lettura! <3

9.
Dammi amore
 
 
 
Michael sospira e si passa la mano libera sul viso. Non gli viene più nemmeno da piangere. Tutta quella situazione in quegli ultimi tre anni non ha fatto che prosciugargli quel poco che gli era rimasto, lasciandolo vuoto, senza forse, senza niente a cui potersi reggere per tirarsi su dalle macerie di se stesso. Perché è distrutto, Michael. Distrutto, perché nella sua storia con Abby lui aveva messo tutto, aveva messo tutto ciò che aveva, ogni singolo pezzo di sé. Ma non era bastato. Non era bastato a tenerla con sé. E lei con lui aveva solo giocato, si era solo divertita per un tempo che le era sembrato sufficiente per poi sostituirlo con qualcun altro, come se lui fosse stato semplicemente un peso di troppo che nessuno vuole accollarsi.
Nessuno… Eccetto Hollie.
E a quel pensiero, gli occhi di Michael vanno a cercare nuovamente quelli scuri della mora. E li trovano, grandi, lucidi e sinceri davanti a lui, come a provargli che lei non se ne andrà mai, per nessuna ragione al mondo. Gli dimostrano che Hollie non è Abby, non lo è mai stata; gli fanno capire che lei con lui non ha mai giocato e che non ha alcuna intenzione di farlo, per nessuna ragione al mondo.
Hollie, invece, ignara di tutte quelle considerazioni su di lei, sta cercando ancora di capire la storia di Michael, pur di trovare un punto da cui poter partire per aiutare quel ragazzo, ad ogni costo. E non si capacita, lei, di quello che gli è successo. Soprattutto, non riesce a capire il comportamento di Abby. Insomma, perché prendersi il disturbo di giocare con i sentimenti di una persona che soffre, soprattutto quando ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto in un momento simile? Non la capisce Hollie. Non riesce a concepire una cosa simile. E si rende pure conto che neppure con le parole potrebbe aiutare Michael. Lui… Che adesso ha solo bisogno di tempo per cercare di stare meglio. O almeno questo è quello che pensa lei.
Perché per Michael le cose sono ben diverse. Lui sa di cos’ha bisogno, sa che cosa gli servirebbe per stare bene del tutto. Ce l’ha davanti. Eppure… Quella paura di stare male ancora se le cose non dovessero andar bene lo blocca, completamente. Perché non se la sente di mettere nuovamente tutto di sé in un qualcosa di poco stabile. Non se la sente di mettersi in gioco un’altra volta, anche se sono passati parecchi mesi da quando Abby l’ha lasciato. Mesi passati a stare male, a non combattere, a lasciarsi cadere e sopraffare da un qualcosa di così inaspettato e doloroso davanti a cui si è ritrovato completamente disarmato. Mesi in cui invece avrebbe dovuto far di tutto pur di dimenticare, di ripartire, di riprendere la sua vita in mano. Invece non l’ha fatto, non ha mai fatto niente. È stato bravo solo a volersi male, solo a cercare sollievo nell’alcol. Mesi che nonostante tutto gli hanno portato forse la cosa migliore di tutta la sua vita. Gli hanno portato Hollie, e non avrebbe potuto chiedere niente di meglio.
Lei, che con il suo carattere sempre diretto e allegro gli ha riportato lentamente un po’ di buon umore. Lei, che con quei pochi e semplici gesti gli ha sempre fatto capire che lo avrebbe aiutato in ogni modo.
Lei, che con la sua determinazione e il suo affetto lo ha fatto innamorare lentamente.
Lei, a cui Michael sa di dovere ogni singola cosa.
Perché Hollie gli ha permesso – senza rendersene minimamente conto – di riprendere in mano la sua vita, anche se non del tutto. Gli ha permesso, lo aiutato a rimettersi in piedi, lentamente, passo dopo passo, senza mai arrendersi, senza mai gettare la spugna. Gli è sempre stata vicina, si è sempre preoccupata. E tutto questo, lei non glielo ha fatto sapere con le parole, ma glielo ha dimostrato con i gesti e con quegli occhi scuri che Michael non si stancherebbe mai osservare. Non si stancherebbe mai di osservare Hollie.
Hollie, che sospira stanca e posa lo sguardo sul parquet del soggiorno dove sono seduti, con la schiena al muro e le mani che non smettono di stringersi forte e di accarezzarsi lentamente, con premura e un po’ di timidezza perché di preciso non sanno cosa sia meglio fare. E forse è per questo che la mora sceglie di prendere una strada diversa, almeno per adesso, per alleggerire un po’ la tensione e quella situazione che sta diventando pesante per entrambi. Perché ha bisogno di mettere tutte le cose in chiaro con Michael, e forse quello è il momento più giusto per provarci, per fargli capire che lei non è come Abby.
«Luke è mio cugino, Michael.»
A quelle parole, il ragazzo sgrana gli occhi e li punta in quelli della mora – che adesso lo sta guardando di nuovo. E non ci crede, Michael. Non riesce a credere di aver fatto un errore così madornale.
«Hollie, io–» fa per scusarsi, ma lei non glielo permette.
«Non azzardarti a scusarti!» esclama divertita, riuscendo a strappare un mezzo sorriso al ragazzo, riuscendo ad alleggerendo un po’ quella situazione diventata troppo pesante per tutti e due. «Non potevi saperlo.»
E stavolta Michael sorride un po’ di più. «Avrei dovuto, invece. Dopotutto è il mio coinquilino.»
A quelle parole, Hollie resta completamente basita, perché proprio non si sarebbe mai aspettata una cosa simile. Non avrebbe mai pensato che il mondo potesse essere così piccolo. Si volta allora verso il rosso per capire se sta scherzando o meno. E quando i loro occhi si incontrano, i due non riescono a non ridere di cuore, come se bastasse quello a cambiare le cose e a buttare nel dimenticatoio tutto quel che è successo e che si vorrebbe tanto tenere lontano.
Ma la mora è un tipo che non si arrende, mai, per nessuna ragione al mondo. Ha fatto una promessa, a Michael e a se stessa, e non ha la benché minima intenzione di venir meno a quel che ha detto. Ecco perché, con cautela, cerca di tornare sul discorso di prima, cerca di aiutare quel ragazzo che le ha sconvolto la vita senza il suo permesso, cerca di dargli tutto l’amore di cui è capace, anche se non sa come si fa.
«Mike?» lo chiama. Lui si volta e stringe un po’ le loro mani ancora saldamente unite tra loro, quasi avesse bisogno di un’ulteriore conferma che lei è lì con lui, che non lo sta prendendo in giro e che non lo lascia. Una conferma di cui ha un serio bisogno, per capire se può buttarsi o meno in qualcosa di nuovo.
Hollie risponde a quella stretta e gli sorride, intrecciando le loro dita, riempiendo quegli spazi vuoti. Ed è come pure gli spazi vuoti dentro al cuore di Michael si riempiano, lentamente, come se Hollie fosse la sua unica medicina per combattere quel qualcosa che da solo non è riuscito a buttarsi alle spalle. E lei vuole essere quella medicina con tutta  se stessa, anche se lui ancora non lo sa di preciso.
«Stai bene?» chiede lei, seria come mai prima di allora era stata. Così seria da prendere Michael alla sprovvista, soprattutto perché forse lui non è ancora pronto a rispondere, non dopo aver riaperto – anche se di poco – tutte le sue ferite, quelle stesse ferite che lo hanno condotto a quel bar pur di trovare sollievo. Lo stesso bar dove ha incontrato Hollie, di cui lui adesso non riesce più a fare a meno.
«Io…» inizia, ma non sa come andare avanti, non sa cosa dire. Forse perché non è rimasto più niente in sospeso, più niente da cercare o per cui necessitare una conferma.
«Io non lo so, okay? Non so come dovrei stare o cosa dovrei fare. Abby è ancora nella mia testa, e anche se ci sei tu qui con me, lei non se ne va.» sospira e si passa una mano sul viso, cercando di mettere un minimo di ordine in tutto quel casino che ha in testa ma che non ha intenzione di andarsene, per nessun motivo al mondo, come se tutti quei cazzo di ricordi potessero stare solo dentro di lui.
«Io… Cazzo, Hollie… Avrei solo bisogno di liberarmi da questo peso, perché non ce la faccio più… Fa male, cazzo se fa male… Io… Non voglio più pensare a Abby, solo… Non ci riesco… Io–»
E avrebbe ancora così tante cose da dire, Michael, tante cose da tirar fuori dalla sua testa e dal cuore per togliersi tutto quel peso immane che ha dentro. Ma le labbra di Hollie sulle sue lo bloccano, azzerando tutto nella frazione di un istante.
Hollie, che non ha esitato un attimo a farle combaciare, perché non ce la faceva più a sentire Michael così distrutto. Hollie, che vuole aiutarlo in ogni modo possibile a dimenticarsi di quella ragazza che è riuscita solo a ferirlo fin nel profondo. Hollie, che vuole dimostragli tutto l’amore che ha dentro solo per lui. Un amore che la mora non riusciva più a contenere dentro di sé. E la cosa che più la sorprende, che la lascia senza parole è il fatto che Michael sta rispondendo al bacio! Non l’ha spinta via – come invece lei aveva creduto. Al contrario, l’ha strinta più forte a sé, quasi non volesse lasciarla andare, ed ha approfondito il bacio.
Perché Michael non vuole perdersi neppure un istante di quello che sta accadendo tra lui e Hollie. Non vuole cambiare niente di quello che sta succedendo dentro di lui. Perché è come se ogni suo pezzo rotto stesse tornando al suo posto, come se le ferite che aveva sul cuore se ne stessero andando lentamente, come se il ricordo di Abby stesse svanendo, come se lentamente se ne stesse andando, per lasciarlo finalmente libero da tutto, da ogni catena, da ogni dolore. È come se Hollie fosse sempre stata la chiave di tutto, è come se fosse sempre stata lei la soluzione per ogni cosa. Una soluzione che lui aveva sempre avuto sottomano per tutto quel tempo, ma di cui si era reso conto solo da poco.
E ora che le loro labbra si assaporano dolci, attente, quasi avessero paura che sia tutta un illusione, i loro cuori battono, battono forte, lasciandoli senza respiro, facendo sentire distintamente il battito da sotto il tessuto, rendendoli consapevoli che invece quello che stanno vivendo proprio in quel momento è vero, è reale. Ed è bellissimo, molto più di quanto avrebbero mai potuto immaginare. E non riescono a crederci, non riescono a capacitarsi che stia accadendo davvero.
Però non ci fanno più caso, quando finalmente le loro lingue vanno ad accarezzarsi lente e dolci, danzando, rincorrendosi e facendo battere i loro cuori sempre più velocemente, facendo scomparire quel poco di lucidità che era loro rimasta. E va bene così, va davvero bene così per tutti e due, che non avrebbero mai pensato che baciare la persona che amano con tutti loro stessi potesse essere così bello, potesse renderli così vivi, potesse renderli così pieni di un qualcosa che ancora non riescono a capire molto bene, ma di cui hanno un bisogno che non ha eguali.
Si baciano, si accarezzano dolci, lentamente, pur di ricordarsi ogni singolo istante di quel bacio che sembra un fuoco d’artificio e che rende tutto meraviglioso, splendido, fantastico.
Ed è mentre sono ancora ad occhi chiusi, che Michael fa sedere Hollie sulle sue gambe, per poterla sentire più vicina, per poterla accarezzare come merita, per poterla amare con ogni gesto. Perché si è reso conto, Michael, che è Hollie a meritare il suo amore – e chissà, magari pure le sue lacrime in un futuro insieme – e tutte le sue attenzioni. Si è reso conto che Abby non merita nulla, non ha mai meritato il suo dolore o tutti i momenti spesi a chiedersi «Perché?» pur di trovare il suo errore. E si è pure reso conto, Michael, che adesso Abby è sparita, sparita del tutto: dalla testa, dal cuore, da ogni suo pensiero. È sparita, per lasciare posto a tutto quello che Hollie e lui condivideranno e costruiranno, insieme.
Perché non vuole lasciarla andare, Michael. Non vuole lasciarla andare per nessun motivo al mondo.
«Dammi amore.» la prega, non appena divide le loro labbra per riprendere fiato e per calmare i battiti dei loro cuori che ancora galoppano nei loro petti.
Hollie sospira e chiude un attimo gli occhi per riprendersi, posando la fronte su quella di Michael e accarezzandogli il viso con il respiro caldo e un po’ affannato, con il cuore ancora incredulo a causa di tutto quel che è successo, a causa di quel qualcosa che le ha fatto capire ancora di più che ama Michael. Ama Michael, Hollie, lo ama più di quanto avesse mai potuto immaginare.
«Come hai detto?» chiede, perché sul serio non è riuscita a sentire quel che le ha detto il ragazzo.
Lui sorride e chiude gli occhi a sua volta, godendosi la carezza del respiro della mora su di lui, rabbrividendo, mentre il cuore pian piano torna ad avere un ritmo regolare e mentre la lucidità gli torna dentro con calma.
«Dammi amore. Amami più che puoi. Amami anche se sono un peso. Amami e non lasciarmi andare… Ti prego. Io… Io ho bisogno di te, Hollie, e fino a stasera non me ne ero minimamente reso conto. Io… Giuro che non riesco a lasciarti andare, non ce la faccio, neppure volendo… Io… vorrei svegliarmi con te domani mattina, perché ancora mi sembra tutto troppo bello per essere vero. Ti voglio, Hollie, e ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessuno altro. E che si fotta Abby, si fottano lei e i suoi ricordi. Io… Voglio te, Hollie. E scusami, scusami tanto se ci sono arrivato solo adesso.»
A quelle parole, la mora riesce solo a sorridere. Perché quelle parole, lei, le aspettava da così tanto tempo che ormai aveva perso il conto. Le aspettava, aspettava che si impiantassero lì, dentro al suo cuore, per non uscirne più. Aspettava Michael, lei. E fino a quella sera non lo aveva capito.
«Io… Io so solo una cosa, Michael… Io… Ti amo, ti amo come non ho mai amato nessun altro. E ti voglio nello stesso identico modo come tu vuoi me. Ti voglio e ti amo, e non posso permettermi di perderti, di lasciare che quello che hai passato ti condizioni ancora. Io sono qui, Michael, sono qui e non ti lascio andare, per nessun motivo. Ti darò tutto quello di cui hai bisogno, e non me ne frega niente se ci vorrà del tempo. Perché sono sicura di una cosa: io, il mio tempo, voglio trascorrerlo con te. Perché… Perché ti amo, ti amo troppo, così tanto da sperare di trovarti accanto a me domani mattina.»






Letizia
CHE BELLO, SI SONO BACIATI, SI SONO BACIATI!!!!!! E adesso la me può morire felice *^*.
Piccoli che sono i nostri bambini!!!!!!!!!! Sono così felice per loro, awww, cari sono *^*. E si sono detti "Ti amo". Waaa, muoio felice!!!! *^*
Sappiate che questo capitolo per me è stato un parto immane. Giuro, non riuscivo a farlo venire come avrei voluto. Poi alla fine ce l'ho fatta, ma è stata un'impresa o.O
Sperio vi sia piaciuto, perchè ci ho messo il cuore :3.
Ci sentiamo domenica prossima con l'ultimo capitolo :'(
Grazie per visite | recensioni | preferiti | ricordati | seguiti.
Grazie di tutto, sul serio, siete fantastici ed io vi adoro troppo! <3
Un bacione e a presto, Letizia <3

P.s.: in mattinata aggiorno pure Inatteso, quindi tenetevi pronti ;).

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Capitolo 10
*** 10. Riempimi ***


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10.
Riempimi
 
 
 
E Hollie, quella sera, dà a Michael tutto l’amore di cui ha bisogno, per dimenticare, per curare tutto quello che era rotto dentro a quel ragazzo che ama più di se stessa, per farlo tornare a risplendere come quella stella che è sempre stata e che lei non vede l’ora di riveder brillare, intensa e dolce e forte e decisa e timida, proprio come Michael, proprio come quel ragazzo che silenziosamente, giorno dopo giorno, passo dopo passo, attimo dopo attimo, le ha stravolto la vita.
E continua a stravolgerla, Michael. Continua a farlo pure adesso, mentre le accarezza delicatamente, dolcemente le labbra, il viso, il collo, le braccia, le gambe, i fianchi da sotto la maglia, facendola rabbrividire, provocandole dentro qualcosa di così unico, così sconvolgente, così straordinario da stordirla completamente, facendole perdere la cognizione di tutto quel che c’è attorno a loro, facendola concentrare solo su quello che sta succedendo ad entrambi e che secondo dopo secondo li sta unendo sempre più, in un modo che non avrebbero mai creduto possibile.
Gli dà amore mentre lo sente sollevarsi lentamente in piedi per poi prenderla in braccio facendo allacciare le gambe di lei alla sua vita, senza pensare di dividere le loro labbra neppure una volta.
Gli dà amore mentre lui la accarezza con il suo respiro tiepido che le sfiora il viso e le fa andare in iperventilazione il cuore nella frazione di un attimo.
Gli dà amore mentre lui comincia a muoversi verso la sua stanza, con le mani che vanno a correre e a stringere piano quei capelli un po’ lunghi, disordinati e colorati, facendo sospirare sulla sua guancia quel ragazzo troppo importante per lei.
Gli dà amore mentre lo sente aprire la porta e mentre le toglie lentamente le scarpe dai piedi con fare un po’ impacciato e timido che riesce solo a farla sorridere di gioia piena e pura, una gioia che non riesce a contenere e che vuole a tutti i costi condividere con Michael.
Gli dà amore mentre lo bacia a lungo, teneramente, gustandosi ogni secondo, mettendo ogni parte di sé in ogni gesto indirizzato verso quel ragazzo che non riesce e non vuole lasciare per niente al mondo.
Gli dà amore mentre sente le punte fredde delle dita di lui che lentamente vanno ad accarezzarle il ventre ed i fianchi da sotto la maglia, per poi arrivare alla cintura e alla cerniera dei pantaloni per aprire entrambe.
Gli dà amore in ogni sguardo che gli concede e ogni volta che i loro occhi si incontrano, bellissimi, un po’ lucidi, innamorati, così carichi di quel sentimento che ancora faticano un po’ a capire ma che vogliono assaporare interamente, ogni secondo, ogni attimo.
E Michael lo sente, sente tutto quello che Hollie gli sta dando. Lo sente nel cuore, che lentamente sta riprendendo le forze e che finalmente sta iniziando ad allontanare il ricordo di Abby da dentro di lui. Lo sente nella testa, che ormai è sgombra da ogni pensiero di troppo, da ogni preoccupazione e da ogni dubbio, vuota, libera, per cercare di capire il meglio possibile tutto quello che li sta unendo come non mai. Lo sente nell’anima, quell’anima che finalmente sta lottando per curarsi e per mandar via quelle ferite quelle cicatrici che bruciano e che lui non riesce più a sopportare.
Lo sente, Michael. Sente quanto l’amore di Hollie gli stia facendo bene e lo stia rendendo libero, vivo. Lo sta lentamente facendo tornare quello che era un tempo, con il sorriso che non lascia mai quelle labbra rosee e piene, con quegli occhi verdi da sembrare trasparenti sempre allegri e vivaci, con il battito del cuore sempre più veloce e sempre più incontrollabile.
Hollie lo sta amando. E Michael vuole risponder a quell’amore infinito, nello stesso identico modo.
Così si ferma, un attimo soltanto. Smette di accarezzarla, di sentirla sua, di godersi ogni cosa di lei e di quel loro momento. Smette, solo perché ha bisogno di incontrare quegli occhi color del cioccolato che lo rendono senza alcuna difesa attorno al suo cuore e che, anche quella volta, riescono a scavargli fino in fondo all’anima, facendolo sentire amato sul serio.
Si sorridono. Ed è un istante, uno soltanto, prima che le loro labbra si incontrino di nuovo.
Ed è mentre si baciano, mentre le loro labbra giocano tra loro e si mordicchiano un po’, con una calma ed una dolcezza disarmanti, mentre le loro lingue giocano lente tra loro, mentre i loro cuori esplodono nei loro petti secondo dopo secondo, che l’amore prende totalmente campo tra di loro.
Michael con un gesto fluido toglie la maglietta alla mora che – nonostante sia passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ha fatto una cosa simile – non si sente a disagio sotto gli occhi attenti e vigili e dolci di lui. Non si sente in imbarazzo, anzi, è si trova completamente a suo agio sotto quello sguardo intenso e bellissimo che la fa bruciare, sa che ogni gesto è quello giusto al momento giusto.
Non c’è dubbio, non c’è esitazione tra loro. C’è semplicemente la voglia di sentirsi parte dell’altro, in ogni senso. C’è la necessità di riempire gli spazi vuoti e di mandar via le ferite. C’è semplicemente il fatto che, loro due voglio amarsi, totalmente, completamente, come se quella fosse sia la loro prima che unica notte insieme, come se non avessero altro tempo a disposizione.
Anche Hollie priva Michael della maglia e – una volta che sono a petto nudo – si sorridono, divertiti e complici, prede di una felicità così intensa e sconvolgente da lasciarli completamente senza respiro, senza parole che riescano ad esprimere tutto quello che sentono, che hanno dentro al cuore e che non vede l’ora di uscire.
E poi, lui inizia a baciarla tutta, il collo, il petto ormai privo del reggiseno e le spalle, le braccia, il ventre, come a non voler dimenticare nessun piccolo particolare di quel corpo che è sotto al suo, come a voler imparare a memoria ogni singola parte di Hollie per non dimenticarla mai più.
Lei si lascia baciare, si lascia amare come merita di essere amata e come nessuno prima di Michael aveva mai fatto. Lascia che lui le entri dentro, sempre più in profondità, lascia che si ancori al suo cuore e ci rimanga fin quando vorrà.
E mentre lui la coccola, mentre assapora ogni millimetro di quella pelle profumata, inebriandosi, godendosi ogni singolo istante, Hollie apre la cintura e la zip dei pantaloni di lui in un colpo solo e velocemente lo aiuta a toglierli, facendoli andare a finire sul tappeto, insieme a tutti i loro altri indumenti.
Michael sorride sulle labbra della mora, perché tanta sicurezza da parte di quella ragazza fantastica non se la sarebbe mai aspettata. Però va bene così. Ogni singola cosa va davvero bene così, e lui non potrebbe chiedere niente di meglio. Perché adesso ha tutto, ha davvero tutto quello che gli serve. Adesso ha Hollie nella sua vita, e questo gli basta, gli basta sul serio.
E sorride, Michael, pure mentre scende con le labbra dal mento di lei, baciandole lentamente il petto, il seno, di nuovo il ventre e arrivando al bordo dei jeans che non vede l’ora di toglierle di dosso. Allora apre il bottone e la zip, pronto a toglierli. Poi però si ferma, un attimo soltanto. Perché c’è una cosa che deve dirle, una cosa che gli preme dentro al petto e non lo fa respirare.
Per questo alza lo sguardo e fa incontrare i loro occhi, così diversi nel colore, eppure così simili nel sentimento di cui sono specchio. E sorride, Michael. Sorride felice e si butta, sapendo di non sbagliare.
«Io… Non sai quanto ti amo, Hollie.» sospira.
Lei, semplicemente, si alza velocemente e fa incontrare le loro labbra, ancora e ancora. Perché quelle parole, quei «Ti amo.» che Michael continua a ripetergli, non le sembrano veri. Le sembra tutto un sogno. Un sogno da cui non ha la benché minima intenzione di volersi svegliare. Eppure, lei lo sa che non è un sogno, che invece è tutto vero, che Michael davanti a lei è vero, che lui che adesso la sta abbracciando forte è vero.
Gli bacia le labbra, le guance, il naso, le spalle, le clavicole, il collo, il petto, le braccia. Lo bacia e lo sente completarla, lo sente riempirle ogni suo singolo spazio voto.
«Michael?» lo chiama mentre lo la riadagia sul letto, senza dividere i loro sguardi.
Lui sorride e le bacia la punta del naso. «Che c’è?»
Hollie esita. Perché una cosa simile – una cosa che forse potrebbe risultare strana a molti, una cosa che per lei ha un valore fondamentale – non l’ha mai detta a nessuno. Solo che Michael non è “nessuno”. E Hollie questo lo sa molto bene.
«Riempimi, Michael… Riempi i miei spazi vuoti.»
E lui trema. Trema a sentire quelle parole che sembrano molto simili ad una preghiera non espressa. Trema, perché è la prima volta che qualcuno ammette di aver bisogno di lui, quando invece era sempre stato il contrario. Trema, perché gli sembra quasi irreale che sia proprio la sua Hollie ad aver bisogno di lui.
Allora la guarda, la osserva attentamente per capire cosa sia meglio fare. Lei, semplicemente, gli sorride ancora una volta e gli bacia le guance, facendogli battere fortissimo il cuore, e facendogli prendere la decisione giusta, forse l’unica davvero giusta in tutta la sua vita.
Le sorride anche lui e le ruba un bacio veloce prima di tornare a spogliarla. E lei, con quel piccolo bacio, ha già capito che cosa Michael abbia scelto di fare. Per questo non fa domande e si lascia completamente andare sotto quelle mani che stanno esplorando il suo corpo delicatamente, senza fretta, senza furia, con una dolcezza tale da farla impazzire.
Michael intanto arriva di nuovo ai pantaloni di lei e li apre del tutto, facendoli scivolare lentamente su quelle gambe magre. E mentre li tira giù, si diverte a baciarla quelle gambe, a baciarne, ad assaporarne ogni millimetro, facendo sospirare Hollie così forte da farlo sorridere e da fargli battere fortissimo il cuore.
E poi è un attimo, e le loro labbra tornano a volersi, a mordersi, a baciarsi dolcemente e lentamente; con i loro cuori che non riescono a fermarsi; con le mani che si cercano e si stringono forte, che passano tra i capelli dell’altro e che accarezzano il corpo dell’altro facendolo fremere, facendolo rabbrividire; con i sospiri che accarezzano il viso e scaldano l’anima.
E quando pure l’intimo se ne va, lasciando posto a quell’amore che li unisce in un modo indescrivibile, loro due non capiscono più niente, in alcun modo. Semplicemente, si lasciano diventare ancora più profondamente preda di tutto quel che sta succedendo e a cui non hanno alcuna intenzione di porre fine.
Si guardano così tante volte negli occhi che ormai sanno a memoria ogni singola venatura, ogni singola sfumatura dello sguardo dell’altro.
Si accarezzano così spesso che ormai conoscono benissimo ogni parte dell’altro senza aver bisogno di vedere niente, basandosi solo su quello che percepiscono con la punta delle dita.
Si baciano così troppe volte che ne perdono il conto, perdono la poca lucidità che era rimasta, e perdono pure il senso di tutto, godendosi solo quello che sentono tra di loro.
Si vogliono, Hollie e Michael, in un modo che mai avrebbero creduto possibile. Si completano in un modo a cui mai avrebbero pensato prima di conoscere l’altro. Si amano come non avevano mai fatto prima di allora con nessun altro. E va davvero bene così.
E poi, alla fine, Michael fa sua Hollie. La fa sua e tutto ha un senso, tutto è al suo posto.
Non ci sono dubbi, non ci sono ripensamenti, non c’è paura. Non ci sono più neppure i ricordi legati ad Abby.
Ci sono solo due con il loro amore.
Ci sono loro due che ancora non riescono a credere del tutto a quel che sta succedendo.
Ci sono loro due che si amano, si amano tanto, quella notte, con le spinte che secondo dopo secondo diventano sempre più cadenzate, sempre più intense, provando dentro di loro un qualcosa che mai prima di allora avevano vissuto. Un qualcosa che li rende vivi, liberi. Un qualcosa che sembra voler far loro toccare il cielo con la punta delle dita.
Ci sono loro due e il loro amore. E questo basta, basta sul serio.

E basterà pure nei giorni a venire, facendoli diventare una famiglia, facendo loro vivere una vita piena e meravigliosa, nonostante le difficoltà che ci saranno e che Michael e Hollie affronteranno insieme, senza paura, uniti da quel sentimento che ha cambiato tutto. Un sentimento che ha dato loro amore e li ha riempiti di un qualcosa inspiegabile e bellissimo allo stesso tempo.
E tutto questo basterà, basterà sul serio.
Basterà per sempre.





 
THE END





Letizia
Bellissimi! Ciao a tutti! <3
Ebbene, eccoci arrivati anche alla fine di questa piccolina, che in due mesi e mezzo mi ha fatta dannare perchè non riuscivo a scriverla come avevo pensato e mi arrabbiavo.
Poi però alla fine è andato tutto bene e sono davvero contenta di come sia venuta fuori.
So che in sè per sè questa storia non è proprio niente di speciale, a partire dalla trama. Però mi piaceva l'ìdea e alla fine l'ho buttata giù.
E, nonostante tutto, mi sono davvero divertita a vivere anche questa piccola avventura che, spero, sia piaciuta pure a voi :3.
Non mi era mai successo di scrivere una storia così piccola da sola (non conto See you in my dreams che è a 4 mani con Hazel_).
Però credo che ne sia valsa la pena, almeno per me, per provare a vedere se in poco riuscivo a dare corpo a qualcosa di importante (perchè per me ogni storia che scrivo è importante in qualche modo).
E... Beh, sinceramente sono a corto di parole, ahahah, quindi... Direi di passare al capitolo di oggi e poi al resto ;).
Allora, che dire, i nostri Hollie e Mike fanno l'amore!!!!!!!!!!Awww, ma si può essere più teneri di così??? *^*
Giuro, non avete idea di quanto abbia sclerato per questo capitolo, era quello che aspettavo da tutta la storia *^*.
Piccini questi due *^*. Gliene ho fatte passare parecchie pure a loro, sono sicura che alla fine tutti i miei personaggi mi faranno causa *^*.
Però... Credo che alla fine ne sia valsa la pena. Voglio dire, finale migliore di questo che lo vorrebbe? Io non credo, e voi? ;)
Mi mancherà sul serio scrivere di questi due piccini a cui, in un modo o nell'altro mi sono affezionata tantissimo, e sinceramente credo che mi mancherà pure aspettare il giorno per aggiornarla.
Uffa, ho già la nostalgia! :'/ Meglio cambiare argomento :3. Per questo passo ai ringraziamenti ;).
Prima di tutto, ringrazio i 5SOS per ogni cosa che mi danno ogni giorno senza rendersene conto. Li amo davvero troppo e non credo che se ne andranno mai dalla mia vita.
Ringrazio pure Hollie perchè mi ha insegnato ad essere forte e a non arrendermi mai, per nessun motivo, soprattutto per qualcosa a cui tengo davvero.
E poi, un grazie speciale a tutti voi che avete letto e recensito. E grazie anche a quelle 15 persone che l'hanno messa tra i preferiti, i 4 che l'hanno messa tra i ricordati e i 10 che l'hanno messa tra i seguiti.
Grazie per ogni cosa che avete fatto per questa storia, per l'interesse, l'entusiasmo ed il tempo che ci avete messo. Grazie sul serio.
Beh, adesso questa avventura è finita sul serio. Grazie ancora per ogni cosa.
Vi ricordo solo le altre storie che ho in corso:
- Insegmani a vivere (che aggiorno ogni lunedì ed ogni giovedì)
- Links con Nanek (che aggiorno ogni mercoledì)
- Inatteso (che aggiorno ogni volta che i capitoli saranno pronti)
Grazie ancora per ogni cosa. Non avete idea di quanto mi abbiate resa felice!!!!! <3
Piccola cosa per i lettori silenziosi. Mi farebbe tantissimo piacere sapere che cosa ne pensate della storia: se vi è piaciuta oppure no, se avete critiche da fare, se avete consigli da dare. Fatemi sapere, ci conto! <3
Detto questo, ho finito sul serio.
La storia su Hollie e Michael finisce qui. Grazie ancora per ogni cosa, vi voglio davvero troppo bene! <3
Un bacione grande grande ed un lunghissimo abbraccio, con tutto l'affetto che ho nel cuore, Letizia <3

 

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