[Manuale a prova di idioti] Come far cadere ai propri piedi un ragazzo in dieci mosse

di izzie_sadaharu
(/viewuser.php?uid=704941)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo | Contatto Fisico ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo | Canto ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo | Attenzioni ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto | Complimenti ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto | Cosa Non Fare ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto | Gelosia ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo | Malizia ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo | Caldo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono | Offerte ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo | Sorriso ***
Capitolo 11: *** Extra | Regole ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo | Contatto Fisico ***


1. Contatto fisico
Il più importante è il contatto fisico […] cerca ogni scusa per sfiorarlo, come prendergli il polso per guardare l'orologio, o dirgli che ha della polvere sulla spalla […] dovrebbe apprezzare.

 

 

«Otani?»
«Mhm?»
«Hai delle macchie sulla maglietta.»
«Uh? Dove?» Otani si afferrò i bordi della polo per potersela osservare meglio.
Risa alzò il braccio e gli assestò una sonora pacca sul petto. «Qui!»
Otani sussultò, contorcendosi per il dolore: «Ahia, Koizumi! Hai la grazia di un elefante!»
«Pfft, e tu sei il solito troglodita!» La ragazza si mise a braccia conserte, offesa. «Non vuoi ammettere che ti è piaciuto il contatto fisico.»
Atsushi la guardò allibito. «Ma che... mi hai dato una sberla, Koizumi!»
«Il solito piagnone.» Koizumi si allontanò a lunghi passi, tenendo ostinatamente il mento rivolto in aria, sotto lo sguardo perplesso di Otani.

 

 

 

 

Angolo Autrice

Sono la solita masochista. Ho altre storie in sospeso, e continuo ad iniziarne di nuove.
Ma questa cosa mi aveva ispirato troppo! Non potevo lasciarmela sfuggire! Spero che non sia una cosa illegale: su Yahoo Answer ho beccato una domanda del tipo “come si fa a conquistare un ragazzo in dieci mosse?”; a parte la stupidità delle domanda (non abbiatemene a male, se è stata una di voi a porla: io credo nella spontaneità dei gesti), mi ha subito ispirato questa fanfiction: in pratica tramite la risposta che un'utente (o forse un utente) ha dato, scriverò 10 capitoli, tutti rigorosamente Koizutani. Dieci metodi apparentemente infallibili per far cadere ai propri piedi un ragazzo... interpretati dalla nostra Risa! Spero che possa essere un'idea di vostro gradimento :)
Alla prossima, che cercherò di fare in modo sia il prima possibile!
Isa

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo Secondo | Canto ***


2. Canta in sua presenza
Mette in luce la tua allegria e spensieratezza; inoltre darai l'impressione di essere molto sicura di te, anche se magari non è così.

 

 

 

«SHOUGANEEZEE, SHOUGANEEZEE! Okari no oikasa te koto... Kimi shite demo shouga neeze! Yamete uso takeshi kentai! Kaze uaribiki hanba neeze … »
«Koizumi, per carità, niente da ridire sulle tua abilità canore, ma... domani avrei un esame, e starei cercando di studiare...» Sbottò Otani ironico. «No scherzo, ho anche da ridire sulle tue abilità canore!»
«Ho-ho, sentitelo, ha parlato il soprano!» Risa sbuffò, sedendosi a gambe incrociate sul letto del suo ragazzo.
«Soprano si dice delle donne, Koizumi. Forse è il caso che studi un po' anche te!»
«Taci, nano saputello che non sei altro! Sei solo invidioso della mia bella voce!»
«Non si può essere invidiosi delle campane!»
La ragazza boccheggiò per una manciata di secondi, incerta su quale rispostaccia rifilare a Otani. Optò per il classico: «Sei uno stupido e ottuso nano da giardino!» Si sdraiò sul letto, soddisfatta. La prossima volta che fossero andati al karaoke l'avrebbe stracciato.

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ed ecco il secondo consiglio: cantare davanti alla propria cotta (o,nel caso specifico, davanti al proprio ragazzo). Ehm, forse è meglio evitare di cantare durante la sessione estiva degli esami... e soprattutto prima accertarsi di essere un pelino intonati! XD
Ma Risa a Otani va bene così, dopotutto...
Allora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Io intanto ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e aggiungono a sezoni varie!
Il prossimo consiglio verrà pubblicato il prima possibile... hasta la vista!
Isa ☺

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo Terzo | Attenzioni ***


3. Attenzioni.
Fagli vedere che certe attenzioni le hai solo per lui: metterà sia te che lui in una luce diversa, e il vostro rapporto stesso divenerà più solido.

 

 

 

«At-chan!» Chiamò con voce zuccherosa, rivolgendo al ragazzo un'occhiata altrettanto diabetica. «Vuoi che ti prenda un bicchiere di aranciata?»
Otani alzò lo sguardo stupito: «Uh? Sì, grazie, Koizumi. Come mai tutto questo miele oggi?»
Risa sorrise sommessamente. Fino a quel punto, il piano stava funzionando. Si passò una mano tra le ciocche rossastre, fiera: «Io sono una brava persona, Atsushi. Sono sempre gentile.» Registrò con piacere il rossore sulle guance del ragazzo a quell' 'Atsushi'. Di lì a fargli ammettere tra le lacrime che era la ragazza migliore del mondo, il passo sarebbe stato breve.
Al tavolino del bar, Haruka alzò la mano con slancio: «Risa, prenderesti anche a me un'aranciata?» Nobu e gli altri gli rivolsero un'occhiata, come per dire 'hai-appena-detto-la-cosa-sbagliata'.
Koizumi assotigliò gli occhi. Quel rompiscatole di Haruka si era intromesso nel suo momento romantico con Otani!
«Alza il culo e prenditelo da solo, Haruka.» Sputò ogni parola quasi con rabbia. Era già il terzo consiglio che aveva beccato su quello Yahoo Answer, e dopo il fiasco dei primi due non poteva permettere a quel ragazzo di rovinargli il momento! «Scusa, ma certe attenzioni ce le ho solo per il mio ragazzo!» continuò poi, incrociando le braccia.
Otani sgranò gli occhi, stupefatto. «Ehm...grazie, Koizumi, ma... so che è strano da parte mia dirlo, specialmente in difesa di uno come quel grattacielo idiota ma... non è che sei stata un po' troppo brusca con lui?»
«Non ti immischiare, Otani. La aranciata la prendo solo a te.»
Otani non ribattè. Di solito Koizumi era sempre così gentile... scosse la testa. Probabilmente era in quel periodo del mese!

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Questa forse è quella più strana delle tre. Non so come mai mi sia venuta così, però boh... that's how it is dudes. Spero che non sia completamente penosa! (povero Haruka) (povera Risa) (no, soprattutto povero Otani che deve avere a che fare con un'idiota come lei!) (si ma anche lui è idiota) (ok basta con le parentesi)
Ci sentiamo al prossimo capitolo! Se vi va, lasciate una recensione per farmi sapere cosa pensate di cotale capitolo!
Asap aggiornerò!
Alla prossima :)
Isa

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo Quarto | Complimenti ***


4. Complimenti
Chiedigli esplicitamente di farti dei complimenti, e se te li fa sorridi.

 

 


«Otani!» Risa entrò nella stanza dove Otani stava studiando. «Cosa ne pensi di questo nuovo abito?»
Il ragazzo si voltò per guardarla, e rimase a bocca aperta: davanti a lui, Risa stava indossando un vestito nero, corto fino a metà coscia, aderente e semplicemente perfetto per il fisico della ragazza. Stava per dirglielo, già sentiva le guance arrossate – diamine, un giovane uomo di vent'anni è sensibile a certe viste!-, quando il suo sguardo si soffermò sui piedi della fidanzata.
Indossava grossi calzettoni di lana, marroni con delle stampe di coniglietti fuxia, alti fino al ginocchio. L'accostamento dei colori era qualcosa di improponibile, con l'aggravante del ben peggiore accostamento abito-calze.
«Oh, andiamo, Koizumi. Cos'hai contro le calze a rete? Guarda cos'hai ai piedi!»
Il viso della ragazza si fece livido di rabbia. «Mica ti ho chiesto di guardare le calze, brutto scimunito che non sei altro! Dimmi solo se ti piace l'abito! Anzi, dimmi che ti piace o te ne pentirai» Ribattè, minacciosa.
«L'abito mi piacerebbe anche, Koizumi, ma... è sprecato su una gigantessa come te!»
«Ma senti che stronzo, che sei! Va' a quel paese!» Si voltò e uscì a grandi passi dalla stanza, inveendo contro quel 'nano patentato idiota deficiente che non è capace di essere gentile e dovrebbe solo morire in un fosso, anche uno piccolo, tanto lui è talmente nano che ci starebbe, anche nella buca di un coniglio'.
Quando Otani sentì la porta del bagno chiudersi di scatto, le urlò dalla stanza: «Scherzavo, Koizumi! Eri uno schianto!» Sorrise fra sé e sé, mentre sentiva qualcosa infrangersi nella stanzetta. Sperò che non fosse il suo nuovo dopobarba 
«Però le calze davvero non si abbinavano!» Continuò, a un tono più alto per sovrastare il fragore dei cocci che venivano rumorosamente raccolti.
«Taci, Otani!»

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ed eccomi qui, con un nuovo sssspumeggiante capitolo! Allora, questo consiglio non so se considerarlo sensato oppure no. Bah. Resto sempre dell'idea che spontaneo-è-bello.
Comunque, i personaggi qui rischiano davvero di sfociare nell'OOC, specialmente Otani... ma considerate che sono passati due anni dalla fine del manga e dell'anime! Mi giustifica? No, eh?.. ^^''
Fatemi sapere cosa ne pensate! Io vi lascio alle vostre sudate carte, che mo' me ne torno alle mie :)
Ci sentiamo alla prossima!
Isa

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo Quinto | Cosa Non Fare ***


5. Cosa non fare
Tentare di far ingelosire gli uomini non funziona. O meglio, funziona se sa già di 'essere tuo'; in caso contrario, non fa altro che scoraggiarli.

 



«Risa, hai mai provato a far ingelosire Otani?» Nobu stava sorseggiando un mojito, rigirando la cannuccia nel bicchiere per spostare i cubetti di ghiaccio tritato.
L'amica alzò lo sguardo stupita, interrompendo per un attimo il contatto visivo con lo schermo del cellulare. «Far ingelosire Otani? Ma è impossibile!» Ridacchiò nervosamente, afferrando il bicchiere di cristallo davanti a lei. Bevve un sorso di cocktail analcolico, poi continuò: «Non si ingelosirebbe mai, quel nanetto. Non è il tipo.»
«STARAI SCHERZANDO!» Esclamò Nobu, tossendo per la sorpresa. «Che mi dici di Maity, allora? E di Kohori? E metterei una mano sul fuoco sul fatto che fosse geloso anche di Haruka!»
«Haruka? Impossibile!» Risa sgranò gli occhi, poi cominciò a ridere sguaiatamente, scuotendo la testa scettica.
Chiharu timidamente si intromise: «Anche io penso che Otani-san sia un tipo molto geloso, Risa-chan.» La rossa si voltò verso di lei, sconvolta. «Ma fate sul serio?!»
Nobu sbuffò, annoiata. «Facciamo una prova? Nakao, Otani e Suzuki sono al bancone del bar a ordinare, ma immagino che il tuo fustacchione – si fa per dire – ti stia lanciando occhiate furtive ogni due secondi...che ne dici di chiedere l'ora a quei cinque ragazzi là al tavolino?»
«Eh? Io?» Risa soffocò uno sbuffo. «Non ne ho voglia!»
«Risa. Adesso.» Nobu aspirò un sorso di mojito e le diede una pacca sulla mano, con più energia di quanto Koizumi si sarebbe aspettata.
La ragazza si alzò lamentandosi piano, poi si avvicinò al tavolo indicatole dall'amica, dove un gruppo di ragazzi sui venticinque anni stavano scherzando tra loro.
«Scusate, ragazzi, mi sapreste dire l'ora?»
Uno di essi alzò lo sguardo su di lei, poi sorrise e lanciò un'occhiata al proprio polso, dove fiammeggiava un elegante orologio da polso. «Sì, sono le dieci e mezza.»
«Grazie mill...» Venne interrotta da una mano sul fianco. Arrossì violentemente e si girò verso Otani, che si era materializzato dal nulla accanto a lei. «Risa, hai bisogno di qualcosa da questi ragazzini?»
Uno del gruppo si accigliò. «Guarda che siamo tutti più grandi di te, a giudicare dall'altezza...»
Otani diventò pallido per il nervoso. «Che hai detto?! Forza, vieni via, spilungona. Voglio dire... andiamo amore.» Lievemente rosso per l'imbarazzo, si allontanò dal tavolo dei ragazzi, lanciando loro occhiate lampeggianti che sembravano dire come-vedete-siamo-teneri-teneri-quindi-state-alla-larga, sempre tenendo Risa per la vita.
Koizumi, nel frattempo, si lasciava guidare dal ragazzo, sentendo pian piano le guance imporporirsi e scottare. Mentre si avvicinavano al tavolo dove erano seduti gli amici, Risa notò lo sguardo di Nobu, che era un chiaro te-l'avevo-detto, mentre nelle orecchie gli ronzava la voce di Otani: «Che bisogno avevi di chiedere l'ora a quelli lì, potevi benissimo chiederla a Nobuko o a Chiharu, oppure a me o Nakao o Suzuki! Certe volte sei proprio strana! E poi scusa, ma fra tutti i clienti che c'erano, proprio quei ragazzi spilungoni e abbronzati? E poi...»
Sorridendo, a Risa venne in mente quel consiglio che aveva letto su Yahoo Answer: non funziona farlo ingelosire, a meno che non sappia già di 'essere tuo'...

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Allora bella gente, eccomi tornata! Non ho molto da dire su questo consiglio, spero che l'interpretazione Koizutani vi sia piaciuta!
Prima di andare, avviso che nel mese di agosto non garantisco per i miei aggiornamenti: è il mese in cui il lavoro diventa più concentrato e faticoso, quindi quando torno a casa sono troppo spossata per mettermi a scrivere...
Anyway don't worry (come se qualcuno si preoccupasse...), appena posso butto giù e pubblico il prossimo capitolo!
Alla prossima :)
Isa

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo Sesto | Gelosia ***


6. Gelosia, la tua
Mostrati gelosa. Lui ti vedrà sotto una nuova luce, quella di ragazza che tiene talmente tanto a lui da mettere da parte l'orgoglio per tenerselo stretto. Non potrà non apprezzare.

 

 

 

«Otani, apprezzo molto che tu sia venuto a prendermi oggi in studio!» Koizumi sorrise dolcemente, provocando un rossore diffuso sulle guance del ragazzo.
«Figurati Koizumi. Ero in strada comunque, e poi minaccia di piovere da un momento all'altro. In macchina è meglio, sotto una grandinata come quella di una settimana fa.»
«Già, hai ragione.» Risa lanciò un'occhiata preoccupata al cielo grigiastro, e accelerò il passo. Si vide costretta a rallentarlo, però, quando si accorse di quanto era rimasto indietro Atsushi. «Spilungona, tu hai delle gambe lunghissime! Non ti sto dietro, se cammini così in fretta!»
Koizumi sorrise malignamente. «Non è colpa mia se sei così tappo! Finiremo per prendere la pioggia per colpa delle tue gambe corte!»
«Oh, io ti meno!»
«Ma come siamo aggressivi, oggi!»
Otani sospirò. «Oltretutto che ti sono venuto a prendere, mi devi anche insultare...»
Risa addolcì l'espressione, ricordando la gioia di averlo visto appoggiato a una colonna, nel corridoio fuori dalla porta del suo studio di moda. Era completamente rilassato, con lo sguardo che vagava oltre la finestra che dava sul cortile interno al palazzo. Ricordò come era arrossita, alla vista del suo ragazzo. Era così bello.
Si riscosse, e tentò di cambiare discorso. «A proposito, come hai fatto a trovare il mio studio? Ce ne saranno una trentina in quell'edificio!»
«Intuito.»
«Cos... Non ci casco! Non è possibile che l'abbia trovato per pura fortuna!»
Atsushi sbottò, esasperato. «E va bene! Ho chiesto indicazioni, ok? A una tizia.»
«Una tizia? Chi?»
Alzò gli occhi al cielo. «Boh... avrà avuto un anno meno di noi... alta con i capelli biondi.»
«E gli occhi verdi? Era Michelle?» Chiese la ragazza, sospettosa. Il suo sguardo indagatore vagava sul viso di Otani, che scosse la testa.
«No. Occhi blu.»
«Lizabeth!» Esclamò Risa. «Quella brutta...» si bloccò, tentando di calmarsi. «Voglio dire, e perchè proprio a lei hai chiesto informazioni?»
«Oh, insomma! Perchè è la prima che ho visto!»
«Beh, certo! Una modella di sicuro si nota nei corridoi! Non hai esitato un attimo, eh, Otani?»
«Ma che...»
«Non potevi chiedere a Hikuro, il portinaio! No, certo che no! Lui doveva andare proprio da Lizabeth, la modella inglese! Sai che ti dico, Otani? Vado a piedi!»
Il ragazzo sgranò gli occhi, confuso. «Si può sapere che ti passa per la testa, gigantessa?»
«Vado a piedi, ho detto!»
Con il viso imbronciato, Risa si avviò a grandi passi, contando sul fatto che le sue lunghe gambe le avrebbero garantito una teatrale uscita di scena. Sfortunatamente per lei, gli allenamenti di basket avevano donato a Otani una straordinaria velocità negli scatti di corsa, e in pochi attimi le fu accanto. Intrecciò le dita delle mani con le sue.
«Sei proprio scema, Koizumi.»
«Senti chi parla.»

 

 

ANGOLO AUTRICE


Ed eccomi back! Finalmente il periodo infernale lavoro/studio di agosto è finito, e io torno ad asfissiarvi con le mie fanfiction!
Questo capitolo è … boh... non so decidermi se mi piaccia o se sia uno schifo totale. A voi la sentenza! Io sono in un ritardo pazzesco, quindi vado, e vi lascio alle vostre facciuende!
Till next time :)
Isa 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo Settimo | Malizia ***


7. Malizia
Fa' cadere tutti i discorsi che fate su argomenti piccanti.

 

 

 

 

 

Le vacanze di Natale erano iniziate da qualche giorno, e la coppia nota come All Hanshin Kyojin era chiusa in casa, occupata ad abbellire e addobbare ogni singolo angolo dell'appartamento. Risa era intenta a incollare degli adesivi da vetro con la scritta Merii Kurisumasu sulle finestre del salotto, mentre Atsushi era impegnato ad attaccare dei festoni oro sul muro alle spalle del televisore.
«Koizumi, questo lembo rimane un po' corto! Ne aggiungo un pezzo?» Chiese, indicando il pezzo di stoffa cremisi, che era riuscito ad attaccare dopo diversi minuti trascorsi a imprecare contro l'inefficienza della colla Attack.
La ragazza gli diede un'occhiata frettolosa. «Uhm? Sì, dài. Non mi sono mai piaciute le cose corte.»
Otani sbiancò, ma rimase in silenzio. Se avesse riferito alla sua futura sposa che aveva appena colto un doppio senso in un discorso che -ne era sicuro- era innocente e assolutamente privo di malizia, probabilmente lei lo avrebbe pestato a sangue, chiamandolo pervertito e urlando a squarciagola per chiamare in aiuto i vicini.
Nel frattempo la fidanzata si era allontanata dalla finestra, e aveva osservato il risultato dei suoi sforzi con occhio critico. Dopo una manciata di secondi annuì soddisfatta. «Dovrebbe andare bene.»
Riscuotendosi, anche Otani assentì, poi si schiarì la voce: «Ehm... allora questo nastro lo devo mettere ben attaccato al muro, o lo devo lasciare morbido giù?»
Risa lo guardò per una frazione di secondo, prima di valutare l'effetto ottico migliore per i festoni. «Nah, mettilo ben dritto, non mi piacciono le cose afflosciate.»
Otani sgranò gli occhi. Doveva aver mal interpretato di nuovo. Doveva. Quella spilungona non poteva averlo fatto apposta, assolutamente no.
«Ah, ehm... ok.»
Salì sulla scala a tre pioli per attaccare meglio e si sporse verso il muro, tenendo in mano un chiodo, il martello e un pezzo di stoffa cremisi.
«Mi raccomando Otani, battilo per bene e sta' attento a non farti male!»
Al ragazzo sfuggirono di mano i vari attrezzi, che caddero a terra in un tonfo ovattato dal tappeto.
«Koizumi...?»
«Sì?»
«Ti senti bene?»
«Mai stata meglio.» Sorrise maliziosa. «Forse una volta in cui sono stata meglio c'è. Sai, due sere fa, quando-»
«Va bene va bene! Ho capito!» Si affrettò a interromperla Otani. «Ho afferrato il messagio, Risa.» La vide arrossire, e sentì pian piano che anche le sue guance stavano cominciando a scottare. «Ma prima dobbiamo finire di appendere tutti gli addobbi.»
«Roger!» La ragazza gli schioccò un bacio sulla guancia rovente, poi tornò ridacchiando agli scatoloni pieni di cianfrusaglie natalizie. «Diamoci una mossa!»

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

prima che mi linciate, ascoltate please!

È stato in assoluto il capitolo più sudato e più divertente da scrivere di tutti quelli fino ad adesso. Non sto esagerando. E il risultato è una Risa pervertita assolutamente OOC e un Atsushi del tutto fuori da ogni canone applicabile al suo character. Sì esatto, vanno entrambi oltre l'OOC. Ma ci ho provato, su! * si inginocchia * E poi non vi dico la fatica di mettere su un dialogo in cui si infilassero dei doppi sensi! XD ero lì ad arrovellarmi su come rigirare ogni battuta su un doppio senso, ed è stata una faticaccia! - basti dirvi che ho riscritto questo capitolo qualcosa come sette/otto volte #.#
E quindi eccovi spiegate anche le ragioni del ritardo clamoroso sulle mie tabelle di marcia! Anyway, il capitolo ora è finito,venuto fuori peggio di quanto pensassi ma vabbè ^^'''
Ci sentiamo alle recensioni -se vi va di lasciarne- o altrimenti al prossimo capitolo!
Alla prossima :)
Isa ♥  

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo | Caldo ***


8. Caldo
Vestiti pesante, così puoi alleggerirti di fronte a lui. Non passerai inosservata.

 

 

 

«Risa?»
«Sì, Nobu?»
«Mi spieghi perchè diamine ti sei messa quel piumino?»
Koizumi agitò la mano in aria con nonchalance. Afferrò l'asciugamano verde acqua e lo appoggiò con disinvoltura sulla sabbia, poi spazzolò con le mani i granelli che si erano depositati sopra di esso. Si avvicinò al palo in ferro che sosteneva l'ombrellone, che era ancora ripiegato strettamente su se stesso con un laccio in corda. Boccheggiando, si allungò per tentare di sciogliere il nodo, sotto lo sguardo perplesso dell'amica. «Nobu, se mi vuoi dare una mano ad aprire l'ombrellone bene, se no spostati, per favore.»
La ragazza fece un passo di lato, spostandosi dal raggio di azione di Koizumi. Si passò una mano sul prendisole arancione, apprezzando la sensazione della brezza leggera sulle gambe nude. Lanciò l'ennesima occhiata verso Risa, che aveva incollati alla pelle un paio di pantaloni di velluto neri (neri! Sotto quel sole!), una camicia di lino e un giacchetto in piumino, anch'esso scuro. «Sì, ma Risa. Spiegami solo perchè.»
Lei sbuffò, spazientita. «Ho freddo.»
«Saranno almeno trentasei gradi.»
«Beh, io il freddo ce l'ho nell'anima. Oh, ecco Otani!» Alzò la mano in cenno di saluto verso il suo ragazzo, che stava avanzando insieme a Nakao, facendosi strada tra le file di asciugamani e ombrelloni. Chiharu e Suzuki erano ancora in hotel, probabilmente impegnati ad acquistare crema solare e cappellino, oltre ad una riserva di acqua che sarebbe bastata per un tour di venti persone nel profondo del Sahara.
«Koizumi, come ti sei vestita?» Otani era allibito, mentre alle sue spalle Nakao stava tentando di soffocare le risate.
«Cosa volete tutti?! Adesso mi spoglio!» Ammiccò verso Atsushi, che aggrottò la fronte, perplesso. «Beh, sì. Siamo in spiaggia.»
La fronte della ragazza era attraversata da rivoletti di sudore. «Sì, ma mi sono vestita pesante apposta. Per spogliarmi.»
Nakao sorrise incoraggiante, con la stessa smorfia che un infermiere farebbe a un paziente particolarmente grave ricoverato in neuropsichiatria. «Non fa una piega!»
«Sei la solita stupida, Koizumi. Questa cosa non ha senso.» Ribattè invece Otani, dandole una pacca sul braccio. «Forza, cavati quella roba. Mi viene caldo solo a vederti!»
«Whu-huu! Allora ha funzionato!» Risa sorrise soddisfatta, sotto lo sguardo sempre più confuso e allibito del suo ragazzo. Poi si sfilò il piumino e lo appoggiò al gancio appendiabiti dell'ombrellone. Fece per slacciarsi i bottoncini della camicia, ma si bloccò, improvvisamente pallida. «Oh, no.»
«Che c'è, adesso?»
«Ho dimenticato di mettere il costume! Ho solo la biancheria normale!»
E così, mentre i suoi amici prendevano il sole e e giocavano in acqua, Risa rimase in camicia e pantaloni scuri sotto al sole cocente, alla piacevole temperatura di trentasette gradi e mezzo.
Fortuna che Chiharu aveva portato l'acqua per dissetare un tour di venti persone nel profondo della Savana!

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Buonasera gente!
Eccomi qua con il terzultimo capitolo del nostro manuale!
Questa volta Risa ha proprio toppato nell'interpretazione dei consigli di Yahoo! Beh, che altro aspettarsi da una idiota come lei....  da una simpatica damigella giapponese xD
Anyway, cosa volevo dirvi....
Ah, sì! Innanzitutto grazie mille a tutti delle recensioni che mi sono arrivate negli ultimi giorni, mi hanno davvero scaldato il cuore! (si parlava di caldo...)
E poi, vi volevo informare che ho appena creato una pagina fb per il mio profilo EFP, in cui terrò aggiornati su pubblicazioni, progetti, sfide accettate nel forum (a proposito, se mi cercate sono Yomo_For_The_Win) ecc, e nel quale prenderò anche dei prompt, se volete!
Quindi be sure to check it out! A questo link → 
https://www.facebook.com/IzzieSadaharuEFP

Grazie mille anche quindi se passerete alla pagina!
Io vi mando un saluto, ci sentiamo al prossimo capitolo! (il nono, di già! 0,0)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo Nono | Offerte ***


9. Offerte
Lamentati che nessuno ti offre mai da bere mentre alle tue amiche succede.

 

 

 

I due Otani erano seduti al banco del bar, reggendo un bicchiere di carta pieno di un liquido trasparente. Risa aveva le guance arrossate e continuava ad far oscillare la testa avanti e indietro, picchiettando di tanto in tanto con le dita sulla spalla del marito; dal canto suo, Atsushi teneva la testa appoggiata sulle mani e ridacchiava contento. Attorno a loro, una folla festante di amici e parenti continuava a urlare e gridare, reclamando nuovi drink e pretendendo di ballare canzoni estive fino all'alba.
Chiharu e Suzuki si tenevano per mano e ridevano forte, segno evidente della loro ebbrezza; Nobu si era avvinghiata a Nakao e tra un sorso di sake e l'altro gli scoccava veloci baci sulla guancia; accanto a loro, Maity e sua moglie Jody ondeggiavano a ritmo con la musica, che proveniva dal grosso stereo nero del bar. Seiko aveva cominciato a cantare a squarciagola al karaoke, mentre Haruka a tratti rideva e a tratti piangeva in un angolo del locale, osservando i neo sposi mentre stavano per collassare sul banco del bar.
Nobu si sporse verso il barista, un amico della sorella di Otani, ed esclamò: «Haise-san! Non si potrebbe avere un altro goccio di sake?»
Alle sue spalle comparve il suo fidanzato, che baciandole i capelli sorrise: «Questo te lo offro io!»
Risa alzò la testa come un cerbiatto quando sente il rumore di un cacciatore. Gli occhi resi lucidi dall'alcol si svegliarono improvvisamente, e la ragazza biascicò: «Ehi Otani! Com'è che a me non offri mai da bere?»
Da dietro le mani che gli nascondevano il volto, il ragazzo replicò: «Sei anche tu una Otani adesso, intelligentona di una Koizumi!»
«Hà! Mi hai appena chiamata Koizumi, baaaaka!»
«Già, è vero!» Otani sorrise e allontanò le mani dal viso, con il risultato che la testa, pesante per il vino bevuto, gli crollò sul bancone.
«Risa,
amore, mi sa che abbiamo alzato un po' il gomito!»
«Ehehe può essere!» La ragazza rise e gli sollevò la faccia delicatamente, portandola al suo livello. Gli scoccò un bacio veloce, poi sorrise a fior di labbra. «Non evitare la domanda. Perchè non mi offri mai da bere? Eeeeeh?! »
«Perchè diventi pazza quando sei ubriaca.» Trionfante, Atsushi si alzò barcollando e trascinò con sé sua moglie.
«Ah davvero? Ti faccio vedere io come sono quando sono pazza!»
Suo marito sorrise sornione. «Non aspettavo altro! Ragazzi – disse poi rivolto alla folla che li osservava divertita – direi che è ora di andare tutti a nanna! A me e mia moglie aspetta una notte intensa...»
Tutti, con un misto di affetto e orrore, si sbrigarono ad allontanarsi, borbottando fra sé e sé qualcosa sulla discrezione, sulla notte di miele e sulla troppa schiettezza.
Quando la sala del bar si fu completamente svuotata, Risa si voltò verso il marito. «Sei veramente ubriaco?»
«No, tu?»
«No.»
«Abbiamo ottenuto quello che vogliamo, direi.»
«Cioè di farli tornare tutti a casa loro?»
«Esatto.»
Sorridendo sornioni, i due neo sposi si baciarono felici, soddisfatti di poter finalmente andare nel loro appartamento a inaugurare il corredo nuovo.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Non ci credo, ce l'ho fatta!
Eeee finalmente è out il nuovo capitolo, che è niente po po di meno che il penultimo! * lancia coriandoli tra le lacrime *
Che ne pensate? È decisamente diverso dai soliti, ma devo dire che non riuscivo a metterlo giù in modo convenzionale. Siamo dunque al giorno del matrimonio, o meglio è notte fonda: i due Otani non vorrebbero far altro che andare a casa a -ehm- fare le loro cose, ma quei dolci dei loro amici/familiari non hanno fretta di andarsene e lasciarli soli! E quindi arrivano a un espediente... abbastanza OOC lo ammetto, però non mi dispiace del tutto come è venuto fuori questo capitolo ^^ A voi l'ultima parola

 

baka vuol dire “idiota”, “scemo”

 

- - -

 

Sì, Haise è quello di Tokyo Ghoul:re. Scusate. Sono un po' in una fase di trauma per quella meraviglia di manga. Ishida Sui ti troverò e ti sposerò, poi ti costrignerò a ideare un lieto fine per il povero Haise.

 

 

 

ANGOLO SPAM
Mi trovate su Facebook: https://www.facebook.com/IzzieSadaharuEFP
MyAnimeList: http://myanimelist.net/profile/Izzie_Sadaharu
WeHeartIt: http://weheartit.com/Isetta


 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo Decimo | Sorriso ***


10. Sorrisi
Guardalo e sorridi senza dire niente.

 

 

 

Atsushi Otani era ufficialmente stanco morto. Quando entrò in casa, trascinandosi dietro la borsa carica di libri come una palla da carcerato, la prima cosa che vide fu la montagna di vestiti che sfigurava il profilo del salotto.
Sospirando, gettò la borsa in un angolo della stanza e chiuse dietro di sé il portone, apprezzando il rumore della serratura che scattava con un clack metallico. Per quel giorno, le fatiche del lavoro erano finite.
Peccato che, a giudicare dall'anteprima offerta dal disordine che regnava in sala, sarebbero iniziate di lì a qualche secondo le sue fatiche di giovane padre.
«Koizumi?»
Si sfilò le scarpe e le lasciò all'ingresso, mentre dalla cucina giungeva ovattata la voce della moglie: «Bentornato a casa, At-chan!»
Evitando come un abile sciatore esperto di piste a slalom le pile di abiti ammonticchiate su divano, puff e pavimento, appese il giacchetto all'appendiabiti in metallo che si ergeva accanto al muro, ed entrò in cucina. Risa era seduta di fronte al tavolo, con in braccio la loro bambina, Saki.
«Ecco le mie donne!» Sorrise Otani, stampando un bacio sulle labbra della moglie e sulla fronte della bimba.
Risa passò le dita lungo le ciocche rossastre della figlia, giocherellando con i boccoli appena accennati di Saki. Atsushi si sedette di fronte a lei, sospirando piano. «Koizumi, ti posso chiedere giusto una cosa?»
«Spara!»
«Perchè il nostro salotto è stato trasformato nel deposito-abiti-in-cerca-disperata-di-padrone?»
La donna sorrise, come se si trattasse di una domanda stupidissima e senza senso. «Ma è ovvio! Stavo cercando una maglietta per Saki che si abbinasse ai pantaloni che le ha regalato tua mamma!»
Otani rimase per qualche attimo senza parole, poi sbottò: «Starai scherzando!»
Koizumi scosse la testa, convinta. «Affatto! Nostra figlia deve vestirsi bene, mica posso metterle una maglia azzurra sopra dei pantaloni rosa! Su, Otani, sii ragionevole.»
«Ma tu sei suonata! Ha un anno e mezzo! Chi se ne frega di come si veste una bambina così piccola?»
«La moda non ha età.» Irritata, Risa fece per alzarsi, tenendo in braccio Saki, ma Otani la fermò: «Aspetta, Risa... Scusa se ti ho risposto male... ho avuto una giornata particolarmente impegnativa a scuola oggi...» Aveva appoggiato la testa sul tavolo, stravolto.
Sua moglie sorrise, e si risedette al tavolo. Allungò una mano per accarezzargli i capelli castani, accompagnata dai suoni ancora poco comprensibili della figlia.
«Too-zan*»
Otani alzò la testa, sentendo una sorta di calore alla bocca dello stomaco. Era una sensazione piacevolissima, che percepiva ogni volta che sua figlia tentava di dire la parola “babbo”.
Alzando ancora un po' lo sguardo, vide l'espressione di sua moglie, e si sentì sciogliere.
Risa lo guardava con un sorriso dolcissimo sulle labbra, senza dire niente. I suoi occhi cioccolato esprimevano lo stesso amore che sapeva essere riflesso nel caramello dei suoi stessi occhi.
«Too-zan! Kaa-zan!*»
Otani si alzò e fece il giro del tavolo per raggiungere sua moglie e sua figlia.
Mentre Saki batteva leggermente le manine sul tavolo, estasiata dalla semplice musica che poteva così comporre, sua madre e suo padre si scambiarono un intenso bacio, carico di significato e amore.
Finchè ci fosse stata la sua famiglia, Otani sapeva che avrebbe superato qualsiasi difficoltà gli si fosse presentata davanti. 

 

 

 

* (o)too-san e (o)kaa-san, storpiati da Saki. Significano “babbo” e “mamma”.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Buonasera a tutti!
Innanzitutto mi scuso per l'immenso ritardo. So di averci messo più di un mese, ma finalmente sono riuscita a scrivere l'ultimo capitolo!
Ma sarà veramente l'ultimo?
Ho in mente un capitolo conclusivo, eheheh, che corrisponderà quindi all'undicesimo capitolo! *^* So già di cosa parlerà e tutto, ma non so quando lo scriverò.. forse domani, se sarò diligente! (No, più che altro se mi rimarrà del tempo dopo lo studio selvaggio di latino, filosofia e fisica! Che belle vacanze per l'8 dicembre.. -^-'' )
Ma a parte questo, mi rendo conto che in questo capitolo l'OOC la fa da padrone, e soprattutto che il prompt c'entra poco e niente, ma mi è venuto così. Eh lo so. Non è mai una bella cosa quando i personaggi prendono il sopravvento su chi scrive, ma i Koizutani possono.
I ringraziamenti ufficiali li farò nel prossimo capitolo, e vi avviso che saranno lunghissimi, muahahah!
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate di questo capitolo, cosa di quei famigerati dieci consigli (io continuo a pensare che si tratti di una baggianata, ma vabbeh) e cosa della fanfiction in generale! (Lo so che il capitolo veramente finale sarà il prossimo, ma anticipo che si discosterà un po' dai soliti... )
Alla prossima quindi, e grazie di tutto (Per ora! Non riesco a togliermi la sensazione che questo sia l'ultimo capitolo, anche se tecnicamente non lo è... ora piango)
Bacioni
Isa ~

 

 

ANGOLO SPAM

 

Facebook  → https://www.facebook.com/IzzieSadaharuEFP/

MyAnimeList  → http://myanimelist.net/profile/Izzie_Sadaharu

WeHeartIt → http://weheartit.com/Isetta

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Extra | Regole ***


Extra. Sii te stessa
Perchè in fondo, vali più di mille finzioni.

 

 

 

Koizumi Etsuko entrò nella stanza, stringendo tra le mani i lembi delle maniche dello yukata. I capelli rossicci erano raccolti in un'acconciatura elegante. Dei delicati fiori di pruno bianco erano intrecciati tra le ciocche fulve, tramite un intricato gioco di bastoncini in legno e fermagli in osso decorato. Etsuko li avrebbe volentieri gettati dalla finestra, ma le era stato imposto di comportarsi bene e mostrarsi bella e desiderabile per il futuro marito.
Si sedette con la schiena dritta, resistendo all'impulso di scalciare via gli alti geta. Suo padre entrò nella stanza senza guardarla negli occhi, e si sedette davanti a lei, rivolgendole la schiena.
«Figlia, a momenti arriverà il nobile Ataashi. Vedi di non provocarmi alcun tipo di imbarazzo.»
«Sì, padre.»
La stanza era ampia, con le pareti decorate con semplici ghirigori oro e argento. Il tatami era stato sapientemente pulito dalle serve di casa Koizumi, e un tavolino era situato al centro del tavolo. Etsuko avrebbe versato il tè al nobile Ataashi, come aveva imparato in anni di studi con donne esperte, poi si sarebbe ritirata in un angolo, aspettando che so padre e il nobile concludessero l'affare.
Quando due donne entrarono dalla porta opposta, prosternandosi a terra e annunciando l'arrivo del nobile, Etsuko cominciò a sentirsi piuttosto nervosa. Presto avrebbe conosciuto il suo futuro marito, e non era sicura di essere psicologicamente preparata.
Le serve si allontanarono con fare compito e uscirono; al loro posto entrarono due uomini, vestiti abbastanza elegantemente ma senza la ricercatezza che Etsuko aveva notato nello yukata scelto per lei. Uno si sedette in un angolo – probabilmente era un giovane apprendista samurai che aveva seguito il suo maestro, mentre il più anziano, Ataashi, si diresse verso il padre di Etsuko.
Il signor Koizumi si alzò, e si inchinò lievemente, imitato da Ataashi. «È un piacere vedere che siete in buona salute, Ataashi-dono.»
«Lo stesso vale per voi, Koizumi-dono.»
Etsuko avrebbe voluto alzare lo sguardo per osservare il futuro sposo, ma il cerimoniale le imponeva di tenere gli occhi fissi a terra. La curiosità mista a paura le stava facendo tremare le mani bianche, ma si costrinse a rimanere immobile, come le era stato insegnato.
«Figlia, inchinati al nobile Ataashi, e servi il tè.»
Le serve di prima entrarono di nuovo nella stanza, portando un enorme servizio per la preparazione del tè. Poggiarono tutto sul tavolo e uscirono, dopo un profondo inchino a entrambi gli uomini.
Etsuko si alzò, traballando leggermente sui geta, e si avvicinò all'uomo. Era più anziano di quanto si aspettasse: doveva avere circa cinquant'anni, il che significava trentacinque anni più di lei. I capelli, raccolti nel tipico chonmage, erano striati di grigio, e la pelle attorno alla bocca cominciava a essere cadente.
Reprimendo un moto di repulsione, si inchinò fino a toccare terra con la fronte. «È un piacere incontrarvi, Ataashi-dono.»
«Lo so bene, ragazza. Sono mesi che tuo padre cerca di organizzare questo matrimonio.»
Etsuko non rispose, ma si sedette di fronte al tavolo e cominciò a preparare il tè. Fu allora che lo vide.
Il giovane, che era rimasto in disparte, seduto in un angolo della stanza senza proferire parola, la stava guardando tranquillo. I grandi occhi nocciola le restituirono uno sguardo dolce e calmo, e per un attimo il cuore di Etsuko perse un battito. La mano le tremò, mentre disponeva le ciotole sul tavolo, e suo padre se ne accorse. «Figlia, vedi di non fare disastri.»
Etsuko si morse il labbro inferiore nervosamente, e subito si rimproverò mentalmente. Avrebbe rischiato di sbafarsi il rossetto cremisi, o peggio ancora si sarebbe macchiata la pelle diafana, ottenuta con così tanta fatica e usando così tante ciotole di trucco.
Smise di tormentarsi le labbra e chiuse gli occhi, imponendosi di calmarsi.
Quando li riaprì, azzardò un'occhiata verso il nobile, e notò che la stava guardando sorridendo. Si ordinò mentalmente di ignorarlo, e cominciò a versare il tè dalla teiera in porcellana gigantesca
Intanto, il nobile Ataashi decise che era opportuno intavolare una conversazione. «Koizumi-dono, è molto che siete in Giappone?»
L'uomo parve in difficoltà, ma non esitò a rispondere: «Io ci sono nato, ma i miei nonni materni non erano nipponici. Perchè lo chiedete?»
Ataashi rispose assumendo un'aria saccente: «Curiosità. Sapete, ho portato con me il mio allievo Otani, per mostrargli che esistono nel nostro paese famiglie che non sono pure di razza.»
Etsuko posò la teiera e alzò lo sguardo sul ragazzo. Aveva i capelli scuri raccolti nel chonmage, e sembrava lievemente imbarazzato.
Suo padre ribattè, irritato: «Noi siamo giapponesi, Ataashi-dono.»
«Ma certo, ma certo... non potete tuttavia negare che quei capelli rossi sono tutto meno che nipponici. Alquanto disgustosi, se vogliamo dirla tutta... ma finchè mi può dare eredi, vedrò di passarci sopra.»
La ragazza si immobilizzò, stringendo tra le dita sottili due ciotole di tè. Fece due respiri profondi, tentando di calmare la voglia di urlare e piangere allo stesso tempo. Chiuse gli occhi per un secondo, poi li riaprì e fissò un punto indefinito sul tatami.
«Ataashi-dono, mi dispiace che i miei capelli non siano di vostro gradimento.» Osò dire, modulando la voce in modo da celarne il tremore. «Tuttavia, mi duole dirvi che non posso farci gran che, sono desolata.»
Sentì una risata, e alzando lo sguardo vide che il giovane Otani si era messo a ridere, ignorando l'occhiataccia da parte dei nobili Koizumi e Ataashi. Quest'ultimo lo riprese: «Otani Zeshin, devo forse ricordarti che sei sotto la mia giurisdizione?» Si rivolse poi nuovamente alla futura sposa. «Dovete scusarlo, ragazza. Ha solo vent'anni, deve ancora imparare a dominarsi. Quanto a me, mi dispiace di avere espresso un commento offensivo nei vostri confronti. Vorrei poter dire di essere felice nel vedere che avete carattere, ma sapete, sono sempre stato tradizionalista.» Si alzò e la raggiunse di fronte al tavolo, chinandosi in modo da guardarla negli occhi. Per una volta, Etsuko non li abbassò, ma fissò i suoi cioccolato in quelli grigi dell'uomo. «Perciò, una volta sposati, vi assicuro che non avrete occasione di esporvi in questo modo. E per quanto riguarda i capelli, potete sempre tingerli.»
Etsuko sorrise, continuando a guardarlo negli occhi: «Vi ringrazio. Per lo meno, il mio presunto problema si può facilmente curare con della tinta.»

 

Come probabilmente è ovvio, Koizumi Etsuko e Otani Zeshin si innamorarono perdutamente. Ma il loro amore era contro le regole, tanto quanto lo erano i due amanti, e subì una sorte alquanto infausta. Quando si seppe della sua gravidanza, Etsuko venne ripudiata e venduta come schiava; Zeshin, da canto suo, sapeva che colui che veniva presentato come rampollo di Ataashi, era in realtà figlio suo. Ma anche lui venne allontanato, e costretto a lavorare come samurai per un signore straniero.
Era stata una relazione contro tutto e contro tutti, e in quanto tale fu stroncata sul nascere.
Ma quel loro figlio crebbe, e si innamorò; a sua volta ebbe figli, che a loro volta crebbero ed ebbero figli.

Più di duecento anni dopo, i discendenti dei discendenti di Etsuko e Zeshin si incontrarono e si innamorarono. E il loro amore fu contro ogni regola e ogni principio prestabilito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) geta: zoccolo tipicamente giapponese. Per quelli di Etsuko, mi sono immaginata lo stile di zori da geisha (se siete curiose, googlate “geta gesiha” e vi troverete una marea di scomodissime ma meravigliose calzature tradizionali)

(**) sono sicura che già lo sapete, ma il suffisso “dono” è molto più rispettoso di “san” e veniva usato in epoca feudale. Talvolta anche ai giorni nostri viene usato, per indicare moolto rispetto.

(***) il chonmage è un tipo di pettinatura, indossata dagli uomini giapponesi in epoca feudale. (Di nuovo, provate a googlarlo)

 

 

Ho pensato che gli Otani abbiano preso il colore chiaro dei capelli più avanti nel tempo, rispetto ai Koizumi xD

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

È finita gente!
Cavoli, questo capitolo mi è piaciuto un sacco, anche se ammetto che 1) è diversissimo dagli altri sia come stile, sia come lunghezza, sia perchè è deprimente, che 2) i Koizutani ottocenteschi c'erano poco e niente e che 3) non dovrei dirmelo da sola.
Ma il punto è che mi sono divertita davvero tanto a scriverlo. Sarà che sono più portata alle angst più che al fluff, ma boh, mi ha preso veramente la mano mentre scrivevo! * è felice *
E so anche che il tema del “essere se stessi” c'entra e non c'entra. Diciamo che, essendo quello conclusivo, permea un po' tutti gli altri capitoli; e va a suo modo interpretato. Ma non mi sento di cambiare una sola riga di questo capitolo!
Il nome di Ataashi mi è stato ispirato da Akaashi di Haikyuu. (LOL)
Spero di non aver fatto castronerie storiche – diciamo che questa è ambientata prima dei Trattati Ineguali e perciò prima dell'arrivo degli Occidentali in maniera massiccia; dovremmo perciò essere nei primi dell'Ottocento. Spero che i costumi descritti, i riti e i modi di fare non siano del tutto sballati!
E che dire, niente! Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo e dell'intera fanfiction!

Ah sì, se trovate errori per favore ditemelo, ultimamente sono alquanto dislessica xD

Adesso sono in arrivo i super ringraziamenti, tenetevi forte!
 

Ringrazio chi...

- ha recensito: voi, le mie stelle, coloro che mi hanno spinto a continuare a scrivere e che mi hanno dato la carica (vi adoro tutte, grazie mille carissime!)
Chappy_
IMmatura
Gamora96
Queila
Fangirlandosulkpop
mana_chan
kissenlove
Amelia_
Mamiya_sakura
Rosa di ghiaccio

- ha aggiunto alle preferite: siete fantastiche/i, l'idea che qualcuno possa dire “questa storia è fra le mie preferite” mi scalda davvero tanto il cuore!
Aenima
elisabettabasco
fangirlandosulkpop
Gamora96
Lake of Fire
Obsessivefangirl
Chappychan_
Chocolate_

- tu ragazza solitaria che l'hai aggiunta alle ricordate: sei carinissima, grazie grazie mille!
Mitika98yb

- la sfilza di persone che l'ha seguita: grazie di cuore, avete aspettato tutti i miei ritardi, i miei temporeggiamenti, avete sopportato tutti i miei “la prossima volta sarò più veloce”, pur sapendo che non lo sarei mai stata. Siete davvero meravigliose, vi ringrazio davvero di cuore!
Agrifogliooro
Azzurratriton
Chibiroby
Class of 13
Fangirlandosulkpop
fightformanga1
Haru_da96
Hayhey
Hiyo
IMmatura
kissenlove
lulu_chan
Maiko_chan
mana_chan
Queila
rain25
rose T
SalamandraSlayer
sel97
semideah_
The Nim
_skyland

 

 

grazie di cuore anche a tutti i lettori silenziosi e anonimi!
Come sempre vi lascio il mio angolino spam!

 

 

ANGOLO SPAM

 

Facebook → https://www.facebook.com/IzzieSadaharuEFP/

MyAnimeList → http://myanimelist.net/profile/Izzie_Sadaharu

We Heart It → http://weheartit.com/Isetta

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3172518