Tamashī no kisetsu.

di Queen_V_Introspective
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kokoro no fuyu (L'inverno del cuore) ***
Capitolo 2: *** Haru no iro ***
Capitolo 3: *** Natsunokaori ***
Capitolo 4: *** Kanjō no aki ***



Capitolo 1
*** Kokoro no fuyu (L'inverno del cuore) ***


Kokoro no fuyu.

 
Capita nella vita di sentirsi soli in mezzo alla folla e alle difficoltà, forse perché ci smarriamo o forse perché semplicemente stiamo aspettando qualcuno; presentando in cima ai problemi la propria solitudine, essa è accompagnata dall’afflizione dovuta alla propria condizione di sofferenza. Qualunque sia la situazione, probabilmente ci sentiremo molto meglio dopo aver trovato la persona che stavamo cercando, o la strada smarrita. L'unica cosa in cui non dobbiamo mai smettere di credere, l'unico sentimento che non si deve mai perdere è la Speranza.

“Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia, perché dietro alla nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta”(Khalil Gibran)


 
 
 ***






Ci sono giorni in cui ti chiedi se il freddo gelido che percepisci proviene dal cuore o dall'aria che respiri.

Ci sono giorni in cui ti senti così stanco che non hai la forza neanche di alzare lo sguardo per affrontare il grigiore che aleggia nel profondo del tuo essere. Ti senti sfinito, cupo, quasi come l'ombra di te stesso.

Ci sono giorni in cui, nonostante senti il tuo respiro vibrare forte dentro di te, non sei altro che una salma priva di vita.

E sono quelli i giorni in cui hai bisogno, sopra ogni cosa, di avere qualcuno vicino, per uscire dal baratro della sofferenza.

Alcune volte il motivo del nostro dolore è proprio la perdita di una persona a noi molto cara; altre volte, il motivo può essere legato ad una situazione o ad una condizione che ci affligge.

A volte l'inverno lo custodiamo dentro; spesso non è tangibile, né visibile ai nostri occhi, ma lo percepiamo più forte che mai.

Ti senti la testa vuota ma allo stesso tempo pesante, proprio come il cielo grigio in una giornata cupa d'inverno: sembra vuoto, ma nello stesso istante in cui ti soffermi ad osservarlo, ti rendi conto di quanto tu ti stia sbagliando e di quanto esso sia invece carico di colori pesanti, colori morti, che solo a rimirarli affaticano ed angosciano non solo la vista, ma anche l’animo.

Spesso mi capita di ripensare ai momenti in cui ho dovuto essere forte, in cui nonostante l'affetto di tutti i miei cari e dei miei compagni io mi sono sentito solo.

E quando i ricordi, (e soprattutto il dolore), prendono il sopravvento, allora cerco di osservare il cielo; ho sempre associato in parte le mie emozioni ai suoi colori e soprattutto alle stagioni.

Mi accorgo che proprio in quelle giornate uggiose, gelide  ed angoscianti la mia sofferenza spunta dal nulla a farmi compagnia.

Ho tanti sentimenti e, forse, fin troppe emozioni contrastanti dentro di me, che tante volte non mi consentono di andare avanti.

Mi sento il cuore bloccato, fermo, proprio come in quei giorni in cui da bambino ho dovuto affrontare quello che forse nemmeno il guerriero più audace avrebbe osato immaginare.

Agli occhi degli altri forse sono stato coraggioso, forte, un esempio da cui imparare; ma la realtà è stata ben altra.

Non ho mai tirato fuori la mia vera natura, la mia reale sofferenza.
Tutti hanno dei sogni e, come gli altri, anche io ne ho avuti all’inizio di tutto, ed ancora oggi ne ho.

Il calcio, la mia squadra è stata tutto per me, e forse lo sarà per sempre.

Ho cercato di vivere spensierato, di non lasciarmi sopraffare da quelle sensazioni negative che il mio corpo, in modo incontrollabile e quasi automaticamente, ha tirato fuori ogni qual volta ho osato.

Nessuno probabilmente può comprendere appieno il mio dolore, la mia sofferenza, le mie crisi celate in un singhiozzo e soffocate da un cuscino che troppo a lungo mi ha tenuto compagnia in una stanza buia.

Momenti forti, momenti strazianti allo stato puro.

La domanda che spesso mi pongo è questa: come si può chiedere ad un ragazzino che ha così tanti sogni, così tanta voglia di vivere, di affrontare e superare tutto questo? Come si può chiedere e pretendere che rinunci ai suoi sogni, alle sue passioni per qualche attimo di vita in più?

La vita è forse un baratto?

Barattare la felicità per avere a disposizione ancora qualche ora, giorno o settimana?

Scegliere di rinunciare ai nostri sogni pur di salvarci è un po' come vivere a metà o esistere semplicemente.

Come possiamo vivere senza poter realizzare i nostri sogni, senza avere obiettivi o aspirazioni?

Oggi, quando ci ripenso a quei momenti, vorrei avere quella grinta e quella tenacia che con il tempo forse un po' ho perso.

Sono diventato più forte, freddo ed impassibile di fronte al dolore; a volte lo sono fin troppo.

Non l'ho scelto io, non ho chiesto io tutto questo.

Mi ci sono ritrovato dentro, come quando un tornado ti travolge, ti distrugge e tu vorresti urlare, piangere e chiedere aiuto. Per far sì che tutto finisca, vorresti solo dormire per non sentire più nulla.

Mi ritrovo di nuovo in una camera d'ospedale: una nuova operazione, un nuovo dolore, una nuova prova da affrontare, sperando come sempre di uscirne vivo. Assorto nei miei pensieri, riesco a leggere sui volti dei miei cari la paura e la preoccupazione. E poi c'é lei, che non ha mai smesso di esserci.

Non ha mai smesso di essere forte, per me e per lei.

Non ha mai smesso di crederci, di lottare.

Il dolore ci ha distrutto entrambi, ha distrutto la nostra infanzia, l'adolescenza, ed ancora continua a farci a pezzi.

Siamo tanti piccoli pezzi di cristallo, che si frantumano ogni volta che quel vento gelido dell'inverno ci sfiora.

- Ehi…  –

- Ehi… Cosa c’è?  –

- Niente.Sei così silenziosa, oggi. Come mai? –
 
- Così… Non c’è un motivo preciso. –

- Yayoi, non sei mai stata brava a dire bugie. Sai? –

- È la verità, Jun. Non sto pensando a niente. -

- Sicura? –

- Certo. –

- Hai paura? –

- Un po'. –

- Vieni qui, vicino a me. –

Il suo profumo mi inebria la mente, mi fa sentire sicuro, tranquillo. Ho affrontato momenti difficili, sono stato un guerriero sin da bambino, quando ho sfidato il destino più e più volte, ma se sono qui lo devo anche a lei.

È grazie a lei, al suo coraggio ed alla sua tenacia che ho trovato la forza di affrontare tutto ed andare avanti, perché lei in fondo è la mia forza.

Ho ascoltato migliaia di voci, visto infinite camere d'ospedale spoglie, fredde e vuote; ho affrontato operazioni che alcune volte sono apparse interminabili, mesi di convalescenza, di ansie e preoccupazioni, ma nonostante tutto sono ancora qua.

Spesso provo rabbia, amarezza e delusione; alcune volte mi manca l'aria, e quando respiro sento la pesantezza di quel macigno che mi porto qui dentro al petto: quel cuore capriccioso e malandato, che troppo presto ha iniziato a rubarmi sogni e speranze.

Tutto ciò che ho provato mi ha letteralmente annientato e distrutto; in alcuni casi, le infinite ore d'attesa negli studi medici, quei responsi che mai avrei voluto sentire mi hanno frantumato in milioni di pezzi.  Sono ancorato al passato ed ogni tanto, in questo inverno così burrascoso che sento dentro, mi chiedo come sarebbe stata la mia vita senza tutto questo dolore.

Non bastano ricchezze, né auto costose o lussi sfrenati.

Niente di tutto questo potrà ridarmi la spensieratezza, la gioia e la semplicità che ogni bambino ha.

Il passato in alcuni casi mi perseguita; in fondo, è ancora il mio attuale presente. Ho paura di tante cose: lasciare i miei cari, Yayoi, o tutti i miei amici. Ho paura di non farcela questa volta. Ho paura di non uscirne vivo.

Sono attimi intensi, indescrivibili; finché non provi sulla tua pelle certe sensazioni, non potrai mai capire cosa realmente si vive in quegli istanti.

Poi guardo quei suoi occhi grandi e profondi, così pieni di amore, e mi chiedo se merito tutto questo.

Se vale la pena soffrire così tanto per stare vicino a qualcuno.

Ed è proprio in quegli istanti che riprendo la mia vita tra le mani.
Se c’è una cosa che ho imparato da tutto ciò è proprio vivere appieno ogni istante, ogni singolo giorno intensamente.

Ho capito che non si può fare niente per salvare il passato o per cambiarlo, perché indietro, purtroppo, non si torna.

Non ho scelto io, anzi; non abbiamo scelto noi di vivere tutto questo dolore, ma possiamo scegliere come andare avanti e decidere di affrontarlo nel modo migliore.

Salvarsi da se stessi non è facile, ma solo così ho potuto salvare quel poco di me che ancora non è andato in frantumi. Ho guardato dentro la mia anima, oltre le ferite e ho capito che posso ancora farcela. Posso ancora avere un futuro diverso, ho ancora una speranza.

Nonostante i mille pezzi in cui mi sono frantumato, pian piano ho ricomposto i cocci di me stesso ed ora sto ritornando a vivere.

Mi sento come una fenice che, nonostante tutto, risorge sempre dalle sue ceneri.


 
***



Credits:
Tamashī no kisetsu. (Le stagioni dell'anima)
Kokoro no fuyu (L'inverno del cuore)




 
***



Note dell'Autrice.
Salve a tutti, ebbene eccomi di ritorno!

È trascorso un bel po' di tempo, purtroppo non è stato un periodo facile per me, e proprio per questo che ho deciso di scrivere delle shot in cui attraverso Jun posso esprimere in parte ciò che entrambi proviamo, ed ho deciso di farlo attraverso le stagioni dell'anno partendo dall'inverno. Sono particolarmente legata a questo personaggio, sin da bambina l'ho amato per la sua tenacia, il suo spirito combattivo, per il suo essere Indistruttibile e forte. Nonostante il dolore e le sofferenze lui è andato avanti, e ce l'ha fatta. Abbiamo tante cose che ci accomunano, anche io come lui ( seppur avendo tutt'altro problema)  ho lottato ed ancora lotto da diversi anni, per qualcosa che ahimè non ho scelto io, ma per la quale sono stata scelta. E come lui ho imparato ad esser forte e a non mollare. Tutti lo definiscono un principe dal cuore di cristallo, io mi chiedo però, vi siete mai posti la domanda di cosa potesse provare quel Baronetto così fragile in alcuni momenti? Cosa gli arrecasse dolore, gioia o sofferenza? Di quanto fosse difficile in alcuni giorni anche solo aprire gli occhi o respirare? Beh io l'ho fatto, e lo faccio ogni giorno, sia per me che per lui, questa domanda è sempre al centro dei miei pensieri.
 
"A volte per comprendere in pieno un dolore profondo, bisogna viverlo."
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto voglia di leggere e condividere queste mie righe.
Ringrazio chi avrà piacere nell'inserire le mie shot tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro ( se ne avranno piacere ovviamente!) che recensiranno e soprattutto alla mia Beta - Reader Solerena  che ha revisionato i miei testi. Grazie al suo prezioso aiuto e alla sua amicizia, mi ha aiutato a non arrendermi in questo periodo buio, insieme a Daniele e Luigia. Vi adoro amici miei!.Volevo informarvi anche che ho creato un gruppo su Facebook di Captain Tsubasa se vi va passate a trovarci!
 
 

Questa è la mia pagina personale di Facebook, ove potrete seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle mie fanfiction: Queen_V_Introspective
Gestisco anche un gruppo nel fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP)
(Basta cliccare sopra i Nickname scritti in azzurro e potrete giungere alle pagine o sul gruppo).

Con affetto,
Annalucia.



***

 
 

© Disclaimer. Tutti i personaggi tratti dal Manga/Anime Captain Tsubasa non mi appartengono, il suo autore originale è Yoichi Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Captain Tsubasa nei vari paesi.
La Fanfiction non è stata scritta con finalità di lucro.

 
 
 

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Capitolo 2
*** Haru no iro ***


Haru no iro






***




 
 
La primavera è, forse, una delle stagioni più affascinanti; è come una nuova vita che nasce: emozionante.

Tutto si risveglia, e riprende il suo percorso che per troppi giorni è stato in letargo.

Il fiorire dei ciliegi, i colori tenui dei petali ed il profumo delicato, ma allo stesso tempo intenso, creano un'atmosfera unica, accompagnata dal cinguettio dolce e melodioso degli uccelli che, felici, festeggiano i primi giorni in cui il sole torna a far capolino. Troppo a lungo, infatti, l'hanno coperto le nuvole nei mesi infiniti, cupi e freddi che hanno gelato anche un po’ il cuore.

Ed è così che proprio in questo periodo, forse, tutti ci sentiamo rinnovati nell' anima e nel corpo.

Scorgo dalla finestra l'immensità del paesaggio sottostante, la bellezza dei colori variopinti che si mescolano tra loro, creando così un arcobaleno maestoso che rallegra gli occhi e scalda il cuore. I flebili raggi dorati del sole, pian piano, mi accarezzano il viso, le gote ed attraversano ogni centimetro della mia pelle trapassandomi dentro, in ogni poro.

Percepisco il loro calore vivido, che a poco a poco diventa sempre più intenso.

Probabilmente, non vi è sensazione più bella appena svegli.

Un'altra giornata intensa ed impegnativa sta per avere inizio.

Tra tutte, la primavera è la stagione che preferisco: rappresenta per me la quiete dopo la tempesta. Il grigiore dell'inverno finalmente inizia a dissolversi nell'aria, lasciando il posto ai profumi dei fiori, che inebriano la mente oltre ai respiri. Le farfalle leggiadre aleggiano nell’aria tiepida, tra la natura, colorando non soltanto il cielo, i fiori o le piante, ma anche l'animo delle persone.

Spesso mi chiedo cosa si prova nel vivere una vita così breve, seppur ricca di cambiamenti importanti.

La metamorfosi di un piccolo bruco che, uscito dal suo bozzolo, diviene una splendida creatura dagli straordinari colori, è tanto affascinante quanto complessa.

Alcune volte ho provato delle sensazioni così forti ed intense che ho avuto l'impressione di sentirmi come quella piccola, splendida creatura dal destino ricco di ogni maestosità, ma troppo breve per essere vissuto in pieno.

Ho affrontato periodi bui, dolorosi, eppure c’è stata una sola cosa che mi ha dato la forza di andare avanti: la speranza.

Non ho mai smesso di sperare:

In un nuovo giorno.

In una nuova opportunità.

In un nuovo inizio.

Ed ho lottato… Sì, io ho lottato tanto per rimanere qui, per realizzare tutti quei sogni che, da bambino, troppo presto ho rischiato di abbandonare.

Il tempo è qualcosa di prezioso; alcuni lo sprecano, altri credono di averne in quantità infinita. Altri ancora, invece, vivono con la consapevolezza di non aver abbastanza tempo per fare tutto ciò che desiderano.

Ecco: io sono, forse, una di quelle persone che ha troppi sogni, troppe cose che vorrebbe realizzare e troppo poco tempo a disposizione.

Ho affrontato l'ennesima operazione, l'ennesimo dolore; un semplice taglietto a parer dei medici.“Vedrai”, mi hanno detto, “non avrai cicatrici troppo visibili”.

A volte, queste parole suonano quasi buffe per me. Come può un “semplice  taglietto”, come lo definiscono loro, causare tanto dolore e sofferenza?

Un piccolo taglio, ma la ferita è piuttosto profonda.

È proprio vero che, a volte, bisogna guardare al di là della prospettiva che si ha di fronte.

Ed io ho dovuto imparare sulla mia pelle cosa significhi guardare oltre le proprie possibilità, le proprie aspettative ed i propri sogni.

I momenti di sconforto sono tanti, fin troppi, ma ho sempre lottato e continuerò a farlo proprio come quel bruco che, impaziente, lotta per uscire dal suo bozzolo e vivere il suo giorno da vincitore.

Perché anche io, sì, mi sento un vincitore.

E lo devo alla mia famiglia, a me stesso e alla donna che amo più di quanto io ami la mia stessa vita.

Ricordo ancora quando, da bambino, ogni volta che ho provato ad osare in qualcosa, lei in modo goffo e quasi con timore ha sempre cercato di proteggermi, a costo di sgridarmi o svelando il mio piccolo segreto a Tsubasa, pur di non vedermi soffrire.

Forse ho esagerato… La mia reazione è stata troppo impulsiva ma, ahimè, anche io sono umano, più di quanto si possa credere. Anch'io sbaglio.

Spesso ho letto sui volti altrui l'invidia per la mia “posizione privilegiata” in molti campi. Posso affermare con certezza, però, che la suddetta posizione agli occhi degli altri è apparsa come uno scudo che, in realtà, ha celato ben altro.

C'era dolore nei miei occhi, sofferenza nel mio cuore ed angoscia nella mia anima.

Poi ho incontrato lei ed ho rivisto la luce in fondo al mio tunnel.

Grazie a lei ho finalmente varcato la soglia del baratro della mia sofferenza.

Certo, dovrò ancora lottare; ho ancora tanto dolore dinanzi a me e tante prove difficili, ma se c’è una cosa che la vita mi ha insegnato è non smettere mai di lottare.

Bisogna crederci, bisogna andare avanti, anche se l’oscurità prende il sopravvento. Se l'angoscia, la sofferenza e il dolore lancinante in alcuni casi ci sovrastano e ci annientano, noi dobbiamo essere forti. Dobbiamo combattere.

Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta, mai.

Quando alzo gli occhi al cielo, esso mi sovrasta; sento la sua forza su di me, incessantemente, e questo mi dà la carica giusta per affrontare un nuovo giorno, per credere in me.

Non è stato semplice accettare di convivere con la mia malattia, di dover giocare una manciata di secondi quando avevo sulle spalle, oltre al peso del mio cuore, anche quello della mia squadra.

Sono stato per anni il capitano della Musashi e ho cercato, nonostante tutte le difficoltà, di essere un buon capitano: presente, paziente e tenace.

Spero di esserci riuscito; spero di avercela fatta, perché la mia vittoria più grande è proprio questa.

- Jun, sei pronto? –

- Eccomi, Yayoi. Arrivo.  -

- Ultimamente, sei troppo distratto…Quasi assente, direi. –

- Ma no, sciocchina! Guarda: non trovi che sia bellissima la primavera? Senti che bel profumo emanano i fiori, e il cinguettio dolce degli uccelli! Ecco: questo è il motivo della mia distrazione. –

- Sicuro che non ci sia altro, Jun? –

- No, non c’è altro. Nient'altro, a parte te. –

 

 

***





Credits:
Haru no iro ( I colori della primavera)

 

 

 ***

 

 

Note dell'autrice
Salve a tutti, volevo spendere due paroline per voi lettori e lettrici.
Non mi aspettavo una così calorosa accoglienza per il mio ritorno, e vi posso assicurare una sola cosa: Sono felicissima delle vostre bellissime parole che mi avete rilasciato nei messaggi in privato, nelle recensioni o su altre piattaforme. Sono sul serio entusiasta, di tutto l'affetto che mi state regalando e di aver trovato delle splendide persone.
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE A TUTTI DI VERO CUORE!
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto voglia di leggere e condividere queste mie righe.
Ringrazio chi  ha inserito e chi avrà piacere nell'inserire le mie shot tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro ( se ne avranno piacere ovviamente!) che recensiranno, a chi ha già recensito e soprattutto ringrazio la mia Beta - Reader Solerena  che ha revisionato i miei testi. Grazie a tutti voi amici miei, che in questo periodo difficile mi siete stati vicini!

 
 

Questa è la mia pagina personale di Facebook, ove potrete seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle mie fanfiction: Queen_V_Introspective
Gestisco anche un gruppo nel fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP)
(Basta cliccare sopra i Nickname scritti in azzurro e potrete giungere alle pagine o sul gruppo).

Con affetto,
Annalucia.



***

 
 

© Disclaimer. Tutti i personaggi tratti dal Manga/Anime Captain Tsubasa non mi appartengono, il suo autore originale è Yoichi Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Captain Tsubasa nei vari paesi.
La Fanfiction non è stata scritta con finalità di lucro.

 
 
 

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Capitolo 3
*** Natsunokaori ***


Natsunokaori
 

 
***


 
“A tutti capita di vivere avversità improvvise, qualcosa di contrario ai piani stabiliti, una circostanza particolarmente difficile, una malattia, un grave problema, in queste situazioni come si reagisce? Ci si lascia abbattere, sopraffare dal l’avvilimento? Si perde il coraggio di affrontare le prove della vita stessa?
Alcuni di fronte a determinati problemi, non riuscendo a combatterli pensano al suicidio come soluzione ad ogni ostilità, annegano nell'alcool o fuggono drogandosi.
Ma non è certo in questo modo che si risolvono le difficoltà!
Esaminiamo la nostra vita, verifichiamo le nostre forze a fronte delle avversità che stiamo affrontando.
Se ci scoraggiano con facilità, significa che esse sono poche.
Prendendo coscienza di questo però possiamo ricorrere ai ripari e a non scoraggiarci, magari avendo fede nelle cose in cui crediamo: che sia un Dio di una qualsiasi religione, che sia un oggetto sacro o un semplice essere umano non ha importanza!
La cosa più importante è quella di non cedere alle difficoltà, ma di attingere nuove forze dalla fonte in cui crediamo per rialzarsi e lottare.
Omnia vincit amor (Virgilio)”
 





***





 
Il sole sta quasi per calare, il tramonto investe con i suoi raggi colorati seppur flebili, tutto l'orizzonte.

È incredibile quanto possa essere straordinariamente affascinante la natura.

Cammino a piedi nudi su questa spiaggia, voglio sentire, vivere e assaporare a pieno tutte le emozioni che questi giorni mi riservano. Avverto il calore della sabbia, la sua sofficità sulla mia pelle, forse, non vi è sensazione più bella.

Mi avvicino pian piano alla riva, voglio sentire anche il mare, che mi accarezza con così tanta dolcezza bagnandomi a poco a poco.

Ho sempre vissuto tra un ospedale e l'altro, con la paura nel cuore di non poter più correre spensierato, di non poter passeggiare tra le strade della mia città o di non poter più avvicinarmi a questo splendido ed incantevole luogo.

NON PUOI

Questo è quello che mi sono sentito dire per tanto tempo, troppo a lungo.

Qualsiasi cosa ho desiderato in cuor mio l’ho dovuta sempre rimandare, perché dovevo prestare attenzione, dovevo evitare movimenti bruschi, inutili stress e alcune volte quasi mi è apparso difficile anche solo respirare.

Ed ora invece eccomi qui, dopo tanti sforzi, tanti sacrifici, finalmente posso camminare libero per tutto il tempo che voglio, ed ora più che mai sento che di tempo non ne ho abbastanza per fare le cose che troppo a lungo ho rimandato.

Sento il profumo di salsedine, il calore dell'acqua, e la brezza marina che sfiora delicatamente i miei capelli.

Tutto questo mi inebria la mente.

Un momento magico, che imprimo nella mente ogni qual volta mi capita di vedere il tramonto in spiaggia.

La cosa che mi lascia senza parole è l'orizzonte, infinito, immenso che nasconde dentro di sé una miriade di nuove avventure ed emozioni.

Lo spettacolo che vedo dinanzi ai miei occhi è stupefacente: il sole man mano cala, appoggiandosi lentamente e quasi con timore di frantumarel’acqua cristallina e limpida che all'apparenza sembra un grande ed immenso tavolo piatto e trasparente, fatto di vetro colorando con i suoi raggi ogni singola goccia d'acqua. I colori si mescolano tra loro, creando qualcosa di indescrivibile. E più il sole cala, più i colori si intensificano, come i profumi e i suoni.

Lo scrosciare delle onde che si infrangono sugli scogli, aumenta con il calar del sole. Quelle onde che hanno faticato tanto pur di arrivare ad accarezzare anche solo per un attimo gli scogli, o la riva infrangendosi su di essi, e ritirandosi per poi ricominciare da capo.

Ed io mi sento così proprio come quelle onde che ogni qual volta raggiungono la meta si infrangono e frantumano in mille pezzi: un cristallo.

Io sono fragile e forte allo stesso tempo esattamente come i cristalli, che sono resistenti e molto duri al di fuori, ma non appena iniziano a volare in caduta libera si infrangono su qualsiasi cosa possa ritrovarsi sul proprio cammino.

E così io mi infrango  sulle persone, sulle cose o sugli avvenimenti.

Tutte le volte che qualcuno mi delude, o le cose vanno male io mi rompo in mille pezzi, vado in frantumi e per ricostruirli so già che dovrò faticare tanto.

Ogni volta è come morire e risorgere.

 Esattamente come quella fenice in cui spesso mi rivedo.

Ogni singola operazione per me è stata un varco, un luogo in cui è avvenuto un mio nuovo mutamento, una mia nuova vita per me e per i miei cari. Entrando nella sala operatoria, quelle luci forti e bianche, quel luogo scarno, spoglio di qualsiasi cosaè stato una nuova fine, le ore interminabili delle operazioni hanno rappresentato una lenta e dolorosa agonia, per chi fuori in quella sala d'aspetto ha sperato e pregato per me.

Per il mio risveglio

Per un mio respiro

Per un nuovo battito

E tutte le volte che sono uscito quasi indenne da quella sala, per me è ricominciata la mia nuova vita.

Sono rinato nel momento in cui risevgliandomi ho aperto gli occhi ancora una volta.

Ed è questo che io sono: una fenice e un'onda che lottano per raggiungere la riva o la meta, che non si arrendono, s' infrangono e si frantumanoma risorgono sempre per ricominciare a lottare, sperare e vivere per poi infrangersi ancora una volta, sugli scogli e ricominciare da capo.

Ed è così bello, perché ti senti vivo, perche sai di essere pieno di energia vitale e che la vita è unica.

Nessuno può tornare indietro, nessuno può darci un giorno, un minuto o un ‘ora in più.

Bisogna vivere e sperare, ma bisogna anche lottare con tutte le proprie forze, combattere i dolori, le sofferenze e superare gli ostacoli proprio come fanno le onde del mare, che giungono forse dall'altra parte del mondo per raggiungere la riva.

Troppo a lungo le persone si chiudono nel loro bozzolo, perché spaventati dal mondo esterno, da ciò che potrà accadere una volta divenuti farfalla. La paura di cadere, di non saper battere le ali e volare è forte, ma la forza della vita deve essere superiore. La voglia di vivere deve vincere e superare tutto, solo così possiamo godere di ogni privilegio o bellezza che la natura e la vita stessa ci offrono.
 
Io ho vissuto momenti di sconforto e si, come tanti ho preferito nascondermi nel mio bozzolo, ma poi ho capito che ho sbagliato, che quel bozzolo quasi mi ha soffocato perché troppo stretto che le mie ali hanno voglia di vivere all'aria aperta e di spiegarsi. Grazie alle mie ali che hanno vinto su tutte le mie paure oggi io sono qui, fuori dal mondo a sentire tutti questi profumi che il mare mi sta offrendo.

A sentire i rumori, ad osservare i colori, della sabbia, del tramonto, del mare o di qualche granchietti birichino che ogni tanto mi mordicchia i piedi.

E sono felice, camminando camminando raccolgo le conchiglie e qualche stella marina, la osservo e poi la riporto in mare perché è li il suo posto, come il mio è nel mondo.

Sono fortunato e me ne rallegro sempre, perché non ho mai smarrito me stesso nonostante tutte le volte che ahimè mi sono infranto.

Sin da bambino ho desiderato tanto a lungo di poter fare un bagno, di prendere un po' di sole e giocare sulla spiaggia come tutti i comuni mortali. Ma ho dovuto aspettare cosi tanto, che ogni qual volta giunto in spiaggia vorrei non andar via mai più da questo luogo straordinario. All'inizio è stata dura, e in alcuni momenti non nascondo di aver odiato questo posto, il sole cocente, l'acqua fresca e quella cicatrice visibile agli occhi di tutti mi ha creato non poco dolore. Ma con il tempo ho imparato ad apprezzare proprio quella cicatrice, quel segno indelebile che forse mi ha marchiato a vita e che ha lasciato dentro la mia anima una ferita profonda.

Nessuno portà ridarmi indietro i giorni perduti, ma posso iniziare a godere di questi che ho oggi.

Insieme alla mia famiglia, ai miei amici e Yayoi.

E questa è forse la cosa più bella che possa esserci al mondo: l'amore.

Della famiglia

Degli amici

E della persona che ami.

Perché la vita è amore e perché l'amore è vita.




 
 
***





 
 
 Credits:
Natsunokaori ( Profumo d'estate ) 





 
 ***
 



Note dell'autrice
Grazie a tutti per le bellissime recensioni e per i messaggi privati, ed eccoci qui alla terza shot. 
Siamo arrivati all'Estate finalmente XD.
Questa shot la dedico ad una persona in particolare: Fanelia. 
Questa mia cara è la risposta alla tua domanda nella recensione, spero di aver risposto in modo adeguato al tuo quesito! Grazie a tutti di vero cuore!
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto voglia di leggere e condividere queste mie righe.
Ringrazio chi  ha inserito e chi avrà piacere nell'inserire le mie shot tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro ( se ne avranno piacere ovviamente!) che recensiranno, a chi ha già recensito e soprattutto ringrazio la mia Beta - Reader Solerena  che ha revisionato ( e revisionerà a breve anche questo testo) i miei testi. Grazie a tutti voi amici miei, che in questo periodo difficile mi siete stati vicini!
 
 

Questa è la mia pagina personale di Facebook, ove potrete seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle mie fanfiction: Queen_V_Introspective
Gestisco anche un gruppo nel fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP)
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Con affetto,
Annalucia.



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© Disclaimer. Tutti i personaggi tratti dal Manga/Anime Captain Tsubasa non mi appartengono, il suo autore originale è Yoichi Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Captain Tsubasa nei vari paesi.
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Capitolo 4
*** Kanjō no aki ***


 
Kanjō no aki




***




 
 
Lo osservo, mentre è intento a correre distratto e felice tra le vie del parco: è bellissimo.
A volte, quando mi capita di assistere per caso ai suoi allenamenti o alle sue corse mattutine, sento ancora attraversarmi dentro un piccolo brivido di angoscia.
 La paura, in alcuni casi torna ancora a farla da padrona.
Credo che sia normale, forse, potrei sbagliarmi… o forse no.
Non saprò mai concretamente quanto tempo ci è concesso insieme, nonostante tutto io, sono felice.
 
Sono felice di aver incontrato un uomo come lui, quando ancora era un semplice ragazzino con un grande e tortuoso cammino da affrontare.
Sono felice di aver potuto assistere ai tanti avvenimenti che hanno cambiato la sua vita, ma, soprattutto sono felice ed orgogliosa di averne potuto far parte e di esser cresciuta insieme a lui: nel bene e nel male.
 
Per alcuni, e forse, in molti casi anche per lui, il mio è stato un sacrificio enorme.
Non c’è modo di dargli torto, ma nemmeno ragione.
Certo, non posso affermare di aver avuto vita facile al suo fianco, non posso dire di aver avuto un’infanzia serena, però, posso dire con certezza di esser stata felice.
Perché stargli vicino mi ha reso contenta, una persona migliore, mi ha reso una donna forte.
Molte volte mi è stata posta una strana domanda a cui ho preferito in alcuni casi, rispondere con un silenzio, in fondo perché mai dovrei dare spiegazioni a qualcuno?
Perché dovrei dire alle persone qualcosa che non sarebbero in grado di capire?
Spesso mi sono chiesta io, invece, come loro si arrogano il diritto di spettegolare sulla vita di qualcun altro.
Questo mi fa immensamente riflettere, ma soprattutto mi secca sentir dire: perché distruggi la tua vita per accudire lui, hai sprecato solo la tua infanzia oppure non credi di aver dato già abbastanza?
Chi sono gli altri per decidere della tua vita? Chi sono gli altri per giudicare le tue scelte?
Chi sono gli altri per poter dire che quanto abbiamo dato sia abbastanza, che non siamo felici o che ci siamo sacrificati? Per cosa poi, per un malato?
Ed è questo che smuove la rabbia dentro la mia anima, come possono definire e giudicare, un qualcosa di cui non conoscono nemmeno la parte più superficiale!
Io, non ho mai detto a nessuno di essere infelice, non ho mai pianto di fronte agli altri per la situazione in cui mi  sono ritrovata e non perché sono coraggiosa o forte, semplicemente non l’ho mai fatto perché non c’è stato bisogno di farlo.
Ho fatto una scelta, nonostante la mia giovane età ed oggi, sono ancora convinta di quella scelta.
Io, quando volgo lo sguardo al passato, rivedo la mia splendida vita trascorsa nel modo in cui ho voluto e desiderato.
Ho donato me stessa a lui come forse, non avrei potuto donarmi a nessuno, mai.
I miei ricordi sono felici, non ne ho amari, in fondo anche le cose brutte, oggi che sono quasi del tutto superate, mi lasciano un sorriso sulle labbra perché so che le ho vissute insieme alla persona che ho amato ed amo, più della mia stessa vita. Tutte le cose fatte insieme, i momenti trascorsi anche tra una camera d’ospedale e l’altra, mi hanno resa felice, quindi io, non posso far altro che ringraziare lui per avermi donato tutto questo.


“Perché io, quando mi guardo dentro nel mio domani ci vedo solo e soltanto lui.”
(Annalucia)

 





 
***
 
 

 
 



Scorgo da lontano una piccola figura con una chioma folta che quasi si fonde tra i colori del fogliame, una figura familiare, mentre sono intento ad allenarmi in questa giornata così serena. Il tepore d’autunno mi attraversa l’anima, sento la tranquillità che scorre al posto del sangue nelle mie vene in questo periodo.
Perché forse per me è la resa dei conti, la conclusione di un ciclo, così come l’inverno inizia il suo nuovo ciclo con il freddo ed i periodi bui, l’autunno gli porge i suoi umili saluti ponendo fine al ciclo di alcune cose e l’inizio di tante altre:

La caduta delle foglie dai colori tenui.
Fiori.
Il letargo ed infine i dolori o la felicità di tante altre persone.



Ed è così che va il mondo, si chiude un ciclo quando un altro ha già preso vita.

Alcune volte è difficile da accettare il cambiamento, tuttavia in certi casi è necessario: per se stessi, per chi abbiamo vicino e per la nostra esistenza.

Non è facile vivere situazioni a noi sconosciute, addentrarsi in percorsi nuovi di cui non abbiamo previsto l’esistenza, ma se questo serve a farci andare avanti e combattere, allora credo fermamente che bisogna dare un’opportunità a se stessi e alle proprie capacità.

Ho visto persone piangere, disperarsi per qualcosa che purtroppo non potrà mai tornare indietro, ho visto quelle stesse persone rialzarsi con l’aiuto di alcuni amici incontrati per caso.
Persone che forse, sono state inviate nella nostra vita, poste sul nostro cammino in qualità di angeli. Ho visto quelle stesse persone, leccarsi a vicenda le ferite, camminare insieme mano nella mano, con la paura e l’incertezza nel cuore per il futuro, ma che hanno affrontato con coraggio le prove che gli sono state poste dinanzi. Oggi, so per certo che sono felici della scelta fatta, nonostante gli alti e bassi perché la strada è lunga e difficile, loro sono “guerrieri che non s’arrendono”, guerrieri che non dubitano di riuscire a superare tutti gli ostacoli.
Ho visto persone, afflitte, affrante ed impaurite per una condizione che forse le ha colte alla sprovvista.
Non importa se il male colpisce noi o chi ci sta vicino, troveremo sempre un buon amico che riuscirà ad aiutarci.

Ho visto i silenzi di quelle persone colpite dal dolore ed ho capito che tutti, chi più chi meno ha la propria fetta di male, il proprio momento di assoluto buio in quel tunnel, in cui ogni tanto mi sono perso anche io. Avrei voluto fare e dare di più, in alcuni casi le distanze a volte mi hanno impedito di potermi rendere utile. Credo che le persone che ci vogliono bene e a cui talvolta noi ne vogliamo, sappiano esattamente che nonostante siamo silenziosi soffriamo insieme a loro.
Coloro che ci amano percepiscono il nostro affetto allo stesso modo in cui percepiscono il nostro dolore.
Anche per questo spesso, non abbiamo bisogno di parlare, di esporre i nostri pensieri o le nostre perplessità, loro sanno esattamente cosa fare e come comportarsi. Ci sono gesti, parole o frasi celate in uno sguardo che valgono molto più di tante stupide dichiarazioni o spiegazioni. In uno sguardo ci è permesso in alcuni casi, viaggiare nel mondo di chi ci sta di fronte, vivere le sue emozioni, gioie o sofferenze allo stesso modo semplicemente guardandolo negli occhi. Questo ovviamente accade però, solo a coloro che sono capaci di leggerti dentro, di guardare fino in fondo al di là delle apparenze.

Come si dice spesso? Non bisogna giudicare un libro solo dalla copertina, bisogna giudicarlo dal suo contenuto, sempre se siamo degni ed in grado di giudicare, in fondo chi siamo noi per giudicare qualcun altro? Nessuno.

Oggi sono una persona che è cambiata, cresciuta e forse anche un po’ maturata.
Di gesti avventati ne farò tanti altri, perché gli errori, segnano ed insegnano, certo rispetto al passato so ponderare ogni mia scelta evitando così tanti disastri, ma in fondo, chi è immune dagli errori?

È forse un errore amare qualcuno, sapendo che forse, quel qualcuno sta sacrificando se stesso e la sua vita per te?
È da egoisti?
Forse, ora però io, chiedo a voi un’altra cosa: Avete mai preso in considerazione il fatto che quel qualcuno abbia scelto di restare vicino a voi di sua spontanea volontà, senza obblighi e costrizioni? Avete mai chiesto a voi stessi il motivo per la quale lo fa o ha fatto questa scelta? Forse perché ne aveva piacere, non trovate?
Per quale altro assurdo motivo altrimenti?

Ed è allora che io ho capito, in quel momento ho smesso di farmi tante domande ed ho iniziato a vivere.
Vivere la vita come meglio si può, con le gioie e i dolori dalla quale nessuno ne è immune, vivere le persone che amiamo, perché il tempo si sa non torna indietro.
Non sappiamo quanto ancora ne abbiamo a disposizione, quanto ancora ce ne venga concesso.
Possiamo però sapere in quale modo farne uso, la scelta sta solo a noi.
E distrattamente, tra una foglia e l’altra mi accorgo che preso dai miei pensieri sulla vita e sul ciclo delle stagioni, sulla fine e l’inizio di una nuova strada ho raggiunto quella figura familiare. Man mano che mi sono avvicinato, ha iniziato a prender vita quasi come un disegno che dai tratti sfocati inizia ad essere ben delineato come per magia.
Ed è proprio in quel momento che mi accorgo di essere ad un passo dalla persona che ho scorto tra gli alberi poco prima.
La stessa figura che come un’ombra allo stesso tempo è divenuta la parte fondamentale di tutta la mia esistenza.
Non importa quanto dolore possa esserci in una vita, non importa di tutto il dolore che c’è stato nella mia, io, sono felice perché questo dolore mi ha portato a lei.
La guardo negli occhi e l'unica cosa riesco a dire fissando quelle iridi dal colore indefinito è questa:

 
“Tu ci sei sempre stata”
(Luciano Ligabue)







 
***
 


Credits
Kanjō no aki (emozioni d'autunno)





 
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Note dell'autrice

Grazie a tutti per le bellissime recensioni e per i messaggi privati, ed eccoci qui alla quarta ed ultima shot.
Mi scuso per l'enorme ritardo ma avevo sia il cell, tab che pc rotto quindi non ho potuto aggiornare prima di oggi.
 Che dire sono arrivata anche questa volta alla fine di una piccola avventura che ho deciso di voler condividere con voi, spero di non aver annoiato nessuno e come sempre ogni qual volta qualcosa finisce, si avverte la tristezza, ma anche la consapevolezza di aver arricchito il proprio bagaglio con tante nuove scoperte di se stessi e degli altri.
Grazie ad Erika e a questo sito bellissimo ho scoperto tante bravissime autrici o autori, e soprattutto ho trovato tanti nuovi amici, che mi hanno sostenuta ed incoraggiata in questa nuova piccola impresa.
Sono felice di aver condiviso parte della mia essenza con voi tramite queste shot.

Detto questo vi saluto e vi lascio con un arrivederci e a presto!
Ringrazio chi  ha inserito e chi avrà piacere nell'inserire le mie shot tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro ( se ne avranno piacere ovviamente!) che recensiranno, a chi ha già recensito e soprattutto ringrazio la mia Beta - Reader Solerena  che ha revisionato ( e revisionerà a breve anche questo testo) i miei testi. Grazie a tutti voi amici miei, che in questo periodo difficile mi siete stati vicini!
Ringraziamenti per chi ha : Recensito, inserito tra Preferite/Da ricordare/Seguite
(In ordine Alfabetico)


Cicogna2014
Denny
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Gratia
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Susieprice
Tamarinda






 
 
 

Questa è la mia pagina personale di Facebook, ove potrete seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti sulle mie fanfiction: Queen_V_Introspective
Gestisco anche un gruppo nel fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP)
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Con affetto,
Annalucia.



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© Disclaimer. Tutti i personaggi tratti dal Manga/Anime Captain Tsubasa non mi appartengono, il suo autore originale è Yoichi Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Captain Tsubasa nei vari paesi.
La Fanfiction non è stata scritta con finalità di lucro.

 
 
 

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