Bitter-Sweet

di _Nimphadora_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Say Something ***
Capitolo 2: *** Unconditionally ***
Capitolo 3: *** Fire Meet Gasoline ***
Capitolo 4: *** Thinking out loud ***
Capitolo 5: *** Impossible ***
Capitolo 6: *** Love me like you do ***
Capitolo 7: *** I'll stand by you ***
Capitolo 8: *** Goodnight Little Flower ***



Capitolo 1
*** Say Something ***






                                                             ...sto rinunciando a te 
Mi dispiace di non essere riuscita ad arrivare fino a dove sei.
Ti avrei seguito, ovunque.
-Say Something




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Fuori fa freddo e sembra quasi giusto.
Fa freddo da stare male, freddo da tremare sotto strati di coperte, freddo che ti arriva alle ossa.
E sembra che sia proprio così che deve andare. Ormai quasi non la toccava più.
Hermione è abituata a soffrire, ma è meno abituata a sentirsi sola. 
Perché è così che si sente da quando Ron se n'è andato e ha lasciato lei e Harry, soli.
È così che si sente da quando Harry ha smesso di sorridere, da quando ha smesso di lottare contro il buio...e il freddo
Da quando ha smesso, poi? Da quanto tempo non la guarda con il suo sorriso timido e allo stesso tempo furbo, che la fa ridere ogni volta?
Dov'è finito?
Hermione vorrebbe cercarlo e trovarlo.
Hermione vorrebbe trovare Harry e sentirlo stringerla forte, dicendole che sa dove andare, sa cosa fare.
E andrà tutto bene.
Anche se è una bugia, anche se non sa proprio niente. Lei ne ha bisogno, e ha bisogno di lui.
Hermione ha bisogno di tante cose ultimamente, cose che magari le permetterebbero di spegnersi più lentamente e meno facilmente.
Ha bisogno dell'odore dei fogli di pergamena impregnati di inchiostro, dei capelli rossi di Ron sotto le dita, degli occhi dolci di Harry posati su di lei ma in modo pieno e soddisfacente, e ha bisogno d'amore.
Solo un po', per tenerla al caldo.
Quando Harry rientrò nella tenda Hermione quasi non lo sentì arrivare. Era diventato silenzioso, era diventato freddo
«Harry?»
Ma lui non le rispose, lui non la sentiva. Pensava solo a togliersi il maglione zuppo di neve e fango, mentre tremava.
Ed era lontano, troppo lontano perché i rumori e le voci all'interno di quella stanza di stoffa potessero scalfirlo.
«Harry...»
Poi tolse la sottile canottiera, perché era umida e andava cambiata.
Era di spalle e non vedeva né parlava. 
«...sono qui»
Hermione sentiva le orecchie dolerle per tutto quel silenzio, per tutto il silenzio che Harry le riservava.
E poi lui stava per chinarsi per trovare qualcosa da mettere, qualcosa per coprirsi dal freddo ma trovò solo due braccia.
Due braccia che lo stringevano forte, da dietro ed erano calde, e bianche.
E poi due mani umide e rovinate accarezzargli il petto.
Ed Harry era un po' più vicino, un po' più caldo.
Anche Hermione era calda adesso, aveva solo bisogno di un po' d'amore.
Aveva solo bisogno di un po' di Harry.
«Sono qui.»
Ed Harry avrebbe voluto muoversi, dire qualcosa dopo tanto tempo ma sembrava quasi uno sforzo immane, qualcosa di troppo difficile.
Le sue mani, immobili, sulla sua pelle.
Aveva solo lasciato che la testa gli sporgesse all'indietro, fino a poggiarsi sulla fronte calda di Hermione.
E lei aveva sospirato, un sospiro carico di sollievo e dolore allo stesso tempo.
Ed erano vicini, sulla stessa corda, pronti a cadere insieme.
Forse per codardia o forse per stanchezza.
Ma c'erano.
«Resta»
Hermione aveva stretto le mani attorno ai fianchi di Harry tanto forte da lasciarne i segni, graffi che per qualche secondo le parvero addirittura indelebili.
Ma passeranno, come tutto.
«Resta, non andartene via da me anche tu»
Ed era una supplica fatta con la voce spezzata e gli occhi lucidi.
Si.
Ed era una promessa.
Si.
Più forte di un voto infrangibile.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: beh mi mancava scrivere di loro, e sono arrivata al punto di sentirne la necessità.
I miei Harmony.
Li amo e so che ormai si è scritto della loro permanenza in tenda senza Ron fino alla nausea, ma avevo bisogno di buttare questa cosa che mi ronzava in mente da un po' fuori.
Pubblicherò una one shot o una drabble tutti i giorni ma in cambio voi, miei cari lettori, dovete promettermi di lasciarmi un vostro pensiero o una vostra opinione :)
A presto,
Nimphadora

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Capitolo 2
*** Unconditionally ***


Vieni da me così come sei,
Non hai bisogno di scusarti.
So che non lo meriti 
ma prenderò tutti i tuoi brutti giorni per buoni.
Passeggerò attraverso questa tempesta, lo farei,
farei tutto questo perché ti amo,
ti amo.
Unconditionally




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Dire che Remus era nervoso è poco, Remus era letteralmente terrorizzato!
Sarebbe diventato padre, e proprio non  riusciva a crederci. Era...beh era una notizia che l'aveva scosso nel profondo.
Si era pietrificato e non aveva detto nemmeno una parola, doveva digerire la cosa ed era difficile. Non se l'aspettava e non sapeva proprio cosa dire. La sua mente era piena di dubbi, paure e incertezze che non facevano che paralizzarlo su quel divano.
E quel che era peggio erano gli occhi di Nimphadora che lo guardavano così speranzosi, così vivi e poi dopo tutto quel silenzio così delusi, feriti.
«Remus ti ho detto che sono incinta, diamine dì qualcosa!»
Era sbottata , infine aveva lasciato andare le sue mani e si era alzata per allontanarsi da lui.
Era arrabbiata.
Aveva immaginato decine di scenari diversi riguardo la reazione che Remus avrebbe potuto avere, alcuni meravigliosi altri meno piacevoli ma non...quello
Il silenzio la infastidiva.
Doveva stringerla e piangere di gioia! Non di certo rimanere immobile come una statua.
«Tonks io...aspetta»
La voce di Remus era un sussurro poco convinto e questo non fece che far innervosire Nimphadora di più.
Ormai voleva solo urlargli contro.
«Cosa Dovrei aspettare? Cosa?! Questo bambino è arrivato e io non posso certo rimandarlo indietro come un pacco postale!»
Remus si era alzato di scatto, quasi ferito dalle sue parole.
«Io non ho mai detto questo! Ti sto solo chiedendo tempo»
Il tono era brusco ma non aveva alzato la voce, al contrario di sua moglie.
Era ancora intontito e confuso.
Doveva ancora rimettere insieme i pezzi.
«Tempo per cosa? Io non capisco!»
Nimphadora si era avvolta il grembo ancora piatto con le braccia, come a proteggere quel piccolo esserino dentro di se'.
Come faceva Remus a non gonfiarsi il petto di affetto e orgoglio?
L'uomo aveva abbassato lo sguardo, come preso da una vergogna improvvisa e aveva stretto le mani in due pugni.
«Ho paura Dora, sono terrorizzato»
Aveva ammesso, finalmente ad alta voce.
Nimphadora aveva permesso alle sue labbra di schiudersi per lo stupore e poi, lasciandosi la rabbia alle spalle, si era avvicinata a suo marito, prendendo le sue mani.
«Amore credi che io non ne abbia?» -e aveva sospirato- «Ho paura di non essere una buona madre, di essere la solita svampita che non riesce a stargli dietro ma siamo insieme, io e te. Saremo forti e lo saremo insieme»
Gli occhi di Remus erano diventati lucidi a quelle parole così insicure ma così piene d'amore e l'aveva presa fra le braccia per stringerla forte.
«Ma Dora, amore mio, io non ho paura di diventare padre. Avere una donna che mi ama, una famiglia, è tutto ciò che ho sempre voluto. Tu devi credermi»
Le aveva quindi sussurrato, mentre Nimphadora annuiva piano, respirando il suo profumo inconfondibile di muschio e fiori selvatici.
Le braccia di Remus erano il suo luogo sicuro, la sua casa. Lì stava bene, qualunque cosa accadesse.
«E di cosa hai paura allora?»
Remus le aveva baciato la fronte con tenerezza prima di prendere la parola.
«Non voglio che qualcosa di così bello come nostro figlio soffra come ho sofferto io. Non voglio che debba portare il peso della mia maledizione»
Era questo che terrorizzava Remus tanto da sconvolgerlo, era questo che gli toglieva l'entusiasmo per una notizia tanto lieta.
«Perché la mia è una maledizione»
Ma Nimphadora sentiva solo amore per quell'uomo e per suo figlio. Non voleva avere paura, voleva solo essere felice per la vita che gli stava crescendo dentro.
Era il frutto del loro amore.
«Remus...»
Lei gli aveva preso la mano e se l'era posata sul ventre, facendole compiere piccole carezze.
«Anche in quel caso, ci saremo noi con lui»
Questa volta toccò a Remus annuire piano, mente  un piccolo sorriso fiducioso si faceva spazio sul suo viso.
«E va bene»
Si era piacevolmente arreso.
Così la prese in braccio a mo' di sposa, facendola ridere e ridendo lui a sua volta, per poi stenderla sul divano color cremisi.
«Che stai facendo Remus?»
«Shh devo parlare a mio figlio adesso»
Scoprì il ventre di Nimphadora dal maglioncino bianco e lo baciò.
Il cuore di lei avrebbe potuto scoppiarle nel petto.
Lo amava, li amava entrambi. Incondizionatamente.
«Benvenuto piccolo mio»
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: ed ecco il secondo capitolo! Adoro questa coppia e sinceramente ho sempre avuto un debole per Remus Lupin, credo proprio di essermi presa una bella cotta letteraria! lol
Vorrei ringraziare tutte le ragazze che hanno messo questa storia fra le seguite e le preferite, e un grazie speciale va a “Sirius1996” per aver lasciato la prima recensione a questa storia!
E ricordate, posterò un capitolo al giorno solo se ogni one shot avrà almeno una recensione! :)
A presto,
Nimphadora_

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Capitolo 3
*** Fire Meet Gasoline ***


 
Quindi forza ora:
Accendi il fiammifero, accendi il fiammifero ora.
Siamo una coppia perfetta, perfetta in qualche modo.
Eravamo fatti l'uno per l'altro.
Vieni un po 'più vicino...
Fire Meet Gasoline




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Nell'aria si respirava ancora odore di sangue e morte, e c'era ancora paura.
Sembrava impossibile che tutto fosse finito, avevano vinto.
Si poteva smettere di combattere.
Eppure quella si poteva davvero considerare una vittoria?
Dopo tutte quelle morti, quel dolore, quelle lacrime versate, si poteva davvero dire che finalmente avevano vinto?
 
Neville non riusciva a stare fermo, né a pensare lucidamente.
L'adrenalina gli scorreva nelle vene e offuscava la sua ragione.
È finita.
Abbiamo vinto? Abbiamo perso? Ha importanza?
Aveva ucciso Nagini, lui.
Era stato coraggioso, aveva raccolto tutta la sua forza in quel gesto e ce l'aveva fatta. 
Oh Merlino non si era mai sentito più vivo! Più reale!
E si, era addolorato per la schiera di morte che quella battaglia aveva portato ma, allo stesso tempo, per la prima volta nella vita si era sentito utile. Aveva avuto il suo scopo.
Aveva avuto un ruolo.
«Neville!»
Si voltò di scatto e Luna stava gridando il suo nome, correndo verso di lui e quasi non gli sembrava vero.
Neville d'altro canto piangeva senza rendersene conto, lacrime di sollievo, di gioia e di dolore. Tutto insieme.
Era come essere al centro di una tempesta.
«Luna!»
Aveva gridato a sua volta, a pieni polmoni.
LunaLunaLuna.
Guardami, stringimi. Ti sto guardando, il cuore mi batte così forte che potrebbe esplodere.
Ce l'ho fatta, ho pensato a te, ho pensato a noi. 
Perché lui la ama dalla prima volta che i loro occhi si sono incontrati, perché lui la ama da quando ancora non sapeva cosa fosse l'amore.
E così la stringe, piange, piangono.
È tutto reale e loro sono lì.
Luna è sporca di polvere e sangue, non ha più forze, ma si aggrappa a Neville come se fosse nata solo per poterlo fare.
Lei come lui non sa cosa prova, non sa cosa pensa, ed è paura e gioia insieme.
L'unica sua certezza è che non si è mai sentita così bene fra le braccia di qualcuno.
Starebbe lì per sempre, se potesse.
Ma non lo dice, non dice niente.
C'è un silenzio assordante che fa quasi paura e non può essere sporcato con le parole.
E quindi si stringono, si guardano, si respirano.
Tutto insieme.
Mentre i loro occhi sembrano solo voler urlare.
“Resta”
Perché adesso, non so proprio cosa fare da solo. Senza di te.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: ed eccomi all'opera con questo nuovo Pairing! Voglio ringraziare "EffyCooper" per aver lasciato la prima recensione al secondo capitolo di questa storia e anche tutte le ragazze che l'hanno aggiunta alle seguite e le preferite! State crescendo ad ogni mio aggiornamento e questo non fa che riempirmi di gratitudine :)
Questo capitolo in particolare riguarda una flashfic e la mia scelta non è casuale.
Ci troviamo nei momenti immediatamente successivi alla morte di Voldemort. Volevo che fosse un momento molto breve... E confuso. Le emozioni e le azioni si miscelano e il dialogo è quasi assente. Volevo portare il lettore in confusione al pari dei due protagonisti! Spero vi sia piaciuto e che non abbia combinato un disastro xD
A presto,
Nimphadora

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Capitolo 4
*** Thinking out loud ***


 
E sto pensando a come le persone si innamorino
In modi misteriosi.
Magari è parte di un piano,
io continuo a fare gli stessi errori
Sperando che tu ora capisca.
Thinking out loud





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Quella sera casa Potter era più rumorosa e affollata del solito. 
Le vacanze estive erano iniziate e i piccoli di casa erano appena tornati da Hogwarts.
Per la cucina c'era anche qualche testa rossa in più, Ginny aveva deciso di invitare Ron, Hermione e i loro bambini a cena e Harry non poteva che esserne felice.
Era la sua famiglia dopotutto.
Eppure c'era qualcosa che stonava in mezzo a tutta quella allegria, e da ottimo osservatore qual era Harry l'aveva notato da subito.
Da quando era tornato a casa Albus era stato per conto suo, rintanato in camera senza parlare con nessuno.
Certo, Al era sempre stato un tipo introverso e non gli dispiaceva la solitudine ma ultimamente era giù di morale, suo padre ne era certo.
Anche in quel momento, in mezzo a tutta quell'allegria e le risate Albus non faceva che restare a capo chino sul piatto ancora pieno, con lo sguardo vuoto.
C'era decisamente qualcosa che non andava.
«Al? Va tutto bene?»
Aveva infatti chiesto poco dopo, cercando di non farsi notare troppo dal resto della tavolata.
Non voleva che suo figlio si sentisse osservato, sarebbe stato peggio.
Il bambino alzò lo sguardo verso il padre, malinconico.
«Mh? Si. Certo»
«Sai che puoi dirmi tutto, vero?»
Fu la risposta di un Harry non troppo convinto.
Albus annuì, poi si voltò in direzione della piccola Rose. La osservò per diversi secondi, per poi scuotere la testa.
«Si lo so, solo... Non ho nulla da dire»
Un piccolo sorriso si fece spazio sul volto di Harry, che scompigliò energicamente i capelli del figlio.
«Si tratta di ragazze vero? Certo che sei cresciuto in fretta Al»
E il bambino quasi si strozzò con il pezzo di arrosto appena ingoiato.
Harry ridacchiò per poi voltarsi verso la moglie, che sorrideva inconsapevole.
Albus stava per compiere dodici anni, era arrivato il tempo delle prime cotte, da padre non poté che intenerirsi.
«È molto carina comunque, ottima scelta»
Aveva infine sussurrato, versandosi del vino.
Ron e Hermione stavano discutendo su qualcosa riguardo la poca memoria di lui e Ginny li guardava divertita, mentre Hugo e Lily giocavano a lanciarsi piccole molliche di pane e James era arrivato alla seconda porzione di arrosto.
«Zitto papà! Non è affatto come pensi!»
Borbottò il piccolo Potter, mettendo su un adorabile broncio.
«Mh e come dovrebbe essere, sentiamo?»
«Niente. Lei ha una cotta per Scorpius. Fine.»
Harry sgranò gli occhi, cercando di essere il più buffo possibile.
«Che oltraggio preferire un Malfoy a un Potter!»
Albus sbuffò e rivolse ancora lo sguardo verso Rose, sognate, e questa volta la rossa glielo restituì, arrossendo.
«Ne sei proprio sicuro Al?»
Il bambino annuì, senza staccare lo sguardo dalla ragazzina nemmeno un secondo.
«Posso andare in camera mia adesso? Sono stanco»
Aveva poi detto ad alta voce e, dopo aver ottenuto il permesso di sua madre, si alzò e corse velocemente le scale verso camera sua.
I primi amori e le prime delusioni.
Pensò Harry, senza dismettere il suo buon umore.
Albus stava crescendo e ne era felice, nonostante quelle piccole pene che tutti i ragazzi prima o poi dovevano affrontare.
«Mamma ti prego! Fammi andare, devo fare... una cosa! Si, una cosa...»
Aveva iniziato a borbottare Rose dopo pochi minuti, verso sua madre che la guardava, forse, leggermente divertita.
«E va bene Rosie, puoi andare. Ma sappi che è buona educazione restare a tavola fino a fine pasto»
Aveva ricordato alla figlia, arrendendosi. 
Così Rose presa da uno slancio di entusiasmo diede alla madre un veloce bacio sulla guancia e corse le scale seguendo esattamente la stessa strada compiuta da Albus.
Harry e Hermione si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi scoppiarono a ridere.
«Io lo dico sempre che i nostri ragazzi sono più svegli di quello che pensiamo!»
 
Quella fu la notte in cui Albus Severus Potter diede il suo primo bacio.
A Rose Hermione Weasley.
«Beccati questa Malfoy!»
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Eccoci qua con la quarta one shot! Vi è piaciuta? Ho preferito restare sul leggero e scrivere di Rose e Al ancora bambini e ingenui. Ho deciso di prenderli con le pinze e magari regalarvi un piccolo sorriso!
Ringrazio ancora "EffyCooper" per aver recensito per prima!
Ringrazierò sempre in questo spazio la prima persona che recensirà ogni capitolo, quindi forza! Affrettatevi! xD
A presto!
Nimphadora
 

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Capitolo 5
*** Impossible ***


 
Ricordo anni fa,
Qualcuno mi disse che dovevo fare attenzione quando si tratta di sentimenti.
L’ho fatto.
Impossible





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Le luci dai colori caldi del tramonto rendevano l'atmosfera di quel luogo molto romantica.
Vi era un piccolo gazebo nel centro di una vallata verde, ricoperto da nastri colorati di bianco e di un verde molto tenue.
Tutto era semplice ed elegante, dalle panche bianche al tappeto color crema ricoperto di petali di rosa che presto avrebbe percorso la sposa.
Sia Harry che Hermione ne furono colpiti, non si aspettavano nulla di così delicato. 
Dopotutto non sembrava molto in stile Malfoy, la Greengrass doveva essersi occupata dell'allestimento.
Ad ogni modo, la cosa che più li aveva colpiti era stato proprio Draco.
Harry si era spesso chiesto perché li avesse invitati al suo matrimonio dopo i loro rapporti così burrascosi.
Solo lui e Hermione, fra l'altro.
Non Ron, nemmeno Ginny, solo loro due.
Era stato anche tentato di non presentarsi, e “al diavolo l'etichetta!” ma alla fine la curiosità e le opere di persuasione di Hermione avevano vinto. Ed eccoli lì.
Avevano deciso di sedersi fra le ultime panche, con molta discrezione.
La maggior parte degli invitati non erano proprio tipi che li mettevano a loro agio, quindi...
D'un tratto partirono le note delicate di una nenia che Harry non conosceva e la sposa, elegantissima nel suo morbido abito di seta color avorio, si era finalmente fatta avanti, camminando a passo lento verso il suo futuro marito.
Gli occhi di Draco si illuminarono di una luce che sia Harry che Hermione non avevano mai visto in lui e Harry avrebbe anche giurato di averlo visto arrossire quando Astoria gli aveva preso la mano, ormai arrivata al suo fianco.
Che quello fosse davvero Draco Malfoy? 
E che quella fosse davvero emozione ad imporporargli le guance e a inumidirgli gli occhi?
Harry stentava a crederci, sembrava quasi impossibile ma, per quanto non l'avrebbe mai ammesso, guardarlo sotto quell'aspetto fu davvero piacevole.
Ma allora non è solo un pallone gonfiato!
Durante la cerimonia ci fu un momento in cui lo sguardo di Draco e il suo si incontrarono e Harry fu addirittura tentato di sorridergli!
 
Dopo la “festa” si era spostata all'interno di un ampio tendone addobbato con un enorme buffet e una elegante pista da ballo, tutto era diventato più chiassoso e vivace.
Eppure Harry era annoiato, non era mai stato un'amante delle feste.
Poi beh... lì non si sentiva se stesso. Era rimasto relegato nello stesso angolino per ore e Hermione accanto a lui stava per addormentarsi sul suo piatto di zuccotti di zucca.
Ormai era certo fosse buio.
«Herm io esco a prendere un po' d'aria ok?»
Aveva sussurrato alla sua amica, stanco di rimanere lì impalato. Lei annuì, sbadigliando e arricciando il naso in modo adorabile, Harry le baciò affettuosamente la fronte e a passo svelto lasciò la sala.
Provò finalmente sollievo nel sentire la brezza della sera accarezzargli il viso e sorrise nell'osservare il cielo, stupendo quella sera, ricoperto di stelle luminose.
Non sarebbe stato meglio stare lì? All'aperto?
«Non ti diverti Potter?»
Harry sussultò nel sentire quella voce alle sue spalle, la voce di Draco Malfoy.
«Avevo solo bisogno di un po' d'aria»
Fu la sua risposta e si stupì di non trovarsi poi così a disagio nello stargli così vicino.
Quel matrimonio aveva aiutato Harry a vederlo sotto una luce diversa, dopotutto.
Non che adesso si fosse ricreduto su tutto e all'improvviso, solo... magari avrebbe evitato di borbottare sottovoce ogni volta che sentiva il suo nome.
Il biondo ridacchiò, ed Harry non seppe dire se quella fu una risata derisoria o sincera.
«Gli anni cambiano ma tu sei sempre lo stesso, vero?»
Harry fece spallucce, rivolgendo di nuovo lo sguardo al cielo.
«Posso farti una domanda?»
Draco si era mordicchiato il labbro con fare sospetto ma poi aveva annuito.
«Dimmi»
«Perché mi hai invitato qui? Insomma... Non penso di andarti molto a genio quindi... Beh, non è stato strano?»
Malfoy era rimasto abbastanza colpito da quella domanda ma non si era scomposto più di tanto, mostrandosi sicuro di se' anche quella volta.
«È un giorno molto importante per me, Potter. Volevo ci fosse chiunque avesse avuto un ruolo determinante nella mia vita e tu, nel bene o nel male, lo hai avuto»
Detto questo si era voltato ed era sparito oltre la tenda chiara, lasciando un Harry piacevolmente sconvolto.
In tanti anni non si era mai sentito così vicino a Draco come in quel momento.
Forse doveva davvero lasciare andare tutto quell'odio e voltare pagina...
O forse dovevo bere meno idromele! Maledetto me e la mia poca resistenza all'alcol!
Sarebbe stata una lunga, lunga serata. 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: ed eccomi con il quinto capitolo! Devo essere sincera? Non so se mi piaccia o no, questo è il Pairing più complesso di tutta la serie per me ed è stato davvero difficile scriverne, infatti non sono nemmeno convinta del risultato ma alla fine eccolo qui! Voi che ne pensate?
Per finire volevo ringraziare “dreamlaliter” per aver recensito per prima il quarto capitolo, grazie di cuore!
A presto,
Nimphadora

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Capitolo 6
*** Love me like you do ***


Sei la luce, tu sei la notte,
Sei il colore del mio sangue.
Sei la cura, tu sei il dolore,
Sei l'unica cosa che voglio toccare.
Non immaginavo che avrebbe significato così tanto...
Love me like you do




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Tutto era avvolto da un delicato silenzio.
Non c'era alcun rumore, solo la sensazione della brezza primaverile a lambirgli la pelle e la certezza di avere le stelle sopra la testa.
Harry non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro posto se non quello.
Andava bene così
E fu quasi irreale quando sentì una mano calda stringere la sua. 
Era solo fino a pochi istanti prima ma d'un tratto si era trovato accanto una cascata di ricci e due occhi furbi.
Hermione si era appena materializzata al suo fianco, e quasi gli venne da ridere.
«In tanti posti in cui potevi cercarmi... proprio questo?»
Chiese in un sussurro, continuando a camminare esattamente come aveva fatto fino a poco prima, solo che adesso c'era lei e le stringeva la mano. 
Ed era diventato qualcosa di totalmente diverso, di più pieno.
«Io... non lo so. È stata una sensazione, sapevo che fossi qui. Da pazzi, vero?»
E lei ridacchiò, facendo sorridere anche lui.
Da quando la risata di Hermione è così... bella?
«No, è da te. Dovevo aspettarmi che saresti arrivata, dopotutto»
«Beh che migliore amica sarei se non ti stessi accanto il giorno prima del tuo matrimonio? Come stai?»
Ed Harry perse un battito.
Già, il grande giorno stava arrivando e lui come stava? Come si sentiva?
Non ne aveva idea, sapeva solo che gli tremavano le mani, che non riusciva a pensare lucidamente ma che tutto quello gli sembrava dannatamente giusto.
O no?
Certo che si!
«Bene... credo, forse un po' spaventato»
Hermione gli aveva stretto la mano più forte e aveva annuito. Per qualche secondo Harry pensò di trovarsi a cinque anni prima, quando quella foresta, la foresta di Dean, l'aveva quasi odiata e l'unica cosa che gli permetteva di non impazzire era proprio lei.
Hermione e i suoi sorrisi stanchi.
«Qui sembra tutto così sereno...»
Aveva sussurrato proprio lei, con il capo rivolto al cielo stellato.
«Continuo ad amare questo posto nonostante tutto»
E Harry per un istante, un solo, unico, insignificante quanto importantissimo istante provò ad immaginare cosa avrebbe provato se il giorno dopo avesse trovato lei vestita di bianco all'altare.
Lei ad aspettarlo con il cuore palpitante e lo sguardo impaziente.
Poi lasciò che quel pensiero scivolasse via, come era venuto e le cinse le spalle.
Era un gesto innocente, senza secondi fini.
Erano solo Harry e Hermione.
Il loro rapporto era cresciuto ed era arrivato sempre più in profondità con le sue radici forti e instancabili, non si poteva dare un'etichetta a qualcosa del genere.
Erano giusti in quel modo, vicini ma non troppo da bruciarsi.
«Sono felice che tu sia qui»
D'altro canto per lei le braccia di Harry erano come una seconda pelle, come il suo maglione preferito, perché rinunciarvi?
Eppure restava ferma, si accontentava.
«Sono felice di essere venuta»
E tutto in quel modo era al suo posto, sembrando quasi irreale.
Desiderando che la nuova alba non sorgesse o che sorgesse tanto velocemente da dimenticare tutto quello che uno sguardo e due mani possono darti.
Ringraziando col pensiero e baciando con la fantasia ogni suo lembo di pelle.
Ma è così che deve andare.
Era giusto.
Il fuoco non può unirsi con il fuoco, no?
Sarebbe qualcosa di incontrollabile. Porterebbe solo distribuzione. 
«Vorrei solo poter restare»
 
 
 
 
Angolo autrice: Ecco il sesto capitolo! Ormai è chiaro che quando si tratta di Harmony io sono nel mio mondo e le parole si scrivono da sole, ma voi che ne pensate? Vi piace come piace a me? 
Vi sembrerà strano trovare un secondo capitolo in una sola giornata ma, visto che domani non potrò pubblicate niente, ho preferito postare oggi e non rimanere indietro!
Inoltre come mio solito voglio ringraziare la prima persona che che ha recensito il capitolo precedente, "EffyCooper"!
A presto,
Nimphadora

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Capitolo 7
*** I'll stand by you ***



Voglio stare con te,
Non voglio lasciare che nessuno ti ferisca.
Non ti abbandonerò mai.
I'll stand by you
 
 
 
 
 
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«No non ci riesco! Ci ho provato ma... ma è tutto inutile!»
«Devi fare piano Ron, piano. Con pazienza»
Hermione continuava ad incoraggiarlo, a stargli vicino e a ridacchiare dolcemente dei sui errori ma le sue mani continuavano a tremare e il suo impegno sembrava completamente vano.
Aveva rischiato di rovesciare tutta l'acqua sul pavimento più di una volta.
«Piano...»
Aveva ripetuto lei, prendendo le sue mani e portandole delicatamente sul corpicino della neonata.
Piano.
Certo era facile da dire, ma lui non ci riusciva. Troppo spaventato di farle male o di farla piangere.
Di non essere abbastanza calmo.
Di non essere abbastanza delicato.
Di non essere abbastanza e basta.
E poi...come poteva andare piano quando gli occhi di Hermione lo scrutavano con tanta attenzione? 
Come poteva essere sicuro quando lei, anche se con pacatezza, giudicava ogni sua mossa?
E poi c'era Rose, tanto piccola e fragile, completamente nelle sue mani.
Un batuffolo di dolcezza, fragile come un foglio di vetro.
Era all'altezza di lei? Di loro?
«È il suo terzo bagnetto, Ronald. Per Merlino! Dovrai imparare prima o poi»
E Hermione ridacchiò ancora, mentre Ron sforzava un sorriso.
Per lui era molto di più.
E si sentiva stupido per questo, come sempre d'altronde.
«E va bene»
Borbottò infine il rosso, afferrando la spugna piccola e soffice e strofinandola con una lentezza snervante sul pancino della bambina.
Rose ridacchio e afferrò con le manine paffute il pollice del padre e Ron... Ron tremava mentre il cuore gli batteva all'impazzata e gli occhi gli si facevano lucidi.
«Ecco bravo, bravissimo Ron!»
Ci stava riuscendo davvero?
Per tutta la vita Ronald Bilius Weasley era vissuto sentendosi in ombra, e in continua competizione.
Prima con i suoi fratelli, poi con i compagni scuola, poi con Harry...
Non si era mai sentito giusto.
La verità era che non capiva.
Non capiva perché qualcuno doveva scegliere lo sciocco Ron come migliore amico.
Non capiva come qualcuno potesse scegliere il goffo Ron come amante.
Non capiva perché lui potesse essere importante per un'altra persona... Finché non era arrivata la sua piccola, fragile, speciale Rosie.
Lei non avrebbe mai preferito nessun altro.
Lei non l'avrebbe mai tradito.
Lei l'avrebbe amato sempre.
Perché non poteva essere altrimenti, perché erano fatti della stessa carne e dello stesso sangue.
E Ron l'amava, l'amava più di quanto avrebbe mai pensato di fare in tutta la sua vita.
E la paura di toccarla era dovuta solo al fatto di poterla deludere già nella culla, ma così non era stato e la bambina stringeva la mano del padre, forte.
Gli sorrideva come se già sapesse tutto, e lo incantava.
Era la sua bambina.
«Ti amo»
«Anche io Ron, ti amo anche io»
Rispose in un sussurro Hermione, emozionata e Ron quasi si sentì in colpa. Non era a lei che parlava, ma immediatamente si diede dello stupido da solo, perché cosa sarebbe cambiato?
Amava Hermione in modo diverso ma amava anche lei e con tutto il cuore.
Che in quel momento non parlasse a lei non aveva importanza.
Le aveva detto e le dirà che la ama fino alla fine dei suoi giorni.
Ma quella, per la piccola Rose, sarebbe stata per la prima volta e Ron le diede la possibilità di essere egoista.
Perché quella piccola frase, in quel momento, era solo per lei.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: E siamo arrivati a sei! Lo so... Lo so! -.- doveva essere una Romione e io ho spudoratamente aggirato questo Pairing! Ma...inizialmente ci ho provato davvero a scrivere qualcosa su Herm e Ron (da soli) ma capitemi, va contro tutto quello in cui credo! xD!!! Spero possiate perdonarmi, e poi cosa c'è di più bello dell'amore di un padre per la propria figlia? u.u
Per concludere volevo ringraziare “Voice35” per aver recensito per prima il quinto capitolo!
A presto!
Nimphadora

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Capitolo 8
*** Goodnight Little Flower ***


 
 
 
 
buonanotte, buona notte fiorellino
buonanotte tra le stelle e la stanza,
per sognarti devo averti vicino
e vicino non è ancora abbastanza.
Ora un raggio di sole si è fermato
proprio sopra il mio biglietto scaduto,
tra i tuoi fiocchi di neve e le tue foglie di tè...
buonanotte questa notte è per te.
Buonanotte Fiorellino





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Dormi.
Teddy non è mai stato una persona attenta.
Lasciava che la vita gli scivolasse davanti senza fermarsi e non si è mai fermato ad apprezzarne le sfumature.
Tutta era una macchia indistinta fatta di grigio e buio.
Il tempo gli era sempre sembrato troppo e inutile per le sue giornate vuote.
Che senso aveva vivere se non c'era nessuno a cui saresti mancato?
Che senso aveva lasciare casa se non aveva nessuno da cui tornare?
Dormi amore mio.
Teddy si è sempre sentito solo.
Risucchiato da un vuoto che le fotografie e le belle parole non potevano riempire.
«Teddy tuo padre era l'uomo più buono e coraggioso che avessi mai incontrato»
«Oh figliolo, tua madre era una donna meravigliosa!»
«Porti il nome di un grand'uomo Ted, non lo dimenticare mai»
Ma erano solo frasi e le portava via il vento.
Erano solo nomi senza volto e senza più vita da dare.
Remus. Nimphadora. Ted. Madre. Padre. Famiglia.
Dormi, che nel mondo dei sogni tutto è possibile.
Teddy non era mai stato un buon ascoltatore.
Dimenticava tutto un istante dopo che gli veniva detto. Senza alcuno interesse.
Che importanza aveva il mondo per una persona che non sapeva respirare?
Dormi, che dove sei nessuno può farti del male.
Poi d'un tratto Teddy vide.
Ma forse "vedere" è una parola troppo logica per poter spiegare.
D'un tratto il tempo divenne troppo poco e per la prima volta il colore così intenso del cielo parve accecarlo.
Dormi, che sono accanto a te e non riesco a smettere di guardarti.
Era lei.
Un uragano biondo come il sole, con un sorriso accecante e due mani screpolate dal freddo.
Lei.
Che era entrata nella sua via all'improvviso e aveva stravolto tutto, inondandolo di calore.
L'aveva riempito giorno dopo giorno e il tempo era sempre troppo poco per per contare i suoi respiri quando erano vicini, per distinguere i suoi diversi modi di sorridere.
Dormi che sei bella da togliere il fiato.
Ed era attento, ad ogni sua mossa, ad ogni suo passo, ad ogni suo sguardo.
E Dio, c'era da perderne la testa!
Come faceva ad accendersi in quel modo?
Era perfetta. Perfetta.
E c'erano così tante date e luoghi da ricordare...
“Oh cosa mi hai fatto, donna? Quando sono diventato così? 
Sono felice adesso.”
Dormi che se ti svegli potresti accorgerti che non è reale.
“Ti amo.”
E lo pensa da troppo tempo e non l'ha ancora detto. Non sa perché, forse perché in una frase così piccola non può essere racchiuso tutto quello che prova.
“Sento che il mio cuore potrebbe esplodere. Puoi sentirlo?”
Dormi mio piccolo fiore.
Ma lei arriccia il naso, dopotutto è sempre stata capricciosa e non l'ha mai ascoltato.
Lei faceva di testa sua. Era testarda.
Lei aveva deciso che era ora di porre fine a quel dolce sonno.
Lei era Victoire Weasley.
E stava aprendo gli occhi azzurri come il cielo che aveva accecato Teddy.
Ma molto, molto più belli.
Poi aveva arricciato le labbra in un sorriso assonnato ma meraviglioso.
Lui contò i battiti del suo cuore mentre flebili raggi del sole mattutino illuminavano il volto a entrambi.
Quel letto era come una culla di gioie.
Aveva ancora l'odore del loro amore.
«Buongiorno piccolo fiore»
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: questa one shot è stata partorita alle 00:33 in tredici minuti esatti. Cosa per me assolutamente assurda. Non so se è un pippone filosofico e odiosamente sdolcinato. Non so cosa mi sia preso perché ho pianto nello scriverla.
Dico solo che ci ho messo tutta me stessa. Che non mi sono mai sentita così presa nello scrivere qualcosa, e che ho violato la prima regola dello scrittore: Mai mischiare la trama della tua storia letteraria con quella della tua vita privata. 
Vi sto donando qualcosa di molto intimo e non so se sono pronta a farlo giudicare (ok mi sento stupida ma è così) ma ho deciso di postarla ugualmente.
Perché dopotutto senza "Bitter-Sweet" non l'avrei mai scritta, quindi era giusto che finisse qui.
Inoltre volevo ringraziare “TINAX86” per aver recensito il sesto capitolo :)
Spero vi sia piaciuta.
Nimphadora

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