NaLu Week, ovvero sette modi di dirti ti amo

di MaryMatrix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ti amo nel pineto ***
Capitolo 2: *** Ti amo dopo un disastro ***
Capitolo 3: *** Ti amo e Karyu no Hoko ***
Capitolo 4: *** Ti amo e ti regalo il mio sogno ***
Capitolo 5: *** Ti amo vs. Ti amo, ma ***
Capitolo 6: *** Ti amo e Unison Meteora ***
Capitolo 7: *** Ti amo e sei con me ***



Capitolo 1
*** Ti amo nel pineto ***


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 Giorno 1 - Wander

"Ti amo" nel pineto

“Starò male” diceva.

Povera lei che si era fatta impietosire.

“Andiamo a piedi” pregava.

Povera lei che lo aveva accontentato.

“Non è lontano” cercava di persuaderla.

Povera lei che si era fatta convincere.

Così eccola lì, insieme a Natsu, a girovagare in una pineta senza una meta precisa. O meglio, una meta ce l’avrebbero anche avuta (ovvero la missione che avrebbero già concluso se qualcuno non avesse insistito per non prendere il treno) ma si erano persi.

Lucy si maledì mentalmente per aver mostrato così tanta comprensione nei confronti di Natsu: era appena stata dalla parrucchiera per farsi fare un nuovo taglio e una bella messa in piega quando lui l’aveva trascinata in quella nuova folle avventura.
E così era in una pineta fangosa, col terreno dissestato e piena di zanzare.
A girovagare, con Natsu che prendeva direzioni a caso, giustificandosi assicurandole che “fiutava” la fine dell’odore della pineta.

Sì, certo. Come no.

Lucy era esausta. Voleva solamente chiamare Erza o Mira e farsi venire a riprendere. Le facevano anche male i piedi. Da quanto stavano camminando?

In tutto ciò, ovviamente, Natsu sembrava non rendersi minimamente conto della situazione e proseguiva tranquillo e a passi decisi. Come diavolo faceva?

Lucy lo fissava con tutto l’astio che riusciva a concentrare in un solo sguardo. Possibile che il suo ragazzo non si rendesse conto di cose così elementari? Avrebbe solamente dovuto dirle quanto la trovava bella col suo nuovo taglio e portarla fuori a cena. Ma le sarebbe stata bene anche solo la prima delle due cose. Invece l’aveva portata in una pineta che sembrava una giungla, non la stava minimamente aiutando a cavarsela sul terreno reso irregolare dalle grosse radici degli alberi e rideva e scherzava con Happy come se lei non esistesse. E si erano persi, maledizione! Possibile che non riuscisse a capirlo?

Così lo guardava male. E, troppo concentrata in questa attività, non si era accorta di una radice più piccola delle altre ma sufficientemente grande da farla inciampare. Fu così che Lucy perse l’equilibrio.

Cadde in una pozza di fango abbastanza profonda da farla sporcare tutta. Fu così che Lucy perse la sua bella messa in piega.

E, soprattutto, fu così che Lucy perse la pazienza.

- NATSUUUUUUU!!! – urlò, esasperata.

Il suo ragazzo si voltò e, contrariamente a quanto avrebbe dovuto fare, scoppiò in una risata fragorosa alla vista di Lucy ricoperta di fango che annaspava per uscire da quella pozzanghera.

- Lu, dovresti vederti. -.

- DOVRESTI VEDERTI TU, DOPO CHE AVRÒ FINITO CON TE! – sbottò la maga degli spiriti stellari. – TIRAMI FUORI, NATSU! -.

Ancora ridendo, Natsu si affrettò verso di lei, si chinò alla sua altezza e l’afferrò per le braccia, iniziando a tirarla fuori.

- Nnngh. – si sforzò. – Lucy, io ti amo lo stesso, ma dovresti davvero prendere in considerazione l’idea di metterti a dieta. -.

E fu così che Natsu perse ogni speranza di passare le notti con la sua fidanzata per almeno un mese.

 

L'angolo dell'autrice

Ciao a tutti!!

Eccomi a cimentarmi con la Nalu week. Non so di preciso cosa ne verrà fuori, perché è la prima volta che scrivo qualcosa su questa coppia (anzi, è la prima volta che penso seriamente a loro due come ad una coppia), ma credo che mi divertirò scrivendola.
Sono sette momenti tra Natsu e Lucy, in cui l'unica cosa comune sono i "ti amo" di Natsu, non collegati tra loro e più o meno improbabili. L'idea è quella di narrare momenti spensierati, evitando qualunque sorta di drammaticità, ma, come ho detto prima, non so cosa ne verrà fuori.

Buona lettura!! :))

@matrix@

 

 

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Capitolo 2
*** Ti amo dopo un disastro ***


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Giorno 2 - Gratitude

"Ti amo" dopo un disastro

Natsu sapeva quanto la sua Lucy tenesse alla propria privacy. O meglio, ormai era la loro privacy, ma anche adesso che stavano insieme Natsu doveva faticare per farsi perdonare le sue incursioni non autorizzate in casa di Lucy. Nel letto di Lucy.

Tuttavia, col passare del tempo, il ragazzo dovette riconoscere come lei fosse diventata più morbida verso i suoi atteggiamenti e in più, invece di defenestrarlo, Lucy aveva iniziato ad aiutarlo con le faccende domestiche a casa sua perché “non vorrai mica lasciare Happy da solo a dormire in quel letamaio, vero?”.
Natsu aveva inutilmente provato a ribattere che casa sua non era affatto un letamaio, bensì un posto dove tutto era a portata di mano, ma poi dovette riconoscere che, effettivamente, da quando anche lei se ne occupava casa sua era decisamente un posto più confortevole.

Insomma, visto come Lucy aveva reso linda e pulita la casa, a Natsu parve il caso di mostrare la propria gratitudine e naturalmente lo fece nel modo sbagliato.

Questo breve racconto inizia un caldo pomeriggio primaverile, pomeriggio in cui l’ignara Lucy si trovava con l’altrettanto ignara Mirajane a fare shopping e Natsu invece si intrufolava nell’appartamento di Lucy.

Come al solito la casa profumava ed era tutto perfettamente in ordine, tant’è che per un istante Natsu si domandò che cosa stesse facendo lì. Poi rifletté e arrivò all’errata conclusione che, dal momento che Lucy era sempre impegnata o alla Gilda o in missione, doveva pur esserci qualche lavoretto che non aveva il tempo di fare.

Iniziò ad indagare alla ricerca di falle in casa della fidanzata, aiutato dal fedele amico Happy. Eppure, la parvenza di perfezione della casa di Lucy era la realtà: le lampadine funzionavano tutte, i mobili non scricchiolavano, nessun tubo era rotto né alcun rubinetto perdeva.

Si stava scoraggiando, quando, finalmente, adocchiò qualcosa che non andava: da una voluminosa cesta di vimini verde sporgeva l’angolo di un vestito. Natsu sorrise vittorioso tra sé e sé e con un gran balzo raggiunse la cesta per poi scoperchiarla e scoprire che dentro c’erano alcuni vestiti, riposti ordinatamente, ma che Natsu ricordava di averle visto addosso in questi giorni. Quella era indubbiamente la cesta dei vestiti sporchi di Lucy!

“Adesso laverò questi vestiti e lei sarà felice e sgravata da un peso!” pensò tutto soddisfatto.

Non aveva bisogno di sapere dove fosse la lavatrice perché l’aveva vista nel bagno. La aprì e fissò prima i vestiti e poi il cestello. Lo fece di nuovo. E ancora. E ancora. Poi si arrese e guardò Happy.

- Tu sai come funziona questa cosa? -.

- No. – rispose triste il gattino, scotendo la testa. – Ma forse da qualche parte ci sono le istruzioni. -.

- Già, ma chissà dove. - osservò Natsu, scoraggiato.

Sospirarono entrambi. Poi Natsu fece un gran sorrisone.

- Happy, ho un’idea! – esclamò. – Chiamiamo Juvia e facciamo lavare tutto a lei! Sarà velocissima. -.

Happy inarcò un sopracciglio, contrariato.

- Io non credo che Juvia voglia lavare i vestiti di Lucy… -.

Natsu sembrò rifletterci qualche secondo e anche lui realizzò che non sarebbe stato carino chiamare una persona per farle lavare i vestiti di una terza persona. Senza contare che quello era qualcosa che doveva fare lui stesso, con le proprie mani: affidare i vestiti di Lucy ad un'altra persone sarebbe stato come barare.

Poi però sorrise di nuovo.

- Allora faremo così: tu cerchi le istruzioni nell’altra stanza e io cerco di capire come funziona da tutti questi tasti, va bene? -.

- Ahy, sir! – esclamò il gatto blu prima di svolazzare in camera di Lucy in cerca delle preziose istruzioni.

Natsu si applicò alla lettura delle informazioni sopra la lavatrice: più che parole si trattava di numeri e di disegni da interpretare. Sbuffò: il tempo passava e lui non risolveva nulla. Con decisione, certo che comunque non avrebbe potuto fare grossi danni, afferrò tutti i vestiti e li ripose nel cestello. Afferrò un flacone di quello che pensava essere un detersivo e lasciò perdere l’ammorbidente. Il problema dell’igienizzante e dello smacchiatore non se lo pose neppure. Chiuse tutto e avviò un programma medio, inserendo, però, il massimo della centrifuga.

“Così saranno asciutti prima” pensò, soddisfatto di se stesso.

Avviò il lavaggio. Adesso non doveva fare altro che aspettare che la lavatrice finisse il suo lavoro, possibilmente prima che Lucy rientrasse.

Raggiunse Happy, annunciando a gran voce che ancora una volta aveva sconfitto il nemico e Happy gioì con lui.

L’entusiasmo di Natsu precipitò, però, quando vide che per cercare le istruzioni Happy aveva rovesciato il contenuto dei cassetti per terra: sul pavimento della camera di Lucy c’era di tutto.

- Ha… Happy… - balbettò Natsu. – Lucy ci ucciderà per questo. -.

- No, Natsu, non lo farà. – replicò l’Exceed con un’espressione da maestrino.

- No, tu non capisci. Mi squarterà. – Natsu iniziò a sudare freddo.

- No, invece. Tu llle pppiaci. – Happy sghignazzò, diabolico.

Natsu non era convinto di piacere alla maga fino a quel punto, quindi iniziò a darsi da fare a rimettere a posto tutto. Ma la lavatrice terminò prima di lui.

Corse in bagno, sperando di poter usare il fatto di averle lavato i vestiti come attenuante, ma le sue speranze andarono infrante quando aprì il cestello e scoprì con orrore che i vestiti avevano i colori diversi e mischiati. Tirò fuori un top per osservarlo meglio. E da quando Lucy indossava vestiti a misura di Asuka?

Il rumore della porta che si apriva gli fece gelare il sangue nelle vene.

Trattenne il respiro.

E poi l’urlo di Lucy.

- KYAAAAAAAAA!!! Che cosa è successo qui dentro? – urlò la ragazza. – NATSU! – esclamò dopo.

Colto in flagrante.

Il drago fece capolino timidamente dal bagno.

- E… ehm… ciao Lucy? Divertita con Mira? Spero che tu abbia comprato tanti nuovi vestiti. -.

- Non cercare di cambiare argomento con me, Natsu Dragneel! – esclamò Lucy. – Sembra che la mia camera sia stata invasa da quaranta ladroni, che diavolo avete combinato? – sbottò, stringendo i pugni lungo i fianchi, fremendo di rabbia.

Happy si nascose dietro il letto.

- Lucy fa paura… -.

- E tu, sta’ zitto! – lo zittì lei.

- Ahy, sir! – Happy scomparve del tutto sotto il letto.

Il gatto non voleva assistere ad un natsucidio.

- Non… io dicevo sul serio. – iniziò a giustificarsi Natsu. – Credo che… ti serviranno davvero… altri vestiti. -.

Come a voler provare la veridicità delle sue parole le mostrò il top ormai ridotto a dimensioni mini, chiudendo gli occhi e attendendo un meritato Lucy kick. Quando ciò non avvenne riaprì lentamente un occhio e vide che Lucy era immobile, a bocca aperta. Evidentemente sotto shock  era in preda a tremori e a Natsu non era mai sembrata più terrificante di così.

- Natsu, io… io… -.

Anche il tono della sua voce, basso e decisamente minaccioso, tremava. Inspirò profondamente ma Natsu non le diede il tempo di ricominciare a parlare e si lanciò in una frettolosa spiegazione.

- Lucy, lo capisco quanto tu sia arrabbiata. Mi dispiace. Volevo solamente fare una lavatrice per te, per ringraziarti per tutto quello che fai per me e casa mia. Solo che non sapevo usarla, allora Happy ha cercato le istruzioni ed ha fatto confusione in camera, poi però non le ha trovate, così ho provato da solo. Perdonami Lu, ti prego, ti prego, ti prego. -.

Chiuse di nuovo gli occhi sapendo che quelle scuse non sarebbero state minimamente sufficienti.

- Lucy, non lasciarmi per questo. – mormorò, sottovoce.

Quelle parole sembrarono far rinsavire la ragazza, ma Natsu era ancora troppo impaurito per accorgersene.

- Io ti amo. -.

Per qualche motivo, Lucy si rilassò e si trovò con un piccolo sorriso in volto. La rabbia l'aveva abbandonata: Natsu era un imbranato, sbagliava, ma in fondo lo faceva per lei. E l’amava davvero. E Lucy sapeva anche che non voleva perderla. Era arrabbiata, ma di certo non aveva intenzione di lasciarlo per un motivo così futile.

Si avvicinò al suo ragazzo e, invece di picchiarlo, lo abbracciò. Natsu si sorprese per quel gesto inaspettato, ma non obiettò nulla, anzi, ricambiò la stretta.

- Mi dispiace, Lucy. - ripeté.

- Lo so. -.

Lucy stava ancora sorridendo. Era così bello abbracciarlo.

- Ti amo anch’io, Natsu. E non ti lascerei mai per un vestito. -.

- Sono un po’ più di uno… -.

- E io ti amo lo stesso. Soprattutto perché adesso… - Lucy lo strinse di più. - … mi devi una giornata di shopping a tue spese. – concluse.

Sorrise soddisfatta e gli posò un bacio sul collo. Natsu piombò di nuovo nel panico, ma non osò rifiutare.

- S… sì. – balbettò solamente.

Pensava di aver scampato la morte, ma si era sbagliato di nuovo.

 

L'angolo dell'autrice.

Vista l'ora, buonanotte a tutti!! xD

Allora, eccomi qui con il secondo capitolo il secondo giorno di questa settimana. Spero che vi sia piaciuto e, se volete, lasciate pure una recensione. Anche solo per dirmi se non vi piace, che cosa non vi piace. Insomma, se mi date un feedback io posso rispondere meglio alle vostre aspettative ^.^

Detto ciò, ringrazio per le recensioni Sayaka chan 94 e tanomax e ringrazio anche esme_chan e ancora tanomax per aver inserito la storia tra le seguite e le preferite.

Mi scuso per eventuali errori di battitura.

Alla prossima!! ^.^

@matrix@

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Capitolo 3
*** Ti amo e Karyu no Hoko ***


Giorno 3: Transformation

Ti amo e karyu no hoko

La grande parata annuale di Fairy Tail si stava avvicinando e tutta la Gilda lavorava con entusiasmo ai carri che quell’anno avrebbero sfilato per le strade di Magnolia.

Lucy era molto impegnata in quel periodo perché ci teneva particolarmente al “Carro dei Draghi”: era un carro su cui sarebbero stati Natsu, Wendy, Gajeel e Laxus e, a quanto pareva, anche lei; Natsu aveva infatti insistito molto per avere al proprio fianco la sua fidanzata e aveva rivolto al Master delle parole bellissime…

- Lucy deve sfilare con me, nonnetto! Lucy è il mio drago! -.

Il nonnetto sospirò.

- Lucy non è un drago, Natsu… -.

- Sì che lo è! È bella, è forte e soprattutto È TUTTA UN FUOCO! -.

… ripensandoci aveva iniziato con cose bellissime e poi era scaduto in un complimento alla Natsu che poteva essere frainteso senza troppi sforzi da tutto il resto del mondo. Comunque. Lucy si era sentita davvero amata in quel momento, orgogliosa del fatto che Natsu volesse sfilare pubblicamente con lei. Si era sentita importante, perché Natsu la reputava così forte da paragonarla a loro, i temibili Dragon Slayer.
Quindi voleva dare davvero il massimo e mostrare che lui non sbagliava a credere in lei, che, sì!, lei era un drago!
Per questo aveva elaborato un piano piuttosto complesso per il quale doveva allenarsi duramente e con costanza, sotto la supervisione di un Loki che all’inizio si era mostrato riluttante e aveva provato a dissuaderla: riteneva infatti che il tutto fosse troppo faticoso e rischioso e inoltre il tempo a disposizione non era decisamente a loro favore. Ma Lucy era stata irremovibile.
Così, la maga trascorreva ogni minuto libero che aveva meditando ed allenandosi.

Natsu era preoccupato: che Lucy stesse tramando qualcosa era palese anche ai suoi occhi, ma ogni suo tentativo di domandare qualcosa o, peggio, di intrufolarsi a casa sua si concludeva con scuse poco credibili o, peggio, con Lucy kick potenziati. L’allenamento almeno dava i suoi frutti.
Infine Natsu si era rassegnato e aveva ritenuto più saggio rispettare i segreti della sua compagna (aveva anche dissuaso gli altri dal porre domande per la loro incolumità), ipotizzando che tutto quell’allenamento fosse volto a dimagrire. Concluse dunque che la soluzione migliore sarebbe stata quella di portarle una torta per rassicurarla sul fatto che non era poi così grassa e che comunque la preferiva pesante piuttosto che assente e lontana da lui.

Finalmente il grande giorno della parata arrivò e tutti erano già pronti a disporsi sui rispettivi carri e Lucy li ammirò tutti, mentre procedeva verso il proprio. La parata sarebbe stata aperta da Cana, Wakaba e Macao su un carro che procedeva su due grosse botti rotolanti.
Li avrebbe seguiti Erza, che aveva creato, nessuno sapeva come, un’armatura titanica che assomigliava ad un robot: la “bestia” riusciva a camminare grazie alla magia di Erza, che durante la sfilata lo avrebbe guidato dall’alto della sua testa. Lucy non poté fare a meno di restare sbalordita davanti all’imponenza di quella creatura in titanio: era di un rosso smagliante e le luci, riflettendo sulla sua superficie, l’avrebbero fatta brillare.
Il carro successivo era quello dei fratelli Strauss: loro erano riusciti a trasferire al carro parte della loro magia, in modo che la parte superiore del carro, ben visibile a tutti, potesse diventare ora un micetto, ora un temibile demone, ora una… statua di pietra? Lucy rimase interdetta, ma poi sorrise: Evergreen ormai era fissa nel cuore di Elfman.
Dopo di loro Lucy osservò il carro di Juvia e Gray: Juvia aveva insistito un po’ per sfilare anche quell’anno insieme a lui e Gray aveva accettato senza nemmeno troppe preghiere per i suoi standard. Si trattava di un carro a tema natalizio: Juvia e Gray avevano creato insieme la neve del paesaggio che ricopriva l’intero carro e c’erano simpatici pupazzi di neve che indossavano tutte le sciarpe che Juvia aveva cucito per il suo amato Gra-sama.Lucy non poté fare a meno di pensare che il loro numero fosse inquietante.
Un po’ più indietro c’era una casetta di ghiaccio ricoperta di lucine natalizie, dal cui terrazzo al primo piano i due avrebbero salutato il pubblico. In più, su gentile concessione di Laki, la casa era dotata di una ruota di legno da mulino che girava su un ruscello che scorreva sul morbido manto innevato. Era un carro tutto sommato semplice, ma Lucy non poté fare a meno di trovarlo romantico.
Finalmente, il suo carro: quattro dragoni in cartapesta si ergevano dietro la pedana sulla quale sarebbero stati i Dragon Slayer. Dentro le gole dei quattro dragoni erano stati installati dei fuochi d’artificio che sarebbero stati attivati solamente a debita distanza dal carro di Gray, che li aveva minacciati tutti di morte nel caso in cui avessero osato sciogliere la sua casa di ghiaccio con “i loro giocattoli pirotecnici”.
Lucy sospirò, sapendo che, nel bene o nel male, la più grande sorpresa quella sera sarebbe stata proprio lei.

- Ehy, cosplayer! – la chiamò Gajeel. – Vuoi salire o pensi di restare lì a farti travolgere? -.

La maga si riscosse e si affrettò a salire sul carro. Wendy le rivolse un sorriso amichevole e le fece i complimenti per il bel vestito con le squame verdi che aveva indossato, Laxus la ignorò e Gajeel invece sogghignò.

- Con quel vestito volevi sembrare un drago? -.

- Lucy non ha bisogno di sembrare un drago. – asserì Natsu, convinto. – Lucy è un drago. -.

“Non immagini quanto” pensò Lucy, abbassando la testa.

- Ehy, Lu, tutto bene? -.

- Uh? – Lucy alzò lo sguardo su di lui. – Sì, certo. – sorrise per rassicurarlo.

La sfilata iniziò: Lucy sorrideva e salutava tutti, cercando, nel frattempo, di concentrarsi.

- Yo, Lucy! – Natsu la chiamò.

Intrecciò le loro mani, sollevandole in modo che tutti potessero vedere che stavano insieme.

Lucy, arrossì, felice e non poté fare a meno di ricambiare quel sorriso radioso e spontaneo che lui le riservava sempre e che le dava tutta la forza di cui aveva bisogno.
Con sicurezza fendette l’aria con la mano destra, rimasta libera. Il momento era arrivato.

- APRITI, PORTA DEL DRAGONE! – urlò a gran voce.

Non possedeva la chiave di quel portale, ma il fatto di possedere tutte quelle chiavi la rendeva forte abbastanza da riuscire, almeno in teoria, ad evocare un Spirito con cui non aveva alcun contratto. In particolare con un duro allenamento sarebbe stata in grado di fondere il proprio corpo con quello dello spirito.

- DRACO! – evocò.

Lucy si sarebbe trasformata in un drago.

I quattro Dragon Slayer e più o meno tutti gli altri guardarono ciò che stava accadendo a bocca aperta, sorpresi per quell’improvviso colpo di scena.

Dal corpo della ragazza si irradiava una forte luce tutto intorno e lei, travolta dalla forza di quella magia che ancora non padroneggiava, si sollevò in aria sfuggendo alla presa di Natsu.

- LUCY! LUCY! -.

Ma Lucy non lo sentiva.

All’improvviso apparve qualcosa che fece rabbrividire tutti i presenti: l’immagine di un enorme drago lucente come una stella apparve sovrastando il carro.

- Chi osa evocarmi senza possedere la mia chiave? CHI? – ruggì il drago, con una voce bassa e profonda che pareva provenire dalle viscere della Terra. – Chi disturba il riposo della costellazione del drago? Chi vuole prenderne le sembianze? -.

A quella domanda tutti capirono le intenzioni della ragazza e Natsu rimase a bocca aperta.

- Lucy… -.

Il Master corse verso il carro dei Dragon Slayer, mentre il Drago iniziava ad avvicinarsi alla maga degli Spiriti Stellari con aria poco raccomandabile.

Prima che Laxus potesse afferrare Natsu per impedirgli di fare qualcosa di stupido e che il Master potesse fare altrettanto, Natsu si frappose tra il Drago e la sua fidanzata, mentre il suo corpo andava a fuoco, i suoi muscoli si erano contratti e la sua espressione si era fatta aggressiva: lui si trovava molto più in basso, ma le sue fiamme danzavano minacciose davanti al muso dello Spirito.

- Non osare toccare Lucy. – sibilò furioso. – Non te lo permetterò. -.

Era stranamente calmo e concentrato, pronto all’attacco. Lo Spirito allora abbassò il proprio sguardo su di lui.

- Questa forza… - mormorò. – Igneel… -.

- È mio padre e non pronunciare il suo nome se non vuoi assaggiare le sue fiamme. -.

- Tu sei un giovane Dragon Slayer. – lo Spirito scoppiò in una risata grottesca. – Davvero vuoi affrontarmi? Speri di vincere? -.

- Lucy ti ha evocato perché voleva mostrarmi di essere forte e lei lo è davvero. Non le farai del male e io ti sconfiggerò. -.

Il drago tornò a guardare la giovane maga.

- Una ragazza così piccola e fragile… la nuora di Igneel. -.

A sorpresa il Drago ghignò.

- Immagino di non poterla distruggere. -.

Tutti tirarono un sospiro di sollievo e anche le fiamme di Natsu parvero calmarsi un po’.

- Dimmi come devo fare per salvarla. -.

- La magia che ha evocato è potente. – iniziò a spiegare lo Spirito. – Troppo potente ancora, per lei. L’unico modo per farla sopravvivere è farle portare a termine l’incantesimo che si era proposta: assumere le sembianze di un drago. In questo modo io sparirò e lei sarà salva. -.

A quel punto fu il Master ad intervenire.

- Capisco. –.

- Che cosa dobbiamo fare, Master? – la voce di Erza dalla bocca della creatura rossa suonò molto metallica.

- Oh, è semplice: nulla. – rispose il vecchietto.

- Come sarebbe nulla? – Natsu tornò ad agitarsi.

- Noi non possiamo fare nulla, ma tu puoi. Tu puoi donarle un po’ della tua essenza di Drago. Un po’ della tua magia. Ma solo per il momento, sono sicuro che Porlyusica riuscirà a trovare un modo per trasferirla di nuovo in te. -.

Natsu annuì, con un’espressione molto grave in volto.

- Happy! Andiamo da Lucy! -.

- Ahy, sir! – esclamò l’Exceed, afferrandolo.

- No, Natsu, aspet… - provò a richiamarlo inutilmente il vecchio.

Happy lo portò all’altezza di Lucy, proprio davanti a lei. Natsu si concentrò cercando di raccogliere quanto più potere possibile e le fiamme iniziarono a danzare intorno a lui. Le prese una mano e attirò la bionda a sé, abbracciandola forte.

- Non lasciarmi, Lucy. – la pregò sottovoce. – Ti darò la mia forza, la mia magia, tutto quello che vuoi, ma torna da me. -.

- Natsu… - era la voce di Lucy.

Natsu non sapeva da dove provenisse. Il corpo di Lucy era privo di sensi, ma era come se, da qualche parte in tutta quella luce, ci fosse il suo spirito.

- Natsu, sei tu? -.

- Lucy! Sono io. – confermò Natsu.

- Mi… dispiace. – la voce di Lucy tremava. - Io volevo solo… renderti orgoglioso. -.

- Io sono sempre orgoglioso di te. – sorrise Natsu. – Sei la mia compagna di vita, come potrei non esserlo? -.

- Io sono debole… -.

- Tu sei la più forte di tutte. Beh, eccetto Erza, ma lei è un caso a parte. – sorrise, sempre spontaneo, e Lucy non poté fare a meno di ricambiare quel sorriso.

- Mi tirerai fuori da qui? -.

- Puoi contarci, Lucy! – le assicurò Natsu, super positivo. – Tu pensa solo a resistere. Al resto penso io! – garantì.

Poi si rese conto di essere prigioniero di quel fascio di luce e realizzò di essere partito prima che gli spiegassero come fare a trasferire la magia da un corpo all’altro. Non poteva tornare indietro per chiedere quindi decise di rompere quell’incantesimo a modo suo: sconfiggendolo.

- Ti amo, ma perdonami Lucy. – mormorò.

- Perdonarti? Ma per cosa? – Lucy non capiva.

- Devo sconfiggerti. -.

- Co… cosa? -.

Prese un grosso respiro.

- KARYU NO… -.

- Asp… aspetta, Natsu! – esclamò Lucy, allibita.

Da sotto tutti videro che cosa stava per succedere e a tutti venne un colpo.

- No, Natsu! – urlò il vecchietto.

- Non fare il cretino, Salamander! – lo insultò Gajeel.

- NATSU! – esclamò Gray. – ICE MAKE: LANCE! – cercò di fermarlo inutilmente: le sue lance furono spezzate appena raggiunsero quella luce ormai accecante che si rafforzava a discapito dell’energia vitale della maga.

- NATSU… - la voce di Erza suonò omicida.

- Natsu-san… - la timida Wendy aveva la vocina flebile.

- HOKOOOOOO!!! -.

Lucy fu letteralmente travolta dalle fiamme di Natsu che debellarono l’incantesimo. Lo Spirito del Drago scomparve, Lucy fu sospinta molto più avanti e Mirajane dovette trasformarsi per volare e riuscire a riprenderla prima che si schiantasse al suolo. Ma quando tornò con Lucy in braccio la bella Mira sembrava imbarazzata.

- Lucy! – Natsu corse verso di lei. – Lu… -.

Si bloccò all’improvviso, senza sapere bene cosa dire.

- Sembra che Natsu sia riuscito nel suo intento. – annunciò Mirajane agli altri. – Le ha donato parte della sua magia… -.

Sollevò un piccolo draghetto verde e giallo pieno di squame, simile a un piccolo T-rex, che dormiva tranquillo tra le sue braccia.

- Oh, che carina! – esclamò Wendy.

- Un cucciolo di drago. – asserì Erza.

- Una draghetta! – Juvia le si avvicinò subito.

Il Master sospirò, rassegnato.

- Lo Spirito del Drago ha avuto pietà di lei e ha portato a termine l’incantesimo prima che Natsu la incenerisse: solo col suo Spirito avrebbe potuto sopravvivere a Natsu. – spiegò. – Domani andremo da Porlyusica per rompere definitivamente l’incantesimo. – poi si rivolse a Natsu. – Figlio scellerato! Che cosa pensavi di fare, eh? – gli urlò contro.

Natsu si portò una mano dietro la testa, sorridendo, come se non si rendesse conto dell’accaduto.

- Ecco… pensavo di poter rompere l’incantesimo con uno più forte. – minimizzò.

Il Master sospirò e non insistette oltre, sarebbe stato fiato sprecato.

Natsu prese la sua piccola draghetta dalle mani di Mirajane e l’abbracciò stretta.

- Sei carina anche così. – le sussurrò con voce dolce.

Come se avesse riconosciuto la sua voce, la draghetta Lucy aprì i grandi occhioni azzurri e guardò Natsu con un po’ di risentimento: provò a sputare fuoco, ma non bastò neppure per incenerire le punte dei capelli rosa del ragazzo. Davanti a quel tentativo e, soprattutto, davanti all’espressione contrariata della draghetta tutti scoppiarono a ridere.

- Complimenti, Salamander, la tua ragazza ha proprio un bel caratterino. – scherzò Gajeel.

- Certo che lo ha. – Natsu sorrise orgoglioso. - È Lucy. – chiarì, con tono ovvio. – Quindi adesso possiamo riprendere la parata con tutti e soprattutto con lei. -.

Sollevò Lucy in alto tenendola da sotto le corte zampe superiori.

- Lucy Dragon, la nostra mascotte -.

Tutti scoppiarono a ridere e Lucy a quelle parole provò a mordere il naso di Natsu, che la trattenne.

Poi la riabbassò fino a far toccare le loro fronti.

- … e la mia draghessa. -.

Fu così che gli abitanti di Magnolia assistettero ad uno spettacolo unico: un drago che arrossisce.

L’angolo dell’autrice

Ciao a tutti!!
Mi davate per dispersa e invece no! Sono solo in ritardo! Mi scuso davvero di aver maturato questo ritardo e credo che ormai la mia Nalu week scali di un giorno, a meno che non trovi il tempo di pubblicare due capitoli lo stesso giorno.

Ok, allora, veniamo ai ringraziamenti: ringrazio tanomax e Sayaka chan 94 per le loro recensioni (vi risponderò il prima possibile) e poi salamandergirl e NonSoCheNickNameMettere per avere inserito la storia tra le preferite e poi ringrazio anche Giulia_Cullen e OurladyofSorrow per aver inserito la storia tra le seguite.

Mi scuso anche perché forse sono andata un po’ “fuori tema”, nel senso che all’inizio avevo detto che sarebbe stata una raccolta di one shot leggere e questa mi sembra più “impegnativa” delle altre… spero che possiate apprezzarla ugualmente ^.^

Ah, dimenticavo... ho usato un nuovo programma per l'html: a me fa vedere tutto in modo corretto, ma se ci dovessero essere dei problemi ditemelo :)

Alla prossima!!

@matrix@

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Capitolo 4
*** Ti amo e ti regalo il mio sogno ***


Giorno 4 – Smoke

“Ti amo” e ti regalo il mio sogno

Natsu si trovava in una landa deserta, senza nessuno intorno a sé. Il terreno era sabbioso e tutto intorno a lui c’erano rocce aspre, dalle quali faceva capolino qualche sparuto ciuffetto d’erba. Un luogo in cui sarebbe stato difficile nascondersi per chiunque, data la sua natura desertica, ma Natsu sapeva che c’era qualcuno da qualche parte, qualcuno di valido e temibile.
Aveva già lottato contro il suo nemico moltissime volte, si poteva praticamente affermare che fosse cresciuto combattendo contro di lui.
Ma quella volta era diverso.
Quella volta il gioco era serio e lui non si sarebbe fatto sopraffare. Ne andavano di mezzo troppe cose e Natsu quella volta non avrebbe perso.

- È inutile che ti nascondi, Gray. – disse Natsu, ghignando. – Posso fiutarti, lo sai. Ti troverò e ti batterò. Sono più forte di te, lo sappiamo entrambi. -.

Gray sentì quelle parole dal suo nascondiglio e fece un sorrisetto impertinente: Natsu più forte di lui, nemmeno nei suoi sogni migliori. Che illuso!

Erano nemici giurati, naturali, e quella volta solo uno di loro due ne sarebbe uscito vittorioso e non sarebbe stato Natsu: Gray non aveva intenzione di mostrare alcuna pietà.

Doveva avere pazienza, doveva restare nascosto e aspettare prima di attaccare. Doveva far stancare Natsu: sapeva che il Dragon Slayer non poteva fiutare il suo odore e sapeva anche che prima o poi si sarebbe stancato di giocare a nascondino e avrebbe iniziato a dare di matto e a lanciare attacchi avventati. Natsu si sarebbe deconcentrato e stancato e questo sarebbe andato a vantaggio di Gray.

Chiunque si fosse trovato in mezzo a loro avrebbe sentito l’aria di tensione tra i due farsi palpabile, tangibile, insopportabile. Gray tratteneva addirittura il respiro.

- Gray! Dove sei finito, codardo?? – cominciò a scalpitare Natsu.

Stava iniziando a perdere le staffe e Gray Fullbuster sorrise: tutto secondo i suoi piani. Almeno finché il Dragon Slayer non si calmò e iniziò a parlare con un tono molto più calmo e pacato di prima.

- Gray… ci abbiamo girato intorno tante volte, vero? – domandò Natsu, a bassa voce. – Sempre l’uno contro l’altro. Prima per gioco e adesso per… beh, lo sai. – fece un pausa.

Un sorriso amaro si dipinse sul volto di Gray mentre l’amico-rivale continuò il suo discorso.

- Ci siamo anche scontrati seriamente qualche volta, ma mai a questo livello. Mai al livello di doverci… eliminare. -.

Gray scosse la testa: davvero Natsu pensava che un discorsetto del genere lo avrebbe commosso?

- Quindi ti chiedo, per favore, in nome di tutti questi anni passati insieme, di uscire allo scoperto e di affrontarmi realmente in un vero scontro. Gray! Mostrati. -.

Gray sospirò, scotendo la testa, ma valutando bene quella richiesta e soppesandone pro e contro: sentiva di dovere al suo miglior nemico uno scontro leale ma d’altronde sapeva che affrontando Natsu in campo aperto le sue possibilità di vittoria si riducevano rispetto all’opzione che prevedeva un gioco d’astuzia.
Poi, però, la lealtà nei suoi confronti e la coscienza del fatto che comunque sarebbe riuscito a batterlo ebbero il sopravvento: in fondo, sarebbe stato più divertente averlo davanti.
Se quello doveva essere il loro ultimo scontro, allora lo avrebbe reso memorabile.

“Oh, Natsu…” pensò Gray. “E va bene. Battiamoci come vuoi tu e che vinca il migliore”.

- Natsu! – lo chiamò, spuntando fuori da una roccia alle spalle di Natsu.

Il Dragon Slayer si voltò sorridendo.

- Sono qui. – gli si offrì Gray. – E adesso fatti sotto. -.

- Come desideri. -.

Natsu iniziò a correre verso di lui, pronto a sferrare un attacco, ma Gray non gli rese certo semplice il lavoro.

- ICE MAKE: FREEZE LANCE! –.

Scagliò grosse lance contro Natsu che le evitò senza molta fatica.

- Karyu no Tekken!! -.

- ICE MAKE: Ice Geyser! -.

Natsu scansò a fatica la colonna di ghiaccio creata da Gray, che, pur avendo sventato il potente pugno di Natsu, ritenne saggio mantenere le distanze.
Natsu sorrise.

- Tutto qui? -.

- Mi sto appena raffreddando. -.

- Sono tutto un fuoco! -.

- Ice Make… -.

- Enryou no… -.

Mentre si slanciavano l’uno contro l’altro si poteva percepire che si stessero quasi… divertendo? Forse era il fatto che sarebbe stato l’ultimo scontro. Che uno dei due ce l’avrebbe fatta sicuramente e che l’altro, anche se per lui sarebbe finita molto male, sarebbe stato comunque contento.

- Ice Bringer! -.

- … Hoken! -.

L’uno con le spade, l’altro con i pugni, eccoli di nuovo a battagliare corpo a corpo, come sempre avevano fatto fino a quel momento. Conoscevano forze e debolezze, avrebbero potuto battersi ad occhi chiusi. Ben presto abbandonarono la magia e passarono direttamente a darsele di santa ragione.

- Non vincerai mai, Gray! -.

- Parla per te! -.

E giù di nuovo a picchiarsi senza che nessuno dei due prendesse il sopravvento sull’altro: d’altronde avevano lottato l’uno contro l’altro per troppo tempo e conoscevano reciprocamente gli attacchi e lo stile dell’altro, riuscendo dunque a prevedere e parare ogni mossa.

Dall’esterno della sala della prova dello scontro tra i finalisti dell’esame di classe S, Lucy chiuse gli occhi esasperata, portandosi una mano alla fronte.

- Non cambieranno mai. Non prendono seriamente nemmeno l’esame di classe S. -.

La dolce Levy sorrise.

- Vedrai, Lu-chan, presto ricominceranno ad usare la propria magia e uno dei due passerà l’esame. – cercò di rassicurarla.

Erza però non sembrava dello stesso parere.

- Devo intervenire, Master? -.

- Non posso credere che abbiano iniziato la solita rissa… - Laxus non credeva ai propri occhi.

Makarov si concentrò, decidendo il da farsi. L’ultima prova dell’esame avrebbe dovuto decretare chi dei due fosse il più dotato in termini magici, tattici e di furbizia e loro non stavano mostrando nulla di tutto ciò.

- Erza, dì loro che se non ricominceranno a prendere sul serio la prova o faranno qualche danno diventerà mago di classe S il terzo classificato. – decise.

Erza annuì e afferrò un microfono. Il tono che usò, e che Natsu e Gray sentirono all’interno della stanza dove si trovavano, non ammetteva repliche.

- NATSU! GRAY! Piantatela d fare gli idioti e concentratevi! Se continuerete così o farete qualche danno alla struttura sarà il terzo classificato a soppiantare entrambi quest’anno, SONO STATA CHIARA? -.

Gray e Natsu si immobilizzarono all’istante e si staccarono.

- Scusaci, Erza! – dissero in coro, prostrandosi in inchini ripetuti.

Erza sospirò e tornò a osservarli dal vetro a specchio che delimitava la stanza dove stavano combattendo da quella dove si trovava tutto il resto della Gilda.

Dopo il disastro sull’isola, Makarov aveva deciso di costruire un Centro di Classe S con tutte le altre Gilde di Fiore: in quel centro gli aspiranti maghi di classe S avrebbero potuto esercitarsi e sostenere gli esami.
Gray e Natsu avevano superato ogni prova dell’esame e quindi si trovavano all’ultima, quella del duello, ma la situazione stava degenerando. Erano in una stanza magica che ricreava delle particolari condizioni climatiche e, per rendere tutto molto più complicato per i partecipanti, annullava tutte le caratteristiche magiche che appartenevano al mago senza bisogno che questo ricorresse ad incantesimi, come per esempio il fiuto di Natsu o una forza sovraumana. In quella stanza contavano solo ciò che un mago riusciva ad ottenere dalla propria magia e dal proprio cervello.

Natsu e Gray tornarono quindi a concentrarsi, ma il primo sembrava assorto in un altro pensiero: il terzo classificato… la terza classificata era stata Lucy. Gray fece per attaccare ma vide che Natsu non si era nemmeno messo sugli attenti.

- Uh? – domandò. – Ehy, Natsu, che ti succede? Non c’è gusto se mi regali l’esame. -.

Natsu però pensava ad altro: erano anni che desiderava diventare un mago di classe S, era sempre stato il suo sogno, il suo desiderio più forte. Ma Lucy… Lucy aveva la possibilità di vincere. Lei era forte, e forse anche più intelligente di lui e Gray. Natsu guardò il proprio riflesso nel vetro, sapendo che da qualche parte Lucy stava facendo il tifo per lui. Ma era lei che si meritava quel titolo. Si ricordò velocemente della conversazione che avevano avuto prima dell’esame…

Era la sera precedente alla prima prova dell’esame di classe S e Lucy aveva cucinato per lui e per Happy, ma sembrava presa da altri pensieri.

- Yo, Lucy! – la salutò Natsu, entrando dalla finestra insieme all’Exceed.

Natsu aveva capito che qualcosa non andava quando lei lo aveva semplicemente invitato a sedersi senza obiettare nulla sul fatto che non avesse utilizzato la porta come una persona normale. Natsu non aveva fatto domande e si era seduto. Lucy aveva servito la cena e poi aveva preso posto davanti a lui come ormai quasi ogni sera.

- Devo dirti una cosa. – annunciò Lucy.

Natsu e Happy si lanciarono una rapida occhiata preoccupata, temendo che fosse successo qualcosa di terribile, qualcosa come, per esempio, una gravidanza.

- Riguarda l’esame di domani. – proseguì Lucy.

I due presenti a tavola tirarono un grosso sospiro di sollievo e ricominciarono a respirare normalmente. Lucy sembrava non essersi accorta di nulla.

- Mi hanno offerto una promozione al giornale. –.

- Lucy, ma è fantastico! – sorrise Natsu.- Scrivere è sempre stato il tuo sogno! -.

- Ahy, sir! -.

- No, non lo è. – Lucy scosse la testa. – Sarei la direttrice di una sezione del giornale che si occupa delle missioni di classe S. Vedi Natsu… per essere promossa devo passare l’esame. -.

Lui ancora non vedeva il problema.

- E allora? Domani proverai come tutti e vincerà il migliore! – esclamò Natsu.

- Ma è possibile che tu non capisca? – aveva urlato lei. – Vincere quell’esame è il TUO sogno e io volevo ritirarmi per non ostacolarti! Invece ora… io ci tengo a quella promozione, non me la sento più di ritirarmi, però mi sento anche egoista e… e… - non riuscì a proseguire il discorso perché iniziò a piangere.

Natsu appoggiò le posate nel piatto e la raggiunse. Senza dire nulla l’abbracciò stretta a sé e sorrise.

- Lucy tu meriti di partecipare a quell’esame: sei migliorata molto, sei forte, perché avresti dovuto ritirarti? Non sarebbe stato giusto. -.

- Ma… ma tu… -.

- Io sono sicuro di vincere comunque. – ghignò Natsu, strappando una risatina a Lucy.

- Questo è tutto da vedere. -.

Lui si chinò in ginocchio fino a raggiungere la sua altezza.

- E se anche dovessi vincere tu, sarà come se avessi vinto io. – la rassicurò. – L’importante è che non vinca Gray. -.

Lucy sorrise ancora di più.

- Quindi non sei arrabbiato con me? -.

- E perché dovrei? Fai bene a lottare per quello che vuoi. Non ti ho insegnato nulla? -.

Le prese le mani e Lucy lo guardò negli occhi.

- Va… va bene. – balbettò, tirando su col naso. – Ma niente esclusione di colpi, anche se siamo fidanzati, d’accordo? -.

Natsu la baciò.

- Ti amo, ma voglio passare quell’esame. Nessun favoritismo. – promise.

Ma ora che Lucy aveva di nuovo la possibilità di vincere, insomma, non sarebbe stato un crimine perdere apposta per regalarle il suo sogno… e non sarebbe stato nemmeno difficile farlo passare come un incidente. Anzi. Non gliel’avrebbe regalato: l’avrebbe rimessa in gara.

Sorrise, furbo e di nuovo tornò a concentrarsi su Gray.

- Non ho nessuna intenzione di farlo. -.

L’altro sorrise, di rimando.

- Bene. -.

Natsu fu rapidissimo.

- Guren Karyu… -.

Gray e tutti gli altri impallidirono.

- Ma quello non è… - iniziò Juvia, orripilata.

- … l’incantesimo con cui ha distrutto l’edificio di Phantom! – concluse Gajeel.

- GRAAAAYYY! – urlò Juvia slanciandosi contro il vetro.

- Natsu, fermati! – urlò Erza nel microfono.

Ma Natsu non fece caso a nessuno di loro e proseguì con la magia.

- … Keeen! -.

Gray sbarrò gli occhi.

La stanza esplose con grande orrore del Master. Tutti si misero al riparo dalle macerie e scoppiò il caos. Juvia provò a domare le fiamme, creando per tutti una via d’uscita, ma Natsu e Gray erano ancora dentro. Non si vedeva nulla a causa del fumo che si diffondeva nell’edificio.

- Gray… - Juvia non riusciva a trattenere le lacrime.

- Juvia, dobbiamo andare! -.

Gajeel iniziò a strattonarla senza troppi complimenti.

- Ma Gray… -.

- È un mago del ghiaccio, se la caverà. – le assicurò. – Andiamo! – se la caricò sulla spalla su cui non aveva Levy e le portò entrambe verso l’uscita.

Erza e Laxus non riuscivano a fare nulla, quando Gray uscì dalle fiamme, tossendo. Era ferito.

- Gray! – Erza gli si slanciò contro, abbracciandolo. – Stai bene? -.

- Erza… - Gray tossì. – Ho usato… Rampart, ha bloccato un po’ l’incantesimo… - tossì di nuovo. – Natsu… è ancora dentro. Ma non so dove. Non vedo nulla. -.

Lucy non attese oltre: sapeva che Natsu la stava aspettando e si gettò dentro la stanza completamente in fiamme prima che qualcuno potesse fermarla.
Pensò che Natsu avrebbe dovuto cavarsela tra le fiamme e se non era ancora uscito significava che doveva essere ferito o forse aveva perso i sensi. Correva col cuore in gola. Vedeva poco, c’era troppo fumo. Iniziò a tossire, le serviva ossigeno, sentiva che i polmoni le stavano bruciando.

- NATSU! – urlò, tra le lacrime. – Dove sei? -.

- Sono qui. – la chiamò lui, apparentemente tranquillo.

Lucy si lasciò guidare dalla sua voce e lo raggiunse. Era un po’ malconcio ma forse poteva ancora muoversi sulle sue gambe.

- Ma che cosa ti è saltato in mente, eh? – lo rimproverò.

Natsu le sorrise innocentemente.

- Ho combinato un disastro. Sei così sorpresa? -.

Lucy fu tentata di prenderlo a schiaffi!

- MA TI SEMBRAVA UNA MAGIA DA FARE? – urlò. - HAI DISTRUTTO UNA GILDA CON QUELLA! POTEVI UCCIDERE GRAY! – fu colta da una tosse forte.

- No, sapevo che Rampart avrebbe attutito. – minimizzò Natsu. – Ma questo fumo mi sta uccidendo. Come usciamo? -.

- E LO CHIEDI A ME? -.

- Io sono ferito e non posso mangiare le mie fiamme. Sembra proprio che adesso sia tu quella che può salvarci entrambi, Lu. -.

Lucy si guardò intorno non riuscendo a vedere nessuna via di fuga. Non potevamo aspettare i soccorsi, dovevano uscire di lì e in fretta! Se non potevano passare dalle porte c’era un solo modo per togliersi dai pasticci.

- Apriti, portale della Vergine! VIRGO! – evocò.

Lo Spirito della Vergine apparve immediatamente davanti a lei, inchinandosi.

- È l’ora della punizione, Principessa? -.

- Virgo! – esclamò Lucy. – Scava una galleria, portaci fuori! – ordinò.

- Come desidera, Principessa. -.

In men che non si dica Virgo scavò una galleria che si sviluppava sotto il centro di addestramento e Natsu e Lucy si calarono sotto, seguendola. Corsero in modo da uscire prima che il fuoco li raggiungesse anche in quella trappola e, finalmente, raggiunsero l’aria aperta. Ossigeno!

Natsu barcollò un po’, prima che Elfman lo sorreggesse. Gray, che stava venendo curato da Wendy, era nero di rabbia. Appena vide Natsu uscire lo fulminò con lo sguardo, ma non si slanciò contro di lui.

Natsu lo raggiunse.

- Scusa, Gray… ho esagerato. -.

- Potevi ammazzarmi. Potevi ammazzarci tutti. – Gray era glaciale. – E hai distrutto mezzo centro che adesso dovremo ricostruire e pagare. Se questo è il prezzo per diventare mago di classe S allora per me puoi vincere l’esame. -.

Il Dragon Slayer fece per replicare, ma Makarov fu più rapido.

- Nessuno di voi due ha vinto l’esame. – sentenziò, serio. – Natsu, il tuo comportamento è statp inqualificabile. Gray, non esagerare: non è morto nessuno quando lo ha usato contro Phantom, non saresti morto tu che sei arrivato così vicino a diventare un mago di classe S. Non hai saputo gestire la situazione al meglio: ti sei allontanato e sei uscito dalla stanza, non hai passato l’esame. -.

Natsu sghignazzò e Gray lo fulminò con lo sguardo.

- Questa è tutta colpa tua. – scattò in piedi, non riuscendo più a trattenersi. – Lo hai fatto apposta! -.

- E perché avrei dovuto? Non ho vinto nemmeno io. -.

- Questa me la paghi, Natsu. -.

Il Dragon Slayer scrollò le spalle e Gray fece per lanciarglisi addosso, ma poi si ricordò che Wendy si era data molto da fare per curare le sue ferite e lasciò perdere: in fondo era stata anche colpa sua, il Master aveva ragione. Si risedette soffocando un ringhio.

Il Master scosse la testa e ricominciò a parlare.

- Invece, Lucy… -.

La diretta interessata si voltò verso di lui.

- Hai dimostrato molto coraggio entrando in quella stanza piena di fumo e fuoco per salvare Natsu e prontezza e ingegno nel trovare una via d’uscita in modo rapido ed efficace. Non sono doti da tutti. Lucy... – il Master fece una pausa ad effetto. - … sei una Maga di Classe S. Complimenti! – sorrise apertamente.

Ci fu un secondo di silenzio e poi esplose un boato che inneggiava Lucy.

- Che… cosa? – Lucy non poteva credere alle proprie orecchie. – Ma… io ero stata eliminata e… -.

- Hai sentito il Master, Lucy. – Erza le batté una pacca sulla spalla. – Benvenuta tra noi. -.

- Tranquilla, Lucy. – Mirajane sorrise. – Non è un ruolo che si regala alla leggera, te lo sei meritato. -.

Lucy rimase titubante per ancora una manciata di secondi, poi esplose in un grande sorriso e in un urlo di gioia e Natsu si sentì esplodere il cuore di felicità. Si accorse solo dopo che Gray lo stava fissando.

- Che hai da guardare, ghiacciolo? – scattò sulla difensiva.

L’altro gli rivolse il sorriso di chi la sapeva lunga.

- E così… spero che ne sia valsa la pena… hai letteralmente mandato in fumo il tuo sogno, c’eri davvero vicino. -.

Natsu sorrise, ammirando Lucy che veniva portata in trionfo da Laxus.

- Guarda quant’è bella e quanto è felice. Gray, io ho vinto lo stesso e lei è più importante. -.

Gray gli si avvicinò e gli appoggiò un braccio sulla spalla, sorridendo sornione.

- E poi noi possiamo sempre regolare i conti il prossimo anno. -.

Natsu ghignò.

- Puoi giurarci. -.

L’angolo dell’autrice

Ciao a tutti!!

Allora, ecco qui il nuovo capitolo e spero che vi sia piaciuto. Allora, diciamo che il prompt mi ha mandata veramente in crisi, non sapevo proprio come sviluppare la storia: questa è venuta quasi da sola e spero di non essere andata troppo OOC con Natsu e Lucy. Soprattutto con Natsu: in fondo superare quell’esame è sempre stata la sua priorità ma… ecco, secondo me non è troppo improbabile che rinunci a tanto per la sua Lu. Trovo molto più improbabile che Lucy si qualifichi terza, a dirla tutta xD

Detto ciò, passo ai ringraziamenti: ringrazio Sayaka chan 94, nalla85 e tanomax per le recensioni (vi risponderò il prima possibile e spero di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo), ringrazio E mi ed EMI_MOLLI per aver inserito la storia tra le preferite e ringrazio anche Saralasse che l’ha aggiunta tra le seguite.
Grazie davvero!!

Alla prossima e buona serata a tutti!!

@matrix@

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Capitolo 5
*** Ti amo vs. Ti amo, ma ***


Giorno 5 – Need

“Ti amo” vs. “ti amo, ma”

Era una bella mattinata di sole a Magnolia e stranamente Natsu si era svegliato di buon’ora e aveva deciso di recarsi subito alla Gilda.

L’edificio era ancora vuoto e Natsu rimase molto deluso: dov’erano tutti? Dov’era Mirajane?

- Yo, Mira! – chiamò.

Ma non ottenne alcuna risposta: sembrava proprio che non ci fosse nessuno.

- Che noia, Happy. – commentò contrariato.

L’Exceed invece non sembrava così scontento.

- Andiamo a pescare, Natsu? – propose, pieno di speranza.

- Sì, forse è megl… uh? -.

Il fiuto proverbiale di Natsu aveva percepito due odori. Uno era quello di Mira e l’altro lo avrebbe riconosciuto tra mille: Lucy.
Senza parlare, fece cenno ad Happy di seguirlo. Sghignazzò: le due non si erano accorte della sua presenza e lui avrebbe fatto loro un bello scherzo.
Arrivò dietro la porta della stanza dove erano chiuse Lucy e Mira e appoggiò delicatamente la mano sul pomello, pronto a spalancare tutto e a far prendere uno spavento coi fiocchi alle due maghe.
Ma le voci che riusciva a sentire lo fecero desistere da quell’intento e rimanere fuori ad origliare.

- Non ce la faccio più, Mira. – le stava confidando Lucy.

- Lucy, io ti capisco. -.

Natsu parve sorpreso: di cosa non ce la faceva più? Rimase in ascolto.

- Non so come fare, non so come dirlo. Ma sono esausta, non lo sopporto più. Io lo amo, ma… - sospirò , esasperata.

Il cuore del Dragon Slayer del fuoco si ruppe in mille pezzi a quelle parole: Lucy stava parlando di lui e non bene. Che cosa aveva fatto per meritarsi ciò?
Anche Happy parve accorgersi della situazione.

- Natsu… - bisbigliò.

- Shhh. -.

Voleva continuare ad ascoltare, voleva capire.

- Lucy, nessuno ti obbliga. Puoi prenderti una pausa se vuoi. – le suggerì, gentilmente.

- Ma Natsu… -.

- Natsu capirà. – le assicurò Mirajane. – Lui ti ama davvero. -.

- Lo so! È questo il problema, capisci? – Lucy si alzò in piedi e cominciò a camminare in cerchio per la stanza. – Sarebbe come se io scaricassi ogni responsabilità su di lui e io non voglio farlo, perché non è giusto! -.

Ogni responsabilità? Natsu non capiva: ogni responsabilità di cosa? Della loro imminente rottura?

- Abbiamo mille progetti, soprattutto la casa. La nostra casa! Non posso dirglielo! Ma io non so per quanto altro tempo potrò reggere. A volte mi sento soffocare, non ho tempo per me stessa, non ho tempo per fare quello che vorrei! – si lamentò.

Lucy si sentiva soffocare. Lui era opprimente.
Natsu serrò i pugni lungo i fianchi, mentre mille emozioni lo travolgevano: senso di colpa per non essersi mai accorto di niente; delusione perché Lucy ne parlava con Mira e non con lui; rabbia perché non riusciva a renderla felice.

- Mira… che cosa dovrei fare? -.

Natsu trattenne il respiro e Mirajane si arricciò un ciuffo di capelli al dito.

- Lucy… - ponderò bene le parole prima di pronunciarle. - … io credo che più tempo tu aspetti per parlargli e più le cose andranno avanti e più diventerà insostenibile per te. Devi parlare con Natsu. Devi dirglielo. Capisco quanto tu gli voglia bene, ma non puoi continuare così. -.

Per Natsu fu sufficiente. Si allontanò dalla porta, serissimo, e uscì dalla Gilda, senza sapere bene dove andare. Happy lo seguiva, triste.
All’interno della stanza, invece, Mirajane continuò a parlare.

- Devi prenderti una pausa da lavoro e magari rimandare l’acquisto della casa. – concluse Mirajane.

Natsu aveva frainteso tutto.

---

Il Dragon Slayer passeggiava tra le strade di Magnolia senza una meta precisa, col fedele Happy alle spalle.

- Natsu… - mormorò il gattino mogio mogio. – Mi dispiace. -.

- Lucy… Lucy mi vuole lasciare.- Natsu saltò subito alle conclusioni sbagliate.

Si sedette su un gradino e si prese la testa tra le mani.

- Dove ho sbagliato, Happy? – domandò. – Che cosa faccio? Come la riconquisto? -.

Tutto si poteva dire di Natsu Dragneel tranne che fosse uno che demordeva: non era nemmeno stato ancora lasciato e già pensava a come riconquistare la propria bella.

- Forse devi parlarne con qualcuno… - suggerì Happy. – Come ha fatto Lucy. -.

- Già, ma chi? – sospirò Natsu, spensierato.

- Una ragazza. Loro sono brave in queste cose. -.

Natsu scosse la testa.

- Ancora, chi? Juvia penserebbe che Lucy è di nuovo “rivale in amore”, Wendy non è abbastanza grande ed Erza… - la sua schiena fu attraversata da un brivido. - … se Erza sapesse che non rendo felice Lucy mi ucciderebbe. –.

- Lisanna? – suggerì Happy.

- È in missione con Elfman. – rispose Natsu, sconsolato.

Abbattuto, fece ciondolare la testa guardando verso il basso.

- C’è un’altra ragazza... – suggerì Happy.

Natsu trasse un gran sospiro e chiese ad Happy di lasciarlo da solo. Doveva riflettere.
Rimuginava sulle parole di Lucy e su tutta la loro vita insieme, sia quella vissuta fino ad allora sia quella che avevano progettato. Pensava che andasse tutto bene. Pensava di essere una roccia per Lucy, pensava che il suo sorriso le facesse bene. Pensava di farla sentire importante e di renderla felice. Evidentemente, doveva pensar male e concluse elaborando il nuovo pensiero che quella fosse un’ulteriore prova del fatto che lui fosse troppo stupido per una come Lucy. Troppo bambino. Agiva sempre con le migliori intenzioni, ma concludeva sempre col combinare dei disastri. Aveva atteggiamenti infantili, se ne rendeva conto anche lui. Improvvisamente e per la prima volta nella sua vita si sentì inadeguato.
Forse doveva crescere, forse Lucy voleva qualcuno di più maturo al suo fianco. Forse, e solo forse, Happy aveva ragione e Lucy ne aveva parlato con Levy.

Se voleva restare con Lucy, doveva fare buon viso a cattiva sorte.

Levy McGarden era una maga bassina e molto intelligente e di certo una delle migliori amiche di Lucy: Natsu non aveva dubbi che rivolgersi a lei sarebbe stato sicuramente proficuo. Ma Levy McGarden aveva anche un problema: Gajeel Redfox, il suo fidanzato.

Quando si trovò davanti alla casa che condividevano Natsu ebbe un po’ di timore a bussare: era davvero molto presto e non era in vena di combattimenti contro la ferraglia di prima mattina. Si sentiva già abbastanza a terra. Ma andarsene sarebbe stato davvero inutile a quel punto. Tanto valeva andare fino in fondo e, se le avesse prese, non gli sarebbe importato.

Senza continuare a pensarci suonò il campanello.

- Chi diavolo è a quest’ora? – sentì sbottare Gajeel in cagnesco.

- Non lo so. – era la voce pacata di Levy. – Vado ad aprire. -.

Natsu sentì la piccolina far scattare la serratura e subito dopo lei aprì la porta, trovandosi davanti un Natsu che le sembrò particolarmente triste e scoraggiato.

- Natsu? – domandò, come per accertarsi che non stesse sognando.

- Dannato Salamander. – commentò Gajeel, raggiungendo la fidanzata a grandi falcate.

Il Dragon Slayer del fuoco era, sì, abbattuto ma ancora abbastanza coi piedi per terra per rendersi conto che doveva averli interrotti mentre si apprestavano a fare qualcosa: Levy aveva la camicia da notte un po’ troppo sbottonata e Gajeel era avvolto in un asciugamano. Dall’interno della casa percepì un invitante profumo di latte e muffin appena sfornati.

- Allora? Guarda che non abbiamo tutta la mattina! – sbottò Gajeel.

Natsu si riprese e guardò il pavimento.

- Lucy mi vuole lasciare. – esordì, senza tanti giri di parole.

- Cosa? – Levy spalancò la bocca, non se lo aspettava.

- Oh! Finalmente anche la tua ragazza si è resa conto che sei un po’ tardo, Salamander! -.

- Gajeel! – lo rimbrottò Levy.

Ma l’altro non diede segno di voler ribattere a quell’insulto e restò a ciondolare sull’uscio.

- Hai ragione. – disse invece. – Forse non la merito. -.

Gajeel rimase spiazzato a quelle parole e l’unica cosa che riuscì a fare, spinto da non si sa quale spirito di compassione, fu farsi da parte per invitarlo ad entrare: se Salamander non reagiva, non c’era gusto.

- Siediti. – lo invitò Levy.

Al centro del salotto con angolo cottura c’era un grande tavolo in legno: una metà era stata apparecchiata per mangiare e l’altra metà era dedicata agli esperimenti culinari di Gajeel e Lily.

- Vuoi fare colazione? – gli domandò.

Gajeel maledisse mentalmente Salamander e la sua ingordigia e solo un’occhiataccia di Levy lo fece desistere dall’istinto di sbottare che quella colazione speciale era, per l’appunto, speciale e solo per Levy e che quindi no!, non poteva servirsi. Che poi, le delusioni d’amore non chiudevano lo stomaco?

Tenne per sé questi pensieri e si sedette bruscamente accanto al povero cuoricino spezzato.

- Allora, ti sbrighi a raccontarci la storia, sì o no? -.

- Gajeel! – Levy lo riprese per la seconda volta nel giro di pochi minuti. – Un po’ di tatto! -.

- È lui che è venuto qui per volerci parlare! -.

- Sì, ma ha bisogno di tempo! -.

Parlavano come se lui non fosse lì. Natsu capì che la situazione gli stava completamente sfuggendo di mano e che doveva sbrigarsi a riprenderla: non voleva che Gajeel e Levy litigassero a causa sua.

- Levy, Lucy ti ha spiegato perché non mi ama più? -.

I due si zittirono e Levy parve in imbarazzo. Si sedette sulle ginocchia del fidanzato e lo guardò negli occhi.

- No, Natsu. – rispose.- Io non sapevo nemmeno che… che intendesse lasciarti. Lucy mi ha sempre detto che stava bene con te. -.

Natsu strinse i pugni, non riuscendo a venirne a capo.

- Capisco… mi dispiace avervi disturbato. – concluse. – Ci vediamo in giro. – fece per alzarsi, ma Levy tese una mano verso di lui.

- No, Natsu, aspetta! Raccontaci che cosa è successo, magari possiamo aiutarti. Avete litigato? -.

- No, niente del genere. – rispose Natsu.

- Il gamberetto ha ragione. Ormai sei qui a rompere, fallo fino in fondo. Che cosa è successo? -.

A quel punto Natsu Dragneel raccontò loro per filo e per segno tutta la conversazione che aveva sentito, e più andava avanti a parlare più Gajeel e Levy si guardavano, prima sbigottiti, poi con reciproca intesa. Quando Natsu terminò il racconto i due futuri coniugi Redfox decisero silenziosamente e di comune accordo che sarebbe stata Levy ad illustrare a Natsu che, come al solito, non capiva un tubo.

- Ehm… Natsu… - la maga utilizzò un modo molto gentile per rivolgersi a lui. – Sei proprio sicuro che non si stesse riferendo al lavoro? -.

Natsu spalancò gli occhi, come se non avesse preso in considerazione l’idea.

- Sì. – rispose, dopo un momento. – Mi ha nominato chiaramente. Ha detto “io lo amo, ma”. Non si ama ma. Si ama e basta. -.

- Sì, ma si possono amare molte cose. Lucy, per esempio, ama il suo lavoro. – insistette Levy.

- Lucy ama me! – ribatté Natsu.

- Oh, insomma, si può amare in gradi diversi, Salamander! – si scocciò Gajeel. – Io amo Levy e amo suonare la chitarra, ma è ovvio che siano su due livelli completamente differenti! -.

- Il fatto è che… - ricominciò Levy. – … Lucy è molto stressata da quando è diventata maga di classe S. Si dà da fare in Gilda e al giornale e mi ha parlato più volte di quanto sia stanca e nervosa. – si interruppe, non essendo certo di poter rivelare a Natsu i timori dell’amica.

Dal canto suo, il Dragon Slayer del fuoco stava pensando a ciò che Levy gli stava dicendo. Anche lui si era accorto che Lucy era davvero stanca: persino il suo odore era diverso, arrivava a casa la sera e si metteva immediatamente a dormire, non era più molto gioviale e sembrava sempre assorta in chissà quali pensieri dal quale lui era tagliato fuori.

Vedendo che non si decideva a parlare Levy decise che avrebbe svuotato il sacco fino in fondo: si sarebbe scusata con Lucy più tardi, ma proprio non ce la faceva a vedere Natsu in quelle condizioni pietose. Bisognava essere ciechi per non vedere che Lucy era il mondo di Natsu e che se lei fosse andata via per qualche motivo lui ne sarebbe rimasto distrutto: Gajeel avrebbe potuto prenderlo a calci dalla mattina alla sera e lui probabilmente non si sarebbe ribellato.

Lucy era il legno di Natsu: senza di lei non riusciva più ad ardere.

- Non dire a Lucy che te l’ho detto. – esordì.

Natsu si fece molto attento.

- Lei vorrebbe mollare tutto per un po’, ha bisogno di una vacanza, ma non si decide perché non vuole scaricare su di te ogni responsabilità economica, soprattutto adesso che avete deciso di comprare insieme una casa. -.

L’altro rimase interdetto da quelle parole.

- Se ripensi alla conversazione di Mirajane la devi rileggere in questo senso. Si riferiva a questo. ha problemi anche d’insonnia ultimamente… quando tu non dormi da lei, arriva alla Gilda prestissimo e si mette a chiacchierare con Mira. – spiegò Levy. – Lo chiama “il suo tempo per se stessa”. -.

Natsu fece come gli aveva suggerito Levy e ripercorse tutta la conversazione nella sua testa. Sì, aveva decisamente senso letta in quel modo. Piano piano tornò a sorridere.

- Possiamo aspettare, per la casa. – disse semplicemente. – Perché non me ne parla? -.

- Perché dice che tu sei troppo buono con lei e che ti faresti carico di tutto, come al solito, e questa volta non se la sente di appoggiarsi a te. -.

Natsu si prese la testa tra le mani, molto più sollevato.

- Lucy… - mormorò.

Levy sorrise, vendendo che si stava riprendendo.

- Parlane con lei e vedrai che andrà tutto a posto. – gli sorrise, incoraggiante.

- E se non fosse così? –.

La paura ricominciò ad attanagliargli lo stomaco. Una vita senza Lucy non riusciva ad immaginarla. Lei era la sua quotidianità, il suo tutto: che cosa gli sarebbe rimasto senza?

A rispondere a quella nuova ondata di pessimismo cosmico fu Gajeel.

- Se vuoi il mio parere, Salamander, dovresti portarla in vacanza. -.

Gli altri due si voltarono verso di lui, che nel frattempo si stava sistemando i lunghi capelli corvini in una grande fascia.

- Così, se ha bisogno di staccare si riposerà e se invece c’è altro sotto avrete tempo di parlarne con calma e le farà capire che tieni ancora a lei e che capisci le sue esigenze. – mise le due enormi mani sulle piccole orecchie di Levy.

- Ehy! – protestò lei, ma fu ignorata.

- Da uomo a uomo, Salamander, l’unica cosa di cui le donne ti incolperanno sempre e seriamente è di non capire le loro esigenze. Tu mostra che le comprendi e tutto filerà liscio. Lo so che ti chiedo molto, ma fidati di me. -.

Dopo quel discorsetto da uomo a uomo lasciò andare la sua piccola fidanzata.

- Ti ho sentito! -.

- Gihi. – le cinse la vita con un solo braccio e la strinse a sé ancora più forte.

Per una volta Natsu pensò che la ferraglia avesse avuto una buona idea. Con un nuovo sorriso di determinazione sul volto ringraziò entrambi per le informazioni e per i consigli e scattò via verso un’agenzia di viaggi. Levy e Gajeel lo osservarono correre per la strada, perplessi.

- Secondo te andrà tutto bene? – domandò Levy, preoccupata.

- Combinerà un disastro. – sentenziò l’altro.

Poi la maga si voltò verso di lui.

- Quindi tu pensi di sapere quali siano le mie esigenze. -.

- Gihi. Certo. – sorrise sicuro.

- E quale sarebbe la mia, adesso? -.

Il Drago d’Acciaio le rubò un bacio prendendola in braccio.

- Fin troppo facile, gamberetto. -.

E rientrò dentro per fare cose che decisamente non potevano essere fatte sulla soglia di casa.

Natsu, invece, cercò tutto il giorno il viaggio perfetto per Lucy: qualcosa che la distraesse, le facesse pensare ad altro e che la facesse sfogare. Erano queste le sue esigenze, no?
Quella sera, quando Lucy rientrò a casa trovò la tavola apparecchiata ed imbandita.

- Na… Natsu? – domandò incredula.

Il tavolo era apparecchiato con la tovaglia nuova e al centro troneggiava una candela. Tutte le pietanze erano in attesa di essere servite da Happy che per l’occasione si era offerto di fare il cameriere in cambio di trenta pesci il giorno successivo.

- Lucy, prego... accomodati. – Natsu le spostò la sedia, per farla sedere, sorridendole accattivante.

Lei arrossì, piacevolmente sorpresa.

- Ma… ma Natsu io… ho lavorato tutto il giorno, sono sudata e mi devo sistemare e… -.

- Tu sei sempre stupenda. – le sorrise come solo lui sapeva fare.

Lucy cedette a quelle parole e sorrise di rimando, accettando l’invito a sedersi.

- Va bene. A cosa devo tanto? – domandò.

- Ti ho sentita parlare con Mira, oggi. – ammise Natsu.

Questa volta il rossore improvviso di Lucy fu dovuto alla vergogna.

- Co… cosa? Natsu, io ti posso spiegare… -.

- Lo farai. – le assicurò lui. – Ma in vacanza, lontano dallo stress. Per la casa non ti preoccupare, possiamo aspettare. Io ti amo e stiamo bene anche così, no? – poi le fece la domanda che pesava nel suo cuore come un macigno. – L’importante è che stiamo insieme, vero, Lucy? -.

Lei sorrise, felice di tanta comprensione.

- Verissimo. – confermò.

Natsu si sentì molto più leggero e molto più felice.

- E dove andiamo in vacanza? – domandò Lucy, iniziando a fantasticare. – O mio Dio! Finalmente potrò rilassarmi! Andremo alle terme? -.

- No, in un luogo che ti piacerà molto di più. -.

- Andiamo al mare? -.

- Nemmeno, troppo caldo potrebbe causarti spossatezza. – spiegò. – Ho prenotato una settimana in un albergo molto carino in montagna, dotato di tutti i comfort. E poi, per farti distrarre e non pensare al lavoro e all’affitto ho pensato di prenotare attività ricreative che ti faranno bene anche al fisico. Sono rigeneratrici! – assicurò Natsu, ripetendo tutto il discorso che gli avevano fatto all’agenzia di viaggio.

Lucy aveva gli occhi che brillavano. Quanto era premuroso con lei! Fu assalita dalla curiosità: di cosa si trattava? Personal shopper? Massaggi? Centri benessere? Avrebbe voluto soffocare Natsu di baci.

- Ecco il programma! – esclamò Natsu tutto contento porgendole un volantino.

Lucy lo afferrò con entusiasmo e lesse la prima riga e impallidì. La seconda e impallidì ancora di più. Non poteva credere ai suoi occhi. Quad. Canoa sulle rapide. Scalate. E via dicendo. Ripensandoci avrebbe voluto soffocare Natsu e basta.

Poi vide che lui era così entusiasta di quell’idea e poi si rese conto di tutta la cena che aveva preparato per lei. E aveva organizzato tutto in così poco tempo. Solo per lei. Come poteva dirgli che non era esattamente il moto cross quello di cui aveva bisogno? Lui ce la metteva tutta per andarle incontro.

Lucy sorrise, sincera.

- Mi sembra grandioso. Non vedo l’ora di partire sette giorni sola insieme a te. -.

Mentre pronunciava quelle parole realizzò che erano la verità. Tempo insieme a lui, ecco ciò di cui aveva davvero bisogno.

---

L’angolo dell’autrice

Ciao a tutti!!

Mi scuso per il ritardo, ma proprio in questi giorni non ce la faccio ad aggiornare in modo costante. Terminerò l’intera week ma credo che sforerò di qualche giorno :S Mi dispiace!!

Detto ciò, non indugio oltre e passo ai ringraziamenti: grazie a tanomax, nalla85 e Sayaka chan 94 per le recensioni e grazie a shinigamichan per aver inserito la mia storia tra le preferite. Grazie mille!!

Alla prossima!!

@matrix@

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Capitolo 6
*** Ti amo e Unison Meteora ***


Giorno 6 – Glory Days

“Ti amo” e Unison Meteora

Crocus, Grandi Giochi Magici.

- Siamo in finaleeeee! – esultò Natsu saltellando, fuori di sé dalla gioia.

Abbracciò Lucy di slancio, nemmeno fosse stato lui a vincere.

- Ce l’hanno fatta! Ce l’hanno fatta! – anche la bionda urlava dalla felicità.

Nell’arena dove erano stati appena annunciati i finalisti i cinque campioni di Fairy Tail sorridevano soddisfatti e presto furono raggiunti dagli altri membri della Gilda.

- Bravo figliolo! – Natsu si slanciò su suo figlio.

Capelli rosa, lunghi fino alle spalle curati, aveva il sorriso luminoso del padre e gli occhi color cioccolato della madre.

- Sono così orgoglioso. – disse Natsu.

Draco Dragneel sorrise alle parole di suo padre e abbracciò la madre.

- Vedrai, papà, domani porterò la squadra alla vittoria! Sono tutto un ghiaccio! -.

- Tu? Ah! Questa è buona. – fece una voce maschile alle loro spalle. – Sarò io a far vincere la squadra, domani. -.

Draco si voltò pronto ad attaccare il ragazzo che aveva appena parlato: muscoli da palestrato, capigliatura punk con tanto di cresta turchina e capelli rasati di lato, piercing ovunque, occhi rossi e sorriso da squalo, Dante Redfox era, caratterialmente, la fotocopia del padre. Tranne che per la passione dello studio; grazie alla madre era riuscito a sviluppare una magia tutta sua che aveva chiamato la magia del PentaRedfox: girava sempre col suo basso magico col quale poteva incantare le persone e fargli fare più o meno quello che voleva, purché lo cantasse inventando testi musicali sul momento. Abile paroliere, aveva manipolato la magia della musica e, a differenza del padre, era intonato. Tutte caratteristiche che rendevano superfluo il suo potere di incantare le ragazze. Di solito, ci riusciva con un sorriso.

- Ma davvero? -.

- Con quel giocattolo? -.

A Dante Redfox si gelò il sangue nelle vene.

Karen Dreyar.

Fortaleza Fernandez.

Entrambe maghe di classe S, amiche per la pelle, talmente sicure di loro da risultare quasi arroganti. Soprattutto Karen.

Karen Dreyar era una demone dei fulmini: aveva ereditato dalla madre i potere di trasformarsi in demone e poi aveva voluto apprendere la magia dell’elettricità. Terribile quando era trasformata, nella sua forma normale era bella, formosa, con morbidi capelli lunghi, mossi e biondi, gli occhi azzurro cielo e il carattere indomabile. Amava litigare con Dante e, d’altronde, lui non si tirava mai indietro.

Fortaleza Fernandez era ugualmente tosta. Aveva una resistenza fuori dal comune, sapeva maneggiare le armi ed era specializzata nella Heavenly Body Magic. Jellal all’inizio era titubante nel far apprendere alla figlia quel tipo di magia che per lui aveva rappresentato l’oscurità, ma alla fine aveva dovuto cedere alle inclinazioni naturali della bambina e alla minacce poco velate della moglie. Dal portamento fiero e i lunghi capelli rossi fiammanti, Fortaleza Fernandez incuteva timore a molti.

- Non vincerete mai, Fairy Tail. Voi sarete anche forti, ma io vi sento. -.

Cicuta, Crime Sorcière.

Se Karen la detestava, Fortaleza al contrario aveva un buon rapporto con la figlia di Cobra. Affascinante, misteriosa, con la frangia viola che quasi le copriva gli occhi simili a quelli di un serpente infido e lunghi capelli dello stesso colore, era fredda, calcolatrice e padroneggiava ogni sorta di veleno.

- Ma Rainbow si chiede a che cosa servirà a Cicuta-san sentire quello che Rainbow sta per fare. Sempre che Cicuta-san ci riesca. -.

Rainbow Vastia, Lamia Scale.

Pelle candida, occhi blu scuri da cerbiatta, forme perfette, lunghi capelli argentei, era fredda come il ghiaccio ed era fatta d’acqua. Interamente d’acqua. Persino i suoi pensieri fluivano rapidi e liberi come acqua e Cicuta aveva non poche difficoltà a leggerli. Rainbow aveva sempre mostrato, fin da piccolissima, sorprendenti abilità con l’elemento acquatico. In più, rispetto alla madre Juvia, sembrava che Rainbow fosse dotata di un particolare tipo di magia oscura che le permetteva di controllare anche l’acqua presente nei corpi degli esseri umani: in poche parole, poteva danneggiare gli organi interni delle altre persone senza nemmeno toccarle.
Nota in tutto il regno di Fiore per le sue grandi capacità, Rainbow aveva un solo unico punto debole…

- Rainbow sei stata bravissima! -.

… Kurz Dreyar.

- Kurz-sama! – esclamò lei, perdendo ogni cognizione del tempo e dello spazio.

Gli si gettò praticamente addosso, abbracciandolo. Il ragazzo sorrise e arrossì, ricambiando l’abbraccio.

Karen scosse la testa, contrariata.

- Datti un contegno, fratello. Fate quasi vomitare. -.

- Karen! -.

- Scusa, mamma. -.

Kurz Dreyar non aveva ereditato nulla dai genitori. Era un bellissimo giovane, prestante, gentile e gioviale, che però non era mai stato interessato alla magia. Migliore amico di Dante Redfox, Kurz aveva deciso di diventare musicista ed era un abile chitarrista.
Laxus, dal canto suo, si ricordava che cosa gli aveva fatto il padre anni prima e aveva concluso che Kurz poteva essere quel che diavolo gli pareva: se era dolce, gentile, sorridente e si divertiva suonando e voleva scalare la vetta delle classifiche, lui non glielo avrebbe impedito.

Juvia osservava la sua bambina, ormai cresciuta, tra le braccia del maggiore dei Dreyar e sorrise complice a Mira. Poi, una mano sulla sua spalla la fece sobbalzare.

- Siete così simili, tu e lei. -.

- Gray… - Juvia si voltò verso l’uomo.

- Master! – esclamò Cicuta, raggiungendolo.

- Ziooooo! – lo chiamò Draco impetuoso.

Gli corse incontro per sfidarlo.

- Ice Make… -.

- Freeze. -.

Gray era abituato agli slanci del suo figlioccio, nonché suo unico allievo e lo congelò all’istante, scatenando le ire del padre.

- Che hai fatto a mio figlio? Scongelalo immediatamente! – sbraitò Natsu.

- Tuo figlio è troppo simile a te, testa calda. -.

- Lo credo bene. Sono il suo papà. – precisò, con una punta di orgoglio e anche per sottolineare la parentela: per quanto si sforzasse di nasconderlo, a Natsu non era mai andato giù il fatto che suo figlio avesse preferito imparare la magia del ghiaccio invece che quella del fuoco, e che quindi avesse scelto Gray, e non lui, come allenatore.

- Non era un complimento. -.

- Che cosa vorresti dire? -.

- Che tuo figlio ti dovrebbe assomigliare meno. -.

- Ah sì? Te lo faccio vedere io! -.

- Fatti sotto. -.

- Piantatela! -.

Erza Scarlet era scivolata alle loro spalle.

- Scusa, Erza. -.

Sembrava che tutto si fosse calmato, ma Titania iniziò a malmenarli parlando a tempo.

- Ma.è.mai.possibile.che.vi.comportiate.come.quando.avevate.otto.anni? -.

- Scusa, scusa, scusa, scusa… -.

Jellal e Lucy stavano osservando lo spettacolo imbarazzati, mentre Juvia raggiunse Lyon.

- Sempre i soliti. – commentò questo, con un sorriso.

Laxus decise che, in quanto Master, doveva intervenire.

- Basta così, Erza. -.

- Sì, Laxus. – la donna si fermò.

Poi Laxus si voltò verso Gray e gli porse la mano.

- Complimenti, Gray. La tua Gilda è davvero forte. -.

Gray gli strinse la mano, sorridendo.

- Potrei dirti che anche la tua lo è, ma sai già che lo penso. -.

- In bocca al lupo per domani allora. -.

- Anche a voi. -.

Dopodiché Gray liberò il povero Draco e gli rivolse parole di incoraggiamento.

- Aspetto con ansia domani, mi aspetto il massimo. Capito? -.

- Sìssignore! – Draco saltò sugli attenti.

Gray guardò Cicuta e sorrise anche a lei.

- Andiamo, Cicuta. Domani sarà un gran giorno per noi. -.

Laxus non replicò e per sicurezza afferrò Natsu per il gilet prima che scatenasse l’ennesima rissa, mentre Cicuta seguiva il suo Master.

---

Quella sera nella stanza di albergo di Juvia e Lyon piombò dentro Rainbow, sconsolata.

- Rainbow! – esclamò Juvia. – Perché non sei in hotel con la tua squadra? -.

Rainbow sembrava pensierosa.

- Rainbow è venuta a chiedere dei consigli. Rainbow vuole sapere come fare a sconfiggere Fairy Tail, come la Gilda faceva a vincere i Giochi. -.

Lyon e Juvia si lanciarono una rapida occhiata, sorridendo.

- È l’unione che fa la forza, Rainbow. – spiegò Lyon. – Fairy Tail l’ha capito prima degli altri o forse, semplicemente, aveva al suo interno legami più forti di quelli che sussistevano nelle altre Gilde. Oltre alla bravura dei loro maghi, ovvio. – si affrettò ad aggiungere, guardando Juvia.

- Non devi mai avere paura, Rainbow. – le disse sua madre. – Vincere è importante, ma lo è ancora di più stare uniti. Non devi avere paura di sbagliare o di non farcela, perché i tuoi amici sono lì fuori, pronti a sostenerti. -.

- Ma Rainbow ha paura di fare del male a qualcuno domani. – Rainbow abbassò lo sguardo, triste. – Rainbow ha paura di perdere il controllo. -.

Questa volta i due coniugi Vastia si lanciarono uno sguardo preoccupati e Juvia sentì addosso a sé tutto il peso di quel problema. Non si sarebbe mai perdonata quell’errore, molti anni prima, quell’errore che aveva fatto sì che Rainbow potesse controllare l’acqua nei corpi altrui.
Avevano detto a tutti che si trattava di un potente incantesimo della Magia dell’Acqua, ma non era vero: si trattava di magia oscura, la Magia Parassitaria, che un mago oscuro aveva lasciato sul corpo di Juvia qualche anno prima, a causa di una sua stupida distrazione; partorendo Rainbow, quel “parassita” si era trasferito nella piccola neonata, trasformandosi in potere, il quale, però, se Rainbow avesse perso il controllo, avrebbe potuto seriamente uccidere una persona. Rainbow era a conoscenza di questo fatto ed era questo il motivo per cui era sempre concentrata mentre combatteva: non per salvarsi, o per essere più forte, ma per controllare il suo potere.
Svariati anni prima, Juvia stava come al solito pensando a Gray quando era stata attaccata: aveva rischiato la vita e Gajeel era andato su tutte le furie, urlandole contro che quel ragazzo non la voleva, forse nemmeno la meritava, ma che comunque lei lo doveva lasciar perdere perché metteva sempre in pericolo sia se stessa che gli altri e che quella storia d’amore a senso unico doveva finire. Gray aveva sentito tutto, ne aveva parlato con Erza e si era unito a Crime Sorcière: si era allontanato per un paio d’anni e, al suo ritorno, Jellal aveva deciso di sposare Erza e nominare lui Master della Gilda. Nel frattempo, Lyon si era di nuovo fatto avanti con Juvia e alla fine lei aveva imparato ad apprezzarlo, a volergli bene e, infine, ad amarlo. Gray, invece, convintosi che tutte le persone intorno a lui fossero in un certo senso condannate a soffrire, aveva rinunciato a legarsi affettivamente a qualcuno e aveva trovato il senso della sua vita nel combattere il male.

- Ci saranno sempre i tuoi amici a fartelo riacquistare. – la rassicurò Juvia.

Rainbow non sembrava troppo convinta.

- Rainbow, tu sai come Fairy Tail vinse gli ultimi Giochi Magici a cui partecipò tua madre prima di venire qui, in Lamia Scale? -.

La ragazza scosse la testa e si portò un ciuffo argentato dietro l’orecchio, pronta ad ascoltare la storia.

- No. – rispose.

Juvia sorrise, capendo dove voleva andare a parare Lyon.

- Fu una delle cose più belle che io abbia mai visto, Rainbow. – iniziò a raccontare Lyon. - È ancora ricordato come uno dei momenti più gloriosi di Fairy Tail durante i Giochi Magici, dopo il Fairy Glitter di Cana, Pandemonium di Erza e Laxus che da solo sconfisse una Gilda intera. Lo Unison Meteora. -.

- Oooh. – il nome era molto evocativo.

- Lo Unison Raid di Natsu e Lucy. -.

- Che incantesimo è? -.

- Lucy era in difficoltà estrema contro Minerva di Sabertooth, di nuovo. – spiegò Juvia. – Allora provò a servirsi della Magia delle Stelle, che aveva imparato da poco. Ma era già provata e aveva già aperto diversi portali e quindi sembrava che stesse per non farcela… era stata inglobata in un enorme fascio di luce abbagliante che aveva investito anche Minerva. -.

- … ma Natsu la raggiunse, si gettò nel globo di luce e l’abbracciò… - proseguì Lyon.

Natsu la raggiunse e abbracciò la sua ragazza.

- Sono qui, Lucy. Sono con te. –.

- Natsu… - Lucy faceva fatica a tenere gli occhi aperti. – La magia, non... non riesco a interromperla. Minerva… Minerva morirà se non esce da qui e… e anche tu. -.

- Scherzi? – Natsu le sorrise, incoraggiante. – Questa luce è calda, è come me. È tutta un fuoco. -.

- Natsu… - Lucy sorrise. – Sì, lo è. È una stella. -.

- E come possiamo farla smettere? – domandò Natsu.

Lucy sorrise amaramente.

- Si deve spegnere, Natsu. Io mi devo spegnere. – gli occhi le si riempirono di lacrime. – Mi dispiace, Natsu. Io non voglio! Io non voglio spegnermi! – iniziò a piangere contro di lui.

Natsu diventò molto serio a quelle parole. Le poggiò le mani sulle spalle e la allontanò da sé quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.

- Guardami, Lucy. Tu non ti spegnerai. Io ti amo e troveremo una soluzione e faremo vincere Fairy Tail, insieme. Avremo tanta gloria, Lucy, porteremo a casa la vittoria. -.

La bocca della bionda si piegò in un sorriso amaro.

- Non c’è una soluzione, Natsu. -.

Ma il Dragon Slayer del fuoco sembrava di tutto un altro avviso e una folle idea attraversò la sua mente.

- Le stelle possono esplodere, lo sapevi? - ghignò.

- Co… cosa? Ma… ma farai esplodere l’Arena e… - Lucy non fece in tempo a frenare le sue proteste che Natsu aveva già unito entrambe le loro mani e stava richiamando a sé tutto il potere magico che aveva.

- Unison Raid! METEORAAAAAA! – urlò, forte per entrambi.

Da Natsu si sprigionò un ulteriore globo di fuoco che fuse la stella fino a verificare una potente implosione che poi si trasformò rapidamente in una altrettanto potente esplosione. Chi la vedeva dall’esterno poté osservare pezzi di stella essere sputati via dalla luce e dal fuoco. Sembrava una danza nell’aria e nessuno volle fuggire nonostante il pericolo, perché quelle che Natsu e Lucy stavano creando erano tantissime meteore, talmente brillanti, in quella giornata nuvolosa, che sembravano oro.
Mentre parte dell’Arena andava a fuoco, mentre si sentiva il rumore di ripetute esplosioni e luce e fuoco zampillavano da tutte le parti, Minerva fu liberata e alla fine la stella si spense, i portali si chiusero e Lucy cadde senza sensi tra le braccia di Natsu. Il quale, invece, rimase in piedi, ultra sorridente, portando a casa la vittoria per Fairy Tail.

Rainbow rimase affascinata da quel racconto.

- Era così luminoso. – si ricordò Juvia.

- Già. Quei due fecero proprio scintille, è il caso di dirlo. – commentò Lyon. – Fu bellissimo, Rainbow. Quasi non si poteva guardare tanto era luminoso. E quelle meteore in aria… bruciavano e volavano, erano incredibili. -.

Rainbow sorrise, rincuorata.

- Quindi anche se Lucy stava perdendo il controllo, Natsu l’ha aiutata a riprenderlo. -.

- Esattamente. – confermò Lyon. – E non importa di che Gilda uno faccia parte, Rainbow. La cosa importante è essere leali con gli avversari e sostenere gli amici e questo è ciò che stiamo insegnando a tutti voi. Non temere, cara: che sia di Lamia Scale, di Fairy Tail o di Crime Sorcière, nelle difficoltà troverai sempre qualcuno pronto ad aiutarti. -.

La ragazza sorrise, più rincuorata.

- Grazie… -.

- Adesso raggiungi la tua squadra, amore. – le suggerì Juvia. – Dovete concentrarvi. -.

- Va bene. -.

Animata da una nuova forza Rainbow si alzò dal divano dove si era seduta e uscì dalla camera di albergo schioccando un bacio ad entrambi i genitori. Quando la porta si fu chiusa Juvia guardò Lyon.

- Spero che domani tutto andrà bene. Juvia… Juvia è molto dispiaciuta. – si lasciò cadere sul divano.

Lyon le sorrise e l’abbracciò.

- Non è stata colpa tua, Juvia. E domani andrà benissimo, la nostra squadra è forte e Rainbow è già di classe S. Se dovesse succedere qualcosa, gli altri la aiuteranno. Ora sono i loro giorni di gloria. -.

Juvia sorrise e Lyon, come sempre quando lei lo guardava in quel modo, non poté fare a meno di baciarla.

L’angolo dell’autrice

Ciao a tutti!

Premetto col dire che questa non è venuta come avrei voluto. Insomma, avevo deciso fin dall’inizio che avrei parlato dei Grandi Giochi Magici e che avrei voluto inserire la nuova generazione. Però, come sempre accade quando parlo di Juvia mi sono fatta trascinare dal suo personaggio e quindi dalla storia di Rainbow, che è praticamente venuta fuori da sé.
Ed ecco, Natsu e Lucy me li sono immaginata come il più grande spettacolo dopo il Big Bang, ma, insomma, ho davvero il timore di essere andata fuori tema, questa volta. Doveva essere una Nalu e invece è una… tutto.

Però, ecco, non potevo metterci un’altra settimana a pubblicare, quindi ho deciso di metterla così e lascio a voi l’ardua sentenza.

Volevo spiegarvi un po’ i nomi della nuova generazione, insomma, vi sarete chiesti come li ho scelti:

- Cicuta: suona bene, è la figlia di Cobra, ed è un veleno. Ero indecisa con Venenia e Arsènie, ma alla fine Cicuta ha vinto.

- Rainbow: l’arcobaleno, i colori e la gioia dopo la pioggia. Ecco, è la figlia di Juvia e volevo un nome che contenesse la parola “pioggia” e poi ho pensato che Lyon e sua figlia sarebbro stati davvero un arcobaleno per lei, dopo tutta la tristezza e i rifiuti. Rainbow è speranza.

- Karen e Kurz Dreyar: mi sembravano eufonici. Kurz, soprattutto, è una specie di tributo a Kurz Weber di Full Metal Panic: non so perché, ma quando ho pensato ad un ipotetico figlio di Laxus e Mirajane mi è venuto in mente lui… così ho mantenuto il nome xD

- Fortaleza Fernandez: “fortezza” è una virtù che secondo me caratterizza entrambi i genitori… sempre che Google traduttore abbia capito che mi riferivo alla fortezza virtù e non alla fortezza come luogo fisico. Ad ogni modo, suona bene J

- Draco Dragneel: quale nome migliore per il figlio del Dragon Slayer?

- Dante Redfox: è un tributo a Dante. A Levy piacciono molto i libri, è cosa nota, così ho pensato che potesse dare al figlio il nome di uno degli autori più geniali della lingua italiana: sono sicura che Levy avrebbe apprezzato molto La Divina Commedia.

Detto questo ringrazio tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo (risponderò il prima possibile) e tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite e le preferite. GRAZIE A TUTTI!!!

Spero di non aver deluso nessuno.

Buonanotte,

@matrix@

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Capitolo 7
*** Ti amo e sei con me ***


Giorno 6 – Happy

“Ti amo” e sei con me

Natsu Dragneel era ormai un simpatico vecchietto sempre sorridente, benvoluto da tutti. Quel giorno era speciale: si trattava dell’anniversario del primo incontro con sua moglie, Lucy, e Natsu voleva festeggiarlo come si deve.

Armato del suo fidato bastone, era uscito di casa con un grande entusiasmo e si era recato al mercato a comprare più cose di quante fosse davvero in grado di cucinare.

- Buongiorno, signor Dragneel! – lo salutò il fruttivendolo. – La vedo in gran forma! -.

- Oh, grazie! – rispose Natsu, sorridendo gioioso.

Pur essendo invecchiato, il suo sorriso era rimasto bello come quello di un tempo.

- Che cosa le serve oggi? – domandò l’uomo, cordiale.

- Oh, tanta frutta, la migliore che ha! – esclamò Natsu. – Sa, oggi è l’anniversario del primo incontro con mia moglie. – lo informò, tutto allegro.

Il fruttivendolo sorrise, cordiale.

- Capisco. Le darò della buona frutta. A sua moglie piace molto, vero? -.

- Può dirlo forte! Le preparerò un’ottima macedonia! -.

- La gradirà sicuramente. È ancora in missione? – s’informò lui.

- Tornerà questa sera e troverà una bella sorpresa! Deve essere stanca. Manca da molto, ormai. -.

- Sì, signor Dragneel. Vedrà che la renderà felice. -.

- Sicuro! -.

Prese le buste e pagò, finendo il suo giro di spese.

- Sono tornato! – esclamò.

- Natsu! – fece una voce con un forte timbro, dall’interno della cucina. – Abbiamo un problema con il forno. -.

- Si è bruciato. – spiegò una voce maschile.

- Cosa? – Natsu si precipitò nella cucina, osservando i suoi due amici.

- Credo che dovrete fare a meno delle lasagne, Natsu. – disse Erza.

Natsu fissò torvamente l’altro anziano nella cucina.

- Hai bruciato il mio forno, eh, stupido ghiacciolo?! – lo aggredì a parole.

- Io? Al massimo l’avrei congelato, semmai. Ma poi perché avrei dovuto rovinare l’anniversario a te e a Lucy? -.

A quella risposta Natsu proprio non sapeva rispondere, ma non era importante un vero pretesto quando si trattava di fare a botte con Gray.
Prima che si facessero male, intervenne Erza.

- Piantatela! Non siete più dei ragazzini e rischiate di farvi male sul serio! Ma guardatevi! Non avete più neanche tutti i denti in bocca e continuate a fare certe scene! -.

- Scusa, Erza. -.

Erza Scarlet incuteva timore anche alla sua veneranda età: manteneva un portamento fiero, i capelli erano raccolti in una severa crocchia e ormai utilizzava la magia del Requipe solo per cambiarsi d’abito.

Qualcuno suonò il campanello e Natsu lanciò un’ultima occhiataccia a Gray prima di andare ad aprire la porta: sulla soglia c’era una donna giovane che aveva i capelli argentati raccolti in una lunga treccia.

- Salve, signor Dragneel! – salutò cordialmente, per poi porgli un pacchetto infiocchettato. – Ecco il millefoglie che mi aveva chiesto. Ha bisogno d’altro? -.

- No, no, cara, grazie. – poi però parve ripensarci. – Però le sarei grato se mandasse suo marito ad aiutarmi ad allestire il tavolo nel giardino. Sono sempre tutto un fuoco, ma non sono più forte come un tempo. -.

- Certo, verrà senz’altro. – la donna sorrise.

- Grazie ancora. Arrivederci signorina. -.

- Arrivederci, signor Dragneel. -.

- Ah, signorina, un’altra cosa… può ricordarmi il suo nome? -.

- Rainbow. – rispose la donna. – Signora Rainbow Dreyar. Arrivederci. -.

Gray scosse la testa sconsolato, assistendo alla scena, ed Erza gli parlò piano, sottovoce.

- Va sempre peggio, eh? -.

- Sempre peggio… -.

- Almeno si ricorda che questa è casa tua? -.

- Crede che sia lui ad ospitare me. – un grande sorriso amaro si dipinse sul volto di Gray.

Natsu rientrò in cucina, osservando il forno come se gli avesse fatto un grave torto.

- Ci penso io al forno! – esclamò. – Ho ancora del fuoco. -.

- No, Natsu. – lo fermò Erza, prima che incendiasse la casa di Gray. – Karen e Dante sono degli ottimi cuochi, perché non provi a chiedere a loro? -.

- Karen e Dante… e chi sono? -.

- Sono i Redfox, Natsu. – rispose Gray.

- Redfox… Gajeel! -.

- Sì, esatto. Gajeel! – confermò l’altro.

- Non chiederò mai un favore a Gajeel! – sbottò.

- Non a Gajeel, Natsu. A suo figlio. E alla figlia di Mira. -.

- Ah, sì. Mira è brava a cucinare, lo è anche sua figlia. -.

Prima che Natsu cambiasse idea Erza si fiondò a telefonare a Karen Dreyar, chiedendole se poteva preparare delle lasagne speciali per l’anniversario del primo incontro tra Natsu e Lucy. Karen non fece ulteriori domande e disse che sicuramente lei e Dante avrebbero cucinato qualcosa e l’avrebbero portata a casa di Gray o sul luogo della cena.

- Grazie. – li ringraziò Erza, di cuore.

- Si fa quel che si può. -.

Poiché al secondo aveva pensato Erza stessa, Natsu si ritenne soddisfatto e iniziò a girovagare per casa alla ricerca di qualcosa.

- Cosa stai cercando, Natsu? – domandò Gray, paziente.

- Un regalo per Lucy. L’avevo messo qui, da qualche parte. -.

- Ti aiuto. Che cos’era? -.

- Un anello. – Natsu sorrise. – Ho pensato che avrebbe gradito rinnovare le promesse matrimoniali, solo tra di noi. -.

- Ah. – fu l’unico commentò di Gray. – Ma che diav… -.

- È una fantastica idea, Natsu. – Erza lo interruppe bruscamente, pestando un piede a Gray.

- Grazie, Erza. Poi a Lucy piacciono tanto le luci. Chiederò al marito di quella signorina gentile di aiutarmi anche a sistemare le luci. -.

- Si chiama Kurz. -.

- Strano nome per una signorina. -.

- Il marito si chiama Kurz. Lei si chiama Rainbow. Rainbow Vastia. In Dreyar. – precisò Gray.

Ma Natsu non diede segno di aver ascoltato una sola parola di ciò che l’amico gli aveva appena detto.

- Credo che andrò a comprare dei fiori. Profumati, come lei. Tu credi che sia una bella idea? – domandò Natsu ad Erza, ignorando completamente Gray. – A Lucy piacciono i fiori. -.

Erza gli sorrise.

- Sì, Natsu, credo che sia una bella idea. Quando Fortaleza andrà a prenderla e la porterà sul luogo della sorpresa credo che le farebbe davvero piacere avere dei fiori. -.

- Allora vado. -.

Natsu non perse un solo minuto e uscì dalla porta di casa senza nemmeno chiuderla, troppo preso dall’entusiasmo di poter fare qualcosa per la sua Lu. Voleva accoglierla al meglio. Era da molto che non la vedeva e gli mancava. Gli altri sostenevano che stesse perdendo qualche rotella, ma non era vero: sapeva ciò che faceva e si ricordava persino gli anniversari.

Gray ed Erza lo guardarono allontanarsi, restando sulla soglia.

- Resteremo con lui tutta la sera. – spiegò Erza a Gray.

- Non ce la faccio a vederlo così. – ammise l’altro. – Non ce la faccio a dargli da bere la pozione di Cicuta. -.

- Lo fai per il suo bene. –.

- Per il suo bene oggi. Che cosa ne sarà di lui, domani mattina? -.

- Ci penseremo. -.

Gray non commentò quelle parole e annuì a stento.

- Draco e Cicuta torneranno presto dalla missione inventata che hai affidato loro. – lo rassicurò Erza. – Quando Draco sarà tornato tutto sarà diverso, tornerai a vivere da solo. -.

L’anziano annuì, pensieroso.

- In realtà pensavo di unirmi alla casa di riposo… - ammise.

Erza lo fissò sorpresa.

- Credevo che tu non volessi venire in quel posto. -.

- Non ce la farò per sempre da solo, Erza, e nonostante l’amicizia che lega me a Rainbow e Cicuta non posso continuare a chiedere aiuto a loro… io e te siamo il passato, ormai, ma spero che almeno saremo insieme. -.

La maga del Requipe sorrise.

- Ti aspetto alla casa di riposo, Gray. Insieme, come ai vecchi tempi. -.

L’altro le sorrise, grato.

Nel frattempo, invece, Natsu Dragneel era alla disperata ricerca di peonie per sua moglie: sapeva che a Lucy piacevano le peonie ed erano sempre piaciute anche a lui. Arrivò tutto sorridente dal fioraio.

- Ehilà, nonnetto! -.

Il fioraio lo squadrò, sorridendo.

- Ma si è visto, signor Dragneel, prima di dare del “nonnetto” a qualcuno? -.

- Io sono giovane dentro! Non ci crede? Posso ancora fare una magia. Kariou no… -.

- Va bene, va bene, signor Dragneel, le credo. – il fioraio si interruppe. – Ma la prego, non mi riduca in cenere l’attività. È venuto a prendere dei fiori per la sua signora? Mi hanno detto che tornerà oggi dalla missione. -.

- Proprio così. – confermò Natsu. – Ed è anche il nostro anniversario. La prima volta che ci siamo visti. Lei era davvero bella, sa? -.

- Non ne dubito. -.

- Ha fatto anche la modella. E la scrittrice. Ed è una maga fortissima! – la lodò Natsu.

Il fioraio sorrideva comprensivo.

- Ne sono sicuro. È tutt’ora una bella donna. -.

- Bellissima. – puntualizzò l’altro. – Ma è mia. -.

- Certo, certo, non volevo mica mettermi in mezzo… ma, su, che cosa desidera? -.

- Peonie. – ordinò il vecchio con determinazione.

- Ah, le peonie! Sì, la signora le adorerà di certo. Bianche vanno bene? -.

- Perfette! Come l’abito che aveva quando ci siamo sposati. Lo aveva cucito appositamente per lei un noto stilista, sa? -.

- Certo, lo ricordo. Il vostro matrimonio finì su tutti i giornali. Era uno dei vestiti da sposa più eleganti che io abbia mai visto. -.

- Deve ancora averlo da qualche parte… -.

Natsu sembrò perdersi nei ricordi per qualche secondo, poi concluse l’affare e si avviò verso casa sventolando quei fiori come un trofeo. Erano belli, profumavano e Lucy li avrebbe adorati di certo.

Quando tornò a casa, Kurz era già lì.

- Salve, signor Dragneel. -.

- Oh, salve, signor… -.

- Dreyar! – suggerì Gray a gran voce dall’altra stanza.

- Oh, giusto. Come stanno i genitori? -.

- Bene, grazie. -.

- Salutameli, quando torni a casa. E dì a tuo padre che un giorno di questi lo voglio sfidare! -.

Erza alzò gli occhi al cielo e Kurz fece una breve risata. Era incredibile quanto, sotto sotto, Natsu Dragneel fosse sempre lo stesso.

- Riferirò. -.

- Bravo ragazzo. Su, forza, dobbiamo allestire per la cena. -.

Kurz sorrise comprensivo e iniziò a trasportare tutte le cose che Gray ed Erza gli indicavano con ordine, cercando di assecondare le urla di Natsu che non stava più nella pelle.

Il luogo dove era diretto lo strano quartetto non distava molto da lì. Era un posto tranquillo, pieno di verde e di fiori ben tenuti, praticamente un giardino.

- A Lucy piace questo posto. -.

Gray stava per ribattere qualcosa ma di nuovo fu prontamente interrotto da Erza.

- Sì, è piacevole, tranquillo e riservato. -.

- E poi guarda le statue di marmo, sono ammirevoli, no? -.

- Belle e di ottima fattura. – confermò Erza. – Vero Gray? -.

- Col mio ghiaccio non potrei farle meglio. – commentò l’altro a denti stretti.

Scesero dalla macchina e si inoltrarono in mezzo al giardino seguendo il sentiero con tutto l’occorrente per quella cena che Natsu aveva progettato nei dettagli.
Anche lui si sforzava nel montare il tavolino, nel legare le lucine dalla mano di una statua a quella di un’altra, nell’apparecchiare per due e nel sistemare le pietanze.

Poco dopo arrivarono anche Karen e Dante con le famose lasagne.

- Scusate il ritardo. – si scusò Karen.

- Non importa, non importa. – minimizzò Natsu. – L’importante è che ci siate. Gray, hai l’anello? -.

- L’anello! – esclamò Gray.

L’aveva cercato sul serio quando Natsu era andato a procurarsi i fiori ma non aveva trovato da nessuna parte quel maledetto anello. Sempre che esistesse.
Velocemente, in silenzio, ne creò uno col ghiaccio e glielo porse.

- Certo che ce l’ho. – sorrise, porgendoglielo.

Natsu lo prese e lo guardò poco convinto.

- È freddo. – commentò.

- È il metallo che è freddo. – spiegò Dante Redfox, correndo in aiuto di Gray.

- Già. Anche le mie spade erano tutte fredde. – Erza gli diede man forte.

Il Dragon Slayer parve non farci più caso. Gray ne approfittò per porgergli un bicchiere.

- Tieni, intanto bevi questo. -.

- Che cos’è? -.

- Un aperitivo. – lo incoraggiò Karen.

Natsu, ingenuamente, lo prese e lo bevve.

- Dov’è Lucy? – domandò, poi.

- Sta arrivando con Fortaleza. – assicurò Erza.

Come a voler confermare le sue parole in quel momento si sentirono dei passi sul sentiero.

- Eccole! – esclamò Gray. – Fortaleza e Lucy! -.

- Lucy… - Natsu fece un passo in avanti.

Fortaleza avanzava, col cuore che si stringeva, guardando sua madre in cerca di forza. Una forza che nemmeno Erza sembrava poterle dare.

- Natsu… ti ho portato Lucy… - disse, titubante.

Gli occhi di Natsu si illuminarono.

Eccola, Lucy, riusciva a vederla. Bella, i capelli bianchi legati e il suo solito sorriso, era luminosa come sempre. Indossava un lungo vestito rosa e aveva il viso arrossato.

- Lucy! Lucy! – Natsu le corse incontro e l’abbracciò. – Lucy sono così felice di vederti! Era tanto tempo. Ma vieni, seguimi. Ti piace? L’ho organizzata per te questa sera, Lucy. -.

- Natsu… - Lucy arrossì, visibilmente.

- Tieni, queste sono peonie. – gliele porse.

Karen fece un enorme sforzo e si avvicinò a Natsu per prendere le peonie che altrimenti sarebbero cadute nel vuoto.

- Non ce la faccio a vederlo così… - ripeté Gray.

- È felice, Gray. – gli disse Erza, che stava facendo di tutto per non piangere. – Guardalo. -.

Era davvero felice e sorridente come non lo era mai stato da quando… da quando, pochi anni prima, Lucy era partita per una missione e lì aveva perso la vita.
Quella perdita aveva distrutto Nats, il quale, piano piano, aveva iniziato a perdere la testa e a credere che la sua Lucy fosse ancora in missione. Si era convinto che ogni tanto tornasse nel cimitero di Magnolia, per poi ripartire, e questa era una di quelle sere.

Quando Natsu aveva incominciato a parlare della serata dell’anniversario, Gray aveva chiesto a Cicuta di produrre un allucinogeno che potesse fargli sembrare che Lucy fosse davvero presente: parlare con un’illusione era pur sempre meglio che parlare con una foto su una lapide.
Quindi, quando Cicuta ci era riuscita, si era consultato con Laxus e i due Master avevano deciso di allontanare Draco da suo padre per non farglielo vedere in quello stato. Così si erano inventati una missione a Gilde unite, ma la vera missione era quella di Cicuta, ossia tenere Draco lontano da Magnolia il più possibile.

Tutti i presenti nel cimitero, vedendo Natsu sedersi, si allontanarono, ma non troppo, per tenere la situazione sotto controllo.

D’altronde Natsu sembrava aver dimenticato la loro presenza. C’era soltanto “Lucy” davanti a lui.
Lucy a cui raccontava la sua vita a casa di Gray, credendo che fosse stato quest’ultimo ad invitarsi a casa loro, le raccontava i suoi giorni, le raccontava chi aveva cucinato per quella sera, anche se proprio non riusciva a ricordare il nome della signorina dai capelli d’argento. A Natsu brillavano gli occhi mentre parlava e a volte stava in silenzio e poi rideva, come se fosse stata l’illusione a dire qualcosa di buffo.

Le sue risa echeggiavano spettrali tra le lapidi, mentre il buio veniva sconfitto dalle luci traballanti delle candele e da quelle che aveva montato Kurz.

All’improvviso, Natsu si alzò tese una mano verso la Lucy inesistente.

- Lucy, vuoi ballare. C’è la nostra canzone? -.

L’illusione sorrise come la Lucy vera e accettò ben volentieri l’invito. Prese la mano del marito e si lasciò condurre da lui al centro del sentiero.

Gli altri si appiattirono dietro le lapidi e gli alberi per non essere visti e da lì furono spettatori di quell’inquietante ballo.
Natsu cantava una lenta melodia, storcendo qualche nota ogni tanto. Potevano sembrare stonature ad un orecchio non esperto, ma Dante e Kurz si resero immediatamente conto che non lo erano: Natsu stava volontariamente rendendo la canzone più tetra. Più disperata. Cantava a voce bassa, profonda, roca e per un momento anche lui sembrò solo un fantasma.

Ma Natsu era felice. Sorrise a Lucy, splendente davanti a lui. La faceva volteggiare, prestava attenzione affinché il vestito di lei non si impigliasse tra i cespugli e la cingeva delicatamente, facendo aderire i loro corpi.

- Sei bellissima, Lucy. – le mormorò, facendo appoggiare le loro fronti. – Non te l’ho mai detto abbastanza. -.

“Lucy” chiuse gli occhi e fece per baciarlo. Natsu esitò per un istante, poi fece un passo indietro, sorridendo amaramente.
Tirò fuori l’anello di ghiaccio e lo mostrò alla donna.

- Non posso. – scosse la testa. – Sono un Dragon Slayer, sono ancora forte, e certi incantesimi posso ancora riconoscerli. Tutti mi hanno assecondato, ma io lo so… lo so che tu sei solo un’illusione di Cicuta. E io non posso tradire Lucy nemmeno con un’illusione, ma ti ringrazio, perché è come se ce l’avessi avuta realmente davanti tutta la sera. -.

L’illusione parve disorientata, poi sparì. L’incantesimo era rotto.

Gli altri si guardarono stupiti: non si aspettavano che Natsu fosse in grado di sconfiggere un potere così forte come quello della figlia di Cobra.

Invece Natsu c’era riuscito e adesso si dirigeva verso la tomba della moglie. La guardò nella foto, nel fiore degli anni, con i capelli raccolti in quelle codine che tanto le piacevano e il suo sorriso dolcissimo.

- Ti dono quest’anello, Lucy, per il nostro anniversario. – lo appoggiò sulla fredda terra, poi iniziò a parlarle. - Mi piace pensare che tu sia ancora viva, Lucy. Tu lo sei. Tu vivi ogni giorno nel mio cuore. – si alzò. – Tu sei la mia aria, sei il ricordo che guida le mie giornate. Sposandoti ho promesso di amarti finché morte non ci separi, ma ho mentito. Io ti amo anche adesso, Lucy. Dovunque tu sia, lo so che puoi sentirmi. Mi manchi, Lucy. –.

Crollò di nuovo in ginocchio e iniziò a piangere, allungando una mano verso la foto. – Io ti amo… - bisbigliò.

Gli altri rimasero senza parole.

Natsu Dragneel era piegato sulla tomba della moglie a piangere tutte le sue lacrime.

Gray non resistette oltre. Straziato, uscì dal suo nascondiglio e raggiunse Natsu per fare ciò che non aveva mai fatto prima: lo abbracciò.

- Mi manca, Gray. – piangeva l’altro. - Non ce la faccio più! Non ce la faccio più! -.

Natsu Dragneel singhiozzava disperato, sconvolto, e Gray Fullbuster lo sorreggeva, per una volta senza stupidi litigi.

Poi Gray Fullbuster si alzò in piedi, mantenendo una mano sulla spalla di Natsu, senza dire nulla.
Non c’erano parole.
Per quella notte Gray Fullbuster fu il guardiano di Natsu, che si sfogò di tutto il suo dolore sulla tomba dell’amata.
Il giorno dopo avrebbero continuato a fingere che Lucy fosse ancora, da qualche parte, in missione.
E Natsu, in qualche modo, sarebbe andato avanti.
E Gray, a suo modo, gli sarebbe stato accanto.

L’angolo dell’autrice

Ciao a tutti!

Allora, sì, non so perché mi sia uscita questa cosa depressa con il prompt “Happy”, ma è venuta piuttosto spontanea. Quindi, ecco, spero che il capitolo conclusivo della mia Nalu week vi sia piaciuto. Spero di essere riuscita a suscitare in voi qualche emozione.

Per i personaggi nuovi in questa one-shot consiglio di leggere la precedente, comunque Rainbow è la figlia di Lyon e Juvia, Kurz e Karen di Mira e Laxus, Dante di Levy e Gajeel, Fortaleza di Erza e Jellal, Draco di Natsu e Lucy e infine Cicuta è la figlia di Cobra e Kinana.
Laxus è il Master di Fairy Tail e Gray il Master di Crime Sorcière.

Detto questo, proprio perché è l’ultimo capitolo, ringrazio davvero tanto tutti coloro che sono lettori silenziosi e tutti quelli che hanno commentato, messo la raccolta tra le seguite, le preferite e le ricordate. A questo proposito, ringrazio sia i nuovi sia quelli che non ho potuto ringraziare la settimana scorsa, quindi lola290, che ha inserito la storia tra le preferite, Nanna92, Alexandra_27, Lord_Alucard, _Kobato_ per averla inserita tra le storie seguite e infine ancora a _Kobato_ per averla inserita anche tra le ricordate.

Che altro dire?

Alla prossima!

@matrix@

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