A little fluffy story

di michiyo1age
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Un portale…sempre quel portale, quella porta che tutti difende che tutti racchiude.
Quante volte aveva ormai fatto quel pensiero?
Beh era da tre anni che Temari veniva a Konoha un mese prima di ogni singolo esame dei Chunin e gli esami si svolgevano due volte all’anno…
Non sembravano molte. Se poi si conta anche le volte che veniva inviata come messaggero straordinario e quella volte che appariva non si sa bene per che cosa…
Tutto sommato li cominciavano a diventare molteplici le volte che lui si trovava sul tavolo della colazione un messaggio dell’Hokage che l’obbligava ad attendere su quella soglia entro tot giorni.
Insomma una routine e Shikamaru piacevano le routine.
Però si era stancato di quella situazione, si era insostenibile. Tutte le volte sempre la stessa storia.
Ok ora stava davvero diventando matto: cominciava a fare paradossi. Era appena arrivato ad una brillante conclusione e ora…la distruggeva. Il suo cervello aveva un non so che di masochista.
Cerchiamo di mettere in chiaro le cose: gli piaceva stare davanti a quel grande portale verde ad aspettare l’ambasciatrice della Sabbia, gli piaceva scortarla per tutto il villaggio, doverla accompagnare sempre in un albergo differente (infatti a Konoha le distruzioni di edifici erano così frequenti in quegli ultimi anni che la gran parte delle locande che si trovavano sui confini, venivano distrutte) e andarla a prendere tutte le mattine e di conseguenza passare le giornate con Temari.
Non c’era nulla di male, si diceva, infatti erano in buoni rapporti, quasi, aggiunse massaggiandosi la cicatrice che lei gli aveva fatto con quei maledetti canini, la vita trascorreva tranquilla tra il lavoro e le molte passeggiate.
E allora che c’era che non andava?
Sposto il peso da un piede all’altro. Il vento d’autunno gli entrò nelle fibre della maglia e lo fece rabbrividire.
Giusto come al solito non gli veniva mai in mente la soluzione più semplice. Erano amici, solamente questo. Erano immersi in una danza di parole, sguardi, movimenti tutti fatti per raggiungere per sfiorarsi tutti per riuscire a trovare quel contatto che sfuggiva, come il vento trai capelli, come lei quando se ne andava.
Aveva raggiunto la soluzione: se ne andava sempre, alla fine.
E lui, Shikamaru, tornava a fare quella vita, monotona, che gli piaceva tanto, ma ora era resa così povera dalla mancanza di nuove ferite procurate da unghie,  denti e una volta da quel ventaglio maledetto che gli aveva procurato 4 punti di sutura sulla fronte.
Quei punti gli avevano procurato un tale prurito.
Lei si era contenta di “oh scusa , mi dispiace” aveva sbattuto le palpebre con la sua aria maliziosa e lui idiota di un otoko ci era passato sopra.
Onna…mendekouze naa
Stava fissando da lungo tempo il cielo, la seccatura non era mai in orario quando doveva venire, quando andava invece alcune volte  partiva  prima. Gli dava fastidio questo??? No, certo che no.
-Hey Shikamaru sei sicuro che doveva venire a quest’ora?- gli chiese Kotetsu dalla sua postazione dietro il bancone.
-Si…nella lettera c’era scritto così- mugugnò
Ah si dimenticava, ora si scambiavano pure lettere, naturalmente perché a ognuno dei due interessava solidificare il legame trai i due villaggi e sempre secondo natura stavano svolgendo un lavoro per i loro superiori.
Come se a uno fregasse.
Come se l’altra non potesse rifiutare.
Il vento si stava facendo più intenso e lui speranzoso, invano, non si era portato qualcosa di più caldo.
-Vuoi bere qualcosa di caldo?- gli chiese Izumo che era andato a prendere qualcosa da sgranocchiare mentre lui e il suo degno compare osservavano la porta deserta.
Il moro annuì.

***

Il tempo nel paese del Fuoco stava cambiando. Una folata di vento spazzo le foglie sulla via.
Si decisamente.
“Prossima volta meno reti più vestiti di sostanza” pensò la bionda cercando di coprire con i lembi del  kimono le gambe.
Si era alzata presto quella mattina per arrivare a Konoha prima così da poter lavorare meglio il giorno dopo.
Il suo stomaco brontolò rumorosamente.
E sempre da quella mattina non toccava cibo a parte due onigiri disfatti.
Aveva fame e avevo freddo. Bellissimo! Mancava solo un bastone e sarebbe stata una mendicante.
Ed era sola.
Quattro giorni in completa solitudine, a parte quand’era andata alla terme, che belle le terme…
Le sue gambe procedevano autonomamente, meno male sarebbe stato faticoso dare l’impulso.
Shika avrebbe fatto meglio a non farla attendere, muovere il passo e portarla in albergo, così avrebbe potuto riposare.
Faticoso? Shika ? Riposare?
Non è possibile! Stava diventando come quello scansafatiche, invertebrato,  carino, sexy….ok Shikamaru.
Tutto il nome intero sisi, nessun diminutivo di sorta, semplicemente Nara.
No Nara no. Non l’aveva mai chiamato così, era sempre stato Shikamaru da quando l’aveva sorpresa agli esami.
Shikamaru. Shikamaru Nara. Nara, Nara Temari.
Ecco cosa succedeva a fidarsi di onigiri presi lungo la via, forse avrebbe fatto meglio a prendere gli spiedini.
Mentre questi strani pensieri passavano tra un codino e l’altro si cominciò a intravedere la “shi” e la “o” in rosso delle porte di Konoha. Aguzzò bene la vista. Strano Shikamaru non era lì,eppure era in sufficiente ritardo.
Era ormai sulla soglia, aveva messo un piede sulla linea lignea che separa il lastricato dalla terra battuta.
-….e poi le si è gonfiata la faccia, dovevate sentire come si lamentava per un botta al suo “visino”-
Diceva una voce e altre due scoppiarono a ridere.
Sh…Shik…Shikamaruuuu
-Come osi startene qui comodo a raccontare storielle!? Mentre io soffro il freddo di questo paese!!!- urlò più che infastidita.
I tre sobbalzarono come un sol uomo.
-B-buongiorno Temari-san- disse Izumo che fu il primo a riprendersi.
La ragazza si inchinò educatamente. Dopo allungò un braccio e prese l’orecchio di Shikamaru. Glielo tirò.
-Ahia…ahia…ahia.ahia..ahia, ahiha..fa maleee!- gridò quello quando il suo povero padiglione auricolare arrivò quasi al petto di Temari.
-Che guida saresti eh? Trasgredire i tuoi doveri…-
-Di stare al freddo e al gelo, solo mentre aspetto una seccatura sempre in ritardo?- la interruppe.
-SI- rispose la bionda come se la risposta fosse ovvia.
-Che significa si?-
Si avviarono così per la strada mancina.
I due shinobi rimasti allibiti sulle sedie si scambiarono un’occhiata e poi guardarono compassionevoli il povero Shikamaru.

***

Era ormai una settimana che Shikamaru era tornato nella sua adorata routine.
Era ormai una settimana che Temari era tornata nella fredda Konoha.
Ok era una passata ormai una settimana dal ritorno dell’ambasciatrice di Suna nel villaggio della Foglia.
Penso che fosse trascorsa più o meno una settimana quando…
Beh la vita stava scorrendo lentamente come sempre. Le riunioni al mattino e andavano a pranzare sul tetto preferito da Shikamaru.
Erano appunto lì che i due si trovavano al tempo di questo incipit difficoltoso.
Shikamaru stava raccogliendo tutte le informazioni che erano stata sparse sui vari fogli delle sue ricerche sull’Akatsuki. Stava lavorando.
Mentre Temari distesa sulla panca si mangiava un okonomiyaki guardando su.
I ruoli s’erano decisamente capovolti.
-Ma non ti stufi di sentire la stessa cosa ogni esame dei Chunin?- le chiese Shikamaru mentre agguantava un foglio.
-La stessa- deglutì- domanda potrei farla a te-
-Io non ascolto- rispose semplicemente.
La  ragazza rise.
-Si nota- aggiunse protendendo la mano verso la bottiglia accanto al ragazzo.
-E con questo cosa vorresti dire?- le chiese lui alzando un sopraciglio.
- Che si vede che sei perso nel tuo mondo- sorrise lei.
-E quale sarebbe il mio mondo?-
-Nuvole, shogi, nuvole, shogi- rispose quella alzando e abbassando il dito.
Inaspettatamente lui si incupì. Torno con lo sguardo sul suo lavoro.
La bionda diede l’ultima sorsata, lasciando acqua per far dissetare una formica, e lo cominciò a fissare. Che aveva detto di male?
Lui sentendosi osservato tolse le gambe dalla panca e fece per girarsi.
-Che hai cry-baby?-
Silenzio.
-Mi vuoi rispondere?- domandò alzando il tono.
-No-
Temari l’agguantò da dietro gli prese un braccio e lo storse dietro alla schiena.
-Ora me lo dici?-
-Ahia ahia seccatura mi fai male-
Con tono intimidatorio Temari gli sussurrò all’orecchio –Parla-
Il ragazzo si arrese. –Non mi sono piaciute le tue parole. Persino tu pensi così di me? Che io sia questo stereotipo di pigro che pensa solo alle nuvole e allo shogi?-
La kunoichi lo liberò dalla sua presa si pose davanti a lui e disse: -Cry-baby se l’è presa? Non sapevo che fossi così permaloso Shika!-
-Non sono permaloso!-
-O si-
L’altro scosse il capo e l’agguantò i pollici, torcendoglieli. Lei per evitare di farsi male seguì la direzione delle dita così da perdere l’equilibrio e finire su di lui. Di rimando la ragazza gli tirò una tallonata sugli stinchi e allora il ragazzo si arrese.
Ora erano vicini, come al solito troppo per non lasciarsi andare. La bionda gli accarezzò una guancia.
-Shikamaru, davvero sei così permaloso? Era solo uno scherzo-
Lui in risposta fece scorrere avanti e indietro le dita delicatamente sulla pelle del suo braccio teso.
-E’ solo che non sapevo che anche tu la pensassi così-
-Perché io dovrei fare un’eccezione?- chiese quasi certa di sapere già la risposta
-Perché tu…perché tu…- fermò la mano -…sei mia amica e…parliamo tanto e speravo che…tu mi avessi conosciuto per quello che sono e non quello che sembro- mugugnò fissando le mani di lei.
La ragazza sorrise.- E io cosa dovrei sapere più degli altri? C’è Chouji che ti conosce meglio!-
Lo shinobi alzò la testa e ghignò. Sapeva dove voleva andare a parare quel discorso. Furba la seccatura.  Abbandonò il braccio sul suo fianco. Sentì il suo nervosismo a quel tocco.
-E sai... tu mi conosci bene Temari, sei la mia collega di sempre-
-Solo collega?- mugugnò avvicinando il viso.
-Se vuoi qualcosa di più seccatura- sospirò lui ormai fra le labbra rosse.
Il tocco delle sue labbra su come l’inizio di un incantesimo di un paradiso senza fine…
Lui si staccò…
Quasi senza fine…
Temari gli prese la testa e riconquisto quelle labbra.
Un paradiso senza fine.
Si staccarono questa volta con il pieno consenso delle due parti.
-E questo?- chiese una
-Quello che significa per te- fece l’altro. E scoppiarono a ridere.
-Sai Shika tu per me sei il solito pigro a cui interessano solo le nuove e lo shogi- spiegò la giovane baciandogli il collo.
Prima che lui potesse replicare lei continuò -..ma anche tieni all’amicizia, sei responsabile ti sai impegnare quando vuoi, sei maledettamente bello quando fai sul serio, non ti importa della gente e preferisci passare ore davanti un portone aspettando me al posto di dormire-
Lui sorrise: -Una volta avevi detto il Kagemane no Jutsu non ha più segreti-
L’agguantò passionalmente il viso e vi impresse un lungo bacio.
-Io ti dico che io ho ancora dei segreti e….kagemane no jutsu seeko-

***

Erano tornati  nella stanza dove di solito si raggruppava il comitato organizzatore, erano stati attenti anche meno del solito. Se uno guardava l’altro poi non riuscivano a distogliere lo sguardo. Doveva fare forza su loro stessi richiedendo una grande forza di volontà, che Shikamaru non aveva, per finire quel gioco malizioso.
-Bene penso che per oggi abbiamo concluso, domani il consiglio si riunirà alle 15 e affronteremo le liste di genin dei vari villaggi, buona giornata-
Si udì un forte grattar di sedie e tutti si alzarono. Temari e Shikamaru come al solito si ricongiunsero davanti alla porta. Uscirono lentamente dal palazzo evitando di guardarsi.
Camminando si sfioravano le dita, le braccia. Le strade erano gremite, ma appena svoltato un angolo si trovarono in un vicolo buio e si baciarono come se senza di esso l’ossigeno fosse troppo poco per sopravvivere. La mani correvano frenetiche lungo il corpo. Accarezzavano ogni singola parte: erano almeno due anni che desideravano fare quei movimenti.
-Hey Shikamaru!- la voce energica di Kiba provenì dalla strada principale.
Si staccarono velocemente e distolsero lo sguardo uno dall’altro.
-Oi!- salutò Shikamaru ansante
-Senti potresti portare un messaggio da parte mia per Kurenai-sensei?-
Lui annuì.
-Beh dille che se vuole noi domani siamo al campo di allenamento 3 per provare la nuova formazione-e così se ne andò.
I due saltarono sopra i tetti e corsero velocemente fino ad arrivare alla camera di Temari.
-Che faremo con gli amici?-
Si guardarono, ghignarono.
-Io direi di tenerla nascosta- rispose la ragazza.
-Si è più divertente- Shikamaru si lasciò cadere sul divano. Le fece un cenno
-Esiste un’altra così divertente-



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Bene nuova fic...inizio non molto originale, vero?
ho cercato di non concentrarmi su quell'aspetto, ma più sulla forma che ho provato a  rendere più scherzosa. In più è pronta da secoli, ma mi sono decisa solo quando ho visto il dilagare della shikaxshiho e volevo rendere eque le parti.
non so quanti capitoli ci vorrano perchè sono divisi a seconda di quelllo che c'è scritto e non voglio fare capitoli troppo lunghi siamo comunque sui 5 più o meno di questa grandezza..o anche meno
alla prossima settimana.CIAO

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


capitolo 2




Era un po’ di tempo che quella relazione assolutamente clandestina e assolutamente eccitante andava avanti. Nessuno che rompeva le scatole, nessuno che facesse allusioni, una vita perfetta. Ora cominciava a capire Asuma e Kurenai. Anche senza il talento per lo shogi, le idee erano brillanti.

Primo motivo per mantenere una relazione segreta:

 

Beh perché si stava parlando di Temari ovvio, no? Sapeva essere dannatamente eccitante quando si trattava di qualcosa di segreto, il proibito la rendeva più maliziosa.

 

Ma era dopotutto la stessa Temari. Questo era il punto. Lontano dagli occhi altrui sapeva essere anche molto più crudele del solito. Le cicatrici stavano aumentando e aveva finito tutti gli oggetti della sua stanza. Infatti raccontava di aver sbattuto contro qualcosa quando era mezzo intontito dal sonno per salvare quella seccatura.

Seccatura e non doveva essere chiamata in altro modo. “La mia ragazza” suonava bene, ma in caso poteva dirlo solo al muro, sempre che Yoshino non avesse inventato qualche stratagemma per metterci le orecchie.

Beh avrebbe fatto meglio a mettere gli occhi alle pareti di camera sua: alcune volte Temari veniva a fargli le visitine notturne. Non ci si può aspettare che dopo mesi di lontananza dormissero i pochi giorni nei loro letti tutti soli soletti. L’unico problema della grandissima casa dei Nara è che la camera di Shikamaru non era poi così grande e che il suo letto era appoggiato al muro ed era una piazza….e la seccatura ingombrante.

In più toccava svegliarsi presto perché fuggisse indisturbata.

 

Pregio di avere una ragazza/seccatura kunoichi: lei riusciva a sgattaiolare perfettamente. Lui non molto, aveva scoperto di non essere molto bravo mezzo addormentato.

 

Pregio di avere una relazione con una donna che dorme in albergo: letto matrimoniale gigantesco.

 

 

C’erano molteplici pregi ad avere Temari tutta per sé, ovvero Temari tutta e solo sua. Non doveva dividerla con i fratelli con i quali, nonostante li trovasse simpatici,  non voleva aver a che fare nel prossimo futuro. Per una famiglia chi si era appena riunita la sua presenza separatrice non sarebbe stata affatto gradevole.

Si sentirono dei passi dalla scale, non erano pesanti ne leggeri erano i suoi.

Eccolo, là come al solito, disteso sulla panca a pensare a chissà cosa.

Lei ci provava a cercare il segreto di quell’arcano, su cosa lavorasse la mente del suo “ragazzo” tutto il giorno. Ragazzo non era una bella parola accostata a Shikamaru. Lui era assolutamente un uomo. Aveva un tale cipiglio, un tale comportamento e un corpo…no, non era di certo un ragazzo.

Non che se ne fosse accorta così tardi, ma quando dormiva accanto a lui appoggiando la guancia al suo petto sentiva continuamente delle vibrazioni percorrerle la schiena.

 

Pregio di avere una relazione segreta con Shikamaru: nessuno poteva vedere in alcun modo i suoi “attimi di cedimento” ovvero quando accanto a lui si sentiva in un universo parallelo libera di fare quello che voleva. Perché in realtà c’è la gente che intorno osserva, s’impiccia sempre dei fatti degli altri e scopre un lato che lei vuole tener nascosto.

 

-Salve!- disse ad alta voce la ragazza ondeggiando la mano davanti agli occhi vacui.

-Guarda che non c’è nessuno- rispose lui alzando una palpebra.

-Allora…- la ragazza si  chinò su di lui e gli diede un lungo bacio sul naso.

-Bocca- pregò lo shinobi protendendo le labbra.

-Capriccioso-

 

Pregi di stare con Shikamaru Nara: sapeva essere davvero determinato per raggiungere i scopi

 

Mentre lei si rimetteva dritta, lui l’imprigionò con le mani e la portò alle labbra.

Temari si accomodò sulla loro panca, mentre Shikamaru le tirava fuori la roba del pranzo.

Roba perché i gusti raffinati della seccatura non prevedevano mai cibo sano.

- Com’è andata la riunione?- chiese

Lei tra un boccone e l’altro lo illuminò su come i vecchiacci di Konoha avessero blaterato sempre sulla stessa cosa sebbene i membri fossero sempre uguali

-…quasi uguali- precisò – perché non vieni più?-

-Ho di meglio da fare-

Lei sbuffò.

-Dovresti esserne grata, vieni qui e hai già tutto pronto, cibo, acqua e me-

La bionda lo baciò rapidamente su una guancia.

-Grazie, mogliettina-

Fui il turno del giovane di sbuffare.

-Chi mi ha sostituito?-

 

Pregio di Temari della Sabbia: aver fatto diventare Shikamaru un indagatore su cose che prima avrebbe trovato troppo seccanti…

 

-Un ragazzo-

-Così non mi aiuti- la derise

-Giovane-

-…-

-Simpatico-

L’occhiata dello shinobi si faceva più penetrante.

-Secondo me gli piaccio-

Si scrollò le spalle scettico.

-Non ci credi? So essere molto gentile con le persone che no mi giudicano un peso perenne, sai…-

Lui non rispose. Non  si poteva aver dubbi sul fatto che Temari fosse attraente e intrigante, ma nessuno sano di mente potrebbe provarci con lei. Si, lui non era sano di mente.

 

Difetto di avere una relazione segreta: nessuno sa che la bionda con le gambe sempre scoperte della Sabbia è proprietà unicamente tua.

 

 

-Anche a Suna i ragazzi mi trovano carina- proseguì imperterrita.

-I tuoi fratelli non contano- l’ammonì.

La bottiglia d’acqua gli finì in meno di un nano secondo in testa.

-E’ difficile che qualcuno si avvicini a te, potrebbe fare la fine che faccio sempre io. A pezzi e ricucito con cura-

-Yoshiro mi stava per fare il piedino!- esagerò lei. Conosceva il suo cerbiatto e sapeva che…

 

Pregio di essere la ragazza segreta del pigro shinobi: non dargli la certezza che gli altri non fossero interessati a lei e quindi far diventare l’erede dei Nara GELOSO. Come suonava bene quella parola.

 

 

Lui, sbalordito da tanto audacia, tentò di chiedere con quante ossa rotte il povero novizio fosse finito tra i pazienti di Ino, ma lei negando di aver alzato un dito si divertì un mondo nell’osservare la faccia del suo uomo cambiare sfumatura.

-Tesoro, sai che se scopro il nome questo tizio è morto è sepolto-

-Perché dovresti fare tanta fatica per me?- chiese innocentemente quella serpe.

No. Non avrebbe risposto aveva un orgoglio da difendere, un nome da mantenere.

Temari dove calcare di più la mano se voleva raggiungere il suo scopo.

-Beh dato che a te non disturba, domani vado a pranzo con lui così non dovrai sforzarti di prepararmi il pranzo-

-Guarda che…- cominciò lui, ma furono interrotti da Choji e Nasuto.

-Eccoti qua!- esclamò il più paffuto dei due.

-Ciao Shikamaru! Ciao sorella di Gaara-

Naruto avrebbe mai imparato il suo nome?

-Mi stavi cercando?- domandò Shikamaru facendo strusciare la mano che stava stringendo il fianco della ragazza un attimo prima, sui pantaloni.

-In verità no- “E allora cosa venite a rompere” pensò Temari – Soltanto che avevamo voglia di chiacchierare come facevamo prima, sei così impegnato con gli esami-

“Non gliel’ha detto di aver cambiato impiego?” alla bionda venne da sorridere.

Il biondo si mise in mezzo ai due clandestini e poggiando una mano sulla spalla di uno e su quella dell’altra  disse: -Di che stavate parlando?-

Il moro si tolse infastidito la mano

-Affari-

Affari, eh? Questa cry-baby  gliela pagava.

-Mi sembrava che steste  parlando di cibo- affermò Choji.

La kunoichi prese la palla al balzo.

-Hai ragione. Stavo dicendo a questo svogliato che domani dovrei mangiare con Yoshiro, un collega-

-Wow ti dai dare fare! A Gaara questo non piacerà- commentò l’Uzumaki dandole una gomitata d’intesa sulle costole.

Lei furba fece una faccia imbarazzata e non rispose.

-Ma io stavo dicendo che abbiamo degli impegni che le impediscono di rovinare la vita ad un altro essere umano- ribattè Shikamaru

-Io però ero delle idea che qualcuno si può interessarsi di me- rispose Temari.

-Nessuno con la testa a posto-

-Qualcuno con la testa bacata però c’è a quanto pare-

-Allora questo poveraccio non vorrà mica che la sua ragazza esca con altri, no?-

-Ma mi potrebbe dare talmente per scontata che io indispettita possa inventare qualcuno per farlo ingelosire-

-Lui non è geloso-

-Lo conosci Shika?- s’intromise Choji

Il ragazzo stordito balbettò: -No, no certo che no erano solo congetture. Figurati se qualcuno se la prende-

-Verrà il giorno Shika- e poi accortasi aggiunse -..maru-

Lui alzò le spalle e fece per andarsene.

-Vado a guardare un po’ le nuvole-

Era il segnale. Quella sera si sarebbero  rivisti e lui come stabilito doveva trovarsi davanti alla porta di lei verso le 11.00 di sera, quando solo gli ubriachi erano svegli.

 

***

 

Shikamaru era passato per la via principale e l’aveva trovata completamente deserta. Sarebbe stato bello che ogni volta fosse così tranquilla e silente così da poter gioire delle cose belle che c’erano.

Ma ai sogni aveva rinunciato a credere quando la sua idea di avere una vita normale era sfumata grazie all’arrivo di quattro pestiferi codini biondi.

Svoltò l’angolo che si trovava esattamente davanti all’albergo all’incontro di due strade. Chi l’avrebbe mai detto che lui sarebbe diventato così bravo a conoscere le vie di Konoha. Si ricordava di aver detto quando era solo un bambino che non avrebbe mai imparato i percorsi della città perché per impararle bisognava alzarsi e camminare. E ora i suoi piedi lo portavano per la terra battuta come la sua mente l’aveva portato alle nuvole.

Si era sciolto i capelli così da non essere riconoscibile, era strano il fatto che nemmeno i vecchi amici non riuscissero a riconoscerlo con i capelli giù.

Questa cosa l’aveva sperimentato una volta quando in un bar per gioco Temari gli aveva tolto l’elastico e dopo l’aveva baciato. In quel momento passava il Team 10 che pur avendo la scena davanti agli occhi aveva proseguito senza alcun segno di cambiamento.

Bussò.

La porta lentamente si aprì, la bionda in una camicia da notte viole pallido stava già andando a buttarsi sul divano. Sul tavolo erano accatastate pile di fogli messi l’una sull’altra in precario equilibrio e una tazza di tè fumante.

-Stanca?- mugugnò Shikamaru rifacendosi il codino.

Lei grugnì.

-Scommetto che Yoshi-coso ti lascia tutte le robe da fare. Almeno io ero così sottomesso da darti una mano-

Le fece togliere con una manata le gambe dal divano e vi si lascio cadere.

-Secondo me dovresti cambiarlo se è un fannullone-

-Quando mai tu sei stato sveglio?- chiese ingenuamente la bionda.

Lui ghignò : -Tutte le volte che sono venuto qui per svolgere i lavori d’ufficio- e mentre lo diceva le accarezzava le gambe.

-Affari, vero?- gli ricordo acida.

Lui non rispose e bloccando la mano la guardò con occhi esasperati.

-Si lo so, lo so tu mi adori alla follia-

Lui in risposta roteò gli occhi e dopo mormorò: -Ne hai qualche dubbio?-

Erano arrivati al punto da lei agognato, la sua rivincita: -Allora puoi ammettere che sei geloso!- esclamò sorridendo a modo suo.

-Io non solo geloso-

-Io penso di si- l’incalzò lei.

Lui imperterrito scosse il capo. Quant’era carino quando tentava di nascondere l’evidenza.

 

Pregio di avere come ragazzo proprio lui: non ammetterà mai di essere geloso, di aver sentito la sua mancanza, di aver bisogno di lei, ma negherà e diventerà di una sfumatura di rosso che non faceva altro che donargli.

 

-Fai tenerezza- disse accarezzandogli la testolina.

Shikamaru insospettito si ritrasse scostando la mano. –Tu paura-

La ragazza con un cipiglio innocente gli domandò il perché avvicinandosi a lui. Si appoggiò alla sua spalla. Aveva la strana parvenza di un gatto che fa le fusa.

-Che è tutto questo miele?- sbottò lui perdendo possesso del braccio a causa dell’opera di conquista di Temari.

-Perché so, amore, che tu sei un tenerone- gli toccò la punta del naso e gli diede un bacio.

-Prendi in giro bionda?-

La giovane annuì sempre con  l’aria da bambina.

Le prese il viso-muso e lo accosto a sé –Tu non eri stanca?-

-Anche tu lo sei-

-Mai vicino a te-

Le mani le stavano sfilando la camicia da notte lentamente, mentre lei nella campagna di conquista di parti del corpo del suo amante era arrivata alla bocca, il primo dei suoi obiettivi bellici.

 

***

 

 Erano a letto sotto le pesanti coperte, Temari rannicchiata per il freddo accanto a lui che sembrava una stufetta, invece Shikamaru  a petto nudo che cercava almeno un po’ di brezza.

La seccatura tra l’altro gli si era incollata come un francobollo e il naturale calore si andava sommare a quello provato dal suo contatto che nonostante l’abitudine non riusciva a non provare.

-Tu pensi che noi funzioniamo solo perché facciamo l’amore inevitabilmente ogni volta che tu vieni qui?- chiese la ragazza non sapendo neanche lei esattamente perché.

-Certo sei la mia puttana- disse sommessamente il giovane.

Lei gli tirò un pugno in testa, naturalmente leggero.

-Dai, veramente- gli morse il collo.

L’altro sospirò di piacere. –Se fai così-

Ma era stanco, stavolta veramente non ci poteva ricascare. Si alzò molto lentamente dal letto e andò ad aprire la finestra. Il caldo imperniava la stanza e lui non poteva sopportarlo. Gli ricordava l’unica volta in vita sua che era stato a Suna, un’afa soffocante che voleva disidratarti per poi ridurti ad un cumulo di cenere inerte. Naturalmente per l’eccitante bionda che  si stava stringendo convulsamente le coperte quella era la temperatura migliore. Infatti si vedevano le conseguenze nella Konoha fredda.

-Baka ho freddo! Chiudi quella cazzo di finestra!-

-Ecco che finalmente sei tornata scontrosa come al solito, mi stavi cominciando a preoccupare con quell’aria ingenua- constatò lui rimettendosi sotto le coperte e lasciando la seccatura attaccarsi come più le confaceva.

Le passò un braccio sul fianco stringendola a sé. Dolce sonno, molto dolce.

-Dai, amore. Noi stiamo funzionando perché ci vogliamo bene e non ci annoiamo mai l’uno in presenza dell’altra-

-E perché io sono be…..-

-befana?-

-bellissima- concluse con un ringhio Temari.

Prima che potesse scatenare l’inferno, il moro si buttò sotto le coperte e la strinse a sé. Posizione che, diciamocelo gli faceva proprio comodo dato che aveva come giaciglio il morbido seno della ragazza. Ammansita la fiera con qualche bacio strategico, ebbe l’ardire di intrufolare il naso fuori dal nascondiglio sicuro.

-…perdoni?-

Lei fecce un cenno ambiguo, ma lui si considerò assolto.

Sfrego il viso trai seni, che lui reputava divini e si fece sfuggire un “che latteria”.

La bionda storse il naso. Gli allontanò il viso e lo ripescò da sotto le coperte.

-Potresti non dirlo più? Mi da fastidio- lo pregò

Lui chiese il perché, ma la ragazza seppe solo rispondere che così la faceva sentire incinta e che il suo corpo per il  momento non era pronto per una gravidanza. Le faceva schifo.

-Obbedisco- e tornatagli in mente una cosa –Come mai così affettuosa?-

-Domani sera torno a casa- sbadigliò

-Ah giusto…va beh…abbiamo la notte per dormire-

Un’altra notte passata insieme, con il piacevole calore l’uno dell’altro con la presenza sempre rassicurante. Avrebbero fatto scorta per i mesi a venire.

-‘notte-

-Buona notte Shika-




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ok ...lo so..il ritardo
è che non posso dire di non essere stata scoraggiata dalle poche recensioni (1 grazie gloria) e quindi la mia opera di correzione è andata a farsi friggere. me ne dispiace e giuro di non farlo mai più (visto
che il lavoraccio me lo sta facendo una mia mica così la punteggiatura sarà al posto giusto XD). ho anche decido di ridurre il numero di capitoli così da permettere (a me un'agonia più breve) più scorrevolezza.
alla prossima
Ciao

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

-Temariiii!-

La porta della stanza della sorella del Kazekage si aprì. Sul pomello vi era appoggiata una candida morbida mano.  Di chi poteva essere se non la mano del Quinto stesso?

-Temarii!- si guardò intorno -non è qui…dove si sarà cacciata?-

La sua attenzione venne a focalizzarsi su le carte sparse per il pavimento. Il vento che veniva dalla finestra probabilmente le aveva fatte volare via.. le raccolse e le stava per mettere sulla scrivania della sorella quando…

-Gaaaara- la voce di Kankuro riecheggiava per i corridoi.

-Gaaaara!-

-Sono qui- rispose con il suo solito tono sommesso, è logico che il marionettista non lo sentisse.

-Nii-chan sei qui?- si sentì un’aprire di porta -No- e la porta sbattè.

Si affacciò alla camera della sorella –Nee-chan sai dov’è Gaa…ah eccoti-

 Entrò nella stanza.-Che stai facendo…- ad un tratto gli comparve un’aria maliziosa –spii la posta di Temari, eh? Questo a lei non piacerà-

-No veramente io stavo solo…- si difese il retto Kazekage.

-Dai fai vedere anche a me!- e balzò sui fogli affondandovi gli artigli.

-Ma non sono affari nostri- ribattè Gaara

-Vengono da Konoha, dovrai pur sapere se stanno tramando contro di te- gli rispose il ragazzo che aveva letto “Mittente: Shikamaru Nara Konoha no sato”.

Il rosso alzò le spalle:-Se la metti così-

 

                                                                                                                       Questo mese, Konoha

Cara

 

 

Ma qui c’erano della sbavature e poi la parola era sta cancellata

 

…Temari!

Come va? Spero che tu ti stia arrostendo sotto quel maledetto sole. Qui si sta bene, soprattutto la notte sotto le coperte calde con una finestra aperta. E dormire fino a tardi. Sono proprio felice che non ci sia nessuno a svegliarmi perché devo andare alle porte.

Dai sto scherzando…e che è da un po’ di tempo che non guardo più le nuvole, colpa dell’Hokage che mi da ordini stupidi.

Quanto quelli dei tuoi fratelli. Non capisco che serva farti venire qui. Così non posso più dormire.

What a drag…è davvero impossibile stare senza nuvole, se l’Hokage mi fa un’altra volta una cosa del genere potrei…non so sarebbe troppo faticoso da mettere in atto, non credi?

Beh la mia mano comincia a dare segni di stanchezza, lo sai che potrei lasciarla a metà com’è già successo, a proposito Ino ti fa i complimenti per il modo con cui sbatti le cose in testa.

Ciao, salutami i tuoi fratelli,

 

 

                                                                                                           Nara

 

Terminata la “lettera” o quelle cinque righe messe in croce con  contorno di lamenti, i due fratelli si guardarono: si aspettavano qualcosa di meglio segreto, non so anche una relazione clandestina e invece erano solo i lamenti di un pigro.

 

***

 

Shikamaru raccolse la posta e la porto sul tavolo della cucina, passò alla diretta interessata le bollette e i fogli con scritto “privato” per Shikaku e prese la busta che veniva da Suna.

Andò in camera l’aprì e si preparò psicologicamente.

Niente data? Strano, la seccatura era meticolosa sull’impostazione di una lettera.

 

Caro Shika,

non mi sento affatto bene e purtroppo non ho molto tempo di scriverti come al solito, perché Gaara mi ha dato una missione diplomatica proprio un attimo fa e devo partire subito perché arrivi in tempo. Devo andare a Kumo e spero al ritorno di fare una deviazione alla terme, ma non ne sono sicura. Magari, ho una voglia matta di stare al caldo.

 

A quest’affermazione Shikamaru arrossì, ma perché proprio una “voglia matta” sembrava un’assatanata.

 

Il legame con Kumo si sta fortificando grazie alla ottima politica di mio fratello. Penso che potrei diventare ambasciatore fisso dai nostri alleati, ma nulla è ancora certo.

Come ho detto ho fretta e…devo correre in bagno, non mi sento molto bene e ho paura di sapere il perché. Ciao

                                                                                                                                              

                                                                                                                  Temari della Sabbia

 

Stava male, eh? Probabilmente aveva mangiato qualcosa che le aveva fatto male, senza il suo dietologo personale (leggi:lui) ingeriva tutto quello che le passava per le fauci e i denti aguzzi.

Shikamaru non si preoccupava molto, non solo perché non era nella sua natura darsi pensiero di questo genere di cose, ma perché sapeva che la su seccatura era forte.

Anche se non era da lei lamentarsi per un dolorino. Che seccatura…ci avrebbe pensato dopo.

Ma il nostro protagonista non sapeva che a tempo debito avrebbe dovuto per forza pensarci.

 

***

 

Tic tic tic

Dei sassolini stavo sbattendo contro la sua finestra. Il rumore si stava facendo insistente. Lei avrebbe preso pure un masso per svegliarlo. Ma il letto era così comodo e la finestra sopra i piedi del letto era così lontana. I sassolini veramente si stavano trasformando in massi.

Alzò la schiena come se avesse l’artrite e aprì quella che, se avesse continuato, non sarebbe stata a lungo una finestra.

-Cazzo, potevi muoverti no?- gli urlò contro togliendosi i sandali e entrando subito sotto le coperte.

Non aveva neanche aspettato la risposta, o un invito per andarsi a riscaldare.

Lui, abituato a quest’educazione raffinata si andò a ricacciare, ora con evidente meno spazio di prima. Si voltò verso la bionda, le diede un bacio e chiese: -Com’era Kumo?-

-Non importa quello di devo dire una cosa i portante…cioè- gli aveva preso la mano

-Beh presumo che se ti raccontassi le cose andrebbe meglio, no? Forse si boh…ma andrebbe meglio…dire tutto d’un fiato?-

Ok la ragazza si stava decisamente perdendo. Dal canto suo Shikamaru non si stava allarmando, più che altro addormentando. La strinse a sé, la mancanza comunque si era fatta sentire, ma non le fece alcuna pressione per aver almeno una frase di senso compiuto.

Quando evidentemente Temari ritrovò il suo filo di pensieri disse: -Ti ricordi che ti avevo scritto che stavo male? Beh i miei pensieri erano fondati, ma non potevo chiedere ad un medico si Suna di provare i miei timori. Quindi appena arrivata a Kumo mi sono fatta fare una visitina dal medico e…-

E qui di fermò.

-E..- lo incalzò

-Il tizio mi ha detto, con molti preamboli, che sono incinta-

Il ragazzo si impietrì. Aprì la bocca la richiuse. L’aprì di nuovo, niente solo aria. La chiuse. Provo ad emettere un suono, ma Temari lo “interruppe”:

-Non sapevo che il padre di mio figlio fosse un pesce-

A queste parole Shikamaru si diede una scrollata.

-Come? Cosa….-

La ragazza pratica come al solito gli rispose: -Il come penso che tu lo sappia bene il cosa, beh se già cominci così siamo a cavallo- concluse sarcastica.

-Ma com’è successo?- proseguì. Il genio sembrava un po’ difficile di comprendonio.

La giovane cercando di prenderla sul lato comico, gli si aderì al petto e gli baciò il collo.

-Smettila sarò padre!- esclamò il moro.

-E io madre-

Il ragazzo rimase colpito da queste parole.

-ah giusto- mormorò

Ok essere sconvolto, ok non aveva usato un metodo che lo mettesse a suo agio, si diceva la bionda, ma qui si stava sconfinando nella stupidità e nell’impudenza!

Lui fece sprofondare il viso tra i capelli biondi e dopo aver sospirato sussurrò: -Come stai Tem-chan?-

Ora si cominciava a ragionare, coccole!

-Benino non ho tanti fastidi, beh quasi- ammise .

Lo shinobi le fece appoggiare la testolina sul suo petto e accarezzandola cominciò a chiedere:

-Come l’hai presa?-

-Benino, sai supponevo che fosse questo-

-Sai quanti mesi ha?-

-Due o tre mi ha detto il medico-

-Lo vuoi tenere?-

-Decideremo- e gli sorrise.

Lui sbuffò. –Bisognerebbe ragionarci, se lo tieni-

-…teniamo- l’interruppe lei

-Giusto, comunque se vorrai proseguire addio copertura-

-Già non ci avevo pensato, che peccato era divertente- un’ombra di tristezza le passo in viso, la sua vita le piaceva così com’era e non avrebbe voluto cambiarla ancora per qualche anno.

Ognuno era immerso nei propri pensieri che poi convergevano in unico punto: il marmocchio imminente.

Una gran bella seccatura, cioè responsabilità.

-Dovremmo dirlo ai miei fratelli..-

-…e ai miei genitori-

-Chouji, Ino, Kiba…tutti insomma.-

-Beh potremmo far loro una sorpresa, ce ne andiamo via qualche mese e torni con il pancione- suggerì Shikamaru pregustando la scena.

-Scemo!- e gli diede un buffetto sulla testa.

Il moro sbadigliò e allora saggiamente  Temari disse: -E’ inutile pensarci la notte cambia molti pensieri. Fra due settimane dovrei tornare a Konoha ne discuteremo allora-

-Come mai vieni così presto?-

-Ho una missione che porta da queste parti farò una piccola sosta qui-

Il giovane la guardò dubbioso: -Non sarebbe meglio che tu la smettessi con le missioni?-

-Non rompere Shika devo solo accompagnare una vecchiaccia e ci serviva almeno un jonin dato che sembra che ‘sta qui si sia fatta un bel po’ di nemici-

 

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Salve!
capitolo picciino picciò: il prossimo e ultimo sarà il doppio, lo potevo tagliare la storia ma non mi sembrava giusto XP
Beh sinceramente non ho nulla da dire di nuovo quindi  eventuali chiarimenti arriveranno qui sotto:

Shatzy:  sono contenta che ti piacciano le storie con "quella dose di zucchero che ci vuole proprio ogni tanto." perchè mi hanno fatto notare che alla fine di questa fic ce ne sarà davvero molto...^///^ io non me ne sono accorta così persa tra shika e tem. Per quanto riguarda la grammatica e accenti mi sono completamente affidata ad una mia amica, perchè io ho la tendenza quando rileggo a mettere le pause dove vanno e quindi non me ne accorgo. spero che questo vada bene. Per la caratterizzazione c'è un problema: io ho solo un'idea di Shikamaru e di Temari e non la cambio mai quindi avendola già approffondita su altre qui penso che risulti un po' sbiadita. vedi il fatto che questa l'avevo scritta per mio svago personale e allora non sono andata a scrivere cose che sapevo già. Tem violenta è un emblema è qualcosa che in me è intriseco: lo dimostra la sua estrema crudeltà con i nemici (la schiena di tenten, la brutalità della morta di tayuya) è anche vero che non alza mai le mani sull'anime però è spesso aggredisce con la parola (non si percepisce la nota di ammirazione nella mia voce vero?)...mamma mia...mi sà di essere stata prolissa...scusa..alla prossima

giusygiu: non esagerare!^///^ spero che questo breve capitolo ti piaccia. ora arrivano un po' di guai e anche un po' di tristezza

gloria7:sono contenta che tu continui a seguirla. avevi ragione shika che tira un pugno è davvero troppo OOC, massimo potrebbe minacciare perchè non comporta troppo sforzo.


Vorrei dare una notizia a tutte le fan di Temari: per chi non lo sapesse già l'hobby della formidabile kunoichi di Suna è la botanica! un po' ambiiguo io direi dato che la ragazza si è dilettata a distruggere foreste ù.ù

Dimenticavo il titolo è provvisorio se qualcuno avesse qualche brillante idea mi farebbe un gra favore

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Ci aveva pensato per tutto che la bionda le aveva dato, ma non era ancora arrivato ad una risposta corretta. Bloccarlo, cioè uccidere il bambino privandolo della vita, o crescerlo con due genitori immaturi con una situazione problematica che gli avrebbe solo procurato seccature?

Cosa avrebbe risposto alla seccatura che invece scommetteva aveva già pensato a tutto e preso la decisione più saggia?

Qual’era?

Oddio basta! Era stufo di pensare sempre allo stesso da 15 giorni. Un po’ di novità, di fresco!

Non sapeva dove aspettarla quindi era andato sul soffitto del suo stabilimento preferito.

Le nuvole, fortuna vuole, non avevano una pancia che potesse crescere  e farne uscire…suo figlio.

Come la seccatura era a malapena la sua ragazza quella cosa era solo un po’ suo figlio, ma a dispetto della grandezza rimaneva una parte di lui.

E ci risiamo! Quanto era fastidiosa quella situazione.

Sentì rapidi  e pesanti passi provenire da sotto. Non erano i suoi, ma strano che Chouji si desse al jogging.

-Shika! Hanno portato Temari all’ospedale. L’ho vista che la portavano mentre passeggiavo per la strada- gli strillò ansante appena lo ebbe scorto.

Shikamaru aprì gli occhi di scatto, si alzò e cominciò a correre verso l’ospedale. L’amico gli era corso dietro così aveva l’opportunità di chiedergli qualcos’altro.

-Sai cos’è successo?-

-A quanto pare la donna che stava scortando è stata attaccata e allora hanno cominciato a lottare, erano in inferiorità numerica e allora hanno fatto fatica. Sembra che ad un certo punto un degli assalitori abbia colpito Temari e lei si è accasciata a terra. Però è riuscita ad evocare Kamatari, la donnola e poi l’hanno portata qui-

-Dove l’hanno colpita?-

-Mi hanno detto allo stomaco, ma nelle confusioni non si può esserne sicuri-

-Cazzo!- aumentò il passo –Porca troia-

Ormai erano dentro e un’infermiera gli stava conducendo da lei.

-A proposito, come sai tutte queste informazioni precise?- chiese il ragazzo.

-Me l’ha detto un genin che era nella sua squadra- rispose Chouji incuriosito dal comportamento dell’amico.

La signorina davanti a loro si era fermata. –Vi prego di aspettare qui che dalla paziente c’è il medico-

-Chi è il medico?-

-Haruno Sakura-san- e con questo se ne andò. Il paffuto tirò un sospiro di sollievo. Con Sakura non c’era pericolo.

Nara non contento si era avvicinato alla porta così da riuscire a sentire la conversazione all’interno. Anche se Chouji si era unito a lui nell’origliare non si mosse.

 

-…beh non hai riportato grandi ferite, ma..- stava dicendo Sakura -…ma di chi era il bambino Temari-san?-

La voce tesa della ninja di Suna si attenuò. –Shikamaru-

Si sentì il respiro trattenuto del medico.

-Mi dispiace, ma per il bambino è stato un grande urto e…non ce l’ha fatta.-

 

La porta sbatté di colpo.

- Shikamaru che ci fai qui?- aveva esclamato la rosa.

Ma lui non ascoltava si era fiondato sulla sua ragazza. L’aveva abbracciata e la stringeva convulsamente a sé mentre lei cominciava a singhiozzare. Immerse il viso tra i capelli biondi.

Prima che Sakura chiudesse la porta alle spalle si sentì la voce di Temari pregarla di non dire niente  a nessuno.

Qualche lacrima era scesa anche sul bel volto di Shikamaru, ma l’avevo celato alla sua ragazza.

-Cosa avevi deciso alla fine?- le chiese sottovoce.

-Beh pensavo alla fine che sarebbe stato meglio- si asciugò gli occhi –tenerlo, saremmo stai una strana famiglia,  che idea stupida vero?- e esibì un debole sorriso.

-No, non era stupida- rispose lui baciandole i capelli.

-Tu cosa avevi deciso?-

Non rispose, la strinse forte.

Alla fine, alla vera fine aveva deciso che l’avrebbe voluto tenere. Troppo tardi aveva preso la decisione, proprio poco istanti prima di sentire la sentenza dalla bocca di Sakura.

Lei scioccamente aveva immaginato come sarebbe stata la vita con lui o con lei.

La bionda si strinse forte alla maglia del ragazzo.

 

Difetto di avere una relazione segreta: non poteva avere il sostegno di nessuno quando succedeva qualcosa di brutto, di così brutto.

 

Beh almeno aveva Shika.

 

***

 

Avevano trattenuto Temari tre giorni in ospedale per rimuovere e curare ciò che quella piccola scaramuccia aveva provocato. Shikamaru era tornato a farle visita ogni qualvolta ne aveva avuto l’opportunità. Dal punto di vista “del celiamo la cosa” erano stati molto menefreghisti, vista la situazione non badavano molto agli altri e lo shinobi non badava neanche a se stesso.

Questo non aveva impedito agli amici e soprattutto ai parenti di scoprire il triste accaduto,  ma tutti si comportavano come se non fosse accaduto niente.

Quest’ignoranza era opportuna anzi una manna dal cielo. Erano chiusi nel loro regno, prima avevano fatto di tutto perché nessuno vi potesse entrare, ora l’avvenimento aveva creato una naturale barriera.

Era strano però il cambiamento, pensavano i loro  conoscenti, da due persone completamente distinte a due entità così unite così legate l’una con l’altra che condividono una tale esperienza.

-Andiamo- esclamò dolcemente Shikamaru tendendo la mano verso  la bionda che si avvicinò e così lui le poté cingere la vita.

Uscirono dall’ospedale  e si diressero verso l’albergo dove il ragazzo aveva prenotato una camera. Non era il caso di tornare subito a Suna: aveva voglio di rilassarsi e temeva anche un po’ la reazione dei fratelli. Tutti e due non si erano disillusi che gli abitanti di Konoha avessero tenuto la bocca chiusa.

Per la prima volta si sentiva debole.

Shikamaru era stato molto gentile: si era preoccupato di tutto e di tutti e non l’aveva lasciata sola. Poteva scommetterci che non gliela avrebbe mai detto, ma aveva provato un grandissimo sollievo vendendolo entrare dalla porta.

Si strinse a lui.

Proseguirono così per la strada sino ad arrivare alla porta della camera. Entrarono in silenzio e così cominciò il loro piccolo stacco dalla realtà

 

***.

Di comune accordo si erano presi una pausa di qualche giorno: avrebbero passato il tempo chiusi in quella camera d’albergo godendo della compagnia reciproca. Serviva per dare uno stacco definitivo alla vicenda. Concedendosi quel tempo isolavano l’episodio e dopo avrebbero ripreso la vita di tutti i giorni sperando che non fosse successo niente. L’avevano presa entrambi allo stesso modo prima con grande sconforto, dopo con velata malinconia e dolcezza verso l’altro. Così quei giorni furono un balsamo per tutti e due i ninja. Vivevano come marito e moglie non parlavano molto perché i loro pensieri si soffermavano ancora sull’immagine di quel bambino che non avrebbero mai visto.

Vi era una falla nel loro piano di pace: non avevano avvertito Gaara oppure Kankuro del fatto che la sorella sarebbe rimasta una settimana nel Villaggio della Foglia..

Manco a dirlo quest’ultimi arrivarono alle porte pochi giorni dopo.

Tutti gli shinobi del villaggio sapevano dove fossero Temari e Shikamaru e con aria tetra  indicarono loro la via.

I due ninja della Sabbia trovarono questo comportamento molto strano: nessuno li aveva informati dell’aborto.

Ora stavano bisbigliando davanti all’uscio discutendo il modo migliore di entrare; il marionettista voleva sfondare la porta, mentre il rosso più ragionevole e pacato decise di far di far passare la sabbia sotto l’entrata e aprirla dall’interno.

E naturalmente così fecero.

Kankuro che si immaginava chissà quali scene turpi si ritrovò a guardare un Shikamaru disteso sul largo divano profondamente addormentato e sopra di lui sua sorella appoggiata al petto del moro con gli occhi chiusi. Lo shinobi di Konoha poggiava una mano sul ventre di Temari dove aveva messo anche lei  la mano per riscaldare quel nido ora vuoto.

Le guance della ragazza erano state rigate da lacrime, ora si vedevano solo dei solchi umidi nel volto addormentato. Di fronte a questa scena i due fratelli rimasero interdetti. Se prima l’idea era quella di scatenare l’inferno, ora il pensiero giusto era quello di muovere piccoli passi lontano da lì anche ritornare subito a Suna. E così avrebbero fatto se il Kazekage non avesse urtato il mobile accanto alla porta facendo così svegliare incredibilmente solo Shikamaru.

Questi grugnì e fissò con viso dubbioso gli intrusi.

-Che ci fate voi qui?- sussurrò alzandosi un po’ senza far svegliare la dormiente.

Imbarazzati prima si guardarono tra loro e poi Kankuro mormorò: - Volevamo riportare a casa la nee-chan perché ci erano giunte..delle ehm si voci…che voi eravate, insomma insieme e..-

-Questo non ci piaceva- continuò Gaara –Ma ci sembrava, così, di avervi disturbato e ce ne stavamo andando-

Shikamaru li guardò interdetto, chissà cosa aveva fatto per renderli dei tali agnellini. Poco importava.

-Scusate, se non vi ha avvertito, eravamo un po’ scombussolati e giuro che ve l’avrebbe detto prima o poi- la guardò dolcemente –L’avrebbe….-

I fratelli non riuscivano a capirci niente. Che discorso era quello?

Avevano la netta sensazione di aver perso qualche tassello importante. Allora la sorella era andata in missione, si era ferita, grazie a quest’evento avevano scoperto che stava con Shikamaru della Foglia e dopo non vedendola tornare e immaginando i due soli in una camera d’albergo avevano deciso di venire a fare una visita all’impertinente.

Kankuro riuscì ad ottenere una spiegazione dicendo –Eh?-

-Ma voi esattamente cosa sapete?- fu la domanda geniale del Nara.

Loro lo raccontarono e nel frattempo avevano preso delle sedie e si erano messi vicino al divano. Temari ancora ignara e addormentata stringeva convulsamente un lembo del vestito, sembrava avere degli incubi.

E fu il turno di Shikamaru di raccontare aveva descritto tutto fin quando  arrivò alla notizia di Temari di qualche settimana prima -….e mi disse che era incinta-

I fratelli trasalirono e sguardi di rabbia provenivano dai quei forti abitanti del deserto.-Co-cosa?- balbettò il povero marionettista mentre per al Kazekage sembrava essere scomparso per sempre l’uso della parola. –Shikamaru, mi sei sempre stato simpatico, ma così ha i oltrepassato il limite, io ti spacco la…-

-Calmi, la svegliate- alzò la mano in segno di comando. Guardò apprensivo la bionda, se non dormiva ora non avrebbe recuperato il sonno, infatti di notte non riposava.

-Fatemi finire, dovevamo decidere se tenerlo o no il giorno della missione, ma qualcun altro aveva deciso per noi- si fece cupo ad un tratto –Purtroppo durante lo scontro l’avversario di Temari le ha colpito il ventre e così ha perso il bambino-

Il silenzio era penetrante. Ma Gaara si era reso conto che non era solo un affare di sua sorella e non se ne dispiacque solo per lei: -Mi dispiace, Shikamaru-san -

In risposta annuì poi per non fermarsi a quel momento un’altra volta continuò: -Appena finita la degenza siamo venuti qui. Temari aveva bisogno di riposo-

-Come l’ha presa?- gli bisbigliò Kankuro. Si era avvinato alla sorella, con uno sguardo pieno di pietà.

-Lei…beh…è stato brutto per entrambi, ma lei aveva deciso da più tempo di me di tenerlo e si è sentita in colpa per essere andata in missione- la compassione era molta e così il moro proseguì –ma ci siamo ristabiliti è solo che di notte ci pensa e non dorme-

In quel momento il corpo di Temari fu percorso da un brivido: il sogno doveva essere al suo epilogo. Si svegliò di soprassalto e senza accorgersi che erano presenti i suoi fratelli buttò le braccia attorno al suo ragazzo.

Non voleva più farli più. Un’entità ammonitrice l’accusa della sua poca cura e le faceva capire che, debole e stupida com’era, Shikamaru non l’avrebbe più voluta e i suoi fratelli si sarebbero vergognati di lei.

Il ragazzo la calmò, come sempre si ricordava della realtà che lui era lì e che i fratelli non l’avrebbero scoperto, forse…

-Amore, Gaara e Kankuro sono vicini- gli sussurrò il moro.

-Quanto vicini?-

-Girati-

Lentamente si volse e si trovò faccia a faccia con gli unici componenti della sua famiglia. Lo shinobi si sciolse dall’abbraccio e andò a preparare del tè.

Le parole erano sempre mancate nella loro famiglia e mancavano anche ora. Chissà se essa sarebbe resistita a questo perché nella vita quotidiana è facile definirsi tale, ma negli eventi eccezionali?

-Scusate- disse Temari –Sono mortificata, non volevo. Se aveste aspettato sarebbe stato come se nulla fosse accaduto-

-E sarebbe stato giusto secondo te?- domandò Kankuro

-Perché non ci hai detto niente?- fece incredulo Gaara –Siamo una famiglia-

-Non volevo che vi preoccupaste, per quello che alla fine non lascerà il segno. Dovete essere sereni- rispose la bionda.

-Anche tu-

Poi nessuno parlò. L’atmosfera fu spezzata dall’arrivo di Shikamaru con le tazze. Sedendosi sul divano le chiese: -Come stai?-

-Bene- rispose meccanicamente.

Gaara vedendo il loro sguardi aveva capito. Esisteva un’altra persona al mondo in grado di capire sua sorella. Si alzò.

-Quanti giorni ti servono?- domandò autoritario.

-Due-

-Ok, fra 2 giorni si torna a Suna. Ti voglio in forma entro quella data-

-Sarà fatto- replicò obbediente

Fece alzare Kankuro

-Temari torna sorridente- soggiunse imbarazzato.

-Sarà fatto-  ribadì accennando un sorriso.

Si lasciarono la porta alle spalle ma prima si sentì la voce di Kankuro: -Nara la voglio come nuova!-

 

***

 

Chiuse la porta e andò a riportare la chiave ai proprietari.

-Preso tutto?- domandò alla bionda che si stava stiracchiando.

-Si, presumo-

-Non ci entrerò una seconda volta seccatura sbadata-

-Mi stai dando della distratta Shika?-

-Mi sa di sì-

-Come osi?- s’infervorò Temari tenendo il pugno alto.

-Non puoi controbattere, non sono io quello che ha lasciato che tutta l’acqua del tè evaporasse- ribattè lui sicuro

-E’ successo solo una…-

-cinque volte- finì il moro.

S’incamminarono verso le porte. Entrando nelle strade affollate notarono che la gente li fissava.

-Ho il presentimento che abbiamo dato spettacolo- osservò la giovane.

-Che seccatura, addio libertà-

Lei fece un piccolo saltellò in avanti e sorridendo disse: -Guarda la cosa dai lati positivi-

-Perché, ce ne sono?- sbuffò incredulo.

-Per prima cosa ora puoi far vedere che gioiello di ragazza che hai-

-Verrò compatito da tutti- borbottò.

-Hai detto qualcosa?-

-Chi io? Ma no amore!- il viso falsamente innocente che tradiva l’ironia.

Erano in vista della porte: - Qual era l’altro lato positivo?- disse il moro.

Lei sorrise digrignando i denti: -Sapendo che sono la tua ragazza ora non hai più motivo di essere geloso-

-Io non sono geloso-

-Non ora ma lo sei stato, caro il mio cerbiatto-

-Tsk…deliri di una donna- commentò sonoramente.

Questa no, che non gliela lasciava passare. Cominciò a ricoprirlo di pugnetti.

-Sembra che tutto sia tornato normale- notò Gaara assistendo la scena.

-Mah…ci vorrà un po’…ma Shikamaru la fa rimanere attiva-

-A sue spese- fece ironico il Kazekage.

Nel mentre i due erano arrivati di fronte ai fratelli. Temari si posizionò alla sinistra di Gaara.

-Beh allora ci vediamo ragazzi-

I ninja della Sabbia risposero e si incamminarono. Proprio come una volta il trio se ne andava prendendo commiato da Shikamaru che gli salutava con il suo sorrisetto.

La ragazza si voltò di colpo corse incontro al moro, gli gettò le mani al collo.

-Volevi andartene senza salutare?-

Si baciarono mettendoci dentro tutta la passione, l’amore scorreva fra di loro.

-Mi aspetti vero?- mugugnò la giovane.

-Basta che non torni più con le tue sorprese- ribattè ironico –Tem lo sai che ti amo vero?-

-Come mai questa dichiarazione? Io lo sapevo già- esclamò allegra con l’aria di chi la su lunga.

-Seccatura delle seccature-

In cambio gli diede un bacio.

-Riguardati- le consigliò dolcemente lo shinobi.

-Non preoccuparti, Nara non sono mica debole come te- rispose spavalda.

Shikamaru confermò l’affermazione. –E allora perché me l’hai detto?-

-Appunto perché sei tu, potresti finire contro un albero prossima volta-

La situazione era pericola e bisognava muoversi con rapidità: la bacio un’altra volta.

-Piccolo bastardo ormai mi conosci bene- detto questo Temari riprese il possesso delle sue labbra.

-E meno male se no che fidanzato sarei?-

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Ultimo mega-capitolone!                    E ora puoi dirsi felicemente conclusa!
Piaciuta la sopresina? beh forse non era delle più liete. Poveri Shika e Tem....

Cmq vorrei ringraziare tutte coloro che l'hanno seguita e soprattutto chi la recensita!

violettamiciomia: ciao ehm...*me imbarazzata* mi dispiace. Se eri tanto curiosa di veder crescere la piccola peste dei Nara, puoi andare a leggere un'altra mia fic "unire due vite". tranquilla come ho già precisato la caratterizzazione dei personaggi è molto simile. per il titolo  non saprei perchè mi serviirebbe qualcosa che dica un po' della trama che il mio non dice il tuo molto di più, ma...boh..cmq grazie mille davvero ^///^

giusygiu: salve"! spero che l'ultimo capitolo ti sia piaciuto. purtroppo niente avversaria: in questo ho tentò di mettere  meno persone possibile al di fuori dei due (quasi impossibile visto gli amici impiccioni che si ritrovano). Poi Ino non è essenzialmente una nemica di Tem (Shiho si e lasciamo stare gli ultimi capitoli del mangagrrr) è stata creata così dai fan. Ma sappiamo che Tem è la migliore no?
anche a te davvero tante grazie per aver seguito la fic, speriamo di risentirci presto



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