I monologhi interiori di una scrittrice proveniente da Saturno.

di Destiny_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo o dello scrittore. ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo o della ciccia. ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo o dello scrittore. ***


I monologhi interiori di una scrittrice proveniente da Saturno.


 

Capitolo primo o dello scrittore.

 

 

Quante volte ci troviamo a discutere con noi stessi, consci del fatto che qualunque vaccata diciamo, nessuno ci sta ascoltando?

Io direi parecchie volte.

Non per questo adesso tu, caro lettore, stai leggendo questo mio monologo.

Unica differenza la forma, vista la tua attuale locazione di fronte al monitor di un computer. (O di quel dispositivo mobile altresì detto "cellulare". O, per i più moderni avanguardisti, di un tablet.)

Gli esseri umani sono creature amanti dell'attenzione [citazione necessaria], e no!, non negarlo, mio caro lettore. So benissimo, in quanto posseggo facoltà mentali aliene [megalomania necessaria], che tutti noi assidui scrittori di questo sito nominato EFP bramiamo recensioni nemmeno fossimo zombie affamati di cervelli in una ipotetica ed irrealizzabile apocalisse. E poi, le apocalissi zombie ci sono solo negli USA o sbaglio?

Prima di passare al sodo -non l'uovo sodo, s'intende- è però necessario che tu, lettore, prenda un vocabolario e cerchi la definizione di "scrittore".

Or ora, ci aspettiamo tutti un bel pataccone che elenchi tutto per filo e per segno, vero?

E invece no. Il nostro amico vocabolario ci lascia col sale in bocca, con una semplice, scarna e poco approfondita definizione.

 

 

scrittore [scrit-tó-re] n.m. [f. -trice] chi scrive

opere che hanno un intento artistico: scrittore

di romanzi, scrittore di commedie.

 

 

Una normale, comune persona umana qualunque potrebbe anche accontentarsi.

Non io. Tralasciando il fatto che mi ritengo Saturniana dichiarata [citazione necessaria] e che di conseguenza non appartengo al genere terrestre.

 

Chi è dunque questo scrittore, secondo la mia mente aliena?

La definizione del caro vocabolario ce ne da un accenno. Ma che ne è della parte veramente relativa allo scrittore?

 

*sistema sul naso un paio di occhiali palesemente finti*

 

Gli scrittori sono generalmente persone. Le persone possono essere scrittori. Gli scrittori sono persone. Sono persone come tutti gli altri? Ahahahahah NO.

Perché? Ebbene, io, mente superiore, vi esplicherò come sono giunta a questa conclusione.

 

Prendiamo un soggetto ipotetico, in questo caso la mia controparte umana. (Sto parlando con te, corpo del quale ho assunto il controllo.)

La nostra scrittrice è rilassata, accende il suo computer portatile fisso, visto che ha la batteria fusa e se lo stacca dalla corrente si spegne, lancia qualche improperio quando lo schermo si pianta, si fa aria con un libro a caso prelevato dalla sua caotica scrivania perché si schioppa di caldo, si accorge che la caffettier-HEM, il computer si è ripigliato e apre il documento di testo.

Il soggetto vorrebbe scrivere. Il soggetto ha una momentanea ispirazione. (Posa il barattolo di Nutella, quella non è fonte di ispirazione ma di lardo, e poi mica eri a dieta?) Il soggetto scrocchia quindi le dita quasi procurandosi una tripla frattura delle falangi del medio. Il soggetto inveisce.

Dopo aver ripreso il controllo delle proprie facoltà mentali grazie a molteplici saltelli sul posto e urla al vento, la scrittrice è finalmente pronta per posare le dita sulla tastiera. Con grazia estrema appartenente ad un bue muschiato [sarcasmo necessario], il soggetto inizierà a scrivere le prime righe, che ovviamente consisteranno in una descrizione del luogo nel quale si svolge la vicenda, descrizione talmente lunga che a Dante e alla Commedia ci fa un baffo. Il soggetto si appisolerà sulla tastiera e al suo risveglio scoprirà che ha cancellato tutto quanto.

Il soggetto sarà emotivamente instabile e distrutto. Scriverà quindi l'introduzione per un titolo Drammatico. Dopo aver scelto i personaggi, che puntualmente saranno una sedicenne con crisi depressive perché quel tipo che le piace non la calcola e l'unico che le viene dietro è il migliore amico che è anche carino, ma no, lei vuole il teppista macabroso, e per l'appunto il suddetto teppista, la scrittrice avrà una crisi di nervi perché già odia la protagonista. La farà quindi suicidare perché hey, non è drammatico se qualcuno non schiatta.

Avendo quindi liberato i suoi istinti assassini, il soggetto sbatterà più volte la testa al muro. In questo modo farà una sottospecie di trip mentale che lo porterà a decidere che SI!, il genere Sovrannaturale è perfetto. Il soggetto inizierà a scrivere e continuerà per una ventina di pagine, per poi accorgersi alla fine che il brano è zeppo di cliché. La scrittrice decide comunque di pubblicare il suo lavoro, e sta per salvare il file di testo quando ZAC!. Salta la corrente. E siccome il suo portatile non tiene batteria e vive attaccato alla presa, ha perso tutto quanto. La scrittrice inveirà contro il computer, contro il tempo, contro la casa, conto il gatto grasso che dorme sul suo letto e contro un numero imprecisato di politici che, in questo caso, non hanno proprio combinato nulla.

Il soggetto riaccenderà il contatore che si trova, puntualmente, in cantina. Avrà così una nuova illuminazione (Sicura che quella fosse polvere?) e deciderà di scrivere un horror. Anche se non ne ha mai scritti. Anche se non le piace il genere. Scriverà dunque un branetto "creepy" che non fa paura nemmeno al chiwawa dei vicini, pieno anch'esso di cliché. Lo leggerà al fratello che le dirà che si è mangiata qualche cucchiaio di Nutella di troppo, e cancellerà così il brano.

Per risollevarsi il morale il soggetto verterà sul genere romantico. Mentre scriverà la dura, durissima vita della 16enne protagonista la scrittrice verrà sommersa dai #FEELS, piangerà sulla tastiera del computer che deciderà che no, quella pappardella mielosa non gli piace e quindi farà chiudere di botto il documento di testo. Anche questa volta, il soggetto non aveva ancora salvato.

Il soggetto avrà una crisi psicotica, prenderà a pugni i muri, a testate la scrivania e a calci il comodino, poi vedrà il suo gatto grasso fare un salto che nemmeno una cavalletta, e avrà una nuova illuminazione. (Decisamente, la Nutella ti fa male.) La scrittrice si dirà che il fantasy è il genere che fa per lei. Creerà quindi rigorosamente ventordici protagonisti con nomi impronunciabili che non ricorderà mai, di cui un quarto saranno belli, bellissimi, fenomenali elfi, metà saranno semplici umani e il restante quarto una specie non identificata [gli psicologi che seguono la scrittrice presumono siano dei pandacorni, dei coccoratti o degli ermegatti]. Ovviamente la scrittrice necessiterà di un cattivo, che puntualmente sarà uno dei protagonisti, infiltrato nel gruppo in incognito perché no, creare una storia dietro a tutto quanto è troppo mainstream. Alla fine il soggetto farà leggere il lavoro a millemila conoscenze, che le diranno puntualmente che fa ridere i cammelli. Il soggetto per il momento abbandonerà il genere fantasy.

Alla fine, la scrittrice deciderà che se proprio deve scrivere qualcosa, tanto meglio che si dedichi al celebre flusso di coscienza di Joyce, sparandosi tre barattoli di Nutella, intervallando il tutto con pianti, urla, schizzi isterici e dialoghi col gatto che in teoria vorrebbe solo ronfare sul suo letto.

 

Ed è così che la scrittrice arriva alla conclusione che parlare da sola ad un ipotetico pubblico è la cosa migliore. Ed è così che nasce questo testo, che spiega l'esistenza dei coccoratti.

 

(No, cosa? Rivoglio il controllo della tua mente, umana! E metti giù la Nutella.)







---------------------------(Angolo di quella che deve smettere di mangiare Nutella.)-------------------------------

Heylà, ci si rivede!
Ebbene si.
HO FINITO GLI ESAMI. Che bello. Ora sono libera di scrivere tutte le vaccate che vogl- ah siete qui. Salve.

Come mi è venuta in mente questa malsana idea?
Stavo studiando. E all'improvviso ZAC. Ed ecco come è nato tutto questo.
Questa sarà una breve serie di non so quanti capitoli, ognuno a se stante e non concatenati xD
Che dire, demenza allo stato puro, YUPPIE.

Beh, vi siete divertiti? xD
Fatemi sapere, eh :'3
Suggerimenti per un prossimo monologo sono sempre ben accetti! :'D

Grazie a chi leggerà e recensirà questa storia un po' pazza, a chi la inserirà tra i seguiti e anche a te, lettore fantasma, che si, continuerò sempre a parlarti perché MI VA, che spenderai cinque minuti a leggere questi scleri mentali mica tanto normali XD

A presto, fantasmi!
Des.

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Capitolo 2
*** Capitolo secondo o della ciccia. ***


I monologhi interiori di una scrittrice proveniente da Saturno.



Capitolo secondo o della ciccia.

 


Ci sono due aspetti fondamentali del quale il genere dello scrittore soffre.

Il primo è la quasi totale assenza di interazioni umane col sesso opposto.

(Hey, tu, corpo da me posseduto, smettila di fissare lo screenshot di quel tizio del manga che adori. È inquietante. E poi stai sbavando nel barattolo della Nutella.)

Tasto dolente?

Ah, ma il peggio deve ancora venire.

L'altro mortale nemico dello scrittore -anche se sembra colpire più frequentemente il genere femminile (Cosa? Nooo, non sto parlando di te, corpo da me posseduto.)- è lo sport.

 

*colpo di tosse teatrale*

 

Se ci sono due cose che non andranno mai di comune accordo in questa desolata landa chiamata "Terra" sono proprio la scrittrice e le conseguenze del suo fidato barattolo di Nutella, ehm, volevo dire, del cibo da lei ingurgitato.

(Posa quella brioche, bellezza.)

 

Come tutti voi ben saprete, il genere dello scrittore ha un rapporto estremamente conflittuale col cibo, alternato da scatti d'ira e da improvvise manifestazioni di affetto.

E tutto questo ha delle conseguenze?

 

Ovvio che SI.

 

Per esemplificare anche tale caso, possiamo prendere in esame l'essere del quale ho acquisito il pieno controllo. Parlo di te, che stai racimolando dal barattolo di Nutella gli ultimi resti del ghiotto alimento per brufoli e cellulite.

 

Arriverà un giorno, e tutti quanti ne sarete sicuramente a conoscenza, nel quale il soggetto dovrà affrontare la prova della bilancia.

Il soggetto richiamerà a se tutte le divinità a lui conosciute, che esse esistano realmente o no, che siano stabilite da dettami religiosi o dalla sua immaginazion- no, non credo che "L'Oscuro Signore della Nutella Infinita" esista. [bontà dell'anima, perché questa non è ancora internata?]

Dunque, dopo aver pregato in aramaico, in ostrogoto, in un giapponese improvvisato e persino in himalayano, la scrittrice si deciderà a "sottoporsi alla prova". Cioè, salire sulla bilancia.

La scrittrice avrà ovviamente impresse a fuoco nella testa le cifre di quattro anni prima, quando ancora aveva un peso da lei considerato umanamente rispettabile.

Peccato che vita sedentaria e Nutella a vagonate (La vedo la tua collezione di barattoli vuoti, sai?) non vadano d'amore e d'accordo quasi tanto quanto Titti e Silvestro.

 

Dopo aver constatato che si, quei 15 chili esistono effettivamente e che non è sotto effetto di allucinogeni (Ma scherzi? Con tutta la Nutella che mangi nemmeno un anestetico per elefanti ti fa dormire.), la scrittrice avrà un colpo al cuore. Non si sa se sia causato dalla Nutella in eccesso o da fattori alla mia mente superiore sconosciuti.

 

La scrittrice prenderà ad inveire in un simil-inglese che nemmeno Mr. Bean, per poi trascinarsi sul letto e sfogare la sua ira pizzicando la ciccia del suo gatto grasso.

Ed è proprio qui, mentre il gatto grasso cerca la sua vendetta lasciandole un rigurgito di palle di pelo sul cuscino, che alla scrittrice viene in mente quella folle, temeraria e rischiosa idea, che si concluderà con una frase urlata scenicamente fuori dalla finestra mentre i vicini annaffiano i fiori.

 

"Da oggi mi metto a dieta!"

 

*risate incontenibili*

 

No ma, l'avete sentita? Dieta ha detto, dieta!

Perché questo suscita in me così tanta ilarità?

Prego, continuate a seguirmi in questo monologo, increduli umani, e lo scoprirete.

 

La scrittrice, racimolate tutte le forze in suo possesso -un criceto che ha fatto la maratona sulla ruota avrebbe più stamina di lei-, si recherà in cucina per scoprire -si, scoprire- quali cibi sani si celano nel suo frigorifero.

Troverà un cespo di insalata mezza appassita, un pomodoro molliccio, un paio di carote posse, una mozzarella light già aperta -si certo, perché c'è dentro meno porcheria, contaci- risalente al medioevo da quanto puzza, del prosciutto ammuffito che probabilmente nemmeno il suo gatto grasso vorrà e qualche mela con la buccia raggrinzita.

 

Così poco, direte? Si, così poco. La dieta della scrittrice consiste prevalentemente in Nutella, brioches, patatine e le barrette di cioccolato della Milka con dentro gli Oreo che, mamma che bontà, mamma che delizia, mamm- 1200 CHILOCALORIE? OGNI QUATTRO QUADRATI?

(Gettale. Subito. Quelle non le vogliono nemmeno nel girone dei Golosi, giù all'Inferno Dantesco.)

La scrittrice ovviamente si nutre anche di pasta e riso al sugo -porzioni della nonna che se non fai il tris pensa che sei denutrita-, di bistecca cotta con olio e cipolla, di lasagne e gnocchi della nonna e dei sofficini Findus surgelati perché andiamo, Carletto è troppo simpatico. [citazione necessaria]

Ah, ovviamente sofficini ai funghi, quelli al pomodoro sono troppo mainstream. E poi in quelli coi funghi c'è più formaggio.

 

La scrittrice si metterà quindi in testa che per tutta l'estate tirerà avanti ad insalata e ghiaccioli al limone.

 

Il primo giorno si sveglierà carica, alla modesta ora delle 12:37, dopo che la madre l'avrà sbattuta giù dal letto perché è pronto in tavola. E ovviamente, proprio quando si è messa in testa che "No!, alle calorie in eccesso!" la madre cosa cucina? La pasta al pesto. Che la scrittrice adora. E quindi sappiamo benissimo che si, farà il tris, sempre che il fratello aspirapolvere non divori tutto: cosa che non accadrà, perché la scrittrice gli mozzerà le mani pur di mangiarsi la sua pasta al pesto. Dopo ciò, invece di farsi un giro per smaltire tutto, la scrittrice si chiuderà in camera a smanettare intanto che pensa a quel figo del personaggio del manga che sta leggendo. A merenda sarà tentata da una mela ma no!, la madre quel giorno ha fatto la spesa e guaaarda, le brioche Pan di Stelle! A cena, come se ciò non bastasse, ci sarà la frittata. Frittata che sta in un piatto della pizza talmente è grande. Come? La dividono? Ma cosa, ma cosa, quella è una porzione. E dopo lo spuntino di mezzanotte con le Gocciole Pavesi (Perché solo con le gocciole la tua giornata cambia da così a così! [citazione necessaria]) la scrittrice andrà a letto. E per quel giorno, ciao dieta.

 

Ma no!, ancora non si dispera. Perché andiamo, c'è ancora il resto della settimana!

 

Il giorno dopo si sveglierà quindi di buon umore, sentento il profuno...delle lasagne di mamma.

 

L'avete sentito, l'urlo agghiacciante? Era la scrittrice, che si è appena resa conto che è il terzo anno di fila che cerca di mettersi a dieta. Scontato dirlo, senza alcun risultato.

 

E fu così che la scrittrice ritrovò il suo peso forma...aumentato di 15 chili.

E ora scusatemi, ma c'è un piatto di lasagne che mi attende.



 

------------------(Angolo di quella che forse a quest'ora dovrebbe dormire)------------------
Ebbene si, miei prodi seguaci!
Sebbene questa sia una tarda ora della notte (Esageraaata, è solo mezzanotte e mezza.) io son qui, a postare un nuovo capitolo di questa serie di cose senza senso elaborate dalla mia mente superiore!

Ringrazio tutte le persone che hanno recensito il mio primo capitolo, sappiate che sto ancora squagliandomi dalla tenerosaggine. Si, so essere emotiva, a volte XD

Detto ciò, spero di non aver deluso le vostre aspettative con questo capitolo :'')

Ecco quindi la mia solita tiritera, non mi stancherò mai di scriverla ogni santa volta XD

Grazie a chi leggerà e recensirà, a chi inserirà questa serie di racconti senza senso apparente tra le seguite e grazie anche a te, lettore fantasma, che hai prestato dieci minuti del tuo prezioso, preziosissimo tempo a dar retta ai miei deliri XD

Beh fantasmini cari, a presto!

Des.

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