Una strana conoscenza

di MaryS5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° capitolo ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


Ero straiato sulla poltrona del mio salotto.

Faceva caldo per essere una giornata d’aprile e la maglietta a maniche lunghe non mi aiutava affatto.
Stavo pigramente controllando la posta, in molte buste il mio nome risaltava accanto a quello della mia agenzia investigativa.
Non c’era niente di interessante, solo bollette e qualche lavoretto noioso.

Da quando i ragazzi erano andati via ed io ero stato promosso come membro del consiglio, la vita era diventata più monotona, niente missioni, niente battaglie, niente enigmi, niente titani nascosti o meglio “ adesso non dovevo più occuparmene io”, mi aveva detto Metz.
Ora che la spirale era stata sconfitta e l’organizzazione non era più un problema, ero superfluo e spesso mi ritrovavo a casa mia a non fare assolutamente nulla.
Proprio come in quel momento.

Presi in mano una busta dove era espressa una richiesta di lavoro da parte di una ricca signora che non trovava più il suo “ Fuffy”, l’ennesima storia di gatti scomparsi.
Certo, la ricompensa era molto cospicua, ma a me non servivano i soldi, mi serviva L’AZIONE.
Non credevo nemmeno di essere stato uno dei più grandi cercatori eppure non era passato così tanto tempo.

Mi mancava la mia squadra.
Mi mancavano tanto Lok e Sophie, i due giovani cercatori che un tempo dovevo addestrare e che adesso, quasi, arrivavano a superarmi.
Mi mancava Cherit, che aveva deciso di seguire Lok piuttosto che rimanere a vivere con me.
Infondo non potevo certo biasimarlo. Era un titano non un animaletto da compagnia!!

Ma più di tutti mi mancava Zhalia. Come avevo potuto lasciarla andare via? Infondo io provavo qualcosa per lei e la provavo anche in quel momento, oppure no, era stata solamente una piccola cotta?
Come quelle che colpiscono i ragazzi, facendogli perdere la testa.
Ma io non ero un ragazzino, nonostante ciò non riuscivo a capire ciò che realmente provavo.

Non riuscivo a smettere di pensare al modo in cui era andata via.
Fu un giorno come gli altri, quando mi informò di dover partire. Ciò non mi preoccupava particolarmente, lo faceva tante di quelle volte, ma stavolta mi confessò che non sarebbe tornata.
In quel momento la mia vita cominciò ad andare in frantumi. Non avevo avuto il coraggio di impedirle di partire, di dirle che l’amavo.
Certo, una volta andata via provai a chiamarla, ma la vocina dall’altra parte dell’apparecchio mi informava che, probabilmente, aveva cambiato numero.
Forse era per lei che non le avevo detto niente, pensavo che non ricambiasse i miei sentimenti, ma adesso era inutile pensarci.

Con gli altri due ragazzi, invece avevo mantenuto i rapporti.
Lok e Sophie erano entrati a far parte di una nuova squadra e qualche volta li incontravo alla base oppure li invitavo a casa, con la scusa di farmi raccontare i loro progressi.

Quelli erano gli unici momenti veramente felici della mia vita ormai eccessivamente monotona.

Guardavo ancora la busta che tenevo fra le mani, sapevo contesse un’altra richiesta di lavoro, ma in quel momento non avevo proprio voglia di aprirla.
Sbuffando lanciai la lettera sul tavolino davanti a me e mi abbandonai sullo schienale della poltrona, mettendomi il braccio sugli occhi che cominciavano a pizzicarmi.


Il campanello mi risvegliò da quel momento di tranquillità. Strano, quasi nessuno veniva da me, almeno non a quell’ora.
Pensando che fosse la mia vicina mi diressi, strascinando i piedi come un bambino, all’ingresso.

Non avevo la più pallida idea che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata drasticamente, una semplice visita avrebbe scombussolato i miei piani futuri, non che fossero così interessanti.

Aprì velocemente la porta e sbiancai di colpo.
Sentivo che le gambe stavano per cedermi e percepivo il sudore scorrere nelle tempie.
No, stavo sognando, non poteva essere vero, sicuramente mi ero addormentato sulla poltrona, era più comoda di quello che sembrava.

<< ciao>> la voce fioca della donna che avevo di fronte mi rimbombò nelle orecchie.
Ancora con la bocca leggermente spalancata provai a pronunciare qualche parola, << Z- Zhalia!>>.

Dovevo sembrare un vero cretino, con la bocca aperta e gli occhi spalancati e, a confermare quest’idea, c’era la donna che mi guardava preoccupata. << scusami tanto se non mi sono fatta sentire per molto tempo, mi sento una persona orribile a venire qui dopo quello che vi ho fatto.
Dovevo almeno informarvi un po’ sulla mia vita, invece non vi ho mai rintracciati in nessun modo. Scusami.>> mi disse abbassando lo sguardo.

<< cosa vuoi?>> le chiesi, con un tono più freddo di quello che volessi usare realmente.
Non sapevo se ero arrabbiato o se ero felice, sentivo solo una voglia irrefrenabile di piangere senza motivo.

<< vorrei chiederti un grande favore. Non sarei venuta se non fosse stato veramente importante e sento che tu sei l’unico a cui lo possa chiedere.>> confessò mentre i suoi occhi cominciarono a diventare sempre più lucidi.
Non riuscii a resistere a quello sguardo e mi scostai dalla porta facendole segno di entrare.
No, non ero arrabbiato, non con lei, sentivo che era colpa mia. Forse la feci entrare per ciò che aveva detto. Si fidava solo di me e io sentivo di non doverla tradire.

Lei mi ringraziò dirigendosi dentro casa a passi lenti.
Solo in quel momento mi accorsi di una piccola bambina appiccicata alle gambe di Zhalia.
Mi guardava spaventata con due occhioni enormi e cercava di nascondersi dal mio sguardo come poteva.
Non riuscivo a dire niente, avevo tante domande da fare alla cercatrice come: “ quella bambina è con te oppure si è imbucata?”, ma lei si sedette sul divano e mi fece segno di avvicinarmi, sicuramente mi avrebbe spiegato tutto.

Scuotendo la leggermente le testa, forse per provare che non era realmente un sogno.
Chiusi la porta e mi diressi lentamente verso la poltrona, dove ero stato seduto precedentemente, mentre Zhalia prendeva la piccola per i fianchi, sollevandola e la faceva accomodare, delicatamente, sulle sue gambe.

Guardai attentamente la cercatrice, era vestita in un modo piuttosto strano.
Aveva il solito stile di stivali di sempre, i soliti jeans aderenti, ma portava un grosso giubbotto che la faceva sembrare più robusta di quello che era. In realtà sembrava più magra di quando ricordassi, al di là degli spessi vestiti.
Notai che dalla fine delle maniche del giubbotto si vedevano quelle della maglietta che avevano due buchi ai lati, dove lei aveva infilato i pollici, quasi come guanti.
Lo trovavo strano, visto il caldo di quel periodo.

Mi accomodai sulla poltrona, passando lo sguardo alla piccola sconosciuta.
Poteva avere si e no 3-4 anni, se non di più. Aveva dei lunghi capelli neri, legati in due graziose codine che le ricadevano sulle spalle e indossava un elegante vestitino verde decorato ai bordi da fiorellini colorati.
Mi guardava ancora in modo spaventato, come se fossi un orco orribile di una palude sconosciuta. Ero davvero tanto brutto? Mi ritrovai a chiedermi se mi ero rasato quella mattina. Eppure mi sembrava di aver mantenuto lo stesso fascino di sempre.
Forse la vita che avevo cominciato a condurre mi stava riducendo veramente male.

<< allora … >> Zhalia mi risvegliò ancora dai miei pensieri.
<< beh … non so da dove cominciare>> mi confessò imbarazzata.

<< puoi cominciare raccontandomi cosa hai fatto in tutto questo tempo>> le dissi, con un tono ancora abbastanza freddo.
Non riuscivo a capire perché mi mostravo così arrabbiato, forse volevo solo spiegazioni, oppure altre scuse, tanto per confermare che avevo ragione io, anche se una parte di me lo riteneva impossibile.

<< giusto, ma prima passiamo alle presentazioni >>, mi disse rivolgendo lo sguardo alla piccola che a sua volta la guardò velocemente sfoggiando un debole sorriso. << lei è Lily, mia figlia>>.

A quelle parole sentii il cuore fermarsi.

Perché non mi aveva detto una cosa così importante? perche?!? Eppure aveva detto che ero l’unico di cui poteva fidarsi.

Non ascoltai minimamente ciò che disse subito dopo, probabilmente stava parlando con la bambina, dicendole il mio nome e raccontandole un po’ di me.
Ero troppo concentrato ad osservare precipitosamente le dita della cercatrice supplicando che ciò che pensavo non fosse vero.
Appena lo vidi mi bloccai abbassando rassegnato lo sguardo sulle mie mani che si stavano torturando a vicenda.

Un piccolo anellino d’orato risaltava splendendo sul suo anulare.
<< perché?>> sussurrai abbastanza forte da interrompere il suo discorso.
<< mi dispiace di non averti detto niente, ma ero spaventata da questa situazione. Lasciami spiegare>> mi disse per poi controllare precipitosamente l’orologio e subito dopo sbiancare un po’.
Vidi che aveva allacciato l’orologio sopra la maglia del braccio sinistro, ma non ci feci molto caso ero troppo sconvolto. << scusa, ma non ho molto tempo, quindi ti spiegherò tutto velocemente>>, non ebbi il tempo di dibattere che lei cominciò a spiegare.

<< quando ho detto di andare via per sempre, non lo pensavo realmente, volevo solo allontanarmi per un po’ da voi, solo per provare a vivere sola, com’era prima di conoscervi. In quel periodo sentivo che mancava qualcosa nella mia vita e pensavo fosse il bisogno di un po’ di indipendenza. Poi tutto è cambiato. Ho incontrato un uomo in un piccolo pub, Jeff. Ci siamo conosciuti e frequentati per un po’. Ho scoperto che anche lui è un cercatore.>>
Mi sorpresi che nominasse i cercatori così leggermente davanti a sua figlia, forse anche la piccola conosceva il mondo dei titani.
Continuai a concentrarmi sul discorso, << era così dolce e gentile. Poi è successo tutto velocemente. Un giorno mi ha chiesto di sposarlo e io non ho saputo dire di no. Subito dopo ho scoperto di essere incinta … >> si interruppe un attimo ed io rimasi in religioso silenzio.

La vidi abbassare lo sguardo, non sembrava molto contenta di ciò che mi stava raccontando, come era possibile? mi stava descrivendo uno dei momenti più felici nella vita di una donna.
<< … è nata Lily, la cosa più bella che io abbia mai fatto>> a quelle parole la bambina arrossì leggermente, mentre io mi sentì invadere da un moto di gelosia.
Possibile? Ero geloso di una piccola bambina? << adesso ha 3 anni e mezzo!>> mi informò sorridendo alla piccola. Beh almeno su quello ci avevo azzeccato.

Feci un cenno con la mano a Lily, in segno di saluto, che, a sua volta, mi sorrise imbarazzata. << voi invece? Come ve la passate?>> mi chiese arrossendo un po’.

Quella domanda mi fece salire un velo di rabbia che cercai di reprimere e fortunatamente ci riuscii. Mi era mancata veramente tanto, non avrei minimamente immaginato che, mentre io stavo qui a girarmi i pollici, lei si costruiva una famiglia.
Mi sentivo tremendamente frustrato.

Accorgendosi che io non avevo l’intenzione di rispondere, continuò lei << come va con il consiglio? E Lok e Sophie? Come stanno? Hanno finito la scuola? Come mai Cherit non è qui? Vive ancora con te?>> a sentire tutte quelle domande mi sentii un po’ più felice.

Allora le importava di noi. Ma non capivo perché non arrivava subito al punto. Era una cosa tanto grande quella che mi avrebbe chiesto?.
<< beh. Con il consiglio va tutto bene … >> risposi finalmente con la voce un po’ rauca.
Mi schiarii la gola e poi continuai, << sai com’è? Lavoro d’ufficio … “ carta, carta, carta e dal capo a riferire!”>> dissi cercando di alleggerire un po’ l’aria di tensione che si era istaurata nella stanza. Poi continuai, non volevo farla andare via tanto in fretta, qualsiasi cosa avrebbe dovuto fare, doveva aspettare.
<< i ragazzi stanno bene, più che bene direi! Sono entrati a far parte di una nuova squadra e Metz dice che tra poco tempo ne avranno una tutta loro! Stanno diventando proprio bravi, si impegnano tanto …>> abbassai lo sguardo, mentre lei mi guardava sinceramente contenta.
<< hanno finito il liceo e sorprendentemente Lok è passato con ottimi voti! Sophie si è iscritta all’università, anche se passa molto tempo alla base, riesce a orientarsi bene tra lo studio e le missioni. Mentre Lok ha deciso di concentrarsi di più sui cercatori, si allena ogni giorno e, nel tempo libero, cerca un lavoretto da fare che lo tenga un po’ impegnato nei periodi di riposo e che gli permetta di mettere un po’ di soldi da parte. Cherit ha deciso di seguire i ragazzi nelle missioni, quindi sta con Metz, così è più sicuro. >> mi bloccai pensando a cosa avrei potuto aggiungere. << mamma, chi sono Lok e Sophie? >> chiese la piccola dopo aver aspettato pazientemente che io smettessi di parlare.

Aveva una vocina così carina e sembrava tanto educata che mi fece sorridere. << sono due ragazzi molto simpatici che prima della tua nascita lavoravano con me e con lo zio Dante.>>

Lo zio Dante? Lo ZIO DANTE?!? Quella parola mi riempì di gioia. Aveva parlato di me alla bambina! Non potevo esserne più felice.
Allora non si era dimenticata della sua vecchia squadra! nonché i suoi migliori amici.
<< mentre Cherit è … >>, << il titano che viveva in questa casa con lo zio vero?>> chiese interrompendola.

Detta da Lily risuonava molto meglio.
Non riuscii a trattenere un raggiante sorriso, mentre Zhalia annuiva. << pensavo che fosse qui, così potevi giocare un po’ con lui, ma è andato via.>> continuò la donna.

<< cosa volevi chiedermi?>> le dissi senza trattenere la felicità che provavo in quel momento, sembrava che mi fossi dimenticato che era tornata appena cinque minuti fa da un viaggio durato qualche anno.
Ero curioso di sapere cosa mi avrebbe detto.

Lei si rabbuiò un po’ e strinse leggermente la piccola a se cominciando a parlare. << ecco … i- io e … io e J..>> la invogliai a parlare con un cenno della mano.
<< io e Jeff dovremmo … partire per qualche giorno …>> mi confessò abbassando di più lo sguardo, sembrava non volermi guardare. In effetti il mio smagliante sorriso era sparito, per fare posto ad un’espressione a dir poco sconvolta e irritata.

<< è per una questione di lavoro piuttosto pericolosa, capisci?>> mi disse indicando la bambina con un cenno del capo.
<< ho bisogno che tu tenga Lily per un po’ >>, sembrava realmente imbarazzata.
Io invece avevo praticamente la bocca spalancata, mi aveva preso per un baby-sitter?!!
<< scusami, ma tu sei l’unica persona di cui mi fidi veramente per lasciarti la cosa più preziosa che ho.>> mi disse guardandola con le lacrime agli occhi. << mi farai questo favore? >> Disse ancora.
Senza rendermene conto annuii leggermente, ancora con la bocca spalancata.

Non avevo minimamente riflettuto su ciò che mi aveva appena detto.

Si alzò velocemente, non dandomi nemmeno il tempo di capire ciò che stava succedendo e continuando a ringraziarmi posò Lily a terra e uscì di casa, senza smettere di parlare, insieme alla bambina che la rincorreva frettolosamente con gli occhietti leggermente umidi.
Con una velocità impressionante prese una valigia dalla macchina che aveva posteggiato davanti casa mia, mentre io mi posizionavo lentamente allo stipite della porta, per guardare cosa stava facendo.

Ancora riflettevo su quello che avevo fatto. Non ricordavo nemmeno di averle detto di si!

La confusione che si venne a creare fu troppa e non mi aiutò affatto a pensare! Zhalia parlava ininterrottamente, ringraziandomi di tanto in tanto e muovendosi rapidamente.
La bambina la seguiva comminandole letteralmente appiccicata e la chiamava con la vocina flebile e gli occhi sempre più lucidi.
Io non mi sentivo nemmeno parte di quella situazione che si era venuta a creare.

Stavo immobile, rigido come un manico di scopa, a guardarla andare avanti indietro.

Appena si mise, anche lei, davanti alla porta aperta e si accovacciò all’altezza della piccola mi concentrai su di loro, mettendo da parte i pensieri.

<< ok! tesoro mio, vedrai che starai benissimo qui. La mamma tornerà presto a prenderti e dopo ti comprerò il gelato più grande che tu abbia mai mangiato!>> le disse abbracciandola, come una brava madre. << mi raccomando tesoro, fai la brava e non fare arrabbiare lo zio, ascoltalo sempre e non fare i capricci, chiaro?>>. Lily annuì piano, mentre la madre la abbracciava ancora, per poi alzarsi e rivolgendosi a me.
<< allora. Lily non sa ancora vestirsi da sola, quindi la dovrai aiutare. Per dormire ha bisogno della sua bambola che è dentro la borsa. Non farle mangiare cose troppo dolci e preparale qualche minestrina, ne ha bisogno una volta tanto ..>> mi disse sorridendo, << il resto te lo dirà lei, è una bambina molto matura, nonostante l’età! … >>, si girò un attimo sorridendo a Lily.
<< … per qualsiasi cosa chiama a questo numero. >> disse porgendomi un bigliettino bianco. << ma credo che alcune volte il cellulare sarà spento … >> si rabbuiò un attimo, poi si rivolse ancora a me.

<< grazie per quello che stai facendo, te ne sarò per sempre grata!>>, mi diede un leggero bacio sulla guancia che mi fece toccare il cielo con un dito.
Poi lo diede anche a sua figlia e salutandola si diresse velocemente verso l’auto. << aspetta una attimo!! Ma quando torni?!?!>> le urlai guardandola preoccupato.
<< scusami, ma devo proprio andare, sono in un tremendo ritardo!!>> si scusò per via della fretta aprendo lo sportello della macchina dalla parte del passeggero.
<< tornerò prima di qualche mese, forse due o anche meno!!>> mi disse entrando in macchina.

Mentre ci salutava con la mano, con un finto sorriso e con gli occhi umidi, la macchina cominciò a muoversi.
Mi accorsi di sfuggita di un uomo al posto di guida, piuttosto robusto, con i capelli corti, forse marrone chiaro, quasi biondo, che ci scrutava con uno sguardo arrabbiato.
Sembrava un tipo abbastanza muscoloso.

Forse era il padre della bambina, ma allora perché non era sceso? Perché non si era presentato? Ma soprattutto, perché non aveva salutato Lily e aiutato Zhalia con la valigia?

Continuai a guardare l’auto fino a quando non sparì completamente.
Mi girai vero la bambina che mi osservava a dir poco terrorizzata.




Angolo dell’autrice: salve a tutti!!!
Questa è la prima storia che scrivo su Huntik quindi, per favore, siate comprensivi e ditemi che ne pensate.
Mi scuso in anticipo, ma non potrò aggiornare con frequenza per via di un problema con internet. Spero che nonostante ciò continuerete a seguire la storia, farò il possibile per pubblicare i capitoli più velocemente possibile. Per via di questo problema non potrò rispondere alle recensioni velocemente.
Grazie della comprensione.
Grazie a coloro che hanno letto, che continueranno a farlo e soprattutto chi recensisce.
A presto!! Ciao!!

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo ***


Entrai in casa richiudendomi la porta alle spalle e aspettando che la piccola si accomodasse, con un po’ di difficoltà sul divano, dopo un mio gesto.
<< b-bene .. c-come hai detto che ti chiami?>> chiesi con la voce un po’ strozzata. << L-Lily ..>> mi rispose con gli occhi innacquati dalle lacrime.
<< c-ciao Lily, i- io sono Dante.>> le dissi cercando di pensare a cosa avrei fatto.
<< lo so! >> disse con sicurezza guardandomi male.

<< certo … ecco … vado a preparare del tè! Lo vuoi? Così cerchiamo di calmarci un po’!>> le chiesi, parlando per lo più con me stesso.
Mi diressi in cucina e, mentre riscaldavo l’acqua, rimuginavo sulle prossime mosse, << Fa come se fossi a casa tua!!>>> la informai non sapendo come comportarmi.
Non avevo mai avuto a che fare con un bambino prima d’allora, ma com’era venuto in mente a Zhalia di lasciarla qui?!

Sophie! Pensai, era una ragazza quindi sapeva sicuramente cosa fare.
Ma abbandonai subito quest’idea, non volevo spiegarle tutto quello che era successo, non ora, non ero pronto per parlare.
Afferrai le due tazze piene della bevanda e mi diressi nel salotto, attento a non fare cadere il liquido.
Lily era seduta sulla poltrona dove ero solito sedermi e mi guardava immobile, con le manine strette una nell’altra.
Le porsi la tazza che lei afferrò intimorita. << attenta che è bollente>>.

Mi ritrovai a chiedermi se avrei dovuto mettere il Tè in un bicchiere di carta o forse avrei dovuto prendere una cannuccia, perché stava ferma senza berlo? Che avevo sbagliato adesso?

<< i biscotti!! >> urlai, << vuoi i biscottini vero? Perché non ci ho pensato prima, che sbadato che sono!>> mi rimproverai poggiando la tazza sul tavolo e avviandomi ancora in cucina, sperando di trovare qualche vecchia scatola di biscotti.


Mentre ero a metà strada mi bloccai sentendo un forte rumore, di qualcosa che si rompeva.
Corsi immediatamente in salotto dove trovai la piccola che guardava spaventata la tazzina, frantumata a terra.
Mi misi sul pavimento, raccogliendo pazientemente i pezzi, non volevo che li pestasse e si facesse male!
<< s-scusa, scusa, m-mi è scivolata, non l’ho fatto apposta! Scusa!>> mi disse con le lacrime agli occhi che ormai minacciavano di scendere.

Sollevai il capo per guardarla, ma a quel gesto la piccola si raggomitolò in un lampo e cominciò a piangere tremando leggermente.
<< ti prego non farmi male!!>> mi supplicò coprendosi il viso con le manine.
<< c-cosa?! No, non preoccuparti, non voglio farti niente, stai tranquilla, è tutto apposto!>> la rassicurai avvicinando una mano verso di lei, ma la vidi farsi sempre più piccola, mentre si allontanava, come le era possibile.
<< voglio confessarti una cosa!>> le dissi sperando di farla incuriosire, << quella tazzina non mi piaceva nemmeno!! questo set di tazze me lo ha regalato una mia zia davvero insopportabile. Ho sempre pensato che avesse un gusto orribile!! Anzi! Mi hai fatto un favore! Così ho la scusa di buttarle!!>> ridacchiai un po’, per la storia che avevo appena inventato.

<< d-davero?>> mi chiese guardandomi timidamente.
Io annuii e lei mi rivolse un grande sorriso. << ascoltami … >> le dissi prendendole il piccolo viso tra le mani per asciugare qualche lacrima << fidati quando ti dico che io non ti farei mai del male, nemmeno se ne fossi costretto!>>.
Lei mi abbracciò sorridente.
Quell’abbraccio mi riscaldò il cuore.
<< bene! Adesso puliamo questo disastro!>> le dissi facendole l’occhiolino e allontanandomi per prendere una pezza. In fondo me l’ero cavata piuttosto bene.

Così decisi che Sophie sarebbe stata la mia seconda scelta. In caso di necessità.


Il resto del pomeriggio lo passammo a disfare la valigia e a preparare la stanza che le avevo dato, proprio accanto alla mia.
Cercai di farla affezionare a me, in modo che non si sentisse in imbarazzo senza la madre, chiedendole gentilmente di farmi vedere cosa avesse in valigia.
Mi mostrò la sua bambolina di pezza, che mettemmo sopra il letto che avevamo appena fatto.
I suoi pigiamini, che sistemammo in uno dei cassetti di un mobile nella stanza, insieme agli altri vestiti. Mi fece tanta tenerezza vederla mettere uno dei pigiami sopra il letto, perfettamente piegato.
Mi fece vedere il suo spazzolino con gli ippopotami, di cui andava molto fiera e che le permisi di mettere accanto al mio, sopra al lavandino del bagno.
Ed, infine, una foto di lei con sua madre, che nascose gelosamente nel cassetto del comodino vicino al letto.

Dopo un po’ mi resi conto che si era fatta sera e, non sapendo casa cucinare, visto che in dispensa non avevo niente.

La portai in una pizzeria. Mentre ci dirigevamo lì, notai che era molto stanca, così portammo la pizza a casa e la mangiammo davanti alla tv, mentre ci guardavamo un cartone animato che aveva scelto.

Mi stupiva la sua gentilezza: mi ringraziava ogni volta che le offrivo qualcosa, non mi chiedeva niente, solo se era veramente necessario, come andare in bagno ( e li ci rimasi veramente di stucco, quando mi chiese di accompagnarla dentro … ma dopo un po’ di imbarazzo capii di cosa aveva bisogno), la dovetti persino convincere a mettere un programma che piacesse a lei.
Certe volte pensavo che avesse paura di me, ma non riuscivo a capirne il motivo.

Quando la vidi addormentata, con un po’ di sugo sulla bocca, la presi in braccio sorridendo e misi sotto le coperte, non prima però di pulirle il viso con un tovagliolo, facendo attenzione a non svegliarla.
Dopodiché sistemai la casa e andai a coricarmi anch’io.

La notte mi svegliai di soprassalto, sentendo dei rumori, e mi diressi, a passo svelto, nella stanza di Lily.
La piccola stava piangendo,con la foto di sua madre tra le mani.
Mi avvicinai lentamente guardandola. Sembrava veramente piccola tra le coperte che la avvolgevano.
Sedendomi accanto a lei, le misi una mano nella spalla per poi abbracciarla delicatamente. Forse aveva fatto un brutto sogno.

<< N-no!! Mamma!! Le farà male!! Mamma!!>> urlò dimenandosi leggermente tra le mie braccia, << chi le farà male?>> chiesi preoccupato.
<< lei non sa difendersi!! Non sa difendersi!! Mamma!!>>.

Pensando che si stesse riferendo alla missione a cui Zhalia stava partecipando provai a calmarla, << tranquilla piccola! La mamma sa difendersi benissimo! È una bravissima cercatrice>>, << no! No ..>> continuò lei.
<< vuoi che ti racconti di quella volta che io e tua madre andammo nella foresta amazzonica con tutta la squadra Huntik?>> le chiesi, mentre lei cominciava a calmarsi e mi abbracciava a sua volta, singhiozzando di tanto in tanto.
<< l-la squadra Huntik? >>, mi chiese. << si! Proprio così, lì si che c’erano tanti pericoli, ma tua madre sapeva perfettamente come comportarsi, anzi ci salvò tutti! >>, comincia a raccontarle tante avventure che riempirono il silenzio della notte.

La mattina mi svegliai e mi diressi nella sua stanza, pensando che stesse ancora dormendo, ma lei mi guardava con gli occhi enormi.
<< quando ti sei svegliata?>> le chiesi sbadigliando.
<< non lo so, con la mamma ci alziamo sempre presto.>>. La aiutai a vestirsi e lavarsi i denti, poi, mentre si preparava lo zainetto da portarsi in giro, chiamai Zhalia, ma rispose la segreteria telefonica: telefono spento.

Andammo al bar e poi al supermercato dove comprammo tante cose.
Mentre ero alla cassa, in fila di una coda interminabile, mi girai noncurante osservandomi attorno.
Appena vidi lo scaffale con le caramelle, un sorriso mi si accese sul volto, sapendo di disubbidire a Zhalia, dissi a Lily di scatenarsi con me e cominciammo ad afferrare caramelle e cioccolati di ogni tipo, da quelle gommose,a quelle frizzanti, quelle all’arancia, limone, cioccolato bianco, fragola, nocciole, liquirizia, coca-cola, … no aspetta, liquirizia no, a Lily non piaceva!!

Tornammo a casa e le cucinai un pranzo veloce. Mentre lavavo i piatti le dissi di andare a guardare la tv. Mi stavo divertendo tanto con lei!

Alle 4:00 la portai con me al consiglio, prendendo uno zaino che avevo preparato precedentemente dove avevo infilato qualche giochino, comprato al supermercato, alcuni pacchetti di caramelle e una bottiglietta d’acqua.
Inizialmente avevo pensato di lasciare la piccola dalla vicina, giusto il tempo di andare a lavoro, ma guardandola cambiai immediatamente idea.

Mi stavo già affezionando a lei.

Durante la riunione tutti i membri del consiglio guardavano stupefatti la sedia accanto a me, dove Lily mangiucchiava tranquillamente le caramelle gommose all’arancia, esaminando silenziosamente la stanza.
Mi ero categoricamente rifiutato di lasciarla fuori, in compagnia della segretaria, che, detto fra noi, trovavo un po’ bruttina.
Dopo un po’ di disordine iniziale cominciammo la riunione, ma non posso dire che il consiglio si concentrasse completamente, certe volte l’attenzione veniva attirata dalla bambina che muoveva rumorosamente il sacchetto delle caramelle.
La prima volta che lo fece, tutti la fissarono, nemmeno loro erano abituati ad avere una bambina in giro, sopratutto se nella stanza delle riunioni. Così cercai di acquietare la tensione prendendo una caramella dal sacchetto, anch’io e sorridendo a tutti.
Dopo Lily mi sorprese cominciando ad offrire ad ognuno una caramella, che tutti accettarono di buon grado, molti fecero anche il bis.

Dopo la riunione Metz mi trattenne un attimo, mentre una donna, che aveva partecipato alla riunione, si offrì di accompagnare fuori la bambina, almeno per il tempo in cui il mio mentore mi avrebbe parlato.

Lì ci fu veramente da ridere.
Uscendo dalla stanza io e Metz rimanemmo con gli occhi sbarrati vedendo tutti i membri del consiglio che giocavano a rincorrersi, come bambini, con Lily.
Non diedi nessuna spiegazione alle persone che mi chiedevano chi fosse, gli dicevo solo il nome.


Purtroppo Cherit non c’era, Metz mi disse che era in missione con i ragazzi e Bob, un cercatore molto capace che avevo conosciuto tempo fa.

Dopo aver ringraziato, per il momento di gioco, io e la piccola tornammo a casa esausti.
Dopo averla messa a letto provai, per l’ennesima volta, a chiamare Zhalia, ma, come sempre, non rispondeva.
Stavo cominciando a preoccuparmi.

Passarono cinque giorni davvero esilaranti e non solo per me. I miei “colleghi” erano felicissimi di vedere Lily, le riunioni non erano mai state così divertenti!


Finalmente Zhalia chiamò, non mi volle spiegare niente, dicendo che aveva poco tempo, si fece raccontare un po’ di cose sulla bambina e poi pretese che gliela passassi.
Un po’ la capivo, sapevo cosa volesse dire partecipare ad una missione pericolosa, anzi, non dovevi nemmeno chiamare. Lily era felicissima ogni volta che sentiva la madre.
La cosa che mi incuriosì è che non parlò con il padre, che, nei giorni successivi, non chiamò nemmeno una volta.
Qualche giorno dopo successe un avvenimento che mi spiazzò e non poco.
Mentre stavo parlando a telefono, per questioni di lavoro, Lily stava tranquillamente disegnando sul tavolo in cucina.
Finita la chiamata mi sedetti vicino a lei che, eccitata, mi spiegò il suo disegno.
Rappresentava tre persone e una strana figura che sembrava volteggiare nel bianco del foglio, disegnate piuttosto bene, per una bambina di tre anni e mezzo.
A destra si trovava una figura femminile sorridente, che la bambina individuò come la madre. A sinistra c’era un uomo, con una specie di scarabocchio marrone sulla testa, che rappresentava i capelli.
L’uomo teneva in braccio un’altra persona, più piccola delle due, una bambina, con i piedi perfettamente tesi.

La piccola mi spiegò che quelle due persone eravamo noi due, che ci divertivamo insieme.
Mentre la strana cosa che volava non era un uccello, no. Lily mi spiegò che era Cherit.
Era stata decisamente brava a disegnarlo senza averlo mai visto e, un po’, ci assomigliava!


Dopo averle fatto mille complimenti le chiesi dov’èra suo padre nel disegno, forse non l’aveva ancora disegnato, ma lei mi disse: << io non ho un papà!>>, << come “non hai un papà!”, non è possibile! Allora chi è il marito della mamma?>> le chiesi confuso, << lui non è mio papà! Per me non è mio papà!!>> mi disse arrabbiata. << perché?>> << perché è cattivo!!>> rispose, << se certe volte ti da un po’ di sculacciate non vuol dire che è cattivo, lo fa per farti crescere in modo educato!>> le dissi, non sapendo cosa inventarmi.
Perché non lo riconosceva come padre? La vidi sbiancare leggermente. << non mi da sculacciate…>> sussurrò.
Poi cambiai argomento, visto che lei non mi guardava ne mi parlava più.


Mi stavo affezionando tantissimo alla piccola, adoravo giocare con lei, vederla ridere, mi piaceva anche quando faceva i capricci, in un modo o nell’altro finivamo sempre per scoppiare a ridere.
Mi sentivo un po’ egoista, ogni giorno che passava avevo paura che Zhalia e suo marito tornassero e portassero Lily via da me per sempre.
Mi consolavo con l’idea che, quando fossero tornati, se ne avessi avuto il coraggio, gli avrei chiesto di rimanere, magari di comprare una casa vicino alla mia, ma più ci pensavo più mi sembrava impossibile.


Ogni giorno trovavamo sempre qualcosa da fare.
Andavamo al museo, al cinema, giocavamo a casa, ci divertivamo a cucinare cose immangiabili e andavamo anche al parco, dove stavo attento che, giocando con gli altri bambini, non si facesse male.

Dopo quasi un mese e mezzo mi decisi di invitare Lok, Sophie e Cherit a casa mia per una piccola festicciola, visto che erano tornati da poco dalla missione (non gli avevo ancora parlato della bambina).

Sarebbero dovuti venire quella sera e, io e Lily, stavamo sistemando un po’ la casa .
<< dai, apri il pacchetto di patatine che c’è sopra il tavolo e mettilo nella ciotola!>> le dissi mentre spostavo la poltrona così ché ci fosse stato più spazio.
<< ok! >> le sentii dire dalla cucina. << ce la fai?>> chiesi raggiungendola, mentre la guardavo sforzarsi per aprire il pacchetto.
<< aspetta! Ti aiut …>> in un secondo il sacchetto si era spaccato facendo volare ovunque tutte le patatine.
Ci guardammo stupiti, con qualche patatina tra i capelli. Lei guardò dentro il sacchetto squarciato. Erano rimaste soltanto due piccole patatine.
Lily le prese e le mise dentro la ciotola.
Entrambi scoppiammo a ridere di gusto. << dai vatti a pulire, mentre io sistemo qui, tra poco arriveranno i ragazzi!>> le dissi ridacchiando ancora.
<< sissignore!>> andò marciando verso la sua stanza.
Era veramente emozionata per l’arrivo di quei tre, non vedeva l’ora.
Prima di quel giorno mi chiedeva sempre di parlarle un po’ di loro ed io, periodicamente, la accontentavo.

Dopo aver fatto tutto ci sedemmo, esausti, sul divano.
<< sono simpatici?>> mi chiese rompendo il silenzio.
<< Ancora?!? È la millesima volta che me lo chiedi!!>> risposi rassegnato, senza però nascondere un sorriso più che divertito.

Non riuscii a continuare che sentii il campanello suonare, così mi diressi alla porta, seguito dalla bambina.
Appena aprii mi ritrovai davanti le facce sorridenti dei due ragazzi. << ciao Dante!!>> mi salutò Sophie entrando per prima e dandomi un bacio sulla guancia.
<< ciao piccola!!>> urlò entusiasta la ragazza interrompendo il saluto che stava per rivolgermi Lok.
<< oh!! Sei proprio bellissima!!>> disse abbracciandola. << chi è lei?>> chiese tenendola ancora tra le braccia.
<< io sono Lily!>> rispose, mentre la cercatrice la lasciava respirare.

Lily mi rivolse un sorriso prima che anche il ragazzo fu entrato, dopo avermi dato un abbraccio affettuoso.
Sentii qualcosa che mi stringeva la gamba sinistra.

La bambina si era attaccata a me e nascondeva la testa per non farsi vedere dal cercatore, proprio come aveva fatto la prima volta con Zhalia.

Non riuscivo a capire, se era timida, perché non aveva fatto la stessa cosa con Sophie?

I due mi guardavano con uno sguardo interrogativo, mentre chiudevo la porta.
<< tranquilla!>> le dissi accarezzandole la testa.
Lei si scostò un po’ guardandoli. << ciao Lily!>> la salutò Lok inginocchiandosi davanti a lei.
Ma, ancora una volta si nascose dietro di me.
<< sono davvero così brutto?!>> chiese sorridendoci.
Lily si lasciò sfuggire una risata e lo guardò curiosa.

<< Sono Lok!>> << lo so!>> gli disse sorridendo.
<< vuoi venire con me?>> le chiese la ragazza porgendole la mano.

La bambina annuì vigorosamente e le afferrò la mano, scansandosi dal cercatore che la guardava stupefatto.
<< ma .. ma come .. come ha?>> << lascia stare>> lo interruppi, << i misteri delle donne >>. << possiamo?>> mi chiese Sophie indicando con lo sguardo la borsa che teneva con delicatezza.
<< certo!! Lily non aspetta altro!!>> le dissi capendo ciò che mi voleva dire.
Infatti, aprendo la borsa, una piccola scheggia uscì velocemente e cominciò a volare per tutta la casa e urlare felice.

<< Cherit!!!>> lo chiamò la piccola estremamente felice, mentre i sui occhi luccicavano entusiasti.
<< ciao Lily!!>> la salutò mettendosi davanti a lei e facendo intendere di aver sentito la nostra conversazione.
<< ciao anche a te, eh?>> gli dissi con una voce di rimprovero.
<< Dante!! Vecchio mio come va!?!>> disse come un amico di vecchia data.
Scoppiammo tutti a ridere e, mentre ci accomodavamo nel salotto guardavamo Lily giocare con il titano.

<< perché questa bambina mi sembra tanto familiare?>> mi chiese Sophie con un sorrisetto malizioso.

Pazientemente gli spiegai tutto, l’arrivo di Zhalia, la sua partenza improvvisa, ciò che mi aveva detto della sua vita e della piccola.
Stranamente mi sentii meglio raccontandogli tutto, ma guardando le loro facce non avrei potuto dire lo stesso di loro.
Dopo aver cenato ci sedemmo tutti sul pavimento, intorno alla bambina che giocava con i suoi nuovi giocattoli.
Guardava ancora, con una certa attenzione, il ragazzo. << posso giocare con te?>> le chiese. Lei annuii piano.
Li guardai bene, lentamente la fiducia nei confronti di Lok, da parte di Lily, stava cominciando a salire. L’abilità del cercatore su queste cose era strabiliante.
<< principessa Lily permette che io la porti al suo castello?>> disse con una certa enfasi.
<< certo! Ma solo se il mio consigliere dice che va bene!!>> raccomandò indicando il titano che aveva un ridicolo cappellino verde in testa.
<< dai Cherit!>> lo implorò Lok guardandolo con gli occhi dolci.
<< va bene! Sua maestà può andare>> accordò quello gesticolando animatamente.
<< SIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!>> urlarono quei due insieme mentre il ragazzo la prendeva in braccio e correva per tutta la casa, fingendo di volare su un tappeto magico.
<< vedete di non romper niente!!>> urlai io.
Quelli si buttarono entrambi sul divano su sui era appoggiata la ragazza.

Ci guardavano ridendo, avevano i capelli scompigliati e le guancie arrossate, per quanto erano accaldati. << devo dire che non te la cavi per niente male!>> disse Sophie al biondo guardandolo con un sorriso.
<< grazie!>> rispose lui scivolando lentamente dal divano e sedendosi, per terra, accanto a lei, per poi cingerle le spalle con il braccio.

Lily invece, saltò giù dal divano e si buttò tra le mie braccia.
Mentre mi abbracciava contenta guardai ancora i due ragazzi. Era tutto il tempo che si comportavano in modo “strano”.

Le loro mani si cercavano ogni volta che ne avevano la possibilità e, quando lo facevano, si allacciavano l’una all’altra.
Succedeva quasi la stessa cosa anche con i loro sguardi e poi stavano molto più vicini di quanto non ricordassi che facessero normalmente. Non è che quei due stavano insieme?
Nonostante volessi acquietare questo dubbio, non gli chiesi niente.
Il resto della serata lo passammo a discutere. Volevo sapere ogni particolare della loro missione.

Mentre stavo spiegando a Lok come riuscire a conservare più energia prima di un combattimento, percepii distrattamente un rumoroso respiro sul mio petto.
Lily si era addormentata su di me.

Sophie prese parola ed io ne approfittai per accarezzare delicatamente la guancia della piccola, era così morbida.
Notai che anche Cherit stava dormendo, forse si era annoiato, i titani non hanno bisogno di dormire.

<< scusate ragazzi, ma porto a letto la bambina>> Dissi alzandomi lentamente, cercando di non farla svegliare .
<< certo! Va pure>> bisbigliò la ragazza alzandosi anch’essa
. << se hai bisogno di aiuto noi siamo qui>> continuò l’altro.
<< grazie!>> mi recai nella sua stanza e la distesi sul letto, mentre le mettevo il pigiama, il più delicatamente possibile.
Dopodiché la infilai sotto le coperte e le stampai un bacio sulla fronte.

Appena stavo per tornare mi fermai davanti alla porta, nascondendomi come potevo.
I due ragazzi stavano parlando di qualcosa e si guardavano con una strana espressione, che esprimeva tanta tranquillità, quasi come quella di Lily mentre dormiva.
Vidi Sophie mettere la testa nell’incavo del collo del ragazzo che, a sua volta, la cingeva con le braccia e le sussurrava delle cose che io non riuscii a capire.

Aspettai che si allontanassero prima di fare la mia comparsa in salotto, fingendo di non aver visto niente.
Ero tanto felice per loro. << Dante adesso noi dovremmo andare>> mi disse la ragazza dispiaciuta.
Guardai l’ora, mezzanotte e un quarto, era proprio tardi. << già, hai ragione!>>.
Ci salutammo velocemente e, dopo aver preso Cherit, andarono via.
Felice andai a dormire anch’io, non prima però di aver dato un’altra occhiata alla piccola.
Le volevo tanto bene.

La notte mi svegliai. Ero tutto sudato e avevo un brutta sensazione.
Andai a controllare velocemente Lily, che dormiva beata, poi presi il cellulare e mi sedetti sul letto.
Digitai il numero di Zhalia, ma non rispose.
La chiamai di nuovo e un’altra volta ancora, fino a quando non mi addormentai con il telefono in mano.




Angolo dell’autrice: Salve a tutti!!
Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, la recensiscono o la leggono.
Mi scuso per il fatto di non poter aggiornare costantemente.
Vi informo che la storia non durerà molti capitoli.
Spero che fino a qui vi sia piaciuta.
A presto, ciao!!

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Capitolo 3
*** 3° capitolo ***


La mattina, aprendo le palpebre, mi ritrovai un faccione sorridente, vicinissimo alla faccia.
<< Zio!!>> fece Lily tutta emozionata cominciando a saltare sul letto.
<< dai!! Altri cinque minuti!!>> borbottai. << ma io ho fame!!>> mi informò.
<< va bene! Va bene!! Adesso mi alzo!!>> << siiii!!!>> urlò continuando a saltare.

Dopo aver fatto colazione e aver sistemato la casa, uscimmo per una breve passeggiata.
Mentre camminavamo, riflettevo sulla sera precedente. Perché Zhalia non aveva risposto?
Senza rendermene conto la mano della bambina scivolò dalla mia presa.
Me ne accorsi soltanto quando udii delle urla stridule.

<< ciao piccola!!! Che ci fate qui?>>.
Sophie teneva in braccio Lily, che la stringeva contenta.
<< hey Sophie! Dove vai? Oggi non hai lezioni, vero?>> le chiesi grattandomi velocemente la testa.
<< no, sto andando in biblioteca, ho un po’ di tempo quindi …. E voi? A fare compere?>>
<< no, facevamo un piccolo giretto.>> << volete venire con me?>> chiese la ragazza.
<< Siii!!>> urlò la bambina.
<< Dante?>> domandò rivolgendosi a me. << beh, se Lily è d’accordo …>>
<< Evviva!!! >> esultò la piccola.

Ci dirigemmo velocemente alla biblioteca della fondazione e mentre Sophie coinvolgeva Lily in libri per bambini, io mi misi da parte per cercare di contattare ancora Zhalia.
Indovinate, nessuna risposta.
Visto che si era fatto tardi, la ragazza ci invitò a mangiare da lei, dove Le Blanche ci accolse calorosamente.
Stranamente notai ancora lo stesso comportamento diffidente di Lily verso i due uomini che abitavano in quella casa, forse era perché non li conosceva.

<< dove sono Lok e Cherit?>> chiesi curioso, una volta a tavola, mentre guardavo divertito Lily che cercava di ingoiare una polpetta sana.
La ragazza arrossì un po’ << beh, Lok sta lavorando. Adesso è impegnato in un piccolo bar, ma penso che si licenzierà presto, non guadagna molto ed è un lavoro faticoso. Sta cercando qualcos’altro. Cherit dovrebbe essere con lui, così lo aiuta a non farsi licenziare prima del previsto.>> disse lasciandosi sfuggire una piccola risata.

<< dopo anfiamo a frovarlo fio?>> chiese lily con una polpetta, decisamente troppo grande in bocca.
Io annuii sorridendo.

Come promesso, una volta andati via, andammo a trovare Lok che, vista la sua confusione e il sudore che aveva sulla fronte, non sembrava se la stesse passando bene.
Fortunatamente c’era Cherit, nascosto dietro il bancone, che lo aiutava come poteva. Per via della confusione e delle occhiatacce del proprietario, tornammo a casa.

L’ora di andare a letto arrivò in un lampo e Lily, stanca com’era, non se lo fece ripetere due volte.

Mentre spengevo la tv per raggiungerla, squillò il telefono.
Cercai di afferrarlo velocemente, per non fare svegliare la bambina, ma con i miei modi maldestri stavo per farlo cadere a terra.
Non guardai il display, accettando la chiamata senza pensarci.

<< Dante?>> domandò una voce flebile dall’altra parte.
<< Zhalia!! Finalmente!! Ho provato a chiamarti tutto il giorno!!! Ma dov’eri?!! Come stai?! Va tutto bene?>>, << scusami, ho visto le chiamate solo adesso, è successo qualcosa?>>
<< no, voi, va tutto bene?>> chiesi riferendomi a lei e suo marito.
<< certo! Certo … come sta Lily?>> mi domandò con la voce un po’ traballante.
<< benissimo! Ci siamo divertiti molto in questi giorni, è una bambina dolcissima!>> << sono felice … >> disse, con una voce che non sembrava confermare le sue parole.
<< ascolta Dante, ormai penso che tra, si … tra due giorni sarò di ritorno.>> mi comunicò.
<< ah, è una bellissima notizia.>> dissi cercando di nascondere, con poco successo, la mia delusione. << Lily sta dormendo?>> mi disse cambiando discorso.
<< si.>> dissi con un tono freddo. << bene … … oh, scusa ma ora devo andare, ciao!>> prima che la donna potesse riattaccare udii dei forti rumori, forse qualcosa che si rompeva.

Pensai che non fosse successo niente, ma una tremenda sensazione mi assalì.
Comunque la ignorai, pensando al falso allarme del giorno prima.
Ripensando a ciò che mi aveva detto Zhalia, quella notte dormii abbracciato alla piccola.

L’indomani ricevetti il solito buongiorno affettuoso.
Cercai di starle accanto tutto il giorno, provando a imprimermi il suo viso nella mente.
Mi sentivo male al solo pensiero di non poterla vedere più, mi sarebbe mancata tantissimo.
Anche la notte successiva dormii con lei, permettendole di dormire nel mio letto e lei non ne poté essere più felice.

Quella mattina, mentre mangiavamo entrambi latte e cereali, seduti sulla penisola della cucina, mi decisi, di malumore, a parlarle.
<< Hey Lily! >> non sapevo da dove iniziare. << si? vuoi altri cereali?>> provò ad indovinare. << no. Sai che la mamma verrà domani?>> le dissi tutto d’un fiato prendendola alla sprovvista.
Lei mi guardò un attimo, per poi sputare tutto il latte che aveva in bocca sulla mia camicia.
<< che schifo Lily!!>> dissi fingendo di rimproverarla, ma lei sembrò non avermi minimamente sentito.
<< m- mamma … d- domani … AAAHHHHHHH!!!!!!>> cominciò a saltare e correre per tutta la casa urlando cose senza senso, mentre io la guardavo sorridente.

Non le avevo detto niente prima di allora perché cercavo di convincere persino me stesso che non stesse realmente succedendo, ma adesso la sentivo più lontana di prima.
Dopo aver rimesso tutto in ordine, per l’ennesima volta ed essermi cambiato la camicia.
Decidemmo di passare la giornata fuori, provando a non pensare al giorno fatidico, ma nessuno dei due ci riuscì.
Lily era veramente impaziente, mentre io speravo che quel giorno non passasse mai e, ogni volta che guardavo l’orologio, trasalivo.

Quella sera, la bambina, andò a dormire molto presto, mangiando poco o niente. Nemmeno io riuscì a godermi l’invitante omelette che avevo preparato.
Mentre la piccola dormiva, ne approfittai per prepararle la valigia, così non avrei dovuto farlo la mattina seguente.
Non riuscii a trattenere qualche lacrima, mentre mettevo via quei vestitini che, tante volte, io e Lily avevamo scelto la mattina. Mentre uscivo dalla stanza la vidi dormire stringendo la foto di Zhalia.

In fondo era maglio così, lei era sua madre.
Il sole sorse prima di quanto io desiderassi.
Non riuscivo più a dormire,così andai in cucina per preparare qualcosa.

Vidi arrivare Lily, sorridente come non mai, con il vestito verde che aveva indossato il giorno in cui la conobbi.
Nel tempo che aveva trascorso con me le avevo insegnato a vestirsi da sola e, anche se aveva bisogno di un po’ di tempo, riusciva a farlo piuttosto bene. Prima di farla accomodare le sistemai il vestito, le scarpe e i capelli spelacchiati.
<< avanti prova a mangiare qualcosa!>> la invogliai << non ho fame!>> mi disse nervosa. << almeno bevi il succo di frutta!>> << ok>>, non era molto convinta, ma ascoltò ciò che le avevo detto, mangiando anche qualche biscotto. Io, al contrario, non riuscii a mettere nulla in bocca.

Avevo un estenuante senso di nausea, dovuto probabilmente al terribile nervosismo.
Quando finii di sistemare le camere, andai in salotto, dove c’era Lily che aspettava pazientemente l’arrivo della madre seduta, in modo composto, nel divano.
<< vuoi uscire?>> le chiesi cercando di smorzare il clima di tensione che si era creato nella casa.
Lei mi fece segno di no con la testa, così mi misi accanto a lei, ad aspettare rassegnato.

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<< mmhh.. cagnolino!!>> dissi io, << no! Hai già detto “cane”>>
<< oh! Accidenti!! Ok! Ok .. mmhh.. carciofo!!>> << bleh!!>> fece lei con una faccia disgustata.
Pensò un attimo alla mia parola. << formica! >>
<< mhh… si sta facendo sempre più difficile.
Perché scegli sempre parole che finiscono con “ ca”?! mhh … ca .. cartone!! No, aspetta questo l’hai già detto tu! Mhh .. cavall ..>> fui interrotto dal campanello.
Sobbalzai e guardai Lily, che ricambiava il mio sguardo con un’espressione eccitatissima. << mamma>> sussurrò.

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Capitolo 4
*** 4° capitolo ***


Angolo dell’autrice: salve ragazzi!!
Vi informo che questo è l’ultimo capitolo ed è un po’ più lungo degli altri.
Perdonatemi per la discontinuità nell’aggiornare.
Ringrazio chi ha puntualmente letto, recensito o seguito la storia.
Beh ora vi lascio a godervi il finale, ditemi che ne pensate! Ciao!!




Mi diressi vero la porta, cercando di non girarmi a guardare la bambina.
La sua felicità, in qualche modo, mi soffocava. Lanciai una veloce occhiata alla piccola valigia accanto all’ingresso, mettendo la mano sulla maniglia.
Prima di aprire la porta, strinsi con più forza la presa, provando a reprimere il dolore.
Chiusi gli occhi e spalancai la porta.
<< MAMMA!!>> sentii urlare. Finalmente aprii gli occhi e vidi Zhalia, con le lacrime agli occhi che abbracciava sua figlia.
<< mamma mi sei mancata tantissimo!!>> << anche tu tesoro!>>. Quella scena mi procurò un terribile colpo al cuore, che cercai di nascondere con un finto sorriso.
<< vai a prendere le tue cose che dopo andiamo a mangiare il gelato che ti avevo promesso! Mentre io ringrazio lo zio per averti ospitata.>> le disse mettendola giù.
Solo in quel momento mi accorsi della macchina posteggiata davanti alla casa e dell’uomo che ci fissava dentro di essa. A giudicare lo sguardo di Lily non ero l’unico ad essermene accorto.
<< m-ma … ma io non>> provò a parlare la bambina stringendosi nelle mie gambe.
Con gli occhi lucidi mi abbassai e la strinsi a me. << ascolta la mamma>> dissi cercando di non farmi tremare la voce.
<< no!>> disobbedì lei stringendomi ancora le gambe e cominciando a piangere. << Lily non fare così, dai. Non facciamo aspettare papà>> la esortò, anche lei con gli occhi lucidi e lanciando occhiate preoccupate all’auto.
<< no! No!! Ho paura voglio stare con lo zio!!!>> urlò disperata. Paura? Aveva paura di cosa?
<< Entra un attimo, così la facciamo calmare un po’ e chiama anche … mhh .. tuo marito.>> non riuscivo a ricordare il suo nome, eppure ero bravo a memorizzare le cose.
<< no, Jeff non vuole entrare>> << perch …>> mi interruppi un attimo guardandole il collo.
<< Zhalia, cos’hai qua?>> le chiesi preoccupato indicandole il punto della sua pelle che stavo guardando.
Proprio sotto il colletto enorme del maglione ( insolito per quel periodo), risaltava un’enorme macchia rossa che arrivava all’incirca alla mandibola.
<< c-come? Oh non è niente!!>> disse arrossendo vistosamente. << no! Non è vero che non è niente!! Ti sei ferita durante un combattimento?>> chiesi avvicinando pericolosamente la mano.
<< n-no .. c-cioè si, lascia stare i-io ..>> le toccai il punto arrossato, facendola sussultare per il dolore e facendola confondere di più.
<< t- ti prego acolt..>> vidi, con la coda dell’occhio, l’uomo scendere dal veicolo e avvicinarsi minacciosamente, ma non ci feci molto caso.
<< fammi vedere cos’hai Zhalia!>> la incoraggiai cercando di avvicinarla di più a me.
Notai distrattamente che più l’uomo si avvicinava e più Lily indietreggiava spaventata.

<< lascia stare mia moglie!!>> mi disse questo tirando violentemente Zhalia per un braccio.
<< Jeff! è solo preoccupato!>> cercò di difendermi lei. << tua moglie è ferita!! Non lo vedi?!>> dissi guardandolo con rabbia.
<< mi stai dicendo che non so prendermi cura di mia moglie?! So benissimo che è ferita, ma non è tanto grave!! E l’ho già aiutata!! Il livido è già stato disinfettato!>> la donna lo guardò preoccupata.
Lo vidi avvicinarsi a me pericolosamente e, istintivamente strinsi l’amuleto che avevo al collo.
A quella mossa sembrò calmarsi. << ah, anche tu sei un cercatore ..>>, Zhalia non gli aveva parlato di me? Mi guardò con disprezzo, per poi spostarsi dentro casa, il minimo indispensabile per afferrare Lily per un braccio.
A quella reazione la figlia cominciò a piangere disperata.
<< lasciala stare!!>> urlò la cercatrice provando, invano, a strapparle la bambina dalla sua presa.
Io non intervenni, guardando confuso la scena. Perché si comportava in questo modo?
L’uomo, irritato, si girò di scatto verso la moglie, lasciando cadere Lily a terra.

Le diede uno schiaffo rumoroso.
In quel preciso istante non vidi più niente tanto ero arrabbiato.
Non mi importava se Zhalia era sua moglie, non poteva trattarla in questo modo.

Con lo sguardo infuocato gli sferrai un pugno potentissimo che lo fece rotolare per le scale, facendolo atterrare nel pavimento alla fine di esse.
Lily lanciò un urlo stridulo e si gettò tra le gambe della madre impedendole qualsiasi movimento. Vidi Jeff alzare lo sguardo verso di me, con il naso grondante di sangue. << come osi?>> mi disse sprezzante come se fosse stato chissà chi!
<< non toccarla mai più! >> ringhiai avvicinandomi a lui.
<< Non puoi dirmi ciò che devo fare!! >> ribadì alzandosi, mentre sosteneva il mio sguardo furioso.

Riuscì a schivare un suo colpo che avevo previsto da poco.
Infuriato più che mai mi lanciai su di lui facendolo cadere ancora a terra e candendo, a mia volta, su di lui.

Cominciammo a lottare, tra le urla di Zhalia, impedita dalla bambina e i pianti di quest’ultima.

Quell’uomo aveva una potenza pazzesca, ma non capivo perché non usasse i poteri, se l’avesse fatto io sarei stato spacciato.
È vero che da quando non andavo in missione mi allenavo continuamente, ma non avevo avuto da molto uno scontro diretto e non mi sentivo molto in forma per mantenerlo.
Nonostante ciò la rabbia mi permetteva di andare avanti.
Da uomo leale non usai a mia volta i poteri e non invocai nessun titano, non volevo essere scorretto, non lo sarei mai stato.
In un certo senso lo vedevo in difficoltà.
Più andavamo avanti e più si stancava, ma non come un cercatore della sua stazza, ovvero: adulto e molto muscoloso, lo faceva molto più velocemente.

Ormai eravamo sporchi di una mistura disgustosa formata da terra e sangue.
Finalmente Zhalia riuscì, in malo modo, a liberarsi della presa della figlia e corse verso di noi con l’intento di separarci.
Non sapendo come fare, essendo più minuta, lanciò un incantesimo e noi, per non essere colpiti, ci scostammo velocemente l’uno dall’altro lasciando che la magia andasse a vuoto, colpendo il terreno sabbioso.

Con il labbro che sanguinava guardai Zhalia dispiaciuto, mentre vidi, con la coda dell’occhio, Jeff che la guardava con disprezzo, come se avesse compiuto un gesto proibito.
In un lampo si alzò in piedi e corse nella direzione alle spalle della donna.

Io e lei non immaginammo minimamente di ciò che aveva intenzione di fare.
Non voleva arrendersi.

Afferrò Lily, che non smetteva di piangere per la paura, e corse via goffamente, nascondendosi tra le possenti case.
Preso dal panico cominciai a inseguirlo, accompagnato da Zhalia, spaventata allo stesso modo. << che diavolo sta facendo?!>> le urlai mentre correvamo. << n-non lo so!!>> mi disse lasciandosi sfuggire qualche lacrima, ma non rallentando la corsa nemmeno un po’.

Usando i nostri poteri salimmo sui tetti delle case per vederlo meglio. Una volta avvistato scendemmo in strada con il fiatone, ma appena ci vide si arrampicò come poteva in una scaletta attaccata ad un muretto e salì sul tetto di una vecchia casa abbandonata e coperta da strisce di plastica e corde varie, forse messe precariamente per proteggere i passanti dall’edificio pericolante.
<< non vi avvicinate!!>> urlò ormai esausto facendo sporgere paurosamente la bambina verso il bordo, quando lo raggiungemmo.
<< AIUTO! AIUTO!!>> continuava a urlare Lily.

<< è tutta colpa sua!! È solo uno stupido intralcio!! Perché hai deciso di tenerla eh?! Eravamo perfetti solo noi due, insieme come una VERA famiglia!!>> disse a Zhalia riferendosi alla piccola.
Lo guardai stupefatto. Ma che stava dicendo?! Si era forse drogato??! Dubito che qualcuno avesse potuto comportarsi in quel modo, anche se avesse preso la droga più potente di tutte.

<< ti prego lascia Lily, Jeff!! Torniamo a casa e facciamo finta che tutto questo non sia mai accaduto>>,disse lei avvicinandosi cautamente con le mani tese in avanti.
La guardai ancora più stupefatto. Erano impazziti tutti?!

<< oh, si. Puoi stare tranquilla, torneremo a casa … e tutto sarà come prima!>> riferì con uno sguardo agghiacciante.
Spinse di più la bambina verso il burrone, continuando a tenerla stretta. Lily non smetteva di piangere.
La distanza tra il tetto e il terreno era troppo alta, nessuno sarebbe sopravvissuto cadendo di sotto.

Appena vidi il suo guardo spostarsi alla piccola mi gettai senza pensare su di loro, in un gesto del tutto impulsivo.
Riuscii a spingere Lily al sicuro, ma Jeff perse l’equilibrio e si attaccò con forza al mio braccio, facendomi scivolare con lui e cadere nel vuoto.
Riuscii a sentire l’urlo atroce di Zhalia.

Prima di finire spappolato al suolo però, riuscii ad afferrare le vecchie corde che pendevano dal tetto, così come l’uomo, ma per farlo ci ingarbugliammo entrambi tra le corde.
Tutti e due avevamo una corda allentata intorno al collo.
Io riuscii ad accorgermene poco dopo, ma Jeff, evidentemente, non l’aveva notato, poiché continuava a muoversi con foga verso di me.
Provai ad avvisarlo, ma la rabbia lo aveva accecato del tutto.

In pochissimi secondi tirò una corda messa tra di noi che si spezzò e ci fece scivolare entrambi più giù finendo direttamente nella morsa del cappio improvvisato.

Provai a muovermi un po’, soffocato dalla fune, ma non riuscivo ad allontanare le mani dal punto in cui la corda si stringeva al mio collo e più mi muovevo e peggio era.
L’impatto che avevo avuto con la corda mia aveva mozzato il fiato e esaurito le forze. Sentii un terribile calore invadermi il corpo inerme.

Non riuscii a vedere Jeff e, sinceramente non volevo preoccuparmene, vista la mia condizione.

Come un miracolo arrivato dal cielo sentii la voce di Zhalia che invocava King Basilisk.
Il titano si avvicinò a noi e con una zampata squarciò le corde che ci intrappolavano.
Con una prontezza di riflessi impressionante riuscii ad usare Hyperstride e saltai atterrando, esausto, sul tetto.
Purtroppo King Basilisk non riuscì ad afferrare Jeff in tempo, sorpreso dal suo comportamento inerme.

Lui non usò nessun potere e si sfracellò come un pacco di patate, al suolo.
Nemmeno il tempo di riprendere fiato e Lily venne ad abbracciarmi nascondendo la testa sul mio petto. Lei non aveva visto suo padre cadere, ma aveva sentito l’urlo che lui aveva lanciato.
Zhalia non smetteva di piangere guardando il corpo del marito.
Ordinò al suo titano di controllare le condizioni dell’uomo, ma lui non tornò dalla cercatrice con buone notizie.
Jeff era morto.
Mi sentivo un mostro mentre stingevo sua figlia tra le mie braccia impedendogli di vedere qualcosa.

Con le mani tremanti, presi il cellulare che avevo in tasca e digitai il numero di Metz, non muovendomi di un millimetro dalla mia posizione.
In poco tempo arrivarono alcuni membri della fondazione, compreso il mio mentore, che coprirono con un telo il corpo senza vita, permettendoci di scendere.

Tenendo ancora Lily in braccio, che continuava a nascondere la testa piangendo, riuscii ad individuare Zhalia, che avevo perso di vista da quando avevo chiamato i rinforzi. Mi avvicinai a lei con le gambe che sentivo, stavano per cedermi. << m- mi dispiace>> mugugnai con le lacrime agli occhi vedendola devastata.
Lei mi si gettò al collo stringendo entrambi.
Rimanemmo così per un po’, a piangere tutti e tre insieme, fino a quando Metz ci impose di andare a casa e ci informò che ci avrebbe raggiunti poco dopo.
Nessuno obbiettò niente.
Arrivati nel mio appartamento, tormentato ancora dalle immagini della situazione orribile di poco prima, lasciai la piccola alle cure amorevoli di Zhalia e, con ancora il livido della fune intorno al collo e con le mani che mi tremavano senza sosta, cominciai a preparare della camomilla in un gesto del tutto naturale.
Mentre lasciavo riscaldare l’acqua mi decisi a prendere la cassetta del pronto soccorso e la poggiai sul tavolo a disposizione delle due ragazze che cominciarono a usufruirne subito.
Mi sentivo terribilmente stralunato.
Portando la camomilla a tutti cercai di calmarmi, sedendomi anch’io del divano.

<< Z-Zhalia>> la chiamai io con un filo di voce che bastò a interrompere il silenzio.
<< per favore raccontami tutto. È stato lui a farti questo, vero?>> le chiesi indicandole distrattamente il livido sul collo.
Non volevo farle ricordare suo marito, sapevo che i ricordi sono cosa più brutta contro cui lottare. Ma avevo bisogno di sapere.
<< va bene>> acconsentì lei che sembrava si stesse calmando un po’.
La bambina si staccò dalle sue braccia e mi salì addosso stringendomi in cerca di conforto.

<< Quando ci siamo conosciuti mi trattava benissimo, diceva sempre che mi amava, mi riempiva di complimenti, mi trovavo bene con lui, sentivo che il vuoto che avevo dentro si stava riempiendo, ma mi sbagliavo, era solo un’illusione.>> disse abbassando lo sguardo sulla tazza candida.
<< quando stavamo insieme già da un po’ mi confessò di non riuscire ad usare i suoi poteri e non ne capiva il motivo. Mi disse che aveva provato ogni cosa, medici, psicologi, cure speciali, addestramenti durissimi, ma niente. Io gli promisi di aiutarlo, così cominciai ad accompagnarlo ovunque. Lui si dimostrava veramente felice. Poi, un giorno mi chiese di sposarlo, era particolarmente euforico, io non riuscii a dirgli di no, così ci sposammo. I primi giorni non furono affatto brutti, ma man mano che i nostri sforzi si intensificavano, per cercare un rimedio al suo problema e fallivamo puntualmente, lui si scoraggiava e andava a bere. Dal nostro matrimonio era diventato strano, non voleva che parlassi a nessuno del suo problema, solo se fosse stato strettamente necessario, non mi dava ascolto, mi prendeva in giro, sembrava più distaccato e scontroso. Non mi aveva mai toccata, nemmeno con un dito, ma una volta è tornato a casa dal bar e mi ha preso a pugni.>>
Mi si strinse lo stomaco ad immaginare la scena. Come aveva potuto farle del male! a sua moglie! A Zhalia! Sentivo le lacrime che cercavano di uscire, così mi misi ad osservare distrattamente Lily, continuando ad ascoltare la cercatrice.
<< continuava ad urlare, diceva che era tutto inutile, che io non avevo fatto niente per aiutarlo, che lo avevo solo intrappolato e cose del genere. Mi spaventai tantissimo, tanto che dormii nel divano quella notte, il più lontano possibile da lui. Continuavo a chiedermi cosa gli fosse preso, non trovando mai una risposta. Avevo paura e volevo scappare. La mattina dopo però mi chiese scusa. Mi pregò di perdonarlo tante di quelle volte. Mi disse che era stato un momento di pazzia, che non aveva voluto fare e dire veramente quelle cose. >> spiegò lasciando che le lacrime le scivolassero sulle guancie.
<< bastardo >> mormorai piano serrando i pugni.
<>   << ti ha toccata?>> la interruppi.
<< c-cosa?>> chiese lei. << ti ha fatto qualcosa quando aspettavi tua figlia? >> , guardai Lily che aveva le mani alle orecchie per non sentire.
Poggiai i palmi sulle sue manine, per attutire meglio il suono. << n-no …>> continuò lei. << solo una volta, mi ha dato uno schiaffo, ma non ci ho fatto molto caso. >> mentì lei, si vedeva che gli aveva dato molto peso invece e non aveva avuto tutti i torti.
<< non gli ho mai permesso di farle del male. Qu-Quando tornava a casa ubriaco, mi chiudevo in camera con la piccola e aspettavamo che si calmasse …. Te lo giuro io volevo scappare!>> disse vedendo il mio sguardo infuriato.
Allora era per questo che Lily aveva così tanta paura di tutti gli uomini o i ragazzi che incontrava! Come avevo fatto a non pensarci prima?!
<< ma non era una cosa semplice … p- pensavo sempre che ci avrebbe inseguite ovunque, pensavo a quello che mi aveva dato! A Lily, al fatto che non avrebbe avuto un padre! Pensavo ogni singolo giorno a vo..>>
<< Pensavi al padre che Lily non avrebbe avuto?!! A questo punto meglio non averlo un padre!! No!?!>> urlai interrompendola e alzandomi in piedi per sovrastarla. Avevo perso il controllo, non riuscivo ad accettare una cosa simile.
Lily scoppiò a piangere contro il mio petto. Sorpreso di quella reazione cominciai a cullarla.
Mi ero dimenticato di averla in braccio, tanto ero immedesimato nel discorso.
Anche Zhalia si alzò in piedi e si preparò a dibattere, ma un rumore fuori di casa la interruppe.

Subito ci mettemmo in allarme.
<< Dante!! Dante!!>>. Sophie spalancò la porta ( non so come avesse avuto le chiavi) e corse verso di noi.
<< ho saputo tutto!>> disse con gli occhi sbarrati e pieni di lacrime.
<< Z-zhalia!>> la abbracciò forte e la donna ricambiò, anch’essa con le lacrime agli occhi.
In quel momento tutta la mia rabbia si sciolse, come un pezzo di ghiaccio al sole cocente.
<< Sophie!>> Lily si divincolò da me e tese le braccia verso la ragazza che, rivolgendole un debole sorriso la prese in braccio deflagrando in pianto.
Sophie si allontanò cullando dolcemente la bambina ed io, appena la vidi sparire in cucina, concentrai completamente la mia attenzione su Zhalia.

<< s- scusa è ..>> << lascia stare ..>> abbassò lo sguardo. Sentivo di cosa aveva bisogno. Niente medicinali. Niente camomilla. Niente parole. Nessun racconto inutile.
Mi avvicinai a lei titubante, non volevo inquietarla più di com’era.
Allargai poco le braccia avvicinandomi ancora. La guardavo con uno sguardo comprensivo.
Volevo solo piangere, piangere con lei.
Zhalia invece teneva lo sguardo basso ed era raccolta su se stessa singhiozzando appena.
Sembrava tanto piccola.
Appena percepì le mie braccia, senza che ci fu bisogno di avvicinarmi ulteriormente, mi abbracciò con foga,come se non avesse ricevuto un gesto d’affetto da molto tempo.
Si stinse a me ed io feci lo stesso, affondando il viso fra i suoi capelli profumati.
Le accarezzavo dolcemente la schiena per soffocare il suo pianto, mentre lei stringeva con forza la mia maglia.
Mi sentii finalmente pieno, sentivo che stando con lei la mia vita acquisiva un senso. Zhalia era il mio centro. Questa volta non l’avrei lasciata andare via.
Avrei usato ogni energia che possedevo per spingerla a rimanere, a meno ché non decidesse spontaneamente, nonostante le mie preghiere, di allontanarsi da me.
Allora non avrei fatto proprio niente.
In fondo è questo l’amore, no?

Dopo molto tempo, quando ci fummo calmati, Zhalia raggiunse Sophie e prese Lily in braccio, ormai la piccola dormiva profondamente.
La ragazza non disse una parola, non chiese niente, nonostante potessi notare la sua curiosità soffocata.
Di questo fui molto sollevato, ne io e ne Zhalia avevamo voglia di parlare.
Passammo una serata tutti e quattro insieme, subito dopo ci raggiunsero Lok e Cherit che furono più che felici di vedere Zhalia tanto da rischiare di soffocarla dagli abbracci.
Quando arrivò anche Metz mandai sia Zhalia che sua figlia a dormire e mi occupai di tutto.


I giorni passavano e Zhalia non accennava ad andare via, questo, ovviamente, non poteva che farmi piacere.
Cercavo di comportarmi il più gentilmente possibile per farle sentire a loro agio, ma sentivo che prima o poi avrebbero dovuto prendere una decisione, non potevo rimanere con l’incertezza che da un giorno all’altro sarebbero andate via.

Il giorno della grande scelta arrivò, prima di quando immaginassi. Lilly era a casa di Sophie, dove penso che si trovasse anche Lok, mentre io mi trovavo in giardino, intento a montare una graziosa amaca per la bambina, le sarebbe piaciuta di sicuro.
Adoravo farle delle belle sorprese e, a quanto pare, piaceva anche a lei. Ero in un punto critico quando Zhalia spuntò dietro di me facendomi sussultare. << dobbiamo parlare>> disse.
Odiavo quando usava quel tono serio. Mentre entravamo in casa notai che stringeva dei fogli.
<< Oggi mi sono arrivate le bollette del ... mio appartamento>> mi informo sventolando i fogli.
<<è stata la mia vicina a mandarmele con … con tutte le altre lettere..… ho molti arretrati, ma…>> << posso aiutarti io, non c’è problema!>> dissi interrompendola << tanto ho molti soldi e mi farà molto piacere darvi una mano …>> << Dante!>> mi richiamò lei, << lasciami finire.. non so se voglio continuare a pagare … perché, vedi … io non voglio più quella casa e avevo pensato di venderla …>>
<< c-come?>> bisbigliai non credendo alle mie orecchie, << se per te va bene noi vorremmo … ecco … questa casa è così accogliente … e Lily non era mai stata così felice … >> si vedeva che era in difficoltà.
<< vi accoglierò con piacere>> la interruppi ancora con un sorriso enorme.
Si vedeva che era sollevata, ma sentivo che doveva dirmi ancora qualcosa.
<< ti ricordi quando ti ho detto che sono partita perché sentivo che mancava qualcosa? >> disse deglutendo rumorosamente.
Io annuii, << anche quando ho sposato Jeff sentivo che quel vuoto persisteva …>> continuavo ad annuire impaziente ricordando che mi aveva già detto quelle cose.
<< nel tempo in cui sono stata qua … con Lily e …. E con te ..>> fece una breve pausa.
<< mi sono sentita finalmente bene, come non lo ero mai stata prima d’ora … … … … grazie >>.
Mi avvicinai a lei e le alzai delicatamente il viso con le dita.
Aveva gli occhi umidi, ma il suo sorriso mi rasserenava.
Avevo voglia di baciarla, di farle comprendere tutti i sentimenti che provavo per lei, ma avevo paura.
Paura di ricordarle il suo marito defunto, paura che mi avesse rifiutato o che si sarebbe spaventata, preferivo starle accanto tutta la vita come un amico che rischiare di non vederla più, ancora.
Poi un pensiero cominciò a tormentarmi, mentre con lo sguardo le sfioravo le labbra, non ero stato forse il più grande cercatore della fondazione?
Non ero stato il più forte, coraggioso e nobile? E non lo ero tuttora??
A tutte quelle domande risposi con una sola parola: “SI” !
Volevo infischiarmene di tutto ciò che era stato e continuare a vivere come un fifone?

Avvicinai il viso al suo, spostando lo sguardo dalle sue labbra ai suoi meravigliosi occhi.
Lei capì subito cosa volessi fare e per un momento fui tentato di abbandonare tutto, ma poi mise le sue morbide mani sul mio viso e mi spinse oltre quel confine che ero incerto se superare.
Fu il bacio più bello che avessi mai dato.
Zhalia continuava ad accarezzami la barba sulle guance ed io, con le mani suoi fianchi, la avvicinavo a me.
Da quel giorno sia Lily che Zhalia rimasero con me, beh fino ad oggi, dove penso che rimarranno ancora per molto tempo.
E questo è tutto!


<< papà!! Papààà!!!>>.
Oh, scusate, Lily mi sta chiamando.
<< papà!! mamma dice che l’ha sentita scalciare ancora!!>>.
Eh si, Zhalia è incinta, non si sa ancora il sesso del bambino, ma Lily desidera tantissimo una sorellina, speriamo di non deluderla.
Ora vado dalla mia meravigliosa famiglia, ciao!



FINE

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