Hyoga non perderti d'animo!

di Vallellata
(/viewuser.php?uid=216883)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una canzone d'amore solo per te. ***
Capitolo 2: *** In amore le rose non si usano più. ***
Capitolo 3: *** Let's get physical ***
Capitolo 4: *** E come dentro un film un giorno... ***
Capitolo 5: *** I think that I forgot last Friday night ***



Capitolo 1
*** Una canzone d'amore solo per te. ***


Era appena finita una riunione dove tutti i Bronze Saint erano stati convocati.
Lady Isabel aveva una questione importante di cui discorrere con i suoi cavalieri, perciò li aveva chiamati all'ultimo minuto e li aveva riuniti nella grandissima villa dei Tulle.
Tutti avevano un’aria calma, compreso Ikki, che era stranamente presente.
L’ordine del giorno era il momentaneo trasferimento proprio di questo cavaliere a casa del fratello e del motivo che lo aveva spinto a farlo.
-Degli Specter mi hanno attaccato e ho dovuto far saltare la mia copertura per proteggere le persone che mi stavano attorno.- affermò, Ikki in modo piuttosto diretto.
-Specter? Ma non li avevamo uccisi tutti? - chiese Shiryu abbastanza preoccupato.
-Evidentemente, come abbiamo riportato in vita i Gold Saint, anche alcuni di loro sono tornati. Niente però ci porta a pensare ad un ritorno di Hades, per cui non dobbiamo temere. Per il momento- disse, concludendo così il suo dialogo con gli altri ed uscendosene dalla stanza. Non aveva più niente da fare con loro.
Gli altri lo guardarono andarsene, ormai abituati a questo suo atteggiamento, ma non mancarono le critiche del cavaliere di Pegasus, che indispettito, gli diede anche del maleducato.
Infine il cavaliere dai capelli castani volse lo sguardo verso il moro e gli sorrise leggermente, vedendolo pensieroso.
-Shiryu, non tormentarti inutilmente. Basteranno un paio di “Pegasus Ryusei Ken” per rimandarli nell’Ade con la coda tra le gambe. - urlò Seiya con entusiasmo.
-Non sono gli Specter a preoccuparmi, Seiya. Penso che il “ritorno” di Ikki causerà un po’ di problemi alla pace appena istauratasi tra noi-
Il cavaliere di Pegasus guardò stranito Dragone, non capendo cosa volesse dire. Poi volse lo sguardo verso Hyoga.
-Ehy, amico, tutto bene? Ti vedo un po’ giù di corda.-
Il biondo, come se fosse appena caduto dalle nuvole, scosse la testa. –No, Seiya, sto bene. E’ solo che ultimamente faccio le ore un po’ piccole.- mentì spudoratamente, sapendo benissimo che Seiya gli avrebbe creduto senza troppi problemi.
Quest’ultimo, poi volse lo sguardo verso il moro e gli fece segno di rimanere insieme a lui, dopo la riunione.
-Adesso possiamo riprendere?-  chiese gentilmente Saori, sorridendo ai propri cavalieri, che non poterono far altro che fare un cenno affermativo con la testa.


-Shiryu non ce la faccio!- Aveva esordito il biondo, non appena tutti se ne furono andati e loro si erano rintanati in uno dei salotti secondari della residenza Tulle.
Sirio si era messo seduto elegantemente sulla poltrona, pronto ad ascoltare ciò che l’amico aveva da dire, mentre l’altro stava in piedi, appoggiato al muro davanti al proprio interlocutore.
-Devo andare a dichiararmi, non posso più nascondere i miei sentimenti. E poi ora, devo ammetterlo, ho paura.-
-Paura di che cosa?- gli chiese il moro, sentendosi un po’ lo psicologo della situazione. Non che gli dispiacesse, anzi.
Se avesse avuto i mezzi e le possibilità per farlo, avrebbe intrapreso quella carriera.
-Ho paura che il fratello me lo porti via e che si dichiari prima di me.- affermò sconsolato.
-Hyoga, sono fratelli, si vogliono bene ma devi credermi quando ti dico che il loro rapporto non va oltre ad un legame profondo di fratellanza.-
-Lo so che la mia paura è infondata, però sento che devo comunque fare qualcosa, se non altro per essere in pace con me stesso.-
Il cavaliere del cigno sembrava così teso e agitato che, per empatia, anche il povero interlocutore cominciò un po’ a preoccuparsi per lui.
-Senti, Shiryu, sai che non ti chiederei aiuto se non ne avessi davvero bisogno, per cui, potresti darmi qualche consiglio?-
Non dovette nemmeno pregarlo che l’altro acconsentì, con un cenno del capo.
-Bene, come posso dichiararmi, allora? Tu hai esperienza, perché suppongo che tu abbia fatto una dichiarazione a Shun Rei prima di fidanzarti con lei. -
Il cavaliere dai lunghi capelli neri rimase in silenzio per qualche minuto, pensando bene che cosa dirgli e riportando alla mente quei ricordi che ormai sembravano lontanissimi.
 -Amico mio, la mia dichiarazione non è stata nulla di particolare. E’ bastato uno sguardo e ci siamo capiti, senza nemmeno dirci una sola parola.
I nostri cuori hanno cominciato a parlare senza che nessun suono fuoriuscisse dalla nostra bocca.-
Il ragazzo dai capelli biondi sospirò.
-Non penso che sarebbe molto utile stare zitto. Conoscendo il mio “amato”, non credo che capirebbe i miei silenzi. E’ una persona molto intelligente, non ci sono dubbi, ma in questo genere di cose non è molto intuitivo.-
-Ne sono consapevole.- affermò, grattandosi il mento, cercando di farsi venire qualche idea.
Proprio in quel momento, però, la porta della camera, fino a quel momento chiusa, si aprì con un gran rumore e da dietro di questa apparì il viso spensierato e allegro del cavaliere di Pegasus.
Ovviamente aveva origliato quasi tutto ciò che gli altri due si erano detti.
Questo, senza nemmeno scusarsi per l’interruzione o per la sua eccessiva invadenza e curiosità, si avvicino al cavaliere del cigno, sorridendo.
-Se ti serve un aiuto in amore puoi chiedere a me! Sono riuscito a conquistare ben tre ragazze e sono attualmente fidanzato con un cavaliere.- affermò, vantandosi un pochino delle sue imprese amorose.
Il ragazzo dai capelli biondi non se lo fece ripetere due volte e, dimenticatosi completamente della presenza del cavaliere del dragone, prese per le spalle il castano e lo cominciò a scuotere avanti ed indietro.
-Dimmi: Come posso dichiararmi?-
-A tua madre? Sarà un po’ difficile. Beh, magari se scendi negli inferi e corrompi il traghettatore…-
-Ma cosa stai dicendo?- lo bloccò prontamente Shiryu –Lui non vuole dichiararsi a sua madre! E’ riuscito, dopo quattordici anni, a superare il complesso di Edipo.-
-Grazie.- affermò il cigno con un tono abbastanza alterato e con uno sguardo omicida.
-Oh, capisco! Allora tu intendi dichiararti a lui?- Seiya rise leggermente. –Allora, sai cosa devi fare? Andare sotto casa sua e cantargli una bella serenata.-
-Sicuro che funzionerà?- gli domandò il compagno perplesso.
-Certamente! E’ un metodo infallibile! Pensa: Perfino Aioria è stato così toccato dalla mia canzone che non ha potuto non accettare di uscire con me.- affermò il cavaliere di Pegasus fiero di sé, battendosi una mano sul petto.
-Veramente ha detto di sì perché eri stonato e non ne poteva più starti ad ascoltare.- puntualizzò Shiryu, facendo arrossire Seiya fino alla punta delle orecchie.
-Ssht. Questi sono solo dettagli- affermò il ragazzo dai capelli castani, rimettendosi poi a guardare l’amico innamorato.
-Allora, cosa farai? Ci proverai?-
Il biondo non rispose ma si vedeva quanto l’idea non lo convincesse.
Allora Shiryu, deciso, si alzò dalla sua postazione e, dopo essersi avvicinato all’altro, gli poggiò le mani sulle spalle.
-Se mi permetti di darti un parere, l’idea di Seiya non è così male. Tu hai una bella voce e sai cantare molto bene, per cui basta che trovi la canzone adatta…-
-E TI CADRA’ AI PIEDI- lo interruppe il ragazzo dai capelli castani con molto entusiasmo.
-Se lo dici tu…- sospirò.
-Amico, non è un obbligo. Se te la senti, fallo, in caso contrario siamo ancora in tempo per trovare un’alternativa-
-Non ti preoccupare, Shiryu, farò come mi avete suggerito. L’unica cosa che devo fare è trovare una canzone.-
-Aspetta, forse ho un’idea!- il ragazzo dai capelli castani si mise a frugare nella propria tasca fino a che non estrasse un foglietto, che successivamente gli passò. –Questi sono il titolo e il testo di una canzone che ho sentito in un locale.
A me non è piaciuta molto, ma ha fatto urlare molte ragazze che invocavano il nome di questi cantanti come se fossero degli dei discesi sulla Terra. Penso che anche lui li apprezzerà-
Il biondo guardò il testo, girandosi il foglietto tra le mani.
-Potrebbe andare. Andrò in un negozio di dischi per prendere la base o farmi consigliare un arrangiamento per la chitarra.-
-Good luck!- disse Seiya in un inglese con un accento così nipponico che fece scoppiare a ridere gli altri due.
-Grazie. Poi domani vi faccio sapere come è andata!- disse prendendo la propria giacca e lasciando la sala.
A quel punto Shiryu si girò verso l’altro ragazzo rimasto nella stanza.
-Ma tu hai davvero capito a chi vuole dichiararsi?- alzò il sopracciglio un po’ sospettoso.
-Certo! Conoscendolo, lui potrebbe innamorarsi soltanto di quella persona.-

Il ragazzo dai capelli biondi entrò nel negozio di dischi, venendo subito assalito da una luce verde che proveniva da uno degli stand pubblicitari.
Subito si diresse da una impiegata del negozio, che si dimostrò molto gentile e disponibile, portandolo nel luogo dove erano esposti i dischi da lui cercati.
-Questo è il disco, che contiene non solo la canzone che lei sta cercando, ma anche la base.
In alternativa, qui sotto, c’è questo fascicolo, dove è riportato il testo e lo spartito.-
Detto questo la signorina si congedò, sorridendo al ragazzo e tornando ai suoi impegni.
Hyoga allora prese in mano il disco e se lo girò tra le mani, guardando la copertina e poi i vari titoli delle canzoni, finché non sentì una manina tremante che gli tirava leggermente la manica della felpa.
A quel punto spostò lo sguardo verso quella figura e vide due ragazze liceali, una castana con le lentiggini più indietro e una biondina piuttosto bassa più vicino.
-Posso fare qualcosa per voi?- chiese, sfoggiando un leggero sorriso, che fece arrossire moltissimo la più piccola delle due.
-Ecco… io, cioè.. noi… volevamo sapere se… anche tu eri un loro fan.- disse indicando la copertina e allo stesso tempo, mettendosi l’altra manina sulla bocca e il naso, per nascondere l’imbarazzo, accentuando così i suoi enormi occhioni marroni.
-No, mi dispiace. Un mio amico mi ha consigliato una delle canzoni da cantare come serenata alla persona che mi piace.- Ammise, leggermente in imbarazzo.
La castana a quel punto tirò un urlo da fangirl e con un tono sognante disse: -Quanto vorrei che anche il mio principe azzurro venisse a cantarmi quella canzone per dichiararsi.-
La biondina, un po’ abbattuta, ma allo stesso tempo felice, sorrise al ragazzo: -T-ti auguro buona fortuna. Però…secondo me, sarebbe meglio che tu.- prese in mano il libro con gli spartiti e glielo porse. – prendessi questo. Se suoni e canti contemporaneamente, l’atmosfera è completamente diversa. E' più romantica.
O…Ovviamente non devi per forza seguire il mio consiglio… cioè…-
Il ragazzo rise leggermente, intenerito dall’imbarazzo e dalla dolcezza della ragazzina.
-Grazie per il consiglio.- disse, mettendo giù il cd e prendendo lo spartito.
-Mi raccomando, neh! Se quella persona ti scaricasse, sappi che casa mia è sempre pronta ad accoglierti.- disse la castana, ammiccando, prima di andarsene, prendendo la biondina per mano e trascinandola via.


-Punto di vista: Ikki-
Era una bella serata, il blu del cielo aveva ancora una tinta così chiara da sembrare ancora giorno e una leggera brezza rendeva piacevole la calda temperatura estiva.
Io e mio fratello Shun, cavaliere di Andromeda, ci eravamo fermati insieme ad osservare le stelle, intavolando così una discussione.
-Allora, Nii-san, rimarrai ancora un po’ con me, prima di sparire come al solito?- mi chiese con un tono di voce vivace, ma che celava molta malinconia al suo interno.
Sapevo quanto non gli piacesse che io me ne andassi, per ricomparire soltanto quando era in pericolo, ma non ci potevo fare niente.
Per difenderlo dai miei nemici ero pronto anche a stargli lontano per anni, perché non volevo che qualcuno attentasse alla sua vita.
Sì, lui era un cavaliere di Atena, ma era altrettanto vero che disdegnava la violenza e che il suo animo sensibile gli permetteva di usare le sue doti unicamente a scopo difensivo.
-Fino a quando non troverò una nuova sistemazione sarò obbligato a rimanere qui.-
Gli occhi di mio fratello si illuminarono a tal punto da sembrare luminosi come le stelle che brillavano in quel momento nel cielo e, senza alcun preavviso, mi abbracciò, affondando il viso nel mio petto.
-Tu non immagini quanto io sia felice in questo momento.-
Il mio lato da fratello maggiore, quasi sempre assopito, riemerse e nel giro di qualche secondo, mi ritrovai ad accarezzargli i capelli, trasmettendogli quell'affetto che non gli dimostravo da troppo tempo.
Dopo qualche minuto sciolsi l’abbraccio e, a quel punto, mio fratello con occhi speranzosi mi chiese
-Perché non rimani con noi? Lady Isabel è sempre in pericolo e tu sei superiore anche a Seiya.-
Io rimasi in silenzio per qualche istante, non sapendo nemmeno che cosa rispondergli di preciso.
Io ero Phoenix, un cavaliere di Atena, ma contemporaneamente ero Ikki, una persona stufa di ricevere comandi e che desidera essere libera da ogni vincolo.
-Shun...- provai a cominciare la frase, ma il mio interlocutore si era già perso a guardare in basso. Mi sporsi a mia volta dalla finestra, per vedere chi fosse.
-Hyoga!- urlò mio fratello, sbracciandosi così tanto da rischiare di cadere.
-Buona sera Shun.- lo salutò a sua volta il biondo. -anche a te, Ikki- aggiunse spostando lo sguardo verso di me, facendomi un cenno con la mano. Io annuii, salutando a mia volta un po’ svogliatamente.
Mio fratello non aveva detto che aspettava visite. Che fosse una sopresa?
-Che cosa ci fai qui a quest’ora?- gli domandò Andromeda confuso, ma allo stesso tempo felice come una Pasqua.
Io intanto mi soffermai ad osservare come fosse vestito, non che in realtà mi interessasse molto o che avesse importanza.
Aveva chiodo nero da cui poteva vedersi una maglietta azzurra, pantaloni di pelle e anfibi scuri.
Tra le mani, invece, teneva una chitarra classica nera, con alcuni adesivi argentati che riflettevano la luce del lampione.
-Io sono venuto qui per cantare una canzone.-
“Fantastico, proprio oggi dovevo beccarmi qualcuno che doveva dichiararsi e fare la serenata a mio fratello.”
Stavo per girare i tacchi ed andarmene, quando la mano di mio fratello mi bloccò il braccio e con occhi supplici mi implorava di restare.
Sbuffai sonoramente, appoggiandomi nuovamente al davanzale.
Il viso di Hyoga sembrava essersi rattristato nel frattempo.
Che volesse più pubblico durante la serenata al fratello minore?
“Mah. Chi lo capirà mai.”
A quel punto il biondo mise entrambe le mani sullo strumento musicale e cominciò a strimpellare lo strumento.
Quella base, quel ritmo perché mi erano così familiari?
"Ditemi che non sta per cantare davvero QUELLA canzone" pensai tra me e me, non sapendo se la cosa migliore da fare in quel momento fosse uccidere il cantante improvvisato con una serie infinita di “Ali della Fenice” o starsene zitto e subire in silenzio. Lo sguardo di mio fratello era, intanto, perso, nella contemplazione del biondo, che proprio in quel preciso istante aveva cominciato a cantare.
“Baby you light up my world like nobody else,
The way that you flip your hair gets me overwhelmed,
But when you smile at the ground it ain't hard to tell, You don't know, Oh, oh, You don't know you're beautiful.

 
"Mannaggia a te, russo!" Pensai rimpiangendo la perdita dei cinque sensi per mano di Shaka.
Non c’era che dire, il cavaliere del cigno cantava bene, ma la canzone proprio non potevo sentirla.
Provai a tapparmi le orecchie ma fu inutile.
Neanche la musica di Sorrento o quella di Mime erano così fastidiose come quella!
Non trovando alternative, presi Shun sotto il braccio, sollevandolo da terra e con un gesto veloce chiusi le finestre, andandomene in un'altra stanza.
-Nii-san, ma io volevo continuare a sentirlo- pigolò per poi ammutolirsi quando vide il mio sguardo omicida.
-E poi mi chiedi come mai io non voglia restare con loro- commentai, infine, prendendo il telefono in mano e componendo un numero.


Angolo di Vallellata (Mizaku); 
Salve bella gente, questa è la prima fanfiction su Saint Seiya che scrivo perciò non massacratemi, per favore.
Vi ringrazio moltissimo per aver letto il capitolo e, se scorgete degli errori, di segnalarmeli anche in privato.
Spero di terminare di scrivere il capitolo seguente prima di settimana prossima, :3
Stay awesome!
Ps: A me non piacciono gli One Direction.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** In amore le rose non si usano più. ***


Il ragazzo dai capelli neri era già seduto sulla poltrona.
Aspettava un responso da parte del compagno biondo, che non era ancora arrivato.
Guardò l’orologio per la terza volta di seguito, con lo sguardo abbastanza preoccupato.
Era strano. Hyoga poteva avere diecimila difetti, ma non quello di essere un ritardatario o uno che non rispetta gli impegni presi.
Doveva per forza essergli successo qualcosa.
Prese in mano il telefono cellulare, un marchingegno a lui alieno, che aveva imparato ad usare solo da poche ore, dato che Seiya si era impegnato a spiegargli tutto.
Compose il numero velocemente e attese che l’altro gli rispondesse.
-Pronto.- sentì dopo aver atteso un minuto e mezzo. Il ragazzo biondo sembrava avere una voce stanca, come se fosse rimasto in piedi tutta la notte.
-Hyoga, tutto bene?- gli domandò il moro, cominciando a preoccuparsi ancora di più di quanto non lo fosse prima.
-Sì, tutto bene. Dammi ancora cinque minuti e sono da te, così ti spiego tutto.- e detto ciò mise giù la cornetta, lasciando l’altro con un mucchio di domande da porgli.
Allora il cavaliere del dragone chiamò l’amico Seiya, intimandogli di arrivare al più presto.
- E secondo te io, adesso che sono riuscito a convincere Aiolia ad allontanarsi per un giorno dalla quinta casa, me ne vado?-
-Sì, lo farai. Anche per il gusto di sapere come è andata ieri a Crystal. Su, sbrigati.- sentì uno sbuffo dall’altra parte della cornetta, e dei rumori strani, come il ruggito di un leone.
-Va bene, Arrivo subito.- concluse sbadigliando sonoramente prima di porre fine alla chiamata.
“Ultimamente Seiya sta diventando sempre più pigro” constatò, un po’ innervosito. Lui era sempre in anticipo e al massimo delle forze, mentre il cavaliere di Pegasus, adesso che la pace era sufficiente da permettere loro di riprendere fiato, si stava dando alla pazza gioia, stancandosi il doppio di quando erano in “stato di emergenza”.
Non poteva, però, rimproverarlo. Il suo amico stava solo tentando di godersi vita e giovinezza al massimo, dato che l’infanzia l’aveva persa prima in un orfanotrofio, poi nella villa del nonno di Lady Isabel.
Lasciò andare un lungo sospiro. Forse era lui che si preoccupava troppo e che doveva lasciarsi un po’ andare.
Magari non gli avrebbe fatto male prendere la vita con un po’ più di leggerezza, in quel momento dove al massimo appariva uno specter in giro, senza un motivo logico.
“Chiederò a Shunrei di venire qui, così potremmo trascorrere un po’ più tempo insieme.” E subito il pensiero della ragazza gli fece sciogliere il cuore.
Non sapeva nemmeno lui come una ragazza tanto semplice potesse fargli quell’effetto. Forse era a causa della sua infinita dolcezza o delle mille premure che aveva nei suoi confronti.
“Sono davvero fortunato ad aver trovato una ragazza come lei” fu l’ultimo pensiero che formulò prima di sentire la porta della camera aprirsi.
-Hyoga!- senza neanche pensarci, gli corse incontro, notando subito le occhiaie nere che contornavano i suoi occhi azzurri, facendoli sembrare più scuri del normale. Inoltre non ci mise molto ad accorgersi anche del colorito del ragazzo, che era più paonazzo del solito. –Hai un aspetto terribile. Che cosa ti è successo?
Anzi, non stare in piedi, mettiti seduto.-
Il biondo, senza aprire la bocca, fece prima un cenno al moro in segno di saluto, poi, piano piano, si lasciò cadere sulla poltrona.
-Su adesso racconta!- Lo incoraggiò Shiryu tenendogli inizialmente le mani.
-All’inizio sembrava andare tutto bene. Lui ed il fratello erano sulla terrazza ed erano pronti a sentirmi suonare, poi ad un tratto ho alzato gli occhi mentre stavo cantando e ho visto la finestra chiusa.- affermò con un tono piuttosto malinconico, prima di riprendere.
-Shiryu, non so più che fare. Alla fine mi sono ritrovato a cantare per un gatto che passava lì per caso, ho preso una multa per disturbo della quiete pubblica e sono stato portato al commissariato di polizia per fare "accertamenti". – affermò depresso il ragazzo dai capelli biondi, guardando l’altro che lo stava compatendo in silenzio. In quel momento fece nuovamente la sua entrata trionfale Seiya.
-Tu!- Si alzò il biondino e lo tirò letteralmente su da terra, tenendolo per la maglietta. -Tu non sai cosa ho passato tutta questa notte a causa tua.-
-Eheh già. Io dormivo a casa mia con Aiolia- disse, non rendendosi conto di essersi peggiorato ulteriormente la posizione.
-Hyoga, mantieni la calma- disse Shiryu, facendogli mettere giù a fatica il cavaliere del pegaso.
-Evidentemente abbiamo sbagliato approccio con il tuo amato, per cui, perché non proviamo a chiedere aiuto a qualcuno che di amore se ne intende?-
-Mi avete chiamato, forse?- Domandò il cavaliere dei pesci, facendo ondeggiare il mantello durante la sua entrata in scena.
-Beh, non eri proprio tu quello che intendevo.-
-Ci accontenteremo- esclamò Seiya, venendo subito fulminato dal cavaliere dai capelli celesti.
-Accontentarsi? Dovresti, come minimo, esultare per il fatto che io, cavaliere dei pesci, sia venuto in vostro soccorso.- spostò quindi lo sguardo sul biondo.
-Hai detto di aver bisogno di aiuto, no?- Hyoga alzò il viso, facendo un cenno affermativo con il capo.
-Allora io, Aphrodite, diventerò per un giorno cupido e farò cadere ai tuoi piedi il tuo innamorato. Seguimi!- Disse prendendo sottobraccio il biondo ed indicando teatralmente la porta.
-Posso venire anche io?- chiese Pegasus eccitato da quell'aria che si stava formando.
-No, tu ed il tuo amico Dragone rimarrete qui. Non vorrei mai che rovinaste il mio lavoro!
Domani saprete l'esito e sarà sicuramente positivo.-
-Lo spero anche io- affermò il biondo, venendo scortato (o, meglio, trascinato in modo elegante) fuori dal cavaliere d'oro.
I due bronzini rimasti nella sala si guardarono negli occhi, desiderosi di commentare ciò che aveva fatto Aphrodite, ma non appena capirono che i loro pensieri coincidevano, lasciarono perdere.
-Ti va di venire a casa mia? Aiolia ha detto che si sarebbe messo ai fornelli e temo di aver bisogno di mangiare qualcosa di commestibile per pranzo.- Disse, alludendo chiaramente, alla bravura del cavaliere del leone in cucina, che era praticamente nulla.
-Va bene. Ho già un compagno con un po' di problemi, ci manchi solo tu con una intossicazione alimentare a migliorare la situazione.-


------------
Non appena uscirono dalla stanza, grazie al teletrasporto di Mur, si ritrovarono nella prima casa e cominciarono la scalata verso la dodicesima.
Certo che era lontana! Avevano aggiunto degli scalini, nel frattempo o era solo una sua impressione?
Passarono tranquillamente le prime tre case, salutando i custodi con un leggero cenno della mano, ma arrivati alla quarta casa...
-Hyoga, aumentiamo il passo, se no non arriviamo più su.-
Il biondo guardò l'altro un po' sconcertato. Quella constatazione l'aveva fatta lui poco prima e il cavaliere d'oro l'aveva ignorata.
C'era qualcosa forse che preoccupava il ragazzo dai capelli azzurri?
-Su, aumenta il passo!- farfugliò prima che entrambi venissero "braccati" da qualcosa.
Una mano si era posata su una spalla del biondo mentre un'altra sul quella del suo accompagnatore.
-Dite, passi per casa mia senza permesso e non mi vieni neanche a salutare? Guarda che potrei offendermi- affermò una voce fin troppo familiare ad entrambi. Si voltarono contemporaneamente.
-Quante volte ti ho detto che non gradisco che tu mi storpi il nome?- domandò al ragazzo dai capelli blu scuro, senza avere nemmeno un tono adirato. Sembrava quasi che lo dicesse solo per abitudine.
-Devo ricordarmelo?- chiese sarcasticamente all'altro, prima di cambiare discorso. -Piuttosto perché sei con lui?- indicò il Cavaliere del cigno.
-Ha bisogno di un aiuto in amore.- avrebbe voluto aggiungere anche "e chi meglio di me poteva darglielo", ma si trattenne.
-Non sapevo che ti fossi dato alle buone azioni. Allora perché, già che ci sei, dopo, non passi dalle mie camere e...-
-No, questa volta vai a lavare e ad asciugare le tue lenzuola da solo- si affrettò a dire, prima che l'altro concludesse la frase.
Hyoga lo guardò non capendo nulla di ciò che gli altri due stavano dicendo. Forse era troppo stanco per pensare a qualsiasi cosa.
-Sì, le lenzuola.- rise leggermente. -Allora ti lascio andare. Se no la tua povera vittima crolla prima che tu riesca ad elargirgli i tuoi preziosissimi consigli.- si voltò, tornando nel luogo da dove era venuto.
-Su riprendiamo!- disse Aphrodite, riprendendo la scalata, visibilmente sollevato.
Le case seguenti furono abbastanza facili da superare, anche se avevano dovuto spiegare il motivo del loro passaggio agli ultimi tre.
-Adesso, per prima cosa siediti lì- gli indicò il divano- vado a farti una tisana che ti tenga sveglio ancora per qualche ora.-
-Caffè?- gli chiese ironicamente, venendo però fulminato.
-Assolutamente no! Il caffè rovina la pelle e le cellule cerebrali. Questa è una tisana di mia creazione. E amara ma funziona meglio e non ha effetti collaterali-
Hyoga rimase in silenzio, titubante.
Funzionava davvero o era qualche diavoleria strana?
Meglio non chiederselo.
Dopo una decina di minuti Aphrodite tornò con due tazzine decorate da ghirigori dorati e ne porse una al biondo.
-Ti consiglio di berla  velocemente.- affermò mettendosi a sorseggiare senza problemi la sostanza verdognola.
Il biondo, ancora sconcertato, mandò giù in due sorsi la bevanda, prima di accorgersi del sapore.
-Non è amara, è solo vomitevole! Ma cosa ci hai messo dentro? Ortiche, basilico, cannella, zafferano e carciofo?-
-Le ortiche e la cannella ci sono, il resto degli ingredienti è  sbagliato- detto ciò appoggiò con eleganza la tazzina sul tavolino, evitando di creare alcun tipo di rumore grazie al mignolo, che la fece scivolare sul superficie.
-Adesso vieni qui che rimettiamo un po' a posto il tuo viso.
Sei inguardabile!- disse andando in bagno e tornando con una borsa nera lucida, grande quanto un dizionario enciclopedico in versione “integrale” della Zanichelli. -Prima di tutto direi di passare un correttore sotto gli occhi. Hai delle occhiaie spaventose.-
-Hey, hey! Aphrodite, frena! Io sono un uomo, non mi metterò uno strato di trucco!-
-Su! Questo non serve per truccarti, ma per celare le tue imperfezioni.- cercò di convincerlo il cavaliere dei pesci, ricevendo come risposta un altro rifiuto.
A quel punto, più deciso che mai a fare ciò che voleva, andò a toccare la nota dolente. –Non vorrai mica che lui ti veda in questo stato pietoso proprio mentre confessi il tuo amore. Magari, questa volta, potrebbe essere lui a chiamare la polizia e farti arrestare per “disturbo della quiete pubblica”.-
Colpito ed affondato.
Nel giro di dieci minuti Aphrodite riuscì a conciarlo come voleva lui. Dopo il correttore, gli passò almeno due creme diverse per elasticizzargli la pelle e renderla meno lucida, poi gli sfoltì un po’ le sopracciglia, con non pochi insulti da parte dell’altro, gli mise un po' di matita nera per accentuare la forma degli occhi, un leggero strato di ombretto rosa sulle palpebre, un po’ di mascara per volumizzare le ciglia e, infine, come tocco di classe, un leggero strato di rossetto sulle labbra.
-Adesso puoi guardarti.- disse porgendogli lo specchio.
Il risultato che si presentò davanti agli occhi era cento volte migliore di quello che si aspettava, anche se quel rossetto viola sulle labbra avrebbe potuto benissimo evitarlo e quelle ciglia potevano essere un po’ meno marcate.
-Adesso passiamo al guardaroba!-  prese dal proprio armadio tre capi di abbigliamento e li mise sulle gambe del russo, che, come risposta, si limitò a guardare i vestiti, scettico.
-Su, poche storie, mettili. Lo so che sei un po’ più basso di me, ma basterà fare i “risvoltini” ai pantaloni.-
-Lo dirò chiaramente. Io-non-andrò-mai-in-giro-con-una-camicia-rosa-shocking.-
Nemmeno cinque minuti dopo, al contrario di ciò che aveva detto, stava indossando quei vestiti, con la somma gioia di Aphrodite, che si stava cominciando a chiedere come mai non avesse ancora provato a cambiare completamente un cavaliere di sua conoscenza, troppo rozzo e trasandato per i suoi gusti.
-Adesso che anche qui abbiamo finito, direi di passare alla vera e propria dichiarazione.
Stai molto attento a quello che dico. L’amore è difficile da esprimere a parole e, per questo motivo, l’uomo ha creato il linguaggio dei fiori.
Tutto ciò che devi fare, ovviamente con il mio aiuto è trovare una composizione floreale da portare al tuo amato. Anzi, quello lascialo fare a me.
Tu vai a prendere carta e penna, scrivi qualcosa e firmalo.-
“E’ solo una mia impressione o sta facendo tutto lui?” fu l’unica cosa che riuscì a pensare.
Si diresse verso lo scrittoio del cavaliere dei pesci e prese ciò che l’altro gli aveva detto: carta da lettere, che emanava un anomalo odore di rosa e la penna stilografica.
“                                                                                                                                                                                          15/07/20XX
                                                                     Per te, con affetto da
                                                                      - Hyoga del Cigno “


-Ok, così dovrebbe andare bene.
Dato che i fiori parlano da sé, non credo che sia il caso di aggiungere altro.- affermò, piegando il foglio a metà e attendendo il ritorno di Aphrodite, che non tardò ad arrivare.
Teneva tra le mani un mazzo di fiori, legato da un nastro rosso e con uno strato di pellicola trasparente a pois bianchi intorno.
-Ti spiegherò bene il significato di questi fiori.
Questi sono crisantemi rossi e ciò che vogliono dire è “ti amo” e li ho accompagnati con dei tulipani rossi, il cui significato è molto simile. Per fare un contrasto con il colore di questi due fiori ho messo un po’ di “non ti scordar di me”, il cui significato è celato buona parte nel nome e, infine, per creare un equilibrio tra gli opposti ho messo i fiori di acacia, che non solo significano “amore segreto” e hanno un buon profumo, ma che sono molto scenografici perché creano un effetto “cascata”.-
Il biondo prese tra le mani il mazzo, e lo guardò con attenzione. Non c’era niente da dire. Aphrodite ci sapeva fare con le composizioni.
-Adesso cosa devo fare?- chiese, credendo che il cavaliere dei pesci avesse in serbo per lui qualcos’altro.
-Niente. Porta i fiori davanti a casa sua, citofona e guarda da un cespuglio il risultato.-
Il ragazzo dai capelli biondi rimase per qualche secondo in silenzio, indeciso se chiederglielo oppure no.
-E allora perché mi hai conciato così?- chiese con un tono un po’ alterato.
-Perché stavi uccidendo i miei occhi con quell’aspetto da zombie appena uscito da un film dell’orrore.- commentò, con nonchalance per poi cambiare discorso. –Ho già chiesto a Mur di teletrasportarti davanti a casa del tuo amato, perciò ora vai e fatti onore!-

__Punto di vista di Shun__
Mio fratello era ancora adirato per tutto quello che era accaduto la sera prima e non faceva altro che lamentarsi del fatto di quanto preferisse godere della compagnia degli Specter piuttosto che la nostra.
Io davvero non capivo come mai mio fratello se la fosse presa così tanto con Hyoga al punto di chiamare la polizia e denunciarlo.
“Chi lo capisce è bravo” fu l’unica cosa che riuscii a pensare.
Ad un tratto, mentre ero immerso nei miei pensieri, sentii qualcuno suonare al campanello e subito andai a vedere chi fosse.
Appena aperto l’uscio, però, non trovai nessuno, ma sul tappetino vidi un mazzo enorme di fiori ed istintivamente lo presi tra le braccia, leggendo, però, prima il biglietto.
-Nii-san- urlai, chiudendo la porta ed andando nel salotto dove mio fratello era seduto a leggere tranquillamente un libro. –Hyoga ci ha mandato dei fiori per farsi scusare per ie…ie…- e subito starnutii.
E dopo quel primo ce ne fu un altro. E un altro ancora.
Cominciai a sentirmi un po’ male, oltre a notare che il mio naso stava leggermente cominciando a bruciarmi.
Ikki, attirato più dai miei starnuti che dai fiori in sé, mi guardò confuso, realizzando però, che qualcosa non andava.
-Dammi quel mazzo di fiori e vai subito a prendere un antistaminico.- mi ordinò ed io, velocemente feci quello che mi aveva detto. Gli misi tra le braccia ciò che mi aveva richiesto ed estrassi da uno dei cassetti un medicinale.
-Fiori d’acacia, ecco! Adesso si spiega tutto. Una reazione allergica.- disse ad alta voce, per farmi capire quale fosse il problema celato tra quei fiori, prima di aprire la finestra.
A quel punto, dopo che mio fratello ebbe constatato che non c’era nessuno in strada, lanciò i fiori verso il marciapiede ed urlò –ALI DELLA FENICE-
In qualche secondo i fiori presero fuoco ma, come se Ikki avesse calcolato tutto, l’erba e il cespuglio dietro al quale cadde non subirono danni.
Poi, con sguardo soddisfatto, chiuse la finestra e affermò: –Problema risolto.-

Angolo di Vallellata (Mizaku)
Buongiorno e ben trovati!
Vi ringrazio per aver letto questa fan fiction! Come l’altra volta vi chiedo cortesemente di segnalarmi eventuali errori, nel caso mi fossero sfuggiti.
Un saluto e un ringraziamento in particolare Superbi Squalo e a MorningLight, che hanno recensito il primo capitolo!
Detto ciò vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!
Bye bye! <3

Ps: Se non si fosse capito, è colpa di Ikki se Hyoga ha ricevuto una multa per disturbo della quiete pubblica.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Let's get physical ***


-Non è possibile! Sebbene abbia ricevuto il mio preziosissimo aiuto, h-ha fallito miseramente...- disse il cavaliere dei pesci con un tono molto tragico, asciugandosi la lacrima che gli uscì dall’occhio sinistro con un enorme fazzoletto bianco, sul quale era ricamata l’iniziale “A” con un filo dorato.
-Tutto quel lavoro… sprecato.- sospirò, prendendosi due secondi di pausa, prima di riprendere il suo monologo.
-Eppure… quei fiori erano perfetti, i loro significati erano piuttosto chiari e comprensibili.- come se fosse un attore teatrale durante la scena della morte del personaggio che interpretava, si sdraiò su un lato, alzando la mano con il fazzoletto.
-Mi sento demolito nel profondo.- lasciò cadere il fazzoletto sul pavimento, spostando poi il dorso della mano sulla fronte. –Dimmi, cosa dovrei fare?-
-Scusa, Aphrodite, non vorrei sembrare superficiale, ma io, veramente, stavo facendo altro prima che giungessi a casa mia a raccontarmi i tuoi problemi.
Cioè, non è che non mi interessino, ma almeno vorrei finire di lavarmi, senza averti come pubblico.
Per cui, ti direi, al momento ciò che potresti fare è uscire.- affermò con un tono abbastanza calmo, Milo, che era seduto nella vasca da bagno, sommerso da un abnorme strato di schiuma, da dove si potevano scorgere il viso di Camus, la casa dell’acquario e delle “sculture” varie ed eventuali.
Aphrodite, si voltò verso il suo commilitone con uno sguardo stupito, che presto si tramutò in una espressione schifata.
-Sei davvero una persona insensibile e, proprio come hai detto di “non voler sembrare”, superficiale.
E io che ero venuto a confidarmi proprio con te, perché pensavo che fossi in grado di capirmi – detto ciò si alzò in piedi e, con dei lunghi passi, si appropinquò verso l’uscita della camera.
Sentendosi un po’ in colpa per quello che aveva detto al suo compagno, con il quale non credeva di essere così in “confidenza” al punto tale di ricevere delle confessioni riguardo ai suoi stati d’animo, si mise a sospirare.
- Va bene, Aphrodite, hai vinto tu.
Scusami per ciò che ho detto, mi sciacquerò dal sapone più tardi.
Tu, intanto, finisci pure di sfogarti.-
Il ragazzo dai capelli celesti non se lo fece ripetere due volte e, prendendo una sedia, si accomodò a due centimetri dalla vasca, appoggiando sul bordo una delle braccia.
- Benissimo! Allora… cosa stavo dicendo? Ah sì! Stavo per esprimere il mio sdegno nei confronti di tutti quei cavalieri che ignorano il linguaggio dei fiori. Dimmi, Milo, non sei sdegnato anche tu?- puntò il proprio sguardo sull’altro, che arrossì leggermente.
-Veramente la mia conoscenza del linguaggio dei fiori si ferma alla rosa e alla mimosa.-
-Cosa hanno udito le mie orecchie?- mise una mano sulla propria bocca, assumendo un’espressione scandalizzata. -Quale improperio! Poveri fiori, creature incomprese, messaggeri di sentimenti nascosti.
Nessuno vi comprende come meritate-
-Su, dai, Aphrodite, non è la fine del mondo.- Cercò di rincuorarlo, prima che ricominciasse a fare uno dei suoi melodrammi -Nessuno sa il significato dei fiori, eccezion fatta per i fiorai-
-Quindi tu, oltre ad essere conscio della tua ignoranza e a crogiolarti in essa, giustifichi anche gli altri?
Sei davvero un barbaro-
-Barbaro? Io?- lo guardò, punto nell'orgoglio -Io sono Greco! Il barbaro sei tu, che vieni dalla Svezia, uno dei paesi più a nord dell'Europa!-
Il ragazzo dai capelli celesti, capendo di aver toccato il tasto dolente (ossia il fatto che Milo ritenesse la Grecia il paese più civilizzato) e non essendo andato lì per attaccar lite, decise saggiamente di ripiegare su un altro argomento.
-Sì, hai ragione. Senti, Milo, dato che mi fido di te, ti potrei affidare un incarico? Sai, credo molto nelle tue capacità, quindi penso che potresti riuscire egregiamente nel tuo lavoro.-
Il cavaliere dai capelli blu oltremare, incuriosito, tese l’orecchio, limitandosi a dare un cenno di affermazione con la mano. –Di che si tratta?-
-Aiuteresti Hyoga a dichiararsi? Ovviamente non sei obbligato a farlo, io te lo chiedevo, perché ormai è diventata una questione personale, ma non posso presentarmi nuovamente da lui per aiutarlo.
Non mi ascolterebbe-
“E ci credo che non voglia ascoltarti, lo hai fatto truccare. Inutilmente poi” Fu l’unico pensiero che transitò nella testa di Milo, sentendo le parole dell’altro.
A quel punto Aphrodite prese le mani del cavaliere dello scorpione, che erano nascoste tra il sapone e le strinse tra le sue. –So che sei legato a lui e credo che a te darà ascolto. Vai e trionfa dove io ho fallito-
Investito di una responsabilità tanto grande, il ragazzo cominciò a gasarsi.
-Non ti preoccupare, farò del mio meglio!- sorrise, prendendo in mano il soffione che aveva a lato della vasca da bagno, per sciacquarsi.
-Adesso, Dite, puoi andare. Appena ho finito di togliermi il sapone e dopo essermi asciugato, mi precipiterò da lui.- lo avvisò, Milo, pronto ad alzarsi in piedi quando l’altro se ne fosse andato.
-Va bene.- affermò Aphrodite, non muovendo, però, nemmeno un passo dalla sua postazione.
Questo mise un po’ a disagio il cavaliere dello scorpione, che non sapeva come comportarsi.
Non glielo aveva detto direttamente, ma l’affermazione precedente era un invito ad uscire.
Evidentemente non lo aveva colto, per cui decise, seppur fosse imbarazzante, di dirlo esplicitamente.
-Quando dicevo “togliermi il sapone” intendevo farlo da solo, non in compagnia.-
-Non ti preoccupare, Milo, non mi imbarazzo certamente davanti alla nudità maschile.
Anzi, devo dire che la apprezzo molto.-
-E’ appunto perché la apprezzi che ti sto chiedendo di uscire!- urlò il cavaliere dello scorpione con le guance rosse come due peperoni maturi.
L’altro sorrise, compiacendosi anche un po’ di quella reazione così tanto… adorabile?
-Ogni tanto sei noioso, lo sai?- gli disse, fingendosi offeso, raggiungendo l’uscita del bagno.
-Ogni tanto sei molesto, lo sai?- gli rispose per le rime l’altro, ricevendo come risposta una…linguaccia?
“Mah. Aphrodite si è comportato in modo davvero strano oggi, per cui devo smetterla di meravigliarmi di questi dettagli.” Pensò tra sé e sé, alzandosi in piedi, dopo circa due ore passate a puccia nell’acqua e sapone. “Adesso però è meglio che mi sbrighi! Non vorrei mai che gli venisse in mente di tornare indietro a spiarmi.”


_Punto di vista di Shiryu_

Mi sentivo davvero morire.
Alla fine, seguendo il consiglio di Pegasus sono andato a casa sua, ma ciò che trovai al suo interno non me lo sarei aspettato.
Un Aioria con un grembiule azzurro intento a cucinare dei piatti in cucina.
Detto così potrebbe sembrare una cosa normale. Il fidanzato che cucina un pranzetto per l’amato che aveva portato a casa un amico.
Beh, non era così.
Ogni cosa, anche della miglior qualità, nelle mani di Aioria, finiva per diventare una poltiglia potenzialmente velenosa.
Il peggio era che quel giorno si era dato così da fare che aveva preparato tutto un pranzo da solo, dall’antipasto al dolce, con risultati a dir poco catastrofici.
L’antipasto, che doveva essere semplicemente del formaggio fresco con una leggera spruzzata di origano sulla superficie, era diventato un formaggio liquido (e preciso, liquido, non fuso. Sembrava quasi latte) ricoperto da una distesa di erbette di vario tipo passate al frullatore con un pizzico di peperoncino, maionese e mostarda dolce.
Il primo, che doveva essere qualcosa di simile ad una “pasta al sugo con pezzetti di salsiccia” era diventata una colla di spaghetti semicotti che navigavano in una acqua colorata di rosso, aromatizzata al curry e con un pezzo intero di salsiccia poco cotta sul quale era stata messa mezza scatola (125 grammi circa) di panna acida.
Il secondo, un tortino salato, era diventato un ammasso di pasta frolla informe con al suo interno (anche se al posto di essere dentro, era uscito fuori tutto) prosciutto carbonizzato, un formaggio che emetteva un cattivo odore (e potevo affermare che ciò non fosse normale, dato che la mozzarella normalmente non aveva un odore nauseabondo di benzina) e delle carote (erano carote? No, davvero, non sapevo che cosa fossero. Erano arancioni e tagliate, ma non mi sono azzardato a chiedere.) diventate fosforescenti.
Non parliamo del contorno, che era così mal ridotto che non si capiva nemmeno cosa dovesse essere. Una poltiglia marrone nera e viola, che sembrava voler prendere vita da un momento all’altro.
Infine, come dimenticarlo? Il dolce. 
Una crostata con la crema pasticcera. A questo punto vi lascio all’immaginazione, perché l’aspetto era così disgustoso che non trovo le parole per descrivere tale obrobrio.
Il problema era: come convincere Aioria che non avremmo potuto mangiare quelle cose?
-Shiryu, vieni un attimo in cucina- mi chiamò il cavaliere d’oro e subito cominciai a sudare freddo.
Molto titubante entrai dentro la stanza, guardando da più vicino quel pasto, se così si poteva chiamare, che sembrava cento volte più vomitevole di prima, quando lo osservavo da lontano.
-Potresti assaggiare i piatti e dirmi cosa ne pensi? Oggi penso di essermi superato.- mi sorrise soddisfatto del suo operato.
“In cattivo gusto, certamente, ti sei superato” avevo pensando, invocando l’aiuto del mio maestro e di quella buona anima di Mur, implorandoli di portarmi via da quel luogo.
Il primo mi disse testualmente “un cavaliere deve saper affrontare qualsiasi tipo di situazioni”, mentre il secondo, abbastanza scocciato, mi rispose di arrangiarmi perché era stufo di teletrasportare gente in giro per il mondo, dato che esistevano oggetti “alieni” come macchine, aeroplani e biciclette.
Con lo sguardo di una persona che stava andando al patibolo, cercai di dissimulare un sorriso e gli risposi –Non c’è alcun problema.-
Tutto felice, il cavaliere del leone mi diede un cucchiaio e mi passò il piatto dove c’era l’antipasto.
Titubante e pregando la dea Atena affinché mi desse la forza di non morire al primo boccone, raccolsi un po’ di quel composto e lo misi in bocca.
Mi sbagliavo. Non era cattivo.
Era molto peggio. Era così piccante che i miei occhi cominciarono a lacrimare come mai in vita loro.
-Ti senti bene? Perché piangi?- mi chiese preoccupato.
-E’ che è così buono che mi sono commosso. Posso averne ancora un po’?- chiesi, con tutta l’intenzione di mangiarmi da solo tutto il pranzo. Non potevo, come avevo già detto, permettermi di avere un Seiya con una intossicazione alimentare, mi bastava già Hyoga con i suoi problemi di cuore.
Stupito il ragazzo dai capelli color caffè, al posto di togliermi il piatto, me lo lasciò davanti.
-Certo, serviti pure, ma cerca di non finire tutto. Purtroppo ho preparato solo quello che vedi.-
Che cosa fa uno per il proprio migliore amico.
Con le papille gustative nell’Ade e lo stomaco che mi lanciava insulti in tutte le lingue possibili e immaginabili, riuscii nei mio intento.
Mi alzai dal tavolo barcollando, ma fingendo di sentirmi bene, nonostante il cambio di colore del mio viso  che era passato da pallido a giallo, andai verso Aioria.
-Mi dispiace, non volevo finire tutto, ma vedi, non ho proprio resistito.
Per scusarmi, posso prepararvi io qualcosa.-
Il mio interlocutore, commosso per quello che avevo fatto, mi spettinò completamente i capelli.
-Va bene, ma cerca di non bruciare il cibo.- mi avvisò, uscendo dalla stanza.
Chiusi la porta a chiave e solo a quel punto mi misi a frugare in giro alla ricerca di qualche medicinale.
Buttai giù, così, tutti i digestivi contenuti nella scatoletta e poi, onde evitare spiacevoli inconvenienti, presi anche il cortisone, per evitare una reazione allergica al cibo.
Adesso dovevo solo aspettare che facesse effetto, quindi presi in mano delle pentole pulite e preparai un vero pranzo, che dopo un’ora esatta era servito a tavola.
I commensali guardarono stupiti le pietanze preparate, uno pronto a piangere per avergli risparmiato la morte, l’altro felice di assaggiare qualcosa di nuovo, in modo da poterli rifare lui.
-Non mangi, Shiryu?- mi chiese il mio migliore amico, mentre stava divorando, come un animale lasciato senza cibo per una settimana, la propria pietanza.
-No, sono sazio. Penso di aver raggiunto la pienezza del dragone.- mi sforzai di sorridere, guardando gli altri mangiare, mentre sentivo il mio stomaco muoversi come se il demonio si fosse impossessato di lui.
Fortunatamente per il mio corpo e per il mio viso, che voleva assumere una espressione sofferente, i due commensali finirono tutto in un quattro e quattr’otto e il cavaliere d’oro si era offerto di lavare i piatti (che fortunatamente erano una montagna.)
Non appena il fidanzato del mio migliore amico se ne fu andato, io mi sdraiai sul divano, venendo seguito dall’altra persona presente nella stanza, che, però, si accucciò per terra.
-Stai bene, Shiryu?- mi chiese preoccupatissimo, stringendomi la mano con una mano e andando a toccarmi la fronte con l’altra.
-Non proprio. Potresti prendere carta e penna? Devo scrivere il mio testamento- gli chiesi, asciugandomi il sudore che mi usciva dalla fronte con la manica della mia veste.
-No. Stai tranquillo, amico mio non morirai.- cercò di tirarmi su di morale lui, tirando però fuori il telefono.
-Scrivi lì sul telefono allora. Io, Shiryu, cavaliere del dragone, nel pieno di tutte le mie facoltà, anche quelle visive (?), lascio a Shunrei tutti i miei averi ai cinque picchi, rimando a Shura la sua sacra Excalibur, affido ad Ikki la mia casa qui a nuova Luxor, così non sarà obbligato a vivere con Shun, a Hyoga lascio i miei risparmi e il mio diario, dove avevo appuntato alcune idee per lui.
A Shun andrà tutto ciò che potrà tornargli utile. Invece, per quanto riguarda te, Seiya…-
Il cavaliere di Pegaso digitò velocemente tutto quello che l’amico gli stava dettando, poi, appena arrivò a scrivere il proprio nome si fermò a guardare l’altro, curioso.
-A te… lascerò il mio cuore, perché io morirò solo per te.-
A quel punto Seiya scoppiò a piangere come un bambino di tre anni. –No Shiryu, non voglio che tu muoia a causa mia. Ti voglio troppo bene per perderti.-
Vedendo quella reazione, anche il mio stomaco si placò, commosso anche lui (forse).
A quel punto scesi dal divano e, senza dire altro, lo abbracciai forte.
-Su. Su. Non piangere così. Non hai più sei anni, Seiya.- gli passai una mano tra i capelli con l’intento di calmarlo.
-Ma tu sei troppo importante per me. Abbiamo giocato, combattuto, riso e pianto insieme. Senza di te la mia vita perderebbe un colore, il verde del tuo cosmo. Il colore della speranza.- A quelle parole tanto dolci, il mio cuore si sciolse. Glielo dovevo dire che, in quel momento mi sentivo meglio o crogiolarmi ancora un po’ in quel momento di dolcezza?
La risposta non tardò ad arrivare. Qualcuno suonò al campanello.
Sciolsi quindi l’abbraccio e mi alzai in piedi, pronto ad andare ad aprire.
Una mano, però, mi trattenne. –Shiryu, ti prego, non andartene.- mi implorò la vocina del mio migliore amico.
-Stai tranquillo, non me ne vado. Guardo solo chi ha citofonato e torno qui, ok?-
Con i lacrimoni agli occhi e con il viso da bambino, annuì.
-Aioria, vado a vedere io chi è al citofono, tu potresti occuparti di Seiya? Penso che abbia bisogno di un po’ di conforto.-
Neanche ebbi finito di finire la frase che, alla velocità della luce, il cavaliere d’oro aveva stretto il fidanzato, donandogli tutto l’affetto che poteva.
A quel punto, sentendo una seconda volta suonare il campanello, corsi all’entrata ed aprii la porta.
-HYOGA!- esclamai stupito, vedendo il ragazzo completamente sfatto e a petto nudo.
-Finalmente ti ho trovato Shiryu… Non hai una bella cera, però- constatò, guardandomi e rendendosi conto che, forse, era messo addirittura peggio di lui.
-Anche tu. Su, vieni, entra. Raccontami tutto quello che ti è successo.-
Presi per mano il biondo, dopo aver chiuso la porta di ingresso, e lo portai dagli altri due.
Lo feci accomodare sul divano, sedendomi nuovamente per terra.
Ci furono dei momenti di silenzio, poi il nuovo arrivato, con calma, si mise a raccontare ciò che era accaduto.
-Aphrodite ha cercato di darmi una mano, facendomi portare dei fiori a lui.
Sono stato truccato, vestito con degli abiti probabilmente venuti dal reparto femminile di un negozio, perché dei pantaloni bianchi di raso e una camicia rosa, accompagnata da un fiocco nero non sono certamente indumenti maschili, e mi sono dovuto nascondere dietro un cespuglio per guardare la scena.
Stava andando tutto bene , poi è successo qualcosa a Shun ed Ikki ha aperto la finestra, lanciando fuori i fiori e colpendoli con le ali della fenice.-
Il cavaliere del leone fissò Hyoga con uno sguardo carico di pietà. Certo che gliene capitavano di cotte e di crude.
-Il peggio, però, è successo dopo. I fiori infuocati sono proprio caduti tra le mie braccia, facendo prendere fuoco alla maglietta. Non ho nemmeno fatto in tempo ad usare il “Diamond Dust” per spegnerla, perché in due secondi si era già carbonizzata. Ho salvato per miracolo i pantaloni e la mia pelle all’ultimo, ghiacciando quello che rimaneva dei fiori e me stesso. Poi il trucco a cominciato a sciogliersi e adesso ho così tanto nero sotto agli occhi da sembrare un panda.
Shiryu, cosa devo fare?-
Io, essendo stato chiamato in causa mi misi a sedere accanto al mio compagno di “squadra”, cercando di consolarlo anche con una vicinanza “fisica” oltre che psicologica. –Da quello che mi è sembrato di capire, deve essere successo qualcosa a Shun e quindi Ikki si è visto costretto a reagire in quel modo.
Sappiamo tutti come è fatto, se qualcosa mette in pericolo il fratellino, sarebbe pronto anche a sacrificarsi pur di salvarlo.-
Hyoga annuì, trovando la mia spiegazione molto convincente.
Proprio in quel momento suonò nuovamente il campanello.
Aioria guardò stranito Seiya . –Hai invitato qualcun altro qui?-
-No, forse è Ikki che ha seguito Hyoga per tirargli il collo.-
-Seiya, non sei di aiuto.- affermai, lanciando un’occhiataccia al castano.
-Morire ucciso da Ikki sarebbe la cosa migliore che potrebbe accadermi.- affermò il biondo, sospirando rumorosamente.
-Santa Atena, dona la pazienza a tutti, perché se no qui presto ci sarà un suicide party.- disse più a se stesso che agli altri Aioria, alzandosi e andando a vedere chi fosse, pronto ad attaccare nel caso in cui si ritrovasse davanti un ragazzo con istinti omicidi.
Fortunatamente colui che si trovò davanti non assomigliava nemmeno un po’ a colui che si aspettava di trovare.
-Hey! C’è Hyoga qui, per caso?- affermò sorridente il cavaliere dello scorpione.
-Sì, è proprio qui.- dissi io, che mi ero avvicinato, seguito dal diretto interessato.
-Milo?- Esclamò stupito il biondo.
-Hey! Ho sentito come ti è andata ieri. Mi dispiace davvero, lo sai che ti supportavo, no? Dopotutto ti avevo augurato anche buona fortuna.-
Crystal sembrò rattristarsi parecchio, ma il suo interlocutore, riuscì comunque a fargli tornare il sorriso.
-Dai, hai fallito due volte, non è la fine del mondo. E’ normale essere un po’ impacciati all’inizio ma poi, con in tempo, si capisce qual è il metodo più efficace per fare colpo.
Ed è appunto per aiutarti a trovarlo che sono arrivato io.- gli sorrise e in meno di pochi istanti erano entrambi usciti dall’appartamento/mansarda di Seiya.
-Voi non trovate divertente che tutti al santuario sappiano della cotta di Hyoga, tranne il diretto interessato ed il fratello?- Mi volsi a guardare il mio migliore amico, che aveva appena aperto bocca.
-Se fosse una fanfiction magari sarebbe anche divertente, ma questa è la vita reale, Seiya.- provai a dire, venendo poi interrotto da Aioria.
–In ogni caso, dato che sta diventando il passatempo del grande tempio trovare un modo per farlo dichiarare, dubito che qualcuno si metta a fare la spia, per cui non abbiamo nulla di cui preoccuparci.-
-Saranno giorni molto duri-

_________________________


I due cavalieri di Atena camminarono per circa una decina di minuti verso il centro commerciale.
-Prima di tutto prendiamoci un bel gelato e poi, dopo che ti sarai preso una maglietta per coprirti, potremmo parlare della strategia da adottare.- affermò sorridente il cavaliere dello scorpione, orgoglioso del programma della sua “missione speciale”.
Il biondo acconsentì alla proposta dell’altro e in meno di cinque minuti furono entrambi seduti in un tavolo a prendere il gelato.
-Buono!- esclamò felice come una Pasqua Milo, mangiandolo con gusto.
-Quelli che fa il maestro Camus sono più buoni, ma bisogna accontentarsi.- affermò Crystal, attirando la piena attenzione del proprio interlocutore su di sé.
-Davvero? Cam non me ne ha mai fatto assaggiare uno.- borbottò un po’ contrariato. – Te ne da tanti?-
-No, per ora me ne ha fatti assaggiare solo due. Uno più buono dell’altro. Il primo era al limone, mentre il secondo all’anice.-
-Hm.. interessante. Parlami ancora di Camus.-
-Veramente dovresti conoscerlo tu più di me, sei un suo collega e vi siete incontrati quando eravate entrambi bambini.-
-Sì, ma sai come è fatto lui. Cerca sempre di tenere le distanze con tutti tranne che con me e Shura. Ultimamente, però, cerca anche di evitarmi. E’ arrivato al punto di cercare di “ghiacciolizzarmi” pur di tenermi lontano.
Quindi volevo chiederti di darmi tutte le informazioni che avevi accumulato negli anni su Camus per provare a capire il motivo del suo comportamento.-
-Scusa, ma non eri tu a dover dare un aiuto a me? Se non riesci a districarti tu con i tuoi problemi amorosi come pensi di poter aiutare me?-
Come risposta il cavaliere dello scorpione si mise a ridere a crepapelle: -Io? Innamorato di Camus? Figurati! Lui è solo il mio migliore amico.-
Il biondo lo guardò con un’aria molto sospettosa. Ma a chi voleva darla a bere?
Milo era sempre intorno a Camus, come un pesce pilota intorno al suo squalo.
Ormai Crystal li considerava una coppia a tutti gli effetti, anche se non si erano ancora dichiarati l’un l’altro, perché pensava che, presto, si sarebbero anche messi assieme.
-Hey, non guardarmi così, posso giurarti che non provo niente per Camus. Io ho avuto una relazione con Shaina, in passato.-
-Che, se non erro, finì proprio a causa di una lite con lui.- insistette il biondo, col risultato di far quasi soffocare il ragazzo dai capelli blu con la cialda del gelato.
-Ripensandoci quella è una vecchia storia. Non siamo qui mica a rimuginare sul passato!-  cercò di salvarsi in corner, in modo da non addentrarsi nei particolari di quella vicenda. –Piuttosto… dimmi ciò ti ho chiesto, così potremo andare a prenderti la maglietta presto e io ti potrò spiegare il mio piano d’azione.-
-Va bene, se ci tieni tanto… Camus è un uomo. Ha attualmente 20, il suo compleanno cade il 7 febbraio, è alto un 1,84, pesa 76 chili, il suo sangue è di tipo A, attualmente è single…- disse con un tono piatto, come se stesse leggendo la pagina di wikipedia sul proprio maestro.
-Guarda che queste cose le so pure io, volevo un altro genere di informazioni.- insistette Milo, guardandolo con uno sguardo serio, che quasi fece paura al cavaliere del cigno.
-Ma io non molto più di quello. Non è che sia molto più aperto con me. So solo che quando lo fai imbestialire continua ad urlare “è uno zotico”, oppure “becero!” o qualsiasi altro improperio gli venga in mente.-
-E quando non è arrabbiato cosa dice di me?- chiese quasi come un cane che attende il suo osso.
-Che sei uno zotico ignorante senza speranza.-  disse cercando di mangiare il gelato, ma ritrovandosi ad assaggiare l’aria.
-Hey, quello era mio- affermò contrariato, vedendo ricomparire il proprio cono tra le mani di Milo.
-Credimi, in questo momento serve di più a me. Comunque, continua. Cosa non piace a Cam di me?- si mise a leccare il gelato, incurante della espressione omicida che aveva assunto il proprio interlocutore.
-A parte quando lo ridicolizzi davanti a tutto il grande tempio, intendi? Beh, quando gli freghi la biancheria intima o alcuni capi di abbigliamento, ad esempio.-
Il cavaliere dello scorpione impallidì e allo stesso tempo, le gote gli si colorarono dello stesso colore della sua cuspide.
-Ma io non ho mai fatto una cosa del genere... Io ho già i miei vestiti a casa mia.- cercò di smentire quella accusa, con uno scarso risultato.
-Però, casualmente, dice che spariscono sempre quando tu passi per la undicesima casa. Comunque, dato che ci tieni tanto a saperlo, le altre cose che non gli piacciono sono: quando ti addormenti sul divano mentre guardate qualcosa insieme, perché poi è costretto a trasportarti sul suo letto e a dormire Lui sul divano, perché se dormisse con te, lo butteresti giù dal materasso inconsciamente.-
-Ho solo il sonno un po’ agitato.- rise leggermente imbarazzato.
-Non riesce a sopportare il disordine perenne del tuo “studio”, che, cito testualmente le sue parole, “è un antro oscuro, dove non brilla la luce del sole e dove tutto scompare. Non bisogna nemmeno entrarci perché si corre il rischio che una mano nera enorme ti catturi quando meno te lo aspetti.”*- Il biondo spostò lo sguardo da un’altra parte. Adesso doveva fare anche il “pettegolo” della situazione.
-Non è vero, non è così in disordine. E’ solo un normalissimo laboratorio creativo dove i miei strumenti sono messi in modo più o meno casuale.-
-Certo. Poi, ultima cosa, odia quando sei sbronzo e dici cose imbarazzanti.-
-E invece che cosa gli piace di me?- chiese speranzoso, nel tentativo di tirarsi su di morale.
-… I tuoi capelli, forse.- Hyoga si grattò la testa. –Di solito, quando mi parla di te, più che altro si limita a elencarmi tutti i tuoi difetti.- vedendo però il proprio interlocutore sul punto di una crisi depressiva, decise di non terminare lì la frase. Rischiava di compromettere l’esito della propria dichiarazione. -Ma non preoccuparti, ti vuole bene anche se non lo ammetterà mai nemmeno a se stesso-  
Come rinvigorito dall’ultima frase il cavaliere dello scorpione si alzò in piedi e, dopo aver tirato su Crystal ed averlo trascinato (perché nel frattempo il biondo era inciampato, cadendo di sedere e Milo non si era curato di fermarsi) su e giù per le scale mobili, arrivò in un negozio di abbigliamento maschile per rockettari.
-Prendiamo una maglietta a caso e andiamo.- disse, guardando l’orologio. –Sono quasi le sette e se no ci tocca aspettare domani per la tua dichiarazione.-
- Se non ci fossimo messi a parlare di Camus, sicuramente ci avremmo messo di meno- fece notare il biondo, che come risposta ottenne “Guarda che sei stato tu a tirarlo in mezzo, mica io”.
E in effetti era vero, però era stato Milo a continuare la conversazione.
Il biondo allora prese la prima maglietta che gli capitò in mano, una con le maniche strappate nera, sulla quale erano stampate due pistole con delle rose e la scritta, sia sul retro che davanti, “Guns ‘n roses”.
Subito la indossò e, dopo averla pagata alla cassa, si volse alla ricerca di Milo. Era sparito.
Lo aveva perso nel negozio? Eppure era sicuro di averlo dietro fino a pochi istanti prima…
-BUH.- urlò il cavaliere dello scorpione prendendo alle spalle l’altro, il quale sobbalzò dallo spavento.
-Scusami se sono scomparso, ma dovevo prendere questo.- gli mostrò una radio e un dvd sul quale era scritto “Gemboy”.
-Adesso possiamo andare?- Domandò il biondo, preoccupato.
-Certo. Strada facendo ti spiego cosa dovrai fare. Io ti rimarrò vicino fino alla fine, non preoccuparti.-


____________________Punto di vista di Ikki_____________

Dopo anni che conoscevo mio fratello, quel giorno ho avuto una conferma, che conosceva qualche essere umano di sesso femminile, con il quale si era anche rapportato.
Questa ragazza era arrivata verso l’ora di cena apposta per trovare Shun.
Non immaginate nemmeno la sua reazione, le era andata incontro e la aveva abbracciata forte, felice come mai in vita sua.
-NEMES!- l’aveva sommersa di baci sulle guance e questa dolcemente lo aveva ricambiato, tutto mentre io ero comodamente seduto sulla mia “poltrona regale”, un mobile che avevo trovato in un negozio questo pomeriggio e che avevo collocato in mezzo al salotto, a pochi passi dal divano.
-Shun, ero preoccupata per te, non ti sei fatto più sentire da quando sei partito per Atene, così ho deciso di venire a trovarti.- sorrise la ragazza, che era arriva direttamente senza maschera, tanto, oramai non le serviva.
Con la “nuova normativa”, le donne non avevano più l’obbligo di tenerla quando non erano in armatura. E in quel momento aveva un vestito azzurro molto semplice, che si accompagnava bene ai suoi occhi.
-Sono felice che tu sia venuta a trovarmi, su, accomodati!- la prese per mano, chiudendo la porta con il piede.
-Nii-san, devo presentarti una mia carissima amica. Lei è Nemes del Camaleonte, una ragazza che era con me sull’isola di Andromeda. E’ stata la mia maestra.-
Questa mi cominciò a fissare e io feci lo stesso con lei. Ci studiammo a vicenda per almeno tre minuti, poi, per cortesia, mi alzai in piedi e andai a stringerle la mano. –Ikki della Fenice, fratello di questo impiastro.-
-Piacere.- disse sorridendomi, ricambiando la stretta con una forza che mai mi sarei aspettato da una donna. –Shun mi ha parlato tanto di te. “Il suo fratellone adorato, tanto forte, bello, muscoloso che lo salvava dai compagni cattivi che lo prendevano in giro perché somigliava ad una bambina” e tante altre cose che al momento non ricordo.-
Guardai mio fratello per qualche istante, che sembrava voler sparire a causa dell’imbarazzo.
-Però sei esattamente come ti ha descritto, anzi forse un po’ meglio, dato che mi aveva parlato di te quando eri ancora un bambino.-
-Nemes, ti prego, guarda che ci metti in imbarazzo.- disse il mio fratellino.
La ragazza, ovviamente, spostò di nuovo lo sguardo su di lui. –Sei davvero troppo adorabile quando arrossisci. -
Vuoi vedere che questa, oltre ad essere amica di mio fratello, è anche qualcosa di più.
Mi rendi orgoglioso di te per la prima volta in tutta la mia vita.
-Quasi come la mia ragazza.- Quelle parole mi colpirono come una scarica di frecce d’oro dell’armatura del sagittario.
Rimangio tutto quello che avevo detto.
Era decisamente troppo bello per essere vero.
“Penso che andrò a ritirarmi nella mia camera”.
Detto ciò, presi sulla spalla la mia poltrona e, guardando mio fratello, dissi: -Vado su, così potete parlare in pace.-
-Non ti preoccupare, nii-san, puoi ascoltare i nostri discorsi senza problemi.- affermò questo, con la faccia da cane bastonato. - E puoi lasciare qui anche quel sofà-
Non lo stetti nemmeno ad ascoltare e, senza problemi, salii le scale.
-Penso che, se ci conoscessimo meglio, io e tuo fratello potremmo andare d’accordo.- fu l’ultimo commento che sentii salendo le scale, prima che arrivassi nella mia camera e posassi la mia poltrona davanti alla finestra aperta.
-Devo rassegnarmi all’idea che mio fratello sia completamente omosessuale. (Commento autrice: Povero Ikki, compatitelo. (?))- sospirai, notando però che qualcosa di strano.
Milo dello scorpione si aggirava con aria sospetta e con un registratore attorno alla loro casa. Poi si era piazzato dietro ad albero del nostro giardino, dando un segnale a qualcuno che, evidentemente era lontano.
In meno di pochi istanti apparve… Hyoga.
Ancora lui?
Era la terza volta nel giro di ventiquattro ore che era lì.
“Vediamo cosa farà questa volta per cercare di dichiararsi a Shun.” Pensò tra sé e sé, alzandosi a prendere una coca cola dal frigorifero portatile.
“Però questa poltrona al momento è di troppo.” Pensai, scaraventandola con molta leggerezza sul letto (fortunatamente facendola rimanere intera), in modo che potessi appoggiarmi alla finestra senza alcun problema.
-Ma devo davvero farlo, Milo? Non mi sembra una buona idea. –Aveva detto all’altro a bassa voce, ma con il viso messo in modo tale che potessi leggere il labiale.
-Tranquillo. Dimmi quando sei pronto.- questa volta ad alta voce Milo, ma nessuno sembrò accorgersene.
-Vai.- disse, cercando qualcosa in giro per la casa, ma non trovandola.
Avvicinai la lattina alla mia bocca, pronto a berla non appena fosse cominciato lo “spettacolo”.
Partì quindi la musica, “Let’s get physical” se non erro, ma accadde una cosa che mai non mi sarei aspettai di vedere.
SI STAVA METTENDO A FARE LO SPOGLIARELLO.
“No, ti prego, dimmi che gli si è fuso il cervello, perché se è così scemo da fare una cosa del genere in pubblico, io mi trasferisco da Shaka.”
Purtroppo, nonostante i miei timori, questo non si fermò e si tolse la maglietta, lanciandola a Milo, che la prese al volo.
Sputai la coca cola davanti a me dalla sorpresa, non sapendo se ridere o piangere.
Evidentemente si accorse del rumore che feci, perché alzò gli occhi verso di me e si fermò, arrossendo come mai lo avevo visto fare.
-Ikki..- mi chiamò – ti prego, non and…-
-COSA STAI FACENDO? GUARDA CHE LA CANZONE NON DURA IN ETERNO.- urlò Milo, facendo sussultare il cavaliere del cigno, che riprese quella imbarazzante scenetta, fissando però me, con un’aria ben poco felice.
Non appena, però, si tolse i pantaloni, si sentirono al piano di sotto due urli, uno della nostra ospite, che, uscita dalla porta finestra del salone voleva uccidere “Quel maschio senza un minimo di decenza” e Shun che la tratteneva, supplicandola di non fare male a Hyoga perché era suo amico.
Nel frattempo Milo aveva visto bene di filarsela, facendo la mossa più sbagliata del mondo, mettendo un’altra canzone, in un punto strategico, come sottofondo.
(Consigliato sentire il ritornello di questa canzone. https://www.youtube.com/watch?v=xqp0KvImdtg)
La reazione fu delle più divertente che avevo mai visto. Shun si era letteralmente buttato sulla ragazza per bloccarla perché sembrava impossessata da Hades, Hyoga mi continuava a guardare, supplicandomi in silenzio di salvarlo ma non aprendo bocca, evidentemente troppo imbarazzato e una macchina della polizia, che era di ronda, vedendolo in mutande, si fermò ed entrambi gli agenti scesero.
-Signore, lo sa che è vietato andare in giro nudi in città? Non siamo mica in una spiaggia sperduta o in una per nudisti. Ci segua in centrale per degli accertamenti.- E senza dire altro, gli misero le manette e lo fecero salire in auto, portandolo via.
“Saluto un compagno caduto per una causa così poco nobile ed idiota” dissi, mettendo una mano sul cuore, guardando la vettura allontanarsi.



*Chiaro riferimento al gioco “Ib”

Angolo di Vallellata (Mizaku):
Scusate il ritardo, sono proprio da ammazzare, ma se può tirarvi su, ho scritto il doppio del capitolo precedente :3
Ringrazio tutte le persone che mi lasciano le recensioni (I love you <3)
Il povero Hyoga non è riuscito a dichiararsi nemmeno questa volta, ma un giorno ci riuscirà ;3
Adesso vi lascio, così comincio a scrivere il nuovo capitolo! <3
Byee! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** E come dentro un film un giorno... ***


Un telefono cominciò a suonare, nella casa del cavaliere del Pegaso.
Uno, due squilli. Poi Shiryu, che, nel frattempo che aspettava notizie di Hyoga, si era appisolato sul divano, prese l’apparecchio, posato sul comodino in mano.
-Pronto…? Hyoga?- disse, con una voce molto bassa, che lasciava trasparire il fatto che prima stesse dormendo.
- No, non sono Hyoga, sono Mur.- rispose la voce dall’altro capo della cornetta.
Il cavaliere del dragone si mise seduto sul divano, guardando l’orologio.
-Mur… sono le due della mattina…- disse assonnato prima di recepire le proprie parole, ragionandoci un po’ sopra. –Mi sono addormentato a casa di Seiya! Perché lui non mi ha avvisato?-
“Forse perché non voleva disturbarmi mentre dormivo.” Si ritrovò a pensare tra sé e sé, sorridendo, dopo aver notato di essere stato avvolto in una coperta per non prendere il raffreddore.
Seiya era molto premuroso e dimostrava apertamente il suo affetto per il prossimo, prendendosi cura degli altri, là dove poteva. Questo era uno degli aspetti che Shiryu preferiva del proprio migliore amico.
-E’ l’ultima cosa di cui dovresti preoccuparti, al momento.- disse la voce dal telefono con un tono piuttosto serio.- Hyoga si trova adesso alla casa di Camus.-
-Camus? Che cosa ci fa lì? Sta bene?- domandò preoccupato, scattando in piedi, pronto a dirigersi verso il santuario nel caso fosse stato necessario.
-Adesso sta bene, ma ciò che gli è successo prima penso che lo abbia scosso molto. Nemmeno io so i dettagli, so solo che era in un commissariato di polizia, nudo e mi hanno pregato di teletrasportarlo al grande tempio.-
A Shiryu venne quasi un infarto, mentre nella sua mente cominciavano a comparire le più disparate immagini che avrebbero potuto giustificare la nudità del proprio amico e il motivo per cui era sotto shock.
Era stato picchiato da qualcuno, che lo aveva privato dei vestiti? Qualcuno lo aveva portato a letto? Lo avevano rapinato, fregandogli anche gli indumenti?
-Mur, ti prego, fammi venire lì, andrò io ad aiutarlo e a confortarlo.- disse con un tono supplicante, mostrando tutta la preoccupazione nei confronti del suo amico.
-Non ce n’è bisogno. Come ho detto, Camus lo sta aiutando.- Tentò di confortarlo il cavaliere dell’ariete perché era stufo di fare favori ai suoi colleghi, che non venivano mai ricambiati.
-Digli allora di chiamarmi non appena si sente meglio, per raccontarmi tutto.- “Se no qui finisce che muoio dalla preoccupazione” avrebbe voluto aggiungere.
-Glielo dirò.- E dopo averlo salutato, mise giù la cornetta.
A quel punto Shiryu si diresse verso il letto di Seiya, dove il cavaliere di Pegaso dormiva da solo, dato che Aiolia era tornato alla quinta casa poco dopo l’arrivo di Milo.
-Seiya…- gli accarezzò delicatamente la spalla scoperta, nel tentativo di svegliarlo.
Tentativo che stranamente funzionò.
-Hm…? Shiryu? Cosa succede?- sbadigliò sonoramente, guardando l’amico con un occhio semiaperto.
-Volevo dirti che mi sono arrivate notizie di Hyoga. E’ stato trasportato alla undicesima casa da Mur dopo averlo trovato privo di vestiti in una stazione della polizia.- cercò di essere il più calmo possibile, per non mettere in allarme l’altro, ma non ci riuscì. –S-Seiya sono preoccupato.- aggiunse, sospirando pesantemente.
-Shiryu, Hyoga è forte, non gli sarà successo niente di grave o di irreparabile.- gli sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.
-Sarà come dici tu, ma io sono lo stesso preoccupat…- ma non riuscì nemmeno a terminare la frase perché, nel giro di qualche istante, si trovò sdraiato di fianco a Seiya.
- Shiryu, lo so che tieni a Hyoga ma, credimi, è capace di cavarsela. Vedrai che il fatto che sia stato trovato nudo in un commissariato non è dovuto a nessun tipo di violenza che è stata perpetrata nei suoi confronti.- concluse accarezzandogli il viso. –E adesso dormi, io ho sonno.- aggiunse infine, stringendolo a sé.
-Spero che tu abbia ragione, ma… puoi lasciarmi. Torno a dormire sul divano.- affermò venendo subito zittito dall’altro.
-Shiryu, ti conosco. Se ti lasciassi andare di là non dormiresti e continueresti a tormentarti.- affermò, mettendogli una mano tra i capelli e accarezzandoglieli con molta dolcezza.
-Mi conosci troppo bene, Seiya.- constatò il cavaliere del dragone, arrendendosi alla prospettiva di dormire con l’altro.
-Non a caso siamo migliori amici.- mormorò il castano poco prima di ricadere nel Morfeo, con un sorriso sulle labbra, mentre abbracciava l’amico .


_________________________

“Mi sento in colpa per aver lasciato da solo Hyoga nel momento del bisogno.” Aveva cominciato a pensare Milo, dopo essere rincasato sei ore più tardi al suo ‘tentativo di aiuto’ , visto che Mur, quella volta, si era rifiutato di teletraportarlo, forse schifato del suo comportamento. “Che cavaliere d’oro sono? Fuggendo come un vigliacco, ho abbandonato un amico in un momento di difficoltà. Sono il peggiore”
Poi si ricordò di aver non solo deluso Hyoga, ma anche Aphrodite, che aveva riposto la sua fiducia in lui.
Deciso, quindi di scusarsi con il proprietario della dodicesima casa per primo, Milo salì le scale che lo separavano.
Arrivato però alla casa dell’acquario, sentì qualcosa di strano.
Il suo sesto senso, anche chiamato, nel suo caso, “C’è qualcuno che ronza attorno a Camus-detector” cominciò a suonare, avvisandolo che il cavaliere dell’Acquario non era a casa da solo.
Velocemente ma senza far rumore, si avvicinò ad una porta semi aperta del corridoio, che dava sul salotto, dove il cavaliere suo amico era solito a fermarsi il pomeriggio per leggere.
“Devo controllare cosa sta succedendo.” Pensò, accostandosi alla parete e spiando dalla fessura.
Camus era seduto su una poltrona mentre un ragazzo biondo era di fronte a lui…NUDO! (veramente aveva le mutande addosso. Ndme)
Tutti gli istinti omicidi di questo mondo cominciarono a confluire nel suo corpo, tanto che la cuspide scarlatta era uscita da sola ed era pronta a colpire, però l’ultimo briciolo di autocontrollo gli suggerì di stare fermo e guardare cosa sarebbe successo.
-Hyoga, quante volte ti ho detto di non ascoltare quel decerebrato ignorante buzzurro di Milo?- disse il padrone di casa dopo un minuto buono di silenzio.
-Lo so, maestro, non avrei dovuto dargli ascolto, ma pensavo che avesse una buona idea in mente e che non mi lasciasse da solo, alla fine.-
“OH! Quindi è Hyoga” la cuspide si ritrasse e Milo cominciò a risentire i sensi di colpa che prima lo stavano attanagliando, senza lasciargli alcuna tregua. “Chissà cosa gli sarà successo dopo. Quando sono scappato non mi sono mai voltato indietro per vedere cosa fosse successo.”
-M…maestro, lo so che non dovrei chiederglielo, perché sono un uomo adulto e un cavaliere, ma… potrebbe consolarmi?-
“EH?” avrebbe voluto urlare Milo, non appena vide Hyoga catapultarsi tra le braccia del proprio maestro con solo le mutande addosso.
-Non ti avevo dato il permesso.- lo ammonì il cavaliere d’oro.
“Sì, Camus, adesso caccialo. Nessuno può starti così vicino!” Milo guardò speranzoso di vedere quella scena da lui tanto sperata, che, però, non si presentò mai.
Anzi il cavaliere dell’acquario lo lasciò fare, accarezzandolo sulla testa, mentre il cigno singhiozzava.
Poi gli tirò su il viso “Che cosa fai? Camus che cosa stai facendo?” I capelli biondi, molto vicini al volto di Aquarius, ricoprirono la visione del viso di quest’ultimo. Poi si sentì uno schiocco singolare.
SI ERANO BACIATI?
Milo si voltò morendosi tutte le unghie contemporaneamente a causa dello stress.
“Ho capito! Ho capito tutto! Dato che gli ho fatto fare una figuraccia davanti al suo amore, si vendica spingendo Camus a coccolarlo e a baciarlo addirittura?”
-Questa non te la faccio passare liscia, parola di Scorpio, mi vendicherò!- purtroppo si accorse troppo tardi di aver urlato quelle parole, perché le due persone all’interno della stanza si alzarono.
-Milo, sbagli. Sono io che non ti farò passare liscio questo tuo affronto!- disse con un tono glaciale Camus, spalancando la porta. -Aurora Execution!-
Fortunatamente Milo, che aveva qualcuno che vegliava su di lui dall’alto dei cieli, schivò il colpo e senza permettere all’altro di colpirlo nuovamente, corse verso la propria casa alla velocità della luce.
Certo, lui sarebbe dovuto andare dal cavaliere dei pesci, ma per tornare alla propria casa avrebbe dovuto ripassare per la undicesima casa e Camus non sembrava dell’umore di accoglierlo a braccia aperte.
Era il caso di lasciarlo perdere un po’, in attesa che placasse i suoi ‘bollenti’ spiriti.
Intanto avrebbe avuto tutto il tempo per pensare a come sabotare Hyoga, il traditore che aveva osato toccare il suo Camus.

____Punto di vista di Camus___
Non credevo che mi sarei mai trovato in una situazione del genere, a dover rincuorare una persona che soffriva per amore e che aveva anche rinunciato alla propria dignità per dichiararsi a qualcuno, soprattutto se questa persona in particolare era Crystal, colui che era riuscito ad apprendere lo zero assoluto.
Come smosso dalla pietà e da un istinto quasi “materno” nei suoi confronti, lo avevo lasciato piangere sul mio petto, accarezzandogli la schiena, nel tentativo di consolarlo almeno un po’.
Io, in quel genere di cose, non ero proprio portato. I sentimenti erano una cosa che rifuggivo, per cui non conoscevo neanche un modo per farlo tornare non “felice” ma quantomeno indifferente.
Però dovevo fare qualcosa, non lo avrei lasciato da solo a compiangersi. Doveva riacquistare la freddezza necessaria per ragionare e io lo avrei aiutato a trovare un modo per dichiararsi.
Gli alzai il viso e dopo avergli asciugato le lacrime con il dito, appoggiai il mio naso sul suo, in modo da poterlo vedere negli occhi da più vicino.
-Ti aiuterò io, Hyoga, per cui non preoccuparti.- mormorai a voce bassa, ricevendo come risposta un “grazie maestro”. (E’ il suono della parola “maestro” detta a bassa voce che produce un rumore simile allo schiocco di un bacio.)
-Questa non te la faccio passare liscia, parola di Scorpio, mi vendicherò.- Questa era la voce di Milo.
Cosa ci faceva lì? Li stava forse spiando?
Poco importava.
Gli avrebbe dato una lezione che non si sarebbe dimenticato facilmente.
-Milo, sbagli. Sono io che non ti farò passare liscio questo tuo affronto!- dissi, dopo aver fatto scendere dalle gambe Hyoga e raggiungendo la porta dalla quale si riuscivano ad intravedere i capelli blu oltremare del cavaliere dello scorpione.
La spalancai, fissando negli occhi il mio collega, facendogli capire che la mia intenzione era di farlo diventare una scultura di ghiaccio.
A quel punto gli lanciai contro una Aurora Execution con tutta la forza che avevo in corpo, ma non avevo tenuto conto di una cosa. Milo era molto veloce ed, intuendo l’attacco, lo schivò, tagliando infine la corda.
Nonostante fossi molto adirato, riuscii a trattenermi dal corrergli dietro per tutte le altre dieci case per ucciderlo. Non ne sarebbe valsa la pena.
Dopotutto avevo altro da fare: Hyoga era lì con me, bisognoso del mio aiuto, anche se non me lo aveva ancora chiesto a parole, per la sua dichiarazione.
Rientrai nella stanza e dopo due minuti di silenzio, passati più che altro a guardarci l’un l’altro, ruppi io il ghiaccio, ordinandogli di seguirmi.
-Non posso lasciarti andare in giro in questo stato.- mi giustificai con un tono piuttosto serio, come il mio solito, passandogli un completo simile a quello che vestiva abitualmente.
-Spero che ti vada ancora bene. Lo avevi dimenticato l’ultimo giorno di allenamento in Siberia e non avevo ancora avuto la possibilità di ridartelo.-
“Lo hai davvero conservato per tutto questo tempo per me?” era la frase che leggevo dai suoi occhi, grandi e umidi come due pozze d’acqua.
Minacciava di commuoversi e di scoppiare, di nuovo, a piangere.   
-G…Grazie, maestro.- disse, però, ricomponendosi, senza che io potessi ammonirlo e indossando i vestiti che gli avevo passato. Incredibilmente gli andavano ancora bene, nonostante fossero passati diversi anni.
-Hyoga, lo sai che io non sono un granché in amore o in qualsiasi cosa nella quale centrino sentimenti, ma, visto che sei un mio allievo, non posso rimanere fermo senza aiutarti.
Ho trovato tempo fa un diario, nella mia biblioteca, scritto dal mio predecessore, Degel, nel quale era riportato come uno dei suoi commilitoni si era dichiarato a lui. Potremmo cercare di usare lo stesso metodo.-
Il mio allievo, toccato nel profondo da questo mio gesto, mi sorrise, reprimendo però qualsiasi altra esternazione dei propri sentimenti.
Sapeva che a me bastava quello come segno di riconoscenza e che, se avesse ecceduto, non avrei gradito.
Una decina di minuti dopo, eravamo a mettere a soqquadro la biblioteca alla ricerca del quaderno perduto e dopo una buona mezz’ora lo trovammo, in mezzo ai libri di Shakespeare.
Lo sfogliai velocemente, fino a capitare al punto da me desiderato dove avevo lasciato un piccolo segnalibro rosso.
“Ma perché ho messo il segnalibro lì? Forse perché, in fondo in fondo, speravo che qualcun altro lo leggesse e mi facesse una sorpresa simile…” subito mi diedi dello stupido, a causa di quel pensiero, e mi diedi uno schiaffetto sul viso “Che cosa diavolo stai pensando Camus? Non è da te! Tu sei freddo e distante e non hai tempo per pensare all’amore!”
-Maestro… tutto bene?- mi chiese perplesso Crystal, pensando che fossi impazzito.
-Sì,sì… leggiamo!-


14 Dicembre 17XX
Oggi è successo ciò che aspettavo che accadesse da anni: Kardia, il cavaliere dello scorpione, di cui mi sono innamorato da molto tempo /ma tu dovresti saperlo molto bene, diario/ si è fatto avanti.
Lo ha fatto in un modo molto particolare, inatteso, facendosi aiutare un po’ da tutti quelli del grande tempio.
Prendendo spunto dalla mia commedia preferita, “La dodicesima notte”,  hanno fatto uno spettacolo bellissimo. Sage faceva il narratore, Manigoldo aveva interpretato magnificamente quel “manigoldo” di Sir Tobia, come d’altronde anche Albafica era azzeccatissimo nel ruolo di Maria, la cameriera. Sisifo, che era il Duca Orsino era stato bravissimo e che dire…la Viola della situazione era stata carina, sebbene avesse spesso la testa tra le nuvole (Regulus) e avesse baciato con un po’ troppo trasporto il suo amato Duca/zio.
La cosa che mi colpì di più, però, fu quando Kardia che, alla fine dello spettacolo, sul palcoscenico, con tutti gli altri dietro e con ancora indosso il suo costume da Sir Andrea, aveva fatto un discorso breve ma molto conciso su ciò che voleva da… noi: “Il mio unico desiderio è fidanzarmi con te e vivere insieme il maggior tempo possibile, cercando un lieto fine.”
Io, commosso, ho acconsentito. E abbiamo passato il resto della giornata da soli (anche se un anonimo leoncino troppo curioso non faceva altro che seguirci a distanza.).
Adesso vado a coricarmi. Domani continuerò a appuntare il continuo del nuovo capitolo della mia storia qui, sulle tue pagine, diario.
Sempre tuo,
Degel.


-Mi piace questa idea.- ammise il mio allievo, leggendo nuovamente le parole di Degel. –Ma come faccio? Io non posso organizzare una recita da solo e poi… mi scoprirebbe subito.-
“In effetti ha ragione, devo trovare un modo…”
Fortunatamente mi venne un’idea. Presi il mio telefono, gentile concessione del grande sacerdote, e composi il numero di Lady Isabel.
-Pronto? Mi servirebbe un favore da lei, nobile Atena. Hyoga vorrebbe mettere su una recita teatrale coinvolgendo tutti i saint tranne me, per cui volevo chiedervi se avrebbe potuto trovare un pretesto per poterla fare, un luogo adatto dove poterla mettere in scena , perché il copione lo abbiamo già ma va un po’ rivisitato…-
La dea Atena, probabilmente in un giorno “sì”, accettò la proposta e informò Camus che avrebbe fatto fare a Mylock il tutto entro mezzogiorno.
-E questa è fatta- chiusi il telefono, soddisfatto.

____________

Poco dopo mezzogiorno tutti i cavalieri, Gold Saint e bronzini, si ritrovarono nella sala riunioni, alias il planetario della residenza di Nuova Luxor, per discutere di questa iniziativa.
-Buona giorno a tutti, cavalieri. Oggi siete qui riuniti perché devo finanziare un progetto per la costruzione di una casa per altri orfani. Quella che abbiamo già è piena e,ospitare ulteriori bambini nella struttura, creerebbe problemi alle ragazze che si prendono cura di loro.
La mia idea era creare una rappresentazione, al fine di invogliare gli spettatori, la maggior parte industriali molto famosi, affinché facciano una donazione. Qualche domanda?-
Ci fu un momento di completo silenzio, che venne interrotto da Seiya che, perplesso, chiese: -Gli attori chi sarebbero?-
-Ovviamente voi.- disse, come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-Senza offesa, ma io mi rifiuto di recitare.- affermò Ikki, alzandosi in piedi. –Bambini bisognosi o meno, io non mi metterò in costume per fare una scenetta ridicola. Al massimo, se proprio devo fare qualcosa, posso fare da regista.-
-Ottima idea, Ikki. Serviva un regista. Prendi il libro che ti consegnerà Camus e, dopo aver trascritto i nomi di tutti i personaggi, assegna i ruoli e fai una sintesi del carattere di tutti i personaggi. Dato che lo spettacolo sarà questa sera, cerca di fare veloce e non servono le battute, tutto quello che faranno gli altri sarà improvvisare.-
I presenti nella stanza si guardarono l’un l’altro con delle facce ancora più attonite e incredule.
-Senti, Saori, va bene tutto ma io sono un cavaliere, ok? Non un attore- affermò Deathmask, alzandosi in piedi, pronto ad andarsene. –Per cui non prenderò parte a questa carnevalata.-
-Excalibur non è fatta per recitare. Chiedo perdono, nobile Atena.-
-Io un po’ di armature da sistemare, non credo di essere libero questa sera.-
-A me sembra un’idea carina, in questo modo potrò mettere in mostra le mie doti recitative nascoste.- Ovviamente era stato Aphrodite a dire quella frase e tutti i presenti non poterono fare a meno di guardarlo storto. –Che c’è? A me piace mettermi in mostra, lo sapete.-
-Io devo meditare per raggiungere il Nirvana.-
-Io ho di meglio da fare.- disse Kanon, facendo lo stesso degli altri, ossia dirigersi verso l’uscita, ma tutti si bloccarono non appena udirono Saori pronunciare la frase: -Peccato, e io che volevo concedere ai partecipanti di esprimere un desiderio a loro scelta. Qualsiasi cosa sia.-
Per qualche strana ragione, tutti infatti, tornarono a sedersi.
Ci fu un momento di silenzio quasi totale, intervallato dalle risate di Seiya che aveva trovato divertente il fatto che tutti avessero accettato a causa di quel compromesso.
-Allora Ikki, adesso è tutto nelle tue mani. I ruoli sono scritti tutti all’inizio. Decidi chi sarà chi.
Hai esattamente un’ora e venti minuti da adesso.- affermò Saori, guardando Ikki che già si era messo al lavoro.
Con molta attenzione lesse tutta l’opera, appuntando anche su un foglietto alcune annotazioni riguardante al carattere dei personaggi.
Intanto tutti gli altri si erano divisi in cinque gruppi: Seiya, Andromeda, Camus, Aiolos e Aiolia si erano piazzati dietro ad Ikki e fissavano ciò che stava facendo, il ‘tre dell’Ave Maria’, alias Aphrodite, Shura e Deathmask si era piazzato in un angolo e parlavano più o meno rumorosamente su cosa avrebbero fatto con il premio concessogli da Atena, gli altri cavalieri d’oro si stavano più o meno fissando l’un altro, scambiandosi qualche parola, Asher stava tessendo degli elogi ad Isabel per la sua bellissima idea e, infine, Shiryu e Hyoga erano usciti un attimo fuori a prendere aria.
-Hyoga..- ruppe il ghiaccio il cavaliere del dragone, appoggiandosi alla ringhiera del balcone. –Potresti raccontarmi cosa ti è successo? Mur mi ha chiamato nel cuore della notte e non mi ha dato tante spiegazioni.-
Crystal lo guardò, leggendo la preoccupazione nei suoi occhi.
–Diciamo che il piano di Milo era quello di farmi fare uno spogliarello…però, non solo non ho ottenuto il risultato sperato, ma una donna voleva uccidermi, Milo mi ha abbandonato, portandosi dietro i miei vestiti e sono stato portato ancora in commissariato per accertamenti.
Scommetto che, la prossima volta che ci andrò, l’agente addetto alla sorveglianza mi domanderà ‘ancora qui?’-
-Non ne combini una giusta.- esclamò la voce di Aphrodite che era appena uscito dalla stanza, ma che aveva origliato il discorso. Prima che gli altri potessero controbattere, però, si rimise a parlare –Sono venuto qui perché volevo ancora scusarmi per due piccoli incidenti. Il primo era quel problema dei fiori. Ho scoperto, indagando a fondo, che Shun era allergico ai fiori di acacia. Purtroppo non ne ero a conoscenza e l’ho appreso poco fa, parlandone con lui. Secondariamente… volevo scusarmi per l’intervento di Milo.-
-In che senso vuoi scusarti per Milo?- domandò Hyoga, non capendo.
-Sono stato io a spingerlo affinché ti aiutasse. Gli ho raccontato della tragedia con i fiori e, poi, ho domandato se poteva continuare la mia opera, riuscendo dove io ho fallito.- disse passandosi una mano tra i capelli.
-Capisco. Quindi tu avevi fiducia in lui? Credevi anche tu che la sua mente avesse potuto scaturire una buona idea?-
-Veramente no. Conosco Milo abbastanza bene e sapevo che ci sarebbero state poche le possibilità di successo.-
-Allora perché lo hai chiesto a lui?-
-Perché Camus non era in casa, Shura era andato ad allenarsi con Deathmask e, poi, perché nel momento in cui sono arrivato all’ottava casa, lui stava facendo il bagno e speravo che non mi avrebbe cacciato via prima sciacquarsi il corpo dal sapone.-
La risposta del cavaliere dei pesci lasciò senza parole i due bronzini.
-Ovviamente sapevo che la bellezza del suo corpo nudo non sarebbe mai potuta essere paragonabile alla mia però…-
-Va bene così, non entrare nei dettagli!- lo bloccò Shiryu, prendendo poi Hyoga per il braccio. –Penso che sia ora di tornare dentro. Ikki avrà finito il suo lavoro.-


Esattamente dieci minuti prima del termine concessogli dalla sua dea, Ikki si alzò e, tenendo tra le mani un foglio abbastanza scarabocchiato, prese la parola.
-Adesso vi assegnerò i ruoli- disse, venendo inaspettatamente ascoltato da tutti i presenti.
-Sarò il protagonista, vero?- domandò Seiya, eccitato.
-No- fu la risposta secca, che mise a tacere il “capo” dei bronzini, suscitando l’ilarità di Asher, che, per una volta in vita sua, aveva visto rifiutare qualcosa al preferito della sua dea. –Statemi ad ascoltare. Oltre al vostro ruolo, vi consegnerò dei fogli con su scritto a grandi linee il carattere dei personaggi. Fate il piacere di leggerlo.
Il primo ruolo, quello del duca Orsino di Illiria, il protagonista maschile della vicenda, sarà affidato a Shaka.-
Il biondo si avvicinò il foglio da Ikki, andandosi poi a risedere sulla sua sedia.
-Mur, visto che sei l’unico ad avere una motivazione decente per non recitare troppo, avrai un ruolo secondario, sarai Curio, il fidato servitore di Orsino.
Per quanto riguarda il ruolo di Valentino, secondo servitore di Orsino, sarà Milo…-
-Milo non c’è.- lo interruppe Shun.
-Come non c’è? Quando se n’è andato?- urlò Ikki, cominciando ad adirarsi.
-Non c’è mai stato e penso di sapere anche perché- disse Camus, facendo la faccia più indifferente che potesse.
Il cavaliere della fenice emise un rumoroso sospiro, prima di riprendere a parlare. –Valentino allora lo farà Kiki, consegnagli il foglio appena lo vedi, Mur.
Il primo e il secondo ufficiale saranno affidati ad Aiolos e a Saga. Siete quelli che riesco a vedere meglio in una divisa. Cercate di non rubare troppo la scena agli altri.-
-M…ma come? Io non starei bene in divisa?- si lamentò Seiya, contrariato.
-Non ho detto questo! Tu hai un ruolo più importante. Infatti sarai Antonio, l’uomo che salva il fratello della protagonista.-
-Wow! Ma allora sono un cavaliere anche in questa rappresentazione.-
-…Andiamo avanti! Shun, tu sarai Viola/Cesario, la protagonista femminile.- porse al fratello il foglio, quello che era più scritto.
-COSA? Perché io?- piagnucolò il cavaliere di Andromeda.
-Perché è il ruolo più adatto a te, credimi. Non perché è donna, ma per il carattere che avete. Prendi il foglio.- il ragazzo fece come gli aveva detto il fratello, nonostante non fosse molto contento.
-Shiryu, per quanto riguarda te, avrai un ruolo importante. Sarai Sebastiano, il fratello gemello di Viola. Leggi bene cosa devi fare, perché è di vitale importanza che tu non sbagli.-
-Puoi contare su di me, Ikki.- esclamò il cavaliere del dragone, sentendosi orgoglioso di essere stato investito in un importante ruolo della commedia.
-Hyoga! Anche tu avrai un ruolo fondamentale.- gli occhi del ragazzo con i capelli biondi cominciarono a brillare come mai in vita loro.  -Infatti sarai Olivia, nobildonna di cui è innamorato il duca Orsino.-
Qualcuno alle spalle del cavaliere si mise a ridere (ovviamente Seiya) -Hyoga con un ruolo femminile.  AHAHAH Shun ci può anche stare ma lui non me lo sarei proprio aspettato. AHAH.-
-Ikki si vede che stai cercando di salvaguardare tuo fratello.- affermò Asher, causando ulteriore imbarazzo a Hyoga che stava diventato, al posto che rosso, pallido e una rabbia incontrollabile ad Ikki.
-Stai cercando di vendicarti o… forse geloso?- fu la goccia che fece traboccare il vaso (di modeste dimensioni tra l’altro) e che spinse Ikki a prendere il tavolo enorme della sala riunioni tra le mani, sollevandolo da terra e a spaccarlo in testa al cavaliere dell’unicorno.
-Sapete cosa vi dico? Arrangiatevi. Io la mia parte, per il momento l’ho fatta, per leggere dei ruoli scritti con un pezzo di carta non ci vuole né una laurea né un’armatura d’oro, per cui potete farlo benissimo da soli.- e detto ciò, se ne andò via dalla stanza, sbattendo, infine, la porta alle proprie spalle.
Ci fu un lungo momento di assoluto silenzio, interrotto poi dalla voce di Shun che implorava qualcuno dei presenti di dargli una mano a salvare il povero Asher, che sembrava un fiore, poiché la sua testa era esattamente incastrata nel centro del tavolo.

__________Diverse ore dopo__________

Il luogo che era stato affittato da Lady Isabel per la rappresentazione era il teatro principale di Nuova Luxor, un edificio imponente situato nella via principale della città, a meno di dieci minuti di macchina dalla Villa Kido.
Erano le otto meno un quarto e, nonostante mancassero ancora quindici minuti all’inizio, tutto il teatro era pieno. Molti, addirittura, a causa della mancanza dei posti sia nella platea che sui balconi laterali, erano stati fatti accomodare lateralmente alle poltrone (in barba alle norme di sicurezza perché, in caso di incendio, avevano a disposizione un Saint pronto a ghiacciare l’intero teatro) su delle seggiole prese dai camerini degli “attori”, in modo che non dovessero sedersi per terra.
In prima fila, proprio nel mezzo, c’erano due posti riservati. Il primo spettava di diritto a Lady Isabel, mentre l’altro apparteneva a Camus, che era l’unico cavaliere d’oro non disperso ad avere il diritto di starsene seduto in pace, mentre i suoi compagni si spaccavano la schiena per mettere su quel teatrino.
Nel frattempo, Mylock, ossia il narratore, si era accampato in una stanzetta sopra il sipario, in modo da poter vedere il pubblico e, allo stesso tempo, avere una visione anche del palcoscenico tramite un apposito schermo.
Lui era anche incaricato a cambiare la musica e a sistemare le luci. Un lavoro arduo, ma allo stesso tempo molto importante, poiché l’esito dello spettacolo dipendeva anche da quello.
I cavalieri, invece, dietro al sipario, si stavano mettendo i vestiti di scena e guardando, grazie alla supervisione di Ikki, che nel frattempo si era sbollito, l’ordine di uscita e di comparsa all’interno delle scene.
-Non vi preoccupate, comunque.- affermò per placare l’ansia di tutti e, in particolare di suo fratello, che sembrava sul punto di svenire a causa dello stress. –Se rimanete seduti dove vi ho detto, verrò a chiamarvi personalmente, in modo da evitare qualsiasi inconveniente.-
-Ho una domanda!- disse Seiya che, per farsi notare da Ikki, aveva anche alzato la mano e la stava sventolando come se fosse una bandiera. -Se avessi fame durante lo spettacolo, cosa dovrei fare?-
Il cavaliere della fenice lo guardò storto.
Possibile che non potesse mai fare una domanda intelligente?
-Dato che non ci sono domande sensate, direi che è il momento di cominciare con la presentazione.
Kiki, dato che puoi teletrasportarti, vai da Isabel e dille di salire sul palco.-
-Agli ordini!- e detto ciò il fratellino di Mur scomparve, per poi riapparire dopo un paio di minuti.
Nel frattempo, alcuni di quelli che stavano dietro le quinte (Asher in particolare) si nascosero nei piccoli corridoi che separano il palco dai camerini, in modo da poter assistere al discorso di apertura.
Lady Isabel, con la calma e l’eleganza che la caratterizzavano, salì sul palco grazie a degli scalini laterali e, non appena il pubblico si zittì, cominciò a parlare.
-Signore e signori qui presenti, vi ringrazio solennemente per la vostra partecipazione a questo evento, annunciato con così poco anticipo.
La Federazione Tule da anni aveva in mente di creare una nuova casa accoglienza per orfani ma, a causa di problemi esterni, il progetto era stato rimandato.
Grazie a voi, però, in data odierna, questo progetto potrà essere rivisto e, con il ricavato di questo spettacolo, potremo costruire non solo un nuovo edificio qui, a nuova Luxor, ma anche uno in Grecia, nei pressi della città di Atene.
Prima di lasciarvi allo spettacolo, volevo fare dei ringraziamenti speciali.
Prima di tutto ringrazio Camus, colui che ha proposto il libro sul quale è basata la rappresentazione e che, al momento, è seduto in prima fila. Poi, vorrei ringraziare Mylock che, ancora una volta, si è reso disponibile a fare parte integrante della rappresentazione anche se, effettivamente, non scenderà sul palco.
Infine, ringrazio i ragazzi che si sono offerti volontari per essere gli attori di questa rappresentazione.
 Grazie per l’attenzione e, sia da parte mia, che dei miei collaboratori, vi auguro “Buon Divertimento”.-
un grosso applauso accompagnò la discesa della dea dal palco e continuò fino a che non si abbassarono le luci nella sala.
-Shaka, vai!- bisbigliò sottovoce Ikki, ordinando il collega a presentarsi sul palco e, fortunatamente, venendo anche ascoltato.
-Tanto tempo fa, nella lontana Illiria, viveva un Duca di nome Orsino. Quest’uomo passava le giornate a tormentarsi a causa di un’amore non corrisposto, che lo faceva soffrire a dismisura.-
Shaka, appena entrato sul palco, aveva cominciato a passeggiare, camminando da destra a sinistra, tenendo gli occhi chiusi.
-Quella sera, molto più preoccupato degli altri giorni, camminava senza meta nel salotto della sua residenza, mentre dei servitori suonavano per lui, una melodia.
Ad un certo punto entrò Curio, suo fedele servitore e il Duca si fermò, cominciando a confidargli le sue pene d’amore.-

Non appena Mur, entrò in scena, Shaka si fermò, proprio come gli era stato ordinato ma rimase in silenzio per qualche istante.
“Cosa devo dire?” pensò tra sé e sé, chiedendosi come mai, un cavaliere del suo calibro dovesse abbassarsi a fare una recita. Era un Gold Saint, dopotutto, non un attore di “Buona alla prima” di Ale e Franz.
Per fortuna, però, gli venne un’idea.
-Il mio amore è incontrollabile, implacabile, sublime. Per cui orsù, oh musici, cambiate la melodia da voi suonata, in modo tale che il mio animo in tempesta possa rispecchiarsi in essa. -
La musica si fermò, per poi riprendere qualche secondo dopo con “Eye of the tiger”.
Questo cambiamento piacque molto al pubblico che, a differenza di Ikki avrebbe voluto tirare il collo a chi aveva avuto quella brillante idea, si era dimenticato che quella canzone non esisteva intorno al 1400.
-Oh povero il mio cuore.- riprese Shaka, avvicinandosi a Mur – come una barca senza remi, non può fare altro che essere trascinato dalla corrente. Dimmi come… Come farò io a sopravvivere se la donna amata mi rifiutasse?-
-Curio, sordo ai lamenti del suo padrone, decise di cambiare discorso, in modo da non entrare in merito a quell’argomento così insidioso-
-Signor Orsino, mi è stato chiesto se vi presenterete alla battuta di caccia, organizzata dal signor Belch.-
-Caccia? Non rimembro nessuna battuta di caccia. Qual è lo sventurato animale che verrà ucciso?-
-Il cervo, signore.-
-Prima che il signore potesse dire qualcosa, entrò Valentino, appena tornato dalla casa di Olivia, la donna amata dal Duca.-
Kiki entrò, vestito con un abito elegante, che non gli donava molto, in quanto lo faceva sembrare un pinguino.
-Ho delle brutte notizie: Sono stato scacciato dalla cameriera perché la sua padrona sta ancora piangendo la morte del fratello.-
-Oh! Che animo sensibile! Una fanciulla che, dopo quattro mesi piange ancora un fratello. Un animo così nobile potrà ricambiare certamente il mio amore! Un giorno riuscirò a conquistarla e, a quel punto potremo vivere felici e contenti.-
-Mi scusi, signore.- lo fermò Curio –quindi al signor Belch devo dire “Sì” o “no” per la battuta di caccia?

E, dopo questa prima scena, la rappresentazione andò a gonfie vele, nonostante alcuni piccoli incidenti di percorso come:
-Viola (Shun) che non voleva entrare in scena vestito da donna.
-Sir Andrea (Shura), pretendente alla mano di Olivia che, non sapendo cosa fare, si era messo a ballare il tango insieme a Sir Tobia Belch (Deathmask), zio della nobildonna, in quanto erano finiti sul tema “Balli in maschera”.
-Maria (Aphrodite) che aveva tirato un energico calcio a Sir Tobia perché se n’era uscito con un “No, Maria, io esco”
-Malvolio (Aiolia), servitore di Olivia, che era stato appolipato da Antonio (ex pirata interpretato da Seiya) , che non doveva essere nemmeno in scena, perché aveva un moscerino sulla testa.
-Antonio (Seiya) che, dopo aver salvato Sebastiano (Shiryu), il fratello di Viola, non voleva lasciarlo andare tanto che gli si era aggrappato alla gamba.
-Olivia (Hyoga) che aveva ecceduto con i complimenti a Viola/Cesario sul suo aspetto.
Poi il sipario si chiuse, per una pausa di dieci minuti, in modo tale che gli attori si preparassero per la seconda parte.
-Non sapevo che fossi così bravo a ballare, Shura.- si complimentò Shiryu, avvicinandosi a lui.
-Me lo aveva insegnato mia madre prima che giungessi al Grande Tempio. Però, ammetto che molte cose le ho fatte oggi per la prima volta perché non avevo avuto il tempo di impararle allora. Il casquet, ad esempio.- disse, sentendosi un po’ orgoglioso di sé per quella sua uscita.
-Al posto di stare a chiaccherare, prendete questo e leggete!- li interruppe Ikki, consegnando ad entrambi dei fogli, per poi allontanarsi.
-Qualcuno ha visto Shun?- domandò, poi, sentendo poi un rumore proveniente dal camerino del fratello.
Senza nemmeno pensarci, lanciò i fogli alla prima persona che gli capitò a tiro, gli ordinò di consegnarli agli altri (fortunatamente per lui, gli era capitato Aiolos) e corse verso il posto.
La porta era socchiusa e non si sentiva nessun rumore provenire dall’interno.
Aveva un brutto, anzi, un bruttissimo presentimento!
-Shun!- urlò entrando dentro e ritrovando colui che stava cercando sdraiato sul pavimento, svenuto con un bernoccolo sulla testa e un rivolo di sangue che gli usciva dalla bocca.
Preoccupato più che mai, lo tirò su da terra, sorreggendolo sdraiato su entrambe le braccia e si precipitò da Isabel, che in quel momento era dietro alle quinte per parlare con gli attori.
-Chiami un’ambulanza. Non so quanto grave possa essere.-
Tutti i presenti si radunarono intorno ad Ikki, increduli.
Dopo neanche due minuti tre paramedici erano arrivati con una barella, pronti a caricare il paziente e a portarlo in fretta al pronto soccorso.
Passarono più di cinque minuti tutti in un religioso silenzio, fino a quando Lady Isabel non lo interruppe, rammentando loro che mancava ancora mezza recita.
-Ma non abbiamo una protagonista.- affermò Seiya, tristissimo sia per il fatto che il suo amico si era fatto male, sia perché era entrato in scena solo due volte e non aveva potuto mostrare il suo ‘talento’.
-E direi che sarebbe anche troppo tardi per trovarne un’altra- proseguì Mur, già pronto a fare armi e bagagli per tornare alla prima casa.
-Veramente una persona ci sarebbe una persona tra di voi, che non ha nessun ruolo, che potrebbe interpretare Viola.- asserì Isabel, guardando Ikki intensamente.
-Non vorrai davvero che quel ruolo lo interpreti io, spero.- esclamò, rabbrividendo alla sola idea. Non per la paura ma per il disgusto.
-Beh, in effetti non sarebbe male come idea.- affermò Deathmask, ridacchiando, venendo seguito a ruota da Aphrodite che fece notare a tutti che Ikki conosceva non solo il carattere, ma anche l’andamento della vicenda.
-E, anche se nella scena finale lei indossa un abito femminile, non credo che il pubblico disprezzerebbe.- concluse Kanon, ghignando sotto i baffi.
-Mi rifiuto categoricamente.- fu la risposta secca di Phoenix.
-Ikki, se non ne avessimo bisogno, non te lo chiederemmo.- affermò risoluto Shiryu -Se non vuoi farlo per Isabel, fallo per Hyoga, che, a differenza tua che lo devi usare per una scena, lui deve sempre indossare un vestito.-
-Oppure fallo per Shun, che avrebbe voluto finire lo spettacolo e che era pronto a mettersi nuovamente il vestito che aveva nella seconda scena, pur di renderti felice.-
Gli occhi di Ikki si fermarono su Hyoga, colui che aveva pronunciato l’ultima frase.
Lo guardò a lungo, come se volesse capire qualcosa a lui ignoto che la persona davanti serbava poi, dopo un lungo sospiro, sussurrò “D’accordo. Però non userò mai quel vestito. O un vestito in generale. Prendete una gonna lunga marrone, una maglietta bianca e accontentatevi.”

Anche la seconda parte andò piuttosto bene.
Malvolio (Aiolia) , che aveva provato a sedurre la sua padrona presentandosi da lei nudo, a causa di un inganno tesogli da Maria (Aphrodite) , Sir Tobia (Deathmask), Sir Andrea (Shura) e Fabiano (un personaggio marginale interpretato da Asher) era stato chiuso in prigione.
Olivia (Hyoga), innamoratasi di Viola/Cesario (adesso Ikki), si era dichiarata e, sebbene l’attore avesse messo un po’ troppo trasporto mentre diceva quelle parole, la scena aveva riscosso un grande successo.
Nel frattempo Antonio (Seiya) era stato catturato dall’ufficiale in prima Aiolos e dall’ufficiale in seconda Saga (che, tra parentesi, fecero urlare molte ragazze e donne causa del loro abbigliamento).
Sebastiano (Shiryu), scambiato da Olivia per Viola, in quanto fratelli gemelli, era andato a letto insieme alla nobildonna e il giorno seguente l’uomo promise di sposarla.
Se non che Sebastiano uscì per andare a liberare Antonio e, nel mezzo dei preparativi del matrimonio, arrivarono il Duca e Viola.

-Sposo mio! Perché vi portate appresso il Duca Orsino, la cerimonia comincerà tra meno di un’ora!-
-Olivia si avvicina al futuro “sposo” con lo sguardo sognante e gli prende il braccio, in modo da allontanarlo dal Duca.-
-Ti stai per sposare, Cesario?- domandò Shaka guardando Ikki
-No, deve esserci per forza un errore.-
-Non capendo di cosa stesse parlando la donna, Viola/Cesario parve molto confuso. La donna parlò loro dei voti che si erano scambiati la mattina e anche della notte passata insieme.-
-
Tutto ciò non è possibile. Io ero alla residenza del Duca Orsino questa notte.-
-Questo posso confermarlo. Ci siamo ritrovati intorno alle due di mattina in salotto poiché entrambi non riuscivamo ad assopirci.- affermò Orsino.
-La risposta al dilemma non tardò ad arrivare. Sebastiano tornò nella stanza insieme all’amico Antonio, che aveva appena scarcerato.
A quel punto, Olivia guardò i gemelli rimanendo estasiata.-
-
Ma è un miracolo! Due Cesario!- gli occhi di Hyoga si illuminarono, proprio come aveva detto di fare Mylock.
-V…iola?- domandò Shiryu, preoccupato di avere qualche allucinazione.
-Sebastiano?-
-Sorella!-
-Fratello!-
-A quel punto di due fratelli si abbracciarono e spiegarono del naufragio ai due nobili.-
-Mi dispiace di non avervi detto la verità, Duca Orsino.- disse abbastanza rammaricata Viola.
-Non è un problema. Adesso, però, vai a cambiarti. Voglio vederti con degli abiti femminili.-
-Dopo un paio di minuti Viola tornò da loro, con un abito molto femminile, che esaltava la sua corporatura snella e asciutta.
Il Duca, innamoratosi ora di lei, decise di baciarla.-

-Penso di essermi innamorato di te, Cesario o Viola. Tu che sei sempre stata pronto ad aiutarmi e a darmi suggerimenti. Ti prego, accetta il mio amore.- Shaka si avvicinò ad Ikki, pronto a fare ciò che gli era stato detto.
Erano uno davanti all’altro, i due volti si stavano avvicinando sempre di più.
Mancava poco, pochi millimetri e le loro labbra si sarebbero toccate.
-No!- urlò Hyoga, allontanando Shaka da Ikki. -Anche se è una donna, voglio sposare Cesario! Ovviamente insieme a suo fratello Sebastiano.-
A quel punto prese a braccetto da una parte Shiryu e dall’altra il cavaliere della fenice.
“Hyoga, cosa stai facendo?” si chiese il regista/attore improvvisato, vedendo il compagno cambiare completamente la sua parte. “Però… se lui va fuori dal copione, posso farlo anche io, almeno evito baci indesiderati!”
-Mi dispiace, Olivia, ma non posso accettare. Come non posso nemmeno accettare l’amore di Orsino, sebbene mi sia inizialmente invaghita di lui, perché…- si guardò intorno cercando qualcuno, poi si ricordò di un personaggio che fino a quel momento era stato in disparte. –… mi sono innamorata di Antonio.-
E detto ciò, tolse il braccio da quello di Hyoga e si fiondò dritto su Seiya.
-Vuoi tu, Antonio, diventare mio marito?- disse mettendosi in ginocchio davanti a lui, porgendogli un anello che aveva al dito. “Devi dire di sì” sussurrò, riuscendo a fare in modo che lo sentisse solo Seiya.
-Ma certo, bellissima dama. Sono solo un ex pirata ma, insieme a te, potrò redimermi definitivamente e vivere una vita felice.-
Le altre persone, sia gli spettatori che gli altri attori rimasero a bocca aperta.
Non era proprio così che finiva l’opera.
-E la storia si conclude con Antonio che sposa Viola, Olivia che sposa Sebastiano, Maria che sposa sia Sir Tobia che Sir Andrea, Curio e Valentino che poterono andare a vivere nella casa dei loro sogni in un allegro paesino e il Duca Orsino che rimase celibe per tutta la vita. Fine. -
In quel momento il sipario si chiuse, lasciando tutti così sbalorditi che gli applausi arrivarono cinque minuti in ritardo, potenti come molte scariche elettriche.
A quel punto gli attori uscirono tutti dal dietro le quinte e si inchinarono più volte davanti agli spettatori.
Hyoga si soffermò a guardare Camus che, nonostante le varie cadute di stile degli attori, sembrava aver apprezzato lo spettacolo.
Era davvero felice che il suo maestro fosse fiero di lui.
Poi spostò lo sguardo più a destra e notò che al posto di Lady Isabel era seduto…Shun?
Ma non era in ospedale?
Beh, meglio così.
Prese, quindi, il microfono con cui all’inizio aveva parlato Lady Isabel, pronto a fare il suo discorso, e cominciò a parlare.
-Ringrazio tutti per la vostra attenzione. Per noi è stata la prima esperienza teatrale, per cui abbiamo cambiato involontariamente alcuni passaggi durante la vicenda e, allo stesso tempo, abbiamo avuto un problema, in quanto Shun, la precedente Viola, è svenuto e abbiamo dovuto portarlo in ospedale. Fortunatamente ora siede tranquillamente in prima fila, per cui sono sicuro che non si sia trattato di nulla di grave.
Nonostante tutti i problemi e i disagi in cui ci siamo trovati… ce l’abbiamo fatta!-
Un applauso si alzò dal pubblico ma, con un cenno della mano, Hyoga riuscì a farli zittire nuovamente.
-Ora io devo fare una cosa importante.
Qualcosa che per me significa molto.
Io vorrei…- un  lungo fischio partì dal microfono di Hyoga, facendo tappare a tutti coloro che erano in sala le orecchie.
Come se non bastasse le luci si spensero tutte contemporaneamente.
Dopo un minuti si riaccese una luce, puntata su una figura che si trovava nello stanzino dove prima era Mylock.
Questo sconosciuto ruppe il vetro, in modo che il suo viso si potesse vedere.
-No, Hyoga, non ti permetterò di farlo.- una voce piuttosto familiare risuonò in tutta la sala. –Non ti permetterò di dichiararti a Camus, per ripicca nei miei confronti!-
A quel punto il cavaliere dello scorpione uscì fuori con un microfono, e si mise in piedi sull’asta che reggeva le tende rosse del sipario.
-Io, a differenza tua, sono davvero innamorato di lui!- una seconda luce andò ad illuminare il volto del cavaliere dell’acquario, ancora seduto al suo posto.
-Camus, ascoltami- quasi lo supplicò, mentre il suo viso diventava sempre più malinconico – so che sei arrabbiato con me per ciò che è successo a Hyoga, ma… io non ce la faccio nasconde ciò che ho dentro. Anche se sono sicuro che in un’occasione come questa non mi dirai mai di sì, voglio farlo ugualmente.
Io, fin dal primo momento che ti ho visto, sono stato colpito da te.
Eri così diverso da tutti gli altri, volevi sempre rimanere freddo come il ghiaccio, però… quando sono venuto a presentarmi a te, ricordo che non riuscisti a trattenere un sorriso, forse perché ero in disordine e con i capelli fuori-posto.
Però è stato grazie a quello che io mi sono deciso di fare amicizia con te, di provare e riprovare, fino a che non ci sarei riuscito.
E così siamo diventati amici. Quei momenti passati insieme, tra allenamenti, giochi e fughe notturne per guardare le stelle, sono dei cari ricordi che serbo nel mio cuore come dei gioielli di inestimabile valore.
Crescendo e maturando, però, quell’amicizia era diventata qualcos’altro.
Prima una semplice infatuazione e poi…amore.
Io mi sentivo in colpa, avevo paura che non mi avresti accettato e che, a causa di questo sentimento “sbagliato”, ti saresti allontanato da me.
E’ per questo motivo che io ti continuavo a contemplare da lontano. Nel senso che…ti sono sempre stato vicino, ma c’era uno strato di ghiaccio sottile che io stesso ho creato che non mi permetteva di toccarti, di raggiungerti pienamente.
Tu non sai quanto io abbia sofferto a causa di questa piccola distanza. E fa tutt’ora ancora male, perché non sai quanto io vorrei eliminarla e poterti stringere a me, senza il timore che tu ti dissolva.
E’ per questo motivo che non posso accettare che Hyoga, che ti conosce da meno tempo, prenda il posto nei tuoi pensieri che io ho sempre desiderato.
Camus, lo so che mi consideri un “becero ignorante senza speranza”, ma non mi importa.
Per te posso cambiare, posso diventare qualcosa di meglio, qualcosa che piaccia a te.-
si lanciò dall’asta, atterrando in piedi proprio davanti a Camus. –Perciò adesso te lo chiedo. V-vuoi ricambiare il mio amore e diventare il mio fidanzato?-
I due si fissarono intensamente, come se tutte le altre persone nella stanza non esistessero più.
Gli altri intorno si zittirono completamente, anche loro curiosi, in attesa di una reazione dal cavaliere dell’acquario.
Camus si alzò, arrivando alla stessa altezza del suo interlocutore e, senza troppe cerimonie gli tirò un energico schiaffo.
-Te l’ho sempre detto che sei uno stupido. Ti sembra il caso di uscirtene con una cosa del genere adesso? Non potevi aspettare dieci minuti per fare questo discorso?-
Il cavaliere dello scorpione si massaggiò la guancia, ferito non solo fisicamente ma anche nei sentimenti da quello schiaffo. –Io…-
-Però non posso dire che la tua confessione non mi abbia colpito e…- non sapendo come continuare la frase, lo prese per le spalle e, con le guance colorate di rosso, avvicinò le labbra a quelle di Milo, stampandogli sopra un leggero bacio.
-Finalmente!- urlarono all’unisono Saga, Aiolos e Aiolia alle loro spalle.
-Ero stufo di vedervi fare i piccioncini inconsciamente!- affermò, Aphrodite, mentre Shura e Mur annuivano.
Hyoga, anche se aveva perso un’altra occasione di dichiararsi per colpa di Milo, non poté evitare di sorridere. -Maestro, sono contento che tu sia riuscito a trovare l’amore.-
-Adesso andate a casa a fare cosacce!- ordinò Kanon a loro, aggiungendosi poi ai cori di “Alleluja!” che provenivano dal palco.
-E vedi di scioglierlo per bene!- concluse Deathmask, ridendo come un matto.
-Lo farò sicuramente!- Allora Milo prese il suo nuovo fidanzato in braccio, come una sposa e, con gli applausi di tutto il pubblico e degli attori, i due cavalieri uscirono dalla sala, felici e conte
nti.
E… quel giorno pianse Aquarius.




Angolo di Vallellata (Mizaku):
Chiedo perdono a tutti per questo irreparabile ritardo.
Ho avuto un po' di problemini e i test di ingresso in università ;_;
Cooomunque ringrazio tantissimo Superbi_Squalo perché è una bellissima persona che mi sta aiutando a revisionare i capitoli in modo da correggere gli errori. Davvero, grazie infinite.
Detto questo, vi aspetto per il prossimo capitolo!

(Spoiler: Nel prossimo capitolo sarà Aiolia ad aiutare Hyoga ;D)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I think that I forgot last Friday night ***


__________punto di vista di Hyoga_______
“Accidenti…che mal di testa!” furono i primi pensieri che riuscii a formulare quella mattina, ancora ad occhi chiusi, sdraiato su un letto.
Sentivo tutto il corpo indolenzito, la testa girare come se fosse finita in un tornado e qualcosa sullo stomaco che mi provocava una grande nausea.
Aprii leggermente gli occhi, li sgranai un paio di volte per avere una visione nitida di ciò che mi circondava.
Quasi mi venne un colpo vedendo una faccia inquietante attaccata al soffitto.
Ma non era l’unica, ce ne erano tante altre vicino a lei, con lineamenti diverse ma con la stessa espressione della prima.
“Ma dove sono finito?” Mi domandai sgomento, cercando di sedermi, ma senza riuscirci.
Fu a quel punto che notai molti particolari che prima avevo trascurato: ero nudo, sudato, con qualcosa di appiccicoso tra le gambe ed ero in un letto con altre persone!
Alla mia destra avevo… Deathmask ed Aphrodite che dormivano tranquillamente abbracciati l’uno all’altro; il cavaliere dei pesci con la testa appoggiata sul petto del compagno, mentre il cancro con la testa sul cuscino e una gamba appoggiata sopra a quelle del compagno.
Dall’altra parte invece avevo…
“Cosa? Come è successo? Come sono arrivato qui? E…cosa è successo ieri sera?!”


______Flashback____
-Sicuro che ti stia bene così, Hyoga?- domandò Shiryu, appoggiando una mano sulla spalla dell’amico, che era l’unica persona rimasta ancora sul palco, seduto, con le gambe a penzoloni.
Aveva un’aria decisamente triste, però si vedeva che stava cercando di tirarsi su il morale da solo, senza andare a chiedergli aiuto.
-Per questa volta sì.- sussurrò Hyoga, sorridendo un po’ malinconicamente. – In fondo speravo da molto tempo che Milo e Camus si mettessero insieme, però, allo stesso tempo, non nego che sarebbe piaciuto fare a me quella dichiarazione.-
Il cavaliere del dragone si mise a sedere accanto a lui.
-La grandezza di un cavaliere si misura anche dalla capacità di saper donare la felicità agli altri, a discapito della propria.- gli accarezzò la guancia, sorridendo –Per la tua dichiarazione ci saranno tante occasioni, io stesso ho promesso che farò del mio meglio per aiutarti e supportarti moralmente.
Credimi, continuerò a farlo fino all’ultimo.-
-Amico… non so come ringraziarti per tutto ciò che stai facendo.- sussurrò Crystal, sorridendogli.
-Non devi ringraziarmi. Siamo amici, è normale aiutarsi nei momenti di difficoltà, no?- continuò a sorridergli quanto bastava – e poi io sono quello che in questa situazione sta facendo meno di tutti gli altri.-
-Questo è quello che credi tu.- disse una voce, anticipando il cavaliere del cigno, che avrebbe voluto pronunciare quelle stesse parole.
La luce del grande riflettore illuminò la figura del cavaliere d’oro del leone che, appena rientrato anch’egli in sala, dalla parte del pubblico, si stava avvicinando al palco, senza che i due all’inizio lo notassero.
-Credimi, Hyoga, non credo che qualcuno al grande tempio sia più in pensiero per te di questo ragazzo. Certo, anche Seiya lo è, ma molto meno perché ha altro in testa. Questo valoroso cavaliere, invece, ti ha come primo pensiero ogni giorno e a qualunque ora ed è sempre preoccupato, because of reasons.
E per quanto riguarda te, Shiryu, non svilire il tuo lavoro. Credi di fare poco, ma del sostegno morale in un momento difficile a volte è ciò che ci vuole per andare avanti serenamente.-                                                        
-Sagge sono le tue parole, Aiolia- affermò il cavaliere del cigno, mettendosi in una posizione più composta di quella in cui era precedentemente. –e sono consapevole di ciò che fa Shiryu per me. E’ per questo motivo per cui spero di poter trovare una soluzione in fretta al mio problema.
In questo modo non sarà obbligato a preoccuparsi sempre per me.-
Il cavaliere dai capelli mori guardò l’amico biondo sorridendo, mentre Aiolia, che aveva consumato completamente la distanza, si era messo ad arruffargli i capelli.
-Non credo che smetterò di preoccuparmi così tanto facilmente.- furono le parole di Shiryu, che concluse con –sai com’è. Ultimamente stai diventando un combina-guai.-
-Seiya ti deve aver in qualche modo contagiato con la Pegasusite! - sogghignò il leone, suscitando un’improvvisa ilarità collettiva.
Passarono due minuti abbondanti, colmi di risate a crepapelle, prima che la stessa persona che aveva fatto la battuta riprendesse la parola.
-Il motivo per cui sono venuto qui, però, è un altro. Desidero aiutarti. Ho parlato un po’ con un amico che è venuto a vederci e sono riuscito a rimediare a te, Shiryu, Seiya, Ikki, Shun un locale praticamente vuoto solo per voi dove passare la serata. Una piccola discoteca.-
I dei due cavalieri di bronzo lo guardarono colmi di meraviglia e di stupore. –C..come hai fatto?- farfugliò Hyoga, senza però essere sentito.
-Vi avviso: C’è un ma. Potete fare ciò che volete, “ma” ci sarà Aphrodite insieme a voi. Il mio amico diciamo che ha una bella cotta per lui, quindi, in cambio di piccolo favore che mi fa, gliene ho dovuto fare uno io.- sospirò Aiolia, guardando l’orologio.
-Non ti preoccupare.- Hyoga si alzò in piedi –Hai fatto tantissimo e… di sicuro non sarà Aphrodite a rovinare questo tentativo.-
-Già, fortunatamente lui non è Milo. Però c’è da rallegrarsi, per un paio di notti non uscirà dalla casa dello scorpione insieme a Camus.- ammiccò Aiolia, facendo arrossire il dragone.
-Meglio così! Anzi, auguro a lui tante lunghe giornate da passare a casa insieme al maestro Camus.- sospirò –tanto penso che il maestro saprà tenerlo occupato. Spero solo che Camus non ci vada giù pesante, potrebbe anche far passare un mese a Milo sdraiato per i dolori al didietro.-
I due altri cavalieri si guardarono in faccia l’un l’altro, molto interdetti dall’affermazione.
-Hyoga… non vorrei dirti una cosa che potrebbe traumatizzarti o rovinare l’immagine da grande dominatore di Camus ma….- Shiryu guardò Aiolia alla ricerca di aiuto, che fortunatamente ascoltò la sua supplica.
-Ma Milo non scherza, nel piccolo periodo in cui… abbiamo avuto delle scappatelle, non sono riuscito nemmeno una volta a prendere la posizione dell’attivo. Mai. E poi Aquarius… anche se non sembra, è una persona molto…-
-Tradotto: Il nostro acquario è più passivo di Aphrodite. O se vogliamo metterla in un altro modo, Camus è così passivo che, anche se legassero e sedassero il suo partner, riuscirebbe a prenderlo comunque- affermò ridendo Deathmask, che era apparso dal nulla, facendo sobbalzare Shiryu.
Hyoga invece era sbiancato completamente dallo shock.
-Tu la parola “tatto” non sai nemmeno cosa voglia dire, vero?- inveì adirato Aiolia, avvicinandosi al suo vicino di casa, che come risposta, non smise di ridere.
- Non ho proprio resistito, chiedo scusa.- affermò con un’aria per niente pentita. –Piuttosto Aphrodite mi ha detto che sta sera fate bagordi in discoteca, mi unisco anche io!-
-L’invito è esteso solo ai cavalieri di bronzo e ad Aphrodite e, a meno che tu non sia il nuovo cavaliere di Andromeda, non puoi partecipare.-
-Ah-ah! E’ qui che ti sbagli mio caro gatto spelacchiato! Aphrodite ha usato il favore che Saori gli doveva per farmi venire con lui, per cui…- si avvicinò a Hyoga, ancora traumatizzato e gli tirò su il mento in modo da poterlo guardare meglio negli occhi. – questa sera ci divertiremo e, parola di cancro, non potrai dimenticartela facilmente.- finita la frase, sentendo una voce che da lontano lo stava chiamando, lasciò il biondino e se ne andò, salutando i presenti con un veloce cenno della mano.
-Hyoga, tu, mi raccomando, stagli lontano e non ascoltarlo. Quello che devi fare è solo andare in pista e ballare, ok? Solo ballare. Alla fine della serata, poi devi dire ad Ikki che provi ed andare a casa tua.- affermò Aiolia, prendendo il cigno per entrambe le braccia e scuotendolo energicamente.
-Non ti preoccupare, Aiolia, terrò d’occhio io sia Hyoga che Deathmask e Aphrodite. Parola di Dragone.-



___Sera innoltrata__
Il luogo “prenotato” da Aiolia era davvero meraviglioso.
Lo spazio era davvero immenso per solo sette persone, c’erano a destra i tavoli con delle grandissime poltrone rosse, dall’altra un grande bancone provvisto di tutti gli alcoolici più famosi, che rendevano la stanza più ricca di colori e, al centro, la pista da ballo, che si distingueva facilmente dal resto a causa delle piastrelle azzurre che riflettevano le luci stroboscopiche.
Già dall’inizio le persone si divisero in tre gruppi.
Shun e Aphrodite che erano andati nella pista e ballavano insieme, l’uno in maniera più composta, l’altro più provocante, in modo da avere gli occhi di tutti coloro che guardavano su di sé, Seiya, Deathmask ed Ikki che erano al bancone e avevano ordinato da bere ed infine Shiryu e Hyoga che erano seduti sui divani.
-Su, Hyoga, vai in pista a ballare ed invitalo. Se rimani qui a struggerti, di sicuro…-
-Ballare? Credimi, dopo lo spogliarello dell’altro giorno è la cosa che vorrei evitare. Aspetterò un po’ qui e poi gli andrò a parlare.- disse il cigno, mettendosi più comodo.
Il cavaliere del dragone avrebbe voluto controbattere, ma in fondo, non ne aveva il diritto.
Sapeva quanto fosse stato traumatico quello spogliarello che era degenerato a causa di un anonimo cavaliere dello scorpione che, appena i problemi avevano cominciato a manifestarsi, aveva visto bene tagliare la corda.
-CHUPITO PER PEGASUS, YAY!- urlò Seiya, che era già partito per la tangente dopo aver bevuto solo un bicchiere di limoncello, prendendo il bicchierino che gli aveva passato il cavaliere del cancro.
-Seiya! FERMO!- disse Shiryu alzandosi e andando dal cavaliere del pegaso –lo sai che non devi bere? Tu non reggi l’alcool! Nemmeno in piccole quantità!-
-Queste sono menzogne, S…Seika! Hic!- affermò Seiya imbronciato, con le guance rosse.
“Il piano sta andando alla perfezione!” sogghignò Deathmask, godendosi la scena e vedendo che Pegasus, nonostante Dragone cercasse di fermarlo, aveva bevuto d’un fiato il contenuto del bicchiere, che per sua sfortuna, non conteneva solo vodka alla menta, ma anche una sostanza inventata da Aphrodite.
-Hyoga, ti prego, vienimi ad aiutare o qui lo perdiamo per sempre!- lo chiamò disperato, vedendo che Pegasus stava chiedendo altro da bere.
Inaspettatamente, però, Ikki, con uno sguardo più corrucciato del solito, si alzò dalla propria sedia.
Prese il cavaliere del pegaso, sollevandolo da sotto le spalle e lo trascinò per tutto il locale, mentre l’altro si dimenava, fino a quando non raggiunse la prima poltrona rossa, sulla quale lo gettò in malo modo.
-Cosa fai? hic- domandò Seiya contrariato, cercando di alzarsi ma venendo bloccato.
-Prova ad alzarti da quella poltrona per andare al bancone e giuro che ti ridurrò così male che Aiolia non riuscirà più a riconoscerti!-
-Nii-san!- Urlò Shun, raggiungendoli –Non essere così cattivo con lui!- guardò con uno sguardo di rimprovero il fratello, prima di voltarsi verso l’amico ubriaco. – Invece tu, Seiya, non bere più. Lo dico per il tuo bene.-
Fu a quel punto che Seiya, come un bambino, si mise a piangere, lasciando spiazzato Shun, che si aspettava tutto, fuorché quella reazione.
-Ikki è uno stronzo che non capisce le mie esigenze e Shun non fa altro che dargli ragione, come se suo fratello fosse la sacra bibbia. Shiryu sgridali, sono delle persone orribili.- si lamentò, mentre fiumi di lacrime uscivano dai suoi occhi.
Hyoga, invece era rimasto nel posto dove, poco prima, Shiryu l’aveva lasciato.
Spostava lo sguardo da una scena all’altra, da Aphrodite che sembrava davvero divertirsi a ballare insieme all’italiano, il quale non sapendo che pesci pigliare, cercava di imitare le mosse dell’altro, che lo aveva trascinato al centro della pista per la canzone Troublemaker dei Troublemaker, al resto dei compagni che erano riuniti intorno a Seiya, in modo da essere sicuri che non si muovesse. (because four is better then one)
Ad un tratto però Ikki si distaccò dal gruppo, forse annoiato dalle lagne continue del cavaliere del Pegaso, tornò al bancone a prendere tre bottiglie di qualcosa, che l’oste aveva preparato prima e si diresse verso l’unica persona che sembrava abbastanza tranquilla.
Senza chiedere il permesso, né guardarlo in faccia, Phoenix si accomodò sulla poltrona di fianco a Hyoga e gli mise davanti una bottiglia delle tre davanti.
-Io e te dobbiamo parlare.- aveva detto con un tono freddo, ma allo stesso tempo abbastanza calmo. O meglio, non lo aveva detto con un tono da “Ti voglio demolire” che spesso aveva mentre apriva bocca.
Hyoga, non sapendo che dire prese la bottiglia, se la girò tra le mani.
Capendo il disagio dell’altro, Ikki, in un raro momento di empatia, aggiunse: -Prima però, beviamo.-

___Poco più in là__
Dopo circa una ventina di minuti passati seduti a guardarsi in faccia, come delle creature umane che non hanno mai usato un soffiablabla, ad un tratto, Pegasus si alzò, bofonchiando parole confuse, tra cui anche “Mi sta tornando su l’anima!” e corse in bagno alla velocità della luce.
-Shiryu, ti prego, non mi dire che sta andando a fare ciò che penso...-implorò Shun, sperando che l’amico fosse andato alla toilette solo per fare la pipì.
Lo sguardo preoccupato di Shiryu e la sua successiva corsa gli fecero capire, però, che i suoi sospetti non erano così irreali ed infondati per cui, dopo essere andato da Aphrodite a dire che si sarebbero assentati un attimo, si diresse anche lui in bagno to the rescue.



___Contemporaneamente__
Nel giro di questa decina di minuti, Ikki, in compagnia del povero Hyoga che fissava la sua bottiglia, da cui aveva bevuto solo un sorso, aveva bevuto le due restanti.
Il silenzio che si era creato era quasi inquietante.
Forse era il momento per cominciare una conversazione?
Sì, ma cosa si sarebbero potuti dire?
Parlare dei propri sentimenti così, subito, era una follia per cui era meglio cercare un altro argomento.
Sapeva che le chiaccere inutili non facevano altro che fare innervosire il cavaliere della fenice e di sicuro parlare del loro “lavoro” e di Saori era fuori discussione.
Avrebbero potuto… parlare della recita che avevano fatto quel pomeriggio, magari.
Faceva sempre parte delle “chiacchere inutili” ma, per lo meno, non era una cosa completamente priva di senso o una “paranoia”.
-Senti, Ikki…- cercò di cominciare Hyoga, alzando finalmente gli occhi e cercando quelli del suo interlocutore, aveva afferrato anche la terza bottiglia e la stava bevendo con nonchalance, come se fosse sua.
Il fatto solo che, però, avesse aperto bocca, fece innervosire l’altro, che, con uno sguardo assassino, fissò Hyoga come se volesse farlo a pezzi e buttarlo in un inceneritore.
-Tu…!- tuonò con voce minacciosa, mentre maneggiava pericolosamente la bottiglia che aveva in mano -credi davvero di poter hic provarci con Shun liberamente?-.
Nonostante sembrasse una persona a cui gli alcoolici facevano poco effetto, aveva raggiunto il limite e ciò si poteva anche capire dalle sue gote, che si erano colorate di rosso.
Stupito e anche spaventato dalla reazione inaspettata di Ikki, che fino a poco prima era più calmo del solito, si fece più in dietro, facendo aderire la schiena contro lo schienale della poltrona.
-Tu- con un tono di voce più alto ed infuriato del precedente, si alzò, facendosi più vicino a Hyoga - non devi…hic- la mano del ragazzo dai capelli blu andò a bloccare quelle dell’altro sopra la testa. –nemmeno provare ad avvicinarlo! Shun è mio fratello, non ti permetterò di…- e a quel punto Phoenix, come colpito da un attacco improvviso di Hypnos, ricadde sul biondo, addormentato.
-Eh…? Cosa…?- A sua volta si accorse che qualcosa stava accadendo. Le palpebre diventarono pesanti e prima ancora che potesse accorgersene tutto attorno a sé diventò nero.


____Sala da ballo_____
-Il piano è stato un successone!- affermò Deathmask, avvicinandosi ai due bronzini che erano crollati letteralmente l’uno sull’altro. –Forza, Aphrodite, tu prendi Ikki e io Hyoga!-
-Cosa? Ma non eri tu quello che doveva portarli entrambi? In fondo sono stato io a preparare il sonnifero e la noce vomitica per i bronzini- borbottò Pesci, contrariato.
-Non ho mai detto nulla del genere. Poche storie, prendi uno dei due bronzini, se non vuoi che ti molli qui da solo.- ribattè cancro.
Con lo sguardo più contrariato e disgustato che potesse fare, il ragazzo dalla folta chioma celeste sfilò il cavaliere del cigno da sotto l’altro e lo prese in braccio, in modo da poterlo trasportare con più facilità.
-Forza, muoviti a prendere l’altro, Deathmask, non abbiamo molto tempo.-
Il cavaliere del cancro con sguardo trionfante, si caricò sulla spalla Ikki.
-Su, dai, non tenermi il broncio. Portandoci un cavaliere a testa ci mettiamo meno tempo e così abbiamo più tempo per divertirci.- vedendo che però l’espressione del cavaliere dei pesci non mutava, sospirò. –E va bene. Potrai usare il desiderio libero concessomi da Atena, per fare ciò che vuoi.-
-Adesso parliamo la stessa lingua.-
-Ricattatore.-
-Io non ho detto niente, hai fatto tutto da solo.- fece notare il cavaliere dai capelli azzurri all’altro, arrivando all’ingresso del locale, dopo aver salutato con un cenno della testa il ragazzo al bancone, che aveva ricambiato il gesto con uno sguardo trasognato.
-Questa me la paghi.-
-Zitto e muoviti. Guarda che ti lascio indietro.- lo rimbeccò, sogghignando.

_____Bagno_____
-Seiya, sei sicuro di stare bene?- domandò Shun, che gli teneva i capelli e la frangia indietro, per paura che si sporcassero.
-No…. Shiryu, sto morendo. Non voglio più toccare un alcoolico per il resto della mia vita.- si lamentò Seiya, piagnucolando. –Sono troppo giovane per morire, ho solo tredici anni!-
-Seiya, non stai morendo. Su, forza, calmati, hai finito di vomitare o senti altro sullo stomaco?- gli si avvicinò, massaggiandogli la schiena, in modo da calmarlo.
-Ho finito… penso.- affermò, prendendo il pezzo di carta igenica che Shun gli stava porgendo e asciugandosi le labbra.
-Shun, adesso facciamo così. Mi fido di te, tieni d’occhio Hyoga e Ikki di là, fai attenzione che non si avvicinino a Deathmask e ad Aphrodite. Io- si mise davanti a Seiya, facendogli segno di aggrapparsi alla sua schiena –riporto Seiya a casa.-
Andromeda senza ulteriori spiegazioni, uscì dal bagno.
-Grazie, Shiryu. Come farei a vivere senza di te?- bisbigliò, prima di rimettersi nuovamente a piangere come un bambino. –Perché non posso sposarti? Io sono a favore della poligamia.-
-Seiya, adesso non pensarci e non piangere. Appoggia la testa sulla mia schiena e prova a dormire.-
-Va bene, moglie…- mormorò, sconsolato, facendo ciò che il dragone gli aveva detto
-Shiryu!- tornò indietro il cavaliere di Andromeda, allarmato. –Il Nii-san e Hyoga sono spariti.-
-COSA?! Deathmask e Aphrodite?- domandò con l’ansia a mille.
-Non ci sono nemmeno loro! Cosa facciamo??- Chiese, sull’orlo di una crisi di pianto.
-Chiama Aiolia, lui è al grande tempio, vedrà di aiutarci in qualche modo. Speriamo solo che se ne siano andati per conto loro.- affermò sconsolato.

___Terza casa___
I due gold Saint senza troppi problemi raggiunsero il luogo dove avrebbero commesso il loro misfatto, in modo da “Aiutare” il povero Crystal.
-Prego, Aphrodite, sai cosa fare. Divertiti.- affermò il cancro, appoggiando il cavaliere della fenice di fianco all’altro cavaliere, sul letto.
-Ti ringrazio. Tu spogliali, io farò il resto.- disse prendendo uno spuzzino con dell’acqua tiepida, che avrebbe dovuto sembrare sudore, ed un unguento profumato bianco .
-Domani mattina ci ringrazieranno!- affermò il cancro, sorridendo all’altro.

____Fine Flashback, Punto di vista di Hyoga_
-Accidenti, non ricordo niente.- mi dissi, disperato. “Cosa devo fare? Non voglio stare qui. Devo andarmene prima che si sveglino”
Cercando di fare il meno rumore possibile, sgusciai sul fondo del letto, e mi alzai, nonostante avvertissi le gambe pesanti e la testa girare.
I miei vestiti non c’erano da nessuna parte, erano spariti, come evaporati, per cui l’unica cosa che potevo fare era arrivare alla casa dello scorpione, dove sicuramente era il mio maestro, e chiedergli aiuto.
Con dei passi leggeri e veloci mi diressi verso l’uscita ma…. –Esmeralda?- mi congelai sul posto.
Era la voce di Ikki. Mi voltai la testa, vedendo che la persona in questione si era girata e che stava fissandomi, con uno sguardo ancora mezzo addormentato.
Preso completamente dal panico l’unica cosa che feci fu correre ancora più velocemente, uscendo dalla casa, mentre Phoenix urlava –Aspetta! Non andartene!-
Corsi, corsi più velocemente che potevo, sembrava che i muscoli delle mie gambe volessero staccarsi dalle ossa dall’enorme sforzo che stavo facendo. Il mio respiro era affannoso, così tanto che non riuscivo a capire se stavo immettendo aria nel mio corpo o se la stavo solo espellendo.
Non sentivo la fredda aria mattutina che investiva il mio corpo ignudo e nemmeno i sassi che, finiti casualmente sulle scale del tempio, avevano lasciato dei piccoli tagli sui miei piedi.
Aiolia, fu l’unico cavaliere che incontrai nella scalata che tentò in qualche modo di bloccarmi, chiedendomi cosa fosse successo e dicendomi che gli altri erano tutti in pensiero per me, ma non mi fermai.
In verità non capii nemmeno quali furono le sue parole precise.
Mi sembrava di non essere lì in quel momento e tutte le voci che sentivo erano incomprensibili. O, meglio, sovrastate da qualcosa che continua a ronzarmi nella testa. “Esmeralda”, “Esmeralda” e ancora “Esmeralda.”
Ma chi era Esmeralda?
Perché mi aveva chiamato in quel modo? E cosa era per Ikki questa ragazza?
Ad un certo punto mi resi conto che non stavo più correndo, mi scoprii in lacrime, mentre mi accorsi che non una, ma ben due persone erano davanti a me, con uno sguardo visibilmente preoccupato.
Uno dei due mi stava abbracciando e fui sopreso nel scoprire che fosse Milo, mentre l’altro, che mi stava tenendo la mano, era Camus.
-Maestro… ho fatto un grosso casino.- sussurrai, riscoprendo il suono della mia stessa voce, che mi sembrava decisamente cambiata dall’ultima volta che l’avevo sentita. –Un grandissimo casino…-



___Extra__
-Allora, Ikki, come è andata la serata?- domandò il cavaliere dei pesci, che si era svegliato a causa delle urla del cavaliere della fenice.
Phoenix, come se non avesse sentito la domanda dell’altro, si mise in piedi e, realizzando che i propri vestiti non fossero da nessuna parte, prese in malo modo il lenzuolo dal letto, legandoselo alla vita a, in modo da coprirsi almeno un po’.
Poi si girò e, con sguardo ricolmo di amore cristiano ed il cuore che trasudava perdono, disse: “Ali della fenice!”
E fuoco fu.

Angolo di Vallellata:
Voglio dire solo due cose.
1) Sono infinitamente grata a coloro che continuano a seguire questa storia ed in particolare a Lan Shuihua e a Hades-sama, che ho avuto l'onore di conoscere di persona e di far cosplay con loro.
2) Mi scuso per non aver più aggiornata ma mi sono un po' depressa dopo l'uscita della fanfiction "Manuale di uscita dalla friendzone di Julian Solo" perché ha usato la mia stessa idea (chiedere aiuto ai saint per far dichiarare X a Y) e ha avuto un po' più di successo.
Spero di aggiornare prossimamente la fanfiction e spoiler: nel prossimo capitolo ci saranno PAROLE. 8D
Ciauuuuu!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3181468