Ajavor: il drago di magma di ImperialPair (/viewuser.php?uid=63538)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
- Autore:
AtobeTetezuka
- -Titolo
storia: Ajavor:
il drago di magma
- -Fandom:
Kuroko
no basket
- -Personaggi:
Kagami
Taiga, Midorima Shintarou
- -(Eventuali)
Pair: Kagamido
- -Generi:
Avventura,
Sovrannaturale, Fantasy, Shounen-ai
- -Avvertimenti
generali:
- -Avvertimento
prenotato: Surreale
(da sviluppare solo una delle seguenti categorie: vampiri, lupi
mannari, fantasmi, streghe/stregoni, angeli&demoni)
- -Note
autore: http://www.dafont.com/it/augusta.font
il font del titolo
Ajavor:
il drago di magma
- Prologo
- Nei
tempi in cui i draghi regnavano sovrani sull'immensa vallata del
continente Ajavor, per sfuggire a delle imminenti catastrofi naturali
che avrebbero devastato l'intero territorio, questi ultimi finirono
con il rifugiarsi sotto la superficie terrestre, dove per chiunque
sarebbe stato impossibile sopravvivere.
- Per
loro non fu affatto una passeggiata adattarsi a quell'ambiente: dopo
lunghi millenni riuscirono ad adeguarsi a qualcosa di così
ostico.
- Per
sopravvivere iniziarono a nutrirsi di quei detriti incandescenti che
lentamente diedero il via a una lunga evoluzione: La loro forma
subì
molte mutazioni finendo col renderli solo l'ombra degli esseri che
originalmente si erano rifugiati in quei posti dove per chiunque
altro sarebbe stato impossibile sopravvivere. Il loro corpo col tempo
si era fuso con lo stesso magma che dava loro nutrimento ed energia,
erano conosciuti come “Draghi di Magma”
- Era
raro che uscissero da quei luoghi caldissimi, ormai erano talmente
abituati a quelle atroci temperature che mai avrebbero potuto
sopravvivere all'esterno, ma se ciò accadeva portavano solo
morte e
distruzione devastando qualsiasi cosa che bloccava il loro cammino
lasciando una firma indelebile del loro passaggio.
- Per
questo motivo maghi, stregoni e streghe, avevano iniziato a tenere
sotto controllo i vulcani e tutti i movimenti sotterranei per tenere
a bada quegli esseri micidiali. Volevano proteggere gli abitanti
delle varie città e non solo, infatti, il loro cuore faceva
gola a
chiunque, non si sa come sia possibile, ma quegli organi erano dotati
di forti poteri curativi, capaci di guarire qualsiasi male esistente
e chiunque bramava quell'energia.
- Tutti
nel Continente era a conoscenza della loro storia: gli antichi
studiosi hanno tramandato nei secoli le loro scoperte, ma nessuno
è
stato in grado di concepire come sia potuta avvenire una simile
trasformazione, un vero mistero che nessuno ha potuto mai chiarire.
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Capitolo 2 *** Capitolo uno ***
Autore: AtobeTetezuka
-Titolo storia: Ajavor: il drago di magma
-Fandom: Kuroko no basket
-Personaggi: Kagami Taiga, Midorima Shintarou
-(Eventuali) Pair: Kagamido
-Generi: Avventura, Sovrannaturale, Fantasy, un leggero accenno di Shounen-ai
-Avvertimenti generali:
-Avvertimento prenotato: Surreale (da sviluppare solo una delle seguenti categorie: vampiri, lupi mannari, fantasmi, streghe/stregoni, angeli&demoni)
-Note autore: http://www.dafont.com/it/augusta.font il font del titolo
Capitolo
uno
- Nessuno
avrebbe potuto immaginare che due ragazzi, poco più che
adolescenti,
potessero essere dotati di una forza tale da battere gente molto
più
anziana di loro.
- Erano
talmente giovani che non sarebbero mai stati in grado di diventare
veri stregoni. Era impossibile, erano solo dei ragazzini, come
avrebbero potuto intraprendere qualcosa di così grande?
- Se
l'erano chiesti in moti, prendendo in giro in giro quella che in
apparenza, almeno ai loro occhi, sembrava solamente una forte
arroganza di chi credeva di essere il migliore, ma alla fine
sembravano loro quelli da deridere per averli sottovalutati e per
essere stati incapaci di raggiungere quei due giovani dotati di una
potenza straordinaria, che due sedicenni non avrebbero mai dovuto
possedere.
- Si
erano fatti battere da dei ragazzini, come avrebbero potuto superare
una simile umiliazione?
- Nessuno
era riuscito a fermarli, sembravano dei mostri sotto sembianze di due
stregoni. Per loro era impossibile immaginare che due giovani
potessero arrivare a tanto, ma alla fine dovettero riconoscere la
loro potenza e inginocchiarsi a essa rinunciando al loro sogno di
diventare apprendisti del più grande degli stregoni che
Ajavor
avesse mai conosciuto: Aida Kagetora.
- *~~~*
- Sia
Kagami sia Midorima avevano la piena certezza che Aida si divertisse
alle spalle di quegli aspiranti apprendisti e che in realtà
adorasse
vederli soccombere sotto quelle prove da lui organizzare.
- Per
indire una sfida come quella cui stavano per andare incontro
– che
li avrebbe portati a morte certa – doveva esse un gran sadico.
- A
quale stregone sano di mente verrebbe in mente di proporre qualcosa
del genere?
- Avevano
sempre immaginato che l'ultima prova starebbe stata la più
ardua, ma
nonostante lo sapessero, la loro mente non era mai arrivato a tanto.
Come avrebbero potuto solo minimamente pensare che si sarebbero
cacciati in qualcosa di una simile portata? Quell'impresa andava
oltre le loro capacità.
- Nemmeno
il più forte degli stregoni sarebbe stato in grado di
battere un
Drago di Magma, almeno non senza un'adeguata preparazione fisica e
menale, stato che loro non avevano andare raggiunto.
- Come
potevano fronteggiare un essere del genere per recuperare il suo
cuore?
- Erano
forti, beh, per essere gli unici due ad esser arrivati fino a quel
punto era ovvio che lo fossero, ma conoscevano i propri limiti e per
questo sapevano di non aver ancora raggiunto il livello necessario
per poter fronteggiare qualcosa di quel calibro: avevano ancora molta
strada fare.
- Sarebbe
stato un suicidio, ma né Kagami né Midorima si
sarebbero arresi,
nonostante sapessero contro cosa stessero andando incontro. Erano
certi che sarebbero andati contro morte certa, ma se ciò
sarebbe
avvenuto, l'avrebbero fatto con vero onore, come tutti quelli uomini
deceduti per difendere quelle terre.
- *~~~*
- In
quell'istante i due adolescenti erano lì, ad osservarsi
negli occhi
con uno sguardo che sembrava dire “Sarò io a
vincere!”
- Chiunque
si sarebbe trovato nei paraggi avrebbe potuto avvertire la tensione
che scaturiva dai due aspiranti apprendisti. L'ostilità che
provano
l'uno per l'altro era sempre stata evidente, anche dallo stesso Aida
che aveva più volte notato la loro rivalità.
- Si
erano visti fin da subito come un ostacolo da abbattere per poter
raggiungere il loro sogno, insomma si vedevano come due nemici.
- Nessuno
dei due sapeva dire con certezza perché provassero
così tanta
astio, era una sensazione che avevano avuto a pelle, appena si erano
incrociati per la prima volta l'uno a fianco all'altro, quando tutto
quello era incominciato. Probabilmente era perché erano i
soli
sedicenni ad aver avuto il coraggio di accettare quelle sfide che
avrebbe portato loro verso quel sogno che in molti avevano agognato,
ma che solo uno fra quei settemila sarebbe riuscito a realizzare ed
entrambi voleva essere quella persona.
- Non
si sarebbero mai potuti tirare indietro, volevano seguire le orme di
quell'uomo, talmente potente da aver ucciso trecento Draghi di Magma
sena l'aiuto di nessun altro stregone. Quell'impresa è
conosciute in
tutto il Continente, anzi si era sparsa ben oltre i confini di
Ajavor.
- Fin
dalla loro prima infanzia erano cresciuti ascoltando le avventure di
quello che a quei tempi era il loro eroe: un valoroso e forte
guerriero pronto a tutto pur di proteggere la sua patria, uno
stregone dal potere strabiliante capace di fermare delle
calamità
solo con un soffio di alito.
- Per
questo fin da quando erano bambini si erano allenati con i
più forti
degli insegnati: le rispettive famiglie seguirono il desiderio di
quei ragazzini e incoraggiarono i due fino alla fine.
- Erano
già molto portati alle arti magiche fin da all'ora e ci
volle poco
per capire che avrebbero portato onore alle loro casate, donando
quella gloria che sia i Kagami che i Midorima avevano perduto tempo
addietro.
- *~~~*
- Il
monte Tokar era lì, lo vedevano con i propri occhi, grande e
imponente proprio come narravano le antiche leggende che tanto
adoravano da bambini.
- Non
avevano mai immaginato di poter osservarlo con i propri occhi occhi
così giovani: un sogno che si era avverato dopo quella che
era
sembrata una lunga ed eterna infanzia.
- Quello
era il più antico dei vulcani di tutto il Continente e fu
proprio
quello dove vi si rifugiò il primo drago, o almeno
così indicavano
gli studi degli storici.
- Nessuno
sa quanto siano veritiere quelle scoperte, ma se era andata davvero
così, in quel cratere viveva un diretto discendete degli
antichi
Dragoni, ma ormai non aveva più nulla in comune con l'essere
che si
era rifugiato originalmente: la metamorfosi avvenuta lo rendeva
diecimila volte più pericoloso dell'originale.
- Per
i due ragazzi era impossibile credere quanto spaventosa potesse
essere quella forza, certo avevano sempre immaginato che un Drago di
Magma avesse una fortissima energia, ma la loro mente non avrebbe mai
potuto realizzare quanto possente sarebbe stata .I loro corpi vennero
completamente paralizzati, era talmente imponente che divorava i loro
spiriti e si sentivano lentamente sprofondare verso un baratro senza
fondo, qualcosa dal quale sapevano che non sarebbero mai riusciti a
scappare.
- Non
volevano farsi prendere dal panico, non ora che erano arrivati
davanti alla tana di quell'essere che, per quanto spaventoso potesse
essere, avevano tutta l'intenzione di spodestare facendogli capire
che anche degli adolescenti sarebbero stati in grado di annientarlo.
Lo volevano fare per loro, per le loro famiglie e per quello stregone
per cui avevano lottato con ogni loro poro. Avevano uno scopo e
nessuno avrebbe potuto fermarli, nemmeno il più spietato dei
draghi.
- Non
sarebbero scappati, né Kagami e né Midorima erano
i tipi da
arrendersi davanti alla prima difficoltà, non erano mai
fuggiti
prima di allora e tanto meno l'avrebbero fatto in quel momento.
- Gli
stregoni non fuggivano, anzi affrontavano qualsiasi cosa: anche
più
grande di loro.
- Se
volevano diventare forti come Aida non avrebbero mai potuto
abbandonare quella postazione. L'ipotesi di scappare era
inammissibile, sarebbe stata un'umiliazione che nessuno dei due
avrebbe potuto accettare.
- Erano
pronti ad affrontare qualsiasi cosa, anche se pericolosa come quella
cui stavano andando contro, nulla li avrebbe fermati, nemmeno la
paura che i quell'istante prendeva sempre più possesso dei
loro
corpi, ma dovevano combatterla, lo dovevano fare se volevano
sopravvivere ed essere ricordati nella storia per essere stati i
primi sedicenni ad aver fermato un Drago di Magma, sarebbe stata la
più grossa soddisfazione che potessero ricevere.
- Per
compiere una simile impresa dovevano attirare la sua attenzione,
sarebbe stata una delle cose più pericolose nei quali
avrebbero
finito per l'imbattersi, ma alla fine era l'unico modo per
indebolirlo, certo c'erano ugualmente rischi, lo sapevano, ma
conoscevano anche i punti deboli di quell'essere e sapevano che
all'esterno sarebbe stato molto più vulnerabile ed era
un'opportunità che non potevano lasciarsi sfuggire.
- Per
chi era capace di governare gli elementi della natura,
specialità
dei Kagami, sarebbe stato un gioco da ragazzi farlo uscire allo
scoperto: bastava creare un terremoto o meglio dire simulare quello
che agli occhi del Drago sarebbe sembrato tale.
- In
quei momenti non poteva che sentirsi orgoglioso delle proprie
capacità di Stregone
Elementare. Avrebbe
fatto credere a qualcuno come un essere potente quanto quel drago che
la sua tana sarebbe stata distrutta, come non poteva trovare
soddisfacente quella situazione? Chiunque al suo posto sarebbe stato
fiero della cosa e perché lui non avrebbe dovuto esserlo?
- Certe
volte Midorima si domandava come avesse fatto quel ragazzo ad
arrivare fino alla fine, certo riconosceva la sua potenza, altrimenti
non l'avrebbe mi considerato un rivale, ma Kagami non era affatto
adatto per la stregoneria. Un tipo che non riflette sulle proprie
azioni non aveva nessun diritto di diventare uno stregone. Non
sarebbe stato in grado di tollerare un simile comportamento, per
questo non sarebbero ma andati d'accordo, erano così diversi
da
essere incompatibili.
- «Kagami
perché non rifletti? Sai questo cosa
comporterà?!» Sarebbe stato
inutile porre quelle domande, era certo che nella sua mente al posto
del cervello ci fosse della segatura.
- «È
l'unico modo per indebolirlo, lo sai no?» Era vero quello che
diceva
Kagami, ma quello non era il modo giusto.
- «Credi
davvero che possa bastare per indebolirlo? Ora sarà
furibondo e la
sua ira sarà implacabile.»
- Era
certo che l'impulsività di Kagami avrebbe portato entrambi
ad una
morte certa e sarebbe stato un errore che non gli avrebbe mai
perdonato.
- I
due ragazzi avvertivano quella forza che gli aveva paralizzati, ogni
istante diventava sempre più possente e penetrante: ne
rimasero
talmente agghiacciati da provare per la prima volta una sensazione di
terrore che mai avrebbero creduto di poter provare..Era la prima
volta in prima loro che provavano qualcosa di così intenso
da
immobilizzare loro sensi, erano sempre stati dei tipi impavidi e
senza timori, ma davanti a qualcosa con un'energia così
possente
chiunque sarebbe stato nel loro stesso stato.
- Ci
fu un grosso scoppio un suono che mai nessuno avrebbe dovuto udire.
Era atroce, un boato così forte e violento che avrebbe
spezzato i
timpani di tutti quelli che avrebbero udito qualcosa di brutale come
quello.
- I
due giovani alzarono gli occhi verso il cielo, una scena che mai
avrebbero voluto vedere, ma allo stesso tempo era così
meravigliosa
da essere qualcosa di incredibilmente affascinante: dal cratere con
un balzo uscì quel mostro, un grande ed enorme essere
completamente
formato da Magma, ogni singola cellula di quell'essere era stata
tramutata in qualcosa di terribilmente mortale.
- Per
loro ormai era finita, non avrebbero mai avuto la forza necessaria
per poter fronteggiare un essere simile, potevano solo inginocchiarsi
davanti quell'essere e soccombere al suo potere.
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Capitolo 3 *** Capitolo due ***
Autore: AtobeTetezuka
-Titolo storia: Ajavor: il drago di magma
-Fandom: Kuroko no basket
-Personaggi: Kagami Taiga, Midorima Shintarou
-(Eventuali) Pair: Kagamido
-Generi: Avventura, Sovrannaturale, Fantasy, un leggero accenno di Shounen-ai
-Avvertimenti generali:
-Avvertimento prenotato: Surreale (da sviluppare solo una delle seguenti categorie: vampiri, lupi mannari, fantasmi, streghe/stregoni, angeli&demoni)
-Note autore: http://www.dafont.com/it/augusta.font il font del titolo
- Capitolo
due
- Se
volevano essere ricordati nella storia, non potevano arrendersi, non
senza aver lottato con tutte le loro forze. Sarebbe stata un'offesa
sia per loro sia per le rispettive casate che avevano perso quella
gloria che secoli addietro le aveva distinte rendendole fra le
più
potenti famiglie di stregoni dell'interno Continente.
- Alla
fine era anche per riaccreditare il nome dei Kagami e dei Midorima
che i due ragazzi avevano deciso d'intraprendere quella strada,
perché ormai tutti le conoscevano per essere cadute in
disgrazia e
non volevano che venissero ricordate in quel modo, non dopo tutte le
imprese che i loro antenati avevano compiuto, quasi paragonabili a
quelle dello stesso Aida.
- Avevano
trovato l'opportunità perfetta proprio quando il loro idolo
aveva
indetto quelle faticose prove per cercare qualcuno che ereditasse i
suoi saperi: non non avrebbero mai potuto lasciarsi sfuggire
quell'opportunità.
- Certo,
con molta probabilità sarebbero morti, ma ciò non
toglieva che non
avrebbero lottato. Avevano un sogno da realizzare e se si fossero
arresi senza nemmeno provare sentivano che non avrebbero potuto
riposare in pace. Per questo motivo dovevano difendersi con qualsiasi
mezzo: gli attacchi dei Draghi di Magma erano fra i più
micidiali e
pericolosi in cui ci si potesse imbattere.
- Quelle
palle che sputavano dalla bocca, forgiate con le stesse sostanza di
cui erano formati, erano capaci di corrodere e fondere qualsiasi cosa
che si trovava nella traiettoria.
- Non
si erano mai ritrovati di fronte a qualcosa di tanto potente e
letale, se fossero stati colpiti da da qualcosa di così
pericoloso:
sarebbero morti sul colpo. Dovevano essere molto cauti e restare
concentratimisi per evitare di perdere il controllo sui loro
incantesimi. Fortunatamente con i rispettivi poteri potevano tenere
quegli attacchi sotto controllo, ma non potevano distrarsi
perché
qualsiasi svista sarebbe stata fatale.
- Era
estremamente difficile riuscire a rimanere concentrati, quegli
attacchi erano così costanti da non lasciargli nemmeno un
attimo di
tregua. Certo riuscivano a difendesi, ma senza poter contrattaccare
sarebbe stato difficile per i due adolescenti poter prendere il
sopravvento, d'altronde la miglior difesa era l'attacco e sotto quel
punto si sentivano in netto svantaggio.
- Il
Drago comunque non avrebbe potuto reggere a lungo, sentivano
già che
quest'ultimo iniziava ad indebolirsi, quell'energia micidiale andava
lentamente scemando.
- Sarebbero
riusciti a reggere fino all'istante in cui lui non avrebbe
più
sopportato l'atmosfera sulla superficie terrestre? Né Kagami
e né
Midorima avrebbero saputo dirlo, sapevano solo che quella cui stavano
disputando era una vera gara di resistenza a chi fra loro tre sarebbe
stato il primo a crollare.
- Per
uno stregone elementare era abbastanza facile tenere a bada quelle
tecniche offensive estremamente mortali, certo non poteva
contrattaccarlo, ma con i suoi poteri riusciva a raffreddare quelle
sfere incandescenti prima che fosse tropo tardi.
- Non
poteva sentirsi al sicuro per il momento, se avesse potuto scalfirlo
sarebbe andata molto meglio.
- Quanto
avrebbe voluto usare qualche incantesimo più potente, ma non
aveva
né il tempo e né la preparazione necessaria per
sferrare qualcosa
di micidiale. Conosceva varie tecniche ma quelle più potenti
erano
ancora troppo acerbe per essere controllate da qualcuno del suo
livello e temeva di non riuscirle a domarle.
- “Se
Midorima mi aiutasse sarebbe più facile.” Dubitava
che l'altro
potesse accettare una proposta del genere, lo conosceva bene e sapeva
che non era il tipo da unire le forze con qualcun altro, ma se
volevano fermare quel Drago avrebbero dovuto cooperare altrimenti per
loro non ci sarebbe stato scampo.
- «Dobbiamo
collaborare altrimenti non usciremo vivi da qui.» Anche se
sapeva
che Midorima non avrebbe mai gradire la cosa: decise ugualmente di
provare.
- «Cosa?!»
Era la cosa più assurda che avesse mai sentito e non
riusciva
minimamente a credere alla frase pronunciata dal rivale.
«Stai
scherzando?»
- Il
gioco di squadra non aveva mai fatto per lui e tanto meno sarebbe
stata quella la volta in cui avrebbe collaborato con qualcun altro.
Sapeva che fosse l'unico modo, ma era impensabile per lui appoggiare
un altro stregone, sopratutto se quest'ultimo si chiamasse Kagami
Taiga.
- «Ti
sembra che possa scherzare in un momento simile?» Ovvio che
avesse
capito che facesse seriamente ed era proprio quello che l'aveva
infastidito.
- La
sola idea di poter cooperare con lui era impensabile.
- «Ti
sei scordato che questa è una sfida?» Sembrava
quasi che l'altro si
fosse dimenticato della situazione in cui si trovavano e aveva
bisogno di chiare esposizioni «Se collaboreremo nessuno di
noi
diverrà apprendista di Aida.»
- «Ovvio
che lo so, ma se vogliamo sopravvivere questa è l'unica
soluzione»
- «Non
posso....»
- «Se
vuoi morire allora ti lascerò fare come vuoi.»
- «Bene!»
- Non
doveva litigare con Kagami, quello non era né il luogo e
né il
momento adatto per irritarsi, doveva concentrarsi sul suo obiettivo
altrimenti non avrebbe avuto scampo.
- “Non
ci voleva!” Era inulte, per quante barriere creasse queste
ultime
venivano sempre distrutte dal nemico. “Di questo passo non
reggerò.”
- In
quel momento si sentiva una vera nullità, nessun scudo da
lui creato
era riuscito a proteggerlo, eppure era conosciuto per le tecniche
difensive più impenetrabili e possenti che un sedicenne
potesse
creare. Era bastato solo un Drago di Magma per spezzare con
facilità
qualcosa che avrebbe dovuto avere una resistenza formidabile.
- Una
delle sue specialità in quel momento era inefficace, doveva
inventarsi qualcos'altro per poter fronteggiarlo e riuscire a
batterlo prima che Kagami potesse sottrargli il cuore.
- “Dovrei
accettare il suo aiuto?” Midorima scacciò subito
quel pensiero,
non poteva credere di aver solo potuto immaginare una cosa simile, ma
cos'altro avrebbe potuto fare? Se continuava a difendersi non avrebbe
mai potuto attaccarlo e la cosa non era fattibile.
- “Cavolo!”
Come poteva essersi distratto in quel modo nei suoi pensieri? Era un
errore che non avrebbe dovuto compiere.
- La
barriera era stata brutalmente distrutta ed era per tardi per
erigerne un'altra e non avrebbe potuto difendersi da quell'enorme
palla di magma che puntava dritto su di lui.
- Il
tempo in quell'istante scorreva a una velocità multipla e
non aveva
il tempo necessario per reagire: era spacciato.
- *~~~*
- Tutta
la sua vita iniziò a scorrergli davanti agli occhi: rivedeva
tutti i
ricordi, anche quelle memorie che erano state dimenticate con il
passare del tempo.
- Era
tutto così travolgente da rendere l'adolescente incapace di
opporsi,
perso fra quelle immagini di quelle promesse fatte da quand'era poco
più che un bambino.
- “Vi
prometto che riuscirò a riportare l'onore ai
Midorima.” Non erano
mai state parole a vuoto, lo sapeva, perché in quell'istante
anche
se sarebbe morto chiunque avrebbe conosciuto quel sedicenne ucciso
nel tentativo di fronteggiare un Drago di Magma: il nome di Midorima
Shintarou sarebbe stato conosciuto in tutta Ajavor.
- Almeno
quel sogno si sarebbe avverato e in quel momento gli stava bene
così.
- Aveva
cercato di fare tutto il possibile e questo sarebbe bastato.
- “Addio.”
- *~~~*
- Come
poteva permettere a qualcuno di morirgli difronte? Anche se si
trattava di Midorima, era inammissibile che lo uccidessero, non
poteva accettare qualcosa di simile. Era vero che non era mai andati
d'accordo, ma nonostante questo l'aveva sempre rispettato e
considerato un suo pari. Certo erano rivali, ma un vero stregone non
avrebbe mai fatto distinzione. Se voleva essere considerato tale,
anche lui avrebbe dovuto fare altrettanto e salvarlo anche se non gli
stava simpatico. Così si scaraventò addosso prima
che quella sfera
incandescente avesse possibilità di colpirlo.
- «Stai
bene?» Quella domanda risuonava nella sua mente come un
distante
eco.
- Conosceva
fin troppo bene quella voce, nonostante l'avesse sempre trovata
irritante, in quell'istante in qualche strano e bizzarro modo era
felice di poterla udire.
- “Kagami”
disse fra sé e sé
- Cos'era
successo? Quanto avrebbe voluto saperlo, ma il suo corpo tremava
così
tanto da non riuscire a muovere un passo. La sua gola era chiusa come
se bloccata da un'otturazione che impediva a qualsiasi parola di
raggiungere la bocca.
- Gli
sembrava impossibile che Midorima, lui, quel ragazzo così
fiero e
impavido, fosse ridotto in uno stato del genere. Sul suo volto era
dipinta un'espressione che andava oltre il semplice terrore, era
qualcosa che in vita sua non aveva mai visto: shock puro. Chi non lo
sarebbe stato in quelle circostanze dopo aver visto la morte in
faccia? Immaginava che anche lui se si fosse trovato al suo posto
sarebbe stesse nelle sue stesse condizioni.
- *~~~*
- Come
poteva permettere a quel drago di prendere il sopravvento? Certo i
suoi attacchi micidiali erano terribili, ma doveva metterci tutto se
stesso per fermalo.
- Non
gli importava più cosa sarebbe potuto succedere, lo doveva
fare per
i Kagami. Se si fosse arreso la sua famiglia non avrebbe riottenuto
la gloria che secoli addietro li aveva distinti facendoli conoscere a
tutti come gli Stregoni Elementari più forti di Ajavor e
conosciuti
in tutto il regno magico.
- Il
suo sogno era quello di diventare forte come i sui antenati, no, anzi
desiderava essere il più potenti di tutti i tempo: capace di
uccidere un Drago di magma con un solo schiocco di dita.
- Non
avrebbe mai abbandonato i suoi sogni, ci lavorava da quando non aveva
ancora sviluppato i suoi poteri. Nessuno gli avrebbe perdonato un
affronti simile, né la propria famiglia e né
Midorima che
sicuramente gli avrebbe rinfacciato quella codardia per il resto
dell'esistente: era un'eventualità che non avrebbe potuto
tollerale.
- Doveva
lottare con ogni mezzo a sua disposizione e usare tutti gli
incantesimi, anche quelli che ancora non riusciva a dominare.
- Kagami
aveva appena concentrato tutte le proprie energie puntando verso il
dragone le proprie mani dalle quali iniziò a sprigionarsi un
insolito bagliore di colore azzurro che risplendeva anche addosso
all'enorme mostro.
- Un
vortice d'acqua iniziò a sprigionarsi da quella luce
splendente:
avvolse completamente il drago e con forza ruotava attorno ad esso,
talmente violentemente che avrebbe provocato grossi danni, certo non
avrebbe ucciso qualcuno di così possente, ma l'avrebbe senza
dubbio
indebolito.
- Sentiva
le sue urla: quel suono talmente potente da essere capace di far
tremare il suolo talmente forti e possenti fossero: in vita sua non
aveva mai udito un suono così atroce.
- Senza
ombra di dubbio doveva star soffrendo, molto più di quanto
avesse
mai potuto immaginare, un dolore che lentamente lo portava a provare
qualcosa di terribile da sopportare: una vera agonia.
- “Posso
farcela” si incoraggiava l'adolescente “Devo
farcela”
- Non
poteva perdere il controllo dell'incantesimo, non ora che aveva
iniziato ad affliggere grossi danni al Drago. Quando avrebbe trovato
un'altra opportunità? Doveva rimanere concentrato altrimenti
per lui
sarebbe stata la fine, ma ormai non era più in grado di
domarlo, era
al limite.
- Era
inutile per il Drago di cercare di sparare quelle sfere, la trappola
acquatica da cui era avvolto le solidificava prima che potessero
raggiungere l'esterno, talmente potente fosse il suo maleficio.
- Era
già qualcosa, anche se non si poteva dire al sicuro,
rimaneva
comunque un attacco potente, non micidiale come in originale, ma se
fosse stato colpito avrebbe di sicuro perso la contrazione.
- “Cosa?!”
Gli bastò solo un istante per capire, quella palla di magma
stava
puntando su Midorima.
- Non
avrebbe potuto lasciare colpire il suo rivale, con che coraggio
avrebbe potuto abbandonarlo ad una probabile morte? Se aveva
intenzione di diventare uno stregone non avrebbe mai dovuto
permettere a nessuno di tirare le cuoia senza cercare un modo per
difenderlo, per questo usò il proprio corpo come scudo, per
impedire
all'altro di essere colpito.
- «Ahhhh!!!»
- Come
avrebbe potuto portare onore alla propria famiglia se avesse permesso
a qualcuno di morire senza difenderlo? Era impossibile, sarebbe stato
un vero disonore per uno stregone e non poteva tirarsi indietro.
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Capitolo 4 *** Capitolo tre ***
Autore: AtobeTetezuka
-Titolo storia: Ajavor: il drago di magma
-Fandom: Kuroko no basket
-Personaggi: Kagami Taiga, Midorima Shintarou
-(Eventuali) Pair: Kagamido
-Generi: Avventura, Sovrannaturale, Fantasy, un leggero accenno di Shounen-ai
-Avvertimenti generali:
-Avvertimento prenotato: Surreale (da sviluppare solo una delle seguenti categorie: vampiri, lupi mannari, fantasmi, streghe/stregoni, angeli&demoni)
-Note autore: http://www.dafont.com/it/augusta.font il font del titolo
- Capitolo
tre
- In
vita sua non aveva mai immaginato di trovarsi di fronte una simile
scelta, qualsiasi decisione avrebbe preso, avrebbe finito con il
portare solo disonore alla propria casata. Era davvero così
importante di fronte alla vita del ragazzo che si era sacrificato per
la propria?
- Come
avrebbe potuto lasciar morire Kagami dopo tutto quello che aveva
fatto? Gli sembrava il minimo cercare di ricambiare il suo favore, ma
facendolo avrebbe dovuto rinunciare a tutti i sogni che aveva
inseguito da quando era così piccolo da non riuscire a
padroneggiare
nemmeno il più semplice degli incantesimi.
- Era
pronto per questo? Era talmente confuso da trovare terribilmente
difficile scegliere quale strada seguire, perché ogni bivio
sarebbe
stato un vicolo ceco e avrebbe portato sia lui che alla sua famiglia
a perdere quell'onore che per anni aveva rincorso.
- *~~~*
- Non
aveva mai sentito le palpebre così pensati, avvertiva come
un enorme
macigno al loro posto che impediva di sollevarle, anzi era come se
tutto il suo corpo fosse talmente intorpidito da non aver la forza di
muovere nemmeno un singolo muscolo.
- Cosa
lo aveva ridotto in quello stato? Kagami non sapeva dirlo, era la
prima volta che avvertiva qualcosa di simile e non era in grado di
capire cosa stesse provando.
- Voleva
alzarsi, sapere cosa fosse successo ma non aveva l'energia di farlo,
era come bloccato da qualcosa che l'aveva completamene paralizzato.
- Gli
sembrava ovvio che dopo esseri sforzato in quel modo si fosse
indebolito: aveva tenuto attivo quell'incantesimo per davvero troppo
tempo, molto più di quanto avesse fatto durante i suoi
estenuanti
allenamenti. Era naturale alla fine, ma sentiva che c'era qualcosa di
strano nella sua fiacchezza, qualcosa che andava oltre la semplice
stanchezza.
- «Kagami
ti prego, non morire.»
- Di
chi era quella voce? Lo stregone elementare non era stato in grado di
riconoscere quel tono: quel suono sembrava provenire da un luogo
talmente lontano da essere distorto completamente, ma nonostante
questo era riuscito a percepire un senso di preoccupazione in quella
piccola frase.
- *~~~*
- Non
riusciva ancora a capacitarsi di aver scelto proprio Kagami, ma alla
fine gli aveva pur sempre sempre salvato la vita e aveva dovuto
ripagarlo per non sentirsi in debito con lui.
- A
quale costo? Aveva rinunciato a tutte le proprie ambizioni.
- Per
chi? Per qualcuno con cui non era mai andato d'accordo, con un suo
rivale, un ragazzo che avrebbe dovuto considerare un nemico.
- Allora
perché era così preoccupato per la sua sorte? Se
fossero stati
amici la cosa avrebbe avuto senso, ma quello non quello caso.
- Una
parte di lui non avrebbe mai accettato che l'altro potesse morire e
Midorima sapeva benissimo che quella non fosse semplice riconoscenza.
- *~~~*
- Lo
stregone si era appena destato da quello strano e pesante sonno, non
sapeva nemmeno lui come avesse fatto, ma in qualche strano modo, dopo
un'intensa lotta contro i suoi sensi era riuscito a prendere il
sopravvento sconfiggendo quella spossatezza.
- “Dove
mi trovo?” Era la domanda che risuonava nella mente
dell'adolescente che incuriosito si guardava intorno scrutando ogni
minimo dettaglio: dal letto in cui si trovava, fino a
quell'arredamento estremamente minimalista.
- Non
aveva mai visto quella stanza e gli sembrava una cosa abbastanza
ovvia chiedersi dove si fosse risvegliato e sopratutto come avesse
fatto a finire in quel luogo che ad un'occhiata sembrava essere una
di quelle piccole capanne che i viaggiatori e commercianti usavano
per riposare durante i loro pellegrinaggi ad Ajavor.
- “Chi
mi ha portato qui?” Kagami aveva una mezza idea di chi
l'avesse
scortato in quel riparo, ma gli sembrava quasi un assurdità
che
Midorima lo avesse aiutato: era l'unico che avesse potuto
soccorrerlo, ma quell'idea in qualche modo lo faceva come se si
trovasse all'interno di un'esilarante barzelletta.
- Il
giovane poco dopo iniziò ad udire dei leggeri passi
provenire
dall'esterno di quel piccolo edificio.
- “Di
chi possono essere?” Per l'adolescente non fu affatto
complicato
immaginare di chi fossero: alla fine il rivale era l'unico che avesse
avuto la possibilità e il tempo per trovare quel rifugio.
- Si
sentiva molto sollevato: sia lui che Midorima erano sfuggiti alle
grinfie del più terribile dei draghi, ma cos'era successo
esattamente? Era
quasi certo che il rivale si fosse ripreso dopo poco quell'attacco e
doveva essere riuscito a infliggere il colpo di grazia al drago: non
ci potevano essere altre spiegazioni.
- Midorima
ancora non era del tutto convito della decisione presa, ma alla fine
aveva dovuto salvarlo: dopo tutto quelle che il rivale aveva fatto
per lui gli sembrava il minimo.
- La
sua ferita aveva contratto un'infiammazione talmente acuta da rendere
quella situazione fra le più critiche che si fosse trovato
davanti:
se non avesse usato i poteri curativi del cuore per l'altro non ci
sarebbero state speranze.
- Non
sapeva come avrebbe potuto guardarlo in faccia, non dopo aver
sacrificato l'unica possibilità di diventare apprendista di
Aida.
Sapeva che Kagami non avrebbe mai perdonato un simile affronto,
d'altronde era stato lui a lottare con quel drago mettendo tutto se
stesso in quell'ardua lotta. Se avesse saputo cos'aveva fatto era
certo che l'avrebbe odiato per il resto dell'esistenza.
- Tirò
un grosso e profondo sospiro prima di rientrare nella capanna dove si
era rifugiato per prendersi cura del suo rivale.
- Ormai
aveva quasi esaurito le speranze: era da troppo tempo che l'altro era
assopito in quell'innaturale sonno: dal quale non nulla sembrava
essere in grado di risvegliarsi.
- In
quell'istante lo vedeva chiaramente e quasi non poteva credere alle
immagini che aveva di fronte: il rivale era lì e finalmente
si era
svegliato.
- Non
poteva non ammettere di essere davvero sollevato. Come poteva non
esserlo? D'altronde si era preso cura di lui accudendolo con ogni
mezzo a sua disposizione e i suoi sforzi alla fine sembravano essere
stati ripagati.
- «Ciao»
Perché era così felice nel sentire la sua voce?
In qualche strano e
bizzarro modo gli era mancata e non riusciva minimamente a concepire
una cosa del genere: era impossibile.
- Non
sapeva il perché ma in quell'istante si sentiva leggermente
in
imbarazzo e non sapeva né cosa fare e ne cosa dire e rimase
lì per
istanti interminabili ad osservalo con un volto arrossato.
- “Cosa
mi sta succedendo?” si chiese l'adolescente non sapendosi
dare una
spiegazione alle strane sensazioni che stava provando, non aveva mai
avvertito prima nulla del genere e a cosa non gli piaceva, anche
perché sapeva di dover fare qualcosa per Kagami e
sconfiggere quella
parte che lo stava paralizzando.
- Doveva
prendere il sopravvento su quello strano stato e ritornare quello di
sempre e badare all'altro.
- «Hai
fame?» Gli sembrava ovvio che l'altro fosse affamato: era da
troppi
giorni che non toccava cibo e chiunque non avrebbe potuto resistere
ai morsi della fame.
- «In
effetti...»
- In
caso di necessità gli stregoni dovevano saper affrontare
qualsiasi
ostacolo ed essere in grado di prendersi cura di se stessi e
affrontare qualsiasi situazione, anche critiche come quella in cui si
trovano lui e Kagami.
- La
caccia in particolare era una delle cose essenziali che ognuno di
loro doveva apprendere se avevano intenzione di sopravvivere.
- Quel
giorno si sentiva particolarmente soddisfatto, con le trappole che
aveva piazzato era riuscito a catturare tre lepri: un ottimo
risultato.
- I
preziosi insegnamenti che l'adolescente aveva ricevuto dai propri
parenti, in particolare dal suo defunto nonno, non gli erano mai
stati utili come in quei giorni. Non avrebbe mai smesso di
ringraziarlo per i consigli senza i quali non sarebbe mai arrivato
fin lì.
- Aveva
avuto troppo poco materiale a disposizione e con quei pochi
ingredienti che era risuscito a trovare era evidente che potesse
preparare solo uno stufato. Non è che avesse avuto poi
così tanta
scelta, ma alla fine ammetteva che il risultato aveva superato ogni
sua aspettativa: era davvero delizioso, più di quanto avesse
mai
immaginato. Si sentiva così orgoglioso delle proprie
capacità e
sapeva che anche i suoi familiari lo sarebbero stati.
- «È
un po' freddo, ma dovrebbe andare bene» Immaginava che Kagami
avesse
fin troppa fame ed è per questo che gli porse un piatto fin
troppo
abbondante.
- Aveva
perso parecchie energie e sperava che potesse recuperarne una parte
con quel pranzo sostanzioso e ricco che sperava potesse essere di suo
gradimento.
- «Non
importa» Era incredibile la velocità con cui
ingurgitò il
contenuto di quel piatto. Come poteva aver divorato tutto
così
velocemente? La voracità di quel tipo era incredibile e non
era la
prima volta che l'aveva pensato. Aveva già avuto modo di
constatare
la cosa anche prima di ritrovarsi in quell'insolita situazione.
- In
vita sua non aveva mai assaggiato uno stufato delizioso come quello
che aveva appena finito di assaporar, non aveva lasciato nemmeno un
pezzo di quelle carni che erano talmente tenere che gli si erano
sciolte in bocca. Gliene chiese altre due porzioni.
- Aveva
sempre visto Midorima come qualcuno di arrogante e incapace di
pensare a qualcun altro se non sé stesso e per lui era una
vera
novità vedere quella parte premurosa che mai prima di allora
aveva
aveva dimostrato di avere.
- Quel
lato che aveva incominciato ad intravedere l'aveva colpito fin fondo
e in quell'istante incominciò a vedere quel ragazzo con
nuovi occhi
che sembravano capaci di percepire quella che pensava essere la sua
vera essenza.
- “Dovrei
ringraziarlo?” Midorima meritava delle parole di
ringraziamento,
gli aveva pur sempre salvato la vita ed era suo dovere mostrare
riconoscenza.
- Non
aveva la più pallida idea di come cominciare il discorso e
come
esporgli quel concetto: era la prima volta che si ritrovava in quella
situazione con il rivale e trovava davvero complicato esprimersi.
- «Grazie.»
Era l'unico termine che gli era venuto in mente, non era riuscito a
trovare nulla che potesse spiegare nei dettagli quello che in
realtà
aveva intenzione di comunicargli.
- Quel
piccolo “grazie” gli sembrava troppo poco ed era
certissimo che
l'altro non avrebbe capito quello che avrebbe voluto dirgli,
- «Tu
hai fatto lo stesso no?» Non si sarebbe mai aspettato che il
concetto potesse arrivargli e rimase quasi stupito quando
sentì la
sua voce porre quella domanda retorica. «Se ti avessi
lasciato lì,
dopo quello che hai fatto, sarebbe stato un vero disonore per la mia
casata.»
- Kagami
non sapeva dire se fosse la sua immaginazione, ma quelle parole non
sembravano affatto sincere, c'erano delle sfumature da farle
risuonare quasi come frasi di riconoscenza.
- Possibile
che lo avesse salvato per ricambiarlo? Quell'ipotesi non voleva
abbandonare la sua mente.
- Midorima
non gli era mai sembrato un tipo da compiere un simile gesto, era
molto più probabile che l'avesse fatto proprio per
“onore”, però
c'era qualcosa in lui, come una voce interna che gridava forte “l'ha
fatto perché lo hai salvato.”
- «Quindi
mi hai salvato solo per l'onore dei Midorima?»
- «Esatto.»
- Kagami
trovava strana l'espressione del rivale: nonostante lo stesse
guardando con quella solita aria di superiorità scorgeva in
sottofondo una maschera che stava indossando per tenerlo all'oscuro
da qualcosa.
- Era
certo che qualsiasi cosa potesse nascondergli, era collegata
all'avventura che avevano condiviso e per sapere cosa fosse avrebbe
dovuto spingerlo a rivelargli la verità.
- «Cos'è
successo con il drago?»
- Ovvio
che si aspettasse che Kagami gli potesse porre delle simili domande,
ma di certo non si sarebbe mai immaginato di poter rimanere
paralizzato. Era bloccato da un timore crescente che lo divorava
completamente.
- Aveva
paura che potesse scoprire che per salvarlo avesse usato il cuore per
cui avevano lottato con tutte le loro forze. Era certo che l'altro
non fosse in grado di perdonare un affronto simile e l'unica cosa che
poteva fare per mantenere era mentirgli spudoratamente.
- «Sono
scappato.» Non gli importava se quella bugia avrebbe portato
l'altro
ad odiarlo, ma a quel punto preferiva essere scambiato per un
codardo.
- Kagami
era sempre stato convito che Midorima non conoscesse il significato
della parola fuggire.
Era come se nel suo dizionario non fosse stato aggiunto quel temine
assieme ad i rispettivi sinonimi, oppure era stato proprio lui ad
averli cancellati per impedire a se stesso di compiere quei gesti
tanto vigliacchi.
- Aveva
visto quando fosse importante per l'altro diventare apprendista di
Aida, non si era mai tirato indietro alle richieste di quell'uomo
superandole tutte senza mi dire “Non
posso farlo”; “Non ne sono in grano”;
“Mi arrendo”. Gli
sembrava la cosa più improbabile del mondo che avesse potuto
abbondare proprio alla fine.
- Quell'ultima
prova per quanto impossibile fosse: non avrebbe mai potuto compiere
un simile gesto.
- «So
che non scapperesti di fronte a nessun ostacolo ed è inutile
che tu
inventa queste scuse, ti conosco.» Aveva tutta l'intenzione
di
smascherare quell'ovvia menzogna di Midorima e non gli importava
cos'avrebbe comportato: doveva assolutamente scoprire perché
gli
mentisse in quel modo tanto spudorato. «Perché non
mi dici la
verità?»
- «Non
sto mentendo!» Come avrebbe potuto minimamente pensare che
potesse
credere ad una tale scusa? Per Kagami aveva lo stesso timbro delle
bugie che erano soliti usare i bambini per nascondersi agli occhi dei
genitori dopo essersi cacciati nei guai. A quel punto era
più che
certo che avesse combinato qualcosa di grosso ed era più che
intenzionato a scoprire cosa. «Sono scappato.»
- «Non
potresti mai abbandonare una sfida di Aida, ci tieni quanto me a quel
posto di apprendista.» Era disposto a tutto per ottenere
riposte,
anche a costo di tendergli una trappola come quella che stava
improvvisando e sperava che il rivale cadesse in quella rete.
- «L'ho
fatto perché dovevo... io... » Il suo piano
sembrava stesse
funzionando, il rivale aveva incominciato a vacillare.
«dovevo
salvarti. »
- Cos'era
quella forte sensazione di calore che in quel commento gli avvolgeva
il proprio petto? Kagami non ne aveva idea, ma era una delle
sensazioni più intense e meravigliose che avesse mai provato.
- «Perché?»
Sapeva che quella domanda non avrebbe mai ricevuto risposta, ma gli
venne istintivo porgliela «Perché dovevi salvarmi?
»
- “Possibile
che fosse preoccupato per me?” disse fra sé e
sé lo stregone
elementare.
- Aveva
la piena certezza che quella frase disperata che aveva sentito
durante quel pesantissimo sonno fosse stata pronunciata proprio da
Midorima. In quell'istante molte cose gli furono chiare e anche una
domanda gli balenava in mente e aveva tutta l'intenzione di
porgergliela e vedere la reazione dell'altro.
- «Possibile
che tu abbia usato il cuore per salvarmi?» Aveva la certezza
che
fosse davvero andato così e doveva solamente spinger il
rivale ad
ammetterlo.
- «Ti
sbagli... » Era inutile che continuasse a negare a voce, il
volto
sembrava dare conferma della sua tesi. «Non l'ho
fatto.»
- «Invece
lo hai fatto, non negare.»
- Midorima
non avrebbe mai immaginato che potesse esistere una sensazione di
gelo come quella che stava provando in quell'istante: in un breve
attimo il suo intero corpo si era raggelato per colpa di quei brividi
che penetrarono fin dentro le sue ossa.
- “Com'è
possibile che io mi senta così in colpa?” si
chiese retoricamente
il giovane stregone
- «Hai
davvero sacrificato l'opportunità di diventare apprendista
di Aida
per salvarmi?» chiese lo stregone elementare.
- Il
rimorso in quell'istante era così 0pprimente da essere
capace di
divorare completamente il suo animo.
- Non
capiva come Kagami avesse fatto a scoprire la verità, non
poteva
realizzare che un tipo del genere fosse riuscito ad arrivarci,
sopratutto perché era certo di essere stato attento a non
lasciar
trapelare nessuna informazione, quindi come aveva fatto? Non era in
grado di spiegarselo.
- «Si.»
In quel momento sapeva benissimo che sarebbe stato inutile mentirgli:
l'unica cosa che poteva fare era ammettere la verità e
magari il
rimpianto che sentiva sarebbe sparito. «Avevi contratto una
bruttissima infiammazione e se non avessi usato i poteri tu saresti
morto e io non avrei potuto accettarlo.»
- Era
colpa sua in fondo, lo sapeva e per questo non poteva perdonarsi che
l'altro avesse rischiato la vita per la sua ostilità contro
gioco di
squadra.
- «Perché
lo hai fatto?» Quella frase era risuonava nella sua mente
come un
eco aggressivo capace di provocargli un dolore più forte di
qualsiasi tortura. «Perché hai rinunciato al tuo
sogno per me?»
- «È
per causa mia se tu ti sei ridotto in quello stato.» Un po'
alla
volta il peso che aveva sulla sua coscienza iniziò ad
alleggerirsi
lasciandolo libero da quell'enorme e opprimente macigno. «Non
potevo
perdonarmelo.»
- Com'era
possibile che Midorima avesse potuto ammettere con una simile
facilità qualcosa del genere? Significava che lo avesse
sottovalutato fino a quel punto? Non gli era mai sembrato un tipo da
dire cose del genere, era certo che gli stesse succedendo accadendo
qualcosa che non sarebbe stato mai in grado di comprendere.
- Cercava
si scrutare attentamente il volto dell'altro e non poteva credere ai
suoi occhi: quello era un viso di che si era rassegnato perdendo
qualsiasi speranza.
- «Nessuno
dei due potrà diventare apprendista di Aida, dovremmo
rinunciare.»
- Come
avrebbe potuto accettare che il proprio rivale potesse pronunciare
una simile frase? Con quale coraggio aveva potuto gettare al vento
tutti i sacrifici ai quali si erano sottoposti per arrivare sino a
quel punto? No, non poteva tollerare una simile cosa, il suo orgoglio
era ferito e non centrava il fatto che avesse salvato la sua vita con
il cuore, ma il vero problema era la sua reazione.
- «Che
cavolo dici? Abbiamo lottato fino ad ora e tu getti tutto all'aria?
»
Dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutta la strada che
avevano percorso senza mai fermarsi, agli occhi di Kagami sembrava
impossibile che colui che aveva sempre considerato il proprio rivale
potesse gettare tutto al vento. Non era mai stato così
arrabbiato
come in quel momento. «Credi davvero che io possa arrendermi
dopo
essere sopravvissuto contro un Drago di Magma? E tu come puoi
arrenderti in questo modo? »
- «Abbiamo
fallito!»
- «Dov'è
finito il Midorima che conosco?» Sembrava che quel rivale che
aveva
sempre sfidato, pronto a tutto pur di riuscire a batterlo, fosse
sparito all'improvviso e che i suo posto fosse stato preso da un
ragazzo con lo stesso volto dal carattere opposto e non poteva
accettarlo. «Lui non si sarebbe mai arreso, nemmeno di fronte
al più
grosso degli ostacoli e una piccolezza del genere non l'avrebbe mai
fermato. »
- «io...»
Kagami non gli diete il tempo di finire la frase.
- «Mi
hai deluso.»
- Come
potevano quelle parole essere così fredde? Mai prima fino a
quell'istante aveva udito qualcosa di talmente gelido da finire di
intorpidire ancora di più il proprio corpo. Stava
sprofondando
sempre di più verso un precipizio senza fondo formato da
ghiaccio
talmente spesso che nessuno avrebbe potuto scalfirne la superficie.
- “Cosa
mi sta succedendo” si chiese fra sé e
sé il sedicenne.
- Non
aveva mai immaginato che una frase potesse ferirlo in quel modo, ma
alla fine doveva riconoscere che quelle parole fossero la
verità.
- Ancora
non riusciva a realizzare che avesse potuto gettare la spugna in
quella maniera, com'era possibile che avesse potuto solo immaginare
di abbandonare tutti i suoi sogni? E per cosa poi? Solamente per aver
salvato un suo rivale. Come aveva potuto cadere così in
basso?
- Certo
aveva fallito la missione, ma questo di certo non avrebbe dovuto
fermarlo, era riuscito a uccidere il drago di magma, certo era ormai
praticamente indebolito grazie a Kagami, ma aveva ugualmente dato il
corpo di grazia e come poteva arrendersi?
- «Credi
davvero che io sia così debole da arrendermi di fronte alle
difficoltà?» Doveva fargli vedere chi era, che non
era un codardo.
«Non sono quel genere di ragazzo e tu lo dovresti sapere
bene.»
- «Infatti
lo so.»
- «Allora
sappi che nessuno potrà fermare, nemmeno tu con i tuoi
poteri
elementari »
- «Lo
vedremo Midorima, lo vedremo.»
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Capitolo 5 *** Epilogo ***
Autore: AtobeTetezuka
-Titolo storia: Ajavor: il drago di magma
-Fandom: Kuroko no basket
-Personaggi: Kagami Taiga, Midorima Shintarou
-(Eventuali) Pair: Kagamido
-Generi: Avventura, Sovrannaturale, Fantasy, un leggero accenno di Shounen-ai
-Avvertimenti generali:
-Avvertimento prenotato: Surreale (da sviluppare solo una delle seguenti categorie: vampiri, lupi mannari, fantasmi, streghe/stregoni, angeli&demoni)
-Note autore: http://www.dafont.com/it/augusta.font il font del titolo
Epilogo
- Aveva
sempre saputo che quei due ragazzi erano più forti di quel
che
sembrassero e gli era bastato solo un occhiata per rendersi conto di
quanto forte fosse la loro tenacia.
- Non
aveva mai visto uno spirito combattivo e una potenza straordinaria
come quella d cui erano dotati in due sedicenni: era una cosa che
andava oltre la rarità.
- Le
vette che avevano raggiunto erano impressionanti, nessun altro dei
suoi aspiranti era riuscito a superare e per Aida non fu affatto una
sorpresa nel vedere i due adolescenti arrivare sino alla fine.
- Sapeva
che entrambi fossero talmente forti da poter battere addirittura il
Drago di magma e non aveva proposto loro la cosa se non avesse mai
creduto nelle loro abilità.
- Certo
le sue vere intenzioni alla fine non erano quelle di ottenere il suo
cuore, ma voleva testare quanto Kagami e Midorima fossero disposti a
sacrificare per diventare suoi apprendisti ed entrambi avevano
assecondato appieno le proprie esigenze.
- Note
- Partecipa
al contest "Beware the... Warning Contest - Seconda Edizione"
indetto da Rota sul forum di EFP
- Un
po' di tempo fa avevo abbozzato alcune trame per delle fanfictiion
tra cui una in cui Kagami e Midorima erano aspiranti stregoni e
appena ho visto questo contest ho pensato di partecipare appunto con
la storia che avevo ideato.
- Ammetto
ho avuto parecchie difficoltà nella stesura anche
perché più la
scrivevo più la trovavo orrenda e più la
riscrivevo più mi faceva
schifo.
- Tengo
a precisare che o odio i finali aperti nelle long fiction, ma l'aveva
questa in origine stata ideata come un'oneshot in cui ammetto di
gradirli leggermente di più, però ho dovuto
dividerla perché aveva
superato i limiti delle parole indette dalla giudice.
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