Little moments of extraordinary life di MissysP (/viewuser.php?uid=80943)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Only in the midst of all - Ultron. ***
Capitolo 2: *** 2. Fear, confusione and love. Emotion - Natasha. ***
Capitolo 3: *** 3. Her - Bruce. ***
Capitolo 4: *** 4. Stranger - Pepper & Visione. ***
Capitolo 1 *** 1. Only in the midst of all - Ultron. ***
Little moment of extraordinary life
1.
Only in the midst of all - Utron.
Aveva
perso il conto di quante volte aveva visto e rivisto i video,
presenti negli archivi dello S.H.I.E.L.D. e anche in internet, degli
Avengers
che combattevano insieme contro il nemico di turno. Più
volte aveva rivisto la
loro prima battaglia insieme, quando era ancora più facile
spezzare il fragile
equilibrio che si era venuto a creare. Nell’ultima battaglia
era evidente la
perfetta sincronia dei movimenti: ognuno era consapevole
dell’altro, dei suoi
difetti e dei suoi pregi e venivano accettati.
Ultron
- le poche emozioni
umane che riusciva a provare - percepiva l’invidia di quel
rapporto, di quella
strana “amicizia”, se così la si poteva
chiamare, che li univa.
Per
questo aveva
incominciato a creare altre AI, assomiglianti a quei manichini
costruiti da
Stark e per questo li odiava, ma non poteva fare a meno di loro. In
mezzo ai
suoi stessi simili si sentiva solo.
Si
vantava di essere in
armonia, ma non aveva nessun altro se non se stesso.
«Con
te sarà tutto
diverso», sussurrò Ultron con la mano di ferro
poggiata contro le ante della
culla. «Tutto lo sarà e finalmente
l’umanità scorgerà la mia
meteora».
Note Autrice
Ebbene
sono ritornata dopo quelli che mi sono parsi
anni. Il primo capitolo di questa raccolta è dedicata a
Ultron. Devo ammettere
che i cattivi della marvel hanno sempre un certo fascino - forse,
grazie anche
agli attori che li interpretano. Anche ultron ha il suo
perché e mi affascina
come una macchina possa "provare" dei sentimenti -
soprattutto
la solitudine.
Per quanto riguarda il resto non c'è molto da aggiungere. No
ho idea di quanti
capitoli avrà questa raccolta; ne ho già scritti
sette, ma ancora non so se
continuare oppure fermarmi così. Vedrò in
seguito. Non ci dovrebbero essere
coppie definite, nel senso che lo scopo della raccolta non è
quello, o almeno
non solo (anche perché alcune coppie sono presenti
- mi dispiace che
Barton abbia una moglie, adesso non posso più shipparlo con
Coulson).
Comunque sono tutte coppie canon - però, potrei pensare
anche di inserire
qualche crack pairing.
Cercherò di postare in ordine cronologico: ovvero
cercherò d fare in modo che i
capitoli coincidano con gli avvenimenti del film. Altra ragione per cui
Ultron
è il primo è perché qui Visione ancora
non c'è.
Lasciate qualche commento, anche piccolo, giusto per sapere se la
storia piace.
A presto. Un bacione enorme.
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Capitolo 2 *** 2. Fear, confusione and love. Emotion - Natasha. ***
Little
moment of extraordinary life
2.
Fear, confusion and love. Emotion – Natasha.
Paura.
Per la prima
volta Natasha provò una fottuta paura di quello che le
sarebbe successo di lì a
poco. Non si era sentita così spaventata nemmeno quando Loki
si era divertito a
giocare con le loro menti.
Forse la
Maximoff si era divertita parecchio con la sua mente –
superando perfino lo stesso
maestro degli Inganni e davvero, tanti complementi! – e
quelle erano le
conseguenze. La sua mente era in subbuglio, tutto era confuso. Come lo
erano le
sue emozioni.
Quando Ultron
aveva accartocciato il suo vecchio corpo davanti ai suoi occhi, come se
fosse
fatto di carta, le era lampeggiato un volto davanti a lei: il volto di
Bruce. E
alla paura del futuro incerto si era aggiunto anche la paura di non
rivedere
più il dottore. L’ultima volta non si erano
lasciati in modo “romantico” e
continuava a desiderare di rivederlo, almeno un ultima volta.
Strisciò
contro la parete di cemento della sua cella, in mezzo ai vecchi rottami
di
metallo. Le sue mani tremavano e la sua mente non era lucida.
Continuava a rivivere
il suo passato, le persone che aveva ucciso, il rito di diploma e agli
orrori a
cui aveva visto. Era un susseguirsi di immagini che non gli lasciavano
tregua e
il tempo di pensare, di capire che cosa fare.
«Natasha».
Un sussurro
lieve in mezzo al casino. Rumori di spari, gemiti e pianti.
«Natasha,
avanti» era una voce conosciuta, dolce e gentile. La
accarezzava con pazienza e
la confortava. Le infondeva un senso di pace.
Poco a poco
la confusione cessò, non c’erano altri pensieri se
non il nulla. Una luce
bianca che le dava calore. Intravide una figura, offuscata che avanzava
verso
di lei. I contorni incominciavano a delinearsi e assumevano i tratti
stanchi,
ma gentili di Bruce. Natasha lo guardava con il terrore che potesse
sparire da
un momento all’altro, lasciandola nuovamente da sola.
«Avanti
Natasha. Non è la prima volta che ti ritrovi in una brutta
situazione, vero?»
le domandò sorridendo gentile. Si chinò
leggermente verso di lei, poggiando le
mani sulle ginocchia.
«Ci manchi,
Vedova. A tutta la squadra», continuò. Si
fermò per un secondo, continuando a
guardarla in silenzio. «Mi manchi, Natasha».
La donna si
strofinò il volto, decisa a scacciare via le lacrime
soffocate con fatica. Non
era quello il momento di farsi prendere dal panico. Si
guardò attorno e
incominciò a darsi da fare. Ora aveva qualcuno da cui
tornare.
Note Autrice
Bene
questo secondo capitolo
parla della Vedova Nera. Come donna l’ammiro e la stimo
tantissimo perché in un
mondo prettamente maschie lei si fa valere e nella scena con Ultron, ma
anche
nel secondo film in generale, si è dimostrata veramente
vulnerabile e non ha
finto come con Loki.
Questa
volta non ho
molto altro da aggiungere. Concludo solo con un esortazione a lasciare
qualche
commentino giusto per capire se le cavolate che scrivo piacciano a
qualcuno xD
Un
bacione enorme e alla
prossima
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Capitolo 3 *** 3. Her - Bruce. ***
Little
moment of extraordinary life
3. Her - Bruce.
Aveva
ripreso
conoscenza poco prima che il quinjet si schiantasse
nell’arcipelago di Wanda.
Si era buttato col paracadute e quasi aveva desiderato morire in mare,
per
mettere fine alla sua angoscia e alla paura di far male a qualcuno
– e
l’immagine di Natasha si fece prepotentemente largo fra i
suoi pensieri
confusi. Era stanco di dover combattere costantemente contro se stesso,
contro
Hulk.
Quando,
però,
riaprì gli occhi si ritrovò sdraiato sotto il
sole sulla sabbia di un’isola
sconosciuta. China su di lui una donna che lo guardava preoccupato. Nel
giro di
una settimana era ritornato al suo vecchio stile di vita: vagabondare
per città
e paesi isolati, lontano dalle persone e in solitudine.
Non
era un peso
viaggiare – lo aveva sempre fatto e in un certo senso lo
faceva sentire bene,
poteva aiutare le persone – ma il peggio arrivava di notte,
quando sognava.
Quando sognava Natasha e quello che avrebbero potuto avere insieme, la
vita che
non avrebbero mai potuto avere insieme.
«Questa,
signore?»
la voce della donna di fronte a lui lo fece risvegliare dal suo trans e
annuì,
sorridendole. Allungò la mano e afferrò le
cartoline per poi consegnargli una
manciata di monete in pagamento.
Si
sedette al
tavolo di un bar e prese una penna dal taschino della giacca.
Ripensando al
posto in cui si trovava gli venne da ridere; non era esattamente il suo
posto.
Girò la cartolina e scarabocchiò qualcosa.
Ti
penso continuamente. Sto tornando da te.
Scosse
la testa,
increspando le labbra nel rileggere quelle due frasi. Spinse di lato la
cartolina e afferrò l’altra, scarabocchiando
qualcos’altro.
Manchi
solo tu.
Anche
quella
frase lo lasciò insoddisfatto. Sospirò, sconfitto
e ormai stanco. Ripensò al loro
primo – e ultimo – bacio che si erano dati e poteva
sentirne ancora il sapore
agrodolce. Era stata la prima donna ad averlo accettato completamente,
senza il
desiderio di cambiarlo. Aveva accettato anche Hulk e pure a lui,
Natasha,
piaceva.
Si
alzò,
infilando le cartoline in tasca e se ne andò.
Le
Fiji non erano
il posto giusto per la sua pace interna.
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Capitolo 4 *** 4. Stranger - Pepper & Visione. ***
Little
moments of extraordinary life
4. Stranger - Pepper &
Visione.
«Voglio vederlo».
Pepper
marciava
spedita fra i corridoi della nuova base. Sul volto la sua espressione
più seria
e nel vederla ogni persona si spostò, terrorizzata. Dietro
di lei c’era un Tony
che la seguiva, leggermente preoccupato per la sua reazione.
Fury
li guardò in
silenzio, ma non intervenne. Al suo fianco Maria Hill fece altrettanto.
«E’
qui per lui».
Svoltò
l’angolo e
Pepper si ritrovò davanti a quello che stava cercando.
Pelle
rossa mista
al metallo del vibranio, la gemma in mezzo alla fronte e un paio di
occhi neri
come la pece, con sfumature rossastre, che ti scrutavano.
L’espressione di
Visione era altrettanto concentrata, nel comprendere le prossime mosse
della
donna.
«Signorina
Potts,
giusto?» disse Visione dopo qualche secondo di silenzio.
Lanciò un’occhiata
a Tony, alla ricerca di qualche indizio su come comportarsi.
«J.A.R.V.I.S.!?»
e gli occhi azzurri della donna si fecero più gradi,
appannandosi di lacrime.
Dopo anni al fianco di Tony, per lei era diventata
un’abitudine trattare con
J.AR.V.I.S.; e quando scoprì che non ci sarebbe stato
più, rimpiazzato da
Friday, Pepper non ci credeva. Non ci volle credere. Ora, osservandolo
bene, la
voce a lei tanto familiare proveniva proprio da quel corpo sconosciuto
e
alieno. Sentirsi chiamare “signorina Potts” da lui
la faceva stare male e, in
effetti, incominciava a credere che non fosse stata una buona idea
precipitarsi
a vederlo. Non riuscì a trattenersi e allungò una
mano verso il suo volto
rosso, carezzando la superficie fredda e dura con la punta delle dita.
«No,
non sono più
lui, signorina Potts», sentirsi chiamare in quel modo da lui
che non sapeva chi
fosse la ferì profondamente. «Ne conservo solo i
suoi ricordi, se così
possono essere chiamati».
Visione
la
scrutò intensamente, per poi alzare nuovamente lo sguardo su
Tony.
«Mi...
dispiace
avervi turbato, signorina Potts».
Pepper
abbassò la
mano e chiuse gli occhi.
«Pepper,
puoi
chiamarmi così. Signorina Potts è troppo
informale», la sua voce tramava
leggermente e Tony le poggiò una mano sulla spalla per
confortarla. Non voleva
peggiorare la situazione dicendo qualcosa di sbagliato.
Si
era aggrappata all'illusione che in qualche modo lui era J.A.R.V.I.S. e
continuando a sentire la sua voce chiamarla in quel modo tutto sarebbe
ritornato come prima, a posto. Doveva credere che fosse così.
«Certamente...
Pepper» e anche lui sembrava confuso da quel suo
atteggiamento. La reazione più
logica nel vedere qualcuno – qualcosa
– di estraneo al posto di un affetto è rabbia e
rifiuto; lei sembrava accettare
la situazione con molta facilità.
«Io...
potrò
chiamarti J.A.R.V.I.S.? Fino a quando non troverai un nome tutto
tuo».
Lui
annuì.
«Sai,
non è così
male, in fondo» disse Pepper. Erano in macchina, diretti a
casa loro, e Pepper
guardava fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva e continuava a
cambiare.
«Chi?»
«Lui.
J.A.R.V.I.S.» e nel dirlo ridacchiò divertita,
voltandosi a guardarlo. Sembrava
serena e Tony fu felice di constatarlo. Dire a Pepper che J.A.R.V.I.S.
non
c’era più era stato molto difficile.
«Tutto
sommato ha
il suo fascino» continuò la donna. «Non
credo che gli sarà difficile trovare
una ragazza».
«Per
cui la
prossima volta che verrai a trovarmi alla basa, sarà per
lui?» domandò,
sorridendo anche lui divertito.
(«Mmm,
credo che lo terrò d’occhio».)
Piccolo
angolino: ho sempre pensato che in qualche modo Pepper ormai fosse
affezionata a J.A.R.V.I.S e quindi anche loro due insieme si
meritassero una scenetta, insomma sono anni che si conoscono.
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