Little moments of extraordinary life

di MissysP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Only in the midst of all - Ultron. ***
Capitolo 2: *** 2. Fear, confusione and love. Emotion - Natasha. ***
Capitolo 3: *** 3. Her - Bruce. ***
Capitolo 4: *** 4. Stranger - Pepper & Visione. ***



Capitolo 1
*** 1. Only in the midst of all - Ultron. ***


Little moment of extraordinary life
 

1. Only in the midst of all - Utron.






Aveva perso il conto di quante volte aveva visto e rivisto i video, presenti negli archivi dello S.H.I.E.L.D. e anche in internet, degli Avengers che combattevano insieme contro il nemico di turno. Più volte aveva rivisto la loro prima battaglia insieme, quando era ancora più facile spezzare il fragile equilibrio che si era venuto a creare. Nell’ultima battaglia era evidente la perfetta sincronia dei movimenti: ognuno era consapevole dell’altro, dei suoi difetti e dei suoi pregi e venivano accettati.
Ultron - le poche emozioni umane che riusciva a provare - percepiva l’invidia di quel rapporto, di quella strana “amicizia”, se così la si poteva chiamare, che li univa.
Per questo aveva incominciato a creare altre AI, assomiglianti a quei manichini costruiti da Stark e per questo li odiava, ma non poteva fare a meno di loro. In mezzo ai suoi stessi simili si sentiva solo.
Si vantava di essere in armonia, ma non aveva nessun altro se non se stesso.
«Con te sarà tutto diverso», sussurrò Ultron con la mano di ferro poggiata contro le ante della culla. «Tutto lo sarà e finalmente l’umanità scorgerà la mia meteora».
 
 
 
 
 
Note Autrice
Ebbene sono ritornata dopo quelli che mi sono parsi anni. Il primo capitolo di questa raccolta è dedicata a Ultron. Devo ammettere che i cattivi della marvel hanno sempre un certo fascino - forse, grazie anche agli attori che li interpretano. Anche ultron ha il suo perché e mi affascina come una macchina possa "provare" dei sentimenti  - soprattutto la solitudine.
Per quanto riguarda il resto non c'è molto da aggiungere. No ho idea di quanti capitoli avrà questa raccolta; ne ho già scritti sette, ma ancora non so se continuare oppure fermarmi così. Vedrò in seguito. Non ci dovrebbero essere coppie definite, nel senso che lo scopo della raccolta non è quello, o almeno non solo (anche perché alcune coppie sono presenti - mi dispiace che Barton abbia una moglie, adesso non posso più shipparlo con Coulson). Comunque sono tutte coppie canon - però, potrei pensare anche di inserire qualche crack pairing.
Cercherò di postare in ordine cronologico: ovvero cercherò d fare in modo che i capitoli coincidano con gli avvenimenti del film. Altra ragione per cui Ultron è il primo è perché qui Visione ancora non c'è.

Lasciate qualche commento, anche piccolo, giusto per sapere se la storia piace.
A presto. Un bacione enorme.

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Capitolo 2
*** 2. Fear, confusione and love. Emotion - Natasha. ***


Little moment of extraordinary life 
 
2. Fear, confusion and love. Emotion – Natasha.
 
 
Paura.
Per la prima volta Natasha provò una fottuta paura di quello che le sarebbe successo di lì a poco. Non si era sentita così spaventata nemmeno quando Loki si era divertito a giocare con le loro menti.
Forse la Maximoff si era divertita parecchio con la sua mente – superando perfino lo stesso maestro degli Inganni e davvero, tanti complementi! – e quelle erano le conseguenze. La sua mente era in subbuglio, tutto era confuso. Come lo erano le sue emozioni.
Quando Ultron aveva accartocciato il suo vecchio corpo davanti ai suoi occhi, come se fosse fatto di carta, le era lampeggiato un volto davanti a lei: il volto di Bruce. E alla paura del futuro incerto si era aggiunto anche la paura di non rivedere più il dottore. L’ultima volta non si erano lasciati in modo “romantico” e continuava a desiderare di rivederlo, almeno un ultima volta.
 
Strisciò contro la parete di cemento della sua cella, in mezzo ai vecchi rottami di metallo. Le sue mani tremavano e la sua mente non era lucida. Continuava a rivivere il suo passato, le persone che aveva ucciso, il rito di diploma e agli orrori a cui aveva visto. Era un susseguirsi di immagini che non gli lasciavano tregua e il tempo di pensare, di capire che cosa fare.
«Natasha».
Un sussurro lieve in mezzo al casino. Rumori di spari, gemiti e pianti.
«Natasha, avanti» era una voce conosciuta, dolce e gentile. La accarezzava con pazienza e la confortava. Le infondeva un senso di pace.
Poco a poco la confusione cessò, non c’erano altri pensieri se non il nulla. Una luce bianca che le dava calore. Intravide una figura, offuscata che avanzava verso di lei. I contorni incominciavano a delinearsi e assumevano i tratti stanchi, ma gentili di Bruce. Natasha lo guardava con il terrore che potesse sparire da un momento all’altro, lasciandola nuovamente da sola.
«Avanti Natasha. Non è la prima volta che ti ritrovi in una brutta situazione, vero?» le domandò sorridendo gentile. Si chinò leggermente verso di lei, poggiando le mani sulle ginocchia.
«Ci manchi, Vedova. A tutta la squadra», continuò. Si fermò per un secondo, continuando a guardarla in silenzio. «Mi manchi, Natasha».
 
La donna si strofinò il volto, decisa a scacciare via le lacrime soffocate con fatica. Non era quello il momento di farsi prendere dal panico. Si guardò attorno e incominciò a darsi da fare. Ora aveva qualcuno da cui tornare.
 
 
 
 
Note Autrice
Bene questo secondo capitolo parla della Vedova Nera. Come donna l’ammiro e la stimo tantissimo perché in un mondo prettamente maschie lei si fa valere e nella scena con Ultron, ma anche nel secondo film in generale, si è dimostrata veramente vulnerabile e non ha finto come con Loki.
Questa volta non ho molto altro da aggiungere. Concludo solo con un esortazione a lasciare qualche commentino giusto per capire se le cavolate che scrivo piacciano a qualcuno xD
Un bacione enorme e alla prossima

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Capitolo 3
*** 3. Her - Bruce. ***


Little moment of extraordinary life



3. Her - Bruce.



Aveva ripreso conoscenza poco prima che il quinjet si schiantasse nell’arcipelago di Wanda. Si era buttato col paracadute e quasi aveva desiderato morire in mare, per mettere fine alla sua angoscia e alla paura di far male a qualcuno – e l’immagine di Natasha si fece prepotentemente largo fra i suoi pensieri confusi. Era stanco di dover combattere costantemente contro se stesso, contro Hulk.
Quando, però, riaprì gli occhi si ritrovò sdraiato sotto il sole sulla sabbia di un’isola sconosciuta. China su di lui una donna che lo guardava preoccupato. Nel giro di una settimana era ritornato al suo vecchio stile di vita: vagabondare per città e paesi isolati, lontano dalle persone e in solitudine.
Non era un peso viaggiare – lo aveva sempre fatto e in un certo senso lo faceva sentire bene, poteva aiutare le persone – ma il peggio arrivava di notte, quando sognava. Quando sognava Natasha e quello che avrebbero potuto avere insieme, la vita che non avrebbero mai potuto avere insieme.

«Questa, signore?» la voce della donna di fronte a lui lo fece risvegliare dal suo trans e annuì, sorridendole. Allungò la mano e afferrò le cartoline per poi consegnargli una manciata di monete in pagamento.
Si sedette al tavolo di un bar e prese una penna dal taschino della giacca. Ripensando al posto in cui si trovava gli venne da ridere; non era esattamente il suo posto. Girò la cartolina e scarabocchiò qualcosa.
Ti penso continuamente. Sto tornando da te.
Scosse la testa, increspando le labbra nel rileggere quelle due frasi. Spinse di lato la cartolina e afferrò l’altra, scarabocchiando qualcos’altro.
Manchi solo tu.
Anche quella frase lo lasciò insoddisfatto. Sospirò, sconfitto e ormai stanco. Ripensò al loro primo – e ultimo – bacio che si erano dati e poteva sentirne ancora il sapore agrodolce. Era stata la prima donna ad averlo accettato completamente, senza il desiderio di cambiarlo. Aveva accettato anche Hulk e pure a lui, Natasha, piaceva.
Si alzò, infilando le cartoline in tasca e se ne andò.
Le Fiji non erano il posto giusto per la sua pace interna.

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Capitolo 4
*** 4. Stranger - Pepper & Visione. ***


Little moments of extraordinary life

4. Stranger - Pepper & Visione.


«Voglio vederlo».

Pepper marciava spedita fra i corridoi della nuova base. Sul volto la sua espressione più seria e nel vederla ogni persona si spostò, terrorizzata. Dietro di lei c’era un Tony che la seguiva, leggermente preoccupato per la sua reazione.
Fury li guardò in silenzio, ma non intervenne. Al suo fianco Maria Hill fece altrettanto.
«E’ qui per lui».

Svoltò l’angolo e Pepper si ritrovò davanti a quello che stava cercando.
Pelle rossa mista al metallo del vibranio, la gemma in mezzo alla fronte e un paio di occhi neri come la pece, con sfumature rossastre, che ti scrutavano. L’espressione di Visione era altrettanto concentrata, nel comprendere le prossime mosse della donna.
«Signorina Potts, giusto?» disse Visione dopo qualche secondo di silenzio. Lanciò un’occhiata a Tony, alla ricerca di qualche indizio su come comportarsi.
«J.A.R.V.I.S.!?» e gli occhi azzurri della donna si fecero più gradi, appannandosi di lacrime. Dopo anni al fianco di Tony, per lei era diventata un’abitudine trattare con J.AR.V.I.S.; e quando scoprì che non ci sarebbe stato più, rimpiazzato da Friday, Pepper non ci credeva. Non ci volle credere. Ora, osservandolo bene, la voce a lei tanto familiare proveniva proprio da quel corpo sconosciuto e alieno. Sentirsi chiamare “signorina Potts” da lui la faceva stare male e, in effetti, incominciava a credere che non fosse stata una buona idea precipitarsi a vederlo. Non riuscì a trattenersi e allungò una mano verso il suo volto rosso, carezzando la superficie fredda e dura con la punta delle dita.
«No, non sono più lui, signorina Potts», sentirsi chiamare in quel modo da lui che non sapeva chi fosse la ferì profondamente. «Ne conservo solo i suoi ricordi, se così possono essere chiamati».
Visione la scrutò intensamente, per poi alzare nuovamente lo sguardo su Tony.
«Mi... dispiace avervi turbato, signorina Potts».
Pepper abbassò la mano e chiuse gli occhi.
«Pepper, puoi chiamarmi così. Signorina Potts è troppo informale», la sua voce tramava leggermente e Tony le poggiò una mano sulla spalla per confortarla. Non voleva peggiorare la situazione dicendo qualcosa di sbagliato.
Si era aggrappata all'illusione che in qualche modo lui era J.A.R.V.I.S. e continuando a sentire la sua voce chiamarla in quel modo tutto sarebbe ritornato come prima, a posto. Doveva credere che fosse così.

«Certamente... Pepper» e anche lui sembrava confuso da quel suo atteggiamento. La reazione più logica nel vedere qualcuno – qualcosa – di estraneo al posto di un affetto è rabbia e rifiuto; lei sembrava accettare la situazione con molta facilità.
«Io... potrò chiamarti J.A.R.V.I.S.? Fino a quando non troverai un nome tutto tuo».
Lui annuì.
 
 
 
«Sai, non è così male, in fondo» disse Pepper. Erano in macchina, diretti a casa loro, e Pepper guardava fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva e continuava a cambiare.
«Chi?»
«Lui. J.A.R.V.I.S.» e nel dirlo ridacchiò divertita, voltandosi a guardarlo. Sembrava serena e Tony fu felice di constatarlo. Dire a Pepper che J.A.R.V.I.S. non c’era più era stato molto difficile.
«Tutto sommato ha il suo fascino» continuò la donna. «Non credo che gli sarà difficile trovare una ragazza».
«Per cui la prossima volta che verrai a trovarmi alla basa, sarà per lui?» domandò, sorridendo anche lui divertito.



(«Mmm, credo che lo terrò d’occhio».)
 





Piccolo angolino: ho sempre pensato che in qualche modo Pepper ormai fosse affezionata a J.A.R.V.I.S e quindi anche loro due insieme si meritassero una scenetta, insomma sono anni che si conoscono.

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