The Maze Runner. Il Labirinto.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


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Avevo il fiato corto,più che corto,quasi mi mancava. Sembrava che mi avessero appena rianimato dopo un infarto. Il sudore mi scendeva lungo la fronte e poi dentro la maglietta: una maglietta grigia,a maniche lunghe. Mi guardai intorno dopo aver ripreso fiato e notai che ero rinchiuso in una specie di gabbia,circondato da sacchi pieni di cibo,come fossero provviste per l’inverno. Essa stava salendo sempre più in superficie ed io cominciavo a vedere qualche raggio di sole che entrava delle piccole fessure di terra. Improvvisamente,si fermò. L’ascensore fu arrivato al capolinea e le sue porte si aprirono,mostrandomi alla luce. Inizialmente vidi solo ombre e mi coprii gli occhi per guardare meglio. Non sapevo nemmeno perché ero là o come ero arrivato in quella gabbia,sapevo solo che non ricordavo niente di niente. Il mio nome, la mia età o come si chiamassero i miei genitori. Il vuoto. Una delle ombre mi parve più chiara qualche secondo dopo: era un ragazzo,i suoi capelli erano corti e biondi,il suo sguardo penetrante e il suo pugno duro. Entro nella mia stessa gabbia con un salto e si piegò su di me.
-Primo giorno,alzati e sii raggiante.- mi disse,guardandomi bene negli occhi.
 
Subito dopo afferrò il mio polso e quasi mi costrinse ad uscire fuori. Mi ritrovai immerso nel verde,ebbi pochi secondi per guardare dove ero capitato. Altri due per inquadrare bene le persone intorno a me. Erano tutti maschi,di grande e media grandezza. Poi,una ragazza,era l’unica,ma non ci feci molto caso. Alla mia destra,una foresta ed infine un muro. Alla mia sinistra,lo stesso. Dietro di me,esattamente uguale. Ma davanti al mio viso,oltre al verde,vidi una possibile uscita. Due porte altissime,fatte di marmo,erano apposta aperte come se avessero percepito il mio arrivo. Non appena ci feci caso,iniziai a correre il più veloce possibile verso di esse,mentre alcuni ragazzi dietro di me ridevano e commentavano del mio atto “eroico.” Per ascoltare le loro risate,non mi accorsi di un masso li vicino ed inciampai,facendo due o tre capriole sul terreno.
 
Gli altri iniziarono a ridere di me,mentre riuscii ad alzarmi ancora impaurito. Subito dopo altri due mi trascinarono in una cella fatta di legno di albero,guidati dallo stesso ragazzo biondo di prima.
Dopo poco,giunse da me un ragazzo di pelle scura,che tentò di rassicurarmi con dei gesti e delle parole.
-E’ tutto okay,sei al sicuro adesso. Sai dirmi il tuo nome?- mi chiese,guardandomi dritto negli occhi.
Scossi la testa più volte in risposta.- No,non ricordo niente.- balbettai mettendomi le mani nei capelli per cercare di pensare,ma nulla.
-Non ti preoccupare,tra qualche giorno ricorderai tutto.- continuò con un sorriso rassicurante,tirandomi fuori da quello spazio stretto.
Ebbi più tempo per guardare il posto in cui ero finito e notai che non c’era alcuna uscita.-Da quanto vivete qui?- domandai.
-Tre anni circa. Io mi chiamo Alby,sono il capo.- rispose,facendomi camminare tra il verde.
Arrivò anche un altro ragazzo un pò più giovane: basso,secco e con i capelli castani chiari scompigliati appena.
-Lui è Newt. E’ il mio vice,nel caso mi accadesse qualcosa.- spiegò Alby,dando una pacca all’amico.
-Speriamo non succeda!- esclamò l’altro,ridendo.
Non so come facessero a ridere,due persone intrappolate in una radura per tre anni,senza tornare alla civiltà mai e soprattutto autonomi.
 
Io e Alby continuammo il “tour.”
-Stasera ci sarà una grande festa e tu sarai sicuramente invitato.- mi disse,mostrandomi poi una struttura di legno,dove si poteva salire grazie a delle scalette e avere una vista più dettagliata della radura.
-Come uscite da qui?- chiesi ancora.
Alby sospirò.- Temevo avresti fatto questa domanda,ma non devi preoccuparti. La tua famiglia adesso siamo noi,i Radurai. Noi abbiamo tre regole. La prima,fai la tua parte. La seconda,mai attaccare un tuo compagno. E la terza,mai oltrepassare quelle mura.- mi spiegò,indicandomi infine le due porte alte e aperte che avevo visto all’inizio,credendo che fossero una plausibile uscita. Ma un’uscita in realtà non esisteva. Alby diceva che le porte si chiudevano sempre al tramonto e nessuno sopravviveva una notte a quello che c’era dentro.




-Salve a tutti,sono andata a vedere questo film al cinema e dico subito che non ho letto il libro. Però ho voluto scrivere questa mia versione per sapere cosa ne pensava la gente se Teresa fosse già arrivata nel labirinto prima di Thomas e se i due si fossero innamorati. A voi i commenti :) -

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


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Appena si fece sera,i radurai accesero un grande fuoco. Newt ed io ci sedemmo su un tronco d’albero,ad osservare come gli altri si divertivano. Non comprendevo il motivo del loro sorriso,ma non commentai. Newt mi porse un contenitore di vetro da marmellata,con dentro uno strano liquido di colore giallo,sembrava una bevanda.
-Tieni,ti fa crescere i peli sul petto.- mi disse,mentre me lo porgeva.
Lo afferrai e ne bevetti un sorso: era orribile,sapeva di corteccia d’albero.
La sputai subito.
-Che schifo,ma che cos’è?!- esclamai schifato.
-Non lo so,è una ricetta di Gally.- rise il mio amico.
Liberata la bocca dal quel sapore amaro,guardai le persone davanti a me.
-Chi è Gally?- domandai.
Newt mi indicò il ragazzo con i capelli corti,che mi aveva generosamente accolto quando ero uscito da quella gabbia. Improvvisamente,si udì un forte boato e guardandomi attorno notai che le porte di marmo si stavano chiudendo da sole.
-Ma chi si azzarderebbe ad entrare lì dentro?- chiesi,non accorgendomi nemmeno che stavo bevendo un altro sorso da quel contenitore.
-I Velocisti. Ci siamo divisi in tre gruppi: I Battimattoni,I Velocisti e I Medicali. Solo i Velocisti,capitanati da Mihno,possono entrare nel labirinto.- mi spiegò. – Gally fa parte dei BattiMattone.-
Dopo il suo discorso,puntai gli occhi sull’unica ragazza che vedevo tra la folla. Anche lei era seduta su un tronco,vestita con dei leggins neri e sopra dei pantaloncini malconci,i capelli neri e lo sguardo fisso su di me.
-E lei?- chiesi,facendo un cenno con la testa.
Newt rise.- Oh,lei non la devi nemmeno guardare.- mi rispose.
Alzai le sopracciglia in una smorfia.- E perché?-
-E’ la ragazza di Gally,Teresa.- continuò,sorseggiando.
Non le staccai gli occhi di dosso,non dando retta a quello che diceva il compagno accanto a me. Anche lei mi guardava negli occhi,solamente il fuoco ci separava. Il suo sguardo si dissolse da me solo quando si udì l’ennesimo rumore da parte del labirinto. Questa volta era molto stridulo,come se una vecchia strega avesse cacciato un urlo.
-Che diamine era?- domandai,tremante. Non era un bel suono.
-Sono i Dolenti. Nessuno li ha mai visti,ma credimi,qualcuno è morto a causa loro.- rispose Newt.
 
Mi alzai per avvicinarmi al fuoco e riscaldami mani e piedi,la temperatura sembrava calata. Appena misi le dieci dita davanti al colore,Gally mi diede una spinta,facendomi cadere a terra senza motivo.
-Stavi guardando la mia ragazza?!- esclamò.
-Ma quale diamine è il tuo problema?!- urlacchiai frustrato,con la terra negli occhi e la rabbia dentro.
Teresa arrivò con un sospiro di fastidio.- Gally,lascialo stare.- gli disse,cercando di allontanarlo da me.
-Perché? Hai paura di batterti pivellino?- continuò preparando i pugni,mentre intorno a noi si formava un cerchio di persone.
A quel punto,decisi di accettare la sfida e mi rialzai.- Smettila di chiamarmi in quel modo.- gli dissi a denti stretti,preparando anche io i pugni.
Tutti intorno iniziarono ad incitarci,come se volessero che facessimo a botte.
Gally mi diede l’ennesima spinta. -Hai ragione,dovrei chiamarti Sacco Di Patate.- continuò ridendo di me.
Appena la mia tempia venne a contatto col terreno,improvvisamente la mia memoria si fece più chiara. Ricordai il mio nome,ma solamente questo.
-Thomas.- sussurrai.- Il mio nome è Thomas!- esclamai rialzandomi in piedi con uno scatto ed un sorriso.
Tutti gli altri mi strinsero in un caloroso abbraccio,mentre Gally mi strinse la mano e mi diede una pacca.- Benvenuto Thomas.-
 
A fine serata,Newt mi accompagnò verso un riparo fatto di legno e foglie d’albero. Attaccata a due tronchi con delle corde,c’era un’amaca sopra cui avrei dovuto dormire. Accanto a me,c’era un ragazzo,anzi,un bambino,avrà avuto almeno 12 anni. Era cicciottello e riccioluto.
-Ciao,io sono Chuck.- mi disse,porgendomi la mano.
-Thomas.- risposi,stringendogliela.
Mi adagiai sull’amaca e mi misi comodo per la notte. Nonostante tutti i segnali evidenti che quel posto comunicava ai radurai,io ero curioso di entrare lì dentro,ma per quella sera,mi dovetti trattenere.
 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


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Si era fatto giorno e la prima cosa che feci,era osservare l’entrata del labirinto più da vicino. Le due porte erano molto alte e stringendo gli occhi notai anche delle radici,ma niente di più. Subito dopo,andai a scoprire il lavoro di Newt. Essendo autonomi,i radurai coltivavano le loro piantagioni da se. Mangiavano e dormivano lì e dovevano prendersi cura di loro stessi. Nonostante il chiaro avvertimento da parte di Gally,non riuscii a non pensare a Teresa e al modo in cui mi aveva guardato,come se mi conoscesse.
-Chi vorrebbe essere la fidanzata di Gally?- commentai con sarcasmo,mentre seguivo il modo in cui Newt legava i pomodori all’edera.
Ridacchiò.- Io ti consiglio di lasciarla stare.-
Lo guardai dalla testa ai piedi.- Tu lo hai fatto?-
Newt non rispose e subito dopo cercò di cambiare discorso porgendomi un secchio.- Senti,perche non vai a prendere del fertilizzante eh? Almeno dai una mano.-
Sospirai e raccolsi quel secchio,ma prima di entrare nel bosco,notai un gruppo di ragazzi entrare nel labirinto,capitanati da Mihno,il ragazzo di origine giapponese o cinese.
-Ma cosa vanno a fare lì dentro? Hai detto che non c’è via d’uscita.- chiesi a Newt.
-Da tre anni Mihno sta mappando tutto il labirinto in cerca di una via di fuga,lui lo sa a memoria. Ma non ha ancora trovato nulla,per questo ti ho detto così.- mi spiegò.
 
Insieme al mio secchio,mi avventurai nella foresta. La prima cosa che notai,dopo un rifugio sigillato,fu una tomba. Mi chinai a vedere meglio: l’incisione della lapide diceva che il suo nome era George,ma non diceva il modo in cui era morto. Meglio non sapere. Appena mi alzai,vidi un ragazzo di fronte a me. Mi guardava fisso negli occhi e aveva la bava alla bocca,come se fosse contagiato dalla rabbia. Feci cadere il secchio vuoto e a quel suo brutto sguardo,iniziai a correre veloce,con lui che mi inseguiva. “Sei stato tu,è colpa tua.” Continuava a ripetermi. Cercai di tornare dai radurai,ma subito dopo lui mi spinse a terra e tentò di graffiarmi il viso. Mi dimenai dalla sua presa e fui salvato da Gally e Alby che me lo tolsero da dosso. Si chiamava Ben,era un Velocista e a quanto pare ce l’aveva con me. Ma cosa gli avevo fatto? Alby lo controllò negli occhi,mentre qualcun altro lo teneva fermo.
-E’ stato punto.- dedusse poi. – Da un Dolente.- continuò,alzandogli la maglietta e notando le punture.
Mi pulii dalla terra e ripresi fiato,notando anche che i Velocisti erano tornati dal labirinto. Avevano saputo dell’amico e,non avendo cure per curare quella specifica malattia,dovettero ricorrere a misure drastiche.
 
10 o più ragazzi si armarono di lance appuntite e verso il tramonto,portarono Ben all’entrata del labirinto. Gli puntarono le armi contro,costringendolo ad entrare dentro di esso. Fui amareggiato dal fatto che non si poteva fare niente per quel ragazzo.
Da lontano si sentirono degli urli femminili che si avvicinavano sempre di più.
-Alby non puoi farlo! E’ disumano! Non puoi!- esclamò Teresa,che giunse piangendo.
Alby la spinse via verso di me e io l’afferrai cercando di calmarla con delle carezze,mentre lei si stringeva sempre di più piagnucolando.
Le porte si stavano chiudendo e Ben pregava di trovare un’altra soluzione,ma altra soluzione non esisteva. Se lui sarebbe rimasto nella radura,tutti saremmo stati infettati. Il labirinto si chiuse definitivamente al calar del sole,con Ben intrappolato dentro.
 
Dopo quello spettacolo,la stessa notte non riuscii a dormire e rimasi sveglio. Durante la notte,sentii dei passi e addrizzai le orecchie per cercare di capire chi fosse. Mi guardai attorno e notai Teresa che si incamminava verso il bosco. Non aveva nemmeno una torcia con se,allora pensai di seguirla. Cercai di non far sentire i miei passi,anche se le foglie scricchiolavano sotto le mie scarpe. Mi nascosi dietro un albero e la osservai. Si fermò davanti al lago e si tolse i vestiti. Girai la schiena contro l’albero per non esser tentato.
-Non guardarla, non guardarla, non guardarla.-  mormorai fra me e me,chiudendo gli occhi.
Fui troppo tentato da girare la testa,così la feci. Lei mi notò,ma non disse niente,ne urlò.  Si limitò solo ad entrare completamente dentro il lago,fino alla testa. Fu il più giusto momento per tornare nel mio letto,a riflettere su quello che aveva appena fatto. Richiusi gli occhi nel tentativo di addormentarmi.
 
Quando sembrava che ce la stessi per fare,qualcuno mi scosse proprio per farmi svegliare. Sobbalzai appena e mi guardai attorno per poi incontrare gli occhi di Teresa che mi fissavano.
-C-Ciao.- balbettai passandomi una mano sugli occhi.
Lei aveva i capelli mezzi bagnati e questa volta era vestita.
-Voglio farti vedere una cosa.- sussurrò,per poi porgermi la sua fragile manina.
La afferrai ed insieme ad una torcia,mi condusse fino ad un muro di pietra: notai subito dei nomi sparsi qua e là. Alcuni erano cancellati con una riga,anche quello di Ben,perciò pensai che fossero i ragazzi morti. Infine,Teresa mi porse un coltello affilato per scrivere il mio nome. Illuminato dal fuoco della torcia,spinsi il coltello nella roccia scrivendo le lettere che componevano il mio nome. Sembrava un rituale,perché non appena vidi il mio nome insieme agli altri,in qualche modo mi sentii parte di loro.

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


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La mattina seguente,mentre stavo aiutando Newt con i suoi lavori,notai che Alby e Mihno stavano per entrare da soli nel labirinto.
-Perché Alby va insieme a Mihno?- chiesi con un picco fra le mani.
Newt alzò le spalle come per dire che non era cosa importante.
-Perché è lui il capo?- domandai ancora,non volendo lavorare,quando vidi arrivare anche Teresa in tutta la sua bellezza.
-Questa è una delle cose che mi piace di te Thomas,sei curioso.- mi disse lei,incrociando le braccia.
Newt sembrava abbastanza nervoso della sua presenza.- Sai Tom,non siamo mica arrivati tutti insieme qui. Quelli che ci hanno creati ci hanno mandati uno ad uno,ogni mese. E il primo ad arrivare è stato Alby.- spiegò Newt.
-Newt,io e poi Gally. Ed infine tutti gli altri.- continuò Teresa.
Ma la loro storia mi rese ancora più sospetto sul motivo per cui Alby era entrato nel labirinto e una volta tornati,avrei chiesto spiegazioni.
Tornando alla murata dei nomi,vidi che il nome di Ben era stato cancellato con una riga. Restai ad osservarlo per un pò,fin che Teresa non giunse accanto a me. Potei vedere bene il suo viso,i suoi occhi azzurri e i capelli neri che le scendevano lungo la schiena.
-Tu sai perché Alby è andato con Mihno?- le chiesi.
-Sono cambiate alcune cose da quando sei arrivato. Il labirinto è cambiato.- sussurrò,guardandomi dritto negli occhi.
Fui abbastanza confuso dalle sue parole,ma ricambiai comunque il suo sguardo e poco dopo notai che si stava avvicinando con il corpo verso di me e posò una mano sul mio cuore.
-Il tuo cuore è così forte…-mormorò ed infine avvicinò le labbra alle mie,mancava così poco.
Riuscivo a sentire il suo respiro unito al mio e il suo corpo stretto a me: non era affatto una brutta sensazione.
Solo che,appena sentimmo la voce di Gally,anche da lontano,con uno scatto ci allontanammo l’uno dall’altro istintivamente.
Gally accorse da noi abbastanza preoccupato.- Il sole sta calando e non sono ancora tornati..- disse col fiatone.
Tutti e tre ci unimmo ai radurai davanti alle porte e nonostante fosse il tramonto,di Alby e Mihno,nemmeno l’ombra.
Chuck,accanto a me,era abbastanza preoccupato. Sentii una mano fredda e tremolante che afferrò la mia,ma non mi preoccupai di guardare chi fosse. Socchiudendo più volte gli occhi,potei notare due ombre che giravano l’angolo.
-Sono loro!- esclamai.
Infatti,poco dopo,si intravide Mihno che portava a peso morto Alby sulle sue spalle. Le porte si stavano per chiudere quando la luce del sole cessò e cercammo di incitare Mihno a correre fuori dal labirinto. Ma il velocista sembrava alquanto stanco. Le incitazioni mi resero nervoso e mi spinsero a fare qualcosa: senza pensarci due volte,corsi dentro al labirinto prima che le porte si chiudessero del tutto,nonostante Teresa mi urlasse di non farlo.
Ma era troppo tardi,le porte si chiusero dietro la mia schiena e davanti a me,solo il buio. Il cuore mi pompò a mille e la paura iniziò a farsi sentire. Avevo solo la forza di alzarmi in piedi.
Mihno era lì a terra,sfinito,con Alby svenuto.- Complimenti,ti sei appena suicidato.-

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Capitolo 5
*** Cap.5 ***


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Era molto buio e non sapevo che fare. Non sapevo cosa fare,ne dove andare e davanti a me avevo solo due ragazzi sfiniti. Non appena Mihno ebbe ripreso fiato,lo aiutai a sorreggere Alby,mentre il sole se ne era andato completamente. Mentre correvamo a destra,a sinistra,non so dove,udimmo uno di quei urli striduli che ci fecero venire la pelle d’oca. Ci fermammo a guardarci ad occhi sgranati e poi riprendemmo a correre come se avessimo qualcosa alle calcagna.
 
La paura si mischiò al sudore e alla stanchezza e quando ci accorgemmo che in realtà dietro di noi non c’era niente,ci riposammo a pensare cosa fare.
-Dove lo mettiamo?- domandai,riferendomi ad Alby e guardandomi attorno.
Le urla ci fecero più numerose e più forti,come se quella creatura si stesse avvicinando.
Osservai bene le piante che si erano attaccate alle pietre e ricordai il modo in cui Newt usava l’edera nella radura.
Così raccolsi il corpo svenuto da terra e gli legai l’edera al bacino,per sorreggerlo.
 
Mihno mi afferrò il polso e iniziò a correre attraverso il labirinto,mentre alcune sezioni si chiudevano alle nostre spalle. Il labirinto cambiava ad ogni nostro passo,porte si chiudevano e altre si aprivano. Mi guardai per un attimo indietro e vidi finalmente cosa ci stava rincorrendo. Sembrava un ragno all’apparenza,ma le sue zampe non erano cumoli di peli,ma fatte di metallo,come se fosse un robot. Ebbi poco tempo per guardarlo,perché una porta dietro di noi si stava per chiudere. Corsi attraverso di essa,con la creatura che mi inseguiva: passai completamente,ma egli rimase intrappolato tra un muro e l’altro,schiacciato. Non vedendo più nessuna minaccia attorno a noi,potemmo riprendere finalmente fiato.
-Quello era un Dolente?- domandai a Mihno mente tornavamo da Alby.
-Si,non sono molto amichevoli.- rispose lui,che ci condusse fino alla via d’uscita.
Finalmente il sole era sorto e il labirinto era più chiaro. Notai che Alby era stato punto e iniziava a dimenarsi,come Ben. Andava curato immediatamente.
 
Le alte porte del labirinto si stavano aprendo e dietro di esso ci stavano aspettando tutti. I Medicali presero subito Alby per cercare di curarlo e i Velocisti furono abbastanza contenti di rivedere Mihno. Sentii di nuovo quella voce femminile,la stessa che urlava ad Alby di non uccidere Ben. Teresa stava correndo piuttosto veloce verso di me e allora raccolsi le forze per fare lo stesso. Le corsi in contro  e non appena mi saltò addosso la strinsi a me. Finalmente ero mancato a qualcuno ed ero contento che fosse lei. Improvvisamente premette le labbra sulle mie ed ebbi l’istinto di ricambiare. Era una sensazione strana: il mio corpo fremeva,sembrava come se mi stesse piacendo. Non lo avevo mai provato prima. Ma lei era così bella e i suoi occhi erano così azzurri da farmi perdere l’orientamento. Era mia.

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


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Non appena le ebbi dato un ultimo sguardo,Gally giunse sul posto dandomi una delle sue forte spinte facendomi cadere a terra come un sacco di patate.
-Non hai capito che non la devi toccare?!- urlò,pieno di rabbia.
Non ebbi il tempo di dire niente,perché Teresa mi scavallò.
-Gally smettila! L’ho baciato io! E’ colpa mia!- gli disse.
Il ragazzo quasi non volle crederci e seppi che nella sua testa cercava qualsiasi altro motivo per dare la colpa a me e non a lei,o peggio,a se stesso. Non so che potere avesse Teresa contro gli uomini,ma non sembrava positivo.
 
Dato che Alby era fermo al letto con una puntura di Dolente,il comando spettava a Newt che doveva decidere se punirmi o non punirmi per il fatto che ero entrato nel labirinto senza permesso. Ci riunimmo dentro un rifugio fatto di palme scure e delle panche di legno. Gally era l’unico che,ovviamente,aveva qualcosa da ridire riguardo il mio atto eroico.
-Alby ci ha dato tre regole e mi sembra che lui le abbia infrante tutte e tre.- disse a tutti, Gally.
-Beh,ma anche tu lo hai attaccato. Hai infranto la seconda regola.- intervenne Chuck.
Sorrisi soddisfatto dal suo intervento e per poco non risi.
-Non nego che abbia infranto le regole,ma ha anche salvato Alby e Minho,io gliene do atto.- disse Newt.
A quel punto,Teresa si alzò. – Io,penso che lui debba diventare un velocista.-
Improvvisamente,si formò un enorme brusio su chi era d’accordo e su chi no. Sarebbe stato un onore da parte mia far parte del gruppo di Minho.
-E’ sopravvissuto al labirinto! Quanti di voi ci sono riusciti?- esclamò Teresa,che fece calmare il brusio e si risedette.
Newt incrociò lo sguardo di Teresa,come per convincerlo.
-Mettiamolo ai voti. Chi è a favore?- domandò poi.
Teresa fu la prima ad alzare la mano,insieme a tante altre.
-Va comunque punito per quello che ha fatto.- continuò Gally,nervoso.
Newt mi guardò con un sorriso.- Una notte senza acqua ne cibo,nella gabbia. La riunione è chiusa.- disse infine.
Fu abbastanza soddisfatto del risultato di quella riunione e finalmente potei,anche io,attraversare il labirinto liberamente.
 
Dopo di essa,mi recai al lago per sciacquarmi il viso dalla terra della serata prima e dall’altra parte,Teresa mi fece cenno di seguirla. La seguii a piedi fino ad una capanna dove si trovava un tavolo rotondo coperto da un telo. Teresa si affrettò a chiudere la porta,come se nascondesse qualcosa. Infine,scosto il velo dal tavolo,scoprendo una costruzione fatta di legno che sembrava ritraesse il labirinto in miniatura.
-Credevo che Minho lo stesse ancora sezionando.- commentai confuso.
-Ci era già riuscito Tom,ma non ha trovato alcuna via d’uscita. Nessuna.- spiegò lei,con dispiacere.
Ma io non mi davo per vinta.- Deve esserci per forza Teresa,altrimenti perché saremo qui? Io non mi arrendo,la troverò.- dissi con decisione.
Lei sembrò attratta dalle mie parole e mi strinse la maglia per baciarmi con passione sulle labbra per alcuni secondi.
-Per cosa lo usate questo posto?- chiesi sussurrando.
-Lo usiamo per nascondere la miniatura,non vogliamo che gli altri perdano la speranza.- mormorò in risposta.
Mi guardai attorno e nell’altra stanza,notai un letto. Alzai le sopracciglia divertito e le sorrisi.
-Ci dormiamo anche.- continuò arricciando il naso.
Le sorrisi appena e le carezzai la guancia guardandola negli occhi. Sembrava la più bella creatura che avessi mai visto. Meglio dei Dolenti,ovviamente.

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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***


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Qualche secondo dopo,ci ritrovammo a scambiarci baci passionali sul letto notato all’inizio,ma prima di poterci solo sfiorare altre parti del corpo,due Medicali ci interruppero con il fiatone.
-Che fate? Non potete entrare qui?- li minacciò subito Teresa,per via della miniatura.
-La botola,c’è qualcosa di strano.- disse uno di loro,il più scuro di pelle.
Allora ci ricomponemmo velocemente per seguire gli altri alla botola: c’erano poche casse di cibo e di vestiti,ma nessun nuovo arrivato. Mi piegai per raccogliere un foglietto nascosto fra di esse,c’era scritto “Questo sarà l’ultimo.”
Il panico si fece ovvio fra tutti i Radurai,erano le ultime scorte di cibo che avrebbero ricevuto.
Dovevo subito mettermi all’opera.
 
Raccolsi due Medicali e Mihno per tornare nel labirinto e analizzare bene il Dolente che avevamo ucciso. Teresa,vedendoci entrare di piena mattina,chiese di seguirci. Mihno acconsentì e scoprì la creatura, coperta da un mantello per nasconderla. Il Medicale di colore si piegò e notò una viscida sostanza su di esso e fece uno sguardo disgustato.
-Aspettate, lo sentite?- intervenne Teresa, che fece stare zitti tutti.
Si udì un suono tra quel silenzio, come il tintinnio di una bomba che stava per esplodere. Mihno azzardò ad avvicinarsi lentamente ed estrasse dal corpo della creatura, un congegno. Aveva dei cavi elettrici sulla punta, una scritta W.C.K.D , la stessa segnata sulle provviste e il numero 7 scritto in rosso. Prima che tramontasse il sole, ritornammo alla radura.
 
Dopo quella missione, Teresa si era recata confusa alla sua amaca per pensare a quella sigla: l’aveva già vista, non solo negli incubi che aveva. Notai il suo sguardo e la seguii preoccupato.
-Stai bene?- le chiesi.
-Da quando sei arrivato qui ho iniziato a fare sogni strani. Mi trovavo dietro ad uno schermo,ti guardavo. E poi la visuale è cambiata, ti guardavo dal basso, è tutto così strano.- rispose confusa.
Mi sembrava obbligo dirle che anche io la sognavo.- Succede anche a me. Ricordo il tuo viso che mi dice che sta per cambiare tutto, ti guardo dall’alto e ti inietto qualcosa nel corpo. E poi ricordo una donna che continua a dirmi che Wicked è buono.- spiegai.
-La sento anche io!-Abbassò lo sguardo e prese dalla tasca dei suoi pantaloni due fiale con la sigla W.C.K.D. –Avevo queste nella tasca quando sono arrivata qui, non lo sa nessuno, non credevo fosse rilevante.- commentò.
-Wicked è buono.- continuai a sussurrare tra me e me.
Pensai subito ad Alby e così corremmo da lui, con Newt che lo controllava.
-Newt, questo potrebbe aiutarlo!- gli dissi.
-Lo avevo nelle tasche quando sono arrivata qui.- continuò Teresa.
-Perché non me lo hai mai detto?- domandò il ragazzo,analizzando la fiala.
Prima che Teresa potesse rispondere, Alby sobbalzò seduto sul lettino e le prese la maglietta. Cercai di tirarla indietro,ma lui l’afferrava troppo forte.
-E’ tutta colpa tua!- continuava a dirle.
Infine, Newt gli inietto la fiala in un polmone e Alby si calmò: era sicuramente qualcosa che lo faceva guarire. Teresa scoppiò a piangere e scappò via, superando Gally che mi era venuto a prendere per la mia punizione.
-Fammi tornare nel labirinto domani, sono sicuro di poter trovare una via d’uscita Newt.- gli dissi.
Acconsentì, così poi Gally mi portò in silenzio alla cella. Sapeva che ormai la sua relazione con Teresa era finita per colpa mia e non mi parlava.
***
Si fu fatta sera, non avevo ne fame ne sete, ero solo elettrizzato ad entrare di nuovo nel labirinto: ero del tutto intenzionato a trovare una via d’uscita insieme a Mihno. Mentre ero immerso nei miei pensieri, vidi una torcia venire verso di me: erano Teresa e Chuck, con del cibo.
-Tieni, un velocista deve essere in forze.- mi disse Chuck dandomi una sacca piena di cibo.
Vidi che Teresa era molto triste, così cercai la sua mano attraverso le sbarre di legno.- Stai bene?- le domandai.
-Sto bene.- annuì con un dolcissimo sorriso e mi strinse la mano.
-Credi davvero che ci sia una via d’uscita?- chiese il bambino.
-Ne sono sicuro Chuck.- gli risposi, poi lui mi porse una statuetta in legno, interamente fatta da lui: gli somigliava.
-Per chi l’hai fatta?- domandò Teresa.
-Per i miei genitori, solo che io non me li ricordo.- rispose Chuck, che poi me la porse.- Se troverai un’uscita, potrai portarglielo da parte mia.- continuò con le lacrime agli occhi.
Ma io glielo restituii.- Glielo porterai di persona Chuck.-

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