What is love?

di Em_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** January ***
Capitolo 2: *** February ***
Capitolo 3: *** March ***
Capitolo 4: *** April ***
Capitolo 5: *** May ***
Capitolo 6: *** June ***
Capitolo 7: *** July ***



Capitolo 1
*** January ***


January

 

Apro gli occhi e mi stiracchio sul letto ancora assonnata, osservo Henry dall’altro capo della stanza, dorme beato. Avvicinandomi alla finestra noto il miracolo: Storybrooke è completamente coperta di neve, è una visione meravigliosa e non posso far altro che sorridere di fronte a tanta bellezza. Corro da mio figlio e lo tiro letteralmente giù dal letto per mostragli cos’ho appena scoperto.

«Mamma! Sei diventata matta?» mi chiede infastidito.

«Muoviti! Guarda!» dico indicando la finestra.

Henry si passa una mano tra i capelli e si avvicina a me sbadigliando, guarda fuori dalla finestra e rimane stupito almeno quanto me «Oh mio dio! Non ci credo! Non aveva mai nevicato qui, nemmeno a gennaio!»

Senza darmi il tempo di controbattere lo vedo sfrecciare giù dalle scale, lo seguo divertita e noto che anche i miei genitori si sono alzati. Mia madre mi porge una tazza fumante di caffè che accetto più che volentieri mentre mio figlio si gusta tè e biscotti. Chiacchiero con i miei per un po’ quando vedo Henry scendere vestito come un palombaro, ha indosso due maglioni, calzini di lana, pantaloni, sciarpa, berretto e guanti. 

«Stai partendo per il Polo Nord, ragazzino?» gli domando divertita.

«Ma cosa dici, mamma! Vado a giocare sulla neve!»

«D’accordo, ma stai attento.» gli raccomando.

«Sì, promesso! Vado a giocare con Grace ed Andrew al parco!» mi dice e poi esce di casa tutto contento.

Devo ammettere che l’idea di Henry non è poi così male, anche a me piacerebbe andare fuori a divertirmi, è da così tanto che non vedo la neve! Sicuramente ci saranno molte attività che si potrebbero provare e con questo ovviamente intendo che sarà Hook a provarle. Non è abituato a tutti “gli aggeggi”, come li chiama lui, di questo secolo e ogni tanto mi fa morire dal ridere, soprattutto quando cerca di mandare un messaggio con il cellulare. Ritorno di sopra a cambiarmi, opto per un paio di stivali e un maglione pesante, in più prendo il cappotto, sciarpa e berretto. Quando arrivo di sotto intenta ad uscire mi ritrovo Killian che parla tranquillamente con mio padre, “tutto questo non è normale” penso. Mi avvicino a loro e saluto il mio uomo con un casto bacio sulla guancia, lui mi sorride e mi abbraccia.

«Allora, pronta per uscire? Ho incontrato Henry per strada e mi ha detto di riferire che stanno tutti andando al lago.» afferma Killian eccitato.

«Oh, bene! Andranno sicuramente a pattinare!» rispondo più a me stessa che a lui.

«Pattinare? Cosa vuol dire?» domanda curioso.

«Andiamo, te lo spiego quando saremo là!» dico ridendo.

Raggiungiamo il lago che dista qualche minuto in auto, è già stracolmo di persone e non mi meraviglio affatto visto che qua non nevica praticamente mai. Ci sono persino Marco e uno dei nani con una piccola bracca per affittare i pattini, non si sono proprio fatti mancare nulla effettivamente! Trascino Hook per un braccio fino a quest’ultima, ho una voglia matta di andare a pattinare, sono anni che non o faccio.

«Salve, Marco! Vorremmo due paia di pattini, uno per me ed uno per lui.» chiedo gentilmente.

«Ehi, frena, Swan! Io su quei cosi non ci salgo!» sbotta.

Mi faccio comunque dare i pattini e ci sediamo su una panchina messa apposta per l’occasione. Gli mostro come infilarseli ma non ne vuole sapere.

«Avanti, Killian! E’ divertente!» cerco di convincerlo.

«E va bene! Ma sappi che se mi faccio male sarà colpa tua!» mi risponde mettendosi finalmente i pattini.

«Mi scusi, capitano, ma dov’è finito tutto il suo coraggio?» lo prendo in giro.

«Non mi provochi, principessa.» mi dice mettendo enfasi sull’ultima parola.

Rimango a bocca aperta, un misto tra divertimento e istinto omicida, odio quando mi chiama principessa perché sono l’esatto contrario di una reale. Per vendicarmi mi alzo in piedi e scendo in pista, o meglio, sul lago. Ora voglio proprio vedere come farà a prendermi. Si alza e un po’ traballante mi raggiunge, io apposta mi allontano volteggiando tra le persone, Killian si porta le mani sui fianchi e mette il broncio, sono certa che non sa come muoversi e questo sotto sotto mi diverte. Torno da lui e gli afferro la mano.

«Prova a starmi dietro, non è difficile.» propongo.

Lui mi guarda indeciso ma poi accetta, tiene la mano salda sulla mia e sembra divertirsi. «Sono un vero prodigio, tu che dici?» si vanta e nell’esatto momento in cui lo dice inciampa su se stesso e fa un volo sul ghiaccio.

«Sì, sei decisamente pronto per le olimpiadi!» dico scoppiando a ridere.

«Ehi, invece di ridere perché non vieni a soccorrermi?» replica lui fingendosi offeso.

Lo aiuto ad alzarsi «Tutto bene?» 

Lui mi cinge i fianchi e mi bacia davanti a tutti, nell’istante in cui le sue labbra sfiorano le mie una scarica elettrica mi percorre la spina dorsale imponendomi di cancellare la poca distanza che mi separa da lui. Mi ritrovo appiccicata a Killian e il nostro bacio si sta trasformando in tutto tranne che in qualcosa di casto ed innocente.

«Prendetevi una camera santo cielo!» 

Mi stacco immediatamente da lui appena sento quella frase e arrossisco. Regina sa sempre come rovinare i momenti migliori, Hook se la ride tranquillamente mentre io vorrei solo sparire dalla faccia della terra.

«Scommetto che è capitato anche a te e Robin, mia cara.» ribatte Killian.

«Chiudi il becco, pirata! Una signora certe cose non le fa davanti a tutta la città.»

«Non ho mai specificato davanti a chi.» continua lui divertito.

Regina prima sbianca e poi diventa bordeaux, sia io che Robin scoppiamo a ridere è una scena troppo comica per potersi trattenere.

Alla fine pattiniamo per altre due ore, Killian sembra divertirsi parecchio nonostante le decine di cadute che ha fatto, sicuramente domani mattina si risveglierà con un sacco di lividi neri sul fondoschiena. E’ ora di pranzo quando rientriamo, Henry si è fermato a mangiare con degli amici da Granny per poi continuare la giornata sulla neve mentre i miei genitori e mio fratello sono usciti per una passeggiata in città. Preparo due toast veloci e Killian prontamente accende il camino, fa davvero freddissimo fuori e il tepore del fuoco inizia a sentirsi già dopo qualche minuto. Mangiamo in tranquillità prendendoci in giro a vicenda per le cose successe durante la mattinata, come prima nevicata aveva portato tanta felicità fortunatamente. Ci stendiamo sul divano e per un attimo lo fisso, non so esattamente come comportarmi, siamo soli e non vorrei si facesse strane idee, non credo di essere ancora pronta per il passo successivo.

«A che pensi?» mi domanda interrompendo i miei pensieri.

«Nulla.»

«Emma, ti conosco.» continua.

«Non sono pronta a farlo… Cioè non adesso… Visto che siamo soli… Io…» balbetto.

«Ehi, ehi, calmati! Non ho pensato nulla del genere, non ti forzerei mai.» mi rassicura dandomi un bacio sulla fronte.

«Scusami, Killian. Sono paranoica ogni tanto.»

«E’ anche per questo che mi piaci tanto.» mi dice scherzando.

Lo abbraccio e mi lascio cullare, fortunatamente non è scappato o non mi a insultata, ha davvero troppa pazienza a volte. Ma so che quando andremo oltre sarà fantastico e sarà perché l’abbiamo voluto entrambi. Questa volta non voglio fare errori.



Angolo autrice
Immensamente in ritardo ho deciso anch'io di cimentarmi in questa impresa, spero di essere stata all'altezza!
Ho riso da sola a scrivere questo primo capitolo e spero lo apprezziate ahahah! Non so cosa verrà fuori in futuro ma cercherò di mettermi in pari il prima possibile, promesso! :')
Beh fatemi sapere se vi è piaciuto almeno un po', ci tengo. Se questo primo capitolo dovesse piacere andrò sicuramente avanti con gli altri, sta a voi quindi ahah!
A presto! :)
Anna

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Capitolo 2
*** February ***


February

 

La neve ormai si è sciolta da qualche settimana, è stato triste vederla scomparire visto quanto ci eravamo divertiti il mese scorso. Ricordo ancora le passeggiate, le battaglie a palle di neve con Henry e soprattutto la prima volta sui pattini di Killian, non credo di aver mai riso così tanto in vita mia. La nostra relazione sta procedendo alla grande, non mi sono mai sentita così felice in vita mia, per quanto avessi amato Neal in passato questa volta è diverso sul serio. Non me lo so spiegare, è solo… Diverso.

Scendo le scale e mi trovo davanti una scena alquanto comica, ci sono i miei genitori ed Henry che discutono animatamente su come dovrà vestirsi per la festa di carnevale.

«Ma no, nonno! Non mi posso vestire da principe, è troppo scontato!» afferma mio figlio in preda alla disperazione.

«Ma staresti benissimo!» risponde Mary Margaret.

Henry mi nota appollaiata sulle scale e mi lancia uno sguardo d’aiuto «Mamma, diglielo tu!»

«Il ragazzino ha ragione, non può vestirsi da principe.» concordo con mio figlio.

Mio padre mi guarda con disapprovazione, di sicuro voleva prestargli uno dei suoi abiti regali, ma stavolta sono d’accordo con Henry non l’ho mai visto adatto in un abito da principe.

«Mi serve qualcosa per oggi pomeriggio, dovete aiutarmi!» continua a lamentarsi il ragazzo.

All’improvviso mi viene qualcosa in mente «Vieni, forse ho un’idea!»

Lo trascino fuori di casa e lo faccio salire sul mio maggiolino giallo, lui per tutto il viaggio mi squadra con aria interrogativa non avendo idea di dove stessimo andando. Parcheggio poco lontano dal molo, so che Killian è al lavoro qui da qualche parte così provo a chiamarlo al cellulare anche se non so se riuscirà a rispondere. Squilla un paio di volte e poi scatta la segreteria, avrà buttato giù la chiamata sicuramente. Ci avviciniamo alle barche e finalmente riesco a vederlo, sta trafficando con il telefono nella speranza di riuscire a richiamarmi.

«Ehi!» lo chiamo «Metti giù il telefono!» e lo saluto con la mano.

Lui mi corre incontro e mi abbraccia «Ciao!» dice dando il cinque a mio figlio. «Che fate qui?»

«Henry sta cercando un vestito per carnevale e pensavo potessi mostrargli qualcosa di tuo, sai, da pirata.»

«Carnevale? E che roba è?» mi domanda confuso.

Giusto, avrei dovuto spiegargli pure questo «Te lo spiego più tardi, allora, hai qualcosa?»

«Sì, sì, certo! Ma ho tutto nella mia stanza da Granny.» mi risponde.

«Ci accompagni?» gli chiedo sorridente.

Lui annuisce altrettanto sorridente e saliamo tutti in auto diretti alla tavola calda. Hook si fa dare gentilmente le chiavi della sua camera e saliamo tutti e tre, Henry si mette subito a cercare qualcosa insieme a Killian mentre io mi guardo in giro. E’ piuttosto ordinata come stanza considerato che il mio uomo è un pirata che ha vissuto almeno duecento anni in una barca.

Vengo scossa da mio figlio che si è messo addosso degli indumenti appartenenti a Killian «Mamma guarda! Sembro o no un pirata?»

«Meglio, sembri il capitano!» risponde Hook entusiasta.

«Ti sta a pennello, farai un figurone alla festa!» affermo soddisfatta.

«Grazie, Killian! Ti devo un favore! Io devo correre a prepararmi, scusa mamma.» dice Henry.

«Va bene, vai. Ci vediamo stasera!» lo saluto.

Prima che possa accorgermene sento le braccia del mio uomo avvolgermi in un caldo abbraccio che prontamente ricambio. Mi stacco poco da lui solo per poter poggiare le mie labbra sulle sue, hanno un sapore dolce il che mi fa venire ancora più voglia di approfondire quel bacio e senza pensarci troppo lascio che la mia lingua si scontri con la sua. Killian mi stringe più forte a sé ma non si muove nonostante fossimo in una camera da letto, probabilmente aspetta che sia io a dargli una conferma visto il panico che mi era preso il mese scorso. Gli slaccio i primi bottoni della camicia decisa ad andare fino infondo, lui non mi ferma e mi accarezza i fianchi, pian piano ci avviciniamo al letto quando il mio cellulare inizia a suonare incessantemente. Mi stacco da Killian tristemente e rispondo.

«Pronto?» dico quasi infastidita.

“Emma, ciao! Stasera ci sarai al ballo in maschera, vero? O tu e Killian fate qualcosa per San Valentino?” chiede mia madre.

«Non lo so… E no, sicuramente niente per San Valentino!» 

“Beh allora venite al ballo! Ti prego, ci saranno tutti!” mi prega.

«Ti farò sapere, mamma.» rispondo alzando gli occhi al cielo.

“Va bene! Buona giornata, tesoro.”

«Anche a te, ciao!» riattacco.

Mi rivolgo a Killian con uno sguardo di scuse per l’interruzione «Scusami.»

Lui mi bacia la fronte e mi sorride, mi chiedo quanto ancora durerà tutta la sua pazienza «Non fa niente, però… Chi è questo Valentino?» 

«Ah, qui qualcuno è geloso!» lo prendo in giro.

«Io non sono geloso, Swan.» replica, ma non riesce a convincermi.

«No, no!» dico ridendo «Comunque tranquillo, è solo una stupida festa.»

«E che cosa si fa?» chiede incuriosito.

«Gli innamorati si scambiano rose, cioccolatini e pupazzetti. Cose idiote.»

«Emma! Perché non me l’hai detto?» domanda stupito.

«Perchè odio San Valentino, non mi serve un mazzo di fiori o una cena fuori per sapere che ti amo.» “Oh merda! Che cosa ho detto! Stupida, stupida, stupida!” mi ammonisco da sola e arrossisco violentemente.

«Anche io ti amo.» poi mi bacia di nuovo dolcemente «Ma stasera andiamo a quel ballo visto che non vuoi festeggiare questo San Valentino.»

«Ma stasera c’era il super bowl!» mi lamento.

«Non si discute, principessa.» mi dice ridacchiando. Alzo gli occhi al cielo e annuisco.

 

La festa si svolge a casa di Regina, ha una sala dei ricevimenti enorme i tavoli sono già pieni di cibo e bevande ed anche i primi ospiti sono già arrivati. Sono ferma nel viale della villa ad aspettare Killian sperando si faccia vivo al più presto visto che fa decisamente freddo.

«Emma!» mi saluta mio padre.

«Papà, mamma.» li abbraccio entrambi.

«Sei stupenda.» mi dice lui ammirandomi.

«Grazie, anche se preferisco i miei jeans.» confesso.

«Non avevo dubbi, ci vediamo dentro allora!» 

Annuisco e li lascio andare. Dopo quindici minuti d’attesa finalmente il mio cavaliere si presenta. Rimango a bocca aperta e all’improvviso il fastidio per l’attesa svanisce. Indossa una camicia bianca con una giacca e un paio di pantaloni neri, è elegantissimo e… Sexy. 

«Buonasera, milady.» si inchina davanti a me.

«Capitano.» prendo i lembi del mio vestito e mi inchino anche io.

Porto un vestito lungo viola, è monospalla con la scollatura a cuore, lo tenevo nel mio armadio per una serata speciale ma anche per un ballo mi sembra appropriato. Indossiamo entrambi una maschera dorata e facciamo il nostro ingresso nella villa. Si prospetta una bella serata nonostante tutto.



Angolo autrice
Salve! Ce l'ho fatta anche a pubblicare febbraio! :D
Henry prende in prestito i vestiti di Killian per la festa di carnevale, che caro **
Emma e Hook sono tranquilli nella stanza di lui a pomiciare quando sul più bello vengono interrotti dalla cara Mary Margaret ahahahah sono cattiva lo so! :')
Killian invece ha paura che San Valentino sia un uomo e manifesta la sua gelosia che non sfugge ad Emma. Ma il punto importante è che finalmente si dicono "ti amo" *-* anche se lei lo dice per sbaglio ahah!
Alla fine vanno al ballo in maschera a casa di Regina sotto costrizione di Hook!

Spero che anche questo mese vi sia piaciuto, fatemi sapere! :)

Un bacio e ci vediamo con il capitolo di marzo,
Anna

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Capitolo 3
*** March ***


March

 

Rientrammo dal ballo in maschera verso le due del mattino, non avevo voluto rientrare a casa dei miei per paura di svegliare loro, Henry e Neal. Killian mi aveva invitata da lui ed io avevo accettato volentieri, ero particolarmente felice che me l’avesse chiesto. Entrammo nella stanza ancora ridendo, ci eravamo divertiti un sacco alla fine tra balli idioti e pessime figure, mi tolsi le scarpe col tacco lanciandole per terra, i miei poveri piedi chiedevano pietà.

«Non mi sento più i piedi!» dichiarai.

«Ti va un massaggio?» mi chiese ammiccante.

«Se me lo chiede così, capitano.»

Gli schioccai un bacio sulle labbra e mi diressi in bagno per sfilarmi l’abito, solo in quel momento realizzai che non avevo nulla da mettermi, niente pigiama o camicia da notte. Rimasi in biancheria seduta sul water e cercai di pensare a come comportarmi, non potevo uscire conciata così.

«Emma, tutto bene?» mi domandò aprendo poco la porta.

Io mi coprii subito con un asciugamano «S… Sì… Non ho il pigiama…»

«Lo immaginavo!» disse divertito «Tieni.» mi porse una delle sue T-shirt.

«Grazie.» risposi infilandomela.

Uscii un po’ titubante dal bagno e trovai Killian con i pantaloni del pigiama ma senza maglia, restai lì impalata a fissarlo era così dannatamente sexy. Si accorse di me, mi rivolse un grosso sorriso e mi invitò a letto. Mi stesi affianco a lui e continuai a guardarlo senza rendermene conto.

«Swan, so di essere bello, ma finirai per consumarmi se mi continui a guardare così intensamente.» scherzò.

Io distolsi subito lo sguardo e gli tirai una gomitata «Smettila di vantarti così tanto!»

Finimmo entrambi a ridere per almeno cinque minuti, quando riuscimmo a calmarci lui mi baciò appassionatamente come se non mi vedesse da giorni, naturalmente ricambiai senza pensarci troppo. La mia mano scivolò sui suoi pettorali che accarezzai lentamente, Killian si avvicinò di più a me e mi sfilò la maglietta che mi aveva prestato poco prima. Pian piano mi ritrovai sotto di lui che prontamente mi slacciò il reggiseno e mi accarezzò dal collo fino al bordo dei miei slip, mi lasciai sfuggire un gemito quando la sua mano delicatamente mi sfilò le mutandine. Continuò a baciarmi mentre anche io lo liberavo dai pochi indumenti che indossava. Eravamo entrambi completamente nudi eppure non c’era stato imbarazzo, io mi sentivo a mio agio e pronta.

«Aspetta, Emma, ne sei sicura? Non voglio costringerti.»

«Sono sicurissima.» confermai.

Lui mi sposto una ciocca di capelli dietro l’orecchio e riprese da dove aveva interrotto. Finalmente riuscimmo a fare l’amore senza interruzioni e fu meraviglioso. Rimasi accoccolata tra le sue braccia per tutta la notte, con lui mi sentivo a casa.

 

[…]

 

Mi risveglio nel letto della mia nuova casa appena comprata, Henry è da Regina per tutto il weekend ad aiutarla con la storia dell’Autore. Fisso il soffitto in attesa di una visione divina o qualcosa di simile, ultimamente sono frastornata da mille dubbi e ansie e chi potrebbe darmi torto dopo quello che ho scoperto? Sì, sono incinta. Non lo sa nessuno, neanche Killian semplicemente perché non so come affrontare l’argomento con lui o con cinque altro. Mi sono resa conto che qualcosa non andava circa una settimana fa, mi sentivo sempre stanca e mi ero accorta che avevo un ritardo, all’inizio non c’ho dato peso, era impossibile che fossi realmente incinta. Ho fatto un test per caso ed è risultato positivo, ne ho fatti poi altri due e hanno dato lo stesso risultato. Prendevo la pillola da sempre e davvero non capivo come fosse potuto accadere finché non sono andata da Whale, quest’ultimo mi ha detto che per via dei miei poteri il mio corpo era cambiato e che probabilmente era quella la causa, o che semplicemente il contraccettivo non aveva fatto effetto.

Controvoglia mi alzo dal letto mi preparo la colazione, adesso devo mangiare per due e anche se non ne ho voglia mando giù quattro biscotti al cioccolato e un bicchiere di latte. Non ho intenzione di abortire, è pur sempre mio figlio, ho solo paura della reazione di Killian. Devo incontrarlo al parco tra circa dieci minuti, mi sono decisa a dirgli la verità, almeno lui la merita. Mi vesto relativamente leggera, è una bella giornata di sole e non fa nemmeno molto freddo. Mi infilo il giubbotto di pelle ed esco richiudendo la porta di casa mia.

Vedo Killian seduto su una delle altalene, sembra così sereno quasi fosse un ragazzino, sto per sconvolgerlo con una notizia che non so se sarà piacevole. Mi avvicino cautamente e lo saluto, lui si alza e mi stringe forte a sé.

«Sei pallida, Emma.» mi fa notare.

«Non è niente, non preoccuparti.» mento.

Ci sediamo sulle altalene ed io mi dondolo nervosamente «Che cos’hai?» mi domanda.

«Killian, è successo un casino.» rispondo sospirando.

Lui mi guarda preoccupato «Parlane con me.» mi dice prendendomi la mano.

All’improvviso scoppio in un pianto isterico senza motivo, Killian mi abbraccia e si mette in ginocchio davanti a me mentre io cerco di riprendere il controllo. Mi accarezza una guancia asciugandomi le lacrime e finalmente riesco a smettere di singhiozzare.

«Cos’è successo, Emma?»

«Sono… Io…» balbetto non riuscendo a trovare le parole.

«Sai che puoi dirmi qualunque cosa.» mi incoraggia.

«Sono incinta, Killian.» dico tutto d’un fiato.

Lui spalanca la bocca incredulo, ecco perfetto, ora scapperà via senza votarsi indietro. Per fortuna non lo fa, ma non dice nulla. «Dì qualcosa, ti prego.»

«Sto elaborando la cosa… Sono un po’ sconvolto…» 

«Lo sono anch’io.» ribatto sentendo le lacrime scorrermi nuovamente sulle guance.

«Ehi, non piangere.» mi prende il volto  tra le mani «Sono qui, Emma. Lo affronteremo insieme.»

«Davvero?» chiedo incerta.

«Certo, pensavi che sarei scappato?»

«No, ma… Sai la mia prima gravidanza non è stata proprio un periodo felice.»

«Lo so, però io non ti lascerò, questo te lo posso giurare. Sei la mia donna e quello lì» indica la mia pancia «è il mio bambino.»

Inevitabilmente sorrido dopo la sua frase e lo bacio dolcemente. Lui mi fa alzare dall’altalena e mi prende in braccio come una sposa. «Cosa stai facendo?» domando ridendo.

«Porto a casa la mia principessa preferita.» risponde con un velo di ironia.

Mi porta in braccio fino fuori dal parco poi lo prego di lasciarmi continuare con le mie gambe. Lo faccio entrare in casa e ci stendiamo sul divano, lui mi abbraccia e inizia a giocherellare con i miei capelli mentre io faccio partire un film sui pirati.

«Io però sono più sexy di quel Jack Sparrow.» commenta Hook.

«Ehi, non offendere Johnny Depp!» lo ammonisco.

«Ma non si chiama Jack?» mi domanda confuso.

«E’ solo il personaggio che interpreta nel film.» rispondo ridacchiando.

Killian annuisce e si perde a guardare la televisione, ho trovato un buon modo per tenerlo tranquillo se non altro. Quasi un’ora dopo sento la chiave nella serratura girare, per un momento mi chiedo chi mai possa essere poi ci arrivo e so per certo che è Henry, è l’unico ad avere le chiavi di casa.

«Ciao ragazzino, com’è andata da Regina?» gli chiedo mentre ci raggiunge.

«Ciao mamma! Killian! Tutto bene, oh state guardando “I pirati dei Caraibi” forte!» dice mio figlio sedendosi con noi.

Lancio uno sguardo a Killian che capisce all’istante la mia preoccupazione e mi invita a parlare con Henry. «Ehi, c’è una cosa di cui dovrei parlarti… Ti va?»

«Certo!» risponde entusiasta.

Prendo un respiro profondo «Circa una settimana fa ho scoperto una cosa e mi sembrava giusto parlarne con te…»

«Avrò un fratellino vero?» 

Spalanco gli occhi senza parole dalla domanda di mio figlio, come l’aveva capito? «Come lo sai?»

«Beh, eri strana ultimamente e così ho frugato un po’ tra le tue cose per capire cosa avessi, ho visto quel bastonino e su internet ho letto a cosa serve…» dice in tono di scuse.

«Henry! Non avresti dovuto sbirciare tra le mie cose.»

«Lo so, mi dispiace mamma. Comunque sono contento, davvero! E spero sia una femmina!» mi sorride.

Lo abbraccio forte, poco dopo lui si alza e stringe la mano a Killian «Sono felice che sia tu il papà del mio futuro fratello o sorella, non penso avrei accettato nessun altro.» confessa.

«Lo apprezzo, Henry.» dice il mio uomo scompigliandogli i capelli.

Mi si scalda il cuore davanti quella scena, due delle persone più importanti della mia vita che vanno così d’accordo mi sembra quasi surreale. Continuiamo a guardare il film in tutta tranquillità, ormai devo solo dirlo ai miei genitori e David non la prenderà molto bene a mio parere…





Angolo autrice
Eccomi qui con il capitolo di marzo, sono stata abbastanza veloce no?
Se non lo avevate capito la prima parte è un flashback del mese di febbraio... Dopo il ballo sono successe delle cose che non si potevano non spiegare eheheh ;) Per l'idea devo ringraziare Kerri che mi ha dato uno spunto per questo capitolo facendolo, appunto, partire dal ballo in maschera.
Beh, la nostra Emma ha scoperto di aspettare un bimbo ** e lo dice solo a Killian e a Henry anche il ragazzo ha già intuito tutto! Go, Henry :')
Nella parte dove guardano il film ho riso io stessa mentre scrivevo ahahahah povero Hook!

Come sempre spero vi sia piaciuto! Fatemelo sapere con una recensione se vi va! :D
Un bacio a tutti!
Anna

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Capitolo 4
*** April ***


April

 

Sono circa tre settimane che cerco di nascondere a tutti il mio stato, ho fatto promettere ad Henry e Killian di non dirlo a nessuno perché vorrei che lo sapessero da me. Mio figlio mi sta pregando in tutti i modi di sbrigarmi a dirlo ai miei genitori perché vuole cominciare un giro di scommesse sul sesso del nascituro, quando me l’ha detto sono rimasta a bocca aperta per due minuti, il ragazzo è sicuramente più organizzato di me sulla questione “bambini”. Sorseggio il mio cappuccino seduta sulla scrivania della centrale di polizia, papà ed io stiamo compilando alcune scartoffie tanto per tenerci impegnati, ultimamente non c’è molto da fare qui a Storybrooke il massimo sono state delle multe per eccesso di velocità, nulla di eclatante. Sono a metà della mia bevanda quando un forte senso di nausea mi invade, spero vivamente di non dover vomitare… Invece mi tocca correre in bagno e il mio buon cappuccino finisce nel water. Mi risciacquo la bocca e sento mio padre entrare piano.

«Emma, tutto bene?»

«Sì, sì tutto apposto. Devo aver fatto indigestione ieri sera.» mento.

«Forse è meglio se vai a casa… Tanto qui non c’è molto da fare.»

«Credo che seguirò il tuo consiglio.» lo bacio sulla guancia ed esco.

Spero vivamente non abbia intuito nulla, non ho ancora trovato le parole adatte per confessare tutto e se lo dicessi col tono sbagliato ho paura che David possa prendere a calci Killian seriamente. Da un lato mi piace questo suo lato da papà iperprotettivo perché è come l’ho sempre sognato, dall’altro ogni tanto è davvero irritante neanche avessi sedici anni. Rientro a casa ancora con il senso di nausea in corpo, “ma non dovevano essere nausee mattutine? Insomma è pieno pomeriggio e solo il pensiero del cibo mi fa rivoltare lo stomaco!” penso infastidita. Apro l’armadio della mia camera e mi infilo il pigiama, è azzurro con le papere gialle disegnate sia sulla maglia che sui pantaloni, è tutto tranne che sexy ma per dormire o stare sul divano è la perfezione più assoluta. Mi stendo a letto e mi addormento qualche minuto dopo.

Vengo svegliata da una porta che sbatte, forse Henry è tornato a casa pensando che io sia al lavoro. Mi alzo malvolentieri e scendo piano le scale, la porta è spalancata ma non c’è traccia di mio figlio, i conti non tornano, c’è qualcuno in casa ma non ho idea di chi sia. Arrivo in salotto e qualcuno mi tocca la spalla da dietro, istintivamente mi giro e lo scolpisco con uno schiaffo.

«Swan! Ma sei matta?!» sbraita Regina tenendosi la mano sulla guancia.

«Regina! Mi hai fatto prendere un colpo! Lo sai che esistono i cellulari? O perlomeno i campanelli?»

«E’ un’ora che provo a chiamarti visto che non rispondevi sono venuta qui e ho suonato cinque volte! Sapevo che eri in casa così ho spalancato la porta, santo cielo che ti sei presa? Un sonnifero per ippopotami?» 

«Ho il sonno pesante…» le dico inventando la prima cosa che mi viene in mente.

«Sì, come no! Ah, bel pigiama!» mi risponde trattenendosi dal ridere.

«Lascia perdere il mio abbigliamento e dimmi perché sei venuta.» 

«Abbiamo scoperto come far uscire l’Autore dalla pagina del libro, ma serve la chiave e nessuno sa dove sia, se vuoi partecipare alle ricerche cominceranno domani mattina.» conclude Regina.

«Certo, ci sarò.» confermo.

«Si può sapere che hai? Sei distratta e anche Henry è sempre vago sul tuo conto.»

«Non ho niente, sono solo stanca.»

«D’accordo, come vuoi. Ci vediamo domattina.»

Io annuisco e la lascio andare sapendo che l’ho scampata per un pelo, sicuramente qualcosa avrà capito, Regina è tutto tranne che stupida ma se non altro rispetta la mia privacy e questo lo apprezzo.

 

[…]

 

«Tu cosa?!» mi urla Killian mentre cerco di mangiare qualcosa.

«Rilassati, andrò solo a fare delle ricerche mica vado a scalare una montagna!» mi difendo.

«Tu te ne starai a letto a costo di doverti legare, e fidati che ci so fare con i nodi.» mi risponde arrabbiato.

«Killian, non sono una bambina, so badare a me stessa.»

«Non lo metto in dubbio, ma, Emma, aspetti un bambino non credi che dovresti riposare?» mi dice con tono più pacato.

«Facciamo così, se mi sentirò stanca tornerò subito a casa, okay?» propongo.

«Giuramelo.»

«Te lo giuro.»

Lui si avvicina piano e mi bacia dolcemente, da quando gli ho detto di essere incinta vuole sempre controllarmi e tenermi al sicuro, lo apprezzo, davvero, ma non posso vivere altri sette mesi rinchiusa in casa. E poi, diciamocelo, odio che mi si dica cosa fare, dove andare o con chi stare. Fin da piccolissima ho imparato a gestirmi da sola e di certo adesso che sono adulta non mi lascerò comandare a bacchetta da qualcuno.

«Emma?» mi chiama Killian risvegliandomi dai miei pensieri.

«Sì, dimmi.»

«Non hai toccato cibo… Stai male?» mi domanda preoccupato.

«No, ho solo la nausea da stamattina. Ma berrei volentieri una cioccolata calda.» gli rispondo sorridendo.

«Te la preparo, Henry mi ha insegnato a farla perché sa che ti piace molto, sono diventato meglio di Granny, vedrai!»

Vado a stendermi sul divano lasciando che il mio bellissimo pirata mi prepari la cioccolata, ancora non so cosa ne verrà fuori spero solo non mi demolisca la cucina. Poco dopo lo vedo comparire sulla soglia del salotto con due tazze fumanti, me ne porge una e l’altra la tiene per sé. La assaggio facendo attenzione a non scottarmi e devo ammettere che è proprio ottima.

«E’ buonissima! Complimenti, chef.» 

«Te l’avevo detto che ci so fare!» si vanta lui.

«Ti meriti un bacio allora.» replico ammiccante.

Killian risponde al mio sguardo e posa le sue labbra sulle mie, io appoggio la mia tazza sul tavolino vicino al divano e lui fa lo stesso. Riprende a baciarmi con passione ed improvvisamente il malessere svanisce, è come se Killian avesse un potere in grado di calmarmi e farmi sentire meglio, sembra quasi magico. Lo lascio venire sopra di me e piano gli slaccio la camicia nera che indossa, non mi stancherò mai di ammirarlo è un uomo perfetto ai miei occhi e il più delle volte vedo lo stesso sguardo nei suoi occhi quando mi guarda. Mi sfila completamente il pigiama gettandolo a terra ed io faccio lo stesso con i suoi pantaloni.

«Non dovremmo andare di sopra?» mi chiede col respiro affannoso.

«Il divano non l’abbiamo ancora testato…» dico innocentemente.

«Non è un comportamento da principessa questo.» mi fa notare.

«Non lo sono mai stata. E non è da pirata tirarsi indietro.»

Alla mia affermazione mi osserva divertito e per mia gioia non si tira indietro, fortunatamente Henry è dai miei genitori stasera o non so come mi giustificherei se ci dovesse trovare uno sopra l’altra sul divano. Ogni volta che facciamo l’amore è come la prima per me, è meraviglioso e difficilmente cambierò idea.

«E’ stato…» inizio.

«…Wow.» finisce lui.

Scoppiamo a ridere entrambi e ci rivestiamo per poi andare di sopra, Killian mi mette a letto e mi avvolge nelle coperte, poi fa per andarsene ma lo blocco. Non voglio proprio che se ne vada.

«Ehi, perché non… Rimani?» 

«Davvero?»

«Sì, insomma… Tanto vale abituarsi… Quando arriverà il bambino dovremmo comunque stare insieme no?»

«Quindi lo vedi come un obbligo?» mi chiede aggrottando la fronte.

«No! Dio, no!» gli rispondo saltando fuori dal letto.

«Scherzavo, Emma!» mi dice ridendo.

Gli tiro un cuscino mettendo il broncio, lui mi attira a sé e si infila sotto le coperte. Mi accoccolo tra le sue braccia e lascio che mi abbracci finché non mi addormento, avrei dovuto chiedergli prima di restare, mi piace un sacco questa sensazione.

La sveglia suona alle 7.00 in punto, con un colpo la spengo e mi rannicchio di nuovo tra le braccia di Killian. Non mi va proprio di alzarmi anche se devo farlo purtroppo, mi sollevo piano dal letto e sono costretta a correre in bagno in fretta o vomiterò sul tappeto della mia stanza. Odio profondamente tutto questo, con Henry non ero stata così male, prego che passi in fretta. Sento Killian varcare la soglia del bagno, delicatamente mi sposta i capelli dal viso in modo da non sporcarli.

«Grazie.»

«Sicura di star bene?»

«Sì, è una cosa normale in gravidanza…»

«Tu oggi te ne starai a letto, non voglio sentire obiezioni.» 

«Killian, ho promesso che ci sarei stata.»

«Non m’importa! Non voglio che tu corra alcun pericolo e nemmeno il bambino!»

Faccio un respiro profondo «Ti prometto che andrà tutto bene.» poi lo abbraccio per tranquillizzarlo.

Annuisce poco convinto ed entrambi ci cambiamo per poi uscire di casa e incontrare gli altri da Granny. Arriviamo puntuali e ci dirigiamo tutti alla villa appena fuori città, abbiamo deciso di cominciare da lì visto che sembra il luogo più adatto. Ci dividiamo in due gruppi: Regina, mia madre e Henry e mio padre, Killian ed io, “perfetto proprio, non poteva andarmi meglio.” penso mentalmente. Perlustriamo stanza per stanza in silenzio e il che non è un buon segno, io non so che dire e comincio ad agitarmi. Provo a tranquillizzarmi quando sento di nuovo il senso di nausea invadermi il corpo, mi appoggio contro il muro e prendo un respiro, Killian se ne accorge e mi viene incontro preoccupato.

«Emma, stai bene?» mi domanda apprensivo.

«Sì…»

Tento di muovermi ma inizio a vedere sfocato, cerco un appiglio sul muro invano e sento le braccia di Killian afferrarmi poi avverto il buio avvolgermi. Mi sveglio con la testa poggiata sulle gambe di mio padre mentre tutti gli altri sono inginocchiati intorno a me.

«Emma, tesoro, come ti senti?» mi chiede mia madre.

«Sto bene.» taglio corto.

«No, Emma, non stai bene.» interviene Killian.

«Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?» domanda mio padre.

Mi tiro su e lo guardo negli occhi sperando non dia di matto «Sono incinta. Ti prego non uccidere nessuno.» mi affretto a dire.

«Oh mio dio!» esclama eccitata mia mamma.

David lancia un’occhiata omicida a Killian e rivolge a me un sorriso poi mi abbraccia «Sono contento per te, ma ricordati che sei sempre la mia bambina.»

Annuisco alzando gli occhi al cielo, non cambierà mai questo è certo. Vedo anche Regina sorridere, sembra felice per me e per Henry che avrà un fratello o una sorella.

«Non è una qualche specie di scherzo, no?» domanda Regina.

«No, non lo è.» le rispondo con un sorriso.




Angolo autrice
Ciao! Ce l'ho fatta! Finalmente sono in pari!
Questo capitolo è forse il più lungo che ho scritto e come sempre spero vi sia piaciuto! 
Ho adorato scrivere di Killian super protettivo nei confronti di Emma ** Ora tutti sanno del bimbo e non ci sono stati omicidi fortunatamente ahahahah

Ci vediamo a maggio! Un bacio,
Anna

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Capitolo 5
*** May ***


May

 

Finalmente a Storybrooke si respira aria primaverile, è stato un inverno molto lungo e freddo rispetto agli altri e di sicuro per questo dobbiamo ringraziare l’arrivo di Elsa, nonostante se ne fosse andata ormai da un pezzo non si era portata con sé il gelo. Dalla finestra di casa mia riesco ad avere una bella visuale sul parco, gli alberi stanno fiorendo così come le margherite selvatiche sul prato, è una giornata splendida e tutto ciò mi mette stranamente di buon umore. E’ il primo giorno che indosso una maglietta a maniche corte e devo dire che sono decisamente contenta di non andare più in giro vestita come un palombaro. Mi guardo nel grande specchio del mio bagno mentre mi sistemo i capelli, la pancia comincia a notarsi e non so come sentirmi a riguardo, da un lato non m’importa dall’altro ho sempre paura di essere giudicata, forse mi trascino ancora dietro i ricordi della mia precedente gravidanza che di sicuro non ho vissuto bene. Cerco di scacciare via quei pensieri quando sento il trillo del campanello, sarà sicuramente Killian che è passato a prendermi. Vado di sotto ancora in mutande e gli apro la porta pronta ad abbracciarlo.

«Emma, perché sei mezza nuda?» mi domanda mia madre con un sorrisetto compiaciuto.

Mi nascondo subito dietro la porta viola dall’imbarazzo «Mamma! Che ci fai qui?!»

«Ti ho portato una cosa, mi faresti entrare?»

La invito dentro e lascio che sia lei a chiudere, sfreccio in camera mia a mettermi un paio di pantaloni cercando di essere più presentabile. Penso che questa sia una delle figure di merda più grandi che io abbia mai fatto, accidenti a me! Tento di ricompormi e scendo con calma, Mary Margaret è seduta sul tavolo in cucina così la raggiungo sperando di evitare domande compromettenti.

«Oh eccoti! Tranquilla, eviterò di chiederti il motivo per cui eri in mutante.» afferma lei divertita.

«Ti ringrazio.» taglio corto.

«Beh, ti ho portato una cosa.» dalla borsa tira fuori una scatola in legno, sembra piuttosto antica. Aprendola compare un piccolo ciondolo con un fiore azzurro, sembra fatto di cristallo o qualcosa di simile «Questo viene tramandato nella mia famiglia da generazioni, quand’ero piccola mia madre lo diede a me dicendomi che avrei dovuto tramandarlo a mia figlia o figlio nel momento in cui avrebbe scoperto di aspettare un bambino, ovviamente lei è morta prima e me l’ha dato nonostante fossi una bambina ed io lo do a te ora perché purtroppo non ho potuto farlo quando aspettavi Henry. Puoi indossarla o semplicemente tenerla in casa, si dice che porti fortuna al nascituro.» mi spiega.

Rimango un attimo senza parole «E’ bellissimo, mamma. Grazie, grazie davvero.» l’abbraccio forte.

«Di nulla, tesoro. Ah, dimenticavo di dirti, una fata gli ha fatto un’incantesimo ancora tantissimi anni fa, dovrebbe cambiare colore a seconda del sesso del bambino. Come vedi ora è azzurro perché tuo fratello Neal è un maschietto, quando sarà il momento lo dirà anche a te.»

«Sul serio?» chiedo stupida osservando il fiore sulla collana.

«In teoria…» mi risponde con aria dubbiosa.

«Se non dovesse funzionare useremo il solito metodo, ovvero un’ecografia.» dico ridendo.

«Giusto. Okay, ti lascio, ho delle faccende da sbrigare a casa!» 

La accompagno alla porta e uscendo la saluto, sto per richiudere quando un uncino mi blocca, “chi sarà mai?” penso sorridendo. Killian si apre la porta da solo trovandomi lì pronta ad aspettarlo. Mi bacia sulla guancia per poi passare alle labbra, quanto amo i suoi baci!

«Buongiorno, amore!» mi dice guardandomi con quei due occhi azzurri che mi lasciano senza fiato ogni volta.

«Buongiorno anche a te! Allora dove mi porti?» domando impaziente.

«E’ una sorpresa.» risponde entusiasta.

«Killian, no dai, sai che odio le sorprese!» mi lamento.

Mi tappa la bocca con un bacio ed io scoppio a ridere per il modo in cui ha imparato a mettermi a tacere. La sua mano si ferma sulla mia pancia, l’accarezza dolcemente e non posso non notare il suo sorriso ogni volta che pensa a questo bambino.

«Come stai?» chiede subito dopo.

«Molto meglio del mese scorso.» ammetto ripensando a tutte le volte che ero costretta a correre in bagno per colpa delle nausee.

«Non sappiamo ancora se è un maschio o una femmina?»

«No, Killian, dovrai aspettare ancora un mesetto.»

«Va bene!» esclama rassegnato. Dalla tasca dei pantaloni estrae un pezzo di stoffa nero, che cavolo vuole fare? «Ora ti metto questa e possiamo andare.»

«Una benda? Sei serio?»

«Serissimo, principessa.» mi prende in giro.

«Non osare chiamarmi così! Sarò anche incinta ma questo non mi impedirà di prenderti a calci, pirata.»

Killian si mette a ridere di gusto così da beccarsi un pugno sulla spalla dalla sottoscritta. Alla fine accetto che mi metta la benda e lascio che mi scorti fino al misterioso luogo dell’appuntamento. Camminiamo già da svariati minuti e la mia mente sta tranquillamente vagando con la fantasia, cerco di captare qualche segnale ma non appena penso a qualcosa Killian mi smonta dicendo che non è quello. All’improvviso si ferma e un secondo dopo mi ritrovo tra le sue braccia, mi ha letteralmente tirata su e presa su.

«Cosa stai facendo?» chiedo sentendo il rumore dell’acqua sotto di me.

Mi lascia andare delicatamente e sono di nuovo in piedi, mi scioglie la benda e vengo abbagliata dalla luce del sole, ci metto un po’ a capire che mi ha portata nella sua nave, siamo sulla Jolly Roger. Resto a bocca aperta dalla maestosità di questo vascello, certo, ci sono già stata ma ogni volta è una sorpresa trovarmi qui. Killian torna indietro verso il molo e inizia a snodare varie funi, ora ho capito cosa vuole fare: mi sta portando a fare un giro con la sua barca!

«Siamo pronti a partire, vieni.» mi porge la mano.

Io l’afferro senza farmelo ripetere e poco dopo stiamo lasciando il porto di Storybrooke. Mi lascia il timone quando siamo in mare aperto così da non rischiare che gli distrugga la nave addosso a qualche scoglio. Mi piace la sensazione del vento tra i capelli e del mare tutto intorno a noi, potrei essere una brava pirata volendo.

«Te la cavi, tesoro!» mi dice contento cingendomi i fianchi.

«Posso arruolarmi alla ciurma?»

«Assolutamente.» conferma «Ecco, fermati qui. Ora gettiamo le ancore, ho un’altra sopresina per te.»

«Killian, non dovevi, tutto questo è già troppo!»

Di nuovo mi chiude la bocca baciandomi, beh, forse devo lamentarmi più spesso se questa è la punizione, è decisamente gradita come cosa. Lo vedo correre di sotto e tornare con un cestino da pic nic in vimini che sicuramente avrà raccattato da mia madre e una coperta blu a scacchi.

«Henry mi ha detto che ti piace mangiare all’aria aperta e lo so che dovremmo stendere la coperta sull’erba in un parco, ma così è più intimo non trovi?» mi chiede speranzoso.

«E’ perfetto, Killian.» gli sorriso.

Ci sediamo sulla coperta e divoriamo ogni sorta di panino, probabilmente ne mangio più io vista la fame che ho da quando ho scoperto di essere incinta, ogni scusa diventa buona per mettere qualcosa sotto i denti. Non appena finiamo il pranzo mi stendo sulle gambe del mio uomo lasciandolo giocherellare con i miei capelli. C’è una pace da far invidia a chiunque, vorrei restare qui per i prossimi dieci anni in compagnia del mio meraviglioso compagno.

«Grazie di aver organizzato una cosa così bella!»

«Non è niente di che, Emma.»

«Sarai un papà meraviglioso.»

«Tu dici?» mi domanda incerto.

Mi volto verso di lui e lo guardo negli occhi «Certo che sì.»

Questa volta sono io a prendere l’iniziativa e baciarlo con passione, come può una persona riuscire a farmi sentire così bene? Come riesce sempre a trovare le parole giuste? Come fa ad amarmi così tanto nonostante tutto? Credo che non smetterò mai di chiedermelo. Non ho mai amato nessuno come amo Killian, lui mi completa, è davvero il mio lieto fine. E questo bambino ci legherà ancora di più, ne sono certa.

«Emma?» mi chiama.

«Si?»

«Chi ti ha dato quel ciondolo?» mi chiede con una punta di gelosia sulla voce.

«Mia madre, Killian.» dico ridendo.

«Oh… E’ bello!» si difende.

«Lo so, dicono che cambi colore in base al sesso del piccolo.» spiego.

«Che significa bianco allora?»

Mi tolgo subito la collana e fisso il fiore, l’azzurro è scomparso ed è comparso un colore biancastro. «Non lo so, forse vorrà dire che ancora non si sa…»

«Secondo te sarà maschio o femmina?» mi domanda esaminando il ciondolo.

«Non ne ho idea…» confesso «Per te?»

«Una femmina, visto che hai già Henry probabilmente adesso avrai una bambina.»

«Non ne sono troppo convinta, lo sapremo tra qualche settimana.» alzai le spalle.

Passiamo quasi tutto il pomeriggio sulla Jolly Roger a chiacchierare e a sbaciucchiarci, ogni tanto ci vuole proprio una giornata di totale relax. Amo come Killian si prende cura di me, mi da una sicurezza e una fiducia nelle persone che non ho mai avuto in vita mia, è proprio l’uomo perfetto per me.





Angolo autrice
Eccomi qui, siamo già a maggio! Si avvicina l'estate e non vedo l'ora!
In questo capitolo vediamo nella prima parte Emma e sua mamma e la seconda è dedicata ai miei due tesori ^^ Killian è un amore con Emma e spero di vedere presto altre scene con loro due insieme in OUAT, ultimamente ce ne son state poche!
Spero vi sia piaciuto! Lasciatemi una recensione se vi va, sarò felice di rispondere!

Ci vediamo a giugno!
Anna

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Capitolo 6
*** June ***


June

 

Siamo a metà giugno e finalmente posso dirlo: l’estate è arrivata anche qui a Storybrooke. Senza dubbio è la mia stagione preferita, amo il caldo perché si possono fare davvero un sacco di cose e quella che adoro di più è mangiare le ciliegie. Ne vado matta fin da bambina e ogni scusa è buona per farmene portare un cestino, penso pianterò anche un albero nel mio nuovo giardino sono sicura che anche Henry e Killian apprezzerebbero. Oggi è un giorno importante finalmente dopo più di quattro mesi d’attesa scopriremo il sesso del nostro bambino, ho prenotato un’ecografia in ospedale visto che il ciondolo che mi ha regalato mia madre è ancora completamente bianco. Killian non dorme da almeno due giorni si sta già facendo mille paranoie e il bambino o bambina nascerà tra circa sei mesi, mi fa ridere vederlo così anche se dovrei tranquillizzarlo non posso non trovare divertente scenate del genere. Avrebbe voluto comprare i vestitini già adesso per i primi tre anni, “così per sicurezza li avremmo già no?” aveva detto. Io non ho potuto trattenere una risata in quel momento e diciamo che l’ho distratto con altro. Ora lo sto aspettando in salotto sperando non ci metta ancora molto a prepararsi, a volte è peggio di una ragazza e sì che i vestiti di questo secolo sono molto più semplici da indossare. Finalmente lo sento scendere e con un bacio viene a salutarmi.

«Sei pronto grazie al cielo! Dovevi passarti la piastra ai capelli e metterti il fondotinta?» chiedo ridacchiando.

«Fare che?» mi guarda con aria confusa.

Giusto, a volte dimentico che lui non è arrivato con il primo sortilegio «Nulla, andiamo. Siamo già in ritardo.» dico trascinandolo fuori di casa.

Saliamo sul mio caro vecchio maggiolino giallo e ci dirigiamo verso l’ospedale, io sono tranquilla, non è di certo la prima volta che affronto tutto questo e avere Killian al mio fianco rende tutto molto più semplice, il che non si può dire di lui non l’ho mai visto così agitato in vita sua. Forse dovrei cercare di prenderlo un po’ più sul serio e tranquillizzarlo, ho già in mente come fare dopo essere usciti da qui. Ci accomodiamo in sala d’attesa finché non arriva un’infermiera a chiamarci, è arrivato il momento della verità. Mi stendo sul lettino mentre aspetto Whale mentre Killian mi stringe la mano in piedi accanto a me.

«Ehi, tutto bene?» domando.

«Sì, sono solo curioso di sapere.»

«Anche io!» rispondo sorridendo.

«Ma davvero con quella macchina si può vedere il bambino dentro la pancia?» 

«Sì certamente! Adesso vedrai.»

Nel frattempo il dottore ha fatto il suo ingresso invitandomi a sollevare la maglietta mentre lui prepara l’ecografo. Mi versa il solito gel freddo sulla pancia e inizia a fare tutti i controlli necessari.

«Beh, il bimbo sta benissimo, è in ottima salute. Volete sapere il sesso?» annuiamo all’uniscono e lasciamo che Whale controlli «Allora, vediamo un po’… Sembra proprio… Una bambina. Sì, è una femmina.» conferma.

«Davvero? Io ero convinta fosse un altro maschio!» affermo.

«No, è decisamente una bimba.» mi dice il dottore mostrandomi l’immagine.

«Wow, si vede veramente… È nostra figlia, Emma.»

«Sì, avremo una femmina.» rispondo stringendogli la mano.

Whale mi ripulisce dal gel e mi lascia rivestire facendoci nuovamente le congratulazioni, sembra che tutti in città siano rimasti contenti dalla notizia che avremo un bambino e tutto ciò mi rende molto felice. Killian è ancora incredulo dopo aver visto la bambina sullo schermo del computer, se non lo conoscessi direi che si è quasi commosso guardandola. Nel tragitto verso casa tento di spiegargli per l’ennesima volta che niente di tutto quello che ha fatto Whale fa male alla bambina e che era davvero lei quella che stavamo guardando sullo schermo.

«Ma quindi ne sei sicura? Io mi preoccupo solo per voi, sai che non sono abituato a queste diavolerie del XXI secolo.»

«Ti ripeto che stiamo benissimo, hai bisogno di rilassarti Killian.»

«Io sono rilassatissimo.» mi dice incrociando le braccia.

«Certo, ti credo.» rispondo ironicamente «Vieni con me in giardino, c’è una cosa che devo mostrarti.»

«Un regalo per il futuro papà migliore del mondo?» chiede vantandosi.

«Se vuoi vederla così, sì.» replico nascondendo un sorriso malizioso «Ecco, fermo qui, prendo una cosa e arrivo.»

«Swan, non è che stai tramando qualcosa?» domanda intuendo qualcosa, mi conosce troppo bene.

«Ma no, cosa vai a pensare.» mento sperando ci caschi.

Lui non dice niente e resta fermo come gli avevo chiesto, qualcosa si aspetta ne sono certa ma non penso abbia previsto cosa voglio fare. Con nonchalance avvito il tubo di gomma alla fontanella che abbiamo in giardino e apro il rubinetto dell’acqua stando attenta a non farmi vedere. Di solito la usiamo per riempire la piscina gonfiabile di Henry o per bagnare il prato, però stavolta la utilizzerò per scopi ben diversi. Alla velocità della luce mi giro verso Killian aprendo il rubinetto al massimo così da riuscire a bagnarlo completamente. Lui non si accorge di niente finché non si ritrova completamente piombo. Mi fissa con un’aria indecifrabile, non se l’aspettava proprio, poi fortunatamente scoppia a ridere.

«Sai che adesso mi vendicherò vero?» mi dice avvicinandosi pericolosamente a me.

«Te lo concedo.» rispondo alzando le braccia per poi bagnarlo ancora di più.

«Sei perfida, Swan! Ora dammi questo aggeggio che sputa acqua, ti faccio vedere io!»

In pochi istanti mi toglie dalle mani il tubo dell’acqua e prima di farmi una doccia gelata mi rivolge il suo sorrisetto ammiccante. Poi mi bagna dalla testa ai piedi senza tralasciare niente, l’acqua è gelida ma vista la temperatura fuori è sopportabile. I miei capelli si appiccicano nel viso e anche la maglietta alla mia pancia. Killian l’accarezza per poi spostarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Ci guardiamo intensamente per qualche secondo finché non premo le mie labbra sulle sue non resistendo più al suo fare seducente. Intreccio la mia lingua con la sua portando la mia mano tra i suoi capelli freschi e umidi, lui d’altro canto mi stringe di più a sé stando sempre attento a non schiacciarmi troppo.

«Grazie.» mi dice ancora attaccato al mio viso.

«Per averti inzuppato?» chiedo allacciando le braccia al suo collo.

«Sì, anche. Avevo bisogno di rilassarmi effettivamente…»

«L’avevo intuito, ecco perché l’ho fatto. Non devi aver paura sai che con me puoi parlare di tutto, se c’è qualcosa che ti preoccupa dimmelo.»

«Lo farò, promesso.» mi bacia la fronte dolcemente e mi accompagna in casa «Io invece ho una vera sorpresa per te.»

«Davvero? Dai dimmi cos’è!» 

«Prima togliamoci questi vestiti bagnati.»

«Ah, ho capito dove vuoi arrivare!» affermo.

«Non è quello che pensi anche se non mi dispiacerebbe.»

Lasciamo i vestiti sul pavimento e corriamo su in bagno ad asciugarci, ci infiliamo entrambi l’accappatoio prima di ritornare di sotto. Sono proprio curiosa di sapere cos’ha da mostrarmi, mi obbliga a sedermi in cucina e a chiudere gli occhi. Temo sia uno dei suoi giochetti ma resto comunque lì.

«Ora puoi aprire gli occhi.»

«Oh dio! Io ti amo Killian Jones, tu sì che sai come conquistare una donna incinta!» esclamo entusiasta notando il cestino pieno di ciliegie davanti a me.

«Ti conosco bene ormai, dovresti saperlo!»

«Credo che potrei chiamare nostra figlia Ciliegia.» dico guastandomi i frutti.

«Non se ne parla!» 

«Però, seriamente, un nome dovremmo sceglierlo…»

«Lo so… Però abbiamo ancora tempo, giusto?»

«Sì, più o meno sei mesi.»

«Pensi che ce la faremo a decidere?»

«Conoscendo sia me che te ne dubito.» dico ridendo.

«Ti posso fare una domanda su… Insomma su queste cose…» 

«Quali cose?» chiedo alzando un sopracciglio.

«Cose sui bambini.»

«Certo, dimmi.»

«Fa male partorire?»

Rimango un po’ spiazzata dalla domanda, chissà perché me lo domanda ora «Beh, non è piacevole… Sì, fa male. Ma perché me lo chiedi?»

«Perché non mi piace vederti star male…» confessa.

«Killian.» gli prendo la mano «È l’unico modo per far venire al mondo i bambini, penso tu lo sappia…»

«Certo che lo so, ma… Vorrei poterti aiutare, insomma stai facendo tutto tu, vorrei rendermi utile! Quella è anche mia figlia.»

«Credimi il solo fatto che tu mi stia accanto mi basta. Forse mentre soffrirò per il travaglio potrei insultarti ma non prendere sul serio quello che dirò.» gli dico con tono divertito.

«Cercherò di fare del mio meglio.» mi risponde dandomi un leggero bacio sulle labbra «Che ne dici se proseguiamo la nostra doccia magari in un luogo un po’ più appartato come il bagno?» mi chiede ammiccante.

«Mi faccia strada capitano.»

«Agli ordini principessa.»

Andiamo di sopra per mano, lasciamo gli accappatoi sul pavimento ed insieme entriamo nella doccia aprendo il getto d’acqua fresca. Mi rilasso sentendo l’acqua scorrermi sulla pelle, Killian mi appoggia dolcemente contro la parete baciandomi prima il collo e poi le labbra. Ogni tanto mi sembra strano che mi trovi ancora attraente nonostante il mio fisico sia decisamente cambiato in questi ultimi mesi, io il più delle volte mi sento a disagio ma cerco di non darlo a vedere perché sono tutti film mentali miei.

«Emma, tutto bene?» mi chiede, ecco, se n’è accorto.

«Sì, tutto apposto.»

«Sicura? C’è qualcosa che non va con la bambina?» insiste staccandosi leggermente da me.

Io lo abbraccio attirandolo nuovamente verso di me «Sto bene, solo a volte mi sembra strano che tu mi trovi attraente come prima…»

«Scherzi vero? Emma, non pensare mai più una cosa del genere! Sei stupenda, lo sei sempre stata e lo sarai sempre. Porti in grembo mia figlia credi che non ti voglia più per questo?»

Senza dire nulla lo bacio con passione lasciando che capisca da solo la mia risposta alla sua domanda. Ho sbagliato a pensare quelle cose, anche se credo sia normale per una nel mio stato. Lascio che mi coccoli come si deve e anch’io faccio lo stesso con lui. Ci lasciamo trasportare dalla passione in questa doccia lasciando scivolare via tutti i dubbi e le indecisioni. Non potrei essere più entusiasta di avere Killian al mio fianco.




Angolo autrice
Eccomi qui anch'io col capitolo di giugno!
Mi sono staccata dalla serie tv perchè siccome sono ancora depressa per il finale di stagione non mi andava prorpio di scrivere qualcosa di triste.
Finalmente possiamo dirlo: It's a giiiirl *-* La maggior parte di voi l'aveva già intuito o comunque lo desiderava ed eccovi accontentati ahah!
Killian nonostante sia contentissimo è preoccupato e non sa molto bene come affrontare la cosa così Emma gli prepara un bello scherzo per farlo divertire un po'. Avevo già in mente di scrivere una cosa del genere perchè anche io e miei fratelli più di una volta ci siamo rincorsi per il giardino con la pompa dell'acqua xD
Emma invece riceve una vera e propria sorpresa: un bel cesto di ciligie ahahah! E per concludere la giornata cosa può esserci di meglio di una vera e propria doccia insieme? :')

Spero che anche questo vi sia piaciuto! Fatemi sapere ;)
Ci si vede a luglio!
Anna

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Capitolo 7
*** July ***


July

 

È quasi la metà di luglio e il tempo sembra scorrere fin troppo velocemente, ci avviciniamo sempre di più alla nascita della bambina e l’ansia si fa sentire giorno dopo giorno. Non ho idea di come si cresca un neonato, non l’ho mai fatto, sarò padre per la prima volta in vita mia ed è la cosa più spaventosa che ci sia. Nonostante tutto sono felice, felice di avere Emma accanto a me e della vita che stiamo vivendo, ho un ottimo rapporto anche con Henry che sembra avermi accettato definitivamente. Non abbiamo ancora scelto un nome per la piccola e credo che di questo passo ci vorranno ancora dei mesi, ciò che piace a me ad Emma non piace e viceversa, sarà il caso di lanciare una moneta e vedere che cosa viene fuori a questo punto. Fuori è una bellissima giornata di sole, fa un caldo infernale in questa città e devo ammettere che quell’aggeggio appeso al muro che sputa aria fredda non mi dispiace affatto. Forse potrei persino installarne uno sulla Jolly Roger, se non altro avrei una nave moderna. Sento Henry che mi chiama dall’altra stanza così con un rapido movimento mi alzo dal letto e lo raggiungo in camera sua.

«Che c’è, ragazzo?» domando fermandomi sulla porta.

«Secondo te è meglio questo azzurro con i teschi o questo arancione con gli squali?» mi chiede mostrandomi due paia di strani calzoncini.

«Quello con i teschi, fa più pirata.» rispondo facendogli l’occhiolino.

«Sì, ci avevo pensato anch’io. Grazie! Ah sì, mamma ti aspetta di sotto, cito testualmente ciò che ha detto “Dì a Killian di muovere il sedere giù da quel letto e venire a darmi una mano”.»

«D’accordo, è meglio che vada o mi ucciderà un giorno di questi.» 

Lascio Henry nella sua stanza e scendo le scale raggiungendo Emma in cucina, sta preparando un sacco di panini e li sta ficcando in una borsa colorata. Non è mai stata tipo da colori sgargianti eppure oggi mi sembra più colorata del solito, indossa una canotta gialla decisamente troppo trasparente e un paio di pantaloncini in jeans che a stento le coprono quel bel culetto che si ritrova. Anche se la pancia ora si nota molto di più è sempre sexy come prima ai miei occhi, se non di più. Mi avvicino piano e lei neanche se ne accorge da tanto indaffarata che è, l’abbraccio da dietro appoggiando piano la mano sul suo pancione.

«Alla buonora, Killian!» si lamenta.

«Ehi, che ho fatto adesso?»

«Non te lo ricordi che oggi dobbiamo andare tutti quanti in spiaggia?»

«Sì che me lo ricordo.» mento.

«Lasciatelo dire, Hook, menti da schifo. Come hai fatto a sopravvivere così tanto?» mi domanda trattenendo una risatina «Comunque il tuo costume da bagno è appoggiato sul divano, infilatelo e poi saremo pronti ad andare.»

“Costume” penso, ecco cosa stava indossando Henry, sarà l’abbigliamento da mare di questo secolo. Mah, non capisco perché non ci posso andare con la camicia e i pantaloni come faccio di solito. Alzo le spalle e afferro i calzoncini che mi ha comprato Emma, sono neri con sfumature grigie e bianche, “per fortuna non sono come quelli di Henry o non mi avrei messi” dico a me stesso. Esco dal bagno con indosso solo il costume sapendo che il ragazzo è ancora in camera sua e torno in cucina a vedere se Emma ha finito di riempire le borse.

«Allora, come sto?» chiedo con un sorrisetto malizioso facendole quei cadere la bottiglia dell’acqua dalle mani.

«Mh, carino.» finge lei.

Accorcio la distanza tra di noi e la bacio mettendoci tutta la passione possibile, Emma non esita a rispondere affondando le mani tra i miei capelli. Mi stacco da lei ottenendo un lamento in risposta.

«Quindi sono solo “carino”?»

«Siete molto sexy, capitano.» ammette poi mordendosi il labbro «Però indossa questa almeno fino alla spiaggia.» conclude porgendomi una maglietta bianca a maniche corte.

«Comunque, non per fare il guasta feste, ma quella canotta non è un po’ troppo trasparente?»

«Tanto la devo togliere, non importa.» risponde come se nulla fosse.

Sbatto le palpebre almeno una decina di volte e rimango a fissarla mentre lei chiama Henry «Scusa puoi ripetere?»

«Killian, al mare non ci si va vestiti.» afferma alzando le spalle «Su, andiamo.» e mi trascina fuori di casa prima che abbia il tempo di ribattere.

Arriviamo a destinazione pochi minuti dopo, la spiaggia fortunatamente non è troppo affollata nonostante la bella giornata estiva. Non mi piace particolarmente stare in mezzo a troppe persone. Henry corre da David, Mary Margaret e il piccolo Neal che sono comodamente stesi sotto un ombrello da pioggia decisamente grande. Anche io ed Emma li raggiungiamo e solo dopo noto che sono quasi tutti mezzi nudi, ma che moda è mai questa?

«Oh, Emma, Killian! Siete arrivati finalmente!» ci saluta sua madre. Mentre David si limita ad un cenno del capo, non credo si sia ancora abituato all’idea di me ed Emma insieme.

Anche Emma comincia a togliersi i vestiti e devo ammettere che la cosa non mi dispiace affatto solo che siamo in pubblico e non voglio vedano la mia donna praticamente nuda, è qualcosa che ora spetta solo a me. La trascino poco lontano giusto per non farmi sentire dai suoi genitori.

«Emma, non puoi andare in giro così, sei in mutande santo cielo.»

«Killian, è solo un bikini, ce l’hanno tutte. E poi tranquillo, con questa pancia chi vuoi che mi consideri.» mi dice ridacchiando.

«Tu forse non ci credi ma sei fin troppo bella così.» replico serio.

«Dai, non preoccuparti. Levati quella maglietta così andiamo a farci una nuotata!» propone.

Annuisco questa volta e lascio perdere il discorso tanto non saremo arrivati da nessuna parte. L’acqua è tiepida e piacevole al contatto con la pelle, ci immergiamo dopo aver contato fino a tre e risaliamo da sott’acqua completamente bagnati. Prendo Emma tra le braccia e la bacio di nuovo questa volta però più dolcemente. Poco dopo lei si stacca portandosi una mano sulla pancia con un’espressione indecifrabile.

«Oh dio!» esclama.

«Che succede? Stai male?» chiedo allarmato.

«No, no. Senti.» mi prende la mano e la porta poco sotto il suo ombelico ed è lì che sento un movimento, come un calcio.

«Cos’era?»

«La piccola, si muove!» mi dice con un grosso sorriso.

Istintivamente sorrido anche io e la stringo forte «Dio, quanto ti amo.»

«Non esagerare oggi con i complimenti, pirata! Potrei abituarmici.» commenta con un sorrisetto «Anche io ti amo comunque.»

Qualche minuto dopo anche gli altri ci raggiungono in mare compreso il piccolo Neal, che non è più tanto piccolo a dirla tutta ormai ha quasi un anno, cammina, dice qualche parola e non posso negare che sia particolarmente carino, somiglia un sacco ad Emma esteticamente, se non sapessimo che sono fratelli sicuramente lo scambierebbero per suo figlio. Se penso a quando la mia bambina diventerà così mi sciolgo, anche se non lo ammetterò mai davanti a nessuno, ho una reputazione da mantenere in fin dei conti. 

«Ehi, Killian! Ti va una gara di nuoto?» mi chiede Henry raggiungendoci.

«Ragazzino, non hai speranze. Questo lo sai vero?» gli dico avvertendolo.

«Staremo a vedere!» ribatte.

Henry va a mettersi in posizione mentre Emma mima un “tienilo d’occhio”, facciamo qualche bracciata e quando mi volto noto che è rimasto leggermente indietro. Tutto sommato per avere l’età che ha se la cava. Mi raggiunge poco dopo quasi senza fiato ed io non posso non sorridere dalla scena.

«Okay, hai vinto, mi devi un gelato.»

«Che? Sei tu quello che ha perso, tu dovresti offrirlo a me!»

«Eh no, è il vincitore a dover pagare per tutti.» poi si mette a urlare a squarciagola «Mamma, nonno, nonna! Killian offre il gelato!»

Alzo gli occhi al cielo acconsentendo alla richiesta, mezz’ora dopo siamo tutti quanti seduti al bar a gustarci un cono. Emma tiene in braccio il suo fratellino che ha la faccia completamente piena di gelato, Henry continua a ridere osservando Neal e il bambino ride a sua volta facendo finire metà del suo gelato sulle cosce di Emma. 

«Aspetta, Emma ti aiuto o questo piccoletto di sporcherà dalla testa ai piedi.» le dice sua madre sorridendo.

«Tieni.» le passa il bambino delicatamente «Vado a pulirmi un momento.» 

«Ti accompagno.» affermo senza pensare.

David mi lancia un’occhiataccia ed Emma trattiene nuovamente una risata. Sa bene che ho tutt’altro in mente. Ci chiudiamo a chiave nel bagno assicurandoci che non ci sia nessuno in giro.

«Lo sai che mio padre ti ucciderà?»

«Tesoro, sei incinta e non penso creda alla storia dei cavoli…»

«Penso farebbe finta di crederci piuttosto che immaginare me che vengo a letto con te.»

«Lo penso anche io.» le dico per poi baciarla.

Assaporo le sue labbra che sono un misto di salsedine e gelato alla vaniglia, un mix pressoché perfetto. Le mie mani scivolano sul suo fondoschiena mentre le sue esplorano la mia schiena nuda, avrei una gran voglia di essere a casa nostra in questo momento. Emma infila una mano sotto il costume facendomi sussultare, che ha intenzione di fare in questo posto? Non vorrà mica farlo in un bagno pubblico?

«Swan, non è il luogo…» dico in un sospiro.

«Stasera dovrete rimediare capitano.» risponde staccandosi da me e pulendosi dal gelato.

Quando torniamo fuori la spiaggia è deserta, ma quanto tempo è passato? All’improvviso il cielo è squarciato da un fulmine seguito da un tuono, la nostra giornata è sicuramente finita. Qualche secondo dopo nuvoloni neri appaiono sopra di noi e comincia a piovere a dirotto.

«Sarà meglio rientrare.» esclama Emma.

«Hai fatto venire nu temporale apposta per portami a letto?»

Lei si mette a ridere «Non sarebbe stata una cattiva idea.»




Angolo autrice
Sono tornata!
Eccovi qui il capitolo di luglio! L'ho appena finito di scrivere, perdonatemi eventuali errori ahah!
È tutto pov Killian, mi diverto troppo a scrivere di lui e le mode/tecnologie del nostro mondo, poveretto ancora non ci è abituato xD A Hook non andava prorpio a genio l'idea che Emma rimanesse in bikini lol
Si avvicina sempre di più la nascita della piccola CaptainSwan ** 

Beh, che dire? con questa storia ci si vede ad agosto! :)

Vi lascio le mie due CaptainSwan: Once in a lifetime You found me

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