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di MarioT
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rimaniamo amici ***
Capitolo 2: *** Luglio ***



Capitolo 1
*** Rimaniamo amici ***


Capitolo 1
Rimaniamo amici
 
“Scusami, non ti voglio offendere ma rimaniamo solo amici”. È questa la frase che in 17 quasi 18 anni di vita ho sentito più volte dirmi. Oramai non tengo neanche più il conto, l’ultima è stata pochi giorni fa nel fine settimana. Era una bellissima ragazza bionda, non molto alta ma simpaticissima e si chiamava Monica. La conobbi, il sabato sera verso Piazza del Gesù, sapete uno di quei posti ben frequentati dai ragazzi napoletani. Riuscì a farmi dare il suo numero di telefono ma non ebbi neanche bisogno di utlizzarlo perché verso fine serata mi fermò sul nascere dicendo:”non vorrei farti alimentare false speranze, ma per me è meglio rimanere solo e solamente amici”. Inutile dire che durante il tragitto che mi riportò a casa dissi tante di quelle imprecazioni che anche Zeus scese dal cielo e disse “Ehi ragazzo guarda che mi offendo!”. Ma dopo quest’estate le cose sembravano cambiate ma… aspettate!! Ho iniziato a parlare senza neanche presentarmi veramente! Io sono Mario, ho 17 anni e vivo a Napoli. Ho una caratteristica, non ho mai baciato una ragazza e non sono mai stato fidanzato con nessuna. Mi avvio all’inizio del mio quinto anno di superiori, frequento l’indirizzo linguistico del Pasquale Villari sezione C. Però prima di iniziare quello che seconde sarà l’anno più duro della mia esistenza mi godo le vacanze estive, le mie ultime vacanze estive da liceale. Quello che voglio fare dopo? Non ne ho idea! Ma di una cosa sono certo in questo momento di relax, vorrei almeno riuscire ad avere il primo bacio. Si, lo so! Sembro un maniaco a dire questa cosa… Comunque tornando a noi, l’estate era appena iniziata e volevo viverla al meglio con i miei amici. Ma ora vi starete chiedendo “si ma sta storia inizia?”… ottima domanda! Bhe posso rispondere subito alla vostra domanda. Tutto iniziò il giorno dopo quella serata di cui vi ho parlato prima. Come ogni mattina vado a trovare i miei amici di sempre, ve li presenti subito. Allora iniziamo con quella che posso definire la mia migliore amica/sorella si chiama Federica per gli amici Fede. Ci siamo conosciuti al primo giorno di scuola delle superiori dandomi una cartella dietro la schiena e da lì siamo diventati grandi amici , lei è un vero punto di riferimento per me e no, no! Non sono mai stato innamorato di lei in cinque anni che ci conosciamo, ma no perché non è bella anzi è bellissima davvero quasi una dea ma semplicemente se mi piacesse lei e come se mi piacesse mia sorella quindi impensabile. Un'altra cosa molto ma molto importante è che lei sta con un ragazzo, quel ragazzo è il mio migliore amico Riccardo! Con lui la storia è differente, ci conosciamo dalle elementari e siamo inseparabili tranne che nelle vacanze estive dove lui è costretto a seguire la sua famiglia in Calabria mentre io e Fede andiamo nello stesso luogo (Casalvelino, piccola cittadina in provincia di Salerno). Sinceramente non mi è chiaro come loro due si siano fidanzati ma sinceramente ne sono molto felice! Entrambi hanno una cosa in comune che li lega ed è l’estrema gelosia! Posso assicurarvi che ogni volta che esco con loro due più che da terzo incomodo agisco da pacificatore tra i due ma la gara di chi è più geloso tra i due la vince assolutamente Federica perché mi sono dimenticato di dire una cosa anzi due di Riccardo. Lui è assurdamente un bel ragazzo, alto, fisicato e molto atletico (a differenza mia che sono alto 165 cm e sono abbastanza robusto, alle medie venivamo chiamati l’articolo “Lo”) e soprattutto oltre a questo ha un altro dono quello della voce perché sa cantare molto bene cosa fa di lui un vero rubacuori. Questo fa letteralmente andare in bestia Fede, però Riccardo a dispetto di un aspetto che dovrebbe far pensare a un playboy lui sembra quasi odiare il suo fisico perché ha paura di perderla (si vede proprio che ha occhi solo per lei!). A chiudere il gruppo dei miei amici c’è Angela, è mia cugina ed è più piccola di me, infatti ha 15 anni anzi 16. Lei a differenza mia vive a Roma e ci sentiamo praticamente ogni giorno attraverso i messaggi. Lei è una ragazza che sembrava vivere nel suo mondo fatto di anime, manga e libri ma nel corso del tempo ha saputo uscirne senza staccarsi dalle sue passioni. Ci tengo molto a lei visto che a parte in estate non la vedevo per il resto dell’anno neanche a Pasqua o a Natale. Noi tre abbiamo un posto che definire sacro è dire poco, si tratta di un locale molto piccolo però molto accogliente di proprietà della famiglia di Riccardo nel quartiere del Vomero che abbiamo iniziato usare alle medie quindi solo io e lui potevamo entrarci ovviamente con l’arrivo di Federica le porte del locale si sono aperte anche per lei. Quindi dopo quella maledetta serata arrivo al locale, loro già sono lì e io sono ancora incazzato. Mi piombo sul divanetto e mi copro la faccia col cuscino. Riccardo come ogni volta che mi vede in questo stato si avvicina, prende una sedia e dice da vero amico:”Altro palo vero?”, rispondo con un dito medio e lui annuì quasi compiaciuto del suo avere per l’ennesima volta ragione. Invece Federica ha tutt’un altro approccio molto più dolce e gentile:”Deficiente! Smettila di provarci con tutte e levati sto cuscino dalla faccia che non fai pietà a nessuno!”. Era sempre così, era il loro di consolarmi, me lo levai:” Comunque vi ringrazio eh! Proprio consolatorio da parte vostra, va bhe come è andata la vostra uscita serale? Festeggiavate l’anno no?”. A sentire quella domanda i due si irrigidirono:” okay, che è successo?”, momento di silenzio… “quale incredibile avvenimento ha scosso la vostra uscita romantica? Qualche ragazza ha messo gli occhi su Riccardo?”, “No no tranquillo altrimenti sarei già sui telegiornali… il problema è che mio fratello ci ha visti.”. A differenza dei parenti di Riccardo, lei non aveva mai parlato della loro relazione alla sua famiglia. “Ahia, embhè, che è successo?”- “Nulla ed è questo che mi preoccupa! Se ne è andato via insieme ai suoi amici e a casa non ne abbiamo parlato.” rispose Fede. Mi alzai dal divano, camminai più volte avanti e indietro per la stanza pensando alla situazione che si era andata a creare e dissi “Bhe potresti parlarci no? Alla fine è tuo fratello, mica un estraneo.”, mi guardò un attimo e poi annuì con la testa abbastanza convinta della mia idea e Riccardo che fino ad ora era rimasto seduto vicino al divano spezzò quel momento di silenzio “Mario, non dimenticarti che dobbiamo provare io e te eh, domani abbiamo il concerto della scuola”. Tutti i pensieri per lei passarono di botto alle sue parole “Scusami belloccio ma quando è precisamente che avrei detto che ci saremmo esibiti? No perché probabilmente ero ubriaco!”- “Uffa! Ogni volta fai questo, sai che io non so suonare mezzo strumento musicale mentre tu… beh tu cazzo se sei bravo con la chitarra! Quindi non fare il timidone e accompagnami con la chitarra domani al concerto” disse lui. Ci pensai un attimo ma alla fine quel complimento mi lusingò e non poco quindi mi feci convincere abbastanza in fretta con Federica che ci guardò in cagnesco del tipo “esibitevi e vi ammazzo ma poi lo sapete che non lo farò mai perché a te ti amo e te ti voglio un bene dell’anima”. Quindi dopo un pomeriggio di prove tanto ci bastava per essere perfettamente sintonizzati e perfetti, ormai erano anni che io suonavo e lui cantava spesso e volentieri lo facevamo anche per strada e ovviamente le ragazze avevano occhi sul cantante mentre il chitarrista era solo una comparsa. Arrivò il giorno del concerto e noi tre ci avviammo in anticipo al Centro Direzionale per provare se l’audio di microfono e chitarra sul palco funzionassero a dovere, ad accoglierci c’era Domenico che era l’organizzatore dell’evento ma di una presunzione fuori dal comune. Lui aveva una band che a livello locale ha abbastanza successo ma gli è bastato questo per montarsi la testa comunque ci salutò e ci accompagno sul palco dove sistemammo tutte i dettagli pre-concerto. Scendemmo e mentre stavamo per metterci da parte pronti ad aspettare ci informò della posizione e delle numero di canzoni in scaletta a noi dedicate e fece un sorriso abbastanza squallido che lui forse credeva ammiccante verso Federica che gli rispose con uno sguardo davvero assassino che fece scappare via quel povero ragazzo. La gente iniziò ad arrivare e di pari passo anche la mia ansia, nonostante non avessi problemi a suonare in pubblico ogni volta ero in ansia e come da programma arrivava il messaggio della buona fortuna da mio padre che quando si tratta di me è sempre presente o del “Sali e fai il culo a tutti” di Angela con conseguente risposta quale “preferisco spaccare tutto!”. Il momento arrivò, Domenico ci presentò (non poteva certo mancare l’occasione di poter sia cantare che presentare) e salimmo sul palco con urlo da checche impazzite delle ragazze nelle platea per la presenza del bel Riccardo; ma alla fine c’ero abituato, io sono l’ombra mentre lui è la luce. L’esibizione stava andando da Dio, applausi e urla si susseguivano canzone dopo canzone ma accadde qualcosa di strano. Federica che si era messo vicino alle scale che davano l’accesso al palco venne come trascinata via da qualcuno e io ebbi un solo nome che mi urlò in testa… DOMENICO! Il problema è che se ne accorse la persona meno adatta ovvero il fidanzato, non mi degnò neanche di uno sguardo che corse via verso le scale scomparendo nella folla laterale. Rimasi io da solo, un povero ragazzo di aspetto fisico abbastanza discutibile che di canto sapeva fare solamente i cori si ritrovò da solo davanti a una folla composta da ragazze più o meno della mia età… il panico!! Rimasi bloccato per tipo dieci secondi che sembrarono ore prima di dire al microfono “Scusate ragazzi ma purtroppo il nostro Riccardo non si è sentito bene ed ha dovuto abbandonare il palco quindi prima di salutarvi diamo il benvenuto a Gabriele!”. Quel ragazzo fu la mia salvezza, il suo talento eccezionale tra canto, chitarra e pianoforte mi levo da una situazione imbarazzante e fortunatamente il pubblico non rimpianse completamente il mio compagno che sembrava più sollevata a non vedermi più. Quindi mi trovavo con una chitarra in mano in mezzo alla folla provando a cercare due ragazzi e una ragazza che se poteva riusciva a fare urli che spaccavano i vetri ma non sen tendono niente intuì che i tre si erano spostati. Da piazza Salerno mi spostai verso la palla dell’uomo vitruviano (quanto erano riusciti a camminare in tipo 10 minuti?!) e finalmente riesco a trovarli ma il problema è che il buon Domenico non era solo anzi c’era tutta la band al gran completo contro il povero Riccardo con alle spalle Federica che pure sarà pure atletico ma non è mica Superman. Dovevo fare qualcosa e andare lì a cercare il confronto fisico sarebbe equivalso a un suicidio quindi dovevo inventarmi un idea vincente e così feci. Nel mio cellulare avevo il suono della sirena della polizia che uso sempre per gli scherzi (adoro farli!) quindi mi dirigo verso il gruppone di ragazzi mettendomi davanti ai miei due amici e dissi “Okay, idiota ora è il tempo di smammare che ne dici?”- “Altrimenti che fai? Chiami la polizia? O vuoi fare a botte tanto per quanto grasso dopo 5 secondi cadi a terra ansimando” rispose tra le risate dei suoi. Okay, Mario calma… so che vorresti scorticarlo vivo e fargli fare la stessa fine che Achille fece al cadavere di Ettore appena morto ma di mezzo ci sono i tuoi amici. “No tranquillo niente botte per non farti rovinare quel faccino che già fa impressione di suo. Comunque si ho chiamato la polizia se proprio vuoi saperlo”, loro risposero di nuovo con le risate senza accorgersi che dietro di me Riccardo aveva preso il mio cellulare già intuendo cosa volessi fare e coperto dal mio corpo attivò il suono della sirena che riecheggiò in tutta la zona gelando i cinque che tra urla e sbraiti scapparono a gambe levate. Ce l’avevo fatta, Federica mi abbracciò mentre Riccardo mi diede tante di quelle pacche sulla spalla che mi rimase il livido per minimo tre giorni. Raccontai tutto a Angela che esplose in messaggi che fecero paura a me che li avevo difesi del tipo “Se li avevo davanti io li castravo così forte che lì facevo entrare nel coro delle voci bianche di Napoli!” oppure “Se accadeva a me spezzavo le gambe a tutti!!”. Ce la siamo vista brutta ma ne siamo usciti bene e tornammo a casa sparlando dell’accaduto soprattutto Fede, la diretta interessata, che tra pugni e urla verso di me raccontava di come l’avevano indelicatamente trasportata verso quella zona diserta a causa del concerto. Pensare che forse aveva organizzato tutto questo per lei era assurdo, capisco che le piaceva ma arrivare a tanto non ha senso e avevo l’impressione che non sarebbe finita là. Dello stesso avviso fu Riccardo che dopo averla riaccompagnato iniziò a sfogarsi come se si fosse tolto un tappo dalla bocca:”So che non è finita qui, cavolo se me lo sento. Mario, ad agosto ti prego dacci un occhio. So che non farebbe mai niente ma abbiamo visto di cosa è capace. Non fare quella faccia, lo so che viene dove andate voi”. Eh già non glielo abbiamo mai detto, Domenico veniva a Casalvelino da almeno tre anni quando lo incontrammo che giocava a biliardino nel lido dove andiamo io e Fede, abbiamo preferito mantenere questo segreto per non far agitare Riccardo ma a quanto pare non è servito a nulla. Quindi promessa fatta e tutti a casa. Agosto significava una cosa sola: Casalvelino! Una città molto piccola in provincia di Salerno ma che ha fatto della mia vita sin dalla mia nascita. Fu quasi per caso che io e Fede capimmo che andavamo allo stesso posto e fui io a scoprirlo grazie a una foto su faccia da libro dove notai che sullo sfondo c’era il lido dove io andavo da sempre. Riccardo la prese bene soprattutto perché secondo lui era una sicurezza avere me vicino a lei anche quando lui era costretto a stare con la famiglia in Calabria.

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Capitolo 2
*** Luglio ***


Capitolo 2

Luglio!
Prima di arrivare a quel mese fatidico dovevo però superare Luglio, un mese che effettivamente mi annoia perché essenzialmente non faccio nulla e sto giorno dopo giorno al nostro locale steso sul divano a pensare a quante respinte abbia ricevuto da settembre fino ad ora e ovviamente Fede e Riccardo mi consolano tra lattine di bibite gassate e pizzette. Però a dare uno scossone al mese ci pensò Nina, chi è Nina? Bhe è una ragazza con cui avevo legato nei vari anni di superiori solo per conoscere Riccardo (la mia dignità ringrazia ancora eh) con ovvio odio da parte di Federica. Ci invitò alla sua festa di 18 anni che si teneva a Posillipo, eravamo abbastanza riluttanti all’idea ma ci facemmo convincere dal fatto che alla fine ci saremmo potuti di divertire; alla fine è sempre una festa! E poi c’era cibo gratis! Arrivammo al giorno della festa e andammo a prendere Fede con mio padre giù che ci aspettava in macchina. Io in jeans, camicia e cravatta mentre Riccardo in un elegante smoking che metteva in risalto ogni qualità fisica che aveva ma quando lei uscì dalla sua camera noi rimanemmo a bocca letteralmente aperta o meglio Riccardo (ma anche io non fui da meno) che spalancò la bocca e sgranò gli occhi alla vista di Federica in un vestito da sera blu notte con spaccatura all’altezza delle gambe, “Ehi… EHI! Chiudi la bocca che altrimenti entrano le mosche su!” e pensai tra me e me “Beato lui”. Secondo me anche suo fratello ne rimase impressionato e stranamente ancora non aveva spifferato nulla sulla relazione della sua sorella più piccola. Arrivammo a Posillipo e ci dirigemmo al luogo della festa, un locale abbastanza grande che riusciva a contenere tutte le decine di invitati presenti. Avevamo optato per una serata tranquilla in cui non ci saremmo dovuti mettere in mostra quindi per educazione cercammo innanzitutto la festeggiata che trovammo vicino al DJ, inutile dire che anche lei non stava affatto male ma alla fine il vecchio connubio bionda-occhi azzurri non sbaglia mai (con la combo seno prosperoso allora è finita) e il vestito bianco che era tra i più scollati mai visti ma alla fine faceva il suo “sporco lavoro” ovvero mettersi al centro dell’attenzione. Le facemmo gli auguri e ovviamente rimase qualche secondo in più su Riccardo abbracciata ma stranamente Fede rimase impassibile almeno fino a quando non mi diede una calcio col suo tacco a spillo sulla mio piede destro giustificandosi dicendo che doveva sfogare la rabbia… il mio piede destro ha qualcosa da contestare! Alla fine la serata è andata avanti senza grossi intoppi, tra ragazze che si avvicinavano a Riccardo e bellocci in giacca e cravatta mezza slacciata che provavano ad avvicinarsi a Fede con conseguenti reazioni dei due, ci avviammo verso il momento della torta (che poi non ho mai capito perché si fa a mezzonotte… ormai è finito il giorno del tuo compleanno!!! Non ha senso!) e fu lì che qualcosa scattò. Nina dopo aver fatto le foto di rito ci chiamò tutti a se: “Ringrazio ancora tutti per essere venuti alla mia festa accettando il mio invito ma ho un desiderio per questo mio compleanno ormai arrivato al termine, vorrei che Riccardo suonasse qualcosa per me”. “Ecco qua! Lo sapevo” pensai di primo impatto ma Riccardo non si fece prendere alla sprovvista, si alzò dal divanetto e disse:”Io vorrei ma semplicemente io non suono ma canto, quello che suona è Mario non io” ma Nina non si fece troppe preoccupazioni e disse che voleva assolutamente sentirlo cantare l’omonima canzone di Ed Sheeran e così fu. Salimmo sul palchetto posto di fronte ai divanetti e ai tavoli e iniziò la nostra esibizione fuori programma con ovvio protagonista il mio amico, eh già tutti gli occhi a lu… cosa? Che strano… eppure ero sicuro che una ragazza mi stesse guardando… va beh mi sarò impressionat… NO! Stavolta ne sono sicuro! Ma non capisco chi sia, non l’ho mai vista prima… era non molto alta con i capelli rossi e gli occhi marroni e mi sorrideva. Devo capire chi è ma prima meglio finire l’esibizione in fretta, ho una brutta sensazione riguardo a questo finale di festa, finimmo il pezzo tra gli applausi generali dei ragazzi con Nina che salì sul palchetto tra gli sguardi immammolati dei maschi (si si pure il mio va bene?!). Si abbracciarono e tentò il bacio ma causalmente e dico causalmente Fede fermò col piedino il lungo vestito della festeggiata con uno sguardo che era tutto un programma quindi Nina si fece prendere dal panico e perse l’equilibrio cadendo dal palchetto ma non fu quella la cosa peggiore perché la caduta fu attutita da almeno 2 kg di carta igienica che uscì fuori dal reggiseno della festeggiata tra le risate generali e le sue urla di disperazione. Le risate che si fece Fede al ritorno furono impareggiabili con me e Riccardo a starle dietro come a tenerla a bada altrimenti ci avrebbe ucciso in macchina e non ero sicuro che mio padre se ne sarebbe accorto. Anche Angela diede il suo appoggi alle azione della mia amica con un “Così si fa! L’ho sempre detto che lei è un genio!” e lei per la prima volta non mi strappò il cellulare da mano anzi sorrise ma avevo ancora in mente quel sorriso di quella ragazza rossa che mi guardava.

Ne parlai con i miei amici ma il massimo che ottenni dalla coppietta fu un “e come credi di rintracciarla? Non sai ne il suo nome!” mentre con mia cugina fu diverso:

Angela: “Non hai chiesto alla festeggiata,  quella col seno finto chi fosse la rossa?”

Io: “Sai era leggermente impegnata a tamponare le perdite che aveva subito, sai che intendo”

Angela: “ Già, rido male ancora sappilo. Bhe cosa vorresti fare ora scusa? Sperare che esca dall’uovo di pasqua? O magari usare l’incantesimo Accio? Ah no… poi verrebbero attratte tutte le rosse”

Io: “… cioè davvero? La tua idea è un incantesimo Accio?! Cioè dico… ma cosa?! È molto meglio usare la gira tempo e andare al momento della festa!”
Angela: “Senpai maledetto, era la mia seconda opzione! Comunque come procedono i preparativi per quella vostra riunione o festa?”

Io: “Cosa? Ah il Memorial Day! È molto importante sappilo! È il nostro quinto anniversario in cui Fede entrò nel gruppo”

Angela: “Il duo semmai ci voleva lei per smuovere l’articolo LO”.

Io: “Per ora l’unico che ha smosso è stato Riccardo!”

Esattamente! Il Memorial Day è un giorno speciale per noi tre visto che da quel giorno Fede è entrata nelle nostre vite rendendole leggermente migliori. Alla fine non facevamo nulla di eccezionale ma era un giorno speciale: cantavamo, suonavamo e cazzeggiavamo alla grandissima. Quel giorno decidemmo di andare a fare un giro per il Vomero passammo tutta la giornata lì tra camminate, pizza a pranzo e risate. Era una giornata tutta dedicata a lei quindi il programma lo fece Fede, in serata andammo al cinema per vedere un film d’animazione (il suo genere preferito) e a rovinare quella serata fu ancora una volta Domenico stranamente non c’era la band con lui ma una ragazza dai capelli azzurri alta quanto lui  che avevo già visto da qualche parte in giro per la scuola (due erano le possibilità o era stata ricattata oppure l’aveva pregata fino alla morte di uscire con lui). Facemmo finta di niente ma come prevedibile i due si avvicinarono e ci salutarono. Andammo avanti senza preoccuparcene ma mentre facevamo la fila per il biglietto Domenico si mise dietro Fede e quella ragazza azzurra dietro a Riccardo, lo scopo mi fu chiaro da subito volevano prendersi i biglietti in modo tale da dividere i miei amici e mettersi tra di loro l’uno vicino all’altra e ci riuscirono mentre io non so come finì esattamente nella fila precedente. So che non sarebbe successo niente perché mi fido ciecamente di loro ma era di quei due che non mi convincevano neanche un po’ (d’altronde sarebbe come fidarsi di Voldemort che dice di entrare nel C.R.E.P.A.). Prima di entrare nella sala parlai con Fede e Riccardo e furono d’accordo perché non avrebbero sopportato Domenico e la sua amichetta. Ci mettiamo ai nostri posti e il film inizia, quei due sembravano sincronizzati visto che allungavano le mani allo stesso momento ma nel favore del buio riuscivo a tenerli lontani grazie al togli ciglia che Fede mi aveva dato e quando l’azzurra provava a prendere la mano di Riccardo mettevo la mia tra i divanetti del cinema (bhe guardiamo il lato positivo almeno una ragazza mi ha tenuto per mano! No, non convince eh?) e quando ci provava Domenico (NO! Non mettevo la mia mano… per carità!) arriva puntuale un pop corn sulla nuca o della coca cola sulla sua maglia. Del film non vedi niente ma alla fine mi divertì, vedere le facce soddisfatte di quei due per nulla (Riccardo e Fede ridevano tra di loro e mi diedero il cinque a fine film prima di alzarci) ma a quanto pare non fui l’unico visto che accanto a me c’era qualcuna che rideva dopo ogni mia azione, che fastidio… aspetta un attimo… ma… è la rossa della festa! È sempre stata vicino a me per tutta la durata del film e non me ne sono accorto! Provai a dire a parlarci e lei disse qualche  parola “Sofia Della Notte” ma ormai il film era finito e tutti si stavano alzando quindi c’era molta confusione e in men che non si dica la persi di vista  nella folla. Inutile dire le ottocento perse in giro dei miei amici quando gli raccontai- “Bhe almeno sai il suo nome!” disse Fede e in effetti aveva ragione peccato che su faccia da libro non trovai nessuna ragazza di nome Sofia Della Notte con i capelli rossi neanche tra gli amici di Nina. Strano… allora Sofia per cosa stava? Cosa è? Il nome della nonna?! Non mi era mai successa una cosa del genere e rimasi pensarci per ore e giorni al locale con Riccardo che provava a darmi un mano mentre Federica credeva che fosse una perdita di tempo perché era come cercare il classico ago nel pagliaio e anche Angela sembrava della stessa idea ma era meno convinta. Rimasi giorni a pensare e pensare e Riccardo provava a darmi suggerimenti non sempre azzeccati come “Potrebbe essere un messaggio in codice in qui ogni lettera significa qualcosa!”- Io:” Ha detto Sofia Della Notte, quanto lungo è sto messaggio come la divina commedia?”. Però alla fine il messaggio non era un idea da scartare, forse voleva davvero dirmi qualcosa. Riccardo fece per andarsene, strano non erano neanche le dieci di sera quindi chiesi:”Ue dove vai cos’ presto?”- “ah non te l’ho detto? Vado insieme a Fede da nonna per fargliela conoscere, vuoi venire anche tu?”. Alla fine distrarmi poteva farmi bene e la nonna Carmela era da un sacco di tempo che non la vedevo:” Certo che vengo! Che poi non mi ricordo mai dove abita…”, lui quasi offeso dal fatto che non me lo ricordavo disse:”Ma come? Ci siamo andati un sacco di volte! Abita a via san Sofia!”. A quelle parole mi si gelò il sangue, “Che hai detto scusa?”- “Ma sei sordo? Via San SOFIA!”- “non è possibilie… (Riccardo: “si che è possibile, ci abita da trent’anni lì”) ma no idiota! Connetti un attimo! Sofia… Via San Sofia! Come ho fatto a non pensarci! Sofia Della Notte non è il suo nome ma è un messaggio come per dire Vieni a Via San Sofia di notte!”. Riccardo scoppiò a ridere e pure Federica che fino a quel momento se ne stava seduta a parlare al telefono con Angela col vivavoce aperto che disse”Fede per favore gli tiri un pugno in testa magari ragiona come una persona normale!”-“Vorrei ma non cambierebbe niente, oramai è irrecupearabile”. “So che era una pazzia ma tentar non costa nulla no?”, si fecero convincere anche se molto riluttanti forse perché convinti che era solo una cosa ridicola e senza senso. La coppietta uscì con Fede che mi lasciò il suo cellulare nel locale per farmi parlare con Rosa.

“Mah, secondo me tu hai una fantasia peggiore della mia fattelo dire eh”

“Dai! Tanto anche se è un fiasco che potrebbe succedermi? Te lo dico io, nulla!”

“Che ti sei innamorato per caso cuginetto?”

“Di una ragazza di cui non so neanche il nome e del perché mi sta facendo scervellare? Probabile sai?”

“AHAHAHAH, cerca di non fare pazzie e guarda che tra i due quello maggiorenne o quasi sei tu capito?”

“Si si lo so! Ma mi intriga questa cosa, per la prima volta luglio non è mai stato così emozionante! Ora stacco altrimenti Fede stacca la mia testa perché spreco i suoi minuti, ti faccio sapere tutto dopo quando torniamo!”

“Vai, vai che ti voglio vedere vivo e vegeto qua a Casalvelino sappilo!”

Chiusi il telefono, presi le chiavi e chiusi la porta del locale speranzoso che qualcosa di esaltante accadesse.

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