I'm waiting for you…

di Nefer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Allora… ciao a tutti!! Non mi sono mai cimentata in fanfiction su sailor moon, ma siccome sto riscoprendo questa antica passione per questa fantastica eroina, ho pensato di tentare anche io!
Spero che la storia vi piaccia anche se magari non sarà del tutto originale!!
Bé, fatemi sapere che ne pensate!!

CAPITOLO UNO
Pioveva a dirotto quella sera. I negozi stavano chiudendo e le famiglie erano riunite a tavola per la cena.
Una ragazza sui ventidue anni, dai lunghi capelli biondi legati in una treccia, correva senza ombrello, stringendo a se dei libri e portando a tracolla una grossa borsa in cui aveva raccolto in fretta e furia pochi vestiti e altre cose essenziali.
Piangeva, ma fortunatamente la pioggia che cadeva a scroscio, mascherava la cosa.
Si fermò ansimante e sollevò lo sguardo verso la finestra di un appartamento. Sapeva che lui viveva ancora lì.
Esitò. Non poteva fermarsi. Doveva correre al tempio, da Rei, prima che fosse troppo tardi.
Eppure sentiva un groppo in gola e il suo corpo non accennava a muoversi. Chinò la testa si accucciò a terra e scoppiò in ripetuti singhiozzi. Se solo tre anni prima non fosse andato tutto storto…
Improvvisamente la pioggia smise di infierire su di lei, ma il temporale non era cessato. Qualcuno la stava riparando con un ombrello.
Usagi smise di singhiozzare e sollevò lo sguardo. Trattenne il fiato nell’incontrare quegli incredibili occhi per anni le avevano fatto battere il cuore, e anche ora poteva sentirlo martellare furioso, nonostante fossero passati tre anni dall’ultima volta che li aveva incrociati.
Il ragazzo si chinò per portarsi alla sua altezza.
Usagi non riusciva a spiccicare una parola.
 - Lo ha fatto di nuovo – disse lui.
Come faceva a saperlo?! Possibile che per tutti quegli anni fosse rimasto in contatto con le altre e che loro gli avessero raccontato tutto?
Usagi chinò il capo, pronta a piangere di nuovo, ma sentì lui cingerle le spalle con un braccio facendola alzare.
 - Vieni su ad asciugarti – disse.
Usagi scosse la testa e indietreggiò – Devo andare da Rei! – esclamò correndo via e senza dargli il tempo di dire altro.
Mamoru la guardò correre via, fino a che non sparì dietro l’angolo, e si sentì un vigliacco per non averla rincorsa.

Rei diede a Usagi un pigiama e le avvolse i lunghi capelli in un asciugamano.
Non era la prima volta che Usagi correva da una di loro in quelle condizioni. Viveva con un uomo molto più grande di lei e lui solitamente alzava le mani quando litigavano. A volte le faceva davvero male.
Però quella sera era più scossa del solito.
 - Cos’hai, Usagi? – chiese Rei sedendosi sul letto davanti a lei.
Usagi per un attimo rimase in silenzio – Voi… voi vi sentite ancora con Mamoru?
Rei si morse il labbro inferiore, colpevole.
 - L’ho incontrato prima di venire qui… - sussurrò Usagi – E sapeva tutto.
 - Lo hai incontrato?! – esclamò Rei, mentre un barlume di speranza si accendeva in lei. Forse rincontrare Mamoru avrebbe dato ad Usagi la forza di affrontare una volta per tutte Koichiro, l’uomo con cui la ragazza viveva.
Inoltre Usagi aveva lasciato tre anni prima Mamoru senza alcuna spiegazione. Non aveva voluto raccontare il motivo nemmeno alle sue fidate amiche.
Era un gran mistero e tutte ne erano davvero scioccate, perché Usagi era innamoratissima di Mamoru, e lui di lei.
Nessuna di loro poteva sapere che una notte Usagi aveva avuto un terribile incubo, in cui Mamoru perdeva la vita e lei sapeva che non era solo un incubo e che sarebbe accaduto veramente se fosse rimasta con lui.
Per amore del ragazzo aveva dovuto allontanarlo.
Quella sera, lo aveva rivisto per la prima volta dopo tre anni. Inizialmente una felicità fortissima l’aveva pervasa, poi era stata colta dalla paura, ricordando il sogno.
 - Usagi… - fece Rei – Tu ami ancora Mamoru – non era una domanda.
Usagi non la guardò negli occhi.
 - Ho tanta paura, Rei-chan… - sussurrò, mentre le lacrime minacciavano di rigarle le guance ancora una volta quella sera.
 - Ma di cosa, Usagi?! – esclamò Rei saltando in piedi – Posso sapere di cosa diavolo hai paura?!
Usagi si arrese e le raccontò ogni cosa.
 - Sono tre anni che vivi questo incubo per questo?! – esclamò Rei – Usagi, Chibiusa viene dal futuro, un futuro in cui Mamoru è vivo, ciò significa che il tuo sogno non si avvererà!
 - E se il futuro fosse cambiato?! – fece Usagi – Se fosse accaduto qualcosa che ha cambiato ogni cosa?! Se fossi destinata a crescere Chibiusa da sola?!
 - Il futuro cambierà se non leghi nuovamente con Mamoru! Chibiusa non nascerà mai! Vuoi davvero che lei non nasca, Usagi? Stai scherzando?!
 - Se Chibiusa non nascerà, Mamoru sarà salvo. Se è questo il prezzo da pagare… - mormorò Usagi. – Sono stanca, vorrei dormire.
Rei annuì e spense la luce quando l’amica si accoccolò sotto le coperte del futon.
Chiuse la porta della propria stanza e andò in cucina. Si sedette su una sedia.
Non sapeva che fare. Non sapeva se chiamare le altre e raccontare loro tutto. Si, forse doveva. Era la cosa migliore da fare. Dovevano sistemare quell’incresciosa situazione.
Non poteva permettere che Chibiusa non fosse concepita e nemmeno che Mamoru e Usagi non vivessero il loro amore…
Sollevò il telefono e chiamò subito Ami…

La mattina dopo, quando Usagi aprì gli occhi, aveva cessato di piovere e un bellissimo sole faceva capolino dalle tende.
Si accorse che il letto di Rei era vuoto. La ragazza era già sveglia dunque. Chissà che ore erano.
Usagi fissò l’orologio al muro. Le dieci.
Aveva dormito molto.
Sentiva delle voci provenire dalla cucina. Voci familiari.
Si alzò e uscì dalla stanza di Rei.
Le trovò tutte attorno al tavolo, a parlare, con i volti seri. Ma quando la videro le rivolsero un gran sorriso, felici di vederla.
Ami fu la prima ad alzarsi e andarle incontro. Minako le gettò le braccia al collo e l’abbracciò forte. Anche Makoto l’abbracciò.
 - Ehi, ragazze! – fece Usagi con un sorriso – che bello vedervi!
 - Siediti, Usagi-chan! – disse Ami – Ti abbiamo tenuto la colazione in caldo!
Usagi si sedette sulla sedia rimasta libera.
Le ragazze le servirono una colazione degna di un concorso culinario e si assicurarono che mangiasse tutto.
 - Voi mi viziate troppo! – scherzò Usagi.
Le altre sorrisero. Eppure sapevano che Usagi non era più la solita ragazzina viziata di un tempo. Era cresciuta in fretta.
 - Usagi-chan… siamo qui per parlarti di una cosa seria… - iniziò Makoto, sapendo di introdurre un argomento delicato.
Usagi masticò piano un boccone di coniglietto di mela e guardò tutte.
Poi il suo sguardo si posò su Rei. Aveva raccontato ogni cosa alle altre.
Usagi iniziò a giocare con l’ultimo spicchio rimasto.
 - Lo so di cosa volete parlare… - disse – Ma non ho intenzione di cambiare idea!
 - E’ normale, Usagi-chan! – disse Ami comprensiva – Ma… ma pensa a Chibiusa! Pensa a tutti i momenti passati con lei! Vuoi davvero rinunciare a questo?!
Usagi abbassò lo sguardo sul coniglietto di mela. La sua Chibiusa, la sua Usagi, il suo piccolo coniglietto rosa…
Sentì il labbro inferiore tremarle. Si coprì il volto con le mani.
 - Io ho paura! – singhiozzò – Ho paura di perdere Mamoru, ma anche di non vedere più la mia Chibiusa! Non so che fare!
Tutte le furono subito attorno.
 - Usagi, ci siamo noi a impedire che accada qualcosa di brutto! – disse Minako.
 - Ci saremo sempre! – aggiunse Rei e Makoto e Ami annuirono.
 - Io non posso… non posso… il mio Mamoru… - singhiozzò Usagi e in quel momento si rese conto che lui non era più il suo Mamoru…
In quel momento suonarono alla porta.
 - Vado io… - disse Rei correndo all’ingresso.
La sentirono armeggiare con la porta e invitare qualcuno a entrare.
Poi tornò in cucina – Usagi… c’è qualcuno con cui dovresti parlare.
 - E’ stata una mia idea, non odiarmi – aggiunse Makoto con aria colpevole.
Usagi guardò tutte, confusa.
Poi il suo sguardo da confuso si trasformò in sorpreso e infine terrorizzato quando Mamoru fece il suo ingresso in cucina.
 - No… - disse piano Usagi.
 - Vi lasciamo soli – disse Ami raggiungendo le altre alla porta.
Usagi quasi non si accorse quando tutte e quattro lasciarono la stanza, presa com’era a guardare Mamoru che si sedeva davanti a lei.
I due si squadrarono a lungo, senza dirsi una parola.
Usagi fu la prima a distogliere lo sguardo.
 -Perché, Usako? – disse all’improvviso lui.
Da quanto desiderava sentire di nuovo la sua voce chiamarla così.
 - Perché? – ripeté il ragazzo e lei sapeva che si riferiva a quel giorno di tre anni prima, quando lei era sparita senza un spiegazione, e capì che le ragazze non gli avevano raccontato nulla, lasciando a lei il dovere di farlo.
Usagi respirò profondamente.
Tre anni di silenzio e ora era alle strette. Guardò Mamoru negli occhi e gli raccontò ogni cosa, con voce flebile.
Quando finì di raccontare lui le prese una mano. Usagi sussultò.
 - Sciocca, Odango… - mormorò lui – Non posso crederci! Come hai potuto? Perché non mi hai raccontato ogni cosa? Avremmo potuto risolvere la situazione.
 - E’ questa l’unica soluzione! – esclamò Usagi scattando in piedi – Non vederci più! Per il tuo bene, Mamoru!
La ragazza fece per correre via, ma lui la bloccò per un polso.
 - No! Non accetto questa situazione crudele, Usako – disse carezzandole una guancia – Non voglio stare lontano da te un minuto di più! Credo di avere il diritto di scegliere! Io voglio che la nostra bambina nasca, Usagi!
Usagi sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Stava combattendo contro l’istinto di proteggere Mamoru e quello di non pensarci più, abbracciarlo, baciarlo…
Ma come poteva essere tanto egoista?!
 - Usako…
Usagi si liberò dalla sua stretta – Mamoru, ti prego… lasciami andare. È meglio per entrambi.
 - No che non lo è! Sei la solita testa dura! Non è meglio per nessuno! Né per me, né per te e né tanto meno per la nostra Chibiusa!
Mamoru l’abbracciò d’impulso e Usagi sentì il cuore del ragazzo contro il proprio. Un tamburo furioso che tradiva la grande emozione che il ragazzo provava.
D’altronde anche il cuore di Usagi era come impazzito.
Sentire di nuovo l’abbraccio caldo di Mamoru e il suo profumo.
Dopo un attimo di esitazione ricambiò l’abbraccio. Come aveva fatto a vivere senza per tutto quel tempo?
 - Vestiti, Usako, e andiamo a casa mia. Dobbiamo parlare ancora – disse il ragazzo.
Usagi annuì e corse ad indossare un paio di jeans e una maglietta.
Salutò le sue fidate amiche e le quattro li guardarono allontanarsi con la speranza nel cuore.

Casa di Mamoru era rimasta come tre anni prima. Non troppo grande e accogliente.
Usagi si guardò attorno mentre tanti ricordi le affioravano alla mente. Ricordi felici.
Il suo sguardo si intristì. Le mancavano tanto quelle giornate allegre passate con le altre e con Mamoru.
Sentì il ragazzo abbracciarla da dietro e affondare il volto nei suoi lunghi capelli biondi.
 - Usi ancora lo shampoo alla vaniglia… - sussurrò poi. – Mi è sempre piaciuto.
 - Mamo-chan… - fece Usagi con un filo di voce. Non ce la faceva più, stava per scoppiare.
Si voltò e abbracciò il ragazzo – Mamo-chan, mi sei mancato tanto! Non ho fatto altro che pensarti! – esclamò in lacrime.
Il ragazzo fece un dolce sorriso e la strinse a se – Usako…
 - Mi dispiace tanto, Mamo-chan! Perdonami per essere sparita così! Ma io avevo tanta paura!
 - Lo so, Usako. Ma non devi più averne! Ti prego fidati di me! Non voglio più perderti!
Usagi lo guardò negli occhi – Mamoru… io… io vorrei tanto però devo proteggerti!
 - So proteggermi benissimo da solo!
 - Il solito altezzoso!
 - Altezzoso?! Odango, ma ti senti quando parli?!
I due si squadrarono e per un attimo provarono un senso di familiarità. Come quando bisticciavano anni prima.
A entrambi sfuggì un sorriso.
 - Ti amo, Usagi Tsukino… ti amo tantissimo… - sussurrò poi Mamoru.
Usagi lo guardò spaesata. Dopo tutto quel tempo? Dopo quello che gli aveva fatto?
La ragazza non fece in tempo a dire nulla perché lui la baciò.
Dapprima dolcemente, assaporando le labbra della ragazza che non vedeva da ben tre anni. E quanto aveva desiderato i suoi baci in quei tre anni.
Da dolce e melanconico, il bacio si trasformò improvvisamente in passionale.
Nessuno dei due aveva intenzione di separarsi dall’altro.
Quel bacio esplose poi in altri piccoli baci lasciati ovunque dalle labbra di Mamoru su Usagi. A partire dal suo collo…
Prese la ragazza in braccio e la condusse fino alla camera, dove la lasciò cadere sul letto a due piazze.
I due si guardarono negli occhi per un lungo istante. Poi Usagi allungò le sue mani verso il viso di Mamoru e lo avvicinò a se, dandogli un bacio dolcissimo.
Tre anni lontana da lui per poi cedere così… ma il richiamo dell’amore era troppo forte per non rispondergli.
 - Ti amo, Mamo-chan…
Mamoru sorrise e la baciò ancora.
Le sfilò piano la maglietta e lei lo lasciò fare, slacciando a sua volta i jeans del ragazzo.
Si spogliarono lentamente, senza smettere di guardarsi negli occhi, mentre un sorriso aleggiava sui loro volti.
Quanto avevano atteso di rivivere quel momento. Entrambi non aspettavano altro.
Fare l’amore…
E lo fecero, due volte. La loro passione era tanta.
Finalmente Mamoru poteva riabbracciare la sua Usako, tenendola stretta a se sotto le coperte, sentendo il calore dei loro corpi e la pelle contro pelle.
Usagi era pensierosa tuttavia. Si era riavvicinata a Mamoru e quel sogno le sembrava sempre più reale.
Non sapeva proprio che fare.
Poi ripensò a tutti i momenti vissuti con lui… a quelli passati con Chibiusa e a quando la piccola l’aveva chiamata “mamma”. Che emozione travolgente che aveva provato in quel momento.
Come poteva rinunciare all’amore di Chibiusa?!
Usagi strinse Mamoru.
 - Mamoru… ora devo andare… - sussurrò.
Lui le rivolse uno sguardo interrogativo.
 - Devo andare a prendere tutte le mie cose a casa e dire a Koichiro che questa volta è davvero finita. Non gli permetterò più di trattarmi così. Mi trasferirò di nuovo a casa mia. Mia madre sarà contenta! Sono mesi che mi prega di farlo!
Mamoru annuì.
La baciò sulla fronte – Spero di rivederti presto, Usako. – le disse – Ti amo…
Usagi lo baciò sulle labbra – Ti amo, Mamo-chan.
La ragazza si rivestì, lanciò un ultimo sorriso a Mamoru e lasciò l’appartamento.

Tornò decisa nella casa che divideva con Koichiro, sperando di non trovarlo lì e di spiegargli tutto con una lettera.
Ma l’uomo la stava aspettando.
 - Dove sei stata?! – le chiese quando tornò a casa.
 - Fuori, in giro. Che ti importa? – fece Usagi tagliente. – Sono venuta a prendere le mie cose, Koichiro. Me ne vado! Non voglio più rivederti!
 - Cosa?! – lui l’afferrò per il polso e la bloccò.
Usagi sentì montare la paura. Forse avrebbe dovuto chiedere ad una delle sue amiche di accompagnarla.
 - Tu non vai da nessuna parte, Usagi! – Koichiro la strattonò e i capelli si Usagi si spostarono di lato rivelando il collo, dove un piccolo segno rosso faceva bella mostra di se.
 - E questo cos’è? – Koichiro le si avvicinò per osservarlo – Questo profumo che ti sento addosso di chi è?! Sei stata con un altro, vero sgualdrina?!
 - Sono affari miei! E non ti permetto di chiamarmi così!! – urlò Usagi cercando di liberarsi dalla sua stretta.
Ma Koichiro la spinse prepotentemente sul divano e infierì pesantemente su di lei. Usagi riuscì a fuggire da Koichiro mentre era in bagno a farsi una doccia.
Quando tornò nella propria casa natale nessuno le fece domande. Sapevano che era stata picchiata di nuovo.
Usagi si rifiutò di vedere le sue amiche e Mamoru per molto tempo e non dava segno di volerli contattare di nuovo.
I suoi genitori erano davvero preoccupati per lei.
CONTINUA

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Buonasera!! Che dirvi?? Sono contenta che la mia storia vi piaccia! Ed ecco a voi il secondo capitolo finalmente! Aspetto i vostri commenti e vi lascio al capitolo 2, ma prima devo fare una piccola premessa:

NB: sono diversi anni che non rivedo le vicende di Sailor Moon e non so se nel cartone venga mai detto come nasce Cristal Tokyo o se succede proprio, quindi lavorerò di fantasia e inventerò tutto!! Quindi se trovate qualcosa di strano non fateci caso!!

Colgo l’occasione per ringraziare dei commenti:

Bunnyguida: appena potrò andrò a vedere i tuoi video su youtube! purtroppo sul mio pc i video non si vedono molto bene! grazie per il tuo commento! mi ha fatto davvero piacere!

Luciadom: ecco qui il secondo capitolo!!!

Romanticgirl: eh si… é stato proprio un bip quello a trattarla così!! grazie per il tuo commento!

Silviasilvia: grazie mille per il commento!!

Chichilina: già tre anni sono proprio lunghi!! Io nemmeno avrei resistito!! Ma Usagi lo ha fatto per amore!

LAS: ciao! Grazie per il tuo commento!!

ISA1983: già!!! Chissà che prima o poi Mamo-chan non si vendichi di quel maledetto che ha picchiato Usagi??


CAPITOLO 2
Makoto e Ami suonarono alla porta di casa Tsukino.
Venne ad aprirle la madre di Usagi.
 - Salve, signora Tsukino! – fece Makoto con un sorriso – Usagi è in casa?
Era passato quasi un mese da quando le quattro ragazze e Mamoru non vedevano più Usagi. La ragazza non voleva più mettere piede fuori casa.
Usagi evitava in ogni modo le sue amiche. Si rifiutava di rispondere al telefono o di incontrarle, ma loro non si arrendevano in nessun modo e continuavano a passare a casa Tsukino per vederla.
 - Certo, è in casa. Prego, entrate- la mamma si spostò per farle entrare. – Vado a vedere se vuole uscire dalla sua stanza.
La donna salì al piano superiore.
 - Usagi, tesoro, ci sono Ami e Makoto, vuoi vederle?
Usagi chiusa in bagno, ferma davanti al lavandino, sussultò.
 - A-arrivo, mamma! Falle salire!
Sentì la madre riscendere le scale e invitare le amiche della figlia a salire.
A quel punto Usagi dovette per forza uscire dal bagno. Corse in camera sua e fece giusto in tempo nascondere una piccola scatoletta rettangolare sotto il cuscino.
In quel momento entrarono Makoto e Ami in camera.
 - Usagi-chan! – esclamò Ami abbracciando l’amica.
In quell’ultimo mese l’aveva vista si e no due volte.
 - Ami-chan! Mako-chan!
Le due amiche si sedettero sul letto di Usagi.
 - Usagi-chan… - fece Ami – Non ti fai più sentire. Sappiamo cos’è successo quella sera e hai avuto molto coraggio ad affrontare quell’uomo. Ma perché non vuoi più vederci?
 - Ma io voglio vedervi! – esclamò Usagi – Solo che non ho molta voglia di uscire di casa… e poi ultimamente non sto molto bene.
 - Cos’hai, Usagi-chan? – chiese Makoto preoccupata.
 - Nulla di grave! – si affrettò a rispondere Usagi. Poi si morse il labbro inferiore, indecisa se raccontarlo o no alle amiche. Loro videro la sua titubanza e attesero in silenzio – Credo di essere incinta… - sussurrò.
Le due scattarono in piedi – Ma è meraviglioso, Usagi-chan! – esclamò Makoto – Vuol dire che Chibiusa nascerà!
 - Non sono sicura però. Prima che arrivaste ero in bagno… stavo… stavo facendo un test. Non ho fatto in tempo a vedere il risultato…
 - Oddio prendilo! Dove lo hai messo?! Vediamolo prima che impazzisca! – fece Makoto.
Usagi lo tirò fuori da sotto il cuscino, le due amiche le si avvicinarono per guardare quella stecchetta bianca con il piccolo riquadrino sopra. Vi erano comparse due lineette rosa.
 - E’ positivo… - fece Usagi sul punto di svenire.
 - Sei incinta! – disse Ami con voce emozionata.
 - Sssssh… parla a bassa voce, non farti sentire dai miei! – disse Usagi preoccupatissima.
Dentro si sentiva euforica e terribilmente spaventata al contempo. Era incinta e ciò significava che Chibiusa sarebbe nata, ma forse così il sogno sarebbe diventato realtà e ciò la terrorizzava. Forse se non avesse detto niente a Mamoru… sarebbe stato salvo.
Avrebbe potuto crescere Chibiusa da sola, lontano, trovandosi un lavoro e un appartamento. Di certo i suoi l’avrebbero aiutata.
Probabilmente era la decisione migliore.
 - Dobbiamo dirlo alle altre! – disse Makoto.
 - E poi, Usagi-chan… dovresti dirlo a Mamoru! Lui vorrà… - iniziò a dire Ami, ma Usagi la interruppe bruscamente.
 - No! – esclamò la ragazza – Mamoru non deve sapere nulla!
Le due la guardarono perplesse.
 - Ho deciso che prenderò casa lontano da qui! Crescerò Chibiusa da sola. Forse così Mamoru sarà salvo!
Runa (Runa è il nome di Luna in giapponese) era entrata giusto in tempo per sentire quell’ultima frase.
 - Che succede qui? – chiese guardando le tre ragazze.
 - Usagi è incinta! – disse Ami – E si è messa in testa la sciocchezza di non dire niente a Mamoru e di andarsene da Tokyo!
Runa ascoltò il racconto e le motivazioni di Usagi.
 - Usagi-chan, capisco la tua preoccupazione, ma presto tu sarai la neo regina Serenity e nascerà Cristal Tokyo, i lavori per ricostruire la parte di Tokyo sono già in corso. Ma senza Mamoru, il tuo Endymion, questo non avverrà mai!
 - Ma Mamoru morirà se io resto con lui! E non voglio! Preferisco saperlo lontano da me, piuttosto che morto!
Io… io non avrei dovuto riavvicinarmi a lui un mese fa! Non avrei dovuto rimanere incinta!
Le lacrime solcavano il volto di Usagi.
Le due amiche e Runa la fissarono in silenzio.
 - Questa è la mia vita e voglio decidere io! Non dovete dire niente a Mamoru, chiaro?! – esclamò Usagi – promettetemelo!-
A malincuore le tre annuirono. Mamoru non avrebbe saputo nulla.
Quella sera Usagi affrontò il difficile compito di dire ai genitori della gravidanza e del trasferimento.

L’unica cosa di cui Mamoru venne a conoscenza fu che Usagi si era trasferita in un’altra città. Le quattro ragazze e Runa non avevano saputo dirgli nulla di più.
Usagi si era trovata un delizioso appartamento a Hokkaido e anche un lavoro come cameriera vicino casa.
Runa era rimasta scioccata. La futura regina della Luna e della Terra, sola, incinta e che lavorava come cameriera.
Ma ad Usagi non importava. Le piaceva la sua casa, e anche il lavoro non era male.
Era stancante a volte, soprattutto nelle sue condizioni. Ma le sue colleghe erano tutte molto simpatiche e la invitavano spesso a cena fuori. Tutto sommato si era ambientata bene.
Al secondo mese di gravidanza ancora non si notava la presenza della bambina. Il ventre di Usagi era piatto.
 - Usagi-chan, questa sera vieni al cinema con noi? – chiese Kaneko, mentre Usagi ripuliva alcuni tavoli.
Con “noi” intendeva oltre a lei anche Sadako, la loro amica maschiaccio, Sori, dolce e timida, e Kiko, simpatica e irriverente.
 - Certo! – esclamò Usagi entusiasta.
Le piaceva uscire con loro. Erano simpatiche e molto divertenti.
Quella sera, staccato da lavoro, corse a casa per fare una doccia.
Sadako sarebbe passata a prenderla per andare a cena fuori e poi al cinema con le altre.
Indossò una semplice gonna bianca lunga fino alle ginocchia e una camicia a fiorellini rosa.
Legati i capelli in una treccia, fu pronta.
Sadako arrivò poco dopo ed era già passata a prendere Sori, Kaneko e Kiko.
Usagi salì sul sedile posteriore, con Sori e Kaneko.
La cena fu tranquilla e divertente, le cinque amiche stettero tutto il tempo a ridere, sotto gli sguardi curiosi della gente.
Poi partirono alla volta del cinema multisala.
Non avevano ancora scelto il film da vedere quando arrivarono, indecise. Ognuna voleva vedere una cosa diversa.
Nel grande atrio iniziarono una discussione sul film da vedere.
Usagi era assolutamente neutrale e si tenne in disparte mentre le quattro cercavano di decidersi.
Fu in quel momento che Usagi iniziò a sentirsi poco bene. Di solito stava male di prima mattina, appena sveglia, con le nausee, ma capitava anche durante il giorno. Quello però non le sembrava la solita nausea. Era diverso.
La testa le girava e improvvisamente sentì le voci delle amiche lontane. Sentì un dolore secco al basso ventre e improvvisamente tutto si fece buio. Cadde pesantemente a terra.

Quando si risvegliò era in un candido letto in una stanza altrettanto candida. Seduta accanto a lei, su una sedia c’era Sadako.
Usagi scattò a sedere – Cos’è successo?!
Poi si ricordò del cinema – La mia bambina! Sta bene! – chiese posandosi le mani sul ventre, preoccupatissima.
Gli occhi le si riempirono di lacrime.
 - Usagi, tranquilla – disse Sadako alzandosi – E’ tutto a posto. Il bambino sta bene!
 - D-davvero? – fece Usagi mentre il cuore rallentava la corsa sfrenata che aveva cominciato poco prima, quando si era messa paura.
Non poté però impedire alle lacrime di scorrerle lungo il viso. Aveva davvero temuto di aver perso Chibiusa.
Invece era ancora lì con lei.
 - Usagi, perché non ci hai detto niente della gravidanza? – chiese Sadako – Non puoi lavorare in questa condizioni…
 - E’ per questo che non ve l’ho detto! Sapevo che mi avreste detto di non lavorare! Ma io ho bisogno di un lavoro! E comunque sono incinta, mica zoppa!
 - Ti affatichi troppo! Visto cos’è successo?
Usagi rimase in silenzio, stringendo nei pugni le coperte. Davvero era colpa sua se aveva rischiato di perdere la sua Chibiusa?
Forse doveva smettere di lavorare e tornare dai suoi, a Tokyo… o da qualche parente in qualche altra cittadina.
 - Senti, Usagi, ci sono delle persone fuori che vorrebbero vederti… ci sono anche i tuoi genitori, li abbiamo chiamati noi.
Usagi annuì, in quel momento entrarono nella stanza i due genitori seguiti da Ami, Minako, Rei e Makoto.
La mamma si lanciò subito su Usagi.
 - Piccola mia!! Ero così preoccupataaaaaa! Torna a casa ti prego! Non posso sapere che ti ammazzi di lavoro!
Usagi ricambiò l’abbraccio – Mamma è tutto a posto! La piccola sta bene e io anche!
La mamma la guardò negli occhi e annuì, tirando su col naso.
Poi le quattro vecchie amiche si fecero avanti.
 - Usagi-chan… - fece Ami.
In quel momento Usagi provò un calore profondo nel vederle lì tutte quante, vicino a lei. Si sentì sollevata e felice. Era bello rivederle!
I signori Tsukino si fecero da parte ed uscirono dalla stanza, insieme a Sadako.
 - Sono contenta che siete qui… - disse Usagi in un sussurro.
 - E noi siamo contente di vederti, Usagi – disse Rei.
 - Ci siamo preoccupate così tanto! – disse Minako mentre le altre annuivano.
 - E ci sei mancata molto – aggiunse Ami.
 - E’ vero, Usagi, ti prego torna a Tokyo, manchi molto ai tuoi genitori e a tuo fratello, e anche a Runa. – fece Makoto.
Usagi distolse lo sguardo dalle ragazze. Se fosse tornata a Tokyo, avrebbe incontrato sicuramente Mamoru e dirgli tutto.
Forse sarebbe venuto lui stesso a cercarla a casa.
 - Usagi, se non vuoi tornare a casa tua puoi venire a stare da me – disse Rei – Starai a casa mia fino a che non nascerà la bambina.
Usagi la guardò, indecisa.
 - Usagi-chan, torna! – la implorò Ami.
 - D’accordo – disse Usagi e guardò Rei grata – Grazie.

Il giorno dopo Usagi fu dimessa.
Raccolse tutte le cose dalla sua casa quel pomeriggio stesso, salutò Sadako, Sori, Kaneko e Kiko e partì alla volta della casa di Rei.
Vivere al tempio, circondata dalle sue migliori amiche non sarebbe stato male, avrebbe solo dovuto fare attenzione a non incontrare Mamoru qualora fosse uscita.
Rei fu ben contenta di accoglierla a casa sua, dove l’attendeva anche Runa. La gattina non appena la vide le saltò in braccio, felice.
 - Usagi-chan! – esclamò.
 - Oh Runa, che bello rivederti! – esclamò Usagi.
 - Tu e la piccola state bene? – chiese Runa e la ragazza annuì:
 - Tranquilla, stiamo benissimo!
 - Come ho potuto lasciarti andare?? – fece Runa – Avrei dovuto fermarti! Se penso che poteva accaderti qualcosa di più grave!
 - Ora è tutto apposto! E rimarrò qui! – disse Usagi.
Quella sera le cinque amiche cenarono tutte insieme, per festeggiare il ritorno di Usagi.
La futura mammina mangiò di gusto tutto quello che Makoto cucinò con le sue mani divine.
Chiacchierarono fino a notte inoltrata e alla fine Rei invitò tutte a rimanere a dormire.
Si “accamparono” nella sua stanza con coperte e futon, e qui continuarono la chiacchierata, fino a che non crollarono una alla volta, vinte dal sonno.
Usagi fu la prima. Era già una dormigliona di suo e con la gravidanza non era di certo migliorata.
Le quattro amiche rimasero sveglie abbastanza a lungo per sentirla chiamare Mamoru nel sonno.
Si zittirono tutte e si guardarono.
Era chiaro che il ragazzo doveva mancare molto a Usagi. Continuava a ripetere il suo nome, sofferente.
E in quel momento tutte si chiesero cosa sarebbe stato giusto fare.
In fondo Mamoru era il padre di Chibiusa e aveva il diritto di sapere che sarebbe nata, piuttosto che passare tutta la vita convinto che lei non esisteva.
Eppure Usagi aveva fatto promettere a tutte loro di non aprire bocca e di certo si sarebbe infuriata se loro lo avessero fatto.

Una settimana scivolò tranquilla. Usagi si trovava bene con Rei ed era felice di passare tanto tempo con le sue amiche e i suoi famigliari.
Tuttavia sentiva sempre un gran vuoto dentro. Per quanto avesse con se la sua famiglia, le sue amiche e la sua bambina dentro di sé, le mancava qualcosa. O più precisamente… qualcuno…
E quel vuoto non avrebbe potuto colmarlo nessuno a parte… lui!
Mamoru… le mancava terribilmente.
Più di una volta aveva quasi ceduto alla tentazione di correre a casa del ragazzo e raccontargli tutto e dirgli che voleva stare con lui, di non volersene più separare.
Aveva però resistito. Per amore di Mamoru era riuscita a non correre da lui.
Ogni notte però Rei la sentiva chiamare il ragazzo nel sonno.
Non aveva più idea di cosa fare.
Decise di incontrarsi con le altre tre amiche e Runa per decidere il da farsi.
La soluzione era una e lo sapevano bene tutte. Usagi si sarebbe di certo arrabbiata. Ma non potevano fare altrimenti.
Rei aveva lasciato un biglietto a Usagi dicendole di raggiungerla in centro per delle compere. Lo stesso aveva fatto Ami con Mamoru dicendogli di dovergli parlare.
Usagi e Mamoru si sarebbero così incontrati per caso, senza che nessuno dei due potesse sospettare del piano delle quattro ragazze.

Quando arrivò davanti al negozietto doveva aveva appuntamento con Rei, Usagi vide che non c’era ancora l’amica.
Si sedette su un muretto ad attenderla.
Fu in quel momento che arrivò Mamoru. Il ragazzo non vide subito Usagi, intento a guardarsi attorno, ma poi il suo sguardo si posò su di lei e quello della ragazza su di lui.
Il tempo sembrò fermarsi attorno a loro.
Usagi trattenne il respiro e sbarrò gli occhi. Lo stesso fece Mamoru.
 - Usako… - sussurrò.
Usagi scattò in piedi e fece per correre via, ma lui fu veloce ad afferrarla per un polso e a bloccarla.
 - Usako, aspetta! – le disse e la voce sembrava quasi supplichevole.
Usagi si fermò, ma non si voltò a guardarlo.
 - Perché sei andata via? – le chiese – Perché non mi hai più cercato, Usako?
 - Mamoru… io…
 - Non ricominciare con la storia del sogno! È una sciocchezza, chiaro?
Finalmente Usagi si voltò a guardarlo – Ma Mamoru… io sento che quel sogno è vero! Ed ho paura!
 - Lascia decidere a me della mia vita, Usako! Voglio rischiare, chiaro?! Non voglio più stare lontano da te! Non ce la faccio! Ti penso in continuazione! Vorresti farmi credere che tu non mi pensi?
Usagi rimase in silenzio – Devo andare, Mamoru – disse cercando di liberarsi dalla stretta di lui.
 - No! Non te lo permetto! Usako, noi dobbiamo stare insieme! Dobbiamo far nascere la nostra Chibiusa! Forse siamo ancora in tempo!
 - No, Mamoru, non siamo più in tempo. Sono stata male e mi hanno operata. Sono sterile, Mamoru. – mentì Usagi.
Per Mamoru fu come una pugnalata in pieno petto. Sterile…
Ciò significava che Chibiusa non sarebbe mai nata.
 - Usako, voglio stare con te lo stesso…
 - Scusami, Mamoru, ma ora devi proprio lasciarmi andare…
Finalmente Usagi si liberò dalla stretta del ragazzo e corse via, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
CONTINUA

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo decisamente corto, di intermezzo e soprattutto per non lasciare insospesa troppo a lungo questa storia! Scusate se ci ho messo tanto!
Grazie per aver commentato a:

luciadom

romanticgirl

ilary

chichilina

silviasilvia


CAPITOLO 3
 - Credevo che rivedere Mamoru le avrebbe fatto cambiare idea… - sussurrò Rei al telefono con Ami – Come diavolo ha fatto a resistere e non dirgli nulla?!
 - Usagi ama tantissimo Mamoru. Fa questo per proteggerlo. – disse Ami, attorcigliando, pensierosa, una ciocca di capelli intorno al dito. In quegli ultimi tempi li aveva lasciati crescere.
 - Ma così soffrono entrambi! Io non ce la faccio a vederli così. Usagi chiama Mamoru ogni notte, nel sonno! – disse Rei. – Ami, dobbiamo intervenire di nuovo e non mi importa se Usagi ci odierà, ma Mamoru deve sapere tutto!
Ami rimase in silenzio – Hai ragione… - disse infine.
Era deciso allora. Le quattro ragazze si incontrarono con Mamoru quello stesso pomeriggio, in un café.
Dissero a Usagi che andavano a fare compere e che non doveva andare con loro, con la scusa di doverle fare una sorpresa. E Usagi la sorpresa l’avrebbe avuta…
Quando ci furono tutti, seduti attorno ad un tavolino, Ami guardò Mamoru.
 - Dobbiamo dirti una cosa importante… riguardo Usagi – disse la ragazza.
 - Qualunque cosa vogliate dirmi… non mi importa. Voglio accettare la decisione di Usagi.
Rei scattò in piedi, furibonda, con una venetta della tempia pronta ad esplodere – E tu ti arrendi così?! – sbottò, mentre Minako e Makoto la trattenevano per le braccia.
Mamoru la guardò perplesso e anche gli altri clienti del café.
 - Siediti, Rei, falla finita! – disse Makoto costringendo l’amica a risedersi.
Ci fu un attimo di silenzio, poi Makoto prese parola – Credimi, quanto stiamo per dirti ti farà cambiare idea…
 - Mamoru… - fece Ami – Usagi è incinta… di due mesi! Aspetta Chibiusa! -  la voce le tremò dall’emozione.
Mamoru la fissò a lungo in silenzio. Poi guardò le altre, senza dire niente.
Rei gli agitò una mano davanti – E’ partito… - disse.
Poi Mamoru guardò nuovamente Ami – Mi aveva detto che era sterile… che non poteva avere bambini…
 - Ti ha mentito per proteggerti… - disse Minako.
 - Che sciocca! Dove vuole arrivare con questa storia del proteggermi?! – Mamoru si alzò in piedi – Bé non le permetterò di tenermi lontano da lei o da Chibiusa!
 - Stai andando da Usagi?! – esclamò Makoto con un sorriso.
 - Certo! E non le permetterò di opporsi questa volta!
 - Bene, meglio per te! – fece Rei incrociando le braccia, seria – Usagi è a casa mia.
Mamoru annuì e fece per correre via, ma si voltò a guardare le quattro ragazze.
 - Grazie – disse sorridendo a tutte.
Loro ricambiarono il sorriso.
 - Coraggio, vai da lei! – disse Minako impaziente.
 - E se non riesci a trascinarla a casa tua, non puoi nemmeno immaginare quello che ti farò, Mamoru! – lo minacciò Rei.
Tutte le altre risero, mentre guardavano Mamoru correre via, per raggiungere la sua adorata Usako.

Usagi era appena uscita dalla doccia. Con un sospiro entrò nella camera di Rei e indossò dei vestiti puliti.
Poi si sdraiò sul letto dell’amica e si mise a fissare le ombre sul soffitto.
Chissà cosa avevano in mente quelle quattro matte.
Forse volevano comprare qualcosa per Chibiusa…
Si portò una mano sul ventre. Era leggermente gonfio, ma ancora non si notava ad occhio…
Chibiusa sarebbe nata e non avrebbe mai conosciuto suo padre. Lo sguardo di Usagi si fece serio. Ma almeno così Mamoru, l’uomo che amava, sarebbe stato salvo.
In quel momento sentì bussare alla porta. Rei si era di nuovo dimenticata le chiavi?
Si alzò dal letto e si trascinò fino alla porta.
 - Rei, sei la solita smemorata – disse aprendola.
Poi il suo sguardo si trasformò da annoiato in sorpreso, poi sconcertato.
Stava per sbattere la porta in faccia al ragazzo davanti a lei, ma Mamoru si sovrappose prontamente nello spazio lasciato dalla porta semi aperta, spalancandola del tutto.
Usagi indietreggiò – Mamoru… - sussurrò.
 - Usako, ora basta con questa storia – disse lui serio – Coraggio, prendi le tue cose e vieni a casa con me!
Usagi scosse la testa – Vattene, Mamoru! È finita, lo sai!! Cosa vuoi ancora da me?! – esclamò mentre le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi.
 - Voglio vivere con te e con la nostra Chibiusa, Usako, perché ti amo! Ecco cosa voglio.
 - Non c’è nessuna Chibiusa, lo hai dimenticato?! – urlò Usagi, sentendosi in colpa nei confronti dell’esserino che cresceva nel suo ventre, che era lì, che esisteva, mentre lei negava il contrario.
 - Non mentirmi… so che sei incinta, me lo hanno detto le altre! – disse Mamoru.
Usagi sussultò.
 - Sì, Usako, lo so e non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice! Ti prego, non privarmi dell’affetto di Chibiusa!
Ma Usagi non sapeva che dire. Si sentiva tradita dalle sue amiche, che avevano promesso di non dire nulla a Mamoru e avevano infranto quella promessa contro la sua volontà.
Come avevano potuto. Era stata una stupida a tornare. Ora doveva andarsene nuovamente. Era l’unica cosa da fare.
Guardò Mamoru in lacrime, poi lo superò, correndo alla porta. Spalancandola si lanciò fuori e iniziò a correre, sotto che la pioggia che aveva iniziato a cadere incessante in quel momento, buttandosi a capofitto nelle tenebre che stavano per calare.
 - Usako! – gridò Mamoru correndole dietro.
Usagi era già arrivata alla fine delle scale e si era infilata in una via nascosta tra gli alberi, una piccola scorciatoia che lei e le altre usavano sempre.
Quando Mamoru raggiunse a sua volta i piedi delle scale del tempio, si guardò attorno, spaesato. Di Usagi non vi era più traccia.
 - Usagi?! – la chiamò ancora.
Poi vide la piccola via nascosta e vi si infilò, inoltrandosi tra gli alberi del piccolo bosco adiacente al tempio.
 -  Usagi, dove sei?!
Continuò a correre, cercandola, con il cuore in gola, chiedendosi che fine avesse fatto, temendo per lei.
 - Usagi, torna indietro!
Si fermò un attimo a riprendere fiato e a guardarsi intorno.
Poi sentì un tonfo e un singhiozzo.
Corse in quella direzione.
Usagi era a terra, con un ginocchio sanguinante, in lacrime. Sembrava non curarsi della ferita però.
Mamoru le fu subito accanto.
 - Usako… - fece chinandosi.
 - Mamoru… ho così paura… - disse con voce tremante. – Io ho pensato anche di liberarmi della nostra Chibiusa… perché non so se riesco a farcela da sola… ma non potevo tornare da te, Mamo-chan!
Mamoru le cinse le spalle e l’attirò in un abbraccio – Certo che potevi, sciocca… - disse piano – Dovevi! Dovevi tornare subito da me e dirmi di Chibiusa. Non ti lascio sola, Usako, mettitelo in testa, ti seguirò ovunque andrai! Potrai fuggire quanto vuoi, ma sarò sempre la tua ombra…
Usagi lo guardò con i grandi occhi azzurri – Ti amo, Mamoru! So che devo stare lontana da te! Ma è così difficile non pensarti… se mi abbracci così… non riesco a resisterti…
La ragazza ricambiò l’abbraccio.
 - Ti amo anche io… - le disse Mamoru in un orecchio – Non andartene più, ti prego…
Usagi annuì, continuando a tenerlo stretto e Mamoru non poteva quasi crederci.
Poi si alzò prendendola in braccio – Ti ammalerai se continui a stare sotto questa pioggia. Andiamo a prendere le tue cose e poi dritti a casa mia, per una doccia calda…
Usagi annuì, poggiando la testa sulla sua spalla.
Le previsioni di Mamoru però, furono del tutto errate: fu lui a prendersi una bella influenza con i fiocchi e Usagi passò una settimana intera a prendersi cura di lui…

Usagi correva… e correva tanto.
Teneva tra le braccia qualcosa.
Un fagottino piccino. Una copertina rosa che avvolgeva qualcosa di piccolo.
Scostò la copertina e vide il visetto di una neonata. La sua Chibiusa.
La bimba le sorrideva dolcemente.
 - Stiamo facendo tardi, il papà si arrabbierà tanto con la mamma, sai? – le disse Usagi con un sorriso.
Poi lo vide, Mamoru la aspettava sul ciglio della strada, davanti al café dove erano soliti fare colazione prima di andare a lavoro.
La vide anche lui. Le sorrise. Usagi lo raggiunse.
Poi accadde tutto all’improvviso. Lo stridio dei freni di una macchina che sbandava sulla strada. Il muso di questa che andava proprio dritto verso Usagi e Chibiusa e Mamoru che le spingeva via, venendo colpito al posto loro.
L’urlo di Usagi uscì forte dalla sua bocca.

La ragazza si mise seduta di scatto, ansimando. Il sudore le colava lungo il viso e sulla schiena. Si rannicchiò, poggiando la testa sulle ginocchia e cercò di calmarsi.
Era solo un sogno. Mamoru era vivo accanto a lei e Chibiusa sarebbe dovuta nascere solo di lì a sette mesi…
Eppure era quel sogno… il solito sogno in cui Mamoru…
Usagi si voltò a guardare il ragazzo che dormiva accanto a lei. Osservò il suo volto sereno. Non si sarebbe allontanata da lui di nuovo.
Non avrebbe fatto questo errore ancora…
Era solo un sogno! Solo uno stupido sogno!
Si rimise giù, cercando di convincersi di ciò… eppure continuava a sentire dentro di sé, che quel sogno aveva qualcosa di vero… qualcosa di terribilmente vero…

CONTINUA

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