La persona giusta!

di FairyJuls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il brutto anatroccolo diventa un bel cigno… ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di torneo... ***
Capitolo 3: *** Resta a Camelot! ***
Capitolo 4: *** Come due fratelli! ***
Capitolo 5: *** La caduta di Adurant... ***
Capitolo 6: *** Ritorno... ***
Capitolo 7: *** Perdite ***
Capitolo 8: *** Artù, Re di Camelot ***
Capitolo 9: *** Resta con me ***



Capitolo 1
*** Il brutto anatroccolo diventa un bel cigno… ***


Morgana e Morgause erano scomparse, Artù disse ad Uther ciò che provava per Gwen.
Uther stranamente accettò il fatto, diede la sua benedizione ad Artù e Gwen,
fino a che, un giorno, Artù camminando per le strade della città bassa, vide Gwen e Lancillotto.
Sconvolto, dopo averli visti insieme in atteggiamenti parecchio intimi, li fece bandire da Camelot.
Era passato un anno da quando Artù li fece cacciare da Camelot ordinando ad entrambi di non tornare mai più;
decretando per loro (per quanto era furioso) la pena di morte se fossero tornati.
Artù e Merlino erano diventati sempre più amici, fino a che il giovane mago decise
di rivelarsi al Principe, facendogli però promettere, di mantenere il segreto.
E cosi fù, Artù lo tenne per se, senza dire nulla al padre, che dopo gli avvenimenti successi
odiava la magia più di sempre.


 
Era primavera, quindi a Camelot era periodo di tornei.
Merlino era nelle stanze di Artù a sistemare la sua armatura sul tavolo, mentre il Principe di Camelot si alzava dal letto e faceva colazione.
Erano li tranquilli a ridere e scherzare parlando dei partecipanti del torneo, quando tutto d’un tratto Uther entrò nella stanza spalancando le porte;
i due ragazzi si guardarono in faccia, Artù si alzò girandosi verso il padre e Merlino mettendo le braccia dietro la schiena accennò ad un inchino con l capo,
tornando poi a sistemare l’armatura del giovane ormai suo amico.
<< Artù! >> la voce di Uther Pendragon risuonò nella grande stanza come sorpresa, << Non sei ancora pronto? >> domandò guardando il figlio,
senza guardare Merlino, che stava solo facendo il suo lavoro.
<< Perché? >> Artù era palesemente ancora mezzo addormentato, << Il torneo inizierà questo pomeriggio. >> fece presente al padre,
tornando cosi a sedersi sulla sua sedia di legno lavorata simile ad un trono, Uther abbassò lo sguardo sul figlio guardandolo con fare quasi arrabbiato,
<< Ti avrò detto mille e più volte che stamane arrivano Re Astaroth e sua figlia Astrea. >> Uther spiegò verso il figlio,
<< Li ho invitati ad unirsi a noi per il torneo. Saranno qui a breve. >> concluse dirigendosi verso la porta, prima di chiuderla si girò verso il figlio,
<< Tu conosci la figlia di Astaroth da quando eravate piccoli, abbiamo passato intere estati nelle loro terre. Pretendo che tu sia nella sala del trono vestito e lucidato tra meno di dieci minuti. >> non aspettò neanche una risposta,
chiuse le porte e si sentirono i suoi pesanti passi allontanarsi lungo il corridoio di pietra.
Artù si girò verso Merlino che già teneva in mano il primo pezzo da mettergli addosso,
<< Non ti azzardare a dire qualche cosa. >> secca la frase, il tono era scocciato mentre si avvicinava al mago che iniziò a vestirlo.
 
Vestito e pronto Artù si presentò nella sala del trono, vestito con la cotta di maglia e sopra la tunica rossa con lo stemma sul petto del dragone giallo,
il mantello agganciato davanti al petto, alla cintura vi era la spada, e quando si sedette al suo trono, accanto al padre, gli venne infilata in testa la corona d’orata simile a quella del padre.
 
Merlino era con Gaius nella sala del trono, insieme agli altri cavalieri anche loro tutti messi in tiro.
Uther Pendragon era seduto al suo trono, al centro del salone, anche lui vestito con la cotta di maglia, la tunica, il mantello e la spada al fianco.
 
Passarono pochi minuti prima che le porte della sala del trono si spalancassero e da li entrò prima Re Astaroth, un omone alto dalla spalle larghe,
vestito con la cotta di maglia con sopra una tunica blu, al centro del petto vi era lo stemma a forma di scudo, appuntato al petto vi era il mantello blu che scendeva fino a terra e al fianco la spada, in testa la corona d’orata.
Dietro di lui entrò la figlia Astrea, una volta entrata lei Artù si bloccò a guardarla come ammaliato, era cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista, ed era cambiata molto.
Era una giovane donna ormai, il volto dai lineamenti dolci e fini era contornato da una chioma di capelli castani leggermente mossi,
per l’occasione erano racchiusi in una lunga treccia, qualche ciocca era lasciata cadere libera accanto al volto.
Dietro di lei entrarono anche i quattro migliori cavalieri del loro regno, che li avevano scortati ed accompagnati; vestiti come il Re.
 
Uther si alzò in piedi e si diresse subito da Astaroth, erano vecchi amici, e dopo essersi abbracciati e salutati si rivolse alla giovane Astrea, che silenziosa era rimasta accanto al padre.
<< Astrea, sei irriconoscibile. La tua bellezza non ha eguali, mia cara. >> il tono era gentile mentre prendeva la mano della giovane principessa facendole un cavalleresco baciamano;
girandosi poi al guardarsi al fianco, pensando di trovarci Artù, che però era bloccato immobile seduto sul suo trono con uno sguardo quasi da pesce lesso.
Uther si girò a guardarlo, quasi fulminandolo cono un solo sguardo, Merlino che era dietro ad Artù gli si avvicinò e gli diede un pizzicotto, facendolo scendere dalle nuvole;
Artù scattò in piedi e dirigendosi verso Astrea, le prese la mano e facendo un lieve inchino ripeté il gesto del padre baciando il dorso della mano della ragazza, ma senza togliere gli occhi da quelli di lei.
 
Era ormai ora di pranzo quando le due famiglie reali si erano ritrovate dopo tanto tempo, si misero dunque a tavola, i due sovrani erano a capotavola mentre i due figli erano uno di fronte all’altra al lati del tavolo.
Finito il pranzo, Astrea chiese cortesemente di essere accompagnata nelle sue stanze cosi da cambiarsi prima dell’inizio del torneo.
Uther la fece accompagnare da una giovane dama della servitù, mentre Artù e Merlino si diressero insieme ai cavalieri di Camelot verso i tendoni del torneo.
 
Merlino, Artù e i cavalieri stavano camminando nel cortile interno del castello, diretti ai tendoni,
quando il giovane principe alzando lo sguardo vide affacciata ad uno dei balconcini dei corridoi la giovane coetanea figlia del vecchio amico di famiglia.
<< Voi andate avanti, io vi raggiungo tra poco. >> la voce era tranquilla, detto ciò Artù scomparve ben presto agli occhi dei cavalieri tornando dentro il castello.
Astrea non aveva visto il principe tornare dentro, si stava godendo il panorama che si estendeva sulla foresta, quando da dietro sentì una voce,
<< Principessa Astrea… >> la voce di Artù era tranquilla, quando lei si girò vide il principe a pochi passi da lei.
<< Principe Artù… Quale onore…>> sorrise tornando a girarsi verso il panorama; Artù l’affiancò, poggiandosi con una spalla al muro, stando con il busto girato verso di lei,
<< Perdonatemi per prima… >> sorrise verso di lei abbassando lo sguardo, << Sono passati molti anni, non vi ricordavo cosi… >> la voce del principe si affievolì,
come se questa volta il sempre sicuro principe Artù si vergognava di parlare, << Cosi? >> domandò lei curiosa girando il volto verso di lui, << Cosi bella… >> le sorrise appena intimidito.
 
<< Il brutto anatroccolo è diventato un bel cigno? >> la domanda di lei era tranquilla, non si sentiva affatto intimidita da lui;
<< Non volevo dire questo, ma ammetto che da piccola non eri un gran ché! >> rise verso di lei; << Senti chi parla, il principe ranocchio! >>.
Si guardarono per un momento scoppiando poi a ridere di gusto.
 

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Capitolo 2
*** Primo giorno di torneo... ***


Eccomi con il secondo capitolo!
Buona lettura!

 





Tutti i cavalieri che avrebbero partecipato al torneo erano in fila davanti al pubblico, tra il quale, al centro, vi era il solido tendone con sotto il trono di Uther, ai lati del quale ve ne erano stati messi due leggermente più piccoli, alla sua destra sedeva il vecchi amico Astaroth, alla sua sinistra sedeva Astrea.
 
Schierati in prima fila vi erano i cavalieri di Camelot, con il principe Artù al centro.
Uther si stava per alzare in piedi, per pronunciare il solito discorso monotono che pronunciava ogni volta per l’apertura del torneo, ma questa volta prima di alzarsi ed incominciare si girò con il capo verso Astrea, sporgendosi anche con il busto verso di lei, << Mia cara, vi andrebbe di essere l’accompagnatrice del cavaliere vincitore, al ricevimento che si terrà alla fine del torneo?>> le domandò cortese osservandola, lei dopo aver sentito la domanda, posò per un momento lo sguardo su Artù, senza poi tornare a guardare Uther, << Ne sarei felice mio Re. >>.
 
Dunque, ricevuta risposta dalla giovane principessa, Uther si alzò in piedi e facendo un passo in avanti guardo i cavalieri che aveva davanti, uno ad uno.
<< Quest’oggi il torneo annuale della città di Camelot avrà inizio. Qui, schierati davanti a me, vi sono tutti quei valorosi cavalieri che hanno deciso di parteciparvi. Giovani uomini, discendenti di nobili famiglie, venuti qui per mostrare la loro forza e la loro caparbietà. Chi partecipa a questi tornei, è qui per prevalere sugli altri; per mostrare qualche cosa che non sia il bell’aspetto, ma perché vogliono mostrare che sono capaci di battersi e che non hanno paura della sfida. >> si fermò per fare una pausa, durante la quale il pubblico applaudì. << Il vincitore, quest’anno verrà accompagnato al banchetto finale da Lady Astrea. >> si fermò ancora, indicandola con un gesto della mano, girandosi appena verso di lei.
Lo sguardo di Artù era fisso su Astrea, lei ricambiava lo sguardo, sorridendo quasi sogghignando, come se lo volesse sfidare.
<< E dunque… Che il torneo annuale abbia inizio! >> concluse tornando dunque a sedere, nel frattempo tutti i cavalieri presenti nell’arena di combattimento alzarono le spade facendo un urlo abbastanza grottesco, al quale Astrea rise appena senza farsi vedere dal re.
Merlino era con Gaius tra il pubblico, e mentre i cavalieri si disperdevano per far spazio ai primi due combattenti, Artù si diresse verso di loro; cosi poi insieme a Merlino si diresse verso la propria tenda.
 
<< Quest’anno vincerò io. >> la voce di Artù risuonò sicura una volta entrato nella tenda, mentre si metteva a sedere su una sedia, Merlino lo guardò con fare leggermente scioccato, riponendo in modo ordinato la spada, lo scudo e l’elmo sul tavolo, tornando poi a girarsi verso di lui; << Voi vincete ogni anno… Tranne quando ha combattuto anche vostro padre… >> rise appena sedendosi su una sedietta poco lontano da quella del principe.
 
I due iniziarono a litigare, come il loro solito del resto; tra la testardaggine di Merlino e il gigantesco ego di Artù.
 
L’ultimo combattimento della prima giornata del torneo fù quello di Artù, contro un uomo che non si era mai visto prima.
Era strano per Astrea guardarlo combattere, quando Artù venne buttato a terra da un calcio, lei sobbalzò, temeva che potesse succedergli qualcosa.
Infondo lo trovava un bel ragazzo, anche se da piccoli lo prendeva sempre in giro.
In effetti da piccoli non si sopportavano molto, si sfidavano spesso con le spade di legno, litigavano, si prendevano a spintoni e facevano la lotta…
No, da piccoli proprio non si potevano vedere, ma ora, dovevano ammettere entrambi che erano cambiati; infondo, chi non trovava affascinante il biondo principe dallo smisurato ego?!
 
 
Il combattimento finì…
Il vincitore era Artù…
Artù era in finale, insieme a tutti coloro che avevano vinto in quella giornata…
Astrea tirò un sospiro di sollievo…
 
Il pubblico che si era radunato sugli spalti si disperse subito dopo la fine del combattimento; Uther si alzò in piedi, e lanciando al figlio uno sguardo fiero e soddisfatto, si diresse insieme al vecchio amico Astaroth verso il castello, dove a breve avrebbero cenato.
Artù si chinò a raccogliere la sua spada e il suo elmo con estrema calma, pensando di esser rimasto solo, si guardò in torno regolarizzando il respiro ed il battito cardiaco, il passo traballante dopo lo sforzo fatto per battere il suo avversario; passò lo sguardo su tutti gli spalti, ormai vuoti alzando la mano che teneva l’elmo e infilandoselo nuovamente in testa, lo sguardo vagava sugli spalti, bloccandosi di colpo con l’intero corpo rivolto alla tenda dove durante i combattimenti sedeva suo padre, il Re.
Tenda sotto la quale vi era ancora una persona, il biondo principe non era solo come credeva; ancora seduta e intenta a guardare il suo fare, vi era Astrea.
Artù sorrise, anche se lei non poteva vederlo, e con passo lento si diresse verso il limitare dell’arena, arrivando a poggiarsi al bordo di legno con i gomiti, l’elmo ancora sul capo; lei si alzò, con il suo solito sorriso si avvicinò a lui, poggiando le mani sull’elmo del giovane e lentamente sfilandoglielo dal capo.
<< Complimenti per la vittoria Principe Artù… >> il tono era tranquillo e sorridente, mentre con tutta la calma del mondo si inginocchiò sulle assi di legno, cosi da arrivare ad avere il viso alla stessa altezza di quello di lui.
<< Sono determinato a mantenere il titolo di campione. >> le rispose lui, con il respiro leggermente affannato.
Restarono cosi, a guardarsi per qualche secondo, il sole che tramontava tingeva di rosso il cielo mentre i due si guardavano, lui in piedi appoggiato alla balaustra di legno, lei inginocchiata sulle travi degli spalti con in mano l’elmo di lui.
 
Sempre sorridendo, Astrea avvicinò le labbra alla fronte del giovane che le stava davanti dandovi un leggero bacio, << Andate a rinfrescarvi, ci vediamo a cena tra non molto. >> il tono di lei era dolce come lui non avrebbe mai immaginato, restò fermo a guardarla alzarsi e dirigersi verso il castello, osservò ogni minimo movimento di lei, anche il muoversi del vestito color smeraldo che sventolava alla leggera brezza; quando la giovane principessa scomparì dalla sua visuale, lui raccolse l’elmo che lei aveva poggiato li davanti a lui e si diresse verso le sue stanze.
 
Dopo essersi rinfrescato e cambiato d’abito, Artù arrivò a cena, il volto palesemente stanco.
 
Quella sera, nessuno si accorse degli sguardi che i due principi si lanciavano.
 
E di sicuro, non erano sguardi d’odio come quando erano piccoli. 





Spero vi stia appassionando!!
Aspetto commenti e recensioni...
Al prossimo capitolo... ^_^

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Capitolo 3
*** Resta a Camelot! ***


Premessa,
da questo capitolo le cose cambiano...
Ci saranno delle immagini per le frasi che trovo più belle...
Attenzione, le immagini hanno il copirigt,
quindi non copiatele senza permesso...
Detto questo, buona lettura!!






Iniziò bene il terzo ed ultimo giorno del torneo.

Nell’arena qualcuno stava già combattendo.

Artù e Merlino erano sotto la tenda del principe, Artù era in piedi immobile, mentre Merlino gli girava intorno mettendogli addosso pezzo per pezzo l’armatura.
<< quest’anno non fai le tue solite predizioni macabre Merlino? >> il tono di Artù era sereno mentre si rivolgeva all’ormai amico, << Che dovrei dire?! Ah, si… Sono felice che ancora non vi siete fatto uccidere! >> rispose il mago verso di lui mentre senza degnarlo di una sguardo gli infilava la cotta di maglia addosso.
Artù voltò il capo verso Merlino, inarcando un sopraciglio, << Un giorno di questi ti farò impiccare. >> il tono era semiserio, mentre Merlino gli continuava a girare intorno, in quel momento gli stava stringendo la cintura dove vi era appeso il fodero della spada, e al sentire il dire del principe la strinse più che poteva, << Lo dite sempre… >> rispose Merlino, scoppiando quasi a ridere al vedere il volto del biondo quando la cintura fu stretta, << Giuro che prima o poi lo farò! >> disse Artù sistemandosi la cintura.

Merlino prese l’elmo dal tavolo e si mise davanti ad Artù, i due restarono a fissarsi negli occhi per qualche secondo, << State pensando ad Astrea… >> il tono di Merlino era divertito, << Dici che è quella giusta? >> la domanda era sincera, Artù voleva davvero un consiglio da parte di colui che ormai era diventato un suo amico, << Non saprei… Dipende… >> rispose Merlino alzando entrambe le mani che tenevano l’elmo posizionandolo sopra il capo del principe, <> domandò nuovamente, << Da quanto riuscirà a sopportarvi! >> disse il mago lasciando cadere l’elmo sul capo di Artù.

Era il turno di Artù…
Era la finale del torneo…
Chi vinceva questo combattimento era il vincitore…

Artù entrò nell’arena di combattimento, gli occhi si fissarono per qualche secondo sul volto di Astrea dopo esser passati su tutto il pubblico e sul suo avversario.

L’unica cosa che Artù ebbe in mente per tutto il resto del combattimento, era il verde sguardo di Astrea!




Il tintinnio delle spade degli ultimi due contendenti segno l’iniziò del combattimento…

Dopo qualche colpo di spada Artù riuscì a far cadere l’avversario…
Pensava di aver vinto ormai…
Si girò verso il Re, soffermando lo sguardo su Astrea…
Fù un grandissimo errore!
Il suo avversario si rialzò, e disarmandolo lo fece cadere a terra…

Artù era steso a terra, parando con lo scudo i colpi di spada dell’avversario…
Lo sguardo del principe scivolò per un solo istante su Astrea…
Era palesemente preoccupata per l’incolumità di lui…

Fù in quel momento che Artù riuscì ad allungarsi verso la sua spada, e dopo averla afferrata per il manico, gli ci vollero pochi colpi per rimettersi in piedi, e altrettanti pochi per sbattere a terra l’avversario e quindi…
Per vincere il torneo!

Alzò la spada verso il cielo,
il pubblico applaudi alla vittoria del loro principe,
Uther si alzò in piedi guardando il figlio e applaudendogli,
cosi fece anche Re Astaroth, seguito dalla figlia Astrea.

Artù abbassò la spada, andandola a conficcare nel terreno sabbioso dell’arena,
con passo tranquillo si diresse verso la tribuna dove i era il padre con i due regali ospiti che lo stavano applaudendo, nel mentre si tolse l’elmo e lo gettò a terra, si fermò a qualche metro, si inchinò; e muovendo ancora qualche passo, in direzione di Astrea, << Sarà un onore accompagnarvi al banchetto questa sera Milady! >> il tono era gentile e sul volto del giovane principe comparì un sorriso soddisfatto, mentre tra gli applausi del pubblico si girò, e raccogliendo spada ed elmo si diresse verso l’uscita dell’arena, dove vi era Merlino che lo guardava con sguardo semi impressionato.

Astrea era in camera sua, si stava vestendo, in fin dei conti era felice di andare al banchetto accompagnata da Artù.
Qualcuno da fuori bussò alla sua porta.
<< Arrivo… >> rispose al bussare, con calma e respirando profondamente si diresse verso la porta e aprendola si trovò davanti Artù, vestito con la tunica rossa sopra la cotta di maglia, il mantello agganciato sul petto e al suo fianco la fidata spada.
<< Ecco il vostro cavaliere per la serata… >> le sorrise lui, mentre lei uscendo dalla stanza lo affiancò lungo il corridoio.
<< E’ stata una bella vittoria la vostra… >> parlò lei cercando di far iniziare una conversazione mentre si dirigevano, l’uno accanto all’altro, verso il salone del trono.
<< Grazie! >> sorrise ancora il biondo, girando il capo verso di lei. << Dammi del tu, infondo abbiamo la stessa età. >> il tono era cortese.

Arrivarono dunque davanti alle porte chiuse del salone del trono, le guardi stavano per aprire i portoni quando Astrea si girò verso Artù, << Probabilmente è l’ultima sera che passo a Camelot…>> un sospiro << Temo che mio padre decida di metterci in viaggio verso Adurant domani. >> lo sguardo era quasi triste, Artù la guardò per qualche secondo, << Resta a Camelot! >> la guardò sorridendo, << Chiedi a tuo padre se puoi restare a Camelot, cosi da poter conoscere meglio il posto e… le persone… >> il tono era tranquillo, mentre piegando il braccio destro davanti al petto, lo porse alla ragazza; Astrea sorrise prendendolo sotto braccio, le porte si aprirono e loro entrarono sorridendo.

La serata proseguì tranquilla, Artù e Astrea erano sempre attorniati da cavalieri che volevano complimentarsi con lui per la vittoria.

Quando finalmente la serata finì, nel salone rimasero i due Re e i due ragazzi, Astrea si avvicinò al padre, che era intento a parlare con Uther.
<< Padre… >> sorrise facendo un lieve inchino in segno di saluto verso Uther, << Immagino che domani voi vogliate tornare verso Adurant… O sbaglio? >> domandò, il tono era cortese, Artù era accanto a lei, era in piedi con le mani incrociate dietro la schiena, sotto il mantello; << Si mia cara, pensavo di fare ritorno… Perché me lo chiedi? >> il tono del padre era tranquillo, sul suo volto non mancava il sorriso, << Volevo chiedervi, se posso prolungare la mia permanenza a Camelot… >> lo sguardo era tranquillo verso il padre, mentre lo sguardo del padre si rivolse a Uther, quando quest’ultimo annuì con il capo, Re Astaroth si rivolse sorridendo verso la figlia, << D’accordo ma quando vorrai tornare, mi manderai uno scritto, cosi ti farò venire a prendere. >> sorrise verso la figlia, << Non ce ne sarà bisogno, quando vorrà tornare l’accompagnerò personalmente. >> la voce di Artù era sicura e tranquilla, Astrea si girò verso di lui sorridendo, tornando poi con lo sguardo sul padre, << A domani padre, mi sveglierò per salutarvi. Ora con permesso mi ritiro nelle mie stanze. Buona notte a tutti. >> sorrise dirigendosi verso le porte aperte e scomparendo dietro l’angolo del corridoio.

Astrea camminava lungo il corridoio diretta verso la sua stanza, quando senti qualcuno accanto a se, girò lo sguardo e si trovò accanto Artù, << Mio padre è felice che vuoi passare del tempo qui… Ti considera come una figlia… >> sorrideva mentre parlava, << E lui è come un padre per me… >> sorrise, << Infondo noi, siamo cresciuti insieme… Fino a una decina di anni fa… >> lo sguardo verde era su Artù, << Già, sono sempre venuto io in Adurant, sono state rare le volte che siete venuta voi qui… >> la guardò, per un secondo il loro sguardo si incrociò.
Erano ormai giunti davanti la porta della camera di lei.

<< Buona notte Artù… >> il tono dolce di lei fece salire un leggero brivido lungo la schiena del giovane, che per tutta risposta le sorrise e la guardò fino a che la porta non si richiuse tra di loro.

“Adurant,
una fortezza in mezzo al bosco,
a tre giorni di viaggio da Camelot.
Adurant e Camelot, due città gemelle!
Una fortezza nascosta nel verde e rigoglioso bosco.
La città bassa:
dove vivono i contadini che coltivano i campi dietro il castello;
Il castello:
dove vivono i cavalieri e la famiglia reale.
Dietro il castello si estende per miglia il lago,
le sue acqua bagnano i campi che sono stati arati sulla sua riva,
cosi da permettere a tutti gli abitanti di vivere una vita serena.
Adurant,
attorniata da un fiume che si divide intorno ad essa,
fiume che sfocia nel lago.”







 

Spero che vi sia piaciuto, aspetto commenti... ^_^
P.S.- Le immagini le trovereta anche nella mia pagina d'autore!! ^_^

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Capitolo 4
*** Come due fratelli! ***


Eccomi con il quarto avvincente capitolo...
Per chi a questo punto pensa che non sia successo nulla di avventuroso,
spero non si scoraggi, posso annunciarvi che nel prossimo capitolo, ci sarà una battaglia!
Ma non aggiungo altro!!





Al mattino seguente Astrea si alzò presto per andare a salutare il padre che sarebbe partito quella stessa mattina.
Artù era nella sua stanza, Merlino stava sistemando il tavolo per la colazione, il principe era poggiato con una spalla contro il muro, a guardare fuori dalla finestra,  in cortile a salutare il padre vi era lei, la principessa di Adurant.
<< Se la continuate a fissare cosi, le cose sono due, o vi vedrà, o la consumerete… >> il tono di Merlino era scherzoso e divertito, mentre il principe si girò verso di lui, << Sei anche un buffone oltre che un mago? >> il tono era semiserio mentre si dirigeva verso il letto a prendere per poi infilarsi la maglia rossa con i lacci neri sul collo.
Merlino scosse il capo, << Dove state andando? >> domandò verso il principe che stava uscendo dalla stanza, e di conseguenza lo seguì, << Tu seguimi! >>, Merlino lo seguì in silenzio senza ribattere.
Scesero le scale, arrivarono nel cortile del castello e intrapresero il sentiero fino alla città bassa, fino a che, un certo punto, Artù portando indietro il braccio appiattì Merlino contro un muro, facendo lo stesso, allungando il capo oltre l’angolo del muro a guardare, Merlino non capiva ciò che stava succedendo, cosi allungando anche lui il collo e capendo, più o meno ciò che stava succedendo.
Stavano seguendo Astrea; la principessa era andata a fare un giro per la città bassa.
<< Cosa avete intenzione di fare? >> chiese il mago girandosi verso il principe,
<< Seguirla! >>
<< Perché? >> lo sguardo del mago era semi scioccato,
<< Merlino, non penso siano affari che ti riguardano! >>
<< In teoria lo sono, visto che mi trascinate con voi! >> disse il mago inarcando un sopraciglio,
<< Sei il mio servo, devi seguirmi ovunque vado! >> spiegò il principe con tono vicino all’ovvio,
<< E perché? >>
<< Sono il tuo principe… >> il principe si girò verso di lui,
<< E quindi? >> chiese il mago inarcando un sopraciglio in modo leggermente scioccato,
<< Sono il tuo principe! >> disse girandosi verso l’angolo, sbucandovi da dietro con il capo, e trovandosi davanti la principessa che stava poggiata con una spalla contro il muro ad ascoltare i loro discorsi contorti.
<< Astrea! >> lo sguardo di Merlino si fece divertito mentre quello del principe si fece leggermente paonazzo per la vergogna. 
 
 
 
<< Da quanto sei qui dietro? >> domandò cortese il principe, cercando di prendere una postura corretta, poggiando la mano contro il muro e l’atra dietro la schiena, << Da abbastanza… >> sorrise lei sporgendosi da una parte in modo da vedere bene Merlino che cercava di appiattirsi il più possibile contro il muro per non farsi vedere.
<< Andate da qualche parte? >> domandò lei cortese guardandoli entrambi, << Si, andiamo al campo di addestramento. >> sicuro il tono del principe, mentre con la mano che prima stava ferma dietro la schiena ora afferrava Merlino per la maglia e lo tirava accanto a se; << Posso accompagnarvi? Mi farebbe piacere vedere come vi allenate, soprattutto se lo fate insieme! >> disse lei sogghignando.
 
I due fecero cosi strada verso il campo di addestramento, Astrea si sedette sulla fresca e verde erba del prato, appena fuori il recinto di addestramento, mentre i due iniziarono con il combattimento con la spada.
 
Astrea se ne stava tranquilla seduta nell’erba, era seduta in un punto circondata da fiori, guardava i due combattere mentre ne raccoglieva chiudendoli in un gazzettino tutto colorato e vivace.

I due finirono di allenarsi, Artù togliendosi l’elmo si diresse verso di lei, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi, sorridendogli lei prese la mano di lui e si alzò in piedi tenendo i fiori con l’altra mano, << Siete bravi. >> affermò lei sorridendo, mentre Merlino si avvicinò ad Artù per aiutarlo a togliersi lo spallaccio e la cotta di maglia, Artù iniziò a prendere a spintoni Merlino, come per giocare, come ormai facevano sempre, Astrea rise al loro fare.
<< Voi… >> cercò di fermare la risata, riuscendoci poco dopo, i due smisero di fare i bambini, si girarono verso di lei e la guardarono, << Voi due siete come fratelli… Litigate tanto, ma in fondo… >> una piccola pausa tornando a respirare regolarmente, << …Vi volete bene! >> sorrise ora, dopo che anche il respiro era tornato regolare dopo la risata, << Si vede… >> sorrise ancora, incamminandosi poi verso il castello, e scomparendo poco dopo all’interno delle mura.
I due la guardarono fin quando non scomparve, girandosi poi l’uno verso l’altro, guardandosi e scoppiando a ridere!
 

 
Artù e Uther erano nel salone del trono, con loro vi era anche Astrea, stavano tranquillamente parlando, seduti a tavola a cenare, Merlino era vicino ad una delle finestre, il sole era basso nel cielo, ma ancora vi era luce ad illuminare fuori le mura.
Fu per caso che Merlino rivolse lo sguardo verso l’esterno della finestra dalla quale si intravedeva leggermente il sentiero che dal bosco passava per la campagna arrivando fino alle porte del castello, vedendo cosi un cavaliere, che portava i colori di Adurant, cavalcare a tutta velocità verso Camelot.
<< Scusate vostre altezze se vi interrompo… >> parlò a bassa voce avvicinandosi al tavolo, affiancando a testa bassa Artù che era seduto, << Per quale assurdo motivo il tuo servo interrompe il nostro pasto Artù? >> il tono di Uther era leggermente alterato, << Perdonatemi vostra maestà, ma un cavaliere di Adurant sta cavalcando verso Camelot, sarà entrato nella città bassa ormai. >> disse il mago sempre stando a capo chino, non fece però tempo a finire di parlare che Uther, senza dire nulla si era già alzato e si era avvicinato alla finestra intravedendo il cavaliere in blu attraversare la città bassa, diretto al cortile interno del castello.
Sempre in silenzio, Uther uscì dal salone, Artù e Astrea si guardarono, e alzandosi all’unisono seguirono il re fino ad arrivare nel cortile.
Uther era in fondo ai gradini di marmo ad aspettare il cavaliere, nel momento che costui varco le porte del cortile, Astrea e Artù uscirono dalle porte, lei si fermò in cima a qui pochi gradini di marmo, mentre lui affiancò il padre.
 
<< Brutte notizie porta questo cavaliere… >> sospirò sperando di sbagliarsi.. 




Spero di non sembrar ripetitiva se vi chiedo di commentare!
Ci vediamo presto con il 5° capitolo! ^_^

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Capitolo 5
*** La caduta di Adurant... ***


Ciao a tutti, scusate la grande assenza ma ho avuto un esame di scuola e tanti altri problemi,
non mi sono proprio riuscita a liberare fino ad oggi...
Ecco il 5° capitolo, spero vi piaccia
^_^ 
BUONA LETTURA!!!



<< Brutte notizie porta questo cavaliere… >> sospirò Astrea, rimanendo immobile sugli scalini, lo sguardo smeraldo passa tra il re e il principe, posandosi sul cavaliere del suo regno,
il cavaliere era vestito con la cotta di maglia, sopra una tunica blu corta fino al ginocchio, non portava il mantello, al fianco la spada; il cavaliere scese da cavallo, dirigendosi con passo lento e visibilmente stanco,
lo sguardo alto sulla principessa da lui riconosciuta, passando accanto a Uther ed Artù che lo lasciarono passare, il cavaliere salì qualche gradino,inginocchiandosi sugli scalini, poco più in basso da dove era Astrea.
<< Mia Signora,  >> sospirò <> la voce era disperata,
mentre la principessa si porta le mani davanti la bocca con sguardo scioccato. Artù  senza pensarci troppo alzò lo sguardo dapprima su Astrea passando poi su Merlino che era in piedi in cima alle scale poco distante dalla principessa, <>, asserisce per poi guardare il padre come a chiedere il consenso,
Uther senza dire nulla si voltò verso il figlio annuendo con il capo. Artù salì le scale mentre Merlino scendeva per andare a chiamare i cavalieri e sellare il cavallo.
Il principe si fermò un secondo accanto alla principessa, uno sguardo lieve, li sguardi dei due si incrociarono. <> il cavaliere di Adurant si era rialzato in piedi,
Artù dunque si girò verso di lui, <> detto ciò il principe si diresse verso le sue stanze di tutta fretta,
il cavaliere di Adurant passò lo sguardo sulla principessa che prima di girarsi e seguire Artù gli fece cenno di si con la testa.
 
Artù era nelle sue stanze, lanciando tutta l'armatura sul tavolo per poi iniziare ad infilarsi la cotta di maglia, in quel momento la porta si aprì, ma non era Merlino come lui pensava,da dietro la porta comparve Astrea.
La principessa entrò nella stanza e richiuse la porta dietro di se, sorrise appena verso Artù, <>
Null'altro, mentre prese l'armatura e iniziò a vestire il principe, nessuno dei due disse nulla. Una lacrima solitaria solcò il volto di Astrea,
lui la vide e con la mano destra, ancora libera dal guanto andò ad asciugargliela dolcemente, lei alzò lo sguardo triste sul volto di lui,
un sorriso accennato comparì sul suo volto mentre finiva di chiudere i legacci dell'armatura di Artù.
In quel momento la soglia della camera fu spalancata da Uther con Merlino al seguito, <>Uther non si fece scrupoli nell'interrompere i due.
Artù accennò un sorriso verso la principessa, <> sussurrò verso di lei in modo che solo Astrea potesse sentirlo;
poi seguì il padre lungo i corridoi del castello uscendo nel cortile interno del castello, raggiungendo i cavalieri.


Astrea rimase nella stanza di Artù, lo sguardo dritto davanti dove prima vi era lui, scosse la testa, si girò e corse lungo i corridoi e giù per le scale raggiungendo il cortile interno prima che Artù e i cavalieri partissero,
<> urlò lei correndo fino a fermarsi accanto al cavallo marrone del principe che stava per salire in groppa, si avvicinò a lui,
<> lui sorrise guardandola da dietro le fenditoie dell'elmo, <> domandò verso di lei,
<> sussurrò lei abbozzando un sorriso, <> le domandò sempre sorridendo, <> sorrise, alzandosi in punta di piedi e dando un lieve bacio sull'elmo di Artù,
in prossimità della bocca del ragazzo, le loro labbra non si toccarono, perchè divise dall'elmo.
 

 

Lei sorrise e si avvicinò a Uther, che la cinse con un braccio come per rassicurarla; nel frattempo Merlino si avvicinò al principe,

<> verso il mago, lo sguardo era tranquillo nel cercare di nascondere la preoccupazione per la principessa,
<> domandò Merlino all'amico, ma Artù non gli rispose, la risposta era palese.




 

Il mago annuì, allontanandosi dal principe mentre lui con tutti gli altri cavalieri di Camelot con il cavaliere di Adurant partirono al galoppo, mentre sulle scale del castello, Uther, Astrea e Merlino li guardavano scomparire oltre le mura.




Spero vi sia piaciuta!!!!
Recensite in tanti, al prossimo capitolo!!!
  ^_^

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Capitolo 6
*** Ritorno... ***


Oggi mi sentivo ispirata e quindi ho finito anche il 6° capitolo...
BUONA LETTURA!!!




Erano orami dieci giorni che Artù e i cavalieri erano partiti, Astrea era nel prato accanto al campo di addestramento,
lontano da occhi indiscreti, seduta in mezzo ai fiori; raccoglieva i più belli e colorati,
per racchiuderli in mazzetti con dei fili dei colori più disparati portandoli con se al castello, e metterne un mazzo in ogni stanza.

Al castello Uther stava sempre alla finestra della sala del trono in attesa di un qualsiasi segno del ritorno del figlio;
ed anche quella mattina il re era in piedi davanti all'enorme finestra quando Merlino entrò nel salone, << Mi avete fatto chiamare? >> domandò verso il re, restando in attesa;
Uther non lo degnò nemmeno di uno sguardo andando solo ad aprire appena le labbra << Vai al campo di addestramento, nel campo di fiori li accanto vi è Astrea, voglio che stai con lei. Non deve restare sola. >>
tutto qui, non aggiunse altro; Merlino annuì facendo un lieve inchino per poi scomparire dietro le grosse porte di legno.

Merlino comparve al campo di fiori con un cestino enorme, si avvicinò alla principessa sfoggiando un gran sorriso,
<< Buona mattinata principessa, come state questa mattina? >> domandò lui affiancandola e sedendosi accanto a lei, mentre lo sguardo della principessa si posò sul mago,
<< Inutile risponderti, sono in ansia, come ieri, l'altro ieri e il giorno prima ancora.. .>> 
la voce della principessa era stanca, come se in quei dieci giorni avesse dormito poco e niente.
<< Per fortuna che ci sono io allora, vi ho portato uno spuntino, cosi non dovrete tornare al castello per pranzo... >> il mago cercò di sorridere verso di lei,
<< Artù tornerà incolume, come sempre, è un cavaliere eccezionale, e un combattente impressionante. >> cercò di sollevarla un pò di morale,
strea girò lo sguardo verso il mago abbozzando un sorriso, << D'accordo, mi hai convinto. >> sorrise, prendendo dal cesto un pezzo di pane.

Merlino e Astrea passarono tutta la mattinata al campo di fiori, incamminandosi verso il castello, camminavano e parlavano, ridevano e scherzavano; finalmente Astrea si era rilassata.
I due varcarono le mura che portavano al cortile interno del castello, quando giunsero in visuale delle scale principali, la principessa si bloccò di colpo,
Merlino sorrise mentre Astrea si portò le mani alla bocca, lasciando cadere a terra i mazzolini di fiori che aveva riunito nella giornata al campo.
Gli occhi della principessa si illuminarono di colpo, le mani scesero sul petto, gli angoli della sue labbra si inarcarono in un sorriso, li seduto sui gradini che portavano al portone del castello, vi era lui.
Dopo dieci giorni, era tornato. Sano e salvo, ed era li, seduto sui gradini ad aspettare lei.
Artù era vestito con la cotta di maglia, mezza armatura ancora addosso e il mantello scarlatto, poggiato accanto a lui vi era l'elmo e la spada poggiatavi accanto.


Quando la vide, il volto di lui, visibilmente stanco e spossato, si illuminò con un sorriso; Astrea si girò per un secondo verso Merlino e poi parti di corsa verso di lui;
Artù si alzò in piedi, scese pochi gradini e allargò le braccia ricevendo al volo la principessa che gli corse incontro.
L'abbraccio durò tantissimo, Merlino fece in tempo ad attraversare il cortile, dare una pacca sulla spalla al principe che ancora era abbracciato con la principessa ed entrò nel castello.

Quando si staccarono dall'abbraccio, Artù barcollò all'indietro trovandosi costretto a sedersi sui gradini, cercò di sorridere, per rassicurare Astrea, ma lei non ci cascò.
<< Vai nelle tue stanze a riposarti. >> sorrise verso di lui, girandosi poi verso un paio di cavalieri che erano nel cortile, impegnati a sistemare i cavalli, i due si avvicinarono al principe,
iutandolo ad alzarsi in piedi. << Vado a visitare mio padre e poi ti porto qualcosa di caldo. >> lui non ebbe il tempo di ribattere, trovandosi dunque a camminare verso le sue stanze sorretto dai cavalieri.

Astrea si fece coraggio, e dopo essersi alzata in piedi ed aver guardato Artù scomparire dietro il portone del castello,
fece un respiro profondo e si diresse verso la stanza che Uther aveva fatto allestire in attesa dell'arrivo del re di Adurant.
Merlino e Uther erano fuori dalla porta in attesa che Gaius finisse di visitarlo,
<< Merlino, fammi un favore, vai a chiedere ai cuochi di preparare qualcosa di caldo e di buono per Artù, poi copri tutto per bene e portamelo, lo porterò io al principe. >> sorrise verso il mago
osservando poi Uther e senza aggiungere altro, mentre Merlino annuendo si dirigeva verso le cucine, la principessa aprì la porta ed entrò nella stanza, seguita da Uther.
Gaius stava sistemando i suoi strumenti medici, si girò verso i due, << Si riprenderà, ma ha bisogno di molto riposo.
Gli ho spalmato un unguento curativo, tornerò domattina per cambiare le fasce. >> accennò ad un inchino ed usci, lasciando la principessa e il re nella stanza con il padre di lei.

Astrea si sedette accanto al padre, prendendogli la mano tra le sue e baciandola e stringendola, come per fargli capire che lei è li.
Passarono pochi minuti, prima che Merlino arrivò con una ciotola di zuppa calda in mano,
Uther e Astrea erano nel più totale silenzio, quando il mago arrivò nella stanza, lei si alzò, fece un cenno ad Uther che si sedette accanto all'amico inerme mentre la principessa raggiunse il mago,
prese la ciotola in mano e ringraziandolo con un cenno del capo e si diresse nelle stanze di Artù.

Era davanti la porta, fece un respiro profondo ed entrò nella stanza del principe,
<< Ecco un buon pasto per riprenderti da lungo viaggio. >> sul volto un sorriso dolce, ma quando ebbe poggiato la ciotola sul tavolo, e si girò verso il letto, lui era addormentato.
Era stanco morto, era crollato sul letto ancora prima che lei arrivasse.


Astrea sorrise, con calma si avvicinò al volto del principe e gli diede un bacio sulla fronte, lasciandolo riposare.


Finito il capitolo sei, aspettatemi con il settimo, mentre io aspetto le vostre recensioni ^_^

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Capitolo 7
*** Perdite ***


Eccomi, scusate per il lungo periodo di assenza per questa FanFiction,
ma devo ammettere che per ritrovare l'ispirazione ce ne è voluto di tempo.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
BUONA LETTURA!!!
 
 

 
<< Cosa? >> Astrea e Artù parlarono all'unisono verso i rispettivi padri.
Uther ed Astaroth si guardarono l'un l'altro e poi tornarono a guardare i figli.
 
Erano tutti e quattro nella sala del consiglio, i due ragazzi in piedi in fondo al tavolo e i due sovrani erano seduti dall'altra parte.
 
<< Avete capito bene! Abbiamo deciso di partire, con l'esercito per riprendere Adurant. >> Uther parlò per entrambi.
<< Padre vi siete appena ripreso, rischiate di morire davvero se tornate la. >> Astrea era sconvolta, ma il padre sembrava quasi non sentirla.
Il portone della sala si aprì e vi entrò uno dei cavalieri del seguito del re.
<< Mio signore, siamo pronti. >> annunciò il cavaliere e Uther annuì.
Entrambi i sovrani si alzarono e aggirando il tavolo si diressero rispettivamente verso i propri figli.
Uther mise le mani sulle spalle del figlio, << Sarai tu a capo del regno fino al mio ritorno. >> Artù non poté far altro che annuire;
Astaroth accarezzò la guancia della figlia e con un sorriso le parlò con voce dolce,
<< E tu, figlia mia, sarai a rappresentanza del regno di Adurant. Se mi succedesse qualcosa... >> a quella frase Astrea scosse il capo ed abbassò lo sguardo,
suo padre portò la mano sotto il mento della figlia e le alzò il volto
<< Se mi succedesse qualcosa ho già dato disposizioni per la tua incoronazione. >> il re sorrise appena e baciò la figlia sulla fronte seguendo poi Uther verso il cortile dove i cavalieri erano pronti per partire.
La principessa si diresse alla finestra che dava sul cortile e da li osservò i due sovrani che prendevano posto in testa ad un numeroso gruppo di cavalieri;
Artù l'affiancò alla finestra le passò una mano sulle spalle e la strinse contro di se, come a volerla rassicurare.
Osservarono insieme i rispettivi padri che sfilando per le vie del villaggio fuori dal castello si incamminavano verso la battaglia, seguiti da un fiume rosso e blu di cavalieri.
 
I giorni passavano, Astrea si era chiusa nelle sue stanze dal giorno della partenza e Artù era sempre impegnato con dei compiti reali,
l'unico a vedere Astrea era Merlino che le portava regolarmente i pasti e si assicurava che mangiasse.
 
Erano passate tre settimane dalla partenza dei sovrani e Astrea ed Artù non si vedevano da quando i re erano partiti.
 
<< Alzate il regale sedere e andate a trovarla. >> Merlino era entrato deciso nella stanza di Artù, il principe era seduto al tavolo della stanza e stava cercando di districarsi tra varie scartoffie,
<< Non ho tempo. >> Artù rimase con lo sguardo sulle carte che teneva tra le mani,
<< Trovatelo! La state evitando, e non dite che non è vero! >> Merlino era scocciato dalla situazione ed era palesemente arrabbiato contro Artù che si stava facendo del male da solo.
Artù alzò la testa a guardare il mago e per un momento pensò di mandarlo alla gogna, ma sapeva che in fondo lui aveva ragione.
<< Hai ragione. >> Annuì alle sue stesse parole, poggiò i gomiti sul tavolo e rispettivamente poggiò la testa sulle mani.
<< Il pranzo è pronto per entrambi, perchè non glielo portate voi? >> Merlino sorrise raggiungendo la porta e tirando dentro la stanza un vassoio con sopra due piatti, un vasetto con dei fiori e una candela spenta.
Artù osservò il mago per qualche momento e scosse la testa alzandosi in piedi.
<< Hai sempre la mossa pronta, ma preferisco cercare di farla uscire. >> il principe passò accanto al mago prendendo il fiore dal vasetto e fermandosi sulla porta.
<< Riesci ad organizzare qualcosa al campo di fiori? >> Artù sorrise e Merlino annuì divertito.
<< Certo, ma lo faccio solo per lei, di voi mi interessa poco se mangiate o no. >> Merlino rise mentre sorpassando il principe, Artù non rispose alla provocazione dell'"amico".
 
TOC TOC
Artù bussò alla porta delle stanze di Astrea.
La principessa andò ad aprire, una volta aperta la porta si trovò davanti Artù, che era poggiato contro lo stipite di muratura della porta, sguardo un pò dispiaciuto e davanti al volto il fiore che aveva  preso dal vassoio.
<< Artù! >> lei sorrise e quando lui le porse il fiore le lo prese tra le mani portandolo al naso ad annusarlo.
Il principe non fece cenno di voler entrare, fisso in volto la principessa, fissandosi a guardare i suoi occhi smeraldini leggermente arrossati, segno che aveva pianto.
<< Sono stato poco presente, ma sostituire mio padre è più difficile di quanto sembri. >> si scusò lui,
Astrea sorrise e scosse il capo, << Non devi scusarti. >> ribatté lei,
<< Invece devo, stai passando dei brutti giorni e io non ci sono stato. >> la voce di Artù era sinceramente dispiaciuta,
<< Per questo sono qui. Ora tu verrai con me al campo di fiori, dove ci aspetta un pranzetto delizioso. >> il principe sorrise in sua direzione.
Il volto di Astrea si contorse appena ma non poteva dire di no ad Artù che la guardava come un cane bastonato,
<< Va bene... Vengo con te. Ma solo perchè sei tu. >> sorrise posando il fiore sul tavolo della stanza ed uscendo dalla porta.
Artù porse il braccio alla principessa che vi fece passare a sua volta il suo braccio, e cosi, camminarono per il castello, dirigendosi con calma verso il campo di fiori.
<< Artù, hai sfruttato Merlino per organizzare tutto questo? >> la voce della principessa era divertita nel vedere la coperta tutta contornata dai fiori e ricoperta di ogni tipo di cibarie e poco lontano, Merlino che li aspettava.
<< Si è offerto lui. >> ribatté Artù ridendo, << Ma per vederti sorridere nuovamente ne è valsa la pena. >> a quella parole Astrea girò lo sguardo verso il principe e sorrise dolce, allungando il volto verso quello del principe e scoccandogli un bacio sulla guancia, << Grazie. >> sorrise lei verso di lui.
<> Astrea sorrise verso il mago e lui annuendo si diresse verso il castello, oltrepassando Artù con il quale si scambiò uno sguardo complice.
 
Passarono il pomeriggio migliore delle ultime settimane.
Risero e scherzarono, Astrea fece una corona di fiori e riuscì a metterla sul capo di Artù, che inerme si lasciava fare senza ribattere.
Vederla finalmente sorridere lo faceva stare meglio.
Purtroppo la loro felicità era destinata a durare poco.
 
Il sole stava iniziando a tramontare dietro il bosco, quando Merlino arrivo al campo dei fiori correndo disperato.
<< Artù! >> il mago urlava, e sentendosi chiamare il principe sobbalzò appena, girò lo sguardo e quando vide l'amico correre verso di loro, entrambi si alzarono in piedi.
<< Merlino, calmo... Che succede? >> Artù cercò di tranquillizzarlo e quando il mago arrivò da loro, il principe gli mise una mano sulla spalla, Merlino alternò lo sguardo dalla principessa al principe.
<< Stanno tornando... >> la voce del mago era spezzata dal fiatone della corsa.
Artù girò lo sguardo verso Astrea e senza dirsi nulla, tutti e tra partirono di corsa a tornare al castello.
Arrivati al castello, si fermarono sulle scale ad aspettare.
Merlino in fondo alle scale, appoggiato alla scultura di marmo, Artù seduto sull'ultimo gradino in alto ed Astrea che camminava avanti e indietro aspettando l'entrata nel cortile.
 
I primi ad entrare furono dei cavalieri, Artù si alzò in piedi, i cavalieri vedendoli abbassavano lo sguardo aprendosi lungo il cortile.
Poco dopo ecco che entrarono i cavalli dei due sovrani, entrambi i cavalli trainavano un carro a testa.
Astrea scosse la testa portandosi le mani al volto, Artù scese i gradini raggiungendo Merlino in fondo alla scalinata.
I cavalli si fermarono e Merlino andò a prendere le redini di entrambi in modo che i cavali non si muovessero troppo mentre Artù si muoveva con estrema lentezza verso i carri.
Astrea non voleva vedere, ma dall'espressione di Artù poteva ben intuire.
Sui carri, i due sovrani giacevano senza vita, sul petto la spada e sul capo le loro corone; Artù si avvicinò al corpo senza vita del padre e vi si accasciò accanto lasciando andare  in un pianto disperato.
Uno dei cavalieri di Adurant, nel frattempo, scese da cavallo e si diresse verso la principessa, si inchinò ed estrasse da una sacca una corona argentata con degli smeraldi incastonati.
Astrea scosse il capo e diede una manata alla corona e piangendo corse dentro il castello andando a chiudersi nelle sue stanze.
Merlino raccolse la corona e quando Artù si era ricomposto la portò a lui.
 
<< Predisponete tutto per i funerali. E quella portala nella sala del trono. >> detto questo, Artù si diresse verso le sue stanze.
Il regno era in lutto.
 
 

 
Ecco la fine del settimo capitolo,
spero vi sia piaciuto e spero di non mancare tanto per postare il prossimo.
Aspetto le vostre recensioni, belle o brutte che siano...
 
A PRESTO!!
 

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Capitolo 8
*** Artù, Re di Camelot ***


Capitolo otto!
Spero vi piaccia, mi sto divertendo a scrivere questi capitoli,
anche se purtroppo stiamo giungendo alla fine del nostro viaggio!
BUONA LETTURA!!!





I funerali ebbero luogo pochi giorni dopo, e vi partecipò tutta Camelot.

Un paio di giorni dopo i funerali, Artù era nelle sue stanze, sentì bussare alla porta,
<< Avanti. >> il tono di voce più piatto del normale, quella mattina indossava i suoi soliti calzoni ed era a petto nudo.
Dalla porta entrò Astrea.
<< Ciao. >> sorrise leggermente la principessa a lui, sentendo la sua voce lui si girò di scatto,
<< Ciao. Come stai oggi? >> domandò lui dolce verso di lei avvicinandosi alla ragazza, fermandosi a pochi passi.
<< Come te! >> rispose vaga avvicinandosi a lui di qualche passo,
<< Sono venuta ad aiutarti a vestirti per l'incoronazione. >> si avvicinò a prendere una maglia e la porse al principe.
Lui la prese e iniziò ad infilarsela,
<< Non capisco perchè hai rifiutato di farti incoronare. >> asserì lui sbucando con il capo dalla maglia mentre subito lei le porse la cotta di maglia.
<< Voglio essere incoronata solo quando Adurant tornerà nelle mani della mia famiglia. >> confessò lei,
<< Artù, rivoglio il mio regno e se questo significa cercare un mago che mi aiuti, lo farò. >
> asserì lei.
Quando il principe si fu infilato la cotta di maglia girò subito il capo a guardarla,
<< Non ce ne sarà bisogno. >> il suo tono era sicuro, si avvicinò a lei e le poggiò le mani sulle spalle,
<< Una volta finita la cerimonia d'incoronazione io e i cavalieri partiremo per Adurant... >> annunciò lui.
Lei scosse energicamente il capo, << No, Artù no, ti prego! >> asserì lei poggiando le mani sul petto di lui,
<< I nostri padri sono morti, non voglio perdere anche te. >> gli occhi di lei iniziarono a riempirsi di lacrime.
Artù le andò ad accarezzare una guancia, << No, tornerò! Te lo prometto. >> le sorrise.

Astrea finì di aiutare Artù ed insieme si diressero verso la sala del trono dove si sarebbe svolta l'incoronazione.

Astrea, Merlino e Gaius erano in prima fila.
Artù era sul trono e quando gli fu messa in testa la corona ci fu un gran boato e tutti urlarono in coro "Lunga vita al re!"

Finita la cerimonia non era previsto nessun banchetto, Artù era nel cortile del castello con i cavalieri e Merlino.
<< Stai qui, bada a lei. >> alle parole di Artù, Merlino annuì, << Certo sire. >>
<< Artù! >> Astrea era uscita di corsa dai portoni del castello e stava correndo verso il nuovo re.
<< Dimmi... >> le sorrise mentre lei si fermò a meno di un passo da lui.
<< Me lo hai promesso! Qualunque cosa accada... >> Artù le mise un dito sulle labbra annuendo,
<< Tornerò da te! >
> una frase che ne voleva dire mille, il cuore di lei batteva a mille.
Si portò le mani dietro il collo e sganciò la collana che portava, una collana in argento con un ciondolo a forma di stella,
dopo averlo sganciato lo allacciò al collo si Artù, infilandogli poi il ciondolo sotto la maglia.
Nessuno dei due disse nulla, Merlino circondò le spalle della principessa ed insieme si fecero indietro per lasciare spazio ai cavalieri di partire.

<< Tornerà! >> la rassicurò Merlino.

Ed insieme guardarono Artù e i cavalieri scomparire lungo il villaggio, diretti ad Adurant.




Spero vivamente che vi sia piaciuto il capitolo.
L'ho fatto corto apposta per allungarla e per mettere un pò di suspense!!
Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 9
*** Resta con me ***


Passarono due settimane, e nessuna notizia di Artù e dei cavalieri.
 
Astrea passava la maggior parte del suo tempo nelle sue stanze, spesso in compagnia di Merlino che non voleva lasciarla sola.
 
<< Dovreste distrarvi... >> Merlino ripeteva la stessa frase tutti i giorni, e al solito lei rispondeva con un cenno di dissenso del capo e di risposta il giovane sbuffava.
 
Le settimane passarono cosi, iniziarono ad arrivare i mesi estivi e Astrea persisteva a rimanersene chiusa nelle sue stanze, con Merlino che cercava di farla uscire.
 
<< Merlino, ancora nessuna notizia. Stavo pensando di partire per Adurant. >> per la prima volta Astrea aprì bocca.
<< Scordatevelo, Artù mi metterebbe alla gogna. >> rispose lui sicuro di quello che diceva.
Qualcuno bussò.
<< Avanti. >> asserì il mago.
Entrò un cavaliere con una pergamena in mano.
<< Notizie. >> annunciò lui porgendo la pergamena alla principessa.
 
All'interno della pergamena arrotolata una sola frase.
 
"Mantengo sempre le mie promesse."
 
Astrea sorrise e si alzò in piedi.
<< Stanno tornando. >> asserì lei, girando il volto verso il mago, con in volto un sorriso che lui non vedeva da quando Artù era partito mesi prima.
<< Ne ero certo. E' dura sbarazzarsi di Artù. >> ridacchiò Merlino.
 
Passarono un paio d'ore prima di aver notizia dell'avvistamento di Artù ed i suoi cavalieri nel bosco di Camelot. Astrea girava avanti ed indietro per la sua stanza con Merlino seduto sul davanzale della finestra ad osservare il cortile in attesa. << Principessa, per quanto possa essere contento per la vostra felicità mi state dando sui nervi a camminare avanti ed indietro. >> cercò di essere il più delicato possibile ma lei si girò verso di lui con uno sguardo come a fulminarlo che poi si addolcì lentamente << Do sui nervi a me stessa. >> disse lei sedendosi sulla sedia spostata del tavolo. Il mago scese dal davanzale e si portò davanti a lei chinandosi per cercare il suo verde sguardo e prendendole le mani le sorrise. << Dovreste dirglielo appena lo rivedete. >> il tono amichevole e dolce di Merlino le fece sgranare gli occhi. << Non so di cosa parli Merlino. >> rispose lei finta tonta con lui che sorrise. << Sapete benissimo a cosa mi riferisco, e penso che non dovreste tenervelo dentro. >> il ragazzo le sorrise e lei pensò che forse aveva ragione << Chissà, magari lui fa la stessa cosa, tace senza dire nulla per paura di non essere ricambiato. >> un sorriso sornione mentre a quelle parole lei lo fissò stranita. << Tu sai più di quanto vuoi ammettere, ma non indagherò oltre. >> lei sorride << Un po di mistero ci vuole sempre. >> risponde lui ammiccando.
 
Messi calmi entrambi si misero a chiacchierare, parlando l'uno del loro primo incontro con Artù e prendendolo anche un po in giro, fin che dalla finestra che era stata aperta si sentì risuonare lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli. A quel suono i due si fissarono e drizzarono la schiena come dei cani che fiutano la preda.
<< Va da lui, io mi assicuro che le sue stanze siano in ordine o mi mette alla gogna. >> ridacchia il mago alzandosi ed aprendo la porta ala principessa che con un sorriso prende a camminare veloce lungo i corridoi del castello.
 
Scale e corridoi non sembravano cosi lunghi nei mesi precedenti, ma ora parevano allungarsi e diventare interminabili, come per magia.
Il cuore nel suo petto batteva tanto forte da rimbombarle nelle orecchie mentre arrivata quasi in fondo al suo percorso stava svoltando nel corridoio dove vi era la porta della sala del consiglio. Più si avvicinava alla porta più i rumori al suo interno erano forti e nitidi. Persone che parlavano, esultavano ed urlavano pure. Nessuna voce distinta, solo molte voci confuse tra di loro. Le guardie fuori dalla porta erano ferme come al solito, solo quella più vicina a lei si girò a guardarla quando Astrea si appoggiò al muro con una mano e successivamente con la spalla. << Principessa, tutto bene? >> le chiede gentile e lei annuisce portandosi la mano libera sulla pancia << Tutto a posto, sono solo agitata. >> gli sorride cercando di ricomporsi. Prende un lungo sospiro per poi muovere gli ultimi passi lungo il corridoio e svoltare nella sala del consiglio rimanendo bloccata, impietrita, ma non dalla paura, a ciò che si trova davanti.
 
I drappi rossi di Camelot e quelli Blu di Adurant erano appesi in tutta la sala, alternati ed alla stessa altezza, al tavolo al centro dalla sala i cavalieri di Camelot stavano parlando, ridendo ed esultando mentre Artù ancora vestito con la cotta di maglia, la tunica rossa ed il mantello dava le spalle alla porta. Il vento fresco che entrava dalla finestre smuoveva ogni cosa possibile, i mantelli, i drappi colorati e l'abito color smeraldo di lei bloccata a guardare Artù da dietro. Solo ora la sua voce le arrivava chiara alle orecchie. Stava borbottando qualche cosa sugli aiuti militari per rimettere in piedi la città. Calò il silenzio da parte dei cavalieri quando la videro sulla porta, solo lui non la vedeva dato che le dava le spalle, ma si accorse del silenzio ed alzando la testa dal tavolo vide gli sguardi dei suoi uomini che non lo stavano neanche più ascoltando. << Sire... >> disse uno di loro mentre gli poggiò la mano sulla spalla. << Com'è? >> domandò Artù che non aveva quasi il coraggio di girarsi. Astrea nel frattempo era ancora sulla soglia della sala, le mani unite in grembo come se cercasse di fermare il continuo nodo allo stomaco che si stringeva dentro di lei. << Più bella di quanto potessi ricordarla. >> detto ciò, come se lei non fosse li e non li sentisse, i cavalieri si dispersero sparendo oltre le colonne e le porte laterali, lasciandoli soli.
 
Artù raddrizzò la schiena sistemandosi la cinta con la spada che ancora aveva al fianco, lei sorrise continuando a guardarlo in silenzio. << Pensi di girarti e salutarmi o devo andarmene? >> domandò lei con un sorriso in volto che difficilmente sarebbe sparito. << Devo prima fare ammenda per non essermi fatto sentire i questi mesi. >> rispose lui con un sospiro. Passo dopo passo lei trovò il coraggio di muoversi, di avanzare, arrivando quindi a poco meno che un passo da lui poggiandogli la mano destra sulla spalla sinistra. << Nessuno ti chiede di fare ammenda. Sopratutto non te lo sto chiedendo io. >> a quelle parole lui si girò di scatto cingendola con entrambe le braccia e tenendola stretta a se. Le mani di lei si alzarono e si avvolsero attorno al collo di lui mentre il volto si nascondeva nell'incavo del suo collo.
 
Un abbraccio che durò una vita e che nessuno dei due voleva sciogliere, ma non potevano restare cosi in eterno. Una volta sciolto l'abbraccio, anche se di poco, lo sguardo di lei cercò quello di lui. Le mani di Astrea si spostarono e si posizionarono sul volto di Artù mentre le mani di lui si fermarono sui suoi fianchi. << Sei tornato. >> dolce e basso il tono di lei mentre il sorriso di lui, stanco ma felice gli accendeva volto e sguardo. < > sospirò lui << Cosi come ti ho promesso che sarei tornato portandoti indietro il regno di tuo padre. >> il tono basso e tranquillo mentre si spostava di lato per mostrarle sul tavolo la cartina del regno di Adurant con le modifiche che c'erano state durante gli scontri. << A breve verrai incoronata, ora non puoi rifiutarti. >> disse lui tornando a stringerla a se. << Ciò comporta che dovrò andare via. >> il tono di lei ora era triste, preoccupato mentre gli occhi di lui si accesero d'improvviso cosi come d'improvviso gli comparve un largo sorriso. << Resta con me. >> le parole di lui la colpirono dritta al cuore, le mani che prima erano scese sul suo petto quando lui le mostrò le cartine ora erano tornate sul suo viso, ma lei non disse nulla sorrise solo alzandosi in punta di piedi ed avvicinando il volto a quello del re andò a poggiare le labbra contro le sue, cosa che voleva fare da molto tempo e che lui pure aveva aspettato tanto. Lui la strinse a se ricambiando quel bacio che sembrava stesse aspettando da troppo tempo.

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