Kiara VS Occhialini: Piani assurdi per vedere occhi assurdi.

di White_Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Primo Piano ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: I dettagli sono fondamentali ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Giornata libera ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Problemi mentali ovunque ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Il mondo dei sogni ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: preparativi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: il Festival Pt.1 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Festival Pt.2 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Vecchie Conoscenze ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Febbre ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Insieme ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: La Royal Academy ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Solo noi due ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Lupus in Fabula ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Sogni e Incubi ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: l'isola di Lioccot ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Fratelli ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Dopo tutto questo tempo? ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19: Storie Deliranti ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20: Uniti? ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21: Fiducia ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22: Ricordi e Emozioni ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23: Genitori ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24: Un nuovo inizio ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25: Kiara VS Sharp //Fine// ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Camminavo spedita verso la sede della squadra, facendo rimbalzare il pallone da calcio per terra mentre canticchiavo una canzone a caso storpiandone le parole.
Mi fermai solo un momento per osservare l'enorme campo alla mia destra, sistemandomi gli occhiali blu per vedere meglio.
Vuoto, neanche un'anima.
Sospirai.
"Si sono rintanati di nuovo in quella sede??"
Arrivai davanti alla porta metallica della piccolissima costruzione in questione, dove in questo momento sicuramente si trovavono tutti i componenti della squadra intenti a fare chissà quale strategia calcistica o robe simili.
Ma con tutta una scuola a loro disposizione, proprio li dovevano stare??
L'Inazuma Japan è una delle squadre più strane che io abbia mai visto... e per questo è la mia preferita!
Ah, io non mi sono ancora presentata! 
Mi chiamo Kiara White ed ho 15 anni. Da quasi due mesi sono diventata la manager della Inazuma Japan.
Dovevo prendere un pò di crediti per la scuola, sennò probabilmente sarei stata bocciata... sono una tipa poco studiosa.
All'inizio non ne ero per niente entusiasta però... ora per me la squadra è diventata qualcosa di veramente importante... sono ormai i miei migliori amici!
Aprii la porta di scatto, facendo sobbalzare un povero Shawn e cadere dalla sedia Jordan per lo spavento.
  -buongiorno!!- dissi radiosa.
 -Kiara, ma sei pazza?? Ci hai fatto prendere un colpo!- disse Caleb 
  -uffa, sempre a lamentarti tu! Ma invece, cosa state facendo rintanati qui?- esclamai, lanciando il pallone in testa a Mark, troppo occupato a guardare concentrato la lavagna per vedere la palla arrivare.
  -ehi!- mi disse lui massaggiandosi la testa.
 - perchè cavolo hanno messo a te come quarta manager?... già tre bastavano e avanzavano- 
Mi girai verso Xavier, incrociando le braccia offesa.
  -dovreste ringraziarmi! Ho fatto mille cose per voi!-
  -per esempio?- domandò David, seduto su una pila di copertoni.
  -ehm.... quella volta che, no, quella no... però l'altro giorno ho fatto!... niente... vabbè, non è questo l'importante!- 
  -dillo che sei qui solo per passarti il tempo- disse Axel con il pennarello in mano, intento a scrivere e a fare linee.
  -non è vero! Ci tengo a voi!-
  - si, si vede...- 
  -ovviamente tu sei l'unico a cui darei fuoco, Caleb-
  -Kiara, stiamo facendo una cosa importante... vai ad aiutare le altre?- mi chiese Jude, che stava appoggiato al muro davanti a me.
 Io rimansi un attimo a fissarlo.
Mi ero sempre chiesta perchè portasse quegli occhialini e cosa celassero sotto...
  -dove sono le altre?- chiesi alla fine.
  -Ah boh! Saranno al dormitorio a preparare il pranzo... almeno fanno qualcosa di utile- 
 Diedi un pugno in testa a Jordan e uscii, chiudendomi la porta alle spalle.
Mi avviai verso i dormitori, e iniziai a rimuginare.
Mi succede, quando ho una questione irrisolta.
Arrivai dalle ragazze, intente a macchinare con fornelli e cibi vari.
  -volete una mano?- 
  -tranquilla Kiara! Lo sappiamo che non sai cucinare!- mi disse Nelly, mettendo nella pasta lo zucchero al posto del sale.
 "Sta parlando la vincitrice di Master Chef" pensai, iniziando ad apparecchiare.
Vidi spuntare Celia alla mia destra con qualche piatto in mano, intenta a posarli ordinatamente ai loro posti.
"Ora che ci penso..."
  -Celia... posso farti una domanda?-
  -certo! Cosa vuoi sapere?- 
  -ehm... sei la sorella di Jude vero?-
 Lei mi sorrise.
  -si, esatto!-
  -mi sono sempre chiesta... ma di che colore ha gli occhi?-
 Tra la domanda e la risposta passò qualche secondo che sembrò interminabile.
Sembrava quasi che Celia stesse seguendo un ricordo lontano, per lei importante.
Intanto la mia immaginazione aveva preso il volo.
Probabilmente erano nocciola o marroni come i suoi capelli o più scuri, color cioccolato.
O potevano anche essere azzurro come il cielo limpido o blu come il mare in tempesta.
O anche verde come l'erba di un prato o come il colore della speranza.
O anche solo un colore neutro, come il nero pece.
  -sono... rosso cremisi-
 Rimasi un attimo interdetta.
  -rosso cremisi!?- chiesi, come se non avessi sentito.
Lei annuì, e ritornò tranquilla a sistemare piatti e posate.
Però io ero tornata di nuovo nel mio mondo dei sogni.
Non avevo mai visto degli occhi rossi, chissà com'erano!
L'immaginazione partì come un razzo, facendo crescere dentro di me una fortissima curiosità.
"Devo vederli" mi ripromisi.
"Gli toglierò quegli stupidi a qualunque costo!"


ANGOLO AUTRICE
Tad dan!
Sono tornata!
Credevate che dopo Obbligo o Verità me ne sarei andata e vi avreilasciati in pace vero?
E invece no caVi.
Sono qui, con una nuova storia comica che sfiora quasi il demenziale tutta per voi!
Spero vi piaccia, fatemelo sapere con una recensione.
Alla prossima!
Kiara

P.s. Ho aperto un account Wattpad, li mi viene meglio aggiornare le storie. Se volete potete cercarmi li con il nome utente Kiara_White_Moon

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Primo Piano ***



C'erano molte cose che odiavo dell'essere manager.
Per esempio il doversi alzare prima di tutti per preparare la colazione.
Il correre da una parte all'altra della scuola per soddisfare i vari bisogni dei calciatori.
O il cucinare, apparecchiare, sistemare, pulire e fare altre mansioni prettamente femminili.
Ma la cosa che odiavo di più... sicuramente era la gonna della divisa scolastica.
A scuola non mi interessava poi tanto metterla, dovevo stare seduta.
Peró quando corri su e giù per portare le bottiglie d'acqua o devi andare a recuperare una palla calciata un pò troppo lontano, quella ca**o di gonna è sempre d'intralcio.
Quello infatti fu il giorno in cui il fastidioso indumento si fece odiare piú del dovuto.
Avevo preparato tutto il piano.
Con la scusa di un dispetto, sarei saltata addosso al malcapitato, immobilizzandolo e togliendogli quei MALEDETTI occhialini.
Chiedere non era nel mio stile.
  -che te ne pare di questo piano?- chiesi a David. 
Era il mio migliore amico, mi aveva aiutata molto in quell'anno, anche con lo studio, e mi aveva sempre sostenuta nelle mie imprese impossibili.
Sicuramente anche adesso mi avrebbe appoggiata.
  -...tu sei pazza- disse lui, incrociando le braccia.
  -ehi! E io che credevo mi appoggiassi!-
  -ti avrei appoggiata se avessi deciso di iscriverti al corso di latino per esempio- 
Bleah, il latino.
-ma mai nella vita-
  -lasciamo stare... perchè vuoi togliere gli occhialini a Jude?-
  -perchè voglio vedere che c'è sotto!-
  -...scordati il mio aiuto-
  - va bene capo- 

Ecco, il momento era arrivato.
L'allenamento era finito e i ragazzi si erano messi a chiacchierare a bordocampo, come facevano sempre.
Jude era messo un pò in disparte, guardando la cartellina con i dati dei giocatori e gli allenamenti da effettuare quel giorno.
Lo faceva sempre, prima e dopo l'allenamento.
Non sapevo cosa frullasse nella sua testa ma sicuramente non era una persona che faceva cose inutili e senza profitto, come la sottoscritta.
"Ciancia le bande Kiara! Hai una missione da compiere soldato!"
Si, autochiamarmi soldato mi dava forza...
Lo so, sono molto strana.
Presi la rincorsa e presi la "mira". 
Lui era messo di spalle, ancora a rimuginare sulla cartelletta.
"Uno...due...tre!" iniziai a correre.
A un metro da lui saltai, ma Mark lo chiamò e lui si spostó per raggiungere i suoi compagni.
Ed ecco che mi ritrovai faccia a terra e gambe all'aria.
Ora, capirete perchè quello fu il giorno in cui odiai di più la gonna della divisa.
Non solo ero caduta di faccia, ma la gonna si era alzata mettendo in bella vista cose che vorrei rimanessero celate.
Tutti scoppiarono a ridere di gusto.
Che stro**i, li odio tutti.
  -belli i mutandoni con gli orsacchiotti!- esclamó Caleb, che quasi stava cadendo a terra dalle risate. 
  -che carini!- si ci mise pure Jordan.
David invece si era sbattuto una mano sulla fronte con fare affranto.
Nessuno si degnò di venirmi ad aiutare.
Mi alzai lentamente.
La vendetta, si sa, va servita fredda ma non mi importava in quel momento.
Li avrei fatti sentire delle cacche ambulanti.
  -siete solo degli str***i....- sussurrai, facendo finta di asciugarmi gli occhi, come se stessi piangendo.
Tutti ammutolirono.
Mi girai e entrai a scuola, diretta alla mia stanza.
Mi ci chiusi dentro e aspettai.

Stavo leggendo quando sentii bussare alla porta.
Avevo dimenticato quello che era successo un paio d'ore prima, quindi andai ad aprire saltellando.
Mi ritrovai davanti David, Jude, Mark e Axel.
Gli unici quattro che non avevano riso, in sostanza.
  -come stai?- chiese David, un pó preoccupato.
  -sto benissimo!-
  -ma te ne sei andata piangendo- continua Mark.
  -era per farvi sentire delle cacchine!- dissi, facendo la linguaccia.
  -abbiamo fatto una ramanzina di due ore agli altri... per nulla?- chiese Jude.
  -no dai, alla fine ci voleva-
  -si certo, come no- disse Axel, ritornando alle scale e scendendo.
 Feci entrare gli altri tre e mi sedetti sul letto.
  -come sei caduta prima?- mi chiese Mark, seduto su una sedia. 
Vidi David che cercava di fare l'indifferente, guardando fuori dalla finestra.
  -sono inciampata-
  -l'importante è che non ti sei fatta male- disse Jude.
  -tranquillo, non ho nulla, solo qualche graffio sulle ginocchia-
Altro che qualche graffio, ma come mio solito cercavo di non darlo a vedere.
Iniziammo a parlare di diversi argomenti e più guardavo Jude, più pensavo a quali sarebbero stati i modi migliori per togliergli gli occhialini.
Avevano vinto una battaglia, ma non la guerra.
Ci sarei riuscita, anche se dovessi provare milioni di modi.



ANGOLO AUTRICE 
Salve a tutti!
Volevo un attimo parlare con voidi una cosa, soprattutto con quelli che mi conoscono da tempo...
Sono venuta a sapere che qualcuno, non so chi, ha "copiato" l'idea di Obbligo o Verità: The Show!
Io non ce l'ho con l'autore ovviamente, ma vorrei almeno leggere questa storia!
Qualcuno la conosce? Fatemelo sapere, per favore!
Grazie mille, e a presto! :3
Kiara

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: I dettagli sono fondamentali ***


  -basta, non ce la faccio più!- esclamai bevendo un sorso del mio succo.
  -ma scusa, se vai a chiedere?- mi rispose Celia, seduta davanti a me al tavolo.
  -non posso chiedere! È troppo imbarazzante!-
  -dai, alla fine che potrebbe succedere di peggio? Ti dice di no e basta!- 
La guardai un attimo.
Si, avevo deciso, glielo avrei chiesto.
Mi alzai e andai nel tavolo accanto.
Li erano seduti Mark, Axel e Jude.
Guardai il mio bersaglio e mi avvicinai.
  -senti Mark, ma a te piace di più Nelly della palla?- 
Nelly quasi non si strozzò col succo quando sentì quella domanda.
  -ehm... che razza di domanda è?- chiese Jude un pò confuso.
  -ssh! Con te me la vedo dopo! È una domanda di estrema importanza- 
Lui sicuramente non seppe che dire, così si zittì.
Mark neanche sapeva come rispondere a quella domanda eccentrica.
  -credo che non si possa paragonare una ragazza ad una palla. Una ragazza è più difficile da trattare, ad una palla basta che gli dai un calcio e basta- disse ricevendo poi dalla ragazza in questione il bicchiere di plastica dura in testa. 
Bene, almeno una delle mie domande bizzarre aveva trovato risposta.
Orma mancavano solo "come sono gli occhi di Jude?", "come fa Axel a tenersi quei capelli a porcospino?" e "come fa Caleb a essere così antipatico?".
Forse l'ultima era più che una domanda bizzarra, visto che se lo chiedevano tutti in squadra.
Comunque, il mio piano per quella volta era molto semplice: avrei aspettato fuori dalle doccie maschili.
Si sa che li dentro, con il vapore dell'acqua calda, gli occhiali si appannavano.
E sicuramente Jude non poteva starsene con gli occhialini alle doccie, non avrebbe visto al di là del suo naso.
Appena finiti gli allenamenti pomeridiani, i ragazzi si infilarono, a turni, sotto la doccia.
Con la scusa di dover portare degli asciugamani puliti per il turno successivo, mi ci piazzai davanti.
In quel turno c'erano Jude, David, Xavier, Shawn e Jordan.
Aspettai li davanti per una mezz'oretta, ma ci fu una cosa che non calcolai...
Shawn uscì il primo di tutti ed era... senza maglia.
Come avevo fatto a non pensarci?!
Dentro c'era troppo caldo, era inevitabile che i ragazzi non restassero seminudi!
Quasi non svenni davanti a lui.
Sapete com'è... il fisico di un calciatore... una ragazza quindicenne... ci siamo capiti no?
  -Kiara? Sei viva?- 
  -eh?! Sisi Shawn, devo solo portare gli asciugamani dentro! Aspetto che escano gli altri!- 
Lui sorrise, si mise la maglietta che teneva in mano e se ne andò.
Bene, almeno uno si era levato dalle scatole.
Il problema sopraggiunse dopo.
Jordan, Xavier e David uscirono dal bagno tutti e tre contenporaneamente.
E potete immaginare com'erano.
Si, esatto, senza maglia.
Mi girai di scatto verso la finestra.
Ok uno, ma tre insieme erano troppi per la mia vista da adolescente in cerca di bei ragazzi da acciuffare!
Stavano parlando di chissà-che-cosa così animatamente che non mi notarono e se ne andarono.
Rimasi girata per un'altro pò, finchè non li vidi scendere le scale.
Sospirai e mi girai.
Jude era già uscito e, mio malgrado, si stava rimettendo gli occhialini, girato di spalle.
"Me misera! Dovevo girarmi prima!" mi maledii mentalmente.
Per fortuna lui era con la maglietta, non avrei sopportato ancora la vista di bei ragazzi seminudi.
Perchè, diciamolo, la Inazuma aveva una vasta scelta di figoni di tutti i tipi. 
E anche Jude non era male in fondo, anzi!
Entrai nelle doccie per posare gli asciugamani un pò scocciata per il fallimento del piano.
Sicuramente Jude notò questo particolare perchè rimase zitto davanti alla porta.
Posai gli asciugamani e uscii, sbattendo un pò la porta.
Il problema fu che anche io avevo gli occhiali, che con l'umidità erano un pó appannati.
Sbattei il ginocchio contro l'armadio in ferro, emettendo un gridolino misto tra dolore e sorpresa, mentre caddi di faccia.
Cadere era ormai una tradizione.
Jude mi si avvicinò e mi aiutò ad alzarmi.
  -dovresti stare più attenta!- commentò divertito.
Io gonfiai le guancie imbarazzata.
Gli occhiali ormai erano tornati normali, ed essendo molto vicina a lui riuscii a guardare un pò attraverso le lenti degli occhialini.
Vidi un accenno dei suoi occhi, leggermente a mandorla e di un rosso intenso un pò nascosto dalle lenti scure.
Trattenni il respiro.
Lui era riuscito a incantarmi senza nemmeno togliersi la maglietta.
Un record.
  -Kiara? Stai bene?-
  -mai stata meglio- 
Scossi la testa per scacciare via quella specie di incantesimo che mi teneva gli occhi puntati verso di lui.
  -vado, ci vediamo più tardi!- 
Corsi giù dalle scale, diretta alle cucine.
Entrai e vidi le manager preparare la cena con la loro solita aria indaffarata.
  -ragazze, ho un problema!-
  -e quando mai?- chiese Nelly, sistemando i piatti nelle rispettive tavole.
  -é una cosa seria! Celia, tuo fratello é diventato un magnete per caso?!-
  -un magnete? Che vuoi dire?- chiese lei girando il cucchiaio di legno dentro la pentola.
  -nel senso che non riesco a staccargli gli occhi di dosso! Che cavolo di trucco a usato?-
  -c'è un trucco che molte persone sanno usare, Kiara. Si chiama fascino-  disse Silvia sistemandosi il grembiule da cucina.
  -non é solo questione di fascino! Sicuramente si é presa una bella cotta!- commentó Celia allegramente.
  - cotta? Io?! Ma non scherziamo!-
  -altro che!- 
Fu in quel momento che i ragazzi, con il loro solito casino, entrarono in cucina e si sedettero ai tavoli.
Guardai le manager e facemmo una specie di patto del silenzio con lo sguardo.
Poi guardai il tavolo davanti a me, con Jude che chiacchierava con David, Mark e Axel.
"Sicuramente, il segreto del suo magnetismo é nei suoi occhi" pensai, fissandolo.
Non potevo ASSOLUTAMENTE essermi presa una cotta!
Non avevo il batticuore da quando avevo avuto un colpo di fulmine per un bimbetto biondino in prima elementare!
Peró una cosa era certa: dovevo vedere bene quegli occhi.
"Ah, maleddetti occhialini! Vi batterò, statene certi!"


ANGOLO AUTRICE
Ed eccomi qua :D
Spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito ^^
Alla prossima.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Giornata libera ***


- come va li in Italia? Tuo cugino come sta?-
- ah, abbastanza bene... si è ripreso- 
- meno male Fede...- 
Federica, anche detta Fede, era la manager che lavorava nella squadra prima di me. 
Ci siamo conosciute a scuola, a novembre, e da allora siamo molto legate.
Purtroppo suo cugino si era ammalato gravemente durante l'anno ed è dovuta ritornare per un paio di mesi nella sua terra natale con i suoi genitori, e io sono entrata al posto suo.
- con Axel? Vi state sentendo?- chiesi. Aveva iniziato una relazione con lui un anno esatto prima di ritornare.
- si! Tu lo stai tenendo d'occhio vero? Mon sta facendo cavolate?!- 
Ridacchiai.
- tranquilla, certo che non ne fa!- 
- ah, meno male... sai, ho sempre paura che se ne vada con altre-
- dai, è sotto il mio occhio vigile! Non te lo toccherà nessuno, stanne certa!- 
- e invece a te? Come va con Jude?-
- ancora dopo due settimane non ho concluso niente...-
- ma chiedere no eh?-
- chiedere?! Ma lo sai con chi stai parlando?! Io non chiedo mai niente! E poi di certo mi direbbe di no-
- se la pensi così...-
Dopo avermi raccontato un pó di novità e avvenimenti dell'ultima settimana, la salutai e chiusi la chiamata.

- ragazzi, che si fa oggi?- chiesi, visto che avevamo tutti un giorno libero.
Niente allenamenti,niente cucina, niente pulizia... era il mio giorno preferito, quello li.
- si va a mare!- disse Celia, sistemandosi gli occhiali sulla testa. 
Quasi non mi strozzai con il succo che stavo bevendo.
- a mare?!-
- si, tu sai nuotare vero?- 
Dopo quella domanda, un campanello mi risuonó nella testa.
Guardai verso Jude, che era intento a parlottare con Mark e Axel.
- ehm... veramente no...- mentii 
Sapevo nuotare benissimo, potevo dire che avevo imparato a nuotare prima di camminare.
Però avevo un piano in mente, ed ero pronta a rinunciare a qualcosa se volevo conquistarne un'altra.
- vabbé dai, tanto volevamo andare in spiaggia- 

Guardavo tutti stare in acqua da sotto l'ombrellone.
"Che pizza!" Pensai, vedendoli giocare a pallavolo.
Calciatori che nei giorni liberi giocano a pallavolo... era il colmo.
Comunque, era veramente noioso.
Dovevo attuare il mio piano, ma era ancora troppo presto.
La pazienza è la virtù dei forti dopotutto.
- ehi Kiara! Tu niente acqua?!- chiese David dalla riva.
- no, scusa ma... non mi va di farmi il bagno!-
- hai le tue cose da femmine?!-
- non ho il ciclo idiota!-
Xavier e Jordan si avvicinarono a David e gli sussurrarono qualcosa, guardandomi.
Sapevo cosa stavano pensando... stavo aspettando proprio quello.
Il rosso andó verso gli altri componenti della squadra e sussurró anche a loro qualcosa.
Dopo qualche minuto uscirono tutti dall'acqua, con la scusa di avere sete.
"Si, tutti e 11 sete hanno..." pensai.
Si avvicinarono all'ombrellone ridacchiando tra loro e si misero tutti in cerchio attorno a me.
- ragazzi, che state facendo?!- 
Sentii decine di mani afferrarmi e alzarmi di peso.
Emisi un gridolino stridulo, agitandomi.
- lasciatemi giù scemi!-
Non mi ascoltarono ed entrarono in acqua, proprio come avevo previsto.
Mi tirai dietro Jude, facendolo cadere pure lui in acqua.
Quando riemersi, proprio accanto a lui, iniziai ad agitarmi come se fossi una foca.
- affogoooH- gridavo.
Vedevo lui che non faceva una piega e incrociava le braccia, guardandomi attraverso gli occhialini.
- Kiara... siamo sulla riva, ci tocchi- 
Io mi fermai e mi misi in piedi.
- a...ah! V...vero.... che spavento!- dissi, iniziando pure a balbettare e a fare risatine isteriche. 
Che cosa umiliante...
Sentii i ragazzi trattenere le risate... sicuramente dopo quello che era successo con la gonna cercavano di limitarsi per non prendersi altri rimproveri.
Jude infine sospirò e uscí dall'acqua, lasciandomi li come una pera cotta.
Che cosa bella, veramente.
Vabbè, l'umiliazione era ormai all'ordine del giorno alla Inazuma.
Tornammo al dormitorio un paio d'ore più tardi.
Mi feci una doccia e rimisi la divisa scolastica, anche se non avevo voglia di sistemarmi a dovere.
Andai in camera di David e bussai.
Avevo bisogno di parlare con lui.
- avanti- disse dall'interno. 
Io entrai velocemente, chiudendomi la porta alle spalle.
- che c'è Kiara? Ti vedo un pò giù- 
- hai visto oggi? Ho fallito di nuovo-
- allora è per quello-
- non solo per quello- 
Inclinó un pò la testa, come se dovesse se guardandomi da una diversa angolazione riuscisse a capire il mio problema.
Dopo qualche attimo mi fece sedere sul letto e prese la sedia della scrivania mettendola di fronte a me e accomodandosi.
- prego, mi esponga i suoi problemi-
- sono io che vorrei studiare psicologia mica tu-
- dai, sto cercando di aiutarti!- 
- e va bene... credo che Jude mi odi... con la cosa dei piani, probabilmente gli ho dato fastidio-
- ma non devi pensare a questo, a lui non interessa... forse non si è nemmeno accorto dei tuoi piani-
- ...ho deciso che smetteró con le mie imprese assurde-
- come?-
- niente più piani assurdi per vedere occhi assurdi-

ANGOLO AUTRICE
Tranquilli, tranquilli, la storia non è finita!
Nel prossimo capitolo capirete, eheheh~
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Problemi mentali ovunque ***



La mia scelta di lasciare in pace Jude non fu poi così azzeccata.
Avevo ripreso la mia vecchia routine, senza dovermi scervellare a trovare un piano...
Solo che da due giorni a questa parte, iniziavo a vedere e sentire Jude ovunque.
Era un ragazzo abbastanza popolare e venni a conoscenza di piccoli avvenimenti passati di cui io, essendomi trasferita solo due anni prima, non ero a conoscenza.
  -     sapevi che era il capitano della Royal Academy?- 
  -     davvero?- chiesi, facendo la finta indifferente davanti alla mia pettegola compagna di classe.
  -     ma quella è una scuola per figli di papà!- disse la pettegola della classe numero due.
  -     si, appunto! E ho saputo che prima Sharp era proprio un mostro con quel pallone! Un mostro nel senso più brutto che ti possa venire in mente-
  -     io c'ero alla partita, quella di due anni fa. Tutti i giocatori della Raimon caddero come castelli di carte dopo nemmeno un minuto di gioco contro la Royal-
  -     Jude non può aver fatto qualcosa del genere- dissi, alzando anche un pò la voce.
  -     e invece si! Si è trasferito alla Raimon perchè la sua squadra aveva perso l'FF! Ti rendi conto che razza di doppiogiochista è?-
  -     stai solo dicendo cavolate, tu non lo conosci!-  
Mi stavo seriamente incavolando.
Sentir parlare così di una persona che ormai potevo considerare mia amica mi faceva venire i nervi a fior di pelle.
  -     perchè, tu lo conosci?-
  -     certo che lo conosco! Sono la manager della squadra!-
  -     no, intendo... l'hai visto giocare, ma quanto lo conosci al di fuori del gioco?-
  -     beh...- 
Adesso mi stavo rendendo conto che non lo conoscevo affatto.
Non avevo mai iniziato conversazioni con lui nè gli avevo fatto domande dirette, proprio perché non c'era molta confidenza.
La prof. di storia arrivò un secondo dopo e la lezione prese il via.
Io intanto ero nel mio mondo dei sogni, e più sognavo ad occhi aperti, più pensavo a Jude.
Si, era proprio una fissa, ma mi ero accorta di conoscere tutti in squadra... tranne lui.

  -     Kiara, mi passi la bottiglia?- mi chiese Jude indicando la bottiglia col suo nome scritto sopra.
Gliela passai senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, troppo presa dai miei pensieri.
Sicuramente se ne accorse perchè rimase a fissarmi qualche secondo più del dovuto, probabilmente cercando di capire il perchè del mio comportamento.
  -     che hai?- mi chiese.
  -     non ho niente... sta tranquillo- di certo non potevo dirgli che mi facevo i problemi mentali su di lui.
  - da come l'hai detto non sembra proprio- affermò, per poi sedersi in panchina accanto a me.
Lo guardai un attimo, per poi sospirare.
  -     senti, mi sono accorta di conoscere tutti in squadra. Conosco Axel perchè Fede è la mia migliore amica e me l'ha fatto conoscere, David è normale che lo conosca, è il mio migliore amico... tutti gli altri sono ragazzi molto aperti e disponibili, pure Caleb con la sua antipatia comunque racconta qualcosa di se, anche se non vorrebbe... l'unico di cui ancora non so nulla sei tu Jude- 
Ecco, l'avevo detto.
Ciao ciao possibilità di creare un legame e vedere quei stamaledetti occhi.
...aspettate, io avevo rinunciato a quello!
Vabbè, non importa, ora dirà che sono pazza e se ne andrà per i fatti suoi.
  -     è solo questo il problema?- chiese solamente alla fine.
  -     beh... si-
  -     non è che io sappia molto di te invece... si può considerare una cosa reciproca- 
...okok, è andata bene per fortuna.
Sorrisi appena, contenta.
  -     se vuoi metterla cosí!-
  -dobbiamo rimediare allora-

Camminavamo sul marciapiede, guardando il fiume in cui si specchiava il sole che stava per tramontare.
Jude, con la scusa del "conosciamoci yeh!",  si era offerto di accompagnarmi a casa.
Domani abbiamo il giorno libero e possiamo dormire nelle nostre case invece che nei dormitori.
  -     allora, una cosa che chiedo un pò a tutti... qual'è il tuo colore preferito?- gli chiesi, tanto per attaccare discorso.
  -     il blu-
  -     davvero? Anche a me piace! Mi piacciono anche tutte le sfumature dell'azzurro-
  -     è un bel colore-
  -     già-
Di nuovo silenzio.
Che situazione imbarazzante il silenzio.
  -     ma tu sei sempre così positiva? Non ti ho mai vista a terra, per questo mi ero preoccupato quando ti ho vista giù-
  -     non mi succede quasi mai, è un evento- 
  -     un pò come Mark insomma- 
  -     ehi, Mark è un caso patologico! E poi lui è il capitano, se non è positivo lui non so che fine farebbe la squadra-
  -     hai ragione- 
  -     io ho sempre ragione!- dissi, ridacchiando.
Lui accennò un sorriso.
Non era una cosa molto espansiva, ma era già un passo avanti!

Salutai Jude un paio di minuti dopo davanti casa e lo ringraziai per la compagnia.
Nemmeno il tempo di entrare nella mia stanza e sedermi sul letto che il cellulare squillò.
  -     pronto?-
  - Kiara! Sono Celia, qui ci sono pure Nelly e Silvia! Volevamo chiederti una cosa-
  -     si, certo, dimmi-
  -     come mai tu e mio fratello avete fatto strada insieme? Vi abbiamo visti! C'è qualcosa sotto? Un amore segreto? Dai vogliamo fare gossip!- 
  -     Celia, non c'è niente tra me e Jude, mi stava facendo solo compagnia-
  -     sisi, certo! E io sono l'imperatrice del Giappone! Dai Kiara, lo sappiamo che qualcosa c'è! Avete almeno limonato?- 
  -     ...no.-  
Chiusi il telefono e lo buttai sul letto per non essere bombardata da altre domande del genere.
Ah, lo stress!

ANGOLO AUTRICE
E sono tornata :D
Ma non  ho niente da dirvi quindi alla prossima u.u

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Il mondo dei sogni ***


Mi incamminai dietro la scuola a passo svelto.
Jude mi aveva detto che voleva parlarmi, anche se non riuscivo ad immaginarne il motivo.
Appena girai l'angolo lo trovai li, appoggiato a muro con le braccia incrociate.
Alzó la testa e si giró verso di me, abbozzando un sorriso.
Io mi ci piazzai davanti, con la curiosità che mi divorava.
- perchè mi hai fatta venire qui?-
- perchè volevo fare questo- disse, per poi tirarmi verso di se e girarsi, bloccandomi a muro.
- m...ma che fai?!- esclamai, e con mio malgrado mi accorsi di star balbettando.
Sicuramente le mie guancie presero le sfumature di pomodori, peperoni e qualsiasi altro ortaggio rossastro vi venga in mente.
Lui si avvicinó lentamente, potevo sentire il suo respiro e... la sveglia suonò.

- Kiara, c'è qualcosa che non va?- chiese Silvia, intenta a passarmi le bottiglie da riempire.
- no, figurati! Sono solo un pó sovrappensiero per una cosa...-
- tu sei sempre sovrappensiero, a scuola non fai altro che fissare la finestra!- commentó Nathan che stava aiutando noi manager a riempire le bottiglie.
- senti tu lavora e basta!- esclamai. 
Appena finito il lavoro portammo tutte le bottiglie al campo e Nathan si aggregó ai ragazzi che stavano per iniziare gli allenamenti.
Mi sedetti nella panchina ad osservare i ragazzi che, come al solito, si allenavano duramente.
Pensando al sogno fatto quella notte iniziai a fissare senza accorgermene Jude.
Si muoveva velocemente in campo e ancora più velocemente guidava la squadra facendogli notare errori e mancanze.
Era davvero un regista formidabile e devo dire che ammiravo non poco la sua spiccata intelligenza.
Mi ripresi dai miei pensieri quando Celia si sedette accanto a me, sorridendomi.
- te lo mangi con gli occhi, mmh?- commentò, guardando il campo.
- ma non dire cavolate, sto solo osservando la squadra- mi giustificai, sperando di essere credibile.
- si, certo!- disse, ridacchiando. 
Io in tutta risposta sbuffai, girandomi per non far vedere che ero leggermente in imbarazzo.
- comunque, devi sapere che Jude prima di andare a letto va sempre in cucina a prendersi una bottiglia d'acqua... e lascia gli occhialini in stanza- 
- davvero?!- esclamai, rigirandomi verso di lei con uno scatto.
- si, davvero!- confermò, per poi alzarsi e andare da Silvia e Nelly.

Forse questa volta era quella buona.
Avrei aspettato in cucina finchè non fosse venuto.
Non avrei avuto la soddisfazione di togliergli io gli occhialini, ma fa lo stesso ormai!
Dopo cena i ragazzi ci diedero la buona notte e noi ragazza sparecchiammo e pulimmo.
- stasera chi ha il turno di piatti?- chiese Nelly
- lo faccio io se volete- mi offrii, per passare il tempo mentre aspettavo il mio "bersaglio".
- uh, va bene Kiara... allora buona notte!- disse Silvia, per poi andare nei dormitori con le altre. 
Rimasi da sola, così decisi di darmi da fare.
Feci il mio lavoro e poi mi sedetti in una delle sedie della mensa, ad aspettare.
Ero sempre stata una persona molto riflessiva, quindi non feci altro che fissare il tavolo e pensare.
Dopo aver visto i suoi occhi, che avrei fatto?
A quello non ci avevo davvero pensato.
Se poi tutto fosse finito, finirebbe anche la curiosità che mi permette di avvicinarmi a lui?
Questo non lo sapevo, in quel momento.
Sapevo solo che la testa iniziava a farsi pesante e che gli sbadigli si fecero sempre più frequenti.
Appoggiai la testa sul tavolo e dopo nemmeno un secondo mi addormentai, entrando nel mondo dei sogni.

Mi svegliai la mattina dopo nella mia stanza, stesa sul letto e ancora vestita.
Non ricordavo però di essere tornata a letto, non l'avrei fatto visto che dovevo mettere in atto il mio piano.
Mi alzai lentamente, confusa.
Andai in bagno per farmi una doccia e riorganizzare i pensieri, mi misi la divisa pulita e scesi a fare colazione.
Le altre manager erano giá li, indaffarate come al solito, e io le aiutai in quel che potevo.
Arrivarono poi i ragazzi che come ogni mattina iniziarono a fare casino e a parlare del più e del meno.

- che facevi ieri in cucina?- mi chiese Jude che si era avvicinato alla panchina per bere.
- come sai che ieri ero in cucina?- 
- ti ho vista che dormivi sul tavolo- 
Ecco, me l'ero persa.
Grazie karma.
- ieri... non riuscivo a dormire e ho pensato di fare uno spuntino, ma poi mi sono addormentata- mi giustificai.
-eh, ho notato- commentò, sorridendo.
- peró poi stranamente mi sono ritrovata nella mia stanza...- continuai, un pó tra me e me.
- non potevo mica lasciarti a dormire sul tavolo, non credi?- commentó lui, per poi rientrare in campo. 
Lo guardai andare via sbalordita.
Quindi voleva dire che a letto mi ci aveva portata lui... che figura...
Grazie ancora, karma!

ANGOLO AUTRICE
E niente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: preparativi ***


- ragazzi! Quest'anno a scuola si organizza il Festival!- esclamó Celia chiamando la squadra e sventolando un volantino. 
- uh, davvero?- domandai, interessata solo a metà. 
I Festival mi piacevano, certo, ma se lo facevano nella nostra scuola voleva dire che dovevamo organizzare qualcosa pure noi.
- l'Inazuma deve preparare qualcosa, nessuno deve rimanere senza niente da fare! Ordine del Presidente del Consiglio Studentesco- continuó poi Celia.
- potremmo preparare delle dimostrazioni basate sulle tecniche speciali- propose Xavier mentre si sedeva a terra.
- e noi ragazze?- chiese Silvia, intenta a sistemare asciugamani e bottiglie.
- noi potremmo aiutate il club di cucina con il loro Maid Cafè!- propose Celia, entusiasta. 
Al sentire quella proposta mi pietrificai.
"Maid Cafè?! Ma stiamo scherzando?! Io non sto lì come una cretina a chiamare Goshujin-sama ogni tizio che mi passa davanti!" pensai, ma quello che dissi fu soltanto: 
- a 'sto punto mi sto a casa- 
I ragazzi invece si erano già tutti girati verso di me, mentre Caleb mi si avvicinava.
- che c'é, sei allergica alla femminilità?- mi chiese, con la sua solita aria antipatica.
- ma il vestito da Maid é scomodo! E poi con quella gonna cortissima un minimo movimento e si vede tutto il sedere!- esclamai, cercando di far valere le mie ragioni.
- se è lo stesso spettacolo dell'altra volta preferiamo farne a meno- commentó Jordan ridacchiando. 
Gonfiai le guance a 'mo di criceto, cercando di far notare che ero offesa.
- dai Kiara, alla fine è solo un giorno- commentó David.
- eh va bene...-

Il club di cucina ci accolse con entusiasmo, contenti di avere un aiuto totalmente femminile.
Una delle poche ragazze ci passò i vestiti da provare e ci accompagnò in bagno.
Ci cambiammo e Silvia mi legò i capelli in una coda alta, mentre io mi fissavo allo specchio sbalordita.
Ero davvero carina con quel abitino vittoriano blu e bianco.
Ognuno delle manager aveva un colore: Nelly il rosso, Silvia il verde e Celia l'arancio.
Tornammo nella stanza del club e appena entrate si avvicinó a noi un ragazzo dai capelli marroni, un pó mossi e voluminosi, dai grandi occhi verdi e dal viso infantile.
- io sono Lucas Knight, del secondo anno! È un piacere sapere che ci sia ancora qualcuno che si ricordi del club di cucina! Purtroppo noi siamo davvero pochi e ci serviva assolutamente una mano!- esclamó tutto contento.
- figurati, lo facciamo con piacere- risposi, abbozzando un sorriso. 

Dopo un lungo pomeriggio passato ad allestire e preparare tavolini con quei vestiti scomodi ero davvero distrutta.
Tornai dai ragazzi della Inazuma che sembravo quasi uno zombie.
- è la notte dei morti viventi questa sera?- commentó Caleb mentre si dondolava con la sedia.
- a me sembra la notte dei rompiscatole- risposi, appoggiando la testa sul tavolo. 
In quel momento Lucas entró alla mensa e si guardó intorno.
- Kiara-senpai! Ti stavo cercando!- esclamó appena mi vide. 
Io mi alzai e ci andai incontro.
- che c'è?- chiesi, curiosa.
- niente, volevo chiederti se ci puoi dare una mano pure domani insieme alle tue amiche- 
- oh, certo che posso, figurati!- 
Lui fece un ampio sorriso e mi abbracció, per poi salutarmi e scomparire tra i corridoi.
Mi girai per tornare al mio posto e vidi che tutti i ragazzi avevano gli occhi puntati su di me.
- perchè mi guardate tutti?- chiesi, stranita.
- quello chi è?- chiese Jordan, mentre si sedeva al contrario sulla sedia.
- un ragazzo del club di cucina, è al secondo anno- risposi
- e quell'abbraccio?- chiese Xavier.
Sembrava quasi un interrogatorio.
- adesso la gente non può abbracciarmi che voi pensate male?-
- si ma mica tu abbracci spesso eh-
- di certo non mi metto ad abbracciare te Caleb-
- va bene, va bene, lasciamo stare- 
Sbuffai e ritornai al mio posto, davanti a Jude.
Riposai la testa sul tavolo e posai casualmente gli occhi su di lui, che sembrava ricambiare il mio sguardo, anche se con gli occhialini non lo sapevo con certezza.
Rimasi cosí per un attimo e capii che si, mi stava davvero fissando.
- qualcosa non va?- chiesi, alzando la testa. 
Lui rimase un attimo zitto.
- no, nulla, stavo solo pensando...- disse poi
- mmh... va bene-

L'indomani aiutai Lucas con delle decorazioni in vista del festival e stranamente mi diedi pure da fare.
Guardai pure qualche dimostrazione della Inazuma per giudicarla e passai cosí tutta la settimana seguente.
Quel lunedí mattina arrivai a scuola e la vidi attiva come non mai.
E io pregustavo non solo la mia performance come Maid ma anche la riuscita del nuovo piano che avevo architettato.
Perchè si, avevo qualcosa di nuovo in mente per contrastare quei maledetti occhialini, e nessuno mi avrebbe ostacolata.
CONTINUA...

ANGOLO AUTRICE
Spero che anche questo capitolo vi piaccia!
Credo che il prossimo sarà un pó più lunghetto del solito, ma dipenderà anche da come decideró di far andare avanti la storia.
Detto questo, io vado!
Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: il Festival Pt.1 ***


Arrivai a scuola piena di energie quel giorno.
Anche se dovevo fare la Maid, comunque mi ero ripromessa di impegnarmi per aiutare il Club di Cucina.
E poi mi avevano dato il ruolo della Tsundere, quindi potevo benissimo rispondere a tono.
Arrivai agli spogliatoi della palestra dove dovevo cambiarmi e vidi che anche i ragazzi della Inazuma si stavano dirigendo la per mettersi la divisa.
Gli diedi il buongiorno ricevendo, stranamente, una risposta accorata, e entrai negli spogliatoi femminili per mettermi la mia divisa.
Uscii poco dopo mentre mi sistemavo la gonna e, appena alzai lo sguardo, vidi Jude appoggiato al muro che aspettava i suoi compagni.
Mi fermai a guardarlo e dopo qualche secondo lui si girò verso di me.
Mi fisso per un pò, anche più del solito.
- sei... davvero carina, Kiara- mi disse, abbozzando un sorriso.
- g...grazie mille!- risposi, balbettando appena e sentendo il viso diventare più caldo. 
Mi girai e scesi velocemente le scale presa dall'imbarazzo.
"Ti prego fai che non sono arrossita, ti scongiuro"
- Kiara! Come mai sei tutta rossa?- mi chiese Celia che proprio in quel momento spuntava dall'ingresso.
- niente, sento caldo...- risposi, dicendo la prima scusa che mi venisse in mente.

Mentre camminavo verso il Club di Cucina pensai molto al mio comportamento strano.
Non ero solita arrossire per un complimento, non mi era mai successo.
Arrivata li credo si notasse il mio essere sovrappensiero perchè Lucas si fermó a guardarmi più volte mentre sistemavo i tavoli.
- Kiara-senpai, qualcosa non va?- mi chiese alla fine.
- uhm... nulla, è solo che prima è successa una cosa abbastanza strana...- dissi, per poi raccontargli l'accaduto. 
Appena finii lui si guardò intorno, poi mi prese per il braccio e mi portò nella classe accanto, dove c'erano le cucine vuote.
Vidi anche le manager bisbigliare qualcosa tra loro.
Lucas comunque chiuse la porta e mi fece sedere, per poi prendere una sedia e sedersi davanti a me.
- e dimmi, questo ragazzo com'é?- chiese. 
In quel momento mi sembrava un misto tra un detective e le mie compagne di classe gossippare.
- beh... é un ragazzo molto intelligente, preciso e calmo. Ma è anche premuroso e forte di spirito- 
Lui ci pensò su un attimo.
- credo che tu ti sia presa una bella cotta- disse infine. 
Sentirselo dire da qualcuno che non erano le manager pettegole era tutto un'altro effetto.
- Lucas, non farti film mentali, siamo solo compagni- 
- da come parli di lui non sembra!-
- dico sul serio, non c'è niente. E poi non credo sia un tipo che andrebbe dietro ad una ragazza goffa e stupida come me-
- ah, stop, non dire altre cavolate! Numero uno, non credo non ci sia niente. Numero due, i ragazzi seri come Jude cercano una persona che non abbia secondi fini, e tu non lo sei. Numero 3, si forse sei un pò goffa, ma di certo non sei stupida- 
Rimasi impietrita dalle sue parole.
Forse in fondo in fondo aveva ragione...
- grazie, Lucas. Sei proprio un amico- 
Lui fece un ampio sorriso.
- figurati!-

Erano arrivate le 9:30 e mezz'ora dopo il Festival sarebbe cominciato.
Ritornai dalla squadra per augurargli buona fortuna ma sentivo qualcosa di strano.
Tutti mi fissavano, chi straniti, chi facendo dei sorrisetti.
Jude non mi degnava nemmeno di uno sguardo.
Le manager invece mi guardavano, provando peró a far finta di nulla.
- che succede? Sembrate strani...- 
David mi si avvicinó con uno sguardo indecifrabile.
- quindi te la fai con un ragazzino di secondo eh?- disse.
- cosa?! Di che state parlando?!-
- ci è stato riferito... bih, guarda, si è fidanzata con un ragazzo di due anni più piccolo- commentó Caleb, e mi trattenni non so come dal dargli un pugno.
- Caleb! L'amore non ha età, lasciatela stare!- commentò Celia. 
Erano tutti fermamente convinti che io mi fossi fidanzata.
David guardó un attimo Jude e poi ritornò da lui. 
E io capii.
- no, davvero ragazzi, non c'è niente! Io e Lucas siamo solo amici!- 
- ragazze, è tardi... dovremmo prepararci, il Festival inizia tra dieci minuti- intervenne Silvia. 
Io la presi come scusa per andarmene, quindi dopo averli salutati mi girai e ritornai al Club di Cucina.
Raccontai tutto a Lucas, che sembrava davvero dispiaciuto per aver combinato quel casino.
- uh, ho un piano! Stasera, quando chiuderemo il Maid Cafè, faremo in modo che loro capiscano che non stiamo insieme!-
- e come?- chiesi.
- beh, secondo me dovremmo...- 
CONTINUA...

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Festival Pt.2 ***


CONTINUA!
- secondo me, dovremmo fare in modo che loro ci vedano litigare proprio perché io ti ho messa nei guai- disse Lucas
- ma non potrei mai litigare con te, sei mio amico! E poi quando litigo so essere davvero pesante...-
- fa nulla, so che tutto quello che dirai non lo penserai sul serio- 
- mmh... va bene, allora stasera dopo aver chiuso il Maid-Cafè faremo questa cosa- 
Lui annuì e io uscii dalle cucine per fare il mio lavoro da cameriera.
- Kiara, serve qualcuno al tavolo tre!- esclamò Celia, che stava girando da tutte le parti per portare le ordinazioni.
Io andai verso il tavolo assegnatomi, ma appena vidi chi ci stava seduto avrei voluto tanto fare dietrofront e andarmene.
Era un ragazzo dell'ultimo anno dai capelli neri, conosciuto da tutti come un poco di buono.
Rimorchiava ragazze a destra e a manca solo per dargli una botta e via, e stranamente ci riusciva con tutte quelle che puntava.
Insieme a lui c'era un altro ragazzo che non avevo mai visto prima.
Feci un sospiro che avrebbe dovuto incoraggiarmi e mi incamminai di nuovo verso il tavolo.
- ragazzi, volete ordinare?- chiesi, un pò scocciata.
- che ne dici se prendiamo te, piccola?- rispose il moro, facendo un sorrisetto alquanto fastidioso.
- rispondi senza altre cretinate simili, e non chiamarmi piccola- dissi, mandando a quel paese il mio autocontrollo e la professionalità.
- calmati piccola, era solo una domanda innoqua... anche se ancora non ci hai risposto-
- sai come vi rispondo?- 
Presi un succo di frutta che Silvia stava portando sul suo vassoio mentre mi passava vicino.
- vai a fanc**o, puttaniere- dissi al moro, rovesciandogli il succo in testa. 
Tutti si girarono a guardarci, ma a me non poteva fregarmene in quel momento.
Aveva avuto quel che meritava.
Lui, senza dire niente, si alzò e se ne andò insieme al suo compagno, anche se vidi un espressione di pura rabbia manifestarsi sul suo viso.

- allora, tu vai avanti, io ti seguo, ci diciamo qualche insulto e finiamo lì, va bene?- mi chiese Lucas, vedendomi un pò sovrappensiero.
- si, va benissimo, e scusa per quello che ti dirò- risposi, sorridendogli.
- non preoccuparti! Vai!- esclamò. 
Io iniziai a camminare vicino al campo, dove i ragazzi stavano facendo il loro allenamento pomeridiano alla luce del tramonto.
Cercai di camminare molto in fretta, mantenendo un'espressione arrabbiata.
- Kiara! Fermati dai!- esclamò Lucas, cercando invece di sembrare malinconico. 
Mi fermai e mi girai verso di lui.
- sta zitto! Ti ho già detto che mi devi lasciare in pace!- gridai, e vidi con la coda dell'occhio che le manager e tutte i ragazzi in campo si girarono verso di noi.
- ti ho già detto scusa! Non volevo che pensassero male!-
- ora però i miei amici credono che io sia fidanzata con un nanetto stupido come te! Mi hanno guardata malissimo, come ti sentiresti tu al posto mio?!-
- ti ho già chiesto scusa!-
- non voglio le tue scuse!- 
Ripresi a camminare fino alla vecchia sede, mentre vidi Lucas stare fermo al suo posto per un pò e poi tornare indietro triste.
Mi faceva quasi pena, ma sapevo che stavamo facendo finta.
Mi appoggiai al muro della sede, aspettando.
Non mi sarei fatta vedere per una mezz'oretta, così i ragazzi potevano discutere su quello appena successo.
Guardai il sole che scompariva all'orizzonte e lasciava calare il buio sulla scuola.
All'improvviso, mentre ero ritornata di nuovo sovrappensiero, qualcuno mi prese dal polso e mi strattonò dietro la sede.
Non capii nulla, non vidi nemmeno cosa o chi mi trascinò.
Appena mi resi conto di chi era iniziai a sudare freddo: il ragazzo dai capelli neri mi aveva inchiodata al muro ostruendomi il passaggio con le braccia.
Vidi anche il suo amico che gironzolava, forse per controllare che non ci fosse nessuno nei paraggi.
- sei piú gnocca con l'altro vestito, ma nemmeno così stai male, piccola- disse il moro.
- non chiamarmi piccola!- urlai, con la speranza che qualcuno mi sentisse.
Gridare aiuto sarebbe stato inutile, mi avrebbero tappato la bocca in modi che non volevo sperimentare.
Lo spinsi via con tutta la forza che avevo e riuscii a liberarmi ma non fui abbastanza veloce e mi riprese, sbattendomi al muro con violenza, tanto che sentii quasi la mia schiena andare a pezzi.
Volevo piangere ma decisi di trattenere le lacrime, si sarebbero divertiti di più a maltrattarmi se avessi pianto.
Passai al piano B, dandogli un calcio nelle parti basse che mi bloccò.
Per non farmi fare altre mosse del genere attaccò il suo corpo al mio, limitandomi il più possibile i movimenti.
Mi guardavo attorno, cercando una soluzione per sfuggire da quell'orribile situazione, ma entrai totalmente nel panico quando il ragazzo infilò una mano sotto alla maglia della divisa e iniziò lentamente a salire.
Proprio in quel momento vidi il suo compagno diventare quasi bianco in viso, gridando un "ci sono quelli che vengono dalla Royal!" e scappando via più veloce che poteva.
Il moro invece venne strattonato all'indietro, cadendo a terra.
Lo vidi alzarsi velocemente e andare dietro al suo amico.
Mi rannicchiai a terra e solo allora iniziai a piangere in silenzio, mentre guardavo Jude e David vicino a me.
- tutto bene?- mi chiese David, accarezzandomi i capelli per calmarmi.
Smisi di piangere poco dopo.
- si... sto bene...- dissi.
- se ti ha fatto qualcosa non esitare a dircelo- continuò David
- quel figlio di putt**a- disse a denti stretti Jude. 
Si vedeva che era furioso, aveva le mani chiuse a pugno che tremavano leggermente.
David mi aiutò ad alzarmi.
- io devo andare, Jude stai tu con Kiara finchè non si riprende- disse, per poi farmi un sorrisetto e andare via.

Rimasimo davanti alla sede per un pò.
Jude cercò di distrarmi, parlando in generale del festival, e ci riuscì appieno.
Era bello parlare con lui, la sua voce mi rilassava.
Poi alzai gli occhi e vidi dei fuoci d'artificio brillare nel cielo.
Abbassai lo sguardo su Jude e finalmente lo ammisi.
"Si, mi sono presa una bella cotta" pensai.

ANGOLO AUTRICE
Dal prossimo capitolo riprendo a fare capitoli poco seri, lo giuro!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Vecchie Conoscenze ***


L'ammettere che mi ero presa una cotta fu una mossa che stupì sia David che Lucas appena glielo raccontai.
Il primo ammise che un pò del suo l'aveva messo quando se n'era andato per lasciare me e Jude da soli, il secondo invece fu così contento che mi abbracciò e non si staccò per i dieci minuti successivi.
L'unica persona che mancava era la mia migliore amica Fede, che era rimasta in Italia negli ultimi mesi.
Presi il cellulare e la chiamai, ma in un primo momento non rispose.
Riprovai, era strano che non rispondesse, e dopo qualche secondo sentii la sua voce dall'altra parte del cellulare.
- Kiara? Come mai hai chiamato? Di solito chiamo sempre io!- commentò
- oh si, lo so, ma è successa una cosa e volevo raccontartela...- 
Sicuramente sarebbe stata contenta di sapere che avevo finalmente adocchiato un ragazzo.
- scusa Kiara, non è il momento... parliamo più tardi, adesso ho da fare- disse, molto velocemente.
- si, nessun problema, ci sentiamo dopo!-

Stavo seduta sotto un'albero del cortile, con la schiena appoggiata al muro e un libro in mano.
Leggevo con così tanta concentrazione che non vidi Jude avvicinarsi.
- cosa leggi?- chiese, e io trasalii.
- un fantasy!- risposi in fretta, alzandomi.
- ti sta piacendo? Di che parla?- chiese ancora, con una curiosità che non avevo mai visto mostrargli.
- si, è molto bello! Si chiama The Nightmare Brothers ed è la storia di due fratelli... il protagonista maschile è il mio personaggio preferito! È un tipologia di personaggio che mi piace molto- commentai, perdendomi tra le mie manie da fangirl.
- perchè, che tipo è?-
- beh, è un ragazzo molto sarcastico, antipatico e vanitoso. Ma ha un senso di protezione verso la sorella minore che è veramente commovente-
- credo sia naturale voler proteggere le proprie sorelle minori- 
- non saprei... io ho un fratello maggiore, ma non lo vedo da molto tempo...- 
Iniziammo senza accorgersene a parlare dei nostri passati.
Io gli raccontai di come, per mezzo del lavoro di mio padre, mi ero trasferita in Giappone insieme alla mia famiglia, lasciando però mio fratello a studiare nel mio paese d'origine.
Lui invece mi raccontò cose che mi lasciarono con un senso di malinconia.
Mi raccontò dell'orfanotrofio, della separazione con sua sorella e di tutto quel tempo passato alla Royal con la speranza di poter stare al suo fianco, un giorno.
Trovai quei racconti davvero commoventi e interessanti allo stesso tempo.
Ascoltandolo, capii che quella serietà che si portava dietro nascondeva un lato molto dolce e protettivo che mi fece scogliere ancora di più.

- che succede? Perchè devo rimanere vicino l'ingresso?- chiesi a David che mi stava trascinando ai cancelli della scuola.
- perchè si! Aspetta qui due minuti!- disse, per poi lasciarmi lì da sola come se niente fosse.
- uff, io volevo andare a farmi un riposino...- commentai, appoggiandomi al muretto vicino al cancello.
- vuoi dormire invece di salutare la tua migliore amica?! Come ti permetti?!- 
Mi girai di scatto verso il cancello.
A qualche metro da me c'era Fede, circondata da un paio di valigie.
Feci uno scatto in avanti e l'abbracciai di slancio appena capii che non era un'allucinazione.
- mi sei mancata!- esclamai, stringendola.
- anche tu mi sei mancata- rispose lei, e la sentii piangere fra le mie braccia.

- scusa se non ho potuto parlare stamattina, ma ero all'aereoporto- disse, mentre mi sedetti davanti a lei in uno dei tavoli della mensa.
- figurati, fa nulla! Sono contenta che tu sia tornata- dissi, sorridendo.
- di cosa volevi parlarmi?- 
- ecco... ti sembrerà strano ma... mi piace un ragazzo- le dissi secca, più che altro curiosa della sua reazione.
- ...Kiara, stai bene?! Hai la febbre?! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello?!- 
- no, ma che dici?- 
Non so come riuscii a trattenere le risate.
- è un miracolo! Da quando ti conosco non hai mai parlato di ragazzi! Allora, chi è? È della scuola? Nono, è della squadra?! Dai, dimmelo!-
- Fede, calmati, fammi parlare!- 
- okok, parla, veloce!-
- ehm... è Sharp-
- ....l'occhialuto?! Ma è così serio! Io avrei scommesso fosse David o, che ne so, Xavier-
- e invece no-
- vabbè, non importa... se ti piace, farò di tutto per aiutarti! Non servono a questo le amiche?-
- grazie!- 
Mi alzai e l'abbracciai, staccandomi poco dopo.
- e adesso vai da Axel, che sicuramente ti aspetta-
Lei annuì sorridente e uscí fuori di corsa, alla ricerca del porcospino.
Beh, almeno i prossimi giorni non sarebbero stati noiosi con una persona con cui sclerare!

ANGOLO AUTRICE
ATTENZIONE!
Il libro che Kiara legge è la storia fantasy che sto scrivendo!
Mi fareste il favorissimo di andarla a leggere e lasciare una recensione? Grazie mille in anticipo!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Febbre ***


Durante i giorni successivi mi divertii molto insieme a Fede.
Era una ragazza davvero solare e amichevole!
Quella mattina ero al campo, seduta sulla solita panchina a vedere l'allenamento.
Solo che, ad un certo punto, iniziai a starnutire.
Il primo starnuto, poi il secondo, poi il terzo.
Sentii pure uno strano venticello freddo che mi attraversava il corpo e mi faceva tremare.
- Kiara, stai bene?- mi chiese Celia, che era seduta accanto a me.
- nulla, tranquilla, sento solo un pò di freddo...- 
Fede mi si avvicinò e poggiò una mano sulla mia fronte.
- ma scotti! Hai la febbre!- esclamò, mettendo l'altra mano sulla sua di fronte. 
I ragazzi intanto avevano finito l'allenamento mattutino e si erano avvicinati, osservando la scena.
- vieni Kiara, ti accompagno al dormitorio... vieni anche tu Jude?- chiese David, facendomi alzare.
- si, va bene- rispose lui. 
Mi sentivo davvero a pezzi, ma riuscii a camminare fino alla mia stanza e a mettermi a letto.
Nelly spuntò dalla porta proprio mentre mi stavo alzando le coperte fin sopra il naso.
- se vuoi preparo un tè caldo- disse, mentre David la fermava.
- ci penso io, tranquilla- e uscì.
Sapeva bene che qualsiasi cosa che preparava Nelly poteva essere dannoso per il mio stomaco.
Le altre manager portarono la bacinella con l'acqua e la pezza bagnata da mettermi sulla fronte per poi uscire, insieme a Jude.
- uff... mi sento sola...- dissi. 
Dopo nemmeno qualche secondo iniziai a ridacchiare piano.
Era iniziato il mio delirio da febbre.

Mi affacciai dalla porta della cucina e vidi David versare il tè in una tazza.
Mi ci avvicinai di soppiatto, cercando di nascondermi per bene.
Arrivai così vicina da potergli dare un piccolo pizzicotto sul fianco.
Lui saltò in aria dallo spavento e si girò.
- Kiara?! Ma che cavolo ci fai fuori dal letto?!- esclamò.
- non voglio stare a letto, mi sento sola!- ribattei.
Lui di rimando mi prese per il braccio e mi trascinò fino alla mia stanza, per poi mettermi a letto.
- non muoverti da qui, intesi?- chiese, e io gli annuii in risposta. 
Lui uscì e, appena sentii i suoi passi che si facevano sempre più lontani fino a scomparire, aprii la porta e uscii di nuovo.
Mi portai appresso la coperta, sentivo davvero freddo, ma non fu una buona idea.
Shawn mi vide passare per il corridio e, con la sua solita velocità, mi legò dentro la coperta come se fossi un salame.
- che ci fai qui Kiara?- chiese, curioso.
- mi annoio a letto!- esclamai, ancora.
- peró se non ci stai poi peggiori, quindi adesso ti metti sotto le coperte!- 
Mi prese da un lembo della coperta e mi trascinó fino alla mia stanza, facendomi entrare.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi sedetti sul letto, sbuffando.
Non volevo rimanere rintanata lì tutto il giorno.
Sentii dei passi e delle voci fuori dalla mia stanza, ma non ci diedi molta attenzione.
Qualche minuto dopo che sentii solo il silenzio per i corridoi, aprii di nuovo la porta e uscii velocemente.
Solo che qualcuno mi prese per il braccio e mi bloccò a muro.
- dove credi di andare?- mi chiese Jude che se ne stava davanti a me per non farmi passare.
- non ci voglio stare a letto-
- ho notato... però se fai così poi ti senti peggio-
- non m'importa-
- davvero? Comunque non ti faccio passare-
- ah si? Vediamo!- 
Passai sotto il suo braccio destro e corsi verso le scale, ma lui mi prese per i fianchi e mi alzò.
Mi mise in spalla e mi portò con tranquillità nella mia stanza.
- ehi, non vale! Non sono mica un sacco di patate!- esclamai, senza opporre però resistenza.
Credo che il caldo che sentii alle guancie fu più per l'imbarazzo che per la febbre.
Mi lasciò sul letto e poi mi coprì con le coperte.
Lo fissai per un pò, poi vidi che stava andando verso la porta e gli afferrai il braccio.
Lui si girò a guardarmi.
- cosa c'è?- chiese.
- non lasciarmi sola...- risposi, tirandolo verso di me.
- aspetto che ti addormenti, allora- disse, sedendosi sul letto accanto a me.
Annuii e mi misi di un fianco, per poi chiudere gli occhi e scivolare in un leggero sonno.

L'indomani stavo già molto meglio dopo quella dormita.
La febbre era sparita e sembrava che avessi ripreso le energie che mi mancavano.
Andai da Jude per ringraziarlo della compagnia.
- grazie, non mi sarei riposata abbastanza se non mi avresti costretta ad andare a letto- gli dissi, facendo una risata nervosa.
- figurati, è stato bello farti compagnia... sei carina quando dormi- rispose, sorridendo. 
Io sentii il viso iniziare a diventare piú caldo.
- ehm... i...io devo andare- dissi, per poi camminare via velocemente. 
Era davvero così dolce... 
Ora, la mia mente stava già elaborando i miei obiettivi.
Uno, togliergli quei stramaledetti occhialini.
Due, entrare nel suo cuore.
E ci sarei riuscita, a qualunque costo.

Angolo Autrice
Sono tornata a fare capitoli sclerosi yeeeh \^-^/

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Insieme ***


Una cosa che pochi notano nella mia personalità è sicuramente quella punta di timidezza che riesco a nascondere davvero molto bene.
Con Jude mi succedeva spesso ultimamente di arrossire, per esempio.
Ero appena tornata da un corso di recupero scolastico, ero davvero stanca e mi appoggiai a Jude.
Lui mi avvolse con le sue braccia e mi strinse in un caldo abbraccio, appoggiando la testa sulla mia spalla e facendomi sentire il suo respiro sul collo.
Quasi non fumavo dall'imbarazzo.

- ragazzi, ragazzi! Oggi pomeriggio la Royal Academy viene a farci visita!- esclamó Celia contenta quando i ragazzi smisero di allenarsi.
La Royal era una scuola davvero prestigiosa e da quando mi ero trasferita alla Raimon avevo sentito solo parole poco buone sul suo conto.
Invece i ragazzi dell'Inazuma sembravano molto contenti di quella visita.
- faremo una bella partita come ai vecchi tempi! Che ne dite?!- chiese Mark con uno dei suoi megasorrisi stampato in faccia. 
Tutti sembravano davvero entusiasti.

- avete sentito? Oggi viene la Royal... meglio stare alla larga dal campo... non si sa mai- disse una mia compagna di classe. 
Feci finta di nulla, leggendo la lezione di Giapponese che avremmo fatto quella mattina.
- si... poveri ragazzi, spero solo che Sharp e Samford non li stiano portando in una mala strada- gli rispose l'altra. 
"Calma Kiara... calma... sono solo delle galline piene di pregiudizi"
- già, meno male che non sono finiti in questa classe... sono tipi poco affidabili... fanno paura-
- non parlate così di loro!- esclamai, alzandomi di scatto.
- perchè mai? E poi, nemmeno c'eri quando hanno giocato quella partita, due anni fa-
- non mi interessa, loro sono i miei migliori amici!- 
Le due mi guardarono come sconvolte.
- Kiara, sei impazzita?! Migliori amici... ma come ti salta in mente di frequentare ragazzi del genere?!-
- sono ragazzi molto coraggiosi e che meritano tutta la mia fiducia! Siete voi le ritardate mentali che non riuscite a capire e rimanete nei vostri pregiudizi!-
- non sono pregiudizi, l'abbiamo visto con i nostri occhi-
- le persone cambiano, non devono essere giudicate per gli errori passati- 
Intanto si era radunata una piccola folla davanti alla nostra classe.
Vidi Lucas saltellare dietro le persone per vedere meglio quello che stava succedendo e, appena mi vide, cercó di farsi spazio tra i ragazzi.
Feci qualche respiro profondo e cercai di calmarmi, ma poi una delle due parlò.
- sono della Royal. E sono venuti qua solo per convenienza. Non meritano nulla, sono solo dei doppiogiochisti- 
Ci fu un attimo di silenzio.
Chiusi le mani a pugno e iniziai a tremare.
- DÌ ANCORA CAZ***E E TI SPACCO LA FACCIA- 
Scattai verso di lei, avevo perso tutto il mio autocontrollo, ma Lucas, che era riuscito a farsi strada in tempo, mi prese per le braccia e mi tirò indietro.
Guardai la ragazza che si appiattì contro le finestre, stupita, e i ragazzi che si aprivano per far passare gli insegnanti.
- White! Subito dal preside, ragazzina!-

- sei consapevole di aver cercato di far del male a una tua compagna di classe?- mi chiese il signor Raimon, seduto dietro la sua scrivania. 
Nelly era accanto a lui e guardava fuori dalla finestra, pensierosa.
Tenevo lo sguardo basso ed ero solo confusa, in quel momento.
- si... mi scusi- risposi.
- e sei consapevole che adesso ti dovrei espellere?-
- si...- 
Lui sospirò, e Nelly si girò verso di me.
- Kiara, non sei una ragazza violenta... perchè hai reagito così? Ti hanno insultata?- chiese lei, incrociando le braccia.
- no... hanno insultato Jude e David.-
- non puoi farti giocare brutti scherzi dai tuoi sentimenti. So che è fastidioso quando qualcuno insulta le persone a cui vuoi bene, ma non puoi cercare di picchiare ogni ragazzo della scuola che dice fesserie sulla Inazuma-
- scusatemi per il mio comportamento... la prossima volta mi controllerò- 
Mi diedero una punizione pomeridiana e io uscii dalla presidenza.
Scesi le scale, con ancora le parole della mia compagna di classe che mi ronzavano nella mente.
La campanella di fine lezioni era suonata da un bel pezzo, quindi rimasi un pò stupita quando mi ritrovai Jude con ancora la divisa scolastica in fondo alle scale.
- non dovresti essere all'allenamento?- chiesi.
- ho saputo che sei stata chiamata in presidenza. E mi hanno raccontato anche il perché- 
Rimasi in silenzio e scesi gli ultimi gradini.
- non devi metterti nei guai per difendermi-
- mi ha dato fastidio- dissi, appoggiandomi a muro.
- non dovresti farlo lo stesso- rispose, avvicinandosi.
- dicevano cose non vere- 
- e come sai che non sono vere? Potrei essere davvero un ragazzo poco affidabile, un doppiogiochista- 
Mi bloccò a muro, come se volesse spaventarmi per vedere la mia reazione.
- so che non lo sei, ormai ti conosco. E poi... io ti...- bloccai la frase a metà. 
"Devo dirglielo?"
- mi?-
- ti...considero uno dei miei migliori amici-
- non è una scusa per farti mandare in presidenza. Se ti avessero espulso, probabilmente non avresti fatto nemmeno più la manager-
- e che ti importa? Sarebbe stata una mia mancanza-
- mi importa... perchè se ti togliessero questo ruolo, noi non potremmo più stare insieme- 
Si staccò dal muro e fece un passo indietro, per poi uscire velocemente.
Rimasi ferma dov'ero, ripensando all'ultima frase che mi aveva rivolto.
Stare insieme... era la cosa che più desideravo.

Angolo Autrice
Ragazze non fate come Kiara e non picchiate la gente(?)

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: La Royal Academy ***


Quando la Royal Academy varcò la soglia della mia scuola l'atmosfera cambiò radicalmente.
Vedevo molti studenti affacciati alle finestre e molti altri che si allontanavano velocemente dalla strada tra l'ingresso e il campo.
Quella squadra era davvero inquietante, ma in qualche modo mi sentivo attratta da quell'aria di mistero.
I ragazzi della Royal però sembravano molto amichevoli al contrario della loro prima impressione.
David, Jude e Caleb sembravano come se fossero tornati a casa dopo tanto tempo.
Si vedeva che l'Inazuma era molto a suo agio con la Royal, probabilmente erano amici da molto tempo.
Fu quasi uno shock quando vidi Jude e David con la divisa della Royal più tardi.
- come mai avete quella divisa?- chiesi, curiosa.
- ci hanno chiesto se volevamo giocare con loro come ai vecchi tempi... e abbiamo accettato!- mi rispose David, mentre si sistemava la divisa verde e rossa.
- mi fa stranissimo vedervi così...-
- tranquilla, mica la terremo per sempre- 
Intanto il portiere della Royal si avvicinò a me e David.
- David, dobbiamo iniziare-
- ah, Joe! Aspetta, ti devo presentare una persona! Lei é Kiara- disse di botto.
- ehm... piacere!- risposi, un pó stupita.
- é la ragazza di cui mi hai parlato? È strano che a Jude p...AHIA!- 
David gli aveva fatto tagliare la frase a metà dandogli un pugno in testa.
- Joe, meglio non dirlo davanti a lei... - sussurrò a denti stretti, fulminandolo con lo sguardo. 
Il portiere alzò le mani e esclamò uno "scusa!" per poi tornare al suo posto.

- Abbiamo bisogno di un giocatore... qualcuno di voi ragazze vuole giocare?- chiese Mark, con in mano una divisa della Inazuma. 
Le altre manager mi spinsero in avanti, probabilmente per la loro sopravvivenza.
- aspettate! Io non so giocare!- esclamai.
- fa nulla, basta che sai calciare una palla!- mi rispose il capitano, lasciandomi la divisa e ritornando in campo.
- ma non so fare nemmeno quello...- 
Tornai in campo con la divisa, che stranamente mi stava perfetta.
Avevo già messo una divisa da calcio, ma quella li era veramente comoda!
- dove vuoi giocare?- mi chiese Shawn dopo avermi spiegato le basi.
- mmh... preferisco la difesa- 
- va bene, se ti viene meglio lì!- 
La partita iniziò poco dopo, ma per il primo tempo non feci granchè: facevo avanti e indietro per la nostra metà campo un pò a casaccio e le poche volte in cui mi arrivava la palla la ripassavo subito al primo che capitava o la perdevo.
Fù proprio all'inizio del secondo tempo che le cose cambiarono radicalmente.
Presi la palla quasi subito ma Caleb si catapultò su di me e, non capendo più nulla, inciampai sulla palla e caddi.
- tsk, non sai nemmeno stare all'impiedi? Sei proprio una pappamolle- mi disse, prendendo la palla e avanzando. 
Da lì in poi fu uno scontro continuo tra me e lui: ogni volta che mi arrivava il pallone Caleb me lo toglieva subito e ogni volta che lui avanzava verso la porta io gli andavo davanti per non farlo passare, con scarsi risultati.
- non riuscirai mai a prendermi la palla, nanetta- disse quando per l'ennesima volta mi rubò il pallone.
- è una sfida questa?! Eh?!-
- no, non può essere una sfida visto che non puoi riuscirci in qualsiasi caso-
- ah, si? Caleb, io quel pallone te lo toglierò!-
- provaci, nanetta.- 
Scattai verso di lui cercando di riprendermi il pallone ma lo alzò con il piede e non riuscii a prenderlo.
Lo riprese e lo fermò a terra, bloccandolo con un piede.
Riprovai e fallii di nuovo, fino a che lui non si spostò a destra e mi superò.
Non mi diedi per vinta e allora lo inseguii, ritornandogli davanti.
- Illusione Suprema!- esclamai, e una decina di palloni spuntarono dal terreno e si mischiarono con quello che aveva Caleb.
Riuscii a individuare quello vero e me lo ripresi, sorpassando Caleb e passando il pallone a Xavier, che con la sua Meteora Dirompente riuscì a fare gol.
La Inazuma vinse la partita uno a zero.

- chi era che non riusciva a toglierti palla?! Eh? Chi era scusa?!- gli dissi appena la partita finì, ghignando. 
Lui nemmeno mi rispose e continuava a sbuffare, pensando sicuramente a qualche stratagemma per farmela pagare.
- sei stata brava!- esclamò David, e io gli sorrisi di rimando.
- eheh, modestamente-
- ma se sei inciampata sulla palla minimo tre volte- commentò Jordan, mentre apriva la sua bottiglia.
- anzi che non erano dieci...- ribbattei.

Quella sera ero davvero a pezzi.
Purtroppo avevo il turno di piatti e rimasi in cucina più del solito, anche se qualche volta mi capitava di chiudere gli occhi e rischiare di addormentarmi all'impiedi.
Appena finii posai tutto e mi girai verso l'uscita, vedendo Jude entrare in cucina.
Aveva ancora la divisa, segno che sicuramente era stato al campo a fare due tiri.
- ho visto la luce accesa... non hai sonno? È abbastanza tardi...- commentò, avvicinandosi.
- si... dovevo finire qui... ora vado a letto- dissi, tra uno sbadiglio e l'altro. 
Barcollai appena verso l'uscita diretta alla mia stanza se non fosse che Jude, vedendo che non riuscivo nemmeno a camminare dal troppo sonno, mi prese in braccio all'improvviso.
- ma che fai?!- esclamai, sorpresa.
- ti porto io a letto, non riesci nemmeno a stare impiedi- disse, uscendo e salendo le scale con me in braccio. 
Entrò nella mia stanza e mi lasciò sul letto.
Rimase per qualche secondo molto vicino a me, tanto che potevo sentire il suo respiro, poi mi prese il viso fra le mani e mi diede un bacio sulla fronte.
Si staccò e uscì velocemente esclamando un "buonanotte" e io, un pò sorpresa, mi coprii il viso ormai rosso con le coperte e pensai che non c'era niente che poteva farmi arrossire più di così.
Mi sbagliavo, eccome se mi sbagliavo.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Solo noi due ***


Quella domenica mattina mi svegliai stranamente allegra.
Alcuni ragazzi erano tornati già alle loro case il pomeriggio precedente ma io avevo deciso di restare anche per la notte nei dormitori visto che i miei genitori si erano presi una breve vacanza e sarei rimasta sola a casa.
Anche Fede era tornata dai suoi, anche se le dispiaceva lasciarmi sola.
Andai in cucina e mi preparai la colazione mentre canticchiavo e mi muovevo leggermente a ritmo della canzone che avevo in testa.
Presi il succo di frutta dal frigo e, appena mi girai, mi zittii di colpo e mi maledissi mentalmente per la figura che mi ero appena procurata.
Jude stava appoggiato ad uno dei tavoli della mensa e mi guardava, forse era anche lì da un pò.
Arrossii violentemente, cercando di far finta di nulla.
- 'giorno- disse lui, facendomi trasalire.
- oh...buongiorno... hai già fatto colazione o?...-
- già fatto, grazie- 
Presi la mia colazione e mi sedetti nel tavolo dov'era appoggiato, mangiando in fretta.
- come mai sei ancora qui?- mi chiese, spezzando il silenzio.
- i miei non sono a casa questo weekend... e tu? Di solito te ne vai sabato pomeriggio a casa...-
- anche mio padre non è in casa questo fine settimana... tanto vale rimanere qui, per una volta-
Finii la colazione un paio di minuti dopo e posai tutto mentre Jude uscì fuori per andare al campo.
Io ritornai alla mia stanza per cercare qualche libro da leggere.
Dalla finestra potevo vedere Jude fare qualche tiro verso porta vuota, spostandosi da lí solo per recuperare qualche pallone.
Mi appoggiai alla finestra e lo guardai per un pò, osservando i suoi movimenti.
Mi persi nei miei pensieri, fino a che non mi resi conto di un piccolo dettaglio.
Nessuno era rimasto al dormitorio, il che significava che io e lui eravamo completamente soli...

Mi portai avanti con qualche compito scolastico ma dopo nemmeno mezz'ora presi il quaderno di matematica e lo lanciai fuori dalla porta della mia stanza per il nervoso.
Non mi era mai piaciuta la scuola e lo studio non era una mia priorità.
Sapevo che era sbagliato, ma non mi importava poi tanto.
Jude spuntò dalla porta con il quaderno in mano e me lo riportò dopo averlo osservato per qualche secondo.
- al secondo passaggio devi scrivere radice terza di trentasei- mi disse, passandomelo.
- uhm... giusto, grazie! Dimenticavo che tu sei quello intelligente- commentai, sedendomi sul letto.
- beh, essere visto sempre come "quello intelligente" a volte stanca- rispose, prendendosi la sedia della scrivania e sedendosi davanti a me.
- lo so, anche essere vista come "quella scema" stanca...- dissi, sbuffando. 
Alla fine, era quella l'impressione che davo alla gente.
- non ho mai pensato questo di te-
- tu no... ma probabilmente gli altri si-
- Kiara, sappiamo tutti che non sei scema. Anzi, hai del potenziale, solo che non lo dai a vedere-
- sembri un professore che dice "è intelligente, ma non si applica!". E poi, detta proprio da te, che sei un ragazzo modello...-
- non sono mica perfetto-
- vediamo... sei una persona che ha bisogno di avere tutto sotto controllo e che ragiona molto, forse troppo, prima di agire. Ma d'altro canto, sei anche un ragazzo furbo e che sa sfruttare al massimo i suoi pregi e difetti... e come se non bastasse, sei pure molto dolce...-
- dolce?-
- già... ultimamente, mi hai trattata davvero con gentilezza e mi hai sempre aiutata... mi piace questo lato di te. E chissà quanti altri lati nascosti hai che potrebbero piacermi-
- non saprei... dipende dalle circostanze- 
Rimasi un attimo in silenzio vedendolo alzarsi e avvicinarsi a me.
Mi alzai a mia volta e più lui si avvicinava, più io indietreggiavo.
Mi fermai contro il davanzale della finestra e lui mi bloccò lì, afferrandomi delicatamente le braccia.
- cos'è esattamente, che vuoi vedere di me?- mi chiese.
- voglio... vedere i tuoi occhi.- 
Rimasi a fissarlo con un nodo in gola.
Speravo con tutta me stessa che non rifiutasse.
Mi lasciò un braccio e si sfilò gli occhialini con una mano, tenendo però gli occhi chiusi.
Trattenni il respiro mentre lui li apriva lentamente, rivelando quelle iridi rosso cremisi che tanto avevo bramato di vedere.
Sentivo il mio cuore quasi uscire dal petto e rimasi come incantata dal suo sguardo penetrante.
- sono...meravigliosi- commentai in un sussurro, sperando di poter rimanere a fissarli per sempre. 
- davvero?...- mi chiese lui, mentre lasciava gli occhialini sul davanzale dietro di me.
- si... mi ero sempre chiesta come fossero, ma... non pensavo potessero essere così belli- 
Lui sorrise, un sorriso sincero, che mi sciolse il cuore.
Si avvicinò appena e poi congiunse le labbra con le mie dandomi un tenero bacio.
Sgranai gli occhi e lui strinse appena la presa al mio braccio, come per paura che io potessi scappare.
Si staccò poco dopo e, senza nemmeno dargli il tempo di allontanarsi, gli saltai al collo e lo ribaciai, un bacio più deciso di prima.
Mi abbracciò, stringendomi, e io speravo con tutta me stessa che quello non fosse solo un altro ingannevole e stupido sogno...
- Kiara. Tu mi piaci.-
- anche tu mi piaci, Jude...-

Angolo Autrice
Siete contente, care lettrici?
La Kiade ha finalmente preso forma! :D
Da quanto aspettavate questo momento, eh? -w-

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Lupus in Fabula ***


- David... ecco... Jude mi ha baciata.-
Forse non dovevo dirglielo mentre beveva dalla bottiglia, perchè diventò blu in faccia e iniziò a tossire, l'acqua gli era andata di traverso.
Continuò a tossicchiare per un pó, poi riprendersi e guardarmi.
- puoi ripetere?-
- si...ehm... Jude mi ha baciata!-
- ...e cavoli, finalmente!-
- come finalmente?!- 
- ti va dietro da quasi un mese! Non te n'eri accorta?-
- ah, quindi quando ti ho detto che mi piaceva pure io piacevo a lui?-
- già! Era abbastanza palese! Tutta la squadra lo sapeva, per questo due giorni fa Caleb si era accanito contro di te, per vedere la sua reazione-
- oh...capito-

Eravamo tutti seduti alla mensa, con Celia di fronte che teneva il suo quadernino in mano.
Stavamo facendo un gioco che io conoscevo da tempo ma che facevo con gli Inazumiani per la prima volta.
Lupus in Fabula lo adoravo. 
In poche parole, si scrivono dei biglietti con su scritto il ruolo che il giocatore deve interpretare.
Esistono quattro ruoli: il Narratore, il Dottore, i Cittadini e il Lupo.
Il Narratore doveva narrare, appunto, quello che accadeva.
Faceva chiudere gli occhi a tutti e chiamava il Lupo, che doveva decidere col massimo silenzio quale giocatore voleva uccidere.
Stessa cosa per il Dottore, che invece curava la persona scelta cercando di indovinare chi fosse la vittima.
Poi tutti aprivano gli occhi e si doveva "dibattere" per trovare il Lupo.
Ero davvero brava, le mie deduzioni erano quasi sempre azzeccate.
Ma quella volta non mi accorsi chi era il vero nemico.
-ricapitolando! Il Lupo ha ucciso Mark e Jordan, mentre il dottore ha salvato Axel e Xavier e nel dibattito è stato ucciso Axel- esclamò Celia leggendo il suo quaderno.
- secondo me il lupo é proprio Xavier- dissi, incrociando le braccia al petto.
- eh?! Ma che dici?!- 
- é facile, hai ucciso i tuoi migliori amici. È normale pensare subito di uccidere le persone con chi si é piú legati, e chi non ha mai giocato fa spesso errori del genere-
- chi vota che Xavier sia il Lupo?- 
Tutti alzarono la mano, tranne Jude che se ne stava in un angolo a guardare la scena.
Probabilmente voleva avere un quadro perfetto della situazione prima di dare sentenze.
- il Lupo non é Xavier-
- ecco, visto?-
- tu non puoi parlare piú!- 
Celia gli diede un colpo leggero con il quaderno e il gioco riprese.
Fece di nuovo chiudere gli occhi a tutti, il Lupo uccise e il Dottore curò.
- okok, potete aprire gli occhi! Dunque... il Lupo ha ucciso Kiara.. ma il Dottore ha salvato Kiara!- 
Mi sarei messa a ballare la hula sul tavolo, ma non era il momento.
- il Dottore é Fede- disse Jude quasi subito, e la faccia che fece lei sembrò confermare la sua sentenza.
- ehm... devo dire se lo sono o no?- chiese lei.
- beh, ormai è abbastanza palese!- esclamó Nelly dal fondo della mensa.
- mentre il Lupo... é poco furbo e ha puntato Kiara perché riesce a fare deduzioni molto realistiche, oppure é estremamente furbo e sta provando a sviarci- continuó Jude, con un timbro di voce molto basso, come se stesse pensando ad alta voce.
"É cosí figo quando fa così... aspetta Kiara, non è il momento!"
- secondo me il Lupo é Kiara- disse Caleb completamente a caso.
- e che sono, un Lupo suicida?-
- sei il Lupo e basta!- 
Mi sbattei la mano sulla faccia e sospirai.
Si era di nuovo impuntato con me.
- io passo, non so proprio chi possa essere- dissi alla fine, sprofondando nella sedia.
- potrebbe essere Nathan? Se ne sta zitto zitto lì all'angolo- commentó David, forse per disperazione.
- ma non c'entro, sono più confuso che altro-
- chi vota per Nathan?- 
Due voti, uno di David e uno di Silvia.
Gli altri non votarono nessuno.
- non é Nathan il Lupo- 
Lui sbuffó ma non disse nulla.
Di nuovo la stessa procedura... e Celia parlò.
- gli eliminati che non possono parlare in questo caso sono Jordan, Mark, Axel, Xavier e Nathan. Restano in vita Kiara, Jude, David, Caleb, Shawn, Nelly e Silvia... che però é stata uccisa stanotte dal lupo. Il Dottore ha curato David- 
Altro dibattito, questa volta venne colpevolizzato Shawn, che non aveva parlato nemmeno una volta... ma nemmeno lui era il Lupo.
Io e Jude cercavamo di dare una risposta a questa situazione, e lui mi dava ragione come io davo ragione a lui.
Eravamo uniti, ci fidavamo l'uno dell'altra.
- in questo giro, il Lupo ha ucciso David-
- è Caleb il Lupo-
- si, eliminami... tanto lo so che c'é qualcuno che sta tramando nell'ombra, vero?-
Nessuno rispose. Caleb venne eliminato, ma non era nemmeno lui il Lupo.
- rimangono Kiara, Jude e Nelly... questo é il giro finale!-
" é Nelly, per forza. È rimasta con le spalle al muro"
- il Lupo ha ucciso Kiara ma, come prima, il Dottore l'ha salvata! Si apra il dibattito-
- sei tu Nelly, ormai è palese-
- non sono io, é il tuo amico occhialuto lì all'angolo-
- non ci credo-
- non crederci, eliminami-
Due voti per lei, il mio e quello di Jude.
Ora mancava solo la parola del Narratore.
- Nelly non è il Lupo, quindi Jude vince la partita! Bravo fratellone!-
- eri il Lupo?! Davvero?!- esclamai, sorpresa.
Lui annuí, ghignando.

- scusa Kiara se ti ho ingannata-
- potevi farmelo capire almeno, ti avrei fatto vincere lo stesso-
- non credo, per come sei competitiva mi avresti smascherato subito-
- comunque io mi fidavo di te!- 
Stavo facendo la finta offesa, sapevo che quello alla fine era solo un gioco.
- posso provare a farmi perdonare?- mi chiese, sorridendo 
- mmh... si, puoi provarci- 
Mi avvicinò a se e mi baciò teneramente, un bacio molto più deciso del giorno prima.
Si, si era fatto perdonare, a modo suo.

Angolo Autrice
Si, forse è un capitolo che non ha nessun senso a livello di trama, ma avevo bisogno di spezzare dopo il grande evento del capitolo precendente ;)
Ah, e se mi avete visto pubblicare a raffica, è perchè volevo mettermi in pari con la storia su Wattpad, avanti di 7 capitoli u.u

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Sogni e Incubi ***


- senti, davvero, non ce la faccio piú a starti dietro... non voglio piú vederti-
- aspetta amore! Ti prego, non lasciarmi!- 
- no, ormai é finita-
- noooooH- 
Sullo schermo apparve "The End" e sentii le Manager piangere accanto a me.
- povera Rosita, Carlos l'ha di nuovo rifiutata!- esclamó Silvia asciugandosi le lacrime.
- dai, tanto si sa che poi avrà un figlio da Antonio! Mi sono documentata!- commentó Celia sistemandosi gli occhiali.
Sospirai, pensando a quale malattia mentale potessero essere affette.
Le soap-opere, soprattutto quelle spagnole, erano davvero la più grande cavolata della storia televisiva.
- mah, come fate a vedervi queste cose non lo so-
- Kiara, non sai proprio apprezzare le storie romantiche! L'amore è un sentimento che non tutti capiscono a quanto pare!- mi disse Nelly. 
"Se l'amore è quello che provo io per Jude, allora gli spagnoli chissà che si bevono prima di scrivere la sceneggiatura dei loro telefilm"

- Ehi, Kiara-
- dimmi Jude!-
- mi chiedevo... ti andrebbe di uscire con me stasera? Tanto domani abbiamo il giorno libero- 
- uh, mi farebbe molto piacere!- 
- allora a dopo- 
Ritornai in camera mia, pensando all'uscita di quella sera.
Era un appuntamento? Anche perchè si, c'eravamo baciati, ma non eravamo fidanzati ufficialmente.
Almeno, lui non me l'aveva chiesto...
Forse dovevo farmi avanti io?
"No, facciamo con calma, non c'è fretta... l'importante è che lui mi stia accanto"
Il pomeriggio passò in fretta.
Parlai con Fede e mi diede dei consigli su come comportarmi in situazioni del genere, tranquillizzandomi.
- basta che ti comporti normalmente e andrà tutto bene- mi aveva detto, sorridendomi. 
Mi vestii, optando per qualcosa di comodo più che carino.
Uscii e trovai Jude che mi stava aspettando all'ingresso dei dormitori.
Lo salutai, dandogli un bacio sulla guancia e facendolo sorridere.
- allora, dove andiamo?- chiesi mentre ci avviavamo fuori dalla scuola.
- che ne dici della gelateria?- 
- si! Ho proprio voglia di un gelato!- esclamai, contenta. 
Mi prese per mano e andammo insieme verso una gelateria vicino al campo al fiume.
Mi offrì il gelato e ci sedemmo vicini al fiume, guardando l'acqua scorrere tra le roccie.
Fù un pomeriggio molto piacevole, stare con lui mi rilassava e avrei voluto fermare il tempo per poter stare insieme per sempre.
- Kiara... ti andrebbe di essere la mia fidanzata?- 
Mi girai verso di lui, sorpresa, e sorridi.
- e me lo chiedi anche? Certo che si!-

Quella notte fù una delle più brutte della mia vita.
Sognavo di ritrovarmi in un posto totalmente buio.
La testa mi girava ed ero come bloccata al pavimento.
Cercavo di muovermi, ma non riuscivo.
Alzai appena la testa per vedere delle mani nere e scheletriche tenermi salda per non permettermi nessun movimento.
Poi, una ragazza dai profondi occhi di un rosso vivo mi si avvicinava, ghignando maligna.
- oh, povera Kiara... gli incubi sembrano avercela con te-
- aiutami... non riesco a respirare-
- tranquilla, ti aiuto io, mocciosetta- 
Si avventò su di me e avvolse le mani attorno al mio collo, stringendole in una morsa mortale.
Non riuscivo a muovermi e dopo nemmeno qualche secondo già la mia bocca si apriva alla disperata ricerca d'aria.
Mi svegliai di soprassalto, facendo un respiro cosí profondo che sembrava fossi appena uscita dall' acqua dopo essere stata molto tempo nel fondale.
Mi misi seduta e cercai di controllare il mio respiro.
Il mio cuore batteva all'impazzata e sembrava che dalle ombre che la luce della luna proiettava potessero uscire quelle mani nere.
Mi alzai barcollando un pò e uscii dalla mia stanza, avviandomi per i corridoi bui a passo incerto, guardandomi spesso attorno.
Arrivai davanti alla camera di Jude e alzai il pugno per bussare.
"E se lo disturbo?...alla fine non sono più una bambina, potrei tornare a letto tranquillamente"
Ripensando però al sogno fu quasi istintivo bussare alla porta e aspettare.
Jude aprì la porta sbadigliando e stropicciandosi gli occhi ma, appena mi vide, i suoi occhi cremisi si svegliarono del tutto, vigili.
-Kiara? È successo qualcosa?- mi chiese, con una punta di preoccupazione nella voce.
- ecco... so che sarà infantile, ma ho fatto un incubo...-
- tranquilla, entra-
Entrai velocemente, chiudendomi la porta alle spalle.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, sentendo le sue braccia avvolgermi.
Le ombre sembravano ormai insegnificanti con lui accanto, mi sentivo protetta tra le sue braccia.
Mi fece stendere nel suo letto e si mise accanto a me, prendendomi la mano.
- dormi, ci sono io qui con te- mi disse, sorridendomi.
- grazie- gli risposi, appoggiando la testa sul suo petto.
- hai ancora paura?-
- con te accanto, non avrò mai paura-

ANGOLO AUTRICE
Beh, alla fine quell'incubo ha avuto i suoi PRO u.u

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: l'isola di Lioccot ***


Guardai l'aereoporto e strinsi il manico della mia valigia.
L'estate finalmente era arrivata, ero stata promossa non so con quale fortuna, e adesso la squadra era pronta.
Pronta per affrontare le vere sfide dei mondiali. 
Pronta per l'isola di Lioccot.
Vidi in lontananza la squadra e mi girai verso i miei genitori.
- divertiti Kiara... è una gran esperienza, goditela fino in fondo- disse mia madre, sorridendomi.
- si, ma attenta a quello che fai eh!- esclamò mio padre, con la sua finta aria autoritaria.
Senza dire nulla, li abbracciai.
- torneró presto...- promisi, dandogli un bacio sulla guancia ciascuno e salutandoli. 
Mi avviai verso la squadra, che mi salutarono calorosamente dopo settimane di assenza.
- chissà com'è l'isola! Molti dicono che sia un paradiso!- esclamò Fede, entusiasta. 
Il viaggio in aereo fù tranquillo e mi rilassai molto a vedere le nuvole fuori dal finestrino mentre Jude, accanto a me, mi teneva la mano e l'accarezzava di tanto in tanto.
Appena scesi eravamo quasi tutti a bocca aperta: era un posto meraviglioso.
La fontana centrale era un enorme mappamondo circondato dai vari stemmi delle squadre in gara.
Arrivammo alla nostra zona poco dopo e ne rimasi piú che colpita.
L'area giapponese, per me che vivevo in Giappone da soli due anni, era un posto da favola.
I giardini erano ampi e ben curati e la costruzione principale, dove c'erano i dormitori e la mensa, era in pieno stile della nostra nazionalità e il legno scuro le dava un'aria elegante e armoniosa.
Le stanze erano singole, il che mi fece tirare un sospiro di sollievo.
Dividere la stanza non mi piaceva, e poi la notte potevo sgattaiolare più facilmente da Jude per dormire insieme.
Dormire, non pensate male, pervertiti che non siete altro...
Mi sistemai nella mia stanza e poi uscii per vedere un pó i dintorni.
Proprio dietro il campo che ci avevano assegnato c'era una spiaggia immensa e la luce del tramonto colorava il mare di quella sfumatura arancio che riusciva sempre ad affascinarmi.
Camminai un pò sulla sabbia e respirai l'odore che tanto mi era mancato.
In Giappone dovevo fare chilometri per vedere quella distesa d'acqua salata.
Ero così rilassata che non notai nemmeno il rumore di passi sulla sabbia che piano si avvicinavano.
Qualcuno mi avvolse da dietro con le braccia, stringendomi a se.
Non c'era nemmeno bisogno di girarmi a guardarlo per capire chi fosse.
- Jude, non dovresti essere agli allenamenti?- chiesi, continuando a guardare il mare.
- e tu non dovresti essere in panchina a guardarmi?- 
Ridacchiai piano, divertita.
- non sei mica Mister Universo, Sharp. Mica sto in panchina ad "ammirarti" come credi tu eh-
- sicura di quello che dici, White? Lo vedo, che ogni volta mi mangi con gli occhi- 
Arrossii, e ringraziai chissà chi che lui era dietro di me e non poteva vedere la mia faccia color peperone.
- che sei egogentrico- sbottai alla fine.
- dico solo la verità, non è egocentrismo-
- l'importante è che ne sei sicuro tu- 
Mi girai appena per vederlo sorridere e scolse il suo abbraccio, dandomi però un bacio sulla guancia.
- torniamo dagli altri, meglio non fare tardi almeno i primi giorni-
- va bene!-

- Kiara, sicura di volerlo fare?- 
- si, David. Ho preso la mia decisione.-
- ma... non é rischioso?-
- pff, nulla puó contro di me!-
- sisi, vuoi smetterla di fare la scema e ci dici il numero?- 
- uff, va bene Caleb... mmh... 3!- 
Mark iniziò a contare e puntó il dito contro Silvia.
- si! Primo turno di piatti a lei!- 
Iniziai a saltellare per la stanza, contenta di non dover lavare e avere la serata libera, per una volta.
Silvia non ne fù molto contenta ma mi lasciò stare e senza dire nulla si alzò le maniche e se ne andó a lavare.
Uscii fuori per prendere una boccata d'aria e iniziai a passeggiare per il giardino.
Mi sedetti su un muretto, ammirando le stelle sopra la mia testa, finchè non vidi David avvicinarsi e sedersi accanto a me.
- sono belle le stelle stasera...- commentai, tenendo lo sguardo alto.
- già... Kiara... ho bisogno di un consiglio-
- certo, dimmi pure!- 
Ci fù un attimo di silenzio, forse si stava preparando psicologicamente...
Ma cosa aveva di così tanto sconvolgente da dirmi?
- ecco... mi piace una ragazza. Solo che non so come comportarmi... cosa piace a voi ragazze?-
Mi girai di scatto verso di lui, a bocca aperta.
- aspetta, con calma... ti piace una ragazza.-
Lui annuì.
- e stai chiedendo a ME dei consigli.- 
Lo fece di nuovo.
- oh, beh... la cosa giusta da fare è comportarsi normalmente, ma starle comunque accanto... sii te stesso, ma fai in modo che piano piano lei possa avvicinarsi a te!-
- mmh... capito! Anche se, sono sicuro che Jude non ne sarà molto felice...-
- eh? Perchè?-
- perchè ho la sua ragazza come migliore amica... e sua sorella come cotta.-

ANGOLO AUTRICE
E se vi dico che ho deciso di finire la storia verso il capitolo 30 e che quindi siamo ancora a metà?

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: Fratelli ***


- David! Ho un piano!-
- ti prego, non voglio usare uno dei tuoi piani assurdi... vanno a finire sempre male-
- ma quando mai sono finiti male?!-
- una volta sei caduta e ti si sono viste le mutande... devo continuare?-
- no, grazie... sempre gentile tu-
David sospirò, incrociando le braccia.
- mi sono scelto la ragazza sbagliata...-
- come cotta o come migliore amica?-
- tutte e due.-
Gonfiai le guancie, facendo la finta offesa.
- comunque, ti aiuterò lo stesso... oggi terrò lontano Jude da Celia, tu prova ad avvicinarti a lei, magari aiutandola in qualche lavoro da manager-
- capito... grazie Kiara, sei la migliore-
- pff, so di esserlo-

Appena dopo gli allenamenti mattutini ero già appostata davanti alla camera di Jude.
Poco dopo vidi la porta aprirsi e feci finta di salire le scale in quel momento.
- Jude! Posso chiederti una cosa?-
- certo, dimmi-
- sai, vorrei andare un pò in giro a vedere le zone delle altre squadre, verresti con me?-
Feci l'espressione più carina e coccolosa che potevo, non poteva di certo dirmi di no.
- uhm... va bene- 
Appunto. Fase uno completata.

Trascinai in giro Jude per tutta la mattina.
Qualche volta ricevevo i messaggi di David, che mi aggiornava con la sua situazione.
"L'ho aiutata a portare l'acqua e poi siamo rimasti nel campo a chiacchierare... il suo sorriso è bellissimo" lessi nell'ultimo messaggio.
Sorrisi, contenta di essergli stato d'aiuto.
- come mai sorridi?- mi chiese Jude mentre camminava al mio fianco, tenendomi la mano.
- no, nulla... sono solo contenta di passare un pó di tempo con te!- risposi, nascondendo il cellulare.
- sicura che non mi stai nascondendo qualcosa?-
- cosa te lo fa pensare?-
- beh, quando hai qualcosa da nascondere non guardi mai in faccia chi ti sta parlando- 
Alzai lo sguardo verso di lui, sorpresa.
Era una delle mie tecniche per non farmi scoprire, con i professori quando non sai la lezione funzionava sempre!
- ecco, visto?-
Purtroppo non avevo calcolato un particolare abbastanza importante: lui era Jude Sharp, quello attento ad ogni minimo dettaglio.
- non è nulla, davvero! Non preoccuparti- 
Gli sorrisi, come per rassicurarlo, e sentii la sua mano aumentare leggermente la presa sulla mia. 
Passammo ugualmente una bella mattinata.
L'isola era davvero grande e ogni zona era perfettamente a tema.
Davanti a quella inglese mi venne un pó di nostalgia in realtà.
All'ora di pranzo ci stavamo già avviando verso la nostra zona.
Stavo per mandare un messaggio a David per avvisarlo del nostro ritorno, non feci nemmeno in tempo a mandarlo che Jude si fermó di scatto accanto a me.
Accanto all'entrata, seduti su una panchina, c'erano David e Celia.
E si stavano baciando.
Mi girai verso Jude per fermarlo, ma lui era già un bel pò di passi avanti a me.
Lo afferrai per il braccio e lo trascinai dentro con tutta la forza che avevo, mentre i due non si erano accorti di nulla.
Portai Jude nella mia stanza e mi chiusi la porta alle spalle.
Si vedeva che era furioso, ma questo stato d'animo era difficile che affiorasse.
Non sapevo come comportarmi in questa situazione e mi limitai solo a cercare di farlo riflettere.
- Jude...-
- poteva almeno dirmelo che voleva limonarsi mia sorella.-
- lui ha solo seguito il suo cuore! Se te l'avesse detto, cosa sarebbe cambiato? Ti saresti arrabbiato comunque-
- è vero, ma...-
- ma cosa? Sei geloso perchè adesso oltre ad essere importante per la tua ragazza, lo sarà anche per tua sorella?-
- non sono geloso...-
- e allora cos'è?-
- ho solo paura che qualcuno possa portarvi via da me-
- è il tuo migliore amico! Credi ne sarebbe capace?!-
- no... ma Celia è mia sorella, e devo proteggerla-
- ok, mettiamo il caso che, dopo 5 anni, mio fratello maggiore spunta a caso. Ti conosce, non gli piaci. Fa di tutto per farci lasciare. Come la prenderesti?- 
Rimase un attimo zitto, poi mi tirò a se e mi abbracciò.
- scusa, hai ragione... nemmeno un mese che stiamo insieme e già litighiamo...-
- tranquillo, non è un litigio!- 
Lo strinsi forte, sorridendo.
Ero contenta che avesse capito la situazione.
Proprio in quel momento il mio cellulare squillò e io mi staccai dall'abbraccio.
Lo presi e risposi, sentendo una voce che mi salutava dall'altra parte.
Jude mi guardò preoccupato, probabilmente ero diventata bianca come un fantasma in viso.
- G...Garfield?- 
Staccai la telefonata poco dopo, lasciando il cellulare sul tavolo.
- che succede? Chi era?- mi chiese Jude, guardandomi.
- mio fratello maggiore... è qui sull'isola-

ANGOLO AUTRICE
Mih, che capitolo!
La sfiga si sente proprio nell'aria, eh? XD

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: Dopo tutto questo tempo? ***


Mezz'ora dopo ero già all'ingresso dell'aereoporto, mentre scrutavo con attenzione ogni persona che usciva.
Jude era accanto a me, non fiatava.
Forse era preoccupato.
Forse temeva che quello che avevo detto si avverasse.
"mettiamo il caso che, dopo 5 anni, mio fratello maggiore spunta a caso. Ti conosce, non gli piaci. Fa di tutto per farci lasciare."
Sapevo che non era possibile, speravo che anche dopo così tanto tempo lui fosse sempre il mio fratellone infantile e scemo.
Sussultai mentre vidi uscire un ragazzo.
Capelli biondi, occhi verdi, sorriso perennemente stampato in faccia, bassino e minuto.
Si chiamava Garfield Logan White.
E non lo vedevo da quando avevo 10 anni.
- fratellone!- esclamai, correndogli incontro e abbracciandolo.
- sorellina!- rispose, stringendomi a se. 
Jude stava un pò indietro, in attesa.
- finalmente sei venuto a trovarmi! Dove sei stato tutto questo tempo?-
- é una storia lunga, ti spiegherò piú tardi... ma invece, lui chi é?- domandò, staccando l'abbraccio.
- oh, ehm... lui é Jude Sharp, il mio ragazzo...- 
Il biondo rimase a bocca aperta.
- ...tu hai un fidanzato?! Kiara, ti hanno fatto il lavaggio del cervello?! Oppure non sei la mia vera sorella!-
- tranquillo, é tutto apposto- affermai, ridacchiando nervosamente. 
Jude in quel momento era come una corda di violino.
Mio fratello si avvicinó a lui e gli porse la mano.
- Garfield White, piacere!- 
- piacere mio- rispose Jude, stringendogli la mano.

- scusa se non sono venuto prima a trovarti, ma mamma e papà mi hanno detto di non rivelarti nulla finchè non mi fossi ripreso...-
Stavamo camminando verso la nostra zona e mi girai a guardarlo, stranita.
- ripreso? Da cosa? Non dovevi studiare?- 
- ho avuto una malattia allora incurabile. Mi sono sottoposto a molti esperimenti, finchè un'annetto fa non hanno trovato una cura. Ho dovuto fare 10 mesi di riabilitazione, e adesso sono qui!-
- non ne sapevo nulla-
- ho detto io ai nostri genitori di non dirtelo... preferivo essere visto come un cattivo fratello, pur di non farti preoccupare...-
- ma ora? Stai bene?!- 
- si, ma devo ancora fare molti esami... mi hanno dato solo due giorni di libertà, per venire da te!- 
Mi sorrise, e io non avrei potuto resistere dall'abbracciarlo forte.
Sentivo le lacrime bagnarmi il viso e iniziai a piangere a dirotto, stringendolo più che potevo.

Arrivati alla zona presentai Garfield a tutti e si fece subito riconoscere come un ragazzo molto allegro e amichevole.
Jude però sembrava sempre più nervoso: era molto silenzioso, e evitava più che poteva sia me che il nuovo arrivato.
Riuscii a parlargli solo la sera, quando lo trovai in campo a fare due tiri da solo.
Mi sedetti sulla panchina a guardarlo, fino a che non finì e si sedette accanto a me, stanco.
- beh?- chiesi, guardandolo.
- non ho nulla contro tuo fratello, anzi- mi rispose, capendo a cosa mi riferissi.
- ma?-
- ma... ho paura che possa portarti via da me-
- Jude, l'hai visto, era molto contento quando ha saputo che fossi fidanzata!-
- lo so...- 
Ci fu un attimo di silenzio, spezzato poi da qualcuno che mi chiamava da fuori il campo.
Vidi Garfield farmi segno di avvicinarmi e io mi alzai per andare da lui.
Jude mi prese il braccio, come a dirmi di non lasciarlo.
Peró, come se se ne fosse pentito, mi lasciò dopo qualche attimo.
Mi girai verso di lui, sorridendo, lo feci alzare e lo presi per mano.
Intrecciò le dita tra le mie e ci avvicinammo fuori.
- ops, ho interrotto qualcosa?- chiese Garfierl, ridacchiando nervosamente.
- no, stavamo solo parlando- rispose Jude, ormai sereno.
- ah, meno male! Comunque, gli altri mi hanno chiesto di cercarvi, dovete parlare della prossima partita!-
- capito, andiamo allora-

Due giorni dopo eravamo di nuovo all'aereoporto.
Garfield aveva di nuovo le sue valigie appresso, ma adesso non era piacevole vederlo in quel contesto.
- mi dispiace di essere rimasto così poco- disse, malinconico.
Lo abbracciai, poi si staccò.
Diede la mano a Jude che, per la prima volta in tre giorni, gli sorrise.
- è stato un piacere averti qui- gli disse.
- per me è stato un piacere conoscerti! Adesso so che la mia sorellina è in buone mani! Rendila sempre felice- gli raccomandò.
- lo farò-

Dopo i saluti e i pianti di rito, ritornammo alla sede.
Nemmeno il tempo di entrare che Celia si precipitó verso di noi, con un'allegria mai vista.
- David mi ha chiesto di essere la sua fidanzata e io ho accettato!- esclamò, saltellando dalla felicità. 
David era in cima alle scale e il suo viso si colorò di un rosso peggio di un peperone.
- sono felice per voi- disse Jude, e io annuii come a sostenerlo. 
Almeno, aveva passato la sua fase da fratello apprensivo!

ANGOLO AUTRICE
Ho una cosa importanti da dirvi!
Garfield non è ispirato al gatto, ma ad un personaggio della DC Comics che si chiama appunto Garfield Logan u.u

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Capitolo 20
*** Capitolo 19: Storie Deliranti ***


Stavo nella mia stanza ormai da ore, intenta a scrivere su un foglio di carta. 
Jude, sicuramente preoccupato per non avermi visto in giro al mio solito, entrò nella stanza senza nemmeno bussare.
Si avvicinò piano, costatando che io ero così concentrata da non averlo nemmeno sentito entrare.
-due cavalieri e mezzo?... Kiara, che stai scrivendo?-
-una fiaba! Siccome mi raccontate spesso di come è nata la squadra di calcio della Raimon, ho pensato di scrivere un racconto su questo a modo mio!-
-oh, va bene! Allora leggimela, vediamo che hai combinato!-
Mi schiarii la voce con fare teatrale e iniziai a leggere la mia bellissima e delirante storia...

"DUE CAVALIERI E MEZZO: UN ALTRO MODO DI RACCONTARE UNA FIABA.

-Principessa! Sono venuto a liberarvi dalla vostra prigionia! Ordunque sconfiggerò il vostro carceriere e vi porterò in salvo!- disse, facendo una posa eroica e guardando la "principessa" con occhi sognati.
-...Mark...stai parlando con una gallina...-
-No Axel, che hai capito? Sto provando il discorso! Almeno quando salverò la principessa non mi faccio trovare impreparato!-
Il ragazzo dai capelli biondi lo guardò stranito, per poi sbuffare e continuare a dare il mangime alle creature con cui il suo amico due secondi fa stava "provando".
I due giovani, il bruno di nome Mark Evans e il biondo di nome Axel Blaze, erano due ragazzi di campagna, nati e crestiuti in mezzo alle galline.
Vivevano in un piccolo paesino, ClubdiCalcio, un paese così minuto che aveva al massimo 500 abitanti, e che è anche la capitale del minuscolo regno di Raimon.
I due sognavano da quando erano piccoli di diventare cavalieri, ma non ci sono mai riusciti...
Però, chissà, potrebbero anche farcela, no?
-senti, credi che riusciremo a diventare cavalieri e a salvare una principessa?- chiese il bruno mentre raccoglieva le uova che le finte principesse avevano deposto.
-siamo solo due ragazzi che badano alle galline... mica ora ci danno l'investitura di cavaliere così, a caso...-
-si, ma se facciamo qualcosa di eroico il Re non potrà non farci diventare cavalieri!- 
-si, andarlo a fare qualcosa di eroico... per diventare cavaliere devi, almeno, sconfiggere un demone... e i demoni non crescono mica sugli alberi...-
-io dico di si! I demoni crescono sugli alberi!-
- Mark, dici sul serio??-
-si, guarda lì!- disse, indicando un albero appena fuori dal recinto.
Axel guardò verso il punto indicato dall'amico e rimase impietrito.
Appollaiato sull'albero, una volpe dalle sembianze semi-umane fissava le galline e si leccava i baffi, sicuramente pensando al gustoso pranzetto che di li a poco avrebbe potuto gustare.
-Te l'avevo detto che i demoni crescevano sugli alberi!- 
-Mark! Non è il momento! Vuole mangiarsi le galline!!-
Il demone-volpe fece un balzo e atterrò dentro il recinto, iniziando a rincorrere le varie galline.
-Ehi! Non toccare Snow White, Rapunzel, Cinderella e Jasmine!- disse Mark iniziando a rincorrere a sua volta il demone.
Il biondo si guardò intorno cercando un bastone o qualcosa di altrettanto letale, ma l'amico lo precedette, prendendo un uovo dal cesto in cui erano state depositate.
-prendi questo!- dice poi, tirando l'oggetto sul demone, che intanto stava mangiucchiando una delle tante finte principesse.
La volpe venne centrata in pieno viso (o muso? buh...), mentre l'uovo, ormai rotto, lasciava il suo "liquido" nei suoi occhi e nella sua bocca.
-AAAAAHHH!!! SONO ALLERGICO ALLE UOVA!!!-
Il mezzo uomo iniziò a correre in cerchio dentro al recinto, gridando e agitandosi. Alla fine, inciampò su un sasso e cade a terra, per non alzarsi mai più.
-Mark....abbiamo ucciso un demone...-
- Abbiamo ucciso un demone! Diventeremo cavalieri, YAOOOHHHH!!!-

-Mark Evans e Axel Blaze, vi conferisco il titolo di cavalieri, rendete onore alla vostra patria-
Il re Raimon posò lo schettro sulle loro spalle, per poi consegnare loro una spada bianca.
-voi siete gli unici cavalieri di Raimon, quindi vi affido una missione: mia figlia proprio ieri, guardate che coincidenza, è stata rapita dal re malvagio del regno di Royal, per favore, andate a salvarla!-
-SIII! SALVEREMO UNA PRINCIPESSA! EVVAI!!- 
I due giovani cavalieri uscirono dal palazzo reale, con le loro spade bianche al fianco, una missione da compiere e tanta voglia di avventura!
-io me ne torno a casa...- disse il biondo
No, forse l'ultima cosa no.
-Ti prego Axel! Andiamo a salvare la principessa! Il nostro sogno adesso può realizzarsi!- 
-veramente, è il tuo di sogno!-
-fa lo stesso! Andiamo verso Royal e sconfiggiamo il re malvagio!-

FINE"

Jude mi guardava stranito, poi si portò una mano alla bocca per trattenere una risata.
- ehi! Cos'hai da ridere?!-
- questa è una fiaba? sembra una parodia!-
- non prendermi in giro, c'ho messo tutto il mio impegno...-
-scusa, ma è davvero divertente! Potresti scrivere davvero storie comiche... e poi, chi sarebbe questo "malvagio re di Royal"?-
-oh... sei tu! Ti ho messo apposta come antagonista, perchè sono i personaggi più fighi-
-ah, quindi se io inizio a fare il cattivo a te piacerebbe?- 
-dipende da cosa...ehi, aspetta, mollami!-
Non mi fece nemmeno finire che mi aveva già presa di peso e buttata sul letto.
-adesso sei mia, principessa- mi disse, e a quell'affermazione io arrossii.
Arrossii ancora di più quando vidi oltre la porta mezza squadra che cercava disperatamente di trattenersi dal ridere.
-J...Jude... ci sono dei guardoni...-
Lui si girò, appena in tempo per vedere i ragazzi scoppiare in una sonora risata.
Lo vidi arrossire, ed ora tutti e due sembravamo dei peperoni viventi.
Si alzò e uscì, sicuramente per dirgli qualche scusa del tipo "non è come pensate!", chiudendosi la porta alle spalle.
Ne ero più che sicura: questa cosa l'avrebbero rinfacciata a vita.

ANGOLO AUTRICE
Ciao(?)
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20: Uniti? ***


- mmh... no Jude, c'è caldo, toglitela la divisa...-
- Kiara... svegliati...-
- mamma, cinque minuti!... sto sognando un figo della madonna...-
- Kiara! Ti vuoi svegliare?!- 
Aprii gli occhi e mi trovai davanti Celia, che cercava di trattenere le sue risatine.
- buongiorno, pervertita addormentata!-
- e...ehi! N...non è come pensi!-
- si, ovvio... però io ho registrato tutto- mi disse, facendomi vedere un registratore. 
Sbiancai vedendola come una possibile arma di ricatto.
- cancellalo... ho dico a David che hai interi book fotografici di lui dentro la tua fotocamera- 
Rimase zitta per qualche secondo, poi mi passò il registratore.
- puoi cancellarlo- disse solamente, mentre io non me lo feci ripetere due volte.

- la squadra inglese ci ha invitati ad una serata di gala!- disse Silvia, entusiasta. 
Io sbiancai per la seconda volta, quel giorno.
Dovevo mettere di nuovo un vestito.
Essere galante e raffinata.
Non mangiare troppo.
Fare la carina con tutti.
- ...io rimango a guardia della nostra zona- dissi, seria.
- non se ne parla! Tu vieni!- esclamò Celia.
Sapevo già che quella sera sarebbe stata un inferno.

- allora, come li vuoi i capelli?-
- sciolti-
- e le scarpe?-
- basse-
- Kiara! Ma dov'è finita la tua femminilità?!-
- non l'ho mai avuta!- 
Silvia sbuffò a quell'affermazione e mi prese i capelli, acconciandoli in una treccia molto semplice.
Tirarono fuori un vestitino bianco e me lo misero a forza, facendomi sentire terribilmente a disagio.
- non sono abituata a mettere vestiti eleganti- dissi, guardandomi allo specchio come se fossi un aliena.
- mancano solo le lentine!- esclamò Celia, entusiasta.
- lentine?... aspettate, volete togliermi gli occhiali?!- domandai, agitata. 
Per me era un sacrilegio, gli occhiali erano per me come un braccio o una gamba.
Fu davvero angosciante quando li posai sulla scrivania, senza che però la mia miopia mi ostacolasse grazie alle lentine.

Scesi le scale prima delle altre, sistemata di tutto punto.
Alcuni ragazzi erano già pronti e appena mi videro si complimentarono con me.
Nathan disse pure che sembravo una bambola, e questo non fece altro che aumentare la mia agitazione.
Salii in camera di Jude, che stranamente non era ancora pronto, e bussai.
- avanti- sentii, e io entrai. 
Si stava abbottonando la camicia e quando alzò lo sguardo rimase impietrito.
Mi fissò per un pò finchè non mi avvicinai, avvicinando una mano verso il suo viso.
Gli accarezzai una guancia e poi gli tolsi gli occhialini, curiosa di vedere il suo sguardo celato sotto le lenti scure.
Guardando i suoi occhi cremisi mi incantai come la prima volta in cui li vidi.
Eravamo tutti e due meravigliati l'uno dell'altro.
- come mai questa bellissima ragazza è venuta qui?- mi chiese lui, riprendendosi.
- la tua fidanzata è venuta per dirti che devi darti una mossa- risposi, incrociando le braccia.
- la mia fidanzata? Ma lei è un maschiaccio quattrocchi, mica un'elegante fanciulla come quella che ho di fronte- ribbattè lui, ridacchiando divertito.
- Jude, ti picchio- lo minacciai, gonfiando le guancie.
- sto scherzando, piccola. Sei bella sempre... solo che adesso sei molto piú femminile, e fa un effetto diverso-
- uff, lo so...-

Lo sapevo, che quella serata sarebbe stata un inferno.
Dopo quasi due ore di festa ero tornata alla zona giapponese, seduta sulla spiaggia davanti alla sede.
Il vestito era ormai rovinato e il poco trucco che avevo si era sciolto con il pianto.
Ero sempre stata una ragazza molto timida, e ritrovarmi tutta sporca di cibo, che per colpa di una svista un cameriere mi aveva appiccicato addosso, e con una trentina di persone che ridevano attorno a me, avevo perso ogni speranza.
Non ero fatta per essere una ragazza modello, elegante e di classe.
Ero solo una ragazzina pigra e immatura.
- Kiara...- 
- lasciami in pace, Jude...-
- di certo non posso lasciare la mia ragazza qui a piangere... su, alzati, andiamo dentro- 
- lasciami qui, vai via- 
Mi prese per le braccia, facendomi alzare a forza.
Tenevo lo sguardo basso, verso la sabbia, cercando di non piangere di nuovo.
- ehi... non è successo nulla... può capitare...- mi disse Jude, cercando di consolarmi.
- come fai?... come fai ad amare una come me?-
- Kiara, ma che dici?-
- sono una frana... non faccio mai niente di buono...-
- smettila, non è vero-
- sei sprecato con me, non ho niente, non sono bella, non vado bene a scuola...-
- tu hai tante qualità, non devi abbatterti-
- sei tu ad avere mille qualità! Io sono solo una stupida ragazzina!- 
Gli gridai contro, come mai avevo fatto.
- e cosa dovrei fare?! Lasciarti?!- 
E lui era furioso. Eccome se lo era.
- si, fallo... lasciami-

ANGOLO AUTRICE
So di essere sadica, a volte.
Ma non mi piace quando le coppiette sono sempre felici e contente.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21: Fiducia ***


- e...gli ho detto di lasciarmi-
- ...COSA?!- 
David sembrava aver avuto un infarto.
- non l'ha fatto... ma era molto arrabbiato...-
- ma cosa avevi per la testa?! Che stavi pensando per arrivare a tanto?!-
- lui... è perfetto... è sprecato con una ragazza sfigata e maldestra come me...-
- non dire cavolate, Kiara. Parli così solo perchè hai poca fiducia in te stessa- 
Sospirai, abbassando lo sguardo.
Era la verità, non potevo mica ribattere.
- per questo, c'è solo una persona che puó aiutarti!- esclamó David.
- chi?- chiesi, guardandolo dubbiosa.
- il capitano Mark, ovviamente-

Ed eccolo lí, con il suo copertone, a fare allenamenti completamente fuori dal comune.
Lo guardavamo da lontano e più volte lui riusciva a fermare quel copertone, più si poteva notare in lui una luce crescente che risplendeva nei suoi occhi.
La luce della passione.
Quella luce che solo chi crede fermamente nelle proprie possibilità possedeva.
Era una cosa rara, una cosa che tu non potevi ottenere da nessuna parte.
Dovevi averla dentro, e il capitano ne era così pieno che riusciva a trasmettere la sua determinazione agli altri.
Questa, era la vera forza dell'Inazuma.
Non l'abilità dei calciatori, non l'intelligenza e le strategie di gioco, non le tecniche speciali.
"La Dea della Vittoria sorride sempre a chi crede nelle proprie possibilità" aveva detto una volta.

- Kiara! Spostati verso destra!- mi disse Xavier, per poi passarmi la palla.
La presi facilmente, seguendo il suo consiglio.
Non credevo che giocare con i ragazzi fosse così divertente.
Si, avevo giocato contro la Royal, ma in quel momento loro sapevano che avevo bisogno di distrarmi.
Jude e io ci evitavamo silenziosamente, quasi senza farlo apposta.
In quel momento lui era in panchina e mi osservava, come se i ruoli si fossero invertiti.
Solo che io, a differenza sua, non sapevo minimamente giocare.
Perdevo palla molto spesso, inciampavo e cadevo, per poi rialzarmi.
Qualche volta tiravo anche in porta, senza però mai segnare.
Non ero forte nè fisicamente, nè mentalmente.
E ne ero pienamente consapevole.
Fino a che, non ci fù la svolta.
Rubai la palla a Shawn con la mia vecchia tecnica, l'Illusione Suprema.
Tutti si fermarono un attimo a guardarmi, confusi.
- che succede?- chiesi, fermandomi.
- guardati dietro!- esclamò Nathan e io mi girai appena. 
Una strana aura nera stava uscendo dalla mia schiena, sembrava come svilupparsi in alto ed era molto debole.
- forse sta sviluppando una nuova tecnica speciale!- ipotizzó Jordan, prendendo la palla e passandomela.
- prova a concentrarti, forse ne uscirà qualcosa di nuovo!- 
- ehm... va bene... ci provo- 
Ci provai davvero, senza risultato.
Jude si alzò dalla panchina e appena iniziò a camminare verso di me l'aura scura che mi circondava sparì.
- Kiara... ho bisogno di parlarti-
- si... come vuoi-

Ci ritrovammo nella sua stanza, io seduta sul letto, lui sulla sedia davanti a me.
- so che sei molto insicura... e io non ho fatto nulla per aiutarti. Non voglio che tutto quello che abbiamo vissuto insieme sia distrutto da piccoli ostacoli- mi disse, cercando di tenere quell'aria seria che aveva quando tutto era iniziato.
- non voglio nemmeno io... so che non lo dimostro, ma io ci tengo davvero tanto a te... non voglio perderti- risposi, tenendo però lo sguardo basso. 
All'improvviso sentii le sue braccia avvolgermi in una calda stretta che non potei non ricambiare.
- credevo... che volessi lasciarmi davvero- disse lui, stringendomi ancora di più in quel piacevole abbraccio.
- no, non lo pensare nemmeno! Io... ti amo-
- ...cosa?-
- Jude, io ti amo- 
Non glielo avevo mai detto.
Quelle due parole racchiudevano tutto, tutto quello che provavo per lui e che per molto tempo non ero riuscita a dirgli.
- anche io ti amo, Kiara- 
Mi ritrovai stesa sul suo letto, lui che mi stringeva tra le sue braccia.
Mi sussurrava parole dolci e quel calore che mi avvolgeva era la cosa più bella al mondo.

- concentrati!- esclamò David, impaziente.
- se non stai zitto non riesco a concentrarmi!- 
Quella strana aura scura era tornata il giorno dopo e tutti erano curiosi di capire cosa cavolo era.
Sembrava molto più accentuata e più mi concentravo, più diventava ampia.
- ci vuole ancora tanto, mocciosa?- 
- Caleb, tu anche sta zitto!-
- uff, e va bene- 
Non sapevo bene cosa fosse, quindi ero un pó incerta.
Non sembrava una tecnica speciale, e quella cosa mi venne confermata quando sentii uno strano calore invadermi il petto.
Era un calore piacevole, come quando ricevevo un abbraccio da Jude.
L'aura si intensificó di colpo e prese una forma ben definita senza che me accorgessi.
Dietro di me era comparsa un ragazza, i capelli di un viola tendente al rossiccio, gli occhi rosso fuoco, indossava un mantello che gli copriva tutto il corpo e aveva due possenti ali da pipistrello.
Avevo appena evocato il primo Avatar nella storia della Inazuma.
Eris, Principessa dell'Incubo.
E dalla sua evocazione in poi, mi liberai del mio più grande ostacolo: la poca fiducia che riuscivo a riservare agli altri e a me stessa.

ANGOLO AUTRICE
Ho scritto così tante cavolate in questo capitolo che mi faccio schifo da sola.
Siete pienamente autorizzati a tirarmi pomodori ammuffiti, sedie e pianoforti in testa u.u

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Capitolo 23
*** Capitolo 22: Ricordi e Emozioni ***


Stavo seduta sulla spiaggia, guardando il sole tramontare lentamente davanti a me.
È passato un mese da quando siamo venuti nell'isola e dopodomani per la squadra sarà il giorno più stressante ed emozionante di sempre.
Il giorno della finale contro i Piccoli Giganti.
Nell'ultima settimana i ragazzi sono stati così tesi che qualsiasi cosa poteva creargli un'attacco di nervosismo.
E io preferivo starci alla larga, almeno per adesso.

La mattina dopo noi manager eravamo completamente libere e ne approfittai per fare una passeggiata per l'isola in completa solitudine.
Mi piaceva passeggiare da sola, lo trovavo davvero rilassante e potevo finalmente stare sola con i miei pensieri.
Pensai a tutto il tempo passato da quando avevo conosciuto la Inazuma, all'inizio dell'anno scolastico.
Erano passati mesi e loro erano diventati i miei migliori amici. 
Le brutte figure non erano mancate, e loro avevano imparato a conoscermi anche per quello.
In più, mi avevano sempre sostenuta nonostante tutti i miei difetti e le mie insicurezze!
Chi poteva contare su una ragazza come me? Solo loro, quei pazzi.
E solo in quel momento mi rendevo conto di quanto fossero stati importanti per la mia crescita.
Eravamo una famiglia.
Una pazza famiglia, che si voleva bene e che si aiutava a vicenda.
Tutti, anche da chi meno te lo aspetteresti, erano sempre pronti a tendermi una mano.
E io, dopo tutto questo tempo, non li avevo mai ringraziati.

Tornai al campo mezz'ora dopo, avevano appena finito gli allenamenti ed erano davvero sfiniti.
-Ragazzi!- esclamai, andando verso di loro.
La squadra si girò verso di me, curiosa, e alcuni si avvicinarono.
-Non ve l'ho mai detto, ma grazie. Grazie per tutto! Siete una squadra fantastica e io tiferò sempre per voi, non importa cosa accada!- continuai, sperando di dar loro la spinta giusta per la partita dell'indomani.
-grazie a te, Kiara! Anche tu fantastica!- mi rispose Mark, con uno dei suoi megasorrisi.

Ero in panchina quando il pallone entrò in porta.
Fu un emozione unica, vedere quel tabellone che segnava il 3 a 2 per l'Inazuma.
E fu ancora più emozionante vedere i ragazzi saltare e le manager piangere di gioia.
La squadra era arrivata sulle vette del mondo, aveva finalmente raggiunto l'obiettivo più alto.
Abbracciai tutti, piansi anche io per loro.
Quel momento, lo tenni nel mio cuore per tutta la vita.

Tornare a casa non fu facile.
Era appena finito un percorso che mi aveva accompagnato per un'estate. 
Il viaggio in aereo per il ritorno fu abbastanza tranquillo e mi passavo il tempo a sentire i ragazzi parlare allegramente di tutte le esperienze fatte sull'isola.
Ma non potevo sapere che il mio ritorno in Giappone potesse riservare tutte quelle sorprese...

-Kiara-
-si, Jude?-
-so che sono passati solo cinque mesi, ma... mio padre vuole conoscerti-
-eh? Dimmi che scherzi!-
-no, ma tranquilla... non è nulla di che!-
-oh... va bene...-
Ora capivo cosa provano i ragazzi quando gli dicono "ti faccio conoscere mio padre amoreh".
Ero completamente nei guai più totali.

ANGOLO AUTRICE
Scusate se il capitolo è davvero corto, ma ultimamente non sto molto bene.
Ho deciso di finire la storia al capitolo 25 con un epilogo!
Quindi, stiamo andando verso la fine!
Scusate per la notizia improvvisa ^^"

Comunque, dedico questo capitolo ai membri della Piccola Famigliola.
Li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per me.
E mi scuso con una certa persona, per aver deluso le sue aspettative.

Alla prossima.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23: Genitori ***


Non fu facile per me scegliere i vestiti da mettere.
Avevo visto il padre di Jude solo di sfuggita, ma non avevamo mai parlato.
Non sapevo che tipo era, come mi dovevo comportare, se sarei riuscita a mantenere l'autocontrollo per non sclerare.
- tranquilla, basta che ti comporti normalmente... non ti mangia mica- mi aveva detto Jude, ma quella frase non mi tranquillizzò per niente.
-mamma! Sto uscendo!- esclamai, scendendo le scale e aprendo la porta.
-divertiti! E torna presto!- mi raccomandò, spuntando dalla porta della cucina e sorridendomi.
Non feci nemmeno in tempo a mettere un piede fuori che mio padre si precipitó da me a lunghi passi, sicuramente curioso della mia uscita.
Avevo raccontato tutto a mia madre, ma con mio padre ero rimasta molto vaga sulla faccenda "relazione con un ragazzo".
Perchè?
Beh... lo capirete presto.
-Giovanottella! Dove vai?- mi disse, usando un soprannome che usava molto spesso.
- sto andando a casa di Jude... solo per cena!- 
-vedi che ti tengo d'occhio, io sono ovunque- continuò, facendo il solito gesto con le due dita puntate su di me come per dire "ti osservo".
-si, papà... ovviamente-
-non usare quel tono da presa per il culo!-
- mi scusi, Re Leone-
Sentii delle risatine provenire dalla cucina.
Probabilmente mia madre si stava godendo la nostra solita discussione da perfetti White.
- e vedi di farmi conoscere questo ragazzo prima o poi, non è giusto che lo conosca solo tua madre-
- è ovvio che non voglia fartelo conoscere, gli hai detto che gli spezzavi gambe e braccia appena lo vedevi!- esclamò mia madre in difesa.
- ma non è vero!... al massimo solo le braccia... così vediamo come ti tocca, quel lurido...-
-PAPÀ- 
- scusa, scusa! Vai, vah-
Mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia, per poi salutarlo e scomparire oltre il muretto.
Girai l'angolo e vidi Jude appoggiato al muro, con le braccia conserte, che mi guardava arrivare.
- tuo padre è proprio violento- commentò, ridacchiando.
- secondo te da chi ho preso? E poi tranquillo, lui scherza...-
-lo so, lo so. Penso sia difficile per un padre vedere la figlia andare via con un altro "uomo". Spero di non avere mai figlie femmine-
-ehi, che discriminazione! E se poi te ne capitano due, tre, o dieci?-
-eh, allora me le tengo, che devo farci?-
Gli diedi un piccolo pugno sulla spalla e lui si mise a ridere in risposta.
-scherzo, piccola!-
-vaffanbrodo-

Guardai la casa di Jude e ne rimasi quasi scioccata.
-ma... è enorme! E ci vivete solo in due?! Sei serio?!- esclamai.
- beh... si!- mi rispose
Entrando, venni assalita da una tensione che mai avevo provato.
Quella casa era enorme e il giro delle stanze più importanti durò un bel pò.
Incontrammo anche un paio di cameriere, che mi salutarono calorosamente e si complimentarono con Jude per "lo zuccherino che si è trovato come fidanzata!".
Più passavo il tempo lì, più mi rendevo conto di non essere per niente abituata a quell'ambiente.
Ero stata cresciuta da una famiglia che si era sempre dovuta rimboccare le maniche e che si concedeva qualcosa di più ogni morte di papa.
Mi rilassai solo quando entrai nella camera di Jude.
Era molto spaziosa ma semplice, come il resto della casa, e molto ordinata.
-quando sono a casa, passo qui la maggior parte del tempo-
-già, immagino, hai di tutto! La mia stanza é grande solo un quarto di questa- 
Feci un rapido giro, soffermandomi un attimo su una vecchia rivista calcistica, parecchio rovinata dagli anni.
Probabilmente Jude se ne accorse, perchè si avvicinò e prese la rivista tra le mani.
-qui... c'é un articolo che parla di mio padre... quello biologico intendo... purtroppo non ricordo quasi nulla di lui, ne di mia madre...-
-per far nascere due persone meravigliose come te e Celia, sicuramente saranno stati dei genitori davvero fantastici-
-non devi cercare di consolarmi, non ne ho bisogno... ormai sto bene. Ho mio padre, ho ritrovato Celia, e ho te. E questo è anche troppo-
Mi avvicinai e lo abbracciai forte.
Forse davvero non aveva bisogno di essere consolato, ma io volevo stargli vicino, in qualsiasi momento.
Sentimmo bussare alla porta e io mi staccai da lui velocemente, quasi d'istinto.
Jude mormorò un "avanti" e una delle cameriere di prima spuntò dalla porta.
-signorino, suo padre è tornato-
A sentire quella frase, iniziai a pregare qualsiasi Dio mi venisse in mente.

-piacere di conoscerla, signor Sharp-
-piacere mio! Ero proprio curioso di conoscerti, signorina-
Dopo una ventina di minuti ero seduta a tavola, mentre sentivo i due Sharp parlare tra di loro.
Parlavano di cose di cui io non capivo una mazza, ma vedere Jude dare dei consigli al padre su alcune questioni lavorative mi sorprese, anche se avrei dovuto esserne già abituata.
-ma invece, coinvolgiamo la signorina... quest'anno com'è andata a scuola? Ti senti pronta per l'inizio del nuovo anno scolastico?- mi chiese il signor Sharp, prendendomi alla sprovvista.
Di certo non potevo dirgli che io ogni anno venivo promossa per miracolo divino.
Sentivo Jude accanto a me che ridacchiava piano, essendo consapevole della mia situazione.
"Sii sincera, ma non troppo Kiara. Puoi farcela, soldato!"
-ehm... si signore, è andata abbastanza bene... anche se non mi dispiacerebbe avere più vacanze... diciamo che studiare non è la cosa che preferisco fare-
-oh, capisco, capisco... so che alla vostra età vorreste essere liberi di fare quello che più vi piace... e forse ho tirato fuori un argomento poco appropriato, non è cosí?-
-forse un pò, signore-
Appena finito di mangiare, il signor Sharp iniziò a farmi molte domande, mettendomi però a mio agio.
Cercò di non chiedermi della scuola e si concentrò di più sui miei interessi o sulla squadra.
- si, il Giappone è un paese davvero fantastico! Anche se l'Inghilterra mi manca molto-
- immagino, lasciare il paese d'origine non è mai facile-
- beh, qui ho i miei amici alla Raimon, e anche se ormai andremo in licei separati, comunque so che saranno sempre accanto a me e la lontananza non ci dividerà-

-arrivederci!- dissi, uscendo di casa insieme a Jude, che si era offerto di accompagnarmi.
-arrivederci a te, Kiara. È stato un vero piacere- 
Io e Jude ci incamminammo verso casa, che non era poi tanto distante.
-beh, pensavo peggio- commentai, sorridendo.
-te l'avevo detto che non ti mangiava mica!- 
Sbuffai, e dovetti dargli per forza ragione.
E quando mai, lui non ha ragione?
Arrivammo davanti casa e mi abbracciò, per poi darmi un veloce bacio sulle labbra.
Rientrata a casa, trovai tutte le luci spente tranne quella del salone.
Sbirciai e trovai mio padre addormentato sul divano, con la tv ancora accesa.
E meno male che doveva tenermi d'occhio, quello scemo.

ANGOLO AUTRICE
Ragazzi... siamo arrivati a -2!
Gli ultimi capitoli stanno per arrivare, e qui in mezzo c'è un piccolo spoiler di quello che succederà nell'epilogo... anche se è molto, molto, mooolto nascosto!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e deh, alla prossima ;)

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Capitolo 25
*** Capitolo 24: Un nuovo inizio ***


8 ANNI DOPO...

Correvo spedita verso il campo da calcio della Royal, tenendo stretto nella mia mano quel foglio di carta tanto importante per me.
Passai vicino alla segreteria della scuola, dove la segretaria mi salutó come se fossimo vecchie amiche.
Mi fermai solo un secondo, continuando a saltellare sul posto dalla troppa tensione.
- sa dove posso trovare Jude?- chiesi.
- si, è al campo centrale con David! Come mai tutta questa fretta, signorina White?- 
- ho una notizia molto importante da dargli! Scusi, ma sono di fretta!- 
La salutai con un gesto della mano e ripresi a camminare velocemente verso il campo, superando insegnanti e alunni, che ormai si erano abituati alla mia presenza.
Lì ero di casa, anche se non avrei dovuto.
Arrivai al campo e mi precipitai da Jude e David, che stavano tenendo d'occhio la squadra della Royal mentre faceva giri di campo.
- Jude!- esclamai, facendo girare tutti verso di me.
- Kiara! Cosa c'è?- chiese lui, guardandomi con un espressione mista tra il sorpreso e il preoccupato.
- guarda qui, guarda qui!- gli dissi, passandogli il foglio tutta contenta.
Passó qualche secondo, giusto il tempo di leggere un paio di parole.
- ti hanno presa come insegnante di sostegno al centro per dislessici?! Davvero?!-
- si! Hanno detto che inizio domani pomeriggio!-
- ma è fantastico!- 
Si avvicinó e mi abbracciò forte, dandomi un bacio sulla guancia.
Sapeva quanto io avessi lavorato sodo per ottenere quel lavoro, tra studio e corsi di specializzazione.
Avevo sempre sognato di essere d'aiuto ai bambini con disturbi dell'apprendimento, questo perchè vedevo molti bambini in difficoltà che non riuscivano a trovare qualcuno che li capisse.
- si, ma non fate i piccioncini davanti alla squadra, che poi si distraggono e smettono di allenarsi- commentò David, indicando i conponenti della nuova Royal che ci guardavano curiosi. 
Per loro, era davvero strano vedere il loro allenatore fare il tenero.
- forza voi, a lavoro, non c'è niente da vedere- commentai, guardandoli storto.
Senza nemmeno spiccicare parola ripresero a correre, facendo svanire la convinzione che il mio arrivo gli avesse regalato un pò di riposo extra.

La stessa sera, stavo finendo di sistemare i piatti appena lavati, quando guardai l'orologio appeso sopra la cucina.
"Cavoli, ma è mezzanotte!" pensai, posando tutto in fretta e uscendo dalla stanza.
Erano tre anni che convivevo con Jude e una cosa l'avevo imparata: controllare sempre il suo studio prima di andare a letto.
Mi ci piazzai davanti e trovai la porta semi-aperta, con un filo di luce che passava dal poco spazio.
Mi affacciai dalla porta e la scena che vidi fu la stessa di molte altre notti.
Solo la luce di una piccola lampada, messa sulla destra della scrivania, illuminava la stanza. 
Pile di fogli, quaderni e quant'altro erano disposti ordinatamente sulla scrivania, quasi a coprire un Jude selvatico che posava gli occhiali e si passava le mani sul viso assonnato.
Entrai nella stanza e mi avvicinai a lui, che intanto mi fissava con le sue iridi rosse.
- Jude... andiamo a letto, è tardi- dissi, fermandomi accanto a lui.
- aspetta, dieci minuti e arrivo...- rispose, sbadigliando e stiracchiandosi appena.
- nono, niente dieci minuti, poi rimani qui tutta la notte! Alzati dai, non fare i capricci- 
Senza obiettare si alzò e lo dovetti quasi trascinare per farlo arrivare a letto sano e salvo.
Ci infilammo sotto le coperte, uno accanto all'altro, e vedendo i suoi occhi puntati sui miei, mi sciolsi come la prima volta in cui li vidi.
Dopo tutto quel tempo, riusciva ancora a darmi le stesse emozioni di quando eravamo adolescenti.
Nulla era cambiato, anzi, eravamo ancora più uniti di prima.
Il tempo ci aveva avvicinati sempre di più e, nonostante gli sbagli e i litigi, eravamo sempre stati in grado di riappacificarci e ripartire più forti di prima.
Ed era questo l'importante.

Due mesi dopo ci ritrovammo catapultati in un evento molto particolare... il matrimonio!
Non nostro, ovviamente.
Ma tra Mark e Nelly.
Ritrovammo molti dell'ormai vecchia Inazuma, Jude continuava a vederli dopo tanti anni, io avevo perso qualche contatto.
- oddio Caleb! E la tua pelata?! Dov'è finita?!- chiesi all'ex mezzo-pelato, che ormai si ritrovava una folta e fluente chioma.
- sei sempre la stessa, mocciosa. Hai 22 anni e ancora ti diverti a prendere in giro la gente?-
- se tra quella gente ci sei tu allora si- risposi, facendogli una linguaccia. 
Passai una delle giornate più belle della mia vita, ritrovando i miei vecchi amici.
Gli anni non mi avevano allontanato dalla squadra. Quella che era e sarà sempre, la mia squadra del cuore.

ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti!
Ehm, non so se ve ne siete accorti, ma questo è il PENULTIMO capitolo!
Eggià, la storia sta per finire...
E non voglio farvi aspettare!
Stasera pubblicherò l'ultimo capitolo intitolato: Kiara VS Sharp.
Ci vediamo più tardi, allora ;D
Ciauu!

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Capitolo 26
*** Capitolo 25: Kiara VS Sharp //Fine// ***


Sono seduta al centro tra due letti, in mezzo ad una stanza disordinata e piena di oggetti, la maggior parte libri e fotografie.
Sul letto alla mia destra sta seduta, a gambe incrociate, una bimba di 8 anni.
Ha i capelli marroncini un pò mossi, lunghissimi e ribelli, che si sposavano perfettamente con i suoi occhi rossi, leggermente a mandorla, che fanno trasparire molta vivacità e curiosità.
Alla mia sinistra invece si trova una bimba di 7 anni che è l'esatto opposto.
Se ne stava comoda sotto le coperte, sbadigliando di tanto in tanto.
I suoi capelli rosso scuro sono ordinatamente legati in due codine basse e i suoi occhi marroncini sono contornati da un paio di occhiali che però non nascondono la stanchezza che la piccola prova in quel momento.
Sto raccontando loro della mia adolescenza, di quando facevo parte della Inazuma e di quando ho conosciuto il mio attuale marito, loro padre.
Ho vissuto una vita felice insieme a loro.
È bello guardare gli occhi rossi di mia figlia Sam e rivedere quelli di Jude in lei.
È bello guardare il visino concentrato di mia figlia Shirley quando legge e rivedere le stesse espressioni e gli stessi movimenti che ha Jude.
A lui il ruolo di padre sta a pennello.
Guardare tutti e tre i miei amori, i miei tre Sharp, giocare insieme quando andiamo al parco mi emoziona ogni volta.
E spero con tutto il cuore che questi momenti non possano finire mai.

POV JUDE 
Sono seduto sulla mia scrivania e vedo le mie figlie entrare nello studio, ognuna con un foglio in mano.
- papà, è per te!- esclama Sam, la maggiore, posando il suo nella scrivania e uscendo di corsa. 
Quella bambina sembrava essere sempre di fretta, ha un'energia molto particolare, la stessa energia che vedo in Kiara molte volte.
Shirley, la minore, si avvicina lentamente invece e, senza dire una parola, posa anche lei il suo foglio su quello della sorella.
Con tutta calma poi, mi fa un sorriso e esce.
Shirley è molto timida e riservata, proprio come sua madre. 
Guardo i disegni, tutti e due rappresentano noi quattro, la nostra famiglia.
- bambine! Lasciate subito quei biscotti! Non è orario di fare merenda!- sento esclamare da mia moglie.
Vedere Kiara come madre di famiglia è abbastanza strano, lo ammetto.
Probabilmente, è perchè dopo tanti anni ancora la vedo come quella ragazzina che faceva la stupida, ma tanto stupida non era.
Quella ragazzina che mi faceva impazzire anche solo con un sorriso.
Non che adesso sia diverso, nulla è cambiato.
Ancora dopo 16 anni, vedo che arrossisce ad un mio semplice complimento, che mi abbraccia come quando mi abbracciava le prime volte.
E sono felice che a quegli abbracci si possano aggiungere anche le due piccole, il nostro orgoglio.

- tutti e tre! Volete andare a letto?!-
- aspetta mamma! Cinque minuti!-
- papà ci sta raccontando una storia!-
- e allora la mamma è inciampata e... la gonna le si è alzata e le si sono viste le mutande!-
- JUDE. Non raccontare queste storie in giro!-
- scusa amore, ma le piccole devono sapere!-
Le piccole in questione stanno già morendo dalle risate, immaginandosi sicuramente la scena.
Dopo questa, mi sarei sicuramente vendicata.
Adesso, la mia lotta non era più contro un paio di occhialini. 
Adesso, la mia lotta era mirata a non farmi battere da quei tre Sharp che vivono sotto il mio stesso tetto.
Vi batterò! Statene certi!

Fine.

ANGOLO AUTRICE
Ecco l'ultimo angolo autrice dell'ultimo capitolo dell'ultima storia dell'ultimo... basta, ho usato troppo la parola ultimo.
Beh... spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!
Ci vediamo nella parte dei ringraziamenti ;)

Beh, che dire.
Diamo un pò di numeri, che ne dite?
☆1 sola scema che scriveva cose malate.
☆10 mesi da quando ho pubblicato il primo capitolo.
☆25 capitoli in tutto.
☆circa 50 recensioni
☆1.000 visualizzazioni nel primo capitolo.
☆100.000.000 grazie.
Davvero, grazie.
Grazie per tutto, se sono arrivata a questo punto é stato solo per voi che avete seguito la storia.
Io non sono una che non finisce le storie che inizia, di solito si ferma al quarto o quinto capitolo se va bene.
Sono superfelice di poter concludere questo percorso iniziato a Giugno 2015.
E devo fare un paio di ringraziamenti speciali.
Fede.
Tu, mi hai sempre sostenuta.
Anche adesso che sono intrattabile, mi stai accanto.
Grazie, moglie!
Giada.
La piccola tappy sclerata che non legge mai se non glielo dico io.
Se non ti mandavo il messaggio, a quest'ora nemmeno sapevi che avevo finito, vero? 
Paolo.
Beh, se non era per te, non mi sbrigavo a finire questa roba.
Grazie un corno. Davvero.

Spero che questa storia vi abbia dato qualcosa, anche solo un sorriso.
Io sono felice, quando con quello che scrivo rendo felice gli altri.
Grazie ancora e...
...alla prossima 

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