Guardian Angel

di OmbraSmagliante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - A long time ago... ***
Capitolo 2: *** Capitolo I - Another time ***
Capitolo 3: *** Capitolo II - Not so bad ***



Capitolo 1
*** Prologo - A long time ago... ***


Introduzione Autrice
Buonaseraaaaa. Non so bene cosa mi sia venuto in mente. Se siete qui per sbaglio, mi dispiace... Ma sarei veramente contenta se arrivaste fino in fondo, per capire se la cosa vi attira.
Vi consiglio inoltre di ascoltare la canzone mentre leggete, ma non è obbligatorio al fine della comprensione della storia.
Ci vediamo giù per le dovute spiegazioni sulla mia malattia mentale,
Buona lettura.


 
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A D.P., il mio Robin.
Lieta di essere il tuo Angelo Custode, amico mio.


PROLOGO

A long time ago…

 
 
Canzone del Capitolo: Soundscape to ardor – Shiro Sagisu
 
 
Un tempo gli Angeli vivevano in pace come fratelli.
Erano tutti uniti nel nome dell’Assoluto, detto anche l’Unico Dio.
Eseguivano i suoi ordini, aiutandolo nel gestire l’intera umanità.
Si occupavano degli Umani, curandoli o facendo miracoli quando decretato dall’Assoluto.
Erano beati, felici, avevano una famiglia, ognuno faceva la sua parte, senza nessuna invidia, preoccupazione o sentimento malvagio.

Poi, un giorno, Lucifero, l’Angelo più bello di tutti, insieme a sua moglie Lilith, tradì l’Assoluto, cercando di sopraffarlo e prendere il potere, stufo di aiutare gli Umani, desideroso di usare il proprio potere per cose più grandi e oscure.
Alcuni si schierarono dalla sua parte, come Asmodeo, altri al fianco dell’Assoluto.
Ebbe inizio una guerra, detta Grande Guerra. Furono tempi bui, sulla terra. Lampi e tuoni, terremoti, eruzioni vulcaniche, glaciazioni imperversarono sulle Terre Emerse per tutta la durata del conflitto.

Poi, l’Assoluto e coloro che gli erano rimasti fedeli vinsero, esiliando Lucifero e i suoi seguaci in altre dimensioni, proteggendo per sempre gli Umani dalle loro perverse intenzioni.
Per punirli ulteriormente, vennero chiamati Demoni e le loro famiglie, composte da Angeli innocenti, vennero punite anch’esse, per evitare nuove sommosse.
Le mogli degli Angeli Ribelli vennero esiliate con loro, o da sole o con i mariti.
Ma i loro figli ebbero un altro destino.
Vennero tolte loro le ali e dimezzati i poteri. Poterono continuare a vivere nei Cieli, ma in una zona apposita, meno elevata e meno vicina all’Assoluto, e di conseguenza meno beata.
Vennero chiamati gli Angeli Caduti, come i loro padri.

Si scoprì poi che, grazie al fatto che non erano potenti quanto i normali Angeli, potevano scendere sulla Terra senza nessun effetto collaterale sugli Umani, come se fossero come loro.
Ed ecco che l’Assoluto destinò loro una funzione quasi derisoria: erano incaricati dagli Angeli Superiori di effettuare missioni sulla Terra ed erano costretti a rimanervi fintantoché non le avevano portate a termine.
Solitamente, venivano assegnati a specifici Umani che dovevano poi guidare ed aiutare.
Vennero così rinominati Angeli Custodi.



 
Angolo di un'Autrice mooooolto gasata:

Allora gente, eccoci al mio famoso sproloquio inizio storia!
Innanzi tutto, qualche informazione su di me: sono Nereide OmbraSmagliante, e non ho mai pubblicato nel fandom.
Ho già scritto su questo fantastico mondo però, un'inedita che rimarrà tale. Non fa ridere.
Sono anche la beta della magnifica MaybeTheresHope_ la traduttrice di quel magnifico mondo che è il Glamourverse (è grazie ai tuoi complimenti che sono qui).
Dio, quanto amo quelle FF. Se non sapete di cosa diavolo sto parlando, rimediate, fidatevi di me!
Dunque, ora passiamo a questa pazzia che ho iniziato a scrivere: ho già pronto (quasi) il primo capitolo ma prima voglio vedere se la cosa può piacere e se prende piede, ecco.
Comunque, tenterò di pubblicare regolarmente una volta a settimana! (Certo... come no)
Credo abbiate capito che questa è una long... dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 capitoli ma naturalmente, ora che l'ho detto, probabilmente arriverò ai 55.
Che volete farci, ho lo sproloquio facile. Si era notato eh?
Altre precisazioni: l'avvertimento Song-fic è perchè spesso inserisco estratti di testi di canzoni nelle mie 'opere', quindi, mi conosco e ho messo le mani avanti. 
Cosa che non ho fatto per il rating rosso, fra parentesi. Tenete conto che la storia potrebbe scivolarci dentro perchè spesso mi faccio prendere un po' la mano.
Un'ultima cosa: l'idea di mettere le canzoni all'inizio di ogni capitolo o paragrafo l'ho preso dalla mitica MaybeTheresHope, che ringrazio e saluto.
L'idea di una cosa simile, invece, me l'ha data Sonomi con Al di là della Magia... volevo scrivere di un fotografo e di un modello ma lei si è ripresa l'idea e quindi eccomi qui (sì, ti odio un po' ma sei semplicemente meravigliosa quindi ti perdono).
Alla prossima gente!
Recensite, e avrete un cupcake all'angutria (?)!
Non recensite, e vi vorrò bene comunque per aver letto!


Nereide

P.S. Il banner di copertina è MIO e l'ho fatto IO. *si pavoneggia*
Non rubatelo! (E fu così che non piacque a nessuno)

 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo I - Another time ***


Note di un’Autrice molto incazzata col suo pc che non si muove a farla aggiornare:
Ragazzi, sarò breve e poi darò le informazioni consistenti in fondo! Ho aggiornato oggi (in anticipo!) solo per voi, quindi amatemi u.u (scherzo).
Ricordo solo che le informazioni sui personaggi e sull’Universo in cui siamo vengono date poco alla volta, quindi vi prego di arrivare in fondo prima di sclerare!
E comunque, in caso, sono qui apposta per rispondere!


 

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CAPITOLO I
 
Another time
 

Canzone del Capitolo: Pieces by Sum 41 (descrive esattamente quello che prova Magnus)
 
 
 
Magnus aprì gli occhi lentamente, il cielo azzurro che si allargava sopra di lui mano a mano che le palpebre si sollevavano.
Era sdraiato sulla sua nuvola preferita.
Adorava letteralmente quella nuvola: aveva precisamente la combinazione perfetta di cumuli e cirri che piaceva a lui. Starsene sdraiato su di essa lo aiutava a rilassarsi, a riflettere. Fin da tempi immemori, quando doveva pensare, o quando era particolarmente arrabbiato con tutto e tutti, andava proprio su quella nuvola. In un angolo della nuvola, che aveva chiamato ‘Glitter’ in un momento di sconforto, inoltre, c’era un grosso salice piangente sotto il quale potersi distendere all’ombra.
Se avesse dovuto scegliere un posto da chiamare ‘Casa’ nel Regno dei Cieli, avrebbe sicuramente scelto Glitter.
Magnus si ritrovò a pensare ancora una volta a come fosse possibile che in Cielo (o Paradiso, come lo chiamavano gli Umani) ci fossero alberi, laghetti, animali Beati (e sì, alcuni animaletti finivano all’Inferno. Dura Lex, Sed Lex). Uno era portato a pensare che il Regno dei Cieli fosse un posto di Beatitudine unicamente per le persone. Beh, non era così.
Tutto aveva un’anima.
 
Sbuffò.
Un altro giorno stava volgendo al termine, striando il cielo, fino a quel momento azzurro, di rosa. Magnus sorrise, attendendo quasi con trepidazione che lo stesso volgesse al viola, il suo colore preferito.
Si ritrovò a pensare, in un attimo di tristezza, che, negli ultimi anni, era sempre più solo, e di conseguenza sempre più spesso spaparanzato su quella nuvola ad osservare l’immensità del Creato sopra di lui.
Era una cosa sorprendente che in qualsiasi posto ci si trovasse (Terra o meno), si vedesse sempre lo stesso Cielo.
Stesso Cielo, stesso Destino.
Quel pensiero attraversò la mente dell’Angelo Custode con la voce di suo padre. Era, del resto, una delle frasi preferite del suo vecchio.
Scosse la testa. Odiava pensare al padre. Quell’essere era il motivo per cui era lì, fra parentesi.
 
Perché, palesemente, se eri figlio del braccio destro di Lucifero fatto a penne e piume, eri decisamente costretto a fare ed a dimostrare di più rispetto ad un qualunque figlio di un Angelo Ribelle per aspirare a diventare un Angelo Superiore e farla finita con quelle stupide missioni salvavita sulla Terra.
Ecco spiegato come, si disse Magnus frustrato, anche se si vergognava di quei pensieri, Raphael e Ragnor erano già Ascesi e Catarina vi era vicina e lui invece era distante anni luce dal divenire un Angelo Superiore.
Odiava essere un Angelo Custode.
Semplicemente, preferiva essere il migliore.
E questo escludeva fare parte di una categoria inferiore.
Gli unici trattati con minore sufficienza degli Angeli Custodi erano gli Umani.
 
***
 
“MAGNUS BANE!” gridò una voce, facendo sobbalzare l’Angelo dalla pelle color caramello ed i capelli neri come l’ebano sdraiato sotto all’imponente salice.
Magnus si stiracchiò, socchiudendo i bellissimi occhi color oro liquido dalle pupille verticali.
“Catarina, quanto tempo…” la voce di Magnus era insofferente, mentre si rizzava a sedere ed abbassava subito lo sguardo, evitando quello dell’amica.
Un altro Angelo procedeva a passo di marcia verso di lui, la pelle azzurra ormai quasi blu nella luce della sera. Si fermò esattamente di fronte di lui, mettendosi le mani sui fianchi e squadrandolo con astio.
“Per quale assurdo motivo non sei venuto a salutarmi alla Torre?! Sono due anni che sono in missione, stupido testone! Mi sei mancato…” La voce di Catarina, da particolarmente adirata, andò affievolendosi notando che non riceveva alcuna reazione da parte del suo migliore amico.
“Magnus..?”
“Allora, quando Ascenderai?” l’interruppe questi, continuando a tenere gli occhi a terra, apparentemente molto interessato ai fili di nuvola ai quali le sue dita si intrecciavano.
 Catarina rimase interdetta, colta di sorpresa. Poi, capì.
“Magnus…” si trovò a dire con voce dolce.
Quella voce fu recepita dall’altro come compassione.
Magnus odiava quel tono.
“Dai, stavolta deve essere la volta buona, no? Dopo tutto quello che hai fatto per gli Umani come infermiera missionaria in Africa… A proposito, hai trovato un bel soldato da strapazzarti o…”
“Magnus, smettila di trattarmi così. Non è colpa mia se mio padre è stato classificato come meno pericoloso del tuo e se ho meno da scontare di te. E la stessa cosa vale per Raphael e Ragnor, lo sai. Non fare lo stronzo.” La sua voce era determinata e tagliente. Dopo secoli e secoli di lavoro fianco a fianco, sapeva come prenderlo.
Magnus sospirò, decidendosi finalmente ad alzare lo sguardo su di lei.
Quello che vide fu solo affetto, da parte dell’altra.
Si alzò e la abbracciò stretta. “Mi sei mancata anche tu. Scusami, sono stato stupido. Ero solo molto giù… sai che sono più pasticcione di voi, vi raggiungerò solo tra un’altra Eternità…”
Catarina rise contro al suo petto.
“Non dire così, Magnus. Che mi dici di Will Herondale? Ti deve tutto!”
“Oh, quella è stata veramente una gran bella missione… per un gran bel pezzo di Assegnato!” Magnus ammiccò, divertito. Catarina rise di nuovo, stringendolo un po’ più stretto prima di allontanarsi quel tanto che bastava per alzare la testa e sussurrargli: “Per la cronaca, dovresti smetterla di avere così tanti amanti durante i tuoi soggiorni sulla Terra. Forse così ti daresti una mossa a raggiungere Ralph e Rag.”
“Può darsi…” scoppiò a ridere Magnus, Catarina che alzava gli occhi al cielo, esasperata.
 
***
 
“E così l’Isis sta distruggendo tutto? Che delizia…” Magnus era veramente interessato a quello che Catarina raccontava della Terra. Era da tanto tempo, del resto, che non gli veniva affidata una missione.
Mentre l’amica annuiva e riprendeva a parlare concitata, l’altro fece scorrere il suo sguardo sulla Sala Grande in cui erano.
Era un enorme spazio ricavato al Quartier Generale del Regno dei Cieli, dove Angeli di tutti i tipi abitavano. La differenza più netta era che gli Angeli Superiori (Cherubini, ecc.) potevano spostarsi ai “piani superiori”, conquistando una maggiore vicinanza all’Assoluto e di conseguenza maggiore Felicità e Beatitudine.
Magnus da secoli si chiedeva che cosa erano quelle due cose.
La Sala Grande era stata scavata all’interno di una nuvola, proprio nel suo centro, e di conseguenza aveva la sembianza di una grotta con pareti soffici e bianche. Su di essa si innalzavano innumerevoli piani, fino a giungere alla Torre, il punto più alto del Quartier Generale.
Da fuori, la costruzione poteva sembrare un immenso castello, circondato da nuvole di tutte le forme e le dimensioni, sulle quali erano disposti altri edifici, che servivano o per l’addestramento dei nuovi arrivati o per alcune questioni burocratiche.
Gli Angeli, poi, alloggiavano e vivevano nel Quartier Generale, il quale possedeva un numero esagerato di dormitori, disposti ad anello intorno all’edificio fatto a castello, quello principale.
La Sala Grande veniva usata come punto di ritrovo, ed era molto semplice, disadorna.
Grandi tavoli di legno erano disposti per la lunghezza, con due panche per lato dove potersi sedere per parlare, discutere, studiare e mangiare. Magnus, nonostante amasse stare in mezzo alla gente, non apprezzava tanto quel posto. Troppi Angioletti col ciclo che lo giudicavano, tanto per dirne una.
Odiava diversi suoi compagni.
Il perché si immaginava da solo. Non sei ben accetto, se il tuo papino ha cercato di distruggere tutto.
 
Molti di quelli erano Ascesi, con grande gioia di Magnus, nel corso dei secoli.
Erano rimasti in pochi a proteggere gli Umani come Angeli Custodi, si ritrovò a pensare l’Angelo dagli occhi da gatto scrutando la Sala, improvvisamente preoccupato da quella considerazione.
Angeli Custodi cornuti, dalla pelle colorata, con capelli dai colori impossibili e tanto altro la popolavano.
Ognuno di loro, dopo la Grande Guerra, era stato costretto a cambiare nome (scegliendone addirittura due, per marcare la differenza con gli altri Angeli, che ne avevano uno soltanto) e a portare quello che veniva chiamato Marchio del Diavolo, un segno distintivo che li marchiava come ancora corrotti, non ancora Angeli puri.
A volte Magnus pensava che fosse davvero tutta una follia, quella che avveniva lì dentro.
 
“Credo che si arriverà ad un’altra Era Buia, Magnus…” sussurrò Catarina, riscuotendolo, alla fine del suo discorso.
Magnus rabbrividì.
Durante la Grande Guerra, gli Umani affrontarono quello che venne poi denominato dai loro storici Medioevo, l’epoca più buia della loro storia. Una Era Buia, appunto. Prima della Guerra (e che Lucifero perdesse la testa) ci furono solo Ere di Luce. Magnus rimpiangeva quei tempi, anche se non li aveva praticamente vissuti, dato che era nato molto vicino allo scoppio della Guerra.
In seguito, l’equilibrio fu ristabilito e furono creati gli Angeli Custodi. Per molti secoli non ci furono problemi particolari.
Poi, durante la Rivoluzione Francese (che Magnus si ricordava parecchio bene, visto che era il custode di Maria Antonietta. Oh, aveva fallito miseramente, quella volta. Regine. La peggior specie.) tutti avevano avvertito che il cambiamento era nell’aria. E infatti, era iniziata un’altra Era Buia.
Napoleone aveva distrutto l’Europa, l’America si era accorta di poter essere particolarmente potente ed erano iniziati i guai.
La situazione non si era mai calmata del tutto, fino al clou.
Le Guerre Mondiali. Umane, stavolta.
Magnus scacciò quei pensieri pesanti. Erano in una Era di Luce al momento, e avevano intenzione di rimanervi il più possibile.
Si voltò per comunicare questa sua ultima impressione a Catarina, quando Malcolm, un altro Angelo Custode, gli toccò la spalla lievemente.
“Magnus… sei stato Assegnato.”
 
***
 
Magnus era agitato. E Magnus Bane non era MAI agitato.
Beh, solo in casi straordinari, comunque.
 
Catarina sbuffò, stufa di vederlo camminare avanti ed indietro per tutta la lunghezza della porta della Sala del Consiglio. Il corridoio era illuminato dalla luce delle stelle che brillavano al di là delle vetrate di cristallo che davano forma al Quartier Generale.
Erano appostati lì fin da quando Malcolm era andato a convocarli, a cena. Vi erano accorsi dopo essersi scambiati uno sguardo consapevole.
L’Angelo Custode dalla pelle azzurra era davvero in pena per Magnus. Erano passati almeno trent’anni da quando l’amico era stato Assegnato l’ultima volta. Se non ricordava male, era durante gli Anni 80’, ad un ragazzo alle prese con la droga. O con i movimenti giovanili?
Beh, una cosa se la ricordava: non era andata molto bene…
 
Catarina sospirò. Sapeva che per Magnus quella era un’ Assegnazione molto importante. Era molto indietro con i tempi rispetto agli altri Angeli Custodi. A lui venivano assegnate sempre le peggiori missioni, intricate e complesse. Aveva visto morire molta gente cara sulla Terra.
A volte era capitato che restasse sul Continente per decenni, fatto più unico che raro. Deteneva inoltre il record di missioni effettuate. Purtroppo, molte senza successo.
Molti dei loro compagni erano già Ascesi, Magnus non aveva ancora intravisto la speranza di farcela.
Se questa missione fosse stata abbastanza importante avrebbe potuto recuperare. Era stato tenuto in disparte per molto tempo e Catarina sapeva che fremeva all’idea di operare di nuovo.
E fremeva anche all’idea di diventare Angelo Superiore Ascendendo… di dimostrare a tutti di che pasta era fatto. Anche di questo era sicura.
 
Le porte si spalancarono, e Magnus si rimise la maschera da sbruffone patentato.
Entrò con disinvoltura, seguito a ruota da Catarina.
Era il suo momento, stava per succedere qualcosa di importante, lo sentiva.
 
La stanza era proprio come la ricordava: un imponente tavolo a ferro di cavallo al centro, soffitto a cupola trasparente, pareti del medesimo materiale e, in fondo, oltre il tavolo ad ‘U’, un soppalco a due file con sei sedie ciascuna. Le sedie, simili a piccoli troni, erano vuote.
Questo poteva stare a significare una sola cosa: la questione non era di importanza tale da coinvolgere anche gli Apostoli.
Magnus inarcò un sopracciglio. Non prometteva bene.
Le stelle, immobili, continuavano a risplendere al di là del padiglione, facendolo luccicare nella sera.
 
“Magnus Bane!” lo chiamò gioviale Michele, seduto vicino a Gabriele, il quale non avrebbe potuto essere più annoiato. Per lui solo guerre, battaglie e violenze avevano importanza.
Il cuore di Magnus perse un battito. Non era un buon segno che Gabriele fosse così disinteressato…
“Sei stato richiesto personalmente dall’Assoluto per un Assegnato di cui si è accorto negli ultimi tempi. Un ragazzo bisognoso di aiuto.”
“Un presidente? Un soldato? Un…” tentò Magnus, quasi in panico.
Non un’altra volta… ne aveva piene le scatole di quel posto!
“…comune ragazzino di New York.” Ridacchiò Gabriele.
La bocca di Magnus descrisse una perfetta ‘O’.
“Non potete dire sul serio…”
“Te l’ho detto. L’ordine viene dal piano più alto di tutti…” si giustificò Michele. Era palese che nemmeno lui condivideva gli ordini del suo capo.
 
“Fatemi capire bene…” Magnus tentò di respirare in modo regolare prima di esplodere.
“Scendi sulla Terra, fai in modo che il tuo Assegnato ritrovi la felicità e torni qui.” Concluse Gabriele, scocciato.
“UNO STUPIDO RAGAZZINO ADOLESCENTE COMPLESSATO?! SAREBBE QUESTO CIÒ CHE MI È STATO ASSEGNATO?!” sbraitò Magnus. Catarina si sbattè una mano sulla faccia. Il rituale di rilassamento pre-colloquio che aveva imposto a Magnus palesemente era stato inutile.
“Hai riassunto egregiamente la situazione…” Michele si alzò, minaccioso.
Magnus squadrò i due Arcangeli che più Angeli Superiori non potevano essere.
 
Poi, fissò con rabbia ognuno degli altri Angeli Superiori seduti al tavolo a ferro di cavallo che troneggiava la Sala del Consiglio, scoprendo che molti mancavano all’appello.
Dunque, era veramente un episodio da niente, la sua Assegnazione.
Niente che lo avrebbe portato a pareggiare i disastri fatti in passato, perciò.
La rabbia montò dentro Magnus.
“È una missione da un qualsiasi Angelo Custode, persino un Temporaneo!” sbottò, infine, riferendosi a coloro che, occasionalmente, dopo la loro morte da Umani, venivano fatti Angeli Custodi per espiare alcune colpe, prima che fosse loro dato di essere Beati.
“Magnus Bane, stai per andare contro al volere dell’Assoluto! Ti avverto, presta attenzione a ciò che dici!” Samuele, dall’altro lato del tavolo, aveva preso parola, ammonendolo.
Era così, quindi: ancora una volta, non gli era data una possibilità vera per dimostrare quanto valeva.
 
Magnus tremava dalla furia.
Girò i tacchi, uscendo dalla Sala, sbattendo sonoramente la porta intarsiata da puttini e angioletti che gli davano il vomito.
Prima che questa si fosse completamente chiusa e Magnus avesse attraversato la Sala scivolando sul pavimento di marmo, però, sentì distintamente Michele profferire: “Inizio: domattina all’alba. Difficoltà: base. Angelo Custode: Magnus Bane. Assegnato: Alexander Gideon Lightwood.”
 

 


Note di un’Autrice ancora più incazzata col suo pc che le ha fatto riscrivere tutto:
Salve bellissimi tutti!
Allora, ora vi darò qualche informazione e poi passerò ai ringraziamenti!
Per quanto riguarda l’ufficio tecnico:
  • Domani parto per la Spagna e tornerò il 25, per poi ripartire il 27 con il mio ragazzo per il lago di Garda! Dunque per un po’ di tempo non riuscirò ad aggiornare, anche perché il capitolo 2 è completamente nel mondo dei sogni (i miei propositi sfumati)
  • Vi ricordo che il paring principale di questa storia è la Malec e di conseguenza le altre coppie citate nell’intro ci saranno comunque un po’ meno (MA CI SARAANO, GIURO)
  • I miei capitoli sono sempre SUPERMEGAEXTRALARGE (questo non è niente rispetto ai soliti) quindi preparatevi psicologicamente (e cercate di capire gli aggiornamenti più sporadici)
  • Qualunque cosa non vi sia chiara o qualsiasi errore notiate siete assolutamente pregati di farmelo sapere in modo che io possa provvedere quanto prima!
  • La cosa che mi piace di più di questa storia sono le scelte musicali: fatemi sapere cosa ne pensate delle canzoni scelte e vi amerò alla follia!
 
Detto questo, si ringraziano immensamente le 5 persone che seguono questa storia, le 4 che l’hanno messa nelle preferite (WOW), e quella che l’ha posta nelle ricordate.
Vi adoro in un maniera tale che non potete saperlo.
 
Poi, un ringraziamento ancora più speciale (ed un cupcake all’anguria) va a: best_alex, kalisi81_ e katherina23 per aver recensito! Grazie di tutto cuore!

A prestissimo, appena potrò!

Nereide

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Capitolo 3
*** Capitolo II - Not so bad ***


Note di un’Autrice molto imbarazzata per il ritardo:
Ve lo avevo detto che ci avrei messo un po' ma che non vi avrei abbandonati! Dio, spero siate ancora tutti qui per leggere!
Forza curiosoni, buon capitolo! Ci vediamo giù!


 

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Capitolo 2

Not so bad
 
 

Canzone della Sezione: Don’t Worry by Madcon ft. Ray Dalton (Magnus si riprende un po’)
 
 
La mattina dopo la sua Assegnazione, Magnus Bane era un po’ meno furioso rispetto alla sera prima.
O meglio, aveva deciso di prenderla con filosofia: si sarebbe fatto un bel viaggetto sulle Terre Emerse (che un po’ gli mancavano) avrebbe risolto la questione con l’adolescente complessato e poi sarebbe tornato in Cielo ad attendere una missione degna di tal nome.
Facile, veloce, indolore.
Ora si trattava solo di concludere la cosa il prima possibile.
 
Questi erano i pensieri che affollavano la mente dell’Angelo Custode al suo risveglio, steso sul suo letto nella sua piccola e strapiena di glitter stanza nel Quartier Generale.
Ecco, gli sarebbe mancata quella piccola stanza. Del resto, insieme a Glitter, la sua nuvola, era uno dei suoi posti preferiti, in Cielo. Diciamo pure che erano gli unici due luoghi dove tollerava di stare per più di cinque minuti.
Era un po’ angusta per i suoi gusti, era un amante dei loft e degli attici giganteschi, ma Magnus aveva trascorso secoli ad ammobiliarla ed arredarla, quindi ora la considerava una sua creatura.
Le pareti erano, alternate, viola e oro.
Un letto rotondo da una piazza e mezzo troneggiava nel centro, circondato da librerie e mensole dense di oggetti curiosi (mappamondi, provette di vetro,…) e libri di magia e storia. Gli Angeli, del resto, per esercitare i loro poteri, dovevano studiare accuratamente sui tomi di magia. E lui era molto potente anche perché aveva sempre studiato tanto.
Il letto era coperto da lenzuola bianche, imposte dal Quartier Generale a tutti gli Angeli, per sobrietà.
Non che la densa confusione della camera di Magnus suggerisse sobrietà, in ogni caso.
 
Magnus sospirò e si decise ad alzarsi, buttando le lenzuola da un lato in una massa informe. Tanto, non le avrebbe utilizzate per un po’.
Era ora di recarsi alla Torre, stava per essere spedito sulla Terra.
 
***
 
La Torre era situata al centro del Quartier Generale.
Infatti, l’enorme edificio fatto a castello, aveva una altrettanto enorme piazza al suo interno, e qui svettava la Torre, di gran lunga più alta di qualunque cosa la circondasse o fosse mai esistita.
Era di forma affusolata, si arrotolava verso l’alto a spirale, una scala a chiocciola che la percorreva tutta, dall’inizio alla fine, dove si ergeva la Cupola.
Questa era una struttura ad arco a tutto sesto, di vetro trasparente, da dove gli Angeli attraversavano il Portale, situato, come un lago dalla superficie cristallina, al suo centro. Le sue pareti erano di vetro colorato e brillava sempre delle mille sfaccettature dell’arcobaleno, facilmente visibile in tutti i Cieli, anche se molto il lontananza.
Il Portale, una superficie baluginante bianco-azzurra, occupava quasi tutto il pavimento della Cupola. Gli Angeli vi saltavano dentro, gridando il nome del loro Assegnato, per essere condotti nel luogo della loro missione. Era circondato da una serie di pietre lunari, segno di buon auspicio per gli Angeli, che non sapevano mai con certezza se sarebbero tornati indietro, o quando.
 
Magnus stava guardando la Torre dal basso, una mano a schermarsi gli occhi e la fronte corrucciata.
Se c’era una cosa che odiava delle missioni era proprio quella stupida abitudine di partire dalla Torre. Non che la Torre non fosse l’edificio più mozzafiato che avesse mai visto ma… il problema era scalarla.
Eh sì, gli Angeli Custodi se la facevano tutta a piedi, gradino dopo gradino.
Sarebbe dovuto servire per meditare sulla missione e riordinare i propri pensieri.
Tutte cazzate, pensò Magnus.
Solitamente, gli amici ti aspettavano ai piedi della Torre quando tornavi da una missione; erano gli Angeli Superiori ad avvertire tutto il Regno dei Cieli del ritorno di un Angelo, illuminando la Cupola di bagliori dorati. Alla partenza invece la Cupola brillava di argento, grazie al tuffo degli Angeli Custodi che infrangeva la superficie del Portale.
Se una missione falliva, quando tornavi, i bagliori erano neri, per gentile concessione degli Angeli Superiori.
Magnus lo sapeva fin troppo bene.
 
Ed era proprio ai piedi della Torre che Magnus sarebbe dovuto andare a salutare Catarina il giorno prima… l’Angelo sorrise al pensiero, scostandosi i capelli color ebano dal viso.
“Ehi, testa matta!” gridò qualcuno dietro di lui.
Magnus si voltò ridendo, avendo riconosciuto la voce.
Catarina, Raphael e Ragnor si avvicinavano a lui sorridendogli calorosi; erano venuti a salutarlo.
“Ragazzi!” Magnus li coinvolse in un abbraccio di gruppo stritolatore, commosso dalla loro presenza lì.
“Mi raccomando eh, Mag, niente cavolate!” si raccomandò Ragnor abbracciandolo.
“Sì… torna presto! Anche se non ci mancherai!” Raphael gli diede una pacca vigorosa sulla spalla e si allontanò insieme a Ragnor per lasciare spazio a Catarina.
Questa gli si lanciò completamente addosso, stringendolo forte.
“Mi mancherai sul serio, scemo. Fai in fretta!” Catarina era sull’orlo delle lacrime. Del resto, erano due anni che non si vedevano ed avevano avuto un singolo giorno da passare assieme.
“Anche tu mi mancherai, ma non preoccuparti… tornerò talmente in fretta che non se ne accorgeranno nemmeno… Non che cambi qualcosa!” sdrammatizzò Magnus facendole l’occhiolino.
I tre amici lo guardarono con un sorriso compassionevole.
 
“Allora, ci vogliamo dare una mossa? Non ho mica tutto il giorno io!” I quattro si girarono verso un Gabriele molto scontento che batteva un piede in terra, frustrato.
“Calmati, soldato!” lo rimbrottò Raphael, trattenuto da Ragnor per una manica della tunica.
Magnus si ritrovò a pensare che odiava quelle tuniche bianche da perfetti puttini che erano costretti ad indossare. Altamente fuori moda.
Sospirò, ricordandosi delle numerose volte in cui Gabriele era venuto ad assistere alle sue partenze. Era infatti obbligatorio che un Angelo Superiore presenziasse, a testimonianza dell’avvenuta partenza.
Se erano missioni importanti, poi, a volte, c’era tutto il Consiglio.
Ma, vista la portata della sua missione, già era tanto che ci fosse un pezzo grosso come Gabriele.
 
“Sono pronto.” si rassegnò a comunicare Magnus a quell’essere spregevole.
“Splendido!” Gabriele batté le mani una volta “Voialtri venite su? Sì? Beh, ci vediamo in cima Magnus!” ridacchiò poi, provocatorio, prima di aprire le sue abbaglianti ali rosso cremisi screziate di nero pece.
Ogni Angelo aveva le ali di un colore diverso, alcuni più potenti anche di due o tre, dipendente dal carattere e dai poteri dell’Angelo.
Magnus guardò le piume dell’Angelo Superiore brillare alla luce del sole con una fitta di invidia. Quanto gli mancavano le sue ali…
“Quanto lo odio.” Asserì Raphael, mentre Gabriele prendeva il volo con un gran sollevarsi di sbuffi di nuvole.
“Esibizionista.” Rincarò Ragnor, annuendo e spostandosi nel punto in cui poco prima si trovava il soggetto della sua affermazione.
“Idiota.” Concluse Catarina, dando un buffetto a Magnus prima di raggiungere Ragnor insieme a Raphael.
Magnus li osservò, avvilito, mentre Ragnor spalancava le sue immense ali verde bosco e Raphael spiegava le sue, blu notte. Entrambi presero un braccio di Catarina, sollevandola con loro alla volta della Cupola.
Magnus li seguì con lo sguardo finché poté, prima che sparissero nell’accecante sole del mattino.
Poi, si decise a mettere un piede sul primo scalino, sbuffando. Sarebbe stata davvero una bella scarpinata.
Inciampò nella tunica e rovinò a terra.
Aveva già detto quanto odiava quelle tuniche?
 
***
 
Arrivato quasi in cima, Magnus Bane era al limite della sopportazione.
Si può sapere il senso di questi stramaledetti scalini?!
Nessuno sapeva quanti fossero… c’era chi aveva provato a contarli, ma tutti avevano perso il conto verso i mille. Magnus, senza fiato, realizzò che, incupito com’era, non aveva prestato minimamente attenzione alla bellezza da togliere il fiato offerta dal panorama che si poteva scorgere lungo tutta la scalinata.
Lì, in prossimità ella Cupola, era decisamente il migliore scorcio di tutti.
Osservò la distesa di nuvole davanti a sé nel chiarore del mattino, beandosi di quella vista. Angeli, animali e piante a perdita d’occhio sulle varie nuvole sotto di lui scorrevano veloci, trasportate dal vento.
Ecco la parte che amava di quel percorso.
Chiuse gli occhi per un momento, respirando vigorosamente ed allargando le braccia.
Poi sorrise e gridò euforico al cielo, gettando la testa all’indietro e ridendo incontrollato.
Non avrebbe lasciato che gli Angeli Superiori abbattessero il suo spirito, mai.
 
Le scale lo lasciarono ad una porta in legno ed ottone, decorata a motivi floreali.
Magnus la aprì e si ritrovò nella Cupola.
Le vetrate multicolori che facevano sì che risplendesse in continuazione sembravano intente a dare il meglio di loro stesse.
Per tutto il perimetro tondeggiante della Cupola rimbalzavano macchie colorate dovute ai riflessi del sole.
Non se lo ricordava così meraviglioso. Qualcosa di caldo lo pervase dall’interno, lasciandolo profondamente emozionato.
“Ce l’hai fatta finalmente! Su, muoviti!” lo accolse Gabriele, che si alzava su e giù dietro la vetrata di fronte a lui per assecondare le correnti ascensionali con le sue poderose ali.
Solo gli Angeli Custodi in missione potevano stare nella Cupola alla partenza. Gli altri dovevano guardare da fuori.
Magnus gli lanciò un’occhiataccia prima di girarsi verso i suoi amici, di poco lontani dall’Angelo Superiore.
“Grazie per essere venuti, ragazzi! Torno presto!”
I tre lo salutarono con affetto e Catarina si raccomandò ancora una volta di tornare in fretta.
Magnus sapeva perché ci teneva così tanto: “Tornerò in tempo per la tua Ascensione, non preoccuparti! Non me la perderei per nulla al mondo!” la rassicurò.
I due migliori amici si guardarono commossi per un istante, prima che Gabriele rompesse la magia del momento: “Ah, già. Devo darti il tuo Compagno!” sbuffò infatti.
Magnus roteò gli occhi al cielo. Non poteva starsene zitto un altro secondo? Distolse lo sguardo controvoglia da Catarina per voltarsi verso il bagliore rossastro proveniente dalla sua destra.
L’Angelo Superiore aveva infatti appena puntato il dito in quella direzione, materializzando il suo Compagno.
Il bagliore scemò e Magnus poté scorgere un gattino minuscolo, capace di adagiarsi tranquillamente in un unico palmo della sua mano.
Magnus fissò Gabriele interdetto. Sta scherzando, vero? Che me ne faccio di questo scricciolo?
“Suvvia, mica ti serve un leone per quello che devi fare! Sarà semplicemente il tuo contatto con i Cieli!” si giustificò l’Angelo Superiore.
Magnus stava prendendo seriamente in considerazione l’idea di strozzarlo quando qualcosa di soffice gli sfiorò le caviglie.
Abbassò lo sguardo e vide il piccolo micetto, di colore bianco grigio, che lo guardava adorante facendo le fusa. Il suono rimbombò per tutta la Cupola, conquistando Magnus.
L’Angelo Custode si chinò a prenderlo in braccio e lo coccolò tra le sue braccia.
“Sei un maschietto!” gongolò felice facendogli i grattini.
“Lo chiamerò Presidente Miao!” asserì alla fine, strusciando il suo naso contro quello del gatto.
“Oh, per favore, TI VUOI MUOVERE?!” sbraitò Gabriele.
Magnus lo guardò in cagnesco, proteggendo il micio tra le sue braccia.
Poi, si voltò verso gli amici per salutarli con la mano un’ultima volta.
Infine, si gettò nel Portale, la minuscola palla di pelo stretta a sé ed un nome sulle labbra: “Alexander Gideon Lightwood!”
***

Magnus si prese un minuto per assaporare tutto ciò che i suoi sensi stavano percependo, ad occhi chiusi, una volta che le sensazioni di spossatezza del viaggio attraverso il Portale furono scemate.
Sentiva il rumore di una strada trafficata, i clacson delle macchine, l’odore di inquinamento. Ma anche il calore del sole sulla pelle, il suono della gente che chiacchierava felice, uccellini cinguettare e insetti ronzare. Per un attimo, osò sperare. Osò sperare che fosse nella sua città preferita in assoluto.
Aprì gli occhi.
Di fronte a sé, la skyline di New York City si stagliava in alto nel cielo.
Strillò emozionato, lieto che il suo desiderio fosse stato esaudito stritolando ancora di più il Presidente Miao, il quale si lamentò con un verso strozzato.
Iniziò a saltellare per tutto Central Park, il punto in cui lo aveva depositato il Portale.
Conosceva bene New York City, era stata meta della sua ultima missione. Adorava quella città.
Alla sua sinistra riconobbe la statua di Balto, densa di bambini che volevano la foto con il loro cane-eroe e di genitori pronti ad accontentarli con cellulari e fotocamere digitali.
Magnus sapeva tutto anche di quegli aggeggi: nel Regno dei Cieli, annualmente, eri tenuto a partecipare ad un ‘corso di aggiornamento’ per tenerti informato sugli sviluppi della società umana.
Elettrizzato, si portò al viso il Presidente Miao.
“Allora, Presidente, lo sai qual è la prima cosa, fondamentale nonché terapeutica, che bisogna fare una volta arrivati nel luogo della missione, specie se questo luogo è New York City?”
Il gatto gli leccò il naso.
“Esattamente. Shopping!”
 
Magnus poteva tranquillamente procurarsi con un pizzico di mangia angelica tutto ciò di cui aveva bisogno, ma aveva preferito fare da sé. Del resto era troppo divertente andare in giro per negozi.
Era totalmente consentito usare i propri poteri magici in missione, sia per sé stessi che per i propri protetti, salvo esagerazioni. Anche a livello di salvare delle vite la politica angelica era un po’ scettica: non togliere all’Assoluto ciò che lui ha predisposto, si diceva. Beh, bisognava andare ad istinto e sperare di aver interpretato i segnali del Sommo Signore dei Cieli.
 
La prima cosa che aveva comprato era uno zainetto alla moda dove poter collocare comodamente il Presidente.
Dopodiché aveva passato in rassegna tutti gli immobiliari fino a quando non aveva trovato un attico a Brooklyn. Assolutamente perfetto.
Lo aveva affittato senza pensarci, pagando in contanti (fatti comparire nello zainetto con la magia) il primo mese di affitto ad un esterrefatto addetto.
Successivamente era entrato in un negozio di animali per assicurare a Miao tutti i comfort.
Infine, si era dedicato a rifarsi l’armadio.
Del resto, amava la moda umana; gli Angeli erano così cliché con le loro tuniche (e si poteva ben scegliere tra tunica estiva, in cotone, e tunica invernale, in lana).
Dopo una lunga sessione di shopping (che aveva incluso un laptop ed uno smartphone) finalmente lo stregone si fermò a mangiare in uno Starbucks, completamente fiero di sé stesso.
Aveva appena visto dal polso di un passante che erano le cinque passate e dal calendario all’interno della caffetteria che erano alla fine di agosto.
Ora, non sapeva bene quanto fosse trascorso dall’inizio della missione perché non aveva idea di che fuso orario ci fosse tra i Cieli e NYC. Non aveva mai capito come caspita funzionava!
Si stiracchiò, fece un'altra carezza sulla testa del suo Compagno, intento a spazzolare via le briciole del suo muffin ai mirtilli, e si accinse a raggiungere il suo loft.
 
La prima cosa che pensò una volta entrato nell’appartamento fu che quello era il terzo posto al mondo che poteva chiamare casa, ne era certo.
Non fece nemmeno in tempo a togliere con la magia i teli cerati dai mobili antiquati (fatti sparire anch’essi) ed ad adagiare il Presidente Miao in un angolo che già si stava sbizzarrendo ad ammobiliare l’attico, con la magia, si intende.
 
Due ore dopo, era particolarmente soddisfatto del suo lavoro (che aveva incluso una pizza da consumare come cena). Non si sentiva minimamente in colpa per quegli oggetti che aveva fatto comparire da vari negozi. Avrebbe comunque restituito tutto una volta finita la missione.
Invece i vestiti era intenzionato a tenerseli: li aveva pagati con soldi veri, anche se fatti comparire anch’essi con la magia!
 
Si lasciò cadere sulla sedia del suo nuovissimo bancone con un sospiro soddisfatto, rimirando il salotto ordinato dotato di divano verde mare (il suo gatto lo aveva già testato con un pisolino), tappeto rosa e tende bianche ad ornare le enormi pareti a vetrata.
Aveva ammobiliato anche la sua camera (trasferendo, in parte, i suoi oggetti personali dalla sua stanza al Quartier Generale), il bagno, lo studio e la cucina, che dava direttamente sul salotto.
Il Presidente lo distolse dai suoi pensieri saltandogli in grembo.
“Ehi, cosa fai?” gli chiese Magnus, incuriosito.
Il gatto vomitò una palla di pelo a pochi centimetri dalla sua pizza ananas e prosciutto.
“Presidente!” sbraitò Magnus, indispettito.
Ma non aveva finito di parlare che la palla di pelo vorticò su sé stessa e si trasformò in un plico di fogli.
“Ooooh. È il suo fascicolo, giusto?” sussurrò, meravigliato dall’efficienza del suo Compagno. Il Presidente stava facendo le fusa tutto orgoglioso, quindi sospettò che fosse un sì.
“Ebbene, cosa abbiamo qui?” borbottò Magnus, sfregandosi le mani prima di prendere un pezzo di pizza in una mano e di iniziare a sfogliare il fascicolo con l’altra.
I fascicoli venivano forniti agli Angeli Custodi per guidarli alla ricerca dei protetti. Non contenevano praticamente nessuna informazione sugli Assegnati, altrimenti sarebbe stato troppo semplice per gli Angeli Custodi, solamente dove trovarli e qualche generalità.
Nel caso di Magnus, non vi era nemmeno una foto, solo qualche nome dei famigliari e lo stato civile: studente.
Magnus continuò la sua lettura (in realtà molto breve) anche dopo aver finito la pizza e aver dato da mangiare dei prelibati croccantini al Presidente.
Infine, si sistemò nel suo letto rotondo con aria stanca.
Il suo fedele gattino lo seguì, acciambellandosi di fianco a lui.
“Sai, Presidente… Sarebbe il caso di andare a dormire.” Borbottò rassegnato mentre lo coccolava con una mano e impostava la sveglia, di plastica verde mela, con l’altra.
“Domani il nostro uomo inizia l’ultimo anno dell’High School. Non ce lo perderemmo per nulla al mondo, giusto?” proseguì accarezzandolo. Il gatto lo guardò scettico.
“Qui c’è scritto” continuò l’Angelo scuotendo il fascicolo prima di lanciarlo nel suo zainetto nuovo di zecca “che dovrò frequentare il suo Liceo, dove sono stato iscritto dagli Angeli Superiori, suppongo”.
Magnus scosse la testa. Alexander, già mi stai antipatico solo per quel che mi tocca fare per te.
“E sia. Forza micetto…” sussurrò infine coprendo il piccolo gatto e sé stesso con le lenzuola “Domani si va a scuola!”



  Note di un’Autrice elettrizzata per l'aggiornamento:
Salve bellissimi tutti!
Allora, sarò breve perchè devo scappare dai vostri mitra!
Comunicazioni interne:
  • Il Capitolo 3 arriverà prestissimissimo, per farmi perdonare, promesso!
  • La pizza che Magnus ordina per me è immangiabile ma è perfettamente nel suo stile, non trovate? E io l'ho dovuta mangiare davvero a NYC!
  • Questo capitolo doveva già comprendere la comparsa degli altri personaggi ma mi sono fatta prendere la mano e quindi arriveranno nel prossimo, scusate!
  • Domande, dubbi, perplessità?! contattatemi!
  • Per la musica: Magnus è un po' truzzetto forse, ma secondo me è nel suo carattere!
 
Detto questo, si ringraziano immensamente le 7 persone che seguono questa storia, le 6 che l’hanno messa nelle preferite (WOW), e le 3 che l’hanno posta nelle ricordate.
Vi adoro in un maniera tale che non potete saperlo.
 
Poi, un ringraziamento ancora più speciale (ed un cupcake all’ananas e prosciutto) va a: Kat394, kalisi81_, Asialive HardRockCafe_3GiRlsBFF e katherina23 per aver recensito lo scorso capitolo! Grazie di tutto cuore!

A prestissimo, appena potrò!

Nereide

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