IL PESO DELLA VITA

di R3ira92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-SOGNO O REALTA'? ***
Capitolo 2: *** 2-L' EROE CADUTO ***
Capitolo 3: *** 3-VERITA' ***
Capitolo 4: *** 4- INCUBI ***
Capitolo 5: *** 5- ESTATE ***
Capitolo 6: *** 6-DI NUOVO INSIEME ***
Capitolo 7: *** 7- UNO STRANO INSEGNANTE ***
Capitolo 8: *** 8- IL MEDAGLIONE ***
Capitolo 9: *** 9- RIVEDERSI ***
Capitolo 10: *** 10- CASA DOLCE CASA ***
Capitolo 11: *** 11- MISTERO ***
Capitolo 12: *** 12-IL GUARDIANO DELLA FORESTA ***
Capitolo 13: *** 13- BECCATA! ***
Capitolo 14: *** 14- ANCORA PROFEZIE ***



Capitolo 1
*** 1-SOGNO O REALTA'? ***


huhuhu

1-SOGNO O REALTA?

Era passato  più di un anno da quel giorno, da quel momento eppure per Sara sembrava essere passata una vita intera… Ricordava ancora il giorno in cui aveva scoperto di essere la sorella di Harry Potter, lo ricordava come fosse accaduto pochi minuti prima e questo la terrorizzava più che mai…  

Pensava ancora a Silente che le raccontava tutto, pensava alla mano di Sirius che le stringeva una spalla quasi a romperla… Sirius… Adesso era in pericolo aveva bisogno di lei, e lei lo avrebbe salvato a costo della sua stessa vita.

E mentre il pavimento della cabina scendeva pensava a tutto questo, sperando…

Una fessura di luce dorata toccò i loro piedi allargandosi fino ad illuminare la cabina… vide Harry chinarsi e alzare la bacchetta per controllare se qualcuno li stava aspettando, ma non c’era motivo l’Atrium del Ministero della Magia era deserto. I cancelli si aprirono e Harry, Luna e Neville ruzzolarono fuori dall’ ascensore mentre una voce femminile diceva «Il Ministero della Magia vi augura una piacevole serata.»

Lei, Ron, Hermione e Ginny rimasero in piedi e uscirono dall’ ascensore prima che le porte si richiudessero.

Sara non era mai entrata al Ministero, l’Atrium era una stanza enorme con al centro una fontana dorata che rappresentava un mago e una strega, attorno a loro c’erano un goblin, un centauro e un elfo domestico, che guardavano con aria adorante il mago e la strega. “Si come no, i centauri e i goblin adorano i maghi!!” si ritrovò a pensare Sara.   

Ma non c’era tempo da perdere doveva salvare Sirius, così Harry li condusse lungo un corridoio buio illuminato da torce, alla fine di esso c’era una porta liscia e nera: era l’entrata dell’ ufficio misteri.

«E questa Harry?» senti la voce di Neville, «Si, è lei» la porta si aprì non appena Harry la sfiorò…Si ritrovarono in una stanza circolare con le pareti nere così come il pavimento e il tetto, c’erano circa una dozzina di porte, questo non l’ avevano previsto. «Qualcuno chiuda la porta» Neville eseguì, ma fu un grande errore, non appena la porta si chiuse le pareti cominciarono a girare e non seppero riconoscere la porta dalla quale erano entrati. Sara era preoccupata, così non andava se si mettevano a controllare tutte le porte avrebbero perso un’ infinità di tempo, e non se lo potevano permettere…

«Harry non possiamo perdere tutto questo tempo! Non la riconosci la porta giusta, vero?» sperava di dare un tono sicuro alla voce, ma non era certa di esserci riuscita «No, nel sogno c’era una sola porta» rispose Harry, Sara riusciva a percepire quello che provava: era panico.«È inutile perdere tempo proviamone una» Hermione era sicura, spinse una porta ed entrarono in una stanza con una strana vasca sul fondo contenente un liquido verde dove all’ interno nuotavano dei pesci molto strani. « Larve di acquavirius!»esclamò Luna eccitata, ma fu bloccata da Hermione prima di finire la frase «No, sono cervelli»

«Cervelli? Si! E’ vero! Guardate bene» Ron era eccitato quanto Luna. «No, questa non è la stanza giusta torniamo indietro.»

«Sei sicuro Harry? Guarda qui ci sono altre porte» disse Ron. «Si, sono sicuro» taglio corto Harry, Sara sapeva che non voleva perdere tempo, c’era in gioco la vita di Sirius, eppure c’era qualcosa che non andava, aveva trovato l’ingresso deserto cosa al quanto strana e adesso avevano la strada spianata, non un interruzione di nessun genere. «Proviamo questa» la voce di Hermione l’aveva distolta da suoi pensieri, qualcuno, sicuramente Hermione,   aveva tracciato una X sulla porta che avevano gia provato e adesso la stanza circolare si era di nuovo fermata.

Si ritrovarono in una stanza più grande di quella con i cervelli, al centro era concava ed era circondata da sedili di pietra, formavano una specie di arena, nella cavità centrale c’era una piattaforma e su di essa era posizionato una arco molto antico, con un velo che si muoveva come mosso dal vento… Ma li non c’era vento. Quel arco aveva un fascino incredibile attirava Sara come una calamita, la curiosità di vedere oltre quel velo era fortissima… «Harry!» era la voce di Hermione, «Harry vieni via questo posto non mi piace, non perdiamo tempo…»

«Harry» non si aspettava di dirlo così dolcemente, eppure dove Hermione aveva fallito lei c’era riuscita Harry si era voltato «Harry, Sirius» a quella parola Harry si voltò a insieme tornarono nella stanza circolare Hermione tracciò un’altra X e aprirono un’altra porta «È questa» Harry lo disse con grande sicurezza forse erano arrivati nel posto giusto, quella stanza era più piccola di quella con i cervelli, in fondo a essa c’era una campana di vetro con dentro un uovo che si schiudeva e diventava un uccellino poi tornava un uovo «È il tempo…» ne era certa «Andiamo avanti» Harry spinse un’ altra porta e si ritrovarono in una stanza della quale non riuscivano a vedere la fine, era come un’ immensa cattedrale. Harry cominciò a correre, Sara lo segui tendendo le orecchie se Sirius era lì avrebbero sentito presto i suoi lamenti, ma non sentirono nulla.

Arrivati alla fine della fila novantasette Harry andò in fondo a sinistra poi tornò e andò a destra, quando finalmente tornò dove era gli altri Sara riuscì a vedere il terrore nei suoi occhi e capì, li non c’era Sirius era una trappola ed Harry lo sapeva, «Sirius non c’è, Harry» non era un’ accusa pensava solo che dicendolo si sarebbe sentita un pò più sollevata, ma non funzionò «Harry, qui c’e scritto il tuo nome!» Neville fissava una delle tante sfere impolverate sopra gli scaffali che riempivano l’immensa stanza.

Si avvicinarono tutti per controllare, ma Sara aveva paura non sapeva bene perché ma sentiva che quella sfera aveva qualcosa di sinistro, «Il mio nome?» Sara vide Harry afferrare la sfera e riuscì a scorgere quello che c’era scritto sotto:

 

    S.P.C. a A.P.W.B.S

   Oscuro Signore

   e (?) Harry Potter                                         

 

 «Cos’è» chiese Ron fissando la piccola sfera «Io… Non lo so» Harry era come incantato da quel oggettino «Harry, andiamo via subito, qui Sirius non c’e!» era terrorizzata, avevano perso troppo tempo? Sirius era morto? O forse non era mai stato li? Non riusciva a pensare, quel posto era troppo pericoloso, dovevano tornare a Hogwarts prima possibile «Harry dobbiamo tornare a Hogwarts!Subito!»

«Mi dispiace voi rimanete qui, molto bravo Potter. Adesso voltati e dammela»

Delle persone erano arrivate alle loro spalle senza farsi sentire ed ora erano circondati dai mangiamorte: erano in trappola “E adesso? I mangiamorte vogliono quella sfera, ma che diavolo e? perché e così importante?”

«Dammi la profezia Potter» “Questa voce… io la conosco… ma chi e?” «Dammela Potter!»”Certo! e Lucius Malfoy il padre di Draco” …  «Tu vuoi questa?» Harry sollevò la piccola sfera impolverata, la sua voce era ferma, ma Sara sapeva che era nel panico più totale, li aveva condotti li e adesso li doveva riportare sani e salvi indietro, riusciva quasi a leggere i pensieri nella sua mente e si odiava per non poterlo aiutare, cosa doveva fare? Non poteva fare nulla senza farsi notare «Dov’ è Sirius?» “ma che fai? Vuoi farti prendere per un idiota? Lo sai che Sirius non è qui!” «Ah ah ah dovresti imparare a distinguere i sogni dalla realtà!» Malfoy aveva ragione, «cos’ è questa cosa?» Harry sollevò la sfera per mostrarla ai mangiamorte, altra risata «Tu non sai cos’ è Potter?» “no non lo sa, almeno lui non lo sa… “ «È una profezia su te e Voldemort, credo sia per questo che ha cercato di assassinarti quando eri piccolo» lo disse senza pensarci eppure era sicura che fosse la verità «La tua amichetta sa tante cose in più di te Potty» era la voce infantile di una donna che si tolse il cappuccio: era Bellatrix Lestrange «Tu!» Sara non aveva mai sentito parlare Neville con tanto disprezzo nella voce, «Paciock giusto? Come stanno mamma e papà? L’ultima volta che li ho visti non erano molto in forma» c’era crudeltà in quella voce, una crudeltà folle.

Neville cercò di saltare a dosso a Bellatrix ma Ron riuscì a trattenerlo per un pelo, nel trambusto Harry approfittò per parlare con Sara: «quando dico ora spaccate gli scaffali, io li tengo occupati…»

«Allora? E vero? Questa profezia spiga perché sono morti i miei genitori?»

«si Potter e ora da bravo dammela!»

«ORA!!»

«Stupeficium!» Sara puntò la bacchetta contro lo scaffale dove c’era la profezia su Harry che salto in mille pezzi, così fecero gli altri e riuscirono a scappare attraverso un varco che si erano aperti tra i mangiamorte, ma si divisero.

Sara si ritrovò a correre da sola, era la cosa peggiore che le potesse capitare, corse per qualche minuto fino a quando si trovò di fronte ad una porta, la spalancò, era nella stanza con l’ arco da sola. Il velo continuava a fluttuare, il suo movimento la rapiva a poi da lì arrivava un mormorio, dello voci, ma che dicevano? Non riusciva a capirlo…

Le porte che davano sulla stanza si spalancarono ne uscirono i mangiamorte da una,però, ne uscì Harry cadendo fino ad arrivare a qualche metro da Sara che corse verso di lui.«Harry! Stai bene? E gli altri?» era preoccupata «Si sto bene, gli altri… non lo so! Sono feriti ma credo che siano tutti vivi…» “Credi?” queste parole furono come una freccia in pieno petto… «Potter dammi la profezia e avrai salva la vita!!»

 

 

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Capitolo 2
*** 2-L' EROE CADUTO ***


2- L’EROE CADUTO

Non c’era tempo da perdere doveva pensare a qualcosa e doveva pensarci subito, «Harry, dammi la profezia» disse, le era venuta un’idea «Cosa? Cha vuoi fare?»

«Devi fidarti dammela» Harry le tese la profezia la prese senza tanti complimenti e mormorò «Geminio!»adesso aveva due sfere in mano, una era calda come se avesse la vita dentro, l’altra era ghiaccio come una normale sfera di vetro. «Tieni» porse ad Harry la sfera vera «tu sei al sicuro non ti possono uccidere, Voldemort vuole finirti di persona, nascondi la sfera non devono vederla» tenne quella falsa, era fredda. Adesso doveva spiegare il  piano a suo fratello era l’ unico modo per salvare lui e gli altri «Harry mettiti al sicuro, scappa, raggiungi gli altri e scappa» Harry la guardava con un’ aria stupita «E tu? Che farai?» non poteva dirgli la verità, non poteva dirgli che si sarebbe fatta uccidere pur di farli mettere in salvo «io verrò dietro di te, stai tranquillo, e ora vai, Harry vai!!»

«non mi muovo senza di te!» come faceva a non capire? Doveva salvarsi, doveva salvarsi a tutti i costi, adesso che aveva trovato una famiglia, adesso che aveva trovato un fratello non gli avrebbe permesso di morire per fare l’eroe! «Vai!»,lo convinse, ma non appena fece qualche metro fu circondato dai mangiamorte «La sfera Potter» il tono di Malfoy non ammetteva repliche «Non ce l’ho»

«Non prendermi in giro Potter! Consegnami la profezia»

«Non ce l’ha lui, ce l’ho io» aveva prese tutto il coraggio che aveva in corpo per pronunciare quella frase, i mangiamorte si voltarono, Sara alzò la sfera finta mostrandola a tutti i presenti e sperando che ci sarebbero cascati, «Molto bene dammi la sfera mocciosa»

«si certo… Vuoi anche un drink?» li stava facendo infuriare, tutti ora erano concentrati su di lei, “Harry forza scappa, scappa” , ma non si muoveva sembrava pietrificato, non voleva lasciarla li, “Devi farlo, devi scappare per me, per Sirius, va via!” ,ma non se ne andò, cominciò a sparare incantesimi ai mangiamorte più vicini a Sara per metterla al sicuro, ma durante la lotto Sara si accorse che la tasca della felpa dove aveva messo la sfera stava cedendo e con un movimento brusco Harry fece volare la sfera lontano su uno dei gradini dove s’ infranse, perduta per sempre… Non vide ciò che usci dalla sfera perché era stata attaccata da dei mangiamorte, ma le era sembrato di scorgere una figura perlacea…

«Harry!» Harry era in difficoltà, ma non riusciva a raggiungerlo, ci stava provando con tutte la sue forze, ma ogni volta che tentava di avvicinarsi un mangiamorte le si parava davanti, fino a quando… Due porte si spalancarono e ne uscirono Sirius, Lupin, Tonks, Kingsley e Moody, erano salvi! L’ordine della Fenice era arrivato, e Sirius era vivo più in forma che mai,  «Harry, Sara prendete gli altri e andate via!!» mentre gli altri lottavano Sirius si avvicinò «State bene? Siete feriti?» Sara lo guardò, stava bene… nelle ultime ore aveva vissuto nel terrore di perderlo, ma stava bene ed era venuto a salvarli «No, stiamo bene,» non riuscì a dire altro.

«Black!» era Bellatrix si avvicinava per combattere contro Sirius, Sirius colse l’occasione e cominciò una furiosa battaglia contro Bellatrix, ma l’attenzione di Sara fu rapita da un’ altra porta che si apriva,ne uscì Silente furioso, terribile…

Silente radunò tutti i mangiamorte che sembravano come legati da una corda trasparente solo due persone continuavano a combattere: Sirius e Bellatrix. Si avvicinavano sempre di più alla pedana con l’arco deridendosi, fino a quando un incantesimo di Bellatrix non fece inciampare Sirius che cadde oltre il velo, “adesso ti lancia un incantesimo che ti stende brutta strega”, ma Sirius non ricomparve, Sara si voltò per guardare Harry: era tenuto stretto da Lupin e urlava, urlava di dolore, urlava di rabbia, urlava di disperazione… Ma perché? Sirius si sarebbe rialzato Sirius si sarebbe…«Ho ucciso Sirius Black!!» era la voce di Bellatrix, ma come faceva a dire di aver ucciso Sirius? Lui era solo caduto dietro il velo, il velo… quel velo tanto affascinante, tanto misterioso… Sirius non sarebbe più tornato Sirius era morto e lo aveva ucciso Bellatrix. Lo aveva ucciso Bellatrix, queste parole le rimbombarono nella testa e il dolore si trasformò in rabbia. Vide Harry correre dietro Bellatrix carico di odio, l’ avrebbe uccisa, e lei lo avrebbe aiutato: Bellatrix Lestrange avrebbe pagato per i suoi crimini… «Sara no! Non farlo!» senti a stento la voce di Lupin, lei e Harry avrebbero vendicato Sirius e l’avrebbero fatto uccidendo Bellatrix. “Non te la caverai mostro! Hai ucciso Sirius e pagherai!”

Non riusciva più a vedere Harry e Bellatrix, ma non si arrese li avrebbe trovati a tutti i costi, era di nuovo nella stanza circolare non sapeva che porta aprire e non riusciva a vedere bene, le lacrime le offuscavano la vista, ma non riusciva a fermarle: Sirius era morto, Lui le era stato vicino più di chiunque altro, Lui l’aveva capita le era stato accanto più di Harry e lei non era riuscita a salvarlo, non era riuscita ad impedire che cadesse oltre quel velo… aprì la prima porta che aveva di fronte, si ritrovò in una stanza simile a quella dove c’erano le profezie, ma invece delle sfere sugli scaffali c’era pozioni, un’infinità di pozioni, “pozioni, è incredibile…” Sara adorava le pozioni, le erano sempre piaciute e durante la settimana  non faceva che aspettare il momento delle lezione di pozione, anche se con Piton… Ma che faceva? Non doveva perdere tempo, tornò indietro e spinse un’ altra porta, ma non si aprì “Perché, perché non si apre?” dalla fessura della porta usciva una luce dorata era calda, era confortante… Aprì un’altra porta, era quella giusta! Era quella dalla quale erano entrati! Si mise a correre prese l’ascensore e cominciò a salire, appena si aprirono i cancelli vide Harry nascosto dietro la grande fontana dorata ,semi distrutta dalle maledizioni, urlare contro Bellatrix, ma il suo volto era sofferente: la cicatrice doveva fargli un male incredibile, Voldemort era vicino.

 «La profezia Potter! Dammi la profezia!» Bellatrix urla come una folle «Non ce l’ho! Ce l’ha Sara l’ha presa lei!»

«Vuoi la profezia Bellatrix?» Bellatrix si voltò, non appena vide la profezia in mano a Sara il suo volto fece una smorfia di soddisfazione «Dammela mocciosa!»

«Certo tieni!» Sara prese la finta sfera e la sbatte con tutta la sua forza sul pavimento, la piccola sfera si infranse, ma non ne uscì nessuna figura, «NOOOOO!! Maledetta! Avada Kedavra!!» Sara riuscì a scansare la maledizione per un soffio, «Crucio!» Harry aveva colpito Bellatrix in pieno petto, ma la sua maledizione non era abbastanza potente «Devi impegnarti di più Potty!», ma dietro Bellatrix c’era qualcuno… Una figura serpentina… Era Voldemort!! Harry non l’aveva visto «Harry scappa! È arrivato! È arrivato Voldemort scappa!» Harry era disteso a terra tenendosi la cicatrice, doveva fargli un male atroce, era nel panico, non sapeva cosa fare «Avada Kedavra!» non ci credeva l’aveva fatto aveva lanciato una maledizione senza perdono, aveva lanciato l’anatema che uccide. Le lacrime cominciarono a sgorgare dai sui occhi, non aveva colpito Voldemort, ma il fatto di averci provato l’aveva fatta sentire sporca, aveva provato ad uccidere un essere umano… Voldemort la fisso per qualche secondo, non disse nulla, ma dalla sua bacchetta uscì un getto di luce verde, era finita sarebbe morta senza difendersi, sarebbe morta per mano del Signore Oscuro in persona… La statua del mago si animò e le si parò davanti, la maledizione colpì la sua testa che volò via, Sara si voltò, cosa era successo? Dietro di lei c’era Silente guardava Voldemort tranquillamente, come se avesse rivisto un amico dopo tanto tempo… Silente fece animare la statua del centauro che corse verso Harry, proteggendolo, anche il mago fece lo stesso, ma Sara non aveva alcuna intenzione di essere messa da parte, «Stupeficium!» urlò mandando la statua in pezzi. «A quanto pare, Silente questa ragazza non ha alcuna intenzione di guardare senza fare nulla» Silente era rimasto tranquillo, non sembrava minimamente spiazzato dalla reazione di Sara «Si, è una ragazza molto tenace, ma tu non saresti dovuto venire qui Tom» Sara si spostò vicino ad Harry, non voleva interferire, ma se ci sarebbe stato bisogno sarebbe intervenuta. La lotta cominciò, ma Sara  non la guardò, la sua attenzione era rivolta completamente verso Harry, fino a quando il suono di una fenice non la fece girare, «Funny…» la fenice si posò sul braccio di Sara e la ragazza sentì un grande calore, quel uccello la aveva sempre dato un gran conforto, ma ancora prima di poterle dare una carezza Funny spicco il volo e si mise tra Voldemort e Silente inghiottendo un serpente infuocato e diventando cenere, la battaglia continuò per qualche minuto, fino a quando Voldemort scomparve e Harry emise un urlo lacerante pieno di dolore, Silente sembrava spaventato… «Uccidici Silente, se come dici tu la morte non è la cosa peggiore uccidici tutti e due!» era Harry a parlare, ma non era la sua voce, c’era qualcosa di strano, non era possibile! Voldemort si era impossessato del corpo di Harry, Sara si avvicinò al suo gemello «Harry, non lasciare che ti faccia questo, non farlo vincere, lotta per noi, lotta per Sirius» e gli strinse la mano, forte, cercandogli di trasmettergli il tutto il bene che gli voleva… Harry alzò lo sguardo, la guardò e una lacrime gli scese da quegli occhi di smeraldo, quegli occhi tanto simili ai suoi… Emise un altro urlo e Voldemort uscì dal suo corpo, ma non ebbe il tempo di fare nulla perché dai camini addossati alle pareti uscirono gli auror e il Ministro della Magia in persona… Voldemort afferrò Bellatrix per un braccio e si smaterializzò.

Silente fece allontanare la statua del centauro e si avvicinò a Sara e Harry, Harry era sudato e tremava, ma stava bene «Harry è finita, è finita» Sara piangeva, piangeva perché adesso nulla le avrebbe impedito di pensare, sapeva che prima o poi si sarebbe dovuta confrontare con la sua coscienza… Silente prese la testa del goblin che si era rotta durante lo scontro tra Bellatrix e Harry e disse: «Portus! Prendete è una passaporta vi porterà nel mio ufficio»

«Professore»

«Dopo Sara, aspettatemi li» afferrarono la passaporta e pochi secondi dopo atterrarono nell’ ufficio di Silente.

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Capitolo 3
*** 3-VERITA' ***


huhuhu

3- VERITÁ

L’atterraggio fu abbastanza violento, si ritrovarono nell’ ufficio di Silente intatto come l’aveva lasciato il legittimo proprietario. Sara alzò lo sguardo verso Harry: era in piedi, guardava oltre la finestra pensando chi sa a cosa.«Harry io…» non la lasciò continuare, andò verso la porta e cercò di aprirla: la porta non si mosse di un centimetro, «Apriti!» era furioso, Sara non disse nulla non voleva sentirsi accusare di essere la causa della morte di Sirius anche se sapeva benissimo che era la verità, andò vicino la finestra e guardò fuori pensò a quello che era successo: era tutta colpa sua,  aveva capito che era una trappola quando avevano trovato l’ Atrium vuoto, ma non aveva parlato perché il dubbio di sbagliarsi era troppo forte e quando Sirius stava cadendo oltre il velo avrebbe potuto fermarlo, lei era solo a un paio di metri, l’avrebbe potuto afferrare ed evitare che cadesse, questi dubbi cominciarono a tormentarla dal momento in cui Sirius era morto, ma li aveva messi a tacere ripetendosi che aveva altro da fare… ma ora? Ora non aveva più scuse, doveva pensare non aveva altra scelta. «Non si aprirà ragazzo» Sara si voltò, era la voce di uno dei presidi appeso al muro, aveva lo stendardo di Serpevederde come sfondo “deve essere Phineas Nigellus” «Fammi uscire» Harry non piangeva, ma Sara riusciva a leggergli negli occhi rabbia? Perché? Si sentiva responsabile di averli portati al ministero?

Nel camino spuntarono fiamme verdi da cui ne uscì Silente che depositò una minuscola Funny nel suo trespolo, per Sara le fenici da adulte erano incredibili, meravigliose, ma da piccole erano ancora più affascinanti… Sara prese in mano uno degli oggetti posati sul tavolino accanto a lei, aveva bisogno di tenere qualcosa tra le mani… «Mi faccia uscire» Harry fissava Silente furioso «No» rispose il preside con semplicità «Perché?» si intromise Sara «Ci lasci andare via, non voglio sentire niente» le lacrime ripresero a scendere lungo il suo viso «Non volete nemmeno sapere come stanno i vostri amici?» l’oggetto che Sara aveva tra le mani cadde rompendosi, ma non ci fece caso «Stanno bene? Sono tutti…?»

«Si sono tutti vivi e a parte qualche ferita stanno tutti bene» Silente si sedette dietro la sua scrivania,”Stanno bene!”  «Mi faccia uscire» sembrava che Harry non avesse sentito niente «No, Harry non finche vi avrò detto tutto quello che devo dirvi!» «NON MI IMPORTA!! NON VOGLIO SENTIRE NIENTE!!» Harry era furioso, cominciò a gridare, sembrava che il suo dolore riempisse la stanza, Sara si mise le mani sopra le orecchie, non poteva sentire, non voleva sentire, Harry prese il tavolino e lo rovesciò facendo rompere tutti quei fragili oggettini che erano sopra di esso «Puoi distruggere tutte la mie cose non mi importa ne ho fin troppe, ma devi ascoltarmi siediti per favore, sedetevi tutti e due» eseguirono «Adesso devo spiegarvi tutto dall’ inizio, credo sia giusto partire dalla vostra nascita. Quando siete nati i vostri genitori non si aspettavano certo di avere due gemelli, ma ne furono felici. Quando scoprirono di doversi nascondere capirono anche che dovevano proteggervi allora decisero di tenere nascosto il fatto di avere avuto due figli, decisero di nascondere Sara e di tenere Harry con l’oro, non perché volessero più bene ad Harry, ma perché lui aveva bisogno di più protezione, così affidarono Sara ad una coppia di maghi a cui spiegarono la situazione che capirono, mettendo la propria vita a rischio pur di proteggerti, non sapete quanto hanno sofferto per questa separazione, ma era necessaria. Quando i vostri genitori morirono portai Harry dai suoi zii e feci una complicata magia in modo tale che lì saresti stato protetto» continuò rivolgendosi a Harry «fin quando puoi chiamare casa il luogo dove vivono i tuoi zii lì dentro non puoi essere toccato. Così siete cresciuti entrambi, Sara come una streghetta con una famiglia felice e… »

«Non mi sono mai sentita come i miei genitori» lo interruppe Sara «sapevo di non far parte di quella famiglia, ma non glielo mai detto, dopo tutto quello che hanno fatto non potevo certo ferirli»

«Capisco» riprese Silente «Però sei cresciuta felice e protetta» Sara annuì «e Harry invece arrivò trascurato, infelice, ma in buona salute. Faceste subito amicizia, sinceramente speravo che non accadesse, perché se avreste passato troppo tempo insieme avreste incominciato a sospettare, poi il primo anno avete dovuto affrontare una prova molto dura e Harry si è trovato faccia a faccia con Voldemort per la seconda volta, dovevo parlarvi allora? Dovevo dirvi tutto allora? No, mi sono detto che eravate ancora troppo piccoli che non potevo caricarvi di un peso del genere. Arrivò il secondo anno e voi sembravate più uniti che mai e Harry, per la terza volta si è trovato faccia a faccia con Voldemort e per la terza volta è riuscito a sfuggirgli, avrei dovuto parlare allora? In fondo avevate solo un anno più dell’anno precedente, eravate ancora troppo piccoli. Così arrivò il terzo anno, Harry una peste come il padre e come lui poco interessato alle regole, Sara molto simile a sua madre: studiosa, gentile e incredibilmente portata per pozioni. Durane quel anno avete conosciuto Sirius, avete lottato per lui e siete riusciti a sottrarlo al Ministro della Magia. Avrei dovuto parlarvi allora? Ma eravate così felici di avere trovato Sirius che non volevo rovinarvi quel momento, così ho rimandato ancora. Fino a quando siete arrivati al vostro quarto anno, Harry ha assistito allo morte di Cedric Diggory e avete scoperto parte della verità che tanto tardavo  dirvi: voi due siete fratelli gemelli, ma adesso dovete sapere tutta la verità, adesso che avete dimostrato di poterlo sopportare. Sirius non è mai stato rapito, credo che questo l’avevate già capito»

«L’ho capito nel momento in cui siamo arrivati nell’ Atrium» non riusciva più a trattenersi doveva dirlo, non importavano le lacrime, Silente avrebbe capito «era deserto ed era strano, il Ministero della Maga deserto significava che c’era qualcosa che non andava, ma non ho parlato perché non ne ero certa… Così siamo andati avanti e quando Sirius e caduto avrei potuto fermarlo, avrei potuto impedirgli di cadere, ma non l’ho fatto sono stata ferma a guardare… » scoppiò a piangere non riusciva più a trattenersi, era tutta colpa sua «Non è colpa tua, è colpa mia, avrei dovuto impegnarmi nelle lezioni di occlumanzia e non l’ho fatto» disse Harry «Questo è stato anche uno dei fattori, ma anche se avessi chiuso la mente Voldemort avrebbe trovato il modo per portarti dove voleva anche se è stato molto imprudente partire senza accertarti che Sirius…»

«Abbiamo controllato» lo interruppe Harry «nel camino della Umbridge e Kreacher ha detto che era andato al Ministero»

«Kreacher ha mentito, tu non sei il suo padrone quindi poteva mentirti senza poi doversi punire»

«allora per conto di chi ha mentito Kreacher, da solo no avrebbe fatto niente di tutto questo» Sara ne capiva sempre meno «Credo che Kreacher serviva più di un padrone, comunque adesso dobbiamo parlare di altro, avete capito il motivo per cui Voldemort voleva quella profezia?» non ricevette risposta così continuò «La profezia che si è rotta era solo una copia io ho quella originale»

«E come l’ha avuta?» chiese Harry «Non l’ha avuta, era nei suoi ricordi… Sotto la profezia c’erano le iniziali: A.P.W.B.S. che significano Albus Percival Wolfred Braian Silente la profezia è stata fatta davanti a lei, giusto?»

«Giusto» si alzò prese il pensatoio e tornò alla scrivania, toccò il bacile con la bacchetta e da esso si sollevò una professoressa Cooman in miniatura: «ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l’ Oscuro Signore… nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull’estinguersi del settimo mese… l’ Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto… e l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive… il solo col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà all’estinguersi del settimo mese…» Sara era sconvolta, quella profezia era come una condanna a morte… «Harry non era l’unico che corrispondeva alla descrizione della professoressa Cooman, anche Neville Paciock corrispondeva alla descrizione»

«E allora come fa ad essere sicuro che sia io?» chiese Harry quasi disperato «Su questo non ci sono dubbi, sei tu, Harry»

«Ma, perché? Perché a scelto me?»

«Ha scelto quello che gli sembrava più pericoloso»

«Ma non poteva aspettare che crescessimo? Per essere certo di aver ucciso quello giusto?» «non voleva rischiare, voleva eliminare il pericolo subito» Sara ascoltava in silenzio senza sapere che dire, quella profezia non era un peso solo per Harry… «l’uno dovrà morire per mano dell’altro, perché nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…» Sara alzò lo sguardo verso Silente per avere la conferma, il preside annuì «Si, e come credi, primo poi finirà così» Harry non disse nulla, così come Sara «Possiamo andare?» Aveva ripreso a piangere «Si andate e credo sia giusto che raccontiate tutto alla signorina Grenger e al signor Weasley» annuirono, ma prima di chiudere la porta Sara riuscì a vedere una lacrima sul volto rugoso del vecchio preside.

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Capitolo 4
*** 4- INCUBI ***


huhuhu

4-INCUBI

Era nella stanza con l’arco, ma era vuota non c’era nessuno a parte lei e un uomo nascosto nell’ombra del velo, Sara si spostò per guardarlo in viso: era Sirius «Sirius!» le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi, ma Sirius aveva perso l’equilibrio e stava cadendo oltre il velo, Sara tentò di afferrare la sua mano, ma era trasparente, non poteva salvarlo! «Sirius no!» Sirius scomparve oltre il velo «Noooo»

Si svegliò, era sudata, tremava e aveva il volto bagnato dalle lacrime, si alzò per bere un bicchiere d’acqua, ma scoprì di non riuscire a tornare a letto, aveva paura di avere un’ altro incubo. Così decise di fare una passeggiata, non si mise la vestaglia sentiva caldo, anche in quel minuscolo pigiamino che fasciava il suo splendido corpo.

Cominciò a camminare, non sapeva dove andare e si ritrovò nella Sala Grande, non l’aveva mai vista di notte, era illuminata da una fioca luce procurata da alcune torce ancora accese, c’era un silenzio incredibile, c’era pace, ma un rumore richiamò la sua attenzione: veniva dalla Sala d’Ingresso, non aveva paura e si avvicinò alla fonte del rumore, c’era un ragazzo che camminava nel buio come lei, ma chi era? «Chi c’e?» chiese Sara, dalla penombra uscì una ragazzo con dei capelli biondi quasi bianchi, e con degli occhi di ghiaccio, «Malfoy? Che ci fai tu qui?»

«Potrei chiederti la stessa cosa» aveva un tono di sfida, in fondo lei e i suoi amici avevano mandato suo padre in prigione, «Io… non riesco a dormire…»

«Hai gli incubi Rayan? O dovrei dire Potter?»

«Non ti riguarda Malfoy, pensa più tosto a te! Non dormi perché sei preoccupato per quel mostro che chiami padre?» nessuna risposta, doveva aver toccato un punto dolente «Non osare dire questo di mio padre!»

«Altrimenti? Mi fai un’ incantesimo? Non mi importa, non mi importa più di nulla» stava ricominciando a  piangere, ma cercava di trattenersi con tutte le sue forze, non avrebbe dato questa soddisfazione a Malfoy «Stai così male per la morte di quel Black?» Malfoy aveva cambiato tono, non era più arrogante, ma era stranamente gentile… «Io… non ti riguarda Malfoy! Cosa ne sai tu della sofferenza? Hai sempre vissuto come un principino viziato! Non puoi capire!» non c’era riuscita, le lacrime le erano scese, Malfoy aveva vinto, eppure non c’era soddisfazione nel suo volto, si voltò per andarsene, ma si sentì stringere il polso «Malfoy lasciami!», ma lui non ascoltava, la baciò, la baciò con passione e lei si abbandonò a quelle labbra. Quando finalmente si staccarono Sara era stupita da quello che era successo… era davvero Malfoy quel ragazzo? «Io… non avrei dovuto, io non posso, non posso tradire la fiducia di Harry!» e scappò via lasciandolo lì.

Tornò nel suo dormitorio e si rimise a letto, ma non fece nessun incubo, non sognò nulla e questo fu il regalo più grande che Draco le avesse fatto…

Si svegliò dopo qualche ora, un po’ più tranquilla della sera prima, ma il fatto di dover affrontare il mondo reale le pesava non poco, si vestì e scese in sala comune, doveva parlare con Harry che lo volesse o no. E lui era lì, la stava aspettando? «Harry?» chiese «Sara, stai bene? Io…» lo interruppe «Sto bene, stai tranquillo, ma volevo dirti una cosa…»

«Cosa? Ti ascolto»

«Voglio che tu mi prometta che qualunque cosa accada mi starai vicino, non voglio perderti, non ora…» lui l’ abbracciò, non se lo aspettava, ma quel abbraccio era caldo, le dava conforto «Andiamo a trovare gli altri?» non sapeva se era pronta, ma primo poi ci sarebbe dovuta andare, annuì. Si diressero verso l’infermeria appena aprirono la porta sentirono i loro amici chiacchierare «Ciao… come state? Tutto bene?»

«Stiamo bene, state tranquilli» Hermione sorrise con calore «Comunque stavamo parlando di quello che è successo… cioè cosa è successo?» questo no! Non era ancora pronta «Io devo andare in biblioteca, devo restituire alcuni libri… tu Harry non dovevi andare da Hagrid?»

«Si, voleva sapere come state, ci vediamo più tardi ragazzi»

«Ma…!!» uscirono dall’ infermeria. «Da Hagrid ci devo andare d’avvero, tu vieni?»

«No, ho una cosa da fare»

«Stai bene?»

«Tranquillo» gli diede un bacio sulla guancia e andò via, ma non aveva niente da fare, così decise di scendere nell’ aula di pozioni sperando che fosse vuota, Piton lasciava sempre alcuni calderoni pieni di pozione, almeno li sarebbe stata a suo agio, ma mentre scendeva si incrociò con Draco Malfoy, non sapeva cosa dire, era imbarazzata e decise di ignorarlo, ma Draco le afferrò di nuovo il braccio e l’ avvolse in un altro bacio… «No!» si staccò da lui con decisione «Lasciami stare!»

«Davvero? Vuoi essere lasciata stare?»

«Io… non posso! Mi dispiace!» ma lui la teneva stretta «Non ti lascerò andare!»

«Draco lasciami!»

«Adesso sono Draco? Non più Malfoy?» la guardò negli occhi, ma Sara non riusciva a sostenere lo sguardo «Ti prego lasciami andare…»

«Non posso, non ci riesco, ora che sei qui con me non posso lasciarti andare…» e la baciò di nuovo, ma questa volta lei non si spostò lo lasciò fare, fino a quando… «voi due che diavolo fate?» si staccarono di scatto: era Piton, “porca miseria e ora!?!?” «Draco? Potter? Che diavolo fate?» Sara era spaventata non sapeva che fare, allora decise di seguire l’ istinto: voltò le spalle a Piton e scappo via verso la Sala Grande lontano da lui… Per tutto il giorno cercò di evitare Piton, ma ogni volta che girava un angolo se lo ritrovava davanti, la stava controllando? Almeno l’indomani sarebbe tornata a casa non l’avrebbe rivisto per due mesi…

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Capitolo 5
*** 5- ESTATE ***


huhuhu

5- ESTATE

La mattina, Sara, si svegliò presto e cominciò a fare i bagagli per la partenza, arrivata in Sala Grande il suo sguardo si spostò sul tavolo dei Serpeverde e incrociò quello di Malfoy, arrossì leggermente e si diresse verso i suoi amici… «Allora oggi si parte» stava dicendo Ron agli altri «Ragazzi è ora di andare»

«Come mai tanta fretta?»

«Vedi tu sono le undici meno un quarto»

«Coooosa?»

Andarono a prendere la carrozza che li avrebbe portati a Hogsmed e salirono sul treno, «Ragazzi io e Ron dobbiamo andare…»

«… nella carrozza dei prefetti, si lo sappiamo» terminarono in coro Sara ed Harry «Andiamo ragazzi?» chiese Sara a Neville, Ginny, Luna ed Harry «Io veramente ho promesso che sarei andata con Dean, ci vediamo dopo»

«Ok, ciao…» si sistemarono in uno scompartimento e la giornata passò parlando e scherzando l’atmosfera era molto rilassata: Sara aveva appoggiato la testa sulla spalla del fratello e Luna e Neville giocavano con gli scacchi magici, d’ un tratto però la porta dello scompartimento si aprì per mostrare Draco scortato da Tiger e Goyl, Sara saltò in piedi fissando Draco che le ricambiava uno sguardo pieno di tenerezza «Malfoy che vuoi? Sparisci!» Harry invece aveva un sguardo pieno d’ odio, Draco non se lo fece ripetere due volte, chiuse la porta e si allontanò «Quel Malfoy, non mi è mai stato simpatico…» disse Luna rituffandosi nella partita.

Poco prima che il treno si fermasse arrivarono Ron ed Hermione e insieme scesero sul marciapiede, ad aspettarli c’era l’ Ordine al completo Sara li abbracciò ad uno ad uno («Ciao, ci vediamo presto, ciao a tutti») dopo salutò Ginny, Ron ed Hermione e dopo si trovò faccia a faccia con Harry «Bè allora ciao fratellino ci vediamo presto e scrivimi non farmi preoccupare…» sorrise «Ciao… e tu invece fai attenzione… Ti voglio bene» «Anche io» e si abbracciarono, dopo Sara andò dai suoi genitori e salì in macchina con loro, adesso sarebbero cominciati i rimproveri per quello che aveva combinato al Ministero, ma lei era già pronta: «Mi dispiace per avervi fatto preoccupare, ma era una cosa che dovevo fare, Sirius era in pericolo e non avrei mai lasciato Harry da solo, non avrei mai lasciato andare mio fratello al Ministero senza di me! Quindi non mi sento in colpa per aver fatto quello che ho fatto, ma mi dispiace avervi fatto preoccupare davvero…» sorrise stancamente, Sirius le mancava più che mai, ma lui era morto da eroe e se avesse dovuto scegliere come morire era sicura che sarebbe voluto morire combattendo. «Abbiamo capito stai tranquilla non ti rimprovereremo, sapevamo che per Harry Potter avresti fatto questo ed altro» sua madre era sempre stata comprensiva con lei, «Adesso ho bisogno di una lunga dormita nel mio letto…»

L’ indomani mattina si svegliò verso mezzogiorno, riposata, ma ancora un po’ triste, sapeva che il vuoto che aveva lasciato Sirius nel suo cuore non l’avrebbe mai potuto riempire nessun altro, era riservato a lui e sarebbe stato per sempre così…

Verso le sei di pomeriggio le chiamò la sua migliore amica Hilary: «Saaaaaara sei tornata! Mi sei mancata da morire!! Ho tante cose da raccontarti…!»

«Ciao, Hilary mi sei mancata anche tu!! Come stai?»

«Parliamo di persona ho una voglia matta di vederti, ti va se tra mezzora ci vediamo al bar?»

«Si certo, a dopo…!»

Un’ ora dopo era al bar con la sua migliore amica a chiacchierare allegramente, ma nonostante stesse così bene con Hilary le mancavano da morire i suoi amici, ma soprattutto le mancavano Harry e Draco “Cosa? A me non manca affatto Draco!!” «Allora tu invece cosa mi racconti?» era spiazzata che le doveva raccontare? Hilary non sapeva che era una strega… «Niente solito anno… Più studio che divertimento a parte le gite a Hogs…» si interruppe «A parte le gite dove?» Hilary era curiosissima «A parte le gite in un villaggio vicino il college che non mi ricordo come si chiama…» sorrise incerta «E ragazzi? Sei stata con qualcuno?» Sara stava pensando, in effetti da quando era tornata dal Ministero aveva completamente dimenticato quello che era successo, prima «Si, ne ho avuti un paio…»

«Wow!! E com’ erano? Carini?»

«Si certo!! Credi che mi metterei con qualche mostro?!» scoppiarono a ridere «Tu invece? Sei stata con qualcuno?»

«Si ho avuto un ragazzo, ma non è durato molto… l’ ho lasciato era diventato un po’ troppo appiccicoso… »

«Sara conosci quel ragazzo? Ti fissa da un bel po’…» Sara si girò per controllare chi la stava guardando e sentì il cuore fermarsi e le lacrime salirle senza motivo… lui era li! Ma perché? Si voltò di nuovo verso la sua amica «Allora lo conosci?»

«I-Io non lo conosco no»

«Sicura? sembri un po’ nervosa…»

«Si certo che sono sicura!! Allora che ne dici di fare una passeggiata?»

«Mmm… scusa non posso devo correre a casa, ci sentiamo stasera ok?»

«Ok…» Sara prese la borsa e si precipitò fuori dal locale, non voleva vederlo.

Stava camminando a passo veloce non voleva farsi trovare così invece di andare a casa decise di andare in spiaggia (il suo paese era vicinissimo al mare). Arrivata sulla calda sabbia si sedette e chiuse gli occhi, si stava benissimo, il vento le accarezzava il viso e si sentiva tranquilla, era bello respirare l’aria del mare… «Potter…» era la sua voce, “No, speravo che non mi trovasse, IO NON POSSO!!” si girò cercando di mostrare tranquillità «Che ci fai qui Malfoy?»

«Sono venuto per vederti, volevo parlarti…»

«Non abbiamo niente da dirci, quello che ti dovevo dire l’ho detto»

«Cioè? Che non puoi?»

«esattamente non posso»

«Ma non hai mai detto “non voglio” però…»

«Q-Questo c-che c’ entra? Non stiamo parlando di quello che voglio Malfoy!»

«Invece si, perché basterebbe un tuo si e…»

«E cosa? Vivrei nella menzogna? Dovrei inventarmi milioni di scuse per coprirci? Dovrei…?» «Però noi due staremmo insieme»

«E chi ti dice che io voglia stare insieme a te?»

«I tuoi occhi. Quando oggi mi hai visto e quando il giorno che siamo partiti da Hogwarts mi hai guardato prima di andare dai tuoi amici»

«Io non avevo nessuno sguardo diverso dal solito!»

«ti sbagli i tuoi occhi brillavano»

«Va bene forse hai ragione tu, forse e dico forse, prova qualcosa per te, ma cosa cambierebbe?»

«Cambierebbe che noi due staremmo insieme, per una volta in vita mia starei con una ragazza per cui darei la vita, starei con una ragazza che amo» che ama? Draco Malfoy si era innamorato di lei? Draco Malfoy si era innamorato della sorella del suo peggior nemico?

E lei cosa provava per lui? Certo non si poteva negare che Draco era un ragazzo bellissimo, aveva avuto una marea di ragazze e pure lui diceva di amare lei…  «Io…» alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi, erano così belli… «Io non so cosa dire» Draco si stava avvicinando pericolosamente al suo volto, ma lei non aveva il coraggio di fermarlo o di spostarti, allora le sua labbra incontrarono quelle di Sara, ma non si sarebbe accontentato di un semplice bacio a stampo, lui voleva di più e lei lo sapeva. Da quando era arrivata a Hogwarts aveva baciato molti ragazzi, ma adesso si sentiva come se stava per dare il suo primo bacio, il cuore le batteva forte e stava leggermente tremando, sperava tanto che Draco non se ne accorgesse… «Stai tremando» “Ecco se n’è accorto! Che fortuna!” «stai tranquillo sto bene» e gli sorrise, lui la baciò di nuovo, la spinse verso la sabbia per farla distendere e si mise sopra di lei, lo lasciò fare sapeva che non si sarebbe spinto in la…

«Devo andare» disse Draco «Promettimi che tornerai presto a trovarmi»

«Non c’è bisogno di promettere, non posso vivere senza di te…»

Ma Draco non si fece vedere per le due settimane che seguirono, invece arrivò a Sara una lettera della signora Weasley:

Cara Sara,

io e Arthur saremmo contenti se venissi da noi prima dell’ inizio della scuola, verranno anche Hermione ed Harry. Se per te è possibile ti verremo a prendere fra due settimane precise, manda la tua risposta con Erlond. A presto cara.

                                                                                                                       

                                                                                                            Molly Weasley  

 Dopo aver chiesto ai suoi genitori il consenso, Sara mandò la sua risposta affermativa alla signora Weasley.

Era passata una settimana dalla lettera della signora Weasley e Draco non si vedeva, Sara, allora, decise di andare sulla spiaggia nella speranza di trovarlo la, ma Draco non c’era.

Si distese sulla sabbia e si addormentò, ma qualcosa le sfiorava il viso e quando aprì gli occhi vide una figura che la guardava mentre dormiva «Draco!!» lo abbracciò stretto «Sei venuto, stavo perdendo ogni speranza!»

«Non potevo stare più senza di te, non sono venuto per non fare insospettire la mia famiglia… Hei che fai? Piangi?»

«Mi sei mancato da morire»

«Ma tu non eri quella che con me non ci voleva stare?» stava ridendo, era così bello «Io non ho mai detto questo!» incrociò le braccia e chiuse gli occhi in segno di protesta «A si? Io non ne sarei così sicuro…»

«Hai le prove?»

«Su questo hai ragione, ma potrei fartelo dire con la forza» aprì gli occhi «Che vuoi dire?»

«Per caso soffri il solletico?» Sara si alzò in piedi e cominciò a correre seguita da Draco «È inutile che scappi! Tanto ti prendo» infatti pochi secondi dopo la prese in braccio e la distese a terra mettendocisi di sopra come la volta precedente. Passarono una serata meravigliosa, il sole stava calando: era un tramonto bellissimo «Fra una settimana i signori Weasley mi vengono a prendere per portarmi alla Tana» buttò li Sara «Sul serio?»

«Si, ma dimmi la verità perché non sopporti i Weasley?»

«Perché sono la famiglia più felice che io abbia mai visto, sono poveri, ma sono dei ragazzi davvero felici, io invece… Mio padre non mi voleva quando sono nato, l’unica che mi vuole davvero bene è mia madre, ma in quella casa non c’è un’ atmosfera serena, come in quella delle altre famiglie…»

«Neanche a casa mia l’ atmosfera è molto tranquilla, i mie genitori hanno avvertito che ormai non mi sento più parte della loro famiglia, non adesso che ho trovato la mia vera famiglia» Si alzarono «Allora ci vedremo a scuola?»

«Si, non posso venire dai Weasley»

«Lo so, non ci vedremo per un mese…» era triste «Ma io ti penserò giorno e notte. Ci vediamo presto» disse Draco e le diede un ultimo bacio prima di tornare a casa «A presto»

Finalmente la lunga settimana che la separava dall’ arrivo dei signori Weasley era passata e entro pochi minuti sarebbero arrivati per prenderla, Sara aveva preparato tutto, il baule era strapieno e le sue cose erano tutte dentro «Mi raccomando fai attenzione»

«e scrivici» dissero i suoi genitori, erano un po’ preoccupati «State tranquilli non vi farò preoccupare. Vi voglio bene» si abbracciarono, suonò il campanello, Sara andò ad aprire «Ciao Sara!» «Buona sera signor Weasley, e la signora Weasley?»

«E rimasta a casa a preparare la cena» in tanto arrivarono i genitori di Sara «Mi raccomando Arthur trattatela bene»

«State tranquilli ce ne occuperemo noi. Allora andiamo?»

«Si certo» prese il suo baule e si chiuse la porta alle spalle «Come andremo signor Weasley?»

«Ci smaterializzeremo, stringimi il braccio» Sara eseguì, si sentì come stretta in un tubo, non riusciva a respirare e le orecchie le premevano contro la testa, ma dun tratto tutto finì «Ben Tornata alla Tana, Sara»

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Capitolo 6
*** 6-DI NUOVO INSIEME ***


huhuhu

6- DI NUOVO INSIEME

«Sara!! Stai bene? Da quanto tempo!»

«Buona sera signora Weasley, tutto bene grazie, lei?»

«Tutto bene cara… Allora ceniamo? Arthur chiama i ragazzi» Mezz’ ora dopo erano seduti intorno alla tavola mangiando gli squisiti piatti della signora Weasley e chiacchierando di quello che avevano fatto durante quel mese di separazione, ma Sara aveva una domanda nel cuore… «Signor Weasley quando arriva Harry?» silenzio «Dovrebbe arrivare tra tre giorni, cara» rispose la signora Weasley «Tra tre giorni? E come?»

«Lo va a prendere Silente, stai tranquilla» Lo sarebbe andato a prendere Silente? Perché? La situazione era così grave? «Signora Weasley… lei lo sa dov’è Silente? Dove lo posso trovare?»

«Be, ogni tanto viene qui, la notte, perché?»

«Così per sapere, gli vorrei chiedergli una cosa, niente di importante »

«Ei Sara, ti va se facciamo una passeggiata?» Hermione riusciva sempre a capire quando aveva bisogno di stare da sola «Ok, andiamo» uscirono sul retro, «Come stai?»

«Sto bene…» Hermione le rivolse uno sguardo alla “Hermione” che sole lei riusciva a rivolgerle, «Ok, sto male, Sirius mi manca da morire non riesco a non avere incubi e la mattina mi sveglio sempre sudato e con le lacrime agli occhi e non posso pensare che da un momento all’ altro può succedere qualcosa… Per quanto dovrà durare ancora? Non posso continuare a vivere così…»

«Stai tranquilla è normale, passerà presto, ma c’è qualcos’ altro, giusto? » Cavolo! Hermione le sapeva leggere dentro, ma poteva dirle di Draco? Poteva rischiare? In fondo lei era la sua migliore amica… «Un paio di notti prima di partire ho avuto un incubo, così ho avuto paura di tornare a letto e sono andata a fare una passeggiata, sono arrivata in Sala Grande quando un rumore mi ha attirata: era Draco Malfoy» aveva così paura di essere giudicata come una traditrice… «Abbiamo litigato, come al solito, però non appena gli ha capito che stavo malissimo per la morte di Sirius lui è cambiato, era così gentile, poi mi ha baciata e sono scappata via. Io non potevo fare questo ad Harry…» Hermione non parlò, la ascoltò senza dire una parola, Sara le raccontò tutto e si sentì un po’ più leggera quando finì alzò lo sguardo: «Ti sei innamorata di lui» non era una domanda era un’ affermazione «Non è tradire Harry, non l’hai deciso, è successo e poi forse riusciresti a portare Draco sulla retta via…» sorrise «Credi che dovrei dirlo ad Harry?»

«Non credo, per ora vedi che succede quando sarà il momento glielo dirai, ora andiamo a letto» ma Sara non aveva nessuna intenzione di andare a letto, avrebbe aspettato Silente sarebbe andata con lui a tutti i costi. Quando tutti andarono a letto Sara si sistemò sul divano aspettando…: quella notte non arrivò nessuno, ma Sara non si sarebbe arresa.

Il giorno seguente lo passò quasi tutto a dormire e quando si alzò per la cena la tartassarono di domande sul perché quella notte non aveva dormito, lei si giustificò dicendo di aver avuto gli incubi.

Verso mezza notte andarono tutti a letto, ma lei si risistemò sul divano e quando si stava addormentando sentì un rumore nel giardino, si alzò piena di speranza e finalmente vide una figura alta camminare sicura verso la porta, Sara l’ aprì: era Silente. «Sara! Come mai in piedi a questa ora?»

«Mi porti con lei» Silente non rimase spiazzato nemmeno per un secondo, non un attimo «Vuoi venire a prendere Harry e?» sorrise «Certo! Partiamo domani sera» Sara spalancò la bocca, non pensava che avrebbe ceduo subito, era pronto a minacciare il vecchio preside di attaccarsi al suo braccio… il braccio? Che diavolo aveva al braccio? Sembrava morto… «Professore che ha al…»  

«Oh, niente di grave un piccolo incidente» Sara non fece altre domande, le bastava che il preside avesse accettato di portarla con lui. «Vuole parlare con la signora Weasley?»

«Grazie, ma sta arrivando da sola, tu va a letto» sorrise indicando la luce che si era appena accesa nelle scale «Buona notte professore».

 Sara andò a letto senza farselo ripetere due volte, era più tranquilla. L’indomani mattina si svegliò a mezzogiorno, e fece colazione, ma non riusciva a fare passare il tempo, quel pomeriggio le sembrava infinito… «Sara vieni a fare una partita in giardino? A Quidditch sei bravissima…!!»

«Io… non so…»

«Daaai così facciamo passare il tempo!!»

«Ok, Ron arrivo» in fondo giocare l’ avrebbe distratta e anche se non faceva parte della squadra di Quidditch di Grifondoro era molto brava: lei e Harry avevano ereditato entrambi il talento da James.

Giocarono tutto il pomeriggio e non appena finirono Sara ebbe appena il tempo di farsi una doccia al volo, quando scese in cucina pronta arrivò Silente. «Buona sera a tutti!» sorrise serenamente, come se dovessero andare ad un pic-nik, «Buona sera, professore a-andiamo?»

«Quanta fretta…!!!» sorrise di nuovo, «Comunque si, è meglio andare altrimenti arriveremo in ritardo… Arrivederci a tutti e a presto!!»

«Ci vediamo dopo…» disse Sara sorridendo a tutti «E vedi di non perderti!!» le urlò Fred dietro.

«Allora Sara ci smaterializzeremo con una materializzazione congiunta, dato che ancora non hai fatto gli esami»

«C’è solo questo modo?» non le piaceva smaterializzarsi era come soffocare «Ah! Allora il signor Weasley ti ha gia fatto smaterializzare! Ma stai tranquilla dopo un po’ ti ci abitui… prendimi il braccio, quello sinistro per favore» Sara afferrò il braccio del vecchio preside e si smaterializzarono, la sensazione arrivò subito, ma finì dopo pochi secondi. «Ma… questa è Privet Drive, giusto? Harry vive qui»

«Esatto, precisamente al numero quattro» il vecchio preside cominciò a camminare verso la villetta numero quattro e Sara lo seguì, Silente bussò alla porta è sulla soglia comparve un’ uomo alto molto grasso, quasi senza collo e dietro di lui una donna magrolina con la faccia da cavallo e un ragazzo enorme biondo quasi identico al padre. «Buona sera, sono Albus Silente Preside della scuola di Harry, ma certamente vi avrà detto che sarei venuto» neanche il tempo di finire la frase che dalle scale, accanto all’entrata, scese Harry un po’ scombussolato come se non si aspettasse che Silente sarebbe arrivato. Girò lo sguardo e vide Sara, le scarpe che aveva in mano gli caddero e corse ad abbracciarla «Sara! Che ci fai qui? Mi sei mancata da morire!»

«Harry… sono venuta anch’io non potevo più aspettare…» una lacrima le scorse lungo il viso, era una lacrima di felicità… «Harry non hai ancora finito di preparare il baule?»

«Io… ho quasi finito»

«Credevi che non sarei venuto?» domandò il preside sorridendo, non c’era rabbia nel suo volto «Vado» Harry salì per le scale mentre Silente parlava con lo zio di Harry «…parlarvi di vostro nipote quindi facciamo finta che mi abbiate invitato a sedere nel salotto» si avviò verso una delle stanze a piano terra e si sedette su una poltrona, Sara fece lo stesso, «e facciamo anche finta che mi abbiate offerto da bere» fece un gesto con la bacchetta e comparvero sei bicchieri pieni di un liquido dorato, Silente incominciò a bere, sembrava molto a suo agio e si guardava in torno incuriosito.

«Voi siete gli zii di Harry? No?» era una cosa che doveva sapere, ma nessuno dei due rispose: erano troppo spaventati. Allora Sara si rivolse a Silente «Sono loro giusto?»

«Si, sono loro»

«Allora… loro sono anche i miei z-zii?»

«Cooosa? Noi non abbiamo altri nipoti come voi!!» Il signor Dusley era tutto rosso

«Si, sono anche i tuoi zii» poi continuò rivolto ai Dusley «dovete sapere che Sara è la sorella gemella di Harry, ma la notizia è stata tenuta segreta per proteggerla, voi non lo sapevate per questo motivo»

«Non mi interessa fino a quando sta lontano da noi va tutto ben…» ma non finì la frase perché Harry apparve sulla soglia e si sedette in un’altra poltrona, l’ultima rimasta libera, mentre i Dusley erano schiacciati su un divano davanti le tre poltrone occupate dai tre maghi. «Allora in tanto…»

«Ce li vuole togliere di dosso?!» i bicchieri avevano cominciato a picchiare sulla testa dei Dusley che non bevevano, Silente mosse la bacchetta e i bicchieri scomparvero, Sara non sapeva cos’ era quel liquido, ma era veramente buono

«In tanto Harry e Sara volevo dirvi che Sirius vi ha lasciato Grimmauld Place e tutti i suoi averi, ma ancora non abbiamo la certezza di poter usare ancora il quartier generale, perché tutti gli incantesimi dei genitori di Sirius ci si potrebbero rivoltare contro »

«E come faremo a sapere se è nostra?» chiese Sara «Semplice, se avete ereditato la casa, avrete ereditato anche Kreacher»

«Non lo voglio, quel verme non lo voglio più vedere» Harry era davvero… cosa? Furioso? Triste? Kreacher gli aveva fatto credere che Sirius era al Ministero, li aveva spinti lì: li aveva traditi «Non dovete tenerlo, ma dobbiamo capire se la casa è vostra, posso farlo venire?» annuirono.

Silente mosse la bacchetta e sul pavimento immacolato della signora Dusley comparve l’elfo domestico che gridava e si divincolava, lo sguardo della signora Dusley era disgustato. «Dategli un’ ordine se esegue l’eredità è vostra»

«Kreacher sta zitto!!» gridarono insieme Sara e Harry, Kreacher smise di gridare come se gli avessero fatto un incantesimo tacitante, ma continuò a divincolarsi. «Bene la casa è vostra. Adesso devo chiedervi se possiamo continuare ad usarla come quartier generale»

«Si, fate pure» rispose Harry, Sara annuì «Bene, grazie mille ragazzi»

«E per quanto riguarda Kreacher?» chiese Sara «Posso portarlo a lavorare ad Hogwarts insieme agli altri elfi domestici che lo terranno d’occhio»

«Ok» annuirono entrambi «Ora vorrei parlare con i vostri zii, allora: fra un’ anno Harry diventerà maggiorenne…»

«No! Si sbaglia» era stata la signora Dusley a parlare per la prima volta da quando erano arrivati «il mio Diddino l’anno prossimo compie diciassette anni e, siccome è qualche mese più grande di lui» indicò Harry «non è possibile che lui divenne maggiorenne prima del mio Diddino!!»

«Si esatto, ma nel mondo magico si diventa maggiorenni a diciassette anni…»  

«Buff» uno sbuffo molto udibile del signor Dusley «… quindi Harry diventerà maggiorenne l’anno prossimo. Vi chiedo di tenerlo con voi la prossima estate, solo la prossima estate, una volta che sarà maggiorenne non sarà più necessario che resti…»

«Dovrò tornare anche la prossima estate!?!»

«Si Harry l’incantesimo di protezione che ho posto su questa casa si scioglierà non appena compirai diciassette anni, quindi dovrai tornare ancora una volta. Bene credo che abbiamo finito, possiamo andare Addio» sorrise hai Dusley e si diresse verso il corridoio dove Harry aveva messo il baule, «Addio» disse Sara a quei zii che non aveva mai conosciuto (e che era felice di non averlo fatto) e raggiunse Silente.

Quando furono pronti uscirono nel viale e si smaterializzarono in un posto che ne Sara ne Harry conoscevano. «Dove siamo professore?» chiese Harry guardandosi in torno «Vorrei che veniste con me a prendere il nuovo insegnante»

«Ne ha trovato uno?» chiese Sara scettica «Se voi lo convincerete, si» il vecchio preside sorrise a entrambi fiducioso.

 

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Capitolo 7
*** 7- UNO STRANO INSEGNANTE ***


huhuhu

7- UNO STRANO INSEGNATE

Mentre camminavano Harry notò la mano del preside «Professore che le è successo alla mano?»

«Oh! Niente di grave un piccolo incidente…»

«A te lo ha detto che ha?» sussurrò Harry a Sara «No, mi ha dato la stessa risposta»

«Professore» continuò Harry a voce alta «sulla Gazzetta del Profeta non fanno che scrivere che sono il prescelto, ma come fanno ha sapere che devo essere io ad uccidere Voldemort?»

«Non credo che lo sappiano Harry, diciamo che hanno indovinato, per una volta il Profeta ha detto la verità!» Harry stava riflettendo su quello che gli era stato detto così Sara ne approfittò per parlare «Lei sa dov’è Voldemort? Insomma, sa cosa ha in mente?»

«Ha dire il vero so molto poco… Ha eccoci arrivati» erano arrivati in una strada piena di villette tutte uguali, Silente si avvicinò a passo sicuro verso la numero venti otto, ma si bloccò: il cancelletto era scardinato e sembravano esserci segni di lotta, Harry aveva sgranato gli occhi e aveva aperto la bocca, Sara era stupita certo, ma il suo autocontrollo era incredibile, riusciva a ragionare a mente fredda quando era necessario.

«Mmm… entriamo, ma fate attenzione» Silente entrò e i ragazzi lo seguirono, La stanza era tutta sotto sopra, il divano era rovesciato e c’era sangue che era schizzato dappertutto: sembrava esserci stata una lotto molto dura. Dopo aver ispezionato la stanza Silente si voltò verso i ragazzi, era incredibilmente tranquillo!! «Che succede? Il corpo non c’è» disse Harry, Silente si avvicinò verso una poltrona e la infilzò con la bacchetta  «Aih!!» disse la poltrona, che qualche secondo dopo era un’ uomo molto grasso e basso: sembrava essere uno gnomo gigante con le guance tutte rosse «Aih!! Silente mi hai fatto male!! Guarda che sono un povero vecchio io!!»

«Quanto tempo hai avuto per fare tutto questo? Pochi minuti immagino… Horace» il preside si guardava intorno incuriosito «Due minuti» disse il vecchio gnomo compiaciuto, Sara scoppiò a ridere, era più forte di lei… non riusciva a trattenersi, quel uomo era stranissimo! «La tua risata mi sembra di conoscerla, chi sei?»

«Loro Horace sono Harry e Sara Potter» gli occhio del uomo scattarono sulla cicatrice di Harry «Harry Potter piacere, Horace Lumacorno. E tu sei Sara Potter? Silente non capisco»

«Sara è la sorella gemella di Harry, la sua nascita è stata tenuta nascosta fino ad ora per proteggerla da Voldemort quando era una bambina»

«Ecco! Adesso ricordo! Tu hai la stessa risata di Lily!» Sara smise di ridere all’istante «sul serio?»

«Ma certo! Certo!»

«Horace sono venuto qui per chiederti di…»

«No! Silente non ho intenzione di ritornare ad Hogwarts!»

«Horace saresti più protetto di quanto lo sei ora, immagino che hai combinato tutto questo casino per i mangiamorte»

«Si esatto… in ogni caso non ci torno a scuola, mi dai una mano a sistemare?» I due maghi si misero spalle contro spalle e cominciarono a ripulire, certo che fisicamente erano proprio l’opposto… Quando finirono Silente chiese: «In ogni caso ti dispiace se vado in bagno?»

«Fa pure seconda porta a sinistra» Sara cominciò a guardarsi a torno, sulla mensola del camino c’erano delle foto di giocatori di Quidditch famosi e di qualche persona che sembrava essere molto importante, «Ti piacciono?» le chiese Lumacorno «Sono tutti miei ex allievi, a scuola aveva molto talento e io gli ho dato una mano a sfondare… » sorrise «Allora tu sei Sara Potter, chi lo avrebbe mai immaginato!! Ma cosa è successo? E li ricordi i tuoi genitori?»

«Veramente,da quanto mi ha detto Silente, i miei genitori sono stati costretti ad affidarmi a due maghi di cui si fidavano quando avevo circa sei mesi, mi hanno allontanata da loro per proteggermi e sono anche morti per proteggere me ed Harry, mi sarebbe piaciuto tanto averli conosciuti, avere un minimo ricordo di loro, ma tutto quello che mi resta sono solo un paio di foto… in fondo io non so niente dei miei genitori…»

«Per favore non parlare così mi fai emozionare…!»

«Scusi non volevo…»

«Gentile e cortese come Lily! Povera ragazza era un’ ottima alunna! E guarda cosa le è successo!»

«Comunque ha ancora contatti con tutte queste persone?» chiese Harry che ancora fissava le foto «No, no ho perso tutti i contatti, di questi tempi è troppo pericoloso… E Silente vorrebbe che tornassi ad insegnare ad Hogwarts! Sarebbe come dichiarare al mondo di fare parte dell’ Ordine della Fenice»

«Veramente non tutti gli insegnanti fanno parte dell’ Ordine, ma rimangono a scuola perché la si sentono al sicuro: penetrare ad Hogwarts è quasi impossibile e poi Voldemort teme Silente più di chiunque altro» non appena Harry pronunciò il nome Voldemort Lumacorno quasi cadde dalla poltrona sulla quale si era appena seduto «Bhe in fondo Hogwarts è il posto più protetto che ci sia… sarebbe conveniente tornare…» sembrava che Lumacorno parlasse più con se stesso che con i ragazzi.

«Bene, possiamo andare! Mi ero imbambolato a leggere una rivista babbana» Silente era tornato «In ogni caso grazie per la tua attenzione, addio Horace»

«Arrivederci» dissero Harry e Sara e uscirono, ma… «Silente! Va bene accetto! Torno ad Hogwarts!» Silente sorrise, «Bene allora ci vediamo l’uno settembre a scuola, Arrivederci Horace!» cominciarono a camminare «Grazie mille ragazzi, avete convinto Horace a tornare»

«Ma noi non abbiamo fatto niente» rispose Harry un po’ stupito «Invece gli avete fatto capire come è conveniente per lui tornare, comunque che ne pensate di lui?»

«Emm, veramente…» cominciò Sara, Silente ridacchiava «Si, è questo l’effetto che fa Horace! Adesso e meglio che vi porti alla Tana» e si smaterializzarono, Sara chiuse gli occhi e li riaprì solo quando fu sicura di avere i piedi ben saldati a terra. 

«Adesso Harry vorrei scambiare due chiacchiere con te, va bene?» Harry annuì «Sara, credo che non ci sia niente da dire, hai gia capito cosa provo per quello che è successo, non sento di doverti dire nient’ altro, ma se hai bisogno di qualunque chiarimento…»

«No, grazie, so quello che devo sapere e non ci sono parola da dire per Sirius, va bene così, so che lei può capirmi» Silente le sorrise, come un nonno molto affettuoso può sorridere alla nipote, Sara ricambiò mettendoci tutto l’affetto che poté «Allora ci vediamo a scuola Sara»

«Arrivederci professore» e si incamminò verso la porta della cucina dove si vedeva l’ombra della signora Weasley che già lavorava sulla colazione.

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Capitolo 8
*** 8- IL MEDAGLIONE ***


huhuhu

8- IL MEDAGLIONE

Sara aprì la porta ed entrò nella cucina della signora Weasley, «Sara! Bene siete arrivati, ed Harry dov’è?»

«Sta parlando con il professor Silente. Signora Weasley se non le dispiace io andrei a letto, sono davvero stanca»

«E non vuoi fare colazione?»

«No grazie» e si diresse verso la stanza dove dormiva con Hermione e Ginny, non appena aprì la porta vide le due ragazze distese nei propri letti che dormivano profondamente, così cercando di fare il meno rumore possibile, si avvicinò al suo baule per prendere il pigiama, lo aprì e cominciò a rovistare in mezzo a quel casino fin quando non vide qualcosa luccicare sul fondo, ma cosa era? La prese in mano e ricordò:  

 

«Tiene Sara, questa e per te», le aveva detto Sirius poco prima di tornare a scuola dopo le vacanze di Natale, «Spero ti piaccia» e le aveva messo in mano una collana, aveva la catenina argentata e un ciondolo d’ oro bianco di forma ovale, Sirius, allora, aveva premuto il minuscolo bottoncino sul lato destro del ciondolo che si era aperto come una porticina: all’interno c’era una foto in movimento di due persone che ridevano: un uomo con capelli corvini e un paio di occhiali rotondi che nascondevano degli  occhi nocciola, e una donna con capelli color del fuoco e un paio di occhi verdi identici ai suoi.

«È bellissima Sirius» gli aveva risposto mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia.

Ma aveva posato quel ciondolo in fondo al baule non lo aveva mai messo al collo, diceva che aveva paura di romperlo, ma era davvero così? Non aveva mai risposto a quella domanda e aveva quasi dimenticato l’ esistenza di quel gioiello.

 

Fece scorrere la catenina tra le dita, indecisa su cosa fare, alla fine se lo mise intorno al collo: il ciondolo le arrivava sopra l’ombellico, ma non le dava fastidio le trasmetteva calore… si sentiva bene.

«Sara, Sara! Svegliati dai! Tu ed Harry ci dovete raccontare tutto!»

«Hermione lasciami dormire ancora un po’…»

«Dai e già mezzo giorno!! Alzati che andiamo a svegliare Harry e Ron»

«Ok, ok mi alzo, almeno fammi vestire»

«D’accordo io e Ginny ti aspettiamo in cucina» la porta si chiuse alle spalle di Hermione e Sara si alzò per vestirsi, ma era già mezzo giorno? Guardò l’orologio: le dodici e cinque, sì Hermione aveva ragione.

Mise un paio di jeans e si tolse il sopra del pigiama: si guardò allo specchio, la collana le scendeva sotto il reggiseno, Sara l’aprì e guardo per un attimo l’immagine dei suoi genitori che le ridevano felici, si mise una magliettina a maniche corte e nascose la collana sotto di essa, poi uscì dalla stanza da letto per andare in cucina, «Buon giorno a tutti!» salutò entrando «Buon giorno Sara!» le risposero in coro Fred e George, Sara fece loro un sorriso, «Sara andiamo su?» Hermione era davvero curiosa…! «Si certo, saliamo» lei, Ginny ed Hermione cominciarono a salire le scale, arrivate al secondo piano Hermione si diresse verso la porta più infondo e la spalancò senza bussare «Buon giorno» gridò raggiante, dalla porta si sentirono dei versi poco decifrabili «Hermione la...ci dormi…e»

«Su Ron svegliati è mezzo giorno passato!» Sara e Ginny entrarono nella stanza in tempo per vedere Ron cadere dal suo letto nel tentativo di alzarsi, tutte e tre si misero a ridere, ma tutto quel casino non era riuscito a svegliare Harry.

«Harry!! svegliati!»

«Si, si ora mi sveglio… ora mi sveglio»

«Ma che dici? Dai alzati! Non ci saluti?» Harry aprì gli occhi e non appena si rese conto di dove ere si mise seduto e si inforcò gli occhiali «Ciao ragazzi» disse sorridendo a tutti quanti, «Ragazzi io scendo un attimo in cucina, adesso che è libera mi posso muovere tranquillamente» disse Ginny con una voce un po’ strana e uscì «Ok, in che senso la cucina è libera?»

«Lei la detesta invece è così gentile»

«Ron non dire sciocchezze!»

«Scusate» Sara si intromise tra i due «ma di chi state parlando?»

«Vero!! Voi non sapete niente! Mio fratello Bill si è fidanzato con Fleur Delacour»

«Cosa? Fleur quella di Beauxbatons, quella che ha partecipato al Torneo Tre Maghi?»

«Si proprio lei! Si sono conosciuti a lavoro e adesso si vogliono sposare!» disse Ron eccitatissimo «O mio Dio! Quella è antipaticissima, ma tuo fratello è impazzito? Comunque dove sono?»

«Per ora sono a Diagon Alley così sono più vicini a lavoro, ma non parliamo di questo, tu ed Harry che avete fatto con Silente?» Sara si voltò verso Harry «Parla tu»

«Io? Perché io? No, no parla tu»

«Ok d’accordo» Così raccontò tutto, della mano di Silente e del nuovo insegnante, mentre parlava Ginny tornò nella stanza, «…dopo ci siamo smaterializzati alla Tana, io sono tornata dentro ed Harry è rimasto a parlare con Silente, a proposito che vi siete detti?» Harry guardò Ginny: non poteva dirlo davanti a lei «Vattene, Ginny»

«Ei! Non mi puoi trattare così Ron!» ma si alzò e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.

«Silente vuole darmi delle lezioni private per via della profezia»

«Per la profezia, ma non si era rotta?»

«Si, ma Silente aveva l’originale, quella della sua memoria»

«E che cosa dice?» chiese Hermione, Harry si voltò verso Sara, ma tutto lei doveva dire? «Che l’uno non può vivere se l’altro sopravvive, significa che prima o poi uno dei due dovrà morire per mano dell’altro»

«Co-cosa?»

«Ron stai tranquillo non è niente di grave sono sicura che le lezioni di Silente funzioneranno» disse Hermione un po’ incerta, «Certo!» Ron si era convinto «se Silente farà queste lezione a Harry significa che ci sono speranze! Perfetto! Siamo a posto!».

Si sentì bussare, «avanti» disse Ron, era Fred «Scusate se interrompo ma la cena è pronta» Sara si alzò, «Andiamo… Fred ma come va il vostro negozio di scherzi?»

«Benissimo, fra un paio di giorni io e George andiamo a riaprire dopo questa pausa»

«Non vedo l’ora di vederlo»

«Stai tranquilla Sara, quando verrete a Diagon Alley per comprare i libri verrete»

«Fantastico!» Cenarono molto tranquillamente e dopo aver chiacchierato per un bel po’ andarono tutti a letto.

L’indomani mattina la signora Weasley comunicò loro che sarebbero andati a Diagon Alley l’indomani, così il morale si alzò più di quanto già non lo era.

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Capitolo 9
*** 9- RIVEDERSI ***


huhuhu

9- RIVEDERSI

«Forza ragazzi muovetevi!» erano al paiolo magico, due auto li avevano lasciati li per poter permettere loro di entrare in Diagon Alley,  «Dai sbrigatevi!!»

«Mamma stai calma!»

«Ron non ti rivolgere a me con quel tono! Arthur andiamo!»

«Certo Molly» Sara camminava dietro con Hermione, «Posso chiederti una cosa?» le chiese Hermione «Si certo, che c’è?»

«Se incontri Malfoy, che hai intenzione di fare?»

«Non lo so, ma vorrei tanto stare anche solo cinque minuti con lui…» intanto il signor Weasley aveva aperto il varco per entrare a Diagon Alley, ma non appena si ritrovarono nella familiare strada si accorsero che tutto era diverso: non c’era più la solita confusione, tutti camminavano in gruppi e facevano le loro faccende in fretta e furia senza salutarsi, molti negozi erano chiusi e c’era un’aria d’avvero… triste.

«Allora io, Ginny, Sara ed Hermione andiamo a comprare i libri… Arthur tu porta i ragazzi a cambiarsi le divise»

«Va bene, ci vediamo davanti il negozio di Fred & George fra mezz’ora»

«Perfetto, andiamo ragazze!». La signora Weasley le portò al Ghirigoro per poter comprare i libri «Entro solo io, voi aspettate qui, e non vi muovete di un passo!»

«Va bene signora Weasley»

«Certo mamma»

«Allora? Che farai?» Hermione aveva ripreso il discorso sussurrando mentre Ginny si guardava in torno «Non lo so Hermione, quando il problema si presenterà vedrò».

Mezz’ora dopo stavano camminando verso il negozio di Fred & George, quando Hermione fece un piccolo sussulto, «Hermione che c’è?» le chiese Ron «Niente, niente Ron va avanti. Sara!»

«Si, che c’è?»

«Guarda lì» e le indicò un punto in fondo alla strada «adesso dovrai rispondere alla domanda di prima»

«Porca miseria! E ora che faccio?» in fondo alla strada c’era Draco Malfoy che parlava con sua madre, dopo qualche secondo Narcissa Malfoy andò verso destra mentre Draco si voltò verso sinistra, ma si bloccò vedendo Sara «Hermione coprimi!»

«Cosa?!?!»

«Ti prego ci metto cinque minuti, gli altri sono già entrati non si accorgeranno che manco» e corse via, verso Draco.

«Draco!» si abbracciarono

«Andiamo via di qui, ci potrebbero vedere…» Draco era molto pallido e sembrava stanco «Draco che hai?»

«Senti, sono nei guai, non ti posso dire perché, ma sono in guai seri»

«Cosa è successo? Perché sei nei guai?»

«Non posso dirtelo… mi dispiace»

«C’entra Voldemort vero?» ,Draco sussultò al suono di quel nome, «Si,… ma non posso dirti altro»

«D’accordo, ma stai attento ok?» e strinse di più il suo braccio sinistro cercando di trasmettergli un po’ di tranquillità «Ahi!»

«Che c’è?» gli alzò la manica della maglietta: era stato tatuato con il marchio nero.

«Draco!!»

«Non l’ho scelto io sono stato costretto» e si abbassò la manica «Non devi tornare più a casa tua! Torna con me!»

«Sara non posso, ucciderebbe mia madre»

«Ma…» non riuscì a finire la frase, perché Draco l’aveva baciata «Stai tranquilla per me, io sto bene tu, piuttosto, stai attenta»

«D’accordo, mi sei mancato tanto»

«Non sai quanto mi sei mancata tu… ma ora devo andare e devi andare anche tu» non voleva lasciarlo andare via, ma doveva farlo… «Ok, ci vediamo a scuola» si diedero un ultimo bacio e se ne andarono in direzioni diverse, Sara arrivò davanti il negozio di Fred & George mentre usciva Hermione «Sara sei tornata! Gli altri stanno uscendo…»

«Si sono accorti di niente?»

«No di niente, Harry ha fatto qualche domanda, ma sono riuscita a convincerlo che eri nel retro»

«Grazie Hermione… com’è il negoz…?»

«Wow, Fred & George sono due geni!! Non è vero ragazze?»

«Si! Devo ammetterlo hanno talento!» disse Hermione «E a te Sara? Ti è piaciuto il negozio?» 

«Emm…» e ora? «Non trovo le parole… è fantastico!!» disse cercando di sembrare entusiasta quanto Hermione «Si, hai proprio ragione» disse Ron con aria solenne

«Ragazzi andiamo, dobbiamo tornare a casa!»

«D’accordo, mamma»

Un’ora dopo erano a casa, la signora Weasley stava cucinando, Harry e Ron apparecchiavano, gli altri parlavano, ma mancavano due ragazze a quel quadretto. Sara e Hermione erano nella stanza dove dormivano con Ginny «…Così gli ho stretto un po’ il braccio e lui si è fatto male, ho alzato la manica e… Hermione è stato tatuato con il marchio nero!»

«Mmm… e grave, credo che Voldemort gli abbia dato qualche compito e se non lo assolve ucciderà sua madre»

«Hermione stava così male, e  io non posso fare niente! Vorrei solo che vada tutto bene»

«Stai tranquilla, ma devi stargli accanto, ok? Ha bisogno di te…»

«Si lo so, non vedo l’ora che cominci la scuola» “toc-toc” «Avanti» disse Hermione «Ragazze è pronto»

«Ok Ron, arriviamo subito, andiamo?»

«Si, andiamo»

Finito di mangiare Sara si precipitò a letto augurando la buona notte a tutti e nascondendosi sotto le coperte: stava proprio male, era preoccupata per Draco e non sapeva cosa fare, strinse il medaglione che ormai non toglieva più e si addormentò mentre una lacrima le scendeva lungo la candida guancia.

Aprì gli occhi, doveva essere molto tardi, si vestì ed entrò in cucina «Buon giorno a tutti»

«Buon giorno Sara! Per la colazione non ti abbiamo svegliato, vuoi mangiare qualcosa ora?»

«No grazie signora Weasley, aspetterò la cena» e si sedette sul divano accanto ad Harry «Sara va tutto bene?»

«Si, stai tranquillo, va tutto ok»

«Allora ragazzi per domani vorrei che cominciaste a prepararvi i bauli da ora» giusto! L’indomani era l’uno settembre! Il ritorno a scuola era più vicino di quanto immaginasse… «D’accordo, io vado a prepararlo adesso» disse Sara

«Si anch’io»

«E anche io» così tutti andarono a preparare il proprio baule e finito di cenare era tutto pronto, «Bene domani ci verranno a prendere due auto per portarci alla stazione, verranno anche Remus, Tonks e Malocchio, buona notte a tutti!»

«Buona notte signori Weasley! Forse è meglio che andiamo a letto anche noi» disse Hermione «Hai ragione, Hermione» così tutti andarono a letto.

La partenza dell’indomani fu abbastanza tranquilla, dato che era tutto pronto, e alle dieci e mezza erano alla stazione di King’s Cross «Bene ragazzi, cominciate a caricare i bauli così poi, scendete a salutarci» disse la signora Weasley, una volta caricati i bauli scesero per salutare tutti «Allora ci vediamo presto, ragazzi» disse Lupin «Certo, a presto» gli rispose Harry, salirono sul treno e si affacciarono al finestrino del corridoio «Ci vediamo presto!!» urlarono mentre il fischio del treno copriva le loro voci. Il treno si mosse e si sedettero nei loro posti, tranne Ron ed Hermione che dovevano andare nella carrozzo dei prefetti. Sara aveva la testa appoggiata sul finestrino, presto sarebbe tornata a casa.

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Capitolo 10
*** 10- CASA DOLCE CASA ***


huhuhu

10- CASA DOLCE CASA

Sara alzò lo sguardo verso il portone della Sala d’Ingresso, c’erano tantissimi ragazzi in divisa che si salutavano e si abbracciavano dopo due mesi di separazione, erano felici di essersi ritrovati… Sara si girò alla sua sinistra, c’era Harry che fissava il castello con gli occhi lucidi, era tanto che non parlavano, ma ormai era rischioso parlare con lui, gli avrebbe mentito e detestava farlo.

«Andiamo?» Hermione la riscosse dai suoi pensieri «Si, andiamo che sto morendo di fame!» disse Ron massaggiandosi la pancia.

Ci fu lo smistamento e prima di incominciare a cenare Silente presentò il nuovo insegnante: «Ragazzi vi vorrei presentare il professor Lumacorno, nuovo insegnante di pozioni» sorrise a tutti, dalla stanza si alzò un mormorio, se Lumacorno era il nuovo insegnante di pozioni chi sarebbe stato l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure?! Sara si volto verso Harry e lui ricambiò il suo sguardo, Piton era seduto al tavolo degli insegnati quindi… «Mentre il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure è il professor Piton!» disse Silente «Cooosa?!» Ron era scandalizzato, ma per sua fortuna Silente e gli altri insegnanti non sentirono il suo commento.

Finirono di cenare discutendo del cambiamento nel corpo insegnanti, adesso sarebbe arrivato il discorso di Silente: «Bene! Spero vi siate abbuffati come ho fatto io! Perché da domani cominciano le lezioni e dovete essere in forma! Adesso vorrei parlarvi di qualcosa di importante. Immagino ormai tutti sappiate del ritorno di Lord Voldemort» (Tremore comune) «e vorrei darvi qualche consiglio, voglio che sappiate che qui non sarete mai soli, gli insegnanti saranno a vostra completa disposizione e, naturalmente, anche io, ma dovete essere prudenti, so che la situazione non è delle migliori e che siete preoccupati per le vostre famiglie, ma voglio che sappiate che la scuola è protetta al massimo, qui non correte rischi! Quindi fate attenzione! E adesso andate a letto, buona notte a tutti!» Silente tenne basso il braccio sinistro “non vuole fare vedere la mano, immagino” disse Sara tra se.

Salirono nella sala comune di Grifondoro: «Piton insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure?! È uno scandalo!!»

«Ron stai calmo!»

«Hermione come faccio a stare calmo?! Piton! Ma ti rendi conto?»

«Certo che mi rendo conto… Ragazzi, ma voi non lo sapevate? Insomma siete andati da Lumacorno con Silente»

«No, quando ci siamo andati non sapevamo fosse insegnante di pozioni, credevamo fosse scontato che era di Difesa Contro le Arti Oscure!» disse Sara sconvolta quanto Ron «Maledizione! Adesso mi rovinerà l’unica materia in cui ho il massimo dei voti!»

«Harry, tu hai il massimo dei voti in quella materia solo perché sei portato se studiassi…»

«Si, si, Hermione hai ragione tu, ma ora che si fa?»

«Che possiamo fare Ron? Niente. Piton ha vinto» disse Harry avvilito

«Forza ragazzi come siete tragici! In fondo non cambia gran che…»

«Si parli tu Sara! Non hai problemi in nessuna materia! Tutti Eccezionale! E poi Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure sono le tue materie preferite!» disse Ron imbronciato, Sara stava per rispondergli, ma Hermione l’anticipò «Ragazzi, Silente ha ragione andiamo a letto…»

«D’accordo, notte ragazzi» Sara e Hermione salirono in dormitorio «D’avvero sei tranquilla Sara?»

«Si sono tranquillissima, Hermione, tu che ne pensi?»

«Non lo so, in Difesa Contro le Arti Oscure non sono mai riuscita ad avere Eccezionale e poi chissà com’è quel Lumacorno…»

«Stai tranquilla credo sia un tipo a posto, per quanto ne ho potuto capire quando ci siamo conosciuti…»

«Speriamo… comunque notte»

«Notte Hermione»

La mattina seguente Sara si svegliò presto, le sue compagne di dormitorio dormivano tutte anche Hermione, si vestì e scese in sala comune: la trovò vuota a parte un paio di ragazzini del primo anno troppo nervosi per continuare a dormire. Scese in Sala Grande per fare colazione.

Al tavolo dei Serpeverde c’era seduto Draco, pallidissimo, con Pansy Parkinson al suo fianco che rideva mentre lo guardava adorante, Draco notò Sara all’ingresso della Sala Grande e si alzò  per andarle in contro, “e ora che ha intenzione di fare?”, pensò Sara un po’ preoccupata, ma lui, in un sussurro, le disse soltanto «Al lago nero» e se ne andò verso il parco. Sara si guardò in torno, nessuno aveva notato quel fugace messaggio così anche lei si diresse verso il parco, arrivata al lago nero intravide Draco dietro un faggio e si diresse verso di lui, «Come stai?» gli chiese «Bene, sto bene tu? Tutto a posto?»

«Si, apposto, Draco quando hai intenzione di dirmi quello che ti sta succedendo? Sono preoccupata! Io ti posso aiutare»

«No non puoi, non può farlo nessuno»

«Come fai a dirlo? Per favore lascia che ti aiuti…» Draco la prese per i fianchi e la spinse verso di se baciandola «Forse, quando sarà il momento te lo dirò»

«Ma non è mai il momento»

«No, arriverà»

«Draco io ho detto ad Hermione che stiamo insieme…»

«Co-cosa?! E cosa ha detto?»

«Stai tranquillo ha detto che va bene così, quando eravamo a Diagon Alley mi ha coperta…»

«E lo hai detto anche a Potter?»

«No Harry non lo sa, non so come potrebbe reagire, non voglio litigare con lui, ma prima o poi dovrò farlo…»

«Meglio poi…»  Sara gli sorrise, «Adesso devo andare prima che arrivino Harry e gli altri» lo baciò «Ciao» e corse via.

Arrivò in Sala Grande prima che arrivassero gli altri e si sedette, Harry Ron ed Hermione arrivarono cinque minuti dopo, «Sara! Oggi ti sei svegliata presto…»

«Si, non avevo tanto sonno così sono venuta qui…»

«Hai gia fatto colazione?»

«No, vi ho aspettato…» sorrise

«Ok! Allora mangiamo!»

«Ron non ti ingozzare come al solito»

«No, no stai tranquilla Hermione»

«Ragazzi»

«Buon giorno professoressa McGranit» salutarono l’insegnante «Allora Potter»

«Si?»

«Non tu Potter! Tua sorella!»

«Ci sono problemi professoressa?»

«No assolutamente! Un’alunna con i tuoi voti che problemi deve avere? Quindi tu hai le materie per diventare Auror giusto?»

«Si, certo»

«Bene allora tieni il tuo orario» colpì un foglio bianco con la bacchetta che a poco a poco divenne l’orario «Grazie»

«Bene, Granger tocca a te, neanche tu hai problemi, ecco» e le porse il suo orario «Potter, Weasley adesso veniamo a voi»

«Sara guarda, oggi abbiamo Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure!»

«Hermione stai tranquilla andrà tutto bene…»

«Lo spero tanto» Sara le sorrise per incoraggiarla «E voi ragazzi?»

«Abbiamo le stesse lezioni vostre… Adesso che Piton non fa più Pozioni, Lumacorno ci accetta con questi voti quindi non abbiamo problemi…»

«Bene!» Sara sorrise anche a loro «Wow! Sara oggi sei di ottimo umore!»

«Ci credo Ron sono tornata a casa…!»

«Si hai ragione» Harry la guardò «Sono contento anch’io»

«Allora ben tornato a casa fratellino!»

«Ben tornata anche a te! E poi è un bene che abbiamo le stesse lezioni! Così ti posso tenere d’occhio!»

«E perché?!»

«Semplice l’anno scorso hai avuto troppi ragazzi per i miei gusti!»

«Harry ma erano soltanto due!»

«Si quelli ufficiali…»  

«E tu come..?» Harry si mise a ridere e indicandola disse «Ti ho beccata!»

«Sei un farabutto!», ma rideva anche lei… Era tutto come sempre, erano proprio tornati a casa…

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Capitolo 11
*** 11- MISTERO ***


huhuhu

11- MISTERO

«Aiuto, aiuto, aiuto!»

«Hermione vuoi stare calma?!» erano davanti l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure ed Hermione era più agitata che mai «Ma Sara come faccio a stare calma?!»

«Sei proprio strana tu…» Harry e Ron ridevano a crepapelle vedendo l’agitazione di Hermione e Sara cercava di trattenersi in tutti i modi per rispetto verso l’amica. La porta dell’aula si aprì per mostrare un Piton con un sorriso davvero soddisfatto «Entrate» disse, Sara si guardò in torno: Harry e Ron erano diventati seri tutti in una volta e gli altri ragazzi avevano smesso di parlare nell’istante in cui si era aperta la porta della classe, Piton riusciva a creare un’atmosfera davvero inquietante.  «Bene, credo possiamo cominciare» Sara, Harry, Ron ed Hermione si sedettero come al solito in fondo all’aula e Ron stava dicendo qualcosa ad Harry, per loro sfortuna Piton se ne accorse «Potter, Weasley dieci punti in meno per Grifondoro» “Ti pareva che Piton non trovasse un’occasione per togliere punti a Grifondoro!”, Piton provava un gran risentimento nei confronti di Harry questo era risaputi, ma nonostante Sara fosse sua sorella non l’aveva mai trattata male, non l’aveva mai punzecchiata, anzi le loro discussioni erano molto limitate e, siccome lei era molto brava in Pozioni non poteva neanche criticare il suo lavoro, ma Sara era convinta che anche se non avesse fatto un lavoro eccellente lui non l’avrebbe criticata come faceva con Harry, “chissà perché…”  se lo chiedeva spesso.

«Per  cominciare vorrei farvi capire cosa sono le Arti Oscure dato che avete avuto un insegnamento alquanto discutibile… Con le Arti Oscure si può stregare la mente, potete irretire i sensi, potete comandare una persona, ucciderla, torturarla…» Piton metteva proprio i brividi…

La lezione andò avanti con Piton che illustrava alcune immagini di ciò che potevano procurare alcune maledizioni e alla fine disse che dalla lezione successiva avrebbero studiato gli incantesimi tacitanti.

«In fondo non è stata tanto male…»

«Hermione hai visto come parla delle Arti Oscure? Le venera!»

«Non credo Ron… piuttosto credo che ne sia affascinato…»

«Sara, ma una volta tanto non ci riesci a parlare male di qualcuno?»

«Mi dispiace Ron, ma proprio no… Comunque adesso abbiamo Incantesimi e dopo Pozioni».

La lezione di Incantesimi passò come al solito e finita quella si diressero verso l’aula di Pozioni, c’erano solo pochi ragazzi davanti la porta tra cui Draco, Harry gli lanciò uno sguardo assassino, ma lui non ebbe il tempo di rispondere perché Lumacorno aveva aperto la porta «Entrate, entrate ragazzi!» sorrise a tutti quanti e quando vide Sara ed Harry scoppiò di gioia «Ragazzi miei! Anche voi qui…! Bene, bene entrate!».

Sara era nervosa questa era la prima lezione che Harry e Draco passavano insieme e sperava tanto che non sarebbe successo niente.

Durante la lezione Lumacorno si presentò, e dopo aver fatto notare alla classe la presenza di Sara e di Harry mostrò loro alcune pozioni dentro dei calderoni, Sara, naturalmente, le conosceva tutte, ma lasciò rispondere Hermione se lo meritava… Suonò la campata, prima che potessero cominciare a preparare anche solo gli ingredienti per le pozioni «Bene ragazzi! Il tempo è volato! Ci vediamo la prossima volta!» Lumacorno fece un sorriso a trenta due denti.

«Simpatico quel lumacone» disse Ron uscendo dall’aula «Ron un po’ di rispetto!» gli rispose Hermione. La giornata passò abbastanza tranquillamente, nell’ora di trasfigurazione la McGranit spiegò loro quanto era importante il sesto anno che precedeva i M.A.G.O, la stessa cosa fece la Professoressa Sprite. «Ragazzi sono distrutto!» disse Ron gettandosi sulla panca per cenare «Ron, era solo il primo giorno!»

«Lo so Sara, ma che ci posso fare? Sono proprio stanco…»

«Per fortuna non abbiamo compiti»

«Si però a te e a Ron una ripassatina non farebbe male…»

«Sara! Sei pazza?! Mi sembri Hermione» Sara si mise a ridere «Hai ragione! Devo tornare sulla retta via!»

«Ei!» disse Hermione scandalizzata.

Finirono di cenare e corsero a letto erano davvero sfiniti, in fondo ancora non erano abituati ad alzarsi così presto… Sara si sistemò sul letto tirando le coperte fino al mento «Notte ragazze»

«Notte Sara!» risposero alcune, altre erano già in coma, sorrise e lentamente scivolò in un sonno profondò.

Si svegliò tutta un tratto senza ricordarsi minimamente ciò che aveva sognato e si avvicinò alla finestra per bere, dovevano essere le sei di mattina il cielo stava diventando chiaro. Guardo verso il parco e vide qualcosa che si muoveva, era un’animale, anzi, non era un semplice animale: era un cervo. Sara rimase bloccata per un attimo, poi decise. Si mise un paio di jeans e una maglietta e corse verso il portone della sala d’Ingresso senza neanche controllare che qualcuno poteva vederla, ma non accadde. Spalancò il portone e corse nel punto dove aveva visto il cervo, il cuore le batteva all’impazzata, lui era ancora lì, si avvicinò e il cervo si tese verso di lei, non poteva essere… era impossibile, ma una piccola speranza le si accese in fondo al cuore… aveva paura che se avesse aperto bocca il cervo fosse scomparso, si avvicinò ancora un po’ e gli accarezzò il muso «Ramoso…» sussurrò mentre stringeva il ciondolo che portava al collo il cervo alzò la testa e le fece segno di seguire, Sara guardò verso il castello ormai era quasi giorno, i ragazzi si sarebbero alzati presto… «Non posso… non adesso, mi dispiace…» gli disse, il cervo si girò e corse verso la foresta scomparendo, Sara stette qualche minuto ad osservare quella creatura correre via, poi si rese conto che doveva sbrigarsi. Arrivò in dormitorio con il fiatone e guardò la sveglia: erano le sette «Bene sono arrivata in tempo»

«Buon giorno, Sara!»

«Buon giorno, Hermione…»

«Già vestita?»

«Io…» non poteva dirglielo le avrebbe fatto una predica di un’ora «Si, mi sono svegliata presto…»

«Se mi aspetti andiamo a fare colazione insieme»

«Certo! Tranquilla io sono in Sala Comune» uscì dalla stanza, non riusciva a non pensare a quel cervo… Cosa voleva? Le aveva fatto segno di seguirlo… Arrivò in Sala Comune e ci trovo Harry e Ron «Già in piedi voi due?! Devo preoccuparmi?!» li prese in giro Sara «Non c’è niente da ridere se non ci muoviamo Piton ci mette di sicuro in punizione… Ed Hermione?»

«Sta arrivando, si stava vestendo»

«Harry? ci sei?»

«Scusa Sara, e che ancora non sono cosciente…» e sbadigliò molto vistosamente… «Si nota!» disse Sara ridendo «Ragazzi io sono pronta possiamo andare» Hermione era appena spuntata dal dormitorio femminile «Ok, allora andiamo».

Per tutto il giorno Sara fu distratta, non prese appunti e a stento seguiva le lezioni, non riusciva a dimenticare quel cervo, e non riusciva a togliersi di mente il fatto che poteva essere… «Sara! Ma che hai? Sei assente»

«Scusa Harry, non ci crederai, ma neanche io non ho ancora preso il ritmo…» gli sorrise «Ok, ma se c’è qualcosa che non va…»

«Lo so tranquillo…» non voleva dirglielo finché non avrebbe risolto quel mistero e lo avrebbe fatto quella notte stessa.

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Capitolo 12
*** 12-IL GUARDIANO DELLA FORESTA ***


huhuhu

12- IL GUARDIANO DELLA FORESTA

Aveva appena finito di cenare e stavano salendo in Sala Comune quando Sara si accorse che Draco le stava facendo un impercettibile segno di seguirlo «Ragazzi, mi sono dimenticata un libro sul tavolo vado a prenderlo» si scambiò una sguardo con Hermione che capì «Ok vai, noi ti aspettiamo di sopra»

«D’accordo» si allontanò e mantenendo una certa distanza seguì Draco verso un corridoio deserto, era incredibilmente pallido, doveva stare proprio male «Draco, come stai?»

«Tranquilla sto bene» le sorrise, ma non la convinse «Ancora non vuoi dirmi che succede?»

«Non credo di essere pronto, ma te lo dirò, te lo prometto»

«D’accordo, ma non posso vederti così…»

«Tranquilla…» le sussurrò prima di baciarla, stettero un po’ di tempo abbracciati a baciarsi e a parlare dei loro primi giorni di scuola, ma dopo un po’ dovettero separarsi «Buona notte» gli disse Sara baciandolo «’Notte».

Sara corse in Sala Comune cercando di fare il prima possibile «Sara! Ma quanto ci hai messo?!» le disse Harry «E che ho incontrato alcuni amici e mi sono fermata a parlare»

«E il libro?»

«Il libro? Ah! L’ho prestato a… a… a Seamus!»

«Comunque credo che dovremmo andare a letto» si intromise Hermione «Si hai ragione» disse Ron con uno sbadiglio «Allora ‘notte ragazzi» ed Hermione trascinò Sara su per le scale che gridò un «Buona notte!» prima di scomparire dietro la porta.

«Allora?! Come è andata»

«Benissimo, ci sto benissimo con lui… solo che sono un po’ preoccupata è sempre così pallido… spero che non sia grave»

«Ma non te lo ha detto che ha?»

«No, ma dice che quando sarà pronto lo farà…»

«D’accordo, è meglio andare a letto d’avvero, notte…»

«Notte Hermione…» Ma Sara non si lasciò trascinare nel mondo dei sogni, aspettò che tutte dormissero profondamente, si alzò, si vestì e si avvicinò alla finestra… il cervo era lì: bellissimo, maestoso, la stava guardando. Scese le scale per andare in Sala Comune e si avviò verso l’ingresso, spalancò la porta e uscì nella tiepida notte settembrina.

Si mise a correre per raggiungere quanto prima il cervo fino a quando non arrivò di fronte a lui, si guardarono negli occhi e lui fece segno di seguirla, questa volta lo fece, appoggiò una mano sul suo collo e si lasciò guidare da lui. La stava conducendo verso la foresta, camminarono per qualche minuto senza fare rumore… Fino a quando arrivarono di fronte a un lago e lì il cervo si fermò «E adesso?» gli chiese Sara, il cervo indicò il lago con la testa, nell’acqua c’era qualcosa: era un’immagine, come in un film. Sara si avvicinò e si abbassò per vedere meglio, si vedeva un pezzo di foresta dove correvano un cane e un cervo, ma d’un tratto un altro cervo spuntò da dietro un albero, i due animali si fermarono fissandolo. Il cane si trasformò in un ragazzo, con dei capelli corvini che gli ricadevano sulle spalle e degli occhi neri luccicanti  «Ramoso andiamo!» disse il ragazzo al cervo, ma lui fissava l’altro cervo… dopo un po’ Ramoso si riprese e anche lui si trasformò in un ragazzo con dei capelli arruffati e un paio di occhiali rotondi «Chi sei?» chiese il ragazzo al cervo «Sono Alden, uno dei guardiani di questa foresta»

«Ei! Non darti tante arie!» disse Felpato «Non lo sto facendo, è ciò che sono» gli rispose il cervo con aria solenne «Ops… allora l’ho fatta grossa»

«Felpato finiscila! Che vuoi?»

«Tu sei un umano»

«Certo che sono un umano! Cosa dovrei essere?!»

«Ma sei anche un cervo, un cervo incredibilmente potente»

«Bè… sono un cervo, ma incredibilmente potente insomma non esageriamo…» disse il ragazzo imbarazzato «Ah Ah Ah! Hai sentito Ramoso?!»

«E tu sei un umano» lo interruppe il cervo «Ma sei anche un cane»

«E alloro?!» gli chiese Sirius con aria di sfida «Niente…» disse il cervo, l’immagine incominciava a sfuocarsi e a poco, a poco il fondo del lago si face più nitido…

Sara stava piangendo, erano suo padre e Sirius, erano loro… Alzò lo sguardo verso il cervo, somigliava incredibilmente a quello di quel ricordo «Chi sei?» gli chiese «Sono ciò che hai appena sentito…»

«Sei uno dei guardiani della foresta?! Ma perché mi fai vedere tutto questo?»

«Tu sei la figlia di Ramoso»

«Si sono io»

«Vuoi sapere cosa accadde dopo?»

«Si, lo voglio sapere…»

«Bene allora siediti» Sara si sedette al bordo del lago con le gambe vicino al petto trattenute dalle braccia,  «Da dove vuoi che cominci?»

«Che successe dopo quel giorno?»

«Io e tuo padre diventammo grandi amici, anche quando non c’era la luna piena veniva a trovarmi e a volte portava il suo amico, Felpato. Erano incredibilmente uniti, l’uno non poteva esistere senza l’altro. Poi tuo padre uscì da scuola, il suo addestramento accademico era finito, ma continuò a venire, mi disse che la moglie era incinta e quando scoprì che i bambini era due corse a dirmelo, era incredibilmente felice, ma mi disse anche che avrebbe dovuto nascondersi, per un po’ non sarebbe più venuto, “Tornerò presto promesso…!” mi disse, ma non venne più… »

«Lui è morto»

«Lo so, l’ho saputo ancora prima di tutti gli altri»

«Mi ha lasciata per sempre…» disse Sara più a se che al cervo «Lui non ti ha lasciata affatto»

«Che vuoi dire?»

«Che i tuoi genitori vivono in te, guarda» disse indicando con la testa il lago, Sara si avvicinò, nell’acqua era riflesse l’immagine di due persone: un uomo, molto simile al ragazzo, solo un po’ più cresciuto e una donna accanto a lui che sorrideva… «Mamma, papà…» disse Sara sfiorando l’acqua, ma non appena la sua mano toccò la superficie del lago l’immagine sparì «No…» sussurrò «Non ti hanno lasciata, loro sono in te»

«Ma non li sento vicino, non sento il calore del loro abbraccio, non lo sento…»

«Non lo senti? Sei Sicura? Quando ti senti sola e stringi quel ciondolo che hai al collo non senti un calore che ti avvolge?»

«Si lo sento…»

«E quello il loro abbraccio»

«Perché sono morti?»

«Tu credi nel destino» non era una domanda «Come fai a saperlo?»

«So molte più cose di quanto tu possa immaginare…»

«Ma che c’entra il destino?»

«Loro sono morti per proteggere tuo fratello, ma anche te, se loro non fossero morti per voi il Signore Oscuro avrebbe ucciso tuo fratello e poi avrebbe trovato anche te…»

«Vuoi dire che è colpo nostra?»

«Affatto, loro vi volevano bene, avrebbero potuto decidere di non sacrificarsi, ma l’hanno fatto: questo era il loro destino»

«Ma non è giusto!»

«Niente è giusto e niente è sbagliato» Sara si alzò e guardò il cervo negli occhi «Io non ti capisco»

«Non è facile farlo, ma imparerai»

«Perché fai questo?»

«Perché voglio aiutarti»

«Ma perché?»

«Perché è il mio destino»

«Potresti anche non farlo»

«Che io voglia o no le nostre strade si incrocerebbero lo stesso»

«Quando ti rivedrò?»

«Presto, molto presto, adesso andiamo ti riporterò al castello» Sara mise una maso sul suo collo e si lasciò guidare, dopo pochi minuti arrivarono al limite della foresta «Arrivederci, Sara»

«Arrivederci» Gli rispose e si incamminò verso il castello. Fece la strada per andare nel dormitorio senza rendersene conto, arrivò nel letto e si ci gettò sopra, erano le quattro, ma no riuscì a pensare ad altro che si addormentò profondamente.  

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Capitolo 13
*** 13- BECCATA! ***


huhuhu

13- BECCATA!

«Sara! Svegliati è tardissimo!» Sara si sentiva scuotere da qualcuno «Si,si» e si girò dall’altro lato continuando a dormire «Sara ti devi alzare!» Sara si svegliò, «Ma che ora e?»

«Sono le otto meno un quarto, forza alzati» le disse Hermione contenta di essere riuscita a svegliarla. Sara si alzò e… e? cose era successo? Ah! Si, ricordava il cervo… com’è che si chiamava? ...Aden? No, Alen? No, no! Alden, si chiamava Alden! “Loro vivono dentro di te”… Sara strinse il ciondolo, si, sentiva quel calore, loro erano lì, accanto a lei… sorrise e si vestì «Scendiamo?» chiese ad Hermione «Si, andiamo che è tardi».

Scesero in Sala Grande e fecero colazione, poi andarono nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure  «Ciao ragazzi…» Salutarono Harry e Ron che aspettavano davanti l’aula di Piton «Salve ragazze! Come mai così tardi?» chiese Harry «Qualcuno ha fatto fatica a svegliarsi» disse Hermione sottolineando il qualcuno «Come mai?» chiese Harry a Sara «Stanotte o fatto fatica a dormire»

«Perché?»

«Perché ho fatto uno strano in…» Piton aprì la porta «Entrate» la lezione passò come al solito, ma Sara notò che Harry la fissava stranamente… “Devo dirglielo… e giusto che anche lui lo sappia…” La campanella suonò e i ragazzi uscirono «Harry ti devo parlare»

«Sapevo che c’è qualcosa che non va… Lo sentivo… e poi stanotte…»

«Stanotte cosa?»

«Stanotte ho fatto un sogno strano… c’eri tu e c’era anche un cervo, ma non era papà… era più grosso»

«Harry ieri notte mi sono svegliata e mi sono avvicinata alla finestra per bere e ho visto qualcosa: era un cervo. Sono scesa nel parco e… »

«Cooosa?! Sei uscita nel parco? Di notte? Da sola?»

«Tu non sei proprio la persona che può rimproverarmi e poi questo non è il momento…» Harry la guardò male, si stavano dirigendo verso le serre «Comunque il cervo mi ha fatto segno di seguirlo, ma erano le sei e qualcosa quindi non l’ho seguito, ma stanotte ho guardato di nuovo fuori e lui era di nuovo lì, sono riandata fuori e questa volta l’ho seguito… mi ha portata vicino un laghetto e…» Sara gli raccontò tutto per filo e per segno, quando finì Harry sembrava un po’ confuso… «Credi che dicesse la verità?» le chiese «Si, ne sono certa… aveva un non so che di solenne…»

«Non lo so, come hai detto che si chiamava?»

«Alden»

«Alden, la prossima volta che ci vai fammi sapere… ok?»

«Facciamo così: la prossima volta che ci vado gli chiedo se ci puoi venire anche tu…»

«D’accordo…»

La giornata passò tra una lezione e l’altra normalmente e quando finirono l’ultima lezione, pozioni, salirono in Sala Comune per fare i compiti, «Allora, vediamo che cosa abbiamo» disse Ron aprendo la sua cartella «Tema di: Pozioni, Difese Contro le Arti Oscure e Erbologia» mise tutto l’occorrente sul banco e si sedette fissando Hermione e Sara «Ragazze a lavoro!» disse «Te lo sogni Ron, devi farlo da solo» disse Hermione «Ma Hermione! Non ce la faccio! Ti prego!»

«No, devi farlo da solo, e anche Harry»

«Io? No, no, la mia sorellina lo farà anche per me»

«La tua sorellina ha già fatto tutto i compiti e non ha intenzione di farli copiare a nessuno»

«Cooosa?!» esclamarono Ron ed Harry nello stesso tempo «Mi dispiace ragazzi, se fossi in voi comincerei subito…» e si alzò «Siete senza cuore!» protestarono i due ragazzi «Hermione io scendo da Hagrid vieni anche tu?» disse Sara ignorandoli «No, no, io devo dare una ricontrollata hai miei e poi vado a letto»

«D’accordo allora ci vediamo dopo…»

Erano ancora le sette quindi andare da Hagrid non avrebbe causato problemi a nessuno, così Sara lo andò a trovare, era tanto che non parlavano. Arrivata al primo piano lo trovò deserto, a parte Ginny con un ragazzo, «Ginny, guarda che se ti becca Ron non la finisce più di urlare…»

«Ciao, Sara! Che fai?»

«Niente… sto andando a trovare Hagrid è una vita che non ci vediamo, ti va di venire?»

«Veramente sono un po’ impegnata…» Sara sorrise «Capisco, ci vediamo dopo allora…»

«Ciao!»

Sara scese le scale e arrivò in Sala d’Ingresso, c’era ancora qualche ragazzo, tra cui Pansy incollata a Draco che aveva un’aria un po’ disperata data la situazione, Draco alzò lo sguardo e guardò Sara con aria di scusa, Sara da parte sua,  conosceva Draco e non era preoccupata affatto, gli fece un sorriso divertito, che lui ricambiò più tranquillo, e continuò per la sua strada ridendo… Arrivata alla capanna bussò all’enorme porta «Hagrid apri! Sono Sara!»

«Ciao Sara!» disse il mezzogigante aprendo la porta, la fece entrare e si mise a trafficare con il focolare «Allora Sara, come va? Come è andata la prima settimana di scuola?»

«Bene grazie, e tu come te la passi? Come sta Groop?»

«Groop sta benissimo, sta diventando un ragazzo così bravo» disse Hagrid con gli occhi lucidi di orgoglio «Impara in fretta sai? E proprio un bravo ragazzo»

«Lo immagino» disse Sara sorridendo, in effetti Groop non si poteva proprio definire un “bravo ragazzo”. Passarono la serata parlando, scherzando e bevendo te fino a quando Hagrid saltò in aria chiedendo «Ma che ora è?!»

«Sono le…» Sara guardò il suo orologio «Ops… sono le nove e mezza…»

«Il coprifuoco era alle nove! Cavolo vieni ti accompagno a suola!»

«Hagrid tranquillo, vado da sola, ti prometto che non mi faccio vedere»

«Sei sicura?»

«Sicurissima… tranquillo…» gli sorrise per tranquillizzarlo «D’accordo, però stai attenta»

«Attentissima tranquillo» uscì e cominciò a camminare, ma qualcosa nella foresta attirò la sua attenzione, si avvicinò e si addentrò un poco tra gli alberi «Alden sei tu?» nessuna risposta, fece qualche altro passo e sentì un dolore terribile alla gamba sinistra «Aih! Ma che cavolo…» abbassò lo sguardo, la gamba era intrappolata in delle radici  «Maledetta pianta! Lasciami non sono da mangiare!» cercò di divincolarsi, ma più si muoveva più la pianta stringeva la presa, si fermò cercando di ragionare quando sentì delle voci: erano due uomini che parlavano animatamente «Porca miseria!» sussurrò Sara, si sedette e cercò di tirare fuori la gamba, la pianta lottava per tenerla ferma, ma alla fine vinse Sara che riuscì a tirare fuori la gamba. «Valutiamo i danni» Alzò i Jeans, nella gamba c’era una ferita, non era troppo profonda, ma faceva male «D’accordo ragioniamo» si tolse la sciarpa che aveva in torno al collo e la strinse a torno alla ferita «Aih! Maledizione a me e quando mi viene in mente di venire qui!» Si fermò, qualcuno stava battendo le mani, «Complimenti signorina Potter ha capito!» “Piton! Che cavolo ci fa qui? O Dio sono rovinata!”  Alzò lo sguardo, ma davanti a lei non c’era solo Piton, c’era anche Silente, che la guardava con uno sguardo incuriosito, Sara si alzò e provo a poggiare la gamba, bene poteva poggiarla anche se le faceva un mal atroce «Ci spieghi» disse Piton «Io, io… Io sono andata da Hagrid a trovarlo e non ci siamo accorti del tempo che passava, così quando sono uscita dalla capanna, per fare prima ho preso di qui, ma quella stupida, mi scusi, volevo dire quella pianta, mi ha intrappolato la gamba!» Sara sperava che la bugia funzionasse, guardò Silente con uno sguardo di supplica «Mi dispiace» gli sussurrò «Bene» disse Piton «Direi che dieci punti in meno a Grifondoro vadano bene e anche una bella puniz…»

«Severus» lo interruppe Silente «Non credo una punizione sia necessaria, Sara ha capito l’errore»

«Grazie» gli disse Sara «Sara vieni ti accompagno in infermeria, Severus tu puoi andare»

«D’accordo Silente» disse Piton e se ne andò un po’ arrabbiato «Mi dispiace professore, non volevo procurarle problemi»

«Stai tranquilla l’importante e che stai bene , andiamo» cominciarono a camminare «Professore?»

«Si?»

«Come mai lei era fuori con Piton a questa ora?»

«Il Professor Piton, Sara, comunque dovevamo parlare di alcuni cose»

«Capisco»

«Tu, invece, come mai eri nella foresta?» “Cavolo! Non gli si può nascondere proprio niente” «Stavo tornado da casa di Hagrid quando mi è sembrato di vedere qualcosa, così sono andata a controllare… e mi sono incastrata nella pianta»

«Cosa credevi che fosse?»

«Non lo so… non sono riuscita a vedere»

«Ecco siamo arrivati» Silente bussò alla porta dell’infermeria «Chi e? Silente?» la testa di Madama Chips comparve dalla porta «Cosa è successo?» Silente indicò la gamba di Sara «Sara si è ferita alla gamba»

«Entra» disse Madama Chips, Sara entrò, l’infermeria era deserta «Vado a prendere quello che mi serve, tu mettiti qui» e le indicò un letto «Bene Sara» le disse Silente «Io vado»

«Professore! Mi scusi, per favore può evitare di dirlo ad Hagrid, lui voleva accompagnarmi e io gli ho detto che non c’era bisogno…»

«D’accordo per questa volto non glielo dirò…» Silente le sorrise «Grazie ancora professore»

«Mettiti giù ti devo fasciare!» madama Chips era tornata, «Ma come diavole ti sei fatta questa ferita?»

«Un incidente con una pianta… Crede che entro domani guarirò?»

«Certo che guarirai, domani mattina sarai come nuova»

«Bene, grazie» Sara si distese mentre Madama Chips la cura, quando ebbe finito si andò a coricare, Sara si mise sotto le coperte e si addormentò nell’infermeria deserta.

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Capitolo 14
*** 14- ANCORA PROFEZIE ***


huhuhu

14- ANCORA PROFEZIE

Era passata qualche settimana da quando Sara si era ferita nella pianta e la vita procedeva tra una fuga con Draco e i compiti che lasciavano i professori, Sara era contenta, con Draco andava tutto a gonfie vele e si sentiva abbastanza tranquilla per tutto il resto. Erano a cena e Ron ed Harry stavano parlano di Quidditch, Sara si aggiunse volentieri alla conversazione «…sarà un anno fantastico, distruggeremo i Serpeverde!» disse Ron entusiasta «Ron sei bravo a giocare, ma devi controllare i nervi…» gli rispose Harry mentre addentava un pezzo di carne  «Lo so, lo so, tranquillo quello si può controllare»

«Ron prova a pensare che tutti gli spettatori sono in mutande! Dicono che funziona!»

«Grazie Sara! Ci proverò!» disse Ron raggiante. Finirono di mangiare e salirono in Sala Comune per chiacchierare un po’ «Hermione per caso protesti farmi dare una sbirciatina al tuo compito per Piton?»

«Te lo sogni Ron! Sempre con questa storia, devi farlo da solo!»

«Ok, ok! Quanto sei… volevo solo avere uno spunto»

«Si, si come no! Comunque, sono le dieci io andrei a letto»

«Alle dieci?!» esclamò Sara stupita «Stamattina mi sono alzata presto, ho bisogno di sonno»

«Ok, allora buona notte»

«Notte ragazzi»

«Allora ragazzi, solo per questa volta mi offro volontaria per darvi una mano, mi fate troppa pena!»

«Grazie Sara!»

«Sorellina non sai quanto ti voglio bene!»

«Ruffiani! Comunque mettiamoci a lavoro…» stettero un’ora a lavorare sui temi e quando finirono si ritirarono nei dormitori, Hermione dormiva beatamente e Sara si cambiò e si mise a letto, si addormentò subito…

Era nella stanza con l’arco, la stanza dove era morto Sirius, «Ma che diavolo ci faccio io qui?!» si chiese Sara, dietro l’arco c’era qualcuno «Chi c’è?» chiese «Ciao Sara!» Sara sussultò: era Sirius! «Sirius? Ma… tu… che c-cosa… e un sogno?»

«Anche io sono contento di vederti! Certo che e un sogno! Come te la passi?» Sara era leggermente stordita «Ma tu perché sei qui?» Sirius sorrise «Volevo farti un visita, ma se vuoi me ne vado…»

«Scherzi?! No, no resta!!»

«Allora come te la passi?»

«Bene, al solito… tra la scuola e Dra…» Sara si bloccò e Sirius scoppiò a ridere «Tranquilla! So di te e del tuo “nuovo amico”» fece i segni delle virgolette con le dita, Sara sospirò «Non sei arrabbiato?»

«No! Quel ragazzo in fondo non sembra così male!»

«Adesso dimmi come stai tu! Insomma come stai da… Morto…?»

«O benissimo! Si sta da Dio!» rise Sirius «Sirius io… io volevo dirti che mi dispiace tantissimo per quello che ti è successo, se avessi allungato la mano ti avrei preso ti avr… »

«Non dirlo nemmeno!» la interruppe Sirius «Se mi avessi afferrato la mano ti avrei trascinato con me! Devi stare tranquilla io sto benissimo! Ho saputo che hai conosciuto quel vecchio cervo spelacchiato!»

«Sirius! Un po’ di rispetto! Comunque si ho conosciuto Alden»

«E a quanto vedo l’hai messa al collo» disse Sirius indicandole il petto, Sara abbassò lo sguardo: il ciondolo con la foto dei suoi genitori le pendeva dal collo, lei lo strinse «Si, l’ho messa» rispose, Sirius sorrise dolcemente «Adesso devo andare e devi andare anche tu, ti devi alzare…»

«Già! No!»

«Ci vediamo Sara, ti voglio bene» una lacrima scese dagli occhi smeraldo della ragazza «Ti voglio bene anch’io, Sirius» tutto si annebbiò e la stanza scomparì, Sara si svegliò e guardò l’orologio erano le sette «Cavolo! Mi devo alzare sul serio!» si mise a sedere e ripensò a quello che aveva sognato, era successo d’avvero? Ma dentro di lei conosceva già la risposta… sorrise e incominciò a vestirsi.

«Buon Giorno a tutti!» esclamarono Sara ed Hermione arrivate in Sala Grande «Buon giorno ragazze!» risposero Ron ed Harry «Sara? Siediti qui…» le disse Harry, Sara si sedette e incominciò a riempirsi il piatto «Che c’è?» gli chiese «È arrivato un biglietto di Silente, c’è scritto che stasera ci sarà la nostra prima lezione e vuole che vieni anche tu»

«Io? E perché? Che c’entro io?»

«Non lo so… allora ci vieni?»

«Certo! A che ora?»

«Alle otto» Cavolo! Alle otto quella sera si doveva vedere con Draco! «Allora alle otto meno cinque ci vediamo davanti il gargoil, ok?»

«Perché non in Sala Comune?»

«Credo che andrò in biblioteca… quindi meglio vederci la, puntuale!!»

«Puntuale tranquilla!»

«Adesso andiamo a lezione»

La giornata passò molto velocemente, troppo velocemente e Sara non aveva ancora detto a Draco che non potevano vedersi quella sera, erano le sette e mezza e si diresse verso la biblioteca sperando di incontrarlo ed ebbe fortuna! Davanti la porta c’era Draco con alcuni suoi amici lei gli fece dei segni impercettibili e si allontanò verso un corridoio deserto seguita da lui «Qualcosa non va?» le chiese dopo averla baciata «Be veramente stasera non possiamo vederci…»

«Perché?»

«Ho delle cose da fare con Harry… tutto ok?» Draco era pallido come al solito «Sto bene, tranquilla» la baciò sulla fronte «Ancora non vuoi dirmi che hai?»

«Te lo dirò non appena avremo più tempo, promesso»

«Ok, ci vediamo domani» lo baciò «A domani» le rispose lui e Sara si allontanò verso l’ufficio di Silente. Guardò l’orologio che aveva al polso: erano le otto meno dieci, «In orario perfetto!» dopo qualche secondo arrivò Harry «Saliamo?» le chiese «Si andiamo…»

«Nervosa?»

«Un po’…» Salirono le scale e entrarono nell’ufficio del preside lui li aspettava seduto dietro la scrivania con il pensatoio alla sua sinistra «Buonasera professore» salutarono «Ciao ragazzi, sedetevi» eseguirono «Allora vorrei parlarvi di una cosa, una cosa che l’anno scorso non vi ho detto sperando che non fosse necessario ,ma adesso dovete saperlo» i ragazzi lo guardarono incuriositi, il preside chiuse gli occhi, sospirò e ricominciò «Due anni dopo l’omicidio dei vostri genitori e tutto ciò che ne derivò, la professoressa Cooman fece un’altra profezia, una profezia su due gemelli, su voi due» silenzio, “Ancora profezie? Basta ti prego!” pensò Sara «Cosa diceva?» chiese Harry, Silente non rispose, picchiò la bacchetta sul pensatoio e come qualche mese prima una professoressa Cooman in miniatura ne uscì e cominciò a parlare «Il-bambino-che-è-sopravvisuto avrà una vita dura, piena di sfide che dovrà affrontare, ma non sarà da solo, avrà un’altra parte di se che gli starà accanto, in ogni sfida e pericolo… Due corpi e un’anima, due vite e un cuore… Ed essi saranno legati per sempre e insieme avranno un potere così forte da sconfiggere anche la morte… Perché solo insieme potranno vincere  l’Oscuro Signore…» la professoressa Cooman ritornò dentro il pensatoio e nella stanza calò un silenzio teso, Sara alzò lo sguardo verso Silente «Non cambia gran che, l’unica novità è il fatto che dobbiamo ucciderlo insieme»

«È un peso che dovete portare, specialmente tu Sara»

«Non c’è nessun problema, anche se non ci sarebbe stata questa profezia sarei stata sempre accanto ad Harry, non cambia assolutamente niente…»

«Sapevo che avresti detto così» Silente le sorrise e Sara ricambiò «Ma così sarai più in pericolo di prima» disse Harry «Credi che anche se non ci fosse stata questa profezia sarei scappata per salvarmi?! Ma sei fuori?!»

«Ragazzi per oggi credo vada bene così… Harry ti farò sapere quando ci saranno le altre lesioni… d’accordo?»

«Va bene, ma verrà anche Sara?» Silente ed Harry si voltarono verso Sara che scosse la testa «No, io non verrò, non c’entro nulla, queste lezioni sono per te» Alzò lo sguardo per avere la conferma da Silente che abbassò lo sguardo sorridendo, i ragazzi si alzarono e si diresse verso la porta, ma Sara si bloccò si girò e guardò il trespolo di Funny, la fenice spiccò il volo e si posò sulla sua spalla «Ciao, Funny, come va?» la fenice accarezzò con la testa la guancia di Sara, che sorrise «Lo prendo per un “tutto ok”» Funny prese il volo e torno sul suo trespolo ed Harry mise la mano sulla maniglia per aprire la porta «Sara posso vedere il tuo patronus?» le chiese Silente «Certo, Exspecto patronum!» dalla punta della sua bacchetta uscì una fenice argentata che fece un giro della stanza e si fermò davanti Sara «Ok, volevo vedere che forma aveva» Sara sorrise all’uccello argentato e lo fece sparire, «Buona notte professore» e tornarono in dormitorio.

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