Bad Blood: run out of time

di ladymia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Burn ***
Capitolo 2: *** Broken ***
Capitolo 3: *** Run ***
Capitolo 4: *** Cattivo ***
Capitolo 5: *** this is not a game ***
Capitolo 6: *** Goodbye my lover ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Burn ***


                         
BAD BLOOD
RUN OUT OF TIME

(quando tinypic si bloccherà metterò il suo banner)

 



You don't pick up but I keep redialing 
Cause you're asleep got your phone on silent 
Still early here I'm wide awake(…)This place, just ain't the same 
I miss the stormy weather 
I'm not okay 
3000 miles

Le vite di tutti sembrano esserci stabilizzate.
E’ passato un anno dalla morte di Misha Kallen, Dana e Luke continuano ad essere i soliti stronzi con i criminali, continuano a non fallire.
Ashton è sempre nell’arma e continua a lavorare con loro, perché sono diventati migliori amici e perché si conoscono da una vita.
Michael conduce la stessa vita di sempre, lavora al pub, canta, fa cocktails, con Dana le cose vanno bene, più che bene, si amano ed amori come il loro non ce ne sono più ormai, lo aveva pure presentato ai suoi genitori il natale scorso e lui era davvero onorato di questa decisione. Tutto sommato aveva la vita che aveva sempre voluto, aveva pure degli amici veri, Luke ed Ashton, con cui poteva mostrarsi per quello che era veramente, anche se all’inizio con Luke non scorreva buon sangue, adesso, dopo un anno, erano fratelli. Non poteva lamentarsi, ma di certo, aveva ancora quel senso di vuoto, perché la sua scomparsa era difficile da superare.
Michael sapeva con certezza che Calum era ancora vivo, una mocciosa come Misha Kallen, pazza o meno, non avrebbe mai potuto farlo fuori, ma allora dov’era Calum Hood? Perché non tornava da Michael? In che guaio si era cacciato?
Quel posto non era lo stesso senza lui, Michael non era lo stesso senza il suo migliore amico, non era pronto ancora a vivere senza di lui, aveva bisogno di lui.
La sua mancanza si faceva sentire sempre di più, quel vuoto si faceva sempre più grande e lui non sapeva da dove iniziare per chiuderlo, era sprovvisto, non aveva calcolato che lui potesse andare via o addirittura potesse essere morto. Lui era sempre stato il suo unico vero amico sin da quando aveva scoperto di essere un informe, era continuamente spaventato da se stesso, ma Calum, lui gli aveva fatto amare se stesso, diceva sempre: nessuno è perfetto da solo, tu hai me ed io te.
Non lo riusciva a capire, cosa gli era successo? Michael deglutì e scacciò tutti i pensieri cattivi, anche Calum era un informe, sapeva difendersi, e poi, era il suo migliore amico, Michael era convinto che le persone tornassero sempre a casa, dove si sentissero al sicuro.
Ti sbagli Michael, Sydney non è così sicura come sembra.
Dana era comodamente seduta sulla sua poltrona del suo ufficio, osservava il viavai che c’era in stazione e si chiedeva perché lei e Luke fossero ancora seduti in quell’ufficio senza fare niente.
Può essere che non c’era mai nessuno da sbattere in cella?
Luke smanettava il suo cellulare, come sempre, mangiando come un erbivoro la sua gomma da masticare, fece salire a Dana l’omicidio.
Dana era sovrappensiero: ben due mesi di ritardo, quindi, molto probabilmente era incinta. Ma chi lo diceva a Michael adesso? Quando si erano messi assieme Michael le aveva chiaramente detto che non poteva aver figli, non sapeva se a causa dei suoi poteri, ma lui era sterile, come poteva dirgli che era incinta? Non gliel’avrebbe detto, ecco.
Dana sbuffò, nemmeno non dirglielo era soluzione, lei voleva quel bambino, era il frutto del loro amore ed era tutto ciò che gli sarebbe rimasto di Michael quando lui sarebbe andato via, perché sì, sarebbe andato via da lei prima o poi.
«Bad Blood, vi richiamano su una scena del crimine» li richiamò un agente.
Evidentemente anche a Sydney era arrivato il loro nomignolo, che bello, pensò scocciata Dana.
Guardò il fratello, che le sorrise ed insieme, si alzarono.
 I ragazzi si era diretti il prima possibile, sarebbero arrivati prima, se non avessero dovuto prendere l’autostrada. La scena del crimine era a circa 30km da Sydney, non molto visto che apparteneva ancora a Sydney, ma nemmeno vicino, visto che ci voleva quasi un’ora ad arrivare.
Luke notò bene intorno a lui che era una campagna con vari capannoni, tutti della medesima corporatura.
Ashton spuntò all’improvviso con accanto una ragazza più alta di lui, vestita con un body da ballerina e le punte, bionda con gli occhi azzurri. Dana la guardò scettica, era una festa in maschera per caso?
«Lei è Allie, una ballerina»
Ma non mi dire, pensò Dana
Ashton fece segno ad Allie di continuare la versione dei fatti «Sono una ballerina da quado avevo tre anni e da quando avevo quindici anni, ora ne ho venti,  mi vengo ad allenare in uno di questi capannoni» Allie sospirò «Di solito usò quello più a destra- ne indicò uno- ma oggi era stranamente bloccato, così sono andata nell’altro ed ho iniziato a ballare nonostante il cattivo odore, poi però ballando mi sono avvicinata ai bagni dove proveniva maggiormente la puzza ed sono entrata ed io, io, io l’ho trovato»
Ashton le diede un colpetto sulla spalla, rassicurandola, facendo segno ai gemelli di seguirlo.
Quando entrarono nel capannone costatarono che effettivamente la ragazza aveva ragione, c’era parecchio cattivo odore, di pelle bruciata. Avvicinandosi al bagno, Dana, come gli altri due, dovette coprirsi il naso perché il cattivo odore era ancora più forte, entrando videro subito il cadavere o almeno, quello che ne restava.
 Dana si avvicinò al cadavere, dove un agente della scientifica stava selezionando alcune parti.
A prima vista le sembrò un’ustione di quarto grado, chimica, per l’esattezza, dato che l’odore dell’acido solforico, mischiato all’odore della carne bruciata, si sentiva ancora nell’aria.
Dana guardò bene il corpo, completamente carbonizzato, evidentemente chi voleva eliminarlo doveva bruciare qualcosa assieme a lui e rendere alla polizia l’identificazione ardua.
L’agente della scientifica guardò i presenti e disse:
«Chi ha appiccato il fuoco è un professionista, tutti gli organi, la massa muscolare sono stati carbonizzati alla perfezione. A prima vista posso dire che è morto circa ieri sera, non so l’ora precisa, ma di sicuro è stato da poco visto che l’odore è ancora forte e quando siamo arrivati alcune parti del corpo ancora scottavano»
L’agente si sistemò la sua mascherina bianca, come agitato.
«Sarà difficile ragazzi, l’identificazione del cadere, dico. Come sapete, come ogni volta che c’è un cadavere bruciato analizzeremo i denti, ma il processo sarà lungo, dalla mascella però posso dirvi che è un uomo. Buona notizia è che nel retro del capannone, ho trovato segni di lotta e del sangue, sangue che con il luminol abbiamo riscontrato fino al corpo, qualcuno deve averlo ripulito ma non troppo bene»
Dana pensò, molto probabilmente, ci doveva essere stata una colluttazione dove magari la vittima era stata ferita a morte oppure era rimasta incosciente, il corpo doveva essere stato trascinato e poi bruciato. L’assassino nel frattempo deve aver pulito il tutto, uscendo da un’altra uscita, non notando che nel retro erano rimaste tracce vere e proprie di sangue.
«Abbiamo mandato in centrale il sangue, un giorno e mezzo e sapremmo chi appartiene. Ma non possiamo essere sicuri che il sangue sia della vittima, quindi dovremmo comunque aspettare l’autopsia. Oh, poi, abbiamo trovato una collana, Irwin, spero vi possa servire per le indagini»
Dana guardò la bustina e analizzò la collana, ma dove l’aveva già vista?
Pensa, pensa, pensa.
Luke la precedette, sconvolto «Dana ma quella collana non è la stessa di Michael? Quella che ha con il suo migliore amico?»

No, non c’era spazio nella vita dei Bad Blood per la pace e la serenità, doveva capitare sempre tutto a loro.
 


 
 
 
Mi sento emozionata, per Dana, per Michael, per tutti.
Ringrazio già chi è arrivato fino a qui e vi confesso che per questo sequel ho tantissima ansia.
Dana è diversa, come avete intuito, ha (forse) una responsabilità in più.
Per questo Sequel ho deciso di farla più debole, sono cattiva.
Michael apparirà nel prossimo ma vi posso dire che non sarà piacevole ;(
Calum è vivo? Mi sembra più morto che vivo a 'sto punto.
Cosa sta succedendo a Sydney?
Oh c’è un motivo se la storia come sottotitolo ha “Run out of time”
Mia loves y’all.
p.s mette la storia tra le seguite/preferite/etc. Mi fareste contenta <3

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Capitolo 2
*** Broken ***


 
(questa volta bianco)



You and I
We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above can separate the two of us
No nothing can come between you and I
Oh, you and I.
 
 
Dana era sotto shock, da dove avrebbe iniziato a sistemare il tutto?
Come poteva dire a Michael che era incinta e in più il suo migliore amico era morto? Non poteva, non poteva farlo a Michael, lui, la fiamma della speranza di ritrovare Calum, ce l’aveva ancora e pure ben ardente. Michael era positivo in tutto ciò che faceva, ci metteva sempre troppo cuore e Dana si rifiutava di spezzarglielo.
Perché si era innamorata di Michael era troppo difficile da spiegare, le parole non sarebbe state abbastanza per descrivere il sentimento che lui le faceva provare.
Michael era Michael, solo il suo sorriso e la sua risata ti faceva stare meglio.
Il risultato del esame al sangue era tra le sue mani, comunemente ci si mette una settimana per i risultati specifici, ma al RIS sono molto veloci. Dana aveva paura, forse per la prima volta, era spaventata dalla verità, certo, l’agente della scientifica aveva chiaramente detto che il sangue a terra non doveva per forza corrispondere con il cadavere, ma aveva paura lo stesso, anche a causa di quella collana.
«Aprilo Dana, ci sarà la risposta» la incitò Luke.
Lei scosse la testa e porse la busta ad Ashton «Io non ce la faccio ragazzi»
Ashton le sorrise e realizzò quanto potesse essere dura per lei, la sera prima avevano tutti cenato da Dana e Michael ed era stato difficile per lui, figuriamo per Dana, mentire su quello che avevano scoperto la mattina, perché non avevano solo trovato un cadavere, molto probabilmente quel cadavere era del migliore amico di Michael, lo stesso Michael con cui nell’ultimo anno aveva scritto un po’ di canzoni, assieme a Luke, lo stesso Michael che li ospitava sempre a casa anche se loro, una casa, effettivamente, ce l’avevano già.
Nessuno voleva fare del male a Michael, perché non se lo meritava ancora dolore, il dolore cambia le persone, le spegne, le consuma, le trasforma, nessuno di loro tre voleva che Michael cambiasse.
Luke aprì la busta e sbiancò, era successo veramente.
Dana vedendo che il fratello non dava risposta gli strappò il foglio dalle mani.
«Calum Hood» sussurrò Dana.
Non perdere la speranza adesso era difficile, come non puoi perdere la speranza quando al 90% il migliore amico del tuo fidanzato è il cadavere arrostito?
Dana gettò il foglio a terra e scappò dal suo ufficio, ignorando i richiami del fratello e di Ashton.
Luke era furioso.
Odiava quando Dana scappava via da lui, lo faceva sentire così impotente ed inutile.
Luke sapeva dove trovarla e ci sarebbe andato, assieme ad Ashton, subito. Lei se ne stava in spiaggia pensando a come fosse possibile tutto questo, pensava a chi potesse essere l’assassino e che il prossimo a morire sarebbe stato proprio il suo ragazzo, non aveva più certezze oramai. Non si riconosceva più, da quando Michael era entrato nella sua vita, lei aveva perso la sua forza, il suo essere una donna forte. Si stava odiando, perché stava piangendo, perché era come paralizzata dall’idea che qualcuno avrebbe da un momento all’altro potuto far male al suo ragazzo.
Michael era tutto ciò che di bello aveva e sapere che il suo migliore amico era morto lo avrebbe distrutto e l’avrebbe portato via da lei. Piangeva Dana, perché suo padre aveva ragione, l’amore era proprio una debolezza, una distrazione, ma si sbagliava su una cosa, non è necessario amare nella vita,- diceva sempre- Dana, non era d’accordo, aveva bisogno dell’amore per sentirsi vera, completa. Si odiava pure perché se ne stava sulla scogliera quando avrebbe dovuto fare un test di gravidanza, scovare un assassino, parlare con Michael di tante, troppe, cose.
 ***
Luke ed Ashton era in macchina con quest’ultimo alla guida, parlavano del caso.
Dana era coinvolta troppo personalmente in quella storia, non sarebbe arrivata alla conclusione, quindi, toccò a loro due.
«Secondo me non è di Calum il corpo» sentenziò Luke accedendosi una sigaretta.
Ashton mantenne il suo sguardo sulla strada «La penso come te, Luke»
«Pensaci bene, bruciare il corpo per non farlo riconoscere e per bruciare sicuramente qualcosa con lui, e poi, pulisci male il sangue? Sembra quasi» Luke fu interrotto da Ashton «Fatto di proposito»
Luke ed Ashton si guardarono complici, realizzando, però, che avevano bisogno di Dana. Doveva convincerla, convincerla che i problemi esistono per essere risolti, c’è sempre il perché nelle cose.
I due ragazzi l’avevo raggiunta alla scogliere, portandole del caffè. All’inizio era molto seccata perché Dana amava stare sola con il suo dolore, ma poi aveva capito che respingere loro due non sarebbe servito a niente, soprattutto a stare meglio.
Ashton guardava bene la ragazza, aveva pianto, ma non erano solo gli occhi ad essere gonfi, lei era gonfia in generale, il suo seno più sporgente e i suoi fianchi leggermente in evidenzia, sembrava che il corpo si stesse preparando per una gravidanza. Ashton granò gli occhi, gli erano venuti in mente alcuni particolari, lui era un tipo a cui faceva schifo parlare del ciclo mestruale, Dana però lo aveva scoperto ed ogni mese entrava in ufficio urlandogli che sta perdendo molto sangue, sapendo che Ashton odiava sentirselo dire. Negli ultimi due mesi però non aveva sentito più quella frase, che se ne fosse scordata? Impossibile.
Inoltre aveva appena rifiutato del caffe forte perché ho mal di pancia aveva detto.
«Luke, mi prenderesti la giacca in macchina? Non ho le forze per alzarmi»
Luke sbuffò, ma prendendo le chiavi, si dileguò.
«Quando dirai a Luke ed a Mike che aspetti un bambino?»
Dana sgranò gli occhi, presa alla sprovvista «M-ma che dici»
«Dana smettila sappiamo tutti e due che è vero»
 
Dana chiuse gli occhi «Michael non mi crederà mai»
Ashton se l’aspettava come risposta e molto probabilmente la ragazza aveva ragione, conoscendo Michael avrebbe fatto una sfuriata, ma solo all’inizio, le avrebbe creduto poi, perché è era innamorato di lei e perché Luke l’avrebbe preso a pungi.
Già Luke.
«Io penso che tuo fratello non la prenderà bene, è convinto che tu e Michael non abbiate fatto ancora niente, figurati se accetta che sei incinta»
Dana rise amara «Luke mi ucciderà»
«Per cosa, sis?» spuntò Luke, tirando la felpa ad Ashton.
Dana lo guardò, gliel’avrebbe detto, ma non in quel momento, non lì, Luke si sarebbe buttato dalla scogliera per la disperazione.
«Andiamo a casa mia» decretò lei.
Dana entrò in casa, seguita da Luke ed Ashton.
Accese le luci e si catapultò in cucina per dei bicchieri d’acqua e dello zucchero, Luke ne avrebbe avuto bisogno.
I due ragazzi si sedettero nel tavolino, osservando la ragazza attentamente, era nervosa, ma non era l’unica. Luke aveva paura della notizia ed Ashton aveva paura della reazione di Luke alla notizia.
«Luke, so che mi hai sempre protetta anche se sono nata il tuo stesso giorno, sono stata sempre la tua sorellina, ma sono grande»
Luke la interruppe «Se mi stai dicendo che Michael ti ha chiesto di sposarlo, sappi che non è una buona idea perché lui non invecchierà e tu si, poi il matrimonio è un passo import…»
Dana sbatté la mano sul tavolino, facendo sobbalzare entrambi «Sono incinta, Luke»
Luke sbiancò e si alzò di scatto, facendo cadere la sedia a terra «Questo è uno scherzo» urlò.
«No, Luke! Sono incinta! Questa è la fottuta realtà e molto probabilmente Michael non accetterà mai questo bambino, come non accetterà il fatto che abbiamo trovato il cadavere del suo migliore amico e la sera gli abbiamo mentito, tutti!»
Si sentì un rumore dal soggiorno, qualcuno aveva distrutto il tavolino di vetro.
Si catapultarono in soggiorno dove trovarono Michael con lo sguardò basso ed i pugni sanguinanti.
Cosa ci faceva lui, lì?
«Michael, che ci fai qui?» gli domandò Ashton.
Il ragazzo continuò a stare in silenzio, così Ashton gli si avvicinò per scuoterlo, ma tutto ciò che ottenne fu un pugno in pieno viso.
«Per tutto questo tempo mi avete tenuto all’oscuro di tutto, per tutto questo tempo tu, Dana, mi hai detto che mi amavi e mi hai solo illuso» singhiozzò Michael «Sei stata con un altro, ti rendi conto?» urlò.
«Cazzate! Questo figlio è tuo, non ti avrei mai tradito» urlò lei di rimando.
«Per tutto questo tempo sapevi di Calum, dopo tutto ciò che abbiamo passato Dana, dimmi perché, dimmi perché cazzo non sono stato il primo a saperlo»
«Io te l’avrei detto quando ne saremmo stati sicuri, non volevo spegnare la tua speranza prima di esserne certa che non ce n’era» Dana iniziò a piangere, ma Michael provava solo odio guardandola.
L’aveva tradito, in tutti i sensi, portava in grembo un figlio non suo, portava con sé una menzogna, l’aveva privato della verità, l’aveva privato di tutto.
«Hai finito per spegnere me, al mio rientro, ti voglio via di qui»
«Non ti azzardare a lasciare mia sorella! Stronzo!» urlò Luke che era stato zitto fino a quel momento.
Ma era troppo tardi, era già volato via dalla finestra. E Dana era finita accasciata sul pavimento con Ashton, nonostante il naso sanguinante, cercava di aiutarla.







 
 
(Mike cattivo)

Non ci posso credere che Mike è andato via davvero!
Come hai potuto Mike? Pensavo fossi quello giusto per Dana, ed invece no!
Questo è un capitolo di passaggio perchè vi posso dire che nel prossimo Ash, Luke e Dana saranno alla prese con un altro informe e ne vedremo delle belle.
Se la storia vi piace, mettetela tra le seguite o le preferite o recensite, mi piace dialogare.
Io penso che il prossimo capitolo sia una bomba, quindi, spoilerrr.
*
«Magari Calum è morto davvero ma il suo cadavere ce l’ha ancora l’assassino e vuol far credere che quello bruciato in realtà è Calum!» provò Luke.
«O magari è Calum stesso che vuole farci credere che sia morto e nel frattempo ha preso tempo per scappare» disse Dana.

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Capitolo 3
*** Run ***




 
Tu che forse un po’ hai scelto di già
di non amarmi più.
E come quadri appesi leve senza pesi
che non vivono.
Come quando c’era una vita intera
due che si amano.
E salgo ancora in alto perché
è lì che c’eri tu.
Ma ora serve il coraggio per me
di guardare giù.
E non c’è niente che resiste
al mio cuore quando insiste
perché so che tu non passerai mai

 



Vedere una delle persone che più ami, se non l’unica, soffrire, è una esperienza che Luke non augurava a nessuno. Osservare Dana, sola, con gli occhi gonfi e spenti, le labbra screpolate e i capelli arruffati, non poteva accettarlo, non poteva osservarla mentre cadeva pezzo dopo pezzo ed odiava non poter far niente per alleviare il suo dolore.
Amare?
Luke doveva ancora imparare a farlo, doveva capire come si facesse. Michael e Dana gli aveva fatto venire la voglia di aver una persona seria al suo fianco, perché erano così belli loro due, così forti, così innamorati, ma adesso che avevano rotto, a Luke era tornata la paura di amare. Tutto l’amore che aveva dentro poteva solo donarlo a sua sorella, sperando che con il suo amore le sue ferite sarebbero guarite.
Ashton aveva preso tre biglietti, dovevano andare via, dovevano scappare.
Perché scappare, al momento, era la giusta soluzione, dai ricordi non si scappa, questo Ash ne era consapevole ed pure consapevole che Dana avrebbe continuato ad amare Michael fino a morire, ma era pure convinto che dagli stronzi si potesse scappare. Che senso avrebbe avuto, poi, restare a Sydney con il rischio di rivedere quello stronzo di Michael? Tanto lui quel bambino non lo avrebbe voluto mai, restare in quella città, sarebbe stato inutile.
Tornare ad Adelaide però non se ne parlava, nessuno dei tre ci voleva tornare, quella città era peggio del demonio. Ci erano nati e cresciuti, ma erano anche scappati da quel clima così agonizzante e non avevano intenzione di ritornarci. Così ad Ash era venuto in mente di prendere una casa a Perth, era di un suo amico in realtà, per passare un po’ di tempo lontano da tutti e vicino al mare, il mare di Perth era splendido.
Dana guardò l’oblò e le venne voglia di spaccarlo e gettarsi dall’aereo, voleva solo volare da Michael, ma stava andando nella direzione opposta, voleva solo essere amata da lui, ma lui, invece, la detestava.
Passerà, si promise, tutto passa.
Ma cosa le sarebbe passato? Forse il dolore non averlo accanto, forse si sarebbe abituata a vivere senza di lui, ma non avrebbe mai smesso di amarlo, neanche se ci avesse provato, neanche se glielo sarebbe stato imposto con le torture.
Si toccò la pancia e sorrise, sperò di essere una buona mamma, sperò di essere in grado di crescere un figlio da sola, sperò di avere abbastanza amore da fargli sia da madre che da padre.
E sperò anche che assomigliasse al padre, almeno, lo avrebbe rivisto in lei o in lui.
Era passata una settimana ormai da quando avevano Sydney.
***
Dana e Luke erano al mare, lei si era un po’ ripresa ,perché lei doveva essere forte per il suo bambino e mano a mano si stava convincendo che lei non aveva colpa se Michael era andato via, lei non era quella sbagliata, aveva capito che lo stronzo era lui. Lei gli aveva mentito, se ne assumeva la colpa, aveva chiesto scusa, ma il bambino non c’entrava, non doveva pagare per le loro colpe.
Ashton corse verso di loro, era rimasto a casa per fare la donna di casa, pensò che corresse per avvisarli che il pranzo ma aveva il cellulare tra lei mani e sembrava sconvolto.
Dana si preoccupò subito, se fosse Mike? Se gli fosse successo qualcosa? No, non poteva essere.
«Mi hanno chiamato dal RIS, il sangue e il dna del cadavere, non sono compatibili. Ragazzi Calum potrebbe essere ancora vivo»
Per un attimo le venne voglia di urlargli che non le interessava più né di Michael né di Calum né del loro mondo del cazzo, poi però, pensò che era il suo lavoro scoprire la verità.
«Il sangue, comunque, è abbastanza da farlo sembrare comunque morto»
Guariscono in fretta sussurrò Dana.
«Come?» sgranò gli occhi Luke.
«Il sangue è sicuramente di Calum, questo non vuol dire che sia morto. Hanno la capacità di guarire anche se gli fai una ferita profonda» spiegò Dana.
«Secondo la scientifica Calum è stato ferito a morte e qualcuno l’ha trascinato» spiegò Ash.
«Forse doveva esserci lui al posto del cadavere o con il cadavere» improvvisò Luke.
Dana annuì «Molto probabilmente il cadavere era stato ucciso in un modo diverso da non lasciare sangue, mentre Calum no. Deve essere stato colpito a morte fuori, deve essere stata una cosa improvvisata, perché del cadavere non abbiamo un cazzo di niente, segno che era stato tutto progettato, di Calum, abbiamo troppi elementi»
«Il sangue pulito male, il sangue ben visibile nel retro ed una collana. Non trovi sia strano sis? Sembra quasi che fosse fatto apposta»
Ashton ci pensò su «Come a volerci dire far credere che quel cadavere sia Calum»
«Magari Calum è morto davvero ma il suo cadavere ce l’ha ancora l’assassino e vuol far credere che quello bruciato in realtà è Calum!» provò Luke.
«O magari è Calum stesso che vuole farci credere che sia morto e nel frattempo ha preso tempo per scappare» disse Dana.
Ashton e Luke la guardarono; quella ragazza era un fottuto genio.
***

Luke era davvero, davvero, davvero terrorizzato.
Dana lo aveva mandato a prendere un test di gravidanza e lui non sapeva nemmeno com’era fatto.
Come se bastasse era quasi certo che qualcuno lo stesse seguendo, ma ci avrebbe pensato dopo, prima, aveva un test da comprare.
Entrò in farmacia, il suo scopo era prendere il test il più velocemente possibile e tornare alla caffetteria dove si era dato appuntamento con gli altri due.
Cercò tra gli scaffali, non vedendo quello che cercava, decise di chiedere aiuto.
«Mi scusi, dove si trovano quelle cose che ti fanno capire se sei incinta?» chiese diventando rosso.
La dottoressa scoppiò a ridere «Non c’è niente di male a chiamarli test di gravidanza, comunque, seguimi»
Luke la seguì notando che qualcuno con addosso un nostro cappottino ed un capello lo fissavano dall’altro reparto, ma chi si vestiva così in piena estate?
«Ecco a te» la dottoressa gli porse questa scatola, lui la guardò un po’ prima di prenderla.
Sua sorella era incinta.
Incinta.
La sua piccola Dana portava con sé un bambino.
Luke era sicuro che se mai avesse rivisto Michael l’avrebbe picchiato, aveva fatto bene ad odiarlo per un anno intero, Michael se lo meritava tutto quell’odio.
Avrebbe fatto lui da padre a quel bambino anche al costo di essere visto come un pazzo incestuoso, quel bambino avrebbe chiamato lui papà, lui e nessun altro.
Uscì dalla farmacia, aspettando dietro l’angolo che l’incappucciato passasse. Vedendo un ombra, con un agile scatto buttò l’uomo o donna che sia, a terra.
«Cazzo» urlò una voce femminile, il cappello cadde e davanti a Luke si presentò Allie, la bella testimone.
 «Perchè cazzo mi seguivi?»
«Posso spiegare»
***
La situazione in quella caffetteria era tesa, molto tesa.
Dana fissava Luke che, invece, fissava Allie, la ragazza, terrorizzata dallo sguardo di tutti, guardava i suoi piedi. Ashton, che non sapeva mai qual era il suo vero posto in tutta quella situazione, si limitò a mangiare la sua ciambella.
«Perché cazzo è qui?» ringhiò Dana contro suo fratello.
Luke si impaurì, Dana stava ringhiando davvero.
«Posso spiegare» ripeté la ragazza per l’ennesima volta.
«Allora muoviti,cazzo, ho un test di gravidanza da fare» sbottò Dana.
Ashton e Luke era davvero preoccupati, se era isterica già adesso, figuriamoci quando sarebbero iniziate le nausee e le voglie.
«Io credo di sapere già il sesso» sussurrò Allie.
Cosa? Dissero contemporaneamente i tre.
«Sento il suo odore»
Ashton posò il suo caffelatte, leggermente sconvolto.
Dana abbassò lo sguardo e Luke si chiese perché.
«Cosa sta succedendo qui?» chiese il ragazzo, irritato.
«E’ un’informe anche lei, hanno il potere di sentirsi a vicenda. Il mio bambino porta con sé del sangue di informe» spiegò Dana mantenendo lo sguardo verso i piedi del tavolo.
 
Ashton prese parola, visto che Luke sembrava essere entrato in uno stato di trance «Quindi non eri ai capannoni per caso, vero? Avevi fiutato l’odore di Calum o meglio dire, del suo sangue»
Allie annuì «Noi riusciamo a sentire l’odore di un informe solo ad una determinata distanza. Io sono di Brisbane ma ero in viaggio per Sydney, per un saggio di danza, quando ho sentito l’odore di Cal»
«Cal? Lo conoscevi?»
«E’ mio fratello, ma è scomparso qualche mese fa. L’unico motivo che mi ha fatto rimare in quel capannone è stato il desiderio di incontrare Dana»
Dana finalmente alzò gli occhi, sorridendole.
«Mike mi parlava così bene di te, di voi, anche io volevo una famiglia» continuò lei.
«Perché ci hai seguito?» chiese Luke.
«Voglio solo che mi aiutate a trovare Cal» confessò, alzandosi successivamente «Vado a prendermi un caffè»
Dana la osservò e le sorrise, appena fu abbastanza lontana disse.
«Mente» sibilò «Non ci posso mai essere due informe nella stessa famiglia. Gli informi sono condannati a non capire mai la loro vera natura ed a rimare soli dopo i vent’anni»
Luke ed Ashton la guardarono sconvolti «Non so cosa sia esattamente» continuò «Ma non è un’informe, non c’è più tempo, dobbiamo scappare. »
«Adesso»

(Che sei bella)

Ma buonaseraaa :)
Quindi la nostra Allie mente? Mi sembrava una ragazza così innocente.
Dove scappano adesso?
Sicuramente nessun posto è sicuro.
Anyway, nel prossimo capitolo, vedrete Michael, quasi quasi vi lascio un spoiler.


Non ci posso credere Ashton, mi fidavo di te.

 

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Capitolo 4
*** Cattivo ***


 


Ashton sapeva che quello che aveva fatto era sbagliato.
Ma era spaventato e non sapeva cosa fare.
Stavano preparando per partire, Ashton per la seconda volta si ritrovava a scappare.
Ma stavolta era diverso, ‘sta volta erano in pericolo e lui non poteva solamente scappare a Darwin sperando che Allie non li trovasse, non poteva stare fermo a guardare.
Così Ashton lo fece: chiamo Michael da una cabina privata.
«Pronto?»
Ed Ashton l’aveva capito dalla voce che Michael era distrutto, che era spezzato in due, perché gli mancava un pezzo di se stesso. Per quanto avesse voluto, Ashton non sarebbe mai stato capace di amare Dana nemmeno un quarto di quanto l’amava Michael e per quanto gli pesasse ammetterlo, non sarebbe nemmeno stato un buon padre per il bambino.
«Sono Ashton»
Dall’altro capo del telefono ci fu solo silenzio né sospiri né movimenti.
«Non devi parlami per forza, devi solo ascoltarmi, perché se ti chiamo è davvero urgente»
Michael taceva, incerto se chiudere la telefonata oppure continuare la chiamata.
In realtà voleva solo ascoltarlo, perché se Ashton lo chiamava, dopo che gli aveva tirato un pungo in pieno viso e aveva messo il suo orgoglio da parte, doveva essere davvero importante.
«Cercherò di spiegarti tutto nel migliore dei modi, ma io, del tuo mondo, non ho mai capito niente»
Michael si spaventò, perché il suo mondo doveva restare lontano dai suoi amici.
«Calum è ancora vivo, il cadavere che abbiamo trovato non corrisponde al sangue trovato, quindi il tuo amico dovrebbe essere vivo»
Il cuore di Michael si riempì di gioia, sorrise sulla cornetta.
«Adesso il problema non è solo trovare Calum, ma è che non siamo solo io, Dana e Luke a cercarlo»
Michael non capiva, i suoi amici stavano continuando a cercare Calum nonostante tutto? Chi altro cercava Calum?
«Il ritrovamento del cadavere bruciato c’è stato grazie ad una ragazza Allie, diceva di trovarsi in quei capannoni per ballare»
Ashton sospirò «Ce la siamo ritrovata qui a Perth ed ha iniziato a dire cose strane a Dana»
A Michael bastò solo quello per fargli venire la voglia di correre da lei e proteggerla.
 
«Ha iniziato a dire cose come sento “l’odore del tuo bambino o riesco a percepire il sesso”. Dana non sembrava sconvolta perché aveva appena realizzato che»
«Anche questa ragazza era un’informe. Riusciamo a sentire l’odore dei nostri simili» finì Michael realizzando che il figlio era davvero il suo, in realtà, l’aveva sempre saputo dentro di sé, ma la sua rabbia nei confronti di Dana non cambiava, la capiva, questo sì, ma non l’aveva ancora perdonata del tutto.
«Poi però ha iniziato a dire di essere la sorella di Calum e che aveva bisogno di noi per trovarlo»
«Gli informi non hanno un famiglia. Calum non ha nessuno eccetto che me» rispose Michael brusco.
«Chi è allora? Cosa vuole da noi?»
Michael sospirò «Se ha sentito l’odore del figlio di Dana, è un’informe»
Ashton rise «Figlio di Dana? Sei serio Michael? Comunque non credo sia un’informe perché lei si spostata con dei mezzi e quando Luke l’ha colpita è volata a terra senza nessuna resistenza. Lei non è come te, per quanto riguarda l’odore, bastava seguirvi dieci minuti per capire che Dana è innamorata solo di te, evidentemente anche una psicopatica l’ha capito, tranne che te»
Michael tacque davanti all’urlo della verità, perché tutto quello che aveva detto Ashton era verità.
«Dove siete diretti?» aveva chiesto Mike alla fine.
Ashton sorrise: era quello il Michael che conosceva.
 
 
Evidentemente il suo compito in tutto quello che rimettere a proprio posto i pezzi.
Entrò nell’hotel seguito da Dana e Luke, che continuavano a litigare, lui, invece, si era fermato a fissare Michael che era proprio davanti a lui.
Michael però era troppo impegnato a guardare Dana per salutare Ashton.
Aveva un vestito rosso, morbido, le sue decolté nere e quel rossetto rosso lucido che lo faceva impazzire, Dana era sempre perfetta, anche per andare a fare la spesa.
«Smettila di mangiare cioccolato, vuoi che tuo figlio nasca con i brufoli?» la rimproverò Luke.
«Eddai Lukeeey» piagnucolò lei.
Michael sorrise alla scena, poteva anche avere venticinque anni ma restava comunque una bambina.
Luke camminò in avanti, bloccandosi alla vista di Michael, successivamente gli sorrise «Sei venuto per farti picchiare da me?»
Dana avanzò, ma con chi ce l’aveva Luke?
Si bloccò anche lei alla vista del giovane, per un attimo ebbe la voglia di saltargli addosso per la felicità, poi ricordò a se stessa che non poteva ancora permettere che lui le spezzasse il cuore. Lui aveva scelto di andare via, aveva scelto di non crederle, lui l’aveva persa e lei doveva solo tenere a bada i suoi sentimenti, perché fondamentalmente il problema era questo: troppo amore in una volta.
Gli aveva dato troppo amore, senza un se, senza un ma, senza pretendere mai niente, avrebbe dovuto sapere che il troppo amore l’avrebbe portata solo al doppio della sofferenza.
Lui adesso stava difronte a lei, ma lei non riusciva più a guardarlo con gli stessi occhi, l’aveva lasciata quando aveva più bisogno di lui, l’aveva lasciata andare via e lei adesso non sarebbe più tornata da lui.
Indifferenza, ecco cosa avrebbe usato nei suoi confronti.
«Cosa ci fai tu qui?» chiese, fredda, come il marmo.
«Avete bisogno di me, questa cosa è troppo pericolosa per voi»
Dana sorrise.
Non era tornato di sua spontanea volontà, era tornato perché Ashton l’aveva supplicato.
«Beh, fai quello che vuoi» Dana fece spallucce ed li superò.
I tre ragazzi rimasero completamente sconvolti da quella risposta, era stata così non-curante.
Ashton decise di seguirla e sperò che Luke ed Mike non si sbranassero.
Prese velocemente le scale e raggiunse la 305, la camera di Dana.
La trovò seduta sul letto che si asciugava il volto, bagnato dalle lacrime.
«Non ci posso credere Ashton, mi fidavo di te» sussurrò continuando a tenere lo sguardo su le sue mani tremanti
Ashton si sedette accanto a lei, afferrandole le mani.
«Guardami Dana»
Lei lo guardò, incerta.
«Sei forte, Dana. Sei terribilmente bella ed intelligente, sei una badblood, cazzo. Smettila di piangerti addosso, noi abbiamo bisogno di lui, questo non è il nostro mondo, Dana, vorrei poterti proteggere, sempre, così come Luke, ma questa non è la nostra guerra, siamo in svantaggio e in ritardo»
Dana lo strinse a sé, perché aveva bisogno di qualcuno su cui aggrapparsi.
«Pensi che sarò in grado di essere una buona mamma?» sussurrò contro il suo petto
 «Non c’è niente che tu non possa fare, poi hai me e Luke» le baciò i capelli.
«Ash» lo chiamò come una bambina.
«Mmh?»
«Me lo compri il cioccolato?»
Scoppiarono a ridere entrambi e quelle stesse risate furono il colpo di grazia per Michael che stava ascoltando tutto dietro la porta.
«Quando tutto questa sarà finito tu devi andare via, perché tu, Michael, hai solo distrutto mia sorella, l’hai solo resa debole, l’hai solo resa una possibile vittima per il tuo mondo del cazzo, l’hai rovinata. Non la meriti, Ashton sì» gli sussurrò Luke, cattivo.
E Michael, non potette che dargli ragione.
***
I quattro camminavano in silenzio per la città, ognuno con i suoi pensieri e le sue preoccupazioni.
Ma Luke, soprattutto, era disgustato da se stesso. Come aveva potuto essere così cattivo? Si era fatto prendere dall’odio verso Michael, era così accecato da questo che non era riuscito a controllarsi, ecco dove portava l’odio verso le altre persone, solo ad odiare se stessi.
Gli avrebbe chiesto scusa perché lui non era così, lui non era capace di provare odio, né amore, molto probabilmente era destinato al nulla.
I suoi pensieri furono interrotti dall’urletto emozionato di Dana.
«Una pasticceria italiana» urlò entrando.
Ashton rise e si girò verso i due ragazzi, soprattutto fissò Luke che era davvero disperato «Dovevi per forza metterla incinta?» sbuffò Luke scherzando.
Sia Michael sia Ashton rimasero un attimo sconvolti dal tono scherzoso di Luke. Ashton perché era convinto che Luke odiasse Michael e che volesse picchiarlo, Michael a causa di quello che gli aveva detto, cattivo, quella mattina.
Luke stava per entrare quando un ragazzo correndo lo fece volare a terra, di qualche metro, gli aveva colpito la spalla in modo pesante.
Rimasero tutti leggermente basiti dal volo di Luke, era impossibile fare volare Luke solo con una spallata.
Dana uscì di corsa con il fiatone.
«Michael, quello era Calum» sussurrò in preda al panico.
«Sei sicura?» le chiese Ashton.
Dana annuì «Mike, devi trovarlo, ora»
Michael ci provò a rintracciare il suo odore ma era troppo scosso dalla situazione per distinguere gli odori, sentiva solo l’odore dei pasticcini, l’acqua di colonia di Ashton e il suo stesso odore.
Dana lo notò, notò che Michael era preso dall’ansia, dalla paura, notò suoi occhi verdi diventare sempre più lucidi, cristallini, a causa delle lacrime che tra poco sarebbero uscite.
 
«Mike» Dana si avvicinò a lui mettendogli una mano sulla guancia «Tu ce la puoi fare, lo puoi trovare, io conto sempre su di te, sempre» gli confessò guardandolo negli occhi.
E per un attimo tutto si fermò, per un attimo c’erano solo Dana e Michael, un attimo dopo ancora Michael chiuse gli occhi, perché se Dana si fidava di lui, allora anche lui si fidava di se stesso.
Lei era tutto.
Lei la ragione di tutto, l’unica ragione.
Ci riprovò e stavolta il suo olfatto sembrava sentire altri odori che non sembravano più solo gli odori umani, ovvero quelli che riuscivano a sentire tutti, sentiamo un altro odore, uguale al suo, mischiato con il profumo al muschio, tipico di Calum.
«Quindicesima strada» sussurrò, prima di correre via.
«Odio quando fa così» sbottò Ashton prima di iniziare a correre seguito da Luke e Dana.
«Fermi, prendiamo il taxi»
Sì, Dana aveva sempre delle idee geniali.
 
 «Calum!» urlò Michael con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Lui sapeva che Calum era lì, nascosto da qualche parte, quello che non capiva era perché si stesse nascondendo da lui, dal suo migliore amico.
Mai avrebbe pensato che la loro amicizia potesse ridursi così, aveva sempre pensato che il loro legame fosse così forte che nessuno avrebbe potuto romperlo ed ,invece, si era rotto e Michael non sapeva se quel danno potesse più ripararsi.
«Calum!» lo richiamò ancora di più «So che sei qui, cazzo»
 
Michael era schifato dal comportamento dell’amico, era rimasto sconvolto. «Non pensi che io abbia il diritto di sapere se sei in pericolo?! Sei un egoista, Calum»
 
Calum gli si posizionò davanti a Michael con una velocità disumana e con altrettanta forza disumana lo scaraventò a terra, «Io egoista? Davvero Michael?, davvero?» urlò «Hai coinvolto degli umani nel tuo mondo! Lo sai che non possiamo avere dei rapporti con gli umani» continuò, urlando.
Michael lo spintonò a sua volta «Solo perché una stupida leggenda obbliga noi informe a non avere una vita sociale non vuol dire che io la debba rispettare»
Calum gli tirò un pungo «Per colpa della tua negligenza sono dovuto scappare, se a te non importa della tua natura, ricordati che non sei l’unico informe al mondo. Il tuo rapporto con Misha Kallen malsano ha portato Allison da me»
Michael si pulì la bocca, pronto per sferrargli un altro colpo, quando Dana, Luke ed Ashton fecero irruzione nel palazzo.
«Fermi» urlò Dana.
«Sapete cosa fanno due nemici che hanno un nemico in comune? Collaborano! Momentaneamente abbiamo una pazza bionda che ci cerca e dobbiamo trovare il modo per farla fuori » spiegò Luke.
«Allison vi ha trovato?» sbiancò Calum.
Aveva davvero paura di lei.
«Per l’esattezza ha trovato me, Ashton e Luke. Crede che Michael sia ancora Sydney e molto probabilmente lo sta cercando, visto che noi le siamo scappate da sotto il naso»
Calum annuì guardando Dana «Vi siete occupati voi del mio cadavere? O almeno di quello che io volevo far credere fosse mio»
Dana annuì sorridendogli «Hanno capito che il sangue che hai lasciato appositamente non è compatibile al cadavere, quindi bè, ti stanno cercando, o meglio stanno cercando il tuo corpo, credono che hai perso troppo sangue per essere vivo. Allie era lì, è stata la prima trovare il corpo»
 
Calum annuì «Doveva andare proprio così, lei doveva trovare il cadavere e doveva pensare io fossi morto, ma non aveva contato voi»
Stavolta fu Luke a prendere parola «Mi sono accorto che Allie ci seguiva troppo tardi, deve avere ascoltato tutte le nostre conversazioni, con qualche microspia»
Calum scoppiò in una fragorosa risata.
«Allison è una muta forma, può diventare tutto ciò che vuole, anche quella che tu credi una radio, un telefono o una semplice felpa, in realtà, è Allison»
Tutti erano rimasti un po’ perplessi, anche Michael che era un essere anormale e di cose anormali se ne intendeva, era rimasto sconvolto dalla natura della ragazza.
«Cazzo» borbottò Ashton «Cosa diamine vuole Allison da noi?»
«Che mi trovaste» sussurrò Calum «E diamine, se Allison ci trova, siamo fottuti»
Ashton però continuava a non capire «Ma da te, cosa vuole?»
«La mia anima, il mio potere, tutto ciò che le posso permettere di essere più forte per mantenere la sua vera identità»
Ma che stava dicendo? Gli altri quattro si guardavano, non capendo.
«Che diamine stai dicendo Calum?» chiese spazientito.
«Sto dicendo che Allison non riesce a mantenere la sua vera identità, perché i suoi potere non glielo permettono, come noi siamo condannati a restare soli per evitare guai, regola che tu hai puntualmente infranto, lei è condannata a mutare sempre, molto probabilmente la Allison che ho visto io non è uguale a quello che avete visto voi»
Lei è ovunque- aggiunse poi- e chiunque, se non ti uccide, ti rende pazzo.

 




(Ash che salva il culo a tutti)



Madonna ragazze ho troppe cose per cui sclerare.
Prima cosa, il video di SKH.
Seconda cosa, i primi piani di Ashton, non era abituata ad avere la telecamere così su di lui.
Terza cosa, le facce di Michael ed i suoi occhi irresistibili e il modo in cui suona chitarra.
Quarta cosa, Calum e la sua convinzione mi hanno uccisa, lentamente.
Quinta cosa, Luke ed i capelli di Luke, li amo, entrambi.
In poche parole va, è da ieri che guardo sto video che non riesco a smettere, inoltre tutta la mia famiglia sa il testo della canzone per quante volte la canto al giorno.
Ma passiamo alla storia.
Quindi Allie aka Allison, è una pazza psicopatica che può essere tutto e tutti e loro devono cercare un modo per farla fuori, seh! Buona fortuna regà.
Parliamo di Dana e Mike? Cioè io shippo le stesse coppie che compongo io stessa.
I capitoli saranno altri due, massimo due + epilogo, poi credo che la storia finirà, per sempre.
Qualcuno ha mai visto Programma Protezione Principesse? Credo che scriverò una mini-long su questo, ovviamente devo scegliere il protagonista maschile principale, perché veramente la devo impostare così:
Questa principessa deve diventare regina, solamente che un colonnello cerca di prendere questo piccolo paesino sotto il suo controllo. Allora il PPP ha il compito di mettere in salvo prima la principessa e poi il regno, un membro del PPP porterà con sé a casa la ragazza, dove conoscerà il figlio ed i suoi amici. Immaginate una principessa con sti quattro.
Onestamente non so chi scegliere, prenderei Mike, sempre, ma mi piacerebbe scrivere anche degli altri ;)
Oggi sono stata noiosa, va be, ci vediamo ;)

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Capitolo 5
*** this is not a game ***


 


Il giorno seguente, Calum aveva chiarito le menti di tutti con il perché Allison lo cercasse.
Aveva spiegato che Misha per vendicarsi di Michael, aveva contattato Allison ma evidentemente aveva scoperto di Michael dopo, visto che fino a quel punto aveva dato la caccia solo a lui.
Michael si era sentito terribilmente in colpa per il suo amico, era stato lui a fare arrabbiare Misha, l’aveva pure uccisa per proteggere Calum, ma non era servito a niente, adesso capiva, capiva perché Calum non era tornato da lui a chiedere aiuto, perché aveva già causato troppi mali.
Più avanzavano con le ipotesi, più realizzavano che questa storia non aveva soluzioni, non c’era un modo per uccidere Allison, non ci può uccidere ciò che non si conosce.
Michael ci aveva pensato a lungo e quella gli sembrava l’unica opzione plausibile.
«Calum ha detto che manterrebbe la sua vera identità solo se acquistasse abbastanza potere» annunciò Michael catturando l’attenzione di tutti i presenti.
Erano tutti distrutti in quel tavolo, cercavano un modo per risolvere il problema che ha creato lui, lui che questa scelta la vede solo un motivo di riscatto dall’omicidio che ha commesso. E’ solo una giusta punizione.
 
«Quindi prenderà il mio di potere, così potreste ucciderla subito» concluse, serio.
Gli altri scoppiarono a ridere e Calum prese parola «Ti ucciderà, ecco cosa vuol dire assorbire il tuo potere, genio»
Michael tacque ed in quel silenzio tutti capirono l’intenzione del ragazzo.
«Ti credi un eroe Michael? Questo non è un gioco, smettila di giocare» ringhiò Calum.
«Ho attirato io qui Allison, ho ucciso Misha, era solo una ragazza cazzo, sono un mostro» rispose alterandosi «Ho rovinato tutti voi, non lo capite che non c’è altra soluzione? Questa è l’unica via di fuga»
Dana si alzò «Tu non morirai, nessuno morirà, tu non mi abbandonerai»
Michael sapeva che quella conversazione stava per degenerare nel personale, da una parte gli faceva piacere che ci fosse ancora qualcuno che lo volesse vivo, qualcuno che ci tenesse davvero, che lo amasse, perché lui aveva bisogno di amore, Diana era il suo sinonimo di amore.
«Ma se nemmeno vuoi farmi crescere il nostro bambino» sussurrò distaccato.
Calum si allarmò «Bambino? Cazzo Michael!»
Ashton gli mise una mano nella spalla, come a fargli capire che comprendeva la sua situazione.
«Hai sentito bene, Cal. Il tuo amico qui presente oltre and essersi divertito con me per un anno, alla fine mi ha lasciata incinta! Oh e poi è scappato» ringhiò Dana, piena di rancore.
A Luke venne la nausea solo al pensiero di sua sorella e Michael, nello stesso letto, un cazzo di anno, rabbrividì.
«Quindi tu sei incinta?» domandò Calum atono.
«Incintissima» rispose.
«Questo è un altro motivo per cui tu starai fuori da tutta questa storia» decretò Michael.
Dana sapeva che molto probabilmente restare con lui era un suicidio per lei, per Luke, per Ash, per il suo bambino, ma lei combatteva, sempre. Perché avrebbe preferito morire all’istante più che non combattere per Michael, combatteva non solo perché lo amava e perché era il padre del suo bambino, ma perché le era sempre stato insegnato che morire in silenzio, senza combattere, senza opporsi, senza ribellarsi, non era una morte degna.
Chi urla- si dice- muore una volta sola, chi tace, invece, muore ogni singolo giorno.
E lei questa frase l’aveva presa come un inno nazionale personale.
«Tu non farai proprio niente, anche perché voglio io il primato di romperti le ossa, quindi sta zitto e trova una seconda soluzione» sbottò Luke.
Dana sorrise al fratello che nonostante il suo odio per Michael, non riusciva che pensare sempre lucidamente.
Michael annuì, ancora del tutto convinto che quella era la giusta soluzione. Non esistevano i piani B, c’erano solo piani A, quelli infallibili e quelli che non funzionavano.
Dana continuò a guardarlo in modo insistente, perché l’amore doveva essere così difficile?
Non solo si era innamorata, ma si era innamorata di una creatura soprannaturale, che le aveva portato problemi su problemi, l’aveva messa incinta ed adesso la voleva pure abbandonare.
Michael ricambiava il suo sguardo e Dana si sentì un attimo nuda sotto quello sguardo, inutile dire che come la guardava lui, non l’avrebbe guardata nessuno, nemmeno Ashton. Michael era così geloso di lui, sapeva che Ashton poteva essere migliore di lui in tutto, come lavorare, mantenere un bambino, soprattutto essere un bravo padre, non sapeva nemmeno come non finire nei guai lui, figuriamoci stare attento al bambino, però c’era una cosa con cui Ash non avrebbe mai potuto competere, il suo amore verso Dana. L’avrebbe amata sì, ma non come lui, non come sapeva fare lui e Dana questo glielo riconosceva.
«Potremmo usare una di quelle celle che si usano per 41 bis» propose Dana, distogliendo lo sguardo da Michael, perché più lo guardava, più lo amava e questo per ora non poteva farlo.
Calum rise «E come la portiamo in giro?»
«Non possiamo usare le celle dei carceri perché effettivamente non si possono prendere e portare, ma useremo quelle del trasporti» parlò Luke.
Calum li guardò, quei due erano davvero inquietanti, aveva pure le idee in comune.
Successivamente elaborarono il piano più perfettamente possibile, ma tutti sapevano che quel piano aveva buchi nell’acqua.
Calum aveva già trasportato Ashton a Sydney in modo che potesse procurarsi un furgone da portare dove avevano trovato il cadavere bruciato, che si era scoperto essere un collega di Allison che Calum aveva ucciso e poi bruciato.
Adesso restavano solo Luke e Dana da prendere, entrambi da Calum, erano stati chiari, nessuno voleva interagire con lui, soprattutto Luke che già odiava stare in collo come una femminuccia ad un ragazzo.
Calum arrivò e prese Luke, senza da dietro senza dargli il tempo di sclerare sulla posizione in cui doveva mettersi, Dana rise di gusto, realizzando dopo che Michael era proprio accanto a lei.
«La smetti di arrivare così? Dal nulla?» sbuffò.
«Calum non verrà a prenderti»
Dana annuì «Quindi vengo con te?»
«No, tu non vieni proprio» sbottò.
Ma perché era arrabbiato?
«Ma qual è il tuo problema? Certo che vengo!» esclamò irritata, stava perdendo la pazienza.
«E’ pericoloso per te e per il bambino» sussurrò.
Dana rise «Lascia che ti rinfreschi la memoria» si avvicinò pericolosamente a lui «Dopo aver scoperto per sbaglio che ero incinta e che molto probabilmente il tuo migliore amico era morto, mi hai praticamente urlato che non volevi avere più niente a che fare con me, mi hai odiata e mi sono odiata anche io» prese un respiro «Eri arrabbiato con me ed io lo capisco, davvero, ma non sei tornato da me nemmeno per cercarmi, per parlami, perché per te non ero solo che una puttana bugiarda»
Michael provò a fermarla ma Dana scosse la testa più volte «Sono quasi convinta che hai pensato che il bimbo fosse di Ashton» prese un altro respiro, questo ancora più grande «Non ci sei stato mai stato, quando stavo cadendo, quando avevo le crisi di pianto, le voglie, tu non c’eri. Eh no, Michael, non ti posso perdonare. Io invecchierò, tuo figlio anche, non coinvolgerò lui in tutta questa merda, sapevamo che dovevamo dirci addio, non pensavo così bruscamente, ma dobbiamo, per il tuo bene e per il mio»
Stavolta fu Michael a scuotere la testa «Non mi porterai via mio figlio»
«Adesso è tuo figlio? Anche quando sei volato giù dalla finestra era tuo figlio, è sempre stato nostro questo bambino, ma tu eri troppo impegnato a pensare a te stesso, sei un egoista! Pensi che quella sera tu sia stato l’unico ad essere ferito? E cos’era quella cosa oggi? Vuoi sacrificarti? Non pensi che qualcuno qui ci starebbe male?» urlò lei, piangendo.
«Mi hai chiaramente detto non mi vuoi nella tua vita»
Michael era velenoso, proprio come un serpente.
«Non ti voglio nella mia vita, ma ti voglio vivo, cazzo»
Dana si asciugò le lacrime, lo amava così tanto che lo avrebbe perdonato su due piedi, ma doveva trovare una scusa plausibile per allontanarlo da lei, per odiarlo, così da non sentire la sua mancanza, perché lei sapeva che questo era l’unico modo di dirgli addio senza star male, non perdonargli la sua assenza nel momento del bisogno, Dana sapeva che le cose vanno tagliate sul nascere, lo faceva anche per lui, non voleva dargli il dispiacere di dover abbondare suo figlio.
Eternità era il problema, Michael l’aveva capito, lo stava proteggendo.
«Pensavo fossi diversa Dana, da quelle che troncano una cosa sul nascere solo perché hanno paura del futuro, tu hai paura del nostro futuro»
Dana rise «Lo credevo anche io, ma noi non abbiamo futuro, so già come finisce la nostra storia: Tu resti così, mentre noi giorno dopo giorno, ci spegniamo»
 Michael alla fine l’aveva portata a Sydney nei capannoni, l’aveva stretta a sé, forse per l’ultima volta.
Era già tutto pronto per la resa dei conti, adesso le opzioni era due: O si vinceva o si perdeva.
«Non riuscirebbe a scappare nemmeno se si trasformasse in una lucertola o se si trasforma in una bomba, questa cosa non scoppia» spiegò Ashton.
«Come la mettiamo dentro? Le mettiamo il formaggio e boom in trappola?» chiese Luke.
«Luke ti sembra il momento di fare ironia?» lo rimproverò Ashton.
«Perché c’è mai il momento? Siamo sempre impegnati a trovare assassini, ladri, pedofili, ah e nel tempo libero scappiamo da una psicopatica bionda che vuole uccidere uno stronzo paranormale ed il suo amico cinese»
Dana si trattenne dal ridere, solo perché le sembrava male per Calum, non era un cinese, poverino.
 «Lo stronzo paranormale ti sta per fare il culo a fantasie» ringhiò Michael «E tanto per essere chiaro, vuole uccidere anche te, idiota»
Dana mise una mano sulla spalla del fratello, supplicandogli con gli occhi di non fare scemenze, perché sapeva che Luke odiava essere chiamato idiota.
Luke era uno che gli insulti li incassava, in silenzio, perché non si sarebbe mai abbassato ai livelli degli insultatori ma proprio quella parolina idiota, non poteva- non riusciva- a tollerarla.
Quando faceva il militare, il primo anno, il capitano l’aveva preso di mira e lo maltrattava, lui per il capitano era l’idiota, non importava quanto veloce fosse o forte o bravo, lui non era mai abbastanza, lui era l’idiota dalle poche possibilità di sopravvivere lì dentro.
Lanciò l’ultimo sguardo di fuoco a Michael prima di prendere parola
«Possiamo tornare a come farla entrare nel furgone blindato?»
Ashton annuì «Io e te cercheremo di proteggere Dana con le pistole, anche se sono convinto che sia più brava lei a sparare, ma comunque le staremo vicini, nascosti. Calum sarà nascosto, uscirà solo quando Michael l’avrà distratta abbastanza»
A Dana quel piano non piacque, Michael aveva troppo terreno spianato per compiere l’inevitabile ed era lui che rischiava grosso.
«Se questo piano fallisce?» chiese Luke.
«Corri, Luke» ripose Michael «Corri più forte che puoi»
Tutto ciò che adesso avevano da fare era aspettare.
 
 


Sono viva!
Mi sono solo goduta le ferie ahahh
In queste due settimane sono successe così tante cose e… SOUNDS GOOD FEELS GOOD, oh mio dio! Amo fly away così tanto, forse più di SKH.
Questo è il penultimo dei capitoli, poi l’ultimo e l’epilogo. Dopo di che pubblicherò un’altra mini long, chi si chiamerà famiglia Irwin, sempre soprannaturale, parlerà di streghe e demoni più che altro.
Michael aveva in mente di sacrificarsi, perché come sapete non possono uccidere qualcosa che non è, Allison non è nessuna delle forme che hanno visto, ma se Michael si sacrificasse, la potrebbero uccidere subito, come un normale umano.
Ma Michael non lo farà.
Forse.

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Capitolo 6
*** Goodbye my lover ***


                               
 


Se solo potesse, Dana vorrebbe una macchina del tempo, vorrebbe tornare indietro nel tempo e poter aggiustare gli errori commessi. Ma chi non ha mai desiderato di cancellare i brutti ricordi e rivivere i bei ricordi con una macchina del tempo? La sua vita non se l’era immaginata così, non si era immaginata a venticinque anni protagonista di qualcosa più grande di lei, non si sarebbe immaginata innamorata o addirittura madre, non avrebbe immaginato mai che sarebbe diventata complice di un omicidio non solo una, ma ben due volte.
Erano passate ore ormai, da quando si erano nascosti, forse giorni, Dana aveva perso pure la cognizione del tempo. Michael la osservava senza descrizione, come aveva fatto quella volta sul treno un anno prima, era davvero felice di averla incontrata ed fiero della decisione che aveva preso per lei e per il bambino.
Sarebbe morto per salvare lei ed il bambino, sacrificarsi era l’unica soluzione possibile. Il piano A non avrebbe funzionato ed Allison avrebbe dato la caccia a tutti quanti fino alla morte, Michael non voleva questo per il suo bambino, non voleva che vivesse quello che aveva passato lui.
Odiato, maltratto, etichettato diverso, perseguitato, aveva fatto tanti errori, ma aveva imparato da tutti, forse alcune cose gli era state sbattute in viso troppo forte, era solo un bambino e già ne avev vissute di esperienze brutte, forse tutti erano stati troppo cattivi con lui, ma se non l’ha ucciso, l’ha fortificato.
Rumori di tacchi si fecero spazio nel capannone e tutti si misero in posizione, tranne Michael che entrò in scena.
Allison aveva mantenuto la forma con la quale l’avevano visto Dana, Luke ed Ashton, mentre Calum rimase un attimo interdetto, a lui le si era mostrata come una donna molto grande, non come una supermodella.
«Tu devi essere Michael» pronunciò.
Michael le sorrise furbo, «Ho saputo che mi cercavi, eccomi»
«Se non ti dispiace prima dovrei fare una cosa»
Allison vagò per il capannone, fino a trovare dietro il grande telone il furgone.
«Fai sparire queste coso ed io non farò male ai tuoi amici»
 «Perché mai mi dovrei fidare di una pazza come te?» chiese lui, sempre con quel sorriso.
«Perché l’assassino sei tu, non io» gli fece ricordare la ragazza, alludendo sicuramente a Misha.
Michael annuì e in pochi secondi portò il veicolo fuori.
Tutti si resero conto che era davvero finita, non avevano un piano B.
Michael si sarebbe sacrificato.
Quest’ultimo appunto si girò verso Dana che le mimò vi amo.
Michael si fiondò su Allison ed una luce fortissima li illuminò.
«No» urlano disperati Dana e Calum uscendo dal nascondiglio.
Ashton la prese per i fianchi, ma Calum era sparito tra la luce.
Dana scalciò, urlò, pianse, dovette tenerla pure Luke perché aveva una forza mai vista.
La forza dell’amore.
L’amore che aveva verso Michael, che adesso sta morendo, per salvare lei.
No, no, no. Continuava ad urlare Dana tra imprecazione ed invocazioni a Dio.
Ma nessun Dio ci salva, perché lui ci ha chiaramente dato tutto per salvarci da soli, se non ci riusciamo, beh, cazzi nostri.
Ashton e Luke erano disperati perché non solo avevano perso due cari amici, avrebbero perso anche Dana a momenti per il crollo. Luke, poi, non si rassegnava, no no no, pensava, doveva dire tante cose a Michael, doveva dire che non le pensava quelle parole che gli aveva sputato in faccia quel pomeriggio in hotel, dove dirgli che gli voleva bene, che lui ed Ashton erano come i fratelli che non aveva mai avuto.
Ma c’era un modo per dire le cose non dette ai morti?
No che non c’era, dedusse Luke, perché le cose vanno dette quando si è ancora in vita, i baci vanno dati quando c’è ancora il fiato che li tiene uniti, perché sono attimi, un giorno ci sei, l’altro no.
E gli venne in mente quel carmen di Orazio che diceva:
 
Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimm credula postero.

 Mentre parliamo, è fuggito il tempo invidioso: cogli l’attimo, fiduciosa il meno possibile nel futuro.
 
Anche Dana realizzò il tutto; aveva sempre pensato al futuro e questo l’aveva fottuta, non le aveva permesso di viversi Michael fino all’ultimo del suo respiro.
Non aveva nessuno presente con lui, né, tantomeno, un futuro.
Quando tutto si placò i corpi di Calum ed Michael fecero qualche volo, come se ormai il corpo di Allison avesse assorbito il loro succo e non avendo più bisogno delle bucce, le avesse sputate via.
Allison si alzò, era rimasta la stessa, ma adesso era umana, adesso poteva essere uccisa.
Dana non ci vide più, presa dalla rabbia, perché Allison in pochi secondi le aveva portato via l’amore della sua vita, afferrò la pistola puntandola contro la ragazza, che subito sgranò gli occhi.
«Non lo fare» la supplicò Allison con gli occhi di chi non è consapevole di essere un’assassina «Non essere un’assassina» continuò la sua recita.
Dana rise isterica «Non essere…- rise isterica ,ancora- un’assassina?»
Si asciugò i lacrimoni con la mano sinistra, mentre con l’altra teneva la pistola, salda, senza tramare, era davvero convinta di quello che faceva.
«Tu! Dici a me?» urlò «Assassina?» urlò ancora.
Ashton non voleva che Dana si sporcasse le mani se ne sarebbe pentita per tutta la vita, lo sapeva.
Aveva appena realizzato che nessuno voleva davvero uccidere Allison, prima era più semplice pensare che sarebbe stato facile ucciderla, perché non era umana, perché li perseguitava, ma adesso, era indifesa, disarmata.
«E’ umana Dana, posa questa pistola, tu non sei un’assassina»
«Cosa? Perché adesso il suo bel faccino ed i suoi occhi azzurri non hanno più la sete di morte, non rimane un mostro? Sai cosa Ash? Mi hanno sempre insegnato a distinguere i bei volti dai volti buoni, lei è bella, bellissima, ma guardala, ha appena ucciso due persone» urlò Dana.
«Chiudi il becco!Io dovevo salvarmi la pelle, la loro morte per la mia vita, anche tu avevi programmato la mia morte per la vita di Michael e Calum » rise «Non siamo differenti, io sono mostro alla luce del sole»
Dana rise «Anche io» e poi le sparò alle caviglie facendole cadere e facendola piegare dal dolore.
Luke ed Ashton avevano i corpi dei due ragazzi sulle spalle, Dana li guardò «Sopravvivi o muori dissanguata, a te la scelta, stronza» e poi in grande stile ed a testa alta, Dana la superò.
Perché solo vederla in ginocchiata a lei, era già una vittoria, perché vendetta o no, mani sporche o pulite, Michael non sarebbe più tornato da lei.





 
                                                                                  
  ULTIMO CAPITOLO, OMG.
Non ci posso credere sono quasi le due di notte ed io ho tempo di aggiornare solo ora.
Michael si sacrifica e Calum preso dal dolore fa lo stesso, ma sarà finita così?
Lo scopriremo nell’epilogo *piange*. Anche perchè non siete ansiosi di sapere il sesso del bambino?
Per il resto voglio ringraziare le persone che hanno seguito la storia ma soprattutto a Layla, alla quale dedico l’epilogo, perché c’è sempre stata.
So what?
See ya soon.
Mia <3

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


 





A Layla, lettrice costante.

Ad una persona che mi ha lasciato di recente, portando in me, un altro vuoto.



Erano passati due giorni da quel giorno ed il dolore non accennava a scomparire.
Ma quanto ancora sarebbe durato quello strazio? Quanto ancora avrebbe sentito quel macigno al petto? Il dolore con il tempo non sembrava passare, sembrava quasi peggiorare perché ogni giorno la sua mancanza si faceva sentire.
Era vero, ormai era abituata a non dormire più con lui, ma si addormentava sempre cullandosi del pensiero che lui fosse ancora in vita e che nonostante i loro problemi, lui anche a mille kilometri avrebbe solcato mari in tempesta, scalato montagne, solo per saperla al sicuro.
Ashton e Luke dormivano beatamente, uno a destra ed uno alla sinistra di Dana.
Russavano in sincronia e Dana, che già non riusciva a dormire da giorni, non poteva chiudere occhio.
Si stringeva nel felpa di Michael, ancora intrisa del suo profumo.
E’ difficile, è difficile superare la morte di qualcuno, è difficile per Dana, per Luke, per Ashton, è difficile per tutti.
All’inizio ti culli con l’idea che è in un posto migliore, che magari sta parlando con Dante Alighieri nel bar che hanno allestito in Paradiso, magari chissà in quel tavolo ci sono anche Paul Walker e Michael Jackson, magari ti si allieva un po’ il dolore, pensando che quella determinata persona che tu hai perso in terra, in Paradiso sta meglio.
Poi però la quotidianità di uccide, pensi, cazzo, non mi interessa se sta discutendo sulla la questione della lingua con Dante Alighieri e Pietro Bembo, non mi interessa nemmeno sapere se è veramente in Paradiso, quella persona la vorresti con te, di nuovo.
Si sa che la ruota della vita si ferma per tutti, c’è qui troppo prematuramente, c’è chi nella norma, c’è qui stranamente arriva ad un secolo e qualche anno. Ma speri sempre che non arrivi mai, speri di non sentire “è morta/o”, ma così, in un giorno, arriva.
Tutto ciò che ti resta di fare e stringere i denti e soffortare il dolore e la mancanza.
Perchè sì, il dolore non va mai via, ma il tuo corpo si abitua alla sua presenza.
Erano passati solo due giorni e Dana non era più sicura di poter resistere senza lui. Come poteva sopravvivere una vita intera?
Non la consola il fatto che Calum e Michael siano momentaneamente nel garage, morti ed inermi, solo perché non hanno un posto dove seppellirli, non la consola sapere molto probabilmente nessuno si ricorderà di loro, nessuno parlerà del loro atto di coraggio, che sono morti per salvare i loro amici umani.
Iniziò di nuovo a piangere, stringendosi la pancia, pianse in silenzio, fino a quando non sentì la porta sbattere in modo violento, che fece sobbalzare Luke ed Ashton.
Non era il rumore della porta di legno dell’ingresso, ma quella di metallo che collegava la casa al garage.
I due ragazzi si girarono contemporaneamente a prendere le pistole nei rispettivi cassetti, questo feste roteare gli occhi di Dana, che credeva fosse solo il vento.
«Non ti muovere» le sussurrò Luke, uscendo, seguito da Ash.
Si coprì con il lenzuolo fino a coprirsi gli occhi, sapeva che sarebbero tornati presto, loro sarebbero tornati sempre da lei.
La porta si aprì e Luke si sedette accanto a lei, lei non levò mai il lenzuolo dal suo viso, aspettando che fosse Luke a parlare.
«Ciao» sentì sussurrare.
Lei sgranò gli occhi, levandosi subito il lenzuolo e mettendosi seduta.
Michael la fissava con i suoi grandi occhi verdi e cristallini.
«Tu, tu, come? Oddio sto impazzendo»
Michael le sorrise «Ti faccio questo effetto?» le rispose sbruffone.
Dana sorrise e si gettò su di lui, perché solo Michael poteva fare quelle battute in un contesto del genere.
«Come?» sussurrò lei immersa nel collo di lui.
«Stavo per morire, ma quando Calum si è avvinato a me, abbiamo avuto un potere che ci ha trattenuti in vita entrambi, ma adesso, siamo solo umani»
«Dio » pianse lei dalla gioia.
Non solo vivi, pure umani.
Perché sì, sognare il paranormale ci sta pure, ma viverlo, Dana non lo consigliava affatto.
«Ma Ash e Luke? Cal? » chiese Dana, facendo caso che c’era troppo silenzio.
«Sul balcone, Luke è svenuto, avresti dovuto vederlo»
Scoppiarono a ridere, perché certi addio, non sono per sempre, è vero, i morti non tornano a noi, perché siamo sostanza destinata a morire, ma il ricordo di una persona è sempre vivo in noi, fin quando il ricordo c’è, c’è pure la persona e tu puoi dirgli addio ogni giorno.
 
 
Jamie “JJ” Clifford è nata dopo con un mese di anticipo.
E’ nata di mattina a Sydney, Dana era a lavoro ed era toccato a Luke vedere la scena delle acque rotte.
Lui disse alla sorella «Ma dovremmo fare controllare le tubature, c’è acqua sotto di te»
Dopo due minuti a fissare a terra, la sua lampadina si accesa e pronunciò le fatidiche «Oh dio, ma tu stai per partorire»
Ashton, invece, ricorda benissimo del tragitto macchina- ospedale, le unghie di Dana conficcate nella tua mano, le imprecazioni contro Luke perché andava piano, i contro sensi ed i semafori rossi beccati dal biondino a causa della confusione e del panico.
 
Calum ricorda ancora la chiamata di Ash, incazzato con Michael che non rispondeva alle chiamate, così a Calum toccò andare a casa di Mike per avvertirlo che stava diventando padre.
Calum non dimentica Michael che lo guarda ridendo e poi mano a mano diventa serio e piange per la paura.
 
 
Ma Michael non può dimenticare mai quanto fosse bella sua figlia già appena nata, l’aveva amata ed aveva subito deciso che lei sarebbe stata un maschiaccio, aveva proprio la faccia di una selvaggia.
 Ma Michael e Dana non si scorderanno mai la gioia nel diventare genitori per la prima volta, poi la seconda del piccolo Ashton, perché Ash si meritava questo ed altro, e non dimenticheranno mai la nascita dei gemelli Prince e Kaylie e poi non dimenticheranno mai Luke che disse.
«Mo’ basta però, ce siamo fatti assai»
 
 
 
 
FINE.
Piango tutte le lacrime.
Oh mio dio, mi sento emozionata e triste allo stesso tempo, la fine, quindi, è giunta anche per la seconda parte di Bad Blood (Sti cazzi che scrivo il terzo)
Ho deciso di non farli morire perché penso sempre una cosa.
Le tragedie, le sentiamo ogni giorno al telegiornale, io volevo scappare un po’ dalla quotidianità, voglio dire, la tristezza non fa per me, non fa per nessuno, nella mia storia volevo il lieto fine. A me, personalmente, Titanic non è mai piaciuto, non mi è piaciuto colpa delle stelle, The last Song e tutti i romanzi che finiscono male. Li ho sempre odiati, quando ero piccola dicevo sempre, se mai scriverò, scriverò solo del bello.
Scrivo di momenti difficili, di tradimenti, di bugie ed angustie perché questo ti offre la vita, ma la vita dà anche momenti felici, belli e luminosi. Per molto tempo ho visto la mia vita tutta di nero, anche nelle piccole cose, vedevo solo la parte negativa, Dana e Michael però, non meritavano una fine triste ed io non avevo proprio voglia di scrivere.
Come direbbe Luke “mo te sei fatta lunga”
Quindi ringrazio tutte, anche le lettrici silenziose e quelle che hanno messo la storia nelle seguite e nelle preferite.
Ringrazio più di tutte Layla, che ci sei sempre stata e sei stata la fan N1 di questa storia, senza di te, molte volte, non avrei trovato la voglia di scrivere.
 
Penso che mi dedicherò allo studio adesso, metterò un po’ la scrittura da parte, prima il dovere, poi il diletto.

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