Crimson love.... di Celiane (/viewuser.php?uid=65048)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Midnight ***
Capitolo 2: *** Bonjour Central ***
Capitolo 3: *** Confronto ***
Capitolo 4: *** Incontri ***
Capitolo 5: *** Viaggio verso il nord (parte prima) ***
Capitolo 1 *** Midnight ***
ff full metal alchemist
BIRTH
una figura slanciata si muoveva velocemente nella tenuta, nella sua
corsa evitava ogni albero con facilità, si muoveva
silenziosamente debolmente illuminata dal chiarore dei raggi del sole
che filtravano attraverso il fitto fogliame, era una ragazza, con dei
lunghi capelli scuri,avvolta in un corpetto di pelle e in dei
pantaloni dello stesso tessuto sembrava quasi volare tra il fitto
fogliame, legati al polpaccio tramite delle strette
fibbie di cuoio stavano due pugnali, alla cintura uno leggermente
più piccolo ma dall'elsa ben lavorata scintillava,
debolmente
illuminato di raggi del sole.
La ragazza lanciava furiosamente i pugnali contro un albero, sembrava
fosse dilaniata da un fuoco interiore, quasi bruciassse dalla
rabbia, sul braccio sinistro una fasciatura lasciava intravedere alcune
macchie di sangue e sul viso, quasi diafano, alcuni eczemi violacei
macchiavano le guance leggermente sfiorate da alcune ciocche ribelli,
poco lontano, da un finestra, una
sagoma scura osservava la giovane allenarsi,i suoi
stessi occhi verdi la fissavano gelidamente, l'uomo a cui appartenevano
fece schioccare velocemente le dita della mano destro, una fiamma si
sprigionò dal quel veloce sfregamento illuminando nella
penombra
l'immacolato guanto bianco sul cui dorso spiccava un comnplicato
disegno, l'uomo si voltò di scatto dando le spalle alla
finestra, per un attimo, prima di sprofondare nel buio, un flebile
raggio di sole illuminò la collana che portava al
collo....illuminò quel ciondolo....rischiarò quel
simbolo...una fenice che ardeva tra le fiamme
diciassette anni
prima....
il medico entrò velocemente nella stanza, le mani ancora
sporche
di sangue, fissò l'uomo in piedi vicino la scrivania
dell'ampio
studio, solo dopo alcuni secondi quello sembrò accorgersi
della
sua presenza, lo guardò leggermente irritato come se fosse
responsabile di avere interrotto il corso dei suoi pensieri
-e dunque?-
chiese con tono serio, i freddi occhi verdi lo fissavano
imperturbabili quasi non gli importasse nulla della risposta, solamente
il lieve tamburallare di una mano sulla liscia superfice di mogano
scuro della scrivania lasciava trapelare il reale stato d'animo
dell'uomo.... il
medico gli sorrise incoraggiante
-è una
bellissima bambina!- disse tendendogli la mano per
congratularsi, ma l'altro non gliela strinse affatto, il bellissimo
viso piegato in una smorfia furiosa, in preda ad uno scatto d'ira
rovesciò la bottiglia di
Sherry dal tavolo, il liquore iniziò a cadere sul prezioso
tappeto rosso, goccia dopo goccia... notando l'espressione basita del
medico si
passò una mano tra i sottili capelli biondi cercando di
ricomporsi
- Signore va tutto bene?
non desidera vederla? ha i suoi stessi occhi
sapesse...è stato un parto difficile ma entrambe madre e
figlia
stanno bene..- esclamò con voce tremante, di
certo non si
aspettava una simile reazione, nessun padre avrebbe reagito
così
alla notizia della nascita della sua primogenita...eppure quell'uomo,
quello che un tempo reputava un amico era tutto fuorchè
felice...
- può andare non ho più bisogno di lei...e porti
con se
quella bambina non la voglio, faccia come preferisca la affidi a un
convento l'abbandoni all'angolo della strada..non mi interessa non mi
è di alcuna utilità qui- esclamò
agitando la mano
infastidito, il medico lo squadrò sconvolto, per un
attimo
si domandò se avesse sentito bene, se quelle parole fossero
realmente state pronunciate con un simile distacco....
quell'uomo stava ripudiando sua figlia...
- ma è sua
figlia!, è una bambina sana e in forze non
capisco il perchè di questa sua reazione-
l'alchimista lo
fissò freddamente, nei suoi occhi stava fermentando una
rabbia
latente
- una bambina che non
potrà mai prendere le redini del
nostro casato, che non perpetrerà il nostro nome,
dilapiderà la nostra fortuna sposandosi con un uomo che non
appartiene alla nostra famiglia....non posso permetterlo-
esclamò suonando un campanellino, dopo pochi secondi apparve
una ragazza in tenuta servile che raccolse da terra la bottiglia appena
rovesciata, accennò un debole inchino verso il padrone e
riuscì velocemente dalla stanza. Dopo che la ragazza ebbe
chiuso
la porta alle sue spalle, il medico tornò a concentrare la
sua
attenzione sull'uomo in piedi difronte a lui.... l'alchimista aveva un
fisico scolpito, le spalle larghe ,
dei capelli biondo chiaro che incorniciavano un bellissimo viso sul
quale spiccavano due grandi occhi verdi privi di qualsiasi
emozione...le mani erano fasciate da due guanti bianchi sul cui dorso
erano impressi due cerchi alchemici rosso fuoco....
rosso come il sangue che
aveva versato...
rosso come le vite che
lui stesso aveva aiutato a spezzare in quei giorni ad Ishibar...
.- io desidero
unicamente un figlio maschio, quella bambina
ha sbagliato a nascere...- mormorò sedendosi
sulla sedia e
iniziando a scrivere su dei fogli recanti l'intestazione del Comando
Generale, il colloquio era finito, il medicò
guardò
esasperato l'ufficiale, aveva rinunciato da tempo a vincere contro di
lui, aveva sacrificato la sua deontologia professionale per rimanere al
suo servizio...ma adesso non erano più ad Ishibar, adesso
non
poteva permettere che un altro omicidio fosse perpetrato con la sua
collaborazione ed a spese di qualcuno incapace di difendersi
qualcuno come un
bambino...
- senti Louis.ti parlo
come amico non come medico- sibiò
agguantandolo per la collottola- siamo
stati insieme
ad Ishibar, quindi non ho problemi a dirti le cose per come stanno. Tua
moglie ha rischiato la vita durante il parto, ho fatto il possibile ma
non penso potrà mai più rimanere incinta quindi
che ti
piaccia o no quella bambina è l'unica cosa che avrai...-
si
bloccò capendodi aver esagerato, gli occhi spalancati dal
terrore erano fissi in quelli verde smeraldo, ridotti a fessurre
dell'uomo seduto difronte...fu un attimo, l'alchimista gli
afferrò il braccio mentre con la mano sinistra sfiorava il
cerchio alchemico posto sul guanto destro, con un grido di dolore misto
a terrore il medico cercò di
ritrarsi immediatamente ma la trasmutazione era stata avviata, con le
lacrime agli occhi uscì fuori dalla stanza... il braccio
ustionato
inerte al suo fianco....
una giovane donna dalla pelle quasi diafana e dai lunghi capelli scuri
stava distesa sul grande letto a baldacchino, delle cameriere le si
affaccendavano intorno provocando un evidente fastidio nella ragazza...
- vi ho detto di
lasciarmi pure sola, non ho bisogno di nulla sto bene-
esclamò facendogli cenno di uscire dalla stanza, in quel
momento
entrò l'alchimista, non degnò le serve di uno
sguardo
mentre si avviava verso il letto dove la donna era distesa, si sedette
sul bordo del materasso, scrutando per un attimo il viso pallido e
sofferente di lei, gli occhi nero pece della donna cercarono di
sostenere per qualche secondo quello sguardo imperturbabile, ma
tornarono a saettare per gli angoli più nascosti della
stanza....
- questo non era
programmato- gli disse quasi in un sussurro, l'uomo
continuava a fissarla impassibile
- non è colpa
tua-
sibilò avvicinandosi a una culla posta contro il muro della
stanza rivolta ad est,
un neonato dormiva tranquillamente, una bambina, l'alchimista le
rivolse uno sguardo carico di disprezzo
- non abbiamo altra
scelta, dovremmo farcene carico sperando che non si
riveli un peso ancor più fastidioso di quanto lo sia gia
adesso- esclamò prendendola tra le braccia, la
bambina,
svegliatasi
bruscamente iniziò a strillare, di tutta risposta quello la
riadagiò nella culla tornando verso il baldacchino, prese
per
mano la moglie
- andiamo...devi farti
visitare da un medico serio, quello di prima era
un incompetente- esclamò uscendo con lei dalla
stanza incuranti del neonato, la
bambina continuava a strillare, il suo pianto infantile risuonava per
tutto il maniero, nessuno
sembrava sentirla....
DEATH
Midnight,
si chiamerà Midnight, con lei cala la notte sulla
nostra casa, lei rappresenta la fine di ogni nostra ambizione...
un abbraccio, un
sorriso, le sarebbe bastato solo questo per essere
felice, per poter chiamare quel posto casa, invece ogni giorno si
scontrava con sguardi freddi e parole ostili, all'inizio piangeva, si
disperava, desiderava ardentemente essere all'altezza delle loro
aspettative, desiderava veramente essere l'erede che non avevano mai
potuto avere, poi subentravano la rassegnazione e la certezza che
comunque, qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe mai stata
abbastanza, loro erano il fuoco, lei era l'aria, loro erano assassini,
lei era la vittima, loro erano la sua famiglia, lei per loro era
un'estranea, adesso anche le sue lacrime erano finite.....
la bambina si svegliò di soprassalto, i lunghi boccoli
leggermente scarmigliati, accanto a lei una figura le intimava di
alzarsi
- forza non è
tempo di dormire- le sibilò trascinandola
malamente fuori dalle coperte, la fioca luce proveniente dal piccolo
lume posto sul comodino illuminava parzialmente la piccola stanza..
L'uomo continuava a trascinarla, la bambina non opponeva alcuna
resistenza, sarebbe
stato praticamente inutile...
- dove stiamo andando?-
provò a chiedere con la voce ancora impastata dal sonno
così bruscamente interrotto,
- è ora di
iniziare con l'allenamento, abbiamo perso fin troppo tempo con quelle
insulse
lezioni teoriche...-sussurrò aprendo
violentemente la porta che
conduceva all'esterno della tenuta, il vento smuoveva le cime degli
alberi, una leggera nebbiolina rendeva il paesaggio
inquietante...l'uomo condusse la figlia al centro di uno spazio erboso
circondato da alberi, indietreggiò di qualche passo per poi
arrestarsi del tutto
- Colpiscimi-
le intimò mentre una leggera pioggia iniziava a
cadere, la bambina rabbrividì, scalza e coperta solo dalla
leggera camicia da notte
- Ma io....-
momorò stringendosi nelle spalle
- Midnight...non
concluderai mai niente se ti rifiuti di combattere, in
guerra non importa se dalla parte avversa ci sono persone a te
care...devi cancellare qualsiasi legame dalla tua mente-
le urlò
con la voce carica di risentimento
- se non
colpirai tu lo farò
io- le disse sorridendo malignamente, i capelli biondi
grondanti
d'acqua leggermente mossi dal vento, la bambina tremò,ma non
per il freddo questa volta,
aveva paura...
quindi iniziò a correre in direzione del padre
sferrandogli un
calcio al fianco sinistro, l'uomo lo bloccò facilmente con
una
mano, lo sguardo impassibile, quindi iniziò a
esercitare
una forte pressione sulla gamba verso la direzione opposta a quella in
cui era piegata, la bambina urlò di dolore mentre crollava a
terra, l'uomo le
sferrò un calcio nello stomaco allontanandola di qualche
metro
-Sei debole-
le sussurrò piegandosi su di lei, quindi la prese per le
spalle costringendola a rimettersi in piedi...
- Non so nemmeno perchè perdo il mio tempo a cercare di
migliorarti, sei una causa persa- le disse conducendola poco
più
avanti, un profondo pozzo si ergeva tra i numerosi alberi di ciliegio
della tenuta, la bambina lo guardò terrorizzata intuendo
ciò che l'uomo aveva intenzione di fare
- No,
studierò di più, la prego, la prego, mi
impegnerò di più glielo prometto-
esclamò
implorandolo, le lacrime che si confondevano con la pioggia che
scorreva copiosa sul suo volto, l'uomo non la degnò di una
risposta la prese malamente in braccio sollevandola sull'apertura del
pozzo
- Ormai hai dieci anni,
il tempo dei giochi è finito- disse
mollando improvvisamente la presa, gli occhi della bambina si
focalizzarono per un momento su quelli dello stesso identico colore del
padre, cercando di appigliarsi a un piccolo barlume di amore, di
pietà ma non trovò nulla,
erano vuoti...
le sembrava quasi di cadere, aveva la sensazione di non avere
più nulla di solito sotto i piedi...stava precipitando in
quel
mare di odio non suo....
stava precitando in quel pozzo.....
Midnight si alzò dolorante guardando verso l'apertura del
pozzo,
la pioggia aveva ormai finito di cadere e stava iniziando ad
albeggiare, la ragazza si guardò attorno, la base di quel
vecchio pozzo asciutto era poco ampia, ricoperta da foglie secche e
terra brulla, accanto a lei notò un pezzo di gesso, lo prese
in
mano incerta sul da farsi
- alchimia...-
sussurrò tra se ricordando i numerosi libri che
le erano stati dati da leggere, libri colmi di difficilissimi simboli
ognuno con un preciso significato, suo padre quindi voleva che usasse
l'alchimia per uscire da li, l'avrebbe accontentato.
Per tutto il giorno si impegnò nel disegnare cerchi
alchemici su
ogni parete del pozzo, e ogni volta sbagliava qualcosa che vanificava
ogni suo sforzo, ore dopo il gesso si era completamente consumato e il
freddo della
notte aveva iniziato a ghermirla nella sua gelida morsa, Midnight
cercò rimanere sveglia, di non cedere al dolce invito del
sonno
che minacciava di stroncarla da un momento all'altro, di certo qualcuno
sarebbe venuto a prenderla prima o poi, di certo avrebbero capito e
l'avrebbero aiutata, perchè dopotutto era loro figlia e le
volevano bene, erano questi pensieri a riscaldarla la notte, questi
pensieri la facevano desistere dall'addormentarsi, voleva essere desta
quando suo padre l'avesse liberata da quella prigione e sua madre
l'avesse abbracciata donandole quel calore che così tanto le
era
mancato..ma non arrivò mai nessuno, la bambina attese tre
giorni, ma dall'esterno non proveniva alcun rumore all'infuori del
canto di qualche uccello. All'alba del quarto giorno, assetata e
indebolita dalla mancanza di cibo capì di essere sola, il
taglio
alla testa provocatole dalla caduta si era quasi del tutto rimarginato,
la bambina in preda alla disperazione fece pressione sulla ferita
ancora fresca, quando ritrasse le mani in preda al dolore le vide
grondanti di sangue, quindi tracciò un cerchio alchemico
sulla
parete del pozzo difronte a lei, utilizzò il proprio
sangue,dopo
un secondo di indecisione vi poggiò entrambe le mani per
attivarlo, il pozzo venne invaso dalla luce.....
La bambina arrancava vero l'entrata della casa, si appoggiava alla
parete esterna troppo esausta per far affidamento sulle sue gambe, la
sua prima trasmutazione l'aveva sfiancata....stava per entrare quando
una calda luce proveniente dalla finestra vicina attirò la
sua
attenzione, i suoi genitori cenavano tranquillamente, sorseggiavano del
vino, discorrevano allegramente...Midnight rimase a fissarli, le mani
sudicie appoggiate sul vetro, il corpo scosso da sussulti per
il
freddo, entrò lentamente in casa, cercando di essere il
più silenziosa possibile, salì al piano di sopra
gettandosi sul letto una volta arrivata nella sua stanza, era riuscita
a sopravvivere, ma quella notte era come se una parte di lei fosse
rimasta intrappolata in quel pozzo mentre i suoi genitori continuavamo
tranquillamente la loro vita di sempre, la loro vita senza di lei,
quasi che non fosse mai stata con loro....
era morta e nulla sarebbe mai
stato come prima.
REBIRTH
La ragazza volteggiava per la pista al ritmo della musica, il lungo
vestito che ben si adattava alle curve del suo corpo, i capelli
leggermente scossi dai suoi stessi movimenti, un signore piuttosto
anziano la accompagnava in quella danza, indossava un elegante abito da
sera con ricamato sul taschino il simbolo dell'esercito, una volta che
la musica treminò tutti i danzatori si arrestarono
applaudendo
educatamente la bizzarra coppia, i due si portarono al limite della
sala raggiungendo un gruppo di tre persone, due donne e un distinto
uomo sulla quarantina, una delle due donne indossava un lungo vestito
nero che esaltava la sua slanciata figura, i capelli scuri erano
raccolti in un
elegante chignon con una corta ciocca cadente sul viso, il collo
abbellito da un meraviglioso girocollo di pietre preziose, ellanon
mostrò alcun segno di apprezzamento per quanto acccaduto,
l'altra al contrario, piuttosto robusta, accolse i due con un gran
sorriso
- Robert ormai sei
troppo vecchio per queste cose- esclamò rivolto
all'uomo che appariva piuttosto stanco
- Louis, complimenti,
tua figlia oltre ad essere così graziosa
è una grande ballerina- momorò
rivolto all'uomo biondo seduto
difronte, Louis alzò un sopracigglio come se non fosse molto
d'accordo con quanto detto appena affermato....
- Midnight giusto?
Complimenti non pensavo Dafne e Louis avessere una
figlia così grande, hai 17 anni giusto?- chiese
la signora
grassottella guardando ammirata la ragazza che le stava davanti,
Midnight le sorrise educatamente, indossava un vestito verde scuro che
sottolineava il simile colore dei suoi occhi
- Si, li ho compiuti il
mese scorso- mormorò chinando
leggermente il capo in segno di saluto, a quelle parole l'uomo che
l'aveva prima fatto da accompagnatore assunse un espressione pensierosa
- Louis pensate avviarla
alla carriera di alchmista?Ormai ha
l'età giusta- chiese curioso, l'uomo stava per
rispondere ma
Midnight lo precedette
- ovviamente, la
prospettiva di entrare nell'esercito mi affascina - disse
guardando seriamente entrambi i genitori,
- bene allora
continuerà la tradizione di famiglia, ne sarai
contento Louis.- esclamò quello allontandosi
per prendere un
drink, padre e figlia rimasero a fissarsi per alcuni secondi
- cosa c'è
padre, non pensa che io possegga la "tempra "
necessaria per entrare nell'esercito?- gli chiese con un
tono colmo di
pungente ironia, gli occhi dell'uomo brillarono di una folle ira
- oppure la preoccupa il
fatto che potrei ferirmi in qualche modo,
anche se ne dubito, non siete mai stato molto attento alla mia
sicurezza- momorò Midnight sorridendogli
freddamente, gli ospiti
la guardavano atterriti, il silenzio era sceso nella sala alle parole
della ragazza
- ovviamente mi
preoccupo della tua incolumità piccola- rispose
cercando di controllarsi, le mani gli tremavano febbrilmente come se
resistesse all'impulso di schiaffeggiare la figlia
- oh...sono
perfettamente in grado di badare a me stessa, me l'avete
insegnato voi dopotutto, ma forse vi preoccupa che io possa macchiarmi
di qualche crimine...certo, ne sono consapevole, è un
rischio
che sono pronta a correre, seguo il vostro esempio dopotutto.-
concluse
Midnight prestando attenzione che tutti l'ascoltassero, il padre era
livido di rabbia, la madre si guardava attorno in preda alla vergogna
facendo cenno all'orchestra di continuare a suonare, la musica riprese,
gli ospiti continuarono a danzare, Luois prese Midnight per il braccio
conducendola al centro della pista, malamente la avvicinò a
se
iniziando a muoversi a ritmo di musica
- Come ti sei permessa,
ci hai umiliato..- le sibilò mentre la faceva
ruotare su se stessa
- mi sono limitata a
dire come la pensavo, non è quello che tu
fai sempre?- esclamò quella assecondando i
movimenti del padre
- tu non andrai in
accademia, arrecheresti disonore al mio nome e a
quello di tua madre..- sussurrò avvicinando le
sue labbra
all'orecchio della figlia
- da quanto tempo ti
rifiuti di vedermi allenare? sai di cosa sono
capace adesso? no, non lo sai...- disse la
ragazza accellerando
il ritmo della danza
- non perdo tempo a
guardare i tuoi insulsi allenamenti, ma so per
certo cosa sei o non sei in grado di fare e nell'esercito, crolleresti
in
men che non si dica, li si pratica alchimia vera non gli insulsi
giochini con cui ti diletti in giardino, li il nostro nome è
garanzia di potere- sibilò Luois con gli occhi
scintillanti d'ira
- se sei così
preoccupato del nome lo abbandono con piacere,
Phoenix non mi è mai piaciuto dopotutto-
esclamò fissando
l'uomo con uno sguardo carico d'odio, quello si arrestò al
centro della sala incredulo di ciò che aveva sentito....gli
occhi verdi fissi in quelli identici della ragazza, le mani che
stringevano forte, troppo forte, le braccia di lei...
- sono io che maledico
il giorno in cui sei venuta al mondo, tu
dovresti solo ritenerti fortunata di essere nata in questa
famiglia.....non lascerai questa casa, sono le mie ultime parole-
disse allontanando da se la ragazza che cadde malamente a terra.
L'uomo si ritrasse velocemente, Midnight venne aiutata a rialzarsi
- se ti batto...se
riesco a ferirti in un combattimento vero mi dovrai
far entrare in accademia- gli urlò dietro in
preda all'ira,
l'uomo si girò di scatto,sul suo volto si fece spazio uno
sguardo divertito ma che non celava l'irritazione che quel discorso gli
stava arrecando
- se è questo
quello che vuoi, mi rendi tutto più
semplice- esclamò schioccando le dita, i vetri
della stanza si
ruppero di colpo, l'uomo uscì all'esterno della villa
seguito
poco dopo dalla ragazza, un forte vento le smuoveva il lungo vestito e
la pioggia le rendeva difficoltosa la vista, Midnight non attese un
secondo si fiondò contro il padre cercando di sferrargli un
calcio al fianco sinistro, quello sorrise leggermente divertito
- sei ripetitiva-
le disse bloccandolo con una mano esattamente come era accaduto sette
anni prima....
- no....padre
è tutto diverso- esclamò quella
aumentando
la pressione del calcio, il sorriso abbandonò il viso
dell'uomo,
che venne colpito violentemente al fianco, cadde pesantemente a
terra mentre Midnight con grazia si issava sulle braccia per ricadere
in piedi al suolo,il padre guardò negli occhi la figlia il
cui
sguardo ribolliva di rabbia, si alzò lentamente ripulendosi
l'elegante vestito dal fango, quando rialzò sul viso
campeggiava un
sorriso folle e divertito,con quella smorfia disumana si
fiondò contro la figlia estraendo
un pugnale finemente lavorato da sotto la giacca, Midngiht si
scansò velocemente evitando tutti gli affondi tranne uno che
la
ferì leggermente al fianco causando uno strappo nel vestito,
la ragazza approfittò del momento di euforia del padre per
estrarre anch'ella un piccolo pugnale dallo stivale sinistro con cui
parò un nuovo affondo dell'uomo
- vedo che non ti fai
più tanti problemi a colpire tuo padre- le
momorò mentre tentava di ferirla nuovamente, Midnight lo
guardò con disprezzo attivando un cerchio alchemico che
provocò una forte corrente d'aria tale che il padre venne
sbattuto contro un albero poco vicino, Midnight lanciò il
pugnale in quella direzione con forza, la lama si andò a
conficcare accanto
alla guancia dell'uomo su cui apparve un sottile taglio
- non è tempo
di dormire papà- sussurrò,
sicura che lui la sentisse, voltandosi per rientrare in casa, fu un
attimo, l'uomo
approfittò del fatto che la ragazza gli desse le spalle per
afferrarle un braccio, Midngiht si voltò di scatto
-avevi promesso che se ti
avessi ferito.....- iniziò a dire ma
si fermò notando l'espressione di pure e cieca follia
comparsa
sul volto del genitore, quello poggiò il dito sul guanto che
teneva fermo il braccio della figlia attivando così il
cerchio
alchemico disegnatovi sopra....la casa fu scossa da un urlo.
l'uomo si allontanava
lentamente rientrando in casa, il guanto sporco di sangue, in volto un
espressione indecifrabile...
- prepara i
bagagli, fra tre giorni
andrai a Central City- esclamò fermandosi un attimo, poi
continuò -apparterrai sempre a questa casa, Midnight,
ricordatelo- mormorò dando le spalle ad una ragazza in
ginocchio
nella fanghiglia, Midnight guardò rabbiosamente la schiena
del
genitore, le lacrime iniziarono a segnare il suo viso mentre con una
mano si teneva il braccio insanguinato, sotto le dita, al di sotto del
sangue ancora fresco risplendeva un marchio impresso a fuoco...una
fenice
avvolta dalle fiamme
in questo modo sarebbe stata sempre sua....
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Capitolo 2 *** Bonjour Central ***
bonjour central
Bonjour Central
ricordo ancora quando ti vidi la prima volta...quando la pioggia cadeva
sul tuo viso pallido, quando il tuo sguardo fiero trapassò il
mio corpo, fu in quel momento che pensai, che capii...io e te, nel bene
e nel male,erano destinati a trovarsi...
La macchina procedeva a velocità sostenuta, l'autista con il
consumato cappello grigio scuro si guardava guardingo intorno cercandoo
di scrutare attraverso quella fitta nebbia, Nel sedile posteriore
Midnight stava compostamente seduta, lo sguardo annoiato saettava da
una parte all'altra della strada, da un grigio edifico all'altro,
qualche volta gli occhi straordinariamente verdi si soffermavano su
qualche passante dall'aria infreddolita...
la ragazza sbuffò sonoramente
- Cosa c'è
signorina, non si aspettava che Central City fosse così?- chiese
l'autista accennando un sorriso, la ragazza non rispose, si
limitò a voltarsi verso un finestrino appannato, fissando quelle
goccioline di acqua che lentamente segnavano la superfice liscia e
fredda del vetro...
era tutto così simile a casa...
La macchina si fermò di colpo, le ruoto stridettero
sull'asfalto umido, l'autista aveva inchiodato il piede sul freno in un
modo così brusco che Midnight si era quasi sentita catapultare
sino ai posti anteriori...
- signorina sta bene? Ma cosa passa per la mente a quell'idiota!-
sbraitò l'uomo uscendo di scatto dalla macchina, Midnight si
sporse curiosa dal finestrino, davanti alla macchina, in piedi come se
nulla fosse, un uomo con un elegante soprabito bianco e dei lucidi
capelli guardava apparentemente divertito il piccolo
autista che gli sbraitava contro....
- Mi spiace di averla terrorizzata, non intendevo bloccarmi in mezzo
alla strada...- mormorò passandosi una mano trai capelli mentre
sfoderava un sorriso accennato, l'autista sembrò calmarsi
recuperando in parte il suo autocontrollo, forse rassicurato da un
sorriso che egli trovava amichevole...
Midnight, al contrario, sentì un brivido percorrerle la schiena,
non trovava nulla di positivo in quel sorriso, la sola presenza di
quell'uomo la stava agitando....quello sguardo, il modo in cui si
muoveva, il suo sorriso...
le ricordava in tutto e per tutto suo padre...
Poi lo vide, la smorfia
che quel sorriso stava iniziando ad assumere al continuare delle
lamentele dell'autista, l'aveva visto molte, troppe volte, sempre sul
viso di suo padre, quell'espressione di insofferenza preannunciante
qualcuna delle sue violente reazioni...
a volte il diavolo sorride prima di agire...
- Non mi sembra il caso di tirare questa discussione ancora per
le lunghe....abbiamo un orario da rispettare Sebastian- esclamò
la ragazza rivolta all'autista mentre usciva dalla macchina, il lungo
cappotto rosso ne sottolineava la vita sottile, i capelli ricadevano
sulle spalle in morbidi boccoli scuri, Midnight rimase poggiata al
fianco della macchina inclinando leggermente la testa in gesto di
saluto nei confronti dello sconosciuto...
- Signorina volevo solo fare comprendere al signore a quale rischio
aveva posto la sua stessa persona....- la ragazza accennò un
gesto con la mano intimando all'autista di tacere, l'uomo vestito
di bianco guardò divertito Sebastian abbassare la testa mentre
apriva lo sportello alla padrona per permetterle di rientrare in
macchina....
- Ha molto senso pratico per una ragazza della sua età miss.-
esclamò l'uomo in piedi scostandosi di poco dalla macchina
intanto rimessasi in moto, Midnight si voltò verso lo
sconosciuto non vi era alcuna traccia di sorriso sul suo volto
- se gli abitanti di Central City sono tutti sconsiderati come lei
signore, presumo che questa città goda di un alto tasso di
mortalità per incidenti d'auto- disse chiudendo lo sportello
dell'automobile dietro di lei....La macchina riprese il suo percorso,
la ragazza al suo interno riprese a guardare fuori dal finestrino,
l'uomo vestito di bianco aveva ripreso a camminare verso la sua
destinazione, una macchia evanescente che diventava sempre più
piccola fino a tramutarsi in un minuscolo puntino appena visibile....
avevano intrapreso due direzioni opposte.
L'auto si fermò difronte un imponente edifico di marmo
bianco, una larga scalinata conduceva difronte un pesante portone di
legno scuro, Midnight rimase a guardare ammirata quella struttura per
qualche secondo prima che Sebastian le aprisse la portiera...
- Spero che la sua permanenza a Central City possa esserle d'aiuto
signorina, porterò i suoi bagagli al suo appartamento prima di
tornare a casa- esclamò l'autista accennando un inchino di
commiato, Midnight sorrise piegando leggermente il capo
- Grazie di tutto Sebastian....spero di rivederti presto- disse salendo
i primi scalini della gradinata..inspirò profondamente ferendosi
il petto con l'aria fredda, un alro passo e sarebbe stata più
vicina al suo obbiettivo, un altro ancora ed avrebbe realizzato il
sogno della sua vita, un altro e suo padre avrebbe rimpianto tutti gli
errori commessi in passato
un altro e avrebbe potuto essere finalmente se stessa.
L'uomo camminava
lentamente per la strada, le mani in tasca, il codino leggermente mosso
da un freddo vento invernale, erano anni che non camminava più
liberamente per Central City, anni che non vedeva quelle strade oberate
dal traffico, anni che non sentiva la nebbia inumidirgli il
volto....L'ordine di liberarlo era giunto la mattina prima, da parte
dell'esercito avevano detto, ed ancora non riusciva a capire come i
suoi carcerieri di un tempo erano potuti diventare i suoi liberatori di
adesso...
cosa poteva spingerli a considerarlo un alleato e non più una minaccia?
Senza dubbio riguardava la pietra filosofale, solo qualcosa di
così importante avrebbe potuto cancellare i crimini di guerra
commessi ad Ishibar, era proprio la pietra e le sue conoscenze in
merito ad essa a rappresentare l'unica merce di scambio di cui
disponeva nei rapporti con King Bradley, doveva iniziare a stare
attento a come comportarsi...
Il comando generale l'aveva convocato per quella stessa mattina, e lui
non si era presentato, era ancora troppo presto, doveva ancora
informarsi di molte cose prima di poter riprendere i contatti con
l'esercito...
prima di sapere che carta giocare, doveva conoscere a fondo il suo mazzo....
Era immerso in questi
pensieri quando il vicolo nel quale stava camminando improvvisamente
sboccò in una strada, prima di potersene rendere conto
sentì un forte stridore di freni a pochi centimetri da lui,
senza scomporsi vide un piccolo ometto uscire velocemente dalla
macchina dopo essersi voltato verso il sedile posteriore del veicolo...
c'era qualcosa di rosso li dietro...
- Si rende conto che pericolo ha corso sbucando all'improvviso
da quel vicolo? Insomma qualcuno poteva ferirsi gravemente....-l'uomo
lo guardava divertito rispondendo pacatamente a quelle accuse, gli
erano mancati anche episodi come questo nel periodo in cui era stato
rinchiuso, dopotutto Central City era anche questo, strani ometti col
cappello che iniziano a proclamare il codice della strada alla prima
occasione.
Dopo circa cinque minuti di monologo stava inizando a stancarsi,
sentiva la testa iniziare a ronzargli, la noia assalirlo lentamente,
per un attimo gli passò per la mente di provare a divertirsi un
po con l'alchimia, era molto che non la utilizzava, molto che non
sentiva il rumore di un esplosione...quella prospettiva riaccese nel
suo sguardo un barlume di interesse per il debole autista ancora
intento a parlare...probabilmente il comando generale avrebbe avuto
qualcosa da ridire, ma il desiderio di fare scoccare qualche piccola
scintilla inizia a farsi pressante...
fu allora che accadde....
la portiera posteriore della macchina si aprì di colpo, l'uomo
vide un sottile stivale bianco poggiarsi a terra, pochi secondi dopo
qualcosa di rosso uscì dalla macchina, sul volto di Kimblee si
dipinse un sorriso...anche questa parte di Central gli era mancato....
L'ex-alchimista di stato rimase qualche secondo a fissare compiaciuto
quell'esile figura che rispondeva saccentemente all'autista, non appena
sentì pronunciarle qualche parola si rese conto dall'accento che
non doveva essere di Central, e un'occhiata alla pelle bianchissima
quasi diafana non fece altro che avvalorare ulteriormente le sue
ipotesi...
Si scambiarono poche parole, poi la ragazza dagli occhi verdi rientro
nella macchina volta a chissà quale destinazione....Kimblee
rimase qualche secondo fermo a guardare la macchina ripartire
cercò per un attimo di ricordare l'aspetto di quella ragazza,
c'era qualcosa di familiare, un particolare che gli richiamava qualcosa
alla memoria....Ishibar forse? L'uomo scosse lentamente la testa, non
era nemmeno rientrato a lavoro che gia pensava alla guerra....Central
forse era cambiata ma lui rimaneva sempre l'alchimista scarlatto....
aveva bisogno di uno scotch.
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Capitolo 3 *** Confronto ***
crimson love 3
SPAZIO DELL'AUTRICE XD
un ringraziamento a Larxy63 per la sua recensione^^ grazie
per i complimenti, spero continuerai a seguire questa storia ^^
-Midnight Phoenix-
l'uomo sussurrò il nome a mezza voce, intento
nella lettura del fascicolo, la ragazza col cappotto rosso stava in
piedi difronte alla sua scrivania con le braccia intrecciate dietro la
schiena
-Beh il termine per il
concorso ad alchimista di stato è passato
da un bel po, come mai non ti sei presentata in tempo per le selezioni?
da quello che leggo in questa scheda avresti dovuto superarlo senza
difficoltà- esclamò spostando il suo
sguardo sulla
ragazza, per un attimo assunse un'espressione incredula, come poteva un
fisico così esile riuscire a gestire la pratica alchemica?
Midnight spostò il peso da un piede all'altro
guardando distrattamente l'arredamento della stanza...
- Diciamo...che ci sono
stati alcuni problemi familiari, mio padre non
riteneva fossi ancora pronta per entrare nell'esercito-
disse tornando
a fissare il suo sguardo su quello dell'ufficile che stava esaminando,
l'uomo sorresse per alcuni secondi la vista di quegli occhi
incredibilmente verdi per poi reclinare il
capo leggermente imbarazzato dopo qualche secondo
- Solitamente ti direi
di tornare il prossimo anno ma visto che arrivi
da così lontano....- Midnight
accennò un sorriso ironico,
sapeva benissimo che non era questa la motivazione che determinava un
tale comportamente, era il suo nome, il fatto di appartenere a quella
famiglia...per molti sarebbe stata una fortuna
per lei era solo un
peso...
- Sono
disponibile a sostenere una prova anche adesso-
esclamò incrociando le braccia al petto, l'ufficiale
scoppiò a ridere alzandosi lentamente da dietro la
scrivania...
- Midnight, conosco tuo
padre, so di cosa è capace, non ci
aspettiamo nulla di meno da sua figlia, benvenuta tra gli alchimisti di
stato- Midnight sentì la rabbia ribollirle
dentro,
sospirò cercando di calmarsi, quella raccomandazione non
toglieva nulla alle sue capacità, lei era perfettamente
consapevole di meritarsi quel posto...
Prese un'uniforme blu dalle mani dell'ufficiale, squadrò
l'orologio d'argento curiosa di come un semplice oggetto come quello
potesse avere una valenza simbolica talmente grande...
- Puoi cambiarti pure in
questa stanza, non appena avrai finito ti
presenterò al tuo supervisore- Midnight
annuì mentre
l'uomo si congedava uscendo dalla stanza, poggiò la nuova
divisa
sul piccolo divanetto addossato alla parete accanto all'ariosa
finestra,quindi iniziò a sbottonare con
calma il cappotto rosso posandolo con cura accanto
all'uniforme, si sfilò il semplice vestito nero che
indossava quel giorno,
stava chiudendo l'ultimo bottone della gonna quando la porta si
spalancò di colpo
- Falman maledetto,
perchè diavolo devi chiamarmi ogni volta che
parlo con la fiorai...- l'uomo che era entrato con
irruenza nella
stanza si bloccò di colpo, dalla sigaretta che aveva in
bocca
cadde della cenere, era rimasto imbambolato a fissare la ragazza
seminuda in piedi difronte a lui...Midnight rimase ad
osservare
l'uomo per qualche secondo, poi priva di interesse iniziò ad
abbottonarsi anche la camicia della divisa
- Dovrebbe bussare prima
di entrare in una stanza chiusa sa?- disse
ironicamente sistemando le spalline dell'uniforme....l'uomo era
ancora immobile a fissarla, un rivoletto di sangue che fuoriusciva dal
naso e la sigaretta completamente consumata, Midnight stava per
raccogliere i suoi vestiti quando notò, sui guanti del
guardone,
due cerchi alchemici, il suo sguardo si accese di curiosità,
in
un attimo fu davanti allo sconosciuto con una delle mani di
lui tra le sue
per esaminare i guanti con attenzione...
-Lei è il
colonnello Mustang giusto?- domandò alla fine
sorridendo amabilmente all'uomo ancora impietrito....Quello stava per
dire qualcosa quando l'ufficiale di poco prima rientrò nella
stanza
- Colonnello, mi
aspettavo arrivasse più tardi, mi spiace averla
fatta attendere, lei è la signorina Phoenix, il comandante
supremo ha disposto di rimetterla alle sue direttive...Colonnello si
sente bene?- chiese Falman interrompendo il suo discorso
dopo aver la
strana espressione del suo superiore...
Mustang piegò leggermente di lato la testa mentre
continuava ad osservare l'esile ragazza in piedi difronte a lui...
- Phoenix...ho
conosciuto tuo padre ad Ishibar, sono ormai molti anni
che non sentivo parlare di lui...e devo dire che non mi dispiace poi
così tanto- disse amaramente l'uomo guardandola
gelidamente,
Midnight continuava imperterrita a sorridere, arretrò di
qualche
passo accennando un debole inchino
- Sono davvero onorata
di poterla avere come superiore colonnello, al
contrario io ho sentito molto parlare di lei recentemente, spero abbia
nei miei confronti gli stessi riguardi che usa avere con altri suoi
sottoposti- esclamò allusivamente senza che il
suo sorriso si
piegasse minimamente, quindi continuò - Ho sentito che
lascia
molta libertà agli alchimisti sotto le sue dipendenze,
ovviamente non dubito che il suo sia un volontario metodo pedagogico e
non certo una mancanza di autorità, colonnello- concluse
marcando l'ultima parola di un forte carica ironica, Mustang
serrò le labbra fino a renderle esangui, forse era colpa
dell'educazione ricevuta, ma a suo giudizio erano troppi ormai i
ragazzi talmente irrispettosi e cinici da rispondere in modo
simile al loro diretto superiore
o quantomeno erano
troppi quelli sotto la sua sorveglianza
-Bene
Midnight, penso che tu sia stanca per il lungo viaggio,
potrai prendere servizio do..- un leggero cenno del
colonnello
interruppe le parole di Falman deciso a smorzare la strana tensione che
si era venuta a creare nella stanza, Midnight guardò il suo
superiore con aria interrogativa, sul viso dell'uomo aveva fatto la sua
comparsa un leggero sorriso...
un sorriso che non le
prometteva nulla di buono...
- eppure
Falman ho la sensazione che la nuova arrivata abbia
voglia di mettersi alla prova...sbaglio forse?-
sussurrò
sfiorando con un dito guantato una ciocca dei capelli della ragazza,
Midnight scostò la testa infastidita...
- Sono ai suoi ordini-
mormorò a denti stretti mentre
Falman la squadrava allarmato, Mustang si avvicinò alla
scrivania del collega, prese distrattamente un fascicolo dalla pila
ordinatamente sistemata sull'angolo destro della superfice lignea ed
inziò a sfogliarlo...
- devi trovare una persona e portarla da me...mi sembra piuttosto
semplice come inizio non trovi?- Midnight rimase ferma a fissarlo,
sapeva benissimo che quella non era una domanda a cui rispondere, il
sorriso sul volto di Roy si allargò ulteriormente
- Dovresti trovarlo nel
suo appartamento, Falman ti darà
l'indirizzo...non è molto socievole ma sono certo che i tuoi
modi cortesi lo convinceranno a seguirti sino ai miei uffici-
concluse
ironicamente dando le spalle alla ragazza...
- Il suo nome?-
chiese Midnight mentre raccoglieva il cappotto e i
vestiti appena tolti dal divano, Mustang rispose con noncuranza,
completamente immerso nella lettura di quel fascicolo, la ragazza
raccolse i suoi indumenti senza fare una piega ed uscì
silenziosamente dalla stanza...
- Colonnello non
può affidare ad una ragazzina una missione che
neanche un veterano accetterebbe, quell'uomo è un pazzo! la
trasformerà in un fuoco d'artifico appena saprà
che
è proprio da lei che viene quest'ordine-
esclamò Falman
con un espressione sconvolta sul volto, Roy accennò un
sorriso
mentre accendeva una sigaretta
- Perchè
pensare al peggio Falman? Io lo vedo come un modo per
testare le capacità di quella bambolina e non far si che
queste
siano determinate da una mera raccomandazione- il
colonnello
esalò una lunga scia di fumo
- Oltretutto se
c'è proprio una cosa di cui l'esercito non ha
bisogno in questo momento è tornare ad essere una delle
pedine
nei giochi di potere di quella famiglia...e poi sono proprio curioso di
vedere come quell'assassino reagirà al
comportamento della
nostra saccente bambolina, chissà un omicido sarebbe
l'occasione
propizia per toglierci definitivamente Zolf Kimblee dai piedi....-
l'occasione perfetta per
liberarci dell'alchimista scarlatto...
l'occasione perfetta per liberare Central da quella famiglia di
assassini...
Aveva bevuto troppo, come al suo solito aveva esagerato,
si era
ripromesso di prendere solo qualche bicchiere di scotch ma poi un
bicchiere si era trascinato dietro un altro, un nuovo ricordo doveva
essere soffocato, un nuovo impulso, una nuova frenesia dovevano essere
taciuti prima che fosse troppo tardi
prima che potesse
commettere qualcosa di troppo grave essendo semplicemente se stesso...
e se c'era una cosa di cui Zolf Kimblee era assolutamente
sicuro, era proprio quella di conoscersi perfettamente, di sapere con
esattezza quali fossero i suoi limiti e quando fosse necessario
esaudire le sue esigenze, l'unica cosa con cui Zolf Kimblee non aveva
assolutamente fatto i conti era il periodo trascorso in carcere, dopo
quella parentesi di esilio ogni suo desiderio sembrava essersi fatto
più acuto, la sua ricerca di piacere e soddisfazione
sembrava
quasi non poter essere soddisfatta in alcun modo senza che lui
eccedesse, ed infatti eccolo, disteso scompostamente su un letto che ai
suoi occhi ubriachi non appariva fermo, con il viso circondato da
quelle lenzuola che ancora sapevano di fumo misto ad un odore
dolciastro, in preda ad un torpore così forte da annebbiarlo
nonostante il buio fosse calato da poche ore...
Improvvisamente sentì un brivido corrergli per la schiena
mentre
una mano gli carezzava lentamente il petto, cercò di alzare
la
testa per vedere chi altro ci fosse con lui ma il movimento troppo
rapido gli procurò una fitta di dolore al capo,
cercò di
ripetere in gesto più lentamente, solo allora
notò la
gamba intrecciata alla sua, i lunghi capelli dorati sparsi sul cuscino
accanto al suo volto...
Le labbra della donna gli sfiorarono la guancia, lentamente la
sconosciuta si sottrasse al suo abbraccio sgusciando fuori dalle
coperte, mostrando senza esitazione il corpo nudo allo sguardo
annebbiato dell'alchimista, senza fretta la bionda inziò ad
indossare un leggero vestito rosso abbandonato per terra, per un attimo
Kimblee ebbe la sensazione di avere visto qualcos altro di rosso quella
stessa giornata, quel ricordo fugace lo turbò abbastanza da
scatenare un'altra violenta fitta al capo, cercò di
rimettersi
in piedi ma i suoi sforzi lo portarono solamente a sedersi sul letto
mentre continuava a guardare la ragazza rivestirsi, un barlume di
coscienza lo portò ad osservare quanto giovane quella donna
potesse essere, non dimostrava più di venti anni,
lasciò
che lo sguardo adesso più compiaciuto che annebbiato
percorresse
la giovane schiena scoperta della giovane mentre questa gli dava le
spalle....sentì uno strano impulso provocargli una
sensazione di
prurito nei palmi delle mani, su quei tatuaggi che da ormai
troppo tempo non utilizzava, si alzò per scacciare quel
fugace
pensiero che gli era balenato in mente, con un gesto rapido si
infilò i pantaloni della mattina e la camicia bianca,
lasciando
però quest'ultima sbottonata, quindi prese un pacco di
sigarette
dalla tasca della giacca appoggiata sul consunto ed unico divano
presente in quello squallido monolocale, si sporse dalla
finestra
aperta iniziando lentamente ad assaporare il pungente aroma del
tabacco, non poteva lasciarsi andare proprio adesso, doveva porsi un
minimo di autocontrollo
eppure sarebbero stati
proprio dei fuochi d'artificio stupendi..
fu
allora che accadde,
vide l'affusolata mano della bionda prendergli la sigaretta dalla bocca
per accostarla alle sue labbra ancora colorate di rossetto, era un
gesto sicuro, che tradiva la sicurezza di qualcosa fatto numerose
volte, in molte case diverse...
con tanti uomini
diversi...
la reazione non si fece attendere, in un attimo Kimblee le
immobilizzò il polso della mano che teneva il mozzicone
ormai
consumato, sul volto della donna si dipinse una smorfia di dolore,
l'uomo aumentò la pressione su quelle fragili ossa mentre
con
l'altro braccio sbatteva l'esile figura sul muro stringendole il collo
con la mano libera, il respiro della ragazza iniziò a farsi
sempre più ansante, i lucidi occhi azzurri cercavano
disperatamente di appigliarsi ad un barlume di umanità in
quelli
dell'uomo...degli occhi così neri da non lasciare spazio ad
alcun anelito di speranza, occhi che tradivano perfettamente quali
fossero ormai le sue reali intenzioni...
Kimblee aumentò ancora la stretta, la frenesia di quei
momenti,
l'adrenalina che gli scorreva per le vene, nessuna quantità
di
alcool o sesso per quanto grandi avrebbero potuto rimpiazzare l'euforia
che gli dava immergersi in quegli sguardi terrorizzati, lo facevano
sentire potente, una qualità di cui si era dimenticato
durante
quel lungo periodo di prigionia...
una qualità
di cui altri lo avevano privato...
Stava per attivare i cerchi alchemici tatuati sulle sue
mani ed
ormai da troppo tempo sopiti quando la porta della stanza si
aprì di colpo, Kimblee si voltò velocemente verso
la
direzione da cui quel rumore era scaturito allentando leggermente la
stretta sul collo e sul polso della ragazza ancora inchiodata al muro,
gli occhi dell'uomo incrociarono quelli verdissimi dell'intruso...
quella ragazza...
- Non so se
se ne sia reso conto...ma sta soffocando una ragazza
signore...- esclamò Midnight entrando con
accortezza nella
stanza, la ragazza si guardò curiosa attorno, l'arredamento
era
piuttosto "primitivo" e l'odore di fumo misto a profumo femminile da
quattro soldi le dava la nausea, si fermò a pochi passi
dalla
finestra cercando di inspirare, per quanto fosse posibile, quanta
più aria pulita ci fosse in quella stanza. Un espressione
divertita si dipinse sul volto dell'alchimista al sentire le parole
della ragazza, con riluttanza lasciò la presa sulla sua
vittima
la quale non perse l'occasione per sgusciare velocemente fuori
dall'appartamento con le lacrime agli occhi, noncurante,l'uomo si
poggiò con le spalle al muro senza staccare minimamente gli
occhi da quella esile figura in piedi accanto alla finestra del suo
monolocale
- Devo averla colpita
particolarmente questa mattina, non mi aspettavo
certo una sua visita signorina- disse infilandosi le mani
in
tasca,mentre parlava ebbe occasione di scrutare con più
attenzione il profilo della sua ospite, indossava ancora il cappotto
rosso della mattina ed ancora una volta ebbe la sensazione di averla
gia vista una volta, molto tempo prima, così tanto che
probabilmente lei non era nemmeno nata...
- Più che me
questa mattina lei rischiava di colpire la mia
macchina signor Kimblee...io ho semplicemente l'ordine di portarla con
me al Comando Generale....-
- Un cane dell'esercito?
Non l'avrei mai detto signorina...- la voce
dell'uomo tradiva una certa sorpresa, mai si sarebbe immagginato che
quell'esile ragazzina potesse fare parte dell'esercito
o forse l'aveva solo
sperato....
- immaggino
debba essere frustrante essere il fattorino di
qualche colonnello, subordinare la propria volontà a quella
di
qualcun altro...mi chiedo se sia una capacità propria di un
carattere eccessivamente debole o perfino troppo forte- il
sorriso
ironico che comparve sulla faccia di Kimblee dopo aver pronunciato
questa parole fece sussultare la ragazza, c'era qualcosa in
quell'espressione, qualcosa nel tono della voce di quell'uomo che le
ricordava fin troppo la persona per cui aveva abbandonato la propria
casa, non avrebbe mai potuto immaginare che l'uomo con cui si era
"scontrata" quella mattina potesse essere l'oggetto della sua prima
missione ma ancor di più mai avrebbe potuto immaginare che
potesse somigliare così tanto a suo padre...
e lei sapeva bene come
comportarsi con tipi come lui....
- Ovviamente
comprendo che sottostare agli ordini non rientri
nel suo carattere signore, a quanto pare lei asseconda liberamente i
suoi istinti non curandosi delle conseguenze, mi chiedo se sia una
capacità propria di una mente inteliggente o di qualcuno
così stupido da non capire dove sia più opportuno
fermarsi...- Midnight pronunciò queste parole
lentamente,
lasciando che ognuna venisse colta pienamente dall'uomo in piedi
difronte a lei, odiava essere considerata una debole ma sopratutto
odiava che qualcuno si prendesse gioco di lei come quel Kimblee aveva
appena fatto, qualunque fosse la reazione a cui andava incontro...
qualunque fosse la
punizione che lui aveva in serbo per lei
- Non
lascio che una bambinetta mi parli in questo modo
liberamente- sussurrò l'uomo a denti stretti
mentre passo dopo
passo accorciava le distanze che lo separavano dalla ragazza
- Per quanto il tuo
visetto possa essere grazioso dovresti stare
più attenta a quello che dici, sopratutto quando non conosci
chi
ti sta difronte- continuò alzando verso il suo
viso il mento
della ragazza, la follia ancora desta brillava dal fondo di quegli
occhi scuri, se quella ragazzina stava cercando una scusa per farlo
divertire ci stava riuscendo perfettamente...
- Si signore, ho notato
che non ha alcun riguardo per le donne-
mormorò Midnight impassibile senza distogliere lo sguardo da
quello dell'uomo, non cercò di divincolarsi dalla presa che
lui
esercitava sul suo viso, a quella distanza poteva sentire il pungente
odore del suo corpo...
lo trovava nauseante
la risata rauca dell'alchimista rimbombò per le
pareti
della stanza, c'era qualcosa in quegli occhi verdi che lo turbava, un
ricordo che premeva per riemergere dai meandri della sua memoria ancora
offuscata dai fumi dell'alcool...
Ishibal...
Poi lo vide, illuminato dal riflesso di quel
primo lampo
che aveva trafitto il cielo buio di Central, un piccolo orologio da
taschino che pendeva dalla cintura della ragazza, un orologio
argentantato che fin troppo bene lui conosceva...
alchimia...
Bastò quel momento di distrazione, quei pochi
secondi in
cui gli occhi di Kimblee lasciarono il contatto con quelli della
ragazza, Midnight sorrise trionfante, in un attimo afferrò
saldamente la spalla dell'uomo, una debole luce viola si
diramò
dal ciondolo indossato dalla ragazza, si udì un sordo
scricchiolio, una smorfia di dolore si dipinse sul volto
dell'ex-alchimista di stato...
-Conosco benissimo gli
uomini come lei signore...ho passato 18 anni
della mia vita con uno di loro..- sussurrò
accostando le labbra
all'orecchio di Kimblee, l'uomo si massaggiava dolorante la spalla
slogata, un sorriso folle dipinto sul volto
quella ragazza aveva
appena dato inizio ad una sfida....
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Capitolo 4 *** Incontri ***
crimson 4
- Chi avrebbe mai
immaginato che un fiore delicato come lei potesse nascondere delle
spine tanto accuminate-
Midnight guardava seria l'uomo davanti a lei che si massaggiava la
spalla dolorante
- Probabilmente
chi ti ha mandato qui non pare avere molto a cuore il tuo destino
signorina- sussurrò l'alchimista accorciando la
distanza che lo separava dalla ragazza
- o forse è
lei la prima a non dargli importanza- mentre queste ultime
parole trapelavano dalle labbra sottili dischiuse in un sussurro,
Kimblee spinse velocemente i palmi delle sue mani l'uno contro l'altro,
delle fugaci scintille blu illuminarono la piccola stanza, Midnight
indietreggiò velocemente mentre la mano dell'uomo diretta
verso il suo viso si scontrava con la vecchia lampada ad olio
poggiata sul comodino, le schegge schizzarono in aria come proiettili
mentre il fragore dell'esplosione rimbombava nell'appartamento.
Midnight si portò la mano guantata sulla guancia, un rivolo
di sangue macchiò il guanto bianco mentre un sottile taglio
si delineava sulla sua guancia sinistra
- Sono sconcertata dal
poco rispetto che dimostra di avere per l'antiquariato signore,
ora se mi vuole seguire... - esclamò
impassibile senza distogliere lo sguardo dal viso dell'uomo, il suo
cuore aveva avuto un sussulto, qualche centimetro e sarebbero stati
pezzi della sua faccia adesso a macchiare la moquette, come poteva
essere stata così poco cauta! Era il suo primo incarico ed
aveva gia peccato di superbia, quell'uomo era chiaramente un folle e
lei gli aveva appena fornito un valido motivo per dare sfogo alla sua
pazzia.
- Rispetto per l'arte-sogghignò
il militare mentre un frammento di vetro scricchiolava sotto il peso
del suo piede -Non trova
che anche l'esplosione di questo piccolo oggetto sia qualcosa di
artistico? Si immagina quanto stupefacente potrebbe essere se
al posto di questa lampada ci fosse stato qualcos'altro tipo...-
le parole dell'uomo rimasero sospese, aleggiavano nella stanza pensanti
come macigni, Midnight poteva immaginare bene l'eventuale fine di
quella frase senza necessità che lui si desse premura di
completarla.
- non sono qui per
diventare il suo giochino esplosivo, ho solo il compito di scortarla
dal colonnello Mustang- il tremito che scosse Kimblee la
interruppe, era come se il nome da lei pronunciato l'avesse
profondamente scosso, lentamente l'uomo camminò verso di
lei, allungò il braccio oltre l'esile figura della ragazza
raccogliendo la cravatta gettata disordinatamente sul letto ancora
sfatto e impregnato dell'odore di sudore misto a profumo femminile.
L'uomo iniziò svogliatamente ad abbottonare la
camicia che fino a quel momento aveva tenuto aperta, la cravatta chiara
pendeva sgualcita i lati del suo collo, Midnight distolse lo sguardo
incapace di proferire altro, cercando di concentrarsi sulle gocce di
pioggia che sempre più insistentemente picchiettavano sul
vetro della finestra.
- E' proprio sicura di
volere seguire gli ordini del colonnello Mustang miss?- il
tono con cui Kimblee aveva calcato la parola colonnello
confermò i sospetti della ragazza, tra quei due non doveva
correre buon sangue
- fortunatamente per lei,
mi piacciono le persone che fanno il loro dovere.-
esclamò interrompendosi per completava il nodo della
cravatta, i piccoli occhi scuri tornarono sul volto della giovane - e inoltre non mi ha ancora detto il suo nome-
la ragazza gli diede le spalle mentre si dirigeva verso la
porta d'ingresso, alzò il cappuccio rivestito di pelliccia
del pesante cappotto rosso per ripararsi dalla forte pioggia che
avrebbe incontrato una volta uscita
e voleva uscire al
più presto
-Midnight signore-
mormorò velocemente uscendo dall'appartamento,quasi
spaventata che conoscere il suo nome potesse fornirgli una qualche arma
da usare contro di lei,era desiderosa di mettere quanti più
metri possibile tra lei e quell'uomo.
tutto di
quella stanza e di quell'individuo la disgustava.
Kimblee chiuse la porta dietro di se mentre con una mano si sistemava
un cappello bianco sul capo, la pioggia impietosa iniziò a
segnargli i preziosi vestiti, uno dei primi acquisti fatti dopo
l'uscita dal carcere. L'uomo guardava l'esile figura che gli camminava
qualche passo davanti, doveva avere fegato per dargli le spalle con
tanta naturalezza, se questo particolare da una parte lo
divertiva particolarmente dall'altra non poteva che dargli sui nervi.
e certamente
lui non era un uomo noto per la sua pazienza.
Le imponenti scale del Comando li accolsero dopo poco tempo, Midnight
aveva gia iniziato a salire i primi gradini quando una macchina
dell'esercito si accostò accanto a loro, un giovane soldato
subò fuori dal finestrino del posto guida lanciandole uno
sguardo veloce prima di soffermare la sua attenzione su Kimblee
- Signore è
pregato di seguirmi da qui in poi- disse con tono serio
fissando negli occhi l'alchimista scarlatto, Midnight li
guardò con aria interrogativa indecisa sul da farsi
-Ma il colonnello...-
un gesto scocciato dell'uomo vestito di bianco la ammutolì
-signorina è
stato un piacere fare la sua conoscenza, spero che le nostre strade
possano riunirsi in futuro- esclamò Kimblee
liquidandola velocemente sfiorando con riguardo il cappello bianco
mentre velocemente entrava nella macchina ancora in moto, la ragazza
non potè che guardarli impotente sparire velocemente dalla
sua vista.
sollevata dall'essersi
sbarazzata di un accompagnatore così scomodo
La pioggia continuava a cadere imperterrita, i negozianti si
affrettavano a rientrare la merce nelle botteghe, i passanti si
affastellavano sotto i balconi in cerca di un riparo, la ragazza era
ancora immobile sulle scale, quello che le era successo in quel
pomeriggio aveva dell'incredibile, tecnicamente non aveva inadempiuto
al compito affidatole, aveva portata Kimblee al comando e li era stato
preso in consegna da qualcuno che chiaramente ne sapeva più
di lei di tutta quella storia, con aria impotente infilò le
mani infreddolite in tasca, un foglietto umido al tatto
attirò la sua attenzione, quasi sbiadito dalla pioggia era
riportato l'indirizzo del suo nuovo appartamento a Central, uno dei
tanti possedimenti della sua famiglia utilizzato spesso dal padre
quando doveva sbrigare delle faccende nella capitale. Midnight si
diresse velocemente verso la via indicata nel foglio, aveva
più o meno presente la direzione da prendere, Sebastian
l'aveva informata piuttosto chiaramente, la zona in cui l'appartamento
si trovava era abitata per lo più da militari o personale
dell'esercito di alto livello, d'altra parte suo padre non avrebbe mai
accettato di meno, il suo spiccato senso di superiorità
l'aveva portato a isolarsi in un maniero confinato nel nord del Paese
il più lontano possibile da qualsiasi villaggio o
comunità locale e paradossalmente molto più
vicino alla fortezza militare di Briggs.
proprio un posto adatto
per crescere una bambina
Lungo la strada, una volta realizzato che il suo senso
dell'orientamento male funzionava tra le montagne e male continuava a
funzionare una volta giunta nella Capitale non potè fare a
meno di notare come potesse cambiare l'ambiente da un vicolo all'altro,
allegre famigliole ridenti in uno e loschi figuri in altri , mentre si
lasciava andare a queste considerazioni un rumore anomalo poco lontano
attirò la sua attenzione, una signora piuttosto a giovane
era crollata a terra, un capiente sacco di carta con dentro della
frutta rovinato a terra, una bambina con delle simpatiche codine le
stava accanto con un'espressione spaventata in volto, ma ciò
che attirò ancor di più l'attenzione di Midnight
fu l' uomo che correndo si allontanava dalle due con in mano quella che
sembrava essere proprio la borsa della signora, non perse
tempo,poggiò il palmo della mano sull'asfalto bagnato, il
ciondolo al collo sprigionò una luce rossastra mentre una
parete di asfalto si innalzava per tagliare la corsa del ladro.
Midnight corse verso di lui, la resistenza del giovane fu
inutile, bastò una feroce ginocchiata al petto per farlo
stramazzare a terra, la ragazza raccolse la borsa per porgerla alla
signora, la bambina la guardava curiosa cercando di scorgere qualche
dettaglio in più del viso nascosto dal cappuccio ormai
fradicio
-Grazie signorina,
è stata gentilissima- esclamò la
vittima visibilmente in difficoltà mentre raccoglieva
affannosamente la frutta cadutale di mano, una volta che i loro sguardi
si incontrarono la donna ebbe un sussulto
-ma lei è
ferita signorina! la prego lasci che le dia una mano- la
mano della signora le sfiorò il taglio sul volto procuratole
dal frammento di vetro della lampada esplosa nell'appartamento di
Kimblee, Midnight sorrise scostando il viso dal tocco leggero della
donna
- no non si preoccupi
è un graffio, piuttosto sa indicarmi la direzione giusta per
arrivare qui?- chiese indicando la scritta quasi sbiadita
sul foglietto che aveva in mano, la bambina si
sporse sulle punte per potere leggere anche lei .
-Mamma ma è
vicino a casa!- Midnight non potè che tirare un
sospiro di sollievo a quelle parole che ponevano fine al suo girovagare
per Central City
- Non è di
central vero? Il suo accento non mi è familiare...ci segua
pure signorina, è il minimo che possa fare per sdebitarmi, e
lasci che le offra qualcosa di caldo a casa per rifocillarsi da questo
tempo...- Midnight scrollò le spalle impotente
di fronte a tanta disponibilità
- mi chiamo Gracia
Hughes e lei è mia figlia Elicia- disse mentre
si incamminava per il vicolo scavalcando il corpo dell'uomo ancora
senza sensi tenendo per mano la figlia, Midnight le seguì
senza perder tempo, forse quello era il suo primo incontro "normale"
della giornata.
- Se trovi Marcoh, come
avvertimento nel caso scappi dinuovo, scegli una città dalla
mappa e cancella la sua esistenza- disse l'homunculus continutando
indisturbato a guidare, un ghigno si dipinse sul volto di Kimblee,
aveva capito subito che quel soldato era tutto fuorchè umano
-Quindi è
stato merito tuo il mio rilascio,che lavoro crudele da svolgere, ne
è passato di tempo da quando l'ho fatto l'ultima volta-
esclamò ironico mentre poggiava una mano sullo stomaco, dopo
pochi attimi sulla sua lingua comparve una gemma rosso rubino
-Che divertente vorrai
dire, pensi che questo possa bastare per ripetere il lavoro?-
l'homunculus gli porse un'altra pietra questa volta di forma sferica,
l'uomo la guardò con aria famelica
-Anche questa
è stata fatta dagli ishivaliani?- chiese prendendola tra le
dita
-No questa viene dai
suoi vecchi assistenti- rispose sorridendo compiaciuto, l'uomo vestito
di bianco scoppiò a ridere fragorosamente
- Allora Kimblee cosa
decidi? la tua reputazione da alchimista scarlatto, da distruttuore di
Ishibal, verrà intaccata se lasci il tuo lavoro in sospeso,e
a tal proposito si dice che Marcoh si trovi proprio con un ishibaliano,
un certo Scar...- lo sguardo dell'alchimista si accese di interesse
-certo non posso
lasciare che questo avvenga- mormorò mentre stringeva nel
pugno le due pietre filosofali...
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Capitolo 5 *** Viaggio verso il nord (parte prima) ***
In viaggio verso il Nord
Zolf J. Kimblee non aveva poi molto da raccogliere prima della
partenza, aveva gia indosso l'unico completo accettabile posseduto dopo
l'uscita dal carcere e la sua permanenza a Central era stata
così breve da non permettergli di fare qualche acquisto, non che
fosse un patito dello shopping, ma era fermamente convinto che
l'eleganze e il decoro di un individuo si rispecchiassero anche nel
modo di vestire. L'uomo si portò una mano sullo stomaco, era
come se le potesse sentire,lì, nel palmo della sua mano, le due
pietre filosofali pronte a cedergli quanta più energia lui fosse
pornto a richiedergli.
Tutte le vite sacrificate per quelle
due gemme vorticavano dentro di lui, le urla di quegli uomini e quelle
donne erano musica per le sue orecchie.
- Signor Kimblee signore, i preparativi per la partenza sono stati ultimati- l'ufficiale lo guardava in attesa di ordini, l'uomo si soffermò qualche attimo a guardare quel giovane soldato, poteva vedere il pomo d'adamo tremolare per la tensione di stare al suo cospetto
a quanto pare la sua fama lo precedeva
Non poteva perdersi in autoreferenziali considerazioni adulatorie,
aveva un compito da completare e le mani gia gli prudevano al sol
pensiero del fantastico fuoco artificiale avrebbe creato dal corpo di
quell'ishivaliano
- Bene possiamo recarci alla stazione.- esclamò
raccogliendo qualche documento sparso disordinatamente da quella
vecchia scrivania che gli avevano provvisoriamente assegnato, aveva
sempre ritenuto inutile tutta quella burocrazia ma era un prezzo
disposto a pagare in cambio di rimettersi in azione
in cambio di tutto il divertimento che lo aspettava.
- ehm signore, quale membro del suo staff dobbiamo convocare?-
L'alchimista fulminò il soldato con uno sguardo infastidito, non
aveva mai amato lavorare in gruppo, ne essere ingabbiato in qualsiasi
struttura gerarchica, la sua scelta di entrare nell'esercito era
l'unico modo semi-legale per dare sfogo ai suoi istinti e per attuare
la SUA giustizia, stava per uscire dalla stanza senza degnarlo di un
risposta quando una leggera fitta alla spalla lo bloccò
sull'uscio della porta, un mezzo sorriso gli si dipinse sul volto.
- in effetti c'è qualcuno che vorrei convocasse- mormorò mentre l'ombra di un cappotto rosso attraversò fugace la sua memoria.
Su una cosa non si poteva dubitare Kimblee non amava lasciare discorsi in sospeso.
non importava quanto giovane, o di quale sesso, fosse il suo interlocutore.
La calda luce del mattino illuminava la stanza modestamente
arredata, la ragazza si guardava circospetta intorno mentre Gracia
si affaccendava a raccogliere garze e disinfettante sul lucido
tavolo di rovere.
Midnight non amava trovarsi in ambienti che non conosceva, era sempre
stata abituata a rimanere all'erta persino in casa propria, ma in un
ambiente totalmente estraneo era totalmente priva di punti di
riferimento, di certo non pensava che quella tranquilla signora, ne
tantomeno la piccola Elicia che toccava adorante una ciocca dei
suoi capelli, potessero rappresentare un pericolo, ma era come se
avvertisse, per quanto sbiadita, la presenza di qualcun altro in quella
casa, c'era un odore di fumo che impregnava il mobilio della stanza, un
odore che non ritrovava su nessuna delle due donne.
- Sono un ospite terribile Midnight,
non ti ho neanche chiesto di toglierti il cappotto, Elicia su smetti di
infastidirla e porta del the alla signorina- la bambina si
allontanò riluttante, Midnight sospirò rassegnata mentre
si sfilava il cappotto ancora bagnato di dosso, l'uniforme da poco
ricevuta era gia macchiata di fango, mentre porgeva il soprabito rosso
alla padrona di casa non potè fare a meno di notare lo sguardo
sorpreso che le si era dipinto in volto
- o mio Dio sei così giovane eppure...-
il tono turbato della signora mentre scrutava la sua uniforme la
colpì, c'era qualcosa nelle sue parole, qualcosa di più
di una mera meraviglia nel vedere una ragazza già alchimista di
stato, una nota di tristezza che era impossibile non cogliere.
La donna le fece cenno di risedersi mentre imbeveva la garza di liquido disinfettante
- ti brucerà un pochino...-
mormorò mentre avvicinava la mano al viso della giovane, il
tocco gentile di Gracia la rilassò, in quella casa regnava
un'armonia totalmente diversa rispetto a quella in cui era cresciuta...
- non doveva disturbarsi così tanto è solo un graffio- esclamò strizzando gli occhi a causa del forte odore dell'alcool , la donna scosse la testa sorridendo
- ti ho gia detto di non fare tutti questi complimenti, piuttosto da dove vieni? Ti sei trasferita da poco al Comando Generale?-
- Da North City più o meno, oggi è il mio primo giorno di stanza a Central ma ancora non ho combinato molto- disse quasi sorpresa di quanto fosse facile e disposta a parlare con Gracia
- Dai tempo al tempo, sei così
giovane, e non essere così ansiosa di prestare i tuoi servigi
all'esercito, non si può mai sapere con chi, o con cosa, sarai
costretta a confrontarti-
- Il mio papà! Hai conosciuto il mio papà! anche lui è un soldato!
-Elicia!- la madrè
interruppe la bambina mentre applicava un cerotto colorato sulla
guancia della giovane, poi si alzò per prendere dalle mani della
figlia un vassoio quasi più grande di lei
- Midnight è arrivata solo oggi a Central piccola, non può avere conosciuto papà-
esclamò accarezzandole la testa, Midnigh le guardava dubbiosa,
la presenza maschile che aveva avvertito doveva essere quella del
signor Hughes ma il tono con cui la madre si era rivolta alla
figlia lasciava quasi presagire un continuo della frase...
- Mio marito è scomparso da poco,è morto in servizio, Elicia ancora non è molto abituata...-
sussurrò sorridendo mestamente, lo sguardo di Midnight si
spostò immediatamente sulla bamibina intenta a giocare per terra
con delle vecchie bambole, troppo occupata da quella divertente
attività per volver partecipare alla discussione
- Mi dispiace... non era mia intenzione toccare l'argomento-
le parole appena dette le risuonarono vuote, incapaci di comunicare
alcuna forma di cordoglio, non conosceva il marito di Gracia e
nonostante quella donna si stesse dimostrando molto cortese non era
nella sua natura dimostrare empatia nei confronti degli altri, per
quanto volesser distaccarsene, non poteva ritenersi del tutto immune
dall'influenza dell'ambiente in cui era cresciuta...
e poi, infondo, si poteva crescere anche senza genitori
La ragazza si voltò ancora una volta per salutare
alla donna che le sorrideva dall'uscio di casa, Elicia muoveva
freneticamente le piccole manine nella foga del saluto, Midnight si
portò la mano al volto sfiorando la superficie dell'infantile
cerotto che gli avevano applicato poco prima, avrebbe potuto
guarire quella ferita in meno tempo con l'alchimia, ma in qualche modo
quella medicazione le dava una sensazione confortante.
Le indicazioni che le aveva fornito Gracia l'avevano portata
davanti una palazzina grigio fumo, la sua austerità ben si
adeguava allo spoglio giardino all'ingresso
proprio tipico della sua famiglia
Stava per entrare nel suo appartamento quando notò un uomo in
divisa uscire da una macchina facendole cenno di fermarsi, agritava per
aria quella che da lontano sembrava una lettera
- lei è la signorina Phoenix?-
disse affannosamente prendendo fiato, Midnight annuì sorpresa
mentre con lo sguardo ripercorreva la breve distanza fatta
dall'ufficiale
la resistenza di quel soldato era ridicola
- c'è un ordine di convocazione per lei- esclamò porgendole la busta sgualcita, il sigillo del Comando generale riluceva alla luce del sole
-di cosa si tratta?-
- faresti bene a fare le valigie ragazza, a lui non piace molto aspettare, siamo incaricati di scortarti sino alla stazione- rispose mentre indicava la macchina da cui era appena sceso.
Midnight entrò velocemente in casa, non aveva neanche il tempo
di cambiarsi, gettò uno sguardo in giro per la stanza cercando i
bagagli che Sebastian avrebbe dovuto già aver consegnato, poi la
vide, la valigia di pelle bianca faceva capolino dalla una stanza
in fondo al corridoio che si rivelò essere la camera da letto.
La ragazza stava per chiudersi la porta dell'abitazione alle spalle
quando un'altra busta, adagiata sul tavolo del salotto, attirò
la sua attenzione, la sua mano corse alla tasca del cappotto ma la
lettera di convocazione era ancora li, non aveva mai lasciato la sua
persona.
Midnight aprì circospetta la lettera sul tavolo, nessun sigillo
visibile, sul foglio, quasi bianco, campeggiavano poche parole,
impresse con un inchiostro rosso fuoco
"Sei la mia spia bambolina"
gli ultimi dubbi sulla provenienza della lettera si spensero quando questa prese fuoco tra le mani della ragazza.
L'ufficiale aprì la portiera della macchina alla giovane
alchimista, Midnight si sistemò sul sedile posteriore
dell'autovettura mentre l'autista metteva in moto
- Chi dal comando ha richiesto la mia presenza in questa missione?-
chiese mentre osservava per la seconda volta in quel giorno gli edifici
di Central che scorrevano sotto la sua vista, la ragazza non
potè non notare la reticenza a risponderle da parte dei due
uomini, tutto quel mistero mal si addiceva all'idea che aveva della
vita nell'esercito. Stava per riproporre la domanda quando l'imponente
sagoma della stazione le si parò davanti, la compiaciuta
osservazione della breve distanza da casa sua rispetto alla ferrovia
venne interrotta dal rumore di apertuta della portiera del veicolo.
La ragazza stava per ringraziare ma le parole le morirono in bocca quando riconobbe la figura china verso di lei
- Signorina è un onore avere la sua compagnia per questo viaggio, queste poche ore senza di lei mi hanno fatto rimpiangere la sua gentile presenza-
La pungente ironia di quelle parole le fecero gelare il sangue,
Midnight serrò i denti mentre riluttante accettava la mano
dell'alchimista scarlatto.
Kimblee o Mustang...in un modo o nell'altro era comunque un mero pedone nella scacchiera di qualcun altro.
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