Crimson love....

di Celiane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Midnight ***
Capitolo 2: *** Bonjour Central ***
Capitolo 3: *** Confronto ***
Capitolo 4: *** Incontri ***
Capitolo 5: *** Viaggio verso il nord (parte prima) ***



Capitolo 1
*** Midnight ***


ff full metal alchemist BIRTH
una figura slanciata si muoveva velocemente nella tenuta, nella sua corsa evitava ogni albero con facilità, si muoveva silenziosamente debolmente illuminata dal chiarore dei raggi del sole che filtravano attraverso il fitto fogliame, era una ragazza, con dei lunghi capelli scuri,avvolta in un corpetto di pelle e in dei pantaloni dello stesso tessuto sembrava quasi volare tra il fitto fogliame, legati al polpaccio tramite delle strette fibbie di cuoio stavano due pugnali, alla cintura uno leggermente più piccolo ma dall'elsa ben lavorata scintillava, debolmente illuminato di raggi del sole. La ragazza lanciava furiosamente i pugnali contro un albero, sembrava fosse dilaniata da un fuoco interiore, quasi bruciassse dalla rabbia, sul braccio sinistro una fasciatura lasciava intravedere alcune macchie di sangue e sul viso, quasi diafano, alcuni eczemi violacei macchiavano le guance leggermente sfiorate da alcune ciocche ribelli, poco lontano, da un finestra, una sagoma scura osservava la giovane allenarsi,i suoi stessi occhi verdi la fissavano gelidamente, l'uomo a cui appartenevano fece schioccare velocemente le dita della mano destro, una fiamma si sprigionò dal quel veloce sfregamento illuminando nella penombra l'immacolato guanto bianco sul cui dorso spiccava un comnplicato disegno, l'uomo si voltò di scatto dando le spalle alla finestra, per un attimo, prima di sprofondare nel buio, un flebile raggio di sole illuminò la collana che portava al collo....illuminò quel ciondolo....rischiarò quel simbolo...una fenice che ardeva tra le fiamme

diciassette anni prima....
il medico entrò velocemente nella stanza, le mani ancora sporche di sangue, fissò l'uomo in piedi vicino la scrivania dell'ampio studio, solo dopo alcuni secondi quello sembrò accorgersi della sua presenza, lo guardò leggermente irritato come se fosse responsabile di avere interrotto il corso dei suoi pensieri
-e dunque?- chiese con tono serio, i freddi occhi verdi lo fissavano imperturbabili quasi non gli importasse nulla della risposta, solamente il lieve tamburallare di una mano sulla liscia superfice di mogano scuro della scrivania lasciava trapelare il reale stato d'animo dell'uomo.... il medico gli sorrise incoraggiante
-è una bellissima bambina!- disse tendendogli la mano per congratularsi, ma l'altro non gliela strinse affatto, il bellissimo viso piegato in una smorfia furiosa, in preda ad uno scatto d'ira rovesciò la bottiglia di Sherry dal tavolo, il liquore iniziò a cadere sul prezioso tappeto rosso, goccia dopo goccia... notando l'espressione basita del medico si passò una mano tra i sottili capelli biondi cercando di ricomporsi
- Signore va tutto bene? non desidera vederla? ha i suoi stessi occhi sapesse...è stato un parto difficile ma entrambe madre e figlia stanno bene..- esclamò con voce tremante, di certo non si aspettava una simile reazione, nessun padre avrebbe reagito così alla notizia della nascita della sua primogenita...eppure quell'uomo, quello che un tempo reputava un amico era tutto fuorchè felice...
- può andare non ho più bisogno di lei...e porti con se quella bambina non la voglio, faccia come preferisca la affidi a un convento l'abbandoni all'angolo della strada..non mi interessa non mi è di alcuna utilità qui- esclamò agitando la mano infastidito, il medico lo squadrò sconvolto, per un attimo si domandò se avesse sentito bene, se quelle parole fossero realmente state pronunciate con un simile distacco....
quell'uomo stava ripudiando sua figlia..
.
- ma è sua figlia!, è una bambina sana e in forze non capisco il perchè di questa sua reazione- l'alchimista lo fissò freddamente, nei suoi occhi stava fermentando una rabbia latente
- una bambina che non potrà mai prendere le redini del  nostro casato, che non perpetrerà il nostro nome, dilapiderà la nostra fortuna sposandosi con un uomo che non appartiene alla nostra famiglia....non posso permetterlo- esclamò suonando un campanellino, dopo pochi secondi apparve una ragazza in tenuta servile che raccolse da terra la bottiglia appena rovesciata, accennò un debole inchino verso il padrone e riuscì velocemente dalla stanza. Dopo che la ragazza ebbe chiuso la porta alle sue spalle, il medico tornò a concentrare la sua attenzione sull'uomo in piedi difronte a lui.... l'alchimista aveva un fisico scolpito, le spalle larghe , dei capelli biondo chiaro che incorniciavano un bellissimo viso sul quale spiccavano due grandi occhi verdi privi di qualsiasi emozione...le mani erano fasciate da due guanti bianchi sul cui dorso erano impressi due cerchi alchemici rosso fuoco....
rosso come il sangue che aveva versato...
rosso come le vite che lui stesso aveva aiutato a spezzare in quei giorni ad Ishibar...
.- io desidero unicamente un figlio maschio, quella bambina ha sbagliato a nascere...- mormorò sedendosi sulla sedia e iniziando a scrivere su dei fogli recanti l'intestazione del Comando Generale, il colloquio era finito, il medicò guardò esasperato l'ufficiale, aveva rinunciato da tempo a vincere contro di lui, aveva sacrificato la sua deontologia professionale per rimanere al suo servizio...ma adesso non erano più ad Ishibar, adesso non poteva permettere che un altro omicidio fosse perpetrato con la sua collaborazione ed a spese di qualcuno incapace di difendersi
qualcuno come un bambino...
- senti Louis.ti parlo come amico non come medico- sibiò agguantandolo per la collottola- siamo stati insieme ad Ishibar, quindi non ho problemi a dirti le cose per come stanno. Tua moglie ha rischiato la vita durante il parto, ho fatto il possibile ma non penso potrà mai più rimanere incinta quindi che ti piaccia o no quella bambina è l'unica cosa che avrai...- si bloccò capendodi aver esagerato, gli occhi spalancati dal terrore erano fissi in quelli verde smeraldo, ridotti a fessurre dell'uomo seduto difronte...fu un attimo, l'alchimista gli afferrò il braccio mentre con la mano sinistra sfiorava il cerchio alchemico posto sul guanto destro, con un grido di dolore misto a terrore il medico cercò di ritrarsi immediatamente ma la trasmutazione era stata avviata, con le lacrime agli occhi uscì fuori dalla stanza... il braccio ustionato inerte al suo fianco....

una giovane donna dalla pelle quasi diafana e dai lunghi capelli scuri stava distesa sul grande letto a baldacchino, delle cameriere le si affaccendavano intorno provocando un evidente fastidio nella ragazza...
- vi ho detto di lasciarmi pure sola, non ho bisogno di nulla sto bene- esclamò facendogli cenno di uscire dalla stanza, in quel momento entrò l'alchimista, non degnò le serve di uno sguardo mentre si avviava verso il letto dove la donna era distesa, si sedette sul bordo del materasso, scrutando per un attimo il viso pallido e sofferente di lei, gli occhi nero pece della donna cercarono di sostenere per qualche secondo quello sguardo imperturbabile, ma tornarono a saettare per gli angoli più nascosti della stanza....
- questo non era programmato- gli disse quasi in un sussurro, l'uomo continuava a fissarla impassibile
- non è colpa tua- sibilò avvicinandosi a una culla posta contro il muro della stanza rivolta ad est, un neonato dormiva tranquillamente, una bambina, l'alchimista le rivolse uno sguardo carico di disprezzo
- non abbiamo altra scelta, dovremmo farcene carico sperando che non si riveli un peso ancor più fastidioso di quanto lo sia gia adesso- esclamò prendendola tra le braccia, la bambina, svegliatasi bruscamente iniziò a strillare, di tutta risposta quello la riadagiò nella culla tornando verso il baldacchino, prese per mano la moglie
- andiamo...devi farti visitare da un medico serio, quello di prima era un incompetente- esclamò uscendo con lei dalla stanza incuranti del neonato, la bambina continuava a strillare, il suo pianto infantile risuonava per tutto il maniero, nessuno sembrava sentirla....

DEATH

Midnight, si chiamerà Midnight, con lei cala la notte sulla nostra casa, lei rappresenta la fine di ogni nostra ambizione...

un abbraccio, un sorriso, le sarebbe bastato solo questo per essere felice, per poter chiamare quel posto casa, invece ogni giorno si scontrava con sguardi freddi e parole ostili, all'inizio piangeva, si disperava, desiderava ardentemente essere all'altezza delle loro aspettative, desiderava veramente essere l'erede che non avevano mai potuto avere, poi subentravano la rassegnazione e la certezza che comunque, qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe mai stata abbastanza, loro erano il fuoco, lei era l'aria, loro erano assassini, lei era la vittima, loro erano la sua famiglia, lei per loro era un'estranea, adesso anche le sue lacrime erano finite.....

la bambina si svegliò di soprassalto, i lunghi boccoli leggermente scarmigliati, accanto a lei una figura le intimava di alzarsi
- forza non è tempo di dormire- le sibilò trascinandola malamente fuori dalle coperte, la fioca luce proveniente dal piccolo lume posto sul comodino illuminava parzialmente la piccola stanza..
L'uomo continuava a trascinarla, la bambina non opponeva alcuna resistenza, sarebbe stato praticamente inutile...
- dove stiamo andando?- provò a chiedere con la voce ancora impastata dal sonno così bruscamente interrotto,
- è ora di iniziare con l'allenamento, abbiamo perso fin troppo tempo con quelle insulse lezioni teoriche...-sussurrò aprendo violentemente la porta che conduceva all'esterno della tenuta, il vento smuoveva le cime degli alberi, una leggera nebbiolina rendeva il paesaggio inquietante...l'uomo condusse la figlia al centro di uno spazio erboso circondato da alberi, indietreggiò di qualche passo per poi arrestarsi del tutto
- Colpiscimi- le intimò mentre una leggera pioggia iniziava a cadere, la bambina rabbrividì, scalza e coperta solo dalla leggera camicia da notte
- Ma io....- momorò stringendosi nelle spalle
- Midnight...non concluderai mai niente se ti rifiuti di combattere, in guerra non importa se dalla parte avversa ci sono persone a te care...devi cancellare qualsiasi legame dalla tua mente- le urlò con la voce carica di risentimento
 - se non colpirai tu lo farò io- le disse sorridendo malignamente, i capelli biondi grondanti d'acqua leggermente mossi dal vento, la bambina tremò,ma non per il freddo questa volta,
aveva paura...
quindi iniziò a correre in direzione del padre sferrandogli un calcio al fianco sinistro, l'uomo lo bloccò facilmente con una mano, lo sguardo impassibile, quindi  iniziò a esercitare una forte pressione sulla gamba verso la direzione opposta a quella in cui era piegata, la bambina urlò di dolore mentre crollava a terra, l'uomo le sferrò un calcio nello stomaco allontanandola di qualche metro
-Sei debole- le sussurrò piegandosi su di lei, quindi la prese per le spalle costringendola a rimettersi in piedi...
- Non so nemmeno perchè perdo il mio tempo a cercare di migliorarti, sei una causa persa- le disse conducendola poco più avanti, un profondo pozzo si ergeva tra i numerosi alberi di ciliegio della tenuta, la bambina lo guardò terrorizzata intuendo ciò che l'uomo aveva intenzione di fare
- No, studierò di più, la prego, la prego, mi impegnerò di più glielo prometto- esclamò implorandolo, le lacrime che si confondevano con la pioggia che scorreva copiosa sul suo volto, l'uomo non la degnò di una risposta la prese malamente in braccio sollevandola sull'apertura del pozzo
- Ormai hai dieci anni, il tempo dei giochi è finito- disse mollando improvvisamente la presa, gli occhi della bambina si focalizzarono per un momento su quelli dello stesso identico colore del padre, cercando di appigliarsi a un piccolo barlume di amore, di pietà ma non trovò nulla,
erano vuoti
...
 le sembrava quasi di cadere, aveva la sensazione di non avere più nulla di solito sotto i piedi...stava precipitando in quel mare di odio non suo....
stava precitando in quel pozzo.....
Midnight si alzò dolorante guardando verso l'apertura del pozzo, la pioggia aveva ormai finito di cadere e stava iniziando ad albeggiare, la ragazza si guardò attorno, la base di quel vecchio pozzo asciutto era poco ampia, ricoperta da foglie secche e terra brulla, accanto a lei notò un pezzo di gesso, lo prese in mano incerta sul da farsi
- alchimia...- sussurrò tra se ricordando i numerosi libri che le erano stati dati da leggere, libri colmi di difficilissimi simboli ognuno con un preciso significato, suo padre quindi voleva che usasse l'alchimia per uscire da li, l'avrebbe accontentato.
Per tutto il giorno si impegnò nel disegnare cerchi alchemici su ogni parete del pozzo, e ogni volta sbagliava qualcosa che vanificava ogni suo sforzo, ore dopo il gesso si era completamente consumato e il freddo della notte aveva iniziato a ghermirla nella sua gelida morsa, Midnight cercò rimanere sveglia, di non cedere al dolce invito del sonno che minacciava di stroncarla da un momento all'altro, di certo qualcuno sarebbe venuto a prenderla prima o poi, di certo avrebbero capito e l'avrebbero aiutata, perchè dopotutto era loro figlia e le volevano bene, erano questi pensieri a riscaldarla la notte, questi pensieri la facevano desistere dall'addormentarsi, voleva essere desta quando suo padre l'avesse liberata da quella prigione e sua madre l'avesse abbracciata donandole quel calore che così tanto le era mancato..ma non arrivò mai nessuno, la bambina attese tre giorni, ma dall'esterno non proveniva alcun rumore all'infuori del canto di qualche uccello. All'alba del quarto giorno, assetata e indebolita dalla mancanza di cibo capì di essere sola, il taglio alla testa provocatole dalla caduta si era quasi del tutto rimarginato, la bambina in preda alla disperazione fece pressione sulla ferita ancora fresca, quando ritrasse le mani in preda al dolore le vide grondanti di sangue, quindi tracciò un cerchio alchemico sulla parete del pozzo difronte a lei, utilizzò il proprio sangue,dopo un secondo di indecisione vi poggiò entrambe le mani per attivarlo, il pozzo venne invaso dalla luce.....
La bambina arrancava vero l'entrata della casa, si appoggiava alla parete esterna troppo esausta per far affidamento sulle sue gambe, la sua prima trasmutazione l'aveva sfiancata....stava per entrare quando una calda luce proveniente dalla finestra vicina attirò la sua attenzione, i suoi genitori cenavano tranquillamente, sorseggiavano del vino, discorrevano allegramente...Midnight rimase a fissarli, le mani sudicie appoggiate sul vetro,  il corpo scosso da sussulti per il freddo, entrò lentamente in casa, cercando di essere il più silenziosa possibile, salì al piano di sopra gettandosi sul letto una volta arrivata nella sua stanza, era riuscita a sopravvivere, ma quella notte era come se una parte di lei fosse rimasta intrappolata in quel pozzo mentre i suoi genitori continuavamo tranquillamente la loro vita di sempre, la loro vita senza di lei, quasi che non fosse mai stata con loro....
era morta e nulla sarebbe mai stato come prima
.

REBIRTH
La ragazza volteggiava per la pista al ritmo della musica, il lungo vestito che ben si adattava alle curve del suo corpo, i capelli leggermente scossi dai suoi stessi movimenti, un signore piuttosto anziano la accompagnava in quella danza, indossava un elegante abito da sera con ricamato sul taschino il simbolo dell'esercito, una volta che la musica treminò tutti i danzatori si arrestarono applaudendo educatamente la bizzarra coppia, i due si portarono al limite della sala raggiungendo un gruppo di tre persone, due donne e un distinto uomo sulla quarantina, una delle due donne indossava un lungo vestito nero che esaltava la sua slanciata figura, i capelli scuri erano raccolti in un elegante chignon con una corta ciocca cadente sul viso, il collo abbellito da un meraviglioso girocollo di pietre preziose, ellanon mostrò alcun segno di apprezzamento per quanto acccaduto, l'altra al contrario, piuttosto robusta, accolse i due con un gran sorriso
- Robert ormai sei troppo vecchio per queste cose- esclamò rivolto all'uomo che appariva piuttosto stanco
- Louis, complimenti, tua figlia oltre ad essere così graziosa è una grande ballerina- momorò rivolto all'uomo biondo seduto difronte, Louis alzò un sopracigglio come se non fosse molto d'accordo con quanto detto appena affermato....
- Midnight giusto? Complimenti non pensavo Dafne e Louis avessere una figlia così grande, hai 17 anni giusto?- chiese la signora grassottella guardando ammirata la ragazza che le stava davanti, Midnight le sorrise educatamente, indossava un vestito verde scuro che sottolineava il simile colore dei suoi occhi
- Si, li ho compiuti il mese scorso- mormorò chinando leggermente il capo in segno di saluto, a quelle parole l'uomo che l'aveva prima fatto da accompagnatore assunse un espressione pensierosa
- Louis pensate avviarla alla carriera di alchmista?Ormai ha l'età giusta- chiese curioso, l'uomo stava per rispondere ma Midnight lo precedette
- ovviamente, la prospettiva di entrare nell'esercito mi affascina - disse guardando seriamente entrambi i genitori,
- bene allora continuerà la tradizione di famiglia, ne sarai contento Louis.- esclamò quello allontandosi per prendere un drink, padre e figlia rimasero a fissarsi per alcuni secondi
- cosa c'è padre, non pensa che io possegga la "tempra " necessaria per entrare nell'esercito?- gli chiese con un tono colmo di pungente ironia, gli occhi dell'uomo brillarono di una folle ira
- oppure la preoccupa il fatto che potrei ferirmi in qualche modo, anche se ne dubito, non siete mai stato molto attento alla mia sicurezza- momorò Midnight sorridendogli freddamente, gli ospiti la guardavano atterriti, il silenzio era sceso nella sala alle parole della ragazza
- ovviamente mi preoccupo della tua incolumità piccola- rispose cercando di controllarsi, le mani gli tremavano febbrilmente come se resistesse all'impulso di schiaffeggiare la figlia
- oh...sono perfettamente in grado di badare a me stessa, me l'avete insegnato voi dopotutto, ma forse vi preoccupa che io possa macchiarmi di qualche crimine...certo, ne sono consapevole, è un rischio che sono pronta a correre, seguo il vostro esempio dopotutto.- concluse Midnight prestando attenzione che tutti l'ascoltassero, il padre era livido di rabbia, la madre si guardava attorno in preda alla vergogna facendo cenno all'orchestra di continuare a suonare, la musica riprese, gli ospiti continuarono a danzare, Luois prese Midnight per il braccio conducendola al centro della pista, malamente la avvicinò a se iniziando a muoversi a ritmo di musica
- Come ti sei permessa, ci hai umiliato..- le sibilò mentre la faceva ruotare su se stessa
- mi sono limitata a dire come la pensavo, non è quello che tu fai sempre?- esclamò quella assecondando i movimenti del padre
- tu non andrai in accademia, arrecheresti disonore al mio nome e a quello di tua madre..- sussurrò avvicinando le sue labbra all'orecchio della figlia
- da quanto tempo ti rifiuti di vedermi allenare? sai di cosa sono capace  adesso? no, non lo sai...- disse la ragazza accellerando il ritmo della danza
- non perdo tempo a guardare i tuoi insulsi allenamenti, ma so per certo cosa sei o non sei in grado di fare e nell'esercito, crolleresti in men che non si dica, li si pratica alchimia vera non gli insulsi giochini con cui ti diletti in giardino, li il nostro nome è garanzia di potere- sibilò Luois con gli occhi scintillanti d'ira
- se sei così preoccupato del nome lo abbandono con piacere, Phoenix non mi è mai piaciuto dopotutto- esclamò fissando l'uomo con uno sguardo carico d'odio, quello si arrestò al centro della sala incredulo di ciò che aveva sentito....gli occhi verdi fissi in quelli identici della ragazza, le mani che stringevano forte, troppo forte, le braccia di lei...
- sono io che maledico il giorno in cui sei venuta al mondo, tu dovresti solo ritenerti fortunata di essere nata in questa famiglia.....non lascerai questa casa, sono le mie ultime parole- disse allontanando da se la ragazza che cadde malamente a terra.
L'uomo si ritrasse velocemente, Midnight venne aiutata a rialzarsi
- se ti batto...se riesco a ferirti in un combattimento vero mi dovrai far entrare in accademia- gli urlò dietro in preda all'ira, l'uomo si girò di scatto,sul suo volto si fece spazio uno sguardo divertito ma che non celava l'irritazione che quel discorso gli stava arrecando
- se è questo quello che vuoi, mi rendi tutto più semplice- esclamò schioccando le dita, i vetri della stanza si ruppero di colpo, l'uomo uscì all'esterno della villa seguito poco dopo dalla ragazza, un forte vento le smuoveva il lungo vestito e la pioggia le rendeva difficoltosa la vista, Midnight non attese un secondo si fiondò contro il padre cercando di sferrargli un calcio al fianco sinistro, quello sorrise leggermente divertito
- sei ripetitiva- le disse bloccandolo con una mano esattamente come era accaduto sette anni prima....
- no....padre è tutto diverso- esclamò quella aumentando la pressione del calcio, il sorriso abbandonò il viso dell'uomo, che venne colpito violentemente al fianco, cadde pesantemente a terra mentre Midnight con grazia si issava sulle braccia per ricadere in piedi al suolo,il padre guardò negli occhi la figlia il cui sguardo ribolliva di rabbia, si alzò lentamente ripulendosi l'elegante vestito dal fango, quando rialzò sul viso campeggiava un sorriso folle e divertito,con quella smorfia disumana si fiondò contro la figlia estraendo un pugnale finemente lavorato da sotto la giacca, Midngiht si scansò velocemente evitando tutti gli affondi tranne uno che la ferì leggermente al fianco causando uno strappo nel vestito, la ragazza approfittò del momento di euforia del padre per estrarre anch'ella un piccolo pugnale dallo stivale sinistro con cui parò un nuovo affondo dell'uomo
- vedo che non ti fai più tanti problemi a colpire tuo padre- le momorò mentre tentava di ferirla nuovamente, Midnight lo guardò con disprezzo attivando un cerchio alchemico che provocò una forte corrente d'aria tale che il padre venne sbattuto contro un albero poco vicino, Midnight lanciò il pugnale in quella direzione con forza, la lama si andò a conficcare accanto alla guancia dell'uomo su cui apparve un sottile taglio
- non è tempo di dormire papà- sussurrò, sicura che lui la sentisse, voltandosi per rientrare in casa, fu un attimo, l'uomo approfittò del fatto che la ragazza gli desse le spalle per afferrarle un braccio, Midngiht si voltò di scatto
-avevi promesso che se ti avessi ferito.....- iniziò a dire ma si fermò notando l'espressione di pure e cieca follia comparsa sul volto del genitore, quello poggiò il dito sul guanto che teneva fermo il braccio della figlia attivando così il cerchio alchemico disegnatovi sopra....la casa fu scossa da un urlo.

l'uomo si allontanava lentamente rientrando in casa, il guanto sporco di sangue, in volto un espressione indecifrabile...
- prepara i bagagli, fra tre giorni andrai a Central City- esclamò fermandosi un attimo, poi continuò -apparterrai sempre a questa casa, Midnight, ricordatelo- mormorò dando le spalle ad una ragazza in ginocchio nella fanghiglia, Midnight guardò rabbiosamente la schiena del genitore, le lacrime iniziarono a segnare il suo viso mentre con una mano si teneva il braccio insanguinato, sotto le dita, al di sotto del sangue ancora fresco risplendeva un marchio impresso a fuoco...una fenice avvolta dalle fiamme
in questo modo sarebbe stata sempre sua....

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Capitolo 2
*** Bonjour Central ***


bonjour central Bonjour Central
ricordo ancora quando ti vidi la prima volta...quando la pioggia cadeva sul tuo viso pallido, quando il tuo sguardo fiero trapassò il mio corpo, fu in quel momento che pensai, che capii...io e te, nel bene e nel male,erano destinati a trovarsi... 


La macchina procedeva a velocità sostenuta, l'autista con il consumato cappello grigio scuro si guardava guardingo intorno cercandoo di scrutare attraverso quella fitta nebbia, Nel sedile posteriore Midnight stava compostamente seduta, lo sguardo annoiato saettava da una parte all'altra della strada, da un grigio edifico all'altro, qualche volta gli occhi straordinariamente verdi si soffermavano su qualche passante dall'aria infreddolita...
la ragazza sbuffò sonoramente
-
Cosa c'è signorina, non si aspettava che Central City fosse così?- chiese l'autista accennando un sorriso, la ragazza non rispose, si limitò a voltarsi verso un finestrino appannato, fissando quelle goccioline di acqua che lentamente segnavano la superfice liscia e fredda del vetro...
era tutto così simile a casa...
La macchina si fermò di colpo, le ruoto stridettero sull'asfalto umido, l'autista aveva inchiodato il piede sul freno in un modo così brusco che Midnight si era quasi sentita catapultare sino ai posti anteriori...
- signorina sta bene? Ma cosa passa per la mente a quell'idiota!- sbraitò l'uomo uscendo di scatto dalla macchina, Midnight si sporse curiosa dal finestrino, davanti alla macchina, in piedi come se nulla fosse, un uomo con un elegante soprabito bianco e dei lucidi  capelli  guardava apparentemente divertito il piccolo autista che gli sbraitava contro....
- Mi spiace di averla terrorizzata, non intendevo bloccarmi in mezzo alla strada...- mormorò passandosi una mano trai capelli mentre sfoderava un sorriso accennato, l'autista sembrò calmarsi recuperando in parte il suo autocontrollo, forse rassicurato da un sorriso che egli trovava amichevole...
Midnight, al contrario, sentì un brivido percorrerle la schiena, non trovava nulla di positivo in quel sorriso, la sola presenza di quell'uomo la stava agitando....quello sguardo, il modo in cui si muoveva, il suo sorriso...
le ricordava in tutto e per tutto suo padre...
Poi lo vide, la smorfia che quel sorriso stava iniziando ad assumere al continuare delle lamentele dell'autista, l'aveva visto molte, troppe volte, sempre sul viso di suo padre, quell'espressione di insofferenza preannunciante qualcuna delle sue violente reazioni...
a volte il diavolo sorride prima di agire...
- Non mi sembra il caso di tirare questa discussione ancora per le lunghe....abbiamo un orario da rispettare Sebastian- esclamò la ragazza rivolta all'autista mentre usciva dalla macchina, il lungo cappotto rosso ne sottolineava la vita sottile, i capelli ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli scuri, Midnight rimase poggiata al fianco della macchina  inclinando leggermente la testa in gesto di saluto nei confronti dello sconosciuto...
- Signorina volevo solo fare comprendere al signore a quale rischio aveva posto la sua stessa persona....- la ragazza accennò un gesto con la mano intimando all'autista di tacere, l'uomo  vestito di bianco guardò divertito Sebastian abbassare la testa mentre apriva lo sportello alla padrona per permetterle di rientrare in macchina....
- Ha molto senso pratico per una ragazza della sua età miss.- esclamò l'uomo in piedi  scostandosi di poco dalla macchina intanto rimessasi in moto, Midnight si voltò verso lo sconosciuto non vi era alcuna traccia di sorriso sul suo volto
- se gli abitanti di Central City sono tutti sconsiderati come lei signore, presumo che questa città goda di un alto tasso di mortalità per incidenti d'auto- disse chiudendo lo sportello dell'automobile dietro di lei....La macchina riprese il suo percorso, la ragazza al suo interno riprese a guardare fuori dal finestrino, l'uomo vestito di bianco aveva ripreso a camminare verso la sua destinazione, una macchia evanescente che diventava sempre più piccola fino a tramutarsi in un minuscolo puntino appena visibile....
avevano intrapreso due direzioni opposte.

L'auto si fermò difronte un imponente edifico di marmo bianco, una larga scalinata conduceva difronte un pesante portone di legno scuro, Midnight rimase a guardare ammirata quella struttura per qualche secondo prima che Sebastian le aprisse la portiera...
- Spero che la sua permanenza a Central City possa esserle d'aiuto signorina, porterò i suoi bagagli al suo appartamento prima di tornare a casa- esclamò l'autista accennando un inchino di commiato, Midnight sorrise piegando leggermente il capo
- Grazie di tutto Sebastian....spero di rivederti presto- disse salendo i primi scalini della gradinata..inspirò profondamente ferendosi il petto con l'aria fredda, un alro passo e sarebbe stata più vicina al suo obbiettivo, un altro ancora ed avrebbe realizzato il sogno della sua vita, un altro e suo padre avrebbe rimpianto tutti gli errori commessi in passato
un altro e avrebbe potuto essere finalmente se stessa.

L'uomo camminava lentamente per la strada, le mani in tasca, il codino leggermente mosso da un freddo vento invernale, erano anni che non camminava più liberamente per Central City, anni che non vedeva quelle strade oberate dal traffico, anni che non sentiva la nebbia inumidirgli il volto....L'ordine di liberarlo era giunto la mattina prima, da parte dell'esercito avevano detto, ed ancora non riusciva a capire come i suoi carcerieri di un tempo erano potuti diventare i suoi liberatori di adesso...
cosa poteva spingerli a considerarlo un alleato e non più una minaccia?
Senza dubbio riguardava la pietra filosofale, solo qualcosa di così importante avrebbe potuto cancellare i crimini di guerra commessi ad Ishibar, era proprio la pietra e le sue conoscenze in merito ad essa a rappresentare l'unica merce di scambio di cui disponeva nei rapporti con King Bradley, doveva iniziare a stare attento a come comportarsi...
Il comando generale l'aveva convocato per quella stessa mattina, e lui non si era presentato, era ancora troppo presto, doveva ancora informarsi di molte cose prima di poter riprendere i contatti con l'esercito...
prima di sapere che carta giocare, doveva conoscere a fondo il suo mazzo....
Era immerso in questi pensieri quando il vicolo nel quale stava camminando improvvisamente sboccò in una strada, prima di potersene rendere conto sentì un forte stridore di freni a pochi centimetri da lui, senza scomporsi vide un piccolo ometto uscire velocemente dalla macchina dopo essersi voltato verso il sedile posteriore del veicolo...
c'era qualcosa di rosso li dietro...
- Si rende conto che pericolo ha corso sbucando all'improvviso da quel vicolo? Insomma qualcuno poteva ferirsi gravemente....-l'uomo lo guardava divertito rispondendo pacatamente a quelle accuse, gli erano mancati anche episodi come questo nel periodo in cui era stato rinchiuso, dopotutto Central City era anche questo, strani ometti col cappello che iniziano a proclamare il codice della strada alla prima occasione.
Dopo circa cinque minuti di monologo stava inizando a stancarsi, sentiva la testa iniziare a ronzargli, la noia assalirlo lentamente, per un attimo gli passò per la mente di provare a divertirsi un po con l'alchimia, era molto che non la utilizzava, molto che non sentiva il rumore di un esplosione...quella prospettiva riaccese nel suo sguardo un barlume di interesse per il debole autista ancora intento a parlare...probabilmente il comando generale avrebbe avuto qualcosa da ridire, ma il desiderio di fare scoccare qualche piccola scintilla inizia a farsi pressante...
fu allora che accadde....
la portiera posteriore della macchina si aprì di colpo, l'uomo vide un sottile stivale bianco poggiarsi a terra, pochi secondi dopo qualcosa di rosso uscì dalla macchina, sul volto di Kimblee si dipinse un sorriso...anche questa parte di Central gli era mancato....
L'ex-alchimista di stato rimase qualche secondo a fissare compiaciuto quell'esile figura che rispondeva saccentemente all'autista, non appena sentì pronunciarle qualche parola si rese conto dall'accento che non doveva essere di Central, e un'occhiata alla pelle bianchissima quasi diafana non fece altro che avvalorare ulteriormente le sue ipotesi...
Si scambiarono poche parole, poi la ragazza dagli occhi verdi rientro nella macchina volta a chissà quale destinazione....Kimblee rimase qualche secondo fermo a guardare la macchina ripartire cercò per un attimo di ricordare l'aspetto di quella ragazza, c'era qualcosa di familiare, un particolare che gli richiamava qualcosa alla memoria....Ishibar forse? L'uomo scosse lentamente la testa, non era nemmeno rientrato a lavoro che gia pensava alla guerra....Central forse era cambiata ma lui rimaneva sempre l'alchimista scarlatto....
aveva bisogno di uno scotch.








 

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Capitolo 3
*** Confronto ***


crimson love 3 SPAZIO DELL'AUTRICE XD
un ringraziamento a Larxy63 per la sua recensione^^ grazie per i complimenti, spero continuerai a seguire questa storia ^^




-Midnight Phoenix- l'uomo sussurrò il nome a mezza voce, intento nella lettura del fascicolo, la ragazza col cappotto rosso stava in piedi difronte alla sua scrivania con le braccia intrecciate dietro la schiena
-Beh il termine per il concorso ad alchimista di stato è passato da un bel po, come mai non ti sei presentata in tempo per le selezioni? da quello che leggo in questa scheda avresti dovuto superarlo senza difficoltà- esclamò spostando il suo sguardo sulla ragazza, per un attimo assunse un'espressione incredula, come poteva un fisico così esile riuscire a gestire la pratica alchemica?
Midnight spostò il  peso da un piede all'altro guardando distrattamente l'arredamento della stanza...
- Diciamo...che ci sono stati alcuni problemi familiari, mio padre non riteneva fossi ancora pronta per entrare nell'esercito- disse tornando a fissare il suo sguardo su quello dell'ufficile che stava esaminando, l'uomo sorresse per alcuni secondi la vista di quegli occhi incredibilmente verdi per poi reclinare il capo leggermente imbarazzato dopo qualche secondo
- Solitamente ti direi di tornare il prossimo anno ma visto che arrivi da così lontano....- Midnight accennò un sorriso ironico, sapeva benissimo che non era questa la motivazione che determinava un tale comportamente, era il suo nome, il fatto di appartenere a quella famiglia...per molti sarebbe stata una fortuna
per lei era solo un peso...
-
Sono disponibile a sostenere una prova anche adesso- esclamò incrociando le braccia al petto, l'ufficiale scoppiò a ridere alzandosi lentamente da dietro la scrivania...
- Midnight, conosco tuo padre, so di cosa è capace, non ci aspettiamo nulla di meno da sua figlia, benvenuta tra gli alchimisti di stato- Midnight sentì la rabbia ribollirle dentro, sospirò cercando di calmarsi, quella raccomandazione non toglieva nulla alle sue capacità, lei era perfettamente consapevole di meritarsi quel posto...
Prese un'uniforme blu dalle mani dell'ufficiale, squadrò l'orologio d'argento curiosa di come un semplice oggetto come quello potesse avere una valenza simbolica talmente grande...
- Puoi cambiarti pure in questa stanza, non appena avrai finito ti presenterò al tuo supervisore- Midnight annuì mentre l'uomo si congedava uscendo dalla stanza, poggiò la nuova divisa sul piccolo divanetto addossato alla parete accanto all'ariosa finestra,quindi iniziò a sbottonare con calma il cappotto rosso posandolo con cura accanto all'uniforme, si sfilò il semplice vestito nero che indossava quel giorno, stava chiudendo l'ultimo bottone della gonna quando la porta si spalancò di colpo
- Falman maledetto, perchè diavolo devi chiamarmi ogni volta che parlo con la fiorai...- l'uomo che era entrato con irruenza nella stanza si bloccò di colpo, dalla sigaretta che aveva in bocca cadde della cenere, era rimasto imbambolato a fissare la ragazza seminuda in piedi difronte a lui...Midnight  rimase ad osservare l'uomo per qualche secondo, poi priva di interesse iniziò ad abbottonarsi anche la camicia della divisa
- Dovrebbe bussare prima di entrare in una stanza chiusa sa?- disse ironicamente sistemando le spalline dell'uniforme....l'uomo era ancora immobile a fissarla, un rivoletto di sangue che fuoriusciva dal naso e la sigaretta completamente consumata, Midnight stava per raccogliere i suoi vestiti quando notò, sui guanti del guardone, due cerchi alchemici, il suo sguardo si accese di curiosità, in un attimo fu davanti allo sconosciuto con una delle mani di lui tra le sue per esaminare i guanti con attenzione...
-Lei è il colonnello Mustang giusto?- domandò alla fine sorridendo amabilmente all'uomo ancora impietrito....Quello stava per dire qualcosa quando l'ufficiale di poco prima rientrò nella stanza
- Colonnello, mi aspettavo arrivasse più tardi, mi spiace averla fatta attendere, lei è la signorina Phoenix, il comandante supremo ha disposto di rimetterla alle sue direttive...Colonnello si sente bene?- chiese Falman interrompendo il suo discorso dopo aver la strana espressione del suo superiore...
Mustang  piegò leggermente di lato la testa mentre continuava ad osservare l'esile ragazza in piedi difronte a lui...
- Phoenix...ho conosciuto tuo padre ad Ishibar, sono ormai molti anni che non sentivo parlare di lui...e devo dire che non mi dispiace poi così tanto- disse amaramente l'uomo guardandola gelidamente, Midnight continuava imperterrita a sorridere, arretrò di qualche passo accennando un debole inchino
- Sono davvero onorata di poterla avere come superiore colonnello, al contrario io ho sentito molto parlare di lei recentemente, spero abbia nei miei confronti gli stessi riguardi che usa avere con altri suoi sottoposti- esclamò allusivamente senza che il suo sorriso si piegasse minimamente, quindi continuò - Ho sentito che lascia molta libertà agli alchimisti sotto le sue dipendenze, ovviamente non dubito che il suo sia un volontario metodo pedagogico e non certo una mancanza di autorità, colonnello- concluse marcando l'ultima parola di un forte carica ironica, Mustang serrò le labbra fino a renderle esangui, forse era colpa dell'educazione ricevuta, ma a suo giudizio erano troppi ormai i ragazzi talmente irrispettosi e  cinici da rispondere in modo simile al loro diretto superiore
o quantomeno erano troppi quelli sotto la sua sorveglianza

-Bene Midnight, penso che tu sia stanca per il lungo viaggio, potrai prendere servizio do..- un leggero cenno del colonnello interruppe le parole di Falman deciso a smorzare la strana tensione che si era venuta a creare nella stanza, Midnight guardò il suo superiore con aria interrogativa, sul viso dell'uomo aveva fatto la sua comparsa un leggero sorriso...
un sorriso che non le prometteva nulla di buono...
-
eppure Falman ho la sensazione che la nuova arrivata abbia voglia di mettersi alla prova...sbaglio forse?- sussurrò sfiorando con un dito guantato una ciocca dei capelli della ragazza, Midnight scostò la testa infastidita...
- Sono ai suoi ordini- mormorò a denti stretti  mentre Falman la squadrava allarmato, Mustang si avvicinò alla scrivania del collega, prese distrattamente un fascicolo dalla pila ordinatamente sistemata sull'angolo destro della superfice lignea ed inziò a sfogliarlo...
- devi trovare una persona e portarla da me...mi sembra piuttosto semplice come inizio non trovi?- Midnight rimase ferma a fissarlo, sapeva benissimo che quella non era una domanda a cui rispondere, il sorriso sul volto di Roy si allargò ulteriormente
- Dovresti trovarlo nel suo appartamento, Falman ti darà l'indirizzo...non è molto socievole ma sono certo che i tuoi modi cortesi lo convinceranno a seguirti sino ai miei uffici- concluse ironicamente dando le spalle alla ragazza...
- Il suo nome?- chiese Midnight mentre raccoglieva il cappotto e i vestiti appena tolti dal divano, Mustang rispose con noncuranza, completamente immerso nella lettura di quel fascicolo, la ragazza raccolse i suoi indumenti senza fare una piega ed uscì silenziosamente dalla stanza...
- Colonnello non può affidare ad una ragazzina una missione che neanche un veterano accetterebbe, quell'uomo è un pazzo! la trasformerà in un fuoco d'artifico appena saprà che è proprio da lei che viene quest'ordine- esclamò Falman con un espressione sconvolta sul volto, Roy accennò un sorriso mentre  accendeva una sigaretta
- Perchè pensare al peggio Falman? Io lo vedo come un modo per testare le capacità di quella bambolina e non far si che queste siano determinate da una mera raccomandazione- il colonnello esalò una lunga scia di fumo
- Oltretutto se c'è proprio una cosa di cui l'esercito non ha bisogno in questo momento è tornare ad essere una delle pedine nei giochi di potere di quella famiglia...e poi sono proprio curioso di vedere  come quell'assassino reagirà al comportamento della nostra saccente bambolina, chissà un omicido sarebbe l'occasione propizia per toglierci definitivamente Zolf Kimblee dai piedi....-
l'occasione perfetta per liberarci dell'alchimista scarlatto...
l'occasione perfetta per liberare Central da quella famiglia di assassini...

Aveva bevuto troppo, come al suo solito aveva esagerato, si era ripromesso di prendere solo qualche bicchiere di scotch ma poi un bicchiere si era trascinato dietro un altro, un nuovo ricordo doveva essere soffocato, un nuovo impulso, una nuova frenesia dovevano essere taciuti prima che fosse troppo tardi
prima che potesse commettere qualcosa di troppo grave essendo semplicemente se stesso...
e se c'era una cosa di cui Zolf Kimblee era assolutamente sicuro, era proprio quella di conoscersi perfettamente, di sapere con esattezza quali fossero i suoi limiti e quando fosse necessario esaudire le sue esigenze, l'unica cosa con cui Zolf Kimblee non aveva assolutamente fatto i conti era il periodo trascorso in carcere, dopo quella parentesi di esilio ogni suo desiderio sembrava essersi fatto più acuto, la sua ricerca di piacere e soddisfazione sembrava quasi non poter essere soddisfatta in alcun modo senza che lui eccedesse, ed infatti eccolo, disteso scompostamente su un letto che ai suoi occhi ubriachi non appariva fermo, con il viso circondato da quelle lenzuola che ancora sapevano di fumo misto ad un odore dolciastro, in preda ad un torpore così forte da annebbiarlo nonostante il buio fosse calato da poche ore...
Improvvisamente sentì un brivido corrergli per la schiena mentre una mano gli carezzava lentamente il petto, cercò di alzare la testa per vedere chi altro ci fosse con lui ma il movimento troppo rapido gli procurò una fitta di dolore al capo, cercò di ripetere in gesto più lentamente, solo allora notò la gamba intrecciata alla sua, i lunghi capelli dorati sparsi sul cuscino accanto al suo volto...
Le labbra della donna gli sfiorarono la guancia, lentamente la sconosciuta si sottrasse al suo abbraccio sgusciando fuori dalle coperte, mostrando senza esitazione il corpo nudo allo sguardo annebbiato dell'alchimista, senza fretta la bionda inziò ad indossare un leggero vestito rosso abbandonato per terra, per un attimo Kimblee ebbe la sensazione di avere visto qualcos altro di rosso quella stessa giornata, quel ricordo fugace lo turbò abbastanza da scatenare un'altra violenta fitta al capo, cercò di rimettersi in piedi ma i suoi sforzi lo portarono solamente a sedersi sul letto mentre continuava a guardare la ragazza rivestirsi, un barlume di coscienza lo portò ad osservare quanto giovane quella donna potesse essere, non dimostrava più di venti anni, lasciò che lo sguardo adesso più compiaciuto che annebbiato percorresse la giovane schiena scoperta della giovane mentre questa gli dava le spalle....sentì uno strano impulso provocargli una sensazione di prurito nei palmi delle mani,  su quei tatuaggi che da ormai troppo tempo non utilizzava, si alzò per scacciare quel fugace pensiero che gli era balenato in mente, con un gesto rapido si infilò i pantaloni della mattina e la camicia bianca, lasciando però quest'ultima sbottonata, quindi prese un pacco di sigarette dalla tasca della giacca appoggiata sul consunto ed unico divano presente  in quello squallido monolocale, si sporse dalla finestra aperta iniziando lentamente ad assaporare il pungente aroma del tabacco, non poteva lasciarsi andare proprio adesso, doveva porsi un minimo di autocontrollo
eppure sarebbero stati proprio dei fuochi d'artificio stupendi..
fu allora che accadde, vide l'affusolata mano della bionda prendergli la sigaretta dalla bocca per accostarla alle sue labbra ancora colorate di rossetto, era un gesto sicuro, che tradiva la sicurezza di qualcosa fatto numerose volte, in molte case diverse...
con tanti uomini diversi...
la reazione non si fece attendere, in un attimo Kimblee le immobilizzò il polso della mano che teneva il mozzicone ormai consumato, sul volto della donna si dipinse una smorfia di dolore, l'uomo aumentò la pressione su quelle fragili ossa mentre con l'altro braccio sbatteva l'esile figura sul muro stringendole il collo con la mano libera, il respiro della ragazza iniziò a farsi sempre più ansante, i lucidi occhi azzurri cercavano disperatamente di appigliarsi ad un barlume di umanità in quelli dell'uomo...degli occhi così neri da non lasciare spazio ad alcun anelito di speranza, occhi che tradivano perfettamente quali fossero ormai le sue reali intenzioni...
Kimblee aumentò ancora la stretta, la frenesia di quei momenti, l'adrenalina che gli scorreva per le vene, nessuna quantità di alcool o sesso per quanto grandi avrebbero potuto rimpiazzare l'euforia che gli dava immergersi in quegli sguardi terrorizzati, lo facevano sentire potente, una qualità di cui si era dimenticato durante quel lungo periodo di prigionia...
una qualità di cui altri lo avevano privato...
Stava per attivare i cerchi alchemici tatuati sulle sue mani ed ormai da troppo tempo sopiti quando la porta della stanza si aprì di colpo, Kimblee si voltò velocemente verso la direzione da cui quel rumore era scaturito allentando leggermente la stretta sul collo e sul polso della ragazza ancora inchiodata al muro, gli occhi dell'uomo incrociarono quelli verdissimi dell'intruso...
quella ragazza...
- Non so se se ne sia reso conto...ma sta soffocando una ragazza signore...- esclamò Midnight entrando con accortezza nella stanza, la ragazza si guardò curiosa attorno, l'arredamento era piuttosto "primitivo" e l'odore di fumo misto a profumo femminile da quattro soldi le dava la nausea, si fermò a pochi passi dalla finestra cercando di inspirare, per quanto fosse posibile, quanta più aria pulita ci fosse in quella stanza. Un espressione divertita si dipinse sul volto dell'alchimista al sentire le parole della ragazza, con riluttanza lasciò la presa sulla sua vittima la quale non perse l'occasione per sgusciare velocemente fuori dall'appartamento con le lacrime agli occhi, noncurante,l'uomo si poggiò con le spalle al muro senza staccare minimamente gli occhi da quella esile figura in piedi accanto alla finestra del suo monolocale
- Devo averla colpita particolarmente questa mattina, non mi aspettavo certo una sua visita signorina- disse infilandosi le mani in tasca,mentre parlava ebbe occasione di scrutare con più attenzione il profilo della sua ospite, indossava ancora il cappotto rosso della mattina ed ancora una volta ebbe la sensazione di averla gia vista una volta, molto tempo prima, così tanto che probabilmente lei non era nemmeno nata...
- Più che me questa mattina lei rischiava di colpire la mia macchina signor Kimblee...io ho semplicemente l'ordine di portarla con me al Comando Generale....-
- Un cane dell'esercito? Non l'avrei mai detto signorina...- la voce dell'uomo tradiva una certa sorpresa, mai si sarebbe immagginato che  quell'esile ragazzina potesse fare parte dell'esercito
o forse l'aveva solo sperato....
- immaggino debba essere frustrante essere il fattorino di qualche colonnello, subordinare la propria volontà a quella di qualcun altro...mi chiedo se sia una capacità propria di un carattere eccessivamente debole o perfino troppo forte- il sorriso ironico che comparve sulla faccia di Kimblee dopo aver pronunciato questa parole fece sussultare la ragazza, c'era qualcosa in quell'espressione, qualcosa nel tono della voce di quell'uomo che le ricordava fin troppo la persona per cui aveva abbandonato la propria casa, non avrebbe mai potuto immaginare che l'uomo con cui si era "scontrata" quella mattina potesse essere l'oggetto della sua prima missione ma ancor di più mai avrebbe potuto immaginare che potesse somigliare così tanto a suo padre...
e lei sapeva bene come comportarsi con tipi come lui....
- Ovviamente comprendo che sottostare agli ordini non rientri nel suo carattere signore, a quanto pare lei asseconda liberamente i suoi istinti non curandosi delle conseguenze, mi chiedo se sia una capacità propria di una mente inteliggente o di qualcuno così stupido da non capire dove sia più opportuno fermarsi...- Midnight pronunciò queste parole lentamente, lasciando che ognuna venisse colta pienamente dall'uomo in piedi difronte a lei, odiava essere considerata una debole ma sopratutto odiava che qualcuno si prendesse gioco di lei come quel Kimblee aveva appena fatto, qualunque fosse la reazione a cui andava incontro...
qualunque fosse la punizione che lui aveva in serbo per lei
- Non lascio che una bambinetta mi parli in questo modo liberamente- sussurrò l'uomo a denti stretti mentre passo dopo passo accorciava le distanze che lo separavano dalla ragazza
- Per quanto il tuo visetto possa essere grazioso dovresti stare più attenta a quello che dici, sopratutto quando non conosci chi ti sta difronte- continuò alzando verso il suo viso il mento della ragazza, la follia ancora desta brillava dal fondo di quegli occhi scuri, se quella ragazzina stava cercando una scusa per farlo divertire ci stava riuscendo perfettamente...
- Si signore, ho notato che non ha alcun riguardo per le donne- mormorò Midnight impassibile senza distogliere lo sguardo da quello dell'uomo, non cercò di divincolarsi dalla presa che lui esercitava sul suo viso, a quella distanza poteva sentire il pungente odore del suo corpo...
lo trovava nauseante
la risata rauca dell'alchimista rimbombò per le pareti della stanza, c'era qualcosa in quegli occhi verdi che lo turbava, un ricordo che premeva per riemergere dai meandri della sua memoria ancora offuscata dai fumi dell'alcool...
Ishibal...
Poi lo vide, illuminato dal riflesso di  quel primo lampo che aveva trafitto il cielo buio di Central, un piccolo orologio da taschino che pendeva dalla cintura della ragazza, un orologio argentantato che fin troppo bene lui conosceva...
alchimia...
Bastò quel momento di distrazione, quei pochi secondi in cui gli occhi di Kimblee lasciarono il contatto con quelli della ragazza, Midnight sorrise trionfante, in un attimo afferrò saldamente la spalla dell'uomo, una debole luce viola si diramò dal ciondolo indossato dalla ragazza, si udì un sordo scricchiolio, una smorfia di dolore si dipinse sul volto dell'ex-alchimista di stato...
-Conosco benissimo gli uomini come lei signore...ho passato 18 anni della mia vita con uno di loro..- sussurrò accostando le labbra all'orecchio di Kimblee, l'uomo si massaggiava dolorante la spalla slogata, un sorriso folle dipinto sul volto
quella ragazza aveva appena dato inizio ad una sfida....

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Capitolo 4
*** Incontri ***


crimson 4 - Chi avrebbe mai immaginato che un fiore delicato come lei potesse nascondere delle spine tanto accuminate-
Midnight guardava seria l'uomo davanti a lei che si massaggiava la spalla dolorante
-  Probabilmente chi ti ha mandato qui non pare avere molto a cuore il tuo destino signorina- sussurrò l'alchimista accorciando la distanza che lo separava dalla ragazza
- o forse è lei la prima a non dargli importanza- mentre queste ultime parole trapelavano dalle labbra sottili dischiuse in un sussurro, Kimblee spinse velocemente i palmi delle sue mani l'uno contro l'altro, delle fugaci scintille blu illuminarono la piccola stanza, Midnight indietreggiò velocemente mentre la mano dell'uomo diretta verso il suo viso si scontrava con la  vecchia lampada ad olio poggiata sul comodino, le schegge schizzarono in aria come proiettili mentre il fragore dell'esplosione rimbombava nell'appartamento.
Midnight si portò la mano guantata sulla guancia, un rivolo di sangue macchiò il guanto bianco mentre un sottile taglio si delineava sulla sua guancia sinistra
- Sono sconcertata dal poco rispetto che dimostra di avere per l'antiquariato signore,  ora se mi vuole seguire... - esclamò impassibile senza distogliere lo sguardo dal viso dell'uomo, il suo cuore aveva avuto un sussulto, qualche centimetro e sarebbero stati pezzi della sua faccia adesso a macchiare la moquette, come poteva essere stata così poco cauta! Era il suo primo incarico ed aveva gia peccato di superbia, quell'uomo era chiaramente un folle e lei gli aveva appena fornito un valido motivo per dare sfogo alla sua pazzia.
- Rispetto per l'arte-sogghignò il militare mentre un frammento di vetro scricchiolava sotto il peso del suo piede -Non trova che anche l'esplosione di questo piccolo oggetto sia qualcosa di artistico?  Si immagina quanto stupefacente potrebbe essere se al posto di questa lampada ci fosse stato qualcos'altro tipo...- le parole dell'uomo rimasero sospese, aleggiavano nella stanza pensanti come macigni, Midnight poteva immaginare bene l'eventuale fine di quella frase senza necessità che lui si desse premura di completarla.
- non sono qui per diventare il suo giochino esplosivo, ho solo il compito di scortarla dal colonnello Mustang- il tremito che scosse Kimblee la interruppe, era come se il nome da lei pronunciato l'avesse profondamente scosso, lentamente l'uomo camminò verso di lei, allungò il braccio oltre l'esile figura della ragazza raccogliendo la cravatta gettata disordinatamente sul letto ancora sfatto e impregnato dell'odore di sudore misto a profumo femminile. L'uomo iniziò  svogliatamente ad abbottonare la camicia che fino a quel momento aveva tenuto aperta, la cravatta chiara pendeva sgualcita i lati del suo collo, Midnight distolse lo sguardo incapace di proferire altro, cercando di concentrarsi sulle gocce di pioggia che sempre più insistentemente picchiettavano sul vetro della finestra.
- E' proprio sicura di volere seguire gli ordini del colonnello Mustang miss?- il tono con cui Kimblee aveva calcato la parola colonnello confermò i sospetti della ragazza, tra quei due non doveva correre buon sangue
- fortunatamente per lei, mi piacciono le persone che fanno il loro dovere.- esclamò interrompendosi per completava il nodo della cravatta, i piccoli occhi scuri tornarono sul volto della giovane - e inoltre non mi ha ancora detto il suo nome-  la ragazza gli diede le spalle mentre si dirigeva verso la porta d'ingresso, alzò il cappuccio rivestito di pelliccia del pesante cappotto rosso per ripararsi dalla forte pioggia che avrebbe incontrato una volta uscita
e voleva uscire al più presto
-Midnight signore- mormorò velocemente uscendo dall'appartamento,quasi spaventata che conoscere il suo nome potesse fornirgli una qualche arma da usare contro di lei,era desiderosa di mettere quanti più metri possibile tra lei e quell'uomo.
 tutto di quella stanza e di quell'individuo la disgustava.
Kimblee chiuse la porta dietro di se mentre con una mano si sistemava un cappello bianco sul capo, la pioggia impietosa iniziò a segnargli i preziosi vestiti, uno dei primi acquisti fatti dopo l'uscita dal carcere. L'uomo guardava l'esile figura che gli camminava qualche passo davanti, doveva avere fegato per dargli le spalle con tanta naturalezza,  se questo particolare da una parte lo divertiva particolarmente dall'altra non poteva che dargli sui nervi.
 e certamente lui non era un uomo noto per la sua pazienza.
Le imponenti scale del Comando li accolsero dopo poco tempo, Midnight aveva gia iniziato a salire i primi gradini quando una macchina dell'esercito si accostò accanto a loro, un giovane soldato subò fuori dal finestrino del posto guida lanciandole uno sguardo veloce prima di soffermare la sua attenzione su Kimblee
- Signore è pregato di seguirmi da qui in poi- disse con tono serio fissando negli occhi l'alchimista scarlatto, Midnight li guardò con aria interrogativa indecisa sul da farsi
-Ma il colonnello...- un gesto scocciato dell'uomo vestito di bianco la ammutolì
-signorina è stato un piacere fare la sua conoscenza, spero che le nostre strade possano riunirsi in futuro- esclamò Kimblee liquidandola velocemente sfiorando con riguardo il cappello bianco mentre velocemente entrava nella macchina ancora in moto, la ragazza non potè che guardarli impotente sparire velocemente dalla sua vista.
sollevata dall'essersi sbarazzata di un accompagnatore così scomodo

La pioggia continuava a cadere imperterrita, i negozianti si affrettavano a rientrare la merce nelle botteghe, i passanti si affastellavano sotto i balconi in cerca di un riparo, la ragazza era ancora immobile sulle scale, quello che le era successo in quel pomeriggio aveva dell'incredibile, tecnicamente non aveva inadempiuto al compito affidatole, aveva portata Kimblee al comando e li era stato preso in consegna da qualcuno che chiaramente ne sapeva più di lei di tutta quella storia, con aria impotente infilò le mani infreddolite in tasca, un foglietto umido al tatto attirò la sua attenzione, quasi sbiadito dalla pioggia era riportato l'indirizzo del suo nuovo appartamento a Central, uno dei tanti possedimenti della sua famiglia utilizzato spesso dal padre quando doveva sbrigare delle faccende nella capitale. Midnight si diresse velocemente verso la via indicata nel foglio, aveva più o meno presente la direzione da prendere, Sebastian l'aveva informata piuttosto chiaramente, la zona in cui l'appartamento si trovava era abitata per lo più da militari o personale dell'esercito di alto livello, d'altra parte suo padre non avrebbe mai accettato di meno, il suo spiccato senso di superiorità l'aveva portato a isolarsi in un maniero confinato nel nord del Paese il più lontano possibile da qualsiasi villaggio o comunità locale e paradossalmente molto più vicino alla fortezza militare di Briggs.
proprio un posto adatto per crescere una bambina
Lungo la strada, una volta realizzato che il suo senso dell'orientamento male funzionava tra le montagne e male continuava a funzionare una volta giunta nella Capitale non potè fare a meno di notare come potesse cambiare l'ambiente da un vicolo all'altro, allegre famigliole ridenti in uno e loschi figuri in altri , mentre si lasciava andare a queste considerazioni un rumore anomalo poco lontano attirò la sua attenzione, una signora piuttosto a giovane era crollata a terra, un capiente sacco di carta con dentro della frutta rovinato a terra, una bambina con delle simpatiche codine le stava accanto con un'espressione spaventata in volto, ma ciò che attirò ancor di più l'attenzione di Midnight fu l' uomo che correndo si allontanava dalle due con in mano quella che sembrava essere proprio la borsa della signora, non perse tempo,poggiò il palmo della mano sull'asfalto bagnato, il ciondolo al collo sprigionò una luce rossastra mentre una parete di asfalto si innalzava per tagliare la corsa del ladro.
 Midnight corse verso di lui, la resistenza del giovane fu inutile, bastò una feroce ginocchiata al petto per farlo stramazzare a terra, la ragazza raccolse la borsa per porgerla alla signora, la bambina la guardava curiosa cercando di scorgere qualche dettaglio in più del viso nascosto dal cappuccio ormai fradicio
-Grazie signorina, è stata gentilissima- esclamò la vittima visibilmente in difficoltà mentre raccoglieva affannosamente la frutta cadutale di mano, una volta che i loro sguardi si incontrarono la donna ebbe un sussulto
-ma lei è ferita signorina! la prego lasci che le dia una mano- la mano della signora le sfiorò il taglio sul volto procuratole dal frammento di vetro della lampada esplosa nell'appartamento di Kimblee, Midnight sorrise scostando il viso dal tocco leggero della donna
- no non si preoccupi è un graffio, piuttosto sa indicarmi la direzione giusta per arrivare qui?- chiese indicando la scritta quasi sbiadita sul foglietto  che aveva in mano, la bambina  si sporse sulle punte per potere leggere anche lei .
-Mamma ma è vicino a casa!- Midnight non potè che tirare un sospiro di sollievo a quelle parole che ponevano fine al suo girovagare per Central City
- Non è di central vero? Il suo accento non mi è familiare...ci segua pure signorina, è il minimo che possa fare per sdebitarmi, e lasci che le offra qualcosa di caldo a casa per rifocillarsi da questo tempo...- Midnight scrollò le spalle impotente di fronte a tanta disponibilità
- mi chiamo Gracia Hughes e lei è mia figlia Elicia- disse mentre si incamminava per il vicolo scavalcando il corpo dell'uomo ancora senza sensi tenendo per mano la figlia, Midnight le seguì senza perder tempo, forse quello era il suo primo incontro "normale" della giornata.


- Se trovi Marcoh, come avvertimento nel caso scappi dinuovo, scegli una città dalla mappa e cancella la sua esistenza- disse l'homunculus continutando indisturbato a guidare, un ghigno si dipinse sul volto di Kimblee, aveva capito subito che quel soldato era tutto fuorchè umano
-Quindi è stato merito tuo il mio rilascio,che lavoro crudele da svolgere, ne è passato di tempo da quando l'ho fatto l'ultima volta- esclamò ironico mentre poggiava una mano sullo stomaco, dopo pochi attimi  sulla sua lingua comparve una gemma rosso rubino
-Che divertente vorrai dire, pensi che questo possa bastare per ripetere il lavoro?- l'homunculus gli porse un'altra pietra questa volta di forma sferica, l'uomo la guardò con aria famelica
-Anche questa è stata fatta dagli ishivaliani?- chiese prendendola tra le dita
-No questa viene dai suoi vecchi assistenti- rispose sorridendo compiaciuto, l'uomo vestito di bianco scoppiò a ridere fragorosamente
- Allora Kimblee cosa decidi? la tua reputazione da alchimista scarlatto, da distruttuore di Ishibal, verrà intaccata se lasci il tuo lavoro in sospeso,e a tal proposito si dice che Marcoh si trovi proprio con un ishibaliano, un certo Scar...- lo sguardo dell'alchimista si accese di interesse
-certo non posso lasciare che questo avvenga- mormorò mentre stringeva nel pugno le due pietre filosofali...



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Capitolo 5
*** Viaggio verso il nord (parte prima) ***


In viaggio verso il Nord Zolf  J. Kimblee non aveva poi molto da raccogliere prima della partenza, aveva gia indosso l'unico completo accettabile posseduto dopo l'uscita dal carcere e la sua permanenza a Central era stata così breve da non permettergli di fare qualche acquisto, non che fosse un patito dello shopping, ma era fermamente convinto che l'eleganze e il decoro di un individuo si rispecchiassero anche nel modo di vestire. L'uomo si portò una mano sullo stomaco, era come se le potesse sentire,lì, nel palmo della sua mano, le due pietre filosofali pronte a cedergli quanta più energia lui fosse pornto a richiedergli.
Tutte le vite sacrificate per quelle due gemme vorticavano dentro di lui, le urla di quegli uomini e quelle donne erano musica per le sue orecchie.
- Signor Kimblee signore, i preparativi per la partenza sono stati ultimati- l'ufficiale lo guardava in attesa di ordini, l'uomo si soffermò qualche attimo a guardare quel giovane soldato, poteva vedere il pomo d'adamo tremolare per la tensione di stare al suo cospetto
a quanto pare la sua fama lo precedeva
Non poteva perdersi in autoreferenziali considerazioni adulatorie, aveva un compito da completare e le mani gia gli prudevano al sol pensiero del fantastico fuoco artificiale avrebbe creato dal corpo di quell'ishivaliano
- Bene possiamo recarci alla stazione.- esclamò raccogliendo qualche documento sparso disordinatamente da quella vecchia scrivania che gli avevano provvisoriamente assegnato, aveva sempre ritenuto inutile tutta quella burocrazia ma era un prezzo disposto a pagare in cambio di rimettersi in azione
in cambio di tutto il divertimento che lo aspettava.
-
ehm signore, quale membro del suo staff dobbiamo convocare?- L'alchimista fulminò il soldato con uno sguardo infastidito, non aveva mai amato lavorare in gruppo, ne essere ingabbiato in qualsiasi struttura gerarchica, la sua scelta di entrare nell'esercito era l'unico modo semi-legale per dare sfogo ai suoi istinti e per attuare la SUA giustizia, stava per uscire dalla stanza senza degnarlo di un risposta quando una leggera fitta alla spalla lo bloccò sull'uscio della porta, un mezzo sorriso gli si dipinse sul volto.
- in effetti c'è qualcuno che vorrei convocasse- mormorò mentre l'ombra di un cappotto rosso attraversò fugace la sua memoria.
Su una cosa non si poteva dubitare Kimblee non amava lasciare discorsi in sospeso.
non importava quanto giovane, o di quale sesso, fosse il suo interlocutore.

La calda luce del mattino illuminava la stanza modestamente arredata, la ragazza si guardava circospetta intorno mentre Gracia  si affaccendava a raccogliere garze e disinfettante sul lucido tavolo di rovere.
Midnight non amava trovarsi in ambienti che non conosceva, era sempre stata abituata a rimanere all'erta persino in casa propria, ma in un ambiente totalmente estraneo era totalmente priva di punti di riferimento, di certo non pensava che quella tranquilla signora, ne tantomeno la piccola  Elicia che toccava adorante una ciocca dei suoi capelli, potessero rappresentare un pericolo, ma era come se avvertisse, per quanto sbiadita, la presenza di qualcun altro in quella casa, c'era un odore di fumo che impregnava il mobilio della stanza, un odore che non ritrovava su nessuna delle due donne.
- Sono un ospite terribile Midnight, non ti ho neanche chiesto di toglierti il cappotto, Elicia su smetti di infastidirla e porta del the alla signorina- la bambina si allontanò riluttante, Midnight sospirò rassegnata mentre si sfilava il cappotto ancora bagnato di dosso, l'uniforme da poco ricevuta era gia macchiata di fango, mentre porgeva il soprabito rosso alla padrona di casa non potè fare a meno di notare lo sguardo sorpreso che le si era dipinto in volto
- o mio Dio sei così giovane eppure...- il tono turbato della signora mentre scrutava la sua uniforme la colpì, c'era qualcosa nelle sue parole, qualcosa di più di una mera meraviglia nel vedere una ragazza già alchimista di stato, una nota di tristezza che era impossibile non cogliere.
La donna le fece cenno di risedersi mentre imbeveva la garza di liquido disinfettante
- ti brucerà un pochino...- mormorò mentre avvicinava la mano al viso della giovane, il tocco gentile di Gracia la rilassò, in quella casa regnava un'armonia totalmente diversa rispetto a quella in cui era cresciuta...
- non doveva disturbarsi così tanto è solo un graffio- esclamò strizzando gli occhi a causa del forte odore dell'alcool , la donna scosse la testa sorridendo
- ti ho gia detto di non fare tutti questi complimenti, piuttosto da dove vieni? Ti sei trasferita da poco al Comando Generale?-
- Da North City più o meno, oggi è il mio primo giorno di stanza a Central ma ancora non ho combinato molto- disse quasi sorpresa di quanto fosse facile e disposta a parlare con Gracia
- Dai tempo al tempo, sei così giovane, e non essere così ansiosa di prestare i tuoi servigi all'esercito, non si può mai sapere con chi, o con cosa, sarai costretta  a confrontarti-
- Il mio papà! Hai conosciuto il mio papà! anche lui è un soldato!
-Elicia!- la madrè interruppe la bambina mentre applicava un cerotto colorato sulla guancia della giovane, poi si alzò per prendere dalle mani della figlia un vassoio quasi più grande di lei
- Midnight è arrivata solo oggi a Central piccola, non può avere conosciuto papà- esclamò accarezzandole la testa, Midnigh le guardava dubbiosa, la presenza maschile che aveva avvertito doveva essere quella del signor Hughes ma  il tono con cui la madre si era rivolta alla figlia lasciava quasi presagire un continuo della frase...
- Mio marito è scomparso da poco,è morto in servizio, Elicia ancora non è molto abituata...- sussurrò sorridendo mestamente, lo sguardo di Midnight si spostò immediatamente sulla bamibina intenta a giocare per terra con delle vecchie bambole, troppo occupata da quella divertente attività per volver partecipare alla discussione
- Mi dispiace... non era mia intenzione toccare l'argomento- le parole appena dette le risuonarono vuote, incapaci di comunicare alcuna forma di cordoglio, non conosceva il marito di Gracia e nonostante quella donna si stesse dimostrando molto cortese non era nella sua natura dimostrare empatia nei confronti degli altri, per quanto volesser distaccarsene, non poteva ritenersi del tutto immune dall'influenza dell'ambiente in cui era cresciuta...
e poi, infondo, si poteva crescere anche senza genitori

La ragazza si voltò ancora una volta per salutare alla donna che le sorrideva dall'uscio di casa, Elicia muoveva freneticamente le piccole manine nella foga del saluto, Midnight si portò la mano al volto sfiorando la superficie dell'infantile cerotto che gli  avevano applicato poco prima, avrebbe potuto guarire quella ferita in meno tempo con l'alchimia, ma in qualche modo quella medicazione le dava una sensazione confortante.
 Le indicazioni che le aveva fornito Gracia l'avevano portata davanti una palazzina grigio fumo, la sua austerità ben si adeguava allo spoglio giardino all'ingresso
proprio tipico della sua famiglia
Stava per entrare nel suo appartamento quando notò un uomo in divisa uscire da una macchina facendole cenno di fermarsi, agritava per aria quella che da lontano sembrava una lettera
- lei è la signorina Phoenix?- disse affannosamente prendendo fiato, Midnight annuì sorpresa mentre con lo sguardo ripercorreva la breve distanza fatta dall'ufficiale
la resistenza di quel soldato era ridicola
- c'è un ordine di convocazione per lei- esclamò porgendole la busta sgualcita, il sigillo del Comando generale riluceva alla luce del sole
-di cosa si tratta?-
- faresti bene a fare le valigie ragazza, a lui non piace molto aspettare, siamo incaricati di scortarti sino alla stazione- rispose mentre indicava la macchina da cui era appena sceso.
Midnight entrò velocemente in casa, non aveva neanche il tempo di cambiarsi, gettò uno sguardo in giro per la stanza cercando i bagagli che Sebastian avrebbe dovuto già aver consegnato, poi la vide, la valigia di pelle bianca faceva capolino dalla una stanza in fondo al corridoio che si rivelò essere la camera da letto. La ragazza stava per chiudersi la porta dell'abitazione alle spalle quando un'altra busta, adagiata sul tavolo del salotto, attirò la sua attenzione, la sua mano corse alla tasca del cappotto ma la lettera di convocazione era ancora li, non aveva mai lasciato la sua persona.
Midnight aprì circospetta la lettera sul tavolo, nessun sigillo visibile, sul foglio, quasi bianco, campeggiavano poche parole, impresse con un inchiostro rosso fuoco
"Sei la mia spia bambolina"
gli ultimi dubbi sulla provenienza della lettera si spensero quando questa prese fuoco tra le mani della ragazza.

L'ufficiale aprì la portiera della macchina alla giovane alchimista, Midnight si sistemò sul sedile posteriore dell'autovettura  mentre l'autista metteva in moto
- Chi dal comando ha richiesto la mia presenza in questa missione?- chiese mentre osservava per la seconda volta in quel giorno gli edifici di Central che scorrevano sotto la sua vista, la ragazza non potè non notare la reticenza a risponderle da parte dei due uomini, tutto quel mistero mal si addiceva all'idea che aveva della vita nell'esercito. Stava per riproporre la domanda quando l'imponente sagoma della stazione le si parò davanti, la compiaciuta osservazione della breve distanza da casa sua rispetto alla ferrovia venne interrotta dal rumore di apertuta della portiera del veicolo.
La ragazza stava per ringraziare ma le parole le morirono in bocca quando riconobbe la figura china verso di lei
- Signorina è un onore avere la sua compagnia per questo viaggio, queste poche ore senza di lei mi hanno fatto rimpiangere la sua gentile presenza- La pungente ironia di quelle parole le fecero gelare il sangue, Midnight serrò i denti mentre riluttante accettava la mano dell'alchimista scarlatto.
Kimblee o Mustang...in un modo o nell'altro era comunque un mero pedone nella scacchiera di qualcun altro.

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