Michelangelo dai capelli rossi

di AkumaEnpitsu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io mi chiamo Anna! ***
Capitolo 2: *** Purè di alghe verdi e vermi ***
Capitolo 3: *** Difterite ***



Capitolo 1
*** Io mi chiamo Anna! ***


Dentro le fogne di New York, quattro cuccioli di tartaruga mutante stavano giocando.

Donatello, il terzogenito di sette anni, aveva costruito un'aeroplanino di carta e lo aveva prestato ai suoi fratelli affinché potessero giocarci uno alla volta, al momento, era il secondogenito di otto anni, Raffaello a divertirsi con il fragile gioco e Michelangelo, il più piccolo di sei anni, stava litigando con lui per il turno:

- Andiamo Raph, dovevo giocare io con l'aeroplano almeno venti volte ormai! -

Il fratello dalla benda rossa teneva in mano il giocattolo di carta e aveva il braccio bene alzato per essere sicuro che il suo fratellino non potesse raggiungere l'oggetto bramato.

- Se proprio vuoi giocarci, prima devi prenderlo! -

Disse la giovane tartaruga dalla pelle verde smeraldo tenendosi sulla punta dei piedi per aumentare la propria statura.

Fu allora che la tartaruga minorenne saltò facendo perdere l'equilibrio ad entrambi, nella caduta, Raffaello lasciò andare l'aeroplanino che si posò su un mucchio di rifiuti diretti nelle profondità delle fognature grazie all'acqua che li trasportava.

Donatello rimase a bocca aperta prima di scoppiare di rabbia:

- Bravo Raffaello, una bella mossa! -

L'interessato si rialzò furente e replicò a sua discolpa:

- Guarda che non è stata colpa mia, è sato Michelangelo a saltarmi addosso! -

- Ma se tu gli avessi dato l'aeroplanino questo non sarebbe successo! -

Urlò il cadetto dalla benda viola.

Dal canto suo, il giovane mutante dalla benda arancione guardava il balocco cartaceo mentre continuava il suo percorso e, con uno sguardo risoluto si mise a rincorrerlo.

Il rumore dei passi di corsa del minorenne porse fine alla disputa dei maggiorenni che urlarono al fratello di giovane età di fermarsi mentre cominciarono a inseguirlo, ma a Mikey non importava, doveva recuperare l'aeroplanino, non voleva che Donatello lo odiasse.

Nella sua corsa folle, il piccolo non si accorse di essere troppo vicino al bordo sdrucciolevole e cadde quindi nell'acqua del canale sotterraneo sbattendo la testa e perdendo conoscenza.

 

 

Quando si svegliò, Michelangelo aveva un leggero bernoccolo, una parrucca rossa e leggermente rovinata in testa, acquisizione del suo viaggio nelle acque dello scolo, lo sguardo preoccupato di Donatello su di lui e soprattutto, le urla dei suoi due fratelli più grandi che echeggiava nelle sue orecchie.

La prima domanda a fare capolino dalla bocca del piccolo ninja dalla benda arancione fu diretta verso l'ultimo dei suoi fratelli maggiori:

- Harry, cosa è successo? -

- Harry?! -

Esclamò il piccolo ninja terzogenito perplesso e stranito allo stesso tempo.

Purtroppo le attenzioni della tartaruga dalla pelle verde oliva dovettero rivolgersi verso i due maggiorenni, cui il litigio era diventato più cruento.

Leo, il fratello più vecchio di nove anni, era fradicio e tremava fortemente, poiché si era buttato lui nelle acque gelide delle fogne per recuperare il membro più giovane della famiglia Hamato.

Il ninja dalla benda blu gridò:

- Se la smettessi di annoiarlo, Michelangelo non si farebbe male ogni volta! -

- E se tu la smettessi di fare l'eroe, non ti ritroveresti in questo genere di situazioni! -

Contrattaccò il secondogenito.

- Donatello...- Proseguì Raffaello, senza aspettare la risposta del fratellone dalla benda blu – Come sta Mikey? -

L'interrogato emise un sospiro insicuro, mentre girava la testa imbarazzato, fu allora che, il focoso fratello notò il toupet sulla testa del fratellino più giovane.

Una risata canzonatoria uscì dalle labbra del ninja dalla benda rossa mentre si avvicinava al minorenne, prendeva una ciocca dei finti capelli della parrucca e cominciava a tirarli esclamando:

- Mikey, ma come ti sei conciato? Aspetta, ti tolgo questo schifo dalla testa! -

Michelangelo schiaffeggiò la mano del maggiore e ammonì:

- Smettila Edward, non sei divertente! -

-Edward? -

Dissero con enfasi i tre fratelli più grandi.

Leo e Donnie si guardarono con fare preoccupato, mentre Raph scoppiò:

- Hey testa vuota, guarda che se ti si è annacquato il cervello, ci penso io ad asciugartelo con una bella sberla chiaro?! -

- Sei un'antipatico! -

Rinfacciò il piccolo ninja prima di alzarsi e andarsene sbattendo i piedi a terra, segno evidente del suo sdegno.

- Aspetta, Mikey dove vai? -

Chiese Leo.

- Ma che domande, a casa, I lavori non si sbrigano da soli! -

Rispose il ninja cadetto – E poi io mi chiamo Anna! Anna Shirley! -

Terminò il piccolo Mikey prima di voltare l'angolo, dirigendosi verso la tana dove vivevano le quattro tartarughine col loro padre.

I tre ninja maggiori si guardarono l'un l'altro prima di sospirare e seguire Michelangelo.

Almeno, l'ultimo nato della famiglia Hamato sembrava ricordarsi della strada di casa.

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Capitolo 2
*** Purè di alghe verdi e vermi ***


Quando i tre ninja maggiorenni arrivarono a casa Mikey era già arrivato e si stava facendo due trecce nella parrucca con due nastrini color bordeaux.

A Leonardo non risultava che ci fossero nastri in casa, colpito da un dubbio, il suo sguardo si fermò sul quadro preferito del loro maestro, nonché padre, Splinter.

Quella tela, aveva sempre fatto parte della tana, era un dipinto del rinascimento che il loro genitore apprezzava particolarmente, purtroppo però, non reggeva molto bene al muro, così il topo mutante lo fissò al chiodo con un nastro.

Fascia che a quanto pare il loro fratello minorenne ha creduto giusto tagliare a metà per farsi quelle due trecce.

Senza la striscia di tessuto, la pittura non reggeva per molto sul muro, di fatto, il quadro cominciava già a tremolare e pendere verso il basso.

- Presto, il dipinto sta per cadere! -

Disse il primogenito dalla benda blu, mentre correva con i fratelli per impedire la caduta della tela, che purtroppo, avvenne prima che i giovani ninja potessero raggiungerla.

Il tonfo attirò Splinter che si diresse verso di loro e con tono sereno, ma autoriataria chiese:

- Cosa è successo? -

Leonardo, Raffaello e Donatello chinarono il capo mortificati senza rispondere.

Lo sguardo del padre cadde sul quadro la cui cornice si era rotta nel suo impatto contro il suolo.

Il roditore mutante era arrabbiato, ma decise di dare ai suoi figli un'altra oppurtunità di spiegarsi:

- Perché il quadro si è rotto e dov'è la fascia che lo reggeva? -

Domandò Splinter con più foga nella voce e siccome i suoi figli continuavano a tenere le labbra cucite decise di punirli.

- Molto bene... - Proseguì l'anziano mutante – Se le cose stanno così allora sarete puniti! -

Prima che potesse dichiarare il castigo, Michelangelo si fece avanti e con la sua piccola voce lo interruppe:

- Mi dispiace signora Thomas...-

- Signora Thomas? - Enfatizzò il maestro dei giovani ninja.

Il più piccolo dei quattro fratelli continuò:

- Io non avevo idea, che quel nastro servisse a tenere il quadro, vedete, io ho perso i fiocchi che avevo nei capelli e volevo solo rifarmi le mie treccine,vi assicuro che non l'ho fatto apposta -

Esterrefatto Splinter guardò prima l'ultimo membro della sua famiglia, poi i suoi tre figli più grandi, cui chiese di seguirlo.

Non appena i tre ninja maggiorenni si inginocchiarono davanti a lui, Splinter chiese delle spiegazioni.

I tre fratelli gli spiegarono allora l'accaduto.

- Ora capisco... - Disse il roditore mutante prima di seguitare – Ma questo non spiega lo strano comportamento di Michelangelo -

Fu allora che Donatello prese la parola:

- Io credo che Mikey abbia sbattuto la testa e subito un trauma cranico sensei -

- Già, si comporta come se fosse la protagonista di quella serie animata cha guarda sempre! Si chiama ''Sorridi piccola Anna'' credo -

Disse il secondogenito, Raph, preferiva la lettura ai cartoni animati, eppure, quando uno dei suoi fratelli guardava la televisione, la focosa tartaruga si sedeva con uno dei suoi giornalini sul divano e sbirciava con la coda dell'occhio per scoprire quale emissione poteva piacere ai suoi fratelli.

Dopo la dichiarazione di Raffaello, il maestro dei giovani ninja interrogò il terzogenito, portatore della benda viola:

- Molto bene e come possiamo guarire questo trauma cranico Donatello? -

- Purtroppo non lo so maestro, credo che dobbiamo aspettare e sperare che il trauma guarisca da solo -

Splinter chiuse gli occhi rassegnato poi guardò i suoi allievi uno per uno, Leonardo stava tremando, ormai era asciutto, ma purtroppo aveva ancora freddo, l'acqua della fogna era davvero gelida.

Il suo maestro tuttavia, interpretò i suoi tremolii come segno di paura per un'eventuale punizione in arrivo.

Il primogenito infatti conosceva suo padre e sapeva che lui li puniva quando combinavano qualche guaio.

E questa volta, il disguido era involontario, ma presente, Leo sapeva che Splinter li avrebbe puniti, eppure era anche cosciente del fatto che le punizioni del suo sensei erano sempre giuste, non aveva ragioni di tremare dalla paura.

Come sanzione, il loro padre li obbligò a prendersi cura di Michelangelo finché non sarebbe guarito.

Quando uscirono dalla stanza i quattro mutanti furono piacevolmente sorpresi nel vedere che il covo era stato pulito e che il loro membro più giovane stava preparando il pasto serale.

- Avete visto signora Thomas ho preparato la cena, purè di alghe verdi e vermi! -

Gli altri membri della famiglia Hamato gridarono all'unisono un sonoro '' Oh no!''

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Capitolo 3
*** Difterite ***


Il giorno dopo, i tre fratelli decisero che era meglio evitare di giocare nei cunicoli delle fogne, se Michelangelo si fosse ferito di nuovo, non se lo sarebbero mai perdonato, optarono quindi per un gioco di società tutti insieme.

Scelsero il solo gioco disponibile: Uno.

Sfortunatamente, il giovane ninja dalla benda arancione non volle unirsi ai suoi fratelli, occupato com'era nelle faccende domestiche.

- Ragazzi, qualcuno mi sa dire da quando a Mikey piace fare i lavori di casa? -

Chiese Donatello.

- Da quando si prende per Anna dai capelli rossi, nel cartone animato serviva da domestica alla signora Thomas -

Rispose Raffaello, mentre metteva una carta verde sul mazzo di gioco.

- Beh, se questo ci permette di non mettere in ordine, è meglio che non torna come prima vero

Leo? -

Chiese il terzogenito al suo fratellone.

L'interessato guardava il cadetto della famiglia pulire per terra e rispose:

- Io credo che dobbiamo dargli una mano ragazzi -

- Fai come ti pare, ma io non mi muoverò da dove sono adesso -

Lo informò il secondogenito dalla benda rossa.

Leo fece una smorfia e si alzò faticosamente, non tremava più, ma era molto pallido e ogni tanto tossiva tenendosi la gola.

Il maggiorenne si avvicino al più piccolo dei suoi fratelli, ancora occupato a pulire il suolo e lo interrogò:

- Vuoi una mano Mikey, cioé Anna? -

Senza distogliere lo sguardo dal suo compito l'interpellato rispose:

- No grazie Horace, preferisco cavarmela da sola -

Deluso il ninja dalla benda blu chiese:

- Posso almeno tenerti compagnia? -

Michelangelo accettò a patto che il maggiorenne non combinasse guai o non lo infastidisca.

Restarono a parlare per un pò, finchè Leonardo non divenne improvvisamente silenzioso e caddé al suolo, il cadetto dalla benda arancione gli corse subito vicino preoccupato.

- Horace, Horace! - Gridò prima di toccargli la fronte – Ma tu scotti! Presto signora Thomas,ragazzi, Horace sta male! -

Avvertì il piccolo ninja attirando così l'attenzione di tutta la famiglia.

 

 

Leonardo era sdraiato sul divano, una coperta su di lui, respirava faticosamente e si sentiva come se stesse cuocendo in un forno a causa del calore dovuto alla febbre.

I suoi fratelli lo guardavano turbati e suo padre sedeva accanto a lui una zampa sulla testa del giovane ninja malato per misurarne la temperatura.

- Credo che abbia la difterite -

Disse infine Splinter.

Fu allora che Leo confermò i dubbi del padre cominciando a soffocare.

- Svelto Raph, vai a prendere del ghiaccio, e tu Donatello, fa bollire dell'acqua calda, aiuterà tuo fratello a respirare -

Ordinò il topo mutante ai suoi due figli più grandi che si eseguirono subito.

Nel frattempo, Michelangelo era preoccupato per il suo fratellone, non sapeva come aiutare, tutto quello che poteva fare era asciugare il viso sudato del maggiorenne che diventava sempre più caldo.

Ad un tratto, la tartarughina dalla pelle verde mare ebbe un lampo, si alzò dal capezzale del fratello e corse in bagno senza dire nulla.

Splinter, non aveva la possibilità di offrire del cibo di qualità ai suoi rampolli, ma era riuscito a procurarsi qualche medicina e di ché curare i propri figli, nel caso in cui stessero male.

Il minorenne prese una boccetta marrone dalla cassetta del pronto soccorso.

Si avvicinò al fratello dalla pelle verde mela con un cucchiaio su cui aveva versato una parte del contenuto della fiala e glielo fece bere.

Splinter socchiuse gli occhi prima di chiedere:

- Michelangelo, ma cosa stai facendo? -

- La pecaquana aiutera Horace a guarire -

Si limitò a rispondere il piccolo ninja prima di proseguire:

- E mi chiamo Anna, Anna con la A finale signora Thomas, me lo ha detto lei si ricorda? -

Passarono diverse ore, tutta la famiglia Hamato faceva il necessario per assistere il fratello malato.

La boccetta di pecaquana stava per finire.

Fu allora che Donatello arrivò con una notizia:

- Ragazzi, sul computer ho letto che dobbiamo iniettare una dose di antitossina per via endovenosa se vogliamo curare Leo! -

Raffaello andò quindi con il padre a prendere di nascosto l'antitossina in una farmacia mentre l'ultimo membro della famiglia Hamato continuava a far ingerire il liquido nella boccetta al fratello primogenito.

L'ultima dose di pecaquana fu causa di paura nell'animo di Michelangelo, ma anche di sollievo quando il suo fratellone fu preso da un forte attacco di tosse prima di respirare meglio.

- Ce l'hai fatta Horace! -

Esclamò il giovane ninja esausto, la stanchezza e la frase che aveva appena pronunciato, riportarono alla luce dei ricordi nella mente della piccola tartaruga mutante.

Leonardo, leggeva sempre delle storie a Michelangelo quando stava male, il mutante dalla pelle verde mare si rememorò il giorno in cui aveva preso il raffreddore e il fratello maggiore si sedette ai piedi del divano per leggergli il suo libro preferito, facendogli passare così il tempo.

- Ce l'hai fatta Leo! -

Disse nuovamente Mikey prima di addormantarsi vicino al fratello.

Pochi istanti dopo, Splinter e Raffaello tornarono con l'antitossina e a Donatello spettò il duro compito di fargli l'iniezione.

Il piccolo genio della famiglia, non aveva una grande esperienza in fatto di iniezioni, anche se aveva letto qualcosa sull'argomento tramite Internet, grazie al quale riuscì ad iniettare la cura al fratello, non senza qualche difficoltà.

 

 

Al suo risveglio Leo era circondato dai suoi familiari addormentati e schiacciato dal peso del fratello più giovane che aprì gli occhi qualche istante dopo.

Vedendo il sorriso sul volto di Leonardo, il piccolo ninja dalla benda arancione urlò dalla gioia:

- Leo sei guarito! -

Svegliando e facendo cadere dalle sedie, con un grido di sorpresa, gli altri membri della famiglia Hamato.

Qualche ora dopo, il fratello maggiorenne stava mangiando insieme alla famiglia per recuperare le forze.

Ogni piatto era vuoto, notando questo fatto, Mikey chiese:

- Ne volete ancora? -

- No grazie Anna Shirley -

Rispose scherzosamente Raffaello facendo ridacchiare anche il resto della famiglia.

La piccola tartaruga dalla pelle verde mare gonfiò le guance seccato.

Non appena i suoi famigliari gli avevano spiegato le ragioni della parrucca sulla sua testa, il ninja cadetto diventò più rosso di un pomodoro e gettò la capigliatura posticcia nel patume prima di mettersi a preparare il pranzo.

Non sapeva per quanto tempo i suoi fratelli lo avrebbero preso in giro con quella storia, ma sapeva che Leo non sarebbe mai sopravvissuto senza l'aiuto di Anna Shirley.

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