Nightclub of Blood, Nights of Love

di Lidia00love
(/viewuser.php?uid=817727)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Non avvicinarti ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


L'inizio
 
Una delle tante cose che Thomas odiava della scuola erano quelle stupide iniziazioni che prendevano un aumento di tempo da passare all'interno di quell'orrendo edificio.
Insomma lui era già all'ultimo anno perché doveva passare ancora più tempo là dentro?
Poi c'è il professor Fisher, un vecchietto sull'ottantina che a volte si scorda se c'erano o no i compiti, ma effettivamente quello era solo un vantaggio per loro.
-Molto bene ragazzi come già sapete la scuola ha organizzato questo progetto che prevede di rimanere tutta la notte a scuola per ideare dei nuovi progetti che andranno a concorrere...al concorso di scienze interscolastico-il vecchietto dovette prendere un po' d'aria a metà frase, altrimenti i polmoni sarebbero collassati in poco.
Newt, il migliore amico di Thomas guardò verso di lui con aria scocciata, e lui gli ricambiò lo sguardo, Newt era un bel ragazzo, i capelli biondi, un fisico asciutto ma non si faceva problemi a piacere a qualcuno, anche si Thomas non si ricorda se lui abbia mai avuto una ragazza.
-Professore non potevamo semplicemente organizzare i progetti nelle ore di luce?-chiese un ragazzo in fondo alla classe.
Il professore Fisher allungò la vista per cercare di capire da dove proveniva la voce, ecco perché lo chiamano "Sguardo di pesce" non solo per il suo patetico cognome.
-Be è un'opportunità per voi, e poi è molto eccitante non credete?-
Come risposta ci furono un paio di risatine e versi per esprimere il loro disappunto, ma Fisher sorrise e cominciò a caricare la sua borsa di libri.
Newt si avvicinò a Thomas-Allora si marina la scuola e si va da Gally?-chiese
Thomas lanciò un rapido sguardo verso l'amico e poi verso lo schermo del suo telefono che teneva nascosto nell'astuccio, riusciva a vedere il suo riflesso.
Thomas si era sempre considerato un bel ragazzo, e be questo lo pensava almeno tutta la scuola, alto, magro e muscoloso un fisico perfetto per un ragazzo della sua età, i capelli scuri e leggermente arruffati e una carnagione chiara, i lineamenti abbastanza dolci ma definiti e due grandi occhi brillanti.
-No, rimaniamo qui voglio vedere che cosa succede stasera e non ho voglia di andare a vedere gli stupidi reality show a casa di Gally sono noiosi-affermò.
Gally, un altro dei suoi migliori amici, che era tipo il contrario di Newt nel fisico, nel carattere si assomigliavano abbastanza.
Quando la campanella suonò, il professore si portò entrambe le mani alle orecchie cercando di non rimanere stecchito al suono squillante di quell'aggeggio infernale, che anche Thomas odiava moltissimo.
Prese i suoi pochi libri e insieme a Newt si avviò per il corridoio, verso il suo armadietto.
-Davvero vuoi passare tutta la notte qua dentro tanto vale allora uccidersi direttamente, andiamo Thomas-lo incoraggiò, anzi diciamo che quella sembrava più una supplica.
-No, stanotte rimango qui, e po pensaci mi hai detto che oggi è l'anniversario di matrimonio dei tuoi, vuoi davvero sentire tua madre in preda ad un orgasmo insieme a tuo padre che magari le sta facendo una massaggio con qualche olio di cucina?-
Newt rimase leggermente interdetto dopo quella frase, ma uno dei tanti talenti di Thomas era quello di persuadere una persona facendolo cadere nella sua trappola e fargli fare quello che fa lui.
Alla fine il ragazzo si arrese-Ok va bene-
Thomas gli diede spunta leggera pacca sulla spalla, chiuse l'arma dietro di colpo e si fiondò verso la mensa.
Newt lo osservò mentre si allontanava, quando Thomas faceva così gli piaceva un sacco, peccato che lui non sia dello stesso parere.
 
Teresa odia le mense scolastiche, il luogo dove ha subito più umiliazioni in pubblico, per fortuna le un he persone che la conoscevano erano il bidello, la donna della mensa e il preside, grazie a Dio.
Non è esattamente facile fare amicizia per lei, e non perché è una cattiva compagnia, ma perché girano voci su di lei e sul perché abbia cambiato così tante volte scuola.
Alcuni pensano che sia stata espulsa, ma latri invece credono che sia troppo gracile è innocente per farsi espellere, altre persone invece pensano che sia un autolesionista, perché porta sempre le maniche lunghe a scuola, ma la realtà era un altra è molto più grande.
Quando entrò nella mensa si velocizzò a prendere un vassoio e a mettersi in coda.
Osservò intorno a lei i vari tavoli già pieni di studenti, c'era però un tavolo in fondo alla stanza che la chiamava, accanto ad un altro tavolo dove siede ano tre ragazzi che Teresa aveva già visto ma non i volti.
Si fece dare il cibo e andò verso il tavolo, gli studenti vicino a lei si tiravano il cibo e lei cercò di evitarlo, altri invece parlavano rumorosamente assordandola e altri ancora invece osservavano gli studenti che cercavano un posto a sedersi.
Teresa si mise a sedere e cominciò a mangiare velocemente.
I cibi faceva schifo, davvero schifo, ma suo padre la invitava a infilare del cibo dentro quello stomaco perché era davvero magra, ma questo non per sua scelta insomma era fatta così.
Notò che erano entrate un paio di ragazze del suo stesso corso di inglese, le ragazze che le avevano messo liquido reattivo dentro lo zaino proveniente da,l'aula di scienze.
Velocemente prese le sue cose corse verso il magazzino dove tenevano il cibo di scorta, infatti ogni volta che ci entrava sentiva l'odore di pomodoro e di patate.
Chiuse bene la porta e tirò un lungo sospiro, addio pranzo pensò scocciata.
Si chiese come mai la gente doveva sempre essere così cinica, lei era l'unica diciassettenne della scuola a non aver mai baciato nessuno e ad essere ancora vergine e be questi la faceva sentire davvero insulsa.
-Brava Teresa-
 
-Thomas, Sonya ti sta fissando-disse Gally indicando la ragazza.
Thomas allungò lo sguardo e notò che effettivamente era vero, Sonya era una delle più belle ragazze della scuola, bionda, snella e abbastanza alta, Thomas ci era stato al terzo anno ma solo per poco e dopo ci furono una serie di tira e molla fra di loro che continuava ancora.
Thomas alzò le spalle -Nah oggi non mi interessa-
-Oggi?-chiese Newt cercando sedi nascondere la gelosia che provava nei confronti di Sonya.
Thomas sorrise divertito e malizioso.
-Questa roba fa schifo, perché ieri i panini errano buoni?-chiese Gally facendo una smorfia di disgusto.
-Perché Thomas ha rubato il cibo dal magazzino, quella roba è buona-rispose Newt ridacchiando sommessamente, Gally guardò Thomas e sorrise.
Lui sbuffò e si alzò dalla sedia, per fortuna il magazzino era dietro di loro, altrimenti ci sarebbero dovuti andare quei due.
Appoggiò una mano sulla maniglia e non appena aprì la porta si ritrovò addosso una ragazza i cui lunghi capelli scuri gli arrivarono sul viso e il suo profumo lo investì come una folata di vento gelido, quando si voltò vide di fronte a lui una ragazza.
Non l'aveva mai vista a scuola, eppure è strano dato che conosceva tutti, dai secchioni dei corsi avanzati al bidello, e poi come avrebbe potuto evitare una ragazza così?
Abbastanza alta, magra, i capelli lunghi e morì, due grandi occhi scuri molto profondi e la carnagione chiara. La pelle sembrava così morbida che a Thomas venne voglia di accarezzarla-Tu chi sei?-chiese diretta leggermente spaventata, come una gattina che arriccia il pelo di fronte ad un cane.
-Dovrei chiedertelo io, che ci fai tu qui?Rubi il cibo?-
Lei si guardò intorno e sorrise, a Thomas prese un abbaglio, quello era il sorriso più caloroso e luminoso che avesse mai visto in vita sua-Ehm, no mi stavo solo...be non importa-
Thomas la squadrò un poco-Sicura di venire qua a studiare?-la sua voce suonò incuriosita.
-Certo, come mai?-sorrise ancora e arrossì, anche se non c'era un motivo preciso, forse era solo arrossita dato che aveva di fronte il ragazzo più bello della scuola.
-Be ti avrei sicuramente notata, tu non ti fai vedere molto non è vero?-
Lei annuì e scrollò le spalle-Be ma nemmeno io ti ho mai visto-in quel momento si sentì più sicura di se stessa, come se lui le infondesse un senso di sicurezza e fiducia.
Lui si avvicinò-Oh io sono aperto, peccato in questi anni ti sei persa la crescita di un bellissimo ragazzo-si pavoneggiò, ma a lei non dette molto fastidio.
-Anche modesto-aggiunse.
Thomas sorrise e per un tempo che nemmeno loro ricordarono si guardarono negli occhi senza muoversi da lì.
 
Erano ormai le nove e mezzo, le porte furono chiuse e le luci di alcuni corridoi furono spente. I ragazzi del quinto anno si riunirono nell'atrio, nella palestra oppure nelle aule.
Teresa e Thomas da quando si erano incontrati nel magazzino non fecero altro che lanciarsi occhiate, parlarsi per qualche minuto e offrirsi caffè.
In quel momento invece erano seduti su una trave di legno del palestra, che stranamente era del tutto vuota, c'erano solo loro due, Minho, un altro degli amici di Thomas arrivato dal Giappone, Gally e Newt.
-Come mai ci siamo solo noi qua?-domandò Minho.
Tutti alzarono le spalle come per non saperlo, mentre sgranocchiavano uno dei muffii che avevano lasciato al banchetto notturno, uno spuntino dalle nove a mezzanotte, prima di addormentarsi in aula cercando di nascondersi dai professori.
Improvvisamente si sentì uno strano odore di carne andata a male, provenire forse dai condizionatori, perché le porte erano tutte chiuse.
Teresa si portò una mano alla bocca cercando di non respirare la stessa aria, ma fu difficile, sembrava quasi che si volesse insinuare nei loro nasi, nella loro bocca, gola e cercavano di accecarli. 
Minho cadde a terra con gli occhi che bruciavano mentre Gally cominciò a tossire violentemente, Newt invece chiuse gli occhi e cadde a terra svenuto.
Il panico invase Teresa che urlò dallo spavento, mentre Thomas si alzò cercando di capire dov'erano i suoi amici, ma niente l'oscurità l'avvolse e fu come cadere in un baratro. Un baratro scuro e senza fondo.
 
 
Bene, questa è la mia prima fan fiction su Maze Runner, questo è solo il primo capitolo adesso mi metterò a scriverne altre è presto arriverà il seguito...bacioni a tutti.❤️❤️❤️
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Non avvicinarti ***


Non avvicinarti Thomas voleva alzarsi, voleva potersi alzare e affrontare la sua momentanea cecità, ma era come paralizzato, come se migliaia di fili lo stessero trattenendo a terra cercando di farlo sprofondare nei sotterranei più oscuri della Terra. Cercò di sollevarsi sulle gambe che erano fragili come stuzzicadenti e provò a cercare i suoi amici, li sentiva solo tossire, boccheggiare faticosamente e non gli piaceva per niente, era come trovarsi in un ospedale mentre c'era un'epidemia. -Teresa!-usò quella poca aria che aveva nei polmoni per pronunciare il suo nome. Non sentì la sua risposta, nemmeno un accenno ma quando le sue gambe furono fin troppo esauste e sentì il pavimento freddo sulle sue ginocchia, qualcosa le fece il solletico, capelli, capelli bruni, scuri che profumavano di lavanda. Teresa, lei era lì con lui, eppure non riusciva a sentirla. Cercò di afferrare qualcosa, magari una trave, oppure addirittura lei e quando finalmente la sua mano si strinse intorno al polso ossuto della ragazza tirò un lungo sospiro di sollievo. Cominciò a tossire per poter parlare-Stai bene?-chiese con voce roca. La sua gola bruciava come lava incandescente, Teresa non rispose subito ma capì che ci provò-Aiutami- Thomas guardò in basso e vide che Gally, Minho e Newt erano spariti, non c'era nessuno, erano rimasti solo loro, non sentiva li sentiva più tossire come se fossero tuoni di un temporale. -Siediti-finalmente riuscì a riprendere il pieno controllo delle sue corde vocali, mentre invece Teresa non sembrava proprio in buone condizioni. Le sue guance si erano colorate di un rosso intenso e i suoi occhi lacrimavano, come se stesse piangendo di fronte a lei,effettivamente riuscì a sentire un singhiozzo, che sembrava più un sussurro-Okay, devi respirare con me, respira profondamente Teresa mi hai capito bene?- Lei però quando incrociò il suo volto voleva solo liberarsi di lui, non sapeva perché ma voleva allontanarsi-Non avvicinarti-mormora. Thomas non si mosse di un centimetro non voleva lasciarla-No nemmeno per sogno devi respirare molto profondamente ma devi guardarmi mentre respiri-spiegò tutto molto lentamente cercando di scandire ogni sillaba dalla prima all'ultima. -Non avvicinarti-cercò di allontanarsi liberandosi anche delle mani calde di Thomas ma lui le strinse ancora più forte intorno alle sue braccia. -Respira con me Teresa respira e guardami-lei lo fece, guardò i suoi occhi scuri con molta intensità e cominciò a respirare, improvvisamente non sentì più quel bruciore alla gola o lo stomaco in subbuglio. -Brava così-sembrava un madre che cerca di far mangiare degli omogenizzati al proprio piccolo-continua così- Teresa finalmente respirò regolarmente e a riprese anche il controllo dei suoi polmoni, accarezzò con il pollice il braccio di Thomas-Grazie-. -Grazie di avermi aiutato-ormai era l'ennesima volta che Teresa glielo diceva. Thomas sorrise e si scosse la maglietta bagnata dal sudore causato dal nervosismo, poi si avvicinò alla ragazza-Credo che tu mi abbia ripetuto questa cosa trentotto volte-cercò di usare il tono più ironico che avesse. Teresa sorrise mettendo in mostra una fila di denti bianchi come perle-Lo so, solo che...grazie-ripetè. -Trentanove- disse ancora una volta ancora più divertito. Teresa rise e si alzò, le gambe erano davvero deboli, non si era mai sentita così fragile in vita sua, forse quella era la situazione peggiore. -Dobbiamo cercarli come hanno fatto a sparire in quel modo?-chiese allarmata guardandosi intorno, ma non c'era nessuno, la palestra era vuota. Thomas si alzò e si mise accanto alla ragazza-Non lo so, magari sono negli spogliatoi è molto probabile che siano stati loro a provocare questo casino- Teresa lo osservò divertita-Mi stai veramente dicendo che i tuoi amici hanno cercato di soffocarci con una sorta di petardo allucinogeno/tossico per divertirsi?- Detta così era davvero assurda come domanda, o come situazione quindi inclinò il capo e prese il polso della ragazza trascinandola verso gli spogliatoi. Minho era come cieco, muoveva le braccia convulsamente cercando di colpire qualcosa, afferrare qualcosa ma niente non c'era niente. I suoi amici dov'erano, perché non erano con lui, forse erano messi peggio di lui o forse meglio ma non gli importava. Si sentì come se fosse nello spazio, quando non hai aria e tutto si è azzerato lasciandolo come vuoto. Newt non c'era era sparito, forse era cascato ma lui non si sprecò di pensare a cosa pensare -Gally!- urlò violentemente. Nessuna risposta, niente di niente, la sua voce rimbombò come un eco. Quando però i suoi occhi furono abbastanza funzionanti vide una sagoma, scura e grossa sulla parete e l'unica cosa che riuscì a dire fu-Non avvicinarti-. Bene il secondo capitolo scritto al computer per fortuna è non ci dovrebbero essere errori come l'altra spero vi piaccia, purtroppo risulterà poco scorrevole e questa cosa devo ancora aggiustarla...bacioni

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3190444