STORIA DI UN ALTRO MONDO

di Korran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Incontri e scontri ***
Capitolo 3: *** UN NUOVO GIORNO ***
Capitolo 4: *** IL PASSATO RITORNA ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Prima di cominciare a raccontare, mi sembra giusto elencare i vari personaggi facenti parte di questa FF e accennare alla serie di cui fanno parte, magari specificandone in alcuni casi dei dettagli caratteriali o di ruolo. Questo per agevolare chi non avesse mai sentito parlare di Sailor Moon, Ranma ½, Kimagure Orange Road ( E’quasi magia Johnny) e Saint Seya (I Cavalieri dello zodiaco).
Questa storia ha molti riferimenti non coincidenti con la storia dei rispettivi manga o anime, perciò ci sono di certo moltissime incongruenze. Comunque tutto è dovuto per necessità di copione e di collegamento fra una serie e l’altra. Inoltre non essendo molto in gamba nel raccontare scene di combattimento, alcuni poteri li ho inventati, altri si ripetono. Anticipo che sono molto più preparata sugli anime che sui manga.
Infine riguardo le età dei personaggi…un po’ si intuisce nel racconto, un po’ fate voi…non credo siano queste a essere importanti in questa storia.
Personaggi:

Sofia = personaggio di mia invenzione. E’la vera protagonista della storia. Una ragazza particolare.
Lady Ophiucus = personaggio di mia invenzione, liberamente ispirato alla scoperta non di molto tempo fa, per cui esisterebbe una 13^ costellazione facente parte dello zodiaco, che così non sarebbe costituito da 12 case bensì 13. Ophiucus, Ofiuco, rappresenterebbe il segno zodiacale per i nati dal 30/11 al 18/12. L’intero zodiaco verrebbe così sfasato.
KOR:
Kyosuke = protagonista maschile della serie KOR, KIMAGURE ORANGE ROAD, o più conosciuto in Italia con il titolo E’QUASI MAGIA JOHNNY. Questo è uno dei miei anime preferiti. Per chi non sapesse racconta la storia di un triangolo amoroso, con un finale tutto da scoprire. Mitico Matsumoto!!!!! Kyosuke è timido e indeciso, ma è assolutamente un bravo ragazzo. Innamorato…indovinate un po’ di chi!
Madoka = protagonista femminile di Kor, nonché fidanzata di Kyosuke, nel crossover. Ha un passato lontanissimo ormai da teppista. Lei è a volte misteriosa, a volte capricciosa. Non da a vedere le sue emozioni. Sembra più matura dell’età che ha. Innamorata di …indovinate!
Manami e Kurumi = le sorelle gemelle di Kyosuke. Hanno poteri extrasensoriali (ESPER) come Kyo e il loro nonno. La prima è più matura, l’altra molto più dispettosa e bambinona.
Nonno Kasuga = nonno di Kyosuke. Ha poteri da ESPER. A volte mette nei guai Kyo.
RANMA ½:
Ranma = protagonista maschile/femminile della serie RANMA ½, l’altro anime da me preferito. Si trasforma in ragazza al semplice contatto con l’acqua fredda. E’ irascibile, è un artista marziale e per questo è fidanzato con Akane. Infatti i loro padri hanno stabilito ancor prima della loro nascita il loro fidanzamento, per fare in modo di fare continuare la scuola Tendo Saotome.
Akane = protagonista femminile della serie RANMA 1/2. E’la fidanzata di Ranma. Il loro amore esiste seppur entrambi neghino. La mitica Takahashi non ha dato una fine effettiva alla loro storia, tutto è rimasto in sospeso sia nel manga che nell’anime. Da qualche parte ho letto che la mitica Rumiko ha promesso che ci sarà un film in futuro che porrà termine alla serie. Speriamo!
Genma Saotome e Soun Tendo = il primo è il padre di Ranma, con l’acqua fredda si trasforma in panda, anche se in questo cross over delle loro trasformazioni parlo poco. Soun è il padre di Akane. Sono amici da una vita e insieme vivono del Dojo Tendo.
Kasumi e Nabiki = sorelle di Akane. La prima dolce e brava in cucina, l’altra opportunista e astuta.
Happosay = due parole soltanto…MANIACO PERVERTITO, maestro di Ranma nelle arti marziali.
SAILOR MOON:
Usagi/Sailor Moon/Serenity = la protagonista (Bunny in Italia) della serie di SM. E’ la principessa della Luna. Nella vita di tutti i giorni è una ragazza come tante con molti problemi a scuola. E’ estroversa e simpatica. A volte è una scansafatiche e paurosa, ma nel momento del bisogno non si tira mai indietro.
Mamoru/Tuxedo Mask/Tuxedo Kamen/Endimyon = il ragazzo di Usagi. Sarebbe Marzio nella serie italiana. Si trasforma in Mylord per difendere le sailor nei momenti difficili.
Rei/Amy/Makoto/Minako ossia Sailor Mars, Mercuri, Jupiter, Venus = sono le inner senshi. Sono le guerriere che formano il primo vero gruppo di Usagi.
Hotaru/Michiru/Haruka/Setsuna ossia Sailor Saturn, Neptune, Uranus, Pluto = sono le outer senshi. Sono delle guerriere che inizialmente combattono da sé senza essere le dirette protettrici di Sailor Moon. Successivamente si uniranno alle inner.
Luna/Artemis = sono i gatti amici delle sailor. Sono i loro confidenti.
Hino Rei = nonno di Rei.
Chibiusa = non è nient’altro che la figlia di Usagi e Mamoru proveniente dal futuro.
Beryl = la prima vera nemica di Sailor Moon.
(come noterete la maggior parte dei poteri delle sailor che uso in questa FF derivano dalla prima serie, l’unica che ricordo bene, visto che SM non è il mio anime preferito. Fan di SM, perdonatemi per favore!).
SAINT SEYA:
Pegasus/Sirio/Andromeda/Crystal/Phoenix: rappresentano i cavalieri di bronzo, nella mitica serie dei cavalieri dello zodiaco. In questo crossover ho un po’ sconvolto il ruolo di Pegasus. Ho fatto in modo che quest’ultimo fosse reincarnato in uno dei personaggi della FF. In realtà non esiste nessun collegamento fra i due, ma come ho detto prima l’ho fatto per necessità di copione.
Sagittar = cavaliere d’oro ucciso da Gemini per avere salvato Atena ancora in fasce.
Arles/Gemini: uno dei cavalieri d’oro, il vero nemico di Atena. Nella serie dei cavalieri aveva tentato di uccidere Atena, ma non vi era riuscito grazie a Micene del Sagittario. Anche il ruolo di Atena è sconvolto. Perdonatemi.
Atena = dea protettrice dei cavalieri dello zodiaco, senza distinzione di metallo. In questa FF, prende il nome di Lady Sarah, quando in realtà nella serie il suo nome vero era Lady Isabel.
CITAZIONI:
Orphen, Azalea, Childman = personaggi protagonisti di “Orphen lo Stregone”.
Vi possono essere riferimenti non voluti ad altre FF. In tale caso vi prego di perdonarmi, ma ne ho lette talmente tante che sicuramente qualche cosa mi è rimasto in mente, ad esempio il nome di Chronoss, non so se può essermi venuto in mente, perché letto in qualche FF. In tale circostanza vi prego di scusarmi vivamente.
E ora BUONA LETTURA!
By KORRAN

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Comincio a svegliarmi. Il sonno, infatti, se n’è andato. Anche stamattina devo affrettarmi per andare al lavoro in tempo.
Che ore saranno? Boh! Forse le 7:30, forse le 7:40.
Deciso! Apro gli occhi. Pian piano.
Scorgo delle cifre sulla radiosveglia, ma a causa della mia vista non più perfettissima, anche se di poco, mi ci vuole un po’ per stabilire con certezza l’ora…7:35. Beh, perfetto orario, cara Sofia!
E’ meglio alzarsi e prepararsi.
Dopo un breve scatto all’insù, appoggio i piedi per terra. In questo preciso istante sento un brivido correre lungo la schiena. Certo, fa freddino, penso.
Rimango qualche secondo ferma seduta, a cercare di godermi ancora qualche momento di rilassamento prima dell’ennesima giornata impegnativa di questa mia vita “monotona”.
Ok, ora devo proprio sbrigarmi! Accendo la luce. Mi alzo in piedi, ma mi blocco all’istante.
“Che cavolo….” pronuncio flebilmente. Mi guardo attorno. Non è possibile. Non è la mia stanza o meglio, non è proprio la mia casa questa! Sto sognando. Sì. Non c’è dubbio. Ora chiudo gli occhi e non appena li riapro, vedo l’ora e mi alzo in camera mia. Raccolgo i vestiti preparati la sera prima e mi avvio in bagno.
Detto fatto. Provo. Chiudo e riapro gli occhi. Purtroppo lo scenario è lo stesso di prima.
“Dove sono? Sto sognando o cosa?”. Niente mi è chiaro. Che devo fare? Uhm, bella domanda. Sapere la risposta sarebbe altrettanto una bella cosa!
Ad un tratto una voce femminile desta la mia attenzione. Proviene dall’altra parte della porta chiusa della camera in cui mi trovo senza alcun motivo.
“Ehi, sei sveglia?”.
“Ehm, sì…”rispondo titubante. A dire il vero non capisco perché rispondo ad una voce sconosciuta e oltretutto senza prima riflettere. Ma su cosa poi, lo devo capire….
Sento che la persona continua a parlare subito dopo la mia breve risposta: “Bene, allora, ti aspettiamo per la colazione!”
“Uh? Ah ok, va bene. Arrivo subito”. Ma che vuol dire “ti aspettiamo”? Noi chi? E io chi ? Non capisco proprio nulla. I dubbi mi assalgono. Probabilmente è un sogno davvero reale.
Mi pizzico a più riprese. Vedo dei libri su alcuni scaffali. Ne prendo uno. E’ un fumetto, non un libro. Leggo alcune righe, tutte sensate, non senza senso come accade nei sogni. Certo…..il nome di questo fumetto non mi dice proprio nulla. E io me ne intendo un po’ di manga e anime.
Adesso però ho il problema di vestirmi. Sono in ….. pigiama! Anche questo è diverso dal mio solito pigiama celestino o rosso cupo. E’ molto più…femminile. Ad ogni modo cerco dei vestiti. Magari ne trovo alcuni a portata di mano. Niente. Mi tocca aprire l’armadio. Resto sbalordita.
“Questo di sicuro non è il mio guardaroba!”esclamo. In effetti trovo vestiti di ogni genere, da minigonne a pantaloni jeans attillati. Di sicuro non mi si addicono, ma che posso fare dovrò pure vestirmi. A dire il vero….ho un’urgenza ancora più impellente. Devo correre immediatamente al bagno!!!
Bene, dove lo trovo adesso? In questa stanza, non c’è nessuna porta che comunichi con altre stanze. Perciò il bagno è all’esterno. Temo di uscire. Chi posso incontrare?
Mi faccio forza. In fondo prima o poi dovrò prendere il toro per le corna. Sperando sempre che non sia prima lui a prendere me…..
Mi accingo ad aprire la porta. Un cigolio del legno mi innervosisce parecchio. Cerco di trattenere il fastidio che mi provoca. Metto fuori esclusivamente la testa.. Sbircio a destra e poi a sinistra. Nessuno. Bene. Ora però dove trovo il bagno? Che giornata stramba! E siamo solo all’inizio, penso.
“Ehi, non sei ancora pronta? Ma che fai ?”
Dietro di me la voce di prima. Mi prende un colpo. E adesso? Che faccio? Mi giro? Resto ferma e semplicemente chiedo dove è il bagno? Mi vengono in mente mille altre domande. L’unica cosa che mi esce dalla bocca è: “Scusa, ma dov’è il bagno….?”
“Mi prendi in giro? Ad ogni modo è proprio davanti a te!”
“Ah, eheheh, ok grazie!”
“Non c’è di che, Sofia!”
Sofia, penso, almeno mi chiamo così ancora. L’unica certezza. Oltre al bagno si intende.
Uscita dal bagno, rientro in camera e finalmente scelgo dei vestiti. Quelli più appropriati a me. Sempre che li trovi. Non faccio che trovare gonne, magliette attillate e troppo appariscenti. Oh, finalmente una semplice maglia rossa con collo alto e un bel paio di jeans neri, sempre alla moda. Le scarpe? Ah ecco, due scarpe di ginnastica nere: semplici e sportive, come piacciono a me.
Esco, decisa più che mai a chiarire il tutto; scendo dalle scale, che mi portano ad un atrio molto ampio. Da una parte noto la cucina, dall’altra il soggiorno. Ragionando per logica, svolto a sinistra verso la cucina. Prima di varcare la porta, prendo il respiro ed entro tutto d’un fiato.


In un altro luogo a me molto caro…
“Sofia, è ora. Sono le 8 meno un quarto!Muoviti!!!!”. Una donna sulla quarantina entra nella camera di sua figlia. Nota che c’è qualcosa di strano. Di solito la figlia verso le 7:30, si sveglia senza nessun problema. Quella mattina però, non è accaduto. Entra. Caccia un urlo. Accorre il marito.
“Sofia…..è…è….è…..scomparsa nel nulla. Non c’è!!!!!”


“Allora Sofia, dormito bene?” mi chiede un ragazzo, ventenne come me a quanto sembra, capelli corti mori e occhi verdi.
Questo ragazzo….io l’ho già visto! E’ un volto conosciuto, ne sono sicura!
“Per dormire, ho dormito bene. Il risveglio…è stato ….per così dire …strano….insomma io….”
“Non sai che cosa ci fai qui giusto?”intervenne una ragazza castana.
“Già….quindi voi mi potete aiutare…..?” dicendo questo noto che anche la ragazza ha un volto noto. Mi sorge un sospetto, ma dentro di me nego. Non è possibile che siano loro. No. Non ci credo!
All’improvviso il suono del campanello, mi distrae, tanto che mi giro verso la porta per vedere chi sia. Va ad aprire un’altra ragazza, con capelli blu raccolti in una coda di cavallo e degli occhiali da vista…..il mio sospetto comincia a diventare certezza, dato che oltre tutto c’è un gatto molto grosso, sbeffeggiato dalla ragazza di prima.
Ora sto per svenire, perché vedo chi entra e sento il nome che il ragazzo moro usa verso l’ospite: “Madoka, ciao! Ben arrivata!Come va?”
“Molto bene, grazie Kyosuke!”
Davanti a me e alle due sorelle, ormai ho compreso chi sono, anche se è completamente assurdo, i due si abbracciano e si lasciano andare ad un bacio molto dolce, che rende l’idea di quanto si amino.
Manami guarda la mia faccia imbarazzata e incredula allo stesso tempo. Interrompe i due fidanzati: “Scusate, ma credo che sia il caso di spiegare a questa povera ragazza cos’è accaduto.”
“Oh sì certo, prima dobbiamo aspettare che il nonno faccia ritorno però” risponde Kyosuke imbarazzato alla sorella.
“Già è colpa sua, se lei è qui…..” incalza Kurumi con il suo solito modo di fare.
Il ragazzo la guarda adirato, credo Kurumi non intendesse offendere me con quelle parole, ma a quanto pare il fratello ha un’opinione diversa.
“Senti”poi continua, fissandomi quasi in modo comprensivo “tu hai idea di dove ti trovi?”
“Sì, Kyosuke”rispondo “dal vostro aspetto, i vostri nomi e i vostri atteggiamenti mi trovo a Tokio…..in un ….animeeeeeee……..” è tutto così incredibile e altrettanto pazzesco che non mi rendo conto di essermi letteralmente tuffata sulla poltrona del soggiorno.
“Allora, come dice il nonno, tu vieni da un mondo parallelo…ed è grazie a lui che sappiamo il tuo nome”.
“Non so come spiegarlo, ma voi nel mio mondo…..” è assurdo quello che sto per dire, lo so “siete degli anime, dei manga, dei cartoni animati….insomma esistete nella fantasia, non nella realtà…….”.
Questa volta è il turno di Madoka, la quale avendo osservato il mio disagio, mi aiuta per quel che può: “Quindi, in qualche modo ora ti trovi qui in un mondo creato dal tuo?”
“Credo di sì. Ma come è successo?”
“E’ causa mia”. Una voce anziana di un uomo sull’ottantina risponde al mio quesito. Dopo aver richiuso la porta alle sue spalle, entra in soggiorno e vedendomi seduta, si avvicina e continua: “Ebbene è colpa mia se ora ti trovi lontana da tutto ciò che ti appartiene. Ho voluto provare a tele-trasportarmi, nel tuo mondo, ma invece di portare me là, ho portato te di qua. Un bel pasticcio!Avevo scelto come punto di arrivo la tua casa, sapendo che avresti capito prima di altri”.
“Avrei capito cosa?”.
“Che ero il nonno di Kyosuke e non ti saresti spaventata di me, essendo molto informata su diversi anime, compreso il nostro”.
“Cavoli…ok…però…..io ….ho bisogno di tornare a casa….”. Faccio tristemente.
“Ci sarà un modo per far tornare tutto alla normalità, no?” domanda Ayukawa, che osserva la mia disperazione, assalire il mio viso.
“Io non lo conosco…”risponde il vecchio signore, dispiaciuto.
“Tutto qua?! Insomma, qua si parla della mia vita e di quella della mia famiglia!!!! Ci deve essere un modo! Certo trovarmi qui, è un gran bel sogno che si realizza, non capita tutti i giorni di fare viaggi di questo genere, solo che quando si viaggia esiste un’andata e soprattutto un RITORNO!!!!!!”
“Calmati, Sofia, capiamo il tuo stato d’animo, ma innervosendoti, non combinerai nulla comunque” cerca di quietarmi Manami.
“C’è una speranza però….”
“E lo dici così nonno???” urla Kyosuke.
“Quale???” facciamo in coro tutti insieme.
“Conosco una persona che potrebbe aiutarci o almeno credo. Un mio vecchio amico. E’ di Tokio, anche se in un altro quartiere. Possiede un tempio. Luogo ideale per trovare ispirazione!”
“CHE??????”facciamo ancora in coro e poi continuo da me: “In pratica la soluzione sarebbe…..PREGARE????!?!?!?! Ma scherziamo????”
“Vedrai che tutto si risolverà, garantito!” termina l’uomo, non lasciandomi altro che sperare di ritornare a casa. Manco da poche ore. Ma sembrano anni. Già mi manca……
….è proprio così che comincia il diario scritto da questa ragazza risvegliata in un mondo non suo……..e che ancora non si rende conto del suo ruolo essenziale in quel mondo…

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Capitolo 2
*** Incontri e scontri ***


Quel giorno era cominciato davvero male per Sofia. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Infatti quella stessa mattina il gruppetto formato dalla famiglia Kasuga al completo, padre fotografo compreso, Madoka e Sofia, partì alla ricerca di questo “risolutore”. “Ma sei sicuro nonno che prendendo l’autobus arriveremo prima di mezzogiorno?” fece Kyosuke, poco convinto delle precedenti asserzioni del vecchio. “Certo, nipote, più che sicuro. In fondo non sono poi così tanti km!” Sofia era silenziosa, assorta in pensieri inimmaginabili. Ad un tratto Kurumi la svegliò dal suo “letargo mentale” con una domanda, che in fondo la fece sorridere: “Sofia, sono curiosa…..posso sapere chi sei, insomma che vita passi nel tuo mondo?….non ce ne hai ancora parlato….”. Gli altri la fissarono sbalorditi. Come poteva fregarsene dello stato d’animo della malcapitata, in quel modo? Comunque Sofia, senza disperare, si accinse a risponderle. L’autobus intanto si muoveva senza alcun problema fra il traffico caotico di Tokio. “Beh, ecco, io lavoro, ho quasi 20 anni. Sono un’impiegata.” “E ti pagano bene?” domandò il nonno, che subito dopo subì un’occhiata gelida di Kyosuke. “Non preoccuparti Kyosuke. Parlarne non mi può che far bene. Credimi. Ad ogni modo sì, signor Kasuga, lo stipendio è buono, non mi posso lamentare”. Per la prima volta la ragazza fece un sorriso talmente spontaneo, che il ragazzo credé alle sue parole. In qualche maniera stava riuscendo a rilassarsi e ad affrontare la situazione nel modo corretto. Nel frattempo, in un piccolo paesino di Tokio, Nerima, una famiglia di squinternati era in partenza. “Ehi, dov’è la spazzola?” chiese una ragazza dai capelli a caschetto di colore castano, in tutta velocità. “Uh, forse è meglio che porti con me un po’ di tè, non è mai abbastanza, eheheh”. “Uhm, credo che questa scorta di “tesorini”, mi possa bastare per il viaggio, poi arrivato a destinazione ne procurerò degli altri!” “Boh, boh, boh…..”. Un grosso panda con un cartello con su scritto: “Evviva si parte! Dove sono i biscotti di Kasumi?!?!?” “Ehi amico mio, anche nell’ultima partita di shoji dovevi barare?!?!?!? Aspettami!” Certo mancava qualcuno. Una ragazza dai capelli rossi raccolti in una treccia stava brontolando come al solito. “Maledetto vecchiaccio maniaco, prima o poi lo ammazzo. Come diavolo fa a essere così idiota?!?!? Dov’è l’ACQUA CALDAAAAAAA?!?!??!”. Il suo urlo riecheggiò in tutta la casa e ancor più in una stanza da letto, dove all’interno si trovava una ragazza con i capelli blu scuro, anche lei ormai pronta con i bagagli. “RANMA, smettila di urlare!!!!!!!!!!!!!!” gridò dapprima, poi a bassa voce continuò “bene sono pronta meglio andare, altrimenti chissà che cosa può pensare Rei……”. Non appena uscì da casa vi trovò tutti eccetto il suo fidanzato. Come al solito, pensò, è in ritardo! “RANMA, ti muovi!?!?!?!? Guarda che ti lasciamo qui!!!!! Hai sentito?!?!?”. Dall’alto piombò all’improvviso a terra, un gran bel ragazzo col codino color nero e occhi blu mare, anch’egli pronto, con uno zaino in spalla. La guardò e stizzito ribatté: “Non serve che urli così! Non sono sordo ti ho sentito….stupida…..”. “No, tu sei un baka!!!!! Se non ci muoviamo non partiamo più!!!!”. Stavano per cominciare ancora una volta a litigare, ma per loro fortuna intervenne Kasumi: “Bene, allora, visto che ci siamo tutti, è il caso di partire!”. Detto fatto si avviarono alla stazione dei treni. I biglietti li avevano già ritirati, perciò, potevano fare ancora in tempo. L’autobus, su cui viaggiavano Kyosuke e gli altri, arrivò a destinazione. Così scesero e seguendo le istruzioni del nonno, si avviarono a piedi verso il tempio del Signor Hino. Proprio in quel momento dalla parte opposta, un bimbo attraversò incautamente la strada, senza avvedersi dell’arrivo di un' auto dalla sua destra. Ci fu un attimo di terrore, subito dopo Kyosuke si tele-trasportò in aiuto del bambino, cercò di afferrarlo per la maglietta, ma qualcuno lo anticipò di quel tanto che bastò per salvare la vita al piccolo. Senza farsi notare il giovane Kasuga, ritornò al suo posto e stette a guardare chi fosse quel tipo che lo aveva preceduto. Un ragazzo alto, moro, con occhiali da sole si mise in piedi di fronte a loro, dopo essersi rassicurato delle condizioni del ragazzino. Li guardò per un istante, poi si voltò e continuò indifferente per la sua strada. “Alquanto misterioso…”fece Kyosuke. “…. e che carino!!!!”concluse Kurumi. Sofia lo conosceva. Sapeva questo, ma ancora non aveva intuito la sua identità. Qualcosa le diceva che lo avrebbe rivisto. Quel giorno era stato davvero duro per Usagi. Due interrogazioni e un compito in classe l’avevano completamente buttata a terra. Non la si riconosceva. Così per tirarle un po’ su il morale, Makoto e Minako con la complicità di Amy, la portarono in una gelateria. Di sicuro le sarebbe tornato il sorriso. “Uff, che giornata terribile! Non me n’è andata bene una!” sbuffò la nostra testolina buffa. “E dai Usako, in fondo, che cos’è un compito in classe in confronto a un combattimento con i nemici?”fece Minako per rincuorarla. Già immaginava come le erano andati sia il compito che le interrogazioni. Non appena ordinarono i loro gelati, le quattro ragazze si accorsero che dalla porta del locale, erano entrati degli strani tipi. Notarono tra gli altri, un ragazzo davvero carino, con i capelli raccolti in un codino particolare. Purtroppo per loro videro anche Happosay, ormai lanciato verso la povera Amy, la quale riuscì a malapena a schivarlo. Ranma, senza attendere oltre, si avventò sul vecchio maniaco e gli piombò sulla testa, bloccandolo all’istante. “Brutto idiota, quando imparerai a lasciar stare le ragazze che incontri?!?!?!?Pervertito!!!”. “R-Ranma, lasciami andare, altrimenti il tuo maestro ti punirà!”. “Maestro???? Maestro un corno!!!!! Di certo non sei tu un esempio da seguire, soprattutto se si parla di galateo!”. Ranma era furioso, anche in quel luogo dovevano farsi riconoscere, pensò. “Scusatelo” intervenne Akane rivolta alle quattro ragazze, ancora sbigottite da quel vecchio maniaco e dal suo “allievo”, poi continuò “E’ un viziaccio del signor Happosay, quello di rincorrere e abbracciare ogni ragazza che incontra, mi spiace…..”.Un colore rosso si fece notare sulle gote della ragazza, alla quale rispose una tranquilla e serena Amy: “Oh, non dispiacerti, non è niente. Figurati eheheh”. “Comunque, io sono Akane Tendo e loro rappresentano la mia famiglia” asserì indicando Soun, Nabiki e Kasumi. “E gli altri tre?” chiese curiosamente Minako, interessata a quel ragazzo affascinante. “Beh, lui è il signor Genma, lui appunto è Happosay, antico maestro di arti marziali di mio padre e di Genma e infine Ranma…..”. “……che è il suo ragazzo…..” concluse per Akane Nabiki sorridendo maliziosamente. Che peccato, pensò Minako, è fidanzato! “Beh, io sono Usagi e loro sono le mie amiche Amy, Makoto e Minako! Piacere di conoscervi!” disse Usagi, tornata alla sua solita allegria. “Piacere nostro!”esclamò Kasumi anche per gli altri. “Perché non vi sedete con noi. Ci sembrate delle persone simpatiche!”. Era Makoto, trasportata dalla gioia di Usagi. E così i due gruppi si lasciarono andare ad una chiacchierata, come dei vecchi amici, che si rincontrano dopo molti anni di distacco. Sembrava per l’appunto una rimpatriata, si disse Akane, ricordando la domenica precedente, in cui ricevette la chiamata di Rei, sua cugina, che la invitava a passare una settimana al tempio. “Sai, il nonno vorrebbe rivedere tutti voi! Che ne pensi? Non credo che la scuola sia un problema….sono solo 7 giorni no?”. Le disse Rei quel pomeriggio. “No, non è un problema. Il guaio è che in famiglia, vivono anche altre persone e non ci sentiamo di lasciarle qui da sole……”. “Ehi, Akane, se alludi al tuo fidanzato e a parenti annessi” il tono sembrava quello di Nabiki, in effetti “li puoi far venire qui tranquillamente!”. Insomma era riuscita a convincerla. In fondo sua cugina era cocciuta quanto lei. Erano parenti di sicuro. Solo che la ragazza non capiva come fosse possibile una sinergia tale fra persone così diverse, che non si conoscevano affatto e che molto probabilmente non si sarebbero più riviste in futuro. Tutto si sarebbe spiegato, le disse una vocina dal suo interno. Eccoli, erano arrivati al tempio. Sembrava un luogo speciale, pensò Sofia. Sentiva che le era familiare. Chissà poi perché. Presto tutto le fu chiaro. Vide un anziano signore avvicinarsi a loro allegramente. “Oh, caro vecchio mio, come te la passi???”. Era Hino. “Benone vecchio mio! Scusa il mancato preavviso, ma sono venuto a farti visita perché ho bisogno del tuo aiuto”. “Oh davvero? Beh, ne parleremo davanti a del tè e dei biscotti. Venite, su! Rei vieni fuori ho bisogno che tu prepari del tè per favore!”. Dopo pochi istanti, uscì una ragazza molto carina dai capelli lunghi di colore nero corvino. Probabilmente, aveva l’età di Kurumi e Manami, pensò Kyosuke vedendola avvicinarsi a loro. “Salve a tutti! Mi chiamo Rei. Voi sareste….?”. “Uh….ciao Rei. Che bella nipote che hai caro vecchio mio! EHEHEH”disse il nonno Kasuga e continuò “comunque piacere di conoscerti. Io sono un vecchio amico di tuo nonno e questa è la mia famiglia …..uh beh…..eccetto le due ragazze dietro a mio nipote Kyosuke. Una è la sua fidanzata, Madoka, mentre l’altra è Sofia, una conoscente”. “Ohh, piacere di conoscervi” fece Rei, fermandosi per un istante, notando che Sofia la fissava con fare interrogativo. “Piacere nostro !!!” risposero in coro, ad eccezione di Sofia, la quale continuava a non capirci proprio nulla. “Beh, che fate fermi lì??? Forza entriamo!”esclamò il signor Hino allegramente. E così fecero. Mentre la nipote del vecchio amico del nonno di Kyosuke stava preparando il tè, quest’ultimo e Madoka si avvicinarono a Sofia. “Che cosa c’è?” domandò preoccupata una Madoka molto dolce. “eh?….ehm…niente, niente….solo che ….”. “Che …. Cosa?” fece Kyosuke incuriosito. “No, niente. Ecco….questo tempio, Rei, il signor Hino….fanno parte di un altro anime molto famoso nel mio mondo e credo anche il ragazzo di prima….”. Rispose Sofia sempre più confusa. “Davvero????E come si intitola?” domandò Madoka ancor più meravigliata del fidanzato, il quale invece sembrava non avere problemi di comprensione. “Non credo di potervelo dire….non posso…. Insomma il vostro mondo merita di non essere sconvolto ulteriormente, basto già io…a rovinare l’esistenza di voialtri!” rispose Sofia dispiaciuta della situazione che si era venuta a creare. In fondo che ci faceva lei lì, in un mondo non suo e che avrebbe subito solo degli immensi danni se lei si fosse immischiata. “Non dire stupidaggini, Sofia” esclamò Kyosuke infastidito dall’atteggiamento della ragazza “non è così che si affrontano i problemi! Ci siamo noi qua e poi non sei per niente un guaio per il nostro mondo, anzi! Devi solo avere fiducia in noi e soprattutto in TE!!!!” alzò il tono della voce nell’ultima frase, tanto che gli altri si girarono verso i tre, desiderosi di una qualche spiegazione, in particolare modo sembrava che Rei ne avesse maggiore bisogno. Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, interrotto dall’arrivo di un gruppo numeroso di persone. In effetti arrivarono le inner senshi nella loro veste normale, capeggiate dalla mitica Usagi e la famiglia di Ranma e Akane, oltre che due strani gatti tenuti alla lontana dal ragazzo col codino. La sorpresa fu che dietro a loro, arrivò un altro gruppetto di senshi, le outer ovviamente non trasformate, al cui fianco vi era oltre a Mamoru, anche Chibiusa. In quel preciso istante Sofia si alzò di scatto in piedi, tutti la fissarono stupiti di quel gesto davvero strano. La ragazza a bocca aperta fissò la principessa Serenity. Erano proprio loro! Insomma….le guerriere Sailor e la famiglia Tendo-Saotome al completo. Per un attimo le mancò un battito, in quanto sentiva che già in passato li aveva incontrati, ma non alla televisione o magari nei sogni di quando era più piccola, più semplicemente in un’altra vita. Ecco che la mente tornò a un sogno di una settimana prima, che lei aveva completamente cancellato dalla memoria e che ora invece, chissà perché, la travolse completamente. Cadde come in trance sotto lo sguardo preoccupato di tutti, ma in particolare di Kyosuke e del nonno. Entrambi intuirono che se quella ragazza si trovava nel loro mondo, non era stata semplice casualità, ma per qualcosa di ben più importante. Sofia cadde a terra, allora Kyosuke aiutato dal padre, la fece stendere sul divano che si trovava lì a pochi passi. Nel frattempo, Sofia nel suo “sogno” o ricordo, si ritrovò sotto il chiaro di luna accanto ad un palazzo noto alla sua memoria anche se ancora poco. “Che ci faccio qui” pensò cominciando a camminare. A dire il vero non stava decidendo lei le sue azioni, era come se fosse guidata verso un luogo a lei ignoto. Si voltò a sinistra, notò un lago su cui i raggi di luna riflettevano il loro colore argentato. Gli si avvicinò sempre contro la sua volontà e osservò il volto sull’acqua. Lo sgomento e il terrore si dipinsero sul suo volto. Chi era??? Non era lei. Doveva essere un sogno, non c’era altra spiegazione. Al tempio la situazione non andava meglio. “Che le succede Kasuga?” fece Madoka alquanto in ansia. “Non lo so….io ….non lo so….è come in coma…..nonno?!?!?”.Kyosuke si affidò all’anziano signore per cercare una risposta, ma l’uomo non seppe che dire, fu così che al suo posto intervenne Setsuna, la quale intuì qualcosa. “Credo sia immersa in un sogno o qualcosa del genere, anche se è strano che così all’improvviso sia svenuta. Qualcosa deve aver influito”. La ragazza venne osservata da tutti gli altri con fare interrogatorio, ma la sailor non andò oltre. “Io intanto vorrei capire chi è…..”fece Makoto. “Beh in effetti, non la conoscete, come non conoscete nessuno di noi….ehm….” fece Manami. Kurumi l’aiutò e dopo una breve spiegazione ai nuovi arrivati, i quali rimasero letteralmente stupiti alla notizia che nel mondo di Sofia erano degli anime, riposero nuovamente l’attenzione su Kyosuke e il nonno. “Quella ragazza….”si disse Mamoru “io l’ho già vista…. Ma dove?”. Sofia non capiva. Tutto era così assurdo in quel momento. Si trovava in un luogo incantato, non sapeva dove si trovasse, eppure vi era già stata altre volte. Ma quando? E poi per quale motivo si trovava lì proprio in quel giorno? E oltretutto chi era la persona riflessa sull’acqua del lago?Di certo non era lei, no, non poteva. “Sofia, svegliati, forza fidati di noi, stiamo tutti qui! Sofia!!!”. “Questa voce…”si disse Sofia “la conosco…Kyosuke…è lui……KYOSUKE!!!!! AIUTAMI!!!!! FAMMI USCIRE DA QUI!!!!!!!!” “SOFIA!!!!” “KYOSUKE!!!!”urlò la ragazza in preda al panico. “Mi sente!”esclamò il giovane esper rivoltò al nonno. L’anziano allora si concentrò e chiese di fare altrettanto ai presenti: “So che vi è difficile, ma Hino sa che in questi casi è necessaria la volontà di tutti perché possa ritornare in sé! Dobbiamo concentrarci su di lei. FORZA!!!”urlò a gran voce. Gli altri lo seguirono e tutti insieme si concentrarono. Un’aurea di energia bianca si sollevò dai loro corpi e si avviò verso la povera ragazza ancora in preda al terrore del sogno. “Aiuto!!!”. Detto questo sentì uno strano formicolio provenire da tutto il corpo, quel corpo che non riconosceva come suo o meglio….NON RICORDAVA che fosse suo. Una luce apparve come per incanto e all’interno poté scorgere i visi dei suoi nuovi amici. Questa volta il corpo agì come lei richiese, senza esitare un attimo. Si addentrò nella sfera di luce, socchiudendo gli occhi per la difficoltà di fissare quel bagliore così intenso. Immediatamente riaprì gli occhi, facendo sobbalzare Madoka al suo fianco. Le pupille di Sofia erano dilatate come quelle di un gatto nella notte e il suo volto era pallido. Pian piano riprese il colorito rosa e le pupille ripresero la loro forma normale. Dopo di ché la ragazza impaurita da quel che ebbe visto si allontanò dal gruppo. Non sembrava più in lei. “Sofia, che ti prende?” chiese Manami sorpresa dall’atteggiamento così diffidente della giovane, che tanto si era fidata di loro poco tempo prima. “Io….io …..n-n….non lo so……so solo che ho paura!!!!”detto questo si mise le mani sul volto sconvolta e calde lacrime scesero sulle guance. La prima persona che le si avvicinò fu Madoka, la quale comprendendo l’ansia e il terrore dipinte sul volto della ragazza, le tese un braccio e poi l’altro per abbracciarla. Dapprima non vi fu risposta alcuna. Subito dopo Sofia si lasciò andare ad un abbraccio disperato con l’amica. “E’ meglio uscire da qui” sussurrò Mamoru a Usagi, ancora confusa. Amy rispose al posto dell’amica: “Sì, Mamoru, forse il nostro arrivo l’ha sconvolta per qualche strana ragione e il vederci qui non l’aiuta affatto!”. “Concordo” aggiunse Makoto “usciamo qualche minuto, poi magari se si sente meglio, cerchiamo di capire se è possibile aiutarla!”. Strizzò l’occhio a Minako, che la seguì in giardino, insieme agli altri. Ranma non si era mai sentito così. Non capiva che cosa avesse Sofia, ma in qualche modo sentiva che anche lui aveva sofferto per la stessa ragione. Un dubbio gli annebbiò la mente: “ e se anche lei fosse…..” ma poi rendendosi conto dell’assurdità che aveva pensato concluse fra sé e sé “no, impossibile, che vado a pensare?”. Akane notò che il fidanzato era assorto in qualche strano pensiero. Avrebbe voluto sapere che cosa stava pensando, ma non glielo chiese. Si limitò a seguire il gruppo in giardino. Gli unici a rimanere ancora all’interno del tempio furono Kyosuke, Madoka ancora abbracciata a Sofia piangente, il vecchio Kasuga e Setsuna. Persino il signor Hino decise di uscire con la nipote, non sapendo che pesci pigliare! “Sofia, su dicci, cos’è successo in quei minuti?” cominciò Kyosuke rattristato nel vederla così distrutta. “Certo, se non te la senti, non devi per forza dircelo adesso!”esclamò Madoka, volgendo uno sguardo di rimprovero al fidanzato. “Oh beh certo…ovvio….”aggiunse allora il ragazzo. “Mi….”deglutì cercando di trovare le parole adatte in una situazione del genere. Si vergognava di quanto aveva visto. Ma era il caso? Comunque continuò lentamente: “….ecco io mi sono ritrovata in un luogo bellissimo, stellato sotto il chiarore della luna accanto a un laghetto. Non sembrava un paesaggio “terrestre”, ma può darsi che lo fosse….anche se c’era la luna…..non so…..”. “Continua pure, non preoccuparti” l’aiutò Setsuna, la quale sembrava essere l’unica ad avere intuito qualcosa. “Beh, il mio corpo seguiva una direzione prestabilita, non ero io a decidere dove andare. Poi ad un tratto mi sono avvicinata al laghetto e mi sono specchiata”. “Eri una specie di spettatrice di te stessa”la interruppe il vecchio Kasuga. “Sì esatto Signore! Proprio così! Solo che quando mi sono specchiata, il volto che ho visto molto chiaramente per via della luna non era il mio …..”. “E di chi era?” domandò Setsuna. “Ebbene io non lo so. Semplicemente era di un ragazzo!”. “Un ragazzo? Sei sicura?”le chiese Kyosuke alquanto sorpreso. “Sì ne sono sicura. I suoi occhi! Dovevate vedere i suoi occhi! Non esprimevano nulla, solo disperazione e dolore”. “Ha parlato?”domandò Madoka. “No. Subito dopo ho sentito la voce di Kyosuke che mi diceva di fidarmi di voi. E di svegliarmi. Poi ho visto una luce immensa apparire accanto a me, ho intravisto i vostri volti e non so come, in quel momento il mio corpo ha seguito la mia volontà. E mi sono risvegliata. Il resto lo conoscete”. “Quello che ti ha sconvolto, sono stati gli occhi di quel ragazzo?” questa volta era l’anziano Kasuga a intervenire. “In parte sì, in parte….il fatto che io fossi un uomo. Io sentivo a tutti gli effetti di essere quel ragazzo. Ero un ragazzo. Che cosa significa??? Io voglio ritornare a casa! Questo è un sogno, un maledetto sogno da cui non riesco a svegliarmi, ditemi che è così o impazzirò….”. La voce divenne sempre più bassa, fino a diventare un leggero soffio. Setsuna cercò di incoraggiarla: “Sofia, ascolta. Qualunque sia il motivo per cui tu ti trovi qui, lo scopriremo. Secondo me tu sei qui, non per errore del nonno di Kyosuke, ma per un motivo più profondo. Presto scopriremo di che cosa si tratta!”.Le sorrise. La giovane ricambiò. Sofia conosceva il segreto delle guerriere Sailor e quindi anche il suo, perciò Setsuna comprese che Sofia aveva inteso, in che modo l’avrebbero aiutata. “Chissà che sta succedendo là dentro?!” chiese Haruka a Michiru. Quest’ultima non seppe che dire e a sua volta guardò Hotaru: “Ehi piccola, che cosa c’è?”. “Eh?ehm nulla. Mi chiedevo solo chi fossero quelle persone…”. La ragazzina ormai tredicenne indicò il gruppo di Ranma. “Già, hai ragione. Non li ho mai visti prima” fece Haruka e si avvicinò così al gruppo delle inner. “Potresti anche presentarci Usagi, non credi???” fece la bionda guerriera stizzita. “Ops” fece la principessa, rendendosi conto dell’errore “hai ragione Haruka, scusaci. Beh questi sono Ranma e Akane. Quei due signori sono rispettivamente il padre di Ranma, Genma Saotome, mentre l’altro è il signor Soun Tendo, padre di Akane. Le due ragazze sono le sorelle di Akane, si chiamano Kasumi e Nabiki, mentre l’anziano pervertito, è Happosay maestro (non si sa bene di cosa) di Ranma. Akane è cugina di Rei e sono tutti venuti sin qui per una breve vacanza”. “Sì è vero, Haruka, sono miei parenti. Li ho invitati al tempio, ma non pensavo che Usagi e le altre li conoscessero e venissero qui assieme a loro….”. Aggiunse Rei. “Beh…comunque….piacere di conoscervi!”fecero le outer insieme a Mamoru e Chibiusa. Ranma e gli altri contraccambiarono. “Rei, li abbiamo incontrati per caso da Moran. Quel maniaco pervertito….”fece Usagi, indicando Happosay “si è lanciato contro Amy e così Ranma lo ha bloccato, dandoci l’opportunità di conoscerci!”. Finì la ragazza, divertita da come Rei osservava disgustata il vecchio. “Capisco” ribatté la mora osservando in malo modo Happosay, che al contrario, la mangiava con gli occhi: “Accidenti, che bella bambina. Piacere sono Happosay, ti va di uscire con me, baby?”. “Eh, che cosa? Non provarci vecchiaccio!!!! Ci hai rotto ormai col tuo modo di fare!!!!” rispose Ranma al posto di Rei. “Ranma ha ragione, maestro, non è il caso di importunare così una giovane ragazza” fece Kasumi come suo solito gentilmente. Il vecchio non sembrò ascoltare nessuno dei due, ma fu il signor Hino, nonno di Rei e Akane, a fermarlo: “Ehi, non ti conosco, ma non ti permetto di toccare ne Rei ne le sue amiche, chiaro?”. Happosay lo guardò annoiato e dopo un paio di secondi, si lanciò verso la povera Madoka, che proprio in quel momento stava uscendo dal tempio per aggiornare i ragazzi. La ragazza cacciò un urlo vedendoselo arrivare di fronte come una scheggia, ma l’urlò più grande venne cacciato dallo stesso maniaco, sotterrato dal peso di Ranma e dai calci di Haruka, stufa di quel guasta feste. “Allora Madoka, come sta?”chiese il nonno di Rei ansioso. “Beh, ora sta molto meglio. Ha solo bisogno di tempo per digerire il fatto di trovarsi in un mondo a lei sconosciuto, ma che allo stesso tempo hai dei segreti che solo lei conosce. In fondo se ci pensate, seguendo le nostre vite sui manga e alla televisione, ci conosce molto di più di quanto io conosca voi, ovviamente….”spiegò la giovane. “E’ vero, sembra davvero incredibile come storia…”incalzò Mamoru. “L’importante è che ora si senta meglio!”esclamò Makoto entusiasta. Non era da tutti i giorni conoscere della gente del genere, pensò. Di sicuro sapeva dei loro poteri, si disse. “Possiamo vedere come sta?”chiese Rei a Madoka. “Certo, Certo, ora potete rientrare, anche perché lei non ha intenzione di passare la notte qui. Dovremo trovare un posto dove trasferirci temporaneamente” concluse. “Perché non vuole restare? Di posto ce n’è in abbondanza!” disse il signor Hino, quasi offeso. “Credo non voglia disturbare signor Hino” intervenne un Kyosuke molto più rilassato, uscendo in giardino. “Nessun disturbo, anzi”. Finì il vecchio signore. Ad ogni modo rientrarono nella sala da pranzo. Il tempo era volato. Erano le cinque del pomeriggio. E di avvenimenti ne erano accaduti tanti quel giorno. Intanto Sofia si trovava con Setsuna in una camera per gli ospiti, una delle tante presenti. Le due stavano chiacchierando. “….quindi mi stai dicendo che conosci tutti noi….e i nostri poteri….oltre ai probabili segreti degli altri…..”fece Setsuna. Ne aveva passate tante, ma quella circostanza era ancor più incredibile di quelle trascorse. “sì, come ti ho detto, siete molto conosciuti, sia voi sailor, sia Ranma e la sua vita e sia Kyosuke e il suo “mondo”. Però c’è qualcosa di strano, sai?”. “Che altro ci può essere di strano?” chiese sarcasticamente la guerriera di Plutone. “Beh, ecco io ….oggi venendo qui ho intravisto Mamoru, mentre aiutava un bimbo in pericolo (stava per essere investito da un’auto), e mi è sembrato di conoscerlo….al momento ho pensato che fosse anche lui un personaggio degli anime del mio mondo, come poi si è realmente rivelato. Successivamente, qui al tempio, nello stesso istante in cui siete entrate, mentre io, Kyosuke e il nonno di Rei, discutevamo, e ho visto di nuovo “Tuxedo Mask” …eheheh….beh….lui insomma...ho avuto la sensazione di averlo già….. incontrato! Ecco la parola giusta! Non semplicemente visto, ma incontrato di persona. Non so dove, non so come, ma ho avuto questo sentore….ti sembro idiota vero?”. “No, non lo sembri affatto. Non so dirti ancora nulla. Posso provare a trovare delle risposte ai tuoi quesiti, ma mi ci vorrà del tempo”. “Beh, detto da te che sei la guardiana dello spazio-tempo…..^___^”. “Eheheh…hai ragione….”. “Forse è meglio scendere, così posso vedere le altre eroine e la coppia più strampalata del mondo!”esclamò scherzosamente Sofia, sorridente come mai aveva fatto da quando si era ritrovata catapultata in quell’universo. “Bene, ottima idea! Scendiamo!”. “Che ne pensate se ceniamo assieme? Mi piace avere tanta gente a farci compagnia! Vero Rei?”. “Si, nonno, lo so!”rispose Rei a tono. Proprio in quell’istante dalla porta apparvero Setsuna e Sofia. “Eccoci qua!”. Era Setsuna ad aver preso parola. Sofia era intenta ad osservare tutte quelle persone. Ragazze come lei al vederle, che però nel momento opportuno diventavano delle eroine leggendarie per la terra o per meglio dire, per quel loro universo parallelo…E che dire di Ranma e Akane. Si notava subito che si volevano bene, seppur anche in quella circostanza tentassero di nasconderlo. Infine Kyosuke e Madoka. Altra coppia leggendaria degli anime che aveva visto alla TV. Tutto ciò era incredibile. MA VERO. Una domanda la sconvolse. Lei Sofia, 20 anni, era VERA? Perché si trovava lì? Forse Kyosuke e Setsuna avevano ragione. C’era un motivo preciso della sua presenza. Quale? Il sogno c’entrava qualcosa? Assorta com’era da quei pensieri cupi, non notò il modo in cui la osservava Mamoru. Egli infatti si ricordò di un sogno che poco tempo prima aveva fatto, ma non ci aveva dato importanza, in quanto totalmente estraneo alla sua vita. O almeno così aveva pensato. Con il suo abito regale, camminava in un giardino bellissimo, composto da fiori di ogni genere e mille colori si paravano alla sua vista. Al suo fianco la principessa Serenity gli teneva la mano, si scambiavano sguardi innamorati e timidi, subito dopo si avvicinava a loro un ragazzo, più giovane di lui ma di poco. Forse un anno. Il suo volto aveva dei lineamenti familiari. Occhi castani, capelli corti castani scuri,robusto, di bell’aspetto e alto quanto lui. Sorrideva. Si inginocchiava di fronte a loro e diceva: “Miei futuri sovrani, vi devo ringraziare. Siete le persone che amo di più al mondo. Grazie di esistere. Ma a quanto pare una persona vi fa concorrenza”. Diceva ironico. La principessa Serenity rispose, mentre il principe Endimyon continuava ad ascoltare: “Lo sappiamo, sei innamorato. Lei è mia amica. E’ una guerriera. E ti ama”. “Lo so”ribatteva lui “ma Serenity, quella ragazza è più cocciuta di te!!!eheheh”.Un sorriso. “Ehi, attento a quello che dici!!!! Endimyon digli qualcosa, tuo fratello mi prende sempre in giro!!!!!”. Suo fratello!!!!! Il sogno era finito, lasciando mille dubbi al povero Mamoru quel mattino. Poi però non ci dette peso. Poteva essere un sogno e basta. Ora non ne era più sicuro. Eppure, si disse il giovane, quella ragazza ha dei lineamenti familiari. Che c’entri qualcosa lei col mio sogno? Avrebbe voluto chiederglielo, ma chi era lui per pretendere di parlarle come se niente fosse? Non si conoscevano ecco tutto. Non aveva diritto di importunarla con domande sciocche e inutili. E così lasciò perdere. Le due ragazze si aggiunsero alla compagnia. Cenarono alle sette. La cena fu davvero ottima. Si poteva notare dalle facce soddisfatte di Ranma e suo padre, pronti sempre a spazzolare tutto. “Complimenti alla cuoca!”esclamò il nonno Kasuga. “Grazie” risposero all’unisono Rei e Kasumi. “oh….allora ….complimenti alla cuoche…eheheh!!!” si corresse il vecchio signore. Dopo aver gustato quella deliziosa cena, Usagi e le altre, decisero che fosse il momento di andare. Ormai si erano fatte le 22:00. Il giorno seguente ci sarebbe stata scuola….e….. “OH NOOOOO!!!!!! Domani c’è compito di inglese????!!!?!? Amy , perché non mi dai mai una buona notizia uffi……”….come sempre era Usagi, la studentessa modello del gruppo Sailor….ehm……..circa…..meno quasi…… Rimasero solo coloro che erano ospiti degli Hino. “Sofia, tu potresti dormire nella stanza di Rei…che ne pensi?”. Domandò il signor Hino. “Ehi, volevo andare io con Rei!!!”protestò Happosay, che però dovette accontentarsi di Soun, Ranma e Genma. "Povero Ranma, chissà quanta acqua fredda dovrà sorbirsi questa notte!". Pensò Akane. Sofia rispose: “Ok, per me va bene, basta che non dia fastidio…”. “Nessun fastidio, figurati!”rispose Rei, sollevata sapendo che Happosay era in un’altra stanza. Entrata nella camera di Rei, notò quanto ordine ci fosse. Altro che camera sua, pensò Sofia. In questo assomigliava sicuramente a Usagi. Sorrise. Usagi. Che personaggio! E’ proprio come nel cartone animato….uno spasso….la salvatrice del mondo messa in crisi da un compito di inglese….pazzesco!!!!! Intanto anche Rei la raggiunse e vedendola sorridere, Sofia le chiese: “Rei, perché sorridi?”. “Beh, hai una faccia buffa, tutto qua”. “MMMMmmmhhh…”borbottò Sofia non capendo il motivo di tale ilarità. “Ehi non prendertela, solo che sei una tipa strana. Sorridevi nel vuoto….”. “Stavo pensando a Usagi. Notavo come fosse identica all’anime del mio mondo. Beh in effetti è lei….di persona….che concetto complicato…..”. “^____^ eheheh ancora quella faccia…..sei simile a Usagi”. Rei la prese nuovamente in giro. Questa volta anche Sofia rise. “Hai ragione siamo simili. L’unica differenza è che lei è una principessa, io no”. “Beh, chi lo avrebbe mai detto, eh?”. “Già il destino fa di noi quello che meno ci aspettiamo!”. Al momento sembrava una frase nata dalla spontaneità. Subito dopo però Rei e Sofia si fissarono sbalordite. Quella frase ricordava qualcosa a entrambe. Chi l’aveva proferita? E quando? Dopo brevi attimi di silenzio, fu Rei a romperlo. “E’ una frase che ho già sentito dire, anche tu hai questa sensazione?”. “Sì”. Fu l’unica parola che Sofia disse. Il sonno ormai stava prendendo il sopravvento. “Meglio coricarsi!”. Non se lo fece ripetere due volte. Era stanca, confusa, si sentiva estranea, ma meno rispetto la mattina. Era come se qualcosa le dicesse che quella era la sua seconda casa. O forse la prima? Prima di chiudere gli occhi ripensò all’ultima frase detta a Rei. Il destino fa di noi quello che meno ci aspettiamo. Lasciò andare quel sogno per quella sera. Era stanca. Aveva sonno e non era il caso di rimuginarci su. Anche Rei ripensò a ciò, ma come Sofia, decise di lasciar perdere e di addormentarsi. “Aspetta Endimyon. Io non ce la faccio. Uffa!!!! Non vale hai barato!”. “Io???? Ma se sei partito 2 secondi prima di me?”. “Non è vero. Che fratello ingrato. Io ti faccio conoscere Serenity e tu mi ringrazi, vincendo una gara che sarebbe stata mia se tu non avessi approfittato della mia distrazione!”. “Ah ecco…ti sei distratto fratello! La prossima volta invece di continuare a guardare Mars, concentrati su quel che fai!”. “Io non guardavo Mars!”. “Certo, certo, come no!”. “Ahhh smettila”. MARS: “Sbaglio o ho sentito nominare il mio nome?”. ENDIMYON: “Sì Mars, stavamo giusto parlando di te”. Le sorrise. E guardò il ragazzo al suo fianco, che diventato paonazzo, non alzò lo sguardo. MARS: “E che dicevate?”. ENDIMYON: “Ehm…che cosa dicevamo….su di te…me lo ricordi ERIC?”. ERIC: “Ecco, io non me lo ricordo …”. MARS: “Come scusa? Non te lo ricordi? Che memoria corta che hai…”. Fece la ragazza sorridendo compiaciuta. L’immagine si sfuocò improvvisamente. Al posto dei due ragazzi Mamoru vide Usagi con Chibiusa al suo fianco. Erano le donne del suo futuro, però. “Mamoru!” “Usagi, Chibiusa. Come mai siete qui?”. “Siamo venute in sogno a te dal futuro, perché dobbiamo parlarti papà”. “E di che cosa piccola?”. Usagi prese la parola: “Il mondo è ancora in pericolo. Le guerriere sailor dovranno affrontare nuovi nemici. Questa volta non sarai solo tu un loro aiuto. Nuovi alleati si scopriranno e un guerriero dovrà essere il loro protettore. Un cavaliere dello zodiaco”. “Come ? Un Cavaliere dello zodiaco?”chiese stupito il ragazzo. “Sì, ma dovete trovarlo al più presto! Il nemico sta tornando inesorabile. Cerca la risposta!”. “Io…”. Mamoru non finì la frase, perché una luce fortissima lo travolse, svegliandolo di colpo. Quel sogno. Un sogno premonitore. Un aiuto dalla sua amata Usagi dal futuro. Un cavaliere dello zodiaco? Ne aveva sentito parlare, ma non credeva esistessero guerrieri di quella specie. Invece….sembrava fosse così. Ne avrebbe dovuto parlare con le altre l’indomani. Al tempio le cose per alcuni non erano diverse. Il sonno non arrivava per Sailor Mars. Era stata una giornata particolarmente pesante. L’arrivo di Akane e della sua famiglia, l’arrivo dell’amico del nonno e di Sofia, oltre a quanto accaduto a quest’ultima. Tanti pensieri le affollarono la mente. Si chiedeva come mai una ragazza normalissima venisse coinvolta in qualcosa di insostenibile come quella vicenda. Ancora più meravigliata fu dal fatto che quanto le era stato raccontato quel pomeriggio, era pura fantascienza fino a un paio di giorni fa e ora invece era la semplice verità. Una verità difficile da concepire per chiunque, a maggior ragione per un essere umano senza poteri di nessun tipo. Tentò di socchiudere gli occhi. Niente…decise di alzarsi senza disturbare la ragazza accanto a lei. La guardò. Sorrise. Finalmente si è rilassata, si disse, dorme della grossa, bene. Dopo averla fissata nuovamente, accertandosi di non fare rumore, richiuse la porta alle sue spalle e si avviò nella stanza in cui era solita chiedere aiuto al potere del fuoco. Forse avrebbe fatto chiarezza su quanto accaduto. Si accinse a iniziare il consulto. Prima però si concentrò sulla fonte dei suoi dubbi: la nuova arrivata. Ebbe una visione. Un palazzo enorme davanti a lei. Sembrava esserci una festa. Si avvicinò e osservò meglio tutti gli invitati che stavano entrando. Notò Mamoru affiancato da un ragazzo alto quanto lui. Davvero carino, pensò. Arrossì al pensiero e continuò ad osservare. I due ridevano. Si avvicinò loro una ragazza mora…era lei. “IO? CHE CI FACCIO QUI?”. Capì che forse era lei, ma nella sua vita precedente ai tempi del regno argentato. In effetti in cielo non vi era la luna, ma un pianeta azzurrino. Era di sicuro la Terra. Si trovava sulla luna. Nessuno la notò seguire la Rei di quell’epoca. Entrò. Vide persone ballare, altre chiacchierare tra loro. Intravide la principessa Serenity tendere la mano verso quello che doveva essere Endimyon. L’altro ragazzo rimase impassibile e guardò la controfigura della Rei del passato. Entrambi sorrisero. Cominciarono a ballare. Chi era quel ragazzo? Un amico di Endimyon? E lei lo conosceva? Seppur i ricordi della sua vita passata le fossero tornati in mente, probabilmente alcuni non si erano ancora rivelati. La vista cominciò ad annebbiarsi, stava tornando alla realtà, pensò. Voleva continuare a osservare per capire il motivo di quella visione, non doveva chiudere gli occhi o tutto sarebbe sparito. Prima di cedere definitivamente vide quel che non si sarebbe aspettata. La Rei passata e quello sconosciuto si spostarono in terrazza, tenendosi per mano e fissandosi come mai le era accaduto nel presente. Purtroppo per lei, la visione terminò così come era venuta. “Accidenti!”esclamò delusa “invece di chiarirmi le idee, sono più confusa di prima. Che cosa significa quella visione? Che cosa c’entra con gli avvenimenti di oggi? E poi perché io non ricordo quel tipo? Che sia un semplice sogno senza fondamento?”. Ora il sonno era scomparso del tutto. Scese in cucina. Un po’ di latte caldo, forse l’avrebbe aiutata. Vide la luce accesa e sorpresa entrò comunque. Al suo interno c’era Akane. “Akane, ciao !”esclamò Rei. “Ciao Rei…scusa, ti ho svegliata?”. “No, non mi sono mai addormentata a dire il vero. Non ho sonno stanotte”. Sbuffò e le si sedette a fianco “e tu, come mai in piedi alle 2 di notte?”. “Nemmeno io riesco ad addormentarmi, sarà per gli avvenimenti della giornata….”. “Stessi miei motivi quindi….”. “EH già, è proprio vero che abbiamo lo stesso carattere!”disse divertita Akane. “Già”rispose la cugina “vuoi del latte caldo?”. “Magari, grazie”. “Che cosa ti ha turbato di più di questa faccenda?”. Akane la fissò triste e le rispose: “quella povera ragazza e tutto quel che le è accaduto….come è possibile che debba soffrire così. Non so il motivo della sua perdita di sensi, ma non deve essere piacevole, vivere in un MONDO di sconosciuti…”. “A dire il vero, lei ci conosce…”fece Rei. “…sì lo so, solo che noi non conosciamo per nulla lei !”. “Questo è vero, ma è fortunata. Kyosuke e Madoka la stanno aiutando e credo che oltre a loro, tutti noi cercheremo di aiutarla, per quanto possibile, a tornare da dove è venuta”. “Sì, io lo farò e anche Ranma. Lo conosco, non si tirerà indietro. Certo…è strano ….”. “Cosa?” “Ranma….sembra che lui intuisca qualcosa, ma non so proprio cosa….”. “Dici davvero?”. “Sì, certo. Comunque domani avremo le idee più chiare!”. “Sì ne sono certa Akane!”. E così bevvero il latte caldo. Dopo di che rientrarono nelle loro rispettive stanze. E finalmente si addormentarono.

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Capitolo 3
*** UN NUOVO GIORNO ***


2^Capitolo: UN NUOVO GIORNO.

 

Il mattino seguente, il primo a svegliarsi fu Ranma. Incredibile ma vero, il giovane non aveva avuto bisogno dei rimproveri della fidanzata per svegliarsi. Si stava allenando nel giardino interno del tempio.

“Quella ragazza …continuo a pensare a lei…ma che mi succede?”.

“Ranma! Ciao!”. Lo salutò Rei. “Ti stai allenando,vedo….”gli sorrise.

“Oh, sì. Allenarmi è il mio hobby preferito, il combattimento è il mio lavoro!”esclamò sorridendo a sua volta. Rei era una bella ragazza, sembrava dello stesso carattere della sua Akane, solo che non c’era paragone. Akane era Akane. Ma che diavolo sto pensando???Si domandò atterrito. Non voleva ancora credere che fosse possibile. Il grande Ranma Saotome era innamorato di una donna come Akane, un maschiaccio, il SUO MASCHIACCIO.

E come si dice spesso….parli del diavolo…..Arrivò la fidanzata del ragazzo, ancora assonnata. Vide i due ragazzi chiacchierare tranquillamente. Per un attimo un istinto omicida la percorse, poi però si calmò e osservò meglio. Era Rei. Sua cugina di certo non avrebbe fatto nulla che potesse rovinare il suo rapporto con Ranma. A parte che a me di Ranma non importa un bel niente, quindi anche se fosse…. Si rimangiò immediatamente quelle parole uscite solo nella sua mente. Ranma era SUO. Inutile nascondersi dietro l’orgoglio o il timore di essere respinta. Lei lo amava, ma lui? Che cosa pensava di lei? Che era una donna-uomo, incapace di cucinare, grassa, brutta e che altro…ah già senza sex appeal……questo era quello che lui le diceva di continuo. E forse, anzi certamente, era lui ad avere ragione.

Ranma la notò mentre lo stava osservando in un modo assente, freddo. Rabbrividì. Forse la ragazza aveva frainteso tutto come sempre. Saltava sempre a conclusioni affrettate quella baka, che tanto amava. Interruppe il discorso con Rei (le stava spiegando le varie tecniche di combattimento che conosceva) e dopo essersi scusato, si diresse verso Akane.

“Non è come pensi Akane!”esclamò terrorizzato.

“Non sto pensando nulla, Ranma. Che ti prende? Continua pure il discorso con Rei. Io non ho nessun diritto di rovinare il vostro dialogo, così aperto e amichevole…”. Disse la ragazza sarcasticamente.

“Accidenti, Akane, è mai possibile che tu debba sempre fraintendere tutto quanto?”.

“Io non fraintendo nulla…uff”. Detto questo si voltò per rientrare. Questa volta Ranma non la lasciò scappare, al contrario di tante altre volte.

“Senti…Akane….”.

Rei capì che era il momento di tagliare la corda e lasciare che quei due se la sbrigassero da soli. Solo che tra i cespugli vide una scena unica. Nabiki stava riprendendo la scena con una telecamera, affiancata dai genitori dei due e da Kasumi, che con le mani giunte, sembrava stesse pregando.

“Oh, no, non ci credo”. Da dietro le spalle sentì una voce che aggiunse al suo stupore: “Credici pure Rei. Succede sempre così. Quando si avvicinano più del normale tutta la famiglia è pronta a riprenderli, per farli capitolare una volta per tutte, ma…..”.

“Eh????? Ehi voi uscite immediatamente da lì dietro” sbraitò Ranma all’indirizzo dei familiari. “ E’ possibile che non si possa mai stare da soli???”.

Akane lo fissò per un attimo, poi arrabbiata lo lasciò lì solo come un baccalà.

“……come sempre se ne accorgono in tempo….”concluse Sofia ridendo di gusto alla scena a cui stava assistendo di persona.

“Ah sei tu! Ben svegliata! Come immagino tu li conosci meglio di chiunque altro, eh?”. Fece Rei divertita.

“Sì, più o meno”.

“Come conosci noi Sailor e il gruppo di Kyosuke. Giusto?”.

“Sì, certo, solo che sto notando, che vivendo qui di persona, non sono poi così preparata. La spontaneità è una gran cosa. Rende la vita più divertente e meno monotona!”.

“Sicuro!”confermò Rei.

 

“Ehi, quand’è che si mangia????” gridò Happosay verso i ragazzi in giardino “ho fame!!!!”.

“Happosay! Un po’ di rispetto, siamo in casa altrui!!!!” lo rimproverò Ranma.

“Ranma, Happosay ha ragione! Andiamo …chi mi aiuterebbe a preparare la colazione?”chiese Rei.

Akane dall’interno sentì la fatidica domanda, Kasumi non fece in tempo a proporsi che la sorella più giovane delle Tendo, si intromise: “Io, Rei! Lo farei volentieri!”.

“Cosa?!!?!?! Akane no ti prego” disse disperato Ranma. La fidanzata non lo badò nemmeno.

“Certo” rispose Rei ad Akane, allora tu e Kasumi mi aiuterete”. Detto questo entrò e si incamminò verso la cucina, insieme alle due sorelle.

“Bene, fantastico. Io vado al bar di ieri a mangiare” disse Genma di tutta fretta.

“Io ti seguo!” incalzò il vecchio Happosay.

“Ranma, è tutta colpa tua! Se ti fossi mosso e le avessi detto tutto, non rischieremmo la vita ora!!!” lo riprese Nabiki.

“Adesso sarebbe colpa mia!!?!?!?E’ quella scema che vuole farci  morire, io non voglio morire!!!!”.

“Ranma, non dire così, lo sai bene che Akane lo fa solo per te. Si impegna sempre a fondo solo per te”. Era Sofia, che dicendo questo, gli fece l’occhiolino.

“Beh, sopravvivere non sarà poi così difficile. In fondo ci sono anche Rei e Kasumi ai fornelli. Non è detto che moriremo avvelenati….”disse il ragazzo rassegnato.

“Infatti”sorrise Sofia entrando nell’edificio.

 

La colazione venne servita mezz’ora più tardi. Rei quel giorno aveva deciso di non andare a scuola, dato gli impegni più gravosi che le sarebbero spettati lì al tempio. Quindi con calma si mise a sedere insieme agli altri.

“Questi biscotti sono deliziosi!”esclamò Genma, che aveva deciso di rimanere sotto la forte insistenza di Ranma (una serie di calci e pugni che non ammettevano repliche).

“Sì amico mio vero!”continuò Soun, anch’egli rimasto in quanto fedele all’amico.

“Vi ringrazio!”esclamò Rei entusiasta.

Solo che c’erano degli altri biscotti sul tavolo, meno numerosi. Erano di un colore indecifrabile e avevano delle forme davvero bizzarre.

“Ranma” lo chiamò sottovoce Sofia che si era seduta accanto a lui e a Kyosuke “credo che quelli siano di Akane…..”.

“Lo credo anch’io” fece in un sospiro il giovane.

“Ehi”. Kyosuke si intromise. “Perché parlate così piano?”.

“Vedi quei biscotti?”.”Sì”. “Bene, sono opera di Akane, la sua ragazza, ma come noterai nessuno li assaggia e si può capire perché….” un grosso gocciolone si formò sulla testa di Sofia e di Ranma.

“Beh, l’abito non fa il monaco! Io li assaggio!” fece Kyosuke, non rendendosi conto del grosso pericolo di vita che correva, altro che la luna oscura o Galaxia!

Il povero ragazzo dopo aver imboccato tutto d’un fiato un biscotto, rimase impietrito (la solita espressione di chi assaggia anche solo un pezzo del cibo che cucina Akane, pensate lui che ne aveva preso un intero biscotto!).

Ranma era già pronto con del latte molto dolce. Mai scelta fu più giusta. La povera vittima cominciò a bere il latte.

Akane lo osservò e notando il disgusto di Ranma nel vedere i suoi biscotti, ci rimase male. Anche questa volta, pensò, non era riuscita a fare qualcosa di decente.

Ranma non aveva coraggio a mangiarne nemmeno un pezzo. Sofia non era di certo più coraggiosa. Ad ogni modo diede una gomitata al ragazzo col codino, il quale appurato il fatto che il giovane Kasuga si era ripreso grazie al latte, decise di rischiare. Si versò un bel po’ di latte sulla tazza, con molto molto zucchero e arraffò un biscotto, uno qualsiasi. Si sentiva osservato da tutti. Rei era stupita, dovevano essere davvero cattivi quei biscotti se Kyosuke si era sentito male, subito dopo, e poi il modo in cui Ranma li guardava, rendeva abbastanza l’idea.

Un solo gesto veloce della mano. Il biscotto era in bocca. Dapprima Ranma non sentì alcun gusto, era un buon inizio, pensò. Immediatamente dopo un sapore amaro e salato nel contempo lo colpì in pieno, peggio del colpo del LEONE di Ryoga. Mandò giù un bel sorso di latte, poi un altro ancora. Il gusto dolce della bevanda lo aiutò. Era riuscito a buttarlo giù. Tra un paio di ore sicuramente sarebbe stato disteso a letto, ma almeno per il momento aveva superato la prova. Si voltò verso Akane. Gli bastò la sua espressione per fargli capire che fingere non serviva, ma al contrario delle altre volte disse soltanto: “Meglio del solito, Akane, stai migliorando….”. Era una piccola bugia, che però la fece sorridere. E questo bastò a Ranma.

Sofia li osservava soddisfatta. Avevano fatto un bel passo in avanti. Poi rivolse lo sguardo a Madoka e Kyosuke, ormai in salute. Le sorrisero. “In fondo comincio a divertirmi nello stare qui”, pensò.

 

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Capitolo 4
*** IL PASSATO RITORNA ***


 

Finita la colazione decisero di uscire per una passeggiata. Sofia era curiosa di vedere la scuola di Usagi, il locale di Moran, il parco e tutti i luoghi possibili di quel paese. A dire il vero uscirono soltanto Rei, Kyosuke, Madoka e Sofia. Infatti come immaginato Ranma era KO a letto, assistito da Akane e le sorelle.

 

“Ecco, questa è la scuola di Usagi e delle altre” affermò Rei fermandosi davanti alla Juuban High.

“Chissà se Usagi è riuscita a fare il compito…”si chiese Sofia.

Ad un tratto delle urla, fecero sobbalzare i quattro ragazzi.

Rei, rimase inebetita per un attimo, poi cominciò a correre verso il giardino interno della scuola. Le voci spaventate erano sempre più vicine. Quel che videro i quattro fu una scena davvero incredibile. Un uomo vestito di nero, con una maschera nera che copriva la parte superiore del volto, stava a mezz’aria osservando pacatamente lo spavento degli studenti assaliti da un vero e proprio mostro. Sofia rabbrividì, un conto era vedere i mostri alla TV, un altro vederli di persona.

Ad un tratto una voce si sentì risuonare da un posto indefinito: “Ehi tu brutto mostro, come ti permetti di disturbare questi studenti intenti a studiare!!!!?!?!? Io sono la paladina della legge, sono una combattente che veste alla marinara, io sono Sailor Moon e sono venuta sin qui per punirti in nome della LUNA!!!!!”.

Kyosuke e Madoka rimasero senza fiato. Ne avevano sentito parlare, ma pensavano a delle leggende di paese, invece le famose guerriere sailor non erano storie raccontate per bambini, ma esistevano davvero!

Sofia notò l’ansia di Rei e così disse la prima cosa che le venne in mente: “Rei, corri a vedere come stanno Usagi e le altre! Chiamale a vedere quanto sta accadendo!” le fece l’occhiolino. Rei rispose sollevata: “Si, le vado a cercare! Voi rimanete qui che poi mi raccontate tutto!”.

“Certo, certo” fece Kyosuke ancora intento a osservare la vicenda.

Presto altre guerriere si presentarono al cospetto del mostro, le inner e le outer oltre ovviamente a Tuxedo Mask e Sailor Chibiusa.

Sofia però non era preoccupata per quella creatura orribile, bensì per quella specie di uomo che a mezz’aria osservava impassibile la scena. Chi era? Era un nemico delle Sailor? Un nuovo nemico? Una pedina di qualcuno?

Il mostro venne battuto facilmente dalle 9 sailor. L’uomo scese a terra e con fare minaccioso si avvicinò alle senshi.

“Beh, vedo che a quanto pare siete forti come mi dicono. Certo quello era solo un assaggio….uhm….non siete al completo però…..”.

“Che vuoi dire???? Certo che lo siamo! Se ti riferisci alle Star Light, quelle senshi sono tornate al loro pianeta” gli gridò una furibonda Sailor Moon.

“No, non intendevo quelle tre ragazze….uhm…..uh?”.

“Che c’è ??? Chi sei, ce lo vuoi dire?” urlò Sailor Jupiter inviperita.

“Potete chiamarmi Mister X se volete…uhm…” il nemico si voltò e i suoi occhi incrociarono quelli di Sofia.

Quest’ultima per un attimo si sentì mancare. Quegli occhi erano pieni di male e oscurità. Erano insopportabili. Ma soprattutto li aveva già incontrati in passato.

L’uomo misterioso le si avvicinò, ma venne subito bloccato da Sailor Uranus e Sailor Neptune.

“Che vuoi fare????” urlò Uranus.

Mister X non la badò e scansò entrambe senza difficoltà.

“TU!!!” l’uomo puntò il dito indice verso Sofia, che sconcertata osservava la scena senza muoversi. “Io ti conosco! Quegli occhi…..quegli occhi…..”.

“Ma di che diavolo parli?!” intervenne in difesa della ragazza Sailor Mars. “Lasciala stare!”. Detto questo lanciò uno dei suoi colpi preferiti, i cerchi saettanti. Nulla. Una barriera li fece rimbalzare lontano.

Ad un tratto Mister X si bloccò e come se avesse ricevuto un ordine diverso si congedò freddamente: “Mi ricordi qualcuno ragazzina, ma per ora devo lasciarti vivere, tornerò comunque e chiarirò la faccenda”. Un ghigno malefico si dipinse sul suo volto. E in un istante una nube nera lo avvolse e lo fece sparire dalla loro vista.

“State bene?” chiese Sailor Moon rivolta a dei ragazzi impauriti che avevano osservato il combattimento. Nel frattempo Sailor Mars raggiunse Sofia.

“Ti senti bene Sofia?”le chiese dolcemente. “Sì, certo”fece lei assente. “No, non stai bene”intervenne Sailor Venus “altrimenti avresti un’espressione pacata, mentre a quanto pare qualcosa ti turba” aggiunse Sailor Mercury, anch’essa avvicinatasi.

“Diciamo che sono spaventata, avrebbe potuto uccidermi col solo schiocco delle dita…”.

“Ehi e noi chi saremmo? Ti avremmo difeso! Ci conosci no?” disse Sailor Moon sorridendo avvicinandosi.

Tuxedo Mask le osservava in silenzio. Mister X non era una figura nuova nemmeno per lui. Dove lo aveva già visto? Non lo ricordava. Eppure….

“Ehm…scusate ma ci saremmo anche noi…..” fece Kyosuke. Le guerriere lo guardarono e in effetti aveva ragione. Non lo avevano degnato di uno sguardo.

“Comunque stiamo bene” le rassicurò Madoka.

“Certo sarebbe bene che ci spiegaste perché avete tutta questa confidenza con Sofia….”domandò Kyosuke sospettoso.

“Ehm….ragazze che facciamo?”chiese Sailor Moon alle altre.

“Credo che a loro si possa dire….sono persone fidate….”rispose Amy certa.

“Sì Amy ha ragione”. Concluse per tutte Haruka.

“Beh vedete, noi….in realtà siamo……ehm…che ne dite se parliamo in un posto appropriato della faccenda?”. Chiese Usagi.

“Oh, ok”rispose Kyosuke.

“Bene allora al tempio di Rei, oggi alle 16:00!” fece Usagi.

“Conoscete Rei????” domandò Kyosuke sbalordito.

“Ehm….già” rispose Sailor Mars.

“Bene a dopo allora”. Era Madoka, che aveva di sicuro intuito qualcosa.

 

Dopo essersi divisi, Rei li raggiunse e chiese un resoconto di quanto fosse accaduto, facendo finta di non sapere nulla e di essere sbalordita del fatto che si sarebbero ritrovati al suo tempio.

La mattinata poi trascorse tranquillamente, senza nessun altro attacco.

 

In un posto sconosciuto e lontano, un’entità non identificata stava architettando un modo per distruggere il mondo e impedire la nascita di Crystal Tokio  e il periodo di pace sulla Terra.

“X, cosa mi racconti?”.

“Non sono ancora al completo, futuro sire.”

“Bene, bene….dobbiamo approfittarne finché siamo in tempo”.

“Ehm…a dire il vero…..”.

“A dire il vero….???!?!?!?”.

“…..ho notato la presenza di una ragazza, che mi sembra di aver già visto……i suoi occhi mi ricordano qualcuno….ma non so dirle chi sia….per ora….”.

“Che aspetti, indaga!!! Comunque l’importante è che a loro non si affianchi il cavaliere dello zodiaco, Sagittar o non avremo scampo!”.

“Si, signore, scoprirò chi è quella ragazza”.

“Bene, va e fa un buon lavoro”.

X sparì ai suoi occhi. “Finalmente il mondo sarà mio e le guerriere Sailor verranno spazzate via dalla faccia dell’universo!!!AHAHAHHAH!!!ATENA TREMA!!!!!”.

Nello stesso istante un brivido percorse la schiena di Sofia, che si guardò le spalle sconcertata da quella sensazione ormai non più nuova. Non notando nulla continuò a camminare con gli altri senza preoccuparsi.

 

Nel pomeriggio, come stabilito le guerriere si presentarono al tempio. Rei le fece entrare e insieme a Sofia, a Kyosuke e Madoka andò in camera sua.

“Ciao!” fece Akane notando delle ragazze vestite in uno strano modo avviarsi alla camera della cugina.

“Akane…..come mai qui? Pensavo fossi uscita con la tua famiglia…”. Disse Rei titubante.

“No, io e Ranma abbiamo deciso di restare al tempio…..sono tue amiche?”. Puntò il dito verso le sailor.

“Ehm…..sì circa…..”.

“Rei, forse è giusto che diciamo anche a loro quello che sta accadendo…..” tentò di convincerla Usagi. La ragazza venne freddata da sguardi atroci delle amiche.

“Dirci cosa????”. Ranma raggiunse Akane nel corridoio.

“Ehm…o forse no…..” la testolina buffa non sapeva più come salvarsi…

“Ormai hai fatto la frittata USAGI!” le urlò Haruka furiosa.

“Scusate, ma si può sapere di che parlate?”. Akane non ci capiva nulla.

“Ok andiamo tutti nella mia stanza…..” fece Rei rassegnata sbuffando.

Entrati in camera, compresi Luna e Artemis, Rei prese la penna magica. Senza badare agli sguardi curiosi e confusi degli altri, procedette alla trasformazione in Sailor Mars. Un turbinio di colori sfumati di rosso, la avvolse e in pochi secondi si trasformò in guerriera Sailor.

Le due coppie inconsapevoli di quel segreto fino a pochi secondi prima, rimasero pietrificati.

La prima ad accennare qualcosa con una voce fioca fu Madoka: “Quindi….se tu sei una Sailor queste ragazze…sono…..”. Ora le poteva riconoscere chiaramente, mentre prima probabilmente per un effetto magico incomprensibile, il loro viso non le rimaneva impresso nella memoria.

Kyosuke finì per Madoka la frase: “….Usagi, Mamoru….e tutte le tue amiche di ieri pomeriggio….”.

“Esatto!”confermò Sailor Mars.

Ranma, rimase per un attimo senza parole, ma in qualche modo non era del tutto sorpreso.

“Siete le guerriere di cui ci avevano parlato prima a pranzo, Kyosuke e Sofia??? Le guerriere Sailor….incredibile…..”disse Akane ancora incredula.

“Tu già lo sapevi ovviamente, vero Sofia?”chiese Ranma a Sofia.

“Sì, Ranma….io lo sapevo….conoscevo il loro segreto, dato che ho visto l’anime alla TV….”.

“Ho capito…” rispose lui.

“Ora è meglio discutere di quanto accaduto stamane” disse preoccupata Amy.

“Da come ci avete detto la scuola è stata attaccata da un mostro….” cominciò Akane.

“Sì, esatto”confermò Usagi.

Sofia le osservava e ripensò alla scena accaduta alla mattina. Dopo di che un lampo le attraversò la mente: “Ehi e se quel MISTER X avesse usato uno stratagemma con quel mostro per farvi uscire allo scoperto?”.

“Che vuoi dire?” le domandò Mamoru.

“Voglio dire che …forse voleva scoprire se eravate al completo come vi ha chiesto e si è sincerato del fatto che non lo siate ancora….”.

“In effetti non hai tutti i torti. Anch’io ho avuto la sensazione che stesse solo verificando le nostre condizioni” fece Makoto.

“Allora credete che ci sia qualcun altro alleato che ancora non conosciamo????”. Chiese Usagi completamente presa alla sprovvista.

“Probabile…”dissero all’unisono Artemis e Luna. I due gatti spaventarono Ranma a morte.

“Noo….via via….pussa via…….io odio i gatti!!!!!! E se parlano è anche peggio!!!!!!”.

“Vi prego non avvicinatevi a lui o diventa a sua volta un gatto e lo perdiamo per delle ore….” disse stancamente Akane, quasi vergognandosi del comportamento del fidanzato.

“Certo che suo padre lo ha proprio rovinato….” disse Rei, conoscendo la storia degli allenamenti di Genma.

“Già….uff…Ranma calmati!!!! Li vedi? Sono vicino a Minako!”.

“Tranquillo, restano qui …” lo rassicurò Minako.

“V-Va bene….rat rat rat….. lo spero!”.

“Allora che dicevate?” domandò Rei ai due gatti, rimasti impietriti dalla reazione di Ranma…un combattente in preda al panico per ….dei gatti…..

“Uh?….si certo. È probabile che abbiate degli alleati….ma non pensiamo che ci sia bisogno di loro….”. Luna sembrava sicura di questo, Artemis non era dello stesso parere: “Forse, Luna, si è risvegliato nuovamente……..”.

“Artemis, chi si sarebbe risvegliato, un nostro nemico passato????” chiese impaurita Hotaru.

“No, Artemis non sa quel che dice….”. Luna lo rimproverò con lo sguardo. Non erano pronti per conoscere quella parte del loro passato, poi senza contare il fatto che erano in compagnia di persone che non c’entravano niente con le guerriere sailor, o almeno così credeva all’inizio.

“Ci state nascondendo qualcosa??? Non è vero Luna????” la punzecchiò Usagi. Loro dovevano sapere.

Mamoru pensò fosse il momento di intervenire per parlare del sogno dell’altra notte e della possibile esistenza di un cavaliere, ma … “Io…scusate….se vi interrompo, ma ….” era Sofia che, balbettando, stava tentando di parlare alla meglio.

“Cosa ti succede???” chiese preoccupata Setsuna.

“Io……” gli occhi della ragazza persero la lucidità e ancora una volta cadde in trance, come il giorno prima.

“Oh no!!! Le sta accadendo di nuovo!!!” urlò disperato Kyosuke “Accidenti, Sofia, rispondi!!!”.

 

Buio, oscurità…attorno a lei solo questo…ora riusciva a intravedere qualcosa…lo stesso paesaggio della sua precedente visione, il lago, il chiarore di luna…Però con lei c’era qualcuno e le camminava a fianco.

“Non so che cosa pensare…” una voce femminile cominciò a dialogare con lei “perché sta succedendo tutto questo…ho bisogno di te…”. Si voltò verso quella donna. Un tuffo al cuore le impedì di rispondere. Quella era…

 

“Chissà cosa sta vedendo?" chiese Akane osservando l’espressione della ragazza. Sembrava quasi… sconvolta.

“Dobbiamo farla tornare in sé!” affermò Ranma.

“No!”ribattè Artemis “è giusto che la visione arrivi al termine quando è il momento, non deve essere interrotta. Aspettiamo”.

“Umpf….non sono d’accordo!”. “Ranma, lasciamo che Sofia affronti ancora un po’ questa situazione, se notiamo un minimo pericolo, interveniamo”. Era Usagi. Sentiva che quei sogni erano un modo per tutti loro di comprendere gli ultimi avvenimenti accaduti dall’arrivo di Sofia nel loro universo.

 

“Non è possibile…” la sua voce finalmente uscì da un mutismo assoluto. Solo che non era la sua. Era una voce più baritonale, era di un ragazzo, ma proveniva da dentro di lei.

“Cosa c’è? Perché hai quell’espressione ?”. Gli occhi della ragazza la fissavano incuriositi.

“Io …tu chi sei?”. Sofia non sapeva che dire.

“Come chi sono?Principe Eric, stai bene?”.

“Eh? Cos’hai detto?”.

“Sei anche diventato sordo?eheheh…sei incredibile! Ho chiesto se stai bene, Eric”.

“Sto bene, ma non sono un principe. Anzi a dirla tutta io non sono un uomo!”.

“Eric, mi cominci a preoccupare, per caso hai la febbre?”. Con un gesto gli appoggiò la mano destra sulla fronte, per sentire la temperatura. Sofia arrossì senza capirne il motivo. Il suo viso si trovava a pochi centimetri dal suo. Era bellissima, quei capelli neri corvino lunghi, lunghissimi, splendidi. Ma cosa sto pensando, si chiese Sofia arrossendo ulteriormente.

“Non scotti…forse stai inventando una scusa per non andartene lontano da me…” anche lei arrossì. Sofia non capì il rossore sulle guance di Rei. Era lei. Ma che ci faceva in quel luogo incantato?

“Eric, Eric!!!!” un grido le fece sobbalzare. Si voltò verso quella voce di uomo che la chiamava.

“M…M…Mamoru?????”.

“Come???? Eric che ti prende?”.

“Pensavo avesse la febbre, ma sta bene…mi parlava in modo strano prima…diceva di non essere un uomo…”.

“Sempre voglia di scherzare eh fratellino…??? E poi chi sarebbe questo Mamoru?”.

“Io non capisco…io…”.

Rei inaspettatamente lo abbracciò. Per un attimo ebbe l’impulso di ricambiare il gesto, era stato automatico gettarle le braccia addosso a sua volta. Subito dopo si rese conto dell’errore e si ritrasse dalla stretta.

“Ma che ti succede Eric?Non mi abbracci più?Hai per caso intenzione di dimenticarmi?”.

“Io non voglio dimenticare nessuno…non so chi sei…o meglio tu sei Rei…credo…”.

“Cosa? Chi sarebbe Rei??? Sono Sabrina, Sabrina, anche se tu ami chiamarmi Mars, in onore del pianeta di cui sono principessa… Mi stai prendendo in giro vero??? E poi questa Rei non sarà mica la tua amante!?!?!?!”.

“Da mio fratello non mi sarei mai aspettato un doppio gioco…eheheh”.

“Io non faccio il doppio gioco…non sono il vostro Eric…io …”.

In quel momento una luce comparve in cielo dal nulla.

I tre rimasero sbalorditi. Era una luce potentissima. La stessa che aveva aiutato Sofia in precedenza a tornare a Tokio ,fra i suoi nuovi amici. Doveva raggiungerla. Sarebbe tornata a “casa”, se così la poteva chiamare…

Cominciò a correre verso la luce, ma qualcosa o meglio qualcuno le prese il braccio destro. Era Sabrina. “Dove vai sei impazzito???”. “Lasciami, questo non è il mio mondo. E’ un sogno, solo un sogno!!!” urlò Sofia disperata. Non poté girarsi che Sabrina gli cinse la vita e la baciò. Pietrificata Sofia rimase fredda. Poi però sentì………ritornò in sè “No che sto facendo?!?!?!?! Lasciami, non sono Eric!!!”. Finalmente riuscì a liberarsi di lei e a gettarsi nella luce. La voce di Sabrina echeggiò nel tunnel. “Eric, ti amerò per sempre… amore mio…”.

 

“Sta riaprendo gli occhi!!!” era Kyosuke rimasto accanto a lei per tutto il tempo.

“Finalmente” aggiunse Madoka sollevata avvicinandosi al ragazzo.

 

Gli occhi le lacrimavano, ma li doveva riaprire comunque. Forse ora si stava svegliando e presto sarebbe andata in ufficio. Era tornata sì, ma purtroppo non a casa sua, ma nel mondo che tanto l’aveva sconvolta.

Notò gli sguardi posarsi su di lei. E poi quegli occhi. Lei. Era lì, la fissava. Era diversa da prima. Non era la ragazza che l’aveva baciata con tutto quell’amore, scambiandola probabilmente per il suo fidanzato.

“Come ti senti?” le chiese proprio Rei.

“Io…sto bene… ma ho bisogno di parlare con Artemis e Luna, subito!!!”.

“Non puoi! Sei ancora debole!!!” le rispose Kyosuke stizzito.

“Sto bene Kyo, devo parlare con loro due…la visione che ho avuto….” in quel momento Mamoru e Rei erano vicini. Erano identici alle persone di prima. Stessa profondità negli sguardi e stesse espressioni. Decise di non proferire parole ulteriori e prendendo in braccio i due gatti, si allontanò dalla stanza di Rei e si avviò verso il giardino del tempio. Setsuna la seguì.

 

“Ma che le è preso?” chiese agli altri Chibiusa.

“Non lo so, ma aveva un’espressione…” iniziò Mamoru.

“…quasi imbarazzata” terminò per lui Amy.

 

In giardino intanto…

“Allora Sofia che volevi dirci?”. Luna la interrogò notando l’imbarazzo sul suo volto.

“Io, voglio sapere la verità e voi la conoscete!”.

“Vedi, Sofia, Luna vuole solo proteggerti…”. Artemis tentò di calmarla, ma la ragazza non faceva che irritarsi ancor di più.

“Voglio la verità, non protezione!!! Ormai non ho nulla da perdere. La mia vita è già sconvolta!”.

“E’ giusto che tu sappia. Le visioni che hai cominciato ad avere, ti impediscono di vivere a pieno la vita”. Era Setsuna .

“Setsuna? Allora mi hai mentito… tu sai cosa significa tutto questo!!!! Perché mi hai mentito???”.

“Non ti ho mentito! Dopo il combattimento di stamane, ho indagato. E ho scoperto alcune questioni che ti riguardano in prima persona”.

“No, Setsuna! Non dirle nulla, le rovinerai completamente la vita!”. Luna la esortò a fermarsi. Niente. La sailor era decisa. Con un cenno le fece capire che non c’era più soluzione alcuna.

Luna si arrese. Era giunto il momento. Finalmente molte cose avrebbero avuto una logica.

La gatta chiese: “Setsuna, non credi che anche le altre Sailor meritino di sentire quanto stiamo per dire?”.

“Credo che non ci impiegheranno molto a risvegliare l’ultima parte della loro memoria, ancora avvolta nell’ombra. Più che altro mi preoccupa la reazione di Sofia. Giusto?”. Le rivolse un sorriso.

Setsuna dette inizio al suo racconto: “Bene cara Sofia, man mano che ti parlerò dei ricordi entreranno nella tua mente e in quella delle sailor, perché così è stato detto…e così finalmente ricorderete…

 

“Al tempo del regno argentato e di Queen Selene, madre di Serenity, regnava la pace, anche se molto presto l’idillio sarebbe stato sconvolto da Beryl e dai suoi seguaci sulla terra. Prima della tragedia il tempo trascorreva tranquillo.

La principessa Serenity era legata sentimentalmente al principe della Terra Endimyon. Quello che nessuno di voi ha saputo fino ad ora, è che Endimyon aveva un fratello. Il suo nome era Eric. Questi era più giovane di un anno rispetto al fratello più grande. Entrambi erano molto legati tra loro.

In quell’epoca i balli di palazzo era molto frequenti. Qui si riunivano le maggiori autorità dei pianeti del sistema solare. Ogni sovrano aveva delle cosiddette guardie del corpo. Questi erano dei cavalieri, i Zodiac Group, dodici uomini pronti a combattere in qualsiasi momento per la salvezza del sovrano che dovevano proteggere. In pratica erano un aiuto in più delle guerriere Sailor. Vi erano poi dei cavalieri di rango inferiore, in quanto non possedevano un’armatura d’oro, bensì di argento o di bronzo. Ognuno di essi affiancava un cavaliere d’oro.

La notizia che Beryl con l’aiuto dei terrestri voleva attaccare il Regno Argentato, si sarebbe diffusa di lì a poco.

Ma torniamo a Eric. Era timido, introverso, non aveva amici. L’unica persona su cui contava veramente era unicamente Endimyon. Nessuno lo avrebbe sostituito, si diceva sempre. Comunque il giovane ragazzo fu il primo a conoscere Serenity  proprio a un ballo in maschera. Infatti mentre Endimyon era intento a discutere con degli amici di corte, il fratello più piccolo notò la principessa della Luna imbronciata e le si avvicinò.

Dapprima non disse nulla poi però…”

 

Come per incanto Sofia cominciò a rivivere quei momenti, era tornata a quell’epoca.

Eric: “Principessa” disse “che Vi accade?”.

Serenity: “Nulla. Ma Voi chi sareste?”.

Era vestito di nero con una maschera grigia in volto. Non era riconoscibile.

Eric: “Oh, è vero, scusate. Sono Eric, il fratello minore di Endimyon”.

Serenity: “Eric! Se tu sei qui significa che anche Endimyon è qui…”.

Eric: “Esatto. Volete che Ve lo chiamo?”.

Serenity: “Prima di tutto mi devi dare del tu. E poi…no non serve che me lo chiami, grazie comunque…”. Sorrise. Era proprio il sorriso di Usagi.

Eric conosceva i sentimenti del fratello per la ragazza e quindi con una scusa lo condusse alla ragazza e glielo presentò (ormai Sofia non sentiva più la voce di Setsuna, perché stava vivendo sulla sua pelle tutti quei momenti e quelle emozioni).

Endimyon: “Ma perché mi hai fatto venire qui Eric?”.

Eric: “Ehm…volevo un tuo parere su questo vino…”.

Endimyon: “Ma se sei astemio…” fece il principe alquanto insospettito.

Troppo tardi. Ormai Serenity gli era accanto.

Serenity: “Endimyon …”.

Endimyon: “Serenity…”.

Li lasciò chiacchierare, andando sul terrazzo a godersi una vista magnifica. Il paesaggio che gli si parò di fronte era irreale e fantastico. La calma regnava sovrana. Era un’atmosfera…magica. Si girò nuovamente verso la sala gremita di ospiti. Era la prima volta per lui che assisteva a un avvenimento del genere. Sebbene avesse diciotto anni non si era mai interessato a feste o quant’altro. L’unica cosa che a lui importava era diventare cavaliere d’oro. Otto anni di scontri e combattimenti. Il tutto per l’onore e il rispetto. Voleva in qualche modo ottenere la fama di cui già godeva il fratello. Essere un cavaliere d’oro, oltre che un orgoglio, era un modo per lottare per ciò in cui lui credeva. L’onestà e la lealtà erano i principi su cui aveva posto una base sin da piccolo. Questo era quanto la madre gli aveva insegnato prima di morire precocemente, quando lui aveva appena compiuto nove anni. Da allora si era sempre impegnato a fondo e proprio quella sera i suoi sforzi potevano essere premiati.

Sentì una voce provenire dall’interno. Il tono era alto. Sembrava un annuncio. Era il momento.

Erano presenti proprio tutti. La cerimonia sarebbe cominciata presto. Ancora un’armatura doveva essere indossata. Chi l’avrebbe ottenuta sarebbe diventato protettore di Marte e dei suoi abitanti per l’eternità.

Era presente Chronoss, il padre del Tempo, che affiancato da Sailor Pluto, la guardiana dello spazio-tempo e dalla dea Atena, reincarnata in Lady Sarah, la guardiana della Via Lattea , avrebbe nominato il cavaliere, Sagittar, l’ultimo degli Zodiac.

Eric rientrò. Endimyon lo fissò e gli sorrise. Suo fratello sapeva quanto lui ci tenesse a quell’armatura.

“Bene. Ora che ho ottenuto l’attenzione di tutti voi” cominciò Chronoss “direi che è il caso di chiamare qui prima di tutto i regnanti del pianeta Marte “Prego, Sire. Venite.”.

Gli si avvicinarono, quattro persone. Di certo, pensò Eric, erano il re e la regina, mentre a loro fianco vi erano due ragazzi, probabilmente i figli. A dire il vero, erano una ragazza e un ragazzo.

“Bene” continuò Chronoss “Dato che tutto è pronto, chiederei agli aspiranti cavalieri di avvicinarsi a loro volta. Quanto avete fatto sino ad oggi vi rende onore”.

Eric si avviò verso il centro della sala. In totale erano 5 aspiranti cavalieri. Il giovane notò che il figlio del re di Marte non aveva un viso sconosciuto. Cominciò a ricordare. Quel ragazzo era Pegasus. Un caro amico che conobbe a dieci anni quando iniziò a gareggiare e combattere. Erano inseparabili, finché le loro strade si divisero, per motivi a lui sconosciuti.

Ora quel vecchio amico era lì ad osservare Eric. Come era strana la vita a volte. E chi avrebbe pensato che fosse anche lui un principe!

Quel che però sconvolse ancor di più il fratello minore di Endimyon fu la bellezza della sorella. Non l’aveva mai vista prima. Non poteva toglierle gli occhi di dosso. Che cosa gli succedeva. Non aveva mai avuto sintomi del genere. Doveva concentrarsi sulla decisione di Chronoss. E così fece o tentò di fare. Ora più che mai VOLEVA essere il protettore di Marte.

“Sailor Pluto, chi sono i candidati?A ogni nome, passo in avanti del candidato chiaro?”. Gli fecero cenno di sì.

“Lord Gustav di Plutone”.

“Principe Andryi di Mercurio”.

“Sir Franz di Venere”.

“Principe Marc della costellazione di Andromeda”.

“Infine…ehm…signore c’è un problema…”.

“Quale?”.

“Vede…”. Sailor Pluto indicò con l’indice l’ultimo nominativo.

“Uh?Beh di certo ne ha di coraggio! Procedi con la lettura così come sta Pluto”.

“D’accordo…infine come ultimo candidato abbiamo…il Futuro Cavaliere di SAGITTAR Eric del pianeta Terra”.

Eric fece il passo in avanti come richiesto da Chronoss. Aveva sfidato tutto e tutti dando quel nominativo, ma così aveva fatto capire di che pasta era fatto.

Nella sala ci fu chi si stupì e chi si offese, ma al giovane poco importava. La famiglia reale di Marte lo guardò attonita, in particolare la figlia lo osservò attentamente e sorrise davanti a tanta spavalderia.

Dopo una serie di ologrammi, in cui erano riassunte le varie fasi dell’addestramento dei cinque, Chronoss poté nominare il cavaliere e spiegare il motivo di questa scelta, determinata dalle più alte cariche del sistema solare.

“Dopo un esame curato e dettagliato delle vostre capacità, nonché altrettanto complicato e estenuante abbiamo preso la seguente decisione. L’armatura di SAGITTAR appartiene di diritto e di giustizia a Eric, secondo genito della famiglia reale terrestre!”.

Dapprima tutto sembrò vuoto. Ad un tratto Eric capì quelle parole, a cui tanto aveva sperato. Era un cavaliere. Il cavaliere.

“Congratulazioni, Sagittar!” fece Pluto avvicinandosi con uno strano oggetto sferico, un medaglione a dirla tutta.

“Che cos’è?” chiese Eric ancora frastornato dall’emozione.

“E’ l’oggetto che ti permetterà di indossare l’armatura in qualsiasi momento. Basta che pronunci questa frase: armatura di SAGITTAR, io ti invoco!”.

“Ho capito, grazie Sailor Pluto”. Con un semplice gesto il medaglione allacciato ad una catenina d’oro venne infilato al collo di Eric.

“Sire, volete dire qualcosa?”. Domandò Chronoss al sovrano di Marte.

“Sì certo. Credo che la scelta presa all’unanimità, sia corretta. Sei un ragazzo in gamba SAGITTAR. Spero che il tuo coraggio e la tua destrezza possano essere d’aiuto al nostro pianeta. E che la tua forza ci sostenga per sempre”.

“Io ve lo prometto sire”. Il ragazzo si inginocchiò all’istante.

Un applauso fu la risposta a tutto ciò.

 

“Il nuovo cavaliere venne affiancato come di prassi da un cavaliere di un metallo inferiore, di bronzo. E con stupore di Eric, fu proprio il suo amico Pegasus. Anche lui aveva ottenuto l’incarico di Cavaliere seppur di bronzo. E ora era suo partner. Insieme avrebbero difeso Marte e insieme agli altri cavalieri e alle guerriere Sailor l’intero universo se fosse stato necessario”.

 

Sofia riprese a sentire la voce di Setsuna. La visione era terminata. Eppure sentiva che c’era dell’altro. La sailor le disse: “Ben tornato Principe Eric!”.

 

Intanto anche Rei ricordò. E accanto a lei qualcun altro rimase di sasso. Dei ricordi mai avuti gli stavano affollando la mente…

 

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