Stepbrothers

di Flitwick
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 ***
Capitolo 18: *** Chapter 18 ***
Capitolo 19: *** Chapther 19 ***
Capitolo 20: *** Chapter 20 ***
Capitolo 21: *** Chapter 21 ***
Capitolo 22: *** Chapther 22 ***
Capitolo 23: *** Chapter 23 ***
Capitolo 24: *** Chapter 24 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Stepbrothers

 
A She_Paperwork,
che se non la smette di deprimersi avrà mazzate.
Sperando che questa storia le dia uno spunto =)

 
 
"Camminava lungo il corridoio diretta nella sua stanza. Cercava di far piano perchè aveva in mano un bicchiere pieno d'acqua fino all'orlo, quindi non poteva e non doveva bagnare per terra. Poco prima era scesa in cucina a bere e per precauzione, nel caso le fosse venuta ancora sete, si era riempita il bicchiere.
Quasi arrivata a destinazione e pronta ad esultare perché non era stata beccata in piedi a mezzanotte passata da suo padre, che di solito a quell'ora un giretto per la casa se lo faceva volentieri, notò, poco prima di passarci, che la porta della camera degli ospiti, era socchiusa.
Strano, pensò, non c'erano stati ospiti quella sera e di solito quella stanza rimaneva chiusa, a meno che non venisse uno dei tanti amici di famiglia che vivevano ad Arras. Aggrottò la fronte quando sentì un rumore provenire dall'interno. C'era qualcuno e lei non lo sapeva? O forse se l'era solo immaginato?
Spinta dalla curiosità si avvicinò e cercò di mettere a fuoco la stanza, ma con un occhio solo e con la porta socchiusa, non era facile. La aprì un pochino e finalmente riuscì a vedere meglio."
 
 
Chiuse la porta della sua camera sperando di non sentirli più. Ma il loro tono di voce era alto, impossibile non ascoltare. Come se non sapessero che lei era in casa e che poteva tranquillamente sentire ogni singola parola.
Urlavano. Litigavano. Ma era difficile per lei capire se quella era una delle tante discussioni che normalmente fa una normalissima coppia o quella che avrebbe rovinato tutto.
Ma lei sapeva, che era la seconda l'opzione più logica. Conosceva il motivo della lite e conosceva il carattere di entrambi i suoi genitori a memoria.
Non era una normale discussione. Affatto. Non poteva esserlo, non dopo che suo padre aveva tradito la donna con cui era sposato da anni, ovvero, sua madre.
 
 
"Dovette trattenere il fiato per quello che vide. Una scena a cui pensava di non dover mai assistere. C'era suo padre, nel letto, con una che non era di certo sua madre la quale sarebbe dovuta rientrare da una cena di lavoro da un momento all'altro.
Chiuse la porta cercando di far più piano possibile e tornò in camera sua più veloce possibile fregandosene dell'acqua che stava gocciolando sul pavimento."
 
Cercava di trovarsi una distrazione pur di non ascoltare le loro grida. La musica era l'alternativa più logica. Così prese il telefono, le cuffie, scelse un brano a caso e alzò il volume al massimo.
Dopo qualche minuto la canzone finì e nel frattempo che l'altra iniziava fu costretta ad ascoltare di nuovo quelle urla che le stavano facendo venire il mal di testa.
Anche la seconda canzone era iniziata, ma dovette metterla in pausa subito perché sentii quella parola che ormai aspettava: divorzio.
Volevano separarsi sua madre per la rabbia e la delusione provata nello scoprire il tradimento; suo padre perché si era innamorato di quella donna.
Poi sentii un'altra parola, una più bella ma date le circostanze non lo era affatto: matrimonio.
Suo padre voleva sposarsi con quella. Gliel'aveva chiesto e lei aveva accettato.
Due parole, l'una l'opposto dell'altra, ma che lei odiava.
 
Ho appena finito di leggere e vedo l’espressione soddisfatta di Monsieur Lemond, il mio professore di francese.
-Davvero ottimo Oscar. Hai già dato un'occhiata al libro che ti ho prestato?-
-No signore, ho dovuto studiare a lungo.-
Si accarezza la barba, pensoso.
-Non fa niente. Comunque, hai davvero un grande talento.. Hai creato tutto di sana pianta? Hai un’ottima fantasia!”
Magari fosse solo fantasia...
-No signore, è tutto vero.-
La sua faccia passa dall’incredulo al serio. Nessuno ci crederebbe, nemmeno se l’intera classe fosse qui.
-Capisco.. Bhe, meglio che tu vada Oscar. E’ tardi, non avrei dovuto trattenerti. A domani.-
-Arrivederci signore.-
 
Infilo le cuffie e mi avvio verso casa.
Leggendo il mio tema chiunque si sarebbe shoccato, prendendomi per una povera ragazzina sbattuta da una parte all’altra, sola  con i genitori divorziati.
Una sventurata ragazzina abbandonata e triste che nessuno vuole e che ha l’adolescenza compromessa.
Se vi siete immaginati tutto questo non avete capito proprio niente della sottoscritta allora.
I miei genitori hanno divorziato quando avevo quattordici anni, ora ne ho diciassette, ma tutto sommato la mia vita non  è peggiorata.
Dopo il divorzio mia madre è andata a vivere ad Caen una città della Normandia, con il suo nuovo fidanzato hanno aperto un ristorante a base di pesce sulla costa.
Un posto molto carino e accogliente chiamato ‘La sirène’ .
Il fidanzato di mamma è un tipo piuttosto simpatico, alto e attraente, l’unico difetto è che non tifa Paris-Saint-German.
Quindi è solo un eretico.
Non è degno di essere calcolato, ma visto che è il fidanzato di mamma.. Ho dovuto chiudere un occhio. Molto probabilmente fra poco avranno un bambino, perché l’ultima volta che ho passato un week end con loro non facevano che parlare di ‘periodo fertile’ e ‘il test lo prendiamo in farmacia’.
Non credo che passerò più un week end con mamma, l’ultima cosa che voglio è sentirmi dire dai parenti del fidanzato di mamma che ora dovrò occuparmi del ‘fratellino’.
Come se avessi cinque anni.
E finirebbe come l’ultima volta, dove ho quasi spaccato un pianoforte di ebano con solo le mie mani.
Sarebbe meglio non parlare di certe cose...
Diciamo piuttosto che non mi sopportano, perché il nipote di Claude, (fidanzato di mamma) Saint - just si è preso una bella cotta per me, e lo scorso Natale non la smetteva più di ripetermi che ero bella ‘come il sole a primavera’ e a loro questa cosa non è andata a genio.
Tanto meglio, io non li posso proprio vedere per quanto mi stanno sulle palle.
Parliamo piuttosto della mia vita qui a Parigi.
Dopo il divorzio mio padre non ha perso tempo e si è messo con quella che si stava scopando quella notte.
Si chiama Cèleste Laurent, viene dalla Normandia. È una bella donna, ha dei bellissimi occhi verdi.
Inizialmente posso dire di averla schedata come una “puttana bastarda che aveva osato portarsi a letto mio padre”, ma in fondo non è niente male. È piuttosto simpatica e soprattutto cucina una meraviglia.
È davvero fantastica, poi è davvero brava, e riesce a tenere testa perfettamente a mio padre.
Visto che è un rompiscatole patentato e quando attacca con la paternale non la pianta più.
Alla fine, la mia vita è migliorata e non sono triste.. Solo che inizio sinceramente a detestare chi progetta di sposarsi.
Il matrimonio è per i perdenti, e io non voglio sposarmi e poi scoprire mio marito a letto con un’altra.
È fuori discussione.
 
Arrivo a casa sempre in ritardo, e papà mi rimprovera di continuo, ma alla fine, chissenefrega delle sue ramanzine.
-Sono a casa!-
-Alla buon’ora! Si può sapere dove eri?-
Uffa, che palle. Ora mi dirà che sono una ragazzina che devo stare attenta e blablabla..
-Il professore mi ha fermata un secondo, doveva parlarmi.-
Ecco, e ora sono sicura che si stia immaginando me e il professore intenti a scopare sulla cattedra.
Quell’uomo è troppo prevedibile.
-A fare che?-
-Voleva parlarmi di un libro.-
-Uhm...-
Deve averci creduto, meno male, sono salva.
-Oscar cara, hai fame?-
-Sì Cèleste ti ringrazio.-
-Ho fatto una chique che ti leccherai le dita!-
Le sorrido, è sempre carina con me e non si sforza nemmeno. Deve essere così di natura, davvero ammirevole.
Voi penserete di sicuro che la mia vita sia migliorata, avendo un padre sposato con una donna così gentile e affabile che mi tratta bene...
Ma anche nelle fiabe c’è sempre qualcosa che va storto, che difficilmente può essere eliminato, poiché altrimenti verrei arrestata.
Vedete, la mia matrigna prima di sposarsi con mio padre era sposata con un altro uomo, e ha creato la persona più schifosa e antipatica di questo mondo.
Quel genere di persona che vorresti prendere a sprangate nelle gengive perché hanno quella cazzo di faccia da angelo, ma che ne combinano di tutti i colori.
E a chi va la colpa di tutti i suoi misfatti?
Bravi! Avete vinto alla lotteria! A me!
E vi starete chiedendo chi è questo essere viscido e strisciante che mi ritrovo in casa?
Eccolo che scende in tutta la sua odiosa perfezione angelica... Niente meno che un lurido verme strisciante che cammina per casa mia il cui nome è..
-Ciao Andrè.-
 
Angolino della autrice§
Allora.. Che dire.. Buonasera! (?)
Questa storia è nata per sbaglio durante uno dei mie tanti.. *troppi.. N.D. Alain* scleri.
Mi ero immaginata la loro vita assieme e cosa possa accadere.. Spero vi piaccia, perché è una idea un po’ assurda.
So di avere Newlymarried in corso, anzi colgo ancora l’occasione per ringraziarvi. E vi propongo questa nuova follia. I capitoli saranno più corti, poiché non sono autoconclusivi.
Come vedete è una Oscar piuttosto diversa dall’originale, molto fine ed educata XD Ma pur sempre Oscar *capitola, ha 17 anni. N.D. Alain*
Vi avverto che stranamente l’ho delineata praticamente tutta.. E non è proprio corta XD Ma spero la seguirete perché la trovo una idea assolutamente folle.
In realtà sarà lunga solo perché i capitoli saranno più corti, ma più frequenti. Vi assicuro che per me scrivere i capitoli immani di NM mi occupano una intera mattinata e più XD.
Grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno e recensiranno! =)
Un bacio,

Glaphyra
 
P.S. Tante grazie a Miriade che mi ha permesso di usare Cèleste invece che ‘Luca’ XD poiché altrimenti sarebbe mancato il vecchio Bonolis. *sta frase non ha senso. N.D. Alain.*
P.S.2 Grazie a Love Penguin, solo perché è mia amica e perché leggerà Grandi Speranze XD
P.S.3 Grazie a tutti che mi seguite!
 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Stepbrothers

 
 

 
-Mi devi spiegare perché lo odi tanto Oscar!-
-Perché è una testa di cazzo Marie. Punto.-
Detesto fare questioni di prima mattina, perché finisce sempre che mi incazzo e rispondo male a tutti.
E non mi va.
Oggi è venuta Marie a prendermi, grazie al cielo! Non dovrò andare con lo stronzo!
Lei è la mia migliore amica dall’asilo, praticamente siamo cresciute insieme, anche se in modo diverso.
Lei è sempre stata quella dedita al trucco, alla moda e ai ragazzi.
Io allo sport, alle risse e ai videogame.
Quando si suol dire essere due gocce d’acqua.
-Hai delle occhiaie spaventose.-
Sbuffo, me lo ha ripetuto almeno cinque volte stamattina.
-Lo so Marie, grazie. È inutile che me lo ripeti, ma stamattina ero sull’orlo di compiere un omicidio.-
- André?-
-E chi altri? Igor?-
Igor è l’amore della mia vita. Un giorno o l’altro scapperò di casa con lui e lo sposerò.
È la dolcezza incarnata.
Naturalmente avrete tutti capito chi è Igor, no?
È il mio adoratissimo e cucciolissimo gattino nero.
Lo trovai un paio di mesi fa in una scatola, mentre tornavo da scuola. Pioveva a dirotto e avevo dimenticato l’ombrello, ero zuppa fino al midollo e mentre maledicevo la pioggia sentii una specie di lamento. Mi guardai attorno e vidi uno scatolone, e al suo interno un batuffolino nero tutto solo e bagnato che miagolava disperandosi.
Fu amore a prima vista, così lo portai con me a casa.
Mio padre non era molto d’accordo con questo amore, ma alla fine accettò di lasciarlo a casa, così entrò a far parte della mia famiglia.
(Anche se papà è stato così crudele da farlo castrare, e io volevo dei cuccioli!)
-Gattus in fabula. Eccolo.-
-Igor! Amore!- Mi si avvicina facendomi le fusa, so che vuole essere preso in braccio, così lo accontento. –Vuoi il latte amore della mamma?-
-Mi spaventi quando fai così, sai?-
Le lancio una occhiataccia.
Il mio Igor è il mio unico e vero amore, merita questo e altro.
Improvvisamente la vedo ridacchiare.
-Ti prego, mi ripeti che cosa è successo stanotte?-
Sbuffo accarezzando il mio amato Romeo.
Oggi Andrè ha veramente superato la soglia della sopportazione.
E lo farò pentire per questo...
 
§Flashback§
Stavo dormendo tranquillamente, persa nei miei sogni di gloria dove ricevevo il Nobel per la pace... Quando improvvisamente sento qualcuno chiamarmi e scuotermi.
-Oscar! Oscar!-
Apro gli occhi lentamente.. Oh che visione orrenda. È quel ritardato del mio stupido fratellastro...
-Che cazzo vuoi Andrè? Vattene!!-
È già vestito, e ha la cartella sulle spalle... Ma che..?
-Alzati! Sono già le otto e tuo padre ti sta chiamando da un pezzo!-
Mi alzo di botto.
Occazzo.
Papà mi ammazza, Marie mi ammazza.. Oddio.
Mi alzo di scatto svegliando Igor, che contrariato risale sul letto per dormire.
Guardo l’orologio. Le otto e cinque.
Sono fottuta.
-E’ furioso, quindi vedi di sbrigarti.-
Detto ciò sparisce correndo vero la porta di ingresso.
Devo vestirmi!! Devo lavarmi!!!
Corro in bagno buttando acqua ovunque, mi sono bagnata anche i jeans, ma ho bagnato tutto tranne la mia faccia.
Corro in cucina. È tutto in ordine.
Papà e Cèleste se ne sono già andati!!! E ora chi mi accompagna??
Apro il frigo, tirando fuori di tutto e di più. Rovescio il latte e nel prendere una tazza dallo scaffale faccio cadere un piatto.
Poco male, era orrendo.
Cerco i cereali, dove cazzo li mettono??
Faccio avanti e indietro senza tregua, tirando fuori dalla tasca dei jeans dentifricio e spazzolino, quando improvvisamente...
-OSCAR CHE DIAVOLO STAI FACENDO?????-
Mi giro di scatto con la bocca piena di dentifricio blu e in mano un cucchiaio di latte.
Mio padre, in pigiama accompagnato da una Cèleste piuttosto addormentata.
-Ma...-
-SONO LE TRE DEL MATTINO!!! TE NE VUOI ANDARE A DORMIRE??-
.....
Che stronzo, bastardo....
Io lo strangolo con le mie mani!!
-Papà.. E’.. E’ stato Andrè...-
-ANDRE’ STA DORMENDO!!!-
-Non è vero!!!-
Sbuffa impaziente e mi fa segno di andare in camera, per controllare.
Eheheheh me la pagherai brutto stronzo, ora sapranno tutto e stavolta non la passerai liscia.
Mio padre entra e sento già il sapore della vittoria nella mia bocca, ma..
-Oscar. Vattene-a-dormire. ORA. Andrè sta dormendo pesantemente, ed è in boxer, quindi non ha fatto niente. Sparisci!!-
Lo vedo svanire nella sua stanza insieme a Cèleste, e mi affaccio alla stanza di Andrè.
Quello stronzo, bastardo infame... Sta buttato sul letto in mutande con una espressione beata...
-Sei uno stronzo.- sibilo prima di andarmene e vedere le labbra di quell’essere meschino piegarsi in un sorriso soddisfatto.
§§§§§§Fine Flashback§§§§§§
 
Vedo Marie sganasciarsi di risate, sul punto di collassare per la poca aria rimastale.
-Resta con noi, non voglio tenere il tuo cadavere in casa.-
La vedo calmarsi e respirare profondamente.
-Okok. Sono calma.-
Annuisco e alzo lo sguardo.
Cosa vedono i miei occhi?
Il minorato bastardo che scende le scale trionfante in boxer.
Che disgusto.
-Abbiamo ospiti ritardato, mettiti dei pantaloni.-
Alza il viso e sorride a Marie, che incantata gli risponde timidamente.
È cotta di lui da quando lo ha conosciuto. Non fa altro che dire Andrè qua, Andrè là. Come se avesse delle qualità quel coglione.
Si siede accanto a me versandosi il latte nella ciotola.
-Mettiti dei cazzo di pantaloni, non sei solo.-
Mi guarda di sbieco, ghignando.
-Lo so che smani per vedermi in boxer.-
Alzo gli occhi al cielo.
Vi prego, eliminatelo.
Un fulmine, uno solo!
-Ovviamente, sappi che mi sto trattenendo dal non venire qui sullo sgabello per quanto mi sono eccitata.- gli rispondo sbuffando mentre Marie ridacchia.
-Mi ami, lo so.-
-Tanto, come mi hai scoperta?-
Sbuffo alzandomi, mi sono rotta le palle.
-Marie mi vesto e andiamo a scuola assieme.-
-Andrè vuoi venire con noi?-
Vi prego, fulminate anche lei, così torna normale!
-No Marie grazie, devo farmi la doccia.-
-Puzzi in un modo indecente.-
-Vuoi farla con me? Così controlli se sono pulito Oscar?-
-Piantala coglione.-
Vado di sopra cambiandomi.
La mia vendetta sta per compiersi. Stavolta io l’avrò vinta, e quel bastardo subirà la mia terribile vendetta.
Rimpiangerà di essere nato.
Prendo la cartella e saluto Igor.
Scendo nuovamente.
-Possiamo andare Marie.-
-Quel gattaccio dove è?- eccolo che rispunta
-In camera, e vedi di non rompergli le palle, sennò te le faccio saltare io.-
-Che paura. Guarda sto tremando.-
Mi giro e vedo Marie in estasi totale, penso che se potesse se lo scoperebbe sulla cucina.
-Ci vediamo a scuola Andrè...- sospira languida.
Bleah, che schifo, ma lui che è ancora più ripugnate le sorride come è solito fare con tutte.
-Certo Marie, a dopo. Io vado.-
Ghigno malignamente.
La mia rivincita è giunta.
-Buona doccia, Andrè. Ciao!-
Mi guarda perplesso per poi salire mentre io e Marie saliamo in moto.
La vendetta è dolce, tanto dolce.
Non vedo l’ora di assaporarla a pieno.
Perché oggi tocca a me sghignazzare.
Uno a zero per Duffy Duck.
 
 
Angolino dell’autrice§
Bonsoir gente!
Eccomi di ritorno! *la solita rompipalle..N.D. Alain* *Zitto tu che mi hai tradita con Miriade! N.D. Io superoffesissima*
Dopo questo capitolo si entrerà nel vivo, perché Oscar ha solo dato il via alla sua vendetta.
Come vedete il loro rapporto si basa sul sangue. XD
Fossi Andrè mi farei una assicurazione sulla vita.
Coooooomunque, Marie è innamorata di Andrè, Oscar di Igor e Alain di me<3 XD Scherzo.
Qui ha fatto la comparsa Igor, il gattino di Oscar. Mi raccomando, non scordatevelo. Lui in realtà è la chiave di molte cose XD Come i cereali(?).
Vi ringrazio per tutte le vostre splendide recensioni, siete dolcissimi!
Un bacio,
A prestissimo!

Glaphyra
 
P.S. Questo messaggio è diretto SOLO ed esclusivamente a quella rompipalle di Euphemia. Elly! Non scassare le palle! XD Anche se lo rileggessi 35482 volte non li vedo gli errori. Quindi non riempire le mongolfiere.
Con tanto ammmmmmmmmmmmmmore<3

P.S. 2 Per Cruel Heart: METALLARA! YO BRO! XD Ricordati dei 54 scalini!
 

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Stepbrothers

 

Eccolo, il più grande stronzo di questa terra.
Andrè Grandier, diciotto anni, specie? Verme strisciante schifoso e ripugnante.
Vi chiederete il perché, ma questo essere è il demonio fatto a persona. Non fatevi ingannare dai suoi occhi verdi e il suo sorriso angelico, se potesse mi butterebbe a mare con una palla al piede.
-Ciao Andrè, grazie per avermi aspettato.-
Ironico, ma dubito che capisca a fondo l’ironia. È piuttosto stupido come essere.
Fa acqua da tutte le parti, dovrebbe essere soppresso.
Non mi risponde e si siede di fronte a me.
Qualunque ragazza sarebbe morta sul colpo ringraziando tutti i santi del firmamento per questo grande onore, ma io o solo voglia di dargli un pugno su quella faccia di cazzo che si ritrova.
Il motivo del mio odio?
Esiste. Non c’è soluzione.
È la persona più odiosa che abbia mai conosciuto.
Quando venne a vivere a casa mia aveva quindici anni, e già a malapena sopportavo che qualcuno venisse a vivere a casa mia, ma lui era proprio ciò che mancava per far accrescere il mio odio.
Mi sta fissando da un po’ con uno strano sorrisetto.
È tutto matto, secondo me dovrebbero sopprimere certa gente ignobile.
-Si può sapere perché mi guardi?-
Non mi risponde e vedo uno strano ghigno nascere sul suo viso.
O cazzo.
Nonononono. Non è possibile. Ti prego no!
-Sai mamma, oggi abbiamo avuto il compito di matematica.-
Finto innocente, stronzo...
-Bene tesoro, come andata?-
-Nove e mezzo...-
-Ma che bravo!-
Voglio morire.
-Oscar, e tu?-
Ecco, mancava mio padre.
-.....-
-Oscar?-
-Quattro e mezzo...-
-Come?-
Quattro e mezzo!-
Io lo ammazzo. Lo ammazzo!!!
Quello stronzo sapeva che avevo preso un quattro!! E ora che racconto?
Sono morta, finita, diseredata.
E quel bastardo si prende tutte le lodi alle mie spalle. Quanto lo detesto!!!
-QUATTRO!??? OSCAR!!!!-
-E mezzo però...-
-FILA A STUDIARE!!!!-
Sbuffo incamminandomi verso la mia stanza.
Alla sua stronzaggine sono ci sono limiti.
Mi chiudo in camera, ma non ho la minima intenzione di studiare.
Preferisco Baudelaire a le equazioni e problemi.
Lui sa cosa significa il vivere veramente male.
Perché oltre a dovermi sorbire quella vipera in casa sono costretta praticamente a conviverci.
Le nostre stanze hanno una maledettissima porta comunicante, perché prima che quello stronzo mi rovinasse l’esistenza quella era la mia stanza dei giochi e per lo studio.
Da quando è arrivato lui la mia vita scolastica e sociale è calata a picco.
Devo ammettere che quando mio padre mi disse che la sua fidanzata aveva un ragazzino della mia età e che saremmo diventati amici, ero davvero felice.
Ma mi sbagliavo.
Appena ha messo piede qua dentro mi ha rovinato tutto.
Riusciva e riesce ad eccellere dannatamente in tutto quando io fallisco di continuo, ed è piuttosto frustrante.
La prima volta che ci incontrammo sembrava una persona normale, un ragazzino silenzioso, educato...
Un prototipo perfetto in pratica.
Peccato sembrasse, era solo apparenza.
Appena arrivò a scuola divenne il primo della classe, conquistando tutti i professori.
Ma soprattutto conquistava e conquista un botto di ragazze. Sono ovunque e appena lo vedono iniziano a sospirare a più non posso, svenendo e salutandolo languidamente.
Delle oche per non dire di peggio.
Ma lui è molto peggio di loro. È fottutamente gentile con tutte, illudendole che possa interessarsi a loro.
Illuse.
Ogni santa volta che andiamo a scuola insieme (poiché sono costretta), mi devo sorbire le angherie e gli insulti di tutte quelle troie solo perché la sottoscritta ha avuto la sfiga di avere un fratellastro stronzo all’ennesima potenza.
Sospiro, cosa diavolo posso fare?
In una sola cosa lo supero, ma è piuttosto inutile.
La spada e a volte in francese.
E dico a volte perché ricevo compiti speciali che nessuno deve sapere. Se lo sapessero Marie Antoniette e gli altri mi ucciderebbero.
Se lo scoprisse Hans...
Divento tutta rossa.
Ma che cazzo vado a pensare? Forza Oscar. Rilassati.
Respiro profondamente fino a che il battito del mio cuore si calma.
Dovrei studiare...
Esatto, condizionale. Non indicativo.
Meglio leggere Baudelaire.
Ma all’improvviso la mia calma viene interrotta da qualcuno.
La porta che collega le nostre stanze si apre e quello stronzo entra senza chiedere permesso, frugando tra i miei libri.
Come si permette??
Quanto lo odio, giuro che lo ucciderò. Non me ne frega un cazzo se me ne vado in galera. Preferisco vedere il suo corpo morente che il suo ghigno trionfante.
Ho così tanta rabbia che senza accorgermene gli lancio il libro che stavo leggendo addosso, colpendolo alla testa.
Non lancia un grido, si gira perplesso massaggiandosi la nuca.
-Ti sei scimunita di botto Oscar?-
-Vaffanculo! Sei uno stronzo! Sapevi che avevo preso quattro!!-
Il suo viso da essere stupito prende una strana smorfia.
-Ben ti sta, così la prossima volta impari a studiare.-
Ho bisogno di un qualcosa di appuntito.
-Fatti i cazzi tuoi invece di rompere le palle a me. Vattene a studiare visto che è l’unica cosa che sai fare!-
-Dovresti farlo anche tu se vuoi entrare in una buona università.-
-Fatti i fattacci tuoi, Andrè.-
Ha in mano un libro, MIO.
-E’ mio quello. Lascialo.-
-Lo so che è tuo scema. Lo hai lasciato a scuola, ma tanto sulla tua scrivania serve solo come fermacarte.-
-Sparisci dalla mia fottutissima stanza!-
-Ti stai un attimo zitta? Starnazzi come un’oca. -
.... Vi prego. Datemi un’ascia. Non lo reggo più.
-... Se non sparisci entro cinque secondi io ti salto addosso..-
-E che mi fai? Sentiamo.-
Mi provoca!! Mi sta provocando questo stronzo!!!
Io giuro che gliela faccio pagare a caro prezzo, non la passerà liscia.
-Ti salto addosso e ti riempio di pugni fino a farti diventare blu.-
-Per quanto sei magra? Ma per favore. Sei un’asticella. Levati, me ne torno in camera.- lo vedo allontanarsi, per poi prima di sparire dire –E invece di leggerti Baudelaire leggiti un bel libro per bambini, così magari capisci. Magari uno con tante belle figure, così le colori da brava bimba.-
.... E’ morto.
Io lo uccido, non me ne frega proprio niente.
Sparisce e sento qualcosa dentro di me urlare di rabbia e fuoco.
-Vaffanculo Andrè!!! Sei uno stronzo!! Ti odio!!!- urlo
Ma dubito che mi risponderà, l’angelo non si permette di urlare certe cose.
Qui quella sbagliata sono sempre io, sempre e ovunque.
Ma stavolta non l’avrà vinta, gliela farò pagare.
Mi ricorda molto Bugs Bunny.
E io sono lo sfigato Duffy Duck, ma per una volta sarò io a vincere.
 
Angolino dell’autrice§
Hola amigooos!
Sono già di ritorno! =)
Mi diverto troppo a scrivere SB XD Oscar qui fa troppo ridere.
Come avete visto è apparso il nostro Andrè. E fra i due fratellini non scorre buon sangue.
Anzi, se sentite degli spari è stata Oscar XP
Cercherò di scrivere il più possibile, perché come notate i capitoli sono abbastanza corti *e meno pallosi.. N.D. Alain* *Zitto tu che non si sa nemmeno se ci sei qua dentro. N.D. Io* *.....Sei cattiva... N.D. Alain cucciolo*
Vi volevo ringraziare per l’accoglienza che le avete ricevuto! Siete stati davvero dolcissimi e gentilissimi.
Ringrazio chi ha recensito, chi ha messo fra i preferiti, ricordati e seguiti e chi ha letto soltanto.
Grazie mille.
A presto!

Glaphyra
 
PS. Ho ritrovato gli occhiali!! T^T
 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Stepbrothers

 
 
 
Arrivo a scuola con un sorriso trionfante mentre Marie mi osserva guardinga.
-Come mai quel sorriso perverso da Mr. Hide?-
-Adoro le mattine fredde.-
Come godo, che giorno memorabile.
Entro in classe, oggi nessuno potrà guastarmi il mio fantastico umore.
Nemmeno Andrè. Anzi, soprattutto Andrè.
Aspetto soltanto di vedere la mia vendetta in atto, trionfando.
-Ehi Oscar!-
Oddio.
Nonono, lui no.
Cosa faccio? Sono un disastro, oggi non ho nemmeno pensato ad aggiustarmi.
Sono inguardabile!
Cazzo, voglio morire. Sono orrenda.
Ma soprattutto non riesco a mandare via questo ghigno perverso che mi fa assomigliare a una maniaca sessuale in calore!
-Ciao Hans...-
Hans Axel Von Fersen, diciassette anni, specie? Il ragazzo più bono e più figo di tutta la scuola.
Si è trasferito in Francia all’età di otto anni e da allora siamo sempre stati in classe assieme.
Siamo amici da tanto, ma...
Ok, va bene va bene, lo ammetto... Sono stracotta di lui dalla quinta elementare.
E lui non mi calcola minimamente se non per vedere le partite di calcio assieme.
Wow, complimenti Oscar. Tu sì che hai culo.
-Come stai? Carini questi jeans! Dove li hai presi?-
Mi sorride.
Oddio, sto per svenire, anzi, togliamo quella esse, perché i miei pantaloni sono già completamente bagnati.
So di non essere per niente coerente con me stessa, dovrei mantenermi e non cambiare così tanto davanti ad un ragazzo...
Ma quanto è bono mamma mia.
-G-Grazie... Sono..-
Oddio, sono da uomo!!
Sono di Andrè!!!
....
Sto indossando dei fottuti pantaloni da uomo!!!
E ora come faccio?? Hans lo avrà notato e mi avrà preso per una trans.
Ma proprio con i jeans del minorato dovevo scambiarli?
Ecco perché mi andavano così larghi...
-Ah... Ehm... Sono vecchi Hans, niente di speciale.-
-Ti stanno bene.-
Mi sorride di nuovo, e io gli sorrido come una ebete.
Vi prego, passate uno strofinaccio per terra, perché ho fatto un lago per quanto mi sono sciolta.
Suona la campanella della prima ora, dello stronzo nessuna traccia.
Sto gioendo come non mai.
-La pianti di ghignare? Se uno ti guarda pensa subito che ti stai immaginando di scopare il professore.-
Sbuffo, devo ricordarmi che d’ora in avanti non mi metterò mai più vicino a Marie durante le lezioni.
-Oggi è un gran giorno Marie. Non scassare.-
-Come sei scurrile.-
-Non ho detto ‘non scassare le palle’, ho detto non scassare. Quindi: Non scassare! Vuoi che te lo ripeta di nuovo ancora il concetto di non scassare non ti entra nel cervello?-
-De Jarjayes! Asburgo! Visto che avete tanto da dirvi perché non venite alla cattedra? Interrogate!-
Vedo gli occhi di Marie diventare due fessure di fuoco e trafiggermi.
Le sorrido debolmente per poi alzarmi e camminare verso il patibolo.
Non so un cazzo.
Ieri non ho aperto libro, e ora prenderò un tre.
Meglio tre che zero... Ma...
-Chiedo scusa signore.-
Eccolo... Lo stronzo si è mostrato.
Oddio, sto per scoppiargli a ridere in faccia!
Ha un cappello ridicolo con la faccia e le orecchie di Pippo!!
-Grandier! Sono le nove! Hai la giustifica?-
-Sì signore...-
La mia vendetta è meravigliosa.
Appena mostrerò a tutti cosa ti ho fatto diventerai lo zimbello della classe.
E io ne sarò felice.
Alza lo sguardo, è incazzato nero, ma non mi faccio intimorire da un coglione.
Ci vediamo a ricreazione Andrè. Non vedo l’ora di mostrarti a tutti.
 
È appena suonata la campanella della ricreazione e vedo lo stronzo camminare verso di me a passo di marcia.
-Che cazzo vuoi?-
-Cammina.-
Mi prende per il polso e mi trascina in corridoio fino alla porta del bagno dei maschi.
-Coglione! È il cesso dei maschi! Non posso entrare!-
-Chissenefrega. Cammina ho detto!-
Mi butta di peso contro la porta e finisco sul pavimento del bagno.
-Ehi coglione! Se hai deciso di picchiarmi puoi farlo pure fuori. Non ho paura di te.-
-Ti costa tanto chiudere quella cazzo di bocca Oscar??-
Vendetta.
Sentire l’angelo dire una parolaccia è molto meglio di avere una pagella con tutti dieci.
-Si può sapere che cazzo vuoi? Così penseranno chissà che cosa di noi, e non mi va che inizino a dire che abbiamo pomiciato in bagno. Capito coglione?-
Lo vedo ghignare e appoggiarsi al muro.
-Ovviamente, Hans ci resterebbe maluccio eh?-
Cazzo.
Sto diventando rossissima. Come cazzo lo sa lui??
Come lo ha scoperto??
Sono fottuta!!
-Ma come...-
-Non importa. Piuttosto...Hai dato il meglio di te oggi vero Oscar?-
Inizio a ghignare come ho fatto stamattina.
-Piaciuto il mio scherzetto, amore?
-Certo, molto originale, davvero. Non avevo mai visto qualcuno sostituire lo shampoo alla lozione depilatoria!-
Si toglie il cappello di scatto e scoppio a ridere di botto.
I suoi capelli scuri sono ridotti a una poltiglia appiccicosa e informe senza un verso e senza riga.
Sono cosi impigliati che non si capisce più da che parte dovrebbero andare le ciocche.
-Ho una bella sorpresa per te Oscar, tesoro. Tuo padre sa tutto.-
.....
Sta scherzando vero?
Se lo sapesse mio padre mi ritroverei appesa per il collo al palo della luce.
Cazzo.
-Oh no invece. Stai mentendo...-
-Io, non mento mai.-
Sta ghignando così perversamente che non posso non credergli.
-Vaffanculo stronzo, bastardo...-
-Tu sei una stronza!! Guarda come mi hai ridotto i capelli!-
-Cazzo Andrè si aggiustano i tuoi fottuti capelli! Papà mi ammazza!-
-Cazzi tuoi!-
-Coglione!-
-Stronza!-
-Bastardo!
-Infame!-
-Zitti!!-
Una voce a noi conosciuta ci fa trasalire, oddio qualcuno ha sentito tutto!
-Se dovete risolvere, vedete di limonare in silenzio! Qui c’è gente che sta lavorando!-
Io e Andrè ci guardiamo stupiti, per poi veder spuntare da un bagno un ragazzo enorme accompagnato da una ragazzetta bionda.
-Alain!-
Il ragazzo esce sbuffando e riallacciandosi i jeans frettolosamente.
-Potevate andare a litigare da una altra parte! E che cazzo!-
Sbuffo.
Alain De Soissons, diciassette anni. Hobby ? Farsi tutte le ragazze del liceo.
-Me ne vado, non voglio passare un altro minuto con questi due minorati, che tra l’altro sono pure molto amici.
Sento Andrè afferrarmi il braccio e avvicinare il viso al mio fino a far sfiorare i nostri nasi.
-Sappi che questa me la paghi Oscar, e stavolta non sarò dolce.-
Che presuntuoso testa di cazzo.
Te lo faccio vedere io che cosa ti combino.
Mi divincolo con forza sibilando –Preparati coglione, perché la prossima volta al posto della lozione ti metto l’acido solforico.-
Si allontana da me andando verso Alain.
-Ci vediamo a casa, amore. Sempre se ci arrivi.-
Esco dal bagno ribollendo rabbia.
Sta esagerando questo stronzo, e fossi in lui non scherzerei col fuoco.
Ci si potrebbe bruciare gravemente.
Ma se è la guerra che vuole, la guerra avrà.
 
 
 
Angolino della autrice§
Salve gente!
Visto? In questo capitolo sono apparsi due personaggi importanti: Alain e Hans<3 che cuccioli.
Piuttosto, molto probabilmente dal prossimo capitolo vedrete sangue colare da qualche parte. Tranquilli, è normale XD
Chiedo scusa per quanto sono lenta a rispondere alle recensioni T.T Ma vi giuro, non ho tempo. Farò in modo di rispondere a tutti *soprattutto a  una certa rompina di nome Euphy che mi sciocca conoscendo Marlin O_O*
Grazie mille per il vostro affetto.
Duuuuunque, Oscar ha combinato un bel pasticcio e come avete visto anche Andrè quando si incazza diventa molto cattivo.
Dal prossimo si inizieranno a delinerare più correttamente i sentimenti di Andrè, Marie e forse Oscar XD Ma lei è innamorata di Igor<3 *ora non sappiamo dove mettere Victor…. N.D. Alain.* *…..azzarola. N.D. Io*
Comunque, un grazie speciale e Euphy, a Cruel Heart *che è perfida e mi fa stare con il fiato sospeso* a butterfly girl, a Miriade, a Tetide, a Rajhamao, a sb83, a She_Paperwork, a smile r, a i love penguin, a ladymary13 e a andry15, e a tutti coloro che leggono =)
Un bacio,
alla prossima!

Glaphyra=)
 
P.S. Euphy! Correggimi tu! XD
 

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Stepbrothers
 

 

Piccola premessa: Non mi scannate, vi prego, ma soprattutto non scannate Andrè. Devo usarlo nella storia abbiate pietà di lui XD

 
 

Ho passato tutta la mattinata a fissare quel maniaco di fratellastro che mi ritrovo.
Non devo perderlo d’occhio, nemmeno ora che sta finendo la scuola. Quel bastardo è capace di farmi volare giù dalla finestra del secondo piano.
Eppure sembra tutto tranquillo...
-Ehi Oscar, puoi accompagnarmi tu con la moto?-
La voce di Marie mi risveglia dal mio torpore piuttosto perverso e inquietante.
-Cosa?-
-Uffa, ma mi ascolti? Mi puoi accompagnare tu a casa? Sta piovendo, e non mi va di bagnarmi del tutto per arrivare a casa.-
-Sì, non preoccuparti...-
Cazzo, ora non potrò controllare lo stronzo.
Poco male, cosa può fare in meno di dieci minuti? Niente, quindi sono salva.
Togliendo l’incazzatura di mio padre...
Ma tanto ormai per quante volte se la prende con me... Chi le conta più?
Tanto a casa quella che sbaglia sono sempre e solo io.
Sistemo i libri nella cartella quando sento qualcuno toccarmi la spalla.
Se è Andrè lo picchio di santa ragione. Non me ne frega un cazzo. Non lo posso più vedere.
-Andrè che cazzo vuoi ora...?-
Mi volto, ma sarò diventata di tutti i tipi di rosso, perché dietro di me non c’era Andrè, ma Hans.
-H-Hans...-
-Ciao Oscar, come va? Non preoccuparti, non sono Andrè. Non picchiarmi.-
Mi sorride, e non posso fare a meno di fare altrettanto.
Dio, quanto è bello. Non riesco proprio a darmi un contegno con lui davanti.
Faccio schifo.
È più forte di me, lo guardo e mi sciolgo immediatamente, anche con un suo singolo sorriso.
Non si accorgerà mai di me, lo sanno tutti che è innamorato perso di Marie... Ma perché non posso avere anche io una possibilità?
Sono bionda, sono alta, ho gli occhi azzurri proprio come Marie... Cosa c’è di sbagliato in me?
-Oscar, domani c’è la partita del PSG, possiamo andarla a vedere assieme, ti va?-
Se avesse tolto il fatto della partita sarei morta, sarebbe significato un appuntamento.
A differenza mia Hans non coglie quei momenti per restare soli, ma solo per vedere la partita con un amico.
Sì, sono solo il suo migliore amico. Al maschile. Perché più di ciò per lui non posso essere.
-Ovviamente... Ci vediamo domani allora.-
Ecco, come distruggere del tutto una giornata iniziata in modo perfetto. Tra Hans e Andrè... Non so chi dei due sia stato più crudele.
Metto la cartella in spalla e prendo il casco da sotto il banco, quando sento il braccio di Hans fermarmi.
Mi giro di scatto e lo vedo tutto rosso.
-Cosa c’è?-
-Ehm... Oscar, senti, magari puoi invitare anche Andrè... E....-
E soprattutto Marie, vero Hans?
-E Marie?-
Lo vedo diventare ancora più rosso e sospirare.
Per certi versi siamo proprio uguali, se solo il nostro amore non sia a senso unico...
-Sì, se puoi anche lei.-
-Hans dovresti metterci una pietra sopra. Ci sono tante belle ragazze...-
Ci sono io! Dannazione! Non mi vedi? Sono identica a lei!
Perché non mi guardi? Perché? Sono una fottuta donna anche io Hans!  Perché guardi Marie come tale e me come un maschio?
-Ti prego...-
Eppure nei tuoi occhi leggo ciò che provo io.
Sai cosa significa, fa male. Perché non rivolgi il tuo amore verso di me?
Sarei disposta a darti il mio cuore, il mio corpo... Tutto.
 Perché non mi guardi?
-Va bene, farò il possibile.-
Lo vedo sorridere riconoscente.
-Grazie Oscar, sei un’amica.-
Si allontana per prendere lo zaino e correre fuori.
È tutto inutile.
 
Corro fuori e vedo Marie con un cipiglio poco rassicurante.
Ora mi uccide.
-Ehm...-
-Silenzio! E muoviti ad accendere quella cazzo di moto o ti uccido per come mi sto riducendo i capelli.-
Mi sto trattenendo dal ridere.
Marie diventa una pazza isterica quando si parla dei suoi capelli, e inizia pure a maledire il primo che passa.
Eppure c’è qualcosa che non va.
Mi sento osservata, ma non c’è nessuno a parte noi e qualche ragazzino di primo.
Strano...
-Metti il casco Marie.-
-Mi schiaccerà l’acconciatura.-
-Non me ne frega un cazzo. Poi la multa me la paghi tu, e a scuola ci vai in autobus.-
-Quanto sei polemica. Che palle, va bene sto zitta.-
Infilo la chiave nella toppa.
Non parte.
....
Perché non parte????
Riprovo. Niente. La moto non da segni di vita.
Occazzo.
No, non può essere.
Non può avermi fatto questo! Non la mia moto!
Ti prego no!
Ci riprovo. Una, due, tre volte. La moto non si accende.
Sono fottuta. E ora?
-Oscar, che c’è?-
Mi tolgo il casco.
-La moto non va Marie. Qualche stronzo deve averla manomessa. Non so cosa fare.-
-.... COSA???-
Mi tolgo il casco e mi guardo di nuovo intorno.
Ghigno.
Coraggio Andrè, mostrati. So che sei stato tu.
Abbi le palle di mostrarti.
Perché so che lo farai, e mi lascerai qui.
Dopo nemmeno cinque minuti eccolo apparire sulla sua moto nera.
Si sente figo, ma non lo è per niente.
È solo un coglione che si fa bello agli occhi degli altri.
Si ferma proprio accanto a me, e si toglie il casco.
-Problemi madmoiselle?- chiede con il suo solito tono del cazzo a Marie, che naturalmente sospira come una scema.
-Levati dalle palle Andrè. Hai scassato abbastanza per oggi. Aspetta che arrivo a casa e ti riempio di botte.-
Lo vedo ghignare.
-E con quale moto, amore?-
Io lo uccido.
Non lo reggo più.
Mi ha rotto la moto!!! Come faccio ora??
-Vaffanculo Andrè, so che sei stato tu.-
-A fare cosa?-
-Smettila Oscar! Non può essere stato lui.- si intromette Marie.
Sbuffo, devo contenermi dal non picchiarli entrambi.
-Serve aiuto?-
-Preferisco morire che accettare il tuo aiuto.-
Prende il casco che tiene dietro e lo porge a Marie.
-Non posso lasciare una donzella in difficoltà.-
-Sei rivoltante Andrè.-
-Non sono io quello che non accetta l’aiuto degli altri.-
Vedo Marie scendere dalla mia moto e salire su quella di Andrè.
-Grazie, tu sì che sei una vera amica Marie.-
-Dai Oscar, Sali. Non fare così.-
-No. vengo a piedi. Sulla moto di questo stronzo non ci salgo nemmeno morta.-
-Allora ci vediamo a casa per domani pomeriggio?-
Si rimette il casco e lo stronzo riparte di corsa sparendo nella pioggia fitta.
 
È più di un’ora che cammino. Sono così zuppa che non sento più neanche la pioggia.
Tra meno di qualche minuto sarò a casa, e come al solito mio padre mi sgriderà per aver fatto tardi, per aver preso tre, per aver reso i capelli di Andrè ad uno scopino del cesso, alla fine forse perché ci sono.
Abel et Caïn.
 
Race D’Abel, dors, bois et mange,*
Dieu te sourit complaisamment.
 
Race de Caïn, dans la fange**
Rampe et meurs misérablement
 
Caino.
Io sono sempre e solo Caino.
Quello maledetto.
Mentre Abele è benedetto in casa mia.
Se quel dannato di Abele non ci fosse in casa mia forse sarei io quello benedetto.
Andrè e Oscar.
Il beneamato e l’odiata.
Abele e Caino.
Non so più cosa pensare... E’ così triste essere Caino a volte...
 
Mi sento veramente uno schifo.
Non voglio tornare, perché non avrebbe senso, ma devo.
Entro e non vedo nessuno in casa.
Sarà uno dei soliti trucchetti di Andrè, ma non ho la minima voglia di lanciargli maledizioni, né fargli scherzi.
Sono solo stanca e ho voglia di abbracciare il mio amato Baudelaire, che sa cosa vuol dire essere un Caino.
Vi starete chiedendo perché sono così fissata per Baudelaire e il suoi fiori del male, ma quel libro è un regalo.
L’ultimo regalo di mia nonna per i miei sedici anni, lei è morta tre giorni dopo, lasciandomi il suo prezioso libro.
L’ho letto così tante volte che ormai ho consumato la carta e conosco a memoria ogni verso, ma è davvero speciale per me.
Mi guardo in giro, non vedo neppure Igor. Dove diavolo lo avrà messo quel demente? Se gli ha fatto del male lo uccido.
Salgo e apro la porta della mia stanza.
Il mio libro....
E’ sul letto....
Completamente aperto.....
Macchiato di inchiostro nero...
E non posso fare a meno di scoppiare a piangere.
 
 
*Razza d’Abele, eccoti il pane, il vino,
il sonno: Dio ti sorride indulgente.
 
**Striscia nel fango, razza di Caino,
vivici e muorici miseramente.

 
Angolino dell’autrice§
Hola!!
*Si nasconde* Ehm.. Allora.. Sì, ho fatto piangere Oscar.
Non uccidetemi vi prego!!!
Volevo solo farvi notare quanto sia fragile.
Vi spiego, i primi quattro capitoli sono stati uno spasso e vi siete divertiti a vederli giocare col fuoco, è vero, a diciassette anni uno non deve essere depresso, ma godersi la vita.
Oscar non è diversa, ma ogni tanto avrà dei momenti di debolezza.
Capitela, è una ragazza, è costretta a sopportare Andrè e spesso e volentieri lei è solo una vittima. Si riprenderà, ma lasciatela un po’ sfogare, perché se andasse tutto bene non sarebbe più una storia seria, no? La nostra Oscar per diventare grande deve anche superare questi ostacoli.
Andiamo avanti, qui si è visto Hans e cosa prova per Marie e per Oscar. Lo stesso Oscar per Hans.
Vi avevo detto che avrei lavorato su Andrè e Marie, ma i capitoli li scrivo a seconda di come mi sento io. Vi assicuro che questo doveva andare in modo diverso da come lo avevo progettato. Mi perdonate? XD Mi perdonate per le lacrime della nostra povera Caina? Povera l’ho voluta comparare a Caino solo perché alla fine è una sfigata che si ritrova il solito fratellino perfetto e non viene mai apprezzata.
Non vi assicuro che il nostro Abele non venga ucciso, ma per quello che le ha fatto se lo meriterebbe.
A prestissimo,

Glaphyra=)
 
P.S. Sto scrivendo molto velocemente non solo per l’ispirazione, ma perché io stessa sono impaziente di arrivare a un punto ben preciso ;)
 

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Stepbrothers

 
Continuo a piangere tenendo il libro stretto fra le mani.
Non riesco a smettere, saranno passati minuti, ore. Non mi interessa, ho solo tanta voglia di piangere a più non posso.
Perché lo ha fatto?
Perché??
Questo libro era qualcosa di unico e speciale, insostituibile...
E ora è qui fra le mie mani.
Nero, distrutto, illeggibile ormai.
Ridotto a non più di una macchia scura.
Non ci sono poesie intatte, solo macchie ovunque.
Versi incompleti, parole spezzate macchiati dalle mie lacrime interminabili.
Sono sul pavimento da un sacco di tempo, ho voglia di piangere, e farlo finché non avrò più lacrime da versare.
Ha distrutto ciò a cui tenevo di più... Mi ha colpito direttamente al cuore annientandomi.
Stronzo.. Maledetto!!! Questa me la paga!
Guardo di nuovo il libro e le lacrime riaffiorano copiose.
Come puoi averla vinta Oscar... Lo sai anche tu... Caino è quello maledetto, e i maledetti vengono puniti.
Però è così ingiusto... Non posso avere anche io una seconda possibilità?
Stringo ancora più forte il libro, come se avessi paura che quell’idiota possa entrare da un momento all’altro e strapparmelo dalle mani... E continuo a piangere, inesorabilmente, fino ad addormentarmi con libro stretto in grembo.
 
Non so quanto tempo sia passato, ma mi sono svegliata all’improvviso, come se avessi un presentimento.
Mi tocco le guance, sono bollenti e di sicuro rossissime. Le lacrime sono sparite ma sento gli occhi pulsare, gonfi di pianto.
Tengo ancora il libro, ma quella macchia di inchiostro e ancora lì, e sento una stretta al petto.
Se io lo facessi a te Andrè... Tu capiresti cosa significa soffrire, essere Caino, ma soprattutto subire i rimproveri di tutto e di tutti per il tuo essere sbagliato.
Ti sentiresti fuori posto, e magari inizieresti a capire cosa si prova a esser sbagliati, dimentico che gli angeli sono perfetti, ma come essi, puoi sempre precipitare negli inferi allo stesso livello di Caino.
Mi guardo intorno, silenzio. Non c’è un rumore in casa, devo essere sola.
Eppure sento che c’è qualcuno che ha bisogno di me.
Come un lamento... Qualcosa che graffia da qualche parte...
E all’improvviso ricordo...
-IGOR!!!-
Lo sento miagolare debolmente e raschiare, deve essere nello stanzino.
Ossignore, ti prego, Igor no. Il mio cucciolo no, ti prego. Non può essere stato così cattivo...
Apro la porta di scatto e vedo Igor steso che miagola debolmente, deve aver cercato di aprire la porta tutto il giorno a giudicare da come ha ridotto il legno.
È stanchissimo, povero amore mio.
-Igor... Piccolino mio. Stai bene?-
Mi accovaccio e mi avvicino a lui aprendo le braccia.
Si tira indietro, intimorito.
..... Ha paura. Perché hai paura di me? Cosa ti hanno fatto? Perché sei da solo qui dentro? Chi è stato?
Gli accarezzo la testolina e inizia a rilassarsi leccandomi la mano.
Mi si avvicina e lo prendo in braccio dandogli un bacio.
-Va tutto bene amore, c’è mamma qui. Non preoccuparti.-
Ritorno in camera e lo appoggio sul mio letto, mentre sprofonda in un sonno profondo.
Prendo il libro e lo appoggio sul comodino.
Coraggio Oscar, basta piangere. Nonna non avrebbe voluto, coraggio. Sei forte e lo sei sempre stata...
-Sono a casa!-
Eccolo.
È tornato lo stronzo.
Sento una scarica di calore riempirmi le vene, e una strana adrenalina crescere dentro di me.
Ho solo voglia di ucciderlo, non riesco a contenermi.
La rabbia si impossessa di me e non riesco a fermarla.
Voglio farti soffrire Andrè, voglio vedere le tue di lacrime e farti capire quanto faccia male.
A costo di ucciderti con le mie mani.
Scendo le scale lentamente e lo vedo togliersi il giubbotto e il casco.
I capelli sono tornati più o meno normali e ha la bocca piuttosto arrossata.
-Ehi, sei arrivata prima di me. Come hai fatto senza moto?-
Sorride, ma non gli rispondo, camminando imperterrita con gli occhi ridotti a due fessure.
-Si può sapere che hai? Sembri la bambina di The Ring.-
Mi avvicino a lui e sento la mia voce sibilare –Sei uno stronzo...- e subito dopo assestargli un pugno in pancia così forte da farlo accasciare.
Non sono muscolosa, ma sento che non è la forza fisica a guidarmi, ma solo la mia rabbia cieca di vendetta.
-Ma che cazzo... Sei scema?-
Gli do un altro pugno in faccia, facendolo cadere e sanguinare dal naso.
Voglio vederti piangere Andrè, come tu hai fatto disperare me. Non merito che un viscido verme mi veda in lacrime.
-Oscar ma che...-
Lo prendo per il colletto e sbatto contro il muro, benché lui sia più pesante e più forte di me.
Non reagisce, e mi fa imbestialire.
Devi soccombere per mano mia, ma voglio che ti bruci la sconfitta, per dimostrarti quanto faccia male.
Pugni, calci, schiaffi.
Continuo finché non ho il fiatone e tu non alzi un dito , mi lasci fare.
Il naso ti sanguina copiosamente, hai le braccia piene di graffi e ti ho assestato così tanto calci che mi stupisco come tu faccia ancora a stare in piedi.
-.... Ora, mi puoi dire perché mi hai picchiato?-
Sento la rabbia risalire e lo afferro di nuovo per il colletto avvicinandomi al suo viso martoriato.
-Sei la persona più spregevole di questo mondo Andrè. A te non interessa cosa provano gli altri. Tu vuoi essere solo ed esclusivamente il primo. Sei un verme, niente di più. Mi disgusta toccarti e sporcarmi del tuo lurido sangue...-
Gli do altri pugni, per poi buttarlo a terra e poggiarmi sopra di lui e continuare a picchiarlo sempre più forte.
Fino a quando non mi afferra i polsi.
-Smettila Oscar! Che cazzo vuoi? Ti sei rincoglionita??-
Lo fisso dritto negli occhi.
Mi fai schifo, non meriti nemmeno che ti cammini sopra.
Eppure un ghigno strano spunta sul mio viso.
-Ti dice niente Baudelaire?-
Vedo i suoi occhi sgranarsi e il suo respiro farsi più corto.
-Oscar... Aspetta...-
Lo afferro per la cottola e lo avvicino a me quel tanto che basta che i nostri visi si sfiorino.
-Hai distrutto la cosa che amavo di più al mondo... Sei talmente infimo da non affrontarmi direttamente, ma farmi del male attraverso certe cose. Mi fai schifo. Avrei voglia di ucciderti, sai? Sai cosa significasse per me quel libro?- lo scuoto- RISPONDIMI!-
-N-No...-
Sento l’adrenalina sparire e fare spazio alla disperazione di prima, e tutte le lacrime riaffiorare.
-Era l’ultimo regalo di mia nonna...- sussurro. Mentre le lacrime scendono. Non riesco a fermarle, sarebbe inutile. In questo momento non mi importa cosa stia pensando lui –Hai distrutto ciò che mi ricordava lei... Sei stato così meschino...-
-Non lo sapevo...-
Mi alzo e mi asciugo le lacrime, per poi guardarlo negli occhi di nuovo, dall’alto al basso.
Come se stavolta fossi stata l’Arcangelo Michael ad averla vinta su un diavolo.
Il suo respiro è corto e il sangue continua a scendere, ma non mi interessa. Perché lui sa cosa voglio dirgli e non potrà rispondermi, non può farlo.
-Ti odio.-
Abbassa lo sguardo rimanendo sul pavimento, e risalgo in camera mia, piangendo di nuovo tutte le lacrime che mi restano.
 
Sono passate molte ore da quando sono scesa, e Cèleste e papà sono tornati.
Li ho sentiti parlare e lanciare un urlo. Molto probabilmente avranno trovato Andrè imbrattato di  sangue e quel bastardo avrà raccontato tutto.
Non sento più niente, né dolore, né rabbia.
Niente.
Accarezzo Igor, e non provo niente.
Come se fossi dentro una bolla.
Niente. Assolutamente niente.
Non mi interessa essere punita. Tanto ormai sono abituata, anzi, la prenderei come una vittoria su quel verme.
-Oscar! Scendi!!-
Sento la voce di mio padre chiamarmi.
Lascio Igor e scendo.
Cèleste e il verme sono in piedi vicino al camino, mentre mio padre sulla poltrona.
Il verme non osa alzare lo sguardo, che essere immondo e codardo.
-Oscar, stamattina hai esagerato, sappilo. Stavolta non la passi liscia.-
Mi viene da ridere.
Quando non la passo liscia?
Ma improvvisamente la voce del verme mi risveglia dai miei pensieri.
-Renier, scusami, non è stata Oscar. Stamattina ho scambiato la lozione con lo shampoo. Non lo avrà fatto apposta. È stata colpa mia. Davvero.-
Vedo gli occhi di mio padre sgranarsi e passare da me ad Andrè, quando si alza di scatto e si avvicina ai miei occhi gonfi.
-Oscar... Hai pianto?-
-No papà.-
Sposto lo sguardo su Andrè, e anche lui mi guarda.
Si aspetta di essere punito, così farà la parte dell’eroe.
-Oscar è successo qualcosa?-
Fisso di nuovo i suoi occhi verdi. Sappi che stavolta non l’avrai vinta.
Mi sono scocciata di te e di tutte le tue vittorie angelo travestito.
È ora di smetterla con questa messa in scena.
-No papà, non è successo niente.-
Ti osservo di nuovo, e stavolta hai abbassato lo sguardo.
 
 
Sono di nuovo sul pavimento, con Igor in braccio.
Ho fatto i compiti, e non so più cosa fare.
Ti ho sentito dire che hai fatto a botte con un compagno di classe, poi il silenzio.
Non riesco a non odiarti.
Sei la persona che mi ha distrutto la vita e non posso perdonartelo.
 
Race D’Abel, ton sacrifice*
Flatte le nez du Séraphin!
 
Race de Caïn , ton supplice**
Aura-t-il jamais une fin?
 
Il tuo stupido sacrificio, Abele, non è altro che una dimostrazione di codardia.
Sei stato così schifoso da voler fare la parte dell’eroe, facendomi passare per quella che non si prende le proprie colpe.
Eppure non hai avuto il coraggio di dire che ti ho picchiato, e perché.
Sei stato così infimo da stare zitto, e non ammettere cosa è successo.
Caino, avrà mai fine il tuo supplizio? Sempre all’ombra di questo dannato Abele, che ti fa principe delle ombre.
Mentre lui risplende con le sue ali nelle nuvole...
Tu stesso Andrè hai brillato fra le nuvole come un angelo, ma sei uguale a Lucifero.
Pretendi di essere al di sopra di tutto.
E finirai come lui, in una coltre di vermi, rinchiuso negli inferi.
Do un altro bacio a Igor, quando sento qualcuno bussare alla porta.
Mi alzo e vado ad aprire.
Non c’è nessuno, e abbasso lo sguardo.
Un piccolo pacchetto azzurro legato con  un fiocco oro giace sul pavimento.
Mi guardo in giro e non vedo nessuno.
Lo prendo e sento che è umido, chissà perché.
Lo scarto.
È un libro nero, con la copertina dura e placcata agli angoli da del metallo dorato.
È rifinito nei minimi dettagli, la carta è bianca e profumata e la rilegatura migliore che abbia mai visto.
Giro e leggo il titolo scritto in eleganti lettere d’oro sulla copertina:
Les Fleurs du Mal.
 
*Razza d’Abele, l’incenso che offri
Alle nare degli angeli si sposa.
 
**Razza di Caino, quel che soffri
Non avrà dunque mai fine né posa?
 
 
Angolino dell’autrice sadica§
Salve gente!
Visto? Oscar ha reagito in modo molto ponderato e gentile XD *Come quando non riesci a prendere il gelato dal freezer N.D. Alain* *-.- Senti tu... N.D. Io* *Sìììì? U.U N.D. Alain* *... Sparisci. N.D. Io*
Comunque, tranquille il gatto è salvo XD Quello che sta messo un po’  maluccio ora è Andrè. *So che Cruel Heart ne è MOLTO dispiaciuta*
Diciamo che la rabbia di Oscar è piuttosto cieca e un po’ folle per poi sfociare nelle lacrime. Picchia Andrè ma si sente anche peggio rispetto a prima.
Mentre Andrè ha dei sensi di colpa grandi quanto una casa. U.U
Inoltre... E’ apparso questo libro dal nulla. Ed è quello che è stato distrutto, è passato Babbo Natale in anticipo? *E a me i regali? N.D. Alain* *U.U No, perché sei cattivo. N.D Io* *Uffo. Cattiva. N.D Alain cucciolo*
Nel prossimo capitolo non ci saranno risse tranquille XD In realtà devo ancora decidere cosa può esserci. Ci sto lavorando XD
Baci!
A presto!

Glaphyra
 
P.S. Cruel Heart non ricattarmi con questi scambi di informazioni poco puliti. ANDERSTAND? XD
 

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Stepbrothers

 
 
Apro gli occhi, è già mattina.
Guardo la finestra mentre dei piccoli raggi di sole fanno capolino nella mia stanza.
Sposto lo sguardo sul mio comodino e vedo il libro nero.
Ghigno.
La vendetta e dolce, tanto dolce.
Ho passato tutta la notte a leggerlo e mi è bastato per avere un’illuminazione. Ed è stato proprio il libro a darmela.
Grazie Baudelaire, ma soprattutto... Grazie Abele.
Sei stato così gentile da servirmi la vendetta su un piatto d’argento.
Afferro il libro e lo sfoglio nuovamente, sogghignando.
All’ultima pagina trovo ciò che cercavo, un semplice biglietto azzurro cielo.
Su questo piccolo foglietta c’è scritta la resa del benedetto Abele, sceso negli inferi assieme a Caino.
Comprendendo finalmente cosa si prova a essere incatenati alla terra e non poter spiccare il volo.
Il sentirsi dei viscidi vermi che non sono degni di essere perdonati.
Poche parole scritte velocemente, sbavate e a volte incomprensibili.
Perdonami,
so che non serverà, ma spero che mi aiuti ad arrivarci al tuo perdono.
Poi dicono che è Caino quello infimo...
Ma almeno Caino non cerca di comprarsi il perdono degli altri in questo modo indegno.
Stringo così forte il volume che potrei anche romperlo se volessi, ma sarebbe solo un grande spreco.
Non è giusto che un libro così bello paghi per chi merita di essere punito.
No... Sarà qualcun altro a pagare per quello che ha fatto.
Poiché non merita il mio perdono.
 
Poso Igor delicatamente sulle lenzuola, lasciandolo dormire indisturbato e inizio a vestirmi con attenzione.
Oggi è domenica, e andrò a vedere la partita da Hans.
Non mi interessa se ci saranno Marie e lui, non mi importa. Oggi voglio solo passare un pomeriggio a mangiare schifezze col mio amico.
Non importa se lui guarderà Marie.
Non importa se non noterà che ho dei jeans stretti, messi solo per lui.
Non importa se passerà il tempo a sospirare per lei e non mi degnerà di uno sguardo.
Non importa, tanto ormai lo so, e non posso farci niente.
Sospiro e mi avvio verso la porta, per poi tornare indietro a prendere il libro.
È ora di avere la vittoria definitiva.
 
Scendo e lo trovo da solo in cucina già vestito di tutto punto.
Non c’è nessun altro, solo lui.
Stringo forte il libro ed entro in cucina.
-Buongiorno.-
Non alza nemmeno lo sguardo, e mugugna un flebile ‘Buondì’.
Poggio il libro sul tavolo, per fare in modo che lo veda, ma che soprattutto si illuda.
Sì, che si illuda di aver ricevuto la tanto agognata assoluzione, ma non ha proprio compreso dove voglio arrivare.
Mi siedo accanto a lui. Sembra quasi intimorito da me, e non faccio una piega.
So che lui lo ha visto. E so anche che spera che io gli parli per sentirsi dire quello che vuole.
Mi dispiace Andrè, ma il perdono non si ottiene con delle cose.
Bisogna conquistarselo sudando sangue.
Lo osservo sottecchi, sento il suo sguardo su di me.
-Andrè.-
Trasalisce, convinto di sentire ciò che desidera.
-Sì...-
-Hans mi ha invitato a vedere la partita, ha invitato pure te.-
-Ah...-
-Viene anche Marie.-
-Ok...-
Finisco di fare colazione per poi alzarmi di scatto e prendere il libro.
-Ci vediamo.-
Non mi risponde, e stavolta ho la conferma di aver pugnalato Abele dove fa più male.
 
Esco di casa e sussulto.
La mia moto.
La mia moto è qui, quando io l’avevo lasciato a scuola.
Non è possibile...
Tiro fuori le chiavi e le infilo nella toppa...
E il motore si accende.
Funziona... Non posso crederci.
È qui e funziona.
Mi volto di scatto verso casa, sentendo lo sguardo di Andrè su di me, ma non c’è nessuno. O meglio, non vedo nessuno, perché lui c’è.
Non riesco a non essere felice, ma...
Ma è un atto di pura compravendita.
Lo ha fatto solo per ottenere qualcosa da me, nulla di più.
Non è nient’altro che una disperata richiesta di perdono attraverso gesti vuoti.
Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!».*
Ti guardo un’ ultima volta, attraverso il casco.
A dopo Abele, Caino ti sta aspettando.
 
Arrivo di corsa da Hans, mi sono distratta mentre correvo in moto e ho fatto tardi.
Infilo di corsa in borsa il libro e suono, lui mi apre la porta sorridente.
-Ciao Oscar! Pensavo non saresti più venuta.-
-Scusami Hans, ho avuto un contrattempo.-
-Non preoccuparti, su entra. Marie è già arrivata.-
Sento il mio cuore andare a pezzi.
Marie... E’ già arrivata.
È stata da sola... Con lui.
Sono sempre di troppo... Ti piace troppo Marie, vero Hans? Lo vedo da come la guardi insistentemente... Da come diventi rosso ogni volta che ti parla... Come divento io con te.
Non mi hai quasi notata, hai parlato solo ed esclusivamente con lei, come se io non esistessi.
Perché non te ne accorgi?
Guardami... Ti prego...
-Oscar! Sei arrivata finalmente!-
Vedo Marie correre verso di me e abbracciarmi forte.
-Ciao Marie.-
-Cos’è quel muso lungo? È successo qualcosa?-
Scuoto la testa e lei mi sorride.
-Mi fa piacere che tu sia qui.- poi la vedo arrossire di botto, e so perfettamente cosa mi chiederà.-Ehm.. Oscar, Andrè... Andrè viene?-
Sospiro pesantemente, ti desiderano tutti.
-Non lo so Marie, non sono la custode di mio fratello**.-
Non mi risponde e vedo la sua attenzione spostarsi sulla mia borsa, con il libro esposto in bella mostra.
-E quello cos’è? L’Horcrux di Voldemort?- ride per poi afferrarlo
-Lascialo Marie!-
-Che palle, ancora Baudelaire Oscar? Ma non cambi mai! Vediamo un po’, questa edizione è nuova.-
Sì, leggi Marie, leggi. Metti in atto ciò che sto progettando da ieri.
-Ehi, ma sta un biglietto!-
La vedo leggerlo e diventare i suoi occhi sempre più interessati, fino a quando non alza lo sguardo scioccata.
-Oscar... Chi... Chi te l’ha regalato?-
Ha inizio la vendetta, e non vedo l’ora di vederti qui Andrè.
-Non ne ho idea Marie...-
-Un ammiratore segreto!!!!!- squittisce entusiasta –Oscar! Un ammiratore innamorato! Ti ha regalato una copia costosissima di questo libro!! In Francia ce ne sono solo settecento copie di questo! Costa un sacco di soldi!-
So che costa tantissimo Marie, e so anche che la persona che me l’ha regalato avrebbe comprato pure tutte le copie di questo mondo per ottenere ciò che desiderava, ma non lo avrà.
Hans si avvicina con uno sguardo interrogativo e Marie gli mostra il biglietto...
Ma conosco già la tua reazione, non farai altro che sorridere ed essere felice per me.
Non sarai geloso, non sentirai assolutamente niente... Come sempre altronde.
È questo quello che mi fa male Hans, che io per te sia così dannatamente scontata, che non valga niente.
E non è giusto che sia solo una seconda scelta... Quando vedo i tuoi occhi dardeggiare su Marie ogni volta che la guardi.
I tuoi sogni inconfessabili si leggono nei tuoi occhi, come tu leggeresti i miei se ti sforzassi di guardare anche poco oltre, ma farebbe male ad entrambi...
-Hanno suonato, vado ad aprire.-
Vedo Hans correre verso la porta e Andrè entrare con un sorriso entrare ringraziandolo.
Marie gli corre incontro abbracciandolo, eppure lui sta guardando me, e quello che ottiene è solo un semplice sguardo freddo.
 
È più di un’ora che stiamo guardando la partita e non riesco a concentrarmi minimamente.
Ho la testa completamente in apnea, non riesco a seguire né i miei amici, né il calcio. Sono sulle nuvole, ma Marie inizia a farmi precipitare a terra.
-Andrè! Lo hai saputo?-
La guardi sorpreso mentre ti abbraccia. –Cosa?-
-Oscar ha un ammiratore segreto!-
Sgrani gli occhi e il tuo stupore ti spinge a non crederci al primo colpo. Forse hai intuito dove voglio arrivare...
-Davvero...?-
-Sì, pensa, le ha regalato una copia costosissima dei ‘Fiori del male’!-
Alzo lo sguardo e vedo le tue guance diventare bordeaux, mi guardi e la rabbia si fa spazio nei tuoi occhi, lanciandomi saette.
Vorresti prendermi a pugni, vero? O sei così codardo da avere paura di combattere contro una donna?
Mi vorresti uccidere, come io avrei voluto ucciderti ieri.
Capisci cosa significa ora?
Impara, che ad essere Abele si pagano molti scotti.
La perfezione ti spinge a non sbagliare.
Io a differenza tua posso errare quanto voglio, senza mai dovermene pentire, ma tu... Tu hai indossato la maschera dell’angelo e dovrai tenerla per sempre, anche quando ti andrà stretta e quando ti soffocherà. E io sarò lì. E sarò libera.
-Wow...-
-Domani lo dirò a tutti!!! Dobbiamo trovarlo questo ammiratore Oscar!-
Ghigno e ti guardo negli occhi, e stavolta mi sfidi, tenendo alto il verde brillate contro il mio azzurro.
-Ovviamente Marie.-
Non volti e non abbassi gli occhi Abele, non hai paura di come Caino potrebbe distruggerti?
Stavolta sarà una guerra da pari a pari, e non ci saranno colpi bassi. Voglio vincerti da cavaliere onesto, e vedere la tua ferita sanguinare facendoti soffrire.
 
 
*Genesi 4 versi 10-15

**Direi che solo una persona potrebbe dire questa frase;)
 
 
Angolino dell’autrice§
Salve gente!
Allora, chiedo scusa per il piccolo ritardo, ma sto capitolo dire che è venuto male e dire poco.
Fa a dir poco schifo.
Scusatemi davvero, ma non mi è uscito di meglio, l’ho riscritto tre volte e nada. Mi dispiace.
Come vedete Oscar ha macchinato di mettere Andrè in ridicolo davanti a tutti, ci riuscirà? Avrà davvero senso?
La nostra Oscar si tiene il libro XD Ma solo perché troppi ben rifinito per farci un falò.
Mentre Andrè... Si prepara alla resa dei conti.
Chissà che Oscar non lo uccida di nuovo di botte.
*Ma tu un po’ zitta non ti sai stare? N.D. Alain* *U.U Nu. N.D. Io*
Vi ringrazio per le recensioni, e mi dispiace non poter sempre rispondere. Lo faccio quando ho un buco libero, cioè mai T^T
Davvero, scusatemi, cercherò di rispondere a tutte.
A presto,

Glaphyra=)

P.S. Grazie She_Paperwork, senza di te ora starei a sbattere la testa contro il muro XD

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Stepbrothers

 
È appena finita la partita e io saluto Hans e Marie di corsa, infilando il casco e sgommando a casa.
Coraggio Andrè, ti aspetto.
Ci saremo solo io e te a casa, papà e Cèleste sono in Provenza.
Facciamo in modo di concludere la battaglia, perché sono stufa di te.
Poggio il casco e corro a prendere Igor. Voglio vedere come sbotterai, facendo saltare la tua adorabile maschera.
Ti aspetto un paio di minuti, finché non sento il rombo della moto vicino casa.
Un ghigno spunta sul mio viso quando ti vedo entrare.
Hai il fuoco negli occhi e ti avvicini piano.
-Piaciuta la partita? Abbiamo vinto, il Liverpool è davvero scarso.-
-Mi fai schifo.- sibili stringendo gli occhi a due fessure.
Ti brucia, vero? Ora sai cosa si sente. Non è piacevole, no? Povero angelo, cosa ti è successo? Hai forse aperto gli occhi, e compreso che non eri altro che uguale a Caino?
Illuso.
Sei fatto della mia stessa sostanza, e sai di essere uguale a me.
Se io sono meschina, tu lo sei ancora di più nascondendoti.
-Di cosa parli?-
Mi afferra per le spalle sbattendomi contro il muro e avvicinandosi a me.
Vorrebbe intimorirmi? Questo è tutto ciò che sa fare? Sei davvero spregevole...
-Ti è piaciuto mettermi in ridicolo? Sai perfettamente di cosa sto parlando. Sei davvero una stronza.-
Avrei voglia di picchiarlo ancora, e ancora, e magari questa volta lui reagirà, facendomi più male nel corpo, ma non nell’anima.
Mi hai fatto disperare una intera notte, facendomi tornare alla mente cose che volevo dimenticare. Mi hai fatto piangere, come non avevo mai pianto prima d’ora.
È ora di vendetta, domani vedrò le tue di lacrime, quando tutta la classe lo saprà, e riconoscerà la tua calligrafia.
-Fa male eh? Così impari, così capisci. Tu lo hai fatto apposta! E non hai capito cosa significhi ottenere qualcosa solo perché lo si merita veramente.-
Mi fulmini e sento che ti stai trattenendo dal non farmi a pezzi, ma sai che io ti risponderei con la stessa moneta.
-Finiscila Oscar!!! Tu ti arrampichi sugli specchi!-
Percepisco di nuovo la rabbia di ieri tornare viva dentro di me.
-Io!! Andrè, tu non sei altro che un ipocrita. Pretendi che tutti ti amino e ammirino e non ti senti in dovere di sbagliare. Ti senti perfetto, quando non vedi che sei il primo che sbaglia. Sei un inetto, e non te ne vuoi rendere conto. Non vuoi ammettere a te stesso che puoi sbagliare... La tua messa in scena mi ha stancata... Cosa pretendevi? Che ti perdonassi? Sappi che non ti perdonerò mai per quello che hai fatto. MAI. Sei la causa di tutte le mie rovine e hai pure il coraggio di chiedere perdono attraverso degli oggetti materiali...Senza avere nemmeno le palle di firmarti... Sei disgustoso.-
Lasci la presa sulle mie spalle e mi guardi senza parlare.
-Non hai neanche il coraggio di ammetterlo. Non hai nemmeno il coraggio di chiedere perdono di persona. Mi rinfacci sempre tutto, quando invece sei tu il primo a dover imparare...-
Mi guardi ancora, e nei tuoi occhi non vedo più né odio, né rabbia.
Qualcosa di distante e irraggiungibile. Qualcosa che non riesco a capire.
Vedo che potresti scoppiare in lacrime in questo momento e allo stesso tempo prendermi a calci.
Non so cosa farai, ma sappi che ad ogni azione c’è una conseguenza.
Eppure sento le tue braccia tornare sulle mie spalle e mi spingi verso di te, abbracciandomi.
Rimango immobile, non so che fare.
Non piangi, non urli, non fai niente. E io non ti abbraccio come tu stai facendo con me.
-Sono stato meschino, lo ammetto, non si può chiedere perdono in un modo così basso e indegno. Lo ammetto, sono stato io a regalarti quel libro. Lo ammetto, e mi dispiace.-
Avrei voglia di ridere, Abele che chiede perdono a Caino.
È davvero il colmo.
Forse ora che sei così in basso ti accorgi di quanto tu sia vicino all’abisso e chiedi conforto.
E lo chiedi a me? Che pendo nell’abisso da quando sei arrivato tu, angelo mascherato?
Pretendi che ti consoli?
-Oscar... Mi perdoni? Ti prego.-
Mi allontano da lui, staccandomi dal suo petto e non lo guardo nemmeno, poiché lui ha già capito la risposta.
 
E’ passata una settimana da quella domenica, e io e Andrè non abbiamo più parlato.
Alla fine mi sono arresa, queste vendette da bambini sono davvero stupide, e ho detto a Marie che era solo un semplice regalo di mio zio.
Stranamente non provo sensi di colpa o nulla di simile.
Abbiamo passato giorni interi a non parlare, e benché Cèleste mi abbia domandato più volte cosa fosse successo io ho sempre negato.
Ma so che lei ha intuito.
Quella donna è apparentemente assente, ma percepisce i sentimenti e li comprende, senza mai impicciarsi.
Sa che sono stata io a picchiare Andrè e sa anche il perché, ma non lo esterna mai.
Mi osserva, e legge a fondo i miei pensieri come nessuno ha mai fatto  prima d’ora.
Ormai è tutto passato, e ho le palle piene di Andrè, questo libro e tutto il resto.
Mi va bene come passa la mia vita, e addirittura sono anche migliorata a scuola, così mio padre non avrà più di che rompere.
Oggi finalmente uscirò con Rosalie, mia cugina, che è venuta a trovarmi da Caen.
Era da tanto che non la vedevo e sono felicissima di rincontrarla.
Quando eravamo piccole dormivamo sempre assieme, raccontandoci le storie e giocando con i peluche.
Da quando i miei zii si sono trasferiti in Normandia la vedo solo poche volte l’anno ed è una cosa che mi rattrista molto.
È speciale, è la mia sorellina acquisita.
Tra poco arriverà il treno e sono già alla stazione, pronta per accompagnarla a casa.
-Rosalie! Rosalie!!!-
È sempre la solita.
Con la sua piccola valigetta e i capelli legati con un nastro colorato che cambia ogni giorno a seconda dell’umore.
-Oscar!!!-
Mi corre incontro e mi abbraccia.
Quanto mi è mancata!
-Come stai? Sei cresciuta tantissimo! Ma in Normandia è l’aria di mare che ti fa crescere?-
-Ahahaha, scema. Mamma e papà mi mettono a lavorare nel negozio, e sai quanto non mi piaccia dover parlare con gente che non conosco...-
Ridacchio, è rimasta proprio uguale.
Rosalie Polignac è la primogenita della sorella di mia madre, Yolande. La loro famiglia tiene in gestione da anni un bellissimo negozio di Louis Vuitton dove va a fare spese praticamente tutta la Normandia altolocata.
Rosalie non è mai stata amante di quel genere di persone, poiché le definisce ‘dei gamberi travestiti da ornitorinchi’ e detesta stare in negozio, a differenza di sua sorella minore, Charlotte.
Sua madre ha sempre cercato di farla fidanzare con ragazzi molto ricchi e facoltosi, ottenendo sempre un grandissimo fiasco. Non è di molte parole, è molto timida e scoppia a piangere per un nonnulla, ma soprattutto non è minimamente interessata ai soldi.
Corriamo sul primo autobus e iniziamo a raccontarci le cose successe in questi ultimi mesi.
L’ultima volta che è venuta a Parigi si è innamorata di un ragazzo che viene in classe con me, anche se non ci ha mai parlato.
Si chiama Bernard Châtelet ed è un tipo molto brillante e attento, anche se un po’ troppo impulsivo.
-Bhe, come sta Andrè?-
Uhm... Che palle. Ora attacca con la solita solfa.
-E’ vivo.-
Per lei Andrè è innamorato di me, ma so che quando tornerò a casa le darò la dimostrazione che si sbaglia di grosso.
-Dai Oscar...-
-Che vuoi? È vivo, cammina , mangia, parla, beve e va in bagno.-
Sbuffa e prima che ricominci prendo la sua valigia e mi alzo di scatto.
-Andiamo siamo arrivate.-
Mi segue a ruota, e la vedo inciampare appena guarda vicino alla porta.
Alzo lo sguardo e vedo Andrè e Marie in piedi vicino alla porta..
...Che si baciano.
 
 
Angolino dell’autrice§
Chiedo venia per il ritardo T.T Ma la scuola è deleteria.
Inoltre sti capitoli vengono sempre più male e non so più come fare.
Comunque, colpo di scena gente! Marie che bacia Andrè!
*poco colpo di scena per Cruel Heart XD*
Quindi alla fine questo amore era ricambiato! Ehehheh alla fine Andrè ha trovato la ragazza giusta! XD E Oscar? Il suo ragazzo? XD
Ehhh dal prossimo si inizia a ragionare.
A presto!
P.S. Cruel Heart...GRAZIE. Per tutto, perchè se facessi una lista... Non finirebbe più =)

Glaphyra =)
 

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


Stepbrothers

 
 
Fisso per un secondo la scena che si presenta davanti ai miei occhi. Sono sveglia?
Marie e Andrè?
Si stanno baciando?
... Starò ancora dormendo. Non è possibile.
Ad Andrè non è mai interessata Marie, ma mai e poi mai.
Lui non ha mai trovato una ragazza che gli andasse davvero a genio, figuriamoci Marie!
Per carità, Marie è una ragazza splendida, ma di solito la prima opinione di tutti è quella di una ragazza frivola e sciocca.
Quindi non capisco proprio cosa abbia spinto Andrè ad interessarsi a lei.
Guardo Rosalie, ha la bocca spalancata dallo stupore e la valigia per terra.
-Ehi, ti senti bene?-
La aiuto a rialzarsi e a pulirsi i jeans.
-M-Ma....?-
-Hai visto? Te lo avevo detto.-
Afferro la valigia e mi avvio a passo di marcia verso la porta e vedo Marie e Andrè staccarsi lentamente.
Mi danno il voltastomaco, farò in modo di non guardarli, sono penosi.
-Oscar!- Ecco, lo sapevo che Marie mi metteva in mezzo.
-Ehm... Sì?-
-Ti stavo aspettando.-
-Ah? Davvero? Bhe, ero andata a prendere mia cugina. Te la ricordi Rosalie?-
Sento lo sguardo di Andrè su di me, ma non ho intenzione di degnarlo nemmeno della mia parola.
Ho impiegato molto tempo per creare questo nuovo equilibrio, e non gli permetterò di distruggere tutto. Non mi interessa cosa fai e con chi lo fai, ti voglio solo fuori dalla mia vita. Non ne posso più di te.
-Sì! Certo che me ne ricordo! Ciao Rosalie! Come stai?- si stacca da lui per correre verso mia cugina e abbracciarla fortissimo.
La vedo arrossire e ricambiare timidamente l’abbraccio.
Alzo lo sguardo e incontro quello di Andrè, senza abbassarlo.
Sei diventato presuntuoso e arrogante Abele, il Signore ti punirebbe per tutto ciò.
A casa tutti hanno visto il tuo cambiamento e tutti hanno taciuto.
Ora quello taciturno sei tu, e nessuno sembra capire il perché.
Sei ipocrita, perché se non volessi attenzioni saresti il solito Abele festoso... Ma fai solo finta.
-Dai a me la valigia, la porto nella stanza degli ospiti.-
Ti porgo il bagaglio senza risponderti e sparisci in casa, quando sento Marie abbracciarmi da dietro.
-Oscar!! Sono così felice!!! Sono felicissima!-
Sospiro, come se non lo sapessi.
-Mi fa piacere Marie...-
-Non immagini Oscar! Ci siamo messi insieme!-
-Lo avevo notato...- dico ironica, ma non ci presta attenzione.
-Awww! È così bello... E poi come bacia! Non hai idea!!! È stupendo!!! E tu o sai, di ragazzi che baciano bene ce ne sono davvero pochi...-
Mi viene da ridere.
Stiamo parlando della stessa persona odiosa?
Lei non ha proprio capito niente di chi stava baciando.
Quel ragazzo non ha niente di bello e di buono in sé stesso... E’ solo un caso perso.
Meriterebbe di meglio di quell’Abele codardo e immondo.
Marie, ti prego, non permettergli di farti del male... Non ti vuole. Non ha mai voluto nessuna e tu non sei diversa.
Apri gli occhi!! Sei solo un oggetto di divertimento per lui!
Un essere come lui non è capace di provare amore se non per sé stesso...
-Sei un’illusa Marie...-
Si stacca da me e mi guarda negli occhi.
-... Cosa?-
-Non lo capisci, vero? Non è innamorato di te! Non lo è! Non lo sa nemmeno lui cosa sta cercando!! Perché non lo vuoi capire?-
Mi guarda stranita, come se fossi pazza.
-Oscar, ma che dici? Lui...-
-Lo conosco Marie! È solo un ipocrita!-
-Lo dici solo perché sei gelosa!-
Ah!! Io gelosa?? E di cosa?? Di loro? Di quell’essere??
-Perché dovrei essere gelosa di te Marie? A me non interessa Andrè e...-
-Ti interessa Hans, però.-
Mi sento sbiancare di botto.
Non è possibile... Lei...
-Cosa centra ora Marie, io..-
-Tu sei solo gelosa perché io sono riuscita a mettermi con la persona che mi piace e tu no!-
Sento il mio cuore iniziare a battere all’impazzata.
Non posso crederci... La mia migliore amica... Mi ha detto una cosa simile...
Io non ho mai fatto una gara con lei!! Non voglio crederci... Si sente superiore solo per una cosa simile??
-Marie, ascolta, non voglio litigare, va bene? Io ti sto solo mettendo in allarme. Quindi non prendertela con me!!
La vedo sospirare e fare un respiro profondo.
-Hai ragione, mi dispiace... Non dovevo... Scusami.-
Mi rilasso e distendo i muscoli facendo sparire tutta la tensione.
-Non fa niente, mi dispiace. Facciamo finta di niente.-
Mi sorride e mi abbraccia di slancio.
Rimango spiazzata, non sono abituata a farmi abbracciare. Né mio padre, né mia madre sono soliti ad abbracciarmi. Di solito capita a Natale o al mio compleanno... Che poi coincidono e fa niente, ma non ricevo e non dono manifestazioni di affetto.
Mi fanno abbastanza schifo.
Detesto la gente che si bacia davanti a tutti, con la lingua e senza, e tutte quelle stupide coppiette e non che si scambiano effusioni davanti agli altri.
Mi danno il voltastomaco.
Si stacca da me e mi sorride di nuovo.
-Vieni anche tu alla festa di Bernard?-
Che palle, odio le feste.
Le odio profondamente.
Detesto ballare e agghindarmi peggio di Madame De Pompadour.
Tutte le ragazze mettono vestitini corti che mettono in bella vista biancheria leopardata o di pizzo.
E giustamente la sottoscritta cosa indossa? Jeans e maglietta! Se lo scordano che io metta uno di quei cosi.
BHA.
Le donne, chi le capisce è bravo.
-Uhm... Marie.. Sai che odio le feste.- sposto lo sguardo e vedo Rosalie supplicarmi con gli occhi.
Non posso dirle di no, sarebbe la sua occasione.
-Va bene... Rosalie può venire, vero?-
-Ovviamente!-
Vedo il viso di mia cugina distendersi e sciogliersi in un sorriso. Spero di esserle di aiuto.
Poco dopo ritorna Andrè e Marie si appiccica a lui.
-Andrè! Verrano pure Oscar e Rosalie alla festa di Bernard.-
Lo vedo sbiancare.
Bernard è uno dei suoi migliori amici e tutta la scuola sa come finiscono le feste di Châtelet. Qualcuno finisce sempre per pagare almeno una penitenza pesante. Ecco perché lo detesto, è una rottura di palle infinita.
-Ah...-
Sembra assente, come se i suoi pensieri fossero rivolti altrove.
All’improvviso sento il cellulare squillare.
È il mio, ho ricevuto un messaggio.
Oddio, è di Hans.
Il cuore inizia a battere fortissimo.
Chissà cosa vorrà... Non posso crederci.
Lo apro tremante.
Ciao Oscar! =)
Hai saputo della festa di Bernard?
Ma che cazzo mi andava a chiedere?
Si era scimunito di botto? È logico che lo sapevo.
Quell’essere aveva postato l’invito su face book e praticamente aveva invitato mezza Parigi. Chi non lo poteva sapere?
Ciao Hans ;)
Sì, ho saputo, perché? Tu ci vai?
Dopo aver mandato il messaggio alzai lo sguardo e vidi Marie che mi salutava dicendomi che lei e Andrè andavano a prendersi un gelato.
-Vuoi un frullato Oscar? Sono diventata un missile a farli!-
Le sorrido, è sempre così dolce con me.
Mi spaparanzo sul divano nell’attesa del tanto agognato messaggio.
Sì,bhe, volevo chiederti se volevi venirci con me. Ti va?
Credo di aver riletto quel messaggio almeno un centinaio di volte prima di esserne sicura.
Hans mi stava invitando?? Mi stava invitando ad andare alla festa con lui! Da solo!
Ossignore!! Tutti questi anni passati a soffrire!
Cazzo sì!
Non ci credo! Hai finalmente capito!
Te ne sei accorto! Grazie Hans... Ti sei finalmente accorto di me...
Certo! =)
Grazie Dio grazie!!!
Non posso crederci!!! Finalmente!!! Non è possibile.
Passo da te alle otto :D
Ma anche prima se lo desideri amore...
Butto il cellulare sul divano e mi alzo di scatto mentre Rosalie rispunta dalla cucina.
-Andiamo Rosalie!-
Sono felicissima! Prendo il casco e le chiavi avviandomi verso la porta.
-Dove?-
-A fare shopping!-
Mi guarda come se avessi appena detto una bestemmia impronunciabile.
-Oscar... Ti senti bene?-
Le sorrido, sono davvero al settimo cielo.
-Mai stata meglio.-
 
 
Angolino dell’autrice sempre in ritardo§
Aluor, signore, chiedo venia. T.T
La scuola mi sta uccidendo.
Davvero, mi dispiace. Questo capitolo era già stato scritto un bel po’ di tempo fa, ma volevo aspettare per pubblicarlo, perché del dieci ho scritto sì e no due righe. T.T Davvero, mi dispiace. Non so come scusarmi.
Esco praticamente tutti i giorni alle due e non ho praticamente nemmeno il tempo di respirare. Spero che abbiate pazienza, per favore.
Questo non è un modo per dirvi ‘non scriverò più un tubo, mettetevi l’anima in pace.’
La cara Cruel Heart capisce perfettamente il mio disagio XD
Coooomunque, avete visto? È iniziata la svolta! EHHH
Avete visto! Sta succedendo qualcosa di molto particolare qui... Che sia l’inizio di una nuova storia?
Abele e Caino sono praticamente arrivati a schifio. Quindi ora ci potrà essere un miglioramento o un omicidio.
*hai usato praticamente un botto di volte. N.d Cruel Heart* *Come il vengo di ieri. N. d. io*
Spero di potervi far leggere al più presto il capitolo 10, mi impegnerò.
A presto,

Glaphyra=))))))))
P.S. Grazie ancora per le vostre recensioni, le leggo sempre, e vi ringrazio. Anche se non ho proprio tempo  per rispondervi, vi ringrazio dal profondo del mio cuore per la vostra immensa gentilezza! Siete davvero indispensabili per me. Senza le vostre recensioni avrei smesso di scrivere già da tanto.

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Stepbrothers

 
Mi sento Paris Hilton.
E questo non  va bene, non va affatto bene.
Non è normale che mi senta così felice in mezzo a certi capi d’abbigliamento che farebbero felice qualsiasi donna con un quoziente intellettivo di meno cinquanta.
Andiamo, ma che razza di vestiti mettono al giorno d’oggi? Ti si vede tutto il da dietro e da avanti, e che cazzo.
-Oscar!! Oscar!! Quel negozio!! Quello!!-
Sento le mie povere orecchie traforate dalle urla estasiate di Rosalie.
Io lo sapevo che dovevo andarci da sola, ma no. Io sono cogliona e mi porto mia cugina.
Brava Oscar! Brava! Adesso te la sorbisci tutto il pomeriggio.
Sarei dovuta uscire alla chetichella e tornare nascondendo in qualche angolo buio i resti del tradimento del mio onore.
Perché non c’è altro modo per definirlo, mi faccio pena da sola. Non è possibile abbassarsi a fare una cosa simile per un ragazzo.
Eppure la sto facendo, e ne sono pure contenta.
Non posso crederci, non voglio crederci. Sto per fare una follia, e spero di venir ricompensata come merito. Stavolta non accetto un rifiuto per nulla al mondo Hans.
Sto facendo tutto questo solo e solamente per te, devi ricompensarmi.
All’improvviso sento Rosalie trascinarmi verso un negozio tutto avvolto da strani luccichini e strass.
Mi ricorda tanto la casa di Barbie con cui Marie mi costringeva a giocare quando avevamo sette anni.
Brrr… Che orrore.
Ma mai quando ai miei diciassette anni quei coglioni dei parenti del fidanzato di mamma mi regalarono una Barbie magia delle feste.
Ero sul punto di commettere un omicidio di massa il giorno di Natale.
Ma cazzo, ma dico io, ma ragionate??? A una che compie diciassette anni le regalate una Barbie?? E per cosa la dovrebbe usare? Per fare riti vodoo e sedute spiritiche??
La mia ha fatto un viaggio nell’aldilà attraverso le rosse fiamme del gas di casa mia, mentre io cantavo canzoni sataniche per sottolineare il momento.
Ehm… Vabbe lasciamo stare, quelli sono da ricovero immediato.
-Oscar!! Oscar! Sveglia!!-
La voce di Rosalie mi riporta alla realtà, e una commessa bassina mi sta squadrando dall’alto in basso con fare curioso.
Mi sta già sulle palle, non sopporto la gente che mi squadra. Sono un normale essere vivente.
-Eh? Cosa?-
-Il vestito!-
-Ah sì…-
Già, il vestito… Ma io non so minimamente cosa comprare. Non ho mai comprato assolutamente niente da sola. L’abbigliamento è sempre stato l’ultimo dei miei problemi.
E ora? Cosa devo comprare? Cosa piace ad un ragazzo?
Come deve essere una gonna? Lunga? Corta? Con le balze?
Non ne ho la minima idea!
-Cosa desiderate signorine?-
Sento lo sguardo della commessa di nuovo su di me, e stavolta mi sento in imbarazzo, come se mi leggesse attraverso.
‘Sta stronza, ma che cazzo vuole da me?
-Ehm… Cerco un vestito.-
-Per cosa? Un matrimonio? Un ricevimento?-
-Una festa.-
La vedo indugiare sulle mie gambe e poi risalire.
Sarà lesbica, bha.
-Corto o lungo?-
-Lungo.-
Vedo gli occhi di Rosalie e la commessa sgranarsi di botto e puntarsi scioccati su di me.
Che ho detto?? Come cazzo deve essere un vestito??
-Lungo?? Oscar!!-
-Che vuoi???-
La signorina si toglie gli occhiali e si massaggia le tempie.
-Colore madmoiselle?-
Uhm… Che colore potrei mettere? Rosso? No, troppo femme fatale. Giallo? Così assomiglio ad un canarino…
Verde? Uhm… Ma il verde mi fa sentire un’imbecille. Non so perché… Arancione? Bleah, così magari mi scambia per uno che fa l’autostop.
E all’improvviso mi appare il colore giusto…
-Nero!-
Stavolta la faccia di mia cugina è davvero indescrivibile. Un misto di stupore e incredulità, come se avessi detto chissà quale bestemmia e cattiveria su qualcuno.
Bha, io certe volte non la capisco. Il nero è figo, ed è molto elegante. Che ha da obbiettare? È un po’ da dark, ma è davvero il top. Insomma ti snellisce, e va bene per tutto. O almeno questo era quello che sentivo dire da mia madre quando doveva uscire…
Vedo la commessa sorridere sorniona.
Ok, se prima mi stava sulle palle ora la odio proprio.
-Madmoiselle, quindi il suo obiettivo è sembrare Morticia Addams?-
-Ehi ma che cazz..-
Rosalie mi trascina sulla poltroncina e mi fa sedere.
-Ma si può sapere che..?-
-Zitta, che non sai una mazza di moda. Devi essere educata.-
Cerco di dimenarmi, ma non riesco minimamente ad alzarmi di un centimetro.
Vedo la commessa camminare verso di me con una pila di vestiti rosa confetto e salmone.
… Voglio morire. Rosa no. NO!!!
È un colore indecentemente femminile e inguardabile!!! Ma manco le mini little Sunshine mettono certe cose!!
Provo a fuggire di nuovo, ma fallisco di nuovo, lasciandomi cadere pesantemente sulla poltrona.
E questo era solo l’inizio di un incubo, ma io non lo potevo ancora sapere.
 
Ho provato più di cento abiti, non ne posso più di balze, seta, viscosa e roba varia.
Mi sta per venire il voltastomaco. Non ce ne è uno che mi piaccia veramente. Fanno tutti cagare.
Troppo semplici, troppo decorati, troppo poco appariscenti, troppo Madonna anni cinquanta.
Sbuffo innervosita.
Questo vestito che ho addosso è praticamente invisibile. È di un verde acqua trasparente, e mi si potrebbe vedere pure il pancreas per quanto è stretto.
Non riesco a muovermi un secondo che mi si vede subito qualcosa.
-Uhm… Non mi convince Oscar.-
-Ma va! Secondo te cosa c’è che non va?? Il fatto che sono praticamente nuda o che non posso muovermi??- sbotto.
Non ne posso più. Non posso fare una cosa simile, non è nel mio essere! Rosalie dopo tre secondi ha trovato il vestito giusto. Di un morbido rosa antico che scende fino al ginocchio.
Io non riesco a farmene piacere uno. Uno solo cazzo!!! Non chiedo tanto!!
-Scusa…- mi siedo e mi passo una mano nei capelli –Scusa Rosalie. Non volevo risponderti male… Ma non so davvero cosa fare…-
-Non te ne piace nemmeno uno?-
Scuoto la testa e sospiro. Sta andando tutto a rotoli… Non è giusto… Io mi sto impegnando…
Perché non c’è niente che mi vada a genio? Forse non è destino…
-Madmoiselle.-
Sento la voce della rompicoglioni parlarmi e alzo lo sguardo.
Mi trapassa da parte a parte e mi sento nuda, anche se in realtà praticamente lo sono.
-Sì?-
-Mi faccia capire. Cosa sta cercando.-
Sbuffo per l’ennesima volta. Allora è proprio ritardata! Non c’è molto da capire!!
-Un vestito…-
-Non quello signorina. Cosa vuole farci con questo vestito? Perché lo compra?-
Arrossisco di botto e leggo negli occhi della tipa una specie di luce.
-Mi faccia capire.-
-Ehm… Ecco… Io…-
-C’entra un ragazzo, no?-
Divento bordeaux e sento il cuore partire a tremila di pulsazioni.
Ma come si permette questa! Non mi conosce nemmeno!!
-Immagino di sì. E cosa dovrebbe suscitare questo vestito in questo ragazzo?-
Taccio.
Ha ragione… Non avevo mai pensato a cosa potrebbe suscitare in Hans questo vestito.
Mi ero concentrata solo ed esclusivamente sulla bellezza estetica dell’abito, senza contare che avrebbe dovuto far risplendere me, e non lui.
Sono io che devo fare colpo su Hans, non il vestito.
-…..Non lo so.-
Mi guarda di nuovo e stavolta per un bel po’ di tempo’. Non ho la minima idea di cosa stia architettando.
Inizio ad avere paura.
-Mi aspetti. Ho quel che cerca.-
La vedo sparire nel magazzino e i miei occhi incontrare quelli di Rosalie.
Non sappiamo cosa fare, ma l’unica cosa utile per il momento è aspettare.
Attendiamo per molti minuti, quando la ragazza fa ritorno dal magazzino con un involucro nero.
-Le assicuro che è quello giusto.-
Toglie la carta.
E non posso fare a meno di sorridere estasiata.
Sì, è proprio quello giusto.


Angolino dell’autrice casinista§
Bonsoir! Salve mondooo! Io sono tornata alla riscossa! XD Stranamente sono stata piuttosto veloce… Non abituatevi<3 che sono un danno XD
Coooomunque avete notato Oscar cosa sta combinando? EHHH XD Sta combinando un casino! Compra un vestito, e cosa succederà? Vi anticipo subito che lo scooop sarà nel dodicesimo capitolo XD *Questa cosa è diretta a Dalmata :D Così si prepara direttamente. Sono impaziente di sentire le sue magnifiche ipotesi =)*
Il prossimo arriverà a breve, o spero, sempre se non succede qualcosa prima… U.U Cruel Heart! IO NON POSSO AVERE PIU’ PUNTI NELLA SEZIONE AVRIL L. CHE IN LADY OSCAR!!! Faccio pena XD

Vi ringrazio ancora per le vostre recensioni! =D Siete molto intuitive<3 Grazie!
Alla prossima!

Glaphyra<3<3

P.S. Posso? Do u know what I mean! XD

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


Stepbrothers

 
Se dovessi comparare la mia faccia a qualcosa, direi che assomiglierebbe a una specie di poltiglia schifosa. È circa mezz’ora che Rosalie armeggia con una piccola borsetta rosa chiaro, da dove tira fuori diavolerie incredibili.
Inizialmente ha ricoperto la mia faccia con una crema schifosamente bianca e umida. Mi ha detto che si chiama “crema idratante”, ma a me sa tanto di presa per i fondelli.
Ho già addosso il mio vestito nuovo… E non so come definirlo… Se non meraviglioso. È di un blu oltremare lucido splendido. E’ ricoperto di un sottile strato di ricami neri che risalgono fino a un fiocco nero che mi stringe in vita. Secondo Rosalie si intona perfettamente ai miei occhi e mette in risalto le mie gambe. Non me ne frega niente se mette in risalto qualcosa, voglio solo che per una volta Hans mi veda come una donna… Una volta sola. Mia cugina mi ha costretto a comprare delle scarpe  che nemmeno sotto tortura avrei provato. Sono altissime! Che cazzo cadrò immediatamente! E farò una figura di merda! Almeno sono nere, quindi non farò la parte della Cenerentola cogliona.
-Oscar devi stare ferma!-
Sbuffo.
Io non devo più a mia cugina di aiutarmi per certe cose, diventa paranoica. Anche se in questo momento non riesco proprio a darmi pace.
Hans sarà qui fra poco, e sono super agitata. E se non gli piacesse il colore del vestito? E se gli sembrassi ridicola?? Il cuore sta per andando per i cazzi suoi, sono in preda al panico. Io lo sapevo che dovevo rifiutare! Ma no! Io devo sempre mettermi nei casini!!
Vedo Rosalie tirare fuori una specie di matita nera e rimango interdetta.
-Ehi! Io quella la uso per disegnare! Non provare a mettermela in faccia! Che schifo!-
Mi guarda per qualche secondo per poi sospirare sonoramente.
-Che caso perso…-
-Ehi ma…-
-Ferma!!! E soprattutto zitta! Se sbaglio poi sembrerai una imbecille!-
Mi fermo di botto.
Voglio che tutto sia perfetto.
Voglio che finalmente mi guardi come si guarda una donna.
Voglio che stasera sia veramente la serata giusta.
Sento qualcuno bussare alla porta del bagno e Rosalie aprire. È la voce di André.
-Rosalie io vado a prendere Marie. Avete bisogno di un passaggio?-
Non riesco a vedere, ma sono sicura che starà facendo di tutto pregare in un no. Non vuole mica avermi fra i piedi. Come d’altronde io. Non voglio che rovini tutto. Stavolta Abele non dovrà interferire con i miei piani.
-Io sì André, ti dispiace?-
-Figurati.-
Mascheri il tuo disappunto con un sorriso, anche se non ti vedo. Ormai penso che anche dentro di te sia nato il seme della solitudine e dell’odio. È brutto, vero Abele?
Ti logora nell’anima, e non ti lascia via di fuga, poiché si è radicato in te. Io ci convivo dal momento stesso in cui ti ho conosciuto. È tempo che anche tu senta lo stesso dolore solo e inascoltabile che mi tormenta. Perché nessuno, nessuno! Tranne me, può veramente capire quanto faccia male.
Non posso esserne felice, perché nemmeno Caino, precipitato negli Inferi più oscuri può provare la gioia perversa di vedere qualcuno soffrire.
Le tue ali stanno iniziando a perdere le candide piume, e a farti perdere quota, facendoti perdere la corona del Principe dell’Azzurro.
Quando toccherai terra ti farai male, molto male, ma nemmeno i miei Inferi ti accoglieranno.
Perché non riesco a perdonare il tuo essere codardamente perfetto.
Rosalie finisce di truccarmi, per poi darmi un bacetto e correre verso la porta.
-Ci vediamo alla festa Oscar, va bene? Stendilo!-
Le sorrido debolmente e la vedo uscire.
Mi sento la nausea per quanto mi sto agitando. Vorrei che arrivasse subito e che contemporaneamente non arrivasse mai.
Ho camminato avanti e dietro dalla mia stanza alla cucina per un tempo enorme. Non posso nemmeno sfogarmi con Igor. Il mio amore sta facendo la ninna. Non posso disturbarlo, mi dispiacerebbe.
Deve crescere, fa bene a dormire… Ma in questo momento mi sento una stretta così forte che non so se sedermi o stare in piedi. Se cammino le scarpe mi fanno male, ma almeno non penso… Ma poi mi faranno più male alla festa e non potrò ballare…
Che palle!!! Non ce la faccio più.
Corro di sopra e prendo I fiori del male,  una poesia a caso, una qualunque su cui ragionare.
Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées,*
Des montagnes, des bois, des nuages, des mers,
Par delà le soleil, par delà les éthers,
Par delà les confins des sphères étoilées,

Mon esprit, tu te meus avec agilité,**
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l'onde,
Tu sillonnes gaiement l'immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté.

Poesia meno pertinente non poteva esserci. Come faccio a essere felice.. . Cioè… Lo sono, ma… Ho una paura…
Respiro, coraggio Oscar. È una cosa bellissima. Stai per toccare i confini che vanno oltre le stelle… Lo desideri da una vita… Forza.
Ti piace da un botto di tempo, non devi farti venire strani dubbi, chiaro?? Rilassati… Stai bene, puoi farcela…
Mi alzo e mi rimiro di nuovo allo specchio. Ho speso una giornata intera per rendermi così. Mi sono truccata, depilata (che dolore disumano! Se becco chi ha inventato la depilazione lo picchio.) e ho messo un vestito che nemmeno nei miei incubi peggiori avrei mai immaginato. Ho delle scarpe che sembro una Barbie. Mi sento assolutamente fuori posto, ma non mi importa.
Sopporto tutto, tutto. Basta che tu mi guardi.
Il campanello suona, e il mio cuore ricomincia a battere all’impazzata. Oddio, che agitazione. Cazzo, cazzo, cazzo. No!! Contegno Oscar! Contegno! Non sbavare, coraggio.
Arrivo alla porta, e dopo aver preso un bel respiro la apro, vedendo il dolce sorriso di Hans investirmi.
Ha una camicia blu che mette in risalto il suo corpo, dio quanto è bono… Oscar! Che avevamo detto a proposito del contegno?
-Ciao Oscar!- lo vedo indugiare su di me, molto sorpreso da quel vestito. Per una volta finalmente te ne sei accorto!!
-Ciao Hans!- cerco di sorridere, cercando di non sbavare e senza provare a saltargli addosso.
Non sa dove guardarmi, lo vedo molto a disagio, e non voglio.
-Ehm… Hai… Un… Insomma… Sei molto carina stasera.-
Sento la scarica di adrenalina che mi avvolgeva disperdersi di botto.
Carina? Solo??? Hans dannazione! Carina!! Potevi sforzarti!! Carina!! Cazzo!! Ho passato un pomeriggio a farmi bella per te e questo è il massimo che sai dirmi??
-Ah… Grazie, anche tu.-
Mi sorridi di nuovo e non riesco a non perdonarti, sei troppo dolce. Non dovrei, ma pure se mi facessi del male non riuscirei a non perdonarti.
-Vogliamo andare?-
Annuisco e afferro la giacca di corsa, mentre lui da galantuomo mi apre la portiera dell’auto.
Mi siedo e allaccio la cintura. È la prima volta che vengo accompagnata da qualcuno e non viceversa.
-Pronta?-
Gli sorrido e lui infila le chiavi nella toppa.
Non so perché ma stavolta il senso di pesantezza è svanito, potandomi verso nuvole più alte e più leggere, dove esistiamo solo io e lui.
Non pretendo molto da stasera, perché so che è impossibile, ma almeno un piccolo segno… Che mi poterebbe più in alto dei miei inferi oscuri.
 
*Al di sopra degli stagni, al di sopra sopra delle valli,
 delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
 al di là del sole, al di là dell'etere,
 oltre i confini delle sfere stellate,
 
 **mio spirito, tu ti muovi con agilità,
 e, come un buon nuotatore che s'abbandona nell'onda,
 solchi gaiamente l'immensità  profonda 
 con indicibile e maschia voluttà.
 

Angolino della autrice superpazza§
Buondì! Alor, dopo diverse tribolazioni eccomi qui<3
Diciamo che lo scoop di questo capitolo è solamente il vestito XD Niente di più.
Il prossimo sarà il top! XD Inizieranno i veri e propri casini.
However, la nostra Oscar è rimasta un pochetto delusa dal fatto che Hansuccio non si è sciolto in una pozza di acqua per lei(?).
Il dodici non posso assicurarvi che arriverà molto presto (ma è italiano secondo te Glaphy? No! Spiegamelo!), poiché il tredici  è ancora a zero XD
Grazie a Miriade per avermi aiutata con l’inizio XD Sono sempre un disastro per quello!
La poesia si chiama Elévation, se non ho saltato qualche accento… ^.^ Bhe, cosa dire? Charles docet! Ne ho una per ogni stato d’animo di Oscar XD Quindi preparatevi!
Il vestito è stato un vero supplizio trovarlo, ho cambiato almeno venti modelli.
Poco prima della pubblicazione, quando avevo già descritto e trovato un abito che mi piaceva… E’ apparso lui. E da quel momento ho capito che quello più giusto per la nostra Oscar<3
Se avete domande, idee o altro… Accomodatevi ^.^ Adoro sentire le vostre idee!
Ora fuggo!
A presto,

Glaphyra

P.S. Hansy è così cucciolo<3
P.S.2 Avete ragione, Hans ha diciassette anni, ma utilizza quelle macchinette minimei dei puffi che si possono guidare a sedici.
P.S.3 Non è l’elenco delle playstation XD
 
 

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


Stepbrothers

 
Non so da quanto tempo siamo in macchina, ma mi sembra un'eternità.  Hans non parla, e io nemmeno. Ho paura di iniziare un discorso, non che sia timida, anzi, si é notato abbastanza bene che non lo sono.
Ma con lui tutto é diverso, mi blocco anche quando siamo a scuola e siamo circondati da studenti, e si sente il casino che fanno le loro voci... Figuriamoci ora che siamo soli, in una macchina diretti ad un festa INSIEME! Ancora non ci credo, mi sembra un sogno, qualcuno mi dia un pizzicotto per favore, ho paura di star dormendo e di potermi svegliare da un momento all'altro.
Noto che mi sta guardando, e cerco di non arrossire per non sembrare una stupida. Devo cercare di essere normale, o almeno sembrare di esserlo, perché in questo momento é proprio l'ultima delle mie caratteristiche. Devo parlare?
Cosa gli devo dire?
Non ne posso più di questo silenzio!
Prendo un bel respiro e mi decido ad aprir bocca, ma lui é più veloce di me. Solo che ciò che mi dice non è proprio quello che mi aspettavo.
"Siamo arrivati" il cuore inizia a battermi sempre più velocemente. L'ha detto sorridendomi... E io adoro il suo sorriso, la sua voce, i suoi occhi... Oh e basta Oscar! Quel bel discorso sul contegno? Bhe? L’hai mandato a fanculo?
Statti calma e non diventare una pozza d'acqua per quanto sia dolce.
"Ah. S-si..." lui scende, e prima che potessi mettere la mano sulla maniglia della portiera, lui la apre proprio come farebbe un gentiluomo.
Fa freschetto questa sera, sento un leggero venticello scompigliarmi un po' i capelli. Certo, perchè dopo tutto il tempo che ci ho messo per prepararmi il vento ci deve essere per forza a rompere i coglioni... Mi sembra giusto. Senza contare che il vestito che ho é corto, e quindi ho freddo alle gambe. Dannazione! Hans entriamo ti prego!!
"Allora Oscar, entriamo?"
Mi hai letto nel pensiero? Ti amo per questo! Mi hai salvato la vita, ti ringrazierò in eterno.
"Sì, entriamo"
Mi sorride di nuovo.
No Oscar, non scioglierti.
Mi prende la mano e siamo pronti a... MI HA PRESO LA MANO?!?!?!
Vi prego!
Un pizzicotto!
Così realizzo che non sto dormendo! Uno solo!
Cazzo mi ha preso per mano!!
Va bene. Torniamo normali. Dicevo. Entriamo e subito noto TUTTI e dico TUTTI gli sguardi su di me.
Beh?! Che avete da guardare?
Sì, sono Oscar François De Jarjayes e indosso un vestito!
Problemi?
Sposto lo sguardo e vedo tantissima gente ballare seguendo la musica assordante proveniente dal palco, dove uno scatenato Alain sta dando il meglio di sé circondato da tre ragazze ben vestite.
Mi avvicino ad Hans, sentendo il respiro mancare a causa di tutta quella calca di persone.
Lo sento stringermi la vita, sentendomi più protetta.
Oddio, mi sento al settimo cielo. Mi sta praticamente abbracciando!
Intanto vedo avvicinarsi Bernard, accompagnato da una bella ragazza vestita di rosa. Guardo con più attenzione… Ma quella ragazza è Rosalie!!
Ha gli occhi che le brillano di gioia e non si stacca un attimo da lui.
-Ciao Oscar! Ciao Hans!-
-Ciao Bernard!- lo saluto, e gli occhi di Rosalie cercano i miei, facendomi capire che sta per spiccare il volo.
-Sono felice che siate venuti!- mi osserva con più attenzione, sgranando gli occhi man mano che scende con lo sguardo.
I maschi sono tutti dei maniaci, ormai ne ho la conferma.
Guardano prima di tutto se hai delle belle tette, poi un bel culo, a seguire delle gambe da paura e poi forse il carattere.
Non parliamo dell’intelligenza, perché per gli esseri di sesso maschile dai sedici ai ventinove anni non interessa molto. Se una ragazza cerca un ragazzo con cui uscire e stare bene assieme, lui cerca una solo da portarsi a letto.
E in questo momento perfino il caro Berny si sta facendo pensieri poco puliti su di me, visto quanto tempo ha indugiato sulle mie gambe scoperte.
-Oscar… Hai…. Insomma… Il vestito…-
-Grazie Bernard, sei molto gentile.-
Non essere volgare, Oscar! Non essere volgare!
Niente battutine ironiche che questi coglioni non potranno mai capire.
Per stasera sei una ragazza modello, chiaro?
-Spero vi divertiate, ci vediamo dopo.-
Guarda nuovamente Rosalie in modo famelico per poi scomparire nella calca.
Ci guardiamo e mi sento sempre più a disagio.
Cosa posso dirgli?
Ballare? Non so ballare, e poi le scarpe mi stanno facendo malissimo.
Cosa posso proporgli? Mi sento una scema… Non avrei dovuto accettare… Cosa faccio??
-Hai sete Oscar?-
Lo guardo stranita, vedendo che sta cercando qualcuno con gli occhi, anche se non si riesce a vedere niente.
-Sì… Un po’-
Mi sorride per poi avvicinarsi al mio viso e darmi un bacetto sulla guancia.
-Vado a prenderti un po’ di Coca-Cola, va bene?-
Riesco a malapena ad annuire, mentre il sangue ribolle dentro di me.
Mi ha baciata… Mi ha dato un bacetto…
HANS AXEL VON FERSEN MI HA DATO UN BACIO!!!
Cazzo!! Non ci credo! È un sogno! Avrei voglia di saltare!!
Sono sveglia vero? Perché se è un sogno vi prego, non svegliatemi.
Mi giro, e mi sento come in una bolla, una meravigliosa bolla di felicità e leggerezza. Il ragazzo che amo da anni si è finalmente accorto di me, mi ha portata ad una festa, e mi ha dato un bacio. Cosa ci può essere di più bello?
Ce l’ho fatta!! Lo sapevo! Lo sapevo che ne valeva la pena di perdere tutto quel tempo oggi pomeriggio.
Ammetto di essere grata a quella rompicoglioni della commessa, ha trovato il vestito perfetto, quello che mi rispecchia perfettamente.
Azzurro, come la mia anima… Nascosta, perché nessuno si aspetterebbe da me una ragazza gentile, dolce e un po’ romantica. I ricami neri, la vera essenza di Oscar: l’essere Caino. Quelle imperfezioni che non mostrano l’azzurro, facendo spiccare il nero che nasconde il tutto.
Hans… Riuscirai a vedere oltre l’anima di Caino? O anche tu ti fermerai soltanto a vedere le mie gambe e se ho il rossetto?
All’improvviso sento qualcuno abbracciarmi da dietro e mi giro di scatto, è Marie.
Indossa uno dei suoi fedeli vestiti rosa confetto, con il busto tutto decorato si paiettes che ti abbagliano. È sempre bellissima. Ha i capelli legati in uno chignon morbido che le lascia cadere alcuni ciuffi biondi.
-Oscar! Sei venuta alla fine!- mi sorride, è sempre così dolce.
Il suo sguardo si sposta su di me e il suo sguardo si illumina all’improvviso.
-Ma…. Ma… Ma sei bellissima!!- mi fa segno di girare e io lo faccio, affinché possa ammirare il mio vestito.
Mi sento così frivola in questo momento… Ma è bello essere guardata e ammirata da tutti….
-Grazie Marie, sono felice che ti piaccia.-
Mi sorride di nuovo.
-Dove lo hai preso? È bellissimo! E addosso a te lo è anche di più!- mi si avvicina di più per poi cacciare un gridolino di sorpresa. –Oscar!! Hai l’eyeliner! E anche l’ombretto!!-
Le sorrido.
Solo Marie potrebbe notare una cosa simile con così poca luce.
-Sei qui sola?-
Scuoto la testa.
Sono felice di poterlo dire, non sono qui da sola.
Ho un cavaliere anche io. Il mio cavaliere.
Sono sicurissima che mi chiederà con chi, ma viene interrotta da quel coglione di Alain che ha appena acceso il microfono e ha voglia di dare dimostrazioni pubbliche della sua intelligenza pari a una nocciolina.
-Ehiii gente!!! È ora di riscaldarci un po’, che ne dite?-
Un assenso generale viene dalla folla, e inizio ad avere i brividi.
È arrivato il momento peggiore della serata. Conoscendo Alain avrà architettato qualcosa di schifosamente perverso.
L’anno scorso ha costretto Jeanne e Nicolas a scambiarsi la biancheria e a dare un bacio all’altro nel luogo da lui indicato. E ve lo assicuro, non era né sulle labbra né sulla guancia, ma in un posto molto più schifoso.
Alain De Soissons è il più coglione e perverso maniaco sessuale che abbia mai conosciuto.
Uno schifoso che pensa solo a come fare a scoparsi più ragazze contemporaneamente.
-Bene ragazzi, quest’anno, vista la mole di compiti che ho gentilmente delegato al mio adorabile compagno di banco, ovvero Andrè, ho avuto poco tempo per creare un bel gioco divertente come gli anni precedenti.-
Un sospiro di sollievo esce dalla mia bocca, meno male.
Quel maniaco poco ci manca che costringa due a farlo sul palco davanti a tutti.
-Ma ho sempre trovato un gioco piuttosto carino con cui divertirci… Per prima cosa, mi serve una coppia di fidanzati.-
Un brusio nasce improvvisamente.
Tutti vogliono divertirsi, ma nessuno vuole essere la vittima.
Logico, no?
Mi sembra di essere un romano che aspetta di vedere i traditori sgozzati dai leoni.
-Devo scegliere io? Va bene, allora… Andrèèèè! Amore mio! Vieni qui sul palco, vieni. Porta la tua adorabile fidanzata. Ho voglia di fartela pagare per come mi hai interrotto un po’ di tempo fa.-
Vedo Andrè salire sul palco con una espressione funesta dipinta in volto e un ghigno perverso si dipinge sul mio.
Ho voglia di divertirmi anche io. Voglio proprio vedere cosa combinerà.
-Bene, bene, bene… E ora. Mi servono quattro giovani fanciulle.-
Cerco di nascondermi il più possibile, non ho la minima intenzione di partecipare a quel genere di gioco.
Hans non è ancora tornato, e in questo momento ho bisogno di lui! Almeno se ci fosse sembrerebbe che stiamo assieme, e Alain ha chiesto quattro ragazze non fidanzate.
Ha già chiamato Rosalie, Diane e Sophie.
Ne manca una.
Dio, ti prego, non me.
Mi sto cercando di nascondere più che posso, ma con queste scarpe mi sembra impossibile.
Eppure sento lo sguardo di Alain trafiggermi, cercando di capire chi sia, ma appena vedo i sui occhi sgranarsi ho la conferma che ha capito perfettamente.
Cazzo.
-Bene, bene… E l’ultima fanciulla… E’ Oscar! Vieni qui Oscar! Tanto ti vedo!-
Stronzo! Vaffanculo!!!
Voglio morire.
No. No. No. No.
Non è possibile. Ti prego no!!! Voglio sotterrarmi, morire, no.
Mi rifiuto! Voglio scappare!!
Qual maniaco chissà che diavolo avrà pensato ora!!
Mi avvicino al palco, sudando freddo. Ho una paura matta di quello che accadrà fra poco.
-Bene, è ora di divertirsi.-
Il mio cuore sta galoppando dalla paura. Mi viene da piangere, cosa succederà???
Giro la testa e per un secondo incontro lo sguardo di Andrè, distogliendolo immediatamente, ma proprio Abele dovevano scegliere fra tutti i fottuti ragazzi presenti in questa sala!!!
-Allooora, come ben sapete il nostro Andrè è felicemente fidanzato con la dolce Marie Antoniette, ma sa riconoscere la sua bella?-
Vedo tutte le ragazze stranite e uno strano ghigno nascere sul volto di Alain.
-Il nostro Andrè verrà bendato e solo con l’uso del tatto dovrà riconoscere la sua amata e darle un bacio. Nel caso in cui ci riuscisse… Bhe, è vero amore, ma in caso contrario… Non vorrei essere nei suoi piani dopo la festa.-
Sento le risa generali avvolgere la stanza, e la mia preoccupazione salire di botto.
Quei due stronzi si saranno messi di sicuro d’accordo per qualche tiro mancino…
Dopo aver bendato Andrè sento di nuovo la voce di Alain ordinarci di sparpagliarci.
Mi ritrovo senza sapere come all’ultimo posto, accanto a Marie.
Meno male, è davanti a me, quindi non arriverà nemmeno qui, e sarò salva.
Mi calmo un po’ e vedo che Rosalie si scansa spaventata, facendogli capire perfettamente che non è lei Marie.
Poi è la volta di Diane e Sophie, ma vengono scartate subito, anche se non capisco perché, va dritto verso Marie.
Mi sento molto meglio quando vedo le sue mani poggiarsi sul viso di lei. Sono sicura che la riconoscerà.
-Andrè! Hai il diritto di toccare dove vuoi!- sghignazza Alain, facendo ridere tutti, Andrè compreso.
Lo fulmino immediatamente e quello smette di sghignazzare all’istante.
Volto lo sguardo e vedo Abele venire verso di me, e stavolta il cuore ricomincia a galoppare di paura.
Ti prego, ti prego, ti prego.
Trattengo il respiro quando sento la sua mano calda poggiarsi sulla mia guancia e accarezzandola.
Andiamo Abele!! Non puoi sbagliare! Sai perfettamente che siamo diverse!
Muoviti!! E levami le mani di dosso.
Mi accarezza ancora fino ad arrivare all’orecchio, toccando un ciuffo dei miei capelli
Si allontana un attimo, e sospiro sollevata, non ce la facevo più.
Ci mancava soltanto questa, eppure…
Alzo lo sguardo un secondo…
E sento le labbra di Andrè aderire perfettamente alle mie.
 




Angolino dell’autrice da ricovero§
U.U Buonasera fanciulle e dame! So che avrete una espressione piuttosto indecifrabile in questo momento, dopo ave letto l’ultima frase, ma non vi preoccupate. Si sono baciati sul serio.
Bhe, che dire... Il capitolo tredici non è manco stato iniziato quindi non so minimamente quando arriverà.
Abbiate pietà di me che oggi ho avuto il compito di matematica. *Cruel Heart ne sa qualcosa....*
Cooomunque, la nostra Oscar è stata notata da diverse persone, fra cui il nostro ADORABILE Alain, che non ha perso tempo per fargliela pagare.U.U
Eeheheh, ma tu guarda un po’ chi va a baciare... Andrè! XD Ahahaha che sorpresa sorpresosa (?) ma la domanda più legittima è... Cosa accadrà? I due come sbroglieranno questa situazione?
;) spero vi sia piaciuto e spero anche nella vostra pazienza! =D
Se avete domande, dubbi o ipotesi sono tutti ben accetti ^.^
A presto<3
Glaphyra


P.S. Cruel Heart! Come si calcola l’equazione di un segmento AB avete A(1;2) B(5;12) e distanza 25?XD
 

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


Stepbrothers

 
Resto immobile, spiazzata dalla situazione.
Mi. Sta. Baciando.
André!!!!
Come osa! Chi gli ha dato il permesso?!
Quella stupida benda non é una scusa! Avrei voglia di mollargli un ceffone! Ma mi trattengo perché altrimenti inizierei a picchiarlo senza finire più.
Sento tutti i presenti emettere un suono simile ad un coro da stadio, solo con la differenza che questo viene usato quando si vedono due persone baciarsi. All'inizio non ne capisco il motivo, é solo un bacio. Il mio primo bacio. Di certo non destinato a quest'idiota, ma ad un'altra persona molto più tenera e dolce.
L'idiota poteva benissimo baciare Marie…
CAZZO!
Marie ora mi uccide! Non solo lo stronzo mi sta baciando, (molto seriamente) ma il vero problema é che io... IO non lo sto neanche minimamente allontanando! Marie si incazzerà a morte con me e non voglio!
Che faccio?
Aspetto che si stacchi lui? O lo allontano io?
Non so che fare! Sento la lingua di Andrè accarezzare la mia, e il mondo intorno a me offuscarsi sempre più... E’ una strana situazione.
Come se fossi in una bolla d’acqua, e tutti i miei sensi venissero meno, racchiusa in questo strano torpore che mi avvolge…
Improvvisamente faccio mente locale ricordandomi dove sono e soprattutto CHI sono.
Mi stacco velocemente, allontanando Andrè con la forza.
Il mio respiro è accelerato e anche il suo.
Alzo lo sguardo e vedo Alain paralizzato che viene spinto vicino ad Andrè.
Mi giro e vedo Marie con uno strano sguardo.
I suoi occhi sono velati di lacrime, vorrei parlarle... Ma cosa cazzo le potrei dire?
Andrè si leva la benda e lo vendo tentennare su di me per poi spostare lo sguardo su Marie.
-M-Marie... Mi dispiace! Non volevo... Io...-
Lo vedo avvicinarsi a lei, che si sottrae dalle sue braccia.
-Non mi parlare! Vattene!!-
Mi guarda di nuovo e ora riconosco puro odio nei suoi occhi offuscati dalle lacrime.
Non ho la forza di parlare.
Mi sento un verme. Ho tradito la mia migliore amica... Anche se non è colpa mia!
Non ho fatto niente! Non ho potuto evitarlo! Cosa potevo fare?
Vaffanculo ad Andrè e ad Alain!
Vedo Marie scendere di corsa dal palco e nascondersi nella folla, seguita da Andrè.
Tutto tace.
Tutti sanno che è successo un casino e non si può riparare.
Penso che l’avrebbe perdonato... Se non fossi stata io.
Marie ha sempre invidiato il fatto che abito con quel coglione, e questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
 
 
Subito dopo aver visto sparire Andrè e Marie sto cercando qualche modo per sfuggire a questa cazzo di festa.
Non so cosa fare! Non ho né la moto né la macchina e Hans è sparito.
Potrei chiedere a Rosalie... Ma figuriamoci, starà limonado con Bernard. Non avrà tempo da perdere con me.
Esco e mi siedo sul marciapiede.
Cazzo che freddo.
Il mio respiro diventa una piccola ed eterea nuvoletta.
Che tristezza...
Sento il gelo penetrarmi nelle ossa, e lo sconforto crescere in me.
Doveva essere tutto perfetto...
Doveva, passato.
Invece è stato uno sfacelo.
non è manco mezzanotte e già sono tornata alla solita schifosa vita.
Mi aspettavo di meglio... E invece... Ho perso una giornata intera per Hans, senza ottenere nulla in cambio.
Ho baciato, NO, MI ha baciato il mio schifoso fratellastro e per colpa sua ho litigato con la mia migliore amica.
Appoggio il viso sulle ginocchia, cercando di riscaldarmi le gambe.
Il mio primo bacio... E’ completamente andato a farsi fottere.
So che è una cosa da ragazzine delle medie... Ma mi fa stare male, molto male.
Ho baciato l’unica persona che odio con tutta me stessa.
Questa serata doveva finire con il bacio del mio principe...Al contrario mi ha baciato quel traditore schifoso di Abele.
Che serata di merda.
Lo sapevo che dovevo restare a casa... Io devo ascoltare la mia coscienza. Non il mio cuore coglione, perché poi è masochista, e si fa male.
So che mi faccio del male facendo ste cose, ma continuo a farlo. Devo esser proprio malata.
All’improvviso sento qualcosa di caldo scivolare sulle mie spalle.
Mi giro di scatto e scorgo il viso sorridente di Hans.
È la sua giacca.
Si siede vicino a me, senza guardarmi negli occhi.
-Oscar...- tentenna, so che ti senti in colpa. Mi dispiace Hans... –Oscar, mi dispiace... Per quello che è successo... Non volevo che andasse così... Non mi ero accorto che Alain ti aveva vista, altrimenti ti avrei protetta... Perdonami. Volevo che fosse una bella serata...-
-Non preoccuparti Hans.-
Alzi lo sguardo, sei davvero pentito. Implori il mi perdono, sono io che dovrei chiederti scusa. Ho permesso a quel deficiente di baciarmi...
-E’ tutto rovinato... Non so cosa fare...-
Gli sorrido, è troppo dolce.
-Non preoccupati! Sul serio! E poi non è rovinata!-
Lo vedo avvicinarsi ancora di più a me e i nostri respiri intrecciarsi.
-Hai ragione... Non è rovinata del tutto.-
Chiudo gli occhi, e le labbra di Hans si appoggiano delicatamente sulle mie.
È tutto così diverso da prima.
 
 
Angolino dell’Autrice pazzoide§
Buoooooooooonasera! Tanti auguri a tutti!
Andate all’ortolano sotto casa e comprate mezzo kilo di cavolfiori (?), mi raccomando, puntateli alla testa dell’autrice.
Forse la prossima volta il capitolo potrebbe venire meglio.
Non ve lo assicuro per niente.
Aggiungendo che l’autrice citata in sovraimpressione non ha la minima idea di come continuare Stepbrothers.
Non è un modo per dirvi che sta in crisi e che vuole scaricarsi nel water del bagno, ma un modo per chiamare un bravo psicologo per darle un spunto.
*Si prega di aiutarla prima che si troppo tardi.*
Che dire? *Fa schifo* Contando che mi stanno massacrando di compiti, non ho nemmeno potuto rispondere alle vostre recensioni.
Detto questo vado a cercare un cappio per giocare in un angolino buio.
Grazie a tutti,


La defunta Glaphyra<3
 
P.S. Crueeel Heart!!! La cicciona cadavere!!!!!!!!!!!!!!

 
 
 

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


Stepbrothers

 
Mi stropiccio lentamente gli occhi prima di mettere a fuoco la stanza.
La mia stanza. Mi guardo intorno e vedo Igor accoccolato sulla poltrona, mentre un piccolo raggio di sole lo infastidisce.
Sorrido, perché mi sento così felice che niente e nessuno può distruggere il mio umore.
Ho ancora il vestito di ieri notte addosso… Non vorrei togliermelo. Custodisce troppe emozioni bellissime… Non voglio separarmene. Guardo l’orologio e purtroppo devo alzarmi. Tra meno di mezz’ora devo essere a scuola. Anche se vorrei restare con questo vestito per tanto tempo…
Ieri è stato meraviglioso…
Ci siamo baciati… Io ed Hans!! Non posso ancora crederci!! Mi sento una principessa. È davvero accaduto? Il ragazzo che sogno da anni è finalmente mio? Vi prego datemi una secchiata in testa, pure data dal mio fratellastro, ma…
Già, André… E Marie.
Non posso nemmeno incazzarmi con lui… Era bendato… Stavolta non posso.
Sbuffo.
Chissene fotte di quel coglione, mi importa di Marie! È colpa sua se ho litigato con lei.
Apro l’armadio.
Ma cosa mettere?
Cazzo, per la prima volta in tutta la  mia vita non so cosa mettermi.
… Porca miseria, sto diventando una Barbie*.
No no no no e NO. Tutto, ma non Barbie che è fissata per la moda eh! Non ci penso minimamente a crearmi il guardaroba stile Hannah Montana. Non scherziamo.
Felpa e jeans.
Uhm… Però i jeans sono da maschiaccio… E la felpa da maschio proprio… Che palle.
Ma io che male ho fatto per trovarmi in tutti questi casini? Vabbè, per oggi maglietta e non felpa. Più di così non posso fare.
Mi sto già facendo del masochismo da sola, meglio non infierire con colori tipo… Br…Il rosa pastello… Che colore abominevole.
Mi vesto e poco dopo sento qualcuno bussare alla mia porta.
-Avanti!-
Celeste entra tutta sorridente con il telefono in mano.
-Oscar, è tua madre.-
-Ah! Grazie mille.-
Prendo il telefono prima di vedere Celeste farmi l’occhiolino e sussurrare un timido –Eri bellissima ieri sera, e il tuo cavaliere deve baciare molto bene.-
Il sangue mi sta ribollendo.
Ma io devo fare sul serio un corso di autocontrollo.
Non è possibile andare avanti così, e che cazzo! Sono davvero patetica. Altro che le bimbeminchia…
-Ciao mamma.-
-Tesoro ciao!- sento che sta per succedere qualcosa, la voce di mamma non mi convince per niente. Quella donna avrà progettato un attacco atomico all’Inghilterra e ora vuole dirmi addio.
-Come mai mi hai chiamato?-
-Una madre non può sapere come sta la sua bambina?-
Sospiro. E dovrei crederci? Andiamo mamma mi telefoni sì e no una volta al mese, questa è la scusa più demente che potevi trovare.
Lo sappiamo entrambe che da quando sei in Normandia con Claude io non esisto più. E forse scomparirò del tutto per te…
-Mamma…-
-E va bene, va bene… Amore ho una bellissima notizia per te.-
Ovvero? Versace fa uno sconto alle vecchiette sessualmente attive?
-Quale?-
-Tieniti forte amore… Avrai una sorellina!-
Sento il sangue raggelare.
Il mio incubo peggiore si è avverato. No, no, no. Non è davvero possibile. Questo è solo un brutto sogno… No, no. Sono certa che è tutto uno scherzo, andiamo… E’ uno scherzo, vero mamma?
-D-Davvero…?-
-Sì!! Tesoro tra meno di cinque mesi diventerai una sorellona!-
Mamma… No… Ti prego, no. Sapevo che sarebbe successo, ma non ora… Ti scongiuro. Non lasciarmi.
-Ne sono davvero felice mamma… Ora devo andare, ho scuola.-
-Ciao amore, ci sentiamo presto!-
Chiudo il telefono e ho solo la forza di sedermi.
Mia madre… E’ incinta…
Non devo essere triste, non c’è alcun motivo… Eppure… Perché sento questo peso nel cuore?
Fino a dieci minuti fa ero al settimo cielo, e ora? Mi sembra di essere sprofondata miliardi di anni luce sotto la terra.
Stringo il telefono, respingendo le lacrime.
Ti dimenticherai di me… Lo farai di nuovo. Non ti è mai importato. Mi hai già lasciata da sola una volta, ora mi dimenticherai definitivamente?
Mi hai abbandonata qui, per andartene con il tuo fidanzato, e non ti sei mai ricordata di me. Lo facevi perché eri obbligata… Ma ora?
Ora avrai un’altra figlia… E io verrò abbandonata. Perché troppo grande, perché ormai adulta, perché ormai non faccio più parte della tua vita.
Non ti accorgi mai di me. Hai sempre troppo da fare, non hai mai tempo per me… Ma per lei? Ne avrai?
Avrai la pazienza di confortarla e amarla? Con me non lo hai mai avuto…
Avrai la voglia di ascoltarla e consigliarla? Con me non lo hai mai fatto…
Ma soprattutto, la sentirai come tua figlia? Perché io non mi sono mai sentita tua figlia pienamente…
Ero solo un maschiaccio che non aveva bisogno di aiuto. Per te non necessitavo né amore né sostegno… Eppure mamma, io ho così bisogno di aiuto.
Sento le lacrime scendere lente e calde sulle mie guance… Ma non riesco a fermarmi.
Non hai mai avuto un singolo minuto per me, per farmi godere appieno la dolcezza di una madre, ma hai avuto il tempo di concepirne un’altra.
All’improvviso la disperazione si trasforma in qualcosa… In qualcosa di cui conosco da tempo il peso.
Rancore.
Troppo, e tanto.
Non dovrei, lo so, ma mi hai istigato tu ad essere così.
Mi hai permesso di crescere senza una guida, senza una madre? Io non ti permetterò di avere due figlie, una delle due sparirà, e di sicuro non ne sentirai la mancanza.
Dans les caveaux d’insondable tristesse
Où le Destin m’a déjà relégué;
Où jamais n’entre un rayon rose et gai ;
Où, seul avec la Nuit, maussade hôtesse, *
Mi vesto scacciando mia madre dalla mia mente.
Non ho voglia di andare a scuola col muso e il morale a terra, non mi va proprio.
Vado in cucina e trovo Cèleste indaffarata.
-Ciao.-
-Oh ciao! Oscar, cara, come stai?-
La guardo diffidente. Perché me lo chiede?
-Bene… Perché?-
Mi sorride.
-Niente, non preoccuparti. Tieni il pranzo, ho notato che te lo dimentichi sempre. Devi mangiare! Sei troppo magra!-
Mi viene da ridere.
Nessuno si è mai preso cura della mia alimentazione, e per la prima volta se ne accorge un’estranea.
Tutto ciò è folle.
-Ah cara, Rosalie ha lasciato un messaggio per te. Oggi ha dormito fuori. Mi ha detto di dirti che vi sareste viste subito dopo le lezioni.-
Occazzo.
Rosalie.
Dove ha dormito ieri?? Non ci avevo prestato attenzione!!

Bernard.
Avrà dormito da lui… Cazzo. Chissà cosa hanno combinato! Se le ha fatto del male la picchio, e stavolta non scherzo. Lo faccio nero.
-Grazie Cèleste… E’ meglio se vado, è tardi…-
-Ah, Oscar!-
Torno indietro, vedendo Cèleste con un piccolo sacchetto uguale al mio.
-Potresti darlo ad Andrè per favore? Oggi è uscito di casa prima delle sette… Potresti farmi questo piacere?-
Andrè… Dove sei andato? Da Marie? A farti perdonare? Sei proprio un imbecille.
-Certo…-
Afferro il pacchetto ed esco.
E il mio viso si illumina all’improvviso.
-Buongiorno stella!-
Sorrido, perché una giornata iniziata con il suo sorriso non può essere splendida.
-Ciao Hans.-
 
 
Angolino dell’autrice incasinata§
Bonsoir!
Bene… Sono quasi dodici giorni che non aggiorno… Brava Glaphy… Brava… Davvero, complimenti.
Vabbe, passiamo alle cose serie.
Starete pensando che Oscar è una pazza folle che cambia umore ogni tre secondi, tranquilli, avete ragione.
u.u Ma posso giustificarla solo perché è una diciassettenne. Quindi, passi dalla crisi di abbandono alla gioia più sconfinata.
Ah, l’amoour.. Fa miracoli.
Per Andrè no però. MUAHAHAH.
Comunque sono cuccioli Oscar e Hans<3 Ma.. keep calm, non è detta l’ultima parola.
Molto probabilmente non questo, ma il prossimo capitolo farà un piiiiccolo saltello temporale. U.U Ma non ne sono sicura.
Perdonatemi per non aver risposto alle recensioni, ma dire che mi stanno massacrando è dire poco… (O sbaglio Cruel Heart? EH! Che una che sta alla sesta ora non aderisce alle assemblee. E’ NORMALE??)
Mi vaporizzo, sperando che non vi siate arrabbiate T.T abbiate pietà.
Baci,


Glaphyra
 
*Eehhehe Barbie.. Con Obama.. EHEHEHE Cruel Heart<3
**Non ho voluto mettere la traduzione… Perché non ne ho trovata una decente che rispecchi la poesia, quindi nada U.U
 

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


Stepbrothers

 
Questo capitolo lo dedico a Miriade (Che sfrutto e sottopago XD), a Dalmata (Grazie, sei stata gentilissima ad aiutarmi) a Cruel Heart (Mhe, per te è lungo il fatto. Già è assai che ti ringrazio U.U Non fare la J di turno) e soprattutto a Linsday BlackRose (Ti voglio tanto bene<3)
 
Si dice che una giornata iniziata male non può continuare se non peggio.
Eppure questa mattina è incominciata nel peggiore dei modi, e sta continuando nei più belli e più dolci.
Appoggio il viso contro la schiena di Hans, mentre il vento mi scompiglia i capelli fuoriusciti dal casco.
È la prima volta che qualcuno mi accompagna in moto, fa uno strano effetto. Direi quasi estraneo. È... Diverso. Come se per una volta, anzi, per la prima volta, ci sia qualcun altro a prendersi cura di me.
È così bello... Essere importanti per qualcuno. Sapere che qualcuno ti vuole bene, è una sensazione bellissima.
Oggi è venuto a prendermi per andare a scuola insieme... Mi ha chiamata stella... Mi ha baciata come solo lui sa fare.
Non è che i miei hanno sbagliato all’anagrafe e il mio nome è Cenerentola?
Non mi interessa se oggi prendo tre in qualsiasi materia, il mio cuore è oltre la stratosfera e non è intenzionato a tornare indietro.
-Oscar, siamo arrivati.-
Mi tolgo il casco e vedo Hans scendere e porgermi la mano per non cadere.
Nessuno lo aveva mai fatto per me. So che sono scema, ma è troppo bello essere trattate da principessa.
Afferro la sua mano sorridendogli. Non voglio che si accorga di ciò che è successo prima che mi venisse a prendere. Voglio solo sembrargli perfetto, proprio come è lui.
-Grazie...-
-Prego madmoiselle.-
Gli sorrido di nuovo, mentre lui mi si avvicina.
-Hans, siamo in ritardo, forse dovremmo...-
All’improvviso le sue labbra mi mettono a tacere. Odio essere interrotta, ma se se vengo interrotta così... Interrompetemi tutte le volte che volete!
Chiudo gli occhi mettendo le braccia intorno al suo collo , avvicinando sempre di più a lui. Le sue mani si posano sulla mia vita, mentre la sua lingua accarezza la mia dolcemente. È come essere su una nuvola, solo io e Hans.
Sento la sua lingua lambire il mio labbro inferiore mentre passo una mano fra i suoi morbidi capelli.
Non lo avrei mai detto... Ma resterei a baciarlo per sempre. È come volare, e allo stesso tempo essere ben piantati per terra sentendo le labbra di Hans guidare le mie.
Sento la campanella, ma non mi interessa
Vorrei restare fra le sue braccia... Uffa... Che palle.
Mi stacco lentamente, sentendo immediatamente la mancanza delle dolci labbra di Hans.
-Ehm... E’ meglio andare… O ci prenderemo una nota.-
Mi sorride ancora, per poi darmi un bacetto sulla guancia.
-Hai ragione, meglio avviarci.-
Mette la catena al motore per poi prendermi per mano.
Il cuore inizia a battere all’impazzata. Mio Dio… Calma Oscar.
Ma che calma e calma!!
Cazzo qui va tutto troppo velocemente.
Non sono passate nemmeno ventiquattro ore che già mi ritrovo mano nella mano con Hans, che pomiciamo prima di andare a scuola… Piano piano. Qui stiamo correndo.
Però è tutto così piacevolmente veloce… Ho baciato Hans in tutti i miei sogni… Ma ora si sono avverati e sono splendidi.
Prima di baciare qualcuno ho sempre provato profondo disgusto per quelle coppiette tutto fiori e diabete che pomiciavano davanti a scuola, eppure… Ora faccio parte anche io di quella categoria, e non me ne dispiaccio per niente.
Anzi, ne sono felice, molto felice.
… La mia coerenza fa veramente pena.
-Va tutto bene Oscar?-
Sì , certo! Come no. Ho le palpitazioni e il pensiero di mamma e Marie che mi assillano. Ovvio, mai stata meglio.
-Nono, sto benissimo, grazie.-
 
Entriamo in classe, il professor Lunette non è ancora arrivato.
Ci stacchiamo avviandoci ai nostri rispettivi banchi, mentre i suoi amici mi guardano ridacchiando.
Coglioni.
Alzo lo sguardo e vedo Marie camminare verso di me con la sua fedele tracolla rosa salmone.
Perdo un battito.
Ha gli occhi rossi, non è truccata e ha i capelli raccolti in una semplice coda di cavallo.
Tutto molto poco tipico di Marie.
Non mi degna di uno sguardo e si siede tirando fuori i libri.
-Marie…-
Non mi risponde.
Marie, ti prego… Non farlo anche tu. Non lasciarmi fuori dalla  tua vita. Sei sempre stata importante per me.
Ti conosco da quando ho tre anni, e penso che non ci sia nessun altro che possa capirmi appieno nel modo in cui ti ci riesci.
Sei il mio alter ego, e non posso stare senza te.
Sei parte della mia anima da troppo tempo e anche se volessi non sono pronta a dirti addio.
Sei ciò che io ho sempre voluto.
Sei la mia migliore amica… Ti prego.
-Marie…-
-Scusami, ma devo ripetere storia, devo essere interrogata.-
Sospiro sconfitta.
È inutile.
Mi siedo e vedo André entrare.
Ha la testa abbassata e fa di tutto per non guardare Marie.
Non è una buona giornata per nessuno dei due, vero Abele?
Fa schifo ad entrambi. Non riesco nemmeno a prendermela con te, manco per scaricare rabbia e frustrazione… Perché stavolta stai messo quasi peggio di me.
Non avrebbe neanche senso infierire su di te.
La lezione inizia, e la mia mente vaga per trovare una soluzione.
 
 
-Marie!! Marie aspetta!!-
Le lezioni sono appena terminate e sto facendo una corsa incredibile tra i nanetti del primo anno.
Ho appena avuto ciò che si definisce ‘idea geniale’. Non ci avevo pensato prima, fino a che non ho disegnato una semplice chiave di violino.
Sono un fottuto genio.
-Marie!!-
Mi sta ignorando da quando ci siamo viste, e ora sta praticamente fuggendo. Ti prego Marie!
Dopo un quarto d’ora buono di corsa si decide finalmente a fermarsi.
-Che diavolo vuoi? Non ho niente da dirti!-
La raggiungo con il fiatone.
-Puoi venire un attimo con me? Ti scongiuro.-
Tentenna, forse non se lo aspettava. E nemmeno io a dire il vero.
-… Devo tornare a casa, mi dispiace.-
La afferro per un braccio prima che possa fuggire di nuovo.
-Per favore… Non ti ruberò tanto tempo…-
Ci guardiamo negli occhi, sia io che te sentiamo la mancanza di qualcosa…
-Va bene…-
Le sorrido trionfante.
-Grazie Marie. Vieni, andiamo in sala musica.-
Non fiata, seguendomi docilmente fino alla stanza.
La faccio sedere su una poltroncina.
-Non so se ricordi… Ma quando eravamo piccole… Venivamo sempre in questa sala per suonare insieme il piano.-
Guardami Marie, guardami.
Io e te abbiamo condiviso praticamente tutta la nostra esistenza. Non possiamo permettere a qualcuno di dividerci.
Sei stava e sei tutt’ora importantissima per me.
Quindi, ti prego, non permettiamo che tutto si distrugga.
Non mi rispondi, ma so che tu ricordi perfettamente.
So anche che ricordi la promessa che ho fatto quando avevo quattordici anni, ovvero quando si sono lasciati i miei.
Non avrei mai più suonato… Mai più, neanche una nota. Ho bruciato tutti i miei spartiti, tutti quanti, senza lasciarne più traccia.
Tu hai cercato di persuadermi a non farlo, ma non ti ho dato ascolto, e ora per te… Suonerò. Per l’ultima volta.
Mi siedo e appoggio i le dita sui tasti… E la magia ricomincia dopo quasi tre anni di silenzio.
Sembra quasi ieri che mi esercitavo su Mozart e Bach, e tre anni di abbandono non hanno cambiato niente.
Eppure, questo suono mi riporta alla mente cose che fanno ormai parte del passato, e che devono rimanere tali.
Non torneranno mai più, e con esse la musica.
Avevo dimenticato la bellezza della musica, e la sua perfezione… Ma non riuscirei più a suonare come quando ero piccola, è tutto diverso e la perfezione non fa più parte della mia vita.
Suono per un tempo indefinito, e smetto solo quando mi rendo conto di aver ripetuto lo stesso pezzo già quattro volte.
Sono sicura che te ne sarai già andata…
Mi giro, sapendo che non ci sei già più, eppure…
-Marie…-
Stai piangendo.
Vedo le tue lacrime scendere lente dai tuoi occhi azzurri e tristi.
Non fai niente per fermarle, resti immobile a guardarmi.
-Marie…-
Mi avvicino e ti alzi di scatto abbracciandomi, piangendo a dirotto.
-Oscar… M-Mi dispiace… S-Sono stata un’idiota… P-Perdonami.-
La abbraccio forte.
-Dispiace a me Marie, per quello che è accaduto alla festa.-
-N-Non hai colpa... N-Non è colpa di nessuno. Era solo uno stupido g-gioco. N-non volevo l-litigare con te.-
Tiro fuori un fazzoletto dalla tasca, porgendoglielo.
-Non fa niente Marie, non pensiamoci più. Però, la prossima volta evitiamo di litigare per stronzate simili.-
La vedo sorridere, il peggio è passato.
-Certo… Non litigheremo più per un ragazzo.-
-Una ameba, non un ragazzo.-
Ride, è tornato tutto come prima.
-Non avresti dovuto infrangere il patto…-
-Uhm… Fa niente dai, chissenefrega.-
Mi abbraccia di nuovo, e sento che la nostra amicizia è tornata quella di sempre.
-Ti voglio bene, Oscar.-
Mi irrigidisco. Detesto queste cose.
-Sai che non ti rispondo anche io, vero?-
La sento ridere di nuovo e staccarsi.
-Ovviamente. Figuriamoci se una musona come te fa la dolce.-
Mi siedo davanti al piano, seguita da Marie, sfiorando i tasti.
-Sono stata molto cattiva con Andrè, non avrei dovuto.-
Mi guarda afflitta, forse cerca un sostegno, ma non saprei che dirle.
-Marie… Forse dovresti parlargli. È ancora a scuola.-
-Sì, ma domani. Oggi è stata una giornataccia.-
Anche per me Marie, ti capisco.
Fa sempre più schifo.
-Facciamo così, vuoi venire a dormire da me stasera?-
Mi guarda sorpresa.
Sa che odio i pigiama party dementi da bimbeminchia.
-Ma Oscar…-
-Ti aspetto alle otto. Devo raccontarti tante cose.- mi alzo di botto. Devo trovare Abele in fretta.
-Tipo?-
Mi avvicino all’entrata e le faccio la linguaccia.
-Tipo di come bacia Hans.-
Corro fuori prima di sentire la sua risposta, ma sono sicura che avrò tempo per sentirla stasera.
Per ora devo solo trovare André.
 
 
Angolino dell’autrice che avrà 4 in filosofia§
Bonsoir madamigelle! Qual buon vento? *feel like Antonia*
Uhm, direi che questo capitolo è accettabilmente accettabile (?)
Anche se molto cuccioloso da tutti i punti di vista.
Aww Marie e Hans!
Vi dico già da adesso che il capitolo 16 non è stato nemmeno pensato…
E questo non va bene.
Ma qualcosa mi verrà… Devo solo sfruttare Miriade<3
Grazie per le vostre splendide recensioni, ora cercherò di rispondere a qualcuna =)tempo permettendo T.T
Ora vado,
Bye!

 
Glaphyra
 
P.S Leggete questo P.s per la vostra salute mentale. NON leggete un libro di nome ‘La chimera’, potrebbe essere l’ultima cosa che fate prima di armarvi di un mitra e andare a scovare Zardino sul Monte Rosa. Io e Cruel Heart ne sappiamo qualcosa…
 
P.S.1 Scusate eventuali errori!
 

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Capitolo 16
*** Chapter 16 ***


Stepbrothers


Corro come una matta per la scuola da mezz’ora alla ricerca di André.
Nessuna traccia. Ma si può sapere dove cazzo è finito??
L’ho detto io che è un coglione! Sparisce sempre quando non serve.
Chiedo ad ogni persone che incontro, ma senza ricevere risposta positiva, e riprendo a correre. Sento ragazzi e ragazze sghignazzare, ho voglia di prenderli a schiaffi.
Ma si può sapere perché debbano sempre pensare male!
Calma Oscar, respira. Ricordati che devi cercare André, non lasciarti una scia di sangue dietro di te. Altrimenti poi ti denunciano e ti devono arrestare, rinchiudere ad Alcatraz.
Sbuffo.
Dove cazzo posso trovare un coglione di diciotto anni?
Ovvio, in palestra.
È piuttosto semplice, è sempre così. I maschi sono piuttosto lineari.
Vado fino alla palestra, cercando una scusa con cui  potrei iniziare una conversazione con quell’ebete. Ma chi voglio prendere in giro. Chi cazzo ha voglia di parlare con lui.
Arrivo, e sento uno strano rumore provenire dal campo di basket. Mi avvicino e vedo Abele che cerca di fare canestro. Che imbecille.
Non si è accorto di me, e continua a giocare.
-Andrè!-
Si risveglia dai suoi sogni, e lo vedo fissarmi stranito.
-Oscar? Che ci fai qui?-
Sbuffo tirando fuori il sacchetto che Celeste mi ha affidato.
-Tua madre mi ha chiesto di portarti questo. Te lo dico per la prima e l’ultima volta, non sono la tua balia. Capito? Vedi di resettarti il cervello e tornare sulla terra.-
Non mi risponde, avvicinandosi e afferrando la busta.
-Grazie, non dovevi.-
-Lo so, ma sono venuta per darti un avvertimento.-
Mi guarda negli occhi, sa che ora non sto scherzando.
-Marie viene a dormire da me oggi.- trattiene il respiro. –Vedi di non farla piangere di nuovo…-
Lo afferro per il colletto avvicinando i suoi occhi ai miei.
Stavolta ti parlo da condannato a condannato Abele. Non farlo mai più, o la prossima volta ti uccido sul serio e me ne frego del resto. Non hai il diritto di fare del male a chi amo.
-Altrimenti ti faccio saltare le palle, chiaro coglione? Una sola lacrima e ti crepo di mazzate.-
Non sei degno di lei, e non posso sopportare di vedere Marie in lacrime per te. Lei è tutto ciò che rimane del mio passato.
Senza lei dimentico, e non voglio dimenticare.
Non voglio dimenticare per fortificarmi.
Non voglio dimenticare per poter essere migliore di chi mi ha preceduto.
Non voglio  dimenticare perché soffrire per ciò che ho perso.
E non posso permettermelo.
-Chiarissimo…-
-Bene…-
Lo lascio andare, e stavolta voglio proprio vedere se ha ancora il coraggio di farle del male. Riprovaci, e sentiranno le urla fino ai confini della Francia.

-Non puoi proprio uscire oggi?-
-No Hans, mi dispiace, ma ho un impegno che non posso proprio posticipare.-
Sento le sue mani accarezzarmi i fianchi e scompiglio i suoi capelli color nocciola.
Mi ha attesa tutto questo tempo a scuola, voleva a tutti i costi tornare a  casa con me.
-Non fa niente, usciremo un’altra volta. Spero solo che tu stia bene. Non ti è successo niente, vero? Quando sei uscita da scuola eri tutta rossa e trafelata.-
Ti adoro Hans, sei fantastico. Lo sapevo che ne valeva la pena. Mi piaci da troppo tempo, e sentivo che prima o poi ti saresti accorto di me.
Non è di me che mi dovrei preoccupare, ormai, sto crollando a pezzi da tutte le parti… Non ha nemmeno senso provare a ricostruire.  Posso considerarmi praticamente orfana. Mia madre ha ormai un’altra vita, un’altra casa, e soprattutto, un’altra figlia. Mio padre ha una nuova moglie, un nuovo figliastro, e non ha tempo per ricordarsi che esisto.
Sono egoista, lo so, ma ogni tanto vorrei che si ricordassero che esisto anche io. Che anche io ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me, non sono fatta di ghiaccio, ma di semplice creta.
Mi stringo di più ad Hans, cercando di colmare quel vuoto che mi assale da stamattina, e che non riesco più a ignorare.
-Ehi, tutto bene?-
Annuisco. Non ha senso assillare qualcuno con i miei problemi. Devo imparare a cavarmela da sola.
Mi solleva il mento, sorridendomi. Chiudo gli occhi, cercando di abbandonarmi a quel dolce tempore che mi avvolge.
Le sue labbra mi fanno riassaporare quel dolce profumo e sapore che sa solo di Hans. Così unico e inimitabile che non riesco a descrivere. So solo che riesce a portarmi in cielo senza l’aiuto delle ali… Ed è magnifico.
Sei mio, completamente.
Non ti lascerò più a nessun’altra. Voglio averti tutto e solo per me.
Ho lottato troppo per te.
Sento le tue labbra lasciarmi e il vuoto avvolgermi nuovamente.
Vorrei stare con te per sempre, e non ne posso più di avere così poco tempo per noi.
 -Dobbiamo andare, i tuoi ti staranno cercando.-
Annuisco tristemente. Non voglio tornare, voglio stare con te amore.
Infilo il casco e mi aggrappo a lui, cercando di sentire il suo calore entrare nel mio corpo.
Sento una grande confusione dentro di me. Ti amo Hans, ma tu provi lo stesso per me? Mi ami?
Provi quella forte emozione che io sento tutte le volte che mi guardi? Che mi baci? Che mi abbracci?
Quelle farfalle che ti fanno andare su di giri. Io le sento sempre, e sono sempre in paradiso con te.

Appena arrivata a casa mi auto costringo a non abbandonarmi fra le braccia di Hans.
Mi bacia di nuovo, per poi lasciarmi andare.
-Ti va di uscire con me Oscar?-
Lo guardo spiazzata, erano mesi che avrei voluto sentire quelle parole.
-Certo! Poi ci sentiamo e decidiamo il giorno.-
Mi fa l’occhiolino per poi riaccendere la moto e sgommare di corsa a casa.
Il cuore mi batte ancora fortissimo, e non riesco a capacitarmi che sia tutto vero... Sto per uscire con Hans! Sto per uscire con Hans!! Non posso crederci!!
Entro e sospiro a lungo, appoggiandomi alla porta, sentendo il mio cuore sciogliersi. Quanto ti amo Hans...
-Oscar!!-
Una voce conosciuta mi chiama, anche se è da un po’ che non sento quella voce...
All’improvviso vedo una Rosalie piuttosto arrabbiata fissarmi con un cipiglio poco rassicurante. Strano, ha un nastro rosso, quindi non è di cattivo umore. Di solito basta guardare il fiocco e so come comportarmi, ma ora è tutto più complicato.
-Ehm... Sono innocente.-
-Innocente un tubo! Oscar dovevamo vederci circa tre ore fa a scuola!! Dovevamo tornare a casa insieme!!-
...E’ normale che io non ricordi tutto ciò? Ho un principio di Alzheimer? È anche probabile, ma non pensavo di stare così messa male. Non ho neppure diciotto anni e già mi dimentico le cosa? Stiamo apposto...
-Ehm... Aiutino dal pubblico...?-
Sospira. Ormai ci ha rinunciato anche lei.
-Mi dispiace, ma ho avuto tantissimo da fare! Stasera farò come in quelle trasmissioni strane e aiuterò quell’essere informe a farsi perdonare da Marie.-
Mi squadra pensierosa.
Sento che ha qualcosa da dirmi, ma non sa da dove iniziare.
-Bhe, come è andata ieri? Ti sei divertita?-
Silenzio.
Non mi risponde, e inizio a preoccuparmi.
-E’ successo qualcosa?-
Abbassa lo sguardo, diventando rossa. Ma che cazzo? Non ci vuole l’arte a parlare!
Sbuffo. Non sopporto quando Rosalie si comporta in questo modo. Non so ancora leggere nel pensiero, quindi se non parla non la capisco.
-Puoi parlare o la strega del mare ti ha rubato la voce?-
Alza il capo e vedo i suoi occhi scintillare e le sue guance rosse come le fragole.
-Oscar... Io... Io e Bernard...-
-Bernard?? Quel coglione di Bernard che ha fatto stavolta??-
-N-Niente, non ha fatto niente...-
Non sto capendo una mazza. Che diavolo vuole dirmi?
-E allora...?-
Si avvicina a me e mi abbraccia forte ridendo come se fosse pazza.
-Oscar... Ci siamo messi insieme!!-
Il sangue si blocca di botto.
La mia piccola Rosalie con quel... Buzzurro coglione?? Ma non se ne parla proprio!! È assolutamente fuori discussione tutto ciò! Mi rifiuto di accettarlo!
-C-Con... Bernard??? Ma Rosalie!! Quel ragazzo è.. E’ un maniaco patentato!! Ti rendi conto che è peggio di Andrè?? Peggio di Andrè!! Quindi è da prendere e buttare in riformatorio??-
Mi guarda male, e cerco di mettere a tacere tutte le prossime cattiverie che dirò nei prossimi dieci minuti. Forza Oscar, può sembrare impossibile, ma ce la farai.
-E’ un ragazzo meraviglioso! È gentile! E soprattutto è sensibile, così dolce...-
Come un cane rinchiuso dentro a una gabbia con un gatto. Bernard gentile non si può sentire. Dolce tanto meno, quel ragazzo non sembrerebbe nemmeno un pochetto dolce neanche se si vestisse da cupcake e andasse in giro regalando fiori a tutti.
-Uhm...-
-E poi...- sento la sua voce abbassarsi e il suo viso diventare sempre più rosso –E poi ieri lo abbiamo fatto...-
Cosa.
Ha.
Detto.
Non ci posso credere. Non. Ci. Posso. Credere.
È un incubo vero? Sto sognando, no? La mia piccola Rosalie che... Che va a letto con quel maniaco??
... Quel maniaco che si porta a letto la mia amata cugina??
Nono, aspettate, fatemi capire. Rosalie si è fatta sverginare da quell’ammasso di cellule il cui cervello risiede nei pantaloni?? È inammissibile!! Sarà stata ubriaca! O l’avrà costretta! Non posso pensare che abbia acconsentito di sua spontanea volontà...
-... Cosa?
Si stacca da me e mi sorride radiosa.
-Sì!! Siamo andati a casa sua... E.. E abbiamo iniziato a parlare... Poi... Poi ci siamo baciati... E bhe... Poi...-
-E poi giustamente quel coglione, non avendo un cazzo da fare, ha tirato fuori un preservativo e  ha pensato bene di insegnarti ad usarlo.- mi mordo la lingua. Oscar! Avevamo detto niente cattiverie!
-Oscar!!! Non è vero!!! Smettila!! Me lo ha chiesto!! E io ho accettato!-
-....Avevi fumato marijuana, vero?- mi guarda inferocita –Dai, non te la prendere... Ma Bernard...
-Bernard è stato dolcissimo con me...-
E io lo sapevo che iniziava a piangere. Sono cogliona che non so starmi zitta.
-Dai, non piangere... Solo che io non lo sopporto... E il fatto che... Che tu l’abbia fatto con lui mi ha un po’ sconvolta... E’ più grande di te... Non vorrei che...-
-Che cosa??-
La prossima cosa da chiedere a babbo natale è una bella museruola, così non fiato.
-Che... Bhe...-
-Che mi abbia usata??-
... Il sì vale come risposta? Oppure mi ritrovo a navigare nel Rio delle Amazzoni dopo?
-Nonono, assolutamente no! Solo che lui è, come dire... Molto, troppo, intraprendente...-
Mi guarda negli occhi asciugandosi le lacrime.
-Dici... Che ho sbagliato?-
Sospiro profondamente. Chiede consiglio a me, che ho baciato un ragazzo per la prima volta la sera prima.
-No, se tu non ti sei pentita... No.-
Mi sorride abbracciandomi.
-Grazie Oscar...- le sorrido –Ora però devo raccontarti pure o dettagli!-
Mi allontano di scatto schifata. Ossignore no!
-Nonono, ti ringrazio, ma penso che la prima volta debba essere privata... Non ci tengo a sapere quanto faccia male e quanto sia dotato Bernard. Preferisco evitare di saperlo. Non mi interessa e non ho intenzione di fare sesso con lui nemmeno se mi pagano.-
Ride e io sento qualcosa appesantirsi dentro di me.
Non riesco a capire cosa sia, e non saprei darle un nome. È strana, come se fosse un macigno... Non fa male, ma pesa, e tanto. Non è invidia. Come potrei essere gelosa di Rosalie?
Salgo in camera. Devo iniziare a preparare il letto per Marie...
Mi occupa l’anima... Cos’è? Perché la sento..?
Cerco di pensare ad altro, trovando un modo per far fare pace a quei due...
Cosa...? Invidia..? Io? No, non ho mai provato invidia...
Forse dovrei ordinare una pizza, così la mangiamo tutti insieme.
Non è che...
O magari li rinchiudo in camera.
... Ho paura?
.... Scuoto la testa. Devo pensare a Marie, non a me. prima rimetto quei due insieme prima vivo meglio.
Tanto vale mettersi al lavoro, ho poco tempo.

Angolino dell’autrice§
Buonasera! Come va? Io sono appena tornata dalla luna.
Mi dispiace essere stata via così a lungo, ma dicembre è davvero brutto T^T E diventerà ancora più brutto la prossima settimana.
Cruel Heart pensiamo al non essere, poiché esso non può esistere, quindi non pensare (?).
Allora, Oscar sta facendo Cupido, ma vi avverto che fra un massimo di quattro (e sono fin troppi) ci sarà la svolta cruciale *dadadannn* Ovvero, io entrerò nella storia e rapirò Andrè<3
Ho risposto a quasi tutte le recensioni fino a capitolo 13 T.T perdonatemi, ma ho fatto del mio meglio.
Grazie ancora =)
A presto!
(Queste vacanze di Natale cercherò di scrivere il più possi
bile =) 

Glaphyra<3

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Capitolo 17
*** Chapter 17 ***


Stepbrothers

Piccola premessa, Hans ha una assicurazione sulla vita, quindi non potete ucciderlo, ok?

 

Sento il campanello suonare. E' Marie, puntuale come sempre. Mi precipito alla porta prima ancora che possa farlo Celeste che mi fissa con espressione basita. Non avevo mai fatto niente del genere, di solito andava lei ad aprire la porta, ma questa volta è diverso, ho fretta... Di far riappacificare quei due! Prima è, meglio è! Meglio per me si intende, non per loro, così evito di sentire Marie in disperazione totale, però mi toccherà sentirla parlare tutto il santo giorno di quel coglione, pazienza, quando sarà mi concentrerò sui fatti miei.
Apro la porta e la prima cosa che noto é il borsone gigante di Marie. Sicuramente avrá portato l'interio armadio, come sempre é prevedibile.
"Marie!" esclamo fissando il borsone "Che senso ha portarsi l'armadio?!"
La vedo sbuffare.
"Sai benissimo che detesto prepararmi i vestiti la sera prima"
Ovvio, e naturalmente domani mattina mi dovrò alzare prima del solito a causa dei suoi vestiti svolazzanti che mi finiranno in faccia e troverò la mia camera infestata.
Che qualcuno mi salvi! Sono una povera bambina circondata da pazzi.
-Lasciali pure sul letto... Poi provvederò a bruciarli tutti e a invocare qualche spirito maligno.-
vedo i suoi occhi inorridire davanti alla mia affermazione sarcastica. Probabilmente ora tirerà fuori un rosario e inizierà a pregare per i futuri defunti.
Ma che ho fatto di male io? Anzi, no. Ben mi sta. Così la prossima volta mi faccio i cazzi miei e non rompo le palle a nessuno.
-Oscar.... Un.... Vuoi bruciare un Gucci originale italiano?????-
... Sarebbe una disdetta, e poi come potremmo fare senza un Gucci? Fossi in lei mi sparerei. Dai oscar, da brava, ricorda il piano che hai escogitato e non fare stupidaggini.
-Marie, mettiamo subito il pigiama? Che dici? Io sono stanchissima.-
-Sisi! Assolutamente. Poi devo iniziare a preparare la mia crema di bellezza per la notte, non voglio che mi vengano le rughe.-
.... Ha bevuto? Come cazzo possono venire le rughe a 17 anni??? Bha.... Le ragazze di oggi con queste strane idee...
L’unico problema, oltre la crema di Marie, è cercare un modo per riappacificarli.
Ci deve essere un modo per riuscire a lasciarli da soli, ma quale?
Pensa Oscar, pensa… Cosa puoi fare?
L’idea di rinchiuderli in bagno diventa sempre più allettante. Almeno si scannerebbero da soli e io mi potrei vedere l’esorcista in santissima pace… Seee! Non accadrà mai.
Dovrò spremermi le meningi fino a che non mi verrà mal di testa.
Sbuffo scendendo in cucina e prendendo della sana e ghiacciata Coca.
-Tutto bene cara? Sei pensierosa.-
Mi giro di scatto, vedendo Celeste poco distante da me che mi sorride.
-No, ecco… Ehm, ho bisogno di un consiglio.-
-Se hai bisogno io sono qui, cara.-
Mi mordo il labbro inferiore. Come faccio a dirgli che sto cercando di rimettere insieme suo figlio e la mia migliore amica? È senza senso!
-Io, ecco… Veramente…-
-André e Marie, vero? Stai cercando di fargli fare pace?-
… Mi guardo intorno.
Come cazzo fa?? Santa pazienza ha un radar?? Secondo me mi ha messo una cimice addosso…
-Ho indovinato, no?-
-… Sì.-
La vedo alzarsi e venirmi incontro.
Io non la riesco proprio a capire, è strana come donna. È assolutamente indecifrabile.
Potrebbe progettare un omicidio alla Jack lo Squartatore mentre ti sta sorridendo amabilmente.
Mi inquieta.
-Oscar, apprezzo molto quello che fai, però… Forse dovresti lasciar fare a loro. Non credi? Dargli una spintarella è giusto… Ma senza esagerare. Capisci?-
… In pratica dovrei lasciare fare tutto a loro? Ma così non arriveranno a nulla!
Non si sono parlati per un bel po’, arrivando a stare uno schifo.
André ridotto a uno zombie (anche se la cosa dal MIO punto di vista non è per niente brutta) e Marie che si sta annullando.
Magnifico, davvero magnifico.
Sospiro, ringraziando Celeste del suo aiuto, anche se so che non arriverò a niente facendo nel suo modo.
Qui c’è bisogno di una presa di posizione, non posso aspettare che loro si rendano conto dei loro errori.
È ora di fare a modo mio.

Basta. Basta. BASTA. Non ne posso più. È straziante.
Non ce la faccio più a sentire una singola parola di Marie.
Penso che la ucciderò se sento di nuovo le parole ‘moda’ e ‘Milano’ nella stessa frase.
Potrei accidentalmente prendere un peluche e soffocare qualcuno senza provare rimorsi.
-Marie… Ti scongiuro… Basta… Sto per morire…-
-Eh? Ma che hai?-
Mi sono ammessa il pigiama, sedendomi sul letto insieme a Marie.
Sarà una lunga notte, troppo lunga.
Spero solo che non vada avanti con le sfilate e altro. Perché altrimenti… E’ da spararsi.
Non so ancora come fare con loro. Non riesco a trovare un modo per farli parlare.
Ho provato a lasciarli soli tre secondi per prendere una merendina e non hanno spiccicato parola.
E loro, DA SOLI, riuscirebbero a fare pace?
Ma ti prego.
Sembrano due imbecilli. Che senso ha andare avanti così? Si fanno solo del male a vicenda.
Bha, la gente quando si innamora fa cose deficienti… Forse io sono la persona meno adatta a parlarne…
Stendiamo un velo pietoso su di me, che è meglio.
-Marie, vado un attimo in bagno…-
-Ehi! Non cercare di scappare adesso! Io devo sapere tutto su come ti sei messa con Hans!-
Le sorrido, avviandomi verso la porta.
Esco e sento dei passi frettolosi scomparire improvvisamente.
Come se non sapessi che stavi origliando, vero Abele
Ma quanto sei coglione.
Mi appoggio sullo stipite, ghignando.
Adoro farti fare figure di merda. Sembri tremendamente idiota.
-Tanto lo so che sei dietro la colonna André. Esci, e vedrò di non tagliarti i capelli nel sonno perché ci stavi spiando.-
Vedo Abele sbucare fuori timidamente e a testa bassa.
Che imbecille.
E secondo te io non me ne accorgevo?
-Scusa, non volevo…-
-Origliare, spiarci e farti i cazzi nostri? Certo, come no.- lo squadro. -Non sono nata ieri, coglione.-
Mi guarda male, per poi ghignare a sua volta.
-E aggiungerei vederti mentre ti cambiavi, Oscar.-
Sento le guance diventare un fuoco per la rabbia.
Perché sto sprecando energie appresso a questo stronzo??
E dopo questo dovrei pure aiutarlo??
-Muori André, tanto so che stai mentendo.-
Lo vedo avvicinarsi a me e ghignare ancora.
-Ah davvero? Se non lo avessi fatto saprei che hai una voglia a forma di stella poco sopra il seno sinistro?-
… Cazzo.
-Sei… Sei un… Pervertito maiale!! Come hai…-
-Calmati, non ho visto nient’altro.-
… Voglio picchiarlo. A sangue.
Senza pietà.
Sbuffo. Non posso, devo fare questo favore a Marie. Così almeno me lo levo davanti questo idiota.
-Dovresti pensare a qualcosa di più importante che a fare il coglione… Come per esempio a Marie.-
Vedo i suoi occhi intristirsi di botto, e la sua allegria sparire.
-… Non so come fare. Mi evita.-
-Non ha tutti i torti.-
Mi guarda male, mentre Igor cammina indisturbato per il corridoio.
-A parte questo, dovresti pensare sul serio a come fare pace.-
Annuisce tenendo sempre il capo basso.
-Ti do tempo fino a domani mattina. Dopo di che, puoi anche dimenticarla.-
-Va bene…-
Improvvisamente una strana idea mi balena in mente.
Cosa può portare il buon umore e spingere due persone a fare pace?
La pizza, no?
Io l’ho sempre detto che sono un fottuto genio.
Supero André cercando un telefono, quando lui mi ferma per un braccio.
-… Grazie Oscar.-
-… Prego, ma sappi che non lo faccio per te.-
Mi sorride e mi lascai andare.
-Tregua? Non voglio passare la mia vita odiandoti.-
Lo squadro nuovamente.
Non posso lasciarti vincere così facilmente Abele.
Dovrai sputare sangue.
Mi allontano da lui senza lasciargli una risposta.

Mozzarella, pomodoro e qualsiasi altra cosa venga messa sopra la rendono impagabile.
Benedetta pizza e chi l’ha inventata.
Ho costretto Marie a mangiarla, benchè abbia abbondantemente ripetuto che fosse a dieta.
Me ne fotto della dieta.
Ci siamo mangiate quasi tre pizze da sole, e il suo umore è migliorato di botto.
-Allooora Oscar, ora non ti salva nessuno. Mi devi raccontare tutto.-
Ridacchio ingurgitando una grossa quantità di mozzarella.
-Bhe, che vuoi? Non so che dirti.-
-Seee, Hans! Su! Devi dirmi come è successo!-
In questo momento ho voglia di mangiare, non di stare a descrivere la mia serata da principessa.
Eppure faccio uno sforzo, manca poco e finalmente potrò stare tranquilla.
Le descrivo tutto quanto, così poi non saprà più che chiedermi.
-Aww, Oscar… Che dolce…-
Le sorrido, in fondo ha ragione.
La guardo e vedo che sta per dirmi qualcosa di serio, ha cambiato espressione.
-Oscar, ecco, c’è… C’è una cosa di cui vorrei parlarti…-
-Uhm..?-
-Vedi… Hans…-
Sento uno strano rumore seguito da un miagolio.
Igor? Non stava dormendo?
Dopo pochi secondi vedo André apparire dal nulla con in mano un’altra pizza.
-Ehm… Ecco… Mamma mi ha detto di portarvi questa… E il gatto mi ha inseguito.-
-Il gatto ha un nome, idiota. Si chiama Igor.-
-Come si chiama lui, tenete…-
Vedo i suoi occhi indugiare su Marie, sorridendole amabilmente.
Che scena rivoltante.
Marie gli risponde con un sorriso più timido.
Sono due coglioni.
Sbuffo. Maledicendomi per quello che sto per dire.
-André, puoi restare un po’ con Marie? Devo mettere a ninna Igor.-
Marie diventa di un dolce color ciliegia, mentre i suoi occhi si posano sulla pizza.
-I-Io… Non so, ecco, Marie… Se lei vuole…-
-Sì, certo… Puoi… Puoi restare.-
Si sorridono a vicenda.
Mi serve un secchio per vomitare.
Sono disgustosamente sdolcinati.
Mi allontano da loro per poi correre in camera mia e buttarmi sul letto.
Celeste aveva ragione, dovevo lasciar fare tutto a loro.

Sono passate quasi tre settimane, e Marie e André vanno d’amore e d’accordo.
Ormai sono perennemente insieme, manco fossero attaccati con il millechiodi.
E poi si dicono certe frasi… Bleah, sono inquietanti.
Da quando hanno fatto pace studiano sempre insieme.
Un pomeriggio lui va da Marie, un pomeriggio lei da lui.
Tutto ciò mi fa sinceramente ravvibridire.
Hanno osato addirittura invitarmi a studiare con loro.
Fosse l’ultima cosa che faccio, dovranno portarmi di peso.
Tornando a me, e alle cose sdolcinate, oggi è un giorno molto particolare.
Sono passate tre settimane da quando io e Hans ci siamo messi insieme, e abbiamo deciso di passare una serata insieme a casa sua.
Quindi eccomi qua, in crisi davanti allo specchio provando tutto ciò che mi capita a tiro.
Purtroppo da quando Rosalie è tornata a casa non so più a chi chiedere consigli sull’abbigliamento (evitando Marie e il suo stramaledetto rosa).
Ma oggi è ancora più penosa la scelta.
È un po’ di tempo che io e Hans abbiamo…  Ehm… Come dire… ‘allargato i nostri orizzonti’ e… Oh insomma, siamo andati un po’ oltre al bacio…
Ehiehieehi. Non iniziate a pensare male eh! Non siamo arrivati a quello… Anche se penso che ci arriveremo presto, e ho una paura matta…
Respira Oscar, respira. E’ inutile pensarci ora, ci penserai al momento.
Per ora fai il sacrificio di mettere quei trampoli e quella strana cosa che le donne chiamano ‘mascara’.

-Che ne dici di vedere un film?-
-Di paura?-
-Uhm… Non è meglio un bel film romantico? Per un anniversario… Penso sia meglio, non credi Oscar?-
È passata un’ora e mezza e sono nell’imbarazzo più totale.
Appena arrivata a casa di Hans ho realizzato che saremmo stati soli.
Completamente soli a casa.
Sono andata in panico totale.
Cosa cazzo posso fare?? Non sono brava a tenere una conversazione e durante i film romantici mi addormento sempre.
Sono una testa di cazzo.
Hans ha fatto di tutto per mettermi a mio agio, ma sembra tutto inutile. Sono un disastro totale.
Alla fine abbiamo deciso per un film semi romantico.
Dio fa che non mi addormenti di botto, altrimenti farei una figura indecente!!
Il film inizia e sento le mani di Hans accarezzarmi la schiena lentamente, facendomi rabbrividire.
Se va avanti così mi addormenterò di sicuro.
Eppure sento che c’è qualcosa che non mi quadra, le sue mani si soffermano sul gancio del mio reggiseno, giocherellandoci.
Trattengo il respiro arrossendo.
Sta per accadere, ti prego fa che non accada… Non sono pronta, non lo sono affatto.
Sento il reggiseno sganciarsi e le labbra di Hans accarezzarmi il collo dolcemente.
Non sono pronta, non lo sono.
Come faccio?
Sta galoppando come un cavallo il mio povero cuore.
-H-Hans… A-Aspetta…-
Non mi da ascolto catturando le mie labbra e spingendomi sotto di lui.
Non ce la posso fare.
NO.
Non sono pronta… Ho… Ho paura. Troppa.
Mi stacco da lui con il fiatone.
-Cosa… Cosa c’è Oscar?-
-A-Aspetta… Ti prego.. A-Aspetta…-
Sento il suo respiro calmarsi gradualmente.
-S-Scusami non volevo… Io…-
-N-Non fa niente…-
Mi bacia la fronte dolcemente facendomi diventare rossa come il sangue.
-Se non te la senti…-

Ho paura, è vero, però… Però ti amo Hans. Ti amo da morire. Non potrei desiderare altro se non diventare una cosa sola con te.
Ho paura, tanta.
Ma so che tu mi consolerai, cullandomi fra le tue braccia.
Ho paura, troppa, però mi fido di te, e so che non potrò pentirmi di ciò che sto per dirti.
-… Sì.-
Vedo i tuoi occhi chiari spalancarsi dallo stupore, per poi sorridermi grati.
Ti alzi goffamente cercando di non inciampare.
Sei rosso quanto me, e questo mi rincuora, non sono l’unica a sentirsi fuori posto.
-Vado a… Ehm.. Prendere… Insomma…-
-I preservativi?-
-Sì, quelli… Sì.. Ehm… Torno subito.-
Scompari mentre il mio sorriso si allarga a dismisura.
La paura sta scomparendo…
Hans ti amo.
Sto diventando impaziente, ho voglia di stare con te.
Voglio che tu mi stringa a te.
Voglio che tu mi baci.
Voglio sentire il tuo profumo addosso a me.
Voglio essere tua.
Improvvisamente sento il tuo cellulare squillare ed illuminarsi.
Mi volto e vedo che hai appena ricevuto un messaggio.
Come se adesso mi importasse, eppure per sbaglio vedo il mittente…
‘Marie Antoniette’
Marie?
Perché…? Perché un messaggio di Marie…? Sarà per i compiti…
Lo apro.
So che non dovrei, ma ormai la mia curiosità è incontenibile.
‘Hans, ti prego, smettila. Non voglio uscire con te. Io sono innamorata di Andrè. Ti prego, non cercarmi più.’
Ho riletto più volte quel messaggio per poterne capire il senso.
Ne ho letti altri, dove le mie speranze si distruggono.
Marie… La corteggia.
Leggo tutti i messaggi, e ormai non ho più dubbio.
Sono solo uno strumento… Vuole Marie…
Dopo tutti i suoi rifiuti… Io…
Sento gli occhi pizzicare e le lacrime scende lente.
Io sono solo un gioco.

Ho corso con quei dannati tacchi fino a casa…
Mi fanno male i piedi, il mascara si è sbavato… E il mio cuore è a pezzi.
Ho pianto tutte le mie lacrime… Non me ne è rimasta più nessuna.
Ho solo voglia di dormire.
Sono stanca.
Mi butto sul divano, cadendo in un sonno senza sogni.


Angolino dell’autrice indecentemente in ritardo§
… Okok. Non ho scuse, lo ammetto.
Scusatemi ragazze, davvero.
È più di un mese che non aggiorno, ma questo capitolo è stato un parto.
Poi queste vacanze di Natale sono state tutt’altro che rosee. XD
Vi prego, almeno per il mio compleanno, abbiate pietà di me XD
E risparmiate ad Hans il flagello (?).
La nostra povera Oscar è in lacrime, con il cuore spezzato. Non ha più speranza, vero?
Andrè e Marie sono tornati ad essere ciccini, XD sparano cuoricini ovunque. Ah, cupido<3
Ora, il capitolo è bello lunghetto, perché volevo farmi perdonare.
Scusatemi ancora. =D
Ditemi cosa ne pensate! Ne sarei davvero felice =)
Ok, ora posso annunciarlo.
All’interno della storia ci saranno dei riferimenti ad alcune storie che ho progettato. XD Qui ne sta uno scritto a lettere gigantesche!
Quindi… Non so. Se riuscite a trovarli mi darete uno spunto per scrivere quella storia XD Prendetela come una caccia al tesoro.
U.U Avete visto come è farabutto il nostro Andrè? Che spia Oscar… Male male, molto male.
Ok, ultime due notizie, uno, dal prossimo ci sarà veramente la super svolta.
Due, ho iniziato a vedere Once Upon A Time, (togliendo miriade), qualcuna di voi lo vede? *.* devo sclerare con qualcuno che capisca!!! Vi prego!
È per la mia salute mentale!
Vabbe, vado, non vi opprimo più con la mia ingombrante presenza XD
A presto,

Glaphyra il boss<3

P.S. Gute Geburstag<3
P.S2 Scusate ancora per le recensioni, sapete quanto sono lenta T^T
P.S.3 Consigli, critiche e idee sono sempre be accette

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Capitolo 18
*** Chapter 18 ***


Stepbrothers

 
Apro lentamente le palpebre, cercando di mettere a fuoco la stanza.
La luce investe i miei occhi, accecandomi.
Sembra passata un’eternità da quando sono sprofondata nel divano, non ho nemmeno idea di che ore siano.
Ho solo una dannata voglia di tornare a dormire.
Sento gli occhi pulsare e le guance in fiamme, avrò pianto così tanto che avrò gli occhi simili a due carciofi fritti.
Il mal di testa martella le tempie senza darmi un secondo di pace.
Sbuffo mettendomi seduta.
Non ho voglia di pensare a niente, soprattutto a ieri (O oggi?).
E’ stata... La cosa più umiliante di tutta la mia vita.
Chiudo gli occhi.
Non voglio più pensare a niente, o potrebbe essermi fatale.
Mi alzo, spostando la coperta e incamminandomi verso la cucina dove un dolce profumo di frittelle si fa largo nei miei polmoni.
Mangerei un bue intero pur di non ripensare a ieri, ma scommetto che Celeste ne avrà preparate una quantità così grande che nemmeno il mio stomaco abnorme riuscirà a contenere.
Entro, e non è Celeste a salutarmi.
-Ciao Oscar, ben svegliata.
Ma quel pirla del mio fratellastro.
-... Ciao Andrè.-
Lo guardo armeggiare con le padelle, mentre impila le frittelle in un piatto. Non avevo la minima idea che sapesse cucinare, ma perché dovrebbe interessarmi?
Non fiatiamo per diversi minuti, finché il mio stomaco, estremamente poco educato, inizia a brontolare.
-Ma porc...-
Vedo Andrè porgermi il piatto, e non posso fare altro se non accettarlo.
Ho una fame nera.
-Immagino che tu sia affamata.-
-Non si nota, guarda...- brontolo emulando il mio stomaco.
Mi fiondo sul piatto divorando tutto in pochi secondi.
Mi sento meglio, diciamo, almeno il senso di fame post-seconda guerra mondiale è sparita.
Sospiro, e prendo aria per tirare fuori le parole dalla mia gola.
-...Grazie... Per... Per la coperta intendo.-
Incontro il suo sguardo sorpreso mentre pulisce la padella.
-Come facevi..?-
-Solo tu sei così megalomane da cucirti il nome sulla coperta.-
Lo vedo ridacchiare e mettere a posto gli altri attrezzi da cucina.
-Ah... E grazie anche per le scarpe.-
Tentenna, per poi sussurrare un semplice:-Prego. -
Chissà che diavolo gli è successo.
O Marie gli ha dato buca, o sono in uno stato così pietoso che anche lui è misericordioso con me.
Deve essere sicuramente la seconda, perché non mi lancia nemmeno occhiatacce.
Faccio veramente pena.
-Deve essere andata piuttosto male.- Afferma senza togliere lo sguardo dal lavandino.
-...Decisamente male.-
Sospiro e cerco di darmi un contegno... Ma a chi voglio darla a bere? Ho voglia di piangere ininterrottamente per ore, perché non ce la faccio più.
E’ stato orribile.
Cosa sarebbe successo se non avessi visto quel messaggio? Probabilmente a quest’ora sarei più felice e non più vergine.
-... Cioccolata? Mia madre dice che è la cura per tutti i mali.-
Annuisco nascondendo una lacrima sfuggita al mio controllo.
Sono patetica, in tutti i sensi.
Persino lui prova pena, ma ormai...
-... Mi ha ingannato.-
Trasalisce guardandomi silenziosamente.
Lo vedo sedersi vicino a me continuando a fissarmi.
Prendo un bel respiro e inizio a parlare, senza nemmeno rendermi conto della mia azione.
Dopo diversi minuti di racconto Abele si alza, porgendomi la cioccolata.
-Grazie Andrè...-
Mi sorride per poi iniziare a parlare dopo molto tempo.
-Devo dedurre che è un grandissimo stronzo, o sbaglio?-
Faccio di sì con la testa sorridendo.
Un sorriso malinconico.
Dio Oscar, sei scesa così in basso da chiedere aiuto ad Abele?
Sei proprio un cadavere che cammina.
-Direi di sì...-
-... Devo aspettarmi una rissa domani a scuola?-
Rido cercando di trattenere le lacrime.
Scuoto la testa.
-No... E’ inutile, assolutamente inutile. E’ meglio... Dimenticare tutto e andare avanti.- mi alzo –Meglio se torno a dormire, mi fa davvero male la testa.-
-Va bene, se hai bisogno di me mi trovi a giocare a Dante’s Inferno.-
Rido avviandomi verso la mia camera per poi voltarmi verso di lui –Se cerchi di uccidermi nel sonno sappi che tornerò dal mondo dei morti solo per farti saltare le palle. Chiaro?-
Lo vedo ridacchiare e appoggiarsi al tavolo.
-E io dico a tutti della tua voglia a forma di stella.-
-Testa di cazzo che non sei altro io ti...-
Lo vedo ridere e farmi cenno di andare di sopra.
Obbedisco e lo lascio da solo in cucina.
Entro in camera trovando Igor a giocare con un gomitolo di lana.
Cerco di sorridergli, ma il pianto mi assale, e stavolta affogo in una valle di lacrime intrisa di dolore.
 
-Ti va un po’ di pane tostato,Oscar?-
-Ti ringrazio Celeste, ma davvero, non ho fame. -
E’ tutta la mattina che cerca di ingozzarmi di cibo, ma non è riuscita con niente.
E’ piuttosto preoccupata, ma non sa da dove iniziare con le domande, ma soprattutto io non saprei da dove iniziare a rispondere.
Meglio cercare un altro argomento, è ora di finirla di piangersi addosso.
-Andrè?-
-Non ne ho idea cara, è uscito prestissimo stamattina.-
C’era da aspettarselo: Marie, ovvio. Quei due ormai vivono in simbiosi, roba da far accapponare la pelle.
Afferro lo zaino salutandoli velocemente, ho bisogno di libertà, ma soprattutto solitudine.
Vado nel garage, ma della mia moto alcuna traccia.
-...Ma che cazzo...-
-L’ho presa io.-
Dietro di me compare Andrè in sella alla sua moto, con in mano il mio casco.
-Come??-
-L’ho portata dal meccanico. Aveva tutti e due i freni rotti. Capisco che tu voglia suicidarti, ma ti consiglio il cianuro. E’ più veloce.-
Taccio, aspettando che continui il suo discorso.
-Oscar, so che mi odi, ma credo che in questo momento sia da stupidi continuare con gli scherzi e le cattiverie.- prende un respiro -Siamo assolutamente incompatibili come persone, ma io direi... Che forse è giunta l’ora di una tregua.- mi porge il casco –Ti va?-
Lo fisso per qualche secondo.
Mi sta prendendo in giro, vero?
So di essere pietosa, ma non fino a questo punto.
-...Che cazzo stai dicendo? Solo perché ora sono...-
-Non è per ora! Oscar, voglio essere semplicemente tuo amico. Non voglio niente, perché non c’è niente che io voglia. Ti prego, per una volta, smettiamola di fare i bambini e comportiamoci da adulti.-
Lo guardo, specchiandomi nei suoi occhi, ma non vedo alcuna traccia di menzogna.
Mi avvicino a lui e prendo il casco, per poi rispondere:-E tregua sia.-
Mi sorride e mi abbraccia di scatto lasciandomi spiazzata.
Che minchia sta facendo?
-Lasciami immediatamente, idiota!-
Mi lascia guardandomi stranito.
-Detesto essere toccata... Sappilo.-
-Ah... Capisco, scusami.-
Sbuffo e infilo il casco.
-Accendi questo catorcio e vediamo di muoverci.-
Mi sorride seguendomi
-Agli ordini, comandante.-
 
Angolino dell’autrice§
Buonasera, ehm, gente.
*Si nasconde dal lancio di verdura marcia*
Allora, vi devo delle scuse per il mio ABNORME ritardo.
Sto passando uno schifoso momento... Davvero orribile.
Oggi mi sono fatta violenza XD scrivendo questo capitolo.
Che fra parentesi fa anche pena.
Comunque, direi di fare un riassunto veloce nel caso in cui abbiate dimenticato qualcosa =)
Oscar e Andrè sono fratellastri, e si odiano. Ora Marie è fidanzata con Andrè e Oscar è stata appena tradita da Hans.
E’ proprio un bel quadretto U.U
Qui, però, è appena successo qualcosa, cosa accadrà più avanti ?
A voi la parola (Se lo desiderate),
E un grazie a tutti per leggere sempre questa follia messa sotto forma di storia XD
A presto,
Glaphyra
 

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Capitolo 19
*** Chapther 19 ***


Stepbrothers

 
È assurdo vedere come noi essere umani sappiamo essere così volubili. Sono passate due settimane dalla fatidica tregua e il mio piccolo mondo è stato completamente capovolto. Non avrei mai creduto che io e Andrè saremmo stati così... Come dire... Compatibili.
Ora non fatevi strane idee! Non ho detto che sembriamo i Teletubbies che fanno le canzoncine stupide. Quindi non immaginatemi vestita da Dinky Winkie, chiaro?
Abbiamo diverse cose in comune, ascoltiamo la stessa musica, divoriamo lo stesso cibo... Abbiamo pareri discordanti sul mio adorabile gattino...Ma sono solo dettagli.
Comunque, vi starete sicuramente chiedendo cosa abbia fatto ad Hans e poi a Marie, no?
Con Marie non è successo praticamente niente... Non mi ero resa conto di quante cavolo di volte lei avesse provato ad avvisarmi, ma io continuavo a vivere bellamente nel mio mondo con i pegasi e gli unicorni che volano. Non aveva nulla di cui scusarsi, è stata onesta sia con me che con Andrè... Non ci ha mai traditi.
Non posso che esserle grata per la sua ... Come dire, solidità. Hans è sicuramente un bel ragazzo, chi non vorrebbe starci?
... La sottoscritta mai più.
Ora, parliamo di ciò che è successo con Hans.
Il giorno della tregua avevo una rabbia in corpo così grande che avrei ucciso chiunque provenisse dalla Svezia.
Eppure, quel giorno Hans non lo vidi. E nemmeno nella settimana successiva, si era come volatilizzato nel nulla. Per un paio di giorni covai la mia ira, fino a quando non lo vidi tornare a scuola con una mano piena di bende.
Dicevano si fosse ustionato mentre era a casa a cucinare... Peccato che il fuoco non gli ha beccato la faccia.
Avevo voglia di picchiarlo fino a farlo piangere, ma Andrè mi ha bloccato prendendomi di peso e trascinandomi fino a casa mentre continuavo a inveire contro di lui.
Adesso la mia rabbia è più o meno svanita, ma non posso ancora credere che a quest’ora potrei aver perso la verginità con un coglione simile.
Non è tanto perché sono ancora ‘pura e casta’ e quindi mi incavolo, ma perché il modo in cui sono stata usata è stato davvero ignobile.
La buona notizia è che almeno d’ora in poi non dovrò mandare messaggini melensi a nessuno e che la cara felpa e i vecchi jeans torneranno a regnare.
O meglio, ci sono altre buone notizie. Mia madre è ormai avanti con la gravidanza, probabilmente tra meno di due mesi mia sorella nascerà. Da quanto ho capito si chiamerà Julienne Cassandre (nell’ultima videochiamata mi ha mostrato un trecento volte il pancione), e mamma non la piantava di dirmi quanto scalciasse, delle voglie e dell’irrefrenabile bisogno di sesso.
Io sono sempre più convita che lei non abbia ben capito le mie ultime parole sul matrimonio e sui figli, eppure quel natale le ho praticamente urlate davanti a Saint-Just. Come si fa a essere così idiote da farsi mettere incinta? Ma santa pazienza, adottate i bambini, ce ne sono tanti che ne hanno bisogno. E poi ci sono quelli che per il divertimento di farlo senza preservativo si ritrovano un bel bebè a fine anno, bravi, complimenti.
Mia madre probabilmente è una di quelle, benché mi faccia credere il contrario. Ma è assolutamente impossibile per una che si è fatta mettere incinta a diciassette anni.
Ora vaneggia sull’amore materno mentre si fa scopare da quel Jean Claude, quando solo adesso si rende conto del peso di una figlia, quella in arrivo naturalmente.
Penso che lei sia convinta che io sia una specie di sua confidente alla quale raccontare tutto, dalla manicure a quanto ce l’ha lungo il suo ragazzo, ma non ha ben compreso il ruolo di madre.
Comunque, l’altra buona notizia (oddio, buona! Dipende da come la si vede) è che anche Celeste e mio padre stanno pensando di avere un altro figlio. Questo è quello che mi ha detto Andrè.
Ha giurato di averli sentiti scopare una sera e di aver udito un chiaro “Togli il preservativo”. Ora capirete il perché mi farò adottare dalle suore.
Oltre queste notizie poco pulite, c’è anche l’arrivo di Halloween, dove potrò gongolare facendo scherzi a tutti.
Ma purtroppo sono qui, costretta a studiare chimica e biologia per colpa dell’ultimo cinque arrivato.
Odio la scuola.
In più di chimica non capisco un cazzo, non prendo appunti per dovute motivazioni.
Voglio solo giocare con Igor e leggere Baudleire.
Perché capita tutto a me?
Sono ore che studio, ma non ho capito nemmeno la prima frase. Sbuffo, forse dovrei chiedere aiuto...
Detesto chiedere aiuto, mi fa sentire molto inferiore.
Vabbe, vorrà dire che dovrò abbassarmi a chiedere spiegazioni ad Andrè... Lui e Marie sono chiusi in camera da ore, avranno finito inglese! Spero...
Chiudo tutto per poi avviarmi verso la camera di Andrè, entrando senza bussare, tanto stanno studiando, nel peggiore dei casi mi bestemmieranno, e la scena che mi ritrovo è peggio del finale della Sirenetta due.
Una Marie con i capelli sciolti e in biancheria intima è stesa sul letto, mentre sopra di lei un... Andrè in boxer (con i pesciolini!!!) la bacia fin troppo seriamente.
Il libro cade per terra con un tonfo, ho una strana voglia di ridere, ma il rumore fa girare i due che mi guardano terrorizzati.
-Ehm... Momento sbagliato, passo dopo. Ignoratemi, tornate pure alle vostre...Ehm... Faccende.-
Mi richiudo la porta alle spalle, scoppiando a ridere.
Come si fa a indossare dei boxer con i pesciolini rossi??
 
Dopo cena, dove entrambi hanno evitato accuratamente di guardarmi, Marie se n’è andata tutta rossa salutandomi on un timido ‘Ciao’, per poi scomparire con Andrè dietro la porta.
Mi sto trattenendo dal ridere, perché mio padre è ancora qui, ma penso che appena se ne andrà non la pianterò più di ridere.
In seguito, Andrè è tornato in casa e io non ce l’ho fatta più, scoppiando a ridere.
-Che hai da ridere?-
-Devi proprio indicarmi il negozio dove hai comprato quei boxer, sono indecenti.-
Lo vedo sbuffare e sedersi di fronte a me.
-Potevi anche bussare! E comunque sono bellissimi quei boxer, me li ha regalati mia nonna!-
Cerco di non scoppiare in una fragorosa risata.
-E li metti per fare sesso con la tua ragazza? Mi deludi.-
Sbuffa sonoramente.
-Te li regalo per Halloween, ho capito che ti piacciono.-
-Tieniteli, ho di meglio.-
Sghignazza -Su di te farebbero proprio una splendida figura.-
Gli faccio la linguaccia per poi giocherellare con il mio adorabile Igor.
-E tu che fai ad Halloween?-
Faccio spallucce. Cosa dovrei fare? Fosse per me andrei pure a fare dolcetto o scherzetto, ma poi mi arresterebbero.
Che palle essere grandi, ti perdi i migliori divertimenti.
-Tu?-
-Alain mi ha detto che organizzano una festa a tema a casa di Maximilien (Robespierre per gli amici!), vieni?-
Ridacchio –Solamente se vieni con quei boxer, comunque, no. Ne ho le palle piene di voi maschi continuamente alla ricerca di femmine. Penso che resterò a casa.-
-Dai Oscar, viene anche Marie, ci divertiremo.-
-Ah! Vi divertirete, limonerete da morire mentre io mi ammazzerò di coca cola. Ti ringrazio, ma declino l’offerta.-
Sbuffa –Sei proprio pallosa quando fai così.-
-E tu un maschio.-
Ride –E’ un insulto?-
-Sì, e anche molto pesante.-
Continua a ridere –Visto che sei libera ti va di aiutarmi a scegliere il costume? Non ho molta esperienza con Halloween.-
Annuisco, almeno avrò qualcosa da fare.
-Allora ci andiamo domani. Ho bisogno di una consulenza femminile.-
-Uhm... Hai preso il soggetto sbagliato.
Lo vedo alzarsi ridendo.
-Stai tranquilla, ho preso proprio la persona giusta.- risponde facendo un sorrisetto poco rassicurante.
-Che stai architettando, Grandier?-
Ghigna malvagiamente –Devo farla pagare a Bernard e ad Alain per la festa dove noi... Insomma, hai capito. Mi serve un piano geniale per uno scherzo come si deve.-
Sento un ghigno perverso nascere sulle mie labbra.
-Io e te andremo molto d’accordo ragazzo.-
La coerenza è una dote, non la si può acquisire.
 
 
 
Angolino dell’autrice§
Salve a tutti! Finalmente il capitolo 19! Alleluia! È stato un parto. Non avevo proprio idee! XD
Ero partita con una cosa e sono arrivata qui... Non so dove altro capiterò, ma spero che vi piaccia lo stesso ^.^
Se avete commenti, critiche o altro sono tutte ben accette!
B) Oggi finalmente risponderò alle vostre recensioni, perché io scema, non lo faccio mai (Perdono!).
Inoltre sono stata impegnata con diversi lavoretti estivi, quindi solo ora ho iniziato a scrivere !=)
Ci sentiamo presto,
 

Glaphyra
 
P.S. So che state tutti godendo per la mano di Hans... Però abbiate pietà di lui, è un cucciolino<3

 

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Capitolo 20
*** Chapter 20 ***


Stepbrothers

 
Devo assolutamente ricredermi, questo ragazzo è un fottuto genio. Cretina io che lo avevo sottovalutato. Comunque, dopo i diversi diverbi con Andrè per i suoi boxer con i pesciolini, ci siamo decisi a cercare un costume originale per la festa di Maximilien. Ho una vaga idea di cosa comprare, sempre se Andrè sia disponibile a indossarlo.
Ed eccoci a Place Trinitè, in un negozietto sperduto e sporco dove l’unto è in omaggio, a cercare un costume per il mio fratellastro.
-Uhm, secondo te Frankenstein è troppo scontato?-
-Direi di sì, Andrè.-
Lo sento sbuffare rumorosamente e ritornare alla sua ricerca.
È strano fare shopping con lui, o meglio, è meglio fare shopping con un ragazzo .Sono diversi, due mondi completamente distinti. Andrè commenta, ride, fa le battute squallide... Quelle rare volte che sono uscita con Marie mi sono dovuta sorbire tutti i suoi sproloqui sull’importanza del reggiseno imbottito. Poi uno non dovrebbe mandare a fanculo tutti.
Si allontana per qualche secondo per poi ritornare con un cappello da vichingo in testa.
-Questo è da boss. –
Non so se scoppiargli a ridere o piangere in faccia. Fa davvero pena quel cappello con le corna.
-Sai, qualcuno potrebbe fraintendere quel cappello.-
-... Certo che sei proprio stronza Oscar.-
Scoppio a ridere mentre lui si butta in un cesto alla ricerca di qualcosa.
Ok, lo ammetto. È divertente. Quel ragazzo merita la mia attenzione. Fa troppo ridere. Sembra impossibile che io e lui ci odiavamo, andiamo d’accordo praticamente su tutto. (A parte le mutande con i pesciolini). Probabilmente è stato a causa del suo arrivo che la mia bussola interna è andata in tilt. Vedere la vita che conoscevo andare in frantumi in quel modo e il suo arrivo mi destabilizzarono del tutto.
Prima di tutto questo ero brava a scuola, suonavo il piano e sapevo mettere dei vestiti decenti addosso.
Eppure se lo guardo adesso non provo più odio, né dolore. Mi sono resa conto del mio comportamento estremamente egoista... Non mi accorgevo degli altri, o del loro dolore. Mi concentravo su me stessa, senza guardare oltre il mio naso. Non vedevo i problemi di Andrè, che si doveva adattare a una nuova casa, a una nuova famiglia, senza alcun preavviso. Probabilmente si aspettava anche un po’ di comprensione da parte mia, cosa che gli ho sempre negato.
Avrei dovuto imparare a guardare oltre, senza fermarmi alle apparenze. Ho sempre interpretato in modo negativo i suoi silenzi, i suoi comportamenti gentili. Pensavo lo facesse per indispettirmi... Invece...
-Oscar! Ho trovato un bel costume per te!-
-Ti ho già detto che non lo voglio un costume... O cazz..! Ma che diavolo è quello?-
Vedo spuntare la sua testa da dietro un manichino, con in mano una gruccia che mantiene il vestito.
-Ti piace? È da gatto nero!-
-E’ da porno star! È osceno!-
-Ma che dici? Non si vede assolutamente niente.-
Sbuffo contrariata mentre continuo a cercare un vestito per lui, quando improvvisamente un numero attira la mia attenzione.
-10/6-
-Cosa?-
All’improvviso rivedo l’esatta collocazione di quel numero e il calore mi avvolge.
È il costume giusto.
-Andrè, prendiamo quello.-
 
Dopo una buona mezz’ora di litigi ho convinto Andrè a comprare un costume meraviglioso. Peccato che io abbia accettato di indossare un costume da gatto se lui mette il suo da Cappellaio Matto.
È una scommessa da idioti, ma sono in vena di scherzi in questo periodo.
Per ora non me ne preoccupo, preferisco gustarmi la mia cioccolata calda mentre il vento freddo mi intirizzisce tutta.
Benedetta cioccolata e chi l’ha scoperta, me lo sposo. La sento scendere fino allo stomaco, mentre mi riscalda tutto il corpo come un tenero abbraccio. Resterei su questa panchina per ore se qualcuno non mi risvegliasse dai miei dolci sogni con la cioccolata...
-Ehi Oscar! Guarda!-
-Cosa?-
-Quel banchetto!-
Vedo poco distanti da noi dei ragazzini vestiti da scout che allestiscono un banchetto per il tiro a segno. Anche io a quattordici anni volevo diventare uno scout, poi ho pensato che era un po’ da idioti mettersi in divisa e imparare a fare i nodi, quindi ho lasciato perdere.
-Uhm, sì lo vedo.-
Lo vedo alzarsi e tirarmi per un braccio.
-Dai, andiamo a giocare!-
Sbuffo, gli uomini sono tutti dei bambini.
Andrè corre fino al banchetto salutando calorosamente i due ragazzini.
Dopo un po’mi fa segno di raggiungerlo e io lo accontento.
-Preparati alla sconfitta.-
-Eh?-
-Hanno appena finito di montare, possiamo già giocare.-
Lo guardo indispettita –E chi ti dice che io abbia voglia di giocare con te?-
-Lo stesso istinto che non ti fa tollerare le sconfitte.-
Lo guardo male, adesso la pagherà cara.
-Dammi un fucile Grandier, ti farò piangere.-
-Ah-ah, aspetta. Ho in mente qualcosa di più divertente... Che ne dici di una scommessa?-
-Che genere di scommessa?-
Ghigna malvagiamente appoggiandosi al bancone.
-Quel genere che ti fa piangere.-
Uhm... L’idea mi alletta e il mio sorriso diventa un ghigno alla Dexter ciuffo rosso.
-Vai avanti.-
-Lo vedi quel negozietto adorabile?- dice indicandomi una boutique tutta rosa e fiori.
Mio Dio, Victoria’s Secret.
Il regno dei nudisti, delle puttane e dei trans... Che il cielo me la mandi buona che diavolo sta architettando?
-Uhm...-
-Bene, se IO vinco, devi comprare uno di quei completi e baciare il primo che passa.-
Lo guardo scandalizzata. Sta scherzando? Ci sono meno venti gradi e vuole farmi uscire con quei... Cosi addosso???
Mi stuprano! E poi mandano la mia foto su ‘Le Figaro’.
-E se vinco io?-
-Farò la tua stessa cosa e potrai anche fotografarmi.- ghigna –Sempre se non preferisci il bacio.-
-Piantala idiota, mi è bastato un tuo bacio, non gradisco il bis.-
Ci rifletto un po’... Sarebbe grandioso poter vincere contro di lui... Massì dai, tanto vale provare.
-Affare fatto Andrè, ragazzino, dammi un fucile.-
-Prepara le gambe Oscar, quel tanga ti andrà una meraviglia.-
Sorrido malignamente per poi prendere il fucile.
-Fossi in te ci ripenserei.-
Prendo la mira per poi premere sul grilletto, prima lattina andata.
Lo guardo ghignando soddisfatta.
-Sei ancora in tempo.-
 
Dopo più di un’ora spesa a far capire ad Andrè che ormai aveva perso sono riuscita a convincerlo a indossare il reggiseno.
Non credo di aver mai riso così tanto in vita mia. L’indumento lo avvolge come in una morsa, togliendogli il respiro.
Era davvero inguardabile.
-Non ridere Oscar! Non sei per niente divertente! Sappilo!-
Trattengo a stento una risata mentre lui mette un muso incredibile.
-Piantala, che cosa devo fare?-
Il mio sorriso si trasforma in un ghigno malvagio e mi avvicino all’uscita del negozio.
-Lo vedi quel ragazzo biondo laggiù?-
Lui annuisce ignaro.
-Bene, devi rimorchiarlo.-
-... Cosa?-
-Oh sì, hai capito benissimo. Devi rimorchiarlo e offrirgli il gelato.-
-... Sei impazzita? Non lo farò mai! Scordatelo! Non ci penso minimamente!-
Lo trascino fuori dal negozio, è ora di divertirsi.
-Ho detto muoviti, altrimenti non mi vesto da gatto.-
Lo vedo sbuffare e camminare lentamente verso il ragazzo biondo.
È una scena a dir poco esilarante, sto per farmela addosso per quanto mi sto contorcendo.
Andrè si avvicina al tipo e inizia a parlarci, per poi ricevere un pugno in piena faccia mentre il ragazzo si allontana bestemmiando.
Sono praticamente a terra per le risate, giuro, ho le mutande zuppe di pipì per colpa di Andrè. Ho gli spasmi e non riesco a fermarmi mentre il modello di Victoria’s Secret si avvicina a me furente.
-Torniamo a casa. ORA.-
Annuisco mentre lacrime spuntano da sole dagli occhi, non ce la faccio più.
-Vaffanculo Oscar, giuro che ti lascio qua se non la pianti.-
Cerco di respirare trattenendo le risate.
-Continua a ridere e ti modifico il vestito da gatta, e poi vedi come ti rinfreschi i pensieri.-
-Non oserai...-
-Oh sì invece- mima delle forbici davanti al mio viso –Un’altra risata e ti ritrovi senza reggiseno.-
Ridacchio seguendolo.
-Va bene, ma sappi che Playboy dovrebbe farti fare il modello senza veli.-
-Ora ti ritrovi anche senza mutande.-
Ritorniamo a casa mentre Andrè continua a bestemmiarmi fino allo sfinimento.
 
È arrivato il giorno della festa e io e il palyboyman siamo già vestiti di tutto punto. Abbiamo convinto Marie a vestirsi da Alice, così fanno la coppietta della serata.
Che cosa rivoltante...
Comunque, io e Andrè abbiamo finito di definire il piano.
L’obiettivo finale è far ritrovare tutti pieni di farina e ricoperti di miele. Cosa impossibile da fare con loro sobri, ma siamo giunti alla conclusione che correggere un po’ il punch con la vodka non è punibile dalla legge, quindi lo faremo. Dopo di che lui lancerà la farina e io il miele, ma prima mi prenderò la briga di fare qualche bello scherzetto ad Alain.
La deve pagare.
-Oscar, sei pronta? Dobbiamo andare a prendere Marie.-
-Arrivo Andrè.-
Scendo e trovo Andrè già con il cappello verde in testa tutto truccato.
-Stai bene, anche se ti preferivo in modalità trans.-
-Piantala, e muoviamoci. Oggi mamma mi ha prestato la macchina.- dice mentre ridacchia
-Periodo fertile?-
-Periodo fertile.-
-Allora dormo nei cassonetti dell’immondizia.-
Ride per poi avvicinarsi alla porta.
-Pronta Catwoman?-
Gli faccio la linguaccia per poi seguirlo in macchina.
Casa di Marie non è molto distante, ma c’è un po’ di traffico e siamo costretti ad aspettare più di dieci minuti in macchina.
Ghigno pregustando il momento in cui ricoprirò di miele Alain.
-Come mai quel ghigno ?-
-Assaporo la vendetta.-
Ride cambiando la marcia.-Perché odi così tanto Alain?-
-Uno, perché è un idiota. Due, perché... Mi ha rubato qualcosa a cui tenevo.-
Quello stronzo mi ha fatto baciare Andrè, mandando a farsi fottere il mio primo bacio. Non gliela perdono, perché avrei preferito chiunque and Andrè in quel momento.
-Ti riferisci alla festa di Bernard?-
Annuisco senza guardarlo. Non è colpa sua in fondo, ma è una cosa di cui dovrò vendicarmi. Alain deve pagare.
-Non penso che un bacio sia così importante Oscar... Insomma...-
Lo guardo in modo glaciale e lui capisce al volo.
-... Era il primo...?-
Annuisco nuovamente cercando di evitare il suo sguardo, è davvero imbarazzante.
-... Mi dispiace, non lo sapevo... Cioè... Per voi ragazze è così importante...-
-Per voi che sia il primo o l’ultimo è irrilevante immagino.- rispondo acida.
Detesto questi ragionamenti maschilisti. Gli uomini non hanno ricordi? Vivono solo di istinti? Non posso credere che siano a uno stadio evolutivo così basso. Inizierei a preoccuparmi per il futuro dei nostri posteri.
-Non intendevo quello, ma non sono stato particolarmente gentile in quella situazione. Ero convinto che non fosse il primo.-
-Non fa niente Andrè, è passato ormai, e comunque non ho provato assolutamente nulla, volevo solo prenderti a schiaffi.-
Ridacchia girando e accelerando.
-Il mio è stato un disastro, avevo tredici anni e lei diciassette.-
Sorrido guardandolo.
-E che ci facevi tu con una di diciassette?-
-Questi sono dati top secret, ti posso solo dire che io avevo poca esperienza coi baci, non sapevo nemmeno esattamente a cosa servisse la lingua.- sospira –Lei praticamente mi fece la radiografia mentre ci baciavamo. Ero rossissimo e stavo fermo come un baccalà... Non mi lasciava nemmeno provare a muovere la lingua, ero terrorizzato.- ride parcheggiando.
Rido anche io mentre toglie le chiavi, non avrei mai immaginato un’esperienza simile per Andrè.
È piuttosto impensabile, lui, sempre circondato di ragazze e disponibile con tutte.
Scende per poi affacciarsi al finestrino.
-Mi dispiace per il primo- vedo la sua espressione addolcirsi di colpo –Ma sono sicuro che il secondo sarà quello giusto.-
Sorrido di rimando mentre lui si allontana verso casa di Marie.
-Ne sono sicura...-
 
 
 
Angolino dell’autrice§
Buon pomeriggio gente, scusate il ritardo, ma ho cercato di fare prima tutti i compiti delle vacanze.
Chiedo scusa anche per le recensioni, vi assicuro che le leggo tutte e siete davvero troppo gentili con me, grazie davvero =)
Comunque, i nostri due ormai sono due amiconi, progettano di conquistare il mondo insieme ormai XD
Chissà che non abbiano conquistato qualcos’altro... XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto =) Se avete consigli, critiche costruttive o suggerimenti, sono tutti ben accetti.
Buon Ferragosto a tutti!

Glaphyra

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Capitolo 21
*** Chapter 21 ***


Stepbrothers
 

Sono ancora rinchiusa in macchina ad aspettare che Andrè e Marie si degnino di entrare dopo una lunga pomiciata di dieci minuti abbondanti. Semplicemente non vorrei invecchiare qua dentro.
Marie con indosso il suo costume è davvero magnifica, non so davvero dove li compri certi costumi splendidi.
Dopo diverso tempo riusciamo finalmente ad andare alla festa mentre Andrè e Marie amoreggiano tranquillamente.
Non mi interessa dei due piccioncini, io ho due persone a cui devo fare la festa.
Uno svedese impotente e una scimmia tibetana.
C’è un sacco di gente e all’improvviso i quattro litri di vodka che ho portato mi sembrano davvero pochi. Come farò a farli stordire così tanto da farli addormentare?
Sbuffo cercando di avvicinarmi al punch senza farmi notare quando improvvisamente lo scimmione si annuncia con un fischio degno di Peter di Heidi.
-Chi abbiamo qui? Una bella gattina.-
Lo prenderei volentieri a randellate, però fra poco lo vedrò strisciare e cantare Beyoncè, che visione idilliaca.
-Respiri ancora, Alain? Peccato, ci speravo nel tuo funerale.-
-Tiri fuori gli artigli Oscar? Mi piacciono le gattine difficili.-
Sto per vomitargli in faccia, questo ragazzo è la persona più disgustosa che io abbia mai visto, dopo Hans ovviamente.
Dopo qualche secondo di disgusto tiro fuori il mio più bel sorriso alla Mercoledì Addams e gli offro da bere.
-Vuoi un po’ di punch?-
Mi squadra attentamente, sarà pure ninfomane, ma non scemo purtroppo.
-Cosa ci hai messo dentro? Lassativi?-
-Perché dovrei?-
-Perché mi odi a morte.-
-Non potrei mai fare una cosa simile.- sorrido e prendo un altro bicchiere. –Beviamo insieme?-
Signore, fammi reggere la vodka, non ho mai bevuto in tutta la mia vita. Non voglio restarci secca, ho ancora molto da fare in questa vita.
Afferra il bicchiere ancora sospettoso, ma appena mi vede bere si convince e mi imita.
È una sensazione orribile, la mia bocca è tutto un fuoco e la vodka scende, sento che il mio esofago mi lascerà molto prima del previsto.
-Uhm... Buono, chi l’ha fatto?-
-Andrè, è stato bravo, vero?-
Mi guarda torvo mentre continua a bere.
-Da quando tu e Andrè siete così amici?-
-Da poco, perché?-
Ghigna mentre si versa dell’altro punch e non posso nascondere il mio sorriso soddisfatto.
-Allora vedi di dimenticarlo.-
-Come?.-
Beve altri tre bicchieri per poi rispondermi.
-Oh andiamo, l’hanno capito tutti che vi piacete.-
Sto per scoppiare a ridere, io,innamorata di Andrè? Ma per favore! Non mi è mai interessato e non mi interessa. Ero innamorata di un ragazzo da anni e questo mi ha tradita. Ora non ho intenzione di soffrire di nuovo, voglio solo divertirmi.
-Non dire stronzate Alain, non mi è mai piaciuto Andrè e lui è innamorato di Marie.-
-Ti è mai venuto il sospetto che Marie possa essere un diversivo e che lui voglia te?-
-Ti sei fatto, vero? Avanti, cosa hai preso di così devastante?-
-Sei tu che ti sei fatta Oscar, sei veramente cieca non ti accorgi di un tubo.- continua a bere altri due bicchieri e vedo la sua andatura diventare meno sicura, il piano sta funzionando.
-Alain, perché non ne offri un po’ a Jeanne? Oggi è senza Nicolas, lei forse è disponibile.- gli porgo il bicchiere, ma lui mi afferra il polso con forza –Che cazzo stai facendo?-
I suoi occhi si sono fatti improvvisamente seri e il suo respiro pesante a causa della vodka.
-Non sono lo stronzo che tu immagini, anche io ho un cuore, anche io sono innamorato.- mi fissa a lungo –E di una stronza se vogliamo precisare.-
Mi divincolo con forza mentre Alain mi fissa torvo.
-Non mi interessa di chi sei innamorato Alain, lasciami in pace.-
Ridacchia bevendo ancora. –Andrè ha ragione...-
-Cosa? Cosa ti ha detto?-
Ma si è già allontanato alla ricerca di una ragazza da far ubriacare.
Mi guardo intorno e vedo tutti ballare mentre alcune coppiette cercano un posto per appartarsi.
Non riesco a pensare, cosa dovrei fare? Alain mi ha fatto passare tutto l’entusiasmo per la festa, vorrei soltanto che quello che mi ha detto sia solo una menzogna.
Scuoto la testa, l’obiettivo della serata è far funzionare il piano, quindi fare la carina e distribuire punch a tutti.
 
Sono quasi due ore che faccio la cameriera e non ne posso più, almeno non sono sola. Dopo mezz’ora Andrè ha iniziato ad aiutarmi, lasciando Marie con un altro ragazzo che assomiglia (purtroppo) ad Hans.
Verso l’una mi siedo sfinita su una sedia pregando che tutto vada per il meglio. Andrè mi raggiunge con la stessa espressione e si siede scomposto vicino a me.
-Non ce la faccio più.-
-Non lo dire a me, Oscar.-
Il suo trucco sta iniziando a colare a causa del sudore e i colori cominciano a mischiarsi in un miscuglio indefinibile.
-Andrè, vuoi che ti sistemi il trucco? Sta praticamente cadendo a pezzi.-
Ci pensa per un paio di minuti fissando un punto indefinito, sembra quasi che stia cercando qualcuno, per poi risvegliarsi di colpo.
-Sì, grazie.-
Ci dirigiamo verso il bagno schivando diversi scheletri e mostri e dopo una lunga litigata con due ragazzi che pretendevano un mio bacio ce l’abbiamo fatta.
Faccio sedere Andrè sul water, cosicché il suo viso sia all’altezza del mio seno. Tiro fuori tutto l’armamentario che ho portato per il suo trucco e mi metto al lavoro.
-Fra quanto cadranno tutti addormentati Andrè?-
-Circa un’ora, hanno bevuto quasi otto litri di vodka.-
Ghigno malvagiamente davanti al suo viso, quando le parole di Alain mi rimbombano in mente.
-Andrè, posso farti una domanda?-
-Certamente, spara.-
Chiude gli occhi in attesa dell’ombretto che resta sospeso per aria.
-Tu sei veramente innamorato di Marie?-
Apre gli occhi di scatto e mi fissa .
-Certo, perché?-
-Niente di importante.-
-Parla Oscar.-
-Ho solo chiacchierato un po’ con Alain e...-
-E...?-
-E mi ha detto che sei innamorato di un’altra.-
Chiude gli occhi ridacchiando, come se la tensione fosse svanita, mentre la mia continua a crescere senza motivo.
Oscar, non fare la deficiente! È solo un pettegolezzo! A te non piace Andrè e a lui non piaci tu.
-E sentiamo, chi sarebbe l’altra?-
Gli metto il rossetto, soffiandoci sopra per asciugarlo.
-... Io.-
Spalanca gli occhi di scatto e mi guarda allarmato.
-Non crederai a una stupidaggine simile?-
-Certo che no! So perfettamente che non sei innamorato di me!- deglutisco –E io non di te.-
Lo vedo annuire mentre mi porge la guancia per mettere il blush verde.
-Allora ignora Alain, dice solo stronzate e credi a me piuttosto.-
Gli dipingo il viso con attenzione, mentre il mio cervello ascolta le sue parole.
-Non ho mai detto di credere ad Alain.- chiudo di scatto la trousse –E mi fido di te.-
Metto a posto i pennelli mentre lui si alza e mi sorride attraverso lo specchio –Grazie Oscar.- lo vedo avvicinarsi alla mia guancia e lasciarle un bacio di rossetto Chanel.
-Andrè! Ora devo togliere la macchia!-
Lo vedo ridacchiare –Ora puoi far divertire Alain con i pettegolezzi.-
 
Scendiamo dabbasso e troviamo la maggior parte degli invitati addormentati, gli unici svegli sono Jeanne, in procinto di andarsene, e un ragazzo dai lunghi capelli castani.
Marie giace addormentata con i capelli scompigliati su un piccolo divanetto, completamente sola.
-Andrè, non hai avvertito Marie dello scherzo?- chiedo preoccupata, Marie quando beve perde ogni inibizione.
-Sì, ma probabilmente avranno mischiato il punch anche con le altre bevande e si sarà ubriacata...- lo vedo avvicinarsi e prenderla in braccio –La porto in macchina, così sarà al sicuro.-
Sono rimasta sola, ma c’è ancora un testimone maledizione. Devo riuscire a stanarlo.
Mi avvicino velocemente, mentre lui prende la sua giacca.
-Ehi, ciao!- dico cercando di sembrare il più gentile possibile.
Mi sorride dolcemente mentre infila la giacca.
-Ciao! A quanto pare è rimasto qualcuno vivo !-
-A quanto pare... Comunque piacere, io sono Oscar.-
-Piacere... Ehm... Oscar, io sono Victor, onorato di conoscerti.-
-Sono una ragazza, non un travestito, rilassati.-
Lo vedo sorridere.
-Allora perdonami se ho pensato male.-
È davvero carino, e per di più educato. Mi piace, anche se devo riuscire a levarlo di mezzo.
-Victor, anche tu frequenti il liceo di Saint-Jaques?-
Scuote la testa gentilmente.
-No, frequento la facoltà di Economia. Maximilien è un amico d’infanzia, così sono venuto alla sua festa, ma non è stata proprio il massimo.-
Mi guardo intorno mentre il senso di colpa mi trascina nell’abisso, non posso mollare tutto proprio adesso.
-Io devo proprio andare Oscar, piacere di averti conosciuta.- mi bacia la mano mentre si allontana.
Sento qualcosa fra le dita e trovo un foglio di carta con su scritto un numero.
Sorrido inconsciamente, la seconda occasione è arrivata.
 
-Secondo te abbiamo esagerato?-
-Se lo meritavano Andrè, soprattutto quello stronzo di Alain.-
Sono passati due giorni dal misfatto, e io e Andrè abbiamo riversato tutta la nostra rabbia su quegli idioti.
Per prima cosa abbiamo ricoperto il pavimento di detersivo, poi a tutti i ragazzi abbiamo spalmato un sacco di miele addosso e ci abbiamo rovesciato delle piume. Alle ragazze abbiamo versato il latte al cioccolato e la schiuma da barba.
Ad Alain invece, un trattamento speciale: crema chantilly sui capelli e fragola in cima, mentre come crema corpo... Maionese, maionese ovunque!
Gongolo mentre Andrè mi solletica il viso con i suoi capelli, abbiamo deciso di studiare insieme in camera sua, ma per ora abbiamo solo cazzeggiato.
Io con i piedi rivolti verso la testata del letto, lui verso la fine.
È bello avere qualcuno di cui fidarsi, ti fa sentire... Compreso.
-Alain mi ammazzerà.-
-E io ammazzo lui per le stronzate che ti dice.-
Ridacchio tirandogli un ciuffo di capelli.
-Così sembra quasi che sei geloso.-
-Io non sono geloso di nessuno, ma mi da sui nervi che ti dica stronzate.-
Sospiro guardando il soffitto.
-Avrei voluto che me lo dessi tu.-
-Di che stai parlando?-
-Del libro, avrei preferito riceverlo dalle tue mani.-
Tace mettendo una mano fra i miei capelli ed arruffandoli.
-Mi dispiace, avevo paura della tua reazione.-
-Cosa volevi che ti facessi? Non potevo mica staccarti la testa.- dico ridendo e cercando di sdrammatizzare.
-No, però ti devo ricordare come mi hai preso a pugni? Sembravi posseduta.-
Rido silenziosamente, mentre il ricordo di quella sera grigia mi ritorna in mente. Ero davvero furiosa, sarei arrivata perfino ad ucciderlo o a ferirlo sul serio.
-Scusa per i pugni, ero fuori di me.-
-Erano meritati.-
Gli passo una mano sul viso cercando di fargli il solletico, senza ottenere risultato. Non volevo far rattristare Andrè, non era mia intenzione.
Sorrido mentre un’idea mi viene in mente.
-Allora... Cosa ne pensava Marie dei boxer con i pesciolini?-
Mi guarda di traverso sorridendo debolmente.
-Quando farai sesso con il tuo ragazzo verrò a romperti le palle, e se lo scopro con dei boxer a fiorellini ti spezzo le ossa. Anzi, prima le rompo a lui e poi a te.-
Rido –E lui che c’entra?-
-Perché non ti deve toccare nessuno.-
-Certo fratellone, stanne certo.-
-Guarda che sono serio! I ragazzi sono davvero stronzi la prima volta.-
-Quindi anche tu sei stronzo.-
-Cosa? No! Non intendevo questo...-
Ridacchio mettendogli una mano sulla bocca.
-Stai zitto e ascoltami, mi serve il tuo aiuto.-
Lo vedo annuire mentre i suoi occhioni verdi si spalancano.
-Devi aiutarmi a cercare un ragazzo, si chiama Victor e va all’università di economia. L’ho conosciuto alla festa.- gli libero la bocca e vedo i suoi occhi perdere la scintilla iniziale –Mi aiuterai?-
Sospira senza guardarmi.
-Oscar... Un altro... Universitario... C’è di meglio...-
-Tipo?- chiedo in tono di sfida.
Non lo sopporto quando fa il sofista, non ha diritto di scegliere della mia vita. lui ha le sue esperienze e le sue cadute, io pretendo le mie.
-Va bene, ti aiuterò.-
Sorrido e lo abbraccio di scatto.
È bello avere qualcuno su cui contare.
 
 
 
Angolino dell’autrice§
Ed eccoci qui! I nostri due fratellini ormai sono pappa e ciccia <3 si dicono pure i fatti XD Vabbe, lasciamo stare i miei scleri, sono troppo innamorata di ‘Shakespeare in love’, quindi se per caso nei prossimi capitoli trovate Romeo e Juliet è colpa del film.
Grazie ancora a chi legge e chi segue ancora la storia,
A presto,


Glaphyra

 

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Capitolo 22
*** Chapther 22 ***


Stepbrothers
 

Guardo annoiata mio padre che fa le solite, noiose e stupide raccomandazioni.
-Non combinate guai. Non guardate tra le nostre cose. Non distruggete casa.-
 Non credo riuscirò a mantenere la promessa, proprio per niente.
 Guardo André con un sorrisetto che lascia intendere che non ho intenzione di dar retta a mio padre. In fondo, lui e Celeste vanno via per il fine settimana, quindi abbiamo per due giorno casa libera. Conclusione: faremo un casino tremendo e prima che tornino, domenica, metteremo a posto. Abbiamo organizzato tutto nei minimi dettagli come fosse un piano di guerra. Ovvio, non vogliamo farci scoprire per poi ricevere le mazzate.
 Celeste ora sta stritolando André. Penso che si possano contare sulle dite le volte in cui quei due hanno passato più di un giorno separati quindi spero proprio che André non si metta ad urlare all'improvviso durante la notte "Voglio la mamma! Dove è la mia mamma?!". In tal caso, ho messo una telecamera in camera sua per riprenderlo mentre piange e urla, e ovviamente poi lo ricatterò, che domande.
 -Si mami, anche io ti voglio bene. Tranquilla non faremo nessun casino.-lo vedo sorridere. Sta scherzando e lo so.
 Ridacchio.
 Mio padre mi viene vicino -Bene Oscar, allora ci vediamo domenica-
 -Si... A domenica-
 Mi sorride. Miracolo. Sarà l'effetto della vacanza imminente. Gli sorrido anche io-Ti prego, non abbracciarmi- dico in tono scherzoso.
 Sospira -E va bene.- si gira verso Celeste -Andiamo?-
-Si. Andiamo- risponde lei
Ripetono le solite noiose raccomandazioni per la milionesima volta, e cinque minuti dopo io e André guardiamo la macchina diventare un piccolo puntino.
 -Bene bene bene. Abbiamo casa libera per i prossimi due giorni. Pronta a far niente?- mi dice sogghignando.
 Lo guardo con la medesima espressione -Il divano é mio!- mi precipito in casa correndo e, con un salto mi butto sul divano prima che André mi raggiunga.
-Non è valido! Non ero pronto!- ridacchia sedendosi sul bracciolo
Due giorni di Paradiso! Non posso veramente crederci! Nessuno che rompe dicendoti che ti devi alzare, che devi mettere in ordine la tua stanza, niente di niente!
-Tu non sei mai pronto, Andrè! I tuoi riflessi vanno a rilento.- gli tiro un pizzicotto –Stai ingrassando, dovresti fare un po’ più di palestra.-
-Pizza e patatine?-
-Era sottointeso.-
Prende il telefono avviandosi verso la cucina. Prendo il cellulare e vado sulla rubrica.
È quasi una settimana che ho il numero di Victor, non so più cosa fare. Volevo invitarlo a bere qualcosa, ma ho una paura fottuta. Dopo circa dieci minuti di: “Lo-invito-non-lo-invito.” Mi sono decisa a mandargli un messaggio chiedendogli di vederci il giorno dopo alle undici a Place De la Concorde per un caffè. Lascio il cellulare sul tavolo e cerco di trovare un film decente in quella montagna di polpettoni romantici di Celeste e mio padre.
Per ora l’unico decente resta “Cattivissimo me”, ma non so più che cosa pensare. In casa mia o si vede Titanic o sei un perdente.
Mentre cerco disperatamente un’alternativa a Leonardo DiCaprio sento le braccia d Andrè intorno alle mie spalle.
-Missione riuscita, capitano?-
-Ancora niente, soldato. Per ora sono in nomination Cattivissimo me e Shining.-
-Vada per cattivissimo me, non ho voglia di dormire con te per la paura.-
Ridacchio mettendo il dvd, ho già provato cosa significa dormire con Andrè, è proprio una brutta esperienza. Non hai diritto a un cazzo di spazio vitale, ti si appiccica peggio di una piovra in calore (sempre se le piovre vanno in calore!) e russa da morire. Per non parlare del fatto che ti puoi fare le meglio conversazioni con lui addormentato.
Si siede vicino a me fregandosi tutti i cuscini.
-Non hai capito un cazzo, levati tu e il tuo completo da notte molto sexy.- dico osservando i meravigliosi pantaloncini azzurro cielo.
-Meglio io che te! Ma dove li hai presi quei pantaloncini con le nuvole? Sono scandalosi.- gli faccio la linguaccia fregandogli un cuscino. –Fammi spazio, ciccione.-
Mi spalmo praticamente su di lui poggiando la testa sulla sua spalla.-Ora, silenzio, che devo vedere il film.-
Ridacchia accarezzandomi i capelli-Pretendi pure il ‘Sì, padrona’?-
Gli tappo la bocca con una mano –Taci.-

Mi sono abbondantemente rotta le palle di ‘sto film, ci sono sti esserini gialli monocchio molto inquietanti. Vorrei fare qualcosa di più divertente, come giocare a monopoli, dove sono imbattibile.
Sento il respiro di Andrè vicino al mio orecchio, si è rotto le palle anche lui, ma non lo ammetterà mai perché è stato lui a scegliere questo film.
Sospiro, ripensando che Victor non mi ha ancora risposto. Maledizione, probabilmente mi avrà preso per una sfigata che non sa minimamente approcciarsi a un maschio.
Avrei dovuto parlarne con Andrè, lui riesce sempre ad aiutarmi in queste cose, meno male che c’è lui.
Oddio Oscar del passato non picchiarmi, ma ti sei persa un fratellastro spettacolare. Per certi aspetti invidio Marie, lei è fortunata ad avere un ragazzo che la capisce e che la ama…
-Come mai così tanti sospiri?-
Trasalisco mettendomi seduta e guardando Andrè che mi sorride dolcemente.
-No… Niente, pensavo…-
-Che non ti ha ancora risposto Victor al messaggio?-
Sento il sangue risalire sulle guance e colorarmi il viso. Come cazzo faccia a leggermi le emozioni io non l’ho ancora capito. Non mi guarda nemmeno e capisce tutto, tutto quanto!! Ha un superpotere secondo me.
-… Ma come cazzo fai?-
Ridacchia dandomi un bacetto fra i capelli e alzandosi –I superpoteri dei fratelli.- divento ancora più rossa, mi imbarazza che Andrè mi tocchi e mi baci così tanto, non sono per niente abituata.
-Dove stai andando?-
Mi liquida con un gesto per poi sparire per qualche minuto. Sento rumori strani e poco incoraggianti, ma cerco di ignorare il brutto presentimento che mi attanaglia il cuore.
Andrè quando organizza i piani malvagi è pericoloso. Infatti dopo poco lo vedo tornare con una grossa bottiglia piena di liquido color caramello.
-Ma che…?-
-Whiskey. Direi che è ora di berci sopra. Dimentica tutti, Hans, Victor e Alain. È ora di divertirsi un po’, che ne dici?-
Lo guardo preoccupata, non ho mai bevuto seriamente in tutta la mia vita e non so se potrei reggere. E poi, chissà che cazzo potrei sparare da ubriaca! Sono molto poco prevedibile e potrei iniziare a sproloquiare su quanto mi stia sul cazzo Bernard e di come la voce di Alain mi faccia innervosire… Però, direi che per una volta posso accettare, e poi di Andrè mi fido, so che non potrebbe farmi del male.
-Va bene, proviamo.- sorride porgendomi un bicchiere di vetro –Alla tua salute, sorellina.-
Sorrido bevendo e il primo istinto che ho è quello di vomitare tutto addosso ad Andrè. Il whiskey è caldo e denso e lo sento scendere nel mio stomaco infuocandolo. La mia gola è un incendio e tossisco da morire. Non sento altro se non il sapore nauseante del fuoco.
Lo vedo ridere e versarmi altro liquore, non sono una fifona, ho le palle come te, Andrè, te la farò vedere.
-Non sei proprio abituata a bere, eh Oscar?-
Lo ignoro ingurgitando altri tre bicchieri di whiskey, il senso di calore si sta spargendo in tutto il corpo, mentre una sensazione di benessere mi riscalda il cuore e la mente. Continuo a bere e mi sento come se fossi su una nuvola. Sono felice, molto felice e mi siedo vicino ad Andrè che continua a ingurgitare il liquido caramellato.
Ridacchia mentre sente l’odore dell’alcool –Marie non lo farebbe mai…-
-Tu e Marie fate tutto insieme, siete davvero insopportabili.- borbotto bevendo lentamente. La sua voce è lenta e calda, come un abbraccio, mi avvolge stringendomi forte.
-Uhm… Vorrei avere te invece che Marie.-
Ridacchio baciandogli un orecchio –Hai mai chiesto?-
Sento il suo alito caldo inondarmi di piacere e rinchiudermi in un magico incantesimo. Mi piace il modo in cui mi guarda, vorrei che mi baciasse… Mi piace come bacia Andrè. È gentile e dolce…
Mi sorride maliziosamente mentre le sue mani si fanno strada su i miei fianchi scoperti. Ridacchio mentre le sue dita curiose mi fanno il solletico e gli prendo il viso fra le mani.
-Mi piace come baci Andrè…-
-Anche a me piace.-
Rido avvicinandomi a lui e unendo le mie labbra alle sue. Il sapore del whiskey mi invade, e il mio calore si unisce al suo in un’unica, tenera morsa. Mi stringe forte a sé, facendo combaciare i nostri corpi. La sua lingua mi accarezza a lungo, e a quel punto il mio cuore a smesso di battere partendo per il Paradiso…

Ho un mal di testa incredibile, il capo è più pesante di un macigno e stento ad aprire gli occhi. Il soffitto non è quello della mia stanza, probabilmente ieri io e Andrè ci siamo addormentati sul divano, anche se non ricordo un cavolo di quello che  è successo ieri. Ho ricordi confusi e poco chiari… La pizza, il liquore, Victor… Merda!! Victor!! Anzi, più che Victor il liquore! Ci siamo fatti fuori una bottiglia intera! Mi metto seduta di scatto, controllando che non ci siano liquidi strani e vestiti sparsi in giro… Io sono vestita, Andrè è vestito… Siamo salvi. Spero di non aver sparato stronzate mentre ero in coma.
Afferro il cellulare e vedo che c’è un messaggio, Victor mi ha risposto! Sorrido come una deficiente nel vedere la risposta, mi ha detto di sì! Oddio, ora svengo. Guardo l’orario, le dieci e mezza.
Certo, le dieci e mezza… Le dieci e mezza?? Cazzo!! Io fra mezz’ora devo essere Miss Francia!! Scuoto Andrè, solo lui può salvarmi.
-Andrè!! Cazzo! Andrè!!-
Mugugna contrariato-Uhm… Cosa…?-
-Svegliati cazzo! Mi devi accompagnare in centro! Ho un appuntamento con Victor!-
Si mette seduto con tutti i capelli arruffati –E io che cazzo centro?—
-Devi accompagnarmi!-
Sbuffa alzandosi di malavoglia, mentre io corro a rendermi il più decente possibile.

E’ molto probabile che ora ci arrestino per il modo in cui Andrè sta guidando questa dannatissima macchina. Sembra posseduto, e mi è parso di pessimo umore.
Mi ha a malapena salutato e non ha aperto bocca, ma ora non ho tempo di pensare a lui. Victor mi sta aspettando e non ce la faccio più.
Arriviamo con dieci minuti di ritardo e Victor è lì che mi aspetta con due caffè al tavolino. Scendo dalla macchina correndo verso di lui. Sì cazzo, stavolta è quella buona.
Lo raggiungo mentre lui si alza per baciarmi la mano, sto per sciogliermi, è troppo dolce.
-Oscar, che piacere vederti! Come stai?-
-Bene Victor, scusami per il ritardo, ma ho avuto dei problemi..-
-E tuo fratello?-
Andrè? Cosa diavolo centra Andrè ora?
-Andrè..?-
Lo vedo arrossire vistosamente e improvvisamente un dubbio mi attanaglia il cuore. Non è possibile… Tutte a me..
-Bhe, vedi, a me interessava tuo fratello. L’ho visto alla festa di Maximilien… E volevo conoscerlo.-
Vorrei buttarmi nella Senna, giuro. Tutti a me capitano. Non è proprio possibile. Sono io che sono sbagliata? Cosa cazzo ho di male?? Perché attiro tutti gli squilibrati e non ce la faccio più. Sono veramente stua di tutte queste prese in giro, voglio un ragazzo che mi ami, porca miseria! Non chiedo molto! Perché…? Non c’è proprio nessuno?
Dopo aver salutato Victor e avergli promesso che gli avrei dato il numero di mio fratello, mi avvicino al marciapiede ormai vuoto. Andrè se n’è andato, e mi toccherà camminare per un botto di tempo a piedi.
Sospiro, indecisa se piangere o ridere, perché è tutto dannatamente comico. Sono davvero un essere così rivoltante che nessuno nìbacerebbe? Nessuno mi donerebbe un po’ del suo amore? Eppure so che esite qualcuno per me… Che appartenga solo a me e che il suo amore sia solo e soltanto per me.
Sento qualcuno chiamarmi e mi volto, trovando un volto dolce e familiare e ormai conosco da tempo e che non mi rendevo conto di quanto fosse importante.-Ehi Oscar!!-
Sorrido avvicinandomi a lui.
Oscar, sei sempre stata troppo cieca per notarlo, direi che è ora di far parlare il tuo cuore.



Angolino dell’autrice§
Salve! Che casino questo capitolo! XD Sti due ubriachi sono poco normali, Victor è gay e Oscar sta iniziando a fare luce fra i suoi sentimenti.
Ce la faranno i nostri eroi? XD Speriamo!
A presto,
Glaphyra

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Capitolo 23
*** Chapter 23 ***


Stepbrothers

Non posso crederci. Finalmente, dopo mesi e mesi di attesa è arrivato il giorno più bello dell’anno.
Natale.
E con Natale anche il mio compleanno, molto più importante eh.
A parte la neve e l’atmosfera natalizia, ho avuto molto da fare non solo con i regali, ma anche con il mio caro fratellastro e la sua fidanzata. Purtroppo, da quanto ho capito, è un periodo di crisi fra i due. 
Dovreste vedere Andrè, ha una faccia da far pena. Continua a ignorare le chiamate di Marie e i suoi messaggi.
So che non dovrei gioirne... Ma provo una strana sensazione di vittoria. Sono davvero una brutta persona.
Provo emozioni sempre più contrastanti e strane, e tutto questo non va bene.
Il giorno della mia uscita con Victor ho capito molte cose, anche se sbagliate. Sono cieca, sono stata cieca, ma è molto tardi.
Ho compreso i miei dubbi solo molto dopo, e ormai non ho più tempo. Lui sta con lei.
Sono un’egoista a gioire della loro crisi, mi disgusto da sola, ma non riesco a non esserne felice.
Voglio che stia con me.
Solo con me e che capisca che... Che forse siamo ben altro che semplici fratellastri.
-Ehi Oscar, tutto bene?-
-Alla grande Celeste, solo alcuni... Dubbi, diciamo.-
Si siede accanto a me porgendomi della cioccolata, quando fa così significa che ha qualcosa da dirmi.
-Dubbi che riguardano qualcuno in particolare?-
Sento il mio cuore accelerare e il disagio avvolgermi.
Finisce sempre così.
-Può darsi... Anche se... Insomma...-
-Si sono lasciati ormai.-
-D-Di chi stai parlando?-
La vedo ridacchiare mentre la mia faccia diventa bordeaux.
Si diverte con poco lei, con la mia espressione indecente, ovvio.
-Di Andrè e Marie ovviamente.-
Abbasso lo sguardo. Dio, che imbarazzo. Ha capito tutto, come al solito.
Sono davvero così prevedibile? In effetti... Ho un po’ esagerato in questi giorni, avrei dovuto cercare di essere più scortese con Andrè.
Sono giorni che sorrido come un’idiota quando è con me, arrossisco se mi tocca... Sono davvero una cogliona. Davvero, dieci e lode per quanto sai contenere le emozioni Oscar.
-Ehm... Andrè mi ha detto che hanno dei problemi... Volevo regalargli qualcosa di speciale per farlo stare meglio.-
E dopo questo sulla mia fronte ci sarà scritto ‘Perché sono stracotta di lui e se non mi bacia lui gli salto addosso.’
Dovrei fare un corso di autocontrollo, ma ormai penso sarebbe inutile. Nemmeno i Dalek riuscirebbero ad allontanarmi da Andrè. Sono davvero, un caso perso ora. 
Lo consideravo uno sgorbio fino a pochi mesi, e ora... Mi ritrovo a sbavare per lui e a sorridere per ogni suo singolo sguardo.
Celeste mi si avvicina con uno strano ghigno in faccia. Secondo me lei ha capito tutto. Se le dovessi chiedere il preciso istante in cui mi sono innamorata di Andrè me lo saprebbe dire con certezza.
Ma cosa importa ormai? La verità è che sono senza speranza, e che questa è la mia punizione per tutti i mesi di inferno che gli ho fatto passare,
Curioso, ora è Caino che insegue Abele, ma non per ucciderlo.
Ma per amarlo.
-Sai, se fossi in te avrei le idee più che chiare. Un regalo dolce, non strafare. Qualcosa di delicato e carino.- ridacchia –Proprio come te.-
Sorrido cercando di trattenere l’imbarazzo. È peggio di mia madre in certi momenti, giuro.
-Certo...-
Prendo la borsa con le idee ancora molto poco chiare e cerco le chiavi della mia moto.
Dopo questa conversazione veramente non ho più uno straccio di idea. E io che volevo regalargli un orologio, maledizione.
-Ah Oscar! Un’ultima cosa!- 
Mi giro e aspetto che si avvicini per poi sorridere e sussurrarmi –Ti sta aspettando.-
Rimango immobile vicino alla porta finchè lei non si allontana.
Sono davvero senza speranza.

Dopo aver assodato che Parigi a Natale diventa tipo lo scenario di Assassin’s Creed, posso aggiungere che le idee per il regalo di Andrè tardano ad arrivare e la situazione è sempre più critica.
Più giro e più tardo a trovare qualcosa di decente, a questo punto penso che un portatovaglioli sia il top dei regali che ho visto.
Sbuffo guardandomi in giro, quando sento qualcuno chiamarmi all’improvviso.
-Ehi Oscar!-
Mi giro e sorrido vedendo un Victor pieno fino al naso di pacchi regalo.
-Ciao Victor!-
Si avvicina con un timido sorriso mentre cerca di liberare una mano dall’assalto delle buste.
-Come stai? Ti trovo sempre più bella! Ma sei da sola?-
Annuisco cercando di aiutarlo con i pacchi, ma con scarsissimi risultati.
-Sì, stavo cercando un regalo...-
-Per il tuo ragazzo, vero?-
Scuoto la testa camminando.
Ma magari fosse davvero il mio ragazzo Victor, sono davvero un’imbecille.
-No? Ah, allora glielo hai già preso immagino.-
-Ehm... No Victor, non c’è alcun ragazzo.-
Sgrana gli occhi mentre evita i passanti.
Non ci credi nemmeno tu, vero Victor? Neanche io... Purtroppo.
-Ma come? Quel bellissimo ragazzo dagli occhi verdi... Quello che è venuto a prenderti il giorno che siamo usciti.-
Sospiro, non me ne parlare.
-E’ solo mio fratello... Fratellastro.-
-Ne sei sicura? Per come ti guardava sembrava tutto fuorchè fraterno..-
Ridacchio, meglio evitare l’argomento Andrè.
Ci sono dei momenti dove rischio pure la risata isterica. Penso che mi darò all’alcool, affogherò così il mio dolore.
È inutile anche solo sperarci.
Mi guarda pensieroso.
-Lascia stare Victor, è già fidanzato... Con la mia migliore amica.-
Sospira. –E tu ti sei innamorata di lui.-
-Già.-
Tace, per poi sorridermi.-La speranza è l’ultima a morire, credimi. Se amasse la sua ragazza i suoi occhi non brillerebbero così tanto per te.-
-E’ inutile illudersi...- mi fa soffrire abbastanza il vederlo con Marie, preferisco evitare di pensarci.
Voglio solo trovare un dannato regalo e darglielo.
Da sorella a fratello.
Niente di più niente di me.
-Victor, possiamo parlare di altro per piacere? Sto cercando un regalo e...-
-Dipende, che regalo ti serve? È per lui, vero?-
Annuisco. Ormai..
-Allora seguimi, so dove portarti.-
Prende un bel respiro e inizia a correre.
Mi sento una scema, ma penso che mi toccherà muovermi se non voglio perderlo.
In certi momenti vorrei essere un plankton, solo per vivere in santa pace.
Prendo un bel respiro e inizio a correre cercando di raggiungerlo.

Dopo quasi mezz’ora di corsa e di slalom fra i passanti mi ritrovo in un negozietto piuttosto piccolo e affollato dove vendono dei regali molto particolari...
-Un negozio di animali??-
-Sì! Sono bellissimi, vero?-
-Victor, ma...-
Mi trascina dentro senza farmi finire la frase.
Uccellini, pesci e cagnolini mi fissano tutti incuriositi, e improvvisamente mi sento di troppo.
Perché mi faccio trascinare sempre in queste situazioni?
-Ho quello che fa per te. Hai un gatto, vero? Me lo dicesti.-
Annuisco mentre lui corre nel retro salutando il proprietario.
Dovrebbero arrestarli i soggetti simili, sono pericolosi per l’ambiente e per me.
Maledizione.
Perché? Perché a me?
Cretina io che mi faccio portare di peso da un gay in un negozio di animali!
Torna dopo poco con un batuffolo bianco fra le mani.
-Ma che...-
-E’ bellissima, vero? Ha solo qualche mese, ma nessuno l’ha voluta. Se entro stasera non viene venduta la abbandoneranno.-
Osservo il gattino cercando di capire cosa abbia che non va.
-Ma è...-
-Sì, è cieca, ma solo all’occhio sinistro. È per questo che nessuno l’ha voluta.-
Povero animale... Abbandonato per un difetto, non è giusto.
La prendo in braccio accarezzandola. È piccolissima per avere già tre mesi, ma soprattutto, è magrissima.
-Scommetto che al tuo ragazzo piacerà. È molto dolce e socievole, ha bisogno di un padrone che le voglia bene, sai, non ha passato dei bei momenti qui.-
Guardo prima il gatto e poi Victor, quando improvvisamente il volto di Andrè mi appare in mente inondandomi di calore.
-Ho la persona giusta per lei.-
Victor sorride, è il regalo giusto per la persona giusta.

Naturalmente mi sono dimenticata di aggiungere che in tutto questo contesto natalizio mia madre è tornata alla carica. Dopo la nascita di mia sorella Julienne (è un amore!) ha pensato bene di inviarmi un regalo di natale abbastanza inutile.
O meglio, due. Uno utile e uno no.
Oltre al pc nuovo ha pensato bene di regalarmi un vestito orribile.
Un completo da babbo natale la cui gonna arriva al ginocchio e non presenta maniche, solo un enorme scollo grande come il Grand Canyon.
Ed era annesso pure il ‘Fanne buon uso’.
-Penso che tua madre ti scambi per una ballerina di lap dance.-
Vedo Andrè ridacchiare mentre osserva il vestito. Celeste mi ha costretto a metterlo, e ora, oltre a essere molto imbarazzata sono anche piuttosto ridicola.
-Sta zitto. È una cosa deleteria.-
Ridacchia –Dai musona, fra meno di dieci minuti è il tuo compleanno. Sei vestita anche a tema. Diciotto anni, vita nuova.-
-Sappi che non andrò a fare la spogliarellista. Ho altri progetti e mia madre sembra non capirli. Piuttosto, come va con Marie?-
Tace cercando di evitare il mio sguardo, sei a disagio con me Andrè?
Non voglio che tu lo sia, sto così bene con te.
-Non va... Per niente.-
-Capisco...-
Mi sorride appoggiandosi alla parete della porta.
-Dovresti cambiarti, fa freddo.-
-Andrè, non dovresti stare così per lei... Parlatene.-
Sospira prendendomi per mano.
-Non può funzionare Oscar...-
-Perché?-
Mi fissa, trapassandomi con lo sguardo. 
Mi sento nuda quando mi guardi così Andrè. Io ti racconto tutto di me, ma tu non mi dici niente di te.
-Ho un regalo per te.-
Si allontana di botto da me per poi buttarsi sotto al suo letto.
Ridacchio, solo lui potrebbe nascondere le cose là sotto, come i bambini.
-Anche io, solo che forse mi odierai dopo averlo visto.
Lo sento ridacchiare mentre corro a prendere il pacco con il gattino dentro.
È stata un’impresa convincerlo a stare lì gli ho dovuto fare i buchi per l’aria.
Mi raggiunge col fiatone in camera mia.
-Non vale! Il mio è più piccolo!-
-Io mi sono impegnata di più, quindi taci.-
Ridacchia e mi si avvicina
-Chi per primo?-
-Vai tu Andrè, voglio godermi la tua faccia dopo.-
-Va bene, chiudi gli occhi però.-
Obbedisco. 
È bello sapere che mi hai fatto un regalo, sapere che ti importa di me.
Mi piace Andrè... Ti voglio tanto bene, così tanto.. Che potrei persino scambiarlo per amore.
Non lo so, ormai non capisco più niente di me.
Sento qualcosa di freddo sul collo e apro gli occhi di scatto mentre tu diventi rosso.
È un cuoricino d’argento, brillante e meraviglioso, come te.
Sorrido come una scema mentre il mio viso va in fiamme. Ti bacerei, qua, adesso.
-E’ davvero bello... Grazie.-
-Sappi che sono tre settimane che ci ho lavorato... Sono contento che ti piaccia.- ridacchia –Però ora il mio.-
Rido prendendo il pacco blu con delicatezza. Ho come l’impressione che sia sveglia e potrà rovinare la sorpresa. 
-Wow, è enorme! E io che pensavo di essere stato bravo!-
Scarta il pacco quando improvvisamente il coperchio si solleva da solo.
Trattiene un grido mentre il piccolo musetto si fa largo fra le carte.
Mi mordo le labbra, sperando in una sua reazione positiva.
Niente.
Tira fuori il gattino scrutandolo, per poi sorridere e dire improvvisamente –E’ meraviglioso...-
Sorrido mentre lui accarezza la piccola gattina con attenzione.
-Quanto ha? Sembra così piccolo.-
-E’ una lei.- lo correggo 
-Ah! Una signorina eh... E che nome posso darti?-
Mi guarda –Ha qualche idea, mamma?-
Rido avvicinandomi a lui.
-Nessuna papà, deve essere lei a scegliere.-
La guarda intensamente per poi dire semplicemente.
-Daisy.-
Sorrido.
-Daisy, mi piace.-
Mi guarda donandomi il suo sorriso più bello.
-Anche a me.-
Ti guardo, e sei bellissimo Andrè, sul serio.
Ti amo, mi piaci... Io... Non so più come fare.
Sto impazzendo per colpa tua e non ce la faccio più.
-Andrè-
Si gira e io non rispondo più di me, non ce la faccio più.
Mi avvicino annullando la distanza fra noi.
Un bacio, veloce, leggero e fugace.
Il tempo di un battito di ciglia e il tuo profumo mi annega.
Lasci cadere il gattino sul letto mentre le tue mani mi stringono con forza. Ti lascio entrare con prepotenza nella mia bocca, ormai non ce la faccio più ad aspettarti.
Uno, cinque, dieci minuti.
Non lo so, non ho più aria, mi bruciano le labbra e ho ancora voglia di te, delle tue labbra.
Ansimi e io con te, non c’è più ossigeno per entrambi mentre io mi stacco leggermente.
.-A-Andrè...-
Non ti allontani, aprendo leggermente gli occhi.
-Ti ascolto..-
Prendo un bel respiro, ormai non si può più tornare indietro. Basta scappare.
-Quel giorno, quando uscii con Victor, capii che ero innamorata di un altro. Una persona troppo vicina a me per capirlo.-
Vedo i suoi occhi bruciare come le sue labbra.
-Oscar... Quando ti dicevo che con Marie non andava, era per colpa della ragazza più brillante che io abbia mai conosciuto.-
Sorrido avvicinandomi di più a lui e alle sue labbra.
-Mi piaci Andrè, davvero...-
Mi sfiora le labbra sorridendo.
-Anche tu Oscar... Anche tu mi piaci.-
Mi fiondo su di lui levandogli tutta l’aria che aveva.
Suona la mezzanotte.
Parigi e il mondo sono in festa. 
È Natale.
Il più bello della mia vita.


Buon Natale ;) e per il ritardo... Abbiate pietà. Il liceo classico è proprio amaro!

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Capitolo 24
*** Chapter 24 ***


Stepbrothers

 
 
 
Dopo aver appurato che sono una deficiente e che potrei essere arrestata dallo stato francese per aver intrapreso una relazione con un mio parente, direi di andare avanti. Natale è passato da un pezzo e, grazie al cielo, mia mamma non mi ha più mandato regali strani e ambigui o comunque che potessero nuocere alla mia vita sociale (inesistente).
Per quanto riguarda mio padre e Celeste sono piuttosto giù di morale per non essere riusciti ad avere un bambino e questo non aiuta ad alzare il morale a casa.
Che palle, l’unica nota positiva di tutto ciò è Andrè. Ebbene sì, avete letto bene, non ve lo ripeto. Questo ragazzo è forse l’unica persona che per adesso non mi sta creando problemi e mi sta rendendo felice. La relazione con Marie è terminata meno di un mese fa, ma, nonostante il nostro piano di non dirle che stavamo insieme sia fallito, non se l’è presa, anzi, mi ha incoraggiato.
Anche lei non è di buon umore in questo periodo, anche se non lo da a vedere. O meglio, cerca di non darlo a vedere.
Non ci riesce per niente. Da quando Marie Antoniette D’Asburgo va alle feste di gala con i pantaloni e le scarpe basse invece che con i suoi fidati tacchi dodici e i vestiti inguinali? In pratica sono circondata da depressi che o hanno una fertilità pari a zero o che cercano di non ferirmi.
Tutto ciò non è per niente buono. E naturalmente, a tutto ciò si aggiungono gli esami e poi la scelta per l’università... Per cui sono abbondantemente in crisi.
Non posso credere che Andrè sia stato così deciso. Sta già studiando per i fatti suoi. Lo si vede girare per casa con una faccia da esaltato e i suoi fidati libri di anatomia. A volte penso che quel ragazzo abbia battuto la testa da piccolo e abbia una doppia personalità, ma finchè non fa esperimenti su di me, facesse pure Viktor Frankenstein sulle sue bambole. Per ora cerco di concentrarmi sulla scelta della facoltà... Ho diverse idee, come lettere, archeologia ... Ma dovrei vincere una borsa di studio. Papà e Celeste sono stati molto chiari, uno di noi due dovrà vincere una borsa di studio per forza, non possono permettersi due rette di due college stranieri.
Io punto su Andrè, se non si fosse capito.
Sento un piccolo miagolio sotto il letto, mi viene da ridere. Daisy e Igor staranno giocando a nascondino. Stranamente, quei due sono andati d’accordo sin da subito, si vede che non hanno preso dai loro padroni.
-Lo sapevi che un essere umano può convivere con un trauma cranico anche per mesi?-
Sobbalzo, girandomi di scatto, mentre un Andrè mezzo svestito si avvicina a me con un librone vecchio e impolverato.
Oramai è peggio di un bambino, chiunque gli capiti a tiro si deve sorbire tutto quello che ha letto e imparato, e in certi momenti sa essere veramente odioso.
Lo guardo cercando di non ridere, sembra Quattrocchi dei Puffi per quanto è secchione. –Non ricordo di averti dato il permesso di entrare, Grande Puffo.-
Mi lancia uno sguardo spaesato, per poi sospirare e tornare verso la porta. Bussa lentamente-Posso entrare vostra maestà?- rido osservando la sua faccia annoiata –Prego valletto, entri pure.- Mi guarda malissimo per poi avvicinarsi a me lentamente –Valletto a chi, nanerottola?- gli faccio la linguaccia indietreggiando fino a toccare il muro –Proprio a te secchione.-
Mi si avvicina così tanto da poter sentire il suo profumo –Chiedi scusa, gnomo o dovrò punirti.-
Ah, è così? E va bene Andrè, giochiamo a chi fa prima il solletico, tanto so perfettamente dove lo soffri. –Sii gentile con la punizion...- Non mi lascia nemmeno finire che sento le sue labbra sulle mie un piccolo riso farsi spazio sulla mia bocca.
Lo ammetto, sì, sono felice, molto molto felice. Non è stato come avere Hans su di me, con l’ansia e il resto, è diverso, completamente. È calma, sicurezza, gioco. Stare con Andrè non è solo pomiciare e amoreggiare, ma anche giocare alla playstation, andare al luna park, fare cose stupide come quando stai con gli amici. Come quando non senti il peso delle tue azioni, perché sai che a quelle persone farà solo piacere. Dopo qualche minuto sento qualcuno bussare alla porta e dire con semplicità –Siete nudi o in circostanze poco amene? Posso entrare?-
Ridacchio mentre Andrè sbuffa per poi urlare sgraziatamente –Mamma! Smettila! E no, non puoi entrare.- Il mio sguardo si fa interrogativo, ma la porta si apre di scatto e appare Celeste con il bucato in mano –Ti avevo detto di non entrare mamma, potevo essere nudo.-
Lo guarda sorridendo-Tesoro, eravate troppo silenziosi per star facendo altro, in qualunque caso, cosa state facendo?-
Sbaglio o sono diventata un pochino rossa? Solo perché sento che i miei capelli cambieranno colore per colpa di tutto il sangue che mi sta salendo sulla testa? Na, assolutamente.
-Studiavamo.- ghigna Andrè, sedendosi sul letto –Anatomia, tesoro?- -Sì- continua soddisfatto.
Mi osserva, mentre io le sorrido imbarazzata, non so chi sto odiando di più adesso.
-Lo sai che l’apparato riproduttore è l’ultimo che deve essere studiato?- -MAMMA!- -Ora vado tesoro, ciao Oscar, buono studio.-
Chiude la porta gentilmente mentre ci guardiamo tutti e due rossi per la grande figuraccia che abbiamo fatto.
-Mi dispiace, mamma come al solito esagera.- scuoto la testa, alla fine non è colpa sua.-Tranquillo, sarà che essendo in astinenza quei due danno di matto.-
Ridacchia trascinandomi vicino a lui-Avevo dimenticato questo particolare.- Sorrido abbracciandolo. Spero davvero che lui non mi deluda come ha fatto Hans.
-Pronta per stasera?- -Io sono nata pronta, fratellone.- mi dà un bacetto fra i capelli –Allora porto io le sciarpe per lo stadio, dobbiamo vincere contro il Chelsea.-
Mi viene da ridere, andiamo, come mesiversario si può andare a vedere il PSG in finale? Io l’ho detto che non siamo normali, anzi, io lo sono, lui no.
-Vedi di non attaccare rissa con qualche ultras inglese.- -Non mi chiamo Andrè Grandier io.-
Mi fa la linguaccia quando sento il telefono squillare. Lo afferro e il sangue mi si ghiaccia nelle vene. Perché c’è scritto “Mamma” sul display?
Rispondo tremante e con un fil di voce –pronto...?-
-Oscar? Tesoro?-
No, ti prego, dimmi che non sei incinta di nuovo, altrimenti mi ammazzo. Non dirmi che hai altri regali per me presi dal sexy shop perché altrimenti uccido te.
Dimmi che sei diventata una persona più o meno normale.
-Ehm, dimmi mamma...-
-Oscar, senti, ho parlato con tuo padre qualche giorno fa e abbiamo pensato un’idea fantastica.- Ora aggiungerò alla lista anche papà –Che ne diresti di passare qualche giorno in Normandia con me con Jean? Vi potreste conoscere meglio e potresti passare un po’ di tempo con Julienne. Naturalmente tutto questo dopo gli esami, ovviamente.-
Non so davvero cosa pensare, per quale motivo mamma mi rivuole fra i piedi? Mi ha praticamente ignorato per mesi e ora si ricorda che forse ho bisogno di qualcuno?
-Puoi portare anche il tuo ragazzo se lo desideri, tesoro.-
Divento rossa di botto, non so se di rabbia o di imbarazzo –Chi... Chi è...-
-Me l’ha detto tuo padre, si chiama Andrè, vero? Non vedo l’ora di conoscerlo.-
Guardo Andrè spaesata mentre mi rivolge un’occhiata confusa, come farò a dirglielo?
-Glielo chiederò, ma non ti assicuro...-
-Magnifico tesoro! Ci vediamo a luglio!-
-Aspetta...!-
Ma è ormai troppo tardi, perché ha già chiuso il telefono. Quanto la odio quando lei e papà si mettono in combutta contro di me. Dovrò sentirmi i parenti di Jean che mi daranno della poco di buono, ma soprattutto... Dovrò rivedere Saint-Just.
Sento il respiro mancarmi, quando la voce di Andrè mi riporta alla realtà. –Tutto ok?-
Annuisco, cercando di non pensare a quel dannato ragazzo –Era mia madre, ha detto che posso andare da lei in Normandia... E bhe, vorrebbe conoscerti...-
Mi sorride raggiante -Davvero? Fantastico!-
Sospiro, tanto so già cosa mi aspetterà e ho come l’impressione che Saint-Just e Andrè non andranno per niente d’accordo.
Prevedo un bagno di sangue con me come protagonista.
 
 
 
^^” Spero di non avervi deluso... Ho cercato di fare del mio meglio.
A presto!
Eurydike
 

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