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Hermione
Granger, una bella ragazza dai capelli castano chiaro e gli occhi scuri,
camminava nel parco che contornava l’università babbana studiava, accanto alla
sua migliore amica Sabrina.
-È il prof che ha sbagliato, Herm!- stava dicendo
quest’ultima. –Il mio articolo andava benissimo, l’hai detto pure tu! Coinciso
ed essenziale, pungente e ben scritto!-
Hermione sospirò.
-È vero, era molto bello, ma adatto a qualche rivista di
gossip, non certo ad un giornale universitario!-
-È colpa mia se la cosa più interessante che accade qui è la
pubblica riconciliazione tra Robbie Johnson e Patricia Camden? Che poi, tra
parentesi, quei due si lasceranno entro una settimana, te lo dico io! Ho
sentito che…
-Non è questo il punto, Sabri.- la interruppe la mora.
Sapeva che l’amica poteva andare avanti a raccontare pettegolezzi per ore, cosa
non molto piacevole, se all’interlocutore di quello che facevano Robbie e
Patricia gliene fregava meno che zero. –Potevi evitare di parlare della festa
delle matricole di venerdì! E poi non riesco a capire perché ti ostini tanto a
voler scrivere sull’Harford, dato che studi medicina, vuoi fare il medico e le
uniche cose che dovrai scrivere saranno le ricette!-
-Perché dà crediti extra e per dimostrare a te, mia cara
amica, che non sei l’unica in grado di scrivere un articolo decente.- ribattè
Sabrina.
Hermione le sorrise e la prese a braccetto.
-Guarda che non devi dimostrare niente a nessuno, tesoro. Tu
sei veramente brava e…- s’interruppe, notando che l’amica aveva preso a fissare
un punto indeterminato davanti a sé. –Sabri, ma cosa stai guardando?- domandò
perplessa.
-Materiale da studio.-
-Cosa?-
-Un ragazzo, Herm, un ragazzo. Già, uno splendido esemplare
di maschio.-
La ragazza seguì il suo sguardo.
-Quello con i capelli neri lunghi?-
-No, quella è una donna, scema! Quello biondo! A sinistra,
seduto al tavolino all’angolo!-
-Ah, l’ho visto! È… Oh mio Dio… Non può essere!- balbettò la
mora bloccandosi in mezzo al viale alberato.
-‘Mione, ma che ti prende?!-
-Io… lo conosco!-
Gli occhi di Sabrina si illuminarono.
-Lo conosci? Perfetto! Così me lo presenti! È tanto bello
anche da vicino?-
-Non ci credo!- sbottò Hermione ignorando l’amica.
-Beh, credici, perché lui è lì da solo ed io devo
assolutamente parlarci!-
-Sabrina, tu non sai quel che dici! Lui è… una persona
spregevole, una serpe strisciante, un…
-Herm, calmati! Stai calma e spiegami tutto!- le intimò
l’amica senza distogliere lo sguardo dal bel ragazzo biondo.
-Andavamo a scuola assieme, io e lui. Si chiama Malfoy,
Draco Malfoy. Era un bastardo con me e con tutti i miei amici… io lo odiavo. E
lo odio ancora. Quando è successo tutto, lui era lì a sfottere. Non si è mai
accorto di niente, del periodo difficile che stavamo passando io e Ron, ha
continuato a dare fastidio e basta.- raccontò la mora.
-Oh. Mi dispiace, Herm. Capisco se non gli vuoi parlare.-
-Per me possiamo anche andare da lui. Però non credo che
avresti il tempo di fare colpo perché dovresti impegnarti a trattenermi per non
farmelo ammazzare con le mie stesse mani!-
-No, non andremo da lui.- disse Sabrina decisa. Poi assunse
un’espressione pensierosa e prese a giocherellare con una ciocca di capelli
biondi. –Però, se tu lo uccidessi, potrei ricavarci un articolo interessante!-
-Piantala, scema!- esclamò Hermione prima di scoppiare a
ridere. La sua migliore amica riusciva sempre a tirarla su di morale e a farle
dimenticare le cosa brutte, ma questa volta sapeva che la domanda che le
vorticava nella testa non se ne sarebbe andata fino a che non avrebbe trovato
una risposta plausibile.
*Cosa ci faceva Draco Malfoy alla Harford University?*
Draco Malfoy sorseggiava un caffè seduto ad un tavolino,
maledicendo Harry Potter e tutto l’Ordine della Fenice, che gli aveva affidato
un incarico proprio tra i babbani, ben sapendo quanto li odiasse.
“Essere buono è proprio una faticaccia!” pensò guardandosi
intorno. Era in un’università, ossia il posto dove i babbani studiavano, dove
diventavano persone importanti, ma a lui sembravano tutti deficienti che si
atteggiavano da grandi intellettuali. Ai maghi bastavano sette anni ad
Hogwarts, perché queste insulse creature senza poteri magici sprecavano tanto
tempo sui libri se poi erano comunque esseri inferiori? Draco proprio non lo
capiva, ma sapeva bene che avrebbe dovuto adattarsi velocemente, dato che la
sua missione prevedeva che lui passasse lì parecchio tempo. Si sarebbe dovuto
fingere uno studente. Doveva addirittura frequentare le lezioni ed alloggiare
al campus! Potter l’aveva studiata bene la sua piccola vendetta personale.
Lavoravano insieme da ormai cinque anni e sebbene avessero dei rapporti civili
nessuno dei due si lasciava sfuggire le occasioni per mettere in difficoltà il
nemico di scuola.
-Posso portarti qualcos’altro?- gli chiese una seducente
cameriera, facendolo riemergere dai suoi pensieri.
-Un altro caffè nero.- rispose Draco, restituendole il
sorriso e ammicando. Dopotutto era costretto a stare in quel posto
insopportabile a tempo indeterminato, doveva pur trovarsi qualcosa da fare. Si
alzò e la raggiunse al bancone. Stava per chiederle quali progetti avesse per
la serata, quando il suo sguardo fu catturato da due ragazze che lo fissavano
da lontano, confabulando tra loro. Una era alta e bionda, veramente carina,
mentre l’altra era leggermente più bassa, con dei ricci capelli castani ed
assomigliava terribilmente a…no, era proprio lei! Hermione Granger, la saccente
Mezzosangue tanto amica di Potter e Weasley! Non la vedeva dalla fine di
Hogwarts, esattamente come non aveva più visto il ragazzo dai capelli rossi,
anche se aveva appreso dalle varie riviste che era diventato un famoso portiere
di Quidditch ed ora aveva appena firmato un contratto da milioni e milioni di
dollari che lo avrebbe portato a giocare nella squadra più forte degli Stati
Uniti.
Della Granger, invece, non sapeva proprio niente. Aveva
finito il settimo anno con qualche mese d’anticipo, per ragioni a lui
sconosciute, e non l’aveva più vista. Qualche volta aveva domandato a Potter
dove fosse finita, ma il ragazzo sembrava non amare particolarmente l’argomento
e così Draco aveva lasciato perdere. Non che gli interessasse più di tanto
sapere che fine avesse fatto la so-tutto-io per eccellenza della scuola,
comunque.
Ora, però, lei era lì. Nello stesso posto dove lui
“lavorava”. Ed era in compagnia di una bella ragazza.
Le osservò ancora per qualche minuto. Erano ferme in mezzo
al viale e la mora gesticolava, parlando, mentre la biondina continuava a
tenerlo d’occhio. Probabilmente la Mezzosangue lo aveva riconosciuto e stava
raccontando all’amica quanto lui fosse stato crudele e spietato ai tempi della
scuola.
Draco sorrise tra sé. Gli piaceva come il suo ricordo
rimanesse vivido nella mente delle persone anche a distanza di anni. Il motivo
per cui lo ricordavano non era forse tra i più belli, ma a lui andava bene lo
stesso. Era fatto così, la bastardaggine gli circolava nel sangue. E seppur
avesse rinnegato il padre e l’intera famiglia, il patrimonio genetico non
poteva di certo cambiarlo. E non voleva. Era un perfetto stronzo ed il ruolo
non solo gli calzava a pennello, ma lo faceva anche sentire a suo agio.
Insomma, gli piaceva essere com’era.
Dopo una decina di minuti vide le due ragazze andarsene e
tornò a prestare attenzione alla cameriera. Notò con piacere che dalla scollatura
si intravedeva un bel seno florido e che la minigonna non le arrivava neppure a
metà coscia.
-Cosa fai stasera?- le domando con il sorriso che dedicava
alle sue prede, quello malizioso ed assolutamente irresistibile.
La ragazza lo studiò un attimo, facendo scorrere lo sguardo
sul petto muscoloso del biondo, coperto da un elegante maglioncino leggero.
-Stacco alle undici.- rispose, ora guardandolo negli occhi.
-Sarò qui per quell’ora.- assicurò Draco facendole
l’occhiolino ed andandosene.
“Forse”, pensò, “questo posto non è poi così male come
pensavo!”
Questo è il primo capitolo. Un po’ cortino, ma mi serviva
come introduzione.
Scrivendo ho notato che fare una Draco/Herm non è per niente
facile, i caratteri sono a tratti simili e a tratti contrastanti, è difficile
trovare il giusto equilibrio da far tenere ai personaggi. Questo capitolo dove
li si trovava separati non è stato così difficile da scrivere, ma gli altri li
prevedo un po’ più complicati. Quindi i consigli sono più che ben accetti! Io mi
impegnerò al massimo e vedremo casa ne uscirà. Commentate, per favore!
La mattina dopo Hermione si svegliò con una strana
sensazione, come se fosse successo qualcosa di brutto. Poi, le venne in mente:
Draco Malfoy era nella sua stessa università.
Scacciò quell’orribile pensiero dalla mente ed andò in
bagno, ringraziando il cielo di essersi alzata prima di Sabrina. Quando l’amica
era alla toilette ci stava sempre un’eternità, fregandosene altamente del fatto
che anche la coinquilina avesse bisogni fisiologici.
Si fece una doccia veloce e si vestì.
-Vado giù a prendere la colazione!- gridò all’indirizzo di
Sabrina, che in risposta fece un verso molto simile ad un grugnito e si tirò il
piumone sopra la testa.
Hermione raggiunse velocemente la caffetteria e si accomodò
su di uno sgabello al bancone, dietro al quale, stranamente, non c’era nessuno.
-Sheila, ho un impellente bisogno di caffè!- disse sbattendo
più volte il barattolo dello zucchero sulla lastra di marmo.
La testa riccioluta di un ragazzo fece capolino dal retro
del locale.
-La mia bella e dolcissima Hermione! Che piacere rivederti!-
esclamò questo, sporgendosi per baciare la ragazza su entrambe le guance.
-Anche a me fa piacere, Dan!-
Daniel era uno dei ragazzi più dolci che Hermione avesse mai
conosciuto. Erano diventati amici da subito ed ora fungeva, assieme a Sabrina,
da consigliere di fiducia. I riccioli biondi, gli occhi azzurri e la faccia da
cucciolo spaurito avevano fatto aumentare il battito cardiaco di molte ragazze,
ma, purtroppo per loro, lui era gay dichiarato.
-Due caffè e due brioches, marmellata per te e crema per la
tua amica scansafatiche, giusto tesoro?-
-Giustissimo.- confermò lei sorridendogli. –Ma sei qui da
solo? Dov’è Sheila?-
Sheila era colei che, insieme a Dan, gestiva quello che era
il maggior punto di ritrovo dell’università: il Public. Al mattino caffetteria
che sfornava deliziose brioches calde, durante il giorno snack bar e luogo di
studio e la sera pub, con tanto di luci psichedeliche, musica da discoteca e
spazio per ballare.
Ad Hermione la ragazza non stava troppo simpatica, la
trovava altezzosa, arrogante e alle volte perfino volgare, ma bisognava
ammettere che faceva il migliore caffè che lei avesse mai bevuto.
-Sheila mi ha mandato un messaggio stamattina, chiedendomi
se potevo aprire io.- spiegò Daniel con una smorfia buffa. –Non mi ha detto
perché, ma credo centri il fatto ieri sera se ne sia andata via con un
avvenente ragazzo biondo. Era molto sexy.-
-Sheila è sempre sexy.-
-Parlavo di lui, mia cara!-
Draco si svegliò e spostò i fastidiosi capelli neri che gli
solleticavano il naso. Accanto a lui la ragazza con la quale aveva passato la
notte dormiva profondamente.
Si sottrasse delicatamente alla morsa di lei, cercando di
non svegliarla. Una volta che ci fu riuscito raccolse i propri vestiti e
trasportò tutto in bagno. Si fece una doccia per togliersi di dosso l’odore
della semisconosciuta. Non sopportava di sapere di sudore e di pelle di
un’altra persona.
Finita la doccia si rivestì ed uscì dalla stanza di lei. Si
era divertito, certo, ma la loro “conoscenza” finiva lì. Detestava con tutto il
cuore le ragazze appiccicose. E… Shantal?… no, Sheila. E Sheila sembrava
proprio una di quel genere. La sera prima, quando, stanchi e sudati, stavano
per addormentarsi, lei gli aveva sussurrato “buona notte, tesoro”. Tesoro! Ma
se neanche lo conosceva! Draco Malfoy poteva essere tutto, tranne che un
tesoro.
Con enorme disgusto ricordò che anche Pansy Parkinson,
l’odiosa ragazza con la quale il padre lo aveva costretto a mettersi a scuola,
lo chiamava sempre “tesoro”.
Ma essersi schierato dalla parte dell’Ordine aveva voluto
dire non solo non doversi più sottomettere al volere di Lucius, ma anche
liberarsi di Pansy.
Dopo di lei non aveva più avuto storie serie, e gli andava
più che bene così. Non gli piaceva sentirsi legato, lo era stato per troppo
tempo. “Mordi e fuggi!” era il suo motto.
Sentendosi fiero di essere un playboy di prima categoria si
diresse verso il bar. Di tutte le cose che i babbani avevano scoperto il caffè
era di sicuro la migliore.
Sulla porta, però, si bloccò. Seduta al bancone, che parlava
con uno strano ragazzo dai riccioli biondi, c’era la Granger.
La osservò per un attimo. I capelli, più lunghi e lisci di
come li ricordava, erano raccolti in una coda alta e le sfioravano appena il
collo, il top aderiva perfettamente alle curve e la gonnellina blu le arrivava
sopra le ginocchia, mostrando appena le gambe snelle e abbronzate. Era carina,
senza dubbio. Il tempo l’aveva migliorata parecchio, almeno dal lato estetico.
Draco sospettava che il carattere, invece, fosse sempre lo
stesso: di merda. Scontrosa, saccente ed antipatica, ecco come la reputavano i
Serpeverde e molte altre persone della scuola.
Il biondo, però, non era mai riuscito ad odiarla come la
odiavano i suoi compagni. Lei era troppo simile a lui perché quest’ultimo
riuscisse a trovarla così insopportabile.
Si scompigliò i capelli con una mano e le si avvicinò da
dietro, bisbigliandole un sensuale “ciao” all’orecchio.
Lei fece un salto di mezzo metro sullo sgabello e poi,
quando lo riconobbe, sgranò gli occhi.
-Malfoy, razza d’idiota!- sbottò furiosa.
-Buongiorno, Granger, anch’io sono felice di rivederti!
Quanto tempo!- la salutò allegramente Draco.
Daniel guardò prima lei, estremamente arrabbiata, e poi lui,
estremamente divertito, ed optò per una ritirata strategica. Sapeva bene quanto
potesse essere pericolosa Hermione, una volta scoppiata.
-Cosa caspita ci fai qui?!-
-Ci vengo a scuola, Granger.-
-Tu? Qui? Ad un’università di…- abbassò la voce. -…babbani?-
-Perché, non posso?-
-Non lo faresti mai! Tu li odi! Tu ci odi!-
-Si cambia, Granger.-
-Non tu, Malfoy. Forza, cosa ci fai qui veramente?-
Draco valutò le possibili risposte. La verità era da
scartare, era una missione da non sbandierare ai quattro venti e comunque
mentire era più divertente. “Non sono affari tuoi” era una risposta infantile.
-Te lo dico se stasera esci con me.- disse infine.
La ragazza arrossì violentemente. Non si aspettava di certo
una cosa del genere!
Lui sorrise, soddisfatto. Ce l’aveva fatta, l’aveva messa in
imbarazzo. Si congratulò con se stesso per la brillante trovata.
-Mai!- ringhiò Hermione.
-Scommetto che usciresti con me se ti dicessi per conto di
chi sono qui.-
La mora non fiatò ed attese.
-Potter.-
-Potter… Harry?!-
-Quanti Potter ancora vivi conosci, Granger?-
-Io… come sta? E cosa c’entri tu con lui, viscido serpente?
E perché…
-Ma quante domande! Risponderò a tutto stasera. Sempre che
tu voglia venire.-
-Nessuno mi assicura che tu stia dicendo le verità.-
-Nessuno ti obbliga a credermi. A te la scelta.-
Hermione si morse nervosamente il labbro inferiore. Sapeva
benissimo di non potersi fidare di Malfoy. Però sapeva anche che il Malfoy in
questione aveva tradito l’intera famiglia ed era diventato “buono”.
-Dove e a che ora?- domandò alla fine.
Si era ricordata che Sabrina le aveva molto gentilmente
intimato di non farsi vedere in camera prima dell’una. Uscendo con Malfoy non
sarebbe dovuta stare in giro da sola per il campus.
-Alle otto, proprio qui. Anzi no, davanti all’entrata.-
-Qui va più che bene.- sbuffò lei. Se Malfoy non si fosse
presentato almeno avrebbe potuto dire che stava parlando con Daniel o Sheila e
nessuno si sarebbe accorto che un cretino le aveva dato buca.
-Errore, Granger. Qui non va bene, ieri sera mi sono portato
a letto la barista, non vorrei che mi si appiccicasse addosso.-
-Mi fai schifo, Malfoy!-
-Non è una novità! A stasera!-
Sabrina si stava mettendo lo smalto viola, appena comprato,
sulle unghie dei piedi, quando la porta d’entrata prima si spalancò e poi
sbattè violentemente. Un’Hermione furiosa attraversò la stanza e lanciò la
colazione sul suo comodino, facendo così rovesciare gran parte del caffè.
-Herm, tesoro, cosa c’è?- domandò la bionda sconsolata
osservando la preziosa bevanda, indispensabile a quell’ora del mattino per
svegliarla, colare sul pavimento.
-Malfoy! Quel bastardo!-
-Malfoy… il bastardo biondo e molto, molto bello che ho
adocchiato ieri?-
-Sì! Lo detesto! Non è cambiato per niente!-
-Hermione, comportati da donnaa sangue freddo e razionale che ti vanti tanto di essere e
spiegami tutto! Con CALMA, santo cielo!- sibilò Sabrina spazientita.
La mora sospirò pesantemente e si accomodò sul letto,
stendendo le gambe e chiudendo gli occhi.
-Ero giù in caffetteria e stavo parlando con Dan, gli stavo
raccontando dell’estate, la solita normale e banalissima conversazione d’inizio
anno con il mio carissimo amico gay, e chi arriva? Lui! Arriva lui, santo Dio!
Per prima cosa mi fa spaventare, poi inizia a rompere! Ha detto che è qui per
conto di Harry! Capisci, io neanche ci pensavo più a Harry e arriva lui e mi fa
tornare tutto in mente! Lo odio!- disse Hermione gesticolando. L’amica le
sorrise, comprensiva.
-E… perché Harry l’ha mandato qui? Come si fa ad andare
all’università per conto di qualcuno?-
La ragazza si morse nervosamente il labbro inferiore. A
volte dimenticava che Sabrina non sapeva nulla dell’esistenza del mondo magico,
nè tanto meno che lei era una strega.
-Io… è quello che gli ho chiesto! E sai cosa mi ha
risposto?! Che me lo avrebbe detto solo se stasera fossi uscita con lui!-
completò con una smorfia disgustata.
-E tu hai accettato?-
La mora contrasse la mascella.
-Sì.- ringhiò a denti stretti.
-Beh, stasera sarai una della ragazze più invidiate del
campus!- disse allegramente Sabrina.
-Il fatto che lui sia bello…
-E seducente.-
-…e seducente, non…
-E sexy, eccitante, attraente.-
-Piantala! È vero, Draco Malfoy è tutto questo, ma è anche
uno stupido, borioso, viziato ed antipatico figlio di papà!-
-E ci esci stasera.-
-Mi ha ricattata!-
-Tu sei un osso duro, Herm. Se lui fosse così orribile
avresti rifiutato. E forse gli avresti anche tirato un bel ceffone, come hai
già fatto con altri in passato.-
-Malfoy è orribile!-
-Quindi non c’è possibilità che tu e lui…
-No! Mai!-
-Allora ci provo io!- esclamò Sabrina sorridendo.
Hermione scosse le spalle con indifferenza e la bionda
sogghignò. Se tutto andava secondo le sue previsioni tempo un mese e l’amica
l’avrebbe scannata per un’altra affermazione del genere.
Ecco il secondo capitolo! Ringrazio tutte le persone che
hanno letto, ma un GRAZIE enorme va a coloro che hanno avuto la pazienza di
recensire: Mirtilla, hermione + draco, lightiger,
patty, manry ( anch’io sono Draco/Herm dipendente e
spero che la mia fic sia all’altezza di tutte le altre stupende che ho letto ^^),
super gaia ( Draco finirà con la nostra saputella preferita,
questo è sicuro! Sabrina fornirà solo una piccola spintarella ad Herm che, come
ben sappiamo, a volte è così testarda da non vedere al di là del proprio
naso!). Continuate a recensire! Ciao by kamomilla
Draco si
smaterializzò dalla sua stanza del campus e comparve al quartier generale
dell’Ordine della fenice, il solito Grimmauld Place numero 12.
-Dov’è Potter?- domandò alla prima persona che vide.
-In sala riunioni, signore. Però non si preoccupi, non è
occupato, sta…
-Sì, bene, non mi interessa.- sbuffò il biondo facendo un
gesto seccato ed avviandosi verso il passaggio segreto che conduceva alla sala
riunioni. Pronunciò la parola d’ordine ed il ritratto di Albus Silente si
spostò, salutando cordialmente il suo ex studente.
Harry Potter era seduto a gambe incrociate sul tavolo,
circondato da plichi di fogli. Aveva delle profonde occhiaie sotto agli occhi e
l’aria esausta.
-Fai finta di lavorare, Potter?- esordì Draco andando a
sedersi accanto al moro.
-Stai zitto, Malfoy. Sono stato sveglio tutta la notte a
controllare questi rapporti. Ora che Voldemort è stato sconfitto c’è ancora più
lavoro di prima, non si sa come! Se io fossi un Mangiamorte mi nasconderei e la
smetterei di fare l’idiota in giro…-
-Evidentemente i Mangiamorte non sono intelligenti come te.
C’è qualche novità da Blaise?-
Harry scrollò le spalle senza sollevare lo sguardo dai fogli
che aveva in mano.
-Niente di nuovo, continuano a programmare attacchi in giro,
ma nulla di grave. Tu, invece, hai qualcosa da riferirmi o questa è una visita
di cortesia?-
-Visita di cortesia. Per ora non ho dovuto lavorare molto…
Non nel modo in cui devi lavorare tu, almeno.-
Il moro trattenne un sorrisetto, inarcando un sopracciglio.
-Ah… E dimmi, com’era la poveretta?-
-Carina. Brava a letto.- rispose l’altro ragazzo iniziando a
controllare anch’egli i rapporti, in modo da alleggerire un pochino il lavoro
del collega.
-Capelli?-
-Neri.-
-Mmmh… Occhi?-
-Non ricordo. Cos’è successo tra te e la Granger?- sparò
Draco a bruciapelo.
Harry sussultò. Si tolse gli occhiali, li appoggiò sul
tavolo e lo fissò negli occhi.
-Ti ho già detto che non sono affari tuoi, Malfoy.-
-Tanto lo scoprirò.-
-Non credo.-
-Io credo di sì. Stasera.-
-Stasera? Che vuoi dire?-
-Viene alla Harford University.- cantilenò il biondo,
godendosi la sorpresa e lo sgomento sul viso del ragazzo.
-Per la barba di Merlino! Come fai a saperlo?-
-L’ho incontrata stamattina in caffetteria.-
-E… come sta?-
Draco sogghignò. Erano così simili quei due Grifondoro!
-Te lo dico se stasera esci con me.-
-Cosa?!-
-Le ho detto che ero lì per conto tuo e lei mi ha chiesto
come stavi. Io le ho risposto così.-
-E lei…
-Ha accettato.- concluse il biondo compiaciuto.
-Hermione non è roba per te, Malfoy.- disse Harry,
sentendosi strano a pronunciare il nome dell’amica dopo tanto tempo.
-Non preoccuparti, Potter. Non voglio portarmela a letto.
Anche se, devo ammetterlo, la Mezzosangue è migliorata parecchio dai tempi
della scuola.-
Il moro serrò i pugni e tornò a concentrarsi sui fogli che
aveva davanti.
-Non parlarmi di lei.- sibilò. Poi sospirò e guardò il
ragazzo che gli stava seduto accanto. –Per favore, stanne fuori. Per favore,
Draco.-
L’ex Serpeverde rimase spiazzato. Lui e Potter non si
chiamavano mai per nome! Mai, in cinque anni di collaborazione e discreta
“amicizia”, si erano chiamati per nome. Quindi doveva essere successo qualcosa
di grande, tra lui e la Granger. Per forza.
Senza sapere cosa dire si smaterializzò.
-Sabri, cazzo, esci dal bagno!- urlò Hermione contro la
porta chiusa a chiave.
-Un attimo, mi sto preparando! Io stasera devo uscire!-
-Ti ricordo che anch’io devo uscire!-
-Sì, ma io devo far colpo su Erik, mentre tu hai
appuntamento con uno che odi fin da quando eri bambina!-
-Il fatto che io odi Malfoy non mi obbliga ad andare da lui
sporca e puzzolente!-
La porta del bagno si aprì e la ragazza bionda uscì avvolta
in un candido asciugamano.
Hermione le fece una linguaccia e si fiondò sotto la doccia.
Una volta finito prese a rovistare nell’armadio, in cerca di
un vestito. Improvvisamente tutto le pareva inadeguato.
-Ehi, Herm, hai bisogno di aiuto?- domandò Sabrina fissando
il mucchio di vestiti che si stava formando sul letto della mora.
-No. Sì. Non lo so.-
-Non riesco a capire perché ti agiti tanto. Stai per uscire
con una persona che non sopporti, cosa importa quello che indosserai?-
-Lui sarà elegantissimo. Lo è sempre. Non voglio sfigurare.-
sospirò Hermione sedendosi sul letto della coinquilina con aria abbattuta.
-Va bene. Vediamo cosa si può fare, ti aiuto io. Vuoi essere
bella, ma non provocante, giusto?-
-Giusto. Non è di certo un appuntamento di piacere!-
Le due ragazze si diedero da fare, ma la mora era davvero di
gusti difficili. Una cosa era troppo corta, l’altra troppo trasparente. Una
troppo infantile, una troppo appariscente, una troppo colorata.
-Adesso basta!- sbottò Sabrina sbuffando pesantemente per
l’ennesima volta. –Mettiti questi! E se non ti vanno bene andrai nuda, non sono
mica la boutique di Versace, insomma!-
Hermione le lanciò un’occhiata assassina ed indossò i
vestiti che le venivano porti. Erano una gonna lunga fino alle caviglie, beige,
di seta, ed una camicetta leggera, di un marrone che le faceva risaltare gli
occhi, con le maniche svasate. Si guardò allo specchio con espressione critica
e dopo qualche attimo sorrise al proprio riflesso.
-Mi piaccio.- comunicò allegramente all’amica.
-Sia lodato il cielo.- mormorò quest’ultima. –Sembrava che
ti stessi preparando ad uscire con Brad Pitt!-
La mora fece una smorfia.
-Te l’ho già spiegato, non voglio sentirmi fuori luogo con
una sottospecie di lord quale è Malfoy.-
-Ah, ah, certo.-
-Malfoy non mi interessa! Non è per lui che sono nervosa, ma
per quello che mi dirà. Non sento quello che era il mio migliore amico da ben
cinque anni e lui ha sue notizie. È solo per questo che sono così agitata.
Mettitelo in testa.-
Sabrina le sorrise con l’aria di una che la sapeva lunga.
-Va bene, è come dici tu. Stasera però non ti aspetto
alzata…-
Quando Hermione svoltò l’angolo notò che Draco era già lì.
Se ne stava appoggiato al muro con dipinta sul viso
un’espressione annoiata e le mani in tasca. Come predetto dalla ragazza era ben
vestito, con i pantaloni neri leggeri e la camicia di seta sbottonata fino a
metà petto, anch’essa nera. Era sexy, ma non per questo perdeva la sua
eleganza, quella grazia e quel portamento che aveva imparato a tenere fin da
piccolo.
Quando notò la presenza della mora sul suo viso comparve il
solito ghigno.
-Buonasera, Granger. Pensavo non saresti venuta.-
-In effetti avevo preso in considerazione la possibilità, ma
come vedi ho lasciato da parte i miei pregiudizi su di te ed ora sono qua.
Vediamo di non perdere tempo e rispondi alle mie domande.-
-Calmati, Granger. Risponderò alle tue domande durante la
cena.-
Hermione strabuzzò gli occhi.
-Cena?!-
-Certo. Ti ho invitato ad uscire, no?-
Senza darle il tempo di ribattere Draco l’afferrò per un
braccio ed insieme a lei si smaterializzò.
Dopo qualche attimo toccarono terra e la ragazza si guardò
intorno. Erano davanti ad un ristorante babbano, l’ “Elisir”, uno dei posti più
famosi, ed anche più cari, di Londra.
Il biondo la spinse all’interno e sussurrò qualcosa ad un
cameriere, che subito li scortò ad un tavolino appartato.
-Allora, Granger, sono riuscito a sorprenderti?- domandò lui
sogghignando.
-Tutto questo è scorretto, Malfoy!- sibilò Hermione. –Non me
l’aspettavo e poi qua dentro non posso fare scenate.-
- Appunto. Ho solo preso qualche precauzione. Conosco il tuo
caratteraccio, ho preferito non rischiare.-
-Di me non sai proprio niente, Malfoy! Ma non siamo qui per
parlare di questo.-
-È vero, parliamo di Potter. Cosa vuoi sapere?-
Lei sospirò.
-Come sta?-
-Bene, se la cava. Non lo vedi da quando è finita Hogwarts,
vero?-
-Lavorate assieme?- chiese lei, ignorando la domanda del
biondo.
-Sì. Leggi ancora la Gazzetta del Profeta? Siamo soci, i due
Auror più potenti del mondo, secondo i giornali.-
-E cosa fate? Come mai sei venuto tu qui?-
-È un po’ stanco ultimamente. Doveva venire lui, sai per il
fatto che ha vissuto con i babbani e tutto quanto, ma alla fine ha preferito
restare alla base. Ed eccomi qua.-
-Evviva…-
-Togliti il sarcasmo dalla bocca, Granger, mi dà fastidio.
Che altro vuoi sapere?-
-Ti ha mai… parlato di me?-
-No. Speravo che mi potessi dire tu cos’era successo tra
voi. Sono sinceramente curioso di sapere cosa ne è del famoso trio
Sfregiato-Lenticchia-Mezzosangue.-
Quelle parole sembrarono ferire la ragazza nel profondo e
Draco, anche se solo per un secondo, si pentì di averle pronunciate.
-È una storia lunga. E non ho di certo intenzione di
raccontarla a te, Malfoy.-
Il ragazzo non ribattè e le versò un altro po’ di vino.
Mangiarono in silenzio. Lei si era chiusa in se stessa e lui non poteva far
altro che osservarla di sottecchi.
-Ehm… ti piace il posto?- domandò il biondo dopo che il
cameriere ebbe portato via i piatti.
Hemione alzò lo sguardo, ricordandosi all’improvviso di non
essere sola.
-Certo. È il miglior ristorante di Londra, non potrebbe non
piacermi.- rispose distrattamente.
-Senti… se un giorno avessi voglia di andare da Potter… Beh,
io ti ci posso portare.-
La ragazza non rispose, ma lo guardò sorpresa. Aveva fatto
un gesto carino. Per lei. Strano, molto strano.
Il silenzio regnò ancora per qualche minuto. Draco
cominciava ad innervosirsi. Le aveva offerto la possibilità di chiarire con
quello che era stato il suo migliore amico e lei non aveva detto niente. Non
l’aveva insultato e non l’aveva ringraziato.
-Smettila di trattarmi così!- sbottò alla fine.
-Così come?-
-Con così tanta indifferenza! Come se fossi qui da sola!-
La ragazza abbassò gli occhi.
-Scusa, è che non sono abituata a vederti in versione
gentile. Come, contrariamente a quello che pensavo, sei stato stasera. Ma non
sei cambiato, vero? Sei ancora… stronzo.-
-Esatto.-
-E allora perché mi hai invitato a cena?-
-Pensavo sarebbe stato divertente.-
-E lo è stato?-
-Abbastanza. I nostri botta e risposta mi piacciono. Ma non
sono cambiato, ricordalo. Sono solo cresciuto, non voglio che tu pensi che io
sia cambiato.-
-Ah, non lo penso! Però… non ti è venuto in mente che forse
cambiare sia la cosa più semplice?-
Lui ghignò e scrollò le spalle.
-Scherzi?! Se cambiassi perderei il mio fascino da bello e
dannato! È soprattutto grazie a quello che riesco a portarmi a letto tutte le
ragazze con cui esco.-
-Io non verrò a letto con te!- chiarì Hermione. –Nonostante
la piccola parentesi di un attimo fa durante la quale abbiamo parlato
civilmente io continuo ad odiarti.-
-Tu non eri inclusa, Granger.-
-Meglio così.- una breve pausa. -Toglimi una curiosità,
Malfoy. Studierai alla Harford?-
-Chiaro.-
-Ma intendevo… studierai proprio? Frequenterai le lezioni?-
-Se non le frequentassi mi sbatterebbero fuori.-
-Quale corso?-
-Neanche tu sei cambiata… scuola, scuola e ancora scuola!
Comunque, giornalismo. Mi permette di fare ricerche utili per l’Ordine e…
Granger, qualcosa non va?-
La ragazza aveva sbarrato gli occhi e stava scuotendo la
testa.
-Anch’io frequento quel corso.-
Draco ghignò.
-Allora ci vedremo tutti i giorni! Non sei contenta?-
-Per niente!-
-Ehi, guarda che mi offendi!- replicò il biondino.
Draco ed Hermione si fermarono davanti alla stanza di lei.
-Allora… siamo arrivati.- disse il ragazzo.
-Già. ‘Notte, Malfoy.-
-Questo tuo saluto è una pugnalata al cuore.- fece lui
sarcastico. –Non mi inviti ad entrare?-
-Certo che no!-
-Almeno un bacio però me lo merito.-
La mora storse il naso, contrariata.
-Piantala di scherzare, Malfoy. Non avevi detto che io non
ero inclusa tra le tue conquiste da portare a letto?-
-Potrei aver cambiato idea.-
-Io no!- ribattè lei duramente. Non le piaceva scherzare su
argomenti del genere.
-Hai ancora il bel caratterino tutto pepe che avevi a
scuola, Granger. Bene, così è più divertente. Buonanotte!-
Hermione lo guardò allontanarsi. Dopo che ebbe svoltato
l’angolo prese a frugare nella borsetta. Trovò le chiavi ed aprì.
Si svestì e si infilò a letto. Le serata le era piaciuta.
Eccome. E questo la spaventava.
Grazie a tutti coloro che hanno letto e soprattutto a coloro
che hanno recensito: donnasole (non si sono punzecchiati poi
tanto, anzi sono stati piuttosto… civili, ma naturalmente non è finita qui!), chise,
lightiger, patty (“buono”… più che altro “dalla
parte dei buoni”! Draco “buono” proprio non ce lo vedo!^^), chihiro,
super gaia (forse è un po’ prestino per i baci, però… beh, stanno
niziando a conoscersi!).
Ciao a tutti e al prossimo chap, che cercherò di postare il
prima possibile!
-Quindi
è andata bene la serata.- disse Sabrina inzuppando la brioches nel caffelatte.
-Meglio di quanto pensassi, sì. E la tua?-
-Erik ci sa fare a letto.-
La mora scosse la testa, rassegnata. La sua amica aveva un
atteggiamento decisamente troppo “aperto” verso i ragazzi. Soprattutto riguardo
a quelli conosciuti da poco.
-Dio! Siete finiti a letto al primo appuntamento?!- esclamò
contrariata.
La ragazza bionda scoppiò a ridere.
-A volte mi stupisco di quanto tu sia ancora innocente!-
Hermione non ribattè e l’altra prese a fissarla
intensamente.
-Da quanto non vai a letto con un uomo, tesoro?- domandò
cautamente. L’argomento era molto delicato.
-Non è poi così tanto, Sabri.- la risposta era fredda, come
sempre quando parlavano di quello.
-Cinque anni.- le fece presente Sabrina.
La mora sbuffò.
-Nessuno dei ragazzi con cui sono uscita in questi anni mi
piaceva. E poi ne abbiamo già discusso. Semplicemente gli uomini non mi
interessano in questo momento. Ho la mia famiglia, lo studio, te! Per ora è
questo l’importante.-
-Lo so, ma… ti servirebbe una distrazione, Herm. Niente di
serio, solo qualcosa per toglierti un pochino la testa dallo studio.-
-Non ho tempo per le distrazioni. E poi se mai mi dovessi
interessare ad un uomo non potrebbe non essere qualcosa di serio.-
Il discorso era stato ripetuto molte volte, ma Sabrina non
aveva intenzione di rassegnarsi. Hermione aveva bisogno di un uomo! Da
quando si erano conosciute era uscita con pochi ragazzi e con nessuno per più
di un paio di giorni. Con quasi tutti aveva instaurato una profonda amicizia,
ma ora aveva bisogno di qualcosa di diverso.
Peccato che la diretta interessata non lo capisse. O meglio,
che non volesse capirlo. Diceva di stare bene così, ma la bionda sapeva
che non era vero. Una donna non può sentirsi bene stando senza un uomo per
tanto tempo. Senza sesso, certo, ma anche senza coccole, senza uscite a cena,
senza progetti sul futuro. La mora continuava a ripetere che aveva tempo per
trovare qualcuno di adatto a lei, ma aveva già ventidue anni e tante
responsabilità sulle spalle, un uomo l’avrebbe aiutata.
-E allora costruisciti una storia seria!-
-Ma certo, ora fermo il primo ragazzo che passa per strada e
gli chiedo se mi vuole sposare!-
-Divertente… Vedi, non riesci neanche più a fare battute
decenti!-
-E cosa dovrei fare, Sabri? Cosa?!-
-Draco.- mormorò la bionda. Le sembrava la cosa più ovvia
del mondo. A lui Hermione doveva piacere almeno un po’, dato che l’aveva
portata addirittura nel più famoso ristorante di Londra. A lei… Draco
l’attirava fisicamente, questo era certo. Fisicamente attirava ogni esemplare
di genere femminile. Era anche vero che lei continuava a ripetere quanto lo
odiasse, ma Sabrina non l’aveva mai vista raccontare di una serata che aveva
passato con qualcuno con tanto entusiasmo come le aveva raccontato quella del
giorno prima.
-No!- disse Hermione decisa.
-Ieri sera sei stata bene con lui.-
-Non c’entra niente! Lui… con lui non potrei mai avere un
futuro, comunque. E se mi dovessi mettere con qualcuno dovrebbe essere qualcosa
di duraturo. Lo sai. Non posso permettermi di divertirmi.-
-Va bene, ma se non lui dev’essere qualcuno! Non puoi sempre
stare da sola, hai bisogno di un uomo! Hai ventidue anni e una…
-Ora è tardi, devo andare.-
Sabrina scosse la testa e si lasciò cadere sul letto. Aveva
un’amica troppo testarda per riuscire a convincerla.
Ma lei era una “migliore amica”, no? Una di quelle
simpatiche, impiccione e soprattutto che, quando si mettono in testa qualcosa,
la portano a termine. Ed in quel momento la bionda aveva deciso che alla sua
amica serviva un uomo.
Hermione arrivò in classe per prima, come d’abitudine. Si
sedette in una fila in fondo e tirò fuori il libro sul quale avrebbe tenuto
l’esame di metà corso. Stava leggendo da appena qualche minuto, quando un’altra
persona entrò in classe.
-Ciao, Granger. Anche all’università fai la secchiona? Cosa
ci fai in classe con un quarto d’ora d’anticipo?-
-Stavo studiando, prima che arrivassi tu, Malfoy. E poi con
che faccia tosta dici una cosa del genere, dato che sei arrivato appena qualche
attimo dopo di me?-
-Io devo fare delle indagine e vedere gli studenti quando
entrano può essere utile. Sai, seduto sono ad altezza avambraccio.- spiegò il
ragazzo sedendosi accanto a lei.
-State ancora cercando Mangiamorte? Hanno in programma di
far risorgere Voldemort un’altra volta?-
-Per ora no, ma si divertono a spaventare i babbani, come
sempre.-
-Che gente stupida.-
-Concordo. Cosa si fa oggi a lezione?-
-Oggi non ci sarà una vera e propria lezione.. Il professore
spiegherà le modalità di consegna dell’articolo che dovremo fare. Fa parte
dell’esame di metà semestre assieme alla presentazione del libro che stavo
leggendo prima che arrivassi. Sarà meglio che ti impegni.-
-Lo farò, non temere.-
-Quindi verrai con me a studiare il biblioteca dopo la
lezione?-
Lui la fissò confuso.
-Ho mai detto una cosa del genere?-
-Hai detto che ti saresti impegnato. Ed in quel momento io
ho deciso che tu supererai l’esame. Ma conoscendoti passerai ogni minuto libero
a flirtare con le ragazze o a fare… quello che fai di solito. Che non è di
sicuro studiare.-
Draco inarcò un sopracciglio.
-Lo fai per me?-
-Per la pace nel mondo.-
-Inizio a piacerti.-
Hermione replicò che non era assolutamente vero, ma le sue
parole furono coperte dagli studenti che prendevano posto. Una volta che tutti
si furono accomodati il professore prese a parlare.
-Bene, signori, buongiorno. L’esame di metà corso come già
sapete consisterà nella presentazione del libro che vi è stato segnato all’inizio
dell’anno e di un articolo scritto da voi, naturalmente. Questo articolo dovrà
trattare un tema di attualità e non dovrà superare le due cartelle di
lunghezza. La data di consegna la troverete tra una settimana in bacheca.
Voglio ricordare a tutti voi che chi non dovesse superare la prova verrà
espulso dal corso, quindi date il meglio di voi. Per oggi ho finito. Ricordate
anche che c’è la possibilità di frequentare un corso supplementare di scrittura
creativa. Buona giornata.-
Hermione si alzò, incitando Draco a fare lo stesso.
-Mi ricordi la McGranitt con quel cipiglio.- borbottò lui
seguendola verso la biblioteca.
-La professoressa McGranitt era mille volte più
severa di me.- ribattè la ragazza. –Ora siediti da qualche parte e mettiti al
lavoro. Staremo qui due ore e alla fine voglio vedere almeno il filo
dell’articolo ed il materiale che hai trovato sull’argomento che hai scelto.-
Il biondo sbuffò pesantemente e si sedette in un posto
libero, guardandosi intorno. Osservò la mora accanto a sé accendere la strana
scatola grigia che aveva davanti e schiacciare dei tasti ad una velocità
sorprendente. Lei si girò infastidita.
-Non perdere tempo, Malfoy, inizia a lavorare!- lo ammonì.
-Scusami tanto, Granger, ma sei tu quella che non sta
facendo niente.-
-Io sto facendo delle ricerche. Mi servono
argomentazioni convincenti se voglio scrivere un articolo che stia in piedi! E
lo dovresti fare anche tu.-
Lui la fissò come se fosse deficiente.
-E dove staresti cercando informazioni se non stai
consultando nessun libro?!-
-In internet, intelligentone!-
-In… dove?!-
Hermione spalancò la bocca.
-Non sai cos’è internet? Un computer? La tecnologia?-
-Dovrei?-
-Ti serve per… tutto! Con internet puoi viaggiare nel mondo!
Puoi accedere a tante di quelle informazioni che… non puoi neanche pensare di
fare il tuo articolo senza il computer!-
-Non posso usare i libri come le persone normali?!-
-Il problema è che le persone normali non usano più i
libri per documentarsi! Ma nessuno ti ha detto niente?! Eppure Harry conosce il
nostro mondo…
-Evidentemente il “caro” Potter ha preferito dimenticarsi di
questo “piccolo” particolare!- sbottò Draco arrabbiato. Questa gliel’avrebbe
pagata! Di sicuro! Ora si trovava costretto a chiedere aiuto alla Mezzosangue.
La guardò, senza sapere se mostrarsi gentile o perentorio. Optò per la seconda
e disse con noncuranza: -Beh, poco importa. Granger, accendimi questa roba e
spiegami come si fa!-
La mora gli sorrise amabilmente.
-Solo se tu dici: “Cara Hermione, ho assoluto bisogno del
tuo aiuto!”.-
-Cosa?! Scordatelo, piuttosto chiedo a qualcun altro!-
-E quando quel qualcuno chiederà a te da dove caspita vieni
per non saper utilizzare un computer cosa risponderai?-
Il ragazzo contrasse la mascella. Aveva ragione, solo lei
poteva aiutarlo.
-Ho bisogno del tuo aiuto.- ringhiò a denti stretti.
-Non era la mia frase.-
-Fottiti!-
Lei scoppiò a ridere e si posizionò dietro di lui. Allungò
una mano per accendere il computer ed arrossì, rendendosi conto di quanto
fossero vicini.
Anche Draco, dal canto suo, aveva notato la cosa. I peletti
biondi del braccio di lei gli sfioravano il mento. Gli costava ammetterlo, ma
la sua pelle aveva un buon odore. Non un profumo, non qualcosa di messo
addosso, era proprio lei a sapere di buono. Di pulito e di… bambino, di
giovane.
-Ehm… svegliati, Malfoy, sto parlando con te!- lo riprese la
profumata protagonista dei suoi pensieri.
-Ti stavo ascoltando, Granger.- borbottò il biondo senza
guardarla. Poteva percepire la presenza del suo viso a pochi centimetri dalla
sua spalla e se si fosse voltato… beh, non aveva idea di cosa sarebbe potuto
accadere, ma era meglio non rischiare.
-Allora ripetimi cosa ti ho appena detto.-
-Qualcosa di noioso.-
Hermione sbuffò, ma decise di non ribattere, sarebbe stato
peggio. Gli rispiegò un’altra volta come usare il mouse e quali fossero i
migliori motori di ricerca. Quando lui le ebbe assicurato che aveva capito
tornò alla sua postazione e si dedicò all’articolo.
Peccato che non riuscisse a concentrarsi nemmeno un po’. Non
con vicino un Malfoy, quel Malfoy che lei era abituata a vedere fiero e sicuro
di sé, e che ora le sembrava assolutamente ridicolo, intento a battere
sulla tastiera una lettera ogni dieci minuti. Aveva un’espressione
indecifrabile dipinta sul volto, ed un po’ di sudore gli imperlava la fronte.
Le sembrava così imperfetto, comepochealtrevoltelo aveva visto, che avrebbe voluto lasciarlo in quella situazione per molto
tempo ancora. Ma il suo lato gentile ebbe la meglio.
-Vuoi che ti dia lezioni sulle cose babbane, Malfoy?-
domandò imponendosi di non ridere.
Lui le puntò gli occhi addosso, cercando di recuperare un
po’ di freddezza.
-È una proposta indecente, Granger? Vuoi forse una scusa per
rimanere da sola con me?-
Lei arrossì. Non aveva pensato al fatto che sarebbero dovuti
restare insieme da soli.
-Certo che no! Lo faccio per lo stesso motivo che i ho detto
prima: la pace nel mondo. Se l’università vedesse qualcosa di strano in te
potrebbe fare delle ricerche e… saresti del tutto inutile all’Ordine.-
Draco rifletté un attimo. Per la seconda volta il un’ora la
Mezzosangue aveva ragione.
-Va bene.- acconsentì.
-Accetti?-
-Ti ho appena detto di sì!-
-Benissimo. Stasera, allora. Camera tua, ore nove.-
Il biondo grugnì.
-Dove vai?- domandò Sabrina all’amica, vedendo che si stava
cambiando.
-Da Malfoy.- rispose Hermione tranquillamente, come se fosse
la cosa più normale del mondo.
La bionda inarcò un sopracciglio. Forse avrebbe dovuto fare
meno lavoro del previsto.
-Mica lo odiavi?-
-Lo odio ancora, ma mi ha chiesto aiuto.-
-E perché lui ti ha chiesto aiuto tu mi abbandoni qui da
sola per tutta la sera?-
-Da sola?! Ma se riesci a trovarti un uomo in meno di due
minuti?-
-L’unico che mi attizza te lo sei preso tu.- borbottò
Sabrina trattenendo un sorrisetto. Un po’ di sana provocazione riusciva a
tirare fuori il lato nascosto di Hermione. Stava facendo un favore a Draco.
-Mettiamo in chiaro le cose, io non mi sono presa proprio
nessuno! Gli do solo qualche ripetizione su… quello che abbiamo fatto l’anno
scorso!-
-Oh è la tua Lolita…
La mora le fece la linguaccia ed uscì dalla camera.
Riflettendo sullo strano comportamento della compagna di stanza si districò
lungo i corridoi del campus e trovò la porta con scritto sopra 113. Bussò ed
attese.
Draco le aprì con indosso solo dei miseri boxer aderenti.
Aveva deciso di divertirsi.
Hermione arrossì, non potendo fare a meno di notare il
torace levigato del ragazzo.
-Ti potresti vestire, per favore?- balbettò entrando.
-Così non ti piaccio o ti metto in imbarazzo?-
-Non mi metti in imbarazzo, ma questa non è una visita di
piacere!-
Il biondo si infilò una maglietta e si sedette sul letto.
-Ora che sei abbigliato decentemente possiamo iniziare.-
Il ragazzo si mise tra lei ed il portatile che aveva portato
e la guardò intensamente.
-Prima una domanda, Granger.-
La mora sbuffò.
-Cosa?-
-Come fa la strega più brillante di Hogwarts a vivere nel
mondo babbano? Prima di capire come si usa tutta questa roba, tutta questa…
tecnologia, devo capire come puoi tu dimenticarti del tuo mondo.-
-Ora è questo il mio mondo. Ci si abitua.-
-Perché te ne sei andata? Non sei diventata un auror, come
tutti predicevano, Hogwarts è stata solo una parentesi nella tua vita. Cos’è
successo?-
Hermione lo fissò negli occhi. Sembrava sinceramente curioso
e per un attimo fu tentata di dirgli tutto. Ma poi si trattenne. Non si fidava
ancora completamente di lui.
-È una storia lunga che… è troppo mia per raccontarti.-
Lui non disse niente ed iniziarono a lavorare.
Fu una serata pesante, per entrambi, ma alla fine lui si era
comportato “bene” e lei era riuscita spiegargli più cose di quello che si era
prefissata. Si potevano dire soddisfatti.
-Beh… io vado, è tardi.- disse la ragazza raccogliendo la
borsa. –Vedi di non dimenticarti tutto durante la notte.-
Draco aspettò che lei arrivasse alla porta. Era stato
schifosamente bene, e la cosa non gli andava giù. Voleva dirle qualcosa di
sarcastico, qualcosa di cattivo, ma le parole che gli uscirono dalle
labbra lo lasciarono del tutto spaesato:
-Domani tornerai?-
Lei sorrise, un sorriso che le illuminò il volto.
-Certo.-
-Per le lezioni, intendevo.- siaffrettò ad aggiungere il ragazzo.
Che capitolo difficile!!!! Non sono per niente soddisfatta,
mi è venuto un po’ così, ma sono bloccata e questo è il meglio che sono riuscita
a scrivere. Spero che non me ne vogliate troppo. Come sempre grazie a tutti
coloro che leggono e tante, tante, tantissime grazie a coloro che recensiscono:
hilary14, hermione+draco, super gaia,
patty (se ti va dimmi le tue ipotesi, sono curiosa di sapere se
riesco a tenere un po’ di mistero o se voi lettori avete già capito tutto!), donnasole
(più avanti si saprà tutto quanto, di sicuro!).
Arrivederci al prossimo capitolo che, vi prometto, sarà
migliore di questo^^
Draco camminava
per i corridoi del campus discutendo animatamente con Tom, un compagno di
corso, anche lui mago, che forse poteva fornirgli qualche informazione utile
per le sue indagini, quando una bellissima ragazza dai capelli color mogano gli
si avvicinò ancheggiando.
-Tu sei Draco Malfoy, vero?- domando questa sorridendo
candidamente.
-Dipende. Chi mi cerca?- rispose lui distrattamente,
ghignando con l’amico, che scosse la testa. Era inconcepibile che ogni volta
che stavano parlando arrivasse una ragazza ed attaccasse bottone con il biondo.
-Mi chiamo Jennifer, è da un po’ che ti ho notato, in
classe, e mi sembravi simpatico, così…
-Veramente,- si intromise Tom. –stavamo discutendo. Di cose
importanti.-
La ragazza lo fulminò con lo sguardo e Draco scoppiò a
ridere.
-Suvvia, Tom. Lascia parlare questa bellezza.- tornò a
guardarla. -Dicevi?-
-Ieri non sono venuta a lezione, mi potresti prestare i tuoi
appunti?-
“Vecchia scusa”, pensò il ragazzo, ma lei era proprio un bel
bocconcino e non conveniva badare alle sottigliezze.
-Certo. Vuoi… venire a prenderli in camera mia?- domandò
facendo cenno al compagno di togliersi dai piedi, il quale ubbidì sbuffando
pesantemente. Quando c’era di mezzo una donna era inutile discutere.
Gli occhi scuri di Jennifer si illuminarono. Poteva non
volerlo? Desiderava “conoscere meglio” quel ragazzo stupendo da quando, tre
settimane prima, lo aveva visto a lezione seduto accanto alla Granger, la
saputella sfigata ed antipatica.
-Sì, per me non ci sono problemi. Andiamo adesso?-
Draco esitò, consultando l’orologio. Aveva mezz’oretta buona
prima che arrivasse la Granger. Poteva starci dentro, se lei lo lasciava fare e
non si metteva a discutere sul “non sono solo un passatempo, vero? Non è una
botta e via?”. Ma per fortuna non sembrava il tipo.
-Andiamo.- acconsentì guardandola maliziosamente.
-Sabri! Non trovo le mie scarpe!- sbottò Hermione con voce
lamentosa sedendosi sul letto.
-Quali?-
-Gli scarponi, quelli che metto sempre!-
-Ah, capito. Guarda sotto al mio letto, mi è parso di averle
viste lì ieri sera.- le rispose l’amica. –Vai da Malfoy?-
-Già. E sono in ritardo!-
-Tre settimane.- sospirò pensierosa Sabrina.
-Cosa?- domandò la mora riemergendo trionfante da sotto il
letto, con le scarpe in mano.
-Sono tre settimane che tutte le sere vai da Malfoy a
“dargli ripetizioni”. E se non dovessi per forza di cose tornare a casa gli
staresti attaccata anche durante il week-end. Dev’essere davvero tanto, ma
tanto idiota per aver bisogno di tutte queste lezioni supplementari.-
-Io… lui è un idiota!-
-E…-
-E siamo diventati “amici” o qualcosa del genere. Ma non c’è
bisogno che tu mi guardi così, non è come credi.-
-E cosa fate insieme? Di certo non studiate.-
-Ci punzecchiamo. E qualche volta ci capita anche di parlare.-
Sabrina la scrutò. Era una sguardo tanto intenso che
Hermione si sentì trapassare da una parte all’altra dell’anima.
-Quindi gliel’hai detto.-
-No.-
-Devi farlo, tesoro.-
La mora si passò una mano tra i capelli, non sapendo bene
cosa rispondere.
-Non vedo perché dovrei.- borbottò infine. –Quella parte di
me è troppo preziosa per condividerla con lui. Ancora non mi fido
completamente. Lui… conosce molte persone che… preferirei non sapessero. Sai,
la gente sparla ed io odio non essere presente quando si parla di me.-
Sabrina le tese la giacca e sospirò.
-Una volta che ti sarai innamorata di lui dirglielo sarà più
difficile. Avrai paura della sua reazione.-
-Cosa?! Io non mi innamorerò mai di Malfoy!-
-Lo stai già facendo.- constatò la bionda. Possibile che dovesse
dirle tutto?!
-No.-
-Sì.-
-Forse. E comunque, quando e soprattutto se glielo
dirò lui non potrà scegliere che reazione avere. Io sono felice, e tu lo
sai benissimo, e dovrà esserlo anche lui, se vorrà continuare a… frequentarmi.
Se la sua reazione fosse un’altra… beh, tanti saluti.-
L’amica sorrise.
-Bene, vedo che l’amore non ti dà alla testa. Ora, però,
vai. Sei in ritardo e a quanto mi hai detto Draco odia i ritardi.-
-Cazzo, è vero, sono in ritardo!- esclamò Hermione
fiondandosi fuori dalla porta. Dopo un attimo si riaffacciò sulla soglia. –E
non chiamarlo per nome!-
-Perché?-
-Fa strano! Ciao, a dopo!-
Hermione arrivò davanti alla stanza 113 ed entrò
direttamente, immaginando il ragazzo seduto alla scrivania con le braccia
incrociate contro al petto ed il sopracciglio alzato in stile McGranitt. Solo
un’altra volta era arrivata in ritardo e l’aveva trovato in quel modo. La
puntualità era sacra per lui.
-Malfoy, scusa, scusa, scusa, scusa, sono in ri…- si bloccò,
inorridita. –Malfoy, io…
Draco si alzò di scatto dal letto cercando di coprirsi il
più possibile con il lenzuolo, fregandosene altamente del fatto che la ragazza
con cui aveva diviso il letto sarebbe rimasta scoperta e completamente nuda.
-Granger! Sei arrivata prima!- balbettò. Questa proprio non
ci voleva. Aveva mantenuto la pace per quasi un mese, cosa che non credeva
possibile potesse accadere, ed ora faceva casino. Per cosa, poi? Per una
scopata da niente.
-Veramente sono in ritardo.- puntualizzò lei, glaciale quasi
quanto per definizione erano gli occhi di lui. –E stavo correndo perché
immaginavo che ti saresti arrabbiato. Evidentemente, mi sbagliavo. Non hai
tempo per arrabbiarti, ora. Esattamente come non hai avuto tempo per guardare
l’orologio.-
Lui si irrigidì. Cosa sentiva dentro? Qualcosa che lo faceva
contorcere nel profondo… sensi di colpa, forse? Cercò di scrollarsi di dosso
quella sensazione nuova e poco piacevole, ma i suoi tentativi furono inutili.
-Devo forse rendere conto a te di quello che faccio,
Granger?- urlò adirato.
La mora non si scompose, anche se dentro tutta quella
sceneggiata orribile faceva male.
-Certo che no, Malfoy. Infatti ora me ne vado. La prossima
volta busserò, non è un problema.-
Draco esitò.
-Scusami.- mormorò dopo un attimo, a voce bassa. Non era abituato
a chiedere scusa e gli riusciva con qualche difficoltà.
-Non importa, sono affari tuoi.- sbottò Hermione imboccando
la porta. L’unica cosa che voleva fare era mettere più distanza possibile tra
lei e l’uomo, anzi, lo stronzo, di cui FORSE si stava innamorando e che aveva
appena trovato a letto con un’altra. Della distanza che voleva mettere tra lei
e quella sgualdrinella nuda, poi, era meglio non parlare.
-Mi farò perdonare.- mormorò ancora il biondo.
-Non devi, Malfoy.-
Draco, impotente, la guardò andarsene.
-Devo, cazzo, devo!- imprecò. –E tu,- si rivolse a Jennifer,
che aveva osservato la scena con un sorrisetto divertito. –esci di qui.-
Lei si rivestì con calma.
-Chi era?-
-Vattene.-
-La tua ragazza? Poverina! Ma forse… è meglio dire povero
te.-
Il biondo la fissò.
-Cosa vuoi dire?-
-Hermione Granger. Qui la conoscono tutti.-
Draco serrò i pugni. Iniziava ad innervosirsi e, sebbene non
sarebbe mai stato capace di colpire una donna, quella ragazza stava mettendo a
dura prova la sua pazienza.
-Spiegati!-
Jennifer fece una faccia fintamente dispiaciuta.
-Oh… ancora non te l’ha detto.-
-Dirmi cosa!- ringhiò lui.
-Sicuro di volerlo sapere? Da me?-
-Sì! - esclamò. Ma poi scosse la testa. –No, non da te.
Vattene, puttana.-
-Puttana? Io? Non sono io quella che era già occupata, sai?-
-Non vali niente.-
-Forse vorrai dire che tu non vali niente.- disse la
ragazza scoppiando a ridergli in faccia.
-Vattene, prima che ti colpisca.-
Lei non si mosse, indecisa se credere alle sue parole oppure
no.
-Vattene!-
Finalmente rimase solo. Si buttò sul letto, massaggiandosi
lentamente le tempie. Aveva un forte mal di testa. Abbracciò il cuscino, cosa
che non faceva da molto tempo, e sospirò.
Qual’era il “segreto” di Hermione? Era una cosa… grave?
Brutta? Disdicevole? E poi era davvero un segreto? Gli pareva che tutti lo
sapessero, tranne lui. E molto probabilmente era così, dato che ne era a
conoscenza anche quella stupida che si era portato a letto. Ed anche Potter
sapeva. Era il motivo per il quale avevano litigato? E cosa voleva dire quella
frase di Jennifer? Quel “qui la conoscono tutti”? Voleva forse dire che… ci
stava con tutti? Come… come faceva lui? No, la Granger non era così
superficiale, non avrebbe mai potuto. Dopotutto anche se a lei non importava
più del periodo passato ad Hogwarts era pur sempre stata smistata a Grifondoro,
no? Mentre lui a Serpeverde. Lui… doveva fare queste cose. Era viscido e
gli piaceva esserlo. E allora perché sentiva il bisogno da farsi perdonare? In
fin dei conti non aveva fatto niente di male. Con la Granger non aveva di certo
un legame che gli impediva di andare a letto con le altre ragazze.
Draco si tirò su e si accese una sigaretta alla vaniglia. La
verità era che non aveva risposte. Sapeva solo di aver fatto qualcosa di… sbagliato.
E doveva farsi assolutamente perdonare.
Fece un altro tiro ed un ghigno gli solcò il viso: aveva
trovato un modo.
Voilà un altro capitolo! Che guaio che ha combinato Draco,
eh? Già, ma saprà riscattarsi.
Vabbè, basta chiacchiere e passiamo ai ringraziamenti: dark
angel, super gaia, patty (mmmh… è un po’
difficile da indovinare, non ho dato molti indizi, ma qualcosa c’è…
comunque tutto si scoprirà tra pochi capitoli!), donnasole (mi
sarebbe piaciuto fare qualche altro capitolo dove litigavano, però la mia vena
dolce e romantica li ha voluti avvicinare di già. Ance se credo che dopo quello
che è successo Herm sia leggermente arrabbiata con Draco! Comunque… nooooo, io
adoro Bridget Jones, è il mio mito,ma la situazione di Herm è un po’
particolare. E con questo ho detto troppo!^^)……………………….GRAZIE A TUTTI!
Continuate a commentare, mi raccomando, perché i vostri commenti che mi danno
una gioia immensa! Baci by kamomilla
-Ma proprio… a letto?! Cioè, mentre stavano… facendo
sesso?!- chiese Sabrina incredula. –Dio, Herm… avresti dovuto dirmelo ieri,
appena successo!-
-Non sei tornata a dormire.- le fece presente Hermione.
-Ho un cellulare per qualcosa!-
-Non essere ridicola! Aspettavi quella festa dall’inizio
dell’anno, non potevo disturbarti per una sciocchezza del genere!-
-Non essere ridicola tu! Quello che ti succede è molto più
importante di una stupida festa e quello che è successo non era affatto una
sciocchezza! Proprio ora che tu…
La bionda non riuscì a terminare la frase che l’amica le
aveva assestato una poderosa gomitata tra le costole.
Per un attimo ci fu silenzio, poi la mora sbuffò.
-So che sei lì, Malfoy!- sbottò duramente. –Qualcuno dovrebbe
dire ad Harry che sei piuttosto scarso, come spia.-
Draco uscì da dietro l’angolo, per niente contento di essere
stato scoperto proprio sul più bello.
-Non era programmato, altrimenti sarei stato più attento. Ma
non volevo interrompervi, continuate pure… proprio ora che tu cosa, Granger?-
domandò affiancandola.
-Non sono affari tuoi, idiota. Va’ a fare… quello che ti
piace tanto fare e lasciami in pace.-
-Eh no, stavate parlando di me, quindi sono affari
miei.- replicò il ragazzo.
-Erano stupidi pettegolezzi tra donne. E, per la cronaca,
interessava a Sabrina quello che tu stavi facendo ieri sera. Non a me.-
Sabrina spalancò la bocca.
-Io…- ma poi intercettò l’occhiata dell’amica. –già,
interessava a me. Sai, sono molto curiosa!-
Il ragazzo si fermò, ignorando colei che aveva appena
parlato, che decise di squagliarsela, e piantò gli occhi addosso ad Hermione.
Lei strinse le braccia contro al petto e lo fissò.
-Beh? Cosa vuoi?-
-Adesso vieni con me.-
-Assolutamente no!-
-Assolutamente sì! Ieri ho dimenticato il nostro
appuntamento quindi, tecnicamente, sono in debito con te. E non voglio
esserlo.-
La ragazza roteò gli occhi.
-In debito con me? Ma cosa stai dicendo, Malfoy?-
-Era nei patti.-
-Patti? Noi non abbiamo fatto patti di alcun genere, tu non
saresti stato in grado di rispettarli.-
-Erano sottointesi, Granger.- spiegò Draco pazientemente.
–Tu mi aiutavi con le cosa babbane ed io stavo “bravo”. Ieri sera sono venuto
meno e…
-A me pare che tu ieri sera sia venuto e basta! Questa
storia dei patti te la sei inventata di sana pianta!-
-Il tuo repertorio de battute è davvero scarso, Granger.
Comunque, non mi interessano le tue chiacchiere. Ti devo le mie scuse e le
accetterai, che tu lo voglia oppure no!-
Hermione sbuffò, spazientita. Era una sceneggiata nella
quale non voleva recitare.
-Sei scusato.- borbottò. Se lo avesse assecondato magari se
ne sarebbe andato e l’avrebbe lasciata in pace.
Lui ghignò.
-No, non così. Le mie scuse non sono queste. Le devi vedere!
Ora verrai con me.-
-Io non…
Draco tirò fuori la bacchetta e la mora si zittì.
-Conviene andare in giro disarmati, Granger?- chiese
serafico il ragazzo rigirandosi tra le mani l’oggetto magico.
Lei non rispose. Non poteva niente contro la magia, e lo
sapeva benissimo.
-Ti sei zittita, eh? Bene, troviamo il modo di farti restare
così per un pochino. Silencio!-
Hermione non provò nemmeno a parlare. Sapeva che non ci
sarebbe riuscita. Optò per l’alzata del dito medio ed un’occhiata assassina.
-Oh, che ragazzaccia!- la prese in giro il biondo. –Non si
fanno certi gesti, signorina! Ma anche a questo possiamo rimediare… pietrificus
totalus!-
Draco rimise la bacchetta nella tasca posteriore dei jeans e
contemplò l’opera. Doveva ammettere che la Granger così gli stava parecchio più
simpatica. Beh, per lui una ragazza senza la facoltà di parlare era il sogno
della vita. Niente raccomandazioni, niente rimproveri, niente rotture, niente
stupidi discorsi. Ghignando afferrò la mora per il braccio, duro e rigido come
pietra, e si smaterializzò.
Un piccolo movimento di bacchetta e qualche parola mormorata
a bassa voce.
-Se mi avessi tenuta sotto incantesimo ancora un altro
attimo giuro che ti avrei ammazzato! Non so come, ma l’avrei fatto! Pazzo
maniaco!- sbottò Hermione massaggiandosi le mani indolenzite. Quando se le
sentì di nuovo come sue tirò un potente e mirato schiaffo alla guancia di
Draco, che si colorò immediatamente di rosso.
Lui fu sul punto di reagire, ma si ricordò che doveva farsi
perdonare, non farla arrabbiare di più. Così incassò il colpo e lasciò che la
ragazza si guardasse intorno.
-Dove cazzo siamo, Malfoy?-
Il biondo ghignò.
-Non la riconosci, Granger? E dire che hai passato qua tanto
di quel tempo.-
Lei studiò tutto con la minima attenzione. Si trovavano in
una stanza abbastanza grande, molto spaziosa e con pochi mobili: un
attaccapanni, una scarpiera ed un mobile antico sopra al quale era attaccato
uno specchio. Sembrava un ingresso. Sulle pareti erano appesi ritratti di
persone molto presumibilmente defunte. Un vecchio dalla lunga barba bianca le
strizzò l’occhio. Erano nel mondo della magia, intuì la mora. Sulla sua destra
c’era un orribile portaombrelli. Lo aveva già visto, ma non ricordava dove.
Poi, la sagoma di un grande quadro attirò la sua attenzione. L’oggetto era
coperto da uno spesso tendaggio rosso. Un avvertimento di parecchi anni prima
le riaffiorò alla mente: “Fate piano all’ingresso, o sveglierete la signora
Black!”
-Grimmauld Place.- mormorò piano.
Draco le concesse un piccolo applauso.
-Complimenti, Granger, l’hai riconosciuto.-
-Vaffanculo, Malfoy! Voglio andarmene da qui!-
Lui sogghignò.
-Non prima di aver incontrato Potter.-
-Io non…
La ragazza non poté finire la frase che due braccia possenti
e muscolose la strinsero in un abbraccio.
-Hermione, da quanto tempo!-
Lei fissò confusa colui che le stava di fronte, senza capire
chi fosse. Aveva la faccia tonda ed il sorriso cordiale e…
-Neville! Sei proprio tu?! Mio Dio, come sei cambiato!-
-Anche tu! Ti ho riconosciuta dai capelli, quelli sono
sempre uguali!-
-Orribili?-
-Bellissimi. Cosa ci fai qui?-
-Deve incontrare Potter.- si intromise Draco. Odiava che
qualcuno gliela “rubasse”. Già stava per concederla a Potter, cosa assai poco
piacevole, non voleva perdere tempo anche con quel tonto. –Sai dirmi dov’è,
Paciock?-
-Nel suo ufficio.- rispose Neville. –Ci vediamo dopo, eh?
Non osare andartene senza salutarmi, ‘Mione!-
-Non lo farò!- promise la ragazza con un sorriso. Doveva
ammettere che rivedere i vecchi amici dopo tanto tempo era bello.
-Allora lo incontrerai!- esultò il biondo, come se le avesse
letto nella mente.
-No, non lo incontrerò. Però non ce ne andiamo subito, prima
te la devo far pagare! Non avete un stanza delle torture, qua dentro?-
-Siamo nel covo degli Auror, Granger, non in quello dei
Mangiamorte. Comunque tu adesso verrai con me da Potter. Lo farai da sola o
devo pietrificarti un’altra volta?-
Hermione sapeva benissimo che quando il ragazzo diceva
qualcosa la faceva. Gliel’aveva dimostrato. Quindi, seppur riluttante, lo
seguì. Arrivarono davanti ad una grande porta di legno massiccio ed il biondo
bussò.
-Chi è?-
La ragazza sussultò udendo quella voce che non sentiva da
ben cinque anni.
-Sono io.- sbuffò Draco spalancando le porte. Da bravo
gentiluomo aspettò che lei entrasse, ma Hermione era impietrita. Non muoveva un
muscolo. La prese per un braccio e la condusse al centro della stanza.
La mora si aggrappò alla sua mano vedendo Harry seduto alla
scrivania, con gli occhi incollati ad un libro. Naturalmente, accortasi del suo
gesto, la lasciò subito.
-Cosa vuoi Malfoy?- sbottò il moro senza alzare lo sguardo.
-Ti ho portato una sorpresa, Potter.-
Il ragazzo sopravvissuto guardò il collega e sussultò,
notando la ragazza accanto a lui.
Hermione fu scossa da un tremito. Eccolo lì, il suo migliore
amico. Il tempo lo aveva fatto diventare un uomo. Era cresciuto, le braccia ed
il petto erano muscolosi, sul mento cresceva un pizzetto. Gli occhi, però,
erano gli stessi. Di quel verde intenso e profondo, fantastici. Credeva che non
li avrebbe più rivisti ed ora, invece, erano di nuovo immersi nei suoi.
-Herm…-
sussurrò piano Harry.
-Ciao.- mormorò lei incerta.
-Che cosa… Oh, non mi importa perché sei qui, fatti
abbracciare!- e così dicendo si fiondò su di lei, stritolandola quasi.
Restarono uniti a quel modo per qualche minuto, entrambi felicissimi. A
dividerli fu l’irritato mugugno che emise Draco.
-Io… vi lascio alle vostre disgustose effusioni. Quando
vorrai tornare al campus, Granger, chiedi in giro di me e ti riaccompagnerò.-
Lei annuì, senza staccarsi dall’amico ritrovato.
-Va bene. A dopo.-
-Ehi, Draco!-
Il ragazzo interpellato si girò, trovandosi faccia a faccia
con l’amico d’infanzia Blaise Zabini. Anche lui era passato sul fronte del bene
ed ora faceva il doppio gioco a favore dell’Ordine; dato il suo ruolo di spia si
era dovuto fare marchiare ed era anche tra le cerchie di Mangiamorte più vicine
al Signore Oscuro. Grazie alle sue informazioni avevano evitato molte stragi di
babbani.
-Ciao Blaise.-
-Cosa ci fai qui?-
Draco sbuffò.
-Ho portato una ragazza a Potter. Ora me ne pento, fanno
schifo! Sono stati abbracciati per un’ora…-
Zabini inarcò un sopracciglio.
-Una ragazza a Potter? E chi?-
-La Granger. Te la ricordi?-
-Potrei non ricordarmene? La Mezzosangue sapientona. E come
mai era con te?-
-Va alla Harford University.-
-E per quale motivo ti saresti sprecato a fare una sorpresa
al tuo “carissimo” socio?-
Il biondo scrollò le spalle con aria annoiata.
-In realtà l’ho fatta a lei. Dovevo farmi perdonare.-
Blaise scoppiò a ridere.
-Tu che fai qualcosa di carino per farti perdonare?
Per farti perdonare da una Mezzosangue che ad Hogwarts era una Grifondoro?!
Non esiste!-
Draco si girò dall’altra parte, infastidito. Il fatto era
che il suo amico aveva ragione. Perché stava facendo tutto quello per la
Granger?!
-Senti, noi… avevamo un appuntamento… cioè, non proprio un
appuntamento… non dovevamo uscire insieme, era solo… beh, insomma, mi ha
trovato a letto con un’altra.- sbottò, incapace di spiegarsi meglio.
-E allora?-
-E allora non è… giusto!-
-L’unica distinzione tra giusto e sbagliato che tu abbia mai
fatto è stata la scelta tra Auror e Mangiamorte. Per il resto, tutto ti è
concesso. Come mai, all’improvviso, questa presa di coscienza?-
Il biondo riflettè.
-Non lo so.- disse dopo un attimo. E davvero non lo sapeva.
Si sentiva estremamente confuso. –Lei è stata… gentile. Dopo tutto questo tempo
mi ha accettato, ha capito che… non ero così stronzo come lei pensava.
Anche qua dentro c’è ancora tanta gente che non si fida di me, dopo cinque
anni. Lei, invece, si è fidata.-
Blaise sogghignò.
-Quindi ti sei…
-No!-
-Cosa?-
-Non mi sono innamorato!-
-Io stavo per dire “trovato un’amica”.- replicò
innocentemente l’amico.
-‘Fanculo, Blaise. Lei non è un’amica, è… beh, comunque sta
con Potter.- sospirò Draco chiudendo gli occhi per non mostrare l’espressione
adirata che era sicuro avrebbe mostrato se li avesse tenuti aperti.
-Questo non lo sai.-
-Erano schiacciati, pressati, appiccicati l’uno all’altro.-
borbottò il biondo.
-Sono normali gesti di amici che si ritrovano.-
-Io non faccio sceneggiate del genere!-
-Tu sei un Serpeverde, sei un Malfoy, sei Draco Malfoy!
Ma loro sono frivoli Grifoni, ricordalo.-
-Non sono convinto, Blaise.-
Il ragazzo sbuffò.
-Si stavano baciando?-
-No.-
-E allora tra loro non c’è niente.-
-Ora sono soli. Per quel che ne so io in questo preciso
istante potrebbero essere sdraiati a farlo sulla scrivania di Potter.- sibilò
Draco a denti stretti, serrando i pugni. Il solo pensiero gli faceva montare
dentro una collera inaudita.
-No, il bacio passionale scocca all’inizio. Non stanno
assieme.-
-Non stanno assieme.- ripetè scettico il biondo.
-No.-
-Non stanno assieme. Se lo dici tu…
Oh, un altro capitolo finito! Com’è andato il bel Draco?
Dite che Hermione l’ha perdonato? Che bello vedere che siete tutte curiose
riguardo al “segreto” di Herm!
Vabbè, passiamo ai ringraziamenti: manry (anche
a me piace Draco-studente-college! Me lo immagino che cammina tutto fiero
sentendosi superiore a tutti quei babbani! Bellissimo!), super gaia (grazie,
leggere le tue recensioni è sempre un piacere enorme!), bloom, patty,
scarlet blood (che detective! Eheheh non dico niente, ma continua
a seguirmi!)……………GRAZIE!!
Il segreto di Herm verrà svelato tra due capitoli, ma anche
il prossimo chap sarà interessante! Aggiornerò il prima possibile, ciao by
camomilla.
Hermione affiancò una ragazza che camminava per il corridoio
accarezzando dolcemente una civetta che le stava appoggiata sulle spalla.
-Scusa, sapresti dirmi dove si trova Draco Malfoy? Ho già
provato nel suo ufficio, ma non c’è.-
La ragazza sorrise.
-Se non è nel suo ufficio è sicuramente in giardino, in riva
al lago. Il comandante Malfoy adora stare lì.-
-Davvero? Senti, mi ci potresti portare? Non sono molto
pratica del posto.-
-Certo, vieni.-
L’accompagnò fino ad una porticina secondaria, che aprì
silenziosamente. Fuori Draco era appoggiato con la schiena ad un albero e
guardava il lago. Il sole stava calando e quei pochi raggi che ancora non erano
spariti dietro le montagne facevano assomigliare i suoi capelli biondi a tanti
preziosi fili d’oro.
-Sono stata io a convincere l’Ordine a tenerlo. Volevano
liberarsene.-
La mora si girò verso di lei.
-Liberarsene? Che vuoi dire?-
-Il lago. Volevano farlo evanescere, dicevano che era
inutile. Ma io mi sono opposta. Potrei stare per ore a guardare l’acqua. Mi fa
pensare.-
L’altra annuì, arrossendo. Lei non stava parlando del lago
quando aveva detto che era bellissimo.
-Hai… fatto bene ad insistere, allora.-
-E per fortuna mi hanno ascoltato. Ora devo andare, è stato
un piacere conoscerti!- e dopo averle sorriso se ne andò, lasciandola sola.
Con un sospiro Hermione oltrepassò la soglia e si diresse
verso Draco. Gli si sedette accanto, con le ginocchia strette contro al petto.
-Allora.- domandò lui senza guardarla. –Sono perdonato?-
Lei sorrise.
-Per aver “fatto altro” durante il nostro appuntamento sì.
Però sappi che il modo in cui mi hai portata qui proprio non mi è piaciuto!
Quindi, su questo fronte, sono ancora arrabbiata.-
-Non importa, non appena sarà conclusa l’ultima parte del
piano mi avrai perdonato anche quello.-
-Hai un piano?-
-Ovvio.-
-E quale sarebbe? Cosa dovremmo fare adesso?- chiese lei
incuriosita.
-Adesso dovremmo alzarci da qui ed andare ad Hogsmead. O a
Diagon Alley, come preferisci.-
La ragazza si rabbuiò in volto.
-Nessuna delle due.-
-Andiamo, Granger! Non sei curiosa di vedere com’è diventato
il tuo mondo?- sbuffò lui. La sua ostilità nei confronti della magia era
insopportabile quasi quanto la sua mania di voler avere sempre ragione.
-So benissimo com’è il mio mondo! Nel mio mondo gli oggetti
non si spostano da soli, i ritratti non parlano e le persone non hanno poteri
magici!-
-Io stavo parlando del tuo vero mondo. Tu sei una strega!-
-Ero una strega.- precisò la mora stizzita. Il
discorso non le piaceva affatto.
Draco non replicò e tirò fuori la bacchetta.
-Wingardium Leviosa!-
Non successe niente. Ripetè l’operazione varie volte, sempre
con lo stesso esito negativo. Hermione lo guardò sconcertata. Non capiva cosa
stesse accadendo. Perché Malfoy non riusciva a fare un incantesimo così
elementare? Lo osservò meglio.
-Sbagli il movimento del braccio.- gli fece notare.
Un ghigno soddisfatto solcò il volto del biondo mentre
faceva l’incantesimo nel modo corretto.
-Visto, Granger? Sei ancora una strega. Lo sarai per sempre.
Non puoi scegliere.-
-Carogna.- sibilò lei tra i denti. Si era fatta fregare!
-Grazie. Ora possiamo andare?-
-No. Davvero, non ci voglio venire. Non voglio incontrare
gente che conosco, inizierebbero a fare domande e… non ho voglia di
rispondere.-
-Non sei una persona che attira l’attenzione, Granger.
Nessuno ti noterà.-
-Potrebbero anche non notare e non riconoscere me, ma tu,
eroe nazionale, credi davvero di poter passare inosservato?-
-Nessuno ti darà fastidio. Sono un Malfoy redento, ma pur
sempre un Malfoy. La gente non mi ama, non mi ferma per chiedermi gli autografi
e preferisce abbassare lo sguardo che incontrare i miei occhi. Ti fidi di me?-
Hermione lo fissò negli occhi. Sì. Sì, si fidava di lui. E
la cosa un po’ la spaventava.
-Io… Va bene, andiamo.- acconsentì eludendo la domanda.
-Guarda, Zonko! E l’ufficio postale! E i Tre Manici di
Scopa! Chissà come sta Madama Rosmerta… E poi Mielandia e…
-Granger, calmati!- sbottò Draco. –Per la barba di Merlino,
so benissimo quali sono i negozi della mia città!-
Hermione lo guardò irritata.
-Scusami tanto se non sono glaciale ed impassibile come te,
Malfoy! Io non vedo tutto questo da parecchio tempo, mi sembra naturale che
mostri un po’ d’entusiasmo!-
-Mostra quello che vuoi, ma fallo senza urlarmi nelle
orecchie! Guarda, ci fissano tutti!-
Era vero, quando camminavano per la strada la gente li
osservava. Erano tutti stupiti di vedere il freddo, duro, cattivo Draco Malfoy,
colui che, assieme ad Harry Potter, li aveva salvati dalla minaccia di
Voldemort ed ora continuava a vegliare su di loro, con una donna che non gli
stava aggrappata al braccio e che non pendeva dalle sue labbra. Solo quelli con
la memoria più fine, però, riuscivano a collegare il volto di lei a quello
della studentessa più brillante che Hogwarts vantava solo qualche anno prima.
-Scusa, è che… non è cambiato niente.- bisbigliò Hermione
continuando a guardarsi in giro.
-Qualcosa è cambiato. I gemelli Weasley hanno aperto un
negozio proprio qua dietro. Vuoi…
-Andiamo via.-
Draco la guardò senza capire.
-Come? Non vuoi vedere il negozio?-
-No, adiamocene. Andiamo a Diagon Alley.-
Il ragazzo annuì, senza fare domande. Cosa voleva dire il
suo strano comportamento? Iniziava a non capirci davvero più niente.
Si smaterializzarono ed una volta arrivati a Diagon Alley la
mora lo trascinò, prevedibilmente, al Ghirigoro. Lei girò per ore tra gli
scaffali polverosi, mentre Draco sbuffava e sbadigliava ripetutamente seduto su
una sedia, chiedendosi quanto ancora avrebbe dovuto aspettare.
Finalmente, appesantiti da tre volumi di incantesimi
moderni, se ne poterono andare.
-Ho fame, Granger. Giusto qua dietro c’è un ristorante che…
-No, andiamo al Paiolo Magico!- lo pregò la ragazza.
-Ma quel posto è… brutto!-
-Per favore, Malfoy! Voglio vedere com’è diventato!-
-È rimasto uguale: sporco e frequentato da gentaglia!-
-È la mia serata! Andremo dove voglio io!-
-E chi lo dice che è la tua serata?- borbottò contrariato Draco.
-Tu. Devi farti perdonare, ricordi?-
-E va bene!- ringhiò lui dirigendosi verso l’inizio della
strada
Tom, il proprietario del locale, riconobbe la ragazza e si
precipitò ad abbracciarla.
-Signorina Hermione, è diventata ancora più bella!- esclamò
mostrandole il suo sorriso sdentato. Poi si accorse del suo accompagnatore e
s’inchinò brevemente. –Buonasera anche a lei, signor Malfoy. Onorato da averla
nel mio locale.-
-‘Sera. Noi vorremmo mangiare, è possibile?- rispose il
biondo in tono tagliente. Non gli piaceva affatto che l’uomo avesse tutta
quella confidenza con la Granger.
-Certo, seguitemi.- li condusse ad un tavolo appartato e,
dopo aver preso le ordinazioni e aver fatto qualche altro complimento ad
Hermione, si dileguò.
-Lo conosci bene.- esordì Draco senza guardare negli occhi
la mora.
-Già. Durante le estati in cui eravamo ad Hogwarts Harry
alloggiava qui.-
-Ma non viveva con i babbani?-
-Era costretto a tornarci tutti gli anni perché Silente
voleva così, ma non li sopportava mai per più di un mese. Entro luglio era qui.
Non ti ha mai parlato del suo passato? Cioè, di quando… di quando voi due
eravate nemici?-
-No. Tacito accordo. Lui non chiede a me cosa ho passato ed
io non lo chiedo a lui. E comunque, giusto per informazione, non credere che
ora siamo amici. Perché non è così.-
Lei lo guardò interessata. Aveva sentito la versione di
Harry su come erano finiti a combattere insieme giusto quella mattina ed ora
era curiosa di sapere il punto di vista di Malfoy.
-E cosa siete allora?-
-Colleghi. Soci. Quello che preferisci.-
-Quando… quando hai deciso di mollare la tua famiglia e tuo
padre?-
Draco sospirò. Poteva raccontarle tutto? Tutto quello che
pochi altri sapevano? No, non poteva. Ma voleva. Gli andava di parlare del suo
passato, cosa più unica che rara. E poi forse lei avrebbe ricambiato e lui
avrebbe finalmente saputo il suo “segreto”.
-Sesto anno. Mio padre mi aveva appena comunicato che sarei
stato marchiato ed ho deciso che non volevo. Lui apparteneva al Signore Oscuro,
era suo schiavo, non aveva più alcuna libertà. Io invece volevo essere libero e
fare quello che più desideravo. Così sono andato da Silente e lui mi ha
protetto fino alla fine di Hogwarts, quando sono entrato a far parte
dell’Ordine. Ho frequentato il corso per Auror e… È stato difficile per me. La
gente non si fidava. Un giorno io e Potter ci siamo sfidati a duello e senza
nemmeno saperlo ci siamo ritrovati in mezzo alla battaglia finale. I
Mangiamorte lo seguivano e hanno pensato bene di attaccare quando lo ritenevano
indifeso. Ma con lui c’ero io. La potenza del bambino sopravvissuto assieme
alla mia, che era sostenuta dall’odio per coloro che mi avevano costretto a
vivere nella paura per tutta la mia infanzia, si sono unite. E siamo riusciti a
vincerlo. È stata… una vera liberazione. Dopo la battaglia io e Potter parlammo
seriamente per la prima volta. Mi disse che eravamo diventati assassini e mi
confessò che la cosa lo spaventava. Io gli risposi di fregarsene, dato che
comunque aveva salvato il mondo. Scoppiò a ridere e poi svenne.- Draco sorrise
e guardò Hermione. –Il resto è storia. Non è un gran racconto, vero?-
Lei alzò le spalle.
-Sei stato molto coraggioso. Sia tu che Harry. Ma Harry
doveva farlo per compiere la profezia, tu no. Ti fa molto onore.-
-Già. Ma… dimmi una cosa tu, adesso. Tu e Potter, oggi,
avete… fatto pace?-
Gli occhi della ragazza si illuminarono.
-Esatto. E, devo ammetterlo, se non fosse stato per te io
non…
-State assieme?-
La domanda giunse inaspettata.
-No!-
-Bene.- il biondo non riuscì a trattenere un sospiro. –Cioè,
non che mi interessi, ma pensare che tu e Potter potevate aver fatto… qualcosa
di sconcio sulla sua scrivania mi faceva parecchio schifo! Sai, spesso
lavoriamo assieme nel suo ufficio e… beh, non ce l’avrei più fatta.-
Hermione gli lanciò un’occhiataccia disgustata ed il ragazzo
chiuse l’argomento “scrivania di Harry Potter”, finalmente con il cuore in
pace.
-Vado un attimo in bagno.- annunciò la ragazza una volta
finito il dolce.
Draco la guardò alzarsi e sparire dietro alla porta della
toilette. Non riusciva ancora a credere di averle raccontato tutto. Non proprio
tutto, in realtà. Aveva tralasciato com’era vivere con Lucius, ma quello non lo
aveva mai detto a nessuno. Da tempo odiava dover ammettere di aver chiesto
aiuto al Preside. Blaise, per esempio, era andato avanti a testa alta e si era
fatto marchiare. Poi si era offerto all’Ordine. Lo aveva preso in giro per
molto tempo quando aveva saputo che lui era stato protetto da Silente. Lo aveva
paragonato a Potter, cosache gli era
costata un bell’occhio nero.
Lei, invece, aveva detto che era stato coraggioso. E lo
aveva pensato davvero, era scritto nei suoi occhi. Quei bellissimi occhioni
color nocciola. Il pensiero lo lasciò sbalordito. Bellissimi?! Sì, erano
bellissimi. Lei era bellissima.
Un’ondata di desiderio lo colse. Si alzò di scatto, facendo
stridere le gambe della sedia sul pavimento. Si assicurò che non ci fosse
nessuno nei paraggi ed entrò dove qualche minuto prima era entrata Hermione. Si
appoggiò al lavandino, nella testa un unico pensiero: assaggiare le sue labbra.
La mora uscì dal gabinetto e lo guardò interrogativamente.
-Cosa ci fai qui?- chiese iniziando a lavarsi le mani. –È il
bagno delle signore.-
-Niente.- rispose lui evasivamente. La osservò per qualche
attimo e poi si posizionò dietro di lei. Non sapeva come comportarsi. E se lo
avesse schiaffeggiato? Ne era capace, lo aveva già fatto quella mattina. Si
scambiarono un’occhiata attraverso lo specchio che nessuno dei due seppe
interpretare. Lui le cinse la vita e la baciò sul collo.
-Malfoy, che stai facendo?- balbettò la ragazza rigirandosi
tra le sue braccia.
-Lasciati baciare, Granger.-
Hermione strabuzzò gli occhi. Lei e… lui?! Non poteva farsi
baciare da quel… quel… quel ragazzo dalle labbra tanto invitanti. Fini e rosa,
incurvate in un sorrisino malizioso. Chiuse la mente e lo lasciò fare. Annodò
le sue mani dietro al collo del biondo ed insieme approfondirono il bacio.
Dopo qualche attimo la mora si staccò di malavoglia da
Draco. C’era una cosa che doveva chiarire.
-Sono una delle sgualdrinelle che ti vuoi portare a letto?
Uno stupido divertimento?- domandò dura.
-No. Lo sai che non lo sei. Se avessi voluto solo
venire a letto con te ci avrei provato la prima volta che siamo usciti e
ricevuta una risposta negativa avrei lasciato perdere, non ti avrei più degnata
di uno sguardo. Invece non è stato così.-
Lei sorrise.
-No, è vero.-
Si baciarono ancora per qualche minuto e poi fu Draco a
staccarsi.
-Senti, ormai siamo qui ed è tardi, perché non…- ammiccò
verso le scale che portavano al piano di sopra, che si intravedevano dalla
porta accostata. -…ci facciamo dare una stanza?-
La mora scosse la testa.
-È tardi, l’hai detto anche tu. Devo tornare a casa.-
-Sabrina dormirà bene anche da sola.-
-Non è per Sabrina, è per… Dormo al campus solo il primo
mese di università, per seguire meglio i corsi e riprendere il ritmo di studio.
Per il resto dell’anno vivo in un appartamentino tutto mio vicino a Londra. Ed
è lì che devo tornare.- spiegò restando abbracciata a lui.
-Potrei venire con te…
-No!-
Draco la scostò da sé.
-Perché no?- domandò scrutandola. –Hai forse un altro uomo?-
-Certo che no! È solo che… non puoi.-
Il ragazzo la baciò.
-Non capisco.-
Hermione restò zitta per un attimo, cercando una risposta
adeguata.
-Fatti trovare domani in camera tua dopo le lezioni. Ti farò
capire, va bene?-
Altro bacio.
-Va bene. Ora te ne devi proprio andare?-
Bacio.
-Sì. E Malfoy?-
Ennesimo bacio.
-Cosa?-
-Fatti trovare da solo questa volta.-
Un ultimo, dolce, tenero bacio e la ragazza si
smaterializzò.
Scrivere questo capitolo è stato bellissimo! Finalmente si
sono baciati, visto? Ah, che bello! E, ormai l’avrete capito, nel prossimo
capitolo Draco (e quindi anche voi) scoprirà il segreto di Herm.
Comunque, veniamo ai ringraziamenti: super gaia,
hermione + draco, mewsana, patty (ho
pensato che dato che Hermione aveva Sabrina anche Draco dovesse avere qualcuno
con cui confidarsi e così ho scelto Blaise… mi sta simpatico! Comunque Harry ed
Herm non hanno fatto niente se non parlare, visto? Tu e Blaise avevate
ragione!^-^)
Hermione si sedette accanto a Sabrina ed ordinò una
cioccolata calda ed una brioches, che Dan le portò dopo un attimo.
-Da quando al mattino bevi cioccolata, Herm?- le domandò
l’amica distogliendo lo sguardo dal gigantescovolume di medicina che aveva appoggiato sulle ginocchia. –Di solito
mandi giù solo caffè nero, che rispecchia il tuo umore a quest’ora.-
La mora fece un sorrisone.
-Ti sei risposta da sola, tesoro. Questa mattina il mio
umore è tutt’altro che nero!-
-E di che colore sarebbe?-
-Mmmh… biondo!-
Sabrina la fissò un attimo, senza capire. Poi sgranò gli
occhi.
-Draco! È per quello che ieri non ti sei fatta sentire! Dio
Santo, finalmente è successo qualcosa tra voi! Racconta!-
Hermione descrisse per filo e per segno la serata,
tralasciando naturalmente il fatto che tutto si era svolto nel mondo della
magia.
-Non ci posso credere, Herm! E quindi oggi gli dirai tutto
del tuo passato? Di Ron e tutto il resto?-
La ragazza annuì, vagamente in colpa. Stava per rivelare a
Draco delle cose importantissime e molto private dopo solo un mese che si erano
rincontrati e, dopo quattro anni di profonda amicizia, a Sabrina non aveva
ancora detto di essere una strega. C’era anche da considerare, però, che dopo
la fine di Hogwarts aveva segregato la bacchetta in un cassetto della scrivania
e non l’aveva più toccata.
-Già. Gli parlerò di tutto, non escluderò niente. Voglio che
sappia. Solo… se lui non dovesse…
-Non dirlo neanche per scherzo, Herm. Lui accetterà il tuo
passato, ne sono sicura. Ora state assieme, no? Gli parlerai e lui…
-Ieri sera ci siamo baciati, niente di più. Stiamo assieme
da neanche ventiquattro ore.- bisbigliò Hermione, improvvisamente preoccupata.
Non aveva pensato a questo. Non aveva pensato al fatto che non aveva idea di
come lui avrebbe potuto reagire. Aveva dato per scontato che lui sarebbe stato
felice. Certamente sorpreso, ma felice. Insomma, lui doveva accettare la
cosa. L’aveva baciata, no? Qualcosa doveva pur dire. Ma lui era Draco Malfoy,
una persona imprevedibile. Sapeva essere dolcissimo, come era stato la sera
prima, ma se qualcosa non gli andava bene poteva fare male, e molto. Ed in quel
momento anche poche parole cattive potevano farla crollare. Adesso che… si era
lasciata andare così.
Sabrina le lesse tutto quanto negli occhi.
-Non preoccuparti, tesoro. Questa è la tua vita, non la puoi
e soprattutto non la vuoi cambiare. Lui ha deciso di entrarci e non ti
abbandonerà alla prima difficoltà. Vedrai.-
Draco attendeva l’arrivo di Hermione con una sensazione di
ansia e impazienza. Finalmente avrebbe saputo il “grande segreto”, la “cosa”,
che più volte aveva tentato di cavarle di bocca, ma senza mai riuscirci.
Si distese sul letto, cercando di rilassarsi. Il fatto di
non sapere cosa aspettarsi lo rendeva estremamente nervoso. Dopo un attimo
qualcuno bussò alla porta.
-Entra, Granger.-
La ragazza lo raggiunse e si sedette sul bordo del letto,
accanto al suo fianco.
Lui aprì gli occhi e l’attirò a sé, baciandola con passione.
La “cosa”, di qualunque genere fosse, poteva aspettare.
-Non ora, dobbiamo andare.- lo ammonì lei. Evidentemente non
era del suo stesso parere.
-Va bene. Ci smaterializziamo?-
-No, ti faccio provare una cosa nuova.-
-Cioè?-
-La macchina!-
Una volta che entrambi si furono accomodati sui sedili della
vecchia Golf di Hermione lei mise in moto e partì.
-Dove stiamo andando?- chiese Draco guardandosi intorno. Si
erano allontanati dall’università e serpeggiavano tra le stradine della Londra
babbana.
-Non è lontano dal campus.-
-Non vuoi proprio darmi un aiutino su cosa mi troverò
davanti?-
La mora accese la radio, con il preciso intento di evitare
le domande.
-Ora lo vedrai!- sbottò circa a metà tragitto, scocciata dal
pressante insistere del ragazzo.
Parcheggiò sotto l’ombra di un albero ed insieme scesero
dall’auto.
-Cosa ci facciamo qui?- domandò il biondo dandole un bacio
sui capelli ed abbracciandola da dietro.
-Aspettiamo. Mancano un paio di minuti. E ti prego di non
scappare a gambe levate, Malfoy, quando scoprirai la verità.-
-E perché mai dovrei scappare?-
-Non so, per paura.-
-Paura? Siamo davanti ad un… coso per bambini, come si
chiama? Dovrei aver paura di qualche marmocchio?-
La mora sbuffò.
-Si chiama asilo. E ti facevo più perspicace, Malfoy.-
Lui fece per chiederle cosa intendesse dire, ma fu
interrotto da una bambinetta che correva loro incontro gridando: -Mamma,
mamma!-
Era la copia identica di Hermione, gli stessi capelli mossi
e gli stessi occhi scuri e dolci. L’unica differenza erano una spruzzata di
lentiggini sul naso.
La mora la prese tra le braccia e le depositò un bacio sui
capelli. Si girò verso Draco e gli sorrise come non aveva mai fatto.
-Lei è Camilla, mia figlia.- disse semplicemente.
-Cazzo, Granger! Cazzo, cazzo, cazzo! Perché non me l’hai
detto?!- sbottò Draco cercando di non urlare. La bambina giocava con le
compagne d’asilo poco lontano e non voleva farsi sentire.
Hermione si strinse nelle spalle, con le lacrime agli occhi.
La loro storia non era neppure iniziata e già stava per concludersi. Se lui non
accettava sua figlia lei non accettava lui. Punto e basta.
-Guardati… Guarda che scenata stai facendo! Ecco perché non
te l’ho detto!-
-Avresti dovuto! Io… Cazzo!-
-Piantala di dire parolacce, qua è pieno di bambini! E poi
se non puoi accettare il fatto che abbia una figlia vedi di sparire, perché lei
è la cosa più preziosa che ho, tu non conti neanche la millesima parte di
quello che conta lei per me!-
Il biondo trasse un profondo respiro, imponendosi di
calmarsi.
-Lo capisco. Non mi crea nessun problema il fatto che tu
abbia una figlia. Solo…
-Solo cosa?! Qual è il problema?! Non capisco!- sbottò lei
fulminandolo con lo sguardo. Aveva sbagliato a portarlo lì. Non doveva fidarsi
di lui.
-Io… io lavoro con Potter! Come posso stare con la madre di
sua figlia, che lui ha abbandonato da cinque anni?! Io… lo ammazzo!-
Hermione fece una risatina isterica.
-Camilla non è figlia di Harry.-
-Non… E di chi, allora?-
La mora si sedette su una panchina, facendogli cenno di
accomodarsi accanto a lei.
-È mia e di Ron. Noi…
-Hai fatto sesso con Weasley?!- esclamò Draco con fare
schifato.
-La cicogna non porta i bambini, Malfoy. Stavamo assieme al
settimo anno e sono rimasta incinta.-
Il biondo chiuse gli occhi. Tutti i tasselli si rimettevano
a posto.
-Per questo hai dato gli esami anticipati?- domandò tornando
a guardarla.
-Esatto. A giugno sarei stata enorme e così Silente me lo ha
permesso.-
-E cosa è successo? Voglio dire, i tuoi come l’hanno presa? I Weasley? Potter?-
-I genitori di Ron erano molto arrabbiati con lui, ma mi
volevano bene ed erano disposti ad aiutarmi. Volevano però che ci sposassimo.
L’idea mi piaceva, ero molto innamorata di Ron e non mi spaventava la cosa. Poi
mi resi conto che avrei dovuto rinunciare a tutti i miei sogni, chiesi a Molly
e mi confermò che avrei dovuto fare la mamma e non l’Auror. Non la donna. A
quel punto chiesi aiuto ai miei. Non la presero per niente bene. Mi dissero che
erano disposti a darmi una mano, chiaramente, ma che avrei dovuto lasciare il
mondo della magia, perché loro volevano stare nel mondo “normale”. Non sapevo
cosa fare e ne parlai con Ron. Litigammo, lui era disposto a sposarmi, ma
soprattutto voleva fare carriera, gli avevano appena offerto un posto nei
Cannoni di Chudley e non intendeva rinunciare. Neanche per nostra figlia. “Incidente
di percorso”, la chiamò. Me ne andai dai miei.- raccontò Hermione.
Draco l’abbracciò stretta.
-Gran… Hermione. Dev’essere stato difficile per te. Sei
stata coraggiosa. Cos’è successo dopo?-
-Ho iniziato a lavorare al bar dell’università. I miei tenevano
la bambina e Ron mi mandava un assegno ogni mese. Stavamo bene, una vita un po’
complicata, ma è andato tutto bene. Due anni fa sono riuscita ad entrare alla
Harford ed ora me ne mancano antri due per arrivare alla laurea. Con i soldi
che avevo da parte mi sono comprata un appartamentino e sono diventata
indipendente.-
-E Potter? Perché avete litigato?-
-Harry tentava di fare da paciere tra me e Ron, ma non gli
riusciva tanto bene. Ero così arrabbiata con Ronald, non potevo fare a
meno di dargli la colpa per quello che era successo, che le parole di Harry mi
scivolavano addosso. Così lui, che aveva già tanti pensieri per la testa tra la
profezia e Voldemort, si staccò da tutti e due. Io l’ho ritrovato ieri, grazie
a te, e con Ron non ho idea se abbia fatto pace oppure no.-
-Non credo. Si è sempre mostrato freddo quando gli chiedevo
di te o di Weasley. Tu, invece? Hai ancora…- strinse le labbra. -…rapporti con
lui?-
-Ci vediamo a settembre, quando lui viene a prendere
Camilla. Passano assieme il mese in cui io alloggio da Sabrina al campus, lui
ha appena finito il campionato di Quidditch ed è in vacanza. Ma siamo molto
distaccati quando ci incontriamo. Credo che lui mi voglia ancora bene, ma fa
troppa fatica a dimostrarlo.-
Draco le accarezzò dolcemente i capelli, pensando che se
voleva continuare a stare con Hermione doveva riuscire a dimostrarle che le…
voleva bene.
-Capisco. Ma perché ti ostinavi a non volermi dire niente?
Iniziavo a pensare che fosse una cosa grave o brutta.-
-Perché ti avrei dovuto raccontare anche tutta la storia e
non li reputavo affari tuoi.- spiegò la mora senza guardarlo.
-Ed ora?-
-Ora sono affari tuoi perché… perché…
-Perché tu sei affar mio.- le venne in aiuto lui
sorridendo.
Lei lo baciò.
-Già. Per questo.- tornò seria. –Non ti crea problemi
Camilla, vero? Voglio dire, possiamo stare assieme lo stesso, no?-
Il ragazzo guardò la bambina , che si dondolava
tranquillamente sull’altalena.
-Ovvio. Solo… non chiedermi di fare il padre. Non credo ne
sarei capace. Sai…- strinse i pugni senza quasi rendersene conto. -…non ho
avuto un buon esempio.-
-Camilla ha già un padre. Tu non devo sostituire nessuno, ti
chiedo solo di conoscerla.-
Draco appoggiò il capo sulla sua spalla.
-Credo che si possa fare, Granger.-
-Mamma, mamma!-
Hermione rivolse la sua attenzione a Camilla, che la
guardava piena di speranza, mano nella mano con un’altra bambina.
-Posso dormire da Jenny?-
-Non so, tesoro. Bisogna chiedere a Tess.-
Una donna sulla trentina le sorrise cordialmente.
-Per me non ci sono problemi, Herm. Ho dato il permesso a
Jenny di fare un pigiama-party con le amichette dell’asilo. Le terrò d’occhio
io, non preoccuparti.-
La mora diede il suo consenso e le due bambine tornarono a
giocare.
-Grazie, Tess. L’esame si avvicina ed io inizio ad essere
nervosa e anche Camilla se ne accorge.-
-Figurati! Così stasera avrai un po’ di tempo per…- lanciò
un’occhiata a Draco. -…pensare un po’ a te.- sorrise un’ultima volta e la
lasciò sola con il ragazzo.
-Nell’ultima frase della tua amica ho colto una piccola
allusione.- mormorò lui sogghignando.
-Ah sì? Io non l’ho notata.-
-Bugiarda.-
-Presuntuoso.-
Restarono zitti un attimo, pensando entrambi la stessa cosa.
L’appartamento di Hermione era libero. Potevano lasciarsi andare e passare
un’infuocata serata da lei oppure decidere che era ancora troppo presto e
salutarsi dopo un dolce bacio della buonanotte.
Draco propendeva per la prima opzione. Per lui, abituato ad
andare a letto con le ragazze dopo una mezz’oretta di complimenti e vari
sorrisi maliziosi, l’attesa era già stata tanta. Non voleva paragonare la mora
ad una della sue tante prede, con lei il progetto, anche se ancora sfuocato e
ambientato in un futuro non troppo vicino, era di costruire qualcosa di serio,
ma il suo corpo aveva determinate esigenze che non poteva ignorare. E, si era
accorto, anche il suo spirito voleva di più, voleva conoscerla più in
profondità.
Hermione, dal canto suo, si vedeva divisa in due. Quel
ragazzo l’attirava da morire, il suo corpo fremeva ad ogni minimo contatto, fisicamente
lo voleva, e sapeva benissimo che avrebbe potuto averlo anche quella
sera stessa, ma la sua parte razionale le diceva che era troppo presto. Il
sesso sarebbe stato un coinvolgimento troppo profondo che, se consumato al
momento sbagliato, poteva rovinare tutto. O almeno questo era quello che le
suggeriva la sua testa. Perché il cuore, lo spirito e tutto quello che le stava
dentro le diceva che di Draco poteva fidarsi. Poteva permettersi di lasciarsi
andare.
Il silenzio stava diventando insopportabile, era arrivato il
momento di dire qualcosa.
-M’inviterai da te?- sussurrò il ragazzo.
La mora esitò.
-Stiamo assieme da appena un giorno, Malfoy.- gli ricordò.
Lui le rivolse un’occhiata penetrante e assolutamente
irresistibile.
-Cambia qualcosa, Granger?-
Un dolce bacio.
-No.-
-Ecco, questa è casa mia!- esclamò Hermione allegramente
facendo strada nell’ingresso. –Non fare caso al disordine.- disse poi
raccogliendo da terra alcune bambole di Camilla.
-A casa mia c’è molto più bordello. E dire che io vivo con
persone che hanno superato i cinque anni da un pezzo!-
La ragazza lo guardò stupita.
-Vivi con qualcuno, Malfoy? E con chi?-
-Un po’ di gente. I “vecchi” dell’Ordine vivono alla…-
esitò. -…Tana. Sai, i…- altra esitazione. –Weasley, Lupin, Moody… li conosci
tutti, immagino. Poi serviva un'altra dimora per i nuovi arruolati e così ho
gentilmente messo a disposizione Malfoy Manor. Vivo con una decina di persone,
Potter, Paciock, Thomas e altri che non conosci.- spiegò Draco in tono
annoiato. Non aveva proprio voglia di parlare.
-E cosa…
Lui la zittì appoggiando le sue labbra su quelle di lei.
Senza staccarsi la prese in braccio ed a tentativi trovò la camera. Si
lasciarono cadere sul letto ed il ragazzo prese a spogliarla con urgenza. Aveva
bisogno di sentirla sua. Anche Hermione si fece travolgere dalla
passione crescente ed in poco tempo si ritrovarono nudi e abbracciati sotto al
piumone.
Il biondo prese ad accarezzarle la gamba, lei fremeva ad
ogni suo tocco e la cosa lo eccitava non poco. La baciò sul collo e la sentì
irrigidirsi.
-Ti sento tesa, Hermione.- mormorò. –E non voglio che sia
così. Vorrei che tu fossi a tuo agio, esattamente come lo sono io.-
Lei gli sorrise dolcemente.
-Lascia stare, non importa. Non farci caso e continua.-
-Non farci caso? Non posso non farci caso. Dimmi cosa c’è.
Per favore.-
-Non c’è niente, Draco. Davvero.-
Mentiva. Lui riusciva a percepire che stava mentendo.
Perché? Perché gli raccontava bugie? Forse non voleva fare l’amore? Forse non
voleva farlo con lui?
-Sono io il problema?- domandò tra il preoccupato e
l’incollerito. –Non vuoi farlo con me? Con Draco Malfoy, il tuo vecchio
nemico?-
La mora lo fissò negli occhi, estremamente seria.
-Non è questo. Sai che non è questo. È un problema mio.-
-Che problema? Devi fidarti di me, devi darmi una mano,
altrimenti la cosa non funziona.-
Hermione nascose il viso nella spalla di lui.
-Mi vergogno.- mugugnò
-Non devi. Non con me. Hai paura che possa succedere
qualcosa? Perché non devi preoccuparti, ho fatto un incantesimo per precauzione,
non c’è possibilità che tu rimanga incinta.- spiegò Draco baciandola di nuovo.
Avrebbe dovuto pensarci prima, era normale che avesse paura delle conseguenze.
-Non è quello, prendo la pillola. Solo… dopo Ron non sono
stata con nessun altro uomo.-
Un macigno si levò dal cuore del biondo, che scoppiò a
ridere.
-Non fai sesso da cinque anni, Granger?-
-Non c’è bisogno di ridere, idiota! Non trovavo la persona
giusta, tutto qui! Comunque se per te ho troppo poca esperienza possiamo anche
non farlo!-
-Stai scherzando?- la baciò dolcemente. –Mi fa piacere che
tu non sia stata con altri uomini dopo Weasley. Sono onorato di essere la
persona giusta.- le accarezzò i capelli e con delicatezza si insinuò tra le sue
cosce. –Adesso rilassati.- mormorò prima di iniziare a spingere.
Voilà il grande segreto di Hermione! Ha una bellissima
bimba! Che si chiama Camilla, il mio nome preferito! Ve lo aspettavate? Scarlet
blood aveva indovinato e forse anche altri. E che la bimba fosse di Ron lo
sospettavate? Spero di avervi fatto una bella sorpresa! E della parte finale
che dite? Un po’ osè ^///^… Fatemi sapere se ho fatto bene oppure no!
Passiamo ai ringraziamenti: super gaia
(thanks! Sei sempre troppo gentile!), patty (eheheh ti auguro
tutta la felicità possibile assieme a blaise! Grazie dei complimenti e sono
felice che ti sia piaciuto il capitolo!), alexandra (anche tu
stai scrivendo una draco/herm, vero? Anch’io leggo la tua storia ma per
pigrizia non recensisco^^ però ti prometto che dal prossimo capitolo lo farò!),
Sidney (promessa mantenuta! Piaciuta la sorpresa?), dark
angel (ho sempre desiderato essere l’idolo di qualcuno!! Grazie! *-*), manry,
mirtilla…………………………………….GRAZIE A TUTTI!!!!
Hermione scattò in avanti, tappando la boccaccia a quella
che definiva “la sua migliore amica”, appellativo che andava certamente
rivisto.
-Cazzo, Sabri, perché non urli un pochino più forte?! Li
vedi quei due al tavolo all’angolo? Non mi stanno fissando, quindi
probabilmente non ti hanno sentita!-
La bionda ridacchiò.
-Scusa, Herm, non intendevo urlare. Solo… tu eri tutta
quella del “meglio aspettare” e del “conosciamoci a fondo” e poi mi vieni a
dire una cosa del genere?! La mia reazione non poteva essere che questa.-
-Che è stata esagerata, come sempre! E poi tecnicamente io
Draco lo conosco da più di dieci anni.-
-E l’hai odiato per più di dieci anni.-
Hermione sospirò e sorrise.
-Il confine tra odio e amore è molto sottile.- disse con
enfasi.
Sabrina sogghignò.
-Sì, l’ho sentito dire.-
-A parte gli scherzi, Ron l’ho amato tanto e in un attimo,
per quel suo “non è altro che un incidente di percorso”, ho iniziato ad
odiarlo. Ora questo sentimento si è calmato, mi interessa solo che sia presente
nella vita di Camilla, e lo è, e per il resto gli voglio bene, a modo mio.
Draco invece è stato il mio nemico numero uno per sette lunghi anni. È bastato
un mese per farmi cambiare radicalmente idea su di lui. Non so, ho imparato che
le persone bisogna conoscerle a fondo ed in ogni situazione prima di
giudicarle. E così faccio.-
Sabrina abbracciò la mora, poi si sistemò meglio sulla
sedia, con una gamba ripiegata sotto l’altra. Si sporse in avanti e schioccò la
lingua, sul volto un’espressione avida di pettegolezzi.
-Raccontami com’è stato!- la pregò.
L’amica arrossì leggermente, ma non esitò a parlare. Tante
volte era stata ad ascoltare Sabrina mentre le raccontava una sua serata hot,
ed era giunto il momento di ricambiare.
-All’inizio ero un po’ tesa. Io non lo facevo da tanto,
mentre lui… beh, lui è un playboy, lo sai. Comunque è stato tutto molto
meccanico ed è finito abbastanza in fretta…
-Il meraviglioso Draco ha fatto cilecca?!-
-Non ha fatto cilecca, scema! Era il tutto che non andava
bene… io che non andavo bene!- precisò Hermione stizzita. Nessuno poteva
sminuire le prestazioni sessuali, tra l’altro piuttosto notevoli, del suo
*ancora tremava a pensarlo* ragazzo! –Comunque, dopo ha cercato di farmi
rilassare e… beh, mi ha fatto tante cose meravigliose. Abbiamo dormito
abbracciati e stamattina, quando ci siamo svegliati, sapevo esattamente cosa
dovevo fare: restituirgli il favore. L’abbiamo rifatto… e rifatto, ed è stato
fantastico.- conclusa sorridendo al soffitto.
-Sono contenta per te, Herm. Lo sono davvero tanto.-
-Anch’io sono contenta. Ho paura, ma sono felicissima.
Insomma, Draco è… un po’ strano. Non so quanto durerà, ma non voglio pensarci.
Sto mettendo in gioco tanto, sono…- sospirò. –sono completamente andata per
lui, ma credo ne valga la pena.-
Sabrina le strinse la mano.
-Lo credo anch’io. Comunque ricordati che per qualunque cosa
io ci sono.-
-Lo so. Grazie.-
Draco sospirò e guardò un’altra volta Hermione, la quale era
concentratissima sul professore e prendeva freneticamente appunti. In quello
non era affatto cambiata.
-Hermione.- la chiamò piano.
Lei neanche lo sentì.
-Ehi… mia piccola dea del sesso.- riprovò.
La mora si girò infastidita.
-Non chiamarmi… a quel modo! E lasciami stare attenta, è una
lezione importante!-
-Non mi interessa. Ho voglia di te.- sussurrò lui
maliziosamente. Quale ragazza avrebbe potuto resistere ad una frase del genere?
-Non ora, Draco!-
Ecco quale.
-E va bene!- si arrese il biondo. Si lasciò scivolare sulla
sedia e riprese a disegnare sul blocco che aveva davanti. Iniziò uno schizzo di
Hermione. La osservò sistemarsi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
Santo cielo, anche un gesto tanto banale gli faceva venire in mente certi
pensieri…
Si avvicinò a lei e le sfiorò delicatamente la guancia con
un dito.
-Draco, cosa fai?!- sbottò la ragazza guardandosi in giro
imbarazzata. Non era tanto per le effusioni in pubblico. O per lo meno non
quando erano in classe.
-Ti tocco. Non posso evitarlo.-
-Ma…
-Camera mia.- la interruppe lui.
-Come?-
-Camera mia è libera. Andiamo.-
-Dovrei andarmene nel bel mezzo della lezione più importante
del semestre?!-
-Sì.-
-Va bene.-
Draco tossicchiò, spiazzato.
-Va bene?-
-È quello che ho detto. Andiamocene. E muoviamoci, prima che
cambi idea.-
-Dai… Draco, per favore! Lasciami!-
Hermione si dimenava tra le lenzuola, mentre Draco, a
cavalcioni sopra di lei, le faceva il solletico.
La ragazza riuscì ad immobilizzargli i polsi, anche se
sospettò che non ci fosse riuscita per la sua forza, ma perché lui glielo aveva
permesso.
-Non sei ancora stanco dopo tutto l’esercizio fisico che
abbiamo fatto?!-
Lui le si stese accanto ed appoggiò la testa sul suo petto.
Gli piaceva ascoltare il battito del suo cuore.
-Cosa vuoi, sono un uomo allenato, io! Il corso di addestramento
Auror non è mica una passeggiata! Se anche tu fossi diventata Auror
probabilmente non avresti tutta questa ciccia!-
Lei spalancò la bocca, fintamente offesa.
-Come osi! La mia linea è perfetta!-
-Sì, certo! Potresti partecipare a “Strega sotto le
stelle”!- la prese in giro il biondo.
-Certo che potrei! Guarda che…
-Voglio conoscere Camilla.-
Hermione aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di
capire la domanda arrivata a trabocchetto. Si ricompose e sospirò.
-Io… non so se sia una buona idea. Non credi sia un po’
troppo presto? Stiamo assieme da appena due settimane! Se tra noi dovesse
andare male, lei…
Draco si tirò su e si appoggiò sul gomito, fissandola negli
occhi con una tale serietà che quasi la spaventò.
-Voglio conoscere tua figlia.- ripetè. –Mi presenterai come
un amico, cosa vuoi che capisca di quello che c’è tra noi? È una bambina,
Hermione.-
-È piccola, ma è figlia mia. Non è stupida.-
-È parte di te, è la persona a cui tieni di più, devo
conoscerla! Da quando stiamo assieme l’avrò vista sì e no due volte! E poi… io
ci so fare con i bambini.-
La ragazza scoppiò a ridere.
-Ci sai fare con i bambini? E da quando?-
-Io e Johnathan, il figlio dei Thomas, andiamo
d’accordissimo! Quando viene a Grimmauld Place vuole sempre stare con me! Lo
porto in riva al lago e giochiamo a lanciare i sassi. È… simpatico.-
-Thomas ha un figlio?! Quando è diventato papà?!-
Draco la baciò sulla testa.
-È vero, tu non sai niente! Devo dire che è una bella
sensazione sapere qualcosa che tu non sai, mia bella saputella!- ghignò.
Hermione gli diede un pizzicotto sul braccio.
-Antipatico!- borbottò.
-Grazie. Comunque Thomas e la Brown si sono sposati un anno
dopo Hogwarts e hanno avuto John.-
-Lavanda e Dean? Allora Semeaus dev’essere finito con Calì.-
-Errore, mia cara. Finnigan sta con la gemella della Patil.-
-Con Padma? Non è possibile, Finnigan e Calì filavano dal
quarto anno!-
-Ah, ti dico solo quello che so. Se voi Grifondoro avevate
inciuci strani sono affari vostri!- disse il biondo girandosi su un fianco.
Quella conversazione lo stava divertendo. Non credeva di essere attratto dal
gossip.
-Guarda che i depravati ad Hogwarts eravate voi Serpeverde!
Sbaglio o il povero Rüf trovò te e la Parkinson nella Stanza delle Necessità
nel bel mezzo di una serata hot?-
Il ragazzo scoppiò a ridere.
-Completamente nudi a farlo sopra ad un gigantesco letto
matrimoniale! Fu la prima e l’ultima volta che vidi Rüf cambiare espressione!
Ci mise in punizione per due settimane. L’unica cosa positiva fu che Pansy mi
diede la colpa e non mi rivolse la parola per circa un mese.-
La mora tornò seria.
-Non sai che fine abbia fatto? A scuola non prometteva
bene.-
-Mangiamorte, infatti. Come Tiger, Goyle, Theodore Nott, e
tutti gli altri. Io e Blaise siamo gli unici che non stiamo dalla parte del
Signore Oscuro. Anche se naturalmente di lui Colui-che-non-deve-essere-neminato
non ne sa niente.-
-Ma Blaise non c’è quasi mai, vero? Deve tornare da
Voldemort.-
-Già. Viene solo quando ci sono novità.-
Hermione gli stampò un bacio sulla clavicola.
-E tu non ti senti solo? Hai… degli amici all’Ordine?-
-No.- ghigno sarcastico. –Certo che no. Potter è l’unico che
non mi uccide con lo sguardo. Per gli altri sono la solita, viscida serpe. Ma
non m’importa. Io non faccio assolutamente niente per cambiare le cose. Mi va
bene così. Con questo lavoro sono sempre in giro, non la vedo spesso la gente
dell’Ordine.-
-È brutto che non si rendano conto di quanto sia difficile
per te vivere in mezzo alla loro, tra l’altro del tutto fuori luogo, ostilità.-
-Non è poi così difficile per me. Soprattutto adesso che…-
il biondo chiuse gli occhi. -…ci sei tu, Hermione.-
La ragazza quasi scoppiò in lacrime dalla felicità. Draco le
aveva appena detto una cosa molto bella. Gli era costato parecchio, lei lo
sapeva, ma l’aveva detto lo stesso. Non gli piaceva esprimere i propri
sentimenti a parole, preferiva i gesti: erano più funzionali e gli venivano più
spontanei, eppure si era sforzato giusto per farle piacere.
Hermione gli salì addosso e prese a baciargli il petto.
-Stasera io e Camilla ti invitiamo a cena.- sussurrò prima
di permettergli di penetrarla.
Sabrina smise di ripassare anatomia e raggiunse il telefono
che continuava a squillare.
-Pronto?-
-Sabri, sono io. Ho bisogno del tuo aiuto.-
La bionda si mise seduta.
-È successo qualcosa, Herm? Sono venuta ad aspettarti fuori
dall’aula, oggi, ma non c’eri.-
Hermione dall’altra parte del filo sorrise.
-Ero con Draco, non sono andata a lezione. Cioè… l’ho
mollata a metà.-
-Cosa avresti fatto? In due anni avrai saltato al
massimo tre o quattro lezioni e giusto perché eri malata.-
-È vero, ma prima non stavo con un bel biondo dai modi di
fare molto persuasivi.-
Sabrina ridacchiò.
-Hai ragione, a questo non avevo pensato. Comunque hai detto
che avevi bisogno di aiuto.-
-Esatto. Ho invitato Draco a cena.-
-Capisco… Vuoi che faccia la baby-sitter a Camilla?- chiese.
Ultimamente era capitato più spesso del solito. Non che a lei dispiacesse,
conosceva la bambina da quando era un grazioso fagottino ed aveva aiutato
Hermione a crescerla. Le aveva cambiato i pannolini, dato da mangiare e quando
la mora era andata a vivere con lei si era svegliata di notte per darle da
mangiare in quei giorni in cui la mamma biologica era troppo stanca per farlo.
Inoltre i genitori di Herm avevano insistito per far battezzare la bambina e
lei era stata la madrina. Era anche un po’ sua figlia, insomma. La “zia un po’
matta”, come la chiamava la piccola.
-In realtà no, vorrei che venissi anche tu. Cenare con Draco
e Camilla, noi tre… mi sembrerebbe troppo strano. Sai, sembreremmo una famiglia
e… Anche per lui, non voglio che si senta a disagio. Tu potresti alleviare un
pochettino la tensione. Sai, sarebbe più che altro una cena tra amici.-
-Lo capisco. Ci sarò, tesoro. Se credi che la cosa possa risultare
più facile per tutti verrò, non c’è nessun problema. E poi… sarà divertente! Te
lo vedi il tuo bel biondino macho alle prese con la nostra trottolina? Dovevi
incontrarlo prima e fargli cambiare i pannolini!-
Hermione scoppiò a ridere.
-Scherzi? Non lo avrebbe mai fatto! Però hai ragione, sono
leggermente preoccupata ma quello che sono di più è curiosa. Ci vediamo alle
otto, allora?-
-Certo. Porto un dolce, dato che immagino che sarà Draco a
portare il vino.-
-Brava. E Sabri?-
-Sì?-
-Sii puntuale, per favore. Non so come potrà reagire Camilla
vedendo Draco. Non ho mai portato un uomo in casa.-
-Reagirà bene.- la tranquillizzò la bionda. –Piano piano si
abituerà a lui, non credi? Se tu gli vuoi bene gliene vorrà anche lei. Secondo
me hai fatto una cosa giusta a dirgli di conoscerla.-
Hermione sorrise.
-Me l’ha chiesto lui. Di vedere Camilla, voglio dire. Ha
detto che voleva conoscere mia figlia perché era parte di me.-
-Bellissima cosa da dire.-
-Trovo anch’io. A stasera, tesoro.-
Draco suonò il campanello in perfetto orario e strinse
nervosamente la base del mazzo di rose rosse che aveva in mano. E se non fosse
piaciuto alla bambina? Poteva dire addio alla madre. Hermione non sarebbe mai
stata con lui se Camilla non avesse apprezzato. Per la barba di Merlino, la sua
storia con la Granger dipendeva da un marmocchietto di cinque anni. Non credeva
sarebbe potuto accadere. Per la prima volta nella vita si pentì di essere il
freddo e glaciale ragazzo che era. Avrebbe voluto essere una normalissima persona
in grado di saper sorridere dolcemente e di fare quelle ridicole facce buffe
che facevano ridere tanto i bambini. Lui, invece, era solo capace di spaventare
la gente. Probabilmente la piccola si sarebbe messa a piangere non appena lo
avrebbe visto ed Hermione lo avrebbe cacciato fuori da casa sua a calci.
Una mano gli si posò sulla spalla e lo fece trasalire. Si
rilassò quando riconobbe Sabrina.
-Ciao.- lo salutò allegramente lei. –Nervoso?-
Lui grugnì e lei sorrise.
-Per questo Herm mi ha invitata. Anche lei era un
po’agitata, è la prima volta che porta a casa un uomo e che lo fa conoscere a
Camilla. Ma non preoccuparti, io servo apposta per allentare un po’ la
tensione.-
-Non sono affatto preoccupato.- borbottò Draco, anche se
dentro di sé ringraziò il cielo che Hermione avesse avuto quella brillante
idea.
I due restarono a scrutarsi per qualche attimo e la porta si
aprì.
La padrona di casa, con indosso un grazioso grembiulino, si
sporse per abbracciare l’amica e per baciare il ragazzo. Li fece entrare e Draco
tolse la rosa più bella, alla quale aveva tolto anche la più piccola spina
grazie all’aiuto della magia, dal mazzo. Si inginocchiò davanti alla bambina
che era arrivata trotterellando dal salotto e le tese il fiore, cercando di
trasformare il solito ghigno, caratteristica ormai integrata nel suo volto, in
un sorriso. Lei lo prese con una delicatezza infinita e l’annusò. Fece un
sorriso sdentato al biondo.
-Grazie.- disse con la sua vocina allegra.
Draco lanciò uno sguardo ad Hermione che annuì incoraggiante.
-Prego, piccola.- fece per alzarsi, ma la bambina lo bloccò.
Gli sfiorò i capelli ed il profilo del volto, piano, come se avesse paura di
fargli male. Dopo un attimo ritirò la mano e guardò la mora.
-Sembra un angioletto, mamma!- esclamò emozionata.
Il cuore di Hermione mancò un battito, così come quello di
Draco. Entrambi rimasero zitti ed immobili, leggermente storditi dalle
bellissime parole della bimba, assolutamente sincere. Solo la purezza di una
creatura come lei, una bambina, poteva associare Draco Malfoy ad un angelo.
-Forza, andiamo a cena prima che mi commuova!- disse Sabrina
prendendo per mano Camilla e facendo strada.
Mangiarono chiacchierando del più e del meno, fino a che,
verso le dieci, la bambina non crollò addormentata. Hermione la prese in
braccio e si incamminò verso la cameretta, ma a metà strada si fermò.
-Draco?- chiamò.
Il biondo sollevò lo sguardo.
-Dimmi.-
-Vuoi… aiutarmi? Devo solo metterla a letto, forse… ti
farebbe piacere.-
Passarono una trentina di secondi durante i quali Hermione
fu sicura che il ragazzo avrebbe detto di no.
-Certo.- acconsentì invece lui. Si alzò e seguì la mora. Una
volta arrivati in camera tolse la bambina dalle braccia della madre e la infilò
sotto al piumone, facendo attenzione a non svegliarla. Le rimboccò le coperte e
si girò verso la ragazza con un ghigno soddisfatto stampato in faccia.
Lei inarcò un sopracciglio.
-Manca il bacio della buonanotte.- disse.
Negli occhi del biondo comparve il panico, panico puro. No,
quello non poteva farlo. Non poteva baciarla. Era troppo… piccola! Lui
baciava le donne, non le bambine. E poi i suoi baci erano passionali, non… amorevoli
come invece sarebbe dovuto essere un bacio del genere.
Hermione gli sorrise e si chinò sfiorando con le labbra la
fronte di Camilla.
-Il bacio glielo do io, Draco. Anche se tu avessi voluto non
ti avrei lasciato, sono gelosa di questo gesto.-
-Come vuoi.-
Tornarono in salotto, dove Sabrina si stava infilando la
giacca.
-Sabri, che fai?-
-Io vado, ragazzi. Stasera voglio rileggere alcuni appunti e
poi mi devo vedere con Erik. Grazie della cena, Herm. Ah, mi sono incartata
l’ultima fetta di dolce, spero non vi dispiaccia. Ho litigato con Dan e non mi
fa più comprare le brioches!-
-È parecchio stramba la tua amica.- disse Draco una volta che
la bionda se ne fu andata, stringendo tra le braccia la ragazza. Finalmente
erano soli, finalmente era tutta sua.
Hermione lo baciò a fior di labbra. Non osava fare di più
con Camilla nella stanza accanto.
-Verissimo. Ma stasera la rivelazione sei stato tu. Sei
stato splendido.-
Lui sogghignò.
-Te l’avevo detto che ci sapevo fare con i bambini, donna di
poca fede.-
-Già. Sei stato… un angelo.-
Ciao! Scusate il ritardo, ma il mio carissimo
computer ha pensato bene di non farmi più connettere ad internet… Simpatico,
no? Sì, proprio! Vabbè, la tecnologia tanto non la capirò mai…
Ma passiamo alle cose serie: che bello, ho visto che il
capitolo scorso è stato una sorpresa per tutti! Quando ho letto le vostre
recensioni mi sono sentita davvero realizzata, sono riuscita a non farmi
scoprire subito! Questo capitolo, soprattutto la fine, è stato un po’
dolciastro, però… non vale la pena di vedere un Draco tanto dolce?!?! Che
amore! Anche i prossimi capitoli saranno piuttosto calmi, ma state tranquilli,
non filerà tutto liscio! Una storia senza intoppi che storia è? Io il rapporto
tra Draco ed Herm lo vedo un po’ al contrario di come spesso è nelle fic. Cioè,
io Draco me lo vedo realizzato, consapevole di non essere perfetto come
persona, che ha fatto le sue scelte e non se ne pente. Non deve decidere
niente, la sua vita gli va bene com’è. Quella che secondo la mia storia deve
scegliere, invece, è Hermione. Con una bambina a carico deve occuparsi di molte
cose, la scuola e la vita amorosa. Inoltre si trova a combattere con se stessa
per decidere cosa fare con il mondo magico, mondo al quale appartiene Draco.
Insomma io mi vedo Draco che aiuta Herm. Forse questo l’avevate già capito, ma
così ho chiarito ancora meglio la trama.
Grazie dell’attenzione e… passiamo ai ringraziamenti: alexandra
(già, Herm ne ha passate parecchie, ma è una ragazza forte! Grazie dei
complimenti!), Sidney (un assaggio di Draco alle prese con
Camilla! Direi che è stato piuttosto bravo, eh? Anche se in realtà ha fatto più
la bimba che lui…), manry (sì, anch’io me la immagino così!
Eheheh che carina!), super gaia, mewsana, maryon,
hermione + draco, sally90 (sono contenta che anche
se non ami molto la coppia ti piaccia la storia! Le tue fic non ho ancora
potuto leggerle per i problemi con il pc ma lo farò al più presto!), dark
angel (la bimba è di Ron, ma non che lui sia stato proprio il massimo
come padre… devo dire che di solito mi sta simpatico, ma nella mia storia non
gli tocca un ruolo molto bello^^), patty (sono contenta che ti
piaccia il mio homo novus! Anche in questo capitolo credo di essermi discostata
un po’ dal suo carattere, ma ho pensato che comunque vedendo una bomba tanto
bella non poteva rimanere impassibile!^^), mirtilla (anche questo
capitolo è tenero, no?), sakura’90 (eh lo so, ma ho pensato che
fosse giunto il momento della verità e così ho anche spiegato tutto… grazie dei
complimenti comunque!)…………………………GRAZIE! Spero che il mio pazzo computer mi
faccia aggiornare presto! Ormai decide tutto lui… Bacioni!
Draco si sottrasse all’abbraccio di Hermione cercando di non
svegliarla e si smaterializzò. Comparve a Grimmauld Place e si diresse verso
l’ufficio di Potter.
-Buongiorno.- lo salutò in tono piatto.
-Buongiorno a te, Malfoy. Qual buon vento ti porta?-
Il biondo si sedette di fronte al ragazzo dal lato opposto
della scrivania e lo scrutò per un attimo.
-Ricordi di quella ragazza con cui sto da un po’? Te ne ho
parlato.-
Harry annuì ed appoggiò gli occhiali su una pila di libri.
-Sì. Cosa le hai fatto? Hai una faccia…
Draco lo fulminò con lo sguardo.
-Oggi sono tre mesi che stiamo assieme.- mugugnò.
Il moro inarcò un sopracciglio.
-E allora? Qual è il problema?-
-Il problema è che vorrei farle una cosa, una sorpresa, ma
credo che si arrabbierà. Sono venuto per chiederti se sia il caso o no di
farlo.-
-E cosa vuoi che ne sappia io di quello che può far
arrabbiare o meno le ragazzine stupide che frequenti?-
-Hermione sarebbe una stupida ragazzina?- chiese Draco
sfidandolo con lo sguardo. Potter ancora non sapeva di loro. Semplicemente non
era venuto in mente a nessuno dei due di comunicare la notizia a qualcuno che
non vedevano praticamente mai.
Harry sbattè le palpebre un paio di volte prima di capire
l’affermazione.
-Con chi staresti tu?!- urlò scattando in piedi.
-Con Hermione. E la tua reazione è fuori luogo.-
Il ragazzo sopravvissuto si ricompose e si risedette. Era
vero, non aveva il diritto di dire niente a Malfoy. Dopotutto era uscito dalla
vita dell’amica molto tempo fa. Eppure era sconvolto. Eccome se lo era. Ma la
cosa non era tanto incredibile. No, perché quando Malfoy era venuto da lui con
Hermione, quando gli aveva permesso di ricongiungersi, aveva visto negli occhi
del biondo qualcosa. Non aveva capito cos’era, al momento, ma adesso era
chiaro.
-Sono… contento per voi.- disse sfogliando distrattamente
una rivista di Quidditch. Un primo piano di Ron lo convinse a chiudere
quell’orribile giornale. -Allora, se state assieme, sai tutto.-
-Certo che so tutto. Conosco Camilla.-
-Tu… si chiama Camilla?- si passò una mano tra i capelli e
chiuse gli occhi. -Io non l’ho mai vista. Mai. È… una bella bambina?—
Draco sorrise impercettibilmente.
-Bella, bellissima.- sospirò. –Volevo portarle alle Tana. So
che Hermione lo desidera e…
-Lo desidera? Come fai a saperlo?-
-Io…
Si scambiarono uno sguardo.
-Legilimens. Sporco truffatore! Non avresti dovuto! Non si
legge nella mente delle persone, Malfoy!-
Il biondo sogghignò.
-L’ho fatto a fin di bene. Non avevo intenzione di farle un
regalo per l’anniversario dei tre mesi, non è roba che di solito faccio… anche
perché a tre mesi non arrivo mai, il mio record era una settimana. Però so che
lei si aspetta qualcosa. Quindi ho pensato di dare una sbirciatina nei suoi
pensieri. Vuole rivedere la famiglia dei pezzenti, la gentaglia che
frequentavate ad Hogwarts.-
Harry gli lanciò un’occhiataccia.
-Potresti evitare di prendertela sempre con i miei amici?-
Draco scattò in piedi, la mascella ed i pugni serrati.
-Il tuo migliore amico ha messo incinta la mia
ragazza!-
Il moro lo fissò negli occhi con serietà.
-Infatti ho chiuso con lui. E l’ho preso a botte, eccome se
l’ho preso a botte. Però gli altri Weasley non c’entrano. Quello stronzo di Ron
non gliel’ha mai fatta conoscere, la bambina. E Molly ha pianto tanto, mi
ricordo.-
Draco si calmò e si risedette.
-Allora va bene? Le porto alla Tana?-
-Sì. Stasera. Prepareremo la cena. Dio… conoscerò la bambina
di ‘Mione. È da cinque anni che mi chiedo come sia.-
-Assomiglia alla madre, Potter.-
-Allora dev’essere proprio bellissima.-
Il biondo sorrise.
-Già.-
-Non cucinare, stasera usciamo.- urlò Draco all’indirizzo di
chiunque lo ascoltasse comparendo nell’appartamento di Hermione. Camilla gli
andò incontro puntandogli un ditino cicciotello addosso.
-Io e mamma facciamo i biscotti!- disse risolutamente
tornando in cucina, dove regnava il caos più assoluto. Il tavolo era cosparso
di farina e sia la bambina che la mamma erano completamente bianche.
-Lo vedo.- borbottò il ragazzo senza oltrepassare la soglia
del locale. Aveva addosso un maglioncino di Versace, una famosa griffe babbana,
e non aveva voglia di conciarlo da buttare via. –Però i biscotti li mangiamo un
altro giorno, perché stasera c’è una sorpresa.-
Gli occhi della bambina si illuminarono, mentre Hermione gli
lanciò un’occhiata.
-È per il nostro anniversario dei tre mesi, Draco?- domandò
avvicinandosi al ragazzo.
Lui scrollò le spalle.
-No. Non faccio regali per queste cavolate.-
La mora sorrise.
-Lo immaginavo. Non sei il tipo, vero Malfoy?-
Lui le pulì la guancia, sporca di farina e le diede un bacio
a fior di labbra.
-Ovvio, Granger. Ma c’è questa cosa, questa sorpresa, che
potrebbe far felice anche Camilla. Così ho pensato che potevamo fare qualcosa
tutti assieme.-
Hermione pensò che sarebbe stato carino aggiungere “come una
vera famiglia”, ma naturalmente non disse niente. Draco non ne voleva parlare,
sviava l’argomento o archiviava il tutto con una qualche battuta, ma la loro
storia stava diventando qualcosa di serio. Se ne rendevano conto tutti e due.
Negli ultimi mesi praticamente avevano vissuto assieme. Passavano infinite ore
a studiare o a fare l’amore nell’appartamento della ragazza. Inoltre il biondo
spesso si occupava della piccola, la andava a prendere all’asilo e le aveva
persino insegnato ad allacciarsi le scarpe. Hermione sorrise ricordando che
aveva fatto notare a tutti i loro amici, pochi visto che né lei né lui amavano
troppo la compagnia, che non era stata la ragazza ad insegnare una cosa tanto
importante a Camilla, ma lui. Insomma, a Draco importava di lei e di sua
figlia, le amava tutte e due e si prendeva cura di loro. Anche se lui non
voleva ammetterlo erano quasi una famiglia. O almeno vivevano come tale.
Con un sospiro si riscosse dai suoi pensieri ed iniziò a
riordinare le varie stoviglie.
-Vado a farmi una doccia e poi mi vesto, allora.-
Il ragazzo annuì, pensando che sarebbe andato volentieri con
lei. Naturalmente non poteva, c’era la bambina.
-Intanto aiuto Camilla a vestirsi, così magari
riusciamo ad arrivare in orario.-
Portò la bambina in camera sua e le aprì l’armadio.
-Cosa vuoi metterti, piccola?- le domandò sdraiandosi sul
letto.
-Il vestitino rosso! Quello con i disegni delle scimmiette.-
Draco glielo tirò giù e l’aiutò ad infilarlo. Gli piaceva
fare queste cose con Camilla. Lo facevano sentire… importante. Erano cose
banali, lo sapeva bene. Cosa c’era di speciale nel dare una mano alla figlia di
cinque anni della propria ragazza a vestirsi? Assolutamente niente, ma a lui
piaceva. Gli piaceva anche quando andava a prenderla all’asilo e lei gli
correva incontro sorridendogli oppure quando la metteva a letto e lei gli
augurava la buonanotte sbadigliando e mettendo in mostra i dentini. Era bello.
Con lui nessuno lo aveva fatto, quando era piccolo. Era stato affidato a governanti
severe ed antipatiche e di amore ne aveva ricevuto ben poco. Non appena era
cresciuto un po’ aveva giurato che con i suoi figli sarebbe stato buono e
sempre presente nella loro vita. E poi aveva incontrato Hermione e Camilla. La
bambina era un po’ nelle sue condizioni, la madre le voleva un bene dell’anima,
ma il padre era piuttosto assente. Ed aveva pensato bene di tenere fede al
patto con se stesso, aveva preso in custodia la piccola. Non era lui il padre,
certo, e si trovava in quella situazione prima di quanto avesse pensato, ma
Camilla gli stava simpatica ed era la cosa più simile ad una figlia che avesse
mai avuto.
-Ma come sei bella, piccola.- le disse vedendo che si stava
rimirando allo specchio.
-Lo so!- esclamò Camilla sorridendo. Era tremendamente
sicura di sé e la cosa a Draco piaceva da morire. Una dote che aveva preso
dalla madre, sicuramente, e non da quel deficiente del padre.
Hermione, tutta lavata e profumata, fece capolino nella
stanza.
-Siete pronti?- domandò.
-Sì, mamma. Ma dove andiamo, Draco?- chiese la bimba
prendendo per mano il ragazzo e la madre.
-Nel mondo magico, piccola. Sai cos’è?-
Camilla annuì.
-Il papà mi porta sempre lì. Però la mamma dice che non devo
dire a nessuno che esiste.-
Il biondo lanciò uno sguardo ad Hermione.
-La tua mamma ha ragione, piccola. Non tutti possono sapere
del mondo magico. Però noi possiamo, perché io sono un mago e la tua mamma una
strega.-
La bambina si girò verso la mora con un sorriso.
-Davvero sei una strega, mamma?-
Hermione esitò e prese a mordicchiarsi il labbro inferiore,
cosa che faceva quando era in difficoltà.
-Io… Sì, sono una strega, Camilla. Anche se non faccio
spesso le magie. E forse lo sei anche tu, lo scopriremo quando sarai più
grande.-
Draco sorrise, felice dell’ultima frase della ragazza. Tutto
stava andando per il meglio, presto sarebbe riuscito a far rientrare la mora
nella comunità magica.
Hermione sbattè più volte gli occhi, incredula.
-Draco, questa è la Tana.- sussurrò osservando quella casa
che per molte estati era stata anche un po’ sua.
-Già. Ho parlato con Potter. Mi ha detto che Weasley non ha
mai fatto conoscere la piccola alla famiglia e così ho pensato che potevamo
venire qui. Non… sei arrabbiata, vero?-
Lei quasi scoppiò a piangere. Gli si buttò tra le braccia e
lo strinse forte.
-Oh, no. Lo desideravo, sai? Desideravo tanto rincontrare
Molly, Arthur e tutti gli altri.-
Draco sogghignò.
-Allora stasera un premio speciale me lo merito, no?-
Uno sguardo d’intesa. Un sorriso malizioso.
-Direi di sì.-
-Bene, allora…
-Hermione!- un grido felice pervase l’aria.
Tutti e tre gli ospiti si girarono nello stesso istante. Una
ragazza dai capelli rossi stava correndo loro incontro.
Hermione strizzò gli occhi.
-Ginny!- esclamò poi iniziando a correre anche lei. –Dio, quanto
mi sei mancata, tesoro!-
Si abbracciarono, un po’ ridendo e un po’ piangendo.
-Cosa ci fai qui, Herm? E… oh, per la barba di Merlino,
questa bellissima bambina è la mia nipotina?- domandò fissando Camilla che nel
frattempo si era rintanata tra le braccia di Draco, spaventata dalla reazione
che aveva avuto la sua mamma quando aveva visto quella ragazza sconosciuta.
-Lei è Camilla, Weasley. La figlia di Hermione.-
Ginny si portò una mano davanti alla bocca.
-Santo cielo… beh, venite dentro! Ci sono tutti, forza
entrate.-
Li condusse in casa. C’erano davvero tutti: Molly, Arthur,
Fred, George, Billy e Charlie Weasley, Remus Lupin, Alastor “Malocchio” Moody,
Harry Potter. Quando Harry vide Ginny entrare in casa con quel sorriso iniziò a
muoversi irrequieto sulla sedia. Scambiò uno sguardo con la più giovane dei
Weasley e si alzò in piedi. La raggiunse e chiese che gli fosse prestata
attenzione.
-Ricordate della sorpresa che volevo farvi? Beh, è appena
arrivata. Malfoy è qui e con lui ci sono Hermione e la sua bambina.-
Tutti trattennero il respiro quando i tre fecero il loro
ingresso. Poi ci fu il caos più assoluto. Molly piangeva tenendo stretta la
mora tra le braccia.
-Quanto tempo, tesoro, quanto tempo!- sussurrava come una
strana litania. Li fece accomodare al tavolo ed andò a preparare la cena,
troppo felice per fare qualsiasi altra cosa.
Camilla intanto sedeva sulle ginocchia di Fred che con il
fratello le stava raccontando una storia.
Draco si sedette accanto a Lupin e si versò un po’ di
burrobirra.
-Hai fatto una bella cosa, Malfoy.- disse l’ex professore.
-Hermione lo voleva.- mugugnò in tono piatto il biondo. –E
poi io ci guadagno, quando è felice diventa più passionale.
Remus rise sommessamente.
-Ovvio che ci guadagnassi qualcosa, Malfoy. Non cambierai
mai, ragazzo.-
Hermione si sistemò meglio sul divano. Draco ed i ragazzi
avevano portato Camilla a fare un giro e così lei, Ginny e Molly poterono
dedicarsi al loro passatempo preferito: chiacchierare.
-Non sai che sorpresa mi hai fatto, oggi, mia cara.
Desideravo conoscere la mia nipotina da cinque anni, sai.- disse la donna più
grande stringendo la mano alla mora.
-Pensavo che Ronald ve l’avesse fatta conoscere.- sussurrò
l’altra come a volersi scusare.
Ginny strinse le labbra.
-No, non si è più fatto vedere dopo la vostra litigata. Se
n’è andato ad inseguire il suo sogno, il bastardo. Gli interessava il Quidditch
e basta, a lui. Ma non parliamo di questo, Herm. Parliamo di te. Come ti vanno
le cose?-
-Frequento l’università. Sono al secondo anno, ancora due e
sarò laureata in giornalismo.-
Molly sorrise.
-Ti è sempre piaciuto studiare, mi ricordo. Eri così brava,
riuscivi ad aiutare anche questi zucconi dei miei figli. Ma come fai con la
bambina?-
-Va all’asilo di giorno. Finite le lezioni faccio a tempo ad
andarla a prendere.-
-Ma quando devi studiare, cara? I bambini non stanno
tranquilli, si sa.-
-Prima me la tenevano i miei genitori o la mia migliore
amica. Ora invece è Draco che si occupa di lei. Non lo ammetterebbe mai, ma gli
fa piacere.-
Ginny le sorrise complice.
-Quindi tu e Malfoy…-
Hermione arrossì.
-Sì, stiamo assieme. Lo so che voi potreste non apprezzare,
ma… lui mi piace. Credo… che sia l’uomo giusto per me. Oggi sono tre mesi che
stiamo assieme.-
-Ho sempre desiderato che tu stessi con mio figlio, tesoro.-
confessò Molly a bassa voce. –Quando mi hai detto che eri incinta non ero
felice che fosse successo così presto, ma ero felice che fosse successo.
Pensavo che foste fatti l’uno per l’altro. Invece lui si è comportato male,
molto male. E per quanto una piccola parte del mio cuore desideri di rivederti
con Ron, il mio Ron, quello un po’ imbranato e tanto innamorato di te,
voglio solo che tu sia felice. E se il giovane Malfoy ti rende felice, sono
contenta per te. Dopotutto l’importante è che lui ami te e tua figlia, no?-
La mora annuì.
-Esatto, Molly. È solo questo che importa. Ed il fatto che
ci siamo ritrovati, voi siete la mia seconda famiglia e stare senza di te, di
Ginny, dei gemelli, di Arthur e di tutti gli altri mi faceva male.-
-Ragazzi, fermatevi qui a dormire.- propose Harry senza
smettere di fare il solletico a Camilla. –C’è posto, vero Molly? Non sarebbe un
problema.-
Hermione guardò Draco, non sapendo cosa rispondere.
-Scegli tu.- mugugnò il biondo in tono disinteressato.
Preferiva di gran lunga tornare a casa e ricevere la sua ricompensa, ma se ad
Hermione garbava di più restare era disposto a rimandare di una notte il focoso
incontro.
-Allora restiamo.-
Ginny batté le mani, entusiasta.
-Vado a prepararvi la stanza! Va bene se Camilla dorme con
me? Il letto in cui dormivi tu è ancora in camera mia!-
-Come vuoi, Gin.-
Quando tutto fu pronto Draco ed Hermione si congedarono ed
andarono nella loro stanza.
-Vuoi fare qualcosa di eccitante?- domandò il biondo
iniziando a spogliarsi con movenze sensuali.
Lei lo baciò.
-E cosa, sentiamo.-
-Farlo qui. In questo letto, con tutti di sotto.-
Hermione si guardò intorno.
-No.- disse, improvvisamente fredda.
Draco buttò la camicia su una sedia.
-Perché no?-
-Non posso qui. In questa stanza, in questo letto… è stata
concepita Camilla.-
Il ragazzo sospirò infilandosi sotto le coperte, dove si era
già rifugiata la ragazza. Le diede un casto bacio, ma lei si aggrappò alle sue
spalle.
-Non voglio che il ricordo di Ron rovini questa bellissima
giornata.-
Il biondo ghignò.
-Credo di aver trovato la soluzione, Granger.-
-E quale sarebbe?-
Lui la baciò con passione e senza staccarsi la trascinò con
sé sul pavimento.
-Lo facciamo qua, per terra.-
Ecco qua un altro capitolo. In questo si può vedere ancora
meglio cosa intendevo quando dicevo che nella mia storia sarà Draco ad aiutare
Hermione. Spero vi sia piaciuto! Passiamo ai ringraziamenti: patty,
Sidney, mirtilla, lily2000, maryon
( guarda che c’eri nei ringraziamenti! Non potrei mai dimenticarmi di
teeee!^^), manry, mewsana, super gaia,
sally90 ………………………………………………………..GRAZIE!!!!
Scusate se non mi dilungo nei ringraziamenti, ma devo
studiare, domani ho un orribile ( e sicuramente difficilissimo!) compito in
classe di fisica! Bacioni a tutti!
Draco sedeva sul divano dell’appartamento di Hermione con
Camilla sulle ginocchia.
-Guarda, piccola. Cos’è questo?- le mostrò una monetina.
-Un soldino.- disse pigramente la bambina.
-E adesso fai attenzione…- racchiuse l’oggetto nella mano e
senza farsi vedere sfiorò la bacchetta che teneva sempre a portata di mano,
facendo comparire una caramella alla cannella, le preferite di Camilla. –Ora
cos’è?-
-Una caramella.- borbottò la bimba in tono annoiato.
Recuperò la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans e gliela mise in mano
con uno sguardo saputello che ricordava tanto quello della madre.
–Mi annoio, Draco.-
-Lo so, piccola. Tra poco andiamo.-
Camilla iniziò giocare con i lacci del maglione del biondo.
-Dove andiamo?-
-Dove vuoi tu. È il tuo compleanno, puoi scegliere. Sei anni
non si compiono tutti i giorni.-
-E tu li hai compiuti sei anni?-
Draco le diede un buffetto sulla guancia.
-Tanti anni fa, piccola. Li ho superati da un pezzo.-
La bambina sbuffò.
-Tanto non mi interessa. Voglio andare alle giostre!-
-Adesso andiamo.- borbottò il ragazzo. –Se la tua mamma si
sbrigasse!- aggiunse alzando la voce di un tono. Anche lui si stava annoiando.
Camilla lo guardò male.
-Mamma si fa bella per te.- disse con l’aria di saperla lunga.
Draco iniziò a farle il solletico.
-Ma cosa ne sai tu! Cosa ne sai!-
La bambina cominciò a ridere ed a contorcersi tra le braccia
del biondo.
-Io lo so! Lo dice sempre che non può uscire con te se non
si fa bella.- biascicò lei tra una risata e l’altra. –Ma la mamma è già
bellissima, vero Draco?-
-Ma certo che è bellissima! La tua mamma è…
-…pronta!- esclamò Hermione comparendo in salotto. –Sono
pronta!-
-Finalmente! Ci stavamo addormentando!- sbottò Draco con un
ghigno stampato in faccia. Pensò che almeno il tempo era stato speso bene, lei
era fantastica. Indossava un paio di jeans bianchi attillati ed una camicetta
lunga nera con le maniche svasate. Gli piaceva, gli piaceva eccome. Quel giorno
particolarmente. In realtà lo arrapava anche parecchio, ma quella era una cosa
normale.
-Eh, dopo una certa età ci si deve ristrutturare, tesoro.
Dovresti farlo anche tu, iniziano a venirti delle rughine tanto carine attorno
alla bocca. È per quel ghigno che fai.-
-Senza il mio ghigno non ti piacerei.- replicò il biondo.
Lei gli diede un bacio.
-Vero.-
-Ora andiamo?- brontolò Camilla con voce lamentosa. Il
ragazzo acconsentì e la prese in braccio.
Stavano per uscire di casa quando un forte rumore arrivò
dalla cucina.
Hermione guardò Draco interrogativamente.
-È il rumore di una materializzazione.- sentenziò lui
prendendo in mano la bacchetta.
-Sì, ma l’unico che si smaterializza qui sei tu e tu… sei
già qui. Oppure…
Un ragazzo dai capelli rossi comparve in salotto.
-Sono io!- esclamò Ron avanzando con un immenso pacco regalo
tra le mani.
-Papà!- gridò Camilla felice.
Non appena il rosso sentì la voce della figlia appoggiò la
scatola per terra.
-Ciao, teso… Malfoy!!- la bacchetta fu sguainata in un
attimo.
-Calma.- borbottò il biondo appoggiando la bambina a terra.
–Calmiamoci.-
-Calmiamoci?! Cosa ci facevi con in braccio mia figlia?!
E soprattutto cosa ci fai in casa della madre di mia figlia?!- urlò
avvicinandosi pericolosamente all’altro ragazzo.
Draco trasse un profondo respiro.
-Io ed Hermione stiamo assieme, Weasley.- disse sfidandolo
con lo sguardo a fare qualsiasi cosa.
La mora si mise tra loro fronteggiando il suo ex ragazzo,
nonché padre di sua figlia.
-Cosa vuol dire questo, Herm? È vero?-
Silenzio.
-È vero?!- ruggì di nuovo il rosso.
-Sì. Sì, è vero. Io e Draco stiamo assieme, Ronald.-
Per un attimo infinito tutti restarono immobili. Poi la mano
di Ron si mosse veloce e precisa verso la guancia della ragazza. Il biondo con
un movimento fulmineo gli bloccò il polso in una morsa dolorosa.
-Non provarci Weasley. Non azzardarti a picchiare la mia
ragazza e soprattutto non azzardarti a farlo davanti a vostra figlia,
razza di bastardo.- sibilò tra i denti.
A sentire quella frase tutti si girarono di scatto verso
Camilla. Si erano dimenticati di lei. Aveva le lacrime agli occhi e spostava lo
sguardo da Draco a Ron, non capendo cosa stesse succedendo.
-Papà…- sussurrò.
-Sì?-
Hermione si portò una mano alla bocca. Due voci. Due voci
avevano pronunciato quel monosillabo.
Il rosso puntò la bacchetta alla gola dell’altro ragazzo.
-Io sono suo padre. Io devo tenerla in braccio
ed io festeggerò il suo compleanno con lei. Io, Malfoy!-
Lui non si mosse.
-Non meriti di essere suo padre. Non lo meriti. Le hai
abbandonate, tutte e due. Dovevano essere le cose più preziose che possedevi,
invece hai fatto lo stronzo egoista. Ho fatto più io per loro in qualche mese
che tu in cinque anni, Weasley.-
Ron scrollò le spalle.
-Ma io sono suo padre. E lei mi vuole bene. Molto più
che a te. E te lo dimostro, se vuoi. Facciamo scegliere a lei, eh Malfoy?
Vediamo da chi va.-
Draco restò in silenzio. Hermione aveva gli occhi chiusi e
pregava silenziosamente che dicesse qualcosa. “Difenditi, Draco. Difenditi,
digli che tu vuoi che Camilla sia tua figlia. Digli che le vuoi un bene
dell’anima e che non la lascerai a lui così, che il fatto che le abbia
trasmesso metà dei suoi geni non conta, quello che conta è l’amore e l’essere
presente nella sua vita. Digli che insegnarle ad allacciarsi le scarpe è mille
volte più importante di portarle un enorme ed inutile regalo. Diglielo, Draco.
Sbattiglielo in faccia. Sputagli addosso che tu, Malfoy e Serpeverde, sei
migliore di lui. Fallo, tesoro. Draco… ti amiamo. Io e Camilla ti amiamo. Iotiamo. Ti prego, diglielo.”
Silenzio. Un rumore. La ragazza riaprì gli occhi con il
cuore in gola e constatò che la sua più grande paura si era avverata: Ron stava
puntando la bacchetta contro il muro. Draco si era smaterializzato.
Hermione prese in braccio la figlia e fulminò il ragazzo con
lo sguardo.
-Fuori da casa mia, Ronald.-
Lui si passò una mano tra i capelli e la guardò sconvolto e
pentito.
-Cazzo… Io… Non so cosa mi sia preso, ‘Mione. Vedere Camilla
in braccio a quel…
-Ho detto fuori da casa mia, Ronald.- ripeté lei fissandolo
negli occhi.
-Non posso accettare che tu stia con lui. Che lui faccia da
padre a mia figlia.-
-Potevi pensarci prima. Prima era tua figlia. Prima
io ero tua. Ora sto con Draco. È la vita mia e di Camilla. Decido io chi
si occupa di noi.-
-Cosa vuoi dire?! Cosa cazzo vuoi dire?! Che non potrò più
vedere mia figlia?- sibilò lui serrando i pugni.
-Non sto dicendo questo, Ronald. Vedrai Camilla quando ti
sarai calmato e lo farai senza scenate e senza interferire nella mia vita. Se
non ti sta bene che io stia con Draco non venire più a casa mia. I nostri
contatti si chiudono qui, d’ora in poi sarai solo il padre biologico di mia
figlia.- gli lanciò un’altra occhiata di fuoco. –Ed ora sparisci.-
Draco sedeva in sull’erba del parco che circondava Grimmauld
Place lasciandosi accarezzare dalla brezza fresca della sera. Fissava il lago
con aria truce, la testa stretta tra le mani e la mandibola serrata. Prese un
sasso che giaceva accanto a lui e lo scagliò con violenza nell’acqua. Doveva
schiarirsi le idee. Si alzò in piedi e si tolse tutti i vestiti tranne i boxer,
sbattendoli per terra in malo modo. Si avvicinò alla riva e dopo aver percorso
qualche metro nell’acqua si tuffò. Nuotò con uno stile scoordinato, sollevando
spruzzi e fermandosi varie volte. Gli piaceva nuotare e lo faceva anche
perfettamente, ma in quel momento era troppo arrabbiato. Arrabbiato con se
stesso. Era fuggito. Una cosa inammissibile. Non era mai fuggito in vita sua.
Non si era mai comportato da codardo. Aveva sempre fatto qualcosa. Doveva
diventare Mangiamorte e non voleva. Sarebbe potuto fuggire, ma non l’aveva
fatto. Aveva scelto, ma non era fuggito. Dentro di lui regnava un odio profondo
verso suo padre. Sarebbe potuto fuggire, avrebbe potuto ignorarlo e fare finta
che non fosse mai esistito, ma non l’aveva fatto. Aveva combattuto contro ogni
singolo e doloroso ricordo, non era fuggito. Quella sera, invece, gli era
mancato il coraggio. Non il coraggio di spaccare la faccia a quel pezzo di
merda, però. Gli era mancato il coraggio di dire che lui voleva fare da
padre a Camilla e che era disposto a combattere per quello. Avrebbe dovuto
dirlo e lo sapeva bene. Hermione si aspettava che lui lo dicesse. Ed in fondo
anche lui stesso si aspettava che la sua bocca pronunciasse quelle parole. Ma
non era accaduto. La gola si era seccata e l’unica soluzione era stata quella
di andarsene deludendo la sua ragazza, la sua quasi figlia e se stesso.
Aveva fallito come mai nella sua vita aveva fatto.
-Chi c’è nel lago?- una voce dilaniò il sacro silenzio.
-Sono io, Potter.-
-Malfoy? Cosa ci fai qui?-
Draco sospirò e ritornò a riva. Prese sgarbatamente
l’asciugamano di spugna che il moro gli porgeva.
-Come mai sei all’Ordine?-
-Ho fatto un fottutissimo casino, Potter.-
Harry lo fissò negli occhi grigi e tristi.
-C’entra Hermione?-
Il biondo si passò una mano tra i capelli gocciolanti e si
lasciò cadere sull’erba.
-Weasley è venuto a casa sua.-
-Ron? Oh… cazzo. Che è successo?-
Il ragazzo gli raccontò tutto senza mai incontrare i suoi
occhi.
-Le cose si possono sistemare, Malfoy.- cercò da tranquillizzarlo
il moro una volta che l’altro ebbe finito. Se quello che gli stava davanti non
fosse stato Draco Malfoy probabilmente lo avrebbe abbracciato e stretto forte.
Era sconvolto, si vedeva. Distrutto. In quel momento Harry si rese conto di
come avesse considerato quel ragazzo una specie di alieno, un uomo senza
sentimenti. Ed ora, invece… erano gocce d’acqua che grondavano dai capelli
quelle righe cristalline che gli solcavano le guance oppure… lacrime? L’uomo
dal cuore di pietra, dal perenne sangue freddo, che non si scomponeva neanche
nelle situazioni peggiori, stava forse piangendo?
-È troppo tardi, Potter. Troppo tardi, cazzo! Le ho deluse.-
-Ma puoi rimediare. Conosco Hermione molto bene. Sa
perdonare e soprattutto sa capire. Parlale, spiegale come ti sei sentito e
spiegale perché hai agito a quel modo.-
-Non capirà.- serrò la mascella. –Nessuno capisce mai.
Nessuno vuole mai capire.-
Harry si alzò e gli strinse per qualche secondo il braccio.
-Dipende da te. Sai farti capire quando vuoi, non dovrei essere
io a dirtelo. Fai le tue scelte, Malfoy.- il moro si allontanò e prima di
rientrare fissò l’altro ragazzo un’ultima volta. –Non devi più tornare alla
Harford, sei sollevato dall’incarico. Per te vedere Hermione già domani senza
che sia riuscito a schiarirti le idee non sarebbe una buona situazione e
comunque saresti troppo coinvolto emotivamente, cosa che non ti farà certo fare
un buon lavoro.-
Draco accennò un ghigno.
-Grazie, Potter.-
-Di nulla, Malfoy.-
-E così il coniglietto andò…
-Mamma, cos’è successo oggi?-
Hermione sospirò e guardò la figlia con un sorriso triste.
Le accarezzò dolcemente i capelli.
-Niente di grave, amore. C’è stato un piccolo malinteso tra
il tuo papà e Draco.-
-E perché Draco è andato via? Stasera non mi viene a dare la
buonanotte, mamma?-
-Tesoro, io… non credo che verrà a darti la buonanotte.
Draco è andato via e non so quando tornerà. Lui e il tuo papà non sono mai
andati tanto d’accordo ed oggi hanno avuto una discussione, ma… vedrai che
tutto si chiarirà.-
Camilla si rintanò ancora di più nel piumone.
-Devo scegliere tra Draco e papà?- domandò guardando
seriamente la mora.
-No!- disse lei decisa. –Non dovrai mai fare una cosa del
genere, amore. Ron è tuo padre e quando avrai bisogno lui per te ci sarà
sempre. Ti vuole un mare di bene e…
-Anche Draco mi vuole bene. E io voglio bene a lui.-
-Lo so. Ma non dovrai mai scegliere tra loro due. Chiaro?-
La bambina annuì.
-Chiaro.-
Hermione sorrise e le diede un bacio.
-Sei una bimba intelligente, Camilla. Ora dormi, tesoro. Buonanotte.-
e se ne andò lasciando la porta socchiusa di modo che entrasse un filo di luce.
Tornò in salotto e si abbandonò sul divano appoggiando la testa sulla spalla di
Sabrina, che da brava migliore amica era accorsa non appena aveva saputo
l’accaduto.
-Camilla faceva fatica ad addormentarsi?-
-Un po’. La scena che ha dovuto vedere oggi non è stata
davvero il massimo.-
-Immagino.- la bionda le diede un bacio sui capelli. –E tu
invece come ti senti, Herm?-
-Sono arrabbiata con Ronald. Anzi, non arrabbiata, sono furiosa!
Non doveva farlo Sabri. Non doveva assolutamente farlo. Non doveva piombare a
casa mia a quel modo e senza preavviso e soprattutto non doveva dire quelle
cose davanti a Camilla. È stato orribile. Terrificante davvero.-
-E Draco? Perché se n’è andato?-
-Non lo so. Credi… che non gli importi di noi?-
-No. Quella è l’ultima cosa che devi pensare. Te lo ha
dimostrato tante volte che gli importa di te e di Camilla. Draco è un uomo
meraviglioso. Arrogante ed antipatico con il mondo intero, ma dolcissimo con
voi. Forse ha semplicemente avuto paura. Voglio dire, si è trovato a
fronteggiare il tuo ex ragazzo che è anche il padre di Camilla e non ha trovato
altra soluzione che andarsene. Pensaci Herm. Cosa avresti fatto nella sua
situazione? O forse si vedeva costretto a scegliere tra spaccare la faccia a
Ron davanti a te e la bambina oppure non fare niente ed andarsene. Ed in questo
caso avrebbe fatto la cosa più saggia.-
-Certo, ma… lui tornerà da me, Sabri? Sono passate più di
tre ore e non mi ha chiamato, non si è fatto vedere, non…
-Per stasera lascia perdere, tesoro. Non pensare a Draco e
non pensare a quello che è successo. Dormici sopra e domani avrai la mente più
fresca.-
Hermione annuì.
-Okay. Spero di riuscire a chiarirmi le idee. Sono sempre stata
in grado di mantenere il sangue freddo nei momenti più critici, ma stavolta non
ce la faccio.-
La bionda le passò una tazza di caffè. Anche se la ragazza
aveva appena detto che sarebbe andata a dormire era chiaro che non l’avrebbe
fatto. Sarebbe stata una notte lunga, l’amica aveva bisogno di sfogarsi. Era da
un po’ che non parlavano come ai vecchi tempi. Erano entrambe prese dallo
studio e dalla vita sentimentale che i momenti che avevano passato da sole si
potevano contare sulle dita di una mano. Ma adesso bisognava recuperare il
tempo perduto ed anche se l’argomento non era dei più allegri Sabrina avrebbe
ascoltato Hermione per tutte le ore necessarie per farla calmare almeno un po’.
-È perché sei molto coinvolta, Herm.-
-È perché… sono innamorata di lui, Sabri.-
Bene, che ve ne pare di questo capitolo? A me piace. Quello
che succede non troppo, ma il capitolo mi piace. Non sono riuscita a rendere
come volevo i sentimenti di Herm nell’ultima parte, ma l’ho cambiata mille
volte e questa era la versione migliore. Vabbè, ditemi poi voi che ho
combinato. Comunque Ron è arrivato… e ha fatto danni. Accidenti, ma cosa
bisogna fare con questo ragazzo?! Ma tanto lo sistemerò io! Eheheh (risata
sadica dell’autrice)…
Ma passiamo ad altro: vado in vacanza dai miei zii e non
credo che riuscirò ad inserire il prossimo capitolo fino a quando sono da loro.
Quindi non aggiornerò per tutta la settimana, purtroppo. Però andrò avanti con
la storia (sempre che la mia caterva di cugini non me lo impedisca!) e scriverò
già un po’ di capitoli, così quando torno dovrò solo postare.
Ah, per chi me lo ha chiesto: il compito di fisica mi è
andato bene! Non so come sia potuto succedere, credo che sia stata una sorta di
miracolo, ma ce l’ho fatta!
Ringraziamenti: mirtilla (grazie! Accidenti,
dovrei far leggere la tua recensione al mio prof di italiano che dice sempre
che nei miei temi c’è troppa ironia! E non so cosa farci perché io ADORO
l’ironia. Ah, per fortuna c’è gente che mi capisce!), mewsana, romy,
donnasole (volevo dirti che a me Ron piace molto, però… nella mia
storia o lui o Draco, ho dovuto scegliere. Vedo Herm sia con il bel rosso
imbranato che con il bel biondo dannato, in questa storia ho preferito Draco ed
in altre Ron… Però sappi che se qui lo strapazzo di solito voglio bene a
Ronnino! Eheheh), patty (eh quella frase è la migliore del mio
repertorio!^^’), sally90 (davvero il mio capitolo era “speciale”?
*.* che bello, me contentissima!), dark angel, super gaia,
lily90, missBecker (anche secondo me doveva
prenderlo a calci, ma se Ron era fuori uso così presto poi non sapevo più cosa
scrivere… eheheh), Sidney (visto, Ron è arrivato… che casino,
eh?), takami ( e non fermartiiiii! Eheheh fammi sapere anche cosa
ne pensi di questo chap!), gb87, meimi…………………………GRAZIE!!!!
Hermione si svegliò e sbadigliò molto poco finemente.
Allungò la mano verso la parte sinistra del letto e con sua grande sorpresa
toccò qualcosa. Delle spalle muscolose coperte da della leggera stoffa. Seta.
Una persona muscolosa vestita con una camicia di seta dormiva accanto a lei.
All’improvviso fu completamente sveglia, con il cuore che le batteva forte e
gli occhi umidi.
-Draco!- esclamò emozionata girandosi verso il ragazzo.
Ma la delusione la colse non appena si rese conto che quello
non era Draco, ma bensì Harry Potter che vestito di tutto punto dormiva sul
bordo del letto.
-Harry, svegliati.- sussurrò scuotendolo. Il moro mugugnò ed
aprì un occhio. Quando riconobbe la sagoma dell’amica sorrise.
-Hey, buongiorno. Ti senti un po’ meglio?- le domandò con
voce ancora impastata dal sonno.
Hermione annuì e si asciugò una lacrima che disubbidiente le
era scivolata sulla guancia. Lui sorrise tristemente.
-Non è vero, ma fa niente. So benissimo che se non ti va di
parlare è meglio lasciarti in pace.-
-Grazie, Harry. Sei davvero un buon amico. E… mi dispiace
per ieri sera, non volevo darti fastidio, ma non ce la facevo ad addormentarmi
in questo letto da sola anche questa sera. Avevo intenzione di chiamare
Sabrina, ma volevo avere accanto qualcuno che sapesse dell’esistenza del mondo
della magia. Non so perché.-
-Lo sai il perché.- sospirò Harry. –Perché ti saresti
sentita più vicina a lui. Comunque non importa, non mi hai dato
fastidio.-
-Invece sì hai dovuto dormire vestito e sul bordo del letto
e ti sei dovuto nascondere dietro alle tende quando è entrata Camilla. Inoltre
hai dovuto ascoltarmi piangere per tutta la notte e non ti sei potuto fare la
doccia prima di dormire.-
-Ho fatto tutto questo perché tu hai avuto bisogno che lo
facessi. E lo rifarò anche domani notte e dopodomani e tutti gli altri giorni a
venire se fosse necessario.-
-Non è vero, non lo farai.-
Harry le sorrise.
-Perché non sarà necessario. Oggi uscirai da questa
situazione che come mi hai detto tu ieri sera sta diventando insostenibile. È
successo tutto due settimane fa e ancora stai in questo modo. Devi fare
qualcosa.-
Hermione annuì con poca convinzione.
-Lo so. Sai quante volte ho detto a Ginny che la vita
continua anche dopo che si è stati lasciati? Predico bene e razzolo male.
Dovrei voltare pagina, dimenticare Draco, ma non so come fare.-
Il moro rifletté per qualche secondo.
-Devi fare qualcosa che volevi fare da tempo ma che non
avevi mai fatto perché ti spaventava. Fa’ un patto con te stessa: se trovi il
coraggio e la forza di fare questa cosa allora troverai anche il coraggio e la
forza di dimenticare lui.-
Lei ci pensò su.
-E se non dovessi farcela?-
-Se tu non dovessi farcela si troverà un altro modo. Adesso
non pensare a quello, pensa solo a cosa devi fare e fallo bene. Comunque io
sono convinto che ce la farai perché sei determinata e le cose le ottieni
sempre.-
-Allora… va bene, Harry. Ora mi metto qui e penso a cosa non
ho mai avuto il coraggio di fare. E dopo lo farò.- proclamò decisa Hermione.
-Perfetto! Quindi adesso io porto Camilla da Molly così tu
puoi fare quel che devi e poi me ne vado a lavorare. Quando tornerò stasera tu
avrai fatto qualcosa che non avevi mai fatto prima e soprattutto starai
lottando per dimenticare Malfoy. È deciso. Buona giornata, tesoro.-
-Buona giornata a te, Harry.-
Harry si materializzò a Malfoy Manor e si recò verso il
Salone, che stranamente era deserto. Era troppo presto perché fossero già tutti
a Grimmauld Place. Fermò il primo elfo domestico che vide e chiese spiegazioni.
-C’è stato un attacco di Mangiamorte, signore. Sono andati
tutti, signore.-
Il ragazzo spalancò la bocca, indignato.
-E perché diavolo non sono stato avvertito?-
-Ordini del signor Malfoy, signore. Ha detto che se la
potevano cavare anche senza di lei. Ha detto che era meglio lasciarla stare
perché aveva la sensazione che stesse facendo qualcosa di importante, signore.
Il signor Paciock voleva avvertirla, ma il signor Malfoy ha insistito. Sono
solo stati eseguiti gli ordini, signore.-
Harry annuì riflettendo sulle parole dell’elfo. Aveva
imparato a cogliere il significato più nascosto delle parole del collega.
“Aveva la sensazione che stesse facendo qualcosa di importante”. In realtà non
gli importava di quello che stava facendo lui. Malfoy era egoista e non lo
aveva mai negato. Quindi era lui, Draco, che doveva fare qualcosa di
importante. Qualcosa che però Harry non doveva sapere. Qualcosa di… pericoloso,
proibito, cattivo? Malfoy era capace di tutto e lui lo sapeva bene.
Nell’ultimo periodo, soprattutto, era diventato incontrollabile. Continuava a
svolgere bene il proprio lavoro di Auror, ma lo faceva con ancora più freddezza
e crudeltà di quanta ne avesse mai utilizzata.
-Dimmi dove sono.- ordinò all’esserino che ancora lo stava
fissando.
-Ma signore, Sally non può disubb…
-Iotiordino di dirmi dove sono! Sono
il tuo capo quanto lo è Malfoy, quindi vedi di ubbidirmi!-
L’elfo annuì spaventato e gli tese un foglietto con un
indirizzo.
Harry lesse ad alta voce e si smaterializzò. Quando arrivò
capì subito che la battaglia era ormai finita e stata vinta da loro: alcuni
Aurors tenevano sotto tiro con la bacchetta i Mangiamorte, mentre altri avevano
già provveduto a legarli. Di Malfoy non c’era traccia, però. Percorse lo
spiazzo dove si era svolto tutto con gli occhi e dopo qualche secondo individuò
la sagoma di un ragazzo dai capelli biondi in un angolo poco lontano. Si
avvicinò velocemente e constatò che era proprio colui che stava cercando.
L’Auror sovrastava un Mangiamorte e gli teneva la bacchetta puntata alla gola.
Harry fece per dire qualcosa, ma il biondo lo precedette.
-Avada…
Il moro scattò in avanti e riuscì a mandare l’incantesimo
contro al muro. Incontrò gli occhi di Draco ed in quel momento ebbe paura.
Erano cattivi. Con una mossa velocissima schiantò il Mangiamorte e poi puntò la
bacchetta contro l’altro ragazzo.
-Cosa avevi intenzione di fare, Malfoy?!- gridò
istericamente.
Draco non si scompose.
-Ucciderlo.- rispose semplicemente.
Harry trasse un profondo respiro.
-Noi non uccidiamo se non in caso di pericolo per la nostra
vita o per la vita di un altro innocente.- sibilò fissandolo negli occhi. –E la
tua vita non era assolutamente in pericolo. Potevi legarlo senza alcun
problema. Devo ricordarti come svolgere il tuo lavoro, Malfoy? Noi spediamo i
Mangiamorte ad Azkaban e poi ci pensano loro a dargli la giusta punizione.
Ricorda che il Bacio è peggio della morte. E soprattutto vedi di ricordarti che
se lo uccidi passi dalla parte del torto. Non siamo assassini, lo sai meglio di
me.-
-Forse la parte di Azkaban dovremmo rivederla, eh Potter? Se
uno sbaglia deve essere ucciso.-
-Allora tu saresti morto mille volte.-
-Weasley sarebbe morto mille volte più di me.-
Quelle parole non furono altro che un sussurro rauco, ma
Harry le capì lo stesso. “Basta” pensò tra sé. “Basta dover avere a che fare
con una migliore amica distrutta dalle lacrime ed un socio, un “amico”,
accecato dall’odio. Non posso accettare che tutto questo accada per colpa tua,
Ron. Non posso davvero.”
-Hai ragione. E non solo lui. Saremmo tutti morti, perché
sbagliare è una cosa umana. Ma il mondo non funziona così.-
Draco grugnì.
-Dovrebbe. Ognuno dovrebbe essere in grado di potersi fare
giustizia da solo.-
-Invece non puoi farti giustizia da solo, ma puoi sfogarti.
Tu vuoi sfogarti?-
-Ovvio. E lo stavo appunto facendo prima che arrivassi a
farti gli affari miei.-
-Bisogna trovare il modo giusto per sfogarsi, Malfoy. Mi è
venuta un’idea.-
Hermione trasse un profondo respiro ed aprì il secondo
cassetto della scrivania, quello chiuso a chiave. Con cura estrasse la scatola
nera e lucida che c’era dentro. La aprì e prese in mano la bacchetta.
L’accarezzò con dolcezza e sorrise. La strinse più forte e ripassò tutti gli
incantesimi che conosceva. Notò con sorpresa che le riuscivano ancora tutti.
Perfetto, la prima parte del piano era fatta. Ora arrivava quella più
difficile. Si smaterializzò.
-Sabri, sono io.- disse sedendosi sul letto dell’amica.
La bionda si girò e la guardò stranita.
-Come sei entrata, Herm? Ero convinta di aver chiuso a
chiave. Sai, c’è quel rompiballe di Dennis che…
-Devo dirti una cosa, Sabri.- la interruppe la mora.
-Oh. Certo, dimmi.-
-Prima giura che mi ascolterai fino alla fine senza fare
commenti, senza interrompermi, senza urlare e soprattutto senza andartene.-
Sabrina si sistemò meglio sulla sedia.
-Mi sto preoccupando, Hermione. Ti giuro tutto quanto, ma
parla, il tuo tono non mi piace.-
-Io… Esistono delle persone in questo mondo che non sono
come tutte le altre. Persone che… sono molto diverse da noi. Queste
persone…
-Mi stai spaventando.- disse l’altra ragazza muovendosi
nervosamente sulla sedia.
-Hai giurato di non interrompermi. Queste persone hanno un
dono fin dalla nascita: possiedono dei poteri magici.
Sabrina scoppiò a ridere. Quello era davvero uno scherzo
stupido.
-Non sto scherzando. Io sono una strega. So che è difficile
da credere, ma è così.-
-La magia non esiste, tesoro. Capisco che sei ancora
sconvolta per quello che è successo con Draco, ma non puoi venire a dirmi
cavolate del genere. È un umorismo che proprio non apprezzo.-
-Io sono una strega. E posso dimostrartelo.- disse Hermione
seriamente. La bionda si morse il labbro inferiore. La situazione era a dir
poco assurda. La sua amica riusciva a farle uno scherzo del genere senza
scoppiare a ridere? Ma… era sul serio uno scherzo? Scosse energicamente la
testa. Certo che era uno scherzo! La magia non esisteva, proprio come non
esistevano le streghe ed i maghi! Però forse doveva reggere il gioco all’amica.
-Allora dimostramelo.- disse ghignando.
Hermione capì che Sabrina non la stava prendendo sul serio,
ma qualsiasi cosa andava bene, bastava che la vedesse fare qualche incantesimo.
Tirò fuori la bacchetta e la tese alla bionda.
-Questa è la mia bacchetta magica. Serve per esprimere la
magia che mi scorre nel sangue. L’ho comprata quando ho saputo che ero una
strega e che dovevo frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts,
la stessa scuola dove andavano Harry, Ron e Draco. Sono tutti miei compagni di
scuola e sono tutti maghi.-
L’amica scrollò le spalle.
-Non ci credo, Herm. Semplicemente non è vero, non è… possibile!-
-Va bene. Ora ti dimostro che è possibile. Vuoi… vedere il
mio diploma?-
-Non so cosa dirti.-
-Non dire niente.- la mora sospirò e si concentrò. –Accio diploma!-
Una pergamena
giallastra comparve nella mano aperta della strega.
Sabrina sgranò gli
occhi e spalancò la bocca. Era… comparsa
dal nulla! Prima non c’era e poi…
c’era! Con mani tremanti prese in mano l’attestato e lo lesse tutto d’un fiato.
Hermione si era diplomata con tanto di lode alla scuola di magia e stregoneria
di Hogwarts. E faceva comparire gli oggetti dal nulla. Era una strega.
-Mi credi?-
-Io… non so cosa
credere. Fai… fai un’altra magia.-
La mora puntò la
bacchetta contro le varie tazze di caffè sporche che erano appoggiate sulla
scrivania.
-Gratta e netta!- esclamò con un sorriso. La sua migliore amica stava per crederle.
-Sono… pulite! Non
ci credo, Herm! Sei… sei una strega! Lo sei davvero!- la bionda scoppiò a
ridere istericamente e abbracciò l’amica.
-Già, lo sono
davvero.-
-Io… perché non me
l’hai detto prima?-
-Perché non ne
avevo il coraggio, tesoro. Ma… l’ho trovato.-
-Beh, meglio tardi
che mai! Ma perché proprio adesso?-
-Perché… Harry
stamattina mi ha detto che forse trovare il coraggio e la forza per fare
qualcosa che volevo fare da tempo mi aiuterà a trovare il coraggio e la forza
per dimenticare Draco.-
-Vuoi di re che
stamattina il tuo amici mago Harry ti ha detto come fare per dimenticare
il mago Draco?- domandò Sabrina ancora mezza sconvolta dalla grande
rivelazione.
Hermione scoppiò a
ridere.
-Già.-
-Potter, dove
siamo?- domandò Draco scrutando oltre l’imponente cancello di una villa enorme.
-A casa di Ron.-
Il biondo strinse i
pugni.
-E cosa ci facciamo
a casa di Weasley?-
-Ti faccio
scegliere come sfogarti.-
Il ragazzo inarcò
un sopracciglio.
-Cosa cavolo stai
dicendo, Potter?-
-Sto dicendo che
puoi entrare lì e prenderlo a botte oppure entrare lì e dirgli tutto quello che
non gli hai detto l’altra volta. Sono due modi possibili per sfogarsi,
l’importante è che ci sia il confronto con quel pezzo di merda.-
-È questo
l’importante?-
-Certo.-
-Sono d’accordo con
te, Potter. Entriamo.-
Si
smaterializzarono direttamente nella camera da letto del campione di Quidditch.
Il ragazzo stava lucidando la scopa e fece un salto di mezzo metro quando si
accorse dei due nuovi arrivati.
Draco sfoderò la
bacchetta e lo costrinse al muro. Lanciò un’occhiata ad Harry: no, non aveva
intenzione di usarla veramente, serviva solo per spaventarlo un pochino.
-Come andiamo,
Weasley?-
Il rosso deglutì ed
il pomo d’Adamo sfiorò la punta della bacchetta.
-È facile farsi
ascoltare dalle persone quando si è tenuti sotto tiro, vero? Già, è facile.
Quindi ora io farò come tu hai fatto con me: ti terrò sotto tiro e tu mi
ascolterai. Non temere, ho poco da dirti.- fece una pausa per concedersi un
ghigno e poi continuò. –Amo Hermione e Camilla.- Ronald sussultò. –Le amo mille
volte più di quanto le ami tu e questo non cambierà mai. E loro amano me. Io
ho insegnato alla piccola ad allacciarsi le scarpe ed io merito il loro amore.
Io, Draco Malfoy, Serpeverde, figlio di Mangiamorte, cinico e spietato, sono
migliore di te.- gli sibilò in faccia. Si rimise in tasca la bacchetta. Potter
aveva ragione, ora si sentiva meglio. Weasley era senza parole e lui si sentiva
estremamente bene. Non aveva riavuto indietro Hermione, ma era sicuro che il
discorso sarebbe rimasto impresso nella mente di quel bastardo. E che avrebbe
lasciato in pace la sua ragazza. Ex ragazza.
-Visto che funziona,
Malfoy?- chiese Harry con un sorriso. –E non sei neanche dovuto ricorrere alla
violenza.-
Draco sogghignò ed
annuì. Poi tirò un cazzotto sul naso al rosso.
Il ragazzo con la
cicatrice lo guardò sgomento per un attimo e scoppiò a ridere, mettendogli un braccio
sulle spalle.
-Me lo sarei dovuto
aspettare, vero Malfoy?-
-Ovvio, Potter.-
-E adesso che hai
intenzione di fare?-
-Trovare la forza
ed il coraggio di fare qualcosa che non avevo mai fatto per poi riuscire a
dimenticarla.-
Harry spalancò la
bocca.
-Attenzione che
entrano i moscerini, Potter! E comunque, sì, è quello che le hai detto questa
mattina.-
-Come fai a sapere
quello che le ho detto?-
Draco restò in
silenzio.
-Malfoy, come hai
fatto?-
-Non l’ho
abbandonata, Potter. Anche se tutti pensate che l’abbia fatto io non l’ho
fatto. Tutte le mattine vado a casa sua e la osservo quando si sveglia. Sia lei
che la piccola. Quindi sì, so anche che mi vuole dimenticare, che è decisissima
a farlo. Ed ho intenzione di farlo anche io. Ho capito che non sono la persona
adatta a lei e la lascerò in pace. Anche se per darle una mano ci sarò sempre.-
-Ma… stamattina hai
visto che ero a letto con lei. E non mi hai ammazzato. Perché?-
-Perché sapevo che
ci doveva essere un altro motivo, che tu non potevi essere andato a letto con
lei.-
-E come fai ad
esserne sicuro?-
-I Malfoy sono
terribilmente sicuri di sé, Potter. Pensano che nessuna donna dopo essere
andata a letto con loro possa andare a letto con qualcun altro. Sanno già che
rimarrebbero deluse. E poi… tu non mi avresti tradito.-
Harry lo fissò
negli occhi.
-Ti… fidi di me?-
-Sì.-
Silenzio. Silenzio.
Silenzio e ancora silenzio.
-Hai detto una cosa
disgustosa, Malfoy!-
-Io… cazzo, hai
ragione, Potter!-
-Guarda che noi due
siamo ancora nemici!- puntualizzò il moro.
-Mai messo in
dubbio questo.-
-Bene.-
-E toglimi il tuo
schifoso braccio dalle spalle!-
Allora eccomi
tornata! Sono ancora strapiena dal pranzo di Pasqua! Ehm non vi interessa,
vero? Bene, parliamo d’altro. Il capitolo vede come protagonisti i nostri due
carissimi Draco ed Hermione ancora litiganti accompagnati dal buon angioletto
Harry. Devo dire che in questo capitolo Harry mi piace molto. È riuscito a
sistemare tutti e due da solo! Non siete fieri del mio Harriuccio? *-* Io sì!
Avevo pensato ad una bella scazzottata tra Draco e Ron, ma poi ho pensato che
un Malfoy che finalmente riesce a controllare i suoi istinti gli rendesse più
giustizia.
Hermione ha
confessato a Sabrina di essere una strega, ma riuscirà a dimenticare Draco?
Secondo la teoria di Harry dovrebbe riuscirci. Ed anche Draco è deciso a
dimenticarla. Però si vedrà, come sempre niente è detto. Comunque mi sa tanto
che il prossimo sarà l’ultimo capitolo, anche se non ne sono per niente sicura.
Ringrazio: super gaia, patty, mirtilla, kishal (se fosse stata figlia di Draco e fosse assomigliata a lui… sarebbe
bellissima! Ma anche così è tanto carina!), alexandra (accidenti,
mi hai fatto paura! Ho detto a mia mamma che non potevo andare perché tu volevi
gli aggiornamenti e lei mi è scoppiata a ridere in faccia! Che bassa
considerazione che ha di me e delle mie storie… comunque Ron non l’ha pagata tanto cara, ma ho pensato che fosse giusto far fare a Draco il superiore e
fargli dire solamente quello che non gli aveva detto senza spargimenti di sangue.
Ed il cazzotto è stato un regalo per il nostro bel biondino), Sidney, dark angel, romy (uh ma io adoro
le bananeeee! Ehm non vederci troppi doppi sensi ^^’), gb87………………………………………….GRAZIE!!!!!
Capitolo 13 *** Combattere contro i propri demoni ***
QUELLO CHE NON HO MAI FATTO
COMBATTERE CONTRO I PROPRI DEMONI
Draco spense la sveglia magica e sbadigliò stiracchiandosi.
-Ehi, che finezza!- disse una voce in tono divertito. Il
biondo si voltò e fece un cenno al ragazzo che sedeva sulla sua poltrona di
velluto nero.
-Buongiorno a te Blaise. Ora mi guardi anche dormire? Devo
proprio iniziare a preoccuparmi…- ghignò.
-Molto divertente! In realtà sono qui perché ho le
informazioni che mi hai chiesto.-
Il ragazzo fu sveglissimo in un attimo.
-Davvero? Forza, dov’è?-
L’altro ragazzo scosse la testa e tese la mano verso Draco.
-Prima i venti galeoni che mi hai promesso.-
L’Auror sbuffò e tirò fuori le monete d’oro dal borsellino.
-Credevo che fossimo amici.-
-Ho rischiato una Cruciatus per chiedere a Lucius dove fosse
quello che cercavi. Sai quanto sia possessivo il tuo caro paparino. Però
l’ho fatto comunque, per te, amico.- disse il moro mettendosi in tasca i
soldi.
-Come vuoi, Blaise, come vuoi. Dimmi dov’è.-
-Ufficio di Lucius Malfoy, dietro il quadro del Demone del
Fuoco. La parola d’ordine evidentemente non me l’ha detta, ma tu dovresti
arrivarci. Dopotutto è sempre tuo padre, dovresti conoscerlo.-
-Certo, non sarà un problema. Sarà qualcosa tipo “uccidere”,
“sterminare” o “facciamo esplodere tutti”. Ora che so dove si trova andrò a prenderlo
e poi… e poi dimenticherò Hermione.-
Blaise scoppiò a ridere.
-Hai uno strano modo per dimenticare le persone!-
-Me l’ha consigliato Potter.-
-Non credo che Potter intendesse di fare quello che vuoi
fare tu. Non ha senso, Draco. Non ha alcun senso! Come puoi dimenticarla se…
-Le tue chiacchiere non mi faranno cambiare idea, Zabini.
Voglio farlo e lo farò. Potter ha detto anche che devo affrontare le mie paure.
E quella è la mia paura più grande. Così farò due cose in una.-
-E come farai ad entrare?-
-Tu mi farai entrare. Sei un Mangiamorte, credo che
conosca bene la tua casa, no?-
-Certo, come le mie tasche. Ma come farai a muoverti una
volta dentro?-
-Sarò incappucciato, naturalmente.-
Blaise tirò su la manica mostrando il Marchio.
-E con questo? Devo forse ricordarti che tu non ce l’hai?-
Il biondo ghignò.
-Malfoy vuole e Malfoy ottiene. Di là ho una pozione che me
lo farà comparire. Resterà sul mio braccio per dodici ore e poi scomparirà.-
Il moro sospirò.
-Ma devi farlo per forza? Non puoi comprarne un altro?
Sarebbe molto più semplice. Non vale la pena rischiare la vita in questo modo.-
Draco sbuffò.
-Non puoi capire. Ne vale la pena. Se non lo faccio ora non
lo faccio più. Ci sono di mezzo troppe cosa importanti. Me l’ha chiesto mia
madre di tirarlo fuori di lì ed io lo farò. Per lei, per me e per… lei.-
-Non posso fare niente per farti rinunciare, vero?-
L’Auror sogghignò.
-Ovviamente no, sai come sono fatto. Però c’è una cosa che
puoi fare.-
-Cosa?-
Draco saltò addosso all’amico e lo atterrò.
-Ho bisogno di allenarmi un po’. Combatti, Blaise!-
Il ragazzo si massaggiò la schiena dolorante e sfoderò la
bacchetta.
-Sei impossibile, Malfoy!-
-Grazie!-
-Ma Herm… io non… posso! Cioè sarò l’unica non maga
in una casa di… maghi! Non sono mai stata in una casa del genere e non
so come comportarmi!- disse Sabrina giocherellando nervosamente conuna ciocca di capelli. –Voglio dire e se
qualcosa dovesse… volare? Che faccio?-
Hermione sospirò.
-Lo lasci volare, tesoro. Di solito le cose che volano nel
mondo della magia hanno una meta precisa. Sabri, giuro che non ti mollerò un
attimo. Forse all’inizio ti sentirai un po’ strana, ma i Weasley sono gentili,
sono la mia seconda famiglia. E poi ora che abito lì voglio che tu veda la mia
nuova casa. È importante per me, lo sai.- la mora sbatté le ciglia e l’amica
sospirò, vinta.
-Va bene, però… non mollarmi un solo istante!-
-Te l’ho giurato un attimo fa. Forza, tieniti a me che
andiamo.-
Sabrina si strinse alla mora.
-E cos’è che facciamo adesso?-
-Ci smaterializziamo.-
-Smaterializziamo… è una parola eccitante!-
Hermione scosse la testa sorridendo.
-Per te è eccitante quasi tutto, tesoro.-
Scoppiarono a ridere e dopo un attimo si ritrovarono nel
giardino della Tana.
-Ginny,
cara, Fred, George, Harry, sono arrivate! Forza Arthur, alzati da quella
poltrona! C’è la migliore amica di Hermione, voglio fare bella figura!-
La bionda guardò l’amica con espressione confusa.
-Molly.- spiegò l’altra ragazza. –O mamma Weasley. Ha una
voce incredibile, infatti si sente anche da qua fuori. Una grande donna, ma non
farla arrabbiare.-
-Devo prendere nota?-
-Spiritosa… vieni, entriamo.-
Hermione condusse
l’amica dentro casa e subito furono accolte dall’intera, e come sempre molto
rumorosa, famiglia Weasley. Molly si asciugò le mani sul grembiule ed abbracciò
entrambe le ragazze.
-Tu sei Sabrina, vero? L’amica di Hermione. Piacere di
averti in casa nostra, cara! Questo è mio marito Arthur, loro i miei figli,
Fred, George e la più piccola, Ginny. E questo è Harry, amico di famiglia come
Hermione.-
La bionda salutò tutti e una volta che tornò ad esserci un
po’ di pace prese in braccio Camilla e si sedette vicino all’amica.
-Allora, come ti senti?- domandò quest’ultima.
-Il mestolo rimescola da solo e c’è un orologio strano, ma…
piuttosto bene, direi. E poi la fauna maschile non è niente male…-
La mora le lanciò un’occhiata di rimprovero.
-Ma sei appena arrivata!-
-Ma lo zio Harry è tanto carino!- si intromise la bambina
annuendo decisa.
-Tua figlia è molto intelligente, Herm. Harry è… tanto
carino! Senti, sai per caso se è libero?-
Hermione scosse la testa divertita.
-Per quanto ne so è libero.-
-E a te non interessa.-
-Certo che no.-
-Ed è simpatico.-
-Molto.-
-Dolce.-
-Altrettanto.-
-Passionale?-
-Scoprilo tu questo.-
-Quindi… vado a parlargli?-
La mora annuì.
-Certo, vai.-
Sabrina non se lo fece ripetere due volte. Si avvicinò al
ragazzo e gli sorrise.
-Ciao.-
Lui ricambiò il sorriso.
-Ciao. Sabrina, vero?-
-Esatto. E tu Harry.-
-Sì.-
Lui sorrise di nuovo, leggermente imbarazzato. Era da un po’
che non aveva a che fare con una ragazza che non fosse Hermione o al limite
qualche collega. E Sabrina era pure molto carina.
-Quindi noi due siamo più o meno la stessa cosa. Io migliore
amica e tu migliore amico.-
-Beh… direi di sì. ‘Mione ti rimprovera spesso perché non
leggi abbastanza?-
La bionda sbuffò.
-Praticamente ogni giorno.- rispose annuendo.
-Anche a me. Quindi sì, siamo la stessa cosa.-
Restarono zitti per qualche istante, guardandosi. Harry si
passò una mano tra i capelli con il solo risultato di spettinare anche quei
pochi che erano in ordine.
-Senti, Hermione come sta?- domandò. –Voglio dire, con la
storia di Draco.-
-Meglio. Molto meglio. E per quanto ne so è anche merito
tuo. Merito tuo di tutto, se si è decisa dimenticare Draco, e tra parentesi,
anche se con qualche difficoltà, ci sta riuscendo, e se mi ha detto di essere
una strega. Sei un buon amico per lei, parla spesso di te.-
Il moro arrossì appena.
-Grazie. Anche di te parla spesso. Vuoi diventare medico,
vero?-
-Già. Stavo pensando di specializzarmi in chirurgia, ma
ancora non sono sicura. Tu… sai cos’è un chirurgo, vero?-
-Sì, certo. Sono vissuto con i babbani fino agli undici
anni.-
Sabrina strabuzzò gli occhi.
-Con chi?!-
Harry scoppiò a ridere.
-I babbani. Chiamiamo così quelli che non hanno poteri
magici.- poi si rese conto che lei rientrava in quella categoria. –Ma non è una
cosa offensiva, eh.-
Lei sorrise.
-Lo spero bene! Raccontami un po’ di questo mondo, Harry.
Qui… non so, ci sono i medici?-
-Medimaghi e guaritori. Abbiamo un ospedale che si chiama
San Mungo.-
Sabrina annuì e guardò verso Hermione, che alzò i pollici in
segno di vittoria. E così la sua migliore amica ci provava con il suo migliore
amico. E lei? Lei aspettava. Aspettava che arrivasse l’uomo giusto. E
continuava a combattere con il ricordo di Draco. Ed a sperare che qualcun altro
riuscisse a farle vivere le emozioni che le aveva fatto vivere lui.
Camilla si girò verso di lei e le sorrise.
-Sei triste, mamma?-
Lei scosse vigorosamente la testa.
-No, amore. Sono felice. Quando ci sei tu lo sono sempre!-
Draco si tirò ancora più su il cappuccio nero della divisa
dei Mangiamorte e pronunciò la parola d’ordine che gli aveva dato Blaise. Il
quadro che rappresentava il Marchio Nero scivolò ubbidiente e lui si ritrovò
nelle stanze del padre. Arrivare fino a lì era stato facile, non aveva
incontrato quasi nessuno e la sua espressione fredda l’aveva aiutato con i
pochi che gli avevano prestato attenzione.
Senza perdere tempo si avvicinò al dipinto che l’amico gli
aveva indicato e tentò con qualche incantesimo di apertura, anche se sapeva
bene che non avrebbe funzionato: serviva la parola d’ordine. Suo padre le
adorava. Quando abitavano ancora tutti al Maniero bisognava ricordarne almeno
una trentina, ce n’era una per ogni ala della casa e ed una per ogni ufficio.
Però ora la cosa gli tornava utile: sapeva quali il padre preferisse. Ne provò
una quindicina, ma nessuna fece spostare il quadro. Alla fine un’idea gli
balenò in testa. Si chiese perché suo padre conservasse quell’oggetto che ora
lui tanto bramava. All’inizio pensava che fosse semplicemente per il gusto di
non lasciarlo a lui, ma forse…
-Narcissa.- mormorò. Il demone gli rivolse uno
sguardo profondo e ubbidiente scivolò sui cardini. “Allora di mamma almeno un
po’ti importava” pensò Draco ghignando soddisfatto. Iniziò a frugare nella
famigliare confusione di suo padre e in poco tempo trovò quello che stava
cercando. Infilò la scatolina nera di velluto nella tasca interna del mantello
e fece richiudere il dipinto.
-E bravo il mio figliolo.- sussurrò una voce bassa e sinuosa
che il biondo conosceva molto bene. Si girò di scatto con la bacchetta
sguainata. Sorrise sarcasticamente a Lucius.
-Quanto tempo, caro padre. Che piacere rivederti.-
-Il piacere è tutto mio, Draco. Cosa stavi cercando? Non è
questo il tuo posto, rammenti?-
-Certo che ricordo, padre. Io ho scelto che questo
non fosse il mio posto.-
Lucius si avvicinò di qualche passo. Entrambi avevano le
bacchette puntate l’uno contro l’altro, ma nessuno dei due ci badava. Era da
tanto che aspettavano quel momento: la resa dei conti. Erano in parità, uno a
uno, e alla finr poteva restare un unico vincitore. Draco aveva scelto di
schierarsi dalla parte degli Auror, e questo segnava un punto a suo favore, ma
per farlo se n’era andato di nascosto, il padre gli incuteva ancora troppa
paura per dirgli in faccia la sua decisione. E questo segnava un punto a favore
di Lucius. E quel giorno ci sarebbe stato lo spareggio. E tutti e due erano
pronti.
-Ma certo… E dimmi, come sta il caro Potter?-
-Sta bene, non si può lamentare. Certo, se tu ed i tuoi
amichetti non faceste tutte le cazzate che fate staremmo meglio tutti e due.-
Il Mangiamorte sogghignò.
-Lingua biforcuta, figliolo? Ma bene, sei sempre una serpe.
Ma mi sto stancando dei giochetti. Cosa ci fai qui?-
-Sono qui per te, padre. Per… parlare.- rispose Draco
con un ghigno.
-Allora… ho una riunione tra una quindicina di minuti, ma
per ora… si, possiamo parlare. Ma a modo mio, Draco. Dimostra quello che
sai fare, Malfoy!-
Iniziarono a duellare, sfidandosi con lo sguardo. Draco
teneva testa al padre egregiamente. Dopotutto proprio lui gli aveva insegnato a
combattere. Ed il ragazzo aveva imparato bene, dato che ogni errore doveva
pagarlo caro.
-Parla, Draco!- Lucius scagliò una Cruciatus, che l’Auror
riuscì ad evitare per un pelo. –Tuo padre ti ascolta.-
-Non mi fai più paura. Voglio dirti cosa sono diventato.-
disse il ragazzo lanciando contro al padre un altro incantesimo.
-E cosa saresti diventato, Draco? Sono curioso.-
-Tutto quello che non dovevo diventare. Che tu non
volevi farmi diventare: una persona in grado di amare.-
Lucius scoppiò a ridere, attaccando di nuovo.
-L’amore è una cosa stupida. Lo scoprirai da solo.-
-L’ho già scoperto! Ma ci sono riuscito. E quei minuti
vissuti con lei, con questa ragazza stupenda, mi stanno dando la forza
per combattere ora contro di te, padre.- ringhiò Draco toccandosi la guancia
colpita di striscio da un incantesimo.
-Oh, ma che cosa dolce! Sei qui per lei… Davvero molto commovente.
Cosa le hai detto, ti porterò la testa di mio padre come mio pegno d’amore?
Carino…-
-In realtà…
Non riuscì a finire la frase perché il Mangiamorte era
riuscito a colpirlo. Cadde a terra, stringendosi la mano contro il fianco, dove
era stato ferito.
Lucius ghignò soddisfatto puntandogli la bacchetta alla
gola.
-Bene, bene, bene. Malfoy senior ha vinto, sembrerebbe.
Addio, figliolo. Avresti dovuto ascoltarmi. Qui saresti stato al sicuro,
saresti stato forte, avresti avuto il potere. Ma tu no, testardo di un
ragazzino, hai dovuto fare di testa tua! Stupido. Ed ora finisce tutto. Avada…
-Avada Kedavra!-
Draco fissò il corpo esanime del padre steso a terra. Alzò
lo sguardo ed incontrò gli occhi di Blaise. Si sorrisero. Un sorriso sincero,
insolito da vedere sulla bocca di entrambi.
-È il primo omicidio di cui non mi pento.- ghignò il moro
aiutandolo ad alzarsi.
-Blaise, ti scopriranno.-
-Infatti ora me ne vado. Nessuno dovrebbe sapere che sono
stato qui, non preoccuparti. Non mi farò vedere per un po’ di tempo, dillo a
Potter.- Draco annuì dandogli un’amichevole pacca sulla spalla.
-Quando si accorgeranno dell’omicidio di mio padre? Quanto
tempo ho per uscire di qui?-
-Lascia perdere. Ti ho procurato una passaporta che ti
depositerà a Malfoy Manor e si disintegrerà nel giro di qualche secondo,
nessuno ti potrà seguire.-
Dei rumori di passi veloci riecheggiarono per i corridoi.
-Grazie amico. Ora vattene.-
-Vattene anche tu. Va’ a casa, fatti una doccia, mettiti i
vestiti più sexy che hai e finisci la tua opera. E stendili tutti. Il primo
passo è già fatto. Buona fortuna con la tua Mezzosangue.-
-Ci rivedremo, Blaise. Dovessi venirti a prendere con la
forza.-
Il moro sogghignò.
-Eccolo, ora si è esaltato.- Poi scomparvero insieme.
Draco si ritrovò a Malfoy Manor e si spolverò il mantello.
Un gesto per levarsi di dosso tutta la stanchezza che l’incontro avuto un
attimo prima gli aveva scaricato addosso.
Fece una giravolta nel Salone d’ingresso e sorrise ad un
Potter che trafelato scendeva le scale.
-Malfoy! Malfoy, sei qui! Per la barba di Merlino, sei
vivo?-
Il biondo spalancò la braccia e fece un altro giro.
-A te cosa sembro?-
-Dannatamente stupido!-
Draco scoppiò a ridere.
-E così hai saputo… Chi ha parlato?-
-Blaise, naturalmente. Tu sei un completo idiota! Potevi
essere morto!- sbottò Harry passandosi le mani sugli occhi. –Mi sono
spaventato, cazzo!-
-Il soprannome che ti ho dato a scuola era proprio
azzeccato… San Potter. Adesso ti preoccupi anche per me? Non dovresti. Non sono
io il Malfoy che è morto.-
-Cosa… Lucius! Lucius è morto?-
Il biondo ghignò.
-Lucius è morto.- confermò.
-Io… non ci credo. Hai ucciso tuo padre?-
-Non io. Blaise. Ma io ho fatto quello che hai detto tu, ho
vinto le mie pure, ho fatto quello che non avevo mai fatto prima. Ho parlato
con mio padre.-
Harry sorrise tristemente.
-Allora… l’hai fatto per Hermione. Ora puoi dimenticarla.-
-Non ancora. Manca una parte che completerò domani. Ma… sì,
sono sulla buona strada.-
-Buon per te, Malfoy. Ora vai a lavarti, puzzi di Mangiamorte.-
Si scambiarono uno sguardo.
-E non fare mai più quello che hai fatto oggi. Erano tutti
spaventati, idiota. Infilarsi nel covo di quei bastardi da solo è una follia.
Giurami che non farai mai più una stronzata simile.-
Draco ghignò.
-I miei giuramenti valgono ben poco, Potter. Tendo a
dimenticarli.-
Harry sbuffò.
-Lo so benissimo. Ma giuralo lo stesso.-
-Lo giuro.-
Il moro sorrise soddisfatto e si girò per andarsene. Dopo un
secondo tornò indietro e sospirò.
-Malfoy, sei un bambino.-
L’altro sorrise innocentemente.
-E per quale motivo, se è lecito chiedere?-
-Perché hai fatto crocini dietro la schiena.-
Accidenti, credevo che questo fosse l’ultimo capitolo ed
invece mi è venuto più lungo del preisto, quindi… è solo il penultimo! E io che
volevo che l’ultimo capitolo fosse il numero 13!! E non provate a toccare
ferro! Io sono nata venerdì 13 e ne vado fiera! ( e tutti: e a chi interessa?!)
Vabbè, lasciamo perdere…
Ringrazio: super gaia, patty, donnasole
(Draco sta preparando una bella sorpresa a tutti… Non l’ha dimenticato
il suo orgoglio, si sta solo organizzando! Eheheh…), hermy92
(grazie veramente, ma veramente tanto, ricevere complimenti del genere riscalda
il cuore…), yeran (che dici, Sabrina si è ripresa? Eheheh direi
proprio di sì…), missBecker, Sidney (e così questo
chap non è l’ultimo, ma il penultimo… e sono felice che ti sia affezionata alla
mia storia!), mirtilla, bimba88, alexandra
(ehm, che dire… visto, non è questo l’ultimo capitolo!), dark angel,
gb87 (ehm, allora, l’incantesimo non ha funzionato, ma sarà
perché non funziona tramite commento o perché la storia d’amore fra Draco ed
Herm non finisce così? Eh mistero! ^^), saliban, orsa
minore, angelee (se ci fossero ancora altre più
recensioni mi farebbe piacere, ma… va già benissimo così! E come dice sempre il
mio prof di latino quando invece di essere in 20 siamo in 10: pochi ma buoni!
Eheheh)………………………………………………………….GRAZIE!!!!!!!!!!
Draco si insaponò i capelli, chiuse gli occhi e si ficcò
sotto al getto della doccia. Tolse tutto lo shampoo passando le dita tra i
biondi ciuffi bagnati. Non voleva avere addosso nemmeno un residuo degli incubi
che lo avevano tormentato quella notte. Non per il momento, almeno. Sapeva
benissimo che avrebbe dovuto riflettere su quello che era successo, ma si
poteva rimandare. Dopotutto aveva visto morire suo padre, ma c’era anche da
dire che suo padre non avrebbe esitato ad ucciderlo. Anzi, se non fosse stato
per Blaise ora sarebbe morto. E questo senz’altro spiegava il motivo per il
quale non era troppo sconvolto dall’accaduto. Però rimanevano lo stesso dei
passaggi da rivedere, su cui rimuginare. Ma non quel giorno.
Si legò un asciugamano di spugna attorno alla vita ed andò
in camera. Spalancò l’armadio ed iniziò a guardare con aria critica i vestiti
appesi. Gli sembrava di non avere niente di adatto. Sbatté qualche paia di
pantaloni eleganti sul letto e li analizzò uno per uno. Troppo lungo, troppo
pesante, troppo chiaro. Sbuffò. “Porca miseria, Malfoy, stai diventando una
femminuccia!” si disse prendendo i primi pantaloni che gli capitarono sotto
mano. Dopotutto che differenza avrebbe fatto l’abbigliamento? Nessuna. Sarebbe
stata l’ultima cosa che lei avrebbe guardato. O forse no. Se lo avesse
ucciso forse dopo i vestiti li avrebbe guardati. Scacciò il pensiero e finì di
abbottonare la camicia di seta. Si dette un’ultima sistematina davanti allo
specchio e poi scese le scale.
-Io vado, Potter!- gridò verso il Salone.
Il moro comparve con un panino in mano.
-E dove vai vestito così? A qualche matrimonio?-
Il ragazzo arrossì, cosa piuttosto insolita.
-Perché parli di matrimonio, Potter?- domandò evitando il
suo sguardo.
-Così. Perché il fatto che io parli di matrimonio ti crea
qualche problema?-
-Non mi crea problemi.- mentì il biondo. –Ma non vedo perché
tu ne debba parlare.-
Harry lo scrutò.
-Stai per combinare qualcosa.-
Un sorriso tirato.
-Già.-
-E non vuoi dirmi cosa?-
Draco sogghignò.
-Evidentemente no.-
-Lo scoprirò lo stesso.-
-Ah, questo è sicuro!- disse
Harry lo fissò un attimo.
-Che vuoi dire?!-
Ma non ricevette alcuna risposta: il biondo era già sparito.
Hermione era sdraiata sul suo letto e stava ripassando per
l’esame di fine anno, quando qualcuno bussò alla porta.
-Avanti!-
Harry entrò e si sedette accanto ai suoi piedi.
-Ciao.- la salutò allegramente.
-Ciao. Sei particolarmente felice oggi.-
Il ragazzo le sorrise.
-Già!-
-E forse, ma solo forse, dipende dal fatto che ieri sera sei
uscito con Sabrina.-
Harry arrossì appena.
-Forse, ma solo forse, sì.-
Hermione inarcò un sopracciglio.
-Ti è saltata addosso per caso?-
-No! Certo che no!-
-Allora vuol dire che le piaci… Sai, lei è un po’
esuberante, ma quando un ragazzo le piace cerca di contenersi. Le dà fastidio
che le persone la etichettino come “facile” solo perché quando le va di fare
una cosa la fa senza farsi troppi problemi. Ed ha ragione, naturalmente.-
Lui la guardò serio.
-Io non penso assolutamente che lei sia “facile”. La conosco
poco, ma non mi sembra una ragazza frivola. Ha un carattere forte, questo sì,
ma mi piace.-
-Ti piace…
-Beh, ieri sera ho passato una bella serata, sono stato bene
e mi sono divertito. Quindi… diciamo che vorrei poter uscire ancora con lei, ecco.-
-Bene. Lei mi ha detto la stessa cosa. E dire che aveva
paura di conoscervi…-
Restarono per un attimo in silenzio, entrambi persi nei
propri pensieri. Lui stava pensando se dirle o no che Draco si era infilato nel
covo dei Mangiamorte per dimenticarla, lei invece rifletteva su come si sarebbe
sentita una volta che la sua migliore amica ed il suo migliore amico si fossero
messi insieme. Sarebbe stata felice? Si sarebbe sentita sola? Avrebbe… dov’era
Draco? A quel pensiero sussultò. Perché le era venuto in mente? Perché in quel
momento? Stavano parlando di Sabrina e poi…
-‘Mione, c’è qualcosa che non va?- disse Harry vedendo la
sua espressione confusa.
-Io… no. Solo… mi è venuta in mente una cosa stupida, niente
di importante.-
Il moro la scrutò.
-Ieri è morto Lucius Malfoy.- le comunicò.
Lei rimase in silenzio per qualche attimo.
-Non è una gran tragedia, vero? Era un Mangiamorte da quanto
ne so.-
-Già. Però Malfoy…Draco…
-Gli è successo qualcosa?- domandò Hermione allarmata.
-No. No, non preoccuparti, sta bene. Si è infilato là dentro
da solo ed ha combattuto contro Lucius. Malfoy Senior era riuscito ad
atterrarlo e stava per ucciderlo, ma è arrivato Blaise. L’ha ucciso lui. Stanno
tutti bene. Quelli che contano, almeno.-
La mora annuì.
-Ma perché me lo stai dicendo, Harry? A casa Weasley se c’è
qualcosa che non manca mai sono il caffè, gli scherzi dei gemelli e la Gazzetta
del Profeta. Probabilmente l’avrei saputo appena scesa di sotto.-
-Sì, ma… non c’è scritto com’è successo. Io invece volevo
che tu sapessi che era andato da lui. Perché… hai presente il discorso che ti
ho fatto? La mia teoria per dimenticarlo? Beh… l’ha sentita anche lui.-
Hermione corrugò la fronte.
-Come l’ha sentita?-
-L’ha… cioè, gliel’ho detta. E… era quella la cosa che non
era mai riuscito a fare. Parlare con suo padre.-
-L’ha fatto per dimenticare me?- mormorò spalancando la
bocca. –Ha rischiato la vita per dimenticarmi? Mi…- due lacrime le rigarono il
volto. -…odia così tanto?-
Harry l’abbracciò stretta.
-No, non ti odia affatto. Anzi, il sentimento che prova per
te è talmente intenso che ha dovuto addirittura rischiare la vita per solo riuscire
a trovarelaforza per dimenticarti. Draco Malfoy è… un
grande uomo.-
Hermione annuì stringendosi di più all’amico.
-Ma perché non torna da me, Harry? Perché?! Cos’ho fatto? Io
non l’ho dimenticato. Non ci riesco. Non ci riesco, cazzo!-
Il ragazzo sospirò.
-Lo sapevo che la mia teoria non avrebbe funzionato. Era una
cazzata, eh?-
Lei nonostante tutto sorrise.
-Già. Era una cazzata.-
-Comunque… io non lo so perché non torna da te, Hermione.
Non lo capisco. Mai riuscirò a capire come funziona la mente contorta di
Malfoy, so solo che non ti ha abbandonata. Non veramente.-
La mora alzò le spalle.
-Non riesco a crederti, Harry. Mi dispiace.-
Draco si materializzò vicino all’asilo di Camilla e poi si
incamminò a piedi verso di esso. Notò subito la bambina seduta con aria
sconsolata davanti all’entrata.
Si avvicinò con passo incerto, non sapendo che reazione
aspettarsi. Si tranquillizzò un poco quando la bimba lo vide e gli si fiondò
addosso. Gli si aggrappò al collo soffocandolo quasi. Lui le diede un bacio
sulla guancia e poi la depositò a terra.
-Come… Come stai, piccola?-
Camilla lo squadrò intensamente.
-Sei andato via, Draco. Adesso sei tornato?-
-Io… non lo so ancora, piccola. Però adesso sono qui. Adesso
sono con te, qui. Dov’è la tua mamma?-
Una donna sulla trentina li raggiunse correndo e guardando
il biondo con espressione sospettosa.
-La signorina Granger non è ancora arrivata. Lei chi è?-
-Lui è Draco.- rispose la bambina per l’Auror. –Draco è… un
mio amico. Siamo amici, vero Draco?-
Il ragazzo sorrise.
-Certo che siamo amici.-
-Quindi posso andare a giocare con lui sulle altalene,
maestra?-
-Non posso lasciarti con qualcun altro senza
l’autorizzazione della tua mamma, Camilla.- disse dispiaciuta la donna.
Sembrava che il ragazzo e la bambina fossero molto affiatati.
Draco le regalò il suo sorriso più seducente.
-Neanche se stiamo nel cortile della scuola? È da parecchio
che non vedo la piccola Camilla e vorrei stare un po’con lei.-
La maestra sorrise.
-Credo che questo si possa fare.-
Il ragazzo portò la bambina sull’altalena e la fece sedere
sulle sue gambe.
-Allora, raccontami qualcosa. Cos’è cambiato da quando sono
andato via?-
Camilla lo guardò seriamente.
-No. Prima raccontami tu perché sei andato via.-
-Sono cose da grandi.-
-Ma mamma piangeva.-
Una fitta al cuore colse Draco inaspettato. L’aveva fatta
piangere.
-Mi dispiace, ma… tante volte le cose si complicano e poi le
persone non sanno cosa fare.-
-Quando la mamma si arrabbia io le chiedo scusa e lei mi
perdona sempre.-
-Ora non posso semplicemente chiedere scusa, è troppo tardi
per fare una cosa del genere, piccola.-
La bambina gli puntò contro un dito.
-Dovevi tornare subito! Invece sei stato via tanto tempo e
la mamma era tanto triste.-
-Io non volevo che fosse triste, ma non potevo
tornare! Avevo… paura. Paura che ci fosse il tuo papà a casa con voi, che la
tua mamma avesse preferito…
-La mia mamma ti ama, Draco.- lo interruppe Camilla. Lui
sorrise.
-Come fai a dirlo, piccola?-
Lei alzò le spalle.
-La mamma l’ha detto allo zio Harry. Cosa vuol dire che ti
ama, Draco?-
-Vuol dire che… è una cosa bella. È quando una persona vuole
stare con un’altra persona e dividere tutto e… fare delle cose insieme, volersi
bene. Adesso sei troppo piccola per capire, ma è una cosa importante.-
-E tu la ami, Draco?-
-Io… la amo. Amo anche te. Però adesso non so cosa possa
provare Hermione per me, dopo tutto quello che è successo. Spero solo che non
mi odi.-
Hermione corse giù dalle scale, afferrò le chiavi dell’auto
e si fiondò fuori dalla porta.
Guidò più veloce che poté ed una volta arrivata davanti
all’asilo di Camilla guardò l’orologio: era in ritardo di ben venticinque
minuti.
La maestra la stava aspettando davanti all’entrata con un
sorriso.
-Io non ho dimenticato mia figlia!- esclamò la mora con una
nota di panico nella voce. –Ero a casa e…
L’altra donna scosse la testa.
-Non preoccuparti, Hermione, è tutto a posto. Camilla è a
giocare con un ragazzo, uno che…
-Un ragazzo? Chi? Hai lasciato mia figlia con uno
sconosciuto?!-
-Calma, Hermione. Un ragazzo biondo è venuto a prenderla, ma
naturalmente non l’ho lasciata andare con lui. Però poi Camilla mi ha chiesto
di poter giocare con lui nel cortile della scuola e non ci ho visto nulla di
male, dato che spesso l’avevo visto con te…
Il cuore della ragazza era a mille.
-Un ragazzo… biondo…
-Già e si chiamava…
-Draco! Si chiama Draco e lui… Cristo Santo, dove sono?-
La maestra le indicò il cancelletto del cortile ed Hermione
iniziò a correre. Se era veramente lui… Se era veramente Draco… Si fermò vicino
ad un albero e trattenne il fiato. Guardò verso il parco giochi e vide sua
figlia seduta sulle gambe di Draco. Lui le faceva il solletico, come sempre, e
lei rideva. Come prima che succedesse tutto, come prima che… perdesse fiducia
in lui.
Si avvicinò piano, cercando di far tornare regolare il
respiro. Si fermò a meno di un metro da loro.
Draco si sentì osservato ed alzò lo sguardo. Lei era
lì, davanti a lui. Era bella, bellissima ed il biondo non desiderava altro che
abbracciarla e stringerla forte e non lasciarla andare più. Ma non poteva.
Hermione non l’avrebbe permesso, prima le doveva delle spiegazioni. Posò
Camilla per terra e si alzò in piedi.
-Va’ dalla maestra, piccola.- disse cercando lo sguardo
della mora. Sguardo che non trovò. La bambina se ne andò senza dire niente.
Aveva capito che Draco e la sua mamma dovevano parlare di cose da grandi.
Hermione si fece coraggio ed alzò la testa.
-Ciao, Draco.- mormorò.
-Hermione… ciao.-
-Cosa ci fai qui?-
-Devo fare una cosa. Devo dirti una cosa.-
La mora si morse il labbro inferiore. Era una situazione
stranissima. Aveva sperato tanto che tornasse da lei, ma per quanto volesse
saltargli addosso, baciarlo e non smettere più, si sentiva tremendamente
arrabbiata con lui.
-Cosa? Credevo volessi dimenticarmi.-
-Dimenticarti…
-Già, dimenticarmi. Harry mi ha detto quello che è successo
con tuo padre.- disse in tono duro.
-Sì, volevo dimenticarti ed ho anche un modo speciale per
riuscirci. Lo stesso che Potter ha consigliato a te. Ma mi manca una cosa per
completare un piano. Ed ho bisogno di te per farlo.-
Hermione rise sarcasticamente.
-Cosa vuol dire Draco?-
-Vuol dire che… dovresti ascoltarmi. E poi… darmi una
risposta. A prescindere da quale sarà la tua risposta io avrò la forza per
dimenticarti. Se lo farò o meno invece dipenderà da quello che tu mi dirai.-
La mora si strinse nelle spalle. Stava per chiederle di
rimettersi con lui? Probabilmente sì, o almeno era quello che aveva intuito
dalle sue parole. Cosa gli avrebbe risposto? Sì, sì e mille volte sì.
-Cosa devo fare, Draco?-
-Ascoltami.-
La ragazza annuì.
-Certo. Parla.-
-Quando Weasley è venuto a casa tua me ne sono andato perché
avevo… paura. Una paura terribile che tu potessi scegliere per il bene di
Camilla di… non so, rimetterti con lui. In un attimo con le parole di Weasley
mi sono sentito inadatto per te. Per voi. Per essere un padre e, magari, un
marito. Sono un tipo strano, lo so bene, faccio un lavoro che spesso mette a
rischio la mia vita e quella delle persone a cui voglio bene. Ho pensato che
fosse giusto per tutti e tre sparire.- spiegò il ragazzo torcendosi le mani.
-Avresti potuto parlarne con me, Draco. Ti avrei detto di
come ho sbattuto Ronald fuori di casa mia e di come per me e per Camilla fosse
impensabile vivere senza di te. Soprattutto così all’improvviso. Neanche
immagini quante volte Camilla mi ha chiesto se la andavi a prendere tu
all’asilo e le ho dovuto rispondere che no, che non ci saresti andato perché
non sapevo nemmeno dove fossi.-
-Mi dispiace di avervi fatto soffrire. Non era mia
intenzione. So che sarei dovuto tornare, ma… orgoglio Malfoy, cerca di capire.
Ero scappato. Non mi era mai successo e non sapevo cosa fare. E così ho pensato
che se non ti avessi più vista…- sorrise amaramente. –Ma ho capito che non
funziona così. Non sono riuscito a dimenticarti. Vedevo Potter tutti i giorni e
sapevo che aveva passato del tempo in tua compagnia ed ero tremendamente
geloso. Cattivo addirittura.-
-E cosa ti ha fatto cambiare?-
-Il discorso di Potter. Ora non ti arrabbiare, ma siamo
andati a casa di Weasley.- l’espressione di Hermione mostrava il terrore. –Non
gli ho fatto niente, solo un pugno, ma quello che importa è che gli ho detto
delle cose importanti. Gli ho detto che… amo te e Camilla.-
Lei non riuscì a trattenere un sorriso.
-Tu ci…
-Io ti amo.- sussurrò Draco chiudendo gli occhi. Si
inginocchiò davanti alla mora e tirò fuori una scatolina di velluto. Lesse la
sorpresa nei suoi occhi. La aprì e la tese verso di lei.
-Vuoi sposarmi, Hermione Granger?- domandò con il cuore che
gli batteva forte.
Hermione guardò l’anello con inciso un serpente, il simbolo
dei Malfoy. Al posto degli occhi due brillanti, la scritta Malfoy accanto
all’animale. Draco le aveva appena chiesto di sposarlo. Di diventare sua
moglie. La signora Malfoy.
-Io… Non lo so, Draco.- balbettò con la voce incrinata
dall’emozione. –Anche io ti amo, ma… Non credo di essere pronta per un passo
del genere. Devo finire l’università e…
Lui si alzò e la zittì con un bacio. Poi l’abbracciò forte.
Hermione ricambiò la stretta e poi si staccò di un poco.
-Ho appena rifiutato di sposarti, Draco.-
-Ho avuto così paura che tu dicessi di sì!-
La mora sorrise.
-Cosa vuol dire, che me l’hai chiesto ma che speravi che
dicessi di no?-
-No, se tu avessi detto di sì sarei stato comunque
felicissimo, ma… non credo di essere ancora pronto per una cosa come il
matrimonio. Però tu lo accetti l’anello, vero?-
La ragazza lo strinse di nuovo.
-Certo che lo accetto. È bellissimo, sai?-
-È quello di mia madre. Quando è morta mi ha lasciato una
lettera e nella quale c’era scritto di donare quell’anello alla persona che
amo. Le ho promesso che l’avrei fatto. L’ho conservato gelosamente fino a quando
non c’è stata la battaglia a Malfoy Manor. Noi abbiamo conquistato la casa, ma
mio padre non so come si è portato via l’anello. Grazie a Blaise sono riuscito
a sapere dove lo teneva quel bastardo e ieri sono andato a prenderlo. Per te.-
Hermione lo baciò con passione.
-Sono onorata. Davvero.-
Si avvicinarono per baciarsi di nuovo, ma vennero interrotti
da Camilla che arrivò correndo.
-Mamma, Draco!-
La mora si staccò dall’Auror per prendere in braccio la
bambina.
-Vi siete rimassi insieme!-
Il biondo le sorrise.
-Sì, piccola.-
-Vuol dire che non te ne andrai?-
-No.-
-Mai più?-
Draco si grattò la testa.
-Beh…
-Mai più?- ripeté la bambina guardandolo severamente.
-Farò del mio meglio, piccola.-
Dio, è finita davvero! Sono soddisfatta, mi piace come è uscita!
Ora sono un po’triste, mi piaceva da morire scrivere questa storia, ma sto già
pensando ad un bell’epilogo piccolino piccolino da regalarvi e poi credo che mi
metterò a lavorare ad un'altra fic. Non posso stare troppo tempo senza scrivere
^^! Comunque un grazie enorme a tutti quelli che hanno letto la mia ff e a
tutti quelli che hanno commentato. Mi avete dato una carica enorme! È la mia
prima storia a più capitoli di Harry Potter che ho scritto ed all’inizio non
sapevo se sarebbe piaciuta, se sarei riuscita a finirla ecc, ma alla fine è
andata bene. Ok, passiamo ai ringraziamenti che sennò divento triste…
Ringrazio:
Saliban: grazie! Anch’io sono un po’ triste,
ma… prometto che mi darò da fare con un’altra fic! Grazie di aver letto la mia
storia!
Super gaia: mille grazie! Sei stata fantastica
in tutte le tue recensioni, sono davvero contenta che la mia ficcy ti sia
piaciuta!
Mirtilla: già purtroppo tutte devono finire…
ma non ci si può fare niente! Grazie di aver letto la mia storia e grazie anche
per i complimenti!
Patty: carissima Patty,
tu sei stata davvero preziosissima con le tue recensioni! Mi dispiace di aver
fatto morire Lucius… Eheheh… Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta!
Grazie di tutto!
Lily2000: allora in questo capitolo tutte le
tue domande hanno avuto una risposta! Grazie per aver detto che la fic è bella
e avvincente!
Gb87: eh visto che è finita bene la storia?
L’ho scampata! Eheheh… Comunque sì ho letto le storie e sono molto belle, ma
non ti dico di più perché voglio commentare nello spazio delle recensioni (e
prometto che lo farò presto, appena ho un po’ di tempo!) Grazie per i
complimenti!
Bimba88: non avrei mai potuto far morire
Dracuccio adorato! Comunque dai non piangere, non è necessario! Grazie per i
complimenti!
Sidney: sono contenta che ti piaccia e
concordo con te: Grande Blaise! Grazie per aver letto e commentato, io ce l’ho
messa davvero tutta!
Maryon: grazie grazie
grazie grazie grazie grazie grazie grazie! Sono contenta che tu abbia trovato
bello bello bello bello bello bello… il mio capitolo!
Dark angel: grazie! Anche a me mancherà
scrivere più i nuovi chap della mia fic! Eheheh contentissima che tu abbia
letto la mia storia fino in fondo!
Hermione affondò il naso nei soffici capelli biondi di
Draco. Adorava l’odore che aveva al mattino… e anche quello che aveva in tutte
le altre ore del giorno, naturalmente. Ma quello che aveva al mattino era
speciale, sapeva… di loro. Del loro amore. Si strinse di più a lui e poi aprì
gli occhi.
-Buongiorno, signorina Granger.- la salutò lui sorridendole.
Tutte le mattine si svegliava prima, ma non si alzava mai, restava a guardarla
dormire.
-Buongiorno a lei, signor Malfoy. Come si sente?-
Draco scrollò le spalle.
-Prevedo una giornata molto lunga.- mugugnò tra i denti.
Hermione gli diede un bacio a fior di labbra.
-Resisterai.-
Il biondo le sorrise maliziosamente.
-Ci sarebbe qualcosa che potrebbe aiutarmi a sopportare
meglio, sai?-
Lei si lasciò attirare contro quel corpo forte e scolpito
che ogni notte le teneva compagnia in quel grande e lussuoso letto.
-Davvero? E cosa?-
Il ragazzo iniziò ad accarezzarle la schiena con movimenti
lenti e sensuali. Prese a baciarle il collo, la spalla, poi risalì verso la
mandibola, gli zigomi, fino ad arrivare alle labbra carnose. La baciò prima con
dolcezza e dopo con una passione sempre crescente.
-Draco…- gemette piano la ragazza. –Non possiamo.-
-E perché? Hermione è da una settimana che non…
Un leggero toc toc li fece sussultare. La mora sorrise.
-Ecco perché.- disse sottovoce. E poi, alzando il tono. –Chi
è?-
-Sono io!- esclamò una voce familiare ad entrambi.
Draco lasciò andare Hermione e si coprì con il lenzuolo.
-Entra pure, piccola.-
Camilla aprì la porta e si distese tra il biondo e la mora,
dando un bacio prima a lui e poi a lei.
-Non chiamarmi piccola, papà.- lo sgridò. –Oggi compio dieci
anni!-
La madre le sorrise.
-Lo sappiamo che oggi compi dieci anni, tesoro. Hai iniziato
a ricordarcelo due settimane fa! Comunque auguri, Camilla.-
-Grazie, mamma. Sono venuta a chiederti se posso andare con
la zia Ginny a fare compere. Ha detto che mi viole regalare un vestito nuovo,
ma che devo sceglierlo io.-
-Non lo so…- sospirò Hermione sorridendo. –Dici di lasciarla
andare, Draco?-
-Io dico di no!-
Camilla spalancò la bocca, indignata.
-Papà, io voglio andare! Perché non…
Il biondo scoppiò a ridere.
-Scherzavo, piccola. Va’ pure.-
La bambina richiuse la bocca e lo abbracciò.
-Grazie! Siete i genitori migliori del mondo!-
Una volta rimasti soli Draco fissò Hermione.
-Dov’eravamo rimasti?- domandò riprendendo a baciarla.
-Dai, Draco…
Lui sbuffò.
-E ora che c’è?- borbottò imbronciato.
-Dobbiamo preparare la festa per Camilla.-
-Hermione, abbiamo un centinaio di elfi domestici, non
possono farlo loro?-
Lei si alzò ed iniziò a vestirsi.
-Certo che no! A parte il fatto che non trovo giusto far
lavorare gli elfi domestici per il semplice fatto che noi dobbiamo farealtro,
la festa per i dieci anni di mia figlia la voglio preparare io!-
Il ragazzo andò in bagno, ormai rassegnato.
-Però stasera mi devi dedicare un po’ di tempo!- esclamò.
-Stasera ti dedico tutto il tempo che vuoi, tesoro!-
Il Salone delle Feste di Malfoy Manor era più bello del solito,
con drappi dorati appesi alle pareti ed una marea di palloncini colorati che
magicamente fluttuavano in aria. Sabrina ballava stretta ad un collega di
Hermione, un famoso fotografo della Gazzetta del Profeta, Harry intratteneva
un’animata discussione con Ginny, da appena un anno sua moglie. Molly, in
cucina, dava ordini ai poveri elfi domestici, Fred e George discutevano con
Remus Lupin riguardo ad alcuni fuochi d’artificio che avevano da poco
progettato, mentre le rispettive ragazze, gemelle anch’esse, parlavano tra
loro. Era una cosa stranissima vederli tutti e quattro assieme, sembravano
un’allucinazione.
Draco stava versando un altro bicchiere di Champagne ad
Hermione, quando Camilla corse loro incontro.
-È arrivato papà!- esclamò saltellando intorno al tavolo del
rinfresco. –Andiamo a salutarlo?-
La ragazza le sorrise.
-Certo, ora andiamo.- lanciò un’occhiata al biondo. –Vieni,
Draco?-
-Io…- sospirò, incontrando lo sguardo speranzoso della
bambina. –Sì, vengo.-
Mise un braccio attorno alle spalle della mora ed insieme si
avvicinarono alla coppia che era appena entrata.
-Weasley.- salutò acidamente.
-Malfoy.- rispose il rosso con lo stesso tono.
Hermione sorrise alla donna che accompagnava il famoso
portiere.
-Ciao, Calì. Auguri per il matrimonio. Camilla mi ha
raccontato che è stata una bella cerimonia.-
Ronald strinse la mano della moglie.
-Già, molto bella. E voi ancora non avete fissato la data
delle nozze? Hermione porta quell’anello al dito da tanto tempo che
probabilmente si è dimenticata anche il giorno in cui glielo hai regalato,
Malfoy.- disse sfidandolo con lo sguardo.
Camilla guardò prima il rosso e poi il biondo.
-Anche mamma e papà si sposeranno presto.- sospirò. –Papà
Draco, intendo.-
Ron diede un bacio sulla guancia alla figlia.
-Ma certo. Ma mamma e papà Draco ti daranno anche un
fratellino?- domandò sfiorando con una mano la pancia ancora piatta di Calì.
La bambina prese a saltellare, eccitatissima.
-Avrò un fratellino?-
La neo signora Weasley le sorrise.
-Un fratellino o una sorellina, ancora non lo sappiamo.-
-Complimenti!- esclamò Hermione cercando di distrarre Ron e
Draco, che si stavano guardando in cagnesco. –Sono molto contenta per voi!-
Calì la ringraziò con lo sguardo. Non voleva assistere a
nessuna scenata, data soprattutto la vecchia amicizia che la legava alla mora e
la nuova che la legava alla primogenita del marito.
-Grazie. E comunque…- lanciò un’occhiataccia al rosso. -…
c’è tempo per avere figli, Ron. Inoltre loro hanno già Camilla, no?-
-Hanno Camilla, è vero. Una Weasley c’è già.-
Draco grugnì.
-Una Malfoy, veramente.- lo corresse.
La bambina sbuffò.
-Una Granger.- precisò facendo ridere le due donne.
Sabrina si sorresse ad Hermione per non cadere per terra.
-La nostra Camilla è una grande!- esclamò tra una risata e l’altra.
La mora guardò verso la figlia, che stava obbligando i suoi due
padri a fare delle foto con lei in mezzo, abbracciata a tutti e due. In effetti
le facce disgustate del rosso e del biondo erano uno spettacolo unico.
-Beh, è figlia mia!-
-Ma ha preso anche da me! La furbizia, quella è tutta mia!-
La mora abbracciò l’amica.
-Okay, te lo concedo.-
-Ah grazie! Comunque Ronald e quella ragazza, Calì, vi hanno
battuti. Sposati ed in attesa di un figlio. Draco ti ha chiesto di sposarlo?-
Hermione sospirò.
-Sì, circa quattro anni fa. E gli ho risposto di no.-
-Scema. Intendevo se te lo ha chiesto di nuovo.-
-No, non ancora. Però credo che lo farà prima che Camilla
andrà ad Hogwarts. Sai, mi ha detto che vuole un’altra Malfoy a mantenere alto
il livello della famiglia nella carriera accademica. Spero che non rimanga
deluso… è figlia anche di Ron.-
L’amica le tirò una pacca sul braccio.
-Sei cattiva, Herm!-
-Grazie! E comunque sposarmi non è una cosa che deve
succedere subito, va bene anche così.-
Sabrina sorrise.
-Vorrei ben vedere! Vivi in un castello, hai una figlia che
presto andrà ad Hogwarts, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno puoi rivolgerti
ai due Auror più famosi del mondo della magia, uno moro, che trovi a due metri
dalla tua stanza, ed uno biondo, che trovi direttamente nel tuo letto. Una quasi
suocera che cucina prelibatezze, dei quasi cognati che ti forniscono
decorazioni gratis per le varie feste che organizzi nella tua reggia, una quasi
cognata Medimaga che ti cura direttamente a casa, il vero padre di tua figlia
che le regala scope costosissime ad ogni compleanno.- le puntò contro un dito.
-Una migliore amica simpaticissima! La tua vita è perfetta.-
Hermione sospirò.
-Ho molto più di quello, Sabri. Ho una figlia che sta per
entrare nell’adolescenza ed è sempre meno d’accordo con me, suo padre con il
quale non faccio altro che litigare, un ragazzo ed un migliore amico che con il
loro lavoro rischiano la vita e per i quali sono sempre in pensiero, due quasi
cognati che cercano di appiccarmi fuoco a casa ogni volta che li chiamo. Però
la mia vita è perfetta, hai ragione. Incasinata, a tratti difficile, ma
perfetta.- ricambiò il sorriso che Draco le aveva furtivamente lanciato da
dietro le spalle di Camilla. -Perfetta per me.-