Desperate Househusbands – Quell’Appartamento Che Dà A Ovest

di VelvetRainDrops
(/viewuser.php?uid=4553)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuti In Casa Hoshi ***
Capitolo 2: *** Due Danni E Una Capanna ***
Capitolo 3: *** La Pazienza è La virtù Che Manca ***
Capitolo 4: *** Incomprensioni ***
Capitolo 5: *** I Casalinghi Di Choan ***
Capitolo 6: *** Da Grande… ***
Capitolo 7: *** Il Segreto Di Hakkai (part. I) ***
Capitolo 8: *** Il Segreto Di Hakkai (part. II) ***
Capitolo 9: *** Ricordati Di Dire Le preghiere Prima Di Andare A Letto ***



Capitolo 1
*** Benvenuti In Casa Hoshi ***


Desperate Househusbands – Quell’Appartamento Che Dà A Ovest

 

Benvenuti in casa Hoshi

-E questo è tutto …-
-Bene. Che facciamo?- chiese il biondino rivolgendosi all’amico
-Beh …- rispose -… io direi che questa possa andare.-
-Se avete intenzione di prenderla, dovete firmare qui ...qui …e qui!-
I due amici scarabocchiarono qualcosa su delle scartoffie e con molta soddisfazione le restituirono al dipendente.
-Complimenti!- esclamò l’uomo –Ora questa casa può dirsi proprietà della famiglia …-
-Umh …?- il più grande dei due storse un po’ la bocca aggrottando la fronte, mentre l’altro sbottò in una sonora risata: -Oh, no! Non siamo sposati!-
-Ci mancherebbe!-
-Scusatemi! Non sareste stata la prima famiglia gay a cui vendo una casa …- sorrideva imbarazzato
-Adesso questa è casa nostra, giusto?-
-Sì, Sanzo- rispose il moretto
-Dunque …- si girò verso l’uomo -… se ne vada fuori da casa mia!-
-S-sì!- balbettò recuperando le sue cose e sparendo dietro la porta principale
-Ma Sanzo …!- sorrise Hakkai
-Ma tu guarda che gente …ti sembro uno con la faccia da gay?-
-No, direi di no…- Tu guarda se questi sono discorsi…

-L’avete presa col parquet!- esclamò con gli occhi lucidi –Proprio come vi avevo chiesto! Così quando prenderò le sbronze posso direttamente dormire sul pavimento!-
-Proprio così.-
-Davvero, Sanzo?- chiese il rosso, questa volta, con gli occhi sommersi dalle lacrime per la commozione
-Sì. Peccato che non potrai dare feste.-
-Cosa?!-
-Non voglio avere per casa studenti universitari sbronzi. Pensa a cosa succederebbe se vomitassero nei vasi delle piante di Hakkai.-
Gojyo stette per una manciata di secondi in assoluto silenzio con gli occhi rivolti verso il soffitto. Sanzo rimaneva di fronte a lui per vedere se davvero il meccanismo del suo cervello potesse lavorare. Il rosso abbassò gli occhi e lo guardò: -Sì, ok… hai ragione.-
Mentre Gojyo prendeva le misure per allestire il salotto da vero scapolo e camera sua da vero sex symbol, Goku saltellava da una stanza all’altra della casa senza distinguere il bagno dalla cucina. Anzi, forse la cucina era l’unica cosa che riusciva a distinguere dal resto.
-Perché devo essere io a dividere il bagno con la scimmia?-
-Ehi, bada a come parli, ero-kappa!-
-Semplice …- rispose il biondo -… potrei dirti un miliardo di bugie, ma la realtà è che io ho deciso così.- e si chiuse la porta alle spalle negando a Gojyo il diritto di replica.

-Non capisco perché devi avere un nome così lungo!-
-Perché le persone importanti hanno nomi composti, idiota!-
-Certo, genio! Purtroppo non ci entra tutto sulla targhetta del campanello e della posta!-
-Ma che diavolo stai dicendo? Genjo Sanzo Hoshi, Cho Hakkai e Son Goku… rimane posto per fare anche un fiorellino a piè di pagina.-
-E il mio nome?!- chiese con occhi sgranati ed istinto suicida
-Perché? Hai intenzione di vivere qui?- domandò Sanzo innocentemente
-Brutto… io ti ammazzo!-
-Ehi! Questo lo dico io!-
-Su, ragazzi, piantatela. È pronta la cena.- intervenne il moretto
I quattro si misero alla tavola ancora priva di tovaglie e merletti, ma quello che regnava sopra di lei era un maestoso stufato preparato dalle abili mani di Hakkai.
-Questo tavolo cigola in maniera preoccupante.- notò il ragazzo dai lunghi capelli
-Già specie dalla mia parte.- continuò Sanzo che era seduto proprio davanti a lui
Hakkai versò la pietanza nei piatti e riportò il pentolone in cucina con l’intento di coprirlo per bene in modo da mantenerlo caldo.
-Stasera giocano gli Eagle.-
-Che cosa sono gli Eagle, Sanzo?-
-La tua squadra di football preferita, Goku.-
-Ah, sì?-
-Ahah! Forza Eagle!- sbottò il rosso il battendo un pugno sul tavolo esaltato.
-Non sentite questi scricchiolii aumentare?- domandò Sanzo guardandosi intorno, sorseggiando un bicchiere di vino
-Sì, in effe…- ma il rosso non fece in tempo di finire la frase ed accorgersi che le gambe del tavolo si erano sganciate. Fu un momento e la tavola in legno massello gli cadde sui gioielli di famiglia portandogli via qualsiasi sorta di respiro.
-Gojyo… tutto be…?- ma il più piccolo trovò idiota una domanda del genere quando vide l’amico cadere all’indietro e tutti i piatti colmi di stufato versarglisi addosso.
-Ch…Chi ha montato la tavola?- chiese il mal capitato con una flebile voce
-Io…- rispose la saru
-Hai seguito le istruzioni?- la mano di Gojyo tastava l’aria sperando che un amico corresse in suo aiuto
-Beh, no… Sanzo ci ha fatto degli aeroplanini di carta e li ha lanciati fuori dalla finestra
Il biondo si schiarì la voce, mentre Gojyo riuscì finalmente ad aprire gli occhi: -Non è questo il punto. L’avevo detto io di non comprare i mobili all’Ikea.- detto ciò, si alzò poggiò il bicchiere di vino sul tavolo che andò dritto dritto a schiantarsi sulla faccia di Gojyo e se ne andò.
-Ecco il pepe per G…- ma Hakkai si fermò sulla soglia vedendo il tavolo inclinato, Gojyo per terra che imprecava, Goku che lo fissava inespressivo e cibo ovunque.
-Hak…- mugulava il rosso a terra, ma il moretto corrugò la fronte: -Se non avevate voglia di mangiare lo stufato, bastava dirlo!-

-Senti, principessa sul pisello, perché non mi hai dato una mano a ripulire?-
Sanzo se ne stava accanto alla saru a guardare la partita.
-Mi stai ascoltando?!-
-Ssshhh!- lo azzittì infastidito
-Anche io voglio guardare la tv, però se mi avessi dato una mano avremmo finito prima!-
-Guarda, Miss Panten Pro-V, che se è successo quel macello è stato solo per colpa tua!- scattò in piedi il biondo
-Colpa mia?! Colpa tua e delle tue istruzioni!-
-Sanzo… posso bere un po’ di birra?-  chiese Goku che si trovava esattamente in mezzo ai due
-Se tu sei rozzo e tratti tutto con rozzezza, non è colpa mia!-
-Se soffri del complesso di Peter Pan e ti metti a giocare con qualsiasi cosa trovi, non è colpa mia!-
-Sanzo…- Goku si alzò in piedi per catturare l’attenzione del suo tutore -… posso bere un po’ di birra?- e il litigio si calmò
-Gli Eagle effettuano un bellissimo touchdown!- gli occhi dei due vennero attratti dalla tv come una calamita. Per pochi secondi tutto tacque mentre la saru si guardava in torno cercando delle risposte.
-Goku! Levati da lì… presto!- urlò Hakkai che stava correndo verso di lui. Ma ormai era troppo tardi. Gojyo e Sanzo si guardarono, spalancarono gli occhi e le braccia, inarcarono la schiena e saltarono uno contro l’altro esultando ed esclamando sconcerie. Goku prima che potesse comprendere le parole di Hakkai si trovò travolto dalla collisione perdendo completamente i sensi.

-Goku?-
-Umh…?- la saru riusciva a malapena a vedere il volto di Hakkai
-Goku, mi vedi? Quante dita sono queste?-
-Hakkai, che domande fai? Tanto non sa contare!- intervenne il rosso
-Cos’è successo?- mugugnò il più piccolo portandosi una mano alla testa
-Prima regola del football: non stare mai in mezzo a due tifosi quando la loro squadra fa touchdown, ricordalo.-
-Ci proverò…- Goku tentò di alzarsi e barcollando si diresse verso la sua camera. –Ecco, adesso tutti a letto e che non voli una mosca! Domani dovrete mettere a posto tutti questi scatoloni!-
-Scusa, Barbie dai capelli corti, e tu non fai niente?-
-Idiota, io domani mattina vado a lavoro, a differenza di qualcuno…-
-Buonanotte, Gojyo. Buonanotte, Sanzo.-
-Buonanotte.- risposero all’unisono.

Gojyo camminava sotto il sole cocente e la sabbia sotto i piedi gli ustionava la pelle. I suoi vestiti erano impregnati di sudore e diventavano sempre più pesanti. Le labbra si screpolavano in piccoli tagli sanguigni, la bocca si era impastata e ogni passo diventava sempre più difficile e cadde a terra. Lanciò l’ultimo sguardo all’orizzonte quando vide un’oasi davanti a lui che bagnava i corpi di alcune belle ragazze. Il paradiso, pensò. Non si dette per vinto: si trascinò fino alla riva e bevette avidamente. –Devi essere molto assetato.- disse la ragazza riparata sotto la palma. Il rosso alzò la testa, la guardò e rimase estasiato dalla sua bellezza. In fondo non era altro che un uomo e dunque non poté altro che allargare le braccia e raggiungerla con un balzo. Era ad un soffio dalle sue labbra quando sentì un dolore pungente alla fronte.
-Ahia, cazzo!- si massaggiò la parte dolorante. –Stupido comodino! Stupido letto! Stupido sogno! È meglio metterci del ghiaccio prima che nasca un bernoccolo sulla mia bellissima faccia.- detto ciò camminò gattoni fino alla porta premendo delicatamente sulla maniglia. Non doveva fare il minimo rumore altrimenti il biondino sempre in fase pre-mestruale si sarebbe infuriato. In punta di piedi attraversò il corridoio illuminato dalla finestra che Goku lasciò aperta. Ogni scricchiolio sembrava l’esplosione di una bomba atomica. Giunse al salotto, che parve un campo minato da tutte le loro cianfrusaglie e per di più non si vede un cacchio! Gojyo si improvvisò acrobata, quando pestò qualcosa di peloso che iniziò ad emettere un’assordante risata. –Di chi diamine è questo pupazzo? Basta! Stai zitto!- sussurrava tastando il pupazzo nervosamente, ma esso non la smetteva. –Stupida bambola! Stupida!- ripeteva sbattendola contro il parquet, decapitandola. –Pfiuuu, ho temuto di essere spacciato!- si rialzò lentamente per non perdere l’equilibrio e trovò quella di strusciare i piedi, anziché fare piccoli passi, un’idea brillante e di sicuro più silenziosa. –Eheh, Gojyo…sei un genio!- sghignazzava tra sé e sé. Strusciare i piedi era persino divertente! Si sentiva un bambino che trasgrediva le regola della mamma. Ma la sua felicità infantile si placò quando sentì una fitta provenire dal mignolo del piede destro che aveva appena tamponato lo scatolone pieno di libri di Hakkai. Gojyo, trattenne il respiro per non urlare ma gli pareva che il dolore così aumentasse.
-AHHHHH!-
-Chi c’è?!- Hakkai si svegliò
-I ladri!- Goku si svegliò
-Prendo il fucile!- e ahimé anche Sanzo
I primi due si piombarono sulla soglia del salotto cercando di agire nel modo più prudente possibile. –Spostatevi!- esclamò Sanzo puntando il fucile. Si sentì un colpo e poi un boato.
-Ho preso qualcosa! Ho preso qualcosa!- esclamò entusiasta. Hakkai allungò il braccio e accese la luce.
Sanzo: -Ah, è solo Gojyo steso a terra. Torno a dormire.-
-Hakkai, secondo te è morto?-
-No, secondo me è solo svenuto dalla paura. Aiutami a portarlo in camera sua, Goku.-

-Che diamine hai combinato ieri notte?! Prima di sparare accendi la luce!-
-è quello che potrei dire a te.- rispose leggendo il giornale con la tazza di caffè sulle labbra. –Comunque…- riprese -… quel bernoccolo ti dona!-
-Ascoltami bene…!-
-Ehhh…- sospirò Hakkai, poi rivolse a Goku: -… se il buongiorno si vede dal mattino…-
-Riusciremo a sopravvivere?- chiese la saru con la bocca sporca di cioccolato
-Alla giornata?-
-No. Alla convivenza.-
-E chi lo sa?-

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due Danni E Una Capanna ***


Due Danni E Una Capanna

-Sai, oltre a sottolineare, il segreto sta nel capire cosa c’è scritto.- sghignazzò il rosso
-Fatti gli affari tuoi! Adesso è Hakkai ad aiutarmi nei compiti!-
-Perché non sono un bravo maestro io?-
-Non è che non sei un bravo maestro…- rispose Hakkai -… è che l’ultima volta che gli hai spiegato la Divina Commedia, s’è perso nel bosco e l’abbiamo ritrovato dopo tre giorni.-
-è vero, ma adesso sta studiando chimica. Dove vuoi che vada?-
-Ti ricordi quando tentasti di riprodurre del cloruro di sodio?-
-Umh… No?-
-Ci credo. Sveniste facendo esplodere la cucina di Sanzo. È per questo che abitiamo qui!- sorrise il moretto
-Allora mi spieghi perché anch’io vivo qui? Non mi ricordo nemmeno questo…-
-Che spirito! A parte questo, io vado a lavoro, voi finite di sistemare la roba che è rimasta negli scatoloni, stendete il bucato che è nella cesta, date da mangiare ad Hakuryu e la cena la trovate in frigo. Sanzo sarà di ritorno verso le 20:00, cercate di aver fatto tutto per quell’ora. Ciao!-
-Ciao, Hakkai!- i tre si salutarono con un sorriso. La porta si chiuse lentamente e appena si udì il click della maniglia i due si guardarono:
-Se non mi aiuti a fare i compiti dirò che mi hai legato, mi hai buttato nello sgabuzzino e hai dato una festa senza il loro permesso!-
-Se non fai tutte le faccende di casa dirò che non hai studiato e mi hai rubato tutti i giornali zozzi!-
-Certo che andiamo d’accordo…- notò Goku abbassando il tono
-Già… superpartita alla xbox?-
-Sì! Anzi, no… Sanzo l’ha nascosta perché non ho preso la sufficienza al compito sulla Divina Commedia… -
-Cosa?! Che ti ci voleva per prendere la sufficienza?! Dovevi dire che è la metafora della vita umana! Qualsiasi racconto è la metafora della vita umana! I Promessi Sposi è la metafora della vita umana! Gulliver è la metafora della vita umana! Topolino è la metafora della vita umana! Quante volte dovrò dirtelo? Facciamo così: io stendo il bucato, tu cerca questa dannata xbox-
-Ok!-

Il piano diabolico era in atto, dopo aver ripetuto per settantaquattro volte a Goku che l’xbox non poteva di certo trovarsi in frigo, Gojyo era intento a stendere il bucato sul balcone.
-Finché la barca va, lasciala andare, finché la barca va, tu non remare…- canticchiava Gojyo, con il suo completino da massaia, composto da foulard ricamato e grembiule in tulle, confezionato da Hakkai
-Ciao…-
-Eh?- Gojyo si voltò e sul terrazzo accanto stava un uomo appoggiato sulla balaustra che lo guardava –Ciao…-
-Come ti chiami?-
-Oh, che sciocchino- si voltò dall’altra parte bisbigliando in falsetto
-Non ti devi vergognare, sono delicato con le belle donzelle come te-
-Sono una persona molto timida io- si coprì la bocca con la mano mentre continuava a simulare una voce femminile
-E dai, di me ti puoi fidare. Perché non mi fai vedere cosa si nasconde sotto quel bel grembiulino?-
-Ti ho detto di no, brutto maniaco!- ruggì Gojyo tirandogli un gancino dritto dritto in un occhio -Bene, così impara a molestare le belle ragazze!-

-Se io fossi Sanzo, dove nasconderei la mia xbox?- Goku portò la mano al mento come per riflettere. Rimase in quella posizione per mezz’ora. –Allora, cominciamo con ordine: se io fossi Sanzo, dove nasconderei la mia xbox? Proviamo a vedere in camera sua.-
La saru si avviò tutta contenta verso camera del suo tutore. Fiera di aver trovato un’ipotetica soluzione, abbassò la maniglia ed en… no, un momento, la porta era chiusa! –Accidenti! E adesso come faccio? Ah…trovato!-

-Hai capito Hakkai…-
-Gojyo…- Goku comparve alle spalle del rosso facendolo trasalire
-… che c’è, Goku?- scattò
-Perché stavi guardando i boxer di Hakkai?- chiese
-Eh? No, niente… li stavo stendendo al sole. Dimmi che c’è.-
-Dov’è la cassetta degli attrezzi?-
-Nello scaffale in basso dello sgabuzzino.-
-Ok, grazie.-
Quindi il più giovane si procurò la cassetta degli attrezzi e si accucciò nell’intento di esaminare la serratura. –Bene, dobbiamo operare d’urgenza. Infermiera, cacciavite! Cacciavite… cacciavite… cacciavite… cacciavite…- borbottava tra sé passandosi l’attrezzo da una mano all’altra. Era così intento nel suo operato che si potevano scorgere le goccioline di sudore scivolargli dalla tempia. Alla faccia di Grey’s Anatomy.

Dopo aver rivisitato tutto il repertorio dei Cugini Di Campagna e di Gigliola Cinquetti (ventun anni e non sentirli), Gojyo stava per stendere l’ennesima t-shirt.
-AHHH!-
-Goku, che succede?!- domandò il rosso correndo da lui –Tutto bene?-
La saru si voltò con gli occhioni lucidi e l’indice alzato: -Mi sono tagliato, sigh… Mi ci dai un bacino?-
-Eh?! Tu sei tutto matto! Che hai fatto alla serratura della camera di Sanzo?-
-Era chiusa a chiave. Così sono riuscito ad aprirla.-
-Spero che sarai capace anche di richiuderla!-
-…-
-Oddio, siamo rovinati…-
-Ehi, quella che sta volando fuori dalla finestra non è la t-shirt preferita di Sanzo?-
-Mi correggo: siamo morti…- fece giustamente notare Gojyo con le mani nei capelli –Senti, io vado a recuperare la maglietta, tu non fare niente. Dai solo il cibo ad Hakuryu e basta, intesi?-
Goku annuì perplesso, le uniche parole che aveva capito erano: niente, cibo e Hakuryu. Il problema rimaneva come metterle insieme.

-Andiamo, andiamo, andiamo!- ripeteva Gojyo attaccato all’interruttore dell’ascensore –Ho capito, mi farò sei piani a piedi!- e si precipitò giù per le scale, facendo, inoltre, tutta la rampa del quinto piano con il sedere dopo essere inciampato su uno zerbino. Al quarto trovò la lampadina fulminata e andò a sbattere contro la colonna in stile dorico. Al terzo trovò una comitiva di bambini al rientro dalla scuola che lo invasero. Se ne trovò anche uno in braccio che lo chiamava mamma. Al secondo arrestò la corsa perché il pianerottolo era occupato da tre vecchiette intente a parlare dei fiori del condominio:
-Belle le tue rose bianche…-
-Non sono rose, sono gigli. Eh, la vecchiaia se l’è presa anche con la tua vista!-
-Cos’hai detto? Sì, sì… le tue rose saltano subito alla vista!-
-Scusate, signore… mi fareste passare?- incalzò Gojyo saltellando sul posto
-Ho detto che sono gigli. Non ci vedi molto bene!-
-Hai il colesterolo nelle vene?-
-NO! HA DETTO CHE SONO GIGLI E CHE SEI CIECA!- sentenziò il rosso a voce alta
-Oh, ma che maleducato!- disse la donnina allontanandosi
-Questi giovani d’oggi… si vede da come si veste e da come porta i capelli che ha dei problemi, poverino…- notò la donna guardando il ragazzo allontanarsi.
Al primo piano, il nostro paladino affrontò uno stormo di cavallette e una tormenta di neve, finché al piano terra il portinaio lo prese per la cantante Milva e lo pregò di cantare al compleanno del figlioletto. Il ragazzo non si dette per vinto e finalmente riuscì ad uscire dall’edifico come un maratoneta che taglia il traguardo.
Si guardò attorno e finalmente la vide, vide la t-shirt intrappolata tra i rami di un grosso albero –Rimani ferma lì, bambina. Papà sta venendo a prenderti!-. Gojyo partì alla riscossa, sarà stata a quattro metri e mezzo da terra, ma quella maglietta significava la sua salvezza. Affrontò i graffi dei gatti in amore appollaiati sui rami, gli escrementi dei volatili che ci albergavano, uno stormo di pipistrelli e dei makaki scappati dallo zoo, ma finalmente ce la fece.

Gojyo rientrò stremato e si gettò ai piedi della saru per crogiolarsi sul parquet.
-Gojyo…-
-Non ti preoccupare, l’ho recuperata…- bofonchiò spalmato sul pavimento
-No, è che..-
-Hai distrutto camera di Sanzo?-
-No, vedi…-
-Hai rotto la mia chitarra elettrica?-
-No, però…-
-Tranquillo, allora non hai fatto niente di male…-
-Hakuryu è sparito…-
Il rosso scattò in piedi e prese Goku per il colletto: -Cosa vuol dire “sparito”?!-
-Gli ho dato da mangiare e forse ho lasciato la gabbietta aperta…-
-Forse, dici? Pensavo che gli avessi dato le chiavi dell’appartamento, figuriamoci!-
-Adesso che facciamo?-
-Hakkai torna alle 23:00, giusto? Sanzo alle 20:00, quindi prima preoccupiamoci della serratura…-
-Aspetta, rinnovo la domanda: Adesso che facciamo?-
-Umh… Oddio, un’idea ce l’avrei…-

-Allora, ti avviso: se lo dici a qualcuno ti faccio a fettine!-
-Secondo me non ci casca!- esclamò Goku tentando di soffocare le risate
-Ci casca, ci casca…- sorrise Gojyo col suo completino da massaia, due gocce di profumo dietro le orecchie e il rossetto sulle labbra. Sia chiaro: dove abbiano preso un rossetto in un appartamento di soli uomini non c’è dato sapere. Gojyo aprì la porta, si guardò bene intorno e bussò al vicino di casa.
-Tu sei quella bisbetica di oggi pomeriggio!-
-Io bisbe…- il rosso si schiarì la voce e iniziò a parlare in falsetto -… ti prego, non chiamarmi così! Ho bisogno di un favore, uno di quelli che solo i veri machi possono svolgere…- ammiccò accarezzandogli il panciotto con l’indice
-Oh, non riesco a resistere agli occhi di una bella ragazza come te! Accetto!-

-Oh, prego entra, ti presento mio figlio Goku- sorrise Gojyo facendo accomodare l’uomo
-Gojyo, ma che dici?- sbottò Goku perplesso
-Gojyo?- l’uomo era pressoché confuso
-No, no… Mi chiamo Olga, mio figlio è un po’ pestifero. Tu come ti chiami?-
-Manny-
-Bene, Manny… la serratura da aggiustare è quella là.-
-La riparo in 10 minuti, mia cara. Dopo che ne dici se ci beviamo qualcosa insieme?-
-Oh, ma sono una donna sposata.-
-Strano, non vedo la fede…-
-Fede… oh, la fede! Beh… io… io l’ho persa oggi mentre… mentre pulivo il cesso!-
-Una vera signora proprio.- lo pungolò Goku con un’occhiata
-Sta zitta, scimmia!-

-Bene, con la serratura ho finito.-
-Ti ringrazio, Manny… non sai quanto significhi per me!-
-Però cinque minuti potresti passarceli con me.-
-Scusate se vi interrompo…- intervenne Goku -... ma ho sentito imprecare dalla tromba delle scale…-
-Oh cielo, San… Oh cielo, mio marito! Mi spiace, Manny! Sarà per un’altra volta!- esclamò Gojyo spingendo l’uomo fuori di casa e sbattendogli la porta in faccia
-Gojyo, senti…per Hakuryu che faccio?-
-Non preoccuparti, ti darò una mano io con Sanzo. Intanto corro a togliermi il grembiule!-
Non appena Gojyo si dileguò in camera sua, Sanzo aprì la porta di casa con un: -Attento a quello che dici. Oggi è stata una giornataccia!-
Goku deglutì a vuoto: -Sanzo, perché non ti siedi al tavolo… ti porto una birra.-
-Sì, grazie.- disse il biondo sedendosi. Il più giovane si sedette davanti a lui continuando a cercare Gojyo con lo sguardo per un aiuto dal pubblico.
Sanzo: -Goku, devi dirmi qualcosa?-
Goku: -No, cioè sì… cioè… Come stai?-
Sanzo: -Come sto? Come al solito…-
Goku: -Capisco… mi dispiace…-
Sanzo: -Che vuol dire che ti dispiace?-
Ad un tratto alle spalle di quest’ultimo comparve Gojyo e iniziò a fare di gesti a Goku.
Goku: -Vedi devo dirti che…- fissava il rosso muovere il collo avanti e dietro -… che un piccione…-, ma Gojyo scosse la testa e iniziò a sbattere le braccia, -… non riesce a volare…- a quel punto vide l’amico coprirsi il volto con la mano dalla disperazione, -…se sbatte la testa contro il palo della luce…-
Sanzo: -Che diamine stai dicendo?-
Goku: -Non lo so. Che sto dicendo?-
Il panico regnava sovrano nella stanza. Goku iniziò a tremare e Sanzo iniziava ad insospettirsi, quando il rosso ruppe il silenzio: -Hakuryu!-
Sanzo si voltò verso di lui: -Ah, ci sei anche tu!-
Gojyo: -Sì, stavo per dar da mangiare ad Hakuryu! Ah, hai presente la tua maglietta a scacchi? L’ho messa un’altra volta in lavatrice perché si vedevano delle macchie...-
Sanzo: -Tanto ho deciso di buttarla. È vecchia…
Gojyo: -Ah… Adesso svengo…-
Sanzo: -Comunque c’è qualcosa che non mi convince…-
Gojyo: -E che cosa? Guarda, che così ci offendiamo!-
Sanzo: -Non lo so…è tutto troppo in ordine. E poi il rossetto color rame non ti dona per niente, Gojyo…-
Gojyo: -Eh-eh… lo stavo appunto dicendo a Goku…-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La Pazienza è La virtù Che Manca ***


La Pazienza è La virtù Che Manca

Perché Sanzo amava il lunedì? Semplice. Il lunedì il Commissario Sanzo aveva la giornata libera mentre quasi tutto il resto del mondo iniziava la routine settimanale. Gojyo lo rimproverava di lavorare troppo nei giorni di festa e di conseguenza non stava mai in famiglia. Sanzo lo correggeva sul termine “famiglia” e poi gli ricordava che era proprio per quel motivo che sceglieva i suoi giorni liberi quando loro non erano a casa. Già a colazione gustava nella confettura di albicocche una leggera beatitudine che si sarebbe amplificata con l’uscita dei tre.
Goku si avvicinò a lui iniziando a sibilare qualcosa:
-Sanzo…?-
-Che c’è?- chiese senza staccare gli occhi dal giornale
-A scuola ci stanno spiegando il regno animale e quindi volevo chiederti se potevamo
prendere…-
-Non se ne parla.-
-Di piccola taglia! Lo porto io a spasso, lo nutro e lo lavo!-
-Ti ho detto di
no.-
-Allora un gatto! Non dà alcun fastidio, è pulito e fa i suoi bisogni nella lettiera!-
-Goku, finiscila… Accontentati di Gojyo.- sentenziò continuando a leggere
-Che vuol dire “Accontentati di
Gojyo?”- intervenne il rosso –Un momento… mi hai dato dell’animale?-
-Già, purtroppo che come compagnia non sei un
granché…-

Hakkai uscì prima del solito perché doveva sbrigare alcune commissioni. Si portò dietro anche la scimmia per accompagnarla a scuola, dunque rimaneva l’ultimo ostacolo: Gojyo.
Sanzo: -Scusa, non esci? L’autobus passa tra poco.-
Gojyo: -Passa a prendermi la mia band!-
Sanzo: -Ah, quei tre… Aldo, Giovanni e Giacomo?-
Gojyo: -Lo so che non sono il massimo della simpatia, però suonano da dio!-
Sanzo: -Se quella la chiami musica…-

“Serviamo il numero 20”
-Accidenti, ho il 38… di questo passo arriverò tardi a lavoro!- mormorava Hakkai tra sé e sé. La fila pareva diventasse sempre più lunga e le persone ci mettevano una vita ad ordinare. Doveva trovare assolutamente un modo per non ritardare a lavoro. Si guardò attorno ed allungò l’occhio sui foglietti che aveva l’uomo davanti a lui.
Hakkai: -Scusi?- picchiettò l’indice sulla spalla dell’uomo –Non è stata mia intenzione, ma ho notato che deve ordinare un sacco di cose, mentre io ho bisogno solo di un po’ di pane integrale e della ricotta… le dispiace se passo avanti?-
L’uomo lo guardò, gli sorrise così carinamente che poteva battere persino il moretto, ed esclamò: -Non ci penso nemmeno.-
Hakkai: -Ma… mi scusi! Che le costa? Farò tardi a lavoro, la prego…-
-Anche io devo andare a lavoro. Ma lavoro oggi pomeriggio, è per questo che faccio la spesa la mattina…- continuava a sorridere
-Non capisce…- replicò Hakkai con la voce tremola -… Ho tre bambini a casa, sono un ragazzo padre! Se stasera non mangeranno la ricotta, chi darà loro la giusta razione di calcio quotidiano? Chi? Me lo dica lei… chi?!-
-Potrebbe comprare del latte.-
-Il maggiore non lo digerisce.-
-Lo compri scremato.-
-Non piace al minore.-
-Dello yogurt?-
-Senta, le ho fatto abbastanza pena da farmi passare avanti?- sorrise commosso
-Oh, lei ha cuore dolce signore… Ma non posso.- sorrise a sua volta
-Dannato, bisbetico uomo albi…-
-Ha detto qualcosa?-
-Ma no, si figuri!-

Dlin Dlon!
-Arrivo!- gridò Sanzo seccato, –Chi è?- aprì, stette una manciata di secondi immobile e –Ah, siete voi…- e riuchiuse la porta.
Dlin Dlon!
Sanzo aprì nuovamente. Passò altri attimi immobile e poi si voltò: -Gojyo, sono arrivati Occhio Pio, Belli Capelli e Penticarota!-
Homura: -Guarda che abbiamo un nome!-
Sanzo: -è proprio vero che al giorno d’oggi si dà un nome a tutto, anche alle cose insignificanti…-
Homura: -Che spiritoso… dovresti portare più rispetto…-
Sanzo: -E tu dovresti portare una camicia e non vestirti da idiota con queste catene…-
Homura: -Si vede che non hai l’anima da metallaro… Noi ci somigliamo tutti perché dentro abbiamo qualcosa che ci accomuna, non siamo vuoti come te!-
Sanzo: -Hai ragione, vi assomigliate… Anche i tuoi amici non sono messi tanto bene per quanto riguarda la vista, Occhio Pio.-
Homura: -Mi chiamo Homura!-
-Smettete di litigare!- intervenne Gojyo, facendo cenno agli amici di uscire –Sanzo, io vado. Non mi aspettare.-
Sanzo: -Non c’è pericolo.-
Gojyo: -Ciao, bella bionda!-
Sanzo era in procinto di chiudere la porta, ciò avrebbe significato la libertà, ma il rosso richiamò la sua attenzione: -Ah, Sanzo!-
Sanzo: -Che c’è ancora?!-
Gojyo: -Stay Metal!-
Sanzo: -Sì, sì… e tu stay più lontano possibile!-

-Adesso tocca a me, farò prestissimo!- disse l’uomo dai capelli chiari ad Hakkai
-Speriamo…-
-Allora volevo un etto di prosciutto, un etto di mortadella e un etto di salame ungherese. [20 minuti dopo] Signorina, il prosciutto lo volevo crudo. [5 minuti dopo] Signorina, il prosciutto crudo lo volevo dolce…-
-In questo momento mi sento un po’ Sanzo…- mormorava Hakkai
-Poi signorina mi dia una porzione di olive ascolane, un etto di polenta fritta, delle acciughe alla marinara, poi cinque panini al latte…-
-Una fettina di culo col limone?-
-Mi scusi?- l’uomo si girò verso Hakkai
-No, niente… continui pure!-
-Allora signorina, poi volevo due bistecche alte [18 minuti dopo] …e per finire quell’ultima porzione di ricotta.-
-Ma… ma… La mia ricotta!-
-Mi spiace, anche io ho bisogno della mia razione di calcio quotidiana… Signore, perché le sta uscendo del fumo dal naso e ha una strana luce negli occhi?-
-Credo che sia a causa sua… una persona particolare come lei non l’ho mai incontrata!-
-Allora se vuole le faccio compagnia mentre fa acquisti, così facciamo un po’ di conversazione!- sorrise
-Ma non deve lavorare?-
-Le ho detto che lavoro oggi pomeriggio, ora sono le otto in punto e non ho niente da fare!-
-Oh, K…-
-Non mi dica che lei è uno di quei bestemmiatori! Non si pronuncia il nome di Kami, invano!-
-… anan…-

Sanzo era solo. FINALMENTE solo. Che cosa fa un tipo come Sanzo quando rimane solo? Anche lui era stato preso alla sprovvista. Erano anni che non gli capitava. Rizzò le orecchie e tutto ciò che udiva era silenzio. Un bellissimo, estasiante e appagante silenzio. Si guardò intorno e sorrise maliziosamente. Non passarono nemmeno cinque minuti che si piazzò sul divano a giocare a Gears Of War 2 con la xbox di Goku. Il suo modo composto di giocare si tramutò in una vera lotta fatta di capriole, imprecazioni e bandane vagamente somiglianti alle cravatte della divisa di servizio. Ci impiegò tre ore. Solo tre ore per finire il gioco preferito della scimmia e del kappa.
-Tsk! Come bere un bicchier d’acqua!-
Guardò tutti i dvd sui film di guerra, smontò e pulì la sua pistola tre volte e finalmente la vasca si riempì d’acqua calda. Ci si tuffò beatamente con la musica nelle orecchie, un bicchiere di prosecco nella mano e la sigaretta in bocca. Chi stava meglio di lui?
Wild Wild Rock! Il telefono prese a squillare.
-Dannazione…-
Wild Wild Rock! Continuava insistentemente.
-Ma porc…- balbettò alzandosi fiaccamente dalla vasca, -… proprio ora dovevano telefonare!- esclamò prendendo l’asciugamano. Ma nell’afferrarlo fece CASUALMENTE cadere i sali da bagno di Gojyo. Il nostro poliziotto preferito, sempre CASUALMENTE, li calpestò andando a scivolare nella cesta dei panni sporchi.
-Ma #ç]*§#ù*&%! Che schifo!-
Wild Wild Rock!
-Arrivo! Che strazio!-
Sanzo raggiunse il telefono che, col passare degli attimi, era diventato più irritante. –Pronto!-
-C’è uno messaggi nella segreteria telefonica.-
-Che vuol dire?! Dannata segreteria telefonica! Dannato telefono!- urlò stringendo il cordless nel palmo della mano. Che diavolo di segreteria era quella? Continuava a fissare l’icona dei messaggi vocali con istinto omicida. Poi optò, dato che ormai era fuori dalla vasca, di ascoltarlo.
-Sanzo, sono Hakkai, visto che non mi rispondi ho deciso di lasciarti un messaggio in segreteria telefonica. Fuori dalla porta dovrebbero aver lasciato un pacco. Lo ha inviato tua zia. Mi raccomando, non lasciarlo lì perché ci sono cose di valore e leccornie. Di te mi posso fidare. A stasera!-
Sanzo inspirò profondamente. Guardò la porta. Si guardò addosso. In fondo erano solo pochi passi, chi mai l’avrebbe visto? Prese il coraggio a due mani e spalancò la porta. Fece capolino ed individuò il pacco. Accidenti, era più distante di quanto immaginasse! Non si perdette d’animo, infondo era un rinomato poliziotto. Avanzò con decisione, il primo passo verso un’esperienza nuova e trasgressiva per lui. Purtroppo i suoi piedi umidi e la cera d’api del corridoio non andarono molto d’accordo e il suo secondo passo lo fece precipitare a terra proprio mentre, CASUALMENTE, la porta d’ingresso si stava chiudendo. Nello stesso istante un lembo dell’asciugamano si agganciò alla serratura, incastrandosi perfettamente verso l’interno. In sintesi c’era: un poliziotto umidiccio, nudo, senza chiavi, fuori di casa. Cosa trattenne Sanzo dall’imprecare, urlare e spaccare i vetri delle finestre di tutto il palazzo rimane un mistero.
-Perché…? Perché a me?!- sussurrava incredulo. –Che faccio?! Qualcuno mi aiuti! No…anzi, se mi vedessero in questo stato… sarò costretto ad uccidere chiunque mi veda!-
I suoi dialoghi con se stesso furono interrotti dal parlottio che veniva dalle scale di sopra. –Devo trovare qualcosa che mi copra! Nel pacco della vecchia ci sarà certamente qualcosa di utile!-
-No, te l’avevo detto io che lui era un ti…- l’uomo che scendeva le scale si bloccò appena vide Sanzo, -… scusa ti richiamo, c’è un uomo che sta comprendo le sue nudità con un modellino di Apollo 13. Ciao!- e riattaccò incuriosito.
-Che vuoi?!- chiese Sanzo stizzito
-Che ci fai nudo? Sei uno di quelli…-
-Ma che ti salta in mente?! Io abito qui!-
-Allora perché stai qui fuori?-
-Io ti ho chiesto perché uno che abita al settimo piano fa le scale?!-
-Che caratterino! Si dà il caso che io possieda tutte le copie delle chiavi degli appartamenti…-
-Ma guarda un po’…-
-Vuoi che ti apra?-
-Che intuizione, Sherlock!-
L’uomo tornò al suo appartamento per aiutare il biondino mentre quest’ultimo teneva la guardia alta. Ad un certo punto Manny aprì la porta:
-Ma tu sei il marito di Olga!-
-Olga? Marito? Chi?-
-Tutto nudo! Tu la tradisci!-
-Non sono il marito di nessuno e non conosco nessuna Olga, idiota!-
Così Sanzo impiegò l’attesa nel convincere Manny che tutto ciò era frutto della sua immaginazione.
-Ecco, adesso ti apro la porta.- sorrise l’uomo
-Era ora!-
-Un grazie non guasta, sai?-
Ma il biondino era troppo intento a recuperare il suo asciugamano per ascoltarlo. Lo stava per afferrare quando l’uomo lo prese prima di lui ed esclamò sventolandoglielo davanti: -Un ragazzo carino come te dovrebbe essere più gentile! Guarda com’è sporco, vuoi che te lo lavi?-
-La lavatrice ce l’ho anche io!- incalzò Sanzo che con una mano si copriva e con l’altra cercava di recuperare l’asciugamano.
-Hazel!- urlò Hakkai appena uscito dall’ascensore
Hazel: -Oh, anche tu abiti in questo condominio?-
Sanzo: -Vedo, che vi conoscete!-
Hakkai: -AHHH! Un uomo nudo in casa mia! AHHH! Un uomo nudo in casa mia!-
Sanzo: -Hakkai, sono Sanzo!-
Hakkai: -Ah…Sanzo… AHHH! Sanzo nudo!-
Hazel: -Che sarà mai?-
Hakkai: -Non puoi capire…-
Hazel: -Ah, questo è il tuo compagno, allora!-
Sanzo: -Io compagno di chi?-
Hazel: -Sì, avete tre bambini, no?-
Sanzo: -Ma che lo conosci, Hakkai?-
Hakkai: -Sì, è quello che mi ha rubato la ricotta stamattina!-
Sanzo: -Oh, Ka…-
Hazel: -Non bestemmiare!-
Sanzo: -…-

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incomprensioni ***


Incomprensioni

-Sanzo…-
-Che c’è, Hakkai?- il biondo si girò verso l’amico e si stupì nel vederlo stranamente preoccupato
-Devo parlarti…- il moro aveva una strana espressione. Se Hakkai si atteggiava così, voleva significare una cosa sola: qualcosa di grave stava per succedere.
Sanzo si accomodò sul divano sorseggiando del caffè, in attesa che il ragazzo parlasse.
-Ecco, ieri quando ho messo la merenda di Goku nel suo zaino…- iniziò Hakkai con cautela -… ho trovato questo…-
Sanzo sputò il caffè a quella vista, ma quel preservativo alla fragola che pendeva davanti ai suoi occhi gli fece andare la bevanda di traverso.
-Sanzo!- gridò Hakkai vedendolo accasciarsi al suolo in preda a spasmi. Il poliziotto non riusciva a respirare, dunque Hakkai mise in pratica le sue competenze di dottore e prese a fare una respirazione bocca a bocca.

-Sei e rimani un pozzo senza fondo!- esclamò Gojyo aprendo la porta, -Non ti sazieresti nemmeno con un…- ma il rosso si bloccò alla scena di Hakkai riverso sul biondo, delle sue braccia agitate e delle loro labbra incollate. Chiuse la porta d’impulso.
-Che fai, Gojyo?! Voglio andare a mangiare!-
-Goku, aspetta almeno cinque minuti…-
-No!- sbottò il più giovane precipitandosi in casa. Il rosso si coprì il volto, sarebbe voluto morire.
-Sanzo, come mai sei tutto rosso?- chiese la saru perplessa
-Oh, sarà solo una vampata di caldo…- giunse Gojyo spingendolo nell’altra stanza, -… Perché non pranziamo in camera?-
-Perché Hakkai non vuole-
-Penso che Hakkai sia un po’ impegnato adesso…-
-Allora, Hakkai. Possiamo mangiare in camera?-
-TU!- esordì il biondo –Fila in camera tua e non farti vedere!-
-Ma… ma cos’ho fatto?!- chiese confuso Goku
-Credo che tu debba dar retta a Sanzo…- consigliò Hakkai mettendogli una mano sulla spalla
Gojyo: -Ok, io porto la scimmia in camera, però voi vedete di fare i vostri comodi altrove.-
Sanzo: -Guarda che ti uccido! Se tieni alla tua vita, stai lontano da me! Sono molto nervoso!-
I due sparirono in camera del più giovane che ancora non capiva perché tutti si atteggiassero così in modo strano. Sanzo raggiunse il tavolo e vi si sedette poggiando la fronte nel palmo della sua mano.
Sanzo: -Ma che diamine gli sta succedendo…?-
Hakkai: -Alla sua età è normale pensare a certe cose…-
Sanzo: -Ma non per Goku!- guardò sbigottito
Hakkai: -Eheh, Sanzo, anche se non ti fa piacere, è così che stanno le cose…-

-Gojyo, ma che fai attaccato alla maniglia della porta? Esci e prendi qualcosa da mangiare. Ho fame, non vedi come sto morendo?-
-Zitto! Sto tentando di capirci qualcosa!- affermò il rosso protendendo l’orecchio
-Allora se vuoi sentire meglio, vai!- esclamò Goku spingendo il didietro di Gojyo con un calcio.
Hakkai: -Non è una cosa che possiamo prendere alla leggera…-
Sanzo: -Dici che dobbiamo parlarne?-
Hakkai: -Già, e molto pacatamente. Specie con Goku che è particolarmente sensibile…-
Sanzo: -Sensibile? Rintronato, vorresti dire. Spero che afferri subito il concetto, perché mi imbarazza pensare a queste cose…-
Gojyo: -Eh-Emh!- il rosso si schiarì la voce per interrompere quel discorso così equivoco
Hakkai: -Sanzo…- iniziò Hakkai ignorando il rosso -… vuoi che glie ne parli io?-
Sanzo: -No, devo farlo io…-
Gojyo: -Eh-Emh!- echeggiò più forte
Sanzo: -… ma so che mi sarai vicino lo stesso per quanto riguarda questa faccenda.- continuò Sanzo incurante dell’altro ragazzo
Hakkai: -Puoi scommetterci. In fondo sono cose che cambieranno la vita di tutti…-
Al suono di quelle parole, Gojyo si fece più insistente: -Eh-Emh!-
Sanzo: -Si può sapere che vuoi?!- lo guardò stizzito
Gojyo: -Niente… volevo solo farvi presente che ci sono anche io…-
Sanzo: -Lo so che ci sei anche tu…purtroppo.-
Gojyo: -Bada a quello che dici!-
Hakkai: -Non è il momento di litigare. Io e Sanzo dobbiamo parlare con Goku di una questione delicata…-
Gojyo: -E con me non ne dovete parlare?-
Hakkai: -Gojyo, tu dovresti essere avvezzo a queste cose…-
Gojyo: -Io avvezzo a cosa?!-
Sanzo: -Perché fai quella faccia? L’avrai fatto anche tu qualche volta… infondo non sei un ragazzo proprio da buttare…-
Gojyo: -Ma che stai dicendo?! Io non ho mai fatto quello che insinuate voi! Mi ritengo ufficialmente offesso!- e se ne andò sbattendo la porta. I due lo guardarono perplessi finché non sparì nella sua camera.
Sanzo: -Eppure avrei giurato il contrario…-

Dlin Dlon!
-Perché all’ora di cena c’è sempre qualcuno che rompe le scatole?- mugolò Sanzo rimanendo al tavolo a tagliare la sua bistecca. Hakkai aprì e accolse lo scocciatore con un sorriso: -Ah, Hazel! Ma qual buon vento? Piaciuta la ricotta?-
Hazel: -Andiamo… sempre a rivangare questo episodio. Comunque era molto buona!-
Hakkai: -Strano che non ti sia andata di traverso…-
Hazel: -E perché mai? Posso entrare?- chiese varcando la soglia
Hakkai: -A quanto vedo non hai bisogno di incoraggiamenti…-
L’uomo si piantò davanti ai tre intenti a cenare che, di conseguenza, non lo considerarono minimamente.
Hazel: -Ciao, Sanzo!- alzò la mano sorridendogli. Il biondo di tutta risposta lo guardò con due occhi assatanati mentre trangugiava carne al sangue.
Gojyo: -Non capisco perché Hazel non ci saluta mai, Goku.- bofonchiò alzando la testa, senza ricevere risposta da parte della scimmia troppo impegnata a mangiare.
-Hakkai…- iniziò Hazel fissando maliziosamente Sanzo -… avresti mica delle zucchine e dei gambi di sedano mooolto lunghi?-
-NO!- esclamò Sanzo esausto delle attenzioni del ragazzo
Hakkai: -Su Sanzo, non fare l’egoista. Non so se siano abbastanza lunghi, ma ecco quello che desideravi. Va bene?-
-Beh…- sospirò lui senza togliere gli occhi dal biondino -… cercherò di accontentarmi.- e ritornò nel suo appartamento.
Il rosso atterrito dalla scena, lasciò cadere le posate: -… mi è passata la fame…-
Hakkai: -Sanzo, hai notato quant’è strano Hazel? L’altra settimana ci ha chiesto delle melanzane e molti cetrioli.-
Sanzo: -Hai ragione… però ti ricordo che i cetrioli che ci ha restituito erano lunghi il doppio.-
-Ma Sanzo!- esordì il rosso alzandosi bruscamente; ma poi quando vide che tutti gli sguardi erano concentrati su di lui, si calmò: -… Sanzo, tu preferisci i meloni, non è vero?- si dondolò sul posto tastandosi il petto
Sanzo: -Beh, sinceramente da quando ho preso una certa scimmia a vivere con me, mi è presa la fissa delle banane…- si voltò verso Goku in cerca di qualche segnale da parte sua
Hakkai: -Peccato che lei sembri gradire di più la fragola…- sorrise
Sanzo: -Hakkai!- lo riprese il biondino
Gojyo: -Sanzo!- lo riprese il rosso
Sanzo: -E adesso tu che vuoi?-
Gojyo: -Sanzo… ma anche con Goku?-
Sanzo: -Gojyo ma che dici? Soprattutto con Goku!-
Goku: -Ma che volete tutti da me?-
Gojyo: -Che cosa vuole lui, casomai! Quanto invidio il tuo circuito mentale…-
Sanzo: -Senti, Marina Ripa Di Meana, si può sapere che cosa stai insinuando?-
Gojyo: -Come mi hai chiamato?!-
Sanzo: -Hai ragione… con questo taglio di capelli sembri più Pamela Prati!-
Gojyo: -Brutto poliziotto corrotto! Ma… Ma, Hakkai, tu non sei geloso di Goku?-
Hakkai: -No, mi sembra una cosa normale, dopo tutto…-
Gojyo rimase impalato con la bocca aperta. Non riusciva a capire come i suoi amici potessero dire cose del genere. Sanzo lo fissò ancora per un po’ e: -Hakkai, stavolta è meglio chiamare l’esorcista…-
Gojyo: -Oh!- esclamò da checca offesa e girò i tacchi.

-Buongiorno!- sorrise Hakkai servendo la colazione sul tavolo. –Non dire niente. Non sono riuscito a dormire, continuavo a pensare a quello che è successo ieri…- borbottò Sanzo con gli occhi arrossati. –Non dirlo a me…- continuò Gojyo con due occhiaie degne dello zio Fester. L’unico che saltellava felice intorno ai cornetti caldi era Goku, incurante di ciò che balenava nella mente dei suoi amici.
-Goku, vieni a sederti sul divano? Devo parlarti…-
Goku guardò Sanzo con due occhioni colmi di pietà, mentre dalla sua bocca pendeva del pane tostato con la marmellata.
-Ci metto solo due minuti…- lo incoraggiò.
Gojyo si avvicinò ad Hakkai: -Ora glie lo dice?-
Hakkai: -Già…-
Gojyo: -Chissà come la prenderà?-
Hakkai: -Speriamo che Sanzo sia delicato…-
Gojyo: -Conoscendo l’argomento e conoscendo Sanzo…-
Hakkai: -Abbi un po’ di fiducia in lui.-
Presto detto. Sanzo si sedette vicino a Goku, inspirò a pieni polmoni e scosse la testa. Il ragazzino lo guardò confuso: -Ho fatto qualcosa che non va?-
Sanzo: -Sì! Emh… cioè no… però…-
Goku: -Allora se non ho fatto niente, non essere arrabbiato con me.-
Sanzo: -No, beh ecco… vedi, Hakkai…-
Dal fondo della stanza Gojyo sussurrò all’orecchio dell’amico: -Guardalo, adesso dà tutta la colpa a te…-
Hakkai: -Sinceramente, sono stato io a dare inizio a tutto…-
Gojyo: -Cosa? Non me lo sarei mai aspettato da te!-
Ma ritorniamo alla questione Goku-Sanzo.
Goku: -Ma io lo so come si fa il miele. Me l’hanno spiegato a scuola.-
Sanzo: -Ma la storia dei fiori e delle api non era finalizzata a spiegarti quello…-
Goku: -Allora a cosa?-
Sanzo: -Vediamo… Hai presente la cicogna?-
Goku: -è un uccello che fa i nidi sui camini.-
Sanzo: -Goku, non farmi perdere la pazienza! La conosci la storia del cavolo?-
Goku: -In umido o fritto?-
Sanzo: -Adesso basta! Io ti ammazzo!-
Hakkai: -NOOOOUUU!- gridò avventandosi sul biondo per fermarlo
Sanzo: -Hakkai, lasciami! Voglio ucciderlo!-
Hakkai: -No! Eravamo d’accordo che glie lo dicevamo con dolcezza.-
Il rosso si avvicinò e prese Goku per un braccio, trascinandolo via: -Sono dell’idea che qualunque tono usiate, sarà comunque traumatico.-
Sanzo e Hakkai inarcarono il sopracciglio seguendo i movimenti del rosso con lo sguardo.
Hakkai: -Sanzo, non trovi che Gojyo sia un po’ strano con noi? E poi passa tutto il tempo con Goku…-
Sanzo: -Non sarà mica passato all’altra sponda?-

Trascorrevano i giorni e Gojyo era sempre più nervoso mentre Goku sempre più disorientato. Quest’ultimo ne risentiva dell’aria pesante che si respirava nella casa: dormiva nove ore invece di dodici, mangiava cinque budini per la seconda colazione invece che otto con un panino prosciutto, insalata, pomodoro e verza e studiava più del solito. Mi correggo: studiava. Il rosso se ne stava sul divano saltellando sui cuscini e mordendosi morbosamente il labbro. Si guardava intorno, il sudore gli colava dalla fronte e stringeva i pugni sulle ginocchia. Non ne poteva più di sentire quei discorsi provenire dalla camera di Sanzo:
Hakkai: -Aspetta, inumidisco un po’ la punta con la bocca almeno ci passa meglio.-
Sanzo: -Come preferisci, l’importante è che me lo rimetti.-
Hakkai: -Spero solo che ci entri anche questo.-
Sanzo: -Sì, in effetti è bello grosso.-
Hakkai: -Ecco, adesso non muoverti altrimenti potrei farti male.-
Sanzo: -Immobile. Sai, Hakkai? Sei proprio bravo in queste cose.-
Non ci stava. Non ci stava ad ascoltare altri discorsi del genere. Sì alzò pestando i piedi per terra, con passo pesante si diresse verso la camera di Sanzo, spalancò la porta e ruppe la tensione: -Adesso basta!-. E svenne non appena li vide.
Sentendo il tonfo, Hakkai, che era accucciato davanti a Sanzo con le mani sulla sua cintura, si girò d’istinto.
Sanzo: -Accidenti, Gojyo! Vai a morire da un’altra parte che qui fai sudicio!-
Hakkai: -Gojyo, che ti succede?-
Sanzo: -è sempre il solito: deve dar spettacolo di tutto! Ah, comunque grazie per aver attaccato il bottone ai pantaloni di servizio, Hakkai.-

Gojyo se ne stava steso sul suo letto con del ghiaccio sulla fronte. Sentì dei rumori e bisbigli vicino alle sue orecchi, inclinò la testa e aprì gli occhi.
Gojyo: -AHHH!- urlò alla vista di quella ragazzina dai capelli mossi
Lei si voltò e trattenne un risolino. Era con Goku.
Gojyo: -Che ci fate qui? Che ci fai qui, Lirin?-
Goku: -Senti, Gojyo…- cominciò estraendo il preservativo dalla tasca
Il rosso lo guardò con stupore. Lo fissava, poi guardò Goku e infine guardò Lirin.
Gojyo: -Non dirmi che lei…-
Goku: -Sì, è suo…-
Gojyo: -Cosa?! Li fai comprare a lei?!-
Lirin: -Beh, veramente è di mio fratello…-
Gojyo: -Prima di rubarlo, potevi chiederlo a me, Goku.-
Goku: -Infatti sono venuto a chiederlo a te: che cos’è? A cosa serve?-
Gojyo: -Ma come, non lo sai? Serve a non mettere incinte le ragazze.-
Lirin: -Ohhh, se lo si apre si rimane sterili?-
Gojyo: -Ma no, è come un palloncino…-
Goku: -Wow, un palloncino che rende sterili…-

Il rosso, piegato in due dalle risate, raggiunse gli altri due che lo guardarono perplessi.
Gojyo: -Ahah…-
Sanzo: -Perché ridi tanto?-
Gojyo: -Ma che razza di tutore sei? Ahah… Goku non sa nemmeno cos’è un preservativo!-
Hakkai: -Ho capito bene? Non sa che cos’è?-
Gojyo: -No, è venuto a chiedermelo mostrandomene uno di Kougaiji.-
Sanzo: -E che ci fa lui con un preservativo di Kougaiji?-
Gojyo: -Glie l’ha preso la sorella per fargli un dispetto.-
Hakkai: -Ahah, e tu che non ti fidavi a lasciare Goku e Lirin in camera da soli, Sanzo!-
Sanzo: -Ma dimmi, Gojyo… gli hai detto proprio tutto?-
Gojyo: -Sì, come no… mi sono abbassato i pantaloni e gli ho fatto vedere anche come si mette.-
Sanzo perse la pazienza, lo prese per il colletto e lo spalmò al muro: -Cos’hai fatto?! Goku, non lo devi toccare! Oltre che vergine non ti credevo anche gay!-
Gojyo: -E di fatti non sono vergine! E poi se c’è qualche gay in questa casa, siete tu e Hakkai!-
Sanzo: -Cosa?!- domandò stringendo la presa
Gojyo: -Scusa… ma tu e Hakkai non… io vi ho visti mentre vi baciavate!-
Hakkai: -Gojyo, hai visto male. Sanzo era svenuto e ho dovuto rianimarlo. E poi anche se fossi gay, Sanzo non sarebbe il mio tipo.-
Gojyo: -Eh-eh… vi chiedo scusa…-
Sanzo: -Dammi una ragione per la quale non dovrei ucciderti, Gojyo!- Hakkai, stavolta non sei stato tanto carino…
Il rosso pensava a come salvarsi la vita, Hakkai sorrideva sollevato dalla situazione e Sanzo digrignava i denti. La vicenda era sul punto di una svolta, ma dall’altra stanza Goku esordì divertito: -Ehi! Sa di fragola!-
A quel punto il poliziotto mollò la presa, il moretto spalancò la bocca e Gojyo strabuzzò gli occhi: -COSA?!-

 

 

 

 

 

 

 

 

Ringrazio tutti per i vostri commenti, sono molto incoraggianti!
Naraku_74: Anche se ti ho già ringraziato in privato, come non citarti?
yggdrasil: Ormai Hazel lo metterei ovunque! è l’unico che riesce a far arrabbiare Hakkai!
Drabble: Oh, gentilissima *_*. Sei davvero incoraggiante!
KuRoNeKoChAn: Se sapessi l’indirizzo, non starei qui a scrivere, ma sotto casa loro. Non pretenderei di vedere Sanzo nudo, mi accontenterei anche di vederlo con il burka. Anche me malata per Sanzo *_*.
saku068: Grazie per i tuoi apprezzamenti, spero che anche questo cap. sia di tuo gradimento!
Red Robin: Gojyo ormai è la vittima dei nomignoli. Forse è la vittima di tutto. Comunque, se la bella bionda che è in classe tua somiglia a Sanzo, voglio venire a scuola con te!
Lav_92: Hazel è il protagonista degli incubi di Sanzo! Muahahahah U_U
Lain: Stai scherzando? Se mi dici così, mi vien voglia di abbracciarti *_*
Spero di aver citato tutti! E inoltre ringrazio chi ha inserito questa storia tra i preferiti:
angelicascerra
Lave_92
megumi
Naraku_74
punk92
Red Robin
yggdrasil

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I Casalinghi Di Choan ***


I Casalinghi Di Choan

Mattina ore 6:15.
Sanzo: -Come hai detto, scusa?-
Facciamo le 6:30.
Gojyo: -No no, non ci siamo.-
6:45?
Goku: -Cala, cala…-
Erano le 7:00 di mattina e i nostri casalinghi preferiti si svegliarono e si diressero a fare colazione. Completamente nudi.
Sanzo: -Non so perché, ma ho paura che ci aspetti un capitolo davvero duro.-
Gojyo: -Ti prego Sanzo, non usare certe parole.-
Sanzo: -Certo che il capitolo precedente ti ha traumatizzato notevolmente.-
Gojyo: -Sarà, ma vederti nudo di prima mattina mi crea qualche problema.-
Sanzo: -Ma neanche per sogno mi farei vedere nudo da te!-
Gojyo: -Ma da Hazel sì!-
Sanzo: -Guarda che ti ammazzo!-
Purtroppo, da come abbiamo constatato, i nostri beniamini soffrivano il freddo di gennaio e dunque si diressero a fare colazione già vestiti, lavati, profumati e impomatati. Si sedettero al tavolo, l’uno davanti all’altro con la vista annebbiata dal sonno e la mente offuscata dal riposo. A quanto pare poco ristoratore.
Sanzo: -Hakkai, il mio caffè.-
Goku: -Hakkai, la mia merenda.-
Gojyo: -Hakkai, la mia colazione.-
Tesero le mani in attesa che le loro richieste fossero esaudite. Passarono ventitre minuti in quella posizione a fissare l’ignoto e i prodotti di scarto dei loro condotti lacrimali. Li destarono la collisione improvvisa della fronte di Goku contro il tavolo per un colpo di sonno. E dunque…
…si accorsero che Hakkai non c’era.
Goku: -Oddio, è scappato!-
Sanzo: -Non dire sciocchezze. L’avranno chiamato d’urgenza dall’ospedale.-
Goku: -Chi mi preparerà il pranzo?-
Gojyo: -Non pensi che avrebbe lasciato un messaggio scritto se fosse andato in ospedale?-
Goku: -Chi mi aiuterà nei compiti?-
Sanzo: -Forse era stanco di vivere con te, Gojyo. Lo sanno tutti che spegni le sigarette nelle lattine di birra nonostante ti dica che non sono dei posacenere.-
Goku: -Chi mi impedirà di mangiare cibo scaduto?-
Gojyo: -Senti chi parla! Intanto mi ha detto che continui a lasciare la tavoletta del water alzata.-
Goku: -Chi mi rimboccherà le coperte?-
Sanzo: -Adesso smettetela tutt’e due! Goku, non è morto!- Smettila, mica è tua madre!
Goku: -Hakkai è morto?!-
Il panico e la lite si facevano largo tra i ragazzi che furono interrotti da una vocina proveniente dall’altra stanza: -Ragazzi…-
Goku: -Hakkai…sei vivo!-
I tre si precipitarono in camera del moretto e subito sentirono una morsa allo stomaco.
Sanzo: -Ha-Hakkai… no-non sarai mica malato?-
Gojy: -Ma no, vedi che ora si alza dal quel letto.-
Goku: -Sì, Hakkai, alzati, per piacere!-
Hakkai: -Ragazzi, mi dispiace deludere le vostre aspettative, ma ho la febbre.- affermò con voce roca e raffreddata
Goku: -Calma e sangue freddo. Chiamiamo il nostro medico di fiducia!-
Gojyo: -Ma sei un genio! E chi è il nostro medico di fiducia?-
Goku: -Ma è Hak…! Come non detto… Vuol dire che non mi preparerai la merenda?-
Hakkai: -Temo che ve la dovrete cavare da soli.-
Goku: -Cosa?! Moriremo tutti!-
Sanzo: -Smetti di frignare, vatti a fare la merenda, Gojyo, tu fatti la tua colazione e Hakkai mi va a comprare il giornale.-
Hakkai: -Emh... Sanzo, non sono in grado di alzarmi dal letto, figuriamoci di uscire di casa…-
Sanzo: -Ma… ma…-
Goku: -Perché non te lo compri per fatti tuoi?-
Sanzo: -Ma sono in ritardo sulla mia tabella di marcia!-
Gojyo: -Ma cosa lo compri a fare il giornale? Il mondo è lo stesso di ieri: c’è sempre crisi nel mercato finanziario, gli stupri sono in continuo aumento (e io non c’entro niente), il Grande Fratello anche quest’anno è popolato da cretini e il mondo è sempre spaccato in due: una metà è schierata dalla parte di Kira e l’altra è schierata dalla parte di L.  Che c’è da sapere poi?-
Sanzo: -Le tue notizie fanno davvero schifo.-

-Muoviti, Gojyo!- esclamava la scimmia guardando il rosso traccheggiare ai fornelli. Gojyo continuava a sbuffare mentre faceva saltare le uova sulla padella.
Gojyo: -Senti, ma ti sto preparando la colazione o il pranzo? No, perché altrimenti potresti prenderti i cereali, affogarli nel latte e facciamo prima…-
Goku: -Ma io devo crescere! Ho bisogno di una colazione sostanziosa!-
Gojyo: -E allora perché non te la prepari da solo?-
Goku: -Perché non sono capace.-
Gojyo: -Io dico di sì. Tieni!- fece posto a Goku
Goku: -Ah, la metti così? Scommetto che non sai lanciare le uova in aria e riprenderle con la padella!- lo istigò
Gojyo: -Questo lo dici tu! Io ho una mano ferma e precisa, non per niente faccio l’Accademia delle belle arti! Lo so fare anche ad occhi chiusi. Sta a vedere!-
Gojyo si fece spazio, allargò leggermente le gambe, tirò fuori la punta della lingua, chiuse gli occhi e inspirò. Oplà! Aveva lanciato le uova in aria nella traiettoria perfettamente perpendicolare alla padella. Era concentratissimo. Questione di pochi secondi e la frittata sarebbe tornata al punto di partenza: un secondo… due secondi… tre secondi… quattro secondi… cinque secondi… sei sec… un momento! Gojyo schiuse gli occhi piano piano e vide Goku che lo guardava preoccupato: -La mia colazione…!- bisbigliava.
A quel punto alzò lo sguardo e la vide spiaccicata sul soffitto, la colazione di Goku. Accidenti, non ci voleva. Specie adesso che andavano di fretta.
Gojyo: -Se ti lancio in aria, ce la fai a mangiarla prima che la veda Sanzo?-
Goku: -Potrei mangiarmi anche l’intonaco che c’è intorno con questa fame!-
Gojyo: -Bene, monta qui sopra.- intrecciò le dita delle mani per farci salire Goku. Quest’ultimo posò l’altro piede sulla spalla del rosso che stava per perdere l’equilibrio in preda al soffocamento. Insomma, una posizione poco felice e alquanto equivocabile.
Gojyo: -Goku, muoviti! Non è una bella visuale!-
Goku: -Faccio quello che posso! Dammi una spinta che non ci arrivo!-
Mentre i due si davano da fare, Sanzo sbucò dalla porta intento a sistemarsi i polsini della camicia.
Sanzo: -Che diamine state combinando?-
Gojyo: -N-Niente!- esclamò il rosso mollando la presa e lasciando Goku cadere a terra.
Goku: -Ahi, che male! E la mia colazione?-
Sanzo: -Dovete ancora fare colazione?! Dai, su muovetevi…- li incoraggiò spingendoli -…prendete la vostra roba che vi accompagno io a scuo…- ma qualcosa lo interruppe. I due si irrigidirono e si guardarono. Il silenzio piombò e l’aria si intrise di timore. Nessuno sapeva come interrompere quella situazione e i ringhi di Sanzo.
Gojyo: -Goku, la tua colazione è scesa. Adesso la puoi mangiare!- esordì cercando di strappare un sorriso al biondo
Goku: -Sinceramente, Gojyo…- borbottò ancora intimidito fissando Sanzo -… mi è passata la fame…-
Sanzo continuò a guardarli e si tolse la fritta dalla testa.
Goku: -Se… se la vuoi te la lascio, Sanzo. Non fare complimenti…-
Gojyo: -è buona… l’ho fatta con tanto amore.-
Sanzo: -…-
Gojyo: -La vuoi più cotta?-
Sanzo: -…-
Goku: -Ti assicuro che è buona anche così…-
Sanzo: -…-
Gojyo: -Dovresti provarla.-
Sanzo: -…-
Goku con cautela si avvicinò a Sanzo, allungò una mano e l’assaggiò. Si voltò: -Manca un po’ di sale…-
Sanzo: -INIZIATE A CORRERE SE NON VOLETE MORIRE!- esplose d’un tratto
Goku: -Gojyo, comincia a correre!- esclamò la scimmia che era saltata addosso al rosso per la paura
Gojyo: -S-Sì!- balbettò Gojyo che sparì dietro la porta portandosi l’amico.

Si prospettava una brutta giornata per i nostri tre piccoli eroi.
Sanzo, a lavoro, era intrattabile (ma va?): sparava alle ruote delle auto che lo sorpassavano sulla tangenziale, lanciò una vecchietta sul marciapiede opposto solo perché gli aveva chiesto se, cortesemente, l’aiutava ad attraversare la strada, sventò una rapina in banca semplicemente entrando e dichiarando “Oggi sono più arrabbiato del solito”. I rapinatori si costituirono subito e collaborarono con la polizia.
Goku fu chiamato sei volte in presidenza: una per aver mangiato la merenda di tutti i suoi compagni di classe, un’altra per aver mangiato la merenda di tutti quelli del quinto anno, un’altra ancora per aver mangiato anche la merenda della prof di fisica, la quarta per aver mangiato una pagina del libro di storia, più precisamente quella sull’introduzione a Carlo Magno asserendo che, la gotta del conquistatore, lo rendeva poco appetibile. La quinta per aver detto, all’interrogazione di latino, che Cesare era andato in Gallia per esportare la bruschetta all’aglio e l’ amatriciana. E l’ultima perché ormai il preside l’aveva preso in simpatia.
Gojyo dal canto suo si addormentò sul modello a grandezza naturale del discobolo suscitando il riso tra i compagni del suo corso, i quali, però, non lo svegliarono. Lo rinvenì la donna delle pulizie che ancora se ne stava attaccato alle spalle del greco. Di tutta risposta il rosso borbottò “Ancora cinque minuti, per favore…”. Dunque arrivò il professore e gli urlò nell’orecchio quanto fosse stupito dalla devozione che il ragazzo nutriva per la statua. Gojyo scattò in piedi sull’attenti asserendo che la cultura classica era davvero una passione per lui. Il professore gli fece notare come la kalokagathia greca fosse irraggiungibile. Il rosso annuì dicendo qualcosa del tipo “Professore, ha ragione… non esistono più i Kellogg’s di un tempo”.

I tre arrivarono a casa distrutti. O meglio, si trascinarono a casa distrutti. Goku, in preda ad una crisi di pianto, irruppe nella stanza di Hakkai: -Hakkai, come stai? Meglio vero? Ti prego aiutaci!- e abbandonò tutto il suo peso sulle ginocchia. Il moretto alzò la testa per vedere l’amico accasciato a terra disperato.
-Mi spiace, Goku. Ma la febbre è salita ancora.-
Goku: -Nooo!-
Hakkai: -Magari… una spremuta d’arancia può farmi stare meglio…-
Goku non se lo fece ripetere due volte, corse in cucina veloce e come un proiettile si schiantò nel lavandino. Nel sentire le padelle schiantarsi sul pavimento, Sanzo e Gojyo si alzarono da terra mentre quel suono rimbombava fragoroso nelle loro teste.
Gojyo: -Ma che combina la scimmia?-
Sanzo: -Non voglio saperlo…-
Gojyo: -A volte mi chiedo chi te l’ha fatto fare…-
Sanzo: -Al centro erano rimasti lui e il gorilla del crodino…-
-Sanzo…!- gridò il più giovane dall’altra stanza -… Con cosa posso fare la spremuta d’arancia se non ho le arance?-
Gojyo: -Beh, Sanzo…-
Sanzo: -Ok, non dire niente… era meglio se adottavo il gorilla del crodino…-
-Ragazzi…-
Gojyo: -Il moribondo ha parlato!-
I tre corsero dall’amico ammalato. Goku teneva le dita incrociate come se stesse recitando un rosario, Sanzo digrignava i denti dal nervoso e Gojyo teneva la mano ad Hakkai.
Hakkai: -Non sto morendo…-
Gojyo: -Cosa?! Goku, prendi carta e penna! Hakkai ha detto che vuole fare testamento!-
Hakkai: -Ho detto che non sto morendo! Comunque dato che Goku ha già il blocco note, annotatevi cosa dovete fare: caricare la lavastoviglie, le stoviglie e gli accessori in plastica no, potrebbero danneggiarsi con la temperatura alta… aggiungete dei piccoli pezzi di limone, serve a sgrassare. Caricate anche la lavatrice e impostate il programma su “tessuti misti”, mi raccomando a 45° centigradi, non mettete il mio maglione di lana blu e quello verde di Goku. Quelli dovete lavarli a mano in una bacinella d’acqua tiepida con un misurino di detersivo e mezzo di ammorbidente, lasciateli in ammollo per un’oretta e poi risciacquate con cura. Quando andate a stendere il bucato ricordate di posizionare le tovaglie e i grandi indumenti all’interno, mentre le cose piccole come i calzini o le canotte verso l’esterno. Usate i gancini di legno per i tessuti di seta. Ritirateli prima che venga sera. Per le stanze passate l’aspiratore due volte, per quanto riguarda lo straccio date due passate: la prima deve essere intriso d’acqua calda e detersivo, mentre la seconda dovete strizzarlo bene così asciuga prima. Per pulire i fornelli usate il prodotto che trovate nel mobiletto sotto l’acquaio, attenti a non spruzzarlo sul marmo che si rovina. Per pulire i mobili usate la soluzione che potete trovare accanto a quella per i fornelli. Tutto chiaro?- sorrise
Goku: -Emh… - mugugnò battendosi la penna sulle labbra -… nella lavastoviglie non vanno messe le cose di plastica o d’alluminio?-
Sanzo: -Seh… buonanotte…-
Gojyo: -Moriremo… lo so. È scritto. Moriremo.-

Gojyo: -Bene, questo lo mettiamo qui e questo di qua.-
Goku: -E se questo lo mettessimo qui?-
Gojyo: -Direi che è perfetto!-
Sanzo: -Siete sicuri che sia così? Io non me la ricordavo in questa maniera…-
Hakkai: -Tutto bene?- gridò dalla camera da letto –Avete messo i piatti sul carrello in alto e i bicchieri capovolti?-
I tre guardarono la lavastoviglie per una manciata di secondi.
Gojyo: -Certo, Hakkai!- urlò –Diamine, adesso ci tocca ricominciare da capo…- sussurrò ai suoi amici
Goku: -Io te l’avevo detto che i bicchieri non andavano lì.-
Gojyo: -Taci!-
Trentasei minuti dopo.
Goku: -Oh! Ecco fatto! Finalmente abbiamo caricato la lavastoviglie, Gojyo!-
Gojyo: -è stata dura, ma abbiamo fatto un buon lavoro!-
Sanzo: -Scusate…- interruppe i loro festeggiamenti -… ma quelle?- indicò dietro di sé
Gojyo: -Da quando abbiamo altre nove padelle?- sgranò gli occhi
Sanzo: -Da quando abbiamo altri sette vassoi.- gli fece notare indicando dall’altra parte
Gojyo: -Non entreranno mai!-
Cinquantadue minuti dopo.
Gojyo: -Bene!- esclamò spingendo lo sportello della lavastoviglie –Sei pronto, Goku?-
Goku: -Sì!- annuì dall’altra parte della stanza
Gojyo: -Allora al mio tre! Uno… due… -
Ma il ragazzino partì precocemente senza rispettare le regole e corse fino a schiantarsi, ancora, stavolta su Gojyo incastrandolo col culo nella pattumiera dei rifiuti.
Gojyo: -Dannato! Ho detto al tre!-
Goku: -Scusa! È che ci stavi mettendo troppo! Però ce l’abbiamo fatta a chiudere lo sportello della lavastoviglie!-
Gojyo: -Adesso possiamo accenderla. Sperando che non esploda…-
Sanzo giunse a vedere l’artefatto: -Allora?-
Goku: -Ce l’abbiamo fatta!-
Gojyo: -Possiamo mettere su un’azienda: “Saiyuki s.p.a.” una società per fare ogni tipo di cosa…!”
Sanzo: -… fatta male…-

Dopo il lungo calvario delle stoviglie, i ragazzi avevano spuntato una mansione dalla lista delle cose da fare.
Gojyo: -Bene, Goku…tu và di là a dividere i bianchi dai colorati. Io e Sanzo iniziamo a dare una spolverata qui intorno.-
Sanzo se ne stava in silenzio ad ascoltare il piano a braccia conserte. Si guardava intorno perplesso: non c’era niente da spolverare, a parte il tavolo, la televisione e… basta.
Gojyo: -Ah! Prendi anche questa!- si sfilò la maglia e la ripose nel cesto della biancheria sporca. Sanzo, sempre in silenzio e con le braccia conserte, lo guardò ancora più perplesso. Poi inarcò un sopracciglio e osservò schifato: -Puzzi di gnu putrefatto…-
Gojyo: -Ma che gnu! Questo è odore di uomo!-
Sanzo: - …putrefatto… Senti, Goku, và in camera mia e prendi anche la mia divisa.-
Goku: -Ok! Devo solo dividere i bianchi dai colorati?-
Gojyo: -Sì, fai così e sei sicuro che non sbagli.-
Goku: -Ok.- e trotterellò via con il cesto sottobraccio
Gojyo: -Tieni.-
Sanzo: -Che è?-
Gojyo: -Lo straccio per spolverare.-
Sanzo: -Te lo scordi. Io voglio lo swiffer!-
Gojyo: -No! Quello lo uso io!-
Sanzo: -Ti ordino di darmelo!-
Gojyo: -No, no e poi no!-
DLIN DLON, suonò il campanello della porta, ma fu praticamente ignorato dai due che erano intenti a litigare come due bambini dell’asilo. Si poteva udirli a chilometri di distanza.
Gojyo: -è mio!-
Sanzo: -Dammelo!-
DLIN DLON
Gojyo: -No!-
Sanzo: -Lo voglio!-
DLIN DLON
Silenzio.
Passi pesanti.
Gojyo aprì la porta con un grugno.
Gli si parò davanti il sorriso di Hazel.
Gojyo: -Sanzo, c’è la tua fidanzata.-
Sanzo: -Te l’ho detto! Non fare la checca isterica e dammelo!-
Hazel sbarrò gli occhi al suono di quelle parole. Si voltò verso il rosso e lo vide a petto nudo: -Mi sono perso qualcosa?-
Gojyo si sorprese, inspirò a pieni polmoni e portò una mano alla bocca: -Che cosa avresti voluto dire? Hai sentito cos’ha detto, Sanzo tesoro?-
Sanzo: -Hazel, dicci che vuoi e sparisci! Dobbiamo fare le pulizie!-
Hazel: -Vuoi una mano?- sorrise
Gojyo: -Sì.-
Sanzo: -NO!-
Hazel: -Sicuro?-
Gojyo: -No.-
Sanzo: -Sì!-
Hazel –Vabeh… mi dareste delle uova?-
Sanzo: -No! E adesso sparisci!- indicò prepotente la porta
Gojyo: -Sanzo, non essere così venale!- lo riprese. Poi si avvicinò al frigo, lo aprì e consegnò le uova al ragazzo. Sanzo rimase basito ancora con l’indice puntato.
Hazel: -Grazie…- sorrise al biondo
Gojyo guardò prima Hazel, poi Sanzo, poi ancora Hazel. Corrugò la fronte e si grattò la testa: -Figurati…-
Il ragazzo lasciò l’appartamento, il rosso perplesso e il poliziotto di pietra.
Sanzo: -Quella…- iniziò agitando l’indice ancora rivolto verso la porta -…era la nostra cena.-
Gojyo: -Non credo proprio. Quelle uova sono scadute da due settimane.- incalzò zelante. Forse ad Hazel sarebbe passata la voglia di fare visite continue a casa Hoshi. Prima che i due potessero ricominciare a litigare per lo spolverino, una vocina si levò da un’altra stanza: -Sanzo!-
Sanzo: -Che c’è?-
Goku: -Hai presente la tua camicia a strisce?-
Sanzo: -Certo!-
Goku: -Non riesco a dividere le righe bianche da quelle a colori!-
Sanzo si voltò di scatto verso il rosso.
Gojyo: -Perché sento freddo?-
Sanzo: -Ho paura di darti la risposta…-
I due si precipitarono da Goku e lo trovarono intento a tagliuzzare tutte le parti disegnate dagli indumenti.
Sanzo: -Tu! Che cosa stai facendo?!-
Goku: -Sanzo, perché sei arrabbiato? Sto dividendo i bianchi dai colorati!-
Di tutta risposta, il biondo iniziò a gonfiarsi e gli occhi gli si iniettarono di sangue. Gojyo allungò tremante le mani e con voce commossa iniziò a balbettare: -Gli… gli orsetti… del mio pigiama…-
Sanzo: -Gojyo, è tutta colpa tua e del tuo piano del cavolo!- sbottò
Gojyo: -Di che ti lamenti?!- lo riprese il biondo sventolandogli i pantaloni di servizio sotto il naso –Tu metti quasi tutto vestiario in tinta unita!-
Sanzo: -Ma che c’entra?!-
Gojyo: -è colpa tua che non sai educare nemmeno un ragazzino a cavarsela da solo!- e in preda alla rabbia scaraventò i pantaloni lontano. Molto lontano. Più precisamente fuori dalla finestra. A quel punto Sanzo non aveva più solo il petto gonfio e gli occhi iniettati di sangue, ma intorno a lui iniziarono a manifestarsi scariche elettriche che nemmeno Goldrake col suo Tuono Spaziale era in grado di riprodurre. Gojyo deglutì a vuoto, si rannicchiò tra i suoi orsetti e si fece piccolo piccolo: -Beh… Ne hai degli altri, no?-
Sanzo iniziò ad avvicinarsi lentamente, aprì la bocca mostrando denti affilatissimi degni dei vampiri di Bram Stoker. La vita di Gojyo sarebbe finita se Goku non si fosse palesato in quel momento.
Goku: -Adesso basta!-
I fulmini sparirono, la tomba che Gojyo si era scavato da solo si smaterializzò e la dentatura di Sanzo ritornò quella di prima.
Goku: -Io volevo solo rendermi utile! Per Hakkai…-
I due inspirarono arresi.
Sanzo: -Va bene… Mettiamo i panni superstiti in lavatrice.-
Goku sorrise e il rosso fu ben contento di poter dare una mano.
Sanzo: -Bene, adesso che i vestiti sono nell’oblò, qualcuno di voi dovrà uscire a comprare cena.- sentenziò tastandosi i pantaloni. Sembrava ballasse la macarena, ma il suo viso iniziò a bronciarsi.
Gojyo: -Sanzo, tutto bene?-
Sanzo: -Il mio portafoglio…non trovo il mio porta… NOOO!-
Gojyo: -Dov’è il tuoi portafoglio?-
Sanzo: -Nei pantaloni che hai appena lanciato fuori dalla finestra! Se non lo recuperi, stasera non mangiamo!-
Goku saltò al collo del rosso: -Gojyo, ti prego! Riprendi quei pantaloni!-
Gojyo: -Uffa… perché devo essere sempre io quello che rincorre gli indumenti di Sanzo che volano fuori dalla finestra?-
Sanzo: -Cos’hai detto?-
Gojyo: -Emh… Niente!-
Sanzo: -Comunque sei tu che li hai lanciati e sei tu che li riporterai qui!-
Gojyo: -Sì, sì… ho capito!- rispose il rosso affacciandosi dalla finestra e notando che i pantaloni si erano agganciati alla parabola del vicino. Quindi guardò in basso, deglutì a vuoto e mise un piede sul cornicione. Congiunse le mani, chiuse gli occhi e si ingraziò tutti i santi. Abbassò la testa per fare capolino quando…
Sanzo: -Ehi, Gojyo!-
Il rosso dalla sorpresa scattò battendo il capo nella cornice del vetro.
Gojyo: -Ahi! Che vuoi, poliziotto corrotto?! Non vedi che sono impegnato in una faccenda alquanto delicata?!-
Sanzo: -Scusa… volevo solo chiederti quale detersivo mettere nella lavatrice…-
Gojyo: -Quel fustino laggiù! E adesso non rompere!-
Ri-abbassò la testa per ri-fare capolino. Poggiò anche l’altro piede sul cornicione e si eresse. Il vento gli passava deciso tra i capelli e l’altezza lo fece vacillare per alcuni secondi. –Almeno potevo mettermi una maglia prima di uscire quassù! Accidenti che freddo!-
I pantaloni di Sanzo sembravano così lontani. Ma perché diamine doveva star sempre a rincorrere il suo bucato? Era una vita ingiusta la sua. Cercava di strisciare lungo le pareti senza mai guardare giù, ma la cosa non era alquanto facile perché, oltretutto, la sua pelle nuda sfregava contro i mattoni grezzi dell’edificio. I suoi capelli lunghi gli coprivano il viso, il suo fisico nudo e asciutto sanguinava e le sue braccia aperte erano paralizzate. Si sentiva il protagonista della Bibbia. Alzò gli occhi al cielo: -Perché… Perché mi hai abbandonato?-. Ormai era in preda ai deliri, stava per immolarsi per i peccati dell’umanità quando un piccione che aveva dimora lì, lo prese per un predatore e iniziò a beccargli i capezzoli turgidi per il freddo. All’inizio si sentiva un po’ Indiana Jones alla ricerca dei pantaloni perduti di Sanzo, ma ben presto si rese conto di essere a metà tra il film The Passion e la pubblicità della vigorsol. Sventolò cauto le braccia per liberarsi delle arpie alate che in massa erano arrivate, ma tra un piccione e l’altro e una folata di vento più o meno forte anche i pantaloni precipitarono in caduta libera. Immaginate la faccia di Gojyo nel vederli cadere. Adesso che ormai era a un metro e mezzo di distanza. Stette fermo immobile con gli occhi spalancati e il torace irrigidito dal freddo, prima di recuperare un po’ di fiato: -Sanzooo!-
Il biondo si affacciò: -E miei pantaloni dove sono?-
Gojyo: -Non preoccuparti, io sto bene, eh!-
Sanzo: -Ti ho chiesto: dove sono i miei pantaloni?-
Gojyo: -Sono caduti.-
Sanzo: -Ok, io vado a prenderli. Tu torna indietro.- e tornò dentro
Gojyo: -Fosse facile…- sussurrò
Sanzo: -Ah, Gojyo!- esordì affacciandosi di nuovo
Gojyo: -Cosa?-
Sanzo: -Bei capezzoli.-
Gojyo: -Brutto fig…-
Faceva scivolare i piedi uno vicino all’altro sperando di fare ventosa sul muro con i polpastrelli come Spiderman. Ogni tanto si fermava per respirare.
-Aspetta, prendo una boccata d’aria… non mi sento troppo bene.-
Gojyo: -Uh?- mugolò incuriosito sentendo quelle parole provenire verso l’alto. Alzò la testa e vide Hazel, un po’ pallido, affacciato alla finestra del piano di sopra.
Poi il buio.

Mentre Sanzo recuperava i suoi pantaloni e Gojyo cercava di sopravvivere, Hakkai, ancora sotto le coperte, chiamò il giovane Goku.
Goku: -Che c’è, Hakkai?-
Hakkai: -Hakkai, portami un’altra tachipirina, la febbre continua ad alzarsi. Figurati, ho le allucinazioni!-
Goku: -Perché?-
Hakkai: -Perché mi sembra di vedere fuori dalla mia fines…-
Goku: -AH!- gridò interrompendo il moretto. Infilò la testa sotto il lenzuolo di Hakkai e cominciò a mugolare qualcosa.
Hakkai: -Goku, ma che t’è preso?- sollevò il lenzuolo
Goku: -Vedo la gente morta…-
Hakkai: -Eh?!-
Goku: -Sì, vedo Gojyo sul davanzale ucciso dalla diarrea di un piccione che volava sopra di lui!-
Hakkai: -Allora non era una mia allucinazione!-
Mentre Hakkai si chiedeva cosa ci facesse Gojyo sul cornicione in quelle condizioni, Sanzo entrò trionfante con i pantaloni nel pugno: -Goku, ordina la pizza che vuoi! Stas…-. Si bloccò quando vide Gojyo incollato al vetro, distrutto, due sfere inespressive e tondeggianti al posto degli occhi, la bocca leggermente aperta, il viso scavato e il suo fiato condensato sulla finestra. Era diventato, da protagonista di The Passion, al protagonista di Cast Away. Sanzo aprì la finestra scorrevole per farlo entrare.
Gojyo: -Le forze mi abbandonano. Addio mondo crudele!- e cadde di faccia sul pavimento. Si riprese dopo trentasette secondi. Aprì pian piano gli occhi e man mano che la vista si faceva più chiara, si guardava intorno.
Gojyo: -Oh, sì… questo dev’essere senz’altro l’inferno.- bisbigliò guardando i suoi coinquilini
Sanzo: -Idiota, non sei morto!-
Gojyo: -Oddio, Satana in persona!- urlò alla vista del biondino
Hakkai: -Gojyo, non sei morto e questo non è l’inferno.-
Gojyo: -Ah! Meno male…- disse massaggiandosi il naso
Sanzo: -Ma che ti è successo? Adesso puzzi come una mandria di gnu in putrefazione.-
Goku si avvicinò al rosso e iniziò ad annusare: -No, Sanzo. Queste sono uova scadute. Da due settimane, per la precisione.-
Sanzo: -Te l’avevo detto di non dargli niente! Non sei normale!-
Gojyo: -Io? Ti sembra normale uno che si mangia sei uova alle cinque e mezzo del pomeriggio?!-
Goku: -A me sì…- rispose con dito sulla bocca
Hakkai: -Emh, ragazzi…- li interruppe indicando fuori dalla porta -… ma c’è della schiuma che si sta facendo largo nel corridoio…-
Il rosso si girò di scatto verso Sanzo lanciandogli uno sguardo fulmineo. Sanzo alzò le mani: -Ho messo il detersivo come mi hai detto!-
Gojyo: -Tutto?!-
Sanzo: -Certo! Hai detto “Quel fustino laggiù”!-
Gojyo: -Ma non intendevo l’intera confezione! Sei negato per queste cose!-
Sanzo: -Senti, chioma caramellata, non sei nella condizione di giudicare nessuno!-

Stettero ore a litigare anche su questo. Ci sarebbero da scrivere altri capitoli su come Gojyo riuscì a rimorchiare Manny per farsi aggiustare la lavatrice, anche con le uova in testa. E su come Goku rovinò i mobili dell’Ikea usando il prodotto che Hakkai si era raccomandato di non utilizzare. Ordinarono quindici pizze quella sera: una per Hakkai, due per Sanzo, cinque per Gojyo e sette per Goku. A pancia piena, guardarono in camera di Hakkai la partita di football, finché Morfeo non li prese con sé, facendogli godere un meritato riposo.
La mattina dopo, Hakkai si alzò dal letto, si sgranchì un po’ le ossa e sorrise al sole che filtrava dalle finestre. Guardò i suoi amici che ancora russavano: Goku sembrava un angioletto che abbracciava il cuscino, Gojyo steso sul pavimento con Sanzo accanto che gli aveva pure infilato un piede in bocca. Sembrava stessero litigando anche nel sonno.
Hakkai: -Ragazzi, vi ringrazio per ieri! Mi sono riposato e adesso sto proprio bene!-
Ma i tre si destarono confusi.
Goku: -Cof cof…-
Gojyo: -Etchù!-
Hakkai: -Tutto a posto?-
Sanzo: -No… credo che ci siamo presi la febbre…-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Da Grande… ***


Da Grande…

-Gojyo!- Goku aveva bussato alla sua stanza alzando la voce per farsi sentire. –Gojyo, ci sei?- il chiasso svanì e udì alcuni passi dirigersi verso la porta. Il ragazzo sfogliò ancora le riviste tra le mani prima di vedere la maniglia abbassarsi.
Goku: -Gojyo, ti ringrazio delle riviste, ma ha detto Sanzo che se le leggo div…-
La porta si aprì e sulla soglia gli si parò una figura slanciata e molto alta.
Goku: -…ento…- alzò la testa e fissò sbalordito il volto inespressivo di Shien che lo guardava dall’alto in basso
Shien: -…-
Goku: -…cieco.-
Shien: -Stai cercando Gojyo? Te lo chiamo subito.- e lo lasciò sulla porta
Goku: -… che forse tutti i torti non li ha…- commentò tra sé e sé
-Ah, Goku! Sei tu! Entra, dai!- lo richiamò il rosso seduto sul letto con la chitarra tra le gambe e il plettro in bocca –Hai bisogno di qualcosa?-
Goku: -No…- balbettò entrando e agitando la mano per far diradare la nebbia di fumo che s’era venuta a creare -… sono venuto a ridarti queste.- e poggiò le riviste porno sulla scrivania
Gojyo: -Ehhh?- esordì basito lasciando il plettro cadere a terra –Perché mai?-
Goku: -Sanzo ha detto che non devo leggerle.-
Gojyo: -Uff, quel maledetto! Ora mi sente!- si alzò provocatorio
Goku: -No, non importa, Gojyo… lascia stare!-
Gojyo: -No! Mi sono rotto dei suoi metodi!- e lasciò la stanza adirato. Goku rimase lì, impalato, rammaricato per l’ennesima lite che avrebbe causato.
-Ciao, Goku…- bisbigliò ammiccante Homura.
Goku: -C-ciao, Ho…- lo guardò intimidito
Il moretto se ne stava appollaiato sulla scrivania con una gamba ciondolante e poggiava il mento sul ginocchio dell’altra: -Come stai?- fece l’occhiolino
Goku: -B-ene! Ciao!- e sgattaiolò fuori dalla camera in fretta e furia

Goku giunse nel salotto dove trovò il kappa infuriato e urlante e Sanzo comodamente seduto sul divano a leggere il suo giornale.
Gojyo: -Non puoi tenere quel ragazzo sotto una campana di vetro!- gridò puntando il dito su Goku
Sanzo: -Non so di cosa tu stia parlando…- rispose pacato
Gojyo: -Non fare il finto tonto! Credi che puoi trattarlo come più ti piace?-
Sanzo: -Certo che no.- continuò senza staccare gli occhi dal giornale
Gojyo: -Ah, no?- poggiò la mano su una spalla di Goku –Andiamo, Goku… chiediglielo…-
Goku: -Che… che cosa?- domandò impaurito
Gojyo: -Me ne hai parlato ieri. Avanti, ora è il momento giusto per chiederglielo…-
Goku: -Ma… ma io…-
Gojyo: -Avanti…-
Goku si avvicinò intimorito al poliziotto che stava continuando a leggere. Pensò che in quelle condizioni ce l’avrebbe fatta a strappargli un permesso che in genere i genitori concedono ai figli adolescenti.
Goku: -Sanzo… io volevo chiederti…-
Sanzo: -Che cosa?- domandò voltandosi verso di lui.
Goku: -Emh… magari un’altra volta!- girò i tacchi nella speranza di una veloce fuga
Gojyo: -Eh, no!- disse bloccandolo
Goku: -Uff…- sbuffò –Sanzo, posso andare alla festa di Glen, domani sera?-
Sanzo: -No.-
Goku: -Ecco! Lo sapevo!- batté i piedi per terra –Ma perché?-
Sanzo: -Perché è un ragazzo del quinto anno e ci saranno persone molto più grandi di te.-
Goku: -Ma Nataku ci va!-
Sanzo: -Non approvo i metodi di suo padre, lo sai. E poi non mi sembra che Nataku vada male a scuola…-
Goku: -Mi sembra di essere migliorato a matematica, o no?-
Sanzo: -è vero, ma pago profumatamente quello scienziato pazzo per farti dare ripetizioni. E la mia risposta resta comunque NO!-
In fondo alla stanza, Hakkai se la rideva mentre lavava i piatti, e ogni tanto prestava orecchio al battibecco.
Gojyo: -Dai, Sanzo! Vado io con lui!-
Sanzo: -Preferisco affidare Goku ad una banda terroristica piuttosto che a te!-
Hakkai: -Ahah, Sanzo non esagerare!- intervenne continuando a svolgere le sue faccende
Gojyo: -Grazie, Hakkai, almeno tu mi comprendi…-
Hakkai: -Almeno di una cosa puoi andare sicuro: non lo stuprerà mai.- aggiunse poi
Gojyo: -Appunto, non lo stupre… ehi, Hakkai da che parte stai?-
Ma il moretto riprese a fischiettare allegramente mentre insaponava l’ennesimo piatto.
Sanzo: -Sentiamo, e come ce lo porteresti Goku alla festa?-
Gojyo: -Mi presti la macchina, ovvio.-
Sanzo: -Ah. E io ti farei guidare la mia auto nuova?-
Gojyo: -Guarda che io l’ho conseguita la patente!-
Sanzo: -Non lo metto in dubbio! L’hai conseguita quattro, e dico QUATTRO, volte se è per questo.-
Gojyo: -Umh…-
Sanzo: -Non te lo ricordi? La prima volta graffiasti tutta la fiancata sinistra della macchina di tuo fratello e lui prese la tua patente insieme a tutti i tuoi cd degli Iron Maden e fece un bel falò. La seconda ti schiantasti, sulla principale, contro il cartellone pubblicitario dopo esserti sbronzato con i tuoi amici Emo che sono di là…-
Gojyo: -Cartellone pubblicitario?-
Sanzo: -Sì, quello dell’intimo…-
Gojyo: -Ah, già… che gran tette quella bionda…-
Sanzo: -E poi quando tornasti alle quattro del mattino a casa. Era buio pesto, tu rincoglionito come al solito, facesti retromarcia e parcheggiasti la mia auto sulla bisarca del tuo vicino di casa. La ritrovai in Svizzera tre giorni dopo. Ti strappai la patente personalmente. Una delle più grandi soddisfazioni della vita: farla in frantumi davanti ai tuoi occhi lucidi!-
Gojyo: -Puoi ripetere questa storia quanto vuoi! Non mi fa alcun effetto, adesso! Hakkai, difendimi, per piacere!-
Hakkai: -Riguardo cosa?- si voltò a guardare il rosso mentre era ancora immerso nei suoi pensieri
Gojyo: -Beh… stavamo parlando di auto e…-
Hakkai: -Ha ragione Sanzo.- lo interruppe subito
Gojyo: -Ma se non sai nemmeno cosa ti volevo dire!-
Hakkai: -Non importa…-
Gojyo: -Ma da che parte stai?! Io volevo solo prendere la macchina domani sera!-
Hakkai: -Beh, non è che te la meriteresti poi molto. I tuoi voti non brillano…-
Gojyo: -Ancora con questa storia? Io non vado a ripetizione di matematica!-
Hakkai: -è vero. Ma ti ricordi l’ultimo esame che hai fatto?-
Gojyo: -Umh…- iniziò a pensare

L’ultimo esame:
Professore: -Signor Sha Gojyo, ecco a lei.- disse porgendogli un’immagine
Gojyo la guardò strabuzzando gli occhi: -Ma… ma è nuda!-
Professore: -Lo so. Mi dica cosa ne pensa.- sorrise
Gojyo: -Beh…è provocante, ma…ma lei mi permette di guardarla così serenamente?-
Professore: -Certo che glie lo permetto. Perché non le piace?- chiese perplesso
Gojyo: -Sì, bella donna sua moglie… ma non è il mio tipo.-
Professore: -Ma… ma che cosa sta dicendo?!- sbottò indignato
Gojyo: -Beh, non ho niente in contrario alle messicane, è che preferisco le spagnole…- (Levatevi dalla testa i doppi sensi)
Professore: -Ma che messicana? Questa è la Maya di Goya!-
Gojyo: -Ah…- continuò sbigottito -… mi sembrava una faccia conosciuta…-
Professore: -Se ne vada!-
Gojyo: -Emh… quando posso tornare?-
Professore: -Quando mi sarò dimenticato la sua faccia!-

Gojyo: -Vabeh, per una volta che c’è stato un malinteso la vogliamo fare così lunga?-
Hakkai: -Malinteso? Una volta? Ti ricordi a lezione di disegno?-
Gojyo: -La lezione di disegno hai detto?-

Lezione di disegno:
Gojyo se ne stava davanti al suo foglio bianco con la matita alla mano in attesa di direttive. Studiava attentamente il soggetto da ritrarre: un nudo femminile. Era entrato nell’atmosfera giusta, era nel nirvana degli artisti e tutto il resto era svanito.
Professoressa: -Bene, cominciate dalle pere, mi raccomando le linee: sinuose e aggraziate.-
Gojyo si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio: -Le pere… le pere… le pere…- sussurava fra sé -… ah, intende il seno!-
Otto minuti dopo.
Professoressa: -Mi raccomando di ombreggiare bene i piccioli.-
Gojyo: -I piccioli? Ah, intende i capezzoli… Ma perché deve parlare in codice?-
Quattro minuti dopo.
Professoressa: -Per quanto riguarda le fossette delle mele: non troppo marcate ma comunque visibili.-
Gojyo: -Mele… mele… saranno le natiche-
Undici minuti dopo.
Professoressa: -La banana deve stare eretta, così da proiettare l’ombra.-
Gojyo: -La banana deve… La banana?!- borbottò tra sé –Professoressa, scusi! Ma quale banana?-
La donna arrivò in aiuto del rosso che, appena vide il disegno, lo guardò storto.
Professoressa: -Scusi, lei frequenta il secondo anno?-
Gojyo: -Sì, sto seguendo il suo corso, perché?-
La professoressa indicò dall’altra parte della stanza: -Perché sto tenendo una lezione sulla natura morta!-
Gojyo: -Eh-eheh…- sorrise imbarazzatissimo -…forse ho sbagliato qualcosina…-
Professoressa: -Beh, non so. A me sembra che qui di morto ci sia ben poco!-

Sanzo sbottò in una grassa risata, di quelle che sfottono per il resto della vita. Il rosso, ferito nell’orgoglio, prese Goku per il polso: -Andiamocene, qui non ci capiscono!- e filarono via.
Hakkai rimase perplesso a contemplare la scena, poi scosse le spalle e tornò ad asciugare i piatti.
La serata passò tranquillamente, almeno per Sanzo. A tavola non volò una mosca: Goku era abbattuto, Gojyo teso ed adirato e Hakkai… beh, Hakki sorrideva come sempre. Ma non perché non si rendesse conto della situazione o perché fosse stupido, anzi, astutamente aveva deciso di far finta di nulla, così, almeno lui, si sarebbe risparmiato tutto questo.

La mattina dopo, il rosso teneva sempre il broncio e, pur di non vedere le facce dei coinquilini più grandi, si infilò tre buondì in bocca contemporaneamente e afferrò Goku, che stava per addentare una fetta di torta ai mirtilli (eh, sì… Hakkai si dà da fare. Quest’affermazione la potete prendere nel senso che vi pare).
Goku: -Ehi, voglio fare colazione!-
Gojyo: -Andiamo, o faremo tardi.-
Sanzo: -Ma come?- domandò facendo cadere la fetta biscottata con la marmellata alle arance –Non vi accompagno io?-
Gojyo: -No! Te la puoi tenere tutta per te la tua macchina! Io e Goku andremo in pullman, non è vero Goku?-
Goku: -Ma io voglio andare con Sanzo…-
Gojyo: -Goku, un minimo di dignità, per piacere!-
Goku: -Hai ragione…- si alzò donando un ultimo sguardo alla sua torta.
I due uscirono e il biondino si rigirava tra le dita quella maledetta fetta biscottata.
Hakkai sorrise mentre era intento a imburrare una fetta di pane: -Bella giornata, non trovi?-
Sanzo si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio: -Un giorno tutto questo ti si ritorcerà contro se continui così.-
Hakkai: -Suor Maddalena mi diceva sempre: “ricordati, Gono, se ti fai i fatti tuoi, campi cent’anni!”. Eh, che donna, che era…-
Sanzo: -Che fine ha fatto?-
Hakkai: -è rimasta coinvolta in una sparatoria tra bande mafiose che avevano in corso una faida da anni a trentasette anni.-
Sanzo: -E che ci faceva?-
Hakkai: -Non lo so. Io mi sono fatto i fatti miei…-
Sanzo: -Giustamente.-

La giornata proseguì come al solito. Alla sera, si presentò un barlume di liberazione per Goku e Gojyo: Sanzo aveva il turno di notte.
Goku se ne stava arrampicato sulla sedia cercando di capire gli esercizi sulla nomenclatura che Hakkai tentava di insegnargli.
Sanzo: -Allora io vado, buona serata!-
Il rosso, che se ne stava in canottiera a guardare la tv con la lattina di birra nella mano, lo salutò con un rutto senza nemmeno voltarsi.
Hakkai cercò di calmare il poliziotto che già aveva tolto la sicura dalla sua pistola.
La serata proseguì tranquillamente quando il telefono prese a squillare.
Hakkai: -Pronto? Chi parla?... Ah, sei tu! Dimmi!... Stasera? Una riunione stasera?... Sì, ho capito che è per l’aggiornamento del… Ma stasera sono coi ragazzi e…-
Gojyo alzò un braccio con tanto di lattina di birra: -Hakkai, non sei nostra madre…-
Hakkai: -Senti, ripensandoci… Vengo alla riunione… Sì, prendo la giacca e parto. A dopo!- e riattaccò
Gojyo: -Allora esci?-
Hakkai: -Sì, starò via dalle tre alle quattro ore. Mi posso fidare?-
Gojyo: -Saremo due angeli.-
Hakkai: -Ok, allora ciao!-
Il moretto non se lo fece ripetere due volte e sparì dietro la porta principale, lasciando Goku alle prese con l’acido cloridrico.
Gojyo: -Uno… due… tre… quattro… […] quarantasette… quarantotto… quarantanove… e cinquanta!- corse alla finestra per vedere Hakkai salire sulla sua auto e partire.
Gojyo: -Bene, Goku! Preparati che usciamo!-
Goku: -Eh? E dove vorresti andare?-
Gojyo fece penzolare dalle dita una chiave: -Non volevi andare ad una festa?- sorrise
Goku: -Ma quelle sono le chiavi della macchina di Sanzo!-
Gojyo: -Già, è andato a lavoro con l’auto di servizio. Allora? Vogliamo andare?-
Goku: -Non ci metteremo nei casini? E poi è una festa di carnevale e noi non abbiamo nemmeno un vestito.-
Gojyo: -Vestito? Basta un po’ di inventiva!- esclamò entrando letteralmente nel suo armadio e mettendolo in subbuglio, -Tieni!- porse al ragazzo una camicia a quadri
Goku: -Perché ci dobbiamo mettere queste camice?-
Gojyo: -Fidati di me. Adesso infilati questo cappello.-
I due si presentarono allo specchio con due orride camice a quadri, Goku ci stava tre volte dentro. Sulla testa avevano un enorme cappello con un laccio legato sotto il mento.
Goku: -E chi dovremmo rappresentare?- chiese perplesso
Gojyo: -Come chi? Siamo i cowboy del film “I segreti di Brockback Mountain”!-
Goku si voltò abbattuto: -Ma questi che abbiamo in testa sono sombreri!-
Gojyo: -Non fare il pignolo e usciamo! Abbiamo tre ore di puro divertimento! Magari rimorchio anche… Goku, com’è il mio alito?- aprì la bocca sul suo naso
Goku: -Puzza tremendamente di birra.-
Gojyo: -Allora è perfetto!- sorrise fiero

Arrivati alla festa i due si guardarono intorno perplessi. La casa traboccava di gente e non si capiva niente a causa della musica ad alto volume.
Gojyo: -Ma tu le conosci tutte ‘ste persone?-
Goku: -Veramente no… alcuni non mi sembrano nemmeno adolescenti…-
Gojyo: -Già…Ehi, Gossov!- alzò la mano attirando l’attenzione di un energumeno
Gossov: -Gojyo!- lo salutò tirandogli una piccola pacca sulla schiena da farlo cadere a terra
Gojyo: -Goku, ti presento un mio compagno d’asilo!-
Goku: -D’asilo? Ha la tua età?-
Gojyo: -No, sciocco…- sorrise -… era ripetente! Gossov adesso ha ventisei anni!-
Gossov: -Ventisette… E tu piccoletto?-
Goku: -Io ho diciassette anni, sono un amico di Glen. Ma inizio a credere di aver sbagliato casa.-
Gossov: -Glen è mio cugino! Guarda è laggiù!- indicò la cucina
Goku: -Ehi, grazie! Ci vediamo dopo, Gojyo?-
Gojyo: -Va bene, divertiti! Non fare nulla che io non farei!- gli urlò dietro
Gossov: -Cos’è che non faresti?-
Gojyo: -Umh… andare con un uomo…-

Nataku: -Allora sei venuto!-
Goku: -Sì…- rispose appoggiandosi al marmo della cucina -…ma sono venuto con Gojyo, non so se mi spiego…-
Nataku: -Tranquillo, io non vi ho visto.-
Glen: -Ehi, amico!- salutò Goku con un braccio intorno alle sue spalle –Beviti qualcosa!-
Goku: -Succo alla pera?-
Glen: -Ceeerto, tieni il tuo…- gesticolando con l’indice e il medio -… “succo alla pera”! però devi buttarlo giù tutto d’un fiato.-
Goku: -Ok! Nataku, tu non bevi?-
Nataku: -Lo sai com’è mio padre. Non posso mangiare e bere niente che non sia acqua senza il suo permesso. Altrimenti addio campionato regionale di lotta libera.-
Goku: -Ah, è vero! Allora bevo alla tua!- esclamò ingoiandosi la bevanda del bicchierino. All’inizio guardò confuso l’amico, poi storse un po’ la bocca e qualche gocciolone iniziò a rigargli il viso.
Glen: -Ehi, t’è piaciuto il rum?-
Il ragazzo lo guardò con i lacrimoni agli occhi e iniziò a gridare: -ACQUA! Ho bisogno di ACQUA!-
Iniziò a saltellare come una scimmia (ok, me la potevo risparmiare) in qua e in là quando, finalmente, si appropriò della bottiglia che aveva in mano un ragazzo, -ACQUA! Finalmente ecco l’acqua!- e si attaccò alla bottiglia di vetro tracannandosi il suo contenuto
Glen: -Goku, no…- tentava di fermarlo -… quella non è…- ma non finì la frase che il ragazzo lasciò la bottiglia cadere a terra -…acqua…-
Nataku: -Tutto a posto, Goku?- chiese preoccupato
Goku diventò paonazzo e iniziò a sputare fiamme.
Nataku: -Ma che gli è preso?!-
Glen: -Vorrei vedere te dopo esserti scolato un’intera bottiglia di grappa…-
Nataku: -Accidenti…-

Sanzo: -Uff, se proprio devo alzare il culo dal mio ufficio, vorrei che fosse per cose degne di nota. Non per placare gli animi di una festa troppo rumorosa.- fece notare seccato mentre si accingeva a suonare al campanello della casa
-Ehi!- richiamò l’attenzione il suo collega –Guarda quello che vomita sui cerchi in lega di quella macchina! Sembra la tua Sanzo!- rideva
Il biondino si girò con gli occhi sgranati a vedere: -NO! Quella non sembra la mia auto. Quella È la mia auto!-
-Oh-ops…-
Sanzo non aspettò oltre e buttò giù la porta calpestando il poveraccio che stava per aprire loro, -Dove sei, dannato scherzo della natura colorato di rosso?! Scherzo? Ma che dico? Sei un ERRORE della natura!-
Un ragazzino gli si avvicinò: -Scusi, ma di chi sta parlando?-
Sanzo: -Di un kappa, alto all’incirca così, con una grandissima faccia da idiota e due antenne che gli arrivano fin qui…-
-Non so di chi stia parlando, mi spiace…-
Sanzo: -Anna dai capelli rossi un po’ troppo cresciuta che corre dietro a tutte le ragazze.-
-Ah! Quello vestito da gay! È di sopra.-
Sanzo, dunque, iniziò la traversata del mare di persone che affollava la casa per raggiungere le scale, quando ad un certo punto una bionda vestita da olandesina gli saltò al collo.
-Ciao bel poliziotto, che ci fai tutto solo?-
Sanzo: -Sono venuto a prendere i cattivi.- rispose seccato
-Io sono una bambina molto cattiva! Mi porti via con lei, la prego!-
Sanzo: -Guardi, signorina… io sono un poliziotto vero.- le fece vedere la pistola
-Certo… e io sono nata veramente a Rotterdam…- insinuò maliziosa poggiando la bocca sulla canna dell’arma. Sanzo la guardò basito e indignato. Insomma, immaginatevi voi: Sanzo aveva tra le braccia una ragazza sbronza che stava facendo un servizietto alla sua pistola. Quella che spara, intendo.
Quella che spara proiettili veri, insomma.
Il biondino si guardò attorno e si accertò che nessuno lo stesse guardando, poi indietreggiò e tirò una testata in mezzo agli occhi della ragazza facendola svenire. Dopo aver convinto un gruppo di studenti che lui non era un membro dei village people, Sanzo aprì la porta con un boato. Trovò una coppia a letto e la ragazza che si trovava in biancheria sopra il partner alzò la testa colpita dal frastuono.
Gojyo: -Che c’è? È arrivato il tuo ragazzo?-
-No, forse il tuo…-
Gojyo: -Te l’ho già detto: io non sono gay…- alzò la testa e vide Sanzo sulla porta con il fumo che gli usciva dalle orecchie –Eh-eheh…non è come sembra!-
-Meno male non eri gay…- storse la bocca la morettina
Sanzo: -Ah, no? Lei è inciampata e tu sei caduto? Mi devi una spiegazione!-
Gojyo: -No, è che…ehi, cosa ci fa una bionda aggrappata alla tua caviglia?-
Sanzo: -Non cambiare argomento! Ti avevo detto di non prendere la mia auto!-
Gojyo: -Emh…Perché? C’è anche la tua macchina alla festa?-
Sanzo: -Non fare lo spiritoso! Io ti ammazzo!-
-Ma che animi caldi che abbiamo… - intervenne la ragazza –Perché non mi ammanetti al letto, bel poliziotto? Ci divertiamo tutti e tre insieme…-
Sanzo: -No! Io ammanetto lui e poi lo apro in due come una mela!-
-Accidenti, di due nemmeno un etero mi è capitato…-
Gojyo: -Guarda bellezza, che lui mi apre in due veramente, non era una metafora erotica…-
Dopo che ebbe dato il tempo a Gojyo di rivestirsi e aver accertato che la ragazza fosse maggiorenne, Sanzo si scrollò la biondina dalla caviglia e la rinchiuse nel bagno.
Sanzo: -Allora? Dov’è Goku?-
Gojyo: -Chi?-
Sanzo: -Goku.-
Gojyo: -Non conosco nessun Goku.-
Sanzo: -…-
Gojyo: -Ahhh, quel Goku! Perché pensi che io lo sappia?-
Sanzo: -Non sono idiota. Era lui che voleva venire a questa festa.-
Gojyo: -Anche questo è vero… per quanto riguarda la seconda frase. Non sono molto d’accordo sulla prima.-
Di tutta risposta, Sanzo gli tirò un’harisennata (eh, già… se l’è portato pure in questa storia) da fargli fare tutte le scale col mento. I due cominciarono a cercare Goku nella mischia.
Sanzo: -Goku? Dove sei?-
Gojyo: -Goku, dobbiamo battere in ritirata! Il nemico ci ha scoperto!-
Sanzo: -Finiscila.-
Gojyo: -Che c’è? Ehi, c’è una rissa!- esclamò esaltato –Proviamo a cercare là!-
Sanzo: -Ma dai! Le risse in queste feste sono molto comuni! Non credo che Goku…-
Gojyo: -Però non sono molto comuni le risse dove l’intera squadra di football della scuola viene scaraventata fuori dalla finestra…-
I due si precipitarono a vedere e trovarono Goku ormai barcollante alle prese con l’ennesima testa calda e Nataku a guardargli le spalle, ormai tutti avevano paura di lui.
Sanzo: -Goku!-
Nataku: -Signor Hoshi!- esclamò sollevato –Non è colpa nostra: Goku ha bevuto un po’ troppo e dei ragazzi più grandi hanno cominciato ad infastidirci e…-
Sanzo: -Non importa, vieni che ti porto a casa.-
In quel momento, Goku schiantò a terra dormiente e tutti si fermarono a vedere la sua faccia spiaccicata sul pavimento che russava.
Gossov: -Ehi, Gojyo!- prese Goku per i pantaloni e lo sollevò –Questo cosino è tuo?-
Gojyo: -Sì.- allargò le braccia per accogliere il ragazzino, ma la finezza di Gossov non gli era un mistero, di fatti quest’ultimo glie lo scaraventò contro facendogli perdere l’equilibrio.
Gossov: -Ve ne andate di già, Gojyo?-
Gojyo: -Sì, andiamo a…-
Sanzo: -…al fresco.-
Gojyo: -…al frescosa?!-
Sanzo: -Hai capito bene.- sentenziò mettendogli le manette al polso

-Che diamine succede?- chiese Goku aprendo pian piano gli occhi
Gojyo: -Indovina un po’…- rispose abbattuto con i gomiti poggiati sulle ginocchia
Goku: -Ahi! Che mal di testa!- si resse la fronte
Gojyo: -è normale, si chiama “sintomo post-sbornia”-
Goku: -Ma… ma questa è una cella!- esclamò aggrappandosi alle sbarre
Gojyo: -Ci ha portato qui il tuo paparino perché gli abbiamo disubbidito!-
Goku: -Ho capito, ho capito…- si tappò le orecchie -… ma non urlare che mi assordi.-
Sanzo: -Allora?- comparì soddisfatto davanti alla cella –Come stanno i miei fuori legge?-
Gojyo: -Per quanto ci terrai qui?-
Sanzo: -Per ventiquattro ore.-
Goku: -Ma io ho scuola domani!-
Sanzo: -Non ti preoccupare per domani…-
Goku: -Meno male…-
Sanzo: -Perché se non ci sarà qualcuno che paga la cauzione, perderai tre giorni di scuola.-
Goku: -Che?!-
Gojyo: -Vuoi tenerci qui per tre giorni?!-
Sanzo: -No. Io voglio tenervici per sempre… ma mi accontenterò di ventiquattro ore.-
Gojyo: -Maledetto. Il tuo è abuso di potere, lo sai? Comunque con Hakkai non te la prendi nemmeno un po’? è uscito fregandosene di noi!-
Sanzo: -Ma se sei tu il primo a dire che non hai bisogno di una babysitter! E comunque Hakkai mi ha mandato questo.- prese il cellulare e lo mostrò al rosso

Mittente: Hakkai
Data: 18 febbraio ’09
Ore: 23:12
Sanzo, sono uscito per un’improvvisa riunione. Se capita qualcosa a quei due non è colpa mia. A domani 0_^!

Gojyo: -Cioè… cioè…- balbettava sbalordito -… ti ha fatto anche lo smile!-
Sanzo: -Bene, signori miei! Potete fare una telefonata a chi volete, secondo il regolamento. Goku, vieni.-
Il ragazzo si alzò ma fu subito bloccato dal rosso: -Goku, sfruttala bene questa telefonata, mi raccomando.-
Goku: -Sì, sì… ho capi…- e cadde a terra dopo aver sbattuto il naso contro le sbarre
Gojyo: -Ecco… come non detto…-
Il poliziotto condusse Goku all’apparecchio telefonico e si girò di spalle in attesa . Goku collassò sulla cornetta e miracolosamente riuscì a premere dei tasti. Dunque, tempo cinque secondi, il cellulare di Sanzo iniziò a squillare.
Sanzo: -Pronto?-
Goku: -Pronto, Sanzo?-
Sanzo: -Dimmi.-
Goku: -è successa una cosa, però non arrabbiarti…-
Sanzo: -Cos’è successo?-
Goku: -Sono in prigione.-
Sanzo: -In prigione?! E cosa ci fai lì?!-
Goku: -Ma guarda, è successa una cosa strana! Ero ad una festa, ho iniziato a bere dell’acqua e non capito più niente. Poi sei arrivato tu e ci hai portato…-
Sanzo: -Vi ho portato dove? Goku? Mi sa che c’è la linea disturbata…- si voltò e vide il ragazzo che lo stava guardando storto
Goku: -Che fai? Mi sfotti anche?!-
Sanzo: -Chi? Io? No! Andiamo, è il turno di Gojyo.-
Goku: -Sì, è meglio, và…-
I due tornarono alla cella e il più giovane si sedette amareggiato in un angolo.
Gojyo: -Chi hai chiamato?-
Goku: -…-
Gojyo: -… allora?-
Goku: -…-
Gojyo: -Non dirmi che hai chiamato questo qui!- esclamò puntando il dito sul biondino
Sanzo: -Proprio così. E ora questo qui ti prende per un orecchio e ti porta di là.- e trascinò il rosso al telefono.
Gojyo: -Tsk…- lanciò un’occhiataccia mentre componeva il numero -… pronto, Hakkai?-
Hakkai: -Shhh, un po’ di silenzio! Sono al telefono!-
Gojyo: -Hakkai, mi senti?-
Hakkai: -Ah, Gojyo…sei tu? Dimmi!-
Gojyo: -Ho bisogno di un favore, dovresti venire a prendermi in centrale… Ma cos’è tutto questo baccano?-
Hakkai: -Eh? Ah, è una riunione molto accesa e interessante…-
Gojyo: -Una riunione con la musica dance in sottofondo?-
Hakkai: -Eh, sì… stiamo parlando di un nuovo tipo di bypass che agisce sul vaso di pressione arterioso in modo che il ventricolo si svuoti completamente alla contrazione del cuore e pompare conseguentemente altro…- ma fu interrotto dal collega che gli gridò dietro: -Ehi, Hakkai! Non sparare troppe cavolate perché tanto la gente non ci capisce niente…-
Hakkai: -Hai ragione, Ni… questo modello è sperimentale e dobbiamo perfezionarlo…-
Gojyo: -Guarda Hakkai che l’ho sentito! Vienimi a prendere!-
Hakkai: -Come hai detto, Gojyo? Non ti sento, la discussione è molto sentita. Scusa, la mia assistente mi chiama per un altro bicchie… test! A domani!-
Gojyo: -No! Hakkai, aspet…! Dannazione, ha riattaccato!-
Sanzo: -Allora?- domandò sorridendo –Verranno a prenderti?-
Gojyo: -Non ridere! Tu lo sapevi!-
Il poliziotto riaccompagnò il rosso in cella con un grande appagamento nel petto.
Gojyo: -Ti propongo una sfida!- esordì aggrappandosi alle sbarre
Sanzo: -No.-
Gojyo: -Che c’è? Hai paura? Scontriamoci, corpo a corpo, se vinco mi liberi!-
Sanzo: -Accetto.-
Gojyo: -Davvero?-
Sanzo: -Sì. Però ho finito il mio turno, quindi torno a casa.-
Gojyo: -Ma come?! E la sfida?-
Sanzo: -Se vuoi, puoi farla con il mio collega che è appena arrivato.-
Gojyo: -Certo! Batterò anche lui!- sghignazzò rimboccandosi le mani
Sanzo: -Ok.- si voltò e poggiò una mano vicino alla bocca –Gato, vieni a duellare!-
Gato: -Sì, capo!- esclamò giungendo davanti alla cella.
Gojyo fu oscurato dalla sua mole e fissandolo iniziò a balbettare: -L-lo sai che ti dico, Sanzo? C-che io e Goku vogliamo fare la nuova esperienza che è quella di passare una notte in cella e stare insieme per approfondire la nostra amicizia! Vero, Goku?-
L’amico lo guardò e poi vomitò anche l’anima.
Gojyo: -Appunto. Insieme: io, Goku e il suo vomito.-
Sanzo: -Va bene, non insisto. Buonanotte!- prese la giacca e lasciò l’edificio.

La sera dopo tutto procedette bene: Hakkai sorrideva, stavolta non più per far finta di niente, ma per la serata passata, Sanzo non parlava con nessuno come al solito e Gojyo se ne stava in silenzio a leccarsi le ferite.
Goku si avvicinò al biondino a testa bassa: -Sanzo…-
Sanzo: -Che c’è?-
Goku: -Io volevo chiederti scusa…-
Gojyo aprì le orecchie e si mise a pensare che forse tutti i torti, Goku non li aveva.
Sanzo: -E per cosa?-
Goku: -Per ieri sera.-
Sanzo: -Vedi…- inspirò -… se io ti proibisco di andare ad una festa è perché so in che pericoli potresti cacciarti.-
Goku: -Hai ragione.-
Sanzo: -Comunque, ho deciso di essere meno rigido. Puoi guidare la mia macchina, Gojyo.-
Gojyo: -Eh?- alzò la testa sorpreso –Davvero?-
Sanzo: -Sì, ma solo con il mio permesso! E dovrai stare molto attento o ti ucciderò!-
Goku: -Grazie, Sanzo.-
Sanzo: -No, non ringraziarmi. La prossima volta ti prenderò per le orecchie e ti scarterò come una caramella, intesi?- lo fissò col dito puntato e poi si voltò verso Gojyo
Gojyo: -Non ti aspettare ringraziamenti! Non mi aspetto molto da uno che non permette di leggere riviste porno ad un adolescente.-
Sanzo: -Io non ho mai detto a Goku di non leggere riviste porno.-
Gojyo: -Cosa?- chiese perplesso –Ma Goku! Tu mi hai detto così!-
Goku: -Beh, Sanzo mi ha detto: “Se le leggi, diventerai come Gojyo”.-
Gojyo: -E allora? Dov’è il problema?-
Goku: -Sanzo ti detesta e, se poi divento come te, non voglio che detesti anche me!-
Gojyo: -Brutta scimmia bugiarda!- si scaraventò addosso il ragazzo
Goku: -Lasciami, ero-kappa!-
Sanzo: -Non cominciate a litigare!- sentenziò brandendo l’harisen
-Ehhh…- sospirò Hakkai sorseggiandosi il suo the tranquillamente -… un altro capitolo intero, e quei tre non hanno imparato niente.-

 

Ringrazio davvero tutti coloro che hanno recensito e inserito questa storia nei preferiti. Spero che questo capitolo vi abbia strappato qualche sorriso e non tolto tempo inutilmente.
Ho scoperto che Desperate Househusbands è anche il titolo di una pellicola gay hard.
Non so se mettere al corrente i ragazzi di questo fatto.
Ci penserò su…

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il Segreto Di Hakkai (part. I) ***


Il Segreto di Hakkai (part. I)

Hakkai.
Cho Hakki.
Un uomo. Un perché.
Perché un neurochirurgo riconosciuto abile a livello internazionale, uomo di grande successo, bello, servizievole, protettivo, intelligente, colto, dolce, educato… abitava con quei tre?
Perché?!
Quale mistero poteva celarsi mai dietro quel sorriso incantatore?
Non lo so.
Fine del capitolo.
Sto scherzando.
Hakkai non era solo quello che cucinava, rassettava la casa, lavava i panni, attaccava i bottoni, faceva la spesa, si prendeva cura del suo animaletto, partecipava alla riunioni di condominio, faceva la raccolta differenziata… no!
Hakkai era sottoposto ad un grande sforzo mentale.

-Hakkai! Hakkai!- corse Goku in piagiama –Ho sognato che ero vestito di un’armatura scintillante, immerso in un luogo oscuro, accompagnato da amici fidati e insieme facevamo dei combattimenti mozzafiato. Poi mi accorgo che sono un cavaliere dello zodiaco! Andromeda! Che significato ha il mio sogno?-
-Che sei gay.- intervenne Gojyo ancora assonnato
Hakkai: -Ma no…- sorrise, -Andromeda è il più giovane del gruppo e tiene nascosto il suo vero potere per non ferire i suoi amici. Come vedi ti rispecchia appieno.-
Il ragazzino, soddisfatto, si voltò verso Gojyo con una sonora pernacchia e se ne andò baldanzoso a cambiarsi.
Gojyo: -Ma che vai blaterando, Hakkai?- chiese con il volto stravolto dalla sbronza della sera prima
Hakkai: -Non lo so, ma l’ho fatto contento.
1) Hakkai come psicanalista
Gojyo se ne stava spaparanzato sul divano travolto dalla noia mentre l’amico lucidava il pavimento.
Gojyo: -Hakkai, tu che sei dottore, secondo te, se una ragazza vergine rimane incinta grazie all’inseminazione artificiale e poi partorisce con il cesario... può sempre definirsi vergine?-
Hakkai alzò lo sguardo con un’espressione intimorita e scandalizzata: -Gojyo, ma che vai dicendo?-
Gojyo: -Va bene, parliamo d’altro…-
Hakkai: -è meglio…-
Gojyo: -Secondo te se Franco Trentalance si fosse chiamato Franco Trentacoltellinisvizzeri, avrebbe sortito lo stesso effetto?-
Hakkai: -…-
2) Hakkai come interlocutore che sopporta di tutto
Sanzo se ne stava a leggere il giornale tranquillamente mentre Hakkai rammendava i calzini di Goku.
Sanzo: - Secondo te, se sparo alla testa di uomo, questo soffrirà di più se l’arma utilizzata è un fucile a pallettoni o un fucile a canne mozze?-
Hakkai: -Sanzo, morirebbe all’istante in entrambi i casi…-
Sanzo: -Ah… e se gli sparo ad una gamba?-
Hakkai: -…-
3) Hakkai come consulente del crimine

Abbiamo constatato quanto Hakkai fosse messo alla prova nella casa del Grande Frat… emh, nella casa dei nostri eroi. Ma tutto questo finì quando…
-Hakkai! Hakkai!- corse Goku in piagiama –Ho sognato che ero un Chuunin, combattevo contro un nemico potentissimo. Ero a terra e non potevo muovermi, quando scorgo i capelli rossi di Gaara. Però guardando bene, aveva i capelli più lunghi del solito e mi accordo che era Gojyo, era un Kazekage! Lo chiamo per farmi dare una mano, ma davanti a me compare Naruto che con un solo colpo uccide Gojyo. Io tutto preoccupato allungo una mano su Naruto chiedendo spiegazioni. Lui si volta e… ed era Sanzo!-
Ma davanti a lui, il ragazzo sgranocchiava qualcosa dietro la scatola di cereali.
Goku: -Eh, Hakkai!- esclamò indispettito, -Mi stai ascoltando?! È una cosa grave!- fece per togliergli la scatola, ma…
Sanzo: -Perché ti scaldi tanto?- chiese con la bocca piena, -Ho ucciso Gojyo… dov’è il problema?-
1) Sanzo come psicanalista (?)
Gojyo se ne stava spaparanzato sul divano travolto dalla noia mentre l’amico dietro di lui riponeva dei fogli. Il rosso guardava distratto Death Note alla tv, più precisamente la scena dove Light, mangiava le patatine mentre uccideva le sue vittime facendo finta di fare i compiti: -Mi basterà solo prendere una patatina… e mangiarla!-
Gojyo sbuffò: -Ma guarda come gira il mondo… Light Yagami che frega le pubblicità a Rocco Siffredi. Sei d’accordo, Hakkai?-
Si voltò e vide Goku che lo guardava perplesso: -Chi è Rocco Siffredi?-
Gojyo si impaurì alla vista della ragazzino, ma poi scosse la testa: -Solo uno che avrebbe preferito passare il suo tempo con Misa che col Death Note…-
2) Goku come interlocutore che sopporta tutto (?)
Sanzo se ne stava a leggere il giornale tranquillamente mentre il coinquilino sistemava i cd.
Sanzo: -Secondo te, se ferisco con un pugnale un uomo, questo soffrirà di più se poi glie la tengo vicino ad una fonte di calore o se glie la cospargo di sale?-
Ma non ricevette risposta. Allora abbassò il giornale e trovò Gojyo che lo guardava schifato.
Gojyo: -Ma che discorsi fai?! Sei un pazzo omicida…- disse allontanandosi
Sanzo: -Boh…- borbottò perplesso, -Discorsi di tutti i giorni…-
3) Gojyo come consulente del crimine (?)

I ragazzi cominciavano ad accusare i primi sintomi della depressione, persino Hakuryu aveva iniziato a volare in tondo dandosi botte in testa.
-Basta!- urlò il poliziotto
-Eh?- si sorprese Gojyo che aveva cominciato a imitare il volatile
Sanzo: -Hakkai passa troppo tempo fuori di casa!-
Goku: -Vero. Ma che possiamo farci?-
Sanzo: -Dobbiamo escogitare un modo per farlo stare più tempo qui che in ospedale.-
Gojyo: -Ahah, e tu pensi che sia per il lavoro che sta tanto tempo fuori? C’è di mezzo una donna.-
Sanzo: -Una donna? Non può essere una donna… non deve essere una donna!-
Gojyo: -E perché?-
Improvvisamente nelle loro menti si fece largo una sensazione terribile: Goku si vide improvvisamente pelle ed ossa, Gojyo rannicchiato in un angolo seduto sulle ciocche di capelli che cadevano come foglie autunnali e Sanzo si proiettò in un futuro nel quale i suoi occhi perennemente arrossati erano dovuti al caffè che si iniettava direttamente nelle vene. La casa spoglia.
Goku si alzò improvvisamente: -NO! NON QUESTO!-
Gojyo: -Dobbiamo agire! E subito!-
Sanzo: -Ho in mente un piano…- sogghignò, poggiò le braccia sulle spalle dei suoi amici e cominciò bisbigliando: -Psssh psssh… psssh psssh psssh…-
Gojyo: -Ah-ah...-
Sanzo: -Psssh psssh psssh…-
Gojyo: -Giusto, giusto…-
Sanzo: -E questo è quanto.-
Gojyo: -Lo metteremo in pratica stasera! Muahahah!-
Sanzo: -Muahahah!-
Goku: -Emh…posso far finta di aver capito?-
Hakkai: -Capito cosa?- chiese appena entrato in casa ancora con le chiavi in mano
Sanzo: -Eh?! Hakkai! Cosa ci fai qui?-
Hakkai: -Ci abito?-
Gojyo: -Giuuusto…- e rivolgendosi al poliziotto -…è più intelligente di quanto credessimo, ce la sta facendo da sotto il naso…-
Sanzo: -Dobbiamo giocare d’astuzia…- e poi al moretto –Dicci Hakkai, dov’eri?-
Hakkai: -A lavoro?- disse perplesso
Gojyo: -Guarda, Sanzo: ha una risposta a tutto!-
Sanzo: -Dannazione…-
Gojyo: -Hakkai, perché hai messo il profumo buono?-
Hakkai: -Perché ogni giorno è il giorno giusto per mettere il profumo buono.-
Sanzo: -Ma prima non lo mettevi mai.-
Gojyo: -Non è che vuoi far colpo su qualcuno?-
Hakkai: -Ragazzi, dovete dirmi qualcosa?-
Goku: -Ho fame…-
Sanzo: -Forse sei tu che devi dirci qualcosa…-
Hakkai: -Ah, sì…stasera non sarò a casa.-
Gojyo: -Cosa cosa? E dove vai?-
Hakkai: -Eh, in ospedale c’è tanto lavoro da fare…-
Sanzo: -Te l’avevo detto, Gojyo che era per il lavoro...-
Gojyo: -Ma non hai capito? È solo una scusa! Si vede con l’altra! Ricorda: il nemico è mooolto furbo!-
Sanzo: -L’altra?-
Gojyo: -Che?-
Sanzo: -Hai detto “l’altra”… e chi è la ragazza fissa?-
Gojyo: -Naaaa, lascia perdere!-

Era tardo pomeriggio quando Hakkai salutò con modo distratto i suoi coinquilini ed uscì di casa. I tre si guardarono con malizia e lo seguirono a debita distanza.
Goku: -Ha preso la macchina!-
Sanzo: -Bene! Sull’auto di servizio!-
Gojyo: -Ma sei matto? Daremo nell’occhio!-
Sanzo: -Devi studiarlo il nemico, devi sapere che è il cittadino modello che non teme le istituzioni ma che si sente al sicuro nel vederle intorno a sé.-
Gojyo: -Non ho capito ma sembra un discorso intelligente.-
Il gruppo degli Hakkai4ever saltarono in macchina e iniziarono a pedinarlo per la tangenziale che era, ahimé, deserta.
Gojyo: -Così sarà difficile non farci notare, anche se stiamo a 50 metri di distanza!-
Sanzo: -Lo so…non importa che me lo fai presente.- e mentre cominciava ad innervosirsi, l’auto dietro gli Hakkai4ever cominciò a suonare insistentemente il clacson.
Sanzo: -Ma che diamine!-
Gojyo: -Stiamo andando a quaranta… è normale che la gente si scaldi!-
Sanzo: -Non posso andare più veloce! Ci avvicineremmo troppo!- e dunque tirò il braccio fuori dal finestrino e fece cenno all’auto di sorpassare. Quando essa lo effettuò, i tre si videro passare accanto una vecchia macchina con a bordo una simpatica nonnina che esibiva uno striminzito dito medio.
Goku: -Oh-oh…- esordì alla vista della scena. Gojyo strabuzzò gli occhi impaurito e Sanzo rimase di pietra. Non riuscì nemmeno a far finire il sorpasso che il biondino accese le assordanti sirene.
Gojyo: -Stupido poliziotto corrotto, che cavolo fai? Vuoi farci scoprire?-
Sanzo: -Io l’arresto a quella per oltraggio a pubblico ufficiale!-
Gojyo: -Ma che te ne frega?! Non sei nemmeno in servizio!-
Sanzo: -è questione di principio!-, tirò fuori la testa dal finestrino e col megafono iniziò ad urlare: -Ehi, vecchia strega, accosti immediatamente!-
Gojyo: -Che qualcuno ci salvi…-
Una volta che le macchine si fermarono, la nonnina scese con prepotenza: -Che vuoi, figliolo?-
Sanzo: -Che voglio?! Appoggi le mani sul cofano! Adesso!-
-Ma tu guarda i giovani d’oggi, che trattano gli anziani in questo modo…va bene, obbedisco, però faccia in fretta!-
Sanzo: -Ok! Adesso Gojyo, perquisiscila!-
Gojyo: -Eh?! Perché io?!-
Sanzo: -Fai lo schizzinoso?!-
Goku: -Ehi, ha delle caramelle in tasca!-
Gojyo: -Sanzo, guarda! Hakkai sta uscendo dalla tangenziale!-
Sanzo: -Cosa? Ma non è quella la strada per l’ospedale!-
Gojyo: -Sta andando da una donna, sicuramente!-
-Allora, giovanotto? Devo andare dai miei nipotini!-
Sanzo: -Va bene, vecchia, dia le caramelle al moccioso e ce ne andiamo!-
Mentre Goku succhiava le caramelle alla cannella, gli altri due erano caduti nel panico, se era una davvero una donna, Hakkai avrebbe lasciato la loro casa e non si sarebbe più preso cura di loro.
Sanzo: -Sono sicuro che non è una donna.-
Goku: -Non può tradirci!-
Gojyo: -Scommetto venti euro che è una donna.-
Sanzo: -Ed io ne scommetto altrettanti che è per lavoro.-
Una volta arrivati a destinazione, Hakkai scese dall’auto e suonò il campanello di una modesta ma ospitale casa. Gli Hakkai4ever erano ansiosi di vedere chi abitava in quella casa, quando, ad un tratto, videro aprirsi la porta e una ragazza baciare la guancia del dottore.
Gojyo: -Io l’avevo detto!-
Sanzo: -Tieni, scarafaggio.- sbuffò allungandogli venti euro, -però adesso sono qui e voglio andare fino in fondo!-
-Cos…?- ma il rosso non finì di parlare che Sanzo si tuffò fuori dall’auto e rotolò verso la casa, seguito a ruota da Goku che continuava a trangugiare caramelle alla cannella. Così li raggiunse, posizionandosi proprio sotto la finestra.
Sanzo: -Non muoverti, adesso do una sbirciatina.-
Goku: -Ma ci sono le tende!-
Sanzo: -Accidenti!- i suoi nervi si facevano sempre meno saldi, quando udì la voce di Hakkai: -Scusami, devo prendere un po’ d’aria… apro la finestra.-
Gojyo: -No, non voglio altre schifezze sulla testa!-
Sanzo: -Gojyo, che fai?! Non muoverti o ti scoprirà!-
Ma fu troppo tardi, Hakkai aprì la finestra e Gojyo scivolò rasente il muro.
Hakkai: -Ecco, ora entra un po’ d’aria…- e tornò dentro
Sanzo: -Idiota che un idiota non chiamerebbe mai “idiota” per non sentirsi così idiota, cosa ti avevo detto?!-
Gojyo: -Avevo paura che Hakkai mi vomitasse addosso! Sono rimasto traumatizzato io! Mi sono mosso e non è successo niente… a parte pestare una cacca…-
Sanzo: -Tu non monti in macchina.-
Gojyo: -Come, stai scherzando?!-
Ad un tratto Hakkai uscì dalla casa con una grande composizione floreale e salì in macchina. Sanzo, corse veloce all’auto e mise in moto e, quando Goku fu sulla vettura, mise in moto e partì. Gojyo corse per un paio di metri dietro di loro sbigottito: -No…non scherzava…-
Il poliziotto stava alle costole di Hakkai e Goku aveva finito le caramelle alla cannella.
Goku: -Secondo te che rumore fa un tappino quando cade da un grattacielo di venti piani?-
Sanzo: -Non lo so.-
Goku: -Secondo te come fanno le striscioline verdi del dentifricio a rimanere separate dal bianco all’interno del tubetto?-
Sanzo: -Non lo so.-
Goku: -Se la fornace serve per costruire i mattoni, secondo te con cosa l’hanno costruita la prima fornace?-
Sanzo: -Non lo so.- iniziava a innervosirsi
Goku: -Secondo te l’uovo è la mestruazione della gallina?-
Sanzo: -Non lo so!- disse innervosito
Goku: -E soprattutto… cos’è una mestruazione?-
Sanzo: -NON LO SO!- sbottò accendendo la radio su “Oh, fucking little katty”, una versione dei Pooh rivisitata dal gruppo di Gojyo. Con un grugno spense la radio e per sua fortuna si ritrovarono davanti l’ospedale.
Sanzo: -Lo sapevo! Goku, scendi che seguiamo Hakkai anche all’interno.-
I due lo pedinarono, lo videro infilarsi il camice, compilare scartoffie e fermarsi all’accoglienza clienti.
Infermiera: -Dottor Cho Hakkai?-
Hakkai: -Mi dica.-
Infermiera: -Suo fratello e suo figlio, la stanno aspettando.-
Hakkai: -Ma io non ho un fratello, né tanto meno un figlio!-
Infermiera: -E quelli chi sono?- chiese indicando il corridoio, ma non videro nessuno.
Sanzo: -Per un pelo, Goku…stava per scoprirci.- disse all’amico mentre erano nascosti dietro il distributore delle bibite, -è molto importante che lui adesso non ci veda!-
Detto questo, fece irruzione un Gojyo tutto trafelato che, con un dito accusatore diretto verso Hakkai, urlò: -TI DENUNCIO PER ABBANDONO DEL TETTO CONIUGALE!-
Il moretto si sconvolse. Infermiera: -Dottore, quella non è sua moglie?-
Hakkai cominciò a scuotere la testa: -Non ho mai visto quella persona in vita mia!-

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il Segreto Di Hakkai (part. II) ***


Il Segreto di Hakkai (part. II)

Sanzo: -Io ti ammazzo, scarafaggio!- urlò palesandosi all’intera sala d’aspetto che li guardava sbigottiti
Infermiera: -Dottore, guardi! Suo fratello e suo figlio!-
Hakkai non batté ciglio e cominciò a balbettare qualcosa tra sé e sé come i pazzi che sentono le voci, poi si girò di scatto e imboccò velocemente il corridoio.
Sanzo: -Visto? Avevo ragione io! Dammi i miei soldi!-
Gojyo: -Io te li do, ma sta sicuro che c’è una donna di mezzo!-, non fece in tempo a pronunciare la frase che si guardò intorno, -Ehi, Hakkai è sparito!-
I tre cominciarono a corrergli dietro, Goku: -Hakkai! Aspettaci!-
Infermiera: -Dottore, suo figlio la sta chiamando-
Hakkai: -Io non sento niente e poi devo fare il giro delle visite.-
Infermiera: -Ma dottore, non può ignorarli, sono proprio qui dietro di noi… e sua moglie mi sta anche palpando il didietro e non so come comportarmi…-
Parole al vento perché il moretto era intento solo a fare visite, -Capisco perché il carcere l’ha mandata qui in ospedale, chi è stato a farle questo buco in testa? Il suo compagno di cella?-
L’uomo fece cenno di no, alzò la testa, indicò Sanzo e svenne. –Non potete stare qui.- disse il medico indispettito.
-Senti, non puoi far finta che non esistiamo…- incalzò il rosso
-Sì, Hakkai…- borbottò Goku attaccandosi al camice, -… torna a casa.-, in fondo era l’unico che riusciva a intenerirlo.
Infermiera: -Dottore, è l’ora della visita della sua principessa…-
Lui annuì e sorrise, mentre l’altro allungò la mano verso il poliziotto che lo guardò storto: -Tieni i soldi, parassita…-
-Ammettilo, ho sempre ragione su queste cose. Riesco a sentire l’odore di femmina anche a km di distanza, non c’è niente da fare… Adesso la vedrai la “principessa” di Hakkai, che è…- ma i due si bloccarono sulla soglia della camera -… una bambina?-
Sul viso di Sanzo si è allargato un sorrisino e questa volta fu lui ad allungare la mano. Gojyo lentamente abbassò le banconote sul suo palmo, -Ma tecnicamente è una femmina…- si tirò subito indietro
-Gojyo, non cominciare… è per lavoro! Avevo ragione io!-
-No, è una questione sentimentale!-
-Dammi i miei soldi o ti ammazzo!-
-Ragazzi!- li richiamò Hakkai seduto al letto di una bambina sorridente.
-Sono i tuoi amici?- chiese lei al suo dottore
-No, beh…sono…-
-La sua famiglia.- esordì il più giovane che si era avvicinato al letto, -Piacere, io mi chiamo Goku. E tu?-
-Piacere, Goku… ho sentito molto parlare di te. Io sono Noel.- poi sorrise ai ragazzi che avevano ancora le mani l’uno addosso all’altro, -E voi dovreste essere Sanzo e Gojyo, vero?-
-Sì…- disse Gojyo indicandosi, -…ma io sono quello bello, lui è quello pazzo.- continuò facendo roteare l’indice alla tempia.
-Senti!- il biondo lo prese per il colletto, -Quest’estate solo tre cose m’hanno dato sui nervi, e tra le relazioni sentimentali di Berlusconi e Fiammetta, ti assicuro che tu sei la più irritante!-
-Vedi?- bisbigliò alla ragazzina –è schizofrenico, stagli alla larga!-
Lei rise molto a vedere quei due che litigavano come bambini: -Sono certa di no. Hakkai mi ha raccontato tante cose su di voi. Sono storie molte belle!-
Sanzo: -Hakkai, ma le hai raccontato di quando Gojyo e Goku hanno scommesso su chi beveva più acqua di mare?-
Gojyo: -E quando Sanzo mi mise un chewingum masticato nel naso mentre dormivo?-
Sanzo: -E quella volta che Gojyo si rollò una canna con la carta del gelato e dentro delle foglie di alloro?-
Gojyo: -E quella volta che Sanzo era talmente ubriaco che fece la pipì nella palla di vetro del pesce rosso? È saltato fuori dall’acquario per tentare il suicidio.-
Goku: -Che schifo, io quel pesce me lo sono mangiato!-
Il silenzio calò per qualche minuto, anche Noel smise di ridere.
-Beh…- intervenne Hakkai -…perché non raccontare della fissa che aveva Goku per il fantasy qualche mese fa…-

Un paio di mesi prima:
-Chi è che rompe le scatole a quest’ora?- brontolò Sanzo, mentre stava andando ad aprire alla porta, -Si può sapere che vu…-
Tutti i vicini erano sul pianerottolo con fiaccole e forconi.
-Emh… Gojyo, chi hai messo incinta?- urlò nella speranza di levarsi da questo grattacapo
-Qualcuno ha rubato le fedi di tutti i coniugi del palazzo.- ruggì il più grosso
-E cosa vi fa pensare che siamo stati noi? Cosa ci dovremmo fare con delle fedi?-
Senza nemmeno parlare, il condomino indicò oltre la porta, oltre Gojyo che era arrivato a vedere, su Goku davanti al camino intento ad esaminare gli anelli.
-Come non detto…- portò una mano al viso, -Che cavolo stai facendo?!- chiese.
Ma il ragazzino era impegnato a scaldare le fedi che penzolavano dal ramoscello che teneva in mano.
-Stupida scimmia, guarda che non è un mash mello!- intervenne il rosso
-Non chiamarmi scimmia!- allora parlò, -Sto cercando l’anello magico. Sono sicuro che troverò quello a cui comparirà la scritta, me lo infilerò, diventerò invisibile e potrò mangiare nei ristoranti migliori!-
-Più che Frodo mi sembri un Brodo… di stupidaggini…-
-Senti, Goku…- gli si avvicinò Hakkai, -… non esistono anelli con poteri simili…-
-Ma io pensavo che con delle reazioni chimiche…-
-Anch’io ho sperato che arrivasse Liv Tyler sul suo cavallo bianco…- aggiunse il rosso -…mi dicesse qualche cavolata nel suo dialetto elfico e mi portasse via con sé, ma fin’ora è sempre arrivato Homura sulla Harley a ruttare al citofono. E non è la stessa cosa…-
Goku si perse d’animo e i condomini continuavano a grugnire al poliziotto: -Vi prego di scusarlo, gli manca qualche giorno… gli anelli sono tutti vostri.-
Il salotto si riempì di gente intenta a spartirsi le fedi che le spettava di diritto. Una sagoma rimaneva sulla soglia.
Sanzo: -Goku, ma che diamine ti salta in mente? Non puoi fregare le persone e bruciare la loro roba! Non si può bruciare niente in questa casa!-
Hazel: -Sanzo?-
Sanzo: -Huh?-
Hazel: -Non è che rimangono due fedi anche per noi?- sorrise
Sanzo: -Rettifico… questo qui lo puoi bruciare, Goku.-

-Le vostre storie sono sempre divertenti!- notò la ragazzina
-Il mio tesoro…- borbottò Goku ripensando alla faccenda
-Noel, adesso devi riposare, ci vediamo domani, va bene?- sorrise Hakkai mentre le accarezzava il capo
-Sì- ricambiò lei guardandoli andare via, -Ah, dottor Hakkai…-
-Dimmi-
-Grazie dei fiori, sono bellissimi.-
-Ma figurati.-

Sanzo: -Hakkai, ma hai intenzione di stare appresso a quella ragazzina per tutta la degenza?-
Hakkai: -No.-
Goku: -Meno male…-
Hakkai: -Per tutta la vita.-
Sanzo: -Cosa?!-
Hakkai: -è orfana, non ha nessuno…-
Gojyo: -Vuoi adotta…?-
Hakkai: -E ha poche ore di vita.-
Sanzo: -Capisco…-
Goku: -Perché non la portiamo con noi domani?-
Hakkai: -Ma il regolamento…-
Gojyo: -La scimmia ha ragione, al diavolo il regolamento. Vuoi che muoia in un letto d’ospedale?-
Hakkai: -Beh, no…Sanzo?-
Sanzo: -Che palle…-
Hakkai: -Grazie, Sanzo.-

Il sole batteva forte, faceva un gran caldo, un clima afoso, il giorno perfetto per…andare al mare!
-Chi arriva ultimo all’acqua è un ero-kappa ninfomane!- esclamò Goku cominciando a correre
-Ehi, chi è l’ero-kappa ninfomane?!- chiese Gojyo mentre gli andava dietro
-Ma in genere non si fa il bagno col costume?- disse Noel vedendoli entrare in acqua
Sanzo: -Deficienti, almeno spogliatevi prima!- e si mise a leggere il giornale sotto l’ombrellone
Hakkai: -Che dici? Andiamo anche noi, Noel?-, la prese per mano e s’addentrarono nell’acqua tiepida.
-Ma no!- Goku batté i pugni sul pelo dell’acqua –Sanzo, sei un ero-kappa ninfomane!-
-Tsk!- sbruffò il poliziotto sotto l’ombra
-Qui l’acqua è più calda, Noel!- la chiamò il rosso -…aspetta un momento… scimmia, hai fatto la pipì!-
-Non è vero! L’ho fatta prima nelle tue scarpe! Sei tu l’incontinente…-
-Vieni qua che ti affogo!-
Insomma, le ore passavano spensierate: Hakkai cucinò un barbecue per tutta la spiaggia e Gojyo si prendeva il merito per fare lo splendido con le ragazze, Goku giocava a racchettoni con Noel e puntualmente la pallina veniva lanciata sulla testa di Sanzo (chi lo centrava negli occhi beccava mille punti. La pallina è morta in circostanze misteriose), quest’ultimo, quando s’addormentò, venne seppellito sotto la sabbia, fino al collo.
-Liberatemi o vi ammazzo tutti quanti.- asserì pacato vedendoseli mentre ridevano di lui
-Non farci caso, Noel…- sospirò Gojyo -…bisogna volergli bene come se fosse una persona normale…-
-A te, invece, bisogna volerti bene come se fossi una persona!- urlò Sanzo che stava diventando rosso dalla rabbia
-Sanzo, devi imparare a controllare i tuoi nervi.- lo rimproverò Hakkai
-Ti ci metti anche tu?!-
-Ehi!- esordì Goku, -Facciamo a chi fa la pipì più lontano?-
-E come si gioca?- intervenne Noel
-Mi sa che oggi dobbiamo comportarci come adulti…- notò Gojyo, -…andiamo alla sala giochi!-
-Ehi, dove andate? Liberatemi prima!!- ma i suoi urli attirarono un cagnolino che, incuriosito, iniziò ad annusargli la faccia, -Vattene, sacco di pulci!- lui si voltò di profilo, stette per alzare la zampa, -Se solo osi, ti impicco con la tua stessa coda.-, il cucciolo prese a fare “cai cai” e corse via con la coda tra le gambe.

15 minuti dopo.
Gojyo: -Ehi, siamo tornati! Come va, Sanzo?-
Sanzo: -Sono sotto il sole da mezz’ora, come dovrei sentirmi?!-
Gojyo: -Se chiedi pietà, ti grazieremo.-
Noel: -Ehi, signor Sanzo? Ne vuoi un po’?- chiese porgendogli una lattina di the ghiacciato vicino le labbra. Il biondino s’illuminò alla sensazione di freschezza ma, -No. Grazie, Noel…ma Sanzo mi ha detto che è a posto così.-
-Gojyo, avverti tutti i tuoi familiari di preparare una festa, perché tra poco morirai! E tu scimmia, che costa stai facendo?!-
-Niente… sto succhiando un ghiacciolo… al limone…-
-Ma me lo fai a posta?! Sparisci!-
-Ragazzi!- si udì Hakkai, -Ci sono dei budini al cioccolato belli freschi!-
-Io vi ammazzo tutti e poi uso le vostre falangi come segnalibri!-
-Come hai detto?- chiese il rosso sdraiandosi davanti a lui mentre gli sputava il fumo della sigaretta in faccia
-Che vorrei che un pedalò parcheggiasse tra le tue chiappe.-
Mentre uno continuava a deridere e l’altro ad essere deriso, la spiaggia si stava affollando sempre di più, ragazze, ragazzi, comitive, famiglie e bambini. Uno di questi correva con un secchiello d’acqua in mano: -Mamma, guarda! Ho catturato una medusa! Ho catturato una med…!- ma il poverino inciampò sui polpacci di Gojyo che se ne stava in mezzo alla spiaggia, il secchiello volò in aria.
-Gojyo, perché la tua faccia è diventata in tinta unita con i tuoi capelli?- chiese perplesso Sanzo che continuò a fissare il ragazzo impietrito per altri otto secondi.
-AHHH!- urlò facendo la permanente al poliziotto.
-Cos’è successo?- domandò Hakkai che sopraggiunse
-Ehi!- rise divertito il più giovane, -Gojyo ha una medusa sulla schiena!-
-Andiamo, Gojyo! C’è solo una cosa da fare, lo sai!- insistette il medico
-No! Cioè sì! Volevo dire no! Insomma, lo so cosa si fa, ma non voglio!- urlò contorcendosi
-Invece, sì!- sentenziò Hakkai prendendolo per i capelli e lo trascinò via.
Noel: -Dove l’ha portato il signor Gojyo?-
Sanzo: -Hai presente quella ragazza che ha dato del “cesso” a Gojyo?-
Noel: -Sì.-
Sanzo: -Ecco, Hakkai adesso sta facendo la stessa cosa…-
Noel: -Non ho capito, signor Sanzo. Me lo potrebbe rispeghiare? Signor Sanzo…? Si sente bene?-
Il poliziotto diventò paonazzo, cominciò a sudare copiosamente e a respirare faticosamente: -Ma… ma che…?-
-Ehi, Noel!- sbucò fuori Goku da una buca scavata nella sabbia, -Ho trovato anche questo!-
-Stupida scimmia, quello è il mio costume!-
-Ah, sì? È che volevamo costruire un tunnel che passasse tra le tue gambe…-
-Ci sei andato a sbattere, contro le mie gambe, pezzo d’idiota! Ridammi subito il costume!-
-Ok, ma non ti arrabbiare!- disse appoggiandoglielo sulla testa
-Ma cosa ci dovrei fare col costume in testa, secondo te?-
-Se vuoi scendo sotto a rimettertelo…-
-NO! Lascia perdere…sparite!-

-Però è stata una bella giornata oggi al mare!- sorrise Goku con le braccia dietro la testa
-Sì, ci siamo divertiti, non è vero?- contraccambiò Noel
-Parlate per voi…tsk!- sbuffò Sanzo con il viso da nigeriano e il corpo da eschimese
-Voi non avete dovuto farvi fare la pipì addosso da Hakkai…- continuò Gojyo che non riusciva a muovere il busto
-Dai Gojyo, l’ho fatto per il tuo bene-
-La prossima volta ti metto una medusa sulla faccia, poi ne riparliamo…-
-Guarda, Noel! Eccolo laggiù il luna park, andiamo!- Goku prese la bambina per il braccio e la trascinò tra i giochi
-Non allontanatevi!-
-Inutile, Hakkai… non puoi fare da babysitter a tutti…-
Mentre i più grandi si guardavano intorno disinteressati, Goku aveva già fatto visita al chiosco dello zucchero filato, dei pop-corn al caramello, delle tortillas con la salsa piccante, degli hamburger e patatine e degli hot dog.
-Ahhh…ora sto bene!- disse massaggiandosi lo stomaco
-Potevi lasciare qualcosa anche agli altri bambini, però!- lo riprese il rosso
-Voglio andare lì!- Noel indicò il tunnel degli orrori
-Sei sicura di non aver paura?- chiese Hakkai
-Non ti preoccupare, Hakkai! Starò io con lei!- sorrise Goku
Così i cinque salirono sul trenino che si avviò dentro la caverna buia: le luci si accendevano accompagnate da una musichetta inquietante che faceva da sfondo ai mostri, vere e proprie persone che si divertivano a scherzare con getti d’acqua e stelle filanti.
-Noel, non ti spaventare…ma devo fare una cosa…- sussurò Goku nel buio. Il viaggio pareva procedere tranquillamente in attesa di un sussulto, di un rumore sinistro e infatti all’improvviso si udì un boato: -BURP!!!-
Le pareti di cartone tremarono, qualcuno rise, qualcuno si spavento: -Ehi, kappa! Non starmi così appiccicato! Che femminuccia…- disse Sanzo seccato mentre scrollava la spalla
-Poliziotto corrotto, guarda che sono seduto accanto ad Hakkai!-
Il trenino finì la corsa e uscì dalla galleria, qui poterono constatare che Dracula era svenuto asfissiato sul grembo del biondo.
-Ehi… ehi… ehi!- borbottava mentre gli dava dei piccoli schiaffetti per farlo riprendere, -Tutto bene?-, Dracula riprese i sensi, aprì pian piano gli occhi e vide la faccia da nigeriano di Sanzo. Svenne nuovamente dopo aver borbottato qualcosa come “L’uomo nero esiste davvero”.
-Che diamine!- imprecò facendolo rotolare dal trenino con un calcio, -Non ci sono più i mostri di una volta…-

-Io mi fermo qui…- disse Sanzo davanti lo stand dei tiro a segno
-Tanto hai una pessima mira. Noi andiamo a fare la fila per le montagne russe.- lo informò Gojyo che seguiva gli altri.
Goku: -Io sto davanti!-
Gojyo: -No! Io sto davanti!-
Goku: -Non rompere, l’ho detto prima io!-
Gojyo: -Non sei un principino, nessuno ti deve niente!-
Goku: -Tu chi ti credi di essere, eh?!-
Nel mentre i due litigavano, Sanzo non beccava nemmeno il bersaglio più facile.
-Eh, credo che il suo amico avesse ragione…- notò il proprietario della baracca. Il poliziotto non ci stava, così si avvicinò al signore: -Vede quel ragazzo coi capelli rossi alle montagne russe? Cosa vinco se lo centro alla schiena?-
-Impossibile, è troppo distante!-
-Stia a vedere…-, Sanzo prese la mira, aspettò una decina di secondi e premette il grilletto. Un istante di silenzio e… -AHHH!!!-
-Allora?- gongolò Sanzo
-Può scegliere il premio che preferisce!- esclamò l’uomo stupito
-Bene, vediamo… vorrei quella scimmia di peluche se possibile.-
-Ecco a lei! Arrivederci!-
Il poliziotto non fece in tempo a voltarsi che tutta la congrega lo guardava storto.
-Tu sei un delinquente! Mi hai sparato proprio sulla ferita!- brontolò Gojyo col pallino del fucile in mano
-Davvero?- sorrise Sanzo
-Che hai da ridere?! Non c’è niente da ridere!-
-Perché sei qui? Non dovresti essere sulle montagne russe?- rispose sostenuto
-Non mi lascia salire davanti!- intervenne il più giovane
-Sei troppo piccolo!-
-E tu sei troppo scemo!- esclamò il poliziotto
Noel li guardava perplessa: -Hakkai, non dovresti fare qualcosa?-
-Suor Maddalena mi diceva sempre: “ricordati, Gono, se ti fai i fatti tuoi, campi cent’anni!”. Eh, che donna, che era…- rispose il moretto
-Capisco… sai, Hakkai? Sono un po’ stanca…-
-Vuoi tornare a casa?-
-No, voglio restare ancora un po’.- sorrise

-Tieni, rompiscatole.-, Sanzo lanciò il peluche a Goku
-Grazie, Sanzo!-
-Così non avrai bisogno di guardarti allo specchio.-
-è vero!- intervenne Gojyo, -Dì la verità: siete gemelli separati dalla nascita!-
-Non siete simpatici…- mormorò Goku che camminava a testa bassa, tutto sconsolato
-Dai, non fare così…- lo riprese Noel, -Stavano solo scherzando.-
-A volte si comportano come bambini stupidi.-
-Però ti vogliono bene.-
-Certo, come no!-
-Invece è vero! Io certe cose le capisco…-
-Va bene…- sorrise Goku, -Allora voglio che questo sia tuo!-
-Ma è il tuo peluche!-
-Dato che tutti dicono che m’assomiglia, almeno ti ricorderà la mia faccia!-
-Grazie, Goku.- sussurrò mentre stringeva la scimmia tra le braccia, poi fu catturata da qualcosa di maestoso: -Guarda che bella! Hakkai, mi accompagni?- chiese abbagliata dalle luci della ruota panoramica.
-Ma è altissima! Ti accompagno molto volentieri!- esclamò alla cassa, quando qualcosa lo fermò: -20 euro a persona?!-
-è la ruota panoramica più alta del continente.- fece notare il giostraio
-Accidenti, mi sono rimasti 25 euro soltanto…-
-Peccato…- mormorò sconsolata Noel sedendosi sul gradino -Avrei voluto vedere almeno per una volta la città…-
-Mi dispiace molto…-, Hakkai si sedette accanto a lei mettendole un braccio intorno alle spalle
-Al contrario. Devo ringraziarti per questa splendida giornata… Cof cof- tossì
-Noel, tutto bene?- chiese allarmato il medico
-Sì…-, s’accasciò su di lui affannosamente.
L’atmosfera s’era colorata di grigio, qualcosa di triste e nostalgico aleggiava nell’aria.
-Sanzo…- Gojyo s’avvicinò a lui sussurrandogli, -Senti… quei soldi della scommessa…-
-Va bene.- rispose senza nemmeno farlo finire di parlare
-Ehi!- esordì, -Cosa sono quei musi lunghi? Certo che abbiamo abbastanza soldi per farti vedere la città!- esclamò tirando fuori le banconote torturate
-Davvero?- sorrise la bambina
-Grazie…- mormorò Hakkai prendendo Noel tra le braccia
-Sì, sì… ma adesso andate! Non vorrete che parta senza di voi!-
I due salirono, Hakkai teneva in grembo Noel che salutava con la zampetta del peluche al finestrino.
I ragazzi le avevano regalato un biglietto per andare tra le stelle.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ricordati Di Dire Le preghiere Prima Di Andare A Letto ***


Ricordati Di Dire Le preghiere Prima Di Andare A Letto

-Pronto?-
-Sì, salve, casa Hoshi? Sto parlando con Genjo Sanzo?-
-Esattamente. Mi dica.-
-Ecco, le devo dare una brutta notizia. La chiamo dall’ospedale…-
-è successo qualcosa?-
-Beh, sì…c’è stato un incidente stradale e…-
-Scusi un momento…- la interruppe Sanzo. Abbassò la cornetta con espressione estremamente preoccupata, inspirò a pieni polmoni e fece ampi passi ma lenti. Si avvicinò alla finestra, scostò le tende e guardò il cielo con occhi velati. Abbassò lo sguardo al vialetto di casa ed in quel momento espirò tutta l’aria: -Meno male, la mia auto è parcheggiata sana e salva.-
-Prego continui pure.- disse molto più sollevato alla donna
-Son Goku, suo figlio… è stato investito…-
-Investito?-
-Sì, ma sta bene, è cosciente, ha solo qualche graffio…solo che non vuole vedere nessuno.-
-Capisco, arrivo subito… arriv…-
-Un’altra cosa signor Hoshi…-
-Sì?-
-Insieme a Son Goku c’era un altro ragazzo. Mi risulta che ha la stessa residenza di suo figlio.-
-Ho capito…-
-Sha Gojyo, può confermare che abita lì?-
-Sì, purtroppo…-
-Beh, lui purtroppo non ha ancora ripreso conoscenza, è in stato comatoso.-
-Ah…-
-Ma non si preoccupi! È fuori pericolo, si sveglierà da un momento all’altro!-
-Capisco… e mi dica… non c’è possibilità che rimanga in coma per qualche mese?-
-No.-
-Almeno per un paio di settimane?-
-No, signor Hoshi…-
-Va bene, arrivederci.-
-Arrivederci.-
Sanzo si portò le mani ai fianchi e sospirò svogliatamente: -Quei due non sanno farsi male nemmeno come si deve!-

-Scusi, sa dove si trova il reparto “recupero deficienti mentali”?-
L’infermiera guardò perplessa il poliziotto, Hakkai scosse la testa e lo prese per il polso: -Sanzo, non esiste un reparto del genere! Dobbiamo andare al reparto “traumatologia” ed è di qua!-
-Sei sicuro che non dobbiamo andare in neurologia?-
-I malati mentali non stanno lì!-
-E dove stanno?-
-…a casa nostra…- borbottò il dottore svoltando l’angolo
-Hai ragione…- osservò l’altro
-Sanzo, tu vai a prendere Goku dato che sei il suo parente, io vado a vedere come sta Gojyo.-
-Va bene.-

Toc toc. Bussò alla porta e fece capolino nella stanza, -è permesso?- domandò e vide Goku seduto alla finestra.
-Goku, come stai?- chiese e in quel momento il ragazzino si voltò verso di lui con espressione imbronciata e si indicò. Sanzo corrugò la fronte e poi annuì.
-Sto bene.-
-Va bene, allora andiamo a casa.- disse prendendo i vestiti di Goku
-Un momento…- si alzò spaesato -…ma… lei chi è?-

-Hakkai!- urlò Sanzo piombando nella stanza di Gojyo mentre trascinava Goku per un braccio, -Abbiamo un problema!-
Hakkai che era seduto sul letto lo guardò con un sorriso amaro e il rosso a malapena inquadrava i due sulla soglia: -Mi dica signor dagli occhi verdi, questi chi sarebbero?-
Al suono di quelle parole, Sanzo mollò la presa e gli caddero le braccia.
-Provo ad indovinare…- inspirò Hakkai, -…Goku ha perso la memoria. Anche Gojyo. Secondo alcuni testimoni, loro si erano rialzati indenni dall’incidente ma il camionista quando è sceso per vedere come stavano, ha aperto lo sportello del tir proprio sulle loro teste.-
-Va bene, va bene… ora che si fa? Possiamo lasciarli al canile?-
-Sanzo, non essere così precipitoso. Possono recuperare la memoria con un po’ d’aiuto.- rispose Hakkai
-Secondo me è meglio lasciarli al canile finché siamo in tempo…-
-Aspetta! Ho un’idea!- il dottore s’alzò illuminato dalla lampadina accesa che aveva sopra la testa ed uscì col cellulare all’orecchio.
-Bene, mio caro Sanzo, adesso sta a vedere!- esclamò entrando trionfante.
Passarono circa venti minuti e dal corridoio iniziarono a provenire passi pesanti. Ad un certo punto Dokugakuji spalancò la porta tutto trafelato: -Gojyo!-
Il rosso spalancò gli occhi nel vederselo piombare addosso e sentirsi stringere le mani: -Gojyo, fratello! Come stai?-
-Tu…tu sei mio fratello?-
-Sì, sono io!-
-Io ho un fratello… ho una famiglia! E… e dimmi: nostra madre?-
-No, vabeh… lei ti odia… ma è una storia lunga. Come ti senti ora?-
-Beh… sono un po’ stordito da questa vicenda…-
-Allora Gojyo…- disse Dokugakuji sollevando il braccio, -… svegliati, ricoglionito!!!- e gli mollò un gancio da farlo sprofondare nel lettino.
-Che belle terapie usate in ospedale, forse ho sbagliato mestiere…- osservò Sanzo a braccia incrociate guardando Gojyo immobile con le braccia rivolte al cielo e un buco sulla faccia
-Beh…- inspirò Hakkai, -I traumi si risolvono con altri traumi.-
-Vorresti dire che devo prendere Goku a calci?-
-No!- esclamò Goku, -La violenza porta solo altra violenza!- e corse al capezzale di Gojyo per vedere come stava.
-Ciao, tu chi sei?- chiese con difficoltà
-Ciao, io sono Goku… dicono che abitiamo insieme.-
-Ah, piacere di conoscerti ancora, Goku-
-Va bene…- disse Dokugakuji diretto alla porta, -Dato che non è servito a niente, me ne vado.-, poi si rivolse ad Hakkai: -E lascialo perdere… tanto mio fratello è irrecuperabile.- e se ne andò

-E questa è casa vostra…-
-Non me la immaginavo così modesta…- disse Gojyo guardandosi intorno
-Se non ti va bene, te ne puoi anche andare!- esclamò Sanzo
-Credevo che un poliziotto e un medico avessero gusti più raffinati…-
-Guarda che non possiamo permetterci niente perché voi siete due animali!-
-Su, Sanzo…- intervenne il moretto, -Dobbiamo avere pazienza adesso.-
-Scusa, Hakkai… ma io e te che rapporto abbiamo?-
-Beh… penso che io e te possiamo definirci amici…-
-E per Sanzo?-
-Tu… per Sanzo… sei…-
-Il suo servo.- rispose il biondo
-Io avevo una misstress?-
-Idiota, non sono una misstress!-
-Ragazzi, non cominciate… Sanzo non è una misstress e tu non sei il servo di nessuno.- li calmò Hakkai
-Ah… allora parlami un po’ di me, che cosa faccio nella vita?-
-Niente di utile per la società…-
-Sanzo, lascia parlare me. Sei uno studente dell’accademia delle belle arti.-
-Sembra una cosa molto acculturata…-
-Sì… ma sei fuori corso…-
-E di quanto? Un semestre?-
-Veramente… emh… un paio d’anni…-
-Visto? Non mentivo quando dicevo che non fai niente!-
-Ed io?- chiese Goku
-Tu se quest’anno bocci, t’ammazzo. Fine.-

-Ecco a voi pollo arrosto con patatine! Buon appetito!- sorrise Hakkai servendo in tavola
-Un momento!- fermò tutti Goku, -Prima dobbiamo dire almeno una preghierina.-
-Preghierina?- storse la bocca il biondo
-Goku, ha ragione. Dobbiamo ringraziare Hakkai per averci preparato questo pasto e Dio che ce l’ha concesso.-
Tutti congiunsero le mani e chiusero gli occhi per pregare, Sanzo rimase sbigottito anche nel vedere Hakkai che dava loro spago. Si accese una sigaretta per allentare la tensione.
-Amen.- dissero all’unisono e impugnarono le posate.
-Sanzo, non si fuma durante la cena!- lo rimproverò Goku
-Io faccio quello che voglio in casa mia. Tu stai zitto e mangia.-
-è vero, Sanzo.- puntualizzò Gojyo, -Il fumo mi sta facendo passare la fame.-
-Cosa?!- esclamò facendo cadere la sigaretta dalla bocca
-Hai capito bene: mi dà fastidio!-
-Senti, per tua informazione tu fumavi più di me. Non so se hai più marci i polmoni o il cervello! Vado a prepararmi del caffè… non mi va più di mangiare.-
-Dai, Sanzo…- disse Hakkai seguendolo in cucina, -…magari è la volta buona che si mette sulla strada giusta e diventerà un uomo come si deve.-
-Tsk! Non esageriamo… stiamo pur sempre parlando di Gojyo.-
-Beh, però…-, ma qualcosa interruppe il moretto, o meglio qualcuno che vociferava dall’altra stanza: -Scusa Goku, mi passi il sale?-
-Certo!-
-Grazie.-
-Prego.-
-Oddio…- balbetto Hakkai sentendo quei discorsi, -… la situazione è più critica di quanto pensassi.-
-Goku chiede di recitare una preghiera prima di mangiare, Gojyo ha smesso di fumare e sono gentili l’un l’altro. Sono irrecuperabili! Rinnovo la proposta del canile.-
-Aspetta, Sanzo... questo è il momento buono! Sta a vedere: ora litigano e ritornano in sé! Ascolta!-
Allungarono l’orecchio e poterono sentire Gojyo: -Oh, è rimasto l’ultimo pezzo di pollo…-
-Prego, Gojyo… è tutto tuo.-
-Mai e poi mai. Prendilo tu.-
-Insisto, Gojyo.-
-Allora lo dividiamo a metà.-
-Buona idea.-
-Io vado a letto…- borbottò Sanzo uscendo dalla cucina col muso lungo
-Anche io…- lo seguì Hakkai sconsolato
-Allora buonanotte!- sorrise Goku
-Ai piatti ci pensiamo noi.- aggiunse Gojyo
-Hai sentito?- rise istericamente Sanzo
-Ahah, sì… ai piatti ci pensano loro!- e sparirono dietro la porta.

-Sono tornato!- esclamò Goku rincasando con lo zaino in spalla. Sanzo se ne stava seduto sul divano in assoluto silenzio a leggere il giornale.
-Ho detto: sono tornato!-
-Ho capito, non importa che urli.-
-Scusa, non chiedevi mai come andava la giornata a tuo figlio?-
-Tu non sei mio figlio.- rispose pacatamente concentrandosi sul giornale
-Tecnicamente sì.-
-Ma in realtà no.-
-Va bene, ho capito…- sospirò, -Non importa che ci pensi tanto, basta che metti un 1 qui, un 4 qui, un 3 là e hai finito il sudoku. Meglio che vada a fare le mie versioni di latino, invece che perdere tempo con queste sciocchezze.-
-Sciocchezze?- domandò abbassando il giornale
-Sì, anche uno stupido avrebbe saputo risolverlo.- insinuò guardandolo con superficialità
-Io non ne sarei così sicuro…-
-Dimenticati il Goku scemo. Io in realtà sono un genio.-
-Sarà stato anche stupido, ma almeno non era uno snob saccente come te.- abbassò il giornale e se ne andò.

-Goku! Dov’è Goku?- chiese guardandosi intorno ansiosamente
-Homura, siamo venuti per Gojyo…- gli fece notare Zenon indicando dall’altra parte
-Ah, ok…- si ricompose e poi spalancò la porta della camera di Gojyo, -ehi, compare! Abbiamo deciso di fare un po’ di metallo pesante tutti insieme per farti tornare la memoria!-
-Homura, non ti sente…ha degli auricolari alle orecchie e sta… sta dipingendo… una… una madonna?- disse perplesso Shien
-Oh…- sorrise Gojyo togliendosi le cuffie, -… stavo ascoltando Chopin e non vi ho sentiti entrare…-
-Champignon?- chiese Zenon
-Cho-ping… è coreano, idiota!- lo riprese il moro con una pazza sulla nuca
-Eheh, va bene…- rise il rosso alzandosi, -Andiamo in soggiorno insieme agli altri… devo dire a tutti voi una cosa.-
Mentre raggiungevano il soggiorno, Hakkai bisbigliava a Sanzo: -Guarda! È riuscito a togliere quella macchia che non sapevo come far andare via! Non so te, ma io Gojyo non lo sopporto più …Ah! Gojyo, che ci fai qui?- sorrise subito vedendolo entrare
-Hakkai, Sanzo, Goku… amici… devo dirvi una cosa… io… io ho deciso di prendere i voti.- concluse eccitato
-Noi dobbiamo andare a suonare al Gods Of Metal e questo si fa prete…- disse Zenon prima di svenire tra le braccia di Shien
-Beh, non mi aspettavo una reazione del genere…-
-Gojyo…- lo richiamò Sanzo, -… sai che uno dei voti è quello della castità?-
-Certo.-
-Volevo essere sicuro che tu fossi convinto e non tornassi indietro.-
-Ma scusa, Sanzo…- avanzò Hakkai -…non lo fermiamo?-
-No, è da quando lo conosco che desidero che esca dalla mia vita.-
-Gojyo, invece io appoggio la tua scelta!-
-Grazie, Goku.-
-Anche io appoggerei ogni tua scelta, Goku…- s’intromise Homura
-Sì, sì…ma adesso andiamo! Dobbiamo portare Zenon a casa…- trascinò via i suoi due amici ed aprì la porta ad un'altra persona piuttosto preoccupata.
Hazel: -Sanzo, ho saputo tutto! Mi dispiace, sono molto rammaricato. Vorrei dare una mano per risolvere la situazione! Ti ricordi che io e te siamo amici intimi?-
Sanzo: -Hazel… io sto bene. Sono loro ad aver perso la memoria.- chiarì scocciato. Ma il ragazzo non se lo fece ripetere e piombò accanto ai due: -Sapevate che voi amavate invitarmi spesso a cena?-
-No! Questo non è vero!- esclamò Sanzo
-Allora è il momento per cominciare, infondo è un nostro vicino!- sorrise Goku.
A quelle parole il poliziotto prese per il colletto Hakkai: -Ok, dobbiamo fare qualcosa, ci stanno rovinando la vita!-

E venne il primo giorno del seminario di Gojyo.
-Oh, non vedevo l’ora che giungesse questo giorno.- sorrise lui
-Anche io.- sorrise a sua volta Sanzo
-Sì, ma Hakkai sembra non averla presa molto bene.- notò il più giovane vedendolo arrivare ridendo sguaiatamente: -Ahahah! “Dottore, dottore! Mi dimentico sempre di prendere le pillole per l’amnesia!” oppure senti questa: “Dottore, dottore! Soffro di vuoti di memoria… non è tutto! Soffro anche di vuoti di memoria!”-
-Gojyo, và via prima che Hakkai diventi schizofrenico…-
-“Dottore, dottore! Ho una personalità multipla… ci aiuti!”-
Detto questo, Gojyo partì per davvero.
-Hakkai, invece di fare il matto avresti potuto dirgli cosa pensavi.-
-No, Sanzo.
Suor Maddalena mi diceva sempre: “ricordati, Gono, se ti fai i fatti tuoi, campi cent’anni!”. Eh, che donna, che era…-

Gojyo stava visitando la basilica, intento a memorizzare ogni stanza della sua nuova casa, quando un novellino richiamò la sua attenzione: -Ehi, sai qual è quella cosa che prima è nera, poi bianca, poi nera, poi bianca, poi nera, poi bianca, poi nera?-
-Non saprei…-
-Una suora che ruzzola dalle scale! Ahah!-
-Ah… l’ho capita!-
-Ehi, un po’ d’entusiasmo! Tra poco anche tu avrai questo umorismo! Piuttosto… prenditi la toga e questo rasoio, non sono ammessi capelli così lunghi. Puoi cambiarti in quello stanzino. A dopo!-
-Grazie!- esclamò, aprì la porta e si cambiò. Si tastò un po’ ovunque mirandosi allo specchio, in fondo si reputava il prete più sexy mai visto, la basilica avrebbe fatto il pienone di domenica di donne. Poi impugnò il rasoio e carezzò i suoi capelli lunghi, -Chissà perché li ho portati così lunghi? Però, come si suol dire, dobbiamo dare taglio al passato!-, accese il rasoio, lo avvicino alla testa e: -La prego, padre!- sentì singhiozzare dai corridoi.
Aprì la porta dello stanzino e vide una ragazza piangere sul grembo del parroco: -La prego, padre! Mi aiuti… la scongiuro!-
-Una donna che piange…- prese a borbottare tra sé e sé nel vedere la scena, -Io detesto vedere una donna piangere…-

-Signor Hoshi! Signor Hoshi!- correva verso la sua volante
-Ciao, Nataku.- abbassò il finestrino –Chiamami quel perditempo di Goku, per favore. Ho molti impegni oggi.-
-Signor Hoshi, la prego, venga! Goku è nei guai!-
-Nei guai?-
-Sì, mi segua!- e portò Sanzo vicino il cortile della scuola, -Dei bulli lo stanno picchiando e lui non vuole reagire. Dice che solo gli animali si comportano così e che l’uomo deve risolvere le questioni con l’intelligenza.-
Sanzo rimase immobile a vedere Goku steso a terra, accerchiato da ragazzi più grandi che sferravano pugni e calci. Cercava di rialzarsi ma invano, riusciva a malapena ad allungare una mano verso di lui e sussurrare qualcosa: -Aiutami… aiutami, Sanzo…-
-Bene, salutami tuo padre, Nataku…- e si diresse verso l’auto
-Ma come? Non va ad aiutare Goku?-
-Quello non è Goku. Il Goku che conosco io ha un animo più forte.- mise in moto e se ne andò.
Infilò la chiave nella toppa un po’ assonnato, fece scattare la serratura e aprì la porta, giusto per sentire due persone parlare: -… e così la testa è cominciata a girarmi vertiginosamente. È stato un fulmine a ciel sereno, mi sono cambiato e sono corso a casa.-
-Eh, no!- il biondo fece cadere le chiavi, -Non speravo in tanto, ma che tu non riuscissi nemmeno a sopportare un giorno di clausura, no! Accidenti a te!-
Gojyo s’alzò a braccia conserte, stette per rispondere quando Hakkai gli fece morire le parole in gola: -Goku, come mai sei tutto sporco di sangue?- chiese preoccupato.
Tutti si voltarono verso la porta a vedere il ragazzo che lanciava occhiatacce dure al suo tutore. Si pulì la bocca col dorso della mano, -Ho fame.-

-Cosa ti ha fatto reagire?- chiese guardandolo infilandosi un bocca un raviolo gigante tutto intero
-Non lo so… è strano, ma ho visto una luce… una mano tesa e poi… poi mi è salita una grande rabbia che mi bruciava dentro…-
-Ma adesso non pensarci…- sorrise Hakkai, -Finite di mangiare, piuttosto…-
Goku e Gojyo impugnarono le forchette, le avventarono sul vassoio, ma quando ebbero constatato che era rimasto l’ultimo raviolo, si fermarono. Sanzo e Hakkai si guardarono, poi guardarono gli atri due.
-Beh, non dici niente, Gojyo?-
-Hai ragione, Goku… se provi a mangiartelo ti strozzo!-
-Guarda che quello me lo sono lasciato da parte!-
-Non è tuo, imbecille!-
-Invece sì, stupido scarafaggio!-
-Ehhh…- espirò Hakkai, abbandonandosi sulla sedia -…lo dicevo io che bastava un trauma!-
-Secondo me l’idea del canile rimaneva la migliore…-


-Sanzo, mi daresti una sigaretta?-
-Scordatelo.-
-Dai, è da quando ho perso la memoria che non fumo!-
-Ma vatti a fumare l’ostia in sacrestia! Io non ho nulla per te!-
-Uffa! Non essere egoista! Almeno fammi fare un tiro!-
-Non ti avvicinare o ti picchio talmente forte sulla testa da farti credere d’essere un aborto di struzzo spennacchiato!-

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=319402